94 Il professore LUGLIO 2011
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di Gianni Volpi
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Omaggio a Jerry Lewis
rima di Woody Allen, a lungo il comico cult dei cinéphiles europei è stato Jerry Lewis, ebreo come lui e come lui easterner (è del New Jersey) e autore-attore seppure di specie diversissima. La prima fase della comicità di Jerry Lewis, quella in coppia con Dean Martin (il picchiatello e il cantante in interazione in ben sedici film), era stata caratterizzata da un infantilismo epilettico e cataclismatico. Di smorfie, di voci e pianti “esili, irresistibili”, di toni e ritmi assurdi alla Tom e Jerry, che ne hanno fatto un comico amatissimo da un pubblico più semplice, specie di bambini, cui ha sempre riservato il primo livello di lettura e divertimento. Erano film fondati sulla gag assai più che sull’intrigo, erano movimento e corporeità, candore e paure. E una frenesia che dà vita a tante piccole catastrofi in cui sono risucchiati artisti e modelle, delinquenti e collegiali, orfani, cani, treni e gli innocenti spettatori, e, sembrava, almeno in certi film di Tashlin, un’intera civiltà: ossia, il caos dello slapstick trasferito nel sonoro. Forse, a saper mettere insieme le tante perle disseminate in film più o meno sgangherati, se ne trarrebbe un'antologia-capolavoro di comicità pura. Soriano (in Triste, solitario y final) dice che Stanlio “puliva le gag come si fa con le perle”, e Stan Laurel, maestro della risata gratuita, è stato a lungo il nume tutelare di Jerry Lewis, come mostrano i suoi primi film da regista, nel ‘60-61, che restano i più liberi e scatenati.
MATTO Il ragazzo tuttofare su tutti. Quasi senza trama e senza parole, ruota tutto attorno a un lift buffo e succube, ma con suo potere di produrre un inesauribile catalogo di gag impossibili che coinvolgono lo spettatore “come un adepto e un complice”. Gag nonsense, gag mostrate e non affidate alla battuta, gag che sono il frutto naturale di un décor, di una situazione, di una condizione (la figura centrale è sempre l’adolescente ritardato e complessato). Il burlesque si fa cinema popolare e linguaggio assoluto, e c’è chi ritiene che proprio su questo terreno Lewis abbia dato i suoi veri capolavori. Presto, però, si è assistito al disvelarsi in Lewis di un livello secondo. Di frustrazioni e malsani miti di adattamento, di nevrosi vissuta in chiave psicanalitica più che sociale, precursore, su un versante e sull’altro, di tanto cinema americano di quegli anni. L’attenzione tende a spostarsi sulla maschera e su ciò che essa nasconde. In Le folli notti del dottor Jerryll, Lewis è un professore ebreo sgraziato che sogna di adeguarsi alle immagini dominanti nella società americana, e si sdoppia in un Buddy Love, playboy di oscena convenzione. Versione comica ma non parodistica del Dottor Jekyll e Mister Hyde, il film illustra il tema chiave del Jerry Lewis maturo, quello dello sdoppiamento. Lewis duetta con un altro se stesso (e via via moltiplicherà le sue maschere, sino ai Sette magnifici Jerry). C’è in lui un'ansia di fuga da sé che scatena azioni sempre più illogiche che l'attore-regista risolve nella pienezza di una tecnica tra slapstick e pathos. Sino alla trasformazione a vista di Buddy Love in Dr. Jerry che materializza la lotta profonda di un ego sconvolto. CONTINUA A PAGINA 2
Marilyn Maxwell, Jerry Lewis e Connie Stevens
Cannes 64 L’anno del grande di Alberto Barbera
C
i eravamo talmente abituati a parlare bene del festival di Cannes e dei suoi programmi, che quest’anno rischiamo di trovarci a corto di superlativi per elogiarne i risultati. Molti e molto riusciti i film belli, poche le delusioni. Si fa in fretta a sgombrare il campo dalla zavorra, separando il grano dal loglio. Nel novero del secondo, metto l’oleografico La source des femmes di Radu Mihaileanu che, a detta di chiunque, sarebbe apparso superfluo in qualunque altra sezione di Cannes, figurarsi in Concorso. E il pretenzioso esercizio di stile della debuttante Julia Leigh, Sleeping Beauty. In effetti, di questa ennesima divagazione su sesso e potere - quasi un remake al femminile della Casa delle vergini dormienti, il classico giapponese di Kozaburo Yoshimura dal romanzo del premio Nobel Kawabata poco si salva, a parte la protagonista Emily Browning (che rivedremo sicuramente in altri film), e una discreta padronanza della messa in scena. Si può tentare di raggruppare gli altri film secondo alcune categorie di comodo. Discutibili certo, ma utili a ripercorrere in una veloce sintesi il programma encomiabilmente messo insieme da Thierry Frémaux.
raccolto
Restless di Gus Van Sant
CONTINUA A PAGINA 3
IL PROFESSORE MATTO Omaggio a Jerry Lewis
MAGNUM SUL SET
I film e la mostra fotografica
LA STORIA INFINITA
Tre kolossal di David Lean Anno IX - n. 94 - Luglio 2011 Poste italiane spedizione in a. p. 70% d. c./d. c. i. Torino Tassa pagata/Taxe perçue/Ordinario
CANNES 64
L’anno del grande raccolto
TRAFFIC AL CINEMA
Storie di un’altra Italia
2 3 3 4 4
V.O.
Il grande cinema in lingua originale
FARE GLI ITALIANI – I FILM La Storia d’Italia nel cinema
CAPOLAVORI RESTAURATI Il ritorno de Il Gattopardo
CANTIERE MOLE 2011
Immagini di un restauro
CULT!
Umberto Lenzi tra cinema e letteratura
5 5 6 7 7
La rivista del
CINEMA
I protagonisti 11-24 luglio
Il professore matto. Omaggio a Jerry Lewis
I film in programma Frank Tashlin
Artisti e modelle (Artists and Models)
Jerry Lewis
Jerry Lewis
Usa 1961, 92’, b/n, v.o. sott.it.
USA 1964, 101’, col., v.o. sott.it.
Il mattatore di hollywood (The Errand Boy)
Usa 1955, 109’, col., v.o. sott.it. Rick, pittore in cerca di fortuna, convive con Eugene, aspirante scrittore di libri per bambini e assiduo lettore di fumetti horror. Una sera incontrano due loro vicine di casa, che si rivelano essere proprio la disegnatrice del fumetto preferito da Eugene e la modella presa come riferimento per la creazione del personaggio. Quattordicesimo film della coppia Martin & Lewis e il primo in cui Lewis riuscì a lavorare con il regista di film d’animazione Frank Tashlin di cui era grande ammiratore.
I dirigenti della Paramutual Pictures decidono di servirsi di una spia infiltrata nei loro studi per essere informati sugli sprechi di denaro che avvengono nell’ambiente. Individuano la persona giusta per questo compito in Morty Tashman, un attacchino imbranato che non accamperà richieste di denaro. Assunto dagli studios in qualità di fattorino diventerà, di disastro in disastro, una stella del cinema. A questo film si è ispirato Blake Edwards per il suo Hollywood Party. Copia d’epoca di mediocre qualità.
Sc.: F. Tashlin, Hal Kanter, Herbert Baker, Don McGuire; Fot.: Daniel L. Fapp; Int.: Jerry Lewis, Dean Martin, Shirley MacLaine. LUN 11, SAB 16 e MER 20, h. 16.30
Sc.: J. Lewis, Bill Richmond; Fot.: W. Wallace Kelley; Int.: J. Lewis, Brian Donlevy, Kathleen Freeman. MAR 12, h. 22.00, VEN 15, h. 18.00
Don McGuire
Il delinquente delicato (The Delicate Delinquent) Usa 1957, 101’, b/n, v.o. sott.it.
Jerry Lewis
Le folli notti del dottor Jerryll (The Nutty Professor)
Usa 1963, 107’, col., v.o. sott.it. Il professor Julius Kelp è un accademico universitario trasandato, introverso, imbranato, dai denti sporgenti che inventa un siero in grado di trasformarlo in un disinvolto, arrogante e odioso sciupafemmine chiamato Buddy Love. Questa nuova personalità gli infonde coraggio per proporsi a Stella Purdy, che all’inizio disprezza Buddy Love ma si sente poi inspiegabilmente attratta da lui. Alcuni critici scrissero che il personaggio di Buddy Love era ispirato a Dean Martin, ma Lewis ha sempre smentito questa voce. Sc.: J. Lewis, B. Richmond; Fot.: W. Wallace Kelley; Int.: J. Lewis, Stella Stevens, Del Moore. DOM 17, h. 20.30, MAR 19, h. 18.15, VEN 22, h. 18.30, SAB 23, h. 18.00
Jerry Lewis
I 7 magnifici Jerry (The Family Jewels) Il giovane Sidney, che per vivere compie dei piccoli lavori nel condominio dove abita, un giorno viene coinvolto suo malgrado in una rissa tra le bande del quartiere. Arrestato, scopre la sua vera vocazione: fare il poliziotto per aiutare i ragazzi della zona. Primo film interpretato da Lewis senza il compagno di sempre Dean Martin, dal quale si era appena separato dopo diciassette film.
Usa 1965, 99’, col., v.o. sott. it.
Sc.: D. McGuire; Fot.: Haskell Boggs; Int.: Jerry Lewis, Darren McGavin, Martha Hyer. LUN 11 e SAB 16, h. 18.30
Frank Tashlin
Il ponticello sul fiume dei guai (The Geisha Boy) Usa 1958, 98’, col., v.o. sott. it.
