LA POSTURA PER TUTTI
LA POSTURA PER TUTTI DEFINIZIONE DI POSTURA
La postura è la posizione che assume il corpo nello spazio e la relazione spaziale tra le varie parti del corpo (es. arti, schiena,collo, testa) al fine di garantire la posizione eretta e il movimento (funzione antigravitaria statica e dinamica).
IMPORTANZA DELLA POSTURA
Una postura corretta è importante al fine di consentire un buon equilibrio in piedi, durante il cammino e qualsiasi movimento della vita quotidiana, evitando che muscoli e articolazioni lavorino in modo sproporzionato rispetto alle loro capacità. Ciò si traduce in un rallentamento dell’usura delle parti sollecitate, riduzione dei processi infiammatori e quindi del dolore, nonché rallentamento dei fenomeni artrosici-degenerativi.
CRITERI DI NORMALITA’
In condizioni normali la linea bipupillare, la linea bisiliaca e la linea bisacromiale sono orizzontali (la spalla del braccio dominante può essere lievemente più bassa e anteriore). I fenomeni di rotazione-torsione a carico delle spalle e del bacino sono minimi. Di profilo la nuca, l’apice della curva dorsale, i glutei e i talloni sono sulla stessa verticale.
Linea bipupillare Linea bisacromiale
REGOLAZIONE DEL SISTEMA TONICO POSTURALE
Il nostro corpo in ogni momento deve relazionarsi con l’ ambiente esterno per garantire la posizione eretta, il movimento e contrastare la forza di gravità. Per ottenere ciò, il cervello si avvale di vari sistemi sensoriali quali: PIEDE: mette in relazione tutto il corpo con il terreno ed è particolarmente ricco di sensori che raccolgono stimoli tattili, meccanici, termici, dolorifici ecc.; FUNZIONE VISIVA: rappresentata dall’occhio e i muscoli deputati al suo movimento; VESTIBOLO: sistema deputato a garantire l’equilibrio; SISTEMA CRANIO-MANDIBOLARE-DEGLUTITORIO: costituito dai denti, dalle relative ossa di supporto (mandibola e mascellare), dai muscoli masticatori e deglutitori. APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO: è l’esecutore materiale della posizione eretta e del movimento, ma è anche particolarmente ricco di strutture sensoriali che informano costantemente il cervello sulle tensioni muscolari, il movimento articolare, partecipando quindi alla regolazione dell’equilibrio posturale. CUTE: intesa come organo di senso, in quanto particolarmente ricco di sensori tattili, termici, dolorifici. Questi sistemi raccolgono gli stimoli esterni e li inviano al cervello che li elabora fornendo una risposta adeguata all’ ambiente esterno e garantendo la posizione eretta, il movimento e l’equilibrio corporeo.
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Linea bisiliaca
Linea di simmetria
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MODULAZIONE DEL SISTEMA POSTURALE
OSTEOPATIA E TERAPIA MANUALE
In base alle conoscenze scientifiche attuali è quindi possibile modificare il sistema posturale, interagendo con i suoi sistemi sensoriali di regolazione. Tecnicamente ciò è possibile a livello di:
L’osteopatia nasce in America alla fine del XIX sec. grazie al Dott. Andrew T. Still. Questa disciplina si basa sulla conoscenza approfondita di anatomia, fisiologia e biomeccanica, considerando l’uomo nella sua interezza e globalità. Il suo fine non è la cura del sintomo, ma la ricerca e il trattamento della causa. L’osteopatia si basa su alcuni principi fondamentali:
PIEDE: attraverso solette propriocettive; OCCHIO: attraverso visual training, prismi, lenti; SISTEMA VESTIBOLARE: attraverso la rieducazione vestibolare; BOCCA: nel bambino mediante una ortodonzia moderna (miofunzionale) che attraverso apparecchi mobili e le forze muscolari della bocca, favorisce il corretto sviluppo delle ossa facciali e il corretto allineamento dentario; nell’adulto attraverso l’utilizzo di particolari “apparecchi mobili” chiamati bite in grado di riequilibrare l’ occlusione. Mediante la terapia miofunzionale linguale (Metodo Garliner) inoltre si correggono i disturbi della deglutizione e del mal-posizionamento linguale. APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO: attraverso la rieducazione posturale globale e la terapia manuale osteopatica; tecniche che permettono di riequilibrare le tensioni muscolari e migliorare la mobilità articolare. Studio e trattamento posturale richiedono pertanto l’intervento di diverse figure professionali (osteopata, posturologo, optometrista, odontoiatra, togliere gnatologo, logopedista, rieducatore posturale, ecc.), che collaborino tra di loro con un approccio interdisciplinare nei confronti del paziente e delle sue problematiche. Centro di interesse non è più soltanto la riduzione del sintomo, ma la ricerca e il trattamento delle cause che l’hanno generato. Obiettivo non è la cura esclusiva della singola struttura anatomica dolente, ma il tentativo di raggiungere un nuovo equilibrio del sistema posturale.
