IL PIANO DELLE AZIONI, 2014 - 2016 Premessa. In occasione del Secondo Forum delle Politiche sociali, a seguito della definizione del Piano di sviluppo del welfare, era stato presentato il “Piano delle azioni”, redatto nell’inverno del 2012. Un anno dopo, e a “metà del mandato” dell’Amministrazione comunale, viene resa pubblica una nuova versione del “Piano delle azioni”, riscritta e aggiornata a fronte di alcune ulteriori innovazioni apportate (ed anche a fronte di alcuni ritardi o ripensamenti intervenuti). Quel che segue è un elenco, molto schematico e inevitabilmente riduttivo, che riporta alcuni fronti di lavoro su cui è impegnato (attraverso un dialogo costante con il Terzo Settore, il sistema delle rappresentanze e l’ampio arcipelago delle istituzioni interessate) l’Assessorato alle politiche sociali. In pratica, quel che segue, è una sintesi di alcuni risultati raggiunti e di alcuni obiettivi e progetti per il futuro. Ovviamente non vi è nessuna volontà di esaurire qui il complesso delle valutazioni e dei terreni di iniziativa individuati nel Piano di sviluppo del welfare a cui si rimanda sempre per una lettura più “complessiva”. (Importante: il testo definitivo verrà realizzato al termine dei lavori del Forum) 1. L’assistenza domiciliare per tutti. Il cambiamento del modello. Nel gennaio 2013 è stato istituito, nell’ambito della riorganizzazione dei servizi, un gruppo di lavoro trasversale a tutti i settori della Direzione Centrale Politiche Sociali che ha portato alla deliberazione della Giunta Comunale n. 2744 del 23.12.2013 con la quale sono state approvate le nuove linee di indirizzo della “domiciliarità”. Nel mese di febbraio 2014 sarà pubblicato l’avviso per l’accreditamento dei nuovi enti gestori ed entro il mese di giugno sarà disponibile il nuovo elenco degli enti accreditati. Dopo una breve fase di transizione e “passaggio” il nuovo servizio sarà completamente operativo a partire dal mese di settembre 2014. Esso supererà la rigida organizzazione attuale e sarà, dunque, caratterizzato dalla “trasversalità” delle proposte oltre che da “nuove linee di prodotto”, quali gli aiuti familiari, che potranno essere acquistate tramite la compartecipazione da chi sin qui non ha avuto accesso ai servizi avendo un reddito superiore a quello che oggi determina l’accesso ai servizi. In pratica si vorrà ottenere il risultato di offrire assistenza domiciliare anche a fasce di popolazione che oggi si procacciano privatamente, e nella totale solitudine, la risposta al bisogno. 2. Il nuovo sistema dell’assistenza famigliare. Aiutare i cittadini e le famiglie nella ricerca di tate e badanti. Dal 10 febbraio partirà il sistema riguardante la ricerca, la formazione e l’offerta di assistenti famigliari. In pratica, in collaborazione stretta con alcuni soggetti del Terzo settore e il Pio Albergo Trivulzio, sarà operativa nella Città di Milano una rete di tate e badanti dalla formazione certa, dal percorso certificato e in possibile condivisione tra gruppi di utenti differenti (in questo quadro si vorranno agevolare anche sperimentazioni come quelle della cosiddetta “badante di condominio”). Uno sportello, un centralino, un portale, una messa in rete progressiva delle diverse offerte analoghe presenti in città per favorire la diffusione di buone pratiche: ecco cosa sarà il progetto fondato sull’incontro permanente tra “pubblico” e “privato”. 3. Dentro il tema sociale della casa: le politiche per la residenzialità. Nel gennaio 2013 è stato istituito, nell’ambito della riorganizzazione, un gruppo di lavoro trasversale a tutti i settori della Direzione Centrale Politiche Sociali con l’obiettivo di garantire un servizio capace di ripensare l’attuale offerta dei servizi residenziali. Per questo il gruppo ha attuato, nei primi mesi del 2013, una verifica dei costi e dell’appropriatezza di tutte le risorse abitative disponibili per la copertura del bisogno residenziale delle diverse tipologie di utenza. Il progetto “Residenzialità” ha l’obiettivo di attivare tutte le risorse a disposizione, da quelle comunali a quelle del privato sociale, favorendo relazioni sinergiche tra i soggetti per mettere a sistema tutti gli spazi al fine di diversificare maggiormente l’offerta abitativa e rendere possibili sperimentazioni in grado di superare la frammentazione, creando utili sinergie sia nelle modalità gestionali che nella composizione delle diverse tipologie di utenza. Il gruppo ha istituito una cabina di regia intersettoriale sul tema residenzialità che, negli ultimi mesi del 2013 e nel corso del 2014 ha il compito di: • rilevare tutte le strutture residenziali attualmente utilizzate dalla Direzione Centrale Politiche Sociali e Cultura della Salute per collocare l'utenza (settori adulti, minori, anziani, disabili, salute mentale, carcere, dipendenze, HIV, ecc.), ma anche reperire le Strutture che potranno essere messe a disposizione in futuro; • mettere a sistema gli attuali modelli gestionali per definire uno o più modelli coerenti ed integrati; 1
