I disturbi del Linguaggio
ARGOMENTI :
I) Definizione di linguaggio e di afasia II) Modelli classici per la spiegazione delle afasie III) Modelli di interpretazione psicolinguistica delle afasie IV) Valutazione neuropsicologica del linguaggio
DEFINIZIONE DI LINGUAGGIO
Il linguaggio è la capacità di comunicare mediante la produzione e la comprensione di messaggi verbali (orali o scritti), costituiti da singole parole o da frasi.
IL LINGUAGGIO E’ LA PIU’ COMPLESSA FUNZIONE COGNITIVA In un testo base di studio della neuropsicologia (Manuale di Neuropsicologia, 2a edizione, casa editrice da Zanichelli), spazio maggiore è dato allo studio del linguaggio e dei suoi disturbi. Parte 1 (aspetti generali):……………………………….184pg (16%) Parte 2 (disturbi del linguaggio):……………………….239pg (21%) Parte 3 (disturbi della memoria):……………………….71pg (6%) Parte 4 (disturbi del riconoscimento):…………………..59pg (5%) Parte 5 (disturbi del movimento):……………………….51pg (4%) Parte 6 (disturbi spaziali):………………………………67pg (6%) Parte 7 (dist. calcolo, emozioni, sd da disconnessione):..123pg (11%) Parte 8 (disturbi dell’attenzione):………………………. 91pg (8%) Parte 9 (demenze): …………………………………….. 217pg (19%) Parte 10 (riabilitazione cognitiva): …………………….. 57pg (4%) Total pagine= 1159pg
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IL LINGUAGGIO AL VERTICE DELLE FUNZIONI COGNITIVE
IL LINGUAGGIO E’ LA FUNZIONE COGNITIVA PIU’ EVOLUTA
IL LINGUAGGIO E’ LA PIU’ EVOLUTA FUNZIONE COGNITIVA UMANA
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IL LINGUAGGIO E’ LA PIU’ EVOLUTA FUNZIONE DELLA COSCIENZA
TIPI DI LINGUAGGIO LINGUAGGIO PARLATO Le parole prodotte con il linguaggio parlato sono costituite ciascuna da unità elementari, dette fonemi, che corrispondono ai singoli suoni di cui è composta la parola. Ad esempio, per pronunciare la parola "casa", occorre pronunciare nella giusta sequenza i quattro fonemi da cui la parola "casa" è composta, ovvero i singoli suoni corrispondenti alle lettere "c", "a", "s", "a". . LINGUAGGIO SCRITTO Le parole scritte sono costituite ciascuna da unità elementari, dette grafemi, che corrispondono alle singole lettere dell'alfabeto da cui è composta la parola. Ad esempio, per scrivere la parola "casa", occorre scrivere nella giusta sequenza i quattro grafemi che da cui la parola scritta "casa" è composta, corrispondenti alle lettere "c", "a", "s", "a".
COMPONENTI DEL LINGUAGGIO PARLATO (linguaggio basato sui suoni) • Fonemi: suoni individuali la cui concatenazione, in un ordine particolare, produce i morfemi. • Morfemi: la più piccola unità significativa di una parola, la cui combinazione crea parole. • Lessico: raccolta delle parole all’interno del linguaggio; all’interno del lessico sono incluse tutte le informazioni con ramificazioni morfologiche e sintattiche, ma non sono incluse le conoscenze concettuali. Nel lessico sono compresi: • Parole appartenenti a classe chiusa= funtori o parole funzione come articoli, congiunzioni, preposizioni, etc. • Parole appartenenti a classe aperta= nomi, verbi ed aggettivi • Sintassi: combinazione di parole all’interno di frasi (chiamata comunemente grammatica) (Sintagmi: frasi costruite). • Semantica: significati che corrispondono a tutti gli items lessicali ed a tutte le frasi possibili. • Prosodia: intonazione vocale che può modificare il significato letterale di parole e frasi. • Discorso: connessione da frasi a costituire una narrazione.
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IL LINGUAGGIO SCRITTO E’ PIU’ EVOLUTO DEL LINGUAGGIO ORALE
PROCESSI DI ELABORAZIONE DEL LINGUAGGIO MECCANISMI PERIFERICI Meccanismi che hanno luogo al di fuori del cervello. Ad esempio nella fonazione, la fuoriuscita di aria dalle vie respiratorie, mette in vibrazione le corde vocali che emettono delle onde sonore (suoni). Nella articolazione del linguaggio i suoni così emessi vengono a essere modificati durante il passaggio attraverso i muscoli del faringe, palato, lingua e labbra.
MECCANISMI CENTRALI Meccanismi che hanno luogo ad opera cioè di strutture cerebrali specializzate nel linguaggio cioè nella produzione dei messaggi verbali. I processi centrali comprendono la seriazione fonemica, struttura semantica, struttura lessicale, struttura sintattica, struttura grammaticale.
MECCANISMI CENTRALI DI ELABORAZIONE DEL LINGUAGGIO • Seriazione fonemica: meccanismo che consente di selezionare ed assemblare nella giusta sequenza i fonemi. Ad esempio, quando si ripete mentalmente la parola "casa", senza tuttavia realmente emettere alcun suono, è necessario comunque selezionare ed assemblare nella giusta sequenza i quattro fonemi che la compongono corrispondenti alle lettere "c", "a", "s", "a". • Struttura lessicale: insieme delle parole della lingua. • Struttura grammaticale: regole che presiedono alla correttezza di una lingua scritta o parlata. • Struttura sintattica: parte della grammatica che riguarda le relazioni che le parole hanno fra di loro all’interno della frase. • Struttura semantica: ramo della linguistica che si occupa delle strutture del significato.
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LINGUAGGIO E DOMINANZA EMISFERICA
L’emisfero cerebrale specializzato per le funzioni linguistiche viene definito emisfero dominante per il linguaggio L'emisfero cerebrale non dominante per il linguaggio ha comunque alcune capacità linguistiche: può avere, infatti, una capacità (sia pur limitata) di comprensione del linguaggio (soprattutto, può essere in grado di comprendere singole parole), avendo invece capacità scarsissime di produzione del linguaggio.
COME DEFINIRE L’EMISFERO DOMINANTE NEI SOGGETTI NORMALI METODI NON INVASIVI Tests neuropsicologici (test di Piaget) Potenziali evocati cognitivi Risonanza magnetica funzionale (fRMN) METODI INVASIVI Test all’amytal (test di Wada) Stimolazione elettrica corticale NEI SOGGETTI CON AFASIA Emisfero in cui è presente cerebrolesione (TC, RMN) Emisfero in cui è presente deficit funzionale (EEG, SPECT, PET)
STUDI SPECT Immagini di un individuo in cui è stato fatto ascoltare un testo per l’apprendimento di una nuova lingua. Mentre sono state acquisite queste immagini il soggetto stava ancora facendo pratica con il test. Le più alte attività cerebrali sono mostrate nel lobo temporale, responsabile per la percezione di quanto udito e nelle e nella corteccia prefrontale interessata nel capire il linguaggio. .
Qui lo stesso individuo ha appreso il test del linguaggio. Si può vedere facilmente la mappa colorata secondo cui due differenti regioni del cervello sono attivate in ciascuna condizione. In figura l’attività è concentrata nell’aria primaria motoria.
