Anno 13 Numero 1
Siamo giunti al tredicesimo anno di pubblicazione. Molti di voi ci conoscono già; per i nuovi arrivati riportiamo le motivazioni che sono alla base della pubblicazione di un giornalino della scuola. Due gli scopi principali: ⇒ pubblicizzare significativi lavori e particolari esperienze degli alunni ⇒ creare comunicazione tra classe e classe ed anche tra scuola e famiglie. Una comunicazione da farsi subito potrebbe ad esempio essere il grazie che vogliamo dire a coloro che hanno organizzato i mercatini (creando manufatti o rendendosi disponibili alla vendita) e a coloro che hanno realizzato gli addobbi natalizi della scuola, donandoci la sorpresa di vederla trasformata quando lunedì scorso siamo tornati a scuola dopo i giorni di vacanza! In modo molto semplice e spontaneo le classi, i gruppi, i singoli bambini, gli insegnanti usano dunque queste pagine per far sentire la loro voce dentro e fuori la scuola. Ci piacerebbe che anche i genitori e tutti quanti lo desiderano ci facessero avere loro scritti. Restiamo quindi in attesa! Il giornalino è anche occasione per raccogliere qualche soldino destinato alla copertura delle spese per la carta e la stampa del giornalino stesso e al parziale mantenimento del laboratorio di informatica: dai piccoli acquisti (recentemente ad esempio abbiamo cambiato alcuni mouse non funzionanti) alle grosse spese (quando acquistiamo le cartucce delle stampanti che ci costano una... “fucilata”) Un’ultima comunicazione: potete trovare il giornalino anche nelle pagine del nostro sito dedicate ai progetti del plesso di Trobaso. Buona lettura
Il nostro alb ero di Nata le
È quasi Natale. Pensavamo quindi di mettere in copertina un’immagine natalizia: un bell’albero di Natale, ad esempio! Poi c’è capitato tra le mani un disegno degli alunni di quinta (vedi articolo a pag. 28). Il disegno raffigura proprio un albero. È un albero del parco giochi, ma non ha nessun addobbo, o meglio: attorno a lui, ai suoi piedi, ai piedi delle panchine ci sono tanti addobbi, ma non sono addobbi che lo abbelliscono, anzi lo imbruttiscono poiché si tratta di spazzatura: dai mozziconi delle sigarette alle carte delle merendine, dalle bottigliette di plastica ai rimasugli di cibo. Non possiamo far finta di niente: questa spazzatura non piove dal cielo, l’abbiamo lasciata noi tutti. E allora torniamo al Natale; eccolo il regalo che potremmo farci a vicenda, cominciando dalle piccole cose: quando terminiamo di fumare la sigaretta, quando terminiamo di mangiare la merenda, quando vogliamo liberarci del chewingum a lungo masticato… andiamo a cercare un cestino della spazzatura.
Buon Natale SOMMARIO Esperienze in classe
1 Giochi, passatempi...
A scuola nell’ambiente
24 Dalla redazione
Indagini, statistiche...
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E’ gradito un libero contributo per le spese di stampa
La scuola in tasca
dicembre 2011
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Esperienze
in
classe
I bambini si presentano...
FILASTROCCA DEI PRIMI GIORNI Siamo i bambini del primo piano, seduti in cerchio ci presentiamo. In trenta siamo allegri monelli, ma soprattutto siam molto belli. La prima classe abbiamo iniziato sotto lo sguardo un po’ emozionato di tante mamme e molti papà.
E con l’aiuto di tutti quanti diventeremo davvero grandi questo è l’augurio che ci facciamo, ma da voi tutti vogliamo una mano.
Ma state certi noi siamo pronti per camminare e grandi abbastanza per continuare questo percorso che ci porterà fino alla quinta e molto più in là.
E, se avete voglia ancora d’ascoltare, ora vi vogliamo raccontare perché qui è importante venire W la scuola! State a sentire…
La scuola mi piace perché…
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Le palline riciclate e la risposta ai nanetti -classi secondeCiao a tutti, siamo i bambini della 2a B della scuola elementare “Vittorio Bachelet” di Trobaso. A settembre, all'inizio dell'anno scolastico, abbiamo ricevuto una lettera dei “cugini dei nanetti” che ci hanno raccontato la loro storia e di come sono stati bravi a ripulire il bosco dai rifiuti, che la malefica regina Immonda aveva sporcato. Ci hanno anche invitati a rispettare l'ambiente, a fare la raccolta differenziata e a riciclare tutto quello che può essere riutilizzato. Bene... con questo breve articolo noi volevamo rispondere e far saper loro che durante l'intervallo stiamo attenti a buttare separatamente la plastica, la carta e le bucce dei frutti delle nostre merende. Ma non è tutto. Quest'anno abbiamo avuto l'occasione di riutilizzare delle bottigliette vuote di plastica per preparare dei lavoretti. Stiamo preparando infatti, con gli insegnanti, delle palline fatte con i fondi di due bottiglie, unite, decorate con pennarelli e avvolti con dei nastrini colorati e riciclati. L'albero verrà addobbato in Piazza Parri a Trobaso il 18 dicembre ma, essendo molto grande, hanno collaborato anche i bambini delle altre classi. Per l'occasione, ci sarà una piccola festicciola. Noi siamo molto contenti di tutto questo, speriamo lo siate anche voi... Ah! Cogliamo questa occasione per ricordare a tutti quanto sia importante rispettare e mantenere pulito il mondo in cui viviamo. Un caro saluto e un augurio di Buone Feste a tutti dalla classe 2a B.
Cari nanetti, siamo i bambini della classe 2a A. Abbiamo letto la vostra lettera e ci siamo sentiti importanti. Abbiamo capito ancora di più che bisogna tenere pulito l’ambiente in cui viviamo. Noi abbiamo imparato a tenere pulita la nostra aula e, in cortile o al parco, non buttiamo niente per terra. Se c’è carta in giro, la raccogliamo. Dividiamo, inoltre, i nostri rifiuti in quattro contenitori diversi: carta, plastica, organico e nero. Un bacino da parte nostra I bambini della classe 2a A
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Giochiamo con i nostri nomi in rima -classi seconde-
Io mi chiamo Giulio Russo Alesi E parlo con gli inglesi Io mi chiamo Lara Vallone E mi piace giocare con il pallone Io mi chiamo Miriam Rubino E gioco con il tino Io mi chiamo Stella E mi piace farmi bella Io mi chiamo Rizzo E compro il pizzo Io mi chiamo Matteo Ma non sono Mago Teo. Io mi chiamo Mirco Radaelli E coloro con i pennarelli Io mi chiamo Alessandro E dipingo un quadro Io mi chiamo Desireè E chiedo sempre perché Io mi chiamo Andrea Lami E mi piace giocare con i rami Io mi chiamo Martignoni Matteo E mi piace Mago Teo Io mi chiamo Giorgia Sofia E mi piace geografia L’orso di fagioli è ghiotto Poi fa il botto Io mi chiamo Matilde Ribecchi E disegno tanti becchi Io mi chiamo Cirillo E colpisco un birillo
Alcune filastrocche…. In cantiere La gru si muove verso il tetto E sta sotto l’architetto La ruspa si muove Con la benna aperta E l’architetta Roberta È andata a comprare la coperta Io mi chiamo Riccardo E gioco a bigliardo Io mi chiamo Garoni E ho tanti palloni Io gioco con gli amici E a volte vediamo le fenici. Io mi chiamo Roberta E sto sotto la coperta Io mi chiamo Prina E sono una ballerina Lilla ho i capelli E sopra due cappelli. Io mi chiamo Elisa E abito sopra la torre di Pisa. Io sono Caterina E vado in piscina. Io sono un coniglio E sto vicino al tiglio. Io mi chiamo Camilla E ho la gonna lilla Lilla ho i capelli E non amo gli ombrelli Io sono Alessandro E mi muovo come un ladro. Io sono un ravanello E mi piace stare sotto l’ombrello. Io sono un pompiere E lavoro in un cantiere
Io mi chiamo Anita E disegno con la matita
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Lavori natalizi
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Come ogni anno, in questo periodo ci dedichiamo ai lavoretti natalizi, collaborando con la SOMS, per abbellire la città e, con il Comitato dei genitori, per il mercatino di Natale che si terrà ad Intra. Noi di classe 2a A abbiamo preparato le palline per addobbare l’albero di piazza Parri, adoperando i fondi delle bottiglie di plastica. Ecco come abbiamo fatto: le maestre hanno ritagliato il fondo delle bottiglie di plastica colorate, hanno poi fatto quattro taglietti sui bordi dei fondi, per poterli incastrare con gli altri dello stesso colore, creando così delle palline. Le abbiamo fissate con lo scotch, e poi le abbiamo decorate con i pennarelli indelebili colorati. Le abbiamo, poi, rifinite con i nastri di colori diversi. Per il mercatino di Natale, le maestre hanno comperato delle palline di plexiglas e noi le abbiamo decorate con la tecnica del decoupage e del puntinismo con le tempere e i brillantini. Abbiamo poi messo insieme le mezze palline e, nel punto d’unione, abbiamo incollato dei nastrini colorati. Ora le palline sono pronte per essere vendute.
