TUTTI A MILANO IL 22 GENNAIO
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Anno XVI, N. 7, una copia € 1,00 (Fr.sv. 3,00)
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353 / 2003 conv. L. 46 / 2004 art 1 DCB Milano
LA VOCE DEL NORD DIRETTORE
TUTTI A MILANO IL 22 GENNAIO
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Martedì 10 gennaio 2012
UMBERTO BOSSI
L’ESERCITO DEI PIDOCCHI Ogni giorno nuovi dati sulle tasse. Viviamo per pagare le imposte. Lo Stato come usa questi soldi? In servizi, salute, scuola o piuttosto per mantenere l’improduttiva casta dell’apparato pubblico? STEFANIA PIAZZO
a dove vanno le tasse? Nei servizi? Nei nuovi tombini? Nella sanità? Nel pagamento degli interessi sul debito pubblico che serve per pagare gli stipendi agli statali? E quindi anche a buona parte dell’apparato improduttivo di questo Paese, vera espressione di potere e controllo dello Stato? Una volta li chiamavano boiardi, ricordate? Alla fine la domanda che ci poniamo trova la sua risposta non in un luogo comune ma in una fossa comune, dove muore la speranza. Perché la bibbia popolare non scritta sa che la casta non è solo nella politica democristiana, ma è nel costo inconcludente, nel costo occulto della macchina burocratica.
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CI RUBANO LA BORSA. E ANCHE LA VITA
SEGUE A PAGINA 2
Il tettuccio.. ai manager
Senza limiti di stipendio IGOR IEZZI
atta la norma, trovato il cavillo per superarla indenne. Con la complicità degli stessi che l’hanno scritta. Un tetto ai manager e ai dipendenti pubblici, oltre il quale non si potrà andare. Ma con la scappatoia scritta nero su bianco, così tutto cambierà affinché nulla cambi. Il Gattopardo fa un baffo a Palazzo Chigi.
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ALLE PAGINE 2 E 3
Enti pubblici, che botta
Oro a palate per i boiardi
Mauro: lottiamo «S per difendere la libertà
ALESSANDRO BARDI
tanno cercando di rubarci la borsa ma lotteremo per difendere la nostra libertà e la nostra vita». Così Rosi Mauro, segretario generale del Sindacato Padano e vicepresidente del Senato interviene senza mezzi termini nel giorno dell’incontro tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero
IL NORD IN PIAZZA CONTRO MONTI FABRIZIO CARCANO
ui costi della politica la discussione da un po’ di tempo a questa parte si sta facendo seria, merito soprattutto delle (decennali) pressioni del Carroccio che, storicamente, sostiene la necessità di procedere a drastiche riduzioni di spesa nella pubblica amministrazione. I politici finiscono nell’occhio del ciclone.
Nord ne ha le scatole piene di essere munto, anzi spremuto, dai governanti di Roma. Per questo il 22 farà echeggiare la sua voce di protesta fino ai palazzi del potere di Roma. E farà rimbombare fortissimo, nell’Urbe, il messaggio di dissenso e malcontento dei padani, pronti a scendere in piazza massicciamente e ad incanalare tutta la rabbia nei confronti del Governo di Mario Monti.
A PAGINA 4
A PAGINA 10
ANDREA BALLARIN
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e i segretari di Cisl e Uil . Segretario, il ministro Fornero parla di rinnovamento e di unità, ma intanto chiama a raccolta sempre i soliti. È davvero un passo avanti o piuttosto uno indietro? «Purtroppo siamo tornati a fare molti passi indietro». A PAGINA 6
L’ACCUSA DI ZAIA
Imprenditori suicidi. «Colpa dello Stato» ALLE PAGINE 4 E 5
LIBERALIZZAZIONI, IL REGALO ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE POLLI A PAGINA 7
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CREDITOADESSO, GRANDE ADESIONE DALLE IMPRESE Sono già 75 le imprese attive in Lombardia che hanno chiesto di aderire a Creditoadesso, l'iniziativa promossa da Regione Lombardia per garantire 500 milioni di credito agevolato alle pmi della Regione alle prese con problemi di credit crunch. L'inziativa, partita ieri mattina, non è altro che l'attuazione
dell'accordo quadro sottoscritto nel 2009 tra il Pirellone e la Banca Europea degli Investimenti nel tentativo di sostenere il sistema produttivo. Il finanziamento, che potrà arrivare al massimo al 50% del valore dell'investimento aziendale, sarà erogato a tasso Euribor a sei mesi con un margine di variabile in funzione della classe di rischio assegnata all'azienda.
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CROSETTO: PASSERA SI OCCUPI DEL SISTEMA BANCARIO Secondo il deputato del Pdl Guido Crosetto (foto) «sarebbe molto opportuno che il ministro plenipotenziario dello Sviluppo Economico, stante le sue precedenti esperienze, si occupasse della drammatica situazione che il sistema bancario italiano sta creando alle nostre imprese. L'anno sta iniziando con una
sconsiderata linea generale che prevede rientri da affidamenti storici, richiesta di ulteriori garanzie, chiusura dei rubinetti del credito . Siamo arrivati al punto nel quale molte banche stanno chiedendo depositi in titoli per aprire linee di credito autoliquidanti. Se vogliamo salvare il Paese, dobbiamo individuare una strategia anche sul fronte del credito bancario»
PIDOCCHI DI STATO Lo Stato come usa i tanti soldi delle tasse? In servizi o per mantenere l’impro SEGUE DALLA PRIMA PAGINA STEFANIA PIAZZO
Vogliamo dire che non è così? Vogliamo dire che non è vero che una pubblica amministrazione come l’asl Napoli 1 ci mette anche quattro anni a pagare una fattura ai fornitori, dando il buon esempio d’eccellenza sanitaria campana? Lo vogliamo ricordare, magari, quel rapporto recente del ministero della Salute proprio sulla sanità campana dalla quale ci si deve difendere con i caschi blu, dato che «le attività in ambito di sicurezza alimentare non sono assicurate con evidenti rischi per la salute pubblica»? Ebbene, quei manager pubblici hanno avuto ripercussioni o continuano imperterriti a governare la loro eccellenza? Sono forse meno casta di un parlamentare che, quanto meno, se non ha lavorato bene, alla fine se ne va a casa o invece continuano fino a 70 anni secondo il modello Fornero a regalarci preziose testimonianze di buona amministrazione assieme a tutte le altre asl del Sud che pagano i privati, le imprese, dopo anni di indecente attesa? Leggiamo questa testimonianza: «Sugli ospedali del Sud sarebbe conveniente, comunque, sorvolare, ma il caso del Policlinico di Bari non può essere taciuto, lo lascio raccontare al giudice Nicola Magrone: Sono andato al Policlinico per una istruttoria, stavo camminando per un viale assieme a un brigadiere della polizia giudiziaria quando vediamo due che passano con dei sacchi neri di plastica, sa di quelli che si usano per le immondizie. Il brigadiere come per riflesso condizionato gli dà l’alt: Fermi, fate vedere cosa avete lì dentro. Avevano un utero e un polmone di due pazienti appena operati di cancro, li portavano all’esame istologico». Ho aperto una pagina a caso da un libro di un comunista, socialista.... era Giorgio Bocca, pagina 246 de L’Inferno. Era la strenna natalizia del 1992. Dopo 20 anni si è fatto l’esame istologico alla casta che controlla il 70/80 per cento dei bilanci di ogni singola regione? Figuriamoci, stiamo ancora aspettando che il Prof più amato dal Corriere della sera ci dica che fine hanno fatto i costi standard in sanità. La sanità, forse più di altri ambiti, vedendo i conti del Molise, della Calabria, della Sicilia, del Lazio... della Puglia, è l’ambito più vigliacco perché è quello marcatamente più etico rispetto a tutti gli altri. Lo Stato, articolo 32 della Costituzione, garantisce la vita. Perché lo Stato non licenzia la casta che non la tutela? Va di moda parlare di Prof illuminati, giusto? Noi non siamo affatto compiaciuti, come altri fanno, di dover prendere confidenza con una leadership forte, di tipo nuovo. E per di più spacciata come democratica. I governi che non nascono dal voto non sono né nuovi né democratici. Preferiamo una guida intellettuale e politica come il Prof. comasco, Miglio. Che scriveva: «Quali sono i difetti che noi contestiamo all’attuale sistema politico-economico? La gestione centralizzata e dall’alto del sistema fiscale: tutte le tasse scendono dal vertice; la collusione/alleanza in quella gestione fra una troppo estesa burocrazia e una classe parlamentare maggioritaria, entrambe provenienti dalle medesime regioni del sud. Il 95% della nostra burocrazia pubblica viene da poche determinate regione del sud; la distribuzione mas-
siccia delle risorse raccolte nel modo che ho detto ai medesimi soggetti: alla burocrazia e alla classe parlamentare che nasce dalle medesime terre.... Si ha un bel dire che noi vogliamo un’economia basata sul mercato ma la realtà dei fatti è che sradicare l’enorme pianta malefica delle paghe pubbliche è un compito di immane portata, non illudiamoci di poterlo realizzare in quattro e quattr’otto. È il compito per lo meno di una mezza generazione». Infine: «Centralismo e parassitismo sono due fenomeni strettamente collegati fra di loro.... Il Paese che siamo chiamati a cercare di cambiare è fatto così: è un Paese ammalato da un esercito di pidocchi. Senza mutare il sistema costituzionale, non riusciremo a sopravvivere». Ebbene, è lo sforzo immane che non ha messo in moto la casta burocratica né gli eredi del cattocomunismo. Ma Miglio dice anche un’altra verità: si fa un bel dire che ci vuole il mercato... Si fa un bel dire, infatti, che saranno le liberalizzazioni a salvarci dai costi morti dello Stato. Il problema è la concorrenza del saper fare - non il tassametro dei taxi - principio assente nella pubblica amministrazione. Il Germania lo Stato centrale assorbe il 12% dei dipendenti, il 43% è impegnato nei Lander. In Italia lo Stato si becca il 57% del personale, Regioni ed enti locali il 23%, le Asl il 19%. Ci salverà l’euro? Manco per idea. Persino gli economisti americani lo hanno sancito: «L’euro finirà in una lenta agonia». Non è verbo leghista, è Repubblica, prima pagina di domenica 8 gennaio. Noi preferiamo pensare che a salvare la Padania, il Paese che ancora cammina, non ci sia il pensiero di leadership nuove ma un’idea di libertà che viaggia in canottiera.
PAOLO GUIDO BASSI
“Dopo Monti la politica italiana non sarà più la stessa”. Il fondo di ieri del Corriere della Sera, firmato da Ernesto Galli della Loggia, prefigura un effetto dirompente del governo tecnico sulla nostra vita pubblica. In positivo ovviamente. Un entusiasmo mitigato solo dalla variabile, non trascurabile, che l’E sec uti vo concluda con successo il suo compito. Come dire: se le cose vanno bene, chiunque venga dopo dovrà cercare di assomigliare il più possibile al professore della Bocconi e ai sui ”boys”. Del resto, secondo il quotidiano di via Solferino, con l’attuale inquilino di palazzo Chigi «gli italiani hanno iniziato a prendere confidenza con una leadership di tipo nuovo, democratica ma forte che mira diritto alla scopo».
Posto che sull’affermazione qualcosa da dire ci sarebbe, siamo sicuri che l’arrivo dei “tecnici” sia sufficiente a cambiare volto al Paese? Se in tanti pensano che la seconda Repubblica sia stata più un neologismo per calcolare il tempo da Tangentopoli in poi, la terza difficilmente avrà l’effige dell’ex commissario europeo nel blasone. Le operazioni di maquillage non bastano a cancellare alcuni vizi profondi che fanno dell’Italia un Paese decisamente lontano da quegli standard europei ai quali i professori vorrebbero - almeno a parole - tendere. Del resto, siamo o no la patria della spesa storica? Lo stesso Corsera del resto, nonostante sia stato fra i primi a benedire e perorare la fine dell’era Berlusconi, non ha lesinato critiche e attacchi indirizzati al nuovo ministro dello svilup-
duttiva casta dell’apparato pubblico?
La Lega dei fatti e la propaganda di Monti IGOR IEZZI
Fatta la norma, trovato il cavillo per superarla indenne. Con la complicità degli stessi che l’hanno scritta. Un tetto ai manager e ai dipendenti pubblici, oltre il quale non si potrà andare. Ma con la scappatoia scritta nero su bianco, così tutto cambierà affinchè nulla cambi. Il Gattopardo fa un baffo a Palazzo Chigi. Il Paese è in rivolta, qualcuno deve aver avvisato il premier che i cittadini hanno già ampiamente superato l’umanamente sopportabile dopo l’infornata di una cinquantina di nuove tasse che la manovra del tecnogoverno ha varato. Ora operai, commercianti, artigiani, pensionati chiedono, dopo essere stati ampiamente tosati, che i sacrifici li facciano davvero tutti, compresi quelli che godono di maxistipendi pagati direttamente dagli stessi cittadini a cui si chiedono lacrime e sangue. Il professore Mario Monti deve essersene accorto e ha promesso segnali «pesanti». Parliamo dei politici e dei dirigenti pubblici. E se sui parlamentari il Governo ha
deciso di abbandonare la lotta ai costi della politica (Monti ha spiegato che «non può» affrontare il tema competenza delle Camere) il dito viene puntato sui più che lautamente retribuiti dirigenti pubblici. Politici e dirigenti, maxi stipendi e privilegi. Attaccare la “casta”, deve aver pensato il professore della Bocconi, rende sempre bene in termini di consensi. Che oggi come oggi servono al Governo come l’ossigeno. Non ha portato gran bene all’esecutivo e alla maggioranza che lo sostiene, l’ammucchiata arcobaleno che va da Berlusconi a Bersani passando per Fini e Casini, dipingere come caste potentissime tassisti, commercialisti, professionisti. La gente non è stupida, sa distinguere tra un poveraccio che lavora tutto il giorno e i veri potenti, che non stanno in mezzo alla strada a guidare un taxi ma negli alti palazzi di proprietà delle banche. Serviva, a Monti, un cambio di marcia. Quale migliore occasione per rinverdire le vecchie polemiche, purtroppo sempre attuali, contro politici e dirigenti pubblici? Ma parlarne è
Nel Belpaese un sistema strutturato di
un conto, prendere provvedimenti concreti un altro. E su questo il fallimento di Monti è evidentissimo, tanto che oggi ci riprova, non si sa con quanta convinzione. Basterebbe imitare quanto fatto dalla Lega Nord nei mesi passati, quando venne stabilito un contributo di solidarietà del 5 e del 10 per cento sugli stipendi di politici e dipendenti pubblici che superano i 90 mila e i 120 mila euro. Non una rivoluzione, certo, ma un fatto concreto, tangibile, vero. Quanto mai complicato in un Paese che ha nella burocrazia e nello statalismo una delle sue piaghe peggiori. Che fa il paio con tanti altri provvedimenti anti casta portati avanti dal Carroccio, il taglio degli stipendi e dei posti degli eletti negli enti locali, la riduzione dei Cda, la cancellazione degli enti inutili. Fino ad arrivare al dimezzamento dei parlamentari, che la Lega fece approvare nelle aule di Camera e Senato e la sinistra, nel 2006, cancellò con un referendum. Fatti concreti, non slogan. L’esatto contrario di quanto propinatoci dal Governo Monti. Sui tagli alla politica
i tecnocrati hanno battuto in ritirata. E sulla macchina pubblica solo grandi discorsi. «Stipendi pubblici, tetto di 300 mila euro» scrivevano i media a metà dicembre quando la maggioranza approvò nella manovra de-
Sui dirigenti pubblici tante parole dal Prof, compresa la norma sui tetti agli stipendi subito aggirata finita da loro stessi “salva-Italia” una norma con cui si stabilivano dei tetti agli stipendi per i dirigenti della pubblica amministrazione che non potranno guadagnare più del primo presidente della Corte di Cassazione, intorno ai 300 mila euro lordi all’anno. Bella, bella norma davvero. Nel nostro Paese serviva eccome. Basta scorrere l’elenco dei maxi manager
pubblici (attuali o passati) e delle loro faraoniche buste paga: Scaroni, Amministratore di Eni, 4.420 milioni; Guarguaglini, presidente di Finmeccanica caduto in disgrazia, 2,475 milioni; Gnudi, ex presidente dell’ Enel, 1,695 milioni ; Conti, ad di Enel, 1,380 milioni; Sarmi, ad di Poste, 1,205 milioni. Un elenco parzialissimo ma che rende l’idea di come un tetto fosse necessario. Peccato però che la norma sia stata prontamente aggirata. Il tetto c’è, ma non varrà se si è in posizioni apicali, se c’è una deroga, se si è quotati in borsa... Insomma, la solita legge all’italiana, fatta giusto per far parlare un po’ e sprecare carta. Oggi Monti ci ricasca. Annunciando misure «pesanti», quando è ancora al lavoro la commissione guidata dal presidente dell’Istat Enrico Giovannini incaricata di stabilire la media europea delle retribuzioni dei parlamentari e dei dirigenti pubblici. Una commissione, giusto per rimanere nella distinzione tra chi fa i fatti e chi si limita a parlare, voluta dal precedente esecutivo.
distribuzione dei privilegi. Ai quali anche i Monti boys non sono allergici
“Furba Italia”, ecco come molti (ma non tutti) riescono a marciarci... po economico e ai suoi conflitti di interesse. Tanto che Corrado Passera si è sentito in dovere di scrivere di pugno una lettera per dare conto della sua versione e replicare a Milena Ga-
roli? Il Fatto di sabato scorso ha ricordato che, «come molti suoi colleghi, somma da anni lo stipendio di presidente di sezione del Consiglio di Stato, in aspettativa e fuori ruolo, alla retribu-
.................................................. Nessun illecito o reato, ma un magistrato (ora ministro) che riesce a pagare una casa vista Colosseo come un bilocale in periferia dovrebbe farci riflettere .................................................. ba ne lli e G iov an na Boursier, che gli chiedevano di «liberarsi di tutti gli ingombri». E che dire di un altro ministro come Filippo Patroni Griffi nelle cui mani sono finite le deleghe già di Renato Brunetta e Roberto Calde-
zione per il lavoro che svolge davvero. Una legge fatta a su misura per la casta dei magistrati amministrativi infatti gli permette di sommare allo stipendio di magistrato quello la retribuzione da ministro». Il ministro al riguardo ha
precisato che esistono due possibili interpretazioni circa il calcolo del trattamento e si augura che «prevalga quella più restrittiva». Una cosa che andrà verificata, ma diamo la buonafede per scontata. Il punto non sono le intenzioni buone o meno, ma il fatto che il “sistema” consenta certe cose. Come - sempre “sfruttando” il titolare della Pa ad esempio - si possa acquistare 109 metri quadri con vista sul Colosseo a 177mila e 754euro, più o meno quanto un bilocale in periferia. Un reato? Niente affatto, nessuno illecito. Solo un’ennesima possibilità offerta dal “sistema” e opportunamente sfruttata. Spiega sempre il quo-
Filippo Patroni Griffi
tidiano diretto da Antonio Padellaro che «nel gennaio 2008 Patroni Griffi, come altri condomini di un palazzo in via Monte Oppio a Roma, ha pagato un prezzo fissato sulla base di vecchie stime e ulteriormente ribassato in base ad uno sconto concesso agli inquilini che compravano in blocco. Trattandosi di una casa di pregio il ministero dell’Economia avrebbe voluto vendere a prezzo pieno. Gli affittuari però hanno fatto ricorso e grazie all’assistenza dell’avvocato Carlo Malinconico (ora diventato sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e grazie alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato (di cui abbiamo detto Patroni
Griffi è magistrato), sono riusciti a ottenere il riconoscimento di casa “non di pregio” e quindi il conseguente trattamento di favore». La legge - si dice - che nel dubbio assolva. Il “sistema furba-Italia”, invece, protegge sempre. E a goderne di più spesso sono proprio quei gangli dell’apparato dello Stato che non fanno parte della cosidetta “casta” quella dei politici di professione. I casi più eclatanti riguardano spesso illustri sconosciuti che a sedere su certe poltrone d’oro ci sono arrivati senza dover mai cercarsi un voto in vita loro. Un caso abbastanza paradigmatico è quello riportato da alcuni giornali in questi giorni: lo stipendio
dell’ambasciatore italiano in Germania che per “governare” una sede diplomatica con 58 dipendendi percepisce circa 20mila euro netti. Non male, visto che sempre a Berlino, la signora Angela Merkel per governare un Paese con 80 milioni di cittadini si mette in tasca 9.072 euro al mese, ossia meno della metà del rappresentante dello Stato italiano. Il “furba-Italia” magari può far sorridere, ma spesso sfugge che i privilegi garantiti dal “sistema” ci costano miliardi ogni anno. E se non ci fossero, anche le manovre d’emergenza o di responsabilità che dir si voglia, sarebbe decisamente meno lacrime e sangue.