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STUDI fRMN Questa immagine di fRMN, elaborata per ottenere un effetto 3D, mostra che quali regioni cerebrali si attivano in un compito di memoria. Questo tipo di studio è stato utilizzato per la comprensione della “working memory”e nello studio delle amnesie.
Questa immagine mostra che la corteccia visiva primaria (nel lobo occipitale) si attiva mentre il soggetto, che si trova all’interno di uno scanner MRI, guarda un pattern rotante. Come nel caso precedente si vedono quelle che sono le aree attivate durante la lettura di sentenze sgrammaticate.
DEFINIZIONE DI SINDROME AFASICA Le afasie (dette anche sindromi afasiche) sono dei disturbi della comunicazione verbale (cioè del linguaggio) conseguenti a lesioni cerebrali acquisite. Elementi necessari a caratterizzare il disturbo afasico sono i seguenti: 1) l’afasia è secondaria ad una lesione cerebrale; 2) responsabile dell’afasia è una lesione cerebrale acquisita; 2) l’afasia è un disturbo della comunicazione verbale; 4) l’afasia è un disturbo di una o più componenti del processo di produzione o comprensione dei messaggi verbali
1. L’AFASIA È SECONDARIA AD UNA LESIONE CEREBRALE
97%
Nei soggetti destrimani la lesione è focale, interessa una o più regioni dell’emisfero sinistro; le aree più frequentemente colpite sono le regioni perisilviane (aree del linguaggio), la lesione non è diffusa (i disturbi linguistici presenti nei pazienti dementi in cui vi è una sofferenza cerebrale diffusa non vanno confusi con l’afasia). 70% 30%
Nei soggetti mancini ed ambidestri la lesione interessa nel 70% dei casi l’emisfero sinistro e nel 30% dei casi l’emisfero destro. Quindi anche nel 70% dei mancini l’emisfero dominante per il linguaggio è lo stesso il sinistro. Gli studi sperimentali che utilizzano amytal sodico hanno confermato questo dato.
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PERCHE’ L’EMISFERO SINISTRO IN GENERE E’ SPECIALIZZATO PER IL LINGUAGGIO
2a. RESPONSABILE DELL’AFASIA E’ UNA LESIONE CEREBRALE ACQUISITA Le afasie sono disturbi del linguaggio che insorgono dopo la nascita ed, in particolare, dopo lo sviluppo delle capacità linguistiche che si realizza durante l'età evolutiva (infanzia). L’afasia si verifica in persone che avevano acquisito delle competenze linguistiche adeguate a loro età, loro ambiente socio-culturale e che utilizzavano il linguaggio correttamente. L’afasia è dovuta a lesioni acquisite come: - lesioni traumatiche, - lesioni vascolari, (che determinano un disturbo del linguaggio ad esordio brusco) - lesioni tumorali (neoplasie), - lesioni degenerative (che determinano un disturbo del linguaggio ad esordio lento, come ad esempio nel caso dell’afasia primaria progressiva)
2b. RESPONSABILE DELL’AFASIA NON E’ UNA LESIONE CEREBRALE CONGENITA I disturbi del linguaggio che conseguono a lesioni cerebrali insorte prima della nascita, alla nascita, nel periodo post-natale durante il periodo di sviluppo delle capacità linguistiche del bambino non sono di tipo afasico.
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3a. L’AFASIA È UN DISTURBO DELLA COMUNICAZIONE VERBALE
L’afasia è caratterizzata per una compromissione solo della componente linguistica della comunicazione. La comunicazione verbale nell’afasico è distorta (presenza ad es. di circonlocuzioni, parafasie) ma non è impedita (il paziente usa parafasie, ma spesso si autocorrregge).
3b. L’AFASIA NON È UN DISTURBO DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE I pazienti afasici possono compensare i disturbi di produzione verbale utilizzando strategie di comunicazione non verbale, quali: - disegnare, - indicare, gesticolare, uso di gesti simbolici, - usare espressioni facciali, movimento dello sguardo, - mimare l’uso degli oggetti, - usare variazioni emotive di intonazione. I pazienti afasici possono compensare i disturbi di comprensione verbale attraverso una corretta interpretazione dei comportamenti non verbali degli altri quali: - attività gesticolatoria dell’interlocutore - mimica dell’interlocutore Esistono casi di dissociazione automatico/volontaria in cui ad esempio il paziente afasico non è in grado di denominare un bicchiere, ma se egli stesso chiede di bere riesce a denominarlo correttamente Per questa ragione il paziente afasico può produrre correttamente parole o frasi brevi qualora: - riceva sollecitazioni contestuali, - in caso di esigenze interiori, motivazioni,modalità per agire. Viceversa il soggetto afasico non produce correttamente singole parole o frasi brevi quando il linguaggio viene usato in modo artificiale.
4a. L’AFASIA È UN DISTURBO DI UNA O PIÙ COMPONENTI DEL PROCESSO DI PRODUZIONE O COMPRENSIONE DEI MESSAGGI VERBALI Nelle afasie sono danneggiati: 1. i complessi meccanismi cerebrali che consentono di elaborare un messaggio verbale (deficit di produzione linguistica) 2. oppure i complessi meccanismi cerebrali che consentono di comprendere un messaggio verbale (deficit di comprensione linguistica) 3. o infine entrambi i tipi di meccanismi.
Meccanismi di Produzione linguistica Meccanismi di Comprensione linguistica
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4b. L’AFASIA PUO’ ESSERE UN DISTURBO DI UNA O PIU’ COMPONENTI DEL PROCESSO DI PRODUZIONE DEI MESSAGGI VERBALI AFASIE CON DISTURBI DI PRODUZIONE I disturbi afasici in produzione possono interessare solo alcune componenti del linguaggio orale, quali: a.disturbi fonologici Gli errori sono di tipo fonemico (parafasie fonemiche); in cui le parole contengono sostituzioni, omissioni, aggiunte o trasposizioni fonemiche.
b. disturbi semantico-lessicali Gli errori semantici, consistono nel produrre una risposta che è concettualmente simile allo stimolo (parafasie semantiche). Cioè lo stimolo e la risposta condividono uno o più tratti semantici e pertanto appartengono alla stessa categoria semantica
c. disturbi morfologici Gli errori morfologici consistono nella sostituzione, inserzione od omissione dell’affisso, flessionale o derivazionale, di una parola (es. gatto>gatti, oppure corre>corrono)
d. disturbi sintattici Gli errori sintattici consistono in errori nell’uso delle regole secondo cui le parole si combinano (Maria mangia mela la), in relazione al ruolo tematico (la mela mangia Maria)
e. disturbi grammaticali Il paziente produce frasi non corrette in italiano grammaticalemente ad esempio per problemi di consecutio (le ragazze vogliono giocare a pallacanestro anche se sono bassi) oppure per errato uso di funtori (il bambino mangia il gelato per il cucchiaino).
