Lazio
Infrastrutture Sviluppo Territorio Ambiente
Giugno 2012 Pubblicazione di ANCE LAZIO URCEL
Casa dolce casa
All’interno EDI.CO.LA. n. 9 con le previsioni 2012
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Sommario
Casa dolce casa 6. | Editoriale | Salviamo le medie imprese, cambiamo le regole 7. | La lettera | Lettera aperta al presidente dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Sergio Santoro 9. | Primo piano | Il ballo del “mattone” 10. Solo Imu e niente politiche. La ricetta dell’insuccesso
Il sistema di tassazione italiano a confronto con gli altri paesi
13. La tassa non conta
Il mercato immobiliare ha bisogno di una politica per la casa
16. Non c’è IMU che tenga:investire nella casa conviene
Lo scorso 27 giugno la tavola rotonda organizzata da Lista
19. Le famiglie romane e il mercato immobiliare
Il “sentiment” registrato dall’ Indagine TECNOBORSA 2012 di Ettore Troiani
22. Se il Lazio non delude
A colloquio con Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari
24. La Roma-Latina ai blocchi di partenza Chiusa la sentenza che impediva i lavori
La LISTA di L.I.S.T.A. 1. 2. 3. 4. 5.
L’investimento immobiliare conviene Nel Lazio (e non solo) manca una politica per la casa Il settore delle costruzioni deve puntare su marketing e sostenibilità Quando i giovani uniscono le forze…il futuro è già presente Dare spazio all’edilizia agevolata
27. La previdenza integrativa un ammortizzatore sociale del futuro A colloquio con Claudio Sette, Presidente Prevedi
30. | EDI.CO.LA. | Edilizia e Costruzioni nel Lazio News Edilizia residenziale: il rinnovo si ferma e prosegue il calo delle nuove costruzioni Focus Il mercato immobiliare nel Lazio
Sommario
40. | L’altro punto di vista | Abitare diversamente. Case in provincia, prefabbricate ed ecosostenibili Rubrica a cura di Giorgio Nisini
42. | L’ospite | Il bianco e il nero
Rubrica a cura di Antonio Pietro Latini
44. | Scenari | La sostenibilità di ogni azione
Intervista a Sergio Saggini, Rappresentante dei Giovani Costruttori Edili di Viterbo e Provincia
47. | Innovazione | La casa dove vuoi 48. Quando il prefabbricato incontra la resina Spazi mobili, flessibili, personalizzati e in tempi brevi? Da oggi si può 51. | Oltre Roma | Il lato giovane del Lazio 52. FROSINONE | Uniti per lo sviluppo della Provincia Gli Stati Generali delle Costruzioni a Frosinone
56. LATINA | Latina cambia volto
Intervista a Giuseppe Di Rubbo, Assessore alla Gestione Urbana
58. RIETI | Benessere ambientale ed edilizia sostenibile: due priorità Rieti: la parola a Simone Petrangeli, nuovo sindaco del capoluogo
61. ROMA | Spazio alle nuove generazioni per rilanciare l’economia del territorio Nasce la Consulta dei Giovani Imprenditori e Professionisti di Roma e del Lazio
64. | Lo scaffale | News
Editoriale
La lettera
Salviamo le medie imprese, cambiamo le regole
Lettera aperta al presidente dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Sergio Santoro
Ci sono momenti in cui appare necessario alzare la voce. Perché il silenzio è talmente assordante che non lascia alternativa. Eppure appare evidente a tutti che la situazione in cui versano centinaia di imprese che hanno fatto la storia delle costruzioni nella nostra regione è così drammatica da esigere un’attenzione da parte delle istituzioni che hanno la responsabilità e il potere di dare risposte concrete. L’industria italiana delle costruzioni è fatta di piccole, di medie e di grandi imprese. Abbiamo vissuto anni di forte polverizzazione. La struttura della domanda edilizia, così come quella dei lavori pubblici è stata dimensionata su un sistema parcellizzato che in alcuni momenti ha sicuramente creato problemi, inciso sull’equilibrio tra costi e prodotto finale. Una certa razionalizzazione era sembrata necessaria ma si è guardato a modelli che poco avevano a che fare con la storia del nostro Paese. Così a partire del 2002 si è assistito ad un processo del tutto nuovo, determinato da una normativa che ha incentivato l’accorpamento dei lavori e contemporaneamente ha favorito una gestione delle gare pubbliche mediata attraverso la figura del general contractor. L’obiettivo era di ridurre i costi, accelerare i tempi di realizzazione delle opere e infine migliorare la qualità del prodotto finale, nella maggior parte dei casi strade e altre infrastrutture di mobilità. Guardando oggi a quanto avvenuto non può non colpire come tra i risultati vi sia la perdita di capacità competitiva in Europa e nel mondo della nostra industria delle costruzioni e allo stesso tempo la disgregazione della fascia delle medie imprese, l’ossatura del mercato interno. Dopo dieci anni possiamo quindi tranquillamente dire che il progetto è fallito. Ovvero i risultati che ci si era ripromessi di raggiungere sono rimasti sulla carta, con l’aggravante di aver contribuito a “smontare” quella parte del sistema imprenditoriale italiano che ha sempre dato nel tempo la maggiore affidabilità e conseguito i risultati migliori, proprio quelli che ci si riprometteva di raggiungere in maniera generalizzata con il nuovo sistema. La crisi terribile che sta ormai colpendo le costruzioni nel nostro Paese sta infatti dissolvendo un tessuto che era fatto di competenze tecniche e gestionali, di correttezza e rigore, in un panorama sempre più caratterizzato da contenziosi, meccanismi di selezione basati sul prezzo più basso, senza alcuna garanzia né per le committenze né per gli utenti finali. Ecco allora che sembra logico rimettere in discussione l’attuale impianto legislativo. È necessario che si cambi strada. E lo si faccia guardando alle regole che l’Europa ci invita a seguire, quelle della trasparenza, della qualificazione e della sostenibilità. Ma anche guardando all’utilità sociale, al benessere economico del Paese (costi e tempi adeguati) Stefano Petrucci, Presidente ANCE LAZIO così come alla qualità delle opere che si vogliono realizzare.
Egregio Presidente, mi rivolgo a Lei per invitarLa a voler rispondere con la massima sollecitudine possibile alle nostre richieste relative al permanere nel Paese di comportamenti che appaiono in contrasto con i principi di trasparenza e di concorrenza sanciti dalla normativa europea. Intendo fare riferimento in particolare al caso relativo alla società concessionaria SAT Spa, relativamente alla realizzazione del tratto Civitavecchia-Tarquinia Nord nell’ambito della Civitavecchia-Livorno. Tratto di interesse delle imprese di costruzioni operanti nel Lazio e che l’Ance regionale rappresenta. La vicenda su cui l’Autorità di vigilanza da Lei presieduta ha - su nostra Sergio Santoro, presidente dell’autorità sollecitazione - avviato un processo di istruttoria volto a di vigilanza sui contratti pubblici verificare l’esistenza di situazioni lesive della concorrenza. Mi riferisco alla possibilità che un soggetto privato individuato quale concessionario, in assenza di qualsiasi procedura di evidenza pubblica, possa realizzare in house una gran parte dei lavori oggetto della concessione (ad oggi ben il 60%) senza mettere i medesimi in gara. Situazione ulteriormente aggravata dalla circostanza di consentire l’ingresso nella compagine sociale di nuovi soci in assenza di qualsivoglia confronto concorrenziale, determinando così la possibilità per questi ultimi di procedere all’esecuzione dei lavori senza passare attraverso una gara pubblica. Siamo di fronte ad una prassi che appare in netto contrasto con i principi dettati a livello comunitario, dove si prevede esplicitamente che per quanto riguarda un’opera di interesse pubblico vi debba comunque essere un momento di evidenza pubblica, o a monte, nel momento in cui si affida la concessione (o si individuano nuovi soci del concessionario), o a valle, quando si procede alla materiale realizzazione dei lavori. Eventi che nel caso della SAT Spa non sono mai avvenuti. Con il risultato di sottrarre opportunità rilevanti di lavoro al sistema locale delle imprese, già duramente colpite dalla crisi e dal forte calo di bandi di gara di appalto. Per questi motivi sono a chiederLe di accelerare l’azione di monitoraggio e verifica sul caso della SAT Spa, così da ridare certezza ad un principio, quello della concorrenza, che è alla base del sistema economico, restituendo allo stesso tempo credibilità all’istituto della concessione e, così facendo, eliminando “riserve” del tutto improprie, rimettendo in gioco opportunità arbitrariamente sottratte al mercato. Stefano Petrucci, Presidente ANCE LAZIO
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Primo piano Il ballo del “mattone”
1. L’IMU è una tassa in linea con le direttive europee (bisogna farsene una ragione) 2. Il Lazio investe in abitazioni più delle altre regioni (ricordarlo fa bene) 3. Il sistema bancario deve tornare a porre al centro il risparmiatore 4. La vera minaccia del settore sono i mutui dimezzati in un anno del 50% 5. I prezzi delle compravendite iniziano a contrarsi
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Primo piano
di Stefano Caratelli
Solo Imu e niente politiche. La ricetta dell’insuccesso Il sistema di tassazione italiano a confronto con gli altri paesi
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l ragionamento di Margaret Thatcher, da quasi 11 anni premier assurta a protagonista assoluta della politica britannica del dopoguerra, era semplice. A Londra il suo partito conservatore era saldamente in sella ma nel resto del Regno Unito, Galles, Scozia e nord dell’Inghilterra la maggioranza dei governi locali era in mano alla sinistra del Labour. Mancavano due anni alle elezioni politiche e serviva una mossa a
sorpresa che spiazzasse i socialisti. La mossa concepita dalla Lady di Ferro si chiamava “pool tax”, qualcosa di molto simile all’Imu del governo Monti. Una nuova tassa sulle persone fisiche ma di fatto sulle case che avrebbe dovuto essere imposta dai governi locali per finanziarsi autonomamente dal governo centrale non più intenzionato a pagare il conto delle loro spese. Poichè la maggior parte di loro era di sinistra, avrebbero pagato il costo dell’impopolarità e perso le elezioni. Questa volta non funzionò, la Thatcher fu travolta da vere e proprie insurrezioni popolari, rapidamente sostituita da John Major che nel suo primo atto da primo ministro cancellò la pool tax. E vinse le elezioni due anni dopo. Questo breve flashback sulla Gran Bretagna di 22 anni fa serve a dimostrare quanto cruciale in tutta Europa sia sempre stata la relazione tra consenso politico e tassazione della casa. La Lega Nord italiana ha certamente perso smalto dopo gli scandali che hanno investito la famiglia del fondatore, ma ha certamente conservato fiuto politico con il suo “no Imu day” di fine giugno 2012. La tassa sulla casa ha un impatto economico poco rilevante se comparato alle tasse sul reddito e sul valore aggiunto che vanno a formare la grandissima parte del gettito fiscale nazionale. Ma tocca sempre un nervo politico scoperto perché richiede di mettere fisicamente mano al portafoglio, mentre Irpef e Iva la stragrande maggioranza dei contribuenti non le vedono proprio, perché la prima viene prelevata alla fonte e la seconda è incorporata nel prezzo finale di beni e servizi. L’Imu no, anche se sono pochi euro bisogna tirarli fuori e fa male, specialmente di questi tempi. La tassazione della casa in Italia non si discosta di molto da quella in vigore nei principali paesi europei, come mostra una rapida ricognizione sui diversi regimi di tassazione della casa esistenti nel continente.
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Primo piano
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Solo Imu e niente politiche. La ricetta dell’insuccesso”
In Francia le tasse sulla proprietà sono la Taxe foncière, che corrisponde all’Imu, calcolata sul valore catastale, variabile secondo località e su prima o seconda casa, che si aggiunge all’imposta sui patrimoni superiori a 1,3 milioni di euro. Per il reddito da locazione le tasse hanno aliquote progressive che partono dal 5% e arrivano fino al 45%. C’è poi la Taxe d’habitation a carico dell’inquilino e corrisponde circa a una mensilità d’affitto. In Germania il regime fiscale è più complesso data la natura federale del paese, dove ogni stato applica politiche diverse. In ogni caso c’è a livello nazionale la tassa fondiaria corrispondente all’Imu italiana, calcolata in base a moltiplicatori che vanno dalla rendita catastale fissata a livello di Bundesland e calcolata in base a indici differenti secondo le province e la città. La rendita catastale è pari a circa il 60% del valore di mercato dell’immobile. Non ci sono altre tasse patrimoniali ma è prevista un’imposta sul reddito da locazione, ad aliquota marginale. Viene poi calcolata una deduzione analitica sulle spese effettivamente sostenute. In Gran Bretagna c’è la Council tax, la nipotina della pool tax che costò il posto alla Thatcher, corrispondente anche questa all’Imu italiana, tra lo 0,5% e l’1,3% del valore catastale. Il reddito da locazione è tassato con aliquota marginale ed è prevista una deduzione delle spese.Per i canoni superiori a 125mila sterline (circa 150mila euro) si applica anche uno Stamp duty, una tassa di bollo, corrispondente alla nostra imposta di registro, pari a circa l’1%. In Spagna il regime fiscale si avvicina ancora di più a quello italiano: c’è l’imposta sul reddito solo per la seconda casa e l’imposta sui beni immobili con aliquote che variano
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tra lo 0,4% e l’1,1 per cento. Recentemente è stata reintrodotta una patrimoniale applicata ad abitazioni valutate oltre i 700mila euro. I redditi da locazione sono tassati con aliquota marginale ma se la casa è data in affitto a giovani tra i 18 e i 35 anni scatta l’esenzione totale. Insomma, le differenze con l’Italia, dove per la prima casa l’aliquota base è del 4 per mille e per la seconda del 7,6 per mille mentre gli affitti sono soggetti a cedolare secca, sono davvero poche. A conferma del fatto che l’imposizione sulla casa a beneficio degli enti locali ha un impatto economico modesto e sostanzialmente sostenibile dal settore. Il problema italiano non è l’Imu, e la politica della casa. Che non c’è. Avere una politica vuol dire avere un modello verso cui tendere. Il modello della Germania e dei paesi simili come la Svizzera, ad esempio, non è la proprietà della casa ma l’affitto, che favorisce la mobilità in un paese multicentrico, a differenza di Francia e Gran Bretagna. Le politiche della casa in Germania sono andate in questa direzione e i tedeschi hanno un mercato degli affitti efficiente, accessibile e, non da ultimo, redditizio per chi investe in immobili. L’Italia ha puntato sulla proprietà ma poi non ha messo in atto politiche adatte a realizzare un mercato “liquido” ed efficiente delle abitazioni per cui i capitali investiti in case si sono trovati completamente ingessati dopo la crisi. Allo stesso tempo l’Italia, a differenza della Germania ma anche della Francia, è del tutto sprovvista di una politica di housing sociale, mentre soprattutto nelle grandi aree metropolitane del Nord si sta addensando una fortissima domanda abitativa generata dall’immigrazione interna ed esterna destinata a restare insoddisfatta sia sul mercato della proprietà che su quello dell’affitto.
di Alfredo Martini
La tassa non conta Il mercato immobiliare ha bisogno di una politica per la casa
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alla fine di Aprile, quando Giuseppe Roma, nel commentare un’indagine diretta su 1200 famiglie italiane ha un po’ precipitosamente previsto che anche per effetto dell’Imu i prezzi delle abitazioni si sarebbero ridotti tra il 20 e il 50% è stato un susse-
guirsi di commenti, allarmi, valutazioni. Un crescendo di voci e di posizioni che sono andati aumentando man mano che ci si è avvicinati alla fatidica scadenza del 18 giugno: data ultima per il pagamento della prima rata semestrale della nuova imposta.