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Tutte le strutture del corpo (muscoli, articolazioni, ma anche visceri, cranio ecc..) hanno una loro mobilità propria; il loro movimento equilibrato è fondamentale per il benessere psico-fisico. La “lesione osteopatica” consiste nella riduzione, alterazione e perdita del movimento di una struttura corporea (es: perdita della fisiologica mobilità di una articolazione). Questo non determina soltanto una lesione locale a livello della parte interessata, ma anche di tutte le altre strutture funzionalmente correlate (catena lesionale). Tali lesioni possono essere diagnosticate e trattate attraverso la palpazione ed il successivo trattamento manuale (la cosiddetta “terapia manuale osteopatica” o “manipolazione”).
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La funzione governa la struttura e viceversa. Es: la forma di un osso dipende dalla funzione che deve svolgere e quindi dalle forze meccaniche e sollecitazioni muscolari alle quali è sottoposto. Anomale tensioni muscolari e conseguenti carichi meccanici alterati possono nel tempo modificare la struttura dell’osso. Questa a sua volta può essere causa di alterazione delle forze meccaniche e delle tensioni muscolari; struttura e funzione sono perciò indissolubilmente interdipendenti.
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Il corpo è un sistema omeostatico: è cioè un sistema in equilibrio dinamico con capacità di autoregolarsi (omeostasi). Tale capacità di autoregolazione garantisce il benessere psico-fisico e l’adattamento ambientale. L’osteopatia cerca semplicemente di aiutare il corpo a ritrovare e mantenere la propria capacità di autoregolazione (omeostasi) eliminando le eventuali lesioni che possono impedire il raggiungimento di tale equilibrio (es.: blocco di alcune vertebre che impedisce un buon funzionamento della schiena).
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LE CATENE MUSCOLARI Le catene muscolari sono un insieme di muscoli intimamente collegati tra loro da una specifica finalità funzionale (es. estensione tronco). Queste catene sono fondamentali in quanto realizzano in modo concreto lo schema posturale elaborato dal cervello. Un buon equilibrio tra le varie catene muscolari si traduce in un buon equilibrio posturale. Queste catene sono l’elemento di congiunzione tra i vari distretti corporei e mettono in correlazione strutture apparentemente lontane tra loro (es. tronco-piede). Possiamo distinguere diverse catene muscolari (secondo L.Busquet):
Catena di chiusura:
favorisce appiattimento del piede, rotazione interna di tibia e femore, accorciamento funzionale dell’arto inferiore, torsione del tronco con anteposizione delle spalle. Se iperfunzionante può causare: piede piatto-valgo, ginocchio valgo, torsione di bacino e tronco, falso accorciamento arto inf. .
Catena linguale:
situata nel corpo in sede prevalentemente antero-mediana, è fondamentale nel meccanismo di suzione-deglutizione. Se iperfunzionante può causare: collo e testa in avanti, aumento delle curve della schiena, ventre prominente, ginocchio valgo.
Catena statica posteriore: si attiva quando siamo fermi in piedi. Catena di estensione:
favorisce l’estensione delle dita dei piedi, del ginocchio, dell’anca e del tronco. Se iperfunzionante può causare: aumento dell’appoggio metatarsale, ginocchio recurvato, antiversione di bacino, aumento delle curve della schiena.
Catena di flessione:
favorisce la flessione delle dita del piede, del ginocchio, dell’anca e del tronco. Se iperfunzionante può causare: dita a martello dei piedi, ginocchio flesso, retroversione di bacino, diminuzione delle curve della schiena.
Catena di apertura:
favorisce appoggio sull’ esterno del piede , rotazione esterna di tibia e femore, allungamento funzionale dell’arto inferiore, torsione del tronco, retroposizione delle spalle. Se iperfunzionante può causare: piede cavo, ginocchio varo, torsione di bacino e tronco, falso allungamento arto inf. .
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Tali catene possono essere riequilibrate attraverso varie tecniche ginnico-fisioterapiche quali Metodo Meziere, Metodo Souchard, Metodo Pancafit
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SISTEMA CRANIO-MANDIBOLARE La bocca, attraverso i suoi muscoli facenti parte delle catene muscolari, entra in relazione con il corpo; un problema a livello della bocca, quindi, può provocare disequilibrio del collo, e condizionare il sistema posturale; diventa fondamentale, perciò, correggere l’occlusione inserendola nella globalità del sistema posturale.
Principali cause di malfunzionamento del sistema cranio-mandibolare: • • • • • • •
Non corretti rapporti dentari tra le arcate mascellare e mandibolare; denti mancanti Terapie odontoiatriche quali otturazioni mal eseguite; Ortodonzia mal eseguita; Traumi mandibolari che alterino la funzione dell’articolazione della mandibola; Alterata deglutizione (la lingua, attraverso la sua forza meccanica, può determinare lo spostamento degli elementi dentari, soprattutto nel bambino!) Digrignamento e bruxismo notturno responsabili di un forte aumento delle tensioni muscolari a partire dai muscoli masticatori.
