_______________________________________________________ Come possiamo vedere, nella screenshot, troviamo già un articolo di esempio, “Ciao mondo!”, con un commento di prova. Inoltre, in una installazione tipica, WordPress installa anche una pagina dimostrativa. Sia quest’ultima, che l’articolo e il commento, potranno essere eliminati, per far posto ai nostri contenuti.
Il primo accesso al blog Finalmente, il nostro blog è on-line e raggiungibile da ogni parte del mondo. Adesso possiamo iniziare a configurarne e a personalizzarne tutti gli aspetti, dalla struttura grafica a tutti gli altri elementi! Per farlo, dobbiamo accedere alla parte amministrativa del blog, raggiungibile all’indirizzo http://www.nomedelblog.com/wpadmin/ (nel caso del blog creato in queste pagine, il link sarà http:// book.space4tutorial.com/wp-admin/). Dato che non siamo ancora stati autenticati, ci viene mostrata la schermata di login, all’interno della quale inseriremo il nostro nome utente amministrativo (admin) e la relativa password, inserita in fase di prima installazione del nostro blog:
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_______________________________________________________ Dopo aver fatto click sul pulsante “Collegati” possiamo accedere, finalmente, al pannello amministrativo per la gestione del nostro blog, la cui prima pagina è normalmente conosciuta come “Bacheca”:
Il pannello di amministrazione è un po’ come la “plancia di comando” del nostro blog. Da qui possiamo decidere e configurare tutti gli aspetti relativi al blog. Ad esempio, possiamo compiere le seguenti operazioni: • inserire nuove pagine statiche e nuovi articoli; • gestire i commenti ricevuti dagli utenti, provvedendo alla loro “moderazione”; • inserire contenuti multimediali, come immagini, video, ecc.; • gestire l’interfaccia grafica e il layout del blog; • installare, configurare e/o rimuovere i componenti aggiuntivi (plugins), utili per ampliare le funzionalità standard di WordPress; • gestire gli utenti del blog, con la possibilità di fornire loro un accesso differenziato, in base al nome e alla password inserita; • modificare le impostazioni generali del blog; _______________________________________________________ 53
_______________________________________________________ • gestire l’esportazione e/o l’importazione dei contenuti del blog (utile soprattutto per effettuare copie di sicurezza, oppure in caso di trasferimento del blog); • gestire gli aggiornamenti di WordPress e dei diversi componenti software (generalmente templates grafici e plugins). Insomma, questo pannello costituisce lo strumento fondamentale per la gestione del blog, il mezzo di “back-office” tramite il quale possiamo partire, finalmente, con la nostra attività di blogger. Nel corso dei prossimi capitoli, avremo modo di scoprire tutte le funzionalità che la bacheca ci offre, a partire dal caricamento dei contenuti che saranno pubblicati nel nostro blog, fino ad arrivare alla gestione dei plugins, alla gestione dell’interfaccia grafica, degli utenti e così via. Infatti, da questo momento potremo organizzare tutti i contenuti del nostro blog, facendo crescere la nostra “creatura” giorno dopo giorno. E chissà, magari potremo dar vita ad un vero blog di successo, destinato a diventare il punto di riferimento di molti.
Il pannello amministrativo del blog Quando si accede al pannello amministrativo di WordPress, la prima cosa che balza all’occhio è il menu costituito da diverse voci che, soprattutto all’inizio, possono disorientare il blogger, ma che al contrario risultano riportare tutte le diverse funzionalità del CMS in modo molto semplice e schematico. Allo stato attuale, la versione 3.3.1 di WordPress presenta un menu a 2 livelli, collassabile, vale a dire che all’occorrenza può essere “compattato” in modo da occupare il minore spazio possibile sullo schermo. Le voci principali, presenti al primo livello, sono le seguenti: Articoli, Media, Link, Pagine, Commenti, Aspetto, Plugin, Utenti, Strumenti e Impostazioni. Nel corso di questo testo, saranno tutte analizzate, ma per il momento basti sapere che nell’ambito di _______________________________________________________ 54
_______________________________________________________ ciascuna di queste voci di menu, sono presenti dei sottomenu inerenti ogni singola funzione. In alto, invece, è presente una intestazione contenente un link che consente di raggiungere il front-end del blog, spesso utile per vedere come appaiono i contenuti che inseriamo nel blog medesimo. Inoltre, sempre nell’intestazione sono presenti appositi links relativi a funzionalità di uso comune, come ad esempio quello relativo all’approvazione dei nuovi commenti pervenuti da parte dei lettori, oppure all’aggiunta di nuovi articoli, pagine, link, ecc.. Infine, sul lato destro dell’intestazione, troviamo le opzioni che riguardano il nome utente con il quale stiamo effettuando l’accesso a WordPress, come la possibilità di modificare il nostro profilo e di effettuare l’uscita dal pannello (logout). Sempre nella versione 3.3.1, appaiono altre due voci, subito sotto l’intestazione, a destra. La prima, “Impostazioni schermo”, è relativa alle impostazioni della pagina mostrata nella parte centrale, mentre la seconda, “Aiuto”, riguarda una guida in linea, che fornisce alcune indicazioni utili soprattutto per chi inizia oggi ad utilizzare WordPress. Nella parte centrale della pagina, invece, troviamo le opzioni che consentono di ottenere e gestire le diverse informazioni presenti sul blog. In particolare, al momento dell’accesso, subito dopo l’inserimento del nome utente e della password, veniamo indirizzati in una particolare pagina, chiamata “Bacheca”. La Bacheca (o Dashboard) appare come una pagina composta da diversi riquadri, ciascuno inerente un determinato aspetto del nostro blog. Nella visualizzazione predefinita, i riquadri che troviamo sono, nell’ordine, i seguenti: • Stato attuale - mostra il numero complessivo di articoli, di pagine, di categorie, di tag (vedremo più avanti cosa sono) e di commenti; • Commenti recenti - permette di raggiungere rapidamente la pagina contenente i commenti, distinti in approvati, in sospeso, spam e cestinati; _______________________________________________________ 55
_______________________________________________________ • Link in entrata - permette di visualizzare i links provenienti da altri siti web e diretti verso il nostro blog; • Plugin - visualizza i plugins più popolari disponibili su Internet, oltre agli ultimi sviluppati e a quelli aggiornati più di recente; • QuickPress - permette la creazione rapida di un articolo; • Bozze recenti - visualizza gli ultimi articoli non ancora pubblicati, ovvero in stato di “bozza”; • Blog WordPress - riporta l’anteprima delle più recenti notizie provenienti direttamente dal blog di WordPress, per consentire ai blogger di essere sempre aggiornati sugli argomenti trattati dal blog in questione; • Altre notizie su WordPress - riporta i links delle più recenti notizie relative a WordPress, provenienti da diversi siti web, aggregati. Questi riquadri possono essere ridotti e/o collocati sullo schermo in base alle proprie preferenze, tramite trascinamento con il mouse (drag & drop) o rimossi dalla visualizzazione, tramite la voce “Impostazioni schermo”. Tuttavia, nel corso di queste pagine, lasceremo intatta la visualizzazione predefinita, perché tale disposizione non è “improvvisata”, bensì pensata per offrire al blogger il migliore insieme di strumenti di cui può aver bisogno, per un utilizzo rapido.
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Capitolo 5 - Iniziamo a scrivere Pagine e articoli Nel precedente capitolo abbiamo visto come possiamo installare facilmente WordPress sul nostro spazio web, in maniera tale da predisporre tutto l’ambiente necessario per iniziare la nostra attività di blogger. In particolare, abbiamo ripercorso tutte le fasi che riguardano la prima installazione di questo fantastico CMS, fino ad ottenere un blog WordPress pienamente funzionante, da utilizzare come base per il nostro blog. In questo capitolo, invece, ci addentreremo in uno degli aspetti più importanti, inerenti la gestione del blog: l’inserimento dei contenuti web. Prima di iniziare, è opportuno soffermarsi sull’analisi del tipo di contenuti che sono normalmente presenti su un blog. Più precisamente, dobbiamo distinguere le parti del blog che verranno aggiornate con maggiore frequenza, da quelle più “statiche”, che saranno create in fase di prima implementazione del blog e che, in seguito, saranno modificate occasionalmente o, comunque, con scarsa frequenza. Da questo punto di vista, WordPress mette a disposizione del blogger due elementi: Gli Articoli e le Pagine. Gli articoli (o, più comunemente, post) sono contenuti organizzati generalmente in base ad un ordine cronologico (abbiamo già detto che un blog è una specie di diario on line, quindi, come tale, non può prescindere da tale ordine), comprendenti testo, immagini e/ o altri contenuti multimediali. Essi rappresentano la motivazione principale per cui il blog esiste. Ad esempio, in un blog relativo ai videogiochi per console, tra gli articoli troveremo sicuramente recensioni, news inerenti l’uscita di nuovi titoli, o altro ancora. In pratica, si tratta di quei contenuti caratterizzati da enorme dinamicità, che variano con una evidente frequenza.
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_______________________________________________________ Le pagine, invece, rappresentano quei contenuti che non rientrano in questa organizzazione cronologica, ma che presentano una caratteristica di maggiore staticità. Bisogna evidenziare che, normalmente, con il termine “pagina” si intende un qualsiasi documento in formato HTML, visualizzabile con un browser. Secondo la terminologia di WordPress, invece, la pagina consiste in una particolare funzionalità messa a disposizione da questo CMS. Nell’organizzazione di un tipico blog, potremo trovare, tra le pagine, il classico “Chi siamo” o la pagina, generalmente presente in molti siti web, inerente i “Contatti”. Invece, per tutti quei contenuti per i quali l'ordine cronologico assume una certa rilevanza, si è soliti utilizzare gli articoli.
Un esempio pratico di blog: book.space4tutorial.com Nel corso delle pagine seguenti, di questo capitolo e dei successivi, avremo modo di scoprire ed esplorare i diversi aspetti di WordPress, mediante l'implementazione del nostro blog di esempio, raggiungibile al link http://book.space4tutorial.com. Come prima cosa, partiamo dalla creazione delle pagine. Nel blog che ci accingiamo a creare, in particolare, saranno realizzate n. 3 pagine e qualche articolo di esempio. In tal modo, potremo lavorare avendo come base una struttura blog molto simile alla maggior parte di quelle presenti realmente su Internet. Le pagine che creeremo saranno le seguenti: • Chi siamo - servirà a contenere le informazioni su di noi e sul nostro blog; • La "Mission" - indicherà le nostre motivazioni e gli obiettivi del nostro blog; • Contatti - conterrà le informazioni per consentire ai nostri lettori di contattarci. Prima di iniziare ad inserire i contenuti del nostro blog, dobbiamo tenere presente che, indipendentemente dal fatto di voler _______________________________________________________ 58
_______________________________________________________ creare una nuova pagina, piuttosto che un nuovo articolo e viceversa, gli strumenti messi a disposizione del blogger, da parte del CMS WordPress, sono sostanzialmente gli stessi, salvo alcune eccezioni che saranno evidenziate in queste pagine. Ad esempio, strumenti come quelli relativi alla formattazione del testo, all'inserimento di immagini e di altri contenuti multimediali, alla creazione di elenchi puntati o numerati e via dicendo, sono disponibili sia per la creazione di articoli che di pagine. Pertanto, al di là degli aspetti specifici che caratterizzano le pagine e gli articoli, gli altri elementi, comuni ad entrambe le funzionalità, saranno trattati una sola volta.
Pagine - la mia prima pagina Dopo le dovute precisazioni, adesso passeremo, dal punto di vista pratico, all'inserimento dei contenuti all'interno del nostro blog! E lo faremo partendo dalle pagine. Nella logica di WordPress e di questo libro, come già accennato, le pagine saranno utilizzate per quei contenuti che rivestono carattere di maggiore staticità e che, generalmente, desideriamo restino sempre disponibili da ogni parte del blog, tramite un apposito menu. Detto questo, creiamo la nostra prima pagina. Come indicato nel paragrafo precedente, la nostra intenzione è quella di creare 3 pagine, perciò iniziamo dalla prima: "Chi siamo". Accediamo al pannello di amministrazione del nostro blog (http://book.space4tutorial.com/wp-admin/ nell'esempio che stiamo realizzando) e facciamo click sul menu “Pagine”. Al suo interno vi è un sotto menu, con due voci. La prima è “Tutte le pagine” e ci consente di visualizzare un elenco di tutte le pagine presenti nel blog, mentre la seconda, “Aggiungi nuova”, ci consente di creare una nuova pagina. Bisogna subito dire che, durante la fase di installazione, vengono già create una pagina di esempio e un articolo con un commento. Pertanto, facendo click su “Tutte le pagine”, visualizzeremo l’elenco delle pagine presenti sul blog e noteremo che ce n’è già una, chiamata “Pagina di esempio”. _______________________________________________________ 59
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Quindi, decidiamo di rimuovere questa pagina, in modo da partire con una situazione il più possibile pulita. Per eliminare questa pagina, seguiamo i seguenti passi, nell’ordine: • posizioniamo il puntatore del mouse sul titolo “Pagina di esempio”. Appariranno 4 voci, subito sotto il titolo: “Modifica”, “Modifica veloce”, “Cestina”, “Visualizza”; • facciamo click sulla voce “Cestina”. A questo punto, vedremo la nostra pagina sparire nel nulla. In realtà, essa non è stata eliminata in maniera definitiva, è ancora presente sul database, ma non disponibile ai lettori del nostro blog e collocata nel “cestino”, analogamente a quanto avviene per l’eliminazione dei files con i maggiori sistemi operativi presenti sul mercato. Adesso, possiamo creare la nostra prima pagina. Decidiamo di partire dalla pagina “Chi siamo”. Per creare una nuova pagina, possiamo scegliere, indifferentemente, di far click sul link “Aggiungi nuova” presente nella pagina in cui siamo, in alto a sinistra, oppure dall’apposita voce di sottomenu disponibile sul lato sinistro dello schermo. Indipendentemente dalla nostra scelta, scegliendo di creare una nuova pagina, ci ritroviamo in una schermata molto simile alla seguente:
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All’interno di questa schermata, troviamo tutte le opzioni necessarie per la realizzazione della nostra pagina. Più precisamente, in una installazione standard di WordPress, troviamo: • la casella di testo per il titolo della nostra pagina; • il riquadro relativo al contenuto che andremo ad inserire, con due schede “Visuale” e “HTML”, che ci permetteranno di scegliere se scrivere la nostra pagina come se stessimo scrivendo un documento con un elaboratore di testi (es.: Microsoft Word, LibreOffice Writer, ecc.), oppure se lavorare con i tags HTML. Salvo che non sia necessario, in genere lavoreremo in modo visuale; • il riquadro “Pubblica”, che ci consente di definire lo stato della pagina, la sua visibilità, o la data di inizio pubblicazione; • il riquadro “Attributi pagina”, che consente di scegliere, ad esempio, l’ordinamento rispetto alle altre pagine, utile ad esempio nella fase di creazione di menu; • il riquadro “Immagine in evidenza”, utilizzato da molti temi grafici per riportare una immagine rappresentativa della pagina, spesso per dare una impostazione molto più professionale al blog. _______________________________________________________ 61
_______________________________________________________ Soffermiamoci sul riquadro relativo al contenuto. Abbiamo detto che esso permette di caricare il corpo della nostra pagina nella modalità Visuale o HTML. Se scegliamo la modalità predefinita, vale a dire quella “Visuale”, ci vengono mostrati diversi pulsanti, alcuni dei quali, molto simili a quelli che si possono trovare all’interno di un elaboratore di testi (es.: Word). Questo tipo di modalità visuale, è ottenuta tramite l’uso di un editor “WYSIWYG” (What You See Is What You Get - ciò che vedi è ciò che ottieni).
Facendo click sul pulsante più a destra, il numero di questi pulsanti aumenta ed è possibile accedere a numerose altre funzionalità, che possono esserci utili nella stesura di una pagina.
Se disponiamo il puntatore del mouse su ciascuno di questi pulsanti, ci apparirà un tooltip, ovvero un suggerimento in linea, che ci indica la relativa funzionalità offerta. Di seguito sono riportate le funzionalità offerte dai diversi tasti della prima riga, nell’ordine in cui appaiono: • Grassetto; _______________________________________________________ 62
_______________________________________________________ • • • • • • • • • • •
Corsivo; Barrato; Elenco puntato; Elenco numerato; Citazione; Allinea a sinistra; Allinea al centro; Allinea a destra; Crea o modifica collegamento ipertestuale; Elimina collegamento ipertestuale; Tag “more” (utilizzato soprattutto negli articoli per creare un abstract e per rendere disponibile il resto del contenuto soltanto a chi fa click su “Leggi il seguito...”); • Attiva / disattiva il correttore ortografico; • Attiva / Disattiva la modalità a schermo intero; • Mostra / Nascondi Kitchen Sink (menu esteso); Qui, invece, elenchiamo le funzionalità dei pulsanti presenti sulla seconda riga: • Stile paragrafo; • Sottolineato; • Giustificato; • Colore del testo; • Incolla da testo semplice; • Incolla da Word (o altro tipo di testo con informazioni di formattazione); • Rimuovi formattazione; • Inserisci carattere personalizzato; • Rimuovi indentazione; • Aggiungi indentazione; • Annulla operazione; • Ripeti operazione; • Aiuto (guida in linea sul significato di tutti i pulsanti); Oltre alle funzionalità indicate, bisogna aggiungere che abbiamo la possibilità di inserire immagini o altri contenuti multimediali, mediante l’opzione “Carica / Inserisci”, situata al di _______________________________________________________ 63
_______________________________________________________ sopra di queste due righe di pulsanti, che utilizzeremo mentre creeremo le nostre pagine e/o i nostri articoli. A questo punto ti chiederai: "Articoli? Ma non stiamo parlando di Pagine?". Ebbene, si, hai letto bene! Infatti, WordPress fornisce una barra di pulsanti identica anche per il caricamento degli articoli. E, in effetti, non potrebbe essere diversamente, visto che il contenuto delle pagine è un mix di testo, collegamenti ipertestuali e immagini, allo stesso modo degli articoli. Bene, adesso non ci resta che creare la nostra prima pagina “Chi Siamo”. Scriviamo, nella casella del titolo, il testo “Chi Siamo”. Invece, nel corpo della pagina, possiamo inserire ciò che vogliamo, o meglio, ciò che riteniamo più utile per descrivere il nostro blog. Durante la stesura della nostra prima pagina, decidiamo di utilizzare il grassetto per alcune parole e il sottolineato per altre. Per farlo, dobbiamo lavorare come faremmo con un qualsiasi word processor, vale a dire selezionando il testo con il mouse e cliccando sui pulsanti corrispondenti (B per il grassetto e U per il sottolineato). Inoltre, adottiamo il giustificato per tutto il testo, selezionandolo e premendo il tasto corrispondente (il terzo della seconda riga di pulsanti) in modo da conferire alla nostra pagina un aspetto più professionale e rendere il testo di più facile lettura. Infine, inseriamo un elenco puntato e un collegamento ipertestuale che punta al link http://www.space4tutorial.com, ovvero il sito principale del dominio space4tutorial.com. Per quanto riguarda il collegamento ipertestuale, cliccando sull'apposito pulsante (quello con la catena integra, non spezzata), apparirà una piccola finestra di WordPress, nella quale inserire i dettagli del link:
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Fatto ciò, basterà cliccare sul tasto "Aggiungi link". In questa fase, il mio personale suggerimento è quello di provare pian piano tutti i pulsanti presenti nella maschera per la stesura dell’articolo, per verificarne il loro comportamento e l’aspetto che possono dare ai contenuti che carichiamo sul blog. Al termine del nostro lavoro, la pagina apparirà più o meno come segue:
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_______________________________________________________ Siamo ad un passo dal generare la nostra prima pagina. In qualsiasi momento, possiamo salvare lo stato del nostro lavoro, cliccando sull’apposito pulsante “Salva bozza” che, appunto, ci consente di salvare una versione provvisoria della nostra pagina, senza pubblicarla e renderla quindi disponibile ai lettori. Inoltre, nello stesso riquadro, sono disponibili altri 2 pulsanti, “Anteprima” e “Pubblica”. Il primo ci consente di verificare come appare la nostra pagina agli utenti del blog, mentre il secondo ci permette di pubblicare il nostro lavoro. Ancora, possiamo definire il tipo di “visibilità” che vogliamo dare alla nostra pagina, vale a dire se vogliamo rendere il suo contenuto accessibile a tutti gli utenti, soltanto a quelli che hanno effettuato la registrazione e l’accesso a WordPress, oppure soltanto a coloro che sono in possesso di una password definita al momento della creazione della pagina stessa, dall’autore. Le ultime due modalità di accesso possono tornare utili in particolare nel caso di blog di tipo “collaborativo”, gestiti da più persone. E’ possibile definire anche una data e un’ora di inizio pubblicazione. Ma dato che questa funzionalità è molto più utile per gli articoli, ne parleremo nell’apposito paragrafo, più avanti. Detto questo, clicchiamo sul pulsante “Pubblica”. In tal modo, la pagina sarà pubblicata sul blog e accessibile a tutti. Possiamo subito verificare il lavoro svolto, visitando il nostro blog. Più precisamente, nel menu principale troveremo la voce “Chi Siamo”, che ci consentirà di visualizzare la pagina appena creata.
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Ovviamente, dal punto di vista grafico, il nostro blog ha ancora un aspetto molto semplice. Più avanti vedremo come modificare in modo efficace la grafica del sito, attraverso l’uso dei temi (o templates).
Creiamo le altre due pagine Utilizzando le informazioni e le nozioni acquisite nel paragrafo precedente, creiamo le altre due pagine. Selezioniamo ancora il menu “Pagine” → “Aggiungi nuova”. Creiamo una nuova pagina con le seguenti informazioni: Titolo: La Mission Contenuto: Questa è una nuova pagina, all'interno della quale indicheremo le nostre motivazioni e gli obiettivi che intendiamo perseguire con questo blog. Ovviamente, questo è un testo di prova, tu puoi inserire ciò che vuoi, sul tuo blog. _______________________________________________________ 67
_______________________________________________________ Infine, clicchiamo sul pulsante “Pubblica”. Di nuovo, per la pagina “Contatti”, selezioniamo nuovamente il menu “Pagine” → “Aggiungi nuova” e prepariamo una pagina con i seguenti dati: Titolo: Contatti Contenuto: Questa ulteriore pagina contiene i riferimenti per contatti. Più precisamente, per contattare l’autore di questo blog, puoi utilizzare il seguente indirizzo email: book [at] space4tutorial [punto] com oppure: info [chiocciola] space4tutorial [punto] com Se, come me, odi le email di SPAM (pubblicità non richiesta) e non sopporti quando nella tua casella di posta ne arrivano decine e decine al giorno, allora apriamo una piccola parentesi: perché indichiamo un indirizzo email con “[at]” (o “[chiocchiola]”) e “[punto]”, piuttosto che con la “@” e il “.”? Si tratta di una precauzione, per fare in modo che tale indirizzo non possa essere rilevato da qualche software per il reperimento automatizzato di indirizzi email dai siti web. Infatti, il nostro blog sarà presente su Internet e, come tale, raggiungibile da utenti provenienti potenzialmente da tutto il mondo. E, poiché su Internet sono in funzione anche software automatici impiegati da aziende specializzate nell’invio di SPAM, in grado di scandagliare il web alla ricerca di indirizzi di posta elettronica ai quali inviare email commerciali di ogni genere, può essere opportuno indicare i nostri indirizzi in un formato tale che il loro riconoscimento sia reso più difficile. Spesso, questi software cercano sequenze di caratteri nel formato
(corrispondenti generalmente ad indirizzi di posta elettronica) e/o links di tipo “mailto:”. Quando trovano un indirizzo email, lo memorizzano all’interno di databases di indirizzi che vengono successivamente dati in pasto agli “spambot”, ovvero i robot che si occupano di inviare le email tanto odiose che ci propongono, senza alcuna autorizzazione preventiva _______________________________________________________ 68
_______________________________________________________ (come previsto dal “CAN-SPAM Act of 2003”, reso legge dall’allora Presidente degli Stati Uniti George W. Bush e divenuto disciplina di riferimento anche a livello internazionale, per tutte quelle attività legate all’email marketing), l’acquisto di prodotti, l’adesione a particolari servizi e così via. Perciò, quando si pubblica un indirizzo email su un blog, conviene sempre utilizzare dei caratteri alternativi per “disturbarne” il rilevamento da parte di eventuali visitatori cosiddetti “non umani” (tipicamente software bots). Comunque, tornando alla stesura delle nostre pagine, una volta caricati i contenuti, clicchiamo nuovamente sul pulsante “Pubblica”. Se abbiamo fatto tutto correttamente, dovremmo trovare le due nuove pagine, ben visibili all’interno del pannello amministrativo:
Bene, adesso siamo pronti a scrivere il nostro primo articolo o, per utilizzare la terminologia tipica di un blog, il nostro primo post.
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Articoli - il primo articolo Dopo aver visto come creare una pagina, la redazione di un articolo sembrerà di una semplicità estrema. In effetti, non c’è molta differenza, dal punto di vista dell’inserimento dei contenuti tramite l’uso dell’editor “Visuale”. Quindi, in questo paragrafo ci soffermeremo soprattutto sugli elementi che caratterizzano la creazione di un articolo, rispetto a una pagina. Iniziamo subito: il menu da utilizzare indovinate quale sarà? Beh, certamente “Articoli”! Anche qui troviamo un articolo predefinito, intitolato “Ciao mondo!”. Possiamo decidere se eliminare o meno questo articolo e, nel primo caso, i passi da seguire saranno molto simili a quelli inerenti l’eliminazione di una pagina, che abbiamo visto nel precedente paragrafo. Ciò che ci preme adesso, comunque, è la creazione di un nuovo articolo, perciò facciamo click sul sottomenu “Aggiungi nuovo”, disponibile all’interno del menu “Articoli”. La schermata che ci appare è molto simile alla seguente:
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Notiamo subito una schermata molto simile a quella relativa alla creazione di una nuova pagina. Tuttavia, sul lato destro, troviamo una serie di riquadri che non sono presenti nella creazione di una pagina. In particolare, a parte il riquadro “Formato”, di cui faremo un breve cenno tra poco, le parti più importanti sono quella relativa alla gestione delle Categorie e quella riguardante i Tags. Infatti, in un blog la gestione di questi due elementi è molto importante e, spesso, è determinante anche dal punto di vista del SEO. Comunque, per il momento, basti sapere che tramite questi riquadri è possibile aggiungere nuove categorie e nuovi tags, in relazione ai contenuti pubblicati. Detto questo, creiamo subito un articolo, contenente del testo formattato nel modo che preferiamo. Nel caso del blog book.space4tutorial.com, creeremo più di qualche articolo con del testo di esempio. Come abbiamo già fatto quando abbiamo creato la nostra prima pagina, inseriamo subito il titolo “Articolo di prova n. 1” e il contenuto “Questo è il contenuto dell'articolo n. 1. In questo articolo è stato inserito volutamente del testo semplice, a titolo di esempio.” In teoria, una volta inseriti il titolo e il contenuto dell’articolo, potremmo già provvedere alla pubblicazione. Tuttavia, preferiamo fare qualcosa in più. Vogliamo creare una categoria, nella quale inserire tutti questi articoli che andremo a creare. Perciò, ci spostiamo in corrispondenza del riquadro “Categorie”.
