La paura come ostacolo o come strumento? Dr.ssa Marta Nobile Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva Università degli Studi di Milano
…alternative agli appelli alla paura • Ci sono casi in cui gli appelli alla paura non sono ottimali. • Esempio: abuso sessuale nei minori. Perchè? – 1. Comportamento non discreto nel tempo – 2. La paura è già uno stato emotivo intrinseco alla situazione (il rischio di effetti indesiderati di rinforzo è più alto) Necessità di strategie alternative: EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI.
Un’epidemia silenziosa
Una paura collettiva
giovedì 05 ottobre 2006, 00:00
Arrestato avvocato pedofilo: organizzava vacanze per bimbi CONVEGNO
Segnalati in sei anni abusi su 292 bambini
Dal 1998, sono 292, di cui 110 maschi e 182 femmine, i minori vittime mercoledì 2008, 15:18 di26 novembre percosse, soprusi e abusi sessuali segnalati nel Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla maggiori segnalazioni dalle Asl Aumentano del 30% glifamiglia. abusi Le verso i minori Roma C e Roma D. È quanto è emerso dai dati presentati dal Centro Aiuto in un convegno ieri in Campidoglio. La violenza più usata è la trascuratezza seguita dal maltrattamento psicologico (24%), IL RAPPORTO: POCO DIALOGO(26%), CON MAMMA E PAPÀ O GENITORI SEPARATI TRA LE CAUSE DEL MALESSERE. BULLISMO, COINVOLTO IL 50 PER CENTO DEGLI ALUNNI dalla violenza assistita (18%), dall' abuso sessuale (18%) e dal NAPOLI LA SEDICENNE È RIUSCITA A SCAPPARE E A DARE L' ALLARME «Abusi e disagio, maltrattamento fisicotroppi (13%). bimbi vittime in famiglia» Ragazzina violentata dae violenze un branco di minori Allarme di Telefono Azzurro: botte psicologiche, ogni giorno due Scampia: 8 arrestati, solo uno è maggiorenne la minaccia Il gruppo ha denunce minacciato la ragazza di aver filmato tutto con il cellulare e di metterlo in rete FOCUS. L' INFANZIA VIOLATA
Pedofilia, il nuovo allarme
Ogni anno in Italia 41 mila nuovi casi I segnali dei bambini. In cella 1.342 adulti
Si parla di prevenzione? • • • •
Singolo caso Abusante estraneo Strategie di protezione «Predatori», «Mostri»
Kitzinger ,1995; www.stopitnow.com
Una paura individuale
VERGOGNA
PAURA DI NON ESSERE CREDUTI
«Mi ricordo che quando sono diventata abbastanza grande per capire quello che mi era successo, non ho avuto il coraggio di raccontarlo a mia madre perchè forse mi vergognavo, perché avevo paura che non mi credesse e forse anche perché non volevo rovinare il nucleo familiare che dall'esterno e anche agli occhi di mia madre era più o meno perfetto»
PAURA DI “ROVINARE” QUALCOSA Pellai, 2004
Negazione dell’esperienza A volte mi domando se il fatto di aver subito molestie sessuali abbia realmente influenzato il modo in cui sono adesso, se sia naturale non sentire il peso di una cosa così grave. Sì perché la maggior parte delle volte in cui ripenso all'episodio, mi sembra di vederlo come se fosse successo ad altri e non a me.
Pellai , 2008
Normalizzazione dell’esperienza Probabilmente vi chiederete perché non ne abbia mai parlato con nessuno.. Il problema è che non lo so bene neanch'io. Forse perché non avendo mai subito una vera e propria penetrazione quando ero più piccola, non avevo mai creduto di essere stata vittima di un abuso; forse perché è durato solo 3 mesi e per quanto mi vergogno a dirlo non penso che la mia vita sia stata condizionata da quei giorni; non credo di essere per qs più timida o più bloccata con i ragazzi
Pellai , 2008
Definizione di abuso sessuale Quando un minore viene coinvolto in un’attività connotata sessualmente da una persona più grande. MANCANZA DI CONSENSO
MANCANZA DI UGUAGLIANZA TRA LE PARTI IN CAUSA
LA COSTRIZIONE
LA SEGRETEZZA Pellai , 2004
Caratteristiche dell’abuso sessuale La maggior parte dei bambini vittima di abuso sessuale è stata abusata da una persona conosciuta (l’incesto compiuto dal padre rappresenta il 7-8 % di tutti i casi di abuso sessuale). La maggior parte dei casi degli abusi sessuali compiuti su un minore comporta atti di libidine senza penetrazione, che viene messa in atto o almeno tentata in meno di un caso su quattro. La massima frequenza di abuso sessuale avviene in età compresa tra i 9 e i 13 anni anche se almeno il 25 % di tutti gli abusi si verifica in bambini di età inferiore. Pellai , 2004
Quali conseguenze? - Depressione; - abuso di sostanze; - malattie sessualmente trasmesse; - difficoltà nelle relazioni; - disturbo da stress post-traumatico.