L’ approccio terapeutico consiste quindi nel corretto riposizionamento di denti e/o mandibola, attraverso varie metodiche: BITE DI DEPROGRAMMAZIONE o RIPOSIZIONAMENTO, cioè una “doccia” in materiale morbido o rigido, interposto tra i denti, che impedisca alle arcate di chiudere in modo scorretto e favorisca un graduale riequilibrio della bocca e dei suoi muscoli; ORTODONZIA MIOFUNZIONALE che agisce utilizzando le forze muscolari del paziente e apparecchi prevalentemente mobili, al fine di armonizzare la struttura ossea facciale e le arcate dentarie; solo in una seconda fase, se necessario, si ricorre ad una eventuale ortodonzia fissa finale di allineamento dei denti (che utilizza forze meccaniche di allineamento esterno). RIEDUCAZIONE della DEGLUTIZIONE per armonizzare le forze dei muscoli della lingua, labbra, guance, ottimizzare la posizione linguale e la deglutizione.
Alcuni sintomi maggiormente correlati a disfunzione cranio-mandibolare
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Mal di testa Nevralgie facciali Dolori nelle zone dell’orecchio Click e rumori di scroscio durante l’apertura-chiusura della bocca Dolore cervicale e dorsale, Dolori alle spalle Mal di schiena La sintomatologia frequentemente è maggiore al risveglio
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RUOLO DELLA DEGLUTIZIONE La lingua svolge un ruolo fondamentale nel corretto sviluppo del sistema cranico-mandibolare (osso mascellare, mandibola, dentizione) e posturale. La posizione linguale corretta prevede che essa si trovi appena al di sotto del palato duro, subito dietro gli incisivi superiori (spot linguale). Lo sviluppo della deglutizione avviene in età neonatale, durante la fase di allattamento al seno. È in tale fase, quindi, che si pongono le basi per una postura ed occlusione dentale corrette. Il meccanismo è semplice e istintivo: per succhiare il latte il neonato deve serrare fortemente le labbra al seno materno e con la lingua favorire il deflusso dell’alimento all’interno della bocca mediante il movimento della lingua che viene portata sulla parte alta del palato duro. Le forze meccaniche che vengono così ad agire su ossa e denti sono di due tipi: dall’interno la lingua esercita una spinta in fuori e in avanti, favorendo l’espansione del palato, dall’esterno i muscoli delle labbra e guance contrastano tali forze, equilibrando lo sviluppo della struttura ossea e dentale.
Viene così impostata la cosiddetta DEGLUTIZIONE ATIPICA o VIZIATA che ha importanti ripercussioni locali e generali: • • • •
alterato sviluppo cranio-mandibolare (specie di mandibola e mascellare superiore) scorretto sviluppo e posizionamento dentale (denti anteriori che “sventagliano in avanti”, ritardo nell’eruzione dentaria, ecc.) patologie dell’orecchio medio e delle vie aeree superiori: otiti, tonsilliti, adenoiditi recidivanti perturbazioni posturali la muscolatura linguale infatti non è un sistema isolato, ma rientra in quel complesso di muscoli che compone la CATENA MUSCOLARE LINGUALE. Il mal funzionamento della lingua si ripercuote su tutta la catena favorendo l’assetto posturale tipico di soggetti con deglutizione atipica: testa e tronco protesi in avanti con aumento delle curve cervico-dorso-lombari, ventre prominente ecc.
Attualmente purtroppo l’allattamento al seno è sempre più sostituito dall’allattamento artificiale con biberon. Questo implica un diverso meccanismo di suzione da parte del neonato sia nel movimento delle labbra che della lingua. Le labbra non hanno più necessità di serrare fortemente e la lingua deve posizionarsi più in basso per frenare il deflusso del latte. L’impostazione di questa posizione linguale e labiale sbagliata conduce ad un errato sviluppo anatomico dell’apparato orale.
Fondamentale diventa quindi la rieducazione della lingua e della deglutizione attraverso le tecniche e gli esercizi della TERAPIA MIOFUNZIONALE (Metodo Garliner), metodica utilizzata in LOGOPEDIA.
La spinta della lingua non si dirige più verso il palato duro ma sui denti, con relativi danni:
Il buon riposizionamento linguale e il conseguente riequilibrio muscolare favorirà così il corretto sviluppo dentale, mascellare e posturale.
• mancata espansione del palato duro (Palato Ristretto o Ogivale) • alterato sviluppo dentale, a causa della spinta incessante e potente della lingua che non trova contrasto neppure nei muscoli delle labbra e guance, rimasti deboli).
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IL FRENULO LINGUALE CHE COSA E’ IL FRENULO LINGUALE? Il frenulo linguale è quel “filino” verticale che si trova sotto la lingua e che si vede bene quando solleviamo la punta della lingua verso l’alto. Normalmente la punta della lingua deve poter arrivare a toccare dietro ai denti incisivi superiori a bocca completamente aperta.