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Facciamo click sul link “+ Aggiungi una nuova categoria” e, nell’apposita casella di testo che ci appare, scriviamo “News”. Infine, clicchiamo sul pulsante “Aggiungi una nuova categoria”. A questo punto, noteremo una nuova categoria “News”, selezionata. Il nostro articolo è pronto per essere inserito all’interno di questa nuova categoria. A questo punto, possiamo eventualmente stabilire la data e l’ora di inizio della pubblicazione, tramite l’apposita voce presente nel riquadro “Pubblica”. Questa funzionalità è, a volte, trascurata dai blogger, ma può essere utile per programmare una data diversa, a decorrere dalla quale l’articolo potrà essere visualizzato dagli utenti del blog. Ad esempio, può tornare utile per un blogger che vuole garantire la pubblicazione costante di almeno un nuovo articolo al giorno, ma che non può scrivere un articolo ogni giorno, magari perché svolge altri lavori durante la settimana. Tramite questa opzione, egli può decidere di caricare ogni fine settimana almeno 7 articoli e di programmare la pubblicazione in modo che il blog presenti un articolo al giorno, dal lunedì, fino alla settimana successiva. _______________________________________________________ 72
_______________________________________________________ A tal fine, sento di dover dire che è piuttosto faticoso mantenere aggiornato costantemente un blog, al ritmo di un articolo al giorno. Invece, ricorrendo alla programmazione dei post, la gestione dei contenuti del blog si semplifica notevolmente. Comunque, indipendentemente dalla data di pubblicazione stabilita, clicchiamo sul pulsante “Pubblica” e andiamo a vedere il nostro nuovo articolo, in home page.
Caricamento dei media Un aspetto importante, sia nel caso della creazione di una pagina che in fase di stesura di un nuovo articolo, è il caricamento delle immagini. In effetti, il nostro blog, allo stato attuale, oltre alle immagini di default fornite dal tema standard di WordPress, non ha alcun contenuto multimediale. Pertanto, esso potrà sembrare po’ “bruttino”, ragion per cui dobbiamo assolutamente far qualcosa per migliorare il suo aspetto. Più avanti vedremo come modificare la veste grafica del blog, ma per adesso iniziamo a migliorare gli articoli e le pagine create, inserendo delle immagini. _______________________________________________________ 73
_______________________________________________________ Ad esempio, nella pagina “Chi siamo”, inseriamo una immagine che possa rappresentare al meglio il blog. Nel caso di Space 4 Tutorial, inseriamo l’immagine di un libro, scaricata da Internet. Con l’immagine situata in una determinata cartella sul computer locale, clicchiamo sul menu “Articoli” → “Tutti gli articoli” e, infine, sul titolo dell’articolo in cui desideriamo aggiungere l’immagine. In questo modo, giungeremo alla schermata di modifica dell’articolo. Nel corpo dell’articolo, scegliamo il punto del testo in cui inserire l’immagine, collocando il cursore in corrispondenza di tale punto. Infine, facciamo click sulla voce “Carica / Inserisci”. Apparirà una finestra simile alla seguente:
A questo punto possiamo scegliere di utilizzare il “drag & drop”, per effettuare l’upload dell’immagine sul nostro spazio web, oppure, in alternativa possiamo cliccare sul pulsante “Selezionare file”, che farà aprire una finestra di dialogo per la scelta del file. _______________________________________________________ 74
_______________________________________________________ In ogni caso, una volta completato l’upload dell’immagine, la schermata che apparirà sarà molto simile alla seguente:
Da qui potremo definire diversi aspetti inerenti l’immagine e il modo in cui deve apparire rispetto al testo, ad esempio se deve essere allineata a sinistra o a destra, se deve riportare una didascalia, se deve essere “linkabile” e condurre ad una pagina specifica, ecc. Dopo aver definito le diverse opzioni, basta cliccare sul pulsante “Inserisci nell’articolo” per vedere la propria immagine all’interno dell’articolo e/o della pagina che stiamo modificando. Per rendere effettive le modifiche, è necessario cliccare sul pulsante “Aggiorna”, che ha preso il posto del pulsante “Pubblica”, dato che l’articolo (o la pagina) è già stato pubblicato in precedenza.
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A questo punto, potremo visualizzare l’articolo sul blog e, eventualmente, verificare se è il caso di effettuare ulteriori modifiche. Spesso, quando si modifica un articolo, è utile ricorrere anche al pulsante “Anteprima modifiche”, il quale ci permette di avere un riscontro visivo costante del lavoro che stiamo facendo e, all’occorrenza, di correggere tutti i problemi di formattazione che possono manifestarsi.
Altre opzioni disponibili per pagine e articoli Esistono altre opzioni e funzionalità utili per la creazione di pagine e articoli, oltre a quelle indicate. Di seguito, ne indichiamo qualcuna: • Immagine in evidenza: permette di abbinare una immagine, a un articolo e/o a una pagina, che può essere utilizzata come miniatura per caratterizzare l’articolo e/o la pagina stessa. Questa funzionalità è legata all’impiego di un tema grafico che consenta l’uso delle immagini in evidenza. • Spostare nel cestino: consente di eliminare l’articolo e/o la pagina. Nella configurazione standard di Wordpress, l’eliminazione fa uso di un cestino che, all’occorrenza, consente di recuperare i contenuti rimossi. _______________________________________________________ 76
_______________________________________________________ • Ordinamento: nel caso delle pagine, consente di ordinare le stesse, mediante l’attribuzione di un numero. • Formato: nel caso degli articoli, permette di stabilire come gli stessi devono essere visualizzati dal tema in uso. Trattandosi di opzioni di uso molto intuitivo, ne indichiamo soltanto il significato. Inoltre, non sono essenziali per partire subito con un blog e il loro utilizzo può essere approfondito successivamente.
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Capitolo 6 - Miglioriamo la struttura Modifica veloce di pagine e articoli Dopo aver visto come creare una pagina e un articolo, con WordPress, vediamo come è possibile modificarne alcuni aspetti, in modo rapido, tramite la funzionalità di “Modifica veloce”. Si tratta di una possibilità, offerta da WordPress, alla quale possiamo ricorrere quando abbiamo la necessità di modificare alcune caratteristiche di una pagina e/o di un articolo, come ad esempio il titolo, la data di inizio pubblicazione, il tipo di accesso (con password e/o privato), le categorie di appartenenza, i tags, la possibilità di ricevere commenti, lo stato (se bozza o pubblicato) e altro ancora. Va evidenziato subito che, con la modifica veloce, non è possibile modificare il corpo dell’articolo e/o della pagina. Ciò significa che, nel caso in cui sia necessario intervenire su tale elemento, si dovrà ricorrere alla funzione di “Modifica” normale. Dopo queste precisazioni, proviamo ad utilizzare la funzionalità di “Modifica veloce” per aggiungere dei tags all’articolo appena inserito. Il nome dei tags non è importante, ciò che ci interessa è vedere in che modo effettuare la modifica, quindi possiamo utilizzare dei nomi qualsiasi. Nell’esempio illustrato in questo libro, l’articolo sarà abbinato a tre tags “articoli”, “notizie” e “novità”. Facendo click sul menu “Articoli” → “Tutti gli articoli”, possiamo accedere all’elenco di tutti gli articoli inseriti. Al momento, nel nostro esempio, troviamo l’articolo di prova n. 1 e l’articolo di default, installato durante la fase iniziale di configurazione di WordPress. Collocando il puntatore del mouse sul titolo di uno degli articoli, ci viene mostrato un elenco di links e, in particolare, le seguenti voci: • Modifica • Modifica veloce _______________________________________________________ 78
_______________________________________________________ • Cestina • Visualizza Clicchiamo su “Modifica veloce”. Ci apparirà un riquadro, molto simile al seguente, che ci permetterà di modificare le varie opzioni relative all’articolo in questione:
Nella textarea “Tag”, inseriamo i nostri 3 tags, separati da virgole e clicchiamo sul pulsante “Aggiorna”. A questo punto, il riquadro “Tag” sparirà e, sotto la colonna Tag, appariranno i tags appena inseriti, in corrispondenza dell’articolo appena modificato.
La funzione “Cestina” Accanto alla funzione “Modifica veloce”, è disponibile un apposito link per l’eliminazione dell’articolo e/o della pagina. _______________________________________________________ 79
_______________________________________________________ Si tratta della voce “Cestina”, la quale consente di spostare l’articolo (o la pagina) all’interno di un cestino virtuale, in modo molto simile a quanto avviene per l’eliminazione dei files nell’ambito dei più diffusi sistemi operativi (Windows, Linux e/o Mac OS). In pratica, gli articoli (o le pagine) non vengono rimossi definitivamente, bensì spostati tra quelli “cestinati” ed è possibile, in qualsiasi momento, ripristinarli. Proviamo questa funzione, cestinando l’articolo “Ciao mondo!!”. Dopo averlo cestinato, in cima all’elenco appare, accanto alle voci “Tutto” e “Pubblicati”, una voce “Cestinati”:
Cliccandoci sopra, vedremo il nostro articolo appena eliminato e, collocando il puntatore del mouse in corrispondenza del relativo titolo, ci appariranno due voci: “Ripristina” e “Elimina definitivamente”:
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_______________________________________________________ Nel caso in cui si faccia click su “Elimina definitivamente”, l’articolo sarà rimosso dal database in modo definitivo. Diversamente, con la funzione “Ripristina”, si potrà recuperare l’articolo, che apparirà tra i pubblicati. Per il momento, dato che in questo articolo è presente anche un commento che ci farà comodo nelle prossime pagine, clicchiamo su questo link e ripristiniamo l’articolo.
Le categorie In un blog, l’utilizzo delle categorie assume un’importanza fondamentale, in quanto consente di raggruppare più articoli della stessa tipologia, conferendo al blog una struttura molto organizzata, dal punto di vista dei contenuti. Ad esempio, in un blog di cucina, in cui sono riportate delle ricette, è possibile suddividere gli articoli in base alle categorie “primi piatti”, “secondi”, “contorni” e così via. Ancora, in un blog che tratta di automobili, è possibile utilizzare una struttura più articolata, di tipo gerarchico, ovvero basata su più livelli, in cui il primo livello riguarda le case automobilistiche, mentre il secondo comprende i singoli modelli di autovettura. Per cui, un articolo che riguarda il drive test dell’auto X, della casa Y, potrà essere inserito all’interno della categoria Y, sottocategoria X. Oppure, nel caso di blog complessi e/o multi-tematici, si può ricorrere a strutture più complesse, reticolari, comprendenti categorie collegate da rapporti gerarchici e categorie che legano più rami tra di loro, in modo trasversale. Una categoria, generalmente, contiene più articoli e, al tempo stesso, un articolo può appartenere a più categorie, in relazione alle specifiche esigenze. La scelta di una struttura di categorie adeguata, in relazione ai contenuti del blog, consente ai lettori di orientarsi meglio tra le diverse pagine e, in generale, risulta molto gradita ai nuovi visitatori, che possono così godere di una migliore “experience” e, di conseguenza, apprezzare il nostro lavoro e tornare sul blog, in futuro. _______________________________________________________ 81
_______________________________________________________ Inoltre, dobbiamo dire che, indipendentemente dal tipo di struttura scelta, le categorie, oltre ad avere il compito di “mantenere l’ordine” tra i diversi articoli del nostro blog, hanno un ruolo fondamentale dal punto di vista delle attività di SEO (Search Engine Optimization). Infatti, uno dei benefici che un blog può trarre da una valida organizzazione delle categorie è il fatto di conquistare i primi posti per determinate parole chiave (keywords). Quindi, quando progetti la struttura del tuo blog, ti consiglio caldamente l’uso delle categorie evitando, ovviamente, esagerazioni. Personalmente, nel corso del tempo, ho avuto modo di vedere blog che avevano più categorie che articoli e, sicuramente, questa non è la strada giusta per la creazione di un blog di successo.
I tags I tags sono un altro elemento importante di WordPress. Si tratta di etichette il cui utilizzo può tornare utile per collegare più articoli tra di loro, in base a specifiche parole chiave. Anche i tags assumono un ruolo importantissimo sotto il profilo del SEO, forse anche maggiore rispetto alle categorie, perché tra di loro non presentano legami gerarchici e, se impiegati bene, permettono un miglioramento dal punto di vista dei collegamenti interni che porta ad una migliore indicizzazione da parte dei motori di ricerca. Inoltre, da un buon utilizzo dei tags può derivare sia una migliore navigazione da parte dei visitatori del nostro blog, sia una maggiore permanenza media degli stessi sulle nostre pagine.
Tag o Categoria? Questo è il problema! In molti si cimentano ogni giorno in questo tipo di scelta. Alcuni blogger utilizzano esclusivamente le categorie, mentre altri fanno il contrario, ovvero utilizzano soltanto i tags, ignorando la possibilità di organizzare per categorie il proprio blog. Il mio suggerimento e di utilizzare entrambi, cercando di farlo nel modo giusto! _______________________________________________________ 82
_______________________________________________________ In particolare, io sono solito impiegare le categorie per creare raggruppamenti semi-rigidi di articoli, oppure per definire le diverse tipologie di articoli che potranno essere presenti nel blog. Invece, definisco i tags, articolo per articolo, pensando alle parole chiave che desidero “spingere”, vale a dire quelle che intendo promuovere maggiormente, perché maggiormente rappresentative degli argomenti trattati. Ad esempio, in un blog di informatica, le categorie potrebbero essere le seguenti: • News • Recensioni • Windows • Linux • Mac OS mentre relativamente ai tags, trovandomi a scrivere un articolo sull’uscita di una nuova distribuzione di GNU/Linux, potrei utilizzare i seguenti: linux, gnu, software, distribuzione, sistema operativo, open sources, ecc. Tuttavia, va ribadito che le scelte inerenti l’organizzazione delle categorie e dei tags, assumono un carattere molto personale, per cui possono risultare molto diverse tra un blogger e l’altro. Per questo motivo, ti suggerisco di iniziare con una struttura di categorie e di tags, sperimentandola e modificandola in corso d’opera, in relazione alle esigenze che man mano emergono, perché soltanto in questo modo sarà possibile decidere con cognizione di causa le categorie migliori e i tags più adeguati ai tuoi articoli.
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Capitolo 7 - La partecipazione dei lettori I commenti Creare un blog è certamente un’attività che presenta un certo fascino, sia per il blogger esperto che per colui che si trova alle prime armi. Tuttavia, uno degli aspetti più avvincenti di un blog è, probabilmente, la capacità di creare un'adeguata interazione tra il gestore del sito e i suoi lettori. Come abbiamo accennato nel corso del primo capitolo parlando dei siti web “tradizionali” e dei forum, un blog presenta gli aspetti positivi di entrambi, senza ereditarne i rispettivi elementi di criticità. Tra questi aspetti positivi vi è proprio la semplicità con la quale un blog consente, a chi lo gestisce, di far partecipare i visitatori, i quali possono esprimere le proprie opinioni in merito alle tematiche trattate e i propri giudizi circa i singoli argomenti riportati nei diversi articoli, dando vita a vere e proprie discussioni che possono coinvolgere anche parecchie persone, soprattutto per i blog di grandi dimensioni. Lo strumento con cui è possibile far partecipare i lettori del proprio blog è il sistema dei “commenti”. I “commenti” sono interventi effettuati dagli utenti in merito ad un determinato contenuto, informazione e/o notizia, presente in un blog. In particolare, inserendo un commento in corrispondenza di un articolo del blog, il lettore ha modo di intervenire nel merito e di vedere il proprio intervento pubblicato, insieme all’articolo, in un’apposita sezione della pagina dedicata ai commenti. Probabilmente, il sistema di commenti è uno degli elementi più importanti di un blog e una corretta gestione di esso può conferire al blog stesso un enorme valore aggiunto. Infatti, dal punto di vista del successo di un blog, i commenti consentono di acquisire e di fidelizzare i lettori, di conoscerne al tempo stesso i gusti e le opinioni in relazione alle tematiche trattate, _______________________________________________________ 84
_______________________________________________________ di capire il “target” delle persone che seguono il sito, nonché le aspettative di ognuno in merito a determinati argomenti, oltre a comprendere quali sono gli articoli più seguiti, su cui puntare maggiormente per ottenere un blog di successo. Inoltre, i commenti danno una sorta di “carica” in più al blogger, specie per blog personali, in quanto permettono di ricevere un buon feedback in merito a ciò che si scrive.
La moderazione I commenti possono, a seconda di quanto stabilito dal gestore del blog, essere immediatamente pubblicati o sottoposti ad una fase preliminare di approvazione, definita “moderazione”. Nel primo caso, si dice che i commenti sul blog sono “liberi”, vale a dire che il lettore li potrà vedere subito disponibili sul sito. Tramite la moderazione, il blogger ha la possibilità di verificare preventivamente che i commenti inseriti dagli utenti possono essere pubblicati, decidendo di approvarli o di rimuoverli, in base a quelle che sono le preferenze di chi amministra, dal punto di vista editoriale e dei contenuti, il blog. Le motivazioni per le quali può essere utile la fase di moderazione sono diverse. E spesso, è diverso anche l’utilizzo degli stessi strumenti di moderazione. Infatti, in alcuni casi, il blogger decide di attivare la moderazione per impedire agli utenti di pubblicare sul blog commenti offensivi, o a sfondo sessuale e/o di SPAM. In particolare, quest'ultimo tipo di commenti è spesso considerato un problema, sempre più sentito, man mano che il blog cresce. Infatti, poiché diverse piattaforme per la creazione di blog, tra cui anche WordPress, consentono di inserire anche dei links a siti web insieme ai commenti, molti soggetti riempiono la blogosfera di “finti commenti”, allo scopo di promuovere uno o più siti, che magari con il nostro blog non hanno nulla a che fare. Spesso, soprattutto dopo qualche settimana di attività, si iniziano a ricevere commenti scritti da persone sconosciute, contenenti frasi generiche, ovvero che non riguardano strettamente _______________________________________________________ 85
_______________________________________________________ gli articoli ove sono inseriti, come ad esempio: “Complimenti, bell’articolo!”, “il tuo post parla di cose molto interessanti!”, “bel blog, ti aggiungo ai preferiti!”. Questi commenti, seppur apparentemente scritti da persone interessate al blog, talvolta riportano links a siti web di dubbia moralità, o collegamenti ipertestuali rilasciati da parte di chi porta avanti attività condotte con metodi non troppo trasparenti e finalizzate ad ottenere click su links diretti a servizi e/o prodotti di ogni genere. Comunque, come vedremo più avanti, oltre ad utilizzare lo strumento della moderazione per eliminare questo tipo di commenti, con WordPress è possibile utilizzare appositi plugins per la rimozione automatica dei commenti di spam. Inoltre, è possibile configurare WordPress per sottoporre alla moderazione soltanto determinate tipologie di commenti, lasciando libere tutte le altre. Nelle pagine successive, vedremo in concreto quali sono le diverse opzioni disponibili in tal senso. Come si lasciano dei commenti su un blog? Lo vediamo subito, accedendo alla home del nostro blog. Da qui, ci spostiamo sull’articolo che abbiamo creato in precedenza, nel nostro caso “Articolo di prova n. 1”. Noteremo che, subito al di sotto del contenuto dell’articolo, vi è una sezione dedicata proprio ai commenti, con un invito a commentare del tipo “Lascia un commento”.
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_______________________________________________________ Se abbiamo già effettuato l’accesso al pannello di amministrazione del blog, la sezione indicata apparirà in questo modo, con una dicitura del tipo “Autenticato come admin. Logout?”. In pratica, WordPress ci riconosce come utenti e non ci chiede ulteriori informazioni per identificarci, bensì soltanto di inserire il commento. Cliccando sulla voce “Logout?”, potremo disconnetterci da WordPress, per essere visti come dei normali utenti, non autenticati. Pertanto, la stessa sezione apparirà in questo modo:
In pratica, WordPress, ci chiede di inserire un nome e un indirizzo email e, eventualmente, un link ad un sito web. Come vedremo nelle prossime pagine, possiamo modificare il comportamento di WordPress, relativamente ai commenti, tramite il pannello di amministrazione, ma nella sua configurazione predefinita, il nome e l’indirizzo email sono campi obbligatori. Facciamo un test: inseriamo un nostro commento all’articolo, riempiendo tutti i campi e cliccando sul pulsante per l’invio del commento stesso, nella medesima pagina, in fondo. _______________________________________________________ 87
_______________________________________________________ Nella configurazione predefinita è previsto che i commenti vadano nella coda di moderazione, quindi il nostro commento non sarà reso disponibile, finché un amministratore (cioè noi) non lo modererà e WordPress ci segnalerà che “Il commento è in attesa di moderazione:
Perciò, moderiamo il commento, accedendo al pannello di amministrazione. Dal pannello di amministrazione di WordPress è possibile visualizzare i commenti in moderazione utilizzando il menu “Commenti”. Inoltre, tramite la bacheca è possibile ricavarne un quadro complessivo che riporta, grazie al riquadro “Stato attuale”, il numero totale di commenti, il numero di commenti approvati, da moderare e inseriti in spam. Come già accennato nel capitolo inerente la creazione di pagine e articoli, durante la fase iniziale di configurazione del blog viene automaticamente installato un commento di esempio. Se non abbiamo rimosso l’articolo di esempio, oppure se lo abbiamo ripristinato come indicato nel capitolo 6, tale commento dovrebbe apparire nella pagina “Commenti”, insieme al nuovo commento che abbiamo appena inserito:
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_______________________________________________________ Come si può vedere nella screenshot, in alto, subito sotto la voce “Commenti”, troviamo diversi links, che ci consentono di visualizzare i commenti filtrandoli tra quelli già approvati, quelli in sospeso (da moderare), quelli rilevati come spam e quelli rimossi (o meglio, cestinati). Per ogni commento abbiamo diverse informazioni, tra le quali il nome inserito da colui che l’ha inviato, eventualmente un link al suo sito, la data e l’ora di ricezione, l’articolo al quale fa riferimento e l’indirizzo email. Inoltre, i commenti in moderazione sono riportati con un colore di sfondo tendente al giallo e, se collochiamo il puntatore del mouse sul commento in moderazione, ci appaiono una serie di altre voci, che ci consentono di intervenire sul commento in vario modo. Per approvare il commento, clicchiamo sulla voce “Approva”. Le altre funzionalità riguardano la possibilità di rispondere al commento direttamente dal pannello di amministrazione, di effettuare la modifica e la modifica veloce del commento, di segnalare il commento come spam e, infine, di cestinare il commento. Una volta approvato il commento, lo sfondo giallo viene sostituito da uno sfondo bianco. A questo punto, il commento è pubblicato e visibile a tutti. In qualsiasi momento è possibile tornare indietro, cliccando sulla voce “Non approvare”, che sostituisce la voce “Approva” adesso che il commento non è più in moderazione.
Censura? No, grazie! La moderazione dei commenti è un aspetto molto importante della gestione di un blog, che richiede una particolare attenzione, ma che al tempo stesso non deve trasformarsi mai in censura fine a sé stessa. Infatti, credo che uno degli aspetti più avvincenti di un blog sia il fatto che esso costituisce una finestra sul web dei comportamenti delle persone e del loro modo di porsi nei confronti degli altri, in relazione a determinati argomenti e/o problematiche. _______________________________________________________ 89
_______________________________________________________ La caratteristica "sociale" di un blog, fa in modo che le persone siano portate ad esprimersi in modo molto simile a quanto avviene, ad esempio, per una discussione all'interno di un gruppo di amici. Questo fatto porta spesso chi commenta ed esprime le sue opinioni ad assumere posizioni nette, in merito a determinate questioni, che non è detto che coincidano con le nostre. In queste circostanze, la tentazione di molti blogger è quella di utilizzare la moderazione per censurare il commento di chi non la pensa allo stesso modo, rimuovendolo senza pubblicarlo. Nel corso della mia attività di blogger, specie all'inizio, mi è capitato spesso di chiedermi cose del tipo "con questo commento che faccio? Lo cancello? Lo pubblico anche se non sono d'accordo?". Ebbene, dico subito che la mia conclusione è che la censura non è un buon metodo per fare blogging. Prima di tutto, censurare non serve a far cambiare idea alle persone che non la pensano come noi. Inoltre, impedisce al blog di ricevere il contributo costruttivo di persone che, magari, hanno valide argomentazioni a sostegno di quanto scrivono nei commenti. L'uso della moderazione come "strumento di censura" serve soltanto ad escludere gradualmente le persone dal blog, le quali, non vedendo pubblicati i propri commenti, si allontanano, o peggio, iniziano ad inviare commenti negativi e a volte offensivi sulla nostra condotta, sia sul nostro blog che su altri analoghi e "vicini" al nostro, dal punto di vista dei temi trattati e del tipo di pubblico. Sappiamo che la partecipazione degli utenti al blog è ciò che fa la differenza tra un blog qualunque e un blog di successo. E, se vogliamo incentivare la partecipazione al nostro blog, dobbiamo far sentire i nostri lettori a proprio agio, liberi di esprimersi, purché nel rispetto degli altri. Ciò significa che, se qualcuno muove critiche costruttive sui nostri articoli, dobbiamo saperlo ascoltare e sforzarci di comprendere le sue motivazioni. Se poi non siamo d'accordo, ne discutiamo in modo civile e sereno, esponendo le nostre argomentazioni e, se esse saranno valide, chissà, magari potremo anche convincere la nostra controparte e conquistare un lettore in più. _______________________________________________________ 90
_______________________________________________________ Inoltre, potremo dare modo, ad altre persone, di intervenire arricchendo la discussione. Tutto ciò farà guadagnare al nostro blog la fama di essere un buon luogo di discussione, sul quale vale la pena di commentare. Per tutti i motivi indicati, dopo 5 anni trascorsi seguendo il magico mondo del blogging, credo che la soluzione migliore, per ottenere un blog di successo, sia quella di lasciare tutti i commenti liberi, fatta eccezione per quei commenti che presentano almeno uno o due links nel testo, oppure che contengono parolacce ed altre espressioni offensive. Quest'ultimo tipo di commenti può essere filtrato utilizzando l'apposita funzionalità di blacklist dei commenti, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Le impostazioni Relativamente alla gestione dei commenti, WordPress prevede diverse opzioni inerenti i vari aspetti del blog, tutte raggiungibili tramite il menu “Impostazioni” → “Discussione”.
In particolare, mediante queste impostazioni, è possibile definire tutte le modalità di interazione da parte degli utenti del blog. _______________________________________________________ 91
_______________________________________________________ Ad esempio, tramite questa schermata si può permettere di commentare soltanto ai lettori che si sono registrati al blog, impedendo ai visitatori occasionali di inserire propri commenti, se non a patto di iscriversi come utenti. Oppure, si può stabilire che l’autore del commento debba inserire obbligatoriamente il proprio nome e l’indirizzo email. Ancora, si può stabilire che ogni volta che qualcuno inserisce un commento, al blogger arrivi una notifica via email. Si può abilitare o meno la moderazione, o la si può limitare soltanto a quei commenti che hanno un certo numero di links al loro interno. Una particolarità interessante riguarda il fatto di poter stabilire delle parole per le quali i commenti devono essere considerati spam, oppure devono esser messi in coda di moderazione. Questa funzione può essere molto utile, ad esempio, per impedire agli utenti di scrivere parolacce o altre espressioni all'interno dei commenti. In particolare, per questa finalità WordPress mette a disposizione due aree di testo, all'interno delle quali possono essere inserite, per ciascuna riga, delle parole chiave (o espressioni costituite da più parole) da utilizzare per discriminare i commenti da considerare SPAM o da sottoporre alla moderazione. Tramite questa pagina si può anche configurare l’ordinamento dei commenti. Inoltre, si possono definire molte opzioni e, in base alle nostre scelte, possiamo rendere il nostro blog più o meno partecipativo, facendo la differenza rispetto agli altri.
