HANDBOUND AT THE
UNIVERSITY OF
y/i'.
ATTI E MEMORIE DELLA
REGIA DEPl'TAZIONE DI STORIA PATRI
PER LE PROVINCIE DI
ROMAGNA
ANNO PRIMO
BOLOGNA
1862.
Stabilimento Tipogratìco di Giaconin Monti.
.s**.-.
><<'-
APR
- 5
ISSS
"
'
"^
T^ P
07 5
£723o8
v.i
L' istituzione
non tornare
delle
a grande
Deputazioni di Storia Patria non può
incremento degli
matici segnatamente per questo vestigazioni
degli
eruditi
,
delle respettive provincie,
indagini, per
quanto rie
v'
ha
di carte
le
d'
che
compongono
le
in
grado
diplo-
storici
che, restrignendo
pone
li
studi
,
essa le in-
entro
d' istituire
i
limiti
profonde
quali sarà dato loro di venire in cognizione di
inedito e di più rilevante
campate
Questa condizione
dalle
ingiurie del
di cose più
nell'
tempo
che altrove
si
immensa congee degli
uomini.
rendeva indispen-
sabile in Italia ricca di tante cospicue citta, ciascuna delle quali
ha un'istoria propria, e dove tante moltiplicato
congreganza
Il
«esililo a
documenti di dotti,
e particolari
e si diverse signorie
storici, ai quali
hanno
né una sola
né forse una sola età potevano bastare.
oompiiuento del Volume
iiKcira
fra
hre«e.
Malgrado però tiche carte,
corpo loro
,
,
di
siffatta limitazione,
sceglierne
distribuendole secondo
non può a meno
opera
cercare
di
notevoli, di riunirle
più
le
1'
ragione de' tempi e
la
an-
le
un
in
natura
la
oltremodo lunga e laboriosa
di riuscire
stante la moltitudine e ricchezza degli archivi nostri cosi publici
come
privati.
Di
compresa questa Deputazione
ciò
pio delle altre che
numenti
gli
scritti storici
l'
.
ha documenti non
punti
essere storici
o
,
le
,
compresi
,
nella
avrebbero acconcio luogo
degli Atti della
pur
;
,
nella
il
corso
essi
di
venire
dei
ampie dilucidazioni
volle
a
quale
ciò ,
,
le
la
oltre
,
dal-
qualità vi lia
eh' ivi
non
sopperire mediante il
dell'anno accademico, non
non ammissibili
tolti
Monumenti; che
Rapporto
la
annuale
Memorie medesima du-
Deputazione, abbiano ad inserirsi
speciale interesse
Mo-
voglia
si
non potrebbono per
serie
di
dir
più importanti lette nelle ordinarie sedute della rante
ad esem-
carte o diplomi, considerando che
quali
i
bisognevoli
presente publicazione
cronache che
poclii degni
obblio in cui giaciono
loro
mentre
precedettero, serba pei volumi dei
la
leggi municipali o statuti vi
,
le
che documenti
nelle suddivisate classi.
di
ATTI DELLA
PRIMA SOLEiVNE ADUNANZA
DELLE TRE DEPUTAZIONI DELL'EMILIA SOVRA GLI STUDI DI
STORIA PATUIA TENUTASI
IN
BOLOGNA
IL
9
DI
MARZO
1862
giorno 9 di mai-zo 180 '2
//
Anatomico delle tre
dell'
Deputazioni storiche
questa solennità
il
Provincia
della
Soci delle
e
Parmensi
Reggiani,
della Città,
il
nella
sala
e
buon numero de Modenesi,
Onoravano
signor
Conte
di loro
Villamarina
General
tazione per
,
non che
di ogni maniera di cittadini. le
provincie di
era commesso zioni
,
un'eletta corona di
l'
Il
.'scientifici e
Presidente della Depu-
il
sig.prof. Francesco Rocchi, a cui
di Oratore
,
e i
Segretarii delle tre Deputa-
signori dottor Luigi Frati di Rologna, Abate Luigi Bar-
bieri di
nero
ufficio
Prefetto
Romagna, signor Conte Commendatore
Senatore Giovanni Gozzadini, /'
presenza
Cavaliere Carlo Pepali Sindaco
,
e
Adunanza
signor Commendatore Pietro Magenta
il
,
Romagne
Piacentini.
e
Teatro
Emilia, col concorso di quasi
dell'
persone pertinenti ai Corpi giudiziarii amministrativi, letterari,
già
Archiginnasio bolognese la prima solenne
Membri
tutti i
teneva
si
Parma,
adunanza
sposte nell' ordine
e avv.
Giovanni Raffaelli di Modena,
coi discorsi stesso
,
e
con
le
onde furono
intratten-
relazioni che seguono recitate.
,
di-
PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA DEPUTAZIONE PER LE PROVINCIE
SIC.
D.
DI
ROMAGM
CONTE COmidENO. SENATORE
filOVAIVm GOW.W.AOÌXI
grandi avvenimenti che nel volgere di questi tre anni
I
compirono, abbattendo giunte
e
poco
genti italiche
rono
di
,
,
ostacoli innaturali che tenevan dis-
gli
che
straniere
le
diverse
famiglie
questo fra tanti e grandissimi benefici
,
poterne
qui insieme I quali
men
e
onorandi Colleghi
,
si
dell'
ci
reca-
Emilia, raccogliere
inaugurare questa comunanza di studi
potranno avere quella vita che loro
delle
si
storici,
conviene, ora che
più non sono nimicati e oppressi da Governi che paventavano la storia,
e insino
L'Italia,
il
nome
della nostra Nazione.
due volte d'ogni sapere
vide rifìorire colle lettere
le
alle altre genti
maestra,
storiche discipline, e a loro lustro
sorgere nel secolo scorso ed in questo precipuamente un Muratori
,
un Maffei
,
un Fantuzzi
brario. Dagli archivi delle città
,
un Marini, un Troya, un
,
dei monasteri
,
dei
privati fu
scossa la polvere secolare; e cronache, e statuti, e codici plomatici
vennero pubblicati a
sommo giovamento
Ci-
di-
di questi
XK
Ma
Studi.
investigazioni
tali
non raggiunsero
tutta quella esten-
rimane ancora a sione di cui sono capaci, e assai gran frutto raccogliere.
magnanimo Carlo Alberto, quel re martire dell'Indi pendenza italiana, alla cui tomba non so recarmi senza prostrarli
mivi come ad altare della patria, fondò primo in Italia, fautore
Parma diosi
splendida prova
sono
lerzia
consimde associazione da una mano
formossi
che pubblicò otto volumi interessantissimi
,
surse in
Genova
,
non
cui
allettan solo
modenesi
Provincie parmigiane
,
Governo dell'Emilia
l'istituzione
le
anch'esse, giova sperare,
Né
Italia sola,
ma
tori.
E non
loro
mésse
stenza,
le
commerci. Quindi
romagnuole
altre
da
ma
le
ebbero dal
oltr'
Alpe prosperano per il
illustri cul-
nordico suolo non offrendo
in tutto, e
mietonvi a
e l'insii
mano. Vero
larga
ch'ei
campi è
che
ci
pa-
nostre glorie dovrebber essere disascose e narrate
Italiani.
A
voi, illustri Colleghi
che onorate questa adunanza, sarebbe
superfluo qualunque eccitamento la
le
provincie del Regno.
codesta invasione può dirsi una specie di tributo ;
s'
scendono a invadere, anche studiosamente,
italici, fertili
gano
ed altra ne
,
abbondante da soddisfarne l'avidità
cosi
stu-
che qui ne aduna, e avranla
rado avviene che,
di
le
,
i
di
ogni colta nazione intende alacremente
scienze storiche, che
alle
preziosi volumi. In
suoi
dieci
i
cui so-
di storia patria, della
una Deputazione
de' forti sludi,
volontà
Ma
e
la
potenza di fare
poiché oggi,
,
:
potrà sovrabbondare in voi
essere scarse
non mai.
quantunque immeritevole,
vi
rivolgo la
parola, permellt'ti'nii ch'io vi faccia un' esortazione. Traete da
questa istituzione un sacerdozio di sapienza e di concordia vile;
che ora
ze, così della
gì'
Itahani devono rivolgere tutte
mente come
del
braccio,
a
le
ci-
proprie for-
conseguire intera
XIII
quell'Unità Italiana, aspirazione di molti secoli, stella polare di
Carlo Alberto
di Vittorio
e
veritiere della storia che
furono
fia
mai soverchio
non
difficile
maggior danno, forse
maledette discordie de' suoi
lia
le
il
Emanuele. Mostrate
,
che per esse
preda degl' ingordi
e dal
che
stranieri.
che
gran
il
il
,
d' Ita-
mostrate, e non a noi stessi
Alimentate
,
e
quella
simboleggiata
ferve
si,
solo
gran Vate mirò raccolti
in
Beatrice,
segno sabaudo.
Fate opera degna
Re
il
;
fummo nemici
sacra fiamma che, ovunque suona da' celestiali colori
figli
nelle pagine
la
di voi,
Provvidenza
nome ingemma
le
e
il
degna
de" tempi,
nostro voto
ci
degna
han dato,
pagine più belle della storia
^^SNg^(e5^S^^
qnt'l
di
e
il
<,ni
italiana.
DEGLI STUDI DIPLOMATICI DI
KARTOI.OMEO Bt>KGIlESI DISCORSO DEL
SIC.
PROFESSORE
FRANCESCO ROCCHI
di
'uanto più onorevole, tanto più grave, sento essere 0. muovere parola in questa solennità, nella presenza di
magistrati e fra
si
Né
io
stantissimi.
corona
bella
colleghi
di
certamente avrei osato
rispetto della povera
mia
debito dell'obbedienza.
non
possibilità
Ma
ciò
di
e
tieri
io pigliai la
Ed
fosse
stato vinto dal
no che a
mento
assai
me
alle
1'
esser-
l'
insuffi-
ben volon-
presente occasione di rendere pubblico omag-
al
memoria
d'
un uomo veramente
quale serbo tanti obblighi e tanti inestingui-
di riverenza, di ossequio, di gratitudine.
bili affetti
il
parlar mio, che riuscirà
al
anzi vi confesso, che
gio di devota venerazione alla
eminentissimo,
eccelsi
assumerlo, se
di
per sé stesso di grandissima importanza, non ostante cienza del dicitore.
officio
uditori pre-
che anche più potè fu
misi offerto alla mente un soggetto
l'
a voi pure sarà a grado
,
solenni nostre adunanze nel
Borghesi, qui ove
il
loco
medesimo
,
che
dia
si
nome
nel quale
E non mecomincia-
di
Bartolommeo
s'
accolse quella
— celeberrima scuola che
—
XMII
ridestando
,
sapienza serbata nel volume delle leggi dio evo
lece
splendore
ed
il
ma
impero,
lui,
volle .
da prima
cercandone
nome
gran
atìidato
Ed
dar modo a chi
quanto
il
cede
secolo
undecimo
si
(')
giovinezza nello
che
autorità di
all'
s'
Romagne
specialmen-
e
che a ragione appellò
,
occupa della storia italiana fare
degnamente
intende qual fosse le
tradizioni
rono più lunga pezza ed estesamente Rossi, parlando delle
si
{^).
e gli
costituzione
la
usi
Ed anche
fatiche durate
perchè solo
,
dichi
almeno quanto più
cerchi e chi l'ha ìion
ne
di
sia rimasta
adempiere
altro, che, più
le
,
il
chiarissimo
dal Borghesi nel
tenga celate
cotali voti,
del
(^).
si
in-
appena
perchè se ne riven-
sia possibile di iiotizie
Non ho
,
e
io la
chi
può
le
presunzio-
conoscendo forse meglio d'ogni
ancora che temeraria, tornerebbe vana, dacché
carte alle quali erano consegnate
le
fa voti
di
romani dura-
fruttevoli studi Tiiun saggio, ninno scritto, ed
una languida memoria
la
che pre-
,
rovigliamento degli archivi, e dolendosi, che di tanti e dustri e
ar-
cin riordinamento importa,
il
{^),
quella nobile provincia, in cui
De
soia-
documenti negli
è perciò
di poterlo
,
per mezzo di queste carte
cav.
Né
nostro collega cav. prof. Bonaini voleva
illustre
carte diplomatiche
città delle
il
l'
monumentale Ravenna
della
te
principato
ad indagare
re, e
prima sua
della
patrocinio degli archivi delle
il
il
sapienza.
popolo
autentici
gli
svolgere polverose pergamene. si
Itaha
conoscere quanto pertiene
altresì
spendendo più anni
chivi, e
fasti del
i
all'
romana
antica
dell'
che tanto accrebbe
più recondite instituzioni della repubblica e del-
mezzo
età di
all'
me-
dalle tenebre del
mantenendo
secol nostro,
egli attese a ristaurare
e chiarire le l'
al
supremo magistero
mente
,
nascere tanta luce di dottrina e di civiltà, pare
che s'allegri a risuonare delle lodi di di
romana
sopita face della
la
Borghesi furono da
lui
le
memorie
di siffatti studi
medesimo abbandonate ed
in
gran
—
Nondimeno avendone con amore
(s).
parte disperse
ligenza cercate e raccolte
campate da
si
XIX
menome
scarse e
le
mi propongo
rapida fortuna,
con
e
di-
appena
reliquie
farne materia
di
mio discorso, impromettendomi che anch'esso
dell'odierno
solo quel pochissimo
che -mi
,
è
dato di sporvi
sarà sufficiente
,
a farvi ammirare nel giovane Borghesi uno de' più laboriosi ed abili diplomaticisti dell' età nostra.
E
veramente
chi furono
appena
le
dal latte e dalla culla
medaglie
Ma non
andò guari
tempo
di
che
gh furono argomenti
tosto
pervenne
alla
di
cogli ti
,
uomini più
un
sorta di
medaghe
miglior vista del
mente sciorre
le
la
un
di lettere
tempo un Bandini ,
,
ravignana
uno Spre-
dichiarare ogni
e
,
e
prontamente
e
con
e sapiente-
proposte quistioni sottentrando nel magistero
se
per
buon Guido Zanet-
si
riputerebbe forse a
buona ventura non venisse a farne Su
fede quella sua dotta e giudiziosa dissertazione: daglia
,
monete, con non minor pratica
padre medesimo
della
commercio
Incredibil cosa sembrerebbe questa, e
puerile iattanza
campo
vasto
casalino
e neir autorità dell' esimio ab. Bellini e del ti. (^)
Bello
(e).
direzione del
Serravalli, descrivere
e di
che ben
tal
,
da
crepunde
infantili
il
relativo carteggio, in
riputati di quel
Cittadella,
voce e
piena e perfetta loro conoscenza
numismatica, commessagli dal padre il
da
erudizione
squisita
a vederlo decenne, percorso alacremente
museo, cedutogh
sul pavimento.
in
insegnato
esempio paterno, quelle medaglie non più
ma
pargoletto
celeberrimo toscano archeologo
con esse coccoloni
trastullarsi
primi suoi baloc-
i
museo domestico, ove
del
ne" tre anni fu visto dal
Lanzi
abate
fin
dell'imperatore
plauso macte nova virlide puer:
Eradio
sic itiir
che
una me-
meritò
gli
ad astra
di
{»).
La
spiega-
zione, eh' egli allora ne diede, è quella che tuttavia prevale
nuova conghiettura proposta
dal Saulcy intorno al
l'ap-
:
e la
monogramma
XX
rovescio
del
museo
Il
tenti C).
non ottenne
casa Borghesi iniziato dall'avo, ed am-
di
padre del nostro Bartolommeo
pliato dal
compe-
più
giudici
dei
assenso
1'
('»),
mediante
i'
annua
spesa di scudi cinquecento, noverava allora oltre a tre mila coni
Ricca era
metalli (").
ne' tre
consolari e imperiali
a cui
,
quelle delle città e dei re e
delle
aggiungevano, sebbene più scarse,
('^).
Ma
medaglie de' papi
e
illustri,
de" re francesi,
medaglie
serie dell'antiche
dal padre prediletta,
la serie
quindi più ricca era quella delle monete pontificie
estere,
si
si
la
de' principi
,
italiane
,
uomini
degli
,
ed
de' re longobardi sino a que' giorni,
e
che racchiudeva un tesoro non saprei dire qual più fra co-
pioso e pregevole
('').
monete
r opera sua sopra le
non
monete
rarissime
di prestate
ma
,
morte
alla
valse
si
Zanetti per
il
la liberalità
di
andò perduta
lui
fra le
,
usatagli
quali
Ravenna,
di
plomaticisti
('*).
do dal cav. ,
('^).
zidette serie, nella
quale
i
conda
lo
introducevano
rapiva
il
Se
gli
secreti dell'archeologia, alla
più
egli
gli
studi
si
diplomatica. Intanto
egli in sul si
compiere
del
amorevole
umanità
sto di S. Luigi
in
altri
se-
morte
e fidata scorta
di
poscia per
la
alla
gli
suo tredicesimo
poco stante dalla madre mandato a proseguire e di lllosofia,
dilettava, gli
intorno
fu
e
stato squa-
studi intorno alla prima dell'an-
veramente
anno, essendo rimasto privo di
,
del Za-
conservava intero nella biblioteca am-
brogiana di Milano
aprivano
museo
il
sempre inteso dire che era
del quale avea qui
gliato a questa zecca, si
venna
an-
racconsolò, quan-
si
Quintino ebbe certezza che
padre; ond'
1'
della cui esistenza si era dubitato dai di-
Se non ch'egli alquanto
di S.
no-
il
Bartolommeo ricordava poi con dolore specialmente
contano
netti
d' Italia
senza scapito, perchè
fu
una ventina stro
Di questa dovizia
i
("^)
suoi studi
per quattro anni nel collegio di Ra-
due a terminarne
Bologna
(").
Ma non
il
corso
in
que-
per ciò pos'egli
in
—
XXI
dimenticanza seco
sue medaglie
le
duplicati
i
('^)
coU'uso
,
ancora col ritorno
e più
fra le dovizie del
de' quali
suo museo
tempo
anno nel
ogni
libri,
vacanze
delle
veniva sempre più avanzando
(^")
erano scorsi molti mesi da che
del collegio
opportuni
e degli
,
numismatico.
in eccellenza di
Non
che anzi ne portò sempre con
('*),
('-'*),
quando
fece
promotore
fu questa
veramente
nel nativo suo paese
a fondare l'accademia de'Filopatridi
una nuova instituzione
egli era uscito affatto
ma
,
Non
(^^).
piuttosto
si
una ristaurazione od un
riordinamento, poiché a Savignano era in
mezzo
dal
fin
del
secolo decimosettimo un' accademia
{^^]
venne nel secolo seguente
qualità ragguardevolissima
de' soci
noscer si
,
si
per
si
,
la
come per l'argomento vogliono
rivendicò
al
de' loro
il
famoso nome
Non
sarei entrato in questi particolari
duti
necessari
diresse
il
riordinamento
posto per prima legge
modo
,
la
investigazione e
all'antichità
di
che appena par credibile che
s'istituì
ma
che T andazzo
tere. lo
,
ciò de'
si
a
,
l'
tempi
età
,
in
non
cui al
studio della diplomatica
(^^)
,
nostra
agli
(^^).
più
di si savio e
d'
indulgenza
non approva
C^^),
allora di pretermet-
accademici
tutti
necessità
perchè solo nelle pergamene e
nelle carte degli archivi rinvergar si
testimoni delle patrie antichità.
patria
faceva stima
si
Borghesi
non consenti
Posta quella legge, diveniva
fu im-
cura di tutte cose
riguarderà con un poco
che
cui
di studiosi di patria storia,
che di frasche arcadiche. Però data lode inaspettabile pensiero
che
pensiere cadesse nella mente
il
d un giovane ventenne ed a tempi
('^^).
consiglio
all'onore della
e
una vera società
tal
la
quali
avessi cre-
gli
il
(^^)
le
rico-
Rubicone
non
se
accademia
di quell"
In
in queir instituto
di
mostrare onde procedesse
che s'appartengono
Quinci
studi.
erudite e sagaci disquisizioni, per
le
patrio fiume
a
che a maggior lustro
,
Ma
possono
i
documenti
,
e
i
quel che più forse ne invogliò
3
XXII
Borghesi
il
delFanno
fu
,
stesso,
l'
esempio
della vaticana
(-^)
voluminoso
da un
dicibile industria ;
lo
come
invogliò,
con monsignor Marini
gliarità
invaghirono e
lo
spronarono
condo che mi cadrà prometteva
accademia
all'
('")
e
ma
;
Monumenti
più
poi ancora ne lo
eccitamenti del Fantuzzi, se-
gli
Rubicone
(^').
Intanto che
(''^)
,
il
ravennati, e dagli archivi patrii leggeva
1803
delizioso ricetto
,
('''),
del
Marco Fantuzzi
conte
egli
sopra
de'
Sala, ed
notato
atti
della lite
una vecchia mappa
lui
il
:
fruga
le
{^^)
,
Modena
si
prende
l'accesso
di
Guastuzzi insin
carte della comunità di
importanza quattro tomi
coU'abbadia fatta
tratto di strada col
nuovi ritrovamenti
dotto
(^")
fra le quali trova di speciale gli
nuovo Sa-
del
voto della battaglia
il
una sopra
1'
marchesi Rangoni che ebbero per lungo tempo
signoria di Savignano
contenenti
di
l'altra
(^^),
V origine
e
pensiero, e mette pratiche per ottenere in
Cesena,
Nel
a lavori e studi diplomatici.
agli archivi la
(^^).
viemmaggiormente inteso
Borghesi, dopo
distruzione del vecchio castello
vigiKuio
villa di
secondo suo ritorno da Ro-
il
Imperocclii' olire alle due prose lette all'accademia, la
la
il
trova
si
Amati
Borghesi traendo
anno seguente una erudita dissertazione sopra
Gualdo
1'
tratte dalla biblioteca Chi-
giana e dagli archivi segreti pontifici profitto da'
codice
illegibile
comunicazione delle memorie con-
la
al
omai
d" in-
attesta egli stesso, la fami-
di dire più avanti
cernenti a Savignano e
ma
edizione della cronaca
la
Salimbene degli Adami, traendone copia per forza
di fra
nelf
cadere
in sul
amico Girolamo Amati,
suo
del
nel preparare
occupato
tutto allora
Roma
prima andata a
nella sua
di Glasse pei beni di
per quell'occasione, in cui era
nome
di
Regina.
Muove
essa via da S. Pellegrino al
,
ove
l'
in traccia
avea con-
varco del fiume savignanese e indi
al
suo sbocco ncir EmiUa, ne scopre ed osserva gh avanzi, e così
apparecchia
i
materiali
per
chiarire
un punto
di
geografia
—
Wlll
•
assai importante nella storia del sovvertimento della lil)ertà ro-
mana
E
{^^).
ziata
continua/Jone
la
opera Muratoriana
dell'
delle cose italiche, egli in r
anno medesimo era
poi(diò in (jnest'
nome
tlell'
impresa varie cronache del decimoquarto
colo pertinenti infrattanto
si
più parte alle
la
dava sollecitudine
una inedita dissertazione
to di
Tiraboschi
le
alla
stampa
sue medaglie
desimo anno
Apennino,
Né
('''').
dopo
uomo
il
Pasquale Amati
([uale egli si
in risposta al
da Annibale
proponeva
di
la
di
questo me-
luce parve quasi miracolo in un
anni
,
che non
dovi'à
poi
dirsi ora sa-
pendola concetto di un giovane poco più che ventenne
stro
Borghesi,
forse l'
può
anche
dirsi
che
parve
rmgagliardire
ultimo suo volume lodando
gì"
E
fu per ciò
netto per
le
del Sale,
si
che
rie di
il
del-
richiama in su
dagli altri loro maggiori
la
(^-).
Borghesi, richiesto in quest'anno di un so-
ricusò,
anzi
ne
o
una contessa
uno dicendo che
fece
se altre
volo in Parnaso ora più non poteva, man-
favore delle (^^).
muse
schife di avvolgersi fra
Dall' entrante
di
Cesena
{^'')
line di febbraio si trattenne a si
li
del cav. Spreti con
il
punto
ingegni savignanesi non senza
liglio
barbare età
ove forse
e
solerzia,
nozze del
volte avea tentato
candogli
il
Amati
di
che nel prospetto
,
qualche rimprovero di poetici svagamenti, via aperta da Pasquale
(^').
veramente l'anno diplomatico del no-
parole del Fantuzzi
dalle
il
quale se quando, per cura del Labus
data alla
lustri
1801
man-
condusse quella sua dissertazione sopra
di soli trentasei
Il
Ed
lacero manoscrit-
che anzi fu appunto nella state
,
eh' egli
tre
la
(^^).
se-
però fra queste cure poneva in non cale
denaro della gente Arria, fu
Romagna
sul Castro Mutilo, e sulla strada tenuta
,
nel passaggio dell'
dare
di
offriva a quel-
decimoquinto
e
cose della
di restituire
Scrittori
det^li
accademia
annim-
stato
accordò col Tondini per
la
gennaio ,
fin
indi passò a
comune opera
le
memo-
verso
la
Faenza,
dell'Emilia
KXIV
sacra
ed
Nella
(").
state
solitudine
quiete e nella
ivi nella
campagna vicino
in
ritirò
si
oltre
,
essersi
all'
mare,
al
l'atto
spoglio dei documenti riferiti in più libri a stampa, svolse
del
dei monasteri di S. Croce e di S.
pergamene
tre a mille
Monte
Cesena
di
desimo che
della
Credo che fosse
(").
medesima
delle quali le copie
accademico stesso
lui
domenicani
sua
,
e provenienti
e
dosi l'indice e
de" celestini il
{^^).
comunicò, da arricchirne
lenta
volume
(*'^).
Neil'
disposizione
le
leria vescovile,
codici
ed
alle
archivi
del
Fantuzzi
autunno
si
ricchezze della
,
da
e
1'
col
lui
donate
opera dei Papiri il
di
sigillo
biblioteca
Gambalunga,
vecchie carte, vide
i
ivi
il
,
un Guido da Po-
,
in
trasferi a
della cancel-
e quivi, oltre ai
a
impiegando
tavolino
Col
(*^).
suo lavoro, all'entrante del il
suo
indi passò a
Tondini per
Pesaro
,
fargli
ma non
sa-
questa congiuntura che spigolò
eziandio nella biblioteca Oliveriana si
Ornò
(^').
manoscritti del Villani e
giorno, dieci ore continue
bene affermare se fosse
Febbraio
un fram-
,
Tondini
archivio capitolare
seguente andò a trovare a Faenza
di
sua
condusse a Rimino, ove ebbe a sua
dell'
parte delle raccolte notizie
alla
Allo stesso monsignor
(^").
Faenza presso
in
chiudersi dell'anno compiuto
prei
cesenati dei
pur compilan-
del Garampi, svolse le schede de' fratelli Battaglini, in ciò, ciascun
re-
sunto delle molte copie di memorie tratte dai
mento a caso trovato sesto
alquante
neh' archivio
Intanto veniva
città in servigio della patria storia
il
di
,
le
nell'archivio
Anzi
(^^).
dagli
altresì
romani archivi da monsignor Marini
Marini
conservano
si
natale
patria
('^^)
parecchi cartolari legati e rotoli di pergamene
sono da
galati
della
mano
sua
di
Maria
anno me-
in ciuest'
domenicani
carte degli archivi de' celestini e dei
ol-
ebbe ad osservare anche
città egli
lo
(^^).
So che verso
il
mezzo
Ravenna, ove sendogli schiuso
l'ar-
chivio arcivescovile, e quello di casa Fantuzzi e di casa Spreti,
si
XXV
segnalò più che mai
l'
prima settimana
aprile, per
di
—
indefessa sua laboriosità l'
imminenza
un grande cambiamento
Intanto
poiché Napoleone avea già preso
L'
accademia risolvè
delle feste pasquali.
era
politico
accaduto
Milano
in
corona
la
C^^).
con istraordinaria maniera
di celebrare
solennità quell'avvenimento; ed ecco
,
onde
di
Borghesi tutto affaccen-
il
dato negli apparecchi di quella festa pastorale, poscia nella visione de" componimenti
,
scettro del regno d'Italia,
lo
prima
quanto
ed era per cingerne
Ripatriò nella
C"*).
una
tra neh'
cosa
neh' altra
e
re-
perdette quasi cinque mesi, de' quali una buona parte passò alla villa di
Gaggio
compagnia
in
,
Essendo poi nato desiderio
di
del Perticar! e del Bignardi (").
dedicare
1"
accettata
bre
,
offerta
ma non
mata
a
Bologna
s"
di riserva.
ma
C^").
trata del febbraio
cademia
si
lui
vasta carriera
monastero titolo
recitò in
cima
otto-
Borghesi,
il
il
que' di chia-
Romagna
della
per for-
nessuno rispon-
comandante molti
e lui
Più operoso corse
mancò
a
Doveva anche Savignano mandare
1"
anno successivo.
conte Marco Fantuzzi
1'
elogio
lui fosse iniziato alla
ed
,
,
il
{^^),
a
A.iren-
cui l'ac-
Borghesi ben
ricordando con gra-
recondita scienza diplo-
riconoscendo, se alcun" orma stampava in quella (^^).
Si
occupò
dell"
de' camaldolesi posto nel
di S.
Era
suoi studi.
i
assunse di tesserne
come da
matica, e da
il
che verso mezzo
volle onorato di solenne epicedio
volontieri titudine,
fosse
all'invito del magistrato
offerse allora
gara seguirono
là
guardia nazionale
la
suo drappello,
deva;
tornò di
per riprendere
marvi un campo il
Non
("^j.
favola mista
modo che
condusse a Milano per veder
(^*), si
la
Sannazzaro, recitata dagli
di prosa e versi a guisa di quella del
accademici
Viceré
al
Benedetto,
e la
la
mezzo
del
di
(^^).
Avendo
sua Emilia sacra
,
in
un antico
castello
lunga memoria, che
due tornate accademiche
de' suoi pensieri
illustrazione
poi
ne
,
sotto
stese,
sempre
in
una raunanza
—
XXVI
autunnale recitò un'altra dissertazione, nella quale provò l'esisten-
Gaudenzo
za di S. sizioni
e la verità del
Giano Fianco
di
medesimo
Non
(^'').
anche
ch'egli dettò
rono
ne sofferse
notizie storiche dell'altro ve-
C^^)
ma
,
so bene che tante fu-
offi.ci
be ripresi quando
si
ninamente
in ozio;
lunga
sua
di
comune,
colla fiducia,
fosse ristabilito
che anzi hi
("").
iscrizione pubblicata in
viaggiò a diporto per
Faenza
in
dal parroco
Toscana,
la
Né
però
questo tempo eh'
in
dottissima lettera
e
,
compiuta
e
stampa
la
il
Era verno alla
italico
,
anno appresso
la
C").
Ma come
(").