CHE COSA E’ IL FRENULO LINGUALE CORTO? In seguito ad un banalissimo difetto congenito, tale “filino”, risulta essere corto e non permette alla lingua di muoversi e deglutire liberamente.
COME SI CURA? Se il frenulo linguale non è troppo corto, lo si può “allungare” e rendere più elastico attraverso particolari esercizi linguali che vengono insegnati dalla logopedista (Metodo Garliner). Se il frenulo linguale è troppo corto, viene effettuato un piccolissimo intervento chirurgico chiamato frenulectomia; è un intervento ambulatoriale molto semplice, in anestesia locale, della durata di pochi minuti, effettuato con un particolare bisturi che taglia il frenulo senza danneggiare i tessuti e con sanguinamento minimo. In questo modo non sono necessari punti di sutura, il dolore è minimo e il paziente può già parlare e mangiare qualche ora dopo. Anche se viene effettuato l’intervento, deve essere effettuata sempre la logopedia per far sì che la cicatrizzazione sia perfettamente elastica e la lingua inizi a muoversi e deglutire correttamente.Il buon riposizionamento linguale e il conseguente riequilibrio muscolare favorirà così il corretto sviluppo dentale, mascellare e posturale.
CHE COSA PUO’PROVOCARE IL FRENULO LINGUALE CORTO? Questa piccola “catena”, che tiene bloccata la lingua, impedisce la corretta deglutizione e diventa pertanto, una delle cause di deglutizione atipica ( o meglio viziata ). L’alterata deglutizione può essere responsabile di alterazione della bocca e dei denti quali: mal occlusione, alterato sviluppo del palato, tonsilliti, adenoiditi, otiti frequenti, ecc. Inoltre, essendo i muscoli linguali collegati ad altri muscoli di tutto il corpo, una scorretta funzionalità linguale, può favorire alterazioni posturali a carico di tutto il corpo quali: aumento delle curve della schiena (iperlordosi, dorso curvo), sbilanciamento in avanti del baricentro, ginocchia valghe, piede lasso, ecc.
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CHE COS’E’ UN BITE Bite è un termine diventato di uso comune per indicare una placca, normalmente in resina dura o morbida, da porre tra le due arcate dentarie, al fine di modificarne le relazioni spaziali reciproche, senza modificare in modo permanente i denti e la loro disposizione. Di regola non sostituisce denti mancanti, ma si aggiunge e si interpone tra quelli preesistenti. Da comparsa occasionale nella routine delle cure odontoiatriche del passato, è diventato sempre più in uso nella cura dei disturbi occlusali e posturali. Attualmente assume un ruolo fondamentale nelle diagnosi e terapia dei disturbi posturali a partenza cranio-mandibolare. Assumendo come criterio il fondamentale comandamento del medico “primum non nocere” si preferisce assicurare il minor danno possibile alle componenti dentali, articolari e muscolari con l’uso di un bite al fine di favorire il riequilibro del sistema craniomandibolare e posturale; in seguito, se necessario e sulla base del nuovo equilibrio raggiunto, si potranno effettuare anche i lavori odontoiatrici definitivi (protesi, impianti, ecc.).
Principali indicazioni:
• Disturbi della masticazione • Disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare • Dolore all’ articolazione temporo-mandibolare • Digrignamento , bruxismo • Cefalea, cervicalgia, dorsalgia, lombalgia • Disturbi correlati ad alterata postura
UNA NUOVA ORTODONZIA (ORTODONZIA MIOFUNZIONALE)
La terapia ortopedica funzionale (ORTODONZIA MIOFUNZIONALE) fonda le sue basi sul corretto sviluppo cranio-facciale (non solo quindi sul corretto allineamento dei denti). Ciò è fondamentale non soltanto per una corretta occlusione e masticazione, ma anche per l’intero sistema posturale. Intorno ai 12 anni, età media di inizio dell’ ortodonzia classica, il 90% della crescita facciale è già terminata e si può pertanto agire prevalentemente sui denti e scarsamente sullo sviluppo osseo facciale . E’ quindi essenziale poter intervenire prima che la crescita facciale si concluda al fine di favorirne il corretto sviluppo. Lo scopo principale dell’ ortodonzia miofunzionale consiste nell’identificare atteggiamenti posturali sbagliati della muscolatura oro-facciale e correggerli mediante terapia (terapia funzionale), così da modificare denti e strutture ossee nei loro rapporti e dimensioni. Con tale metodica si utilizzano preferenzialmente “APPARECCHI MOBILI” e non “fissi”, che sfruttano le forze dei muscoli oro-facciali, per guidare il corretto sviluppo osseo e delle arcate dentarie. Tale approccio favorisce anche un più corretto accrescimento di tutto il sistema posturale del bambino e riduce l’incidenza di spiacevoli effetti collaterali dell’ortodonzia fissa (es. più facile insorgenza di carie a causa della difficoltosa pulizia dei denti, rischio di recidiva al termine del trattamento). Inoltre, in associazione all’ortodonzia miofunzionale, viene effettuato un protocollo di sorveglianza periodica dell’accrescimento posturale del bambino (attraverso specifici esami strumentali), al fine di intercettare e trattare tempestivamente eventuali disequilibri posturali.
