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GENERALITÀ
Il cantiere è considerato uno dei luoghi più pericolosi, in quanto è soggetto a continue movimentazioni e variazioni ed inoltre è presente qualunque tipo di personale, anche quello non addestrato. Per questo vanno prese le precauzioni più restrittive per la sicurezza delle persone e dell’ambiente.
Impianto elettrico di cantiere: Insieme di componenti elettrici, ubicati all’interno del recinto di cantiere, elettricamente associati in modo da rendere disponibile l’energia elettrica agli apparecchi utilizzatori del cantiere. Si applica ai cantieri di costruzione e demolizione destinati a: •
lavori di costruzione nuovi edifici;
•
lavori di riparazione, trasformazione, ampliamento o demolizione di edifici esistenti;
•
costruzione di strade, viadotti, parchi, canali, teleferiche, ecc.;
•
lavori di movimentazione o escavazione di inerti, pietre e ghiaie.
L’impianto elettrico di cantiere consta essenzialmente di: •
rete di dispersione dell'impianto di messa a terra;
•
captatori e scaricatori dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche (dove questo è presente), connesso elettricamente all’impianto di terra;
•
conduttori di terra, di equipotenzialità e di protezione, aventi la funzione di connettere elettricamente le carcasse metalliche degli utilizzatori elettrici con l'impianto di messa a terra;
•
collegamenti elettrici di alimentazione dal punto di consegna dell'Azienda Elettrica fino al quadro elettrico generale e da questo ai sottoquadri di settore, dove sono presenti gli interruttori magneto-termici e differenziali.
Sono esclusi dall’impianto elettrico di cantiere: •
i collegamenti elettrici alimentati dalle prese dei quadri elettrici terminali;
•
gli impianti elettrici dei locali di servizio di un cantiere, quali uffici, spogliatoi, sale riunione, spacci, ristoranti, mense, dormitori, servizi igienici, officine meccaniche ecc.;
•
le spine e i cavi di alimentazione di apparecchi utilizzatori portatili o trasportabili derivati dalle prese dei quadri elettrici terminali, della cui verifica sono responsabili i datori di lavoro delle diverse imprese che vi allacciano le attrezzature;
•
i locali di produzione e consegna dell’energia elettrica, indipendentemente dalla loro ubicazione, interna o esterna al recinto di cantiere (si considerano infatti locali di servizio). I circuiti alimentanti il cantiere devono comunque essere protetti in accordo con le prescrizioni della CEI 64-8, anche se traggono origine da quadri elettrici posti entro locali di servizio. 1/21
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INFORMAZIONI DA COMUNICARE NELLE FASI CONTRATTUALI
I rapporti contrattuali di regola non interessano direttamente il committente, bensì l’impresa appaltatrice in veste sia di committente all’impresa elettrica che di utilizzatrice dell’impianto, coinvolgendo inoltre le altre imprese in subappalto. Va chiarito che, in mancanza di specifiche contrattuali, l’impresa appaltatrice non è tenuta a fornire il servizio relativo all’impianto elettrico a imprese in subappalto. Ne emerge che, per evitare il proliferare di impianti sul cantiere, il progettista e coordinatore della sicurezza dovrebbe inserire nei compiti di fornitura a carico dell’impresa appaltatrice la realizzazione di un impianto elettrico di cantiere, atto a soddisfare tutte le esigenze, comprese quelle prevedibili per i subappaltatori. Il responsabile dei lavori (committente) o il coordinatore per la progettazione deve tenere conto anche dei rapporti contrattuali fra l’impresa appaltatrice (committente) e le imprese utilizzatrici (subappaltatrici) che eseguono lavori elettrici e non elettrici e che devono usufruire dell’impianto. Esempi: Dichiarazione da impresa che ha realizzato l’impianto a impresa utilizzatrice Caratteristiche dell’impianto elettrico di cantiere Il cantiere situato nel Comune di XXX, in via XXX, atto a svolgere l’attività di XXX presenta le caratteristiche seguenti. •
L’alimentazione dell’ente distributore avviene in: tensione superiore a 1000V bassa tensione BT 400/230V (trifase con neutro) bassa tensione BT 230V (monofase) __________________________________
•
L’alimentazione è originata in proprio a mezzo di n. XXX gruppo/i elettrogeno/i della potenza complessiva di XXXX kVA
•
Il(i) gruppo(i) elettrogeno(i) è presente solo per alimentare i circuiti di emergenza
•
la distribuzione è realizzata con il sistema: TN-S TN-C
TT
IT
•
La corrente di cortocircuito presente all’origine dell’impianto è di XXX kA
•
L’impianto, ai fini della protezione contro i contatti indiretti è coordinato con: le protezioni dell’ente distributore AT o MT le protezioni generali BT (Idn XXX A)
•
I quadri elettrici di cantiere sono conformi alle relative Norme CEI
•
Le condutture dell’impianto fisso e movibile sono costituite da cavi idonei al tipo di posa in conformità con la Norma CEI relativa ai cantieri
Note: _____________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ Committente o responsabile dell’impresa appaltante (firma e data) _______________________ Per accettazione (firma e data) ____________________________
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Dichiarazione da impresa utilizzatrice all’impresa che ha realizzato l’impianto di cantiere (appaltante e/o committente) L’impresa utilizzatrice dichiara di aver preso conoscenza delle caratteristiche dell’impianto elettrico del cantiere e si impegna ad utilizzare l’impianto stesso secondo quanto imposto dalla buona tecnica e dalla regola dell’arte consapevole che ogni abuso od uso improprio di apparecchiature non idonee può comportare la revoca del permesso di utilizzo dell’impianto. In particolare l’impresa utilizzatrice si impegna: •
ad utilizzare componenti e apparecchi elettrici rispondenti alla regola dell’arte ed in buono stato di conservazione;
•
a non fare uso di cavi giuntati o che presentino lesioni o abrasioni vistose;
•
ad accertarsi, prima di inserire una spina nel quadro prese, che la potenza dell’apparecchio utilizzatore sia compatibile con la sezione della conduttura che lo alimenta, anche in relazione ad altri apparecchi utilizzatori già collegati al quadro;
•
a chiedere l’autorizzazione prima di realizzare un collegamento fisso all’impianto di cantiere;
•
ad utilizzare prolunghe solo per brevi utilizzi temporanei.
