Sante Messe in parrocchia: Feriali: ore 7.30 - 18 ● Prefestiva: ore 18 ● Festive: ore 7.30 - 9 (in S. Biagio) - 10 - 11.15 - 18 ● Lodi: ore 7.15 ● Vesperi - Rosario: ore 17,15 ● Confessioni: il sabato dalle ore 15 Don Fidelmo Xodo, parroco: tel. 02.95.66.014 ● Don Fulvio Bertini, vicario parrocchiale: tel. 02.95.36.10.27 ● Suore Dorotee Maestre dei Ss. Cuori: tel. 02.95.66.356 ● Orari di apertura della segreteria parrocchiale (entrata da Via Vittorio Veneto,1): il lunedì e il venerdì dalle 17.30 alle 19 e il mercoledì dalle 9.30 alle 11. Per casi urgenti telefonare allo 02.95.66.014
Anno XXVII - n° 12 Dicembre 2010
In cammino
Autorizzazione del Tribunale di Milano del 3.3.2009, n. 91 Direttore responsabile: don Fidelmo Xodo
DI S. AMBROGIO IN VIGNATE
INFORMATORE INFORMATORE DELLA DELLA COMUNITÀCOMUNITA PARROCCHIALE
1
Natale di Gesù: la Sua povertà è la nostra ricchezza L'umile nascita di Gesù non deve sorprendere: l'uomo è salvato per la via dell'umiltà di Dio. La ricchezza della grazia è frutto della povertà del Signore
Daniele Crespi, Adorazione dei pastori (part.), Certosa di Garegnano, Milano
Gesù volle essere un bambino, perché tu potessi crescere come uomo perfetto; fu stretto in fasce, perché tu fossi sciolto dai lacci della morte. Giacque in una stalla, per elevare te sugli altari; dimorò sulla terra, perché tu raggiungessi le stelle. Non trovò posto nell'albergo, perché tu avessi molte dimore
in" cielo. È scritto: «Da ricco qual era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi della sua povertà»: la sua indigenza è dunque la mia ricchezza; la debolezza del Signore è la mia forza. Egli ha scelto per sé le privazioni, per donare a tutti in abbondanza. Il pianto della sua infanzia è
per me un lavacro, quelle lacrime hanno deterso i miei peccati. O Signore Gesù, sono più debitore ai tuoi oltraggi, sopportati per la mia redenzione, che alla tua potenza, da cui venne la mia creazione. Non ci avrebbe giovato nascere, se ci fosse mancata la grazia di essere redenti. S. Ambrogio
2 “Ciascuno di voi è pietra viva della Chiesa - ci ha scritto l’Arcivescovo - presenza desiderata per la bellezza della casa di Dio! Ma insieme, non da soli! Siete chiamati alla comunione. Lo spirito del mondo porta alle divisioni, alle contrapposizioni, ai personalismi, ai campanilismi. Lo Spirito di Dio edifica la comunione, ci rende un cuor Solo ed un’anima sola”. Immersi nella comunità cristiana Essere battezzati significa essere “immersi”. E come Cristo si è immerso non solo nell’acqua del Giordano ma pienamente dentro il suo popolo peccatore, in profondo atteggiamento di solidarietà con esso, così anche noi, che siamo stati immersi nel grembo della comunità cristiana, ci sentiamo davvero dentro la Chiesa, in piena comunione tra noi. La comunità cristiana , infatti, non è essenzialmente, come molti pensano, un ente che eroga servizi (catechismo, carità, certificati, sacramenti, Messe in orari comodi...) ma siamo noi, ciascuno di noi, quando viviamo il nostro battesimo. È, questo della realizzazione degli impegni battesimali, un compito sacerdo
RIPRENDENDO I CONTENUTI DELLA LETTERA DELLARCIVESCOVO
La parrocchia, una comunità diaconale Chiedo al Signore il dono grande che nella nostra comunità sacerdoti, religiose e laici sappiano sempre lavorare insieme, volendosi bene. Davvero l’amore vicendevole e il vicendevole apprezzamento sono il primo servizio che si rende alla Chiesa! tale che spetta a tutti, non solo ai preti! S. Paolo lo scrive agli Efesini: “In Cristo, anche voi venite edificati per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito”. (2, 22) Vivere la corresponsabilità nella comunità cristiana La comunità cristiana ha bisogno del contributo di tutti, un contributo di impegno, di fraternità, di apertura, di corresponsabilità: senza paure e con grande disponibilità; non, tuttavia, per crearsi ciascuno il proprio orticello, per mostrare agli altri la propria bravura, per contrapporre il proprio impegno a quello degli altri, per far sentire il proprio peso in parrocchia, bensì soltanto per far crescere Gesù (cfr. Gv 3,30), al quale
nessuno si deve sostituire come salvatore, ma del quale ciascuno di noi vuole sentirsi servo inutile e testimone credibile. Una corresponsabilità come servizio di ciascuno a ciascun altro, in spirito di assoluta gratuità. Il Signore – lo sappiamo - ci chiederà se e come abbiamo trafficato i nostri
tà, perché maggiori e più complessi sono, rispetto al passato e ancor più saranno in futuro, i bisogni che le richiedono. Dobbiamo, perciò, favorendo la più ampia diffusione dei vari ministeri laicali (catechisti battesimali, per l’iniziazione cristiana, per gli adulti; operatori liturgici; animatori, direttori e responsabili di oratorio; azione cattolica; ministri straordinari della comunione; visitatori delle famiglie…), fare in modo che la nostra comunità divengano sempre più una comunità diaconali, cioè una comunità di servitori, in cui ciascuno sia esso prete, religioso o laico - si impegna al servizio del bene di tutti. Solo in questo modo sapremo mostrare al mondo il vero volto di Gesù, che è venuto per servire e non per essere servito (Mt 20, 28).
Preti, laici e religiose Chiedo al Signore il dono grande che nella nostra comunità sacerdoti, religiose e laici sappiano sempre La parrocchia, lavorare insieme, una comunità volendosi bene: di servitori I laici devono es- davvero l’amore visere pronti già ora (ma cendevole e il vicendevole apprezzamenancor più dovranno to sono il primo seresserlo nei prossimi vizio che si rende alla anni ) ad assumersi maggiori responsabili- Chiesa! talenti: sarà lui a premiare, eventualmente, i servi buoni e fedeli (cfr Mt 25, 21).
