IMPRESE& TERRITORIO Trimestrale di informazione di ARTIGIANCASSA Anno 7 - Numero 3 Novembre 2012
PRIMO PIANO LA MANOVRA SULLA STABILITÀ IL MINISTRO VITTORIO GRILLI L’APPROFONDIMENTO L'IMPRESA È PROVATA MA RESISTE FONDAZIONE R.ETE. IMPRESE ITALIA OSSERVATORIO NAZIONALE SUL CREDITO DELLE PMI RISULTATI 3° TRIMESTRE
SOMMARIO
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Primo Piano La manovra sulla stabilità Il Ministro Vittorio Grilli
L’Approfondimento L’ impresa è provata ma resiste
Osservatorio Rete Imprese Italia - Artigiancassa Microimprese accesso al credito e riduzione degli investimenti
Artigiancassa informa Telethon 2012 Accordo Artigiancassa-Domotecnica Chi è Domotecnica
12 Mostra 150 Mani a Bruxelles Risultati del Bando Internazionalizzazione
15 Vincenzo Masciopinto nuovo Direttore Generale di Artigiancassa
16 17
Il punto Confartigianato sceglie la strada dell’ alleanza
Convegni CNA Next: “Motori” per rilanciare l’ economia
18 La sostenibilità del sistema dei Confidi 19 Donne impresa Confartigianato per un futuro non convenzionale
Redazione, progetto grafico ed impaginazione:
IMPRESE&TERRITORIO
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Anno 7 - Numero 3 - Novembre 2012 Trimestrale di informazione di Artigiancassa SpA Finito di stampare nel mese di Novembre 2012 Iscrizione al Tribunale di Roma n. 544 del 17.12.2007 Direttore Responsabile: Vincenzo Masciopinto (in attesa di variazione) Editore: Artigiancassa
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EDITORIALE
di Vincenzo Masciopinto
ono lieto di firmare il mio primo Editoriale da Direttore Generale di Artigiancassa dopo la recente nomina da parte del Consiglio di Amministrazione della Banca. Ringrazio il Presidente Gianluigi Serafini e tutti i consiglieri per il prestigioso incarico e rivolgo un caloroso saluto al mio predecessore Giuseppe Ienzi per l’ impegno con cui ha affrontato le sfide di Artigiancassa.
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Mi avvicino ad un comparto, quello delle PMI, che non mi è nuovo, grazie al mio precedente incarico di Responsabile Rete Retail in BNL, e che ha importanti peculiarità e enormi potenzialità. La mia nomina perciò intende ribadire l’ attenzione con cui gli azionisti BNL e Agart considerano il ruolo di Artigiancassa all’ interno del Gruppo e nei confronti del mercato retail. L’ obiettivo primario che da subito mi sono posto è contribuire a far diventare Artigiancassa punto di riferimento di competenze e servizi alle PMI italiane, da sempre spina dorsale del sistema economico del nostro Paese. Punteremo in maniera significativa sulla distribuzione dei prodotti e servizi creditizi del Gruppo attraverso gli Artigiancassa Point, ma certamente non tralasceremo nessuna iniziativa per mantenere il nostro posizionamento distintivo in un mercato complesso e sempre più difficile come è oggi quello dell’ agevolato, da sempre fiore all’ occhiello della nostra Banca. In collaborazione con gli azionisti, stiamo studiando nuove linee di sviluppo per Artigiancassa che doteranno la Banca di strumenti e processi ancora più adeguati a sostenere la ripresa del comparto delle PMI. Rilevo d’ altra parte con grande soddisfazione che Artigiancassa, in un 2012 difficilissimo sotto tutti gli aspetti, è stata una delle poche banche nazionali ad ampliare significativamente la sua quota di mercato nella distribuzione, contribuendo a creare valore per il sistema, per le imprese e per gli azionisti. Su questa strada intendiamo perciò continuare con sempre maggiore slancio. Tra gli strumenti a disposizione di Artigiancassa per la sua opera di rilancio rientra anche la rivista “Imprese & Territorio” che ha la duplice funzione di informare e di stimolare il dibattito tra i protagonisti e gli attori e sul territorio. Per questo motivo, proseguendo una tradizione di lunga data in Artigiancassa, ho ritenuto di assumerne a partire da questo numero la Direzione Responsabile. Molte sono le sfide che ci attendono in un contesto obiettivamente difficile, ma siamo pronti ad affrontarle e a superarle con la forza di tutta la squadra Artigiancassa e il convinto appoggio di tutti gli azionisti.
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Imprese & Territorio
PRIMO PIANO
di Marco Michelli
La manovra sulla stabilità Queste le indicazioni sulla situazione economica e sulle prospettive per il futuro, fornite dal Ministro dell’Economia Vittorio Grilli alla presentazione del Progetto Elite.
fiscale ma, per farlo, serve una base imponibile più ampia ed equilibrata. Cosa si attende dalle PMI per sostenere il rilancio dell'economia? Le aziende italiane, specie le medio-piccole, devono crescere e dimostrare di essere in grado di competere nel mercato globale. C’ è bisogno di dimostrare di avere una propria credibilità, magari mostrando una ‘ sana e robusta costituzione’ , che è precondizione basilare per accedere ai capitali esteri. Certo il momento è difficile ma bisogna guardare con ottimismo alle opportunità legate ai grandi cambiamenti in corso: dunque, si tratta di aumentare la dimensione delle imprese, patrimonializzarle, modernizzarne l’ assetto societario e dare trasparenza ai bilanci, investendo sulla qualità dei prodotti – sempre stato un fiore all’ occhiello del “Made in Italy” - senza disdegnare neanche le risorse che internet e il mercato online possono mettere a disposizione. Da parte del Governo, le tante indicazioni per una semplificazione burocratica e lo stimolo all’ attrazione di investimenti esteri potranno risultare qualificanti per sostenere la crescita.
Quale la situazione che bisogna attendersi per il prossimo futuro? La situazione economica appare ancora delicata. Per questo occorre stare attenti a non deviare dal percorso che il Governo ha avviato. Infatti, lo spread è sempre in agguato e rischia di minare la credibilità del rilancio economico che ci attendiamo già dal prossimo anno. Purtroppo, non è solo la crisi economica dell'Italia a essersi riacutizzata, visto che i mercati sono ancora in una fase di riaggiustamento. Ciò conferma quanto la situazione sia ancora instabile e obbliga a stare attenti, sia a livello europeo che dei singoli Paesi, non abbassando la guardia e continuando nell'opera di riforma e di stabilizzazione della spesa pubblica. Del resto, se i venti contrari si placheranno e se troveremo del vento in poppa dall'economia internazionale, i cambiamenti nel nostro potenziale di crescita si tradurranno in una migliore performance della nostra economia. Tuttavia, resta ancora molto da fare. A cominciare dall'inaccettabile livello di evasione fiscale, che bisogna combattere con tutti gli strumenti a disposizione. Con la manovra sulla stabilità si è voluto proporre un percorso per raggiungere il pareggio dal 2013: miriamo a ridurre l'aliquota
Imprese & Territorio
Quale a suo avviso il ruolo delle banche, ed in particolare di Artigiancassa, per supportare il credito? In fondo al tunnel della crisi tra pochi mesi si potrà rivedere la luce che, per quanto flebile, sarà indicatrice della ripresa. Tuttavia, è necessario mantenere la rotta e garantire credito alle imprese. La crisi è cominciata con i mercati finanziari destabilizzati; ed è noto che senza mercati finanziari stabili, capaci di soddisfare la domanda di credito dell'economia, ma soprattutto delle imprese, non ci può essere crescita. Questo è un passaggio fondamentale nel quale anche Artigiancassa, con la sua esperienza, può e deve dare un contributo che può essere basilare come stimolo per le PMI, visto che il credito alle imprese rappresenta la linfa vitale all’ avvio della ripresa.