TIPI DI DISTURBI DEL LINGUAGGIO IN PRODUZIONE NEL PAZIENTE AFASICO Tipo di errore
Stimolo
Anomia: mancata produzione di un’unità lessicale
Tavolo
Esempio -----------------
Anomia con circonlocuzione: sostituzione dell’unità lessicale non prodotta con una frase
Penna
Serve per scrivere
Conduites d’approche: correzione spontanea
Penna
--- pesta -> penta -> penna
Parafasia fonemica: suono distorto o variante allofonica o suoni che non sono parte della lingua del parlante. La parola prodotta che contiene un errore fonemico
Ombrello
Obello
Errore fonemico
Tavolo
Avolo = omissione (o elisione) di lettera Mavolo = sostituzione Travolo = inserzione: aggiunta di fonema Talovo = trasposizione fonemica
Parafasia verbale: parola prodotta sostituita da un’altra parola, con l’obiettivo più o meno conscio di avvicinare il più possibile il bersaglio, che non presenta una rassomiglianza di significato con la parola voluta.
Ciliegie
Bicicletta
Parafasia semantica: parola prodotta che contiene una rassomiglianza di significato con la parola voluta (errore semantico)
Tavolo
Sedia
Neologismo: consiste in una risposta errata che consiste nella produzione di una non-parola priva di alcuna relazione segmentale con lo stimolo
Lampada
Cospivo
Neologismo fonemico: le parole prodotte contengono trasposizioni fonemiche multiple tali da rendere riconoscibile la parola bersaglio.
Lampada
Landarpa
Stereotipia
Qualunque stimolo
Tihecauto totometè, oppure Giorbio, Giorgio
TIPI DI DISTURBI DEL LINGUAGGIO IN PRODUZIONE NEL PAZIENTE AFASICO Tipo di errore Gergo fonemico: Discorso caratterizzato da un ininterrotto fluire di neologismi che ne compromettono del tutto o quasi la comprensione
Stimolo
Esempio
Descrizione barba
La fincola… la fola… la nla con la… la beurega con le micheche… con la loidico correndo a beso di con la chico, si insomma…
Descrizione barba
Sta attento. Un giorno tu sei… un giovane… allora senti domani prenderai quello lì sotto… sotto qui… tre delle cose lì sopra… sono di prendere bianco… uno due di gonfiare… va a prendere quelle cose lì e si va a vedere cosa sono sotto lì due ragazzi e tirano via tre pezzi e mettono sotto a spostare io tre pezzi che prendiamo per vedere a far vedere tutta la cosa lì sotto… si ritrova lì sotto dove servono pian panetto e pesi si devono cambiare le cose girate… si butta via… si gratta si sposta ben bene ed è tutto finito, stop.
Descrizione giornata
Mi alzo… e mamma mia… mi alzo… dormi… e alle 7 è sveglia… poi il pigiama mi alzo in bagno, i denti,… lo spazzolino… le ascelle… poi mi rivesto la tuta… poi il caffelatte in cucina… poi il pulmino portarla… autobus. Vito… e Anna… poi va il pulmino a prendere… accompagna… poi riaccompagna… Vito… fisioterapista… Stefania e… parola… parlare parlare parlare parlare… poi accompagnare l’autista Vito… poi prepariamo il pranzo… pane… l’arrosto… zucchine… la frutta… poi giocando con gioco nuovo… poi ore sette e mezza dorme anch’io dorme.
Gergo neologistico: Discorso composto prevalentemente da neologismi. Molte parole sono comunque riconoscibili come i funtori, mentre i neologismi sembrano sostituire le voci lessicali a classe aperta.
Gergo verbale: Discorso composto prevalentemente da parafasie verbali.
Agrammatismo: deficit linguistico che consiste in una riduzione e semplificazione delle strutture grammaticali. I verbi tendono ad apparire in forme non declinate (infinito, participio pass., terza persona); pronomi, preposizioni ed altre parole di classe chiusa tendono ad essere omesse. Il deficit coinvolge pertanto le capacità morfo-sintattiche lasciando relativamente intatte quelle fonologiche e semantico-lessicali
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4c. L’AFASIA PUO’ ESSERE UN DISTURBO DI UNA O PIÙ COMPONENTI DEL PROCESSO DI COMPRENSIONE DEI MESSAGGI VERBALI
AFASIE CON DISTURBI DI COMPRENSIONE I disturbi afasici in comprensione possono A. riguardare solo il linguaggio orale: difficoltà nel riconoscimento di singole parole, disturbo semantico ossia relativo al significato delle parole, disturbo sintattico, cioè un disturbo della ricostruzione della struttura sintattica della frase B. riguardare solo il linguaggio scritto C. riguardare entrambi (linguaggio orale e scritto)
4e. L’AFASIA NON È UN DISTURBO DI UNA SOLA SOTTO-COMPONENTE DEL LINGUAGGIO
DISTURBI DI UN’UNICA COMPONENTE DEL LINGUAGGIO
I disturbi di un’unica componente del linguaggio sono i seguenti: 1. deficit di scrittura (disgrafia/agrafia), 2. disturbo nella lettura (dislessia/alessia), 3. disturbo nelle abilità motorie (disartria/anartria), 4. disturbo nella modalità uditiva (sordità verbale).
ALTRI DISTURBI DELLA COMUNUICAZIONE VERBALE CHE NON VANNO CONFUSI CON L’AFASIA 1.Disturbi di articolazione del linguaggio (disartria): Disturbi che sono dovuti ad un'alterata funzione dei muscoli coinvolti nella articolazione (muscoli del faringe, palato, lingua e labbra) e possono dipendere da varie cause (lesioni cerebrali, lesioni del midollo spinale o del cervelletto, malattie dei nervi periferici e dei muscoli). Occorre tener presente che, pur essendo la disartria un disturbo del linguaggio che va tenuto distinto dall'afasia, afasia e disartria possono essere a volte associate fra loro: in altri termini, alcuni pazienti con afasia possono avere anche disturbi di articolazione del linguaggio (disartria).
DISARTRIA
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ALTRI DISTURBI DELLA COMUNUICAZIONE VERBALE CHE NON VANNO CONFUSI CON L’AFASIA 2. Disturbo di fonazione (disfonia): Disturbi che si possono manifestare con una riduzione del volume della voce (linguaggio "sussurrato"). Ad esempio, se il paziente deve dire "tavolo", può pronunciare la parola "tavolo" correttamente, ma con un volume di voce molto basso. I disturbi di fonazione (disfonia) sono dovuti ad un'alterata funzione dei muscoli coinvolti nella fonazione (muscoli laringei delle corde vocali).
DISFONIA
ALTRI DISTURBI DELLA COMUNUICAZIONE VERBALE CHE NON VANNO CONFUSI CON L’AFASIA 3. Disturbi della comunicazione verbale che possono essere presenti in alcune malattie mentali (schizofrenia): In tali disturbi della comunicazione verbale, il messaggio verbale può essere prodotto normalmente per quanto concerne gli aspetti più strettamente linguistici, mentre il contenuto stesso dei messaggi verbali può risultare anormale. E' possibile quindi che pazienti con schizofrenia diano messaggi verbali incongrui, senza tuttavia avere disturbi propriamente linguistici.