Il responsabile dell’impresa utilizzatrice (firma e data) _____________________
È infine necessario che le persone preposte all’organizzazione informino gli operatori in merito: •
alle caratteristiche dell’impianto elettrico;
•
ai criteri di sicurezza da adottare per un utilizzo corretto dello stesso;
•
ai rischi correlati all’utilizzo dei componenti elettrici;
•
al divieto che un utente possa accedere alle morsettiere e realizzare derivazioni dai quadri esistenti senza autorizzazione.
Quando si procede ad attività di trasformazioni di edifici esistenti, siano o meno in stato di attività, il titolare di detti locali deve fornire informazioni minime in merito ai rischi ambientali, e tra queste: •
informazioni relative alla presenza di impianti (o linee) elettrici attivi;
•
presenza di ambienti a maggior rischio di incendio o con pericolo di esplosione;
•
l’utilizzabilità o meno degli impianti esistenti.
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ANALISI CONDIZIONI DI CANTIERE
La precarietà degli impianti di cantiere e le pesanti condizioni ambientali concorrono ad elevare il rischio: l’analisi delle condizioni deve quindi mirare ad evidenziare le soluzioni più adatte. 3.1
Durata
L’impianto di cantiere è per sua natura temporaneo, ma è evidente che la durata comporta un utilizzo più o meno intenso. Ne consegue che, in un cantiere per il quale si prevede una lunga durata, l’impianto debba essere progettato con maggior funzionalità rispetto ad uno per breve durata. Una lunga durata del cantiere consiglia inoltre una revisione periodica documentata dell’impianto stesso. 3.2
Dimensione
Richiedono attenzione le cadute di tensione quando le distanze si avvicinano al centinaio di metri. Inoltre, se alla dimensione si affianca un’intensa attività, può essere necessario prevedere più quadri di distribuzione. Quanto affermato vale anche per lo sviluppo verticale. 3.3
Condizioni climatiche
Un cantiere è soggetto ai cambiamenti delle condizioni climatiche, quindi l’impianto elettrico deve sopportare intemperie e temperature variabili con la stagione. 3.4
Rischio d’urto
È legato alla movimentazione di materiali e di mezzi di cantiere. Per far fronte a questi rischi il progettista deve studiare le ubicazioni più adatte per linee e quadri e, se necessario, deve prevedere apposite barriere protettive. 3.5
Polveri ed acqua
Le polveri concorrono a richiedere elevati gradi di protezione per le custodie; inoltre, se la presenza di polveri è localizzata, è bene che i quadri siano ubicati ad opportuna distanza da tali zone. Oltre alla pioggia possono essere presenti acque di lavaggio, di risorgiva negli scavi o inondazioni. Come per le polveri il rischio d’acqua condiziona la scelta delle custodie e il posizionamento dei quadri. 3.6
Presenza di persone
I cantieri, sono luoghi che in alcuni periodi si affollano di personale con esigenza di utilizzare energia elettrica, ma spesso senza esperienza né di impiantistica, né delle particolarità dell’impianto presente. La progettazione dell’impianto deve tenere conto di questi aspetti. 3.7
Accessibilità al potenziale di terra
In alcune lavorazioni ricorrono gli estremi di locali conduttori ristretti. 4/21
In questi casi le attrezzature elettriche devono essere di tipo conforme alle particolari prescrizioni normative. 3.8
Presenza di linee aeree o interrate di cantiere
In tutti i cantieri sono presenti linee elettriche e la circolazione di mezzi meccanici, la possibilità di realizzare scavi o sbancamenti, il semplice ribaltamento di un cassone, possono provocare contatti accidentali con le linee. È quindi evidente l’importanza che il piano di posa delle linee sia realizzato tenendo ben presente le esigenze di attività del cantiere e, ove possibile, posandole sui lati periferici del cantiere stesso. Una copia del piano di posa delle linee (soprattutto se interrate) dovrebbe essere consegnato al capocantiere. 3.9
Presenza di impianti elettrici attivi
Nei cantieri di ristrutturazione è frequente la presenza di impianti elettrici estranei all’attività del cantiere. È evidente che questi possono rappresentare un pericolo e, se non emergono particolari esigenze d’utilizzo, si deve provvedere al sezionamento di queste parti di impianto. Qualora le esigenze produttive del committente richiedano la permanenza in servizio degl’impianti nell’area di cantiere, si deve valutare la compatibilità di detti impianti con le condizioni del cantiere (acqua, polveri, mezzi meccanici in movimento ecc.) e si devono anche studiare le misure comportamentali per le maestranze e le eventuali protezioni meccaniche da applicare agli impianti. 3.10 Ambienti con maggior rischio in caso di incendio o rischio di esplosione Nelle usuali attività di cantiere il rischio che l’impianto elettrico possa innescare incendi è abbastanza remoto. Ciò non toglie che in alcuni casi, in particolare nelle ristrutturazioni di edifici industriali o commerciali, possano presentarsi le caratteristiche di “ambienti a maggior rischio in caso di incendio” o di “ambienti con rischio d’esplosione”. In questi casi l’impianto di cantiere deve adattarsi alle specifiche riportate nelle rispettive norme CEI. 3.11 Distanze di sicurezza da linee elettriche Non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza minore di 5 m, a meno che, previa segnalazione all’esercente delle linee, non si provveda ad un’adeguata protezione atta ad evitare contatti accidentali o avvicinamenti ai conduttori delle linee stesse.
