della diocesi di como
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
Anno XXXVI - 26 maggio 2012 - € 1,20
Italia
4-5
Europa
21
6
Como
18
Sondrio
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Tra passato e presente. Un Paese in tensione
Serbia: la presidenza a Nikolic
Fotovoltaico: il boom italiano del 2011
Vicini ai giovani per liberarli dalle dipendenze
a memoria della L morte di Falcone e Borsellino, l’attentato
presidente in cariItolcasconfitto Boris Tadic è stadal leader
el comasco gli imN pianti hanno raggiunto quota 2708 per
nteressante conveIsuale: gno in un luogo inula discoteca di
di Brindisi, il terremoto.
nazionalista.
48.402 kW di potenza.
Forcola.
Editoriale
La famiglia. Poveri ma belli di don Angelo Riva
I
l Papa è a Milano per il VII Incontro mondiale delle famiglie. Come prepararci a questo evento? [1] Difendiamo la famiglia. Almeno dalle fesserie più rozze che si dicono sul suo conto. Sentivo alla radio, tempo fa, un tizio ricordare che la maggior parte delle violenze sulle donne e sui minori avvengono fra le mura domestiche. Fin troppo chiara l’insinuazione: “è patologica, questa famiglia, non enfatizziamola troppo”. Abbiamo il coraggio di dire che questa è una bestemmia antropologica bella e buona? Che amplifica lo schianto di un albero che cade, e tace dell’intera foresta che cresce? Se alla bestemmia teologica ci siamo quasi assuefatti, di fronte a quella antropologica ci deve soccorrere un sussulto di indignazione. Se io andassi a dire che è patologica l’aria che respiriamo, perché il 100% dei crimini avviene nell’atmosfera terrestre, giustamente verrei preso a pernacchie. Com’è invece che certe emerite panzane, aurate di scientificità psico-sociologica, possono essere impunemente spacciate sul mercato delle idee, con la benedizione dei guru della cultura e della comunicazione? [2] Ma cerchiamo di essere più positivi. Promuoviamo la famiglia. Questa “trinità umana” di relazione personale unitiva e feconda: un uomo e una donna e il frutto del loro amore. Specchio della Trinità divina, dove il Padre e il Figlio sono uniti nella fecondità dello Spirito. Trinità anche “laica”, se mi è permesso, perché è nella famiglia che possiamo essere Uguali, pur restando diversi, salvaguardati ciascuno nella sua singolarità irripetibile, dunque Liberi, ma, al di sopra di tutto, uniti, cioè Fratelli. Libertà-UguaglianzaFraternità – mi si perdoni il tormentone! –, proprio come, nella Santa Trinità, le Persone divine sono Diverse-Uguali-Unite. Nella famiglia l’uguaglianza di tutti è vera, senza annullare le differenze (uomo-donna; genitori-figli); e la libertà non è assenza di legami, ma avere legami buoni e belli. Ben lo sapeva la saggezza antica, quando diceva che è lo schiavo a non avere legami personali (e proprio per questo è come una merce, e lo si può vendere): il figlio li ha, e ne gioisce. [3] Ma forse c’è un modo ancor più semplice per onorare la famiglia. Oggi che il Papa viene a trovarci, cerchiamo di amare la famiglia che abbiamo. Stiamo insieme, parliamoci, rinnoviamo quel patto non scritto che l’ha fondata. Superiamo i silenzi, i dissensi, le difficoltà. Una domenica, in giro per Cresime, al ristorante c’era, seduta appresso a noi, una coppia sulla sessantina: oh, per tutto il pranzo non hanno spiaccicato parola, aprendo la bocca solo per farvi entrare il cibo…Certo, non è perfetta, la famiglia che abbiamo, su tante cose è pure povera e deficitaria. Qualche volta anche dolorosamente divisa. Ma oggi proverò ad amarla, perché è la mia! Quando ero piccolo la suora mi raccontava che, se Dio ci facesse mettere sulla piazza del paese le nostre croci, dicendo poi a tutti di tornare a prenderne una, ciascuno sarebbe andato a riprendersi…la sua! Non vale forse anche per la famiglia che abbiamo? Nell’abbraccio della croce del Signore, specchiata nella Santa Trinità, la mia famiglia è povera ma bella, nella pulizia della sua umiltà, nel nitore della sua semplicità. Ditevelo oggi, fra marito e moglie, fra genitori e figli, fra nonni e nipoti. Grazie Papa, che vieni a ricordarcelo!
Milano si prepara ad aprire le porte al Family 2012, l’incontro mondiale delle famiglie in programma dal 30 maggio al 3 giugno. Quattro giorni per riaffermare il valore irrinunciabile della famiglia, preziosa risorsa sociale troppe volte messa in discussione nei suoi principi fondanti. Circa un milione i fedeli attesi per la S. Messa con il Papa.
Pentecoste 13 La lettera del vescovo. Il soffio dello Spirito Como Rifiuti abbandonati: il caso dell’ex Rasa
19
Canonica 28 La comunità vicina a chi ha perso il lavoro Sondrio 32 L’ex ministro Tremonti analizza la crisi
i bambini di Kinshasa pag. 7
2 Sabato, 26 maggio 2012
Idee e opinioni
D
✎ L’opinione |
opo il dolore, lo sdegno, il pianto seguito alla morte di Melissa, la giovane studentessa uccisa a Brindisi dallo scoppio di un ordigno davanti alla scuola, sentiamo che dentro il cuore si è fatto un grande silenzio dove si spengono le parole e i pensieri. Perché è accaduto così? Chi è stato? Che senso ha morire a 16 anni, e noi veder morta quella gioia, sciupato il miracolo, spezzata insieme col suo giovane corpo la nostra speranza? Si cerca, si fruga, si investiga. Forse è terrorismo, si dice. Oppure è mafia. O magari il gesto di un pazzo, chissà. E siamo costretti a guardare in questo scuro imbuto che è il dominio della morte imparentata col male, a sentirne la cupa vertigine. Il terrorismo risale alla memoria da un tempo lontano che ha preceduto la generazione cui appartiene Melissa, e che abbiamo creduto sepolto con i graffiti degli anni di piombo, della notte buia della repubblica. Quanti attentati, quante vittime. A Como, nel luglio del 1981 morì Luigi Carluccio, dilaniato da un ordigno posato in Viale Lecco, mentre cercava di disinnescarlo. In Italia, gli attentati furono migliaia e migliaia. Nei loro
di Giuseppe Anzani
Brindisi: dopo il dolore e lo sdegno, il tempo del silenzio proclami deliranti i terroristi enunciavano tesi politiche e battaglie ideali; e intanto seminavano morte e sangue, segnando quegli anni di paura e di insicurezza. Oggi noi la sentiamo come una stagione morta, incenerita nella sconfitta storica delle brigate rosse, anche se rigurgiti di violenza criminale si sono episodicamente ripetuti con l’omicidio di Massimo D’Antona e di Marco Biagi. Ne avvertiamo tuttavia il pericolo, se il seme del male che sprezza l’altrui dolore innocente non viene soffocato nel cuore. L’altra ipotesi degli investigatori è la mafia. Di questo cancro, a lungo presente nella nostra storia e combattuto ma mai battuto, mai sradicato, e anzi penetrato come veleno dentro il contesto sociale, conosciamo oggi le metastasi ramificate e diffuse in
ogni territorio. Conosciamo i nomi e le sigle, mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita. Rammentiamo le gesta e le bombe e le stragi, e ci torna in mente quel nome al quale era intitolata proprio la scuola di Melissa, e la grande voragine sull’autostrada di Capaci, giusto vent’anni fa. Non siamo riusciti a liberarcene. Nel terrorismo mafioso c’è un delirio diverso dal terrorismo politico, c’è la pretesa di scavalcare ogni legge, dentro lo Stato e contro lo Stato, come affermando un potere, o un contropotere, che si autocostruisce, e domina, e si impingua di traffici infami, e di estorsioni e di ricatti, e sfida l’ordinamento con la sfrontatezza di chi può tenergli testa. Sentiamo risuonare nella mente il monito profetico che il papa Giovanni Paolo II gridò nella piana di Agrigento contro la “civiltà della
morte” (“Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio”). O infine chissà, se la mafia è estranea all’attentato di Brindisi, che cos’altro cercare che spieghi il dolore, l’assurdo dolore. La pista ispirata all’assurdo, infatti, mette capo all’indecifrabile irrazionale che si chiama di solito follia. Forse è il gesto di un pazzo, il male aperto che esplode da quel seme oscuro di male che ottenebra la mente. Il peggio di tutto è un lucido sadismo. E lungo questo pensiero la congettura si biforca, si ramifica, si estenua nel labirinto degli impulsi: quelli della cattiveria cosciente e quelli della malvagità sommersa, i semi dell’odio e la loro misteriosa radice, le compulsioni profonde e gli istinti distruttivi, fino alla “disumanità” che sfigura il profilo umano e lo sfregia in bestiale. Io credo che il nocciolo del dolore che oggi ci assedia ancora, dopo
i funerali di Melissa, è qui. Il nocciolo di ciò che non si spiega, mentre pur si racconta per vero, nella tragedia dell’esperienza umana, e che dà consistenza ad un male che rifiutiamo di chiamare “umano”. Non ci sta addosso, non è nostro, vorremmo gridare. Non ci corrisponde, non ci dipinge, ci deforma e ci insulta. E finisce per irridere persino le nostre lacrime come fossero provvisoria menzogna prima della nuova, prossima, prenotata tragedia. Eppure non è cornice o sfondo, ma tessuto di una condizione umana che ha condotto nella storia a ravvisare la tremenda “banalità” del male (Hannah Arendt) che fa vacillare il pensiero e frantumare la speranza. Diventare, ridiventare umani. Quella immagine che nel Libro sacro ci imparenta con Dio ci dice ancora qualcosa? Umani, ridiventare umani. Ci vorrebbe un Consolatore, a cambiarci cuore, a mutare le lacrime della disperazione in rugiada che lava, che salva, che tiene nel suo fuoco il miracolo della invocata liberazione dal male. Lo invochiamo. Lo invochiamo quanto più fondo è l’abisso, più tormentata la nostra preghiera.
SPIGOLATURE | di Francesco Bonini
Amministrative: dentro il cambiamento
I
ballottaggi confermano ed Al voto poco più della che per il momento amplificano le indicazioni assume i caratteri della metà degli elettori. del primo turno delle frammentazione e L’intelligenza dei cittadini dell’imprevedibilità, amministrative di primavera. Va a votare poco anche tenuto conto pur “disincantati e più della metà degli elettori, del massiccio astensionismo. C’è ormai stanchi” reclama risposte precisamente il 51,4%, ma la uno stock assai significativo di elettori percentuale, pure assai bassa, svincolato dalle appartenenze che sta è tenuta alta dai centri medio-piccoli, mentre nelle alla finestra e attende fatti, cioè proposte ed idee, oltre grandi città è in picchiata. Spicca, tra le moltissime che esempi. conferme dei trend già annunciati, l’affermazione a Diranno le poche settimane che ci separano dall’estate Parma di Pizzarotti, che lascia il suo sfidante Pd al se le proposte tanto attese verranno, a partire dalla livello del primo turno, facendo il pieno di consensi riforma costituzionale (con riduzione del numero dei trasversali. Insieme a lui sono tre gli altri esponenti parlamentari) ed elettorale. La parola va insomma del movimento di Beppe Grillo, Cinquestelle, ad ai partiti in Parlamento: “vorremmo davvero che essere eletti al ballottaggio, che invece non premia profittassero di questa stagione per produrre nessun leghista, vent’anni dopo le prime affermazioni mutamenti strutturali, visibili e rapidi nel loro costume del movimento in verde, grande sconfitto delle urne politico e nella stessa offerta politica”. Sono le parole insieme al Pdl. usate, ad urne ancora aperte, dal cardinale Bagnasco, In realtà il voto nell’Italia settentrionale ed in nella prolusione all’Assemblea della Cei. Traducono Sicilia – da sempre i grandi laboratori che testano con sintesi efficace le attese diffuse di “segni concreti, e sperimentano i cambiamenti - confermano che il immediati ed efficaci”. È ormai chiaro infatti che “non è sistema politico italiano è in una fase di movimento, più l’ora di ricambi di facciata o di mediocri tatticismi
spacciati per visioni politiche”. L’intelligenza dei cittadini elettori, pur “disincantati e stanchi” reclama risposte. Tutto qui: le rendite di posizione, i reticoli clientelari, si sono per gran parte esauriti. La crisi morde e reclama una “rigenerazione”, cioè un ricambio vero e una più adeguata “offerta politica”. Questa deve poter parlare contemporaneamente alla testa ed alla pancia, ai sentimenti dell’elettorato, che non a caso in giro per l’Europa continua a premiare i “piraten”, cioè facce nuove ed in sostanza affidabili, ma fuori dal sistema e senza impegno di durata. Siamo insomma dentro il cambiamento, in quella fase in cui tutto è magmatico ed all’apparenza contraddittorio. Ma sembra chiara la linea di sviluppo, verso una politica più modesta, consapevole dei suoi limiti, ma anche della sua funzione insostituibile, e dunque più efficace.
◆ Stella polare di don angelo riva
Democrazia o inciucio politico-clericale? (continua dal numero scorso) emocrazia a targhe alterne? Si concludeva così l’editorialino dello scorso numero. Allusione ironica al fatto che, ai nostri giorni, non tutti i responsi democratici sembrano avere lo stesso valore. Leggi che amplificano il cono della libertà individuale vengono salutate senz’altro come positive, indice di progresso e civiltà. Leggi, invece, che (spesso con la benedizione ecclesiastica) pongono limiti alla libertà individuale, reputando meritevoli di protezione giuridica alcuni beni viceversa esposti al rischio di essere calpestati, vengono denigrate come retrive, oscurantiste, incostituzionali, lesive dei diritti individuali (di libertà), frutto immondo dell’inciucio politico-clericale. Non che non si abbia il diritto di pensare ciò – sia ben chiaro –; e ancor meno che non si abbia il diritto-dovere di adoperarsi per abrogare il presunto “mostro” legislativo clericale. Ciò che non possiamo accettare è che si dica che lì – in quella legge “restrittiva” e “cattolica” – la democrazia non ha funzionato, le garanzie costituzionali sono state sospese, si è ordito un attacco allo Stato di diritto. Balle. La volontà democratica o vale sempre o
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non vale, non può valere solo quando risulta allineata ai propri convincimenti. Così ad esempio sono in molti a ritenere che la legge 40/2004 sia una pessima legge, perché limita la libertà individuale di fronte alle possibilità aperte dalla fecondazione artificiale, reputando meritevole di tutela sia il diritto di ogni concepito ad avere due genitori certi (da qui il divieto delle tecniche “eterologhe”), sia l’uguaglianza di ogni vita concepita dentro o fuori il seno materno (da qui l’obbligo di trasferire nell’utero materno i figli prodotti “in vitro”). Chi ritiene che questa legge sia illiberale e lesiva dei diritti individuali, ha il sacrosanto diritto di pensarlo, e di darsi da fare per tentare di smontarla. Ma non può parlare di “ritorno al medioevo”e di “democrazia sospesa”. Quando si evoca il linguaggio terroristico del “talebanismo vaticano”, dell’ingerenza clericale, dell’anomalìa italiana, non si offendono i cattolici, ma le istituzioni, e la maggioranza di cittadini che quella legge l’hanno votata (o confermata referendariamente). Diciamolo: in queste faccende ciò che appesta l’aria della discussione pubblica è il virus dell’ideologia, per cui si confondono i diritti della verità (che tutti, legitti-
mamente, dichiarano di possedere…anche i relativisti!) con l’illegittimità del dissenso (altrui). Di questo virus gli amici laicisti ne sono infetti in quantità industriale. Ma, se dobbiamo essere sinceri, anche noi cattolici dobbiamo guardarcene, perché non ne andiamo immuni (e non solo nella storia passata). Ciò che troppo spesso manca è una cultura della democrazia come verità e libertà, come profeticamente auspicava Giovanni Paolo II. Una cultura per cui si propongono schiettamente le proprie idee, poi si va alla conta dei consensi e si accetta serenamente il responso democratico. Capiterà (molto spesso) che un cattolico veda prevalere, nei consensi, una legge a suo giudizio permissiva e libertaria, che, sempre a suo parere, è ingiusta e lede il bene comune. Egli si impegnerà, se ci riesce, per cambiarla, ma non dubita affatto che questa legge sia democratica. Capiterà pure (purtroppo molto meno spesso) che un laico veda prevalere, nei consensi, una legge a suo giudizio restrittiva e liberticida, che, sempre a suo parere, comprime ingiustamente le libertà individuali. Egli si impegnerà, se ci riesce, per cambiarla, ma perché dovrebbe dubitare che questa legge sia democratica?
Attualità
Sabato, 26 maggio 2012
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Dal 30 maggio al 3 giugno. Un’occasione per riflettere, pregare, conoscersi, fare amicizia
Le famiglie si danno appuntamento a Milano «L
a previsione di spesa per l’organizzazione del VII Incontro mondiale delle famiglie, che è stato dichiarato Grande Evento ma senza budget di spesa, si attesta attorno ai 10 milioni 200mila euro fra preparazione remota, predisposizione degli eventi e struttura organizzativa». Lo ha detto Daniele Conti, consigliere delegato della Fondazione Milano Famiglie 2012 presentando gli ultimi aggiornamenti sull’appuntamento milanese. Luigi Campiglio, professore ordinario di Politica Economica Università Cattolica di Milano, ha posto l’attenzione sulle ricadute economiche dell’evento: «Per l’arrivo di un milione di pellegrini, fra spese di vitto, alloggio e trasporto, abbiamo stimato un indotto economico di circa 55 milioni di euro». Campiglio ha poi sottolineato come, oltre al ritorno economico, per la città di Milano il guadagno risieda nell’occasione che i partecipanti stranieri possano riportare nel loro Paese i tratti qualificanti della nostra cultura: «Apertura, accoglienza, forte capacità
attrattiva. I pellegrini saranno messaggeri nel mondo di come la nostra società si stia impegnando nel cambiamento e voglia essere accogliente sul piano della solidarietà, del volontariato, dell’imprenditorialità sociale. Nonostante le difficoltà sono ancora molte le opportunità per chi è disposto a impegnarsi a fondo per realizzare un futuro migliore». Il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi ha sottolineato il grande lavoro di organizzazione e mobilitazione che stanno portando avanti gli enti coinvolti, e ha assicurato: «L’accoglienza è stata organizzata con grande professionalità, sapremo rispondere bene all’evento garantendo la sicurezza del Santo Padre e dei pellegrini». Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha invitato tutti a partecipare ai momenti con il Santo Padre: «Gli appuntamenti con papa Benedetto XVI sono un’occasione straordinaria. Abbiamo chiesto di segnalarsi per ragioni organizzative e di sicurezza, ma a tutti sarà data la possibilità di partecipare. Chi si presenterà,
anche all’ultimo, alla Festa delle Testimonianze alla Santa Messa sarà accolto. La crisi ci sta portando a riscoprire i valori fondamenali della nostra vita: l’Incontro e la straordinaria presenza del Santo Padre mostreranno che si può uscire dal tunnel guardando ai luoghi vivi già in atto nella realtà». Monsignor Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, ha esortato le comunità ad accogliere il Pontefice: «Benedetto XVI sentirà fin dal suo arrivo il calore e l’accoglienza della città di Milano e di tutte le diocesi lombarde. Sarebbe bello che il Santo Padre potesse cogliere subito la gioia e la Fede di tutti». Don Luca Violoni, segretario generale della Fondazione Milano Famiglie 2012, ha infine presentato il Congresso dei ragazzi: «Mentre è in corso l’incontro dei genitori, c’è il congresso dei figli. I ragazzi iscritti, più di 900, sono considerati nel loro essere parte integrante di famiglia ed è fondamentale che possano confrontarsi e impegnarsi sui temi che affrontano i loro genitori».
Family 2012. Aumenta l’attesa per l’ormai prossimo raduno con il Santo Padre.
I
l VII Incontro mondiale delle famiglie, che Milano ospiterà tra pochi giorni, non riveste soltanto un grande significato ecclesiale, ma è anche un appuntamento che ha una profonda valenza civile, sociale e culturale. Il significato è indicato dal tema: “La famiglia: il lavoro e la festa”. Ma prima ancora l’incontro è significativo per se stesso, come evento di carattere mondiale. Le famiglie provenienti dai cinque continenti e le famiglie di Milano e del territorio, si incontrano, si accolgono reciprocamente, si scambiano esperienze. La grande assemblea riunita intorno al Papa, esprime e celebra l’unità e l’universalità del popolo di Dio. Quanto al tema, bisogna spiegare che famiglia, lavoro e festa non sono tre argomenti giustapposti, ma un solo argomento, cioè l’interazione di questi tre valori, che sono fondamentali per la vita delle persone e per la società. Fin dal primo capitolo della Bibbia, famiglia, lavoro e festa sono presentati come tre benedizioni, tre doni di Dio per una vita buona. Infatti per la felicità sono necessari sia i beni materiali che relazionali, sia la ricerca dell’utile che il riposare e lo stare insieme con gli altri e con Dio. Perché oggi è quanto mai urgente riflettere su famiglia, lavoro e festa? Affrontare questi argomenti in modo non superficiale può contribuire innanzi tutto ad uscire dalla crisi che affligge l’Occidente, che non è solo crisi economica. Tutti si rendono conto che occorrono da una parte innovazione, investimenti e maggiore produttività
VII Incontro mondiale delle Famiglie — Milano 2012 Congresso Teologico pastorale 31 maggio 2012 — ore 16.00 Auditorium Pontificio Collegio Gallio Via Tolomeo Gallio, 1— Como
Accoglienza e saluto famiglie del Mondo Interventi:
Prof. Norberto Tonini già Presidente Mondiale della OITS Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale Membro del Comitato Etico per il Turismo
Coniugi
Mauro e Chiara Magatti Mauro, Mauro preside della Facoltà di Sociologia Università “Sacro Cuore” di Milano Chiara, Chiara docente di “Sociologia dei nuovi Media” Facoltà di Lettere e Filosofia, Università “Sacro Cuore” di Milano
Testimonianze Modera:
Marco Deriu Giornalista SIR
In collaborazione con: Assessorato al Turismo
Si ringrazia: Pontificio Collegio Gallio Istituto Suore Canossiane Ass. ANA Gruppo Alpini Provincia di Como Gruppi scout AGESCI — MASCI Associazione degli albergatori Como
Un incontro mondiale e, d’altra parte, equilibrato ricambio generazionale e quindi tasso di natalità più elevato e migliore educazione. Dalle indagini sociologiche risulta che sono proprio le famiglie sane ad assicurare risparmio, responsabilità ed efficienza, procreazione generosa e impegno educativo. E’ dunque interesse della società sostenere le famiglie, offrire opportunità di lavoro, conciliare le esigenze e i tempi della famiglia con quelli dell’impresa, armonizzare maternità e professione, aiutare le famiglie numerose. Dalle ricerche sociologiche risulta che, per la felicità delle persone, la salute, le buone relazioni familiari, la capacità di stabilire rapporti solidali, improntati al rispetto reciproco, nel proprio ambiente di lavoro e nella propria comunità, contano più del reddito. Occorre dunque recuperare il senso della
festa, perché non sia tempo di evasione e di dispersione, ma piuttosto tempo di concentrazione sui valori essenziali: Dio, famiglia, comunità, amicizia, cultura, solidarietà. Specialmente occorre salvaguardare la domenica dall’invadenza del mercato. Oggi la centralità della domenica appare minacciata da una certa cultura relativistica che, da una parte vorrebbe appiattire l’uomo sull’oggi, azzerando qualsiasi tensione trascendente, dall’altra sostiene che, soprattutto in tempo di crisi, occorre dare la precedenza all’efficientismo della produzione e del guadagno. In questo modo però non si comprende che l’esigenza della festa non potrà mai essere cancellata perché iscritta profondamente nel cuore dell’uomo e, in modo ancora più ricco di significati, nel cuore del cristiano che celebra nella
domenica la Pasqua settimanale del Signore. “Senza domenica non possiamo vivere”, risposero i martiri di Abitene alle autorità dell’Impero romano che chiedevano conto di quel loro riunirsi per celebrare la liturgia festiva. Si tratta di una urgenza valida ancora oggi. La domenica, la festa, è il richiamo a una dimensione che va al di là dell’effimero e si collega all’eterno. La festa è, da un lato, il tempo della gratuità, del gioco, della contemplazione, della natura, delle relazioni buone, della famiglia, ma dall’altro è soprattutto il tempo della preghiera, della spiritualità, del rapporto con Dio. Recuperare il significato della domenica e della festa vuol dire quindi iniettare nell’organismo in crisi di questa nostra civiltà occidentale, un benefico antidoto contro l’individualismo, il soggettivismo, l’egoismo sociale che sono alla radici di tanti mali: aborti, separazioni, divorzi, carenze educative. Infine l’incontro di Milano è prezioso per dare visibilità a molte realtà positive. Anche in Europa ci sono tante famiglie esemplari, tante famiglie numerose per scelta consapevole. E poi fioriscono movimenti, associazioni, forme di aggregazioni, reti tra famiglie: sono davvero esperienze belle, capaci di dare speranza. L’appuntamento di Milano sarà davvero la festa di tutto quanto di bello, di ricco, di fecondo può generare quel “mistero grande”, che è la famiglia fondata sul matrimonio. card. ENNIO ANTONELLI presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia
◆ Iniziative da non perdere...
Due suggerimenti per vivere il Family in Diocesi
A
pochi giorni dall’arrivo del Papa, Milano e la Lombardia si preparano ad accogliere il mondo. Al momento gli iscritti al VII Incontro mondiale delle famiglie provengono da 145 paesi di tutti i continenti. Hanno un carattere internazionale persino i 5 mila volontari che daranno il loro contributo all’organizzazione dell’evento. La stragrande maggioranza dei migranti che si sono messi a disposizione della Fondazione Milano Famiglie (255 volontari) sono filippini. Non a caso. A Manila si è tenuto il IV Incontro mondiale delle famiglie nel 2003. E proprio da qui arriverà la delegazioni asiatica più significativa. Sono di 27 diversi Paesi anche i 104 relatori del Congresso teologico-pastorale che ha fatto il tutto esaurito con i suoi 5 mila iscritti di 110 diverse nazionalità. A tal proposito, ricordiamo che il 31 maggio, Como, presso il Collegio Gallio, a partire dalle ore 16.00, ospiterà la sezione del Convegno teologico-pastorale dedicata al rapporto tra famiglia e turismo. L’incontro è aperto a tutti. L’argomento sarà declinato sotto vari punti di vista: nelle dimensioni sia dell’andare sia dell’accogliere. Coordinati da Marco Deriu, si alterneranno Norberto Tonini (dell’Associazione per il turismo nel mondo), Mauro e Chiara Magat-
ti (docenti universitari) e alcune testimonianze. Infine, per chi non potrà essere a Bresso per la Veglia serale del 2 giugno, con la Festa delle Testimonianze, segnaliamo la bella iniziativa dell’Azione cattolica ragazzi. È la Family Star Light: una lanterna auto-luminescente pensata per le famiglie che non potranno essere presenti alla veglia, ma che vorranno stare in comunione con quelle riunite con Benedetto XVI. Sono arrivate e possono essere già ritirate presso l’Ac diocesana, in viale Cesare Battisti 8, telefono 031-265181 (il costo è di euro 2,50). pagina a cura di ENRICA LATTANZI
Italia
4 Sabato, 26 maggio 2012
■ Mafia 20 anni dopo
Nel 1992 gli attentati contro Falcone e Borsellino
● Sabato 19 maggio, a Brindisi, una bomba scuote la città
● Colpita la scuola dedicata alla moglie di Giovanni Falcone
● Una sedicenne perde la vita; le amiche saranno ferite per sempre
I funerali di Melissa Bassi: «Non maledite nessuno» “L
«C
osa è cambiato in questi vent’anni? C’è stato un risveglio civico. Molti giovani sono interessati all’antimafia, e nel contempo avulsi da certe logiche che per gli adulti sono normali». A parlare è don Sergio Siracusano, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro dell’arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, in occasione del 20°anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio del 23 maggio e del 19 luglio, in cui rimasero uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La diocesi ha dedicato un incontro sulla mafia per queste ricorrenze. Cosa non è cambiato, nei vent’anni che ci separano dagli omicidi di Falcone e Borsellino? «Se quello che è successo ha innescato meccanismi giuridici e civili che hanno portato alle associazioni antiracket, che prima non c’erano e ora sono realtà importanti, non è cambiato il fatalismo per cui al Sud si pensa sempre che “devono pensarci gli altri”». Qual è la difficoltà più grande? «Fare rete rimane la cosa più complicata, comunque stiamo lavorando molto bene, anche col Progetto Policoro. Non è facile smontare una mentalità, e diffondere una nuova cultura del lavoro, evangelizzare sul lavoro. Dimostriamo ai ragazzi che possono puntare sulle loro capacità. Non ci va che i talenti finiscano seppelliti sotto terra. Non è difficile, come si potrebbe pensare, dare ai ragazzi la forza di sperare ancora. Basta crederci e dare l’esempio, da subito. I giovani non sono il futuro, sono anche e soprattutto il presente». L’attentato di Brindisi colpisce al cuore una scuola, luogo privilegiato della formazione alla legalità.. «Le scuole sono colpite perché proprio là si sta lavorando tanto, e bene. Ed è importante continuare a farlo perché i giovani reagiscono con entusiasmo. Tutto il mondo giovanile è in grande ripresa, anche se molti di questi ragazzi vent’anni fa nemmeno c’erano. Ritengo fondamentale anche i progetti sulla legalità: bisogna partire, però, da quella quotidiana. La Chiesa c’è e c’è sempre stata, siamo noi i primi a dover dare l’esempio di come la legalità si viva e si pratichi ogni giorno, applicando il rispetto verso gli altri». Come si può essere credibili nella proposta di legalità quando tutto sembra andare nella direzione opposta? «Ciò che conta è la testimonianza personale. Questo è il nostro scopo: essere testimoni credenti e credibili. Se recuperiamo la dimensione della relazione umana e personale, con figure educative vere, se stabiliamo percorsi con gente credibile e iniziamo dal quotidiano, allora c’è speranza per l’antimafia vera, quella applicata alle piccole cose». I ragazzi ci credono? «Sono molto sfiduciati, anche per via del tipico fatalismo del Sud, che li porta a dire: “Non c’è niente da fare”. In molti, però, si rimboccano le maniche e camminano verso l’orizzonte diverso che viene posto loro davanti. Sanno che possono farcela davvero, con il nostro esempio ma anche e soprattutto con la loro stessa forza». a cura di LORENA LEONARDI
a vita non muore. L’uomo può uccidere il corpo, ma l’anima, la persona, in attesa della resurrezione totale, vive in Dio. E Melissa oggi vive, diviene l’Angelo della sua famiglia, come i suoi genitori sono stati i suoi angeli”. Questa è “la nostra speranza”. È quanto ha affermato mons. Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, celebrando lunedì 21 maggio, nella chiesa matrice “Tutti i Santi” di Mesagne, i funerali di Melissa Bassi, vittima dell’attentato compiuto sabato scorso davanti all’Istituto professionale “MorvilloFalcone” di Brindisi. Ai funerali di Stato erano presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Mario Monti (rientrato dal vertice G8 a Chicago), e diversi rappresentanti delle Istituzioni. “Siamo al terzo giorno di un cammino pesante e fiducioso”, ha detto mons. Talucci: “Dal raduno di piazza a Brindisi, che ha suggerito pensieri di socialità e di legalità e sostegno dei diritti delle persone, e dei giovani in particolare, a partire dal rispetto alla vita, siamo passati alla giornata domenicale, che ci ha visti riflettere nel silenzio e nella preghiera in tutte le parrocchie della diocesi, confortati dal pensiero del Santo Padre, insieme a tanti vescovi e sacerdoti, il quale al ‘Regina Cæli’ ha rivolto alla nostra città e al nostro territorio parole di paternità e di giustizia, assicurando la preghiera per i feriti e specialmente per la giovane Melissa. La domenica si è conclusa con una veglia di preghiera nel piazzale di questa chiesa matrice, che ha visto protagonisti i giovani nella luce della Parola di Dio la cui presenza si avverte forte nell’esperienza dell’amore”. Oggi, ha aggiunto l’arcivescovo, “siamo in questa chiesa e nella città di Mesagne, intorno ai resti mortali di Melissa, vittima innocente di un attentato che aveva la consapevolezza di uccidere, causando uno sconforto e una tristezza che toccano l’animo di tutti. Eleviamo anche una preghiera per i feriti perché abbiano tutti a superare questa tragica condizione... Ci stringiamo attorno alla famiglia di Melissa”, ha proseguito l’arcivescovo. “Sono nel dolore, ma anche nella speranza cristiana. La vicinanza di Dio e la nostra sono oggi l’unico conforto possibile”.
invito ai “fratelli sacerdoti”: “Continuiamo ad amare i giovani interpretandoli nelle loro vere esigenze, parlando loro con la verità che libera e cercando di ascoltarli per capirli”. Questa, ha spiegato l’arcivescovo, “è la vera chiamata che può liberare tutti dalla paura verso la speranza, dai soprusi verso la legalità, dall’egoismo verso la fraternità”.
come siamo a tenere in considerazione la nostra vocazione, la nostra chiamata che viene da Dio”. Per l’arcivescovo, “la chiamata di fede è quella di uscire dal buio del peccato e del male verso la luce della grazia e del bene: questa si chiama vocazione alla santità e investe tutti noi. Chi risponde di sì a questa chiamata costruisce un mondo nuovo, giusto, vero, buono, bello, degno dell’uomo, secondo il progetto di Dio”. Da qui l’invito a “tutti noi adulti a considerare la nostra vocazione e a comportarci in maniera degna di essa: siamo modelli e testimoni di vita nuova per essere credibili e affidabili con il nostro esempio. Di noi hanno bisogno i giovani”. Un invito ai politici, ai genitori, ai giovani e ai sacerdoti. L’arcivescovo si è quindi rivolto ai “fratelli impegnati nella politica e nel sociale”: “Mirate al bene comune, quello pieno che vi fa impegnare nella promozione dello sviluppo e della solidarietà, della sicurezza e della tutela della vita, molto più e molto prima che nella riparazione dei danni”. Ai “fratelli genitori” mons. Talucci ha chiesto di sentirsi “chiamati a educare ai migliori valori i figli”. Un invito particolare l’arcivescovo l’ha rivolto ai “fratelli giovani”: “Mirate a quegli ideali che danno senso al presente e al futuro, guardate alla vostra speranza fidandovi di educatori che nella verità vogliono il vostro bene, senza strumentalizzazioni di comodo. Non maledite nessuno per rabbia e abbiate fiducia, il mondo cattivo può essere sconfitto”. Infine, un
Mons. Talucci ha poi sottolineato che “la preghiera di suffragio è per Melissa. La riflessione è per noi, che continuiamo a essere i pellegrini su questa terra, invitati
“Anche per voi fratelli omicidi – ha detto mons. Talucci – c’è una chiamata a vita nuova. Nella vita di peccato non appartenete a pieno titolo né alla società degli uomini né alla comunità dei cristiani. Siete chiamati a una conversione sincera per recuperare una dignità a cui non potete rinunziare per sempre. Costituitevi: meglio una punizione della giustizia umana che rimanere in una falsa libertà, che diventa presto un’autocondanna e un’autodistruzione, e così aprirvi alla Misericordia di Dio”. L’arcivescovo ha concluso l’omelia rivolgendosi a Melissa: “Tu, cara Melissa, sei volata in cielo: è stata la tua anticipata ‘ascensione’. I tuoi ideali umani sono scomparsi, ma tu sei nella luce, per la quale noi tutti preghiamo. Prega tu per i tuoi genitori e per i tuoi amici di scuola, bisognosi di riprendere con sicurezza, superando definitivamente ogni paura”. Nel momento in cui chiudiamo il giornale – martedì 22 maggio – non ci sono svolte significative sul fronte delle indagini: nella giornata di lunedì si erano diffuse voci sull’individuazione dei presunti responsabili, ma poi tutto si è risolto in un nulla di fatto. Al momento sembra esclusa la pista mafiosa e si indaga in merito al gesto isolato di un folle piuttosto che sull’atto intimidatorio con movente politico ed eversivo. Il titolo di reato comprende il terrorismo e la strage. La dinamica dell’attentato è ormai certa: gli inquirenti stanno cercando un uomo adulto, sui cinquant’anni, che potrebbe aver agito da solo. E intanto da Bari arriva la notizia che a Casamassima sorgerà una scuola intitolata a Melissa Bassi. Lo ha detto il presidente Francesco Schittulli, inaugurando il cantiere di un nuovo istituto professionale per 750 studenti che, entro 14 mesi, sarà realizzato in via Sandro Pertini. “Ci auguriamo che questo istituto sia una fucina di talenti per le giovani generazioni e offra loro gli strumenti per la crescita e lo sviluppo”. a cura di VINCENZO CORRADO ENRICA LATTANZI
L’Italia: cresce poco e invecchia molto... F orti disuguaglianze in Italia in tema di povertà: al Sud sono povere 23 famiglie su 100, al Nord 4,9. Lo rileva il rapporto annuale Istat riferendo i dati della povertà relativa, che riguarda la spesa media delle famiglie. “Bassa la fluidità sociale”: le opportunità di miglioramento rispetto ai padri “si sono ridotte e i rischi di peggiorare sono aumentati”. Il sommerso vale fra 255 e 275 miliardi, pari al 16,3-17% del Pil e con la crisi si ipotizza che la situazione stia
ulteriormente peggiorando. Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali in termini reali sono rimaste ferme. In materia di accesso al lavoro, le mamme sono le più penalizzate e, in generale, quasi il 34% delle giovani donne italiane non percepisce reddito (la media europea è 19%). L’aumento della sopravvivenza e la bassa fecondità rendono l’Italia un Paese ‘’vecchio’’: ci sono 144 ultrasessantacinquenni ogni 100 persone con meno di 15 anni.
