IL MURO
25 ANNI DOPO
“Ich bin ein Berliner” “Io sono berlinese” J. F. Kennedy, Berlino 1963
curatela
con il sostegno
Filippo Lotti progetto grafico
Filippo Lotti fotografie
Art Foto - Paolo Garzella Riccardo Vannucci Archivio artisti
in collaborazione
foto copertina e frontespizio
Klaus Lehnartz - Bundesregierung stampa
Ervin editing - Roma organizzazione
Antonia Weber ufficio stampa
Uff. St. Ambasciata di Germania - Roma FuoriLuogo - servizi per l’Arte ringraziamenti
Ambasciatore Reinhard Schäfers Fabrizio Borghini Roberto Milani
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media partner
IL MURO
25 ANNI DOPO 25 ottobre 2014
Ambasciata della Repubblica Federale di Germania Roma
mostra collettiva di pittura e fotografia
Claudio Cionini Fabio De Poli Gianfranco Giannoni Lorenzo Lazzeri Luca Lupi Gioni David Parra Alessandro Reggioli Marcello Scarselli Leopoldo Terreni Sandro Torre
a cura di
Filippo Lotti
TESTI
Q
uest’anno festeggiamo il 25° anniversario della caduta del Muro di Berlino. Ho ancora un ricordo molto vivo di quando Berlino e la Germania erano divise in
due – una situazione che ha profondamente influenzato intere generazioni. Il confine tra le due Germanie non divideva solo paesaggi e città ma anche la popolazione. Per decenni, la maggior parte dei cittadini delle due repubbliche tedesche non sapeva quasi nulla della vita dall’altra parte. Ormai il muro è storia. Per la giovane generazione di oggi è normale avere soltanto una Germania, all’interno di un’Europa unita, pacifica e democratica. Berlino, come capitale della Germania riunificata, è diventata una pulsante metropoli che attrae persone da tutto il mondo. Oltre alla ricca offerta culturale, rimangono tutti affascinati anche dalla storia della città e dal suo sviluppo dopo la caduta del Muro. Di questo si sono occupati anche dieci artisti toscani. Le loro interpretazioni molto diverse del Muro di Berlino si possono ammirare da oggi all’Ambasciata di Germania a Roma. Ringrazio gli artisti per la loro generosa donazione e il Signor Filippo Lotti per aver organizzato la mostra e curato il presente catalogo. Reinhard Schäfers Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania
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U
n’importante e significativa esposizione d’arte allestita nei locali dell’Ambasciata di Germania a Roma per celebrare i venticinque anni
della caduta del Muro di Berlino; un evento che ha cambiato la storia e i destini del mondo contemporaneo. La mostra è un compendio di dieci opere pittoriche e fotografiche che altrettanti artisti hanno voluto donare dopo mostra “Il Muro, vent’anni dopo. Quasi come Dumas”, organizzata da LariArte e da me curata al Castello dei Vicari di Lari (Pisa) nel 2009, proprio nel ventennale della caduta del Muro. Gli artisti (Claudio Cionini, Fabio De Poli, Gianfranco Giannoni, Lorenzo Lazzeri, Luca Lupi, David Gioni Parra, Alessandro Reggioli, Marcello Scarselli, Leopoldo Terreni, Sandro Torre) decisero allora che la loro opera, realizzata appositamente per la mostra suddetta, entrasse a far parte della collezione artistica del Governo tedesco come simbolo di amicizia e di vicinanza morale verso il popolo germanico. Oggi, a distanza di cinque anni, si concretizza il loro lodevole desiderio, grazie all’interessamento e alla collaborazione dell’Ambasciata tedesca. Se ad un giovane domandiamo cosa gli evochi la città di Berlino sicuramente risponderà: i campionati mondiali di calcio del 2006, quelli che videro l’Italia vincitrice, e certamente ricorderà la frase pronunciata dal telecronista: “Il cielo è azzurro sopra Berlino”. Ma per quelli delle generazioni precedenti, la capitale nordeuropea rimanda ad altre vicende e suscita ben altri ricordi e suggestioni. Per me, oggi quarantenne, il pensiero va a quel 1989, un anno che rappresenta una pietra miliare nella storia della Germania e di tutta l’Europa, e a quando il cielo sopra Berlino non era poi tanto azzurro ma denso di nubi quotidianamente minacciose.
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Nell’autunno di quell’anno, in alcune città dell’allora Germania Est si susseguirono manifestazioni di protesta contro il regime comunista; fatti che andarono sotto il nome di “Rivoluzione pacifica”, e nella notte tra il 9 e il 10 novembre si aprirono i primi varchi sul Muro di Berlino che successivamente fu abbattuto spazzando via la frontiera verso la Germania Ovest. Un evento che avrebbe cambiato i destini dell’Europa e del mondo, dando il via a un profondo mutamento dello scacchiere politico, economico e sociale. Era il momento in cui una parte dell’Europa celebrava un festoso funerale al proprio passato. Tutto era finito? No, tutto era appena cominciato. L’Alexanderplatz, a noi nota per la bellissima canzone di Franco Battiato, non era mai stata così vicina e la “Fontana dell’Amicizia tra i Popoli”, costruita nel 1970 e che ancor oggi sorge al centro della piazza, avrebbe così adempiuto al suo destino, in “nomen omen”! Il Muro fu costruito nel 1961, gran parte in una sola notte, quella del 13 agosto, per dividere un popolo e la sua cultura in due identità politiche: una “cortina di ferro”, mattoni e cemento lunga oltre 155 chilometri che da allora avrebbe relegato i tedeschi dell’est, sotto controllo sovietico, volenti o nolenti, in un ghetto forzato. A venticinque anni di distanza, la Germania è oggi un paese riunificato, senza frontiere interne, collocato nel cuore dell’Unione Europea. La Germania e l’Europa intera celebrano il venticinquennale di questo avvenimento epocale: la caduta del Muro della vergogna, il simbolo del terrore e della brutalità di un regime, che ha negato la libertà per quasi trent’anni.
