MAGAZINE PER GLI ITALIANI NEL MONDO N° 146 • Marzo 2014 • 10€
Anno XVIII • n°2 • www.iliomasprone.com • Sped. in Abb. Post. 45% comma 20/b art. 2 Legge 662/96 • Filiale Poste Imperia
La Grande Bellezza del Made in Italy
La Cucina di Massimo BOTTURA
L’Arte di
Ugo NESPOLO
19 settembre 2014 Hotel de Paris Monte Carlo
Monte-Carlo • Atene • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma
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La Fortezza di “Le Castella” Isola di Capo Rizzuto (Crotone)
A cura della Regione Calabria - Dipartimento Turismo-Sport-Spettacolo
Campagna 2014 BRONZI DI RIACE
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Il Made in Italy la risorsa che può salvare la nostra economia di Ilio MASPRONE
Luci e ombre del “Made in Italy” di Fausto TAVERNUITI
“La Grande Bellezza” di Sorrentino: un Made in Italy da festeggiare di Marisol BERTERO
L’eccellenza italiana sbarca negli Emirati Arabi di Sourour MEJRI
UGO NESPOLO la vita, le opere di Silvana RIVELLA
La famiglia De Nigris 125 anni di storia
Radwan Khawatmi Fautore del Made in Italy nei Paesi Arabi
som
sommario 4
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Valerio De Molli, manager di geopolitica di Marichele BRUSA
Federico Grom a Monte-Carlo per il “Made in Italy”
Massimo Bottura: big Chef big man di Marichele BRUSA
Massimo Colomban Da Venezia il manager pluri premiato
Utopia Europa: il sogno nel cassetto di Ely GALLEANI
Marco Sarlo: il “direttore” dei Vip e delle teste coronate di Tiziana PAVONE
maire
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editoriale
Il Made in Italy,
la risorsa che può salvare la nostra S.A.S. il Principe Alberto II, patrocinatore dell’evento Made in Italy, con l’Ambasciatore italiano a Monaco Antonio Morabito, ideatore del Forum.
Diciotto anni fa nasceva nel Principato di Monaco Il Foglio Italiano; il primo numero era composto da un foglio piegato a formare quattro paginette, interamente dedicate agli italiani residenti a Monte Carlo. Nato da una scommessa tra me e l’attuale Presidente del Com.It.Es (Comitato degli Italiani all’Estero), Conte Niccolò Caissotti di Chiusano, e caldeggiato dal caro amico scomparso, il giornalista di Radio e Telemontecarlo, Roberto Biasiol, il magazine da allora ha fatto molta strada, crescendo in maniera esponenziale fino a diventare l’organo informativo di riferimento non solo degli italiani residenti a Monaco, ma di tutti i nostri connazionali che risiedono all’estero. Anche se negli anni sono nati altri progetti editoriali locali, Il Foglio Italiano resta indiscutibilmente il primo in assoluto; sono infatti diciotto gli anni consecutivi che l’intera equipe giornalistica ed editoriale lavora con serietà, impegno e competenza, facendo del nostro magazine il portavoce della Professionalità Italiana nel Mondo. Questo è anche il titolo dell’evento da noi organizzato da quattordici anni all’Hotel de Paris: un premio che aggiunge prestigio ad un giornale da sempre teso a promuovere e tutelare la produzione italiana. Ora, questo Numero Speciale del Foglio è dedicato proprio al Made in Italy, marchio protagonista del 1° Forum Internazionale del Made in Italy dal 14 al 16 marzo al Grimaldi Forum: un evento che documentiamo ampiamente nelle pagine interne. Ancora una volta e per primo, il Principato si elegge a portavoce della produttività e della creatività di un Paese amico da sempre. Il nostro magazine è e resta, almeno per ora, l’unico a promuovere su carta e sul web gli italiani che sanno farsi apprezzare all’estero; nelle pagine interne i nostri lettori potranno seguire in italiano ed in inglese parecchi interventi, che testimoniano quanto sia determinante valorizzare le migliori realtà imprenditoriali del nostro Paese e tutelare i nostri prestigiosi ed inconfondibili Brand nazionali, una vera risorsa per l’economia italiana. Ci auguriamo perciò che questo Forum, promosso dall’Ambasciatore d’Italia a Monaco, il vulcanico Antonio Morabito, e organizzato dai professionisti della “The European House -Ambrosetti“, abbia il meritato successo così da essere
ripetuto negli anni. Chiudo questo mio editoriale ringraziando chi ha avuto sempre fiducia in noi, ed in particolare un grande amico dell’Italia: l’Ambasciatore monegasco Henri Fissore, che nel 2005 mi candidò per l’onorificenza a Cavaliere dell’“Ordine al Merito Culturale del Principato di Monaco”, un’insigne riconoscimento che io ebbi l’onore di ricevere direttamente dalle mani di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto di Monaco e della Principessa Carolina di Hannover.
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di Ilio MASPRONE
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economia L’ambasciatore monegasco Henri Fissore ispiratore del primo Forum Made in Italy in compagnia di S.A.S. la Principessa Maria Gabriella di Savoia.
The “Made in Italy” is the resource to save the Italian economy
“Il Foglio Italiano” was the first magazine entirely devoted to the Italians residents in Monte Carlo and it was founded eighteen years ago in the Principality of Monaco. The first number was just a four pages magazine and it was due to a bet between me and the current President of the Com.It.Es (Committee of Italians Abroad), Count Niccolò Caissotti of Chiusano. I also received a lot of support from my late friend, the journalist of Radio and Telemontecarlo, Mr. Roberto Biasiol. Since then, the
magazine has grown exponentially, to become the information’s source of reference not only for Italian citizens residing in Monaco, but for all our compatriots living abroad. Even if, in the meantime, some other local publishing projects have been edited, Il Foglio Italiano remains the first-ever. In fact, we are working as a team for eighteen consecutive years, showing publishing and journalistic professionalism, commitment and expertise. Our magazine is the spokesman of the Italian Professionalism in the World. This is also the title of the event organized by us at the Hotel de Paris. Beyond adding prestige to our magazine, since fourteen years the Award is looking forward to promoting and protecting the best of the Italian production. Today, we are dedicating this Special Issue of Il Foglio Italiano to the “Made in Italy”. The brand is the protagonist of the “1st International Forum of Made in Italy”, taking place from 14th to to 16th March at the Grimaldi Forum. We are documenting extensively the event in the inner pages. Once again, the Principality of Monaco is the first to state in such a prestigious way the productivity and the creativity of Italy, its friendly country ever. Our magazine is, and at least for now it remains, the only one to promote on paper and on the web, Italy’s capacity to be appreciated abroad. Our readers will be able to follow, both in Italian and in English, several interventions. The Forum will show how much it is crucial to value at its best our country’s produce and to protect our national distinctive brands, as they are a worthy asset to the Italian economy. The Forum is heartily sponsored by the Italian Ambassador in Monaco, Mr. Antonio Morabito, and it is organized by the professionals of the “The European House- Ambrosetti”. It will surely report the deserved success, so to be replicated over the years. I close this editorial by thanking those who always trusted us. Especially, I will forever be grateful to a great friend of Italy, the Monaco Ambassador, Mr. Henri Fissore, for sponsoring me in 2005, when I had the honor to be elected knight of the “Order of Cultural Merit of the Principality of Monaco”, a recognition that I received from the hands of H.S.H., the Prince Albert of Monaco and of H.R.H, the Princess Caroline of Hanover.
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Il Magazine Il Foglio Italiano presenta il
XIV PREMIO
Venerdì 19 Settembre 2014 - Hotel de Paris (ore 20 aperitivo, ore 21 dinner gala)
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ALBO D’ORO: Media Partner
1° 2000: Monica BELLUCCI (Artista Internazionale) Fernanda CASIRAGHI (Imprenditoria) Andrè Rolfo FONTANA (Comunicazione) 2° 2001: Katia RICCIARELLI (Artista Internazionale) Emilio FEDE (Comunicazione) FIORUCCI (Imprenditoria) 3° 2002: Camilla Di BORBONE (Costume & Società) Mike BONGIORNO (Carriera) Ezio GREGGIO (Artista Internazionale) 4° 2003: Maria Franca FERRERO (Sociale) Paolo LIMITI (Carriera) Roberto BETTEGA (Sport) 5° 2004: Max BIAGGI (Sport) Ornella MUTI (Artista Internazionale) Sergio PININFARINA (Imprenditoria) 6° 2005: Salvatore ADAMO (Artista Internazionale) Giulio ANDREOTTI (Politica) Roberto BOLLE (Danza&Cultura) Evelina CHRISTILLIN (Management) Gualtiero MARCHESI (Carriera) Enzo ZANOTTI (Imprenditoria) 7° 2006: Lorena BIANCHETTI (Costume & Società) Marcello LIPPI (Sport) Pierfrancesco VAGO (Management) Umberto VERONESI (Ricerca Scientifica) Francesco ZERBI (Imprenditoria) 8° 2007: FRECCE TRICOLORI (Istituzionale) Caterina MURINO (Artista Internazionale) Alberto HAZAN (Imprenditoria) 9° 2008: Amedeo MINGHI (Artista Internazionale) Patrizia MIRIGLIANI (Costume & Società) Claudio MARZOCCO (Imprenditoria) 10° 2009: E. Filiberto di SAVOIA (Personaggio dell'Anno) Sabrina BRAZZO (Danza & Cultura) Franco ZEFFIRELLI (Cultura) Peppino DI CAPRI (Carriera) Valentina VEZZALI (Sport) 11° 2010: L. PERICOLI e N. PIETRANGELI (Carriera) Enrico DE WAN (Imprenditoria) Melissa e John MARTINOTTI (Imprenditoria) Banca EDMOND DE ROTHSCHILD (Fedeltà) 12° 2012: Remo GIRONE (Artista Internazionale) NAIR (Artista Internazionale) N. CAISSOTTI di CHIUSANO (Pres. Italiani di Monaco) Ugo NESPOLO (Artista Internazionale) G. Piero MANZETTI e M. Rosa CECCON (Imprenditoria) 13° 2013: Sospeso 14° 2014: ...
il Punto
Luci e ombre del “Made in Italy” Anche lo strumento della “Comunicazione di successo”, che adegua le caratteristiche di un prodotto in fase di elaborazione a profili di altri articoli che già registrano una sicura rilevazione di gradimento, si avvale oggi di tanti riferimenti che provengono dalla creatività e dall’estro italiano. Sempre più la matrice del successo è quindi “Made in Italy”. Così accade per la progettazione di una prestigiosa autovettura, per l’esclusivo design di un gioiello o per l’inconfondibile stile di una borsa, così come per beni di largo consumo. All’estero ci apprezzano più di quanto sappiamo fare noi. L’Oscar al film “La Grande Bellezza” di Sorrentino è soltanto l’ennesima riprova. Il marchio “Made in Italy” è considerato tra i più noti insieme a quelli di Coca Cola e Visa. Però, analogamente ad altre sigle come ad esempio il marchio UE, il brand “Made in Italy” dovrebbe essere apposto secondo precisi requisiti. Purtroppo non è sempre così. Sino a pochi anni fa si consentiva, addirittura per legge, che un prodotto si potesse fregiare del “Made in Italy” purché fosse gestito in una sua qualunque fase da un imprenditore italiano. Nel 2009 il Decreto Legge 135/09 e la Legge di conversione 166/09, erano già intervenuti a tutela del marchio italiano, chiarendo che sono classificabili come “Made in Italy” merci per le quali il disegno, la progettazione, la lavorazione ed il confezionamento siano compiuti esclusivamente sul territorio nazionale, prevedendo anche sanzioni penali per l’uso indebito di tali riferimenti. In seguito, nel 2010, per la commercializzazione di tessuti, calzature e pelletteria, la legge Reguzzoni-Versace-Calearo ha previsto un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti finiti ed intermedi destinati alla vendita, idoneo non soltanto ad evidenziare il luogo di origine delle diverse fasi di lavorazione, ma anche ad assicurare la tracciabilità dei prodotti. Ma la legge è stata poi giudicata incompatibile con il diritto comunitario e la stessa Agenzia Nazionale delle Dogane non considera applicabili le norme. L’attuale conseguente confusione potrà essere superata soltanto se l’Unione Europea imporrà definitivamente l’obbligo di indicare l’origine geografica della
merce. Le due proposte normative comunitarie presentate nel 2013 sono in discussione in Parlamento e nel Consiglio Europeo e l’eventuale entrata in vigore è prevista per il 2015. Nel frattempo alcuni imprenditori italiani hanno anche costituito un Istituto per la Tutela del prodotto con relativo bollino di certificazione. Ma si tratta evidentemente di un’iniziativa spontanea, non riconosciuta sul piano legislativo. Una specifica competenza sulla tutela del “Made in Italy” è, invece, attribuita al Consiglio Nazionale Anticontraffazione, un organismo interministeriale recentemente rinnovato che, oltre a vigilare sui casi di usurpazione del marchio in Italia e all’estero, ha competenza sui controlli e la repressione delle violazioni e sulla contraffazione via Internet. Nel frattempo la fantasia italiana progetta e vara comitati e consorzi di tutela e persino un Master in Management del Made in Italy. Ma una buona notizia la troviamo negli annunci del programma del nuovo Governo di Matteo Renzi: il “Made in Italy” vuole rappresentare finalmente una chiave strategica di attrazione. E si palesa l’intenzione di un marchio unico da presentare durante la prossima Expo 2015 di Milano per far risaltare al meglio l’unicità stilistica dei nostri prodotti.