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Il Fondo
Crescita
per fronteggiare la utte le stime ufficiali indicano che la recessione sarà ancora duratura e pervasiva; il Pil italiano è atteso in flessione del 2,4/2,6% nel 2012 ed ancora dello 0,5% nel 2013. Alcuni segnali di risveglio sono però attesi a partire dall’ estate del prossimo anno. Un ciclo recessivo ormai troppo lungo per pensare che gli effetti non abbiano tracciato un solco molto marcato all’ interno del nostro sistema produttivo, nel cuore della nostra economia reale, sacrificando imprese e posti di lavoro. Dopo la dolorosa serie di medicine somministrate a famiglie e imprese per evitare la fuoriuscita dell’ Italia dall’ Euro, il Governo ha approvato il Fondo per la Crescita Sostenibile, al fine di stimolare la competitività, la ripresa, il dinamismo della nostra produzione. Le misure poste in atto sono numerose: dall’ attrazione di capitali privati alla costituzione di infrastrutture, comprese quelle energetiche, dal rilancio dell’ edilizia allo sviluppo dei porti, dall’ introduzione di nuovi strumenti di accesso al credito per l’ internazionalizzazione alla riduzione dei tempi della giustizia civile, dalle assunzioni di personale altamente qualificato alla costituzione del Fondo per la Crescita Sostenibile. Quest’ ultimo, in particolare, è destinato alla promozione di progetti di ricerca ed innovazione, al rafforzamento della struttura produttiva, al rilancio delle aree che versano in situazioni di crisi ed alla promozione delle imprese nei mercati esteri. Tre sono le priorità del Fondo: - promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione di rilevanza strategica per il rilancio della competitività del sistema produttivo, anche tramite il consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e sviluppo delle imprese; - rafforzamento della struttura produttiva, in particolare del Mezzogiorno, il riutilizzo di impianti produttivi e il rilancio di aree che versano in situazioni di crisi complessa di rilevanza nazionale tramite la sottoscrizione di accordi di programma; - sostegno alla presenza internazionale delle nostre imprese e attrazione di investimenti esteri in Italia, anche in raccordo con le azioni che saranno attivate dall’ ICE.
La dotazione finanziaria si attesta a circa 650 milioni nel 2012 ed altri 200 negli anni successivi. A queste risorse si aggiungeranno 1,2 miliardi provenienti dal “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca” . Attraverso il Fondo saranno erogati finanziamenti a tasso agevolato, che potranno essere assistiti da garanzie reali e personali. L’ intervento potrà essere attuato anche sotto forma di contributo in conto interessi. Si aboliscono gli interventi a fondo perduto. La pubblicità del funzionamento del Fondo sarà garantita via internet mediante il sito istituzionale dell’ Amministrazione. Vengono inoltre introdotti meccanismi di semplificazione dei procedimenti e accelerazione degli investimenti agevolati, tra cui la possibilità di concedere una sospensione di 12 mesi del rimborso della quota capitale, consentendo, nell’ attuale contesto di grave crisi economica, di non penalizzare imprese che stanno portando regolarmente a compimento i programmi di investimento agevolati. L’ istituzione del Fondo prevede il riordino della disciplina in materia di riconversione e riqualificazione produttiva di aree di crisi industriale complessa. La disposizione introduce due elementi fondamentali: il progetto di riconversione e riqualificazione industriale e la nozione di crisi industriale complessa, che circoscrivono in modo puntuale il perimetro e le modalità di intervento, i tempi di realizzazione e l’ acquisizione di risorse nazionali e regionali. Nello specifico, l’ azione è volta a concentrare l’ intervento pubblico su poche grandi aree di crisi industriale di rilevanza nazionale, superando l’ attuale frammentazione degli interventi e delle risorse, oggi dispersi su una moltitudine di sistemi locali del lavoro che insistono su 3.000 comuni su tutto il territorio nazionale. Per quanto concerne la semplificazione ed accelerazione di “Industria 2015”, il Fondo ha la finalità di sbloccare le procedure amministrative per l’ erogazione delle risorse disponibili e non ancora erogate a filiere o reti di imprese. Il Fondo è dunque destinato a favorire la crescita sostenibile e la creazione di occupazione in un quadro di sviluppo di nuova imprenditorialità, con particolare riguardo al sostegno alla piccola e media impresa e al progressivo riequilibrio socio-economico, di genere e fra le diverse aree territoriali del Paese.
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Gli assi strategici per tornare a crescere: Ricerca e innovazione, Mezzogiorno, Crisi industriali, Internazionalizzazione
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crisi
IL GOVERNO VARA GLI ASSI PER STIMOLARE IL DINAMISMO IMPRENDITORIALE E LA RIPRESA ECONOMICA
2 miliardi di euro per ridare slancio ad un sistema produttivo fiaccato dalla crisi 5
Imprese & Territorio
L’ APPROFONDIMENTO
L’impresa è provata ma resiste Appunti sull'Impresa Diffusa della Fondazione R.ETE. Imprese Italia
er fare il mercato ci vuole il mercato: soggetti di offerta, soggetti di domanda e regole. Il mondo delle PMI e dell’ impresa diffusa garantisce per la prima variabile, ma le altre due sono a rischio. La discontinuità interna al mondo delle PMI da sola non produce crescita: servono visioni, politiche coerenti e sostegno reale alla domanda interna.
Ciò si tramuta in una risposta alla crisi certamente difensiva nei confronti dei risultati raggiunti, ma anche denotativa di una reazione vitale e non di una acquiescenza passiva e statica. Quel 69,9% di imprenditori che dichiara che nei prossimi dodici mesi difenderà in ogni modo ciò che ha costruito fino ad oggi testimonia di un atteggiamento poco incline all’ evocato “ fatalismo del declino” ; colpisce poi il divario schiacciante rispetto al 3.5% di loro che pensa di ritirarsi (Fig. 1) Che l’ impresa diffusa sia portatrice di una capacità significativa di mettersi sotto sforzo, anche in tempi difficili, è segnalato dal loro orientamento strategico a cercare di occupare maggiori spazi nei mercati interni (55.9%) e di aumentare i volumi della loro produzione (26.2%). Una buona parte dei soggetti intervistati risponde quindi con dinamismo alle spinte contrarie degli ultimi anni: il fatto che esista ancora una cospicua fetta di imprenditori italiani che stanno orientando le proprie strategie di crescita verso il recupero dei ritmi di lavoro e della quantità di produzione sta a significare che vogliono affrontare la crisi partendo dai suoi aspetti più problematici e che sono radicati in atteggiamenti oggettivamente orientati al futuro. I micro e piccoli imprenditori, d’ altra parte, credono ancora nelle istituzioni, ma un po’ meno nella politica, anzi nella possibilità che dalla definizione del futuro quadro politico possa scaturire una soluzione per la crisi. Al momento, il perdurare del disagio economico e sociale è ricondotto in prima istanza proprio alla mancanza di soggetti politici in grado di trovare soluzioni efficaci (47,9%, Fig. 2) e al tempo stesso alla insistenza di vincoli burocratici che bloccano le riforme (32,7%). Viene espressa quindi una valutazione – neanche tanto
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Per gli imprenditori italiani la politica non riesce ad indicare percorsi di uscita dalla crisi e la burocrazia ancora frena le riforme avviate. Resta il loro orgoglio, che la crisi non ha spento e la loro voglia di mettersi ancora in gioco per non sbriciolare se stessi e il Paese. Alla politica nazionale rimane il compito di farsi carico e di valorizzare (con interventi destinati a rafforzare i settori a scommessa di dinamismo, e i processi necessari a renderli tali) il patrimonio sociale e produttivo delle PMI che vogliono non solo “resistere” alla crisi ma anche riprendere a crescere, in termini di competenze e di capacità produttiva. Questi i risultati di maggiore rilievo della prima di una serie di indagini a carattere bimestrale che la Fondazione R.ETE. Imprese Italia ha realizzato su un campione rappresentativo del tessuto produttivo italiano¹. Nelle dichiarazioni degli imprenditori intervistati risalta un fortissimo senso di appartenenza e di identificazione con la loro impresa. Si tratta di persone che hanno basato la propria vita nella costruzione e nello sviluppo del loro attuale lavoro d’ impresa e non ci stanno a vederlo sparire.
¹ La rilevazione di campo, condotta con il metodo CATI, è stata realizzata da Format Srl nella settimana dal 24 al 28 settembre 2012. Il campione di 2500 imprese è rappresentativo dell’ universo delle imprese italiane da 1 a 49 addetti (domini di studio del campione: Area geografica, Settore di attività, Dimensione in termini di addetti).