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UNO BIANCA: STIFFONI, CAMBIARE LEGGE GOZZINI «Solleciterò il mio gruppo parlamentare a prendere in seria considerazione la possibilità di un radicale cambiamento della “legge Gozzini” che ha distorto il concetto tra vittima e carnefice». Così il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni ha commentato ieri il provvedimento con cui è stata concessa la
semilibertà ad uno dei componenti della banda della Uno Bianca. «È inammissibile - ha aggiunto il rappresentante del Carroccio - che i giudici di sorveglianza si facciano abbindolare solo dal comportamento in carcere di efferati criminali dimenticando che prima di tutto bisogna considerare Abele, chi cioè ha subito particolare violenza»
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MARONI: FASE DUE? PER ORA HO SENTITO SOLO ANNUNCI «Di cose positive francamente finora non ne ho viste, per il momento ci sono stati solo annunci e cose negative». Così l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni (foto), boccia la cosiddetta fase due del governo Monti illustrata dallo stesso presidente del Consiglio dagli schermi di “Che tempo che fa”. Maroni ha sottolineato di non aver visto la trasmissione
LA VERA CASTA / Alla faccia della crisi, i dirigenti delle aziende statali sono strapagati
Italiani alla fame, manager pubblici nell’oro
È tempo di grandi sacrifici, ma non per tutti: il denaro per megastipendi, prebende privilegi e sprechi c’è sempre ANDREA BALLARIN
Sui costi della politica la discussione da un po’ di tempo a questa parte si sta facendo seria, merito soprattutto delle (decennali) pressioni del Carroccio che, storicamente, sostiene la necessità di procedere a drastiche riduzioni di spesa nella pubblica amministrazione. Proprio perché se ne parla, i politici, le loro indennità, i rimborsi, le agevolazioni, finiscono nell’occhio del ciclone e, puntualmente, scatenano bufere mediatiche e indignazione tra la gente comune. Ma, in fondo, c’è casta e casta. A sguazzare silenziosamente nell’oro c’è un esercito di Paperoni che non ha gli stessi riflettori puntati addosso, che solo occasionalmente deve vedersela con il clamore suscitato - inevitabilmente - dalla diffusione dei dati su stipendi, emolumenti, compensi e retribuzioni varie: è composto dalle danarose truppe dei supermanager pubblici, strapagati, troppe volte ingiustificatamente, quelli che il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni ha definito senza tanti fronzoli «boiardi di Stato». Funzionarifeudatari che dalle società pubbliche ricevono centinaia di migliaia di euro in compensi e prebende, non sempre ottenendo, come logica contropartita imporrebbe, risultati aziendali ragguardevoli. Politici o manager statali: qual è la vera Casta, quella con la “C” maiuscola? Per farsi un’idea del fenomeno, la tabella che pubblichiamo pare sufficientemente eloquente. I nomi dei personaggi citati sono straconosciuti, i loro megastipendi, anche se già da tempo di dominio pubblico, un po’ meno. Gli annunciati aumenti di gas ed elettricità peseranno come macigni sui già magri bilanci delle famiglie italiane, ma per Paolo
Scaroni e Fulvio Conti, rispettivamente amministratore delegato di Eni ed Enel, e i relativi presidenti delle due aziende, Roberto Poli e Piero Gnudi, la stretta di cinghia sarà del tutto trascurabile, percependo lor signori - in
ma per le “posizioni apicali” possono essere previste delle deroghe. Traduzione: rimane tutto come prima. Ma in tempo di sacrifici, non c’è ragione - nessuna, nemmeno una per la quale questa gente continui a percepire tali cifre che rappresentano un affronto a chi fatica ad arrivare a fine mese con il mutuo da pagare e
Il senatore del Carroccio Stiffoni li ha definiti «boiardi di Stato», di tirare la cinghia non ci pensano affatto Paolo Scaroni (Eni), il più pagato ordine di citazione 4.420.000, 1.380.000, 1.101.000 e 1.695.211 euro di retribuzione per il prezioso (e sin troppo costoso) contributo lavorativo apportato alla pubblica amministrazione. E che importanza ha sapere se si tratta di stipendio lordo o netto, le cifre spaventerebbero, comunque, anche il sultano del Brunei. Via la Lega Nord dal Governo, l’ascia di guerra per mettere un tetto a tali, improbabili, stipendi sembra essere stata sotterrata dal presidente del Consiglio Mario Monti e il suo squadrone di “tecnici”. Nell’ultima manovra dell’Esecutivo, il cosiddetto decreto salva-Italia, la previsione di porre un tetto ai mega-salari dei dirigenti pubblici è stata vanificata da un codicillo inserito all’ultimo istante per il quale sì, le retribuzioni dei manager non possono superare per legge il trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione (311.000 euro),
le bollette del gas e dell’elettricità schizzate alle stelle. Il premier Monti rifletta seriamente e prima di caricare le spalle dei cittadini di nuove gabelle, avvii una profonda revisione dei criteri con i quali vengono stabiliti i parametri di retribuzione dei dirigenti
L’ESERCITO DEI PAPERONI D’ITALIA
delle società pubbliche o a partecipazione statale. Magari partendo dallo stipendio di quell’Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia, che da una settimana impartisce lezioni di etica fiscale agli “evasori” del Nord che, lavorando, producendo, pagando tasse e interessi al limite d el l’usura sulle cartelle dell’agenzia di riscossione da lui diretta, gli assicurano 456.733 euro di paga annua. Lorda o netta ha poca importanza, è una vergogna in tempo di crisi e con tassi di evasione galoppanti. Avesse il coraggio, oltre a Cortina, di organizzare agguati anche a Casal di Principe, nei Quartieri Spagnoli o in qualsiasi altra zonaccia del Mezzogiorno, il suo megastipendio, forse, avrebbe più senso. Ma non ne avrà, come non avranno audacia tutti gli altri manager pubblici nel riconoscere di rappresentare una distorsione da correggere in un Paese dalla casta facile. I politici? Sì, forse saranno anche dei mascalzoni ma, in fondo, c’è casta e casta.
condotta da Fabio Fazio: «Me la sono persa, ma ho sentito che Monti ha lanciato la fase due. L’aveva già annunciata il mese scorso, due mesi fa e anche quando si era presentato alla Camera, aspettiamo fiduciosi di capire». Il no della Lega, ha assicurato Maroni, non è pregiudiziale: «Noi non siamo contro a prescindere, ma apprezziamo le cose positive e contestiamo quelle negative»
Non è una priorità nell’agenda di Monti?
Missioni militari: 1,4 miliardi l’anno e magri risultati ROBERTO BRUSADELLI
Se ancora c’è qualcuno per cui i costi delle missioni militari dell’Italia all’estero sono una “variabile indipendente”, proprio come il pansindacalismo anni Settanta definiva i salari nella contrattazione collettiva, allora è venuto il tempo di ricredersi. In una prospettiva - sostengono i presunti tecnici che qualcuno ha voluto insediare al governo del Paese - in cui i sacrifici devono essere equamente ridistribuiti tra voci del bilancio e ceti sociali, non si capisce davvero perché questo gravoso impegno della politica estera e di difesa non debba essere rivisto: e in modo sostanziale. Cominciamo con le cifre, riferendoci ai dati che si possono tranquillamente consultare sul sito www.dirittodicritica.com: «Costano 1,4 miliardi di euro ogni anno. Le missioni militari italiane all’estero rappresentano una spesa non indifferente per le casse dello Stato. A questo si aggiungono 20 miliardi per il mantenimento delle forze armate e poco meno di 6 miliardi per l’acquisto di armi e armamenti. Circa 27 miliardi, che fanno “conquistare” all’Italia l’ottavo piazzamento per spese militari al mondo. Vale la pena? Il nostro Paese spende per esercito, marina e aviazione ben quattro volte il fondo ordinario destinato all’Università. Nell’occhio del ciclone gli armamenti e i costi di gestione. Ma molti indicano nei tagli alle missioni all’estero la strada del risparmio. Vale la pena essere presenti in ben 35 missioni in 14 scenari diversi? Vale la pena spendere tutti questi soldi?». L’interrogativo è di quelli che nessun esecutivo, nessuna maggioranza parlamentare, nessun politico può permettersi di ignorare o sottovalutare. La Lega Nord si è sempre espressa nel senso di una severa valutazione del rapporto costi-benefici: e sull’ultimo impegno in ordine di tempo, quello dell’intervento Nato in Libia, ha alzato fin dal primo giorno le barricate. Ma lasciamo la parola a un esperto di affari internazionali, ex diplomatico, storico ed editorialista autorevole per il Corriere della Sera, certo non sospettabile di consonanza di principio con le posizioni e le battaglie del Carroccio. Scrive Sergio Romano nella rubrica delle lettere del quotidiano di via Solferino, lo scorso 4 gennaio, tracciando il bilancio di decenni di operazioni all’estero: «La guerra contro la Serbia del 1999 non ha risolto il problema del Kosovo. Quella degli Stati Uniti in Afghanistan non ha impedito la ricostituzione del movimento talebano, non garantisce al governo di Kabul il controllo dell’intero territorio nazionale, non ha stroncato la coltivazione dell’oppio e ha messo in seria crisi i rapporti tra gli Stati Uniti e il Pakistan. La guerra irachena si è formalmente conclusa con il ritiro dell’ultimo contingente americano nelle scorse settimane, ma l’America, partendo, si è lasciata alle spalle un Paese diviso da un latente conflitto etnico-religioso, un governo in cui il presidente del Consiglio cerca di mettere in galera il vicepresidente del Consiglio, una superpotenza petrolifera che non è ancora riuscita ad adottare una legge nazionale sullo sfruttamento delle sue risorse energetiche. La guerra di Libia è stata vinta dalla Nato, ma ancora non conosciamo i programmi e le intenzioni di coloro che avranno il compito di ricostruire il Paese». Un esborso dunque - di denaro, di energie e di vite umane -, molto oneroso a fronte di risultati negativi o ampiamente discutibili. Nei prossimi giorni la Padania proporrà ai suoi lettori un’inchiesta sul tema, approfondendo i diversi aspetti economici e geopolitici di una questione che dovrebbe avere un posto di sicuro rilievo nell’agenda degli impegni di Monti e dei suoi ministri. Sempre che, al di là di facili proclami e slogan buoni per tutte le stagioni, SuperMario le questioni di fondo sia davvero intenzionato ad affrontarle.
Un gravoso esborso di denaro, energie e vite umane: mentre i Paesi coinvolti restano instabili
Esasperati, si ammazzano perché a
causa del patto di stabilità gli enti locali non pagano
Imprenditori suicidi. Zaia: «Responsabilità è dello Stato» VENÈXIA - «Il patto di stabilità per noi non è un problema da poco. È una questione che ci porta a vedere una contabilità dei suicidi preoccupante, una ventina di imprenditori che si sono suicidati all’interno delle loro aziende». È il durissimo j’accuse lanciato dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia nel corso della cerimonia per la
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Martedì 10 gennaio 2012
firma del protocollo sulla legalità sottoscritto ieri a Venezia dallo stesso esponente del Carroccio con il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. Troppi i casi di cronaca accaduti soprattutto nell’ultimo periodo che raccontano di imprenditori in gravi difficoltà finanziarie che decidono di togliersi la vita. Molti di questi avanzavano
denaro dalla pubblica amministrazione, dagli enti locali, dallo Stato ma per la vergogna di non riuscire più a far fronte ai debiti, hanno deciso di suicidarsi. Un’assurdità, visto che il denaro le pubbliche amministrazioni ce l’hanno ma non posso spenderlo. «E per quanto riguarda il patto di stabilità - ha stigmatizzato dura-
mente il presidente Zaia - è uno scandalo nazionale: il Veneto ha un miliardo e 350 milioni di euro di depositi nella tesoreria unica a Roma e ha dei creditori che aspettano di essere pagati per opere o servizi erogati alla Regione». Il governatore leghista ha voluto ribadirlo proprio alla presenza del ministro dell’Interno Cancel-
«Uno scandalo nazionale», sostiene il leghista che invita il Governo a trovare una soluzione
lieri, così da lanciare un messaggio forte e preciso all’Esecutivo: «Io chiedo al Governo - ha detto Zaia - che faccia in fretta a trovare una soluzione perché non abbiamo tempo di aspettare. Nel momento in cui si vedranno i risultati potremo dire che la partita è risolta. Al momento non lo è». «Il collega Caldoro - ha aggiunto Zaia riferen-
dosi al governatore della Campania - ha proposto un fondo di rotazione per le imprese: noi diciamo di sì a patto che sia regionalizzato». Chiara, dunque, la posizione del Carroccio sulla questione del patto di stabilità che continua a rappresentare una battaglia della Lega Nord a tutti i livelli istituzionali. La revisione dei parametri di applicazione del patto, infatti, è determinante per consentire maggiore elasticità agli enti locali.
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DIVINA: TRENTO RINUNCI A PARTE DELLE ACCISE «A quale crescita pensiamo se i nostri costi energetici sono i più alti d’Europa? L’incidenza delle imposte sul prezzo dei carburanti sfiora il 60% del prezzo alla pompa. In Austria i carburanti costano circa il 20% in meno e in Slovenia il 40% in meno rispetto all’Italia». Lo afferma il
POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Sergio Divina (foto), Presidente della commissione per il controllo dei prezzi del Senato, per il quale «è impensabile per i nostri trasportatori poter competere, ma anche per le nostre attività turistiche. La nostra Provincia potrebbe però attenuare il prezzo usando norme già esistenti, rinunciando a parte delle accise che le competono»
Rosi Mauro interviene mentre il ministro del Lavoro incontra i segretari di Cisl e Uil
CI RUBANO LA BORSA E LA VITA «Puntano solo alla vecchia concertazione, hanno svenduto le conquiste dei lavoratori» ALESSANDRO BARDI
ROMA - «Stanno cercando di rubarci la borsa ma lotteremo per difendere la nostra libertà e la nostra vita». Così Rosi Mauro, segretario generale del Sindacato Padano e vicepresidente del Senato interviene senza mezzi termini nel giorno dell’incontro tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero e i segretari di Cisl e Uil . Segretario, la Fornero parla di rinnovamento e di unità, ma intanto chiama a raccolta sempre i soliti. È ’ davvero un passo avanti o piuttosto uno indietro? «Purtroppo siamo tornati a fare molti passi indietro. E la prova provata è che non si ascoltano tutte le parti sociali. Badate bene, non mi limito al Sin.Pa. e alle sigle sindacali; parlo di tutte quelle categorie bellamente ignorate. Per questo sorrido quando sento alcuni segretari sindacali dire che si è parlato di quello che unisce e non di quello che divide. Forse sarebbe meglio parlare di quello che divide visto che tanto
l’unità non c’è. Credo che questi siano incontri farsa fatti per buttare fumo negli occhi alla gente del Nord. Si vuole fare credere che si è disponibili al dialogo, ma in realtà si sta portando avanti solo la vecchia concertazione. E
intanto si aumenta l’età pensionabile e si mettono una serie di nuove tasse che vanno a toccare i lavoratori». Cisl e Uil chiedono un tavolo generale per affrontare tutti i nodi della crescita e non solo il tema del lavoro. Cosa risponde? «Che la Triplice chieda un tavolo per la crescita
mi lascia davvero senza parole. Ma per favore, sono anni che sento fare sempre gli stessi discorsi… Non solo fino a oggi non hanno fatto nulla per la crescita, ma al contrario hanno svenduto le conquiste stesse fatte dai lavoratori. Non so che intenzioni hanno loro, ma come Sindacato Padano siamo convinti che continuare a imporre tasse e balzelli serva solo a bloccare gli investimenti sul nostro territorio. E quando gli imprenditori avranno delocalizzato le produzioni all’estero perché produrre qui costa troppo rimarremo con tantissimi disoccupati e nulla più. Sono oltre 20 anni che chiediamo di abbassare il costo del lavoro. Al lordo le buste paga dei nostri lavoratori sono più alte di quelle degli altri Paesi Ue, ma al netto diventano molto più basse. Vuol dire che qualche cosa non va». Sul tavolo anche l’ar-
ticolo 18. A tal proposito Bonanni ha detto che per la Cisl non esistono tabù, ma nello stesso tempo l’articolo 18 non deve diventare un totem per il governo. «Quello dell’articolo 18 mi sembra tanto un falso problema. Vorrei, ad esempio, ricordare che qualche sindacato ha pensato bene di licenziare dei funzionari fregandosene altamente dell’articolo 18 che tanto per i sindacati non vale. È il momento di trovare un meccanismo di contrattazione vera. Le imprese non devono più essere vincolate ai contratti nazionali. Dobbiamo rilanciare la contrattazione territoriale per uscire da quell’ingessatura che deriva dall’era Fordista che è ormai finita». Il ministro Fornero è intanto tornato a parlare di “salario minimo garantito. «A dire la verità non so proprio che cosa intenda il ministro quando dice una cosa del genere. Vuole garantire a tutti i lavoratori un minimo per vivere, pagare il mutuo della casa, le tasse, fare la spesa, fare
studiare i figli…? E come si calcolerebbe questo salario minimo? Al Nord c’è un costo della vita diverso da quello del Sud. Ecco dunque che torno a ripetere quello che dico da sempre e che continuerò a portare avanti con deter-
«L’articolo 18 mi sembra un falso problema. Le imprese non devono più essere vincolate ai contratti nazionali» minazione: i diritti sono uguali per tutti, la busta paga, invece, deve essere realmente legata al costo della vita di ogni territorio». Dopo avere messo mano al sistema pensionistico e all’età pensionabile delle donne, ora tutti sembrano essere d’accordo nel dire che è necessario rafforzare le tutele a favore delle donne. Non le sembra una presa in giro?
Cota: la loro liberalizzazione non può essere decisa dal Governo
«Orari d’apertura, ricorreremo all’Alta Corte» TURIN - «Quando si parla di riforme non bisogna gettare fumo negli occhi alla gente». Il presidente del Piemonte, Roberto Cota, interpellato sulle riforme annunciate dall’esecutivo Monti, a margine dell’inaugurazione dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Tribunale di Torino, ha rilevato che «il problema da un lato è fare in modo che le aziende possano operare in un regime di maggiore competitività, dall’altro sono le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese». In tema di liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali, Cota ha confermato l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale se il provvedimento dovesse essere attuato. «È una materia regionale - ha sottolineato - e il Governo ha invaso le nostre competenze. Secondo i nostri tecnici c'è stata un’invasione di competenze anche dal punto di vista politico perchè deve essere il territorio a valutare le esigenze di aperture. Inoltre, se non ci sono soldi, non è che estendendo l’orario di apertura si danno più soldi alle famiglie», ha detto. Sul tema è intervenuto anche il presidente del Gruppo regionale della Lega Nord, Mario Carossa: «Lo
Roberto Cota
«È una materia regionale, Monti invade le nostre competenze. Non ammettiamo un’intrusione, deve essere il territorio a valutare le esigenze del commercio»
Stato non può intervenire su una materia di competenza prettamente territoriale e regionale come sono gli orari di apertura delle attività commerciali, per questo auspico che la Giunta piemontese prenda dei provvedimenti, ad esempio decidendo per il ricorso alla Corte Costituzionale». Carossa spiega che «il modello americano basato sulla proliferazione della grande distribuzione ha dimostrato di non funzionare oltre oceano e sarebbe letteralmente devastante in una realtà come il Piemonte. Un commercio basato per la maggior parte sulla grande distribuzione sarebbe molto pericoloso anche per i risparmiatori; i cittadini, infatti, nelle grandi aree commerciali vengono indotti più facilmente ad acquistare ciò di cui non hanno bisogno ricorrendo a prestiti, banche, rate o carte di credito per pagare. Abbiamo già visto in passato quali devastanti effetti ha avuto l’apertura dei mercati alla Cina, che il Governo Prodi definì un’opportunità, ma che di fatto visto il numero altissimo di attività anche piemontesi che poi sono fallite, si è dimostrata una vera catastrofe». Cota ha anche commentato le dichiarazioni dell’ad del Lingotto, Ser-
gio Marchionne rilasciate al Detroit free press. «Al di là della mozione degli affetti, per lavorare concretamente e fare in modo che la Fiat abbia radici sempre più piantate sul nostro territorio, occorre varare politiche che non rendano impossibile fare impresa da noi mentre la politica del governo Monti che è solo di tasse non rende facile questo tipo di azione. Non lo dico con polemica ma perchè il nostro compito è lavorare perchè il sistema sia competitivo», aggiunge il governatore del Piemonte. Per questo, prosegue, «come governo regionale, fin dal primo giorno di insediamento, invece di aumentare la pressione fiscale al sistema delle aziende, abbiamo cercato di introdurre incentivi che favoriscano gli insediamenti produttivi sul nostro territorio». Per le dichiarazioni rilasciate da Marchionne in merito alla sede del gruppo, Cota ha concluso: «Il dottor Marchionne ha fatto dichiarazioni generiche che aveva già fatto in precedenza e ha detto che probabilmente bisognerà decidere una sede unica per il gruppo lasciando aperte diverse opzioni. Dobbiamo verificare i dati, se sarà necessario lo faremo».