I Pingback Oltre ai commenti propriamente detti, WordPress è in grado di gestire un tipo di commento molto particolare: il Pingback. I Pingback, in realtà, non sono veri e propri commenti, anche se vengono mostrati nella stessa finestra di questi ultimi. Più precisamente, il pingback va considerato come un protocollo utile per ricevere delle notifiche nel momento in cui un altro sito web inserisce un link verso il nostro blog. _______________________________________________________ 92
_______________________________________________________ In pratica, WordPress tratta un pingback come un commento e, nel momento in cui su un altro sito web viene inserito un link diretto ad un articolo del nostro blog, il nostro blog riceve questo tipo di commento e, normalmente, lo visualizza insieme agli altri commenti, all’interno dell’articolo. I pingback sono molto utili, in quanto ci indicano quando altri bloggers citano il nostro blog nei propri articoli e, inoltre, ci aiutano capire se il nostro è considerato dagli altri un blog di qualità. Infatti, salvo che qualcuno non ci citi per esprimere un'opinione negativa, il fatto che qualcuno decida di inserire un collegamento al nostro blog, è generalmente indice del fatto che i contenuti presenti al suo interno sono degni di interesse.
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Capitolo 8 - L'aspetto grafico del blog L'importanza della grafica Nei capitoli precedenti, abbiamo avuto modo di conoscere gli aspetti più importanti relativi all’inserimento dei contenuti web (pagine e/o articoli) in un blog. Inoltre, abbiamo visto come è possibile gestire i commenti ricevuti sul blog e come poter favorire la partecipazione dei lettori. Ma un blog non è fatto di soli contenuti. Intendiamoci, le pagine e/o gli articoli costituiscono l’asse portante di un blog, per cui se non vi sono contenuti di qualità, sarà difficile suscitare l’interesse dei visitatori. Tuttavia, uno degli elementi che spinge i visitatori ad apprezzare un blog fin da subito è, certamente, il suo aspetto grafico. Infatti, un blog con una grafica accattivante incuriosisce il lettore molto più di un blog nel quale l’aspetto grafico non è stato curato adeguatamente. Come già riportato nel capitolo 3, è ampiamente dimostrato che, mediamente, un utente giudica un sito interessante in un intervallo di tempo molto limitato, vale a dire nell’arco di circa 5 secondi. Ovviamente, in 5 secondi egli non ha modo di valutare i contenuti, vale a dire il testo presente all’interno degli articoli. Sarebbe impensabile riuscire a leggere una pagina web, magari ricca di testo, in soli cinque secondi. Quindi, risulta chiaro che gli unici elementi sulla base dei quali viene presa, anche a livello inconscio, la decisione di restare sul sito o, in alternativa, di abbandonarlo, sono gli elementi grafici e, al più, le parole del testo messe in una certa evidenza (es.: le parole in grassetto, oppure sottolineate). Da qui la necessità di creare un sito che sia graficamente gradevole, non necessariamente, come dico a volte, “spaziale”, ma un blog che sia strutturato in modo da risultare di piacevole e comoda lettura. Questo perché se l’impatto iniziale è positivo e _______________________________________________________ 94
_______________________________________________________ suscita interesse a livello inconscio, l’utente si soffermerà a leggere i contenuti testuali. Per provare su noi stessi l’effetto che la veste grafica può produrre, nel momento in cui visitiamo un sito, guardiamo le seguenti due screenshots. La prima screenshot è quella del blog che stiamo mettendo in piedi durante la stesura di queste pagine (http:// book.space4tutorial.com):
La seconda screenshot è quella del blog principale di Space 4 Tutorial (http://www.space4tutorial.com), che utilizza uno dei temi grafici disponibili gratuitamente per WordPress. Questo tema non l’ho sviluppato direttamente, l’ho semplicemente trovato sul repository di wordpress.org e l'ho installato sul blog seguendo una semplice procedura che vedremo nelle prossime pagine:
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Ora, chiediamoci? Quale dei due siti suscita una maggiore curiosità? Sebbene i gusti in tema di grafica sono molto personali e possono variare profondamente da una persona ad un’altra, io credo che la maggior parte dei visitatori possa preferire un sito dall’aspetto grafico più vicino alla seconda screenshot, piuttosto che alla prima. Io stesso, da visitatore, sono disposto a soffermarmi di più sul blog principale di Space 4 Tutorial, piuttosto che sul blog http:// book.space4tutorial.com. Su Internet si possono trovare tanti esempi di siti web che hanno fatto la loro fortuna proprio grazie ad una struttura grafica accattivante, come pure tanti esempi di siti anche aziendali che, per colpa di una grafica inadeguata, non riescono a raggiungere un buon grado di successo. Per questo motivo, nei successivi paragrafi vedremo come WordPress ci permette di intervenire sull'aspetto grafico del blog e, più precisamente, come possiamo rendere il nostro blog accattivante, con pochi clicks e utilizzando i soli strumenti messi a disposizione da questo grande CMS.
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I temi di WordPress La veste grafica di un blog basato su WordPress è gestita tramite i cosiddetti “temi” o “templates”. Un tema grafico di WordPress è costituito da un insieme di files .php, che interagiscono tra di loro per fornire l’interfaccia grafica del blog, richiamando tutta una serie di funzioni messe a disposizione da WordPress stesso, per la visualizzazione dei diversi elementi che compongono il blog. Più precisamente, WordPress mette a disposizione diverse funzioni che possono tornare utili nel caso in cui si desideri avere un più pieno controllo su tutte le funzionalità del blog e che sono impiegate dai temi grafici per diversi scopi. Ad esempio, tramite queste funzioni, un tema è in grado di visualizzare il contenuto di un articolo e/o di una pagina (funzione “the_content()”), visualizzare la lista delle categorie (funzione “wp_list_categories()”) o dei commenti inerenti un articolo (“wp_list_comments()”) e molto altro ancora. In questo libro non entreremo nel dettaglio di queste funzioni, anche perché si può ottenere un blog professionale e gradevole esteticamente, senza la necessità di conoscerle. Inoltre, questo testo è destinato a tutti, anche a chi non conosce il linguaggio PHP. Per coloro che, invece, desiderano approfondire questi argomenti, basti sapere che ogni tema WordPress fa largo uso di queste funzioni e che maggiori informazioni in merito sono disponibili su Internet, in particolare sul sito del WordPress Codex ( http://codex.wordpress.org/), il manuale ufficiale di WordPress, nonché la migliore fonte ufficiale di informazioni per lo sviluppatore che vuol creare temi e plugins per questa grande piattaforma. La gestione della grafica, in WordPress, viene effettuata tramite il menu "Aspetto", presente nel pannello amministrativo del blog. Il menu “Aspetto” consente, in effetti, di svolgere praticamente tutte le operazioni che riguardano la struttura grafica _______________________________________________________ 97
_______________________________________________________ del blog, a partire dall’installazione e attivazione di un tema, alla gestione delle barre laterali (sidebar), se presenti, nonché dei menu, fino ad arrivare alla modifica dei singoli files che compongono il tema. Detto ciò, iniziamo a modificare l'aspetto grafico del nostro blog, installando un nuovo tema. Vi sono due strade per installare un tema in WordPress. La prima consiste nel copiare la cartella contenente tutti i files che compongono il tema, nell'apposita directory "wp-content/ themes/" presente sul nostro spazio web, all'interno della directory principale del blog. Tale opzione è possibile in tutti i casi in cui si ha la possibilità di caricare files sullo spazio web dedicato al blog. Questa strada, tuttavia, non è percorribile, ad esempio, con un blog creato impiegando la piattaforma gratuita wordpress.com, che comunque mette a disposizione molti temi caratterizzati da una certa capacità di personalizzazione. Su Internet è disponibile un'infinità di temi gratuiti e a pagamento. Per installarne uno, basta effettuare le seguenti operazioni: • Cercare il tema su Internet, generalmente tramite i motori di ricerca; • Scaricare il tema dal sito del suo creatore (se il tema è rilasciato con licenza d'uso commerciale, sarà necessario provvedere preliminarmente al pagamento). Generalmente, il tema sarà disponibile come archivio .ZIP da scompattare; • Decomprimere il file .ZIP in una cartella; • Leggere, se c'è, il file README o INSTALL, per avere ulteriori informazioni in merito alle modalità di installazione e alle caratteristiche del tema; • Fare l'upload della cartella contenente i files del tema, sullo spazio web, ripetiamo, nella directory "wp-content/themes/". Rispetto all'ultimo punto, l'upload può essere eseguito tramite un software client FTP come CyberDuck, il cui uso è stato già affrontato nel capitolo 4, quando abbiamo effettuato la prima installazione di WordPress. Bisogna prestare attenzione al fatto che diversi temi sono forniti con alcuni files di supporto, come ad esempio quelli delle _______________________________________________________ 98
_______________________________________________________ immagini impiegate, in formato vettoriale, le quali non vanno caricate sullo spazio WEB, ma servono soltanto al blogger per modificare alcuni elementi del tema, personalizzandolo in base alle proprie esigenze. In questi casi, deve essere caricata soltanto la cartella con i files del tema, escludendo le altre. Per maggiori informazioni in merito, si potrà fare riferimento alle istruzioni fornite dai rispettivi sviluppatori dei temi. Oltre a questo metodo, WordPress mette a disposizione del blogger una strada molto più semplice e di immediata esecuzione. Essa consiste nell'utilizzare un'apposita funzionalità messa a disposizione tramite il pannello di amministrazione. A differenza del metodo precedente, quest'altro non sempre è praticabile, in particolare per i temi rilasciati con licenza commerciale, che spesso sono inviati al nostro indirizzo di posta elettronica, dietro pagamento di un corrispettivo, sotto forma di archivio .ZIP da decomprimere successivamente. Inoltre, questa opzione non è percorribile in tutti quei casi in cui il tema non è reso disponibile, dal suo creatore, attraverso il repository ufficiale dei temi di WordPress (presente all'indirizzo http://wordpress.org/extend/themes/) che avremo modo di vedere nelle prossime pagine. Per installare un tema con questo metodo, basta accedere al pannello di amministrazione del blog, menu "Aspetto" → "Temi". La schermata che appare di seguito mostra tutti i temi attualmente installati nel blog, nonché il tema correntemente utilizzato.
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Cliccando su uno dei temi disponibili, lo possiamo attivare. E’ importante notare che, soprattutto nelle fasi iniziali della creazione del nostro blog, possiamo anche installare più temi, tra quelli che ci piacciono di più e attivarli uno ad uno per verificare qual’è quello che ci piace di più. Per installare un nuovo tema, utilizziamo la scheda “Installazione temi”. All’interno di tale scheda possiamo cercare il tipo di tema che desideriamo, in base a diversi criteri, per esempio una parola chiave, un colore prevalente, il numero di colonne, il tipo di layout (a larghezza fissa o variabile), la presenza di particolari funzionalità (es.: editor di stile, immagini in evidenza, commenti nidificati), ecc. Facciamo una prova: cerchiamo un tema a 2 colonne (ovvero con una sola barra laterale o sidebar), il cui colore prevalente sia verde. Quindi, selezioniamo le rispettive opzioni e clicchiamo sul pulsante “Trova temi”, in fondo alla pagina.
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Il risultato consisterà in una o più pagine contenenti una serie di temi con le caratteristiche richieste:
Per ciascuno di questi temi, è mostrata una screenshot, una breve descrizione e tre links: • Installa: permette di installare direttamente il tema; • Anteprima: permette di visualizzare una demo del tema;
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_______________________________________________________ • Dettagli: mostra informazioni aggiuntive, come il numero di versione del tema, il nome dell’autore e la valutazione ricevuta dagli utenti. Proviamo subito ad installare un tema, tra quelli presenti in questa pagina e, eventualmente, nelle successive. Scegliamo quello che ci piace di più e clicchiamo su “Installa”. Si aprirà un riquadro di conferma, sul quale cliccheremo sul pulsante “Installa ora”. A questo punto, il tema da noi scelto sarà scaricato e installato all’interno del nostro blog. Tuttavia, per poterlo vedere in funzione, dobbiamo attivarlo. Per farlo, torniamo nella pagina raggiungibile dal menu “Aspetto” → “Temi”. Dopo l’installazione, il tema sarà visibile tra quelli disponibili e potrà essere attivato cliccando sulla voce “Attiva”, in corrispondenza dello stesso. Ecco come appare il blog http://book.space4tutorial.com, dopo l’attivazione di un nuovo tema:
C’è ancora molto da lavorare su questo blog, ma adesso almeno sappiamo come cambiare, completamente e in ogni momento, il suo aspetto grafico, con pochi clicks.
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I widgets Quando scegliamo il tema per il nostro blog, dobbiamo prestare attenzione al supporto di alcune caratteristiche che possono rappresentare degli elementi di grande semplificazione, relativamente alla struttura grafica del blog stesso. In particolare, i temi disponibili per WordPress possono o meno supportare i Widgets. I Widgets sono un importante strumento per la personalizzazione della struttura grafica del blog. La funzione più comune dei widget è quella di semplificare la vita ai blogger, per ciò che concerne la disposizione dei diversi elementi all’interno della sidebar (o delle sidebars, se più di una). WordPress permette da tempo la gestione dei widgets, ma non tutti i temi (specie quelli sviluppati non proprio recentemente) li supportano. Se il tema che decidiamo di utilizzare non supporta i widgets e abbiamo la necessità di intervenire, ad esempio, su una barra laterale (sidebar), saremo costretti a modificare il codice di alcune delle pagine .php del tema, per inserirvi un qualsiasi elemento (es.: un form di ricerca, la lista delle categorie, ecc.). Invece, con il sistema dei widgets, la stessa operazione può essere gestita in modo semplice, con il mouse, in meno di 10 secondi. Inoltre, passando da un tema all’altro, le impostazioni sui widgets non cambiano. Ad esempio, se con il tema A attivo avevamo attivato, tra i widgets, il Calendario, allora se decidiamo di installare e attivare un nuovo tema B, ritroveremo il widget in questione in sidebar, seppur modificato graficamente in modo coerente con lo stile del nuovo tema. Pertanto, suggeriamo caldamente la scelta di un tema che supporti i widgets. Per gestire i widgets del nostro blog, scegliamo il menu “Aspetto” → “Widget”.
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Nella pagina di WordPress relativa ai widget, troviamo nella parte di sinistra i widget disponibili, mentre nella parte destra possiamo vedere dei riquadri corrispondenti alle diverse zone in cui possono essere collocati. Nel nostro caso, nella parte destra possiamo vedere una zona relativa alla sidebar (barra laterale) mostrata in tutte le pagine del blog, insieme ad una zona inerente la sidebar mostrata quando si accede ad una pagina (es.: la nostra pagina “Chi siamo”). Per attivare uno dei widget disponibili, basta trascinarlo, con il mouse, all’interno di uno dei riquadri situati a sinistra. Inoltre, per ogni widget è possibile stabilire alcune caratteristiche. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo deciso che nella sidebar devono essere mostrati il form per la ricerca, i 5 articoli più recenti, i 5 commenti più recenti, il widget archivi, l’elenco delle categorie e il widget meta (che contiene il links per passare al pannello amministrativo del blog con un click). Per stabilire, nel dettaglio, le caratteristiche dei singoli widget attivati, è necessario cliccare sulla freccia (rivolta verso il basso) situata a destra di ognuno di essi. Ad esempio, per il widget “Commenti recenti”, è possibile definire il numero dei commenti da visualizzare: _______________________________________________________ 104
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Nella visualizzazione predefinita, sotto i widget disponibili, troviamo anche un riquadro relativo ai widget non attivi. Tale riquadro può essere impiegato nel caso in cui decidiamo di non utilizzare più un widget, ma desideriamo non perderne le relative caratteristiche. Basti pensare, ad esempio, al widget “Testo”, che permette di racchiudere del testo o del codice HTML al proprio interno. Utilizzando il riquadro dei widget non attivi, possiamo disabilitarne la visualizzazione senza perderne il contenuto HTML. In tal modo, se successivamente desideriamo reinserire il widget all'interno della sidebar, non abbiamo bisogno di riscrivere il codice HTML al suo interno.
I menu Un’altra caratteristica da non sottovalutare riguarda i menu. Per carità, anche un tema che non supporta i menu può mostrarli sul blog. Ma la gestione semplificata dei menu offerta da WordPress è di una semplicità tale che una volta provata non se ne riesce a fare a meno. I menu sono configurabili tramite la voce di menu “Aspetto” → “Menu”. _______________________________________________________ 105
_______________________________________________________ Tale sezione del pannello di amministrazione di WordPress consente, tramite una modalità molto simile alla gestione dei widget, la creazione dei menu per il nostro blog. In essa troviamo diversi riquadri, ma possiamo considerarla suddivisa in due parti principali. La parte di sinistra contiene il riquadro in cui si definisce la posizione dei menu all’interno del tema (un tema può essere predisposto per avere anche più di un menu). Inoltre, essa contiene le tipologie di voci di menu utilizzabili. La parte destra, invece, contiene i menu, rappresentati tramite una classificazione a schede. Nel nostro esempio, creeremo un menu con due voci. La prima sarà la nostra home page, mentre la seconda sarà rappresentata dalla pagina “Chi siamo”. Per aggiungere un nuovo menu, nella parte destra, clicchiamo sulla scheda con il simbolo “+” e clicchiamo su “Salva menu”. Successivamente, definiamo la posizione del nostro menu, selezionando quest’ultimo tramite la lista dropdown presente nel riquadro “Posizione dei temi” e cliccando su “Salva”. Infine, selezioniamo, dal riquadro “Pagine”, scheda “Mostra tutti”, le voci di menu desiderate, cliccando su “Aggiungi al menu”. A questo punto, la situazione dovrebbe apparire grossomodo come la seguente:
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_______________________________________________________ Clicchiamo su “Salva menu” e il gioco è fatto! Se andiamo a vedere il blog, noteremo il nuovo menu, come da noi modificato, in alto a destra:
Adesso, svolgendo le medesime operazioni viste sopra, aggiungiamo anche le voci di menu relative alle pagine dedicate a “La Mission” e ai “Contatti”.
Le opzioni del tema, lo sfondo e la testata Oltre al supporto per i widget e per i menu, il tema che abbiamo installato può supportare anche altre caratteristiche specifiche, che possono essere definite tramite un’apposita sezione messa a disposizione dallo sviluppatore che ha realizzato il tema stesso. Quando un tema prevede delle opzioni personalizzate, all’interno del menu “Aspetto” può apparire un sottomenu dedicato alle opzioni che, a titolo di esempio, può permettere di modificare i colori dello sfondo e del testo, di mostrare degli elementi aggiuntivi (es.: una slideshow ovvero delle immagini che scorrono relative agli articoli presenti nel blog), o dei pulsanti utili per attività di social bookmarking (bottoni per segnalare su facebook, twitter, ecc.) o, _______________________________________________________ 107
_______________________________________________________ ancora, consentire l'inserimento in modo semplice del codice dedicato all'adesione a circuiti pubblicitari sul proprio blog. L’utilizzo di queste opzioni può consentire al blogger di ottenere un notevole grado di personalizzazione del proprio blog, al punto di renderlo praticamente “unico”, anche rispetto ad altri blog che utilizzano il medesimo tema. Oltre alle opzioni specifiche del tema installato, tramite il pannello amministrativo del blog e più precisamente il menu “Aspetto”, possiamo gestire due elementi importanti: lo Sfondo e l’intestazione del blog. In particolare, tramite due sottomenu “Sfondo” e “Testata”, possiamo caricare delle immagini da utilizzare nel tema, oltre al colore di sfondo. Il tutto, senza scrivere neanche una riga di codice HTML o PHP. Comunque, se si desidera avere il controllo totale sulla grafica del proprio blog, senza limitazioni di alcun genere, conoscendo il PHP e l'HTML, si può sempre ricorrere all’editor messo a disposizione da WordPress.
L'editor php Il fatto che i temi di WordPress siano composti da diversi files che interagiscono tra di loro, rende gli stessi molto modulari. Ciò significa che è possibile intervenire sulle diverse parti di un tema in modo assolutamente semplice. Ad esempio, se si conosce un po’ il linguaggio PHP, è possibile intervenire su un tema per modificarne l’intestazione, un’eventuale colonna laterale e molto altro, tramite il relativo file (ad esempio header.php, sidebar.php, ecc.). Questo semplifica la vita al blogger, ma anche a chi vuole modificare un tema a partire da uno già esistente, per personalizzare il proprio blog. Per questo tipo di attività, WordPress mette a disposizione un apposito editor per i files del template, raggiungibile tramite il menu “Aspetto” → “Editor”. Con questo editor, possiamo modificare i singoli componenti del tema attivo o degli altri temi attualmente installati ma non _______________________________________________________ 108
_______________________________________________________ attivati, selezionandone i relativi files tramite i links presenti sulla destra della schermata:
Generalmente, nella maggior parte dei temi di WordPress troviamo i seguenti files: • index.php: mostra la pagina principale del blog (homepage); • page.php: si occupa della visualizzazione delle pagine del blog; • single.php: il file che gestisce la visualizzazione di un singolo articolo; • comments.php: svolge la funzione di visualizzare i commenti relativi ad un articolo del blog, insieme alla maschera per l’invio di nuovi commenti. Questo file è richiamato dal file single.php; • header.php: gestisce la visualizzazione dell’intestazione del blog; • footer.php: gestisce i contenuti presenti a piè di pagina; • sidebar.php: gestisce i contenuti presenti nella barra laterale del blog (o nelle barre laterali, se ve n’è più di una); • search.php: la pagina che si apre quando viene effettuata una ricerca tra i contenuti del blog; • functions.php: il file che contiene funzioni specifiche del tema, scritte da chi ha sviluppato il tema stesso; _______________________________________________________ 109
_______________________________________________________ • style.css: uno dei files più importanti, il foglio di stile che serve per stabilire in che modo devono essere visualizzati i diversi elementi delle pagine web del blog. Ovviamente, possono essere presenti anche altri files, oltre a quelli elencati. Ad esempio, in alcuni temi, ove è prevista la possibilità di gestire più barre laterali per ottenere un layout a 3 colonne, si possono trovare due files distinti, uno per la sidebar di sinistra e l’altro per quella di destra. Per modificare questi files, è necessario avere idonee conoscenze di PHP, dell’HTML, come pure della gestione dei fogli di stile (cascade stylesheets o CSS). Dato che si tratta di argomenti che prescindono dagli scopi di questo libro, non approfondiremo gli aspetti legati all’utilizzo dell’editor di WordPress. Comunque, nel caso in cui si disponga di questo tipo di conoscenze, sia chiaro che sarà possibile ricorrere a questo strumento, facendo comunque molta attenzione, perché quando si interviene direttamente su questi files, un errore apparentemente banale può causare errori di funzionamento e di visualizzazione, anche molto importanti, sul blog.
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Capitolo 9 - Altri elementi di WordPress WordPress: non solo articoli e pagine La parte più importante di un blog è certamente rappresentata dagli articoli, dalle pagine e dai commenti rilasciati dai nostri lettori, vale a dire tutti quegli elementi che riguardano, in pratica, il contenuto del blog stesso. Oltre a questi elementi, un blog presenta altre funzionalità accessorie, alcune delle quali, se sfruttate a dovere, possono conferire un enorme valore aggiunto al blog, permettendogli di crescere e di differenziarsi da tanti altri blog presenti su Internet. Pertanto, in questo capitolo vedremo alcune di queste più importanti funzionalità, tenendo presente che il loro impiego non è obbligatorio, sebbene fortemente consigliato per via dei benefici che porta al blog. Le funzionalità che esamineremo nelle prossime pagine, in considerazione della loro utilità, saranno principalmente le seguenti: la libreria media, il blogroll e, ultimi ma non per importanza, il sistema di syndication e dei feed.
I media Nel capitolo 5 abbiamo visto com’è possibile inserire un’immagine all’interno di un articolo, in modo semplice, mediante la funzionalità di caricamento media. Tuttavia, può capitare di avere la necessità, una volta caricata un'immagine, di doverla sostituire con un'altra e/o di doverla eliminare, magari per preservare lo spazio web compreso nel piano di hosting che abbiamo sottoscritto. In questi casi, può tornare utile la sezione per la gestione dei media, che permette di gestire tutti i files multimediali inseriti all’interno di articoli e pagine, con la possibilità di modificare caratteristiche come il titolo, il testo alternativo (utilizzato per _______________________________________________________ 111
_______________________________________________________ rendere fruibile il blog anche da parte di lettori ipovedenti che navigano con browser esclusivamente testuali), la didascalia e la descrizione. La libreria Media è raggiungibile tramite il menu “Media”. In particolare, al momento in cui si scrive, WordPress prevede due sottomenu: • Aggiungi nuovo: per caricare un nuovo file multimediale; • Libreria: per gestire i files multimediali caricati. Dato che abbiamo inserito nel blog un articolo con una immagine, possiamo constatare la presenza di quest’ultima nella libreria media, cliccando sul secondo sottomenu.
Possiamo notare che, come al solito, collocando il puntatore del mouse sul titolo di una delle immagini (nel nostro caso, l’unica immagine che abbiamo caricato), appaiono i links per modificarne le caratteristiche, per l’eliminazione e per la visualizzazione della stessa. Inoltre, nella stessa schermata appare l’articolo al quale l’immagine è collegata, funzionalità molto utile per farci sapere se la stessa è realmente utilizzata all’interno del blog oppure no. In tal caso, possiamo provvedere alla sua rimozione, se lo riteniamo utile per recuperare la maggior quantità di spazio disponibile nel nostro blog.
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Links e blogroll Uno degli elementi più amati dai blogger, soprattutto durante la fase di "lancio" di un blog, è il blogroll, conosciuto anche come "lista dei siti amici". Il blogroll è, appunto, un elenco di links a siti web, che può essere presente o meno all'interno di un blog. Generalmente, è situato all'interno di una colonna laterale (sidebar) ed è facilmente attivabile e configurabile tramite un apposito widget, come già illustrato nel capitolo 8, dedicato alla gestione dell'aspetto grafico del blog. In pratica, se desideriamo inserire, all'interno del nostro blog, una sezione del tipo "links utili", possiamo ricorrere a questo strumento. I criteri con cui decidere quali link inserire nel blogroll possono essere i più disparati. Su alcuni blog, il blogroll è utilizzato per contenere l'elenco di tutti i siti inerenti gli stessi argomenti del blog e/o altri siti di riferimento. In altri casi, specie per i blog personali, il blogroll viene utilizzato proprio come una lista di siti amici e/o di altri siti web seguiti con attenzione dai relativi blogger. Insomma, non esiste una regola precisa in merito, tutto dipende dalle motivazioni e dai gusti personali di chi gestisce il blog. In molte circostanze, il blogroll è utilizzato anche come strumento per stabilire delle relazioni con altri blogger. Ad esempio, tanto per riportare un'esperienza personale, quando fu aperto il blog di SPACE 4 TUTORIAL, nel lontano (ma non troppo) 2007, ebbi modo di contattare via email altri blogger che all'epoca scrivevano sui propri blog. In tale occasione, tramite accordi con ciascuno di essi, concordai uno scambio reciproco di links nel blogroll. In tal modo, nel blogroll di SPACE 4 TUTORIAL furono inseriti i links ai loro blog e, sui blogroll di questi ultimi, fu inserito un link alla home page di SPACE4 TUTORIAL stesso. _______________________________________________________ 113
_______________________________________________________ Questo tipo di utilizzo del blogroll, presenta un enorme vantaggio, spesso sconosciuto alla maggior parte dei neo-blogger e trascurato anche da alcuni webmasters esperti, dal punto di vista dell'inserimento negli indici dei motori di ricerca. Infatti, il fatto di utilizzare il blogroll come strumento per creare delle relazioni con altri blogger e per ricevere links in ingresso da parte di altri siti web permette al nostro blog di apparire sui principali motori di ricerca fin dai primi giorni di presenza online. Questo per via del funzionamento interno dei motori di ricerca, i quali, durante l'analisi di una singola pagina web, effettuano la scansione di tutti i links contenuti al suo interno, alla ricerca di nuove pagine collegate da analizzare, in cascata. Ciò significa che, se il link al nostro blog è presente all'interno di un sito già indicizzato dai principali motori di ricerca, quando i loro crawlers analizzeranno i links presenti in una pagina del sito stesso (ad esempio, proprio quelli del blogroll), troveranno anche quello diretto al nostro blog e inizieranno ad indicizzare le nostre pagine. Il blogroll, oltre a farci apparire sui motori di ricerca in brevissimo tempo, ci consente di ottenere subito dei backlinks, che offrono dei vantaggi anche sotto il profilo del posizionamento e dell'incremento del PageRank (anche se l'importanza di quest’ultimo, negli ultimi tempi, è stata ridimensionata un po’, rispetto al passato). Considerati i vantaggi offerti dalla presenza di un blogroll, vedremo, in pratica, come gestirne uno nel nostro blog e come aggiungervi dei links. All'interno del pannello amministrativo di WordPress, selezioniamo il menu "Link" → "Tutti i link". In questo modo, possiamo visualizzare l'elenco di tutti i links già presenti nel nostro blogroll: _______________________________________________________ 114
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Come possiamo constatare, durante la fase di installazione, sono stati automaticamente inseriti dei links di default, relativi ad alcuni siti di riferimento per WordPress. È comunque possibile provvedere in qualsiasi momento alla loro modifica e/o rimozione, qualora lo si desideri, tramite le apposite voci "Modifica" e "Cancella" disponibili in corrispondenza di ciascun link. Per aggiungere un nuovo link, invece, utilizziamo la voce "aggiungi nuovo", presente in alto, nella stessa pagina, oppure il menu "Link" → "Aggiungi nuovo". Supponiamo, ad esempio, di voler aggiungere un link al blog principale di SPACE 4 TUTORIAL (un blog a caso. Ovviamente, se decidete di aggiungere un link a questo blog, fatemelo sapere, così ricambio e sarete sui motori di ricerca nel giro di pochissimo tempo).
