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M aggio 201 5 e-mail:
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MUGGIANO
& DINTORNI
Orgoglio milanese Nadia Isola
LA NOSTRA INDAGINE SUI LAVORI NELLA CHIESA DI MUGGIANO
Il Restyling di Marcellina Avviati i lavori di restauro della chiesa di Santa Marcellina a Muggiano. Ampliamento interno, per dare maggior spazio ai fedeli, e risanamento conservativo della secolare struttura, minata dall’umidità di risalita e dalle conseguenze delle infiltrazioni del tetto. Un incontro del nostro inviato con il parroco don Alberto e l’architetto Andrea Sbertoli, direttore dei lavori, per conoscere lo stato del cantiere e le linee guida dell’intervento.
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R.B. Delpero
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uasi come far gli onori ad una grande signora che si rispetti, lo scorso 26 aprile si è inaugurata a Milano la nuova Darsena con un cartellone ricco di appuntamenti per soddisfare i gusti di grandi e piccini. Una grande festa delle famiglie, oseremmo definirla, e dei milanesi che si sono riappropriati – dopo 10 anni di lavori e molte polemiche – di un antico angolo di Milano abbandonato e tanto bistrattato con progetti faraonici, poco lineari per il luogo storico che rappresenta, e per fortuna ora tornato a risplendere in tutte le sue sfaccettature. L’antico porto, creato all’inizio del 1600 come importante arteria di comunicazione, ha naturalmente smesso le vesti di polo commerciale per configurarsi come zona di passaggio. Nel rispetto dei vincoli portuali non sono stati installati parapetti sulle sponde; al loro posto sono state collocate le tipiche bitte presenti nei porti per l’attracco delle navi. È stato poi realizzato un ponte pedonale che collega viale Gorizia a viale D’Annunzio all’interno di un lavoro di “restyling” generale, con lampioni a luce LED, nuova semaforica e pavimentazione. Carovana di politici dell’Amministrazione comunale, su un battello, per il rituale taglio del nastro con uno scrosciare d’applausi dei cittadini presenti e soddisfatti di quest’eccellente risultato. Piazza XXIV Maggio è stata riaperta al traffico pedonale con una nuova viabilità e nel contempo è stato posizionato un voluminoso cubo galleggiante, “The Cube”, destinato a presentare alla cittadinanza immagini, video e contenuti editoriali. Un ottimo biglietto da visita, senza dubbio, per l’immagine di Milano in occasione di Expo: oltre 75 mila mq interamente visitabili a piedi, un nuovo mercato ed un ricostituito specchio d’acqua con ai lati due passeggiate completamente illuminate, che nulla hanno da invidiare alla Senna parigina, per un investimento di quasi 20 milioni di euro. Uno sforzo economico non indifferente, se si pensa agli anni di crisi in cui viviamo, ma un dubbio a qualcuno è balenato: quanto tempo il tutto rimarrà lucido come il giorno dell’inaugurazione? Come cittadini ci auguriamo tanto buonsenso per salvaguardare quest’anima antica, con muri non da imbrattare, ma da rispettare, ed uno specchio d’acqua che possa ispirare qualche romantico pensiero, non da usare come ricettacolo d’immondizia. Utopia?
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ome la maggior parte degli esseri umani sono anch’io amante delle cose belle, di tutte le cose belle che fanno parte della nostra vita quotidiana e che ci circondano. Spesso vado alla ricerca oppure approfitto dell’occasione – una gita o di un viaggio in Italia o all’estero – per godere della vista di particolari opere d’arte dei grandi che appartengono al passato. Ma qui si ferma il mio sapere dietro ad una superficiale conoscenza dell’arte. Questa è la doverosa premessa fatta per aprire un dialogo con don Alberto Lesmo (parroco di Muggiano dal 2008) e con l’architetto Andrea Sbertoli su come stanno proseguendo i lavori di restauro della Chiesa di Santa Marcellina in quel di Muggiano. Si snocciola via come un’intervista quest’incontro, ma concretamente il risultato non potrà che essere un aggiornamento ed un approfondimento tecnico che sicuramente farà un poco di chiarezza su un progetto ad ampio respiro impostato su tre opere distinte, ma legate tra loro con un filo conduttore. Questo è quanto spiega l’architetto, ma intanto è doverosa una introduzione del parroco che attualmente guida il gregge di questa oramai non più tanto piccola parrocchia, ai confini di una grande metropoli. Dobbiamo partire dal 2011 – spiega don Alberto – dal restauro della volta della chiesa, bisognosa già a quel tempo d’intervento. Poi, invece, la Curia ha consigliato di fare richiesta di accedere ad un contributo del Comune per gli oneri d’urbanizzazione, al fine di un restauro conservativo previsto dalla Sovrintendenza ai beni che superano i settant’anni, ma anche ad un ampliamento interno, necessario vista la crescita della popolazione di questo quartiere. Questa struttura è stata costruita all’inizio del secolo scorso
quando gli abitanti erano poco più di cinquecento, mentre adesso se ne contano più di tremila con circa 1.150 famiglie. Dati molto significativi che sicuramente completano e arricchiscono quest’articolo/intervista… Bene… – aggiunge il parroco – mi fa piacere che anche i numeri siano sottolineati in questo contesto. Ma, proseguendo, la necessità maggiore è quella di poter dare – come per ogni luogo di preghiera cristiano – un posto a sedere ad ogni fedele che partecipa alle funzioni religiose. Poi l’idea della Curia, oltre all’acquisto di nuovo spazio per l’Oratorio, è quella di recuperare ampliando le costruzioni vecchie, prima di ricorrere a nuove chiese, visto anche che, come nel nostro caso, il quartiere è ancora in movimento e non sappiamo bene come sarà lo sviluppo futuro. Questa soluzione permette di eseguire un restauro conservativo delle volte, aggredite dall’umidità e dalle infiltrazioni, ed eliminare i sali – dopo che don Flavio ha fatto pulire il sottotetto devastato dai piccioni – emersi dall’intonaco come macchie bianche. Un disastro naturale possiamo tranquillamente affermare? E… sì, purtroppo. Dopo che abbiamo fatto questa richiesta del 2011 è passato qualche tempo per l’approvazione dei progetti dalla Sovrintendenza e dall’Ufficio Arte Sacra della Diocesi e, poi, siamo arrivati allo scorso anno a firmare la convenzione con il Comune di Milano che ha consentito di accedere ad un contributo di 350.000 euro, resi disponibili al 25%all’inizio lavori, un altro 25% a metà lavori ed il restante 50% alla fine dei lavori, soggetti a verifica. Questo contributo è solo ed esclusivamente sui lavori eseguiti. A carico della Parrocchia rimane il 10 percento di Iva e gli oneri dei progettisti che si sono avvicendati, come lo Studio dell’architetto Costa per l’autorizzazione preliminare e l’architetto Sbertoli che segue i lavori stessi. Come committente, poi, la Parrocchia ha chiesto a diverse imprese,
sempre su suggerimento della Curia, di fare un’offerta per poi arrivare alle due imprese che stanno operando. Credo che don Alberto sia stato più che esaustivo, in quest’esposizione dei fatti che si sono succeduti e possiamo passare la parola all’architetto Andrea Sbertoli (cinquantenne padre di cinque figli) che segue i lavori.
La prima attività – spiega l’architetto – è stata quella di scavare all’esterno delle mura della chiesa e creare un “vespaio”, per fermare la naturale umidità del terreno. Un primo lavoro che non è visibile, ma utilissimo per la conservazione dell’intera struttura. Abbiamo dovuto fare molta attenzione perché qualunque tipo di reperto trovato doveva essere comunicato. Fortunatamente non ce n’erano, la chiesa è stata costruita su un terreno agricolo. La seconda attività è stata l’adeguamento degli spazi di culto e opere connesse. La terza il restauro conservativo delle superfici decorate delle volte e cappelle, in base al progetto specifico dell’architetto Costa. Io mi sono occupato dei due primi lotti in cui si andava a modificare la struttura. I vespai fuori li abbiamo fatti e poi coperti e non sono visibili, se non per le grate e la ghiaia a vista. I vespai comprendono anche dei cunicoli, dove il passaggio dell’aria al loro interno permette di eliminare l’umidità di risalita. Quindi in origine non è stato previsto un sistema che evitasse questi problemi? Durante gli scavi – specifica l’architetto Sbertoli – abbiamo visto qualcosa che somigliava ad un vespaio, ma riguardava soltanto il corpo centrale (CONTINUA A PAGINA 10)
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Lettere alla Redazione
sto numero con il solito interesse e spero trovi il tempo anche per risponderci in proposito. ________
Insegnamenti dal Papa
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Trezzano s./N.: N discariche abusive alla disponibilità ricevuta G razie dal sindaco Fabio Bottero, nel frangente dell’intervista che ci ha concesso qualche tempo addietro, mi permetto di rivolgermi a lui per segnalare una delle tante situazioni incresciose, per non dire odiose, che campeggiano oramai da troppi anni nel nostro territorio. Sto parlando delle discariche abusive di rifiuti di ogni genere che, in particolare all’alba, compaiono sul ciglio delle nostre strade cittadine. In primo luogo, ma certamente non come male minore, mi riferisco a quelle strisce di verde che dividono le statali, le provinciali e gli svincoli della Tangenziale che al momento del taglio dell’erba mostrano una miriade di piccoli rifiuti che il giardiniere non può, non vuole o non deve – per qualche motivo a noi comuni mortali sconosciuto – asportare assieme all’erba. L’altro aspetto da me riscontrato sono dei veri e propri cumuli di macerie che ricompaiono non appena il precedente è stato rimosso. Transito giornalmente sulla tangenzialina che porta al nuovo Cimitero di Trezzano e rimango basito come, dalla sera alla mattina, mi trovo ad osservare un cumulo diverso da quello del giorno prima. Non posso fare a meno di domandarmi se questi lo facciano di proposito per un qualche secondo fine che è abbastanza facile intuire. L’ultima delle mie osservazioni a questo riguardo è legata ad un’indagine condotta dall’amica Simona Borgatti, che collabora con il nostro mensile, su una vera e propria discarica che s’ingrossa sempre di più ed è situata nei pressi di Cascina Terzago – terreni di proprietà privata in Comune di Trezzano sul Naviglio e parte integrante del Parco Agricolo – dove sicuramente dovrebbero essere rispettati i regolamenti mentre, invece, non si riesce a capire bene chi deve intervenire per ripristinare l’ordine. Ecco… per questo mese credo che basti. Ringrazio sin d’ora il signor Sindaco, che sono certo leggerà que-
R.B. Delpero
el numero di aprile de Il Rile ho letto l’articolo di fondo di Simona Borgatti intitolato Contraddizioni. Le faccio i miei complimenti per l’audacia con cui ha difeso la nostra agricoltura e, in particolare, quella lombarda che in realtà è la migliore d’Italia, ma ha esagerato nel valutare l’evoluzione in atto in tutto il mondo civile. Per quanto riguarda le strade, penso siano necessarie per essere concorrenziali con gli altri Paesi, signora Borgatti, legga la nostra storia recente e vedrà che il governo De Gasperi, con un guerra persa alle spalle, in due legislature ha portato l’Italia ad essere uno dei sette Paesi più industrializzati d’Europa. Come ha fatto? Ha costruito autostrade e strade provinciali, ha raddoppiato i binari delle ferrovie dove ha potuto, ha portato luce e telefono in tutta Italia, ha imposto almeno un ufficio postale in ogni Comune, ha ingiunto alle amministrazioni locali di redigere piani regolatori. Il resto lo hanno fatto gli Italiani con la loro audacia ed il lavoro. Perché gli americani hanno liberato sì l’Italia dal nazifascismo, ma hanno trivellato tutti i nostri terreni per controllare il sottosuolo e non trovando nulla hanno identificato il nostro territorio come zona depressa e se ne sono andati. Ora, signora Borgatti, voi che avete il potere cercate di dare retta anche al nostro papa Bergoglio, perché lo ha mandato Dio per salvare il pianeta. Il Papa in tutti i suoi discorsi dice: anche la stampa ha le sue responsabilità, dovrebbe riportare meno cronaca e più denunce degli errori passati; non per punire i responsabili ma per creare un deterrente per non commetterne più. Ha ragione sull’eccessivo consumo di suolo per le nuove costruzioni, ma è stata una scelta del governo democristiano di tanti anni fa, ed ora possiamo dire solo colpa nostra, perché lo abbiamo votato noi. Per cercare di migliorare in un decennio, a mio avviso, bisognerebbe partire dal Cristianesimo vero. Quello che ha fatto Gesù Cristo, perché le religioni vorrebbero impadronirsi di Dio, cresciuto come dicono loro, che facesse quello che di-
cono loro. Ma Gesù si è sempre battuto con loro per questo, perché il nostro creatore ha creato l’uomo libero. Io, con un amico che si chiama Amedeo Bianchi, faccio spesso questi discorsi e in uno di questi è uscito che Gesù è figlio unico, ma io ho criticato quest’affermazione perché il Vangelo di Marco dice il contrario. Dateci una risposta, anche pubblica, che penso interessi tanta gente. Olindo Lazzaron ________
Soppressione Bus 63 da Bisceglie a De Angeli pettabile Redazione, vorrei attiS rare l’attenzione sulle modifiche alle linee ATM con l’entrata in servizio della Linea Metropolitana M5, in particolare sulla “nostra” Linea 63, che dal 27 aprile termina le corse a Bisceglie e non più a De Angeli. Vorrei far notare l’assurdità di questa decisione, in quanto, anche dopo Bisceglie, la linea è molto frequentata, e dava la possibilità di incrociare molte altre linee; inoltre, per raggiungere le fermate abbandonate saranno necessari diversi cambi da Bisceglie. Alcuni esempi: per prendere la 49 verso San Cristoforo si dovrà scendere in Metropolitana per una fermata sola; per piazza Perrucchetti ci vorrà la Metro e la 64; non parliamo di via Rembrandt, con il mercato di via Osoppo, per raggiungerla saranno necessari altri due cambi. Anche la 90-91 sarà raggiungibile con la Metro e un bel pezzo a piedi, oppure con la 58 in Valsesia. Sarà quindi molto più difficile e disagevole raggiungere, ad esempio, il Don Gnocchi, l’Istituto scolastico Galilei, la Stazione San Cristoforo, l’Istituto Auxologico di Piazzale Brescia, il mercato di via Osoppo, il Pio Albergo Trivulzio, il Centro Diagnostico di via Saint Bon, la Clinica San Siro. Questi cambiamenti andranno ad incidere molto in particolare sulle persone anziane e sui frequentatori dei mezzi la sera e nei festivi. Vi chiedo di dare ai vostri lettori molto risalto a questa spiacevole novità, e di usare la vostra autorevolezza presso il Consiglio di Zona, il Comune e l’ATM per fare in modo che ritornino su questa decisione e che quindi venga ripristinato il vecchio percorso. Grazie mille per la vostra attenzione. Cordiali saluti.
Anno XV – Numero 5 – Maggio 2015 – Copie 3.000 Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000 Editore: Associazione Culturale “Il Rile” Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 Milano Tel. 333.2152427 - Fax 1782244934 Presidente: Marco Rossetti -
[email protected] Vice-Presidente: Renato Bortolo Delpero -
[email protected] Direttore Resp.le: Andrea Ferrari -
[email protected] Responsabile Pubblicità: Nadia Isola -
[email protected] Redazione: Guido Torti, Andrea Rossi, Moreno Frigerio Davide La Monaca Sergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria) Disegno in prima pagina: Roberta Canepa Impaginazione: Renato Bortolo Delpero Correttore bozze: Angelo Ferrari Stampa: Tipografia Landoni - Milano - Via Martinetti, 15 Distribuzione: Guido Torti, Andrea Rossi Hanno collaborato a questo numero: G. Castronovo, D. Acconci, L. Malchiodi, R. Gariboldi, S. Borgatti, M. Baroni, M. Occhionero, G. Barroero, R. Radaelli, G. di Giampietro, M. de Rigo, S. Sellerio, L. Zanzi, L. Maione, P. Moretti, F. Ciserani. Chiuso in redazione il 20/04/2015 La prossima data per inviarci gli articoli è il 20/05/2015
Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articoli firmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sono da indirizzare a Guido Torti, via Lucera n. 13 - 20152 Milano.
COME SOSTENERCI Consegna del mensile garantita a domicilio: contributo annuale di 10,00 euro, mediante bonifico intestato a: Associazione Il Rile - Largo Don Saturnino Villa n. 2 20152 Milano - Banca Prossima - Filiale n. 07585 - Agenzia Muggiano - via A. Mosca, 180 - 20152 Milano - IBAN IT61 J033 5901 6001 0000 0128 629 oppure contattare la Redazione al cell. 333.2152427 dalle ore 20 alle ore 21.
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anno scorso dopo un’attesa di circa sei mesi, perché a causa di alcuni abusivi, non era possibile ottenere l’orto assegnatomi, mi hanno dirottato sull’orto Giglio. A parte l’attesa tutto bene. Ora dopo circa un anno dal mio ingresso in questo terreno trovo alcuni problemi: manca l’acqua potabile (nonostante qualcuno dica che sia stato approvato il mandato per l’attuazione); le pompe quando funzionano portano acqua inquinata, ora sono senza acqua; questo periodo è il momento di maggior bisogno d’acqua per gli orti, ma per averla dobbiamo armarci di contenitori e andare nei bagni e trasportarla a mano; la vasca che dovrebbe contenere l’acqua che va alle pompe, oltre ad essere un cestino della spazzatura per chiunque passi nelle vicinanze, è fonte di insetti di vario genere e non è detto che non sia inquinata. Oltre a questo, la vasca offre a chiunque la possibilità di introdursi negli orti, perché il livello dell’acqua quando presente non supera qualche centimetro e le siepi che quando crescono nascondono gli orti ora lasciano vedere a chiunque com’è facile passare oltre, nonostante vi siano dei cancelli chiusi a chiave. A cosa servono? Inoltre i cancelletti e le recinzioni dei singoli orti sono fatti con legno che non è sistemato da diversi anni. Tutto questo comporta dei costi, che a noi vengono richiesti, se non paghi non puoi avere l’orto, ma la manutenzione chi la deve fare? Questo è il vantaggio di avere l’orto del Comune di Milano? Cordiali saluti. Antonio Cioffi
ATM: disagi a Figino pprendiamo che la riorganizzaA zione dell’ATM, a seguito dell’apertura delle nuove stazioni della M5, coinvolgerà pesantemente il quartiere di Figino. Infatti, modificherà il tragitto dell’autobus 72, che da Quinto Romano avrà un nuovo percorso, passando per Baggio e facendo capolinea a Bisceglie. Questo contribuirà ulteriormente all’isolamento del quartiere Figino. Infatti le persone che utilizzano abitualmente l’autobus 72 per andare al supermercato, alla posta di Quinto o nei negozi di riferimento sulla via Novara dovranno trasbordare sulla linea 80 che farà capolinea a Quinto, sobbarcandosi ulteriori pesanti attese, dal momento che anche per questa linea i passaggi non sono certo frequentissimi. Inoltre non risulta che gli abitanti siano stati minimamente consultati o informati in maniera adeguata. Quindi, per riassumere: da Figino non ci sono mezzi per raggiungere Settimo Milanese da un lato, mentre, dall’altro, per andare in direzione De Angeli sarà necessario usare due mezzi diversi, con relative pesanti attese. Sarebbe opportuno, con questa situazione, che ci si organizzasse per una dimostrazione di protesta. Non è accettabile che il nostro quartiere subisca anche questo, dopo essere stato relegato in un angolo, dimenticandoci con inceneritore, prostituzione, nomadi e, ora, maggiori difficoltà per collegarsi al centro di Milano. Bisogna alzarsi dalla sedia e farsi sentire. Diamo mandato al comitato di quartiere di organizzarci una protesta. Siro Palestra
Al momento di chiudere il nostro mensile ci è giunta la triste notizia che
don Raffaello Ciccone di anni 80 ha lasciato questa vita terrena per andare ad occupare il posto che gli spetta tra i giusti. Parroco di Muggiano dal 1979 al 1986 è sempre stato dedito ad una vita monastica fatta di privazioni e di assoluta povertà. Giungano a tutti i suoi famigliari le nostre più sentite condoglianze.
