CORSO DI AGGIORNAMENTO “LE PIETRE E I CITTADINI” 2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini” Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO Docente Giovanni Bartolone Tel. 339/79.21.348 E mail
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Denominazione e localizzazione del centro storico Ponte dell'Ammiraglio - o di Misilmeri, o della Medaglia, Piazza Scaffa, Palermo. Le motivazioni della scelta La mia scelta dipende da diversi motivi: 1) il mio bisnonno, Salvatore Bartolone, a 14 anni combatté sul Ponte con la quadra dei «picciotti» garibaldini di Bagheria. C’erano anche il padre e due fratelli; 2) insegno a 300 m dal Ponte; 3) l’importanza storico-artistica del sito. Il Ponte era abbandonato da decenni. Ora, si spera, dovrebbe essere recuperato: è stato portato alla ribalta mondiale dopo il recente riconoscimento dell’itinerario arabo - normanno di Palermo - nel quale il Ponte è inserito - da parte dall’UNESCO nel patrimonio dell’umanità. La valorizzazione del sito può contribuire a coltivare la memoria storica e il senso di appartenenza alla città. Il Ponte dell’Ammiraglio è conosciuto a livello popolare grazie alla battaglia fra i garibaldini e le truppe borboniche, combattuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1860 durante la Spedizione dei Mille. Gli uomini di Giuseppe Garibaldi, provenienti da Gibilrossa, sul ponte dell’Antiochenno e nella vicina Porta Termini combatterono contro i borbonici, che si opponevano al loro ingresso in città. I napoletani erano lì dislocati perché il Ponte era uno dei punti d’ingresso a Palermo per chi arrivava da sud.
Breve descrizione Il ponte sul fiume Oreto, a forma di schiena d’asino, ha una struttura semplice. È costruito con conci squadrati di tufo. Ha 7 arcate ogivali a doppia ghiera degradanti e alternati 5 archi minori inglobati nei piloni, per alleggerire la pressione dell’acqua. Il ponte, infatti, resistette pure alla nota alluvione del febbraio 1931. Il temporale colpì anche altre zone della Sicilia. Sotto le sue arcate, ora parzialmente interrate, scorreva il fiume Oreto, che fu deviato nel 1938. Il piano di calpestio presenta un acciottolato a riquadri che è novecentesco. L'uso degli archi acuti permetteva, inoltre, al ponte di sopportare carichi molto elevati; notevole anche l'apertura d'archi minori tra le spalle di quelli grandi per alleggerire la struttura. A Palermo sono testimoniate le alluvioni del 1557, 1666, 1689, 1769, 1772, 1778, 1851, 1862, 1907, 1925 e infine quella tragica del 1931. Tra il 20 e il 24 febbraio 1931 a Palermo caddero 618 mm di pioggia. In 50 ore di temporale ininterrotto tra il 21 e il 23 ne caddero 395 mm. La conformazione di Palermo, una conca sita alla base di alte montagne, facilitò l'aumento del livello dell'acqua, che variava nei diversi punti della città tra i 2 m di via Roma, i 4 nella zona Danissinni-Papireto, fino ai 6 m di piazza Sant'Onofrio, infatti la Conca d'oro non è omogenea ma caratterizzata in più punti da grosse depressioni. Influì, inoltre, la presenza di quattro flussi d'acqua principali: il fiume Oreto, il Papireto, il Canale Passo di Rigano e il Kemonia; alcuni di questi canali erano stati deviati artificialmente sotto il livello stradale . Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596 C.F. 80078410588 P.IVA 02121101006 -
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L’Oreto straripò anch’esso causando una forte inondazione presso il mare, nel tratto più basso del
