IL SENTIERO DEGLI OLIVI
Le pendici della fascia costiera di Oliveto Lario, che si estende per circa 8 km. sulla riva occidentale del ramo di Lecco, rappresenta la dorsale orientale del "Triangolo Lariano". Questa è costituita prevalentemente da rocce di dolomia, una fascia che parte dalla punta di Bellagio, forma il massiccio del monte Nuvolone, fino oltre Onno, attraverso il Castel di Leves. Queste rocce prevalentemente calcaree e calcaree/dolomitiche si presentano in banchi massicci, con fenomeni di carsismo che danno luogo a grotte, doline e corsi sotterranei. Da segnalare le grotte di Noca (tra il sentiero 3 e la provinciale per Valbrona), la grotta dell'Asee (vicinanze sentieri 5 e 12), la grotta della Madonna delle Selve (vicinanze sentiero 12) e il complesso di Castel di Leves (vicinanze sentiero 6). Massi erratici si trovano sparsi su tutto il territorio (famoso quello sopra Limonta, sentiero 25, dal quale fu ricavata una tomba in epoca romana). La vegetazione è molto variegata: salendo, gli olivi lasciano il posto a boschi prevalentemente cedui: castagni, noccioli, carpini, querce, betulle, faggi ecc., intervallati nei luoghi più pianeggianti da prati e pascoli, un tempo ben curati perché fonte di economia. Ora purtroppo solo una minima percentuale di proprietari provvede alla pulizia e al taglio periodico di erba e piante. Ne consegue una sempre maggiore infestazione di rovi e sterpaglie che, oltre ad ostacolare la crescita di erbe e funghi (porcini e porcinelli sono infatti in netto calo rispetto ad alcuni anni fa), sono d'ostacolo per il controllo di eventuali incendi. A questo proposito è da segnalare l'opera meritoria delle squadre antincendio locali impegnate fattivamente nel mantenimento e ripristino dei sentieri montani. La flora è quella tipica della fascia prealpina e già nei mesi invernali fiorisce la Rosa di Natale, erroneamente chiamato Bucaneve, che invece si trova tra febbraio ed aprile, come il Croco. Sempre nei primi mesi primaverili troviamo la Polygola, la Daphne merzereum, l'Erica cornea; poi appaiono narcisi, genzianelle, mughetti, primule e vari tipi di anemoni. Nei mesi estivi troviamo invece: botton d'oro, arnica montana, peonia, potentella, acquilegia, garofano selvatico, aconito, giglio rosso, iris, ranuncolo, ciclamino, campanelle, nontiscordardimé, raponzolo chiomoso, viole ecc. Molti di questi fiori sono protetti perché particolarmente minacciati d'estinzione; bisogna quindi evitare di coglierli (semmai una fotografia ci permette di avere un piacevole ricordo, senza interrompere il ciclo biologico della riproduzione e della sopravvivenza della specie floreale). La fauna comprende diverse specie di vertebrati: tra gli anfibi annoveriamo rospi e rane; i rettili sono rappresentati da numerose specie tra cui vipere, saettoni, scorzoni, orbettini, oltre a ramarri, lucertole e salamandre. Tra gli uccelli stanziali i più frequenti sono: capinera, cinciallegra, cincia mora, pettirosso, fringuello, merlo, passero, scricchiolo, nibbio, poiana ecc., mentre tra i migratori abbiamo: rondine, rondone, cuculo, usignolo ecc. (in via di estinzione e quindi protetti sono il barbagianni, la civetta, il gufo, come del resto lo sono altri animali quali la volpe, il gatto selvatico, la faina e la puzzola). Inoltre da ricordare i comunissimi moscardini, toporagni, ricci, scoiattoli e conigli selvatici. Gran parte della selvaggina, come la lepre, il fagiano, la quaglia e la pernice viene ormai allevata ed usata per il ripopolamento. Tra gli animali d'allevamento possiamo incontrare branchi di capre, in modo particolare sui sentieri 1, 5, 6, 7, 27 o mucche e cavalli presso il pascolo di Crezzo e Limontasca.