Marco Ferrara
“Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso: Muggiano & dintorni
Orti del Parco delle Cave
Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, Parrocchia Santa Marcellina, Cafè K2, Associazione Amici del Quadrato, Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, Scuola Elementare, Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio, Banca Intesa, Lago dei Cigni, Centro Dentistico Polispecialistico, Parafarmacia, Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: Panificio Senna, Edicola Olmi, Banca Intesa, Farmacia Olmi, Farmacia Comunale, Arci Olmi, Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle, Elettro Olmi, AICS Olmi, Panettiere via Betulle, Scuola Elementare e Media, Simon's Bar. - Quarto Cagnino: Associazione ‘Mondo Donna’, ‘El Prestinee de Quart’. - Quinto Romano: Azienda Agricola Verga, Edicola, Parrocchia Madonna Divina Provvidenza, Biblioteca ‘Quintochelegge’. - Baggio: Comando Vigili Zona 7, Consiglio di Zona (piazza Stovani), Consiglio di Zona (Sede), Croce Verde Baggio, Edicola via Rismondo, Biblioteca di Baggio, Centro Culturale Ronchi, Centro Polispecialistico 33, Cava Aurora, Parrocchia Sant’ Anselmo, Avis, Aido, Panificio di via Gianella, Libreria Lineadiconfine, Ottica Montesano, Edicola di via delle Forze Armate 346, Sindacato Pensionati, Poliambulatorio di via Masaniello, ‘A 4 Zampe’. - Cusago: Cartolibreria Forni, Viridea, Ristorante ‘Il Magione’, Agenzia ‘Girovaga’, Biblioteca, Centro Prelievi, Mercatino Antiquariato, Bar Ravelli, Tabaccaio, Salumificio Mericco, Circolino Monzoro. - Cornaredo: Officina Citroen Magistrelli. - Settimo Milanese: Biblioteca Comunale Settimo, ‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero della Frutta’, ‘Garden Ravelli’ di Seguro. - Trenno: Cascina Campi - Trezzano sul Naviglio: Comune, Centro Socio Culturale. Cesano Boscone: Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicola via Libertà, Farmacia dott. Camera, Centro Culturale Villa Marazzi, Ottica Crepaldi, Benzinaio via Pasubio, Studio Medico ‘Dentaltre’, Lavanderia ‘Arte e Sapone’, Edicola di via Garibaldi, ‘Spighe d'oro’ (Circolo Anziani), Le Grotte di Sale. - Cisliano: ’Stilcasa’, Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria ‘Il Segnalibro’.
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“Porca la pipa!”era la più classica delle esclamazioni di
Erio Bertazzolo di anni 88 che non voleva dire nulla ma che, detta da lui, aveva un particolare significato in quel determinato momento. Pochi giorni fa ci ha lasciati e la nostra Redazione esprime particolare vicinanza alla moglie Maddalena, ai suoi familiari ed a tutti coloro che hanno saputo apprezzare la sua disponibilità.
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Due significative immagini dell’inaugurazione della nuova Darsena di Milano
Gli appuntamenti di “Incontro Naturale” Sabato 16 maggio 2015 dalle ore 14.45 alle ore 17.45, presso il Centro Dentistico Polispecialistico “Incontro Naturale (via Antonio Mosca 180 – 20152 Milano, Q.re Muggiano) si terrà una conferenza gratuita di tre incontri durante i quali si parlerà dei seguenti temi: “Curarsi attraverso la Medicina Naturale Antroposofica” tenuto dal Dottor Fabio Ciserani – Medico Chirurgo, iscritto all’albo dei Medici Antroposofi; “Cosa vuol dire curarsi utilizzando i rimedi naturali antroposofici” e “Consapevolezza del farmaco che assumiamo o del cosmetico che utilizziamo”, tenuto dal Dottor Maurizio Martinenghi – Informatore Scientifico Weleda Italia S.r.l.; “Il massaggio ayurvedico” principi e benefici dei massaggi olistici, attraverso l’utilizzo di oli certificati di cosmetica Naturale, completamente vegetali, quali stimolatori di scambi vitali, tenuto da Patrizia Moretti.
Curare i bambini attraverso la medicina antroposofica
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ella vita di un bambino l’evento della malattia occupa un posto preminente nella scala delle esperienze di crescita, sicuramente meno attesa dello sviluppo del linguaggio, del raggiungimento della posizione verticale e del successivo apprendimento della lettura e scrittura. Di fatto, però, è da riconoscere il peso che le malattie occupano nella prima fase della vita, per poi riapparire quando molto di questo tragitto è stato consumato e ci si trova dall’altra parte della curva, nel periodo della senescenza. La malattia non è un momento considerato felice, al più un’interruzione del percorso, un qualcosa da allontanare il prima possibile, da togliere di mezzo e cercar di prevenire. In larga misura nessuno si troverà in disaccordo con questo pensiero, ma a volte non si prendono in considerazione le trasformazioni che le malattie dell’infanzia determinano una volta che sono state superate. La fretta spesso, purtroppo, è il metro di misura dell’efficacia di una terapia, dimenticando di non doverci considerare delle macchine che, una volta riparate, ripartono subito senza scossoni o richieste di partico-
lari attenzioni. Una volta, saggiamente, alla fine della malattia, seguiva un periodo di convalescenza perché intuitivamente si sapeva che le forze usate per la guarigione erano limitate e serviva del tempo per poterle ricostituire integre. Ci sono molte ragioni per cui ci si ammala, altrettante per cui ci si mantiene sani; porre attenzione all’ambiente in cui si vive, alla sua salubrità, per necessità o imposizioni della vita, a vivere in contesti impoveriti, condizionati dalla presenza di realtà che non contengono una vera attenzione all’essere umano, fanno sì che le forze della crescita siano indebolite. Se da una parte le malattie sono possibilità di sviluppo e di sforzo per il loro superamento, dall’altro si possono bloccare in uno stato di sofferenza in cui il fisico diventa sede solo di dolore e annichilimento. Guarire è la premessa d’autoaffermazione nel mondo, di percepire la propria capacità di essere valenti e di poter operare nel mondo, non limitandosi al solo esistere biologico, ma ad un’entità che esige un proprio posto al sole. La malattia non è solo un fatto privato ma coinvolge la Famiglia e quindi su di essa si pone l’attenzione del medico che accompagna il processo di cura, potenziando, fin dove
possibile, le forze di autoguarigione che sono insite nel bambino e in ogni essere vivente; sostenendo tali forze ci si potrà poi accrescere ed irrobustire. La vera guarigione non è soppressione di un sintomo, è acquisizione di una competenza immunologica, che rende più adatti e forti. Il supporto alle figure genitoriali è uno dei pilastri della cura; i Genitori non possono essere considerati solo spettatori, al più somministratori di rimedi, bensì portatori e sostenitori del processo di cura. Genitori spaventati non possono affrontare, se non con estrema difficoltà, il disagio e il dolore o reggere con forza l’impegno del bambino malato. Il percorso di guarigione del bambino comporta la comprensione di quali siano i suoi bisogni più profondi, che non escludono la necessità di una alimentazione adatta e non troppo impegnativa. I bisogni del bambino sono anche legati all’instaurare processi ritmici durante la giornata, al rispetto del suo corpo di calore, allo sviluppo di sane abitudini. Importante è difatti il tempo delle pause e del sonno ristoratore, i momenti della nutrizione e del calore sia fisico che animico. L’attenzione che si pone alle esigenze del corpo non solo lo rende più resistente, ma ricade positivamente sullo sviluppo delle forze dell’anima; ciò rende la persona resistente e migliora la resilienza (capacità di rispondere in maniera costruttiva alle avversità). Non si può dimenticare che la componente pedagogica fa la parte principale in quest’ottica di sostegno allo sviluppo. Comprendere che all’inizio della crescita le forze che sostengono poi il processo dell’apprendimento e dello sviluppo cognitivo sono impegnate alla costruzione del corpo fisico, fa sì che non siano poste richieste anticipate intese come competenze intellettuali.
Il concetto di osservare e seguire le tappe del sano sviluppo del bambino comporta, pertanto, non solo una più robusta costituzione fisica, ma anche il crescere in modo armonico al fine di non trovarsi esposto ad un’accelerazione delle richieste del mondo attuale, sia scolastico che familiare. Infatti, i bambini nella loro generosità innata, possono assecondare le richieste troppo premature degli adulti affidatari, ma a scapito di un sano sviluppo del loro corpo fisico, poiché, non si possono usare contemporaneamente per costruire il corpo fisico e impiegare le stesse per lo sviluppo cognitivo, se posto in modo prematuro e intellettualistico. La possibilità di rimanere sani anche quando si cresce e si diventa adulti, poggia sul rispetto delle fasi dello sviluppo che è uno dei fondamenti della pedagogia antroposofica, sia nell’ambito scolastico sia nelle maglie della medicina. Non perdona il futuro se lo si affronta con forze dimesse dal loro uso improprio. Conoscere lo sviluppo, vuol dire sapere quali compiti deve e può affrontare il bambino e fino a che punto può arrivare il suo impegno senza pregiudicare il proprio futuro. Fabio Ciserani
Il massaggio olistico ayurvedico Ayurveda è, secondo la tradizione indiana, la “scienza della L’ vita”. La teoria ayurvedica sostiene che il benessere è il risultato di uno stato di armonia con il proprio sé e deriva della relazione (connessione) tra il sé, la personalità e tutto ciò che accade nel nostro essere mentale, emotivo, psichico, spirituale. Un antico testo definisce l’ayurveda come la disciplina grazie alla quale è possibile distinguere i modi di vita
felici da quelli infelici, grazie alla quale è possibile sapere cosa giova e cosa nuoce alla felicità, e conoscere la vera natura della vita. Essa pertanto presiede non soltanto al perfetto funzionamento dei nostri sistemi ed organi, della nostra psiche e del nostro spirito, ma anche al rapporto di felice convivenza con tutte le creature. All’interno dell’essere umano, così come dell’Universo, si ritrovano i cinque elementi che costituiscono la vita: acqua, aria, terra, fuoco e etere. L’armonia e l’equilibrio degli elementi portano ad uno stato di benessere che può essere mantenuto attraverso il massaggio ayurvedico. Inoltre i massaggi ayurvedici hanno tra i loro benefici quello di permettere al nostro corpo, e quindi alla nostra mente, di rilassarsi. Questo stato, raro nella vita frenetica di tutti i giorni, consente di ascoltarci, entrando sempre più in contatto con la parte più profonda di noi stessi, con i nostri bisogni e desideri. Durante il massaggio ayurvedico, il respiro torna ad essere più ampio e regolare e questo è indice di uno stato di rilassamento profondo. Ciò permette di ritrovare il nostro ritmo, che spesso, nel frastuono del quotidiano, fatichiamo a percepire. I massaggi ayurvedici non sono terapeutici e non vanno in alcun modo a sostituire le cure mediche e non hanno scopo terapeutico/riabilitativo (tali tecniche sono di stretta competenza dei fisioterapisti) od estetico (di stretta competenza degli estetisti). I massaggi ayurvedici lavorano per aiutare la persona a ritrovare e mantenere la condizione di equilibrio naturale, affinando la capacità di ascoltarsi e di rientrare in in contatto con il sé profondo: il massaggio ayurvedico è solo un fine per il raggiungimento di tale obiettivo. Patrizia Moretti
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Come si è evoluto il nostro modo di cibarci Da Pitagora ai vegetariani, fino ai moderni vegani: alcune riflessioni per un’alimentazione di qualità che può fare bene, limitando il cibo industriale, di cui ignoriamo provenienza ed aggiunte di prodotti chimici per la conservazione dei quali molte volte non si conoscono gli effetti collaterali. E così... allergie ed intolleranze alimentari a gogo. Non dimentichiamo poi il benessere degli animali allevati industrialmente, troppe volte trascurato. Daniele Acconci
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hi pensa che la cucina senza carne, vegetariana o vegana, sia uno stile di vita legato a questi ultimi anni sbaglia. La sua origine si perde nella notte dei tempi. Fin nel secolo scorso, chi non mangiava carne era definito “Pitagorico”. Infatti, Pitagora, il grande filosofo greco, è considerato il padre del vegetarianismo. Fu proprio lui il primo a parlare di tali argomenti, influenzando i suoi discepoli e dando vita ad una vera scuola d’impronta vegetariana in cui diffondeva i principi di un’alimentazione senza crudeltà. I suoi discepoli, tra cui Socrate e Platone, ne parlano negli scritti successivi alla morte del grande filosofo. Pitagora inoltre coniò il termine “anticreofagia” che fu usato fino a qualche secolo fa per indicare chi era contrario al mangiare carne, mentre il termine “vegetariano” fu coniato dai fondatori della Società Vegetariana Britannica nel 1842 e deriva dalla parola latina vegetus che significa “intero, vivo, fresco”. Il termine vegan fu invece creato il 1° novembre 1944 come contrazione di vegetarian, di cui contiene le prime tre e le ultime due lettere. A farlo fu Donald Watson che fondò la Wegan Society. Ogni anno, in questa data in tutto il mondo si festeggia la ricorrenza del World Wegan Day. Donald Watson, nato il 2 settembre 1910 a Mexborough nel South Yorkshire, era un personaggio strabiliante, che introdusse uno stile di vita non solo senza carne né pesce, ma anche senza latticini e uova, riuscendo da solo a costruire un movimento che oggi conta nel
mondo più di sei milioni di persone. Da solo, a Leicester dove abitava, iniziò a scrivere, a pubblicare e a diffondere una piccola pubblicazione dal titolo “Vegan”, in seguito “Vegan news”. Nato e cresciuto in una tipica famiglia inglese, da giovane Watson trascorreva le vacanze nella fattoria dello zio George, circondato da tanti animali interessanti. Ognuno dava qualcosa, chi un uovo, chi il latte, chi tirava l’aratro, chi dava la sveglia, ecc. Tuttavia la bellezza e l’atmosfera idilliaca e bucolica presto però si scontrò con la dura realtà. La fattoria altro non era – secondo la descrizione del giovane Watson – che un braccio della morte dove periodicamente lo zio e la sua squadra intervenivano per uccidere qualche animale. Uccisioni effettuate fra atroci urla e innegabili sofferenze del malcapitato. Furono queste scene a creare nell’animo di Watson il desiderio di andare oltre, di pensare e realizzare uno stile di vita che non passasse sopra alla felicità e ai diritti degli animali. Si sposò con una ragazza gallese, e della sua zona d’origine ha osservato un detto: “Quando tutti corrono, tu resta fermo”. Vedeva molte persone che correvano verso il suicidio alimentare, con abitudini che tutti sanno pericolose, mentre lui osservando uno stile vegetariano si è mantenuto longevo e in buona forma fino all’età di 95 anni. Il messaggio etico lasciato da Donald Watson in un’intervista pochi anni prima della morte è stato molto profondo. Lui sosteneva che era un grande vantaggio avere una coscienza pulita, e trovava facile e vantaggiosa la convinzione che gli scienziati dovessero accettare
Notizie Quinto... che legge G
iovedì 14 maggio alle ore 20,30 presso la Biblioteca Quinto che legge, via Ferrieri 12 Milano “Dove ci portano le emozioni” Lettura ed interpretazione di poesie inedite di Carmelo Fazio recitate da Salvatore Scevolo. L’Associazione Quinto... che legge invita tutti i lettori a partecipare a due eventi che si svolgeranno nella sede di via Ferrieri, 12 in occasione della Festa Patronale della Parrocchia Madonna della Divina Provvidenza: venerdì 22 maggio, dalle 17 alle 19, ci sarà il
la coscienza come parte dell’equazione scientifica. Inoltre il movimento vegan rappresenta tuttora, nella sua concezione più ampia, qualcosa che non è mai stato provato fino a settant’anni fa, qualcosa che sta andando incontro a tutte le critiche possibili che uno possa inventarsi. Ed è qualcosa che non presuppone settimane o mesi di studio delle tabelle nutrizionali o la lettura di libri d’esperti o presunti tali. È qualcosa che implica il prendere atto di alcuni concetti, di alcune realtà e metterle semplicemente in pratica. Soffermiamoci un attimo a pensare quanto sia paradossale e figlio dei nostri tempi nutrirci senza conoscere la provenienza di ciò che mangiamo. La filiera alimentare è la più contraffatta in assoluto e gli interessi economici che muove sono immensi. Si pensi solo ad una cosa semplice come cucinare una torta per il proprio figlio, che la maggior parte delle donne considera magari come la quintessenza della genuinità. La torta è realizzata con uova di galline che vivono in condizioni disumane, con farine raffinate ormai prive di tutta la loro essenza, con zucchero bianco dannoso sotto ogni punto di vista e con marmellate industriali con tanto zucchero e poca frutta. Dove è quindi la genuinità del prodotto finito? Ci fidiamo di quel che riportano le etichette o magari non le leggiamo nemmeno, non facciamo lo sforzo di comprenderle, non ragioniamo sul significato di alcune parole. Ad esempio pensiamo al caso delle uova che portano la dicitura “da allevamento a terra”. Detto così dovrebbe essere garanzia di condizioni di vita ottimali, ma non viene specificato se all’aperto o al chiuso e quante sono le galline che vengono allevate a terra? In realtà nella mag-
mercatino pro-associazione durante il quale Annalisa proporrà le sue collane e Monica presenterà oggetti “regalo” fatti con le sue mani; sabato 23 maggio a partire dalle ore 16, seconda edizione della Mostra di veicoli pubblicitari d’epoca (scala 1:43) in cui verrà presentata la storia di ogni veicolo e di ogni azienda che lo ha pubblicizzato. Ingresso libero per tutti i soci e simpatizzanti.