suo corso, riversandosi sotto il Ponte dell’Ammiraglio, riprendendo cosi quello che per molti secoli era stato il suo letto in questa zona. Un fortissimo vento di tramontana distrusse diversi muri. L'alluvione causò la morte di 10 persone e il ferimento di 21. Andarono distrutte molte case, numerosi edifici storici riportarono gravi danni, e la linea ferroviaria fu divelta. Ingenti furono anche i danni nelle campagne, dove molte case rurali furono spazzate via. La gru usata per la costruzione del Palazzo delle Poste di Via Roma fu divelta dal forte vento. Poi cadde con grande schianto sull’allora Palazzo Lombardo che sorgeva proprio di fronte, provocando la distruzione dell’ultimo piano. Per l’alto livello dell'acqua i soccorsi tardarono ad arrivare; si organizzarono barche e ponti provvisori per salvare le persone che si erano rifugiate nei piani superiori degli edifici. Contesto territoriale Il Ponte sta in un quartiere appartenente al centro storico che però, com’è accaduto in città per gran parte di esso, è stato lasciato per molti decenni al degrado edilizio e alla marginalità sociale. In zona prevale forse più il senso del disagio che non quello della fierezza dell’appartenenza a una nobile e illustre città, dell’orgoglio per la sua bellezza e della sua storia plurimillenaria. La valorizzazione del Ponte dovrebbe inserirsi nel più vasto risanamento e recupero di tutto il centro storico e di quelle zone di Palermo che sono diventate periferie disagiate e trascurate. Solo pochissime settimane prima dell’anniversario dei 150 anni dalla proclamazione del Regno d’Italia dalle arcate sotto il ponte fu fatta definitivamente sgomberare una famiglia proveniente dall’Est Europa. Vi abitava con qualche breve interruzione da 1 o 2 anni. Aveva costruito sotto le arcate alcune pareti lignee per proteggere la sua privacy e soleva accendere fuochi per cucinare e riscaldarsi. Materassi e immondizia varia facevano compagnia all’antico ponte. Il 18 ottobre 1984 ci fu la strage di mafia di Piazza Scaffa, a Palermo. Otto persone sono rinchiuse in una stalla – in Cortile Macello, a Piazza Scaffa - messe al muro e fucilate da una decina di killer. Notizie storiche Il Ponte dell’Ammiraglio prende il nome da Giorgio d’Antiochia, Ammiraglio degli Ammiragli del Re normanno Ruggero II dal quale fu edificato dopo il 1113 per collegare Palermo ai giardini posti oltre il fiume, nel luogo dove, secondo la leggenda, l’arcangelo Michele sarebbe apparso a Ruggero I, prima della conquista della città. Il professore Guido Di Stefano poi rettificò la data del 1113 notando che il Nostro era in quell’anno agli inizi della sua carriera e che solo all’incirca nel 1125 divenne ammiraglio e che attorno al 1132 fu nominato Ammiraglio degli Ammiragli. Il ponte, quindi, sarebbe stato costruito tra il 1130 e il 1140. Fu il primo ponte monumentale in pietra costruito per oltrepassare il fiume Oreto. Si ipotizza che fu il primo in muratura costruito in Europa, cui seguì, nel 1265, quello del Rodano presso Pont Saint Esprit. Il Ponte fu poi consolidato dal Senato palermitano nel 1672 e restaurato nel 1772 poiché aveva subito gravi danni per lo straripamento dell’Oreto. Il suo rilievo storico è anche legato alla battaglia fra i garibaldini e le truppe borboniche nel maggio del 1860. Presso il ponte doveva trovarsi la chiesa di San Michele del Ponte in origine suffraganea della Cappella Palatina voluta da Re Ruggero all’interno del Palazzo Reale. Indicativa è la dedica a San Michele sia riguardo alla leggenda citata, sia a proposito del ruolo del Santo pesatore delle anime prima che siano traghettate nell’aldilà. Secondo una leggenda, sorge dove l'arcangelo Michele comparve a Ruggero I, aiutandolo a conquistare la città araba. E all'arcangelo fu dedicata una chiesa poi demolita. Nel periodo arabo, e fino a quello svevo, c’erano molti palmizi e altre piante che, nel 1314, il conte Tommaso Marzano, fedele a Roberto d'Angiò, durante la guerra tra angioini e aragonesi, fece tagliare. Li fece tagliare tutti, fino alle mura della città. Fu un insensato disboscamento dei monti della Conca d'Oro, per far posto all'agricoltura, alla coltivazione della canna da zucchero, alla cartiera. Il disboscamento determinò una serie d’inondazioni che causarono gravi danni al Ponte e alla città. Eppure il Ponte restò di grande interesse: nel XV secolo a ferragosto da li partiva la «gara di corsa di schiavi neri ignu di», che passava dai terreni della famiglia Bologna, da Porta di Termini, dalla chiesa di San Francesco e giungeva fino alla Loggia dei Catalani; e sempre dal sito partivano, tra i