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Le opzioni di questa pagina sono molto intuitive. Nel campo “Nome” inseriamo il nome che desideriamo far apparire in corrispondenza del link, sul blogroll. Nel nostro caso, inseriamo il testo “Space 4 Tutorial”. Nel campo “Indirizzo web” inseriamo l’URL, vale a dire il link al sito web: http://www.space4tutorial.com. Nel campo “Descrizione” inseriamo del testo che descriva il sito. Tale descrizione, a seconda del tema utilizzato e delle impostazioni del widget “Link” (se utilizzato per fare apparire il blogroll nella colonna laterale del blog), può essere mostrata sotto il nome, all’interno del blogroll. Per quanto riguarda il riquadro dedicato alle “Categorie”, dobbiamo prima di tutto evidenziare che i links caricati tramite la sezione “Link” del pannello amministrativo possono essere eventualmente raggruppati, a seconda delle necessità. Personalmente, uso poco questo tipo di raggruppamento, in quanto non mi capita spesso di dover distinguere i links in categorie. Tuttavia, se abbiamo la necessità di gestire più di una categoria di links (perché magari utilizziamo più di un widget, per contenere links a tipi di versi di siti), allora possiamo selezionare, all’interno di questo campo, le categorie di appartenenza del link che stiamo inserendo e/o aggiungerne di nuove, mediante la voce “Aggiungi una _______________________________________________________ 116
_______________________________________________________ nuova categoria”, oppure tramite la voce di menu “Link” → “Categorie dei link”. Diversamente, possiamo selezionare la categoria predefinita “Blogroll”. Il riquadro “Destinazione”, invece, permette di stabilire in quale finestra mostrare il contenuto del link, quando l’utente vi clicca sopra, se nella stessa o in una nuova. Il riquadro successivo è intitolato “Relazioni tra link (XFN)”. Esso nasce dall’idea di rappresentare, tramite i collegamenti ipertestuali, le relazioni umane che intercorrono tra due siti. Infatti, XFN è l’acronimo di XHTML Friends Network e, nella pratica, questa opzione permette di indicare, all’interno del codice XHTML, il tipo di relazione che intercorre tra le persone che gestiscono due blog collegati tra di loro da links presenti nel blogroll. Per coloro che conoscono l’HTML, tale relazione è rappresentata tramite l’attributo rel = ” ”, situato all’interno del tag dei diversi links inseriti. Nell’esempio che stiamo seguendo, se selezioniamo, tra le diverse opzioni indicate da WordPress, la relazione di amicizia “amico”, allora all’interno del codice html del blogroll troveremo . Nel riquadro “Avanzate”, invece, possiamo trovare ulteriori opzioni, come la possibilità di associare a ciascun link un’immagine, un indirizzo ad un feed RSS (nel prossimo paragrafo vedremo più dettagliatamente di cosa si tratta), delle annotazioni e un punteggio. Una volta inserite queste opzioni (non tutte sono necessarie, ma in genere almeno le prime tre dovrebbero essere utilizzate), possiamo cliccare sul pulsante “Aggiungi link”, presente in alto a destra, nella visualizzazione predefinita. Nello stesso riquadro, troviamo l’opzione “Mantieni questo link privato”. Tale opzione, se selezionata, ci permette di salvare il link senza mostrarlo ai visitatori del blog. Una volta aggiunto il link, possiamo visualizzare il blog. Ma prima dobbiamo aggiungere alla sidebar il widget dedicato ai “Link” come illustrato nell’apposito paragrafo “I widgets” del capitolo 8 dedicato all’aspetto grafico del blog. _______________________________________________________ 117
_______________________________________________________ Tra le opzioni, se lo vogliamo, abbiamo anche la possibilità di selezionare quella per mostrare la descrizione dei links, come si può vedere nella screenshot seguente:
Una volta aggiunto il widget, possiamo visualizzare il blogroll, con il nuovo link, appena inserito. Collocando il puntatore del mouse sul link, potremo anche visualizzare una descrizione del link, mostrataci tramite un comodo tooltip (suggerimento contestuale):
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I feeds RSS e ATOM Un altro elemento di particolare importanza, nella gestione di un blog, è costituito dai Feed. Quante volte ti è capitato, navigando tra blog e siti di ogni genere e argomento, di imbatterti in strane scritte del tipo: “Iscriviti ai feed”, “Abbonati”, o ancora “Subscribe to RSS” e simili? Quante volte ti sei chiesto cosa significavano tali scritte? Se non hai ancora il piacere di conoscerli, i feed rappresentano, dal punto di vista degli utenti finali, un comodo e utile sistema per recuperare contenuti Internet (contenuti WEB) provenienti da più siti (fonti), senza essere costretti a visionarli tutti ad uno ad uno. In pratica, i feed costituiscono un sistema semplice, ma al tempo stesso molto potente, per poter seguire tutti gli aggiornamenti che interessano i nostri siti preferiti. Con la navigazione web di tipo tradizionale, se vogliamo leggere i contenuti provenienti da più siti (es.: notizie, recensioni, ecc.), dobbiamo accedere, con il nostro browser (Internet Explorer, Firefox, Safari, ecc…), a tutti i siti che ci interessano, uno ad uno. Per esempio, se vogliamo sapere se su Space 4 Tutorial o su Il Bloggatore sono presenti nuovi articoli, dobbiamo digitare prima il link http://www.space4tutorial.com e vedere se ci sono nuove notizie, poi il link http://www.ilbloggatore.com e fare la stessa cosa. Tutto ciò porta via del tempo, dal punto di vista dell’utente finale. Se si tratta di due siti, la cosa è piuttosto semplice, ma se i siti diventano 10, poi 20, infine 50, capirai bene che l’utente rischia di trascorrere ore intere soltanto per vedere se vi sono articoli e/o notizie nuove. Allora, cosa possiamo fare? Beh, possiamo ricorrere ai feed! Per i più tecnici, i feed sono contenuti WEB racchiusi in piccoli files basati sul formato XML. In pratica, con i feed e con appositi lettori di feed (feed readers) possiamo iscriverci a più siti WEB e conoscere, in qualsiasi momento e, soprattutto, in modo praticamente istantaneo, tutte le notizie e gli articoli aggiornati, _______________________________________________________ 119
_______________________________________________________ pubblicati nei nostri siti preferiti, che possono, a questo punto, diventare anche un centinaio. I formati standard più diffusi per i feed sono RSS e ATOM. Non ci soffermeremo sulle differenze tecniche, in quanto non sono rilevanti per le finalità di questo libro. Basti sapere che la maggior parte dei feed readers è in grado di leggere, indifferentemente, entrambi i formati, nelle loro diverse versioni. Generalmente, un sito o un blog nel quale sono stati abilitati i feed, contiene al suo interno anche il link agli stessi, di solito accompagnato da un’immagine simile alla seguente:
Altre volte, riporta links con espressioni come "Iscriviti ai nostri feeds”, “Feeds Atom”, “RSS”, “Abbonati”, “Sottoscrivi” e così via. Inoltre, se utilizziamo una delle ultime versioni di Internet Explorer, di Mozilla Firefox, o di Safari, potremo visualizzare questa icona arancione, o altre con analogo significato, in corrispondenza della barra degli indirizzi o degli strumenti e, cliccandoci sopra, potremo accedere ai feed del sito sul quale stiamo navigando. Il modo più semplice per leggere i feed, sia RSS che ATOM, è quello di utilizzare un feed reader, un lettore di feed, che consenta di raggruppare più feed, in base ai diversi siti che si desiderano seguire. I browsers più diffusi, come Internet Explorer, Mozilla Firefox, o Safari, includono al loro interno dei lettori di feed, che consentono di memorizzare links inerenti più siti, in modo molto simile ai Bookmarks, o Preferiti. Ad esempio, su Mozilla Firefox sono chiamati “Segnalibri Live”, proprio ad indicare il fatto che tali contenuti si aggiornano dinamicamente. In alternativa, è possibile utilizzare un lettore di feed specifico, anche funzionante come applicativo on line. Per esempio, è possibile ricorrere a Google Reader. _______________________________________________________ 120
_______________________________________________________ In ogni caso, un feed reader consente di memorizzare più links ai feed RSS o Atom e aggiorna i contenuti WEB relativi ai differenti siti e/o blog ad intervalli regolari, un po' come fa Outlook Express o Mozilla Thunderbird, o ancora Evolution, per la posta elettronica. Thunderbird, per esempio, oltre alle sue normali funzionalità di prodotto software per la gestione della posta elettronica, prevede anche un feed reader. Nella pratica, in un blog un feed è costituito da un flusso XML contenente gli articoli del blog stesso e organizzato secondo una struttura ben precisa, che ne consente la facile da un’infinità di dispositivi, aventi caratteristiche hardware molto diverse tra di loro. Infatti, per il fatto di essere realizzato utilizzando lo standard XML, un feed può essere dato in pasto, senza troppi problemi, ad appositi feed reader progettati per telefoni cellulari e/o altri dispositivi mobili, oppure può essere utilizzato come mezzo per conoscere gli aggiornamenti degli articoli di un blog o, ancora, per rendere interoperabile e/o interscambiabile il contenuto di un blog nel momento in cui si desideri fornire informazioni utilizzando piattaforme diverse. Ecco, per esempio, come appare il feed di SPACE 4 TUTORIAL su un PC sul quale si utilizza Mozilla Firefox:
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_______________________________________________________ ancora, così appaiono gli stessi contenuti, elaborati tramite un feed reader installato su un dispositivo mobile:
Per quanto riguarda WordPress, all’interno del pannello di amministrazione vi sono diverse opzioni relative ai feed. Infatti, tramite il menu “Impostazioni” → “Lettura”, raggiungiamo una pagina dalla quale è possibile definire il numero di articoli visualizzati all’interno dei feed, il tipo di codifica da utilizzare (generalmente, è consigliato UTF-8), nonché decidere se il contenuto di ciascun articolo deve essere riportato in modo completo o sotto forma di anteprima. _______________________________________________________ 122
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E’ importante rilevare come WordPress supporti indistintamente diversi tipi di formati standard per i feed e, in particolare i più diffusi: RSS 2.0, Atom 1.0 e RSS 0.92. Tali feed sono raggiungibili, generalmente, tramite indirizzi come i seguenti: • http://www.nomedelblog.com/?feed=rss2 • http://www.nomedelblog.com/?feed=atom • http://www.nomedelblog.com/?feed=rss Oppure, se utilizziamo una struttura di permalinks diversa da quella predefinita (Vedi capitolo 12): • http://www.nomedelblog.com/feed/ • http://www.nomedelblog.com/feed/atom/ • http://www.nomedelblog.com/feed/rss/ Al di là delle specifiche differenze, sotto il profilo tecnico, inerenti questi diversi tipi di standard, il fatto di supportare più formati consente ad un blog basato su WordPress di essere consultabile utilizzando praticamente qualsiasi tipo di feed reader.
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Gli aggregatori di contenuti I feed assumono un’importanza fondamentale anche perché danno al blogger la possibilità di ottenere la migliore propagazione dei propri contenuti. Più precisamente, essi si rivelano uno strumento potentissimo di promozione se messi in relazione alla presenza, su Internet, di una particolare categoria di siti web: gli aggregatori web di contenuti. Gli aggregatori web sono portali che effettuano costantemente il download dei feed relativi a diversi blog, allo scopo di visualizzarne e renderne disponibili i contenuti alla più ampia platea di persone. In pratica, i feed provenienti da diversi blog (indicati come FONTE) vengono importati e analizzati mediante un “motore” software che ne effettua il parsing e ne estrae i contenuti, al fine di incorporarli all’interno delle pagine dell’aggregatore. Un aggregatore web di contenuti svolge, generalmente, una funzione di “collettore”, relativamente ad una particolare tipologia di contenuti. La finalità principale è quella di fornire un canale unico che consenta, ai lettori, di consultare notizie provenienti da diverse fonti in brevissimo tempo. Gli aggregatori presenti su Internet sono tanti, ma l’esempio che posso riportare con il maggiore entusiasmo è certamente quello che più mi ha segnato dal punto di vista personale, vale a dire “Il Bloggatore” (http://www.ilbloggatore.com), nato come aggregatore online relativo all’informatica e attualmente indirizzato verso lo sviluppo di diversi canali tematici. Non tutti gli aggregatori web portano dei reali benefici al proprio blog, perciò al momento dell’iscrizione del proprio blog, è necessario valutare tutte le diverse caratteristiche che offrono ai blog registrati. In particolare, per distinguere un aggregatore web di qualità dagli altri, suggerisco di valutare come migliori quelli che: • riportano gli articoli soltanto in forma di anteprima (in tal modo, l’utente sarà invogliato a leggere l’articolo completo sul blog originale, cioè il nostro, indicato come FONTE); _______________________________________________________ 124
_______________________________________________________ • riportano, per ciascun articolo aggregato, almeno un link verso il blog di origine (non di tipo "nofollow", in quanto tale tipo di link non offre benefici dal punto di vista della presenza sui motori di ricerca); • non prevedono costi per l'aggregazione (oppure prevedono costi limitati, in relazione a servizi aggiuntivi eventualmente offerti ai blog iscritti). Personalmente, considero molto importante l’iscrizione del proprio blog a uno o più aggregatori online. Sebbene l’opinione su questo tipo di portali non sia unanime, io credo che per chi crea oggi un blog, gli aggregatori web di contenuti possano costituire un ottimo metodo per promuovere, in modo generalmente gratuito, il proprio blog e i propri articoli. Inoltre, possono costituire un buon metodo per vedere subito il proprio blog nei principali motori di ricerca.
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Capitolo 10 - I Plugins La flessibilità di WordPress Come abbiamo visto nel corso dei capitoli precedenti, WordPress presenta, oltre a quelle tipiche di una piattaforma per la realizzazione di blog, altre funzionalità accessorie, che consentono di realizzare non soltanto dei blog, ma anche siti aziendali di grande qualità. Il tutto, senza alcuna difficoltà da parte del webmaster! Inoltre, WordPress presenta una grande capacità di espansione e flessibilità, mediante il supporto di componenti aggiuntivi appositamente progettati, detti plugins. Che cos'è un plugin? Un plugin è, appunto, un componente aggiuntivo del blog, che permette, sostanzialmente, di aggiungere funzionalità a WordPress, per svolgere le attività più disparate. Esso è composto da uno o più files .PHP, contenenti il codice del plugin stesso, oltre, eventualmente, ad altri files utili al suo funzionamento. Non c'è limite alle possibilità offerte dai plugins. E questo lo dimostra anche l'enorme quantità di plugins già sviluppati per le diverse versioni di WordPress, che permettono di fare praticamente ogni cosa. Durante la fase di realizzazione del nostro blog, possiamo ricorrere, per alcune delle funzionalità di cui abbiamo bisogno, ad uno o più plugins. Inoltre, in qualsiasi momento possiamo aggiungere e rimuovere plugins, con pochi clicks, senza stravolgere il nostro blog. Questo è un aspetto molto importante della gestione di un blog WordPress, in quanto la vita del blogger è estremamente semplificata e permette a quest'ultimo di dedicarsi maggiormente ai contenuti, piuttosto che agli elementi puramente tecnici che la realizzazione di un sito web comporta generalmente. Data la vastità dei plugins disponibili on line, non potremmo mai analizzarli tutti in modo approfondito, pertanto per l'utilizzo di _______________________________________________________ 126
_______________________________________________________ ciascuno di essi, rimandiamo alla documentazione predisposta dai rispettivi sviluppatori. In queste pagine, invece, vedremo principalmente come effettuare la loro installazione e, qualora necessario, la loro rimozione. Inoltre, riporteremo una lista dei principali plugins di uso comune, insieme ad una breve descrizione del tipo di funzionalità fornita.
Installazione e configurazione dei plugin Come vedremo in questo paragrafo, l’installazione di un plugin non è molto diversa dall’installazione di un tema per WordPress. Anche in questo caso è possibile procedere in due modi, vale a dire mediante l’utilizzo esclusivo del pannello amministrativo, oppure utilizzando un software per il trasferimento di files via FTP, all’interno del nostro spazio web, con l'unica differenza che la directory in cui si trovano i plugins è wp-content/plugins/ e non wpcontent/themes/. Tuttavia, a differenza dei temi, la maggior parte dei plugins disponibili su Internet è presente anche nel repository gestito dal sito di riferimento di WordPress (http://wordpress.org/extend/plugins/). Pertanto, almeno per le funzionalità più comuni, è quasi sempre possibile ricorrere all’utilizzo della procedura di installazione offerta dal pannello amministrativo di WordPress, senza la necessità di interessarsi a tutti gli altri aspetti tecnici. La sezione dedicata ai plugins è raggiungibile, come al solito, dall’interno del pannello amministrativo, tramite la voce di menu “Plugin”. Da qui, abbiamo la possibilità di visualizzare un elenco di tutti i plugins installati nel nostro blog. In modo del tutto simile ai temi, anche i plugins devono essere attivati e per tale motivo, all’interno di questa pagina, abbiamo la possibilità di visualizzare i soli plugins inattivi. _______________________________________________________ 127
_______________________________________________________ Andando nel sottomenu “Plugin installati”, all’interno del blog di esempio che stiamo realizzando, troviamo due plugins: Akismet e Hello Dolly:
Si tratta di due plugins compresi nell’installazione di default di WordPress. Il primo, Akismet, si occupa della gestione dei commenti di spam e può essere utile per eliminare tutti i commenti di pubblicità non richiesta, in modo molto simile a quanto avviene per i più diffusi sistemi per la gestione della posta elettronica. Il secondo, Hello Dolly, come afferma la descrizione che lo accompagna, non è precisamente un plugin, ma un simbolo della speranza e dell’entusiasmo di una intera generazione, riassunto in una canzone di Louis Armstrong di appena due parole: Hello Dolly, appunto. Si tratta di un plugin che mostra in modo casuale, le frasi di questa canzone nell’angolo in alto a destra del blog e non è necessario attivarlo, dato che non aggiunge altre funzioni. Entrambi i plugins sono disattivati e possono essere attivati in ogni momento, cliccando sul rispettivo link "Attiva". Inoltre, sia questi, sia gli altri plugins che andremo ad installare, possono essere rimossi, semplicemente utilizzando la voce "Cancella". Inoltre, sempre da questa schermata o, in alternativa, utilizzando il sottomenu "Aggiungi nuovo", possiamo installare _______________________________________________________ 128
_______________________________________________________ nuovi plugins, in relazione alle funzionalità che desideriamo aggiungere al nostro blog. In questo paragrafo, vedremo come installare uno dei tanti plugins disponibili online, per implementare, all'interno del nostro blog, la visualizzazione in versione mobile per consentire agli utenti di consultare comodamente il blog stesso mediante un qualsiasi smartphone o altro dispositivo mobile. Per farlo, clicchiamo sulla voce “Aggiungi nuovo”, già citata. E’ importante rilevare come WordPress, senza un plugin specifico attivato al suo interno (salvo che il tema non supporti anche la visualizzazione in modalità “mobile”), non si preoccupa di stabilire se il tipo di dispositivo con il quale il visitatore del blog sta navigando è un PC, o un telefono cellulare, o un tablet. Pertanto, sia che accediamo al blog tramite un PC, sia che facciamo la stessa cosa mediante un dispositivo mobile, visualizzeremo una pagina con lo stesso aspetto. Per esempio, ecco cosa vedremo con un dispositivo mobile come l’iPhone:
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_______________________________________________________ Ancora, con uno smartphone equipaggiato con il sistema operativo Android (per par condicio) il blog non appare molto diversamente:
Teniamo a mente queste due schermate, perché il plugin che ci accingiamo ad installare cambierà questo comportamento di WordPress, permettendoci di visualizzare gli articoli del blog in un modo diverso, più adatto al minuscolo display di uno smartphone. Cliccando sul menu “Plugin” → “Aggiungi nuovo”, otteniamo la seguente schermata, dalla quale possiamo cercare e installare un nuovo plugin: _______________________________________________________ 130
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Poiché i plugins che permettono di aggiungere il supporto della visualizzazione “mobile” ad un blog WordPress sono tanti, tramite questa pagina effettuiamo subito la ricerca di qualcuno di essi. Dato che, allo stato attuale, gli smartphone più diffusi risultano essere i dispositivi sui quali gira il sistema operativo iOS della Apple (parliamo di iPhone, iPod Touch e iPad) e quelli che montano il sistema operativo Android, di casa Google, effettuiamo una ricerca mirata, inserendo le parole “iphone” e “android”, nella relativa casella di testo. Cliccando sul pulsante “Cerca plugin”, otteniamo un elenco consistente di tutti i plugins inseriti nel repository di WordPress.org che rispondono ai criteri di ricerca inseriti.
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Ovviamente, non tutti questi plugin svolgono la funzione che cerchiamo di implementare nel nostro blog. Alcuni, infatti, appaiono all’interno dei risultati di ricerca soltanto perché presentano, nel titolo o nella descrizione, le due keywords inserite. Ad esempio, il plugin “Piggy”, che appare nell’elenco, svolge una funzione totalmente diversa, inerente la possibilità di visualizzare le statistiche del blog anche da un iPhone o da un dispositivo Android. Accanto a ciascun plugin, troviamo due links: “Dettagli” e “Installa ora”. Il primo ci mostra alcune informazioni in merito al plugin, come delle screenshot, il livello di compatibilità con le diverse versioni di WordPress, il link al sito web dello sviluppatore, ecc. Inoltre, sempre nella stessa schermata, troviamo la versione corrente del plugin, insieme ad un punteggio basato sulle valutazioni degli utenti che hanno già utilizzato il plugin, oltre ad una breve descrizione. Il link “Installa ora”, invece, ci permette di avviare l’installazione del plugin. Per quanto riguarda il nostro esempio pratico, il plugin che installeremo si chiama "WordPress PDA & iPhone". Ci sono tanti altri plugins che svolgono i medesimi compiti, perciò va precisato che scegliamo questo piuttosto che altri analoghi soltanto perché è _______________________________________________________ 132
_______________________________________________________ uno di quelli che appaiono, al momento in cui scriviamo, in prima pagina e che presenta una buona valutazione (4 stelle su 5). Pertanto, clicchiamo su “Installa ora”, in corrispondenza del plugin “WordPress PDA & iPhone”. Ci apparirà una richiesta di conferma, alla quale rispondiamo cliccando sul pulsante “OK”. A questo punto, partirà l’installazione del plugin. Al termine, il plugin sarà anche attivato e ce ne sarà data conferma. Per essere certi che sia tutto ok, torniamo nella pagina dei plugins installati (menu “Plugin” → “Plugin installati”). Ecco come si presenterà la schermata:
Come possiamo vedere, il plugin è stato installato e risulta attivato. Inoltre, all’interno del menu “Plugin” è apparsa un’altra voce: “PDA”, introdotta dal plugin appena installato. Questo è un aspetto molto importante dei plugin di WordPress, vale a dire la possibilità di creare nuove voci di menu e/o altre funzionalità all’interno del pannello amministrativo. L’aggiunta di una nuova voce di menu da parte di un plugin, serve generalmente per dare la possibilità al blogger di configurare al meglio il plugin stesso, in base alle funzioni per le quali è predisposto quest’ultimo. _______________________________________________________ 133
_______________________________________________________ In questo caso, se clicchiamo su questo nuovo sottomenu “PDA”, arriviamo ad una schermata che non è nativa di WordPress, bensì aggiunta dal plugin appena installato e che consente di indicare al plugin stesso quali sono i tipi di browser per i quali attivare la visualizzazione “mobile”:
Con l’attivazione di questo plugin, abbiamo aggiunto al blog la possibilità di essere consultato in modo agevole anche tramite un dispositivo mobile. Pertanto, da questo momento, se un utente accede al blog con un telefono cellulare, può visualizzarne gli articoli con la veste grafica tipica di un sito per cellulari. Ecco come viene visualizzato il nostro blog, se ci colleghiamo ad esso tramite uno smartphone come l’iPhone:
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Plugin essenziali Su Internet e, in particolare, nel repository di WordPress dal quale abbiamo installato il plugin per il supporto dei dispositivi mobili, sono presenti una infinità di altri plugins, che svolgono le attività più disparate. Tra gli oltre 18.000 plugins attualmente presenti soltanto in tale repository ufficiale, ve ne sono alcuni che, generalmente, io consiglio di installare all’interno di un blog, o che comunque necessitano di particolare considerazione, tenuto conto delle funzioni che offrono. Pertanto, di seguito, riportiamo un breve elenco (con descrizione sintetica) di alcuni plugin che possono aiutarci a soddisfare alcune delle esigenze più comuni che possono nascere in fase di progettazione e di realizzazione di un blog. _______________________________________________________ 135
_______________________________________________________ • Akismet: come già accennato nel paragrafo precedente, si tratta di un plugin installato di default, insieme a WordPress. Esso si occupa della gestione dei commenti di SPAM ricevuti dal nostro blog e, in particolare, della loro eliminazione, che avviene in modo automatico. Per poter attivare tale plugin è necessaria una API Key, che ci viene fornita durante una rapida registrazione al sito http:// akismet.com. • All in One SEO Pack: un plugin che si occupa dell’ottimizzazione del blog in relazione ai principali motori di ricerca. Questo plugin offre tutta una serie di opzioni che consentono una gestione più diretta dei meta tags HTML ed è costantemente aggiornato. • Google XML Sitemap: si occupa della generazione di una sitemap XML per il blog. Tale sitemap contiene l’elenco di tutti i links del blog che si desidera far indicizzare ai motori di ricerca e può essere generata automaticamente e data in pasto ai motori stessi per velocizzare l’indicizzazione dei contenuti. • Contact Form: plugin che permette di implementare un form da inserire all’interno di un articolo o di una pagina web, tramite il quale gli utenti possono dialogare con il blogger. I messaggi ricevuti dagli utenti mediante questo plugin, sono inoltrati al blogger via email. • WP-Polls: plugin che consente l’implementazione di sondaggi all’interno del blog. • Add to Any: Share / Bookmark / Email Buttons: plugin per l’aggiunta, in corrispondenza di ogni articolo del blog, di pulsanti per il social bookmarking, ovvero per la condivisione tramite canali “social” diversi come facebook, twitter, ecc. • FeedStats: utile plugin che fornisce statistiche utili sull’utilizzo dei feed da parte degli utenti del blog. • Mingle - Users - Online: plugin che fornisce statistiche in merito al numero di utenti che visitano il blog. Naturalmente, si ribadisce che on line sono presenti anche altri plugins che svolgono i medesimi compiti, per cui basta cercare un _______________________________________________________ 136
_______________________________________________________ po’ per visualizzare tutte le alternative, direttamente dal pannello amministrativo di WordPress.