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4 4.1
PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA Protezione contro i contatti diretti
Le misure di protezione contro i contatti diretti possono essere ottenute mediante: •
l’isolamento delle parti attive;
•
l’utilizzo degli involucri o barriere.
Per i cantieri le misure di protezione mediante ostacoli, che proteggono solo da contatti accidentali con le parti attive, si possono adottare solo quando altre misure di protezione non possono essere utilizzate e comunque devono essere mantenute per un periodo di tempo limitato, previo accordo con il responsabile della sicurezza. 4.2
Protezione contro i contatti indiretti
4.2.1 Protezione mediante l’interruzione automatica dell’alimentazione La tensione di contatto deve essere limitata a 25V c.a. o a 60V c.c. È opportuno ricordare che il rispetto di tali valori può essere ottenuto: •
in un sistema TT, solo mediante l’utilizzo di interruttori differenziali;
•
in un sistema TN anche con l’impiego del solo interruttore magnetotermico, previa verifica dell’impedenza dell’anello di guasto e del tempo di intervento della protezione. L’impiego di un dispositivo differenziale nei sistemi TN è comunque garanzia di maggiore sicurezza.
4.2.2 Protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente Questa soluzione è generalmente impiegata nella costruzione degli apparecchi utilizzatori. Nei cantieri tale protezione può essere utilizzata per utensili portatili. Bisogna fare attenzione che questi apparecchi siano idonei per l’uso in luoghi soggetti a spruzzi d’acqua (IPX4). 4.2.3 Protezione per separazione elettrica (sistemi di piccola estensione) La sorgente di alimentazione del circuito deve essere un trasformatore di isolamento o una sorgente con caratteristiche di sicurezza equivalenti a quella del trasformatore di isolamento (ad esempio un piccolo gruppo elettrogeno). Se vengono alimentati più apparecchi utilizzatori le loro masse devono essere collegate con un conduttore equipotenziale (ma non alla terra, come nel sistema IT). Questa protezione può essere applicata a circuiti con prese a spina solo se ciascun apparecchio utilizzatore è alimentato da un trasformatore di isolamento separato. 4.3
Protezione combinata contro i contatti diretti e indiretti mediante circuiti a bassissima
tensione di sicurezza (SELV) Il sistema SELV può essere sempre utilizzato, ma, in particolare, è indispensabile quando le condizioni di lavoro risultano severe, come per l’alimentazione di utensili o lampade portatili nei luoghi conduttori ristretti. 4.4
Protezione contro le sovracorrenti
La protezione contro le sovracorrenti può essere ottenuta mediante interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente o mediante fusibili. 7/21
Nei cantieri non è ammesso utilizzare l’interruttore limitatore del fornitore di energia come protezione contro i cortocircuiti dalla linea di alimentazione al quadro generale. Deve essere previsto, all’origine dell’impianto, un quadro che comprenda i dispositivi di protezione principali. Il dispositivo di protezione contro le sovracorrenti deve avere caratteristica idonea alle condutture protette e nello stesso tempo consentire l’avviamento di motori con corrente di spunto elevata. In quest’ultimo caso è consigliabile l’uso di interruttori con soglia di intervento magnetico da 10 a 20 volte la loro corrente nominale. 4.4.1 Protezione contro i sovraccarichi Ogni circuito deve essere protetto contro i sovraccarichi con dispositivo incorporato nei quadri. E' fortemente consigliabile omettere la protezione contro i sovraccarichi nell’alimentazione di macchine di sollevamento. 4.4.2 Protezione contro il cortocircuito Il dispositivo di protezione deve avere un potere di interruzione almeno uguale alle corrente di cortocircuito presunta nel punto di consegna dell’energia elettrica, se non viene calcolato per il punto di utilizzazione. 4.5
Protezione differenziale
L’interruttore differenziale è un protezione addizionale nel caso di: •
contatto diretto a seguito del guasto di isolamento di un conduttore che non comporta l’interruzione automatica dell’alimentazione (danneggiamento meccanico senza cortocircuito);
•
contatto diretto per rottura degli apparecchi utilizzatori portatili o per negligenza del personale;
•
contatto indiretto causato dal guasto di isolamento di un apparecchio di classe I con massa non collegata a terra o per interruzione della continuità del conduttore di protezione.