LIGHTS AND SHADOWS OF THE “MADE IN ITALY” In businesses, the so called “Factors for Successful Communication” is an instrument employed to adapting the characteristics of a new product to those items that already have recorded a worldwide appreciation. Everybody admit that the Italian creativity is inspirational and that the matrix for the success of a quantity of products around the world is “Made in Italy”. Celebrated Italian items go from a prestigious car to the unique de-
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di Fausto TAVERNITI
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The best brand in the world: Ferrari in Abu Dhabi.
sign of a jewel, but also they are just consumer goods. “Nemo propheta in patria” is the expression that indicates the difficulty of the persons to emerge in familiar atmospheres, and that it is easier to make to be worth abroad the own abilities and qualities. The Oscar winner movie “The Great Beauty” by Sorrentino proves it. The label “Made in Italy” is considered one of the most well-known along with those of Coca-Cola and Visa. However, like other acronyms such as the EU label, the brand “Made in Italy” should be applied according to specific requirements. Unfortunately and even bylaws, until a few years ago a product could be labeled “Made in Italy” as long as it was run by an Italian entrepreneur. In 2009, the Law Decree 135/09 and the Conversion Law 166/09 had already intervened to protect the Italian brand, making it clear that it is classified as “Made in Italy” an item for which the drawing, design, processing and packaging are made exclusively on the national territory, while also providing penalties for the misuse of those references. Subsequently, in 2010, for the marketing of fabrics, leather and shoes, the law Reguzzoni-Versace-Calearo had a system of mandatory labeling of finished products and intermediates for sale, suitable not only to highlight the place of origin of the different phases, but also to ensure the traceability of the products. This law was later found inconsistent with the Community bylaws and the
standards were not considered applicable by the National Customs Agency. The current resulting confusion can be overcome only if the European Union will impose an obligation to definitively indicate the geographical origin of the goods. The two proposed EU legislations made in 2013 are under discussion in the European Council and Parliament, to entry into force in 2015. Meanwhile, some Italian entrepreneurs have also established an Institute for the Protection of the product with its stamp of certification. But this is clearly a voluntary initiative, not recognized on the legislative front. Specific expertise on the protection of “Made in Italy” is, however, attributed to the National Council for Anti-Counterfeiting. This inter-ministerial body, recently renovated, in addition to overseeing the cases of usurpation of the brand in Italy and abroad, has jurisdiction over the controls and the repression of violations and counterfeiting on the Internet. Meanwhile in Italy, committees and associations for the protection of the brand are founded almost everywhere and even it exists a “Masters in Management of Made in Italy”... The good news comes from the program of the new Government, as Mr. Renzi seems to know that the brand represents a strategic key for our economy. It seems also that, during the upcoming Expo 2015 in Milan, the “Made in Italy” will be presented as the best distinctiveness and unique brand of our products.
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PRINCIPATO DI MONACO FORUM MADE IN ITALY
“Una grande opportunità per il Made in Italy” MONTECARLO. “L’Italia guarda con grande attenzione ed interesse alle opportunità che il Principato di Monaco offre al mondo delle piccole e medie imprese italiane, e a nome del Governo italiano l’ho ribadito al primo ministro Michel Roger. E la decisione di svolgere dal 14 al 16 marzo a Monaco, nella prestigiosa sede del Grimaldi Forum, il 1° Forum Internazionale del Made in Italy, promosso dai ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico con il sostegno del Governo monegasco, ne è un segno tangibile”. E’ quanto ha affermato la senatrice Simona Vicari (nella foto), Sottosegretario allo Sviluppo Economico, in visita ufficiale nel Principato di Monaco, nel corso della quale ha incontrato, oltre al premier monegasco, anche il ministro delle Finanze e dell’Economia Jean Castellini. “Quello di marzo - prosegue Vicari - è un evento al quale dobbiamo guarda-
re non solo come a una vetrina, ma piuttosto come l’occasione per rilanciare in maniera decisa le nostre imprese. É questa anche la volontà degli imprenditori che ho incontrato insieme all’ambasciatore Antonio Morabito e che hanno deciso di costituire il Comitato Organizzativo del Forum. Ed in questo contesto sono convinta che le nostre imprese debbano puntare sullo strumento del contratto di rete, che può rappresentare una soluzione vincente come furono, decine di anni fa, i distretti industriali. Perció - conclude l’esponente del Governo - non dobbiamo perdere questa grande occasione che può consentire alle imprese di affrontare le sfide della globalizzazione, vivendole come una ricchezza. I contratti di rete sono un formidabile strumento, spetta allo Stato sostenerlo ma è il momento che le aziende lo colgano seriamente”.
Official statement of the Italian Senator, Mrs. Simona Vicari MONTECARLO. “Italy looks with great attention and interest to the opportunities that the Principality of Monaco offers to the small and mediumsized Italian companies. I have stated so on behalf of the Italian Government to the Monaco Prime Minister, Mr. Michel Roger. The decision to carry on, from 14th to 16th March, at the prestigious Grimaldi Forum in Monaco, the “1st International Forum of Made in Italy”, sponsored by the Italian Ministries of Foreign Affairs and Economic Development with the support of the Government of Monaco, is a tangible sign of our common commitment.” The Italian Senator, Mrs. Simona Vicari, Secretary for Economic Development, so expressed herself, during her official visit to Monaco. There, she met the premier of Monaco and the Minister of Finance and Economy, Mr. Jean Castellini.
“We must - Mrs. Vicari continued - live this event not only as a showcase, but rather as an opportunity to revive our businesses in a very resolute way. This is also the will of the entrepreneurs that I met with our Ambassador, Mr. Antonio Morabito, who has decided to form the Forum’s Organizing Committee. In this context, I am convinced that our companies should aim to exploit the endearing instrument of the network contract, just as, decades ago, they operated with the industrial districts. Therefore - added the representative of the Italian government - we must not miss this great opportunity, through which businesses could meet the challenges of globalization and structure bigger assets. The network contracts are a powerful tool. It is up to the Government to support it, but it is also time for the companies to seize it.”
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ITALIANI NEL MONDO FORUM MADE IN ITALY
“La Grande Bellezza” un Made in Italy da 16
di Marisol BERTERO
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di Sorrentino: festeggiare 17
LOS ANGELES. Era dal 1999 con “La vita è bella” di Roberto Benigni, che l’Italia non agguantava quella statuetta così prestigiosa. E adesso l’Italia può vantare anche di aver sconfitto rivali temibili come il belga “Alabama Monroe” di Felix Van Groeningen (vincitore del César) e il danese “Il sospetto” di Thomas Vintenberg. Il regista de “La Grande Bellezza”, Paolo Sorrentino, visibilmente emozionato, è dunque salito sul palco americano il due febbraio scorso insieme al protagonista Tony Servillo e al produttore Nicola Giuliano, per ritirare l’Oscar e ha detto “Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti d’ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo. Che è la base per il cinema. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli. Questa vittoria era tutt’altro che scontata. Gli altri film erano forti, mi sento felice e sollevato”. E intanto impazzavano i festeggiamenti anche sui social media di tutto il mondo, mentre è arrivato il messaggio di congratulazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha detto: “Si è giustamente colto nel film di Sorrentino il senso della grande tradizione del cinema italiano e insieme una nuova capacità di rappresentazione creativa della realtà del costume del nostro tempo. E’ uno splendido riconoscimento, è una splendida vittoria per l’Italia”. Una vittoria tutta italiana che giunge a confermare che gli italiani, nonostante le avversità, la crisi, e le carenti istituzioni culturali, quando vogliono sanno raggiungere traguardi a volte insperati. Restiamo, tra l’altro, l’unico Paese al mondo ad aver vinto più Oscar di ogni altro continente, ma non riusciamo purtroppo a valorizzare al massimo queste risorse. Anche il cinema rappresenta dunque un altro fiore all’occhiello, un filone felice, ma non soltanto perché abbiamo vinto l’Oscar quale Miglior Film Straniero, ma perché dimostriamo quella creatività e quell’ingegno che il mondo ci invidia. E siccome a Monte-Carlo, in queste giorni, si parlerà di “Made in Italy”, auguriamoci che questo Brand cinematografico venga ricordato e riconosciuto.
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Sopra, Tony Servillo e Paolo Sorrentino. A destra una scena del film.
LOS ANGELES. After 15 years, when “Life is Beautiful” by Roberto Benigni won the prestigious statuette, Italy has defeated formidable rivals such as the Belgian “Alabama Monroe” (winner of the César) and the Danish “Suspicion” by Thomas Vintenberg, winning the Oscar as Best Foreign Language Film. The director of “The Great Beauty”(La grande bellezza), Paolo Sorrentino, was visibly very excited
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onstage, on the last 2ndFebruary, along with the protagonist Tony Servillo and the producer Nicola Giuliano. As he collected the Oscar, he said: “Thanks to Toni and Nicola, thanks to actors and producers, to my source of inspiration, the Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, and Diego Armando Maradona. They taught me how to make a great show. Thanks to
Naples and Rome, and to my great personal beauties, Daniela and our two children. This victory was quite unexpected, because other films were sound. Now, I feel happy and relieved”. Meanwhile, the social media around the world were on fire. Sorrentino also received a message of congratulations from the President of the Italian Republic Giorgio Napolitano, saying: “The Sorrentino’s movie
represents the great tradition of Italian cinema, together with a new capacity for creative representation of the reality and of our times. It is a wonderful recognition and a great victory for Italy”. An all-Italian victory confirming that the Italians are able to achieve the top, despite the adversities, the economic crisis, and the sometimes flawed institutions. Also if we got more Oscars than any other country,
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filming in Italy is still very difficult, expensive, and sometimes unfeasible. Thus, “La grande bellezza” represents another “Made in Italy” highlight. Winning the Oscar as Best Foreign Language Film, Italy has shown unbeatable creativity and genius. Since in these days the “Made in Italy” is celebrated in Monte-Carlo, we are sure that this Italian beautiful movie will be fully recognized by everybody.