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Papa Giovanni Paolo II in un suo discorso disse che “La libertà è la misura della maturità di un uomo e di una nazione”, e fu proprio lui insieme a Gorbaciov e a Lech Walesa uno degli artefici indiretti della caduta dell’ignobile barriera. Lo stesso Papa, riferendosi ad un altro muro, disse: “Dobbiamo costruire ponti e non barriere”. Il capo supremo della chiesa cattolica e il segretario del partito comunista sovietico, i rappresentanti delle più importanti espressioni ideologiche dell’epoca riuscirono, insieme, ma partendo da opposti schieramenti, a indurre l’Europa tutta ad innescare la miccia del cambiamento. Ecco, allora, che il 9 novembre, giorno dell’abbattimento della frontiera di Berlino, diventa occasione di riflessione sugli errori e sugli orrori del passato, e ci esorta a continuare nel lungo ed affascinante viaggio per la conquista della libertà. Un valore sottile, un po’ come l’aria: non se ne riconosce il peso quando c’è, mentre è pesante la percezione della sua assenza. La parola stessa contenuta nelle prime costituzioni liberali, nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” (art.1: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”) e nella nostra Costituzione Repubblicana, assume, insieme alla viva pratica quotidiana, il valore di un messaggio irrinunciabile. Per le libertà economiche e sociali si sono aggregate le Nazioni ed i Popoli, per quelle culturali e linguistiche si sono combattute battaglie. Così il 9 novembre non è solo una giornata da commemorare, e nemmeno l’occasione per ricordare l’oppressione del totalitarismo che venne incarnata dal Muro di Berlino ma è un’occasione per riflettere su ciò che è stato, per capire meglio il futuro e battersi per evitare che la libertà, in tutte le sue declinazioni, venga negata.
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Oggi i luoghi che segnarono gli anni della divisione tedesca e poi la pacifica rivoluzione di venticinque anni fa sono diventati una testimonianza che rende tangibile la sofferenza, la costrizione e la morte. Solo qualche brandello di muro, di ungarettiana reminescenza, è rimasto a perenne ricordo e a futuro monito per le generazioni che verranno, come se, per un istante, Berlino diventasse San Martino del Carso, dove molti uomini hanno perduto la vita per la libertà. Pezzi di muro consegnati alla Storia e agli uomini a indissolubile memoria delle divisioni che non dovrebbero più sorgere. Esistono nel nostro pianeta ancora molti muri da abbattere, sia reali che morali. Il mondo è ancora costellato di recinzioni che dividono territori e Stati. Ed è proprio la storia ad insegnarci che ogni volta che si crea un confine, che si alza un muro per tentare di proteggere la propria identità, ci si ingabbia in uno schema che amplifica le differenze e le possibilità di conflitto. Muri che noi non conosciamo, muri divisori che impediscono e costringono, limitando la libertà di qualcuno. Muri che restringono l’orizzonte di un uomo. Oltre a questi, i muri morali dell’indifferenza, dell’egoismo, della mancanza di rispetto sicuramente sono i più difficili da abbattere; i muri virtuali tra religione e religione, tra ideologie diverse, tra uomo e uomo. Ho voluto ricordare così, con quello che mi è più congeniale, l’arte che di per sé ha un linguaggio universale, l’anniversario della caduta del Muro organizzando questa mostra che riunisce dieci artisti, tutti toscani, ma diversi per provenienza artistica e cultura, per genere e per esperienze, diversi per iconografia e modo di approcciarsi
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al tema. Proprio questa diversità, che è la ricchezza dell’arte e della cultura tutta, ha fatto sì che il risultato artistico fosse soggettivamente ed oggettivamente diverso. Credo che il superamento del concetto di “muro” possa e debba avvenire anche con l’arte e con la bellezza, due elementi fondamentali per aprire le menti e gli occhi, strumenti necessari e indispensabili per abbattere le barriere che dividono le umane culture e per riuscire a lanciare lo sguardo proprio al di là dell’emblematico muro. Last but not least il mio personale e sincero ringraziamento all’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania di Roma che ha organizzato e sostenuto questa iniziativa confermando e sottolineando così la profonda intesa europea che lega le nostre due nazioni e i nostri due popoli, ma di un’unica e solo razza, quella umana. Due popoli troppo a lungo divisi dalla Storia. Filippo Lotti Curatore della mostra
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ARTISTI/OPERE
CLAUDIO CIONINI Claudio Cionini nasce a Grosseto nel 1978. Vive e lavora a Piombino (Livorno), città in cui l’industria siderurgica segna fortemente il territorio a livello sociale, economico, urbanistico ma anche esistenziale. In tanti anni vissuti a contatto con questa realtà è come se Cionini avesse assorbito certe sensazioni che la fabbrica emana: la potenza di quei volumi, i chiaroscuri quasi monocromi delle tubazioni, la ruggine che corrode e cola. Nella pittura di Cionini, che ha studiato figura disegnata al Liceo Artistico di Grosseto con il prof. Daniele Govi e con il prof. Adriano Bimbi all’Accademia di Belle Arti di Firenze; la figura umana occupa spazi marginali, spesso è solo accennata come un’ombra lontana. L’autore, affascinato dalla poesia che abita in certi paesaggi urbani, indossa i panni di un viaggiatore solitario e ci conduce alla scoperta delle sue architetture urbane. Le ultime opere si affacciano sulle grandi città di tutto il mondo, dai