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implicita – sul fatto che il tentativo di riformare il Paese sia riuscito solo in parte, e che a questo manchi comunque visione strategica ed efficienza nella fase di implementazione.
Gli imprenditori italiani prendono poi sempre più coscienza dell’ interdipendenza che lega il nostro paese alle altre aree economiche e sono altrettanto consapevoli che pure il quadro di governo interno dipenda sempre più da logiche e da assetti di politica internazionale (35,1%) oggi addirittura più pressanti degli interessi speculativi dei mercati finanziari a lungo stigmatizzati (10,7%).
Fig. 1 - Strategie di orientamento dell’azienda nei prossimi 10 mesi (val.%)* L’unica soluzione è ritirarmi
Trovare il modo di andare all’estero
Ridurre il personale e i collaboratori
Cambio struttura organizzativa
3,5
6,2
10,1
12,5
Insistere sulla presenza all’estero
15,4
Realizzare il passaggio generazionale
15,4
Puntare a nuovi prodotti/servizi e materiali
Nel variegato mondo dell’ impresa diffusa, la tanto evocata cultura di mercato è dunque tutt’ altro che assente, e molteplici sono le energie che, senza aspettare input dall’ esterno, sono già convogliate verso discontinuità in grado di produrre sviluppo. Al tempo stesso, i piccoli imprenditori sanno che ciò potrebbe non bastare se non sarà seguito dal rafforzamento dei soggetti produttivi efficienti e da una rinnovata e più snella cultura di regolazione pubblica. Nel nostro paese, infatti, senza l’ adozione di politiche coraggiose e di impegni finanziari dedicati alla crescita, i sacrifici degli imprenditori “ resistenti” potrebbero non andare a buon fine. Ancora una volta torna in evidenza il vuoto di prospettiva legata a fattori esogeni, che rischia di allontanare una risorsa produttiva di alto potenziale – quale è l’ imprenditoria diffusa – dall’ interesse per processi di decision making poco incisivi e lontani dall’ interesse dell’ economia reale.
19,1
Avere un atteggiamento attendista e contare sul miglioramento del contesto da parte delle istituzioni pubbliche
24,9
Aumentare i ritmi di lavoro e della produzione
26,2
Creare nuovi mercati interni
55,9
Difendere a tutti i costi ciò che ho costruito fin qui
69,9
Fig. 2 - Motivazioni del perdurare della crisi economica (val.%)*
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Sono i soggetti produttivi a non darsi abbastanza da fare
*La somma delle percentuali è diversa da 100,0 perché erano ammesse risposte multiple
4,6
In futuro, vivere in clima di crisi sarà normale
Strategie proattive • Il 55,9% cercherà nuovi mercati interni • Il 26,2% aumenterà i ritmi della produzione • Il 21,6% punterà sull’internazionalizzazione • Il 19,1% nuovi prodotti/servizi
7,1
La speculazione internazionale ha tutto l’interesse che continui
10,7
32,7
La burocrazia blocca qualsiasi riforma
Difesa del valore aziendale • Il 69,9% cercherà a tutti i costi di difendere ciò che è stato costruito fin qui
Ci sono troppi equilibri politici internazionali in gioco
Attesa di tempi migliori • Il 24,9% avrà un atteggiamento attendista, contando su un miglioramento del contesto • Il 10,1% prevede prevede di ridurre personale e collaboratori
35,1
Non c’è nessun soggetto politico in grado di trovare soluzioni efficaci
47,9 0
20
40
60
80
100
*La somma delle percentuali è diversa da 100,0 perché erano ammesse risposte multiple Fonte: elaborazioni Fondazione R.ETE. Imprese Italia su indagine campionaria, anno 2012
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Fonte: elaborazioni Fondazione R.ETE. Imprese Italia su indagine campionaria, anno 2012
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OSSERVATORIO
Microimprese accesso al credito
e riduzione degli investimenti risultati della 2° rilevazione dell’ Osservatorio nazionale sul credito delle PMI, si riferiscono sia alle attese di cambiamento per il 4° trimestre 2012 (analisi dinamica di tipo qualitativo, derivante dall’ elaborazione delle interviste telefoniche somministrate con il sistema Cati ad un campione statistico di imprese minori nel mese di settembre), sia al consuntivo riferito al 1° semestre 2012 (analisi statica di tipo quantitativo, riferita al numero di piccole imprese attive, totali ed artigiane, ai finanziamenti e ai depositi bancari in essere, alla raccolta postale, articolate rispetto alle direttrici d’ indagine geo-settoriali-dimensionali). Nel complesso, le risultanze evidenziano crescenti difficoltà di accesso al credito da parte delle piccole imprese e conseguente diminuita capacità degli operatori di far fronte al loro fabbisogno finanziario. L’ aumento del peso dei prestiti destinati a garantire l’ attività ordinaria d’ impresa a discapito degli investimenti costituisce una delle novità emergenti, causa non secondaria dell’ accresciuta vulnerabilità dell’ imprenditoria minore.
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zionali al numero di addetti, specie presso le imprese del Mezzogiorno. Segnali di miglioramento, per contro, si hanno nelle regioni del Nord Italia, nel settore delle costruzioni e presso le imprese di dimensioni più grandi (19-50 addetti). I principali indicatori economici rilevati confermano l’ atteggiamento negativo manifestato dalle imprese: per il 3° trimestre 2012 emerge un leggero deterioramento dei ricavi, un peggioramento dell’ occupazione e un aumento dei prezzi praticati alle imprese minori dai propri fornitori.
CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE Resta negativo nel terzo trimestre del 2012 il clima di fiducia delle microimprese e delle piccole imprese, che non prevedono alcun miglioramento nell’ economia italiana, rilevando peraltro un ulteriore peggioramento dell’ andamento della propria azienda nel medesimo periodo. Le criticità rilevate sono inversamente propor-
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FABBISOGNO FINANZIARIO È peggiorata la capacità degli operatori di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, ossia sono aumentate le imprese in difficoltà nell’ effettuare i propri pagamenti. In particolare, le dit-
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te individuali sono quelle che continuano a manifestare le maggiori difficoltà, sebbene anche le altre tipologie d’ imprese abbiano fatto registrare un significativo deterioramento. Decisamente migliore é la situazione delle imprese del Nord Ovest, come pure in marcato miglioramento quella delle imprese dell’ Italia centrale. Dall’ analisi settoriale emergono in forte sofferenza le imprese del settore del turismo e quelle manifatturiere, mentre segnali di deciso recupero si osservano nel comparto delle imprese dei servizi e - sebbene su livelli di criticità più marcata - in quello delle costruzioni. In termini di aspettative per il quarto trimestre, marcati peggioramenti si osservano nelle imprese operanti nel settore del turismo e della manifattura, al pari delle imprese del Nord Ovest. Segnali di recupero si osservano per le imprese di più piccole dimensioni, per quelle operanti nei settori dei servizi, del commercio e per quelle presenti nel Nord Est e nel Centro Italia.
CRESCE IL NUMERO DELLE IMPRESE Nel 2° trimestre 2012 si è assistito ad un aumento del numero delle imprese registrate (risultato rilevante perché segue ad un periodo di contrazione del numero), incremento quasi totalmente appannaggio delle imprese riconducibili alla filiera di Rete Impresa Italia. Oltre il 50% dell’ incremento imprenditoriale è stato fatto registrare dai settori del commercio e dei servizi di alloggio e ristorazione. I due terzi degli incrementi hanno interessato le regioni del Centro Nord (con incrementi significativi nel Lazio, Toscana ed Emilia Romagna). Gli aumenti più significativi nel Mezzogiorno, sono stati registrati in Puglia e Sicilia. DIMINUISCONO I FINANZIAMENTI IN ESSERE Al 30 giugno 2012, i prestiti bancari ai settori produttivi domestici erano pari a 978.492 milioni di euro, in diminuzione del 2.5% su base annua (-24.925 milioni di euro), con una leggera crescita del peso dei prestiti a medio/lungo termine a discapito di quelli a breve termine. Il 14,9% dei suddetti prestiti bancari è in favore delle imprese del “Commercio” (Sezione ATECO G) ed il 6,1% di quelle del “Turismo” (Sezioni ATECO I-N). Aggiungendo a tali percentuali la quota delle Imprese Artigiane che non rientrano nelle Sezioni ATECO già considerate, pari al 4,1%, si raggiunge il 25,1%, rappresentativo della quota complessiva dei prestiti bancari a favore delle imprese riconducibili a Rete Imprese Italia, pari a circa la metà del contributo che tali imprese apportano al Valore Aggiunto ed all’ Occupazione! Dall’ analisi dinamica comparata delle statistiche ufficiali al 31 luglio 2012, elaborata a cura di Rete Imprese Italia su dati Bastra News della Banca d’ Italia, emerge che soltanto le imprese mediograndi riconducibili a Rete Imprese Italia registrano una riduzione dei prestiti più contenuta rispetto alla media complessiva, mentre le Quasi Società Artigiane risultano quelle più penalizzate dal credit crunch in atto.