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Fare il vino in classe
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Dopo aver osservato, durante un’uscita, la vite e le procedure per fare il vino, abbiamo provato a farlo in classe. Abbiamo portato l’uva in classe e l’abbiamo messa in un grosso contenitore. Ognuno di noi l’ ha schiacciata con le mani. L’abbiamo poi lasciata riposare, coprendo il contenitore con uno strofinaccio. Dopo qualche ora, abbiamo notato che aumentava e bolliva. Era iniziata la fermentazione. Allora ogni tanto schiacciavamo il mosto con un mestolo, per evitare che uscisse fuori dalla pentola. Sono passati così sette giorni. Era così arrivato il momento di filtrare il vino e versarlo in una damigiana. Sul fondo del contenitore sono rimaste le vinacce. Poiché non avevamo il torchio, le abbiamo di nuovo schiacciate con le mani ottenendo così altro vino. Anche questo lo abbiamo versato nella damigiana. Dopo qualche giorno lo abbiamo imbottigliato e portato a casa nostra per farlo assaggiare ai nostri genitori.
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La castagnata
Domenica 23 ottobre siamo andati all’alpe Ompio a cercare castagne, accompagnati da genitori e insegnanti; di castagne, però, nel bosco ne abbiamo trovate poche così si è dovuto comprarle.
Il 27 ottobre alcuni genitori si sono ritrovati dietro all’oratorio per tagliare le castagne mentre il maestro Andrea e il nonno di Stefania le hanno cot-
te sul fuoco dentro ad una grossa pentola bucata. Noi alunni di terza A e B siamo andati a vedere e, una volta cotte, abbiamo portato a scuola le caldarroste che i genitori avevano
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messo dentro a delle cassette per distribuirle in tutte le classi;
infine anche noi le ab-
biamo mangiate! La castagnata è stata bella perché… ci siamo divertiti tantissimo ma, soprattutto, abbiamo fatto tante cose insieme: raccogliere castagne,distribuirle a tutti i bambini e mangiarle con i compagni!
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Le castagne, incontro con Guido -classi terze-
Incontro con Guido Canetta del 21 ottobre
Dopo un’indagine tra gli alunni, i cui risultati si raccolgono in un grafico, si osserva che: oggi sono pochi quelli che mangiano spesso le castagne e tra questi nessuno le mangia al mattino a colazione o a pranzo, pochi a cena la sera. La maggior parte le ha mangiate a merenda non al posto di un piatto di risotto o di carne ma come un dolce, come qualcosa che si può mangiare, ma di cui se ne può anche fare a meno. Una volta le castagne erano una cosa completamente diversa,erano alla base dell’alimentazione: ascoltando il racconto di Plinio Martini sull’alimentazione di un tempo, scopriamo che si mangiava tanta polenta, carne solo quando una bestia in estate cadeva giù in un burrone e quindi si doveva consumarne in fretta la carne perché era impossibile conservarla, un bicchier di vino solo in occasione delle veglie per un morto. In autunno, racconta Martini, c’erano le castagne. Per tre mesi ottobre, novembre e dicembre si mangiavano a colazione a desinare (pranzo) e a cena. Se la nostra inchiesta l’avessimo fatta nel passato al tempo di Plinio Martini, tutti i compagni di scuola avrebbero fatto la crocetta nella colonna che riporta “più di sedici volte” perché le mangiavano le tre volte al giorno. Racconta il maestro Guido che sua mamma, quando era piccola, si svegliava al mattino perché sentiva il profumo delle caldarroste
che saliva dalla cucina fino in camera. In questa stagione, infatti, suo papà preparava una biscarola (pentola di castagne) e quando scendeva, mangiava per colazione una scodella con latte e castagne; poi, magari, le mangiava anche al ritorno da scuola a mezzogiorno e anche la sera. Perciò le castagne che noi oggi mangiano come dolce, giusto per il gusto di assaggiare un dono autunnale del bosco, in passato rappresentavano una fonte di nutrimento fondamentale per le popolazioni di montagna. Oggi noi le castagne le raccogliamo liberamente nei boschi perché sono di tutti: un tempo erano del padrone della pianta perciò se qualcuno andava a raccoglierle sotto a una pianta non sua e arrivava il padrone , veniva scacciato. I ragazzi che si cimentavano in queste “birbate”, mentre scappavano erano soliti dire: ”La castegna la ga cua, chi la trova l’è sua!" ma non era vero. Una volta, per raccogliere le castagne, il montanaro indossava un cappellaccio, una giacca un po’ pesante e, se li aveva, un paio di vecchi guanti e quando era il momento giusto, circa agli inizi di ottobre, con la scala e con pertiche di legno di bambù o nocciolo andava sotto la sua pianta; appoggiava la scala all'albero, vi saliva e poi con le pertiche di legno batteva i rami del castagno così i ricci già aperti cascavano e facevano uscire le castagne, mentre quelli chiusi conservavano gelosamente all'interno il dolce frutto. La battitura era fatta quando le castagne non erano ancora completamente mature e la maggior parte dei ricci era ancora chiusa. Si vestiva così per ripararsi dai ricci. Una volta a terra i ricci dovevano Esperienze in classe
essere raccolti e per non pungersi usavano un attrezzo simile a delle pinze in dialetto chiamate giua. I ricci raccolti con la giua erano messi in un cesto (cavagn). I bambini usavano delle giue costruite in modo più semplice usando un ramo di castagno a V tipo fionda che richiedevano però un maggior sforzo. Dopo aver raccolto i ricci, riempivano i gerli, li portavano sotto una pianta oppure nei cortili vicino a casa e ne facevano dei mucchi: queste ricciaie potevano essere alte anche un paio di metri. Le coprivano poi con rami e felci e le lasciavano lì. Le castagne dentro i ricci maturavano meglio, diventavano un po’ più zuccherine, ma soprattutto si conservavano meglio, non facevano il verme e, mantenendo l’umidità, andavano bene per fare le caldarroste. Passato un mesetto, si poteva iniziare ad usare le castagne. Questo lavoro veniva fatto dalle donne: arrivavano con il cesto o il gerlo, scoprivano la ricciaia, con “ul restrel” tiravano
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via un po’ di ricci e poi cominciavano a picchiare i ricci con la parte opposta ai denti del rastrello per non rovinare le castagne. Già battendoli così, dai ricci uscivano le castagne. Per completare il lavoro però, utilizzavano una specie di zappetta di legno, detta spisuca (da spisà che significa aprire i ricci) e tiravano fuori le castagne. I ricci, dopo essere rimasti a lungo ammucchiati, a vederli facevano anche un po’ senso perché sembravano un po’ “marciotti” con la muffa, ma le castagne che ne uscivano erano Esperienze in classe sane, brillanti e ben ma-
ture: riempivano il cesto e avevano la dose per fare le caldarroste. Dopo qualche giorno si ripeteva la stessa operazione per avere ancora castagne fresche per tre o quattro giorni e così via fino a Natale. Se le castagne che cadevano dalla pianta non erano più nel riccio, per conservarle le facevano seccare ne la ca’ dla gra ,casette o piccole cascine con una specie di soppalco fatto di travi su cui era appoggiato un intreccio di rami di nocciolo o listelli sagomati con una porticina che dava all’esterno da cui le donne salivano col gerlo, versavano le castagne su questa specie di griglia e le spandevano bene con il rastrello. Al centro della piccola cascina c’erano quattro sassi che facevano da bordo e lì accendevano un fuoco usando anche i vecchi ceppi perché più che calore, doveva fare fumo che, salendo attraverso le fessure della” gra” seccava e si affumicava le castagne che così non erano attaccate da vermetti o farfalle. Ogni tanto le donne smuovevano con il rastrello le castagne in modo che quelle sotto ormai secche, lasciassero il posto a quelle meno secche che stavano sopra. Dopo alcuni giorni quelle castagne erano pronte per essere conservate. Le donne aprivano una botola posta nel soffitto, con il rastrello spingevano le castagne verso la botola e mettevano sotto il gerlo o il cesto per raccogliere le castagne che cascavano giù. Le castagne secche si facevano bollire, oppure si portavano al mulino per farle macinare ed ottenere così una farina dolce che veniva usata per preparare il, “castagnaccio” una specie di pane dolce. Per essere macinate, però, le castagne dovevano prima essere sbucciate: le donne mettevano un po’ di castagne in un sacco di iuta e a turno lo battevano su di un ceppo di legno o su un basel (gradino, scalino) oppure gli uomini pestavano le castagne
usando una specie di martello col manico ricurvo e la testa a forma di disco dando un colpo con la destra e uno con la sinistra: noi abbiamo battuto il sacco usando un bastone. Per portare le castagne bianche al mulino, bisognava separare la buccia dalla polpa. Per fare questa operazione si mettevano un po’ di castagne in una specie di cesto piatto detto val (da vagliare che vuol dire separare, setacciare) e poi impugnandolo per le maniglie lo agitavano con dei rapidi colpi di polso un po’ in un verso,un po’ nell’altro in modo che le bucce si spostassero davanti e cadessero per terra,mentre le castagne rimanevano in fondo nel cesto. Le donne si mettevano in un punto dove c’era magari un po’di arietta, così che il vento potesse portar via la polvere e i pezzetti di buccia, mentre la polpa bianca,rimaneva nel val. Le donne stavano molto attente a non sbriciolare le castagne affinché non andassero perse. Le castagne bianche, in dialetto i mac o si facevano lessare e si mangiavano magari con un pizzico di zucchero, oppure venivano conservate in sacchetti fatti con la federa del cuscino, in dialetto chiamati fudreta, tenute al riparo dai topi. Così quando nelle lunghe sere invernali si voleva gustare un piatto di castagne lessate, si apriva una fudreta, si tiravano fuori due o tre manciate di castagne bianche, si lessavano e si mangiavano col latte. Poiché non sempre ci si poteva permettere di comprare lo zucchero, per addolcirle si usava il miele prodotto, magari, dalle api dei propri alveari. Delle castagne non si buttava via niente. Il liquido ottenuto dalla bollitura delle bucce veniva usato per tingere le reti nuove dei pescatori, le matasse di lana grezza ottenute dalla tosatura delle pecore, per accendere il fuoco o per concime. Le castagne brutte pestate e ridotte in briciole venivano date da mangiare alle galline e ai conigli.