grattacieli di New York e delle principali metropoli americane a quelli di Tokyo o di Melbourne quasi come ci fosse un’unica sconfinata città globale. Nonostante la giovane età, Cionini conta già diverse mostre personali in Italia e all’estero. Degne di nota le personali “Il paese, il bosco, la fabbrica” alla sala “Giulio Gasparri” di Populonia (Li), nel 2004, “La fabbrica di Piombino e la mia campagna” a Cecina (Li), presso l’associazione culturale “Il Deposito” nel 2006, “Metropolis” nello spazio Ligera di Milano nel 2007, quella del 2008 “Luoghi dell’Assenza” al Museo Archeologico di Fiesole (Fi) e, nel 2009, “L’ombra del Muro” a Palazzo Panciatichi (sede del Consiglio Regionale della Toscana) di Firenze. Nel 2010 “Scorci di verità”, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo, del 2011 la mostra “RUST! Fabbrica-Città-Memoria” al Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli” di Pontedera (Pi). Nel 2012 le due mostre “Immagini di città”, Livorno, Galleria d’Arte Athena di Livorno e “Urban art” alla galleria Faustini di Forte dei Marmi (Lu). Dell’anno successivo “Istanti – Under the skin of images” alla galleria Angelica di Roma. Nel 2003 partecipa al “1° Concorso Città di Piombino”, dove risulta tra i vincitori; nello stesso anno la “Mostra dei vincitori del Concorso” alla Galleria Comunale di Piombino. Nel 2005 risulta 1° classificato nella sezione Pittura al “7° Premio Nazionale Creativi Under 30” indetto dall’Associazione Arti Figurative di Grosseto e, nel 2006, si classifica 1° nella sezione giovani alla “Prima edizione CecinArte” al Polo Tecnologico Scientifico Magona di Cecina. Sue opere sono state esposte in collettiva anche a New York e fuori dai confini toscani, a Roma, Francavilla al mare (Ch) e Milano. Si sono occupati del suo lavoro, tra gli altri, Daniele Govi, Riccardo Nencini, Giovanni Faccenda, Riccardo Ferrucci, Sebastiana Gangemi, Giovanna Maria Carli, Salvatore Italia, Antonio de Ruggiero, Nicola Nuti.
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IL MURO acrilico su tavola - cm 50x70 - 2009 19
FABIO DE POLI Fabio De Poli nasce a Genova nel 1947. Nel 1964 frequenta l’Istituto d’Arte di Firenze specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Dal 1968 inizia la sua carriera artistica. Nel 1972 vince la borsa di studio per giovani artisti assegnata dal Comune di Firenze. L’anno seguente è segnalato Bolaffi per la pittura da Tommaso Paloscia e per la biennale dei giovani di Parigi da Enrico Crispolti. Agli inizi degli anni Settanta produce una serie di lavori che Renato Barilli definisce «arte ricca». Partecipa a numerose e importanti rassegne d’arte, si interessa al design industriale, progettando «mobili-oggetto» e collabora, insieme a Eugenio Miccini e Antonio Bueno, alla realizzazione della rivista «Visual». Nel 1984 partecipa alla XXIX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano. Le mostre personali e collettive si susseguono numerose. Nel 1992 partecipa alla mostra “Libro d’artista italiano” al MOMA di New York in occasione delle celebrazioni Colombiane, progetta una serie di lavori dedicati a Leonardo per la fondazione Hammer di Los Angeles ed espone all’International Art Exposition di Miami Beach. Nel 1994, espone a Sarasota (Stati Uniti) alla galleria Anita Pickren. Nel 1996 esce la monografia “Fabio De Poli, opere 1969-1996” a cura di Bruno Baglivo. Il 1998 è l’anno di “Due atti Unici”, mostra allestita con Mario Ceroli presso la Sala D’arme di Palazzo Vecchio di Firenze. L’anno successivo presenta alla Biblioteca Nazionale di Firenze il suo libro d’artista “Pour Moi” presentato da Gillo Dorfles e Paolo Minetti. Nello stesso anno realizza la sua prima mostra virtuale, “The most beautiful art exhibition in the world”. Numerose esposizioni e installazioni convalidano la sua presenza in tutta Italia, fino ad arrivare alle due importanti mostre antologiche milanesi, alla galleria Farsettiarte, dove viene peraltro presentato, nel 2004, il volume “Fabio De Poli. Tracce d’artista”. L’anno successivo è presente all’Archivio della Biennale delle Arti del Mediterraneo di Salerno. È presente nel volume La storia dell’arte italiana, Edizioni Bora, a cura di Giorgio Di Genova. Consegna un’opera dedicata all’11 settembre 2001 al Consolato Americano di Firenze. A Vasto (Ch) crea due mosaici esterni di cento metri quadri su abitazione civile progettata dallo Studio Dearch. Dal 2004 inizia un rapporto con Gianni e David Overi progettando una collezione di mobili per Mirabili Arte di Abitare, ed espone opere inedite alla Galleria Mirabili di Firenze. Sempre con la collaborazione di Mirabili colloca in viale Verdi una scultura in ferro colorato RossoAirone dedicata al Comune di Montecatini Terme (Pt). Progetta nel 2005 una vetrata di 60 metri per il nuovo Ospedale Meyer di Firenze. Come illustratore pubblica con Andrea Rauch per La Biblioteca junior quattro libri per bambini, “Notte di luna” vincerà il Premio Andersen come miglior albo illustrato. Negli ultimi anni si è dedicato alla realizzazione del premio Capalbio Cinema, nonché alla progettazione delle vetrate del nuovo Museo della Resistenza a Siena. Dal 2009 è direttore artistico della Galleria Usher Arte di Lucca. Del 2011 la mostra “Convivio” alla Galleria Vannucci di Pistoia e la mostra “Robespierre, Robespierre-Ancora più vicino alle stelle” al Museo delle genti d’Abruzzo di Pescara. Nel 2012 inaugura a Palazzo Farnese la mostra “Le stanze della meraviglia”. Nel 2013 tiene la monografica “Easy” presso la Galleria d’Arte Frediano Farsetti, Firenze. Vive e lavora tra Firenze e Montecatini Terme.