ALTRI DISTURBI DELLA COMUNUICAZIONE VERBALE CHE NON VANNO CONFUSI CON L’AFASIA 4. Disturbi della comunicazione verbale che possono essere presenti nei pazienti con deterioramento cognitivo (demenza): In tali disturbi della comunicazione verbale, il messaggio verbale può essere prodotto normalmente per quanto concerne gli aspetti più strettamente linguistici, mentre il contenuto stesso dei messaggi verbali può risultare anormale. E' possibile quindi che pazienti con demenza diano messaggi verbali incongrui, senza tuttavia avere disturbi propriamente linguistici. E' opportuno tenere presente che, nei pazienti con demenza, è possibile in alcuni casi osservare veri e propri disturbi del linguaggio che a tutti gli effetti rientrano nelle afasie. In tali casi, si avrà a che fare con un paziente demente con afasia, in altre parole con un paziente che ha un deterioramento di molteplici funzioni cognitive, incluse le funzioni linguistiche.
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NASCITA DELLA AFASIOLOGIA
Afasiologia=scienza che studia la sede cerebrale delle facoltà del linguaggio
IL PADRE DELLA AFASIOLOGIA SCIENTIFICA Dott. PAUL PIERRE BROCA (1824-1880)
Nasce in Francia, cominciò gli studi di medicina all’età di 17 anni, laureandosi a 20 anni. Presto divenne professore di anatomia patologica e segretario della “Societé-Anatomique”. Come neurologo clinico ma anche come ricercatore scrisse estesamente più di 500 pubblicazioni (nessuna delle quali considerata mediocre). Scrisse una classica monografia di 900 pagine riguardante il trattamento degli aneurismi, effettuò esperimenti utilizzando l’ipnotismo su una serie di casi chirurgici. Anche se ricevette notevole opposizione, aiutò ad introdurre l’uso del microscopio nella diagnosi del cancro. Ma la cosa per cui è più conosciuto è per il suo contributo alla neurologia per il concetto di localizzazione funzionale delle circonvoluzioni cerebrali. Egli studiò il cervello di pazienti con afasia. In particolare è noto per il caso di un paziente di 51 anni che venne ricoverato nel “Bichetre Hospital” di Leborgne che venne soprannominato “Tan” in quanto presentava un importante disturbo della parola essendo incapace di dire alcuna parola al di fuori dello stereotipo “tan-tan”, pur comprendendo, apparentemente, ciò che gli si diceva.
IL PADRE DELLA AFASIOLOGIA In un famoso meeting che si svolse nel 1862 Broca dimostrò che la lesione cerebrale del suo primo paziente che soffriva di afemia (rinominata afasia successivamente da Armand Trousseau (1801-1867) era dovuta ad una lesione sifilitica localizzata nella terza circonvoluzione del lobo frontale. Da quella presentazione e da altre osservazioni egli concluse che l’integrità della terza circonvoluzione frontale dell’emisfero sinistro era responsabile e necessaria per il linguaggio articolato (David Ferrier 1843-1928). Da allora tale area viene definita area motoria di Broca.
Cervello del paziente con afasia motoria studiato da Broca e preservato non sezionato
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MODELLO DI BROCA PER SPIEGARE L’AFASIA MOTORIA
Nell’immagine del cosiddetto homunculus motorio, la porzione adiacente all’aria di Broca controlla la faccia e la bocca.
IL PIU’ GRANDE AFASIOLOGO DI TUTTI I TEMPI Dott. CARL WERNICKE (1848-1905)
Nato in Germania, fu un medico, anatomopatologo, psichiatra e neuropatologo. Egli conseguì la laurea in medicina all’Università di Breslavia nel 1980. Morì in Germania a causa delle conseguenze di un incidente con la bicicletta. Subito dopo Paul Broca pubblicò le sue scoperte sui disturbi del linguaggio causati dalla lesione di quell’area del cervello nota come area di Broca. Wernicke effettuò ricerche sugli effetti delle malattie cerebrali sul linguaggio. Wernicke notò che non tutti i deficit del linguaggio erano dovuti ad una lesione nell’area di Broca. Egli scoprì che una lesione cerebrale localizzata a livello del giro temporale superiore dell’emisfero sinistro determinava deficit nella comprensione del linguaggio. Attualmente questa regione è nota come area di wernicke ed è associata ad una sindrome afasica nota come “afasia di Wernicke”.
MODELLO DI WERNICKE PER SPIEGARE IL FUNZIONAMENTO CEREBRALE NELLE AFASIE (1874)
Centro frontale
Centro temporale
(verbomotore)
(uditivoverbale)
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IL PADRE DELL’AFASIOLOGIA MODERNA Dott. LUDWIG LICHTEIM (1885)
MODELLO DI LICHTEIM PER SPIEGARE IL FUNZIONAMENTO CEREBRALE NELLA PRODUZIONE ORALE
Centro semantico
Centro per le rappresentazioni motorie
Centro per le rappresentazioni uditive delle parole
MODELLO DI LICHTEIM PER SPIEGARE IL FUNZIONAMENTO CEREBRALE NELLA PRODUZIONE SCRITTA
Centro per le rappresentazioni visive delle parole Centro per l’innervazione degli organi deputati alla scrittura
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AFASIE SPIEGATE DAL MODELLO DI LICHTEIM
Afasia transcorticale motoria
Afasia transcorticale sensoriale
Afasia sensitiva di Werniche
Afasia motoria di Broca
Afasia subcorticale motoria
Afasia subcorticale sensoriale
Afasia di conduzione
EVOLUZIONE DEL MODELLO DI WERNICKE
Dott. NORMAN GESCHWIND (1926-1984)
Geschwind nacque a New York nel 1926. Studiò matematica alla Harward University e successivamente psicologia sociale/personale ed antropologia culturale. Divenne psichiatra presso la Harward Medical School. Successivamente si interessò di neuroanatomia occupandosi di epilessia ed afasia. Successivamente si occupò delle basi neurologiche del linguaggio e delle funzioni cognitive superiori. Nel 1962 diventò primario di neurologia dell’università di Boston. Dal 1970 cominciò ad occuparsi di neurologia comportamentale moderna di cui vienbe considerato il padre. Studiò la neurologia comportamentale attraverso modelli di disconnessione basandosi sull’analisi delle lesioni cerebrali. Negli anni successivi lavorò con altri neurologi occupandosi di neuroanatomia e dislessia dello sviluppo.
MODELLO DI WERNICKE- GESCHWIND
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1. AFASIA GLOBALE SEDE DI LESIONE Lobo frontale
Lobo temporale
Lobo parietale
I pazienti con afasia globale hanno spesso lesioni cerebrali estese, che coinvolgono ampie zone delle aree peri-silviane, all'interno dei lobi frontale, temporale e parietale dell'emisfero dominante per il linguaggio. Le aree posteriori sono risparmiate.