Editor In modo del tutto analogo alla gestione dei temi, WordPress mette a disposizione del blogger un apposito editor per la gestione dei plugins. Ciò significa che è possibile intervenire sui singoli files che compongono ciascun plugin, direttamente mediante il pannello di amministrazione, conoscendo naturalmente il linguaggio PHP. Per accedere all’editor si può utilizzare il menu “Plugin” → “Editor”. Comunque, generalmente, l’utilizzo dell’editor per modificare i plugins installati, non dovrebbe essere necessario e, in ogni caso, per modificare i files che li compongono, è importante avere buone conoscenze di PHP, di HTML, come pure della gestione dei fogli di stile (cascade stylesheets o CSS). Dato che si tratta di argomenti che prescindono dagli scopi di questo libro, non approfondiremo gli aspetti legati all’utilizzo dell’editor di WordPress. Comunque, nel caso in cui tu disponga di questo tipo di conoscenze, sappi che potrai ricorrere a questo strumento, facendo comunque molta attenzione, perché quando si interviene direttamente su questi files, un errore apparentemente banale, può causare errori di funzionamento, anche molto gravi, sul blog.
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Capitolo 11 - Gli utenti e la sicurezza Il blog e gli utenti Uno degli aspetti in merito ai quali è necessaria un’attenta valutazione, soprattutto in fase di progettazione del nostro blog, riguarda la gestione degli utenti che dovranno accedere al nostro blog. In particolare, non parliamo soltanto dei visitatori del blog, affezionati o occasionali, ma anche di quegli utenti che dovranno avere un ruolo attivo nell’ambito del nostro progetto. Ad esempio, se intendiamo dar vita ad un blog di tipo aziendale, dobbiamo valutare se esso dovrà essere aggiornato soltanto da una persona o da più di un utente e, in quest’ultimo caso, dobbiamo interrogarci su “chi fa che cosa”, vale a dire sui diversi ruoli che desideriamo attribuire ad ogni persona che accederà alle funzionalità amministrative del blog. Per la maggior parte dei blog di tipo personale, naturalmente, questo problema non si pone, poiché in genere ogni operazione viene svolta con il profilo utente predefinito. Infatti, durante la fase di prima installazione di WordPress viene automaticamente creato un utente amministratore, generalmente indicato come “admin”. Tale utente può essere considerato il super-user di WordPress, dato che può compiere qualsiasi tipo di operazione all’interno del blog. La gestione degli utenti assume un’importanza fondamentale anche per quei blog caratterizzati da una gestione collettiva e da un’organizzazione più di tipo “editoriale”, in cui alcune persone scrivono articoli, magari riservandosi ciascuna la una diversa rubrica, mentre altre si occupano di revisionare a di approvare preventivamente i contenuti da pubblicare sul blog. Per quanto riguarda i visitatori esterni, inoltre, la gestione degli utenti può consentire di rendere determinati contenuti accessibili soltanto a coloro che risultano registrati al blog. _______________________________________________________ 138
_______________________________________________________ Ad esempio, WordPress consente di limitare la visualizzazione di pagine e/o di articoli soltanto agli utenti registrati. Infatti, tra le opzioni disponibili all’interno della sezione per la creazione di un articolo o di una pagina WordPress, troviamo quella relativa alla visibilità da dare al contenuto web:
Le opzioni possibili sono tre: • Pubblico: l’articolo (o la pagina) può essere visualizzato da parte di tutti; • Protetto da password: l’articolo (o la pagina) può essere visualizzato soltanto da chi inserisce una password. Cliccando sull’opzione, appare una casella di testo in cui inserire tale password; • Privato: l’articolo (o la pagina) è accessibile soltanto da parte degli utenti registrati al blog. Inoltre, nella pagina di configurazione dei commenti che abbiamo visto nel capitolo 7 (menu “Impostazioni” → “Discussione”), sono presenti diverse opzioni connesse alla gestione degli utenti, come quella che limita la possibilità di scrivere _______________________________________________________ 139
_______________________________________________________ commenti soltanto agli utenti registrati al blog, oppure quella che vincola i commenti all’approvazione da parte degli utenti con profilo di amministratore.
Data l’utilità che può avere in determinati contesti la gestione degli utenti, in questo breve capitolo vedremo in che modo aggiungere e configurare nuovi utenti, nonché le tipologie di profili che è possibile assegnare a ciascuno di essi.
Creazione di un utente Per creare un utente in WordPress, come sempre, utilizziamo il pannello di amministrazione e, in particolare, accediamo alla sezione "Utenti".
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_______________________________________________________ Più precisamente, possiamo utilizzare il menu "Utenti" → "Tutti gli utenti", per accedere all'elenco degli utenti attualmente presenti nel sistema e, successivamente, cliccare sulla voce "Aggiungi nuovo", oppure possiamo scegliere direttamente il sottomenu "Aggiungi nuovo", sul lato sinistro del pannello.
La maschera che appare, ci permette di inserire diverse informazioni inerenti il nuovo utente da creare, come il nome utente, l'indirizzo email, il nome, il cognome, un eventuale sito web di riferimento e la password (insieme ad un'indicatore grafico della sua robustezza). Inoltre, in questa pagina troviamo l'opzione che consente di spedire via email la password ad un utente e, soprattutto, il ruolo da attribuire a quest'ultimo. Infatti, in un blog gestito da più utenti molto spesso è necessario stabilire delle relazioni su ciò che può fare ognuno, vale a dire le sue autorizzazioni. _______________________________________________________ 141
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Le autorizzazioni e i ruoli Quando un blog è gestito da più persone, inevitabilmente, sorge la necessità di definire un'organizzazione che consenta la migliore gestione possibile dei flussi informativi dai quali scaturiscono i contenuti del blog stesso. In quest'ottica, il blog assume una struttura di tipo editoriale molto simile a quella di un giornale, in cui si fa distinzione tra chi produce articoli, chi li modera, chi gestisce l'impaginazione e la veste grafica e così via. Per consentire tutto ciò, WordPress prevede una gestione degli utenti articolata su più profili, detti "ruoli", che individuano la funzione di ogni persona che collabora al blog e, di conseguenza, i relativi permessi e autorizzazioni da attribuire. I ruoli previsti in modo nativo in WordPress sono cinque e la gestione degli stessi risulta piuttosto semplice, anche perché finalizzata all'utilizzo di WordPress come piattaforma di blogging da parte di qualsiasi tipologia di blogger, dall'apprendista al più esperto. Tuttavia, su Internet sono disponibili diversi plugins che ampliano la gestione standard dei permessi e dei ruoli, oltre ad aggiungerne diverse funzionalità relative alla sicurezza di WordPress, per cui è possibile, in qualsiasi momento, installarne uno di essi, in funzione di specifiche esigenze che dovessero manifestarsi. I ruoli previsti dal team di WordPress sono i seguenti: • Amministratore: l'utente amministrativo del blog, può fare praticamente ogni cosa sul blog, dall'inserimento di articoli, all'installazione di temi e di plugins, alla moderazione dei commenti, alla gestione degli utenti e dei loro profili, ecc. Insomma, può accedere a tutte le funzioni offerte dal pannello amministrativo di WordPress. • Editore: può creare nuovi articoli (e pagine) e modificare i contenuti creati da altri utenti, oltre ad effettuare la moderazione dei commenti lasciati dai lettori del blog. Inoltre, può intervenire sulle categorie, modificandole. A differenza dell'utente amministratore, che può modificare il _______________________________________________________ 142
_______________________________________________________ profilo di tutti gli altri utenti, l'editore può modificare soltanto il proprio. • Autore: anche l'autore può modificare soltanto il proprio profilo. Inoltre, può creare e pubblicare soltanto articoli. Non può intervenire sugli articoli creati da altri utenti, ma può modificare o eliminare i propri. • Collaboratore: può intervenire sul proprio profilo e può scrivere esclusivamente articoli. Tuttavia, non può pubblicarli. La pubblicazione dev'essere effettuata da un editore o da un amministratore. • Sottoscrittore: il sottoscrittore può modificare il proprio profilo e accedere alla sola bacheca, per consultarla. Il ruolo di un utente viene solitamente stabilito in fase di creazione dello stesso, ma non è escluso che esso possa cambiare successivamente. Ad esempio, può capitare che, in un blog gestito con una struttura organizzativa simile a quella di una vera e propria testata giornalistica, si desideri trasformare un utente con ruolo di "autore" in "editore". In tal caso, dalla maschera di gestione degli utenti, raggiungibile tramite il menu "Utenti" → "Tutti gli utenti", basta cliccare sul link "Modifica" in corrispondenza dell'utente del quale vogliamo modificare il ruolo e, infine, selezionare il ruolo che si intende attribuire all'utente medesimo. Per illustrare il tutto con un esempio pratico, creiamo un utente "utentebook", utilizzando il sottomenu "Aggiungi nuovo":
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Successivamente, proviamo a modificare questo utente appena creato, cambiandone il ruolo da "Autore" a "Editore". Clicchiamo sul link "Modifica" relativo all'utente appena creato e usiamo la comoda casella combinata relativa al ruolo:
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_______________________________________________________ Dopo aver creato l'utente “utentebook”, possiamo accedere a WordPress con le nuove credenziali. Per far ciò, effettuiamo il logout dal pannello di amministrazione, dato che abbiamo effettuato l'accesso con l'account amministrativo. Clicchiamo sul messaggio di saluto situato in alto a destra (“Salve admin”) e ci apparirà un menu a tendina, all’interno del quale si trova una voce “Logout”. Selezionando questa voce, potremo disconnetterci dal pannello amministrativo di WordPress:
Successivamente, accediamo con il nuovo nome utente, appena creato:
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_______________________________________________________ A questo punto, una volta effettuato nuovamente l’accesso a WordPress, noteremo che alcune voci di menu non sono più presenti. Ad esempio, non troveremo i menu relativi alla gestione dei plugin o dei temi. Questo perché non stiamo accedendo come amministratori, ma come utenti con il ruolo di Editore e la possibilità di installare e/o rimuovere plugin e temi è consentita soltanto all'amministratore del blog. In particolare, avendo il ruolo di Editore, troveremo abilitate soltanto le voci di menu “Articoli”, “Media”, “Commenti”, “Profilo” e “Strumenti”.
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La sicurezza e l'importanza di aggiornare La sicurezza di un blog basato su WordPress non è limitata ad una gestione più o meno efficace degli utenti, ma si deve realizzare attraverso tutta in una serie di accorgimenti volti a rimuovere quei fattori che possono permettere l’accesso non autorizzato da parte di terzi e, di conseguenza, che possono minare la corretta funzionalità del proprio blog. In quest'ottica, assume un'importanza essenziale il fatto di mantenere la propria installazione WordPress sempre aggiornata alle ultime versioni. In fin dei conti, WordPress altro non è che un'applicazione web, che rende accessibili agli utenti i contenuti da noi predisposti tramite un web server e che, come tale, risente di tutte quelle problematiche sulla sicurezza che normalmente affliggono questa tipologia di software. Ciò significa che WordPress non è immune a tutte quelle tipologie di attacco che riguardano i siti web come, giusto per citarne qualcuna, l’SQL injection, gli attacchi relativi al protocollo HTTP, gli attacchi di Buffer Overflow derivanti da funzioni inserite in determinate parti di codice di WordPress o del web server su cui gira il blog, ecc. Non è raro, da parte delle aziende specializzate in sicurezza informatica, trovare nuove vulnerabilità che un pirata informatico può utilizzare per compromettere un sistema sul quale è in funzione il nostro blog. Per averne conferma, basta digitare su qualsiasi motore di ricerca l'espressione "wordpress vulnerabilities". Appariranno diversi siti che riportano vulnerabilità inerenti WordPress, o alcuni dei suoi plugins più diffusi. Queste falle possono essere sfruttate per le finalità più diverse (es.: per prendere possesso del server sul quale gira il nostro blog, per utilizzare il sistema che ospita il nostro blog come testa di ponte per ulteriori attacchi, diretti verso altri sistemi informatici, per “defacciare” il nostro sito, ecc.). Generalmente, come avviene anche per altri prodotti software, quando si scopre che una versione di WordPress presenta delle _______________________________________________________ 147
_______________________________________________________ vulnerabilità inerenti la sicurezza, il team di sviluppo cerca di correggere le parti del codice PHP che causano i problemi e, nel momento in cui sono apportate le dovute correzioni, viene predisposta una nuova versione del CMS, scaricabile da parte degli utenti. Da qui deriva la necessità di mantenere sempre aggiornata la propria installazione di WordPress. Se abbiamo installato, ad esempio, la versione 3.0 di WordPress, che presenta una o più vulnerabilità e non aggiorniamo alle versioni successive che sappiamo aver rimosso tali vulnerabilità, rischiamo di lasciare il nostro blog alla mercé di qualsiasi pirata informatico in grado di sfruttare queste vulnerabilità. E, indipendentemente dal fatto che un attacker lo faccia per prendere possesso del nostro server e/o semplicemente per effettuare il "defacement" del sito, avremo permesso a qualcuno di compromettere il normale funzionamento del nostro blog. Bisogna evidenziare che la necessità di aggiornare costantemente il software non riguarda soltanto WordPress, ma anche i diversi plugins installati e il resto del software presente sul server. Ovviamente, salvo il caso in cui abbiamo acquistato un server dedicato completamente autogestito, noi potremo intervenire soltanto su WordPress e sui plugins, mentre il resto del software presente sul server dovrà essere costantemente aggiornato a cura del fornitore del servizio.
L’aggiornamento di WordPress Per aiutarci a mantenere aggiornato il software della nostra piattaforma di blogging, WordPress prevede un sistema di aggiornamento semi-automatico, che ci avvisa quando è disponibile un nuovo aggiornamento relativo sia a WordPress stesso che ai diversi plugins installati. Tale sistema è stato introdotto a partire dalla versione 2.7 e ha semplificato notevolmente gli aggiornamenti, rispetto al passato. Infatti, in precedenza, era necessaria una procedura più complessa, che si può riassumere, sostanzialmente, nelle seguenti fasi: _______________________________________________________ 148
_______________________________________________________ • sostituzione di tutti i files php di WordPress, fatta eccezione per quello relativo alla configurazione (“wp-config.php”) e per quelli contenuti della cartella “wp-content” , che raccoglie i temi, i plugins e i media inseriti negli articoli e nelle pagine; • esecuzione di uno script predisposto dal team di WordPress, per l’aggiornamento della struttura del database in relazione alla nuova versione da installare. Data la maggiore complessità di tale modalità di aggiornamento di WordPress, per la quale era necessario, oltretutto, un client FTP per copiare materialmente i files sul proprio spazio web e, comunque, una preparazione maggiore sotto il profilo tecnico, a partire dalla versione 2.7, il team di sviluppo di WordPress ha introdotto un nuovo sistema di aggiornamento, che si occupa di gestire in modo automatico tutte queste fasi. Inoltre, questo sistema gestisce anche gli aggiornamenti dei plugins ed è accessibile direttamente dal pannello di amministrazione, tramite pochi click. Ad esempio, mentre sto scrivendo questo libro, mi sono reso c o n t o c h e i l b l o g S PA C E 4 T U T O R I A L ( h t t p : / / www.space4tutorial.com) deve ancora essere aggiornato all’ultima release. Ecco il modo in cui WordPress mi avvisa della necessità di aggiornare, direttamente dalla bacheca:
Basta cliccare sul link “Aggiorna adesso”, per lanciare la procedura di aggiornamento, che mi guiderà in tutte le fasi. _______________________________________________________ 149
_______________________________________________________ Inoltre, sul menu a sinistra, è presente una voce “Aggiornamenti”, che mi dice che ci sono 6 aggiornamenti da effettuare sul blog. Quali sono? Per saperlo, clicco subito su questa voce di menu. Come già abbiamo detto, WordPress non si occupa soltanto degli aggiornamenti relativi al “core”, cioé a sé stesso, ma anche dell’aggiornamento dei plugins. La maschera che appare lo conferma. Essa, infatti, sta indicando prima di ogni cosa che WordPress può essere aggiornato alla versione 3.3.1 (insieme ad altre indicazioni relative alla localizzazione in lingua italiana):
Inoltre, all’interno della stessa maschera, sono indicati i plugins che necessitano di aggiornamento. In particolare, al momento, sul blog ci sono i plugins Akismet (per la gestione dei commenti di SPAM) e All in One SEO Pack (per l’ottimizzazione SEO): _______________________________________________________ 150
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Infine, sempre nella stessa schermata, più in fondo, sono mostrati i temi per i quali è disponibile una versione aggiornata:
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_______________________________________________________ Per effettuare l’aggiornamento di ciascuno di questi elementi, basta selezionare la rispettiva casella (checkbox) e cliccare sul pulsante di aggiornamento. Per esempio, decidiamo di aggiornare Akismet. Poniamo la spunta in corrispondenza del plugin Akismet e clicchiamo sul pulsante “Aggiornamento plugin”. Ecco cosa appare:
Come si può constatare, l’aggiornamento del solo plugin Akismet è stato completato. Possiamo procedere allo stesso modo, per tutti gli altri plugins, per i temi e per il “core” di WordPress. Naturalmente, il fatto che WordPress preveda una procedura molto semplice per l’aggiornamento, non ci esime dall’eseguire una copia di backup ogni volta che si effettuano degli aggiornamenti, almeno per quelli più importanti, che interessano WordPress piuttosto che i singoli plugins e i temi. Infatti, quando si compiono operazioni di questo tipo, può sempre accadere l’imprevedibile e, in tal caso, è meglio essere preparati, con una copia di backup che consenta di effettuare il ripristino dei propri articoli, delle pagine e di tutti gli altri elementi del blog.
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Capitolo 12 - Le impostazioni Un comodo menu per gestire il blog Nel giro di pochissimi anni, WordPress ha saputo conquistare migliaia e migliaia di blogger, grazie alla sua flessibilità e al suo enorme potenziale, che oggi lo rende una delle migliori piattaforme non soltanto per il blogging, ma anche per la creazione di siti web di tipo pubblicitario e/o, come dire, di “presentazione aziendale”. Tuttavia, l’elemento che rende WordPress eccezionale, è certamente l’immensa semplicità con cui è possibile intervenire sulle diverse opzioni che riguardano la configurazione del blog. In particolare, per modificare tutte le impostazioni principali del blog, WordPress prevede un comodo menu “Impostazioni”, al quale abbiamo già accennato nei capitoli precedenti e che, in questo capitolo, vedremo in modo più dettagliato, navigando tra i diversi sottomenu racchiusi al suo interno. Più precisamente, le voci presenti tra le impostazioni, sulle quali possiamo intervenire per modificare il comportamento e diversi aspetti del nostro blog, sono: • Generale • Scrittura • Lettura • Discussione • Media • Privacy • Permalink Di seguito, sono riportate le funzionalità assolte da ciascuna di queste voci. Generalmente, esse vengono configurate subito dopo l’installazione del blog e normalmente non vengono modificate successivamente.
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Generale Questa voce riguarda tutte le impostazioni, di carattere generale, che riguardano il blog. In particolare, essa porta ad una pagina tramite la quale è possibile definire: • il titolo del blog, definito in fase di prima installazione; • il motto, consistente in uno slogan che caratterizza il blog; • le URL inerenti l’installazione di WordPress e il sito web; • l’indirizzo email al quale inviare le notifiche inerenti il blog. Tale indirizzo email, generalmente, coincide con l’email dell’utente amministratore; • la possibilità o meno, da parte degli utenti, di registrarsi al blog autonomamente; • il ruolo predefinito per gli utenti che si registrano al blog autonomamente; • il fuso orario e il formato della data e dell’ora da utilizzare per mostrare le date e le ore in corrispondenza degli articoli.
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Scrittura Questa sezione, riguarda alcune impostazioni utili soprattutto quando si inseriscono contenuti web nel blog, come articoli e pagine.
Tra le opzioni disponibili in questa sezione, troviamo: • il numero di righe da mostrare, relativamente al box per la scrittura degli articoli; • una checkbox per la conversione di sequenze di caratteri come :-) e ;-D in emoticon grafiche; • una checkbox per correggere automaticamente il codice XHTML non correttamente annidato; • l’indicazione della categoria di default per gli articoli (“Senza categoria”); _______________________________________________________ 155
_______________________________________________________ • l’indicazione della categoria predefinita per i links (“Blogroll”); • la possibilità di configurare il bookmarklet “Pubblicalo”. Si tratta di una piccola applicazione che consente di creare in modo semplice, tramite il proprio browser, degli articoli a partire da pezzetti di pagine web; • la possibilità di configurare l’invio di articoli via email. Tale funzionalità prevede l’inserimento di articoli mediante invio di una email ad una casella di posta segreta. Ogni email ricevuta viene in automatico pubblicata; • la possibilità di abilitare il protocollo Atom Publishing e XML-RPC.
Lettura Questa sezione contiene le opzioni inerenti la consultazione del blog da parte degli utenti:
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_______________________________________________________ Le opzioni presenti in questa pagina permettono di stabilire: • quale deve essere la pagina iniziale da visualizzare, in particolare se deve essere una pagina statica, oppure l’elenco degli ultimi articoli; • il numero di articoli da mostrare, per ciascuna pagina; • il numero di articoli da mostrare all’interno dei feed del blog; • se nei feed gli articoli devono essere mostrati in forma sintetica o completa; • il tipo di codifica da utilizzare per le pagine del blog.
Discussione Questa pagina l’abbiamo già vista nel capitolo 7 dedicato ai commenti. Essa contiene tutte le impostazioni utili per la gestione degli aspetti legati alla regolamentazione delle discussioni sul proprio blog. Le opzioni disponibili in questa pagina sono tante e sono tutte ben documentate, per cui in queste pagine le elencheremo semplicemente: • opzioni per la notifica dei contenuti da e verso gli altri blog (in particolare per la gestione dei pingback); • opzioni per la gestione dei commenti (per decidere se i commenti devono essere liberi o soggetti a moderazione e i requisiti da rispettare per chi commenta); • opzioni per la notifica via email dei commenti; • greylist relativa ai commenti contenenti parole chiave particolari, da sottoporre a moderazione; • blacklist riguardante commenti contenenti parole chiave particolari, da non approvare; • opzioni per la gestione e la visualizzazione degli avatar, per gli utenti che intervengono alle discussioni, mediante il sistema dei commenti.
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Media Le impostazioni relative ai media consentono di gestire diversi aspetti e, in particolare: • la dimensione predefinita e massima delle immagini inserite all’interno degli articoli e delle pagine; • la possibilità di incorporare contenuti multimediali come video provenienti YouTube o link relativi a servizi come Flickr; • il percorso da utilizzare per memorizzare i files di cui si è effettuato l’upload (valore predefinito: wp-content/uploads).
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Privacy La sezione dedicata alle impostazioni sulla privacy consente di inibire o meno l’accesso e il posizionamento del blog da parte di qualsiasi motore di ricerca. In particolare, tale opzione attiva o meno il meta tag robots all’interno di ogni pagina del blog (<meta name=”robots” content=”noindex, nofollow”>), in modo da indicare ai crawlers relativi a diversi motori di ricerca di non prendere in considerazione il blog, durante l’attività di indicizzazione.
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Permalink Questa sezione permette di configurare i permalink del blog. Un permalink è un tipo di URL riferito ad una particolare pagina web, i cui contenuti sono implementati con l’intento di non cambiare per lunghi periodi di tempo. Non a caso, il termine permalink nasce dalla contrazione delle parole “permanent” e “link”. In questa sezione, possiamo decidere in che modo rappresentare i permalinks del blog. In particolare, possiamo stabilire la struttura di links che intendiamo utilizzare all’interno del blog. Per comprendere meglio i permalinks, riportiamo un esempio. Nel corso del capitolo 5, abbiamo visto come creare un articolo. Come impostazione predefinita, L’URL diretto a tale articolo di WordPress è rappresentato in questo modo: http:// book.space4tutorial.com/?p=9, in cui il numero 9 rappresenta il codice del post così come inserito all’interno del database. Se, all’interno della pagina di configurazione dei permalink, configuriamo l’opzione “Data e nome”, possiamo utilizzare un sistema di links diverso per indicare i nostri articoli, più mnemonico. Più precisamente, l’articolo potrà essere referenziato anche tramite il link seguente: http://book.space4tutorial.com/2012/02/28/articolo-diprova-n-1/. Questa funzionalità si rivela molto utile anche dal punto di vista dell’indicizzazione da parte dei motori di ricerca, perché se all’interno del titolo inseriamo una determinata keyword, essa _______________________________________________________ 160
_______________________________________________________ apparirà anche nel permalink, con conseguenti benefici sotto il profilo dell’ottimizzazione SEO.