gior parte dei casi tali galline sono ammassate in migliaia in un capannone chiuso e maleodorante dove non riescono neppure ad aprire le ali, in una situazione di violenza
Donald Watson
nella quale sono costrette a produrre continuamente uova, tutto al contrario della loro natura. Oggi, quando la maggior parte di noi si siede a tavola, non sa fondamentalmente di cosa si stia nutrendo, cosa stia mangiando e soprattutto come e quanto questo possa ripercuotersi sull’ambiente. Dietro ogni bistecca c’è la sofferenza degli animali, il depauperamento dei nostri terreni, l’abbattimento delle nostre foreste e un’iniqua distribuzione delle ricchezze tra nord e sud del mondo. Come annota Paola Maugeri nel suo libro cult “Las Vegans”: la cosa che più mi colpisce è che la stra-
Preparazione delle polpette di seitan P
reparate innanzitutto il sugo di pomodoro facendo soffriggere in buon olio d’oliva l’aglio tritato, una cipolla tagliata a fettine, una carota e un gambo di sedano a dadini. Unite poi il pomodoro a pezzetti, acqua quanto basta, un pizzico di sale marino integrale e pepe, se piace. Fate cuocere per una ventina di minuti e poi lasciate riposare. Passate alle polpette. Dopo aver sciacquato un panetto di seitan, mettetelo in un mixer e macinatelo con fiocchi d’avena piccoli, che doserete in base alla consistenza, e una bella manciata di prezzemolo fresco. Aggiustate di sale con qualche goccia di shoyu. Con le mani formate delle polpettine, infarinatele nella farina 0. Passatele nella padella con un goccio d’olio e uno spicchio d’aglio finché non si forma la crosticina. A questo punto passatele in forno a 200 gradi per dieci minuti ben disposte in una teglia rivestita di carta forno. Trascorso questo tempo, tuffatele nel sugo di pomodoro e cuocete per una quindicina di minuti prima di Polpette di seitan al pomodoro servire.
grande maggioranza di animali che noi mangiamo ormai hanno solo le fattezze di animali, ma in realtà sono creature svilite nella loro costituzione essendo state trasformate in macchine e geneticamente modificate. La dimostrazione è che noi mangiamo animali che non vivono neppure un solo giorno da animali. E allora con quale coraggio possiamo ancora parlare di proteine nobili? Cosa c’è di nobile in questi poveri esseri viventi privati del loro nucleo familiare e imprigionati? E quali proteine nobili possono fornire animali imbottiti d’ormoni e antibiotici?”. Consoliamoci allora con proteine “compassionevoli”, molto più nobili di quelle che nobili non sono più. È la stessa Maugeri a proporcene qualcuna, e noi rigiriamo ai lettori la ricetta delle polpette di seitan dal cuore gentile. Quindi, quando ci si siede a tavola – o ancor prima, quando si acquistano i prodotti – occhio alle etichette che riportano gli ingredienti. Inoltre un pensiero deve per forza andare alle condizioni e allo sfruttamento degli animali per non mangiare assieme alla loro carne anche la loro paura, il loro stress, i loro ormoni e i loro antibiotici. Basta informarsi e ragionare un po’. Informarsi è un dovere, ne va della nostra salute e del nostro benessere.
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Tribunale di Milano: noi c’eravamo pett.le Redazione, vorremmo rendere la nostra testimonianza in merito al gravissimo fatto accaduto il 9 aprile presso il TriS bunale di Milano. Siamo due tirocinanti del Palazzo di Giustizia, ormai dal 2012, e collaboriamo in Cancellerie del Tribunale stesso. Quel maledetto giorno abbiamo avuto una bruttissima esperienza che, purtroppo, ci fa pensare che non si è più sicuri nemmeno al centro della neonata città metropolitana. Una mattinata da far west: torno in tribunale per riconsegnare i badge del terminato lavoro quando ad un tratto, verso le 11, si comincia a notare un certo fervore nei corridoi e sulle scale. Gente terrorizzata che inizia a scappare nei corridoi del secondo piano, poliziotti che, con armi in pugno, “invitano“ la gente ad uscire al grido di “...stanno sparando, stanno sparando al terzo piano”. Incredula mi guardo intorno e penso “in Tribunale?... è impossibile...”. Nel frattempo sempre più gente si accalca sui corridoi centrali e i militari sono in aumento. Ancora incredula, mi guardo in giro e penso ”...sarà un allarme bomba, fanno evacuare lo stabile!”.
Intanto, suona un allarme (credo antincendio), per un minuto di fila, per far capire che succede qualcosa di grave, quando ormai la confusione regna sovrana. In tanti riusciamo ad uscire e ci piazziamo davanti al palazzo e restiamo con il fiato sospeso in attesa di sapere cosa succede. Intanto nei piani alti (dal terzo al settimo piano) non sanno ancora nulla, come apprendo quando, un po’ spaventata chiamo mio marito Michele che appunto lavora al 7°. Basta pochissimo che la notizia si sparge anche lì dove, per sicurezza, sono chiuse le persone nelle cancellerie. Appurato che chi sta sparando è un uomo distinto (che fra l’altro è già riuscito ad assassinare un giudice e un avvocato e ha ferito un uomo nel corridoio) si prosegue all’identikit come spiega un giornalista al di fuori del Palazzo. Nello stesso tempo tutte le donne sono fatte uscire e si procede al controllo mirato degli uomini. Fuori un caos di volanti della Polizia, Carabinieri e Digos bloccano la strada e le vie di fuga. Intanto si sono fatte le 12 passate e, ad un tratto, un fuggi fuggi generale ci fa allontanare al grido di “...sta scappando ...via ...via ..largo”. Insomma un inseguimento degno di ogni film di Fast and Furius. Partono anche le volanti e l’elicottero che
da un po’ girava sopra, per terminare poi con la cattura, alle 12.30 in Zona Vimercate, circa 30 km dal centro di Milano. Intanto i reclusi delle cancellerie sono fatti uscire e, dopo qualche ora, tutto torna normale ad eccezione per chi è stato colpito dallo squilibrato. In tutta questa grave faccenda di normale non c’è niente, siamo ad una manciata di giorni dall’apertura dell’EXPO. Per quanto riguarda la sicurezza, chi la gestisce in luoghi come quelli dovrebbe porsi delle domande. Perché gli avvocati non dovrebbero passare sotto al metal detector? Facciamo un esempio: io sono un avvocato, entro con la mia valigetta piena di esplosivo, la piazzo ed esco, rientro con un’altra valigetta e via così, senza che nessuno mi possa fermare. In posti sensibili come questi tutti dovrebbero passare al controllo come si fa negli aeroporti, lì ci si mette in coda e si aspetta. Speriamo che quest’episodio sia il primo e anche l’ultimo visto che, in tanti anni d’onorato servizio al Palazzo di Giustizia, non si sono mai verificati atti come questo. E in ultimo un pensiero va alle famiglie dei defunti di questa “giornata maledetta”. Lidia Scansetti & Michele Lobasso
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Risaie e rifiuti Marco Rossetti
[email protected]
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na doverosa premessa ed un curioso aneddoto, prima di entrare nel tema dell’articolo. È il primo maggio, il tempo non è dei migliori, una leggera pioggia cade ed è proprio uno dei momenti in cui in campagna non si può lavorare. Una telefonata di buon mattino... “Marco... se posso, passo da te, vorrei farti vedere una certa situazione.” Al telefono Angelo Plebani, agricoltore di Cusago, per moltissimi anni residente a Cesano Boscone, che da poco tempo ha preso in gestione una parte dei terreni di Muggiano. Ed è così che dopo pochi minuti siamo sulla datata Fiat Brava dell’agricoltore, l’auto dedicata alle missioni in campagna quindi, come potete immaginare, non proprio “appena uscita dal concessionario”. Le campagne sono la nostra destinazione, attorno a Cascina Guascona, dopo l’articolo che abbiamo pubblicato il mese scorso sulla chiusura di un tratto del fontanile San Martino, per una valutazione insieme della situazione. Poche centinaia di metri, con quattro chiacchiere, ed una pantera della Polizia si accoda a noi con i lampeggianti accesi facendo cenno di fermarsi... Due poliziotti si avvicinano a noi lentamente e con la mano sulla fondina. Scendo: “Calma... non siamo nomadi, ma semplici agricoltori”, l’abbigliamento mi rende convincente, il poliziotto mi sorride e fa un cenno d’intesa al collega. “Lavorate come noi... andate pure”. Fa certamente piacere vedere che il controllo del territorio, almeno in quest’occasione, c’è. Ma torniamo al tema dell’articolo. “Sono contento che abbiate scritto nel numero scorso del fontanile San Martino – mi dice Angelo Ple-
bani – perché così si può approfondire la situazione che noi agricoltori stiamo vivendo. Abbiamo, dallo scorso anno, preso in gestione i terreni attorno a Muggiano da anni lasciati incolti dalla vecchia proprietà e per questo diventati ricettacolo di ogni genere di immondizia. Si scrive di noi
Angelo Plebani parla con calma ma è fermo nelle sue parole: è gente abituata a lavorare sul serio, senza troppi fronzoli o parole inutili. Ci conosciamo da anni. Addentrandoci di poche decine di metri, all’interno delle campagne, la situazione appare in tutta la sua drammaticità...
La ‘risaia’ dopo la ‘discarica abusiva’
perché abbiamo interrato un fontanile, come annotato nell’articolo, ma in verità abbiamo soltanto sanato una situazione di un tratto di fontanile cieco, quindi senza sbocco per l’acqua che tra l’altro non c’è, asciutto da anni, che oltre ad essere naturalmente interrato era diventato deposito di carcasse di autoveicoli. Ne abbiamo rimosse oltre una decina solo in questo tratto. Per fortuna che siamo riusciti a farle portare via da un rottamaio”.
“Abbiamo cercato – continua Plebani – di ripulire i terreni che abbiamo in gestione con i nostri mezzi, il risultato sono queste cataste di ogni genere di rifiuti che l’animo umano possa concepire che non sappiamo come gestire.... Il problema di quel campo nomadi (in lontananza s’intravede una colossale montagna di rifiuti accanto ad un insediamento abusivo visibile dalla tangenziale) condiziona il nostro stesso lavoro. Qui c’è gente che nulla ha a che fare con i nomadi che
Nel numero scorso avevamo pubblicato la notizia dell’interramento dell’alveo del fontanile San Martino, presso cascina Guascona, in occasione di alcuni lavori di livellamento dei terreni, per realizzare delle risaie. A tal proposito siamo stati contattati dagli agricoltori che hanno eseguito l’intervento per alcune precisazioni. In particolare Angelo Plebani, conduttore dei terreni con il fratello Luigi, ha chiesto che facessimo con lui una visita in loco. sfrutta l’occasione del degrado per portare rifiuti. Anche i nomadi hanno le loro colpe, non sai quante volte abbiamo dovuto pulire i ponti per far passare l’acqua. È qui da vedere... pneumatici, frigoriferi, una moto, pezzi d’auto, bombole di gas tra una risaia ed un campo di mais appena germogliato. Proprio sulla costa di un fontanile, che in molti strenuamente vogliono difendere. Siamo su una proprietà privata, è vero, ma non possiamo essere lasciati soli dalle istituzioni a gestire questo problema. Il risultato è qui, sotto gli occhi di tutti. Noi possiamo mettere a disposizione uomini e mezzi, per caricare i rifiuti, ma non sappiamo dove portare quest’enorme catasta di materiale. Se il Comune o l’Amsa ci aiutassero, con una semplice sinergia si potrebbero ottenere dei buoni risultati. Il problema delle poche decine di metri di fontanile che è stato livellato, come puoi vedere, è inesistente rispetto al resto e soprattutto agli altri fontanili ostruiti da tutte queste porcherie”. Proprio sopra di noi la pattuglia delle frecce tricolori in formazione compie un’ampia virata di ritorno dall’inaugurazione dell’Expo 2015. Già... si fa un gran parlare d’alimentazione, nutriamo il pianeta, diamo da mangiare a chi ha fame, poi chi produce per davvero il cibo, chi lavora ogni giorno la terra, chi lotta contro tutti, e queste risaie non sono finte sia ben chiaro, è lasciato solo a gestire un degrado del territorio che spesso è conseguenza di decisioni politiche sbagliate. È o non è un controsenso?
Casa di Cura Ambrosiana: chirurgia plastica ed estetica Previsto per ottobre l’apertura di un ambulatorio di chirurgia plastica ed estetica presso la Casa di Cura Ambrosiana di Cesano Boscone. Il dottor Luca Maione, specialista nel settore, ci spiega vantaggi e benefici, che si possono ottenere eliminando i sintomi dell’invecchiamento, ma anche inestetismi in generale, raggiungendo in particolare un miglioramento della qualità della nostra vita.
L’
Organizzazione Mondiale della Salute ha, nei tempi recenti, modificato la definizione di “salute” spostando l’esclusiva attenzione dalla malattia al “benessere psicofisico” dell’individuo. Oltre al bisogno di salute, inteso come mancanza di malattia, nella società moderna si è affermato il concetto e l’esigenza di migliorare la qualità della vita. ”L’abito non fa il monaco” è un’affermazione ormai sorpassata. Il nostro aspetto esteriore è in ogni momento della vita importante nelle quotidiane interazioni sociali e nei rapporti che stabiliamo con gli altri. Lo sguardo, l’espressione degli occhi e della bocca, lo stesso tono della pelle, svelano il nostro vissuto, il nostro carattere, provocano nelle persone con cui interagiamo reazioni ed atteggiamenti, che possono rassicurarci o metterci a disagio. I segni dell’invecchiamento così come gli inestetismi possono non rivestire alcuna importanza, ma spesso possono avere risvolti comportamentali e sociali non trascurabili: valorizzarsi, per apparire esteticamente più gradevoli, per alcuni può migliorare la qualità di vita, può far acquisire maggior fiducia, può infine far stare meglio con se stessi e in mezzo agli altri.
Con gli anni, prima o poi, compaiono o divengono più evidenti le linee d’espressione, rughe, rilassamento e macchie cutanee. L’inevitabile invecchiamento modifica tutti i tessuti molli del viso e perfino le ossa facciali. La pelle perde elasticità, dovuta al naturale calo di produzione di collagene e alla perdita di tessuto adiposo, le contrazioni dei muscoli facciali e la forza di gravità portano alla formazione di linee cutanee, segni profondi e cedimenti del volto, che arrivano ad alterarne l’aspetto. Se tutto questo provoca disagio, la moderna medicina estetica può aiutare nel dare una giusta dimensione alle nostre aspettative e consentire di raggiungere buoni risultati nel rispetto degli aspetti oggettivi della persona. Tuttavia per fare in modo che il/la paziente possa correttamente indirizzare i suoi “desideri” e le sue “scelte” i consigli da seguire sono i seguenti: non andare dal medico come si va dall’estetista o dal parrucchiere; non pensare a modelli irraggiungibili, veline e modelle quasi sempre non sono “reali”, ma personaggi costruiti e ritoccati; non basta desiderare un risultato per ottenerlo, bisogna spiegare quello che si vuole e capire quello che la medicina estetica è in grado di dare; non fare esclusivamente riferimento ad articoli di giornale o televisivi, ma consultare un professionista specializzato che non seguirà l’ultima moda, ma consiglierà la migliore e più sicura delle soluzioni. Per dare una risposta alle richieste dell’utenza della Casa di Cura Ambrosiana riguardanti queste problematiche, dal mese d’ottobre sarà istituito un ambulatorio di chirurgia plastica ed estetica. Grazie alla mia consulenza, sono specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, sarà possibile sottoporsi a trattamenti di medicina o chi-
rurgia estetica, volti a migliorare la qualità della vita di chi vive con disagio per un inestetismo non accettato. Tramite procedure mininvasive quali l’iniezione di acido ialuronico/biorivitalizzanti e l’infiltrazione di tossina botulinica, si otterrà un aumento della qualità della pelle, riducendo i segni di stanchezza ormai indelebilmente presenti; si potrà optare inoltre per un aumento del volume di zigomi e labbra rendendo così il volto più armonioso e dolce. Un’ulteriore applicazione della tossina botulinica sconosciuta ai più è quella volta a correggere l’iperidrosi (ipersudorazione), spesso causa di disagio nei rapporti interpersonali; grazie ad una singola seduta sarà possibile eliminare questo noioso fastidio. Accanto a questi interventi poco invasivi sarà possibile offrire una valutazione specialistica per procedure estetiche maggiori come interventi al seno (mastoplastica additiva e riduttiva, mastopessi, correzione di ginecomastia negli uomini), al volto (lifting volto, rinoplastica, blefaroplastica, lipofilling, otoplastica), interventi di body contouring (liposuzione, addominoplastica, lifting cosce, lifting braccia) ed asportazione di neoformazioni a scopo estetico. Ma “chirurgia plastica” non vuol dire solo estetica. Grazie alla professionalità dello specialista si potrà trovare una soluzione anche per quei pazienti che presentano problemi funzionali. La chirurgia plastica ricostruttiva s’interessa, infatti, di branche quali cicatrici esiti di traumi o ustioni, esiti di chirurgia bariatrica, stenosi respiratoria nasale, ricostruzioni mammarie e dei tessuti molli post chirurgia demolitiva. Luca Maione Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
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Milano Vergognati! Roberto Gariboldi CSA Petrarca
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otente e chiara è uscita la condanna verso gli amministratori della nostra città, così esordiva il professor Luigi Zanzi: “Vergognati Milano! Non si trattano in questa maniera i nostri monumenti!”. Condannando senza appello la trascuratezza della nostra Amministrazione verso la Cascina/Villa Linterno, unica reliquia petrarchesca che la città possiede del soggiorno milanese del grande Francesco Petrarca. L’occasione per questo anatema era la presentazione dell’ultima fatica letteraria del professor Luigi Zanzi dal titolo “Trittico alpino”, un volume diviso in tre capitoli: il primo dedicato a Francesco Petrarca e alla sua lettera che descrive la sua ascesa al monte Ventoso (Familiari, IV, 1), questo primo capitolo occupa più della metà del volume; il secondo riguarda Dante Alighieri ed il suo rapporto con la montagna specialmente nella Divina Commedia; la terza parte sconfina nell’arte visiva, portandoci nel mondo pittorico di Paul Cézanne, tutto colori e splendore di luce. La sede prestigiosissima era la sala del Consiglio del Touring Club Italiano in corso Italia 10, onusta di storia patria, luogo ideale per questa immersione nella nostra cultura e per presentare alla cittadinanza l’opera edita da Ulrico Hoepli. La sala era gremita. Dopo un ringraziamento del console del Touring Gian Mario Maggi, ha preso la parola Massimo de Rigo, presidente del CSA Petrarca, associazione organizzatrice dell’evento, il
quale ha illustrato la situazione di pericolo che vive la Villa Linterno, illustrando con dovizia di particolari le parti dolenti del progetto di restauro attualmente in atto. Il pubblico si è mostrato particolarmente colpito da quest’intervento. Per la presentazione erano presenti, oltre all’autore, tre grandi personaggi della cultura alpina e
minoso di questo criterio di vita proprio Francesco Petrarca, instancabile viaggiatore, amante della cultura e dei libri, amante della natura (inventore del panorama così come ha detto il nostro relatore) e grande coltivatore di amicizie. Il secondo relatore era il professor Luigi Rizzi, il massimo esperto italiano del mondo Walser, autore
turistica d’Italia, tre uomini che hanno onorato con il loro lungo e indefesso lavoro il nostro Paese: l’ingegner Francesco Cetti Serbelloni, vicepresidente dal 1984 al 1988 e presidente del Touring dal 1988 al 1991, fondatore in seno all’Alleanza per il turismo internazionale del Comitato Etico per il Turismo e l’Ambiente e socio di numerose associazioni a livello internazionale. Francesco Cetti Serbelloni, classe 1926, con una straordinaria freschezza ha illustrato l’importanza che ha per l’umanità il muoversi, il conoscere, lo stringere relazioni e ha indicato come un esempio lu-
d’innumerevoli volumi sulla montagna e il suo mondo, presidente della Fondazione Enrico Monti di Anzola d’Ossola. L’intervento di Rizzi si è concentrato sulla lettera di Francesco Petrarca dedicata all’ascensione al monte Ventoso, analizzando l’importanza che questa lettera ha per la letteratura di montagna, di come questa costituisca il primo esempio di un genere letterario destinato nei secoli ad un grande successo, di seguito ha accennato anche agli due capitoli del libro in questione. Il terzo relatore era il giornalista Teresio Valsesia, già direttore della Rivista del Club Alpino Italiano,
Pedalata tra storia e natura D
omenica 12 aprile, in collaborazione con Ciclobby coordinato da Siro Palestra, il CSA Petrarca ha organizzato la seconda edizione della “Pedalata tra storia e natura” alla scoperta del territorio della Zona 7 dalla Maddalena a Villa Linterno, in un suggestivo ed inedito viaggio nella memoria di un’antica zona di pellegrinaggio tra chiese, borghi, cascine e fontanili. Partenza da piazza De Angeli, un luogo che porta nella sua storia la denominazione “La Maddalena”, dalla colonna che sostiene la statua dedicata a Maria Maddalena o di Magdala. In passato era un prospero borgo agricolo, nonostante le ricorrenti inondazioni dell’Olona, con la presenza, nel periodo dei Grandi Pellegrinaggi medievali (XII-XIII sec.), dell’hospitale della Maddalena, crocevia di percorsi di transito di pellegrini. Un secolo fa qui sorgeva la fabbrica tessile De Angeli-Frua, nata nel 1896.