Italia
20 maggio 2012: la terra trema in Emilia Romagna C
i si è messo anche il tempo incerto a rendere ancora più difficoltosa la situazione delle persone costrette per strada, o nelle loro macchine, o nei campi allestiti dalla Protezione civile, mentre la terra in Emilia continua a tremare. Centinaia le scosse, dopo quella, terribile, di domenica 20 maggio, costata la vita a sette persone (quattro erano operai al termine del turno di lavoro notturno). Secondo i dati diffusi dalla Regione Emilia Romagna sono oltre cinquemila (a cui si aggiungono anche 200 persone in Lombardia) i cittadini che hanno lasciato le proprie case per essere ospitati presso i campi e le strutture di prima assistenza allestiti dalla Protezione civile. Impegnati 731 volontari della Protezione civile regionale, oltre a circa 300 provenienti da altre regioni, ed è stato attivato un posto medico avanzato a Mirandola per assicurare la prosecuzione dell’attività sanitaria a fronte dell’inagibilità degli ospedali di Finale Emilia e Mirandola. La popolazione colpita dal terremoto in Emilia Romagna sta reagendo “con un atteggiamento di fiducia, perché la rete della solidarietà, la rete soprattutto della carità in Italia, è sempre stata all’altezza, specialmente manifestando la buona volontà di tutti”, ha detto mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, dopo aver visitato i luoghi del sisma. Da tutta Italia, le diverse Caritas diocesane hanno manifestato “vicinanza e disponibilità ad aiutare, così come anche l’intera rete internazionale, tramite Caritas Europa e Caritas internationalis”. Viaggiando tra le zone colpite si percepisce come a fare le spese del terremoto sia stato soprattutto il patrimonio storico e artistico di queste terre. “Le case nel complesso hanno retto e non abbiamo avuto danni significativi alle persone, mentre è un grave disastro dal punto di vista storico”, commenta mons. Ettore Rovatti, parroco di Finale Emilia, epicentro del sisma. In città il centro è “zona rossa” e
gli abitanti fanno la fila davanti a una postazione allestita dai Vigili del fuoco per andare nelle loro case, accompagnati e con l’elmetto in testa, a recuperare gli effetti personali più urgenti. Il fenomeno è ancora in atto, e bisogna attendere i sopralluoghi della Protezione civile e dei Vigili del fuoco per sapere quali siano gli edifici effettivamente agibili. Il parroco, appassionato della città e delle sue opere d’arte, lamenta la distruzione dei simboli di Finale: la Torre dei modenesi del 1212, il mastio e la torre del castello che risalgono al 1430, la torre degli obici. “Anche tutte le 7 chiese della città – prosegue – hanno avuto gravi danni e ora sono chiuse”. A Sant’Agostino ferrarese, all’estremo confine della diocesi di Bologna (ma già in provincia di Ferrara), “sono venuti meno i tre punti di riferimento di una comunità: il Comune, la chiesa, il posto di lavoro”, osserva il parroco, don Gabriele Porcarelli. Lui stesso è sfollato. “Non posso entrare né in chiesa, né in canonica”, racconta. Il campanile, fortemente danneggiato, rischia di crollare e la piazza antistante è stata transennata; di fronte alla chiesa, il municipio devastato le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. “Quasi tutte le attività lavorative qui hanno avuto i capannoni danneggiati”, prosegue don Porcarelli, spiegando che solo alle Ceramiche Sant’Agostino (dove hanno perso la vita 2 dei 4 operai) vi sono circa 350-400 lavoratori. Fabbriche chiuse, dunque (i sindacati parlano di 5mila posti di lavoro a rischio), e pure “le chiese vicine di Mirabello e Buonacompra - aggiunge - non esistono più”. Si è salvata, invece, la chiesa della vicina frazione di San Carlo, costruita nel 1997, ma anche qui si è registrata la distruzione del cinquecentesco Oratorio Ghisilieri. Ancora intatto il cartello che ne annuncia il restauro. Intanto il Governo ha riconosciuto lo stato di emergenza e sono stati firmati i decreti che sospendono gli adempimenti fiscali. Il premier Mario
Sabato, 26 maggio 2012
■ Terremoto La sfida del Paese e la forza di rialzarsi
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Monti, in visita martedì ai luoghi del sisma, ha assicurato che si farà di tutto per non far mancare il sostegno alle popolazioni. Ma come mai un terremoto in Pianura Padana? “È il frutto dello scontro tra le placche della crosta terrestre, l’africana contro quella europea – risponde Massimo Cocco, sismologo dell’Istituto nazionale di vulcanologia e sismologia –.La spinta degli Appennini, al di sopra della microplacca Adriatica, domenica ha prodotto una faglia lunga una quarantina di chilometri tagliando la Val Padana tra est e ovest, fra Ferrara e Modena, scuotendola vigorosamente. Fino al 2003, quando si è compilata l’ultima carta del pericolo sismico, la zona non era nemmeno considerata. Gli eventi accaduti hanno costretto a una revisione, ponendola all’improvviso nella classifica del pericolo nella terza categoria; vale a dire medio-bassa (L’Aquila è in prima categoria). In passato si sono verificati episodi consistenti. Ad esempio il terremoto di Cento (5.4 della scala Richter) nel 1987 e di Rovigo (4.7) del 2011. Da gennaio 2012 la zona appenninica di Reggio Emilia e Parma è colpita da terremoti di magnitudo 4.9 e 5.4, che, pur avvenuti a profondità molto diverse (30 e 60 km) rispetto ai 6-8 km di quelli del 20 maggio, sono legati ai movimenti della stessa «microplacca adriatica», molto attiva in questo periodo”. Cosa accadrà nei prossimi giorni? “La Pianura Padana è prevedibile continuerà a sussultare come ha fatto negli ultimi tempi - conclude Cocco -. E quindi terremoti intorno al quinto grado della scala Richter è verosimile che possano ancora verificarsi. Troppo spesso dimentichiamo che viviamo in un Paese altamente sismico”. Fra gli studiosi al lavoro, anche i geologi dell’Università dell’Insubria, impegnati nell’analisi della cosiddetta “Dorsale ferrarese”. Ricordiamo che anche la Caritas diocesana di Como si è attivata per una raccolta fondi: si può contribuire tramite conto corrente bancario (Credito Valtellinese, IBAN: IT 95 F 05216 10900 0000 0000 5000) oppure postale (C/C 20064226), specificando la causale “Terremoto in Emilia-Romagna”. FRANCESCO ROSSI LUCIA TRUZZI ENRICA LATTANZI
n altro terremoto. Ancora una volta crolli e vittime, sfollati, angoscia, dolore e distruzione. Le scosse che hanno messo in ginocchio l’Emilia non hanno avuto conseguenze così devastanti come quelle dell’Aquila, o di San Giuliano di Puglia, ma il dolore per le vittime non va con l’aritmetica. Anche una sola è di troppo. E poi c’è un territorio devastato, sfregiato nei suoi simboli, come le chiese e i municipi, i riferimenti intorno ai quali si è costruita la comunità e intorno a i quali sarà possibile di nuovo ricompattare le persone. Il terremoto ha colpito una zona particolare, certo, ma ancora una volta è come se colpisse l’Italia intera, tutti noi. Non è retorica. Basti pensare alla mobilitazione che segue ogni volta gli eventi tragici. La macchina della solidarietà si mette in moto e insieme alle istituzioni arrivano i volontari, si avviano le azioni di soccorso, il sostegno a distanza… Ogni volta, nel buio della tragedia ci sono i lampi di luce di tanta umanità che si vede e si tocca. Ha ragione il cardinale Bagnasco quando sottolinea che una calamità, sempre possibile, “ci fa toccare tragicamente la fragilità dell’esistenza umana”. Ed è in questa fragilità percepita che spesso si riaffermano quei valori di solidarietà, vicinanza, comprensione, condivisione, che la vita ordinaria delle nostre città e dei nostri paesi mette talvolta in secondo piano. Non è una consolazione che tolga il dolore di chi perde persone care e i mezzi di sussistenza. Non restituisce le vittime. Tuttavia indica la capacità di reagire, di cercare e trovare un senso nei momenti più bui, la speranza, ogni volta risorgente, di poter ricostruire non solo i campanili, le torri e i municipi, ma le comunità che vi stanno intorno. Con una consapevolezza rinnovata. Il terremoto dell’Emilia ferisce una volta di più un’Italia già “terremotata”, scossa da una crisi profonda che non è solo economica e per uscire dalla quale, oltre alle necessarie manovre di rigore e soprattutto ai correttivi per lo sviluppo, serve un serio ripensamento del patto sociale, via via sgretolatosi in questi anni. Sulle macerie di questa crisi lunga e feroce si aggirano anche le ombre inquietanti di sbocchi violenti, tristi ripetizioni di stagioni già viste. E superate. Proprio questo deve aiutare ad allontanare il pericolo più forte, che è quello della rassegnazione, del pensare che tutto è crollato o crolla e non si può ricostruire. Serve, oggi più di prima, uno sguardo positivo sul futuro. Non banale, ma capace di richiamare le responsabilità, richiedere alle istituzioni di rispondere alle attese e soprattutto di riavviare un meccanismo di partecipazione sociale che possa stabilire un nuovo punto di partenza. Questa è la sfida grande che aspetta un Paese “a rischio simico elevato”, come dicono alcuni esperti del settore, ma che già in più occasioni ha dato prova di sapersi risollevare. Si scava sotto le macerie. Anche con le mani. Ma nessuno vuole darsi per vinto. ALBERTO CAMPOLEONI
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Europa
Sabato, 26 maggio 2012
Il presidente in carica Boris Tadic è stato sconfitto dal leader nazionalista. Ora si attende di capire se ci saranno ripercussioni nel cammino verso l’UE
Economia UE Non emergono sostanziali buone notizie dalle “Previsioni economiche di primavera” che la Commissione Ue ha reso note alla fine della scorsa settimana, con un occhio rivolto allo stallo politico greco e l’altro alla competizione crescente nei mercati globali. Eppure qualche elemento positivo non manca e l’Esecutivo dispensa ai Paesi aderenti incoraggiamenti e inviti alla responsabilità e alle riforme.
Serbia, a sorpresa la presidenza a Nikolic
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a sorpreso tutti, serbi compresi. Il nazionalista Tomislav Nikolic è il nuovo presidente della Serbia, dopo aver sconfitto il presidente in carica Boris Tadic al ballottaggio delle elezioni presidenziali che si sono svolte domenica 20 maggio. Nikolic, leader del Partito progressista serbo (SNS), ha trionfato con il 49,7% dei consensi contro il 47% di Tadic. Un dato in controtendenza rispetto a tutti i sondaggi. Secondo gli analisti a favorire il candidato del SNS è stata la bassa affluenza alle urne di poco superiore al 46% con un calo di circa il 10% rispetto al primo turno. Tomislav Nikolic, nato nel 1952, è un politico di lungo corso. Membro del Partito Radicale serbo (SRS) fin dalla nascita nel 1991, diventa il braccio destro del leader Vojislav Šešelj. Dal 1992 è deputato del Parlamento serbo. Alla fine degli anni ‘90, durante l’era Milosevic, ha anche ricoperto il ruolo di vice-primo ministro. La sua vittoria arriva dopo una lunga serie di sconfitte elettorali.
■ Pil in calo
Nell’eurozona -0,3%, stallo nei 27 Paesi UE “
La prima candidatura alla presidenza risale, infatti, al 2000 quando esisteva ancora la Federazione jugoslava. Allora Nikolic finì terzo dietro a Vojislav Koštunica e Slobodan Miloševic. Successivamente ha corso tre volte per la presidenza della Serbia: nel 2003, 2004 e nel 2008. Nel 2003 le elezioni vennero annullate per non raggiungimento del quorum necessario di votanti, nel 2004 e nel 2008 si piazzò alle spalle di Boris Tadic. Nel 2008 la sua carriera politica cambia radicalmente. Dopo essere stato per tre volte presidente sostituto del Partito Radicale serbo lascia il partito e fonda il Partito del progresso SNS di cui è presidente. Una mossa per allontanarsi dalle posizioni estremiste dei radicali e, soprattutto, dal leader nazionalista Šešelj, dal 2003 imprigionato all’Aja per i crimini commessi durante il conflitto nella exJugoslavia. Un legame, quello con Šešelj - che rischia di apparire ingombrante per il nuovo Presidente, soprattutto nei suoi rapporti con gli altri leader europei. Un’immagine da cui lo stesso Nikolic ha cercato di distanziarsi nell’ultima campagna elettorale proponendosi come convinto europeista con un’inversione di tendenza rispetto al passato. Un avvicinamento all’Europa
a cui fa da contraltare l’intransigenza di fronte alla questione kosovara: Nilolic (così come anche Tadic), ha ribadito l’assoluta contrarietà al riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo. Nonostante la retorica del passato e l’accordo stretto con il DSS di Koštunica che impegna Nikolic ad un referendum sull’ingresso della Serbia nell’UE (Vojislav Koštunica che ha appoggiato ufficialmente Nikolic al ballottaggio ha più volte ribadito la sua contrarietà all’integrazione europea), difficilmente il neo presidente compierà scelte che vadano contro il percorso già avviato verso l’UE. Non è ancora chiaro quali saranno le forze in grado di formare il nuovo esecutivo. Il ministro dell’Interno uscente e leader del Partito socialista serbo (SPS) Ivica Dacic, anch’egli tra i vincenti di questa tornata elettorale 2012 ha dichiarato che l’accordo raggiunto, prima del voto, con Tadic per la formazione del futuro governo non sarà influenzato dall’esito delle presidenziali. Nonostante le rassicurazioni, è lo stesso Dacic ad aver dichiarato che, dopo l’esito delle presidenziali, la formazione del nuovo governo si fa più complicata. Il nuovo parlamento ha tempo fino al 9 giugno prossimo per riunirsi ed ha altri 90 giorni da quel momento per dar vita al nuovo governo.
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’economia europea attualmente si trova in una fase di lieve recessione. Si prevede una ripresa nella seconda metà dell’anno. Tuttavia la crescita del Pil sarà modesta e la situazione non è uniforme tra i Paesi Ue. Lo stesso dicasi per l’occupazione. In alcuni Stati i senza lavoro sono in aumento, specialmente tra i giovani”. Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici e monetari, commenta le Previsioni economiche che “purtroppo confermano quelle intermedie di febbraio”. Alcuni segnali favorevoli si riscontrano nell’aumento degli scambi a livello mondiale, mentre la situazione della produttività e quella del credito sono ancora in sofferenza. “Per il 2012 – vi si legge – il Pil nella zona euro dovrebbe subire una lieve contrazione nell’Eurozona (-0,3%), mentre sarà pari allo zero per cento nei 27 Paesi dell’Unione. Per il 2013 i dati saranno in crescita sia nell’Ue che nella zona euro” (circa 1%). “Si tratta di ipotesi - conferma il commissario - basate sul ritorno alla fiducia nei mercati e fra i consumatori” e legate alle azioni dei singoli governi.
■ I singoli Paesi Bene la Germania, Italia a -1,4% del Pil
I “Uno di noi”, iniziativa pro-life in Commissione “
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rotezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza Ue nelle quali tale protezione risulti rilevante”. È l’obiettivo della Iniziativa dei cittadini intitolata “Uno di noi”, dallo scorso 11 maggio ufficialmente depositata presso la Commissione europea. L’Iniziativa, che dovrà
essere appoggiata da almeno un milione di firme per poter costituire una proposta di legislazione comunitaria alla Commissione, fa riferimento a varie disposizioni dei trattati Ue. Dietro “Uno di noi” si colloca un vasto orizzonte pro-life, che comprende associazioni, movimenti, centri di aiuto alla vita, volontariato sociale, diffuso in tutta Europa.
Aperto e rinviato il processo Mladic
■ Lavoro Disoccupazione sopra al 10% nell’area Euro
È
stato rinviato “sine die” nel secondo giorno di udienze il processo all’ex generale serbo Ratko Mladic, apertosi mercoledì 16 maggio, davanti alla Tribunale penale internazionale dell’Aja. A deciderlo è stato il giudice Alphons Orie accogliendo la richiesta degli avvocati di Mladic che accusavano la controparte di aver commesso un errore Penale Internazionale per nella trasmissioni di alcuni l’ex Jugoslavia aveva emesso documenti riguardanti un mandato di cattura per il processo. Un intoppo genocidio, crimini di guerra puramente procedurale che e crimini contro l’umanità rischia di far slittare il processo nei confronti di Mladic e di di almeno sei mesi. è rinviata così a data da definirsi l’udienza Karadzic, ex presidente della Repubblica Srpska (Repubblica davanti alla corte dei primi Serba di Bosnia). Ad oggi i capi testimoni che era fissata per il di imputazioni nei confronti 29 maggio prossimo. Mladic del generale sono undici (due era stato arrestato il 26 maggio 2011 in Serbia dopo quasi sedici dei quali per genocidio). Tra gli episodi più cruenti c’è anni di latitanza ed estradato senza dubbio il massacro di all’Aja ai primi di giugno. Srebrenica nel luglio 1995 Nel luglio 1995 il Tribunale
l quadro continentale è però molto diversificato: per quanto riguarda i dati sul Prodotto interno lordo, ad esempio, la Germania evidenzia uno 0,7% su base annua nel 2012, per passare a 1,7% l’anno venturo; caso analogo per la Francia, con 0,5 quest’anno e 1,3 nel prossimo; per il Regno Unito l’anno in corso riserva un modesto 0,5%, per passare all’1,7 nel 2013. L’Italia segna un dato negativo quest’anno, -1,4%, per risalire a +0,4% l’anno prossimo. Le situazioni più problematiche si confermano però quelle della Grecia (-4,7% nel 2012; 0,0% nel 2013) e della Spagna (rispettivamente -1,8 e -0,3%). La Polonia è in controtendenza: a un positivo 2,7% dell’esercizio in corso fa prevedere il 2,6% per l’anno in arrivo.
L quando le truppe militari e paramilitari ai comandi del generale uccisero in cinque giorni oltre 8 mila persone, tra cui donne e bambini. Per l’accusa, che ha prodotto tra le prove anche i diari del generale (quasi 4 mila pagine che raccontano il conflitto tra il 1992 e il 1996) l’obiettivo dell’imputato e di Karadzic era quello di realizzare uno stato serbo-bosniaco autonomo conquistando buona parte della Bosnia (fino al 70% al
termine dell’estate del 1992) e rimuovendo la presenza croata e musulmana da questi territori. Obiettivi formulati per tempo e strutturati in un programma sistematico di intimidazioni, espulsioni, violenze, massacri e campi di concentramento. Una vera e propria forma di pulizia etnica. Il processo a Karadzic si era aperto nel marzo 2010 ed è tutt’ora in corso. Il leader politico della Repubblica Srpska ha rigettato tutte le accuse. M.L.
a lettura delle Previsioni di primavera non lascia invece scorgere significativi margini di miglioramento per quanto riguarda il mondo del lavoro. La disoccupazione dovrebbe rimanere “a un livello elevato”, pari al 10% nell’Ue27 e all’11% nell’area dell’euro (17 Stati che adottano la moneta unica). L’inflazione dovrebbe “diminuire progressivamente, via via che viene meno l’impatto del rincaro dei prezzi petroliferi e degli aumenti fiscali”. Si prevede, inoltre, che “il risanamento del bilancio prosegua, con disavanzi pubblici destinati a calare nel 2013 al 3,3% nell’Ue e a poco sotto il 3% nell’area dell’euro”.
Mondo
Sabato, 26 maggio 2012
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A Kinshasa, un rifugio per costruire il futuro In Repubblica Democratica del Congo migliaia di bambini accusati di stregoneria vengono abbandonati. Circa 30 mila nella sola capitale dove l’Opera don Guanella si prende cura di loro.
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a stregoneria è un grave male dell’Africa sub-sahariana che la tiene imprigionata in una realtà anacronistica che ne impedisce lo sviluppo. È un fenomeno antico ma di recente, vittime di queste credenze e di questi riti magici sono soprattutto i bambini. I ruoli si invertono e i bambini più indifesi vengono accusati di stregoneria da pastori di alcune sette o dalle loro stesse famiglie. Torturati e spesso uccisi, i bambini africani sono vittime di questa pratica che sta rifiorendo come conseguenza dell’urbanizzazione. Circa 30mila bambini vivono sulle strade nella grande città di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo dove l’Opera don Guanella offre il suo servizio di carità dal 1996. Di questi, ne sono morti almeno duemila. Dati che fanno venire i brividi, raccolti dall’Unicef, da organizzazioni non governative, da gruppi di militanti e di volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno. La miseria, i conflitti, la mancanza d’istruzione sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo ed il radicamento di questo tipo di pratiche. Quando si è sotto pressione si cerca un capro espiatorio. Basta quindi la morte di una persona vicina, la perdita dell’impiego o qualsiasi altro fatto negativo per riversare assurde accuse su bambini che non hanno mezzi per difendersi. Accuse che si basano sulle credenze tradizionali secondo le quali c’è sempre qualcuno che è responsabile di un cambiamento negativo. A questo si assomma il numero considerevole di divorzi che porta ad uno sfaldamento della tradizionale famiglia allargata africana. I bambini della “nuova famiglia” che viene a formarsi hanno la tendenza a rifiutare i figli di entrambi i coniugi, assurdo ma é realtà. L’Opera Don Guanella - Congregazione dei Servi della Carità - ha provveduto a sviluppare in questi anni un “Progetto Globale” di
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uando parliamo di Africa, l’immaginario comune ci porta a pensare agli animali feroci, alla savana, ai baobab. Solo dopo una breve riflessione rammentiamo che l’Africa è anche povertà, miseria, malattia, morte, ma quanti di noi ricordano o sanno che molti paesi africani continuano ad essere teatro di conflitti? è il caso della Repubblica Democratica del Congo, un Paese spesso dimenticato, dilaniato da una serie di guerre, le ultime delle quali avvenute non più di 20 anni fa. Parliamo della Prima guerra del Congo avvenuta nel non lontano 1996-97 (il generale Laurant Désiré Kabila, padre dell’attuale presidente Joseph, contro l’allora Presidente Mobutu Sese Seko), una guerra conclusasi con la vittoria di Laurant Désiré Kabila, che ha generato milioni di morti e di rifugiati; ci riferiamo, altresì, alla cosiddetta “guerra mondiale africana” avvenuta tra il 1998 e il 2003: uno scontro armato lungo 5 anni che ha visto coinvolti gli eserciti di almeno 6 Paesi per il controllo degli
La stregoneria è un grave male dell’Africa subsahariana. Credenze e riti magici colpiscono, infatti, sempre più spesso i bambini. Una pratica cresciuta a seguito dell’urbanizzazione. Per loro e, per tutti i bambini di strada, i missionari guanelliani hanno lanciato un “Progetto Globale” di promozione umana, che si basa sul lavoro di 7 Centri attivati negli ultimi anni.
promozione della vita dei bambini e ragazzi/e della strada. Le sue prospettive di miglioramento, infatti, al fine di garantire un’adeguata sostenibilità, sono state concretizzate attraverso un miglior coordinamento delle attività educative e organizzative svolte nei vari Centri e la costruzione o l’acquisto, nel tempo, di strutture residenziali adeguate, in sostituzione a quelle inizialmente in uso (prese in affitto e inadeguate allo svolgimento di un buon lavoro educativo). Pertanto si è provveduto al parallelo sviluppo di attività e strutture sulla base delle esigenze manifestatesi nel corso del tempo (di tipo educativo, sanitario, lavorativo - occupazionale). Come garantire la prima accoglienza di bambini e ragazzi che vivono sulla strada, offrire dei servizi essenziali (compreso quello medico), attivare un progetto educativo residenziale “protetto” (presso i centri residenziali), condurre attività d’inchiesta e di reinserimento familiare e sociale, accompagnare i ragazzi reinseriti in famiglia o in autonomia, avviare la formazione scolastica e l’apprendistato (corso professionale) e inserimento lavorativo. Attualmente abbiamo 7 centri, quattro residenziali tra cui uno dedicato alla formazione agricola dei ragazzi al Plateau des Bateke a 115 chilometri dalla capitale; due sono centri diurni per accogliere i bambini che sono ancora sulla strada (di questi uno é dedicato alle ragazze madri e ragazze che hanno subito violenze), un centro medico per far fronte ai bisogni di salute dei bambini e alla gente povera del quartiere. Due ambulanze raggiungono ogni sera zone e quartieri della capitale per portare sostegno psicologico ai
✎ commento |
✎ Per info Per informazioni sulle attività nella Repubblica Democratica del Congo dei Servi della Carità – Opera Don Guanella e per dare un aiuto ai progetti in corso (attraverso donazioni libere, adozioni a distanza, impegno attivo in periodi di volontariato o di Servizio civile volontario): Centro Missionario Guanelliano (don Adriano Folonaro – Silvio Verga), Via T. Grossi, 18 - 22100 Como; tel. 031.296894; 031.296811; fax 031.302995; sito internet: africa. guanelliani.it; e-mail: missioni.africa@ guanelliani.it.ve
bambini che si trovano sulla strada e garantire una risposta sanitaria agli innumerevoli bisogni, comprese le ragazze madri con il loro bebé. In un anno raggiungiamo circa 1000 bambini/e e ragazzi/e. Inoltre attraverso le attività previste in tre ateliers (di falegnameria, panetteria e taglio e cucito) offriamo percorsi formativi professionali ad adolescenti in modo che apprendano un mestiere oltre che a leggere e scrivere correttamente. «Fermarsi non si può – diceva San Luigi Guanella – fin tanto che ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere». Qui a Kinshasa cerchiamo di realizzare questo, vogliamo essere la presenza di quel Padre Provvidente che ama ciascuno dei suoi figli. C’é bisogno d’infondere molta speranza nella gente, soprattutto in questi bambini che saranno i protagonisti della futura società congolese. pagina a cura di Fratel Mauro Cecchinato, missionario guanelliano a Kinshasa
di fratel Mauro Cecchinato
Nonostante vent’anni di scontri (non ancora conclusi), il popolo congolese non smette di sperare immensi giacimenti di Coltan, diamanti ed oro. Un conflitto che ha generato due milioni e mezzo di vittime dovute anche alle carestie e malattie generate dal conflitto; e, inoltre, come dimenticare gli ultimi episodi violenti avvenuti tra ottobre 2011 e gennaio 2012? è strano, se non inaccettabile, che nessun mass-media abbia parlato della difficile situazione socio-politica che la Repubblica Democratica del Congo ha vissuto pochi mesi fa in vista delle elezioni presidenziali. Guerriglie, sangue, morte per poter esercitare un diritto. Quanta ansia in quei mesi, telefoni bloccati, internet bloccato, un isolamento dal mondo che già tende ad interessarsi poco di questo Paese. La comunicazione via cavo era
difficile, così come era ostica quella via internet, ancora più difficoltosa del solito. Le compagnie telefoniche congolesi avevano ricevuto ordini di sospendere il servizio “sms” per evitare fughe di notizie. La Monusco – la Missione dei Caschi Blu - è stata impegnata sul territorio congolese in una grossa opera di mediazione. Ma che sollievo riuscire a sentire al volte la voce degli amici a telefono, sapere che nonostante tutto stavano bene e che la situazione era quasi sotto controllo - anche se c’era sempre l’ombra di un terribile scontro armato. Il fatidico 28 novembre (giorno del voto) c’erano militari e carri armati in ogni angolo della città; Kinshasa una città caotica era divenuta una città
fantasma, si sentivano solo i rumori degli spari. Come dimenticare gli scontri avvenuti nei campus universitari alcune settimane prima, con gente gambizzata, ferita, uccisa? La stessa situazione di paura, sangue e morte si è avuta anche nelle settimane successive al 28 novembre, “case” incendiate, ancora disordini, morti, irruzione da parte dell’esercito nelle chiese per punire gli oppositori di Joseph Kabila. Il nostro Natale è stato ben diverso: niente tavole imbandite, niente doni, niente giocattoli, le preghiere e le speranze di milioni di congolesi erano quelle di ritornare alla “normalità”, anche se la loro normalità è fatta di povertà, fame, malattia e morte. In questo volatile scenario, appendice di una crisi
politica più ampia nata dalle elezioni presidenziali e legislative contestate del 28 novembre scorso, la commissione elettorale ha annunciato che le condizioni non sono idonee per organizzare le elezioni provinciali come previsto durante l’estate 2012. “Se tutto va bene”, ha fatto sapere l’istituzione, si andrà alle urne all’inizio del 2013. La situazione attuale vede in questi giorni la nascita del nuovo governo tra contraddizioni e imbrogli. La gente capisce ma resta inerte, soffre, lotta, ma nello stesso tempo continua a sperare in qualcosa di meglio e di buono. È questa la forza di questo popolo, il non sapersi arrendere e continuare a sperare. E io aggiungo, che il cambiamento sarà possibile solo se la solidarietà e l’attenzione dell’Occidente sapranno creare spazi e riservare tempi per riflettere sulla realtà di questo popolo. Credo che la Chiesa con l’esortazione apostolica “Africae Munus” di Benedetto XVI abbia incominciato a risvegliare le coscienze e a ridestare l’attenzione per il continente africano.
Dossier
8 Sabato, 26 maggio 2012
■ Cambia l’Italia
to Rappor
U
«Il Paese di Pollicino»: bambini italiani e povertà.
Tornano le valigie: meno immigrati, più emigranti na solida provincia del Nord industriale, dove in certi Comuni l’immigrazione straniera ha superato il 10% degli abitanti residenti. Gli uffici anagrafe che, in questi anni, hanno sempre registrato una continua crescita di residenti. Salvo nel 2011: di stranieri non ne arrivano più e chi abita qui sta preparando le valigie o è già tornato al Paese d’origine. Altra storia: signora srilankese che vive e lavora in Italia da oltre venticinque anni, sempre in regola anche se part-time. È arrivata l’età della pensione, 65 anni abbondanti. L’assegno Inps non toccherà i 400 euro mensili. Smetterà di lavorare a novembre, sta già preparandosi a tornare nella sua terra. Per forza di cose: con 400 euro al mese in Italia non si riesce a campare. Con grande dispiacere: lascerà qui le due figlie – italianissime di fatto – e i nipoti. Anche loro alle prese con la difficoltà di arrivare a fine mese. Effetti di una crisi economica che colpisce appunto gli strati sociali più deboli – è lapalissiano che i ricchi se la caveranno – e, tra i più colpiti, ci sono proprio gli stranieri arrivati qui a cercare fortuna. La Fondazione Ismu, in una freschissima ricerca, “fotografa” il momento: un immigrato su dieci è intenzionato a tornare al proprio Paese entro un anno. Stiamo parlando di circa 150 mila individui, ma lo stillicidio sta silenziosamente andando avanti da mesi. E stiamo parlando di “extracomunitari”, perché bisognerebbe mettere nel conto le decine di migliaia di rumeni – perlopiù impiegati nell’edilizia – che hanno già caricato tutto nei loro furgoni per il viaggio di ritorno. Sono proprio i muratori i più coinvolti dall’operazione reimpatrio. Un lavoro lo sanno fare, e qui l’edilizia è in stallo quasi totale. Poi ci stanno gli “sbarcatori di lunario”, quelli che si arrangiavano con lavoretti vari ora spariti o diventati molto interessanti pure per italiani disoccupati e cassintegrati. Un fenomeno che coinvolge addirittura settori snobbati per molti anni dai lavoratori italiani: l’agricoltura (sempre meglio guadagnare 50 euro al giorno nelle attività di raccolta, che zero a stare a casa) e i servizi alla persona e alla casa. Insomma badanti e colf. Resiste l’industria, la crisi tiene ancora lontani i connazionali da fonderie e lavori pesanti. Ma c’è una cartina tornasole (negativa) che testimonia più di altre la situazione: le false cooperative. Sono un fenomeno esploso negli ultimi tre-quattro anni: nel Nord-est si parla di una cooperativa sana e in regola ogni due create solo per sfruttare i lavoratori e aggirare regole e leggi. Fino a pochi mesi fa, “offrivano” 5-6 euro all’ora a chi vi si rivolgeva. Ora sono “ambite” da lavoratori stranieri che, per 4 euro senza contributi, Inail e misure di sicurezza minime, sono disposti a lavorare per gentaglia che lucrerà sulla pelle di queste persone. Un fenomeno, quello del riflusso migratorio, che fa “pendant” con la ripresa dell’emigrazione italiana. I mass media sono tutti concentrati sulle poche migliaia di giovani che vanno a mettere a frutto le loro lauree in Paesi più interessanti dell’Italia (la cosiddetta “fuga dei cervelli”) e poco parlano delle molte migliaia di calabresi e siciliani che, silenziosamente, hanno fatto la valigia con destinazione le fabbriche tedesche. Sta succedendo pure agli spagnoli (in Sudamerica e soprattutto Argentina), ai portoghesi (in Brasile, Angola e Mozambico) e ai greci (nella temuta Germania): un ritorno agli anni Cinquanta del secolo scorso in piena regola. D’altronde la Spagna in crisi nera s’è rapidamente spopolata di immigrati: maghrebini nei campi, rumeni nei cantieri edili. E i Paesi d’origine, tra l’altro, stanno iniziando a fare ponti d’oro ai loro fuorusciti. Un po’ perché hanno acquisito professionalità preziose e spendibili anche a casa loro, un po’ perché in questi anni hanno accumulato risparmi che ora possono essere reinvestiti in loco. Sta così risolvendosi uno dei grandi fenomeni sociali che tanto avevano preoccupato le società occidentali in questi ultimi due decenni. Alcuni Paesi del Terzo mondo sono in pieno boom economico, mentre la ricca Europa sta retrocedendo Quando vedremo spopolarsi le comunità cinesi trapiantate nelle nostre Chinatown, perché a Guangzhou si guadagna più che a Milano, il ciclo si sarà completato. NICOLA SALVAGNIN
L’associazione “Save the children” lancia iniziative a difesa dell’infanzia, nel nostro Paese e nel mondo
I
n Italia, il 22,6% dei bambini è a rischio povertà, quasi 1 su 4, con uno spread rispetto agli adulti dell’8,2%, uno dei più alti in Europa. Tra i più colpiti, i bambini con un solo genitore – quasi 1 su 3 in povertà – e i figli delle giovani coppie, dove il rischio povertà colpisce quasi 1 minore su 2. Sono alcuni dati del dossier “Il Paese di Pollicino” presentato da “Save the children”, che promuove “Ricordiamoci dell’infanzia”, la nuova campagna in aiuto ai bambini a rischio in
La situazione dei nostri piccoli è fra le peggiori in Europa, con quasi un quarto dei bambini in seria difficoltà. Italia. Tra le azioni di sensibilizzazione un grande evento il 25 maggio a Roma e altri in 13 città e un appello al governo. Anche se nel Paese è in aumento la povertà dei minori, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per finanziamenti a favore delle famiglie, infanzia e maternità con l’1,3% del Pil contro il 2,2% della media europea. “I dati ci dicono che negli ultimi 15 anni, con un intensificarsi del fenomeno fra il 2006 e il 2010, la povertà ha colpito più di tutti e con crescente intensità i bambini”, dichiara Valerio Neri, direttore generale di “Save the Children Italia”. Per Neri, perciò, “è senza dubbio importante la centralità data ai bambini e agli adolescenti nella riprogrammazione dei fondi europei, annunciata nei giorni scorsi”. Si tratta di “un intervento significativo,
che tuttavia non elimina la necessità di un piano nazionale organico di breve e medio periodo. Per questo abbiamo deciso di lanciare “Ricordiamoci dell’infanzia”, una nuova campagna in aiuto all’infanzia a rischio in Italia che si rivolge prima di tutto al governo, ma intende coinvolgere anche singoli cittadini, imprese, il mondo della cultura e dell’informazione”. I bambini con un solo genitore – il 28,5% degli under diciotto – sono i più esposti alla povertà, ma forse il più inedito volto della povertà minorile sono le coppie di trentenni con figli: se infatti l’incidenza della povertà nelle famiglie con minori è in media del 21,5%, il dato schizza al 47,8% nel caso di coppie con meno di 35 anni con figli. “Qui abbiamo famiglie con capofamiglia sotto i 35 anni che magari ha un contratto di lavoro precario”, commenta Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di “Save the Children”. La povertà minorile cresce, poi, con il crescere del numero dei minori presenti
in famiglia. Chi nasce nel Mezzogiorno ha una probabilità molto più alta di crescere in una famiglia povera. Se l’incidenza di povertà minorile è ben al di sotto della media nazionale nel Nord-Ovest (10,9%), nel Nord-Est (14%) e al Centro (13,2%), sfiora il 40% al Sud (quasi 2 minori ogni 5 sono poveri) e raggiunge il 44,7% nelle Isole. “Non è tuttavia solo il reddito della famiglia a determinare la condizione di povertà di un bambino – precisa Milano –. È fondamentale poter contare su una rete di opportunità e di servizi, come l’asilo nido e una scuola di qualità, così come di spazi per il gioco e il movimento, tutti elementi indispensabili per una crescita serena”. Secondo Neri, “le povertà minorili sono indubbiamente aggravate dagli effetti della recessione mondiale ma non nascono certamente oggi”. Nel 2009 l’Italia investiva della propria spesa sociale appena l’1,4% nel settore famiglie (contro una media Ue del 2,3%). Inoltre, la spesa e i servizi per l’infanzia segnalano grandi differenze di standard e qualità, a seconda delle
Regioni. Basta guardare agli asili nido: in Emilia Romagna ne usufruiscono il 29,5% dei bimbi tra 0 e 2 anni, mentre la Campania è in fondo alla lista con il 2,7% dei bambini presi in carico dai nidi pubblici. “Per arrestare questo trend è necessario varare subito un piano nazionale di lotta alla povertà minorile”, spiega Neri. Le misure proposte da “Save the Children” si fondano su quattro pilastri: interventi per il sostegno alle famiglie in condizione di povertà estrema, come ad esempio la previsione di ulteriori sgravi fiscali per ogni figlio a carico o di voucher per l’acquisto di beni essenziali; servizi per il sostegno della genitorialità, quale un piano d’investimenti straordinari per gli asili nido, per la creazione di ulteriori 370.000 posti entro il 2020; misure di sostegno al lavoro femminile e per favorire la conciliazione fra lavoro e famiglia, quale l’istituzione di un fondo di garanzia per mamme imprenditrici per favorirne l’accesso al credito; e infine la previsione di una valutazione d’impatto sull’infanzia di ogni nuovo provvedimento legislativo. Per l’attuazione di tale piano strategico sarebbe necessario un progressivo adeguamento delle risorse destinate all’infanzia agli standard degli altri Paesi europei, passando dall’attuale investimento dell’1,3% del Pil al 2% entro il 2020. “Se almeno una parte delle risorse recuperate nell’ambito delle misure varate dal governo venisse destinata all’infanzia a rischio, si potrebbe nel giro di un anno dimezzare il numero delle famiglie con minori a carico che vivono in condizioni di povertà più gravi, facendo uscire dalla condizione di povertà assoluta più di 300 mila bambini”, conclude Neri.