3 Vorrei che i laici lascino che i loro preti facciano i preti, cioè che curino soprattutto la preghiera e l’annunciò della parola di Dio (cfr. Atti 6,4) nonché la crescita spirituale delle persone: molte incombenze che magari per tradizione hanno sempre svolto loro, possono benissimo essere svolte - e anche meglio e con maggior competenza - dai laici stessi, in spirito di servizio e di corresponsabilità. E’ necessario, d’altra parte, che noi preti apprezziamo sempre più la dignità dello stato laicale, accogliamo con disponibilità i carismi dei laici, promuoviamo la crescita sia qualitativa che quantitativa dei vari loro ministeri, consideriamo i laici non dei semplici esecutori di nostre direttive o tutt’al più come collaboratori alle nostre fatiche, ma come persone corresponsabili con noi della comunità cristiana. Vorrei che le religiose fossero apprezzate nella nostra comunità non soltanto per il servizio che possono dare, quanto soprattutto per la loro testimonianza di una vita tutta offerta al
Signore e perché secondo la loro “propria connotazione carismatica, sono - come dice il nostro 47° Sinodo diocesano annuncio, diaconia, testimonianza profetica della resurrezione “ e vivono “la loro missione, attestando il prima-
to di Dio, attraverso u- Gesù e lui ci ha amati na vita vergine, povera fino alla fine! (Cfr. Gv. 13,1). Amare e pere obbediente” . severare nell’amore è difficile, perché è Vivere il comandamento la via della croce, ma questa è la strada che dell’amore “Amatevi l’un l’al- ha percorso Gesù. E, fuori dalla croce, non tro come io vi ho amac’è salvezza. Perciò to” (Gv 13, 34; 15, 12): questo ci chiede dobbiamo anche noi
camminare nella via carità, scambiandoci tutte le volte che sarà necessario quel dono grandissimo, che è il per-dono e favorendo tutte le occasioni d’incontro e di valorizzazione del “buono” che c’è negli altri. Solo così potremo essere vangelo per gli uomini e le donne che vivono con noi a Vignate. Il vangelo, infatti, va annunciato più con le opere - la vita nell’amore! che con le parole. “Guardate come si amano l’un l’altro”. (Tertulliano: PL 1, 471) dicevano i pagani vedendo i primi cristiani... Don Fidelmo
NON E’ STATO PRESO IN PRESTITO (MA FA RIFLETTERE) Alcuni giorni fa mi sono recato presso l'Asl di Melzo per una pratica. Mentre aspettavo il mio turno, dalla porta accanto, quella della pedriatria, ho sentito un bambino che piangeva a dirotto. Poco dopo dallo studio medico sono uscite due donne - la nonna e la mamma - con un bambino piccolo in braccio ed uno di circa tre anni, tutti indiani. Il bambino più grande era agitatissimo e terrorizzato: non ne ho capito il motivo, ma piangeva senza sosta. Le due donne, imbarazzate, visti anche i segni di insofferenza di alcuni dei presenti, cercavano di calmarlo. Dopo alcuni minuti il bambino si è avvicinato alla macchina distributrice di dolci ed ha fatto capire, sempre piangendo,
IL SANTO NATALE … E NOI Fra poco sarà di nuovo Natale e Gesù bambino sarà di nuovo fra noi. Sapremo accoglierlo e amarlo? La nostra società sa ancora accogliere tutti, sopratutto i bambini ? di volerne uno. Le due donne non volevano o non potevano esaudire il suo desiderio. Allora un signore che aveva assistito al fatto ha cercato la moneta adatta, ma non avendola trovata, ha chiesto a due coniugi presenti di cambiargliela con quelle in suo possesso. Lo hanno guardato stupiti ed il marito, dandogli quanto richiesto, gli
ha detto: “Bisognerebbe mandarli tutti a casa, a calci, anche i bambini, perché fra pochi anni saranno tutti di loro”. Quel signore non ha risposto, ha preso il dolce e l’ha dato al bambino che, piuano piano si è calmato. Sono uscito dall’ASL e mentre mi dirigevo verso la mia auto vi assicuro che,con tanta amarezza nel cuore, mi ha preso un groppo alla gola, e mi si sono inumiditi gli occhi. Siamo ancora una società cristiana, se non abbiamo più amore e tenerezza nemmeno verso i bambini? Mi auguro che Gesù, nascendo, trovi posto nei nostri cuori e ci faccia capire che tutti, vanno amati, senza distinzione, ma sopratutto i bambini. (A cura di Giorgio Airoldi)
4 Così funziona la chiesa degli avvisi: tutto quello che è in programma in parrocchia è segnalato al parroco o alla segreteria; tutto è scritto su un foglio che si può ritirare uscendo di chiesa. I promotori delle iniziative ci tengono molto e si arrabbiano di ogni dimenticanza e imprecisione. Il prete, alla fine della messa, dice: “Prendete il foglio degli avvisi. In particolare vi segnalo che si cercano volontari per la giornata missionaria. E poi mercoledì aspetto gli adolescenti”. Molti sopportano il momento degli avvisi. Pensano: “Lo sta dicendo per gli altri!”. Quelli che poi si trovano per la giornata missionaria, si dicono: “Siamo sempre di meno. E sì che è stato detto negli avvisi”. Quando il prete incontra Stefano, gli dice: “Non ti ho visto mercoledì”. E Stefano risponde: “Perché? Cosa c’era mercoledì?”. E il prete: “Eppure l’ho detto negli avvisi!”. Si ha l’impressione che la chiesa degli avvisi non funzioni. La chiesa degli avvisi, infatti, si
DON MARIO, IL VICARIO
Per contattare Mons. Mario Delpini, vicario episcopale della zona pastorale VIª: P.zza Fontana, 2 20122 MILANO; e-mail:
La parola al nostro V.E.Z., Mons. Delpini
[email protected],
tel. uff.: 02.8556209
La Chiesa degli avvisi
immagina che tutto dipende dal fatto che il prete dica le cose e segnali gli impegni. Perciò la gente insiste: “Signor parroco, lo dica in chiesa!”. E anche il prete si lamenta: “Quante volte l’ho detto!”. Forse, per una chiesa più missionaria, si dovrebbe passare dalla chiesa degli avvisi alla chiesa degli inviti.
L’invito è una parola tra persone che si guardano in faccia. Il vicino di casa può dire alla vicina: “C’è la giornata per le missioni: ci fa una delle sue famose crostate con la marmellata di fichi?”. L’invito è una confidenza che Stefania può fare a Stefano lunedì, entrando in classe: “Mercoledì c’è l’incontro adolescenti.
