ICARO PRODUZIONI snc presenta
un film di
Alberto Ferrari soggetto e sceneggiatura ALBERTO FERRARI – LUIGI LUNARI attori principali GIANMARCO PIACENTINI – ALESSANDRA CASELLA – FRANCESCA GIOVANNETTI
www.icarofilm.fr.fm Distribuzione Italiana ISTITUTO LUCE www.luce.it
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CAST ARTISTICO
GIANMARCO PIACENTINI
Maurizio Della Morte
ALESSANDRA CASELLA
Radegonda Salmoiraghi
FRANCESCA GIOVANNETTI
Almerinda Ruglia
CAST TECNICO REGIA
Alberto Ferrari
SOGGETTO
Luigi Lunari
SCENEGGIATURA
Luigi Lunari Alberto Ferrari
FOTOGRAFIA
Claudio Meloni
MUSICHE ORIGINALI
Alessandro Boriani
SCENOGRAFIE
Simona Garotta
COSTUMI
Patrizia Ciairano
MONTAGGIO
Ilaria Fraioli
PRODUZIONE
Giovanni Saulini ICARO Produzioni s.n.c. Via Druento, 294 Venaria Reale (To) Tel.011-4240652/4241881 Fax.011-4240678
UFFICIO STAMPA
ISTITUTO LUCE Patrizia De Cesari Tel.06-72992274 Fax.06-7222493
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SINOSSI Torino, una bella giornata di mezza estate del 1938: Nella penombra del suo studio, un uomo sui sessant’anni ridotto su una sedia a rotelle e mutilato della mano destra, comincia a scrivere le sue memorie: la “vita di un imbecille” che ha assassinato la propria moglie . Nel 1914 a Napoli il giovane capitano di cavalleria Maurizio Della Morte, durante gli ultimi bagliori della belle époque, intrattiene una relazione con donna Almerinda, giovane e bella sposa di un anziano consigliere di Cassazione, Francesco Ruglia. All’intensa passione di Maurizio corrisponde l’altrettanta intensa passione di Almerinda, intralciata però da un ingombrante senso di colpa: il fatto di essere sposata – oltretutto con un uomo di disarmante bontà – e di essere madre di una bambina la conduce di continuo sull’orlo dell’ “irrevocabile” decisione di interrompere questa relazione adulterina, ma i buoni intenti sono immancabilmente “revocati” dall’esplodere dei sensi. La situazione viene sbloccata dall’arrivo in casa Ruglia di alcuni ospiti milanesi: il banchiere Babila Salmoiraghi con la bella consorte Radegonda e la loro figlioletta. Venuta a conoscenza del tarlo che rode la coscienza di Almerinda, Radegonda, in nome di una moralità integra ed assoluta, la convince ad abbandonare il suo capitano: lei stessa si farà portavoce di questa decisione presso Maurizio – il quale, restituite le lettere di Almerinda, non accetterà di riprendersi le proprie (dalla lettura delle quali e dallo spettacolo della disperazione di Maurizio, Radegonda comincerà a sospettare della correttezza dei suoi consigli all’amica). La guerra, per un giovane uomo sconvolto da una pena d’amore, appare una formidabile soluzione: cercando di perdere la vita sul campo di battaglia, Maurizio non riesce che ad essere ferito - non prima però di avere ottenuto una medaglia al valor militare. Dal fronte dell’Isonzo, Maurizio viene trasportato in un ospedale di Milano dove rincontra Radegonda, che presta servizio come crocerossina volontaria: la sua prima reazione è quella di una fantasia omicida nei confronti della donna causa della fine della sua storia d’amore con Almerinda. L’assidua premura con cui Radegonda lo avvolge nella degenza, riesce tuttavia a far breccia nel fastidio risentito di Maurizio: rimasti soli dopo un pranzo a casa Salmoiraghi, il nostro capitano approfitta della disponibilità sessuale della donna. Nonostante i tentativi di liberarsi di questa donna ormai completamente innamorata e dedita a lui, Maurizio si troverà a Torino, dove è stato trasferito
dal suo colonnello (fratello del marito di Radegonda), a convivere con lei – intanto continuano le sue fantasie omicide. Intrappolato da una sorta di sentimento di riconoscenza e dall’assoluta incapacità di condurre il proprio destino, Maurizio sfoga la propria insoddisfazione per questo rapporto “forzato” conducendo una vita alquanto dissoluta: donne, carte, cavalli, feste sono la routine quotidiana – intanto Radegonda sopporta tutto segregata in casa. Questo ménage non propriamente idilliaco viene improvvisamente sconvolto dalla quasi uccisione di Maurizio in un duello (per un ambiguo senso dell’onore, aveva sfidato un marchese, compagno di gaudenti scorribande, reo di avere fatto una “proposta indecente” nei riguardi di Radegonda). Fu in quel momento, racconta l’ormai sessantenne Maurizio (siamo di nuovo nel 1938), che trovò le forze per uccidere quella donna che l’aveva legato a lui contro la sua volontà. Un rumore interrompe il resoconto autobiografico del vecchio, che ripone di tutta fretta penna e quaderni nello stipo di una ribalta del suo scrittoio: dalla porta entra una Radegonda invecchiata assai meglio del marito, seguita dal loro figlio diciottenne che si esibisce nel canto di una romanza del Tosti, la “specialità” del giovane capitano Maurizio Della Morte.