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FREE BERLIN collage su cartone - cm 120x80 - 2009 21
GIANFRANCO GIANNONI Gianfranco Giannoni nasce nel 1946 a San Miniato, in provincia di Pisa. Inizia giovanissimo a usare pennelli e colori nell’arte della ceramica e si diploma in grafica pubblicitaria. Intraprende l’attività pittorica nel 1966. L’anno seguente, insieme ad altri pittori sanminiatesi dipinge, nell’Oratorio di San Rocco in San Miniato, un affresco dedicato alla Storia di San Cristoforo. La prima personale, nella sua città, nel 1970. Nel 1982, per la chiesa de La Serra di San Miniato, dipinge un Crocifisso alla maniera bizantina, ispirato al capolavoro di Cimabue irrimediabilmente danneggiato dall’alluvione del ’66 di Firenze. In occasione del Palio di San Lazzaro del 1983, dipinge una Resurrezione di Lazzaro per la Prioria dei SS. Filippo e Giacomo di Ponte a Elsa (Fi). Nel 1990 realizza il cencio per il Palio del Cuoio di Ponte a Egola (Pi). Nel 1996 dona un’opera di grandi dimensioni, Non voglio salir sulle vette, alla Misericordia di San Miniato Basso. Dal 1999 l’opera Corrida fa parte della collezione del Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (Mn). Nel 2000 dipinge il ritratto di Nelson Mandela per la collezione I volti della pace nella cripta della Chiesa di San Domenico a San Miniato. Ancora nel 2000 dipinge il ritratto di Gostanza da Libbiano (la strega di San Miniato) in occasione della produzione cinematografica di Paolo Benvenuti. Nel 2001 Mario Mariani, suo primo mecenate, dona otto dipinti e numerose opere grafiche di Giannoni e altre opere di artisti locali, al Santuario della Madonna Madre dei bimbi di Cigoli (Pi), per la realizzazione di una Collezione di Arte Contemporanea. Nel 2003 partecipa, con il ritratto del cantante Piero Pelù, a una mostra collettiva dal titolo Artisti ritraggono Artisti al Caffè Storico Letterario delle Giubbe Rosse di Firenze. L’anno seguente dona la sua opera “Noli me tangere” al Senato della Repubblica Italiana a Roma e “Se questo è un bambino” al movimento Shalom di San Miniato. Nel 2005, insieme ad altri ventuno artisti toscani, partecipa ad progetto con il Comune di Pontedera, sostenendo un ciclo di incontri all’interno delle scuole, conclusosi con una mostra collettiva nel giugno dello stesso anno. Dal 2006 l’opera La Bomba fa parte del Museo M.A.G.I. di Pieve di Cento (Bo). Nel 2007 dona due opere (Profugo e Il clandestino) al Consiglio regionale della Toscana di Firenze e il dipinto “Il vestito rosso” alla Città di Lucca. Nel 2008, in occasione dell’inaugurazione dopo i lavori di restauro del palazzo comunale, dona due opere (La cicogna e La girandola) al Comune San Miniato. Nel 2009 realizza un dipinto dal titolo “Santa Chiara protettrice delle comunicazioni” per il Conservatorio di Santa Chiara in San Miniato. Tra le sue ultime mostre collettive ricordiamo: “Vedo Quadro – cento artisti nel formato 30x30” a Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno (Pi) e all’Accademia dei Ravvivati di Piombino (Li), nel 2009, “La ciliegia, frutto d’arte” al Castello dei Vicari di Lari (Pi) nel 2010, “Reality pop” alla Gestalt Gallery di Pietrasanta (Lu) nel 2011, e, nel 2012, “Questo è il mio fiume” a Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno (Pi). La sua ultima personale, nel 2012, “Cronache Acriliche” a Palazzo Grifoni di San Miniato. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero (Stati Uniti, Sud America, Unione Sovietica, Francia, Germania, Cina). Vive e lavora nella città natale. 22
OLTRE IL MURO acrilico su tavola - cm 40x60 - 2009 23
LORENZO LAZZERI Lorenzo Lazzeri nasce a Firenze nel 1956. Si diploma al Liceo Artistico nel 1975 e all’Accademia delle Belle Arti nel 1979. Si presenta al pubblico, quattro anni dopo, con la prima mostra. Da allora, molte sono state le esposizioni personali e collettive che lo hanno visto protagonista, convalidandolo fra le personalità più attive e valenti del panorama artistico fiorentino. Dal 1980 sposta la sua ricerca sul concettuale effimero realizzando installazioni in vari luoghi, con una netta prevalenza di immagini legate all’acqua e al mare. Proprio nel mare e nelle armonie concentriche, sinuose, imprendibili dei suoi abitatori ha così individuato il referente-base del proprio discorso pittorico e poetico, tornandovi a più riprese e, sempre, con soluzioni nuove e maggiormente approfondite. Dal 1990 ripercorre la strada della pittura rivisitando in modo personale tracce e suggestioni della pittura classica dei grandi maestri toscani del ‘400 ma anche di artisti dalla Pop Art fino all’arte povera e concettuale. Pittore schietto, sinceramente innamorato delle affascinanti visioni paesistiche nelle quali si immerge, Lorenzo Lazzeri ha eletto, fin da subito, la Natura quale soggetto privilegiato; nei suoi primi dipinti, dedicati per lo più al tema dell’acqua e del mare, si coglieva la netta volontà di voler penetrare fin dentro l’elemento naturale; coglierne il respiro, catturarne anche il più lieve ed impercettibile soffio vitale. Immagini che hanno in sé la forza della visione, sottratte dal pittore, si direbbe, da