❚❚ Osservatorio nazionale della Famiglia
«Valorizzare la soggettività sociale» “E
ssere d’aiuto a studiosi e operatori per perseguire nuovi orizzonti di interventi a favore delle famiglie italiane in una fase storica di crescenti incertezze”. Questo l’obiettivo del Rapporto biennale 2011-2012 curato dall’Osservatorio nazionale sulla famiglia. “Il Rapporto – si legge nell’introduzione a firma di Pierpaolo Donati, direttore scientifico dell’Osservatorio – intende fornire informazioni socio-economicodemografiche utili per comprendere la condizione familiare in Italia e, nello stesso tempo, suggerire linee d’intervento per le politiche sociali da mettere in campo”. Bisogna, quindi, “riconoscere il ruolo sociale della famiglia non già mediante misure di tipo caritativo o di mera assistenza passivizzante, bensì nei termini di una piena valorizzazione della soggettività sociale della famiglia. Se un Paese non ha un forte tessuto connettivo costituito da famiglie solide che generano beni relazionali,
non v’è rimedio economico che possa funzionare, perché il problema giace nel fatto di consumare il capitale umano e sociale delle famiglie, e nel non riuscire a rigenerarlo”. Strutturato in due volumi, il Rapporto “parla di alleanza italiana per la famiglia non solo perché risponde alle linee-guida dell’Unione europea, ma anche e soprattutto perché prevede il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e della società civile che sono chiamati a realizzare il family mainstreaming”. Nel primo tomo viene delineato “lo scenario generale dei mutamenti nel corso di vita delle famiglie e le esigenze di una legislazione sociale più avanzata, tenendo conto del nuovo assetto federalistico del Paese”, con particolare attenzione “ai problemi della povertà e delle famiglie immigrate”. Nel secondo volume vengono, invece, riportati “i risultati di ricerche originali sul campo, che riguardano
le buone pratiche e i nuovi strumenti per la conciliazione tra famiglia e lavoro, come l’audit, e i buoni servizio, l’uso dei congedi genitoriali, gli aiuti alle famiglie che si prendono cura degli anziani non autosufficienti, i sostegni alle famiglie fragili (con minori in tutela o a rischio di allontanamento, in cui i genitori sono separati/divorziati, famiglie migranti), la governance delle politiche familiari a livello locale”. In appendice si trova il Piano nazionale per la famiglia, “una sintesi del programma d’interventi concreti che, se implementati, potrebbero portare il Paese a realizzare le più moderne ed efficaci politiche familiari”. Sono “note da tempo – si legge ancora – le difficoltà che il sistema-Italia ha di dare un adeguato riconoscimento alle famiglie per il ruolo economico, sociale, culturale che esse svolgono in quanto famiglia, e non come semplici aggregati d’individui. Qualche recente segnale fa ben sperare in una possibile svolta.
Cultura
Sabato, 26 maggio 2012
Beni culturali. Oltre seicento cantieri aperti grazie all’8x1000.
Attraverso i beni culturali ecclesiastici possiamo dire chi siamo e far incontrare le persone: i contributi sono piccoli ma incisivi. diverse diocesi, in particolare quelle che hanno concluso l’inventariazione, da tempo hanno attivato iniziative di valorizzazione di tale patrimonio. Questo avviene in modo positivo soprattutto laddove nelle diocesi ci si mette a lavorare insieme fra i referenti di vari settori: dai beni culturali ecclesiastici alla pastorale del turismo, la liturgia, la catechesi, fra i conoscitori e studiosi della Bibbia, gli operatori della pastorale giovanile. I musei diocesani, ad esempio, diventano un luogo molto importante dove poter attivare iniziative di carattere culturale. “Vivere” bene e creativamente questi ambienti consente non solo di valorizzarli appieno, ma anche di cogliere i valori più profondi della nostra identità cristiana. Quindi diventano veramente un’occasione importante per far incontrare le persone e raccontare chi siamo. Non dobbiamo dimenticare che si tratta di beni fortemente legati al nostro vissuto di fede: anche quando sono dismessi dal culto dobbiamo essere capaci di tirarne fuori questo valore senza il quale non si comprendono». Come possono le Chiese locali promuovere iniziative di restauro e conservazione? «Già stanno facendo molto, anche in virtù di quanto attivato dal sistema otto per mille per quanto riguarda il sistema dei beni culturali ecclesiastici. Penso al
■ Cos’è la verità
A Como un incontro con Giovanna Parravicini
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Che Cos’è la verità? Religiosità e ricerca in Dostoevskij e Tolstoj
Luoghi e persone di valore. beneficio che portano gli interventi in corso, ad esempio col restauro architettonico dove si può ottenere fino al 50%. Vedendo i dati delle richieste arrivate in questi anni ci rendiamo conto di quanto questo sistema sia utilizzato ampiamente dalle diocesi. Nell’ultimo anno finanziario abbiamo ricevuto 480 richieste per restauro di edifici di culto e loro pertinenze. Non si tratta di contributi altissimi, perché l’otto per mille interviene con un aiuto. In realtà abbiamo visto che il sostegno garantisce una risorsa certa e consente alle diocesi di trovare altre risorse attraverso le parrocchie, la stessa diocesi, sponsor, fondazioni. Questo funge da volano perché permette anche di fare una programmazione: così ogni anno noi possiamo dare risposte positive a più di 400 interventi. Se noi pensiamo che in questo momento in Italia ci sono più di 600 cantieri aperti ci rendiamo conto del beneficio grande che sta portando l’otto per mille anche per il lavoro di tante imprese specializzate». Lo strumento delle sponsorizzazioni va incentivato? «Dipende dai contatti che si riescono ad attivare a livello locale. Molte volte sono le fondazioni, o anche sponsor privati, imprese, che vogliono intervenire a favore del territorio perché in genere un edificio di culto è sempre molto legato al vissuto delle persone. Più facilmente le cattedrali trovano questo tipo di risorse».
Venerdì 25 maggio 2012 - ore 21 Aula Magna Collegio Gallio (entrata da Via Gallio, 1 – Como)
incontro con Giovanna Parravicini ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana
[email protected]
ei giorni scorsi si è svolta a Roma, su iniziativa dell’apposito Ufficio nazionale della Cei, la XIX Giornata nazionale dei beni culturali ecclesiastici dedicata al tema “Restauro di chiese. Orientamenti dal progetto alla realizzazione”. Vi hanno preso parte esperti ed esponenti delle regioni ecclesiastiche e delle diocesi. Il direttore dell’Ufficio nazionale, monsignor Stefano Russo, così sintetitzza i risultati dell’incontro. È diffusa la consapevolezza che i beni culturali ecclesiastici rappresentano un patrimonio d’inestimabile valore. Cosa fare perché tale patrimonio possa essere ulteriormente valorizzato? «Rispetto alla valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici e artistici si sta facendo molto. Il lavoro, ad esempio, d’inventariazione informatizzata che stanno facendo le diocesi va in questa direzione. È un inventario che ha delle finalità prima di tutto di carattere patrimoniale, però le conseguenze si possono già intuire fin da adesso:
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INGRESSO LIBERO Per informazioni e prenotazioni:
[email protected] - tel. 339 2581405
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Quali risvolti ed evoluzioni nella pastorale possono derivare da una crescita della sensibilità dei fedeli nei confronti dei beni ecclesiastici? «Qui c’è ancora diversa strada da percorrere. Se è vero che attraverso i beni culturali ecclesiastici possiamo dire chi siamo, ancora stiamo imparando a farlo. Dipende molto anche da come nelle diocesi ci si mette insieme a lavorare tra i referenti dei diversi uffici e servizi pastorali». Di fronte ai gravi danni provocati dal terremoto in Emilia Romagna, come è coinvolto l’Ufficio nazionale? «Una cosa molto importante in queste situazioni è far sì che la vita ordinaria al servizio dei beni culturali ecclesiastici possa trovare anche nelle situazioni straordinarie modo di svilupparsi. Gli incaricati debbono poter interagire con istituzioni ed enti che si occupano di questi beni anche sul piano civile. Penso alle figure non solo dei vescovi incaricati per questo settore, ma agli incaricati regionali e diocesani: figure di riferimento a cui tutti si rivolgono e nella vita ordinaria, come ad esempio è capitato a L’Aquila dove il concorso delle varie competenze ha consentito di salvaguardare e mettere in sicurezza e in esercizio l’archivio storico ecclesiastico. Dopo pochi mesi dal terremoto è stato possibile riaprirlo al pubblico, anche per l’archiviazione elettronica effettuata precedentemente». LUIGI CRIMELLA
ue grandi scrittori russi – forse i più noti al pubblico, i più citati, i più studiati – saranno i protagonisti dell’incontro “Che cos’è la verità? Religiosità e ricerca in Dostoevskij e Tolstoj”, organizzato dal Centro culturale Paolo VI, venerdì 25 maggio 2012, alle ore 21.00, nell’Aula Magna del Collegio Gallio (entrata da Via Gallio, 1 – Como). A condurci in un affascinante percorso sull’arte russa sarà Giovanna Parravicini, ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana e direttore dell’edizione russa della rivista «La Nuova Europa». La serata giunge a conclusione di questo primo anno dedicato alla riscoperta de “L’umana avventura: origine e compito”, che ha visto il Centro Paolo VI dedicarsi ai temi della famiglia, dell’integrazione, dei diritti umani, sempre con il desiderio di cercare di leggere il «cardiogramma della nostra contemporaneità». Cardiogramma che la poetessa Ol’ga Sedakova così descrive: «Mai come oggi l’uomo parte dalle rovine, dai traumi. L’inizio non lo ricorda. Probabilmente l’inizio finora non era mai stato dimenticato così drasticamente. A ben guardare, non ricorda neppure la fine. Dove è ignoto il principio autentico è ignota anche la fine». Sarà di grande interesse ascoltare la Parravicini, una delle prime “seguaci” di padre Romano Scalfi, fondatore del Centro studi Russia Cristiana, con il quale lavora dal 1978, dando voce in Occidente alla “Chiesa del silenzio” e facendo conoscere la tradizione letteraria, artistica, spirituale della Russia. Dal 1991 risiede a Mosca, dove collabora, in ambito culturale, con la Nunziatura Apostolica. Nel 2009 è stata nominata Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura. Ha curato numerose pubblicazioni sulla storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e sull’arte bizantina e russa. L’ingresso è libero. Per prenotare il posto, scrivere a:
[email protected].
Patrimonio Unesco. Si tratta di una struttura unica, che sa unire antico e contemporaneo.
L’abbazia svizzera di San Gallo compie 1400 anni
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a motivazione dell’Unesco era stata molto chiara: un eccezionale esempio di tipologia di edifici che simboleggiava la storia dell’umanità e che evidenziava una convergenza significativa dei valori culturali e religiosi con lo sviluppo dell’architettura e della tecnica. San Gallo rappresentava la negazione di uno dei “valori” della modernità, vale a dire l’effimero, il non duraturo, ciò che si lascia consumare senza tante storie. E, si guardi bene, l’iscrizione nella lista Unesco dei siti considerati patrimonio mondiale dell’umanità risale al 1983, vale a dire all’inizio di tale compilazione, e non fu caldeggiata dall’amministrazione locale, ma dalle agenzie internazionali incaricate di monitorare i tesori del nostro pianeta: una scelta oggettiva, quindi, non di parte, che la dice lunga sull’importanza di una delle più interessanti abbazie del mondo. Abbazia che compie ora mille e quattrocento anni: nel 612 della nostra era, Gallo, un monaco irlandese, al seguito del suo maestro Colombano giunse in questo luogo del nord-est elvetico e si fermò in preghiera e meditazione. Fu l’evento originario, perché in questa impervia zona montuosa nacque un piccolo eremo, probabilmente con un oratorio e alcune celle intorno, che un secolo più tardi un altro monaco, stavolta di lingua tedesca,
Otmar, sostituì con un complesso monastico vero e proprio, adottando la regola benedettina. Iniziò così una lunga serie di stratificazioni che ha portato all’attuale assetto dell’abbazia, datato inizi del Settecento, con lavori durati a lungo: nel 1761 ci furono ancora pesanti interventi di demolizione (il coro gotico, ad esempio) e bi-
sognò attendere la prima decade del XIX secolo per l’ultimazione, anche se l’intero complesso può essere considerato un cantiere aperto per la sua natura composita. Ma San Gallo nasconde, si fa per dire, una ulteriore meraviglia: la biblioteca, nell’aspetto attuale risalente al diciottesimo secolo, anche se in realtà è operante da più di 1200 anni. Qui sono catalogati 170.000 volumi, di cui 2.200 manoscritti e 500 databili a prima dell’anno Mille: una parte di questi rappresenta la testimonianza dell’emergere della lingua tedesca dall’oscurità dell’alto medioevo. Ma la biblioteca continua a vivere, non solo come pura ostensione di codici e volumi, ma –e questo dovrebbe insegnarci qualcosa in termini di “spendibilità” dei nostri patrimoni- anche come servizio continuo e adeguato ai tempi: 400 antichi codici sono stati perfettamente digitalizzati e messi in rete, a disposizione degli studiosi, che possono ammirare, come se li avessero davanti, caratteri di scrittura, marginalia, miniature e tavole di copertina. Il che è una lezione di come attualizzare il passato immettendolo in quella che è la rete di comunicazione di oggi e di domani, per affidarlo alle nuove generazioni. Lezione che ci proviene non da sofisticati ed algidi laboratori degli sciamani del “net”, ma da una millenaria abbazia svizzera.
Chiesa in Italia
10 Sabato, 26 maggio 2012
● Per tutta la settimana, a Roma, si è svolta l’assise dei Vescovi italiani
● L’intervento del Presidente ha preso le mosse dall’attualità
● Siamo in un’epoca di cambiamenti: richiesti e ricercati
Bagnasco all’Assemblea Cei: ecco le attese della gente
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essun credito da parte di alcuno può essere dato a coloro che, comunque travestiti, usano violenza e perpetrano crimini”. È il monito lanciato dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione alla 64ª assemblea della Cei. Nella parte finale, il cardinale si è riferito ad alcune “minacce” che “ci stanno insidiando” e sulle quali “si sta puntando un’assidua vigilanza, insieme alla massima attenzione per prevenire e perseguire gli autori e i fiancheggiatori di violenza”. “A Brindisi – ha ricordato – c’è stato un attentato mortale in cui ha perso la vita una giovane, Melissa Bassi, e sono state ferite altre cinque allieve. Nella mia Genova, c’è stata la gambizzazione di un alto dirigente aziendale, Roberto Adinolfi”. “Lasciando agli inquirenti le conclusioni di competenza – le parole del cardinale – è inevitabile fare collegamenti col passato e intravvedere ombre eversive che cercano di pescare nel torbido di disagi e paure per destabilizzare la vita sociale”. Secondo il card. Bagnasco, l’Italia “ha un’indole di equilibrio e misura”, e “non tende di per sé a eccessi né a estremismi”: per questo “l’intera nazione deve isolare, con sdegno compatto e univoco, coloro che sbandierano false e mortifere utopie”, senza permettere “che questi servi della violenza ci intimidiscano e ci assoggettino al terrore”.
Si doveva cambiare, si deve cambiare
In questo contesto s’inquadra “l’iniziativa governativa di messa in salvo del Paese, in grado di congiurare il peggio”. È l’analisi dell’attuale scenario politico tracciata dal card. Bagnasco. “Mai come oggi i cittadini sono consapevoli che si è definitivamente interrotto un ciclo economico e sociale, e che il nuovo sarà comunque diverso”, ha esordito il cardinale, che ha ricordato “lo scenario di appena alcuni decenni fa, quando l’Italia ansimava per farcela e lottava per raggiungere, passo dopo passo, il posto che oggi occupa tra le nazioni più sviluppate del pianeta”. Allora, “la parola d’ordine che ispirava un’intera generazione era: lavorare, sacrificarsi, crescere. Non si badava alla fatica, si facevano sacrifici inimmaginabili, ma si correva insieme”. A un certo punto, poi, “la crescita ha iniziato a identificarsi col consumismo, e il consumismo cominciò a basarsi in
misura crescente sul debito, un debito collettivo che diveniva nel frattempo sempre più straripante”. Noi, intanto, “pensavamo che fosse possibile crescere sempre, in avanzamento continuo e illimitato”, finché “non è arrivato il momento della verità”, e la crisi “è deflagrata nella forma più grave di crisi di sistema, qualcuno parla addirittura di crisi di civiltà”. Il card. Bagnasco ha poi stigmatizzato “episodi nuovi di comunicazione selvaggia” che “si sono ancora una volta manifestati nel sistema mediatico”. “Ci addolora, e molto, che affiori qua e là una sorta di gusto a colpire la Chiesa, quasi che ne potesse venire un qualche vantaggio”, le parole del presidente della Cei, che li ha definiti “atti criminosi”.
Cambiamento epocale
Teorizzando la necessità di un “cambiamento epocale”, il cardinale ha stigmatizzato in politica “l’incertezza dei partiti” e il “latrocinio”, perché “ogni corruzione è un tradimento del bene comune”. La gente, invece, “aspetta di vedere dei segni concreti, immediati ed efficaci” e vuole “recuperare nonostante tutto la piena fiducia nella politica e nei partiti”. Per il card. Bagnasco, “le astensioni dalle urne, le schede bianche, le schede nulle sono un messaggio chiaro da prendere sul serio”, ma “perché lo scoramento e la disaffezione non prevalgano, occorre che la politica si rigeneri nel segno della sobrietà e della capacità di visione”.
Servono segnali concreti e garanzie per l’occupazione Lavoro, lavoro, lavoro In Italia “c’è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro”. Lo ripete tre volte, questo sostantivo, il card. Bagnasco. I giovani, in particolare, “devono finalmente ricevere dei segnali concreti, che vadano oltre la precarietà, la discriminazione, l’arbitrarietà”, attraverso “misure necessarie” che comportino, oltre alla tutela dei loro diritti, anche “una scrupolosa revisione delle garanzie, che non possono valere per determinate fasce”. In particolare, per il presidente della Cei, c’è da superare “un costume insano che sta prendendo piede, persino in certe campagne pubblicitarie, secondo il quale si è spinti a spendere per i propri consumi ciò che non si è ancora
guadagnato”. “indebitarsi per fare una vacanza, o per avere in casa un oggetto superfluo, è segno di un modo di concepire la vita distorto, triste e pericoloso”, ha ammonito il cardinale, secondo il quale “il dramma dei suicidi di persone che si sentono schiacciate dalle responsabilità aziendali o familiari, spesso da debiti per i quali non hanno colpa, è un fenomeno che interroga e inquieta”, e del quale “vanno appurate con diligenza le cause e vanno approntati ‘sportelli amici’ a cui possa rivolgersi con fiducia chi è disperato”. Infine, un appello agli istituti bancari, perché mostrino “solidarietà delle piccole aziende e delle famiglie”, e agli imprenditori a “ripensare la facile strategia delle localizzazioni”.
✎ Parole chiare
D
a diversi mesi, da anni, ormai, con schiettezza, il cardinale Angelo Bagnasco segue la crisi, nei suoi molteplici aspetti, con lo sguardo della fede e con l’attenzione al concreto delle situazioni, della vita delle persone, delle famiglie, delle comunità. Per questo la sua analisi è precisa, senza sconti, ma anche mai pessimista. Così nella prolusione che apre i lavori dell’assemblea della Cei declina una certezza: “Si è definitivamente chiuso un ciclo economico e sociale”, quello del consumismo, del debito. Ma “il buio non è totale e inesorabile”. È possibile riavviarci “verso un processo di crescita”, ma questa “non potrà essere quella che immaginavamo in precedenza”. Deve poggiare su basi solide. Ecco, allora, alcuni punti di riferimento: le “verità perenni”, il senso del limite, la cultura dei legami, a partire dalla famiglia. Ecco che il presidente della Cei rilancia e impegna il cammino della Chiesa in Italia sulla via indicata da Benedetto XVI: la fede. Ecco l’appello al lavoro, che è richiesta pressante, ma anche strada di rinascita sociale: “C’è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro”. Insomma, a un Paese frastornato ma che non vuole cedere allo scoramento, sa dire “parole non scontate d’incoraggiamento e di speranza, inquadrando i rischi nei quali stiamo incorrendo, ma anche i segnali positivi e le potenzialità che sono realisticamente alla nostra portata”. È l’atteggiamento che il cardinale Bagnasco ha tenuto in questi anni, pazientemente riannodando le trame di uno spirito pubblico depresso e sfilacciato. Questo implica anche saper opporre dei rifiuti secchi: alla logica cieca della finanza speculativa, alla comunicazione selvaggia, in relazione alla pubblicazione di documenti riservati del Vaticano, ai “traditori della politica”, a un’Europa reticente e vuota di valori, alla violenza cieca, in Italia ma anche nel mondo, in particolare contro i cristiani. Anche la chiarezza delle critiche fa risaltare l’appello all’impegno, l’incalzare l’economia e la politica. Evoca così Giuseppe Toniolo, “un ottimista tutt’altro che ingenuo”, una figura autorevole di riferimento “quando i cattolici – sia sul versante interno sia su quello esterno – stanno mettendo in campo iniziative provvidenziali per il bene del Paese e che noi incoraggiamo”, verbo-chiave. C’è l’Incontro mondiale delle famiglie, il rilancio della catechesi e dell’accoglienza di chi riscopre la fede, c’è l’Anno della fede, l’anniversario del Concilio, grande riferimento. Ci sono le nuove prospettive di un’Europa che deve ritrovare lo slancio comunitario, ci sono le sfide della politica, nel senso della sobrietà e della capacità di visione. Molte sfide per un impegno a tutto campo. Perché quel che conta è l’orientamento essenziale, “la fede intesa come fiducia nella fedeltà di Dio che, in Gesù, si è legato al destino dell’uomo”. Per questo fa rima con felicità, anche qui, oggi, in tempo di crisi. Perché offre il propellente per la speranza e, dunque, un’azione originale ed efficace. www.agensir.it
Guardando alla società. Sono molteplici le sfide che ci attendono per un futuro di sviluppo
L’Europa, la famiglia, la parrocchia, il Concilio La “grande aula” e l’Europa Il presidente della Cei ha paragonato il nostro Paese a una “grande aula” in cui si deve “fare i conti con il limite”, imparando la “lezione sul servizio”, che comporta la necessità di “rompere il cerchio mortale dell’individualismo” per “ricostruire la cultura dei legami che si esprime nella famiglia, nel vicinato, nell’amicizia, nei luoghi del lavoro”. Per l’Europa, il card. Bagnasco ha parlato di “crisi dell’uomo europeo” e ha auspicato “un’autocritica condotta a partire dal momento in cui si abbandonò il termine di comunità per quello più banale di unione, e si censurarono le radici cristiane”. No, infine, al “divorzio breve”, che “contraddice gravemente qualunque possibilità di recupero e ren-
de complessivamente più fragili i legami sociali”.
Il ruolo della parrocchia e un richiamo al Concilio
Riflettendo sul ruolo della parrocchia, il card. Bagnasco ha detto: “Tutto lascia sperare” che nella parrocchia “si trovi quanto è necessario per la riscoperta della vita spirituale”. La parrocchia, dunque, “come via alla Chiesa. La parrocchia con la sua accessibilità e ordinarietà, ma anche con un suo rinnovato flusso di calore”. Per il cardinale, “le nostre parrocchie sono cellule di evangelizzazione anzitutto mettendo un’anima missionaria nelle cose ordinarie”. Non solo: “La rinnovata vivacità
delle parrocchie è grembo di vocazioni sacerdotali, così come le aggregazioni ecclesiali”. Ricordando il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il cardinale ha sottolineato: “Ci accostiamo al giubileo conciliare con il passo consapevole di chi vuol far memoria di una stagione straordinaria della vita di Chiesa”. Per Bagnasco “il Vaticano II è “autentico dono di Dio”, dal quale non intendiamo staccarci. Con l’intenso afflato pastorale che in esso si respira, intendiamo in questi frangenti metterci a fianco dei nostri concittadini e, se anche non fosse possibile convincerli su Gesù Cristo e la Chiesa, essere loro solidali e amici”.
Vita diocesana
Domenica 20 maggio l’incontro regionale.
Sabato, 26 maggio 2012
11
Agenda del Vescovo
I T N E D STU
25 maggio
A Como, tutto il giorno Consiglio Episcopale.
26 maggio
A Menaggio, alle ore 10.30, inaugurazione del Consultorio; a Como, presso il Centro Pastorale, alle ore 15.00, Consiglio Pastorale Diocesano; a Como, in Cattedrale, alle ore 21.00, Veglia di Pentecoste e Cresime degli adulti.
Il Msac a Mandello
27 maggio
L’
European Day, appuntamento annuale del Msac – Movimento studenti di Azione cattolica - in cui si riflette sulla nostra appartenenza all’Unione Europea, si è svolto domenica scorsa, 20 maggio, a Mandello del Lario. La Diocesi di Como ha accolto i ragazzi provenienti da Milano, Lodi e Vercelli, (ragazzi che si sono alzati a orari impensabili per una domenica mattina!) per vivere una giornata di ampio respiro europeo. “Con l’aiuto dei “super-capi” dell’ Equipe Nazionale, durante la mattinata abbiamo cercato di approfondire le nostre conoscenze riguardanti l’Unione Europea, infatti ci siamo resi conto di non essere molto informati sulle sue istituzioni, ma neppure per quanto riguarda le persone che ricoprono le varie cariche - queste le parole di un’entusiasta msacchina di Bormio - Nel pomeriggio invece abbiamo provato ad essere dei veri e propri Capi di Stato europei: divisi in gruppi abbiamo analizzato le caratteristiche di alcune nazioni, le abbiamo presentate agli altri e abbiamo tentato di migliorare gli aspetti nei quali quello stato era più carente. Infine abbiamo provato a formulare nuovi articoli per la Costituzione Europea, così da tutelare il nostro stato ma senza scordarci degli altri”.
Un’occasione di incontro e di approfondimento sui temi dell’Unione Europea per gli studenti dell’Azione cattolica, che guardano fiduciosi al futuro
Le attività si sono svolte in un clima di collaborazione e amicizia, con quello stile famigliare tipico delle esperienze di Azione cattolica. L’incontro non è stato solo regionale ma addirittura nazionale, dal momento che erano presenti rappresentanti delle diocesi di Vercelli, Catania, Nola, Bari oltre alle diocesi di Lodi, Milano e Como. Durante il pomeriggio c’è stato anche un simpatico collegamento in video conferenza con la diocesi di Taranto, impegnata nel Congresso del Msac: i ragazzi si sono scambiati un saluto festoso e “rumoroso”, dopodichè è intervenuta la segretaria nazionale del Msac, Elena Poser, che ha salutato ed augurato buon lavoro agli studenti riuniti a Mandello. La giornata si è conclusa con la Mes-
sa, celebrata da don Emanuele e don Angelo. “Impariamo dallo stile di Gesù – ha detto don Angelo – la Sua è una presenza discreta e liberante, che non costringe nessuno a seguirlo. Il Signore cammina con noi ma allo stesso tempo ha scelto di stare alla destra del Padre per pregare per noi. Così dobbiamo essere noi quando andiamo nei nostri ambienti di vita: una presenza discreta che però fa vedere il volto bello della fede; dobbiamo essere segno visibile della presenza di Cristo Risorto”. Tornando a casa, i ragazzi avevano un’unica immagine negli occhi: una corona di dodici stelle su fondo blu. CECILIA e MONICA
A Como, alle ore 10.30, in Cattedrale, Pontificale nella solennità di Pentecoste; a Como, alle ore 17.00, in Cattedrale, Festa dei Popoli.
28-29 maggio
A Como, in Seminario, dalle ore 11.00 del lunedì, alle ore 14.00 del martedì, incontro dei Vicari Foranei. Nel pomeriggio del martedì, in Vescovado, udienze e colloqui personali.
30 maggio
A Como, in Vescovado, tutto il giorno, udienze e colloqui personali.
31 maggio
A Como, presso il Collegio Gallio, a partire dalle ore 15.30, saluto ai partecipanti del VII Incontro mondiale delle famiglie in occasione del convegno su “Famiglia e turismo”.
1 giugno
A Como, in Vescovado, al mattino, udienze e colloqui personali.
1-3 giugno
A Milano, VII Incontro mondiale delle famiglie.
5 giugno
Incontri con il clero dei vicariati: di Bormio, alle ore 16.00; di Grosio alle ore 20.30.
I familiari del clero
Familiari del clero di Como e Sondrio organizzano, come ogni anno, un pellegrinaggio in un luogo significativo della Diocesi. Quest’anno si svolgerà mercoledì 6 giugno al santuario di Gallivaggio. Affideremo alla Madonna le nostre fatiche e le nostre gioie, i sacerdoti e i seminaristi della Diocesi, le comunità in cui viviamo cercando di svolgere il nostro compito a servizio della Chiesa. La giornata trascorsa insieme sarà anche un’occasione per rinsaldare l’amicizia e la fraternità tra le persone dell’associazione e con
nuovi collaboratori. Il programma della giornata: ore 8.00: partenza in pullman da Como presso i “Portici”; ore 11.00: Santa Messa in Santuario; ore 12.30: pranzo; ore 15.00: visita guidata a Fraciscio nei luoghi di san Luigi Guanella. I Familiari della provincia di Sondrio arriveranno a Gallivaggio con mezzi propri (fare riferimento a don Silverio, telefono 0342-200218). è necessaria per tutti la prenotazione entro e non oltre il 31 maggio ai numeri: Giovanna Della Monica, 031-240242; Geltrude Morcelli, 0342-635726.
6 giugno
A Tirano, alle ore 10.00, incontro con il clero del vicariato di Tirano; nel pomeriggio, a Tirano, incontro con la Commissione per la salvaguardia del Santuario.
7 giugno
A Como, in Vescovado, Consiglio Episcopale.
9 giugno
A Como, in Cattedrale, alle ore 10.00, ordinazioni sacerdotali.
■ Il Vangelo della domenica: 27 maggio - Solennità di Pentecoste
«Lo Spirito vi guiderà» (Gv 15,26-27; 16,12-15)
Prima Lettura: At 2, 1-11 Seconda Lettura: Gal 5, 16-25
RADUNATI DALLO SPIRITO Dono e legame d’amore tra il Padre e il Figlio e terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo è stato dono e legame d’amore nella Chiesa nascente nella prima Pentecoste e lo è di nuovo nella Chiesa di oggi. “ Come lingua di fuoco”, unisce persone diverse e di linguaggi differenti così che si possano intendere tra di loro. Come “ vento impetuoso” risveglia dal torpore e dallo scoraggiamento per annunciare con franchezza Gesù morto e risorto. “ Come luce beatissima” fa comprendere, attualizzare e vivere il Vangelo. Lo Spirito nella Chiesa è come il cuore nella sua funzione di “ sistole – contrazione”. Per questo dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, i cristiani di Gerusalemme erano “ un cuor solo e un’anima sola” ( At 4,32); per questo S. Paolo ai cristiani di Roma ( 5,5) può scrivere:“ l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato donato”.
IN CAMMINO SECONDO LO SPIRITO Lo Spirito Santo spalanca le porte fino allora sbarrate del cenacolo, e fa uscire gli apostoli in mezzo alla gente. è come il cuore nella sua funzione di “ diastole – dilatazione”. I 17 popoli allora presenti a Gerusalemme ( il loro elenco esatto mette a dura prova ogni lettore!), dalla viva voce degli apostoli, delle donne che stavano con loro, dei parenti di Gesù e credo anche di Maria, nella loro lingua comprendono “ le grandi opere di Dio”. Ne consegue poi anche un nuovo stile di vita che, riassumendo il lungo elenco di Paolo nella seconda lettura, contrappone l’amore all’inimicizia; la pace alla discordia; la mitezza alla gelosia; la benevolenza ai dissensi; il dominio di sé all’impurità e alle ubriachezze. DALLE ALPI ALLE ANDE Non me ne voglia male Edmondo de Amicis se in parte gli rubo il titolo. Del resto Marco, il protagonista del suo racconto, aveva tredici
anni come quelli di cui sto parlando. E’ l’inizio della celebrazione della Cresima. Ragazzi e ragazze, eleganti e agitati come non mai, firmano la lettera da inviare a don Fabio, un nostro missionario sulle montagne del Perù, inviando i saluti a lui e ai loro coetanei andini. Curioso, osservo le firme; alcune ancora infantili; altre già segno di una personalità spiccata. Una ragazza incaricata di leggere si avvicina a me e alla catechista, mi prende per mano e mi dice: “ Ho paura”! Io e la catechista la rassicuriamo: “ Coraggio ci siamo noi accanto a te e poi prima ancora c’è lo Spirito Santo”. Si tranquillizza; al momento giusto legge benissimo. Sì; lo Spirito Santo c’è. Fa comprendere e proclamare la Parola di Gesù e domani nel portare il nostro saluto dalle Alpi alle Ande non avrà l’apparenza corporea come di colomba, ma di un moderno mezzo alato. Ad agire però sarà sempre Lui! don ALFONSO ROSSI
12 Sabato, 26 maggio 2012
Vita diocesana
INDICAZIONI PER IL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A LOURDES Entro la fine di giugno si attendono le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, in programma nel prossimo mese di ottobre, con i programmi e le modalità riportati nel manifesto qui accanto. Martedì 29 maggio, presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari di Como, si terrà la riunione, alle ore 10.00, per i sacerdoti che si rendono disponibili come guida per i pellegrini. È bene che i sacerdoti interessati e disponibili a svolgere questo servizio di accompagnamento lo comunichino al Segretariato diocesano pellegrinaggi. Si sta anche approntando un incontro per i laici che si proponessero come guida e capogruppo. Coloro che si rendessero disponibili a questo servizio facciano pervenire la loro adesione presso il Segretariato diocesano pellegrinaggi (per i recapiti vedi manifesto qui accanto).
Casa Ain Karim Il servizio di accoglienza della struttura di San Nicolò Valfurva La Madonna si recò, subito dopo l’Annunciazione, ad Ain Karim per mettersi al servizio di Elisabetta, sua parente, fu accolta ed accolse. Il villaggio Ain Karim è nato e vive grazie allo stile di accoglienza di chi è lassù per ricevere gli ospiti: famiglie, gruppi, coppie e persone in cerca di riposo, svago nutrimento spirituale. La casa per ferie, aperta tutto l’anno, è situata nel Parco Nazionale dello Stelvio, a 1400 metri di altitudine, a pochi chilometri da Bormio, nel comune di San Nicolò Valfurva. Il villaggio è aperto all’accoglienza dal 1998. Ultima tra le opere realizzate da don Giacomo Mitta, parroco di San Nicolò dal 1957 al 1990. Accogliere i turisti, accompagnarli nella loro ricerca della bellezza e del riposo, deve essere motivato dal convincimento che questi uomini sono la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione. In questa luce Ain Karim è nata e vuole continuare ad essere parte integrante del volto e dell’azione missionaria della Chiesa. Per garantire dignitosa accoglienza Ain Karim è strutturata su più case, aventi al pianoterra quattro unità abitative, ognuna formata da due camere e servizi, mentre il primo piano offre la disponibilità di camere, tutte con servizio. Al centro del villaggio sorge un edificio comprendente le cucine, sala da pranzo, sale di ritrovo, sala giochi, ampio salone per incontri di gruppi e Cappella: è questa il cuore dell’opera, dove ogni giorno viene celebrata ed è conservata l’Eucarestia. All’esterno un ampio parcheggio e campo da calcio e pallavolo. Possono essere ospitate contemporaneamente oltre cento persone. Contatti: Villaggio Ain Karim via Sascin 35 - 23030 Valfurva (So) telefono 0342/945791 e-mail:
[email protected] web: www. ainkarim.info
ULTERIORI MODALITà DI PARTECIPAZIONE AL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A LOURDES In aereo (3 giorni): 10-12 OTTOBRE 2012 In pullman con partenza dalla Valtellina, dalla Valchiavenna e dall’alto Lago: 8 - 12 OTTOBRE (5 giorni) in pullman con partenza da Como e dalle Valli Varesine 9 - 12 OTTOBRE (4 giorni) Per informazioni e programmi dettagliati rivolgersi: al proprio parroco al Segretario Pellegrinaggi - piazza Grimoldi 5 - Como; telefono 031.331.2232 ai Viaggi di Oscar di Como - telefono 031.304524
Lettera di Pentecoste
● La riflessione del vescovo Diego rivolta alla diocesi in occasione della solennità di Pentecoste
● Stiamo vivendo un periodo complesso, ma lo sguardo su Gesù ci aiuta a rasserenare il cuore
Sabato, 26 maggio 2012
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● Tanti gli appuntamenti e le attese rispetto ai quali la nostra Chiesa è chiamata a un serio impegno
Il soffio e la luce dello Spirito C
arissimi sorelle e fratelli, la solennità di Pentecoste ci raggiunge anche quest’anno per irradiare il soffio dello Spirito sulla nostra vita personale e su quella delle nostre comunità. Sono giorni splendidi e faticosi, quelli che stiamo vivendo, come del resto sempre accade nella vita della Chiesa, pellegrina nel mondo verso il suo Signore. Le angustie e le difficoltà, che in molti modi rendono faticoso il cammino, non possono però turbare la serenità del nostro cuore, né impedirci di fissare lo sguardo sul Cristo Crocifisso e Risorto nella gloria, presi per mano e guidati da Maria nostra Madre, aurora di ogni speranza. In questo momento sentiamo perciò ancor più viva la necessità di invocare lo Spirito Consolatore, fonte viva dell’amore che risana, fuoco ardente che brucia la callosità delle nostre anime, unzione spirituale che fa brillare i nostri volti: “Accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus, infirma nostri corporis virtute firmans perpeti”.