Aneddoto sul rastrello. 13 Si racconta che tanto tempo fa, una ragazza di un paese della Valle Intrasca era andata a Milano a fare la cameriera e quindi si sentiva ormai una cittadina. Tornando al suo paese fa un po’ la smorfiosa: -Io non sono come le ragazze di qui che vanno in giro scalze e vestite male. Io, ormai, sono diventata una cittadina- e si dà un sacco di arie. Si era nel tempo del fieno e lei va a dare una mano ai suoi genitori stando ben attenta a non sporcarsi e a non sudare. Come se avesse addirittura dimenticato il proprio dialetto, ogni tanto chiede: - Ma come si chiama quell’attrezzo là? Come si chiama questo, come si chiama quello? Io, ormai sono una cittadina e non ricordo più il dialetto! I paesani la prendevano un po’ in giro e dicevano: -Questa qua solo perché è andata a Milano in piazza Duomo, si crede chissà chi! Stavano rastrellando il fieno e c’era un rastrello per terra. La ragazza, mentre chiacchiera e cammina non si accorge del rastrello, ci mette sopra un piede e il manico le finisce sul naso. A questo punto la “cittadina” esclama: - Oh vaca d’una restigula! - Ah! Ah! Ah! -risero i compaesani -adesso te lo ricordi il nostro dialetto! Restigula è il nome poco noto del manico del rastrello in dialetto.
Procedura per costruire la” giua “(pinza per prendere i ricci) Prendere un germoglio verde e giovane di castagno (polloni) dividere a metà il legno usando un coltello a forma di falcetto assottigliare il legno nel mezzo incurvarlo facendo leva sul ginocchio oppure sul bordo di una sedia bloccare il legno curvato con una cordicella fissata circa a metà dei lati
Esperienze in classe
14 La convenzione dei diritti dell’infanzia
-classi terze-
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia è nata il 20 novem bre del 1989. Qualche settimana fa quindi ha com piuto 22 anni. Per festeggiarla noi abbiam o letto alcuni dei suoi 54 articoli, li abbiamo illustrati con una serie di disegni ed infine abbiam o realizzato (o m eglio: stiamo realizzando! ) una serie di presentazioni. Vi invitiam o a guardare alcune di queste presentazioni nelle pagine del sito della nostra scuola; la strada è sem plice: ci si collega al sito (www.quartocircolo.vb.it), si accede alle pagine della nostra scuola (sedi e poi scuola “Bachelet”), si accede infine alla pagina dei progetti e qui si trovano i collegam enti alle nostre presentazioni. PS: intanto che siete nel sito potete sfogliare anche il calendario d’Avvento (trovate il collegamento già nella prima pagina del sito)
Spazio alla fantasia...
AUTUNNO In autunno le foglie diventan gialle e volano come delle farfalle. Nei boschi sulle montagne si raccolgono le castagne. Per stare al calduccio si aggiunge una coperta al lettuccio. L’aria è più frizzantina non basta più la copertina Non basta più la camicina ad Halloween si fa festa con la zucca in testa.
ie ...poes OTTOBRE Le foglie s’indorano. Coglieremo tra le foglie le castagne mature. Quando l’autunno arriverà una coperta pesante si metterà. Con un vestito pesante ci si scalderà in un istante. Halloween dolcetti e scherzetti, fantasia, questa è poesia! AUTUNNO In autunno castagne avrai se in montagna tu andrai. Ad Halloween la strega userà la sega. Se caldo a letto vuoi star, una coperta in più devi usar. Se freddo avrai il cappotto metterai. Le foglie diventan gialle, i boschi si tingono di mille colori, come i quadri dei pittori.
Manuela
Emanuel
OTTOBRE In autunno le foglie cambian colore, un povero si mette a cuocer caldarroste. Coperte pesanti comincian in autunno costume e bermuda non vanno più bene Se la paura si espande siamo vicini ad Halloween. Questo è l’autunno!
Esperienze in classe
-classi terze-
Matteo
OTTOBRE Diventan gialle le foglie, gira la polenta la moglie, più pesanti sono i vestiti, i bambini giocan coi Gormiti, Di Halloween c’è la festa che fa venire il mal di testa; il bimbo è febbricitante e si mette una coperta più pesante.
Enrico
Marco
OTTOBRE Le foglie diventano gialle somigliano alle farfalle. I bambini raccolgono tante castagne e se si pungono non fanno lagne Sui lettini coperte pesanti sono spuntate per non avere le mani congelate Vestiti leggeri e pantaloncini lasciano spazio a felpe e giubbini Ma la cosa più bella di questo mese si mangiano dolci e non si bada a spese. Di Halloween è la festa, cosa volete? Mangiar minestra!
Lorenzo
Il cane e il gatto nella lotta di uno strano amore
e fu me tti
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Il gatto e il topo furbo
Cagnolini innamorati
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Il granoturco (o mais)
-classi terze-
Il mais è una pianta erbacea annuale dal fusto grosso e diritto, nodoso e pieno di un midollo spugnoso; a ogni nodo si inserisce una grande foglia, lunga, larga e appuntita, la cui parte basale avvolge il fusto. In cima al fusto vi è un pennacchio, formato da tante spighette contenenti ciascuna due fiorellini. Lungo il fusto in corrispondenza dei nodi, si formano le pannocchie formate da tanti chicchi disposti in file regolari e parallele attaccati ad un asse centrale ingrossato e legnoso all’esterno, spugnoso all’interno, detto tutolo. La pannocchia, più o meno grossa, cilindrica o conica, è avvolta e protetta da numerose guaine simili a foglie dette volgarmente cartocci, da cui sporgono le barbe, formate da tanti lunghi stili filamentosi . I chicchi, tondeggianti o appiattiti, sono di solito di colore giallo più o meno intenso, ma possono anche essere bianchi, rossi, violacei o quasi neri; spesso una stessa pannocchia porta chicchi di colore diverso. Le piante del mais sono di tante varietà e possono essere alte da circa mezzo metro, fino a tre metri.
CURIOSITÀ L’ORO DELL’AGRICOLTORE
I chicchi di granoturco ridotti in farina, servono per fare la polenta, alimento molto diffuso in Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali; con la farina del mais si fanno dolciumi e alimenti dietetici. Dal germe del mais, ricco di grassi, si ricava un olio usato per fare saponi, vernici e se ben raffinato, olio per l’alimentazione. Stocchi, foglie e pannocchie, quando i chicchi sono ancora teneri, costituiscono un ottimo alimento per il bestiame. E’ difficile immaginare quanto rapidamente crescono i fusti di granoturco. Nel corso di una sola notte calda e umida possono crescere di tanti centimetri quanti ne corrono tra il tuo mento e la cima della tua testa. Di notte se ti fermi in un campo di granoturco, puoi letteralmente udire i gambi che crescono: emettono leggeri suoni scoppiettanti e crepitanti.
IL MATER-BI
Con l’amido di mais si possono preparare prodotti che oggi si fanno con la plastica: piatti e bicchieri di carta, o con il polistirolo (vaschette per la frutta e verdura) con la grande differenza che poiché si scioglie facilmente nell’acqua (biodegradabili) non inquina l’ambiente. Questo nuovo materiale ecologico si chiama MATER-bi che vuol dire materiale biologico.
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Dall’uva al vino
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Buongiorno a tutti... ...noi di classe quarta, in questi mesi del nuovo anno scolastico, in occasione della “Giornata mondiale di ringraziamento per i frutti della terra”, (11 novembre) abbiamo lavorato con le nostre insegnanti, in tutti gli ambiti disciplinari, con l’obiettivo di ricercare tutto ciò che ci era possibile riguardo ad un particolare frutto della terra: L’UVA... Il 20 settembre abbiamo visto come si fa il vino. Il maestro Andrea ci ha spiegato e ci ha fatto vedere le varie fasi della produzione del vino: Vendemmia , nei vigneti, lungo i filari di viti si raccolgono i grappoli d’uva
Deraspatura (toglie i raspi) la deraspatrice è un imbuto che schiaccia l’uva ed elimina i raspi dagli acini.
Svinatura il liquido viene messo in un contenitore e le bucce nel torchio. Torchiatura l torchio schiaccia le bucce d’uva, così esce ancora del vino. Travaso e imbottigliatura il travaso è quando si passa da una botte all’altra. L’imbottigliatura è quando il vino è messo in bottiglia.
...poi ne abbiamo discusso in classe, abbiamo fatto i cartelloni e scritto alcuni testi... Fermentazione gli acini vengono messi in un contenitore dove i “saccaromiceti” mangiano lo zucchero e lo trasformano in alcool.