Indi
Di
(^^).
la
sua stanza
del
suo museo
go-
al
chi deve staccarsi da cosa molto
del settembre del
le
sue medaglie, e
1808 lesse una sua dissertazione
(^')
ed in altra del luglio
;
fu
governata
1809 una
illu-
una medaglia del proprio museo appartenente
gente Vargunteia
(^'^)
,
e
alla
presentò pure all'Accademia una me-
moria suir inconveniente dinchiudere nella
compose
forze
moneta, eh' ebbe corso in Roma, mentre
d'
egli
l'ermo forse nel proposito di dedicarsi interamente
dai re e dai consoli
strazione
stette on-
C^').
né sa abbandonarla, tornò ad accarezzare
una tornata
sopra
dell'
avreb-
anzidetta lettera fu man-
allora in contratto di vendita
diplomatica
cara, in
gennaio
li
soggiorno della
dato con pubblico incarico a Milano, ove prolungò
anche
si
Montanari
e nel dolce
dell'
che
la
d'una latina
difesa
gentile Fiorenza trovò ristoro alle prostrate sue
tornato
governo
del 1807 ottenne dal
onde nel maggio
,
esenzione da' suoi
là
tempo
fatiche da lui sostenute in quest' anno, che la sanità sua
le
quella
oppo-
le
a questo
so se fosse
le
scovo riminese Leale Malatesta
suo martirio conlro
serie delle famiglie
(")
,
medaglie
le
compiacendosi già
ogni trattativa di vendita, e di ritenersi
il
delle colonie di
aver rotto
suo museo, elicgli
diveniva ogni giorno più caro per
la vita
Se non che poco pascolo offriva
ne' paesi nostri la
ritirata
che menava
(7'*).
numismatica,
\XAII
ond'
diplomatica spendeva
piuttosto nella
egli
tempo che
gli
avanzava
stiche sue faccenduole
puhlìliche brighe
alle
poco
(luol
ed
di
dome-
alle
Erasi pure in questi tempi livolto
("/.
hanno grande attinenza
un'altra specie di studi, che
a
diplo-
ai
matici, voglio dir quelli della sacra erudizione, e fino a sette sue dissertazioni
argomenti ad essa spettanti
vari
di
neir archivio accademico savignanese
mai dal pensiero
mente per
la
che avrebbe voluto
,
ogni altra, non che per quella di Cervia; di visitare
prima
archivi
gli
revano tempi propizi per
secreti
dimora
la
venuto intanto riformando S.
Roma
in
Fontanabuona.
tratti dall'archivio di
all'Accademia fino dal 31
ne
dici,
temè
potè
di
una
tisi,
riaversi, se
lungo riposo ('Y
E
siccome
E
primo
si
gli
riati
che fece poi
,
con vomiti
e
oratore
,
un
materia
ma
del-
di san-
con un più
sospettò che quella malattia ,
agli
t'osse
abbandonare
risolvè di
af-
studi suoi primi delle
di
Augusto
altro intrapreso dell'
ultima
lavoro
delle
semplice maniera
alla
piacque di sporla seguendo
1'
Rimino,
in
,
la
di
la
sui vitto-
sue decadi
matica del Borghesi, nel ventottesimo anno di sua di
olferta
terminare
in sul
Cosi ebbe termine, se mi è lecito cosi dire
modo
l'atto
frutto di questi studi fu la dissertazione
fece sospendere
quale
perchè era
nuovi documenti
di
,
cor-
Memoria sopra
ne aveva già
Ma
allora
Il
I").
non con lunga cura,
medaglia rappresentante l'arco
sulla
città
preporre ad
ne
sua
la
di petto
fatto la diplomatica, e di ritornare C^j.
cadeva
ed era già stato sfidato dai me-
cagionata dalla polvere degli archivi
medaglie
E
luglio.
di
l'anno cadde in gravissima malattia si
gli
sentiva la necessità
pontifici,
ampliando
e
ma
Benedetto, mosso a ciò da buona copia
gue, onde
però
tante notizie avea adunate e special-
quale
sede riminese
la
Né
proposta Cronotassi dei Vescovi delle
la
dell'Emilia, per
{'^i.
serbano
si
(8o).
vita diploetà.
Non
cronista
ordine de' tempi, perchè solo
a
mi si
XWIII
può
ragione di tanti studi
far giusta
mente
breve spazio
al
Ma
furono compiuti. sté
tempo
di
ed
,
di tanti lavori
e
ponendo
,
giovanile età in cui
alla
se voi riandate col pensiero
cose spo*
le
appena
v'accorgerete ch'egli in pochi anni operò quanto
,
potrebbe
altri
noi di cogliere
monete
le
di
perché non
!
parte del proprio
la
zecche, era da
lui
almeno dato a
è
Scriveva
di tante fatiche?
frutti
i
Oh
vita.
suo Labus che
di poi al
prende
lunga
in
non
non molto
egli
museo
,
che com-
curata, indispettito
che dopo quattro o cinque anni perduti negU studi diplomatici, a
cui
s'
ciarvi
era principalmente rivolto, fosse stato costretto di rinun-
(^'j-
Ninna meraviglia adunque
delle carte relative a quegli studi
(^^]
,
,
minor cura anch' ebbe
se
più non rimangono che poche dissertazioni nella biblioteca savignanese si
Nardi
del
("). Il
il
monastero
se tenue e di leggiera importanza
non
però dell'
vi
ingegno
,
ammirerà quale
si
All'
menti
Ma
(^*).
paese,
non
che in
si
il
trattò
io
»
che
«
E di
e la sagacia
atti ,
non ne parlerò più a lungo, il
segretario,
nostri
perchè n'è
si
(*^).
che nella sua raccolta
che argomenti paesani.
(^^)
,
è
racchiudesse
ei
la
crediate però
sua mente ed
senti egli tutta la dignità della diplomatica,
nell'uomo innato presente
Monu-
di
ravennate
Ma non
neir elogio del Fantuzzi cosi ne descrisse fine.
subbietto, niun
Borghesi, scrivendo per l'accademia del suo
angusti termini
Ben
il
erudizione
prefisse principalmente la topografia
da imputare se
studi.
stampa negli
esempio del Fantuzzi
si
Benedetto, della quale
di S.
dell"
perchè alcuna cosa ne toccherà
già decretata la
sorte ce ne abbia serba-
possa desiderare maggiore in qualsivoglia
più sperto diplomaticista si
la
può parere
copia
la
alquante schede
e
,
e qualche citazione nella Cronotas-
,
maggior saggio che
Memoria sopra
to è la
fatiche ora
di tante
se
e
1'
il
attorna,
desiderio
ma
non
di alzare
1'
origine
sol di
,
i
i
suoi
quando mezzi,
il
conoscere ciò
pur anco un lembo del
XXIX
velo che copre
T>
l"
età ti-apassale
per iscorger
cose, che
le
»
hia preceduto. Quindi miriamo dal labbro del tremulo
-^
padre pendere
i
e canuto
teneri pargoletti al racconto dei fatti degli anni
suoi più verdi. Quindi
mano
nostra curiosità pose in
la
umane
maestra delle azioni
gran
le
la storia.
la
penna
Ma
costei
"
alla
"
troppo spesso, o dalla distanza de' luoghi ingannata, o troppo
T>
alle
vaghe popolari voci fidando,
,
speranze tradiva de've-
le
gnenti nipoti; ond'è che
«
diplomatica, perchè a
*
scostarsi dalla strada del vero. In fatto
»
fonda, sui
»
zioni
»
epoche, corregge
"
barbarie de" tempi
"
traccia degli avvenimenti serbarci
soli
la storia,
e
furono smarriti
si
assai gli giovassero
sola
i
le
per
la
ha .saputo alcuna vantaggi
f^^j.
nuova luce
alla
rinnovata e perfetta.
Ben
di
archeologo
utile
Conobbe che
a
,
che anche
lo
studio delle
vuol essere diretto a sertal
line
studio delle
allo
connette quello anche più importante delle lapidi
si
i
gli
quella critica epigrafica, ora tanto avanzata per
Mommsen
ranza di sicuri progressi questi
furono
i
,
:
archivi lo condusse a cercare nelle
vecchi codici di coUettanee lapidarie
e del
,
suoi iniziamenti diplomatici. L' uso delle
abitudine di rovistare
E
lei
Quah sommi
portò
lui
condusse a conoscere
lo
alla storia
De-Rossi
determina
salire a tanta eccellenza di
medaglie per essere veramente
biblioteche
,
sue osserva-
annali di
gli
(^^).»
e lapidari
può dire da
si
parmi da notare che a
e r
le
da sé immaginarlo, pensando quanto
numismatici
romana, che
medaglie
quando
permettesse
questa scienza pro-
costumi dei tempi,
i
la
avesse a promettersi dagli studi diplomatici del
co" suoi sludi
vire
le
sincroni e autentici documenti
Borghesi, ciascuno può
pergamene
-le
mano guidandola non
basando, esamina
r italica storia
storia
critica
la
compagna
die per
»
senza
la
quale
le
la storia
,
e cosi creò
industrie del
non ha
spe-
(^^}.
veri passi, pe' quali egli
venne a quella 4
—
XXX
altezza di fama, che tornò a gloria
venerato
ché
quelli,
(^V
ricevette
per
lui
un nuovo
dell'imperatore
stà
rumori
tanti
spese logo
Fu
la (^*),
bronzi
e
e
oracolo, onorato da tutte genti,
tengono lodati
si
di tutta Italia. Etili
che
nome
del
supremità
la
sollecitudini
di
ne'
campi
guerra
,
di
ingegno
italiano
fra
proprie
a
pubblicazione delle opere tutte del sovrano archeoa in
cui la
marmi
potenza erigere
^-
imperiale
non
avrebbe potuto
un monumento più degno
>
=*- .J*^i
iiiHiieri
mae-
la
Lombardia,
decretò
le
suoi disce-
omaggio, quando
e singolarissimo
Napoleone,
dell'
di
duraturo.
1
tal-
voce di più solenni maestri appo
che sono in
straniere nazioni, poli
come
consultato
,
somma
iniVainnie.vsi
ut
iliscorso
-»
^—
rimandano
alle
Aggivnte
e
Note
a pag.
57.
e
in
più
DELLE COSE OPERATE NELL'ANNO DALLA
B.
DEI-UTAZIORE DI STORIA rATRlA
RELAZIONE DEL DOTTOI;
LIIGI FRATI SeArptario.
1861
Il
che
si
onora de' più celebrati diplo-
non raccolse
in
questo campo di studi copia
secolo decimottavo
maticisti italiani, di frutti
rispondente
.
grandezza
alla
che, avendo essi, siccome corso
i
tempi
è
proprio de'
lasciarono dietro
,
delle loro nobilissime fatiche.
di sue primizie
sommi
per
ingegni, pre-
da sé un' età nulla curante
Ben altramente
è a ripromettersi
dell'età nostra, nella quale
,
sovrani maestri
naturale procedimento delle
tendenze
,
per
o
intellettuali
,
lo
sia
per virtù dell'esempio di quei
o per entrambe queste cagioni
diplomatici vengono ogni di in maggiore
che rendono indubbia fede colo condotti,
donde siamo
malgrado
il
,
umane
gli
studi
amore ed onoranza. Di
lavori storici in questo
miserevole condizione
mezzo de'
se-
tempi,
usciti, da cultori solitari e sparsi, senza aiuto e
incoraggiamento veruno rogi
la
i
questo
,
e fra difficoltà
di
ogni maniera. Ar-
non avervi persona mezzanamente erudita, che non senta
bisogno,
che
1'
età
di
mezzo
sia
severamente
studiata,
— dall'
impostura,
al
— gran parte dall'ignoranza o
corrotta in
la storia,
rifacendone
XXXIV
della critica e alle fonti di autentici do-
lume
cumenti. Quindi dovunque è un desiderio di rovistare archivi, per trarne suU' autorità delle pergamene rispettive tradizioni
In
costumanze
,
,
sincera notizia delle
la
leggi ed istituti.
disposizione degli animi sapientemente operò
siffatta
Governatore Farini
istituendo
,
nell'Emilia, ad esempio della
benemerente torinese Deputazione
consimili società;
tre
che ha sede a Bologna, presieduta
dall'
Eccellenza del
conte commendatore D. Giovanni Gozzadini della quale è presidente
zana,
la terza a
1'
Modena,
D. Celestino Cavedoni.
Grata
colleganza,
cui presiede
blicamente la
al
che al
una
sig. sen.
Parma
altra a
chiarissimo prof. cav.
il
ci
fine,
gli
acquistano maggior vigore
abbisognano a
quale
la
di
forte
noi torna la presente
porge occasione
animosa
e
solennità
di significare
pub-
suo Ministro prof. Antonio Montanari
nostra riconoscenza.
Deputazioni,
Modena tuto.
costituite
con decreto del 10 febbraio 1860
convocarono elleno
si
Rimesso
il
carico alla nostra
alla fiducia in lei
ministeriale approvazione,
,
essa lo
E
riposta.
quando
il
le
general ragunanza a
in
comune
per avvisare del modo, onde stabihre un
tudine pari la
un
che
,
Farini e
Non appena tre
,
l'
Provida istituzione, per
pertanto
eziandio per questo
,
1'
onorando commendatore Angelo Pez-
sparsi elementi, raccolti ad
a sostenere intraprese
fondata da
di Storia Patria,
memoria,
Carlo Alberto, di sacra
il
adempì con
Sta-
solleci-
stavasene attendendo
cambiamento
del penul-
timo ministero, apportando indugi che durano tuttavia, soprattenne
il
desiderio e
tava però
il
1'
aspettativa delle Deputazioni.
conoscere che questo rilardo
pratiche opportune per recare ad effetto or ora cessato
,
di
estendere cioè a
tuttfi
mente
Italia
confor-
cagione dalle
avea
la
Ne
il
del Ministro
benefizio di
—
XXXV
Commendevole
questa istituzione.
adempimento
mezzo
rando
la
al
suo instituto
di
fine
condizione presente de' nostri Archivi
studi pel disordine delle antiche carte
ventari
,
pronto
cui
Deputazione, compresa dell'impossibi-
la
rispondere debitamente
di
lità
del
,
affida la sapienza del successore.
ci
In questo
consiglio
(i)
e
du-
infruttuosi agli
,
per mancanza
coglieva ogni opportunità per raccomandare
d' in-
proget-
il
to d' istituire
appo noi un Archivio centrale a somiglianza del
fiorentino
meritamente celebrato. Imperò non
compiacenza
ta
e
si
,
e gratitudine sentisse la
quan-
è a dire
medesima
alla
pronta
generosa deliberazione della Municipale Rappresentanza, onde
fu disposto r acquisto
non pur
,
gettato Archivio; e quanto
commesso
tore
degli
archivi
di additargli
toscani
modo
il
stato di quelli.
allo
go a ricordare desistette della
,
Mamiani
il
Che
,
nella
Francesco Bonaini
se per circostanze
,
archivi nostri
gli
che non
,
è
qui luo-
speranze
Deputazione
proposito
del
nobiltà
dell" inca-
benemerito ordina-
al
dispendio di recare
uffici la
intero
dell'
novella
alla
rimasero finora sospese tante
,
ma
a nobile sede del pro-
cav. prof.
sig.
né desisterà dagli
riuscita
Governo
e
,
allegrasse
s'
ministro
dal
un palazzo
Archiginnasio
isolato attiguo a questo
rico
di
nella
,
,
non
confidando
sapienza del
e nella perseverante volontà del civil Magistrato.
Rivolgendo inoltre
la
Deputazione
le
sue cure
alla scelta
documenti da pubblicarsi nel primo volume dei Monumenti, preferi innanzi tutto gh Statuti, siccome quelli, da cui è dato dei
(1) Questo disordine de' nostri Archivi e
non meno che da noi
è sentito dagli stranieri
Basterà qui ricordare
fra
non aver potuto
far capitale
metteva tanta copia
Romano
nel
molti
medio
di
della
notizie in
evo.
Blume
il
ricca
,
il
,
danno, che ne conseguita agli studi i
che nel
storici,
quali ce ne fanno ben ineritati rimproveri.
suo Iter italimm 11, t37.
si
duole
suppellettile de' nostri documenti, donde
si
di
pro-
servigio dell'illustre Savigny per la sua Storia del Uiritto
XXXVl
raccogliere tanto la costituzione politica, quanto la legislazione civile e
dubbio deva.
amministrativa del nostro Municipio
Non v'ha
neralità
persona, che ignori avere
non
conoscono
si
Perocché
bhca ragione per
leggi
i
statutarie
Comuni
diffon-
italiani go-
ma
dalla ge-
Statuti delle diverse città fatti di pub-
gli
stampe appresso
le
si
particolari e l'estensione di queste
non lasciano ravvisare
rabile trovato
i
legislativa e amministrativa,
una hbertà
franchigie.
informata non ha
sapienza giuridica, che da queste scuole
alla
duto di
,
paesi
de' rispettivi
,
l'
invenzione di quel mi-
1'
originaria
corrotta
forma
dalle
delle
successive
principesche usurpazioni.
Dato pertanto incarico
ai
signori Michelangelo Gualandi e
dottor Enrico Frati di ragguagliare la Deputazione intorno dici i
volumi membranacei contenenti Statuti
quali
si
conservano
nell'
civili
i
se-
Bologna,
di
Archivio già della Camera degli Atti, occasione di rilevare che
ebbe quindi
ora Notarile
,
si
primi codici
,
che comprendono
gli
Statuti
sette
i
del 1250 al 1267
(juantunque offrano varietà non poche di dizione, modificazioni ed aggiunte, potevano però con acconcio artifizio essere ridotti in
una sola pubblicazione, svolgimento
degli
acquisterebbe
e
il
anno veniir
,
I
non
in luce
è a .
,
che
1'
opera assai più lunga lo
scorso
siccome era ne' nostri propositi. la
Deputazione della maggior parte dei
non avea potuto soddisfare
al-
mensuali esercitazioni letterarie. Aggregati
perciò a sé nuovi Collaboratori alle
importanza
maravigliare se non potè entro
altrove destinati,
altro debito delle
dava
successivo
lavoro, non esitò punto la Deputazione di risol-
Stremata frattanto
Membri
il
ordinamenti dì Bologna pel corso di anni
Conseguentemente riuscita
malagevole
suoi
quale presenterebbe
considerazione della maggior
diciotto. Sulla
versi a ciò.
la
,
il
25 aprile dello scorso anno
medesimo cominciamento. Nelle
(juali
il
signor prof.
xwvri
Francesco Rocchi
materia, ebbe di
assai controversa
chiudersi di esse. Prenlesse
quante osservazioni
sulle
della diplomatica, entrò
mando, che
534 al
del suo dire ardua e
che intrattenerla fino
al
dal
medesimo
al-
dell"
archeologia e
innanzi
tratto
attinenze
strette
a ragionare della via Emilia, confer-
nella discordanza degli scrittori, l'opinione degli eruditi
riferiscono
medesimo
,
instaurazione
l'
nel suo
Flaminia al
al
per Padova
Censore del
Console del 567, ed
secondo consolalo del 579,
Modena
da
di essa
della
Emilia fino a Piacenza
e quella dell'
mento
argomento
pigliata ad
,
il
prosegui-
Concordia ad Aquileja.
e
Datosi quindi a precisare l'andamento della Flaminia corresse dapprima
Narni per Terni a
Bevania
,
e
errore pressoché
1'
mentre per
,
ne
fissò colla
lo
comune che ,
testi degli itinerari e dei
prova dei
la
lunghezza
to-
in miglia 213.
Percorrendo itinerari
appresso
in
Emilia
1'
Rimino
a
le
memorie
Piacenza
in miglia 176.
da
lui, l'antico
vecchi manufatti di cui
,
Riprendendo 16 novembre
dell'
tutti
le
origini e
1'
gl'indizi di
antica loro condizione
Avea condotto U nostro A.
Forh, quando
compimento anche
dei varii succes-
Prese poscia ad addi-
corso, servendosi di
spose succintamente
sospese l'erudito
iscrizióni a
della postura delle città da essa attraversate,
politica e materiale. fino a
le
queha vasta erudizione,
tarne, con maggiori particolari e con è
usata scorta degli
dagli Imperadori, ne determinò la lunghez-
sivi ristauri operati
za da
coli'
colonne migliari, riducendone
e delle
più corretta lezione, e traendone
che
conduce da
contrario metteva direttamente
vasi di Vicarello e di parecchi cippi mighari tale
la
la
sopravvenienza delle
critico
e
le
sue indagini
ferie autunnali
suo lavoro, di cui desideriamo
il
a fine di renderlo di pubblica ragione. la
Deputazione
andato anno
le
sue
ordinarie sedute
il
buon grado 5
la
accoglieva di
— sig. prof.
proposta del di
XXXVIII
Rocchi
ci'
essere intrattenuta della lettura
una memoria inedita del chiarissimo Bartolomeo Borghesi
attenentesi alla qualità de' nostri studi, la quale porse materia a tré successive tornate. Tratta essa
Benedetto
di S.
Savignano
di
avuto origine da un
quale,
il
,
Monastero Camaldolese
del
duodecimo
del secolo
in sul finire
"Eremo fondato poco lungi,
o in sul principio del decimoterzo, da certo fra Salimbene, eb-
Abbazia
be
titolo di
fu
tramutata in
invasa
fino al 1481
medesima, soppressa,
in cui la
Commenda. Nella qual condizione durò finché Lombardia dalle armi francesi incorporati beni ec-
la
i
,
clesiastici
divenne anch'essa proprietà de' vincitori.
.
In altra ragunanza dava
Segretario contezza di due ma-
il
non ha guari; uno
cigni literati venuti in aprico
forma
,
XVI
delle lettere aggiudicò al secolo
de' quali dalla
e dalla qualità del
ritenne segno stradale posto sulla via, che da Porta Pia,
titolo
metteva
ora detta di S. Isaia,
alla
parrocchia di Veggio a 19
miglia circa dalla città, dove fu anticamente un assai forte castello.
Di molto più rilevante
e
per antichità
riche addimostrò esser l'altra pietra
vui
P. V. P.
testimoniare
tima riga,
termine probabilmente
lunghezza
la
per ragioni sto-
iscrizione
coli'
pore domini Herek de Turri Potestatis Bonon. nelli.
e
et
:
1268. Tem-
Comitis Brica-
di un'
area posto a
larghezza di essa indicate
e
quale opinò aversi a leggere octo perticae
la
,
nell' ul-
quinque
perticae. Il
signor Sezanne
socio
febbraio lesse una sua della quale
se la
portò
dedusse
medesima la
al
1'
nelle
memoria
origine da
di là della
denominazione, che
sulla famiglia Sala
Modena.
il
narrato
e
9
bolognese
come
castello
;
aves,
che
luogo ancor ritiene, di Sala,
memorie rimontano
loro dominii
trasferimenti
,
E
Samoggia un antico
(le cui prime ,
sedute del 26 gennaio
all'ottavo secolo) disse dei
possessi
e
ricchezze
;
della
parte
\'\"vlik
che presero, come
vicende della
guelfi, nelle politiche
che quivi
stra, degli onori e de' gradi,
e altrove
città no-
sostennero, e
da ultimo degli uomini, che illustrarono maggiormente questo casato, segnalandosi per valor d'anni,
maniera
e per copia di dottrina in ogni
Considerando che
Presidente,
mancanza
nella
date dai le
marmi
vetuste
scritti,
deliberò
proposta del
memorie
de' nostri
nell'
E
medesimi debbano avere precipuo luogo inserendole ne' relativi
storici,
ne incaricò
dell'
esecuzione
Rocchi, siccome quegli che avea già raccolto
magnuole per
Municipi
ultima sua adunanza che
la
la
le
che
è
1'
tra
toi'inese ri-
Ligure per
la
i
volumi, ad
Deputazione
spetto alle epigrafi di Sardegna, e decretava sue.
signor
sono unicamente traman
,
quanto ha testé operato
di
di scienza.
sopra
di storie particolari
Monumenti
esempio
più
le
iscrizioni dei
nostri
Deputazione,
la
nobiltà d'ingegno,
pei'
le
onorevole signor professor
maestro
in
siffatta
materia,
e
iscrizioni di gran parte delle città ro-
pubblicazione francese del corpo
progettata
epigrafico latino.
Nella ai
medesima tornata
Colleghi
un suo pensiero
che agevolar ne potevano gli
il
,
Segretario
svolgendo
la riuscita,
prese a manifestare
le
ragioni
e
i
modi
esortandoli a procacciai--
favore laddove convenissero nella utilità e nobiltà di esso
un solo,
e cioè di riunire in
Musei archeologici venuto
al
Comune
cav. Palagi, e per della
salve
le
rispettive proprietà,
della città nostra: l'uno
degno
atto del
che avessero a rimanere disgiunte
te luce,
ma
dagli altri.
i
due per-
per generoso lascito dell'illustre concittadino
Municipale Consiglio,
R. Università, ritenendo sconvenienza
simil natura,
non ha guari
i
:
quali
non
solo
riceverebbero
si
e
l'altro
danno gravissimo
due raccolte
di oggetti di
riverberebbero scambievolmen-
maggior rilevanza
Avvisando cosa vana spender parola
e lustro gli uni
in
addimostrare
—
XL
i
proposta,
questa
di
vantaggi scientifici
accennò solo alcu-
ne particolarità, che rendono i medesimi viemaggiormente madove l' un Museo è scarso di monue cioè che nifesti ,
;
menti
d'esempio,
mente
buona ventura
r altro per
,
n' è dovizioso.
modo
Cosi, a
manca pressoché interanon poco degli etruschi
raccolta dell'Università
la
di oggetti egizi
scarseggia
e
:
mentre degli uni e degli altri è copiosamente provveduto il Comunitativo. Cosi il Medagliere universitario, abbastanza for-
medaghe antiche maria de' secoli di mezzo nito di
,
che no nella serie num-
difetta anzi
moderni,
e
E
la collezione già del Palagi.
numerosa
maggiormente
risguarda
ci
chezza che offrirebbe
,
la sola
quale è oltremodo
nella
toccando
compiaceva
si
zecca
dubitò ritenere che presenterebbe
pensare
al
Bologna
di
;
che
di ciò,
la ric-
quale non
la
intera serie monetale della
l'
medesima.
Sponendo quindi succintamente
come questo avesse
versitario ricordò
Ferdinando Cospi
senatore
del
le
nando
del
molti
P.
Savorgnano
un nobilissimo
cav. Palagi col
tesoro
sentaneo siiTatta
a
bene sperare
all'equità
zi
tra
del
considerazione,
quanto ragionevole
;
per
vantaggio riceverebbe ,
verrebbe
mano
in
di
Benedetto
mano
XIV
,
di
testé
fece
1'
a lui data
e di
fine.
la
illustre
mal grado vedrebbero
un medesimo pensiero, un medesimo
mento destinava ad un medesimo argomento
,
siccome
,
generoso suo lascito
disgiunto ciò, che
uni-
che intesi ad arricchire
benemeriti concittadini,
altri
patria di
,
Museo
origine dalla liberalità
venisse di
e
,
del
successive larghezze del conte Luigi Ferdi-
ampliandosi per Marsili
storia
la
senti-
Di che traeva precipuo
della riuscita, ritenendo troppo con-
Governo l'annuire, segnatamente per ad
una
la
quale
la
raccolta sua dalla prossimità dell"
proposta ,
altrettanto
discreta
mentre niun nocumento
,
anal-
opportunità di favorire una delle più
—
XI.1
nobili scienze
,
splendidissimo
e di accrescere ad
un tempo
ornamento
a
zioni de' passati governi, civiltà
,
benemerenza
a
e
compenso
che da questo luogo primamente
Accennò quindi
il
essere contraddistinte spartire
a
quasi
,
nostra di
città
la
delle
spoglia-
di quella luce
diffuse.
si
modo, onde anche palesemente potevano le rispettive proprietà come si avrebbe ;
complessiva raccolta, scientificamente disposta,
la
per ordine di nazioni e di tempi, in due grandi classi:
comprendente
monumenti
i
romano impero
del
,
della
dell' alta
quale
derne
avesse
soprintendenza
la
opere del Medio Evo, del risorgimento ,
commessa
Non
alla
vendita
dalla
Delle 75 mila
,
medaglie
delle
1'
Ma
altro assai
non annuendo
e oggetti antichi
,
unito Medagliere
vi
presente
il
mo-
le
duplicate. ,
oltre a
20
quali, tenendo le
alla
il
Go-
spesa, che avrà necessità
di
proposta, per edificare nuove
a ricetto
che per mancanza
via stipati ne' magazzini. al
delle età
più considerevole vantaggio ritrarrebbe
sale e gallerie uell" Università
occupa
e
dovrebbero infruttuosamente conservare.
verno dal risparmio dell'ingente sostenere,
altra gli avan-
monete
e
mila indubitatamente riuscirebbero doppie; si
l'
vantaggio economico, che de-
il
che conterrebbe
raccolte disgiunte,
;
il
direzione del Bibliotecario Comunitativo.
intralasciò di toccare
riverebbe
l'una
antichità sino alla caduta
professore universitario insegnante archeologia zi e le
di
Oltreché
monumenti
molli
dei
spazio giacciono tutta-
di
usufrutterebbe quelli,
Museo archeologico, ad
che
istituzione di nuo-
gabinetti, e ad ampliamento degli antichi.
Disse non potersi persuadere che tanti e si notevoli vantaggi
mento antiquario sarebbe
solo perchè fuori
del
volesse rinunziare a
si il
Museo
palazzo
e
dell'
l'
insegna-
Università
;
tanto più che altri insegnamenti e istituti pertinenti alla mede-
sima
si
compiono
e
stanno altrove: come, a
modo
d'esempio,
l'Orto agjario,
remozione
tata
XLir
e
la
botanico
il
animo
coltà, che neir
—
.neo all'Università,
verrebbe allogato
quella nobile sede
le cui
cue
dell'
,
amore
condizioni
a
questo luogo,
delle
le
,
ferrate.
secondarie
luogo estra-
in
nell'antica sua sede, in
ma
Imperocché
d'
,
si
,
al
brevissima sua
come perché
dal
sia
sosta,
loro
a la
F instaurazione
presente
che, accorciate
lui
fatta
e
per
le
trapassando
,
di raccogliere
comodità
di trovarne,
la
che hanno
,
Ciò
centrale
importanza
tale un'
posto
,
la
il
postura, per
santuario,
cosi delle patrie grandezze.
C>
N^(^^Sr
come
mente
conchiuse
onorate memorie che racchiude,
questo più degno di addivenire
di-
la dotta curiosità del
cumulo acquistino
quale per
le
maggior copia possibile unite,
ripiena delle maraviglie altrove vedute. il
delle
volta delle più cospicue
meritevole di ammirazione anche da coloro
non avervi luogo,
mutate
appresso
alla
e a
musei da soper-
rende più che mai necessario
cosi perchè
magnificenza
promuovere
dalla considerazione delle
viaggiatore
il
archivi e di
quante più cose possono allettare
medesimo; nella
anziché
rapidità del vapore ad esse sospinto
e dalla
in esse
,
essere condotto a
nostre
città
stanze, è attirato città
(Jilìi-
Università medesima.
inculcar quivi concentramento
strade
la
pareti rifulgono delle glorie più cospi-
Da ultimo dichiarò non chio
scemare
a
taluno potesse ancor fare la proget-
di
notava eh' esso Museo
,
E
Clinica.
la
sia
sua di
delle glorie,
RELAZIO.\E DELLE COSE FATTE NELL'ANNO
1861
DALLE DUE SEZIONI COMPONENTI LA REGIA DEPUTAZIONE
SOPRA LA STORIA PATRIA f'EH
LK ['HOVIN'CIR
DI
l'AKMA
E
PIACENZA
Lia R. Deputazione sopra vincia di
Parma
venne divisa centini.
La
e
gli
Piacenza, sul cominciar del passato anno
due Sezioni, una
in
studi della storia per le pro-
di
Parmigiani, V altra
sezione parmense alla prima volta che
liberò subito, consenziente ed approvante
narsi
il
giovedì non festivo
cose attinenti
a
d'ogni
materie sloriche
in all'
di
una
tener
o
il
dirò lativi
dapprima alla
per
e
al
di adu-
trattare
proseguendo infino
e
di
all' ul-
più letture, rispondenti
ragguaglio che son per dare di
ze torni stringato e breve r ordine degli
settimana
dovendo
delle tre assegnate materie. Ora,
altra
modo che
Governo,
giugno, tenne 18 adunanze,
ciascuna delle quali v'ebbe una 1'
uni, de-
si
fdologiche e archeologiche.
