Il potere dell’Alba
di Giuliana Novelli
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Il potere dell’alba
Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provincia di Perugia Via Sandro Penna, 104/106 Sant’Andrea delle Fratte 06132 Perugia tel. 075/5271976 fax. 075/5287998 www.pgcesvol.net
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Progetto grafico e videoimpaginazione Chiara Gagliano Con il patrocinio della Regione Umbria Finito di stampare nel mese di Giugno 2007 da Digital Point S.r.l. (Perugia)
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Il potere dell’alba I quaderni del volontariato, un viaggio attraverso un libro nel mondo del sociale
Il CESVOL, centro servizi volontariato per la Provincia di Perugia, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell’area della pubblicistica del volontariato. L’obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del volontariato organizzato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana I quaderni del volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche selezionate attraverso un invito periodico rivolto alle associazioni, al fine di realizzare con il tempo una vera e propria collana editoriale dedicata alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo provinciale. I Quaderni del volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale per motivi di studio ed approfondimento.
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Il potere dell’alba INDICE
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Prefazione a cura del Cesvol Prefazione di Luciano Lepri Prefazione di Primula Ciurnelli Cangi La Mia Valigia Ascolto il tuo silenzio Profumo di vita A mia Madre Nostalgia Boneggio Sul Mar Rosso New York L’isola di Samos Il Pane Rami in crescita Ti dono l’Alba Perdervi perchè Valeria Maria Grazia Filastrocca per Benedetta Francesca Capelli di seta Papà Meu
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Biografia
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Prefazione
Quello che immediatamente colpisce e, che poi resta come sensazione ed emozione nel tempo, nel leggere le interessanti poesie di Giuliana Novelli é il grande senso del ritmo e della armonia, di cui l’autrice é naturalmente dotata, che consente ai suoi versi di farsi leggere, di scorrere, di scivolare, leggeri e gradevoli, di penetrare con insinuante grazia nelle pieghe del nostro animo, contribuendo a diffondere e fermare quella forte carica di ottimismo cui le sue composizioni sono permeate. Ecco l’ottimismo, la fiducia, sono gli altri sentimenti che, mi pare, caratterizzino in maniera evidente ed insistita, le composizioni della brava poetessa reatina la quale sembra aver fatto della disposizione a sperare bene e a cogliere il lato più bello o positivo delle cose, degli uomini, degli affetti e delle situazioni, la sua poetica più vera, il suo messaggio più sincero, il suo compito di poetessa. Luciano Lepri
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Prefazione
Ho sempre considerato la poesia come una piacevole voce, dal richiamo inaspettatamente possente, che si fa strada in un mondo dalle voci assordanti, dalle parole inutili e perfino distruttive, dove persiste un ingrato rumore di fondo. Le poesie di Giuliana Novelli, dal messaggio immediato, si costruiscono più su di una sostanza interessante che sul desiderio di arricchire un’espressione. Vi si avverte immediatamente il bisogno di cogliere e fedelmente presentare un’emozione, un ricordo, uno sguardo più attento, una freschezza d’immagini. Ci insegna, Giuliana, a soffermarci sugli aspetti buoni della vita, su ricordi lievemente soffusi di malinconia che ripensati con serenità possono costituire il prezioso bagaglio di un’anima. Il ruolo centrale é dato, da Giuliana, a momenti di riflessione sincera, tanti tasselli che formano un unico mosaico. Il lettore non deve sforzarsi, come accade per altre letture, ad interpretare un concetto, una sensazione. E’ come se Giuliana ci venisse incontro per raccontarsi, per invitarci a visitare il suo mondo che peraltro rispecchia il nostro mondo ridestando in noi sensazioni che avevamo dimenticato o distrattamente ignorato. Ecco allora il ricordo della madre ancora tanto presente in lei, le parole ai giovani, la visione di Rieti la città che l ‘ha vista bambina e giovane donna, il sorriso di conforto al malato, brevi schizzi di qualche suo viaggio. La vena di tristezza si attenua sempre in una serenità figlia della speranza. Nella poesia “ La mia valigia” é tutta l’anima di Giuliana che senza ripiegarsi nella tristezza, vede l’ultimo viaggio quasi come uno degli altri viaggi. Leggere Giuliana é entrare nella sua dimensione, é rubare un po’ di quel suo sano sereno equilibrio, per amare la vita in ogni suo aspetto, per cogliere tutto ciò che può diventare prezioso bagaglio dell’anima. Primula Ciurnelli Cangi
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LA MIA VALIGIA
Avida rondine, in volo per il mondo, sempre bagagli ho preparato. Ora da parte uno é sempre pronto, ogni giorno vi metto mille cose e non lo guasto mai, sarà con me per l’ultimo viaggio. Non ha vestiti e neppure nécessaire, cosa mai ci sarà dentro? Molta speranza, un po’ di coraggio, ed un sorriso da regalare lungo il cammino. Una mano tesa ed anche una canzone di note colorate per far felici i cuori. E per piangere, non vista, anche una maschera gaia. La mia dignità prima di ogni cosa,vi terrò riposta, nessuno mai la potrà schiacciare ché di lei il governo solo mio sarà.