L’uva è il frutto della vite costituita da un raggruppamento di frutti detto grappolo. Il grappolo è composto di un graspo e da numerosi acini (detti anche chicchi) di piccola taglia che possono essere chiari nel caso dell’uva bianca, o di colore scuro nel caso dell’uva nera, il raspo è l’asse centrale, ramificato in racimoli e quindi in pedicelli, che portano i fiori e in seguito i frutti (gli acini). L’acino a sua volta e costituito dalla buccia (che si Esperienze in classe
chiama cuticola). Dalla polpa e dai semi (vinaccioli). La foglia della vite si chiama pampino. Alcune foglie si trasformano in viticci. Sono foglie modificate con funzioni di sostegno (attaccandosi ai corpi vicini), che. Possono anche formare piccoli fiori. (Davide)
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L’uva è un frutto che cresce nei paesi come l’Italia, la sua pianta si chiama vite e siccome è una pianta rampicante che si attacca ai sostegni grazie al viticcio. E’ composta da una specie di ramo che si chiama graspo che termina con gli acini che al loro interno contengono i semi . Ogni acino ha una buccia sottile ed ha un gusto dolce, gradevole e succoso. La foglia della vite è palmata e si chiama pampino. L’uva può essere bianca o nera. L’uva è una infruttescenza ,cioè un raggruppamento di frutti detto”Grappolo”. Il grappolo è composto da un “Raspo” e da chicchi detti “Acini”che possono essere di colore diverso: 1) Uva bianca (acini di colore giallo o verde); 2) Uva rossa(acini di colore rosa,viola o bluastro). Il raspo è l’asse centrale del grappolo ramificato in racimoli e quindi in pedicelli che portano i fiori e in seguito i frutti (Acini). L’acino è costituito dalla buccia (Cuticola),dalla polpa e dai semi vinaccioli L’uva e il frutto della vite. È un raggruppamento di frutti detto grappolo. Il grappolo è formato da numerosi acini di colore chiaro nel caso dell’ uva bianca o di colore scuro nel caso dell’ uva nera. L’acino e a sua volta costituito dalla buccia (cuticolo) dalla polpa e dai semi (vinacciolo). L’uva viene utilizzata soprattutto per la produzione del vino, ma anche per il consumo alimentare come frutta. Dai semi vi estrae l’ olio di vinaccioli. È molto nutriente e contiene sostanze appartenenti ai polifenoli ( flavonoidi ) che attuano un efficace protezione contro i fenomeni d’ ossidazione. Matteo L’uva è un frutto molto buono e pregiato,perché non solo si può mangiare, ma si può produrre vini molto rinomati dei quali l’Italia ne va fiera e li esporta in tutto il mondo. Ritornando al grappolo, esso è composto da: acino l’acino contiene i semi graspo il graspo tiene insieme gli acini viticcio il viticcio caratterizza il tipo di vite pampino il pampino è la foglia dell’uva Il giorno 20-27 settembre siamo andati a casa del maestro Andrea. Ci ha fatto vedere il suo mosto che la ottenuto con la deEsperienze in classe raspatrice.
Per ottenere il mosto ha messo gli acini d’uva dentro la deraspatrice. Successivamente schiacciava gli acini d’uva. Dopo ci ha spiegato che bisognava fare il travaso. Il travaso consiste nel fare uscire il liquido dagli acini d’ uva. Il maestro Andrea ha messo nel torchio le vinacce rimaste. Ha messo le vinacce cioè le bucce dell’ uva nel torchi e le ha schiacciate. Il succo che ha ottenuto schiacciando le vinacce e il succo ottenuto dal mosto vengono messi nelle damigiane per 8 mesi. Passato quel tempo si prosegue con l’imbottigliamento. (Robi e Alessio) Nel mese di settembre siamo andati a casa del maestro Andrea a vedere come si fa il vino. Prima si raccoglie l’uva: si chiama Vendemmia,poi si tolgono i grappoli con la deraspatrice,dopo si mette nelle bacinelle e si fa fermentare per una settimana .In seguito le bucce vengono messe nel torchio ed esce il succo che rimane dentro,poi abbiamo visto il succo che è uscito dalle bucce e si lascia li per 7 mesi, infine si mette nella bottiglia. ...in storia abbiamo studiato come e dove sono iniziate la coltivazione dell’uva e la produzione del vino... La vite è una pianta antichissima, presente nel nostro pianeta, da milioni di anni. La storia dell’uva muove i suoi primi passi in Oriente, nella culla della Civiltà, circa 5000 anni fa. Anche gli Egiziani coltivarono la vite, come testi-
moniano le fonti scritte, che confermano che gli egiziani producessero il vino per i faraoni. Con l’emergere di altre civiltà, la viticoltura e la vinificazione si affermarono anche in Europa, in particolar mo-
do lungo le coste del Mediterraneo, grazie ai Fenici e, soprattutto ai Greci. Furono proprio i Greci ad esportare la produzione
della vite in Italia, in cui era conosciuta solo la qualità selvatica Gli Etruschi intorno al 1000 a.C. diedero maggiore impulso alla diffusione della viticoltura e proposero la diffusione della vite in piccole piante potate (lambrusca). La viticoltura naturalmente si diffuse durante
navi romane con carichi di anfore e barili di vino. L’importanza del vino e la sua produzione, continuò anche nei secoli duri e un po’ bui del Medioevo. Erano i monaci Benedettini i maggiori produttori di vino. E la produzione continua ancora oggi… L’Italia infatti è un’ottima produttrice di vino.
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...con le insegnanti di scienze abbiamo studiato l’uva, la sua coltivazione e la produzione del vino...
l’Impero Romano, raggiungendo la Francia, la Spagna e persino, l’Europa settentrionale. Gli archeologi sono riusciti a conoscere le tecniche di produzione del vino romano soprattutto grazie ai reperti archeologici, ad esempio i relitti di
Esperienze in classe
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...in geografia abbiamo studiato le zone di produzione del vino nella nostra regione: il Piemonte. Abbiamo, anche, conosciuto alcuni vini piemontesi.
...abbiamo visto com’è la coltivazione dell’uva in Italia e la produzione del vino nel nostro paese...inoltre abbiamo studiato come i “sommelier” (quelli che assaggiano il vino) utilizzano i loro sensi per conoscere il vino…
...Il vino diventa anche un simbolo religioso...
Esperienze in classe
Per i Cristiani il vino assume ruolo fondamentale importanza, in quanto, nel rito sacro della messa, si trasforma in sangue di Cristo.
Per gli Ebrei l’albero della vite è il simbolo di comunione tra Dio e gli uomini. Il vino segna i momenti più gioiosi e sacri della vita della comunità ebraica tanto che ogni festa è segnata dal rituale dell’assunzione del vino. Nell'Islam invece, a differenza delle altre due grandi religioni monoteistiche, il vino è considerato come qualcosa da evitare assolutamente.
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cartellone: “www.poesie.uva.quarte.it”
...abbiamo studiato anche gli effetti del vino....positivi e negativi!!! È noto che un moderato consumo di VINO può ridurre il rischio di malattie al cuore, oltre ad attivare la digestione, stimolare i muscoli, migliorare la circolazione, stimolare le difese immunitarie, prevenire l’invecchiamento cellulare ecc... L’alcol dà anche nutrimento al nostro spirito, difatti lo utilizziamo in tutte le occasioni importanti della vita. Ma ATTENZIONE se viene consumato in modo eccessivo o scorretto può rivelarsi dannoso per la salute del singolo individuo e per la sicurezza della comunità. Il motto deve essere:
...una poesia che abbiamo studiato è molto conosciuta e l’abbiamo rappresentata... La nebbia a gl'irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale Urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo Dal ribollir de' tini Va l'aspro odor de i vini L'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l'uscio a rimirar
...abbiamo studiato alcune poesie che riguardano l’uva e il vino… e altre le abbiamo lette, riscritte a computer e messe su un
Tra le rossastre nubi Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar. GIOSUÈ CARDUCCI (1835-1907)
...e per i più piccini una bella favola... La volpe e l'uva. C'era una volta una volpe molto furba. Al suo apparire tutti gli animali del bosco fuggiva- Esperienze in classe
no, sapendo quanto fosse crudele e insaziabile, tanto che alla fine si ritrovò senza più niente da mangiare. Affamata, la volpe giunse in un vigneto. Passò di fianco a dei tralci di vite da cui pendevano grossi grappoli d'uva matura, che parevano dolci e succosi. "Uva? Con la fame che ho, meglio che niente..." si disse la volpe. Così si alzò sulle zampe posteriori e saltò con agilità per afferrare un po' d'uva, ma non riuscì a raggiungerla. Allora si allontanò per prendere la rincorsa e provò ancora, con tutte le sue forze. Riprovò più e più volte, con ostinazione ma senza alcun successo: i grappoli d'uva sembravano sempre più lontani. "Cra! Cra! Cra!" rideva dall'alto di un ramo una cornacchia, prendendosi gioco di lei. "Quest'uva è troppo acerba! Poco importa se non riesco ad afferrarla... ritornerò quando sarà matura!" Concluse ad alta voce la volpe, gonfiando il petto per darsi un contegno, nonostante la delusione patita e la pancia vuota. MORALE: Svilire ciò che non si è in grado di fare è tipico del presuntuoso...a volte una sana umiltà aiuta a vivere meglio!
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...e per finire il nostro...Super quiz!!! 1) Qual è il nome scientifico della vite comune? a) vitis lambrusca b) vitis riparica c) vitis vinifera 2) Quanto dura il periodo di vegetazione della vite? a) circa 3 mesi b) circa 6 mesi c) circa 12 mesi 3) Dove cresce la vite? Esperienze in classe a) ovunque
b) su terreni sabbiosi c) su terreni argillosi 4) Qual è la temperatura ottimale per la crescita della vite? a) 10-15 °C b) 30-35 °C c) 25-28 °C 5) Di cosa è fatto il succo d’uva? a) acqua, zucchero, tannino, zolfo, acido. b) colorante, acqua, zucchero. c) acqua, colorante, acido. 6) Come si chiamano i “gambi” dell’uva in termine tecnico? a) crampi b) raspi c) rospi 7) Che cosa vuol dire “derasparutra”? a) potatura della vite b) sgranellatura dei grappoli c) pigiatura degli acini 8) Che cosa conferisce al vino rosso il suo colore? a) la polpa dell’acino b) la buccia c) i semi 9) Che cos’è il “Nebbiolo”? a) un vitigno b) la nebbia in Piemonte c) un vino rosso in bottiglia “mignon” 10) Di quale legno tra questi sono fatte le botti? a) betulla b) quercia c) salice 11) Come si conserva la meglio il vino in bottiglia? a) coricato b) in piedi c) a testa in giù 12) Di quali materiali NON sono fatti i tappi del vino? a) sughero b) caucciù c) plastica 13) Cosa indica il “sommelier” quando parla del “verme”? a) una bottiglia che sa di tappo b) la spirale dell’apribottiglie c) lo strumento per aprire le caraffe 14) A quando risale la prima produzione di vino nella storia? a) all’antichità b) al Medioevo c) all’anno 2000 Buon Divertimento!!!