Andiamo insieme?”. L’invito è un’espressione di simpatia: “Ti stimo, sono contento di averti vicino: perciò condivido con te quello che mi sta a cuore”. Chi rivolge un invito ci mette del suo, si dichiara interessato a una iniziativa al punto da interessare anche un altro. È una forma, modesta fin che si vuole, di corresponsabilità. Non ci deve pensare solo il
prete e non tutto dipende da lui. L’invito è una forma di contagio, come l’irradiazione della gioia, la condivisione dell’entusiasmo per un momento desiderabile, per un’iniziativa che appassiona. L’invito è anche la dichiarazione di un impegno di accoglienza: questo amico l’ho invitato io, devo far di tutto perché si trovi bene, perché si senta accolto, anche da quelli che da vent’anni organizzano la giornata missionaria! Non so se la chiesa degli inviti abbia più successo della chiesa degli avvisi. Però certo è una chiesa che si presenta più viva, più lieta, più desiderosa di accogliere e condividere: più missionaria, forse. Don Mario, il Vicario
La parrocchia intende vendere la casa di sua proprietà situata a Vignate in via don Biffi, 14. Gli interessati possono comunicare il proprio nominativo e recapito telefonico in segreteria parrocchiale (tel. 02.9566014)
5 Alla prima grande visione seguono, nell’Apocalisse, le lettere alle sette Chiese, che sono tutte organizzate secondo lo stesso schema: ciascuna inizia con una presentazione che Gesù fa di sé e che sottolinea, di volta in volta, diversi suoi attributi. Ogni lettera contiene, quindi, una lode per gli elementi positivi ed un rimprovero per gli aspetti negativi presenti nella vita di ciascuna Chiesa. E, a mo’ di conclusione, segue una diversa promessa di Gesù. Qui leggeremo per intero (e commenteremo brevemente) solo l'ultima lettera, la più famosa: "All'angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi: Così parla l'Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò
L’APOCALISSE SVELA IN CRISTO IL SENSO DELLA STORIA. 4 riferimento in qualche parte dell'Antico o del Nuovo Testamento. Infatti, così come la promessa che egli fa di far sedere i vincitori con lui sul suo trono riecheggia alcune parole del vangelo: "Padre - così prega Gesù voglio che quelli che mi sedere con me, sul mio hai dato siano anch'essi trono, come anche io ho con me dove sono vinto e siedo con il Padre io” (Gv 17, 24), la frase mio sul suo trono. Chi ha "Chi ha orecchi, ascolti orecchi, ascolti ciò che lo ciò che lo Spirito dice alle Spirito dice alle Chiese". Chiese", che chiude tut(Ap.3, 14 -22) te e sette le lettere, In questa settima non riecheggia forse le lettera Gesù si presenparole ripetute spesso ta, dunque, come "l'Ada Gesù nel Vangelo: men", un titolo che gli ”Chi ha orecchie per iné attribuito anche da tendere, intenda” ? (Mt san Paolo: Cristo é l'A13, 9). men, cioé il "sì” di Dio Ognuna di queste alle sue promesse, e il lettere si conclude, dun"sì" che si realizza nelque, con l’invito all’al'obbedienza piena delscolto, invito che pure si l'uomo-Gesù al Padre. trova in vari testi delPerché Gesù dà poi l'Antico Testamento, il agli abitanti di Laodicea più noto dei quali é il il consiglio di compraLe Chiese cui sono inviate le sette lettere dell’Apocalisse cosiddetto Shemà, Israel: re da lui oro, abiti, e fessura e le mie viscere fre- ”Ascolta, Israele: il Sicollirio? Perché la laDopo l'invito a gnore è il nostro Dio, uvorazione dell’oro, la cambiare vita, la lettera mettero per lui. Mi sono alzata per a- nico è il Signore. Tu aconfezione dei vestiti e continua così: ”Ecco: sto prire al mio amato e le merai il Signore, tuo la produzione dei co- alla porta e busso. Se smetici erano le attività qualcuno ascolta la mia mie mani stillavano mir- Dio, con tutto il cuore, su cui si basava la gran- voce e mi apre la porta, io ra; fluiva mirra dalle mie con tutta l'anima e con dita sulla maniglia del tutte le forze. Questi de prosperità di Laodi- verrò da lui, cenerò con precetti che oggi ti do, ti cea. Gesù, quindi, vuol lui ed egli con me". An- chiavistello. Ho aperto dire: non dovete attac- che quest’immagine di allora all'amato mio, ma stiano fissi nel cuore. Li carvi alla vostra ricgrande intimità non é l'amato mio se n'era an- ripeterai ai tuoi figli, ne dato, era scomparso. Io parlerai quando ti trovechezza materiale, ma nuovissima, ma la si venni meno, per la sua rai in casa tua, quando cercare da me i valori trova già nel Cantico autentici. dei cantici: “Mi sono ad- scomparsa; l'ho cercato, camminerai per via, Quindi, dice loro: dormentata, ma veglia il ma non l'ho trovato, l'ho quando ti coricherai e ”Io, tutti quelli che amo, mio cuore. Un rumore! La chiamato, ma non mi ha quando ti alzerai. Te li risposto." (Ct. 5, 2-6) legherai alla mano come li rimprovero e li educo. voce del mio amato che Questa immagine, un segno, ti saranno coAnche questa espres- bussa: "Aprimi, sorella mia, mia amica, mia co- contiene un insegname un pendaglio tra gli sione é ricavata dallomba, mio tutto; perché mento molto prezioso: occhi e li scriverai sugli l’Antico Testamento (cfr. Prv 3, 12; Dt 8,5 il mio capo è madido di Dio lascia libero l'uo- stipiti della tua casa e 2; Sam 7, 14; Sap 11, rugiada, i miei riccioli di mo di fare la sua scelta: sulle tue porte”. (Dt. 6, "se qualcuno ascolta la 4-9) 10) e, nel Nuovo Te- gocce notturne". Mi sono tolta la ve- mia voce e mi apre ", dill primo atteggiastamento, si trova anste; come indossarla di ce, infatti, qui Gesù. mento dell'uomo nei riche in 1 Cor 11, 32: C’è nell'Apocalisse guardi di Dio, deve dun"quando siamo giudicati nuovo? Mi sono lavata i un richiamarsi contique essere quello dell’adal Signore, siamo da lui piedi; come sporcarli di nuo: credo che non ci scolto della sua Parola. ammoniti per non essere nuovo?" L'amato mio ha in- sia niente in questo licondannati insieme con il trodotto la mano nella bro che non trovi un Gi Go mondo”.