«Voglio ribadirlo per le lettrici della Padania: aspetto con ansia l’8 marzo quando sindacalisti e politici terranno i loro discorsi a sostegno e a difesa delle donne. Intanto loro, a qualche mese di distanza dall’8 marzo hanno aumentato l’et à pensionabile delle donne e sanno benissimo che è stato un intervento che si poteva evitare. Al solito non hanno tenuto conto che le donne hanno un doppio, un triplo e a volte anche un quadruplo lavoro. Ora, dopo la fregatura cercano di buttare il solito fumo negli occhi sfruttando l’abilità di questo governo non tecnico ma politico. Un governo che senza il voto delle cittadine e dei cittadini mette mano a tutti quegli interventi che la Lega era sempre riuscita a bloccare. Io come donna mi sento davvero presa in giro». Da parte sua, intanto, la Ue torna a chiedere flessibilità. «Questa Unione Europea delle banche non l’ho mai condivisa e mai la condividerò. Non è un’unione dei popoli, ma u n’unione delle banche. Che oggi questa unione chieda maggiore flessibilità mi lascia senza parole. Certo, a me verrebbe da rispondere: ecchissenefrega. Peccato, invece, che il premier sia un uomo della Ue…». In ultimo le liberalizzazioni contestate da tutte le categorie produttive. A Linate lo sciopero a sorpresa dei taxi ai quali presto potrebbero affiancarsi altre agitazioni... «Fanno bene. Le liberalizzazioni non si affrontano con un colpo di mano di questo tipo. Questa volontà del governo deve essere prontamente rispedita al mittente. Per questo mi auguro che tutti coloro che contestano le liberalizzazioni, ma anche le scelte di politica economica del governo e tutti i provvedimenti fin qui varati dal professor Monti si affianchino alla protesta della Lega che il 22 scenderà in piazza per dire forte il proprio no. Fare sentire la propria voce in un momento come questo è fondamentale: Stanno cercando di rubarci la borsa ma lotteremo per difendere la libertà e la nostra vita».
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EXPO 2015: OGGI FIRMA PER REGOLARITÀ CANTIERI Oggi, alle 12,30 nella Sala dell’Orologio di Palazzo Marino, verrà firmato il Protocollo d’Intesa per la regolarità e la sicurezza nei cantieri per Expo 2015. Firmeranno il Protocollo il sindaco di Milano e Commissario straordinario di Expo 2015 Giuliano Pisapia (foto); l’assessore alle Politiche del Lavoro
POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
GIOVANNI POLLI
MILÀN - «Le liberalizzazioni, così come ventilate, perché di fanno non se ne sa ancora nulla, sembrano andare a colpire, al solito, i ceti considerati politicamente avversi alla sinistra. In questo, confermando il sospetto che il Governo Monti sia in realtà un “Prodi terzo”, cioè più un’emanazione del Pd che frutto dell’“unità di salvezza nazionale” come ci è stato presentato». Massimo Garavaglia, vicepresidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, a proposito della crociata in merito alle cosiddette “liberalizzazioni” presentate da Mario Monti come la panacea di tutti i mali e come motore della cosiddetta “fase due”, è severamente critico. Non soltanto ha scritto una nota in cui ha sottolineato come «il ministro Passera dice che le prossime azioni del Governo non saranno sul lato delle entrate, e ci mancherebbe altro. Anche perchè l’esito della manovra pazzesca del Governo Monti inizia a prender forma in termini di esercizi commerciali e artigianali che chiuderanno i battenti in numero spropositato», ma a la Padania ha precisato ulteriormente la sua critica. «Ad essere colpite pesantemente sono infatti alcune categorie come taxisti e commercianti al dettaglio. Tra l’altro, questi ultimi, già colpiti molto pesantemente dalla manovra. Ricordiamo che sul commercio al dettaglio è già caduta la scure dell’Iva aumentata al 23 per cento e dei contributi previdenziali aumentati al 24 per cento, nonché del calo molto forte della domanda innescato sia dal clima di terrore creato dal Governo Monti sia dalla cer-
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Cristina Tajani; l’amministratore delegato di Expo 2015 Giuseppe Sala; il sindaco del Comune di Rho, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati di categoria, i rappresentanti di Assimpredil Ance, di Associazione Lombarda Cooperative di Produzione e lavoro Alcopl Legacoop e dell’impresa Coop. Muratori & Cementisti C.M.C di Ravenna
Garavaglia: «Le liberalizzazioni sono un regalo alla grande distribuzione»
«Il Governo Monti? Sembra un “Prodi Terzo”» tezza di avere molti meno soldi in tasca da parte dei pensionati e dai lavoratori dipendenti in generale». «Se poi aggiungiamo appunto - prosegue Garavaglia - le ipotesi di liberalizzazione totale degli orari che va ad avvantaggiare le strutture medio-grandi che possono coprire i costi fissi sia di apertura sia soprattutto di personale per rotazioni e turnazioni, vediamo che il cerchio si chiude». Più che “liberalizzare” il commercio sembrerebbe lo si consegni tutto nelle mani dei pesci più grandi... «Non solo. Non si penalizzano soltanto i commercianti ma anche i fornitori. Perché è risaputo che per avere la cosiddetta “referenza”, cioè per poter vendere nella grande distribuzione
«Nel commercio al dettaglio, abbiamo già gli ultimi dati che parlano di circa 180 botteghe al giorno che chiudono, con una proiezione di circa 200mila posti di lavoro in meno nell’anno appena iniziato» che, salvo i casi di Esselunga e Coop è tutta in mano straniera, occorre essere amici degli amici. E quindi, stranieri anche i fornitori». Quindi con tanti saluti, tra l’altro, ai nostri prodotti di eccellenza. «Sarà difficile trovare formaggi e salumi tipici in supermercati di proprietà francese. Se non tipici della Francia». Ma queste cosiddette liberalizzazioni, al di là della facciata, a chi giovano, allora? «Da un lato è tutto fumo negli occhi. Siccome la manovra è stata for-
temente recessiva, si rivende la parola magica “liberlizzazione” facendo credere che da questo si crei chissà quale sviluppo. Ora, ammesso e non concesso che alcune operazione di liberalizzazioni si crei davvero sviluppo, questo avverrà nel medio e nel lungo termine. Di sicuro, nel breve, per esempio nel commercio al dettaglio, abbiamo già gli ultimi dati che parlano di circa 180 botteghe al giorno che chiudono, con una proiezione di circa 200 mila posti di lavoro in meno nell’anno appena inizia-
to». Anche questa una bella accelerazione della recessione... «Esattamente. Quindi, se vogliamo, sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era. In più non si va a toccare quei settori laddove si potrebbe davvero ottenere qualcosa». Quali, per esempio? «C’è un esempio interessante. Parlo del Conai, il consorzio per il recupero degli imballaggi di plastica. Questp è un monopolio al 100 per cento. In Francia, invece, il “Conai” francese ha una quota di mercato del
40 per cento. Perché allora non aprire al mercato questo monopolio, tenendo tra l’altro conto che il 50 per cento della plastica raccolta proviene dalla sola Lombardia. Di fatto, questo monopolio, vendono a tutto il Paese i benefici della raccolta differenziata che viene fatta praticamente solo in Padania». Tornando alla grande distribuzione, le Coop in particolare, avrebbe vantaggio da questa liberalizzazione presunta? «Già il Governo Prodi le aveva avvantaggiate tramite la concessione della farmacia interna. Monti intende muoversi perfettamente nella stessa linea del Governo Prodi due. È un’azione che può portare vantaggi alla grande distribuzione che però in certe regioni ha già raggiunto livelli di
Mario Monti e il ministro Corrado Passera
La Lega di Bologna con i tassisti, contro le scelte dell’Esecutivo «Già devono affrontare la concorrenza sleale e illegale di molti operatori abusivi sul territorio» Bologna - La Lega Nord sta con i tassisti contro la liberalizzazione del settore e porta la battaglia in consiglio comunale. Ma la sinistra (Pd-Sel-Idv) boccia la possibilità di discuterne. Ieri mattina in Piazza Maggiore a solidarizzare con la categoria dei tassisti bolognesi contro la liberalizzazione selvaggia che il Governo Monti sta preparando. Poi, in consiglio comunale presenta un ordine
del giorno per aprire una discussione e fare calare la maschera alle forze politiche che vogliono procedere in tale senso. La Lega Nord bolognese, capeggiata dal capogruppo Manes Bernardini e dalla consigliera Paola Francesca Scarano, scende al fianco dei tassisti e dei Ncc bolognesi. La proposta della Lega Nord di aprire la discussione sul merito in consiglio comunale è bocciata sul na-
scere, grazie ai voti contrari della sinistra, Pd e Sel e dell'Idv. «Già i tassisti - affermano Bernardini e Scarano - devono affrontare il problema della concorrenza sleale e illegale di molti operatori abusivi presenti sul territorio bolognese, ora anche il pericolo di perdere anni di sacrifici e il proprio lavoro, a fronte di scelte assurde per non definirle altrimenti del Governo Monti. Qui è in gioco la soprav-
vivenza di molte famiglie e di molti posti di lavoro. Oggi - continuano i due consiglieri - con una crisi economica che attanaglia anche il settore del trasporto pubblico non di linea, con la benzina che sfiora i 2 euro, con una tassazione che colpisce già duramente le persone fisiche e le attività, si sta preparando l'affondo finale con una scelta suicida. La sinistra bolognese - concludono Bernardini e Sca-
rano - non ha neanche avuto il coraggio di aprire la discussione sul nostro ordine del giorno. Hanno paura anche di spiegare, di fronte ai tassisti bolognesi, il perché di simili scelte. Ora siamo pronti a scendere in strada al loro fianco, la politica della sinistra si dimostra ancora una volta lontana dal mondo del lavoro, dalle attività e sempre più vicina al mondo dei banchieri».
presenza più che ottimali. In certe Regioni del Nord siamo ben sopra la necessità vera. Non si capisce quale sia la necessità dal punto di vista economico, oltre al fatto che si corre il rischio di creare nuove cattedrali nel deserto che prima o poi dovranno essere convertite, magari in aree residenziali. Oltretutto, uno degli effetti della crescita dei grandi centri commer iali è quello di far diminuire il presidio che il piccolo commercio fa del territorio, soprattutto nei centri medio-piccoli delle periferie. Qui il ruolo sociale del piccolo commerciante non è solo quello di fornire beni o servizi ma di presidiare il territorio». Con ciò, favorendo lo sradicamento dei nostri paesi e delle nostre città... «È atteggiamento tipico di una certa sinistra da salotto per cui la globalizzazione è buona a prescindere e non ci si rende conto dell’importanza dei fattori socioculturali come appunto la difesa del territorio e delle identità». Senatore Garavaglia, nella sua nota avanza la possibilità che ci saranno altre manovre, malgrado le smentite. «Leggiamo con stupore che Monti nega la possibilità di ulteriori manovre. In realtà non dice quello, ma che andranno fatti nuovi interventi. Confindustria prevede però un calo del Pil dell’1,6 per cento rispetto allo 0,6 previsto, e con un punto di Pil perso vengono meno dieci miliardi di entrate. E se lo spread rimane sopra quota 500, e quindi i Btp si vendono al di sopra del 7 per cento, servono nove miliardi di tassi di interesse in più. E arriviamo quasi a quota venti miliardi. Cioè quasi tutta la manovra Monti si brucia da sola». In conclusione, che fine faranno tutti i soldi che Monti ci prende con le nuove tasse? Se non cambiano questi dati, e dubito che cambino visto che lo spread è rimasto uguale malgrado le chiacchiere sulla credibilità e il calo del Pil è evidente conseguenza proprio della manovra, non vediamo come sia possibile evitare una nuova manovra. A meno che il premier non abbia contrattato segretamente il differimento di un anno del pareggio di bilancio. Truccando le carte in tavola? «Esatto, sarebbero capaci tutti».
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FONDAZIONI BANCARIE, NIENTE NAZIONALIZZAZIONI «Le Fondazioni sono governate dagli enti locali e nazionalizzarle sarebbe un'altra picconata a un federalismo che con fatica stiamo cercando di costituire». È la replica di Gianvittore Vaccari (foto), senatore della Lega, della commissione Bilancio, a Borghesi, un deputato Idv. Vaccari ricorda a Borghesi che le
POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
«Fondazioni bancarie non hanno scopo di lucro ma sociale e la sentenza della Corte Costituzionale non lascia adito a qualsivoglia interpretazione se non quella che vige tutt'ora. Se poi l'Idv è costituzionalista a giorni alterni è un problema del partito di Di Pietro, a cui consiglio di non tenere a briglie sciolte i parlamentari che sparano scemenze»
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POLITICA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
C’ERA UNA VOLTA L’UNICREDIT AGOSTINO D’ANTUONI MILÀN - C’era una volta il Credito Italiano. Banca delle Fondazioni, del territorio. Vicina alla gente, sensibile al Paese e alle proprie radici. Oggi quella banca non esi-
via la seconda banca italiana. Quanto accaduto ieri in Borsa non ha ragioni solo negli aumenti di capitale decisi in Europa. Ma trae fondamento dall’aver voltato le spalle alla propria Storia da parte dell’isti-
Differenziale Btp a 530 punti. Piazza Affari ieri ha perso l’1,67%. A trascinare al ribasso la Borsa è Unicredit, con un nuovo tonfo: meno 12,81%. Male anche Mps e l’intero comparto bancario ste più. Si è scelta la strada della grande banca europea. Sistemica al progetto dell’Un ion e. Più finanza meno banca. Più paesi dell’est e meno rapporti con i fondatori stessi della banca. Si dovevano rinnegare le proprie origini. Bisognava crescere ad ogni costo. Le conseguenze di quelle scelte rischiano, con l’Europa complice, di spazzare
Difficile negare l’evidenza: l’euro è in agonia e nemmeno la Bce può rianimarlo. Anche chi fino a ieri ha sostenuto che il pericolo fosse lontano si è arreso di fronte alle valutazioni di un gruppo di economisti Usa che non lasciano vie di scampo alle più nere previsioni. Così proprio ieri anche la Repubblica ha dedicato ampio spazio all’emergenza che avvolge l’euro, entrato in una spirale negativa, alimentata dalla recessione e dalla sfiducia che avvolge l’Europa e che allarga il divario con gli Stati Uniti. Con questo trend il cambio euro - dollaro si avvicina all’1,10 e potrebbe facilmente tornare alla parità come avvenne alla nascita
tuto di piazza Cordusio. Profumo il capo. Ghizzoni uno degli esecutori materiali. E così ci troviamo a dover raccontare del titolo Unicredit. Che ieri ha perso oltre il 15,65%. Sospeso per timori e per pudore. Per quel che vale oggi Unicredit potrebbe arrivare il primo investitore di cadaveri di Borsa. Con pochi spiccioli si potrebbe portare a casa la ban-
ca intera. L’istituto di piazza Cordusio vale meno, molto meno dei soli asset immobiliari del proprio capitale. I diritti sull’aumento ieri hanno ceduto anche il 63%. Le ragioni sono molteplici per questo crollo. La principale responsabile è l’Europa. In particolar modo l’Autorità bancaria europea (Eba) che ha preteso ricapitalizzazioni insostenibili in questo momento di crisi: 115 miliardi di euro da cercare nel mercato in pochi mesi. Questa richiesta ha amplificato gli effetti del ciclo recessivo economico che stiamo vivendo. Non solo ma ha colpito proprio quelle banche, come Unicredit, che non svolgendo principalmente attività finanziaria devono trovare il denaro necessario dai risparmiatori. Le conseguenze si potevano immaginare, ma non al livello raggiunto ieri. Il Direttore generale dell’Abi Giovani Sabatini aveva
IVA GARIBALDI
gisti di quelle scelte siede nello scranno più alto di palazzo Chigi. Il problema non è salvare le banche. Ma l’economia reale di una nazione intera che negli istituti di credito si riflette. Proiettando esigenze ed investimenti di cittadini semplici, di imprese e commercianti di ogni dimensione e livello. Le capitalizzazioni assorbono quelle risorse che vengono destinate agli im-
pieghi. Viene assorbita quella liquidità che è vitale per la sopravvivenza in una ciclo economico recessivo. Piazza Affari ha bocciato l’aumento da 7,5 miliardi di euro voluto dall’Eba. Nelle due ultime sedute la banca guidata da Federico Ghizzoni ha perso il 70%. La Consob ha aperto un’indagine. Un crollo così è senza precedenti nella storia del Paese. Qualcuno so-
Economisti Usa: «L’Euro è in agonia» E anche chi fino a ieri sosteneva il contrario si arrende all’evidenza della moneta europea. Insomma, gli economisti non possono che constatare la caduta libera dell’euro e lanciare l’allarme su un fenomeno definito “trappola della liquidità” e già analizzato in passato, per esempio durante la grande depressione degli anni ’30. Il termine fu usato per la prima volta dall’economista inglese John Maynard Keynes per definire ciò che accade quando, nonostante l’aumento della quantità di moneta in circolazione e l’abbassamento dei tassi d’interesse, l’economia rea-
le resta ferma perchè in mancanza di prospettive di crescita le famiglie risparmiano e i
consumi non aumentano. E’ esattamente ciò che sta accadendo: la
politica monetaria della Bce presieduta da Mario Draghi non sta producendo gli effetti desiderati perchè se è vero che in un solo mese l’Istituto ha fornito alle banche europee 600 miliardi di prestiti triennali a costi minimi, è altrettanto vero che gli istituti di credito non hanno messo in circolazione quei fondi e hanno invece lasciato crescere le loro riserve. La depressione è quindi iniziata e non esclude nessuno perchè gli studi degli economisti d’oltreoceano rivelano che nell’ultimo trimestre del 2011
l’area dei 17 Paesi ha subito una decrescita media dell’1,75% e il trend sarà negativo anche per il primo trimestre 2012 confermando quindi la recessione. Un dato poi emerge più inquietante degli altri e ci dà la dimensione del gap che sempre più ci separa dagli Usa: in un solo mese gli Sati uniti hanno visto nascere 200.000 nuovi posti di lavoro con un calo della disoccupazione dell’8,5% mentre nello stesso periodo l’eurozona ha avuto un ulteriore contrazione dei posti lavoro aggiungendo 45.000 nuovi di-
integrante o uscire dal Regno Unito. «L’obiettivo è quello anche per noi. Ci è arrivata la Scozia, ci arriverà la Catalogna e non appena al Nord la Lega avrà il 51% dei voti un minuto dopo chiederemo il referendum per l’indipendenza della Padania». Così Matteo Salvini (foto), eurodeputato della Lega, commenta la notizia della richiesta scozzese
TOBIN TAX: L’ASSE FRANCO-TEDESCO ACCELERA
Federico Ghizzoni lanciato un grido di allarme non raccolto a dicembre “per meglio tutelare la stabilità finanziaria bisognerebbe agire con maggiore sforzo e attenzione su questi aspetti piuttosto che prevedere per le banche livelli sempre più elevati di patrimonializzazione che rischiano di avere effetti sull’e co no mi a reale”. Parole al vento. Di chi si aspettava un aiuto da parte dei rappresentanti del governo del proprio Paese. Invano. Perché uno dei re-
LONDRA SU REFERENDUM INDIPENDENZA SCOZIA LONDRA - Il governo britannico discuterà presto la proposta di dare all'esecutivo scozzese il potere legale di indire un referendum sull'indipendenza della Scozia. Downing Street potrebbe fissare un tempo limite per il voto e insistere su un tipo di consultazione che ponga gli scozzesi davanti a una scelta drastica: restare parte
Sarkozy incontra la Merkel. Domani toccherà a Monti
E l’economia non dà alcun cenno di ripresa MILÀN - Ancora forti tensioni sul debito italiano. Lo spread tra il bund tedesco e il Btp decennale è passato ieri a 527,9 punti ieri mattina, dopo i 526,7 dell’apertura di giornata. È poi stato toccato il picco di 531 punti. Successivamente, lo spread è sceso sotto i 520 punti. Nel pomeriggio è risalito di nuovo sopra i 530 punti. Le piazze finanziarie europee cedono sul finale. Più pesante Piazza Affari che lascia sul terreno l’1,67%. A trascinare al ribasso il listino principale di Piazza Affari è Unicredit che registra un nuovo tonfo e termina la giornata in ribasso del 12,81% a 2,286 euro. Le azioni risparmio perdono l’8,2% a 4,63 euro, mentre i diritti cedono il 65,42% a 0,47 euro. Ieri è iniziato l’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro. Ma in generale è tutto il comparto bancario a soffrire con numerosi titoli che finiscono in asta di volatilità. Monte dei Paschi lascia sul terreno il 14,39% a 0,197 euro, mentre Mediobanca termina la giornata a 2,82 euro (-6,87%). Banco Popolare perde il 5,36% e Bpm il 3,25%. In ribasso anche Intesa San Paolo che chiude a 1,101 (3,17%). In ribasso Ubi banca -3,01%; Bper 2,14%. Forti vendite anche su Fiat. Il titolo del Lingotto chiude a 3,73 euro (-6,23%). Da Detroit l’amministratore delegato Marchionne ha lanciato un orizzonte temporale entro il quale dovrebbe avvenire la fusione con Chrysler Group, ovvero entro la fine del 2014.