Appunti di regia La sceneggiatura di “TRA DUE DONNE” rappresenta per me il passaggio più naturale tra il teatro e il cinema. La parola infatti qui è ancora importante, vitale e necessaria. Le immagini sono composte da piani sequenza, da campi lunghi ,da carrelli che indugiano e descrivono, tutti segni appartenenti al mio percorso teatrale. Percorso che era destinato a mutare e a divenire cinematografico. Il montaggio rappresenta il ponte, il varco, il contatto tra i due linguaggi. Un montaggio a tratti rarefatto, poi improvvisamente rutilante ed ellittico, un montaggio del nostro tempo e non del tempo della storia narrata. Il montaggio come unica possibile attualizzazione della vicenda. Una storia dove l’atmosfera è pervasa da una leggera malinconia cecoviana. Ambienti grandi apparentemente freddi, costumi dai colori tenui, mai violenti. Una storia popolata da uomini e donne estramamente moderni. Il romanzo di Vittorio Imbriani "Dio ne scampi dagli Orsenigo" è un meraviglioso affresco dell'Italia dell'ottocento, pungente radiografia di un periodo storico narrato da Imbriani con una prosa che difficilmente le immagini riuscirebbero a restituire. La strada che abbiamo scelto per la sceneggiatura é stata spostare l'azione leggermente più vicino a noi, alla fine della "belle epoque", ma non così vicino da farle perdere il fascino e banalizzarla, e concentrare l'azione su Maurizio e sulla sua incapacità di vivere, sulla ineluttabile sconfitta che la vita gli riserva in tutte le sue piccole o grandi aspirazioni. Sull’ odio per quella vita che lo condanna a vivere con una donna che non ama, sognandone un'altra che ha lasciato lo lasciasse e sulla inconsapevole ma disperata voglia di vivere. Contraddizione questa che rende ancora più terribile la sua esistenza. Tutti i personaggi subiscono loro malgrado una sconfitta più o meno difficile da sopportare. Radegonda e il suo disperato tentativo di farsi amare da Maurizio inseguendo un egoismo e una rinuncia a vivere all'ombra di un amore che l'annienta. Una donna intelligente, affascinante colta. Estremamente moderna, una donna che non esita a lasciare marito e figlia e seguire o inseguire Maurizio. Una donna che urla tutto il suo disperato manifesto d'amore in una frase:”quell'uomo un giorno sarà mio, non importa quando, ma sarà mio…io lo amo”. E’ tutta la sua disperata e banale giustificazione alla vita di sofferenze e umiliazione che dovrà passare. Almerinda é un personaggio intrigante e per certi aspetti inquietante perché apparentemente più normale. E' innamorata di Maurizio ma é legata profondamente e con sincero affetto a suo marito il vecchio Ruglia. E' una donna molto determinata, decisa, meno moderna di Radegonda, una donna legata più alle tradizioni e alle convenzioni: una donna razionale. Quello che sente non è importante.