Le lettere alle sette Chiese
6 Battaglia, battaglia e ancora battaglia. È un bisogno. Ma dove combattere? Qual è il campo di battaglia? Si tratta di strade, case, uffici, deserti, paesi, nazioni? No. Si tratta invece del cuore del credente che dalla tradizione biblica è considerato la sede di tutto: degli affetti, dei sentimenti, dell’intelligenza, della vita psicologica, della vita morale, della memoria, delle decisioni… Tutto viene dal cuore. Non dimentichiamo che il cuore è anche il luogo dell’ascolto della Parola di Dio, dimora dello Spirito, dell’Amore di Dio, della pace di Gesù. Il cuore rappresenta la dimensione interiore dell’uomo. È il vero “io”, quello autentico. Ed è per questo che Gesù ci avvisa che non è ciò che entra dalla bocca dell’uomo a contaminarlo, ma ciò che da lui esce. Ci troviamo in Marco, capitolo 7, 20-23. È un brano importante, spesso dimenticato o mal compreso. Proviamo a leggerlo, allora:“Gesù diceva: - Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
È ciò che esce dal cuore dell’uomo... Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo -”. Ecco dunque quali sono i propositi cattivi che, presenti nel nostro cuore, dobbiamo riconoscere ed estirpare. Bisogna pregare e chiedere a Gesù una potente liberazione da queste dodici bestie. Dobbiamo identificarle e allontanarle dal nostro cuore. Il cuore può essere il luogo di accoglienza, oppure di rifiuto. Può essere di carne oppure di pietra. Ma per poter combattere insieme a Cristo dobbiamo avere un cuore docile all’azione dello Spirito Santo. Un cuore unificato. Un cuore purificato. Un cuore rigenerato. Dobbiamo renderci conto del disordine che abita in noi, delle pulsioni egoistiche che determinano il nostro modo di vivere, di pensare, di decidere, di agire. Allora, prima di partire come soldati, dob-
Giotto, La resurrezione di Lazzaro
biamo sostare un attimo, prendere prima consapevolezza di quel mondo interiore che è ancora abitato dalle tenebre del peccato e che deve conquistare una vita spirituale seria, esigente e continua nella fedeltà al Signore. In pratica, dobbiamo proclamare la signoria di Gesù sulla nostra vita, sulle nostre situazioni, sulle nostre malattie. Questa è la preghiera più potente! Non serve a nulla angustiarsi, chiudersi, piangersi addosso, dobbiamo invece proclamare
Gesù Signore sulle nostre situazioni. E, con fede, tutto cambierà. Di grande importanza , a questo riguardo, è il meraviglioso capitolo 11 di Giovanni, quello che racconta la risurrezione di Lazzaro. Esemplare è ciò che Gesù, appena saputo della morte dell’amico, proclama: “Questa malattia non porterà alla morte” (v. 4). Che grande messaggio di vita! Che grande richiamo alla vita! Che grande proclamazione di vita! Perché il cristiano non
conosce la morte, ma la vita; il cristiano non è fatto per la morte, ma per la vita. È Gesù che nel medesimo racconto lo promette ("Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” vv. 25-26). Questa è l’esperienza del cristiano, questa la speranza che non delude - io sono fatto per la vita - e questo è ciò che io devo dire nella mia preghiera personale: la mia malattia è per la vita eterna, è per la gloria di Dio. Questa deve essere la nostra logica, il nostro vivere evangelico: “Gesù tu sei il Signore della mia vita. Gesù io ti proclamo Signore di questa mia malattia, di queste ossa malate, dei miei organi corrotti, del mio cuore stanco, del mio sangue infetto, del mio mal di testa, del mio mal di schiena, del mio tumore, di questa mia malattia inguaribile per i medici, del mio cervello, delle mie gambe…” Così dobbiamo imparare a pregare, in questo modo dobbiamo rivolgerci a Gesù. Una preghiera da rinnovare ogni giorno. Non dobbiamo avere paura nel dirla, anzi, dobbiamo gridarla, senza soste, senza vergogna. 8- Continua Alessandro Mori
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Brevi dalla Parrocchia CELEBRATA LA GIORNATA MISSIONARIA Nella Giornata missionaria dello scorso ottobre abbiamo pregato per i missionari e le missionarie... Uscendo di chiesa, poi, ci è stata consegnata una bustina che si
poteva restituire in settimana con un’offerta finalizzata. In tutto sono stati raccolti 1.980 euro. Un grazie vivissimo.