• coordinare le attività e interfacciarsi con i diversi stakeholder del territorio così come con i soggetti istituzionali; • predisporre adeguati atti ammnistrativi per il reperimento e la messa a disposizione, entro sei mesi, di complessivi 250 appartamenti da utilizzare nell’ambito della c.d. residenzialità “leggera”. Con delibera n.936 del 17 maggio 2013, inoltre, è stato approvato il protocollo di intesa tra il Comune e Meglio Milano per supportare un'iniziativa di incrocio della domanda e offerta di stanze che privati cittadini si rendono disponibili ad affittare nel proprio appartamento a prezzi sociali a studenti e/o altri soggetti. Anche in questo modo si è ritenuto di poter andare incontro alla domanda abitativa a prezzi "calmierati" e contribuire a contrastare la solitudine e determinare una piccola fonte di reddito per persone sole, con lo stesso approccio l’Assessorato ha sostenuto e sostiene il progetto “A casa lontani da casa” riguardante l’ospitalità temporanea offerta a pazienti e famigliari presenti in città per limitati periodi di tempo in relazione a percorsi di cura sostenuti nell’ambito di strutture sanitarie milanesi. 4. L’organizzazione dei servizi sociali nel territorio. I Punti di Orientamento e Informazione del Sociale. Nell’ambito della riorganizzazione dell’Assessorato, che progressivamente (e consultati frequentemente gli operatori) vedrà il superamento degli attuali assetti organizzativi, e nel contesto delle innovazioni a cui si fa qui riferimento, a partire dal 24 di febbraio, saranno presenti nove Punti di Orientamento e Informazione del Sociale, POIS, uno per ogni zona. Per orientare all’accesso ai servizi del Comune, per favorire la comunicazione con quanto già presente nella città in relazione alla vitalità dimostrata dal Terzo settore, per favorire la conoscenza appropriata dei problemi sociali degli utenti. L’idea è quella che le persone non debbano adeguarsi all’organizzazione dei servizi ma che vadano accompagnate e orientate a fruire del sapere dei servizi stessi. Il tutto a stretto contatto con le Zone del Decentramento. 5. Il Piano per i senzatetto. 1248 posti letto nel 2010, 2700 nel 2013. 50.000 vestiti, coperte e sacchi a pelo raccolti. Questi sono i numeri dell’offerta garantita dalla Città di Milano nei mesi più rigidi. E inoltre: l’apertura di un nuovo ambulatorio medico (via Mambretti), trenta organizzazioni del terzo settore impegnate nei diversi servizi su strada – unità mobili nei quartieri e sui mezzi pubblici, relazione con mense e ambulatori, presidi territoriali. Milano offre una Rete unica in Italia. Un sistema, frutto della sinergia tra enti e istituzioni differenti, che assorbe, spesso, la domanda e la gestione delle emergenze, provenienti dall’ ”esterno”. Basti pensare al fatto che circa il 60% dei senzatetto ospitati nei Centri convenzionati con il Comune provengano da altre città, in particolari lombarde, e che Milano, nella totale solitudine rispetto al governo nazionale, ha gestito e stia gestendo, dal 18 ottobre 2013, il flusso di oltre 1500 cittadini provenienti dalla Siria (in buona parte bambini). 6. Sempre per i senzatetto. L’esperienza di via Mabretti. Particolarmente significativa, nel contesto sopra citato, l’apertura presso il centro di accoglienza di Via Mambretti, assegnato a Fondazione Progetto Arca Onlus nel mese di gennaio 2014, di un reparto di post acuzie dedicato a persone senza dimora appena dimesse dall’ospedale, in collaborazione con Regione Lombardia, ASL Milano, Medici Senza Frontiere. Una sperimentazione che si vorrebbe replicare in ulteriori luoghi entro la fine del mandato. 7. Le misure di sostegno al reddito, contro le povertà vecchie e nuove. In materia di sostegno al reddito l’Assessorato (totalmente impegnato con numerose azioni ed iniziative) ha lavorato con l’obiettivo di centralizzare a livello organizzativo in un unico ufficio la gestione delle varie forme di sussidi (con particolare riferimento al sostegno al reddito) precedentemente “frammentate”, procedendo ad una revisione complessiva, frutto di una consultazione delle Zone recentemente avviata, delle procedure che tenga conto sia dell’evoluzione della normativa (in particolare introducendo l’ISEE quale criterio per stabilire se un richiedente abbia effettivamente diritto al beneficio economico), sia delle mutate condizioni sociali (crisi economica e nuove povertà) per allargare la platea delle persone che possono presentare la richiesta del beneficio economico, introducendo criteri più oggettivi, verifiche puntuali dei requisiti e delle dichiarazioni, e percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, anche sulla scorta delle recenti esperienze messe in campo dall'Amministrazione Comunali, quali, il cd "Bando Anticrisi" e la Carta Acquisti, progetto su scala nazionale, cui il Comune di Milano partecipa alla sperimentazione insieme ad altre 12 città. Nella primavera del 2014 il sistema rinnovato entrerà in funzione. Le risorse messe a disposizione dal Comune di Milano in questi anni possono dunque conoscere, nel loro utilizzo alcune innovazioni: l’introduzione di ISEE, il sostegno diretto ai cittadini attraverso numerosi dei progetti indicati nel complesso del Piano delle azioni, la promozione di nuovi Bandi nel 2014. Il tutto, si auspica, in un Paese che decida di dotarsi, su questo aspetto, probabilmente quello più “difficile” e urgente, di una strategia condivisa attualmente - tra i diversi Enti e Istituzioni interessati - assente. 8. Il piano per l’infanzia, le politiche per le bambine, i bambini, le ragazze, i ragazzi. L’adesione ai principi sanciti in sede internazionale da Unicef sulla “Città amica dei bambini”, l’istituzione, entro il 2015, del Garante per l’infanzia, il sostegno, attraverso il VI Piano della Legge 285, ad una progettualità, realizzata con il Terzo Settore, volta a promuovere il valore della genitorialità, anche in condizioni di fragilità sociale ed economica, la socialità nei quartieri, l’apprendimento scolastico e la crescita culturale, la relazione con la città. E ancora: la promozione dell’affido famigliare, il nuovo sistema accreditato di Centri diurni per minori e Comunità. La relazione con esperienze 2