Il “Grande Wooley” è un mago prestigiatore che intrattiene i militari americani di stanza in Giappone. Combina involontari guai ma riesce a strappare un sorriso al piccolo Mitsuo Watanabe, rimaso orfano di entrambi i genitori. Wooley e il bambino diventeranno amici inseparabili, contribuendo l’uno alla felicità dell’altro. Molte le piccole citazioni del film Il ponte sul fiume Kwai, girato l’anno prima da David Lean. Sc.: F. Tashlin; Fot.: Haskell Boggs; Int.: Jerry Lewis, Marie McDonald, Sessue Hayakawa. MAR 12 e VEN 22, h. 16.30, SAB 16, h. 20.30
Frank Tashlin
Il cenerentolo (Cinderfella)
Usa 1960, 91’, col., v.o. sott.it. Cenerentolo è un ragazzo buono e onesto ma maltrattato continuamente dalla matrigna e dai suoi due fratellastri. Un giorno, però, il suo Padrino Fatato decide di trasformare il maldestro ragazzo in un affascinante scapolo, in modo da conquistare la sua Principessa Azzurra. La Paramount avrebbe voluto far uscire il film durante l’estate, ma Lewis lo volle posticipare al Natale successivo. Così promise alla major un nuovo film per l’estate, Ragazzo tuttofare, l’esordio di Lewis dietro la macchina da presa. Sc.: F. Tashlin; Fot.: Haskell Boggs; Int.: Jerry Lewis, Anna Maria Alberghetti, Ed Wynn. MAR 12, h. 18.30, SAB 16, h. 22.30
Jerry Lewis
Ragazzo tuttofare (The Bellboy)
Usa 1960, 72’, b/n, v.o. sott.it. Un produttore cinematografico compare all’inizio e spiega che il film che stiamo per vedere non ha una vera trama, ma che semplicemente mostra il fattorino di un hotel, alle prese con molteplici situazioni ridicole, che lo portano da una scena all’altra. L’uomo non dice una parola per tutto il tempo, tranne alla fine. Si dice che per questo suo primo film da regista, che ebbe un enorme successo negli Stati Uniti, Lewis avesse chiesto consigli a Stal Lauren. Il film è un sentito omaggio al cinema muto degli esordi. Sc.: J. Lewis; Fot.: Haskell Boggs; Int.: J. Lewis, Alex Jerry, Bob Clayton. MAR 12, h. 20.30, VEN 15 e SAB 23, h. 16.30
Jerry Lewis e Stella Stevens nel film Le folli notti del dottor Jerryll
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Dina Peyton è una bambina di dieci anni che eredita una fortuna alla morte del padre. Come da disposizioni testamentarie, Dina deve scegliere, tra i suoi sei zii, quello che diverrà il suo nuovo “papà”. Sarà l’autista di famiglia, Willard Woodward, ad accompagnare la bambina in questo lungo viaggio dai suoi zii, tutti interpretati da Jerry Lewis. Il film ha offerto l’occasione a Lewis di riprendere vecchi personaggi da lui interpretati nella sua lunga carriera. Sc.: J. Lewis, B. Richmond; Fot.: W. Wallace Kelley; Int.: J. Lewis, Donna Butterworth, Sebastian Cabot. LUN 18, h. 16.30, MER 20 e DOM 24, h. 20.30
Jerry 8 e ¾
(The Patsy)
Frank Tashlin
Pazzi, pupe e pillole (The Disorderly Orderly) Usa 1964, 90’, col., v.o. sott.it.
Un famoso comico muore in un incidente aereo e il suo staff, preoccupato di restare disoccupato, decide di trovare qualcuno per rimpiazzarlo. Mettono gli occhi su Stanley Belt, il fattorino dell’hotel dove alloggia il gruppo, e decidono che sarà lui la prossima superstar. Usano così la loro influenza per spalancargli le porte dello star system. Il film era stato concepito come il sequel di Ragazzo tuttofare. Il titolo provvisorio era infatti Son of Bellboy. Ultima apparizione di Peter Lorre. Copia d’epoca di mediocre qualità.
Jerome Littlefield è un inserviente all’Ospedale Clinica Whitestone che soffre di “empatia nevrotica da identificazione”, finendo per patire gli stessi sintomi delle malattie dei pazienti che ha in cura. Inoltre la sua propensione inconsapevole a combinare disastri mette a dura prova la pazienza della dottoressa Howard e dell’infermiera Higgins. Ultimo dei sette film interpretati da Lewis e diretti dall’amico Fank Tashlin. Copia d’epoca di mediocre qualità.
Sc.: J. Lewis, B. Richmond; Fot.: W. Wallace Kelley; Int.: J. Lewis, Ina Balin, Everett Sloane. LUN 18, h. 18.30, MER 20, h. 22.30
Sc.: F. Tashlin; Fot.: W. Wallace Kelley; Int.: Jerry Lewis, Glenda Farrell, Kathleen Freeman. MAR 19, h. 16.30, MER 20, h. 18.30
Continua dalla prima pagina di Gianni Volpi
U
na simile scena introduce un altro aspetto importante in Lewis, quello di sperimentatore e analista. I suoi film hanno il rigore dei grandi comici del passato, ad un tempo sono, in trasparenza, una lettura distanziata delle ragioni del comico, spingendosi in questo processo più in là di qualsiasi altro. Si prenda Jerry 8 e 3/4, quasi una postilla - almeno nell’azzeccato titolo italiano - al felliniano 8 e 1/2. Ovvero: “che cos’è il comico?” visto attraverso il dilemma di chi non sa far ridere. Un famoso stand-up comedian muore in un incidente e un gruppo di showmen, ossessionati dal bisogno di sopravvivergli, gli trova un sostituto. Questo suo doppio, però, è maldestro come sa essere Jerry, fa ridere soltanto quando è se stesso: quando non è di scena, ma è a tu per tu con il
suo spettatore, con cui istituisce un rapporto di scatenata follia. Per lui, cioè per Lewis, la sua vera maschera è il suo volto, davvero il segno di una vocazione.
Le rassegne del Massimo 3 • Programma di luglio Percorsi
2 - 10
John Huston
Moby Dick
Magnum sul set I film
Luglio
occasione della mostra Magnum sul set. Il Idréancinema visto dai grandi fotografi, a cura di AnHolherr e Isabel Siben, ospitata al Museo
Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni
Nazionale del Cinema - Mole Antonelliana dal 26 maggio al 25 settembre, il Cinema Massimo propone i dodici film protagonisti delle straordinarie immagini scattate dai fotografi della Magnum. Dopo la proiezione dei primi sei, programmati tra maggio e giugno (Quando la moglie è in vacanza, Il pianeta delle scimmie, Morte di un commesso viaggiatore, Gli spostati, Gioventù bruciata, Improvvisamente l’estate scorsa), la rassegna si completa a luglio con Luci della ribalta, L’importante è amare, Moby Dick, La battaglia di Alamo, Zabriskie Point e Il processo.
Usa 1956, 116’, col., v.o. sott.it. Ishmael, un marinaio newyorchese, si imbarca sulla baleniera Pequod e, una volta a bordo, scopre l’ossessione del capitano Ahab per Moby Dick. Huston aveva letto molte volte il romanzo di Melville e coltivò per un decennio il desiderio di farne un film, con suo padre Walter nei panni di Ahab. Alla morte del genitore, decise di affidare il ruolo a Gregory Peck. Sceneggiato con Ray Bradbury, uno dei grandi nomi della fantascienza, il film ha nel cast anche uno straordinario Orson Welles. Copia ristampata da Classic Films Sc.: Ray Bradbury, J. Huston, dal romanzo di H. Melville; Fot.: Oswald Morris; Int.: Gregory Peck, Orson Welles, Richard Basehart. SAB 2, h. 21.00, LUN 4, h. 16.15
John Wayne
La battaglia di Alamo (The Alamo)
Usa 1960, 161’, col., v.o. sott.it. Epica e accuratissima ricostruzione dell’assedio della missione di Alamo da parte dell’esercito messicano. Sin dalla fine degli anni Quaranta, John Wayne aveva pensato alla realizzazione di questo film, che ebbe una gestazione lunga e complessa. Alla fine la United Artists accettò di finanziare il progetto a patto che Wayne fosse coinvolto nel film anche nelle vesti di attore e non soltanto in qualità di regista. Alle riprese partecipò anche John Ford, che girò alcune scene a capo della seconda unità. Proiezione video Sc.: James Edward Grant; Fot.: William H. Clothier; Int.: J. Wayne, Richard Widmark, Laurence Harvey. MAR 5, h. 16.30, DOM 10, h. 20.45
Michelangelo Antonioni
Zabriskie Point
Nell’ambito di
Usa 1970, 110’, col., v.o. sott.it. Mark, uno studente ingiustamente accusato di omicidio, ruba un aereo e si rifugia nella Valle della Morte. Qui incontra Daria, una ragazza con la quale vive alcuni giorni di passione destinati a concludersi tragicamente. Tra le opere più importanti di Antonioni, il film riesce a fondere alcuni temi tipici del nuovo cinema americano con uno sguardo prettamente europeo, straniero eppure curioso. Straordinaria la colonna sonora affidata ai Pink Floyd e memorabile il finale con l’esplosione della villa. Copia d’epoca, conservata dal British Film Institute, che può presentare decadimento del colore.
MAGNUM SUL SET Il cinema visto dai grandi fotografi
Sc.: M. Antonioni, Fred Gardner, Sam Shepard, Tonino Guerra, Clare Peploe; Fot.: Alfio Contini; Int.: Mark Frechette, Daria Halprin, Rod Taylor. MER 6, h. 20.30, DOM 10, h. 16.30
Orson Welles
Il processo (Le procès)
Francia/Italia/Germania 1962, 118’, b/n Il film, che si apre con una meravigliosa sequenza realizzata da Alexandre Alexeieff con il suo schermo di spilli, racconta la discesa agli inferi di un modesto impiegato, Josef K., che una mattina viene svegliato di soprassalto dalla polizia, accusato di un crimine che non gli viene mai precisato. Uno dei film più complessi di Welles, divise la critica dell’epoca ma resta una straordinaria analisi dell’alienazione nel mondo contemporaneo. Sc.: O. Welles, dal romanzo di Franz Kafka; Fot.: Edmond Richard; Int.: Anthony Perkins, Jeanne Moreau, Romy Schneider MER 6, h. 22.30, DOM 10, h. 18.30
Mole Antonelliana, Torino 26 maggio - 25 settembre 2011 www.museocinema.it
I video in mostra
©Elliott Erwitt/Magnum Photos
design: www.desilvaassociati.com
Magnum sul set A completamento della mostra, che documenta dodici set cinematografici celebri, l’agenzia Magnum e il Museo Nazionale del Cinema hanno commissionato la realizzazione di sette brevi film di montaggio che consentono ai visitatori di scoprire immagini non incluse nel percorso espositivo. I video propongono, tra gli altri, scatti inediti di Marilyn Monroe durante le riprese di Gli spostati, di James Dean fuori dal set e di Orson Welles impegnato nella lavorazione di Dead Reckoning, Falstaff e Il processo. Accanto alle star del passato sfilano poi quelle del presente, immortalate dai fotografi Gueorgui Pinkhasov e Alex Majoli al Festival di Cannes nel 2004 e nel 2006. C’è anche spazio, infine, per alcune immagini tratte dal film di Chantal Ackerman Un divano a New York. I montaggi sono stati realizzati da Francesco Pistoi e Alessandro Tannoia per Superleggera Record. Le musiche originali che accompagnano i video sono di Francesco Pistoi e Pier Paolo Peretti Griva.