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COSA SONO LE SOLETTE PROPIOCETTIVE
FUNZIONE VISIVA E POSTURA
Il piede, prima che organo di movimento, è organo di senso in quanto unica interfaccia tra corpo e suolo; in esso, infatti, sono contenuti milioni di sensori chiamati recettori estero-propiocettivi che inviano continuamente al cervello informazioni tattili, pressorie e dolorifiche necessarie per produrre un adattamento posturale.
Vedere, ovvero la capacità di discriminare, identificare, comprendere e interpretare le immagini è frutto di un processo di apprendimento che si sviluppa a partire dalla nascita e che condiziona in modo sostanziale lo sviluppo del sistema posturale. Per questo è di fondamentale importanza l’individuazione precoce dei disturbi della funzione visiva nel bambino, al fine di consentire una corretta maturazione di tale sistema e quindi del sistema posturale.
La SOLETTA PROPRIOCETTIVA sfrutta questa enorme potenzialità sensoriale del piede esercitando piccoli stimoli pressori in punti chiave della pianta del piede. Tali stimoli vengono somministrati utilizzando piccoli “spessori” (elementi) che vanno da 1 a 3 millimetri e che sono disposti in posizioni ben definite del piede a seconda della correzione che si vuole apportare e delle peculiarità del paziente. Gli elementi non possono superare i 3 millimetri di spessore perché altrimenti verrebbe fornito uno stimolo troppo intenso che il sistema sensoriale del piede non riuscirebbe più a raccogliere. La posizione strategica in cui vengono collocati gli “spessori” permette di stimolare per via neurologica riflessa una determinata CATENA MUSCOLARE.
La visione in realtà è alquanto complessa e consta di numerose “abilità visive”: Visione Binoculare: consente di estrarre un’unica immagine dalla sovrapposizione delle immagini provenienti dai due occhi; se le immagini provenienti dai due occhi sono diverse, il cervello sceglie l’immagine più nitida e sopprime l’altra (perdita di funzione dell’occhio che fornisce l’immagine meno nitida) Stereopsi: capacità di percepire la profondità e la tridimensionalità. Oculomotricità: abilità di muovere gli occhi nei vari campi di sguardo, a distanza ravvicinata o per lontano e di seguire il movimento degli oggetti.
Grazie quindi a uno stimolo che parte dal piede, noi possiamo modificare tutto l’assetto posturale attraverso la modulazione per via riflessa del tono di specifiche catene muscolari. Ciò è possibile perché la postura è un sistema DINAMICO NON LINEARE; non esiste infatti proporzionalità diretta tra stimolo fornito e risposta. Es.: se viene somministrato uno stimolo di intensità pari a 2, il corpo può reagire con una risposta di intensità molto più grande (es. 10) a causa dell’intermediazione del cervello. Per questo uno stimolo podalico di bassa intensità può determinare una modificazione posturale significativa! 16
Convergenza: capacità di ruotare gli occhi all’interno l’uno verso l’altro e di mantenerli in tale posizione nel tempo, per guardare oggetti a distanza ravvicinata (lettura, computer). Soletta in materiale indeformabile
Campo visivo: è l’area visiva entro la quale è possibile scorgere stimoli luminosi, oggetti e movimenti, mantenendo lo sguardo diritto all’infinito.
Spessori
Coordinazione occhio-mano e occhio-piede: è il risultato di più abilità percettive e motorie che vengono apprese nei primi anni di vita e sono altamente allenabili, come negli sport di destrezza e nelle attività artistiche quali musica e arti figurative. Negli abituali screening oftalmologici eseguiti in età prescolare, sovente i controlli si limitano al riconoscimento dei problemi visivi legati ad un calo dell’acuità visiva per lontano (vedere i famosi 10/10 è sicuramente auspicabile ma non è tutto); normalmente non viene eseguito alcun test da vicino per indagare se esiste un problema visivo (spesso nascosto) che influisce su apprendimento e sistema posturale.
Spessore circa 2 millimetri
(da 1 a 3 millimetri)
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La visione è un processo complesso e richiede una serie di abilità che non sono innate, ma vengono apprese dal giorno della nascita, si sviluppano e si modificano nel corso della crescita; per utilizzare entrambi gli occhi in modo efficiente e combinare in modo coerente le informazioni visive con quelle provenienti da altri canali sensoriali, come l’udito, il tatto e il movimento, occorre sviluppare processi di apprendimento, in gran parte automatici, che occupano intensamente e continuamente l’attività cerebrale del bambino. Fondamentale è il ruolo dello specialista della visione che deve individuare precocemente tali disfunzioni e curarle. Il trattamento consiste prevalentemente nel trainig visivo, cioè l’allenamento e il miglioramento delle abilità visive attraverso particolari esercizi che vengono insegnati al bambino dallo specialista.