Come dirà Radegonda a Maurizio: “ Forse non era nata per vivere una passione così intensa, era solo la destinataria della passione contenuta nelle lettere”. Una storia dove l’amore è solo il pretesto per raccontare il disagio, l’incapacità di comunicare, l’egoismo che mette alle corde i personaggi e li fa precipitare in una solitudine logorante propria degli uomini di allora, come del nostro tempo. Alberto Ferrari
soggetto e sceneggiatura LUIGI LUNARI
Luigi Lunari è nato a Milano nel 1934. Per vent’anni drammaturgo al Piccolo Teatro di Milano, si è occupato di teatro con grande versatilità dedicandosi alla critica, alla saggistica, alla scrittura drammatica. Ha curato l’opera completa di Molière e ha tradotto diversi lavori di commediografi inglesi e americani, da Shakespeare a Neil Simon E’ autore di molte commedie di successo tra le quali Il senatore Fox, La bella e la bestia e Tre sull’altalena. Quest’ultima commedia, dopo l’esordio al Festival di Avignone (1994) è diventata un grande successo in tutta Europa: tradotta in 11 lingue è stata prodotta a Parigi, Lisbona, Praga, Bruxelles, Stoccolma.
regia e sceneggiatura ALBERTO FERRARI
Alberto Ferrari è nato a Milano nel 1962. La sua carriera artistica inizia al Piccolo Teatro di Milano dove lavora come assistente alla regia in diversi spettacoli (Intermezzo, regia di Carlo Battistoni; Der Jasager di B. Brecht, regia di Lamberto Puggelli in coproduzione con il Teatro La Scala; L’arca di Noè di B. Britten regia di Enrico D’Amato in coproduzione con il Teatro La Scala). Come aiuto regista è impegnato nel Peer Gynt di Ibsen (regia di Franco Branciaroli, Teatro di Porta Romana); in Le donne saccenti di Mòliere (regia di Lamberto Puggelli, al Teatro Nazionale); in La bella e la bestia di Luigi Lunari (regia di Lamberto Puggelli). Dal 1987 al 1996 insegna recitazione e storia del teatro al Centro Teatro Attivo di Milano, e nel 1994 fonda Teatro Libero di cui è direttore artistico sino al 1997. Cura la regia di molti spettacoli tra i quali: L’uomo che incontrò se stesso di L. Lunari con Franco Oppini (1995), Non si sa come di L. Pirandello con Beatrice Palme (1995), Aids Momenti di H. Firstein con Gigi Rosatelli, Orietta Notari (1995), Camille Claudel di A. Ferrari con E. Ratti, Caligola di A. Camus con P. Marchese, Tre papà per una bimba di A. Ferrari con Corrado Tedeschi, Ruggero Cara, Fabio Bonini (1993), Costituzione di un capitale di base di G. Turano con Salvatore Landolina, Milva Marigliano (1° Premio Riccione Ater 1991), Scherzi in atto da A. Cechov con Veronica Pivetti, Gianni Mantesi, Sergio Romano (1990), Antigone di J. Anouilh con Fabio Bonini(1989). Dal 1990 al 2000 collabora con Telelombardia come Art director dell’emittente. E’ autore e regista di diversi format televisivi (Pub, Testimoni, Strano, Domani si gioca, Sulla strada, Cronaca vera?) e di vari spot pubblicitari (Pagine Gialle, Inter F. C., Il Giorno, Hulsport) Dal 2000 lavora come regista all’Aran Endemol Ha in progetto due nuovi film: “casa sul mare”, “il Testimone della Follia” e uno spettacolo teatrale al teatro Ciak.