L
a nostra Chiesa diocesana non si sente sola nel cammino della storia, ma sa di poter contare sulla compagnia e l’intercessione dei suoi Santi. Abbiamo appena archiviato le celebrazioni dell’anno innocenziano, in cui abbiamo voluto riscoprire la figura di papa Innocenzo XI, l’unico Papa comasco della storia, e ancora viviamo della sollecitazione grande che l’urna di san Luigi Guanella, peregrinante nelle nostre parrocchie, sta effondendo fra la nostra gente. In vista, poi, abbiamo la beatificazione dell’Arciprete di Sondrio Nicolò Rusca, prevista per la prossima primavera, che ci aiuterà a riscoprire il valore e la bellezza della testimonianza cristiana spinta fino al martirio. Non manchi mai, nell’educazione della nostra fede, e in particolare in quella dei giovani, il riferimento
S
entiamo altresì anche la necessità di continuare a nutrirci della Parola santa di Dio, che Egli ci ha lasciato come bussola e bisaccia del cammino, e che in questo anno pastorale abbiamo voluto mettere ancor più al centro della vita e dei progetti delle nostre comunità. Le mie parole – ci dice il Risorto – sono Spirito e vita (cfr. Gv 6, 60-63). Vivificate dallo Spirito Santo, che ridesta anche i nostri sensi spirituali dall’atrofìa e dalla banalità del quotidiano, le sacre Scritture cessano di essere lettera morta, diventano appello ardente che il Signore non si stanca di rivolgerci, diventano – appunto – vita nello Spirito.
P
L’
appello dello Spirito del Signore ci vede, e ancora ci vedrà, nei prossimi mesi, sollecitati a una risposta pronta e generosa. Fra pochi giorni saremo visitati dal Papa nell’ambito del VII Incontro mondiale delle famiglie, a Milano. Occasione propizia non solo per riaffermare con forza il valore e la dignità della famiglia, cellula prima e naturale di ogni società ben ordinata, ma anche per riscoprire il gusto e la bellezza di ciascuna delle nostre famiglie, per quanto attraversate dall’ombra sinistra della crisi economica, e talvolta anche dal dramma della divisione. Le parrocchie stesse stanno sempre più riscoprendo la loro fisionomia di “famiglia di famiglie”, mentre cresce la consapevolezza che ogni azione pastorale della Chiesa può e deve trovare il suo perno proprio nei legami familiari. Il rinnovato progetto di iniziazione cristiana dei bambini, che vedrà presto la luce e che, dopo attenta discussione, saremo chiamati a realizzare, ci porterà a maturare ancor più questa consapevolezza.
che proprio lo Spirito pentecostale, in quegli anni, ha soffiato suaviter et fortiter nell’augusto Corpo della Chiesa, animandolo a una rinnovata fedeltà al suo Capo e a una più consapevole ed incisiva missionarietà nel mondo moderno. Papa Benedetto XVI ha molto a cuore questa rivisitazione del Concilio Vaticano II, nel segno di quella che ebbe a definire, nel Discorso alla Curia Romana del 2004, “un’ermeneutica non della rottura, ma della riforma”, cioè una comprensione del Concilio nella sua straordinaria carica di rinnovamento e insieme nel solco della grande tradizione cattolica. Non a caso il Santo Padre ha voluto indire, parallelamente alla memoria del Concilio, un Anno della fede, per aiutare tutti i credenti a maturare, molto spesso a riscoprire, e talvolta anche a ritrovare la propria personale adesione al Signore Gesù Cristo, vivente nella Chiesa; e ci ha indicato nel Catechismo della Chiesa Cattolica – alla redazione del quale, lo ricordiamo, ebbe un ruolo importante il mio processore Vescovo Alessandro – uno strumento utile per illuminare e confermare la nostra fede. Iniziative diocesane sono attualmente in preparazione per solennizzare questo evento, e saranno quanto prima rese note a tutti, sacerdoti, laici e religiosi, perché possiamo viverle, nell’orizzonte dell’anno sull’Eucaristia, come unica Chiesa di Como.
forte a queste stelle luminose che la Provvidenza ha voluto accendere sul nostro cammino, capolavori che la grazia di Dio ha saputo realizzare in creature fragili ma aperte e pienamente disponibili alla sua azione. Senza ovviamente dimenticare il capolavoro per eccellenza, la Stella luminosa del mattino di Pasqua, Maria Santissima, che veneriamo in questo mese di maggio, e che nel prossimo mese di ottobre ci impegniamo a visitare con il grande Pellegrinaggio diocesano a Lourdes.
A
bbiamo davanti a noi anche il grande orizzonte apertoci dal Concilio Vaticano II, di cui ricorrerà in ottobre il cinquantesimo anniversario dell’apertura. L’evento ecclesiale più importante dell’ultimo secolo, che ha impresso una svolta decisiva alla vita della Chiesa, svolta spesso fraintesa, qualche volta addirittura tradita, per molti aspetti ancora da attuare. Non si tratterà certo di una rievocazione puramente storica, ma, al contrario, saremo mossi dalla consapevolezza
roprio nella linea del nuovo slancio missionario, promosso dal Concilio, salutiamo veramente come una grande grazia e benedizione la disponibilità alla missione ad gentes che due sacerdoti della nostra Diocesi esprimeranno, alle proprie comunità e all’intera comunità diocesana, proprio in questa solennità di Pentecoste. Invito tutti a pregare e a ringraziare il Signore per questo dono, che rivela la vitalità della nostra Chiesa, e porterà un po’ della sua linfa ai lontani fratelli del Perù, dove operano i nostri missionari fidei donum, laici e sacerdoti. Proprio a loro, che ci rappresentano sulla frontiera della missione cristiana, vorremmo far giungere, nel giorno della Pentecoste dello Spirito, la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento.
L
e mie Parole sono Spirito e vita, torna a ripeterci il Signore Risorto. Cari amici, raccogliamo questo invito del nostro Maestro, cresciamo alla scuola della sua Parola e delle sue diverse chiamate, lasciamoci avvolgere, come Maria Santissima, dall’onda salutare dello Spirito, e, come Lei, rispondiamo con disponibilità piena e lieta, per correre, con entusiasmo sempre nuovo, sulla strade della testimonianza al Vangelo. + Diego Coletti, vescovo
14 Sabato, 26 maggio 2012
Vocazioni
Una stessa chiamata e mille modi diversi di rispondere...
Guardando ai personaggi della Bibbia il cardinal Ravasi propone vari modelli di discernimento vocazionale. Uno strumento utile per quanti sono impegnati nella direzione spirituale
Durante il Convegno Nazionale svoltosi a Roma dal 3 al 5 gennaio scorso, il card. Ravasi ha tenuto un intervento molto interessante sul tema della vocazione. Ne riportiamo solo una parte, il testo completo è pubblicato sulla rivista “Vocazioni”, nel secondo numero di quest’anno.
potevo» (20,9). La chiamata di Dio è come un fuoco, una lava ardente che brucia le ossa, e non si ferma neanche di fronte alla ribellione dell’uomo. Si tratta di un paradigma da non dimenticare, perché abbastanza frequente. Anzi, per certi aspetti, è simile persino a quello della vocazione di Maria: «Come avverrà questo? Perché?...». Anche la Madre del Signore presenta la sua obiezione perché possa assumere con coscienza e coerenza la missione che le è assegnata.
P
ropongo cinque modelli [biblici di risposta vocazionale] che hanno come protagoniste persone diverse che, pur nell’identità dell’unico Dio che le chiama, rispondono in modo del tutto originale, sulla scia di quanto recita un proverbio giudaico: «Gli uomini coniano con lo stesso stampo le monete e le monete sono tutte uguali. Dio conia con lo stesso stampo […] tutti gli uomini, eppure sono tutti diversi l’uno dall’altro». Modello imperativo. Possiamo definirla come la via più lineare: pur essendo richiesti l’ascolto e la risposta nella libertà, domina l’ordine divino. Come esempio, tratto dalla Bibbia, indichiamo la vocazione di Abramo (Gen 12,1.4): «Esci dalla tua terra e va» (Gen 12,1); «Abramo uscì come il Signore gli aveva ordinato» (Gen 12,4). La scelta di Abramo è immediata, convinta, radicale. Questo paradigma lo possiamo riscontrare in alcune persone che si donano in maniera completa, totale e assoluta, immediata, una volta sperimentata quella teofania e sentito il suono di quella voce, secondo uno schema quasi “militare” di ordine ed esecuzione. Modello dell’obiezione. La vocazione può essere oggetto di tormento e di crisi prima di approdare alla scelta. In questa tipologia collochiamo Mosè. […] In un certo senso, si presenta senza il vessillo di un’esperienza immediata e radicale eppure diventa la grande guida dell’Esodo. In Es 4,10-16 incontriamo Mosè che cerca in tutti i modi di sottrarsi alla chiamata al punto da scatenare la collera di Dio, che però non cessa di chiamarlo. Gli trova persino un aiuto per risolvere il suo problema, purché accetti – Mosè, infatti, non è dotato di arte oratoria e allora Dio gli mette accanto Aronne che può fargli da portavoce. Una vocazione tormentata, quindi, come possiamo ulteriormente verificare nel racconto dei libri dell’Esodo, dei Numeri e del Deuteronomio, nei quali spesso Mosè […] si lamenta della missione che Dio gli ha affidato. Un altro personaggio da inserire in questo secondo paradigma è Geremia, che racconta la propria vocazione in prima persona. Il primo capitolo del libro di Geremia […] riporta le incertezze, i dubbi, le resistenze del profeta: «Non so parlare… sono giovane…». Dio si manifesta paziente e comprensivo di fronte al tormento della persona però insiste […]. Geremia – dopo aver accettato – non sarà tranquillo. Come prova è sufficiente leggere il capitolo 20, in cui viene riportata una confessione terribile del profeta, ormai sprofondato nell’abisso fisico della cisterna fangosa e in quello spirituale della disperazione e grida la sua ribellione: «Mi dicevo: non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome! Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non
C’è chi come Abramo sembra rispondere ad un ordine preciso, chi come Mosé vive la scoperta della propria vocazione in maniera tornentata o arrivando - basti pensare a Giobbe - ad un vero e proprio atteggiamento di sfida verso Dio. C’è una risposta che nasce in maniera graduale, grazie al sostegno di un maestro, come nel caso di Samuele, oppure chi, a partire da Isaia, matura da solo e con coerenza la consapevolezza della propria chiamata.
LA VOCAZIONE DI SAN MATTEO DEL CARAVAGGIO
Modello della progressione o pedagogico. Il testo fondamentale è 1Sam 3. Il protagonista è Samuele, un ragazzo, non ancora profeta, che dorme nel tempio di Silo accanto al sacerdote Eli. Viene chiamato per tre volte e tutte le volte va dal sacerdote Eli credendo si tratti di una sollecitazione da inscriversi nell’orizzonte quotidiano. In ebraico risalta un particolare curioso: le prime due volte Samuele, chiamato, “corre” da Eli, mentre la terza volta si cambia il verbo e si dice semplicemente che “va”, quasi stanco della delusione di non aver trovato un senso a quella voce. Alla fine – ecco perché uso i termini “progressione” e “pedagogico” – attraverso tre tappe successive, con l’aiuto di un maestro, di una guida, di un educatore, il ragazzo riesce a capire il senso e da chi proviene quella voce. Per questo l’episodio è anche un modello pedagogico vocazionale nel quale si è guidati, condotti per mano. Eli – che capisce cosa sta accadendo a quel ragazzo – alla fine gli dice: «Quando ancora sentirai quella voce rispondi: Parla Signore – il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10). Sotto la guida saggia di Eli, vero e proprio “direttore spirituale”, la notte di Samuele si apre all’alba di una chiamata limpida che farà di quel fanciullo il primo grande profeta di Israele. Modello della prova. Mi riferisco alla chiamata alla fede di Giobbe, a cui possiamo accostare tutti coloro che sono stati chiamati su strade lontane che apparentemente sembravano senza ritorno. Aggiungo che il libro di Giobbe, si presenta talvolta oscuro, non sempre del tutto
decifrabile, tanto che san Gerolamo […] dice che spiegare questo libro biblico è come «tentare di catturare un’anguilla o una piccola murena: quanto più la stringi, tanto più ti sguscia di mano». Comunque, possiamo pensare che il Libro di Giobbe voglia dimostrare la presenza di Dio che chiama su un territorio dove di solito si celebra la sua assenza […] e anche il cielo sembra spoglio di presenze divine. In questa atmosfera livida e tragica Giobbe si erge palesemente contro Dio. Troviamo pagine di una durezza estrema che – talvolta – un redattore finale ha cercato di attenuare, quando non addirittura di tagliare, perché troppo blasfeme. Giobbe diventa quasi l’avversario di Dio, simile a «un leopardo che affila gli occhi su di me per dilaniarmi la carne», un Dio divenuto come un arciere sadico che punta le sue frecce sulla sua vittima, «come un generale trionfatore che sfonda il cranio» (cfr Gb 16,7-14). Eppure Dio non cessa di chiamarlo. […] Abbiamo in questo personaggio un modello di vocazione travagliata che ha come suggello l’incontro finale con l’estrema confessione di Giobbe: «Io ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono» (Gb 42,5). La vocazione, dunque, volendo usare un’immagine sintetica, non è una vaga risposta, ma un incontro e una visione che nascono da un itinerario travagliato. E l’ultimo verbo della fede non è ascoltare, ma vedere, è l’incontro personale. Modello della consapevolezza. È di scena in questo caso una vocazione che viene accolta attraverso un’analisi, con una scelta cosciente e coerente, e una decisione frutto di riflessione. Propongo come riferimento la vocazione di Isaia (Is 6,1-13). Quella di Abramo era un’adesione immediata, radicale e piena, mentre quella di Isaia è un assenso totale ma ragionato, un’opzione motivata. Il testo ci introduce in un orizzonte teofanico. Isaia sente la voce divina dire esplicitamente «chi manderò e andrà per noi?» (Is 6,8) come se la proposta venisse avanzata direttamente a tutti e a ciascuno di noi al tempo stesso. […] Isaia si alza, consapevole e cosciente di tutti i pericoli insiti in una tale chiamata, cioè di dover parlare a un popolo di dura cervice che non ascolterà, e risponde: «Eccomi, manda me». Siamo alla vocazione “ideale”, alla scelta motivata, che nasce dal profondo della libertà personale, la quale risponde alla libertà della chiamata divina. card. Gianfranco Ravasi
Migranti
DOMENICA 27 MAGGIO 2012 FESTA di PENTECOSTE
FESTA dei POPOLI
15
Festa dei Popoli. In vista della giornata di domenica abbiamo incontrato alcuni ragazzi figli di migranti
Seconde generazioni, giovani tra due mondi
per un’ UMANA UNITA’:
C
United, we stand... Divided, we fall...
PROGRAMMA ore ��.��
Ritrovo
(Teatro Lucernetta, Como) ore ��.��
Corteo dei Popoli ore ��.��
Musica dal Mondo
(Piazza del Duomo) ore ��.��
Santa Messa
Presiede Mons. Diego Coletti ore ��.��
Aperitivo etnico
Domenica 27 maggio Nel pomeriggio di domenica i Popoli del mondo sfileranno per le vie di Como fino a piazza Duomo dove, dalle 15.30, ci saranno canti e balli tradizionali. Alle 17.00 la S. Messa con il Vescovo Diego Coletti, seguita da un momento di fraternità all’esterno della Cattedrale.
ni o i s s e l ri f
Sabato, 26 maggio 2012
i saranno anche loro, domenica 27 maggio, a Como per la Festa dei Popoli. Sfileranno insieme alle loro famiglie per le vie della città, prima di partecipare alla messa in Duomo. Stiamo parlando dei giovani delle cosiddette “seconde generazioni”, figli di migranti in molti casi nati e cresciuti nel nostro Paese di cui si sentono cittadini senza averne, in molti casi, la cittadinanza. Da alcuni anni a livello nazionale la rete 2G, formata proprio dai giovani delle seconde generazioni, chiede il cambiamento della legge di cittadinanza dall’odierno jus sanguinis, che attribuisce ai figli la cittadinanza dei genitori, allo jus solis, ovvero la cittadinanza per nascita. Per cercare di capirne di più di questi giovani abbiamo incontrato alcuni ragazzi del gruppo ghanese che ogni domenica si trovano per la celebrazione della messa nella casa dei Comboniani di Rebbio. “Essere seconda generazione – racconta Marika, 18 anni che ha potuto richiedere la cittadinanza dopo il compimento della maggiore età – significa vivere sospesa tra due mondi. Da un lato c’è la casa e la famiglia con
le sue regole e le sue usanze ghanesi, dall’altra il mondo di fuori con gli amici e la scuola in cui viviamo da italiani. Non è facile vivere questa situazione, ma crescendo si finisce per coglierne non solo gli aspetti negativi, ma anche quelli positivi”. Marika ci parla al telefono e se non sapessimo della sua origine non la potremmo certo intuire dalla sua voce. E non potrebbe essere altrimenti per chi è nata e cresciuta nel nostro Paese. Così come Larry che di anni ne ha 20. “Ad essere sincero – racconta – anche in famiglia viviamo forse più all’italiana anche se non mancano cibi e colori ghanesi”. Ai giovani chiedo il perché – pur sentendosi italiani – abbiano deciso di seguire le messe del gruppo africano, invece, di quelle della loro parrocchia di origine. “Fino all’anno scorso – racconta Larry – ho sempre frequentato la mia parrocchia a Cucciago dove sono stato anche catechista per un anno. Da quando è nato il gruppo ghanese ho preferito partecipare alle celebrazioni con loro, per sentire la messa in lingua. Ma non per tutti è così. Mia sorella ad esempio continua a frequentare la parrocchia
e guardando gli altri giovani penso ci sia una divisione metà e metà”. Su una cosa sono, però, tutti d’accordo: pur avendo a cuore la terra d’origine non pensano ad un futuro in Africa. “Sono stato in Ghana – alcuni anni fa, spiega Larry – e ho sentito la sensazione di tornare a casa, anche per via del colore della mia pelle. Ma pur avendo la voglia di conoscere meglio il Paese e di passare del tempo con i miei parenti non vedo un futuro per me là, perché sono nato in Italia e questo è ormai il mio Paese”. Fuori dal coro è la voce di Margaret, poco più che ventenne, studentessa di biotecnologie a Milano che non esclude un ritorno. “La mia storia - racconta - è un po’ diversa. Ho lasciato l’Africa quando avevo 17 anni e quindi ho molti ricordi a differenza dei miei fratelli più piccoli”. La volontà è comunque quella di integrarsi sempre più in Italia dove riconoscono si siano fatti passi in avanti nell’integrazione. “Rispetto ad alcuni anni fa conclude Rosalba - la situazione è molto cambiata. Gli episodi di discriminazione sono diminuiti, sopratutto tra i nostri coetanei”. MICHELE LUPPI
L’intervento di don Colmegna alla scuola di formazione diocesana
“Il mercato chiede braccia, ma poi arrivano persone”
è
toccato a don Virginio Colmegna – già direttore della Caritas ambrosiana dal 1993 al 2002 – concludere, venerdì 18 maggio, il ciclo della Scuola di formazione socio-politica promosso dalla Diocesi. Tema affrontato, al Centro parrocchiale San Giuseppe di Morbegno (Como e Canonica di Cuveglio collegate in video-conferenza), le politiche di immigrazione, ultimo “modulo” di un percorso che – in questo Terzo Anno della Scuola – ha via via toccato i temi del fisco, della famiglia e dell’ambiente, e che, il precedente venerdì, era stato introdotto dalla prima relazione del prof. Mauro Magatti. Di fatto ciò che don Colmegna ha proposto al nutrito e attento uditorio è stata una rivisitazione critica della sua esperienza di “trincea” sul fronte dell’accoglienza degli immigrati in una metropoli ribollente e caotica come Milano. Un testimone in prima linea, don Virginio, spesso sotto scorta di polizia, nel bel mezzo della buriana social-politica-istituzionale suscitata dall’ondata migratoria, sempre comunque con la forza e la limpidezza del Vangelo. Che invita a scorgere nel fenomeno immigrazione – sulla scorta della metafora biblica di Sara, che rimane incinta dopo l’accoglienza da parte di Abramo dei tre misteriosi Ospiti alle Querce di Mamre (cfr. Gen 18) – non solo un problema, ma anzitutto una fecondità possibile. “Un percorso che va letto come opportunità e come sfida, e non come paura del diverso”, ha sottolineato il relatore. Don Colmegna non si è soffermato solo sugli aspetti più propriamente assistenziali e caritativi (benché decisivi, perché “il mercato chiede
che lavori fortemente dequalificati attraggono inevitabilmente mano d’opera socialmente problematica), la dimensione politica (l’allargamento della partecipazione attraverso il diritto di voto), e quella inter-religiosa. è a “noi italiani” che vien chiesta una forma di identità forte, tale da sorreggere una capacità di apertura allo straniero aliena da ogni sbiadito irenismo, ma anche da fenomeni di repulsione e chiusura. Troppo spesso – ha insistito don Colmegna –, negli ultimi anni, sono stati messi in campo linguaggi rancorosi e aggressivi, che nulla hanno a che spartire con il Vangelo, ma nemmeno con le prospettive di uno sviluppo civile ordinato. E i linguaggi sono importanti. Il fatto stesso che si debba andare in Questura per avere il permesso di soggiorno, induce irriflessamente a pensare che l’immigrazione sia anzitutto e forse soltanto un problema di sicurezza e legalità. è ancora a “noi italiani” che tocca il compito di sviluppare un tessuto sociale solidale – dal quale il soggetto pubblico statale non può chiaramente Come detto, dopo l’intervento di don Colmegna chiamarsi fuori –, la Scuola diocesana di formazione socio-politica che non deve solo ha chiuso i battenti (salvo l’incontro di ripresa e affrontare e risolvere i discussione venerdì 25 maggio). A breve la Consulta problemi contingenti, delle aggregazioni laicali – che l’ha promossa – ma anzitutto procederà a un lavoro di verifica del cammino permeare la cultura percorso, per riprogettare il futuro. Se una cosa, e la vita dell’intera infatti, è emersa con assoluta chiarezza dal ciclo città. E’ stato questo triennale di questi incontri, è che abbiamo oggi, – ha concluso don anche nella Chiesa, un grande bisogno di formazione Colmegna – il e di confronto sui temi, troppo spesso elusi, della “lascito” morale e società e della politica. spirituale che il card. Martini ha trasmesso alla Fondazione del fenomeno e della sua complessità. Casa della Carità, Un’attrezzatura che intercetta da lui voluta come polmone animatore simultaneamente la dimensione dell’accoglienza nel cuore della educativa (familiare e scolastica, ove si metropoli milanese, e di cui don realizza la prima integrazione piuttosto Virginio è tuttora presidente. che la prima marginalità), la dimensione economica (non solo la sicurezza, ma anche la qualificazione del lavoro, visto DON ANGELO RIVA
La fine e l’inizio
braccia, ma poi arrivano persone”), ma ha inteso fin dall’inizio rimarcare la dimensione culturale delle politiche di accoglienza. Oltre che “agita”, l’ospitalità dello straniero deve essere “pensata”. Anzi, la prassi dell’accoglienza può e deve diventare laboratorio di pensiero, di intelligenza sociale, di sapienza antropologica. Non è in gioco solo il bisogno di casa, lavoro, salute, istruzione di chi arriva qui, ma anzitutto la possibilità stessa di ricomprendere il senso del vivere, il segreto di una felicità vera, di una vita buona. Chiaro che qui il relatore ha inteso spostare il fuoco dell’attenzione dal “loro” da accogliere (attraverso una carità innervata di giustizia e possibilmente depurata dalle incrostazioni del buonismo e dell’elemosina), al “noi” che accogliamo. è a “noi italiani” che vien chiesta un’attrezzatura culturale all’altezza
Caritas
16 Sabato, 26 maggio 2012
IL BILANCIO ECONOMICO DELL’ATTIVITà CARITATIVA
5 PER MILLE ALLA FONDAZIONE DELLA CARITAS DIOCESANA
Una generosità grande che ci richiama a un rinnovato impegno
L
Pubblichiamo, in sintesi, il sostegno alle iniziative di carità intraprese grazie ai contributi dell’8 per mille e le collette relative all’anno 2011
L
8 per mille 2011 - Realtà caritative assistenziali Euro Nuova sede della Caritas 40.000 Centro Aiuto alla Vita - Como 40.000 Casa alloggio “La Sorgente” - Como 25.000 Mensa serale Opera don Guanella 25.000 Attività pastorale della Caritas Diocesana 20.000 Associazione “La Centralina” - Morbegno 15.000 C.O.F - Montano Lucino 15.000 Centro Aiuto alla Vita - Sondrio 15.000 Piccola Casa Ozanam - Como 15.000 Centro Rita Tonoli - Traona 12.500 Centro Aiuto Vita Morbegno - Chiavenna 12.000 Cooperativa Sociale Tremenda XXL 10.000 ACISJF - via Borgovico - Como 10.000 Casa della Missione 10.000 Carcere - Como 10.000 Casa “Nazareth” 10.000 Comunità al Deserto 10.000 Fondazione regionale Antiusura 8.700 Consultorio - Sondrio 7.000 Centro Aiuto alla Vita - Mandello 5.000 Mensa vincenziana (mese di agosto) 3.000 Porta Aperta 65.000 Centro di Ascolto 40.000 Centro Diurno 30.000 Gestione Fondazione 20.000 Casa di Lidia - Morbegno 10.000 Stampa e informazione 10.000 Dormitorio - Como 10.000 Centro prima Accoglienza - Sondrio 10.000 Osservatorio delle Povertà e delle Risorse 7.500 Altri Centri di Ascolto in Diocesi 65.000 Accoglienze abitative in Diocesi 24.620,95 Casa Vincenziana ONLUS - mensa feriale 30.000 Cooperativa Aphantesis - accoglienza anziani 15.000 Casamica S.Antonio - Como 10.000 Casa Giovane Ponte Chiasso - accoglienza donne 10.000 Casa di Accoglienza Gaudium Vitae - S.Fermo d. B. 10.000 Opera don Guanella per Ambulatorio - Como 8.000 Radici e Ali - accoglienza famiglie - Fino M. 7.000 Ambulatorio Caritas presso Casa Santa Luisa - Como 7.000 Appart. Caritas presso assoc. Eskenosen - Como 7.000 Totale 714.320,95
a Caritas diocesana anche quest’anno sente il dovere di rendere conto del suo bilancio economico. Parlare di cifre può sembrare un’operazione arida che ha il sapore di un bilancio aziendale e che ha poco a che fare con la carità vissuta, ma può essere anche un giusto esercizio di trasparenza dal momento che i fondi che la Caritas riceve attraverso l’istituto dell’8 per mille e quelli che sono frutto di offerte libere fatte dalle parrocchie o da singoli non ci appartengono: noi, infatti, siamo solo degli esecutori, chiamati attraverso la disponibilità di questi fondi a studiare e concretizzare progetti di vita a favore delle persone bisognose. Mi piace sottolineare che abbiamo anche un’altra grande responsabilità, cioè di usare bene questi fondi, che devono essere destinati nella loro totalità all’uso per cui sono stati raccolti. Questo uso corretto dei fondi che ci vengono donati è una priorità che ci siamo dati nella Caritas diocesana, partendo dal dovere morale che abbiamo verso i donatori, ma anche verso le persone a cui questi beni sono destinati. Noi abbiamo messo in atto, anche quest’anno, un cammino di sobrietà e di essenzialità sia nei progetti che proponiamo, sia nelle strutture che ci permettono di realizzare questi progetti. Per questo motivo rendiamo pubblico, attraverso il “Settimanale della Diocesi di Como” il bilancio della Caritas relativo all’assegnazione dei fondi con cui riusciamo a far vivere alcune strutture essenziali gestite direttamente dalla Caritas stessa e diamo un contributo significativo che permette a tanti enti sparsi sul territorio della diocesi - che si impegnano in prima persona per la promozione dell’uomo in difficoltà - di continuare la propria opera. Rendiamo pubblico anche il bilancio delle attività Caritas che riguardano adozioni internazionali, progetti riguardanti le realizzazioni effettuate con le raccolte dell’Avvento di Carità degli anni precedenti e le raccolte fatte in occasioni di emergenze legate alle calamità naturali. Potete constatare che la generosità della nostra Diocesi è sempre molto viva e grande: pur vivendo momenti di ristrettezze economiche, le cifre che ci sono state messe a disposizione sono importanti; questo ci chiama a un rinnovato impegno, perché attraverso le opere di carità che riusciamo a realizzare si renda visibile questa generosità e divenga segno attraverso tutti noi dell’amore di Dio per tutti gli uomini. ROBERTO BERNASCONI
a possibilità che lo Stato italiano offre a tutti i cittadini di indirizzare il 5 per mille del proprio gettito fiscale a favore di una realtà del privato sociale è un piccolo ma significativo segno di civiltà e di rispetto verso la sensibilità e la volontà del singolo contribuente. Nel contempo, è scelta impegnativa che chiede a ciascuno di noi l’onere di una decisione, dunque l’impegno di informarsi, verificare, e quindi decidere. Quanti hanno orientato questa scelta negli scorsi anni a favore della Caritas Diocesana di Como e alla sua Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus si sono rivolti a una realtà affidabile e competente, che da oltre trentacinque anni opera sulle molteplici frontiere della povertà con obiettivi precisi: ascoltare e osservare prima di individuare e realizzare gli interventi e i servizi più adeguati; far sì che il proprio impegno aiuti le comunità cristiane e la società tutta ad avere uno sguardo maturo sul fenomeno della povertà e dell’esclusione; interrogarsi sulle cause che producono sofferenza e disagio e impegnarsi per la loro rimozione. Come sostenerci Codice Fiscale Fondazione Caritas: 95069480135 È possibile sostenere direttamente l’attività della Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio Onlus effettuando un versamento sul seguente conto corrente: C/C BANCARIO presso Credito Valtellinese IBAN: IT 87 B 05216 10900 0000 0000 3692
PAGINA A CURA DELLA CARITAS DIOCESANA WWW.CARITASCOMO.IT
collette: ecco tutti i numeri COLLETTE
CONTO
Residuo 2010
Raccolte 2011
Spedite 2011
3%
Saldo 31/12/11
Adozioni P. Bernardo
411
€
15.583,15
€
62.608,32
€
62.117,70
€
-
€
16.073,77
Adozioni P. Luca
412
€
13.941,61
€
36.102,06
€
44.116,55
€
-
€
5.927,12
Adozioni Hui - Ling cina
413
€
€
1.150,00
€
1.150,00
€
-
€
Microrealizzazioni nel mondo
430/5
€
9.373,10
€
2.880,00
€
4.910,50
€
-
€
7.342,60
Borse studio Brasile
430/8
€
2.942,00
€
550,00
€
€
-
€
3.492,00
Massawa (P.Protasio)
430/14
€
894,00
€
5.106,00
€
2.000,00
€
-
€
4.000,00
Progetti Sudan e Burkina (ex.Avvento)
430/19
€
10.389,42
€
50.192,25
€
51.491,58
€
-
€
9.090,09
Alluvione Liguria
431/8
€
€
3.950,00
€
€
-
€
3.950,00
Bangladesh – P. Paggi
432/7
€
€
15.000,00
€
€
-
€
10.515,85
Terremoto Haiti
432/13
€
-
€
6.942,50
Emergenza Brasile
432/15
€
-
€
2.000,00
€
2.000,00
€
-
€
-
Terremoto Giappone
432/16
€
-
€
10.653,50
€
10.600,00
€
53,50
€
-
Emergenza Corno d'Africa
432/17
€
-
€
133.056,86
€ 101.500,00
€
3.992,00
€
27.564,86
€
330.191,49
€ 294.092,68
€
10.988,00
€
87.956,29
TOTALE
€
-
9.722,20
62.845,48
-
14.206,35
€
6.942,50
-
€ 0,00
la campagna di beneficenza della caritas diocesana di brescia
Como Cronaca
18 Sabato, 26 maggio 2012
Energia Pulita. Lo scorso anno l’Italia si è collocata al secondo posto, nel mondo, per capacità fotovoltaica totale in esercizio, alle spalle della Germania. A Como a metà maggio 2012 gli impianti erano 2708, per una potenza espressa di 48.402 kW
Fotovoltaico: il boom del 2011
M
entre ancora si discute sui contenuti del quinto conto energia, destinato a riportare sulla terra, ridimensionandolo, un settore - quello del fotovoltaico - negli ultimi anni fortemente sostenuto dallo Stato, l’Italia si fa bella dei risultati raggiunti nell’ultimo quinquennio. Grazie agli incentivi messi in campo a partire dal primo Conto energia (correva l’anno 2005), incentivi riconosciuti alla produzione di energia elettrica a partire dalla data di entrata in esercizio dell’impianto per un periodo di venti anni, la nostra penisola si è posizionata, nel 2011, al secondo posto nel mondo per capacità fotovoltaica totale in esercizio, alle spalle della Germania e al primo posto, davanti alla stessa Germania, per nuova capacità installata nell’anno. A dare conto dell’anno d’oro dell’energia pulita, per il Bel Paese, il Rapporto Statistico 2011 sul solare fotovoltaico predisposto dal GSE, il soggetto attuatore dei meccanismi di sostegno delle energie rinnovabili e responsabile del Sistema Italiano di Monitoraggio delle Fonti Rinnovabili (SIMERI). Sulla base dei dati raccolti dal GSE a fine 2011 risultavano in esercizio in Italia circa 330.200 impianti. In special modo nel 2011 la crescita degli impianti è stata straordinaria. La consistenza è aumentata di ben 174.219 unità, più che raddoppiando il numero degli impianti esistenti a fine 2010 sul territorio nazionale. La potenza installata è quasi quadruplicata rispetto al 2010. Per comprendere i ritmi di crescita esponenziale espressi dal settore negli ultimi anni basti raffrontare i dati del 2007, quando in Italia gli impianti erano 7647 (potenza installata 87 MW), con quelli degli anni successivi: 32.018 nel 2008, 71.288 nel 2009, 155.977 nel 2011… Ma come sono distribuiti gli impianti nel nostro Paese? Il numero più elevato di impianti si riscontra al Nord, in
Come funziona
L
particolare in Lombardia e Veneto (rispettivamente con 48.692 e 44.997 a fine 2011), in termini di potenza installata il primato va invece alla Puglia con 2.186 MW. In Lombardia, a fine 2011, era concentrato il 14,7% degli impianti presenti in Italia. Di questi 2540 erano presenti nel comasco. La provincia lombarda con l’incidenza più alta di impianti fotovoltaici sul finire dello scorso anno era Brescia (11.549 impianti installati), seguita da Bergamo (7580), Milano (5893), e Varese (4315). Fanalino di coda Lodi con 1536. I numeri vanno in ogni caso presi con il beneficio dell’inventario perché in costante aggiornamento. Basti sapere che al 22 maggio 2012 gli impianti in esercizio in Lombardia risultavano saliti a 51.507, pari ad una potenza di 1.376.101 kW di questi 2708 in provincia di Como (per una potenza complessiva di 48.402 kW). A rendere l’idea della penetrazione del fotovoltaico in Italia anche i dati relativi alla presenza dei comuni con almeno un impianto. Comuni che erano l’11% nel 2006, il 31% nel 2007, il 60% nel 2008, l’80% nel 2009, l’85% nel 2010 e il 95% nel
Lago di Piano “Il sole ci nutre... forni a energia solare
L
a Riserva Naturale Regionale Lago di Piano con la Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Koinè, propone per sabato 2 giugno, dalle ore 15.00 alle ore 17.00, un laboratorio didattico dal titolo “Il Sole ci nutre…”, per l’ideazione, la progettazione e la realizzazione di veri forni che sfruttano l’energia del sole per produrre il calore necessario al riscaldamento e alla cottura. Il laboratorio è rivolto a bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni e si terrà presso la Casa della Riserva, in via Statale 117, Frazione Piano Porlezza a Carlazzo. Il costo per partecipante è di 9 euro. Occorre portare da casa un rotolo di alluminio, una scatola da scarpe e una riga. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie entro il giovedì precedente l’incontro): Riserva Naturale Regionale Lago di Piano, tel. e fax: 0344.74961; e-mail: riservalagopiano@ cmalpilepontine.it; sito internet: www.riservalagodipiano.it; oppure Koinè Cooperativa Sociale ONLUS: tel. 02.42292265; e-mail:
[email protected]. (s.fa.)