Il gruppo a due ruote, guidato dal Presidente del CSA Petrarca, si è poi spostato sulla “strada Vercellese”, l’odierna via Novara, verso quanto resta dell’hospitale Sancti Jacobi Zebedei Rathocanum (San Giacomo al Restocano), legata a Linterno (l’antica Infernum) già da molto tempo prima del suo più celebre ospite Francesco Petrarca, come risulta da un documento testimoniale del 1207. Il Restocano era un corso d’acqua che raccoglieva diversi fontanili: le pergamene del
tempo lo descrivono attorniato da cascine con mulini, da cui il toponimo “Molinazzo”. Nuova suggestiva, ma al contempo amara, sosta presso l’abbandonata Cascina Torrette di Trenno, il cui nome deriva dalla presenza di una torretta di guardia romana sorta attorno al cippo che delimitava il terzo miglio (il secondo miglio corrispondeva al borgo di San Pietro in Sala). A più riprese il CSA Petrarca ha segnalato al Consiglio di Zona 7 la presenza di un prezioso “Museo della fatica” con la raccolta di immagini e di strumenti di lavoro, oltre ad un cimelio della II Guerra di indipendenza lasciato nel 1859 dal passaggio delle truppe sabaude e francesi dopo la battaglia di Magenta. Risorgimento e antica cultura agreste: un potenziale patrimonio per Expo 2015 colpevolmente dimenticato. Grandi spunti di carattere storico e culturale sono emersi durante la visita al Borgo antico di Quarto Cagnino, dalla singolare colonnetta ai cortili interni del borgo. Il Borgo antico di Quarto Cagnino deve il suo nome a “quartum castrum” che indicava il quarto miglio della strada consolare romana diretta nelle Gallie. All’epoca dei Pellegrinaggi medievali, il suo “castrum” in muratura costituiva un sicuro punto di riferimento per i viandanti che, volendo evitare la grande città e relativo pedaggio, si ricongiungevano con il percorso tradizionale della Via Francigena, importante itinerario di pellegrinaggio che attraversava l’Europa da Canterbury verso Roma e la Terrasanta. Da questo punto in poi, grande protagonista diventa il Parco delle Cave. La prima tappa è Cascina Caldera (XVI sec.) che fu di proprietà dei nobili Rainoldi fino al 1596, ed è oggi una cascina viva per la presenza di tanti animali. Poi tappa nel cuore del Parco, all’interno della pittoresca Cava Aurora, ospitati dagli amici dell’associazione Unione Pescatori Aurora. La cava un tempo era chiamata “cava vecchia” essendo stata la prima ad essere oggetto di dragaggio, una cornice perfetta per il racconto delle principali tappe e vicissitudini che hanno portato all’attuale fisionomia il comprensorio del Parco. Conclusione ideale di questo viaggio della memoria, dopo un approfondito focus sui fontanili e le marcite che tuttora rendono unici il territorio medievale del Parco, la sosta presso Linterno/Infernum, monumento storico legato a Francesco Petrarca di eccezionale interesse culturale e turistico, per cui il CSA Petrarca ha speso enormi energie nella battaglia a difesa del nucleo più antico e degradato. Simone Sellerio e Massimo de Rigo CSA Petrarca - www.csapetrarca.it
Un articolo di Roberto Gariboldi, vicepresidente del CSA Petrarca, sull’ultimo evento coordinato dall’associazione, ovvero la presentazione lo scorso 21 marzo presso il Touring Club Italiano del libro “Trittico Alpestre”, del professor Luigi Zanzi, docente di metodologia storica e fecondo autore di importanti pubblicazioni che spesso hanno avuto come tema la montagna. autore di più di trenta volumi d’argomento montano, inventore del “Trekking Camminaitalia”, che attraversa tutta l’Italia da sud a nord ed è il sentiero attrezzato più lungo del mondo. Il suo intervento si è concentrato sulla fatica del camminare, di come questa fatica ci costringa a riflettere sulle motivazioni del nostro agire, di come il camminare sia una felice scoperta del mondo nei suoi particolari più reconditi, e spesso più belli, ha concluso l’intervento narrando alcuni aneddoti vissuti in occasione di “trekking” e di come camminando spesso si possano creare accostamenti fra citazioni letterarie e fatica del camminare. Ha concluso l’incontro l’autore del libro, il professor Luigi Zanzi, docente alle università di Genova e Pavia, autore d’innumerevoli studi sui sacri Monti, sui più disparati aspetti del mondo alpino e su argomenti diversi di letteratura italiana, con un particolare affetto per Niccolò Machiavelli. Zanzi, seppur sofferente di una grave malattia, ha dato un grande e commovente esempio di vitalità e amore per la cultura. Il suo intervento si è concentrato quasi esclusivamente su Petrarca, spiegando il significato di quanto ha scritto a proposito della
lettera del Ventoso. In questo suo capitolo smonta punto per punto la tesi del professor Giuseppe Billanovich, il quale sosteneva che Petrarca non avesse mai fatto quest’ascensione e che fosse uno spunto letterario per motivare la sua conversione. Luigi Zanzi con un’acribia tipica dello studioso intellettualmente onesto dimostra come quest’ascensione sia effettivamente avvenuta, ripercorrendo, anche fisicamente, i sentieri a suo tempo percorsi da Francesco e da suo fratello Gherardo, ci ha invitato a prendere in considerazione le opere filosofiche di Petrarca, troppo trascurate dalla critica, ma ricche di grandiosi insegnamenti, innovativi per l’epoca e ancor oggi estremamente validi. Zanzi ha insegnato, nel suo intervento, cos’è il “valore”, punto cardine del pensiero filosofico di Petrarca, è il “valore” applicato a tutti gli aspetti della vita che dà significato e importanza a ciò che facciamo e viviamo. Un gran pomeriggio di cultura, condotti per mano da un uomo eccezionale, a scoprire uno dei nostri massimi geni, che a Milano ha vissuto ben otto anni ma che, misteriosamente, i milanesi trascurano e dimenticano.
Lettera dell’autore agli organizzatori “M
i sta a cuore rinnovare a tutti Voi del CSA Petrarca la mia più cordiale gratitudine per l’ospitalità concessami e per le così affettuose e generose parole rivoltemi. Mi sento veramente coinvolto in amicizia nella Vostra Associazione, come altro degli Amici che tengono viva strenuamente la memoria di Francesco Petrarca in Milano. Ringrazio anche la Sezione di Milano del CAI per la convergenza in tale iniziativa culturale. Speriamo, e Ve lo auguro con tutte le mie forze, che si riesca a rimediare alla vergognosa ignoranza con cui la città di Milano sta inerte nei confronti di questa, che potrebbe essere una delle grandi “rinascite” di una Milano attenta al suo grande passato culturale. Mi pare che la manifestazione di ieri sia riuscita e che, ancora una volta, si sia attestata un’illuminata capacità di resistenza culturale in tal senso, anche se sostenuta soltanto da una minoranza. Grazie ancora di cuore!”. Luigi Zanzi
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Lo scaricabarile delle discariche abusive Le discariche sul territorio sono una terribile piaga civica ed ambientale. I motivi di questi scempi sono tanti: la percezione del territorio come luogo di passaggio; la scarsa voglia di portare in discarica i rifiuti o di fare la raccolta differenziata; l’ignoranza; la malavita organizzata Ma se i motivi della loro creazione sono abbastanza chiari, le ragioni per cui certe discariche continuano a rimanere sul posto, crescendo di giorno in giorno a dismisura, rimangono un mistero. Abbiamo provato a fare chiarezza su un caso, una discarica che si trova lungo la strada che inizia alla Cavetta dei pensionati di Cusago e che si snoda tra risaie, campi di mais, foraggio e rogge in direzione Trezzano, fino alla Vigevanese. Arrivando da Cusago sulla destra, si trova una piazzola stracolma di rifiuti d’ogni genere: materiale edile, sacchi neri aperti, latte di vernice, vestiti, mobili, paraurti di un’auto, vetro, plastica, metallo, elettrodomestici. Di tutto di più... Provate a leggere la cronaca di una serie di telefonate sull’argomento. Simona Borgatti
[email protected]
Prima telefonata: l’assessore all’Ambiente di Trezzano sul Naviglio. “Purtroppo siamo a conoscenza della situazione” – esordisce al telefono l’assessore Cristina De Filippi –. Sì... perché i terreni in questione appartengono al territorio Trezzanese: non sono Cusago o Gaggiano come si potrebbe dedurre dallo stradario. “...ma la pulizia spetta ai proprietari dell’area anche se non sono stati loro a buttare l’immondizia – aggiunge l’assessore, che prosegue –. I Comuni possono solo mettere dei cartelli e installare videocamere, ma non spetta a loro pulire. Possiamo dare
delle multe al proprietario, ma solitamente è difficile che questi paghi. Da parte nostra stiamo attuando tante iniziative di sensibilizzazione ambientale”. Alla domanda se il Comune ha informato il Parco Agricolo Sud, la risposta è stata negativa. “Abbiamo segnalato la cosa al proprietario dell’area, ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta”. Molti rifiuti sono di natura edile, chiediamo pertanto alla signora De Filippi se è possibile risalire alle ditte che operano lavori di ristrutturazione. “Purtroppo è molto difficile perché se molte di queste sono abusive, rimane abusivo anche lo smaltimento delle macerie”. Abbiamo capito che è territorio di Trezzano.
Seconda telefonata: uno degli affittuari. A causa del dilagare del fenomeno possiamo tranquillamente immaginare che qualsiasi assessore di qualsiasi altro comune ci racconterebbe la stessa cosa. Così abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a chi lavora questi terreni, che appartengono all’Immobiliare Terzago Srl, in affitto in parte ad un’azienda agricola che produce prato a rotoli, la “Prato Subito”, e per il resto concessi ad un agricoltore privato, che coltiva riso, mais e foraggio. Dalla “Prato Subito” siamo stati liquidati sgarbatamente e frettolosamente da una persona che non ha nemmeno voluto qualificarsi. “Non siamo proprietari di nulla”. E alla domanda: “Perché i rifiuti non sono smaltiti?” La risposta è stata un secco: “Non lo so!”. Abbiamo capito che non tutti sono sensibili al problema ambientale. Terza telefonata: la proprietà. Allora ci siamo rivolti all’amministratore della proprietà, il dottor Giuseppe Guardamagna di Pavia con studio a Milano. “Occorrono parecchi soldi per smaltire le discariche. Noi tempo fa avevamo messo una sbarra in modo da restringere lo spazio, ma la Provincia l’ha fatta rimuovere perché la strada è troppo stretta. È rimasta inevasa anche la richiesta di un guard-rail sempre per lo stesso motivo. Anche se noi ripulissimo
La nuova tassa unica Giuseppe Castronovo gcastronovo.blogspot.it
(dai dibattiti svolti al Circolo della Concordia)
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nnio: carissimi amici... avete già saputo la novità? Renzo: che cosa? Ennio: circola voce negli ambienti governativi che alcuni membri del Governo e lo stesso Presidente Renzi, stanchi di essere accusati – e non a torto, mi sia consentito affermarlo – per la gragnola di tasse che gravano sulle nostre case, abbiano affidato incarico a dei consulenti di formulare l’ipotesi di una “nuova tassa unica” sulla casa che raggruppi tutte le tasse oggi vigenti. Giacomo: anch’io, ai tempi del Governo Letta avevo sentito parlare di una simile proposta; ma poi, a seguito della caduta del Governo, non ne avevo più sentito parlare. Da quello che tu oggi ci stai dicendo sembra, invece, che le cose siano andate avanti.
Ennio: è proprio così! L’operazione Giacomo: se, da come l’hai deè in una fase avanzata, dicono fonti scritta, analizziamo la semantica vicine a Palazzo Chigi, a tal punto dell’acronimo con il quale chiameche gli esperti hanno già presentato remo questa nuova tassa, scopril’ipotesi di una nuova imposta ap- remo insieme gli elementi in grado plicabile a livello nazionale e con di suffragare la mia affermazione. carattere continuativo; che, non Ludovico: è un discorso, il tuo, che escludendo nessuno, sia univer- non riesco ancora a seguire! G i a c o m o : sale. Dovrà inolamici... abbiate tre essere localla pazienza di mente applicata seguirmi per da tutti i Comuqualche minuto ni italiani, trae tutto vi sarà mite preventivo più chiaro. Ogni accertamento. tassa è identifiGiacomo: da cocata attraverso me ce la stai dele iniziali delle scrivendo ritensingole parole. go, caro Ennio, Prendiamo, ad che sarà un’alesempio, l’ I.V.A. tra nuova freTutti sappiamo gatura per noi che queste tre italiani. lettere indicano Ennio: perché le iniziali di questa tua bocImposta Valore ciatura senza La nuova Tassa Unica Aggiunto. Se appello?
Sembra il gioco delle tre carte: comunque vada perdi sempre, qui tutti dicono la loro, scaricandosi di ogni impegno, con la differenza che a perdere siamo tutti noi ed in particolare il territorio. Restano sconosciuti i motivi per cui i tecnici del Parco Agricolo abbiano dato disposizioni per la rimozione della barriera anti discarica, innescando quel perverso meccanismo che spinge i soliti ignoti a scaricare ove dei rifiuti sono già presenti, con Un’immagine eloquente che risale a gennaio l’ovvia conseQuarta telefonata: il secondo affit- guenza di ingrandire la discarica sempre di più. Se poi nessuno intuario. A lui fa eco l’agricoltore Tiziano No- terviene, la montagnetta sarà una varesi, coltivatore del fondo, che montagna ed il problemino iniconferma quanto detto dall’ing. ziale diventerà poi un probleGuardamagna. “Piuttosto che pulire mone, con inevitabile lievitare dei quella roba lì, me ne vado in Burundi… costi, e quindi con scarsa volontà la sbarra giace in magazzino perché d’intervento. l’hanno fatta togliere. Se troviamo Mai come in questo caso la prevenl’eternit lo smaltiamo, ma la gente con- zione vale la cura del problema. tinua a portare roba. È da cinque anni Ma non è finita... ritorneremo sull’argomento. che va avanti questa situazione”. la gente continuerebbe a buttare lì i rifiuti”. Abbiamo percepito una specie di rassegnazione, inutile pulire ci hanno impedito di affrontare il problema.
Un nuovo resoconto di un dialogo al Circolo della Concordia, durante il quale è stato affrontato il tema della tassazione locale. Il governo parla spesso di Local Tax, ma in seno al Circolo sono sorte parecchie perplessità e qualcuno paventa un ulteriore aumento delle tasse comunali. Angoscia e sconcerto sono i sentimenti dominanti tra gli amici del Circolo, soprattutto per lo studio di un nuovo tributo sulla casa, dal titolo altamente conturbante per la sua ambiguità. abbreviamo, prendendo la prima lettera di queste tre parole otteniamo l’acronimo I.V.A. Ora, seguendo la tua descrizione, caro Ennio, scopriamo che questa nuova imposizione tributaria allo studio del Governo Renzi sarà una Imposta Nazionale Continuativa Universale Localmente Applicata Tramite Accertamento. Amici miei… poiché le parole sono lo specchio della verità, concludo cercando di dimostrarvi come non saranno neutre neanche questa volta. Mettete insieme le iniziali e sono sicuro che ogni commento su questa nuova tassa, anche alla luce anche dell’acronimo con il quale sarà chiamata, sarà del tutto superfluo. Rodolfo: prof. Vezio… lei, oggi così particolarmente intento ad ascoltare le riflessioni dei nostri amici, cosa può dirci?