Principali manifestazioni cliniche nei problemi della visione. • Il bambino legge o scrive ad una distanza di 20 cm circa • Muove la testa per seguire le righe del testo che sta leggendo • Dice di vedere sfuocato o doppio. • Utilizzo del dito o di un segnalibro per riuscire a tenere il segno durante la lettura. • Tiene la testa molto inclinata durante la lettura o la scrittura. • Scrive impugnando la penna in modo non corretto • Si copre un occhio quando legge. • Inverte le lettere p-q d-b • Lamenta mal di testa • Presenta occhi arrossati • Insufficiente capacità attentiva nei lavori a distanza prossimale (lettura, studio, ecc). • Urta facilmente mobili o oggetti ( bambino “ goffo” )
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LA RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE (RPG) La Rieducazione Posturale Globale è un tipo di fisioterapia che cambia il modo di percepirsi e di usare le parti del proprio corpo, con particolare riguardo alla postura, ai muscoli ed alla mobilità articolare. La maggior parte dei dolori di origine vertebrale è causata da movimenti e fattori che comportano un uso scorretto della colonna, quali vita sedentaria, stress, sovrappeso, posizioni di lavoro… Il mantenimento delle curve fisiologiche è importantissimo per la resistenza della colonna vertebrale, che acquista una maggiore capacità di ammortizzare pressioni e sollecitazioni meccaniche. Il riequilibrio posturale riflette la conformazione di base del paziente, con una correzione dell’equilibrio muscolare patologico indotto dalla malattia o dalle deformazioni muscolo-scheletriche. Da questo punto di vista il danno di una singola parte del corpo (ad esempio la pianta del piede) può evolvere in una sbagliata attitudine posturale che coinvolge la colonna vertebrale. La RPG viene applicata per: anomalie strutturali, come scoliosi, iperlordosi, ipercifosi, ginocchia vare o valghe, piedi piatti o cavi; anomalie articolari cervicali, dorsali o lombari; anomalie respiratorie che riguardino l’escursione toracica, diaframmatica, la frequenza ed il ritmo ventilatorio; limitazioni funzionali post-traumatiche; patologie dello sport; trattamento del perineo; trattamento del piede per detendere le strutture plantari in caso di alluce valgo, dita a martello, piede piatto, spina sotto e retro calcaneare (sperone clacaneare);
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La seduta di RPG è individuale e si effettua una volta alla settimana, si consiglia un abbigliamento con costume a 2 pezzi o un intimo in cotone. L’approccio di Rieducazione Posturale Globale è “dolce”ed è adatto sia ai bambini che alle persone anziane. Gli effetti più evidenti sono di tipo “morfologico”, considerando scheletro, muscolo ed articolazioni nel loro insieme, che generano il movimento e stabilizzano l’insieme. Nelle sedute di Rieducazione Posturale Globale il paziente partecipa attivamente al trattamento.
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ESAMI STRUMENTALI PER LA VALUTAZIONE DELLA POSTURA STABILOMETRIA
Sistema di rilevazione computerizzato che permette di valutare il baricentro corporeo e i suoi spostamenti. Permette di valutare: • Gli squilibri del baricentro (anteriore, posteriore, lateralizzato) • L’influenza sulla postura di occhio, vestibolo, bocca, ecc.; • L’efficacia di trattamenti posturali; • L’evoluzione nel tempo dello spostamento del baricentro.
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BAROPODOMETRIA STATICA
Sistema di rilevazione computerizzato che permette di valutare punto per punto la pressione esercitata dai piedi al suolo. Permette di valutare: • Forma e tipo di piede (piede cavo, valgo, piatto, ecc.); • Zone di iperappoggio (spesso causa di dolore e callosità); • Idoneità delle scarpe sportive; • Monitorare nel tempo l’evoluzione dell’appoggio plantare.
VISUAL SPINE 3D - FORMETRIC
Sistema a scansione luminosa che permette la ricostruzione tridimensionale della schiena attraverso un sistema computerizzato. Permette di valutare: • La forma della schiena nella sua totalità; • Calcolare l’entità delle curve e delle rotazioni della schiena (cifosi, lordosi, scoliosi); • Monitorare nel tempo l’evoluzione delle scoliosi, dorsi curvi, iperlordosi. L’esame può essere ripetuto tutte le volte che si vuole in quanto utilizza un raggio luminoso e non raggi x !!! Per questo motivo è molto utile per monitorare l’accrescimento del bambino.
BAROPODOMETRIA DINAMICA Sistema di rilevazione computerizzato che permette di valutare la dinamica del passo. Permette di valutare: • L’appoggio del piede durante il cammino; • Le caratteristiche del cammino (lunghezza del passo, ecc.) • Idoneità delle scarpe sportive durante il cammino; • Monitorare nel tempo l’evoluzione delle caratteristiche del cammino.