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Martedì 10 gennaio 2012
spetta che ci siano state vendite allo scoperto del titolo Unicredit. Oggi Unicredit non vale 10 miliardi di euro. Ha perso 70 miliardi di euro. E’ tornata ai valori di oltre vent’anni fa. Siamo al 1990 in termini di valore. Sono cifre da fallimento. Anche per i risparmi di moltissimi cittadini. In particolar modo pensionati che avevano investito in titoli di Piazza Cordusio tutti i
soccupati per un totale di 16,3 milioni di persone senza lavoro. Mentre gli Usa ripartono, l’Europa cade. Anzi precipita. Lo scenario non è dei più rosei ma se c’è una
propri risparmi. Era uno dei titoli sicuri su cui investire la sicurezza per la propria vecchiaia. Grazie Professore. Sarà senza perdita di memoria la riconoscenza del Paese. Anche per questo. Grazie per non aver difeso le nostre banche e i risparmi della nostra gente dall’e nn es im o progetto scellerato di questa Europa. Voluta da pochi, pagata nelle conseguenze da tutti.
ottimista, alla quale si contrappone invece quella di chi teme la “fuga di capitali” , che sarebbe un’ul te ri or e colpo alla già provata eurozona. La fuga di investitori americani e asiatici finirebbe di fatto col bilanciare il vantaggio sul fronte delle esportazioni . Insomma, i nodi da sciogliere sono molti, dall’accelerazione del divario Ue - Usa all’inefficacia degli interventi della Bce, dagli effetti della recessione alla svalutazione, che rischia di creare false illusioni. E già si parla di una revisione al ribasso della crescita mondiale.
La svalutazione è l’unica possibile via d’uscita ma la fuga di capitali ne annullerebbe gli effetti positivi via d’uscita è proprio quella della svalutazione, almeno secondo alcuni, che potrebbe costituire un vantaggio per le esportazioni. Si tratta però di una visione decisamente
La decisione sembra essere già presa. Ancora una volta è l'asse franco-tedesco a farla da padrone. E così con la cancelliera che dice sì alla Tobin tax anche per il nostro Paese la strada è già segnata. E al premier Mario Monti non resterà molto altro da fare se non prendere atto delle decisioni già prese e dire ancora una volta sì alla coppia Merkel-Sarkozy. Ieri al termine del vertice bilaterale Parigi e Berlino hanno parlato con un'unica voce dicendo sì alla tobin tax purché l'adozione sia a 27, cioè da parte di tutti i Paesi dell'Unione. Questa controversa tassa, che proprio quest'anno compie il 40° compleanno e prende il nome dal premio nobel per l'economia James Tobin, prevede di colpire, in maniera modica, tutte le transazioni sui mercati valutari per stabilizzarli. In questo modo vengono penalizzate le speculazioni valutarie a breve termine e contemporaneamente si procurano entrate da destinare alla comunità internazionale. L'aliquota proposta sarebbe bassa, tra lo 0,05% e l'1%. A un tasso dello 0,1% la tassa Tobin garantirebbe ogni anno all'incirca 166 miliardi di dollari. E' anche chiaro che questa imposta ha senso se viene applicata in maniera globale altrimenti finirebbe per favorire indirettamente qualche mercato a scapito di altri. I dubbi attuali per l'introduzione della tassa sulle borse è legata infatti alle resistenze della Gran Bretagna, Paese euroscettico che non manca di sottolineare a ogni occasione la sua differente posizione rispetto agli altri Paesi europei. Proprio per la necessità di una decisione unanime sulla Tobin tax affinché sia realmente efficace che la stessa cancelliera tedesca si era irritata non poco per la fuga in avanti di Monsieur le President che venerdì scorso aveva annunciato l'intenzione di applicare la tassa in Francia. Berlino aveva risposto di non aver cambiato posizione sulla tobin tax, sottolineando però di volerla introdurre nell'Europa a 27. Sulla partita, è ovvio, pesa il veto annunciato l'altro giorno da Londra. A Berlino, intanto, si apre una settimana densa di eventi internazionali, mentre la crisi incalza l'eurozona: proprio
domani la cancelliera riceverà infatti anche il premier italiano che sottoporrà all'attenzione dei tedeschi la manovra italiana chiedendo che ora sia l'Europa a fare la sua parte. E comunque sarà possibile che proprio giovedì lo stesso Monti annuncerà all'Aula Camera, dove sarà ascoltato proprio sulle consultazioni europee, le determinazioni che il duo Merkozy ha preso per tutti.
cia a faccia tra i due, dopo essersi resa conto che l'introduzione soltanto in Francia di una tassa sulle transazioni finanziarie sarebbe stata difficile tecnicamente e assolutamente autolesionistica, Parigi avrebbe deciso di ripiegare sulla tassa da applicare all'acquisto di azioni, che ha il vantaggio di esistere già nella City londinese sotto forma di imposta di bollo allo 0,5%.
Sulla tassa Ue pesa il no di Londra. Intanto si è rinsaldato il direttorio “Merkozy”: «Se tra noi ci sono divergenze l'Europa non ha futuro» dice il presidente francese. Così al premier italiano non resterà che accettare, ancora una volta, decisioni prese altrove Compresa dunque l'intenzione di tassare le transazioni finanziarie in borsa. La cancelliera Merkel ancora ieri ha detto di privilegiare l'introduzione di una tobin tax nel contesto dell'Europa a 27. Lo ha ribadito, nel corso della conferenza stampa con il presidente francese. Se non ci sarà il consenso di tutti, cosa che sarebbe invece preferibile bisognerà vedere «come andare avanti». E Berlino e Parigi sono in accordo su questo: «Sarkozy ed io consideriamo entrambi la tassa sulle transazioni finanziarie una giusta risposta e combatteremo ancora per questo». Ancora ieri, durante il fac-
Secondo i calcoli del ministero delle Finanze francese, tale tassa - che consentirebbe a Sarkozy di incamerare il bonus elettorale di aver condotto in porto per primo un provvedimento che fa pagare la crisi anche a finanza e speculazione - porterebbe nelle casse dello stato almeno 3 miliardi di euro l'anno. La tassazione delle obbligazione e dei prodotti derivati, secondo quanto si apprende a Berlino, sarebbe rinviata a tempi migliori, una volta passata la fase acuta della crisi. «Applicheremo la regola sulla tassa finanziaria così come prevede la Commissione Ue. Gli altri verranno dietro»
ha detto lo stesso Sarkozy in conferenza stampa. Ma nel vertice di ieri non si è parlato solo di tobin tax, anche se questo è stato uno degli argomenti principali. Quel che emerge è la compattezza, ancora una volta, dell'asse franco-tedesco che ormai è intenzionato ad accelerare i tempi per fare in modo che la decisione della tobin tax sia presa al più presto da tutti i Paesi.
La prossima mossa sarà quella di chiedere di anticipare a fine gennaio il vertice sul nuovo Patto di bilancio della Ue, inizialmente in calendario per marzo. E Merkel vuole anche potenziare il fondo Salva-stati. «Abbiamo chiesto alla Banca centrale europea di aiutarci per fare in modo che il sistema operativo del fondo Efsf sia veloce ed efficiente» ha detto ancora la Cancelleria. L'obiettivo, ha aggiunto Sarkozy, è di firmare il nuovo Patto il primo marzo. Intanto ieri un altro patto di ferro è stato rinsaldato: «Non ci sarà un futuro per l'Europa se ci sono divergenze tra Germania e Francia» ha sostenuto tra le altre cose il presidente francese ponendo l'attenzione, oltre che sulla necessità di rimettere a posto i conti, sulle «priorità» continentali: il lavoro e la crescita. Al centro delle discussioni anche la situazione della Grecia alla quale il direttorio franco-tedesco chiede di accelerare l'adozione delle misure prese a ottobre per poter proseguire con la seconda tranche di aiuti.
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Martedì 10 gennaio 2012
IN LOMBARDIA BOOM DI CENTRI ESTETICI CINESI MILÀN - È boom di centri cinesi di benessere e massaggio in Lombardia. Il numero di imprese attive nel settore è aumentato del 7,4% in un anno, con picchi a Brescia e Mantova, con un incremento del 20%, e Lecco (+15%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di
Milano. E sempre più spesso i nuovi estetisti sono di nazionalità cinese. Delle iscrizioni avvenute in Lombardia nei primi nove mesi del 2011, più della metà sono intestate a piccoli imprenditori cinesi, pari al 73,4% del totale. L'avanzata asiatica nel campo dei centri per il benessere fisico è forte soprattutto nelle province di Monza e Brianza
Domenica 22 grande manifestazione a Milano
Il Nord in piazza contro Monti militanti provenienti da ogni angolo della Padania, dalle Alpi alle Dolomiti, dal mar Ligure a quello Adriatico, dal Piemonte al Friuli. E non solo: c’è chi addirittura sta organizzando un treno speciale, il ’Freccia Verde’, che trasporterà i partecipanti
FABRIZIO CARCANO
Il Nord ne ha le scatole piene di essere munto, anzi spremuto, dai governanti di Roma. Per questo il 22 farà echeggiare la sua voce di protesta fino ai palazzi del potere di Roma. E farà rimbombare fortissimo, nell’Urbe, il messaggio di dissenso e malcontento dei padani, pronti a scendere in piazza massicciamente e ad incanalare tutta la rabbia nei confronti del Governo di Mario Monti e delle misure vessatorie che sta assumendo contro i pensionati ed i lavoratori del Nord, in una grande manifestazione di libertà e di protesta. L’appuntamento è per la mattina di domenica 22 gennaio, a Milano, quando i cittadini del Nord si ritroveranno nel cuore pulsante del capoluogo meneghino - il raduno è fissato intorno alle 10 in piazza Cairoli, di fronte al Castello Sforzesco, quindi il percorso che si snoderà nelle strade del centro storico fino a ragiungere Piazza del Duomo dove si terranno i comizi conclusivi - per
GIANNI CASATI
MILÀN - Lega in prima linea contro l’Area C voluta dal sindaco Giuliano Pisapia, che dal 16 gennaio cadrà come una mannaia sui portafogli degli automobilisti milanesi. Ieri sera, alla prima presentazione alla cittadinanza della tassa di congestione, i leghisti Matteo Salvini e Alessandro Morelli si sono presentati con i consiglieri di zona 1 (quella colpita dalla nuova gabella pisapiana) con una nuova maglietta: “Pisapia C hai rotto”. Un chiaro riferimento alle tante tasse che la nuova Giunta di sinistra ha istituito in soli 6 mesi Il percorso di avvicinamento alla nuova tassa è costellato di polemiche «quanto costa la pubblicità fatta dal Comune per “indorare la pillola” della nuova gabella?», chiede il consigliere Morelli. «Settecen-
’fessi’ verrebbe da dire, debbano manentenere l’intero carrozzone statalista e assistenzialista. Ma questa manifestazione, come recita il manifesto che la annuncia, è soprattutto una manifestazione contro un Governo che ha scelto la strada dell’iniquità sociale e territoriale, privilegiando i potenti e colpendo i lavoratori e i pensionati, mettendoli ulteriormente in ginocchio, zavorrandoli con imposte e gabelle dettate da una
Le sezioni stanno allestendo i pullman e c’è chi addirittura sta organizzando un treno speciale, il “Freccia Verde”, che trasporterà i partecipanti varesini
una manifestazione che si preannuncia imponente e sentitissima come non mai. Negli uffici della sede federale di via Bellerio stanno affluendo numeri impressionanti in termini di partecipazione, soprattutto di pullman organizzati da sezioni e circoscrizioni per scarrozzare a Milano simpatizzanti e
provenienti dalla provincia di Varese partendo da Laveno Mombello per transitore poi nelle varie stazioni limitrofe fino alla stazione milanese di Cadorna. Un polo, quello padano, si appresta a muoversi in massa per una pacifica e democratica manifestazione di protesta, per dire semplicemente che non si può andare avanti così, che è impensabile che i soliti onesti lavoratori, i soliti
manovra razzista geograficamente, che va a vessare gli artigiani, gli operai e i risparmiatori del Nord, senza andare a toccare gli sprechi, le nicchie ingiustificabili di privilegio e le rendite di potere. Una manovra che ha letteralmente colmato la misura. La pazienza è esaurita, il Nord ne ha le scatole e piene di questo andazzo e il 22 gennaio farà sentire la sua voce fino a Roma...
Continua la protesta della Lega contro la decisione del Comune
Altro che Area C, questa è solo l’ennesima tassa tomila lettere (che la Lega raccoglie nelle sue sezioni e al gruppo consigliare di Via Marino 7, ndr), due milioni di volantini, spot pubblicitari e decine di migliaia di opuscoli sono in distribuzione. Capisco che per Pisapia e compagni questo sia solo un investimento ma i milanesi, una volta scoperto il peso di questa novità sulle loro tasche, la salute la perderanno certamente, visto che l’aria rimarrà inquinata e la gente sarà più povera». Salvini ricorda «che i nostri avvocati stanno redigendo il ricorso al Tar», annunciando prossime iniziative. Il sindaco, nella lettera inviata a tutte le famiglie milanesi, spiega che “si tratta del primo passo
Giuliano Pisapia per rendere concreta la volontà espressa dal 79% dei milanesi che hanno votato sì ai referendum” dichiarando una valutazione di parte, visto che quel 79% riguarda meno della metà dei milanesi, dato che il quorum raggiunto nella
Morelli: «La norma colpisce chi ha acquistato auto in regola con l’Ecopass e i residenti, costretti a pagare per entrare in casa» consultazione è stata appena del 48%. Il 30 per cento circa dei milanesi ha dunque deciso per 1,3 milioni di persone e la Giunta della condivisione ha preso la sua scelta senza coinvolgere alcun comitato se non quelli che
hanno sostenuto Pisapia in campagna elettorale. Il risultato è una norma talebana che colpisce anche chi ha cambiato auto acquistando un euro 4 o 5 (in regola con il precedente ecopass) e i residenti che ora dovranno pagare per entrare in casa propria. La sinistra sul territorio, viste le molte polemiche, non può stare in silenzio e il presidente di Zona 1, il Pd Fabio Arrigoni esprime qualche blanda perplessità: «Restano alcuni punti oscuri da chiarire, l’Area C dovrà essere migliorata». Intanto anche in casa Pdl si agitano le acque con il presidente della Provincia Guido Podestà che spiega: «Si tratta di un provvedimento di scarsissima utilità dal punto di vista am-
bientale, pensato solo allo scopo di fare cassa. Una dura penalizzazione per la città, i cittadini, e in particolar modo i commercianti», mentre per il Governatore Roberto Formigoni si tratta di un «provvedimento che tassa indiscriminatamente». Ma non solo la politica polemizza con la Giunta rossa. Ai commercianti si aggiunge il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia: «Le multe per area C? Sarà impossibile notificarle, almeno nei primi due mesi. A fronte di un aumento previsto di 100mila multe al mese» un dato che fa fregar le mani a Pisapia e compagni, pronti a vedersi riempire le casse del Comune anche grazie alle multe.
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laPADANIA
Martedì 10 gennaio 2012
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LEGGE ELETTORALE: SI RISCHIA IL VUOTO LEGISLATIVO A un passo dalla decisione della Corte Costituzionale sui due quesiti referendari in merito alla legge elettorale sembra quantomeno difficile fare pronostici. Ne è convinto il costituzionalista Giovanni Guzzetta che considera l'esito fortemente incerto in quanto “La Corte deve trovare un equilibrio tra l'esigenza di assicurare, nella misura
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più costituzionalmente legittima, la possibilità al cittadino di esprimersi e il rischio che si creino dei vuoti legislativi". Negli ultimi giorni sta prevalendo tuttavia l'ipotesi che la Consulta propenderà per l'inammissibilità dei quesiti: la cancellazione del "Porcellum" non può infatti automaticamente dar luogo alla reviviscenza della normativa precedente, cioè il "Mattarellum"
L’eurodeputato Morganti sull’emergenza carceri «Urgono un programma di edilizia carceraria, magari usufruendo dei beni confiscati alla mafia, nuove risorse per la sicurezza carceraria e accordi con gli Stati esteri per far scontare la pena ai detenuti extracomunitari nei Paesi d'origine». E' quanto afferma l'europarlamentare della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti, in seguito all'evasione dei due detenuti al
«I detenuti stranieri tornino a casa loro» Don Bosco di Pisa e alle problematiche legate alle carceri toscane. «Quanto accaduto al Don Bosco asserisce Morganti - è solo la punta di un iceberg che riporta in auge il problema della sicurezza nelle carceri che deve essere prioritario per il Governo Monti». Secondo Morgan-
ti, al problema della sicurezza «vanno aggiunte le condizioni disastrose in cui versano gli istituti penitenziari in Toscana e il sovraffollamento. Spesso - confessa - ho fatto visita in diverse strutture carcerarie della Toscana e mi sono reso conto di come vivano stipati i detenuti».
Per l'europarlamentare leghista: «per far fronte al sovraffollamento e alle condizioni disumane dei carcerati si dovrebbero destinare gli innumerevoli beni e risorse confiscate alla mafia, grazie all'ottimo lavoro dell'ex Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a nuove carceri
onde evitare il pericolo di nuove amnistie e indulti cui la Lega Nord si è sempre espressa contraria. I delinquenti - chiosa Morganti - devono rimanere in carcere. In più - sottolinea Morganti -, quasi la metà dei detenuti nei penitenziari toscani sono extracomunitari. Man-
dando tali detenuti a scontare la pena nei Paesi di provenienza, stipulando nuovi accordi come quello con l'Albania dell'allora ministro Castelli e quello con la Romania del 2008 firmato da Maroni, si risolverebbe, perlomeno in parte, il sovraffollamento carcerario, oltre ad evitare ai nostri contribuenti di pagare circa 250 euro al giorno per detenuto».
VERSO UN ACCORDO ELETTORALE PD-PDL-UDC?
Una legge per far fuori la Lega Roberto Maroni lancia l’allarme: «Possibili intese sotterranee a Roma» FABRIZIO CARCANO
Un accordo Pdl, Pd e Terzo Polo per scrivere in fretta e furia una nuova legge elettorale che di fatto realizzi il ’bipartitismo’, mandando in pensione il bipolarismo con le sue coalizioni allargate? Una legge ad hoc per far vincere, una volta uno e una volta l’altro, il Pd e il Pdl, come accade in Germania, il Gran Bretagna o in Spagna, dove Popolari (o Conservatori) e Socialisti (o Democratici) si alternano al potere, con-
ni - vigileremo su questo». A riguardo, dai partiti romani, un silenzio rimbombante, che la dice lunga. Bocche cucite, blande smentite sulle agenzie, criptiche dichiarazioni tutte da interpretare. Eppure le diplomazie dei tre partiti sono al lavoro, nell’ombra, coperte da un fumo sotto cui sembra nascondersi un arrosto indigesto davvero per chi
Corte Costituzionale, stando ai ben informati, mercoledì, o al massimo giovedì, rigetterà entrambi i quesiti abrogativi sulla legge elettorale, dichiarando innammissibile il referendum, promosso da Arturo Parisi e sostenuto nella complessa operazione di raccolta delle firme da Antonio Di Pietro, che punta a cancellare l’attuale legge vigente, la
Mario Monti domenica sera, ospite di Fabio Fazio, ha messo le mano avanti annunciando ponziopilatescamente che il Governo non ha nè il tempo nè la voglia di occuparsi della riforma elettorale, passando la patata bollente ai partiti. Che in realtà da giorni si sono attivati, con incontri e trattative sotterranee, alla ricerca di un accordo per una
zionali urgenti, compresa quella elettorale, e il vicecapogruppo pidiellino, Gaetano Quagliariello, ha appoggiato l’iniziativa. Prove tecniche di dialogo trasversale, quindi, in attesa del pronunciamento
della Consulta che sgombri il campo da ogni equivoco e faccia chiarezza. Tolto dal tavolo il referendum la trattativa sotterranea tra i partiti romani potrebbe venire alla luce improvvisamente...