4.6
Protezioni in luoghi conduttori ristretti
Sono luoghi ristretti quei luoghi limitati da superfici conduttrici, nei quali è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto. Esempi di luoghi conduttori ristretti presenti nei cantieri sono piccole cisterne metalliche, interno di tubazioni metalliche, cunicoli umidi, scavi ristretti nel terreno e tralicci. Il luogo conduttore ristretto può essere applicabile anche a situazioni in cui l’operatore è in ambiente ampio ma a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, per esempio lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche. Gli utensili portatili utilizzati in questi luoghi, devono essere alimentati a bassissima tensione di sicurezza (SELV) o devono essere protetti per separazione elettrica. Per le lampade portatili è ammessa solo la alimentazione a bassissima tensione di sicurezza (SELV). Sia il trasformatore di isolamento che il trasformatore di sicurezza dei sistemi SELV debbono essere tenuti all’esterno del luogo conduttore ristretto. 4.7
Dispositivi di sezionamento, protezione e comando
Deve essere previsto, all’origine di ogni impianto, un quadro che comprenda i dispositivi di sezionamento, di comando e di protezione principali. 8/21
Devono essere previsti uno o più dispositivi sul cavo di ingresso a ciascun quadro di alimentazione ed a ciascun quadro di distribuzione previsto. Un solo dispositivo può sezionare o comandare più circuiti, purché correttamente dimensionato per le condizioni di servizio. Il sezionamento può essere affidato ad interruttori, prese a spina, o altri dispositivi. I dispositivi di sezionamento debbono essere dotati di blocco in posizione di aperto, che può essere realizzato direttamente sulla manovra dell’apparecchio con chiave o lucchetto o essere collocato all’interno di un involucro chiudibile con chiave. 4.8
Arresto di emergenza
Non è richiesta l’installazione di dispositivi di arresto di emergenza sui quadri di serie per cantiere in quanto le apparecchiature che possono causare pericolo (gru, betoniere, sistemi di pompaggio, ecc.) ne devono essere già dotate come prevede la Direttiva Macchine.
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5
QUADRI PER CANTIERI ASC
5.1
Tipologie di quadri ASC
Quando si realizza un impianto di cantiere, questo va alimentato da un quadro generale di cantiere, anche se l’alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o se l’impianto di cantiere è composto da sole parti mobili. Per esigenze strutturali e di utilizzo si distinguono in: •
ASC trasportabili, quando destinati ad una postazione fissa, vengono rimossi e riposizionati solo dopo essere stati posti fuori tensione (fanno quindi parte dell’impianto fisso di cantiere).
•
ASC mobili, quando possono essere spostati senza essere messi fuori tensione.
Indipendentemente dalla funzione va ricordato che ogni ASC si compone di: •
unità di entrata che contiene un dispositivo di sezionamento (bloccabile in posizione di aperto) e un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti (che può essere omesso quando tale protezione sia assicurata dal quadro a monte).
•
unità di uscita con dispositivi di manovra con azionamento simultaneo dei contatti di fase, facilmente accessibili senza l’uso di chiavi o attrezzi, dispositivi di protezione contro le sovracorrenti, dispositivi di protezione contro i contatti diretti e indiretti.
5.2
Norme di riferimento
I quadri per la distribuzione nei cantieri debbono essere conformi alla Norma CEI EN 60439-4. I quadri elettrici installati in locali considerati locali di servizio del cantiere non sono considerati quadri per cantiere ma sono soggetti alle Norme CEI EN 60439-1, CEI EN 60439-3 o CEI 23-51 ed alle prescrizioni della Norma CEI 64-8 relative ai dispositivi di sezionamento e comando. La dichiarazione di conformità dei quadri va conservata sul posto di lavoro ed i dati caratteristici del quadro vanno menzionati nello schema unifilare dell’impianto elettrico da allegare alla dichiarazione di conformità, redatta dall’installatore dello stesso ai sensi del D.M. n. 37/2008. Nel caso venga installato un quadro che non risponda alla sopraccitata normativa, lo stesso va sottoposto a verifica insieme all’impianto elettrico del cantiere. Lo schema unifilare del quadro elettrico va, pertanto, integrato nello schema unifilare dell’impianto elettrico da allegare alla dichiarazione di conformità 37/08. 5.3
Prescrizioni normative particolari
Tenuto conto della particolare destinazione dei quadri, la norma impone le seguenti prescrizioni: •
il quadro deve essere adatto al posizionamento anche in luoghi impervi, mantenendo comunque la posizione verticale (fanno eccezione i quadri ad uso mobile);
•
le uscite cavi debbono avere una distanza minima dal suolo compatibile con il raggio di curvatura dei cavi allacciabili;
•
il quadro deve essere dotato di mezzi per sollevamento e trasporto;
•
i morsetti terminali debbono essere adatti a ripetuti allacciamenti;
•
il grado di protezione minimo richiesto verso l’esterno è IP44. Nel caso si preveda che l’impianto elettrico sia soggetto a getti d’acqua, il grado di protezione va aumentato almeno a 10/21
IP 55. Prevedendo condizioni ancora più gravose (ad esempio: la presenza di ristagni d’acqua), consultare le indicazioni contenute nel piano di sicurezza e coordinamento. 5.4
Quadri preesistenti
I quadri esistenti alla pubblicazione della Norma CEI 17-13 (11/1992) si ritengono adeguati ai fini della sicurezza e utilizzabili quando presentano almeno i seguenti requisiti: •
assenza di danneggiamenti meccanici dell’involucro tali da rendere il quadro insicuro;
•
componenti elettrici idonei, provvisti di marchio o altro tipo di certificazione, secondo quanto previsto dalla legge 791/77 (Direttiva 73/23). In particolare per le prese a spina vedere 6.2.