,
Cominciando quindi dal 10 gennaio timo giovedì del passato mese
il
di Pia-
possibile
,
tali
ho pensato
,
io
adunan-
serbando
argomenti, di ridurlo a tre capi. Per conseguenza de' lavori spettanti alla
filologia
,
e
da ultimo
storia, poi di quelli re-
degli
studi
archeologici
6
—
XLVI
anziponendo, per ragione
mondo più
gentilesco
al fine
onde
di
tempo,
quelli
che
riferiscono
si
sebbene Y archeologia cristiana
,
fu istituita la
s'
al
approssimi
Commissione deputata
agli studi
Storia Patria.
di-
Lavori Storici.
sig>
Il
d'aver ridotta a scienza
Italia spetta la gloria invidiata
che air
che
r arte
Ronchini (nella V. adunanza) premettendo
cav. A.
insegna a munire ed espugnare
un elegante discorso su Francesco De-Marchi
Vita e
la
gli
del
tivo
di
Parma,
famoso per l'opera insigne dell'Archi-
,
discorso molte e impor-
dapprima come
1'
alla
anno
quello della morte accertate,
Marchi, scoperte nell'Archivio Governa-
scritte
dimorava
cioè egh
e
della ,
lo
le
milizie
,
la
1571, quando
e
notizie
Marchi
del
nascita
sino
Parma,
al
III e
sia
il
1504
e
presente non bene
grado
col
quando Papa Giulio
V. avevano rotta
1"
di
di
circa 48 an-
Commessario
Imperadore Car-
guerra nel 1551 contro Ottavio Farnese
signore di Parma. Provò quindi r ufH/.io
1559
il
mostrò poi com'egli, essendo nell'età
ni, entrasse nella corte di
sopra
dettate tra
Corte di Margherita d'Austria. Chiarito
157(3
il
recitò
,
studi del gran bolognese
tettura Militare. Diedero occasione al
tantissime lettere
fortezze
le
come
(
forse
per ragione del-
che teneva) scrivesse costi un libro, tuttora ignorato,
sopra l'artiglieria; e come nel 1559 cessasse dal sopraintendere alla
fabbrica della cittadella di Piacenza per seguitare la corte
di
Margherita d'Austria,
le
Fiandre.
le
svariate e curiose notizie somministrate da cento lunghe
tere, scritte
Ma non dalle
eletta in quell"
potendo raccogliere
Fiandre nello spazio
reconditi particolari intorno
la
anno Governatrice in
di
breve
somma
del-
tutte
nove anni, piene
let-
di
guerra famosa di religione, intorno
xi.vri
la
cupa politica
de' ministri che la te
mettevano
La
premio
il
de' grandi
e le arti
il
Marchi, dell'opera cioè che
gli
nomi; e fama immortali.
vo' dire
,
poco generose
solamente della par-
in atto, disse
che più dappresso tocca
valse
storia pertanto del celebre Trattato o libro dell' architettura
militare è
,
un
a
bozzo del libro matica
,
r opera
bel circa, cosi.
più
tre
ai
innanzi a tutte
illustri
le
secondo gram-
Grange
e ai conti d'
sottopose
Egmont
e
d'Horn.
opera del Bolognese entrava
1'
conosciute
stampa che poi non ebbe da autentici
della spesa, risultando il
,
il
,
Governo Spa-
stampa, da condursi a conto del regio
la
tere suddette, che
un
fatto
strategi che allora avesser le Fiandre,
altre di que' di
gnuolo ne decretò ;
Marchi, com' ebbe
perciò eh' egli (piasi niente se ne conosceva
avendo questi giudicato che
Tesoro
Il
e datolo a chi potesse gastigarlo
vale a dire al Principe d'
E
Spagnuoli
de' Principi
forse per la gravezza
,
documenti,
citati nelle let-
d'alcune tavole, ordinate a
solo intaglio
passarono
far parte dell' edizione,
effetto
il
costo
di
un migliaio
di
scudi. Il
XVII, in
medesimo fece udire
Parma
,
nel
(vale a dire
la
Cavahere
sig.
nelle
un dotto discorso su
quale
precisato
,
casa da
lui
il
XV,
adunanze XIV,
e
dimora del Petrarca
la
tempo
e
abitata), favellò
il
luogo
di
essa
con ampia erudizio-
ne dei personaggi ch'egli quivi conobbe; e, allegando lunghi e acconci brani cavati dall' opere latine del divino da'
documenti sincioni
no
ai letterati
brio Zamoreo, Il sig. il
,
,
ovvero
diede rilevanti e pregevoli notizie intor-
parmigiani Giberto Bajardi tutti
Poeta
,
Moggio Moggi,
onorati di lettere e lodi dal
e
Ga-
medesimo Poeta.
conte Iacopo Sanvitale manifestando (nella V. adunanza)
desiderio che alcuno prenda a fare una storia dei varii
di coltivazione agraria usati pi antichi insino a' nostri,
modi
nel territorio parmigiano da' tem-
ne tracciò con molta maestria un assai
XLVIII
nobile e forbito disegno
dovrebbe comporsi
facendo conoscere
,
e indicando le fonti cui
,
necessarie notizie. Parve bella, sopra
le
le
parti delle quali
dovrebbe
attinger
tutte, la parte in cui
provò contenersi nel dialetto rusticale un potente aiuto a scoprire l'origine di tradizioni e costumanze, che la scienza e la
non dovrebbero punto ignorare. Segretario (nella VI adunanza) presentando
storia Il
4
tazione la copia di
ad esso
relativi
,
accaduti
nell'
Depu-
sotto alcune
e
Parma, prese,
occasione di parlare ,
quindi di
e
al-
anno 1350.
Prof. E. Bicchieri (nell'adunanza XII,) notificò
sig.
Il
,
conceduto da Papa Clemente VI
del Giubileo fatti
Battistero di
dell' epigrafi
dalla qualità delle pitture e
cuni
nel
allora allora
scoperte
pitture
intorno
dipinte
epigrafi
alla
al-
cuni suoi appunti servibili per compilare una particolareggiata
Consorzio
Memoria
dell'
avendone
tratte le notizie
antico
delle nobili
vedove parmensi
da vecchie carte di ragione del con,
che sale
memorabile per
la rotta
sorzio medesimo. Disse dell' origine di tale istituzione al
secolo XIII, e forse all'anno 1248,
che
Parmigiani fecero
i
opere di pietà
dell'
che praticavano
,
II.
Poi, toccando
vedove
ascritte al pio
a Federico
patire
le
sodalizio, porse, cosi per incidenza, alcune utili notizie concer-
nenti
a'
sig.
Il
nanza
costumi
I.
civili
e religiosi.
Comm. M. Lopez
II.
IV. V.
lesse a più riprese
una dissertazione storica
)
Parma
coltivate nella città e nel territorio di
sino al secolo quali
me
,
numerò
XVI. Divise i
monumenti
indicandone
pregi o
i
ferti, le ristorazioni
registrando
quando
le
più o
1'
o i
cui
sufi'
Arti belle
dai tempi
romani
opera per secoli, di ciascuno dei gli
avanzi, descrivendone
difetti,
meno
possano
mostrandone
i
le
for-
guasti sof-
appropriate e convenienti, e
d'ogni opera, quando scuole
cioè nell'adu-
(
i
nomi
degli
esse attribuirsi.
Ma
autori,
e
essendosi
—
XIJX
monumenti
piaciuto di congiugnere a notizie certe, cavate dai
medesimi o da memorie sincrone, conghietture
non abbastanza
giustificate, dovette
recarvi qualche modificazione. Ciò
trovata notabile per esattezza
copia di notizie circa quanti parmigiani
alcuna
al
Lavori
VI
intorno
fatti
VII adunanza
e all'
origine
Fece
rilevare
di
anche per
operarono
al-
molta perizia
in
il
Segretario espose alcuni studi
alquante voci proprie del dialetto
come
la
contratte e figurate se-
che prette voci
maniera della pronunzia propria
la storia
che
,
tardiva coltura romana. Svelò
innanzi trovato
ne chiari pure
la
di lui fu
Filolog-ici.
gallica, sieno nient' altro
migiani confermi
Io
per
e
,
in cui vissero ed
come molte parole
parmense. Mostrò
condo r indole
lavoro e
da loro professate.
dell' arti
Nella
al
non ostante l'opera
ricordo
di
sopra
di giudizii tecnici
tempo
degni
tornar
e supposizioni
il
,
e
,
1'
gli
fa di
latine.
de' par-
schiatta gallica
e di
etimo di 24 verbi non mai per
chiarendone
la
formazione
probabile
,
significato positivo ed originale.
Lavori d'Antiquaria.
Di cose archeologiche pagane discorsero nella il
sig.
cav.
A. Ronchini
compitamente serva nel
memoria
illustrò la
il
,
quale con pellegrina
famosa epigrafe romana
Museo parmense) della fanciulletta
posta da
Xantippe
circa 20 volte con guasta o
XI adunanza
C.
che
si
Cassio Luciliano
Jaja.
dubbia lezione
pre di grande importanza da'filologisti
(
erudizione conalla
Epigrafe pubblicata ,
latini,
ma
riputata sem-
perchè composta
(ii
iamhici trimetri, perchè scolpita colle apici,
o,
come dicono,
perchè scritta con grafia non del tutto comune.
co'sicilici; e
XVIII il sig. Comm. M. Lopez lesse parte di un suo Commentario alle Iscrizioni antiche (pure conservate nel R. Museo di Parma) fatto a bello studio per rettificare alcuni giudizi di P. De-Lama, archeologo abbastanNelle adunanze
XII
,
XIII
za noto pei dotti lavori su
le
e
antichità
Velleja
di
,
da
lui
or-
dinate ed illustrate ne' primi anni del secolo presente.
D' archeologia cristiana parlarono
Comm. M. Lopez.
Il
il
Segretario ed
Segretario discorrendo nella
nanza della Simbolica usata nel medio evo, quali se ne attingevano
per eccellenza
i
concetti
nella leggenda
di
umana.
sig.
dalla vita
Il
XIV
adunanze IX, XI, Battistero
medesimo
Barlaam
XVI
una
delle parabole che si
quella cioè
,
,
che
,
s"
intitola
proferendo
un lungo lavoro
ne venne tessendo
,
sia
porta a meriggio del
Comm. M. Lopez e
fonti alle
sulla
Battistero parmense, rappresentante
hanno
IV. adu-
provò come simbolica
,
scultura esistente
la
III. e
delle
e
signor
il
nelle
critico sul
insieme colla storia,
un'assai minuta descrizione. Tale lavoro, che ornato di 16
ta-
vole doveva uscire nelf anno passato, vedrà invece la luce nella
seconda metà
dell'
anno corrente
,
blicazioni fatte alle spese della R. di
Parma
e
e
sarà la prima delle pub-
Deputazione per
per
sig.
Provincie
Piacenza.
Lavori eseguiti (nell'anno 1861
Il
le
la
stampa
de'
Documenti
Antonio Bonora, membro
trascrisse ed annotò la cronaca di già a quest'ora,
(che ricoglie e
ma non
della
)
storici.
Sezione piacentina,
Giovanni Agazzari impressa
per anco pubblicata. Questa scrittura
compendia alcune
parti d'altre
cronache piacentine
— una
più antiche) offre secolo
XV,
durante
—
I.l
speciale iìnportanza (juale visse
il
settembre del 1414. L' essere poi
1"
per
notizie dfl
le
autore, nato essendo
egli stato cultore delle
il
14
scienze
naturali, e specialmente della medicina, fu cagione che in particolar
modo
si
valutassero
notizie da lui raccolte attinenti
le
a cose di scienza. Tra queste piacemi
posta sotto l'anno 1478,
A, Pezzana nel
della Storia di
hoc anno repertus
»
di funtes vivos et salientes
»
menses
»
physici regni.
est
mira
et
utili
grandis valde
nome
col
pose appunto che nel
Giovanni Bentivoglio forandosi
Il sig.
a'
di
modo
il
Gaspare Nadi bolognese
,
,
si
,
parmigiani l'invenzione che
Pozzi
artesiani o
nel
,
che
dall'
sue
notizie
Bologna
marzo
la
del 1479
degne
fontana si
,
membro
Prof. Giuseppe Bonora,
ta dal lato filologico e forse
si
la
cronaca
stende sino
ordinata da la
Tri-
anch' esso della Se-
di
al
la
stampa (che
Anton-Francesco
Villa,
1556. Dettata in rozzo voi
meglio ancora colle cronache
Ma
poiché non
cose solamente piacentine,
anche alcuna volta
di ricordo
,
essa presen-
molta rassomiglianza colle storie Milanesi
del Prato e del Burigozzo.
forse maggiore,
ri-
terra perfino alla profondità di 162 piedi.
la
anno 1511
,
modenesi o
adoperò
gare con voci e frasi anzi lombarde che italiane
del Corio
si
di costruire le fontane. DilTatto
nelle
farsi in
terminando)
sta
et facien-
argumento cujusdam
zione piacentina, trascrisse e mise in punto per
ora
Nota quod
»
certamente per assegnare a quell'anno una
levante scoperta circa
vella
Comm.
Parole, a mio giudizio, non abbastanza chia-
»
costuma registrare
ma
il
super terram per quosdam Par-
re per attribuire in diflinitivo
forati,
Parma.
quidam novus modus fodendi
»
et, res
seguente,
la
quale fece ampia nota
alla
volume
4."
ricordare
ma
dal lato storico
si
ristrigne
tocca
delle forestiere.
Gh
delle
a
del
ha
Gagnola
importanza
dare ragguagli di
generali d'Italia ed
storici piacentini Poggiali
— e Boselli
ne valsero,
se
ma
—
LII
solo quanto
tempi
di dettare libri di storia in que'
dello stabilimento di
vento,
una Confraternita,
di
dati statistici
aveva
ed economici,
la storia
e
della fondazione
,
discosti ed influenti.
ma
i
lavori
fatti
Il
sto luogo, tanto solenne, gioverà lutti
il
storia.
,
desiderio di
cultivare con
Dalla
la
quale
sincere, cioè non più,
un Con-
Ond'
è
anche che
vicende
che
i
d' altri
benemerito
il
dar intera
la
Cronaca
che porge a chi volesse com-
XVI.
dai Deputati delle Sezioni di Par-
Piacenza nell'anno 1861.
e
colle
statistica piacentina del secolo
Questi sono
di
addentellati pin^
gli
del Villa, notabile per gli elementi
una
modo
e trascuravansi per l'opposto
editore volle, a sussidio degli studiosi,
pilare
il
ove gran caso facevasi
,
una piccola regione
di
meno
paesi più
un Feudo
comportava
patria
solo io
non
come una
averli ricordati in que-
non dubito, a crescere
maggiore lena
in
gli
studi della
altro ora vuole
che pagine
volta, mutilate per odio, o
per timore del vero. L.
Questa relazione
fu letta e
BARBIERI
Segretario.
approvata neh' adunanza del G
marzo 1862. A.
PEZZANA
Presidente.
RELAZIONE DEI
DEPUTAZIONE (
LAVORI FATTI
1)1
STORIA PATRIA
Sezione di Motlena
)
Il
decreto che
Provincie dell'Emilia illustrare
alla storia di
dinamento
pose
Deputazioni
queste provincie
degli Archivii
un vocabolario
:
e
;
,
de' varii dialetti ,
che
si
accompagnano una
che
certo
il
buon volere
La cronica
di
sulla nostra storia te illustrata
cronica di
Ne
e
conservazione
la
compilazione
alla
parlano fra noi. Le
uffìcii
,
all'
che sorge
istituzione
e V attività de' suoi
di fa-
com-
si
adem-
angustia del tempo
municipale del secolo
pubblicata
il
1'
e l'or-
,
,
e le
non
membri.
Iacopino Lancillotto, che sparge tanta luce
Tommasino
è editore
servissero
due anni che ora
nei
de' quali se fecero ostacolo
difficoltà
(1)
curare
furono volte a questi importantissimi
pimento
falli
il
memorie che
e
dare opera
tiche della nostra Deputazione
piono
di Storia Patria nelle
speciale scopo de' loro studi lo
a
documenti
pubblicare
e
le
istituì
per
le
Lancillotto,
XV
stampe la
(')•
,
fu diligentemen-
Le
fa
seguito
la
trascrizione della quale
socio sig. Carlo Borghi vicebibliotecario della Palatina.
—
LVI
è già
condotta a buon termine
zione
(2).
in
Fu
ne incomincia ora
e se
,
studiata la cronica di Galeazzo e
un codice del secolo
XVI
1"
edi-
Andrea Gataro
di bellissima lettera,
che potreb
be grandemente giovare ad una nuova edizione di essa cronica, nella quale, per sentenza del Tiraboschi, si contiene la narra-
zione più ampia e più veridica
E
le
dei Carandini
{^)
Signori da Carrara
Pioppi
,
(^).
dei
e delle sventure dei
fatti
croniche Modenesi di suor Lucia dei Corfmi
,
(^)
furono soggetto
di
erudite memorie.
Né
gli statuti
municipali
,
che sono tanta parte del senno
prudenza dei nostri padri, vennero dimenticati
e della
dalla
Lo statuto della Repubblica Modenese del 1327 campo a dotte considerazioni specialmente se pon-
Deputazione. offre largo
gasi a riscontro coi notevoli
estensi nel 1336
pato ad un
statuto
Giulio Ottonelli del
1338
tere
,
nell'
di
Cronica di Lancillotto.
la
Panano compilato
anno 1578
giudicati
,
(«)
,
ducali
di
conferma,
e
gli
Ed
E
pure
è
Giureconsulto
dal
Frignano
furono ricordati e quelli dei
con V elenco degli privilegi
recarono
statuto del
e lo
importantissimi.
quelli dei merciari
e
vi
copia, e verrà stam-
la
Modenesi del Collegio degli Avvocati,
statuti
ratori
(^)
Di esso è compiuta
tempo con
lo
trascritto
(7).
cambiamenti che
inscritti
gli
mu-
e let-
con riforme;
ducali
e
(2) Per cura del predetto sig. Borghi. (3) M<'nioria del marchese Giuseppe Canipori ietta nella tornala
24 maggio 1861.
(i)
Memoria
del
marchese Cesare Gampori
letta
nella tornala
(5)
Memorie
del
marchese Cesare Campori
Ielle
nelle tornate 3 e
(G)
Memoria
Iella
(7)
Ne
illuslrazione
fa
la
dal
marchese Cesare Campori il
nella tornala
(9)
Ne
fa
nella
la
illustrazione
il
24 gennaio 18G2.
21 giugno 1861.
marchese Cesare Campori.
(8) Presentato dal Prof. M. A. Parenti nella tornata
Campori
22 novembre 1801.
Prol'.
tornata 12 aprile 1861
M. A. Parenti ).
(
V.
22 marzo 1861. Memoria
letta dal
marchese Cesare
—
LVII
quelli dei labbri
e gli statuti della
del
XIV
venissero esclusi da tassa polti gli statuti della
secolo
(''^)
Rio
approvali
(*^)
pei quali
Né
(")
e
(*");
co-
come
rimasero
se-
1486 pregevoli perchè
del
statuti di
gli
la
ri-
Martino
S.
marchese Niccolò d'Esle nel 1440,
dal
governò un
si
un raro
in
nei quali è a notare
,
forma ordinatane da Galeotto Pico; né in
XV,
perchè compilati poco dopo
e
,
contenuti
libri scolastici
i
Mirandola
lingua italiana
scritti in
Modena
Gabella di
membranaceo
dice
miniature del secolo
di
data del 1244 e del 1309 coi nomi denli ascritti
alili in
gli
ricchi
ferrai
onde
castello
trasse
il
nome un ramo
della famiglia d" Este.
Dopo antichi
opere
croniche e
le
documenti
d'
uomini
maniera notizie
d ogni
si
si
:
in più chiara luce
quantunque
('^)
dell'
:
insigne poeta resse
le
virtù
d'
a'
suoi amori
questa
di
coli' infelice
da mi autografo, unico forse
immortale Correggio
si
la
Este od a
opinione di due onorevoli socii che
1'
fosse discorde intorno
so
1"
da quelle dettate da Eleonora
misero
vita
e
delle
ebbe indubitata prova del mite ed
assennato Governo con cui C^j
della
Dalle lettere di Alfonso II duca di Fer-
illustri.
rara a Lodovico Ariosto
na
Deputazione cercò negli
statuti la
gli
Garfagna-
lei
indiritte
Principessa, le
illustrarono
Torquato Tas-
continente europeo
nel
seppe con certezza del prezzo da
(10) Nota presentala dal marchese Giuseppe Campori nella tornala 23 novembre 1860.
(H) Memoria
Vicepresidente cav. Carlo Malmusi nella tornata 17 niasdo 181)1
(12) Memoria dei marchese Cesari' Campori
letta
nella
tornata 12 aprile 1801.
marchese Cesare Campori
letta
nella
tornata 'iG aprile
(13) Memoria
(14) Lettere di
letta dal
del di
Alfonso
II
a
Lodovico Ariosto trasmesse dal socio
Garfagnana (V. Memoria del marchese Giuseppe Campori
letta
nella
Prof.
tornata
18131.
Olinto
Ilini
30 novem-
bre 1860). (15) Memorie del marchese Giuseppe Campori lette nelle e 17 gennaio
bre 1861.
1862;
e
Memoria
del
cav.
,
Giuseppe
Campi
tornate letta
3ii
novembre 1800
nella tornata
6 dicem-
LVIII
lui
conseguito pel famoso quadro della Notte
dei Dossi, dei Costa, di
Girolamo da Carpi,
rofolo f'O, di Sebastiano del
ne zio
del cardinale
(*^),
('%
Pico
Giovanni menti
Mazzarino
Sigonio
di Carlo
della
Piombo
H,
Mirandola
di
,
ed
:
i
nomi
Benvenuto Ga-
di
Bonifacio Rango-
Gian Giacomo Trivul-
di
(^"),
di
('*)
(^^)
Alberto Pio da Carpi
(^^j,
di
vennero con nuovi docu-
(^^)
illustrati.
E
alcune
di
in chiaro
1'
arti,
ora purtroppo obbliate fra noi, fu posta
origine, e la
La lavorazione
non breve
delle pietre
non infeconda
e
dure iniziata per cura
sco II da un Benedetto Corberelli
{^^)
la
:
esistenza.
di
calcografia introdotta
da un Bonincontro da Reggio nella metà del secolo
che ebbe vita
V arte della seta
in
France-
Modena
XV
{^^):
in quel secolo stesso
e che
prosperò grandemente nel successivo pei sussidii del Co-
mune
e per la
cooperazione dei ricchi
sicché
,
condotte ebbero smercio nelle Fiandre vante del
(")
:
r arte della lana
romano impero
in seguito regolata
(ICi)
Memoria
del
,
da
che
,
fu coltivata
nata
al
fra
Germania
noi
,
in Le-
sino dai tempi
con favore nel 1300 e venne
segnatamente
statuti più volte riformati, e
marchese Giuseppe Campori
(17) Memoria indicala
in
,
opere per essa
le
dicembre 1860.
Iella
nella tornala
7
letta
nella tornata
22 marzo 1861.
numero precedente.
(18) Memoria del marchese Giuseppe Campori
(19) Memoria del marchese Giuseppe Campori Iella nella tornata 10 maggio 1861. (20) Memoria del marchese Giuseppe Campori letta nella tornata 28 giugno 1861.
(21) Memoria del conte Gio. Francesco Ferrari Moreni letta nella tornata 8 marzo 1861.
(22)
Meiiioi'ia
del vicebihllotecario
(23) Memoria del
sig.
Caiio liurghi
don Paolo Guaitidi
letta
Iella nelle
nella tornala
7
marzo 1862.
tornale 14, 21 e 28 febbraio 1862.
(24) Memoria del marchese Giuseppe Campori Iella nella tornata 15
novembre 1861.
(25) Memoria del marchese Giuseppe Campori Iella nella tornala 8 maggio 1861. (26) Memoria del vicepresidente cav. Cailo Malmusi Iella nella tornala 5 aprile 1861. (27) Memoria del vicebibliolecario Carlo Borghi
Iella
nella tornata
15 maggio 1861.
— nel 1516 in cui ebbero
Governatore
e la
:
noi
fra
della classe indigente
industri opificii
materia prima
la
ed inerti
,
,
morendo
e
;
inoperose
la-
,
braccia
le
acque scorrenti ed
le
,
ultimi splendori sfavil-
gli
seconda metà del passato secolo
sciò negletta
A
dire dell' egregio suo illustratore
al
,
lampada nioriente,
gittò, a guisa di lanti nella
sanzione da Francesco Guicciardini
la
quale
—
LIX
atte agli
{^^).
stenebrare
nostra
la
storia
ed ecclesiastica nei
civile
bassi tempi specialmente vennero opportuni due preziosi docu-
menti
dell'
Archivio Capitolare
cento pergamene già spettanti
maso
di
Reggio fondato
gonda regina
d' Italia P°)
XVII
la
della Deputazione.
dell'
furono
anno 168
Col riscontro
(-28)
Memoria
accertati di
in più chiara
un Iacopo Giandemaria
di
carico di Vice-
il
quale ha nel nostro mentis-
la
de' suoi più insigni cultori,
legge sulla fìstola aquaria ,
pro-
della
(^*).
scienza archeologica,
simo Presidente uno
Lucca
furono poste
in questa illustre città
legato dal 1673 al 1676
Tom-
IX da Cune-
e le condizioni politiche
:
di sei-
celebre Monistero di S.
un importante manoscritto
Parmigiano che tenne
Né
al
meglio
e
(^^)
sul principio del secolo
vincia di Bologna nel secolo luce per
Modena
di
i
epigrafe che
d' un' antica
piombo trovata nomi del primo
di
Gesù Cristo (^V Tre
del vicebibliotecario Carlo Borghi
nella
si
nel territorio di dei
due consoh
marmo
lapidi in
letta
studio
falli allo
accolte
'M inaiigiu
lnrii,ii;i
18tJl
e
3 gennaio 1862. (29) Memoria del marchese Giuseppe Campori (30) Memoria del cav. Carlo Malmusi (31) Memoria
del
letta
letta
nella
nella tornata
marchese Giuseppe Campori
Iella
10
7
majririu
nella tornata
(32) Memoria del presidente cav. don Celestino Cavedoni
gno 1861.
tornata
letta
a;iuaMo
1801.
1861.
14 giugno 1861.
nella tornata
21
giu-
LX
nel nostro
non ha guari
Museo vennero
un cerchiello
pretata la leggenda incisa in
da pochi anni, presso ad uno dei
Fiorano,
territorio di
e
dichiarate d'
(^^)
argento rinvenuto
scheletri
dieci
fu inter-
:
scoperti nel
ne fu stabilita l'epoca probabile
('*)
:
colla scorta della cronica di
suor Lucia Pioppi posta a confronto
con quella del Lancillotto,
si
del
tempo preciso
sepolcrali lapidi
(^"i;
venne
in
del ritrovamento
di
romani appartenenti anch'
cognizione del luogo e
essi al nostro
e le iscrizioni raccolte nella
que" luoghi
E di S. e
Museo
delle
città e nei dintorni di
Massa Lunense furono orme luminose per di
monumenti
tre insigni
la
storia
poco nota
{^^).
de' nostri istituti monastici, in ispecial
Lorenzo
(^^)
e di S.
Domenico
mentre antiche pergamene
(^^) si
di raro valore
modo
ebbero
quelli
di
notizie
utili
davano contezza dei Reale
privilegi e delle solenni concessioni accordate al Collegio
Cambridge
degli studi in
(^^);
gli
atti
:
originali
della
Società
Filopatria instituita in Torino nel 1782, volta specialmente allo
studio della patria storia, fornivano argomento di analogie fra essa e
le
nostre Deputazioni
un esempio
d'
imitazione
,
come
quali veniva additata
alle
i^").
(33) Memori;) del vìceprcsiclenle cav. Carlo Malmusi Iella nella lornata 14 giugno l
24 gennaio 1802.
(35) Mf-nioria del presidente cav. don Celeslino Cavedoni Iella nella Icrnala
fi
dicem-
bre 1801.
U
(3())
Raccolla
L'ingno
1861.
d' iscrizioni
presentala
dal
marchese
Giuseppe
(37) Memoria del marchese Cesare Campori
Iella
nella
(38) Memoria
letta
nella tornala
del
marchese Cesare Campori
Campori
nella
tornala
tornala 22 novembre 1861.
13 dicembre
18fil.
(30) Memoria del cav. Carlo Malmusi Iella nella tornala 17 gennaio 1862.
(40) Memoria del marchese Giuseppe Campori
Iella
nelle tornale 3 e 17
maggio 1861.
LXI
Sono alle
questi
studi
gli
croniche, agli statuti,
diffonderne
la
(*0
la
,
Deputazione parole
pendenti
a
materia
la
custodia ed
alla
cui illustrazione
nobbe che
tali
dal
fatta
,
all'
ordinamento
essendo
ringraziamento
deputate
ravvisando urgente di porre sotto vio del
Demanio, ne
quale pure
si
de' nostri Archivii,
chiarissimo Bonaini
di plauso e di
uffìcii
sue pubblicazioni.
alle
poco o nulla poteva giovare
,
1'
ebbe
(*^)
opera sua
stretta
,
,
persone da :
nondimeno
rivolse per ottenere la restituzione di oltre a
Gli studi intorno alla lettura delle
dall'
dialetto
al
memorie
do suo principale essa
ufficio
non potè dare
e
2000
le
somma
(*^).
modenese andarono
in varie sedute della
,
al
accennato archivio portate
pubblicazione dei monumenti e
,
indi-
Ministero,
al
sua ventura, venne fatta nel decembre del 1860
tempo
essa colei
all'archivio diplomatico di Milano, restituzione che, a
la
dalla
sorveglianza l'archi-
premurose pratiche
fece
pergamene che nel 1812 furono
Ma
e a
alunni della quale con diligenza istrui-
gli
vanno preparando
Quanto
documenti d'ogni maniera;
cultura fra noi essa institul a proprie spese una
scuola di paleografìa ti
ai
Modenese intorno
dalla Società
fatti
alternati
Deputazione
(").
ricerche storiche essen-
richiedendo
la
maggior parte del
agli esercizi filologici quell'
ampiezza
che avrebbe desiderato.
Da
questa succinta esposizione, o Signori, voi avete potuto
conoscere a quali lavori abbia inteso nel biennio
(41) Dnl (4-2)
sig.
Memoria
Luigi Lodi segretario della Biblioteca Palatina. del
marchese Giuseppe Carapori
(43) Per le sollecite premure
conte Gio.
Deputazione
la
del
vicebibliotecario
Francesco Ferrari Moreni. Modena,
(44) Esercitazioni fatte dal prof.
Iella
M.
tip.
nella tornata
Carlo Borghi
28 (
V.
felibraio
1862.
Ragguaglio del
Bassoli).
A. Parenti intorno a vocaboli di dialetto
mode-
nese sopra un dizionario manoscritto presentato dal vicepresidente cav. Carlo .Malmusi.
8
LXIl
Modenese. La quale,
mento
ai
patrii studii
se .
colle sue fatiche
fu
alcun
di
ne ebbe largo compenso
del pubblico, e dai conforti del
Governo,
e
e
dalla
giova-
dal favore
gentile cor-
jjspondenza delle Deputazioni sorelle.
Giovanni Raffaelli Segret.