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Vezio: due cose sono certe. L’acronimo di questa nuova tassa comunale mi ricorda, anche per la conturbante ambiguità della sua semanticità, il commediografo latino Plauto il quale nella commedia “Il Persiano” diceva “Nomen omen” e cioè che anche il nome è un presagio!. Altrimenti detto i nomi molto spesso riescono ad esprimere in anteprima la realtà molto di più di quanto si possa immaginare; stiamo certi che il Presidente Renzi, se queste sono le premesse, non sta preparando un tappeto di rose su cui farci camminare. Poiché, però, nelle aule universitarie durante le mie lezioni era bandita la volgarità e sono rimasto legato a quello stile, ancora oggi ricorro ad un eufemismo per dire “Ecco Un’altra Fregatura!”.
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MM4, Nuova Vigevanese e Area Metropolitana G. Di Giampietro arch phd, Webstrade.it
I
l progetto della nuova linea MM4 è una storia di pragmatismo approssimativo, di un silenzio colpevole e della mancanza di un’idea di territorio... Era affollata l’assemblea del 24 marzo presso l’oratorio del quartiere Giambellino, dove il giovane assessore ai Trasporti del Comune di Milano Pierfrancesco Maran e l’impresa appaltaltrice presentavano al quartiere i cantieri della nuova linea metropolitana 4, Linea Blu, dall’aeroporto di Linate alla stazione San Cristoforo al Giambellino. Dopo le polemiche degli abitanti della zona Solari sul cantiere ed i depositi di materiali di scavo all’interno del parco Solari, con la forte opposizione degli abitanti al traffico dei camion e all’invasivo cantiere (pare risolto con la promessa di usare nastri trasportatori invece che camion, finché una signora ha chiesto con ingenuità “...Ma perché non usate i treni della vicina ferrovia, invece di pensare a nastri trasportatori per migliaia di tonnellate di detriti?”), è apparso subito che non sarebbe stata una tranquilla serata di festa. Era il primo incontro dell’Amministrazione comunale con il quartiere
sui lavori della linea MM4, ma intanto erano già stati tagliati decine di alberi lungo via Lorenteggio ed in piazza Frattini. “È una vergogna. Non ci avete detto niente. Chi ci ridarà i nostri alberi secolari su questa trafficata via Lorenteggio, quartiere privo di verde dove si soffoca di traffico?”. La signora Anna era proprio arrabbiata ma altri, con calma, hanno fatto notare che se proprio alcuni alberi dovevano essere tagliati per realizzare “a cielo aperto” le stazioni della metropolitana, sarebbe occorso un coinvolgimento preventivo della cittadinanza. Occorreva un piano paesaggistico del verde, in cui esperti d’alberi e verde, non ingegneri delle imprese, avrebbero dovuto studiare le soluzioni più idonee per la tutela del verde e opere di compensazione ove necessario. Nessuno si è fidato delle dichiarazioni di Maran “Pianteremo più alberi di quelli tagliati”. “Ma dove? Quanto alti? Fra quanto tempo?”. Un consigliere di Zona 6 di Lega Nord ha raccolto il clima arrabbiato chiosando una richiesta al Comune: “Visti i disagi che causerete alle attività economiche lungo il tragitto, perché non studiamo una formula compensativa di riduzione di tasse ed oneri a carico di commercianti ed operatori del quartiere?”.
La presentazione dei nuovi cantieri della linea 4 della Metropolitana Milanese è stata l’occasione per scoprire che un’opera tanto attesa per decongestionare un asse metropolitano carico di attività economiche, centri direzionali e centri commerciali e asfissiato dal traffico, finisce invece nel verde del Parco Agricolo Sud, dentro i confini comunali, senza servire la città lineare terziaria del Lorenteggio-Vigevanese (Milano Zona 6, Corsico, Cesano, Trezzano). Con buona pace del nuovo ente metropolitano. Un progetto da 1,8 miliardi di euro, senza valutazione di alternative, senza valutazione d’impatto ambientale, senza partecipazione dei cittadini. Assenti sindaci e classe dirigente dei comuni metropolitani. Un tracciato assurdo, un’occasione mancata ed una normativa regionale lombarda sulla VIA fuori da qualsiasi criterio di razionalità e raccomandazione europea. Subito la richiesta per una prosecuzione della linea verso l’asse Vigevanese. Parte già male questo progetto...
Ma le critiche più serrate alla frettolosità dei lavori ed alla mancanza di un progetto credibile per l’infrastruttura sono venute da fuori città. Franca Marchetti, attivissima coordinatrice del comitato ferrovia MilanoMortara, ora neo candidata Sindaco per la città di Corsico, ha chiesto all’assessore: “Ma come? Avete parlato tanto di partecipazione dei cittadini, e ora avviate i lavori per un’opera così importante consultando i cittadini solo dopo che avete già deciso tutto voi? Avviate cantieri
zato nell’elettronica, arredamento e prodotti per la casa, l’Ikea di Corsico e decine di centri commerciali e quartieri residenziali, in un continuum edificato ed un “mall commerciale” che da Milano Sud Ovest prosegue fino a Trezzano.
distruttivi, senza confronto, senza valutazione d’alternative, mettendoci di fronte al fatto compiuto? Tutti siamo favorevoli alla realizzazione della metropolitana in Zona 6, ma chi ha deciso che la metropolitana debba finire alla stazione San Cristoforo? Anzi al di là del Naviglio Grande, addirittura con un deposito treni in pieno Parco Agricolo Sud che si mangerà 12 ettari di verde? Si parla tanto di area metropolitana, ma perché quest’opera pagata da tutti (costo preventivo 1,8 miliardi di euro, a carico principalmente di Stato e Regione e, marginalmente, di Comune di Milano e privati), perché non prosegue da via Lorenteggio lungo la Nuova Vigevanese?”. La nuova Vigevanese è oggi un asse autostradale infernale a quattro corsie più controviali da oltre 60 mila veicoli al giorno, 100 mila abitanti, dal Lorenteggio a Corsico e Cesano Boscone fino a Trezzano, con una concentrazione di attività economiche, centri direzionali commerciali e del terziario che sono oggi assaliti dalle automobili. La MM4 non servirà il Vodafone Village, dove ci sono 3 mila dipendenti, oltre i visitatori, che oggi usano le auto invadendo tutto il quartiere. Saranno privi della metropolitana decine di centri direzionali, diversi vuoti e da riconvertire, un comparto commerciale specializ-
C’è la necessità di dimezzare il traffico stradale, recuperare i controviali, trasformare la Nuova Vigevanese in un boulevard che colleghi gli insediamenti invece di tagliarli. La metropolitana ha una funzione strategica per qualificare questo territorio. Oggi. Subito, per rispondere alla domanda di mobilità già esistente. Per dare un futuro ad un’area che deve essere riqualificata, che è una direttrice unica con la città centrale dell’area metropolitana milanese. Perché la MM4 va a San Cristoforo e non a Trezzano? Perché ancora una linea che si ferma ai confini comunali, mentre la città vive, lavora, e si estende verso un asse metropolitano denso congestionato e ricco di opportunità? E poi perché non è stata attivata una pratica di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per un’opera così costosa e impattante? “Manca la VIA perché, nonostante la legge nazionale lo prescriva e le direttive europee lo raccomandino, per la Regione Lombardia un’opera di trasporto pubblico in sede propria non deve essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale perché essa è implicitamente positiva da un punto di vista dei benefici ambientali”. Così risponde l’assessore Maran. Un ragionamento arrogante e presuntuoso sia
nei confronti dei cittadini che sono scavalcati dalle decisioni di politici e apparati burocratici, senza poter contribuire alle decisioni che li riguardano benché essi le dovranno pagare con le proprie tasse, sia un ragionamento (e una legge regionale) illogica anche da un punto di razionalità delle scelte. La VIA, infatti, è raccomandata per molte opere, sia perché impattanti sia perché onerose o impegnative per la collettività. Il processo di VIA, che prevede l’obbligo di valutazione d’alternative e la partecipazione diretta dei cittadini, spesso contribuisce a correggere progettazioni frettolose, non adeguatamente motivate, con effetti collaterali significativi. Ed i cittadini, partecipando alla decisione (prima che essa sia presa) si sentono l’opera meno calata dall’alto, sia spesso contribuiscono a correggere, limitare o compensare errori progettuali che sarebbero costosi e condizionanti per la collettività e le generazioni future. Ma quello che manca soprattutto nella vicenda MM4, oltre ad una valutazione delle alternative, ad un processo di partecipazione ed un’analisi estesa dei costi-benefici dell’opera, quello che manca è la voce dei comuni dell’area metropolitana, Corsico, Cesano Boscone, Trezzano e Milano Zona 6, che non hanno mai posto sul tavolo delle trattative i problemi ed i destini della direttrice Vigevanese, chiedendo di inserire le scelte infrastrutturali in una pianificazione di area vasta, come occasione per ripensare il territorio, la mobilità e gli stili di vita, per guidare la trasformazione delle attività economiche verso modalità più sostenibili, meno dipendenti dall’auto, integrando di più questo territorio con il suo capoluogo, di cui paga tutti i costi essendone esclusa dai benefici. Non sarà un caso che in alcuni Comuni di quest’area metropolitana una monocrazia di governo politico ininterrotta dal dopoguerra e la mediocrità della sua classe dirigente hanno zittito qualsiasi voce alternativa o di opposizione, impedendo anche un rinnovo e qualsiasi prospettiva innovativa per questo territorio. Maggiori Info (foto, planimetrie del progetto MM4, link, documenti): http://www.webstrade.it/corsico.
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stata di recuperare spazio per i fedeli, mantenendo lo stato attuale delle cose, mentre per le cappelle laterali non c’era senza inventare nulla, proprio per dare nulla. Ecco perché adesso dobbiamo un senso di continuità. Un risanaprovvedere ad altri piccoli interventi mento conservativo che doveva altresì sui pluviali e quant’altro in attesa che togliere quegli strati non conformi alle si asciughino i muri interni per poi specifiche originali come, ad esempio, passare al restauro conservativo vero e le aggiunte fatte nella cappella laterale che la rendevano più che altro una specie di tavernetta… Ricordo, anche se vagamente per il tempo trascorso, perché facevo il chierichetto negli anni sessanta, prima che fosse modificato… Ecco… l’intento è stato proprio quello di riportare gli spazi alle origini, rendendoli allo stesso tempo utili agli scopi di oggi. Ogni modifica è sempre sottoposta alla Sovrintendenza, perché la chiesa di Santa Marcellina, anche se è una struttura “povera”, ha comunque un pregio ed un valore testimoniale per la cultura e le esigenze della comunità che l’ha realizzata. In un contesto di campagna come quello in cui fu edificata all’inizio del ‘900 – interviene don Alberto – poteva benissimo essere definita una cattedrale, perché il materiale usato sarà stato sicuraL’architetto Andrea Sbertoli con il parroco mente il meno costoso, ma di Muggiano don Alberto Lesmo anche il più resistente come proprio senza più il grosso problema si è dimostrato. Il mattone a vista, ha bidell’umidità. Il cuore delle trasforma- sogno di una pulizia, ma dimostra tutta zioni, però, che stiamo completando è la sua durezza dopo cento anni. Le supla creazione di più posti a sedere in pellettili nuove aggiunte con lo stesso chiesa, in modo da superare il sovraf- sistema, compreso il portico davanti, follamento sopravvenuto con l’amplia- creano un’armoniosità non indifferente mento del quartiere. L’idea iniziale è con l’ambiente vecchio. (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
L’arretramento del gradino del presbiterio – riprende l’architetto – che aveva oltretutto un andamento spigoloso tipo anni ottanta, aveva poco a che fare con gli archi della chiesa, ha permesso di aggiungere qualche panca in più. Questo un primo vantaggio. Con l’arretrare del presbiterio si è dovuto proporzionalmente arretrare l’altare, anche se di pochi centimetri. I problemi post-conciliari che potevano sorgere con l’allontanamento dell’altare dall’assemblea, anche se di poco, li abbiamo risolti con l’apertura a finestroni delle due cappelline laterali, raggiungibili senza dover salire sul presbiterio o transitare davanti all’altare stesso. In questo modo è vero che l’altare arretra di un metro, ma allo stesso tempo l’assemblea avanza di cinque. Una soluzione adottata dai Francescani, noi non abbiamo inventato niente, solo sfruttato elementi che esistevano già. Il pavimento del presbiterio era di marmo, che non compare in nessun’altra parte della chiesa, ed abbiamo così pensato di riprendere i gradini fuori della chiesa che sono in serizzo, usando la stessa pietra con maggior dolcezza, in modo da riprendere la forma dell’arco soprastante. Lo spaccato che si riporta nell’articolo riproduce, molto meglio delle parole, lo spazio recuperato. Non ultimo, tutta questa parte di pavimento non era riscaldata, in pratica oltre un terzo della chiesa era al freddo. Un vespaio completo di questa parte nuova ed un tubo di aerazione completano il tutto. Riguardo al vecchio altare mi sono sempre chiesto perché, dopo il Concilio che cambiava l’ordine delle
La nuova fonte battesimale (Dis.: arch. Sbertoli)
Panoramica a “lavori in corso”
cose, non è stato eliminato per guadagnare quel prezioso spazio… Non è del tutto fuori luogo – risponde prontamente il don – la tua domanda… Ti sarai accorto che nelle chiese nuove il tabernacolo viene messo lateralmente per dare più importanza all’assemblea che si riunisce intorno all’altare mentre, invece, il modello della nostra chiesa (che è post-conciliare, ma del Concilio di Trento) sottolineava la centralità del tabernacolo con dentro l’eucarestia e la presenza reale di Gesù in contrasto con le chiese protestanti che tengono al centro la parola di Gesù. Un fedele che entra nella nostra chiesa la prima cosa che vede è il tabernacolo al centro del vecchio altare. Non sono state tolte queste opere – aggiunge l’architetto – anche per il loro valore e per il problema che poi si sa-
rebbero dovuti ergere dei musei per contenerle. Non si poteva certamente buttarle. Sono oltretutto pezzi di storia che fanno la “chiave di volta” di come le misure adottate siano così completamente armoniche in tutte le loro parti. Abbiamo trovato – prende di nuovo la parola il parroco – nell’Archivio Parrocchiale chi ha costruito la chiesa sotto la guida di don Saturnino Villa e che lo stesso parroco segnava commosso di aver pagato l’ultima cambiale “complimentandosi con coloro i quali avevano fatto un’opera così grandiosa”. Allora la cosa più bella per noi oggi è intanto consentire a questa chiesa di continuare il suo cammino nella storia come edificio, venendo incontro alle esigenze della comunità d’oggi e pensando anche al futuro ed essere anche noi protagonisti nella gra-
Spaccato della chiesa (Disegno: arch. Sbertoli)
titudine verso chi un secolo fa l’ha edificata ed, in un certo senso, essere partecipi in questa storia che continua con un intervento che non soltanto conserva, ma che rinnova la chiesa per il futuro ed i posteri. A questo proposito la richiesta di contributi che spettano alla parrocchia è il segno tangibile di questa partecipazione che è simile a quella di cent’anni addietro dei paesani di allora con il risultato e la soddisfazione di lasciare qualcosa di significativamente bello che riguarda la nostra vita cristiana. A questo punto un “escursus” per guardare da vicino e fotografare le novità di un lavoro che durerà ancora molto è d’obbligo. Più avanti, magari al termine dei lavori, riprenderemo questo nostro discorso per rendervi di nuovo partecipi. Per ora vogliamo limitarci ad una semplice esposizione fatta dai protagonisti senza giudizi affrettati che, tra l’altro e per quanto mi riguarda, sarebbero inopportuni ed inappropriati. Ci saranno sicuramente elogi popolari ed anche critiche quando arriverà il momento della prova del nove. O, magari, anche prima.
Pianta della chiesa (Disegno: arch. Sbertoli)
Per problemi di spazio non ci è possibile pubblicare altre immagini e/o disegni. Invitiamo i lettori che desiderano conoscere altre specifiche di progettazione ad andare sul nostro sito: www.muggiano.it oppure sul sito della Diocesi.
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Una custode per il Castello Simona Borgatti
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alentina Pillai, 27 anni, laureanda in giurisprudenza e mezza albairatese per parte di nonna, che a Cusago abitava nella Cascina Palazzetta, è formalmente la custode di Cusaghino, ma non solo. Valentina, infatti, è subentrata in Consiglio Comunale a Francesco Sottile, consigliere d’opposizione per la lista “Voglia di comunità”, trasferitosi un paio di mesi fa in Sicilia. “Dal punto di vista lavorativo da Francesco ho imparato molto” racconta molto emozionata Valentina che per eredità di Sottile fa parte anche della Commissione Bilancio, statuto e regolamenti, servizi sociali. Perché Pillai e Sottile, oltre che appartenere alla stessa lista politica, hanno lavorato insieme per “Nateo Ruins Srl” la società che alla fine del 2013 ha avuto in comodato d’uso il castello con il progetto “TACC - riattivazione temporanea del Castello di Cusago”. “Francesco ha chiuso la sua attività lavorativa trasferendosi in Sicilia e,
La Redazione
visto l’impegno speso negli ultimi mesi per il progetto di riattivazione del Castello, mi sembrava giusto proseguire con quest’iniziativa. Così ho chiesto e ottenuto di prendere in mano le redini di Nateo, rilevando a settembre le quote della società.” Ma prima di parlare di Nateo e di Cusaghino, la domanda scontata è: Perché la politica? Cosa spinge una
Valentina Pillai
paese dormitorio, bisognerebbe che ci fosse più impegno da parte di chi lo vive per farlo vivere. Purtroppo a fare qualcosa in paese sono sempre gli stessi”. Occuparsi localmente di politica e avere una società con al centro un bene architettonico, come il Castello può portare a dei vantaggi o a degli svantaggi? “Tramite il mio incarico posso conoscere altri politici locali, che potrebbero essere dei buoni agganci per gli sviluppi progettuali di Nateo”. Perché, infatti “Nateo Ruins” non si occupa soltanto di organizzare piccoli eventi dentro il Castello, ma di far rivivere anche altri edifici abbandonati o poco fruibili come la Chiesa di S. Pietro all’Olmo. Con lei vorremmo far chiarezza su una situazione controversa, ovvero l’agibilità di Cusaghino dove in questi mesi sono stati organizzati alcuni eventi: “Sono in attesa di avere una perizia sul cortile e sul porticato da parte di un ingegnere al quale ho conferito l’incarico in modo da
poter ottenere l’agibilità circostanziata ai luoghi utilizzati: porticato e cantine. Per il cortile però occorrerebbero delle transenne da cantiere che hanno un costo elevato. Così ho recentemente aderito ad un progetto promosso dalla Camera di Commercio in occasione di Expo, attraverso il quale, oltre a dare visibilità alla nostra iniziativa, abbiamo anche la possibilità di trovare degli sponsor. Ad esempio, se volessi fare un concerto e mi servissero delle sedie potrei essere contattata da un’azienda di sedie che le darebbe gratuitamente in cambio di un cartellone pubblicitario che reclamizzi l’azienda”. Il prossimo progetto a cura di Nateo Ruins sarà il concerto d’arpe di Fabius Constable & The Celtic Harp Orchestra che un anno fa sbancò il botteghino registrando grande successo. Il 13 giugno il portone di Cusaghino si spalancherà nuovamente e il suo ingresso diverrà un magico ed inusuale palcoscenico per le note sublimi della Celtic Harp Orchestra.