Charles Spencer Chaplin
Luci della ribalta (Limelight)
Usa 1952, 143’, b/n, v.o. sott.it. Londra, 1914. Calvero, un clown famoso caduto in disgrazia, salva dal suicidio un’aspirante ballerina e, grazie a lei, tornerà ad esibirsi per l’ultima volta su un palcoscenico. Continuamente in bilico tra nostalgico omaggio a un mondo che non c’è più ed esigenza di fare i conti con l’autobiografia, il film di Chaplin è diventato subito oggetto di studio per gli appassionati che vi hanno ricercato indizi sul passato londinese del grande attore. È l’unico film in cui Chaplin e Keaton compaiono insieme. Copia ristampata da Classic Films Sc.: C.S. Chaplin; Fot.: Karl Struss, Rollie Totheroh; Int.: C.S. Chaplin, Claire Bloom, Buster Keaton. SAB 2, h. 16.00, LUN 4, h. 20.45, MER 6, h. 16.30
Andrzej Zulawski
L’importante è amare (L’important c’est d’aimer)
Francia/Italia/Germania 1975, 112’, col., v.o. sott.it. Un’attrice ormai al tramonto, costretta a lavorare nel porno, viene notata da un fotografo che se ne innamora e che decide di rilanciarla finanziando una messinscena shakesperiana. Primo lungometraggio occidentale di Zulawski, costretto a lasciare la Polonia per ragioni politiche, il film divise la critica ma ebbe un grande successo di pubblico. Pedro Almodovar dedicò a Romy Schneider il film Tutto su mia madre proprio in virtù di questa interpretazione che lei considerava la più intensa di tutta la sua carriera. Proiezione video Sc.: A. Zulawski, Christopher Frank, da un romanzo di quest’ultimo; Fot.: Ricardo Aronovich; Int.: Romy Schneider, Fabio Testi, Klaus Kinski. SAB 2, h. 18.45, LUN 4, h. 18.30
I protagonisti
Lawrence d’Arabia (Lawrence of Arabia)
11 - 24 La storia infinita Luglio
Tre kolossal di David Lean premi Oscar e il grande successo interIsulsette nazionale ottenuto da David Lean con Il ponte fiume Kwai (recentemente proiettato in copia
restaurata al Torino Film Festival) offrirono al regista inglese la possibilità di concentrarsi da quel momento in poi su film ambiziosi e ad alto budget, veri e propri kolossal destinati a restare impressi nella storia del cinema di tutti i tempi. Lean impiegò ben cinque anni per realizzare Lawrence d’Arabia e trasporre sul grande schermo la complessità narrativa e umana che sottende la biografia di T.E. Lawrence I sette pilastri della salvezza. Il film fu salutato da un analogo e vastissimo successo di pubblico (altri sette gli Oscar vinti). Simile il destino per il successivo Il dottor Zivago (cinque Oscar), adattamento del romanzo omonimo di Boris Pasternak, interpretato da Omar Sharif e Julie Christie, che finiscono per incarnare una delle più popolari e trascinanti storie d’amore mai portate al cinema. Il meccanismo è sempre lo stesso: attori di grande carisma, storie dal respiro universale che si inscrivono in fatti storici di grande impatto, un motivo musicale che resta impresso nella memoria degli spettatori. L’Irlanda della prima guerra mondiale fa da sfondo al meno fortunato La figlia di Ryan, melodramma intenso tutto giocato attorno alla vicenda intima di una donna e di un conflitto interiore che si rispecchia nella forza aspra del paesaggio.
Gran Bretagna 1962, 222’, col., v.o. sott.it. Durante la guerra 1914-18, il tenente Thomas Edward Lawrence, agente del servizio segreto britannico, viene mandato per conto del governo inglese al Cairo per fomentare la rivolta antiturca degli arabi a vantaggio dell’Inghilterra. Riuscirà nell’impresa e guiderà i beduini alla conquista di Damasco per poi ritirarsi nell’anonimato. La prima versione del film era di oltre quattro ore ma Lean fu costretto subito a ridurla a 222 minuti e, nel 1971, fu ridotta ancora a 185 minuti. Il restauro ne ripropone la versione più fedele al volere del regista. Copia restaurata da David Lean Foundation e distribuita da Park Circus. Sc.: Robert Bolt, Michael Wilson; Fot.: Freddie Young; Int.: Peter O’Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Omar Sharif, José Ferrer. LUN 11, h. 20.30, MER 13, h. 16.30
Il dottor Zivago (Doctor Zhivago)
Usa/Italia 1965, 222’, col., v.o. sott.it. Durante la prima guerra mondiale, Yurij Andrèevic Živago, medico e poeta sposato con la cugina Tonja, si innamora al fronte della crocerossina Lara Antipov. Nel 1917, scoppiata la rivoluzione bolscevica, si rifugia con moglie e figlio in un villaggio degli Urali dove incontra di nuovo Lara e ne diventa l’amante. Prodotto da Carlo Ponti e dallo stesso regista, girato in Spagna, Finlandia e Canada, è tratto dall’omonimo romanzo che valse a Boris Pasternak la notorietà internazionale e il Nobel per la letteratura nel 1958. Copia ristampata da Classic Films
Sc.: Robert Bolt; Fot.: Freddie Young; Int.: Omar Sharif, Geraldine Chaplin, Julie Christie. DOM 17, h. 16.30, MAR 19, h. 20.30
La figlia di Ryan (Ryan s’daughter)
Gran Bretagna 1970, 195’, col., v.o. sott.it. Il film è ambientato nel 1916 in un piccolo villaggio irlandese. Rosy è la figlia del proprietario del pub del villaggio Thomas Ryan che fa l’informatore per gli inglesi. Rosy sogna una vita diversa e quando arriva da Dublino Charles, il nuovo maestro del villaggio, lo sposa, pentendosene molto presto. Intanto il conflitto tra irlandesi e inglesi arriva nel villaggio facendo saltare tutti gli equilibri. Oscar per il miglior attore non protagonista a John Mills e per la migliore fotografia. Copia ristampata da Classic Films Sc.: Robert Bolt; Fot.: Freddie Young; Int.: Robert Mitchum, Sarah Miles, Trevor Howard. SAB 23, h. 20.30, DOM 24, h. 16.30
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La rivista del
CINEMA Continua dalla prima pagina
Crossroads
6-9
Luglio
Traffic al cinema
Storie di un’altra Italia
di Alberto Campo
rinnova come ogni anno la collaborazione fra e il Museo Nazionale del Cinema, che SospitaiTraffic nelle sue sale il filone tematico del festival. In
questo caso viene riproposta anzitutto la tradizionale sonorizzazione di un film muto, che in passato aveva coinvolto già band italiane quali Zu e Massimo Volume. È ora il turno degli emiliani Offlaga Disco Pax, chiamati a cimentarsi con una delle rarissime pellicole di ambiente risorgimentale della cinematografia nazionale d’inizio Novecento: I Mille di Alberto Degli Abbati, primo lungometraggio dedicato all’epopea garibaldina, oggi presentato in versione restaurata. Nei tre giorni seguenti si dirama poi la selezione riunita sotto il titolo Storie di un’altra Italia: una carrellata su film e documentari che raccontano momenti della storia e della cultura nostrane rievocati già in altre sezioni del festival. Dai movimenti giovanili del Sessantotto e del Settantasette alle vicende di artisti Andrea Pazienza, Demetrio Stratos - che a vario titolo ne hanno incarnato aspirazioni e contraddizioni. La rassegna Traffic al cinema è un progetto realizzato dal Museo Nazionale del Cinema e da Traffic Free Festival in occasione del festival rock gratuito che si terrà a Torino in piazza San Carlo dal 5 al 10 luglio (www. trafficfestival.com). Ingresso libero a tutte le proiezioni.
Inoltre, anche quest’anno la Fondazione CRT promuove un’iniziativa finalizzata a sensibilizzare il pubblico di Traffic verso operazioni di fund raising, attraverso una campagna di raccolta fondi a sostegno dei giovani artisti. Il contributo della Fondazione CRT sarà proporzionato all’impegno del pubblico, pertanto le donazioni dei privati saranno moltiplicate dalla Fondazione. In più, a chiunque farà una donazione verrà consegnato un coupon per l’accesso gratuito ad alcuni tra i più importanti musei, tra i quali il Museo Nazionale del Cinema.
La manifestazione si inaugura mercoledì 6 luglio alle ore 21.00 nella Sala Uno del Cinema Massimo con la proiezione del film I Mille di Alberto Degli Abbati sonorizzato dagli Offlaga Disco Pax. La serata è organizzata da Traffic e Museo Nazionale del Cinema. Gli Offlaga Disco Pax sono: Max Collini, Daniele Carretti, Enrico Fontanelli.
Alberto Degli Abbati
I Mille
Italia 1912, 46’, b/n Nel paesino siciliano di Misilmeri, il latifondista Don Ruggero scopre che suo figlio Corrado ha una relazione segreta con la pastorella Rosalia, da cui ha avuto un figlio. Cacciati dall’uomo, trovano rifugio presso frate Lorenzo, impegnato nella battaglia contro i Borboni. Intanto arriva la notizia che Garibaldi sta marciando su Palermo, così un gruppo di congiurati parte di nascosto per raggiungerlo alla Piana dei Greci. Copia restaurata da Fondazione Cineteca Italiana, Museo Nazionale del Cinema, Brescia Musei e Cineteca D. W. Griffith. Sc.: Vittorio Emanuele Bravetta; Fot.: Giovanni Vitrotti; Int.: Mary Cléo Tarlarini, Vitale De Stefano, Oreste Grandi, Cesare Zocchi. MER 6, h. 21.00 - ingresso libero
Guido Chiesa
Lavorare con lentezza
Italia 2004, 111’, col. Bologna, 1976. Radio Alice è la radio del movimento studentesco molto ascoltata da Sgualo e Pelo, ventenni che possono solo sognare una via d’uscita dal quotidiano. Bazzicano il bar del quartiere e per ovviare alla cronica mancanza di denaro fanno qualche “lavoretto” per un ricettatore locale. “Lavorare con lentezza è un film per tutte e tutti. Quelli che non vogliono il Potere, ma solo potere. Quelli che hanno perso il filo e il segno eppure vanno avanti….” (G. Chiesa). Sc.: G. Chiesa e Wu Ming; Fot.: Gherardo Gossi; Int.: Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea, Tommaso Ramenghi. GIO 7, h. 16.30, SAB 9, h. 20.30
Monica Affatato e Luciano D’Onofrio
La voce Stratos
Italia 2009, 110’, col. Demetrio Stratos ha attraversato come una cometa luminosa la scena della musica italiana degli anni Sessanta e Settanta. È stato figura politica, interprete di un movimento rivoltoso e fantasioso, che ha trovato il suo culmine nei concitati mesi del 1977. Questo documentario, che riproduce per la prima volta filmati di repertorio familiare, restituisce la pienezza di un artista che è stato uno dei più grandi “musicisti della voce” del Ventesimo secolo. Proiezione HD GIO 7, h. 18.30, SAB 9, h. 22.30
Renato De Maria
Paz!