ITALIANI NEL MONDO FORUM MADE IN ITALY
L’eccellenza italiana italiana sbarca negli Emirati Arabi Nostra intervista con Luigi Cremonini “Patron” dell’omonima azienda 20
di Sourour MEJRI
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MODENA. Tra le eccellenze italiane, continua l’espansione internazionale del Gruppo Cremonini: Inalca, la società del Gruppo specializzata nella produzione di carni bovine e nella realizzazione di piattaforme distributive alimentari all’estero, ha appena siglato un’importante partnership con Emirates Advanced Investment Group (EAIG), holding specializzata per gli investimenti negli Emirati Arabi, per lo sviluppo del business agroalimentare nei paesi del Golfo. L’accordo è stato siglato il mese scorso ad Abu Dhabi alla presenza del Primo Ministro italiano e del Ministro dell’Economia degli Emirati Arabi H.E. Sultan al Mansouri dai CEO di EAIG, H.E. Obaid Al Mansouri e per Inalca da Luigi Scordamaglia. L’obiettivo è di costituire
e gestire una Joint Venture per la commercializzazione di prodotti alimentari (specialmente di origine italiana), nel foodservice e negli altri canali distributivi nel territorio degli Emirati Arabi Uniti e, più in generale, negli altri paesi del Consiglio per la Cooperazione dei Paesi Arabi del Golfo. Cremonini, attraverso Inalca, vanta una presenza consolidata a livello internazionale. Sono infatti cinque le piattaforme distributive e uno stabilimento per la produzione di hamburger in Russia (Mosca, San Pietroburgo, Rostov, Novosibirsk e Katerinenburg) mentre in Africa i centri di distribuzione salgono a 13 e sono presenti in 6 paesi: Algeria, Angola, Congo, Rep. Democratica del Congo, Mozambico e Costa d’Avorio. L’Inalca nel 2012 ha realizzato
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un fatturato di 1,54 miliardi di euro e di questi il 50% deriva da attività internazionali Cav. Cremonini, con questo accordo vi aprite a un nuovo mercato: cosa farete esattamente? “Il primo passo dell’accordo prevede la costruzione di una piattaforma distributiva nell’area di libero scambio (free trade zone) di Abu Dhabi per l’importazione e la distribuzione di prodotti alimentari, basata sul modello delle analoghe strutture realizzate da Inalca in Russia e in diversi Paesi africani. In una seconda fase, le stesse parti valuteranno eventuali opportunità future per organizzare anche attività di produzione alimentare in loco. Il
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tutto è in linea con il piano di sviluppo “Abu Dhabi Vision 2030” e con l’obiettivo di accompagnare la continua crescita dell’economia degli Emirati: il nostro partner, EAIG, considera il business agroalimentare e la sicurezza alimentare come una delle principali priorità, insieme allo sviluppo delle competenze locali nel settore”. E’ un ulteriore segno che le eccellenze italiane nel mondo hanno grandi opportunità? “Non c’è alcun dubbio: vista la forte domanda di specialità alimentari del Made in Italy nel territorio degli Emirati Arabi Uniti e considerato l’obiettivo di creare una forte cooperazione nel settore agroalimentare tra Emirati Arabi Uniti e l’Italia, Inalca è stata prescelta per la sua consolidata esperienza specifica nel settore. Inalca, infatti, ha già costruito e organizzato in altre aree del mondo diverse piattaforme logistiche per la distribuzione di prodotti alimentari al mondo del Foodservice e dell’Ho.Re.Ca (Hotel Ristoranti e Catering). Questo modello di business consente al Gruppo Cremonini di valorizzare non soltanto i propri prodotti, ma anche quelli di migliaia di piccole e medie aziende italiane, in grado di produrre le migliori eccellenze alimentari al mondo, ma la cui dimensione inadeguata impedisce qualsiasi distribuzione autonoma al di fuori del confine del nostro Paese”. Si può dire che questo accordo ha un valore anche “di sistema” per il nostro Paese? “Certamente. Il modello Inalca unisce aggrega e distribuisce sul mercato Mondiale il meglio dell’Italian food & Beverage. E’ un modello ideale di internazionalizzazione, senza delocalizzazione, che oggi sembra non avere limiti nella possibilità di replicarsi in tantissimi altri mercati del mondo. Non è un caso che l’accordo sia stato firmato alla presenza del massimo responsabile del nostro Governo, proprio a sottolinearne il valore per il sistema Paese”. L’Inalca ha da poco festeggiato 50 anni di storia, ma il suo gruppo si è sviluppato anche in altri settori, arrivando a chiudere un fatturato complessivo di 3,42 miliardi di euro nel 2012, siete la terza azienda italiana nel food: quali sono i driver dello sviluppo futuro dell’azienda? “Con l’Inalca è cominciato tutto nel 1963, quando avevo l’ambizione di
realizzare la prima industria italiana della carne bovina, poi ci siamo ampliati al settore della distribuzione al foodservice, con la Marr, e al mondo della ristorazione, con Chef Express e la catena di steakhouse Roadhouse Grill. Sono tre settori che gestiamo con aziende autonome e indipendenti tra di loro, con amministratori molto capaci e che hanno logiche di sviluppo differenziate. La Marr, per esempio, pur essendo il leader italiano, opera in un settore molto frammentato e ha
Luigi Scordamaglia e Obaid Al Mansouri alla firma del contratto per la Cremonini. A destra la sede Russa del Gruppo Cremonini.
possibilità di crescere ancora nel mercato domestico per molti anni. Nella ristorazione abbiamo avuto una espansione internazionale nei servizi di ristorazione a bordo treno nell’alta velocità e siamo in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, Olanda, mentre abbiamo ancora grandi potenzialità in Italia nel mercato delle concessioni, soprattutto negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. Roadhouse Grill ha oggi una cinquantina di locali e contiamo di arrivare al raddoppio nei prossimi anni. L’Inalca ha le prospettive più affascinanti: come dicevo prima, è un modello di business molto replicabile e possiamo accompagnare la crescita di tantissimi paesi, in Eurasia, Medioriente e in Africa. Proprio in Africa ci sarà la prossima tappa: realizzeremo un grande impianto
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di macellazione nel Sudan, quindi un mercato nuovo, in un’area che ha la più grande concentrazione di bovini di tutta l’Africa: produrremo carne locale da distribuire in vari paesi africani attraverso la nostra catena logistica già operativa. Per me, che come sapete sono un appassionato di zootecnia, sarà una sfida emozionante”.
Italian excellence The international expansion of the Cremonini Group continues: Inalca, the company of the Group specialised in the production of beef and the creation of food distribution platforms, has just
signed an important partnership with Emirates Advanced Investment Group ( EAIG ), a holding company specialised in investments in the United Arab Emirates, for the development of the agrifood business in the Gulf States. The agreement was signed in Abu Dhabi in the presence of the Italian Prime Minister, Hon. Enrico Letta and the Minister of Economy of the UAE, H.E. Sultan al Mansouri, by the CEO of EAIG, H.E. Obaid Al Mansouri and by Inalca’s Dr. Luigi Scordamaglia. The objective is to establish and operate a Joint Venture for the marketing of food products (especially of Italian origin) in the foodservice and other distribution channels covering the United Arab Emirates territory and, more in general, in the other countries of the Gulf Cooperation Council. Cremonini, always with Inalca, already has an established presence with
local structures in Russia, with five distribution platforms and a plant for the production of hamburgers, and in several African countries : Algeria, Angola, Congo, Democratic Republic of the Congo, Mozambique and the Ivory Coast. Inalca in 2012 had a turnover of 1.54 billion Euro and of which 50% comes from international activities. Inalca represents about 40% of the total turnover of the Cremonini Group. According to Mr. Cremonini, the first step of the Agreement provides for the construction of a distribution platform in the free trade zone area in Abu Dhabi for the import and distribution of food products, based on the model of similar structures built by Inalca in Russia and several African states. In a second stage, the same parties will assess any future opportunities to organise also activities of food production.
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Given the strong demand for Made in Italy specialty products in the UAE and considering the goal of creating a strong cooperation in the agri-food sector between the United Arab Emirates and Italy, Inalca was chosen for its proven, specific experience in the sector. Inalca, in fact, has already built and organised in other parts of the world numerous logistic platforms for the distribution of food products to the foodservice industry and of participating hotels worldwide HO.Re.Ca ( Hotels, Restaurants and Catering). This business model allows the Cremonini Group to enhance not only its own products, but also those of thousands of small and medium-sized Italian companies that are able to produce the best food excellence in the world, but whose inadequate size impedes any distribution whatever outside Italy. Sourour MEJRI
Tour Mondiale 2014-15
zi classici, lirici e pop scelti tra i più celebri autori della M le crossover di pez a usica Italia c i s u m o i na Viagg
NATASHA KORSAKOVA (violino) - NAIR (voce e piano) ROMOLO TISANO (tenore) - MARCOS MADRIGAL (pianoforte) con
Lucia Colosio e Giulio Galimberti (danzatori)
Orchestra Sinfonica del XXI Secolo Direttore d’Orchestra STEFANO SALVATORI Regia e Coreografie MAX VOLPINI Consulenza Artistica KATIA RICCIARELLI Testimonial ANTONIO CAPRARICA
Produzione: Associazione No Profit Cultura & Comunicazione - Sanremo - Italy - Presidente Ilio Masprone - Contact:
[email protected]
ANTEPRIMA MONDIALE Città di Biella Regione Piemonte
Orchestra Sinfonica e Coro LiberArtisti
Teatro Sociale (Piazza Martiri Libertà 2)
Sabato 24 Maggio (ore 21) www.teatrodode.it
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UGO NESPOLO la vita, le opere
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di Silvana RIVELLA
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TORINO. Nel 1963, mentre entravo in Accademia, credo che Ugo frequentasse ormai l’ultimo anno. Quando noi allievi, riuniti nella stessa aula magna nonostante le differenze di età, ascoltavamo le infuocate lezioni di Aldo Mondino, avevamo la netta impressione che al giovane colto e preparatissimo Ugo Nespolo, classe 1941, i banchi dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino stessero non poco stretti... Ancora oggi ricordiamo con ammirazione come Nespolo fosse tra i pochi, se non l’unico, ad intervenire sovente con analisi limpide e folgoranti. In varie discussioni, ricordo come amasse citare Blake sostenendo, al pari del grande visionario, che «…l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa». Credo leggesse in VO, perché gli era familiare un saggio quale “The doors of perception” di Aldous Huxley, un evidente omaggio al pensiero di Blake. Insomma, genial-
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mente poliedrico, non gli è stato difficile e non gli è bastato diplomarsi con lode in Accademia con Enrico Paulucci perché poco dopo si è anche laureato in Lettere Moderne presso l’ Università di Torino, con una tesi su una delle sue materie preferite, la semiologia. Appassionato dello studio dei segni, condivideva con entusiasmo la rivoluzionaria tesi del 1964 di Roland Barthes, secondo il quale solo nel linguaggio è possibile concepire e identificare il significato delle diverse forme di significazione che s’incontrano nel contesto sociale e culturale: cinema, pubblicità, moda, televisione. In effetti, l’arte di Nespolo interessa tutte queste discipline, e tra queste in particolare, come vedremo, il cinema. Per quel che riguarda pittura e scultura, a parte la Pop Art, che stava diventando popolare in Italia in quegli anni, il suo lavoro artistico, iniziato nel 1960, è stato influenzato dai movimenti torinesi di arte concettuale e di arte povera e, dopo un primo viaggio negli Stati Uniti, dal movimento neodadaista Fluxus, che fu tra i primi a rivendicare l’intrinseca artisticità dei gesti più comuni ed elementari, promuovendo lo sconfinamento dell’atto creativo nel flusso della vita quotidiana. In quegli anni esaltanti, in nome di un’arte totale che prediligeva come ambiti elettivi d’espressione soprattutto la musica, la danza, la poesia, il teatro e la performance, nascono gli Happening, luoghi dove l’arte assume diverse forme e dove anche il fruitore assume un ruolo diverso. Tipico a questo proposito
è l’episodio del 1973, legato al breve soggiorno di Nespolo presso l’ospedale psichiatrico di Volterra dove, con l’aiuto dei degenti, realizzò due opere: una piramide carica di disegni, pupazzi ed oggetti personali dei malati e una gigantesca pillola di cartapesta, simboleggiante le cure farmacologiche: una sorta di gesto purificatorio teso a denunciare l’abuso della terapia farmacologica e al contempo sensibilizzare la cittadinanza, totem che sarà bruciato in una piazza della città. Possiamo affermare che fin da subito, le varie forme dell’espressione artistica di Nespolo sono fortemente antidogmatiche e libertarie. Divertimento, ironia e trasgressione fanno da sempre parte integrante della sua vita e della sua arte, caratterizzando tutta la sua opera negli anni a venire. Dopo un primo viaggio nel 1967, Nespolo ha visitato regolarmente gli Stati Uniti, dove ha trascorso lunghi periodi, specialmente tra gli anni ottanta e novanta. Nel 2010 è stato nominato membro del Comitato d’Onore di Immagine & Poesia, un movimento letterario artistico fondato a Torino, con il patrocinio di Aeronwy Thomas, la scrittrice figlia del poeta gallese Dylan Thomas. Dicevamo quanto sia importante nel suo percorso il cinema, artistico e sperimentale: a partire dal 1966, data di “Grazie, mamma Kodak”, suoi amici e artisti come Lucio Fontana, Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e altri, sono apparsi nei suoi film. In particolare, riteniamo importante ricordare il film “AG” del 1968, che documenta la visita a Torino
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del grande poeta americano della Beat Generation, Allen Ginsberg e la sua conferenza stampa alla libreria Hellas. Da allora, in oltre quarant’anni, di film Nespolo ne ha girati una ventina, ormai esposti in istituzioni come il Beaubourg di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Varsavia Filmoteka Polska e la Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara. Un altro campo che lo ha visto particolarmente attivo è quello delle arti applicate: ha prodotto ceramiche e oggetti in vetro soffiato, ha creato oltre cinquanta manifesti di mostre e altri eventi, ha fatto campagne pubblicitarie - di cui quelle per Campari e Azzurra sono le più famose - e sequenze di titoli e videosigle realizzate per spettacoli della Rai Tv nazionale. Infine, particolarissimo è il suo lavoro con i Palii: dalla fine degli anni novanta fino a recentemente, Nespolo ha creato i Palii per le tradizionali Giostre della Quintana di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto, dove sul lungomare ha lasciato un’importante, colorata scultura che narra “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” e un’altra intitolata “Allegro”, vari sendalli per il famoso Palio di Asti e per il Palio della Giostra della Quintana in Foligno, e il Drappellone per il Palio dell’Assunta agostana. Nel 2002, Nespolo è stato nominato coordinatore artistico per la Metropolitana di Torino, con l’obiettivo di realizzare il primo “museo sotterraneo di arte moderna” e diverse stazioni della metropolitana sono decorate con sue incisioni in vetro e altre immagini. Nel teatro, fin dalla metà degli anni ’80 Ugo Nespolo è stato chiamato a progettare le scenografie per molte opere in vari teatri in Europa e negli USA e nel 2011 è stato nominato presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, il più visitato dei molti musei di Torino e uno dei più visitati d’Italia. Nespolo è un artista di livello internazionale: le sue opere, pitture, sculture e installazioni sono conosciute in tutto il mondo, apprezzate da collezionisti privati ed esposte nei più importanti musei di arte contemporanea.