1. AFASIA GLOBALE QUADRO CLINICO Sintomi che possono a volte essere associati all'afasia globale: - emiplegia o emiparesi destra (quasi sempre presente) - aprassia bucco-facciale - emianestesia destra - deficit di campo visivo destro (frequentemente presente emianopsia destra) - aprassia orale o ideomotoria (frequenti) Linguaggio spontaneo: Il linguaggio spontaneo nei pazienti con afasia globale è nei casi più gravi totalmente abolito. Nei casi meno gravi, il linguaggio spontaneo è marcatamente non-fluente (può anche essere costituito da alcuni suoni sillabici o stereotipie): il paziente può produrre singole sillabe senza significato (ad esempio, "ge..ge.."), neologismi (ad esempio, "podina"), qualche singola parola o, a volte, qualche breve frase prodotta automaticamente (ad esempio, invocazioni come: "oh, mio Dio"). Molto compromesse pronuncia, ritmo dell’eloquio, articolazione e contenuto verbale. Denominazione orale e scritta: I pazienti con afasia globale presentano gravi difficoltà di denominazione; anziché produrre correttamente il nome di un oggetto (ad esempio, "tavolo"), tendono a produrre a non produrre alcuna risposta o a produrre neologismi. Comprensione uditiva e comprensione del linguaggio scritto: I pazienti con afasia globale presentano marcate difficoltà di comprensione non solo di frasi, ma spesso anche di singole parole. Ripetizione e lettura ad alta voce: I pazienti con afasia globale presentano gravi difficoltà di ripetizione e lettura ad alta voce. Prognosi: Generalmente negativa. Nella maggior parte dei casi la comprensione migliora. Nel miglioramento il paziente tende a diventare un afasico di Broca.
2. AFASIA DI BROCA SEDE DI LESIONE Lobo frontale (3° cironvoluzione frontale) (area di Broca) (area 22)
Parte opercolare del giro frontale inferiore
Sede di lesione: La sede di lesione più frequente nei pazienti con afasia di Broca è il lobo frontale dell'emisfero sinistro a livello della terza circonvoluzione frontale sinistra (a volte in corrispondenza dell'area di Broca, a volte di aree circostanti); in casi meno frequenti, in pazienti con afasia di Broca, tuttavia, le lesioni possono essere localizzate in altri lobi cerebrali (ad esempio, nel lobo parietale sinistro).
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2. AFASIA DI BROCA
Ulteriore esempio di quadro neuroradiologico di paziente con afasia di Broca.
2. AFASIA DI BROCA QUADRO CLINICO Sintomi che possono a volte essere associati all'afasia di Broca: - emiparesi o emiplegia destra; - disturbi dell’articolazione (balbettio) - emianestesia destra (frequente) - aprassia bucco-facciale (difficoltà nell'eseguire dietro comando movimenti con la muscolatura bucco-facciale: ad esempio, fischiare, schioccare la lingua). Linguaggio spontaneo: E' un linguaggio non fluente, caratterizzato in genere dalla tendenza ad omettere all'interno della frase le cosiddette "parole grammaticali" (articoli, aggettivi, preposizioni) e a declinare i verbi in modo errato; i verbi vengono di solito usati all'infinito ("andare") o al participio passato ("andato"). A causa di tale tendenza (detta "agrammatismo"), le frasi prodotte dal paziente sono di solito brevi e caratterizzate da uno "stile telegrafico" (ad esempio, per dire che un amico va a casa : "amico....andare.....casa"). Il paziente solitamente è in grado di trasmettere in modo abbastanza efficace le informazioni che vuole comunicare. Spesso sono presenti anche disturbi di articolazione del linguaggio. Denominazione orale e scritta: In alcuni pazienti non vi sono difficoltà di denominazione, mentre in altri pazienti vi possono essere difficoltà di denominazione. Comprensione uditiva e comprensione del linguaggio scritto: In molti pazienti non vi sono grandi difficoltà nella comprensione di singole parole e di frasi sintatticamente semplici (ad esempio, di frasi attive quali: "il bambino tira il pallone"); in alcuni pazienti si possono osservare evidenti difficoltà nella comprensione di frasi sintatticamente più complesse (ad esempio, di frasi passive quali: "il pallone viene tirato dal bambino"). Ripetizione e lettura ad alta voce: Nei pazienti con afasia di Broca nella ripetizione e nella lettura ad alta voce vi sono solitamente difficoltà di articolazione. La ripetizione di parole è spesso faticosa, ma possibile. Prognosi: tende a migliorare; ha una prognosi migliore dell’afasia globale. Nel miglioramento il paziente tende a diventare un afasico amnesica (le anomie possono rimanere il sintomo predominante).
3. AFASIA TRANSCORTICALE MISTA SEDE DI LESIONE
Sede di lesione: le lesioni responsabili dell’afasia transcorticale mista sono costituite da lesioni corticali estese che risparmiano solo le aree immediatamente perisilviane. In alcuni casi in sede frontale si rileva un infarto di probabile origine embolia. In alcuni casi si verifica una lesione dinamica nei territori di confine tra arteria cerebrale media e posteriore.
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3. AFASIA TRANSCORTICALE MISTA
QUADRO CLINICO L’eloquio spontaneo è caratterizzato da un eloquio non fluente; è presente ecolalia. La comprensione appare deficitaria La ripetizione è normale
4. AFASIA TRANSCORTICALE MOTORIA SEDE DI LESIONE Lobo frontale, perifericamente all’area di Broca (davanti o sopra)
VERBI
Aree frontali premotorie
Risparmio dell’area di Broca
Sede di lesione: le lesioni responsabili dell’afasia transcorticale motoria hanno sede nel lobo frontale dominante per il linguaggio, perifericamente all’area di Broca. Cioè sono interessate le aree frontali premotorie di sinistra, ma con risparmio dell’area di Broca tali da determinare una disconnessione tra il settore anteriore delle aree del linguaggio e le altre strutture frontali. Le lesioni sono ampie e solitamente risparmiano l’area di Broca, (parte posteriore della terza circonvoluzione frontale sinistra. La sede più comune di afasia è la sostanza bianca sita lateralmente al corno frontale di sinistra.
4.AFASIA TRANSCORTICALE MOTORIA QUADRO CLINICO Sintomi che possono essere associati: - emiparesi destra (frequente, ma non sempre presente); - emianestesia destra (frequente); - disfonia; - reazioni catastrofiche; - disturbi aprassici. Disturbi neuropsicologici che possono essere presenti: Aprassia ideomotoria (raramente), Aprassia orale, Perseverazioni (in alcuni casi). L’eloquio spontaneo è caratterizzato da una marcata riduzione nella quantità e nella complessità (vi può essere mutismo nei casi più gravi). La prosodia è perduta; L’eloquio è difficoltoso e telegrafico. Sono presenti disturbi articolatori (disartria, balbettìo). Il linguaggio può essere agrammatico. La comprensione del linguaggio scritto ed orale è preservata. Ripetizione e lettura ad alta voce sono normali mentre la scrittura è paragonabile alla produzione orale. Nei casi più lievi il solo deficit che rimane può essere la difficoltà di generare liste di parole appartenenti a specifiche categorie (per lettera iniziale o di tipo semantico). Il difetto fondamentale sta nel generare una frase intera o una serie di frasi che forniscano informazioni dettagliate in uno specifico contesto narrativo. La risparmiata ripetizione distingue l’afasia transcorticale da quella di Broca.
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5. AFASIA DI CONDUZIONE SEDE DI LESIONE Opercolo parietale
Regione posteriore della scissura di Silvio
Giro sopramarginale (area 40)
Risparmio dell’area di Wernicke (area 22)
La sede di lesione più frequente nei pazienti con afasia di conduzione sono le aree che si trovano presso la porzione posteriore della scissura silviana sinistra a livello dell’opercolo parietale (ad esempio, il giro sopramarginale), con frequente estensione alla sostanza bianca del fascicolo arcuato che connette le aree associative temporali con quelle frontali.