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Primo piano
SEGUE DALLA PRECEDENTE “La tassa non conta”
L’IMU IN UN’AREA DI ESPANSIONE A ROMA Viene qui riportato un esempio dell’impatto dell’IMU su un edificio di nuova costruzione nella zona Nord Est della capitale.
Da un lato c’è una realistica difficoltà a far fronte a tassi crescenti e, dall’altro lato, spesso sono le stesse banche a non concedere i mutui
Appartamenti di un edificio di nuova costruzione nell’area Nord Est di Roma
VANI
MQ
RENDITA
IMU (€)
2 3 4
45 55 60
304 457 609
5(2) 84(3) 211(4)
(1) Con l’applicazione dell’aliquota per la prima casa 0,5% deliberata da Roma Capitale (2) Detrazione prima casa € 200; detrazione per 1 figlio a carico € 50 (3) Detrazione prima casa € 200; detrazione per 2 figli a carico € 100
In sintesi si sono contrapposte due tesi: la prima volta a sostenere che la tassa avrebbe duramente colpito il settore e determinato una vera e propria fuga dal “mattone”. L’altra, più attenta alla complessità del fenomeno e alla storia delle dinamiche del mercato immobiliare, volta a sdrammatizzare e a ridimensionare il ruolo dell’Imu sui comportamenti e le scelte delle famiglie. Il lato negativo di questo dibattito è che ha continuato ad aleggiare un timore, la sensazione che l’impatto fiscale particolarmente rilevante avrebbe potuto abbattere il valore degli immobili, rendendo meno conveniente l’acquisto di un’abitazione e quindi producendo un effetto disincentivante. E ciò nonostante gli indicatori e alcuni dati recenti sembrino confutare decisamente questa tesi. Così l’aumento dei prezzi si mantiene a livelli minimi, sotto l1% medio, con punte tra il 2 e il 3% in quartieri residenziali come Monte Mario o i Parioli.
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Così i rendimenti immobiliari restano assolutamente competitivi, soprattutto in un arco temporale tra i 10 e i 15 anni. Attualmente istituti di ricerca come Nomisma danno rese intorno al 4,5% medio annuo. Per quanto riguarda la tendenza verso una riduzione del numero delle compravendite (si vedano a questo proposito i dati relativi al Lazio nel Focus di Edicola di questo numero), l’Agenzia del Territorio ha stimato un calo a livello nazionale per il 2012 del 19,6%, che dovrebbe diventare un -20,6% per quanto riguarda Roma. Un processo graduale le cui cause vanno ricercate nelle forme e nell’incidenza della crisi economica e finanziaria, nella limitata disponibilità delle famiglie, nell’incertezza del momento storico, nei comportamenti e nelle scelte degli istituti finanziari. Il fatto è che oggi la crisi economica falcidia i redditi e soprattutto aumenta l’incertezza e la precarietà. Con alcune conseguenze drammatiche di cui tenere conto, come il fatto che chi vorrebbe acquistare casa qualche volta
MERCATO DELLE COMPRAVENDITE Il grafico sottostante, presentato in occasione dell’uscita dell’ultimo rapporto Congiunturale Ance sul mercato delle costruzioni, mostra come a livello nazionale, a fronte di un calo delle compravendite, i prezzi restino sostanzialmente stabili.
Il mercato immobiliare in Italia
(1) Dati trimestrali destagionalizzati. Fonte: Banca d’Italia
non riesce ad accedervi. Da un lato c’è una realistica difficoltà a far fronte a tassi crescenti e, dall’altro lato, spesso sono le stesse banche a non concedere i mutui. Sono tutti fenomeni che complicano lo scenario e che richiedono interventi urgenti volti a riportare il mercato verso una realtà che è sicuramente diversa da quella vissuta prima dell’inizio della crisi e che necessita di meccanismi e soluzioni nuove, volte a favorire la qualità e a garantire un nuovo equilibrio tra una domanda potenziale che c’è, ma che non riesce a trovare sbocco, ed un’offerta che necessariamente sta cambiando pelle e che sarà valutata su parametri del tutto nuovi. Perché ciò avvenga è essenziale ritrovare politiche edilizie in grado di dare risposte alle nuove esigenze e soprattutto creare le condizioni per favorire l’accesso alla casa tenendo conto del nuovo contesto. Egualmente, un ruolo ben più attivo lo dovranno ritrovare gli istituti di credito, senza il quale ogni ipotesi di soluzione non potrà che restare velleitaria.
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Primo piano
di Milena Luocino
Non c’è IMU che tenga: investire nella casa conviene Lo scorso 27 giugno la tavola rotonda organizzata da Lista
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l di là dell’Imu la casa rappresenta ancora un bene su cui investire, a Roma come nel Lazio e nel resto d’Italia. È il risultato cui si è giunti nel corso dell’incontro che si è tenuto lo scorso 27 giugno dal titolo Non c’è IMU che tenga. Investire nella casa conviene, organizzato da Lista in collaborazione con Tecnoborsa e Camera di Commercio di Roma. Presso la sede della Camera di Com-
mercio della capitale gli imprenditori delle costruzioni si sono confrontati con istituti di ricerca, operatori del settore immobiliare, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e banche della regione. Dopo il saluto iniziale di Giancarlo Cremonesi, Presidente Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio, sono intervenuti: Stefano Berardelli, Acer, Mario Breglia, Presidente Scenari Immobiliari, Pa-
La nuova fase del risparmio di Antonio Muto, socio fondatore della AD Advisory e docente alla Luiss e Roma Tre In momenti come quello attuale l’intenzione di investire nel mattone si scontra con la rarefazione, a volte la totale assenza, di fonti di finanziamento; ma allargando l’orizzonte l’investimento in generale, in qualsiasi settore e proprio per la sua natura di decisione proiettata a dare frutti nel medio periodo, si trova oggi a porsi la domanda: “Le Banche ci sono?” Prima di concludere frettolosamente che è solo colpa delle Banche dobbiamo chiederci se un cambiamento di prospettiva nei rapporti tra banche, imprese e risparmiatori potrebbe aiutarci ad uscire dall’attuale impasse finanziaria. Possiamo e dobbiamo convincerci che non possiamo sempre aspettare lo sceicco bianco che risolve i nostri problemi. OCCORRE ORA un cambiamento di modello capace davvero di porre il Risparmiatore e non la Banca al centro dell’Universo finanziario. Il risparmiatore che intende garantirsi un futuro migliore attraverso il risparmio (che rinuncia al consumo immediato per un consumo futuro) non deve guardare esclusivamente (come si fa ora) al rendimento di breve termine. Oggi stiamo attraversando una terribile crisi di liquidità. La sindrome da accaparramento di liquidità (una nuova versione della trappola della liquidità teorizzata da Keynes) rende impossibile il rilancio del credito a medio termine e dunque la fonte di finanziamento degli investimenti; si assiste ad una sfrenata corsa al risultato a breve, in una visione filosofico economica di tipo epicureo dei risparmiatori. Si desidera investire nei depositi di liquidità delle Banche con tassi fino al 5% (dice la pubblicità) per un periodo di tre o sei mesi. Può questo modello di risparmio consentire una prospettiva di investimento? Possiamo allora assolvere le Banche? Assolutamente no. Il sistema bancario deve tornare ad un modello di servizio capace di porre al centro il risparmiatore. Un Risparmiatore con (R maiuscola) educato ad una corretta diversificazione nell’investimento del risparmio, con scadenze a breve e a medio termine ma prevedendo anche (magari in minima percentuale) l’investimento in capitale di rischio. Questo risparmio affluirebbe al mondo produttivo creando aziende sane dotate di capitali di rischio e di credito a medio termine idonei a sviluppare le attività immobiliari e le altre attività produttive di beni e servizi che comunque utilizzano il fattore immobiliare. Territorialità delle gestioni di raccolta e impieghi, separazione delle attività (breve, medio ed attività di investimento) e supporto professionale alla pubblica amministrazione completerebbero un cambiamento di modello idoneo al rilancio dell’investimento “in particolare quello immobiliare” che credo sia oggi necessario ed indifferibile.
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SEGUE DALLA PRECEDENTE “Non c’è IMU che tenga: investire nella casa conviene”
olo Buzzetti, Presidente Federcostruzioni, Francesco Fanti, Responsabile area territoriale Centro e Sardegna - Banca Monte dei Paschi di Siena, Antonio Muto, Socio fondatore Ad Advisory, Luciano Nebbia, Direttore regionale Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna - Banca Intesa Sanpaolo, Domenico Paglia, Presidente Ance Frosinone, Stefano Petrucci, Presidente Ance Lazio, Maurizio Pezzetta, Presidente Fimaa Roma e Lazio, Lorenzo Sette, presidente dei giovani imprenditori del Lazio, Grazia Simone, Segretario nazionale Adiconsum, Giuseppe Sullutrone, Presidente regionale Fiaip Lazio. Ad analizzare l’andamento del comparto nella provincia di Roma è stata Tecnoborsa che ha messo in luce come le famiglie romane e laziali restino ancora fortemente legate all’investimento immobiliare. Nel corso dell’incontro è stato evidenziato come nel 2011 il numero delle compravendite sia aumentato dell’1,4% a Roma e del 10,8% a Latina, mentre sia sceso del 9,4% a Viterbo, del 6,3% a Rieti e del 10,2% a Frosinone. Ma anche come nel 2012 le previsioni sono di un deciso calo a due cifre. Partendo da questi numeri il Presidente di Ance Lazio Stefano Petrucci ha sottolineato che “per far ripartire il mercato e garantire a chi vorrebbe accedere ad una casa in proprietà le condizioni per farlo è urgente una politica della casa che valorizzi, anche con incentivi adeguati, una produzione edilizia basata su immobili di nuova concezione, più sicuri e antisismici, più efficienti dal punto di vista energetico e meno costosi. Altri ambiti strategici di intervento sono la riqualificazione, operazione sulla quale ha già puntato il Piano Casa della Regione Lazio, e il rilancio del social housing, per aiutare le fasce più deboli della popolazione ad accedere ad un’abitazione”. Sul tema del credito, Petrucci ha sottolineato come sia necessario rivedere l’approccio
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che gli istituti finanziari hanno perseguito negli ultimi anni “puntando sul finanziamento a medio termine, il solo in grado di assicurare quel flusso di risorse necessario alle famiglie per accedere al mercato della casa e di garantire le certezze di cui gli istituti hanno bisogno”. Per il presidente di Federcostruzioni e di Ance nazionale Paolo Buzzetti “L’economia può ripartire solo se si punta su una politica della casa, come avviene in Germania e in Francia. A questo proposito la nostra proposta è di riattivare una tassazione favorevole, che escluda dal pagamento dell’Imu quelle imprese di costruzioni che hanno realizzato abitazioni che non siano ancora riuscite a vendere. Chiediamo poi la reintroduzione delle detrazioni per glia appartamenti che abbiano un costo superiore a 200.000 euro”. Per Buzzetti è inoltre essenziale “creare e alimentare un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie e di chi vuole acquistare una casa, così da offrire alle banche quell’elemento di sicurezza che oggi spesso assume una rilevanza indispensabile per l’erogazione e la concessione dei mutui.” Gli ha fatto eco Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio, secondo il quale il Paese non sta mettendo in atto le misure anticicliche necessarie per uscire dalla crisi. Per Cremonesi “tre sono i settori in cui bisogna intervenire: rilanciare le infrastrutture e il mercato immobiliare, ricucire la coesione sociale che è in serio pericolo e modificare la comunicazione mandando un messaggio rassicurante. Perché se è vero che viviamo un momento di crisi, è altresì vero che la forza del nostro Paese è il risparmio delle famiglie che si deve orientare verso quelle banche che sono impegnate nel sostenere l’economia e negli immobili che da sempre rappresentano e continueranno a rappresentare il bene rifugio degli italiani”.
di Ettore Troiani, Direttore di Tecnoborsa
Le famiglie romane e il mercato immobiliare Il “sentiment” registrato dall’ Indagine TECNOBORSA 2012
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indagine Tecnoborsa 2012 è l’unica in Italia che analizza sia a livello nazionale che a Roma il rapporto delle famiglie nei confronti del mercato immobiliare; in particolare, gli argomenti che affronta riguardano le transazioni effettuate e previste, cioè le compravendite e gli affitti. Analizzando nello specifico le compravendite a livello nazionale, gli ultimi dati evidenziano che solo il 2,4% degli intervista-
ti ha acquistato un’abitazione nel biennio 2010-2011 e, dal confronto con le quattro precedenti indagini, sembra che non si sia arrestato il trend decrescente; infatti, rispetto a quanto rilevato nel 2010, c’è stato un ulteriore calo percentuale di poco più di 1 punto e di ben 4 rispetto al dato riscontrato nell’Indagine 2004; ciò significa che, rispetto a cinque anni fa, le famiglie che hanno acquistato un’abitazione si sono dimezzate.