11/21
6
CAVI, PRESE A SPINA, AVVOLGICAVI E PROLUNGHE
6.1
Conduttori
I cavi utilizzati per la posa mobile vanno scelti fra quelli del tipo HO7 RN-F per l’alimentazione trifase o del tipo HO5 RN-F per l’alimentazione monofase o quelli con caratteristiche almeno equivalenti (FG70-K, A07 RN-F, H07 BQ-F, FROR 450/750, A05 RN-F, H05 VV-F, ecc.) Tali sigle sono facilmente visibili sul mantello isolante. Per gli utilizzatori elettrici alimentati con tensione 220 V e che possiedono la cosiddetta caratteristica del doppio isolamento (contraddistinta dal simbolo del doppio quadrato apposto dal produttore sulla carcassa), vanno utilizzati cavi d'alimentazione sprovvisti del conduttore di protezione e spine sprovviste del contatto di terra. 6.2
Prese a spina
Le prese a spina utilizzate in cantiere devono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego che si possono verificare durante l’uso, e quindi devono essere protette adeguatamente contro gli effetti dannosi dell’acqua ed avere adeguata resistenza meccanica. Nelle comuni condizioni di cantiere le prese a spina devono garantire un grado di protezione almeno IP44, sia con spina inserita che con spina disinserita, ed una resistenza meccanica a basse temperature. Queste prescrizioni fanno sì che le prese a spina debbano essere del tipo industriale, conformi alle norme EN 60309 (CEI 23-12), cioè certificate CEE 17. È ammesso l’uso di prese per uso domestico e similare (CEI 23-5, CEI 23-16, CEI 23-50) quando l’ambiente di lavoro non presenta particolari rischi di presenza di acqua, di polveri ed urti o per attività di breve durata o di finitura. È ammesso l’uso di adattatori per uso temporaneo. 6.3
Modalità di impiego delle prese a spina
Le prese a spina devono: •
essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento Idn < 30 mA se aventi corrente nominale non superiore a 32A, oppure;
•
essere alimentate da sorgenti SELV, oppure;
•
essere protette mediante separazione elettrica del circuito.
Qualora le prese a spina di tipo mobile vengano a trovarsi in punti di passaggio, debbono essere adeguatamente protette contro i danneggiamenti meccanici. Le prese a spina per i circuiti SELV non devono essere intercambiabili con altri tipi di prese a spina in uso nel cantiere. Le prese a spina mobili possono venire impiegate in condizioni diverse da quelle per le quali erano state progettate, e trovarsi così in contatto con pozzanghere o condizioni simili: per questo è preferibile siano realizzate con grado di protezione IP67; gradi di protezione inferiori sono ammessi, ma solo per ambienti e lavorazioni ove certamente non esistano particolari rischi di presenza di acqua o polveri. 12/21
Le connessioni per le prese a spina trifasi devono essere realizzate in modo da rispettare lo stesso ordine delle fasi. Nel caso le spine non entrino nelle prese installate nel quadro o in quelle fissate alle estremità delle prolunghe, non sostituire la spina originale, ma utilizzare gli specifici adattatori. Se le spine o i cavi d'alimentazione delle attrezzature o le prolunghe sono danneggiati: •
sospendere immediatamente le lavorazioni:
•
non riparare la parte danneggiata per nessun motivo (es. nastro isolante, ecc);
•
rivolgersi esclusivamente a personale specializzato per la sostituzione.
6.4
Avvolgicavo
Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alla Norma CEI EN 61316 e quindi avere almeno le seguenti caratteristiche: •
incorporare un protettore termico o di corrente che protegga il cavo da surriscaldamenti dannosi, sia con cavo avvolto che con cavo svolto;
•
il cavo deve essere di tipo H07RN-F con sezione minima di 2,5 mm2 per avvolgicavo da 16A, 6 mm2 per avvolgicavo da 32A, e 16 mm2 per avvolgicavo da 63A;
•
riportare il nome o marchio del costruttore, la tensione nominale, e le massime potenze prelevabili a cavo avvolto e/o a cavo svolto;
•
se equipaggiati con prese a spina (prolunghe), le prese debbono essere conformi a 6.2.
Questi elementi non sono componenti dell’impianto di cantiere, e non rientrano quindi nel progetto. Venendo usati in condizioni e cantieri diversi, non è possibile fissare una loro lunghezza massima. Bisogna tuttavia ricordare che la loro eccessiva lunghezza è sconsigliata perché può provocare forti cadute di tensione. A tal scopo si consiglia di consultare le tabelle disponibili in funzione della sezione e della corrente.