(45) I)alb Sottosezione
di
'^ /•'::=^^>^::=:^^
r,
Massn
hanno
Massesi raccolte dal vicepresidente sig
trasmesse
alla
Deputazione.
di
Carrara
si
Canonico Prof
Iloti
alcune
nnporlanli
'"/
Mcnioric
Francesco Musettitii, e da
Ini
RELAZIONE DEI LAVORI FATTI
DALLA SOTTOSEZIONE DEI DEPUTATI REGGIANI AGLI STUDI IH
STOMA.
F* j^'r:Ei.IjSL.
Uli studi dei Deputati reggiani non ebbero principio
non pochi mesi tosezione. Sarà
hanno
fatto e
indietro
,
se
perché tardi fu costituita questa Sot-
dunque cosa
che fanno;
,
di
poche parole
il
dire quel che
già per alcuni buUettini a
e
stampa
se n' è dato avviso.
Vicepresidente prof. Paolo Terrachini eccitò primieramen-
Il
te
compagni ad occuparsi
i
delle cose che si
conservano
nell' ar-
chivio municipale di Reggio; e Bernardino Gatelani copiò già e postillò
brevemente uno Statuto
del 1242
,
che presto potrà
essere pubblicato con prefazione del cav. Giulio Cesare Vedria-
Da questo archivio verranno pur fuori alquante sommo storico Guicciardini quand' era governatore ni.
,
dottore Giuseppe Turri
Il
che reggiane cosi edite sti
conosciuti
due
,
sotto
contrariamente
il
,
il
lettere del di
Reggio.
quale possiede molte croni-
come inedite dimostrò che nome dei Cazzata, furono tre,
,
all'
,
opinione del Muratori.
i
Cronie
non
—
LXVI
Bernardino Catelani mise a riscontro Reggio, già pubblicato
testà di
Parma;
mostrò che
e
parte, se
Memoriale dei Po-
Muratori, con
dal
Salimbene pubblicata recentemente
del
il
non una copiosa
pezzi
di
scelta
Cronica
Bertani di
dall' illustre
prima scrittura non
la
la
gran
è altro in
Ac-
della seconda.
cennò ancora che da questo riscontro può ricevere qualche emendamento cosi il Memoriale come la Cronica e che gran,
demente
è
ragionevole
Salimbene vivesse
Da
il
Fra
sospetto del cav. Bertani, che
il
oltre
;
1290.
recenti scavi d' antichi sepolcri fatti nelle vicinanze di
Giano, non lontano dal fiume Enza, e da memorie tratte fuori dall'
archivio del
Chierici colse
che colà quale lesse la
si
Museo parmense
argomento
trovasse
1'
zione che
ivi
da
ratori e
si
non
altri
onde
no
all'
Il
al ,
tempo
della
,
Chierici
nel quale fu costrutta
dichiarando un'antica
iscri-
in
tutto correttamente. fortilizie d' altra
Presentò ancora porta di Reggio
piglierà occasione di fare alcune considerazioni
architettura militare del
lazione dei molti
»
no
Reggio
in
,
medio evo.
Monumenti pregevoli
e dei pochi
;
intor-
vicepresidente professor Terrachini ha scritto una
»
Mu-
conserva, e che fu pubblicata dal
un disegno d'antiche opere d'
medesimo professor
Il
Reggio
di
ancora
probabile
sia
antica Lucerla della Galha togata
una dissertazione intorno
porta di S. Croce
professore don Gaetano
il
dimostrare quanto
di
menzione Tolomeo.
fa
,
che
vi
di Belle Arti
sono rimasti.
»
Re-
«
che eraParte
di
questo argomento era già stata trattata dal dottore Paolo Ottavi, il quale dimostrò a chiare prove che i Reggiani perderono il
Quadro
della
sacrilega e
Notte
e
un
altro
ancora del Correggio per sola
non impedibile rapina
della Corte d' Este.
Lo
stesso
dottore Ottavi ha ultimamente presentati, e in parte anche
due
altri
suoi scritti.
Con uno intende
a provare che
l'
letti,
avidità
— di
Francesco IV d'ingrandire
solo ne'
fatti
del 1821
,
ma
s'
LXVIl
il
suo
dominio,
non apparve
era già fatta conoscere per qualche
scrittura pubblica lino dal 1814; nell'altro poi tratta dell'anti-
chità di Brescello
,
e
de Galli Boi
che l'abitarono innanzi
ai
Romani.
Bernardino Catelani
Secretarlo.
MEMORIE DEL MONASTERO GAfflALDOLESE DI
SAN
BENEDETTO
DI
SAVIGNANO
.^ACCOLTE ED ORDINATE
DA
BA
li
TOLOMEO
IJOlKiHESl
Dalla Biuliuteca A.maduzzlv.na 20 Mktagitnione Pi{()toi'emenl\ XVFI."
LI
Alla Rubiconi a Slmpemenia DEI FlLOPATHlDI
PAl.EO'riMlO «S'rEl^EO
Se fu mai sempre officio di buon cilludivo
può ritrarre incremento
la patria storia
compete a
primo
e
lustrare
un.
antico Compito,
togliere alla
mura. Niun se
io
investiijarc
di
lo legni
questo l'
monumenti, da cui
i
maijdiormcnle questa cura
e splendore,
più preciso dovere. Nel mentre die
il
V
Simpemenc , a cui
ì'
(')
ne Itanno fallo
instituto
accurato Lipaulo suda
può vantare
il
mio opuscolo per comparirvi
non se quello di contenere memorie Savignanesi :
di (jiammai vedere la luce, sarà assai fortunato
non di rado ho riconosciute
Ma
io
occupi
un
ha consigliato a
mi sono pervenute,
dell' attenzione di
uno
e che
Storico.
siccome non ho ambito giammai questo nome glorioso, e mi professo dall' altra
parte mero collettore di memorie
non disdicessero getto, che la
notizie, che
medesimo indegne
vostre
d' innante,
che
consentirete
se
le
che togliendogli la speranza
il
angolo della vostra Pemenica Biblioteca. Questa persuasiva mi
non pretermettere alcuna delle più piccole
nell' il-
umile impresa ho tentato di
limitandomi a più
dimenticanza un Monastero abbastanza nobile, che sorgeva fra altro merito
il
mia diligenza
(^)
scrisse
prefisso. Piacciavi
ho credulo che anche
coli' opìiscolo
Cosi appelhivasi
adunque
mia buona volontà,
e la
comandato insieme
così
cose più
le
mio assunto, (piando avessero desse qualche legame
al
mi sono
,
il
l'
autore.
in
mancanza
Valete.
Borghesi nell'Accademia letteraria
di
coli' og-
di vero merito gradire
e di avere nello stesso
—
frivole
tempo per rac-
— Savignano
,
per
la
quale
questa Memorili, die presentò alla medesima con ((uesta lettera in data accademica
rispondente
al
31
luglio
1809.
egli .
cor-
?ono So
scorsi alcuni anni, da die io avea rivolto
della Badia di S. Benedetto
clie
,
mossone prima
dolesi era anticamente abitata,
non poco
di
me
ogni ora
in questa terra
mia Patria
lustro alla
ne jiorgeva
,
1"
animo
di Savij^nano dai
e forzalo quindi dagli efficaci impulsi,
nostri pubblici archivi da troppo recente data
po. Costretto pertanto a
per
mia
la
Angelo
somma umanità
balia
il
mendicare alcuna
mio desio ho dovuto trarmi
lezza del signor
Billi,
siasi
fra noi
ostante è innegabile che sto nostro Castello, il
e
i
cominciavano per soccorrermi all'uo-
notizia da carte straniere, senza poter lino al di
d'oggi, in cui per stato
la
genti-
cortese,
e
lasciò in
doviziosissimo archivio Fontebonense, lusingomi che, se non mi sarà
Malgrado che
poscia
Monastero spettavano, già da gran
Padre Maggiore deh' Eremo Camaldolese, che
del
tenebre, che ne involvon
folle
mancanza
offerse nella
che di non poche memorie mi è
dato di compiutamente illustrare le
si
erano per negligenza forse dei successori Commendatari,
dissi|)ate si
al
che ad
Conte Marco Fantuzzi di sempre chiara ricordanza. Ad
il
totale delle carte coeve, poiché (juelle, che al
soddisfare
Monaci Camal-
dalla considerazione che fu (lessa
onta però del mio buon volere, insuperabile ostacolo mi
tempo
a rinlracciar nolizic
ma
i
il
la
nostro Cenobio, potrò almeno assai storia.
perduta ogni tradizione della sua origine, ciò non
Monaci Camaldolesi non
si
posarono da prima
bensì in un erenm non mollo lungi da Fiumiciim
Monastero ripetè
il
diradare
suo nascimento. Primi furano
a
,
in ([ue-
d'onde
sospettare di questo
— Eremo
passairgio dall'
sebbene essi non
lesi,
Savignano
a
tempo
produrreniii a suo
non mai abbastanza
i
lorlMiia
si
gli
argomenti
,
die
cprtezza rivolgono
in
uopo un
E'di prescelse a tal
banda del mare
dalla stri
appartiene
sione
sponda del Rubicone;
sulla destra
soppressa Abbazia
alla
furono
fiacche nel 1207
de Montali nel 1252 nel S.
(5),
nomi
i
nel 1227
Heremum
Pietro in Ilcremo
,
Chiesa.
Eremum
che sotto
e
le selve,
(s),
e S. Pietro in
Eremo
si
(')
(")
{"i)
Heremum
Ann. Cam.
—
286.
Ann. Cam.
l.
t.
(«)
tuttora
e
,
il
—
5 png. 77.
—
C) Guidoni, Cronica Savtgnancse. Cam. t. S. Apii. png. 27.
t.
(-)
4 App.
la
nel ììOd
Eremum
il
Ann. pivi.
(^),
(')
(c),
luogo
,
dell'
(7),
nel
1520
ove fu costrutto,
Eremo, né deUa
di la
Salimbene, e
prima
gli
ci si
dichiara che
il
di
Eremo
provenne dal il
romitaggio. ,
e
nostro
l'
altra
Eremo
in loco qui appellatur Montale
Ciiin.
4ÙÙ.
{'•),
Montalis de Salute
Gregorio IX del 1221
Btdla di
I.
i
—
(') Dall' Arcliivio del
—
attriiniirono
veder questo luogo fino dai suoi
Eremo
da cui manifestamente
Ann. Cam.
,
seconda dal fondo, su cui era edificato
4 pag. 203.
(')
no-
ai di
contornavano.
SaUmhene
fuit
riconoscere che
era l'ondalo in loco qui vocalur Montale
Apjì. piKj.
situato
conosce di posses-
lo
quod quondam
Elmo
il
Evidente riprova ce ne somministra ,
che anche
che a quei tenqù
nel 12G(ì
esserci cagione di meraviglia
Innocenzo IV del 1251
(»).
de Salimbene in loco qui vocalitr .Montale
Pelli in Salute,
del suo fondatore, e la
ove rinchiudersi
si
Eromuni de Saliinbene
del Montale, troppo essendo facile
di
nome
il
Elmo, quantunque più non apparisca vestigio né
Né deve
di
al
elezione del luogo, che alla contem-
1'
esordi appellato colla doppia denominazione di
nome
,
tal
servigio
silo
che in diverse epoche a quest'
Montalis Saluiis S.
/'
per
trovo chianuito
lo
1528 Heremum
chiamasi
,
,
idea fu
all'
plazione esser doveva accomodato
Non pochi
consagrarsi
ritiro
o quattro miglia di qui discosto, e
sito tre
Elmo. Né inopportuna
dell'
un
in
costume del tempo edificossi un romitaggio
il
in-
primipio del tredicesimo, un
bel
sul
Salimbene mosso da cristiana pietà volle Dio, e giusta
desse
si
Eremo.
duodecimo secolo, o
Sulla line del
ritrosa,
sospetti degli
i
non comparisse che da noi
strano posti di parlare di S. Benedetto, col favellare dell'
meno
un ceimo, perchè, essendoci pro-
voluto dariu' Annalisti, e intanili aiibiamo qui
cominciamento
né di asseverante-
mostrata per qnesta parte
è
Camaldo-
lodati Annalisti
l'ciidca,
fissarne
arrischiassero di
si
asserirlo. Noi, a cni la
mente
—
G
pdij.
(')
-200.
Ann. Cam.
Monastero
Ann. Cam.
l.
4.
di S.
— t.
(")
5
Ann. (km.
.\pp. png. ÒO.
Giuliano di Uiniini.
App. pag. òùò.
(*<>).
—
('")
t.
4
— —
Ann.
Ma siccome sedesse
Miniale Kremitiro
il
nome,
questo
di
da-li altri Montali
lo
era
iiuri
cosi
oi,„,doi7.a
fu
E
dislini,niesse.
solo tondo delle
il
intalli
a-ni„„„.(.,.vi
per lacerne non
sentore nei Monumenti iiavcnnati del Conte Fanfnzzi posto nel discosto
lei-filorio
e
,
memoria
fino dal
4255
un antico resislro
in
sua moglie furono investiti di
alcuni
fwuìo CasaUni, sire Montai is
Zermosano, Contado
di
A
liiniini.
pezzi
di
terra
da,
tale
congiunto fosse
per
in Salute,
la
ilie alla
si
vicinanza di questo fondo
poi di S. Pietro in Salute, e
vita
consacrata
la
S.
(//
Eremitica
,
denominazione
limiti
all'
di
come
quel Plehaualo, in
avrei forte
lunga digressione.
Pietro in Eremo, o
come
1'
Salimhene fondatore del nostro romitorio nuìsso
isterico filo,
i
figli di S.
Romualdo, trovandosi alcun tempo
l'Eremo da
lui
iustituito al Priore
ai
nalisti
tale,
di cui estratto serbasi (*),
cum
lil)riim
Camaldolesi
(2).
Bono Notaio
ancora in un antico codice
e di cui trovasi eziandio
memoria presso
i
(') t.
Cosi furono questi Monaci introdotti neh'
il
SUo.
stola
mano
in
rogò
l'istru-
Archivio di Fon-
già altre volte lodati An-
la
Eremo
Mon-
del
donazione
di Sa-
possesso.
Libro membranaceo intitolalo: Su minar lum inalnimenlonim 4. pag.
ne
dell'
ed è ben presumibile che non molto indugiassero dopo
limbene ad occuparne
Cam.
quel Monastero; e Ugone
di
di
Giugno
5 di
Generale Guido, attrihuen-
pieno dominio, e facendone formale ohh\n7Àone per
Simone Vicario
tanahona
nomi
I
volgo piacque in
al
propria ìnanu in altari Camaldulensis heremi. Quindi giurò (thhedienza
il
Angelo
S.
Chiesa.
del 420() sottopose
.
Ito
indicata Chiesa, o piuttosto per-
da poi in Camaldoli, e denominandosi hercwitu hercìni de Montali,
mento
Mon-
di
e chiari ci fauno che al Principe degli Apostoli erane
dall'odore di santità, che spargevano
di
e
essergli stati attrihuiti allorché eravi già decaduta, o affatto tra-
Ma riprendendo
il
lìona
lii^ossa
colla
traesse dalla nota pieve di
ragione di sospettare, se avessi qui agio di estendermi
la
Donna
e
confinanti
Capitolo
del
predicato Saiutis, o de Saliilc: uè credo di aguirarmi
il
chè fosse anticamente compreso nei
Elmo, semhrano
Ouartoiie
togliere i)ertanto l'equivoco, che originar jìote-
lungi dal vero, se suppongo che questi
dogliene
i>oco
lieii
pieve di S. Giovanni in Còuqiilo, tonilia di
,
questa somiglianza di nomi, m" innnagiuo
vasi
lasciata
i|hcI1o
di
Monlalello,
eidìleu^i
di
Cattedrale di Rimiui, dal quale apprendo che Martino
posti in
il
che
aldiiarno
|.oclii, di cui
sefjnatanienle
vol-arnieiile cliiamasi
elie
vocahido
altro
era V altro fondo Montale, che ora rinserrasi nella tenuta di (inaldo, di
si
cui trovo
Cesena,
di
ii,,slre vieiiiaiize, clip
pnij.
/!ÌS.
—
(-)
Ann.
—8— Non ignoro che
Fortunio, dotto scrittore delle cose f-anialdolesi
il
donazione
di molti anni la
Sacro Eremo
al
di
nell'anno lliìó,
della Salute di Riniini, fissandone l'epoca
Eremo
anche
tuitavolta alla nostra opinione
moderato contraddice che r
questo luogo, clf
del Montale di Uimiiii insieme coli'
Eremo
ei
chiama
anticipò
Monte
il
die se bene
e
più
Farulli (2), scrivendo
il
Sajolo
di
(<),
Pesaro
di
,
e
coir Ospedale di Uovoreto di Cesena pervennero alla sua (longregazione per tit(do di donativo sotto
il
generalato di Marlino secondo, che
gnità nel ll!i8, e terminò
Troppe
difficoltà
promosso
lìi
a quella di-
sua vita col terminare dell'anno 1205.
la
insorgon per altro contro l'opinione del Fortunio
abbatterla anche senza
il
sussidio della cai-ta di donazione, che
si
e
da
tali
qui
è indicata
Camakbdese ottenne dominio
sopra. Asserisce egU, che la Congregazione
,
sul nostro
Montale nell'anno 1185, e all'opposto nella Bolla concessa in Pisa quattro anni
dopo dal Pontefice Clemente Chiese e Monasteri soggetti parola
cia
Camaldolese
Di più da Innocenzo Papa
(5).
Roma
rilasciato a prò di
vi
mentovano
si
archi-cen(d)io
dopo
quell'Ordine,
quantunque non poche Chiese
,
e
5
ai
di
né del M(udale
vi
s'incontra
trac-
che mentovate non
,
eransi dall'antecessore Clemente, perchè acquistate dopo la spedizione della Bolla
esempio
Tali sono per
('').
Lucca concesso
cesi di
ai
Boldrone nella
istesso
Se dunque prima
lesi
nostro
il
Monastero
di S.
Camaldolesi nel 1192
Battista di (ij).
il
Fiorentina
Dio(U^si
di questi
Eremo, non sarebbesi
Gioconda
epoca
vera
Monastero
il
presso
di
della
lui,
sua
Obacula nella Dio-
di
a
di S.
poco
siccome
donazione,
Giovanni
nel
fosse stato occupato dai
in essi taciuto
tacque appena scorso un anno dalla
e
(5),
edificato
privilegi
le
donazione supposta dal Fortunio,
la
scorgano aggiunte
si
tutte
non ve ne apparisce
,
un consimile privilegio, datato
III
lli)8, vale a dire quindici anni
Maggio fu in
al
confermano
cui si
in
111,
tempo
Camaldo-
non se ne
come innanzi
vedremo.
Manca di
meno
di
un anno
l'Eremo
(ile
linio
prove
di
di
.Ann. 4. pag.
Cam. J II)
I.
Lweii 'i.
i>
pftfi.
opinicuie del Farulli, sebbene
non contraddicendo
egli
potesse essere assoggettato a Camaldoli anche neh'
11)7
e
'?! i.
-?l'2.
—
(')
ul-
questa discrepanza può forse aver dato
A
—
pressi) Fredirini 11(11) in
.\pp. paij.
e segg.
1"
discosti questa dal nostro parere,
Sahmbene
For.Tl'.NU's HI).
ÀiifjeH di Firenze.
t.
si
di quella del Fortunio
ann(ì di vita del Generale Martino.
(')
('•)
jtaro
al
(-) '/}'.
.Ih».
Istoria
—
Cam.
("')
t.
rronnlnifim
Ann. Cam. 4.
pag.
I.
I4Ò.
del Mniiaulcro 4. .ìpp. parj.
—
(")
degli
lòO.
.\nn.
—
Cam.
—9— miilivi)
l'epoca i)recisa
ii;iiorarsi
l"
di
(iella
|iuM)licazione dell' opera dei Padri Miltarelli
esser questa avvenuta sulla line del 1205,
hanno
^iienle
mi apjtlaudo
io
comprovato che
essi
seguire
di
conferma
trovasi per
loro vestigia nel fissare
le
di
il
(4), e dato
questo acquisto, e di
ma
col nonw.
fatti
del
Papi allor
soli
Ercmum de
Montali
tornasse al nostro Montale: solo
gendosi che
agli otto di
Giugno
Podestà chiamato Bobone
III
diretto allo stesso Gui-
gli
il
costumavasi di
cui
in
deciino
del
prendere
tali
altro si fosse
nel
di
Ottone IV in data
consta
ci
di quell'
,
che del 1214
anno
del suo
facoltà
colla
non dimorava,
maldulensis
ri-
leg-
erasi trasferito in Perugia, ove quel
nome
concesse in
cpiivi
Monastica più
di
Comune
erigervi
il
poggio di Mor-
un Monastero,
però che vos, vcstrique successores tcnediiliir manutenere habitum
patto
Sovrano
il
Vescovado Riminese
di aver iiulossata la cocolla
monte Teuzo insieme
taro vicino al
memoria.
(2).
Salimbene dopo
Ci è ignoto se
onde sospet-
lirremum Salimbenc.
(Vi
che abbiamo pure un consimil diploma
1209 apud Ficiclum Vili idus Novemhris ,
accennasi
la
,
nuovi Monasteri in un secondo
altri
ben anche dagl' Imperatori, o da qualunque
territoriale, quindi è
Camaldolesi
ai
Corneto ai 22 Ottobre dell'anno 1207, che era
in
suo Pontificato. E siccome non dai
conferme,
cessione
Prior Generale nel procacciarsi tantosto dalla Sede Apo-
amplissimo privilegio dal medesimo Pontefice Innocenzo do
Priore Guido. Quindi
nov
la
dell'anno susse-
non apparisce motivo
prima volta indicato insieme con
la
il
(leuuaro
do|iii
è potuto fissare
si
codice Fontehonensc, che ce ne ha conservata
il
Negligente non fu stidica la
nel
|)oicliè
succedulo
era<,^li
non essendo che
e Cos'adoni, che
del nostro romitaggio al 1200, tanto più clic tare scorretto
morii!,
lui
col
rcfiulc Ca-
(5).
Frattanto da nuove concessioni fu raffermato
al
sacro
Eremo
il
possesso del
Montale della Salute. L' Imperatore Federigo Secondo sul cominciamento del suo
regno indicoUo
ferma si
colla
rilasciato al
denominazione
(')
Eremum
Monastero Camaldolese
trovava in Alsazia upiid Hagenovve
zia soltanto di
di
(*).
ai I
26
de Monlali in un diploma di
di
con-
Marzo del 1210, mentre
egli
dottissimi Annahsti
hanno avuto noti-
un consimil precetto donato nel giorno susseguente
in favore
del
Dall'Archivio di Fnnlnnn-lioiin nel Siimmaiia Iii:>tnimentonim pag.SSO, od Ann. Cnm.t. 4.
pag. ?06.
pag. 286.
—
(-) Dall' Arcliivio di Foi:l;ina-bniia .In». 3.
—
(')
Ann. Cam.
t.
4. pag.
236,
e
pergamena 6?, ed Ann. Cam.
neW App.
pag. 327.
—
(')
t.
4.
App.
Dall'Archivio di
Fonlana-ljona Arm. 3. pergamena 110.
2
— celebre Monastero delle Vangadiccie
Anche Gregorio IX, ad approvare
Sono ambedue cui
in
all'
,
ed
dei luoghi
ed una porla
data dei
,
memorabile
1'
SaUmhene l'anno ìììi
di S. a
di
Eremo m' induce
prendere
in giusto sospetto
costruzione delle celle
la
dopo
che
di sopra, e
12H
il
che
,
non abbiamo più
chiudesse
vi
e
vi
aveva punto tralignato
Monaci Camaldolesi.
Il
lo
lioriva
,
fors'
spirilo di
fervore
una
Prior Ileremi domini
conosciuto sotto
nome
Il
non
il
primo,
Salimbene,
nella Chiesa di S. Maria di
fon-
nostro Monaco non
ma
che
anche
appagasse
si
fermasse eziandio
vi si
suoi
i
n(Mii('
il
giorni
giacché
,
,
Eremitica
disciplina
la
che distingueva in quei tempi
ci
ha indicato
il
di
fuori
ai
G
Maggio
di
1240
del
varii
Eremo
Eremiti del
gli
nome,
il
fa
all'
è fu
Giuseppe, testimonio
Camaldoli di Forli ad un istrumeulo, in cui
Mercuriale furono approvate dal Priore Generale Guido
ha furate
O
Gauampi,
(')
di
le
memorie
Ann. Cam.
toni.
Schede
Fontana-hoiw Ann.
4.
iielhi
di
(i).
L' edacità
parecchi anni successivi, e solo
App.
paij.
455.
GaiiiLnluiiga
3. perg. 33., e
,
—
{^)
Ann. Cam. tom.
dall'Archivio di S. Marino.
Ann. Cam.
t.
5.
av-
Mi-
S.
Rimino,
di
dieci soldi
altri lascia
cui siaci jìervenuto
che
ci
tenore. Nel Maggio 1255 una
Terzo
gli
i
che circa
narra
ci
con-
le
venzioni stipulale Ira Ridolfo Priore di quel Monastero, e Gregorio Alibate di
ci
di
Salimbeue rimasto
di
Giusta la regola del loro istituto obbedivano
Montale ad un Priore, e
eremo
cartella esistente neh' archivio di
presenza del Vescovo Benno, e tra (3).
anticipa
per opinione di santità Simone Eremita, e
certa D. Flora, che si rilira nell'Ospedale del
Domini Salimbene
1-227,
alcuna notizia.
di lui
verte di averne tratta la uolizia da
chele di Pisa, di cui per allro
ottenuti.
Giugno
seconda
Razzi in fine delle sue vile dei Santi
l'anno 12-20 quivi assai
legati in
lì di
Egli è questo V
(2).
In questo mentre erasi nel nostro Montale assodala
uè
nuovamente
della
fu poi
il
solo possesso dei terreni donatigli
il
con due Bolle
nel territorio di Perugia per largizione di
Maria di Monte Teuzo, o di Monte Teuzone.
queir
per
come annunziammo
Città,
(piella
vedemmo.
lo
accennarvisi in EpiscoiHìtii Pcru-
sino Monnsterium Suìcnbene situm in Monte Teuzo
dalo dal nostro
noi
in foco qui rocatur Montale in
La nota cronologica
(').
è per noi
in essa
la
crcmum de Salimbeue
Ariminensi Diocesi conslructa
un giorno
ove
tuttora,
Eremo Camaldolese
da Anagni
scritte
Pontefice annovera
il
conservi
si
tosto che ascese la Cattedra di S. Pietro, concorse
soggezione
la
ed hanno ignorato qnello che mentoviamo,
,
Fontebonense
sebbene nell'Archivio
—
io
App. p. SI.
del
S.
tempo
è rimasta la Bolla
ci
4.
App. pag. 456.
—
(^)
—
Dall'Archivio
— IV
d' liiiioceiizo
recente istituzidiic
bene in loco
amplissima
in
(lilla
l'cnijiia
memora
si
conlermaturia
di
Novembre,
liillc
<
ii.
Heremum
cui
in
lìolla
pui
lìi
e Monasleri
Monastero
anno
ed
,
prego
io
il
ci
Moiiaslcri di
i
ricopiala
garanzia
che
,
Questa indicazione
luoghi
altri
tW
ai
Ariminensi
V(dla trovasi scritto in Episcopati!,
la
iielT altra
Prior Gene-
al
S()j;jii'lli
Salini-
anno susseguente ììUì
nell'
(lillà
Ira
Ilcremum de
Montalift Saliitis cimi onuiiUns pcrtincntiis snis (2\
di pertinenze del
quest'
Questa
(diiese
le
prima
in cui per la
li.M,
iioslro, appellandoli) al solito
il
rale (Camaldolese, e spedila dall" islcssa di
—
Dcicnilii'c
Iti
li
(nijii'Udlur Monlttli'
11
lettore a prestarvi attenzione per ciò
annessi
cranvi ,
in
che sarò per dire
in appresso.
Lummoso monumento Montale, quali
ci
osservanza religiosa, che vigeva
dell'
primo
al
Ollobrc, avendo
di
poche costituzioni, onde rinvigorire tata quella
che prescrisse, che
serrahiile
giusta
,
cise parole
liìicis
Priore Generale
il
nell'
Eremo
{'').
III
projHìslc
non
vi fu fra le altre adot-
della Salute
fu inserito
circostanza, e fatto pubblico
in questa
1255, dai
Conversi non vestissero di lino, a riserva delle
i
costume introdotto
il
Martino
monastica disciplina,
la
del
ordine riunito nel Camaldolese ce-
dell'
con cui questo decreto Capitolare
,
bus scritto Scrittori
Eremo
è somministrato dai più volte encomiati Annalisti all'anno
impariamo che nel capitolo generale
nobio
nelT
]ier
nel
prima
la
Nola qiiod recipiendis convcrsis pracdicaliir
(3).
primo
Ecco
pre-
le
libro (/e ?/(o/7-
volta
dai
lodati
qiiod niinciiKini jiuiinis
,
ulcnliir; de celerò qui recipiendi swit, visi suliimmodo serrabulis
,
el
die,
nocluqne ìiabiluni retinebunl ad ìnodiim convcrsorum cremi de Salule. Confesso che rimane dubbioso se quest' ultimo inciso ad modani Conversorum eremi de Salute appartenga soltanto alla prescrizione del vestire includa eziandio
1'
le
foresi
Romagnoli
ai
,
Greci
,
da cui
il
,
tolsero poscia
(')
la
i
Latini
Ann. Cam.
V. pag.
13.
—
t.
4. (^)
pag.
.5Jò'.
—
Ann. Cam.
l.
(-} e.
non
è
ignoto
e
,
sempre
il
senso ottemie
covertura del capo, ora quella delle
ora una specie di veste. Nei secoli barbarici poi
prendevansi per calzoni, o braghesse,
t.
antica costumanza dei
Sarabara, che, proprio prima dei Caldei,
vestimento, benché ora abbia significato
gambe
1'
di vestir le serrabule. Ai conoscitori delle lingue
questo termine Sarabula, Sarabella
passò quindi
abito ancora di notte, o
uso delle Serrabule. Io inchino per altro a credere che ad am-
cose debba riferirsi, e m' invila a cosi opinare
bedue
di
1'
le
Sarabole ordinariamente
come manifestamente scopre
Ann. Cam.
t.
5.
App. pag. SO.
—
la
(')
Cronica
Ann. Cam.
— Novalicense edita
dall'
—
42
immortale Mm-atori
dicendo
,
—
rcperta sunt tur vesfibns Sarabella cjus stercoribus labcfacta
gazione non sembra potersi adottare nel nostro caso, poiché se lesi
vesti
vietavano (-he fossero di lino le loro
gere del paro che noi fossero
e
le
Ma
.
amo
Sarobara sunt flnxa
sef'na
e di sottoscrivermi quindi
vestis grossa,
hanno
scritto
seguire
di
si
mio senno
a
mammlmm
germane
sorelle
non
non
detto, altro
giusta
le
è
leggi del loro Istitutore
che loro avanzavano
al
,
consecravano
il
di cui si
Sagro Eremo
Alessandro IV in data di Anagni sotto
Oltre
ben che
di il
cosi
coprivano quando
il
in
Viterbo due anni dopo, cioè nel 1258 ciim omìùbus pcrtinentiis suis
(3).
23
ai
Neil'
si
,
campi quelle ore,
hanno
Fu accordata
e fu
,
di Luglio,
in questi tempi,
prima dal Pon-
la
Novembre 1256
giorno 29
che una ripetizione della prima
seconda non
di
che
dei figli di S. Bene-
dell' abito
alla coltura dei
nostro Montale.
la
tale
,
monasHcum
non ignora che anche
(juella veste,
in favore del
ed in esse non viene preterito
è
(ij
servigio di Dio.