Dube ,2005
Le dimensioni del problema Nel 1994 Finkelhor ha analizzato gli studi epidemiologici relativi alla definizione del tasso di prevalenza dell’abuso sessuale nella popolazione femminile. L’analisi interessava dati provenienti da 21 diverse nazioni, 19 delle quali industrializzate. Il tasso minimo di prevalenza riscontrato fu pari al 7% mentre il
massimo fu pari al 36%.
E in Italia? STUDIO EPIDEMIOLOGICO RETROSPETTIVO realizzato attraverso la somministrazione di questionari anonimi ad un campione rappresentativo della popolazione degli studenti maggiorenni frequentanti la quinta classe delle scuole superiori della città di Milano.
Pellai , 2006.
Obiettivi • Definire il tasso di prevalenza di vittimizzazione sessuale all’interno della coorte di studenti che frequentano il quinto anno di scuola superiore nella città di Milano.
• Definire le caratteristiche degli episodi di molestie o abuso eventualmente subito.
Pellai , 2006.
Popolazione coinvolta • 212 classi quinte in 46 istituti superiori milanesi con 3898 studenti iscritti all’ultima classe; • 3313 questionari consegnati; • 2935 questionari raccolti e informatizzati (88,6% del campione).
Pellai , 2006.
Strumento di indagine Questionario costituito da due parti: • una presentazione finalizzata a motivare il rispondente, spiegare lo scopo dello studio e le modalità di compilazione, fornire le garanzie di anonimato e privatezza; • una parte finalizzata a raccogliere le esperienze di pregresso abuso eventualmente subito in infanzia, oltre ad informazioni socio-demografiche e relative alle eventuali azioni di prevenzione primaria cui il rispondente ha preso parte durante l’infanzia.
Pellai, 2006
Cinque aree di indagine ESPOSIZIONE DI MATERIALE PORNOGRAFICO L’ESSERE STATO TOCCATO IN PARTI INTIME COSTRIZIONE A TOCCARE PARTI INTIME COSTRIZIONE ALLA MASTURBAZIONE COSTRIZIONE ALLA PENETRAZIONE (anale e/o vaginale) E COSTRIZIONE AL SESSO ORALE
Modalità di somministrazione • Presentazione e consegna del questionario ai ragazzi maggiorenni delle classi quinte: la compilazione è stata effettuata autonomamente al di fuori della scuola. • Ritiro presso le scuole nei tre giorni successivi alla consegna del questionario compilato e sigillato dai ragazzi.
Pellai, 2006
Sintesi dei risultati • Questionari validi: 2839 su 2935 (circa 97%). • 56 % femmine, 44% maschi. • 18-19 anni (81,8% ). • Il 14,6 % degli studenti hanno riferito di aver subito durante l’infanzia almeno una delle cinque tipologie di abuso (12, 3% abuso lieve, 2,3% abuso grave). • L’età media in cui è stato subito il primo episodio di abuso cresce con la gravità dell’abuso. • L’ abusante è ben conosciuto dall’abusato. Pellai, 2006
È possibile fare prevenzione? La prevenzione è fondamentale e proprio come è stato ribadito da un gruppo di studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’abuso all’infanzia: prevenzione primaria orientata a migliorare le competenze parentali, le risorse sociali, familiari e personali e le abilita’ individuali nell’affrontare eventi sfavorevoli o situazioni di svantaggio e ad individuare le condizioni di disagio psichico che possono tradursi in fattori di rischio La prevenzione secondaria mira invece al riconoscimento precoce di ogni evento passibile di intervento prevenzione terziaria, ovvero terapia a breve, medio e lungo termine della vittima. Pellai, 2004
Il modello di protezione del bambino • Tutti i bambini necessitano di protezione da parte degli adulti per poter crescere in modo adeguato dal punto di vista della salute sia fisica che emotiva. • Quando gli adulti che hanno la potestà sul bambino non sono in grado di prendersi adeguatamente cura di lui, allora sono lo Stato e le sue agenzie che ne devono vicariare le funzioni e farsene carico. Pellai, 2004
Il modello di pubblica sicurezza • Si concentra sulla capacità delle Forze dell’Ordine e del legislatore di tutelare la collettività dalla presenza di un abusante al suo interno con la previsione di pene e di eventuali percorsi di riabilitazione necessari per la gestione del caso. • La comunità viene dotata di dispositivi di sicurezza (telecamere, presenza di vigili e guardie) così da garantirne la sicurezza e ridurre la diffusione del crimine al suo interno.