5. AFASIA DI CONDUZIONE QUADRO CLINICO Sintomi che possono a volte essere associati all'afasia di conduzione: -aprassia bucco-facciale Linguaggio spontaneo: E' un linguaggio fluente, caratterizzato soprattutto dalla presenza di parafasie fonemiche (ad esempio, il paziente può dire "oriligio" per indicare l'orologio), delle quali il paziente spesso si accorge. Pertanto, il paziente può compiere degli sforzi per autocorreggersi, di solito facendo tentativi in successione volti a produrre la parola giusta (ad esempio, il paziente può inizialmente dire "oriligio", poi "orilogio", giungendo, in alcuni casi, a pronunciare alla fine correttamente "orologio"). Denominazione orale e scritta: I pazienti con afasia di conduzione possono presentare difficoltà di denominazione; anziché produrre correttamente il nome di un oggetto (ad esempio, "tavolo"), tendono a produrre, come nel linguaggio spontaneo, parafasie fonemiche. Comprensione uditiva e comprensione del linguaggio scritto: I pazienti con afasia di conduzione presentano solitamente una discreta capacità di comprensione del linguaggio orale e scritto. Ripetizione e lettura ad alta voce: I pazienti con afasia di conduzione presentano tipicamente gravi difficoltà di ripetizione e, a volte, difficoltà di lettura ad alta voce.
6. AFASIA TRANSCORTICALE SENSORIALE SEDE DI LESIONE
Regione temporo-parieto-occipitale (carrefour temporo-parieto-occipitale)
La sede della lesione responsabile dell’afasia transcorticale sensoriale coinvolge il polo posteriore dell’area di Wernicke e si trova spesso in associazione con altri disturbi causati da ampie lesioni della regione temporo-parieto-occipitale. In alcuni casi si riscontra un’atrofia cerebrale generalizzata; in altri lesioni focali spesso localizzate al carrefour temoro-parieto-occipitale.
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6. AFASIA TRANSCORTICALE SENSORIALE QUADRO CLINICO Sintomi che possono essere associati: -dislessia, -aprassia ideativa, -aprassia di costruzione. L’eloquio spontaneo è fluente, vuoto cioè sovraccarico di parole carenti di informazioni quali “posto”, “cosa” e caratterizzato da parafasie verbali. La comprensione uditiva è deficitaria al livello dell'associazione del suono al significato. La ripetizione è buona: il paziente è in grado di ripetere parole e frasi complesse che non capisce. La lettura ad alta voce è possibile ma la comprensione visiva è sullo stesso livello di quella uditiva. La scrittura ha caratteristiche simili all’eloquio spontaneo. La capacità di ripetere frasi senza capirne il significato distingue l’afasia transcorticale sensoriale da quella di Wernicke.
7. AFASIA DI WERNICKE Area temporale posteriore sn (1/3 posteriore del giro temporale) Area di Wernicke (area 22)
SEDE DI LESIONE
Lobulo parietale inferiore (giro sopramarginale)
La sede di lesione più frequente nei pazienti con afasia di Wernicke è il lobo temporale dell'emisfero sinistro (a volte in corrispondenza dell'area di Wernicke, cioè dell’area di Broadman n22 nel lobo temporale sinistro; a volte di aree circostanti); in alcuni pazienti con afasia di Wernicke, tuttavia, le lesioni possono essere localizzate in altri lobi cerebrali. .
7. AFASIA DI WERNICKE
Ulteriore esempio di quadro neuroradiologico di paziente con afasia di Wernicke
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7. AFASIA DI WERNICKE QUADRO CLINICO Sintomi che possono a volte essere associati all'afasia di Wernicke: - deficit di campo visivo destro (emianopsia destra) Linguaggio spontaneo E' un linguaggio fluente (a volte logorroico), scarsamente comprensibile, in quanto caratterizzato dalla presenza di parafasie fonemiche, parafasie semantiche, neologismi (gergo neologistico). Il linguaggio spontaneo dei pazienti con afasia di Wernicke, così scarsamente comprensibile data la presenza delle parafasie e dei neologismi, viene solitamente denominato "gergo". La parafasia fonemica è una non-parola (sequenza di sillabe che non esiste nella lingua del paziente), simile fonologicamente alla parola che il paziente avrebbe voluto produrre (ad esempio, il paziente per riferirsi al tavolo può dire "talovo"); La parafasia semantica è una parola categorialmente vicina alla parola che il paziente doveva produrre (il paziente per riferirsi al tavolo può dire "sedia"). Il neologismo è una non-parola (sequenza di sillabe che non esiste nella lingua del paziente), che non è simile fonologicamente alla parola che il paziente avrebbe voluto produrre (ad esempio, il paziente per riferirsi al tavolo può dire "cegosa", ovvero un qualcosa che è incomprensibile e non esiste nella lingua italiana). Denominazione orale e scritta I pazienti con afasia di Wernicke presentano difficoltà di denominazione; anziché produrre correttamente il nome di un oggetto (ad esempio, "tavolo"), tendono a produrre (come nel linguaggio spontaneo) parafasie fonemiche, parafasie semantiche, neologismi. Comprensione uditiva e comprensione del linguaggio scritto I pazienti con afasia di Wernicke presentano tipicamente marcate difficoltà di comprensione non solo di frasi, ma spesso anche di singole parole. Ripetizione e lettura ad alta voce I pazienti con afasia di Wernicke presentano di solito notevoli difficoltà di ripetizione e lettura ad alta voce.
8. AFASIA NOMINUM
Risparmo dell’area di Wernicke
SEDE DI LESIONE
Lobo temporale antero-inferiore dell’emisfero sn
Polo temporale NOMI PROPRI
ANIMALI
ARNESI E UTENSILI
La sede di lesione più frequente nei pazienti con afasia nominum è il lobo temporale dell'emisfero sinistro (di cui talora viene risparmiata l’area di Wernicke), anche se, in alcuni pazienti, le lesioni possono essere localizzate in altri lobi cerebrali. La sindrome afasica può essere secondaria a traumi cranio-encefalici, ipertensione endocranica, malattia di Alzheimer.
8. AFASIA NOMINUM L’afasia nominum è caratterizzata dalla difficoltà nel trovare i nomi. Tale difficoltà può essere evidente nel linguaggio spontaneo del paziente e può essere ulteriormente evidenziata chiedendo al paziente di denominare vari oggetti. Linguaggio spontaneo E' un linguaggio fluente, caratterizzato dalla difficoltà nel trovare i nomi (amnesia nominum). Tali difficoltà nel trovare i nomi si possono manifestare in vari modi: (a) come momentanea interruzione del discorso (pausa anomica), dovuta al fatto che il paziente non ha trovato una parola; (b) con la produzione di circumlocuzioni, cioè di giri di parole" usati per esprimere il concetto corrispondente alla parola che non il paziente non è riuscito a trovare; ad esempio, non riuscendo a trovare la parola "penna" il paziente può dire "quella che si usa per scrivere"; (c) con la produzione di parole di significato molto generico (ad esempio: "cosa", "affare"). Le frasi prodotte dai pazienti con afasia nominum sono di solito grammaticalmente corrette. Denominazione orale e scritta In test di denominazione il paziente con afasia nominum ha difficoltà nel trovare i nomi simili a quelle che possono essere osservate nel linguaggio spontaneo. Quando si chiede al paziente di indicare il nome di un oggetto, il paziente presenta difficoltà di denominazione che si possono manifestare in vari modi: (a) il paziente, non trovando il nome dell'oggetto, può non essere in grado di fornire alcuna risposta; (b) il paziente può produrre circumlocuzioni; (c) il paziente può produrre parole di significato generico. Comprensione uditiva e comprensione del linguaggio scritto In alcuni pazienti con afasia nominum non vi sono deficit di comprensione, mentre in altri pazienti si possono osservare difficoltà nella comprensione dei nomi. Ripetizione e lettura ad alta voce Nei pazienti con afasia nominum non vi sono solitamente difficoltà di ripetizione e lettura ad alta voce.