Nuove Pontihcie conferme
tefice
e' in-
del camicione dei nostri villici, e
forma una parte
che una reliquia di
quale
eiercitioram. Le serrabule a-
è digiuno delle monastiche cose
detto scapulare, o pazienza, che
piuttosto
opinione dei detti Annalisti
convenivano a persone cosi benemerite della nostra agricoltura.
chi per poco
il
esi-
sotto Salabarra est
|)iìi
vidcntur Serrabula vesles exteriores esse tolum habilum
rooperientes , quibus utebantur tempore
dunque sono
all'
Camaldo-
dovevano
r altro senso dato a questo vocalxdo dal Dncangio nel suo glossario, et sin uosa vcstimcnla, e poco
questa spie-
rigidi
i
loro camicie,
loro inntande. Quindi
le
— Dim cxuere-
al libro sesto
emessa
(2),
dallo stesso
nominando qui pure
anno seguente abbiamo pure
un nostro Priore, che primo, per quanto sappiamo, intervenisse
la
il
e
Papa
Mon-
memoria
all'elezione
del Generale dell'ordine, giacché dall' istruraento dello scrutinio, che per intero riferirono
l'Eremo
'j\ì
(piesf oftìzio
a
Mattia di Venezia
S.
29 Ottobre 1259 Rainaldo Priore del-
vi vollero,
Prelati
altri
(Uacomo Eremita Penitenziere
Monaci del Sacro Eremo, che di
ai
Salimbene concorse in Camaldoli cogli
di
promovere
emerge, che
Annalisti, ne
,
contro
di il
Romagna
a
sentimento dei
sebbene indarno, elevare Giovanni Priore
('»).
Se (|uesto Uainaldo ablùa succeduto immediatamente nel Priorato a Giuseppe, di
cui
(')
parlammo, non sapremmo per mancanza
.1/)/!.
Cnm.
C) Ann. Cam.
l.
t.
5.
5. png. 13.
—
App. pag. 109.
(-)
—
notizie
di
asserirlo,
Dall'Archivio di Fontana-bona ('•)
Ann. Cam.
t.
5. pag. 48.
come non
Ann. 3 perg. 44.
—
—
-
13
faremo fede che fosse rimpiazzalo nella carica si
presenta dopo di
Questi
lui.
Giuliano di Riniini scritta nel
ilal
da una caria
è latto nolo
ci
Priore Giovanni
cxcunle Marlio in Clauslro Ospiialis Domini Sa I imbene
daco dell'Eremo
una certa permuta
fa
dell'
1265 tempore Domini Clementis
Domini Salimbenis, essendo presenti
a
nome
,
che primo
,
archivio
S.
6
con cui IJerjjamino Sin-
Giovanni Priore
di D.
di
hid. 8 die
l'I',
ci
Eremo
dell'
e consenzienli Fra Bonacorso, Fra Zannihono,
Fra Salimbene, Fra Corbolo, Fra Speranza, Fra Giovanni di Cesena, e Fra Guglielmo
per
e conversi di quel loco. Si trova pure ricordalo in un atto di visita
frati
pregevolissimo, che
o
Fonlana-hona
eslrassi dai registri di
io
rogato da Bruno del fu Meliorello tintore, Nolaro e SegiTtario del l'riore Generale
Angelo. Da esso risulta, che qucslo Prelato, dall' uffizio
di Priore di S. Salvatore di
strando neir anno seguente
i
il
ipialc nel
Firenze
al
l-2(li;
governo
un Monaco chiamalo Anlolino ed Generale Angelo
fiore
iMa in
(1).
poiché
ci
somministra
de Salute,
arguisce che
la
1'
il
di essere
interrogazioni, che ne sono
le
ìiospitale Sancii
anno successivo
loci.
A
,
Che
dall'
1'
siavi stato
a
il
luogo, ove scrisse
il
nome fa
del Paese per quello di un Santo,
piena fede un altro atto
vi
Dall'Archivio
togliere ogni dubbiezza
di
di
apud ospilalom
ci
la
visita
dicti
fon-
crebbe, quantunque saria per sé stessa aball'
infuori di S. Benedello dell'Eremo
opportunamente mi
carta già conservata nell' Archivio di S. Gudiano di Rimini
(')
suoi rogiti,
soggetto, scrive rcplicatamente
in questo territorio altro luogo spellante
riferiremo, la quale nel 1555
1
espressione Sancii Xignani \wv Savifinani.
bastanza plausibile ragione l'ignorarsi, che,
pure
il
Ospedale di Savignano dehhasi desumere
dazione del Monastero, che poscia
maldolese,
da noi tenuta questa carta,
in cui leggesi correttamente Saviijnani
confermar poi che
,
sommo
VignaiH ordinis Camaldulensis , Actum apiid hospc-
riconosce evidentemente, e ce ne
Ribano
ad
Angelus Prior hcremi Cnmaldulensis accessit ad tiercmum Mon-
dell'
e di
olire
,
esalta osservanza della regola eravi in
un equivoco del Notajo, che ha preso
ognuno
Eremiti
gli
dimoravano
perlu-
prima indicazione del nostro San Benedetto. Ouantunque
tale Sancii Vcfjnani dicti ìicremi. sia
Online,
Priore Giovanni: e dalle risposte da essi date
Notajo per altro neh' indicare
il
ed ove accaddero
Actum apud
al
ben maggior pregio merita
dicasi in essa, che ialis
si
dell'
Monasteri della sua Congregazione, visitò
del Montale ai nove di Marzo. Sedici Conversi ivi in allora
al
era sialo assunto
mentova Monasterium
S.
,
all'
si
Ordine Ca-
ofl'erse
e che a
suo
altra
luogo
Bcnedicli do Savignano,
Fontana-lion;) Registro primo parj. 68, 69,
7?. 73.
—
Dal confronto
Ihtspitaìc Suvinnaìii.
quod olim ab antiquo rocabaliir queste pergamene
-
li
adumiiif
derivarsene che V Ospedale di Savignano dovesse probalnl-
|)iiò
niente
la
sua origine
masse
in
un Móiiasleni
Montale della Salute:
al
die del
e
;
Né
rerinhi della nostra patria.
'1"2(I7
già
clic
Ospedale poscia
1'
deve recare
viglia affidati
il
vederne
loro cura, Ira
alla
lo
come ninna mera-
un esempio domestico,
(piello
termi persuadere che se ne abbia a fissare
1'
di questo
Ospedale
epoca circa
1-251.
il
sembra po-
e
,
di
tempo
poi vado fantasticando che da (pialche
Monaci del possesso
luistri
i
pellegrinaggi;
i
quali, per citarne
Rovoreto nella Diocesi di Cesena, jn-ima godessero
favorire
quei tempi
a
tlamaldolesi alla custodia, sapendosi di molti altri
i
1
nel
deve apparire, che Savignano, quan-
ini|)rolial)ile
comune per
istituzione assai
tale
trasfor-
si
(Camaldolesi avessero albergo
i
tunque allora picciol castello, vantasse tuttavia un Os]iedale, essendo
una
di
In questa con-
gettura mi conduce V osservazione, che soltanto del 1-252 hicomiuciossi nelle P(Uitilicie
cnnferiue a nominare
Montale
il
mio credere non debbe intendersi poiché
tutti
i
ma
pertinenze: cia
Monasteri
e
cum
oninibas pertinenliis suis
delle terre e fondi
del Nolajo
con ciò mi suppongo, che
Bruno
1'
gli
Priorati avrebbero avuti in questo siasi
caso
come appunto per
Ospedale di Savignano era soggetto
Innocenzo IV, che nel 1*252 nominò pel primo
avendo
all'
nato che
solo
il
Eremo, onde conviene pur credere che
accaduto alcun acquisto
Eremo
poca, in cui slato ceduto
fesserò
lo ,
,
nondimeno che
loro autorità
Ecco ciò che ne scrisse
aveva accen-
vi
in questo frattempo fosse
1'
istituzione di
quest'Ospedale
quali potrebbe
ovvero se ad essi debba ancora
la
propria origine. Con-
il
in
tit(do
mi
di
S.
è di
Benedetto forte
non debba essere il
piato poi litteralmente dal
(il
stimolo
quale
per
]ier
di
molto peso
altro
crederlo
al
di
nostri
— Non
,
Critici. ,
co-
lascierò anco di scrivere quello
»
rolli,
ni(dli
Cronacisti
nostro D. Ualaello Guidoni sul principio del 1600
moderno Faberi.
es-
fondazione
triliunale dei
che mi ha narralo un Monaco Camaldolese da Faenza della famiglia di
esser
potrebbe
»
liiioino
al-
sia più antica dell'e-
Monastica, e che questa sentenza viene anche appoggiata dai la
Montale,
ai
sere di una data posteriore)
benché
non
Pon-
lo slesso
pertinenze del ,
Salute.
della
potere dei Camaldolesi,
stimo passato
donato
attestato
che desse motivo a questa addizione. Non saprei per
,
egualmente, se
tro giudicare
le
un amio avanti un' altra Bolla di conferma
rilasciato
rispettive
le
Questo mio divisaiuenlo viene avvalorato dalla considerazione, che tetìce
aggregati
voluto indicare alcun' altra Gran-
picciolo Monastero, che gli fosse sottoposto,
,
che
,
che a
il
,
erano
de' Caldi-
anni, che diceva bavere trovato nell'Archivio di
Classe
— Ravenna corte
ir,
—
»
di
..
posto nel inezo delle selve detto dal vulgo
»
era anticamente Abbazia della sua (:on},n-efrazionc
»
e selve
»
niezo Savigiuuio, quale
si
cliiania
Romagna,
della
come
Riniuii.
lleremo
(inaliiienlc S. Pietro in
Hhno, voce
Pietro dall'
corrotta,
stando nei boschi
[uidri
(|ii;ili
,
liora S;iu
lii'iiedello
—
anni sanguinose ed accanile l'unuio
di questi
(ìhihelliui
i
S.
per assiniirai'si loro, e sue entrade fecero una casn eou un oratorio in
poco prinui e
che nariavaiin
anticlie scrillure,
e speciahnente tra
è certo parimenti che dopo che
ad abitare in Savignano
1' ,
Ospedale fu
i
tolto
e
i
Certo è IValliiulo che
.
guerre
le
Malalesti
,
e
i
Ira
Cuelli,
i
(ianihancerri di
Priori del .M(uitale incominciarono
cambiato
Monastero
in
di regolare
osservanza.
Dagli stessi registri Fonteboniani
ci
è
pure conservalo un altro
rogato dal Notajo Domenico del fu Giovanni Ciarlo, 5
12G8
luglio
Savìiiiìdiii
apiid
ospitnlem
quale
il
porta
carta che essendo stati congregati nel Capitolo di detto Ospedale
vanni
,
i
Monaci
rono l'ordinaria
e
i
data dei
la
Sappiamo
(i).
(lidi loci
,illo di visita
da
(juesta
Priore
il
Gio-
Conversi dell'Eremo del Montale della Salute, vi consuma-
visita
i
Visitatori prescelti
da Angelo
Pri(M- di
Camaldoli
i
,
quali
furono Ronuialdo Abbate di Urano, e Nicolò Abbate di Santa Maria, di cui non
possiamo dare migliore indicazione vietato di leggere
domi
il
poiché
corrosione della pergamena
la
ha
ci
predicato di questo Monastero. Io per altro vado persuaden-
che debbasi supplire
,
,
S.
Maria in Elmo, o in Adelmo, giacché
in quel
ce-
nobio horiva appunto circa questo tempo un Abbate Nicolò, che poi vedesi molte volte indicato nelle carte Camaldolesi. di sospettare
Eremo
coir
che questo Abbate
nostro
,
di
detto anch' esso
Non cadesse per
,
Elmo per corruzione
1'
di quattro
Branchisio
Monaci ,
Anche
che esattamente osservavasi nel Montale
che cresciuta eravi eziandio ,
la religiosa
e di venti
e
la
Conversi
,
fra
i
quali
spettando egli
al >Io-
dagli atti di questa
regola
dell' istituto
vi-
,
e
nominerò Bonaventura de
perché quasi nostro concittadino può chiamarsi costui la
conserva tuttora dei considerabili fondi.
(*) Dall'
,
famiglia composta in quest' anno del Priore,
nativo di Branchise nel territorio di Gambettola, ove
ebbe
mente ad alcuno
Santa Maria in Elmo avesse alcuna relazione
nastero Adelmitano posto nella Diocesi di Volterra. sita apparisce
altro in
Archivio di Fonlana-bona nel Registro sopra citalo.
Radia
di
,
che S.
si
dice
Benedetto
— notizia
la
Ddlìliiiiiiin
novo Priore IJono ad nna
del
('')
chivio di S. Giuliano di Rimini,
1270 Fra Bonacorso converso
muta
nome
a
sapere
la
ci
clu"
e
tutto
di
1'
una certa
fece
Eremo. Intervenne costui (i),
apud oppidum Sodi
e vi
lii
nelle costituzioni, die furono alla luce,
tempi sancite, e che
rpiei
in
a noi basterà
delle (piali
de Burijo,
ticia, G.... S. Micìiaclis
Montalis de Saltile
mita imiaso
Novemhris
priore,
così:
»
»
zialc
1!.
<•
"
Mentre
Davami
Simone
ere-
Palris
vcn.
MCCLXXIX.
prima cumpilazione
la
della
Ma
memorie
nostro
del cui
in
Kalendus
X.
queste Memorie, onde
Eremo abbiamo
prima
che
vi
qui ragione di
apparisce un nuovo Piiore
ci
,
seguenti induzioni
ma che nondimeno
(jui
N. A. die
il
che
lagnarci,
cui
di
la
,
po-
ia
leggeva
si
lettera
,
me
la
ini-
slessa
Definitore
carica di
Bono Priore
neir offizio confronta con quelli, che dati furono nel
rammemorare che
generale Capìtolo,
»
nominati
n
Laonde mi
"
quel
»
pure non mi azzarderò
•
di
in
Firenze
Definitori gli
il
Capitolo
,
e
dai
di
consimil data non mi
si
più
V. imrj. 138.
di
Savignano
1279
al
,
che
Defiiiitore
la
volle
Annali
testò
citati e
(-)
a
sup-
si
sono
dopo era
reputava
io
nome
iniziale del
la
slessa
cunipagni di Bono
Savignanese
Congregazione.
Cinloriense,
me sembri citata
un maggior fondamento
—
egli
,
il
che
Camaldolesi ogni triennio riunir dovevasi
Faentino,
pergamena
1'
si
Ann. Cam.
t.
InfLilli
apprendiamo ed
il
assai verosimile
è voluto
che
accennare
il
nel 1"280
furonvi
Priore di Anglari
spacciare per certa questa mìa opinione, finché da ofl'ra
,
osservaziiìae che cinque anni
provvedere
che (|uanlunque a
Priore del Montale, che nella
I.
,
Definitori
Abbati Classense,
è forza coneliiudere
Ijim.
cosliluzìoni
le
quindi di nuovi
i>
e
giusta
1'
mente, avvertendo che ninno dei
poi fecenii
l 'li.
nome
del
iniziale
riportano a testinionianza dell' accorta sagacia di
si
ne assicurava a prima vista
giusto sospetto caddemi in
convocato
1'
seguito della sopravvenuta notizia
in
»
Ann.
di
credere di poter senza alcun' ombra di dubbio interpretare
a
persona.
(')
et
apud Socium tempore
(jeneralis
questo Priore non conosceva
di
questo Priore, e
ò. pan.
de VangaB....
1
I.
(2). //h'//>//
de Canliniano monasleriorum Abbatibus,
periodo riportato nel testo all'altro,
1279,
al
intero aggiugneva le
investito
fu
alla
»
eliminale dal testo
di
il
Di nuova lacuna nelle
quale cbiudesi soltanto
>'
|)rnmosso
B....
Andrea sacrista Camaldulensis cremi,
venne dopo
gli
soslitui
egli
»
»
ge-
riferire la sola intestatura
il
Generatis celebrali anno Domini
l'riori-s
Questa notizia
marginale
luì:
al
(^).
stilla
plirlo
lì....
de/ìnitoribus capiluli
,
domni Gcrurdi
(')
per-
Annalisti pei primi
f^li
quartus Liber de Moribus composi tus a vouerabilibiis viris domnis
è
del
Definitore, una delle più distinte dell'Ordine. El»l)e pertanto egli parte
carica di
(")
Gennaro
lì di
ai
dell'Ar-
caria
l)ella
Eremo Domini Salimbeni
dell'
nerale capitolo celebrato nel 1279
posero
quale
la
Don Bono
del Priore
—
16
("').
che Bono fosse coli' iniziale
B,
altri
monumenti
—
Q) Ann.
».
VI.
App. pag. ^2W.
— Ap])Og!j;iati
reggeva
Aiiiialisli assci'irciiiii jicr alilo ciii' IJoiki noi l'2it'i
il(i;li
ai
clit'
l!ì
Generale tenuto nel Monastero
compagnia
in
Giovanni Prior cariche
aiildiita
nostro l'rioralo, e
il
r-apilolo iiitore
iiir
Classe,
di
e di
,
questa
Annali, a tutta ragione estimati diligentissimi,
come
del Montale della Salute,
assume
di
1"
in cui
appellar solevansi
serbataci
1287, come
non solo
il
nome
1268, in cui negli
di
Ma
Ospedaìis.
(lieti
lui
rileva
da alcune carte
Savignano eravi
in
ben anche
si
dell'
nome la
ritornando
a
Bono
|ier
ecco come
,
al
titolo
il
ci
1-286
nel
infatti
congregarvi
gli
ma
Monaci,
i
a dilTerenza del
,
Annalisti
traslazione ad altro Monastero accaduta appunto nei
egli assisteva
ma
residenza del l'riore, e
sopra enunciati Icggeniiuo Congregatis
visita
di
già l'riore
assai chiaramente
otteneva di Capii ulti ih 3Iuiiustprii Savigiiuni atti
ri|)etuti
Archivio Arcivescovile di Ravenna,
stanza capitolare
la
dai
Bono non chiamasi
di
|)Hi-
Ciiitoriense, di
di lui antecessori,
i
al
consueto, non insigniti di
il
ju-obabilmente parlando anche di una gran parie dei Monaci. H e nel
inlcivcniir
Noè Abbate
nostro S. Benedetto era già diveiiulo
il
anno
esercitandovi dì
ollìcio
indicazione
Prior Savinianensis ; quel cambianieiito
comprova che
(pn'ir
ili
due Monaci, giusta
altri
Vuoisi intanto rillettere su
i^V.
Olloiiri'
ili
Bartolo Abbate l'uleolensc, di
di
Forti
di
—
17
in Capitulo
raccontano
ci
la
giorni istessi, in
Capitolo generale Classense: Die antecedenti (cioè
ai
cui
17 di
Ot-
tobre) amoto, vel cliam cedente Lappo Abbate Urancnsi convenerunt ad idem Classense capituìum Rainerius Prior Sanctae Trinitalis de Brittonorio
Sancii Antomi de Cursu
et
,
Monachi
dicti ccnobii
,
,
Petrus Prior
ad quos pertinebat
electio
electionem Gcrardus Prior calculo suo probavit zione di
Bono
Priorato di Savigirano
il
medesimo anno 1284 lute
convennero
Monastero
di
è questa la
Ospedale,
ci
di
i
Monaci
di
volta, in cui
apparisce sotto
cambialo in Monastero
il
il
nostro Cenobio, abbandonando
di
il
I.
Benedetto, ed
S.
titolo di
menzione
Monaci ci
si
dell'
è
Eremo
,
1'
(5).
antico
pur questa e di
dimostra che, anche
nome
di
prima
la
Monaci
Ella
di Savi-
allorquando
fu
nostro Ospedale, non fu abbandonato totahnente l'Eremo,
che, seguendo esattamente
Ann. Cam.
promo-
del Montale della Sa-
altri
gli
dipendente dalla Badia di Classe
e
gnano. Da questa narrazione adunque
(')
la
eleggere in loro Superiore Giacomino Abbate di S. Teonisto
volta che trovasi separata
ma
Vacato adunque per
et
iirosieguou essi che ai 50 di Ottobre del
Benedetto, e
S.
poche niigUa discosto
prima
,
(2).
,
quam
postulavertint in Abbateni Boniun Priùreni Sancii Bcnedicti de Savignano,
5. pag. ìOì.
la
—
regola di S.
(-) .4/1».
Romualdo
Cam.
l.
e.
—
,
alcuni rimasero
C) Ann. Cam.
l.
all'
e.
Elmo
— 1'
a professare
Eremitico
istituto
altri
iiieiilre
,
—
48
Savignano inenavan
iii
dei
vita
la
Ceiiolìiti.
Bono terminarono
Colia traslazione di
successero
già ottenuto
trasmesso
Abbati,
gli il
di
fu
cui iirimo
quando reggeva
titolo
il
Priori Savignanesi, ed
i
Giacomino,
citato
Teonisto
S.
,
abbialo
Priorato ad Abbazia. Poco però ne godè Giacomino, avendo due
f'28()
Guido Abbalc
Generale Gerardo
S.
di
(*J.
sciuto in riputazione
Decenzio
il
dopo
anni
Pesaro, confermandiuie l'elezione
di
da vo-
anno
nell' istesso
Convien credere die in questi giorni fosse non
Priore
il
poco cre-
di
nostro Monastero, se (Juido non temè di anieporlo a quello,
che attualmente reggeva di leggieri
governo del Monastero, cui successe
il
Gene-
Capitolo
il
e
Monastero ognora crescente, abbialo sid)limato
rale, avuto riguardo a questo
lontariamente abdicato
averne
jìer
conservato
ancora
suoi successori nel Cenoliio Savignanese, sia cbe
ai
die
sia
Utm luogo
in
,
nobilissimo per vetustà
può sovvenirsi ciascuno, che
,
abbia
lette
ed insigne per privilegi le
come
,
opere del cliiarissimo An-
nibale degli Olivieri.
Di Guido
ci
assicurano
gli
esistenti nell' Archivio
del
1288,
dell'
Archivio secreto Vaticano
e
del
12!)(l
che sopravvivono memorie nelle
Annalisti
,
in
Fontebonense
sono registrate
cui
le
e
;
un codice
in
decime specialmente che
furono esalte nella Diocesi di Uimini per cagione delle persecuzioni nel Sicilia,
il
carte
nostro illustre concittadino Gian Cristoloro Amaduzzi lesse
i
Regno
di
nomi
di
Giovanni di Murisano, in oggi di Misano, e del nostro Guido Abbate di Savignano, C(dlettori deputati nel
1280 da Pietro Saraceno Vescovo di Vicenza IV
stolico incaricato dal Pontefice Nicolò
i
,
in
anno susseguente 1290,
del Conte Fantuzzi
(3).
cui devenir dovevasi alla
,
(|uesti
ed a Giacomo Priore di Caniabbdi di Forlì
{') jHifj.
nome, quanto per
Ann. Cam.
XIV.
—
(5)
I.
Ù. png.
jìarte di
Ì7t'.
Fantuzzi, Mon.
—
ce
Intervenne
nomina
miovo Priore
del
Cainaldoli: anzi essenchìsi i)er viaggio infermato nel Monastero di 8.
Galcala Bernardo Abbate Vangadicciense
lauto in suo
e
(2).
Congregazione convocato nel prossimo anno
poi (iiiidd al Capi((do generale della
di
nell"
Monnmenli Ravennati
1291 nel Castello di Soccio
Nunzio Apo-
esigenza delle decime suddivisale
dell'
Questa commissione hi loro cDiitinuala anche ne fanno testimonianza
,
ai
50
di
l.
Maggio
con feri
facoltà di presentarsi
Ginevra Badessa di
(-)
Hai',
hi
6. pag. 99.
—
al
S. Cristina di
Amaduzzi, Canzone per {*)
S.
.inn.
Ilaro
Placido.
Cam.
l.
a
di lui
Capitolo
Trevigi
Roma
(*).
lìd'J
ò.pag. 190
— .N(''
nostro Guido
il
ni;iiicò
—
li»
altro (lapilulo fjciioralt' tornilo ai
all'
nel coro d<'lla (Hiicsa di S. Vigilio di Siena ferita
dai
cliiarissinii Annalisti
Monastero di
di Pisa Ahliale del di
Ansano
S.
A
(').
S. Felice di lìologna
dino Vescovo di Arezzo, e Rettore per
,
dala
in
,
una
fu edita
pure in (onipagnia
lui
stessa Diocesi I^olognese
della
in cui
,
di
Giugno
di
Ifi
costiluzioiie
ri-
Federico Canonico
e dell' Arciprete della Pieve la
innniiissionc da Ildfdìran-
Santa Sede della lloniagna
la
li!!)"»
Gon-
drj
e
lado di lì(dogna, di delinire una causa vertente tra Bonifacio Arcivescovo di Ra-
venna
e
la
Badessa e
Monastero di S. Chiara
il
Giudici data molta cura in procedere,
12 Agflsto
ai
l-20'(
Non molto di S.
,
annullò
ii(»|io
la
il
di
ma non
Cesena;
commissione
e
richiamò
la
causa
5 di
ai
nostri
Monaci
(3).
Probabilmente
Abbati della religione
25 Febbraio dello stesso anno
ai
,
e Pietro
Faenza Monaco
di
farli
punire, giusta
gli
,
fosse pure
scusare e difendere appo
Monaci falsamente imputato
la
suo Monastero, se pure
tale
Romana
Senza
non
si
il
S.
Benedetto
cipue de paììlheriis
renornm 21
,
(')
lle,
(')
lett.
—
t.
f
)
6.
Campi Monaco di
Pisa,
di
altri
Pietro
S.
come
ribelli,
Frigdiano Prior Generale; e di
nominato Frigdiano da quei due
istrumenlo
di
altra notizia del
considerare un'indicazione tolta
voglia ,
nei quali sotto l'anno
com/>/cc/Krt^^»^
App. png. 257.
—
Dal Reg. delle lellere
1505
nell'
come
,
et
,
nota
si
pine-
summain
lasciò scritto
il
dai
Jlo-
laborioso
(S).
(-)
dell'
463. Amaduzzi, MS. Savignanesi pag.
Cronica Camaldolese pag. 368
sarebbeci
procura
sive de piscalione et (iiinipio percipiuntiir 5it
non che
;
frucius sinfiulaiim pniclio pstimantur
c/».sy/»c
nitri, et soìidorìnn
Ann. Cam.
provvedesse
Abbate
governo mancaci ogni
cui
Autore dell'inedita Cronica Camaldolese
perg. 3402.
il
questo
Registri serbati nell'Archivio Fontebonense
Badia di
di
suo
del
i2!J7 costituì dei Procu-
Zenone
di S.
(|uailo
istesso Pontefice Bonifacio Vili
l'
Ciu'ia
(i).
ignoto l'Aldtate Francesco, durante
la
de'
medesimo
il
Statuti dell'Ordine, o dal Cardinale Pietro di Piperno, o da
qualsivoglia altro giudice di
Feo
mano
infami, ed ambiziosi; di consegnarli in
e
,
''^
Abbazia
all'
di concerto con
Francesco, che
fu questi
ratori, e loro diede facoltà di far carcerare
Montemuro
suo tribunale
Gennaio (bdl'imun
Pontificato, ordinò a Matteo Vescovo Portuense che di altro
di
al
Maria delle Vangadiccie parimenti deH' Ordine Camaldolese dal Ijalerano
i
Heltore con sue lettere date in Dovadola
nostro Guido fu da Bonifacio Vili traslatato
il
Papa, con Bolla spedita
i
essendosi
8.
Dnll' Archivio Arcivescovile di
anno
—
IV. (')
di
Ravenna U.
Bonifacio Vili neh' Archivio Va-
Ann. Cam.
Archivio di Fontana-bona.
l.
ù.
png.
292.
—
— Nel 1-299 detto (1), e colti
si
furono
al
nuovo Abbate Piotro
Né
nati
solo vi
morte del Priore Generale Nicolò
Ira
comparve per darvi
nudo suo
il
questa gelosa commissione a
fu
,
Monastero
il
alcuni lui
vitto,
Abbate
mentre avendo
conipromissarj
insieme
affidata
rac-
Maria
di S.
Elettori nunierossi Pietro
gli
creduto miglior partiln di rimettere ad
Superiore
nostro Cenobio di S. Bene-
il
19 di Giugno presso
Poplena Diocesi di Fiesole, e che vio-nano.
obbediva
i^ià
sa poi che nel 1508 per la coniizj nel giorno
i
—
20
di
di S;i-
adu-
gli
scelta
del
con Guido
già
la
Abbate di Savignano, e poi delle Vangadiccie, con Antonio Abbate dei Berardingi. con Andrea Abbate di i
Michele di Pisa, e con due
S.
altri
quali tutti concorsero in prescegliere per successore di Nicolò
ci
(2).
Ottenne pure
rimangon
generale celebrato nel 1317
di
il
di
(3).
delle
no seguente all'incombenza loro attribuita, e eseguita
tografo della visita da essi
Bologna,
al
di
Marche
Mauro
Abbate
ai
ai
"23
Trevigi
di
e
Soddisfecero essi nell'an-
{'-].
gli Annalisti
hanno pubblicato
(s).
Quindi proseguendo
il
l'au-
S. Nicola
giro
loro
mese, visitarono (Jerardo Priore e
14 Giugno
furono
ricevuti
in
quantunque
di
poi passasse
ai
Mo-
i
Ravenna da Mat-
dello stesso
Nell'anno 1319 recossi
mese perlustrarono [loi
il
una
Preti e fossevi fondala
17 di Luglio trovavansi presso Guido Abbate di
na, e fmahnente (6).
,
ai
;
Ancona
Chiesa di S. Barbara, che era in quel tempo soggetta
di Classe nella
Parrocchia;
Eremita
ai
di Solarolo
Monastero Classense
dello stesso
'25
di
Blaggio nel Monastero di
15
ai
Suor Donella
cui era Priora
medesimo oggetto,
naci di S. teo
ca-
la
Assistè ancora all'altro Capitolo
insieme con Guido da Rimini Monaco Vangadicciense
pel
questo Capitolo
Pentecoste nel Mimastero delle Vangadiccie.
Uonnigna e
fuvvi creato Visitatore della
di
Accursio Abbati'
tuttora, in cui le rendite dell'Ospedale di S. Frigdiano di Pisa
Simo per metà riunite all'Eremo Camaldolese
e
in
,
Delìnitore Generale, ed è onorato di questo titolo iu alcune costituzioni,
rica di
che
di Volterra
Clemente
de' SS. Giusto e
Camaldolesi,
Eremiti
il
Lucia di Anco-
S.
Monastero
di S.
Giacomo
nostro Abbate in compagnia di Ugolino
Priore di Capo di Colle al Capitolo generale convocato nel Monastero di S. Zenone di
Pisa, e fu presente
in
queir anno
ai
alla
sessione avutasi nel giorno di Pentecoste, che cadde
27 di Maggio
(7).
Non
saprei asserire se nello stesso
mese
dell'anno 1521. comparisse egli nel Capitolo Generale di Classe, sebbene
(') ("')
Rai.
Ann. Cam.
pag. 424.
—
Cam. l.
e.
{^)
in Archivio
—
(^)
Vaticano
Ann. Cam.
Ann. Cam.
l.
240 pag. S4S. t.
6.
—
App. pag. 267.
5. pag. 305.
—
(-)
Ann. Cam.
—
C) Ann. Cam.
{^) t.
t.
5. png.
Ann. Cam. 6.
t.
ma
,
abbia
SII. 5.
—
App.
App. pag. 270.