territori reconditi dell’immaginario, e restituite sulla tela con tutto l’incanto degli impasti della tavolozza; egli sente le forme come annunciatrici di energia, di movimento, ed il suo è tutto un gioco teso a recuperare il legame con la sostanza della figurazione, espressa attraverso un colore denso, pastoso, graduato in scale cromatiche essenziali, con tonalità di fondo fra l’ocra ed il grigio. Espone, tra l’altro, al Palazzo Pretorio di Certaldo (Fi), al Salone Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze e a Arte Fiera di Bari, Bologna e Milano. Importanti e degne di nota sono, solo per citare le ultime in ordine di tempo, la doppia personale con lo scultore Hermann Josef Runggaldier alla galleria Stefano Forni di Bologna, nel 2003 alla galleria Kore, Vicchio (Fi), al Centro Culturale La Bezuga di Firenze (2007), “026 Superbianco rapido” alla galleria Tornabuoni a Firenze nel 2008, nel 2009 “F65” Art&Design, Marina di Carrara (Ms), Terrazza de “Il Trillo” a Massa (2011), del 2012 ”Fresco d’autore” alla galleria Susanna Orlando di Forte dei Marmi (Lu), e recentemente (2014) “Bianco naturale” alla Galleria Orlando Arte di Roncadelle (Bs). Tra il 2009 e il 2010 tre importanti mostre collettive curate da Filippo Lotti: “Vedo Quadro – cento artisti nel formato 30x30” a Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno (Pi) e all’Accademia dei Ravvivati di Piombino (Li) e, al Castello dei Vicari di Lari (Pi), “Il Muro. Vent’anni dopo. Quasi come Dumas” e “La ciliegia, frutto d’arte”. Altre città che lo hanno visto partecipe ad iniziative sono Pisa, Verbania, La Spezia, Olbia, Verona, Umbertide, Biella e Roma. Hanno scritto di lui, tra gli altri: Elisa Gradi, Chiara Guidi, Domenico Montalto e Giandomenico Semeraro. Vive e lavora nella campagna fiorentina.
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1989 - 2009 BERLINO tecnica mista su tela - cm 50x50 - 2009 25
LUCA LUPI Luca Lupi nasce a Pontedera, in provincia di Pisa, nel 1970. Dopo aver terminato gli studi, entra nel mondo del lavoro ma contemporaneamente si iscrive a Firenze a corsi di fotografia, sua vera precoce passione. Giovanissimo frequenta con interesse lo studio fotografico di Mario Lupi. Nel 1995 consegue un attestato per la professione di fotografo presso l’Istituto Statale d’arte F. Russoli di Pisa. Inizia a dedicarsi completamente alla fotografia, al suo attivo ha una lunga carriera come fotografo professionista. Parallelamente all’attività professionale sviluppa una particolare sensibilità alla visione che lo porta a dedicarsi a progetti di ricerche personali. Ricerche accolte con successo nel recente Festival della Giovane fotografa europea Circulation(s) e che si è svolto a Parigi tra febbraio a marzo 2014. In questa occasione alcuni dei suoi Landscapes sono stati ingigantiti e posizionati all’interno di alcune delle stazioni della metro parigina. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero e a fiere d’arte nazionali ed internazionali. Tra le sue esposizioni ricordiamo: nel 2014 “Spazi”, Palazzo Corsini, Fucecchio (Firenze), a cura di Ilaria Mariotti; “Total Space | Spazio Totale Exhibition”, Sincresis D’A Space of Art Empoli (Firenze), a cura di Alessandra Scappini; “Essere & Mistero”, Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca); “Landscapes”, Anne Clergue Galerie, Arles, Francia; “Pae-Saggio”, Montevarchi (Arezzo), a cura di Carrese Marco, “Sit on it”, Inner room, Siena; “Landcapes”, Centquatre, Parigi. Nel 2013 “Lucca e le sue Mura”, Museo Nazionale di Villa Guinigi, Lucca, e “The Wall (archives) #8 – beyond the railway”, B.go Loreto/SP, Cremona, curata da Pietro Gaglianò. “Earthen Domes and Habitats”, Museo Palazzo Medici Riccardi, Firenze, 2012. Nel 2011 espone anche a Art Paris, Grand Palais, Parigi e a Tokio, Hatsuden, Kakian, a cura di Sanae Yasuda. Nel 2009, dopo la mostra “Percorsi paralleli” tenuta al Baluardo di San Regolo di Lucca, dona un’opera al Comune di Lucca per la ricorrenza dei 20 anni della caduta del Muro di Berlino. E, sullo stesso argomento, partecipa alla collettiva “Il Muro. Vent’anni dopo. Quasi come Dumas” al Castello dei Vicari di Lari, Pisa. Dello stesso anno le mostre “Earthen Domes and Habitats” al Nazional Museum of Aleppo, Siria e “Cina, il sentimento dello spazio” al Centro per l’Arte “Otello Cirri” di Pontedera. Dell’anno successivo le mostre “Earthen Domes and Habitats”, Museum of Byzantine Culture a Salonicco, Grecia e “A changing China”, Facoltà di Architettura di Firenze. “Intuizione e forma” a Palazzo Migliorati, sede dell’Accademia degli Euteleti di San Miniato, Pisa nel 2007; “Immagini da un cantiere”, Croce di Lucca, Napoli nel 2008. Tra i premi conseguiti ricordiamo: vincitore categoria talento emergente al LensCulture 2014; (IPA) International Photography Awards; menzione d’onore in Fine Art, categoria opera astratta; menzione speciale al “Premio Vittorio Alinari” 2010, “Artigianato d’arte in Toscana: la memoria, la materia, la tecnica, la mano” (Firenze); Hasselblad Open The International Photo contest “A Tribute to the Great Masters” per l’eccellenza creativa. Vive e lavora a Fucecchio (Firenze).