“Una luce si è levata per il giusto; è arrivata la gioia per i retti di cuore”
CELEBRATA LA GIORNATA DIOCESANA La redazione di In cammino è lieta di porgere DELLA a tutti i suoi affezionati lettori i più sinceri auguri CARITAS di un Natale santo e di un felice anno nuovo. Domenica 7 messi al catecume- gio sono particolarnovembre si è cele- ritas, che è stata nato, mentre i loro mente invitati i brata la Giornata per tutti noi un collaboratori. diocesana della Ca- richiamo ad amare compagni hanno Aumentiamo in fatto memoria del concretamente il questo periodo prossimo in questo battesimo. l’ascolto e la riflesperiodo economico sione sulla Parola di AVVENTO, difficile per tante Pubblichiamo il comunicato letto a tutte Dio in modo persole messe di domenica 7 novembre in occa- persone e famiglie. TEMPO sione della Giornata della Caritas: nale e anche comuSabato 6, durante D’ATTESA “La Caritas Ambrosiana ci invita a rifletnitario. In particoL’Avvento è la S. Messa delle 18 tere sul significato del volontariato che, come dice il nostro Cardinale “non deve essere è stato consegnato tempo di attesa. La lare ogni venerdì qualcosa di opzionale, ma deve essere avver- il mandato agli ope- processione all’ini- alle 21, in casa partito come necessario, come scelta di respon- ratori della nostra zio delle sante Mes- rocchiale, ci saransabilità vera e propria prima ancora di una se ci ricorda che il no incontri di spieCaritas. eventuale generosità.” In particolare noi volontari che lavoriamo Signore è luce sul gazione e confronto Con il banco come operatori nel Centro di Ascolto incon- vendita della procammino della san- sulle letture dometriamo persone sempre più numerose che si tità. In questo pe- nicali. Tutti possomosso dalla Caritas trovano in situazione di difficoltà dovute alla riodo, con più for- no partecipare. mancanza o alla perdita del lavoro a seguito parrocchiale sono dell’attuale crisi economica. In Avvento astati raccolti 1.530 za del solito, inviPer venire in aiuto a questi soggetti lo priamo il nostro tiamo ad arrivare euro. stesso cardinale Tettamanzi aveva istituito Anche in questo puntuali in chiesa e cuore ai poveri, nel 2008 il “Fondo famiglia-lavoro” che in due anni ha potuto aiutare più di 4000 fami- caso, grazie per la a non uscire con vicini e lontani. I glie, che avrebbe dovuto esaurirsi entro il generosità dimofretta al termine bambini del cate2009 e che invece sarà prorogato fino alla fidella S. Messa, mo- chismo hanno rine del prossimo anno visto il permanere della strata. strando così atten- cevuto il salvadacrisi. Anche quest’anno la Caritas Ambrosiana INIZIATO IL zione e cura per le naio per raccogliere sollecita tutte le 1107 parrocchie della diocesi cose che non passa- i loro risparmi. Nei CAMMINO DEL ad incrementare questo fondo ed è per questo no. CATECUMENATO giorni feriali, inolche all’uscita dalla chiesa troverete un banco vendita di torte e oggetti vari, il cui ricavato PER QUATTRO Approfittiamo tre, in una apposita andrà a sostenere questo progetto. dei ritiri spirituali cesta collocata in FANCIULLI Ricordiamo che la raccolta diocesana efper tutte le età che chiesa, si fa la racfettuata lo scorso anno ha fruttato la somma Domenica 14 nosi terranno in par- colta di alimenti a di 71.824 euro e in particolare a Vignate ben vembre, prima di 9 famiglie hanno potuto usufruire di questa Avvento, alla Mes- rocchia. Domenica lunga conservazioforma di sostegno. 5 dicembre sarà il ne per aiutare le sa delle 11.15, Vi ringraziamo e confidiamo nella vostra turno del il ritiro quattro fanciulli famiglie povere, generosità. parrocchiale e il 12 non ancora battezche la crisi econoLa Caritas parrocchiale zati sono stati am- dicembre a Triug- mica in atto, rende
Spazio Caritas
8 Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.(Lc 10, 39) Perché iniziare con questo piccolo versetto il nostro nuovo cammino sulla via dei Santi? Perché proprio in queste poche parole di Luca, vi è racchiusa una delle meravigliose rivelazioni del Cristianesimo; ed anche una piccola rivoluzione…. Maria è seduta ai piedi di Gesù; seduta ai suoi piedi nel gesto tipico del Discepolo quindi Maria è un discepolo di Gesù. Come può essere che una donna arrivi a tanto. Nel mondo ebraico antico le donne non potevano ambire ad un ruolo diverso da quello materno e sponsale, figuriamoci un ruolo tipicamente maschile come il discepolo, una cosa sicuramente scandalosa, ma Gesù ci ha abituati allo scandalo, Gesù vede oltre e sa perfettamente che la donna possiede delle caratteristiche diverse e nuove che completano la nostra capacità di accogliere la Sua parola. Ecco
Le sante Un itinerario attraverso la santità al femminile
Tondo della Vergine col Bambino tra due sante e due angeli. Dipinto a olio del Pereugino e di Andrea d’Assisi detto l’Ingegno
allora che Maria mentre è seduta non solo ascolta la Parola ma la accoglie, la fa diventare vita vivendola poi con la sua vita. Partiamo allora da questa capacità di accoglienza che è un dono tipicamente femminile per esplorare la vita di alcune donne che hanno saputo accogliere e vivere il Signore in modo unico, intimo,
totale per lasciarsi da Lui guidare nel più completo abbandono. Vedremo allora figure che completamente assorbite da Gesù, passano la vita in meditazione arrivando a vette di conoscenza dell’amore di Dio che rasentano la perfezione; vedremo figure di donne che per restare fedeli a quell’amore così intensamente accolto non rifiuteranno il martirio; vedremo figure di donne che dopo aver accolto e sposato il Signore Gesù diventeranno delle infaticabili operatrici della Misericordia Divina. Vedremo insomma delle donne, giovani, meno giovani, madri, consacrate, colte, ignoranti, belle e meno belle, ricche e povere che ci guideranno con la loro tenerezza ed il loro Amore ad un nuovo incontro con il Signore, questa volta guidati dalle figure delle Sante… Un arrivederci a presto: questo nuovo cammino insieme che ci possa portare sempre più vicino ai piedi di Gesù, perché si possa anche noi accoglierLo nella nostra vita. Don Fidelmo e Claudio
sempre più numerosi. SI E’ TENUTO IL RITO DI AMMISSIONE DI NUOVI CHIERICHETTI Sabato 20 novembre alla messa di vigilia delle ore 18 i chierichetti hanno fatto onore a S. Tarcisio, loro patrono, celebrando il rito di ammissione di nuovi ministranti. ASSEMBLEA PARROCCHIALE DI AZIONE CATTOLICA E RINNOVO RESPONSABILI Il 19 novembre si è tenuta — come prevede lo Statuto, - l’assemblea parrocchiale di Azione Cattolica. Sotto la presidenza del responsabile unitario decanale, Giorgio Gorla, è stato analizzato il documento preparatorio dell’assemblea diocesana che si terrà a Milano il prossimo mese di febbraio e si è cercato di riflettere sulla situazione dell’associazione in parrocchia. Al termine, sono stati eletti Presidente Giuliana Spizzi e responsabile Adulti Maria Capello. Wilma Ferrari è stata nomina-
9 Venerdì 19 novembre in oratorio si è tenuto un incontro per i genitori dei ragazzi di seconda e terza media, organizzato in collaborazione con il Consultorio familiare di Melzo. “Come comunicare con i figli? Quali strategie adottare e perché”. Questo il titolo dell’incontro, che ha avuto come relatrice la dott.ssa Simona Prinetti Si è trattato del primo di una serie di cinque incontri che si propongono di affrontare le dinamiche del rapporto di relazione tra genitori e figli in età adolescenziale e che intendeono essere per i papà e le mamme un valido supporto formativo, affrontando insieme quelle tematiche che costituiscono il punto critico, nelle loro mille sfaccettature, del periodo che i ragazzi stanno vivendo. Collaborando, ci auguriamo di poter creare i presupposti, perché la loro
UNA PROPOSTA PER I PAPÀ E LE MAMME DEI RAGAZZI DI 2ª E 3ªMEDIA
Genitori e figli adolescenti Quale rapporto? Una bella e utile iniziativa del nostro Oratorio in collaborazione con il Consultorio decanale di Melzo
Relatore: dott. Baio 18 febbraio 2011, ore 20.45 “Crescere un sovrano in famiglia? No, grazie”. L’educazione dei figli: tra affetto e regole. Relatore: dott. Cavalli 31 marzo 2011, ore 20.45 Fumo, alcool, cibo, droghe…aiuto! I rischi della dipendenza da sostanze. Relatore: dott. Mapelli 12 maggio 2011, ore 20.45 Lo fanno tutti…lo faccio anch’io. Sostenere la partecipazione positiva e critica al gruppo. Relatore: dott. Gervasoni
crescita interiore, spirituale e umana, possa essere supportata nel migliore dei modi. I prossimi incontri saranno i seguenti:
storale parrocchiale ta delegata all’assemblea diocesana. alle ore 20,45 e avrà la durata di circa dieci serate. Chi CORSO IN PREPARAZIONE fosse interessato a partecipare è preAL MATRIMONIO gato di segnalarlo tempestivamente Terminato il presso la segreteria corso autunnale, già ci prepariamo parrocchiale negli ad iniziare il nuovo orari stabiliti. La cammino per i no- Chiesa si preoccupa che i futuri sposi stri fidanzati: inizierà la sera del 27 possano avere una gennaio prossimo, preparazione al presso il centro pa- matrimonio alla
28 gennaio 2011, ore 20.45 “Mamma, papà, non capite niente!” Il conflitto genitorifigli: quali funzioni ha e come gestirlo.