— die
letto
quest'anno Na/.olo
in
—
21
Albalia faniiijliare del IM'iore
di
dolese presentò all'Abbate di Savii-nano
le
lettere, elie
della colletta imposta in queir istesso Capitolo (»\ la
dei
(lata
Novembre una
15
Fra Nicolello
Abbatis Munaslrrii
nore presentium
avremmo rendo
Evamfclistiic lUivriiiittr
famiUariis obsequiis vacalurum
in (inest'aimo sotto
in cui
,
per molti anni altra notizia di (juesto Abbate, se
nell'estratto di
una pergamena già spettante
Monastero
al
apprende che Matteo Abbate e Rettore
si
di
esso,
Savignano, che anticamente cliiamavasi l'Ospedale
te-
ìion
C^).
forlnnalamente
a
che
dice,
fidcm
,
concedeiidum
scor-
occorso
t'ossi
Giuliano di Rimini,
di S.
cinque Maggio 1328,
ai
concesse in enfiteusi a Fra Pietro Abbate e Rettore del Monastero di
diretta
;;li
iiri'cihiis iiicliiKili
manoscritti lasciati dal Riniinese Monsii;iior Villani non mi
i
da cui
te
S. Joliannis
Savii;nano
di
|iairamento
il
Ronavenliira
tlciicralc
Venezia converso del Monastero
di
intimavano
Abbiamo pure
lettera del Priore
Generale Camal-
di S.
Renedetto
Savignano, una tomba
di
posta nella Cappella di Gatteo, dichiarando che questa concessione era fatta in
fa-
vore dell'Eremo di S. Pietro
("^\
Oltre alle deduzioni, che
ho
in
Salute, che una volta era stato di Salimbene
tratte
superiormente da questa carta per dimostrare
l'origine del nostro Monastero, altra se ne può
l'Eremo seguitava ancora ad essere S. Benedetto.
Villani
Il
tomba concessa
non
della carta di rinnovazione
nostro Pietro
i
si
in entìteusi ,
,
che però obbediva all'Abbate di
alla
negligenza
Ma
che a suo luogo riferiremo. ,
Comune
lite
,
i
che
si
asserivano recate agli enfìteuti, ed
e sugli ostacoli
,
che
si
frapponevano
atti
di questa
procedura
{i).
Comune
Urano,
e
il
di
Cesena da una parte,
(') Dall'
(')
Villani
chivio
(Il
,
fondi
Furono poi
e
nell'agro
Ms. dei Vescovi Ritninesi nella Biblioteca 7. pag.
278.
godeva
vertevano
ai
10 Maggio 1538 per amii
capitoli di concordia
Abbati di Savignano, di Classe, di
gli
Cesenate,
—
tutti questi
avevano
Monasteri
egual
motivo
Cadi
—
Q) Dallo stesso Registro ipag. 18. (*) Dall' ArGambalunea di Rimini.
Archivio di Fontana-bona Reg. 0. pag. ?l.
Fontana-bona Reg.
di cui
dispia-
Camaldolese serbasi tuttora un'ampia
Priore di Capo di Colle dall'altra, poiché
maldolesi, che possedevano
,
il
il
beni del Monastero,
ai
chevole transazione sopite queste vertenze, e sottoscrissersi fra la
ampliava
trasporto pel distretto di Cesena dei pro-
dotti dei fondi dell'Abbadia, e nell'Archivio
degh
se cosi
di cui primari articoli
,
la
allorché fé cenno
Cesena pei possessi
di
insorse quindi acerba
al
,
ebbe poi negli anni susseguenti
sulle vessazioni
serie
che
carico nel suo estratto d'indicarci qual fosse
fé
sebbene riparasse
cere di vedersi in questione colla
Ne
ma
abitato,
beni della sua Canonica
in quel territorio.
ricavare, onde conchiudere
—
—
—
2'i
l'Abbate Pietro della seguita transazioquerelarsi (O* Poco per altro potè godere dopo aver lodevolmente governato i suoi Monaci per più di treni' anne, poiché
apprendiamo che
morte segui
di lui
la
Vacando adunque l'Abbazia, di
Novembre
quest'anno medesimo erane già
in
cui
servigi
presente
fu
Febbraio
quinto del suo Pontitìcato
il
Monaco
di
luHi
classificali
una
l'ordine
la
fra
quelli (s).
mezzo,
di
Fu pure
ed inferiori
questo
in
il
Abbate
nostro
offerta al publdico ai
Romagna di S.
tassa enunciata
(7).
,
Da Angelo Abbate
Nicolò Ahbas Monnslerii
in
Benedetto Nicolò
lettera circolare
la
Marca
della
(ili
ipii
Siiliili',
fnil
Ann. Cam.
t.
r>.
stalo deputato Collet-
e nelle contrade Trans-
,
Gli Annalisti
di
S.
di
nizzi
('•)
,
/.
;l/«.s-.
6.
pag. 366.
Sai'ignanesi pag.
Ohìdig. pag.
Ann. Cam.
l.
Camaldolesi hanno
Camaldoli intimò
165
6. pag. 3.
,
lo
sborso della
Giuliano di Rimini nel 1553
la
—
siii.s-
il
nostro
l.
{^)
.Viui.
Cam.
I.
7.
App. pag. 385.
—
(')
—
—
C) Ann. Cam, l. Ann. Cam. App. t. 6. pag. 31
8. pag.
S. l'etri
rinnovazione dell'enfiteusi già concessa
J?. nella lìiblioleca Aniaduzziana. e
heremo
successorihus in dicto
chivio Vaticinio nel registro delle lettere di Benedello Xll dell'Anno
cano
di
debiti della Religione, e di
i
Saliinbeiie, et prò se ci
ìloiìdslcrio ciiiionice iiilrantibus
(')
(s).
tutto
celebrazione del nuovo
alla
Ancona
di
su
BencdicU de Savignano Dioc. Arim. Ord. Camald. qiiod
S.
(iiitiìidiuii
nostro Cenobio
ed un'altra
l'ocnhatur Ilospitale Saviqnnni , ottenne pure prò
iinl'Kpto
S.
data dal Jloiiaslero di S. Frigdiano di Pisa
Maggio 1551, con cui Giovanni Priore
-21
(ilim
,
il
anno,
Homana: essendone
provvisioni dovute alla (luria
,
ordinata
Capitolo
da rinnovarsi annualmente fino
,
tore nelle Provincie di
padane
1551,
lui fino al
e quindi fu assoggettato alla tassa
Capitolo Generale ad oggetto di diminuire con essa le
solita
la
tangenle, che a ciascun Chio-
d'oro pel primo
Colletta di seicento fiorini
trecento pel secondo
pagare
(5).
Visitatori, e per meglio ripartirla essendosi
ai
Monasteri in maggiori, mediocri
25 di moneta Pisana
di soldi
Classe
Capitolo Generale celebrato in Maggio nel Monastero di
al
non ultimo
(itlenne hKtgo
che
ingiunse
Apollinare di
S.
Niun' altra menzione mi è occorsa di
{^).
prò procìirntioiie i
,
possesso, avendo pagato in Camera
in
Giusto di Vcdterra, nel quale essendosi decretata slro apparteneva
(2).
furono tantosto mandali ad elfedn, sapendosi che sulla fine di
Gli ordini Pontificii
comuni
di
Necrologio Vangadiccieuse
Pontefice Benedetto XII con sua lettera dei 15
il
quest'anno, che era
di
W
ai
fosse conferita a Fra Nicolò di Fronzola
tassa dei
e dal
seguente 1559 passò all'altra vita,
ni, nell'anno
40.
V, ('')
6. i.
—
lettera
al
(') Dall'
730.
di
Ar-
Ama-
Dall'Archivio
App. pag. 321.
Vali-
—
— 23 — lui
antecessore Piolro, e
le
case, vijfne
di
S, (iidvauiii
linavau.i fu
le
virlu
in
e possessinni ad Còui|iil(i.
ìm
l'andoHu Malalesla
allri
Circa (|Ufsli
(»).
vanti
,
clu-
in suo Rettore
cioè ai
*24
Giugno 1551, avea
parimenti Monaco Camaldolese
promesso la
Monaci
i
Monaci
Murano,
lali cuii-
|ìm|ì
del
Capitolo di
Il
Ueuedetlo
Muccjin
dì
i|iiid
ucj
,
da Avif;nonc un arum
s|teditt!
Lorenzo
Priore
in
contro-
la
da
a-
Itaiinacavalio
nostro Aldiatc, nel cui arliitrio aveano com-
comporre
riusci nel
gando
la
Comune
procedere
di
ai
il
dissidio, ed avendo ricevuto
da
carta di elezione Bartolo
Murano
di
Abbiamo
in
vado Riminese faccia alcun
era in silenzio
sommo ,
si
Andrea
Notaro e Segretario del Podestà e
tutti, di
cui
(*).
e
Congregazione
Fra questi
del Montale, e reca meraviglia
cenno del Monastero I
confermano all'Eremo
trovava in possesso
si
memora l'Eremo
fiore.
si
taciuti
siaiisi
jilurihii.s
tulli
(iiiiiis
i
Monasteri
receperaiil
Congregazione,
storia della loro
,
,
che
rcfunniiliotiem
contano
tra' ([uali
io
hanno
non posso
(') Pidi'
Ganibalunua
il
principio da essi adottato
Archivio di S. Giuliano ili
C) Ann. Cam.
Riniini. t.
0.
—
(-)
,
nei Mss. di
Ann. Cam.
.App. p'ig. 4'JI.
—
I.
0.
(•')
/l/i«.
(-il.
a
meno il
nostro,
Ma con
cosi in
di-
ma-
questo
Monastero Savi-
doveasi dall'Imperatore onnneltere
Monsignor
piiij.
il
trattata
incontro di non discostarmi dal loro parere per ciò che risguarda
gnanese. Secondo
vi
Benedetto, che in questi amii appunto
di S.
rispetto dovuto a questi esiniii Diplomatici, che la
Vesco-
lodati Annalisti si avvisarono di render ragione di questo
supponendo che
gistralmente
ru'l
come non
quello di S. Pietro in Vincoli nell'agro Ravennate, e due o tre altri il
Faenza, ro-
quest'anno un Diploma dell'Imperatore Carlo IV datalo da Pisa
sciplinae Camaklulensis a
tutto
un nuovo
di di
(s).
beni
i
nella persona di
Costa
17 di Marzo Indizione Ottava, in cui
Camaldolese
1555 all'elezione
Magijio
ti
unanime consenso cadde
Priore, che per
si
di
eletto
Il
('-^j.
Pieve
spontanea abdicazione, che ciascuno dei pretendenti fece nelle sue mani, apri
l'adito a quei
ai
Monaco
il
Pontefice Clemeulc \[ cmi lettere
il
,
Generale dell'Ordine, e
erano stale coiu-esse, detìnì
f;li
versia insorta per l'elezione del Priore di S. Matlia di Murano.
mentre
da due
Maiatosla e Gaicnlld
rica di Vicario Generale di Giovanni l'riiu'e Ganialdolese
Monastero aveva prescelto
mini
Ili
tniU!
rAldjale Nicolò fu decoralo della ca-
lcin|ii
quindi in virtù delle attribuzioni, che
rnn
lomiia
(lalleo, cui
ili
di
iiciii
i
una
Conlailn di
juisla nel
,
Ldrcuzo
Capiielia di S. daiili
(onlcniiiit.i
In
^\i
essa adciciili
strade, e
iiubbliclic
cui
di
S5.
Cam.
— t.
Villani esistenti nella {^)
Ann. Cam. L
6. jhu}.
41.
0.
lìiblioleca
pag. oJ.
-
— i
—
24
luoghi unii, die fino dai temiti di S. Roiiiiialdo, o iioco
dopo,
più
rironna della regola Benedettina, e specialmente nel caso nostro, o doveasi
la
Benedetto, come ambedue troppo
cere tanto del Montale, quanto di S. se pure alcuno di essi
volevasi mentovare, esser
lo
doveva
Più facilmente pertanto sembrami che
dendo, che conferma stro
rilasciala
,
Cenobio
Salimbene
fé
come
Segretaria Imperiale siasi valsa
la
da un augusto predecessore
,
di
modello
in cui
non
perchè a quel tempo non ancora costrutto.
,
la
nostri Monaci.
i
donazione del suo Eremo
,
due
di
da Federico
II
nel 12l!J,
né
sarei
io
fosse indicato
Infatti dall'
anno
soli privilegi Imperiali
mollo
lontano
mi conducono,
questa opinione
Montale nel 1550
più
la
il
monumenti
esistenti a
nel
1209,
credere che di
attestano
ci
quale
le
carte di
assicura
ci
farne
una
non
ce ne somministra la sola Diplomatica Collezione del
beneme-
Cancellarle, copia.
sapendosi
non
distrutti.
non pregiandosi
E che
ciò
sia
conchindere,
il
costume
richiesta di nuovi privilegi, fosse le
quell'epoca,
coevi, che erano o
Conte Marco Fantuzzi, ond'è pur forza
che volta di
favore
abbandonati, o
altri irrefragabili
Non pochi esempi
la
in
trovar delle Chiese e dei Monasteri nominali in diplomi di conferma
rado da
rito
come
tratta dall'esperienza, la
sempre una prova sicura per crederli
di
in cui
non solevasi chiamare con questo nome, avendo qualche
Giuliano di Rimini: l'altra, che è
che
no-
prima, che mi addimostra che l'Eremo del
tenq)o prima assunto l'altro di S. Pietro in Salute, S.
,
il
Due ragioni principalmente
quest'ultimo appunto siasi valsa l'Imperiale Cancellarla. in
dal
cre-
qualche altra
dell'Ordine Camaldolese sono a noi noli, uno concesso da Ottone IV l'altro
prefe-
a
possa spiegare questa ommissione
si
la-
recenti, o
secondo
il
renza del primo, che di molli aimi avealo preceduto nel ricevere
è
accolsero
il
presentare
che per giustificare
gli
antichi, e che qual-
di soverchia esattezz;i, si
coniprovasi
frequentemente
contentassero
coli'
osservazione
che due Bolle, o Diplomi, benché di diverso Pontefice, o Imperatore, sono cosi fra
biro simili, trattane l'intestatura, la data
dire gli stessi. stessi Annalisti
Aggiunge peso di
al
e
poche
mio divisamenlo
la
altre cose
,
che potrebbonsi
confessione, che
vedere in questo istesso Diploma menzionati
ì
fanno
gli
Monasteri di S.
Savino di Monlione nel territorio Pisano, e di S. Maria di Agnauo nella Diocesi Aretina, benché l'uno e l'altro, alcuni anni prima del privilegio di, Carlo, sero sottratti alla soggezione Camaldolese,
questo Diploma non é esatto in tutte
Ma ritornando scritta ai
i'i
a noi, da
di (liugno,
le
una carta
il
che
sempre più
ci
si fos-
conferma, che
sue indicazioni. dell'Archivio
Arcivescovile
apprendiamo, che Nicolò Abbate
di
di
Ravenna,
Savignano nell'anno
— 155G era prolotloro, anzi
(<),
iii
ci
o
nolo
la
nniservalorc dei il
FanUizzi
—
25
clic
della Badia di
liciii
S.
Oiidiaiio
di
lliiiii-
qnell'istesso giorno Sor Nicolino Trisio,
ia
che aveva nna cansa col dello Monastero, comparve
Amatore
ilavcnna avaiili
in
dei Rainakli Caiiiniicn llavcnnate, e Snhdelejialo del Cardinale Egidio Lcf^ato Ve-
scovo Sabinense
|ier
proporvi delle eccezioni
innanzi l'Abbate di S. Benedetto
,
visla
in
clic
Cosi pnrc dal rej^istro delle spese latte nel-
(2).
l'anno 1551], e sejjnenti da Almerico Vescovo eletto di Volterra rale in
tempo
i
pagamenli
l'alti
155!)
liUeris Doniiui
ciint
volte
più
il
in occasione della guerra di
sborsati agli 11 Febbraio
vignanum
Tesoriere Gene-
Legazione di Andruino Abbate Ckmiaccnsc, die dalle (cnebre
della
dell'Archivio Vaticano ha tratto alla luce fra
|icndeva
vcrlcn/.a
la
Giacomo
a
di
lodalo
una
Forti
Verona
Tliesainarii direclis
abbiamo
Fanluzzi,
|iarlila di sedici soldi
intiilìo
misso de Cesena Sa-
Vicario et Ahnli Savi(jnani
Quest'ultima espressione è troppo erpiivoca per sapere con sicurezza se
due diverse persone,
e l'Abbate siano il
regime
e
me
se al nostro Nicolò fosse
politico di questo Paese. Io però inclino in crederli
ne dà incitamento
questo Registro
il
il
anche commesso
due
distinti soggetti,
si
esprima
Abbate. Frattanto Nicolò proseguiva nell'uffizio di Vicario Generale di
Giovanni Priore di Camaldoli, anzi
di Visitatore dell'Ordine,
gli
era stato
Faenza estrassero
presso Forli
di
Annalisti.
gli
il
commesso insieme
l'incarico
Le Monache
dall'Archivio di
Salvatore di Vico
di S.
L'Abbate
di
Savignano, che
in
loro
il
loro Monaslero in
quesla carta trovasi con un diminutivo
chiamato Nicoletb), accorse a ricercare un ricovero e decretò che fissassero la loro
il
Vescovo Forlivese per espresso ordine del Car-
dinale Egidio Sabinense, Legato Apostolico, avea convertito forte.
di
llomagna
Camaldolese osservanza, astrette furono ad abbandonare
antico domicilio per motivo che
un
lil(do
il
in
in
come apparisce da una membrana, che
S. Ippolito di ,
Vicario
il
mirare nell'anno dopo 15(iO menzionato più volle
Vicario di Savignano, senza che più vi
(5).
a queste
Monache raminghe,
dimora nel Monastero dei SS. Mattia
e
Cristina
della stessa Città di Forlì, che era soggetto agli Eremiti di S. Mattia di
Murano,
escludendone
i
Jlonaci, che l'abitaAano. Poco dopo però Andrea di Faenza Priore
Muranense, ritornando da Ancona e
Monasteri
(')
,
che gli erano soggetti
dove erasi portato
fin ,
si
querelò di (juesto
Dall'Archivio Arcivescovile di Ravcnnn,
pag. 44. pag. 415.
—
(-)
Fanti:zzi, Mon. Rav.
t.
Casm
5. pag.
alla
E., pei-g. 1?75.
185.
—
("')
visita
decreto
—
delle
Chiese
dell' Abbate
Ann.
Fantuzzi, Op.
di
Cam.
t.
6.
cit.
t.
5.
—
prcgiiulicevole al suo Cenobio, ed ai 9
come
Savis'iiano
—
20
Febbraio
di
nella Sagrestia della suddetta Chiesa dei SS. Mattia e Cristina,
menico
Giacomo tista
Bologna, Vicario Generale
di di
Faenza Monaco Camaldolese
Bagnacavallo
di
,
Giovanni Priore di
e a
,
ne interpose formale appellazione
quali ne diedero nello stesso giorno
intimarsi all'Abbate Nicolò
(}).
sente controversia, essendo
le
indicato
all'
dopo molti
M(Uiaclie
premio degrimp(ir(anli servigi, che avea resi
alla
al
la
Uranense
Ilomagna
,
presso dai debiti ad onta degli amplissimi fondi, che
sendosi confermate passato,
ordinò specialmente
si
in Monaslerio Classis e fu
le
,
a
([uell'
,
seii
ingiunto
al
tal
staja di
al
gli
Monastero
di Classe op-
appartenevano, ed es-
prossimo
moram suam
alibi extra Civitalem lìavennae,
Laonde
Prior Generale, che commettesse all'Abbate di Savignano
cedere
di
frumento, e a Donna Mina Gibra, creditrice anch'essa di 181
scrisse qiiod
(5).
Classe
e di
lire,
per
goderne
Parimenti nello stesso Capitolo
pre-
si
Abbas de Savignano collcclas ordinis contingentes Monaslerio Classis
solvere debeai de bonis dicti Monasteri i
essendosi
per
fu
Gorzolino, che andava creditore di settanta fiorini d'oro, e di settanta
dei frutti lino all'estinzione del debito
coltà
vi fu
Cesena Mo-
quarantaciufpie sacelli di grano, alcuna delle possessioni di
fine
il
di
Abbate, che debeat facere
sou in loco de Gufjio
al
Transpadane,
parli
nostro Nicolò j»reposto all'economia di quell'illustre Cenobio.
il
ad un
per
deliberazioni prese dal Prior Generale nell'anno
le
pre-
la
ritornare
riuscite di
i
da
testimoniali
sua Congregazione. Neil' istesso
Di più essendosi dovuto provvedere
{-).
Giovanni Bat-
S.
lettere
Marche Anconitana e Trevigiana, insieme con Giovaimi
e per le
Fra
a
Generale Capil(do raccidto in Fontana-bona,
27 di Giugno nominato Visitatore per
luico
litigi
,
nostro Abbate toccò di godere
al
ai
Andrea
Do-
a
Sede Apostolica,
alla
Dai Generali Capitoli susseguenti fu decisa
Monastero, che avevano occupato, e frattanto
anno 1300, essendosi recato
faccia
in
Fra Bartolomeo Vescovo Forlivese
di
ì'A\0,
del
,
quae pervenerinl ad nxmus «was
creduto conveniente di affidare a quattro Prelati
disporre insieme col Priore Generale delle cose
tutte
(*).
estese
delle
dell'Ordine,
l'Abbate Nicolò di un cosi eminente e geloso incarico commissionato,
Infa-
fu
associan-
dogli Guallerio Abbate di S. Michele di Pisa, D(unenico Priore di S. Maria degli
Angioli di Firenze
(')
Cam.
t.
Ann. Gnu. 6.
t.
,
lì.
ed Angelo Priore di S. Maria di Bagno.
App. png. 3S5.
App. pag. 326.
—
(')
—
(=)
Ann. Cam.
Ann. Cam. t.
6.
t.
6.
App. pag. 325.
App. pag. 328.
—
(')
Ann.
— Frattanlo re
mosse
in
iiostni
il
Romagna
Monastero aveva no» poco
Andruino v'incorporò dichiarando
la
La data
ne dol)l)iamo
ITtiW, e
do, pria Abbate di
Legato non era
il
notizia ad
ini
fatti
liicviili
con bolla
egli esegui
Legato Apostolico
il
il
vide
e
data
ai
que-
21
ai
di
Vescovo
|)oi
di
Padova,
esi-
nostro Gian Cristoforo Amaduzzi M).
il
di suriicienli
l'ornito
modo
elie in qimliitMpir
libro di Collettorie di llaimon-
che questa uni(me fosse rinnovala e coul'erniata dal di
suoi
dai
questo decreto appartiene
di
Lido di Venezia,
>'ic(dò a
S.
la
stente neir Archivio Vaticano, ove
Ma siccome
sanf,niinose guer-
le
nostra Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Castelvecchio
sta Chiesa l'osse rimasta vacante.
Giugno del
liaiini
l'unione avrebbe avuto luogo, tosto
clii'
pm-
ricordossi l'agro Himinese; ond'é
altri
gli
parie questo Cenobio dei
in
soIVci'to
dal Canlinale Legato d' Allìornoz/.o, e (ontinnate
successori, delle quali lungamente Ira
che per ristorare
—
27
IVicoHm,
cosi
|n
22 Dicembre dello stesso
mcstiei'i
di
\,
Irliaiio
l'onlelli-e
anno
clie
il
Ciò non
(^;.
ostante io sono d'avviso che, ad onta della Pontificia conlernia, questa incorpo-
razione non abbia mai sortito
minesi tenute
pagamento
al
suo
il
effetto
decima,
della
j)oicbè nel registro delle Chiese Ri-
,
lo7(> per
scritto nel
parisca esser questa Chiesa goduta dai Regolari, mentre la
Cappella di S.^ Maria di Gaggio
sterium Classense
notizia
Ts'iun' altra
(3).
sospettare di questa
incorporazione:
vi
soggiugue
si
inoltre
anzi
ci
si
che possa
secolo
del
vedesi la Parrocchia di Castelvecchio retta da un Prete secolare, per
insieme unite porto
non
tivo,
ternità
mandasse ad
effetto.
memoria
la
dicciense ai 25 di Gennaio
uell'antecedeule
S.
pag. 40.
,
t.
7.
— — Q
fosse
passò di questa vita nell'anno
S.
Andrea la
è
il
il
mo-
all'e-
sesto del Pontificato di
ióGiJ,
morte dell'Abbate Nicolò
S. Nicolai in Ultore
Ms. Sabinian. pag. /5,
— Amaduzzi,
Urbano V.
(5).
Venetiarum in
Canzone per
Dall'Archivio Valicano ne! Reiristro di Urbano Y, de Indulg.
Dal Codice citalo nella Segretaria Vescovile di Rimini.
App. pag. 385.
col
/.
—
Q) In Ardi.
o
Rimini era economo del Monastero
di
Raimundi ohm Ahhatis
— Amaduzzi, (-)
ei
poiché in quell'anno, che
E.v libro coHectoriae Vaticiinn.
XIV.
(piai si
quali cose
Circa questi tempi bensì dovette jiassare
Forse
(*).
Benedetto di Savignano per
(')
chii'io
Urbano V. per
bolla di
le
del giorno della sua morte notata nel Necrologio Vanga-
troviamo che Michele Priore di di
la
farci
susseguente
nostro Abbate Mcolò, e quantunque ignoto ce ne rimanga l'anno, pure
pervenuta
é
ci
il
si
opinione che
a|i-
Moiia-
fjiiam niinc Irncl
presenta,
principio
nel
cui
accennan-
contrario
al
Leale
di
non s'incontra alcuna annotazione, da
dei Malatesti Vescovo di Rimini,
dosi
ordine
Yatic. Rat.
—
('')
Cam. 240. pag. 242.
S. t.
Ar-
Placido III.
pag.
Ann. Cam.
—
sappiamo, se non che nel 1570
Nuli' altro di lui
pagò
alla
Camera Romana
come
Abitate
di
consueta tassa dei connuii servigi
la
ma""iormente mancando nel
appresso.
Benedetto
S.
Le memorie
(i).
diventano assai scarse, e che
in (juesli anni ci
UDslra Badia, che
della
nominato poco
Zenobio, che vien
successore dev'essere stato
Il
—
28
mi danno
tratto successivo,
sospettare, che essa dopo la morie dell'Abbate
vanno
ci
assai giusto motivo
andasse vie sempre de-
Nicolò
crescendo dal primiero lustro e splendore. Circa questi temjii m' inunagino
che fosse
alibandonato
all'alto
liremo della Salute, di cui non
l'
sono
ci
più notizie. Forse fu egli abbaltuto nelle turl)olenze guerresche, che
rono danno giungervi Il
al
la
noslro Mnnastero
(;hiesa
Farulli, che
apposto
ci
di
,
e per cui
narra che
le
luogo,
abbia
ci
dato
alcun
Chiesa, che
ancora per midli anni do[)o, e che in carte posteriori
ci
è dato di
una
(Ielle
in avaiili
(2).
del
questo paese
si
tempo
essersi
si
mantenne
riconoscere,
la
serie degli Abbali, ci viene
e dalla
il
noslro
opportunamente pubblico
in soccorso
Archivio Notarile
dispersione portata dalle funeste circostanze, in cui
Sappiamo da essa che Francesco Ab-
è trovato frequentemente.
bate di S. Benedetto di Savignauo, essendosi recato al Capitolo Generale nel Monastero Vangadicciense ai 18 di Ottoiìre
mese S.
in faccia a
1570, presentossi
ai
tenuto
22 dello slesso
Giovanni Priore Generale di Camaldoli, a Benedetto Abbate
Apollhiare di Classe, a Paolo Abbate di S. Michele di
Murano,
a
nuti Camaldolesi, tulli Definitori eletti nello stesso
che era Giovaimi Abbate di Moutemuro di
Savignauo l'enliteusi
in questa Curia in Iniido del cerro,
che
gli
fu
dai Definitori concessa,
,
di
e
dimandò
una vigna,
Capitolo,
mancando
il
licenza di rinnovare e di certa altra
di
Lorenzo Ab-
bate di S. Frediano di Pisa, a Nicoluccio di Faenza, e Stefano di Francia
vanni Mazini
cui
annoiando.
poche pergamene, che ha salvale
dall' edacitii
reca-
indizio dell'epoca, a la
per coiiliiuiarc
tanto
sendjra
Solo se ne salvò
Ma
capitate
Legalo Andruino condiscese a con-
guerre distrussei'o questo
questa distruzione dcl»basi riferire
come andremo
pure
S. Maria di Castelvecchio, come abbiamo veduto qui sopra.
vero, quaiiluuquc non
al
il
di
terra
Eresesto,
a
Gio-
posta
che confinava colla strada maestra, licenza
rogandone
l'atto
Leonardo
di
Francesco da
Castiglione Aretino.
(')
Dilli'
Arcliivio Vnlicaiio
OMiHg.
t.
35. pag. 137.
del Monastero degli Angioli di Firenze. Pag.
214.
—
(^)
Farulli, /s/om Cronologica
— 29 — Cerio V che del
aveva
simi
i
l'altro,
i
IjUi Framescd itoichè o sul
f^ioriii,
MoiKici vennero
iioslri
lliiiic ali"
altro,
che non potè sostenersi stante
sulla
nomina
la scelta
^iii
a
di
tulli
di
li
di
miovo Ahi)ale, elezione per
wì)
1ÒÌÌ5, che era
perchè
intatti
il
iili
fosse conferito
pacilìco i,'odiniento
pergamene
del
,
il 1'
e
nuovo Abbate,
il
possesso del suo Monastero
Anliivio Arcivescovile
come procuratore
speciale
con
e
suo
sesto del suo l'ontilìcato,
il
Giugno, (Jiacomo AbAntonio
nobile
del
ejjli
due
olire
ci
or-
desse
e
Ne oltemie
(i).
llaveinia
di
lolUÌ, in una delle quali, in data dei sei di
bate di S. Benedetto
Icmiipì
Urbano VI aumdiò
l'apa
il
diaconio Macluri Monaco Camaldolese,
i Aprile
chiuso
riserva jtonlilicia, che vijjcva in (jnei
dinò a Leale Malatesta Vescovo di lliniino, che favorisse o|)era
Abbazia, o
altra
(|uesr anno, o sul coniincianiento del-
eie/ione la
ad
jìassatn
crii
ecclesiastici benelizi. Quindi
falla, vi soslilui
breve dato da Napoli
(.
Balregia
di
Cavaliere Gerosolimitano, Visconte e Vicario Generale di Cosiniato Cardinal Bolo-
gnese, Amministratore della Santa Chiesa Ravennate, dà per enfiteusi a Paolo figlio
di
Vexio Zanotlo Savignanese sei tavole di terra poste
Borgo
in
di Castel-
vecchio, ed una casa situata nel Castello di Savignano, fondo di Pietrafìssa e coir altra
segnata nel
giorno
antecedente
concede parimenti
per
(2);
enfiteusi
a
Bucio del fu Leonardino da Savignano una casa posta nel medesimo Castello in parrocchia S. Maria
(j).
Nel
H07
fu egli
presente
nel iMonastero di Fontana-bona, anzi vi fu eletto Definitore
primo
di
fatta del
alla
Giugno
quest'anno, approvò e confermò
di
Monastero di
S.
Eremiti Martino
di
chiezza, o per mala salute, non potè egli Capitolo generale teimto nello stesso
(')
Ann. Cam. lom.
leu. N. perg. N. {')
704(j.
Ann. Cam. tom.
il
6. pag.
di
S.
jier
ottenuta altro nel
(S).
le
Non
so
se
l'ilO intervenire ai
25 la
di
per vecall'altro
Novembre, ad
morte
di
Onofrio.
sue veci a Natale Priore del Camal-
quale votò in favore di Antonio del fu Giovanni Dalferro
6. pafi.