Italia 2001, 102’, col. Basato sulle opere di Andrea Pazienza Pentothal, Zanardi, Pompeo, Il libro rosso del male, il film racconta tre storie che si consumano nel giro di ventiquattrore balorde. Tre giovani che convivono nello stesso appartamento senza incontrarsi mai: l’abulico Pentothal, il crudele Zanardi detto Zanna, il nomade Enrico Fiabeschi. Importante la colonna sonora di Riccardo Sinigaglia con gruppi bolognesi di quegli anni (dai Gaznevada agli Skiantos) e autori di oggi. Sc.: Ivan Cotroneo, Francesco Piccolo, R. De Maria, Ivan Moffat; Fot.: Gian Filippo Corticelli; Int.: Claudio Santamaria, Flavio Pistilli, Iaia Forte. GIO 7, h. 20.30, VEN 8, h. 16.30
Alberto Grifi
Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro
Italia 1976, 58’, col. Nella primavera del 1976 a Milano quattro troupe di videoteppisti e tre troupe di cinematografari che ruotavano intorno a Alberto Grifi, hanno documentato i quattro giorni di festival, dove erano concentrati centocionquantamila giovani. È considerato l’unica testimonianza registrata dall’interno delle problematiche di quella generazione, dove nascevano nuovi desideri e bisogni, cambiamenti di comportamento lontani dalla lotta armata e fuori dai ruoli stabiliti dalla logica del potere. Copia proveniente dall’Associazione Alberto Grifi. GIO 7, h. 22.30, VEN 8, h. 18.30
Marco Tullio Giordana
Cannes 64 di Alberto Barbera
Relative delusioni
Ha molti sostenitori la feroce discesa nell’inferno di una coppia normale cui capita la sventura di generare un figlio criminale, futuro assassino di massa. Non potendo rispondere all’impossibile interrogativo se si tratti di cattiva educazione o di innata cattiveria, la Lynne Ramsay di We Need to Talk About Kevin si affida alle straordinarie capacità trasformistiche e interpretative di una Tilda Swinton stellare, moltiplica gli effetti ad alto impatto emotivo, complica inutilmente la narrazione con una serie di flash-back che contribuiscono ad accrescere la soffocante oppressione visiva e sonora del suo film. Ma il troppo stroppia, come dicevano i nostri nonni. Ancora più deludente il remake che il sopravvalutato Takashi Miike propone di un altro classico giapponese, Harakiri di Masaki Kobayshi (1962): la sua versione (inutilmente 3D) non si discosta da tante altre operazioni analoghe, che rivelano la pochezza del cinema di oggi quando accetta il confronto diretto con quello di ieri. La materia è la stessa, la storia pressoché identica, bravi quasi allo stesso modo gli attori. Ma il rigore della messa scena è solo un pallido riflesso di quella cui ci avevano abituati i maestri giapponesi, e la dimensione visiva del film è semplicemente brutta in sé e per sé, ancorché pretenda di evocare la povertà di una condizione umana degradata. Preceduto dalla fama di enfant prodige del nuovo cinema francese, costruita in appena tre film, Bertrand Bonello è piaciuto solo alla critica d’oltralpe. Con tutta la buona volontà, si fa fatica a vedere nel suo L’Apollonide. Souvenirs de la maison close qualcosa di più di un esercizio di buona volontà, una descrizione compiaciuta della vita quotidiana di un bordello parigino a cavallo dell’inizio del XX secolo, di cui l’autore non osa parlar bene, salvo suggerire nel finale che fosse comunque meglio della prostituzione stradale odierna. Dimenticabile. Qualcuno si stupirà di trovare il film di Almodovar in questo gruppo. Intendiamoci: La piel que habito gli è sicuDrive ramente superiore, solo che questo di Nicolas Winding Refn è il meno riuscito tra gli ultimi film del regista spagnolo. Non che la storia sia brutta, con i suoi espliciti rimandi a Rebecca e a La donna che visse due volte di Hitchcock (ma anche a Gli occhi senza volto di George Franju): peccato che l’accumulo di materiali incandescenti - la chirurgia estetica come strumento del terrore, gli inattesi cambi di sesso, l’amore che fa tutt’uno con la vendetta - resta perlopiù inerte, come congelato da un trattamento estetizzante, uno sguardo chirurgico (il protagonista…), inutilmente complicato sul piano narrativo. Che cosa dicono gli insegnanti agli allievi bravi che hanno steccato a metà? Che si meritano un voto basso perché possono dare di più, ma non si sono impegnati abbastanza.
Impreviste sorprese
A rigore, un buon film di Woody Allen non può essere considerato una sorpresa. Anche in questo caso, vale il confronto con i film immediatamente precedenti. Mezzanotte a Parigi è meglio di tutti gli ultimi lavori del regista sempre più europeizzato: leggero, inventivo, divertente e davvero colmo di personaggi e situazioni imprevedibili, introdotte con la semplicità che solo un cineasta totalmente padrone del suo mestiere controlla appieno. Il francese di origine lituana Michel Hazanavicious era invece per molti un’incognita (salvo che per i francesi, tributari di un grande successo alle sue due parodie dei film di 007), ed è anche per questo che The Artist è piaciuto a tutti. Il suo affettuoso e stravagante omaggio ai film muti fa piazza pulita di tutti i precedenti tentativi (vedi Guy Maddin & compagni) di ridar vita all’estetica e all’universo del cinema che precedette la scoperta del sonoro. La macchina da presa di Hazanavicious è un pantografo come non se n’erano mai visti - per usare una metafora cara al compianto Tullio Kezich - un condensato di intelligenza, ironia, perfetta conoscenza dei meccanismi dell’epoca, finezza interpretativa (grandissimo Jean Dujardin) e straordinaria inventiva. Per chi ha amato un solo film di Lars von Trier (Le onde del destino) e più o meno detestato tutti gli altri, risulta difficile ammettere di essere rimasto sorpreso da Melancholia, che ha un prologo di otto minuti di una bellezza siderale, un primo atto meno irritante del solito ma sostanzialmente inutile (chi sentiva la necessità di un Festen quindici anni dopo?), e un secondo atto così compatto, essenziale, impressionante nel dar forma ad una pulsione di assoluta negatività da far sembrare tutte le precedenti prove del regista puri esercizi manieristici e gratuite provocazione (quali in parte, peraltro, sono). Per inciso, è il secondo film quest’anno, dopo Il cavallo di Nietschze di Bela Tarr, che mette in scena la fine del mondo: qualcosa vorrà dire…(Per carità di patria, preferisco non commentare le assurde dichiarazioni di Von Trier e l’ancora più assurda decisione del festival di dichiararlo ‘persona non grata’ dopo che questi si era scusato. In nome di quella stessa tolleranza (?) evocata come baluardo festivaliero. Continua purtroppo la lunga serie dei danni provocati dagli atteggiamenti politically correct…).
Belli e sopravvalutati
Polisse di Maïwenn e Hearat Shulayim (Footnote) di Joseph Cedar non condividono soltanto il fatto di aver ricevuto entrambi un premio imprevisto, ma di essere al contempo due film inattesi e belli senza essere completamente riusciti. Il francese alterna momenti di intensa partecipazione emotiva e sapiente messa in scena a lunghe opacità da serie televisiva. Alla quale peraltro rimanda, se non altro per il format e la materia narrativa. L’israeliano gioca invece in contropiede con una sceneggiatura di ferro, letterariamente impeccabile e ricca di sfumature, alla quale non corrispondono scelte di regia altrettanto convincenti.
Maledetti vi amerò
Italia 1980, 84’, col. Riccardo detto “Svitol”, protagonista attivo dei moti del ‘68, torna in patria dopo cinque anni in Venezuela. Giunto in Italia, si ritrova spaesato di fronte agli enormi cambiamenti a cui il paese è stato soggetto. Paradossalmente trova come unico appiglio a un passato riconoscibile un commissario di polizia. Lungometraggio d’esordio per Marco Tullio Giordana, premiato con il Pardo d’Oro al festival di Locarno. Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Sc.: Vincenzo Caretti, M.T. Giordana; Fot.: Giuseppe Pinori; Int.: Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Anna Miserocchi. VEN 8, h. 20.30, SAB 9, h. 16.30
Alina Marazzi
Vogliamo anche le rose
Italia/Svizzera 2007, 85’, col. Anita, Teresa e Valentina non si sono mai incontrate. Hanno vissuto nell’Italia degli anni Sessanta e Settanta, in età diverse e in città lontane. Ma le loro storie vere, riportate in diari privati, sono in ideale continuità, testimonianza di lotte famigliari e politiche, per affermare autonomia, identità e diritti in un Paese patriarcale. “Il film immagina gli eventi narrati nei diari ricorrendo a materiali di repertorio dell’epoca, accostandoli, forzandoli ed esaltandoli in una libera interpretazione che vuole andare al di là della ricostruzione storica” (A. Marazzi). Proiezione video VEN 8, h. 22.30, SAB 9, h. 18.30
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Le Havre di Aki Kaurismäki
The Artist di Michel Hazanavicius
Le rassegne del Massimo 3 • Programma di luglio IL GRANDE CINEMA IN LINGUA ORIGINALE Luglio Prosegue anche nel mese di luglio nella Sala Tre del Cinema Massimo la rassegna di film in versione originale sottotitolata con due film usciti da poco nelle sale, come sempre proiettati con i sottotitoli italiani.
Ken Loach
L’altra verità / Route Irish
Gran Bretagna 2010, 109’, v.o. inglese, sott.it. Per guadagnare un po’ di soldi i due amici inseparabili Fergus e Frankie si uniscono alla squadra di contractor a Baghdad. Insieme rischiano la vita in una città dominata da violenza, terrore e avidità, e inondata di dollari americani. Quando Frankie viene ucciso sulla Route Irish, la strada più pericolosa del mondo, Fergus comincia la sua personale indagine sulla morte dell’amico. GIO 14, h. 16.30/18.30/20.30/22.30
Lisa Cholodenko
I ragazzi stanno bene /The Kids Are All Right Usa 2010, 106’, v.o. inglese, sott.it.