ACCESSO AL CREDITO In riduzione nel terzo trimestre del 2012, rispetto al trimestre precedente, la percentuale delle piccole imprese che si sono rivolte alle banche per richiedere un fido, un finanziamento o la rinegoziazione di un fido o finanziamento preesistente (15,4% vs. 21,7%). Tale dinamica trova conferma anche per le imprese artigiane (13,1% vs. 19,2%). Inoltre, il 30,8% delle piccole imprese ha ottenuto un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, contro il 36,5% del trimestre precedente. Il 13,7% ha ottenuto un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, contro il precedente 25,3%. Il 22,1% (rispetto al precedente 11,1%) ha visto rifiutata la propria domanda di credito. Dopo diversi trimestri inizia anche a ridursi la cosiddetta “ area di irrigidimento” (credit crunch), costituita dalla somma delle imprese che si sono viste accordare un credito inferiore, rispetto a quello richiesto, e da quelle alle quali il credito è stato rifiutato. Nel 3° trimestre 2012 l’ area del credit crunch ha interessato il 35,8% delle piccole imprese, contro il 36,4% del 2° trimestre. Tale area, confermando le DINAMICA COMPARATA SU BASE ANNUA (CAGR%) DEI PRESTITI BANCARI aspettative, risulta amplificata nelle ALLE IMPRESE PER DIMENSIONE AL 31/7/2012 regioni del Centro e del Mezzogiorno. TOTALI Artigianato Commercio e Turismo Rete Impresa Italia La cosiddetta area di stabilità, costituiMICRO-IMPRESE NF -1,7 -4,4 -1,7 -2,9 ta dalle imprese che hanno visto accoFINO A 5 ADDETTI gliere la propria domanda di credito QUSI SOCIETÀ NON -3,1 -5,3 -2,1 -3,5 secondo un ammontare pari o superioFINANZIARIE re alla richiesta, connota le regioni del ALTRE IMPRESE -1,9 n.a. -1,5 -1,5 Nord (in particolare quelle Nord Ovest), (MEDIO-GRANDI) con un multiplo di cinque rispetto alla TOTALE IMPRESE -2,0 -4,9 -1,7 -2,3 media del Centro-Sud-Isole. Fonte: Flussi di Ritorno delle Segnalazioni di Vigilanza (BASTRA New) In termini di finalità della richiesta del finanziamento, si osserva una generalizzata creAlcune considerazioni generali emergono in scita per esigenze di liquidità e cassa, da un lato, modo piuttosto evidente. e di ristrutturazione del debito, dall’ altro, a scapito delle esigenze di investimento. Gli intervenA soffrire gli effetti della crisi, che da ormai oltre ti creditizi sono pertanto finalizzati principalmenquattro anni ha colpito l’ economia mondiale e te a consentire la semplice e ordinaria gestione quella del nostro paese, sono tra gli altri alcuni delle attività. dei settori che al contrario dovrebbero, o potreb-
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OSSERVATORIO improntate alla crescita, e dall’ altra di una politica dell’ offerta di credito che tenga conto di una “domanda di credito” molto diversa rispetto al passato. Le banche si attengono strettamente alle loro regole dimostrando di non saper sempre “leggere il progetto” e quindi di non saper giudicare e selezionare l’ impresa richiedente. Una maggiore conoscenza ed una maggiore consuetudine da parte delle imprese rispetto ai meccanismi che portano le banche all’ erogazione del credito, del sistema delle agevolazioni e del sistema dei confidi potrebbe probabilmente contribuire a migliorare e ad aumentare l’ erogazione del credito da parte delle banche. Così come del resto una rinnovata attenzione ad una “domanda” di credito differente rispetto al passato, che chiede il credito più per esigenze di liquidità e meno per esigenze legate ad investimenti, potrebbe contribuire sul fronte dell’ offerta a performare il ruolo dell’ offerta di credito, ovvero delle banche. Del tutto evidente sotto questo profilo è il nesso fondamentale costituito dalla struttura intermedia dei Confidi, strumento ormai del tutto integrato nei processi di sviluppo dei territori e di soluzione agli effetti della crisi. E’ perciò auspicabile valorizzare ulteriormente il ruolo di queste strutture di garanzia potenziandone il patrimonio e favorendo la semplificazione dell’ attuale filiera della garanzia nel rispetto delle differenze territoriali che caratterizzano il nostro paese. Appare più corretto in questo momento parlare di capacità di sopravvivenza delle piccole imprese piuttosto che di propensione alla crescita, che risulta fortemente sotto stress ormai in tutti i comparti produttivi. Permettere alle aziende di ridotte dimensioni di invertire il ciclo negativo degli investimenti con strumenti ad hoc, allentare gli effetti del credit crunch attraverso una più mirata politica del credito da parte delle banche, sostenere con più vigore la formazione di reti di imprese, sostenere il ruolo dei confidi e attenuare il peso fiscale continuano ad essere i punti di una auspicabile agenda politica attraverso cui sia possibile rimettere al centro dell’ attenzione la parte più cospicua ma anche meno ascoltata del sistema produttivo del paese.
bero, rappresentare una delle leve fondamentali del Sistema Italia: si pensi soltanto al ruolo del turismo, oppure a quello del terziario avanzato o delle imprese manifatturiere, impegnate nelle produzioni di qualità ed alta gamma. Il rischio è quello di vedere ridurre la presenza di imprese in settori ad alta creatività e/o tradizione. Tale fatto non può non destare allarme tenuto conto del ruolo trainante che certi settori economici hanno nei confronti dell’ intero tessuto delle imprese. Desta allarme anche l’ aumento delle richieste di credito da parte delle imprese al sistema delle banche, per esigenze non di investimento, quanto piuttosto di liquidità e cassa. Questo vale ancora di più per le microimprese che hanno inoltre bisogno di affiancare al credito anche altre forme di intervento che possono consistere nel migliorare le modalità di contrasto dell’ evasione fiscale, l’ adozione dell’ Iva per cassa, la riduzione dell’ Irap, la defiscalizzazione degli utili reinvestiti in azienda, la lotta all’ abusivismo e al sommerso e il rispetto delle scadenze di pagamento. La riduzione degli investimenti, con il conseguente calo delle richieste di finanziamento, è certamente uno dei modi attraverso i quali si manifesta il calo della fiducia degli operatori economici. Ci si chiede quanto ancora il nostro sistema delle imprese, ed a seguire il sistema del credito, potranno continuare a dialogare ed a coordinarsi tra di loro in assenza da una parte di politiche di investimento, ovvero di politiche
Osservatorio Rete Imprese Italia e Artigiancassa L’ Osservatorio nazionale sul credito delle PMI è una rilevazione su base trimestrale fortemente voluta da RETE Imprese Italia e realizzata con Artigiancassa (Gruppo BNP Paribas) basandosi sulle indagini campionarie di Format Research e su dati di Bankitalia, Abi, InfoCamere e Istat. L’ Osservatorio estende il campo di indagine a tutte le PMI della filiera di R.ETE. Imprese Italia (artigianato, commercio, turismo, servizi) analizzando il clima di fiducia, l’ andamento congiunturale, il fabbisogno finanziario, le dinamiche del credito (domanda, offerta, tassi, costi, condizioni), la natalità e mortalità delle imprese, i finanziamenti bancari in essere, i depositi. Partendo dai dati complessivi sui finanziamenti totali al sistema, sono stati realizzati specifici focus sui settori produttivi, sulle imprese produttive e sul totale delle piccole imprese (altre piccole imprese e imprese artigiane). La cadenza trimestrale permette un continuo aggiornamento delle tendenze e dei fenomeni e rende l’ Osservatorio uno studio in questo momento unico nel suo genere.