festeggiamenti dei palermitani, le corse di giumenti e cavalli. Nel XVIII secolo l’Oreto fu in parte deviato. Solo nel 1938, dopo l’alluvione del 1931, l’intero corso fu totalmente deviato e isolato dal Ponte dell'Ammiraglio. Realizzato in vivi conci e fornici irregolari marcati da rincassi ogivali, ha una forma a schiena d'asino, come molti degli altri ponti di epoca normanna. È su questo ponte che nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1860 che le truppe garibaldine, giunte alle porte di Palermo da Gibilrossa, sbaragliarono quelle borboniche per accedere in città. In periodo normanno, l'incontro fra due fratelli della casa reale sul Ponte Ammiraglio evitò una guerra. Oggi, dopo essere stato deviato, il fiume non lo attraversa più e si trova all'interno di un giardino. Dal 3 luglio 2015 fa parte dei beni appartenenti al Patrimonio dell'umanità protetti dall'Unesco nell'ambito dell'Itinerario Palermo
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arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa) Dopo che il corso dell’Oreto fu deviato nel 1938 per i suoi continui straripamenti, o ggi sotto il ponte non scorrono più le acque del fiume. Ciò ha permesso l'allargamento del Corso dei Mille. Il clima di Palermo è mediterraneo. La densità abitativa nella zona vicina il Ponte è alta. L’area è parzialmente degradata. In zona sono presenti alcune scuole e qualche ufficio pubblico. Sistema viario, piazze Il Ponte è a Piazza Scaffa, in Corso dei Mille, a Palermo. È raggiungibile facilmente in auto e con mezzi pubblici. A circa 1 km sorge la Stazione Centrale, un’importante fermata dei bus e il terminal di quelli interurbani e per gli aeroporti di Palermo e Trapani. Il ponte e la piazza sono una delle principali fermate della «Linea 1» del Tram di Palermo, in funzione dal 2015. L’inclusione del Ponte tra i siti dell’Unesco contribuirà ad aumentare le presenze turistiche in città. I visitatori sono notevolmente aumentati rispetto al passato, quando il Ponte attirava solo qualche distratto curioso o qualche cultore di storia patria o dell’arte. Sistema edilizio Il Ponte sorge in un giardino da poco sufficientemente curato. Ai suoi lati sorgono molti edifici privati che avrebbero bisogno di essere restaurati. Il maggiore decoro dell’area favorirebbe un migliore godimento del Ponte stesso da parte dei visitatori. Numerose sono le attività artigianali vicine. Nei lustri passati lo spiazzo di fronte al ponte era molto spesso utilizzato come area di sosta per piccoli ssimi circhi di passaggio, carovane di zingari e di giostrai. Qualche anno fa è stata smantellata la pompa di benzina che c’era accanto al Ponte. Nei pressi sorgono due centri che ospitano migranti extracomunitari e poveri e che fanno capo al missionario laico Biagio Conte. Sistema difensivo e recinti Il Ponte dell’Ammiraglio non ha un sistema difensivo né recinto. Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni) A Ponte Ammiraglio c’è un giardino ricco di palme e di altre piante mediterranee. Il processo di custodia e recupero è solo iniziato. La valorizzazione del sito potrebbe permetterne un vantaggioso uso dal punto di vista culturale, turistico ed economico. Sono necessari altri interventi perché la zona, per decenni abbandonata, possa tornare alla sua antica bellezza e fruibilità da parte di turisti e palermitani. Sarebbe necessario anche mettere dei pannelli informativi, possibilmente in più lingue, previa rimozione di quello solitario ed estemporaneo che offre sommarie informazioni sul sito. Vicino al Ponte sorgeva quello realizzato nel 1838 delle Teste o delle Teste mozze, demolito per far posto alla linea del tram, che sostituiva uno cinquecentesco. A qualche centinaio di metri dal ponte stanno la Chiesa della Madonna del fiume o dei decollati e l’ex Mulino Pecoraino – Virga, che dagli inizi del 2001 ospita l’Istituto Alberghiero Pietro Piazza. La chiesa prende il nome dal vicino cimitero e della piramide in muratura costruita al suo fianco che tra il 1799 e il 1867 fu usata per appendere