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La grande abbuffata
-classi quarte-
Nel mese di novembre abbiamo partecipato ad un laboratorio di “educazione alimentare” dal titolo: “La grande abbuffata”...abbiamo partecipato ad un laboratorio molto divertente in cui abbiamo giocato con i “principi nutritivi”
Poi abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale dove abbiamo imparato quali cibi ci fanno bene e dobbiamo mangiare in grande quantità e quali, invece, ci fanno meno bene e dobbiamo mangiare moderatamente.
Esperienze in classe
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Cronaca di una giornata importante
A scuola nell’ambiente...
-classi quinteGiovedì 13 ottobre alle 10.15 è scattata l'ora X: finalmente dopo un anno di fatiche e di attese (perché per difficoltà “tecniche” stavamo perdendo la speranza di veder realizzato il nostro progetto) siamo riusciti a varcare la soglia della casa di riposo Muller! Che emozione! Quella mattina eravamo eccitati e anche bellissimi: ben vestiti, ordinati, eleganti, pettinati, profumati. Indossavamo un paio di jeans scuri e una camicia bianca (ognuno quella che aveva), le bambine avevano i capelli raccolti mentre alcuni i maschietti si erano fatti (più) belli col gel.. Così, carichi di bagagli (addobbi e doni per i nonnini.. ma di quello vi diremo poi), accompagnati dalle nostre maestre, dopo saluto al volo al nostro dirigente che ci ha ancora incoraggiati (-in bocca al lupo-), siamo saliti in autobus e in un attimo siamo giunti a destina-
zione.. Una bella foto di gruppo, due parole, calde raccomandazioni della maestra Danila e via… verso la nostra avventura! L'impatto è stato un po' strano: immaginavamo di trovare un edificio decrepito come il castello di Dracula, invece era tutto colorato, moderno, c'era il giardino, la tele bella grossa.. Ma si sentiva un gran silenzio e si vedeva qua e là qualche nonnetto che non doveva godere di ottima salute (girello, stampelle, sedia rotelle). Comunque
A scuola nell’ambiente...
rientamento è durato ben poco: sono venuti ad accoglierci tre giovani ragazzi, simpatici e carini, Mara, Sandy e Luca che ci hanno accompagnato l'interno dell'edificio. Tutti insieme con maestre, animatori, Carmen del CCR e una cameriera ci siamo messi all'opera e con un tocco di bacchetta magica abbiamo trasformato la sala da pranzo. Come? Con sprazzi di colore e tanta fantasia tutto diventato più allegro! Ci siamo divisi in gruppi, così alcuni si sono dedicati agli addobbi ed altri ad apparecchiare. Gli “addobbisti” erano solo bambine: abbiamo sistemato grappoli di palloncini alle pareti, rotolini di stelle filanti sulle colonne e segna posti (con scritto buon appetito) sui tavoli, all'ingresso il nostro menu. Gli “apparecchiatori” erano solo i maschietti, la signora della mensa voleva apparecchiare a caso ma noi eravamo preparati, sapevamo cosa fare… la cameriera Lucia era venuta in classe per insegnarci a diventare camerieri provetti, così ci siamo esercitati con piatti, bicchieri, tovaglioli e posate (ormai non avevamo più dubbi!) In un attimo i tavoli erano ben apparecchiati, rallegrati da piantine di margherite, coccinelle, tovaglioli piegati ad aquilone.. la cameriera è rimasta a bocca aperta! Per completare l'incantesimo mancava il tocco finale.. così abbiamo indossato dei simpatici grembiulini e (udite, udite) dei magnifici papillon realizzati a mano (tutti e 20! ) da nonna Rita, nonna materna di Andrea M. A proposito di nonne speciali, grazie di cuore alla nonna di Andrea C. che insieme a suo nipote ha preparato dei deliziosi biscotti da offrire agli ospiti. La storia continua così:
il
diso-
Arrivano.. Benvenuti! (di Camilla e Giulia) Ad un tratto abbiamo visto una sfilata lentissima di anziani in carrozzella e c'era
anche chi camminava, super adagio. Ci sembravano tutti simpatici, ma alcuni ci facevano spavento. Finalmente la sfilata è finita e si sono seduti con il nostro aiuto; li abbiamo fatti accomodare e poi abbiamo cantato una bellissima canzone che s'intitolava “Le piccole cose belle” per salutarli. Poi ci siamo avvicinati ai tavoli e abbiamo versato l'acqua (senza rovesciare neanche un goccio!). Loro ci guardavano meravigliati, ci ringraziavano sempre e ci hanno anche applaudito per la canzone… qualcuno si è anche commosso. In effetti erano parole bellissime! Il pranzo (di Chiara, Lucrezia e Fabiola) Noi abbiamo accompagnato i nonnini a tavola, li abbiamo accolti con una canzone (“Le piccole cose belle”) che è piaciuta molto. Intanto anche le cameriere (quelle vere) hanno servito il primo e il secondo. Anche noi abbiamo mangiato in loro compagnia, abbiamo mangiato risotto ai funghi, polpette e patate al forno. Anche noi abbiamo servito: i maschi hanno servito la frutta molto educatamente e invece le femmine hanno servito la torta alla panna e al cioccolato (davvero buona!). Infine abbiamo sparecchiato insieme allegramente! Eravamo tutti soddisfatti perché il servizio è stato veramente impeccabile. E dopo tutti a nanna! (di Gioiele e Lorenzo) Dopo aver servito il pranzo, abbiamo accompagnato i nonnini nelle loro camere, quindi abbiamo spinto le sedie a rotelle o li abbiamo accompagnati a piedi. In silenzio abbiamo attraversato i corridoi dell'edificio e siamo arrivati in giardino; lì la prima cosa che si nota (molto!) è un grande murales con scritto Muller, si vede anche un piccolo orto (con insalata, pomodori e basilico) e una casetta di legno dove ci sono gli attrezzi dei giardinieri. Lu-
ca, l'animatore, ha costruito delle porte 25 con giornali e molti bambini hanno giocato a calcio con lui; le femmine hanno parlato giocato a “1, 2,3… stella”; Lorenzo, Giole e Andrea si sono inventati dei giochi con la palla, le maestre hanno chiacchierato con Carmen sotto un gazebo. Dopo mezz'ora siamo andati a preparare lo spettacolo e a riprendere i nonnini dalle loro camere. Canti (di Nicolò e Stefano) Una volta entrati nella sala da pranzo abbiamo aperto la giornata con un canto che ai vecchietti è piaciuto molto, s'intitolava “Le prime cose belle” per dire che la felicità è nelle cose semplici di tutti giorni. Poi al pomeriggio abbiamo fatto uno spettacolo in cui abbiamo cantato “Volare”, che realtà si chiama “Nel blu, dipinto di blu” che i nonnini hanno cantato anche loro visto che era una canzone dei loro anni. Erano davvero felici di cantarla, anche se non andavano tempo. Poi si sono scatenati ballando e cantando “Happy days” e anche questa canzone l'hanno apprezzata. Infine, prima della tombola, ci siamo divertiti con “Caro Gesù ti scrivo!”.. alcuni nonnini si sono addirittura commossi perché le parole di questa canzone toccano cuore, sono un invito alla solidarietà contro ogni egoismo. Ed è bello che un messaggio così arrivi proprio da bambini. È sempre un esempio per tutti! Spettacolo (di Andrea e Luca) Lo spettacolino iniziava con “i fratelli pagliaccio” (è un dialogo buffo tra due pagliacci, inventato da loro) e continuava con Andrea M e Filippo che raccontavano barzellette, colmi, indovinelli. Adesso vi raccontiamo una barzelletta e qualche colmo: Un leone affamato dice guardando un turista sulla jeep: accidenti, ancora carne in scatola! Il colmo per un'agenzia di viaggi? Mandare le persone a quel paese! A scuola nell’ambiente...
Il colmo per un fotografo reporter? Cercare un incendio da mettere a fuoco! Il colmo per un fotografo in vacanza al Polo Nord? Mettere a fuoco un ghiacciaio! Il colmo per un paracadutista? Comprare un paracadute in offerta lancio! I nonnini si sono divertiti molto ad alzare la mano proprio come a scuola; il più bravo era Antonio (che poverino non ha più le gambe). Davanti a noi in prima fila c'era anche l'assessore comunale alla Pubblica Istruzione che sorrideva, applaudiva, cantava e partecipava divertita allo spettacolino.
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Incontri ravvicinati: i personaggi che abbiamo incontrato (Alessandro, Donild, Andrea C, Filippo) Abbiamo conosciuto la signora Marina, ha 88 anni e una gamba paralizzata; ci ha raccontato perché era sulla sedia a rotelle: da giovane l'hanno spinta da un muretto e da quel momento non ha potuto camminare mai più. Dopo abbiamo incontrato Antonio, un signore di 73 anni, a cui hanno amputato le gambe perché ha fatto un incidente. Le sue passioni sono il ballo e il wrestling. Abbiamo conosciuto la signora Gioconda, che ha lo stesso nome del quadro famoso di Leonardo da Vinci. Queste sono le persone più amichevoli che abbiamo conosciuto al Muller.