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Capitolo 13 - I "segreti" di un blog di successo Rendere interessante il proprio blog Nei capitoli precedenti sono stati affrontati i diversi aspetti relativi alla gestione di un blog, soprattutto dal punto di vista tecnico - pratico, a partire dalla creazione, passando per lo sviluppo dei contenuti web, delle diverse funzionalità aggiuntive, fino ad arrivare alla gestione degli utenti. Naturalmente, come già espresso in premessa, questo libro non pretende di essere la guida definitiva a WordPress, ma vuole dare un quadro complessivo di tutto ciò che riguarda la gestione di un blog tramite questo CMS. Resta chiaro che, anche se questo testo tratta in modo specifico la realizzazione di un blog realizzato con WordPress, in queste pagine sono contenute utili indicazioni anche per coloro che, in futuro, dovessero decidere di adottare piattaforme diverse per il blogging. In particolare, a partire da questo capitolo, affronteremo diversi argomenti utili alla gestione di un blog, che prescindono dalla piattaforma scelta e che possono decretare in modo evidente il maggiore o minore successo del nostro blog. Prima di andare avanti, però, diciamo subito una cosa importantissima: ottenere il successo del proprio blog, non è facile, come molti possono pensare. In tal senso, su Internet è possibile trovare ogni giorno migliaia e migliaia di siti web in cui si promette di rivelare i segreti per ottenere un blog di successo, molto spesso facendo credere a chi legge che basti conoscere qualche trucco "speciale" per veder decollare il numero dei visitatori all’improvviso e senza fatica. Eh si, perché l'elemento di principale soddisfazione, preso come riferimento dalla maggior parte dei webmasters e più precisamente dei blogger, è il numero di visite mensili o giornaliere ricevute. _______________________________________________________ 162
_______________________________________________________ Su questa convinzione, sono sorte vere e proprie aziende, sia in ambito nazionale che internazionale, la cui attività principale è costituita dall'erogazione di corsi e dalla vendita dei cosiddetti "infoprodotti”. Tra queste, alcune forniscono servizi e materiale informativo che ritengo essere di grande qualità (ebook, video-corsi, reports, ecc.), mentre altre purtroppo si limitano a raccogliere e a riportare notizie e informazioni di uso comune, proponendole come una sorta di "pozione magica" per il successo, spesso a prezzi considerevoli. La mia opinione personale è che il più delle volte, nulla si impara così bene come le lezioni sperimentate sulla propria pelle! Personalmente, non nascondo di avere acquistato diversi infoprodotti e di aver trovato, insieme alle informazioni utili, anche tanta e tanta "spazzatura". Tuttavia, credo che questo sia servito a comprendere che oltre alle persone che svolgono il proprio lavoro con estrema serietà, ve ne sono altre che approfittano dell'entusiasmo di un blogger che vorrebbe vedere il proprio blog visitato non soltanto dai propri parenti ed amici, ma anche da altre persone. Tutto ciò lo dico perché sono fermamente convinto che, come per ogni altra attività, per fare in modo che il proprio blog abbia il successo sperato, è necessario impegno e dedizione. In altre parola, non basta mettere in piedi un blog e inserire due banner pubblicitari, per poi spegnere il proprio computer e oziare nell'attesa che esso produca "importi a 4 zeri" (come recita qualche slogan, su internet). Detto questo, vediamo insieme quali possono essere i segreti per il successo di un blog appena nato e ancora sconosciuto a chiunque. Naturalmente, questi non sono né segreti, né tantomeno trucchi che funzionano al 100% per qualsiasi tipo di blog che intendiamo realizzare, bensì semplici consigli e suggerimenti derivanti dall'applicazione pratica e dall'esperienza personale. Il primo tra tutti i suggerimenti è quello di rendere interessante il proprio blog. Come? Creando prima di ogni cosa dei contenuti interessanti! In quest’ambito, assume un’importanza fondamentale anche la scelta della "nicchia" giusta di riferimento. E le valutazioni possono essere tante e differenti tra di loro. _______________________________________________________ 163
_______________________________________________________ Infatti, ad esempio, si potrebbe ritenere che un settore come quello dell'informatica, esistendo molti blog che trattano argomenti legati al mondo dei computer, dei telefoni cellulari e degli smartphone, ecc., possa essere troppo competitivo per i propri gusti. Come pure, tra un blog di informatica e uno di cucina, si potrebbe ritenere che quello di cucina abbia un'utenza minore, ma estremamente "fedele", per cui basta far conoscere il proprio blog ai lettori per conquistarli. Ancora, si potrebbe preferire di realizzare un blog sulla televisione e, in particolare, sul gossip, piuttosto che dar vita ad un blog sulla musica classica, perché esso potrebbe essere indirettamente "trainato" da alcuni programmi televisivi con forza maggiore rispetto a quanto si potrebbe essere capaci da soli. Comunque, a prescindere dall'argomento che decidiamo di trattare, il nostro blog deve esser interessante. Per esser tale, esso deve avere dei contenuti che possano corrispondere alle esigenze e alle richieste degli utenti. In pratica, bisognerebbe rispettare una delle regole fondamentali del perfetto commerciante: "fagli avvertire il bisogno al cliente e dagli ciò che desidera!". Per farlo, bisogna fare in modo che l'utente che accede al nostro blog, trovi dei contenuti utili ai suoi scopi. Eventualmente, può essere utile, prima della fase progettuale del blog, capire quali potrebbero essere le esigenze del target di utenti che desideriamo coinvolgere, eventualmente effettuando dei sondaggi e delle ricerche di mercato. Ovviamente, il concetto di "interessante" può variare da persona a persona, in relazione agli argomenti trattati. Infatti, non è detto che tutti i lettori trovino egualmente interessante un determinato articolo scritto sul nostro blog. Scegliere la giusta "nicchia" ci consente di focalizzare l'attenzione su una determinata tipologia di contenuti e anche il lettore che non è interessato ad un singolo argomento potrebbe riconoscere nel nostro blog un valido punto di riferimento. Ad esempio, su un blog che riguarda l'astronomia generale, posso trovare articoli sul sistema solare, come pure articoli sulle quasar e sulle teorie che governano l'Universo. Non è detto che tutti _______________________________________________________ 164
_______________________________________________________ lettori siano affascinati dalla teoria delle stringhe, relativa alla nascita dell'Universo, ma qualcuno di essi, certamente, trovando anche altri articoli per lui interessanti (magari sulla formazione delle nebulose), tornerà sicuramente a visitare il sito, oppure lo aggiungerà alla lista dei suoi preferiti.
Scelta dei contenuti Per rendere interessante un blog, è necessario, senza ombra di dubbio, scrivere articoli di qualità. Per articoli di qualità non dobbiamo intendere necessariamente articoli lunghi pagine e pagine. Piuttosto, intendiamo articoli che affrontano in modo completo determinati argomenti, presentati in modo "professionale", scritti correttamente, senza errori grammaticali e con un linguaggio più fluido e leggero possibile, la cui lettura risulti riposante per l’utente. Per scrivere contenuti di qualità, è necessario conoscere gli argomenti trattati e conoscerli bene. Ciò, non soltanto per scongiurare il rischio di errori, ma anche perché se desideriamo un blog di successo dobbiamo anche essere in grado di far fronte alle diverse richieste di assistenza e supporto mosse dai lettori, mediante il sistema dei commenti. Il successo di un blog e l'interesse verso di esso sono direttamente proporzionali alla partecipazione degli utenti e, se questi ultimi lasciano dei commenti, è necessario rispondere loro in modo preciso, in base alle eventuali problematiche rappresentate. Oltre alla qualità degli articoli, è molto importante la quantità di questi ultimi. Che non vuol dire che dobbiamo scrivere 40 articoli al giorno, senza sosta. Piuttosto, meglio scrivere un articolo di una buona qualità, ma con cadenza settimanale. Molti blogger, spesso, partono con dei blog ricchi di articoli, sfornando nuovi post al ritmo di 10 al giorno e poi, dopo pochi mesi, finiscono per scoraggiarsi e abbandonare il blog a sé stesso, stanchi di aggiornarlo. _______________________________________________________ 165
_______________________________________________________ Senza contare che, a volte, se si pubblicano 10 articoli al giorno senza interruzione, si rischia di non valorizzare adeguatamente i contenuti di buona qualità. Ai fini della realizzazione di buoni post, bisogna evitare il "copia e incolla" dagli altri siti. L'ispirazione da altri siti è accettabile e spesso porta ad affrontare argomenti secondo prospettive diverse, ma è necessario effettuare sempre un'adeguata elaborazione e approfondimento dei contenuti. Inoltre, il nostro blog non deve affrontare soltanto gli argomenti interessanti per noi, ma soprattutto quelle tematiche interessanti e utili dal punto di vista dei nostri lettori. E deve, possibilmente, riportare informazioni non presenti su altri siti web. Soltanto così gli utenti potranno apprezzare il nostro lavoro e tornare con piacere sul nostro blog.
Scelta di un tema accattivante Naturalmente, i contenuti non sono l'unica cosa a cui fare attenzione, per avere un blog di successo. Infatti, il nostro blog può essere il migliore dal punto di vista degli articoli scritti, ma se non ha una veste grafica accattivante, potrà non essere preso nella giusta considerazione. Abbiamo già descritto le modalità di ricerca e di installazione dei temi con WordPress. Qui, aggiungiamo che un tema dovrebbe essere scelto ed eventualmente personalizzato anche e soprattutto in relazione agli argomenti trattati. Ad esempio, un tema con uno sfondo ricco di fiori, non si addice molto ad un blog che tratta l'economia e la finanza. Allo stesso modo, su un blog di cucina è difficile abbinare dei pulsanti in stile "techno". Mentre, al contrario, un tema con molti fiori è possibile associarlo ad un blog di cucina ed è in tema con un blog che tratta il giardinaggio. Un'altra cosa da tenere ben presente, quando si sceglie un tema e, successivamente, quando si scrivono dei nuovi articoli, è l'impaginazione grafica. _______________________________________________________ 166
_______________________________________________________ In particolare, la disposizione delle immagini rispetto al testo, può rendere la lettura dei contenuti del blog più o meno comoda e riposante. Anche la corretta collocazione dei banner pubblicitari, allo stesso modo, può rendere la lettura più agevole, di fatto migliorando la cosiddetta "experience" dell'utente, che sarà più propenso a tornare a far visita al nostro blog. Un altro elemento importante, specie se ci siamo prefissati un target di utenti provenienti da un determinato Paese, è costituito dal fatto di avere un tema localizzato, ovvero tradotto nella lingua conosciuta alla nostra tipologia di potenziali visitatori. Ad esempio, se il nostro blog si riferisce ad utenti italiani, possiamo utilizzare un tema che preveda la localizzazione in lingua italiana (oppure, se conosciamo un po' di PHP, possiamo provvedere direttamente alla traduzione, tramite l'apposito editor di cui abbiamo accennato nel corso del capitolo 8). Se contiamo di scrivere articoli per utenti provenienti da più Paesi, possiamo anche decidere di creare un blog multilingue, tramite l’installazione e l’attivazione di appositi plugins o mediante traduzione diretta dei contenuti. Le soluzioni sono tante e il fine è quello di far sentire i nostri visitatori il più possibile a proprio agio.
Scrivere per il web Scrivere su un blog non è sempre facile. Bisogna conoscere gli argomenti su cui si scrive, scegliere immagini e altro materiale multimediale utile alla migliore rappresentazione di ciò che scriviamo e, soprattutto, bisogna adottare una serie di regole stilistiche alle quali non sempre siamo abituati. L'approccio utilizzato per scrivere, ad esempio, il testo di una brochure per la promozione di un prodotto non è lo stesso impiegato nella stesura del testo di una relazione tecnica. E non potrebbe esserlo, dato che la finalità è differente. Infatti, il testo di una brochure è finalizzato a stimolare l'interesse dei potenziali acquirenti verso un determinato prodotto e deve avere determinate caratteristiche, mentre quello di una relazione _______________________________________________________ 167
_______________________________________________________ tecnica è descrivere in modo approfondito un dato argomento e, pertanto, deve presentare una forma del tutto differente. Allo stesso modo, la scrittura da utilizzare per un blog e, più in generale, per un sito web, deve presentare uno stile specifico, in grado di coinvolgere gli utenti e di portare alla cosiddetta "conversione", ovvero al loro interesse verso ciò che riportiamo nei nostri articoli. Le regole che consigliamo di seguire, nella scrittura dei contenuti di un blog, sono diverse: - Scrivere utilizzando un linguaggio semplice Quando si crea un blog, generalmente, si parte dall'idea che qualcuno lo legga (sarebbe strano se non fosse così). In base agli argomenti trattati e alla tipologia di utenti ai quali sono diretti i nostri contenuti, dobbiamo cercare di scrivere in modo facile. Questo, naturalmente, non significa essere banali. Piuttosto, significa che dobbiamo scrivere in modo comprensibile, adottando cioè un linguaggio non necessariamente forbito e carico di espressioni linguistiche insolite, ma piuttosto sintetico e chiaro, descrivendo se necessario anche i concetti che possono sembrarci scontati, gli acronimi e le espressioni gergali che potrebbero creare difficoltà a chi legge. In tal modo, la lettura risulterà fluida e gli utenti saranno in grado di valutare positivamente i nostri contenuti. - Usare la quantità di testo necessaria Questo, ovviamente, non significa andare a contare, una ad una, le parole da utilizzare per la scrittura di un post. Significa scrivere i propri articoli tenendo presente che un articolo breve non è sinonimo di scarsa qualità, come pure che non sempre un articolo molto lungo è al tempo stesso un ottimo articolo. La regola da tener presente è: scrivere la giusta quantità di testo necessaria ad affrontare l'argomento trattato, senza scrivere di più o di meno. - Non girare troppo attorno ai concetti da trattare La parola d'ordine è "pertinenza". Data una determinata tematica, non girare attorno ai concetti, ma scrivere tutto ciò _______________________________________________________ 168
_______________________________________________________ che si ritiene rilevante, evitando di dare l'impressione di voler "allungare il brodo", specie quando ciò non è necessario. - Esporre subito i concetti principali Riportare i concetti fondamentali fin dalle prime righe, sia dell'articolo, che di ogni singolo paragrafo. In tal modo, si semplifica di parecchio la lettura e si consente all'utente di capire subito se un articolo è interessante, oppure no. Anche perché l'utente che legge un blog non ha lo stesso atteggiamento del lettore di un libro, non si sta necessariamente ritagliando uno spazio da destinare al proprio relax, ma al contrario, è spesso mosso dalla frenesia di avere al più presto a propria disposizione le informazioni di cui ha bisogno. Pertanto, un articolo in cui non si comprendono subito i concetti trattati finisce per non essere letto fino in fondo. - Affrontare gli argomenti in modo completo Se vogliamo che i nostri articoli siano ritenuti utili e che il nostro blog sia degno di essere visitato, dobbiamo cercare di trattare ogni determinato argomento in modo corretto e completo. Il tutto, sempre con un linguaggio conciso e preciso. - Scrivere in modo brillante È importante scrivere in modo da rappresentare i concetti in modo brillante, non nel senso di trattarli con comicità, ma piuttosto nella direzione di esporli con un linguaggio fluido e che mostri anche gli aspetti pratici, in modo da "solleticare" il lettore e "mantenerlo attento" su ciò che si scrive.
Scelta del font giusto Anche l'impiego di un determinato font, piuttosto che un altro, può condizionare il lettore e il successo del blog. Non solo, il corretto utilizzo del corsivo, del grassetto, del sottolineato, come pure della tabulazione e dell'allineamento, possono favorire o meno l'utente nella lettura dei contenuti. Ad esempio, la scelta di evidenziare con il grassetto i concetti chiave o le frasi più importanti, può essere vincente rispetto a creare un articolo senza alcun tipo di formattazione. _______________________________________________________ 169
_______________________________________________________ Allo stesso modo, l'utilizzo di un elenco puntato o numerato per descrivere una lista di elementi, risulta sicuramente più adeguata, rispetto all'indicazione degli stessi, semplicemente separandoli con la virgola. Ancora, scrivere articoli separando diversi blocchi di testo può facilitare di molto la comprensione degli stessi. Per quanto riguarda i colori, bisognerebbe prediligere, su sfondi chiari, caratteri non troppo luminosi e dai colori saturi, mentre su sfondi scuri, caratteri dal colore chiaro, ma non troppo affine al colore di sfondo. Riguardo ai links, bisognerebbe evitare lo stesso colore utilizzato per il testo non linkato. Queste sono indicazioni generali, che possono valere per il web, ma al tempo stesso possono esse utili anche per altre forme di comunicazione.
Scelta del titolo migliore Il titolo è la prima cosa che si legge, in una pagina o in un articolo. Pertanto, l'utente dovrebbe comprendere di cosa tratta il resto del testo, semplicemente leggendo il titolo. Se l'utente non ha ben chiaro l'argomento trattato dall'articolo, come pensiamo di convincerlo a leggerlo? Per questo motivo, per ciascun articolo, è necessario che il titolo contenga l'indicazione, nel modo più possibile completo, di ciò che tratta l'articolo stesso. Perché soltanto così è possibile suscitare l'interesse dell'utente, fin dal primo momento. E l'impressione generata nell'utente, decreterà il successo o meno del nostro lavoro di blogger. Inoltre, il titolo deve essere sintetico. In diversi casi, tre o quattro parole possono bastare a descrivere articoli anche molto complessi. In altri, è necessario essere più prolissi, ma comunque bisogna cercare di "lanciare il messaggio" di ciò che l'utente troverà leggendo il nostro articolo. In questo modo, dal punto di vista psicologico, l'utente partirà con il piede giusto e, se interessato all'argomento, leggerà il nostro articolo fino alla fine. _______________________________________________________ 170
_______________________________________________________ Ma cosa possiamo fare, in pratica, per ottenere dei buoni titoli per i nostri articoli? Ecco qualche indicazione che potrebbe tornare utile: • Prediligere titoli brevi, ma al tempo stesso descrittivi; • Evitare le abbreviazioni, ove possibile; un'espressione che è rimasta particolarmente impressa nella mia mente, durante un corso di formazione, è "sintetizzare, non abbreviare"; • Inserire, nel titolo, una o più parole ritenute "chiave"; • Evitare titoli generici del tipo "articolo 1” (nel corso del libro abbiamo creato un articolo dal titolo "Prova di articolo n. 1", ma ovviamente questo titolo serviva soltanto come esempio dimostrativo); • Creare titoli originali, che stimolino l'attenzione dei lettori.
Uso dei social network Un blog di successo basa la propria forza sull'impiego di tutti i canali di promozione disponibili sul mercato. In tal senso, bisogna dire che, specie negli ultimi anni, l'affermazione dei social network ha aggiunto nuovi metodi per far conoscere il proprio blog al maggior numero possibile di utenti. Tali metodi, ovviamente, si aggiungono alle altre forme di promozione già esistenti in precedenza e, molto spesso, si rivelano più efficaci della normale pubblicità ottenuta tramite i più diffusi circuiti di advertising presenti su Internet. Inoltre, è importante sapere che la pubblicità ottenuta mediante l'uso dei social network, a differenza di quella di tipo tradizionale e a pagamento, risulta essere gratuita. Questo è il motivo per cui molti blog sono collegati anche ad una pagina Facebook, o ad un profilo Twitter o, più frequentemente, ad entrambi, oltre ad essere presenti online con profili professionali di LinkedIn e di altri social network. Il vantaggio offerto dall'impiego dei social network, deriva dal fatto che, per le loro caratteristiche intrinseche, questa tipologia di servizi internet implica la partecipazione di grandi quantità di utenti, che producono in primis i contenuti. _______________________________________________________ 171
_______________________________________________________ Si stima che i social network coinvolgono oltre l'80% della totalità degli internauti esistenti a livello mondiale. Dato che i social network basano il loro funzionamento e successo sul fatto che gli utenti sono creatori essi stessi dei contenuti, un buon metodo per promuovere il nostro blog potrebbe essere rappresentato dal fatto di fare in modo che gli utenti stessi parlino di noi su uno o più social networks. In che modo possiamo far parlare del nostro blog su social network come Facebook e/o Twitter, giusto per citare i più importanti? Ecco alcuni metodi: - Uso dei pulsanti di "social sharing" Si tratta di pulsanti che consentono, agli utenti che trovano i nostri articoli interessanti e meritevoli di attenzione, di condividere il link alle relative pagine, sulla propria bacheca Facebook, sul profilo Twitter e così via. Se l'utente A condivide un link ad un nostro articolo sul proprio profilo, tutti gli utenti collegati potranno visualizzare quello che nel gergo dei social network si chiama "aggiornamento dello status" e, cliccando sul link messo in "share", potranno leggere l'articolo condiviso dall'utente A. L'uso di questi pulsanti può essere davvero molto utile, soprattutto nel caso in cui si riesca a sviluppare una buona "viralità", vale a dire una buona capacità di diffusione dei propri articoli, tramite questo meccanismo, molto simile ad un "passaparola". L'aggiunta di questi pulsanti al proprio blog può essere effettuata tramite appositi plugins oppure, molto spesso, è inclusa tra le funzionalità messe a disposizione dal tema scelto. Per installarne uno senza grande sforzo, ci basta seguire la procedura indicata nell'apposito capitolo dedicato ai plugins, relativamente alla ricerca e alla installazione. Personalmente, quello che utilizzo più spesso per questo scopo è "Add to Any: Share / Bookmark / Email Buttons", ma nel solo repository di WordPress ne possiamo trovare tantissimi altri, che svolgono le medesime funzioni. - Uso di sistemi come il "Mi piace", il "ReTweet" e il "+1” _______________________________________________________ 172
_______________________________________________________ Nel corso del 2011, Google è entrato definitivamente nel mondo dei social network, con il suo sistema del "+1", “g+”, o Google Plus, che consente ad un utente di indicare un determinato contenuto come utile e/o interessante. Prima di Google, già Facebook utilizzava un sistema analogo per indicare il proprio interesse verso un determinato articolo o pagina web: il "mi piace". Idem, per quanto riguarda Twitter, che con appositi pulsanti di "ReTweet", consente agli utenti di segnalare, a coloro che seguono il proprio profilo (followers), i links a contenuti ritenuti utili e interessanti. L'aggiunta dell'apposito banner "mi piace" o "+1", consente di promuovere il proprio blog in un modo leggermente diverso dal sistema dei pulsanti di sharing, ma che presenta le stesse potenzialità, dal punto di vista del risultato. Anche qui, per aggiungere il "mi piace" o il "+1" senza sforzo, se il tema non lo prevede già, basta installare un plugin specifico, eseguendo la solita procedura per la ricerca e l'installazione dei plugins. - Creazione di una pagina Facebook La creazione di una pagina Facebook può aiutare nella promozione del blog più di quanto non si pensi, in quanto rende possibile l'invio di aggiornamenti ai "fan", in modo semplice ed efficace. Tuttavia, spesso i blogger sono scoraggiati dallo sforzo necessario, soprattutto nelle fasi iniziali, alle attività di popolamento della pagina stessa, ovvero all'incremento del numero di fan che partecipano alla nostra pagina. Il mio personale suggerimento è quello di rendere interessante, come per il blog, anche la pagina Facebook, offrendo informazioni utili e altri contenuti che possono essere oggetto di interesse degli utenti, che non esiteranno a diventare vostri fan.
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Commentare su altri blog Qual'è il miglior modo di far conoscere il proprio blog? Per molti blogger, uno tra i metodi migliori è commentare su altri blog. In effetti, commentare su altri blog che trattano le medesime tematiche del nostro può essere uno dei metodi più efficaci per promuovere, in modo indiretto, soprattutto all'inizio, il proprio blog. Questo perché la maggior parte delle piattaforme di blogging, WordPress compreso, prevedono la possibilità di indicare, insieme al nostro commento, un link ad un sito web. Tuttavia, commentare non deve significare fare SPAM! Infatti, c'è modo e modo di commentare e, sicuramente, quello di lasciare commenti inutili del tipo "bell'articolo", "ottimo sito" e similari, non è il migliore. L'ideale è lasciare su altri blog dei commenti in tema con gli argomenti trattati, facendo capire che i nostri interventi scaturiscono dal reale interesse e non dalla smania di diffondere il link al nostro blog in tutto il mondo. Eventualmente, se lo riteniamo e se conosciamo bene gli argomenti trattati, commentiamo anche aggiungendo ulteriori informazioni rispetto a quanto già scritto da altri blogger, in modo da arricchire di contenuti un'eventuale discussione e conquistare il rispetto e l'attenzione di chi segue altri blogger e può trovare in noi dei possibili punti di riferimento.
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Capitolo 14 - Gli strumenti per il webmaster La presenza sui motori di ricerca Una delle cose più affascinanti, relativamente alla realizzazione e alla successiva gestione di un blog, è la consapevolezza che quando si scrivono degli articoli o altri tipi di contenuti web questi ultimi potranno essere letti da tante persone, le quali potranno esprimere il loro parere in merito, mettere a confronto le proprie idee con le nostre e, più in generale, partecipare. Tuttavia, abbiamo già detto che per avere un blog partecipato è necessario acquisire gradualmente un numero sempre maggiore di utenti e, per raggiungere questo scopo, diventa decisiva la presenza del blog sui principali motori di ricerca. Cosa significa essere presenti sui motori di ricerca? Significa, sostanzialmente, dare la possibilità agli utenti che navigano su Internet di scoprire il nostro blog utilizzando una o più parole chiave dette "keywords". La maggior parte degli utenti, o meglio, la totalità degli stessi, al di là di alcuni siti web che frequenta abitualmente, non conosce e non potrebbe conoscere gli indirizzi web di tutti i siti presenti sulla rete Internet. Pertanto, un utente che cerca delle informazioni su Internet, utilizza quasi sempre uno o più i motori di ricerca e raggiunge i contenuti di proprio interesse interrogando questi motori mediante l'inserimento di una o più parole, in relazione agli argomenti di proprio interesse. Il motore di ricerca più importante, allo stato attuale, è certamente Google (http://www.google.com) e si presenta ai propri utenti con una schermata simile alla seguente: _______________________________________________________ 175
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Esso non è l'unico motore di ricerca, ve ne sono molti altri, come ad esempio Bing, anche se credo che la sua supremazia sugli altri sia ben nota a tutti. Se il nostro blog è presente tra i risultati di Google, possiamo contare senza sforzo su un buon numero di visite. Generalmente, un motore di ricerca come Google è in grado di portare anche il 60 70% delle visite in più al nostro blog. Tutto ciò, a patto di essere visti dal suo crawler, ovvero dal suo "motore" software che effettua la scansione di tutti (o quasi) i siti web presenti al mondo. Quindi, è necessario adottare tutte le misure idonee a migliorare la propria presenza tra i risultati delle ricerche per determinate keywords. Nel capitolo 12, all'interno del paragrafo dedicato alle Impostazioni di WordPress, abbiamo visto un'opzione relativa alla "Privacy" del blog. Tale opzione, come già illustrato, serve per consentire o, viceversa, negare la scansione del blog da parte dei principali motori di ricerca. Salvo casi del tutto eccezionali, essa dovrebbe essere sempre configurata in modo da permettere tale scansione, altrimenti, il rischio è quello di rendere un blog completamente inaccessibile ai motori di ricerca e, pertanto, di tagliarlo fuori dai risultati che gli utenti possono trovare nelle proprie ricerche. _______________________________________________________ 176
_______________________________________________________ Ci sono tante cose che si possono fare per migliorare la propria presenza sui motori di ricerca. In particolare, si può ottimizzare il proprio blog nei confronti dei motori di ricerca, tramite il ricorso alle tecniche SEO. SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization e consiste nell'insieme di tutte quelle attività finalizzate a migliorare la presenza di un sito web sui motori di ricerca, con il fine di incrementare il volume degli utenti provenienti dalle ricerche effettuate tramite i motori stessi. Queste attività riguardano sia l'ottimizzazione svolta sul codice HTML delle pagine del blog, che quella realizzata operando sui contenuti web (articoli e quant'altro). Gli aspetti relativi all’ottimizzazione SEO sono tanti e per esporli tutti non basterebbe un libro di altre 100 pagine. Inoltre, sono in costante mutamento, perché i motori di ricerca vengono costantemente aggiornati per migliorare la qualità dei risultati restituiti e rendere, all'utente che effettua la ricerca, quei contenuti web che possono interessarlo maggiormente e/o essere più utili. Per tale motivo, anche la lettura di un libro che tratti specificatamente le tecniche SEO, da sola, potrebbe non bastare, specie se si desidera ottenere il massimo dai motori di ricerca, per il proprio blog. Per quanto riguarda Google, sul blog italiano ufficiale predisposto dal colosso di Mountain View raggiungibile all'indirizzo http://googleitalia.blogspot.com, poche settimane fa è stata presentata la nuova edizione della "Guida di Google all'ottimizzazione per motori di ricerca". Tale edizione, nata dalla necessità di offrire uno strumento in più ai webmaster che desiderano migliorare la propria presenza su Google, contiene molte informazioni che possono tornare utili anche nei confronti di altri motori di ricerca. Pertanto, il mio consiglio personale è quello di scaricarne la versione in PDF, disponibile al link seguente: http:// www.google.com/intl/it/webmasters/docs/search-engineoptimization-starter-guide-it.pdf. Comunque, in queste pagine riassumiamo alcune delle regole "cardine" dell'ottimizzazione SEO: _______________________________________________________ 177
_______________________________________________________ • Inserire i contenuti più importanti in cima alle pagine e/o agli articoli. A tal fine, facendo riferimento a WordPress, conviene prediligere i temi con un layout che metta il testo degli articoli in alto a sinistra; • Usare le impostazioni di formattazione del testo in modo funzionale al contenuto e con particolare riferimento alla semantica, ad esempio evidenziando con il grassetto concetti e parole chiave, separando i paragrafi, utilizzando gli elenchi e gli altri elementi in modo "congruo" con i concetti esposti; • Distinguere i titoli e i sottotitoli dal resto del testo; • Preferire, l'impiego di codice html standard, rispetto a script JavaScript, per gestire i menu; • Con specifico riferimento a WordPress, preferire permalinks descrittivi, ovvero contenenti al proprio interno i titoli degli articoli, piuttosto che gli id dei posts. Quest'ultima è l'opzione predefinita di WordPress, ma tramite il menu "Impostazioni" → "Permalink" è possibile modificarla per fare in modo che gli URL dei diversi articoli contengano i titoli; • Utilizzare una o più sitemap, per l'indicazione ai motori degli URL da considerare nella ricerca, nonché eventualmente della priorità con la quale gli stessi devono essere aggiornati.