Nic e Jules sono una perfetta coppia lesbica di mezza età che col tempo ha costruito un sereno ambiente familiare assieme ai due figli adolescenti, Joni e Laser, avuti da un donatore. Quando Joni compie diciotto anni, è il fratello minore a farle pressioni perché si rivolga alla banca del seme e scopra l’identità del donatore segreto che sarebbe il loro padre biologico. GIO 21, h. 16.30/18.30/20.30/22.30
Percorsi
3 e 18 Luglio
Fare gli italiani
La storia d’Italia nel cinema
na rassegna per raccontare i momenti e i fatti Uil proposito più rappresentativi della Storia d’Italia. Questo di Fare gli italiani. La storia d’Italia nel
Melancholia di Lars von Trier
Autori al meglio
Non c’è spazio per occuparsi qui di film dei quali si è già molto parlato perché distribuiti da qualche tempo anche da noi: i bellissimi Habemus Papam, tra le cose più riuscite di Moretti, e Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne, straordinaria variazione sul motivo dominante del loro cinema. Anche Kaurismäki non si allontana dalla cifra dei suoi ultimi lavori, salvo che qui tutto gli riesce alla perfezione. Persino meglio che ne L’uomo senza passato, peraltro tra i suoi film più riusciti. Le Havre è insieme una favola sociale alla Chaplin (quello di Luci della città, per intenderci), un burlesque raffreddato alla Jaques Tati, un omaggio al realismo poetico francese degli anni Trenta, una provocatoria irruzione nell’attualità più scottante, una nostalgica riverenza al francese come lo si parlava sessanta e più anni fa (che ne sarà con il doppiaggio?), l’evocazione utopica di una città ideale che non esiste nella realtà. Tutto questo e molto altro ancora, sul filo del paradosso (non è chi non veda la bizzarria di questi accostamenti) e dell’irrealismo invocato come principio estetico e politico. Da qui la natura “rivoluzionaria” della necessaria provocazione di Kaurismäki, che sarebbe facile e sbagliato ricondurre, un po’ semplicisticamente, tra le file di un cinema tout court umanistico. Per chi ha fatto la conoscenza di Nicolas Winding Refn grazie alla ‘personale’ completa che gli dedicò lo scorso anno il Torino Film Festival, non è una sorpresa l’irruzione inaspettata di Drive tra le cose più riuscite di questa edizione di Cannes. Il primo film hollywoodiano dell’autore danese è uno straordinario omaggio al filone noir che, dagli anni Settanta ad oggi, sembra dominare l’immaginario americano. Un protagonista che è una maschera inespressiva (lo straordinario Ryan Gosling), criminali psicopatici a valanga, corse d’auto truccate e hold up che volgono al peggio, soldi della mafia da ripulire ed ex-produttori di film di serie B che si riciclano in gangster avidi di denaro. Nulla di nuovo nella trama, ma un controllo assoluto sulla messa in scena, un’intensità visiva che rimanda ai migliori esempi del genere, improvvisi scoppi di violenza a contraddire la scelta provocatoria di un ritmo agli antipodi del montaggio frenetico che è la cifra del cinema americano contemporaneo. Ho lasciato per ultimo Sorrentino, volutamente. Il suo This Must Be the Place è stato accolto bene, ma con alcune riserve che mi sembrano ingiuste. Mi sembra, al contrario, che questo sia il suo film più controllato e riuscito. La scelta di privilegiare l’orizzontalità rispetto ad altri possibili opzioni narrative affida il film ad un principio creativo generatore di continue e riuscite sorprese, una successione di incontri bizzarri e personaggi imprevedibili, situazioni stravaganti e sempre molto divertenti. Sean Penn è stupefacente, una grottesca maschera psichedelica che tiene in pugno il film dall’inizio alla fine, Luca Bigazzi dà lezioni ai migliori direttori della fotografia americani, la colonna sonora di David Byrne è miele per le orecchie e nutrimento per le emozioni. Se ne riparla quando il film uscirà in Italia, a fine anno. P.S. - 1 Il film di Terrence Malick - che si è portato a casa la Palma d’Oro, ha diviso la critica a Cannes e continua a suscitare reazioni contrastanti fra il pubblico in sala - è un capolavoro imperfetto, nel senso che Truffaut conferiva a questo termine. Cioè, un film al quale non si può non aderire completamente nonostante i suoi difetti, un’opera che svela dell’autore più di quanto non si sia mai potuto immaginare su di lui e il suo mondo. In anticipo di anni sul cinema che si produce oggi e il suo linguaggio, un’opera visionaria e ambiziosa che non si lascia ingabbiare nelle categorie critiche tradizionali alle quali siamo abituati. P.S. - 2 C’erano altri film molto belli a Cannes di cui non c’è modo di parlare ora: Restless di Gus Van Sant, Questo non è un film di Jafar Panahi, Arrivederci di Mohammad Rasoulof, Arirang di Kim Ki-duk… P.S. - 3 L’80% delle proiezioni del festival erano in digitale, senza che nessuno se se sia accorto o che abbia avuto ragione di lamentarsene. Il cinema cambia e va avanti…
cinema per cui è stato scelto un percorso che non si limita agli anni del Risorgimento, ma prosegue fino ai giorni nostri (e che proseguirà con appuntamenti quindicinali fino all’autunno, come ideale accompagnamento della grande mostra Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale in corso alle OGR fino al 20 novembre). Come immaginare due linee, il cinema e la Storia, che si incrociano spesso a rappresentare le tappe necessarie del divenire di un Paese, insieme al racconto che ne è stato fatto in film importanti e imprescindibili. Una buona occa-
sione, dunque, per rivedere alcuni tra i più grandi capolavori del cinema italiano, inseriti in un contesto che mette in rilievo le coincidenze e le connessioni sociali, culturali e politiche che sottendono le epoche e gli eventi.
Dino Risi
Una vita difficile
Italia 1961, 118’, b/n La storia di un uomo medio e delle sue esperienze comico-tragiche negli anni tra il ‘44 e il ‘61. Silvio Magnozzi è un ex ufficiale di complemento che prima della guerra ha studiato architettura e durante gli anni della Resistenza è finito a fare il partigiano, con il compito di fare propaganda. Finita la guerra intraprende la professione di giornalista e, poco più che scribacchino in un giornale di sinistra, sogna una carriera militante nel mondo della carta stampata. Insolito ruolo per Alberto Sordi. Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Sc.: Rodolfo Sonego; Fot.: Leonida Barboni; Int.: Claudio Gora, Alberto Sordi, Lea Massari. DOM 3, h. 16.15
Mario Soldati
Fuga in Francia
Italia 1948, 95’, b/n Riccardo Torre, ex gerarca fascista condannato a morte per crimini di guerra, cerca di espatriare in Francia per sfuggire alla giustizia italiana. Dopo un infruttuoso tentativo, progetta di entrarvi clandestinamente attraverso un valico dell’alta Val di Susa. L’uomo è braccato. Travestito da prete si reca al Collegio Carlo Alberto di Moncalieri per chiedere denaro e abiti civili al rettore, suo amico d’infanzia. Prodotto da Carlo Ponti che fu ispirato dalla notizia vera comparsa con scalpore sui giornali. Sc.: Carlo Musso, Ennio Flaiano, M. Soldati, con la partecipazione di Mario Bonfantini, Emilio Cecchi, Cesare Pavese; Fot.: Domenico Scala; Int.: Folco Lulli, Enrico Olivieri, Rosina Mirafiori. DOM 3, h. 18.30
Federico Fellini
I vitelloni
Italia/Francia 1953, 115’, b/n In una cittadina romagnola cinque amici, giovani nullafacenti, né ricchi né poveri, irresponsabili e velleitari figli di mamma, passano il loro tempo all’inseguimento di piccoli divertimenti, piccole miserie, piccoli squallori per combattere la noia della loro esistenza. Scritto da Ennio Flaiano, il soggetto era stato concepito per essere ambientato a Pescara. Fu Fellini a volerlo portare nella sua Rimini. Leone d’argento a Venezia, il film fu premiato con tre Nastri d’argento. Fabrizi è doppiato da Nino Manfredi e Trieste da Adolfo Geri. Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Sc.: Ennio Flaiano, F. Fellini; Fot.: Carlo Carlini, Otello Martelli, Luciano Trasatti; Int.: Alberto Sordi, Franco Interlenghi, Aldo Fabrizi. DOM 3, h. 20.30
Luchino Visconti
Rocco e i suoi fratelli
Italia 1960, 180’, b/n Una famiglia di contadini lucani si trasferisce a Milano negli anni del boom economico e si disgrega, nonostante gli sforzi della vecchia madre per tenerla unita. Osteggiato dai politici e bersagliato dalla censura che lo vietò ai minori di diciotto anni, il film incassò nelle sale di seconda e terza visione più che in quelle di prima, in provincia più che nelle grandi città. Premio speciale della giuria a Venezia e tre Nastri d’argento. Ispirato ai racconti di Testori di Il ponte della Ghisolfa. Copia conservata da Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Sc.: Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, L. Visconti; Fot.: Giuseppe Rotunno; Int.: Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot. LUN 18, h. 20.45
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La rivista del
CINEMA Incontri al museo
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Luglio
Prima visione
Hedy Lamarr. La donna gatto
Il libro di Edoardo Segantini alla Mole Antonelliana
Nazionale del Cinema organizza gio7 luglio alle ore 18.00 (ingresso libero) InellalvedìMuseo sala incontri della Mole Antonelliana la pre-
sentazione del libro di Edoardo Segantini Hedy Lamarr. La donna gatto (Rubettino Editore). Un omaggio ad una diva del cinema che ha rappresentato il prototipo della “donna moderna”, padrona del suo destino, che usò la bellezza e il cervello nel modo più spregiudicato, per farsi strada nel mondo del suo tempo. La fama di Hedy Lamarr (1914-2000) è legata al primo nudo femminile della storia del cinema nel filmscandalo Estasi del 1933, censurato per anni in tutto in mondo, mentre a Hollywood il suo fascino di bruna con gli occhi verdi
dettava un nuovo standard estetico. La vita di Hedy Lamarr è un insieme di più vite e di più periodi storici: l’Austria nazificata; il sistema degli studios creato a Hollywood dagli ebrei emigrati; la politica industriale del presidente Roosevelt e la creazione della sinergia tra militari, università e imprenditori che fu la vera spinta dell’innovazione “made in Usa”. Il libro racconta la vita dell’attrice, i suoi film e, grazie a testimonianze e documenti inediti, ricostruisce la vera storia della sua invenzione spiegando quali furono i meriti della diva e quale il ruolo giocato dal fisico Samuel Stuart McKeown e dal compositore d’avanguardia George Antheil. Edoardo Segantini è inviato del Corriere della Sera, dove si occupa di nuove tecnologie, economia e innovazione, dopo aver lavorato al lancio del Corriere.it e diretto per sei anni il Corriere Economia. In passato è stato responsabile della comunicazione in Telecom Italia e in Alcatel. Ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore di Topolino e scritto la storia de I Promessi Paperi, entrata nei “Classici Disney”. Saranno presenti Alberto Barbera, Edoardo Segantini, Alessandra Comazzi e Peppino Ortoleva.