Il milanese? Mai stato così internazionale
“Omnibus, il dialetto milanese per tutti” è un’originale raccolta di 500 proverbi e modi di dire milanesi tradotti e spiegati in italiano ed in otto lingue straniere, corredata da un’utile guida alla pronuncia. È l’idea che tre appassionati hanno avuto per internazionalizzare il meneghino, con il sostegno anche della nostra associazione culturale Il Rile. Tra non molto il via alla stampa. Già in distribuzione il formato elettronico. La Redazione
[email protected]
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giovane donna ad occuparsi delle cose cusaghesi in un momento nel quale l’impegno per la cosa pubblica da parte dei giovani è latitante? “Sono scesa in politica per impegnarmi verso Cusago, per l’amore che ho per lui. Cusago ha una grande offerta di iniziative, ma c’è poco coordinamento. Inoltre da molti e per molti è considerato un
Passaggio di consegne in Consiglio Comunale a Cusago, dove il trasferimento di Francesco Sottile ha lasciato spazio alla giovane Valentina Pillai, che ha anche preso le redini di Nateo Ruins, la società che ha in comodato d’uso il Castello di Cusago. Una giovane e volenterosa “custode” per Cusaghino, come è affettuosamente chiamata la dimora viscontea. L’intervista della nostra inviata.
l dialetto milanese in lingua araba, russa, giapponese e cinese finora non l’aveva mai sentito nes-
suno; nemmeno Carlo Porta, lo scrittore della meneghinità per eccellenza, avrebbe mai sperato di sentire risuonare la lingua ambrosiana fino ai lembi estremi del mondo. Ci hanno invece provato i tre simpatici autori di Omnibus, di-
spersi tra la metropoli lombarda e la Brianza, arrivando a proporre ben 500 proverbi dialettali tradotti, oltre che nelle suddette lingue, anche in italiano ed in altri idiomi stranieri un po’ più familiari all’orecchio (inglese, francese, tedesco, spagnolo). Perché tanto strampalata impresa? Per sottolineare l’importanza delle culture locali in un mondo globalizzato, che gli autori (Enrico Casati, Guglielmo Scandolara, Roberto Villa) immaginano ricco di confronti, ma non omologato. Per offrire ai cittadini stranieri – sia quelli che visiteranno Milano in maniera più o meno fugace durante il semestre di Expo 2015, sia quelli che l’hanno scelta per lavorare e per viverci – uno squarcio brillante e pittoresco della città che li ospita, nell’auspicio di rendere loro Milano più familiare e farla sentire più accogliente anche per chi non vi è nato. Abbiamo, infatti, ragione di prevedere che il libro non esaurisca la sua spinta propulsiva con Expo 2015:
nella metropoli lombarda vi sono numerose comunità straniere, con migliaia di cittadini che qui vivono e lavorano, oltre ai moltissimi turisti attirati ogni anno dalle bellezze cittadine, dalla moda, da eventi di carattere artistico e sportivo o da persone che a Milano arrivano per motivi di lavoro. Per chi non resistesse alla curiosità, il libro è già in vendita nel catalogo Amazon in formato elettronico e tra fine maggio ed inizio giugno arriverà la versione stampata nelle librerie. Per tutti i lettori de Il Rile, che ne volessero prenotare una copia, ci sarà uno sconto del 50% circa rispetto al prezzo di copertina: il prezzo praticato ai lettori sarà di 9 euro. Si possono contattare gli autori ai seguenti recapiti:
[email protected]; Facebook: “Omnibus, il dialetto milanese per tutti”; Roberto Villa 333.2782421 (orari serali). Seguiranno diverse presentazioni a Milano, nei comuni della provincia e in Brianza.
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Grande successo per “Cusago in fiore” S
abato 11 e domenica 12 aprile Cusago in fiore, la manifestazione organizzata dalla Pro Loco e dedicata all’universo floreale, all’artigianato “green”, ma anche al cibo bio e all’antiquariato, ha richiamato un buon numero di visitatori. Complice il bel tempo sono state centinaia le persone che hanno scelto di curiosare tra gli stand fioriti ed allestiti ai piedi del castello visconteo. Piante per interni e fiori per abbellire terrazze, giardini e tanti produttori ai quali chiedere preziosi consigli: è questa la formula che da diverse edizioni si ripete nell’edizione primaverile a Cusago rivelandosi sempre vincente. Collegata alla manifestazione, un’altra iniziativa in calendario sarà il prossimo 10 maggio e sarà inserita nel programma Cusago with Expo 2015: si tratterà proprio della premiazione di Cusago in fiore. L’Amministrazione ha, infatti, deciso, nel pomeriggio di domenica 10 maggio, di premiare lo stand più originale e creativo della manifestazione, ma anche di organizzare per l’occasione una visita guidata all’Abbazia trecentesca di Santa Maria Rossa dalle 15.30.
XIX Corteo Storico Medievale U
n evento assolutamente straordinario per Milano e non solo: un Corteo storico composto principalmente dai ragazzi, con la coppia Petrarca e Laura in testa, seguita dai tamburini, sbandieratori, musici e giullari, ma anche da nobili, armigeri, fratres Templari e prelati... Un bellissimo Corteo che si svolge non in un borgo medievale dell’Italia centrale, ma nella periferia ad ovest di Milano e non per la prima volta bensì per il diciannovesimo anno consecutivo! È dal 1997, infatti, che gli oltre 250 ragazzi della Scuola Secondaria di 1° G “Benedetto Marcello” dell’Istituto comprensivo Luciano Manara, sfilano ogni anno per le vie di Quarto Cagnino per rilevare il legame con la petrarchesca Villa Linterno – a ridosso del Parco delle Cave – da loro adottata nell’ambito di un progetto didattico europeo per la sua unicità milanese, sia come verosimile grangia templare dipendente dall’hospitale di San Jacopo al Restocano (XII sec.) e in particolare come comprovata dimora agreste di Francesco Petrarca, nel lungo periodo in cui fu ospite del Visconti (1353-61) a Milano. Il Vincolo Monumentale di Linterno con DM 9.3.99 è nato dall’immenso lavoro di studiosi e della scuola nell’ambito del progetto europeo. In concomitanza con l’evento mondiale di Expo 2015, anche quest’anno il Corteo continua la sua tradizione, arricchendosi di rappresentazioni, danze, spettacoli e nuovi costumi, grazie anche al coinvolgimento assiduo di genitori, ex genitori, nonni e amici che, con l’Officina del Corteo storico, assicurano una imponente sartoria di abiti di foggia medievale ed accessori, e promuovono corsi specifici per tamburini, sbandieratori e giocolieri. Quest’anno si allestirà il Corteo storico con partenza e arrivo alla sede scolastica in via Constant 19 il prossimo sabato 23 maggio 2015 dalle 10 alle 12. Ore 10 - inizio del Corteo da via Constant 19, con sosta nello spazio antistante la Coop per l’esibizione di sbandieratori, giullari e tamburini. Si prosegue
NOTIZIE FLASH fino all’ingresso della sede scolastica. Alle ore 12 rientro a scuola e apertura della “Piazza della scuola”: luogo dei giochi e delle esibizioni di sbandieratori, tamburini, giullari, danzatori e teatranti. Dalle ore 10 alle 16, gazebo delle associazioni. Dalle ore 13 alle 16, rinfresco e giochi. Alle ore 16.30 chiusura della festa. Per informazioni e contatti: Scuola msm Benedetto Marcello 02.88440649; Massimo de Rigo (CSA Petrarca) - 339.4448574 - email:
[email protected].
La navigazione nell’Est Ticino
gere in barca uno dei ristoranti e agriturismi lungo il Naviglio Grande, dove gustare piatti e specialità gastronomiche del territorio. Tra le numerose date disponibili, si potranno scegliere diversi percorsi di navigazione e una ricca varietà di menu proposti dai ristoranti coinvolti: La Pirogue a Castelletto di Cuggiono, il Bar Trattoria Italia di Bernate Ticino, l’Agriturismo Rosaspina a Pontevecchio di Magenta e il Binfa Cafè di Robecco sul Naviglio. Per informazioni su navigazione, menu e prenotazioni contattare il Consorzio dei Comuni dei Navigli - Settore Turismo: telefono 02.94.92.11.77, cell. 392.7076941, posta elettronica:
[email protected], sito web: www.consorzionavigli.it.
CusaGOeat
S
i torna a navigare nell’Est Ticino. Da sabato 25 aprile 2015 sono ripartiti i servizi turistici sul Naviglio Grande organizzati dal Consorzio dei Comuni dei Navigli, nel suggestivo tratto denominato “Itinerario delle Delizie” che si snoda tra le località di Castelletto di Cuggiono e Cassinetta di Lugagnano. I turisti possono scegliere tra una varietà di percorsi e ammirare: le famose ville patrizie sul Naviglio Grande a Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio e Castelletto di Cuggiono; il centro storico di Boffalora sopra Ticino, con i portici quattrocenteschi; Bernate Ticino dove si trovano la splendida Canonica Agostiniana e la torre medievale sul Naviglio nella località di Rubone. Il servizio di navigazione è effettuato da calendario, tutte le domeniche pomeriggio, da aprile fino a settembre, a Castelletto di Cuggiono, Boffalora sopra Ticino, Robecco sul Naviglio oppure a Cassinetta di Lugagnano. Le partenze domenicali sono programmate alle ore 15.00, 16.05, 17.10 e 18.15 (su quest’ultima corsa, sarà presente a bordo un assistente per illustrare il percorso), con tariffa di 12,00 euro per gli adulti, di 10,00 euro per gli under 10 e gratuità per i bimbi sotto i 4 anni. È, inoltre, prevista una speciale “tariffa famiglia”, solo per le corse delle ore 15.00 e delle 16.05, che permetterà a due adulti e un under 10 di navigare a 25 euro. La novità della nuova stagione turistica è il “Pranzo delle Delizie”: un itinerario di navigazione seguito dal pranzo con i “Menu delle Delizie”, proposti dai ristoranti vicini al Naviglio Grande che collaborano all’iniziativa. Dal sabato 9 maggio, tornerà anche la proposta turistica “NavigarMangiando” sull’Itinerario delle Delizie, che consente di provare il fascino di una navigazione serale per raggiun-
Navigazione sul Naviglio Grande
A
l via la prima edizione di CusaGOeat. Domenica 17 maggio si terrà la prima camminata gastronomica tra le cascine di Cusago, tra campi e fontanili, degustando in varie soste specialità tipiche e visitando cascine solitamente non aperte al pubblico. Il percorso è agevole sia per adulti sia per bambini. La manifestazione, organizzata dalla proloco di Cusago con il patrocinio del Comune di Cusago, è inserita nel circuito Expo in città. Per informazioni e prenotazioni:
[email protected].
Il riso del distretto milanese D
a quasi quattro anni il Comune di Milano e il Distretto Agricolo Milanese (consorzio Dam) stanno lavorando insieme per una complessiva valorizzazione del territorio rurale cittadino e della produzione agricola locale. In questo contesto vanno inseriti il rinnovo di lungo periodo (15 o 30 anni) dei contratti d’affitto dei terreni, che permetterà agli agricoltori di incentivare la programmazione e gli investimenti; il recupero delle cascine che circondano il territorio urbano, molte delle quali abbandonate da anni ed ora messe a bando per il recupero o già in fase di restauro; la nuova regolamentazione dei mercati agricoli di zona, finalmente dotati di un calendario a cadenza regolare. Parte essenziale di questa strategia sono anche la promozione e la commercializzazione dei prodotti agricoli coltivati sul territorio milanese, che ora possono contare anche su un importante accordo con la grande distribuzione: dal 13 aprile il riso a marchio Dam – nelle tre varietà Arborio, Carnaroli e Sant’Andrea – sarà in vendita in 49 supermercati Esselunga, ovvero nei principali punti vendita della città e delle province di Milano, Monza e Brianza, e Pavia. In seguito all’acquisto di una confezione di riso Dam, sarà anche possibile ricevere una copia della mappa delle cascine milanesi stampata dal Touring Club Italiano. Il consorzio Dam e il gruppo Esselunga stanno
inoltre lavorando per estendere la vendita ad altri prodotti alimentari. “Si tratta di un’opportunità molto importante per la promozione del territorio rurale cittadino, che consente la valorizzazione dei prodotti agricoli coniugando la sostenibilità della filiera corta e la capacità di diffusione della grande distribuzione” commenta il vicesindaco con delega all’Urbanistica e all’Agricoltura, Ada Lucia De Cesaris. “Per gli agricoltori del Comune di Milano quest’intesa con Esselunga è un altro segno significativo del rinnovato rapporto tra Milano e la sua agricoltura. La possibilità di offrire ai nostri concittadini i prodotti delle aziende agricole consentirà di consolidare il legame con la ruralità del nostro territorio, per una Milano sempre più conosciuta ed apprezzata anche come città di campagna” dichiara il presidente del Consorzio Dam, Andrea Falappi.
Il tesoro dei poveri I
nteressante ciclo di mostre e di visite guidate promosso dall’ASP Golgi Redaelli. L’azienda per i servizi alla persona trova le sue radici nel tipo d’assistenza fornita in passato dai luoghi Pii Elemosinieri, che fin dal Medioevo offrivano ai poveri di Milano generi per la sussistenza costituiti in primo luogo da pane, vino ed altri commestibili, prodotti per lo più nelle cascine appartenenti agli stessi consorzi caritativi. Frutto della generosità di tanti benefattori e benefattrici, una parte di queste aziende agricole – tuttora produttive e spesso gestite con metodi e tecniche d’avanguardia – è ancora oggi patrimonio del Golgi Redaelli che ne trae un contributo economico al perseguimento dei propri scopi assistenziali e, nel contempo, ne favorisce la conoscenza da parte del pubblico così che “il patrimonio dei poveri” possa diventare patrimonio di tutti. Nell’ambito di quest’iniziativa lo scorso 18 aprile si è tenuta una visita guidata a Palazzo Archinto, sede milanese dell’azienda, ed alla quadreria dell’ASP Golgi Redaelli, che raccoglie opere d’arte di indubbio valore a testimonianza dei molti personaggi che durante i secoli hanno destinato il loro patrimonio o parte di esso ai poveri. Durate la visita a palazzo Archinto, una piacevole sorpresa... un busto di Giuseppe Gianella (opera di Giosuè Argenti) del 1875. Molti ricorderanno il nobiluomo milanese, che nel testamento del 14 giugno 1873 nominò erede universale del suo patrimonio la congregazione di carità, che entrò in possesso di un patrimonio di Il busto di 187.000 lire. Il Giuseppe Gianella benefattore destinò inoltre 50.000 lire alla costruzione dell’asilo infantile di Baggio. Per informazioni sui prossimi appuntamenti www.culturagolgiredaelli.it oppure
[email protected].
Vieni a trovarci nella nostra sede della Delegazione di Baggio in Via Val d’Intelvi, 15 - Milano Tel. 02.4566710 - www.aidomilano.it e-mail:
[email protected] Orari di apertura: Lunedì e giovedì dalle 18,30 alle 20 Domenica dalle 10 alle 12
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Superstrada Malpensa Simona Borgatti
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La manifestazione I timori sono concreti e di questi sono purtroppo testimoni i paletti rossi, lascito invernale dei carotaggi, che spiccano nei campi tra Abbiategrasso e Albairate. Alla manifestazione per dire NO al progetto faraonico di ANAS, Regione Lombardia e SEA inserito nella legge delle grandi opere, hanno partecipato quasi 600 persone che da Albairate hanno raggiunto Abbiategrasso, passando lungo la SP114. Un serpentone, molto colorato e pacifico, costituito da semplici cittadini, dalle autorità e dalle numerose associazioni sul territorio tra le quali spiccava quella dei No Tang, tra loro anche qualche bandiera politica (M5S, Verdi, Rifondazione Comunista, Sel, Movimento Popolare Dignità e Lavoro). Il corteo è stato aperto dai sindaci di Albairate, Cisliano, Cassinetta, Gudo Visconti, Vermezzo, Zelo Surrigone e Rosate. Questi ultimi per solidarietà, poiché sui loro terreni c’è stato il rischio di veder crescere la TOEM per formare il secondo anello delle tangenziali milanesi.
Assenti i sindaci di Abbiategrasso e Robecco sul Naviglio, i quali hanno posto un SI’ e un NO condizionati all’esito del nuovo progetto. Assenti naturalmente i sindaci di Vigevano, Ozzero, Magenta che da sempre vogliono il collegamento con Malpensa. E poi i trattori del Museo Agricolo di Albairate ed il carro del Paggia-
nunz, i cui “cocchieri” hanno incitato al megafono la folla a suon di musica. Sul palco allestito in piazza Marconi ad Abbiategrasso le autorità e i rappresentanti dei Comitati hanno comunicato il loro NO al progetto e il loro SI’ alla riqualificazione delle strade esistenti.