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PER CRESCERE MEGLIO Alcuni piccoli consigli per favorire un buon sviluppo posturale del bambino.
L’ALLATTAMENTO • L’allattamento al seno è la migliore condizione per un buon sviluppo delle arcate dentarie e della corretta deglutizione • Se non è possibile l’allattamento al seno utilizzare biberon corretti con tettarelle ortodontiche e flusso lento del latte (non allargare mai il foro delle tettarelle per favorire il succhiamento del bambino) • Se possibile evitare il succhiamento del dito o l’utilizzo del ciuccio; se si deve utilizzare un ciuccio preferire tipologie ortodontiche; al succhiamento del dito, preferire l’utilizzo del ciuccio (è più facile togliere l’abitudine al ciuccio che al dito!); utilizzare il ciuccio il meno possibile e cercare di toglierlo entro il primo anno
LO SPORT • • • • •
Il nuoto è uno sport “completo” ma non è la panacea per il sistema posturale Va bene qualsiasi sport che stimoli il cammino, la corsa, l’equilibrio, la coordinazione Gli sport con l’utilizzo di palline, palloni, o oggetti in movimento sono particolarmente consigliati perché stimolano maggiormente l’oculomotricità e la coordinazione Favorire l’attività fisica-sportiva costante-moderata (almeno due volte alla settimana) I genitori devono dare il buon esempio a non essere pigri insegnando uno stile di vita dinamico e il meno possibile sedentario (quando possibile camminare e non utilizzare l’auto, utilizzare le scale e non l’ascensore, cercare attività all’aria aperta, ridurre al minimo la vita sedentaria)
LA POSIZIONE SEDUTA CORRETTA • Insegnare già da piccoli la posizione seduta, le modalità di lettura e scrittura corrette • Utilizzare i presidi che possano favorire la corretta abitudine di sedersi, scrivere, leggere (sedie ergonomiche, penne ergonomiche, leggio per lettura, corretta illuminazione, ecc.)
LO SVEZZAMENTO • •
Man mano che estrudono i dentini cercare di introdurre anche cibi più consistenti e duri per stimolare la masticazione Con la completa dentizione evitare di frullare gli alimenti e stimolare il bambino a masticare e mangiare lentamente
IL CAMMINO • • • • • •
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Lasciare gattonare il bimbo il più possibile (favorisce la coordinazione degli arti e la formazione delle curve della schiena) Non forzare il bambino a camminare (non utilizzare girelli!) Quando inizia a camminare lasciarlo camminare scalzo il più possibile Non utilizzare scarpe troppo rigide e contenitive e con suole rigide (il piede deve essere il più possibile mobile ed in grado di sentire le asperità del terreno) Se si possiede un giardino farlo camminare, correre, giocare il più possibile scalzo Al mare farlo camminare, correre, giocare il più possibile scalzo
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POSTURA SEDUTA CORRETTA
LETTURA
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I piedi devono appoggiare solidamente per terra (se ciò non è possibile, costruirsi un pacchetto con riviste o giornali da mettere sotto i piedi) Angolo tra gamba e coscia circa 90° Supporto o spinta lombare (vedi freccia) per mantenere la curva lombare Avambraccia devono appoggiare sulla scrivania Non accavallare le gambe Almeno ogni ora alzarsi e fare una piccola passeggiata Per posture sedute particolarmente prolungate è consigliato utilizzare sedie ergonomiche
Il mento deve distare dal libro almeno quanto la distanza pugno-gomito. Se possibile utilizzare un leggio per tenere il libro leggermente inclinato Utilizzare una buona fonte di illuminazione come ad es. lampadina ad incandescenza azzurrata di 60 Watt, montata su lampada mobile da tavolo, che illumini direttamente il libro.
IMPUGNATURA CORRETTA DELLA PENNA Per il bambino è meglio utilizzare penne con impugnature ergonomiche che favoriscono tale presa
ESEMPI DI POSTURE ERRATE
Video perfettamente di fronte (no di lato !!!)
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Supporto lombare appena al di sopra della cintura
Appoggio sotto i piedi, per avere le coscie un po’ sollevate dalla parte terminale della sedia 27
LO ZAINETTO SCOLASTICO Le ricerche scientifiche fino ad ora condotte, non hanno ancora dimostrato che lo zaino possa influire in maniera determinante sul sistema posturale e quindi sulle deformità vertebrali come scoliosi ed ipercifosi. Sembra esistere invece una maggior correlazione tra “MAL DI SCHIENA “ e ZAINETTO; le ultime ricerche hanno evidenziato quanto segue: • alcuni parametri correlati allo zainetto (fatica a portarlo, sentirlo pesante, tempo in cui viene portato) sono fattori di rischio per il mal di schiena, ma non sono pericolosi in se’ (forse con l’eccezione del solo tempo di trasporto); il pericolo sembra derivare da una combinazione tra peso dello zainetto e fisico piu’ debole. • I ragazzi che si allenano, che fanno piu’ sport a scuola e fuori sono, pertanto, in grado di meglio sopportare lo zainetto e quindi di avere anche meno mal di schiena. E’ meglio lo zainetto o la cartella ? • I vantaggi dello zainetto (carico simmetrico) rispetto alla cartella (carico asimmetrico) sembrano essere veramente ridotti, in quanto con la cartella è possibile cambiare frequentemente mano, riducendo l’asimmetria di carico e l’affaticamento della schiena Rispetto al problema dello zainetto (utilizzato per brevi momenti della giornata) sembra essere molto più importante la POSTURA SEDUTA PROLUNGATA (mantenuta per molte ore al giorno dal bambino); diventa quindi fondamentale l’ educazione fin da piccoli ad una corretta posizione seduta.