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Iscrizione: “Questo luogo fu, nel 1989, il primo a vedere la caduta di una porzione del Muro di Berlino”. (trad. Giulia Cavallo)
SENZA TITOLO, BERLINO 1989 - 2009 stampa ai pigmenti da unico negativo su forex - cm 100x66 (dittico) - 2009 27
GIONI DAVID PARRA Gioni David Parra pittore, scultore e scenografo è nato a San Giuliano Terme (Pi) nel 1962. Al termine degli anni ’80 intraprende un percorso artistico da autodidatta, misurandosi nel campo figurativo di astrazione con tecniche quali olio, acrilico, pastello, grafica e tecniche miste, sviluppando vari temi seriali di stampo espressionista esistenziale. Dopo anni di affinamento tecnico e tematico, ha da qualche tempo rinnovato e assestato il suo linguaggio pittorico sulla ricerca e pratica dell’iniziale in cui esprime una filosofia – si potrebbe dire – della ‘germinazione’. L’arte deve, nei suoi intenti, risvegliare visioni dell’originario, intercettare le forze nascoste e i conati delle cose prima del loro farsi ‘mondo’, espressione manifesta godibile o terrifica. Per questo il suo linguaggio è composito, arruola molte tecniche in una sola opera, si presenta pastoso e insistentemente materico. Modellare scultura con un tal linguaggio non è impresa da poco; ancor più difficile è poi mantenere fedeltà ai temi trasferendoli nella tridimensionalità. Parra ha dovuto semplificarlo, ricalibrarlo, il suo linguaggio, come anche ha dovuto pensare una matrice simbolica per continuare a dirci le cose che gli urgono. Ne è risultato un felice accordo tra la sua inquieta creatività e la trasformazione delle materie impiegate. Ci troviamo, così, di fronte a modellati di sorprendente elasticità e spesso “aperti” per dar voce a quelle forze possenti che continuano a premere sulla scorza appena solidificata dei suoi corpi primigeni. Parra ha un vero amore per la sperimentazione e per il lavoro preparatorio che rifluisce infine nelle sue opere, ma soprattutto, e gliel’hanno insegnata Nietzsche e i Greci, c’è la grande scontentezza per tutto ciò che s’attarda e indugia nella fissità senza superamento. Parra impegnato da sempre in una ricerca evolutiva parte proprio dal momento della fondazione universale, nell’estrema tensione di riprodurre la materia e le sonorità di essa che non percepiamo. Un registro alto, che dà la percezione della voce e del suono della Creazione. Sono stati gli ultimi lavori denominati Matterlight a convincere un pubblico sempre più vasto ad amare e collezionare la sua pittoscultura. Collaborando con gallerie prestigiose, diverse sue opere sono presenti in fondazioni museali e collezioni importanti italiane ed estere. Entro fine anno 2014 si appresta ad inaugurare una installazione monumentale pubblica a Valventosa di Seravezza (Lu). Presente e pubblicato in numerose fiere del panorama nazionale. Nel corso degli ultimi due anni ha intrapreso con successo l’esportazione del proprio lavoro in sedi private e museali estere, recentemente si ricordano Berlino, Bangkok, Mosca e New York. Tra le ultime esposizioni personali da segnalare: nel 2008 “Dalle ceneri” al Chiostro di S. Agostino di Pietrasanta (Lu) e “Aperture di sogni” alla Villa Medicea di Fauglia (Pi). L’anno seguente “Inversa-Kore”, Galleria E.D. Contemporanea, Pietrasanta (Lu), “ELE–menti a confronto” (nella sede milanese della stessa galleria) e, allo Show-room Indivenire di Monza, “Costellazioni”. Poi le mostre “Ulisse e la luce dell’ombra”, Lu-C.C.A. Museum (Lucca, 2011), “Orione come metafora”, Spazio Tadini (Milano, 2011), “Uscita di insicurezza”, Magazzini Lisabetta Salviati per l’arte (Migliarino, Pisa, 2012). Nel 2014 la bipersonale Guarneri-Parra alla Galleria LIBA di Pontedera (Pi), “deliberataMENTE donna” al GAMC di Viareggio (Lu) e “A secret chambre” ai Magazzini Lisabetta Salviati. Attualmente Parra vive e lavora a Lido di Camaiore (Lu). 28
NEW MOON FROM THE WALL tecnica mista su carta intelata - cm 80x120 - 2009 29
ALESSANDRO REGGIOLI Alessandro Reggioli nasce a Firenze nel 1971. Nel 1989 si diploma al Liceo Artistico e nel 1995 conclude gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua espressione artistica si articola tra la pittura ad olio, la stampa, l’incisione fino alla scultura. Reggioli ha intrapreso un percorso espositivo che lo ha condotto rapidamente a traguardi di prestigio. Comincia a esporre fin dai primi anni Novanta: nel ’95 ottiene già una personale in Germania (galleria Bortolotti, Dierdorf) e una a Firenze (galleria Tornabuoni). Allestisce personali a Roma (galleria Officina dell’Arte), Hong Kong (Galleria Via Masaccio), Pietrasanta (galleria Tornabuoni) e Fermignano (galleria La Piazzetta). Nel 2003 sue mostre vengono organizzate a Napoli (P&C); Roma (Officina dell’Arte); Firenze (Pananti); Milano (Palazzo delle Stelline). L’anno seguente la personale alla Pinacoteca Civica di Bondeno (Fe) dal titolo “Flystation 2”, nel 2005 alla galleria Pananti di Firenze. Tra le opere recenti una serie di “Heart Armours” (armature per il cuore) create a somiglianza di quelle usate dai cavalieri medievali: il cuore visto nella sua