Dalle voci dei ragazzi Il momento che ne piaciuto di più è quando si giocava a tombola perché dovevamo aiutare i signori e le signore a vincere magnifici premi che erano sciarpe e guanti offerti dalla nostra maestra Danila. La tombola era un grande tabellone di legno con sopra scritti i numeri e, se aveva molta fortuna, la signora che aiutavi poteva vincere tutto! Il momento che mi porterò nel cuore e quando abbiamo servito i signori e le signore perché è stata un'esperienza molto particolare perché abbiamo
A scuola nell’ambiente...
conosciuto persone e storie molto interessanti. Andrea Carbone. Mi è piaciuto più di tutto mangiare insieme gli anziani: noi pensavamo che dovevamo servirli e mangiare dopo, invece siamo rimasti lì con loro. Erano simpatici e molto allegri. Una cosa mi porterò nel cuore: la gioia e la felicità di quegli anziani quando ci hanno visto per la prima volta e ci hanno accolti nella loro casa. Camilla Tradigo A me è piaciuto quando abbiamo giocato a tombola con gli anziani che si sono tutti divertiti molto tranne alcuni come l'anziana che aiutavo io a giocare che si è messa a piangere perché non ha fatto tombola!! (proprio come facciamo noi bambini... ma questa volta ero io a doverla consolare!). A me è rimasto nel cuore l'aiuto e il soccorso che abbiamo dato gli anziani. Lucrezia Casoni ...Insomma è stata una giornata davvero magnifica perché siamo riusciti a riaccendere la fiamma di felicità nel cuore dei nonnini, così come c'eravamo proposti. I momenti che mi sono piaciuti di più sono stati: quando ci hanno accolti (che devo dire ci hanno accolti molto ma molto bene!!) e quando abbiamo fatto lo spettacolino. Mi resterà sempre nel cuore che i nonnini sono stati molto felici, che si sono divertiti a giocare a tombola, a rispondere agli indovinelli ed ascoltare i colmi e le barzellette. La cosa per cui sono stato molto contento è che nonnini erano molto felici e questo credo abbia fatto piacere anche tutti gli altri miei compagni. Andrea Mattessich A me è piaciuto tanto servire la frutta ai nonnini soprattutto perché per la prima volta ho fatto il cameriere con grembiule e papillon e, mentre servivo, alcuni nonnini simpatici mi hanno ringraziato. Durante la tombola mi è piaciuto aiutare una nonnina che faceva fatica a vedere i numeri; non ha vinto la nonnina però mi ha detto che si è divertita e pure io. Non pensavo che era così grande il Muller e non pensavo che erano così tanti i nonnini, però alcuni
non hanno potuto partecipare alla tombola, né mangiare ed essere serviti da noi perché non potevano muoversi dal proprio letto, peccato! (...ma c'era un regalo anche per loro!). E per questo motivo ne abbiamo visti e conosciuti di meno di nonnetti. Tutto l'insieme della giornata mi piaciuto tantissimo e me lo porterò sempre nel cuore! Nicolò Collina Mi è piaciuto molto aiutare gli anziani e rendere la loro giornata molto allegra con molti giochi. Erano simpatici certi. Quello che mi è piaciuto più di tutti è stato giocare a tombola tutti insieme e aiutare chi aveva bisogno: quando vincevano eravamo felicissimi. Quello che ho imparato è che ci sono altri che hanno bisogno di aiuto e ho capito che noi bambini siamo gli unici veramente capaci di rendere la vita più gioiosa. Quello che mi resterà nel cuore e quando aiutato gli anziani a giocare, a muoversi, eccetera: grazie a tutti, soprattutto alla maestra che non si è arresa!! Chiara Toffolett
finita la giornata, la maestra ci ha dato 27 un grembiulino da portare a casa. Quando sono arrivato a casa ho pensato a com'era bello parlare con gli anziani, quando ci raccontavano le loro bellissime storie, quando c'hanno detto quanti anni avevamo e tutte le cose che sono accadute in quella giornata. Insomma è stata una giornata bellissima!!! Filippo Francioli
La giornata è stata magnifica e quando sono tornato casa ho pensato che quelle persone sono molto sole lì al Muller e noi abbiamo portato felicità e che tutte le persone hanno bisogno di felicità e di comprendere gli altri. Incredibilmente ci sono persone cattive che pensano solo ad arricchirsi; questo progetto è servito proprio a combattere queste situazioni portando gioia, perché ognuno può portare felicità. Mi piaciuto interagire con i nonnini perché anche loro sono vivaci; mi è piaciuto anche servire il pranzo. Porterò nel cuore la gioia che ho provato ad aiutare quelle persone bisognose di compagnia e di allegria, ma la cosa che mi ha sorpreso e piaciuto di più è che il servizio che abbiamo portato non glielo danno, ad esempio lì apparecchiano a caso e noi con ordine (per questo si sono stupiti!) Lorenzo Caretti Di quella giornata mi piaciuto di più la fase finale, cioè i canti, i balli, la tombola, lo spettacolino e le barzellette perché anche se alcuni nonnini erano tristi abbiamo fatto sbocciare un sorriso sulle loro facce perciò porterò nel mio cuore quella giornata di divertimento, gioia, allegria e compagnia per i nonnini e anche per noi bambini. Non dimenticherò mai quella giornata super- mega- favolosa: è stata una super esperienza per noi e per loro. E ancora ora penso che lo rifarei mille, no anzi un milione di volte. Abbiamo acceso la loro felicità. Non dimenticherò mai quella giornata! Donild Mustali Le cose che mi sono piaciute di più sono quando ho conosciuto la signora Gina e quando io e Ale l'abbiamo portata giù in carrozzella. Quando era
A scuola nell’ambiente...
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CCR e parco giochi
-classi quinte-
spettarlo, come dovreste fare anche voi. Dovrete riavere rispetto, se vorrete giocarci ancora.
Il giorno 5 Ottobre noi bambini della VB abbiamo trovato il parco giochi davanti alla scuola pieno di rifiuti lasciati per terra in ogni angolo. Abbiamo controllato che i cestini del parco non fossero stati pieni, e non lo erano; proprio non abbiamo capito perché non erano stati correttamente utilizzati per i rifiuti. Abbiamo chiesto alla maestra il permesso di raccogliere un po’ di cartacce con i guanti e abbiamo fatto pulizia. L’anno scorso avevamo partecipato a un bando per ottenere fondi da destinare al parco e abbiamo vinto un finanziamento, perciò presto arriveranno alcuni nuovi arredi, come panche e tavoli. Per tenere il parco in ordine però abbiamo capito che non servono solo soldi, ma serve il rispetto di tutti e la cura verso il nostro ambiente. Questi sono alcuni messaggi che abbiamo voluto mandare.
Cari cittadini di Verbania Il giorno 5 ottobre 2001 ci siamo accorti della vostra ignoranza verso il parco giochi e dei bambini che lo frequentano. Tutti i giorni. La nostra classe si è arrabbiata molto A scuola nell’ambiente... e per noi è giusto ri-
Cari signori e signore, vogliamo solo dirvi che oggi abbiamo trovato nel nostro parco molte cose: giochi, tappi di plastica, un elastico, pacchetti di sigarette, bicchieri, cicche, carte di merendine varie, tante carte di caramelle. Noi vogliamo solo dirvi che, se amate questo parco, dovete iniziare a tenerlo pulito.
Caro signor Parco, ci dispiace per quello che ti sta succedendo; oggi abbiamo fatto il possibile per aiutarti. Ma c’è ancora molto da fare per colpa di bambini e adulti che buttano su di te tutta la sporcizia. Oggi ,infatti, abbiamo trovato: due giochi, tre elastici, quindici pacchetti di sigarette, due tappi di plastica, due bicchieri... Quando ti abbiamo visto ci siamo rimaste male. Ciao parco, speriamo di rivederti presto pulito e splendente. P. S. Non ti preoccupare, ci penseremo noi a salvarti!!!!!
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A voi persone che usate il parco giochi della scuola Abbiamo notato che il parco è molto sporco. Abbiamo trovato pacchetti di sigarette, bicchieri, cicche, carte, bottigliette ecc. ecc. Noi scommettiamo che a voi piace il parco e vorremmo che ci aiutaste; non per forza facendo grandi cose, ma anche solo non buttando per terra niente!!! È il minimo che potete fare! Per incoraggiarvi abbiamo inventato uno spot : Su aiutateci dai, lo so che lo farai! Cordiali saluti 5^b
Filastrocca per un parco senza bocca Attenzione, attenzione; parco in rivoluzione. Bambini non sporcate; se non volete delle sgridate. Carte, plastica, e pacchetti abbiamo trovato; il parco è molto malato. Tante cose in giro troviamo; e a buttarle noi vi invitiamo. Non comprate molte cose Se a buttarle vi sembran faticose. Quando portate via della sporcizia per il parco è come fare amicizia.
Caro parco, ci dispiace per quello che ti sta succedendo, a noi dispiace perché è mancanza di rispetto per gli altri. Oggi 5 ottobre 2011 abbiamo cercato di ripulirti da tutte le cartacce e fazzoletti usati. Noi ce la metteremo tutta per liberarti da tutte le cartacce inquinanti, ma sappiamo che fra pochi giorni tor-
nerai come oggi. Noi siamo dispiaciuti, perché la gente ti apprezza molto e ogni bambino vorrebbe stare a giocare con te giorno e notte, ma se tutte le persone ti trattano così male, i bambini non vorranno più utilizzarti, perciò vorremmo fare dei cartelli fatti da noi bambini e poi vorremmo invitare tutta la gente ad utilizzarti meglio. Vorremmo dire anche al comune di ripulirti più spesso.