Ugo Nespolo: life and works In 1963, when I applied to the Academy, Ugo was frequenting the last year. Listening in the auditorium all together, despite the differences in age, to the passionate lessons by Aldo Mondino, I had the distinct impression that to the cultivated, trained Ugo Nespolo, born in 1941, the banks of the “Albertina Academy of Fine Arts” in Turin were positively
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tight ... I still remember with admiration as Ugo was one of the few, if not the only, to intervene frequently with clear, dazzling analysis. In various discussions I remember how he loved to quote Blake arguing, like the great visionary, that “... imagination is not a state of mind: it is the human existence itself.” I think that he could read in VO, because he was familiar with the disruptive essay by Aldous Huxley, “The Doors of Perception”, obvious homage to the thought of Blake. In short, being brilliantly versatile, he graduated with honors from the Academy with Enrico Paulucci and shortly after, he also obtained a degree in Modern Literature at the University of Turin, with a thesis on one of his favorite subject, the Semiology. He shared with enthusiasm the revolutionary thesis exposed in 1964 by Roland Barthes, according to which only by language you can understand and identify the significance of the different forms like cinema, advertising, fash-
ion, television. In fact, Nespolo’s art was interested in all these disciplines and among them in particular, as we will see, in the cinema. His career as an artist started in the 1960s and his work was influenced by Pop Art, conceptual art, Arte Povera and Fluxus.He met and appreciated these movements during his frequent trips to the
United States. After the first trip in 1967, he regularly visited the States. Since then, irony and transgression are part of his art and characterize Nespolo’s work in the years to come. Since 2010 he has been member of the Honor Committee of Immagine & Poesia, an artistic literary movement founded in Turin, with the patronage of Aeronwy Thomas, Dylan Thomas’s daughter. Happenings were born in those stimulating years, in the name of a total art that favored some areas as elective expression, especially music, dance, poetry, theater and performance. Nespolo was appreciated also for his work with Palios. In 1998, he was committed the Palio for the Giostra della Quintana, Ascoli Piceno. In 2000, he was awarded for his work for Palio di Asti and in 1991 and 2009 for the Palio of the Giostra della Quintana in Foligno. He was chosen to design the Palio (Drappellone or ban-
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ner) at the Palio dell’Assunta in August 2007. We were saying how important is in its path the artistic and experimental cinema: since 1966, the date of “Grazie mamma Kodak”, his friends and artists such as Lucio Fontana , Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto and others, have appeared in his films. In particular, I think it’s important to remember the 1968 movie “AG”, which documents the visit to Turin of the great American poet of the Beat Generation, Allen Ginsberg. Nespolo’s films have been exhibited in institutions like the Beaubourg in Paris, the Philadelphia Museum of Modern Art, Warsaw’s Filmoteka Polska and Ferrara’s Galleria Civica d’Arte Moderna. He has done about twenty films over forty years. Regarding applied arts, Nespolo made ceramics and blown
glass objects, created over fifty posters for exhibitions and other events, did advertising campaigns - the ones for Campari and Azzurra are the most famous and realized title sequences for shows on the Italian television RAI. In 2002, Nespolo was appointed artistic coordinator for the Metropolitana di Torino, with the aim of realizing the first “underground museum of modern art”. Several underground stations are decorated with his glass etchings and images. As for theatre, since the mid 80s Nespolo was called to design the sets for many works in various theaters in Europe and the USA. In 2011 he was appointed president of the National Museum of Cinema in Turin. Ugo Nespolo is an artist of international standing: his works, paintings, sculptures and installations are known throughout the world, prized by private collectors and exhibited in major museums of contemporary art.
italian technology
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La famiglia De Nigris: 125 anni di storia MODENA. Bisogna tornare indietro di ben due secoli, al lontano 1889 per individuare l’anno di nascita dell’Acetificio NOME ? de Nigris, per opera di Armando, il fondatore. Da allora l’azienda, con passione e competenza, continua ad impegnarsi e ad investire in sperimentazioni e innovazioni, a conquistare nuovi target di consumatori che oggi, come sempre, vedono in De Nigris l’essenza della qualità e della tradizione. Per celebrare questo speciale anniversario, l’azienda ha fatto ideare uno Logo commemorativo che rievoca la grandezza dei Maestri Acetieri. L’aquila, emblema storico del marchio De Nigris, campeggia sul numero 125, gli anni della storia azien-
dale, risplendendo di un intenso color oro. Una combinazione di elementi d’alto valore simbolico a raccontare una storia impareggiabile, un immenso orgoglio. Da quel distante 1889, la storia di questo grande marchio perdura ad imporsi sul mercato e nel cuore dei suoi consumatori come ambasciatore nel mondo dell’industria alimentare Made in Italy, quello stesso che sarà il protagonista del 1° Forum del Made in Italy che si terrà a Monte-Carlo, nei giorni dal 14 al 16 marzo. E di cui Armando De Nigris sarà uno dei principali relatori. Il gusto dell’aceto balsamico De Nigris, goccia dopo goccia, rappresenta il sapore autentico di una tradizione lunga 125 anni.
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Armando De Nigris
125 years of the De Nigris History MODENA. We have to go back to 2 centuries, 1889 to identify the year of birth of Acetificio M. de Nigris, by hand of Armando, the founder. Since then, the company, with passion and expertise, continues to commit and invest in experimentation and innovation, to conquer new consumers target that today, as always, see in De Nigris the essence of quality and tradition. To celebrate this special anniversary, the company made a commemorative logo that revokes the greatness of the Acetieri exper-
tise. The eagle, historical symbol of De Nigris brand , stands on the number 125, years of our company history, shining with an intense gold color. A combination of elements with a high symbolic value which tells a unique story, an immense pride. From that distant 1889, the history of this great brand continues to penetrate the market as well as the hearts of its consumers, as a world ambassador of Italian food industry. The De Nigris balsamic vinegar taste, drop by drop, represents the authentic flavor of 125 years long-lasting tradition.
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Piedmont is really a unique place. Here everything turns into flavour. Like the white truffle or the precious rice, up to the grapes which turn into renowned wines such as Barbaresco and Barolo. The rest is due to the food culture, deeply ingrained in the history of the region. In Piedmont the best way to savour the hidden magic of this land is therefore by sitting down to eat. Simply a delight for all dedicated foodies.
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Radwan Khawatmi Fautore del Made in Italy nei Paesi Arabi
ROMA. Il Dott. Radwan Khawatmi, di origine Siriana, dottore in economia industriale. Ha diretto il Dipartimento Medio oriente del Centro “Pio Manzu”, organo consultivo delle nazioni unite. Vincitore del primo premio Moneygram 2009 come imprenditore straniero dell’anno. Vincitore del premio “Franca Florio - Regione Sicilia” 2010 come uomo internazionale dell’anno. Fondatore del Movimento Nuovi Italiani. Fondatore e Presidente della Hirux International Spa, società Italiana specializzata nella produzione di elettrodomestici e leader europeo del settore. Nel 2010 la società si è aggiudicata il prestigioso marchio francese Thomson, diventando unico licenziatario. Vero fautore del Made in Italy, grazie al suo impegno oggi in tutti i mercati del medio Oriente gli elettrodomestici italiani sono diventati un punto di riferimento nei Paesi Arabi. Candidato al Premio Eccellenza Italia indetto dal Forum Internazionale del Made in Italy che si svolgerà nel Principato di Monaco dal 14 al 16 Marzo 2014.
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Mr Radwan Khawatmi, of Sirian origin, has a degree in Economy. He was director of the Middle East Department of “Pio MAnzu” Centre, a consultative agency of the United Nations. He won the first Moneygram Award for Foreign Businessman of the year in 2009. He won “Franca Florio - Regione Sicilia” Award in 2010 as International Man of the Year. Founder of Movimento Nuovi Italiani - Movement for the New Italians. Founder and President of Hirux International Spa, Italian Company specialized in the production of home appliances, and leader in Europe for this branch. In 2010 the company obtained the prestigious French brand Thomson, becoming sole licensee. True promoter of Made in Italy, thanks to his efforts today Italian home appliances have become a benchmark in all Arabian and Middle East markets. He is nominee for the Eccellenza Italia (Italian Excellence) Award, promoted by the International Forum for Made in Italy, that will take place in the Principality of Monaco from the 14th to the 16th of March 2014.
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di Marichele BRUSA
[email protected] MILANO. L’Amministratore Delegato Valerio De Molli fin dal 1999 è Senior Partner di The European House-Ambrosetti, società di consulenza per le alte direzioni, nota in particolare per l’organizzazione di grandi eventi internazionali. Responsabile dell’Area Scenari e Strategie è, dal 2005, anche Managing Partner. Dal 1997 è anche Amministratore Delegato di Ambrosetti Group Limited con sede a Londra. De Molli collabora con The European House-Ambrosetti dal 1990: entrato in qualità di assistente di Alfredo Ambrosetti, si è poi occupato di progetti di consulenza per grandi e medie aziende ed istituzioni. Tra queste, ricordiamo, in ordine alfabetico: Areva, Barilla, Bayer, Boots Healthcare, Enel, Falck, Ferragamo, Ferrero, Ferrovie dello Stato, Gefran, IFIL, Illy caffè, Novartis, Pfizer, Sara Lee, Shell, Sumitomo, Technogym, Valagro. In seguito ha realizzato docenze
VALERIO DE MOLLI,
manager di geopolitica 46
A destra, Valerio De Molli con il S.A.S. il Principe Alberto II
su tematiche di strategia e di sistemi di governo per Imprese, Associazioni e Università. Ma è anche autore di interessanti pubblicazioni come “Verso l’eccellenza. I Consigli di Amministrazione: uno strumento per un efficace Sistema di governo societario. Proposte e indicazioni”, edito da Sperling & Kupfer nel maggio del 2005 e del volume “I Riferimenti Fondamentali della Gestione Strategica - I paradigmi del Sistema Impresa”, edito da IPSOA nel gennaio 2009. Dal 1992 è responsabile operativo del workshop The European House-Ambrosetti “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, che si tiene ogni anno in settembre in quella stupenda location che è la Villa d’Este di Cernobbio. Valerio De Molli è laureato in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi. All’AD abbiamo posto tre domande: dalla sua biografia si direbbe che lei sia un vero stratega di internazionalizzazione... cosa significa per noi poveri mortali? “Un sogno senza un piano è solo un desiderio, occorre avere piani d’azione dettagliati. Nel nostro caso, l’Internazionalizzazione si realizza con una presenza diretta di uffici e di persone nostre in quei mercati che combinano alta potenzialità di sviluppo con elevate difficoltà di
introduzione (ad esempio, in Cina – dove abbiamo 10 persone, e a Singapore per l’Asean Market, con un ufficio che abbiamo aperto da poco) e poi anche con rapporti di reciprocità in esclusiva con organizzazioni in altri mercati (Corea, Giappone, Russia e Turchia). La nostra visione internazionale si manifesta inoltre anche grazie agli oltre 300 incontri all’anno con gli oltre 2000 esperti che mobilitiamo ogni anno nei nostri programmi e nel fatto che assistiamo molti imprenditori nei loro percorsi di crescita internazionale”. La sua esperienza è vastissima ed ha occupato posti importanti in numerose aziende anche internazionali; cosa l’ha portata ad arrivare da Ambrosetti? “Ero l’analista finanziario nel dipartimento di corporate finance di Paribas-Amsterdam, poi per uno degli agenti di cambio migliori di Milano, Belloni & Tedeschi, e per l’ufficio di ricerca della Banca Popolare di Luino e Varese. Dopo tanti anni come analista sono stato veloce a dare le dimissioni per cogliere una sfida. Lasciai tutto per entrare in Ambrosetti e farla crescere. Allora Ambrosetti era una piccola entità. Poi, a capo della Divisione Internazionale tra il
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1995-2000, ho guidato la crescita di The European House - Ambrosetti in Europa, Giappone e Stati Uniti”. L’Ambrosetti ha “sposato” l’idea di questo primo Forum, cosa ne emergerà secondo lei alla fine dei tre giorni? “Abbiamo colto una sfida, sarà un momento per l’Italia di riflessione e di valorizzazione in terra semistraniera. L’ambizione è quella che il progetto possa radicarsi. E che gli imprenditori possano fermarsi un attimo e riflettere. Credo che siamo riusciti a coinvolgere i più top nel loro settore e nel loro ambito. Anche se si tratta ancora di un progetto pilota, che però stabilisce ambizioni e obiettivi. Sul piano dei contenuti sarebbe stato difficile poter fare meglio. Il nostro team ha lavorato molto bene in ambito monegasco. Si è integrato perfettamente. L’ultima ambizione sarebbe quella di avere una Cernobbio a Monte-Carlo. L’ormai radicato Forum Ambrosetti di Cernobbio rappresenta uno scenario economico e geopolitico. Ideale sarebbe realizzare nel Principato di Monaco uno scenario della manifattura e della produzione, un vero e proprio Think Tank per nuove imprese che si affacciano sul mercato globale”.