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Indagine 2012 INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE
Indagine 2012
Indagine 2011
Indagine 2011
Indagine 2009
Per abitazione principale Per investimento Come seconda casa vacanze Come casa parenti prossimi
Indagine 2009 UTILIZZO DELL’IMMOBILE ACQUISTATO - val. %
Un ulteriore 8,1% degli acquisti si riferisce alla casa per le vacanze, mentre il restante ACQUISTI EFFETTUATI (ROMA) - valori % 4,7% all’acquisto di una casa per i parenti F si riscontrano sostanzialRoma Italia Fonte: Centro Studi sull’Economia Immobiliare – CSEI Tecnoborsa prossimi. Dati che mente anche a livello nazionale. 6,9% 8,7% Roma Italia 8,1% 8,1% Per quanto riguarda le previsioni di acqui4,7% 5,8% sto di un immobile, il 3,2 % delle famiglie 9,3% 7,2 19% 7,0 11,6% romane intervistate ha dichiarato di avere 4,0 6,3 79,1% 77,2% 3,7 intenzione di acquistare un immobile resi11,6% 3,2 denziale nel prossimo biennio. Un dato che, se raffrontato con le precedenti indagini, 81% 67,4% registra una leggera flessione di -0,5 punti Per abitazione principale Per investimento percentuali rispetto al 2010 e di -0,8 rispetto Come seconda casa vacanze al 2009. Quanto al tipo di utilizzo degli imPer abitazione principale Come casa parenti prossimi Per investimento mobili che le famiglie romane dichiarano di Come seconda casa vacanze voler acquistare nel prossimo futuro, emerge Come casa parenti prossimi Indagine 2012 Indagine 2011 Indagine 2009 Indagine 2012 Indagine 2011 Indagine 2009 ACQUISTI PREVISTI (ROMA) - valori % una particolarità rispetto al dato nazionale: 6,4 Fonte: Centro Studi sull’Economia Immobiliare – CSEI Tecnoborsa praticamente, a livello di intenzione, non 6,4 Senza alcun dubbio le famiglie romane hancompaiono le motivazioni che orienterebbe4,7 4,7 no acquistato l’abitazione principale (il 79,1% ro l’acquisto verso una seconda casa vacanze 4,0 4,2 3,7 4,0 di coloro che hanno comprato), 4,2 ma o per parenti prossimi; dunque, a Roma, chi 3,5è anche F 3,2 3,7 Roma Italia Roma Italia rilevante il dato degli acquisti per investimenintende acquistare lo farà per comprare la 3,5 3,2 2,4 8,1% l’8,1% delle famiglie 6,9% to: infatti romane che ha9,3% prima casa o per mero investimento. Da te8,1% 8,7% 19% 2,4 11,6% 4,7% comprato un immobile l’ha fatto 5,8% con una finere presente che la rilevazione Tecnoborsa nalità ben precisa: investire i propri risparmi è avvenuta su un campione significativo di 11,6% 79,1% 77,2% nel mattone. 650 famiglie residenti nel Comune di Roma, nei mesi immediatamente successivi all’ina81% INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE 67,4% INDAGINE sprimento fiscale sugli immobili e, in particoIndagine 2012 Indagine 2011 Indagine 2009 2012 2010 2008 2006 2004 Per abitazione principale lar modo, sulle seconde case. INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE Per investimento Indagine 2012 Indagine 2011 Indagine 2009 In conclusione, si può affermare che gli itaabitazione principale 2012 2010 2008 2006 2004 Come seconda casa vacanze Per UTILIZZO DELL’IMMOBILE DA ACQUISTARE liani - e i romani ancor più - sono propenCome casa parenti prossimi Per investimento seconda casa vacanze Le Come famiglie romane valori % si e credono nell’investimento immobiliare, Come casa parenti prossimi Roma Italia hanno acquistato Fonte: Centro Studi sull’Economia Immobiliare – CSEI Tecnoborsa anche in un momento difficile e colmo di inl’abitazione certezze come l’attuale ma, al tempo stesso, 9,3% 7,2 19% 7,0 11,6% principale, ma è evidenziano aspettative comprensibilmente Roma Italia 6,3 11,6% ancora incerte. È necessario attuare politiche anche rilevante il 9,3% 7,2 19% fiscali idonee e allentare la stretta creditizia 7,0 dato degli acquisti 11,6% F 6,3 attuata dal settore bancario; il settore immoper investimento: 81% 67,4% 11,6% biliare in Italia è fondamentale, in particoinfatti l’8,1% che lare a Roma che ha un grande bisogno di riha comprato un Per abitazione principale qualificare il proprio patrimonio immobiliare Per investimento 81% 67,4% immobile l’ha fatto Come seconda casa vacanze per migliorare la qualità della vita dei suoi Come casa parenti prossimi Indagine 2012 Indagine 2011 Indagine 2009 con una finalità ben cittadini e favorire in ogni modo lo svilupprecisa: investire i Per abitazione principale po di un settore che è sempre stato uno dei Per investimento propri risparmi nel principali fattori di traino per l’economia del Come seconda casa vacanze Come casa parenti prossimi nostro paese. Indaginemattone 2012 Indagine 2011 Indagine 2009
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Le famiglie romane e il mercato immobiliare” 2012 2010 2008
2006
2004
Fonte: Centro Studi sull’Economia Immobiliare – CSEI Tecnoborsa
ACQUISTI EFFETTUATI (ITALIA) - valori % Fonte: Centro Studi sull’Economia Immobiliare – CSEI Tecnoborsa
6,4 4,7
4,2
3,5 2,4
INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE INDAGINE 2012
2010
2008
2006
2004
Per quanto riguarda Roma, si riscontrano dei dati nettamente diversi che vanno sottolineati: il 7,2 % degli intervistati ha acquistato un’abitazione nel biennio di riferimento (2010-2011), confermando un leggero trend 7,2 crescente rispetto alle 7,0 precedenti indagini, 6,3 certamente in controtendenza rispetto al dato nazionale.
Indagine 2012
Indagine 2011
Roma 8,1%
Indagine 2009
Italia 8,1% 4,7%
79,1%
Per abitazione principale Per investimento Come seconda casa vacanze Come casa parenti prossimi
6,9% 8,7%
77,2%
5,8%
Roma 8,1%
20
Roma 8,1%
F
Italia 8,1% 4,7%
79,1%
Italia
6,9% 8,7%
77,2%
6,9% 8,7% 8,1% 5,8% Per4,7% abitazione principale Per investimento
5,8%
F
21
Primo piano
Intervista
Se il Lazio non delude
Siamo ormai tornati agli anni ’90 mentre è ormai un lontano ricordo il quinquennio 2001-2006, autentica età dell’oro con i mutui che potevano arrivare a coprire il 90% della somma complessiva per acquistare l’immobile
A colloquio con Mario BREGLIA, Presidente di Scenari Immobiliari di Gennaro Barbieri Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, è uno dei più attenti osservatori e conoscitori dei meccanismi che regolano il mercato immobiliare. Tra i primi a controbattere le ipotesi di bolla avanzate dal Censis, in questi mesi ha con costanza e con puntualità seguito le dinamiche di compravendite e prezzi senza tralasciare gli elementi psicologici che orientano le scelte di famiglie, risparmiatori e investitori. A lui abbiamo posto alcune domande.
Q
uali sono le principali tendenze che hanno caratterizzato il mercato immobiliare del Lazio nel corso del 2011? Ha evidenziato un andamento analogo o differente rispetto alla media nazionale? I valori che caratterizzano il mercato immobiliare del Lazio hanno evidenziato una discreta stabilità nell’ultimo anno. Il dato è in controtendenza con la media italiana che ha, invece, registrato indicatori negativi. Quello laziale ha, storicamente, sempre mostrato una certa costanza, analogamente a quello lombardo.
Mario Breglia, Presidente Scenari Immobiliari
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Entrando più nello specifico, qual è stato il rendimento di Roma? Roma si è sempre caratterizzata e continua
Mario Breglia
a distinguersi come uno dei mercati più importanti a livello di seconde case, grazie agli investimenti degli stranieri. La capitale è da sempre considerata una garanzia in questo senso. Una funzione di gran rilevanza è, inoltre, rivestita dalla grande area metropolitana formata dal triangolo tra la capitale, Nettuno e Civitavecchia. In questa zona la domanda è sempre alta poiché si registra un progressivo aumento della popolazione, soprattutto grazie al contributo degli immigrati. Quali sono, invece, i punti critici evidenziati dal mercato immobiliare della capitale? Senza dubbio l’andamento delle locazioni, che segna un trend peggiore rispetto alla media nazionale. Questo avviene perché mancano gli investitori e automaticamente si registra una flessione dell’offerta di case in affitto. Ha poi inciso fortemente la scelta di molti enti di vendere i propri immobili: questo è stato un ulteriore elemento a monte della minor disponibilità. L’Imu avrà un impatto decisivo e dannoso?
Questa imposta comporta effetti molto più psicologici che reali. La domanda a Roma è talmente forte che le conseguenze saranno riscontrabili per lo più sui piccoli investitori. L’introduzione dell’Imu, infatti, ridurrà il reddito disponibile per le famiglie e abbasserà la loro possibilità di indebitamento. Ma questo non comporterà automaticamente il crollo del mercato immobiliare o dei prezzi. Sarà colpita prevalentemente la già scarsa propensione a investire in locazione e quindi penalizzerà giovani e immigrati. Dove risiedono allora i veri pericoli per il futuro? La minaccia più grossa riguarda certamente i mutui che, soltanto nell’ultimo anno, si sono ridotti di circa il 50% a livello nazionale. Il quadro internazionale incide in maniera decisiva e sta svilendo il ruolo delle banche. Siamo ormai tornati agli anni ’90 mentre è ormai un lontano ricordo il quinquennio 2001-2006, autentica età dell’oro con i mutui che potevano arrivare a coprire il 90% della somma complessiva per acquistare l’immobile.
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Primo piano
di Marco Rambaldi
La Roma-Latina ai blocchi di partenza Chiusa la sentenza che impediva i lavori
24
C
antieri avviati entro la fine del 2013. È questo l’auspicio di Renata Polverini, presidente della Regione, dopo che lo scorso 17 aprile il Tar ha respinto i ricorsi di Arcea e Consorzio 2050 che bloccavano i lavori per la realizzazione dell’autostrada Roma-Latina. Una sentenza che segna uno spartiacque nella complessa vicenda legata a questa infrastruttura. Basti pensare che lo scorso dicembre Autostrade del Lazio,
società composta al 50% da Anas Spa e dalla Regione Lazio, aveva avviato la gara per l’affidamento di progettazione e realizzazione della Roma-Latina (68,3 km) e della Cisterna-Valmontone (31,5 km). Il Cipe ha stabilito che i fondi pubblici a disposizione per la realizzazione delle due opere ammontano a 468 milioni di euro e potranno essere integrati sino al 40% del costo complessivo.
25
Primo piano
SEGUE DALLA PRECEDENTE “La Roma-Latina ai blocchi di partenza”
di Martino Almisisi
La previdenza integrativa un ammortizzatore sociale del futuro A colloquio con Claudio SETTE, Presidente Prevedi
«I
n una situazione così difficile per il Paese e per l’industria edilizia appare quanto mai importante saper trasmettere ai lavoratori e alle imprese un po’ di fiducia. Così come assume una importanza particolare un valore troppo spesso sottovalutato: la solidarietà». Claudio Sette è da un anno il Presidente del Prevedi, il Fondo Pensione Complementare per i Lavoratori
delle Imprese Industriali ed Artigiane Edili ed Affini. Come recita lo statuto il Prevedi è “un’associazione senza scopo di lucro istituita tramite un Accordo tra le organizzazioni nazionali sindacali (Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL) e le associazioni nazionali datoriali (ANCE, ANAEPA-Confartigianato, ANSEASSOEDILI-CNA, FIAE-Casa, CLAAI) del settore edile industriale ed artigiano*.
La sentenza del Tar favorevole alla Regione Lazio consente finalmente di sbloccare quella che può essere considerata l’infrastruttura più importante per il nostro territorio Stefano Petrucci
L’altra porzione della spesa verrà sostenuta dal privato che otterrà, in cambio, la concessione delle infrastrutture per una durata massima di 50 anni. Il bando, in questa prima fase, effettuerà soltanto una selezione delle imprese in concorso. In seconda istanza avverrà l’invio delle lettere, vincolato però a una condizione fissata dal Cipe: la gara sarà aggiudicata dopo aver risolto i contenziosi in corso che, per la Roma-Latina, sono di circa 800 milioni. Si tratta dei risarcimenti richiesti da Arcea, la società cui originariamente era stata affidata la concessione dell’infrastrut-
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tura e che poi è stata rimossa dall’incarico per via dei richiami espressi dall’Unione europea in materia di concorrenza. Ora l’intricata matassa dovrebbe essersi sbrogliata. E l’ottimismo è evidente nelle parole di Stefano Petrucci, presidente dell’Ance Lazio. «La sentenza del Tar favorevole alla Regione Lazio – ha sottolineato – consente finalmente di sbloccare quella che può essere considerata l’infrastruttura più importante per il nostro territorio. Condividiamo con la Polverini l’augurio di poter avviare i cantieri nel 2013».