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7
ILLUMINAZIONE DI CANTIERE
Si distinguono tre tipi di illuminazione: fissa, trasportabile e portatile. 7.1
Impianti fissi di illuminazione
Devono avere le stesse caratteristiche degli impianti elettrici. In particolare si deve porre attenzione al grado di protezione, che in ambiente normale si consiglia IP 44, e al posizionamento degli apparecchi, che non deve risultare d’intralcio e deve essere possibilmente protetto contro gli urti. Si deve verificare che gli apparecchi di illuminazione non siano causa di abbagliamento. 7.2
Impianti di illuminazione trasportabili
Generalmente si utilizzano proiettori dotati di lampade alogene, installati su appositi sostegni. Questi apparecchi di illuminazione funzionano in posizione fissa e devono essere trasportati solo dopo aver disattivato l’alimentazione. Essendo comunque a portata di mano durante il loro funzionamento, le lampade devono essere protette. I cavi di alimentazione devono essere adatti alla posa mobile, quindi di tipo H07RN-F o equivalenti. A causa delle lavorazioni in corso essi possono risultare esposti a spruzzi, per cui si consiglia un grado di protezione minimo IP44. È inoltre consigliato che siano utilizzati apparecchi di illuminazione con isolamento di Classe II. 7.3
Lampade portatili
Le lampade portatili devono essere: •
conformi alla Norma CEI EN 60598-2-8;
•
dotate di impugnatura in materiale isolante;
•
completamente protette nelle parti in tensione, o che possono entrare in tensione;
•
dotate di protezione meccanica della lampadina;
•
avere grado di protezione IP44 al minimo;
•
alimentate a bassissima tensione di sicurezza SELV, se utilizzate in luoghi conduttori ristretti.
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8
IMPIANTO DI TERRA
8.1
Valore massimo della resistenza di terra
Il valore della resistenza di terra deve risultare coordinato con le protezioni, in funzione del sistema esercito, TT (= neutro e masse a terra), TN (= neutro a terra e masse al neutro) o IT = neutro isolato e masse a terra). 8.1.1 Sistema TT (fornitura BT) Per impianti alimentati da sistemi di I !categoria con modo di collegamento a terra di tipo TT, stabilito che per i cantieri la tensione di contatto limite convenzionale è 25V e considerata una protezione differenziale con soglia di intervento Idn, la resistenza dell’impianto R è:
dove: R = somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di terra Idn = corrente nominale (A) dell’interruttore differenziale. Pertanto va verificato che la resistenza di terra non sia maggiore di 833 Ω. Al fine di non superare la tensione di contatto di 25 V, gli interruttori differenziali che possiedono corrente d’intervento Idn = 300 mA possono proteggere circuiti a condizione che la resistenza di terra sia minore di 83 e che questi alimentino singoli utilizzatori elettrici fissi (ad esempio: la gru, l’impianto di betonaggio, ecc.) la cui corrente nominale sia superiore a 32 A. 8.1.2 Sistema TN (con tensione minore di 1kV) Per i circuiti terminali, deve essere rispettato il tempo di 0,2 s con tensione verso terra di 230V, mentre per i circuiti di distribuzione il tempo di intervento può raggiungere 5 s. Nota: per tensioni maggiori, vedere CEI 64-17. 8.2
Sistema IT
L’uso del sistema IT è sconsigliato, salvo il caso di piccoli generatori portatili. Qualora non sia disponibile l’alimentazione dall’Ente distributore il cantiere è alimentato da un gruppo elettrogeno: in tal caso si suggerisce di collegare a terra il centro stella del gruppo elettrogeno in modo da rendere il sistema di tipo TN o TT. 8.3
Dispersori
Per il miglioramento dell’equipotenzialità è consigliabile che i conduttori che collegano i dispersori siano realizzati in corda nuda, onde costituire essi stessi elementi del dispersore. La profondità di posa deve essere almeno 0,5 m dalla superficie calpestabile e gli elementi devono essere ricoperti con terra, argilla, humus, limo, bentonite e non con ghiaia di risulta del cantiere. Oltre agli elementi intenzionali del dispersore (picchetti ecc.) si ricordano altri esempi di realizzazione, come i ferri di armatura. È opportuno ricordare che quando si realizza un 15/21
collegamento ad un ferro di armatura, questo di preferenza deve avere un consistente sviluppo longitudinale poiché ciò aumenta la superficie di contatto tra ferro e calcestruzzo. Inoltre è bene che il ferro collegato sia inserito in profondità, sotto il piano di calpestio, onde risultare in aree di maggior presenza di umidità. 8.4
Collegamento a terra di manufatti metallici
Tutti i manufatti metallici di cantiere (recinzioni, ponteggi, tettoie, ecc.) che non siano né masse né masse estranee non devono essere collegati all’impianto di terra o equipotenziale (altrimenti aumenta il rischio, perchè possono veicolare tensioni dovute a guasti avvenuti altrove). Le tubazioni metalliche di acqua e gas che entrano nel cantiere dall’esterno sono masse estranee, perché possono introdurre un potenziale nell’area del cantiere o costituire, in ogni caso, un potenziale di terra ‘efficiente’ (cioè facilitano il passaggio di corrente attraverso una persona da una parte in tensione verso la ‘terra’). Non sono masse estranee i manufatti metallici che abbiano un valore di resistenza verso terra maggiore di 200 Ω, che sono cioè ‘isolati’ da terra e non ‘veicolano’ il potenziale di terra. Se, invece, le masse estranee hanno un valore di resistenza verso terra inferiore a 200 Ω devono essere collegate all’impianto equipotenziale del cantiere. Le strutture metalliche (ad esempio le baracche) devono essere collegate a terra quando sono suscettibili di diventare masse estranee (ad esempio se sono installati impianti elettrici all’interno o nelle immediate vicinanze oppure se vicino c’è una linea elettrica, specie se non è isolata) oppure quando è necessario realizzare l’equipotenzialità fra le diverse masse metalliche. I ponteggi metallici devono essere collegati all’impianto di terra, nel caso vengano considerati come elementi di captazione dell’impianto di protezione contro i fulmini. In questo caso vi deve essere una connessione all'impianto di terra almeno ogni 25 m di sviluppo del ponteggio o almeno ogni facciata del fabbricato. In tale maniera si realizza anche l’equipotenzialità fra le diverse masse metalliche come misura di prevenzione, quando si presume che sul ponteggio o nelle vicinanze siano utilizzate apparecchiature elettriche o quando vicino al ponteggio vi sia una linea elettrica. Il collegamento dei conduttori di terra al morsetto di terra, posto sulle carcasse degli utilizzatori elettrici (per esempio quelle dei quadri elettrici), permette la visibile connessione elettrica all’impianto di terra. Tale connessione è da realizzare prima dell’allacciamento all’alimentazione elettrica.