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Telethon 2012 “Il miglior modo per essere felici è cercare di rendere felice qualcun altro”. Su questo aforisma di Mark Twain si basa il concetto di “condivisione dell’ impegno” che è alla base della campagna di raccolta fondi promossa da Telethon a sostegno della ricerca scientifica, alla quale anche quest’ anno aderiscono Artigiancassa e le Confederazioni dell’ artigianato Confartigianato, CNA e Casartigiani.
fico bancario sul conto: 11100 c/o BNL (IBAN IT55L0100503215000000011100) Dal 2005 i fondi raccolti sono stati indirizzati a sostenere i progetti di ricerca relativi alla Sindrome “X fragile”, malattia ereditaria causa di ritardo mentale, autismo ed epilessia. Quest’ anno sono destinati ad un nuovo progetto di ricerca dell’ equipe della dott.ssa Maria Pia Passafaro dell’ Istituto di Neuroscienze - Consiglio Nazionale delle Euroscienze del CNR di Milano. Il progetto analizza il ruolo del gene TM4SF2, le cui mutazioni causano gravi forme di disabilità intellettiva non sindromica legata al cromosoma X.
Dal 2001 ad oggi, gli sforzi congiunti della Banca e del mondo associativo artigiano hanno permesso di superare il traguardo di oltre 1.000.000 euro raccolti: si tratta di un importante risultato, ottenuto in anni di difficoltà economica e quindi per questo ancor più significativo. La raccolta dei fondi avverrà attraverso la mobilitazione delle Sedi Regionali Artigiancassa e delle strutture territoriali associative. Le offerte possono essere effettuate tramite boni-
Accordo
ARTIGIANCASSA DOMOTECNICA Artigiancassa e Domotecnica hanno stipulato un accordo per offrire sostegno finanziario sia alle aziende che desiderano affiliarsi alla rete in franchising Domotecnica sia a quelle già affiliate che hanno necessità di acquistare scorte e materie prime o esigenze di liquidità e di investimento. I prestiti Artigiancassa sono assistiti dalla garanzia del confidi Fidindustria. L’ accordo prevede l’ offerta di tre specifici prodotti di finanziamento Artigiancassa: Prestito Artigiancassa Investimenti Domotecnica destinato alle imprese che vogliono affiliarsi, con un importo massimo di 30.000 euro e durata da 24 a 60 mesi; Liquidità Domotecnica a breve termine per l’ acquisto di materiali e scorte con un importo massimo di 25.000 euro e Scorte Domotecnica per acquisto scorte, con un imoporto massimo di 30.000 euro e durata da 24 a 36 mesi. Ad essi si aggiunge un pacchetto di prodotti e servizi anch’ essi a condizioni di favore come la carta di credito aziendale e il POS GPRS i7910 che non necessita di una linea telefonica fissa ed è dotato di un modem interno GSM dual band che assicura collegamenti molto veloci. Per avere informazioni ed accedere all’ offerta, gli installatori interessati possono rivolgersi a tutta la rete Domotecnica presente capillarmente sul territorio nazionale, oppure www.domotecnica.it Area riservata Domochannel, www.artigiancassa.it, www.fidindustria.it.. Le aziende interessate potranno beneficiare dei grandi vantaggi offerti dal modello di distribuzione Artigiancassa: condizioni di mercato di assoluto favore, semplicità di accesso al credito, tempi ridotti, consulenza personalizzata.
Chi è DOMOTECNICA Domotecnica è la rete nazionale indipendente in franchising per aziende di installazione che operano nel campo dell’ efficienza energetica e delle energie rinnovabili. La rete è composta da oltre 1.200 aziende affiliate in tutta Italia con 7.400 addetti e 70 aziende partner fornitrici di tecnologie e di servizi, con un giro di affari di circa 60 milioni di euro annui.
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Mostra
150 Mani a Bruxelles Artigiancassa Main Sponsor dell’iniziativa so l’ esposizione di 150 tra oggetti e prodotti artigianali tipici del “ Fatto in Italia” ispirati a personaggi o eventi significativi dell’ Unità. La Mostra rende merito al lavoro che migliaia di artigiani svolgono ogni giorno per lo sviluppo del territorio e contribuisce a mantenere intatti i valori di identità nazionale. L’ esposizione ha saputo coniugare l’ arte italiana con l’ ingegno ed il saper fare, caratteristiche classiche del mondo dell’ artigianato che da sempre rappresenta un importante segmento dell’ economia italiana. Il progetto ha dato meritoriamente risalto alle produzioni di giovani e di donne, le due anime forti che più di tutte hanno contribuito alla nascita dell’ Italia unita.
Organizzata da Confartigianato e CNA attraverso il loro ufficio di rappresentanza congiunto ISB in Europe, è stata inaugurata lo scorso 1° ottobre a Bruxelles, presso lo spazio espositivo Tour & Taxis, la mostra "150 Mani", di cui Artigiancassa è main sponsor, con il patrocinio dell’ Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles. All'inaugurazione hanno partecipato i vertici nazionali di Confartigianato e CNA e per Artigiancassa è intervenuto il Direttore Commerciale Francesco Simone. La Mostra rientra nel programma di celebrazioni dei 150 anni dell’ Unità d’ Italia che Confartigianato e CNA hanno ripercorso attraver-
Risultati del Bando
Internazionalizzazione Artigiancassa ha gestito i fondi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico con Decreto del 4.1.2011, finalizzati a favorire i processi di internazionalizzazione di Consorzi e RTI di imprese artigiane italiane.
aventi i requisiti richiesti è stat pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 201 del 30/8/2011. Artigiancassa, a testimonianza della valenza della misura, ha ricevuto 110 domande di agevolazione da parte dei Consorzi/RTI che sviluppano una richiesta di contributo a fondo perduto pari ad euro 10.796.455, 55 (v. Tabella).
Le domande sono state presentate nel periodi di apertura del bando tra marzo ed aprile 2011 e la relativa graduatoria delle posizioni
CONTRIBUTI ED INVESTIMENTI PRESENTATI REGIONI ABRUZZO BASILICATA CAMPANIA EMILIA ROMAGNA LAZIO LOMBARDIA MARCHE PIEMONTE PUGLIA SICILIA TOSCANA UMBRIA VENETO TOTALE COMPLESSIVO
NUMERO DOMANDE 1 1 9 11 7 7 15 6 8 3 14 10 18 110
CONTRIBUTO* 36.120,00 74.670,00 927.350,00 1.071.567,80 834.244,00 760.587,67 1.541.638,08 628.500,00 473.300,00 259.810,00 1.358.115,00 1.102.518,00 1.728.035,00 10.796.455,55
*Importi in euro
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Le province più attive sono state nell’ ordine Firenze (53 aziende coinvolte), Perugia (47), Vicenza (45) e Fermo (40). In termini di contributi in conto capitale il maggior volume di richieste è pervenuto dalle aziende della Toscana (euro 1.424.229,21) e dalla Lombardia (euro 1.202.308,99). La maggior parte dei progetti riguardano iniziative di internazionalizzazione nelle Nazioni appartenenti all’ Unione Europea, seguite dai paesi dell’ Est Europeo, gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti. Le domande pervenute sono principalmente riferite al settore tessile (collegato al mondo della moda) e a quello agroalimentare (collegato alla produzione/distribuzione dei prodotti tipici).
Le aziende complessivamente inserite all’ interno delle filiere che hanno presentato le domande di agevolazione sono state 817. La maggior parte delle aziende che hanno fatto ricorso alle agevolazioni sono ubicate geograficamente nelle Regioni del Nord (43,33%). Buona è stata la risposta del Centro Italia con un numero di aziende pari al 38,19% rispetto al totale delle partecipanti. Il Sud e le Isole, invece, hanno dimostrato minore interesse per questa misura agevolativa. La Regione che ha visto coinvolte il maggior numero di imprese è stata il Veneto con 124 aziende, seguito dalle Marche (101) e dalla Toscana (100).