COMUNE DI CASSANO MAGNAGO (VA) Ai sensi dellart. 6 della L. 25 febbraio 1987 n.67 si pubblicano i seguenti dati relativi al bilancio preventivo 2011 e al Conto Consuntivo 2009
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Previsioni di competenza da Bilancio Anno 2011
Denominazione
Accertamenti da DENOMINAZIONE conto consuntivo Anno 2009
- AVANZO DI AMMINISTR.PRESUNTO
....................... Le diplomazie dei partiti di maggioranza trattano per una norma che introduca il “bipartitismo” ....................... finando gli altri partiti, in particolare gli autonomisti, ai margini del Parlamento, attribuendogli con i resti pochissimi seggi e quindi scarse possibilità di condizionare la vita politica. Un pericolo subito fiutato dalla Lega Nord, che con Roberto Maroni, al termine della segreteria politica tenutasi ieri in via Bellerio, ha lanciato l’allarme: «Penso che ci siano delle intese sotterranee tra i partiti, Pdl, Pd e Udc, per fare una nuova legge elettorale. Noi siamo preoccupati per questo perché vorremmo evitare di trovarci una legge elettorale fatta apposta per tagliare fuori chi non è omologato, in primo luogo la Lega, ma - ha concluso l’ex ministro degli Inter-
zareno, sono già piovute smentite a riguardo, anche se al Senato il vicepresidente democratico, Vannino Chiti, ha presentato un documento per cercare un’ampia convergenza su delle riforme istitu-
- DISAVANZO di AMMINISTRAZIONE
- TRIBUTARIE - CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI di cui allo Stato di cui alle Regioni
5.721.223,00 4.484.584,00 3.972.374,00 147.613,00
- EXTRATRIBUTARIE di cui per proventi servizi pubblici
2.839.247,00 1.289.340,00
Previsioni di Competenza da Bilancio Anno 2011
0,00
0,00
6.935.952,42 - CORRENTI 6.157.915,06 - RIMBORSO QUOTE DI CAPITALE 5.482.096,43 PER MUTUI IN AMMORTAMENTO 204.512,95 2.611.876,91 1.237.824,59
12.994.214,00
13.734.997,64
1.314.215,00
1.126.633,39
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2.952.875,00
2.178.149,13
- SPESE DI INVESTIMENTO - ALIENAZIONE DI BENI E TRASF.
di cui dallo Stato di cui dalle Regioni - ASSUNZIONE PRESTITI
3.248,04 0,00
1.872.000,00
356.100,00
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- DISAVANZO DI GESTIONE (
legge che di fatto garantirebbe il ’bipartitismo’, attraverso premi di maggioranza mirati a favorire le singole formazioni politiche più che le coalizioni allargate, penalizzando così le cosiddette ali estreme, ovvero, in questo caso, la Lega Nord, l’Italia dei Valori e le sigle della sinistra extraparlamentare. Insomma una legge che potrebbe garantire al Pdl o al Pd la possibilità di governare, con l’appoggio indispensabile del Terzo Polo. Ovviamente sia da via dell’Umiltà, sede del Pdl, che da Largo del Na-
83.250,00 0,00
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legge 270 del 2005, per resuscitare il precedente ’Mattarellum’ con i suoi collegi uninominali. Il vulnus per l’inammissibilità deriverebbe proprio dall’impossibilità, per i costituzionalisti, di resuscitare il Mattarellum, determinando quindi una vacatio legis, ovvero un buco normativo, inaccettabile e pertanto inammissibile. Partita chiusa? Per il referendum sì, ma non per la riforma. In ogni caso, la palla sta per rimbalzare alle Camere. Ovvero ai partiti e ai politici. E qui iniziano le fibrillazioni. Il premier
361.915,54
500.000,00
- Partite di giro
vuol condurre in solitudine le sue battaglie politiche, senza farsi inglobare in ammucchiate elettorali che possono garantire numericamente la vittoria alle elezioni ma non la successiva governabilità. Ormai, comunque, il tema spinoso della legge elettorale ha fatto irruzione prepotentemente nel dibattito poliico. Non tanto per il possibile referendum che si terrebbe in primavera, sulla cui quasi sicura inammissibilità hanno già scritto, nero su bianco, da alcuni giorni, diversi autorevoli quotidiani. La
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di cui per anticipazioni tesoreria
Impegni da conto consuntivo Anno 2009
0,00 - Rimborso anticipazione di tesoreria ed altri - Partite di giro
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2.413.661,14
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500.000,00 2.569.750,00
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20.331.054,00
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3 452-+ 3(-/"%0#1. Istruzione Pubblica
Amm.ne generale
Gestione Territorio Settore e Ambiente sociale
Viabilità e Trasporti
Attività Economica
Personale
2.374.867,54
436.972,34
0
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103.640,00
0
Acquisto beni prest.servizi
1.493.707,54 1.433.044,84
224.276,95
1.207.356,73
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0
Interessi passivi
188.042,99
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Investimenti
455.586,54
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310.963,70
995.000,00
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- Avanzo di Amministrazione dal conto consuntivo 2009 - Residui passivi perenti esistenti alla data di chiusura del conto consuntivo 2009 - Avanzo di Amm.ne disponibile al 31/12/2009
- Ammontare dei debiti fuori bilancio
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0,00 1.010.537,21 0,00
di cui
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di cui
- tributarie
324,31 - personale
164,66
- contributi e trasferimenti
287,93 - acquisto beni - servizi
228,57
- altre entrate correnti
122,12 - altre spese correnti
248,98
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laPADANIA
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TERRITORIO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Martedì 10 gennaio 2012
VENETO, DOMANI SI APPROVA LO STATUTO Mercoledì sarà una data da ricordare nella storia della Regione Veneto: il Consiglio regionale è chiamato, infatti, ad approvare, con la seconda e definitiva votazione, il nuovo statuto regionale che sostituirà quello in vigore dal 1971. Un atto atteso ormai da dodici anni e da tre legislature, da quando cioè le nuove norme
costituzionali hanno introdotto l’elezione diretta e a suffragio universale dei presidenti di Regione modificando l’equilibrio dei poteri tra Giunta e Consiglio e imponendo quindi una revisione dell’assetto istituzionale delle Regioni. Mercoledì l’assemblea di palazzo Ferro-Fini è convocata alle ore 11 con un programma che non dovrebbe riservare sorprese
Il Carroccio del Friuli Venezia Giulia contro l’eccessivo zelo dei Beni culturali GIOVANNI STOCCO
TRIÉSTE - «Ufficialmente, le soprintendenze tutelano e valorizzano il patrimonio culturale di un territorio. Nella pratica, molto spesso, finiscono col diventare un incubo per imprese edili e cittadini. Perché rallentano i lavori fino a paralizzarli. Tanto che addirittura un ciottolo può mandare all’aria progetti e opere pubbliche importanti. Mettendo in ginocchio investitori, acquirenti e il
«Soprintendenza, così è un freno al territorio» mercato stesso». La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia torna all’attacco. Con un ordine del giorno accolto dal Consiglio regionale il 20 dicembre scorso, il Carroccio impegna la giunta regionale ad «attivarsi presso il governo centrale per avviare un percorso di trasferimento alla Regione delle competenze delle soprintendenze». L’obiettivo è «tagliare i tempi.
Tra i Paesi occidentali, l’Italia è il fanalino di coda per tempi di realizzazione di opere e infrastrutture. E gli eccessi di zelo delle soprintendenze incidono negativamente su questo primato poco lusinghiero. Noi chiediamo di mettere nelle mani della Regione le competenze delle soprintendenze. Per un cambio di passo radicale». L’ordine del giorno (De
...................... «La Giunta si attivi con il governo per avviare il trasferimento di queste competenze alla Regione» ......................
Mattia primo firmatario, sottoscritto anche da Narduzzi, Picco, Piccin, Razzini), ricorda che «nella nostra regione coesistono la Soprintendenza per i beni archeologici, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologi, la Soprintendenza archivistica per il Fvg e la Biblioteca statale di
Trieste. Procedure e processi autorizzativi vengono quindi stabiliti da queste strutture burocratiche pletoriche, che spesso dilatano i tempi di realizzazione dei lavori. Risultato? Una lievitazione di costi e imprese che sono letteralmente terrorizzate dall’idea di incappare in qualche frammento di anfora. Nella nostra regione esistono zone ad altissimo rischio, basti
pensare ad Aquileia o Cividale. Non possiamo permettere che un resto, spesso dal dubbio valore storico, tenga in ostaggio intere famiglie e ditte». Secondo i leghisti «la Regione, se investita direttamente del ruolo di soggetto decisore, saprebbe trovare un giusto compromesso tra salvaguardia del patrimonio culturale ed esigenze amministrative. Il consiglio regionale si è espresso, attendiamo risultati dalla giunta Tondo».
Il bilancio di un anno di attività politica nella Provincia del capoluogo toscano
Firenze, il Carroccio in prima linea Cordone: «La prossima battaglia? Aumentare i controlli fiscali sui money transfert» F I R E N Z E - «Durante l’anno appena concluso abbiamo lavorato con il massimo impegno e la massima serietà per rispettare il più possibile il mandato conferitoci dagli elettori». Con queste parole, il capogruppo della Lega Nord alla
Marco Cordone
....................... «Ci batteremo contro il decreto svuotacarceri, ma se passerà, che almeno si utilizzino i detenuti in lavori socialmente utili» ....................... Provincia di Firenze Marco Cordone ha introdotto il bilancio dell’attività svolta dal Carroccio fiorentino durante il 2011. Cordone nel corso del 2011 ha partecipato a 41 sedute di Consiglio su un totale di 42 indette ed a 221 sedute di commissione ed ha presentato 149 atti di controllo ispettivo, tra domande di attualità ed interrogazioni alla Giunta, che hanno interessato tutti i comu-
ni della provincia di Firenze ed in particolare il capoluogo con 29 interpellanze, Scandicci con 18 interpellanze, Greve in Chianti con 8, Empoli e Borgo S. Lorenzo con 6, oltre il 20% di tutti gli atti di controllo ispettivo presentati. Per quanto riguarda l’abolizione delle Province voluta dal Governo di Mario Monti, il capogruppo della Lega Nord ha ribadito le posizioni che il Carroccio sta portando avanti anche livello nazionale: «Indubbiamente, c’è bisogno di un riassetto delle Province (si veda la proposta di Area metropolitana Firenze, Prato, Pistoia), ma si dovrebbe smettere di fare demagogia, dato che non si cancellano per decreto Enti i cui rappresentanti sono stati eletti dal Popolo. Questo atteggiamento dell’attuale Governo
non corrisponde alla cultura politica dell’Occidente e se si vuole fare una seria riforma istituzionale dev’essere una riforma seria che vada dai Comuni alle Regioni (la Regione Molise, tanto per fare un esempio,
non ha nemmeno la metà degli abitanti della Provincia di Firenze). E poi c’è anche una questione identitaria: se qualcuno mi chiedesse dov’è Reggello, che cosa gli risponderei? Ritengo che i costi della politica siano so-
prattutto altrove ed in ogni caso vi è bisogno di un ente intermedio. Inoltre come farebbe la Regione ad accollarsi i mutui ed il personale di tutte e dieci le province toscane». Per quanto concerne le novità e le proposte del gruppo consiliare della Lega Nord per il 2012, Cordone ha spiegato che da subito è attivato un servizio denominato “Sos consigliere” al numero di telefono 3386451156, cui i cittadini interessati, anche con messaggi sms possono segnalare problematiche locali. Inoltre, Cordone, essendosene occupato anche in passato, risolleciterà un coordinamento della Provincia di Firenze per quanto riguarda la realizzazione
Bologna, più regole per i negozi etnici Obbligatoria la traduzione delle insegne BULÅGNA - Più regole per i negozi gestiti da stranieri, fase uno. Anche a Bologna la rossa, gli esercizi etnici dovranno rispettare le normative a cominciare dalla traduzione delle insegne, comprensibili altrimenti solo da loro. «Non posso che dirmi soddisfatta – afferma Lucia Borgonzoni, Consigliere Comunale della Lega Nord a Bologna – a seguito del recepimento, anche se parziale, dell'ordinanza da me presentata lo scorso novembre, tesa a normare le attività commerciali straniere sul nostro territorio comunale. Il nuovo regolamento che obbligherà gli eser-
centi già in attività a tradurre le insegne dei negozi anche in italiano e con dimensioni facilmente “leggibili” è un passo significativo e spero sia solo il primo di un percorso ben più articolato. Ora – sottolinea Borgonzoni – si deve affrontare anche la questione del test d'italiano per i commercianti stranieri: la conoscenza della nostra lingua, infatti, andrebbe a tutelare clienti ed esercenti, che spesso si trovano in evidente difficoltà a comprendere le norme igienico-sanitarie ed amministrative da seguire, con tutte le conseguenze che ne derivano».
del ponte di San Pierino e lo stato di abbandono e degrado della stazione di Fucecchio-San Miniato. Sulla Piana fiorentina (il consigliere del Carroccio è stato eletto nel collegio di Campi Bi-
senzio), il gruppo consiliare della Lega Nord ritiene che il carico infrastrutturale che gravita in quei comuni (autostrada, inceneritore, pista aeroportuale), debba essere ripagato da adeguate opere di compensazione, soprattutto per il Comune di Campi Bisenzio ed in ogni caso, come già detto più volte in passato, termovalorizzatore e pista aeroportuale non possono coesistere. Infine Cordone ha illustrato due richieste rivolte alle istituzioni. La prima riguarda maggiori e continuativi controlli fiscali non solo sui cittadini italiani ma anche nei confronti dei cittadini stranieri , soprattutto cinesi, che spesso lavorano senza rispettare le nostre leg-
gi, utilizzando manodopera irregolare e mandando tutte le loro rimesse all’estero («proprio ieri - ha detto l’esponente leghista abbiamo appreso che nel corso del 2011 un miliardo e 700 milioni di euro attraverso i money transfert hanno preso la strada della Cina»), danneggiando così gravemente le nostre imprese e la nostra economia; come sono sottoposte a vigilanza le nostre banche, devono essere controllati anche i money transfert e le loro attività. La seconda richiesta riguarda il cosiddetto decreto svuotacarceri del Governo Monti e la ventilata chiusura degli Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari). Nonostante la ferma opposizione della Lega Nord, «qualora - ha sottolineato Cordone - il decreto dovesse essere approvato, che almeno vengano fatti accordi tra i comuni ed i Tribunali locali per far lavorare i detenuti agli arresti domiciliari gratuitamente per la collettività, come proposto dal Carroccio in Parlamento. In tema di Ospedali psichiatrici giudiziari se l’idea è quella di chiuderli devono essere immediatamente pronte adeguate soluzioni alternative essendo internati in queste strutture numerosi soggetti socialmente pericolosi».
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Martedì 10 gennaio 2012
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SEGANTI PRESENTA IL DDL SULLE ZONE ALPINE Le novità inserite nel Ddl sulla "Valorizzazione delle strutture alpine regionali", approvato dalla Giunta regionale lo scorso dicembre, saranno illustrate dall'assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti (foto), nel corso della Conferenza stampa di inizio anno della
TERRITORIO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Sezione Cai 30 Ottobre, alla quale parteciperà assieme al presidente del Cai Fvg, Antonio Zambon, ed a Giorgio Godina, presidente della Sezione Cai 30 Ottobre. La conferenza stampa avrà luogo domani alle ore 10.30 a Trieste nella sede della Sezione Cai - 30 Ottobre in via Battisti 22
Tensione alle stelle, Lega sulle barricate
NO AL TEMPIO ISLAMICO
MOSCHEA DEL LAGACCIO, OGGI IL VOTO IN COMUNE PIERANTONIO GHIGLIONE
ZÉNA - Arriva il giorno del giudizio sulla moschea di Genova. Oggi in sala rossa durante la seduta di Consiglio Comunale sarà discussa una mozione, siglata da Lega Nord, Pdl e l’Altra Genova, che inviterà a non costruire la moschea al Lagaccio. Saranno decisamente molti i nodi al pettine che dovrà gestire il Consiglio visto che dovrebbe essere ratificata anche la recente delibera di Giunta che darebbe il via ufficiale alla costruzione in via Bartolomeo Bianco del nuovo tempio islamico. Intanto questa mattina, a poche ore dal Consiglio, l’imam genovese Salah Husein, che è anche portavoce della Comunità islamica cittadina, sarà ricevuto dai capigruppo del Consiglio Comunale in vista del dibattito programmato di seguito all’Odg. Dopo di lui verrà ascoltato anche il portavoce del Comitato Cittadini Centro Est (anti moschea) Felice Ravalli che ha già annunciato una lunga battaglia mediatica e giuridica se la pratica della moschea andasse a buon fine. «Quell’area spetta al quartiere – ha ribadito Ravalli – sono quarant’anni che la aspettiamo e che ci sono dei progetti promessi e mai realizzati dalle varie amministrazioni che si sono susseguite. Ai politici chiediamo garanzie in tal senso altrimenti ci faremo sentire. Non è tollerabile che, dopo aver concesso gli spazi al centro sociale “Terra di Nessuno” ora ci vengano tolti altri cinquemila metri quadrati per la realizzazione della moschea». Dall’altra faccia della medaglia l’imam nelle sue parole è stato chiaro e deciso su cosa chiedere nell’incontro odierno. «Chiederò ai partiti di essere coerenti e di appoggiare la delibera della giunta che ha dato mandato al sindaco di firmare la convenzione per la cessione dell’area. Nel pomeriggio si discuterà la mozione della Lega Nord, chiederemo ai partiti di bocciarla e sostenere la decisione di sindaco e giunta – ha detto l’iman - Sono ormai tre anni che si discute della moschea al Lagaccio. Siamo stanchi di tutta questa gente che dice di essere
L’imam: «Rispettate i patti»
d’accordo sulla moschea a patto però che non venga realizzata sotto casa sua. La comunità islamica di Genova ha aspettato con pazienza sei anni che la politica facesse il suo mestiere ma abbiamo ormai capito che è impossibile arrivare a un accordo unanime su un argomento come questo anche perché c’è sempre qualcuno che strumentalizza le situazioni. La moschea di Genova sarà un’opera importante destinata a diventare un punto di riferimento per il dialogo e la tolleranza tra le religioni a livello nazionale». La seduta odierna di Consiglio si annuncia davvero infuocata e sono previste centinaia e centinaia di persone pronte ad affollare la tribuna e i corridoi della sala rossa.
Rapallo, parola d’ordine: investire in sicurezza L’assessore Puggioni annuncia la messa in funzione di 107 telecamere RAPÀLU - Buone notizie nel campo della sicurezza cittadina grazie al contributo del ministero dell’Interno e al lavoro dell’assessorato leghista. A fine mese entreranno in funzione a Rapallo (Genova) le prime telecamere del nuovo sistema di videosorveglianza cittadino. Una decina di telecamere poste nella zona del centro storico e del centro città sono già state installate e praticamente sono pronte ad attivarsi. Il via ufficiale all’operatività però ci sarà solo quando sarà pronto tutto il cuore del sistema operativo. Il progetto era già stato annunciato dall’assessore leghista alla Sicurezza, Polizia municipale e Viabilità Alessandro Pug-
TURIN - La Lega Nord di Torino ha presentato un’interpellanza per fare chiarezza in particolar modo sul campo di Corso Unione Sovietica, sul fiume Sangone, in cui negli ultimi giorni sarebbero avvenuti nuovi consistenti arrivi dalla Bosnia. «Ci hanno parlato di una trentina di persone in più, in un campo che dovrebbe contenerne un centinaio ma che con i clandestini già in precedenza sforava la capienza prevista – spiega il capogruppo del Carroccio, Fabrizio Ricca -. Ora vorremmo solo sapere cos’ha intenzione di fare il Comu-
gioni ed oggi è divenuto realtà. L’assessorato traccia le due linee sulle quali si muoverà per contrastare microcriminalità, delinquenza e atti di degrado pubblico. «Per prima cosa abbiamo pensato ad ampliare il Patto per la sicurezza che coinvolge oltre a Rapallo anche i Comuni limitrofi di Santa Margherita Ligure, Portofino, Zoagli, Camogli e Recco con una sinergia tra le forze di polizia municipale – aggiunge l’assessore del Carroccio – quindi la seconda pista è stata quella del potenziamento della video sorveglianza in città. Questo sistema recepisce completamente ogni dettame della legge sulla privacy. alle immagini
potranno accedere esclusivamente gli agenti della polizia autorizzati, così come le forze dell’ordine, in caso di necessità». Nel dettaglio il nuovo sistema di videosorveglianza prevede l’installazione di 107 telecamere, 60 fisse e 47 mobili, che vigileranno sulla città. L’installazione e il via effettivo all’operatività degli occhi elettronici avverrà a scaglioni. Per la videosorveglianza, il Comune di Rapallo aveva già stanziato circa 400 mila euro. Poi, nel dicembre 2009, lo stesso Comune si era aggiudicato, per le telecamere, 656 mila euro da parte del ministero dell’Interno. P.Gh.