Almerinda Ruglia FRANCESCA GIOVANNETTI Francesca Giovannetti è nata a Cantù il 20 novembre del 1973. Ha studiato recitazione a Milano con Nicoletta Ramorino, Narcisa Bonati, Milena Hirsch. Tra le sue esperienze teatrali ci sono: La casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca, regia di Milena Hirsch (1991); Il diabolico esperimento di Lady Frankenstein di A. Meazza e M. Clericetti, regia di A. Meazza (1993); Jimmy Dean, Jimmy Dean di Ed Graczyck, regia di Alberto Ferrari (1994); Non si sa come di Luigi Pirandello, regia di A. Ferrari (1° premio al Festival di Terni, 1995). Nella fiction ha interpretato il ruolo di Clara nello sceneggiato Rai di Vincenzo Verdecchi In nome della famiglia e il ruolo di Francesca nella sit com Mediaset “Don Luca”. E’ la protagonista del film La Maestra di Muzzano di Vittorio Barino con Riccardo Cucciolla e del cortometraggio di Luisa Borelli Di notte due anime. Ha girato il videoclip di Laura Pausini Gente. Numerose sono le partecipazioni a spot e campagne pubblicitarie/fotografiche: Mulino Bianco, Mondadori, Galbusera, Ferrovie dello Stato. Per l’emittente Telelombardia ha condotto Tl Zapping, Orario continuato, Domani si gioca. Ha lavorato con Paolo Hendel nel programma RAI “Rido” ed è stata protagonista di “Casa Odeon” striscia quotidiana di Odeon tv.
Maurizio Della Morte GIANMARCO PIACENTINI Gianmarco Piacentini è nato a Milano. Dopo un’esperienza di successo come cantante, si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha frequentato il corso di recitazione del Stella Adler Institute di Los Angeles. In teatro, Off Brodway, è stato diretto da J. Miller in Te e simpatia di R. Anderson. Rientrato in Italia ha perfezionato la preparazione teatrale con corsi di doppiaggio, dizione, recitazione presso il Centro Teatro Attivo di Milano. Tra le sue esperienze teatrali ci sono: Il visionario di D. Von Shiller, regia di H. Tameri; I Cavernicoli di W. Sarrovan, regia di N. Ramorino; Amleto di Shakespeare, regia G. Mantesi; Non si sa come di L. Pirandello, regia di A. Ferrari. Per il cinema e la Tv ha partecipato a pellicole italiane e straniere: Lonely hearts, regia A. Davidson (ABC); The Justice Game, regia M. Armstrong (BBC); Una fredda mattina di maggio con Sergio Castellito; Vita coi figli con G. Giannini e M. Bellucci, regia di Dino Risi (Canale 5); Occhio di falco con Gene Gnocchi, regia di V. De Sisti (Rai 1); Cucciolo con M. Boldi e C. Köll.
Radegonda Salmoiraghi ALESSANDRA CASELLA Dopo gli anni di preparazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano diretta da Ernesto Calindri e all’Actors’ Studio di New York sotto la guida di Lee Strasberg, Alessandra Casella si è dedicata al teatro, al cinema e alla televisione. Tra le sue esperienze teatrali ci sono produzioni italiane e straniere: a New York Hollywood and Highland, regia di Ted Bourne e The Girl on the via Flaminia di A. Hayes, regia di E. Aiken; Sei personaggi in cerca d’autore di L. Pirandello, regia di G. Patroni Griffi; Il settimo sigillo di I. Bergman, regia di Arnoldo Foà; Che s’adda fa’ pe’ campa’ di Casella-Magrin-Viviani, regia di Alessandra Casella; Gran Caffè Italia di S. Benni, regia di Michele Mirabella; Fred - un Musical di Terzoli-Simonetta, regia di Gino Landi. Nel cinema sono famosi i suoi ruoli brillanti: Le Finte bionde di Carlo Vanzina e Le comiche di Neri Parenti. Ricordiamo la sua partecipazione alla pellicola di Davide Ferrario Tutti giù per terra e al lungometraggio di Furio Angiolella Tra noi due tutto è finito. Ha interpretato Silvia, la protagonista del film Anna Carlucci Torta di mele. Tra i film per la televisione citiamo: A home in Rome, regia di Bruno Cortini (Raiuno); Colletti Bianchi, regia di Bruno Cortini (Italia uno); Un figlio a metà di G. Capitani (Rai); Pazza Famiglia, regia di Enrico Montasano (Raiuno); Gli uomini sono tutti uguali, regia di Alessandro Capone (Italia 1); Indiscretion of an american wife girato in inglese per la Abc-Usa, regia di George Katsenberg. Lunga la sua esperienza televisiva: ha condotto la fortunata trasmissione di Italia 1 A tutto volume, l’edizione del 1994 della Domenica Sportiva, e ancora Seconda serata su Raiuno. Ha partecipato a molti varietà di successo dalla Tv delle Ragazze (Raitre) al G.B. Show (Rai Uno).