2011. Ad agevolare un’annata particolarmente buona per il settore hanno, senza dubbio, contribuito anche le condizioni climatiche. L’anno 2011 è risultato infatti, soprattutto al Nord, uno dei più caldi del secolo. La primavera, l’estate e l’autunno hanno registrato temperature superiori alla media stagionale. Le precipitazioni hanno subito, invece, un decremento significativo, presentando sia al Nord sia al Sud, eventi localmente forti e di breve durata. In calo anche le nebbie sulle pianure del Nord e del Centro, sostituite da foschie molto meno dense ed annuvolamenti irregolari. Di ciò ha beneficiato l’irraggiamento solare soprattutto nei mesi primaverili ed invernali. Un 2011 straordinario, dunque, sul fronte dell’energia pulita, con numeri probabilmente ineguagliabili. E ora si attendono nuovi passaggi governativi, nella speranza che il futuro non decreti l’arresto di un settore che, una volta tanto, ha posto l’Italia ai primi posti nel mondo per meriti e non per difetti. sintesi a cura di m.ga.
a tecnologia fotovoltaica consente di trasformare direttamente l’energia solare in energia elettrica attraverso l’effetto fotovoltaico, ossia la proprietà di alcuni materiali semiconduttori di generare elettricità se colpiti da radiazione luminosa. Il silicio, elemento molto diffuso in natura, è il materiale base per la cella fotovoltaica, dispositivo elementare in grado di produrre circa 1,5 Watt in corrente continua, normalmente insufficiente per gli usi comuni. Più celle sono collegate elettricamente e incapsulate in una struttura a formare il modulo, componente base commercialmente disponibile. Più moduli, collegati in serie e in parallelo, formano le sezioni di un impianto, la cui potenza può arrivare a migliaia di kW. A valle dei moduli fotovoltaici è posto l’inverter, che trasforma la corrente continua generata dalle celle in corrente alternata, direttamente utilizzabile dagli utenti o riversabile in rete. I moduli possono essere orientati verso il sole su strutture fisse o su strutture in grado di seguirne il movimento allo scopo di incrementare la captazione solare (impianto ad inseguimento). Un impianto fotovoltaico continua a produrre elettricità per 20-25 anni, con poche necessità di manutenzione e una buona resistenza agli agenti atmosferici. Lo smaltimento a fine vita non pone particolari problemi. Un modulo fotovoltaico è, infatti, riciclabile per più del 90%. Silicio, vetro e alluminio vengono riutilizzati come materie prime secondarie riducendo il fabbisogno energetico necessario per i materiali vergini. Il Decreto del 5 maggio 2011 (Quarto Conto Energia) prevede che dal 30 giugno 2012 tutti i proprietari di impianti fotovoltaici aderiscano ad un consorzio che assicuri il recupero dei moduli a fine vita.
Tiro con l’arco al Lago di Piano
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a Riserva Naturale Regionale Lago di Piano, con il patrocinio della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, organizza dal 2 al 23 giugno per quattro sabato consecutivi (2 giugno, 9 giugno, 16 giugno, 23 giugno) un corso di primo approccio al tiro con l’arco. Il ritrovo è presso la Casa della Riserva, in via Statale 117, in Frazione Piano Porlezza a Carlazzo; il corso sarà tenuto dal sig. Mauro Mauri, assistente istruttore al tiro con l’arco. Durante i quattro incontri previsti, suddivisi in due fasce orarie (dalle partecipazione all’intero corso 14.30 alle 16.00 e dalle 16.00 alle è di 80 euro; nella quota sono 17.30), si metterà in pratica la inclusi un arco personale, tecnica di tiro ad “Arco nudo” (o “tiro le frecce, il parabraccio, il istintivo”), senza fare uso né di mirino paradita, il paglione, i bersagli e né di stabilizzatori. Prima dell’inizio minuteria personalizzata. del corso pratico è prevista una serata Per informazioni e informativa teorica venerdì 1 giugno iscrizioni: Riserva Naturale alle ore 20.30, presso la Casa della Regionale Lago di Piano, Riserva. tel. e fax: 0344.74961; Il numero complessivo di partecipanti e-mail: riservalagopiano@ ammessi per ciascun turno sarà di cmalpilepontine. quattro persone (per complessive it; sito internet: www. 8 persone ammesse). La quota di riservalagodipiano.it. (s.fa.)
Como Cronaca
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minacce mafiose al sindaco di fino
n coro unanime di denuncia ha fatto seguito alle pesanti e inaccettabili intimidazioni di stampo mafioso fatte pervenire nelle scorse settimane al sindaco di Fino Mornasco Giuseppe Napoli, “reo” di aver programmato, con l’Amministrazione, la promozione di iniziative contro la criminalità organizzata. A tale proposito un Consiglio comunale straordinario avrà luogo venerdì 25 maggio, presso l’Ottagono di Fino, con un solo punto all’ordine del giorno: “No alle intimidazioni, reagiamo formalmente alla violenza e a ogni forma di prevaricazione”. Una croce in legno, con appesa la foto del sindaco e l’involucro di una granata, il tutto davanti al cimitero comunale. Questo il segnale fatto arrivare dalle cosche al primo cittadino, dichiaratosi in nessun modo intenzionato ad abbassare la guardia o a limitare il proprio impegno di sindaco. «Le minacce fatte pervenire al sindaco di Fino Mornasco Giuseppe Napoli sono l’ennesimo vile attentato al lavoro comune di lotta per la legalità. Amministrare un Comune in questo momento di crisi è difficile, occorre tenere la barra dritta sulla legalità e la responsabilità sociale, spalancando le porte ai protagonisti sociali che hanno al primo punto del loro agire la lotta alle mafie. Il Progetto San Francesco ha messo in programma, con il sindaco Napoli, un Consiglio comunale straordinario
Sabato, 26 maggio 2012 19
contro le mafie a Fino Mornasco, mentre è già fissato il prossimo 28 maggio a Cadorago. Certamente non abbasseremo il livello delle nostre proposte sociali per paura degli uomini del disonore. Napoli è persona responsabile e coraggiosa, noi saremo accanto a tutti i sindaci italiani operosi per il progresso del lavoro e della legalità», questo il commento di Alessandro de Lisi, direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco. Il Progetto San Francesco con la Cisl di Como ha attivato una rete territoriale contro le mafie partendo da proposte specifiche per il progresso occupazionale e la lotta alle illegalità, centrando tutto sul ruolo strategico dei Comuni e delle associazioni e proprio in questi giorni numerose amministrazioni stanno aderendo al “pool sociale antimafia” del Progetto. «Como non è immune dal contagio criminale e come Cisl sappiamo quanto i boss stiano tentando, camuffandosi, di amministrare con il ricatto il mondo del lavoro e questo ultimo atto ignobile a danno del Sindaco Napoli è la manifestazione di come i criminali siano sempre disponibili ad usare le minacce per piegare le amministrazioni più resistenti ai richiami mafiosi. Noi siamo con Napoli, verso un manifesto territoriale di legalità che non lasci soli nè sindaci nè lavoratori» le parole di Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl di Como.
Rifiuti abbandonati: il caso dell’ex Rasa La piaga delle discariche abusive rappresenta una delle spine nel fianco per il capoluogo. Tra le aree identificate dal Comando Provinciale dei Carabinieri anche quest’area, a Camerlata
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a piaga delle discariche abusive di riufiuti è, purtroppo, una prassi consolidata in tutta Italia. E Como non ne fa eccezione. La scorsa settimana nell’ambito di una vasta operazione promossa dal Comando Provinciale Carabinieri di Como per prevenire reati contro il patrimonio pubblico, e che ha visto impiegati 40 militari ed un elicottero, sono state identificate diverse aree adibite a discariche non autorizzate, o comunque nelle quali erano presenti rifiuti e detriti di vario genere, in tutta la provincia. Il sito più vasto è stato individuato ad Albese con Cassano, mentre in città, sotto l’occhio dei Carabinieri, sono finiti alcuni terreni nella frazione di Rebbio dove sono stati rinvenuti eternit ed altre sostanze anche pericolose. Purtroppo, però, nonostante queste azioni e dopo anni in cui di rifiuti e del loro abbandono se ne è parlato diffusamente anche per l’impegno, contro questo fenomeno, dell’ex assessore comunale all’ambiente, Diego Peverelli, i casi segnalati in città sono ancora numerosi. Uno dei più scandalosi, a nostro avviso, è rappresentato da quanto si conserva (è proprio il caso di dirlo) presso il sedime dell’ex ditta Rasa a Camerlata. L’area è stata oggetto, nell’autunno 2008, della realizzazione di un posteggio provvisorio nell’ambito dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale che ha visto Regione Lombardia, Comune di Como e Rete Ferroviaria Italiana varare un grande progetto di rilancio della mobilità pubblica usufruendo del vicino scalo ferroviario di Albate Camerlata anche grazie all’introduzione, da parte del Canton Ticino, dei convogli S 10 Tilo con destinazione Bellinzona. Gli impegni presi come detto anche dall’Amministrazione cittadina, prevedono tuttora la realizzazione di un grande posteggio park&ride servito in modo maggiormente funzionale rispetto a quanto accade oggi anche dai mezzi pubblici ASF. Allora, data la ristrettezza dei tempi (gli svizzeri, infatti, volevano far partire le nuove corse ferroviarie con l’entrata in vigore dell’orario invernale 2008/09), l’assessore competente Fulvio Caradonna trovò la soluzione provvisoria: abbattere parte dei ruderi dell’ex ditta Rasa e trasformarli in un
Il sito è stato oggetto, nell’autunno 2008, della realizzazione di un posteggio provvisorio nell’ambito dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale che ha visto Regione Lombardia, Comune di Como e Rete Ferroviaria Italiana varare un grande progetto di rilancio della mobilità pubblica usufruendo del vicino scalo ferroviario di Albate-Camerlata.
di Luigi Clerici
posteggio. La cosa venne fatta e costò alle casse comunali “solo” 20mila euro. Dalla rimozione dei detriti vennero ricavati quasi 100 posti auto e l’area sosta venne data in gestione a CSU. Grazie anche ad una tariffa concorrenziale (1 euro al giorno, 5 euro per un abbonamento settimanale) la piccola area si dimostrò però insufficiente alle necessità dei pendolari, per lo più diretti a Milano. Questo comportò, quindi, l’immediato ritorno alle immancabili file di auto posteggiate lungo via Scalabrini, in via Stazzi ed in quelle che, in teoria, dovrebbero ancora essere aiuole oppure aree per la salita/discesa dal bus. Ma problemi viabilistici e di sosta a parte, quello che ci preme sottolineare oggi è lo stato di completo abbandono dell’area del posteggio ex Rasa dove tutti gli spazi non occupati dalle auto in sosta sono diventati discariche a cielo aperto. Nell’ex portineria della fabbrica sono ammassati decine e decine di sacchi neri che chissà cosa contengono mentre dietro i jersey in cemento che delimitano alcuni spazi di sosta sono ammucchiati
quintali di rifiuti di ogni genere comprese anche sostanze pericolose come l’eternit. Alcuni immobili del fabbricato industriale sono stati risparmiati dall’abbattimento e lì vi hanno trovato rifiugio non solo topi di fogna ma anche disperati. La situazione non migliora se ci si sposta alle spalle dell’unico edificio della zona che è ancora occupato da un distributore di benzina e da una trattoria, aperti sul fronte di via Scalabrini. Una griglia metallica da costruzione separa l’area di sosta da altri spazi della vecchia azienda dove il panorama non cambia: rifiuti di ogni sorta, parte dei quali derivati da cantieri edili o semplici resti dei manufatti ammalorati. Ecco, dunque, come è ridotto il “biglietto da visita” di Como, come venne annunciato qualche anno fa, per quella che avrebbe dovuto essere la nuova frontiera di mobilità pubblica nel segno di un maggior utilizzo di bus e treni. Certo che fa accaponare la pelle pensare che questo spazio dovrà servire tra poco anche da posteggio per i nuovi treni che da Albate/Camerlata partiranno in direzione Mendrisio per poi proseguire verso Varese e l’aeroporto di Malpensa grazie al nuovo collegamento ferroviario che sarà ultimato (se tutto va bene, soprattutto da parte italiana) nel 2014. A parziale conforto c’è il fatto che la nuova linea entrerà in servizio con il mese di marzo 2015 e quindi ci sono ancora quasi tre anni per bonificare quest’area, renderla un vero posteggio e soprattutto far sì che le tonnellate di rifiuti abbandonati presenti siano solo un brutto, brutto ricordo.
Como Cronaca
20 Sabato, 26 maggio 2012
amministrative Dopo vent’anni torna, alla guida di Palazzo Cernezzi, un esponente del centro sinistra. Bizzozero nuovo sindaco di Cantù
marcella tili
Como cambia. Lucini sindaco
U
claudio bizzozero
mario lucini
n terremoto, per fortuna non di origini naturali ma politiche, ha scosso la provincia di Como. È questo quanto emerge dalle urne dopo i ballottaggi che hanno richiamato al voto comaschi, canturini ed erbesi per la scelta della futura guida delle rispettive amministrazioni. Il terremoto sta non soltanto nella scelta del cambiamento, per due Comuni su tre (ad eccezione di Erba), ma soprattutto nella svolta storica che i nuovi arrivati hanno portato dentro enclave per anni vere e proprie fortezze inossidabili del centro destra. Mario Lucini (Pd), nuovo sindaco di Como, ha approfittato con successo di una ex-maggioranza ormai allo sbando dopo dieci anni di amministrazione Bruni, e vent’anni di centro destra, affermandosi al primo turno e vincendo, a mani basse, al ballottaggio con il 74,8% dei voti (21.568), contro il 25.2% di Laura Bordoli (7.263). «Quella
di oggi è una vittoria storica per il centro sinistra comasco - il commento a caldo del neo primo cittadino - un successo che premia la serietà della nostra proposta e testimonia la decisa volontà dei cittadini comaschi di cambiare pagina dopo un lungo e grigio periodo di governo de centro destra. Il fenomeno dell’astensionismo, sebbene in linea con i dati nazionali, é un segnale di disaffezione che deve farci tutti riflettere e ci impegna fin da subito a riannodare i legami con la società civile logorati da questi anni di malgoverno». «Un risultato oltre ogni aspettativa – il commento di Savina Marelli, segretario provinciale del Pd - che denota la voglia di cambiamento non solo di chi ha sostenuto Mario al primo turno, ma anche dei tanti comaschi che hanno deciso di dargli fiducia al ballotaggio. Lucini sarà il sindaco di tutti e non solo di chi l’ha sostenuto con tanto entusiasmo, impegno e passione. Ora comincia la sfida del governo della città, ancor più impegnativa di quella rappresentata dalla campagna elettorale; una sfida in cui Lucini e la sua squadra dimostreranno che una buona politica è possibile nell’interesse dei cittadini comaschi, i quali ritroveranno così l’orgoglio della loro appartenenza». «Un risultato netto – le parole di
Stefano Legnani, segretario cittadino - senza appello per il centro destra. La gran parte degli elettori che al primo turno ha votato un candidato non presente al ballottaggio ha scelto Mario Lucini come sindaco. È segno che la città, nelle sue varie componenti, ha voluto cambiare effettivamente passo. Per Mario Lucini e per la coalizione che lo sostiene è una grande soddisfazione, ma nello stesso tempo, una grande responsabilità per rispondere alle attese della città che questo voto testimonia». Soddisfazione anche da parte di Luca Gaffuri, capogruppo Pd in Consiglio Regionale: «Grandissima soddisfazione, merito di Mario Lucini e di tutte le persone che hanno creduto in questo progetto. Mario Lucini sarà il sindaco di tutta la città. Si connoterà per la capacità di ascolto e per ridare nuovo slancio alla città di Como. Il dato va oltre ogni più rosea aspettativa. Ci attendono 5 anni in cui dimostreremo ai comaschi che la fiducia è stata ben riposta e da ora impegnamoci ancora di più». «Oggi inizia una nuova stagione per Como – il commento dell’on. Chiara Braga - per rispondere alle grandi aspettative che i comaschi hanno espresso con questo voto. Sono sicura che Lucini e la sua squadra sapranno interpretare questo desiderio di rinascimento della città. Da oggi Como cambia passo e può guardare con
fiducia al futuro». Per quanto riguarda Cantù Claudio Bizzozero, Lavori in Corso, espressione di una coalizione di liste civiche, ha sconfitto Nicola Molteni, che si era imposto al primo turno per una manciata di voti. Bizzozero si è aggiudicato il ballottaggio con il 55,03% dei voti (7.977), contro il 44,97% (6.519) dei suo avversario. Il nuovo sindaco si afferma in un territorio storicamente leghista, premiato dalla costanza e dalla determinazione di una sfida lanciata dieci anni fa. Confermata, infine, al ballottaggio a Erba Marcella Tili (centro destra), già sindaco nell’ultimo quinquennio, con 4231 volti (59,42%), contro i 2890 (40,58%) di Michele Spagnuolo. Unica e magra consolazione per un centro destra profondamente scosso dallo tsunami elettorale di maggio. Per tutti e tre i Comuni da segnalare le altissime percentuali dei non votanti: a Como ha votato il 42,73% degli aventi diritto (era stato il 60,3% al primo turno), a Cantù il 48,27% (contro 61,22% di due settimane fa), a Erba il 54,15% (rispetto al 65,38%). In buona sostanza alle urne si sono recati poco più di 28 mila comaschi a Como, poco meno di 15 mila a Cantù poco più di 7 mila a Erba Un segnale chiaro del duro lavoro che attenderà i neo eletti nel recuperare un rapporto di credibilità e di fiducia, ormai da tempo andato sfilacciandosi, con la politica. (m.ga.)
Eventi in tutta Italia dal 26 maggio al 3 giugno. Le iniziative comasche
Aism: torna la Settimana nazionale U
na settimana di informazione per la lotta alla sclerosi multipla è in programma in tutta Italia, dal 26 maggio al 3 giugno prossimi, con eventi in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per la ricerca. Anche nella città di Como sono previsti incontri, serate informative oltre ad una due giorni dedicata a musica e sport in piazza Cavour a Como organizzati dalla Sezione AISM comasca per informare su questa grave malattia del sistema nervoso centrale, cronica, imprevedibile e invalidante che colpisce i giovani tra i 20 e i 30 anni e soprattutto le donne, il doppio rispetto agli uomini. Le persone colpite da SM sono circa 400 nella nostra città, circa 63 mila in Italia, 2,5 milioni nel resto del mondo e 450 mila in Europa. Il suo costo sociale è considerevole, pari a 2 miliardi e 200 milioni di euro l’anno in Italia. La Settimana Nazionale sarà anche on line per tutti gli utenti del web. Sarà realizzato uno speciale su www.aism.it. Anche il blog dei giovani www.
S disabilità: il raggio del suono
e nell’ambito degli ausili per la mobilità e per la comunicazione lo sviluppo tecnologico ha portato grandi miglioramenti, nel campo dell’espressività la ricerca è ancora praticamente inesistente o acerba. La mancanza di sperimentazione e di investimento in ambito creativo ha determinato un significativo gap dell’Italia e della Svizzera nei confronti di alcuni paesi del nord Europa, come Regno Unito e Scandinavia. In Inghilterra, per esempio, nei centri con disabilità gravi vengono realizzate attività espressive fino all’80% del tempo impiegato nelle attività terapeutiche. Per tale motivo il CRAMS (Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo) di Lecco,
giovanioltrelasm.it darà un forte contributo ai temi discussi: attraverso il commento sul blog sarà infatti possibile attivare un dialogo tra lettore e ricercatore. A Como e provincia, il calendario prevede: 26 maggio Piazza Cavour Como ore 15 “Un lago di Volley”, tornei di pallavolo in collaborazione con FIPAV; ore 21 I Fracassoni in concerto con musiche anni 60/70. Ingresso libero. 27 maggio Piazza Cavour Como ore 10.45 Banda Baradello; ore 15.30 Press in concerto con musiche pop rock. Ingresso libero; 29 maggio Birrificio di Como via P.Paoli 3 ore 21 2° Torneo di Burraco FastForWord Iscrizioni 15 € chiamando 349-6127251 - 335-7488991. 30 maggio Salone Enrico Musa Viale
in collaborazione con l’Istituto Scientifico Medea – La Nostra Famiglia, ha avviato il progetto di cooperazione sociale transfrontaliera a sostegno dell’integrazione dei soggetti disabili “Il raggio del suono”. Partito nel 2008, il progetto ha visto la partecipazione di alcune tra le principali realtà impegnate nel campo della disabilità nelle province di Lecco, Como e nel Canton Ticino (CRAMS, IRCCS Medea, Fondazione Provvida Madre ed RSU Sim-patia). Utilizzato soprattutto nel Regno Unito, il “raggio del suono” consiste in una strumentazione che impiega sensori ad ultrasuoni in grado di trasformare i movimenti, anche i minimali, in segnali MIDI, che vengono poi
Cavallotti 7 Como In occasione della Giornata Mondiale della sclerosi multipla: ore 21.00 La musica come luce di solidarietà – concerto di musica lirica con la partecipazione del Maestro Franco Federici. Ingresso libero 1 giugno Auditorium comunale di Faloppio ore 21 “Sensazioni Forti” tributo a Vasco Rossi. Ingresso libero 2 giugno Villa Gallia Via Borgovico Como ore 9.30 Question Time, in collaborazione con i Centri clinici dedicati alla sclerosi multipla. Gli specialisti neurologi, Franco Di Palma (dirigente Centro SM Dipartimento Neuroscienze U.O. Neurologia – A.O. Sant’Anna) e Caterina Barrilà (Dirigenti Centro SM U.O. Neurologia – ospedale Valduce) risponderanno alle domande dei presenti.
convertiti in suoni, immagini, stimoli-esperienze tattili: è sufficiente un semplice movimento del corpo, dentro il fascio di ultrasuoni, per riprodurre il suono di un violoncello, il miagolio di un gattino, il rumore della pioggia sul tetto... Soundbeam, “il raggio del suono”. I risultati del progetto verranno illustrati durante il convegno “Educare alla diversità”, che si terrà il 25 maggio presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini e il 26 maggio nell’ambito di Reatech Fiera Milano, a Rho. Tra gli altri, interverrà al convegno anche David Jackson, sassofonista dei Van Der Graaf Generator, che collabora con il CRAMS per l’utilizzo del Soundbeam.
Como Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 21
Maltrattamenti. Una giornata dedicata ai minori e alle donne, a Villa Gallia
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ontrolla a fatica le emozioni, presenta carenze endemiche e strutturali nella vita di relazione ed è caratterizzato da livelli infimi di autostima: è questo l’identikit dell’adolescente violento che è stato ricostruito nei lavori del convegno “Minori e disagio: aspetti sociali e giuridici”, tenuto il 21 maggio a Villa Gallia con la partecipazione del Consigliere di Corte d’Appello Cristina Calle, della psicoterapeuta Cesira Di Guglielmo e dello psicologo Francesco Vadilonga, allo scopo di stilare un primo consuntivo generale di un percorso già avviato e di focalizzare l’attenzione su un fenomeno in allarmante espansione. Giovanissimi che si possono distinguere in abusanti e abusati, a simboleggiare le due polarità di un triste fenomeno che vede gli uni – abitualmente ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni - nel ruolo dei carnefici e gli altri – dai 4 ai 10 anni - nei panni delle vittime, spia di un disagio montante che affonda le radici nell’angoscia paralizzante e generalizzata di cui largamente soffrono le giovani generazioni e che non trova risposte adeguate e soddisfacenti nel contesto delle famiglie di appartenenza. Ma esiste anche un’altra forma di disagio che, sempre più spesso, attraversa oggi il “mondo famiglia”. È quella della violenza sulle donne, fenomeno in preoccupante espansione, come confermato dai dati dell’ultimo triennio: : 1254 casi registrati sul lario dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2011, poco più del 30% riguardanti donne straniere.
Disagio e famiglia
Un seminario di studi dedicato ai minori, e la firma di un protocollo d’intesa per la difesa delle donne i punti cardine della giornata Il 34% delle donne oggetto di violenza ha tra i 28 e i 37 anni , nella metà dei casi si tratta di lavoratrici. Per il 44% la forma di maltrattamento subito ha avuto contorni di carattere fisico, per il 34% psicologico. Se ne è discusso, nello stesso giorno e nella stessa sede, in occasione del rinnovo del Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise e di azioni integrate, finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della
violenza contro le donne, sottoscritto da Provincia, Prefettura e Questura di Como, con l’adesione di una decina di enti tra aziende di cura e associazioni di volontariato. Forte di una solida esperienza acquisita sul campo nel quinquennio 2007-2012, il Tavolo sul maltrattamento delle donne, come ha spiegato l’assessore ai servizi sociali della Provincia Simona Saladini, si spinge ora al di là delle consuete applicazioni di modulistica riferite all’anamnesi delle casistiche e alle eventuali denunce dei maltrattamenti, “per passare all’adozione di concrete strategie di intervento che, tenendo l’occhio sui bilanci nella necessità di ottimizzare le risorse bandendo ogni possibile spreco, assumono un respiro più propriamente nazionale che locale, dal momento che il ministero delle Pari Opportunità si è fatto carico del progetto portato avanti dalla nostra amministrazione e ha voluto
farne un punto strategico della sua azione politico-istituzionale”. Prendendo le mosse, superfluo puntualizzarlo, dall’opera di sensibilizzazione dei giovani, che può avvenire solo partendo dalle scuole e in seconda battuta dalle famiglie, non essendo più il “pronto intervento” l’obiettivo primario da perseguire nell’immediato. A ribadire l’essenzialità del concetto ha provveduto non a caso il prefetto Michele Tortora, per il quale “era necessario affrontare un problema così delicato e complesso soprattutto per l’inadeguatezza e la superficialità con le quali lo si era fatto in precedenza. Prendere atto della gravità dell’argomento è stato il primo passo, comprendere che lo si possa e lo si debba contrastare solo attraverso un impegno solidale e di sinergia tra i diversi organismi che compongono la frastagliata galassia delle istituzioni preposte e del volontariato, ne è stato il logico e fatale corollario. Nonostante ogni sforzo sinora eseguito, e al di là di ogni auspicabile e ragionevole progresso futuro, lavorare sulle coscienze dei cittadini di domani rimane l’unica via percorribile per smantellare quell’assurda e iniqua mentalità che induce tanti uomini a considerare la donna come un oggetto “di proprietà”, retaggio di una cultura incivile e retrograda che è stata ampiamente superata dalla storia, e che ancora non riusciamo a relegare definitivamente tra le polverose cianfrusaglie e le sconcertanti stravaganze di un oscuro e sepolto passato”. SALVATORE COUCHOUD
Como Cronaca
22 Sabato, 26 maggio 2012
Portato dai Frati Minori Conventuali ” “visita Nel pomeriggio di venerdì 11 maggio la reliquia di uno dei santi più popolari, conosciuto come taumaturgo e protettore dei poveri e dei sofferenti, è entrata nel presidio
Sant’Antonio da Padova al S. Anna
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ortata dai Frati Minori Conventuali che a Como officiano la parrocchia dedicata a Sant’Antonio da Padova, nel pomeriggio dell’11 maggio la reliquia di uno dei Santi più popolari, conosciuto come taumaturgo e protettore dei poveri e sofferenti è entrata, nel nuovo Ospedale Sant’Anna, accolta nella grande hall da una piccola folla di persone. Padre Nando, superiore dei Minori Conventuali, in un suo breve intervento di saluto, ha affermato che portare da un luogo all’altro le reliquie di un Santo è “un’iniziativa missionaria”. Significa annunciare al mondo la “buona notizia” della salvezza portata da Gesù Cristo all’umanità e ricordare che Sant’Antonio è ancora presente tra noi, insieme con il superiore, che ha parlato nella grande devozione popolare che lo della predilezione per i sofferenti del circonda, per testimoniare l’amore ai santo di Padova: i miracoli e le grazie poveri e ai malati. avvenuti per la sua intercessione, sono Data la popolarità del Santo di Padova, noti ovunque. Con i malati sono poi non è stato difficile dare pubblicità state recitate preghiere composte dal all’evento nella struttura sanitaria, così Santo. Il lungo percorso compiuto dal che il piccolo pellegrinaggio lungo le reliquiario ha avuto il suo culmine corsie è stato accolto dagli ammalati nella cappella dell’ospedale, piena di e dal personale, con una devozione gente all’inverosimile. La Santa Messa particolare. Tutti volevano vedere concelebrata – e animata dal coro della la reliquia (la “lingua del Santo”) parrocchia curata dai padri conventuali, baciarla e venerarla. In ogni reparto di era stata preceduta dalla recita del “Medicina” e “Chirurgia” dell’Ospedale, Rosario. A ogni mistero, il commento il tavolo a rotelle che trasportava il era tratto dagli scritti del Santo; così prezioso reliquiario, si fermava, in pure, per la prima volta, sono state un punto indicato, per sentire padre intonate in onore della Vergine le litanie Luciano ofm conv., intervenuto composte dallo stesso Sant’Antonio.
Nell’omelia, padre Luciano ofm conv., che sta accompagnando in tutt’Italia il prezioso reliquiario per le “missioni popolari antoniane”, ha sottolineato che Sant’Antonio, nelle sue omelie, ha come punti cardine l’annuncio del Vangelo e la solidarietà con i poveri. Ha poi aggiunto che Sant’Antonio – molto noto e popolare come il “Santo dei miracoli” – è quasi sconosciuto per tutti gli altri aspetti della sua vita, come ad esempio la sua origine portoghese; infatti in Portogallo è venerato come Santo António de Lisboa, poiché Fernando Martim de Bulhões e Taveira Azevedo – questo il nome del Santo al secolo – nacque a Lisbona il 15 agosto 1195 e morì a Padova il 13 giugno 1231. La presenza delle reliquie di Sant’Antonio nel pomeriggio dell’11 maggio sarà ricordata, nell’ospedale Sant’Anna, come la “visita” di un Santo sempre vivo nel ricordo dei devoti e sempre pronto a intercedere presso Dio per il bene e la salvezza soprattutto dei sofferenti e dei poveri. P. Antonio Casera
Le prestazioni finora prestate in Villa Balestrini saranno erogate nelle due sedi dell’Azienda ospedaliera
Fisioterapia al S. Anna e a Camerlata N
uove sedi per le attività di fisioterapia di Villa Balestrini a Villa Guardia. Le prestazioni di riabilitazione neuromotoria e ortopedica sinora erogate dall’Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” di Como saranno nuovamente fruibili da lunedì 28 maggio 2012 all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (al piano +1), che dista circa due chilometri da Villa Guardia, e al Poliambulatorio di via Napoleona a Como, nel Monoblocco (piani 4° e 6°), ubicato nella futura cittadella sanitaria. Questa sede è ancor più direttamente servita dalle linee di trasporto pubblico automobilistico dell’ASF e delle FNM anche per i cittadini provenienti dalla zona dell’Olgiatese. L’ultimo giorno di attività del centro di Villa Balestrini sarà venerdì 25 maggio. Grazie a questa riorganizzazione, sarà
Unione Ciechi cena al buio venerdì 25 maggio a Rebbio
L
ampliata la fascia oraria di accesso alle terapie fisiche per quanto riguarda la sede di Via Napoleona, passando dall’attuale orario d’inizio delle 9 a quello delle 7,30 del mattino. Nel Monoblocco saranno potenziati anche gli spazi dedicati alla riabilitazione neuromotoria, con l’allestimento, al 4° piano, di una nuova sala (n. 5) per l’attività fisioterapica. La ricollocazione dei servizi fisioterapici erogati dall’Ao nel compendio di Villa Balestrini, dove nel biennio 2010-2011 sono state effettuate una media di 27mila prestazioni l’anno per circa 1.900 pazienti (solo 302 pazienti nel 2011 residenti a Villa Guardia, il 15%, in flessione rispetto agli anni precedenti), prende le mosse sia da una razionalizzazione dell’assetto dei servizi sia dalla possibilità di un diverso utilizzo
a sezione UICI di Como è lieta di invitare gli interessati alla serata di “Cena al buio” che si terrà venerdì 25 maggio alle ore 19.30 presso il ristorante-pizzeria “Ul Bacan” di via Varesina n. 49 a Como (di fronte al cinema Gloria). La serata vissuta in un ambiente completamente oscurato prevede due differenti menu da scegliere al momento della prenotazione. 1° menù: frittelle di gianchetti,
della struttura di proprietà del Comune. La gestione di una sede operativa, pressoché adiacente al nuovo Ospedale, è risultata dunque non più giustificabile, in prima istanza, sotto il profilo qualitativo delle prestazioni rese alla popolazione. Nel corso del 2011 – con il nuovo Presidio di San Fermo e l’organizzazione dei servizi sul Poliambulatorio di Via Napoleona - si sono quindi concretizzate le condizioni per attuare un trasferimento delle attività riabilitative ancora erogate a Villa Guardia senza penalizzazioni per l’utenza e con l’obiettivo di offrire una più ampia gamma di proposte terapeutiche e riabilitative, nonché di migliorare l’accessibilità alle stesse tramite l’attivazione di una più ampia fascia oraria di apertura per le terapie fisiche.
polpettine di pesce pomodoro e basilico, insalata di mare, gamberetti in salsa rosa, spiedini di pesce alla griglia con patatine fritte, fragole con gelato. 2° menù: salumi misti e melone, saltimbocca alla romana con patate al forno, fragole con gelato, bevande e caffè compresi. Quota di adesione: euro 27,00. Dato il numero limitato dei posti è
obbligatoria la prenotazione entro venerdì 18 maggio telefonando in sezione al numero 031-570565 oppure inviando una mail all’indirizzo: uicco@ uiciechi.it. L’organizzazione chiede di segnalare eventuali intolleranze ed allergie alimentari. Il ricavato della cena verrà devoluto all’iniziativa “Giochiamo al buio” organizzata dall’U.IC.I di Como a favore delle scuole elementari e medie.
Como Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 23
Da martedì 29 maggio a domenica 3 giugno
Settimana egizia ai Musei Civici
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nche quest’anno i Musei Civici di Como propongono da martedì 29 maggio a domenica 3 giugno la “Settimana Egizia”. Si tratta di un appuntamento annuale che vuole portare all’attenzione del pubblico alcuni temi di approfondimento legati all’importante collezione di reperti egizi donati nell’Ottocento da Alfonso Garovaglio e conservati presso il Museo. Il “pezzo forte” di questa collezione è il celebre sarcofago in cartonnage con la mummia di Isiuret, sacerdotessa di Tebe del dio Amon (IX sec. a.C.);
in occasione della Settimana Egizia il sarcofago sarà aperto per permettere al pubblico di osservare da vicino la mummia collocata al suo interno,
abitualmente non visibile per esigenze di conservazione. Quest’anno, prendendo spunto dagli oggetti conservati presso il Museo, sarà affrontato in particolare il tema della fertilità, della gravidanza e del parto nella millenaria civiltà egiziana; si chiarirà in quale modo le donne egiziane affrontavano e vivevano questi due eventi fondamentali e quali erano le conoscenze mediche sulla fisiologia della gravidanza. Martedì 29 maggio, alle
ore 17.00, verrà proposto “La Collezione Egizia senza segreti!”, un
percorso guidato a tutta la collezione; giovedì 31, alle ore 17.30, è in programma una conferenza di Annamaria Ravagnan (funzionario della Struttura Musei della Regione Lombardia) dal titolo “Maternità consapevole nell’Antico Egitto: un test di gravidanza di 4000 anni fa”.
Nello stesso giorno e alla stessa ora non mancherà il laboratorio per bambini dai 7 agli 11 anni “Divertiamoci con i geroglifici” (prenotazione obbligatoria): partendo dai numerosi geroglifici rappresentati su vari oggetti esposti nella Sala Egizia, ogni bambino, all’interno di un cartiglio, proverà a scrivere il proprio nome con i simboli dell’antica scrittura egizia. L’ultimo appuntamento sarà sabato 2 giugno, dalle 10.00 alle 12.00, in cui una guida sarà a disposizione per rispondere a domande e curiosità del pubblico sulla collezione egizia. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero. Per informazioni:
Museo Archeologico “Paolo Giovio”,
Piazza Medaglie d’Oro 1, Como;
tel. 031.252550; e-mail
musei.civici@comune. como.it. (s.fa.)
❚❚ Erba, venerdì 25 maggio
foto f. grazioli
Alla scoperta della grotta più lunga d’Italia
V
enerdì 25 maggio, alle ore 21, nella sala “Carlo Annoni” del Civico Museo di Erba (presso la Villa Comunale di Crevenna, via Ugo Foscolo 27 a Erba), Luana Aimar e Antonio Premazzi dello Speleo Club C.A.I. Erba presenteranno “Alla scoperta della grotta più lunga d’Italia: il complesso della Valle del Nosè”. L’11 febbraio di quest’anno l’area carsica del Pian del Tivano, già nota agli speleologi di tutta Italia per le importanti esplorazioni degli ultimi dieci anni anni, si è imposta all’attenzione della stampa e delle reti televisive. Infatti, superando una massiccia frana sotterranea gli speleologi del Progetto InGrigna! sono riusciti a giuntare due importanti grotte dell’area ancora in corso di esplorazione: Fornitori-Stoppani, con uno sviluppo di 47,5 chilometri, e Tacchi-Zelbio-Bianchen, con uno sviluppo di 10,5 chilometri. Ne è nato il Complesso della Valle del Nosè che, con un’estensione complessiva di 58 chilometri, toglie il record detenuto fino a quel momento dall’abisso di Monte Corchia, in Toscana, diventando la nuova grotta più lunga d’Italia. Il complesso ha una struttura labirintica, essendo costituito da una grande varietà di rami e ambienti secondari che si snodano anche su più livelli paralleli. La serata si propone di illustrare, tramite diapositive e filmati, la complessità geologica del nuovo gigante sotterraneo, narrando le fasi esplorative che ne hanno scandito la scoperta nel corso dei decenni e raccontando il fortunato epilogo della giunzione attraverso la voce di due dei protagonisti. L’ingresso è libero. Per informazioni: Civico Museo di Erba, tel. 031.3355341, e-mail
[email protected]; Comune di Erba, Ufficio Cultura, tel. 031-615262. (s.fa.)