I sentieri n. 1 - 3 - 5 - 6 - 7 della Costiera degli Olivi partono da Onno.
SENTIERO N. 1 Onno – Conca di Crezzo - Rif. La Madonnina (Via Darniga) Tempo di percorrenza: circa 1 h 40 minuti Grado di difficoltà: alcuni tratti esposti sono resi sicuri da catene. Ripido, tortuoso e stretto, rappresenta la via diretta per la conca di Crezzo e quindi per il Rifugio "La Madonnina". II percorso, come la meta, offre ampi panorami su tutto il ramo di Lecco con in primo piano, come per tutti gli altri sentieri, il complesso delle Grigne, che si eleva impetuoso proprio di fronte ad Onno. Inoltre particolarmente caratteristica la prima parte del percorso quando si sale costeggiando lo strapiombante "Sasso di Ormo". SENTIERO N. 3 Onno – San Giorgio – Crezzo Tempo di percorrenza: 15 minuti fino a San Giorgio e 2 h 50 minuti fino a Crezzo. Grado di difficoltà: il sentiero non presenta difficoltà; si snoda tra boschi di castani, carpini e noccioli. Si tratta dell'antica mulattiera per San Giorgio, fino al secolo scorso principale via di collegamento con la Valsassina e quindi con la pianura. Era deviazione alternativa alla via Ducale (vedi sentiero del Viandante) per i mercanti e i viandanti che dal nord, giunti a Mandello traghettavano ad Onno. Inoltre fu ancor più frequentata nell'0ttocento e nel primo Novecento quando erano fiorenti alcune attività industriali (opifici e fornaci). A pochi metri dalla mulattiera in località "Mulino" durante alcuni scavi furono trovati vari oggetti appartenenti a una tomba romana a cremazione: una brocca in terracotta rossastra, un vasetto di pietra e quattro fibule sono conservati al Museo Civico di Como. Altro reperto di epoca romana, trovato tra Onno e Vassena, è rappresentato da un cippo con iscrizione votiva a Giove, conservato nel Municipio di Asso. San Giorgio, da cui si gode un vasto panorama, fu sede del primo luogo di culto cristiano onnese antecedente all'anno 1000, al cui tempo invece risale la prima chiesa in paese ora dedicata a Sant’Anna: essa, sebbene riadattata e trasformata nel Seicento e Settecento, presenta ancora affreschi medioevali tra cui quelli di Lanfranco da Lecco (XV sec.).
Della stessa epoca è la "Crocifissione" di Nicolao da Seregno (1432), sita originariamente in un antica casa nel cuore del vecchio nucleo (dove si possono ancora vedere sulla facciata altri affreschi) ed ora posta nella barocca Parrocchiale dietro l'altare. Poco prima di San Giorgio il sentiero si divide per dirigersi verso Crezzo, vasta conca caratterizzata da prati, pascoli, villette sparse e con un laghetto nei pressi dell'originario piccolo nucleo rurale: una tracimazione fu responsabile della distruzione del paese di Onno in epoca medioevale quando l'abitato si trovava attorno a San Fedele (ora Sant’Anna). Fu questa la causa che costrinse gli onnesi a trasferire l'abitato sotto il cosiddetto "Sasso di Onno"; si costruì cosi una nuova chiesa che poi fu rifatta e ampliata nel Settecento: San Pietro Martire da Verona, l'attuale Parrocchiale. L'abitato fu parzialmente fortificato anche se oggi rimangono solo pochi resti della torre di vedetta in località Castello. Tornando sul sentiero, piacevole deviazione può essere fatta tra San Giorgio e Crezzo verso Prezzapino (bel pianoro panoramico) e quindi l'Alpe di Monte (vecchio nucleo rurale ora disabitato), mentre al pascolo della Conca di Crezzo è da segnalare la curiosa "Madonna del Castagno", cappelletta ricavata da un grosso tronco di castagno. SENTIERO N. 5 e 6 Onno – Alpetto – Madonna del Ghisallo Porta