CORSO DI AGGIORNAMENTO “LE PIETRE E I CITTADINI” 2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini” Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO Docente ...........Pierangela Fricano 3482940634/3341694597..................................Email
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Scuola / Istituto Liceo LSU e Linguistico Danilo Dolci Palermo Via Fichidindia.......................................................... .Città ...........Palermo.........................CAP....90124.............Prov.......... Tel.0916307454......Fax0916300170 e-mail
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Denominazione e localizzazione del centro
VILLA GIULIA
Le motivazioni della scelta Studi precedenti legati all’interesse per le piante, alberi, giardini e per il “Viaggio di Goethe in Italia”.
Breve descrizione
“Villa Giulia” nasce, nel periodo che va dal 1775 al 1778, fuori dalle mura della città, dove anticamente vi era l’aristocratico giardino della famiglia Chiaramonte, conti di Modica, quasi in riva al mare, sulla pianura di Sant’Erasmo. Ampliata intorno al 1866, divenne il primo parco pubblico di Palermo. Realizzata su progetto dell’architetto palermitano Nicolò Palma e per volere del pretore e governatore della città, Antonio La Grua, marchese di Regalmici e principe di Carini, prende il nome da quello della moglie del vicerè spagnolo Marcantonio Colonna, la viceregina Donna “Giulia” d’Avalos Guevara.
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596 C.F. 80078410588 P.IVA 02121101006 -
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Contesto territoriale Villa Giulia sorge tra la Via Lincoln e il Foro Italico (Umberto I) di fianco all’Orto Botanico, nelle immediate vicinanze della Kalsa. Dal lato del Foro Italico guarda verso il mare
Notizie storiche Impiantata nell’antico piano di Sant’Erasmo su progetto dell’architetto don Nicolò Palma e realizzata in meno di un anno, la Villa fu inaugurata l’11 giugno 1778 e dedicata alla moglie del Vicerè, Donna Giulia d’Avalos. Alla Villa si accedeva, sino al XIX sec. dalla passeggiata alla Marina attraverso un arco monumentale. Agli inizi dell’Ottocento fu costruito l’attuale ingresso sulla via Lincoln, oltre al Sepolcreto commemorativo dei siciliani illustri e alla collina con il “bagno diruto”.Nel 1861 vennero impiantate le officine del gas in un’area a sud-est,confinante con la villa; oggi questa presenza degrada ampiamente la zona intorno del giardino.Nel 1875 furono installate delle gabbie per ospitare degli animali che furono però donati solo agli inizi del XX sec. da privati. Dei quattro accessi originari ne rimangono tre: quello su Via Lincoln (il solo aperto al pubblico), quello, in stile neoclassico, che insiste sul Foro Italico e quello che si apre sull' attiguo Orto Botanico. Il giardino, che è strutturato in forme geometriche intersecate da lunghi viali alberati, è stato concepito con una visione simbolica e metafisica (il cerchio, ad esempio, richiama il divino, i quadrati la materialità terrena; gli alberi giganteschi tendono all'unione cielo-terra, ecc.). Ricchissima e lussureggiante la vegetazione composta da piante mediterranee ed esotiche. Colpiscono il visitatore le gigantesche palme del viale d'entrata e gli innumerevoli, maestosi, ficus.
Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa) …………………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………………………………... Sistema viario, piazze
Villa Giulia presenta due ingressi: uno monumentale con portico lato mare, su Via Umberto I(Foro Italico)che è l’ingresso principale non più attivo, da qui si giunge nella zona Kalsa, Via Vittorio Emanuele, zona Portuale, centro cittadino (zona Via Libertà, Via Ruggero Settimo) e un ingresso si trova in Via Lincoln, chiamato “Porta Carolina” o “Porta Reale” a pochi passi dall’Orto Botanico, che oggi resta l’unico accesso alla Villa. Da qui si arriva alla Stazione Centrale, via Maqueda, Via Roma,Centro storico. Numerosi autobus collegano la zona con le principali arterie cittadine del centro storico.