molteplicità di significati, non ultimo quello iconografico. Il cuore come organo, centro di energia, pompa della vita, scrigno, ridisegnato e riassemblato, creando una mitografia contemporanea, ma non immemore dei disegni e degli studi di Leonardo. Di questo ciclo le mostre da Pananti e all’Edigrafica, entrambe a Firenze, poi (2007) “Red-hot heart” al Palazzo Pretorio di Certaldo (Fi) e (2008) “Red-hot heart” nell’Area Archeologica e nella Sala Antiqurium Costantini di Fiesole (Fi). Sempre nel 2008 espone alla galleria d’Arte Nozzoli di Empoli (Fi) e poi alla galleria Tornabuoni di Firenze. Del 2009 la personale allo Studio 102 di Alessadria e, nel 2010, la personale “Senza cuore/Hearthless” alla Sala delle Colonne di Pontassieve (Fi). Tra il 2010 e il 2011 ha partecipato, con un’opera dedicata al cantante Pupo, alla mostra collettiva “50 pittori toscani per 50 cantanti toscani”; mostra itinerante per tutta la Toscana che lo ha visto esporre in dodici prestigiosi luoghi della regione. Ha partecipato alle più importanti fiere in Italia e all’estero, come Artissima (Torino), Arte Expo (Brescia), Arte (Padova), Internazionale Arte Contemporanea (Firenze), Arte Fiera (Bologna), Arte (Pordenone), Expo (Ancona), New York e Francoforte. Si sono occupati del suo lavoro, tra gli altri, Daniela Fontanazza, Pier Francesco Listri, Daniela Marcheschi, Flavia Maccelli, Carlo Pedretti e Vincenzo Mollica. Vive e lavora tra Firenze e la Francia.
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BERLINO 1961 - 1989 tecnica mista su tavola - cm 66x49.5x13.5 - 2009 31
MARCELLO SCARSELLI Marcello Scarselli nasce a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, nel 1953. Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico di Pontedera (Pi), frequenta corsi di disegno, di intaglio e successivamente il corso di incisione alla Scuola Internazionale di Grafica Il Bisonte a Firenze dove incontra Manuel Ortega che gli trasmette la passione per le tecniche incisorie come la collografia. Inizia la sua carriera artistica negli anni ’70 partecipando a numerose mostre collettive e intervenendo nell’animato dibattito estetico di quel periodo. Decisivo per la sua formazione l’incontro, l’amicizia e lo scambio culturale con numerosi artisti toscani come Paolo Grigò e Mario Madiai, e la conoscenza di artisti di fama internazionale quali Ennio Calabria e Giancarlo Ossola. Come rileva il critico Giuseppe Cordoni “gran parte della critica ha più volte già rimarcato la duttile complessità e l’eclettismo stilistico che alimenta la sintesi a cui il linguaggio di Scarselli a mano a mano perviene: espressionismo astratto ed informale, gestualità segnica e onirismo infantile”. Dino Carlesi poeta e critico riportava invece “un notevole senso grafico sta dando nuovo vigore all’opera generale di Scarselli: ogni segno vive di una propria libertà illimitata, occupa a suo modo il foglio per significare quasi il nulla dell’esistere, tracce grigie verticali accompagnate da cerchi, piani paralleli interrotti da geroglifici quasi figurali, aquiloni lune e scale e teste, figure che si nascondono dietro striature evanescenti: ma più che i significati specifici, tutti sottintendono una urgenza di narrazione come il segno lirico divenisse parola e simbolo”. La sua professione di pittore si consolida negli anni sia attraverso una costante attività espositiva sia in Italia che all’estero (Austria, Belgio, Germania, Francia, Svizzera), con antologiche personali d’ampio respiro, come ad esempio quella di Parigi presso la “Maison d’Italie” (Cité Universitarie), alla Foire de Nice invitato dalla Camera di Commercio Italiana in Francia. Nel 2009 partecipa alla fiera internazionale di Nizza (Francia) al Palazzo delle Esposizioni “Nice Expo”. Nel 2011 è stato selezionato dalla critica inglese per una esposizione internazionale alla Galleria Royal Opera Arcade Pall Mall a Londra. Una sua opera fa parte della nuova Pinacoteca di arte contemporanea de Il Ciocco a Barga (Lu). Sue opere sono state anche oggetto di ambientazioni per set fotografici pubblicitari come il catalogo commerciale “Dream design” (2006) del gruppo Del Tongo/Delta e del catalogo Soggetto-Oggetto Art (2012). È presente nel catalogo dell’Enciclopedia d’arte Italiana edizione 2011 e 2012. Nel 2012 Scarselli è uno degli artisti protagonisti nella mostra fotografica di Rita A. Dollmann “Lo spazio e l’artista”: atto finale del reportage realizzato negli studi d’arte e allestita nei percorsi esterni del Castello Ginori di Querceto a Montecatini Val di Cecina (Pi). Nel 2013 la grande mostra itinerante “Humanitas Machinæ (il lavoro dipinto)” curata da Giuseppe Cordoni e Filippo Lotti, con tappe a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, Palazzo Mediceo di Seravezza (Lu) e al Museo Piaggio di Pontedera (Pi). Del 2014 la personale “Il lavoro dipinto” a Ponte de Sor (Portogallo) organizzata dal Centrum Sete Sois Sete Luas di Pontedera. Numerosi suoi lavori figurano in collezioni pubbliche e private, sia italiane che straniere. Vive e lavora a Bientina, in provincia di Pisa. 32
RICORDANDO IL MURO tecnica mista su tela - cm 50x155 - 2009 33