luce degli insegnamenti del Vangelo. I vari temi verranno svolti da persone qualificate, che hanno il desiderio di essere utili a chi si presta a compiere il passo decisivo della propria vita. A tutti un arrivederci e l’augurio di fare tesoro dei tanti insegnamenti di vita che saranno proposti.
Data l’importanza dei temi trattati, contiamo su una presenza numerosa e attiva dei genitori. don Fulvio e gli educatori
8ª MOSTRA DEI PRESEPI
presso il nostro Centro pastorale Inaugurata il 7 dicembre 2010, ore 11.15, la mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2011 Orari di apertura al pubblico Prefestivi: dalle ore 16 alle 19 Festivi: dalle ore 10 alle ore 12 e dalle 15 alle 19 Natale: dalle ore 10 alle ore 12 e dalle 16 alle 19 Capodanno: dalle ore 16 alle ore 19
10 Ci presentiamo. Siamo Federica & Alessio una delle dieci coppie che hanno appena terminato il corso fidanzati... Una sera, dopo uno degli incontri, Giuseppe ci dice: ”Ho un compito da darvi: dovreste scrivere un articolo sul corso…” e noi: “Oh, mamma mia… Proprio noi?…E va beh.” Ed ora eccoci qui: da che parte iniziamo? Scrivere un articolo che racchiuda e riesca a trasmettere a chi lo legge il significato di un cammino che prepara al matrimonio non e’ semplice è praticamente una “mission impossibile”. Sono state dieci serate intense ricche di parole e di silenzi, di esperienze di vita e di insegnamenti, di sorrisi e di battute che ci hanno fatto crescere, ci hanno aiutato a conoscerci ancora meglio e soprattutto a capire meglio quel sacramento che ognuno di noi andrà a celebrare nei prossimi mesi. Dieci incontri che in un modo o nell’altro hanno lasciato il segno nella nostra vita e che ognuno di noi porterà dentro di se; soprattutto quando, tra qualche mese, sarà passata la frenesia,
SI E’ CONCLUSO IL CORSO IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO
“Io accolgo te…”
Le coppie che hanno partecipato al Corso per fidanzati, con alcuni animatori
l’entusiasmo e l’agitazione che caratterizzano “i preparativi” di un giorno così importante. Per questo volevamo dire semplicemente un grazie a tutti…e pensiamo di poterlo fare a nome di tutte le coppie che hanno partecipato! Grazie a Don Fidelmo che ci ha accolto e ci ha aiutato a capire il senso profondo di cosa significa la parola amore, il significato del matrimonio come unico sigillo ufficiale e pubblico che nessuno può sciogliere. Amore… poche lettere messe in fila che quando bussano al cuore di uomo e una donna sono in grado di sconvolgere la vita e crearne una nuova,
come una cosa sola che automaticamente genererà altro amore. Grazie a Giuliana & Giuseppe per la loro presenza: come “secondi genitori”ci hanno presi per mano e ogni sera ci hanno fatto fare un passo avanti, perché in ogni gesto pensato per noi era visibile e si sentiva il loro Amore vissuto e regalato gratuitamente a tutti noi! Grazie a Daniela che ci ha parlato della “sessualità” un argomento non facile e forse ancora un po’ difficile da trattare, perché ha saputo, con parole semplici e non scontate, valorizzare e esaltare questo grande dono che è stato donato a ogni uomo e donna.