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PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
9.1
Generalità
La necessità di proteggere dai fulmini le strutture di cantiere deve essere sempre predeterminata tramite una valutazione del rischio di cui alle norme della serie CEI EN 62305 (CEI 81-10). Si devono preventivamente individuare tutte le strutture esistenti, ubicate sia nell’area interna operativa (esempio: tettoie, ponteggi, gru, strutture metalliche all’aperto in genere), sia nell’area esterna e non operativa (baracche adibite ad uffici, spogliatoi, mensa, tettoie depositi, ecc.). E’ poi necessario individuare tutte le strutture tra loro fisicamente separate e suddividerle in: •
strutture adibite a servizi di cantiere (baracche, tettoie depositi), da classificare secondo la destinazione d’uso in relazione al carico d’incendio;
•
strutture metalliche all’aperto (ponteggi, gru, tettoie), in quanto per queste viene previsto solo il rischio dovuto alle tensioni di passo.
La protezione intenzionale dai fulmini deve essere realizzata solo se necessario. Devono essere reputati superflui e non economici i collegamenti di terra intenzionali di strutture di cantiere già autoprotette dai fulmini. Nei casi eccezionali in cui, per ciascuna struttura indipendente di un cantiere edile (sia nell’area interna operativa che nell’area esterna di servizio), sia necessario installare un impianto intenzionale di protezione contro i fulmini, esso deve essere conforme a tutte le norme applicabili. In generale le strutture metalliche possono essere utilizzate come captatori e calate naturali, per cui sono necessari solo il dispersore ed i relativi collegamenti. 9.2
Baracca/tettoia
Si può affermare che tali strutture, anche se di grandi dimensioni, sono generalmente autoprotette dalle fulminazioni dirette. Nel caso di contemporanea presenza di persone in numero elevato o per un elevato periodo di tempo e di pavimentazione non isolante, la valutazione del rischio dovrebbe essere eseguita e potrebbe essere opportuno rendere il terreno circostante di tipo isolante. 9.3
Gru a torre/ponteggi
Le strutture metalliche all’aperto non sono soggette alla valutazione del rischio se valgono le due seguenti condizioni (in quanto si considerano autoprotette): •
non si prevedono persone in numero elevato o per un elevato periodo a meno di 5 m;
•
la resistività del suolo entro 5 m è uguale o superiore a ρ ≥ !5 kΩm.
Nel caso le strutture metalliche dei ponteggi, della gru edile, del silo per la malta premiscelata, ecc., siano utilizzate come captatori per l’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche, esse sono da collegare elettricamente all’impianto di messa terra, in modo da realizzare anche l'equipotenzialità fra le varie masse metalliche. Esse sono da sottoporre, conseguentemente, a verifica nel rispetto delle specifiche vigenti norme tecniche e di legge. 17/21
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GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
10.1
Premessa
Il D.M. 37/08 esclude dall’obbligo di redigere il progetto e di attestare il collaudo le installazioni per apparecchi domestici e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligo del rilascio della dichiarazione di conformità. Prima di iniziare i lavori dell’impianto di cantiere, il datore di lavoro dell’impresa esecutrice redige il Piano Operativo di Sicurezza e lo consegna al coordinatore della sicurezza in fase esecutiva. Almeno 10 giorni prima dell’effettivo inizio dei lavori, il datore di lavoro mette a disposizione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza il suddetto POS e il PSC. La successiva gestione dell’impianto può ricondursi alle seguenti fasi: •
verifiche iniziali prima della messa in esercizio.
•
supervisione e verifiche periodiche;
•
manutenzione, riparazioni e modifiche;
•
recuperi per fine utilizzo;
•
trasporti e immagazzinamento;
•
riparazione e verifica per riutilizzo.
Per la verifica di un impianto elettrico di cantiere le norme di riferimento sono il DPR n. 462/01, con la collegata direttiva del Ministero delle Attività Produttive del 11.03.2002, le norme CEI (in particolare CEI 64-17) o altre norme di buona tecnica. I documenti che attestano l’esecuzione delle verifiche di sicurezza di un impianto elettrico vanno conservati sul posto di lavoro ed esibiti a richiesta del personale ispettivo o trasmessi agli Uffici preposti alla vigilanza solo se espressamente richiesti. Nella norma CEI 64-14 sono pubblicati alcuni esempi di schede e moduli per protocollare l’esito delle verifiche e per la registrazione delle misure. 10.2
Messa in servizio oppure verifica iniziale dell’impianto elettrico
Per dimostrare di aver realizzato un impianto e di averne eseguito correttamente la verifica iniziale secondo le vigenti norme di buona tecnica, l’installatore rilascia la dichiarazione di conformità, redatta secondo lo schema del D.M. 37/08 (ex Legge 46/90), da conservare sul posto di lavoro. La messa in esercizio degli impianti di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro i fulmini non può essere effettuata prima del rilascio della dichiarazione di conformità. La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione dell'impianto 1.