Il cinema degli altri
1
Luglio
Cinema di barriera dedicata ai 150 anni di Umberto Mosca
rganizzata e coordinata come sempre Oscrizione, dall’A.I.A.C.E. di Torino e dalla VI Circoin collaborazione con il Museo Na-
zionale del Cinema, Cinema di Barriera giunge quest’anno alla sua X edizione. Dopo il successo delle ultime estati, in cui la manifestazione si è proposta come punto di riferimento importante per quanto riguarda le proiezioni estive sul territorio cittadino, anche quest’anno l’idea portante è quella di un programma incentrato sui temi della comunità civile e della condivisione dei valori culturali. In occasione del suo decimo anno di vita, Cinema di Barriera dedica il suo programma ai 150 anni dell’Unità italiana, proponendo una serie di film che consentano il consolidamento di un immaginario ampio e complesso sulla nascita dell’Italia e sui grandi temi legati all’unità e all’identità nazionale. Com’è ormai tradizione, la serata di apertura avrà luogo al Cinema Massimo. L’appuntamento è per venerdì 1 luglio con uno degli autori più coraggiosi e originali del cinema italiano di oggi. Pasquale Scimeca presenterà in sala la sua ultima opera, Malavoglia, che dopo Rosso Malpelo segna il ritorno del cineasta siciliano all’universo poetico di Giovanni Verga. Audace tentativo di rileggere il capolavoro verghiano attraverso una prospettiva attualizzante, Malavoglia è un film che pone la questione meridionale al centro dei processi di comprensione delle vicende italiane postunitarie. In questa prospettiva tematica si colloca l’intera proposta della manifestazione, che vedrà susseguirsi le proiezioni di L’eroe dei due mondi di Guido Ma-
nuli (8 luglio), fiaba d’animazione sulla figura di Giuseppe Garibaldi, Noi credevamo di Mario Martone (15 luglio), Benvenuti al Sud di Luca Miniero (22 luglio) e Baaria di Gabriele Salvatores (29 luglio). Com’è ormai tradizione, la sede delle proiezioni, realizzate in collaborazione con la Cooperativa Solaria, è il Cortile della Scuola Elementare “G. C. Abba”, via San Benigno, 18, oppure, in caso di maltempo, l’adiacente sede della Circoscrizione 6 (l’ingresso è gratuito). Per info: www.aiacetorino.it - Tel. 011.538962
Pasquale Scimeca
Malavoglia
Italia 2010, 94’, col. Malavoglia sono una famiglia di pescatori. Il nonno, Padron ‘Ntoni vive nella casa del Nespolo, con la figlia Maruzza e suo marito Bastianazzo e i loro tre figli, il ventenne ‘Ntoni e i più giovani Mena, Lia e Alessi. Presto Alef, detto Alfio, un tunisino immigrato clandestinamente, si unisce a loro per la generosità del giovane ‘Ntoni, che lo raccoglie tra i profughi appena sbarcati. Quando la barca dei Malavoglia fa naufragio, la famiglia si disgrega e tutto sembra perduto.
Luglio
di Bologna, a distribuire in alcune sale selezionate e dotate di proiettori digitali 2K la versione restaurata de Il Gattopardo, già proposta dal Museo Nazionale del Cinema lo scorso 24 marzo. Il capolavoro di Luchino Visconti sarà in programma nella sala Due del Cinema Massimo a partire da venerdì 1 luglio.
Luchino Visconti
Il Gattopardo
Italia/Francia 1963, 185’, col. 1860, i garibaldini invadono la Sicilia. Tancredi, nipote di don Fabrizio, Principe di Salina, con la speranza di controllare gli avvenimenti si arruola tra i rivoltosi. Malgrado il subbuglio rivoluzionario, don Fabrizio svolge parte per la villeggiatura annuale nel feudo di campagna di Donnafugata dove è in corso il plebiscito per l’annessione della Sicilia allo stato sabaudo. Il Principe vota a favore. Inizia così quello che Martin Scorsese ha definito “una delle più grandi esperienze visive del cinema”. Il Gattopardo è stato restaurato da Cineteca del Comune di Bologna, Laboratorio L’Immagine Ritrovata, The Film Fountation, Pathé, Fondation Jérome Seydoux-Pathé, Twentieth Century Fox e Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. Il sostegno di Gucci e di The Film Foundation. Il restauro dell’immagine è stato eseguito da Digital Picture Restoration, Colorworks, il restauro del suono da Sound laboratory services, L’immagine Ritrovata. Un ringraziamento particolare a Martin Scorsese, Titanus e Giuseppe Rotunno. Sc.: Suso Cecchi D’amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, L.Visconti, dal romanzo di G. Tomasi di Lampedusa; Fot.: Giuseppe Rotunno; Int.: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale. Da VEN 1, h. 16.00/20.30 - Sala Due
Filming in Turin
La Summer School della SAA, con il Dams e l’Università delle Scienze Gastronomiche
L
a SAA-School of Management (Università di Torino), organizza in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione/Dams, l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, la Stampa Torino Sette, il Museo Nazionale del Cinema, la Film Commission Torino Piemonte, il FIP - Film Investimenti Piemonte, Antenna Media Torino, il Centro Nazionale del Cortometraggio, Piemonte Movie, Nisi Masa, il Club della Comunicazione d’Impresa, una Summer School dedicata ad esperienze, tecniche e modelli originali di valorizzazione del territorio piemontese. La proposta è collegata alle attività del Master per Analisti di produzione cinematografica e televisiva e comunicazione cross mediale. La Summer School intende proporre, in tre differenti workshop anche collegabili in un unico percorso, un modo innovativo e creativo per scoprire Torino e il Piemonte, attraverso un modello di conoscenza dei luoghi che passa attraverso l’esperienza della produzione di immagini. In ogni corso, infatti, i partecipanti lavoreranno alla realizzazione di video e cortometraggi che saranno poi distribuiti attraverso strategie crossmediali. Il primo workshop (“Scrittura e regia. L’arte del documentario: quartieri e mercati della città”) si svolgerà dall’11 al 14 luglio e sarà tenuto da Daniele Gaglianone. Mercoledì 13 luglio il regista torinese presenterà il film Pietro al Cinema Massimo (sala Tre, ore 20.45) e incontrerà il pubblico parlando della sua attività di artista indipendente. Il secondo workshop, “Raccontare il gusto. Torino e il Piemonte: una regione e l’immagine
La rivista del 6
Il ritorno de Il Gattopardo
l 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia è l’occasione che ha spinto Medusa Film, in colIlaborazione con Titanus e la Cineteca del Comune
CINEMA
Sc.: P. Scimeca, Nennella Buonaiuto, Tonino Guerra, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga; Fot.: Duccio Cimatti; Int.: Antonio Ciurca, Giuseppe Firullo, Elena Ghezzi. VEN 1, h. 20.45 Il film sarà introdotto da Pasquale Scimeca
dal 1
food&wine” si svolgerà all’Agenzia di Pollenzo dal 15 al 19 luglio e prevede seminari, visite e stage di produzione sul territorio di Langhe e Roero. Tra i docenti: Valter Cantino, Damiano Cortese, Giulia Carluccio, Piercarlo Grimaldi, Umberto Mosca, Franco Prono. Dal 21 al 24 luglio si terrà invece il workshop “Philip Bloom e la tecnologia HDSLR per filmare Torino”, in cui il prestigioso direttore della fotografia inglese insegnerà ai partecipanti tecniche e segreti del mestiere, mostrando come scoprire e rappresentare la città con sguardo curioso e creativo. Venerdì 22 luglio il Cinema Massimo dedica una personale all’opera di Bloom con la proiezione di alcuni tra i suoi lavori più importanti, corti e music video, tra cui Toronto Falls, Salton Sea Beach, Skywalker Ranch, Venice’s People, Turin Brakes: Ascension Day e molti altri. Bloom sarà in sala a raccontare al pubblico le sue strategie narrative ed espressive (sala Tre, ore 20.45). Per info ed iscrizioni alla Summer School: www. saacareer.eu - www.saa.unito.it -
[email protected] - Tel: 011.63.99.323/254
Mensile del Museo Nazionale del Cinema Anno IX - Numero 94 - Luglio 2011 Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001 Direttore Responsabile Alberto Barbera Programmazione e Redazione Stefano Boni, Grazia Paganelli Comunicazione e Promozione Maria Grazia Girotto Ufficio Stampa Veronica Geraci Hanno collaborato a questo numero Alberto Campo, Umberto Mosca, Paola Traversi, Gianni Volpi
Stampa La Stampa Redazione Via Montebello 22 - 10124 Torino Tel. 011.81.38.520 - Fax 011.81.38.530
[email protected] Museo Nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo Via Montebello 22 - 10124 Torino Tel. 011.81.38.511 - Fax 011.81.38.558 www.museocinema.it Presidente Alessandro Casazza Direttore Alberto Barbera
Ricerche Iconografiche Grazia Paganelli Progetto grafico Partners, Torino
La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema (Promozione per la Cultura Cinematografica)
Le rassegne del Massimo 3 • Programma di luglio Cult!