Il DECALOGO DELLO ZAINETTO Consigli utili e ragionevoli per tutti Al momento dell’acquisto ricordarsi che: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Lo zaino è “come un vestito”: controllare che la taglia non sia enorme Uno zaino di grandi dimensioni sarà probabilmente uno zaino di grande peso Gli zaini con aperture a soffietto offrono un maggior volume e danno un maggiore sbilanciamento posteriore Uno zaino senza schienale provoca un accumulo del peso verso il basso (effetto “sacco di patate”) Anche lo zainetto a vuoto ha un suo peso che contribuisce al totale Le bretelle devono essere ampie ed imbottite E’ sempre meglio che ci sia una cintura addominale con fibbia E’ opportuno che ci sia una solida e confortevole maniglia
Modalità d’uso: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
Riempire lo zainetto partendo dallo schienale con i libri più grandi e pesanti e continuando con libri, quaderni o altro di dimensioni, volume e peso minore Indossare lo zainetto utilizzando entrambe le bretelle Regolare bene e sempre le fibbie delle bretelle Ricordarsi di usare sempre e bene la cintura di fissaggio addominale Lo schienale rigido dovrà essere sempre aderente alla schiena La parte inferiore dello zainetto indossato non deve oltrepassare la linea delle anche Saltuariamente si può usare lo zainetto, se il suo peso non è eccessivo, come cartella utilizzando l’apposita maniglia
Cosa evitare: 1. 2. 3. 4. 5.
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Portare lo zainetto su una spalla sola Sovraccaricarlo con materiale non necessario Sollevarlo rapidamente Correre con lo zainetto in spalla “Tirare” un compagno per lo zainetto
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ALCUNI TESTI DI RIFERIMENTO
PRINCIPALI ASSOCIAZIONI PER LO STUDIO DELLA POSTURA E DELLA TERAPIA MANUALE
• POSTUROLOGIA - P.M. Gagey ed. Marrapese • LA RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE - B. Bricot ed. Statipro • LA POSTURA - E. Lazzari ed. Martina • LE CATENE MUSCOLARI - L. Busquet ed. Marrapese • FISIOLOGIA ARTICOLARE - I.A. Capandji ed. Monduzzi Editore • ORTODONZIA E POSTURA - S. Lentini ed. Martina • ATM PATOLOGIA ARTICOLARE MUSCOLO-LIGAMENTOSA - Gagnesi ed. Piccin • INTERFERENZE ORALI NELLE SINDROMI CRANIO-MANDIBOLO-CERVICALI E POSTURALI A. Pelosi ed. Castello editore • VESTIBOLO E SPORT - G. Guidetti ed. Martina • MEDICINA MANUALE - R. Maigne ed. utet • LE CATENE MIOFASCIALI IN MEDICINA MANUALE - S. Colonna ed. Martina • TERAPIA MIOFUNZIONALE - Ferrante
A.M.O.I.
ASSOCIAZIONE MEDICI OSTEOPATI ITALIANI www.amoi.it
A.I.M.M.
ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICINA MANUALE
A.I.P.C.
ASSOCIAZIONE ITALIANA DI POSTUROLOGIA CLINICA www.aipc.it
C.I.E.S. Italia
COLLEGIO INTERNAZIONALE STUDIO DELLA STATICA
C.I.E.S. Francia
COLLEGE INTERNATIONAL D’ETUDE DE LA STATIQUE
W.A.P.A.T.
WORD ACCADEMY OF POSTUROLOGY AND ASSOCIATED THERAPIES
A.I.R.P.G.
ASSOCIAZIONE ITALIANA DI RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE
A.I.T.O.P.
ACCADEMIA ITALIANA DI TERAPIA OSTEOPATICA POSTURALE
G.S.T.M.
GRUPPO DI STUDIO DELLE TERAPIE MANUALI
OSTEOS DE FRANCE www.osteopathie-fr.com GRUPPO DI STUDIO DELLE SCOLIOSI E DELLE PATOLOGIE VERTEBRALI www.gss.it
A cura del Dott. Andrea Passerini Medico Chirurgo , Esperto in Osteopatia Master di primo livello in Posturologia 30
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Per informazioni: Dott. Andrea Passerini 051-6810374