verso l'Alpetto e quindi, congiungendosi con il sentiero 14, da Vassena arriva alla Madonna del Ghisallo. Una deviazione permette di raggiungere tramite un sentiero panoramico la Conca di Crezzo (sentiero 6). L'ambiente selvaggio, con precipue caratteristiche di alta montagna, è reso pittoresco da passaggi tra cascatelle, gole profonde, pareti e picchi rocciosi. II sentiero 6 che presenta tratti difficoltosi (resi più sicuri da catene) si percorre da Onno in circa 3h e 30 minuti, mentre 3h circa occorrono da Onno all'Alpetto (sentiero 5). SENTIERO N. 7 Onno – Conca di Crezzo (Via Biancabella) Tempo di percorrenza: circa 2 h 30 minuti Grado di difficoltà: tracciato panoramico a tratti impegnativo. Dalle caratteristiche morfologiche e paesaggistiche molto simili ai sentieri 5 e 6, a tratti anche più accentuate, porta alla Conca di Crezzo passando poco prima sul luogo del disastro aereo dell'ATR 42, dove è stata posta una Croce in ricordo della tragedia e dove sarà realizzato un sacrario in memoria di tutte le sciagure aeree. Altri sentieri (senza segnavia) sono quello di Peschiera, verso Vassena (originariamente arrivava al paese: vedi sentiero 12). II sentiero dei Novelli verso la località Mulino. II sentiero di Lim e di Pollona poco distante dal quale si erge la Falesia dell'Occhiolo, palestra naturale per giovani alpinisti, intermedi tra il sentiero 1 e il 3. Infine sentieri di collegamento permettono, a chi è pratico della zona (o si avvale di una guida) itinerari alternativi.
I sentieri n. 12 - 14 - 16 - 18 della Costiera degli Olivi partono da Vassena.
SENTIERO N. 12 Vassena – Madonna delle Selve Tempo di percorrenza: circa 20 minuti Grado di difficoltà: percorso agevole, ombreggiato, di tutto riposo. Al termine della Via Carcano in direzione Onno all'altezza della Ex casa "Bruciata" un tempo incannatoio ("canatorio") per la lavorazione della seta, la strada si divide in due sentieri: imboccando quello a lago, in 20 minuti si raggiunge la Cappelletta della Madonna delle Selve, in posizione elevata e quasi intermedia tra Vassena e Onno; il sentiero che un tempo proseguiva in direzione Onno, è oggi interrotto in corrispondenza della cava che, fino a 40 anni fa, alimentava la produzione di calce nella sottostante fornace. Nel complesso il sentiero della Madonna delle Selve e un percorso agevole, ombreggiato, di tutto riposo, che si snoda prima a ridosso di giardini privati e poi tra prati e castagneti; non essendo molto elevato non permette di spaziare con lo sguardo su tutto il lago, ma consente di avere una visione completa del paese e delle rive. SENTIERO N. 14 Vassena – Madonna del Ghisallo – Magreglio Tempo di percorrenza: circa 1 ora. Grado di difficoltà: facile percorribilità. Raggiunge Magreglio da Via San Primo percorrendo una tortuosa mulattiera acciottolata a gradinate; è molto ombreggiata, non sempre panoramica, e sempre più ripida, finché si sbocca sul pianoro detto della Foppa, dove recentemente è stata restaurata una semplice cappelletta votiva; la località è piacevole, perché alcune gigantesche piante di castagno dominano un declivio verdissimo. Subito dopo, la mulattiera si restringe e si addentra fino a perdersi nei castagneti mantenendo una pendenza abbastanza dolce. Un tempo il sentiero portava sino all'0steria delI'Alpetto. Ora che l'Alpetto è divenuto campeggio, e tutta la zona è stata recintata, si è tracciato un nuovo percorso lungo il confine del campeggio,