1
Nella dichiarazione di conformità l’installatore dovrebbe specificare che “declina ogni responsabilità per sinistri a persone o cose derivanti dalla manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione o riparazione”. In caso di successive modifiche, pertanto, il committente deve conservare le relative dichiarazioni di conformità emesse dagli installatori (comprensive degli allegati obbligatori, in particolare lo schema elettrico unifilare dell'impianto aggiornato). 19/21
Alla dichiarazione l’installatore deve allegare lo schema dell’impianto, una descrizione dei materiali utilizzati, una copia dei requisiti tecnico-professionali (in particolare la visura della C.C.I.A.) e la documentazione che attesti l’effettuazione delle verifiche strumentali : •
degli interruttori automatici e differenziali,
•
della dispersione dell’impianto di messa a terra e dell’eventuale impianto di protezione contro le scariche atmosferiche. La semplice misura della resistenza di terra non rappresenta una verifica di sicurezza!
Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell'impianto, il datore di lavoro invia la dichiarazione di conformità all'ISPESL ed all'ASL o all'ARPA territorialmente competenti. La denuncia dell’impianto di terra deve essere fatta da ciascun datore di lavoro per le attrezzature fisse del cantiere, anche se queste fanno capo ad un impianto di terra unico. Nel caso l’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche non sia stato installato, bisogna conservare una relazione redatta da un tecnico abilitato, la quale specifichi che l’area del cantiere si può considerare autoprotetta contro i fulimini ai sensi della norma EN 62305/2 (CEI 81-10/2). 10.3 Sorveglianze Siccome l’impianto elettrico di cantiere è soggetto a gravose condizioni ambientali, a rapide mutazioni delle aree operative e alla presenza di utenti diversi e con scarsa conoscenza dell’impianto, è opportuno esercitare una supervisione giornaliera. In particolare il capocantiere (o un addetto alla sicurezza) deve verificare: •
la compatibilità delle attività in corso nel cantiere con la presenza dell’impianto elettrico, per esempio la compatibilità di scavi con la presenza di linee interrate, ecc.
•
il rispetto delle prescrizioni di sicurezza per gli eventuali ambienti particolari.
Si deve inoltre prendere in considerazione lo stato delle carcasse dei quadri, delle prese e dei conduttori, con particolare riferimento alle prolunghe, alle condutture a posa mobile e alla qualità delle attrezzature in relazione all’ambiente (ad esempio presenza d’acqua, ecc.). 10.4 Verifiche periodiche Nei cantieri di lunga durata si dovrebbero prevedere le seguenti verifiche semestrali: •
funzionamento degli organi di sezionamento e degli arresti di emergenza;
•
funzionamento delle protezioni differenziali;
•
integrità e tenuta delle custodie e dei pressacavi;
•
integrità delle guaine dei cavi con posa a vista, in particolare delle prolunghe;
•
continuità dei conduttori di protezione e dell’impianto di terra.
Vi sono poi le seguenti verifiche periodiche obbligatorie: •
Impianti di messa a terra e di protezione contro i fulmini, almeno ogni due anni o in caso di modifiche sostanziali e dove operano lavoratori subordinati/associati (DPR n. 462/2001). Deve essere effettuata da una Organismo abilitato. 20/21
•
In caso di usura, danneggiamento e modifiche dell'impianto. Per queste verifiche il committente si deve rivolgere a un tecnico esperto in impianti elettrici, a condizione che lo stesso operi secondo le indicazioni dei costruttori dei componenti elettrici e, preferibilmente, con criteri d’indipendenza rispetto a chi ha progettato, installato, modificato o mantenuto l’impianto.
10.5 Manutenzione, riparazione e modifica Deve essere eseguita solo da personale addestrato e, ove la modifica risulti consistente, è bene che venga riportata sugli elaborati di competenza, siano essi schemi di quadri elettrici o percorsi delle condutture. Un elemento spesso soggetto a modifiche è l’impianto di terra, che si sviluppa con il procedere delle costruzioni. 10.6 Riutilizzo di materiali Il riutilizzo di materiale, recuperato in modo corretto e ben conservato, non richiede particolari attenzioni. È comunque doveroso che prima del riutilizzo si effettuino accurati controlli a vista e che, in caso di dubbi, si proceda a controlli strumentali. Queste operazioni richiedono perizia ed esperienza, e sono quindi destinate a personale addestrato. Per i cavi è opportuno verificare lo stato delle guaine, cercando abrasioni o deformazioni (che potrebbero rivelare la presenza di rotture interne). In caso di giunzioni si deve valutare la possibilità di riutilizzare il cavo solo nel tratto integro, altrimenti ci si deve assicurare che la giunzione sia esteriormente ben eseguita e conservata. Per le prolunghe si deve controllare, oltre al cavo, l’efficienza dei pressacavi e lo stato di conservazione delle spine e delle prese. Per i quadri elettrici si devono controllare lo stato di conservazione delle custodie, la pulizia e l’integrità al loro interno, il serraggio dei morsetti, lo stato degli organi di comando e di protezione, la presenza dei dati di targa. È evidente che qualora vi siano evidenti stati di degrado, muffe, componenti arrugginiti o meccanicamente danneggiati, si deve procedere ad una più attenta revisione, con eventuali sostituzioni e verifiche strumentali.
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