E a Cologne il Carroccio darà battaglia fino all’ultimo DIEGO MORANDI
BRÈSA - Una forte opposizione all’edificazione di una nuova moschea in provincia di Brescia: è questa la motivazione di fondo che sta alla base dell’ennesima iniziativa del Carroccio per bloccare la decisione del consiglio comunale di Cologne di costruire un edificio di culto islamico sul proprio territorio. Il contenzioso, apertosi quest’estate, dovrebbe giungere al termine l’11 gennaio, con l’approvazione definitiva dell’Atp che darà il via libera alla costruzione della nuova moschea, nonostante la forte opposizione del Carroccio, le proteste dei vicini comuni di Pallazzolo sull’Oglio, Coccaglio e Chiari, e soprattutto del malcontento di una buona parte di cittadini. «Come segreteria provinciale siamo fortemente contrari, all’edificazione di una nuo- ........................ va moschea, non Pronta la mozione solo per la convinzione storica del nodei leghisti stro movimento delbresciani la necessità di eviper evitare tare un proliferare di centri islamici la costruzione all’interno dei quali del nuovo edificio è difficile capire di culto, «potenziale quello succede, ma anche per ovvie mofucina di tivazioni legate fondamentalismo» all’urbanistica, alla ........................ viabilità ed alla qualità della vita degli abitanti di Cologne», è stato il commento di Fabio Rolfi, segretario provinciale del Carroccio, accompagnato da Robertino Paderno, consigliere comunale leghista di Cologne e dal capogruppo padano in consiglio provinciale Stefano Borghesi. Proprio il prossimo consiglio provinciale, che si terrà a giorni, sarà lo scenario dell’ultimo tentativo, messo in campo dalla Lega Nord, per bloccare il progetto: il gruppo del Carroccio ha, infatti, già pronta una mozione volta, proprio, ad evitare la costruzione del nuovo edificio di culto. «Non riesco a capire come si possa chiedere ai cittadini di convivere con tutti i disagi che una moschea nel centro del paese porterebbe implicitamente con sé, dal punto di vista viabilistico, urbanistico e del quieto vivere. Senza dimenticare che, in un momento, in cui è necessario non sprecare territorio, terreno agricolo verrebbe trasformato in edificabile solo per l’edificazione di un edificio che vogliono in pochi», ha proseguito Rolfi evidenziando i rischi che un incontrollato sviluppo delle moschee e dell’islam comporta. «Le moschee ed i centri culturali islamici sono luoghi difficilmente permeabili che, spesso, come più di una volta dimostrato da episodi di cronaca, rischiano di trasformarsi in fucine per il fondamentalismo».
Nuovi arrivi al campo rom sul Sangone, a Torino cresce l’allarme criminalità
«ORA BASTA: CENSIAMO GLI ZINGARI» ne, a cui chiediamo con urgenza informazioni sul prossimo censimento, doveroso, della comunità nomade in questione e provvedimenti determinanti di sgombero dei campi abusivi e degli esuberi di clandestini, anche con il rimpatrio di chi è qui senza rispettare minimamente la legge». «La questione – aggiunge Ricca – è urgente principalmente per due motivi. Vogliamo sapere quali costi
........................... Ricca: chiediamo lo sgombero immediato degli abusivi e il rimpatrio per chi è qui senza rispettare la legge ...........................
il mantenimento e l’allestimento di queste strutture hanno avuto sulle tasche dei cittadini torinesi. Non
vediamo l’utilità e la logica di quello che attualmente per i torinesi è solo un modo di finanziare attività criminose contro se stessi, e questo è il primo motivo. Il secondo è che un campo attrezzato per cento persone, se ne ospita quasi il doppio non garantisce più una qualità della vita accettabile, sia per la zona in cui il campo si trova, che diventa discarica a cielo aperto, sia per le fasce più deboli che lo
abitano. Per noi la legge deve essere uguale sostanzialmente e non solo formalmente per tutti: i bambini degli zingari non possono e non devono rimanere invischiati solo nel fare elemosina o peggio, essere picchiati perché non sono all’altezza delle aspettative dei loro genitori. Devono essere portati a scuola e devono avere la possibilità di scegliere quale tipo di vita condurre da grandi».
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Martedì 10 gennaio 2012
QUI LEGA ISTITUZIONI
QUI LEGA TERRITORIO
On. Francesco Enrico SPERONI
Antonio GAMBETTA VIANNA
Monica RIZZI
(Capodelegazione LN e copresidente gruppo ELD al Parlamento Europeo)
(Commissario Provinciale Lucca e Capogruppo Reg Toscana)
(Assessore Regionale Lombardia)
■ 13 gennaio (venerdì): ore 12,00 Trasmissione TV su ANTENNA 3 "Orario continuato" ■ ore 13,00 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA "Orario continuato"
■ 13 gennaio (venerdì): ore 21,00 Incontro Pubblico a LUCCA presso Hotel Eurostars (uscita Lucca Est A11)
(Segretario Provinciale Milano)
(Presidente Consiglio Regionale Lombardia)
■ 10 gennaio (martedì): ore 08,00 Trasmissione TV su RAI TRE "Agorà"
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 07,00 Trasmissione TV su TV7 GOLD
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 13,00 Trasmissione TV su TELENOVA "Dentro la città"
■ ore 12,00 Trasmissione TV su ANTENNA 3 ■ ore 13,00 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA
Luciano BRESCIANI
Maurizio FRANZ (Presidente Consiglio Regionale Friuli-Venezia Giulia) ■ 10 gennaio (martedì): ore 11,30 Incontro con la cittadinanza a UDINE presso piazzetta del Lionello
Massimo ZANELLO ■ 13 gennaio (venerdì): ore 11,30 Conferenza Stampa "Orobie Film Festival" a BERGAMO presso spazio Regione in via XX Settembre 18 A
■ ore 19,30 Trasmissione TV su Sky Canale 511 ■ 11 gennaio (mercoledì): ore 08,05 Trasmissione Radio su RADIO VALLE ■ ore 14,30 Trasmissione TV su Top Calcio 24
(Assessore Regionale Lombardia)
■ ore 23,00 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA
■ 13 gennaio (venerdì): ore 13,00 Trasmissione Radio su RADIO PADANIA LIBERA "Una mela al giorno"
■ 12 gennaio (giovedì): ore 08,05 Trasmissione Radio su RADIO VALLE
Mario CAROSSA
■ ore 18,45 Trasmissione TV su ANTENNA 3
■ ore 13,45 Trasmissione TV su MILANOW (Capogruppo Regionale Piemonte)
(Sottosegretario al Cinema Regione Lombardia)
■ ore 13,45 Trasmissione TV su MILANOW ■ ore 19,30 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA
Igor IEZZI
Davide BONI
■ 10 gennaio (martedì): ore 08,05 Trasmissione Radio su RADIO VALLE
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 19,15 Trasmissione TV su VIDEOGRUPPO "Attualità politica"
Angelo CIOCCA (Consigliere Regionale Lombardia)
■ 10 gennaio (martedì): ore 12,00 Trasmissione TV su 7 GOLD "Aria pulita" ■ 11 gennaio (mercoledì): ore 12,00 Trasmissione TV su TELE REPORTER "Indovina chi viene a pranzo?"
Danilo NARDUZZI (Capogruppo Consiglio Regionale Friuli-Venezia Giulia)
■ 13 gennaio (venerdì): ore 08,05 Trasmissione Radio su RADIO VALLE ■ ore 14,30 Trasmissione TV su TOP Calcio 24 ■ ore 23,45 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA
Massimiliano ROMEO (Consigliere Regionale Lombardia)
■ 10 gennaio (martedì): ore 12,00 Trasmissione TV su ANTENNA 3 ■ 12 gennaio (giovedì): ore 07,00 Trasmissione TV su 7 GOLD
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 21,00 Trasmissione TV su ANTENNA 3
On. Matteo SALVINI
Massimiliano ORSATTI
■ 10 gennaio (martedì): ore 08,45 Trasmissione TV su CANALE 5 "Mattino Cinque"
(Consigliere Regionale Lombardia)
■ 10 gennaio (martedì): ore 18,00 Trasmissione TV su CANALE ITALIA (135)
(Eurodeputato)
■ 11 gennaio (mercoledì): ore 07,45 Trasmissione TV su LA7 "Omnibus" ■ 12 gennaio (giovedì)
Mara PICCIN (Consigliere Regionale Friuli-Venezia Giulia)
■ ore 12,00 Trasmissione TV su TELEREPORTER
■ 10 gennaio (martedì): ore 19,15 Trasmissione TV su TELEPORDENONE "Tg"
■ 13 gennaio (venerdì): ore 07,00 Trasmissione TV su TELELOMBARDIA
OGGI IN TV RAIUNO 6,10 Rb: Unomattina Caffè 6,30 Att: Tg1 - Previsioni viabilità 6,45 Rb: Unomattina 11,00 Attualità: Tg1 11,05 Rubrica: Occhio alla spesa 12,00 Rubrica: La prova del cuoco. Conduce Antonella Clerici 13,30 Att: Telegiornale 14,00 Rub.: Tg1 Economia 14,10 Talk show: Verdetto finale. Conduce Veronica Maya 15,15 Contenitore: La vita in diretta 16,50 Att.: Tg Parlamento 17,00 Attualità: Tg1 18,50 Gioco: L’ereditài 20,00 Att.: Telegiornale 20,30 Rb: Qui Radio Londra 20,35 Gioco: Soliti ignoti identità nascoste. Con Fabrizio Frizzi 21,10 Miniserie: La figlia del capitano. Con Vanessa Hessler, Primo Reggiani, Edwige Fenech, Ninì Salerno, L. Fremont 23,20 Att.: Porta a Porta 0,55 Attualità: Tg1 Notte Tg1 Focus - Che tempo fa
RAIDUE
RAITRE
11,00 I fatti vostri 13,00 Attualità: Tg2 giorno 13,30 Rubrica: Tg2 Costume e società 13,50 RB: Medicina 33 14,00 Rubrica: Italia sul due. Condotta da Milo Infante e Lorena Bianchetti 16,15 Tf.: Desperate Housewives 17,45 Attualità: Tg2 flash l.i.s. - Meteo 17,50 Att: Rai Tg Sport 18,15 Attualiltà: Tg2 18,45 Telefilm: Numb3rs 19,30 Telefilm: Squadra speciale cobra 11 20,25 Estrazioni del lotto 20,30 Attualità: Tg2 - 20,30 21,05 Sport: Calcio: Lazio Hellas Verona. Coppa Italia. In diretta dallo Stadio Olimpico in Roma 23,10 Attualità Tg2 - Tg2 Punto di vista 23,25 Rb: La storia siamo noi. “Sophia Loreno”. Con G. Minoli 0,25 Tf: E.R. Medici in prima linea 1,10 Att: Tg Parlamento 1,25 Appuntamento al cinema
8,00 Rb: Agorà 10,00 Rubrica: La storia siamo noi 11,00 Rb.: Apprescindere 12,00 Att.: Tg3 - Rai Sport Notizie - Meteo 3 12,25 Rub.: Tg3 fuori tg 12,45 Rubrica: Le storie Diario italiano 13,10 Soap: La strada per la felicità 14,00 Att.: Tg Regione / Meteo regionale 14,20 Att.: Tg3 - Meteo 3 14,50 Rb: Tgr Leonardo 15,00 Attualità: Tg3 Lis 15,05 Telefilm: Lassie 15,55 Rub.: Cose dell’altro Geo 17,40 Rubrica: Geo & Geo 19,00 Attualità: Tg3 - Tg3 Regione - Meteo regionale 20,00 Blob 20,15 Per ridere insieme con Stanlio e Ollio 20,35 Soap: Un posto al sole 21,05 Rubrica: Ballarò. Condotto da Giovanni Floris 23,15 Glob Spread 24,00 Att.: Tg3 linea notte Tg Regione - Meteo3 1,05 Rubrica: Atto unico
CANALE 5 6,00 Rb: Prima pagina. Nel corso: Traffico / Meteo 5 / Borse e monete 8,00 Att.: Tg5 Mattina 8,50 Mattino cinque 9,55 Reality: Grande Fratello 10,00 Att.: Tg5 ore 10. (nel corso) 11,00 Rubrica: Forum 13,00 Att.: Tg5 - Meteo 5 13,40 Soap op: Beautiful 14,10 Soap op: Centovetrine 14,45 Talk: Uomini e donne 16,15 Real tv: Amici 16,55 Rubrica: Pomeriggio cinque. Con Barbara D’Urso 18,00 Att.: Tg5 - 5 minuti (nel corso) 18,50 The money drop 20,00 Att.: Tg5 - Meteo 5 20,30 Show: Striscia la notizia - la voce della contingenza. Con Ezio Greggio e Enzo Iacchetti 21,10 Serie tv: Il peccato e la vergogna. Con Gabriel Garko, Manuela Arcuri, Francesco Testi, Giuliana De Sio 23,30 Attualità: Matrix 1,30 Att: Tg5 - Notte - Meteo 5
ITALIA 1 6,50 Cartoni animati 8,30 Tf: Una mamma per amica 10,35 Tel.: Grey’s Anatomy 12,25 Att.: Studio Aperto 13,00 Rub.: Studio Sport 13,40 I Simpson 15,00 Sit com: Big bang theory 15,35 Film: Tiger-team - Der Berg der 1000 drachen. Avv. (Germania, 2010) 17,30 Cartoni: Dragon Ball 18,30 Attualità: Studio Aperto 19,00 Rubrica: Studio Sport 19,25 Telefilm: C.S.I. - Scena del crimine 21,10 Wild - Oltrenatura. Reportage e documentari sugli animali e sulla natura condotti da Fiammetta Cigogna 24,00 Serie tv: Romanzo criminale 2. Con Vinicio Marchioni, Alessandro Roja, Marco Bocci, Daniela Virgilio 1,05 Studio Aperto - La giornata 1,20 Tf: Highlander 2,50 Mediashopping
RETE 4 9,40 Tf: Monk 10,50 Rubrica: Ricette di famiglia. Con D. Mengacci 11,30 Att.: Tg4 - Vie d’Italia 12,00 Tel.: Detective in corsia 13,00 Telefilm: La signora in giallo 13,50 Rubrica: Sessione pomeridiana: il tribunale di Forum 15,10 Telefilm: Hamburg Distretto 21 16,15 Soap opera: Sentieri 16,35 Film: La donna del west. Comm. (Usa, 1967). Con Doris Day, Peter Graves, George Kennedy, Andy Devine 18,55 Attualità: Tg4 - Meteo 19,35 Soap: Tempesta d’amore 20,30 Telefilm: Walker Texas Ranger. Con C. Norris 21,10 Telefilm: Lie to me. “Tenebre e luce” “Bianco e nero” 23,10 Film: Sfera. Fant. (Usa, 1998). Con Dustin Hoffman, Sharon Stone 1,40 Att.: Tg4 Night News
STASERA SU TELEPADANIA - ORE 21,20
LUOGHI COMUNI I n s t u d i o A l d o M o r n i r o l i , s i n d a c o d i C a s s a n o M a g n a g o ( Va )
CINEMA
LA 7 12,25 Rb: I menù di Benedetta 13,30 Attualità: Tg La 7 14,05 Film: Star Trek - L’insurrezione 16,15 Atlantide - Storie di uomini e di mondi 17,30 Tf: L’ispettore Barnaby 19,30 Rb: G’day 20,00 Attualità: Tg La 7 20,30 Rb: Otto e mezzo 21,10 Tf: L’ispettore Barnaby 23,05 Rb.: N.Y.P.D. Blue 24,00 Att: Tg La 7
12,00 Trust 13,50 Unstoppable - Fuori controllo 15,35 Mission: Impossible - Speciale 15,50 Femmine contro maschi 17,35 Fair Game - Caccia alla spia 19,25 Cinema verite 21,00 Sky Cine News 21,10 A proposito di Steve 22,55 Hook - Capitan Uncino
SPORT I 14,00 I Signori del Calcio: Allegri 15,00 Fan Club Milan 15,30 Fan Club Roma 16,00 Fan Club Inter 16,30 Fan Club Lazio 17,00 Fan Club Napoli 17,30 Fan Club Juventus 18,00 FIFA Ballon d'Or 2011 19,30 Futbol Mundial 20,00 Real Madrid - Malaga 22,00 Malaga - Real Madrid (diretta) 00,00 Speciale Calciomercato (diretta)
SPORT II 12,30 13,00 13,45 14,00 16,15 16,30 18,30 19,00 20,45 21,05 23,15 00,00
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Martedì 10 gennaio 2012
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ECONOMIA ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
Chiusura negativa Mps e Unicredit in forte calo Piazza Affari ha ampliato le perdite in prossimità del termine delle negoziazioni ed ha chiuso negativa risultando la maglia nera tra le consorelle europee. Negativi i bancari con Unicredit che ha perso il 12, 81% pur facendo meglio di Mps (-14,38). Giù anche Mediobanca -6,87 e Banco Popolare (-5,36). In controtendenza Diasorin (+3,83) e Saipem (+2,00) alla guida dei segni più.
FTSE ITALIA ALL SHARE - I 5 MAGGIORI RIALZI
INDICI BORSA FTSE Italia All-Share FTSE MIB FTSE Italia Mid Cap FTSE Italia Small Cap FTSE Italia Micro Cap FTSE Italia STAR
15.236,46 14.401,55 17.365,06 13.931,42 17.364,20 9.228,63
-1,87% -1,67% -2,21% -2,57% -0,98% -0,87%
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Ratti Rich Ginori Sintesi Banca Ifis Diasorin
PRINCIPALI CAMBI EURO vendita 1,2739
EUR/USD
acquisto 1,2738
EUR/GBP
0,8255
0,82557
EUR/JPY
97,92
97,95
EUR/FSV
1,2131
1,2134
1,736 0,228 1,07 3,83 19,27
+6,50% +5,56% +4,90% +4,13% +3,83%
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FTSE MIB - I 5 MAGGIORI RIALZI Diasorin Saipem Luxottica Campari Mediolanum
FTSE ITALIA ALL SHARE - I 5 MAGGIORI RIBASSI Bca Mps Unipol Delclima Cogeme Set Unicredit
0,197 0,2165 0,44 0,044 2,286
-14,38% -14,26% -13,72% -12,87% -12,81%
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19,27 34,64 22,03 5,27 2,794
+3,83% +2,00% +1,24% +1,06% +0,94%
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FTSE MIB - I 5 MAGGIORI RIBASSI Bca Mps Unicredit Mediobanca Fiat Banco Popolare
0,197 2,286 3,824 3,73 0,8295
-14,38% -12,81% -6,87% -6,23% -5,36%
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Fiat, Cota: la politica delle tasse di Monti non sosterrà investimenti delle imprese «Al di là della mozione degli affetti, per lavorare concretamente e fare in modo che la Fiat abbia radici sempre più piantate sul nostro territorio occorre varare politiche che non rendano impossibile fare impresa da noi mentre la politica del governo Monti che è solo di tasse non rende facile questo tipo di azione». Così il presidente della Regione Piemonte,
.......................... «In merito alla sede del gruppo Marchionne ha fatto dichiarazioni generiche che aveva già fatto in precedenza» .......................... Roberto Cota, commenta, a margine dell’inaugurazione dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Tribunale di Torino le dichiarazioni dell’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, rilasciate al Detroit free press «Non lo dico con polemica ma perchè il nostro compito è lavorare perchè il sistema sia competitivo aggiunge il governatore del Piemonte- per questo, come governo regionale, fin dal primo giorno di insediamento, invece di aumentare la pressione fi-
SALONE DI DETROIT
PER L’AUTO ELETTRICA UN 2012 IN SALITA
scale al sistema delle aziende, abbiamo cercato di introdurre incentivi che favoriscano gli insediamenti produttivi sul no-
stro territorio». Quanto alle dichiarazioni rilasciate da Marchionne in merito alla sede del gruppo, Cota ha concluso: «Il dottor
Marchionne ha fatto dichiarazioni generiche che aveva già fatto in precedenza e ha detto che probabilmente bisognerà decidere una sede unica per il gruppo lasciando aperte diverse opzioni».
Anfia: dopo uscita Fiat, lavoro per accordo col gruppo L’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) sta definendo i contenuti di un accordo con il Gruppo Fiat valutando tutte le possibili aree di effettiva collaborazione dopo l’uscita di Fiat da Anfia dal 1° gennaio 2012. Preso atto della decisione di Fiat, inoltre informa una nota, il Consiglio Direttivo di Anfia ha nominato un Comitato Costituente che, nel corso delle ultime settimane, si è attivato per finalizzare in maniera appropriata la missione dell’Associazione, sulla base delle esigenze dei Gruppi merceologici rappresentati. Questi Gruppi, costituiti, nel
loro insieme, da oltre 270 aziende associate, hanno ribadito il forte interesse a proseguire l'attività associativa, riconoscendone il significativo ruolo di rappresentanza della filiera automotive a livello nazionale e internazionale. È quanto si legge in una nota di Anfia, una delle maggiori associazioni di categoria aderenti a Confindustria. In quest’ottica, Anfia, con le sue sedi, continuerà ad essere un interlocutore di riferimento su tutte le tematiche di interesse del comparto nei confronti delle istituzioni e, contestualmente, rafforzerà il dialogo e la collaborazione con le altre associazioni e soggetti del sistema mobilità.