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ASCOLTO IL TUO SILENZIO Ti guardo, ti parlo, ascolto il tuo silenzio. Il perché conosco e soffro insieme a te. Coraggio amico caro, non velarti di tristezza, non arrenderti al dolore, dopo il buio il giorno segue e con esso ancora il sole.
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PROFUMO DI VITA Fedele, sei già qui leggiadra primavera. Di cristalli rosa è piena la tua luce e di limpidezza vera.
Tutto sazi di colore e di musiche soavi; ci sei una volta ancora sempre di più, miracolo d’amore.
La giostra dei miei pensieri ruota da te sospinta e va, soavemente va nel giro della vita.
Canto con te alla luce e lieta, alla speranza che torna sulle tue ali, provvidenziale amica, magica primavera!
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A MIA MADRE Te ne sei andata troppo presto ahimè! Sui tuoi capelli solo poco argento,il viso dolce, l’andatura altera. Mi hai lasciato, bene lo ricordo, baciandomi le mani, mamma e ancora la tua assenza piango. Il tempo di un esempio e lo spazio di un sorriso a noi solo é restato. Scusa, mamma, se ora ingiustamente io sto vivendo qualche anno più di te.
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NOSTALGIA Ti rivedo, amata mia Reate, nel verde tuo distenderti, nel lacrimar silente dell’acque tue fluviali.
Mura consunte dal tempo, su di voi, anche la mia storia. Care memorie di giornate liete, struggenti nostalgie di sana giovinezza.
Cose d’altri tempi, di anni ormai passati, ma fissi nel mio cuore e saldi come il granito delle tue mura antiche tanto amate.
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BONEGGIO Campane brunite sul campanile antico, una gallina solitaria che razzola per l’aia.
Ritorno bambina qui a Boneggio. Luogo di pace antica, di angoli remoti.
Sotto i piedi: fili d’erba, negli occhi: il sole. Sopra di me: niente se non il cielo
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SUL MAR ROSSO Luce sollecita al mattino, sole caldo piacevolmente accetto, brezza di mare amica, invitanti acque cristalline. Barriere coralline mozzafiato e silenzio, silenzio fatto per sognare. E poi il deserto, immenso, dorato, solitario e lo sguardo si perde all’infinito e da solo ti scopri a meditare: io piccolo granello, nell’immensità che mi circonda...
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NEW YORK Piccola, lo sguardo verso l’alto, nell’osservare attenta, assai curiosa e frastornata un po’, mi aggiro per New York. Avido l’occhio, ruota senza sosta, frenetico il lavoro della mente. Pullula gente su strade centrali e su traverse si va di corsa, grande fretta attorno. Attrattive ovunque, mercanzie sensazionali, tassì veloci che non puoi fermare. Bianche limousine solo morbidamente vanno nella convulsa scia dell’avanzare. Corre New York, il giorno tutto e pur la notte, un brusio continuo in sottofondo: New York forse é tutto un altro mondo.