Pellai, 2004
Il modello medico di prevenzione • Si basa sulla convinzione che le persone giocano un ruolo fondamentale nella tutela della propria salute e sicurezza.
• Gli individui devono ricevere INFORMAZIONI e COMPETENZE.
Pellai, 2004
Un modello specifico: quattro prerequisiti Quattro fattori connotano l’azione dell’abusante ogni volta che viene commesso un abuso sessuale su un minore: • esiste un’inclinazione/desiderio a compiere l’abuso; • mancanza di freni inibitori; • mancanza di fattori di controllo esterni; • facilità di accesso a minori.
EDUCAZIONE (bambini, educatori) VISIONE ALLARGATA DELL’INTERVENTO SOCIALE CONTROLLO
Pellai, 2004
Tradizionalmente gli interventi di prevenzione primaria dell’abuso sessuale di natura educativa possono essere predisposti ed indirizzati a due diverse popolazioni: i genitori e gli adulti in genere, che possono essere aiutati e sostenuti nel proprio compito di accompagnamento educativo nei confronti dei minori, così da insegnare loro le strategie di autodeterminazione e autodifesa; i bambini stessi affinché direttamente apprendano all’interno di un setting educativo, quale la scuola è, le tecniche di autodifesa e autodeterminazione nei confronti delle situazioni a rischio.
Pellai, 2004
Educazione emotiva Un bambino sicuro dal punto di vista emotivo ha molte meno probabilità di diventare vittima di abuso sessuale. Sa chi è, sa qual è il suo valore, sa a chi e dove rivolgersi in condizioni di difficoltà e pericolo. Insomma, è un bambino più forte ed efficace.
….OVVERO LA FATICA DI DARE VOCE ALLE EMOZIONI
(Toni Cavanagh Johnson, 1999)
Le emozioni possono essere definite reazioni complesse e multifattoriali, aventi valore adattivo, a stimoli o esperienze piacevoli o spiacevoli.
EMOZIONI PRIMARIE : Hanno un’espressione facciale universale, spontanea ed innata, non prodotta intenzionalmente e comune ai primati non umani e ai bambini di età inferiore ad un anno. Felicità–Tristezza–Rabbia–Paura–Sorpresa–Disprezzo-Disgusto. EMOZIONI SECONDARIE : Risultano dalla valutazione che l’individuo fa su di sé o sul proprio comportamento in rapporto a norme interiorizzate. Sono tipicamente umane e non innate, poiché si sviluppano intorno ai 18 mesi, quando l’individuo è in grado di riconoscere se stesso e distinguersi dall’altro. Empatia–Orgoglio–Senso di colpa–Vergogna–Invidia etc.
L’amigdala è coinvolta nel riconoscimento del contenuto emotivo delle espressioni facciali e nella memorizzazione delle emozioni.