Anticipazioni
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In autunno al Cinema Massimo Le grandi rassegne
I festival
Luglio
Umberto Lenzi regista-scrittore
stato definito “il signore in giallo” per la sua Èste genere predilezione per il genere, anche se non esicinematografico con cui Umberto Lenzi
Retrospettiva Pedro Almodóvar (26 agosto - 25 settembre)
Prix Italia (18-23 settembre)
Il cinema di Jim Jarmusch (31 agosto - 17 settembre)
View Fest (21-23 ottobre)
Retrospettiva Blake Edwards (ottobre - novembre)
Torino Film Festival (25 novembre - 3 dicembre)
Omaggio ad Amos Gitai (2 - 13 novembre)
Sottodiciotto Film Festival (8 - 17 dicembre)
Gli appuntamenti Magnifiche visioni. Festival Permanente del Film Restaurato V.O. Il grande cinema in lingua originale Fare gli Italiani. La Storia d’Italia al cinema
non si sia confrontato e che non abbia reinventato. Dai primi film, diretti a partire dall’inizio degli anni sessanta, fino a Sarayevo - Inferno di fuoco del 1996, il regista toscano ha diretto quasi sessanta film, alternando produzioni a basso budget a film con attori di grande carisama come Lou Castel, Jean Sorel, Steve Reeves, Jean Louis Trintignant, passando con disinvoltura dall’horror allo spaghetti-western, dall’hard-boiled al poliziesco. Chiusa la lunga parentesi di regista, Umberto Lenzi ha assecondato la sua ipirazione lettera-
La montagna di luce
Italia 1965, 87’, col. Allan Foster è un avventuriero incaricato dal rajah del Punjab di rubare un gioiello leggendario chiamato La montagna di luce e incastonato sulla fronte di una statua. Compiuto il furto, Foster rifiuta di consegnare la pietra preziosa al rajah e cerca rifugio nel protettorato inglese. Per lui iniziano i guai: il rajah non intende rinunciare al bottino e si mette sulle sue tracce. Proiezione video. Sc.: Fulvio Gicca Palli, dal romanzo di Emilio Salgari; Fot.: Angelo Lotti; Int.: Richard Harrison, Luciana Gilli, Wilbert Bradley. MAR 5, h. 20.30 - ingresso euro 3 Prima del film incontro con Umberto Lenzi
Corti d’autore Cult! Crossroads
Percorsi
15
Luglio
Educ.a
Le attività al Museo per i Centri Estivi
L’
estate è arrivata e come tutti gli anni dopo aver salutato le scuole, ci prepariamo ad accogliere i ragazzi dei centri estivi con una ricca proposta di attività. Quest’anno i ragazzi possono scoprire quali trucchi si nascondono dietro alcuni effetti speciali del cinema, creare un breve cartone animato o giocare con gli splendidi manifesti delle collezioni del Museo. Non perdete quest’occasione! Info e prenotazioni al numero 011 8138564/5 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18); www.museociema.it/educa
Laboratori al Museo
Magie sullo schermo (1h30’): i partecipanti scoprono le principali evoluzioni tecniche degli effetti speciali del cinema delle origini: dalla sparizione al gigantismo, dal terremoto alle riduzioni prospettiche. Consigliato 6-14 anni Animazioni su pellicola (1h30’): i bambini disegnano immagini sui fotogrammi di una pellicola cinematografica che viene poi montata e proiettata con un proiettore a manovella 35mm della collezione del Museo. Le immagini disegnate si animano sullo schermo attraverso la proiezione luminosa. Consigliato 6-14 anni Crea il tuo manifesto (1h30’): un viaggio nell’iconografia dei manifesti cinematografici legati ai generi dell’horror e della fantascienza. A partire dai manifesti delle collezioni, i partecipanti sono coinvolti in un gioco di ricomposizione di immagini e grafica, per creare al computer un nuovo manifesto, applicando i principi base della cartellonistica cinematografica. Consigliato 11-16 anni
Visite guidate
Archeologia del Cinema (1h): la visita introduce alla storia degli spettacoli e delle innovazioni che hanno segnato le tappe fondamentali per la nascita del cinema: il teatro d’ombre, l’ottica, le scatole ottiche, le stereoscopie, le lanterne magiche, la riproduzione del movimento, la cronofotografia e il cinematografo. Macchina del Cinema (1h): la visita ripercorre le fasi di lavorazione del film per scoprire, attraverso celebri sequenze, documenti di produzione, oggetti di scena, fotografie e bozzetti, tutto ciò che precede l’opera finita e gli ingranaggi di una macchina produttiva che diventa “macchina spettacolo”. Introduttiva (1h): la visita offre una visione d’insieme di alcune sezioni dell’allestimento, in particolare l’Archeologia del Cinema e la Macchina del Cinema.
Ringraziamenti Associazione Alberto Grifi, Roma • Maurizio Bassi, Palermo • Philip Bloom, London • Salvatore Bonafede, Palermo • Bruno Boschetto, Torino • British Film Institute, London • Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Roma • Cineteca del Comune di Bologna • Classic Films, Barcelona • Daniele Gaglianone, Torino • Hollywood Classics, London • Umberto Lenzi, Roma • Franco Maresco, Palermo • Gabriele Mirabassi, Palermo • Umberto Mosca, Torino • MultiServizi, Torino • NeonVideo, Borgo d’Ale (VC) • N.I.P., Torino • Park Circus, Glasgow • Mauro Regis, Torino • Route One, Torino • Franco Scaldati, Palermo • Pasquale Scimeca, Roma • Slow Cinema, Torino Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo
ria, dando alle stampe alcuni romanzi gialli per i quali ha ideato la figura di Bruno Astolfi, detective privato antifascista che si muove nel mondo del cinema dei telefoni bianchi per risolvere intricati delitti. Astolfi è diventato il protagonista dei tre romanzi Delitti a Cinecittà (2008), Terrore ad Harlem (2009), ambientato sul set di Harlem di Carmine Gallone (1943), e Morte al Cinevillaggio (2010), ambientato a Venezia nella città del cinema voluta dalla Repubblica di Salò, tutti pubblicato da Coniglio Editore. La sera del 5 luglio, Umberto Lenzi presenterà con Alberto Barbera la sua trilogia di gialli e, in anteprima, il suo nuovo romanzo.
Architettura in Città
l Festival Architettura in Città, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Torino e dalla FondazioIl’arte, ne OAT, in programma dal 14 al 17 luglio, mette a confronto l’architettura a con il cinema, la danza, la fotografia, la musica e la letteratura. Il Museo Nazionale del Cinema aderisce ad Festival con diverse iniziative: una mostra fotografica allestita nei locali del Cabiria Cafè dal titolo Cantiere Mole 2011. Immagini di un restauro (vedi box) e una serata dedicata al tema Architettura e città il 15 luglio al Cinema Massimo con la proiezione dei film Le mani sulla città di Francesco Rosi e Frank Gehry - Creatore di sogni di Sydney Pollack.
Francesco Rosi
Le mani sulla città
Italia 1963, 105’, b/n In un quartiere popolare di Napoli crolla un palazzo. Il costruttore Eduardo Nottola se la cava grazie a intrallazzi politici, cambia partito e diventa assessore all’edilizia. Girato quasi interamente in ambienti naturali con attori non professionisti, a parte le interpretazioni di Rod Steiger e Salvo Randone, il film è stato realizzato nel periodo in cui si preparava la politica di centrosinistra in Italia, e risente con forza di tutti questi elementi. Copia conservata da Museo Nazionale del Cinema. Sc.: F. Rosi, Raffaele La Capria, Enzo Forcella, Enzo Provenzale; Fot.: Gianni Di Venanzo; Int.: Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti. VEN 15, h. 20.30
Sydney Pollack
Frank Gehry: creatore di sogni (Sketches of Frank Gehry)
Usa/Germania 2005, 90’, col. Racconta Pollack che quando Frank Gehry gli propose di fare un docimentario su di lui, rifiutò dicendo di non aver mai fatto un documentario e di non sapere nulla di architettura. Gehry allora replicò: “Proprio per questo. Io voglio raccontarmi come uomo, pittore mancato, dirti cosa ha significato per me studiare le linee della cattedrale di Chartres e Alvar Aalto; ridisegnare a quarantanove anni la mia casa di Santa Monica, facendo buchi nei muri per cercare la mia regola fondamentale: la rifrazione della luce sugli edifici”. VEN 15, h. 22.30
Cantiere Mole 2011 Immagini di un restauro 22 giugno - 15 ottobre
fotografica che racconta il perprogettuale e la realizzazione dei Ulavorinacorsomostra relativi al restauro della cupola del-
la Mole Antonelliana e all’installazione del Gioiello di luce tricolore in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il Comune di Torino, il Comitato Italia 150 e il Museo Nazionale del Cinema presentano una selezione di spettacolari fotografie che mostrano ai visitatori una nuova prospettiva da cui guardare il simbolo della città di Torino. Un anno di lavoro, fatto di ghisa e di corde, di scalate e di vertigine, ma soprattutto di persone che hanno avuto il coraggio di stare lì, in bilico, a 100 metri di altezza per riportare la Mole al suo splendore. In occasione dell’inaugurazione della mostra che si terrà nei locali del Cabiria Cafè, verrà aperto al pubblico il dehors con accesso da via Montebello.
Un ringraziamento particolare a La Stampa - Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista.
Sponsor tecnici Mole Antonelliana
Partner Museo Nazionale del Cinema
L’Aeroporto di Torino è collegato con bus e treno al centro città. Informazioni: www.aeroportoditorino.it oppure tel. +39.011.5676361-2
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La rivista del
CINEMA Info
Luglio a colpo d’occhio Venerdì 1 luglio h. 16.15 Improvvisamente l’estate scorsa di J.L. Mankiewicz (Usa 1959, 114’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il pianeta delle scimmie di F.J. Schaffner (Usa 1968, 112’, v.o. sott.it.) h. 20.45 Malavoglia di P. Scimeca (I 2010, 94’) Il film sarà introdotto da Pasquale Scimeca con Umberto Mosca. Sabato 2 luglio h. 16.00 Luci della ribalta di C.S. Chaplin (Usa 1952, 143’, v.o. sott.it.) h. 18.45 L’importante è amare di A. Zulawski (F/I/G 1975, 112’, v.o. sott.it.) ❷ h. 21.00 Moby Dick di J. Huston (Usa 1956, 116’, v.o. sott.it.) Domenica 3 luglio h. 16.15 Una vita difficile di D. Risi (I 1961, 118’) h. 18.30 Fuga in Francia di M. Soldati (I 1948, 95’) h. 20.30 I vitelloni di F. Fellini (I/F 1953, 115’) Lunedì 4 luglio h. 16.15 Moby Dick di J. Huston (Usa 1956, 116’, v.o. sott.it.) h. 18.30 L’importante è amare di A. Zulawski (F/I/G 1975, 112’, v.o. sott.it.) ❷ h. 20.45 Luci della ribalta di C.S. Chaplin (Usa 1952, 143’, v.o. sott.it.) Martedì 5 luglio h. 16.30 La battaglia di Alamo di J. Wayne (Usa 1960, 161’, v.o. sott.it.) ❷ h. 20.30 La montagna di luce di U. Lenzi (I 1965, 87’) ❷ Il film sarà introdotto da Umberto Lenzi con Alberto Barbera. Il regista presenterà anche i suoi romanzi pubblicati da Coniglio Editore. Mercoledì 6 luglio h. 16.30 Luci della ribalta di C.S. Chaplin (Usa 1952, 143’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Zabriskie Point di M. Antonioni (Usa 1970, 110’, v.o. sott.it.) h. 22.30 Il processo di O. Welles (F/I/G 1962, 118’) h. 21.00 - Sala Uno - Offlaga Disco Pax vs I Mille ❶ Giovedì 7 luglio h. 16.30 Lavorare con lentezza di G. Chiesa (I 2004, 111’) ❶ h. 18.30 La voce Stratos di M. Affatato/L. d’Onofrio (I 2009, 110’) ❶ h. 20.30 Paz! di R. De Maria (I 2001, 102’) ❶ h. 22.30 Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro di A. Grifi (I 1976, 58’) ❶ Venerdì 8 luglio h. 16.30 Paz! di R. De Maria (I 2001, 102’) ❶ h. 18.30 Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro di A. Grifi (I 1976, 58’) ❶ h. 20.30 Maledetti vi amerò di M.T. Giordana (I 1980, 84’) ❶ h. 22.30 Vogliamo anche le rose di A. Marazzi (I/Ch 2007, 85’) ❶ Sabato 9 luglio h. 16.30 Maledetti vi amerò di M.T. Giordana (I 1980, 84’) ❶ h. 18.30 Vogliamo anche le rose di A. Marazzi (I/Ch 2007, 85’) ❶ h. 20.30 Lavorare con lentezza di G. Chiesa (I 2004, 111’) ❶ h. 22.30 La voce Stratos di M. Affatato/L. d’Onofrio (I 2009, 110’) ❶ Domenica 10 luglio h. 16.30 Zabriskie Point di M. Antonioni (Usa 1970, 110’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il processo di O. Welles (F/I/G 1962, 118’) h. 20.45 La battaglia di Alamo di J. Wayne (Usa 1960, 161’, v.o. sott.it.) ❷ Lunedì 11 luglio h. 16.30 Artisti e modelle di F. Tashlin (Usa 1955, 109’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il delinquente delicato di D. McGuire (Usa 1957, 101’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Lawrence d’Arabia di D. Lean (Gb 1962, 222’, v.o. sott.it.) Martedì 12 luglio h. 16.30 Il ponticello sul fiume dei guai di F. Tashlin (Usa 1958, 98’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il cenerentolo di F. Tashlin (Usa 1960, 91’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Ragazzo tuttofare di J. Lewis (Usa 1960, 72’, v.o. sott.it.) h. 22.00 Il mattatore di Hollywood di J. Lewis (Usa 1961, 92’, v.o. sott.it.)