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CEOValerio De Molli
is a multi-assetts, geopolitical manager MILAN. Since 1999, CEO Valerio De Molli is Senior Partner of The European House-Ambrosetti, a consulting firm for highly valued companies, known in particular for organizing big international events. Head of Scenarios and Strategies, Mr. De Molli is also Managing Partner since 2005 and since 1997 he is the CEO of Ambrosetti Group Limited, headquartered in London. In 1990, Mr. De Molli joined as an assistant to Alfredo Ambrosetti at The European House- Ambrosetti. Later, he worked on consulting projects for large and medium-sized companies and institutions. Hereby we are quoting in alphabetical order some important brands like Areva, Barilla, Bayer, Boots Healthcare, Enel, Falck, Ferragamo, Ferrero, Ferrovie dello Stato, Gefran IFIL, Illy coffee, Novartis, Pfizer, Sara Lee, Shell, Sumitomo, Technogym and Valagro. He also made lectures on issues of strategy and governance systems for companies, associations and universities. He is also the author of interesting publications such as “Towards excellence. The Boards of Directors, a tool for an effective system of corporate governance. Proposals and directions”, published by Sperling & Kupfer in May 2005 and the “Fundamentals of Strategic Management ReferenceParadigms of the Enterprise System”, published by IPSOA in January 2009. Since 1992 he is chief operating officer of The European House- Ambrosetti workshop “Scenarios of today and tomorrow for competitive strategies”, which is held every year in September in the beautiful Villa d’Este in Cernobbio. Mr. De Molli graduated in Milan in Economics at the Bocconi University. We asked the CEO three questions: From your biography we would say that you are a geopolitical, multi-assets manager ... what more exactly does it means? “A dream without a plan remains just a wish. It is necessary to have detailed action plans. In our case, the internationalization is achieved with a direct presence of our offices and our people in markets that combine high growth potential with high difficulty of introduction (e.g., in China we have 10 people and our Singapore’s just opened office is covering the Asean
Market).We also have reciprocal exclusive relationships with similar organizations in other markets (Korea, Japan, Russia and Turkey). Every year we are holding more than 300 meetings, mobilizing more than 2,000 experts in our programs, and we are carefully following the international growth of many entrepreneurs. This is giving to us an evident international outlook.” Your experience is vast. You occupied important positions in several companies, also international. What led you to Ambrosetti? “I was a financial analyst in the corporate finance department of Paribas - Amsterdam, then in one of the best brokers in Milan, Belloni & Tedeschi, then in the research office of Banca Popolare di Luino and Varese. After many years as an analyst, I was quick to resign to pursue a challenge. I left everything to enter Ambrosetti and make it grow, because Ambrosetti was just a small entity. Heading the International Division in the years1995-2000, I led the growth of The European House-Ambrosetti in Europe, Japan and the United States.” This first forum has caught Ambrosetti’s total attention. What do you think will emerge at the end? “It is a challenge. The ambition is that the project will take root. We think that is good for Italy to be appreciated in Monaco, a neighbor country, where the entrepreneurs can stop for a moment to make their reflections.about “The Made in Italy”. I think we succeeded in getting here the top companies in every field and area. Although this is still a pilot project, it establishes goals and ambitions. In terms of contents it would be difficult to do better. Our team has worked very well in the Principality, integrating perfectly. The ultimate ambition would be to have a Cernobbio in Monte- Carlo. The well-established Ambrosetti’s Forum in Cernobbio is economic and geopolitical. It would be fantastic to accomplish in the Principality of Monaco a scenery of manufacturing and production, a veritable Think Tank for the new enterprises facing the global market.”
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Serata di Galà Monte-Carlo Sporting Domenica 16 Marzo (ore 21)
“Note d’Italia” con l’Ensemble Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, Maestro Gian Luigi Gelmetti
Per informazioni:
[email protected] Costo di partecipazione Euro 300
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GROM, il gelato torinese nel mondo Dopo una laurea in economia e alcuni anni di lavoro come manager finanziario, nel 2003 inaugura, insieme all’amico e socio Guido Martinetti, la prima gelateria Grom, in Piazza Paleocapa a Torino. Oggi le gelaterie Grom sono 64 in Italia e nel mondo e i due amici possono contare su circa 600 collaboratori. Per Grom, Federico gestisce la finanza aziendale e si occupa dei luoghi in cui potete assaggiare il gelato, i negozi, e del benessere dei ragazzi che vi lavorano. Nel 2012 Guido e Federico hanno raccontato la loro avventura nel libro “Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori”, edito da Bompiani.
GROM, the ice cream in the world After an economics degree and a few years as finance manager, he opened in 2003, together with his friend and business partner Guido Martinetti, the first Grom store in P.za Paleocapa, Torino. Today the gelaterie Grom in Italy and around the world are 64 and the collaborators of Guido and Federico about 600. For Grom, he is in charge of the finance and deals with the gelaterie, the places where you can taste the gelato, and with the comfort of their employees. In 2012 Guido and Federico told their adventure in the book Grom. The story of a friendship, some gelato and lots of flowers.
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Federico Grom
a Monte-Carlo per il “Made in Italy”
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di Marichele BRUSA
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Massimo Bottura: big Chef big man L’esclamazione dello Chef: “Come to Italy with Us!” MODENA. Dopo avere iniziato a lavorare come grossista di prodotti petroliferi nell’azienda di famiglia, nel 1986 rileva una trattoria di campagna nei dintorni di Modena. Alla Trattoria delCampazzo lavora al fianco della “rezdora” Lidia Cristoni, quindi fa un periodo di apprendistato presso George Cogny per apprendere i fondamenti del mestiere in una combinazione di cucina regionale italiana e formazione classica francese. Nel 1994 compie una grandissima esperienza lavorando al Louis XV di Montecarlo con Alain Ducasse che lo aveva invitato per uno stage nella sua cucina dopo una visita a sorpresa alla trattoria. In quel periodo imparò ilvalore delle materie prime del mediterraneo e la reinterpretazione “alleggerita” delle ricette classiche. Dopo aver proseguito la formazione a New York, nel 1995 rientra a Modena e
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rileva una trattoria tradizionale, l’Osteria Francescana, che ottiene la prima stella Michelin nel 2002 e la seconda quattro anni dopo, e la terza nel 2011. Il ristorante è stato votato il migliore in Italia negli ultimi 3 anni consecutivi. L’Osteria Francescana si è avvicinata alla perfezione, col più alto voto mai assegnato (19,75 su 20) dalla Guida dei Ristoranti de L’Espresso. È membro de Le Soste e de Les Grandes Tables du Monde. Massimo Bottura fa parte del Consiglio del Basque Culinari Center, l’università internazionale di gastronomia ideata da Ferran Adrià. Nel Gennaio 2011 ha ricevuto il “Grand Prix de l’Art” dall’Accademia Internazionale della Cucina di Parigi. Più tardi è stato insignito della Medaglia D’Oro del Comune di Modena per il suo contributo alle Arti e alla Cultura della città. Ancora nel 2011 è stato “Chef’s Choice” dei S. Pellegrino World’s 50 Best Restaurants di Londra. Nel 2012, secondo The Daily Meal e la sua lista dei 101 ristoranti, l’Osteria Francescana è il migliore d’Europa e Massimo Bottura lo chef internazionale del 2012. Nell’Aprile 2013 l’Osteria Francescana si è aggiudicata il terzo posto nella classifica dei “50 World’s Best Restaurants” Chef, ci può dare la definizione della sua cucina?
“Il piatto è una stazione di un percorso che è la mia cucina. Quindi descrive o rappresenta un momento creativo. Talvolta è pittura, talvolta è scultura, talaltra è teatro o musica. Il mio stile di cucina è minimalista ma soprattutto contemporaneo. Ogni piatto sul menu nasce da un’idea, qualcosa che voglio esprimere col cibo. Può essere un’idea di colore, musicale, del territorio, della memoria, un’esperienza o la sovrapposizione di una cultura su un’altra. La mia è una cucina di territorio e di tradizione, una tradizione vista da 10Km di distanza. Questo significa che non credo che le tradizioni vadano prese e poste in una teca di vetro sigillata, in un museo… La tradizione è il risultato diesperimenti di successo, per questo le tradizioni dovrebbero essere in costante evoluzione. Dal mio canto cerco di dare il massimo supporto ai prodotti del mio territorio che deve esprimersi in sistema di autosostentamento. Mi sta molto a cuore questo: riuscire a fare “sistema” sul territorio, accorciando la filiera per fornire un immagine solida e ben caratterizzata della nostra terra.” Quali sono i valori e le tradizioni della cucina italiana che lei ha recentemente portato a New York, Washington e Los Angeles, con tre appuntamenti dedicati alla cultura del nostro Paese?
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“Abbiamo presentato un progetto “Come to Italy with US” che è un viaggio alla riscoperta delle meraviglie dei nostri prodotti italiani, dalla Sicilia alla Toscana, dal Veneto all’Emilia Romagna, dai nostri mari alle nostre montagne. Un percorso per far innamorare ancora una volta gli americani della qualità dei nostri artigiani e della varietà delle nostre tradizioni”. Quindi, secondo lei esiste un rapporto tra arte e cucina? “Credo che l’arte sia qualcosa di ben preciso che attiene ai più profondi bisogni umani e che costituisce il frutto di un complesso processo creativo. Io non mi ritengo un artista, e ci tengo a sottolineare questo principio, ma un artigiano capace di concettualizzare le proprie realizzazioni che nascono dall’incontro di idee, culture, tecniche e gesti. Ciò significa non caricare il nostro lavoro di eccessive aspettative, ma al tempo stesso riconoscere che non vi può essere ricerca in cucina senza la voglia di esplorare e percorrere nuove strade in un processo che può esseredefinito creativo: solo in questo senso si possono riconoscere delle analogie rispetto al lavoro di un architetto, un poeta o un musicista». Man mano che ho imparato nuove tecnichee ho imparato a conoscermi meglio, la mia cucina si è evoluta approfondendo i concetti utilizzando spesso l’ironia e per
cercare di abbattere barriere e preconcetti. Il mondo della cucina sta cambiando: c’è stato un grande mutamento negli ultimi 10 anni evolvendosi verso un modello ricco di contaminazioni che lasci spazio di crescita ai giovani chef di tutto il mondo. Penso che sia un periodo molto interessante e stimolante per questo lavoro. I miei colleghi danesi, New Yorkesi, Parigini, ’Italiani, Sud Africani, Australiani o tedeschi stanno tutti reclamando un proprio spazio e una propria identità nel mondo della cucina spostando l’attenzione dauna cucina istituzionale e pomposa a una cucina stagionale, fresca ed emozionale connessa al proprio territorio e alla propria anima. La cucina Italiana del futuro racconterà la storia di ogni singolo produttore. La cucina tornerà a valorizzare le identità culturali regionali, provinciali, dei vil-
laggi, dei borghi che portano avanti una tradizione millenaria. Non bisogna cadere nel tranello delle scorciatoie e perdersi nelle difficoltà della crisi.”. Così parla l’emiliano Massimo Bottura, Chef insignito di ben tre Stelle Michelin per la sua “Osteria Francescana” di Modena, in controtendenza alla crisi che rischia di schiacciare questo nostro Bel Paese. Il settore enogastronomico è sempre stato uno dei fiori all’occhiello dell’Italia, ma con le difficoltà in cui verte l’Italia si rischia di perdere in competitività e qualità dei prodotti. Bottura è famoso in tutto il mondo per la sua cucina raffinata, basata sull’antica tradizione emiliana riletta con un tocco di modernità, e sui prodotti della sua zona d’origine: aceto balsamico e parmigiano reggiano sono protagonisti di piatti fortemente innovativi. Persino l’Huffington Post, il media digitale fondato da Arianna Huffington e il primo a vincere il prestigioso Pulitzer Price, ha raggiunto Bottura mentre era impegnato in una serie di appuntamenti organizzati nell’ambito dell’anno della cultura italiana negli Stati Uniti, per riflettere sullo stato del settore enogastronomico italiano e sulla fama del Made in Italy. Un importante risultato, ottenuto grazie a grandi protagonisti come lui, che distribuiscono cultura nel mondo intero dimostrando a tutti che, nonostante le asperità, le migliori tradizioni del nostro Paese sono indistruttibili. www.osteriafrancescana.it Marichele BRUSA
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Chef Massimo Bottura sings “Come to Italy with US!” MODENA. In 1986 Massimo Bottura he took over a trattoria on the outskirts of Modena. Little did he know what this almost caprious gesture would lead to. At “Trattoria del Campazzo” Bottura learned Modenese traditions from the “rezdora” Lidia Cristoni. During the early years at Campazzo, Bottura apprenticed himself to chef Gorge Cogny to build his culinary foundations, a combination of regional Italian cooking and classical French training. In November of 1993 Bottura received a surprise visit from three-star Michelin chef Alain Ducasse. He was then invited to work as an apprentice with Ducasse
at Louis XV in Montecarlo . From Ducasse he perfected his culinary skills as well as learned the value of the Mediterranean ingredients and how to reinterpret the classics. After a brief period in NYC, he returned to Modena to open Osteria Francescana in 1995. Located in the medieval center of Modena, Bottura focused on a contemporary Italian cuisine that coudl be called: “Tradition in evolution”. The restaurant was awarded its first Michelin star in 2002, his seond four years later and the coveted third Michelin star in November 2011. Osteria Francescana was voted the best restaurant in Italy for the 3rd year run-
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ning. Osteria Francescana was close to perfection with the highest rating ever awarded (19.75/20) from the Espresso restaurant guide. 2011 was an incredible year for Osteria Francescana and the chef Massimo Botura. In January he received the “Grand Prix de l’Art” from the International Academy of Cooking in Paris. He was then awarded with the “Medaglia d’Oro” from the city of Modena for his contributions to the Arts and the Culture. Later that spring he was awarded “Chef’s Choice” from the World’s 50 Best Restaurants guide and placed 4th in the world for International ranking. And at the close of the year, 16 years
after his humble beginnings at the Trattoria del Campazzo, he received his third Michelin star. In 2012, according to The Daily Meal and its list of the 101 restaurants, Osteria Francescana was the best restaurant of Europe and Massimo Bottura was the International Chef of 2012. In April 2013, Osteria Francescana placed at 3rd in the ranking of the World’s 50 Best Restaurants. Massimo Bottura is on the council of the Basque Culinary Center, the International University of Gastronomy founded by Ferran Adrià. The chef is an active member of the restaurant association “ Le Soste “ as well as “Les Grandes Tables du Monde”. Chef, can give us the definition of its cuisine? “My cooking style is minimalist and contemporary. Every dish from the
menù comes from an idea. It can be an idea about color, music, the landscape, a memory, an experience or cultural contamination. My kitchen is about territory and tradition, but Tradition seen from 10 km away. Traditions should not be sealed in a glass case in a museum of natural history because our culinary traditions are the result of successful experiments. Thus to keep our traditions alive they need to be in continual evolution. I am a big suporter of locally sources products. I must thank again and again the heroic artisans who provide us with only the best ingredients.” What are the values and the traditions of the Italian cuisine that you brought recently to NYC, Washington and LA during the three events dedicated to the Italian Culture in America?