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L’ISOLA DI SAMOS Agglomerati minuscoli di case in acque cristalline a specchio, spuntano tra cespugli di ginestre invase di erbe profumate, tra scie di macchie in fiore. Sui resti antichi, infiltrazioni erbose, secoli di storia da ammirare. Reminiscenze di scuola labili riaffiorano ma é l’occhio osservatore a prevalere e l’animo lieto per fantasticare dinanzi ad un’incredibile realtà.
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IL PANE Se in terra, a disgrazia, cadeva raccoglierlo e baciarlo era tutt’uno. D’istinto, mia madre, un soffio e una carezza vi posava addolorata, quasi il pane si fosse fatto male. Rito spontaneo, insegnamento il suo sì che quei gesti s’imprimono nel cuore. Il pane, in vero, è sì come la mamma: sempre t’aspetta, t’invita, il cuore ti rinfranca. Dell’uno e dell’altra sempre il suo profumo fra tanti riconosci, che t’allieta, t’inebria e ti rincuora e di fortuna ricco ti riveste.
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RAMI IN CRESCITA * Il tempo fugge ed io vi guardo, alito dell’anima mia. Come rami in crescita dal vento in alto spinti, salite, avidi voi di linfa.
Ora forti, ora in fiore, udir potete il palpito soave delle radici in fossa? Son vecchie e stanche ma forti ancora a sostenervi fino alla morte, impavide.
* Figli
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TI DONO L’ALBA* Natale: luci sfolgoranti catturano i miei occhi, l’ansia mi prende di ricercare il bello. Per tutti avrò pensiero e prima per te che soffri d’amaro destino ereditato. A te voglio donare l’alba, rosa di luce dopo il buio della notte e poi il sole del mio cuore e il calore che ti scalda. Dura è la china se di dolor pervasa. Balza dal fondo in alto, forte la vita anela, amala, cercala, chiamala, chiamala, se vuoi, con il mio nome. * Dedicata ai malati di cancro (Dicembre 1993)
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PERDERVI PERCHE’ ? Braccia di porcellane in fiore turgide verso l’alto incontro alla vastità dell’infinito: cara mia primavera! Pennellate azzurre di cielo oro e rubini di terra, fuoco di tramonti: estate agognata! Rami ruggenti, ebbri, forti di strali gialli, vermigli, arancio: fantasie d’autunno! Velature dell’aria, caligini di nebbia, colline sfuggenti: severo, provvidenziale inverno!
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VALERIA Albe di sogni, leggiadra farfalla correvi incontro al vento che alitava sui tuoi occhi amore!
Nei campi di grano felice coglievi papaveri per carezzarti il viso. Raggio di sole fino al tramonto, luce!
Inni alla vita ancora diffondi a noi d’intorno. Nel cuor non più miseria ma il tuo angelo, Valeria!
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MARIA GRAZIA La tua vita: un breve respiro, un attimo d’amore, un lungo grido di dolore.
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FILASTROCCA PER BENEDETTA Due nonne hai: Nonna Gina e poi nonna Poppò, la prima ha un nome, la seconda no. Per chi non lo sapesse, é andata in questo modo: eri piccina ed io venivo in macchina da te, tu m’aspettavi dietro la finestra e come mi vedevi le mani battevi lesta lesta, col clacson io facevo po..po..po. In braccio alla tua mamma poi mi venivi incontro e insieme dicevate: - Ciao, nonna Poppò!Da quel momento, Benedettina bella, io porto il nome che il cuore tuo m’ha dato, non mi dispiace se ci si ride un po’, chiamami ancora così: nonna Poppò!
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FRANCESCA Puntuale arrivasti a salutarmi prima che io partissi. Un lungo volo m’aspettava, come potevo andare se non vedevo prima te? Fui l’ultima a sfiorarti che eri in pancia poi la prima a udire il tuo vagito, insieme al tuo papà. Eri bella, bambola in pittura, le manine chiuse a pugno sotto la coperta, gli occhietti aperti già ed i capelli neri. Il tuo ritratto in viaggio mi portai. Di te il pensiero, m’addolciva il cuore. Come potevo non pensarti ormai? Come potevo non amarti già? Ora hai sei mesi e mi sorridi allegra veloce sgambetti come in bicicletta e le scarpine perdi qua e là. Sei dolce,piccola Francesca, di baci ti vorrei tanto riempire.