le teste dei giustiziati. La scuola sorge in uno degli edifici storici della città, il Mulino Pecoraino-Virga, in Corso dei Mille, vicino il fiume Oreto. Che, fin dai tempi più remoti, ha costituito un elemento importante per l’economia palermitana. Infatti, fin dall’età araba, esso era usato nell’ambito del sistema di canalizzazioni delle acque. Lungo il suo corso sorgevano molti mulini ad acqua. Quando, nella seconda meta dell’800, la forza motrice idraulica fu sostituita con quella a vapore, molti di questi mulini furono abbandonati e caddero in disuso. Tra le vie della città, lungo le quali sorsero opifici e manifatture artigianali, il Corso dei Mille (antica Via delle Teste) ha ancora un aspetto simile a quello tardo ottocentesco. Tra gli edifici più rilevanti che ospita, troviamo la chiesa dei Naufragati, e quella delle Anime dei Corpi Decollati, fondata alla fine del XVIII secolo dalla Congregazione del Sabato, che aveva il pio compito di seppellire i corpi dei giustiziati. Questa chiesa sorge poco dopo il grande edificio dei Mulini Pecoraino-Virga. Questo stabilimento fu tra quelli di nuova concezione che sostituirono i vecchi mulini ad acqua. Fu costruito nel 1893, dietro la Stazione Centrale, dall’imprenditore palermitano Filippo Pecoraino, che ne commissionò il progetto all’ingegnere svizzero Enrico Maag, esperto nella costruzione d’impianti molitori. L’edificio di grandi dimensioni, si eleva per sei piani e ha sulla facciata esterna una serie di finestre
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rettangolari disposte simmetricamente. Centralmente si ergeva un grande arco alto fino al secondo ordine e che fungeva da ingresso, dotato di un portone di ferro. Sopra il portone, al quinto piano, c’era un grande oblo a sostituire la finestra, elemento che dava un certo movimento alla severa facciata. Dotato di moderni macchinari, come due motori a vapore, il mulino divenne subito una notevole realtà economica nel panorama cittadino, agli inizi del secolo scorso. Presso il mulino c’erano anche gli Uffici del Dazio comunale, che controllavano l’entrata del grano e l’uscita della farina. Il mulino dava da vivere a centinaia di operai e impiegati. Ci furono anche i momenti duri: nel 1906 l’edificio fu distrutto da un grave incendio, forse di origine dolosa. L’attività fu ripresa fino al 1939, quando l’impresa fallì. Il mulino fu rilevato dalla famiglia Virga, detentrice dell’omonimo pastificio. Il fondatore di quest’attività fu Giovan Battista Virga, il cui nome si legge sulla cornice di coronamento della facciata principale. Originario di San Giuseppe Jato, negli anni ‘30, il Nostro, col fratello Francesco e i cugini Giovanni e Salvatore, comprò il mulino Pecoraino, lo sistemò e lo collegò col pastificio che stava in Via Tiro a Segno. Il mulino produsse fino al 9 maggio 1943. Il giorno del terribile bombardamento di Palermo. Le bombe dell’aviazione americana distrussero molti edifici storici e civili abitazioni causando molti lutti in città. Il mulino fu quasi totalmente distrutto e devastato dalle fiamme, che bruciarono per tre giorni. Il nuovo mulino Virga fu ricostruito e inaugurato il 25 giugno 1947 con una cerimonia, tenutasi alla presenza delle più alte autorità cittadine. La produzione crebbe, grazie anche all’aumento delle esportazioni. Alla morte di G. B. Virga il mulino passò al figlio Pietro e dopo al cugino Giuseppe. Il mulino cessò la sua attività negli anni ’80 per fallimento. Dopo un lungo abbandono, l’edificio fu acquistato da una società immobiliare che lo ristrutturò per destinarlo ad attività commerciali. Dopo, fu sottoposto a custodia giudiziaria e fu affittato alla Provincia Regionale di Palermo che dal 2000 l’ha destinato alla sede dell’allora II IPSSAR di Palermo, l’odierno IPSSEOA “Pietro Piazza”. L’istituto alberghiero, ricadendo in area a rischio, in rete con le scuole dell’Osservatorio, cerca di ridurre la dispersione scolastica, promuovendo iniziative a favore degli studenti e delle famiglie che presentano delle