Pastorale universitaria. Una tesi mette in luce le opere meno studiate dello scrittore di Novate: i suoi articoli.
Testori: la realtà vive U
U
n Giovanni Testori inedito, approfondito grazie ad una tesi in Semiotica che ne ha approfondito le opere meno studiate, permette di approfondirne il pensiero: dal terremoto in Irpinia al suicidio di un giovane, ogni fatto era l’occasione per “partecipare al dramma dell’uomo”
ufficiouniversita@ diocesidicomo.it, www.facebook.com/home.php Don Andrea Messaggi e l’equipe di Pastorale Universitaria
na firma fuori dal coro, con un giudizio sempre acuto e umano sulla realtà: è il Giovanni Testori che emerge dalla tesi in Semiotica di Marco Pedersini, da poco laureatosi alla specialistica di Lettere moderne dell’Università Cattolica di Milano con un lavoro dal titolo Scritture del quotidiano: Giovanni Testori giornalista. Un lavoro che ha preso in considerazione un aspetto poco conosciuto dello scrittore di Novate, quello giornalistico, mai studiato prima d’ora: «Ho analizzato la sua produzione per il Corriere della Sera e in seguito per Il Sabato - spiega Marco -. Ho letto più di 800 articoli, concentrandomi poi sui soli pezzi di costume, un’ottantina. Mi sono basato anche su La maestà della vita, un testo dell’82 in cui Testori ha raccolto alcuni degli articoli più significativi». Testori giunge al Corriere nel 1975, finendo col prendere il posto di Pasolini. Dal ’78 all’82 è il periodo più intenso, essendo nominato dal direttore Franco Di Bella responsabile della Terza pagina. Cosa ci fa Testori, «l’“antigiornalista” per eccellenza, uno scrittore che ama la sovrabbondanza e l’accumulo baroccheggiante, nella redazione di un quotidiano che punta all’essenzialità e all’economia del linguaggio?». Ci si aspetterebbe uno scontro di registri. E invece il risultato è «una grande dinamicità di scrittura», originata dal suo «desiderio di incontrare le persone e abbracciare il loro dramma». Ogni fatto di cronaca - dal terremoto in Irpinia alla piaga della tossicodipendenza, dall’apertura di una mostra al suicidio di un giovane desta in Testori «un interesse personale senza riserve». Tutto è «un’occasione per rimettersi in discussione e partecipare alla vita dell’uomo che ha davanti». Come si vede, per esempio, nel caso di Luca Casati, un diciottenne brianzolo che nel marzo dell’80 uccide a martellate la madre. Un raptus omicida che scatena la curiosità morbosa dei quotidiani del tempo. Nei suoi articoli, invece, Testori affronta questo dramma con grande umanità: «Esecrare il gesto è giusto - scrive -. Ma sapendo tutti che ora abbiamo un figlio e un fratello che, dalla solitudine del carcere, domanda il nostro aiuto nella dura, difficile strada della resurrezione». Un giudizio che non s’incontra
spesso nelle pagine di cronaca nera. Fino a dire: «Un aiuto, oltre che nella carità e, per chi crede, nella preghiera, può venirgli proprio dal dare a lui notizia, attraverso il nostro comportamento, che quel terribile pomeriggio del 16 marzo, là, nella sua casa di Renate, non è passato solo per la vergogna dell’uomo ma anche per la sua salvezza». Altrettanto eloquente è un articolo del settembre dell’80: in un supermarket un giovane uccide involontariamente una bambina di poco più di un anno, tentando di rubarle una catenina d’oro. Per Testori è l’occasione per sottolineare come ancora una volta venga ridotto a nulla il valore di una vita. Ma, soprattutto, è l’occasione per vedere in questa vicenda «l’immagine del bisogno che forma la realtà prima della vita umana; quel bisogno che ha il nome, il peso e la faticosa luce della speranza». Arrivando a ribaltare le parti, come in uno strano gioco di specchi: l’assassino finisce dietro le sbarre, ma per Testori nessuno può sentirsi giustificato: «Come il giovane ha cominciato volendo solo strappare dal collo della bambina la catenina e ha finito con l’ucciderla - scrive -, anche noi cominciamo forse col voler trascinare verso il nostro egoismo le piccole speranze suppletive e finiamo con l’uccidere la speranza vera e prima». Se non dessimo «il giudizio e il rispetto che la speranza domanda», quindi, «l’immagine di quella piccola creatura che, come un petalo muore nel lago del suo sangue, potrebbe anche diventare l’emblema del lago d’insensatezza e di morte in cui l’uomo finirà per uccidere e abbandonare sé stesso». Cos’ha permesso a Testori di fare questo percorso, umano prima ancora che artistico? «Il bisogno di partecipare ai drammi che affrontava - spiega Marco -. Sempre intravvedendo in chi aveva di fronte, in qualsiasi condizione si trovasse, il riverbero del Mistero. Percepiva che in ogni circostanza era possibile incontrare la presenza di Cristo». In quest’apertura sta la sua originalità rispetto ad altre grandi firme del tempo, da Pasolini a Calvino: «Non aveva bisogno di indossare la maschera del giornalista: tutto ciò che ha fatto, dal teatro alla letteratura, testimonia una grande unità. Non a caso, ha sempre rifiutato l’etichetta di intellettuale. Il suo era un approccio integrale». Emmanuele Michela
24 Sabato, 26 maggio 2012
Como Cronaca
Un’arte lontana. I nomi più noti
I più antichi maestri campanari comaschi
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i sa che nel Medioevo le tecniche metallurgiche erano monopolio di consorterie legate a regioni particolarmente vocate ad esse: per quanto riguarda la fusione di campane, la zona di Como fu dipendente dai paesi d’oltralpe per lungo tempo, ma ebbe anche una sua attività autonoma. La più antica notizia di un fabbricante risale all’ultimo decennio del Quattrocento: mastro Giovanni Maria Guayta di mastro Zanino di Grandola, mastro di campane, abitante a Como, il 15 luglio 1495 fu condannato a restituire lire 10 soldi 18 di terzole a prete Alberto de Ferrari da Teglio, beneficiale e rettore delle chiese di Montagna di Valtellina, quale caparra per una campana che il mastro avrebbe dovuto costruire nel tempo stabilito, ciò che non era fondere e fornire una avvenuto. La sentenza fu emessa dal campana del peso di rubbi 50 (circa 4 vicario generale nella sala bianca del quintali). palazzo vescovile di Como. I rappresentanti del paese, Bernardo Giovanni Maria sarà stato detto Barufino de Zugnoni e probabilmente familiare di Giovanni Simone detto Grapuzino de Benini, Battista, che fabbricava campane in s’impegnavano a pagare lire 3 terzole per parrocchia di S.Donnino nella seconda ogni rubbo come mercede al costruttore, metà del Cinquecento, e aveva per oltre al metallo della campana vecchia fratello il pittore Francesco, e di rotta, pesante rubbi 37 e 2 libbre, e 13 Giuseppe, che continuava l’attività rubbi di metallo buono e idoneo. di fonditore nel primo ventennio del Il giorno in cui la campana fosse stata Seicento. consegnata sarebbe stato pagato un Nella stessa parte della città, cioè a acconto di lire 40 imperiali: il saldo entro S.Donnino, compariva nel maggio 1505 5 anni, con obbligo di manutenzione mastro Giovanni Maria de Valeris di della campana. Il 3 marzo il fonditore mastro Martino, fonditore di campane; riceveva lire 45 imperiali, dopo collaudo il 7 febbraio dell’anno seguente segnato dai preti Giovanni Moroni e s’impegnava con gli uomini di Sacco a
Con Mondo Turistico visita a Como al Centro storico
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La più antica notizia di un fabbricante risale all’ultimo decennio del Quattrocento Giovanni Curtoni, col vincolo della rifusione del danno da parte del costruttore in caso di rottura entro i 5 anni. Del de Valeris non si conoscono altri contratti, ma si sa che sposò una sorella di Pietro e Stefano Marzorati, che ne ebbe Francesco, Barbara e Margherita e che nel settembre 1523 era già morto. Il 5 di quel mese Francesco e Barbara, evidentemente ammalati di morbo contagioso, facevano testamento in un prato di proprietà degli zii materni, sempre in parrocchia di S.Donnino fuori le mura. Sedici anni più tardi l’eredità di Francesco de Valeri detto Valerino era ancora contesa tra i possibili eredi. Mario Longatti
culturale “Mondo Turistico”, ’Associazione con il patrocinio degli Assessorati al
Turismo della Provincia e del Comune di Como, anche quest’anno propone, fino alla fine di settembre, due visite guidate al centro storico di Como ogni settimana, il giovedì pomeriggio alle ore 15.00 e il sabato mattina alle ore 11.00. L’appuntamento con la guida è all’Ufficio Info Point, di fianco al Duomo (Via Maestri Cumacini). La visita, con spiegazioni in italiano ed in inglese, comprende una passeggiata a piedi nel centro storico di Como; l’itinerario inizia
con la visita del Duomo, prosegue lungo via Vittorio Emanuele fino alla chiesa romanica di S. Fedele, quindi nei vicoli antichi della città per concludersi in Piazza Volta e Piazza Cavour. Per le persone singole non sono necessarie le prenotazioni; per i gruppi, invece, è richiesta la prenotazione. Il costo di partecipazione è di 10 euro per persona; per i soci e i possessori di WelComo Card 8 euro. Per informazioni: Mondo Turistico, tel. 339.4163108; posta elettronica:
[email protected]; sito internet: www. mondoturistico.it.
Cernobbio
La Corale S. Nicola guarda al futuro
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Dai “tempi d’oro” ran certamente belli i tempi in cui la Corale S. Nicola di alle difficoltà dell’ultimo Cernobbio, su invito della benemerita Famiglia Comasca, periodo. La realtà si esibiva al concerto di inizio d’anno di un gruppo che intende al Teatro Sociale con la Banda continuare il suo impegno Baradello. Allora la Corale poteva allargando l’organico contare su di una sessantina di voci per le quattro sezioni: contralti, a nuove voci soprani, tenori e bassi. Oggi – purtroppo – le voci presenti nel coro, sono solo circa domenicali in sedi una quarantina. Di recente, infatti, si è determinato un prestigiose quali: calo dovuto unicamente all’età ed a impegni di famiglia. la Cattedrale di Per alcuni anni, otto per la precisione, la nostra Sant’Antonio in Padova; nella Catterale di Cremona,nel Corale ha tenuto in Villa Erba, il tradizionale concerto Duomo di Crema e di Varese; nei santuari della Beata di Natale al quale hanno assistito ben 1000/1200 Vergine del Fonte a Caravaggio ed in Santa Maria della spettatori per edizione. I concerti natalizi hanno Steccata in Parma; nelle Basiliche di San Fedele e di tutti avuto la preziosa collaborazione dell’Orchestra San Carpoforo a Como, non è certo da dimenticare Sinfonica del Lario, diretta dal M° Pierangelo Gelmini, una Santa Messa brevis di Mozart, nel Duomo di spaziando dalla musica sacra e classica, all’opera lirica Mantova. L’ultima felice esibizione, nella Basilica di ed all’operetta. Degno di nota il concerto che nel 2010, Sant’Abbondio, un concerto celebrativo del genetliaco alla presenza del Prefetto di Como, signor Tortora ed del nostro Vescovo, monsignor Diego Coletti per conto alle Autorità Civili e religiose della zona, la Corale ha della Famiglia Comasca. Ovunque dunque la Corale ha tenuto per la celebrazione del centenario dell’Unità conseguito il meritato successo. Ora nel continuare la dell’Italia. Ma sicuramente la Corale San Nicola si normale attività con lo studio principale della musica distingue per la raffinatezza del repertorio. Sante Messe sacra e di celebri autori, intendiamo riprendere – di Mozart, Bach, Beethoven, Spagnoli Rusca, Perosi e il nella tradizione dei 25 anni di operatività coristica Picchi, sono eseguite dalla Corale nelle solennizzazioni – la ricerca storica del canto sacro, il gregoriano,
in particolare brani di canto antico latino e greco. Per la realizzazione di questo ambizioso progetto, assicuriamo tutto l’impegno della nostra Direzione Artistica, ma e sopra tutto necessitano voci nuove. Possibilmente giovanili ed anche di tutti coloro che amano il canto liturgico, anche in forma amatoriale. La Corale di San Nicola è composta nel suo organico da voci che, in gran parte, provengono dalla sponda occidentale del nostro lago di Como. Vorremmo allargare i componenti della Corale con nuove voci di provenienza comasca. Per tutti coloro che intendono aderire alla nostra richiesta, le prove della nostra Corale si tengono il giovedì sera, con inizio alle ore 21.00 presso la nostra sede in via Regina al n. 5; oppure telefonando al Presidente della Corale ai numeri 031512542 0 340-5335918.
Como Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 25
Fino Mornasco. Appuntamento domenica 27 maggio
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ensibilizzare l’opinione meno si pensa, ma a pubblica e informare condizione di osservare sulle problematiche una dieta corretta il celiaco della celiachia, la può condurre una vita del grave intolleranza al glutine tutto normale. L’industria che in Italia colpisce circa dietetica viene incontro ai 450mila persone, un individuo soggetti affetti da celiachia su 200, è l’obiettivo della producendo una serie “Festa della Celiachia” d’alimenti privi di glutine che si terrà domenica 27 e il paziente ha diritto ad maggio presso il campo un quantitativo mensile sportivo dell’oratorio di Fino di tali alimenti, in forma Mornasco. Organizzata dagli gratuita, presentando oltre 600 soci della Sezione all’ASL d’appartenenza provinciale di Como dell’A.I.C. la certificazione di un (Associazione Italiana Centro accreditato Celiachia) in collaborazione attestante che il paziente con il Gruppo Sportivo è affetto da celiachia Junior, la festa rappresenta biopticamente accertata. un’occasione per conoscere La “Festa della Celiachia”, questa malattia e i problemi giunta quest’anno alla dietetici e psicologici che può sua sedicesima edizione, provocare. La celiachia è una inizierà alle 12,30 con condizione di permanente il pranzo senza glutine. intolleranza al glutine, una Sarà possibile assaggiare proteina contenuta nel grano, pasta e risotto, bruschette, orzo, segale, avena, e dunque salamelle, antipasti di in tutto quello che ci piace: salumi misti, carne alla pasta, pane, pizza, focacce, griglia, verdure e patate torte, biscotti, ma anche nella fritte, torte e tanti altri birra e nella maggior parte cibi cucinati utilizzando dei cibi precotti. L’ingestione alternative a quelle Appuntamento presso il campo sportivo dell’oratorio per sensibilizzare farine di tale proteina in soggetti di frumento che possono geneticamente predisposti sostituire la materia prima rispetto ad un’intolleranza che colpisce 450 mila persone in Italia determina la comparsa tradizionale con ottimi della malattia caratterizzata risultati di cottura e sul da un danno a livello della palato. Per il pranzo è mucosa dell’intestino d’entità variabile provocare disturbi gravi come l’anemia persona smette di mangiare alimenti obbligatoria la prenotazione telefonando e dipendente anche, ma non solo, dalla da carenza di ferro, l’osteoporosi, contenenti del glutine, l’intestino guarirà alla sig.ra Barbara Bertaggia, referente durata dell’esposizione alla proteina alterazioni della tiroide, epatite cronica, e i sintomi spariranno. Questo processo dell’A.I.C. per la provincia di Como, al “tossica”. La forma classica si presenta costipazione, alterazioni cutanee, dolori impiega circa 4 – 6 mesi nell’adulto e 335 – 8225589, o inviando un’e-mail a tra i 6 e i 20 mesi di vita con diarrea alle ossa e ai muscoli. Esistono anche 2 – 3 mesi nel bambino. Nel sospetto
[email protected]. Dalle 14,30 cronica, feci semiliquide e maleodoranti, forme di celiachia cosiddetta silente, di malattia celiaca la prima indagine chiunque potrà partecipare a diverse distensione addominale. Il bambino ha caratterizzata da assenza di sintomi, ma da eseguire è un prelievo di sangue attività ludiche e i bambini potranno di solito una crescita normale nei primi in presenza del tipico danno intestinale. per il dosaggio degli anticorpi e in caso divertirsi con disegni da colorare, mesi di vita, ma a distanza di qualche Questo tipo di celiachia si riscontra di positività bisognerà effettuare una decoupage, fiori di carta e giochi settimana o mese dall’introduzione soprattutto nei familiari di primo grado biopsia digiunale. Un regime senza vari organizzati all’aperto. Per tutti del glutine nella dieta (prime pastine, dei pazienti celiaci. A causa dei suoi glutine deve essere seguito a vita facendo l’appuntamento è fissato per domenica semolino, biscotti) comincia a presentare sintomi diffusi purtroppo è spesso sempre molta attenzione a decifrare 27 maggio dalle ore 12,30 presso il arresto nella crescita e calo di peso. La diagnosticata dopo lunghi anni di correttamente le avvertenze sulla Campo Sportivo “Laurenti” in via celiachia può svilupparsi a qualsiasi malessere, ma per fortuna la distruzione composizione degli alimenti perché il Raimondi 29 a Fino Mornasco. età e se non è diagnosticata può della mucosa è reversibile, infatti, se la glutine a volte può nascondersi dove PAOLO BORGHI
La festa della celiachia
Porlezza e Como
18° Giornata del respiro
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Iniziative di l Cof Lanzo Hospital” di Lanzo d’Intelvi in collaborazione con sensibilizzazione, il Comune di Porlezza, la Croce prevenzione e cura contro azzurra e la onlus Pre.Di.Care la diffusione di patologie aderisce alla 18° Giornata nazionale del Respiro per la conoscenza fumo correlate. In campo e la prevenzione delle malattie anche il COF di Lanzo polmonari. All’iniziativa che si tiene sabato 26 maggio a Porlezza sul e l’ospedale S. Anna lungolago Matteotti, dalle 10.00 alle dei maggiori problemi sanitari, si 16.00, interviene il dr. Mario Bocchia, medico specialista prevede che entro il 2020 diventi la terza causa di morte responsabile della sezione di Pneumologia del Cof e la quinta causa di disabilità nel mondo. Alcuni dati Lanzo Hospital (Clinica ortopedica e fisiatrica a Lanzo significativi riguardanti il fumo ci dicono che: in Italia ci d’Intelvi accreditata con il Servizio sanitario nazionale) sono 11 milioni di fumatori attivi, 9 milioni di ex fumatori, con un’equipe di infermieri e fisioterapisti. Le persone che nel mondo vi sono circa 1 miliardo di fumatori. In interessate potranno ricevere informazioni sulle malattie relazione alle patologie polmonari basti sapere che il respiratorie ed eseguire gratuitamente la spirometria 70-80 % della bronchite cronica è fumo correlata; solo il (test di funzionalità respiratoria). La manifestazione 25 % dei fumatori non sviluppa la bronchite cronica; in si svolgerà anche in caso di pioggia. La Giornata del Europa il 5% della popolazione soffre di BPCO; il costo Respiro intende sensibilizzare la popolazione sulle annuale delle cure per questa patologia è di 6 miliardi di malattie polmonari croniche e i fattori di rischio correlati, euro; in media un fumatore vive 6 anni in meno rispetto quali il fumo di tabacco e l’inquinamento ambientale. ad un non fumatore. La broncopatia cronica ostruttiva Le patologie dell’apparato respiratorio rappresentano consiste in un disturbo caratterizzato da una condizione una delle più frequenti cause di malattia, invalidità e di persistente infiammazione delle vie respiratorie che morte, in Italia ed in Europa, che secondo le previsioni comporta una progressiva difficoltà nell’espellere l’aria dai dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono polmoni che, per cosi dire, rimane intrappolata nelle parti destinate ad aumentare nei prossimi vent’anni. Tra queste più periferiche. Per chi è effetto da BPCO gli studi hanno la broncopatia cronica ostruttiva(BPCO) rappresenta uno documentato l’efficacia del trattamento riabilitativo,
risultato in grado di modificare non tanto la capacità respiratoria quanto di migliorare la qualità di vita del paziente ed in particolare di aumentare la tolleranza allo sforzo e la capacità di “gestire” la malattia stessa, il tutto attraverso un che vede impegnate figure professionali e strutture diverse con interventi differenziati nella fase acuta e di diagnosi (Rianimazioni, Unità Operative Pneumologiche, Medicina Interna), in quella subacuta (per esempio con svezzamento da protesi ventilatorie, cannule tracheali ecc.) e di stabilizzazione. Anche l’Azienda Ospedaliera S. Anna di Como aderisce alla giornata. Sabato 26 maggio, in piazza Vittoria a Como, dalle 11 alle 18 specialisti in pneumologia saranno a disposizione dei cittadini per informazioni sulla salute dell’apparato respiratorio, ma anche per offrire test gratuiti come la spirometria. Per questi esami non servono nè l’impegnativa del medico di medicina generale né la prenotazione. Inoltre, sarà possibile sottoporsi a test per valutare la dipendenza da tabacco.
26 Sabato, 26 maggio 2012
Como Cronaca
Mese di maggio. Breve viaggio dentro il ricordo di quattro eventi straordinari che hanno accompagnato il Lario tra il 1500 e il 1700. Tutti riconducono alla beata Vergine.
Terra lariana, terra mariana Dongo: Madonna delle Lacrime 6 settembre 1553 Valsolda: Nostra Signora della Caravina 11 maggio 1562 Nobiallo: Santa Maria della Pace 9 giugno 1658 Lezzeno: Madonna delle Lacrime 6 agosto 1688.
A
bene considerare il periodo che va dal 1500 al 1700 le vallate e le rive che circondano il bacino del lago di Como (il Larius dei Romani), sono state testimoni di quattro eventi straordinari che solo la “mente” misteriosa di un Essere Invisibile – Dio – poteva inventare, lasciando poi a noi poveri mortali di capirne il vero significato e trarne le conseguenze di vita.
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ongo: il 6 settembre 1553 da una santella ai bordi del minaccioso torrente Albano, sulla strada Antica Regina, una figura di Madonna dolcemente dipinta, versa copiose lacrime e noi tutti oggi veneriamo come “Madonna delle Lacrime”. è il primo in ordine di tempo di questi grandiosi eventi e del quale quest’anno ricordiamo il 459° anniversario, in coincidenza
con la proclamazione da parte del Santo Padre Benedetto XVI dell’ Anno della fede E’ stato indetto l’11 ottobre 2011 con il “Motu proprio porta fidei” nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio vaticano II sul tema: “La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. E’ quindi per Dongo e la Zona Pastorale Tre Pievi un anno “doppiamente speciale” ed il Santuario sarà meta di incontri e di preghiera in onore della Madonna.
V
alsolda: proseguendo nel nostro itinerario mariano raggiungiamo, a non più di 40 km da Dongo, Valsolda sulle rive del lago Ceresio, tra Porlezza e Lugano. Tutti ricordiamo il “Piccolo mondo antico” di Fogazzaro dove l’autore canta in modo romantico la bellezza poetica del posto in cui sorge il Santuario della Caravina,proprio al confine della Valsolda, l’unica zolla d’Italia che custodì per oltre un millennio la libertà e l’indipendenza, prima di essere
ammessa all’Austria nel 1783, 250 anni fa. L’11 maggio 1562 da una cappelletta campestre ai bordi della Antica Regina, due donne che avevano partecipato ad una processione penitenziale nella parrocchia di Cima, si fermano per una Ave Maria alla Madonna
i pellegrini e i viandanti prima che si avventurassero a superare il maledetto Sasso Rancio, posto preferito dai fuoriusciti e predoni per le loro audaci imprese a picco sul lago. Questa Madonnina, moltiplicata in calchi di gesso che i pellegrini e devoti si portavano a casa, fu chiamata Santa Maria della Pace anche perché il giorno precedente l’acqua del lago sotto quello sperone roccioso a strapiombo era tutta tinta di rosso ed erano spariti misteriosamente due mercanti con il loro carico; inoltre un anno dopo il “suo” pianto, Francia e Spagna, che da tempo si contendevano il nostro territorio, posero fine a quel lungo conflitto con il “Trattato dei Pirenei” ed in Suo onore fu eretto il Santuario ottagonale, benedetto
Le lacrime prodigiose della Vergine Maria a Dongo e Valsolda nel 1553 e 1562 della Caravina e con stupore la videro che piangeva da entrambi gli occhi. La Cappella esisteva già ai primi del ‘500 ed aveva dipinta sullo sfondo la Madonna Addolorata con Gesù morto sulle ginocchia. Le grazie e le guarigioni che si susseguirono arrivarono fino all’Arcivescovo di Milano che da quando la Valsolda si resse a libero Comune sotto la sua alta sovranità, conservava il titolo di “Signore della Valsolda”. Era Arcivescovo allora San Carlo Borromeo il quale dopo i processi canonici dichiarò “miracoloso” il Quadro della Caravina ed ordinò la costruzione del Santuario. Quest’anno sono 450 anni dalla “prodigiosa” lacrimazione e poiché la Valsolda,come diocesi, è di rito ambrosiano, nel festeggiare questa data, sarà un motivo in più per dare maggiore risalto al VII Incontro Mondiale delle Famiglie che si effettua a Milano dal 29 maggio al 3 giugno 2012 per incontrare Papa Benedetto XVI. Dalla guglia della Madonnina che domina Milano, lo sguardo arriva a lambire le montagne del Ceresio dove troneggia il Santuario della Caravina e l’invocazione “Regina delle famiglie” salirà coralmente in concomitanza con la benedizione del Santo Padre. Nobiallo: A pochi chilometri da Dongo, il 9 giugno 1658 una Madonnina, scolpita nel marmo di Musso il 15 maggio 1484 da Mateus de Stopanis, e che era collocata in una modesta cappellina ai bordi della strada Antica Regina aveva versato lacrime. Proteggeva
solennemente il 26 luglio 1660, solo due anni dopo il prodigio e con grande partecipazione di popolo. Bella l’epigrafe sull’ingresso dell’accogliente tempio e che domina un ampio bacino del lago: Templum b.m.v. de pace dicatum salve divini pulcherrima foederis arca custodi pacem nocte dieq dicatam.
persone e sembrava che da un momento all’altro finisse malamente sugli scogli. Strinse forte il “medaglione sacro” con la promessa di collocarlo in quella cappelletta che aveva costruito ai margini del suo campicello in località Lezzeno, sulla strada che portava a Pradello. E così fece, ed ogni volta che passava davanti alla “sua” Madonnina si toglieva il cappello e recitava l’Ave Maria. Arriviamo così al tramonto di quel 6 agosto 1688, quando dalla parte orobica del Legnone (mt. 2610), si udivano minacciosi presagi di tempesta. In pochi minuti il monte Muggio, la Grigna ed il bacino lacuale vennero coinvolti da tuoni e fulmini che costrinsero Bartolomeo a ripararsi accanto alla Cappelletta. Nel mezzo della tempesta e della grandine, pregando la Madonna di salvare lui e la vigna vide che la “sua” Madonnina lacrimava sangue ed il liquido rosso le scendeva lungo il dolce viso. Immediata la sua esclamazione: “Signore Iddio, misericordia, poveretti noi”, mentre correva a raccontare l’accaduto alla moglie che dalla finestra di casa osservava costernata l’infuriare della natura. Miracolosamente la sua vigna fu risparmiata dalla tempesta che colpì i vigneti confinanti. La gente accorse per vedere il “prodigio” e con loro c’era anche il prevosto don Paolo Antonio Rubini, “ che era ad esorcizzare il tempo sopra la porta della Prepositurale” e che poi manderà una relazione dettagliata all’arcivescovo di Milano, card. Federico Visconti, in quanto tutta la Valsassina è di rito ambrosiano. Il 6 agosto 1690 si iniziò la costruzione del Tempio e il 14 maggio 1706 il “tondo di gesso” con l’immagine della
L
ezzeno: Arriviamo all’ultimo nostro itinerario/pellegrinaggio mariano per approdare a Bellano, sulla sponda orientale del nostro bel lago. Dal suo porticciolo, alzando gli occhi sopra le case, quasi sospeso fra lago e cielo, scorgiamo il campanile del santuario di Lezzeno. Dalla sponda opposta la vista più bella del lago è da Nobiallo dove lo sguardo si sofferma sulla sovrastante mole piramidale del monte Muggio, circondato dall’ampia conca prativa della Valsassina e dai suoi vivaci nuclei di vita. I bellanesi erano molto devoti della Madonna della Pace di Nobiallo dove più volte all’anno si recavano, attraversando il lago con le loro piccole imbarcazioni. Il lago a tratti rappresenta da sempre non pochi pericoli dovuti a forti correnti e raffiche improvvise di venti, ma mai i pellegrini subirono alcun danno nelle traversate. Anche Bartolomeo Mezzera di ritorno in quel 9 giugno 1680 da Nobiallo aveva con sé il medaglione di gesso con impressa la Madonna della Pace. La barca a malapena sopportava le
Madonna delle Lacrime venne solennemente trasferito nel nuovo Santuario dove è custodito entro una nicchia fra angeli dorati sopra l’altare maggiore alla venerazione dei fedeli. Ma quali saranno stati i motivi per cui i quattro posti così vicini tra loro ed in tempi così brevi (solo 135 anni), la Madonna ci lasciò il “segno” delle sue lacrime? Il Santo Padre, beato Giovanni Paolo
II scrive: “La misteriosa ‘lacrimazione’ della venerata immagine… ancor oggi, dopo tanti anni, ci stupisce, ci commuove ed appare profondamente significativa: essa vale a ricordarci che Maria, sebbene si trovi nella gloria celeste e quindi sia immune da ogni sofferenza, partecipa intimamente al travaglio del Corpo mistico di Cristo in cammino verso il cielo ed è profondamente toccata dalle offese che si recano al Signore. Per chi sa interpretarle e capirle, le lacrime di Maria sono più eloquenti di qualsiasi esortazione morale alla virtù. Lasciamoci convertire, lasciamoci purificare da questa lacrime, affinché l’immagine di Dio che è in noi sia sempre tersa e pura…” La Chiesa di Roma in quei secoli ha dovuto sopportare una grande prova. La Riforma protestante luterana scoppiata in Germania raggiunse ben presto l’Austria e la vicina
A Nobiallo S. Maria della Pace (1658), a Lezzeno le lacrime della Madonna (1688) Svizzera. Le nostre genti così vicine a questi confini erano sempre minacciate da questa “eresia”, i cui autori volevano arrivasse nel cuore della Chiesa lombarda e proseguire la marcia verso Roma e colpire il Vicario di Cristo. Quando specie in Valtellina viene ricordato il nome di Zuinglio, pensiamo all’opera subdola e demolitrice da lui compiuta verso il Romano Pontefice. La Madonna aveva già dato due forti segnali per frenare “questa piaga” contro la Fede con le apparizioni di Gallivaggio (10 ottobre 1492) e di Tirano (29 settembre 1504), ma con la ‘sua’ lacrimazione ha voluto mettere una diga sicura contro tale eresia in quanto Lei, già proclamata CASTELLANA d’Italia, non voleva che i suoi figli fossero vittime di questa nuova apostasia. Ai nostri giorni i pericoli continuano sotto altre forme; divorzio- aborto- eutanasiaedonismo- ateismo -terrorismo -integralismo ecc.- per cui le lacrime di Maria sono sempre fonte sicura di grazie e di benedizioni per coloro che si rivolgono a LEI. …e mentre odi la “la squilla della sera che dolcemente invita alla preghiera” ripensiamo al Carducci della “Chiesa di Polenta”. Ave o Maria!Quando su l’aure corre l’umil saluto i piccioli mortali scovrono il capo.. roseo il tramonto ne l’azzurro sfuma, mormoran gli alti vertici ondeggianti Ave Maria! Siamo sempre così convinti che “dopo la recita di una sola “Ave Maria” , il mondo non è più quello di prima. gianni moralli
Como Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 27
Acli. 7 giorni di alpeggio per vivere a contatto diretto con la natura
Piccoli agricoltori a Lemna
L’A lp
a l l e si fa be
7giorni alpeggio
Originale proposta, per bambini dalla quarta elementare alla prima per media, della cooperativa “Questa Generazione” tra verdi pascoli dove il tempo si è fermato
in
“Questa Generazione” delle Acli di Como intende proporre a 12 fortunati (questo il limite massimo dei posti disponibili) sulla scorta dell’esperienza positiva vissuta lo scorso anno dopo una giornata trascorsa presso l’Alpe di Lemna. Un luogo meraviglioso in cui il tempo si è fermato, da condividere con Algo e Elena, gestori dell’alpe che, insieme ai loro figli si occupano dell’accoglienza di viandanti. «L’aggancio con l’alpe – ci spiega Francesca Ghilotti, responsabile dell’iniziativa – nasce da un lavoro che la cooperativa “Questa Generazione” svolge ormai da anni sul ramo del lago che abbraccia i territori di Faggeto, Torno, Lemna. Lo scorso anno con il centro estivo non residenziale che ogni anno la Cooperativa organizza con sede a Torno, ma che riunisce i comuni dell’Unione del lago, abbiamo vissuto l’esperienza, molto positiva, con una quarantina di bambini, di
una giornata all’alpe di Lemna, con il pranzo insieme e la programmazione di alcune attività. L’entusiasmo dei ragazzi ci ha indotto a pensare di articolare questa nuova proposta, partendo da un target di età iniziale tra i 10 e i 12 anni. L’idea è quella di offrire ai partecipanti l’opportunità di un’esperienza vera e non preconfezionata, immergendosi, per alcuni giorni, nella vita d’alpeggio. La sveglia mattutina, la cura degli animali, la mungitura delle capre, la produzione del formaggio, la lavorazione del fieno, la raccolta di piccoli frutti. Questo ed altro, secondo una ritmicità ovviamente rispettosa dei tempi dei bambini, ma che si leghi alle cadenze di vita sull’alpe. Sarà così possibile conoscere da vicino bellissimi animali, oltre che imparare a distinguere le piante destinate ad alimento da quelle che possono essere utili come medicine». Ma perché “Questa Generazione”
vivere come un giovane
agricoltore
U
na proposta estiva diversa per offrire ai bambini, dalla quarta elementare alla prima media, la possibilità di immergersi, per una settimana, nei ritmi e nelle attività di un alpeggio montano. “L’alpe si fa bella” è il titolo della proposta estiva che la cooperativa sociale
Tra verdi pascoli dominati da una pace incantevole riposano un gruppo di caprette mentre i cavalli pascolano liberamente sulla collina. peregrinatio. Dal 13dialLemna 20 maggio E’ tutto vero; all’Alpe il tempo si è fermato in una dimensione da sogno.
S. Guanella a Mandello C osa resta di una settimana di presenza dell’urna di san Luigi Guanella nel vicariato di Mandello? Ci resta il ricordo, ma il ricordo non basta. Ci resta la gratitudine alla Chiesa universale, che nell’ottobre scorso ha riconosciuto uno dei nostri preti come un esempio ancora attuale da indicare a tutti. Un modello di carità, di fede nella provvidenza, di tenacia e obbedienza al sogno che Dio gli aveva messo in cuore, ma anche all’autorità dei suoi pastori. Questo resta, certamente. Ci resta la gratitudine per la congregazione dei servi della carità che ci hanno proposto di ospitare il corpo del santo in questi giorni, dandoci un prezioso aiuto nell’accoglienza: è giusto ricordare i padri guanelliani di pregare con assiduità, venire anche solo Lecco e di Como, che sono venuti tutti per un saluto, tanti bambini che sono i giorni a predicare alle celebrazioni passati davanti a quell’urna con una eucaristiche e a diversi momenti di preghiera semplice, persone che hanno preghiera, come anche don Mariolino ricevuto la grazia del perdono, che tutte Mapelli e Guglielmo Gualandris che le mattine hanno adorato l’eucaristia a ci hanno dato una bella occasione di cui il nostro santo era tanto affezionato. approfondimento culturale, attraverso Un movimento discreto e costante che il loro lavoro che è stato esposto nel hanno notato anche i diversi volontari 2008 al meeting di Rimini. Ci resta della protezione civile, del CAI e degli una maggiore conoscenza della vita alpini che si sono alternati per sorvegliare del santo: ci sono stati mostrati diversi l’urna durante l’apertura della chiesa. Ma aspetti della sua personalità. Don si vive inseguendo un’emozione? Se il Remigio ci ha accennato al caratteraccio; corpo di don Guanella fosse stato portato ci hanno parlato delle sue fatiche, qui solo per alimentare un passeggero della sua passione educativa a tutto sentimento religioso, non sarebbe valsa tondo, delle scarpe che ha consumato, la pena. Resta, di concreto e tangibile, dei santi che ha incontrato, della l’impegno di solidarietà promosso sua generosità scriteriata, delle sue birichinate infantili… Sappiamo molto su dall’AVIS e dal gruppo missionario, che, insieme con altre associazioni, hanno di lui. Ma non ci serve una conoscenza dedicato la tradizionale camminata dotta, don Guanella per primo non la missionaria a un’opera guanelliana; apprezzerebbe. Ci resta la profonda quella di fratel Mauro Cecchinato emozione di aver visto tanta gente
La gratitudine per un pellegrinaggio salutato con fede, raccoglimento e devozione dai fedeli a Kinshasa, che riscatta i “bambini stregoni”anche costruendo per loro delle casette. Con il ricavato della camminata del 19 maggio, dodici di questi ragazzi potranno fare un passo importante per riconquistare dignità. E questo è bene, ma non è tutto. Speriamo, e possiamo farlo, che questa settimana di grazia sia servita per risvegliare in noi la fiamma di carità vera e concreta che animò san Luigi Guanella in ogni momento della sua vita, nella gloria e nel buio; che sia cresciuta in noi la certezza che la santità è un traguardo possibile, e che restando nella Chiesa e seguendo la scia dei santi possiamo portare nel mondo la tenerezza e la sollecitudine del Padre nei cieli per ogni uomo sulla terra. Con un occhio e una mano di riguardo per chi è escluso dalla società. Questo fece san Luigi Guanella, questo siamo chiamati a fare anche noi, tenendo vivo così il carisma che ha suscitato nel mondo.
impegnata in un’attività del genere e perché proprio l’alpe di Lemna? «L’alpe di Lemna – prosegue Francesca - è gestita da Algo ed Elena che insieme ai loro figli si occupano dell’accoglienza dei viandanti. Algo ha una lunga esperienza con i cavalli e ama condurre una vita sana e naturale immersa nella quiete del bosco accanto a tante interessanti scoperte paesaggistiche e culturali. La cucina rustica ma raffinata con prodotti locali caratterizzerà la nostra vacanza. Da parte sua la cooperativa sociale “Questa Generazione” sin dal 1984, anno della sua nascita, si è sempre occupata di minori e giovani proponendo attività che rispondono alle esigenze del territorio. A tale proposito sostiene nei suoi interventi la cittadinanza attiva e lo sviluppo della comunità locale. L’alpe di Lemna è un luogo che si propone come struttura ricettiva, ma che è anche estremamente rispettosa del territorio che la circonda. L’idea è pertanto quella di far conoscere e rafforzare il pensiero che ne accompagna la gestione. Algo infatti produce anche molti prodotti a km 0, fa confetture e le mette in vendita. Come detto abbiamo conosciuto questa realtà lavorando sul territorio come facciamo da anni. Si tratta di una primissima sperimentazione. In base al numero di iscrizioni valuteremo se riproporne un’altra nel corso di questa stessa estate, magari allargandola a fasce d’età differenti». La proposta di campo è da domenica 17 giugno a sabato 23 giugno, in forma residenziale. L’alpe di Lemna, frazione di Faggeto Lario, è raggiungibile attraverso un ampio sentiero circondato da bellissimi faggi. Si sale a piedi passeggiando attraverso l’antica mulattiera per circa 40 minuti. Per qualsiasi esigenza il paese è raggiungibile utilizzandio la jeep di Algo. Il costo comprensivo di assicurazione per l’intera settimana è 300 euro. Per i fratelli previsto lo sconto del 50%. Per informazioni: cooperativa Sociale “Questa Generazione”, chiedere di Francesca Ghilotti, tel. 031-3312728,
[email protected]. (m.ga.)