Lo stralcio e l’arrivo del nuovo progetto Come ormai si sa, da tempo la tratta Albairate-Tangenziale Ovest è stata
stralciata. Al suo posto è stata inserita la tratta Vigevano-Abbiategrasso, per proponimento del sindaco leghista vigevanese Andrea Sala, prossimo alla tornata elettorale di maggio con ottimi contatti regionali. Il nuovo progetto, secondo i politici di Regione Lombardia, doveva essere pronto per fine novembre invece, è notizia recente, è stato ricevuto dai sindaci lo scorso 20 aprile: ne ha dato notizia la sindaca di Robecco sul Naviglio, Fortunata Barni durante la conferenza stampa della Festa di S. Majolo. Il nuovo progetto, vecchio per i No Tang, sarà lo spartiacque perché dalle numerose dichiarazioni dei primi cittadini di Abbiategrasso e Robecco dipenderà da questo progetto la loro adesione. E difatti Robecco ha grande peso essendo uno dei comuni più trafficati di quelli che sorgono sulla tratta e che pensa, attraverso la tangenziale, di non essere più attraversata dal traffico per Malpensa. Ma sarà l’esito dei carotaggi per vagliare il livello della falda acquifera a dire se nella frazione residenziale di Castellazzo de Barzi la strada sarà sopraelevata o interrata. Noi a riguardo auspichiamo una conferenza
Qi Gong... ritorna a Cusago D
evo affermare che rivedere luoghi e persone conosciute molto tempo prima, porta a riflettere e a fare delle considerazioni sulla propria vita (in questo caso la mia). Quando iniziai le lezioni di Qi Gong e Shiatsu a Cusago, a quei tempi erano discipline un po’ di nicchia che stavano aprendosi un varco nella conoscenza dei più, certamente erano più conosciute di quando, nei primi anni Ottanta del secolo scorso (…che strana sensazione scrivere del “secolo scorso”) iniziai a praticarle. La palestra della scuola era la sede dei corsi, naturalmente gli allievi, oltre ai Cusaghesi, venivano anche da Baggio e paesi limitrofi. I corsi furono chiusi alcuni anni dopo perché si doveva restaurare il complesso scolastico. È stato un bel periodo, pensate che insegnavo i primi 64 (dei 128) movimenti del Da Yang Qi Gong. Si tratta di una serie di movimenti nati dall’osservazione dell’Oca selvatica e che i Maestri cinesi (io lo studiai con il Maestro Wu Tian Cheng) cercarono di riprodurre, dopo una lunga e attenta osservazione, per interiorizzare le qualità di quest’animale: elasticità e flessibilità delle articolazioni, resistenza, forza, coraggio, fedeltà e protezione... ricordate le Oche del Campidoglio a Roma? E inoltre anche un modo per essere più longevi, agili e in salute. Il fatto di aver l’opportunità di riproporre quest’antica disciplina cinese, si parla di migliaia d’anni di storia e pratica, a vantaggio della comunità di Cusago e dintorni, mi sembra un’ottima occasione per mantenere ed eventualmente ritrovare la salute nell’equilibrare e armonizzare il corpo, la mente e lo spirito. In che modo il Qi Gong e il Tai Ji Gong influiscono sulla nostra salute? Il concetto è insito negli Ideo-
grammi cinesi di Qi (soffio vitale) e Gong (lavoro, movimento), dove i caratteri spiegano abbastanza bene l’idea. Nei caratteri cinesi che contengono l’ideogramma Qi, abbiamo il cereale cotto al vapore dal quale è sprigionata nell’aria, in uno stato “gassoso” e sotto forma di nuvole: l’essenza vitale, rappresentato anche da un pittogramma che sta per germinazione. Il Qi (Ki in giapponese, Prana in indiano, etc.) può rappresentare la Vita, senza di esso vivere non è possibile, questo secondo il pensiero orientale ed estremo orientale e cinese in particolare. Gong è un lavoro-movimento, molto nobile (il carattere descrive un tendine che è inserito nell’osso e questo permette il movimento dettato dall’intenzione Yi). Il Qi Gong fa muovere il Qi all’interno dei meridiani, che sono dei percorsi privilegiati all’interno dell’organismo e l’armonia del flusso determina lo stato dinamico della salute. Dinamico perché è la costante pratica quotidiana che determina lo stato di salute. Così come si mangia e ci si lava tutti i giorni, almeno dovrebbe essere e avere la possibilità di poterlo fare, così lo è per il Qi Gong. Possiamo dire che la vita è la presenza di questo “soffio”, la sua mancanza determina la non vita e il suo non scorrere fluido e armonioso in non Ben-Essere. Un esempio pratico per cercare di spiegare meglio, dettato dal suonare con passione “l’Orghen de Bagg “, prendo come riferimento un organo a canne, esso suona perché l’aria (il soffio, il Qi) è introdotto nelle stesse e determina una vibrazione, il suono stesso. Posso scegliere le vibrazioni (timbri) che voglio in relazione al tipo di canna che utilizzo (materiale, lunghezza, diametro, etc.) un po’ come il san-
Idiogrammi Qi Gong
gue che va nei vari distretti in base alle necessità, ai muscoli o al cuore o al fegato o al cervello e così via. Se l’organo ha i meccanismi di trasmissione e immagazzinamento dell’aria, del collegamento tastocanne, l’intonazione e l’accordatura e quant’altro non perfettamente funzionanti, lo strumento non sarà in grado di emettere il suo meraviglioso e benefico suono, non sarà in salute. Una manutenzione costante permetterà di prevenire ed eventual-
La prima manifestazione è stata 14 anni fa, ma dopo tanto tempo lo scorso 28 marzo si è dovuto replicare. Infatti, grande è la paura, dopo la costruzione della BreBeMi e della TEEM, che un altro serpentone d’asfalto possa inglobare parte del pregiato e produttivo territorio tra Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud, che tutti conosciamo e apprezziamo. Presentato il nuovo progetto, che stralcia il tratto Albairate-Milano, ma per il resto è identico al precedente. stampa congiunta o un’assemblea con i cittadini che illustri il progetto arrivato sui tavoli dei sindaci.
Uscire dalla legge obiettivo Il sindaco di Albairate Giovanni Pioltini ha sempre ripetuto che per non vedere realizzato il progetto faraonico a favore di una riqualificazione dell’esistente che snellisca il traffico, come la riqualificazione della SP114 appartenente alla Provincia ora Città Metropolitana, occorre uscire dalla legge obiettivo sulle grandi opere. Nel DEF (Decreto Economico Finanziario) messo a dieta dai recenti scandali l’infrastruttura compare: la sua realizzazione non è immediata, ma se nei prossimi anni si dovessero trovare i soldi, allora il
pericolo di vedere il cartellone con la scritta “Albairate Sud, Albairate nord” diventerebbe concreto. Lo scorso 21 aprile intanto Marco Cappato della Lista Civica Costituente della Partecipazione, ha inviato una lettera al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, nonché presidente della Città Metropolitana che controlla SEA dove lo si invita a manifestare il suo pensiero e gli intenti sulla questione. Un’altra lettera è stata inviata anche al nuovo ministro dei Trasporti Graziano Delrio da parte del Comitato No Tang affinché il progetto, in attesa dell’ennesima approvazione da parte del CIPE, venga cancellato. Sui prossimi numeri non mancheremo di seguire la vicenda. Ancora, dopo 14 anni...
È
notizia dell’ultimo minuto (27 aprile), prima di entrare in stampa, quanto rilasciato sulla pagina FB da Daniela Accinasio. “Nei giorni scorsi è arrivato il progetto definitivo della superstrada che dovrebbe collegare Vigevano con Malpensa. Si tratta del primo stralcio funzionale identico a quello presentato nel 2009. Il costo previsto è di 220 milioni (ad oggi) il 5% sarà destinato alle mitigazioni ambientali. Nessun collegamento verso Milano, con buona pace degli altri sindaci che si erano dimostrati aperti a valutare il progetto, il progetto è uguale a quello originario (ci si chiede anche cosa abbiano fatto i progettisti in questi mesi, visto che non c’è nessuna modifica...) la superstrada non risolve i problemi di viabilità del territorio (e forse in alcuni casi li aggrava). Il fatto che potrebbero non esserci i soldi, non preserva dal pericolo di un eventuale finanziatore privato (come successo per la Bre-Be-Mi). Quindi nostro compito è di continuare a contrastare quest’opera inutile, costosa e devastante a difesa del nostro prezioso territorio”.
Quando si dice “Corsi e ricorsi storici”. Dopo più di 20 anni Pierangelo Ballicu ritorna ad insegnare Qi Gong a Cusago, interessante disciplina orientale. L’occasione è nata da un contatto tra le Banche del Tempo di Baggio e Cusago. L’entusiasmo di Mariàngeles Expòsito, presidente della Banca del Tempo Cusago, e la simpatia di Ballicu hanno fatto il resto. Lezione di prova lo scorso 26 febbraio, all’interno della rassegna culturale I Giovenott poi, da cosa nasce cosa, sono susseguite altre serate sul tema ed il progetto è di programmarne delle successive. Vediamo di cosa si tratta. mente riarmonizzare le eventuali mancanze. Termino qui l’esempio dell’organo, aggiungendo che a Cusago c’é un bellissimo organo della metà del ‘800, restaurato da più di un decennio e suonandolo il mese scorso mi sembra che un controllo della sua salute farebbe bene, a titolo preventivo. Così il soffio è la vita e oltre alla sua presenza è determinante la sua qualità che conseguentemente crea il movimento, il pensiero dell’uomo. Nasciamo con un’inspirazione ed esaliamo l’ultimo respiro (espirazione), ma oltre all’inizio e la fine di una vita, c’è il vissuto stesso che va curato, coltivato e mantenuto nel massimo dell’efficienza con l’idea di ri-creare il Pa-
radiso terreste dentro di noi e al di fuori di noi. Così in cielo così in terra. Buona e meravigliosa Salute a tutti. Pierangelo Ballicu
R
ingraziamo il maestro Ballicu per le sue parole e per la sua dedizione. Per chi fosse interessato sarà possibile seguire le lezioni di Qi Gong nel mese di maggio di lunedì alle 20,45 nella biblioteca di Cusago; eccezionalmente lunedì 4 maggio il giorno della luna piena abbiamo fatto Qi Gong ‘della luna’ all’aperto presso la Cavetta di Cusago. Per info:
[email protected]. Mariàngeles Expòsito
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L’Angolo dello “Speziee”
I sali di magnesio Dott.ssa Roberta Radaelli
[email protected]
Q
uesto mese parlerò del magnesio, un minerale molto importante per il nostro benessere psico
fisico. Dopo il potassio, è il minerale più abbondante nelle nostre cellule. Il magnesio opera in stretta sinergia con calcio ed il fosforo. La maggior parte del magnesio organico è concentrata nelle ossa, un’altra parte lo troviamo nei muscoli ed la quota
Il 27 aprile 2015 è nata
Bianca figlia di Chiara De Rigo e Fabrizio Pirulli. La Redazione de Il Rile si associa ai nonni Massimo e Loredana, nell’augurio che ogni attimo della sua vita abbia la stessa dolcezza che lei ha donato venendo al mondo. Benvenuta tra noi Bianca! Che la vita ti sorrida.
Le emozioni di una Stramilano L
a mia terza maratona è stata un tal groviglio di sentimenti ed emozioni, che a raccontarla mi sembra quasi di farle un torto. Innanzi tutto una confessione: questa volta avevo un obiettivo, abbattere anche solo di un secondo il muro delle quattro ore. E poi uno spoiler: l’obiettivo non è stato centrato. Ma tagliare il traguardo è stata un’emozione così grande che difficilmente avrei potuto essere più felice. Ma andiamo con ordine. Milano è la città che mi ospita da ormai 15 anni e, dopo tanto tempo, il rapporto d’odio amore – l’ordine non è casuale – che si è instaurato fra di noi, si è tramutato in una pacifica convivenza. Cerco di cogliere gli aspetti positivi che offre, tenendomi ben alla larga da quelli negativi. Iscrivermi alla maratona di “casa” non è stata una decisione scontata, se ne dice peste e corna ed avendovi partecipato da staffettista per tre edizioni consecutive, purtroppo ero conscia che in molti casi le critiche sono fondate. Ma come resistere alla tentazione di correre vicino a casa, dormire nel mio letto la sera prima e soprattutto avere la mia famiglia che mi aspetta al traguardo? Impossibile. Allo start – per una volta – ci sono arrivata con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che c’era da fare, quando era da fare e senza sfighe collaterali. Prima della partenza vedo tutti i miei compagni di squadra, siamo veramente tanti ed è bello. Sara Stella ed Heba sono alla loro prima maratona, condivido con loro la griglia di partenza e le emo-
più piccola è distribuita nei tessuti molli e nei fluidi corporei. Le funzioni del magnesio sono legate alla sua capacità di attivare enzimi, essenziali nel nostro metabolismo. Inoltre, come il potassio, è fondamentale per mantenere la giusta carica elettrica nelle cellule, in particolare in quelle dei muscoli e dei nervi. Mentre il calcio è un minerale che eccita le cellule muscolari e quindi facilita la contrazione e facilita le trasmissioni nervose, il magnesio ha la funzione opposta, quindi possiamo affermare che è un miorilassante, di tutti i muscoli scheletrici e di quello cardiaco. Per questo motivo è un tocca sana per i crampi e per mantenere regolare il battito cardiaco. Importante sottolineare che il magnesio accelera il transito intestinale, quindi può essere usato anche per regolarizzare lo svuotamento dell’intestino senza indurre i dolori tipici d’alcune erbe o impigrire la muscolatura liscia, causato dall’uso costante dei lassativi farmacologici. Il magnesio è coinvolto in molte funzioni cellulari, tra cui la produzione d’energia, la costruzione delle proteine e la replicazione cellulare. La carenza di magnesio è caratterizzata da sintomi quali la confusione mentale, l’irritabilità, debolezza generale, disturbi cardiaci, crampi muscolari, insonnia e predisposizione allo stress. Un deficit di questo minerale è comune negli anziani e nelle donne nel periodo premestruale. La sua carenza è spesso legata a fattori che ne riducono l’assorbimento e aumentano la secrezione, come un elevato consumo di calcio (le-
Finalmente siamo arrivati al mese di maggio. Le giornate più lunghe, la bella stagione e le vacanze imminenti inducono a muoversi di più, per smaltire i chili di troppo o solo per beneficiare del benessere di muoversi. Soprattutto in questo periodo, il maggior movimento fa scoprire alcuni dolori, crampi, affaticamenti muscolari che potrebbero essere tranquillamente risolti con un supplemento di sali minerali, in particolar modo se la nostra dieta non è equilibrata. gata ad una dieta ricca di latte e dei suoi derivati), alcool, uso di diuretici farmacologici, malattie dei reni e del fegato e l’utilizzo dei contraccettivi orali. Ricordo che il magnesio è abbondante negli alimenti integrali, quindi la dieta con farine raffinate, cibi già pronti, sicuramente non agevolano il ripristino delle corrette scorte di magnesio utili al nostro organismo.
Se la dieta non è sufficiente a sopperire ai nostri bisogni, si può ricorrere all’utilizzo degli integratori. Rammento che in condizioni patologiche particolari e con la concomitante assunzione di farmaci, è sempre bene chiedere al medico curante o al farmacista l’opportunità di assumere gli integratori e in quale modo. Sul mercato ci sono tante formulazioni che contengono il magnesio, personalmente preferisco consigliare, se non ci sono particolari indicazioni, il magnesio non associato ad altri sali minerali. Esistono poi differenti salificazioni di questo sale minerale, il più comune è il citrato, seguito dal carbonato, dal cloruro, dal solfato, dal pidolato, dal lattata etc.
zioni, perché ogni maratona è un po’ come fosse la prima. Io e Francesco, compagno di lungo corso, partiamo in formazione compatta e nonostante la calca e la partenza in salita – nel senso letterale del termine – teniamo da subito un buon ritmo, troppo buono a dirla tutta. E facciamo tutte quelle cose che ti dicono di non fare: sorpassiamo chi va più lento, saliamo e scendiamo dai marciapiedi, facciamo gli allunghi per ricomporre la formazione dopo i ristori. In poche parole, sprechiamo un sacco d’energie. Però battiamo il cinque a un sacco di bambini e ci prendiamo tutto il tifo che incontriamo, perché in una città musona come Milano bisogna onorare anche chi fa il tifo. Fra il 10° e l’11° km c’è il primo punto di cambio della staffetta, la strada è stretta e piena di gente, il tifo è sfegatato, c’è un ragazzo che ci segue per un pezzo urlando come un pazzo e poi si congeda “ops... meglio che torno indietro che ho una staffetta da correre”. Il ristoro del 20° km lo gestisce “il signore con il cane bianco” che incontro alle 7 del mattino ogni volta che mi alleno, punto diretta il suo tavolo e in risposta al mio “buongiorno” ottengo il suo tifo e di tutti quelli che stanno a distribuire le bottigliette d’acqua. Al 22° km invece ci aspettano, capitanati da Barbara, alcuni compagni che non corrono, ma sono dei Grandi e sono venuti ad incitarci e a farci il servizio fotografico. Sono ancora pimpantona e alzo le braccia per farmi fotografare. A Trenno la fatica comincia a farsi sentire, io e Francesco ci dividiamo e proseguo da sola. Al 31° km sono decisamente stanca e accaldata, per fortuna c’è un altro punto di cambio delle staffette e un runner – che corre per l’Abbraccio come
E’ bene rilevare che quando assumiamo un sale abbiamo una certa quantità di magnesio elementare ed una quantità dell’elemento che costituisce il sale, ovviamente anche questo va ad incidere sulle proprietà del prodotto ingerito. E’ bene ribadire anche che non tutti i sali vengono assorbiti alla stessa maniera dall’intestino. Così a grandi linee, posso confermare che i sali formati con composti organici (come il gluconato, l’aspartato il citrato, l’ororato), sono assorbiti più facilmente e da preferire, quando dobbiamo far entrare il magnesio nelle cellule. Metto in evidenza il fatto che i sali formati con l’acido orotico, un derivato del latte, possono essere non adatti a chi è intollerante al latte. Anche il magnesio cloruro viene assorbito abbastanza bene, ma ricordiamo che il cloro ha proprietà infiammatorie e non è adatto per tutti, mentre lo consiglio per l’ipotensione dovuta al caldo stagionale. Il magnesio solfato è conosciuto come sale amaro, non penetra tanto nelle cellule, come tutti i sali inorganici, non è assorbito tanto dall’intestino ed è per questo utilizzato come lassativo. L’ossido di magnesio ed il bicarbonato di magnesio sono usati per contrastare l’acidità di stomaco. Insomma ci sono tanti sali di magnesio, ognuno ha la sua peculiarità, il medico o il farmacista vi saprà consigliare al meglio e ricordatevi in ogni caso che la prima fonte di magnesio è l’alimentazione integrale, ricca di frutta e verdura. Per ogni chiarimento sono sempre a vostra disposizione, arrivederci al prossimo mese.