vive presenti in città riguardanti i bambini e i ragazzi (come ad es. il Museo dei bambini). Questi sono i contenuti del Piano Infanzia del Comune, in via di preparazione che, nel marzo 2014, svolta la necessaria consultazione con la città, diverrà la prima “delibera quadro” sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza promossa dall’Amministrazione comunale. In questo quadro troveranno spazio numerose iniziative tra loro molto molto diverse: dalle occasioni di incontro e approfondimento tra le università milanesi ai progetti per promuovere la partecipazione dei ragazzi alla vita attiva della città (ed anche, perché no, alla scommessa di garantire, di più e meglio, il “diritto al compleanno” per quei bambini provenienti da famiglie che non se lo possono permettere). 9. Il portale per le famiglie e le diverse iniziative per la città delle opportunità. Nel quadro del sostegno alle famiglie, così tra loro differenti e dalla pluralità non sopprimibile, prende il via nell’aprile del 2014, il primo portale riguardante i servizi rivolti alle famiglie milanesi per l’utilizzo più appropriato e idoneo della città. Per conoscere gli strumenti di sostegno al reddito come le occasioni di relazione con il sistema educativo o quello produttivo. Non solo: l’obiettivo è quello di mettere a disposizione delle famiglie milanesi una bussola per orientarle nella relazione con i servizi e anche per mettere a disposizione se stesse come parte della risposta ai problemi, in termini di occasioni di socialità offerta, accompagnamento etc. 10. Il patto per la salute mentale. E' proseguita, nel corso del 2013, l'azione del Comune di Milano tesa a riappropriarsi delle funzioni inerenti la gestione del fondo sociale, fin qui delegate ad ASL Milano. Si ritiene di completare il processo entro la fine del 2014, rivedendo i criteri e le modalità di suddivisione del fondo, in accordo con i DSM e con le associazioni del Terzo settore, all'interno del Tavolo appositamente costituito. E' stata data continuità ai progetti innovativi gestiti dai DSM e/o affidati ad Associazioni del Terzo settore; ed è proseguito il sostegno alla residenzialità leggera, attraverso un apposito fondo comunale. Sono stati attivati tavoli tematici su quattro questioni rilevanti (abitare, lavoro, prevenzione, carceri) che hanno dato luogo alle giornate seminariali della salute mentale nello scorso dicembre. In base a questi lavori verrà sottoscritto il "Patto per la salute mentale" che impronterà le azioni dell'Assessorato a partire dall'anno in corso. E' proseguita infine l'azione di sostegno a due progetti di particolare rilievo per il Comune di Milano: l'habitat sociale di via Senigallia, che disegna un nuovo modello di residenzialità, alternativo a quelli finora praticati, coniugando l'abitare con esperienze lavorative; e il progetto homeless, che prevede l'aggancio dei pazienti senza fissa dimora e problemi di salute mentale, e il loro inserimento momentaneo in una struttura di prima accoglienza. L'orizzonte temporale di questi progetti si avvierà nel corso del 2014, per svilupparsi poi negli anni successivi. 11. Le persone con disabilità. Cambiare le politiche. Il Tavolo Permanente sulla Disabilità è, nel corso del tempo, diventato organismo di piena rappresentanza ed ha acquisito il compito della verifica, dell’implementazione ed attuazione del Piano di Sviluppo del Welfare. Il Tavolo deve sempre più svolgere un ruolo di regia generale della politiche trasversali dell’Amministrazione nell’ambito della disabilità. La sua finalità è quella di divenire il luogo principe di governo dell’intero sistema integrato di interventi e servizi socio assistenziali, ambito di sintesi del lavoro dei sottogruppi tematici e di integrazione con le politiche sanitarie e socio sanitarie (rapporto con ASL). Il Tavolo è strumento di condivisione; co-progettazione e partecipazione. Il Settore Politiche per la Disabilità ha trovato in questi due anni una nuova configurazione organizzativa: una nuova Dirigente e “Posizioni organizzative” da poco nominate. Le risorse finanziarie sulle politiche per la disabilità si sono incrementate (malgrado i tagli di bilancio anche nell’area sociale). Si sono finalmente “aperte” le liste d’attesa sui centri diurni (e nuovi cittadini con disabilità hanno avuto accesso ai servizi) e sono stati assunti nuovi educatori ed assistenti sociali. Ancora molto però c’è da fare sull’innovazione e sperimentazione dei servizi; sull’apertura degli stessi alla comunità locale e sulla presa in carico globale come attuazione del progetto di vita individualizzato. E’ convinzione dell’Assessorato che questo sia il “campo di temi” maggiormente bisognoso di innovazioni. E in questo quadro vale la pena citare, anche solo per titoli: la volontà di caratterizzare l’impegno dell’Assessorato su EXPO 2015, innanzitutto in relazione ai Diritti delle persone con disabilità; di sperimentare in forma condivisa con il Terzo Settore, entro il giugno del 2014, la progettazione dell’uso degli spazi disponibili di “Villa Finzi” dove poter dare vita ad “Villaggio” che ospiti progettualità particolarmente innovative, per il riconoscimento delle persone non autosufficienti e disabili; di contribuire, nel quadro del lavoro della Giunta, all’effettivo sviluppo di un Piano organico di superamento delle barriere architettoniche (e quindi di istituire, nei primi mesi del 2014, “No barriere”, un nuovo progetto di orientamento al cittadino, per fruire della città accessibile). 12. L’uso sociale dei Beni confiscati alle mafie. 130 spazi assegnati o di prossima assegnazione al Terzo settore, alcune esperienze particolarmente significative come il Social Market di via Leoncavallo, gestite attraverso l’azione diretta del Comune (in quel caso con l’associazione Terza Settimana), una progettualità crescente in termini di azioni per la promozione della persona e risposta al bisogno (tra cui si segnala il progetto di Comunità Nuova della “Casa delle relazioni”), il monitoraggio costante delle esperienze sin qui fatte e dell’effettivo uso dei Beni (con l’eventuale “recupero”, come accaduto, dei Beni non effettivamente utilizzati). 3