*Il Fondo Pensione è soggetto alla disciplina del D.Lgs. n. 252 del 5 dicembre 2005 (intitolato “Disciplina delle forme pensionistiche complementari” che ha sostituito il precedente D.Lgs. 124 del 1993) e sottoposto al controllo della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), che ne ha autorizzato l’esercizio dell’attività in data 08/08/2002, inscrivendolo nell’Albo dei Fondi Pensione (sez. I) con il numero 136.
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Primo piano
SEGUE DALLA PRECEDENTE “La previdenza integrativa un ammortizzatore sociale del futuro”
Sei buoni motivi per aderire al PREVEDI 1. AUMENTA DELL’1% LA TUA RETRIBUZIONE Se ti iscrivi a Prevedi hai diritto a un contributo a carico del datore di lavoro pari all’1% della retribuzione, che viene versato al Fondo Pensione. Se non ti iscrivi a Prevedi non percepisci questo contributo. 2. SEI TUTELATO AL 100% In caso di cessazione del rapporto di lavoro e uscita dal settore edile riscatti subito il capitale maturato, senza attendere il pensionamento. In caso di insolvenza dell’azienda, opera il Fondo di Garanzia INPS. 3. HAI VANTAGGI FISCALI I contributi versati sono dedotti automaticamente dal reddito, con un risparmio fiscale in busta paga. Inoltre, i rendimenti ottenuti dal Fondo beneficiano di tassazione agevolata. 4. IL TFR VERSATO A PREVEDI È TASSATO MENO DEL TFR LASCIATO IN AZIENDA Al momento di andare in pensione, il TFR destinato a Prevedi avrà una tassazione compresa tra il 9% e il 15%, se hai almeno 5 anni di iscrizione al Fondo. Se rimani iscritto al Fondo meno di 5 anni, la tassazione è pari al 23%. Sul TFR lasciato in azienda, invece, si applica una tassazione non inferiore al 23%. 5. RADDOPPIA GLI INDENNIZZI EDILCARD Se sei iscritto a Prevedi, gli indennizzi edilcard in caso di infortunio ti vengono raddoppiati. 6. IL RENDIMENTO DEL TUO RISPARMIO È SUPERIORE A QUELLO ACCUMULATO CON IL TFR Prevedi te lo garantisce, ma soprattutto in questi anni è quello che è costantemente avvenuto. Nel primo trimestri mediamente i fondi pensione integrativi hanno maturato un interesse del 3,8% contro un 1% del TFR.
«Una sola pensione non basta più, è necessario costruire insieme una pensione integrativa per ogni lavoratore. Prestare attenzione alla funzione che può avere oggi un ente come il Prevedi – aggiunge Sette – costituisce a mio avviso un segnale importante che c’è una volontà di utilizzare gli
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strumenti di cui il sistema bilaterale delle costruzioni si è dotato, per aiutare i lavoratori e le loro famiglie. Il sistema è forte, negli anni ha costruito una rete di solidarietà che si ispira al mutualismo e che si sposa oggi con soluzioni e meccanismi moderni in grado di presentarsi come un vero e pro-
prio sistema di ammortizzatori sociali, di “paracaduti” economici in momenti critici come quelli che stiamo vivendo. È in questo ambito, all’interno di questa “cultura” che è nato Prevedi, anche se le norme che ne regolano il funzionamento vanno individuate all’esterno, nella legislazione previdenziale più generale. Tanto che anche Prevedi rientra sotto la sorveglianza di una Commissione di vigilanza, la COVIP, che ne controlla l’operato nell’interesse generale. È attraverso il fondo che oggi è possibile far sentire ai lavoratori la “vicinanza” delle associazioni di rappresentanza imprenditoriale, delle organizzazioni sindacali e del sistema bilaterale. Come? Attraverso una forte azione condivisa e sinergica dell’intero sistema a sostegno e per la promozione del Fondo. Vi è forte la necessità di offrire informazioni chiare e trasparenti. I lavoratori, infatti, in questa situazione così confusa, piena di incertezze, hanno bisogno di una guida, di punti di riferimento. Portare a conoscenza delle centinaia di migliaia di operai la funzione di salvaguardia del reddito e dei vantaggi che l’adesione al Prevedi comporta appare come un dovere sociale». In che senso? «Perché è in momenti come questi che i principi su cui poggia il patto tra le parti sociali da cui sono generati gli enti bilaterali debbono trasformarsi in azioni. Sono convinto che il Fondo, così come altri strumenti di cui disponiamo, vanno utilizzati per favorire la salvaguardia dei redditi dei nostri lavoratori. È essenziale lavorare sul clima di fiducia e di garanzia di cui il sistema bilaterale è portatore. Un Prevedi efficiente e riconosciuto come uno strumento trasparente di valorizzazione del risparmio può costituire un valore per il sistema bilaterale delle costruzioni, contribuendo a quell’affermazione della rete di fiducia che costituisce forse il valore principale della bilateralità delle co-
struzioni soprattutto in un momento come questo». In quale modo lei ritiene si debba procedere? «Si tratta innanzitutto di comunicare i vantaggi del fondo in modo efficace, semplice e diretto. Vantaggi di tipo fiscale, ma anche di integrazione del reddito. Così come è essenziale far comprendere i meccanismi che ne sottendono la valorizzazione del risparmio, le garanzie, gli andamenti del rendimento nel tempo, le clausole di sicurezza. Insomma una comunicazione fatta di competenza e di trasparenza. In secondo luogo si tratta di disporre di una rete di promotori che condividono gli obiettivi e si sentono partecipi di un’attività. È essenziale, soprattutto per chi come noi fa parte di un sistema solidaristico. Una rete che, del resto, è già nelle potenzialità del sistema in quanto grazie alle Casse edili, alle scuole e ai Cpt per la sicurezza dispone di una presenza territoriale capillare, senza eguali nel sistema economico italiano. Ma la rete è una potenzialità che per diventare efficace strumento di azione richiede che si affermi un forte sentimento condiviso tra gli operatori del sistema bilaterale sull’utilità e la capacità del Prevedi di svolgere la sua funzione istituzionale e sociale. Così come è importante saper costruire un meccanismo incentivante che premi l’attività di promozione, così da favorire una trasparente presentazione dei vantaggi derivanti dalla adesione a Prevedi». E questo progetto quando partirà? «Stiamo definendo gli ultimi aspetti tecnici e a breve predisporremo una proposta strutturate da presentare alle parti sociali che auspichiamo condividano e la facciano propria così da avviare già entro la fine dell’anno il programma promozionale. Il nostro obiettivo è aumentare le adesioni di un 30% in due anni».
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EDI.CO.LA.NEWS
Edilizia e Costruzioni nel Lazio
Dati&Mercato
N.9
EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono. Secondo le stime del Cresme, aggiornate al mese di luglio, gli investimenti per il 2012 relativi al mercato dell’edilizia residenziale nel Lazio ammonteranno a 7 miliardi e 115 milioni, ovvero 126 milioni in meno rispetto al 2011, con una contrazione in termini reali (al netto dell’inflazione del 4,6%).
INVESTIMENTI IN EDILIZIA RESIDENZIALE NEL LAZIO - TOTALE VALORI ASSOLUTI (Miln di € a prezzi correnti) 2010
7.110
2011
7.241
2012
7.115
VAR. % (Val. a prezzi costanti) 2011/2010
-2,0
2012/2011
-4,6
Fonte: elaborazione e stime CRESME/Si - luglio 2012
L’andamento complessivo del comparto residenziale risulta determinato dai due segmenti di mercato rappresentati dalle nuove costruzioni e dagli interventi di rinnovo sul patrimonio esistente: due mercati che in questi anni soprattutto stanno registrando dinamiche opposte. Gli investimenti nel “nuovo”, infatti, vengono stimati per il 2012 in un miliardo e 649 milioni di euro, contro il miliardo e 833 milioni del 2011, con una contrazione al netto dell’inflazione del 12,7%. Un calo che si somma a quello del 2011 sull’anno precedente dell’8,6%. Dall’inizio della crisi (2008) ad oggi gli investimenti in nuove case si sono quasi dimezzati: -49,8% in valori reali.
INVESTIMENTI IN EDILIZIA RESIDENZIALE NEL LAZIO - NUOVO VALORI ASSOLUTI (Miln di € a prezzi correnti) 2010
1.928
2011
1.833
2012
1.649
VAR. % (Val. a prezzi costanti) 2011/2010
-8,6
2012/2011
-12,7
Fonte: elaborazione e stime CRESME/Si - luglio 2012
Viceversa il mercato del rinnovo dal 2008 ad oggi è cresciuto al netto dell’inflazione del 12,2%. Nel 2012 il valore di questo mercato ammonterà a poco meno di 5 miliardi e mezzo di euro, con una leggerissima crescita rispetto a quanto registrato nel 2011: +58 milioni. Se però questo valore lo deflazioniamo allora il dato diventa negativo, con una contrazione “reale” leggermente inferiore ai 2 punti percentuali. Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza rispetto al trend positivo del triennio 2009-2011, che rischia di aggravare la già difficile situazione del settore edilizio nella regione.
INVESTIMENTI IN EDILIZIA RESIDENZIALE NEL LAZIO - RINNOVO VALORI ASSOLUTI (Miln di € a prezzi correnti) 2010
5.182
2011
5.408
2012
5.466
VAR. % (Val. a prezzi costanti) 2011/2010
0,4
2012/2011
-1,9
Fonte: elaborazione e stime CRESME/Si - luglio 2012
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31
Cala l’attività edilizia: da ottobre a marzo -15% rispetto al semestre precedente Le rilevazioni semestrali svolte dalle Casse edili provinciali ci consentono di monitorare gli effetti reali della crisi. Ebbene il numero delle ore lavorate nei mesi da ottobre 2011 alla fine di marzo 2012 sono state nel Lazio pari a poco più di 31 milioni contro le oltre 35 milioni e 750 mila rilevate nel semestre precedente (aprile/settembre 2011). Ovvero l’attività si è ridotta di oltre 4 milioni e 700 mila ore, pari al 15,7%. Una percentuale che, nel caso di Rieti, sale oltre il 22% e a Viterbo del 20,2%. La contrazione più bassa riguarda la provincia di Roma con un meno 7,6%.
CASSE EDILI PROVINCE DEL LAZIO - ORE LAVORATE DAGLI OPERAI Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo TOTALE
Aprile 2011-Sett. 2011
Ottobre 2011-Marzo 2012
Variazione %
5.004.837 3.420.317 1.263.835 23.014.716 2.048.044 34.751.749
4.184.742 3.010.030 982.559 21.260.019 1.632.513 31.069.863
-16,39 -12 - 22,26 -7,62 -20,29 -15,71
Fonte: Elaborazioni Ance Lazio-Urcel su dati Casse Edili del Lazio
Nel periodo considerato sono sparite dal mercato altre 500 imprese, con una riduzione media a livello regionale del 3,6% rispetto al semestre precedente, percentuale che sfiora il 4% a Roma e a Frosinone e sale ad oltre il 6% nel caso della provincia di Viterbo.
CASSE EDILI PROVINCE DEL LAZIO - IMPRESE EDILI ATTIVE NEL LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo TOTALE
Aprile 2011-Sett. 2011
Ottobre 2011-Marzo 2012
Variazione %
1.738 1.514 609 8.565 935 13.361
1.674 1.482 596 8.249 874 12.875
- 3,68 - 2,11 - 2,13 - 3,69 - 6,52 - 3,63
Fonte: Elaborazioni Ance Lazio-Urcel su dati Casse Edili del Lazio
Meno attività e meno imprese significa, conseguentemente, meno occupazione. Dalle rilevazioni delle Casse edili il calo del numero degli operai attivi nella regione viene stimato in un 8,4%, ovvero che in sei mesi circa 4.000 operai hanno perduto il lavoro. Di questi oltre la metà, ovvero quasi 2.000 riguardano la provincia di Roma. In valore percentuale il calo più rilevante ha riguardato la provincia di Viterbo con un -14,3%.
CASSE EDILI PROVINCE DEL LAZIO - OPERAI EDILI ATTIVI NEL LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo TOTALE
Aprile 2011-Sett. 2011
Ottobre 2011-Marzo 2012
Variazione %
8.989 6.398 2.187 40.664 3.558 61.796
8.284 5.983 2.010 38.501 3.048 57.826
- 7,84 - 6,49 - 8,09 - 5,32 - 14,33 - 8,41
Fonte: Elaborazioni Ance Lazio-Urcel su dati Casse Edili del Lazio
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EDI.CO.LA.FOCUS
Edilizia e Costruzioni nel Lazio
Il mercato immobiliare nel Lazio
N.9
EDI.CO.LAFOCUS
Edilizia e Costruzioni nel Lazio COMPRAVENDITE DI ABITAZIONI NEL LAZIO - COMUNI CAPOLUOGO
Non tutte le province sono uguali È strano come negli ultimi mesi sia andato crescendo un rumor che spesso si è fatto boato sul crollo del mercato immobiliare. Stupisce perché la ciclicità delle dinamiche immobiliari è un fatto normale e periodico. D’altra parte, in questa congiuntura così difficile e con un’edilizia che ormai è entrata nel quinto anno del ciclo negativo, scoprire che il mercato immobiliare, almeno nel Lazio, non solo ha tenuto, ma addirittura nel 2011 ha registrato una dinamica positiva delle compravendite conferma la grande attenzione per la casa da parte delle famiglie. E se come nel 2012 si dovesse registrare un calo, sarebbe assolutamente fisiologico. Nel 2011 le compravendite sono state nel Lazio 66.296, ovvero 150 in più del 2010, un dato sostanzialmente stabile che fa seguito ad una crescita dell’anno precedente rispetto al 2009 del 7,4%. Il dato sorprende positivamente se confrontato con il trend nazionale che invece segna un calo del -2,3% passando da 627.125 acquisti di abitazioni a 613.010. In questo scenario la provincia di Latina assume un ruolo da protagonista con un +5,5% che fa seguito ad un precedente +3,6%, seguita dalla provincia di Roma che ha un trend in crescita dello 0,7%.