—
Abbati An-
Assisi e Francesco di Ser Giovanni da
Eremo Camaldolese
Quindi con un atto di jìrocura commise
e gli
,
Antonio Aretino
oggetto di riempire la sede del Prior Generale vacante per
,
al
Benedetto fuori della porla Pinti della Città di Firenze,
Poppi, suoi compagni nella dignità di fresco
dolino presso Verona
,
fondazione recentemente
la
tonio delle Vangadiccie, Onofrio di Camaldoli fiorentino, gli
adunato
In tale qualità
(*).
quale acconsentirono eziandio Andrea Priore Camaldolese
Michele di Pisa, e
generale
Capitido
al
('0
326.
149.
—
(-)
Dall'Archivio Arcivescovile di Ravenna
Dall'Archivio mcdi'siuio
—
(')
Ann. Cam.
t.
,
6.
,
Cassa
Cassa simile, perg. N. 7047.
App. p. 645.
—
— sodi
Panna Abbate
al
defunto
Vaiigradicciense, che infatti senza molta discrepanza fu sostituito
posteriore esser deve
Non molto
(').
saprcniiuo precisamente stabilire, aprendosi
una lacuna lìosta
aimi
di ni(dti
da Luca dei Perni
durante
,
destinate, onde condurre l'esercito contro
a Girolamo Vescovo di Riniini
posto della Cattedrale il
nome, venne
a raccogliere
Boemi, come appare da
i
10.
ì'ì.
tassato di lire
Saviguano,
di
pervenuta
quale
il
si
Dicembre
jamiiiie lune aninìus
dicinuis
renlur.
Domiun
fere
omnem
,
sembra adunque
ca ai
Priore Ambrogio. ,
EgH
Savinianum
caro
e
altro
è
poco più
tempo
ibiqìte norie
,
illit
quinto secolo
altri
Indo pnslridie Abbate di
un
Ablìatc
di
e
(')
Ann, Cam. al
Cam.
8L
t.
7. pag.
la
1'
primo, avendolo taciuto
del
Abbati
vissuti circa quest'epo-
,
morto
ìi dello stesso mese, de'quaU sebbene
epoca
loro
un
,
pure
sull'
assertiva degli espertissi-
morte richiamarsi
forma del carattere
a
questi tempi,
dan-
propria del principio del decimo
,
(s).
(*),
dall'anno 1388
la
ai
fissarne
che debba
done gravissimo indizio
quie-
religiosa famiglia del nostro
la
nome
il
ben veni che due
lume per
mi Annalisti sembra
nei
man-
registransi nel più V(dte citato Necrologio Vaugadicciense, Pietro cioè
non abbiamo
Odo-
1"
omnino deprehendimus
inulilein
A
(5).
ristretta a quel
19 di Luglio, e Benedetto defunto
SOS.
nome famoso
oecufmral niiìilaris manus.
Monastero, né noi oseressimo d'indovinare il
offre
quae providcntiam nostrani desiderare vide-
comitanle profecli Caesenam tondcbamns
Converso
ci
nostra
la
providcre , ne res jieniins ruerel. Muìla ex eonverso di-
j'iiil
qni omnia (tdminislrabat
,
di cui tacesi
del l'ióo, tornando da S. Teonislo. Gi piace di
munus cxeqimus. Abbaioni
visitalionis
,
Pre-
Monastero all'occasione, che ne
questo
riferirne le stesse sue par(de: Ycnimìis ipsa die
scenlvs
Daniele
lagna pel cattivo stato degli affari, e per la
canza dei Monaci, ch'egli riconobbe in fece la visita ai 10 di
lettere date
giorni
questi
in
pericon del Priore Generale Ambrogio dei Traversari, delle lettere,
decime
le
(2).
in cui era
Badia non può desiderarsi più certa testimonianza di quella, che
fasti
Abbazia
noto che nella colletta im-
Paolo Abbate di S. Godenzo e a
a
del totale decadimento,
Ma
è
Gennaro 1129, l'Abbate
di 5
il
ci
imn
dell'anno XI del suo Pontificato, e da Luca presentate
di Otl(d)re
r ultimo "ionio
solo
Nunzio deputato da Martino V
,
md
Giacomo, che
di
nella sl(U'ia della nostra
rpii
quale
la
morte
la
t.
li.
App.
prif;.
(iSi.
—
('-)
Tal Liliro delle collette del Clero Riminese
1436, neirArcliivio della Cattedrale
—
(')
Ann. Cam.
l.
7.
pag. 39/.
Rimini
di
—
pag.
—
I,e2.
Q) Ann. Cam.
t.
7.
{')
Ann.
App. pag.
— Dopo un
cosi
huv^n intervallo
in
.
state involte in folto bnjo, finiiliMciile
31
—
riii
lo
momorip
un islruniento apparisce,
cronologica dei 12 Ottobre ilfil, in virtù di cui vatore del tu C(da dei
lìarliali
di
Hiniiiii
stro Uinaldo del In Pietro di Cesena
poste nella Curia di Gatteo
del nostro Monnsforo sono |i(irlante
Ueverendissiino Padre
il
si
fu degli
diccinove
di
tornalnrc
Un un
Abbati Ueg-cdari del nostro Monastero, ed
le
florido esercito, volle
offrire
il
il
in
dalle
tempo
il
dell'interdetto
altri
gli
consueti
fé'
Sal-
sua
nella
religiosi
contado Riminese occupato
ufiizi,
Savi-
lo il
depose dal grado, eh' egU occupava. Quindi essendo Pontefice Pio
II la
tolse ai Camaldolesi, la ridusse in
da godersi a Pietro Bartolomei Rettore
della Parroccliia dì
suddetto Cardinale Forliguerra. Ai 10 Febbraio
fu spedita la bolla esecutoriale, di cui serbasi copia nei registri del Vaticano,
ed in essa è notabile pia,
Diocesi lliminese. L'Abbate
la
celebrare
e
S. Stefano di Pistoja, e famigliare del
1463 ne
Si-
un Commissario del Cardinal Legato Nicolò Forliguerra,
,
cosi rimasta vacante la Badia, e la concesse
sdegnato con
tra
Pontificio divieto, in
pena della disobbedienza
Commenda
deve
colpa
ancora perseguitarlo colle ecclesiastiche censure,
Divin Sagrifizio,
armi Papali
II
Onesti
di
ond' è che essendo stato insieme con tutto
gnano
sua
a
'i;.
dopo avere spinto coulni
quali numerossi l'interdetto esteso a tutta
Chiesa
Pontelice Pio
il
dei Malatesli Signore di Rimini,
vatore, poco curando
terra
di
Cappella di S. Lorenzo, fondo de Uoncatiis, che con-
,
attribuirsene la soppressione. Fino dal liCl
gismondo Pandolfo
Sal-
I).
Aiibale di S. Benedetto, rinnova a Mae-
.
rcntìtensi
finavano colla strada e coi beni dell'Ospedale di S. Antonio di datteo l'ultimo
nota
la
ciò,
acquata sunt ,
et solo
che dicesi del nostro Monastero, cujiis aedi/ìcia dintet in
quo jamdiu aliquh Moiiuclius non abitavi t, cu-
jusque fructus, redditus , ac proventus octuaqiuta florenos auri de camera .wcun-
dum comunem era caduto
il
cstimationem valorcm
annuum non excedunt
nostro Cenobio, causata senza
discordi Prencipi
,
meno
che a ferro e fuoco ponevano
contribuito, perchè Pio
II
i
(2).
La povertà,
dalle continue territori
,
in cui
incursioni
dei
deve aver non jioco
distaccasse dalla Religione Camaldolese questa Chiesa,
che più non era capace di mantenere una religiosa famiglia.
Ignorando per quanto tempo godesse
non possiamo tampoco asserire che
(')
(=) Dall'
siagli
il
Bartolomei della
immediatamente successo Giuntino dei
Dall'Archivio pubblico notarile di Savignano ne! protocollo dal
Archivio Valicano nei registri di Pio
II
nuova Commenda,
t.
24. pag. 56.
1400
al
1407.
—
— 32 — cui iinnie parimenti di Pistoja, Canònica Riminese, in di
Giiintiiii
Maria di Castelvecchio
Cesenate
zi (1).
un
rinnovò
,
un
a
Sabatino del
tal
ho scoperto
Gatteo, con cui
in
di S.
caiipella
Lorenzo
di
,
Gatteo, e limitrofo ai beni dell'Abbazia Portuense
incontrano pure neh' anno
s'
mi
nel rpiale terminano tutte le notizie, che
Dopo Giuntino
mano
in
non dubito che
sono capitate
Commenda
la
Diocesi di Firenze,
il
tica Rettoria
(i).
{^).
Giovanni
S.
Arcangelo
,
Angelo di Bucaro, abilitandolo ancora a ritenere per
di
lui
seguen-
Vilipesa
di
quale con Breve dei 51 agosto 1475 fu da Sisto IV messo
in possesso della vicina Chiesa Arci|)retale di S.
morte
di
(2).
Benedetto passasse in
di S.
Filippo Sacrainoro già Rettore della Chiesa di
di
fondo dei Sabbioni,
di terra posto in
Consimili investiture concesse da Giuntino te
Roncaz-
dei
persdua nel-
in
Dicembre deiranno
50
ai
e Cilla-
originario di Treviso, e dimorante
Domenico RuttigUaro conferma un pezzo
gli
Antonio Orefice
dallo stesso Giuntino
fatta
Savignano r osteria di Messer Giovanni Beltrambo in in favore di
tu
nel territorio di Gatteo nel fondo
di terra
|iezzo
Altra rinnovazione
medesimo,
Marzo
l'i
del fu Gaspare da Perugia, Rettore di questa Parrocchia di S.
1475 D. Arsenio
dino
ai
vacante allora per altri
la
cinque anni l'an-
Nel 1479 era egli certamente nostro Commendatario
,
assicuran-
docene una memoria esistente nell'Archivio Vescovile di Rimino, comunicatami dal
mio amico Abbate Nardi; come pure zia
Giuliano di Rimini
di S.
che
è certo
Cruciferi
,
esso
di
nome
stipulante a
S.
di
Giuliano
Fra Angelo di S. Severino detta
di
sua
fra
,
fuori
di
que-
della P(u-ta
Priore della Cella dei
,
ancora
chiamata
Chiesa
Croxari, e della Chiesa di S. Maria Maddalena dei Morelli di
l'Aliba-
tit(do
essendoci ciò manifesto per un istrumento
,
st'anno, rogato presso quella Città nel borgo
Gramignola. In vigore
godeva con pari
ei
la
Cella dei
mura
posta fuori delle
Rimini, ricevè in enfiteusi da un Procuratore del Sacramoro non pochi beni, i
(luali
si
memorano un Ospedale
Pieve di S. Vito, a cui
si
danno per
posto
limitrofi
ed insieme una mezza lornalura di terra, posto nello stesso Borgo di San Giuliano
Sacramoro Canonico Fiorentino,
fra
(') D;iirArcliivin ;i|
\UC>.
—
ivi
pag. 53.
stro delle Bolle di Sisto IV lib.
Gambalunga
di
Rimini.
19
di
—
Intavolò
Tomo 24
iiul
ivi.
—
pag.
3H.
della
e
beni della Chiesa di S. Silvestro,
un
tempo bramò che
Saviiinann (')
Riminese
del
Trovasi poi nel
e in questo
pubblico notarile (-)
confini
cui già esisteva
in (s).
stero fosse restituito aU' Ordine Camaldolese.
1444
i
i
pertanto
altro
148'2 il
Ospedale
nominato nostro
alcune
il
Mona-
trattative
protncnllo di Taddeo dei Ccnzi dal (') Dall'
—
C)
Archivio Valicano nel D''
regi-
originale nella Biblioteca
— 33 — col Priore Generalo l'ietro Dellìno
sero queste infruttuose
goderne sin verso
a
mortale,
no
il
Restò adunque coniuiendata
iirimipio del
in
sotto
diretto a
di
il
nastero e
l'
sua dimora
mensa Abbaziale,
Aduni
in cui si dice
,
rum
gestoris dictae Abbatiae
Benedici i
S.
scovo Martanense, ove
,
come Abbate
Fuso
la
l'
Savignauo
di affittarne
S.
sommamente
come
,
si rileva
in Castro Snvignani in
{^';.
Fu quindi
i^Sj.
in
i
Commenda:
beni, e che in carte
delle an-
camera superiori do-
accetto al gran
1.
lettera
di
comuni
ci'
—
VI. Alex. VI pag. 39.
s'
in-
Affictuarius
ac
Ecclesie,
(g).
Filasio Roverella dei Cnnli
ili
commise
a
Ann. Cam.
l.
('')
—
i;li
—
J.pag. 3/5. ,
e dal
(^) Dall'
47 pag. 302.
lib.
dei Benzi.
—
tempo
1510 incontro nominato
Innocenzo Vili pag. 283
Taddeo
servigi
per rinunzia abbandonasse
Leone dei Medici, che
C5.
Ve-
eletto
10 Ottobre 1500 nei registri
del
principalis
Benedicti de Savignano
Savignano nei protocolli
Anno
prima
dalla
so però che circa questo
.\maduzzi, Manoscritti Savignanesi pag. 2G.
prov. Sacr. Coli.
sopra
quale avea stabilita
consueta tassa dei
la
nel registro dell'anno VI dei Brevi d'Innocenzo Vili vio Notarile di
il
Commendatario
nostro
il
ignoro se per morie,
Archivio Valicano nel tomo 47 delle Bolle
—
,
caduta
era
ac residentiao ad presens Domini Forlivcsii negodo-
lettere del Delfino lib.
Cam. pag. 91.
Mo-
di (jneslo pubblico Archivio
di lui scelta
AlF Usodimare debbe esser successo Philos,
Da
in cui
,
Cappellano, che vegliava pure
e vieu di questo titolo onoralo ai
possessiomtm Abatie
(')
Breve dello stesso
suddetto Filippo sia morto
il
da alcune carie
e
Nobilis Yir Cesar Passolinus Civis Cesene
Sorrivoli,
altro
dei proventi del nostro
affitto
Commenda un
nota che pagò in Camera
si
di
,
Eletto Martanense la nostra
trodusse
clic
abbandonato Monastero
nell'
Àbbatiac
l'
sua
alla
mus
Vaticani
1'
1407, 1499 e 1504 apparisce che
zidette carte
quest'an-
Rìiuini e Governatore di Cesena
Forlivesio del fu Bartolomeo dei Marri di Porli
tal D.
di
(5).
Usodimare
sugli affari della
la
25 Gennaro
li
suo corso
il
Usodimare Genovese, che non
suo pieno effetto, non ostante che
il
Mantenne
un
e prosegui egli
,
nvcndu compito
cui
Arcipretura di S. Arcangelo fatta già per un anno dal Sacramoro,
dell'
degli anni
di
commetle
141)0 gli
anno medesimo
1"
in
Badia
la
Conosciamo pure un
(2).
Giacomo Vescovo
15 Marzo
debba avere dentro
lilKi,
persona di Giovanni Ballista
contava più di nove anni di età Pontefice
per cagimii a noi ijjnute ritornas-
qiiai)tuiii]iie
Pontelìee Iiniocenzo Vili con Breve segnato
rimpiazzò
lo
il
(t).
,
— Q
(-)
tomo
Dal-
4-7 Div.
Archivio Vaticano
—
(')
Dall'Archi-
Dall'Archivio Valicano
Dall' Archivio Nolarile di
Savignano
nel secondo protocollo di Giovnn .Maria Ghinelli pag. 154.
5
— reggere
Gliiesa Ascolana.
la
—
34
malgrado
Falieri, clie,
Il
la
sua poca
perizia
cose istoriche, sembra che qui debba meritare credenza trattandosi di
può
avere veduti,
egli
ci
custodiva perderonsi miseramente,
gnata portava
mani
dalle
data del 1550
la
di Filasio
ad un ,
con cui gliene fu conferito
il
da Clemente VII duzzi la
Commenda
prima investitura, che
,
Ottaviano
fu
chi se-
H75,
come contro
il
costume
,
Badia
la Bolla,
spedita
e
Ughelli eh'
vacava soprav-
per
o
,
governo della nostra Badia. Può forse
il
e che
ma
1"
mori
Roverella
altro Filasio
in questo caso
de-
1521, cinque
in Sorrivoli nel
dovea essergli di me-
fosse per undici anni lasciata vacante
si
Ama-
1'
ei
debbe, che o per libera resignazione
si
Vescovo Ascolano con
il
dall'
no-
la
Commenda. Di Ottavio poi niun' altra notizia mi è pervenuta alle
mani, come niuna
n' è capitata relativa alla nostra Badia, dalla di lui elezione fino
mio amico Abbate Nardi non mi avesse soccorso
Vaticano e della Cancellaria
ha
visite vescovili
Bcmdicli
Comes Julius sarciri
(i).
ili t
Riniini.
Riandando
che
ai
tre
di
,
aggiungendovisi che
il
Fabeiìi,
persuade che Giulio Roverella
Cronnca Ms. presso
l'Abbate
Nardi
sia
egli
i
Abbate
ciijus
—
Bolle di Clemente VII pag-. 227.
Cam.
t.
(>)
Div.
200 png. 98. ló-il
al
1570.
—
(')
succeduto
pag. 35 e 36.
tlclle
nel libro delle visite dall'anno
anzi
Archivio
libri delle
Giulio
fuit
—
—
Ro-
Abbatia
Abbas
est D.
Vescovo mandavit Ecclesiam
Valicano nel libro 139 pag. 28.
dell'
Pregevole è per noi questa memoria, siccome quella, che con ci
me
se la diligenza
Settembre del 1503 visitata
US Cast rum Saviijnaid, beneficium si ne cura,
liovorcllus
verosimiglianza
(')
di
,
collo spoglio
farmi conoscere che nel 1502 era
|)otuto
verella di Sorrivoli (5), e
Episc(qiale
1563,
al
per molti anni susseguenti mi sarei trovato in una pari ignoranza
S.
di
era
che
scritto
i
Giovanni
di
Vaticano,
ha lascialo
quando sappiamo
aimi dopo aver dimessa quella Cliiesa
del
vi
contava dt)dici anni. Se ne conosce
soli
per morte di Filasio
corato della mitra Ravennate nel
stra
la
consanguineo, che
parente abbia egli abdicalo
al
incominciati
17 di Dicembre dell'anno medesimo. Eri'a per altro
ai
darsi eh' egli confondesse
raviglia
che
diritto, serbata nell'Archivio
1550, onde suppor
visse lino al
rinunzia
che
e
che nel renderci conto di questa Bolla
(-2),
furono
Certo è che del 1532 passò la nostra
(').
di lui
Roverella Chierico Cesenate
suo regime
il
che
scritti,
Benedetto, che pochi anni sono per incuria
Diacetti degli enfiteusi di S. li
che sotto
attesta
nelle
re-
molta
immediatamente
(-)
Dall'Archivio
Amaduzzi, Ms. Savignanesi
Dalla Cancellarla Vescovile di Rimino
— nd Ollaviaiio stile
lo
mi
è
Iciiipi,
(lei
(li
lidvori'llii
qncsla Coiiiiiieiida
in
ne tacesse a
(lllaviaiKi
incentivo
torte
—
35
lo
l.'iCi
17
ai
da
1 .">(]!!
Miuisigiior
»
Abbate
dell'
di S. Benedetto.
»
Elmo
1'
libro
Commenda.
della nostra
Roverella,
Chiesa
la
{'•)
di
,
l'iefro
S.
inslaarari de omnibus
onde leggiamo
trasportandam tis
,
rum
{^j.
et
S.
in
Elmo
pcniliis
Non
aia fabricata
111.
di Ottobre
sussisteva
abbiamo una prova
seguente partita
la
di
',)[
1520,
ma
ra-
di
terra arativa, con fatta
sgraziatamente mancano a
era
massimo deterioramento
nel
1570
ci
th'.slìiiitum,
25 Ottobre
sotto la data dei
.siipradiclae
uiiitaìii
Abbaliac
e
BoiiedicH
S.
minaltir ruiiuun.
Mandctvil
anno susseguente
,
che
1'
Ordinario
Ec-
decrevil
Pelvi nuncuimli in fundo Lelmi alleni is lestibus examinalis,
rchedi/icandam
luto cjusdem longitudinis ,
magna
la
M
ai
Doveasene senza dubbio esser
Elmo
cum
debita copertura, tccto
fenestris, et ferratis in loco honcsto
in capella
che
perciò cambi(!) di aspetto lo stato di questa Chiesa,
nella visita dell'
clesiam sine cura
pure
sa
s' in-
franunentre
ne
e
not:i
si
della visita del
atti
ìììiu'ìiit
(itiituì
del
di Giulio
del
e quelle in ispecie, ove esser dovea iscritto l'estimo
Visitavit Ecclesiam S. Petri ab SavùjììdìHi
».
menzi(uic
fa
Certo è frattanto che, mentr' era Commendatario Giulio
sfjuallore, leggendosi negli
(le
questo
Possiede tornafm'e
menzione anche nel più antico catastro
non poche pagine,
ove
15(J(),
Si
(2).
nuovamente
dell'Eremo, sebbene abbandonato,
Casa e Chiesola suso l'ondo
(juel
In
(3).
si
l'arisani, essendovi Cappellano
D. Benedetto Guardabasso, e
nel Catastro del nostro C(uiuui(! d(d
gione
che sospettare
al
miova memoria
e
(<),
del 1570 essendovi Cappellano D. Sallustio tuttavia la Chiesa
(liugno
di
nell'Ottobre d(d 1572
celcliral.o
nostra Chiesa tu visitala nel
Roverella
iircsiiiiiiliilc clic, {riusla
una rinunzia,
Giiilin
nostro Abbate di S. Iteiiedetlo, ed annessi
per Giulio
licii
scorgere che questo benefizio conservavasi nella stessa
famiglia. Nel Sinodo poi tenuto n(d
contra nell'altro Sinodo
ossciidd
,
ci
Itabil, viciniori
laliludinis
pictis, liinc et per
,
et
cum
,
ci
,
et
cum
debitis por-
ab submersione uipia-
fKjuris
Sanctvrnm
debitis
lotum mensem Augusti proxime futuri
Comes Julius Poverella Abbas Abbaliac
S. Itencdicti
,
et
suprascripti
Castri (scilicet Savignani) leneatur providcre ipsi Ecclesiac de CapeUnno, qui in
endem
(')
(-)
73.
ivi.
—
Ecclesia in diebus fcslis de preceplo
Piilla
— (•')
missam
cclcbrct, vcl celebruri faciat
Cancellaria Vescovile di Rimino nel lihro delle visite ("')
ivi.
—
(') ^cll'Arcliivio
Miniici[i;iic
di
dilli'
anno 1541
al
Savignano. Cnlastro del
Dalla Cancellaria Vescovile di Rimino nel libro delle visite del
1571.
1570.
—
loGOpag
— vinò, ,
onde
a
ottenere
l'Eremo, anesso
,
157i
o principale
les{>e scritto
si
ho
io
:
— La
quale alla fuie ro-
la
,
Chiesa de S. Pietro de
per essere minata
rifacci
si
—
(2).
Roverella
ali" allra vita Giulio
tempi verosimilmente dovette passare tra notizia
Tutlavolta neppure questi decreti
(i!.
ristauro della nostra Chiesa
il
del
visita
nella
—
appUcandunm de.
sub pena sculorum centmn furono bastanti
36
potuto raccogliere ad onta che ne abbia
fatto
,
Circa questi
di cui ninn' al-
delle ricerche an-
sussiste in Cesena, e cui che presso quest'illustre famiglia, che ancor
piena-
è
mente ignoto questo loro antenato. Successegli Monsignor Lorenzo Bianchetti Uditore di Rota o-odè la nostra
Commenda
,
e
,
che lungo tempo
che ne fu sommamente benemerito. La prima notizia
viencene somministrata dalla Visita Episcopale eseguita
li
25 Giugno 1577,
rinchiudendo molte particolarità degne di essere rammentate, piacemi di verc (piasi per intero
:
—
si
Visitavit
Eccksìam
(piale
la
ipii tras('i-i-
Benedicti do Savignauo, quac habcl
S.
tilulum Abbatiae. lìector et Abbas R. D. Laur. lìlanchcUus Auditor lìotac liom. Cur., cujiis
bona locala suhl Domino Petro Marine de
aurcorum. In ca Ecclesia celebratur niissa diclms U. P.
Guardiano Fralrum
S.
per altare dune parvae imagines et
una
magines
tela
eie.
dcpiclas.
Per Ecclesiam
gnani Arimin. Dioc. in parochia Blanchettas Auditor Rolae
S. S.
Romanae
est et
ingressus
in
sed tantummodo
,
Domnnculam
vm-
Ecclcsiae,
unam granarium. Idem Revercndissimus
Petri
de
l'
Ermo positam
Luciae, cuius liector
est
in
curia
Savi-
M. R. D. Laurentius
Curiae. Ecclesia est tota discooperta ab annis
ipiulaor circa. Parictes niiitanlar ruinam. Adesl
Campana
siue,
ut
dicunl
,
ba-
Caius Ecclcsiae fructus locaulur singulis annis prò sculis scxcentmn auri.
locco.
Affictuarii sani
guenza nedetto
/.'.
/).
di questa visita si
—
Monsignor
Marinas Bellutius ordinò
il
,
Vescovo
et
Annibal de
Castelli,
Marino
S.
che nella
Chiesa
(s).
di
In conseS.
Be-
rieuqiisse in termine di dicci giorni la fossa da grano che vi esisteva
(') Dalla
119.
decem
fractam. In Ecclesia adesl forca ad fru-
Ecclcsiae non habcl coroniccs
Ecclesiam
visitavit
licbdomada a R.
qnne videnlnr esse quornndam monachorum
,
quae habcl duas cameras superiores , D. Episcopus
in
et bis
[mano prò pace danda vcterrima. Adsunl su-
ipsariini habcl braetiium
menlum recondendum. Icona
,
sexcciilorum
Sebastiani de Savifinano praestita elecmosina
aureorum. Adsunl duo candelabro
erosae,
feslis
summa
prò
lìelliiliis
(-)
Cancellarla Vescovili! di Riniini nel libro delle Visite ivi.
Castelli.
—
(') Dalla
dai
1571
Gancellaria Vescovile di Rimini, nel libro
in
pni,
pag.
delle visite sotto
— che
levassero
si
alcuni
fosse rimesso
mese,
hattaj^lio
il
oltre quattro
altre
Vescovo ehhero questa
che
Chiesa
la
omnes non
(;am|iaua, e
alla
un
dicala la possidenza
l'etri in
—
nio
(<).
Petri
altra visita fatta nel di tutto, e piena gli
in
che
si
(2).
Campana saprà
esistente nel Calastro del
faccia
la
tornature (juindici circa
una strada, che
ci
si si
di di
ara, horto e pozzo, con la Casa detta
»
di S. Pietro, di tornature 97 e tavole 05.
in rovina,
la
S.
ch' essa più ora
(')
Dilli'
non
vi
si
ritrovi
terra
gazione del Concilio.
— Dopo
dell'
S. Pietro in
Elmo.
in
sopra
Catastro
il
in
Elmo, e con
e
in
questo
la
Chiesa
Chiesa andò
la
di
del
arborata,
piantata,
questo tempo
bi
memoria giorni
no-
Canonico Vincenzo Olivieri, sebbene
an-
—
(-)
—
di
i
ai
(3).
Savignnno
nella dissertazione di Annglille Elmilano di
fu
tra
e
iiarcti,
le
possiede
arativa,
Amadczzi, Ms. Savignanesi pag. 23.
Arciiivio Municiivtli'
—
il
nella
conduca, trovandosi ora
benché non sappiamo fissarne l'epoca precisa,
attestandoci di averla veduta
dell' ller-
pietra sacra.
la
presso quel sito fu collocata una croce di ferro, che è durata fino stri,
in-
dice che era sprovvista
Benedetto
possessione
»
Wìì'j;c
che
Salicini,
provveda
dalla via pubblica vi
un pezzo
si
infatti
memoria
mezzo ad un campo seminalo. Posterior contezza ce ne porge
territorio e fondo Frassanello,
Ed
Bencdicti de Savigiiano cuin
S.
Salicini
— L'Abbazia
mani-
la
di (erra arativa ecc.
campana, che s'incrostino
alla
si
tectiim.
trovasi eziandio
ordina che
si
ci
prato in l'ondo
di
il
del
proiilameule
stato era però nel 1(105, perchè
male
In molto
corda
Le prennuc
1585, ove
nove
iMi-
ned adliuc pariclea
est novitrr rccdi ficaia,
d'immondizie; onde
1G15 nel seguente paragrafo: »
llcrmo
maggio da Monsignor
arredi occorrenti,
tutto
e
due
dall'altra visita del ITìUO
infatti
anime memora Ecclesiam
Elmo
al>
e
che
prescritta,
aliMciio
di S. Piclni.
1592 dal Vescovo Riminese Monsignor
benefìzi senza cura di S.
dicessero
si
festività
questa Chiesa tuttora rimanente
terza visita fatta nel
annera
misura
alla
di tornature novaiitotto, e tavole
cim Casa e Chiesa suso,
»
pavimento,
il
elletto mii,diore, essendovisi prestato
memora come
si
— Di
vi
da celchrarsi nella
volta
S.
poi di S. Pietro in
ne lastricasse
altare tosse esteso
incnistati et dealbati. Adcst
stiiit
questa Chiesa
»
I'
Commendatario Bianchetti, ed
festo
tetto, se
il
Cliiesa
la
rlierle
onde non rovinassero, imhiaucaudole, ed incrostandole
muraiilie,
le
ove occorresse. Volle pure che
il
arredi sacri. Per
<^\i
iuijiuuse che se le ricostruisse
riparassero
si
imniajTinotte inoiiasticlie poste siiU' altare, e
frniisfe
provvediaicnli per
altri
Elmo,
due
le
—
37
(nome
piig.
73.
Dnll' Archivio lielhi (")
Congre-
Dall'Archivio Pemenico
(iccademico dell' Olivieri siuhklloj
,
sulla Chiesa
—
ritornando alla visita del 1590,
Ma
nedetfo sia jìrovvednta di nn vaso per acquistò quello, che vi
ma
bensì,
i
cinque scudi
erano
Sappiamo pure
Un' altra visita eseguila nel l.MIl
d' oro.
signor Giulio Cesare
Salicini
e'
ai
insegna che proseguiva
suoi giorni in
lìoiiia
Professa
liberale di
fu
le
li Marzo
ai
di
discìc(jala
che essa
promosso la
Agente
lui
150!]
Mon-
ad essere nostro
Com-
dei
è
Al Bianchetti successe ,
tomba
dal
qua, una
di
là
Badia
Restaci ancora
1'
della
Paci.