Il 2012 sarà l’anno della vettura elettrica? L’ottimismo non sembra prevalere, almeno al Salone di Detroit. Se infatti tornano ad essere incoraggianti i dati di vendita per i veicoli ad alimentazione tradizionale (+10% negli USA nel 2011), sono invece negativi quelli sulla vendita dei veicoli elettrici ed ibridi. Sul fronte dell’alimentazione «ecologica» si sono schierate tutte le principali case automobilistiche, da BMW a FM, a Lexus, Mercedes, Nissan, Toyota e Volvo: tutte presentano nuovi modelli di ecoveicoli sperando che questo 2012 sia l’anno buono. Perchè il 2011 non lo è stato particolarmente: la Chevy Volt della GM, nominata auto dell’anno a Detroit un anno fa, ha fallito del 20% i propri obiettivi di vendita fissati a 10.000 vetture. Tra l’altro quest’inizio d’anno per la Volt non è stato positivo, per problemi alle batterie infatti la GM ha dovuto richiamare in fabbrica numerose vetture. Un po’ meglio è andata Nissan che comunque ha visto la sua Leaf non centrare i tar-
get di vendita. L’anno scorso negli Stati Uniti le vendite di auto "tradizionali" sono aumentate del 10% , solo del 2,3%, secondo gli analisti del WardsAuto, quelle dei veicoli elettrici o ibridi. E non sono ottimisti neanche i dirigenti del settore auto, secondo un sondaggio fatto dalla KPMG, le case automobilistiche non pensando di poter superare la soglia del 15% di ecovetture prima del 2025. «Il 2012 potrebbe essere un anno decisivo, - ha dichiarato Ed Hellwig analista dell’istituto di ricerca sull'auto Edmunds.com, -i consumatori avranno accesso come non mai ad una vastissima offerta di veicoli a combustibile alternativo». Secondo invece Antony Pratt, capo analista del settore auto dell’istituto americano Polk, le vendite delle auto ad alimentazione elettrica o ibrida nel breve periodo potrebbero addirittura peggiorare. Quello che frena gli acquisti sono i costi delle vetture, ancora troppo alti per essere assorbiti da un consumo di massa»
GIBELLI: FINANZIAMENTO CHE È GRANDE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE Regione Lombardia ha aperto una linea di credito agevolato per le piccole e medie imprese da 500 milioni di euro, a sostegno del loro bisogno di liquidità. Si chiama «CreditoAdesso» e si rifà a un accordo quadro con la Bei, Banca Europea di Investimenti, firmato nel 2009 dal presidente Roberto Formigoni e dal vice-presidente della Bei, Scannapieco. L'operazione viene condotta dalla finanziaria regionale, Fi-
Lombardia, “Creditoadesso”: accordo regione-Bei nlombarda, in collaborazione con numerosi istituto di credito, che contano nell'insieme 3600 sportelli sul territorio lombardo, in pratica più di due per ogni Comune. Le domande si presentano on-line. Nelle prime due ore, ben 80 aziende l'avevano già inoltrata: il che prova che l'iniziativa coglie davvero nel segno. L'iniziativa, è stata presentata da Formi-
goni insieme al vice presidente e assessore all'Industria e Artigianato Andrea Gibelli. «La Lombardia - ha messo in evidenza Gibelli - è la prima Regione in Italia e tra le prime in Europa a siglare un accordo così eccezionale. È la dimostrazione che la nostra Regione è già considerata alla stregua di un medio Stato europeo, non solo per la condizione economica, ma
Andrea Gibelli
«L’intesa rappresenta una nuova visione d'Europa, in cui gli Stati e le Regioni sono sullo stesso piano nei confronti delle istituzioni europee»
anche per la nostra solidità finanziaria. Siamo dunque l'esempio da seguire e per questo ci aspettiamo che altre Amministrazioni regionali facciano lo stesso». «È assolutamente importante -segnala ancora il vice presidente Gibelli - guardare a forme di finanziamento, come l'accordo siglato con la Bei, che rappresentano una grande opportunità per
le nostre imprese. Inoltre l'intesa tra una Regione e la Banca Europea per gli Investimenti rappresenta una nuova visione d'Europa, in cui gli Stati e le Regioni sono sullo stesso piano nei confronti delle istituzioni europee e nell'interesse comune di sostenere il proprio sistema imprenditoriale. Regione Lombardia è quindi l'esempio di quanto una buona amministrazione sia un supporto concreto per le aziende presenti sul territorio».
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TUTTI A MILANO IL 22 GENNAIO ▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲▲
ELENCO PULLMAN PROV Località
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Lodi Pieve Fissiraga S.Rocco al Porto Codogno Casale Marone Sale Marasino Sulzano Iseo Provaglio d’Iseo Monticelli Brusati Passirano Toscolano Manerba d/g Deenzano Ghedi
08:15 08:30 08:00 08:15 08:30 7.30 7.35 7.40 7.45 7.50 7.55 8.00 7.00 7.25 7.50 8.00
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Gussago Leno Manerbio Bagnolo Mella Roccafranca Crema
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Colico Bellano
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Parcheggio Ospedale MaggioreCasanova Sara Bennet Casanova Sara Chiesa principale Passerini Francesco Piazzale Carabinieri Passerini Francesco Parcheggio Stazione Passerini Francesco Municipio Giorgio Oprandi Bar sebino Giorgio Oprandi Municipio Giorgio Oprandi Zerbi Giorgio Oprandi Cimitero Giorgio Oprandi Auto In Giorgio Oprandi Piazza Giorgio Oprandi Piazzale Upim Podavini Riccardo Crociale Podavini Riccardo Parcheggio Mc Donald Podavini Riccardo Parcheggio Ipermercato LIDL via XXV aprile Piazzale Via Maggia Michele Maggi angolo via Borgosatollo Uscita A4 Brescia centro Piazzetta su Via Martiri 16, Matteo Micheli fronte bar e sede Lega Nord) Ponte zanano, Matteo Micheli incrocio con Polaveno Fronte pizzeria Primo Sole Matteo Micheli Fronte birreria Barbanera, Matteo Micheli prima gallerie per Gussago Piazza Vittorio Veneto Matteo Micheli Parcheggio Pizzeria Caminito Mario Mantovani Piazza Falcone Mario Mantovani Parcheggio Pizzeria Le Vele Mario Mantovani Piazza Europa Merlini Franco Via Mercato Scuola Agello Felice Bruno Tosoni Sede Lega Nord (ore 15-18) Via Mercato Scuola Agello Felice Bruno Tosoni Sede Lega Nord (ore 15-18) Parcheggio Millepiedi Fabio Anghileri Zona Miravalle Piazza stazione Antonella Lungolago altezza Antonella svincolo ss 36 Parcheggio fronte Moto Guzzi Antonella Parcheggio loc Bione Antonella
339/5494423 339/5494423 338/1754354 338/1754354 338/1754354 348/2947839 348/2947839 348/2947839 348/2947839 348/2947839 348/2947839 348/2947839 393/4875721 393/4875721 393/4875721 339/3937088
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La Spezia Santo Stefano Magra San Remo Imperia Laigueglia Albenga Savona Pegli Genova Ronco Scrivia
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Novi Ligure Acqui Terme Cassine
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Nizza Monferrato 6.00 Canelli 6.20 Castagnole Lanze 6.45 Asti 7,15 Castelnuovo 6.00 Don Bosco Villanova 6.20 Villafranca 6.45 Asti 7.15
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Tolmezzo 5.00 Gemona Del Friuli 5.15 Reana Del Rojale 5.00
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V.Le Federici (Palasport) Area Declathon
Raffaele Raffaele
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Vecchia Stazione di San Remo P.zza Dante Parcheggio vicino cimitero Casello Autostradale Casello Autostradale Via Pacoret de Saint Bon P.zza Della Vittoria (Caravelle) Autogrill di Ronco Scrivia
Parodi Parodi Rita Rita Rita Rossi
340-7685312 340-7685312 348-7922236 348-7922236 348-7922236 393-6167611
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Piazza Stazione FS Rotonda Ipercoop Piazza Caduti di Nassirya
Gandolfi M. Elena Brusa Simone Gian Paolo Lumi
345-7188395 347-7959070 3496391157
7.30
Piazza Caduti di Nassirya
Riccardo Solerio
3403847220
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Piazza XX Settembre Edificio Scolastico “E. Brizzolesi”
Micaela Anfosso Daniele Poggio
3398217612 3498346419
Daniele Poggio Franco Novello Graziella Giacobbe
3498346419 3281592097 3927967359
Fassino Andrea Fassino Andrea Fassino Andrea Fassino Andrea Boscolo Ipolito
3477133899 3477133899 3477133899 3477133899 3386654130
Piazza Sotto l’Ala Dav. Sede Reg. Crocetta 74 Piazza Alfieri fonte Prov.
Boscolo Ipolito Boscolo Ipolito Boscolo Ipolito
3386654130 3386654130 3386654130
Stazione Delle Corriere Uscita Casello Autostradale Via Nanino, 129 Fronte Sede Nazionale Uscita Casello Autostrada / Parcheggio Mercatone Uscita Casello Autostrada Fronte Ristorante La’ Di Fulin (Via Lignano, 40) P.zza 1° Maggio Stazione intermodale Parcheggio Via Lacchin Parcheggio Coop Via Verdi Hotel Santin via Duca D’Aosta – c/o scuole P.zza Oberdan P.zza Oberdan P.zza S. Ambrogio Corso Italia, 190
Dario Delli Zotti Franco D’Angelo Leonardo Barberio
328 8423850 347 5307212 333 1871779
Alberto Budai
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Marco Riva
347 7532443
Giovanna Comino Elia Miani Segreteria Provinciale Segreteria Provinciale Segreteria Provinciale Segreteria Provinciale Radames Razza Radames Razza Giulio Candusso Giuseppe Paone
347 8020508 335 6749753 0434 520011 0434 520011 0434 520011 0434 520011 347 2982859 347 2982859 335 7847626 329 8968530
MARCHE AP FM MC MC An An PU PU
San Benedetto 01.00 del Tronto Porto San Giorgio 01.35 Civitanova Marche01.50 Porto Recanati 02.05 Ancona 02.20 Senigallia 02.35 Fano 02.50 Pesaro 03.05
Casello - Parcheggio Chiesetta Pergolini Michela
3343367431
Casello - Parcheggio Chiesetta Casello Casello Casello Ancona NORD Casello Casello Casello
3343367431 3343367431 3343367431 3343367431 3337487295 3337487295 3337487295
Pergolini Michela Pergolini Michela Pergolini Michela Pergolini Michela Paolini Luca Rodolfo Paolini Luca Rodolfo Paolini Luca Rodolfo
ALTO ADIGE SUD TIROLO BZ BZ BZ
Salorno Egna Bolzano
05 00 Piazza Municipio 05 15 CaselloO A22 05 45 Casello Bolzano SUD A22
Mario Tondini Mario Tondini Claudio Degasperi
3351599762 3351599762 3488151617
Sede Provinciale Sede Provinciale
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0437-27077
Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale Sede Provinciale
0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077 0437-27077
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Ponte Nelle Alpi Falcade Cencenighe Agordo Bribano Santa Giustina Busche Feltre Fonzaso Arsiè
5.00 4.30 4.37 4.45 5.15 5.20 5.25 5.35 6.40 6.45
PIEMONTE V.C.O. Domodossola V.C.O. Gravellona Toce AL Alessandria (sezione) AL Alessandria (MGP) AL Ovada AL Capriata d’Orba
Piazzale Stazione Piazza Dolemo Via Alessandria (fronte distributore) Piazza Garibaldi Piazza Gancia Piazza Lucchini Piazza Alfieri fronte Provincia Piazza Dante
FRIULI VENEZIA GIULIA
349/4634261
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Loc. Mas Piazzale Resistenza (zona stadio) loc. Cadola fermata Dolomitibus Chiesa loc. Schiette c/o Hotel Dante Piazza Municipio c/o Piazza Nof Filò Piazza Libertà Fermata del Semaforo Piazza centrale c/o Stabilimento “Latte Busche” c/o Area Ospedale loc. Fenadora Zona Artigianale
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“Grazie” per quello che fate per... voi ENZO BERNASCONI Varese Dopo aver appreso dello tsunami di aumenti che ci capiteranno tra capo e collo per tutelare e salvaguardare le note intoccabili varie caste, il 2012 per molte categorie a rischio sarà un anno funesto e pure “bisesto” ma obbedienti alla parola dei nostri salvatori osiamo dire: grazie per tutto quello che fate per... voi. E ai pensionati “obbligati volontariamente”, con una legge incostituzionale, a dover versare l’oro alla patria - come ai bei tempi la storia si ripete -, stanno preparando, per salvaguardare la loro sopravvivenza un salvacondotto, a tutti coloro che ne faranno richiesta su carta semplice esente da bollo. Il governo fornirà a tasso agevolato un un elemento indispensabile alla loro, si spera comunque breve, esistenza, il salvavita Beghelli da stress tecnico politico.
Questi barbari del XXI secolo DANILO BARBI Tutti coloro che vogliono dare la cittadinanza a tutti dovrebbero leggere Salviano: scrittore cristiano del V secolo nato nella Gallia settentrionale, proprio quando i barbari invadevano la Gallia, la Spagna e l’Africa, tra il 439 e il 451, scrisse l’opera De gubernatione Dei, per dimostrare che la Provvidenza colpiva i Romani con le invasioni, per i loro vizi e i loro delitti, e favoriva i Germani per le loro virtù. A parte il valore polemico della tesi e il carattere retorico dell’opera, troviamo in essa la testimonianza diretta del grave turbamento che accompagnò, specialmente nelle classi inferiori, la caduta dell’Impero di Roma. «I poveri sono malmenati, gemono le vedove, sono calpestati gli orfani, sicché molti, e di non oscuri natali ed educati civilmente, si rifugiano presso i nemici per non morire sotto il peso del pubblico male, cercando proprio presso i barbari la civiltà romana, mentre presso i Romani non possono tollerare una barbara crudeltà».
LA VOCE DEL NORD Direttore politico UMBERTO BOSSI Direttore responsabile STEFANIA PIAZZO e-mail:
[email protected]
Redattori capo centrali ROBERTO BRUSADELLI, CRISTINA MALAGUTI Responsabili di settore: CARLO PASSERA (Politica), PAOLO PARENTI (Territorio e Veneto) e ROBERTO SCHENA (Attualità)
Martedì 10 gennaio 2012
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I NOSTRI INDIRIZZI
LA PAROLA AI LETTORI
Lettere: quotidiano la Padania, via Bellerio 41 - 20161 Milano.
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Fax: 02/66246326. E-mail:
[email protected]
E in altro passo: «E sebbene da quelli, presso cui cercano scampo, differiscano per costumi e per lingua, e riesca loro molesto, per così dire, il fetore dei corpi e delle vesti dei barbari, pure preferiscono sopportare nei barbari un modo di vivere tanto diverso, che nei Romani una ingiusta persecuzione. Ed è perciò che assai spesso passano ora ai Goti ora alla Bagauda (è il nome che si dava a bande di predoni costituite, nel V secolo, in Gallia, da barbari e coloni, contro i grandi proprietari e le città) o ad altri barbari, ovunque dominino; e non si rammaricano di aver emigrato in massa; preferiscono cioè vivere liberi sotto l’apparenza di prigionieri che prigionieri sotto l’apparenza di liberi. Perciò il titolo di cittadino romano, una volta non solo generalmente stimato, ma anche a gran prezzo comprato, ora senz’altro si ripudia e rifugge, e si ritiene non solo vile; ma addirittura quasi abbominevole... Di qui avviene che anche quelli che si rifugiano presso i Barbari, sono non pertanto costretti ad essere barbari, com’è della maggior parte degli Spagnuoli e di una parte dei Galli e di tutti quelli che per tutto l’orbe romano l’iniquità romana rese non più romani». (Salviano, De Gubernatione Dei, V, 5-9) Il XXI secolo sarà molto peggio del V.
Monti l’hanno imposto dall’alto GIANNI ANSELMI Una breve riflessione sulle parole di Monti che ho avuto il dispiacere di ascoltare durante la trasmissione di Fazio. Gli italiani con grande senso di responsabilità avrebbero accettato la manovra che quel governo ha varato. Mi pare che gli italiani siano stati offesi a sufficienza quando hanno dovuto assistere impotenti all'insediamento di un illustre sconosciuto come Monti, ora devono mandare giù l’ulteriore onta di qualcuno che li sfotte dicendo che hanno accettato la situazione. Quale possibilità avevano gli italiani per opporsi a questa imposizione decisa dall’alto?
Non c’è nulla di cui compiacersi per il fatto che gli italiani non abbiano bocciato il governo Monti. La via democratica per farlo c’era e passava per le urne, l’alternativa sarebbe stata la guerra civile. Dolorosa ma unica.
Complimenti al nuovo direttore AGNESE E ANDREA CAPELLINO Bremba te Buonasera. Insieme con mio marito Andrea siamo da anni, esattamente da quando è uscito il primo numero de la Padania, oltre che attivi militanti, anche fedeli lettori del nostro giornale. Stiamo apprezzando molto la nuova impostazione data dalla neo direttrice, dr.ssa Piazzo, al nostro quotidiano, dove sono maggiormente presenti articoli di approfondimento politico anche di politica estera. In particolare abbiamo apprezzato l’articolo di domenica 8 gennaio, di Giuseppe Reguzzoni, “Noi e l'Ungheria, terra libera”, veramente interessante ed utile per chi come noi, crede davvero in una Padania libera ed indipendente, a cui dobbiamo mirare con tutte le nostre forze. Continuate così! “La verità vi farà liberi”.
Il fallimento dei 150 anni ORIETTA CHIARAVALLI Sui 150 anni dell’unità. Al Senato, l’esaltante conclusione del Senatore Federico Bricolo: «… potranno cambiare i confini degli Stati che, lo ricordo, non sono eterni… Io sono veneto e ricordo che la Repubblica Serenissima ha governato per mille anni...», non poteva che fare riflettere sulla attuale situazione del paese chiamato Italia, dalla sua genesi al completamento della sua unificazione e di cui per tutto l’anno passato si sono celebrati tanto pomposamente 150, non certo mille anni… Celebrazione questa che in ridicolo gareggia alla pari solo con le parole ed il livello musicale della marcetta assurta a inno nazionale. Una Italia che, grazie ai Savoia, a Garibaldi, alle logge massoniche, ha distrutto la molteplicità degli Stati in cui era divisa la penisola con tutta
EDITORIALE NORD Soc. Coop. Sede Legale: Via Magenta, 5 - 21100 VARESE Sede Operativa: Via Bellerio, 41 - 20161 MILANO Direzione e Redazione: Tel. 02.662461 - Fax 02.66246326 e-mail:
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la ricchezza economica ed il patrimonio culturale peculiare della loro storia, salvaguardato dallo stretto legame delle genti al proprio territorio. Diversità che sarebbero state garantite da una qualsiasi forma di confederazione e non certo da quell’aborto di stato unitario, frutto di una unificazione forzata accompagnata dalla depredazione con l’impoverimento di popoli sottomessi prima con la forza e poi con la truffa di plebisciti di annessione. Una unificazione forzata che ci ha regalato due guerre mondiali con milioni di morti e relative distruzioni materiali e morali, un ventennio di dittatura e una cosiddetta repubblica che ci ha portato sul baratro del fallimento odierno.
Perché conservare la lingua italiana? ALDO BELTRAMO Il nostro giornale con la sua direzione è migliorato, complimenti e auguri di buon lavoro. Domenica 8 gennaio, leggendo il suo articolo a pagina 20 sui quindici anni di Padania, mi domando, e le domando: come mai all’età di quindici anni, la Padania non riesce ancora a camminare da sola? Come mai dopo 15 anni dobbiamo ancora usare la lingua italiana per dialogare in Padania? Cara sorella Padana, mi creda sono veramente preoccupato. Un fraterno saluto Padano.
Ministro Severino, ora si dimetta! SILVANO LANDUCCI Persistendo nell’insensata decisione di svuotare le carceri, Paola Severino sta sfidando quella parte di popolo che vive nella strada dell’onestà; sta schiaffeggiando quei cittadini che hanno subito torti, anche gravi, da parte di gente malavitosa, la quale ha trovato in questa donna il proprio angelo custode. Ma forse non è corretto affermare che questa ministra sia la protettrice di delinquenti. È più probabile che costei voglia dimostrare soprattutto a se stessa d’essere “qualcuno che conta”; un “qualcuno” in grado d’imporre agli italiani la propria volontà.