CONTRIBUTI ED INVESTIMENTI PRESENTATI REGIONI
DISTRIBUZIONE DELLE DOMANDE DI AMMISSIONE
Aziende collegate
EMILIA ROMAGNA
58
FRIULI VENEZIA GIULIA
16
LIGURIA
94
PIEMONTE
51 6
VENETO
124
TOTALE NORD
355
ABRUZZO LAZIO
32 101
TOSCANA
100
TOTALE CENTRO BASILICATA CLABRIA CAMPANIA
16,75%
311 11
43,25%
2 47 4
PUGLIA
50
SICILIA
DISTRIBUZIONE DEL CONTRIBUTO RICHIESTO
71
MOLISE
SARDEGNA
38,19%
7
MARCHE
UMBRIA
43,33%
6
LOMBARDIA
TRENTINO ALTO ADIGE
18,48%
5
40,00%
32
TOTALE SUD
151
TOTALE ITALIA
817
Area Nord
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Area Centro
Area Sud
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ARTIGIANCASSA INFORMA - rappresentare gli interessi e le tematiche degli imprenditori ampliando la gamma delle spese ammissibili in modo da rendere più appetibile lo strumento; - elaborare proposte migliorative e semplificative della misura avvalendosi delle istanze provenienti dagli artigiani. Anche nella fase di apertura del secondo bando, le Associazioni hanno svolto un ruolo di fondamentale importanza: - svolgendo un’ azione di diffusione dei contenuti della normativa di riferimento e promuovendo la cultura e la conoscenza delle tematiche; - favorendo l’ accesso alla misura delle imprese con attività di consulenza nella fase di start up delle iniziative ed erogando i servizi collaterali tipici delle Associazioni; - promuovendo e sostenendo la creazione degli RTI tra le imprese artigiane. Allo stesso modo, in fase di rendicontazione finale degli investimenti le Associazioni stanno supportando adeguatamente le imprese in tutte le fasi di vita dei progetti di internazionalizzazione (start-up, realizzazione, consolidamento contabile delle attività).
Il ruolo delle Confederazioni e delle Associazioni dell’ artigianato Sul tema dell’ internazionalizzazione da sempre le Confederazioni e le Associazioni dell’ artigianato sono state particolarmente sensibili. La possibilità di accedere a nuovi mercati in un periodo congiunturale negativo e a fronte di un continuo aumento dei competitor provenienti dall’ esterno può rappresentare per le PMI una valida opzione per lo sviluppo dell’ operatività. L’ atteggiamento delle Confederazioni sul tema è stato particolarmente proattivo e propositivo quando, a margine della chiusura del primo bando internazionalizzazione (2008), il MISE ha costituito un gruppo di lavoro che ha approfondito ed analizzato i risultati e l’ andamento della misura. In questo gruppo di lavoro è stato fondamentale l’ apporto delle strutture associative in quanto per la loro vicinanza alle imprese sono state in grado di: - valorizzare il potenziale della misura agevolativa;
Il Bando Internazionalizzazione
Imprese Artigiane Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato il bando per la presentazione delle domande di agevolazione da parte delle aggregazioni di imprese artigiane relative a progetti di internazionalizzazione in paesi UE ed extra UE.
lando processi di aggregazione dell'imprenditoria artigiana a livello nazionale. Alcune tipologie di progetto agevolabili: • campagne di promozione all'estero (partecipazione a fiere e mostre, attività collaterali alle presenze fieristiche, azioni di comunicazione sul mercato, seminari, incontri bilaterali tra operatori); • missioni commerciali settoriali; • azioni pubblicitarie e di relazioni pubbliche intese a diffondere la conoscenza dei prodotti e/o dei marchi; • conferenze di commercializzazione nel territorio in cui hanno sede i raggruppamenti beneficiari, destinate ad operatori esteri; • studi e consulenze finalizzati alla messa in rete delle imprese proponenti, per una loro migliore promozione nei mercati esteri; • studi di fattibilità per investimenti commerciali o produttivi all'estero in show room, centri servizi, centri di assistenza tecnica, franchising, joint ventures; • servizi di consulenza in materia di innovazione, finalizzata all’ internazionalizzazione; • formazione delle imprese artigiane in materia di marketing internazionale.
Tale intervento ha trovato la sua attuazione nel decreto del 4 gennaio 2011 del Ministero dello Sviluppo Economico e ha avuto come soggetti beneficiari delle agevolazioni: a)consorzi all'esportazione collegati ad imprese artigiane, per progetti coinvolgenti almeno tre imprese artigiane; b) raggruppamenti, anche costituiti ad hoc, di almeno 3 imprese artigiane. Per assicurare l'interregionalità dei progetti le imprese dovevano avere sede legale oppure operativa in almeno due regioni diverse. Lo scopo della misura è stato quello di favorire l'internazionalizzazione delle imprese artigiane, attraverso un intervento che facilitasse il superamento delle difficoltà sui mercati esteri, stimo-
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Vincenzo Masciopinto
installazione di POS, verso la rete BNL e le Società del Gruppo BNP Paribas.
Direttore Generale di Artigiancassa
«BNL – ha ricordato a tale proposito Marco Tarantola, Responsabile Divisione Retail e Private della Banca – sta accompagnando e sostenendo, con Artigiancassa, il mondo artigiano, importante motore del sistema economico italiano. Le agenzie BNL e le migliaia di punti operativi, che fanno capo alle associazioni di categoria e ai confidi, costituiscono una rete dedicata, diffusa su tutto il territorio nazionale e sempre al fianco del cliente, con servizi offerti attraverso procedure rapide e innovative».
nuovo
Nella seduta del 23 ottobre 2012 il Consiglio di Amministrazione di Artigiancassa, presieduto da Gianluigi Serafini, ha nominato Vincenzo Masciopinto Direttore Generale. 53 anni, già Responsabile Rete Retail BNL, Masciopinto ha lavorato per oltre 28 anni in BNL dove ha ricoperto diversi e numerosi ruoli per la rete commerciale: una lunga esperienza sul territorio e una profonda conoscenza del mondo delle imprese che lo hanno portato oggi a questo nuovo incarico. Succede a Giuseppe Ienzi, destinato ad altro ruolo nel Gruppo, cui è andato il ringraziamento del Consiglio di Amministrazione per l’ opera svolta nei due anni del suo mandato.
“Rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di partner qualificato ed affidabile degli artigiani e degli imprenditori” «La scelta degli azionisti – ha affermato il Presidente di Artigiancassa, Gianluigi Serafini a nome delle Confederazioni dell’ artigianato – indica chiaramente la volontà di proseguire sulla strada dello sviluppo di Artigiancassa, in coerenza con gli obiettivi prefissati. Con il nuovo Direttore Generale Masciopinto, profondo conoscitore del mercato retail nazionale, siamo certi che Artigiancassa riuscirà ad essere ancora più vicina alle piccole imprese e al mondo associativo e ciò si tradurrà in ulteriori possibilità di accesso a servizi e prodotti dedicati ai piccoli imprenditori italiani, rivelandosi un efficace s t r u m e n to di contrasto alla crisi in atto».