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“We presented a project: “Come to Italy with US” which is a journey to discover the wonders of our Italian products: from Sicily to Tuscany, from Veneto to Emilia Romagna, from our seas to our mountains. A journey to fall in love once again with the quality of our ingredietns, the braveur of our artisans and the variety of our traditions.” So, in your opinion exists a relationship between the art and the cuisine? “Art comes from the deepest human desire to create. It is the result of a complex creative process. I’m not an artist and I want to underline this concept. I am an artisan but I am influenced by culture: both the world around me and the creative proces of artists, musicians, and writers. In my opionon Culture is the motivational force the evolution of the contemporary kitchen. Recipes are
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the synthesis of an idea, a technique, knowledge and humility. Recipes can be social gestures and they can be conceptual ideas. Recipes can be a travelog or a diary of one’s life. They can transport you from Modena to Thailand in an instant or make reference to history. Never underestimate the power of food. It is not only life-giving but can be transformative. As I learned new techniques and I learned to know myself better, my kitchen has evolved deepening the concepts of irony and trying to break down barriers and prejudices. My collegues from Denmark, NY, Paris, Italy, South Africa, Australia, or Germany are demanding their own identity in the world of cooking moving the attention from an institutional and lavish cuisine to seasonal, fresh and emotional cuisine connected to their territory and their soul. In the future Italian kitchen will tell the story of each and every unique artisan. The kitchen will value the cultural identity of each region, district and village.” Massimo Bottura is famous around the world for his unique take on Tradition in evolution. Emilian traditions and products from Traditional Balsamic Vinegar from Modena and Parmigiano Reggiano cheese are praised but not only. Ingredients from the entire penninsula, from the island of Siciliy to the Gulf of Naples, from the Adriatic sea along the Po River to Piedmont, over the Emilian-Tuscan Appenines to Tuscany and Ligura, bring his recipes to life with unique landscapes and folklore known only to Italy. “Come to Italy with US” was more than just a series of culinary events, but call to re-discover the beauty and pageantry of a country that has influenced the world with its rich culinary heritage. In fact, The Huffington Post , famed online news founded by Arianna Huffington, reached the chef while he was in Washington, DC for the Year of the Italian Culture in the United States. Bottura expressed his views that “Italian culture and culinary heritage are one and the same.. Made in Italy not only a link to our past but the key to the future.” Important messages like these create hope and encouragment for the next generation of chefs, farmers, cheesemakers, winemakers, and artisans. Thanks to a protagonist like Massimo Bottura Italian culture shines around the world and despite the difficulties, the best traditions of our country are unbreakable.
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Luca Emil Abirascid - Wired e Il Sole 24 Ore Antonio Bertolotto - Fondatore e Presidente, Marcopolo Environmental Group Mauro Bini - Professore di Finanza Aziendale, Università L. Bocconi Sonia Bonfiglioli - Presidente e Amministratore Delegato, Gruppo Bonfiglioli Giuseppe Bono - Amministratore Delegato, Fincantieri Marco Aimo Boot - Responsabile Scientifico progetto Industria 2015, Gruppo Iveco Mario Boselli - Presidente, Camera Internazionale della Moda Giorgio Caire di Lauzet - Presidente, Prima Classe Italia Giovanni Castellaneta - Presidente, Sace Antonio Cellie - Amministratore Delegato, Fiere di Parma Marco Checchi - Amministratore Delegato, Pelliconi & C. Massimo Colomban - Amministratore Unico, Quaternario Investimenti; fondatore di Permasteelisa Massimo Costa - Amministratore Delegato, WPP Italia Giovannella D’Andrea - Esperta in diritto internazionale, Studio Legale Mora e Associati Armando de Nigris - Amministratore Delegato, Acetifici Italiani Modena Gianluca Maria Esposito - Dipartimento politiche competitive, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Carlo Ferlito - Direttore Generale, Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Stefano Folli - Giornalista, Il Sole 24 Ore Marco Fortis - Fondazione Edison e Responsabile Studi Economici Edison; Prof. Università Cattolica di Milano Fabrizio Giugiaro - Vice Presidente, Italdesign Giugiaro Federico Grom - Fondatore, Grom Renzo Iorio - Presidente, Federturismo Radwan Khawatmi - Presidente, Hirux International Enrico Loccioni - Presidente, Gruppo Loccioni Roberto Luongo - Direttore Generale, Ice Renato Missaglia - Progetto Artistico Agroalimentare Expo Roberto Moncalvo - Presidente, Coldiretti Antonio Morabito - Ambasciatore d’Italia a Monaco Jacopo Morelli - Presidente dei Giovani di Confindustria; Presidente e Ceo, Emme e Emme Mario Moretti Polegato - Presidente, Geox Stefano Pessina - Executive Chairman, Alliance Boots Enrico Pisino - Direttore Research & Innovation, Fiat Chrysler Automobiles Guido Polito - CEO, Baglioni Hotels Livia Pomodoro - Presidente, Fondazione Pomodoro; Presidente del Tribunale di Milano Paolo Pozzi - Managing Director, A. Agrati Paolo Preti - Professore di Organizzazione piccole e medie imprese - Università Bocconi Paolo Ramadori - Chairman and CEO, Oerlikon Graziano Group Stefano Ricci - Stilista e Presidente, Stefano Ricci S.p.A. Michel Roger - Primo Ministro del Principato di Monaco Flavio Sciuccati - The European House-Ambrosetti, responsabile area Strategie e Politiche Industriali Danilo Taino - Corriere della Sera Fabio Vaccarono - Country Manager, Google Italia
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Da Venezia
assimo Colomban
VENEZIA. Massimo Colomban è il Fondatore ed è stato Presidente del gruppo Permasteelisa.com dal 1974 al 2002; inoltre è stato Presidente di Sviluppo Italia Veneto - Invitalia.it, di VEGA PARK Venezia, professore al Politecnico Leonardo Milano, nel Board di Harvard, GDS, MA e nel Board di GehryTechnologies.com, LA (USA). Ha acquistato, restaurato e rilanciato CastelBrando.it ed una serie di altre società nazionali ed int. li. Dal 2007 è primo Console Onorario d’Australia a Venezia; dal Maggio 2009 è Comandante Onorario USAF di Aviano, 724th AMS; e da agosto 2012 Civic Leader Air Mobility Command, Scott, ILL. Attualmente fa l’Angel Investor (l’investitore) per i giovani talenti, Start Up ed in imprese innovative. Nel frattempo fonda e Sviluppa, dal 1974 al 2002, il gruppo Permasteelisa che è diventato fin dal 1998 il più grande e prestigioso gruppo industriale di Architettura al mondo; 28 anni di successi, coronati da bilanci sempre in utile, 40 società presenti in 4 continenti, 20 stabilimenti di produzione, 5000 dipendenti dei quali più di mille tecnici, mai nessun dipendente licenziato, mai un giorno di sciopero; da 10 a 20 milioni all’anno spesi in R&S, collaborazioni con MIT & Harvard, un miliardo di euro il fatturato consolidato con utili netti fra i 20 ed i 50 milioni all’anno. www.permasteelisa. com (Permasteelisa ha realizzato negli ultimi venti anni le più monumentali e prestigiose architetture mondiali). Nel 2002 lascia il gruppo in mano a 83 manager ai quali aveva dato il 40% delle
il manager pluri premiato
azioni del gruppo (20% distribuite attraverso stock option e l’altro 20% regalate in concomitanza della quotazione in borsa). Presidente di Sviluppo Italia Veneto. it (da novembre 2003 ad aprile 2006) società che viene rilanciata e riportata in utile. Nel periodo 2003-2006 amministrato da Colomban, Sviluppo Italia Veneto favorisce e finanzia la nascita “Start Up” (grazie alla legge 185/2000) di oltre 150 imprese nel Veneto. Da Ottobre 2006 a luglio 2009 presidente del Parco Scientifico e Tecnologico PST “VEGA”, il più grande parco italiano (200 imprese insediate, 2000 occupati); coinvolge i privati in un progetto di rilancio ed ampliamento decennale progettando e sviluppando un allargamento del Parco a 1000 imprese, 10.000 occupati; Nel 2006 Colomban riceveva il Vega fortemente indebitato (oltre 20 milioni di euro) lo risana, risparmiando il 20% sulla manodopera e fino al 40% sui costi dei servizi, restituendo una società, dopo meno di tre anni, con cassa positiva e zero debiti. Acquista, restaura e rifunzionalizza Castelbrando.it, un castello di 20.000 mq., 260 stanze, 9 livelli con 2000 anni di storia stratificata e recuperata. I visitatori sono più di 200.000 all’anno. Acquista, restaura e rifunzionalizza Villa Marcello Marinelli, una villa veneta del 1400-1800, situata nella piazzetta storica di Cison di Valmarino (TV). Professore e Commissario d’esame al Politecnico Leonardo Milano-anni 20002001 (Facoltà di Architettura); Membro dal 2000 al 2007 nel CdA (Board of
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Overseers) Facoltà di Architettura, Univ. HARVARD-GDS-Massachusetts-USA; nel Board di GehryTechnologies.com, LA-USA; Premio Leonardo (Qualità Italia) consegnato al Quirinale dal Presidente della Repubblica; Premio Leonardo Paul Harris-Rotary International; imprenditore dell’anno-1997; Keynote speaker ICBEST 1994 Singapore - 1998 Uk - 2002 Canada; Lectures in molte università internazionali fra cui HARVARD, MIT-Boston, Bocconi... Unitamente ad HARVARD ed al MIT di Boston ha creato un progetto di knowledge in architetture sostenibili. Massimo Colomban & Permasteelisa sono casestudy in diverse università fra le quali Harvard e Bocconi; analisi e storie raccontate in oltre 50 libri recuperabili dal web (google book); docenti della Bocconi con Insedi hanno pubblicato un libro “Massimo Colomban e la Permasteelisa 1974-2002” in vendita nelle librerie. E’ stato ed è attualmente nel Board di importanti aziende; è stato vicepresidente degli industriali della Regione Veneto, nel Board di quella Europea, per più anni in Europe ‘500 ed Europe Grow Plus (fra le 25 aziende europee a più alto tasso di Innovazione e Crescita) speaker nel World Economic Forum, responsabile Networking e finanza per l’Innovazione di APSTI (l’associazione Italiana dei 31 Parchi Scientifici e Tecnologici) ha creato il Metadistretto Digital Mediale e Del Turismo Veneto (MDM e MDTV) con oltre 2.000 aziende; L’Associazione Claudia Augusta; il Kyoto Club, ed è fra i fondatori di Symbola.