me – mi accompagna per un pezzo e Ylenia – da cui vado a farmi abbracciare – mi dice di andare. Fra il 34° km e il 35° km decido – senza possibilità di appello – che chi ha progettato il percorso è un sadico perché a questo punto un cavalcavia dopo un pezzo di strada in un cantiere polveroso è cattiveria: al ristoro corro incontro alla bottiglietta d’acqua come fossi in un deserto e non bevessi da una settimana. Al 36° km ho le allucinazioni, corso Sempione l’hanno di certo modificato nottetempo perché non me lo ricordavo così lungo. Per fortuna incontro un altro runner Abbraccio che mi fa coraggio. Al parco Sempione otto (o comincio a vederci doppio?) bambini con le maglie del Milan mi battono il cinque in sequenza e uno mi dice “vola verso la vittoria” e inizio a commuovermi. Allo Smeraldo sento qualcuno che dice “vai Ginevra” è una ragazza e sta parlando proprio con me, ma sono troppo stanca per capire chi è, spero di avere almeno sorriso, ma temo fosse un ghigno. Arrivo ai bastioni di Porta Venezia e continuo a correre anche in salita perché so che in fondo ci sono Andrea e Yuri che mi aspettano. Inizia la discesa e comincio a scrutare le facce del pubblico… mi preoccupo perché non li vedo, ho paura di averli mancati. Invece no, a 100 metri dal traguardo sono lì sotto il sole ad aspettarmi. Yuri passa dalle spalle del papà alla corsia di arrivo, butto la spugna, lo prendo per mano e corriamo insieme fino al traguardo. Non si sa chi sta tirando chi, ma quegli ultimi 100 metri valgono tutta la fatica dei 42 km precedenti. La maratona più difficile, l’emozione più grande. Ginevra Barroero
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
SPORT & DINTORNI Muggiano Iris
Muggiano conquista i play-off Accademia Settimo Muggiano
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i entra nella fase decisiva del campionato, con le ultime partite che decreteranno la vincente del girone e le squadre che andranno ai play-off. Il Muggiano va a far visita ad una diretta concorrente per le prime posizioni, e ne esce con una sconfitta che pesa sulle ambizioni muggianesi, ma che lascia ancora aperte tutte le possibilità. La prima clamorosa occasione capita a Savasto, che dopo cinque minuti si libera bene in area, ma poi “passa” la palla al portiere avversario da cinque metri. La partita è abbastanza contratta, visto l’importanza, giocata prevalentemente a centrocampo, con il Muggiano forse più intraprendente. Si va così al riposo con nessuna occasione degna di nota. Anche la ripresa si apre senza particolari cambiamenti nello sviluppo del gioco, fino alla mezzora, quando Tessarin, su pregevole cross di Strazzullo, colpisce bene di testa in tuffo da buonissima posizione, ma la conclusione è centrale ed il portiere para. A cinque minuti dalla fine, quando ormai la partita sembra destinata al pareggio, un apparante innocuo lancio da cinquanta metri, va a finire al centro dell’area granata, dove tre difensori muggianesi si fanno incredibilmente sorprendere dall’unico avversario presente, il quale controlla bene e batte Panada per l’1 a 0. Non ci stanno i granata, che rabbiosamente cercano il pareggio negli ultimi minuti a disposizione, ma il gol non arriva e la partita termina con una incredibile sconfitta, ma ci sono ancora due partite e tutto può succedere.
ltro scontro diretto per le prime posizioni, ed il pareggio che ne esce rimanda i verdetti all’ultima partita. Parte bene il Muggiano, e dopo un quarto d’ora ha una buona occasione con Strazzulo, ma il suo tiro dal limite è fuori di poco. Al 23’ una punizione da fuori area scheggia la parte alta della traversa muggianese, procurando non pochi brividi. Sul finire del tempo clamorosa occasione per Zanini, che di testa, sugli sviluppi di corner, colpisce bene, ma la sua conclusione è salvata sulla linea di porta da un difensore. Secondo tempo. Dopo nemmeno cinque minuti, una pregevole conclusione di Rusconi, è respinta di piedi dal portiere, sulla ribattuta arriva Zanini che da due metri spara alto sopra la traversa. Da non crederci. La partita prosegue con il Muggiano che cerca di combinare qualcosa ma, man mano che il tempo passa, i ritmi calano e la stanchezza, sommato alla paura di perdere delle due squadre (una sconfitta sarebbe irrimediabile), fa sì che si arriva alla fine con un pareggio che consente alle due squadre di rimanere in corsa per un posto nei play-off.
Nuovo Atl. Gunners Muggiano
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ltima partita di campionato, ed al Muggiano serve una vittoria, unico risultato (visto la combinazione degli esiti delle altre gare). Partenza lanciata del Muggiano che, dopo sette minuti, passa in vantaggio con Tessarin che di testa, su assist di Zanini (viziato forse da un fallo dell’attaccante muggianese), realizza l’1 a 0. Non concedono nulla i padroni di casa che reagiscono con decisione ma che, al 12’, potrebbero capitolare di nuovo. Azione in velocità
ed un difensore, nel tentativo di anticipare Tessarin, a due passi dal portiere, coglie una clamorosa traversa. Aumenta la pressione muggianese, ed al 18’ è la volta di Zanini a colpire di teata la traversa su corner. Al 35’ i padroni di casa rimangono in dieci per un rosso rimediato da un loro giocatore per doppia ammonizione. Proprio alla fine del primo tempo un errato passaggio difensivo è intercettato da Zanini che salta anche il portiere e realizza il 2 a 0. Subito dopo anche il Muggiano rimane in dieci per una doppia ammonizione rimediata da Minnuto in maniere a dir poco ingenua. Ripresa, ed al 20’ una bella azione iniziata da Botticella, proseguita da Savasto e conclusa da Tessarin, frutta il 3 a 0. A questo punto il Muggiano decide che la partita è
finita e, a cinque minuti dalla fine, incassa il 3 a 1 con un tiro dal limite e, quando l’arbitro sta per fischiare la conclusione della partita, incassa anche il 3 a 2 su mischia confusa in area. La vittoria comunque consente di conquistare il quarto posto del girone ed i play-off. Finisce così il campionato con la vittoria del Carducci che passa direttamente alla categoria superiore. La seconda, terza, quarta e quinta classificata (ovvero Viscontini, Accademia Settimo, Muggiano ed Iris) disputeranno i play-off con le seguenti abbinate: Viscontini-Iris e Accademia Settimo-Muggiano. Le vincenti si incontreranno nel secondo turno per decidere chi sarà l’altra squadra che passerà nella categoria superiore.
La Ciclistica Muggiano alla Granfondo Selle Italia D
omenica 12 aprile si è svolta la 19ª Granfondo Selle Italia denominata anche Via del Sale, che si corre a Cervia, in provincia di Ravenna nella splendida Romagna. È un appuntamento che in questi ultimi anni ha sempre visto la partecipazione della Ciclistica Muggiano e in particolare quest’anno l’adesione dei nostri atleti è stata numerosa, con ben 10 corridori più altri 2 amici non iscritti alla società che si sono aggiunti all’allegra brigata. Purtroppo per motivi personali non ha potuto prendere parte il nostro “faro” presidente Mauro Conti, che però ringraziamo per l’impegno e la passione che sempre mette nell’organizzare gli eventi. Altro motivo di vanto è stata la presentazione, in una manifestazione ufficiale, della nuova maglia estiva colore verde-nero che ha riscosso molti apprezzamenti. In una splendida mattinata di sole, in un contesto di festa e colori, 4.500 ciclisti si sono presentati in griglia di partenza incuranti dell’orario e dell’aria fresca. Il più emozionato era sicuramente Elia Ferrario che probabilmente ricordava i bei tempi in cui gareggiava e da gran campione qual era, metteva tutti in riga. Come sempre alla partenza si fanno accordi e promesse: ”…la facciamo insieme… ci aspettiamo… ti tiro io…” ma poi al via, presi dalla foga e con l’adrenalina a mille tutti si lanciano a testa bassa in
Maurizio Baroni
CLASSIFICA
Calcio 3 a Categoria Campionato 2014-15 Carducci Viscontini Accademia Settimo Muggiano Iris 1914 Baggio Secondo Gescal Boys Lions Milano Fiera Nuovo Atl. Gunners Grossman Virtus Cornaredo Fornari Sport
55 53 51 49 48 47 34 25 22 19 18 12 9
una folle corsa contro il tempo dimenticando i tanti chilometri che ci aspettano. Quattro atleti hanno scelto il percorso medio di 107 km con due asperità, la prima a Montecavallo con pendenze al 12% sulla Rocca di Teodora, e la seconda a Paderno-Collinello (nulla a che vedere con la pianura brianzola) con punte al 14%. Per la cronaca all’arrivo se la sono giocata Alessandro Pollastri e Michele Sangermano con ben 30 di media, poi Maurizio Occhionero più defilato e per ultimo, ma non ultimo, Michele Visaggi che non molla mai… lui arriva dopo... ma arriva sempre. Sul percorso corto di 77 km con la salita sul Polenta con pendenze fino al 10%, hanno gareggiato gli altri 6 atleti che non si sono certo risparmiati. Il più veloce è stato Carmine Filomia anche lui con quasi 30 di media, subito dietro Fabrizio Merlini e poi Maurizio Fontana di poco staccato. A chiudere tutti insieme con lo stesso tempo, Roberto Castellini sempre con un occhio al cardiofrequenzimetro, Elia Ferrario e Stefano Dambra, che se la sono presa comoda e hanno giustamente preferito godersi anche lo splendido panorama. Un ringraziamento particolare a tutte le mogli che hanno sostenuto con entusiasmo e partecipazione gli atleti, applaudendoli sia alla partenza, nonostante l’orario, che all’arrivo. E per ultimo un saluto al simpatico cagnolino “Pablo” che per un giorno è stata la mascotte della società. Per concludere la gratificante giornata, seppur un po’ stanchi, tutti al pasta party a gustare la piadina… e una volta messe le gambe sotto al tavolo, li sì che si sentono tutti “campioni”. Maurizio Occhionero
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Maggio 2015 Muggiano & dintorni
Chi trova un consenso trova un tesoro Laura Malchiodi Responsabile della comunicazione AIDO Gruppo Comunale Trezzano sul Naviglio
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abato 11 aprile ad un evento sul territorio ci siamo arricchiti di nove nuovi consensi alla donazione post mortem. Siamo ricchi non in soldi, ma di tesori più preziosi: consensi favorevoli alla donazione organi. Tesori inestimabili e al gazebo lo diciamo sempre a chi insiste per farci un’offerta: ai soldi preferiamo “una scelta di vita”. L’associazione non vive d’aria ovviamente, le spese ci sono e i veri soldi purtroppo mancano, la fatica organizzativa la sentiamo, ma è superata dalla felicità di essere, ogni volta che scendiamo in campo, un’opportunità per chi è in un letto di ospedale. Ci sono eventi in cui troviamo pochi consensi e altri in cui
ne facciamo molti, ma fosse anche per un solo nuovo possibile donatore in più, la nostra giornata ha comunque avuto grande valore. Recentemente abbiamo assistito al primo trapianto in Italia da donatore “samaritano”, una persona che ha donato un rene ad uno sconosciuto, senza legami affettivi, solo per puro amore. Il suo gesto ha innescato una catena di donazioni salvando così sei vite. Questo genere di trapianto si chiama “crossover”. In breve: in caso d’incompatibilità di gruppo sanguigno, o di positività del “cross match” (che è il test che consente di affermare la possibilità del trapianto), alla coppia donatore-ricevente può venire proposto di entrare
ADMO Cesano Boscone S
pettabile Redazione, voglio partire con la giornata del 21 marzo citando il post che ho scritto su Facebook nel gruppo ADMO Cesano Boscone, nel quale v’invito ad iscrivervi per rimanere sempre aggiornati sulle iniziative di zona e non solo... “Oggi la giornata è iniziata alla grande e questo grazie a voi”. In questo post mi riferivo ad una ragazza di Cesano e ad un ragazzo che frequenta e lavora a Cesano, che hanno deciso di tipizzarsi ovvero di fare quel piccolo prelievo di sangue, che serve per entrare a far parte del “Registro Italiano dei donatori di Midollo Osseo”. In quest’importante occasione, io ero con loro cercando di cogliere la loro emozione, la mia era visibile.
Da cosa nasce l’emozione nell’accompagnare due ragazzi in questo passo? I motivi sono tanti, ma in qualche modo mentre ero con loro sono tornato con la mente al giorno in cui mi iscrissi e in particolar modo ricordo di esser uscito dal Policlinico pensando di avere acquisito i super poteri di tutti i super eroi... Naturalmente ho provato a lanciar ragnatele, ma come potete immaginare niente da fare ed allora ho pensato che forse, in fondo, noi tutti volontari un super potere ce l’abbiamo ed è quello di esser volontari sempre in qualsiasi occasione. Il nostro super potere è quello di
nel protocollo nazionale chiamato appunto “crossover”. Con questa modalità diverse coppie, provenienti da tutta Italia, per le quali non sia possibile procedere con il trapianto da vivente per una incompatibilità immunologica, possono entrare in un circuito al fine di trovare una coppia di scambio, in cui il donatore
cercare di distribuire, magari insieme con un volantino, anche l’entusiasmo per quello che facciamo. L’argomento di cui ci occupiamo è indubbiamente serio ma ritengo che bisogna sempre parlarne con speranza e cercando appunto di penetrare nel cuore di chi in quel momento si è presentato al banchetto per chiedere qualche informazione e questo deve avvenire perché chi si avvicina non è solo un potenziale donatore, ma è soprattutto un potenziale volontario che magari domani accompagnerà altri due ragazzi a fare la tipizzazione. Questo stesso entusiasmo è quello che ho cercato di trasmettere anche il 28 marzo quando, con il gruppo di volontari ADMO, ci siamo trovati a Cesano Boscone per parlare di tutto il lavoro che c’è da fare, in quell’occasione c’era anche un nuovo volontario e lascio a voi immaginare con che voglia di fare è uscito da quella saletta. In quell’occasione è passato a trovarci anche il presidente di Avis Cesano Boscone Maurizio Viola al quale ho rinnovato l’invito a collaborare verso un’informazione sempre più completa sul tema della donazione. Il 29 marzo invece eravamo al Forum che ci ha ospitati e che ringraziamo. L’occasione era importante: da una parte il big match di basket Olimpia Milano-Dinamo Sassari, dall’altra parte la nostra partita “informare e sensibilizzare”. La serata è finita con due vittorie, quella dell’Olimpia Milano e la nostra con tanti volantini distribuiti e con qualche visita al banchetto di chi ha capito l’importanza del dono. Le iniziative sono tante e tutte vedono scendere in campo i volontari di varie zone con un unico intento. Noi abbiamo scelto di esserci e ci saremo sempre, ma chi può fare la scelta più importante sei TU. Donare il midollo osseo non è doloroso, non è pericoloso. Donare il midollo comporta un unico “rischio”: “Salvare una vita”. E tu? Te la senti di correre questo “rischio”? Ruggero Pignataro
della prima coppia donerà al ricevente della seconda coppia, mentre il donatore della seconda coppia donerà al ricevente della prima coppia. Così, come scrivono sul sito Aido nazionale, il primo donatore samaritano ha donato il proprio rene in un centro della Lombardia e da quel momento è partita un’organizzazione complessa che ha riguardato sei donatori (1 maschio e 5 femmine), sottoposti ad una operazione chirurgica laparoscopica per il prelievo del rene, e 6 pazienti (5 maschi e 1 femmina) che hanno ricevuto il trapianto. Grande gesto, grande messaggio di altruismo, caso raro che speriamo si moltiplichi, ma bisogna continuare ad informare per far sì che si scelga in vita se, “alla fine”, passare il testimone e aiutare qualcuno, oppure spegnerci nel dolore di chi resta senza aver potuto compiere un ultimo gesto d’amore. Sabato 18 aprile abbiamo accompagnato in corteo con i labari la reliquia del Beato don Gnocchi “ritornato” a Melzo. Partecipazione emozionante con il picchetto d’onore degli Alpini, la banda filarmonica, le massime au-
torità locali e la grande partecipazione dei Melzesi. Don Carlo Gnocchi, Alpino e primo donatore di organi d’Italia, il nostro simbolo, il nostro grande esempio di coraggio e infinito amore. Domenica 19 aprile abbiamo partecipato come sempre ormai da tre anni ai mercatini della Proloco e ci siamo arricchiti di altri 11 consensi alla donazione! È passato a trovarci il presidente provinciale Felice Riva facendoci un piacere immenso. Il 15 aprile invece c’è stata l’assemblea elettiva per il nuovo direttivo della Proloco, cui vanno i nostri auguri e il nostro confermato appoggio. Dopo la dolorosa scomparsa del presidente Massimo Macchia, tutti i candidati votati dai soci hanno stabilito di comune accordo che la nuova presidenza andava affidata ad Anna Andolfo, segretaria e braccio destro di Massimo. Il lavoro ora sarà tanto e faticoso, ma Anna ha al suo fianco un direttivo fatto di persone valide, giovani e con tanta voglia “di fare e di dare” a questa Trezzano un po’ sballottata. Con l’aiuto di tutti possiamo davvero migliorare! Crediamoci e collaboriamo! Visitate il nostro sito: www.aido-trezzanosn.weebly.com e aiutateci a informare!
“Caro amico, ti dono...” A
nzitutto vi ringrazio perché mi date modo di ricordarlo. Sono la mamma di Davide che non è qui con noi, almeno fisicamente, da quattro anni. Ritornando con la mente a quel triste ed indimenticabile momento, ricordo che, il pomeriggio successivo la sua morte, all’improvviso dentro di noi, uniti dallo stesso pensiero, affiorò una fortissima volontà, di donare tutto quello che di lui si poteva ancora trapiantare. Oggi qualcuno mi ha chiesto perché lo abbiamo fatto. A questa domanda mi sono fermata un attimo a riflettere ed ho realizzato che l’impulso del momento è stata una scelta spontanea dettata dall’amore e dal rispetto verso il prossimo. Ho avuto la conferma che, nonostante a volte sembriamo distanti e superficiali con le persone che stanno attorno a noi, per chi ha imparato ad amare e crede nei valori fondamentali della vita non è sicuramente faticoso prestarsi ad una scelta che sembra così difficile. Non ci sentiamo esseri superiori per questo dono. In fondo lui ha donato, non noi. Io, suo padre, i suoi fratelli, siamo orgogliosi di Davide. Egli era d’animo buono, sensibile rispettoso verso il prossimo, generoso e sereno nelle scelte. Abbiamo solo accondisceso ad un suo desiderio. Se ne è andato, è vero, ma ha lasciato i suoi meravigliosi occhi in eredità ad un’altra madre, perché possa finalmente vedere il volto di suo figlio. Mi auguro che altre persone come noi e come tanti, abbiano la forza di trasformare una tremenda disgrazia in un gioioso raggio di luce, che illumini nuovamente la vita di chi ha bisogno. Serenella