VALORI ASSOLUTI PROVINCIA
VARIAZIONI %
2009
2010
2011
2010/2009
2011/2010
Viterbo
967
1.010
915
4,5
-9,4
Rieti
462
533
500
15,5
-6,3
Roma
29.434
33.168
33.633
12,7
1,4
Latina
1.270
1.382
1.532
8,9
10,8
309
325
291
4,9
-10,2
32.442
36.419
36.870
12,3
1,2
Frosinone LAZIO
Fonte: elaborazione CRESME su dati OMI - Agenzia del Territorio
COMPRAVENDITE DI ABITAZIONI NEL LAZIO - TOTALE
PROVINCIA
2009
2010
2011
2010/2009
2011/2010
Viterbo
4.208
4.069
3.872
-3,3
-4,8
Questo andamento diversificato è effetto soprattutto delle dinamiche riscontrate nei capoluoghi, con andamenti positivi più consistenti a Roma e a Latina e cali più voluminosi a Rieti, Viterbo e Frosinone. Viceversa negli altri comuni di queste province le dinamiche risultano tutte negative, ma in misura decisamente più contenuta rispetto all’andamento rilevato nei capoluoghi. Diversamente da quanto registrato nella Capitale, cala il numero delle compravendite nei comuni della provincia di Roma. Mentre nella provincia di Latina il mercato risulta dinamico anche nei comuni non capoluogo.
Rieti
2.003
1.986
1.923
-0,9
-3,1
COMPRAVENDITE DI ABITAZIONI NEL LAZIO - ALTRI COMUNI
Roma
46.889
51.485
51.824
9,8
0,7
Latina
5.011
5.191
5.448
3,6
5,0
Frosinone
3.458
3.416
3.228
-1,2
-5,5
LAZIO
61.568
66.145
66.296
7,4
0,2
ITALIA
624.332
627.125
613.010
0,4
-2,3
VALORI ASSOLUTI
VARIAZIONI %
Fonte: elaborazione CRESME su dati OMI - Agenzia del Territorio
Completamente diverso è invece il quadro che si registra nelle altre province. Per Rieti e Viterbo nel 2011 il mercato risulta in calo rispettivamente del 3,1%, 4,8% e anche a Frosinone i dati non sono tranquillizzanti, infatti le compravendite scendono del 5,5%. In tutte e tre le province del resto l’inversione del ciclo risultava già avviato nel 2010 anche se in maniera più lieve.
34
VALORI ASSOLUTI
VARIAZIONI %
PROVINCIA
2009
2010
2011
2010/2009
2011/2010
Viterbo
3.241
3.058
2.958
-5,6
-3,3
Rieti
1.541
1.452
1.424
-5,8
-2,0
Roma
17.454
18.316
18.191
4,9
-0,7
Latina
3.742
3.808
3.916
1,8
2,8
Frosinone
3.148
3.091
2.937
-1,8
-5,0
29.126
29.727
29.426
2,1
-1,0
LAZIO
Fonte: elaborazione CRESME su dati OMI - Agenzia del Territorio
35
EDI.CO.LAFOCUS
Edilizia e Costruzioni nel Lazio Prezzi in leggero calo
Finanziamenti in calo, soprattutto verso l’acquisto delle abitazioni
Anche sul fronte dei prezzi gli allarmi che si sono succeduti sembrano del tutto ingiustificati. Vediamo che cosa è successo negli ultimi anni e che cosa sta succedendo. Il grafico qui sotto riportato illustra le dinamiche medie dei prezzi nelle cinque province del Lazio mettendo a confronto il primo semestre del 2010 con il primo semestre di quest’anno. Il mercato più consistente e anche sicuramente più sotto osservazione è quello che riguarda Roma, dove in due anni la contrazione media dei prezzi si aggira intorno al 2,8% (1,8% in meno tra 2012 e 2011). Mediamente,si è passati da 4.728€ a 4.372€ al mq. In proporzione la contrazione più significativa ha riguardato Viterbo dove il valore medio di vendita si è ridotto di 200€ al mq (-10,6%). Più contenute le contrazioni per quanto riguarda Rieti (80€) e Latina (60€), mentre, in controtendenza è l’andamento nella provincia di Frosinone, dove il prezzo medio cresce passando da 1.556€ a 1.570€ al mq.
Il dato più preoccupante riguarda la consistenza e i flussi di finanziamento all’edilizia residenziale e in modo particolare riguardo all’acquisto di abitazioni. Nel Lazio, nel 2011, il valore delle erogazioni per un acquisto di un’abitazione è ammontato a 7 miliardi e 169 milioni contro gli oltre 7 miliardi e mezzo registrati nel 2010, con una riduzione del 4,7%. Se però non ci limitiamo alle abitazioni la contrazione risulta pari al 58,5%, la percentuale più elevata insieme a quella rilevata dalla Banca d’Italia per la Sardegna (-61,3%).
EROGAZIONE DI FINANZIAMENTI PER L’ACQUISTO DI IMMOBILI VARIAZIONI % 2011/2010 Abitazioni
QUOTAZIONI* DELLE ABITAZIONI IN VENDITA NEI COMUNI CAPOLUOGHI EURO CORRENTI AL MQ
15,0
12,9
10,0 15,0
12,9
5,0 10,0 0,0 5,0 0,0 -5,0
-11,9
ITALIA ITALIA
-8,8
VENETO VENETO
-11,5
-8,8
-1,8
-1,8
-36,3
-33,9
ITALIA ITALIA
FRIULI V.G. FRIULI V.G.
VENETO VENETO
-36,3
TRENTINO TRENTINO A.A.A.A.
UMBRIA UMBRIA
-23,1
-11,5
-20,1
MARCHE MARCHE
-41,9
-33,9
-37,6
ABRUZZO ABRUZZO
-43,8
-35,5
PIEMONTE PIEMONTE
-44,1
-35,5
-37,6
LOMBARDIA LOMBARDIA
-46,0
-44,5
BASILICATA BASILICATA
-38,9
VALLE D'AOSTA VALLE D'AOSTA
5.000
-51,8
-41,9
CAMPANIA CAMPANIA
4.500
-52,2
-43,8
TOSCANA TOSCANA
4.000
-53,9
-44,1
PUGLIA PUGLIA
3.500
-53,9
-54,2
LIGURIA LIGURIA
3.000
-58,5
-54,2
-51,8
SICILIA SICILIA
-70,0 -61,3
-58,5
-52,2
CALABRIA CALABRIA
-60,0 -70,0 -61,3
LAZIO LAZIO
-50,0 -60,0
-44,5
-38,9
-46,0
EMILIA ROMAGNA EMILIA ROMAGNA
-40,0
-40,0 -50,0
2.500
LAZIO LAZIO
-23,1
-20,1
MARCHE MARCHE
MOLISE MOLISE
LOMBARDIA LOMBARDIA
PIEMONTE PIEMONTE
PUGLIA PUGLIA
UMBRIA UMBRIA
CALABRIA CALABRIA
-30,0
2.000
-4,7 -4,7
-11,9
-30,0
Fonte: CRESME - Osservatorio quotazioni immobiliari *Prezzo di offerta rilevato dall’osservatorio Cresme scontato della riduzione media percentuale tra prezzo di offerta e prezzo di acquisto rilevato dal Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni effettuato trimestralmente da Banca d’Italia
36
-10,1
-20,0
MOLISE MOLISE
1.500
-10,4
-5,4 -5,4
0,0 0,0
SARDEGNA SARDEGNA
1.000
-10,8
-6,4 -6,4
-20,0
1.556 500
-12,6
-6,7 -6,7
-10,0
1.570
0
-12,6
-13,0
-7,3 -7,3
-10,0
1.714
Frosinone
-13,0
-13,2
-10,1
Fabbricati non residenziali
1° semestre 2010
1.643
Rieti
-13,2
-13,4
-10,4
ABITAZIONI ABITAZIONI
1° semestre 2012
1.912
-13,4
-14,0
-14,0
-10,8
SARDEGNA SARDEGNA
1.709
Viterbo
-16,9
-14,3
ABRUZZO ABRUZZO
2.120
-18,6
-14,3
-14,6
SICILIA SICILIA
2.063
Latina
-26,3
-21,9
EMILIAROMAGNA ROMAGNA EMILIA
-30,0
-21,9 -26,3
TOSCANA TOSCANA
-25,0
-30,0
-14,6
CAMPANIA CAMPANIA
-25,0
-16,9
TRENTINOA.A. A.A. TRENTINO
-20,0
4.728
-18,6
VALLED'AOSTA D'AOSTA VALLE
-15,0 -20,0
FRIULIV.G. V.G. FRIULI
4.372
Roma
BASILICATA BASILICATA
-10,0 -15,0
LIGURIA LIGURIA
-5,0 -10,0
FABBRICATI NON RESIDENZIALI
FABBRICATI NON RESIDENZIALI Fonte: elaborazione CRESME su dati Banca d’Italia
37
EDI.CO.LAFOCUS Viterbo
Rieti
2010
2011
EROGAZIONI DI FINANZIAMENTI PER IL SETTORE RESIDENZIALE NEL LAZIO
3.078
2.913
164
1.000 150 0
142 investimento
100 50
acquisto 0 investimento 2009
Latina
250
2.541
191
200
135 150
Latina
3.078
2010
150 100 50 0
investimento 2009
2011
milioni di euro
Rieti acquisto
172,9
milioni di euro milioni di euro
milioni di euro
200
164
164
150
Rieti 150
50 0
172,9 164 2011 164 investimento 81
92
2009
34
33
2009
investimento 2009
3.538
3.347
206
100
2010
0
acquisto 2010
7.169 Viterbo 33
2010
164
2011
164 investimento 2009
191
67
8.000
2009
4.000 100
206
2009
1.000 0
2009
351
34
investimento 2010
2011 2009
acquisto 192
2010
2011
Lazio
2010
7.169
0
100 90 80 70 60 250 50 40 200 30 20 10 150 0
50
2009
acquisto 7.000 7.519
7.469
6.000
2011
7.169
5.000
164 2010
3.538
191
acquisto 142 135 2011
3.347
2.949
206
4.000
3.347
2.949
3.000
1.000
5.000
acquisto
investimento
2010
7.000 6.000
2009 investimento 2010
2009
8.000
2.000
0
investimento
192 3.538
2011
2011
acquisto
4.000 3.000 2.000 1.000 0
39 7.519
50
0
2011
7.469
100 Rieti
8.000
Fonte: elaborazione CRESME su dati Banca d’Italia
Lazio
150
100 Lazio
2011
acquisto
200
33
2011
2010 Frosinone
3.000 50 2.000 0
48
212
381 acquisto
310
172,9
7.000 250 6.000 200 5.000 150
83
2010
acquisto investimento
135
351
191
Latina
95 investimento
LAZIO0
192
81
34 acquisto
83 2009
Rieti
2011
100 90 acquisto 80 70 60 92 50 40 30 20 10 213 0
2011
50
investimento
2011
2009 2011 2010
2.949 300 50
48
100
142 investimento
2009
212
7.519
7.469
150
164
250
6.331
2.541
213 191 investimento
Viterbo
50
acquisto 83
67
2.913
6.628
2010
Frosinone
150
381
3.078
100 90 80 70 60 50 25040 30 20020 10 150 02010 400 100 350 250 0 200
200 0
310
investimento
48
2009
8.000
2010
acquisto
investimento
38
2009
2011
100
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
6.331
1.000 250
351
Latina 135
142
95
83
3.000
2011
191
164
400 100 350 30050 250 0 200 2010
acquisto 4.000
212
acquisto 2.000
250 200
2011
Frosinone
300
351
5.000
2010
381 310
100 8.000
2010
investimento
350
381 250
2009
2011
150
6.696
acquisto
Lazio
50 7.000 6.628 0 6.000
6.696
acquisto 67
200
213
191
192
Roma
2.913 2.541 investimento acquisto 2009
400
310
95
83
8.000 100 7.000 6.000 50 5.000 4.0000 3.000 2.000 1.000 0
206
Viterbo
milioni di euro
6.331
Frosinone
250
6.331
milioni di euro
6.696
milioni di euro milioni di euro
Frosinone
6.628
milioni di euro
6.696
milioni di euro milioni di euro
8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 6.628 250 3.000 200 2.000
8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 Viterbo 2.000 1.000 0
milioni di euro
2009
Roma
Roma
milioni di euro milioni di euro
investimento
33
Roma
milioni di euro
34
milioni di euro
48
83
milioni di euro
67
92
81
milioni di euro
100
A livello provinciale l’andamento delle erogazioni dei finanziamenti per l’acquisto di un’abitazione risulta 50 stabile per quanto riguarda Rieti (da 92 a 83 milioni) e Viterbo (212 milioni), mentre si riducono le ero0 gazioni di 14 milioni (192 milioni complessivi nel 2011) a Frosinone e di 30 milioni a Latina (351 milioni investimento acquisto complessivi nel 2011). Il taglio più consistente riguarda il mercato di Roma, dove la riduzione dei finanziamenti è stata di circa 300 milioni, portando il plafond da 6 miliardi2011 e 628 milioni a 6 miliardi e 331 milioni. 2009 2010
100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
milioni di euro milioni di euro milioni di euro
95
83
212
milioni di euro milioni di euro
200 150
213
191
milioni di euro
milioni di euro
Edilizia e Costruzioni nel Lazio 250
L’altro punto di vista Rubrica a cura di Giorgio NISINI, nato a Viterbo nel 1974. È autore dei romanzi La demolizione del Mammut (Perrone, 2008, Premio Corrado Alvaro Opera Prima) e La città di Adamo (Fazi, 2011)
Abitare diversamente. Case in provincia, prefabbricate ed ecosostenibili
S
econdo Frank Lloyd Wright “la casa è molto più di una casa”: è insieme un luogo reale, un’ambizione, un investimento, un’idea di politica, un elemento del contesto urbano e ambientale, perfino uno spazio del ricordo. È dunque inevitabile che il mercato immobiliare, nonostante la crisi,
40
continui ad essere un anello centrale del sistema economico del nostro paese. Ma quali sono le nuove frontiere di questo mercato? Oltre alla tradizionale politica dell’espansione, ha senso investire su idee come riconversione, ristrutturazione, biosostenibilità? Ultimamente, almeno nel Lazio, si assiste a
un fenomeno interessante: lasciare la città per trasferirsi in provincia. Conosco due fratelli: il primo ha acquistato una casa nella periferia di Roma, un appartamento da ristrutturare di cento metri quadrati senza box auto: ogni giorno trascorre due ore nel traffico per andare e tornare dal lavoro, e ogni sera è afflitto dall’incubo del parcheggio. Il secondo fratello, più o meno allo stesso prezzo, ha comprato subito fuori Viterbo una villetta nuova con giardino, garage, taverna, classe energetica A. Tutte le sere di bel tempo si mette sulla veranda con sua moglie a godersi il panorama della natura circostante. Anche lui lavora a Roma, prende il treno presto, fa qualche sacrificio in più, ma dopo un’ora e mezza è nel suo ufficio. Non saprei dire se la seconda soluzione sia davvero migliore; è però una soluzione che fa i conti con il bisogno di rimettere in primo piano la qualità della vita, esattamente come tutte le soluzioni che cercano di risollevare il mercato investendo sul compromesso tra basso prezzo, eco-sostenibilità e confort. Mario Cucinella, ad esempio, progettista tra l’altro della nuova sede del comune di Roma, ha da tempo ideato la “casa 100k”, un’abitazione economica di cento metri quadrati a zero emissioni di Co2. Ikea, dal canto suo, in collaborazione con Ideabox, sta per lanciare Aktiv, una casa prefabbricata da 80 mila euro realizzata in fibra cemento e lamiera. Sono tutte strade alternative che già qualcuno ha sperimentato anche nella nostra regione. Un solo caso paradigmatico: il piano bioedilizio del Borghetto dei Pescatori di Ostia, un complesso di case popolari ad alto risparmio energetico che sfrutta un mix di fotovoltaico, pannelli solari ed energia geotermica. Del resto la casa è solo in apparenza un oggetto statico; è piuttosto “una macchina per abitare”, per dirla con Le Corbusier, e come ogni macchina si deve adattare ai tempi, alle tecnologie e ai bisogni dell’uomo. Il processo contrario sarebbe del tutto fallimentare.