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A Cavandone
In una soleggiata giornata di ottobre ci siamo recati a Cavandone, località che abbiamo facilmente raggiunto con una comoda mulattiera che parte da Bieno (ma ci si arriva anche con la strada asfaltata che sale dal lago). Molti sono gli aspetti interessanti di Cavandone; ve ne riportiamo alcuni sperando di farvi venire la voglia di fare una visita a questa bellissima frazione di Verbania
Le abitazioni Quasi tutte sono fatte in pietra a vista (cioè non intonacata), le pietre sugli spigoli delle case sono sempre grosse e ben squadrate, probabilmente per rendere la casa più robusta e stabile, gli ingressi sono ad arco o ad architrave (grosse pietre o travi i legno posti sopra i
A scuola nell’ambiente...
portoni e sorretti da due pilastri in pietra) e spesso sono decorati con incisioni, i tetti sono coperti con le piode. Abbiamo saputo che una delle case della piazzetta principale, nel passato, era la scuola del paese. Partendo dall’osservazione delle case di Cavan-
-classi terze-
done abbiamo costruito un modello di casa che utilizzeremo per il presepe: la potrete vedere nella sede della SOMS, insieme a tutti gli altri presepi. Le vie del centro La maggioranza sono lastricate con pietre, alcune invece sono acciottolate, segno che per la costruzione di queste ultime non è stata utilizzata la pietra del posto, ma i ciottoli arrotondati che si possono trovare nei fiumi di fondovalle e non in montagna. La chiesa È dedicata alla Natività di Maria: sopra al portale di ingresso abbiamo visto un affresco che rappresenta sant’Anna (la mamma di Maria) e la piccola Maria avvolta in fasce. All’interno della chiesa abbiamo osservato il battistero (dove si battezzano i bambini) e, a sinistra dell'altare principale, un prezioso trittico, cioè un dipinto su legno diviso in tre parti. Il trittico è sicuramente l'oggetto più apprezzato della Chiesa. Fuori dalla Chiesa c’è un piccolo ossario; sulle sue pareti esterne sono dipinti tre scheletri di grandezza naturale: un re, un papa, un cardinale. Sopra lo scheletro del re c’è questa scritta (tradotta nella lingua italiana): Qui finisce ogni onore terreno oggi siamo vivi, domani moriamo"! Sopra lo scheletro del papa c’è quest’altra scritta: "Chi ieri in Vaticano fu papa oggi giace morto, in una piccola bara". Sopra il finestrone dell’ossario si legge uno scritto del Petrarca (scrittore italiano del 1300): Oh ciechi, il tanto affaticar che giova? Tutti torniamo alla gran madre antica e il nome vostro a pena si ritrova". A terra, davanti all’ingresso dell’ossario abbiamo letto la seguente lapide: FU MO RDO SCR DON CARLO GIEPPI FRANCO CANIQUA NATTO DEL 1708 IL 3 XBRE MORTO IL 16 9BRE 1795 Abbiamo capito che si riferisce ad un prete; abbiamo anche cercato di capire le date: secondo noi la X davanti a BRE indica il numero dieci in cifre romane e quindi XBRE potrebbe significare di-
cembre; la cifra 9 davanti a BRE indica il numero 9 e quindi 9BRE potrebbe significare novembre; quindi secondo noi quel don Carlo è nato (nella lapide c’era scritto NATTO) il 3 dicembre 1708 ed è morto il 16 novembre 1795. Avremo interpretato in modo esatto? Voi che ne dite?
Affresco raffigurante la Madonna di Re
Altre curiosità Nel centro del paese, in via al Torchio (chissà perché non l’hanno chiamata via al Frantoio) c’è un bellissimo frantoio ormai fuori uso: nel passato poteva servire per le noci o per le olive (Cavandone è ben soleggiato e quindi adatto alla coltivazione di olive, ancora adesso accanto alla chiesa c’è una coltivazione dei ulivi). Nella piazzetta Cusura, quella dove c’è la scuola, c’è un antico pozzo; in via Casali, sotto ad un porticato, accanto all’ingresso di una casa, c’è un grosso mortaio in sasso: serviva probabilmente per triturare i cereali coltivati sui
tanti terrazzamenti che abbiamo visto attraversando il bosco. E per finire parliamo proprio dei boschi. Ne abbiamo attraversati due: il primo, in andata, salendo da Bieno (esposto verso nord e poco soleggiato), il secondo, nel ritorno, scendendo verso Suna (esposto a sud e ben soleggiato). Abbiamo osservato tantissimi vegetali: castagni, noccioli, robinie, frassini, querce, pini, aceri, agrifogli, pungitopo, felci, muschi, licheni… Nel bosco esposto a sud abbiamo visto però anche tantissimi terrazzamenti, segno che nel passato tutta quella montagna non era bosco, ma zona di coltivazione: cereali, patate, ulivi, viti... che ormai non ci sono più. Nel bosco abbiamo inoltre osservato un masso
coppellato, cioè un masso 31 dove gli uomini, nell’antichità, hanno scavato piccole fossette (coppelle) delle quali non si sa l’origine: forse rappresentano una mappa stellare, forse una mappa terrestre, forse sono simboli religiosi, forse… chissà!
Ma non possiamo finire senza parlare del tasso…. Sì, perché nel bosco ne abbiamo visti tanti e accanto alla chiesa della Natività di Maria abbiamo visto quello secolare (600 anni) e per abbracciarlo ci siamo messi in quattro. È chiamato l'albero della morte ma può vivere fino a 2000 anni! Il suo nome, tasso, ne ricorda la tossicità: le sue foglie aghiformi, i suoi rametti e i suoi semi sono velenosi; l'unica parte non velenosa è la polpa delle sue bacche rosse. Ha la pianta maschile e quella femminile. Il legno del tasso, robusto ma anche elastico, sin dall’antichità era utilizzato per fabbricare balestre, archi e pattini delle slitte. Sull’albero del tasso si raccontano diverse leggende. I druidi (sacerdoti della religione dei Celti, un popolo del terzo secolo a.C.) ritenevano che il tasso fosse un albero sacro e lo usavano per costruire i loro bastoni e per scolpire le loro immagini sacre. Inoltre, per le popolazioni nordiche, il tasso è l'essere vivente più antico del mondo. Già nell'antica Roma si riteneva che il tasso fosse legato agli inferi. Alla Dea Ecate, divinità dell'oltretomba, infatti, venivano sacrificati dei tori con le corna inghirlandate di rami di tasso. Si credeva inoltre che il viale che conduceva al mondo dei morti fosse fiancheggiato da alberi di tasso. Nel Medioevo si credeva fosse pericoloso (addirittura mortale) dormire sotto un tasso. Forse è a causa di questa diceria che chiamato anche "albero della morte". Nel Medioevo inoltre si credeva che streghe e maghi usassero per le loro torce dei rami di tasso e che fra gli ingredienti della pozione delle streghe vi fosse un rametto di tasso tagliato durante una notte di luna piena. La visita al bosco di Cavandone ci ha permesso di conoscere, osservare, capire molte caratteristiche dei vegetali. Il bosco è diventato per noi luogo di cultura, luogo per imparare... come se fosse un museo creato dalla natura in collaborazione con l’uomo. Tutto ciò è un motivo in più per rispettare l’ambiente e per imparare ad entrare nel bosco... in punta di piedi”.
A scuola nell’ambiente...
Indagini, statistiche, curiosità...
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Anno scolastico 2011/2012
Ci presentiamo
Scuola Primaria “Vittorio Bachelet” via Cuboni, 9 28923 Verbania Trobaso tel 0323 571603 fax 0323 552607 email:
[email protected] www.quartocircolo.vb.it
classe 1a a 1a b
Le nostre classi Alunni Rappresentanti di iscritti classe 15 Giop Elisabetta 15 Verri Michela
2a a
25
Zanola Marzia
a
2 b
24
Covolo Sabrina
a
3 a
20
Di Mauro Gianna
a
3 b
22
Piccagli Orietta
a
4 a
17
Forni Roberta
4a b 5a a 5a b
19 19 21
Cristina Marzia Federici Claudia Denti Barbara
Totali
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I nostri orari La scuola funziona dal lunedì al venerdì dalle ore 7,30 alle ore 16,30 (considerando il servizio di prescuola). Si può entrare a scuola dalle 8,25 alle 8,30 e dalle 14,05 alle 14,10. Le attività didattiche si svolgono al mattino dalle 8,30 alle 12,30 e al pomeriggio dalle 14,10 alle 16,30. Il servizio prescuola inizia alle ore 7,30.