La cornice narrativa
Pellai, 2008
Quale prevenzione è possibile APPRENDIMENTO DI STRATEGIE DI AUTOPROTEZIONE FONDATE SU: Educazione alle emozioni Capacità di chiedere aiuto Comunicazione efficace e assertiva
OBIETTIVI
FACILITARE L’ACQUISIZIONE DI STRUMENTI UTILI PER LA PREVENZIONE DELL’ABUSO SESSUALE E DELLE SITUAZIONI D’ABUSO IN GENERE (bullismo, emarginazione, etc.). • Fornire ai ragazzi conoscenze su cos’è un abuso sessuale • Incrementare le informazioni sul proprio sviluppo (pubertà) • Imparare ad ascoltare le proprie emozioni, bussola fondamentale per riconoscere situazioni di disagio e d’agio • Aumentare la propria capacità d’autodeterminazione nell’affrontare una situazione vissuta come problematica o ansiogena • Migliorare la capacità di chiedere aiuto ad adulti di fiducia
LA STRUTTURA DEL PERCORSO
Mandato di lavoro per l’approfondimento personale
GRUPPO CLASSE V sc.primaria – I e II media inferiore
Incontro con i genitori e con gli insegnanti
Incontro con i genitori e con gli insegnanti
5 INCONTRI DI 2 ORE a cadenza settimanale
MATERIALI TRASVERSALI AL PERCORSO
Diario del Fantabosco Scatola delle confidenze Spumosa card
SPUMOSA CARD
STRUTTURA DI OGNI INCONTRO RISCALDAMENTO ATTIVAZIONE (video, attività) RILASSAMENTO MANDATO
PRIMO INCONTRO FATA LINA: LA PANCIA CHE PARLA
Aumentare la consapevolezza delle proprie emozioni e come il nostro corpo le esprime
SECONDO INCONTRO
Lupo Lucio e Strega Varana: gli occhi che ci vedono Incrementare le informazioni e la consapevolezza del proprio sviluppo (pubertà)
TERZO INCONTRO
Milo: le orecchie che ascoltano Aumentare la consapevolezza della propria rete sociale: quali ambiti generano benessere e quali malessere
TERZO INCONTRO
TERZO INCONTRO
QUARTO INCONTRO
La filastrocca dei segreti pesanti: le parole che vanno dette Incrementare la capacità di riconoscere situazioni «pericolose» attraverso le proprie emozioni e di chiedere aiuto
STORIE PER PENSARE
QUARTO INCONTRO
QUARTO INCONTRO
QUINTO INCONTRO
Rinforzare gli apprendimenti sulle fondamentali caratteristiche dell’abuso sessuale
QUINTO INCONTRO
Se solo 16 anni fa un’altra Melevisione avesse parlato anche con me… cinque anni: un po’ pochi per un rapporto sessuale, ma non troppi per un abuso. E nessuno parlava. Ho nascosto questa cosa in fondo a me perché se non la vedo lei non c’è. E invece c’era, c’era quando avevo smesso di mangiare, c’era nei dieci mesi di ospedale che seguirono, c’era nei sette anni di anoressia, c’era nella droga che faceva dimenticare. Eccola qui quella donna davanti alla Melevisione ascolta: “Mamma, perché Fata Lina ha bua?”. Grazie di aver parlato. Se solo qualcuno lo avesse fatto con me… Tutti quegli anni di silenzio, tutto quel dolore… Grazie, Melevisione, grazie per mia figlia. Perché a volte anche in un bel castello c’è qualcuno da cacciare!! Pellai , 2008
Bibliografia
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Russel D. The incidence and Prevalence of Intrafamilial and Extrafamilial Sexual Abuse of Female Children. Child Abuse and Neglect: (1983) 7, 133-146 Finkelhor D. The international epidemiology of child sexual abuse. Child Abuse and Neglect, (1994) 18: 409-417 Kitzinger & Skidmore. Child abuse Review 1995 Vol 4: 47-56.
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Briere J. Et al. Prevalence and Psychological Sequence of Self- Reported Childhood Physical and Sexual Abuse in General Population. Child Abusse and Neglect, 2003, 27-10.
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Pellai A La prevenzione dell’abuso sessuale. Teorie e modelli a sostegno dell’intervento comunitario. Animazione Sociale, 2004. XXXIV/10:76-83
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Pellai A. Un’ombra sul cuore. L’abuso sessuale: un’epidemia silenziosa. Franco Angeli Editore, Milano- 2004.
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Dube S. et al. Long-Term Consequences of Childhood SexualAbuse by Gender of Victim. Am J Prev Med 2005;28(5):430–438.
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Pellai A et al. Child Sexual Abuse: The Hidden Epidemics. Child Sexual Abuse Prevalence rate and Characteristics of Sexual Victimization as Reported by a Sample of 3000 Students Living in Milan. New developments in child abuse research. Sturt, Stanley M. (Ed.); Hauppauge, NY, US: Nova Science Publishers, 2006. pp. 113-128
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Pellai A. , Tamborini B. Il segreto di fata Lina : per una prevenzione dell'abuso sessuale in età evolutiva. Edizioni Erickson,Gardolo (TN)- 2008. www.stopitnow.com
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