percorrendo il quale si arriva sino al Santuario della Madonna del Ghisallo in Comune di Magreglio (all'Alpetto il sentiero si incrocia col percorso n. 5 da Onno). SENTIERO N. 16 Vassena – Civenna Tempo di percorrenza: circa 60 minuti Grado di difficoltà: non richiede particolare impegno, ma solo un minimo di allenamento. La mulattiera per Civenna parte dalla località Molino a Castolo ed è un'ampia gradinata acciottolata in condizioni non sempre perfette; il primo tratto è molto ombreggiato fino alla località Castello: il nome ricorda probabilmente una fortificazione o torre di avvistamento, oggi del tutto scomparsa. Qui la vegetazione si fa più rada e l'orizzonte più ampio e solare; continuando la salita si arriva ad un pendio erboso, ombreggiato da vecchi castagni: la località è detta "l'Acqua" ma e sconsigliabile dissetarsi alla sorgente, ancora abbondante e freschissima, ma non più potabile. La mulattiera prosegue attraverso il bosco e sbocca nella parte bassa di Civenna; si incontrano "caselli" e "monti" oggi in disuso (servivano per l'alpeggio estivo). Purtroppo l'ultimo tratto è devastato dalle acque piovane e una buona parte di acciottolato, già in comune di Civenna, è scomparso; poco dopo si è su strada carrozzabile e, girando a sinistra si arriva al Ghisallo, mentre girando a destra si arriva a Civenna centro. SENTIERO N. 18 Vassena – Sumpiazzo – Civenna Tempo di percorrenza: 40 minuti fino a Sumpiazzo e 1 h e 30 minuti fino a Civenna/2 Grado di difficoltà: facile A Castolo si imbocca a destra la Via Cairoli che, superata con un ponticello la Valle di Varcio, diventa poco più di un sentiero che corre panoramicissimo e poco ombreggiato fino alla Cappelletta di Castolo dedicata all'Addolorata; prosegue poi offrendo una vista incantevole di tutto il ramo di Lecco, finché non si addentra nel folto dei noccioli e dei carpini, con scarsi slarghi panoramici; è questo un percorso storico, l'alternativa al lago per chi, nel Medioevo e fino all'0ttocento, da Limonta voleva raggiungere la pianura a piedi o a dorso d'asino. Attualmente, al di sopra del Roccione di Sumpiazzo, che ha, a lago, la sua corrispondenza nel sasso della Malascarpa, il sentiero, non percorso da decenni, è poco più di una traccia. Prima di Sumpiazzo il sentiero lambisce una proprietà privata recintata; sulla destra si incontra - segnalata da apposita indicazione - la biforcazione per la Cappelletta: pochi luoghi sono così selvaggi e panoramici. La Cappelletta, di interesse esclusivamente devozionale, fino a tempi non lontanissimi era abituale meta delle Rogazioni annuali. Fino ad allora, sorgeva solitaria sul colmo del Roccione a strapiombo sul lago e sulla statale senza alcuna recinzione, il che le dava un'attrattiva del tutto particolare; ma anche oggi, nonostante la rete metallica che delimita il piccolo spazio intorno all'edicola sacra, il panorama è vasto: nei giorni limpidi lo sguardo si spinge a sud fino a Lecco e oltre e, verso nord, fino alla punta di Bellagio, al centro lago e ai monti di confine con la Svizzera; uno spettacolo completato dal gruppo delle Grigne che fanno da sfondo al lago sottostante. Piccola ma necessaria precisazione: siamo su proprietà privata con vincolo di servitù: a chiunque desideri raggiungere la Cappelletta di Sumpiazzo si raccomanda perciò un comportamento civile e responsabile; il silenzio rende ancor più solenne il meraviglioso spettacolo naturale. II sentiero prosegue, anche se poco evidente, verso Civenna, dove nel moderno villaggio di Civenna/2 si incontra col sentiero 21 da Limonta. Altro sentiero breve e riposante conduce al cimitero da via Trieste.