Orari di apertura al pubblico Segreteria Direzione Didattica Lunedì, martedì, giovedì dalle 11.00 alle 13.00 dalle 15.00 alle 17.00 Mercoledì, venerdì dalle 11.00 alle 13.00 Direzione Didattica Verbania quarta Via Cuboni, 9 28923 Verbania Trobaso tel 0323 571603 fax 0323 552607 e-mail:
[email protected]
Organigramma personale docente Nominativo - Classe - Area di insegnamento - Incarichi e responsabilità nel plesso Francesca Rutto- Classe 1ª A- matematica, scienze, tecnologia, corpo movimento e sport, musica, laboratorio Donatella Scaccabarozzi- Classe 1ª A - italiano, storia cittadinanza e costituzione, geografia, arte e immagine, laboratorio- referente mensa Sara Borlin- Classe 1ª B- italiano, storia cittadinanza e costituzione, arte e immagine, corpo movimento e sport, laboratorio Luisa Patti- Classe 1ª B- matematica, scienze, tecnologia,geografia, L2, musica, laboratorio- responsabile dei sussidi didattici Rosaria Bruno- Classe 2ª A- italiano, storia cittadinanza e costituzione, geografia, arte e immagine,- primo soccorso Stefania Delloro- Classe 2ª A- matematica, scienze, corpo movimento e sport, musica L2- primo soccorso Claudio Molteni- Classe 2ª B- matematica, scienze, musica, tecnologia (anche in 2A), L2- primo soccor-
Indagini, statistiche, curiosità…
so- addetto antincendio- ASPP del plesso- coordinatore Progetto di Circolo “Ti Muovi?” 33 Marianna Casile- Classe 2ª B- italiano, storia, geografia, cittadinanza e costituzione, arte e immagine, corpo movimento e sport Luisella Buetto- Classe 3ª A- matematica, scienze ,storia, cittadinanza e costituzione, musica, religione primo soccorso- addetto antincendio Tiziana Falcicchio- Classe 3ª A- italiano, inglese (anche in 3ª B),geografia, corpo movimento e sport, arte e immagineAndreino Colombo- Classe 3ª B- matematica, scienze, corpo movimento e sport, religione, tecnologia (anche in 3ª A)- responsabile laboratorio informatico- addetto antincendio Paola Vincenzi- Classe 3ª B- italiano, storia cittadinanza e costituzione, geografia, arte e immagine, musica- referente biblioteca alunni e docenti Antonella Attanasi- Classe 4ª A- matematica, geografia, scienze, immagine, L2 - responsabile di plessoprimo soccorso- addetto antincendio Ennia Giorgetti- Classe 4ª A- italiano, storia cittadinanza e costituzione, musica, tecnologia, corpo movimento e sport- responsabile di plesso- primo soccorso- addetto antincendio Maria Luisa Lo Monaco- Classe 4ª B- matematica, scienze, geografia, corpo movimento e sport, immagine, laboratori.- referente sport Valentina Celmi- Classe 4ª B- italiano, inglese, storia, cittadinanza e costituzione, musica, tecnologia, religione, laboratori- primo soccorso- addetto antincendio Antonella De Nuzzo- Classe 5ª A- matematica, scienze, geografia, arte e immagine, tecnologia, corpo movimento e sport, religione- primo soccorso- addetto antincendio Danila Donnarumma- Classe 5ª A- italiano, storia cittadinanza e costituzione, L2, musicaCinzia Morisetti- Classe 5ª B- matematica, scienze, tecnologia, religione, corpo movimento e sport- collaboratore del dirigente- presiede il consiglio di interclasse- primo soccorso Maddalena Grieco- Classe 5ª B- italiano, storia, cittadinanza e costituzione, geografia, musica, arte e immagine, laboratorio.- primo soccorso- addetto antincendio Lorenza Nava- Classe 5ª B- lingua inglese- vicaria Silvia Colombo- Classe 3a A - sostegno Laura Lanteri- Classi 5ª A, 5ª B- sostegno Silvia Trisconi- Classe 4ª A- sostegno Rachele Callegari- Classi 1ª A, 1ª B- sostegno
Organigramma collaboratori Nominativo - Incarichi e responsabilità Vilma Comoli - vigilanza, cura alunni, pulizie e riordino dei locali; addetto alla diffusione dell’allarme antincendio e distacco corrente elettrica; addetto antincendio piano terra; addetto al primo soccorso; assistente alunni diversamente abili Marilena De Cesare (a scavalco col plesso di Unchio) - Responsabile fotocopie ed attività di supporto alla segreteria; addetto alla diffusione dell’allarme antincendio e distacco corrente elettrica; addetto primo soccorso; assistente mensa; vigilanza alunni Annalisa Mazzuzzi - vigilanza, cura alunni, pulizie e riordino dei locali; assistente alunni diversamente abili Daniela Tozzi - vigilanza, cura alunni, pulizie e riordino dei locali; addetta alla diffusione dell’allarme antincendio e distacco corrente elettrica Nel plesso operano inoltre: • 1 operatore dei servizi sociali • 4 addetti alla gestione mensa • un addetto al prescuola • 2 addetti alle pulizie
Altre notizie sono pubblicate nel sito di Circolo
www.quartocircolo.vb.it
nelle pagine dedicate alla nostra scuola dove è possibile scaricare l’intero PEOP (Piano Educativo ed Organizzativo di Plesso)
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Acrostici e indovinelli
-classi quinte-
Giochi, passatempi...
Sai cos’è un acrostico? È un componimento poetico in cui le iniziali dei singoli versi, letti con ordine, formano una o più parole. Deriva dal greco ACRON (esterno) e STICOS (verso).
Saper Cooperare Utilmente Organizzando il Lavoro Amichevolmente Infarinare Le Anguille Ripiene Insieme A Giulia
Giocare In cortile Osservando Rumorose Gare e Imitarle Operasamente
Zoo A Torino vogliono Fare e a Firenze vogliono portare: Istrici, giraffe e Ramarri O cavalli che trainano carri
Saluta Anche Riccardo Abbategiovanni
Zombi Oliosi Ondeggiano sui Fili Il 31 ottobre al= La mezzanotte con Ombre
Zombi U ltra Zebrosi e Zucconi Urlando e Ridendo: Entrate Luridi Lagnosi con Occhi Neri ed Energici
A me piace lo Yogurt con il Mirtillo e con Amarena e Noci Mangiando Il Cocco Ho capito che Era veramente Liscio E gustoso
Indovinelli : i frutti della terra
Sapore di Idee, sciacqua La testa di Valentina con Il balsamo Alla rosa Osservando Con Calma paziente Ho cercato di capire Il mondo
Durante il mese di ottobre e una parte di novembre, noi bambini di classe V abbiamo fatto un progetto intitolato “I frutti della terra”, ci siamo divisi in gruppi e abbiamo scelto un frutto da studiare per poi spiegare ai compagni delle altre classi. Abbiamo scoperto le caratteristiche, la provenienza, le ricette, le curiosità. L’11 novembre abbiamo fatto la festa con delle degustazioni, dei giochi e degli indovinelli. Ve ne proponiamo qualcuno… Ho la testa un po’ allungata ma non sono una patata. C’è qualcuno molto saggio che mi mangia col formaggio. Son contenta, sono fiera, io per tutti son la… Di velluto è il mio vestito, giallo, rosso e non cucito. Nell’ estate calda e afosa sono dolce, son succosa. Sono morbida , son fresca, uffa, insomma son la... Come il velo della suora, sono nera e son la... Conosciute in tutto il mondo siamo un frutto assai rotondo. Crude, cotte o in marmellata, per dar gusto alla crostata. Mario, Franca, Gabriele…. qui per voi ecco le… Sono piccolo ma arzillo e mi chiamo... Siamo tante siam sorelle, luccicanti rosse e belle. Qui ci vuole gente scaltra, perché l’una tira l’ altra. Della frutta siamo egregie, ci chiamiamo le… risposte
PERA, PESCA, MORA, MELE, MIRTILLO, CILIEGIE
Giochi, passatempi...
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$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$ entrate saldo maggio 2011
uscite
377,80 € 242,00
cavo proiettore
10,00
acquisto risme
85,00
acquisto mouse
55,00 totali
242,00
150,00
saldo 469,80 MERCATINI DI NATALE – SCUOLA PRIMARIA DI TROBASO Anche quest’anno il Comitato dei genitori della Direzione Didattica IV Circolo di Verbania -Sottocomitato di Trobaso- ha partecipato ai mercatini di Natale di Verbania Intra nella sezione hobbysti. La finalità era la raccolta di fondi per contribuire a realizzare due progetti: il laboratorio di filosofia e il progetto di educazione all’affettività. Molti genitori si sono ritrovati la sera per realizzare i manufatti che sono stati poi venduti. L’esperienza è stata ampiamente positiva sia per il risultato raggiunto sia per le relazioni che si stringono nelle lunghe serate di lavoro. Il ringraziamento è quindi doveroso verso tutti i genitori che si sono impegnati sia a scuola che anche a casa per chi non poteva venire la sera e agli insegnanti che con i loro alunni hanno partecipato all’iniziativa. Un grazie anche tutti quelli che sono venuti a visitare il nostro stand e con il loro contributo hanno reso possibile raggiungere lo scopo che ci si era prefissi. Riservo infine l'ultimo ringraziamento alla nostra dirigente, la dott.ssa Margherita Palladino che ha sostenuto l’iniziativa, anche con i suoi ottimi liquori con i quali abbiamo festeggiato la riuscita dell’iniziativa! I fondi raccolti ammontano a € 1.260,00 che verranno devoluti alla Direzione scolastica per la realizzazione dei due progetti sopra citati. Vi ricordo infine che domenica 18 dicembre in Piazza Parri a Trobaso ci saranno i mercatini organizzati dalla SOMS a cui parteciperà anche il nostro banco. Vi aspettiamo numerosi. Ancora grazie a tutti voi Claudia Federici
lla Lettera a e redazion
“Bun Natal a Trubàas”
Dalla redazione
offerte giugno 2011
Appu ntam enti
la scuola partecipa all’iniziativa allietando il pomeriggio di domenica 18 con il canto Aspettiamo dunque tutti gli alunni... per avere il coro al completo (vedi locandina in ultima pagina)
Concerto di Natale
presso la chiesa parrocchiale, giovedì 22 alle ore 15.00 classe per classe presenteremo una serie di canti fino a cantare all’unisono con la direzione della maestra Luisa (al termine del concerto ci ritroveremo nelle singole classi per un o scambio di auguri)
Dalla redazione
[email protected] Www.quartocircolo.vb.it
Stampato il 12-12- 2011 in 240 copie
Giornalino composto e stampato presso il laboratorio di informatica della scuola “Bachelet” di Verbania Trobaso. Non ha una pubblicazione a scadenza fissa: esce... quando può! Responsabile Andrea