Notizie flash ■ Provincia Basta code con il nuovo portale internet Si apre una pagina nuova nei rapporti tra la Provincia di Como. Con il rinnovo del portale provinciale www.provincia. como.it, oltre ad una nuova veste grafica, è stata migliorata l’accessibilità e l’organizzazione dei contenuti al fine di rendere raggiungibili le informazioni in pochi click, informazioni che verranno aggiornate in tempo reale. Il nuovo sito, inoltre, risponde alle innumerevoli indicazioni date a livello nazionale ed è direttamente collegato all’Albo Pretorio per la consultazione di tutti gli atti amministrativi e garantirne la relativa trasparenza. Tra le innovazioni interattive previste anche il collegamento con cliccaservizi. it che permette di richiedere e stampare i certificati da casa o dall’ufficio eliminando attese e perdite di tempo – Il sistema consentirà, in prospettiva, anche notevoli risparmi agli enti pubblici locali. Sono 80, sinora, i comuni associati al progetto. Progetto nato dalla collaborazione tra Provincia di Como e DigitPA (l’ente nazionale per l’informatica) www. cliccaservizi.it , in pratica, permette di accedere ai servizi online del proprio Comune e della Provincia 24 ore su 24. Da rilevare, infine, che il sito è stato realizzato con tecnologia open source (cioè libera e gratuita per tutti gli utenti), cosa che ha consentito notevoli risparmi per l’amministrazione.
Valli Varesine
28 Sabato, 26 maggio 2012
La comunità di Brenta accoglie il Vescovo Diego Lo scorso fine settimana il Vescovo ha fatto ritorno a Brenta per la Visita pastorale. Un’occasione unica per stare con la gente
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inalmente a Brenta! Mons. Coletti ha completato la Visita pastorale al vicariato di Cittiglio incontrando la comunità cristiana di Brenta che non aveva potuto visitare lo scorso 10 marzo, data in cui era inizialmente programmata. Una luminosa mattinata di sole che faceva risaltare il verde dei boschi che circondano il Santuario mariano di San Quirico ha fatto da splendida cornice all’incontro che il Vescovo ha avuto col parroco don Paolo Bettonagli e con i rappresentanti delle sedici associazioni del paese. Dopo il bacio del crocefisso, il Vescovo ha fatto il suo ingresso nella chiesa e qui ha sostato per una breve preghiera personale davanti all’immagine della Beata Vergine delle Grazie, così cara a tutti i brentesi. Subito dopo ha preso la parola il sindaco Giampietro Ballardin che ha presentato la comunità civile, ne ha sottolineato gli aspetti caratteristici e ne ha descritto il tessuto sociale, evidenziando, infine, i problemi e le difficoltà che oggi emergono tra la popolazione. Un discorso a tutto tondo che ha dato una visione completa e reale della vita all’interno del paese. Un discorso che ha dato spunto a mons. Coletti per collegare le realtà della comunità alla necessità di trovare in Gesù il senso alle cose che facciamo affinché queste non siano solo riempitivi, ma segni della solidarietà e della testimonianza cristiana. Subito dopo il Vescovo ha fatto visita all’attiguo cimitero ove ha pregato per tutti i defunti del paese e ha avuto modo di intrattenersi – seppur fugacemente, ma in maniera partecipata e commossa - anche con i familiari della piccola Stefania, una bambina di 12 anni morta di leucemia poche settimane fa. Nel pomeriggio, alle ore 17.30 nella chiesa parrocchiale, mons. Coletti ha presieduto la S. Messa comunitaria durante la quale il Vescovo ha esortato la popolazione a cercare Gesù, l’unica persona che può dare un senso alla nostra vita, sostenerci nelle difficoltà e salvarci e … questo
Incendi boschivi: fine del periodo di rischio L
a Regione Lombardia ha comunicato a tutti gli enti e alle associazioni operanti sul territorio che dal 14 maggio scorso è da ritenersi chiuso il periodo di massima allerta per gli incendi boschivi iniziato il 19 gennaio scorso. A seguito della comunicazione di cessato pericolo anche il Coordinamento Antincendio Valli del Verbano (COAV) chiude ufficialmente la stagione e contemporaneamente tutti i turni “in emergenza” ancora in calendario vengono annullati. Il passaggio dallo stato di emergenza alla situazione
Una serie di iniziative di preghiera e riflessione dopo l’annuncio della chiusura della Materis
stesso pensiero è il messaggio che è stato trasmesso al pubblico che ha assistito, sabato sera, a “Rebus”, il bellissimo musical ideato e prodotto dai giovani dell’oratorio di Brenta e messo in scena da loro e dal coro parrocchiale. Uno spettacolo moderno, avvincente e ricco di contenuti che ha come protagonisti un gruppo di cinque amici che attraverso varie prove riescono, alla fine, a dare una soluzione al Rebus della vita. Un musical che – come ha sottolineato mons. Coletti a fine spettacolo – traduce perfettamente l’essenza del messaggio cristiano, uno spettacolo che stupisce per la sua complessità e rende veramente merito agli ideatori e a chi vi ha lavorato per portarlo in scena. Una rappresentazione che merita davvero di essere vista! Prima della celebrazione della S. Messa il vescovo ha incontrato in oratorio tutti i bambini che seguono il catechismo in parrocchia e ha avuto modo di rispondere anche ad alcune loro curiosità. Prima, invece, nel pomeriggio, mons. Coletti ha fatto sosta alla Scuola Materna Cerini ove ad attenderlo - col presidente dell’ente sig. Bergomi c’erano i bambini con i loro genitori ed il personale scolastico guidato da suor Mariliana e da suor Cristina. Un incontro festoso che si è concluso col regalo al
“standard” è occasione per il coordinatore COAV Dario Bevilacqua di ringraziare tutti i volontari che si sono prodigati nell’attività di prevenzione, ma è anche occasione per richiamare tutte le squadre antincendio verso altri obiettivi come i corsi di formazione e visite mediche. Anche il Presidente di Comunità Montana Marco Magrini ha aggiunto il suo “grazie a tutti i volontari che si sono adoperati per garantire che la stagione di massima allerta venisse superata”. Al termine dell’impegno 2012 il coordinamento del COAV propone alle squadre operanti sul territorio comunitario il corso specialistico di primo livello per Operatori Volontari di Antincendio Boschivo (AIB). Le date individuate per lo svolgimento di tale corso sono: sabato 23, domenica 24 e sabato 30 giugno, a Cassano Valcuvia.
Canonica, la comunità cristiana vicina a chi ha perso il lavoro
Appuntamenti In programma nella Comunità Pastorale Per l’inizio di giugno sono stati, invece, programmati altri tre appuntamenti che riguardano la vita della Comunità Pastorale: Lunedì 4 giugno la riunione del Consiglio Pastorale unitario. Venerdì 8 giugno l’incontro delle quattro commissioni: liturgia, carità, formazione, famiglia. Mercoledì 13 giugno l’assemblea di tutta la Comunità Pastorale per discutere insieme del progetto di ristrutturazione dell’oratorio e della casa parrocchiale di Canonica.
L
a profonda crisi economica ed occupazionale che in questo periodo storico interessa ampie zone dell’Italia si fa sentire anche in Valcuvia dove stanno emergendo situazioni di emergenza lavorativa. Uno di questi esempi è dato dalla Materis Paints Italia Spa di Cassano Valcuvia, specializzata nella produzione di rivestimenti murali, che alla fine di marzo ha annunciato la chiusura della ditta per agosto e il licenziamento dei 32 operai che vi lavorano. Lavoratori e sindacati si sono subito mobilitati per far sentire la loro voce e cercare di trattare con la direzione francese della ditta in difesa del posto di lavoro. Anche le amministrazioni pubbliche della valle si sono attivate a sostegno dell’occupazione e del lavoro in Valcuvia. La preoccupazione legata alla perdita del lavoro con le conseguenze che questo comporta nei confronti dei singoli lavoratori e delle loro famiglie non ha lasciato indifferente nemmeno la Comunità pastorale
di Canonica, Duno, Rancio, Cassano e Ferrera, la quale - proprio per sottolineare la vicinanza della Chiesa ai dipendenti della ditta e al mondo del lavoro in generale - ha programmato per venerdì 25 maggio due iniziative di solidarietà verso chi sta lottando per difendere il posto di lavoro: la prima prevede la celebrazione di una S. Messa alle ore 20.30 all’interno della fabbrica in via Provinciale, 309 a Cassano Valcuvia. La seconda si terrà, invece, alle 21.30, all’oratorio di Cassano dove interverrà per un incontro don Giuseppe Corti, responsabile diocesano per la pastorale del lavoro. Già nei giorni scorsi, mercoledì 23 maggio, si era tenuta una celebrazione alla Costa Officine Meccaniche, nella zona industriale di Cuveglio. Sabato 26 maggio, invece, la Comunità Pastorale si ritrova nella chiesa di San Lorenzo a Canonica alle ore 20.30, per celebrare insieme la veglia di Pentecoste. A.C.
Vescovo di un libro preparato dai bambini sulla figura del buon pastore. Subito dopo – sempre alla scuola materna - l’atteso appuntamento coi catechisti del vicariato durante il quale mons. Coletti ha ribadito la necessità di presentare e far conoscere Gesù al mondo, anche secondo le nuove direttive pastorali sulla catechesi, sulle quali si è confrontato con i catechisti presenti. A.C.
Caravate ■ Passionisti Don Alessandro ordinato sacerdote Sabato 26 maggio alle ore 17.00 nel Duomo di Bergamo il confratello Alessandro Cancelli – attualmente assegnato alla comunità passionista di Caravate - sarà ordinato sacerdote da mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo. ALTRI APPUNTAMENTI Domenica 3 giugno, dalle 9.30 (con la S. Messa) alle 17.00, ci sarà il nono incontro del Cammino di fede per adulti, “Perché riscoprano la propria fede a partire dall’ascolto della vita e della parola”, proposto dalla Comunità Passionista di Caravate e guidato dal superiore, P. Marcello. Per informazioni: Tel. 349/435.9771. E-mail:
[email protected] ; sito Internet: www.passionisticaravate.it
Lunedì 21 maggio nella chiesa di Bulgarograsso - suo paese di residenza si sono svolti i funerali della sig.ra Maddalena Franzini, nonna materna di don Francesco Franzini, attuale vicario di Cittiglio. A don Francesco e ai familiari la vicinanza e le condoglianze dei cittigliesi e di tutti gli amici delle Valli Varesine.
Sondrio Cronaca
Martedì 15 maggio alla discoteca Mega Show di Forcola
Vicini ai giovani per liberarli dalle dipendenze
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onsumatori, anzi, tipologie di consumatori. Così, adulti, giovani bambini, tutti insomma costituiamo un appetitoso bacino di profitto per il mondo della produzione e della distribuzione. Accade con tutti i prodotti e accade anche con l’alcol. I ragazzi oggi più di prima dispongono di denaro e di autonomia per consumare e, allo stesso tempo, le strategie comunicative dei produttori sono diventate più aggressive, disegnano modelli di successo e socializzazione legati a doppio filo con il bicchiere sempre pieno: l’alcol rende più simpatici, scioglie la lingua, allontana le insicurezze. Apparentemente! E gli adolescenti ci cascano. Accanto ad alcol, c’è poi il mercato criminale delle droghe che ugualmente usa strategie mirate per difficile e articolato lavoro che è stato adescare i giovani – i più fragili – che svolto dal Dipartimento Dipendenze possono rientrare nel loro target. dell’Asl di Sondrio in collaborazione A questo problema è stato dedicato con le cooperative “Lotta contro il convegno Nuovi stili di prossimità. l’emarginazione”, “Insieme” e “Ippogrifo”. Interventi di riduzione dei rischi nel e l’associazione “Il Gabbiano”. «Anche consumo di sostanze psicoattive e nella nostra provincia, come nel resto di contatto preventivo di giovani e d’Europa, il fenomeno del consumo adolescenti sul territorio della Provincia di alcol e di droghe è ormai diventato di Sondrio, che ha presentato i frutti del un problema sociale che riguarda il
Affido: un prezioso strumento sociale
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Notizie in breve ■ Poggiridenti
egno v n o c il
enerdì 18 Maggio scorso presso il Centro servizi di Chiesa in Valmalenco, l’equipe del Servizio Affidi Minori e Famiglie della Cooperativa Ippogrifo di Sondrio, ha condotto una serata sul tema dell’affido famigliare dal titolo: Così come sono. L’incontro è stato introdotto dalla dottoressa Fabrizia Gambetta, responsabile dei Servizi sociali dell’Unione Comuni Valmalenco. Subito dopo, Marta Mancino, educatrice del Servizio Affidi di Ippogrifo, ha illustrato le caratteristiche dell’affido, mentre Katiuscia Patalano, assistente sociale del Servizio Tutela Minori di Sondrio, ha spiegato che a loro compete occuparsi sia
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della famiglia d’origine sia del bambino dato in affido. Clou della serata è stata la testimonianza di una giovane coppia valtellinese, genitori di due bimbi di 5 e 7 anni, che ha deciso di raccontare la propria esperienza. «Desideravamo un terzo figlio – hanno spiegato – e, dopo una serie di valutazioni, abbiamo deciso di scegliere l’affido». Così hanno accolto un ragazzo di 13 anni, studente di terza media, che ora vive con loro dallo scorso settembre. L’inserimento, hanno raccontato non è, ovviamente, stato facile. Cambiare famiglia, casa, paese, compagni, scuola… Il ragazzo ha reagito con comprensibili timidezze e chiusure,
benessere delle nuove generazioni e la salute collettiva», ha affermato il dr. Massimo Tarantola, direttore del Dipartimento Dipendenze dell’Asl di Sondrio, che ha aperto i lavori del convegno. Tarantola ha sottolineato la progressiva precocizzazione dell’uso di alcol e di droghe. Se l’età di primo contatto è fra gli 11 e i 13 anni, i fenomeni di abuso generalmente compaiono intorno ai 15 anni. In particolare, il problema principale è il consumo di alcol tra i 14 e i 18 anni in relazione al divertimento notturno e le cronache nere dei quotidiani che danno purtroppo spesso riscontro degli incidenti, a volte tragici, che ne conseguono. Proprio per questo, come sede dell’incontro è stata scelta la discoteca Mega-Show di Forcola, allestita per l’occasione come sala convegno. «Oggi, però, non è tempo di inutili allarmismi, ma di una presa di coscienza del fenomeno che coinvolge tutti: gestori dei locali notturni e diurni, genitori e famiglie, insegnanti, amministratori locali, datori di lavoro, operatori dei servizi sanitari, forze dell’ordine, organi di informazione. Occorre far crescere il principio della responsabilità in rete, che chiama tutti ad assumere responsabilità diverse, a seconda dei loro diversi ruoli, compiti e funzioni. Uniti verso la stessa meta», ha detto ancora Tarantola. Costruire questa “Prossimità di stili” tra tutti i membri della comunità che possono contribuire ad affrontare il fenomeno è, dunque, la parola chiave e, al tempo stesso, la difficile sfida con cui il Dipartimento Dipendenze ha deciso di confrontarsi. Da parte mia, approfitto di quest’articolo per segnalare ai genitori che sul sito Internet dell’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità si trovano 10 utilissimi consigli da prendere seriamente in considerazione, apparentemente semplici, in realtà quasi sempre ignorati. Un esempio? Informate i bambini: parlate loro dell’alcol e dei danni che provoca quando son piccoli, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti. (Milly Gualteroni)
ma via via la situazione è cambiata. Cruciali il carattere e l’apertura mentale dei genitori pro-tempore che, hanno spiegato, non si sono per di più mai sentiti soli, aiutati in particolare da una psicologa, messa a loro disposizione, in grado di spiegare e ridimensionare comportamenti del ragazzo che a volte loro non comprendevano. L’integrazione nella scuola è avvenuta pienamente. Gli insegnanti si sono rivelati partecipi e se, all’inizio, quando suonava la campanella di fine scuola, il ragazzo subito usciva per correre a casa, ora si attarda insieme ai compagni e alle compagne. Ogni quindici giorni, incontra i suoi veri genitori. Ha sempre molta voglia di vederli, ma non ha problemi nel rientrare nella sua temporanea casa, nella quale si è a pieno titolo inserito. L’affido è, dunque, un preziosissimo strumento sociale grazie al quale chiunque può aiutare un bambino, bambina, ragazza, ragazzo, che sta vivendo un periodo di difficoltà con la famiglia di origine. Tutti possono diventare genitori affidatari: coppie sposate, conviventi, persone singole, famiglie. L’affido può essere diurno o part-time, quando è limitato ad alcune ore della giornata o a brevi periodi (weekend, vacanze estive) oppure residenziale, quando il ragazzo vive stabilmente con la famiglia che l’ha accolto. Gli affidatari hanno diritto a un contributo economico e a specifiche coperture assicurative, per contribuire alle spese di mantenimento del minore. Per diventare genitore o genitori affidatari occorre rivolgersi al Servizio Affido Minori e famiglie di Sondrio (via Torelli 10, tel. 0342.050608). M. G.
Incontro con Lino Zani, amico di Giovanni Paolo Il gruppo “Cerco l’uomo”, universitari e giovani lavoratori della Parrocchia di Poggiridenti, venerdì 25 maggio, alle ore 21, propone “L’ uomo che sciava con il Papa. Incontro con Lino Zani, da compagno di sciate ad amico e confidente di Giovanni Paolo II”. L’incontro si svolgerà presso il Centro Educativo San Fedele a Poggiridenti Piano e vedrà l’intervento di Lino Zani, compagno di sciate, amico e confidente di Giovanni Paolo II. La guida alpina presenterà il suo recente libro “Era santo, era uomo. Il volto privato di papa Wojtyla”, scritto in collaborazione con Marilù Simoneschi.
■ Sondrio Veglia di Pentecoste del Vicariato in Collegiata Sabato 26 maggio, alle ore 21, sarà celebra in Collegiata la Veglia di Pentecoste. Alle ore 20.45 è prevista una breve prova dei canti.
■ Morbegno Navicella per “Fare centro... insieme” Navicella nel 2012 compie quindici anni. Forse non molti per un’associazione di volontariato, ma le persone che l’hanno “frequentata da vicino” sanno che ha già una storia intensa alle sue spalle: esperienze, incontri, gioie, passi falsi, riconoscimenti, sfide... Tanta parte di questa storia sta nel cuore e nella mente dei suoi associati, ma altrettanta nelle “carte”, nei documenti che Navicella ha raccolto nei suoi operosi quindici anni. Viene dunque spontaneo il desiderio di raccontare “Navicella e il suo pezzetto di strada” per rendere tutti partecipi delle sue convinzioni e della passione per una “costruzione sociale” della salute, dell’attivarsi di ciascuno di noi in prima persona per “lo star bene” delle nostre comunità, dove anche il disagio trova posto. Per rendere concreto questo intento, Navicella ha preparato il progetto “Fare centro...insieme” ed ha intrapreso un lavoro di riordino, organizzazione e rinnovamento della sede di Morbegno, per metterla a disposizione di chiunque sia interessato, o semplicemente incuriosito, come “piccolo ma ben fatto” spazio di incontro e documentazione con una biblioteca e videoteca. In questi mesi il lavoro è già iniziato e chiunque volesse saperne di più e dare magari una mano a questo fare insieme culturale-pratico può farsi avanti e chiamare lo 0342.611109, o il 338.2442080, o il 333.6667918.
■ Sondrio Le celebrazioni per la Festa della Repubblica Il Prefetto di Sondrio, Erminia Rosa Cesari, secondo le disposizioni impartite dal Ministero dell’Interno, ha stabilito che, stante l’attuale situazione economica, le celebrazioni della Festa della Repubblica comporteranno due distinti momenti. Alle ore 9.30 si svolgerà l’alzabandiera con lo schieramento del picchetto in armi, mentre alle ore 10.00, nella Sala consiliare di Palazzo Muzio, si leggerà il messaggio del presidente della Repubblica. Quindi saranno consegnate le Medaglie d’Onore ai deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Valchiavenna
30 Sabato, 26 maggio 2012
■ Famiglie A Chiavenna ritiro con il Centro Guanelliano
D
omenica 27 maggio, a partire dalle 9.30, presso “Il Deserto” (via al Deserto 2) a Chiavenna, si terrà l’ultimo appuntamento del “Punto Famiglia”, l’interessante percorso di riflessione e condivisione per le famiglie guidato dall’equipe del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile di Como. Il percorso del “Punto Famiglia” di quest’anno ha avuto come tema “La Sinfonia della Carità a ritmo di famiglia”, in preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Milano. Domenica 27 sarà una giornata di ritiro spirituale con pellegrinaggio mariano che vedrà confluire sia le famiglie di Como che quelle della Valle. Il programma prevede alle 9.30 l’arrivo e l’accoglienza; alle 9.45 la preghiera comune, seguita dal lavoro a gruppi (genitori e ragazzi) e da un momento di riflessione. Alle 12.45 ci sarà il pranzo, con un primo piatto caldo e poi si condividerà quanto portato da ciascuno; alle 14.00 partenza per Gallivaggio (con un cammino di circa tre quarti d’ora a piedi, per cui si raccomanda di portare scarpe comode), dove alle 16.00 sarà celebrata la Santa Messa tutti insieme nel Santuario dell’Apparizione della Beata Vergine. La merenda e i saluti concluderanno la giornata.È necessaria la prenotazione, segnalando il numero dei partecipanti per organizzare il pranzo e la presenza degli animatori per bambini e ragazzi, ai numeri 331.7492468, 328.4453441, 031.296783 o inviare una mail a
[email protected] o
[email protected].
■ Primavera Grande successo per la Chiavenna in Fiore 2012
B
ene “Chiavenna in Fiore 2012”, manifestazione della Prochiavenna dedicata ai 120 anni del sodalizio. Tanta la gente intervenuta in piazza Bertacchi per ammirare le composizioni floreali che hanno abbellito l’area attorno al palco. Grande interesse per il concorso “Shaker in fiore”, gara di cocktail organizzato con il professionale Caurga: hanno vinto gli alunni Simone Guglielmana, Riccardo Brambilla e Eleonora Martinalli.
Ritorno a casa per Bruno Gini.
Apprezzato il concerto P
iù che un concerto, un ritorno nella sua Villa a suon di musica. Sabato scorso la chiesa di San Sebastiano ha accolto Bruno Gini, direttore del coro “Claudio Monteverdi” di Crema. Nel corso della serata, organizzata da Piuro Cultura in collaborazione con il comune di Villa di Chiavenna e la Società cooperativa agricola e di sviluppo di Villa di Chiavenna, si sono alternati i due cori diretti dal maestro Gini, quello femminile e quello misto, oltre alle esibizioni all’organo del maestro di cappella di Crema Alberto Dossena. Non sono mancate le esecuzioni del “Magnificat quarti toni” e il “Sicut Cervus” di Palestrina, del “Dulcis Christe” di Grancini, la “Stella Coeli” e 1’“Hymnus” di Haydn, l’“Alma Redemptoris Mater”, i “Salmi a otto voci del Vespero della Beata Vergine” e il “Magnificat” di Cavalli e quattro brani originali del coro cremasco. Ma la qualità artistica dell’iniziativa è affiancata anche da un altro aspetto. «Per me è stata un’esperienza straordinaria, anche perché c’è stata una splendida cornice di pubblico ha spiegato Gini -. Ho lasciato la Val
Nella serata a Villa di Chiavenna il direttore si è alternato alla guida dei cori misto e femminile, oltre alle esecuzioni organistiche Bregaglia quarant’anni fa. Ma non ho dimenticato i luoghi dove sono cresciuto e periodicamente sono sempre tornato. A San Sebastiano ho rivissuto tanti momenti della mia infanzia. Tornare lì per una serata di questo tipo è stata una fonte di ricordi e di sensazioni indescrivibili. Cantare sotto il Gallegione, il “Limet”, il Gruf e tutte le altre cime mi ha dato una bella soddisfazione. Quanti “flash” della memoria, durante la serata, tutti relativi a un mondo che per tanti aspetti, fuori, non c’è più. Ma con questo concerto li ho ritrovati tutti». Gini dopo aver lasciato Villa è cresciuto ininterrottamente a livello artistico. Nel 1986 ha fondato il Coro “Claudio Monteverdi” di Crema. Dal 1986 al 1989 ha diretto il coro “Voci Bianche” della corale “Città di Parma”. Dal 1989 al 1993
Alpini a Chiavenna
T
re giorni con l’Associazione Nazionale Alpini e il nucleo di Protezione Civile di Chiavenna dall’1 al 3 giugno. Venerdì 1 giugno al cinema Victoria di Chiavenna, alle ore 21.00, si terrà lo spettacolo teatrale della compagnia “Felice Splinder” con i cantori del “Negritella” che presenteranno “Il cappello alpino racconta”. Ingresso a offerta libera. Sabato 2 giugno in piazza Bertacchi esposizione dei mezzi della Protezione civile di Chiavenna in collaborazione con il C4. Alle ore 11.00 ritrovo in
ha ricoperto il ruolo di assistente del coro “Voci Bianche” del Teatro alla Scala di Milano ed è stato insegnante di canto e canto corale alla Scuola del coro di Voci Bianche dell’ente scaligero. Dal 1995 al 2000 è stato direttore della “Nuova Scuola di Musica Claudio Monteverdi” e dal 1997 al 2007 ha registrato con il coro e con il gruppo madrigalistico “Nuova Musica” composizioni inedite di Caletti, Leonetti, Ballis e le composizioni sacre di Cavalli “Missa pro defunti”, “Vespero delli cinque laudate”, “Salmi concertati a otto voci”. «Sicuramente ci risentiremo. Sarebbe molto bello realizzare un progetto insieme alle realtà corali del posto. Mi farebbe piacere mettere la mia esperienza, frutto di tanta “gavetta”, a disposizione di Omar e degli altri amici della Bregaglia». S. BAR.
località Prato Bazzi per l’intestazione della passeggiata sul Mera come “Lungomera degli Alpini”. Alle ore 21.00 concerto bandistico e canoro con la Musica Cittadina e il coro Cuore Alpino. In caso di cattivo tempo la serata si terrà al palaghiaccio di Chiavenna. Domenica 3 giugno, alle ore 9.30, ammassamento nel piazzale antistante la chiesa di San Fedele. Alle ore 10.30 Messa con la partecipazione del coro Cuore Alpino. Al termine sfilata degli alpini fino al monumento ai caduti. Seguirà il pranzo: obbligatorio prenotare entro il 31 maggio al 348.8136458.
Sondrio Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 31
Don Guanella nella “sua” Nuova Olonio Intervista a don Attilio Mazzola per ripercorrere la sosta dell’urna con le reliquie del Santo, nel paese da lui stesso fondato nel Pian di Spagna. «Il giovanotto Luigi Guanella quando si staccava dai suoi monti per venire a studio in Como e traversava le lande e steppe del Pian di Spagna, non sapeva capacitarsi come si lasciasse incolto si vasto terreno, mentre sui suoi monti si coltivava anche una spanna sopra una roccia per ricavarne poco più che una manciata di fieno. Or venne il momento che il medesimo, fatto sacerdote, accompagnasse da Como al Pian di Spagna un drappello dei suoi deficienti per alloggiarli dentro una casa nel mezzo di una vasta steppa sabbiosa che si era comperata. A Colico si dovevano i nuovi arrivati aiutarli a reggersi seduti sopra certe cartelle ivi disposte. Quei di Colico ridevano di cuore: si gridò da molti alla pazzia di don Luigi Guanella, il quale però durando la vinse». (Luigi Guanella – Memorie autobiografiche)
A
poco più di cent’anni dalla sua fondazione la parrocchia “SS. Salvatore” di Nuova Olonio ha accolto con grande entusiasmo l’urna contenente le spoglie del suo ideatore. Dal 29 aprile al 6 maggio il paese fondato dal santo di Fraciscio (e che gli diede anche il nome) oltre a vivere un significativo ed intenso momento di fede, ha avuto anche la possibilità di ripensare alle proprie origini e di approfondire le radici storiche, culturali e sociali che lo hanno portato, nel corso di un secolo, a divenire un importante punto di riferimento della Bassa Valle, grazie specialmente alla presenza dell’Opera Don Guanella – Casa Madonna del lavoro e un paese di circa duemila abitanti, in continuo sviluppo. Il Settimanale ha incontrato il sacerdote guanelliano, monsignor Attilio Mazzola, per approfondire lo speciale rapporto esistente tra San Luigi Guanella e questa realtà. Don Attilio, sono ormai trascorse due settimane dal saluto dell’urna da parte della comunità cristiana di Nuova Olonio, come si esprime in merito a questa esperienza?
«La presenza dell’urna nella nostra parrocchia è stata un’esperienza molto forte e significativa. Abbiamo vissuto un intenso momento di grazia testimoniato anche da una cospicua affluenza di fedeli. Tutti i giorni vi è stato un continuo e vitale viavai di pellegrini, gruppi, famiglie, coppie provenienti anche da molto lontano che hanno testimoniato quanto la figura di questo nostro santo abbia inciso e incida tutt’ora sul nostro territorio e non solo». San Luigi Guanella e Nuova Olonio, un legame molto speciale per una realtà alquanto originale. «Effettivamente il paese di Nuova Olonio è una testimonianza concreta e significativa dell’operato di San Luigi Guanella che, grazie alla sua spiccata sensibilità e lungimiranza, ha saputo vedere in un territorio arido e indisponente un potenziale centro di aggregazione, ottimale per fondare una delle sue case. Ma, nel pensare a come rivalutare la zona, il Santo non si è soffermato solo sull’aspetto del risanamento e della missione pastorale e caritativa, ha anche saputo mediare la sua incisiva testimonianza evangelica con la realtà sociale e politica del territorio: ha coinvolto le istituzioni, gli esperti e la gente del posto per raggiungere in modo completo il suo obiettivo: fondare un paese». Un aspetto questo, molto interessante e precursore dei tempi, che si ha avuto la possibilità di conoscere ed approfondire proprio in occasione dell’arrivo dell’urna. «Data l’eccezionalità e importanza dell’evento si è ritenuto fondamentale dedicare parte del percorso di preparazione della Parrocchia alla conoscenza
san luigi guanella fa tappa anche a tirano
è
giunta alle ore 18 della scorsa domenica, nella Basilica della Madonna di Tirano, l’urna con il corpo di San Luigi Guanella ed è stata accolta dal rettore, monsignor Aldo Passerini, e dal clero del Santuario, dal prevosto, don Remo Orsini, da una rappresentanza della confraternita parrocchiale del SS. Sacramento e dall’Assessore anziano Bruno Ciapponi Landi, in rappresentanza dell’Amministrazione cittadina. La consegna ufficiale dell’urna da parte del reverendo Provinciale dei Servi della
delle radici che l’hanno generata: per questo motivo, anche in collaborazione con gli Enti Locali, si sono proposte due serate di approfondimento, una Don Luigi Guanella: un santo a Nuova Olonio nella storia del suo tempo a cura dello storico locale Guido Scaramellini e di monsignor Saverio Xeres, e l’altra Riflessione sulla dimensione carismatica di Don Guanella e dono del carisma guanelliano al territorio da me tenuta. Entrambi gli incontri sono stati accolti con molto interesse dalla popolazione e si sono rivelati strumenti utili di approfondimento». Un curato percorso di preparazione, una vitale testimonianza di fede, una positiva collaborazione con le Istituzioni, una concreta presenza della dimensione caritativa guanelliana, un continuo dialogo con la gente che ha risposto partecipando numerosa a tutte le proposte della settimana sono segni evidenti dell’attualizzazione di quanto seminato da San Luigi Guanella cento anni fa. «Si è pensato, nel proporre e vivere questo momento eccezionale, di dare a tutte le iniziative un’impostazione significativa che fosse una chiara esplicitazione del carisma guanelliano, cercando di coinvolgere la popolazione anche nel recupero culturale dell’esperienza del passato per far sì che si possa proseguire, più consapevoli, nel cammino di fede della comunità parrocchiale». a cura di ELENA OREGGIONI
Carità, don Remigio Oprandi, e la firma dei relativi registri, hanno avuto luogo nella piazza. Con i fedeli, richiamati dall’eccezionale avvenimento, una nutrita rappresentanza degli alpini della Sezione Ana di Tirano, guidata dal presidente Mario Rumo, che ha provveduto al trasporto della reliquia all’interno del tempio in forma processionale. Un breve rito di accoglienza ha introdotto la Messa celebrata da S.E. monsignor Luciano Capelli, vescovo di
Gizo, originario di Cologna di Tirano, in città per un breve periodo di riposo. Per tutta la settimana sono previste celebrazioni, momenti di preghiera e di meditazione sulla vita del santo al quale la provincia di Sondrio, di cui è figlio, è debitrice anche per il tanto bene operato dalle istituzioni benefiche da lui fondate e ancora attive a Nuova Olonio, Ardenno, Berbenno e nella sua Valchiavenna. Il corpo del santo rimarrà esposto in basilica fino a domenica prossima.
On-line il nuovo sito web degli Amis, Amici Missioni Isole Solomon, che collaborano con il vescovo valtellinese monsignor Luciano Capelli.
Gli «Amis» delle Isole Solomon
È
da pochi giorni on-line la nuova versione del sito web www.amiciisolesolomon.it, con la nuova grafica realizzata da Carlo Camagni della Computer Halley di Caiolo (Sondrio), che ringraziamo per il lavoro fatto con passione e competenza. Il sito è stato, naturalmente, aggiornato con la descrizione delle varie Orme – i diversi gruppi che hanno lasciato la loro traccia nel passaggio nelle Isole Solomon – che si sono susseguite negli ultimi 11 anni. Quest’anno siamo all’Orma 12. All’interno delle pagine sono elencati i progetti portati a termine e quelli in corso. Da segnalare, nella home page, il link al sito dell’oratorio di Pedrengo (BG), dove si trova descritta la bellissima esperienza di otto giovani che, accompagnati dal vice-parroco don Alessandro, la scorsa estate hanno trascorso un mese a Gizo e in altre isole coinvolgendo i
giovani con la loro passione oratoriana. Stupende le foto dell’album. Sempre nella home page non si può non vedere il filmato dell’ordinazione episcopale di monsignor Luciano Capelli, con la celebrazione svoltasi sotto una tettoia in riva al mare poiché la Cattedrale era inagibile per il terremoto, seguito da uno tsunami, del 2 aprile 2007. Ma non sarebbe riuscita meglio neanche in San Pietro a Roma. A presiedere il rito era il cardinale cinese Joseph Zen; erano presenti 8 vescovi, diversi sacerdoti e una folla di indigeni venuti dalle varie isole. Nella pagina della storia, si possono trovare le foto dei volontari che hanno partecipato alle varie Orme, mentre nei progetti conclusi, oltre alle foto della costruzione dell’ospedale, vi è il reso-
conto dei quattro anni (2008-2012) della gestione del nostro Ospedale Buon Samaritano di Tetere condotta dalle nostre bravissime Suore Figlie della Signora della Pietà. Nel progetto salute, oltre alla descrizione dell’operazione baqwa fatta quest’anno sono indicati i link di due filmati che offrono un aggiornamento su quello che è stato fatto in questi anni nel campo sanitario nelle Solomon. Quelli che ci seguono fin dall’inizio sono stati regolarmente aggiornati sull’andamento dei progetti portati a termine dalle varie spedizioni; molti amici, invece, ci conoscono da poco tempo ed hanno così la possibilità di apprezzare il lavoro fatto in questi anni da don Luciano e dai volontari italiani con il sostegno di tanti benefattori.