Grazie a Mariateresa che con il suo sorriso e le sue parole è riuscita a “tirar fuori” (…da brava psicologa!) i nostri lati positivi, negativi e i nostri punti di forza, perché è proprio su quelli che dobbiamo costruire il nostro futuro insieme! Grazie a Giovanna per la sua professionalità e preparazione con la quale ci ha spiegato aspetti “legali/burocratici” a volte dati per scontati per la coppia che “mette su famiglia”. Grazie a tutte le coppie che hanno portato la loro testimonianza di vita, perché ognuno di loro ha saputo trasmettere il vero senso della vita vissuta
in coppia… Non si è più due, ma si è una cosa sola: si cammina, si cresce, si sceglie, si gioisce, si piange, ma tutto viene fatto insieme. Grazie a tutti i nostri genitori perché hanno creduto in Noi e ci hanno accompagnato in questo cammino in tutti i sensi, anche partecipando ad un incontro a loro dedicato dove hanno potuto esprimere “quello che sentivano dentro” e condividere con altri genitori le ansie, le gioie e un po’ lo smarrimento di quando un figlio/a lascia la casa dove è nato. E, per concludere, un in bocca al lupo a tutti noi che abbiamo partecipato a questo cammino e a tutti i ragazzi che nei prossimi mesi/ anni faranno la nostra stessa scelta… L’augurio è quello che ci siano sempre più coppie controcorrente che decidano di dire il proprio “Sì, lo voglio” nella casa di Colui, che come un Amico, ci mette a disposizione la Sua abitazione per il giorno più importante della nostra vita, e diventa il Testimone n°1 del nostro Amore ogni giorno! Auguri! Federica & Alessio
11 Mer 1 ore 9.30 e 17 in Centro Pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 16: Incontro formativo per le insegnanti della Scuola Materna; ore 21: preghiera in oratorio Rinnovamento nello Spirito (RnS); ore 21: prove della Corale S. Ambrogio (Corale SAm) Gio 2 ore 18: Incontro adolescenti; ore 20.30: Incontro diciotto/diciannovenni; ore 20.45: Consiglio Pastorale Parrocchiale (2) Ven 3 Giornata missionaria sacerdotale PRIMO VENERDÌ DEL MESE Visita ai malati. ore 18: S. Messa e, a seguire, l’Adorazione continuata (comunitaria dalle 21 alle 22). Sab 4 ore 15 ÷17.30: confessioni; ore 17: Rosario Perpetuo DOM 5 IVª DI AVVENTO (raccolta prima del mese) ore 15: Ritiro d’Avvento degli adulti, specialmente per i collaboratori parrocchiali; ore 17.15: Vespri Lun 6 ore 17: S. Messa tra i Vespri, introduzione della statua di S. Ambrogio in chiesa e breve preghiera al patrono. ore 20.30 in Centro Pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 21: prove Corale SAm Mar 7 SOLENNITÀ DI SANT’AMBROGIO FESTA PATRONALE ore 7.30: Lodi del Patrono ore 10.30: S. Messa solenne del santo Patrono ore 11.15: apertura della Mostra Presepi ore 17.15: Vespri di S. Ambrogio ore 21: Concerto della Corale 80
Mer 8 IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA Giornata dell’adesione all'Azione Cattolica ore 10: benedizione delle tessere di Azione Cattolica; ore 11.15: S. Messa solenne ore 16: in centro pastorale consegna delle tessere di Azione Cattolica e momento di festa; ore 17.15: Vespri dell’Immacolata Gio 9 ore 18: Incontro adolescenti; ore 20.30: Incontro diciotto/diciannovenni; ore 21, a Melzo: approfondimento della fede per i giovani del Decanato Ven 10 ore 21 in casa parrocchiale: incontro sul Vangelo domenicale; Sab 11 ore 9.30: catechismo 4 IVC; Prima Confessione ore 10.30 ore 15 ÷17.30: confessioni; ore 17.00, sulle vie della santità: Santa Chiara Banchetto vendita a favore dell’associazione “Tenda di Abramo” ore 19: Riunione periodica chierichetti DOM 12 Vª DI AVVENTO ore 7.30: S. Messa per le Consorelle del SS. Sacramento
Di giorno in giorno CALENDARIO PARROCCHIALE
DICEMBRE 2010 A Triuggio, incontro formativo di tutti i Consiglieri Pastorali (1); ore 9: incontro per tutti i bambini del CAMMINO D' INIZIAZIONE CRISTIANA (3); ore 16-19: Ritiro d’Avvento per il 3° anno di catechismo tradizionale Prima Comunione ore 17.15: Vespri d’Avvento Lun 13 ore 20.30: Natale degli Sportivi al Pala Sharp ore 20.30 in Centro pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 21: Adorazione in oratorio; ore 21: prove Corale SAm Mar 14 ore 9.45: i preti decanato si incontrano a Lucino; ore 18: a Milano, nella basilica dei SS. Apostoli e Nazaro Maggiore: S. Messa natalizia per gli universitari ore 20.30 in Centro pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 20.30: Messa in chiesa per gli oratoriani e
scambio degli auguri Mer 15 ore 9.30 e 17 in Centro pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 21: preghiera in oratorio RnS; ore 21: prove Corale SAm Gio 16 16.45: Novena di Natale Primo giorno Ven 17 Termine delle Benedizioni natalizie 16.45: Novena di Natale ore 21 in casa parrocchiale: incontro sul Vangelo domenicale; Sab 18 ore 9: catechismo 3°anno tradizionale; 1° Confessione ore 10 ore 11.30: S. Messa di Natale per gli anziani; ore 15 ÷ 17.30: confessioni DOM 19 VIª DI AVVENTO O DELL’INCARNAZIONE Benedizione delle statuine di Gesù Bambino Raccolta straordinaria di alimenti pro Caritas Al mattino, in auditorium: festa di Natale dei bambini della scuola materna; Al pomeriggio: preghiera per tutto il gruppo dell’Introduzione alla Vita Cristiana ore 17.15: Vespri d’Avvento Lun 20 16.45: Novena di Natale. Da oggi si riconsegnano i
Anagrafe parrocchiale dal 24 ottobre al 21 novembre 2010 SONO RINATI IN CRISTO
Valeria Abrusci, Alessandro e Gaia Olga Fusco, Milena Nicosia
Date delle prossime celebrazioni del sacramento del battesimo: su indicazione della Diocesi, è in atto un cambiamento riguardante la preparazione dei genitori al battesimo dei loro figli. Il primo passo da compiere rimane quello di presentarsi al parroco.
salvadanai di Avvento ore 20.30, in Centro pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 21: prove Corale SAm Mar 21 16.45: Novena di Natale ore 21 in Centro pastorale: proposta formativa per gli adulti “EVO” Mer 22 ore 9.30 e 17 in Centro pastorale: scuola di italiano per stranieri; ore 9.30 ÷ 11.30: confessioni; ore 21 Celebrazione penitenziale comunitaria Gio 23 Ven 24 ore 9.30 ÷ 11.30: confessioni; ore 15 ÷ 18.30: confessioni; 17.00: Novena di Natale; ore17.30: a conclusione della Novena di Natale, in oratorio, piccola processione (oratorio-chiesa) e ore 18: s. Messa di Natale per i bambini; ore 21.30: Messa di vigilia di Natale in S. Biagio; ore 23: Veglia di Natale ore 24: S. Messa solenne concelebrata Sab 25 NATALE DEL SIGNORE Orario festivo delle Ss.Messe: 7.30 – 9 – 10 – ore 11.15 Solenne – 18 DOM 26 S. STEFANO: Ss. Messe ore 7.30 – 10.30 – 18.00 ore 17.15 Vespri; ore 17.20, in Centro pastorale: spiegazione del rito del battesimo ore 18: Riti di accoglienza per le famiglie dei battezzandi Lun 27 Mar 28 Mer 29
°*°*° Ricordiamo ai familiari, che chiedono le esequie cristiane, di informare personalmente il parroco della morte del congiunto. Ancor meglio sarebbe chiamare il sacerdote prima del decesso perché possa amministrare l’Unzione degli Infermi, sacramento di guarigione per la salvezza del corpo e dell’anima. Per chi desidera è possibile pubblicare in questo spazio la foto – ricordo del defunto, facendola pervenire in tempo utile al parroco.