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UROPA:
il sogno nel cassetto
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Incontro con il Professor Louis Godart di Ely GALLEANI
[email protected] ROMA. Leggere il curriartificiali i confini tra le naculum del professor Louis Gozioni. Da una parte e dall’aldart è davvero stupefacente, tra della frontiera, la lingua, imponente: laureato, tra l’altro, la religione, gli usi e costuin Leters et Sciences Humaines mi sono identici. Da allora alla Sorbona è socio dell’Acè nata la decisione di scopricademia Nazionale dei Lincei, re le radici europee attradell’Accademia di Francia, di verso lo studio delle civiltà Atene e dell’Accademia Pontache hanno plasmato il volto niana; cattedrato in numerose del Vecchio Continente. ApUniversità, archeologo, speciapena laureato, nel 1967, lista della civiltà del Meditersono partito alla scoperta raneo ricopre, da due mandati, dell’Italia, della Grecia e sola carica di consigliere del Preprattutto del Mediterraneo, sidente della Repubblica Itaculla della civiltà europea. liana per la Conservazione del L’Italia mi ha affascinato. Patrimonio Artistico Italiano. Questo Paese accogliente e Autore di 59 monografie e di caloroso, le cui radici affonL’On. Claudio Scajola introduce l’opera del professor Louis Godart. 250 articoli scientifici che tratdano nella storia millenaria tano dell’Europa, delle civiltà del Mediterraneo, possiedel Mediterraneo, della storia dei diritti Può spiegarci l’importante differenza tra de oltre il sessanta per cento delle umani e della storia dell’arte. Il profesil concetto di nazione e quello di popolo? opere d’arte dell’intera umanità. Se sore ha presentato da poco tempo il suo “I regnanti di una volta non usavaAtene è stata la scuola della Greultimo libro “Omaggio all’Europa”. In no mai l’espressione - la mia naziocia, Roma e l’Italia sono all’origiquell’occasione Claudio Scajola, amico ne - dicevano - il mio popolo - Il ne della grande avventura europea. di lunga data di Godart, prima del suo fatto di sostituire la parola nazione Inoltre il concetto di Europa ha intervento, aveva anticipato i punti saalla parola popolo non è stata una animato le menti degli uomini illulienti del prezioso volume riassumendogrande conquista. Le nazioni sono stri del nostro secolo con l’intento ne in primis i molteplici meriti letterari organismi forti, egoisti che vogliono di trovare una pace duratura fra i ed illustrando la poliedrica personalità affermarsi a discapito delle altre napopoli e questo progetto, ancorché dell’illustre professore. Per noi il piazioni. La nazionalità, mero prodotto incompiuto, da più di mezzo secolo cere di conoscere il Professor Godart è delle nazione, fa emergere immanin effetti mantiene la pace nel nostato durante un’altra sua conferenza cabilmente due concetti terribili: il stro continente”. organizzata dall’Ambasciata Italiana del primo è quello della razza, potenza Quale rischio comporta la perdita Principato di Monaco nel Teatro Prinanimale ed antinomica, cioè contradell’Europa? cesse Grace, qualche tempo fa, durante ria, a qualsiasi essere umano escluso “Il rischio di un ritorno al nazionala quale spiegava, appunto, il volume dal branco; il secondo vede il passalismo e quindi all’acuirsi di un sen“Omaggio all’Europa”, realizzato dalto come giustificazione del primato timento di divisione fra i popoli,il la casa editrice UTET Grandi Opere. della propria razza che è per ciò in rischio di un ritorno all’antisemiSi tratta di un ampio saggio dedicato grado di soffocare il presente”. tismo, al razzismo. È di estrema ai momenti fondamentali della storia e L’Europa, in questi tempi è scossa da importanza salvaguardare i valori della formazione dell’idea europea con una tremenda crisi economica, ed è fondamentali. Si deve prendere col’aggiunta di un’antologia di testi firspesso oggetto di accese polemiche. E scienza dell’importanza dell’eredità mati dai padri fondatori del progetto di sono numerosi coloro i quali che mettoche ci deriva dalla cultura del nounificazione europea. Un importante ed no in discussione l’idea stessa dell’unità stro continente e dell’opportunità intenso viaggio alla scoperta delle radici europea. Può spiegarci l’importanza del di difenderla uniti. L’ Europa rapdel nostro continente Europa. Un’opera concetto dell’Europa? presenta una vera forza economica, che ripercorre 5 mila anni di storia, in “Si, il concetto dell’Europa è molto sociale, culturale ...una ricchezza cui vengono analizzati grandi conflitti, antico, proviene dall’Oriente, dalla che fa gola a molti! Attualmente storie di re e regine e soprattutto storie di costa assiro palestinese e si manifeuna guerra economica è in atto ed i popoli. Concetto che Godard preferisce a sta come realtà nell’isola di Creta, popoli ,stremati dalle difficoltà ecoquello di nazione e che ribadisce in ogni 3.000 anni A.C. E; fin da allora nomiche, non riescono a comprenoccasione, in special modo nelle lezioni riassume la capacità di ribellione dere cosa gli stia realmente accascaricabili dal sito www.uninettuno.tv In dell’individuo all’ingiustizia oltre dendo e si rivoltano contro l’unica occasione dell’inaugurazione dei Marad un alto concetto di democrazia. cosa che li mantiene forti ed uniti : tedì Letterari organizzati il mese scorso Fin dall’infanzia, desideravo vivere l’idea dell’Europa stessa. I cittadini al Casinò di Sanremo abbiamo posto al in un’Europa unita e fraterna ed ho sottoposti ad immensi sacrifici penprofessore alcune domande. capito molto presto quanto siano sano che l’unica soluzione sia quella
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di uscire dall’Europa ma così facendo rischiano di mettersi nelle mani di un ipotetico ‘salvatore’ capace solo di distruggere il paese rendendoli definitivamente schiavi del sistema finanziario. Sta accadendo già in Ungheria . Non abbiamo bi-
ne integrale dell’opera “Europe a Prophecy” di William Blake. Chiediamo a Claudio Scajola, se il volume “Omaggio all’Europa” vedrà un’edizione più accessibile al pubblico? “Il volume edito in 999 esemplari sarà pubblicato ad aprile in un for-
me politiche, sociali ed economiche che fondano la nostra economia di mercato sociale. E’ folle chi ritiene che un’Europa più debole renderebbe più forte il proprio Paese. E’ solo un’Europa unita, autorevole ed aperta, che può far crescere i cittadini europei. Occorre ritrovare la passione che animava i Padri Fondatori, memori del dramma della seconda guerra mondiale e persuasi della necessità imprescindibile dell’unione politica fra i Paesi d’Europa che condividono gli stessi valori e sono impregnati della stessa cultura! Abbiamo bisogno di più Europa, noi Italiani in particolare che non riusciamo a modificare da soli le nostre istituzioni. Ma sia ben chiaro, deve essere un’Europa grande per le grandi cose e piccola per le piccole cose; da mercato unico a unione europea per avvicinare istituzioni e cittadini e questi tra loro, porre in sostanza, la persona al centro della sua azione. L’Europa oggi appare più ostacolo che non strumento di crescita. Tutto questo può e deve cambiare con il coinvolgimento diretto dei cittadini, più partecipato, affrontando la vigilia di questo quinquennio senza estremismi, caricature e populismi. In particolare per il rilancio dell’Italia dovremo essere capaci di trasformare le risorse messe a disposizione dall’Unione come volano per la
Sopra, Alcide de Gasperi con Ferdinando Scajola. A destra il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Professor Louis Godard.
sogno di frontiere, divisioni e nazionalismo ma di rilanciare i principi fondamentali dei padri fondatori, di riscrivere la Costituzione Europea! Alcide de Gasperi, considerato come uno dei padri della Repubblica Italiana, è stato, insieme al francese Robert Schuman, al tedesco Konrad Adenauer, all’italiano Altiero Spinelli e a Spaak uno dei padri fondatori dell’Unione europea. La Chiesa cattolica lo venera come servo di Dio ed è in corso la causa di beatificazione. A questi uomini bisogna fare riferimento nei momenti di crisi.” Il volume Omaggio all’Europa, pubblicato in edizione limitata, è arricchito da un apparato iconografico che comprende 135 immagini, di cui 23 applicate a mano, raffiguranti opere d’arte, mappe e documenti tutti ispirati all’Europa, ai suoi miti e alla sua storia. Il corpus iconografico si chiude con la riproduzio-
mato più accessibile al pubblico che conterrà l’intero testo della versione pubblicata dalla casa editrice UTET”. Ferdinando Scajola, padre di Claudio, fondò ad Imperia, in Liguria, la Democrazia Cristiana nel ‘44, nella difficile stagione della clandestinità imposta dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ed ebbe il privilegio di conoscere e frequentare Alcide de Gasperi. Chiediamo a Scajola di riassumerci i valori che la generazione di suo padre ha tramandato ai posteri. “L’impegno politico vissuto come missione e servizio alla comunità. La partecipazione alle scelte come sale della democrazia. Il desiderio di costruire una società fondata sulla pace, la prosperità, la tolleranza, la libertà. L’idea di Europa non può limitarsi all’economia, è un ideale che si nutre di valori e di una fede, incrollabili nelle nor-
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ripresa della nostra economia e per lo sviluppo delle nostre comunità”. Ringraziamo il professor Godart e Claudio Scajola per queste esaudienti risposte con l’augurio che siano sempre difesi i diritti degli uomini e che la pace ne sia l’unica sovrana! Ely GALLEANI
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Massimo Bottura
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Marco Sarlo: il “direttore”
deiVip e delle teste coronate di Tiziana PAVONE
[email protected]
SANREMO. Il “mega” direttore del RoyalHotelSanremo, Marco Sarlo (a Sanremo dal 2009), prima di entrare a pieno ritmo nelle attività di questa cittadina ligure, ha svolto la sua professione in luoghi esclusivi, dove ha potuto ricevere re e regine del nostro secolo. Tanti sono i ricordi che riguardano quest’incontri particolarmente preziosi, e parlarne con lui è stato come viverli. Vediamo con lui che cosa è stato a portarlo in quei luoghi, ripercorrendo i passi di una folgorante carriera. Nativo di Genova, formatosi alla scuola Alberghiera ad Alassio, Sarlo ha scelto un lavoro ereditato per tradizione dalla sua famiglia che lo ha portato a viaggiare per il mondo fin dalla sua adolescenza. Ha cominciato all’Hotel des Bains di Venezia a ricoprire ruoli di spicco come General Manager, ad esempio, presso l’Empire Palace Hotel di Roma; è stato Vice Direttore nei Ciga Hotels in Sardegna, a Romazzino e Cala di Volpe; General Manager allo Sporting di Porto
A sinistra, Marco Sarlo con Simona Tagli.
A destra, con la Regina Rania di Giordania.
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Sopra con S.A.S. il Principe Ranieri III e S.A.S. la Principessa Carolina. In basso, il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.
Rotondo e al Grand Hotel Roma. Ha poi ricoperto l’incarico di direttore operativo di Royal Demeure Hotel Group (Hotel d’Inghilterra di Roma, Helvetia & Bristol di Firenze, Park Hotel e Grand Hotel Continental di Siena), DG della The Charming Hotels of the World. Sarlo, durante la sua carriera, ha svolto anche un’intensa attività commerciale e conosce i mercati USA, Europeo, Giapponese, Cinese e dal 2005 è membro
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dello Skal Club, nonché Vice presidente della sezione di Roma. Recentemente si è associato alla ECHMEC EuropeChina Hotel Managers Experts Council, associazione europea cinese con finalità di scambio di informazioni professionali riguardanti il mondo turistico alberghiero. Nel giugno 2011 è stato nominato Presidente di Federturismo della Riviera dei Fiori, della Confindustria Area Imperia. Nel luglio del 2013 viene costituita, tra le aziende ricettive aderenti a Confindustria Imperia, il Consorzio Turistico Ponente Liguria con la finalità di promuovere lo studio, l’organizzazione, il coordinamento e lo svolgimento di attività promozionali, commerciali e turistiche nell’interesse dei propri consorziati e del territorio. Come si capisce da queste note biografiche, la carriera di Marco Sarlo è poliedrica, al punto da spingere il sindaco di Sanremo a conferirgli, nel giugno del 2012, l’incarico di Presidente di “Sanremo Promotion”, per salvare il bilancio della società, deputata alla promozione e commercializzazione del settore turistico. Oggi, prima della scadenza del suo mandato, prevista per la fine dell’anno 2014, Sarlo, che ha rispettato le promesse, precisa: “Adesso che ho portato il bilancio in pareggio sal-
Continuiamo a credere nel nostro Paese, nei guerrieri che combattono per farne un posto migliore, nelle loro piccole e grandi battaglie quotidiane. Battaglie che si possono vincere, se le affrontiamo
#insieMe Investire nella ricerca, finanziare nuove imprese, sostenere la cultura e il volontariato: questo è il nostro modo di combattere. Al fianco di milioni di italiani che diventano ogni giorno milioni di guerrieri.