Le sitemap XML Le sitemap XML sono uno dei meccanismi spesso maggiormente trascurati dai blogger e da alcuni webmaster, che potrebbero, invece, fare la differenza tra un blog e gli altri. Una sitemap XML è semplicemente un file XML contenente un elenco di link, corrispondenti, nel caso di un blog realizzato in WordPress, a tutti gli articoli, tutte le pagine di tipo "archivio", tutte le pagine contenenti i post scritti da un utente specifico, la home page e così via. A cosa serve? A comunicare ai motori di ricerca quali sono le pagine che si intende sottoporre alla scansione. In pratica, è come un indice del blog, che consente con grande semplicità di far sapere ai _______________________________________________________ 178
_______________________________________________________ motori di ricerca quali sono le pagine del blog (o, più in generale, di un sito web) che si desidera siano lette dal crawler e mostrate tra i risultati delle ricerche. Lo standard attualmente utilizzato è stato originariamente introdotto da Google, ma in seguito è stato adottato anche da altri motori, come Yahoo e Bing, grazie ad un tipo particolare di licenza (Attribution-ShareAlike Creative Commons License). Nel momento in cui sto scrivendo queste pagine, provando ad aprire la sitemap XML del mio blog personale SPACE 4 TUTORIAL tramite il browser Safari, posso visualizzare il contenuto seguente:
Com’è possibile notare da questa screenshot, tramite una sitemap XML è possibile anche dare un’indicazione di massima, ad uno o più motori di ricerca, della frequenza con la quale le pagine subiscono degli aggiornamenti (colonna “Priority”), oltre che notificare la presenza di nuovi contenuti, che possono così essere aggiornati dai motori nel giro di poche ore. _______________________________________________________ 179
_______________________________________________________ Ecco anche una screenshot di come appare il codice XML relativo alla struttura tipica di una sitemap XML:
Tra l'enorme quantità di plugins presenti nel repository ufficiale di WordPress, ne troviamo diversi dedicati alla produzione delle sitemaps XML. Tali plugins possono essere utilizzati all'interno del nostro blog tramite la semplice procedura di ricerca e installazione già descritta nel capitolo 10 dedicato a tali componenti aggiuntivi di WordPress. Tra i tanti plugin relativi alla gestione delle sitemaps XML, posso indicare "Google XML Sitemaps", utilizzato in più occasioni per diversi blog. Esso permette di creare una sitemap configurandone _______________________________________________________ 180
_______________________________________________________ diversi aspetti, nonché di curarne la notifica degli aggiornamenti a diversi motori di ricerca. Per inviare ai principali motori di ricerca una o più sitemaps, può essere estremamente utile ricorrere a strumenti on line di supporto per i webmasters messi a disposizione dai motori di ricerca stessi. In particolare, Google mette a disposizione degli utenti il "Google Webmasters Tools", raggiungibile all'indirizzo https:// www.google.com/webmasters/tools/, che oltre all'invio delle sitemaps XML, fornisce tutta una serie di strumenti software per controllare periodicamente lo "stato di salute" del proprio sito web. Un analogo sistema, realizzato da Microsoft per il motore di ricerca Bing, è disponibile al link http://www.bing.com/toolbox/ webmaster/. Oltre a questi strumenti, on line sono disponibili innumerevoli servizi, gratuiti e a pagamento, che permettono la creazione, la validazione e la trasmissione ai motori di ricerca delle sitemaps XML. Basta effettuare una semplice ricerca, utilizzando il vostro motore preferito, per ottenere un buon elenco di tali servizi.
Google Webmasters Tools Google Webmasters Tools consiste in una raccolta di utili servizi a disposizione dei webmasters per migliorare la visibilità del proprio sito web, con riferimento al motore di ricerca più importante: Google, appunto. Come già detto, essi consentono, oltre alla semplice trasmissione delle sitemaps XML, di verificare costantemente lo stato di salute del proprio blog (o sito web in generale), avendo modo di conoscere quali sono le ricerche che hanno portato gli utenti a visitarlo, il numero di links che rimandano ad esso, le parole chiave che hanno generato più accessi e così via. L’utilizzo dei Webmasters Tools di Google è gratuito, ma è necessario disporre di un account, ovvero crearne uno nuovo per l’occasione. Ecco una screenshot che mostra la dashboard relativa al blog SPACE 4 TUTORIAL: _______________________________________________________ 181
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Alcune delle informazioni fornite da questa semplice schermata dei Webmasters Tools sono molto utili, in quanto consentono di conoscere i termini più ricercati dagli utenti, che hanno portato gli stessi sul nostro blog, permettendoci di concentrare la nostra attenzione su di essi, oppure di valutare tutte le altre query di ricerca per le quali vorremmo potenziare la competitività tra i risultati mostrati dai motori di ricerca. Dando un’occhiata a questa schermata, ad esempio, possiamo notare che la query di ricerca che ha portato più impressioni (vale a dire visualizzazioni di pagina) è “immagini per facebook”. Inoltre, una delle parole chiave che ha portato più visite è “iphone”. Quindi, dato che il blog SPACE 4 TUTORIAL tratta prevalentemente l’informatica, si potrebbe pensare di aumentare le visite semplicemente scrivendo qualche articolo in più su Facebook o sul Apple iPhone. E, effettivamente, tramite altri strumenti disponibili online, è possibile conoscere quali sono le parole più _______________________________________________________ 182
_______________________________________________________ cercate dagli utenti su Google e su altri motori di ricerca, per tutti i settori tematici e potrei dire con certezza che “Facebook” è una delle parole più ricercate in assoluto, nell’ambito degli argomenti connessi all’informatica. E’ molto utile anche sapere se ci sono errori nella scansione dei links del nostro blog, rilevati dai “crawler” dei rispettivi motori di ricerca (in questo caso, specificatamente dal crawler di Google). Per questo motivo, i Webmasters Tools consentono anche di conoscere quali sono i links che hanno generato errori 404 (pagina non trovata), 300 (errori di redirezione), ovvero altri problemi che hanno impedito la scansione dei propri contenuti web. Ecco, di seguito una screenshot relativa agli errori che si sono verificati nel mio blog personale, negli ultimi 3 mesi:
E qui di seguito ci sono i principali links che hanno generato un codice 404, ovvero relativi a pagine non trovate: _______________________________________________________ 183
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Oltre a queste informazioni diagnostiche, i Webmasters Tools consentono di verificare anche lo stato della scansione effettuata dal crawler di Google, insieme ad alcune importanti statistiche, come il numero di pagine sottoposte a scansione quotidianamente, i Kilobytes scaricati e il tempo minimo, massimo e medio necessario per il download delle pagine del sito web.
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In particolare, un aspetto al quale Google mostra grande attenzione e per il quale possono essere utili questi strumenti presenti nei Webmasters Tools, è la velocità di caricamento di un sito web. Infatti, a partire dall’ultimo trimestre del 2010, Google ha introdotto alcune modifiche ai propri algoritmi di valutazione dei siti web che premiano i siti che caricano le proprie pagine più rapidamente e, al contrario, penalizzano quei siti caratterizzati da particolare lentezza. Tali modifiche scaturivano dal presupposto che l’utente che accede ad un sito lento tende ad abbandonarlo se non ha subito a disposizione i contenuti che cerca. Per tale motivo, oggi non si può trascurare questo importante aspetto, che può essere evidenziato e misurato indirettamente anche tramite gli strumenti presenti nei Webmasters Tools. Oltre a questi strumenti, i Webmasters Tools permettono di avere dei suggerimenti sull’ottimizzazione del codice HTML del proprio sito web, soprattutto inerenti la presenza di meta descrizioni duplicate, eccessivamente lunghe o troppo brevi, tag title mancanti o duplicati, ecc. Per quanto riguarda le sitemaps XML, i Google Webmasters Tools consentono di registrare i riferimenti ai files XML contenenti l’elenco di links e di ottenere l’indicazione di eventuali problemi di indicizzazione. La schermata inerente la gestione delle sitemaps, si presenta così:
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Come possiamo notare, tramite questa pagina possiamo verificare anche il numero di URL indicizzati, in relazione a quelli inviati tramite la sitemap. I Webmasters Tools di Google presentano innumerevoli funzionalità, oltre a quelle descritte, ma elencarle tutte va al di là degli scopi di questo testo. Per tale motivo, per una descrizione completa delle funzionalità di tale strumento, rimandiamo alla consultazione della relativa guida online, messa a disposizione direttamente da Google e consultabile all’interno dei Webmasters Tools stessi.
Bing Webmasters Tools Come già accennato, anche Bing offre gratuitamente dei comodi strumenti per i webmaster. Ecco come appare l’interfaccia dei Bing Webmasters Tools:
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Molti di degli strumenti forniti svolgono le medesime funzionalità che ritroviamo anche nei Google Webmasters Tools. Ma, allora perché utilizzare anche questo servizio? Beh, perché la registrazione di un sito ai Bing Webmasters Tools consente di far apparire lo stesso anche sul motore di ricerca di casa Microsoft. Pertanto, per quale motivo dovremmo privarci delle visite provenienti anche da questo motore? Quindi il mio personale suggerimento è di registrare i propri siti su entrambi i tools, insieme alle relative sitemaps XML. In tal modo, potremo usufruire dei benefici di entrambi. Inoltre, l’iscrizione a questo servizio online può essere utile per apparire su altri motori e directory, come per esempio “Yahoo! Search”, che ha acconsentito all’assorbimento del prodotto software “Site Explorer” all’interno dei Bing Webmasters Tools, com’è possibile verificare accedendo al link http:// siteexplorer.search.yahoo.com/index.php:
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Anche per l’uso delle diverse funzionalità dei Bing Webmasters Tools, rimandiamo alla documentazione in linea raggiungibile dalle pagine del servizio medesimo.
Strumenti per le statistiche Durante la gestione di un blog, oltre all’impiego degli strumenti per i webmasters già visti, sono certamente utili se non addirittura necessari gli strumenti per l’acquisizione e per la gestione delle statistiche del sito web. Gli strumenti per la gestione delle statistiche consentono di conoscere diversi aspetti relativi alle visite ricevute dal nostro blog (o, più in generale, dal nostro sito web). In particolare, la maggior parte degli strumenti disponibili gratuitamente tramite Internet è in grado di effettuare il monitoraggio degli utenti con particolare riferimento alle seguenti tipologie di informazioni: • Numero delle pagine visitate; • Numero di visitatori unici; • Contenuti del sito visualizzati con maggior frequenza; _______________________________________________________ 188
_______________________________________________________ • Provenienza, dal punto di vista geografico, dei visitatori; • Tempo medio di permanenza degli utenti, sul sito; • Fonti principali di traffico. Utilizzare uno strumento di monitoraggio sul proprio sito è estremamente importante, in quanto esso può aiutare nella comprensione del comportamento degli utenti, in relazione ai contenuti presenti sul nostro blog. Ad esempio, può farci comprendere quali sono le aree o le sezioni più seguite del nostro sito, quali contenuti interessano e coinvolgono il maggior numero di utenti e, di conseguenza, su quali argomenti concentrare la nostra attenzione, quando creiamo nuovi articoli e, più in generale, nuovi contenuti web. Inoltre, l'analisi delle parole di ricerca utilizzate ci può aiutare a valutare le keywords su cui "spingere", vale a dire le parole chiave sulle quali impegnarci maggiormente, per migliorare la presenza tra i primi risultati, nelle pagine di ricerca. Questi strumenti, infine, al di là di ogni possibile valutazione, soprattutto in merito all'ottimizzazione SEO, possono consentirci di ottenere un "feedback" relativamente al lavoro svolto per la creazione di un sito web e farci capire se stiamo procedendo nella giusta direzione. Infatti, mediante il loro utilizzo, un blogger (o un webmaster) può arrivare anche a conoscere il grado di apprezzamento che gli utenti manifestano nei confronti del proprio blog (o sito), semplicemente leggendo alcuni parametri, come il numero medio di pagine visualizzate per ciascun visitatore. Gli strumenti gratuiti disponibili on line, che consentono la gestione delle statistiche degli utenti, sono diversi. Tra i più comuni, possiamo citare: • Google Analytics (http://www.google.com/analytics/); • HiStats (http://www.histats.com/); • ShinyStat (http://www.shinystat.com/). Personalmente, quello che utilizzo più spesso è Google Analytics, perché ho la possibilità di accedervi utilizzando il medesimo account impiegato per la posta elettronica GMail, e per i Google Webmasters Tools. _______________________________________________________ 189
_______________________________________________________ Tuttavia, dato che le informazioni di base fornite da questi servizi web sono più o meno le stesse, non mi sento di consigliarne uno, a scapito degli altri. Pertanto, a voi la scelta, magari dopo averli provati tutti (uno per volta, ovviamente). Ad esempio, ecco come si presenta una tipica bacheca di HiStats (tratta dalla live demo disponibile sul relativo sito web):
Com’è possibile constatare guardando le voci di menu laterali, le informazioni rappresentate consentono di conoscere le statistiche inerenti le visite ricevute, classificate in base alla provenienza, alla localizzazione geografica, alla tipologia di browsers e di Sistema Operativo utilizzato, alla lingua e ai contenuti visualizzati. Inoltre, sono fornite informazioni relative alle pagine visitate, ai visitatori unici, alle pagine visitate da ciascun visitatore e alla durata media di ogni visita. Informazioni simili sono fornite da ShinyStat, altro servizio disponibile sia in forma gratuita (ShinyStat free), sia con opzioni a pagamento (Pro, Business e ISP) e dedicato al monitoraggio degli utenti del proprio sito web: _______________________________________________________ 190
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Come per i Webmasters Tools, per una descrizione completa delle funzionalità di tutti questi servizi, si rimanda alla rispettiva documentazione, disponibile sotto forma di help in linea, per ciascuno di essi. Idem, per quanto riguarda l’installazione e verifica dei rispettivi “codici di monitoraggio”, ovvero quei codici (costituiti da un mix di HTML, PHP e JavaScript) che devono essere installati sul proprio sito web per far funzionare correttamente questi tools.
Google Analytics Tra i tools che consentono di ricavare delle statistiche inerenti le visite del proprio blog o, più in generale, del proprio sito web, non possiamo non citare Google Analytics. Google Analytics è un servizio gratuito di monitoraggio, a disposizione dei webmasters per l’analisi di statistiche dettagliate degli utenti ed è il più utilizzato nel web, come avviene anche per altri servizi in cui c’è lo zampino di Google. _______________________________________________________ 191
_______________________________________________________ Ecco come appare la sua schermata principale, relativamente ad un blog senza grandi pretese che ho realizzato e avviato poche settimane fa per un amico.
Com’è possibile vedere, alla fine dei conti, le informazioni fornite sono più o meno sempre le stesse. In particolare, esse comprendono: • il numero di visite, nell’intervallo intervallo temporale definito dall’utente; • il numero di visitatori unici; • le visualizzazioni di pagina; • e pagine visualizzate mediamente da ciascun visitatore; • una indicazione, in percentuale, relativa ai nuovi visitatori; Inoltre, Google Analytics fornisce le seguenti importanti informazioni: • la durata media di ogni visita; • la frequenza di rimbalzo (Questa è un’indicazione la cui importanza è spesso sottovalutata, che descrive in percentuale con quale frequenza l’utente accede al sito e, non trovandolo interessante, lo abbandona. Essa è utile per comprendere, mediamente, il grado di apprezzamento del nostro blog / sito e deve essere più bassa possibile); • la lingua dei visitatori; _______________________________________________________ 192
_______________________________________________________ • la provenienza geografica, con l’indicazione delle città dalle quali è generato il traffico; • il browser utilizzato per la navigazione, il sistema operativo e il fornitore del servizio di connettività utilizzato dagli utenti; • la risoluzione dello schermo utilizzata, nel caso in cui i visitatori stiano navigando tramite un dispositivo mobile (es.: smartphone, o tablet); • l’origine delle visite, suddivisa per visite provenienti da motori di ricerca, da link presenti su altri siti web, da traffico diretto, oppure da campagne pubblicitarie (come quelle fornite da AdWords); • le parole chiave utilizzate maggiormente per arrivare al nostro sito; • i contenuti visualizzati, insieme al numero di visualizzazioni ottenute, in valore assoluto e in percentuale; • pagine di arrivo e di uscita dal sito web; • velocità del sito. Oltre a quelle elencate, vi è una serie di ulteriori informazioni che è possibile ottenere, collegando Google Analytics a Google Webmasters Tools, a Google AdWords (strumento per l’attivazione di campagne pubblicitarie a pagamento) e a Google AdSense (per la monetizzazione di siti web, in pratica il normale complemento di AdWords). Una funzionalità molto particolare di Google Analytics è quella relativa al “Flusso di visitatori”, che consente di avere un’idea dei passaggi eseguiti tra le diverse pagine di un sito web, da parte degli utenti:
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Tramite features come questa, Google Analytics ci permette di studiare a fondo i comportamenti degli utenti, non lasciando niente al caso quando desideriamo ottenere il massimo dal nostro sito web. Come per gli altri strumenti di analisi, anche Google Analytics ha bisogno dell’installazione di uno script detto “codice di monitoraggio”, per poter funzionare correttamente. Tale codice contiene al suo interno un ID che ci identifica in modo univoco nei confronti di Google Analytics, permettendoci di distinguere il nostro sito web dagli altri. Il codice di monitoraggio, solitamente, dovrebbe essere installato poco prima del tag di chiusura (per coloro che non hanno alcuna conoscenza dell’HTML, tale tag dovrebbe essere presente in tutte le pagine web del sito). In WordPress, nella stragrande maggioranza dei temi, tale tag si trova all’interno del file header.php, modificabile con l’editor PHP disponibile cliccando sul menu “Aspetto”, direttamente dal pannello amministrativo (per maggiori informazioni, vedi il capitolo 8). Bisogna dire che, comunque, alcuni temi prevedono l’installazione del codice di monitoraggio o del solo ID di Google Analytics direttamente mediante le opzioni specifiche del tema, solitamente disponibili all’interno del menu “Aspetto”. Ecco come appare il codice di monitoraggio installato all’interno di uno dei miei blog: _______________________________________________________ 194
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Come per i due servizi precedenti, per ottenere istruzioni dettagliate per la generazione del codice di monitoraggio, rimandiamo alla documentazione in linea disponibile su Google Analytics. In queste pagine, diciamo semplicemente che, per creare il codice di monitoraggio per il nostro blog (http:// book.space4tutorial.com), creiamo un account Google (se non lo abbiamo già) e, dopo aver effettuato l’accesso a Google Analytics, selezioniamo il menu “Amministrazione” nella barra in alto e clicchiamo sul pulsante “Nuovo account”. Nella pagina che appare, inseriamo tutte le informazioni richieste e accettiamo i relativi termini e le condizioni d’uso del servizio:
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Nella pagina successiva, ci apparirà il codice di monitoraggio, da installare sul sito web:
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_______________________________________________________ Copiamo questo codice e accediamo al pannello a m m i n i s t r a t i v o d e l n o s t r o b l o g Wo r d P r e s s ( h t t p : / / book.space4tutorial.com/wp-admin/), selezionando il menu “Aspetto” → “Editor”. Stiamo accedendo all’editor, per cui dobbiamo fare attenzione. Sul lato destro della pagina che appare, è presente l’elenco dei files che compongono il tema attualmente attivo sul blog. Clicchiamo sul link corrispondente al file “header.php” (Testata). A questo punto, cerchiamo il tag e, prima di quest’ultimo, incolliamo il codice di monitoraggio copiato dalla pagina web di Google Analytics. Ecco il risultato, sul blog http://book.space4tutorial.com che stiamo costruendo man mano che andiamo avanti con la stesura di questo libro:
Clicchiamo sul pulsante “Aggiorna file”. Da questo momento, non resta che aspettare, mentre lo script di Google Analytics raccoglie tutte le statistiche sugli utenti, per conto nostro. Le informazioni possono essere fornite con un ritardo che può arrivare anche a 24 ore, ma se non sapete aspettare, sappiate che la nuova versione di Google Analytics prevede anche la consultazione in tempo reale delle statistiche. Questa feature, tuttavia, è ancora in versione beta, vale a dire, non definitiva. _______________________________________________________ 197
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Capitolo 15 - Fare soldi con il proprio blog Il blog come fonte di reddito Nel corso dei capitoli precedenti, abbiamo analizzato gran parte degli aspetti principali che riguardano la gestione di un blog, partendo dalla sua creazione mediante il CMS WordPress, fino ad arrivare all’analisi delle statistiche sui visitatori. Dedicando passione e impegno alla gestione di un blog, possiamo riuscire ad ottenere un buon numero di utenti e, a quel punto, possiamo anche pensare di guadagnare dei soldi, dal nostro “lavoro on-line”. Se effettuiamo una ricerca tramite Google o qualsiasi altro motore, digitando le parole “guadagnare con un blog”, otteniamo un numero praticamente infinito di links a siti web dove sono illustrati questo o quell’altro metodo di guadagno online, tramite l’uso di un blog. Inoltre, molti siti promettono, dietro il pagamento di un corrispettivo più o meno consistente, di svelare i segreti per guadagnare altissime somme di denaro in poco tempo e senza grande fatica. Ebbene, la mia personale opinione in merito è questa: senza impegno e fatica non si va da nessuna parte! Creare un blog di successo e trasformarlo in una fonte di reddito costante non è facile, ci vuole dedizione, tempo e, soprattutto, l’idea giusta. Il primo elemento sul quale dobbiamo concentrare la nostra attenzione è il tipo di argomenti che intendiamo trattare. Ciò, infatti, determinerà la tipologia di utenti che visiteranno il nostro blog e, di conseguenza, la possibilità o meno di monetizzare tramite determinati metodi metodi di guadagno, piuttosto che altri. Per descrivere meglio questo concetto, ricorriamo ad un esempio pratico. _______________________________________________________ 198
_______________________________________________________ In ambito strettamente informatico, possiamo decidere di creare un blog sul software libero e open sources. Il target di utenti che consulteranno questo blog sarà costituito tipicamente da persone abituate a cercare software disponibile gratuitamente on line. Ora, tenendo presente questo tipo di utenza non molto abituata all’acquisto di software a pagamento, dobbiamo constatare che non possiamo aspettarci di guadagnare granché ricorrendo al metodo delle affiliazioni (metodo che illustreremo meglio nelle prossime pagine) inerenti programmi per computer. Con un target di questo tipo, potrebbe essere più efficace il guadagno tramite campagne Pay per Click. Diversamente, con un blog che tratta principalmente recensioni di programmi per Mac OS X, potremo pensare di ottenere maggiori margini di guadagno con le affiliazioni inerenti prodotti software, perché tra gli utenti che utilizzano i prodotti Apple, c’è una maggiore propensione all’acquisto di software a pagamento. Naturalmente, la volontà di guadagnare da un blog non dovrebbe essere l’unica motivazione, per stabilire quali devono essere le tematiche da trattare nel blog. L’ideale è parlare di ciò che conosciamo meglio, a prescindere da cosa ci possa far guadagnare di più. Infatti, scrivendo articoli sulle cose che conosciamo bene, non avremo grosse difficoltà rendere il blog un punto di riferimento per i lettori e riusciremo ad acquisirne sempre di più aumentando, di conseguenza, le possibilità di guadagno del blog medesimo. Al contrario, scrivendo articoli su argomenti che non ci affascinano, dopo poco tempo o alla prima difficoltà, finiremo per abbandonare il blog. Su Internet si sente spesso parlare di persone che hanno fatto del proprio blog la fonte principale di reddito. Alcuni blogger, addirittura, dichiarano di essere riusciti ad ottenere dalle proprie creazioni cifre da capogiro, che stupirebbero chiunque. Ancora fa notizia, a distanza di oltre 4 anni, l’assegno mostrato in una foto, da Jeremy Schoemaker, gestore del blog http:// www.shoemoney.com, indicante la cifra di 132.994,97 dollari guadagnati tramite Google AdSense. _______________________________________________________ 199
_______________________________________________________ Ovviamente, si tratta di casi limite, nel senso che importi di questa entità possono essere raggiunti soltanto sotto determinate circostanze e “se si incrociano gli astri”. Comunque, ciò non toglie che, con un blog di successo, seguito da molti visitatori, si possa riuscire a guadagnare delle cifre di tutto rispetto, che magari, pur non costituendo la nostra fonte primaria di reddito, ci consentano di “arrotondare”. Sotto questo aspetto, è importante considerare il fatto che un blog scritto in lingua inglese ha maggiori potenzialità di guadagno di un blog scritto in lingua italiana, dato che può contare su una quantità di utenti maggiore e, in particolare, sulla possibilità di essere visitato da utenti provenienti da più stati. Idem, per quel che concerne i blog multilingue. I metodi per guadagnare con un’attività online sono tanti e si basano su meccanismi differenti. I più comuni comportano l’inserimento di banner o di links testuali all’interno del blog e si classificano in base al metodo di remunerazione in: • PPC (Pay per Click); • CPM o CPI (Cost per Impression); • CPA (Cost per Action). Nei paragrafi a seguire, vedremo più dettagliatamente in cosa consistono e parleremo di alcuni dei più importanti circuiti che possono permetterci di guadagnare con il nostro blog.
Pay per Click, Cost per Impression e Cost per Action Come già accennato, i metodi più comuni di guadagno tramite il proprio blog consistono nell’esposizione di un banner o di links testuali all’interno delle relative pagine web. Escludendo la vendita diretta di banner o di links, generalmente, i soggetti coinvolti sono tre: • Il blogger (o, per utilizzare la terminologia più comune, publisher) _______________________________________________________ 200
_______________________________________________________ • Il gestore di un network pubblicitario (o circuito di advertising) • Gli inserzionisti (o advertisers) Queste figure interagiscono tra di loro con ruoli diversi. Gli inserzionisti si rivolgono al gestore del circuito di advertising per promuovere i propri prodotti o servizi. Generalmente, il gestore del servizio mette a loro disposizione una piattaforma software che consente agli inserzionisti di attivare o disattivare le campagne di advertising relative ai propri prodotti, nonché di definirne tutte le caratteristiche. Il titolare del blog o publisher, che può essere una persona fisica o giuridica (es.: una società), mette a disposizione appositi spazi all’interno delle proprie pagine web, per ospitare i banner o i links relativi alle inserzioni e, tramite l’aggiunta di appositi scripts al proprio blog, permette al gestore del circuito di advertising di pubblicarvi gli annunci pubblicitari. Il gestore del circuito pubblicitario, infine, generalmente costituito in forma societaria, agisce quale intermediario tra il blogger e gli inserzionisti, facendo in modo che gli annunci pubblicitari inerenti i prodotti o i servizi di questi ultimi siano mostrati sui siti di coloro che agiscono come publishers. Per fare tutto ciò, il gestore del circuito pubblicitario, ovviamente, si fa pagare dagli inserzionisti e, con parte degli introiti che riceve, paga lo spazio messo a disposizione dai publishers, secondo termini e condizioni preventivamente concordate e accettate da questi ultimi. I pagamenti sono solitamente effettuati in base a tre modelli pubblicitari: Pay Per Click (PPC), Cost Per Impression (CPM o CPI) e Cost per Action (CPA). Il modello Pay per Click (PPC) consiste nel fatto che il blogger ottiene una “revenue” (guadagno) per ogni click effettuato dagli utenti sui banner o sui links. Ciò significa che, indipendentemente dal numero di volte in cui i banner o i links vengono visualizzati sul blog, il blogger può guadagnare soltanto se gli utenti cliccano sugli annunci pubblicitari. Il modello Cost per Impression (spesso abbreviato in CPM o CPI), invece, prevede che il blogger guadagni per ogni _______________________________________________________ 201
_______________________________________________________ visualizzazione degli annunci pubblicitari, indipendentemente dal fatto che gli utenti vi clicchino oppure no. In genere, il rendimento viene indicato con riferimento alle 1000 impressioni (da qui deriva CPM = Cost per Mille). Infine, il modello Cost per Action (CPA), prevede che il blogger guadagni per una specifica azione effettuata dall’utente, come l’acquisto di un prodotto, l’iscrizione ad un servizio e così via. A volte, si parla anche di Cost per Lead (CPL) piuttosto che Cost per Action, intendendo per Action esclusivamente le azioni che comportano il pagamento di un corrispettivo (es.: un acquisto), mentre per Lead una qualsiasi altra azione, che non comporta per l’utente un esborso di denaro (es.: l’iscrizione ad una newsletter). Il modello Cost per Impression è certamente il preferito dai publishers, dato che non necessita dell’interazione attiva degli utenti che cliccano sugli annunci. Al contrario, dal punto di vista degli inserzionisti sono di gran lunga più produttive le campagne PPC, in quanto su tante impressioni, una buona parte riguarda utenti non interessati ai prodotti e ai servizi pubblicizzati. Pertanto, con il PPC essi pagano soltanto per quei click generati dagli utenti interessati. Lo stesso discorso vale per il CPA, grazie al quale essi pagano soltanto quando l’utente compie una determinata azione. Per questo motivo, è ormai rarissimo trovare un network pubblicitario basato interamente sul modello di advertising Cost per Impression. Infatti, i circuiti pubblicitari guadagnano molto di più dal Pay per Click, oppure dalla combinazione di PPC, CPM e CPA, senza contare che il guadagno medio per ogni singolo click o action è di gran lunga superiore rispetto al guadagno per ogni singola impression, proprio per compensare il fatto che non tutte le impression vengono generate da utenti interessati, o meglio sono poche le impression realizzate da utenti che possono mostrare attenzione ai prodotti o ai servizi presentati negli annunci. Su Internet sono disponibili innumerevoli servizi di advertising che prevedono soluzioni basate sui tre modelli presentati, in particolare sul Pay Per Click. _______________________________________________________ 202
_______________________________________________________ Tra i più noti circuiti che seguono i modelli PPC e CPM, citiamo: • Google AdSense (http://www.google.com/adsense/); • Heyos (http://www.heyos.com/); • BidVertiser (http://www.bidvertiser.com/); • Clicksor (http://www.clicksor.com/); • HotPublisher (http://hotpublisher.org/). Per utilizzare questi servizi, generalmente, è necessario installare, in corrispondenza degli spazi da destinare agli annunci pubblicitari, un apposito script, che si occupa di mostrare gli annunci provenienti dalla rete di inserzionisti, un po’ come avviene per i servizi di analisi delle statistiche sulle visite trattati nel capitolo precedente.