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CAPELLI DI SETA Capelli di seta, biondi come il tuo papà. Lui, piccolino ancora, che glieli carezzassi mi chiedeva e poi felice sulle mie ginocchia, lieto s’addormentava. Ora tuo padre, ha chiome di capelli adulti, forti, pur belli, senza più l’oro ahimé! Così la seta adesso io cerco in te. Tu riviver mi fai di gioventù, Francesca, lieve la mia carezza sfiora la tua pelle e le tue gote, al par d’acqua di rose, profumano la mia avanzata età. Eppur se gli anni incalzano, giovane resta il cuor poiché guardando te, d’amor sempre si nutre e della tua bellezza ognor si vanta
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PAPA’ MEU Papà meu facea lu falegname, quantu era brau, que te lo ico affà. Lu chiamaanu Mastru, Mastru Nello... potea fa scola, ma sotto padrone non ce olea sta Un giornu lu chiamarnu all’Avviamentu, era una scola che se icea professionale, se presentò co la pialla ‘n mani e lu sinale e non aea bisognu de ‘ncoraggiamentu. Lu preside glié isse: Le offro un lavoro serio e rispettabile-Sci, signor Preside, ma io so coçi abile a fa lu falegname che istu lauru lu tengo ne lo sangue e non m’é duru. Le scole l’ajo fatte, fino all’ottava sa e non te crée de parlà co ‘n poru tontu... aria potutu fa bene lu ficu o lu cassiere a lu zuccherificiu ma io co lo legname ce so amicu e ce faccio, se bojo, li fochi d’artificiu! Tu ce te la penna entro a lu taschinu, io lu matitone, guarda quantu é grossu co istu ce piglio pure le mesure: me lu metto ‘nanzi a l’occhiu e co l’ogna de lu pollice su e jò bajo. Ce tengo anche lu metru, se capisce ma a occhiu, stà tranquillu, no me sbaglio
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Quante mesure ogni giornu jea a piglia’ e quante orde pe’ rescote glié toccaa de litigà Un giornu glié a reconsegnà un lauru, era un armadiu grossu come un muru, li bardasci lu solleanu pe le scali, papà arreto co l’attrezzi e pure le cambiali quanno senté a di’: - Curri, mastru Né, s’é ruttu un pèé- Mettetelu entro a lu cassittu- Tu dici bbene, ma istu no sta più rittuCorse su papà come ‘na furia, non glié l’aesseru mai ittu: - Ndonditi – glie fece- oggi m’aeanu da pagà, a casa que ce reporto pe magnà?C’ha fatte fa tutte le scole: a mi da maestra e fratemi all’università, più de coçì poerittu que aéa da fa?
- Grazie, papane meu a ti e mamma nzeme non ce staete più ma ve reedo sempre, ce tengo le chiai de la casa tea, é vero mo é la mea, ma quanno che ce ajo non pozzo fa a menu de penzà: “Bajo a casa de mamma e de papà!”
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Giuliana Novelli, nata a Rieti, vive con la sua famiglia a Perugia da più di trent’anni, dove ha svolto la professione di insegnante elementare in alcune scuole della città. Amante dell’arte in generale, ha coltivato quella della poesia fin da bambina. Si é avvicinata a quella della drammatizzazione nel corso della sua professione curando soggetti, regia e scenografie teatrali. Ha partecipato a concorsi nazionali di poesia classificandosi spesso ai primi posti. Ha ricevuto il 1° premio al Concorso Nazionale Valeria (settembre 2007 – Cittaducale- RI). Ama la natura ed i viaggi intorno al mondo.Scrive articoli sui quotidiani locali e il Notiziario A.U.C.C. di Perugia porta sempre la sua firma. E’ vicepresidente del Comitato cittadino dell’ Associazione Umbra per la Lotta Contro il Cancro.
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