difficoltà. L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie d’insediati, ...) Il Ponte sorge in una zona molto popolata. Il quartiere ha subito l’incuria, il degrado, la marginalità sociale e il disagio economico e culturale. La valorizzazione del sito dovrebbe inserirsi nel più ampio recupero di tutto il centro. I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico). I valori espressi dal Ponte dell’Ammiraglio sono alti sotto il profilo architettonico - è un esempio di alta ingegneria medioevale, forse primo ponte in muratura di queste dimensioni in Europa, esemplare per bellezza, solidità ed efficienza -, e sotto il profilo ambientale urbano e paesistico. Valorizzato, potrebbe costituire il centro di un’area godibile per i cittadini e i visitatori e un arricchimento notevole del paesaggio della zona. I rischi di alterazione In circa 900 anni l’uomo ha profondamente modificato l’ambiente originario che circondava il ponte. Questi cambiamenti hanno spesso causato parecchi problemi. La struttura del ponte ha subito diversi danni ed è ancora esposta al rischio di offese, senza adeguate azioni di tutela, custodia e sviluppo.
Fonti e documentazione di riferimento - AAVV, Palermo Città d’Arte, Edizione Kalòs, Palermo 2009. - Cerami - Termini Toti, Dell’Alluvione di Palermo Dal 21 al 23 febbraio 1931, Palermo, THOT, 1966. - Chirco Adriana, Guida di Palermo per itinerari storici, Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2015. - Filippi Antonella, Ma sotto le arcate l’incubo dei rifiuti, in Giornale di Sicilia, Palermo, 8 marzo -
2016, p. 27 Italia Nostra sezione di Palermo, Contenuti del Corso di aggiornamento per docenti. La Duca Rosario, Palermo ieri e oggi, Edizioni e Ristampe Siciliane, Palermo, 1979. Piano dell’Offerta Formativa AA. SS. 2014-2016, dell’IPSSEOA Pietro Piazza di Palermo. Wikipedia.
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AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici Dal 3 luglio 2015 il Ponte dell’Ammiraglio fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'Itinerario Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione -
Restauro e custodia del sito. Cura del giardino presente nell’area e della pulizia del quartiere. Realizzazione di strutture sostenibili, in armonia con il sito che ne favoriscano una corretta fruizione. Risanamento edilizio e sociale del quartiere, abbandonato per decenni alla marginalità e al degrado. Incentivazione di attività artigianali e turistiche che possano coinvolgere gli abitanti del quartiere. Adozione del Ponte e degli altri siti vicini da parte delle scuole della zona e loro valorizzazione presso gli alunni e le loro famiglie.
RISULTATI RAGGIUNTI DALLE AZIONI PRECEDENTI: 1. NUMERO DI PERSONE COINVOLTE ………………………………………………………………………….........................……………………… 2. RASSEGNA STAMPA (n. articoli pubblicati) ……………………………………………………………………………….........................………………… …………………………………………………………………………….........................…………………… …………………………………………………………….........................…………………………………… 3. AZIONI FATTE PER CONTINUARE A SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ …………………………………………………………………….........................…………………………… …………………………………………………………………..........................……………………………... ……………………………………………………………………….........................………………………… …………………………………………………………………………………………..........................……… 4. ALTRO …………………………………………………………………………………….........................…………… ………………………………………………………………………………….........................……………… ………………………………………………………………………………….........................……………… ………………………………………………………………………………….........................……………… ………………………………………………………………………………….........................……………… …………………………………………………………………………………….........................……………
SI ALLEGANO: N° 5 IMMAGINI, N° …. GRAFICI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione 1-4 Mb)
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Luogo e data Palermo, 30 marzo 2016 Da restituire all’indirizzo di posta elettronica
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