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ITALIANI NEL MONDO HôTELLERIE A destra, Michail Gorbačëv con la moglie Raissa. In basso, il Patriarca di Gerusalemme Cardinale Fouad Twal.
vando le sorti di Sanremo Promotion, posso dare le dimissioni con largo anticipo, perché voglio fare altre cose, pensare all’azienda per la quale lavoro. Loro possono continuare senza di me”. Un uomo, Sarlo, che non si stanca mai del suo lavoro. Pur dando l’idea di essere disilluso, si capisce che ha voglia di guardare al futuro con ottimismo pur vivendo in tempo di crisi. Una persona per bene, con lo sguardo nel particolare senza perdere di vista il macrocosmo, calato completamente dentro il suo tempo, capace di analisi critica e di osservazione del costume di questa società. Un uomo vispo, acuto, serio, che cura fin nell’immagine impeccabile del suo personale l’azienda, conoscendo da vecchia volpe il vero trucco del successo. Sarlo è un vero operatore culturale, competente in tema di Politica del Turismo e compie le sue battaglie quotidiane in silenzio, investendo diversi incarichi, nel tentativo nobile di inci-
dere su quelle mentalità amministrative statiche, talvolta un pò troppo provinciali, che bloccano certi indispensabili restyling che andrebbero a migliorare il rapporto qualitativo tra la città e l’offerta turistica. La sua filosofia è semplice: “Creare una visione di insieme con l’aiuto di tutti, per riposizionare Sanremo sui mercati internazionali. Sanremo viene nominata ogni giorno, ed è la quinta città più no-
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minata d‘Italia. Deve essere all’altezza delle aspettative, e attenta a ciò che offre a un turismo trasformato. Oggi la clientela si muove di più, vive la città, non viene solo per stare in albergo a riposare. Io sono un tecnico ho una formazione di marketing e credo nella necessità di legare alla promozione del territorio le attività derivanti dalle risorse umane che abbiamo. Albergatori, commercianti, associazioni sportive, Casino contribuiscono al successo. Penso alle società sportive, molte delle quali non hanno uno scopo economico, ma danno un ritorno di immagine, operando in modo incredibile nello sviluppando delle loro manifestazioni. Abbiamo così un ottimo Golf, Ippica, Vela, Rally di livello professionale. Tutte insieme hanno bisogno di un coordinamento, pur operando molto bene da sole.” Intanto, nell’attuale sede il restyling lo ha “dettofatto”. Insieme all’AD Edoardo Varese, ha potuto riportare a nuova vita molte delle stanze ritenute quasi intoccabili per la storia che si portano dietro. Ma questo non ha snaturato l’atmosfera che si respira, entrando, per esempio, nella camera dove ha alloggiato la Principessa Sissi. Una delle più belle suite del RoyalHotel, dotata di una splendida terrazza sul mare, da fare invidia ai migliori luoghi turistici
A sinistra, il Presidente Iraniano Mohammad Khatami. Sotto, il Primo Ministro Giapponese Keizo Obuchi.
del pianeta. Che ricordi conserva, del suo incontro con tanti re e regine appartenuti a famosi casati reali, irraggiungibili dal popolo, così vicini, guardando le foto qui accanto? “Non ho molte foto di quei ricordi, perché mentre si lavora non ci si fotografa. Se esiste qualche immagine è grazie ai fotografi che seguivano gli eventi e in alcune ci sono capitato dentro. Detto questo, la prima cosa che passa alla mente è che il loro comportamento a tutti gli effetti è come quello della gente normale. I re che alloggiavano nelle suite presidenziali, li ho ricevuti quando dirigevo l’Hotel vicino alla Farnesina: era la sede preferenziale per gli ospiti del Capo di Stato. Ho fatto predisporre l’ambiente appositamente adibito ai cerimoniali d’obbligo e vissuto accanto a qualche stranezza divertente. C’erano i passaggi dalla porta principale e alcuni passaggi segreti, dove re o regine uscivano, a volte senza scorta, per andarsi a confondere tra la folla della città ad insaputa di tutti. Proprio come si vede nel film “Habemus Papam”, di Moretti. Alcuni li ho incontrati in Sardegna dove andavano a villeggiare in via del tutto informale. Pertanto non era raro vederli in pantaloncini o in costume. Al contrario di quello che talvolta si crede nell’immagi-
nario collettivo sono persone senza scudi, rispettose, e fanno le stesse cose che facciamo noi. Spesso e volentieri invece ad avere l’atteggiamento più sostenuto, sono
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gli accompagnatori, e l’entourage che li circonda occasionalmente. Diciamo che gli scenari sono due: gli incontri ufficiali e le visite private. In un caso c’è da seguire un protocollo per il cerimoniale, nell’altro si ha a che fare solo con la gestione della scorta. E’ chiaro, negli incontri formali c’è aria di sontuosità, pertanto l’atteggiamento non è quello che si tiene stando in vacanza, ma dietro l’apparenza, in generale c’è umiltà, laddove il personaggio regnante potrebbe benissimo essere superiore. E questa è una caratteristica costante in tutti: quella di non chiedere mai niente”. Che cosa cambia nel lavoro abitudina-
ITALIANI NEL MONDO HôTELLERIE
ti mutazioni in atto nello scenario mondiale della Perestroika. Nuove indipendenze, nuove successioni, Eltsin guidò la rivolta popolare, contrastò i golpisti, assunse un immane compito per accrescere la democrazia del dissolto impero sovietico. Da lì a poco ci sarebbe stato, tra l‘altro il riconoscimento di Slovenia e Croazia. Questo era il clima. Anche la diplomazia italiana era coinvolta e ci fu l’incontro anche col nostro Ministro degli Esteri. Dalla ex Urss si portarono addirittura l’acqua minerale. Non usavano la nostra. Fu davvero un evento incredibile. Sembrava un cambio di scena teatrale, un set del tutto nuovo. Furono predisposte le comunicazioni, tutti i telefoni sostituiti nelle camere con telefoni collegati al Cremlino. Fu un lavoro risolutivo dei tecnici della Telecom che in pratica fecero in modo che alzando il telefono rispondessero passando dal Cremlino. Al suo arrivo ci furono baci e abbracci. Anche Gorbaciov era gioviale, non era più Capo di Stato quando lo conobbi, ma facemmo il cerimoniale di accoglienza con la scorta bloccano il traffico e motociclisti. Molrio quando si riceve una personalità di livello mondiale così influente? “Racconto un episodio. Tra i russi illustri, quando organizzavo l’accoglienza per Boris Nikolaevič Eltsin i preparativi durarono un mese. Al sottoscritto qualcuno deve aver mandato in albergo un angelo custode per essere in grado di predisporre tutto al massimo dell’efficienza. Fu allestito ogni angolo, prevista ogni possibilità. C’era anche un’infermeria di fianco alla suite del Presidente e una ambulanza nelle adiacenze, in postazione fissa. Si era appena dissolta l’Unione Sovietica, sostituita con la ricostruzione degli Stati Indipendenti. Il clima era teso dopo la destabilizzazione interna. A livello diplomatico c’erano for-
Sopra, Marco Sarlo con Romano Prodi.
A destra, il Presidente Venezuelano Hugo Chávez.
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ITALIANI NEL MONDO HôTELLERIE A sinistra, il Presidente Colombiano Ernesto Samper.
te volte si trattava di visite più rare tra Capi di Stato. Un capo di Stato, Ben Ali, il secondo presidente della Repubblica di Tunisia (dal 1987 al 2011, quando un crescendo di proteste popolari, ha condotto Ben Alì all’esilio all’estero, ndr) veniva spesso per i fatti suoi affrontando molte ore di viaggio in compagnia di poche persone. Gli davamo la solita suite al Grand Hotel di Roma, in via Bissolati, che era l’hotel istituzionale di Stato; veniva sempre in visita privata e quando si trattava di seguire il protocollo ufficiale della Farnesina, si rivolgeva a me: “Ma glielo dica lei che io qui sono di casa!”. Anche il presidente di Malta, un avvocato anziano, cliente abituale, quando veniva come capo di stato “subiva” il cerimoniale, piuttosto imbarazzato. La moglie di Gheddafi era una normale cliente che veniva per fare shopping nella capitale e restava anche una settimana. Me la ricordo molto cordiale, gentile nei suoi modi eleganti. Poi c’era l’Emiro del Qatar, appartenente alla dinastia alThani, praticamente proprietari di mezza Europa. Veniva due volte all’anno. Ho conservato un ricordo dei suoi biglietti, che lui scriveva “dal divano di Sua Altezza”. Si, proprio così: nella hall venivano allestiti due grossi gruppi di divani.
Uno lo spostavamo regolarmente quando veniva lui e ne mettevamo uno nuovo perché lui si sedeva sui divani dove si dedicava all’accoglienza dei suoi incontri. Tutti gli arabi hanno l’abitudine di intrattenere. Il divano era come la stanza personale dell’ufficio, qualcosa di sacro. Quando si alzava o durante la notte, il divano era occupato dai suoi adepti che si sedevano al suo posto per non far sedere nessuno altro. Il suo biglietto da visita è un bel ricordo, con la firma di suo pugno, che esordisce ricordando proprio quel rituale: “From the divan” di SA, lui si divertiva, parlava conduceva tutta la sua vita sociale. Tutte le mattine dovevo fare la fila come tutti quelli che per qualsiasi motivo dovevano parlare con lui e poi mi offriva il the, mi raccontava, mi chiedeva come andavano i lavori di ristrutturazione. Al Gran Hotel avevamo conservato gelosamente un ricordo di famiglia, era un angolo. Un giorno lui chiese un permesso, come fosse stato un comune mortale: “Posso andare a vedere il salotto dove si sedeva mio nonno?” Era l’angolo di Jassim Al Thani”. E lei diede il permesso? “Ovviamente si” Le capita ancora di incontrare personaggi di tale portata, adesso che è a
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Sanremo? “Certo. Al RoyalHotelSanremo ho incontrato Rania di Giordania. C’è stato uno scambio di battute, era una bellissima donna molto gentile anche col personale. Di Capi di Stato, ne sono passati molti anche qui. Non sempre ero presente, ma questa zona è stata la destinazione ideale, anche come soggiorno salutare per molte personalità affette all’epoca da malattie respiratorie”. I più bei ricordi? “Li ho vissuti in Sardegna. Ricordo il figlio maggiore del Principe Ernesto Augusto IV di Hannover, ossia il terzo ed ex marito della Principessa di Monaco Carolina di Monaco. Sua Altezza Reale il Principe di Hannover era un cliente abituale. Per la verità conobbi anche il primo marito Junot, che veniva a Roma. A proposito della famiglia reale monegasca ho anche ricordi di Roma sempre al Grand Hotel. Quando venne Ranieri con la figlia Carolina era appena morta la mamma. Il Principe era stato invitato in Vaticano per il famoso concerto di Natale eseguito verso la metà di dicembre e mandato in TV il giorno prima di Natale, con l’orchestra di Monaco. Siamo andati a cercare negli archivi una sua foto e abbiamo trovato il libro d’oro delle firme, con la sua, della moglie e dei tre figli, con pupazzi e disegnini fatti da loro e lui chiese di averla. Feci la copia per continuare a conservare l’originale in albergo. Durante un visita Carolina, una donna molto semplice, nel vederla si commosse. Era il ’97”. Se si potesse dare una ricetta per risanare il turismo di oggi, in due righe cosa direbbe? “In Italia negli ultimi 20 anni c’è stata scarsa attenzione per la cultura. Abbiamo il 78% del patrimonio culturale mondiale, è ridicolo non sfruttarlo: burocrazia, scarsa volontà e ignoranza, rallentano i progetti e ci fanno perdere soldi e immagine”. Tiziana PAVONE
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L'anima e' il legno, ammorbidito, arrotondato, ondeggiante,la materia e' lo stucco con cui creo texture, colature, intarsi,bassorilievi, e poi il colore, le foglie di oro e argento e rame, e le terre e le cere lo riscaldano, cambiando faccia alla materia, e confondendo gli occhi e il tatto di chi osserva e tocca.
Colophon Numero 146 • Marzo 2014
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