Sistema edilizio L’impianto della villa si sviluppa grazie alla sovrapposizione di tre figure geometriche: il quadrato, il cerchio e l’ottagono. Il giardino è perfettamente speculare rispetto a tutti gli assi di simmetria che si intersecano idealmente a raggiera al centro; esso risulta suddiviso da otto viali maggiori e sedici minori in funzione di controviali, paralleli a coppie ad ogni viale maggiore. Quattro viali diagonali congiungono perifericamente gli ingressi, posti al centro di ogni lato del quadrato perimetrale, formando un secondo quadrato, interno, ruotato di 45°gradi rispetto al precedente. Nel quadrato interno è a sua volta inscritto un viale circolare, che ritaglia al centro della villa un piano in cui è inserita la vasca con l’Atlante e il Dodecaedro. Da tale piano centrale, che gioca un fondamentale ruolo di nodo pluridirezionale, scaturiscono al tempo stesso due forze, centrifuga e centripeta, il cui effetto generale è la moltiplicazione degli spazi della villa. Sistema difensivo e recinti La villa è circondata da una robusta inferriata. Sono presenti alti cancelli.
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Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni) Nel 1779 monsignor GiuseppeGioeni realizzò un progetto per l’abbellimento della Villa che non fu però completato. Le modifiche apportate dal Gioeni permisero il progressivo abbandono dell’asse principale a favore del viale ad esso perpendicolare, il cui fondale è costituito da una parete con volute che incorniciano un laghetto. Nel 1825 si hanno i primi lavori di ripristino dell’assetto della villa, per i guasti causati dalle truppe rivoluzionarie durante i moti del 1820.Dopo un periodo d’abbandono, in cui la vegetazione aveva invaso viali e aiuole, nel 1839 si ebbero dei lavori di restauro a cura di Gioacchino Filangeri, sotto la direzione dell’arch.Pietro Raineri mentre nel 1868-69 l’architetto Damyani Almeyda progettò e realizzò quattro esedre neopompeiane per sostituire i quattro teatrini per la musica “a pagodi” del 1778. Ulteriori abbellimenti furono apportati nel 1872 con l’aggiunta di nuove statue, tra cui quella di Federico II (oggi a Palazzo dei Normanni) e di cippi marmorei.CURIOSITA’:Nel piano di Sant’Erasmo esisteva, fino al 1932, un giardino privato poi confiscato e divenuto proprietà della famiglia Chiaramonte. Lo stesso Piano venne utilizzato dall’Inquisizione per gli autodafé e qui furono bruciati sul rogo gli ultimi condannati. La villa fu costruita dopo due tentativi, falliti per l’opposizione dei pescatori che usavano il piano per stendere le reti. Durante l’estate due delle quattro esedre servivano da palchi per le sinfonie strumentali, mentre le altre due erano delle voliere. La musica si faceva a spese di Giovanni Luigi Moncada principe di Paternò Grande di Spagna, il quale, come si può leggere in una lapide sotto i palchi, costituì una dote perpetua di cinque onze l’anno. Dal 1779, e per tutto l’Ottocento, la villa divenne tappa fondamentale durante le feste in onore della patrona della città,Santa Rosalia, venendo di volta in volta addobbata con piramidi, giochi d’artificio e tableau vivantes. La cura del giardino era affidata a due deputati, eletti dal senato, uno dei quali doveva far parte della famiglia del fondatore della villa, La Grua.Inoltre nel 1780 il Pretore Giuseppe Lanza Principe di Trabia, stanziò 140 onze l’anno per il mantenimento del giardino. Goethe nel suo Viaggio in Italia del 1787 descrive Villa Giulia come luogo stupendo che “nonostante la regolarità del disegno, ha un che di fatato(….)”
“il più meraviglioso angolo della terra” ed è qui che – durante le sue visite a Palermo – si fermava per leggere Omero. Oggi è una villa pubblica.