Sondrio Cronaca
32 Sabato, 26 maggio 2012
La ricetta di Tremonti: «Eliminare la speculazione, stabilire regole sovranazionali di mercato e pensare a un grande piano per le opere pubbliche».
Tremonti a Sondrio analizza la crisi
L
o scorso venerdì 18 maggio, il professore Giulio Tremonti, giurista ed economista, più volte Ministro degli Esteri e delle Finanze, ha tenuto presso la Sala Besta della Banca Popolare di Sondrio una conferenza ispirata al suo ultimo volume Uscita di sicurezza, edito da Rizzoli. Ritornato appositamente nella sua città natale, è stato accolto da una folta platea per ascoltare un’analisi della crisi attuale dal punto di vista di chi l’ha vissuta “ai vertici”. Il volume nasce da un percorso di logica e di riflessione sul tema della globalizzazione, che ha interessato Tremonti da diversi anni. A questo, infatti, sono preceduti altri scritti sul medesimo argomento. L’intervento di Tremonti ha voluto essere esplicativo di una situazione che si vive, incontrandone quotidianamente gli esiti negativi, attraverso la descrizione del contesto in cui è nata e suggerendo una traccia di via d’uscita. Il processo che porta allo
sviluppo della crisi è stato dipinto dal relatore come «una successiva comparsa di mostri che ti arrivano addosso in un videogame: ne arriva uno, lo batti, ti riposi; ma subito dopo ne arriva un secondo, più grande del primo. E rimani fregato perché non preparato». Per comprendere cosa succede ora in Italia si è invitati a cogliere l’andamento del passato e del presente, dell’Europa e del mondo, perché gli eventi arrivano dall’esterno e si riversano sul Paese. Si è chiamati ad osservare il fenomeno della globalizzazione, unendo diversi livelli di analisi: economici, giuridici, politici, sociali. Con l’avvento della globalizzazione, infatti, e con la diffusione su scala pubblica di Internet, e relativi strumenti di ricerca e comunicazione, il sistema finanziario va a disgiungere ciò che da sempre è stato congiunto: la ricchezza e le nazioni. La prima si libera dal vincolo territoriale, i mercati escono dai confini degli Stati e diventano globali. A tale processo, tuttavia, non consegue un cambiamento giuridico che guidi il mercato sovranazionale: regna l’anomia. Per la prima volta la ricchezza è creata dall’uomo, portando con sé inevitabilmente follia e incertezza.
Governa l’ideologia del “mercatismo”, del comprare-vendere per se stesso. Non si è guidati da valori, da ideali di patria, della lingua. L’idea di mercato domina su tutto. Concorrenza e competizione sono le categorie principali. Per questo, ha aggiunto Tremonti, «non ha senso parlare di sistema, ma di caos finanziario». La differenza fra passato e presente è stata dipinta con un gioco di metafore: «L’Arca di Noè fu costruita da dilettanti. Il Titanic è stato costruito da professionisti. La prima, quella dell’Arca, è l’immagine millenaria della salvezza. La seconda, quella del Titanic, è l’immagine contemporanea del disastro. Il primo disegno, il disegno fantastico, ha funzionato e può ancora funzionare perché riporta l’uomo a un creator spiritus: «Fatti un’arca di legno di cipresso». Il secondo disegno, il disegno tecnico, può funzionare ma può anche fallire. E spesso fallisce se è fatto solo dall’uomo per l’uomo. E soprattutto fallisce se è fatto dalla parte peggiore dell’uomo: dal “gene egoista”, matrice di un processo che prende la forma ideologica del darwinismo sociale applicato all’economia». Si è invitati a guardare a nuovi assetti e sistemi economici, politici, sociali. Viene proposta come nuovo pilastro
Sondrio. L’assemblea dei soci lo scorso giovedì 17 maggio
Distretto Agroalimentare: il territorio, valore aggiunto I nsieme sotto l’insegna del brand Valtellina: eccellenze agroalimentari e territorio per promuovere sapori e ambiente. Questa l’indicazione uscita dall’assemblea dei soci del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina che si è svolta lo scorso giovedì 27 maggio a Sondrio. L’organismo che riunisce i consorzi di tutela e una sessantina di aziende del settore investirà, nel corso del 2012, 200 mila euro in promozione. Del resto, l’idea della promozione integrata del comparto agroalimentare con il territorio provinciale, è alla base della costituzione del Distretto Agroalimentare, avvenuta all’inizio del 2011 per volontà di Enti pubblici e operatori privati che hanno costruito sull’esperienza del Multiconsorzio, che riuniva i soli Consorzi di tutela. Il Distretto Agroalimentare è dunque un neonato che ha appena compiuto un anno di vita, ma che guarda con ottimismo al futuro perché, nonostante la crisi, il settore tiene e il made in Italy continua ad essere apprezzato in tutto il mondo. Lo ha sottolineato il presidente Emilio Rigamonti nel suo intervento introduttivo: «La Valtellina è al passo con i tempi: la costituzione del Distretto Agroalimentare e l’apertura dei Consorzi di tutela alle aziende sono stati segnali di coraggio e consapevolezza. L’unione di più soggetti economici riduce la complessità dei problemi e migliora l’efficienza e il contenimento dei costi. In tempo di crisi non è una semplice opportunità aggiuntiva, ma una necessità». Il sistema dell’agroalimentare provinciale, col suo fatturato di quasi 500 milioni di euro, non può permettersi di procedere disunito, anzi, il rafforzamento da perseguire non è soltanto al suo interno ma anche con gli altri settori. «Il Distretto Agroalimentare ha anche la funzione di meglio definire le
strategie di comunicazione e promozione – ha detto il direttore Patrizio Del Nero annunciando l’impegno economico su questo fronte – allo scopo di salvaguardare i nostri prodotti anche per un miglior posizionamento sul mercato e una migliore remunerazione. Una più incisiva campagna di conoscenza e promozione del brand Valtellina ci aiuterebbe, ma non dipende solo da noi». Lo strumento che consentirà di perseguire gli obiettivi della valorizzazione e della promozione delle eccellenze agroalimentari è rappresentato dal Piano di sviluppo del Distretto, approvato nel febbraio scorso dalla Regione Lombardia. La logica che predomina è quella della rete che si declina, nello specifico, attraverso tre progetti attualmente in corso di definizione: quello relativo alla logistica tipica, che consentirà alle piccole aziende di arrivare più facilmente, e a costi contenuti, nei negozi e nei ristoranti della provincia di Sondrio, quello dedicato alla ristorazione, allo scopo di rafforzare la presenza dei nostri prodotti, e quello, appena presentato, denominato delle 3C “Comunicare, Conoscere, Comprare”, che rientra in una delle azioni del Distretto Culturale della Valtellina, un piano triennale inserito nel più ampio progetto dei Distretti culturali promosso e realizzato da Fondazione Cariplo. Uno strumento innovativo, unico nel suo genere per le connessioni tra comparto agroalimentare e sistema culturale e paesaggistico, che consentirà alle aziende di arrivare ai consumatori attraverso una piattaforma informatica alla quale si potrà accedere attraverso smartphone e tablet. Contatti che creano contatti e moltiplicano i collegamenti per meglio conoscere i nostri prodotti e avere informazioni su come e dove acquistarli.
sostitutivo dei precedenti la lettera enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI. In tutto questo, è necessario pensare i cambiamenti come processi storici, guidati dal basso, non da relegare nelle mani di pochi uomini e da eseguire in pochi giorni. Ancora al passato viene dato lo sguardo per cogliere i punti di svolta. «La storia non si ripete per identità perfette – ha spiegato Tremonti – ma la crisi del ’29 ci insegna che bisogna dividere l’attività bancaria produttiva da quella speculativa. Così aveva affermato Roosevelt nel 1933 nel suo primo discorso. Vietò l’attività speculativa, cosa che dovremmo fare anche noi: vietare i derivati perchè i profitti, quando ci sono, lo sono per pochi, mentre le perdite e le difficoltà sono per tutti. Bisogna affiancare l’idea del profitto individuale a quello pubblico: Roosevelt incentivò opere pubbliche». Quindi l’uscita di sicurezza proposta dall’ex-ministro mira ad eliminare la speculazione, stabilire regole sovranazionali di mercato e pensare a un grande piano per le opere pubbliche, tenendo a mente le parole di Shakespeare: «La colpa non è nelle stelle, ma in noi se restiamo schiavi». LUCIA SCALCO
L’iniziativa Attivo da lunedì il numero verde anticrisi La Provincia di Sondrio, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e di Valchiavenna e l’Associazione Psicologi per i Popoli di Sondrio ha istituito un numero verde attivo a livello regionale 24 ore su 24 per offrire ascolto e sostegno a tutti quegli imprenditori che si trovarno a vivere un momento di difficoltà. Telefondando al numero verde 800.434661 sarà possibile parlare in modo del tutto riservato con uno psicologo che sarà in grado di valutare la situazione e offrire aiuto a chi ne ha bisogno. «La provincia, come tutto il territorio nazionale sta affrontando una situazione di emergenza: per questo motivo l’Amministrazione Provinciale ha pensato ad un’iniziativa dedicata alle persone che vivono un momento difficile» ha affermato il presidente Massimo Sertori. «Come Aovv – ha fatto eco il direttore generale dell’azienda, Luigi Gianola –, abbiamo aderito alla proposta mettendo a disposizione dell’Amministrazione Provinciale i nostri servizi adibiti a questo: il centralino, infatti, automaticamente smisterà la chiamata direttamente agli psicologi che nella più totale riservatezza saranno gli unici a rispondere e parlare con la persona in difficoltà. Per questo progetto abbiamo coinvolto anche il Dipartimento di Salute Mentale con il suo direttore, Mario Ballantini»
Sondrio Cronaca
Sabato, 26 maggio 2012 33
Tirano. Presentata la quinta edizione della manifestazione che si è aperta martedì
Al via il Palio delle contrade. Sfide fino a luglio
S
abato 19 maggio, alle 18.30, si è aperto il quinto Palio delle Contrade di Tirano, con la sua presentazione nella Sala Consiliare del Comune e l’estrazione degli incontri, ad opera dell’organizzatore, Danilo Del Simone, del Sindaco, Pietro Del Simone, e dell’Assessore allo Sport, Francesco Saligari. La manifestazione è iniziata ufficialmente martedì 22 maggio con otto squadre concorrent, corrispondenti alle storiche contrade della cittadina: Viale Italia, Cologna, Porta Milanese, Porta Bormina, Baruffini, Risciun, Cartiera e Madonna. Le squadre si sfideranno fino a metà luglio in varie discipline ed in diversi luoghi di Tirano: giochi alle carte come “trunf”, poker texano, scopa, staffette, calcio, basket, gara delle botti, gara della mangiata, nuoto, tennis, pallavolo, corsa con i carretti, bocce, “rasegun”, toro meccanico, albero della cuccagna, tiro alla fune, palla guerra, quiz, caccia al tesoro, cronoscalata. Quest’ultima, in particolare, comprende il Primo Trofeo Mario Fumagalli grazie alla collaborazione con l’Unione sportiva bormiese. Ogni incontro sarà alternato a momenti di aggregazione, festa e svago. Ci saranno anche proposte non competitive come una biciclettata e una camminata. Sono stati
introdotti novità e cambiamenti rispetto agli anni precedenti. Tra questi da segnalare è la lotteria, il cui ricavato sarà dato in beneficienza. I biglietti di un euro ciascuno saranno venduti dai capi-contrade durante le diverse manifestazioni. Come ha evidenziato il sindaco, Pietro Del Simone, «Il Palio delle Contrade è un momento di gioco, di competizione e di svago ma è anche ricco di altri significati collaterali: aggregazione, affermazione dell’identità locale con la ricostituzione delle contrade e delle intrinseche competizioni». Vuole, inoltre, essere un’occasione di ricordo di persone significative per Tirano e di celebrazione di avvenimenti a valore nazionale. Ogni Palio, infatti, è dedicato ad un tema particolare. Il primo era in memoria del missionario don Carlo Braga, salesiano tiranese che ha vissuto la propria vocazione in Cina e nelle Filippine. Le ultime edizioni erano dedicate all’anniversario del Trenino Rosso del Bernina e dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia. Quello appena iniziato è in onore di Roberto Lersa, un compianto concittadino morto prematuramente. Lu. S.
Bormio. Sabato arriva la carovana del Giro
✎ La storia
Lo Stelvio è la Cima Coppi 2012 U ltimi preparativi per l’organizzazione locale della penultima tappa del Giro d’Italia 2012 con la fase finale del conto alla rovescia. Si corre sabato 26 maggio la più attesa delle tappe della corsa rosa che riporterà i corridori sulla Cima Coppi, come arrivo di tappa, dopo quarant’anni. La strada che porta al valico più alto d’Europa è stata da tempo liberata dalla neve e lungo il percorso, in particolare nelle gallerie di Spondalunga che sono state illuminate con un sistema a led (che resterà posizionato anche dopo), proseguono i lavori di messa a punto di tutte le necessità logistiche ed organizzative. In questi giorni è stato completato l’allestimento al Passo dello Stelvio della zona d’arrivo e delle strutture di servizio con qualche aggiustamento
Bormio e il Passo dello Stelvio si preparano ad accogliere la penultima tappa del Giro d’Italia.
nel posizionamento delle telecamere in quanto le condizioni di fine maggio, con la neve presente ai bordi della strada, sono del tutto diverse da quelle del sopralluogo dello scorso autunno. Lo scorso venerdì si è svolto un vertice con le istituzioni e le forze dell’ordine assieme all’Anas, dal quale sono emerse alcune indicazioni importanti. La prima riguarda l’apertura ufficiale della strada dello Stelvio, da Bormio al Passo, che è avvenuta nella giornata
di giovedì 24. Solo 24 ore per il transito libero verso la Cima Coppi e poi scatta la chiusura per il Giro a partire dalle 19 di venerdì 25 maggio del versante lombardo/valtellinese. Nella giornata di sabato 26 maggio gli spettatori potranno salire a piedi o in bicicletta fino a 2 ore prima dell’arrivo della tappa (previsto da cronotabella dell’organizzazione tra le ore 16.50 e le 17.40). Vi è la possibilità di usufruire di un servizio navetta (limitato però nei numeri) gestito dalle Autolinee Perego (0342.905090) e dal Consorzio Trasporti Alta Valtellina (0342.903768). A Bormio, in particolare nella zona del centro sportivo e in quella di Piazza V Alpini, sono previste aree di servizio e il punto di raccolta della carovana del Giro. Carovana che attraverserà Bormio dopo aver percorso la prima parte della tappa, ma non salirà allo
Verso il nuovo Forum del Terzo Settore Quattro incontri in preparazione all’assemblea costitutiva per il Forum di Valtellina e Valchiavenna
L’
idea è già allo studio da tempo ed ha alla base un problema molto semplice nella sua formulazione. In genere ogni associazione di volontariato che si occupa di problemi sociali ha la tendenza a procedere per conto proprio, con le sue attività, gli iscritti, le manifestazioni. Il lavoro svolto da ciascuna risulta certamente prezioso, ma è privo di forza quando si tratta di far sentire la propria voce nelle sedi in cui vengono prese le decisioni più importanti della vita politica
Stelvio con la sola eccezione (ma stavolta sarà tra i mezzi di supporto logistico) del minibus griffato Stelvio e Valtellina che sta accompagnando la corsa rosa. L’organizzazione locale sta definendo anche i dettagli del programma della festa del Giro, che si svolgerà la vigilia della Tappa dello Stelvio e e che vedrà la premiazione del concorso Vetrine in Rosa che a Bormio sono in gran parte già state preparate.
e amministrativa. Per avere più influenza è necessario quindi unire le forze e creare una struttura che abbia un peso maggiore. Sulla base dell’esperienza già consolidata a livello nazionale e regionale, è stato formulato anche in provincia di Sondrio il progetto di costituire il Forum del Terzo Settore: un progetto che si desidera nasca dal basso, dalla partecipazione di tutte le associazioni, come hanno sottolineato Gabriella Bertazzini (Presidente Lavops), Marco Doria (Arci), Vittorio Ciarrocchi (Confcooperative), Luigi Leoncelli (Auser), Vanni Seletti (Federazione Associazioni Disabili) e Pietro Giordani (Acli). In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, soltanto con l’unione di tutti sarà possibile costruire una comunità coesa, sostenibile e solidale. «Il progetto avrà maggiori probabilità di successo se si trasformerà in esperienza condivisa delle realtà del territorio: associazioni, gruppi, cooperative sociali, fondazioni…». Per questo, in preparazione dell’assemblea costitutiva, si è ritenuto
Lo Stelvio è la vetta più alta mai raggiunta dal Giro d’Italia in 94 edizioni e Cima Coppi per antonomasia perché fu proprio Fausto a domarla per primo nel 1953, inserita da Torriani nel tracciato della 19a tappa, da Bolzano a Bormio. Quel giorno il Campionissimo staccò il leader della generale Hugo Koblet e andò a prendersi la rosa e il suo quinto (e ultimo) Giro d’Italia. Secondo al traguardo il giovane Pasquale Fornara, staccato di due minuti, terzo Gino Bartali. Da allora lo Stelvio è stato protagonista del Giro in nove occasioni, tre volte come arrivo di tappa, nel 1975 addirittura come epilogo della corsa rosa: la tappa partì da Alleghe e fu vinta dallo spagnolo Galdos dopo un avvincente duello con Bertoglio, vincitore finale per soli 41’’. lo Stelvio è meta prediletta dai cicloamatori: il versante più difficile è quello altoatesino (26 km con pendenze crescenti fino all’11%); quello Lombardo parte da Bormio, è lungo circa 21 km (36 tornanti) e ha una pendenza media del 7% (massima 9,5%). Anche dalla Svizzera si può salire, collegandosi poi al versante di Bormio a tre km dalla vetta. È la via più breve (13 km) ma in alcuni punti raggiunge il 14% di pendenza. Quest’anno il Giro raggiunge per la decima volta il passo. Nel 1965, 1972 e 1975 fu arrivo di tappa, mentre ci fu il solo passaggio dei ciclisti nel 1953, 1956, 1961, 1980, 1994 e 2005.
indispensabile promuovere quattro incontri che si terranno nelle sedi e secondo il calendario seguente: – a Sondrio il 24 maggio, alle ore 17.30 presso la sede LAVOPS (palazzo del BIM in via Lungomallero Diaz 18); – a Chiavenna il 30 maggio, alle ore 17.30 presso l’ex convento dei Cappuccini; – a Morbegno il 6 giugno, alle ore 20.45, presso la Casa delle Associazioni in via Morelli 12; – a Tirano il 7 giugno, alle ore 20.30, presso la Cooperativa S. Michele, Piazza della Basilica 15. Gli incontri serviranno ad illustrare che cosa è stato fatto finora e per raccogliere le proposte che potranno venire dai rappresentanti delle singole associazioni. In occasione della seconda edizione della manifestazione denominata C’è una valle, che si terrà a Morbegno il 15 e il 16 settembre, infine, verrà presentato pubblicamente il Forum del Terzo Settore della Valtellina e della Valchiavenna. CIRILLO RUFFONI
Spettacoli
34 Sabato, 26 maggio 2012
✎ il telecomando |
Scelti per voi Juno
Regia: Jason Reitman. Durata: 92’ Genere: Drammatico (Stati Uniti 2007)
I
n America Juno è una ragazzina di sedici anni che decide di affrontare la prima esperienza sessuale. Dopo il rapporto con l’amico e coetaneo Paulie, resta incinta, rifiuta l’aborto quando si trova nella clinica specializzata, decide che, appena nato, darà il figlio in adozione ad una coppia che ne ha fatto richiesta. Nei mesi successivi la coppia, che sembrava molto legata, va incontro a dissapori fino alla separazione. Juno però continua ad avere molta stima per la donna, di nome Vanessa, e le chiede se il suo desiderio è rimasto lo stesso. La risposta è positiva e il neonato andrà a lei. Juno e Paulie però si avvicinano e si scambiano un affetto autentico. Valutazione: Va notato che la brillantezza dei dialoghi e dello svolgimento narrativo fa velo sul senso profondo della nascita di una vita in un’adolescente, e tutto il quadro circostante sa più di maniera che di reale analisi etica e interiore del problema. Il film va dunque accostato con prudenza e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, certo problematico e adatto per dibattiti. Martedì 29 maggio, alle 23.30, Canale 5
● Nell’ambito della rassegna “Gesù nostro contemporaneo”
Domenica 27. FdS, C5, 8.50. La città dei ragazzi in Bolivia. Virus letale,It1, 13,00. Buon film drammatico su un’epidemia con D. Hoffman. Amazing grace, Rai movie, 17.10. Buon film sull’abolizione della schiavitù. Off the Report, Rai3, 21.00. Ritorna M. Gabanelli per due puntate con reportage di giovani videogiornalisti. L’Olimpiade nascosta, Rai1, 21,30. Fiction in 2 puntate su un’olimpiade organizzata dai prigionieri di guerra in un campo tedesco. Caterina e le sue figlie 3, C5, 21.30. Con Virna Lisi. Salomone, Tv2000, 21,30. Film tv, 2° parte. Lunedì 28. La forza del perdono, C5, 14.45. Film tv sul difficile cammino del perdono. L’Olimpiade nascosta, Rai1, 21,10. Fiction seconda parte. Lucarelli racconta: uomini di stato, Rai3, 21.05. Le storie di chi ha perso la vita nella
● La prima proiezione, con dibattito, mercoledì 30 maggio
di Tiziano Raffaini
lotta contro la criminalità. C’era una volta il west, R4, 21.10. Ottimo western con C. Cardinale e H. Fonda. Martedì 29. Buongiorno notte, Tv2000, 21.20. Film sul rapimento Moro. 2001: odissea nello spazio, Iris, 21.05. Capolavoro di Kubrick. Viaggio nel grande mistero dell’uomo. SOS tata, La7, 21.10. Attualità. La casa dei Fantasmi, It1, 21.10. Piacevole commedia con E. Murphy. Juno, C5, 23.30. Originale film sull’adolescenza. Mercoledì 30. Titanic-nascita di una leggenda, Rai1, 21.10. Ultima p.. Apocalisse il grande racconto della storia, R4, 21.10. Doc. sull’ascesa al potere di Hitler. The millionaire, Rai movie 21,00. Jamal cresciuto in una baraccopoli di Mumbai partecipa a “Chi vuol essere milionario”… Giovedì 31. I masnadieri, Rai5, 21.15. Opera lirica di G. Verdi.
Pink Floyd story, Rai storia 21,00. Documentario. La grande musica offerta a Benedetto XVI, Tv2000. Concerto. Piazzapulita, LA7, 21.10. Attualità. Schegge di paura, Iris, 21.10. Thriller originale e coinvolgente. Per adulti. Venerdì 1. Padre Pio la storia di un santo, Rai3, 21.20. Doc. Se solo fosse vero, C5, 21.10. Commedia romantica con due bravi attori. La tregua, Rai storia 21,00. Dal romanzo di Primo Levi un bel film di Rosi. Tv7, Rai1, 23,05. Attualità. Sabato 2. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. One world family love, Rai1, 20.35. Il papa in festa con le famiglie del mondo. Agente 007 Missione operazione tuono, Rai3, 21,30. Spionaggio. Davide, Tv2000, 21,20. Film tv in 2 parti sul re di Israele. Notting Hill, C5, 21.10. Gradevole commedia con J. Roberts e Hugh Grant.
● Felice coincidenza quella con la mostra in corso a Villa Olmo
I colori della Passione, il film su Bruegel all’Astra
A
rriva sugli schermi di Como nel corso della rassegna Gesù nostro contemporaneo e sarà in programmazione per alcuni giorni uno dei film più importanti dell’anno “I Colori della Passione” del regista polacco Lech Majewski che avvalendosi di ottimi attori e di tecniche cinematografiche all’avanguardia ci porta alla scoperta di un capolavoro della pittura andando oltre il quadro. Un film particolarmente legato al nostro contesto comasco. L’opera del regista polacco prende, infatti, spunto da un’opera di Peter Bruegel capostipite di quella stessa dinastia Bruegel le cui opere sono da circa un mese esposte a Villa Olmo. SCHEDA FILM Vi proponiamo l’ottima scheda del Centro nazionale valutazione film. Soggetto: Nel dipinto “La strada per il Calvario”, Peter Bruegel il Vecchio riproduce la passione di Cristo
collocandola nelle Fiandre del XVI secolo oppresse dall’occupazione spagnola. Il pittore affronta le varie fasi di realizzazione dell’opera, commentandole con l’amico e collezionista d’arte Nicholas Jonghelinck. Le rispettive mogli sono al loro fianco, mentre Maria osserva la scena. Alcuni personaggi subiscono il dispotico potere degli spagnoli, finché arriva il momento in cui Gesù viene incatenato e condotto verso il Calvario, dove si compie il destino. E anche il dipinto arriva a compimento.
l’occhio di Majewski che plasma l’immagine come l’artigiano lavora sull’argilla. La centralità della figura di Gesù non annulla le presenze ‘altre’: anzi, la sofferenza del Cristo è quella della popolazione intorno, il sacrificio del Calvario è quello di un’umanità dolente e attonita. L’operazione cinematografica crea un sottile e crescente coinvolgimento: da uno sguardo apparentemente spersonalizzato, la macchina da presa entra nel campo di una poeticità accorata ed evocativa in simboli che superano la contingenza, distendendosi lungo uno spazio infinito e profondo. Così la creazione diventa una preghiera, un grido di riscatto, un gesto di ribellione in nome della Pace. Esemplare la sequenza finale, quando la macchina da presa si allontana a poco a poco dal dipinto oggi collocato in un museo. Quella cornice sembra certificare un limite che non corrisponde al vero: e forse stavolta è il cinema, disegnando con un
Valutazione pastorale: Dopo aver dedicato attenzione a diversi pittori famosi, Lech Majewski si concentra ora su “La strada per il Calvario” dipinta da Bruegel nel 1564, mettendo in scena l’artista che lavora alla sua composizione. A poco a poco, nel procedere del film si concretizza uno stupefacente passaggio tra la realtà e il suo superamento nelle forme della trasfigurazione, con
il terzo appuntamento della rassegna dopo “jesus of montreal” e “jesus christ supertar”.
morbido carrello la giusta distanza, che aiuta la pittura a rompere i vincoli del tempo e a rendere attuale la nostra percezione dell’arte, sacra perché al servizio dell’uomo, della sua vicenda terrena e ultraterrena. Giudizio: raccomandabile/poetico/ dibattiti.
In programmazione al cinema Astra di Como dal 30 maggio al 3 giugno
SPETTACOLI “Jesus Christ Superstar” in scena a sostegno della Fondazione Ambrosoli
L commedia
Commedia
Il pescatore di sogni
Tutti i nostri desideri
Ewan McGregor è uno scienziato al servizio del ministero della Pesca britannico schiacciato da una vita insoddisfacente. Tutto cambierà quando si vedrà affidato l’insolito compito di introdurre la pesca al salmone nelle Highlands dello Yemen.
Claire è una giovane magistrato con una vita serena fino a quando scopre di avere un tumore, che tiene nascosto al marito. Claire si trova inoltre di fronte a un palese caso di circonvenzione da parte di un istituto di credito nei confronti di una giovane madre... ma il tempo però stringe. Al cinema Astra di Como dal 25 al 27 maggio.
Il film nella sala della Comunità di Sondrio dal 25 al 30 maggio.
a compagnia teatrale amatoriale “Vivere Insieme” presenta una versione non professionistica del musical “Jesus Christ Superstar”, giovedì 31 maggio, alle 20.45, al teatro della Luna di Assago (Mi). Il ricavato della serata – organizzata dalla Fondazione Ambrosoli - verrà devoluto al sostegno dell’Ospedale di Kalongo, in nord Uganda, fondato dal missionario nativo di Ronago. La compagnia “Vive insieme”, nata negli anni 70 dall’idea di un gruppo di studenti di alcuni licei milanesi, si esibisce con l’intento di promuovere la cultura del vivere in comunità condividendo lo studio, i momenti di svago e la vicinanza ai valori cristiani. Oggi la compagnia, trentacinque anni dopo il debutto originario, è formata da un gruppo eterogeneo di più di quaranta attori non professionisti, che continuano a garantire spettacolo e divertimento incoraggiando la raccolta fondi a favore di Associazioni e Onlus impegnate in progetti umanitari. Biglietti: poltronissime (30 Euro), poltrone (10 Euro), ridotto (5 Euro - per gruppi minimo 10 persone e bambini al di sotto dei 10 anni). Per info e prenotazioni:
[email protected] - Tel. 02. 36 55 88 52
Giovedì 31 maggio al teatro della Luna di Assago (Mi), ore 20.45.
Lettere e Rubriche
Sabato, 26 maggio 2012 35
❚❚ Lettere al direttore
Lettere
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Matrimonio Civile e verità cristiana R everendo don Angelo Riva, Ha intitolato il suo pezzo sulla scelta del consultorio “La Famiglia” di un corso in preparazione al matrimonio civile: “Perché sì”, giustificando in questo modo la scelta fatta. Mi permetta di chiarire “perché no” ad una scelta del genere. Perché un consultorio, che si occupa di problematiche legate al matrimonio ed alla famiglia in generale, debba fare una scelta così specifica. Non si tratta di laicità o non laicità, forse solo si tratta di opportunità. Questa scelta non sottende forse una indicazione di metodo? Per cui ciò che è bene e vero non è più oggettivamente bene e vero, ma lo è solo in base ad una contingenza storica e temporale, un tempo ci si sposava in chiesa oggi ci si sposa in comune, va bene comunque adeguiamoci! Seconda questione, non è forse necessario tornare a ragionare in base alla verità ed al senso delle cose, non della pura convenienza e delle mode? Se è il matrimonio e la famiglia ad essere in crisi, e lo è sia il matrimonio civile che quello religioso, perché allora non pensare ad un corso di preparazione al matrimonio tout - court senza specificazioni di altro genere che potrebbero, in modo fuorviante, sembrare una scelta di campo. Di fronte ad una crisi così radicale nei legami, soprattutto per un consultorio che si dichiara cattolico, andare a ripescare quella antropologia matrimoniale che soprattutto Giovanni Paolo II con le sue catechesi sull’uomo e sulla donna ha così umanamente ripercorso e riproposto, senza inventare nulla
di nuovo. Quello che attendono tanti giovani che si vogliono sposare è sentirsi rassicurati che il “per sempre” è possibile, ma solo se questo “per sempre” è continuamente ripercorso e confrontato all’interno di una esperienza di appartenenza. Due giovani poi potranno anche scegliere il matrimonio civile, nulla è possibile togliere alla libertà, ma sapendo che perderanno un pezzetto della bellezza dell’essere marito e moglie. Grazie della cortese attenzione Maddalena Visigalli
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entile signora Maddalena, forse Lei non avrà posto sufficiente attenzione, nella lettura del mio articolo di presentazione del corso di preparazione al matrimonio civile (ideato dal Consultorio La Famiglia), al fatto che l’articolo si apriva richiamando che “per un cattolico esiste un solo matrimonio: quello sacramentale celebrato nella fede della Chiesa”, e che quindi non solo la scelta di convivere, ma anche quella del matrimonio civile “sono estranee al Vangelo e contrarie alla dottrina della Chiesa”. Per cui ha perfettamente ragione quando afferma che, se due giovani scelgono il matrimonio soltanto umano, rinunciano a un bel pezzo della bellezza di essere marito e moglie. Le dirò di più: non solo nella disciplina, ma anche nella teologia cristiana del rapporto uomo-donna appare oggi chiaro che solo sposarsi in Cristo realizza integralmente la verità e la bellezza del rapporto di coppia. E anche quando, nell’accompagnamen-
to delle coppie, si parte dalle dimensioni umane dell’amore coniugale, è perfino facile mostrare come queste dinamiche abbiano già inscritte, dentro di sé, l’anelito a quella verità integrale che Cristo ci ha rivelato, e che ci dona attraverso il sacramento della Chiesa. Al punto che una relazione di coppia, che non approdi al sacramento, è semplicemente monca. Detto questo, proprio l’insegnamento del beato Giovanni Paolo II ci dice che, una volta messa al sicuro la chiarezza della verità cristiana, si apre tutto lo spazio dell’accompagnamento pastorale delle giovani coppie, cammino segnato dalla aurea legge della gradualità (cfr. Familiaris consortio 32-34). Un cammino misurato e normato dalla pienezza della verità, ma che domanda alle coppie di salire, oggi, il “gradino” per loro realisticamente possibile, in vista, domani, del passo successivo verso la mèta. Il progetto del Consultorio La Famiglia mi pare che si rispecchi pienamente in questo respiro, che non è di opportunismo o di svendita della verità cristiana, ma di verità nella gradualità possibile. Tanto più che non stiamo parlando di un servizio diocesano o parrocchiale, ma di una struttura pubblica di ispirazione cattolica, che, in quanto tale, penso possa legittimamente posizionarsi con più largo respiro sul terreno dell’accompagnamento possibile delle coppie (di ogni tipo) che afferiscono ai suoi sportelli. Non vedrei proprio, in questo, una forma di adattamento, o di convenienza, o di cedimento alla moda del tempo, ma piuttosto l’opportunità di una prima
Lomazzo: tanti auguri per gli ospiti sabato 26 maggio Una giovane imprenditrice e l’intuizione di utilizzare prodotti di seconda mano
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abato 26 maggio, nella Casa anziani di via Del Laghetto 9, a Lomazzo, si terrà la festa dei compleanni per gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di maggio. La festa, organizzata dal servizio di animazione della casa con la collaborazione dei volontari, avrà inizio alle ore 15.30. Il pomeriggio sarà allietato dalla musica e dalla compagnia del signor Aldo Baldina di Ceriano Laghetto.
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i ricorda ai gentili lettori che le lettere al direttore non dovranno superare le 2200 battute circa. In caso contrario la redazione si ritiene autorizzata a ridurne il contenuto.
evangelizzazione, oltre che di servizio alle persone. Quindi, Signora, stia tranquilla: l’oggettività del bene e del male, la verità e il senso delle cose sono al sicuro. Certo, qualcuno, come Lei suggerisce, potrebbe fraintendere, leggendo in tutto questo una fuorviante “indicazione di metodo”, quasi che si stia facendo una “scelta di campo” a favore del matrimonio civile. Indubbiamente il rischio c’è, anche perché c’è sempre qualche cieco che non vuol vedere. Ma sa, io all’intelligenza della gente ho il difetto di crederci ancora, specie se si è molto chiari nello spiegarsi. Per cui penso sia legittimo correrlo, quel rischio. Comunque non si preoccupi: se a me – o a qualsiasi operatore del Consultorio La Famiglia – una di quelle coppie dovesse domandare “ma noi che ci sposiamo civilmente, in coscienza, siamo a posto davanti a Dio?”, la risposta sarebbe una sola: no.
Vi potranno partecipare parenti, amici, volontari e chiunque altro vorrà intervenire. Gli ospiti festeggiati saranno: Bernasconi Rosa Mistica (82 anni), Consonni Pasquale (82 anni), Luraschi Giulia (87 anni), Verga Angela (87 anni), De Vecchi Rita Adelaide (88 anni), Acanfora Giovanna (91 anni), Pozzetti Ida (91 anni), Allievi Severina (92 anni), Zalunardo Irma (95 anni), Saibene Angela (97 anni), Corti Angela (99 anni)
Scarpe d’Etiopia: un’opportunità grazie al marchio SoleRebels
BuoneNuove Solo il bello del mondo Dopo le dieci buone notizie pubblicate sul numero di Pasqua (pag. 3) e l’apprezzamento dimostrato da alcuni lettori, abbiamo deciso di dedicare in forma stabile una rubrica alle buone notizie che riusciamo a scovare su giornali, tv o nella rete. Fatti e avvenimenti che troppo spesso vengono relegati in un angolo per far posto a fatti di cronaca che non sempre - seguendo criteri di notiziabilità - possono essere considerati prioritari, ma che riescono a catturare la curiosità, spesso morbosa, dei lettori.
Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione
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e scarpe sono più comode se riciclate, tradizionali e soprattutto “sociali”: lo sa bene Bethlehem Tilahun Alemu, un’imprenditrice etiopica premiata per il suo spirito innovativo al Forum economico mondiale sull’Africa che si è svolto all’inizio del mese di maggio ad Addis Abeba. Il marchio che l’ha fatta vincere si chiama SoleRebels, in omaggio ai ribelli dell’altipiano che contrastarono l’avanzata dei colonizzatori italiani. “L’idea – spiega Bethlehem – era utilizzare le tradizioni e le capacità artigiane di Zenabwork, il villaggio alle porte di Addis Abeba dove vivevo, per dare un po’ di lavoro e aiutare le famiglie”. Il primo paio di scarpe è stato prodotto nel 2004 e, da allora, la giovane imprenditrice non si è più fermata. Pneumatici di seconda mano, iuta dell’Abissinia e altre fibre locali sono gli ingredienti base di scarpe comode, aperte o chiuse, essenziali o decorate, in vendita a prezzi compresi tra i 20 e i 100 dollari. Il
n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail
[email protected] Stampa: A.G.Bellavite s.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità:
risultato, come conferma il premio di Addis Abeba, è sotto gli occhi di tutti: le Solerebels si vendono in 30 paesi del mondo, dall’Europa al Nord America. “Questa nostra crescita – si legge nel sito internet dell’azienda (www. solerebelsfootwear. co) – rappresenta un esempio di quello che può succedere quando giovani e motivate imprese africane si aprono al mercato: possono competere e vincere. Perché l’Africa e l’Etiopia in particolare, hanno disperatamente bisogno di commerci e non di aiuti o carità. Solo questo, con sufficienti risorse e investimenti finanziari, può iniziare
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