LEOPOLDO TERRENI Leopoldo Terreni nasce nel 1951 a Terricciola, in provincia di Pisa. Frequenta la scuola d’arte ma lascia gli studi precocemente, insofferente a qualsivoglia disciplina. Nel ‘68 decide di fare la conoscenza con i grandi artisti del passato, parte per Parigi e poi soggiorna per un breve periodo in Liguria. Tornato a casa, conosce e frequenta il pittore Pier Orlando Martini, bravissimo con la spatola e la decorazione murale. Terreni abbandona l’esperienza postmacchiaiola ed iperrealista, è il periodo dei quadri surreali. Dipinge, viaggia, disegna, visita gallerie, musei d’arte moderna, biennali. Intanto nei primi anni ottanta la sua pittura si trasforma, nasce Pirotalco, il personaggio puntuto che ancora oggi caratterizza tutto il suo lavoro. Dal 1977 propone mostre personali e partecipa a collettive. Tra queste si segnalano: l’esposizione presso la Sala Comunale di Montopoli Valdarno (Pi) nel 1985, quella all’atelier Lochner di Amburgo nel 1989, a Palazzo Lanfranchi di Pisa nel 1990, alla galleria De Florio di Roma nel 1993, presso la Brockmann Galerie di Dusseldorf nel 1996 e, sempre a Dusseldorf, Terreni espone al Doris Atelier nel 1997. Nel 2000 l’artista è in mostra al Salon de Arte de la Casa Amarilla a Santa Cruz De Tenerife (Spagna). Del 2007 è l’antologica alla Galleria Giraldi di Livorno. Tra le sue ultime mostre ricordiamo: 2008 collettiva “Perché io no?”, Villa Valdisonzi, Crespina (Pi); 2009 collettiva “Mille artisti a palazzo”, Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno (Mi); 2009 collettiva “VedoQuadro”, Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pi) e all’Accademia dei Ravvivati di Piombino (Li); 2009 personale “La certezza del dubbio – percorso artistico 1997/2009”, Torre degli Upezzinghi, Calcinaia (Pi); 2009 personale “La consapevolezza dell’ambiguità”, Castello dei Vicari, Lari (Pi); collettiva 2009 “Incontri”, Camuglianonumerodieci, Ponsacco (Pi); 2009 collettiva “Il Muro, vent’anni dopo. Quasi come Dumas”, Castello dei Vicari, Lari (Pi); 2010 collettiva “La ciliegia, frutto d’arte”, Castello dei Vicari, Lari (Pi); 2011 personale “Trenta dipinti trenta”, Saletta di via Valtriani, Pontedera; 2012 collettiva “Questo è il mio fiume”, Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pi). Tra 2010 e 2011 è uno dei protagonisti della mostra collettiva itinerante “50 pittori toscani per 50 cantanti toscani” in 12 location della Toscana. Nel 2013 la personale al Centro per l’Arte Otello Cirri di Pontedera (Pi) dal titolo “La certezza del dubbio”; nel catalogo che accompagna la mostra testi di Pier Luigi Macchioni Gotti e di Stefano Busellato. Durante l’esposizione viene presentato il cortometraggio di Tommaso Cavallini sulla vita dell’artista, pellicola il cui titolo, ispirato al colore delle sue tele, è “Blu come intorno alle stelle”. Franz Arrighini, Nicola Belcari, Carl Joseph Brockmann, Francesca Barberi, Massimo Carboni, Dino Carlesi, Pier Marco De Santi, Gianni Di Giovanni, Anna Iozzino, Dietmar Lochner, Giovanni Lombardi, Filippo Lotti, Alberto Mugnaini, Africano Paffi, Nicola Nuti, Carlo Rossi e Pier Marco De Santi, sono alcuni degli autori che hanno scritto del suo lavoro. Vive e lavora nella sua città natale.
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OLTRE IL MURO tecnica mista su tela - cm 60x120 - 2009 35
SAndro TORRE Sandro Torre nasce nel 1977 a Fucecchio (Firenze). Frequenta le scuole dell’obbligo e prosegue gli studi al Liceo scientifico “Virgilio” di Fucecchio. Successivamente si iscrive al corso di laurea triennale di Tecnico Sanitario di Radiologia Medica presso la facoltà di medicina dell’Università di Firenze. In seguito entra a lavorare presso l’unità radiologica di Empoli (Fi). Si avvicina alla fotografia grazie ad una macchina fotografica reflex analogica del padre, strumento che inizia ad utilizzare realizzando scatti molto particolari, immortalando mostre e luoghi d’arte. Negli anni Sandro Torre ha la possibilità di recarsi in diverse città europee portando con sé la sua macchina fotografica - a questo punto diventata digitale - con la quale scatta centinaia di foto. Oltre che allo scatto in sé si appassiona al “photoediting”, ed è con l’aiuto di software e programmi specifici che riesce a fornire agli scatti un’anima propria, mescolando bianco e nero a colore e a luci inusuali. Nel 2008 la passione per la fotografia e gli innumerevoli scatti lo portano a editare un piccolo libro di tiratura limitatissima dal titolo “Attimi”, che contiene le più significative foto dei suoi viaggi. Ha partecipato ad alcuni concorsi fotografici tra cui “Curiamoci con un sorriso”, organizzato dal circolo dei dipendenti dell’Ausl 11 di Empoli. Ultimamente collabora in maniera saltuaria con uno studio di grafica e pubblicità. Vive e lavora a Santa Croce sull’Arno (Pi).
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L’ANIMA DEL MURO foto scattata con macchina digitale nikon coolpix - photoediting con photoshop cs3 / supporto e stampa su pvc - cm 15x40 - 2006 37
finito di stampare nel mese di ottobre 2014 da ERVIN EDITING S.R.L. ROMA