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L’ospite Rubrica a cura di Antonio Pietro LATINI, architetto e urbanista, ha studiato presso l’Università La Sapienza di Roma e presso la Columbia University di New York e, dal 1985, ha insegnato in numerose università in America ed in Italia. È progettista e advisor per amministrazioni pubbliche. È anche autore di volumi e saggi su governo del territorio e progettazione urbana.
Il bianco e il nero
I
processi di astrazione aiutano la vita: facilitano l’interpretazione del mondo, la classificazione dei fenomeni, le scelte. Insomma, addomesticano la complessità che ci circonda (e che sta dentro di noi). O, almeno, ci danno l’impressione che la realtà possa essere addomesticata e ci incoraggiano nel prendere un ruolo attivo per contribuire a determinare il flusso delle cose. L’attività di astrazione è una componente essenziale nella costruzione di un progetto – politico, imprenditoriale, urbanistico o architettonico che sia – perché rende comprensibile e maneggiabile il suo oggetto. Essa dà, o forse semplicemente presta, nitidezza a ciò che nitido non è per sua natura. Per un architetto, per un urbanista, poi, l’astrazione ha un ulteriore fascino: è capace di ricondurre alla sobria eleganza del netto ed essenziale, alla semplicità efficace di un rigoroso purismo. Penso alla fertile stagione dell’arte astratta e al filone dell’architettura moderna elementarista delle origini, entrambi capaci ancora oggi, se interpretati in modo intelligente e consapevole, di contributi importanti alla costruzione della nostra cultura teorica ed applicata. Ma con ancor maggiore partecipazione rivedo le rappresentazioni delle città e dei territori con quella tecnica del figure-ground che ricorda la pianta di Roma di Giovan Battista Nolli e che oltreoceano ha avuto tanta fortuna negli scorsi decenni: fondamentale nell’interpretazione dei
42
tessuti e dei fenomeni insediativi ma anche spesso capace di straordinaria bellezza. Ecco: in questo confortevole quadro di precisione e nettezza di confini entra a gamba tesa – a sua insaputa – l’articolo di Antonio Sgobba “Essere vaghi ci rende più evoluti” (sulla “Lettura” del Corriere della Sera, rintracciabile in rete). L’occasione è l’uscita di Vaghezza: Confini, cumuli, paradossi, di Sebastiano Moruzzi e della seconda edizione di Not Exactly: In Praise of Vagueness di Kees van Deemter. Il nostro mondo ha una consistenza molto più “nebulosa”, dai confini indefiniti, di quanto forse vorremmo. Per quanto utile, il pensiero secondo categorie discrete non solo non riesce a rappresentare la realtà in modo sufficientemente fedele, riducendo la ricchezza e la complessità delle componenti e delle relazioni, ma comprime anche le nostre possibilità di interpretare, trovare soluzioni, creare. E quindi ci tocca fare i conti con la vaghezza, tenendo conto, però, che, in una prospettiva di fuzzyness, “ragionare secondo gradazioni di grigio” può diventare una risorsa. “Certo, difendere la vaghezza può essere difficile in un’epoca che chiede informazioni precise. Essere vaghi risulta come essere poco chiari, elusivi, sfuggenti. Pigri, addirittura”, rileva Sgobba ma aggiunge, citando Jonah Lehrer autore del recentissimo Imagine: how creativity works: “Eppure alle volte l’esat-
tezza è pericolosa, limita le possibilità, tarpa l’immaginazione. Vaghezza vuol dire tenere la porta aperta, ricordarsi che non conosciamo la risposta, che possiamo ancora fare meglio, che possiamo ancora fallire”. La consapevolezza di quanto smerigliata sia la realtà aiuta l’urbanistica. Ci piace un mondo dai confini netti: la città compatta e definita come è la città murata e la campagna tutta prati verdi, boschi fitti, ruscelli d’acqua fresca, orti rigogliosi, pecorelle che brucano e cavalieri solitari. Ma il nostro territorio non è così da un pezzo. Forse non è stato mai così. La tradizione italiana di pianificazione razional-comprensiva ci ha abituato ai confini precisi. Attraverso suddivisioni nette, ci ha aiutato a capire molti fenomeni e a risolvere alcuni gravi problemi della città industriale. Ma ha annichilito lo spazio delle condizioni intermedie: la rappresentazione delle esistenti e la progettazione delle possibili. Mentre scrivo, a West Palm Beach si tiene il 20esimo Congresso del New Urbanism: l’esperienza associativa di settore più interessante nell’ultimo quarto di secolo per temi trattati, per soluzioni proposte, per abilità di interpretazione disciplinare, per adesione di istituzioni e operatori economici illuminati e capaci oltre che, ovviamente, di urbanisti. Uno dei temi è quello dell’aggiornamento del Charter dell’organizzazione che riguarda, tra l’altro, l’applicazione del concetto del transetto naturalistico all’analisi dei sistemi insediativi e alla progettazione urbanistica. Gli insediamenti umani, così come la natura, non fanno salti. C’è la città compatta e densa e c’è il paesaggio inedificato, da tutelare, ma c’è anche un paesaggio intermedio, con le sue caratteristiche specifiche, i suoi problemi, i suoi potenziali, che merita attenzione e progettazione. Noi tutti, politici, imprenditori e tecnici, possiamo continuare a piangere il lutto della immaginaria città bianca e nera. Oppure possiamo rimboccarci le maniche e provare a fare diventare il grigio, con i suoi gradienti, un bel posto da abitare.
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Scenari Intervista a Sergio SAGGINI, Rappresentante dei Giovani Costruttori Edili di Viterbo e Provincia
La sostenibilità di ogni azione
ed è necessario creare sinergie con gli ordini professionali e con le amministrazioni pubbliche per una pianificazione adeguata del territorio e per una politica di promozione. La vera partita si gioca però sulla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, che sono la maggioranza del nostro patrimonio edilizio. In Italia esistono solo misure che promuovono singoli interventi riguardanti l’efficienza energetica. Per rinnovare davvero, tali incentivi andrebbero estesi agli interventi di sostituzione edilizia con demolizione e ricostru-
zione, come ha recentemente dichiarato anche il nostro presidente Buzzetti». Le imprese del settore edile spesso scontano, rispetto al panorama europeo, grossi ritardi in tema di organizzazione interna. Da dove bisognerebbe partire per rimetterci al passo con il resto del continente? «Le imprese di costruzioni hanno visto, soprattutto negli anni 2005-2009, una crescita vertiginosa.
di Marco Rambaldi
L
a parola ai giovani, alle loro idee, alle proposte che portano avanti per uscire dalla crisi. LISTA incontra in questo numero Sergio Saggini, in rappresentanza dei giovani costruttori edili di Viterbo e Provincia.
Sergio Saggini, Rappresentante dei Giovani Costruttori Edili di Viterbo e Provincia
44
Quali sono gli interventi principali da realizzare per migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici? «Richiamo l’attenzione sul modello delle “Passivhaus” tedesche, abitazioni che si autosostengono e si alimentano solo con l’apporto solare grazie ad un’eccellente coibentazione, alla giusta esposizione, all’utilizzo sapiente delle fonti rinnovabili. In Italia non esistono modelli di questo tipo, fatta eccezione per la Provincia Autonoma di Bolzano che è riuscita ad introdurre lo standard CasaClima mediante l’incentivazione con premi di cubatura. Nelle nostre zone, per la mancanza di politiche adeguate e a causa di regolamenti edilizi risalenti a oltre 30 anni fa, esempi similari scarseggiano. Mancano uno specifico know how nelle imprese ed una vera cultura sull’argomento. È necessario che le nostre imprese investano in ricerca e sviluppo e in competenze
La vera partita si gioca sulla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, che sono la maggioranza del nostro patrimonio edilizio Sergio Saggini
45
SEGUE DALLA PRECEDENTE “La sostenibilità di ogni azione”
Molte piccole realtà artigiane si sono trasformate in piccole e medie imprese con fatturati significativi, ma a tale sviluppo non si è sempre accompagnata un crescita strutturale. Proprio come le grandi imprese che operano nel nostro settore, ogni piccola e media realtà dovrebbe riorganizzare e razionalizzare i propri processi interni nell’ottica della soddisfazione del cliente, del rispetto dell’ambiente, della sicurezza del lavoro, della responsabilità sociale. Questi temi, già noti al mondo industriale e manifatturiero, stanno entrando prepotentemente nel nostro settore e si stanno diffondendo anche nel settore delle costruzioni le certificazioni ISO 14001 (ambientale), OHSAS 18001 (sicurezza), SA 8000 (responsabilità sociale), oltre alla ISO 9001, già ampiamente seguita. A livello di marketing e comunicazione commerciale le nostre imprese di costruzioni devono fare ancora molta strada. Quali sono le ragioni di questo ritardo e come rimetterci in carreggiata? Il marketing è stato per lungo tempo uno sconosciuto per il settore delle costruzioni. La crisi che viviamo sta mutando profondamente il mercato ed il cliente è diventato giustamente più consapevole, trovandosi nella possibilità di scegliere tra una vasta offerta. Noi giovani costruttori, per crescere ancora e conquistare nuove fasce di mercato, dobbiamo orientare l’intero processo costruttivo al cliente utilizzando gli strumenti che altri industriali utilizzano da anni: analisi di mercato, sviluppo di strategie comunicative, piani strategici a medio termine, analisi finanziarie. Per fare questo c’è bisogno di collaborazione con gli enti di ricerca, con le università, con gli esperti della comunicazione e del coaching aziendale.
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Il Piano Casa della Regione Lazio ha suscitato numerose polemiche, sia a livello di costituzionalità che di applicabilità. Quali sono i punti deboli della legge e i nodi da sciogliere? La metà degli edifici delle nostre città è stato costruito negli anni del dopoguerra e presenta oggi criticità evidenti: mancanza di sicurezza antisismica, enormi dispersioni energetiche, basso comfort abitativo, impianti inadeguati. Esistono poi interi quartieri, un tempo siti produttivi ed industriali, che oggi risultano dismessi ed inutilizzati, ma che hanno enormi potenzialità. Il Piano Casa avrebbe dovuto offrire soluzioni a queste problematiche, incentivando la riqualificazione. Nonostante il mio personale giudizio positivo sull’impianto generale e sulle finalità della Legge, essa presenta evidenti problemi: da una parte un possibile giudizio di incostituzionalità non risolto, dall’altra importanti problemi interpretativi creati dal testo poco chiaro in alcune parti. Le amministrazioni e la stessa Regione non sono ancora oggi organizzati per rispondere in tempi celeri all’approvazione dei progetti mediante le conferenze dei servizi. C’è poi il problema dell’Housing sociale, che nella Regione Lazio è stato promosso per la prima volta dal Piano Casa nella sua prima versione del 2009. C’è stato nel 2010 uno stanziamento di ben 70 milioni di euro a cui è seguito un bando per gli operatori del settore edile al fine di mettere sul mercato immobili ad un prezzo convenzionato di circa 1600 €. al mq. Tale progetto, che avrebbe dato alle imprese una boccata di ossigeno e alle fasce più deboli della popolazione l’opportunità di acquisto a prezzi agevolati, è bloccato per assenza di fondi in Regione, nonostante l’ANCE si stia adoperando per trovare una soluzione.