LA PADANIA LA VOCE DEL NORD
reg. Tribunale di Varese: n. 422 del 19/5/1983 QUOTIDIANO ORGANO UFFICIALE DELLA “LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA”
Stampa: Nuova SEBE S.p.A. Via Brescia, 22 Cernusco sul Naviglio (Milano) Distribuzione: M-DIS S.p.A. Via Cazzaniga, 1 - Milano
Nel giro della politica esistono tante donne - di qualsiasi partito - degne del ruolo che ricoprono. Non si può dire che questo valga per l’attuale ministra della Giustizia. Non si offenda, signora Severino, ma per il bene degli italiani onesti, lei agirebbe saggiamente se scomparisse dalla scena politica e si limitasse a occuparsi di bucato e altri lavori casalinghi, certamente più consoni alle sue capacità. Nel frattempo offrirebbe un ottimo regalo alla società. Ma all’origine di un periodo così opaco per gente semplice quale lavoratori e pensionati onesti che si sentono continuamente sferzati dalla frusta Monti, vi è un uomo che sta continuamente dimostrando d’essere il peggiore capo di Stato avuto dal Paese nel dopoguerra. Ha iniziato negando l’esistenza di milioni di cittadini («il popolo della Padania non esiste»); ha lanciato il seme per favorire le invasioni di donne gravide che saranno bel liete e decise a partorire in Italia («gli stranieri nati in Italia...»); ha avuto la faccia tosta d’affermare che non è stata intaccata la democrazia, dopo che ha ignorato e cancellato la sovranità del popolo, essendo stato parte attiva nell’intrigo politico che ben conosciamo. Per quanto ricordi, il mio Paese ha avuto capi di Stato più o meno bravi; alcuni hanno commesso errori, altri hanno conquistato la simpatia del popolo. Ma nessuno si è comportato negativamente quanto l’attuale presidente. Quella sinistra che, grazie al “democratico” Napolitano, non sta più all’opposizione, non può certo sorridere per le manovre di Monti e della Fornero, ma i volti della Turco e di Ferrero si illuminano alla notizia che gli stranieri saranno esentati dal pagamento dei permessi di soggiorno. L’Italia non è minacciata dolo da un’economia in crisi, ma anche da certi personaggi italiani che “stravedono” per gli immigrati e non si rendono conto che così facendo stanno consegnando il Paese a gente di altre culture. Per liberare questa Terra da dominazioni stranieri furono combattute ben quattro guerre d’indipendenza - senza contare l’ultima. La sinistra sta facendo il possibile per farla ricadere in mani straniere.
UFFICIO ABBONAMENTI: Tel. 02.662461 COPIE ARRETRATE: € 2,50 compr. di spese postali Sped. in abb. post. - 45% - Art. 2 Comma 20 lettera B legge 662/96 Milano Associato PUBBLICITÀ, MARKETING, COMUNICAZIONE & SVILUPPO: MARI ZATTRA Tel. 02.66246313 - Fax 02.66246326 e-mail:
[email protected] Impresa beneficiaria, per questa testata, dei contributi di cui alla legge n. 250/90 e successive modifiche ed integrazioni
Rai, le bugie sul canone ALAIN DARMAGI La Rai racconta le bugie e riesce pure a smentire se stessa, sul proprio sito. In questo periodo di ripetuti inviti a provvedere al pagamento del canone sarebbe bene andare a vedere un grafico targato YLE (la televisione di stato finlandese) sulle pagine del portale Rai dove vengono mostrati i vari canoni europei e dove è più che evidente che il canone più basso d’Europa non è quello italiano. Pagano meno di noi belgi e cechi, pur avendo un affollamento pubblicitario inferiore. Non lo pagano proprio spagnoli, portoghesi, magiari e olandesi. Ricordiamocelo quando andremo a versare il nostro obolo che verrà speso per gli stipendi d’oro dei vari conduttori.
Il Sud straborda di evasori fiscali ARMANDO PARODI Camogli Bisognava proprio fare una sceneggiata televisiva per verificare che 200 persone dotate di maxi auto (e magari anche elicotteri e yachts) denunciano redditi da operaio metalmeccanico? Bisognava andare a Cortina, additandola al pubblico ludibrio come fonte di evasione fiscale, quando si sa che nelle regioni del Sud esistono migliaia di palazzi abusivi non censiti? Bisognava irridere gli abitanti di una delle più belle città del Veneto fingendo di non sapere cosa avviene a Capri o in Costa Smeralda? E soprattutto: non sarebbe più facile verificare al registro automobilistico i possessori delle auto di lusso senza fare tanto can can?
Sono altri i popoli davvero dignitosi ALFIO GERVASUTTI Il capo dello Stato ormai pare un disco rotto che suona una canzone neppure intonata. Le parole sono sempre le stesse: coesione, unità e altre lievi variazioni sul tema. Pare di vedere la scena del famoso coniglietto della pubblicità delle batterie, quelle di colore nero e arancione. Gli fa eco Monti che afferma che ora «l’Italia unita è sempre più forte e rispettata nel mondo e in Europa». Mi chiedo come si faccia ad aver guadagnato in rispetto se l’unica dimostrazione data al mondo è quella di un popolo che assiste passivamente all’insediamento di un presidente del consiglio non voluto da nessuno. Un popolo che dimostra in questo modo che più lo si percuote più si lascia percuotere non dimostra alcunché, solo di aver dato carta bianca a chi non viene eletto da
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Martedì 10 gennaio 2012
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I NOSTRI INDIRIZZI
LA PAROLA AI LETTORI
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nessuno, non merita alcun rispetto. Merita invece di essere governato da ogni tipo di dittatura. Il rispetto è fatto di amore per la propria dignità che deve essere sopra ogni cosa. Hanno dimostrato dignità gli argentini quando hanno preso a calci i tiranni del Fondo Monetario Internazionale, hanno dimostrato dignità gli islandesi che hanno avuto il coraggio di ricordare alla comunità internazionale di essere una nazione sovrana. L’hanno dimostrato i greci con le rivolte dell’anno scorso ma non i loro leader che, così come in Italia, hanno rispettosamente piegato la testa e hanno detto sissignore.
Licenziare la casta e ridurre le tasse LETTERA FIRMATA In questo Paese quando si imparerà a parlare meno, fare meno chiacchiere ed andare nel concreto? Il Governo si è dimostrato per niente tecnico ma tanto testa di legno!. Vorrei sapere chi gestisce questi legni poiché ogni giorno che passa grazie a costoro e al vetero comunista Napolitano stanno portando questa Italia al completo fallimento. Bastano due cose per far partire il Paese in attivo: licenziare l’esosa casta, artefice del danno economico, con al suo seguito i bocconiani di governo che non hanno né anima e né corpo e abbassare le tasse per il rilancio economico.
I migliori auguri al nostro giornale LETTERA FIRMATA «Pochi avranno la grandezza per raggiungere la storia, ma ciascuno di noi può agire per cambiare qualcosa nel mondo, e nell’insieme di tutte queste gesta sarà scritta la storia di questa generazione». (Kennedy) A lei direttore e a tutta la redazione de la Padania tanti auguri di buon compleanno.
Roma criminale e il “mio” Canada CLAUDIO ANTONELLI Roma e il suo record di omicidi. “Roma, città violenta”, “Anno di sangue a Roma”, “Stillicidio di sangue nella capitale”, “Roma come una polveriera”... Sui giornali e la Rete, la parola “Roma” si trova associata, un numero altissimo di volte, a “sangue” e “violenza”. E per una volta c’è unanimità tra la popolazione italiana, solitamente divisa su tutto. Di qualunque colore politico siano, gli italiani appaiono sdegnati e inorriditi di fronte a un dato innegabile: ben 35 omicidi sono stati com-
messi nella capitale nel corso del 2011. E dai giornali e dagli altri organi d’informazione è tutto un accorato o rabbioso denunciare l’aspetto “Chicago anni ’20” di Roma, capitale indiscussa del crimine. E per una volta, di fronte a questo triste record di omicidi registrato a Roma nel 2011, il “Beato te che vivi in Canada!” con cui mi apostrofano ogni volta che mi trovo nella penisola, e che ogni volta mi manda in bestia, mi appare sacrosanto, e lo rievoco ora compiaciuto: sì, sono contento di vivere in una città, Montréal, e in un Paese, il Canada, dove l’ultima delle preoccupazioni della gente è la cronaca nera con le statistiche di omicidi avvenuti nel 2011. Che differenza tra Roma “città aperta” al crimine e le città canadesi, gioielli di pacifismo e fratellanza! Chi fa una ricerca in Rete per documentarsi sugli omicidi commessi a Montréal e a Toronto nel 2011, si trova rassicurato, infatti, da bilanci trasudanti autocompiacimento ed ottimismo. “Montréal città sicura”, “Montreal: diminuzione record del numero di omicidi”, “Il numero degli omicidi a Toronto in caduta libera nel 2011”. Sia per Montréal che per Toronto, insomma, è tutto un inneggiare bilingue al “low crime rate” e al “plus faible taux d’omicides en près de 40 ans”. Ma nel completare questo mio paragone tra Roma, città violenta che tanti allarmi e paure suscita tra gli italiani, e Montréal e Toronto, città dove il numero d’omicidi, già molto basso, non farebbe che diminuire, occorre far ricorso, dopotutto, a dati obiettivi, ossia alle statistiche concrete attestanti il numero di omicidi volontari commessi nel 2011 a Montréal e a Toronto rispetto a quelli commessi a Roma. Il responso è sorprendente. A Roma - ripeto - se ne sono commessi ben 35, cifra considerata dagli italiani altissima. E nella pacifica, idilliaca Montréal, città tra l’altro con una popolazione ben inferiore a quella di Roma, qual è stato il numero di omicidi commessi nel 2011? E il numero degli omicidi commessi nella pacifica Toronto, città celebrata per la sua qualità di vita? Ebbene a Montréal, che ha uno o forse due milioni di abitanti meno di Roma, se ne sono avuti 35. Proprio come a Roma. Mentre a Toronto gli omicidi sono stati 45. Insomma, il tasso di omicidi a Roma, nonostante i pianti torrenziali delle prefiche, risulta ben inferiore sia a quello di Montréal sia a quello di Toronto. Del resto, stando alle statistiche e agli studi di esperti, ma non certo stando all’isteria mediatica italiana, l’Italia - paradossale ma vero - è un paese tra i meno violenti, e meno violento anche del Canada. I dati della realtà quindi, ancora una volta, smentiscono l’isteria italiana. Ma, allora, questo ululare e queste denunce apocalittiche? La mia spiegazione: ciò che conta in Italia è il parlarsi addosso, lo sdegnarsi, il denunciare, l’in-
veire, il drammatizzare, il moralizzare, l’accusare gli altri italiani - prima di passare forse a tavola e farsi una bella mangiata. È il solito parlare per parlare, da allarmisti isterici con la pancia piena, esperti nell’antica arte - garanzia di lunga vita e di un sano equilibrio psichico - del «chiagni e fotti»!
Funzione pubblica prima riforma DANILO D’ANTONIO L’Italia va a rotoli da tempo per una ragione nascosta ma precisa: perché non ha mai mutato l’uso, d’origine monarchica e più tardi fascista, di assegnare a vita i ruoli pubblici nonostante tali impieghi, da quando è sopraggiunta la Repubblica con l’acquisita sovranità popolare, siano divenuti un bene comune di proprietà dell’intero popolo italiano. L’ambito di governo fu, sì, democratizzato ma la nostra Funzione Pubblica rimase tal quale era ai tempi del fascismo. Ed è così che ancor oggi noi cittadini veniamo caricati di indebiti pesi, ormai insopportabili, e spesso perfino criminalizzati e repressi anche senza giustificato motivo: perché i politici, corrotti dalle tante lobby di potere, protetti da acritici statali fidelizzati a vita, possono emettere ogni tipo di legge dissipatoria e malvagia. Dubbio non v’è chi non veda che, lasciando la Funzione Pubblica così com’è, l’Italia (noi tutti) finirà presto annientata. Decidiamoci allora a riformare la Funzione Pubblica aprendola alla partecipazione di tutti gli aventi le necessarie capacità. Cacciamo via senza esitazione gli incapaci, corrotti e prepotenti affezionati al posto pubblico fisso retaggio del fascismo e fascisti quindi essi stessi e facciamo gli onori di casa a coloro i quali hanno invece così tante capacità da non legarsi ad alcuna casta, congrega o mafia e da non volere accaparrare a vita il bene comune.
Liberalizzazioni? Solo uno slogan GAETANO BANFI Gemonio Dicono che le “liberalizzazioni” aiuteranno ad uscire dalla crisi e conseguentemente potranno essere un forte propulsore alla crescita socio-economica del Paese. Liberalizzazioni pianificate da emissioni di decreti legge con scadenza mensile. Ed è su questo punto che sorge un “ragionevole dubbio” sulla effettiva eficacia operativa dei decreti legge che spesso vengono esautorati da interventi permessi dalle solite “vie istituzionali” cui attingere dalla faraonica Costituzione vigente. Monti dice che «ora l’Italia è unita», ma dove e come vede questa “unità” se non dopo essersi contagiato dalla sindrome
unitaria di Napolitano, il quale auspica «coesione sociale, equità e rigore» e raccomanda di «rintracciare energie positive»? Ma che cosa sono stati quei suicidi che hanno caratterizzato una imprenditoria in difficoltà anche per morosità dello Stato e parastato, se non essere «energie positive»?! Il “riscatto morale” cominci dalle Aule parlamentari della Repubblica: non ci sarebbe stata la necessità di “tecnici” per coprire la loro incapacità politica tranne quella di tutelare il loro “personalismo” economico con tutto ciò che è “afferente”. Liberalizzazioni che saranno la solita barzelletta italiana del bene, anzi ottimo, programma ma che resterà solo cartaceo dei decreti legge. Una liberalizzazione non “decretata” ma palese è che il popolo sovrano sarà “liberamente” preso per i fondelli comunque.
Imprenditori suicidi? Non fanno notizia EMILIO ROMANO Befera ha dichiarato alla Repubblica: «Serviamo lo Stato e non ci fermeremo». Non contento di questa affermazione, inasprisce i toni affermando che «facciamo il nostro lavoro, e abbiamo dimostrato che dà risultati». Caro Befera: anche i nazisti facevano il loro lavoro, eseguivano gli ordini, applicavano le leggi e dimostravano anche che questo loro impegno dava risultati. Mettevano in pratica leggi approvate dal parlamento, all’unanimità, le stesse leggi che la casta al servizio dei poteri forti non eletti ha approvato anche in Italia allo scopo di sterminare il ceto medio. Nel corso degli ultimi disordini che si sono verificati a Roma con tanto di “Pelliccia” che ha guadagnato il suo momento di notorietà mondiale per aver scagliato un estintore, la frase più ricorrente che ho avuto occasione di leggere è stata: «Cercavano il morto». Di morti tra gli imprenditori e gli artigiani per colpa di fisco ed Equitalia ce ne sono stati non pochi, ma non contano, non finiscono neanche sulle cronache nazionali. Il sospetto è che per far smettere questi attacchi nei confronti della gente che lavora occorre che ci scappi il morto tra le fila del nemico.
Monti e i suoi cattivi sostenitori MARIO AVESANI (VR) Casini, Rutelli, Schifani e la Craxi tutti sostenitori del Governo Monti che tassa a più non posso i poveri cristi, se la spassano alle Maldive in suite da 5.700 dollari a notte. Una vergogna da veri indignati. Cari italiani tenetelo presente quando sarete chiamati a dare il vostro consenso, sperando che questo avvenga al più presto. Il loro è un esempio da capogiro.
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Martedì 10 gennaio 2012
UNA MOSTRA NEL V CENTENARIO DELLA STAMPA DEL PRIMO LIBRO IN LINGUA ARMENA
Armenia e Venezia, il “patto” di civiltà
Vangeli, manoscritto n. 6290, Erevan, Matenadaran, secolo XIII
VENÈXIA - «La parola scritta niature - opere eccezionalAntiche stele con la croce suoni delle terre armene, acnella nostra storia ha avuto mente riunite in occasione incisa, miniature dai vivis- compagnando il visitatore in un'importanza fondamen- della mostra veneziana - che simi colori, documenti di ar- uno straordinario viaggio tale, la scrittura rappresen- danno conto degli alti tra- chitettura sacra e preziosi dentro la civiltà di questo tava il collante per mante- guardi raggiunti dalla civiltà reliquari, custoditi per se- grande popolo, in uno arco nere i legami culturali, sto- armena nel campo spiritua- coli nella Santa Sede della temporale che dagli albori rici e nazionali attraverso le le, artistico, architettonico, Chiesa Armena Apostolica a del Cristianesimo giunge fifrontiere. Oltre che per fa- economico e del pensiero. Echmiadzin, si uniscono ai no al XIX secolo. vorire l’avanzamento culturale della nazione, la scrittura ebbe un’enorme importanza per unire gli armeni» (dall’intervista a Vartan Karapetian sul sito w w w . b a l c a n icaucaso.org). Una grande mostra dedicata alla civiltà armena è ospitata in occasione del V Centenario della stampa a Venezia del primo libro in lingua armena (1512), nei Una delle opere in mostra: il dipinto di Ivan Aivazovskij, Discesa di Noè dal Monte Ararat, 1889, più importanti olio su tela, cm. 128x218, proveniente da Erevan, Galleria Nazionale dell’Armenia siti museali della Particolare attenzione è città, in un percorso che si rivolta ai lunghi e fattivi rapsnoda dal Museo Correr, al porti degli armeni con le diMuseo Archeologico Nazioverse culture dall’Europa e nale, fino alle Sale Monuall’Estremo Oriente. La spementali della Biblioteca Naciale relazione con la Sezionale Marciana. Sotto l’Alrenissima è uno dei punti to Patronato dei Presidenti focali della mostra, una redelle Repubbliche d’Armelazione secolare illustrata nia e d’Italia, l’evento veda documenti storici, maneziano ha aperto ufficialnoscritti e opere d’arte, che mente le celebrazioni giuraccontano e spiegano al bilari, che trovano svolgipubblico come si è svilupmento con un fitto programpata la presenza armena ma culturale nella magninella città lagunare e quali fica capitale armena Yerefurono i rapporti politici, van, città dichiarata economici e culturali con dall’Unesco - l’OrganizzazioVenezia. ne delle Nazioni Unite per Nell’ultima sezione, grazie l’educazione, la scienza e la ai preziosi manoscritti, si cultura - capitale mondiale aprono scorci sulla scienza, del libro per l’anno 2012. la teologia, la filosofia, la stoLa mostra, curata da Gariografia e la letteratura. briella Uluhogian, Boghos Una speciale sezione viene Levon Zekiyan e Vartan dedicata alla pratica armeKarapetian, presenta, in un na della stampa la cui data ricco e affascinante percorso cronologico e tematico, oltre Reliquario con frammento duecento opere provenienti dell’Arca di Noè, 1698, dai principali musei e biKanaker, argento dorato, blioteche dell’Armenia e cm. 26x51x6, Echmiadzin, dell’Europa, tra cui alcuni Museo catolicosale rarissimi manoscritti e mi-
d’inizio risale al 1512: sono esposti i migliori risultati dell’arte tipografica prodotti nella fitta rete delle colonie armene sparse in tutto il mondo. In questo speciale capitolo della mostra particolare importanza riveste
chitarista fino a fine estate 2012. Il catalogo è edito da Skira, con contributi di insigni studiosi internazionali e della Scuola degli armenisti italiani.
Khachkar di Sotk, Erevan, Museo della Santa Sede di Echmiadzin Sotk, secolo XV la documentazione della gloriosa tradizione tipografica armeno-veneziana, portata all’apice della sua qualità dalla laboriosa e illuminata dedizione dei Padri Mechitaristi. L’esposizione non si chiude negli spazi museali: i visitatori possono esplorare i luoghi armeni di Venezia, seguendo alcuni interessanti itinerari “disegnati” dai curatori, a partire dalla suggestiva isola di San Lazzaro, dove la sezione dedicata alla stampa e ai rapporti armeno-veneziani “traghetta” al termine della Mostra presso il Museo della Congregazione Armena Me-
Sede: Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, Piazza San Marco. Apertura al pubblico: fino al 10 aprile 2012. Ingresso con l’orario e il biglietto del museo: fino al 31 ottobre e dal 1 aprile: 10/19 (biglietteria 10/18); dal 1 novembre e fino al 31 marzo 10/17 (biglietteria 10/16). Biglietti: intero, 14 euro; ridotto, 8 euro
Pagina a cura di
ROBERTO BRUSADELLI