Questa è l’esperienza portata avanti in questi anni nei quali il tentativo perseguito è stato quello di “togliere dall’ombra” un simile giacimento di percorsi di ricostruzione del tessuto della legalità, e offrire visibilità ai Beni confiscati stessi promuovendo, tra l’altro, anche un’occasione assolutamente inedita come quella costituita dal Festival che, il prossimo autunno, celebrerà la sua terza edizione coinvolgendo stabilmente alcune città italiane e il territorio metropolitano. 13. La scommessa di Chiaravalle. Dove c’erano le mafie, un condominio sociale. E’ stato appena assegnato (Gennaio 2014) il più consistente dei Beni confiscati che insistono nel territorio milanese. Si tratta della “Cascina” di Chiaravalle, (via Sant’Arialdo, 69). Ospiterà, in circa 2000 mq, con ampi spazi verdi e venti ettari di area agricola, un “Condominio sociale”, una sorta di pensionato solidale per famiglie che si candiderà a diventare anche un punto di riferimento per il Terzo settore milanese impegnato sul terreno della lotta alle mafie e avrà il compito di aprirsi ad attività culturali aperte alla città. 14. I diritti civili, la Casa dei Diritti. L’esperienza della Casa dei Diritti vuole configurarsi come un progetto articolato e composito che intende coniugare l’erogazione concreta di servizi ai cittadini con azioni culturali di sensibilizzazione che disseminino buone prassi e stimolino positive azioni volte alla reale integrazione sociale ed alla “non discriminazione”. Le finalità della Casa sono il contrasto alle due forme di discriminazione: diretta che si verifica quando si agisce per mettere in una situazione di svantaggio o di persecuzione una persona o un gruppo minoritario di persone e indiretta che si verifica quando un criterio di scelta, una norma o una legge mettono in una situazione di svantaggio un gruppo minoritario di persone. Casa dei Diritti è erogazione di servizi: contrasto alla violenza sulle donne; contrasto al fenomeno della tratta di esseri umani; sportello LGBT per promuovere diritti civili e combattere pratiche discriminatorie; sportello testamento fine vita (per inverare il diritto alla libertà di cura ed alla libera scelta delle terapie per le persone a fine vita); G Lab e sportello “Seconde Generazioni” per l’inclusione sociale e la piena integrazione dei giovani italiani nati da genitori stranieri e per promuovere la riforma normativa dello ius soli; diritti umani (in collaborazione con l’Associazione Survival), sociali e civili; sportello di ascolto e di orientamento ai servizi per cittadini con disabilità e per persone affette da dipendenza. Casa dei Diritti è anche produzione culturale: è luogo in cui potranno trovare spazio e visibilità iniziative, progetti, eventi realizzati da Associazioni milanesi attive sui temi dei diritti civili e politici. La Casa promuove la partecipazione e ricerca forme di collaborazione e sinergie positive. Lo spazio, che diventerà laboratorio di innovazione sociale e luogo di incontro, contaminazione e produzione culturale e che diventa operativa dal 3 febbraio 2014, si colloca nell’ambito delle politiche sviluppate dall’Assessorato e dall’Amministrazione in materia di diritti civili e libertà. Si ricordano in questo contesto il già citato Registrato relativo alle volontà del trattamento di “fine vita” (cosiddetto Testamento biologico) e il Registro delle Unioni civili. Scelte che collocano Milano all’avanguardia nel panorama di un Paese che nazionalmente appare, su dette questioni, attualmente immobile. 15. Il Centro delle culture migranti, il portale dei corsi di italiano per stranieri. Negli spazi presenti tra via Scaldasole e vicolo Calusca sorgerà il Centro delle culture migranti. Accadrà, entro l’autunno del 2014, a seguito di un lungo percorso di progettazione partecipata, che è partito da un Protocollo di intesa sottoscritto con Prefettura, Questura, ASL, Ufficio Scolastico, e che ha già visto il coinvolgimento di: 10 direzioni dell’Amministrazione, 200 testimoni privilegiati, 95 associazioni del Terzo Settore, circa 260 associazioni o gruppi di migranti. Il Centro delle Culture Migranti dovrà essere un luogo dove siano accessibili informazioni sui servizi, i regolamenti, le organizzazioni del territorio, la vita cittadina. La sfida è quella di realizzare un unico punto di accesso semplificato alle istituzioni e ai servizi; uno spazio in cui ricevere informazioni utili, soprattutto su dove svolgere tutte le procedure burocratiche; un unico centro dedicato al mondo delle migrazioni; un hub per le associazioni dei migranti, il Terzo settore, i sindacati, le comunità, le reti di avvocati, la scuola, le aziende, i cittadini. In sintesi, una porta d’ingresso alla città nel segno della cultura dei diritti e della legalità. Il Centro integrerà funzioni vecchie e nuove: informazione e orientamento generale, consulenza giuridica di secondo livello (su lavoro, titoli studio, ricongiungimento familiare, asilo, rimpatri etc.), servizi specifici (ricongiungimento familiare, accompagnamento psico-sociale ai richiedenti asilo, mediazione linguistica), punto unico di informazione su corsi e scuole di lingua italiana per stranieri. Inoltre verranno svolte le funzioni di “Osservatorio” sulle politiche e sulle prassi di cittadinanza, Condivisione interistituzionale di norme e prassi, Sede per attività associazionismo; con luogo anche per Forum Città Mondo, Gestione progetti (europei, legge 40, etc.). Infine sono state sin qui sperimentate alcune azioni innovative che rappresentano su temi specifici quello che vorrà essere il Centro su alcune delle questioni prioritarie legate all’immigrazione/integrazione: Il Servizio “Raggiungimi”, sul ricongiungimento familiare, offerto grazie ad una collaborazione tra Prefettura, Comune e Terzo settore. Il sito web, unico a livello nazionale, Milano.Italianostranieri.org, che ad oggi comprende 109 scuole/corsi di italiano per stranieri censiti, on-line dal 28 gennaio 2014 e pronto a diventare un punto di riferimento metropolitano. Lo sportello GLab sulle norme di cittadinanza offerto grazie alla collaborazione tra Comune e Rete G2 (collocato nella Casa dei Diritti). Il Centro delle culture migranti, inoltre, si offrirà inoltre come punto di riferimento per le Rete riguardanti la tutela dei diritti dei cittadini richiedenti asilo. 4