Innovazione La casa dove vuoi
Il prefabbricato per realizzare edifici confortevoli e accessoriati ovunque ed in breve tempo
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Spazi mobili, flessibili, personalizzati e in tempi brevi? Da oggi si può
L
a società austriaca Viereck Architekten ZT-GmbH, con la sua cellula prefabbricata multipla [BOX:09], apre nuove prospettive in questo campo. Dalla progettazione alla realizzazione in soli 90 giorni ed il montaggio dei moduli avviene in 24 ore. A dimostrazione di ciò I progettisti della Viereck Architekten hanno installato un si-
stema di cellule prefabbricate modulari su di un terreno in locazione a tempo determinato con una superficie di 400 metri quadrati compresa fra due strade ad alta densità di traffico, per creare il proprio ufficio a nord di Graz, in Austria. Il risultato? Un futuristico ufficio open space che risulta essere un ottimo connubio tra tecnologia e design.
generalmente saldate a fiamma al sottofondo solo sul posto, aumentando così la tempistica di montaggio e non adattandosi alla particolare forma dell’edificio. Successivamente all’applicazione del fondo sui pannelli OSB si esegue l’impermeabilizzazione inserendo uno speciale tessuto non tessuto che può essere tagliato e adattato anche nel caso ci siano dei fori nella superficie (come nel caso dei pozzetti posizionati sul tetto del prefabbricato), e che viene poi coperto con un ulteriore strato di resina fresco su fresco che aderisce senza problemi anche ai raccordi ed è già completamente funzionale dopo un’ora. Anche per questo motivo la resina liquida è particolarmente adatta al flessibile concetto di utilizzo dello spazio proposto da [BOX:09], in cui i singoli moduli possono essere aggiunti gli uni agli altri in base alla necessità.
La futuristica facciata in Rame tridimensionale acquista particolare efficacia in condizioni di scarsa luminosità
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Foto: Viereck Architekten ZT-GmbH
Quando il prefabbricato incontra la resina
È grazie alla stretta collaborazione con partner qualificati come Triflex, che la Viereck Architekten ha potuto realizzare il suo progetto ed ottimizzarlo. Il contributo della Triflex è stato fondamentale per l’impermeabilizzazione con resina liquida del tetto e della struttura in legno dei moduli. La superficie del tetto delle cellule prefabbricate si compone di sei pannelli OSB disposti uno accanto all’altro senza giunzione e per impermeabilizzarli al meglio ed evitare la presenza di infiltrazioni è stato utilizzato su tutta la loro estensione un sistema sviluppato espressamente per le superfici dei tetti. Gli specialisti hanno applicato il sistema in officina già prima del montaggio vero e proprio, velocizzando così i tempi di assemblaggio in loco. Questa modalità di lavoro offre grossi vantaggi rispetto alle membrane bituminose che vengono infatti
Foto: Viereck Architekten ZT-GmbH
Innovazione
di Carlotta Lenzi
[BOX:09] è un innovativo concetto di spazi per una visione futuristica dell’abitare, lavorare e vivere
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Innovazione
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Quando il prefabbricato incontra la resina”
Foto: Triflex
Foto: Triflex
I tecnici applicano il primer Triflex Cryl Primer 276
Il secondo strato di resina viene applicato fresco su fresco sul tessuto non tessuto
L’impermeabilizzazione a base di polimetilmetacrilato (PMMA) presenta un’elevata resistenza alle sollecitazioni meccaniche e allo stesso tempo, grazie alla sua bassa grammatura inferiore a quattro chilogrammi per ogni metro quadrato, rispetta la statica dell’edificio a blocco.
La struttura rialzata delle cellule prefabbricate crea una spazio che può essere utilizzato, date le dimensioni ridotte del lotto, per realizzare dei posti auto, la dotazione tecnica dell’edificio viene realizzata mediante condotti integrati nei pilastri e per ovviare al problema dell’elevato rumore derivante dalla particolare posizione dell’edificio all’interno di quest’area metropolitana, le pareti che costeggiano le due strade sono state progettate chiuse mentre i lati di testa offrono una vista su un’area verde. Un sofisticato sistema di serraggio mediante tenditori garantisce inoltre per la sicurezza, trasformando le sei piccole cellule in un edificio costituito da un unico blocco. [BOX:09] ha diverse possibili applicazioni che vanno dal monolocale trasportabile fino al ristorante a tempo. Questo progetto consente di produrre in serie complesse cellule prefabbricate di 20 metri quadrati, tutte allestite con una dotazione tecnica completa ed il cui abbinamento può essere personalizzato. Sul posto le singole unità dovranno essere solo assemblate le une alle altre e l’elevato grado di prelavorazione consente di effettuare il montaggio nell’arco di 24 ore
Foto: Viereck Architekten ZT-GmbH I 120 metri quadrati di tetto piano dell’edificio a blocco prefabbricato è stato impermeabilizzato in modo duraturo con Triflex ProTect e Triflex ProDetail
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Oltre Roma Il lato giovane del Lazio
1. Una priorità: riqualificare il litorale 2. Prestare attenzione ai centri storici come volano turistico 3. Usare le nuove tecnologie per rispettare l’ambiente 4. Puntare sulle imprese più piccole che salvano il territorio 5. Pensare alle infrastrutture in un’ottica di sviluppo
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Oltre Roma
«A
di C. R.
Uniti per lo sviluppo della Provincia Gli Stati Generali delle Costruzioni a Frosinone
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FROSINONE
bbiamo ritenuto improcrastinabile dare vita ad una mobilitazione di tutti i soggetti coinvolti sul territorio che stanno soffrendo gli effetti devastanti della crisi economica, svolgendo come ANCEFROSINONE il ruolo di catalizzatore con l’obiettivo di evidenziare le difficoltà che stanno immobilizzando il nostro settore ed il nostro territorio.” Le parole del Presidente Paglia descrivono le motivazioni che hanno portato all’organizzazione, lo scorso 14 aprile, della Manifestazione “Stati Generali delle Costruzioni”. L’evento è stato realizzato da ANCE FROSINONE, in collaborazione con le altre Associazioni imprenditoriali collegate al mondo delle costruzioni della provincia di Frosinone (Confartigianato, Federlazio, Legacoop, Cna, CasaIntercom), congiuntamente con le Organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e agli Ordini professionali di Ingegneri, Architetti, Geometri, Periti Industriali, ANCI Regionale ed ABI. La manifestazione, oltre a rappresentare un momento di denuncia della grave crisi che investe un settore di primaria importanza per l’economia provinciale, è stata anche un’occasione di confronto e dibattito tra tutti i soggetti istituzionali intervenuti. All’evento hanno preso parte circa 2000 persone, chiamando a raccolta l’intero mondo politico ed economico per evidenziare tutte le problematiche che stanno facendo registrare pesanti riflessi sul tessuto produttivo, sull’occupazione, sulla crescita e sullo sviluppo della Provincia di Frosinone e che ormai investe tutta l’industria delle costruzioni, da sempre elemento trainante dell’economia del territorio. Gli Stati Generali delle Costruzioni della Provincia di Frosinone si sono svolti in due momenti distinti, uno di manifestazione vera e propria, con la sfilata di un nutritissimo corteo che ha attraversato la città di Frosinone sino a raggiungere il palazzetto dello sport del Capoluogo ciociaro che ha ospitato la seconda fase della manifestazione, dedicata ad un incontro/dibattito con numerosi
Domenico Paglia, Presidente di Ance Frosinone
interventi. In particolare, sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente dell’ABI Lazio Felice Delle Femine, il Vice Presidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti, il Presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese, il Consigliere Regionale Francesco Scalia, il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone Antonello Iannarilli, il Sindaco di Frosinone Michele Marini ed altri rappresentanti del mondo politico, imprenditoriale e sociale che hanno voluto dare il proprio contributo. In rappresentanza della categoria Imprenditoriale ed a supporto delle istanze di tale settore, sono intervenuti il Presidente di ANCEFROSINONE Domenico Paglia, il Presidente di ANCELAZIO-URCEL Stefano Petrucci ed il Presidente della Cassa Edile di Frosinone Arnaldo Zeppieri. Diversi e fondamentali i nodi e le criticità individuati e largamente analizzati nell’ambito del dibattito tra cui le problematiche collegate ai ritardati pagamenti della P.A., al credito, alle procedure burocratico-amministrative.
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Oltre Roma
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Uniti per lo sviluppo della Provincia”
La seconda fase della manifestazione, tenutasi presso il Palazzetto dello Sport di Frosinone
Sul palco, alcuni dei soggetti promotori degli Stati Generali delle Costruzioni
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A seguito dell’iniziativa è stato attivato un tavolo permanente per portare avanti le istanze formulate dai soggetti promotori dinanzi alle Istituzioni competenti e per individuare insieme ad ABI e Regione Lazio strumenti utili a favorire la ripartenza dei cantieri nel nostro territorio, lo sblocco immediato delle opere ferme ed i pagamenti alle Imprese. “Purtroppo la situazione è tale – prosegue Paglia − per cui vanno individuate e messe a nudo le principali criticità che ci riguardano, con la responsabilità di proporre e condividere soluzioni concrete e strutturali. Quello che va fatto è un elenco di priorità da portare avanti attraverso l’attività di uno specifico tavolo tecnico, che è stato fortemente voluto per dare continuità alla manifestazione del 14 aprile ed evitare che la stessa, seppur di grandissimo successo, rimanesse un momento di
protesta sterile ed isolato. ANCEFROSINONE, in sintesi, crede nella possibilità di rilanciare il settore edile della Provincia, generando valore e ottimismo per una auspicata e celere ripresa economica.” Nell’ultimo periodo si sono svolti vari incontri con la partecipazione dei Sindaci del territorio e dei rappresentanti di altri Enti locali i quali si sono impegnati a fornire la più ampia collaborazione per attivare iniziative di collaborazione e fronteggiare in maniera sincrona e quanto più coesa le gravissime difficoltà del periodo. “È ovvio – conclude il Presidente di ANCE FROSINONE – che, in tale quadro, svolgeranno un ruolo determinante gli Amministratori Pubblici e la Banche, con i quali si è instaurato un rapporto di coesione che dovrà accompagnarci verso la soluzione di problematiche ad oggi irrisolte e non più sostenibili”.
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Oltre Roma
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di Giorgio Moretti
Latina cambia volto Intervista a Giuseppe Di Rubbo, Assessore alla Gestione Urbana
LATINA
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n piano da 13 milioni e 850mila presentato dal primo tratto della “Mareeuro con interventi mirati a ri- Monti”. Con un importo complessivo di 10 qualificare il litorale di Latina. Un milioni di euro sarà realizzata un’arteria progetto ambizioso e articolato, reso da 1,5 chilometri che collegherà le autopossibile dai finanziamenti erogati dalla linee con via del Saraceno. L’obiettivo è Regione Lazio nell’ambito del Plus (Pia- decongestionare il traffico da via Piave no locale urbano di sviluppo) che rientra e quindi dal centro della città. Il piano è nel Programma Operativo Regione Lazio stato approvato lo scorso 20 giugno dal (Por). I Comuni ammessi sono stati sedici e consiglio comunale dopo che, nel mese tra questi Latina ha ottenuto la maggior di aprile, aveva ricevuto il placet da parte quantità di fondi. Il piano è stato realizza- delle commissioni consiliari di competento con la consulenza dell’architetto Paolo za. Ora il documento verrà inviato al coPortoghesi. mitato tecnico della Regione per le even«Il litorale verrà completamente trasfor- tuali controdeduzioni da elaborare entro mato – spiega Giuseppe Di Rubbo, asses- quarantacinque giorni. «Si tratta di un’insore alla Gestione Urbana – e gli inter- frastruttura strategica – ha sottolineato venti di restyling saranno Di Rubbo – che comporterà incentrati su una maggioenormi miglioramenti alla re sostenibilità. Verranno viabilità e alla mobilità tra quindi inseriti un percorso Latina e il tessuto provinpedonale e una pista ciclaciale». Il Consiglio comunabile, sarà rifatto del tutto le ha approvato anche tre l’impianto di illuminaziopiani Erp (Edilizia residenne e verranno organizzate ziale pubblica) nell’ambito nuove aree di verde pubblidel progetto decennale di co». Lo scorso 29 giugno la edilizia economica e popoGiunta comunale ha dato lare previsto dall’amminimandato agli uffici comu- Giuseppe DI RUBBO, strazione comunale di Latinali di redigere un docu- Assessore alla Gestione Urbana na. È così definitivo l’avvio mento programmatico che alla realizzazione ci circa conterrà le linee guida per la pianificazio- 100mila metri cubi di edilizia agevolane urbanistica e lo sviluppo della città. Il ta, di cui 72mila per il Piano di Zona “La testo evidenzia la centralità del progetto Rosa” e 19mila per il Piano di Zona in via relativo al litorale. Zani. «La riqualificazione del lungomare assu- «Anche questi provvedimenti consentime un ruolo essenziale nel lavoro che ci ranno di dare respiro e beneficio al setattende nei prossimi anni – prosegue Di tore edile – conclude l’assessore – oltre Rubbo – e svolgerà una funzione primaria a mettere a disposizione abitazioni per in quel processo volto a restituire nuova famiglie in difficoltà economiche. In parlinfa vitale alle piccole e medie imprese ticolare il Piano “La Rosa” permetterà di del territorio. In questo senso punteremo realizzare un vero quartiere modello, con sulla sinergia tra pubblico e privato tra- aree servizi, piste ciclabili, edilizia che utimite lo sviluppo di forme di project finan- lizza sistemi e materiali a basso impatto cing». ambientale. Saranno, insomma, nuove Un altro progetto cardine per imple- aree residenziali davvero lontane dai momentare la rete urbana di Latina è rap- delli dei quartieri popolari del passato».