I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico). ………………………………………………………………………………………………………………………….. Il Genius Loci, nume considerato protettore laico della Città, domina la Fontana del Genio. La tradizione vuole che il serpente che ne morde il petto rappresenti l'accoglienza e il nutrimento che Palermo offre anche a chi si rivelerà nemico e traditore. Il Triscele nel medaglione in basso è chiaramente simbolo della Sicilia (Trinacria). Il Genio di Palermo, mirabile scultura, datata 1778, di Ignazio Marabitti che si è profuso in figure simboliche di contorno quali lo scettro che rappresenta il regno, il cane simbolo di fedeltà, l'aquila che richiama la Città (ne è l'insegna), il fascio littorio con verghe e ascia che simboleggia il potere di vita e morte e la cornucopia colma dei frutti dell'abbondanza.
I rischi di alterazione I rischi (concreti) riguardano soprattutto i marmi delle statue e la salute delle palme.
Fonti e documentazione di riferimento Bellafiore G.Palermo,Guida della città e dintorni, Palermo 1986 La terra di Balarm – Studi sul patrimonio storico-monumentale del centro antico di Palermo elaborati dagli Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
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allievi nel corso dello Stage a cura di Adriana Chirco 1999-Grafiche Palermo palermoviva.it.
AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione Fino a pochi mesi fa l’amministrazione non aveva ancora consegnato il protocollo d’intesa alla Soprintendenza necessario per procedere alla pulizia ordinaria delle sculture. La pulizia delle statue che si
trovano all’interno di Villa Giulia tarda a partire. Non è ancora arrivato alla Soprintendenza ai Beni culturali, infatti, il protocollo d’intesa redatto dal Comune, necessario per l’avvio degli interventi. Per il giudice che ha emesso il provvedimento di sequestro, la villa «versa in condizioni di estremo degrado dal punto di vista architettonico, sia per deterioramento strutturale sia per frequenti sottrazioni, danneggiamenti ed atti vandalici ad opera di ignoti».
1. AZIONI FATTE PER CONTINUARE A SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ …………………………………………………………………….........................…………………………… Hanno fatto sentire la loro voce in difesa di Villa Giulia lo studioso critico d’arte Philippe d’Averio, l’architetto Rosanna Pirajno, il vice sindaco Arcuri, il botanico Francesco Maria Raimondo, il vicedirettore del giornale di Sicilia G.Pepi l’urbanista Maurizio Carta e tanti altri esponenti del mondo culturale 2. ALTRO
«Villa Giulia ha un disegno perfetto tra impianto verde e camminamenti, bordure ed aiuole. Fu inaugurata l' 11 giugno 1778, il giardino è stato impiantato due o tre volte, ben due pretori tentarono l' operazione nel 1737 e nel 1753. Ma soltanto nel 1777 Antonio La Grua, marchese di Regalmici e principe di Carini, riuscì nell' intento. Nel 1778, monsignor Giuseppe Gioeni disegna la vasca e pochi anni dopo, Ignazio Marabitti, la fontana circolare con uno scoglio artificiale su cui è collocato il piccolo Atlante in marmo che ha sul capo il dodecaedro con 12 orologi solari, del matematico palermitano, Lorenzo Federici». «Eresia, Scisma e Infedeltà a Lorenzo Marabitti, fratello di Ignazio, che nel 1736 le aveva pensate per il monumento a Carlo III in piazza Sant' Anna. Trasportate a Villa Giulia, si trasformarono in Rabbia, Ira e Invidia. Nell' 800 nacque il Sepolcreto dei siciliani illustri: sei cippi ma si riconoscono soltanto cinque personaggi, Archimede, Empedocle, Diodoro Siculo, il poeta bucolico romano Junio Calpurnio e Teocrito. La finta rovina è di Vincenzo Di Martino, i busti di Archimede, Giovanni Baccini e Giovanni Meli, a Rosolino La Barbera; Pietro Novelli e Ciullo D' Alcamo sono opera di Antonio D' Amore nel 1873».
SI ALLEGANO: N° 4 IMMAGINI
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Luogo e data ..Palermo 13 marzo2016.......................................................
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