Google AdSense Il circuito di advertising più diffuso al mondo è senza, ombra di dubbio, Google AdSense. In realtà, Google offre due servizi distinti ma complementari, per la pubblicità on line: AdWords per gli inserzionisti e AdSense per i blogger e, in generale, per i proprietari di siti web, che intendono monetizzare. In pratica, AdSense permette al titolare di un sito web di guadagnare, mostrando gli annunci relativi ai prodotti e ai servizi per i quali gli inserzionisti hanno attivato specifiche campagne promozionali tramite AdWords. Gli annunci gestiti da AdSense possono essere insiemi di link testuali, immagini, video o, ancora, contenuti rich media (interattivi). Uno dei punti di forza principali di Google AdSense è il fatto che gli annunci mostrati sui siti aderenti sono caratterizzati da un altissimo livello di contestualità rispetto ai contenuti presenti nelle pagine web in cui sono mostrati. Ad esempio, in un sito che tratta il mondo dei motori, gli annunci AdSense mostreranno con tutta probabilità la pubblicità di un’automobile o di una motocicletta. Al contrario, in un sito relativo a prodotti informatici, Adsense mostrerà annunci riguardanti materiale informatico, cellulari, computer, ecc.. _______________________________________________________ 203
_______________________________________________________ A proposito della contestualità, bisogna evidenziare che l’impegno di Google è da diverso tempo concentrato sul fatto di rendere gli annunci il più possibile affini ai contenuti presenti nelle pagine in cui vengono mostrati perché ciò consente di avere un maggior numero di utenti che, interessati, sono più propensi a cliccare sui banner. La partecipazione al programma AdSense è gratuita e prevede una serie di regole che il webmaster deve rispettare, prima tra tutte il fatto di non cliccare sui propri banner in modo fraudolento. Tale azione può comportare l’espulsione dal programma, senza possibilità di reintegro. Inoltre, altre regole riguardano il posizionamento dei banner e il divieto di pubblicare questi ultimi in pagine web che trattano determinati argomenti, indicati nel regolamento. Allo stato attuale, Google AdSense permette di guadagnare tramite i contenuti presenti nelle pagine web del proprio sito (AdSense per Contenuti), nei propri feeds (AdSense per i Feed), in siti web sviluppati specificatamente per cellulari (AdSense per Mobile), tramite box per la ricerca installati nel proprio sito (AdSense per la Ricerca) o, ancora, tramite video (pubblicati su YouTube). I pagamenti sono effettuati tramite assegno o trasferimento elettronico di fondi su c/c bancario (bonifico) al raggiungimento della somma minima di € 70,00, solitamente entro 30 giorni dalla fine del mese in cui le somme sono state maturate. Se non si raggiunge la somma di almeno 70 euro in un mese, il guadagno conseguito viene mantenuto e sommato a quello dei mesi successivi, fino al raggiungimento di tale importo. Come per la maggior parte dei servizi Google, per iscriversi ad AdSense è necessario disporre di un account Google. L'iscrizione può essere effettuata mediante il seguente link: http:// www.google.com/adsense/.
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Dopo aver effettuato l'iscrizione è possibile predisporre gli annunci che si desidera installare sul proprio blog. Anche per AdSense, come per Analytics, è necessario installare il relativo codice, all'interno dell'HTML del nostro tema WordPress, nelle sezioni in cui desideriamo mostrare gli annunci. Più precisamente, possiamo effettuare l'inserimento del codice direttamente tramite l'editor PHP (menu "Aspetto" → "Editor"), attivando un apposito widget di tipo "Testo" e incollando il codice stesso al suo interno (menu "Aspetto" → "Widget"), oppure, se il tema prevede già degli spazi da destinare ai banner (è un tema AdSense ready), inserendo gli scripts o il solo ID all'interno delle opzioni fornite dal tema medesimo. Le revenue, visualizzabili mediante un apposito sistema di reportistica molto evoluto, vengono aggiornate solitamente con un ritardo di qualche ora. A seconda delle circostanze, AdSense può essere un servizio utile per guadagnare qualcosa anche da parte di coloro che possiedono siti web con poche visite. Inoltre, l'enorme quantità di formati disponibili per gli annunci, il fatto di poter personalizzare la tavolozza dei colori e i font _______________________________________________________ 205
_______________________________________________________ da utilizzare per gli annunci, nonché la possibilità di collegare AdSense ad altri prodotti di Google, come Analytics, per conoscere i contenuti che generano maggiori guadagni, ne fanno un servizio davvero eccezionale. Tuttavia, se non riesci ad ottenere dal tuo blog almeno qualche migliaio di utenti al giorno, non aspettarti grandi guadagni, molto probabilmente potrai appena pagarti la pizza il sabato sera. Al contrario, se riuscirai a dar vita a un blog di successo, con un adeguato numero di visite, allora potrai ottenere una buona fonte di guadagno, semplicemente ricorrendo ad AdSense. Magari, chissà, dopo qualche mese potrai contare anche tu su un assegno che non sia necessariamente a 6 cifre, ma a 3 o a 4 si (credo che ti farebbe piacere).
Heyos Heyos è un altro network interessante dal punto di vista dei bloggers. Opera ormai da oltre 10 anni e offre diversi prodotti pubblicitari: diversi tipi di formati per i banner, tooltips, popunder, slide e dem. Inoltre, prevede la possibilità di attivare un tipo di pubblicità chiamata Hotspot, che viene gestita da Yahoo! in modo simile agli annunci AdSense e che necessita dell'approvazione di Yahoo! stessa. Particolarmente interessanti sono i popunder, consistenti in annunci aperti in una nuova pagina del browser sotto quella utilizzata dagli utenti, in quanto pagano a impression (CPM). Ovviamente, parliamo di revenue molto più basse rispetto al PPC, ma magari può essere più facile guadagnare da questo tipo di annunci, anche per un blog con poche visite. Anche per far funzionare Heyos è necessario installare il relativo codice all'interno dell'HTML del tema WordPress, allo stesso modo di AdSense. Heyos riesce a garantire un buon grado di contestualità, inferiore rispetto ad AdSense, ma comunque di tutto rispetto. I pagamenti possono essere effettuati, a scelta del blogger, tramite Paypal al raggiungimento della somma di € 50,00, oppure _______________________________________________________ 206
_______________________________________________________ tramite bonifico bancario al raggiungimento del payout minimo di € 200,00. Anche qui, nel caso in cui non si raggiungano tali importi in un mese, essi vengono "congelati" e sommati alle somme guadagnate nei mesi successivi, fino al raggiungimento di 50 o 200 euro. I siti web iscritti a Heyos sono soggetti all'approvazione preventiva e non possono riguardare determinati argomenti (es.: contenere materiale per adulti, ecc.) L'iscrizione può essere effettuata mediante il link: http:// www.heyos.com.
Altri networks Oltre a AdSense e ad Heyos, su Internet sono presenti molti altri circuiti pubblicitari basati sul PPC e CPM. _______________________________________________________ 207
_______________________________________________________ Di seguito, ne elenchiamo alcuni, insieme ad alcune delle caratteristiche salienti: BidVertiser Si tratta di un network PPC e CPL (Cost Per Lead) attivo dal 2003, che prevede la partecipazione gratuita al programma, come AdSense e Heyos. Gli annunci sono caratterizzati da un livello di contestualità minore rispetto ai circuiti precedentemente descritti, ma probabilmente ciò deriva dalla rete di inserzionisti, decisamente più piccola. Il metodo di pagamento previsto è Paypal e la somma minima da raggiungere, per il pagamento, è di $ 10. Inoltre, prevede al suo interno un programma di “referral”, che permette di guadagnare semplicemente facendo iscrivere inserzionisti e altri publishers al servizio. Sito web: http://www.bidvertiser.com. Clicksor Anche questo è un network che gestisce insieme PPC e CPM. Permette di scegliere tra diversi formati di banner, popup, popunder e links testuali. Paga tramite Paypal, al raggiungimento di almeno 5 dollari. Sito web: http://www.clicksor.com. HotPublisher E’ un altro circuito Pay per Click e Cost per Impression. Permette di utilizzare i formati di banner più comuni e i dialog box, che personalmente non amo, ma che al tempo stesso su alcuni siti possono essere particolarmente efficaci. Il pagamento avviene tramite Paypal, con payout di almeno 50 dollari. Sito web: http://hotpublisher.org. Esistono tantissimi altri servizi di PPC, così tanti che sarebbe impossibile citarli tutti. Inoltre, soprattutto in questi ultimi tempi, data la sempre maggiore diffusione di siti web orientati ai dispositivi mobili (smartphone, tablet, ecc.), si stanno affermando sempre di più anche i network specifici di mobile advertising. _______________________________________________________ 208
_______________________________________________________ Ad esempio, nel caso in cui si desideri creare un blog che preveda il supporto ai dispositivi mobili (magari con il plugin già visto nel capitolo 10) e si valuti di guadagnare anche tramite questo canale, si può ricorrere a network come AdMob (http:// www.admob.com). In particolare, AdMob, da tempo leader indiscusso del mobile advertising, alla fine del 2009 è stato acquisito da Google per impiegarne il know-how e la tecnologia in abbinamento con AdSense. Attualmente gli annunci pubblicitari di AdMob sono mostrati su tutti i tipi di smartphone dotati dei sistemi operativi più recenti (iOS, Android, Windows Phone 7, ecc.).
Le affiliazioni Un altro modo per guadagnare con un blog è il ricorso alle affiliazioni. Le affiliazioni costituiscono un metodo molto potente per generare dei guadagni. Tuttavia, tale metodo richiede un maggiore impegno da parte del blogger e, soprattutto, delle capacità tipiche di un “rappresentante di prodotti”. In pratica, funziona in questo modo: il titolare del blog utilizza le proprie pagine per pubblicizzare uno o più prodotti o servizi venduti da altri soggetti, ottenendo un guadagno per ogni vendita conseguita. Il modello di business è quello del CPA (Cost per Action), in cui per ciascuna vendita viene riconosciuta al blogger una commissione. Le affiliazioni possono essere concordate direttamente tra il blogger e le ditte che vendono determinati prodotti o servizi, oppure tramite l’adesione ad un circuito di affiliazione. Nel primo caso, le due parti negoziano direttamente le condizioni di affiliazione e l’ammontare della commissione. Invece, nel secondo, il network di affiliazione fa da intermediario, mettendo solitamente a disposizione delle parti una piattaforma appositamente predisposta. _______________________________________________________ 209
_______________________________________________________ Nel momento in cui il blogger aderisce ad un circuito di affiliazione (solitamente tramite iscrizione ad un servizio online), egli accede al cosiddetto “catalogo” delle affiliazioni, dal quale può scegliere i programmi di affiliazione che preferisce in base alle proprie valutazioni. In particolare, a differenza dei circuiti di PPC e CPM, dove sostanzialmente gli annunci sono gestiti in automatico dal network pubblicitario, per le affiliazioni, pur essendoci il gestore del circuito, è il blogger in qualità di affiliato che decide quali prodotti o servizi promuovere, dal catalogo di affiliazioni messe a disposizione. Per questo motivo, non basta esporre un banner, per guadagnare con le affiliazioni, ma bisogna farlo anche nel modo giusto, sfruttando a pieno le proprie capacità imprenditoriali per scegliere i programmi di affiliazione che possono produrre i maggiori guadagni, nonché la forma migliore per presentarli ai propri lettori. Ad esempio, immaginiamo un circuito di affiliazione che abbia, all’interno del suo catalogo di affiliazioni, una serie di prodotti e di servizi tra i quali: • scarpe messe in vendita da una certa ditta X; • cinture relative a un’altra ditta Y; • voli aerei a prezzi estremamente vantaggiosi, tramite la compagnia Z. Ebbene, se gestissimo un blog relativo al mondo dell’abbigliamento, potremmo riempirlo di banner e di articoli che riguardano i voli aerei offerti dalla compagnia Z, ma la probabilità che degli utenti ci facciano guadagnare qualcosa sarebbe davvero molto scarsa. Questo perché essi sono interessati all’abbigliamento, quindi sarebbero sicuramente più adatte le affiliazioni relative alla vendita di scarpe della ditta X o di cinture della ditta Y. Al contrario, i voli a prezzi vantaggiosi potrebbero esserci utili in un blog che tratta l’argomento “viaggi”. Abbiamo detto che il gestore del network di affiliazione mette a disposizione degli affiliati un apposito catalogo dei programmi di affiliazione. Tale catalogo contiene l’elenco dei prodotti e dei servizi delle diverse aziende che si sono rivolte al gestore del circuito di _______________________________________________________ 210
_______________________________________________________ affiliazione, per la promozione. Inoltre, per ciascuno di tali prodotti o servizi, esso mostra: • i requisiti che l’affiliato deve soddisfare per poter partecipare a questo o a quel programma di affiliazione (es.: numero delle visite del sito, tematiche trattate, ecc.); • il tipo di azione che dà luogo al riconoscimento della commissione (es.: acquisto del prodotto, iscrizione al servizio, ecc.); • l’ammontare delle commissioni (es.: percentuale sulle vendite, importo fisso, ecc.); • tipologia di siti web ammessi al programma, anche in relazione agli argomenti trattati; • durata del “cookie” relativo all’affiliazione. Soprattutto quest’ultimo elemento, a volte trascurato, può determinare il successo o l’insuccesso, dal punto di vista dei guadagni tramite i sistemi di affiliazione. I cookie (letteralmente “biscotti”) sono piccoli files di testo utilizzati dai siti web per salvare alcune informazioni sui computer degli utenti. Tali informazioni, possono essere lette successivamente dagli stessi siti web, nel momento in cui gli utenti visitano nuovamente i siti medesimi. Più precisamente, nel caso dei programmi di affiliazione, i cookies vengono impiegati per contenere un codice di affiliazione che identifica l’affiliato (nel nostro caso, il blogger) che ha indirizzato un cliente verso il sito della ditta venditrice, tramite il proprio sito (blog). Pertanto, i cookies sono utili per consentire al sito che gestisce il programma di affiliazione di sapere che una determinata vendita è stata effettuata grazie ad un determinato blog, piuttosto che altri siti web. Un cookie ha una durata, oltre la quale esso scade e non è più considerato valido. E tale durata può fare la differenza, in termini di guadagno, tra un buon programma di affiliazione e gli altri. Per illustrare meglio il meccanismo, facciamo un esempio. Immaginiamo di essere degli utenti che navigano sul blog X e che cliccano sul link relativo ad un’affiliazione. Veniamo indirizzati _______________________________________________________ 211
_______________________________________________________ verso la pagina di vendita di un prodotto qualsiasi, per esempio un modello di telefono cellulare dal costo di 200 euro. Sul nostro computer viene salvato un cookie della durata di 15 giorni. Al primo impatto, magari, non siamo disponibili ad acquistare questo telefono, tra l’altro non sappiamo neanche se abbiamo 200 euro sulla nostra carta di credito ricaricabile, per cui abbandoniamo il sito. Successivamente, interessati da quell’annuncio, visitiamo il sito del relativo venditore per acquistare il telefono. Ora, se completiamo l’acquisto entro i 15 giorni (attestati dal cookie), faremo guadagnare dei soldi al gestore del blog X. Viceversa, se l’acquisto viene concluso successivamente, la ditta venditrice del telefono cellulare otterrà 200 euro, ma il titolare del blog X non ne conseguirà alcun guadagno. Ecco perché la durata del cookie è molto importante per il blogger (l’affiliato) e dovrebbe essere più lunga possibile, compatibilmente con il tipo di prodotto o di servizio trattato. Su Internet sono disponibili innumerevoli circuiti di affiliazione. Tra i più importanti, citiamo: • TradeDoubler (http://www.tradedoubler.com); • Zanox (http://www.zanox.com); • Commission Junction (http://www.cj.com); • Kontera (http://www.kontera.com); • Sprintrade (http://www.sprintrade.com).
La vendita diretta di banner e links Ad alcune persone non piace l’idea di dover dipendere da circuiti di advertising o di affiliazione, per ottenere dei guadagni dal proprio blog. In questi casi, un’alternativa può essere rappresentata dalla vendita diretta di spazi banner e/o di links testuali, all’interno del blog. Tuttavia, spesso questa scelta pone un blogger nella condizione di dover investire molto tempo non soltanto nella creazione di contenuti per il proprio blog, ma anche nella ricerca di possibili acquirenti degli spazi messi a disposizione. _______________________________________________________ 212
_______________________________________________________ Inoltre, come spesso accade anche in altri contesti, persone pronte a pagare anche centinaia o migliaia di euro per la pubblicità su AdWords, non sono altrettanto ben disposte nei confronti di un blogger che vuol vendere uno spazio web anche a poche decine di euro, ad esempio per un banner a presenza mensile. Tutto ciò, comporta per il blogger un impegno notevole, caratterizzato spesso da delusioni e lunghe trattative che finiscono per ripercuotersi negativamente anche sull’entusiasmo del blogger e sulla stessa esistenza del blog. Per questo motivo, il mio consiglio personale è quello di ricorrere, soprattutto all’inizio della propria attività di blogger, quando cioè non si può contare su un grande numero di visitatori, a più sistemi di guadagno online, ricorrendo ai circuiti di advertising e di affiliazione. In un secondo momento, man mano che il blog crescerà e sarà in grado di ottenere un buon numero di visite giornaliere, si potrà considerare anche la vendita diretta degli spazi e, eventualmente, la pubblicazione di articoli a pagamento.
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Riflessioni conclusive Gentile lettore, prima di ogni cosa, ti ringrazio per per aver letto questo libro. Mi auguro che grazie alle informazioni contenute al suo interno, tu sia già riuscito a creare il tuo blog e ad assaporarne un po’ della sua “magia”. Se hai trovato questo libro interessante, ti prego di farmelo sapere, eventualmente contattandomi tramite il blog di SPACE 4 TUTORIAL (http://www.space4tutorial.com - un blog a caso. Ne ho sviluppati tanti altri, ma a questo resto legato in modo particolare) e di parlare di questo libro ai tuoi amici e conoscenti. Se, inoltre, hai suggerimenti in merito ad informazioni da aggiungere a quelle già presenti in queste pagine, oppure per segnalarmi degli errori, non esitare a contattarmi e a farmi sapere la tua. Nel corso di questo libro, abbiamo avuto modo di affrontare diversi aspetti relativi alla gestione di un blog. Se ancora non ti sei cimentato nella creazione del tuo blog, allora ti suggerisco di dar subito vita alla tua "opera", perché soltanto bloggando, potrai renderti conto di quanto può essere affascinante questa attività. Che tu lo faccia per la tua personale soddisfazione, o per promuovere la tua azienda, oppure ancora per ottenerne un guadagno tramite le diverse forme di pubblicità, sappi che la passione per il blog potrà portarti a scoprire un mondo fantastico, ricco di nuove idee e di nuovi stimoli, in cui avrai modo di stabilire relazioni anche stabili con persone che hanno tanto da darti e alle quali potrai trasmettere qualcosa anche tu. Nel corso di queste pagine abbiamo detto che, nel momento in cui ci si trova a scegliere la propria “nicchia”, si dovrebbero prediligere tematiche che si conoscono. In merito, sento di suggerirti una cosa: scrivi di ciò che conosci, ma anche e soprattutto di argomenti che ti interessano e che _______________________________________________________ 214
_______________________________________________________ ti affascinano! Attenzione, perché le due cose non sempre coincidono! Infatti, è bene parlare di argomenti sui quali ci sentiamo preparati, ma se quegli stessi argomenti non ci piacciono più di tanto, dopo qualche tempo, ci stancheranno e il fallimento sarà assicurato. Invece, creando un blog attorno ad una tematica che ci affascina, saremo stimolati anche ad approfondire, eventualmente a studiare, a crescere e sarà più facile far diventare il nostro blog un solido punto di riferimento, nella blogosfera. Un altro suggerimento: il blog si basa sui concetti di “condivisione” e di “partecipazione”. Se desideri che la partecipazione sul tuo blog sia massima, il primo a partecipare alle discussioni presenti sugli altri blog devi essere tu. In questo modo, gli altri blogger, insieme con i rispettivi utenti, avranno modo di conoscerti, di sapere quali sono le tue opinioni e i tuoi punti di vista. E avrai modo di farti apprezzare e di stringere relazioni che potranno avere conseguenze positive eventualmente anche dal punto di vista professionale. In tal senso, ricorda che dalla collaborazione tra diversi blogger nascono spesso progetti importanti, fonti di enormi soddisfazioni sotto il profilo personale ed economico. Vorrei dirti ancora tanto, per illustrare al meglio la bellezza del blogging, ma credo che nulla possa essere più efficace che provare direttamente a creare un blog e ad iniziare a scrivere. Pertanto, mi fermo qui, avvertendoti che un blog può crescere e diventare un blog di successo soltanto se curato con la giusta passione. E può trasformarsi in un eccezionale strumento per esprimere al meglio la tua creatività. Buona fortuna con il tuo blog! E, per favore, fammi sapere come sarà! Roberto Travagliante
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Ringraziamenti In questa sezione desidero riportare i miei personali ringraziamenti a tutti coloro che, in modo consapevole o anche senza saperlo, hanno fatto in modo che questo libro fosse realizzato. Solitamente, in questa sezione, si ringraziano le persone che hanno contribuito alla realizzazione concreta di un libro, spesso legate da un rapporto con l’autore di tipo professionale, come ad esempio i dipendenti di una casa editrice, coloro che hanno curato la correzione, o che hanno profuso il proprio impegno nella stesura di determinate parti e così via. Dato che questo libro è autoprodotto, questo tipo di ringraziamenti non ci sarà. Ci saranno, al contrario, i “GRAZIE” che sento di dover dire alle persone che, in un modo o nell’altro, con i propri comportamenti, hanno favorito la stesura di “WordPress dalla A alla W”. Non sono un cultore della “teoria del caos”, ma a volte, quando ripercorro determinati avvenimenti accaduti, mi torna in mente un’espressione di Edward Norton Lorenz, che racchiude in sé il neologismo effetto farfalla e che recita: “il battito delle ali di una farfalla in Brasile può scatenare un tornado in Texas” E, quando penso alla sequenza con la quale si sono succeduti i diversi eventi che mi hanno interessato e che hanno condizionato le mie scelte fino ad oggi, mi rendo conto che, senza gli stimoli ricevuti da alcune persone, probabilmente oggi non solo non avrei realizzato questo libro, ma non mi occuperei neanche di informatica. Per questo motivo, la prima persona che ringrazio è mio padre. Il suo merito principale è quello di aver portato a casa, ormai quasi 25 anni fa, un Commodore VIC 20 e di aver fatto assaporare, a me e al mio fratellino, il fascino della tecnologia. Nel 1988, per un bambino di 8 anni come me, quell’aggeggio era troppo speciale per passare inosservato. _______________________________________________________ 216
_______________________________________________________ Io e Daniele, mio fratello, trascorrevamo pomeriggi interi con quell’oggetto che appariva quasi “magico” ai nostri occhi. Finché mio padre, vedendoci per troppo tempo impegnati a superare i vari livelli del videogame “Omega Race”, ci disse che il computer non doveva essere utilizzato soltanto per perdere tempo, ma anche per fare cose più utili. Quello stesso giorno, tirò fuori una guida pratica sul linguaggio BASIC e io pensai “se imparo a programmare, potrò creare i giochi che più mi piacciono”. Mio padre forse non lo sa, ma da lì è partito tutto. In me si è sviluppata sempre di più la passione per l’informatica e, soprattutto, l’interesse per la programmazione. Soprattutto in questa fase, determinante è stata la capacità di mia madre, che ringrazio perché, preoccupandosi per il fatto che trascorrevo diverso tempo davanti al computer, ha cercato, con l’amore che solo una mamma sa dare, di abituarmi a trovare il giusto equilibrio tra questa e altre attività che normalmente dovrebbero interessare un bambino. Le altre persone che desidero ringraziare sono Federico Pietro Crotti e Christian Sassano. Ringrazio Federico per i preziosi suggerimenti ricevuti in diverse occasioni, soprattutto per quelli relativi agli aspetti pratici inerenti la pubblicazione di un libro o di un ebook. E ringrazio Christian, collega e amico (e ottimo grafico), per la copertina di questo libro, realizzata con buon gusto, grande professionalità e con una precisione quasi “maniacale”, nonché per il titolo dato allo stesso, che permette di coglierne l’essenza nel modo in cui avrei voluto. Infine, il mio ringraziamento particolare va alle due donne più importanti della mia vita, alle quali tra l’altro è dedicato questo libro: Miriam e Maria Teresa. A Miriam, la mia dolce principessa di due anni, devo riconoscere il merito di avermi “messo a nanna”, molte sere in cui l’alternativa era quella di lavorare fino a tardi per la stesura di questo libro. Infatti, con il pretesto di addormentarsi al fianco del suo papà, riusciva a convincermi ad andare a dormire, rimandando ogni cosa al giorno dopo. _______________________________________________________ 217
_______________________________________________________ Invece, a Maria Teresa, mia moglie, va il mio ringraziamento per avermi supportato e sopportato, durante ogni fase della stesura di questo testo, non soltanto consentendomi di ritagliare per me gli spazi di tempo necessari a pensare e a scrivere, ma anche e soprattutto fornendo ogni suggerimento utile per realizzare un libro che affrontasse ogni aspetto necessario alla realizzazione di un blog. Ciò che apprezzo in lei è la capacità di non assecondare semplicemente le mie scelte, bensì di spingersi oltre, proponendo idee spesso vincenti e partecipando attivamente a tutto ciò che riguarda le passioni e gli interessi ai quali ci dedichiamo entrambi quotidianamente. Lei non lo sa, ma quando penso alla compagna di vita ideale, penso a lei.
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