16. I nuovi impegni per il welfare della nuova generazione. E’ stato avviato, di concerto con il delegato del sindaco alle Politiche giovanili, un percorso di mappatura riguardante i “bisogni” e le aspettative della nuova generazione. Il tutto con l’obiettivo, inedito per un’Amministrazione comunale come quella milanese, di dotarsi di un’agenda di impegni ed azioni concrete rivolte a consolidare il “welfare della nuova generazione”, cercando così di colmare il vuoto almeno ventennale che segna la Città di Milano. L’obiettivo è quello di concentrare nella seconda metà del mandato risorse e attenzioni ad un tema “il welfare della nuova generazione” solitamente escluso dall’orizzonte delle Politiche sociali. 17. L’educazione finanziaria. Il progetto è realizzato da un partenariato che l’Assessorato ha sviluppato con UNI, Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali dell’Università Cattolica di Milano - e Progetica. Nel 2013 sono state realizzate due fasi “pilota”, alle quali hanno partecipato cittadini e lavoratori di Associazioni, Imprese ed Istituzioni dell’area milanese. Le fasi pilota hanno consentito di testare il percorso formativo, gli strumenti di educazione e di misurare i risultati ottenuti dagli utenti, tra i quali emergono il miglioramento del grado di controllo sulla propria vita, delle attitudini e dei comportamenti finanziari e, relativamente al livello di istruzione, una riduzione delle differenze sociali. A partire da marzo 2014 il progetto vedrà pertanto una fase sperimentale che coinvolgerà alcune migliaia di cittadini e consentirà la valutazione delle modalità di estensione alla cittadinanza. Un’azione che non prevede alcun onere finanziario per l’Amministrazione comunale. 18. La psicologia sostenibile. Nella consapevolezza che la salute mentale dei cittadini non possa essere messa in secondo piano dalla crisi, è stato stipulato un protocollo d’intesa tra Comune di Milano e Ordine degli Psicologi affinché i cittadini milanesi che necessitano o desiderano essere seguiti da uno psicologo, ma che al contempo si trovano in una situazione di disagio economico, possano usufruire di servizi di psicologia a tariffe agevolate, senza limiti di tempo né di numero di colloqui, ma in base ai bisogni della persona e delle famiglie. Hanno diritto ad accedere a queste facilitazioni solo le persone segnalate e inviate dai Servizi della nostra città, dopo avere valutato e concordato con l’interessato l’opportunità della scelta e la modalità di accesso. L’elenco degli Enti convenzionati con il Comune, però, rimane disponibile a tutti sul sito www.psicologipermilano.it. I servizi presenti nell’elenco fanno tutti parte del mondo del privato sociale e sono stati selezionati dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia secondo precisi criteri di qualità e specializzazione, elemento che ne garantisce la massima professionalità e serietà. Il progetto si inserisce nell’ambito di una oramai consolidata collaborazione tra le due Istituzioni e non comporta oneri per l’Amministrazione comunale. 19. Le feste di vicinato, i cuochi sociali, gli spazi di socialità. Decine di cittadini milanesi dalla primavera del 2013 hanno preso parte al progetto dei “Cuochi sociali”. Si tratta di un’azione volontaria (far la spesa, cucinare e mangiare con anziani soli segnalati dai servizi) “piccola” ma emblematica. La traduzione del principio, spesso richiamato nel Piano di sviluppo del welfare, relativo alla centralità del legame sociale come prima forma di “protezione”. Le edizioni delle feste di vicinato, realizzate nei quartieri milanesi nell’estate del 2012 e del 2013, il Piano estivo contro la solitudine, la gestione di quaranta spazi di socialità in diverse zone cittadine: tutto questo va nella direzione di ritenere che il sostegno al “fare comunità” sia un pezzo della politica sociale e non un ingrediente del “tempo libero”. La continuazione di queste attività è dunque parte a pieno titolo dell’intervento di politica sociale. 20. Il rapporto pubblico-privato e il fondo AiutaMi. Consolidare una relazione stabile, e non episodica, tra il “sociale” e il mondo delle imprese e i singoli cittadini, per favorire i processi di inclusione. Questo è il ragionamento che sta alla base della Delibera di Giunta emanata nel 2013 e proposta dall’Assessore alle politiche sociali, per garantire una definizione permanente dei rapporti di partnership tra pubblico e privato. L’azione, ancora in evidente fase sperimentale, ha già prodotto la fornitura di beni o il finanziamento di attività per un valore di circa due milioni di euro. E’ stato inoltre attivato un Fondo ad hoc per le donazioni (Fondo AiutaMi) ed è insediato un “tavolo di lavoro” per potenziare la qualità delle possibili sinergie tra ambiti che nella distinzione dei ruoli possono consolidare alleanze volte a promuovere la persona. 21. Il rafforzamento del CELAV, il sostegno alle Cooperative di Tipo B. Con Delibera n. 1374 del 12/7/2013 è stata rilanciata la possibilità per l’Amministrazione Comunale di favorire l’inclusione lavorativa di soggetti svantaggiati, così come previsto dalla L. 381/97 e dai Regolamenti CE n°2204/2002 e il n°800/2008 mediante l’assegnazione di appalti per la fornitura di beni e servizi a cooperative sociali di tipo b e mediante l’inserimento della clausola sociale negli appalti di beni e servizi c.d. “sopra soglia comunitaria”. Attraverso di essa le ditte appaltatrici si impegnano ad includere personale svantaggiato per l’esecuzione del contratto. E’ stato istituito 5