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TASSONOMIA DELLE SINDROMI AFASICHE TIPO DI AFASIA
Fluenza
Ripetizione
Comprensione
Denominazione
Emiparesi destra
Broca
no
alterata
normale
alterata
si
Deficit sensitivi a volte
Wernicke
si
alterata
alterata
alterata
no
a volte
Conduzione
si
alterata
normale
alterata
no
a volte
Globale
no
alterata
alterata
alterata
si
si
Transcorticale motoria
no
normale
normale
alterata
a volte
no
Transcorticale sensoriale
si
normale
alterata
alterata
a volte
si
Transcorticale mista
no
normale
alterata
alterata
a volte
si
Anomica
si
normale
normale
alterata
no
no
ALGORITMO PER LA DIAGNOSI DELLE SINDROMI AFASICHE CLASSICHE AFASIA Non fluente
Ripetizione scarsa
Ripetizione valida
Comprensione Comprensione Comprensione Comprensione scarsa buona scarsa buona
Afasia globale + Emiparesi dx Emianestesia dx Aprassia B/F
Afasia di Broca + Emiparesi dx Aprassia B/F Agrammatismo Disartria Disprosodia
Fluente
Ripetizione scarsa
Ripetizione valida
Comprensione Comprensione scarsa buona
Afasia trnscorticale mista
Afasia transcorticale motoria
Afasia di Wernicke
+ Ecolalia
+ Emianestesia dx Disfonia Perseverazioni
+ Emianopsia dx Neologismi
Afasia di conduzione + Conduites d’approche
Comprensione scarsa
Afasia transcorticale sensitiva + Aprassia I Aprassia C Parafasie Verbali
Comprensione buona
Afasia anomica + Circumlocuzioni Parole generiche
MODELLO DI INTERPRETAZIONE LINGUISTICA DELL’AFASIA SECONDO CARAMAZZA E MICELI (1980)
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MODELLI PSICO LINGUISTICI
Se la classificazione riportata e le sindromi descritte sono ancora di utilità clinica, più recentemente lo studio dettagliato dei processi che sottendono alla produzione ed alla comprensione del linguaggio hanno fornito la base per più precisi e moderni meccanismi di rieducazione.
MODELLI PSICO LINGUISTICI DI PRODUZIONE SPONTANEA 1. Livello di elaborazione semantico concettuale
2. Rappresentazione semantico-lessicale di uscita
bouffer fonologico d’uscita
bouffer grafemico d’uscita
Produzione di un engramma articolatorio bucco-faciale.
Produzione di un engramma motorio della mano.
Produzione orale
Produzione scritta
I modelli di produzione spontanea prevedono un primo livello di elaborazione semantico concettuale a cui fa seguito il recupero di una rappresentazione semantico-lessicale di uscita e il sequenziamento di questa unità nel bouffer grafemico o fonologico d’uscita e da questa la produzione di un engramma articolatorio bucco-faciale o motorio della mano.
MODELLI PSICO LINGUISTICI DI LETTURA AD ALTA VOCE Input visivo Via lessicale
Via sub-lessicale
Rappresentazione lessicale ortografica d’entrata
Sistema di conversione grafema-fonema
Rappresentazione concettuale
Buffer fonemico di uscita
Rappresentazione lessicale fonologica d’uscita
Lettura ad alta voce
Lettura ad alta voce
La lettura ad alta voce può percorrere due vie: una via lessicale per cui le parole lette attivano le rappresentazioni lessicali ortografiche d’entrata e poi queste attivano le rappresentazioni concettuali e poi fonologiche d’uscita. Una via sublessicale per cui l’informazione letta attraverso un sistema di conversione grafema-fonema (per lettura ad alta voce), attiva il bouffer fonemico d’uscita senza passare per le rappresentazioni lessicali. Tale sistema è l’unico possibile per la produzione di nonparole.
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MODELLI PSICO LINGUISTICI DI RIPETIZIONE AD ALTA VOCE Input uditivo Via lessicale
Via sub-lessicale
Rappresentazione lessicale fonologica d’entrata
Sistema di conversione fonema-fonema
Rappresentazione concettuale
Buffer fonemico di uscita
Rappresentazione lessicale fonologica d’uscita
Ripetizione ad alta voce
Ripetizione ad alta voce
La ripetizione, come la lettura, può percorrere due vie: una via lessicale per cui le parole udite attivano le rispettive rappresentazioni lessicali fonologiche d’entrata e poi queste attivano le rappresentazioni concettuali e poi fonologiche d’uscita. Una via sublessicale per cui l’informazione udita attraverso un sistema di conversione fonema-fonema (per ripetizione), attiva il bouffer fonemico d’uscita senza passare per le rappresentazioni lessicali. Tale sistema è l’unico possibile per la produzione di non-parole.
MODELLI PSICO LINGUISTICI DI SCRITTURA SOTTO DETTATO Input uditivo Via lessicale
Via sub-lessicale
Rappresentazione lessicale fonologica d’entrata
Sistema di conversione fonema-grafema
Rappresentazione concettuale
Buffer ortografico di uscita
Rappresentazione lessicale ortografica d’uscita
Scrittura sotto dettato
Scrittura sotto dettato
Nella scrittura sotto dettato: nella via lessicale le parole udite attivano le rappresentazioni lessicali fonologiche d’entrata e poi queste attivano le rappresentazioni concettuali e poi ortografiche d’uscita. Nella via sublessicale l’informazione udita attraverso un sistema di conversione fonema-grafema (per scrittura sotto dettato), attiva il bouffer ortografico d’uscita senza passare per le rappresentazioni lessicali. Tale sistema è l’unico possibile per la produzione di non-parole.
MODELLI PSICO LINGUISTICI DI COPIA DI TESTO SCRITTO Input visivo Via lessicale
Via sub-lessicale
Rappresentazione lessicale ortografica d’entrata
Sistema di conversione grafema-grafema
Rappresentazione concettuale
Buffer ortografico di uscita
Rappresentazione lessicale ortografica d’uscita
Copia scritta
Copia scritta
Nella copia di un testo scritto si possono percorrere le seguenti vie: una via lessicale per cui le parole lette attivano le rispettive rappresentazioni lessicali ortografiche d’entrata e poi queste attivano le rappresentazioni concettuali e poi ortografiche d’uscita. Una via sublessicale per cui l’informazione udita o letta attraverso un sistema di conversione, grafemi-grafema (per copia) attiva il bouffer ortografico d’uscita senza passare per le rappresentazioni lessicali. Tale sistema è l’unico possibile per la produzione di non-parole.