I sentieri n. 21 - 23 - 25 - 27 della Costiera degli Olivi partono da Limonta.
SENTIERO N. 21 Limonta – Civenna (Via Dei Monti) Tempo di percorrenza: circa 1 ora Grado di difficoltà: nessuna difficoltà. Percorrendo il sentiero che si snoda nel bosco, si mantenga, nei tre bivi, sempre la sinistra. Da ricordare su questo tracciato la Cappelletta di Sant’Antonio recentemente restaurata e poco oltre il sasso del P.L.B. (Petra Lunae Bilaci); forse fu ara celtica dove venivano praticati sacrifici. A tal proposito, la tradizione narra di un tempio pagano nel luogo dove oggi sorge il Santuario della Madonna del Moletto in riva al lago: sovrapposizione di due chiese del 1606 e 1640 con pregiati affreschi di Paolo e Giovan Battista Recchi. Tornando al sentiero, superato il bivio per Limontasca, si prosegue sbucando in territorio di Civenna in un nuovo villaggio chiamato Civenna/2; si ha quindi la possibilità di raggiungere il centro del paese oppure, tramite il sentiero 18, di scendere a Vassena. SENTIERO N. 23 Limonta – Limontasca – Guello Tempo di percorrenza: circa 90 minuti Grado di difficoltà: nessuna difficoltà. Per un buon tratto è in comune col sentiero 21 allorché, ad un bivio segnalato, si svolta a destra per Limontasca: vecchio nucleo di cascine e case rurali ora per lo più ristrutturate ed adibite a seconda casa. Oltrepassato l'abitato si giunge in un prato, si scende leggermente, tenendosi a ridosso del bosco di sinistra, ci si addentra fino a raggiungere l'incrocio con il sentiero 25 che porta a Guello. SENTIERO N. 25 Limonta – Guello Tempo di percorrenza: circa 1 ora. Grado di difficoltà: facile percorribilità.
In comune con i sentieri precedenti fino al bivio di Sant’Antonio, prosegue poi verso destra per Guello. Di notevole interesse, poco prima dell'albergo Guello, presso un prato coltivato dove il sentiero passa sul fianco di un casolare, troviamo sul lato sinistro una tomba romana, ricavata da un enorme masso di serizzo (uno dei tanti massi erratici disseminati su tutta la costiera). La tomba, nota localmente con il nome di "Navellone", ha la caratteristica di avere scavato nella roccia, attorno al bordo, un canale che conduce l'acqua piovana al di fuori dell'avello. SENTIERO N. 27 Limonta - Chevrio – Makallè Tempo di percorrenza: circa 90 minuti. Grado di difficoltà: non vi sono difficoltà particolari se non per la particolare esposizione del tratto centrale. Dopo aver imboccato il tratto di mulattiera comune agli altri sentieri, al primo bivio si prosegue a destra su di un tracciato ripido nel bosco. Giunti ai Pozzi, si va a destra percorrendo un sentiero molto panoramico, quasi pianeggiante, ma esposto, che conduce a Makallè, dove si gode un vasto panorama su tutto il lago (è posto infatti sopra la biforcazione, nei rami di Como e Lecco, del Lario). II sentiero prosegue poi sull'altro versante del monte andando a raggiungere, sempre in comune di Bellagio, la frazione di Chevrio (che può essere raggiunta anche direttamente dal sentiero 27 allorché, dopo i Pozzi, passato di poco un casolare bianco, troviamo sulla sinistra una deviazione che vi ci conduce).
Altri sentieri (non segnalati) sono quelli dei Ronchi in direzione Nord, di Varola e Naol in direzione Sud.