La Multisala Massimo sarà chiusa per ferie da lunedì 25 luglio a giovedì 25 agosto compreso.
Mercoledì 13 luglio h. 16.30 Lawrence d’Arabia di D. Lean (Gb 1962, 222’, v.o. sott.it.) h. 20.45 Pietro di D. Gaglianone (I 2010, 82’) Il film sarà introdotto da Daniele Gaglianone con Umberto Mosca. Giovedì 14 luglio h. 16.30/18.30/20.30/22.30 L’altra verità di K. Loach (Gb 2010, 109’, v.o. sott.it.) ❸ Venerdì 15 luglio h. 16.30 Ragazzo tuttofare di J. Lewis (Usa 1960, 72’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Il mattatore di Hollywood di J. Lewis (Usa 1961, 92’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Le mani sulla città di F. Rosi (I 1963, 105’) h. 22.30 Frank Gehry: creatore di sogni di S. Pollack (Usa/G 2005, 90’) Sabato 16 luglio h. 16.30 Artisti e modelle di F. Tashlin (Usa 1955, 109’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Il delinquente delicato di D. McGuire (Usa 1957, 101’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Il ponticello sul fiume dei guai di F. Tashlin (Usa 1958, 98’, v.o. sott.it.) h. 22.30 Il cenerentolo di F. Tashlin (Usa 1960, 91’, v.o. sott.it.) Domenica 17 luglio h. 16.30 Il dottor Zivago di D. Lean (Usa/I 1965, 222’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Le folli notti del dottor Jerryll di J. Lewis (Usa 1963, 107’, v.o. sott.it.) Lunedì 18 luglio h. 16.30 I 7 magnifici Jerry di J. Lewis (Usa 1965, 99’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Jerry e 3/4 di J. Lewis (Usa 1964, 101’, v.o. sott.it.) h. 20.45 Rocco e i suoi fratelli di L. Visconti (I/F 1960, 180’) Martedì 19 luglio h. 16.30 Pazzi, pupe e pillole di F. Tashlin (Usa 1964, 90’, v.o. sott.it.) h. 18.15 Le folli notti del dottor Jerryll di J. Lewis (Usa 1963, 107’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Il dottor Zivago di D. Lean (Usa/I 1965, 222’, v.o. sott.it.) Mercoledì 20 luglio h. 16.30 Artisti e modelle di F. Tashlin (Usa 1955, 109’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Pazzi, pupe e pillole di F. Tashlin (Usa 1964, 90’, v.o. sott.it.) h. 20.30 I 7 magnifici Jerry di J. Lewis (Usa 1965, 99’, v.o. sott.it.) h. 22.30 Jerry e 3/4 di J. Lewis (Usa 1964, 101’, v.o. sott.it.) Giovedì 21 luglio h. 16.30/18.30/20.30/22.30 I ragazzi stanno bene di L. Cholodenko (Usa 2010, 106’, v.o. sott.it.) ❸ Venerdì 22 luglio h. 16.30 Il ponticello sul fiume dei guai di F. Tashlin (Usa 1958, 98’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Le folli notti del dottor Jerryll di J. Lewis (Usa 1963, 107’, v.o. sott.it.) h. 20.45 Personale Philip Bloom Le proiezioni saranno introdotte da Philip Bloom con Umberto Mosca. Sabato 23 luglio h. 16.30 Ragazzo tuttofare di J. Lewis (Usa 1960, 72’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Le folli notti del dottor Jerryll di J. Lewis (Usa 1963, 107’, v.o. sott.it.) h. 20.30 La figlia di Ryan di D. Lean (Gb 1970, 195’, v.o. sott.it.) Domenica 24 luglio h. 16.30 La figlia di Ryan di D. Lean (Gb 1970, 195’, v.o. sott.it.) h. 20.30 I 7 magnifici Jerry di J. Lewis (Usa 1965, 99’, v.o. sott.it.)
❶ Ingresso libero ❷ Ingresso euro 3,00 ❸ Ingresso euro 7,00/5,00/3,50
La Bibliomediateca sarà chiusa per ferie da lunedì 8 a domenica 28 agosto compresa.
Gli eventi del mese Pasquale Scimeca presenta Malavoglia Venerdì 1 luglio, h. 20.45 - Sala Tre - Ingresso euro 5,50/4,00/3,00
Daniele Gaglianone presenta Pietro Mercoledì 13 luglio, h. 20.45 - Sala Tre - Ingresso euro 5,50/4,00/3,00
Fare gli Italiani - Una vita difficile + Fuga in Francia + I vitelloni Domenica 3 luglio, h. 16.15/18.30/20.30 - Sala Tre - Ingresso euro 5,50/4,00/3,00
Fare gli Italiani - Rocco e i suoi fratelli Lunedì 18 luglio, h. 20.45 - Sala Tre - Ingresso euro 5,50/4,00/3,00
Umberto Lenzi presenta La montagna di luce Martedì 5 luglio, h. 20.30 - Sala Tre - Ingresso euro 3,00
Personale Philip Bloom Venerdì 22 luglio, h. 20.45 - Sala Tre - Ingresso euro 5,50/4,00/3,00
Offlaga Disco Pax vs I Mille Mercoledì 6 luglio, h. 21.00 - Sala Uno - Ingresso libero
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Museo Nazionale del Cinema Mole Antonelliana Via Montebello 20, Torino www.museocinema.it
Info orari e biglietteria Tel. +39 011 8138 560 / 561 Orari Da martedì a venerdì e domenica 9.00-20.00. Sabato 9.00-23.00 Lunedì chiuso
Tariffe
Museo •Intero € 7,00 •Ridotto € 5,00 Studenti universitari fino a 26 anni; over 65; gruppi min. 15 pers. •Giovani e scuole € 2,00 da 6 a 18 anni; gruppi scolastici. •Gratuito fino a 5 anni; disabili e accompagnatore. Museo + ascensore panoramico •Intero € 9,00 •Ridotto € 7,00 Studenti universitari fino a 26 anni; over 65; gruppi min. 15 pers. •Giovani e scuole € 4,50 da 11 a 18 anni; gruppi scolastici. •Gratuito fino a 5 anni; disabili e accompagnatore. Ascensore panoramico •Intero € 5,00 •Ridotto € 3,50 da 11 a 18 anni; studenti universitari fino a 26 anni; over 65; gruppi min. 15 persone. •Gratuito fino a 10 anni; disabili e accompagnatore.
Visite Guidate
Visite guidate gruppi scolastici Prenotazione obbligatoria, max 25 persone / gruppo In italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo: € 60,00 / gruppo + biglietto ridotto Visite guidate gruppi Prenotazione obbligatoria, max 10 persone / gruppo In italiano: € 50,00 / gruppo + biglietto ridotto In inglese, francese, tedesco, spagnolo: € 60,00 / gruppo + biglietto ridotto Prenotazione obbligatoria, max 25 persone / gruppo In italiano: € 70,00 / gruppo + biglietto ridotto In inglese, francese, tedesco, spagnolo: € 80,00 / gruppo + biglietto ridotto Tel. +39 011 8138 564/565 (da lunedì a venerdì 9.00-18.00)
Cinema Massimo
Via Verdi, 18 - Torino Tel. +39 011 8138 574 Sala 1 e 2 •Intero: € 7,00 •Ridotto: Aiace, militari, under18 e studenti universitari € 5,00; Over 60 € 3,50; •Abbonamento Sale 1 e 2 (5 ingr.) € 20,00 •Al mercoledì (esclusi festivi e pre-festivi) biglietto ridotto per tutti € 3,50 Sala 3 •Intero: € 5,50 •Ridotto: Aiace, militari, under18 e studenti universitari (spett. serali) € 4,00 Over 60 e studenti universitari (spett. pomeridiani) € 3,00 •Abbonamento Sala 3 (10 ingr.) € 30
Bibliomediateca “Mario Gromo”
Via Matilde Serao 8/A - Torino Tel. +39 011 8138 599 Fax +39 011 8138 595
[email protected] Biblioteca e videoteca Lun. e ven. 9.00 - 13.00 Mar. e gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30 Mer., sab. e dom. chiuso Per vedere in sede i film della videoteca è necessaria la prenotazione Archivio Martedì 9.30 - 13.00, 13.30 - 17.30 L’archivio è consultabile su prenotazione:
[email protected]. Tel. +39 011 8138 596 (solo martedì)
Museo Nazionale del Cinema
Fondazione Maria Adriana Prolo Uffici: via Montebello, 22 - 10124 Torino Tel. +39 011 8138 511 Fax +39 011 8138 506
[email protected] www.museocinema.it