Il nuovo Direttore Generale continuerà nello sviluppo delle due linee di business di Artigiancassa: da un lato la gestione di fondi pubblici agevolativi, che la Banca svolge dal 1952; dall’ altro le attività di distribuzione di prodotti e servizi delle società del Gruppo BNP Paribas, con il coinvolgimento diretto delle associazioni e dei confidi artigiani sul territorio. «Artigiancassa - ha dichiarato Vincenzo Masciopinto – punta a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di partner qualificato ed affidabile degli artigiani e degli imprenditori, anche grazie ad una sempre più ampia gamma di offerta. La collaborazione della rete associativa degli artigiani con le società del Gruppo BNP Paribas rappresenta sempre di più un fattore fondamentale per raggiungere questo obiettivo». Sono già 620 gli “Artigiancassa Point” - sportelli attivi nelle sedi delle Associazioni e dei Confidi artigiani convenzionati in tutta Italia – che veicolano le numerose richieste di finanziamenti a breve, medio e lungo termine; conti correnti on line; leasing, lungo noleggio e
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IL PUNTO
di Marco Michelli
Confartigianato sceglie la strada dell’alleanza
piccoli imprenditori sono impegnati in enormi sforzi per recuperare competitività e uscire dalla crisi. Tuttavia, questo loro impegno esige uno sforzo altrettanto poderoso da parte della politica, per realizzare quelle riforme che modifichino un contesto ancora ostile al “fare impresa” e alla libertà d’ iniziativa economica. Abbiamo intervistato il Presidente Noi non ci arrendiamo, ma chi della Confartigianato Giorgio Guerrini guida il Paese ha la responsabilità di eliminare quegli ostacoli, e sono sempre troppi, che Alla scadenza del mandato, ogni giorno frenano le nostre attività e ritardano i quale l'esperienza maturatempi di uscita dal tunnel della recessione. ta alla guida della ConfedeMi riferisco alla burocrazia, che ci costa ogni anno razione e quali le sue prin26 miliardi di euro, alla pressione fiscale che è la cipali soddisfazioni? più elevata d’ Europa, al costo del lavoro, alle inefIn questi otto anni Confartificienze dei servizi pubblici, a un welfare inadeguagianato ha saputo mettere to alle nuove esigenze dei cittadini e degli imprenin campo le energie necesditori. L’ elenco è lungo e purtroppo si tratta di prosarie per migliorare il modelblemi annosi che non hanno trovato ancora solulo organizzativo adattandozioni adeguate. lo alle esigenze degli imprenditori/soci. E’ stato Quale a suo avviso il ruolo delle banche e uno sforzo continuo per evolvere, per non fossilizin particolare di Artigiancassa per facilitazarci in un compiacimento autoreferenziale: questo re l’ accesso al credito? significa rischiare, mettersi alla prova puntando su Gli istituti di credito hanno un ruolo strategico per dinamicità e flessibilità, per rafforzarsi come sogaccompagnare gli imprenditori verso la ripresa ecogetto associativo e accrescere il peso di Confartinomica. In questi ultimi anni non sono mancate gianato quale attore sociale, in linea con gli obietpositive esperienze di collaborazione tra il mondo tivi che la Confederazione si è posta. bancario e le imprese, proprio per fare fronte comuCerto, la crisi ha messo a dura prova la nostra capane e reagire insieme alla congiuntura negativa. cità di rappresentanza e di erogazione dei servizi, Rimane, però, il fatto che per i piccoli imprenditoma Confartigianato non è rimasta a guardare: con ri italiani l’ accesso al credito è difficile, con un costo le altre Confederazioni dell’ artigianato e del comdel denaro molto più alto rispetto agli altri Paesi mercio abbiamo scelto la strada dell’ alleanza per europei e con tassi d’ interesse che nel Mezzogiorridare slancio alle nostre imprese e contribuire alla no toccano il 10 per cento, e ciò soprattutto a cauripresa economica del Paese. In particolare, la nascisa della bassa solvibilità del nostro Paese. E’ una ta di Rete Imprese Italia dimostra la volontà di situazione che rende ancora più importante il ruo‘ inventare’ una soluzione per buttarsi alle spalle i lo di Artigiancassa a sostegno degli sforzi degli artivecchi schemi della divisione, della frammentaziogiani e dei piccoli imprenditori. Credo che serva un ne, della contrapposizione. impegno deciso per innovare e potenziare prodotUscire dalla crisi significa scuotersi da antiche e ti e servizi. rassicuranti abitudini e proporre agli imprenditori novità sul fronte dei servizi e su quello delQuali le azioni che Confartigianato sta porla rappresentanza. Oggi posso dire che, pur neltando avanti e cosa ci si attende per il rilanla rinnovata escalation della crisi, l’ artigianato e cio dell'economia e delle Pmi? il nostro sistema associativo hanno tenuto, hanConfartigianato, insieme a Rete Imprese Italia, è no trovato il coraggio di resistere e di innovare. impegnata con le altre parti sociali. in tutti i tavoPosso in sostanza affermare che la rassegnazioli di confronto con il Governo, sia a livello nazionane non appartiene al dna degli artigiani e di Conle che locale, per chiedere conto alla politica degli fartigianato. impegni assunti per costruire un Paese a misura di piccole imprese. Le imprese hanno bisogno di conIn merito alla situazione economica che cretezza, hanno bisogno di uno Stato che dia loro cosa bisogna attendersi per il prossimo fiducia e che investa sui talenti del ‘ Made in Italy’ futuro? quella capacità tutta italiana che, nonostante tutStiamo ancora vivendo gli effetti deleteri della crito, mantiene posizioni di primo piano sui mercati si e nessuno può dire quando ne usciremo. Quel mondiali grazie alla tenacia, alla passione, alla creache è certo è che noi imprenditori abbiamo fatto tività, alla tradizione, all’ innovazione di milioni di e continuiamo a fare la nostra parte. Artigiani e imprenditori italiani.
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CNA Next: “Motori” per rilanciare l’economia L a prima percezione è relativa al fermento. C’ è una sorta di energia, vitale e pulsante, di cui ci si accorge subito e si palesa nell’ impegno delle persone, nelle facce dei protagonisti e nell’ incessante ticchettio delle tastiere in platea, con il pubblico impegnato a twittare in diretta con chi presenzia dal palco, che pervade la sala. Nel meeting “Motori, il festival dell’ intelligenze collettive”, svoltosi al Teatro Palladium di Roma, i giovani imprenditori di CNA hanno voluto raccontare un’ idea diversa di Paese, rivoluzionaria nella struttura organizzativa e sociale, basata su leadership collettive, formazione continua, impresa diffusa. E condivisione: delle idee, delle risorse e delle intelligenze. Dunque, una kermesse fatta non solo di idee, ma d’ iniziative concrete che puntano a dare segnali all'economia nazionale e che ha visto alla ribalta i professionisti, che, si auspica, segneranno la strada da percorrere. Per primi, gli artefici dei “Ritratti d'umane imprese”, raccontati dagli studenti della Scuola Holden di Alessandro Baricco: testimonianze di aziende italiane coraggiose che hanno fatto successo, inventando nuovi modi di intercettare le esigenze di mercato, come ad esempio Rena, Jenuino, Casa Netural, Publidada. E poi i contributi di personaggi conosciuti come Bruce Sterling, Nicola Piovani, Zdenek Zeman, Derrick De Kerchove, Luca Argentero. Tra gli ospiti, ha partecipato anche Salvatore Iaconesi, che, con ironia e leggerezza, ha chiesto aiuto alla rete per combattere il cancro al cervello di cui è vittima: una testimonianza vivida sulle potenzialità del web nel combattere la paura, la malattia più grave del nostro tempo. Con Alex Giordano, direttore scientifico di CNA Next, Iaconesi ha discusso di come gli open data cambieranno la società e la vita quotidiana delle persone, come è successo a lui. Tra gli intervenuti, il professor Adam Ardvisson ha parlato di economia peer to peer, in cui non c’ è più la gerarchia tra chi vende e chi acquista, né tra le aziende, chiamate a collaborare tra loro. L'esperto di subculture giovanili Ted Polhemus ha parlato del marchio ‘ Made in Italy’ come patrimonio culturale da proteggere e rinnovare per tutelare al meglio il valore magico del marchio Italia. Per illustrare il peso economico del valore intangibile che contraddistingue un business, Marco Richetti, Giannino Malossi e Stefano Casciani hanno presentato uno studio che mostra come nella moda maschile la componente materiale (manifatturiera, industriale, ecc.) e quella immateriale (comunicazione, marketing,
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ecc.) siano praticamente uguali nella filiera di produzione. In chiusura Ivan Malavasi, Presidente di CNA nazionale, e Andrea Di Benedetto, presidente di CNA giovani hanno portato il loro contributo. Secondo Malavasi, “chi non sa cambiare, oggi ha chiuso: CNA Next propone alcune suggestioni utilissime per cambiare in tempo e rilanciarsi”. Di Benedetto ha poi concluso: “Non è possibile nel 2012 mettersi a pianificare politiche industriali, ma vanno pensate politiche economiche e di sviluppo legate veramente al tessuto produttivo nazionale. Dobbiamo guardare in faccia la realtà, senza nasconderci dietro a un mondo che non c'è più”.