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Oltre Roma
di Alfredo Martini
RIETI
Benessere ambientale ed edilizia sostenibile: due priorità Rieti: la parola a Simone PETRANGELI, nuovo sindaco del capoluogo
I
l risultato elettorale alle ultime amministrative ha premiato a Rieti il centro sinistra, ma soprattutto ha vinto lui, Simone Petrangeli, avvocato di 38 anni, che aveva conquistato le primarie ad inizio anno, pur venendo o forse proprio perché proveniente dalle file di Sinistra e Libertà. Il fatto è che dopo molti anni nel capoluogo della Sabina si registra un cambiamento rilevante, non solo e non tanto in termini di schieramento quanto di approccio alla politica. Le attese sono molte e anche le aspettative. La giovane età del nuovo sindaco costituisce per la maggior parte di chi lo ha votato un valore ed una speranza. Il cambiamento della maggioranza, infatti, nasce sull’onda di una diffusa domanda di guardare a Rieti e al territorio in modo diverso. La richiesta è una svolta che riguardi l’intero modello di sviluppo locale. «Credo che la nostra vittoria – spiega Petrangeli – dipenda molto dal bisogno dei cittadini di avere una guida e un governo della città che sappia costruire un percorso gestionale e indichi una strada diversa da quelle perseguite nel più recente passato. C’è una forte richiesta di riportare al centro dell’attenzione dell’amministrazione una qualità dei servizi pubblici e una valorizzazione del patrimonio di cui la città dispone. Inoltre sono convinto che è piaciuto alla gente il nostro approccio pragmatico, così come la nostra attenzione a temi quali l’ambiente e lo schieramento a favore di un’economia fortemente sostenibile». Per molti lei è un sindaco “verde”, ma l’impressione è che l’ambiente costituisca principalmente un’opportunità, più che una visione ideologica? «Sono convinto che se, nelle scelte politiche che andremo a fare terremo sempre presente che l’ambiente è la nostra principale risorsa, allora potremmo fare bene. Rieti deve guardare al futuro valutando con grande attenzione quello che può diventare. Abbiamo una tradizionale vocazione industria-
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le che deve essere rivalutata. Ma per farlo dobbiamo anche avere la consapevolezza che produrre e soprattutto attirare imprese significa creare una serie di condizioni che certamente riguardano la rete infrastrutturale, ma anche una serie di incentivi e di fattori “ambientali” che possono fare la differenza. Tra questi, una gestione delle regole e dell’amministrazione del territorio trasparente ed efficiente, in grado di dare le garanzie di certezza che le imprese chiedono. Essenziale è altresì ragionare in una logica di interazione utilizzando le esperienze esistenti, le opportunità offerte, anche a livello regionale e statale. Sotto questo punto di vista, relativamente ad un tema che ritengo assolutamente strategico come l’efficentamento energetico, ed ugualmente rispetto a tutte le azioni che si collegano ai percorsi innovativi inerenti le smart cities, intendiamo svolgere un ruolo attivo all’interno del “Patto dei Sindaci”, strumento di coordinamento e di promozione per progetti e di orientamento su queste politiche. Rieti ha un patrimonio immobiliare rilevante che deve trasformarsi in una risorsa. Dobbiamo fare scelte chiare, dismettere dove non siamo in grado di ottimizzare, per valorizzare il patrimonio che decideremo di conservare e di riqualificare». Per governare sono necessarie risorse e uno dei problemi che attanaglia le amministrazioni locali riguarda proprio la questione dei finanziamenti, la possibilità per dare servizi, ma soprattutto per fare sviluppo, di avere risorse da investire. «Una strada è quella a cui ho appena accennato: saper gestire in modo efficiente e oculato il nostro patrimonio, coinvolgendo i privati in operazioni di partenariato. È nell’intenzione dell’amministrazione aprire un dialogo e un confronto con il sistema delle imprese, così come con il mondo finanziario, per costruire insieme progetti per la città.
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Oltre Roma
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Benessere ambientale ed edilizia sostenibile: due priorità”
Simone PETRANGELI, nuovo sindaco di Rieti
Noi abbiamo contenitori che possono trasformarsi in valori economici, in quanto hanno la capacità di ospitare iniziative in grado di creare ricchezza. Abbiamo un patrimonio, dall’edilizia popolare ad una serie di edifici pubblici che oggi costano, in termini di manutenzione, troppo. Un patrimonio che deve essere riqualificato e per farlo non c’è che la strada del recupero dell’investimento, attraverso un drastico taglio delle spese energetiche nel corso del tempo. Le nuove tecnologie, una progettazione innovativa sono strumenti straordinari che dobbiamo utilizzare per trovare soluzioni di forte riduzione dei costi gestionali. Così come abbiamo degli obblighi, come quello di garantire la totale sicurezza dei cittadini rispetto ad esempio ai rischi sismici. Anche in questo ambito ci vogliono idee nuove. È essenziale guardare ad una forte integrazione tra la riqualificazione e la gestione dei nuovi edifici recuperati o riqualificati. Perché è dalla gestione che possono arrivare le risorse per gli interventi». Uno dei temi chiave della vecchia amministrazione è stato il recupero del centro storico, anche attraverso il PLUS. Qual è la sua opinione e a che punto siamo? «Il PLUS è una delle opportunità che dob-
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biamo cogliere. Significa arricchire il centro di nuove funzioni con l’obiettivo di aumentarne le attività di servizio e l’offerta per i cittadini, ma anche come valore aggiunto rispetto alle potenzialità turistiche del nostro territorio. Il PLUS risponde alle esigenze di avere un centro storico in cui ogni monumento, palazzo, via parli della nostra storia e allo stesso tempo diventi un luogo da conoscere, da visitare. Ma perché ciò avvenga ci vuole, da un lato attenzione estetica, dall’altro un aumento dei servizi. Con il PLUS vogliamo raggiungere questi due obiettivi. E stiamo per partire. Ma intervenire nel centro non vuol dire trascurare il resto del territorio, anzi intendiamo prestare la massima attenzione ai quartieri nuovi puntando ad una attenta ricucitura del tessuto urbano e a promuovere ed incentivare un’edilizia sempre più sostenibile».
di M. M.
Spazio alle nuove generazioni per rilanciare l’economia del territorio
ROMA
Nasce la Consulta dei Giovani Imprenditori e Professionisti di Roma e del Lazio
E per quanto riguarda le infrastrutture? «È un tema delicato che deve essere collocato all’interno di una visone più ampia della gestione del territorio. Le infrastrutture, soprattutto quelle della mobilità, sono necessarie, ma il loro sviluppo deve essere compatibile con l’obiettivo prioritario del benessere ambientale, che si collega direttamente ad un diverso modello di sviluppo rispetto a quello che ha caratterizzato il Paese e anche la nostra città. Bisogna ragionare guardando anche in questo caso al futuro e a cosa vogliamo che diventi Rieti, quali risorse vogliamo valorizzare. E se il paesaggio, spesso incontaminato, lo è, allora dobbiamo anche ripensare a quali debbono essere le priorità. Il che comporta anche scelte sulle caratteristiche che queste infrastrutture debbono avere, sui loro costi e sulle soluzioni tecnologiche più appropriate. È un tema importante che va analizzato con grande attenzione e competenza».
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Oltre Roma
SEGUE DALLA PRECEDENTE “Spazio alle nuove generazioni per rilanciare l’economia del territorio”
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argo ai giovani nell’economia del Lazio. Per favorire la ripresa e rilanciare gli investimenti, per stimolare la nascita di nuove idee, per favorire il ricambio generazionale. Sono questi gli obiettivi che si pone la neonata Consulta dei Giovani Imprenditori e Professionisti di Roma e del Lazio, presentata il 10 luglio presso la Camera di Commercio di
Roma dai gruppi giovanili delle associazioni che hanno sottoscritto il protocollo di intesa. Le associazioni che raggruppano i giovani avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti, imprenditori della piccola e media impresa, imprenditori edili, industriali e commercianti hanno posto oggi la prima pietra per la creazione di
La nuova generazione è convinta di poter portare linfa vitale al tessuto sociale ed economico, attraverso l’introduzione di idee innovative e la forza di un rinnovato ottimismo
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una rete capace di guardare oltre l’orizzonte delle singole associazioni e agire in sinergia, condividendo iniziative e programmi, ottimizzando gli sforzi e realizzando progetti di interesse comune. La nuova generazione è convinta infatti di poter portare linfa vitale al tessuto sociale ed economico, attraverso l’introduzione di idee innovative e la forza di un rinnovato ottimismo. Nei prossimi mesi commissioni e gruppi di lavoro prenderanno il via con lo scopo di colmare l’attuale assenza di coordinamento fra le associazioni e di affrontare problematiche specifiche. La Consulta organizzerà inoltre attività, eventi e manifestazioni congiunte. Solo così i giovani potranno finalmente avere un ruolo attivo nelle realtà professionali, industriali ed economiche del Paese. «Si tratta di una iniziativa nata in modo spontaneo come reazione al forte immobilismo di questi ultimi anni. Siamo fermamente convinti che nei momenti di crisi bisogna unire le forze e le competenze, fare fronte comune. Per questo motivo abbiamo deciso di formare questo organismo unico nel suo genere, un gruppo di giovani professionisti che intende mettere a sistema le conoscenze e le peculiarità di ognuno al servizio dello sviluppo del territorio laziale». Questa l’idea alla base del protocollo d’intesa espresso dall’attuale coordinatore della Consulta, Alessandro Cardellini, Presidente dei giovani imprenditori edili di Roma. «Una volta creata questa rete ci sarà bisogno di attività e di proposte – continua Cardellini – che intendiamo predisporre attraverso la costituzione di gruppi di lavoro che si confronteranno su temi comuni come l’accesso al credito e le semplificazioni
amministrative. Ci auguriamo di riuscire a organizzare una grande assemblea dei Giovani di Roma e del Lazio, una sorta di Stati Generali, nell’ambito della quale analizzare problematiche specifiche che, dopo un lavoro congiunto, porteranno alla approvazione di importanti proposte condivise». A firmare l’intesa alla presenza del presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e del presidente della CCIAA, Giancarlo Cremonesi, sono stati: Alessandro Cardellini, Gruppo Giovani Imprenditori Edili ACER, Lorenzo Sette, Gruppo Giovani Imprenditori Edili ANCE Lazio, Alessio Rossi, Gruppo Giovani Imprenditori UNINDUSTRIA, Alessandro Ridolfi, Consulta dei Giovani Architetti Roma, Andrea Condomitti, Commissione dei Giovani Ingegneri di Roma e Provincia, Andrea Borghini, Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti Contabili di Roma (UGDCEC Roma), Andrea Greco, Associazione Giovani Avvocati Roma (AIGA), Luigi Viglione, Associazione Italiana Giovani Notai Roma (ASIGN), Giovanni Plocco, Gruppo Giovani Imprenditori FEDERLAZIO, Alessandro Micheli, Gruppo giovani imprenditori Confcommercio imprese per l’Italia - Roma Capitale. «Siamo felici di siglare questo protocollo di intesa.» Ha affermato Katia Paglia, vicepresidente dei giovani imprenditori del Lazio. «Noi giovani siamo motivati e agguerriti. Abbiamo le capacità e la preparazione per proporre nuove idee. Abbiamo già avuto esperienze di questo genere nella provincia di Frosinone e a livello locale mettendo così in evidenza l’esistenza di problematiche condivise tra i vari settori produttivi e professionali».
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LO SCAFFALE
A cura di Raffaella Purini
INCONTRI GENTILI A VITERBO Anche questa estate Viterbo sarà allietata da “Incontri Gentili”. Concerti, libri, autori, rappresentazioni, dibattiti con giornalisti saranno solo alcune delle proposte inserite nel calendario di questa manifestazione organizzata dalla Provincia che si propone di creare un contenitore in cui far convogliare le iniziative di maggior successo organizzate dalle associazioni culturali e dai gruppi più rappresentativi sul territorio. “Crediamo sia importante creare spazi culturali gratuiti a disposizione dei cittadini” afferma il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi “soprattutto di quelli che, per scelta o per necessità, passeranno l’estate a Viterbo”. Alla sua seconda edizione “Incontri Gentili” ha tutti i presupposti per diventare l’appuntamento culturale di riferimento dell’estate viterbese. L’ingresso agli eventi è libero, salvo diverse indicazioni del programma e l’accesso è consentito nei limiti dei posti disponibili.
GAETA RISCOPRE IL NOVECENTO Fino al 16 settembre, presso la Pinacoteca Comunale di Gaeta Giovanni da Gaeta, sarà possibile visitare la mostra Alberto Magnelli, opere 1910-1970 che ripercorre la carriera di uno dei protagonisti dell’astrattismo europeo. Centosessantadue opere esposte per far conoscere meglio ed offrire un itinerario completo dell’attività di questo artista molto popolare in Francia e da noi ancora non ancora adeguatamente conosciuto. Grazie al numero ed alla varietà dei lavori in mostra, è possibile ripercorrere le diverse fasi della produzione di Magnelli, da quella giovanile innestata nella temperie matissiana e cubo-futurista fino al capitolo dell’astrazione. La mostra è strutturata in sei sezioni: Gli esordi e i primi anni Dieci (1910-1917); le Esplosioni liriche (1918-1919); il Realismo Immaginario (1920-1930); le Pietre esplose (1931-1935) che coincide con il definitivo trasferimento a Parigi e che costituì l’anticamera della ricca e vasta produzione astratta (1935-1971); i Collages, di cui Magnelli fu finissimo esecutore; le litografie.
PERCHÉ RESISTER NON SI PUÒ AL RITMO DEL JAZZ Nella provincia di Frosinone è tempo di Atina Jazz Festival che, giunta ormai alla ventisettesima edizione, è una delle manifestazioni estive più longeve ed annoverate d’Italia. La nuova edizione di questo festival sarà ricca di eventi con un programma che toccherà anche Gaeta, Terracina, Fiuggi, Sora e a far compagnia agli ospiti, internazionali e non, ci saranno 30 ragazzi provenienti dalle scuole musicali di diverse parti del mondo che si uniranno in una jam session multiculturale partecipando al primo Campus della Musica. Tanti inomi di eccezione che si esibiranno nell’arco della manifestazione tra cui Stefano Bollani e Hamiltone de Holanda. La serata di chiusura sarà invece allietata dai Manhattan Transfer.
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