il nuovo elenco delle cooperative con aggiornamento semestrale. Sono state istituite commissioni congiunte con l’Assessorato alle politiche del lavoro per favorire il funzionamento dei dispositivi previsti dalla delibera, nell’ottica dell’integrazione dei servizi e della corresponsabilità e collaborazione tra i vari settori dell’Amministrazione. Nel luglio 2014, a seguito di gara, si darà continuità al servizio di mediazione lavoro “CELAV” con innovazioni finalizzate anche a garantire una migliore integrazione con le altre istituzioni (in particolare Regione e Provincia) e favorendone il potenziamento anche attraverso una nuova collocazione della sede negli spazi di via San Tomaso (a partire dall’autunno 2014). 22. L’Ufficio unico del Terzo Settore. Come previsto nel protocollo di intesa sottoscritto tra il Comune di Milano e il Forum del Terzo Settore Città di Milano, al fine di giungere alla realizzazione di un Ufficio Unico (interassessorile) per i rapporti con le organizzazioni del Terzo settore, nel maggio 2013 si è costituito un gruppo di lavoro integrato tra operatori degli Assessorati Politiche Sociali e Cultura della Salute e Sicurezza, Coesione Sociale, Polizia Locale, Protezione Civile, Volontariato e rappresentanti del Forum del Terzo Settore. Il gruppo ha sviluppato un’istruttoria che ha portato alla condivisione del senso dell'ufficio, dei contenuti e delle scelte da compiere. Ha sviluppato un’opera per la ricognizione delle esperienze esistenti in altre città. In questo momento il gruppo è impegnato nella stesura di una prima proposta operativa con l'indicazione delle risorse logistiche, umane, finanziarie e tecniche necessarie a realizzare il progetto. Ad essa seguirà il recepimento e l’integrazione delle osservazioni ricevute dagli assessorati e dal Terzo settore per giungere ad una proposta definitiva entro il 2014. L’ufficio sarà costituito entro la fine del mandato. 23. Il rapporto con EXPO 2015. Un sito pienamente accessibile e accogliente contro ogni ostacolo derivante dalle disabilità, in una città fruibile per tutti, il sostegno ai percorsi di mediazione e orientamento svolti da cittadini di “seconda generazione”, nei confronti degli stranieri in visita a Milano, la valorizzazione delle campagne per la sicurezza alimentare, il coinvolgimento delle cooperative di Tipo B, la messa a disposizione dei luoghi del sociale per l’accoglienza e l’informazione: questi sono solo alcuni dei punti di un’agenda su “EXPO sociale” attualmente in via di definizione. 24. Contro le dipendenze vecchie e nuove. In sintonia con quanto previsto dal Piano di sviluppo del Welfare, l’Assessorato ha operato d’intesa con ASL nei luoghi deputati alla definizione delle politiche di prevenzione delle dipendenze. Nel 2014, tramite il coordinamento con ASL, si intende rimodulare la rete dei servizi e degli interventi (prevenzione, integrazione sociale e lavorativa) integrando le attività in atto della ASL e del Comune a favore di una migliore risposta ai bisogni della persona. Quale membro del Comitato Rete Locale Prevenzione l’Assessorato ha partecipato alla definizione degli obiettivi e delle azioni relative al Piano Locale Prevenzione ASL, contribuendo a sviluppare e rinforzare i legami e la trasversalità delle azioni tra i diversi attori impegnati a livello territoriale in campo sociale, sanitario, educativo e culturale per contrastare le dipendenze. E’ parte della Cabina di Regia con ASL (DGR n. 326/2013), luogo di condivisione ed elaborazione delle strategie di integrazione sociale e sociosanitaria, con la finalità di evitare duplicazioni e frammentazione, nell’utilizzo delle risorse e nell’erogazione degli interventi e di garantire il governo, il monitoraggio e la verifica degli interventi sociali e socio sanitari, erogati da A.S.L. e Comuni, nell’ambito delle aree comuni di intervento. Ha fatto parte del Tavolo ASL con gli Enti gestori delle sperimentazioni previste dalla Regione Lombardia (DGR 3239 del 4/4/2012, DGR 499 del 25/07/2013 e decreto regionale n.7386 del 1/08/2013) per la definizione di nuovi modelli gestionali di miglioramento, sviluppo e innovazione del sistema dei servizi nelle aree: · Cronicità - residenzialità per le persone con una lunga storia di riabilitazione comunitaria, accompagnata da attività di tipo occupazionale, relazionale e d’inclusione sociale; · Adolescenti - accoglienza di adolescenti con problemi di consumo/abuso/dipendenza; · Nuove forme di abuso/dipendenza - modalità innovative d’intervento a favore di persone con comportamenti compulsivi che determinano anche nuove forme di abuso; · Prevenzione selettiva e riduzione del rischio - interventi socio sanitari per una prevenzione selettiva e per la riduzione dei rischi. Particolare attenzione è stata posta su quest’ultima area delle sperimentazioni in quanto sviluppava progetti che intercettavano i bisogni delle persone in condizioni di grave emarginazione adulta (Welchome), nell’ambito del Piano per i senza tetto dell’Assessorato. La sperimentazione, effettuata anche in collaborazione con l’Assessorato Coesione sociale, prevede il consolidamento dell’esperienza e l’estensione delle attività a favore di altre fasce della popolazione. Con ASL saranno formulate proposte alla Regione Lombardia al fine di individuare gli elementi caratteristici alla specificazione degli interventi di prevenzione selettiva, di riduzione dei rischi e di riduzione dei danni a conclusione del percorso sperimentazione dei nuovi modelli gestionali. E’ stata istituita dall’Assessorato, nell’ambito di un tavolo costituito il 4 luglio 2013, la Rete No SLOT che ha intrapreso una piattaforma di attività volte alla prevenzione e al contrasto della proliferazione del gioco d’azzardo. 6