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ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA LESSICALE Componenti di input
Sistema lessicale
Componenti fonologiche
Componenti ortografiche
Componenti di output
Il sistema lessicale è caratterizzato da una serie di componenti tra loro interconnesse ma funzionalmente indipendenti. Esistono componenti di imput e di output a loro volta distinte in una ortografica ed una fonologica.
ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO FONOLOGICO Informazioni fonologiche sulle parole:
Componenti di input
- struttura sillabica, - suoni delle sillabe, - accenti
LESSICO FONOLOGICO DI INPUT
Componenti fonologiche
Sistema lessicale
Componenti ortografiche
Componenti di output
Nel lessico fonologico di input sono contenute le informazioni fonologiche sulle parole (struttura in sillabe, suoni che le costituiscono, collocazione dell’accento) che vengono attivate da una specifica sequenza di fonemi uditi.
ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO FONOLOGICO Ipotesi di rappresentazione delle parole nel lessico fonologico di input:
PAROLE Rappresentazione fonologica Sulla base della sequenza di fonemi
classe grammaticale
Rappresentazione morfologica Sulla base della struttura morfologica
prefisso
radice
sostantivo, aggettivo, verbo
suffisso
derivazionale
flessionale
Esistono due ipotesi di come siano rappresentate le parole nel lessico fonologico di input: in base alla sequenza di fonemi corrispondenti; in base alla struttura morfologica: la parola può presentare una classe grammaticale (sostantivo, aggettivo: ricco, verbo: arricchirsi), prefisso, radice (es. ricc-), suffisso (distinti in derivazionale, es: ricchezza e flessionale che cambia per genere e numero es. ricc-o, ricc-a, ricc-hi e paradigmi dei verbi). Radici, prefissi e suffissi sono rappresentati in maniera indipendente (l’unità di rappresentazione è il morfema).
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ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO FONOLOGICO Componenti di input
Sistema lessicale
Componenti fonologiche
Componenti ortografiche
LESSICO FONOLOGICO DI OUTPUT
Componenti di output Rappresentazioni fonologiche delle parole e posizioni dell’accento
Nel lessico fonologico di output sono conservate le rappresentazioni fonologiche e la posizione dell’accento nelle parole che si devono produrre a voce alta.
ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO ORTOGRAFICO Informazioni ortografiche sulle parole:
Componenti di input
-lettere, - natura di vocali o consonanti, - presenza di lettere doppie, - struttura sillabica
LESSICO ORTOGRAFICO DI INPUT
Componenti fonologiche
Sistema lessicale
Componenti ortografiche
Componenti di output
Nel lessico ortografico di input sono conservate le informazioni relative all’ortografia delle parole (lettere che la costituiscono, la loro natura di vocali o consonanti, presenza di lettere doppie e forse struttura sillabica) che vengono attivate dalle corrispondenti stringhe di grafemi letti.
ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO ORTOGRAFICO Componenti di input
Componenti fonologiche
Sistema lessicale
Componenti ortografiche
LESSICO ORTOGRAFICO DI OUTPUT
Componenti di output
Rappresentazioni ortografiche delle parole:
Nel lessico ortografico di output sono conservate le rappresentazioni ortografiche delle parole che sono attivate nel corso del linguaggio scritto.
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ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO
PAROLE Frequenza d’uso
Rappresentazione morfologica Sulla base della struttura morfologica
classe grammaticale Parole a bassa frequenza d’uso
prefisso
Parole ad alta frequenza d’uso
radice
suffisso
derivazionale nomi verbi
flessionale
funtori
aggettivi
Tutti i lessici sono organizzati per frequenza d’uso per cui le parole più frequenti hanno una soglia di attivazione più bassa di quelle più rare. Tutti i lessici hanno la rappresentazione delle radici separata da quelle dei suffissi e prefissi. Tutti i lessici hanno una rappresentazione categoriale delle classi grammaticali cioè i nomi, verbi, aggettivi e funtori (parole grammaticali quali articoli, preposizioni, pronomi, avverbi) che possono essere selettivamente compromesse.
ORGANIZZAZIONE DEL LESSICO Componenti di input
LESSICO
LESSICO
FONOLOGICO
ORTOGRAFICO
DI INPUT
DI INPUT
SISTEMA Componenti fonologiche
SEMANTICO
Componenti ortografiche
LESSICO LESSICO
FONOLOGICO
ORTOGRAFICO
DI OUTPUT
DI OUTPUT
Componenti di output
Rappresentazioni ortografiche delle parole:
Tutti i lessici sono connessi al sistema semantico.
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SEMANTICO
PAROLE
Rappresentazione concettuale
Animali Strumenti Mobili
Frutti
Parti del corpo
Nel sistema semantico sono conservate le informazioni concettuali espresse in un codice non-linguistico, non visivo, non logico-concettuale. L’ipotesi è che il Sistema semantico sia organizzato in modo categorico-concettuale (animali, mobili, frutta, parti del corpo,....).
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ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SEMANTICO
ANIMALE GATTO
Tratti semantici
mammifero ha i baffi animale domestico ha 4 zampe
miagola
Il significato di uno stimolo è dato dall’insieme dei tratti semantici (gatto: mammifero, animale domestico, con quattro zampe, miagola, .....)
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SEMANTICO-LESSICALE in caso di danno del lessico fonologico di output parola
Utilizzo del sistema di conversione grafemafonema
Lettura sub-lessicale
Nella lingua italiana (lingua trasparente) anche in condizioni di alterazione di un sistema lessicale (ad esempio il lessico fonologico di output) è possibile che la parola sia letta attraverso il sistema di conversione grafema-fonema (magari sbagliando l’accento (mandòrla per màndorla).
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SEMANTICO-LESSICALE nella denominazione di una sedia Rappresentazione visiva
Attivazione di una serie di tratti semantici Attivazione delle rappresentazioni fonologiche che condividono tratti semantici simili
Produzione orale della parola sedia
Nelle prove di denominazione orale o scritta l’informazione sulla rappresentazione visivo strutturale dell’immagine (sedia) attiverà una serie di tratti semantici e si attiveranno anche tutte le rappresentazioni fonologiche vicine che condividono tratti semantici simili.
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ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SEMANTICO
Comprensione di singole parole
SISTEMA SEMANTICO
Produzione di singole parole
Il sistema semantico è una componente unica che contiene tutte le informazioni relative al significato di una parola. Per le sue caratteristiche esso interviene in tutti i compiti di produzione e comprensione di singole parole.
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SEMANTICO-LESSICALE in caso di danno del sistema semantico
Difficoltà nella comprensione di parole
Difficoltà nella produzione di parole
In caso di un danno al sistema semantico ci saranno difficoltà sia nei compiti di produzione che comprensione di parole
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SEMANTICO-LESSICALE in caso di danno del sistema lessicale
Buona capacità di ripetizione e lettura in caso di funzionamento dei sistemi di conversione (grafemafonema nella lettura, fonema-fonema nella ripetizione)
Difficoltà nell’accesso lessicale nella denominazione di parole
se è presente un danno limitato ad un sistema lessicale, ad esempio il lessico fonologico di output, il paziente potrebbe avere difficoltà nelle prove che richiedono la denominazione, lettura, ripetizione. Tuttavia se i sistemi di conversione sono integri il paziente avrà dei problemi solo nell’accesso lessicale alle parole in un compito di denominazione.
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