Andrea Di Benedetto Presidente CNA Giovani Imprenditori
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La Sostenibilità del sistema dei Confidi Convention 2012 Fedart Fidi
i è svolta a Palermo dall’ 11 al 13 ottobre la Convention annuale di Fedart Fidi, dedicata quest’ anno al tema della sostenibilità del sistema Confidi. Il filo conduttore delle tre giornate di lavori è stato tracciato in apertura dal Presidente di Fedart Fidi Fabio Petri, che nella relazione introduttiva ha spiegato che “la ricerca delle condizioni per la sostenibilità del modello Confidi è il fulcro del piano strategico del sistema Fedart per il triennio 2012-2014 che nello scorso giugno è stato approvato dall’ Assemblea dei Soci e che traccia le linee guida del mandato degli attuali Organi sociali”. La Sostenibilità del Sistema dei Confidi passa perciò attraverso l'attività di rappresentanza e di lobby normativa, l'erogazione di Servizi di Sistema e un forte presidio del mercato del credito perché “la ‘ tenuta’ del sistema è oggi fortemente minacciata da un quadro normativo troppo oneroso, da una configurazione della filiera della garanzia eccessivamente confusa, da una relazione con il sistema bancario non più armonica, dove l’ esplosione delle sofferenze mette a rischio i patrimoni stessi dei Confidi.” La prima giornata è stata conclusa dal direttore di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi, che ha evidenziato che la garanzia per l’ accesso al credito delle piccole imprese deve diventare una priorità nell’ agenda del Governo e del Parlamento. In una situazione di straordinaria difficoltà servono interventi straordinari e risposte concrete. Serve l’ impegno e la volontà di tutti i soggetti nel ricercare situazioni condivise, frutto della collaborazione e dell’ apporto di ciascuno secondo le proprie competenze e il proprio ruolo. Serve det-
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tare una normativa per i Confidi che, nel rispetto dell’ impianto generale, ne voglia valorizzare le tipicità e tutelare la funzione mutualistica. La IV sessione della seconda giornata è stata specificamente dedicata ad Artigiancassa con il titolo “La partnership con Artigiancassa a supporto dei Confidi”. Nell’ introdurre i lavori il Presidente della Fiaf Daniele Alberani ha ricordato che il sistema Fedart e le confederazioni dell’ artigianato sono legate ad Artigiancassa da una partnership storica essendo Artigiancassa il soggetto di riferimento per l’ accesso al credito delle imprese artigiane. Una nuova fase di progettualità condivisa potrà fungere da importante volàno per il sostegno alle imprese minori specialmente nell’ attuale quadro economico. Il Direttore Commerciale di Artigiancassa Francesco Simone ha illustrato una nuova iniziativa della Banca, un software messo a punto in sinergia con i Confidi del Piemonte associati a Fedart (Confartigianato Fidi Piemonte e Cogart) che permette, una volta caricato il flusso delle pratiche, di valutare le opportunità di copertura del rischio. Il progetto è assolutamente in linea e complementare al progetto di Filiera Ottimale della Garanzia di Fedart e permette di creare un forte valore aggiunto di sistema. La terza ed ultima giornata di lavori, infine, ha ospitato l'intervista a Ivan Malavasi, Presidente della CNA, che è stata condotta da Isidoro Trovato del Corriere della Sera e ha permesso di portare ai lavori della Convention un contributo importante sulla situazione del paese, i rapporti delle Confederazioni con il Governo e le richieste di queste ultime volte al rilancio dell'economia, rilancio che deve necessariamente passare per il riconoscimento del ruolo economico delle PMI italiane. E per proseguire sul cruciale tema del credito, si è svolta la Tavola Rotonda Una Nuova Partnership con il Sistema Bancario, coordinata da Isidoro Trovato con la partecipazione di Unicredit, Federcasse, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena. Per Artigiancassa è intervenuto il Presidente Gianluigi Serafini che ha sottolineato il forte legame storicamente esistente tra Artigiancassa e il sistema dei Confidi, che costituisce un valido esempio di partnership effettiva ed è suscettibile di ulteriori sviluppi strategici ed operativi. La Convention è terminata con le conclusioni del Presidente Petri, che ha riassunto alcuni dei temi emersi nel corso della 3 giorni e ha rinnovato l'impegno di Fedart a lavorare per la Sostenibilità del Sistema dei Confidi, agendo su tutte le leve disponibili e dando appuntamento a tutti per dicembre 2012 alla presentazione della Ricerca Annuale 2011 di Fedart Fidi sui Confidi dell'Artigianato.
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Donne impresa Confartigianato: per un futuro non convenzionale er un “Futuro non convenzionale”. Questo è stato il claim scelto per la Convention annuale di Confartigianato Donne Impresa, giunta alla XIV edizione e svoltasi, come tradizione, a Roma. L’ obiettivo è stato quello di dare spunti di riflessione all’ importanza di valorizzare il lavoro delle donne, oltre ad indicare nuove prospettive di produzione e consumo, maggiormente orientate alla sostenibilità ed all’ eticità.
famiglia: purtroppo, anche in questo caso il nostro Paese è nelle posizioni peggiori della classifica europea. Secondo l’ Ufficio studi di Confartigianato, la spesa pubblica per la famiglia è stata nel 2011 pari a 20,7 miliardi, pari al 4,6% dei 449,9 miliardi di spesa totale per la protezione sociale. Nel periodo 2007-2011 la spesa per la famiglia è la componente delle prestazioni di welfare che è cresciuta meno: l’ incremento è stato di 1,3 miliardi, pari al + 6,9%, ossia la metà rispetto all’ aumento della spesa complessiva per il welfare in Italia. Pur in un contesto così problematico per il lavoro femminile, l’ Italia mantiene però la leadership in Europa per il maggior numero di imprenditrici e lavoratrici autonome: 1.565.400, pari al 16,4% delle donne occupate nel nostro Paese, rispetto alla media europea del 10,3%. In particolare le imprenditrici artigiane sono 367.895, piccolo segnale che fa ben sperare, giacché – proprio in termini di crescita economica – il ruolo delle donne può essere determinante. Solo stimolando e creando le condizioni per il lavoro delle donne ci sarà la possibilità di far emergere il valore aggiunto - e non convenzionale – dell’ attività imprenditoriale femminile, come leva dell’ economia. Anche in questa edizione della convention di Donne Impresa, Artigiancassa era presente con il suo stand informativo.
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Il dibattito della Convention, supportato dai dati dell’ Osservatorio sull’ imprenditoria femminile artigiana, curato dall’ Ufficio Studi di Confartigianato, ha permesso di evidenziare come nel nostro Paese la partecipazione femminile al mercato del lavoro rimanga tra le più basse d’ Europa: infatti, il tasso di inattività delle donne nel nostro Paese è del 48,5%, a fronte della media UE del 35,1%, collocandoci al penultimo posto della graduatoria. Dai dati emerge in particolare la triste realtà, in termini di occupazione femminile, delle Regioni del Mezzogiorno dove, in media, lavora una donna su quattro: la Campania fa registrare il record per il più basso tasso di occupazione femminile, 20,4%, (uguale a quello del Pakistan e di poco superiore a quello del Libano, dello Yemen e della Mauritania); seguono la Sicilia, con un tasso di occupazione femminile del 22,1%, la Puglia (22,7%), la Calabria (23,3%). Sul versante opposto della classifica, la Provincia Autonoma di Bolzano è il territorio italiano con il tasso di occupazione femminile più alto (63%), seguita da Emilia-Romagna con il 60,9% e terza nella classifica delle Regioni più virtuose la Valle d’ Aosta con il 60,8%. A livello provinciale, la maglia nera va a Napoli, dove il tasso di inattività delle donne è del 72%. Seguono Caserta con il 70,7% e Foggia (70,4%). Ravenna, invece, conquista il primato positivo della provincia con la più bassa percentuale di donne inattive: 30,8% davanti a Bologna con il 32,1% e Ferrara con il 33,1%. A tenere distanti le donne dal mondo del lavoro vi è soprattutto il basso investimento in quei servizi di welfare che dovrebbero favorire la conciliazione tra attività professionali e cura della
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