E, in questo quadro, si sta collaborando con ASL per la definizione del Piano Territoriale di informazione, sensibilizzazione, formazione e prevenzione in tema di GAP previsto dalla Legge Regionale n.8/2013 “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico” che integra e rinforza i programmi strategici già attuati a livello territoriale e previsti dal Piano Locale Prevenzione ponendo un’attenzione specifica sul gioco d’azzardo patologico. 25. Il lavoro sul tema del carcere. Dal novembre 2012 è ripartita l’attività presso il Tribunale di Milano, Sezione direttissime, dello sportello "presidio sociale" che dopo una prima fase sperimentale durata 3 mesi, nel 2013 è stato ampliato a tutte le categorie di utenti residenti a Milano, svolgendo anche funzione di informazione e orientamento per i non residenti, lavorando in collaborazione con lo sportello Ser.T del Tribunale. All’interno del presidio sociale è stata avviata, in seguito alla sottoscrizione della convenzione con il Tribunale di Milano nel febbraio 2013 (Delibera di GC n. 277 del 22/02/13), anche la funzione di sportello per i Lavori di Pubblica Utilità. E’ stato istituito il Garante dei diritti dei detenuti. E’ stato istituito un tavolo di lavoro con gli enti del Terzo Settore e le altre istituzioni riunite nell’Osservatorio carcere, le tre ASL dell’area metropolitana, attraverso il quale sono state condivise linee di indirizzo per lo sviluppo della programmazione territoriale. In particolare da tale lavoro ha avuto avvio la progettualità MA.MI (MacroProgetto Milano) finalizzata all’inclusione sociale, housing e lavoro. Successivamente è stato avviato un confronto con Regione Lombardia per la definizione delle linee guida per il 2014 per gli interventi a favore della popolazione sottoposta a misura penale. E’ stato avviato un confronto con le Aziende Ospedaliere competenti al fine di sviluppare la massima integrazione possibile a tutela della salute dei detenuti, anche per rafforzare il monitoraggio costante delle condizioni di vita e di salute della popolazione carceraria milanese e dello stato delle strutture attraverso la costituzione di una commissione congiunta ASL – Comune di Milano. E’ stato avviato un progetto (RiconciliArci) rivolto a detenuti “fragili” in uscita dal circuito penitenziario per favorire la ricostruzione del tessuto relazionale nel territorio di riferimento. Nel 2014 il servizio Puntoacapo, il Presidio presso il Tribunale e il servizio relativo ai Lavori di Pubblica Utilità (in scadenza nel corso dell’anno), saranno oggetto di rifinanziamento ed in particolare il servizio relativo ai Lavori di Pubblica Utilità ha l’obiettivo di aumentare il numero delle postazioni attive attraverso il coinvolgimento di tutti i settori dell’Amministrazione. 26. NO all’AIDS, SI alla sessualità sicura e consapevole. Si è rafforzata nel corso del 2013 l'azione congiunta del Comune e di ASL Milano a sostegno della rete delle associazioni attive sulle tematiche HIV/AIDS e della sessualità sicura. Il tavolo a suo tempo costituito si è riunito con regolarità, e ha visto la partecipazione attiva di tutte le Associazioni. Questo lavoro ha consentito, tra l'altro, la realizzazione di un nutrito programma di iniziative tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre 2013, in coincidenza con la giornata mondiale dell'AIDS. L'impegno comune del tavolo è quello di proseguire e di intensificare i proprio operato, avendo come obiettivo prioritario la preparazione all'evento Expo 2015, che dovrà rappresentare l'occasione per diffondere le informazioni, le azioni e le buone pratiche per promuovere una sessualità sicura e consapevole, sia per i cittadini milanesi che per i milioni di turisti attesi. L'orizzonte temporale è pertanto quello del 2014, ma con particolare riguardo ad Expo 2015. 27. Una nuova politica per la sanità. Chi l’ha detto che il Comune non possa dire nulla in materia di sanità. Questa affermazione banale è alla base dell’atto contenente le proposte per la sanità milanese, in termini di principi guida e indirizzi di riferimento, che il Board che si occupa di salute nell’ambito dell’Assessorato e l’Assessore proporranno di adottare al consiglio comunale. Affinché si apra finalmente una riflessione su come funzioni il modello regionale, sui bisogni della città, sulle necessità della città metropolitana. Il percorso di confronto con la commissione politiche sociali partirà nei primi mesi del 2014 e riguarderà i nodi della riorganizzazione in campo sanitario nonché il sostegno e progettualità relative al territorio (ad es. Case mediche, Case della salute). 28. Un nuovo soggetto per l’assistenza a Milano. Per gli anziani e le loro famiglie. Realizzare, a partire dall’incontro tra Golgi Radaelli, Pio Albergo Trivulzio ed altre strutture presenti nell’area milanese tra cui le RSA comunali precedentemente (e frettolosamente) esternalizzate, una centrale capace di erogare servizi nell’ambito della terza età, a fronte dei bisogni della popolazione anziana. Arrivando così a generare un soggetto unico in Europa per dimensioni e storie dei soggetti precedenti pronto a misurarsi, anche, sul terreno dell’assistenza domiciliare, del supporto all’assistenza famigliare, della residenzialità leggera. Questa è la convinzione dell’Assessorato alle Politiche sociali. Si tratta di un obiettivo rispetto a cui si promuoverà iniziativa politica e riflessione nel corso della seconda metà del mandato, nella convinzione che l’obiettivo di arrivare alla “fusione” sia ambizioso ma realistico e perseguibile entro il 2016, anche nell’ottica dei processi riguardanti l’implementazione di servizi capaci di fare la loro parte nella città metropolitana. 7