Gio 30 Ven 31 ore 18: S. Messa concelebrata e canto del Te Deum ore 23.30: momento di preghiera in oratorio e brindisi
12 Questo mese facciamo una pausa. Non raccontiamo di nessun parroco in particolare, ma continuiamo la lettura della relazione stilata dal vicario foraneo nel 1682, alla morte del curato De Veteris. Da essa veniamo a conoscenza, per esempio, dell’entità del beneficio parrocchiale, ossia della ricchezza della nostra chiesa: “La Rendita di detta cura, et beneficio di fermo, certo, e siccuro consiste in 80 pertiche di terra, et terreno buono, et vi saranno 20 scuti de livelli, e calcolato il tutto di fermo renderà lire 500; et straordinarii un anno con l’altro lire 800 et ha l’obbligo [il parroco] di [celebrare] due messe alla settimana”. Pur essendo proprietaria di oltre cinque ettari di terreno - e non erano pochi - dati in affitto, la parte più cospicua del beneficio era costituita dalle entrate straordinarie, ossia dalle cosiddette “incerte” . Ogni anno, infatti, la nostra parrocchia riscuoteva: per “gli officii de morti e per messe cantate” circa 200 lire; per la “cera ed honorari de matrimonii e de battesimi” 150 lire; per la celebrazione dei funerali 250 lire; come “regalia nella benedizione delle case nella vigilia del santo Natale” 5 lire; per “l’ova delle benedette doppo il parto (uova che venivano poi rivendute a 5 soldi la dozzina) et nell’andar a ricever li bolettini della Comunione Pasquale” 5 lire; per la recita del Passio (per
UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA: I PARROCI
Entrate e tariffe nel XVII secolo il quale venivano offerti “moggia tre e mezzo di formento in ragione di lire 18 al moggio e moggia tre e mezzo di miglio in ragione di lire 8 al moggio”) 90 lire. La recita del Passio, cioè la lettura del brano evangelico che racconta la passione di Gesù, veniva effettuata dal parroco la domenica, prima della messa più solenne, nel periodo che andava dall’ottava di Pasqua all’Esaltazione della Croce, all’incirca da aprile alla metà di settembre. Molti ricorderanno come ancora fino a una quarantina d’anni fa, il curato, durante la celebrazione della messa domenicale, non mancava di ringraziare i fittabili per le offerte in natura del Passio. Nei secoli scorsi gli introiti delle cerimonie funebri costituivano una delle principali entrate di cui godevano i parroci e alle quali mal volentieri rinunciavano. Non di rado, infatti, essi si lamentavano - poco cristianamente, diremmo oggi - di aver dovuto presenziare “gratiis et amore Dei” alle esequie di parrocchiani indigenti, poiché oltre a non ricevere nulla dovevano coprire di tasca propria le spese per la cera e per la se-
poltura della salma. Si lagnavano anche del fatto che alcune famiglie, dopo aver concordato il prezzo dei funerali, ne rimandavano continuamente il pagamento, fintanto che alla scadenza dei contratti agricoli a san Martino, lasciavano il paese senza più corrispondere il dovuto. Le tariffe differivano a seconda che si trattasse di funerali di persone “intra septenium”, cioè di età inferiore ai sette anni, che erano anche i più numerosi, oppure “ultra septenium”, cioè maggiori di sette anni: per questi ultimi, infatti, si pagava tre volte tanto. Ma soprattutto i prezzi differivano in base alla distanza dell’abitazione del defunto dalla parrocchiale: chi risiedeva “nelle cassine di mezzo” o peggio ancora “nei cassinaggi più lontani” doveva pagare una tariffa più elevata, poiché, essendo maggiore la strada da percorrere, più cera (delle candele) veniva consumata.
I funerali mettevano, dunque, a dura prova i bilanci delle famiglie contadine che erano già più che magri. Avere un lutto in casa, perciò, comportava una doppia disgrazia: al dolore per la perdita di una persona cara, si aggiungeva la preoccupazione di come raccogliere i soldi necessari a pagare le spese funebri. Il numero dei sacerdoti che accompagnavano i funerali costituiva un indice della ricchezza della famiglia cui apparteneva il defunto. Più numerosi erano i preti che partecipavano alle esequie, maggiori erano le disponibilità economiche della casata, poichè più denaro bisognava dare al curato per l’organizzazione della cerimonia e per il pagamento delle relative spese (onorari dei sacerdoti presenti e del sacrista, spese per la cera). Per questo motivo a Vignate, poichè la stragrande maggioranza delle famiglie ap-
parteneva al ceto contadino, ai funerali partecipava un solo sacerdote, o, al massimo due e, quindi, il consumo di candele era molto limitato. Per le poche famiglie borghesi e/o nobili, invece, i funerali rappresentavano una manifestazione di prestigio e le spese relative ad essi non costituivano certo un problema.. Così messer Guarantone, morto a Trenzanesio a soli 44 anni di età, volle per le proprie esequie, celebrate il 18 febbraio 1695, che il feretro fosse “accompagnato alla sepoltura con la presenza d’otto sacerdoti e celebrato l’offitio in die obiti con la presenza di venticinque sacerdoti con la sua messa” , volle inoltre che la sua salma fosse deposti all’interno della chiesa di Sant’Ambrogio “nella sepoltura de’ Scolari del Santissimo, essendo anco esso di quel numero e compagnia”. La relazione del vicario foraneo ricordava inoltre che con i proventi del beneficio il curato doveva garantire, tra le altre funzioni di sua competenza, la celebrazione della “festa del Santo titolare della Chiesa”, cioè di quella di Sant’Ambrogio, la più sentita dai parrocchiani, per la “quale, ogni anno” doveva spendere non “meno, andando con la debita pramatica, di scudi 12”, una somma davvero considerevole per quei tempi. Lu.Ca.