29. Mappatura dei bisogni e nuovi presidi nei quartieri. E’ in corso la mappatura dei bisogni dei quartieri, il progetto, partito negli ultimi mesi del 2013, ha l’obiettivo di costruire una banca dati permanente costituita dal censimento del sociale svolto e delle necessità individuate dai consigli di zona di Milano, anche attraverso l’identificazione di mappe facilmente fruibili dalla cittadinanza. In questo quadro inoltre si stanno potenziando, come già affermato, presidi e spazi nei quartieri. 30. Contro la violenza degli uomini sulle donne. Molti passi sono stati compiuti in questi due anni sui temi della violenza di genere. E’ stato approvato il protocollo di intesa fra il Comune di Milano e la rete dei centri antiviolenza finalizzato a rafforzare le azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne. I soggetti sottoscrittori sono: SVS Donna Aiuta Donna ONLUS; Associazione Telefono Donna ONLUS; Cooperativa Sociale Cerchi d’Acqua ONLUS; Fondazione Caritas Ambrosiana; Centro Ambrosiano di Solidarietà ONLUS; Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione IRCSS Cà Granda Policlinico Ospedale Maggiore; Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate ONLUS; Fondazione Somaschi ONLUS; Ospedale San Carlo – Soccorso Rosa. La rete si è quindi consolidata ed ampliata ed oggi offre servizi differenti per tipologia ed approccio culturale. Al termine del lavoro del Tavolo Interistituzionale (che ha visto coinvolti nella discussione Prefettura e Forze dell’Ordine, Comune di Milano, Provincia di Milano, mondo della Giustizia - Tribunale e Procura e Tribunale e Procura per i Minorenni- , Ordine dei Medici ed Ordine degli Avvocati, Forum del Terzo Settore della città di Milano, Organizzazioni sindacali - CGIL/CISL/UIL -, Ufficio Scolastico Territoriale, ASL Milano, Soggetti della rete, Associazioni di volontariato, culturali e di promozione sociale) è stato approvato il Patto “Milano con le donne contro la violenza. Un piano di azioni concrete. Un patto per la città”. Si è attivato un percorso di formazione per gli sportelli di prossimità decentrati delle Zone ed attualmente si stanno attuando azioni di sensibilizzazione e di prevenzione nelle scuole (concorso cortometraggi; incontri con avvocati e psicologi sui temi della violenza). Il Comune ha partecipato al Bando di Regione Lombardia sulle reti territoriali e al Bando “Progettare Pari Opportunità” con due progetti sempre di sensibilizzazione e formazione rivolti alle scuole primarie (riconoscimento delle differenze e cultura di genere)ed alle Università. Infine si sta consolidando anche la rete dei soggetti che si occupano di sex offender per prevenire recidive. In questa cornice la Casa dei Diritti diventa un’ulteriore luogo di informazione e orientamento. 31. Lavorare sul nesso sociale-cultura. Il “sociale” o è contaminazione, terreno di produzione culturale e creativa, sostegno alla fruizione dell’arte e della bellezza o “non è”. Questa è un’affermazione irrinunciabile. In questa direzione vanno numerose delle azioni sin qui presentate. E sono da collocarsi gli sforzi assolutamente inediti a livello nazionale promossi dall’Assessorato – i festival delle seconde generazioni, i festival dei Beni confiscati, le feste del vicinato, il “maggio sociale” ed anche il sostegno alle attività cresciute nell’ambito del mondo della salute mentale – per costruire “legame” nell’incontro tra le diversità e l’utilizzo dei beni pubblici, a partire dalla questione degli spazi. Inoltre, proprio nel solco di questa riflessione, vanno inseriti i tentativi di avvicinamento di alcuni “percorsi” presenti in città. Come quelli volti a sostenere l’accesso dei cittadini anziani dei Centri socio ricreativi ad alcune eccellenze milanesi (la Scala, i Teatri), la promozione di una sinergia da realizzarsi in futuro tra servizi per l’infanzia e il Museo dei bambini o, su tutto un altro piano, il giorno di raccolta dei libri, il “SociaLibro” da destinare a comunità e centri del sociale milanese. 32. Una rete per l’Alzheimer Le dimensioni attuali del problema demenze/Alzheimer, e le prospettive future, che indicano un incremento netto della incidenza di queste patologie, hanno determinato l'avvio, a partire dallo scorso anno, di uno specifico "Progetto Alzheimer" che Comune di Milano ha opportunamente finanziato. Nel corso del 2013 il Tavolo appositamente costituito dal Comune di Milano, in collaborazione con ASL, operatori, associazioni del III settore, ha consentito di definire il progetto "Una rete per l'Alzheimer" che ha promosso l'avvio di una linea verde, l'apertura in ogni zona del decentramento di 9 centri di ascolto (CPAA - centri psicosociali per l'anziano e l'Alzheimer) e il contributo all’implementazione degli Alzheimer Cafè. L'azione del Tavolo proseguirà nel corso di quest'anno: si prevede, oltre al consolidamento delle iniziative già avviate, la formalizzazione di un Osservatorio per verificare la qualità delle attività svolte dai CPAA e la congruità dei progetti innovativi, un percorso per la formazione/riqualificazione delle badanti, e uno sulla mobilità cittadina dei pazienti Alzheimer.
8