Nuova
visita
tutti
Balignano
di
un mese.
aggiugne
prescrive
si
facciata della
Locanda
istrumento, con cui
affittò ai
noverano l'Ospizio,
la
possessione dell'Elmo, e l'osteria della Corona.
il
Cardinal Rivarola in
Roma
Vili con Breve dato ai 25 del Febbraio
menda Lorenzo mandato
([ualilà il
(li
di
Roma-
signor Flaminio
il
scudi mille cento seltantacinque,
il
si
della Posta
di
curatore
che
dalla porta della Chiesa su in alto.
l'annua corrisposta
ciale
poi
15 Giugno
beni e rendite della Badia a Rernardo Montemai di S. Arcangelo, per
i
Mori
ci
dice che era
si
Si
Riminese procuratore dell'Euiinentissimo Commendatario
Stivivi
i
Ciiiesa
Domenico Rivarola Genovese Cardinale Legato
(*).
arredi
nella
Bettore
vede lume, onde
si
cui stenuua vedesi tuttora di]iiuto sulla
il
di perlinenza della
1618
di
vi
sacri
porpora, e chiuse
alla
Giovatmi
entro
si lastrichi
tanto oscura, che appena
facciano due iìnestre, una
gna
che
e perciò si ordina
,
che
lU di Giugno da
un' idea dello stato, in cui era la Chiesa di S. Benedetto. Vi
(là
e
,
vi-
non pochi donativi, che erano
ricevendo
Vescovo nel
stesso
dello
'l(il'2,
Era
Gesuiti.
dei
ordine
per
fatta
che
delle sue armi. Meritò quindi di esser
fregiati
Casa
rileva
si
questa
di
alli
mendatario Monsignor Bianchetti, e dagl' inventari susseguenti spettanti alla Chiesa
un piccolo
essere
di
dagli
Gaspare Travaglino per seicento venti-
a
aflìttati
Ra-
di S.
servigio di questa Chiesa D. Leonardo dei Gatti
al
Commenda
Badia
la
acqua santa, e forse fu allora che essa
elegante ed antico sepolcretto.
beni della
ordina in essa che
si
1"
vede presentemente, e che mostra
si
che era Cappellano
sita
—
,'18
ai
4
tra
Gennaio 1027
,
quali
i
e
il
beni
nostra
Magalotti fiorentino. Cardinale di S. Maria in Acquiro.
Roma
scritto in
nel di susseguente
fu
da
Uditore,
il
lui
eletto
Roma
quale nel primo giorno di Marzo dello
an-
Pontefice Urbano
susseguente surrogò nella
Dottor di leggi Girolamo Righetti, che già in
si
in
Com-
Con
ispe-
suo
Pro-
avealo servito in
stesso
anno
prese
formale jtossesso della Chiesa Abbaziale di S. Renedelto, e dell'annessa di S.
Pietro in
(')
Elmo, rogandone
DlACETTO
U.
[i;ig.
±
l'atto
il
nostro
Notaro
Antonio
Maria
Rerardi,
alla
— 39 — presenza di duo dei nostri
Giovanni Battista Fada Circa questi
iiiroininciarono
nori OssiM'vanli
e
S. Sebastiano
luogo ceilulo
il
iiisor^'cre
ail
stabilito, in
mm'o
che rimaneva dietro
sito,
il
un particolare loro
poi
di
eli'
avanzato
spese dell'anno
alle
effetto la
in
avessi-
si
(2).
Non
ancora compito Oratorio, reputarono
fabbricarvi
Comiiaguia
,
erogasse porzione del denaro
si
perciò erasi ancora pienamente condotta ad
pel
,
poco
stessa
la
proposta deliberazione, e intanto nel 10-20 avevano
preso F edilìzio del loro Convento
chiudere con un
a
diseguo molti ConfrateUi concorsero con
fabbrica
(picsta
molto
per
(liujino ItilG
">
d;ii
loro Sagristia, e a poco a
la
(traiorin, al (piale
vari tempi clu' in
in
nccniiava
clic
.
Fino
S. Benedetto.
ispontanee obblazioni, incalorendone poscia F eseguimento
decretando
nostri Frati Mi-
i
Confratelli
detti
i
loro Congregazione, che
una
avevano essi
fra
per vendila alla Cmniiagnia della (^roce, dissidi
jioi
fermassero nella nostra Chiesa
si
dissidi
del Sanlissinm Sarraniciiln
Conlralcrtiita
che poi crebbero cotanto, che furono caiiione
tempo
e Capitano
,
(•).
Icniiii la
Laiidcnsi
liiirldliimcn
cuncitludiiii
priniiiri
essendosi
quale
avvicinali
assai
intra-
non
al
che da ciò ne venisse loro pre-
Confratelli
i
Zoccolanti
li
giudizio. L'attuale Guardiano F. Bernardino Calderini, chiamato alla Congregazione
dei 25 Aprile, propose che rilasciandosi ai Frali
incominciata dai Confratelli,
essi
godesse da essi
privarli del suolo, e di
siccome tendente a
da
si
unanìmamente
tampoco approvare
le
fabbrica
della
pai te superiore: (piai progetto,
la
una parte
rigettato; anzi talmente
terreno
pian
il
proprio
di edifizio loro
si
occorrenti
arredi
spese necessarie per alcuni sacri
(5).
Quindi nuovi motivi di alienazione
traddicenti, poiché neUa Quaresima del il
consueto,
il
l(J-27
d'
animo crebbero
Compagnia,
Bernardino da Savignano, senza intelligenza dei Priori,
Foraneo
che giustamente
Guardiano
le
i
Priori iimanzi
avanti
DiACETTO D. png.
Santissimo del
l'
a
provvedere
fece
a
Priori negarono di pagare. Instando
citare
deciso che per
(')
i
,
non avessero
7.
—
quest' anno'', pag. 81
Santissimo Sacramento, pag.
{-)
a
le
parli con-
mischiarsi
i
coli'
questo il
il
Guardiano Fra
autorità dell'Ar-
effetto
(Wlo
olio,
venditore pel prezzo, di
Rimini, da
cui
Frati negli affari della
-
e seguenti.
('0
Dallo stesso
libro
della
il
fu
Com-
Dnl lihro delle Congregazioni della Conipagni;i
e seguenti.
Hi
ma
Tribunale Vescovile
il
fra
stata
essendosi fatto dai Confrati, secondo
Santo Sepolcro nella Cappella della
ciprete SanthieUi Vicario
fu
all'Al-
tare, dichiarando che ne a\Tebbero trattalo quando questa dilferenza fosse sopita
,
sdegnarono, che non vollero
del
Compagnia
— na«nia, e che pel pajjamento radunatasi a quest'
ell'etto
il
sentisse
si
primo
di questo debito contratto senza
cose senza molta speranza
le
susseguente stanchi tro
i
Cosmo
di del
Fu
(2).
di
"20
ai
Congregazioni,
Instava egli per
li
ima nuova Chiesa
,
rifiutassero,
cer-
valendosi dei materiali
del-
si
come
buoni rispetti ,
per
adunarono
da
ste condizioni,
colo proponevano
impedimento. Ricusamno
la
loro Sagrestia e
Frati
i
(>>).
il
il
loro
zo di stima da loro
vi
compra
,
i
Oratorio
(') (')
si
vendesse
avessero acconsentito ed esacerbarono anzi
un
alti
Zoccolanti
come per ultimo
animo
Diillo
stesso libro
ciliito
|ing.
12S.
si
decisero
(lolle
—
di
pratiche,
l'antico il
suo elTetto,
dei Confratelli
,
Consrcsrnzioni png. (')
117
Libro citalo pag. 128.
arti-
—
perché
essi
i
e
quan-
denari per la
consegnare
che da essi vole-
nella
Lilji'O
(')
conces-
Frati,
i
ricusando di
('-)
—
oc-
per
rilasciando
che fu da
,
in
Vescovo che a prez-
il
Chiesa
la
finché
locale,
Laonde
(s).
abbandonare
ad
primi, ritornarono a radu-
i
allegarono poscia di non avere
,
1'
il
,
4G29 propose
loro particolare Sagrestano
Febbraio IGól
Libro
non gliene
condiscesero
solo
e
;
quarto del valore risultante dalla perizia,
vansi affidare ad d
fabbricare, conclu-
di
sacri arredi di loro spettanza, che dai Frati custodivansi
dei
piedi
sei
Congregati ciascuna delle propo-
i
Ualfreddatisi intanto
Questo accordo non ebbe per altro
tunque
o\e
Guardiano Calderini
fossero concessi
gli
Vescovo Diocesano
casione della visita eseguita nell'Ottobre del
(4).
libro
Padre Ministro degli Osservanti.
narsi nella propria Sagristia, e a dar orecchio a nuove
il
nel
nella nostra Chiesa di S. Benedetto,
Convento, che disegnavasi
eleggere in arbitro delle differenze
so
ConfrateUi,
i
che sempre tendevano a spogliarli del dominio del terreno, su cui
avevano fabbricata
elemosina
che
annunzia
si
esecuzione del progetto già proposto dal
lui
era di spet-
,
se la Confraternita avesse voluto levarsi dalla sua Chiesa,
fatto
dell'anno
che Messer Pie-
si
Gennaio del medesimo anno 1G29
di luogo, per aprirvi l'adito al
sarebbe
Cosi procedevano
Oratorio
l'
Zoccolanti a ciò
ed aggiugneva che sulla falìbrica della Compagnia
dendo che
all'estinzione
giorno
querele determinarono
risposte rese ai loro Deputati dal 1'
(i).
quale,
la
Pirini trattassero coi Frati, perchè fosse da loro rico-
lasciando l'antica loro stanza,
le
prestarsi
di
concordia, sinché nel primo
cassero altro sito ove fabbricare
ascoltarono
negò
intelligenza dei suoi Capi
tanza della Confraternita: e nel caso che
delle loro
IG-2«,
luogo, in cui erasi incominciato a costruire
il
l'incominciata
parere della Congregazione,
il
Confratelli di queste
Guidi, e Messer
nosciuto, che
1'
—
',0
di
Congregazione S.
Sebastiano,
cil.Uo pasr.
119.
Libro ciUilo png.
—
13"2.
— 41 — incaricando
momento vano
tare
Irovarc
di
alln»
messe, ed
le
liiofro
allre
eonvcnienle elemosina. Idearono
la
che
cia,
Priori
i
ai Frali tulle
dall'
col
Arciprete Giovanni
consenso prezzo
porzione
di
rare
Andò
(1).
Comunità
della
la
|ier
lìiiizidiii,
di
(luinili
corrisponde-
S.
Uoeeo
traspor-
cedendogli in
,
Cont'ratelli
i
in
alter-
calmali
|iarte
jier
suppellettili sacre
alcune spese pel numtenimento dell'aliare del Corpo di Cristo, loro divisameulo
Capit(do Ih'nvinciale
il
giorni dovevasi raccogliere. In camhio di due
15 di Giugno
l(>ó-2
delìnitivamcnte
occupavano,
tosto dal luogo, che
dei
che
Frali,
(|uei
in
promessa risposta,
la
ed unilaiuenle stahilirono
ond'
di partirsi
e di fermarsi provvisoriamente nella Chiesa
Benedclto, con licenza del Righetti Agente del Commendatario
un nuovo Uralorio
galotti, ove stanziare linchè avessero edilicalo
struzione destinarono
nude sentire
,
trascorsero tre mesi senza che dal
Guardiano, henchè richiesto più volle, fosse data
S.
in
(jiicl
Clnesa di S. Lu-
l;i
dal nuovo Guardiano Fra Nicolò deUe loro
cosa risolvesse sulla controversia
ai
da
di disdire
(|uali essi
eiim|inire
Parrocchia
e diferirono di due mesi l'esecuzione^ del primo
che
!e
o
Sanlinelli volevasi demolire per
tuttavia a voto qneslo Iraltalo, e
di
issarsi,
materiali del loro Oratorio e Sagresliii, die voleviiiio
i
la restituzione latta
s'incaricarono
iiatlishi
ovo
(Cardinale alia
,
di
Ma-
cui
co-
materiaU dell'antico, che ad ogni palio inlendevano
i
abbattere. Questa traslazione della
Compagnia
fu poscia approvala
di
da un decreto
del Vicario Generale del Vescovo di Rimini dei 18 Scltemhre, ed era già piena-
mente seguita sti
nell'
Ottobre del
giorni recato in Savignano
fu egli ringraziato in tati Giulio
dimento il
nome
medesimo anno 1C52 il
della
Compagnia
la
lui
panila
non era capace
moslrossi renitente
proposizione, quando concorressero nella spesa
sua Badia,
il
(3).
dinale di porre
mano
sull'ingrandì
contenere
Cardinale nel ricevere
(Comune e
la
Confraternita,
5Ia
non apparendo
al
in
(')
la la
progresso molta determinazione nel Car-
lavoro, e d' altronde
i
Confrati sentendo ogni giorno \nn
bisogno di avere una Chiesa più vasta, inconnnciarono a pensare con
mento
Depu-
delle quali assegnò a questo oggetto trecento scudi, ed altrellanli in varie
rate la seconda
il
la
del favore prestatole dai suoi
della Chiesa, che per essere troppo angusla
Non
essendosi in que-
Cardinale Magalotti per visitarvi
Barbari e Clemente Gafurri: anzi mossero con
popolo, che vi concorreva.
prima
Infatti
(2).
a costruirsene
una a proprie
sjìcse, su di
Dallo stesso libro delle Congregazioni pag. 133.
png. 147.
fonda-
che ascoltarono molti progetti.
—
(-)
Idem pag. 141.
—
(') Iilc-m
—
—
/i2
mentre che che per lungo tempo andarono deserti. Nel il
Cardinale consenti nel 1652 che
Girolamini della Santissima Trinità
ai Frati
concesso
Madonna Rossa,
della
fece ai
Ottobre
di
fi
la
e
il
visita
fatta
ai
Badia fosse
legale al
delti
inventario
Padre Giacomo
Priore del Convento de' Frati
,
Chiesa anche prima
dalla quale
20 Ottobre 1629,
traltavansi,
volgarmente
di
consegna dei sacri arredi della Chiesa
Essi però servivano la
(1).
da noi
,
mezzo
per
Procuratore Righetti
Bino della Congregazione del Beato Pietro da Pisa suddetti
cose
Cappellano della sua
di
officio
1'
queste
,
e certo
tempo
al
della
anche sappiamo che da poco tempo
addietro era stata ristaurata e risarcita. Defmironsi intanto con decreto del Vicario
Generale di Rimini, datn
Zoccolanti e
i
Cnnfrati del Santissimo
delle sacre suppellettili,
anno
,
onde ottenere
S. Sebastiano a questa di bilirsi
la
di nominare un Cappellano
,
lognini, di cui fosse incarico
era tenuta
la
Confraternita
il
('^).
Frati
,
Infermatosi quindi ai
Chiesa col lascito di scudi seicento per
di scudi
Fosse per rassegnazione
6
Agosto
di
Chiesa
di
quarantadue di Bole
messe, cui
il
Magalotti nel suo
Episcopio
12 Settembre 1657, riconobbe questa sua la di lei
riparazione al
Filippo fratello di Orazio Magalotti di lui cugino ed erede
tomba
li
^ gran parte
legati pii dalla
ne sacre vesti, che furono l'anno seguente consegnale
la
ai
soddisfare alla celebrazione di tutte
di Ferrara, nel testamento segnato
l'anima a Dio, otteueudo
,
fra
o a qualunque altra, in cui potessero sta-
annuo soldo
coli'
campana
deliberarono
,
commutazione dei
S. Benedetto
controversie
locale dell'antica loro Sagrestia: ed
il
dai
disgiunti
antiche
le
quali riebbero la
i
,
benché perdessero
essendosi con ciò totalmente dello stesso
11 Marzo 1654,
gli
,
e col legato di
mentovato Righetti da ,
e sei giorni
nella Ferrarese Metropolitana
Cardinale
dal
fattagliene
alcu-
prima
dopo rese
(3).
della
sua
morte
com'era costume di quei lenqn, fosse per collazione impetratane dalla Curia Ro-
mana
,
successegh nella
Orazio, di cui
1650
C').
la
Commenda
l'
Abbate Alessandro Magalotti
prima memoria, che mi
Non molto dopo
al
insiiuiato alla Confraternita del
nato in acconcio di concorrere
(')
158.
DiACETTO. D. pag.
—
7.
—
() DiACETTO. D. pag.
CETTO. D. pag
9.
è affacciata, spetta ai 21
si
Dicembre
suo possesso incominciossi a gagliardamente trattare
del risarcimento della Chiesa Abbaziale
Rimino
figlio del citato
al
(-) 8.
—
,
il
che
presentitosi,
Santissimo
ristauro
di
di
questa
fu
dal Vescovo di
j^onderare, se le fosse tor-
Chiesa,
onde
avervi
una
Dal citato libro delle Consrregazioiii, pag. 156 e pag. Dal libro delle Congregazioni pag. 174.
—
{'•)
Dia-
— stabile sede
dei
nella qual niassiiiia ((incorsero
,
(i
Lnglio 1(540
l<)
della Società
che
,
la
Dopo molli
.
sendtrarono spianato tulle
d'
Infatti nella
le
diflìcollà,
che
e
che
Ire
in
anni sborserebbe
consegnerebbe
gli
lìnalniciilc sul
prìni
pretesa
Casa
la
conclusione del Caiiilohilo
alla
Aprile
di
ipiciraiiiiii
fu
iircsciilata
minuta
la
per sua parte stipulavasi che culi (cdcrchhe
cui
colla
,
facoltà
valersi
di
scudi tlOO legali dal Cardinale,
della
e
materia
non congedarli
Chiesa
dalla
Compagnia obbligare
senza causa
anni compiere
la
fabbrica della Chiesa, di nianlenerla di lutto punto; di
piere a
decreti di Visita, fmch(3 in essa
tempo
in (|uesto
oflìciare
doppio caso, ohe
in
assumendosi anche
si l'
fosse
di
la
elemosine
sulle
nondimeno
sciassero
('-i).
i
legati,
ed
incerti,
altri
adem-
di
farla
rpiotidiana
Commendata-
Confraternita fosse licenziala dalla Chiesa dai
proprio moto se ne volesse partire, e finalmente vietavasi
cuna cosa salvi
messa
e
ire
capitoli provvedevasi al
altri
qualuu(pu^ tempo e caso potesse meschiarsi nei di
Al
deulro
e
inlrattenula,
incarico della
prima soddisfacevasi dal Connnendatario. Con
a cui
ri,
,
intraprendere,
tosto
le
leiiilliiua.
la
di
che in detta Chiesa
l'Abbate
percepire
o
all'ari,
lei
clu^
raccogliessero,
si
che ad essa nominalamenle dalla pietà dei Fedeli
Ossia che soverchiamente gravose sembrassero
al-
si la-
ai Confratelli le
con-
dizioni proposte, ossia che realmente, coni' essi asserirono, la morte seguita
Giulio Barbari, e di Clemente Gabn-ri, sui di cui sussidi speravano,
di
impossi-
li
bilitasse alla spesa, certo è che essi ricusarono di proseguire nelle trattative, s'
idearono di unirsi piuttosto
alla
;
clic inliue bjro
contrario doveasi
i
frap-
si
sacre vesti ed arredi, proiuclleudo inollrc di procurare Inlle
le
licenze necessarie, e di
tutti
di
Klij
dei
i|iiii
Procuratore del tjtnnucndatarin
Confrati la Chiesa e la Casa contigua
ai
Conj^egazione
comprendendovi ancora
,
Congregazione dei 5
di concordia, in
Confratelli nella loro
annessa,
ò
le
ordine di Orazio Magalolli Padre
dell' istruniento
i
progetti e discussioni originale dalla
Chiesa fosse ampliala
Commenda, che
pertinenza della
ponevano.
-
/.3
Confraternita di S. Hocco
,
ove
anche
l'
e
Arci-
prete di S. Lucia tentava di traslocare la sua Parrocchia. Sebbene privo del sussidio della
Compagnia,
nondimeno non
ci("»
risarcire la propria Chiesa
:
era necessario
il
(')
Magalotti all'intenzione di
26
di
Maggio
IC'tó le fu fatto
conoscere,
provvedersi di altra stazione, giacché era mente del
mano
alla
fabbrica
(5).
Soprassedei'ono
Dal citnlo libro delle Congregazioni pag. 171.
pag. 184.
il
anzi sappiamo dal libro delle Congregazioni della più
volle citata Confraternita, che ai
datario di porre
riuunzi(">
—
{-)
i
che
Commen-
Congregati dal prender
Idem pag.
18-2.
—
("')
Idem
—
—
44
partito fino ai IO Diconibro, nella qualt'
epoca essendo
né più capace della celebrazione
messe,
di
la
Chiesa quasi affatto demolita,
o di altra oflìciatura, statuirono che
Pasqua ventura andasse ad
offrire
vicendevolmente
il
loro Cappellano per lino alla
il
divin sagrilìzio nelle Chiese di S. Lucia e di S. Rocco, e che vicendevolmente
pur anco nelle dette due Chiese
si
r ultima Congregazione, che
sta
facessero
consuete processioni
le
Confrati tennero in S. Benedetto
i
passati ad unirsi in una casa di loro pertinenza, finché
da Giovan Francesco
guente anno 1044 comprarono casa ove edificare
come
,
fecero
il
fu esso benedetto ai
24
slesso
dello
rinnovazione della Chiesa Abbaziale di Aprile
il
li
agli
ed acconciato in breve ora
,
del
,
Aprile
Ottennero per-
mese
ed anno
,
facoltativo
che servir dovea
locale,
il
che era già compita nel 1051, perchè
Viailavit Altare Ecclcslae
habet se
,
non
et
et
manilavit
,
marmo
2
Sa-
posscnsum
Iconem decenlem
fieri
;
sembra però che
non
vi
si
desse l'ultima
1G69, leggendosi questa nota cronologica nel suppedaneo
tare costrutto di
ai
lìeneiìicU in terra
S.
la
magnlficentlae Ecclesiae. In reliquia omnibus bene se
valde commendavlt
se nel
divino,
al culto
biniani, iioviter reedificatiim e fundilus. Est unitum S. l'etri Ileremi
ab IH ino Marjalolto.
della
Proseguissi intanto
(2).
Cardinale Vescovo Sforza visitò Oralorium
quae respondeat decori,
poi
del se-
Pietro Gafurri una
fu
decreto
il
essendo
,
Aprile
di
loro Oratorio di S. Salvatore.
Uiniino
ciò dal Vicario Generale di
traslazione
,
G
ai
Fu que-
(').
mano
dell'al-
rosso di Verona, al paro delle balaustre, che difendono
l'accesso del Presbiterio.
Ebbe Girolamo
quando
il
Magalotti lunga pezza per suo
Iliglietti,
fu
che avea servito
il
,
da
lui
Giugno 1668
mandato verosimilmente
Quindi
ti
{^),
che nel mese di Maggio 1674 cede
lo
rappresentò
Fulvio Andrea Barbari (6),
(')
pas. 38.
(5),
il
il
a
in data di Napoli, del 1."
e 78.
—
{')
i
Dottor allor-
Lorenzo
suoi affari nei nostri pae-
l'
incarico al successore Cappellano
quale nel 1685 fu rimpiazzato
Dal libro cWlc Con2:rc2;azioni
44
confermò
di lui fratello conte
il
regolare
in di cui luogo nel 16iì6 trovasi l'Agente
procura
D. pag.
il
Cappellano della Badia Don Giovanni Battista Gat-
(5).
ti
Savignano
nominato Abbate, benché col medesimo carattere apparisca straordi-
si
ciale
in
di lui antecessore, e ch'ei
nariamente in alcuni istrumenti dei Magalotti
Procuratore
pac;.
Don Giacomo
Settembre 1G87
186.
Idem D. pag. 53.
—
— (')
da
(-)
Idem
,
Don
Simone Righet-
Coli.
Di nuova spe-
troviamo noi munito dal
pac;.
Idem D. pag.
195. 01.
— —
(')
(')
Diacetto Idem
D.
— Coninlendalario ili
Savignann
di
il
lui
frulcilo
coiik'
riuiiovazioiie di un'enUtcusi al
la
li
veinbre di rpieir anno,
il
la
Itadia si rileneva vacante
Ippolito Vittorio
Coninienda di
Righetti
Giugno 1688
consegnato
('^).
afiìito
Uoma
di
che apparteneva
pellano D. Natale Santini
No-
di
(s).
Dal somiuario della
e l'Enlìteula signor Dilli molti anni
Badiii
del
iil
ai
Pasini
Cap-
(piale ci prescelse in
dopo vieuci amiuuziato che
nuovo Commendatario pro\Teduta questa
tu
Connme
insorta Ira (piesla
lite
(|mi'|
nostra
della
iieui
i
Don Alessandro
Uimini
Chiesa, delia
alla
in
nostro c(uicitladino
il
clu;
,
clic
e riuscito nel suo inlenlo gli
,
dal Sucollettorc degli spogli dì
tutto ciò,
nove
ai
segno non (miuìvoco
,
In questo frallempo
Corle
trattò colla
fossero concessi in
gli
deve
^i\]u<\ì
iii
(i).
Sucolleltore degli spogli consegnò a (liorgio l'aberi le
sacre suppellellili della Chiesa di S. IJenedello
giorno
anno
dello slesso
morie scgiula
cui
di
la
,
primo Ollobro
Oltobre, apprendendo noi dai Diaccili die,
di
-2(1
die con questa aulurilà concesse
Luroiizi.,
Pochi più giorni sopravvisse Alessauilro fissarsi circa
—
/i5
I(iy-2
di
lìi
del Cardinale Carlo
nella jicrsona
Bichi Senese, già due anni innanzi decoralo dell'ostro Uoinano. Cerio è che nel IG'Ji
il
ferma si
citato Righetti
proseguiva nel suo
di enfiteusi, rogato
9 che
alTitlo,
in
da Pietro Borghesi mio bisavolo
un islrnmenlo ai 2!)
di
protesta di valersi delle tac(dtà attribuitegli dal Cardinal Bichi
f*
pio del
lermiuò
ir>!)5
1'
impegno assunto
dal Righetti negli atìari
dia, e gli successe nella stessa qualità di AITiltuario
il
della
Badìa
incarico di Cappellano e
Fra Francesco Antonio Menghini Priore segnò desimi arredi la
(s).
Per
durò
tre anni
1'
al'litto
nello
stesso
giorno
del Gaddi, che del
il
ijuale
confermò
la
l(l!)8
affittuario egli
Benedetto
(')
(*) Dall'
pag. 14.
la
consegna
pure
(7),
DiACETTO
,
Convien credere per
(e).
giacché poco dopo con simil
da cui non
D. pag. 54.
si
allontanò
—
(-)
Archivio pubblico di Savignano.
—
C) Idem D. pag. 03
e
71.
altro
titolo
me-
consegnò dell' Eini-
San-
Capiiellanìa ai Frati della
tissima Trinità, e per essi a Fra Nicolò Alessi Priore, che
1698 ne ricevè
Con-
al
sovraindicato
Badia a Cornelio Maria Orsini cavaliere Cesenate, come ad Agente
nentissimo Commendatario,
di
ai
confessione di ricevuta dei
la
Ba-
quesla
di
consegna
Gennaro. Fu dal Gaddi commesso
Mad(uma Rossa,
Col princi-
.
la
ebbe dal lodato Righetti
vento dei Girolamini della
egli
conte Antonio Maria Caddi
di Forlì, che delle sacre masserizie 1'
di con-
Giugno,
25 di Gennaio del
ai
che
1'
Orsini ne
fosse
dispone delle cose di
S.
che nel 1701, in cui Francesco Bandi
Idem D. pag. 14.
— Q
Diagetto
—
(')
Idem D. pag.
D. pag. 12.
—
(")
12.
—
Idem D.
—
—
46
gentiluomo Cesellate e Francesco Giorgini subentrarono
mantennero per nove anni
Appena ricevuto
(').
possesso
il
nel quale si
nell' affitto,
trasferirono
pellania dai Girolaniini ai Minori Osservanti di S. Sebastiano, e ai 17 di
Fra Angelo da Forli Guardiano furono
gli
conto cini
le
affidati
rendite della Badia
Cardinal
Bìcliì
alla
vembre 1718, ove
valendosi
fece
dell'
Commenda
Cardinale amministrare per suo
il
opera
fu
akime
tumulato nella Chiesa
Camera
la
investiture
di
Agata
S.
(5).
Roma
in
della
Presiedè
No-
ai 7
Monti.
ai
dei redditi della vacante Badìa, nel qual in-
dal
fmchè nel 1720 ne
'",
Pirac-
Procuratore
e
Giacomo Ventunizzi
incontrano accordate
s'
spogli
Sucolletlore degli
Agente Francesco
dell'
morte, che accadde
fino alla
Gennaio
inventario dei sacri paramenti, che
Domenico Vagnoni Notavo Cesenate
Godè per molti mesi tervallo
,
1'
al qual ultimo nel 1717 sostituì poi
Commenda, il
Compiuto raffiflo,
(2).
e del consiglio dì
,
sottoscrisse
Cap-
la
fu
Gaudenzo Dindi
Canonico
provveduto
Cardinale Gio-
il
vanni Antonio Davia Bolognese Vescovo di Riminì, che nominò tosto con sue tere date dalla sua sede
Benedetto Matteo Clemente Berloni
rio per S. di
il
primo Settembre dello stesso anno
Procuratore agli 8 Agosto 1726,
deponesse
Davia
il
la
ì
1740, ove riposano
Tempio
Poco per glio
1710
porpora
confermato al
lìtido
dì
tempo
di S.
Cardinale
al
in
Procuratore
Maggio
[irimo di
altro
il
sostituì
al
avendo chiuso
la
Padre e
nell'
agli
Lucina.
in
giacché
,
Sacripante
scritte
nello
Gennaio
11
ai
9 Lu-
promosso
stesso
alia
giorno
fu
Giuseppe Grazìani
i
,
sua carriera in Narni
ai 4
quali
ebbero poco
Novembre
dell'an-
(8).
Commendatario
spogh
ai
(')
C) lìiACETTO D. pag. Idem D. pag. 54.
D.
pag.
nel principio
dell' estate
—
(S)
il
dell'
anno seguente
Canonico Carlo
non
Soleri Succi-
20 Giugno del 1759 rinnovò alcune enfiteusi, che veggonsi
82.
—
IGl.
Quantunque
Amministrazione della Badia con
era stata ancor assegnala questa Chiesa, poiché lettore degli
qualità
Dottor Sebastiano Graziali! Nobile Riminese C). Nel
Agenti Ludovico, Patrizio
no medesimo
Boma
Lorenzo
Maria
Carlo
50 Settembre 1709, da cui con lettere
dì servirlo,
Ad
affidata
(e).
in
cesse alla nostra Badia, che
morte del Cardinale Davia vacò questa Chiesa
fn dessa
ai
1758
la
sue ceneri nel
però
quali terminò in
conservò fino agli ultimi suoi giorni, le
cui poscia surrogò
,
Dottor Sebastiano Graziaiii
il
Bimìnese, non
mitra
(5)
letr
in suo Commissa-
Idem
{^)
—
C) hlem
D. pa?, 12.
Idem D. pag. 99.
D. pag.
170.
—
(«)
—
(')
lilom D. pai?.
Idem D. pag. 101.
—
82
e 4-8.
—
C) Idem
—M— nei Diacetti
Ma
(»).
24 Settembre di (luesf anno essendo slato decorato
ai
della
berretta Cardinalizia Ludovico Valenti Vescovo di Ilimino, ottenne pure in questa
occasione
la
novandone r
lìadia
Benedetto,
di S.
aliare,
cni
alla
Cliiesa lece alcune riparazioni,
che insinni delle sue armi,
nia democratica, che pure assai parcamente
giurato odio capitale api! stemmi. glio
nominò
17()fl
Con
('^)
dopo
e pochi anni
,
morte
successe sul principio
manilestó
primo Dicembre
Liigho
queir anno medesimo
di
2-2
ai
ai
essendo
Ottobre 1703.
115
Gemiaio
ITli'i
Giovanni
(H-
conrcrnió
nel
ornalo drlia porpora, e
In
17(5(1
Lu-
di
Commenda Don Giuseppe
anno susseguente Monsignor
dell'
Ai 21
(5).
Rimino
nui-
In
paese, aveva
(piestn
in
lu egli coslrello a lasciarla,
tavio Bullalini Arcivescovo di (^alcedone, che ai 2i{
suo posto l'Agente Bartoli
nnutin (puiiidn
lullc
chiro
stato rapito troppo sollecitamente dalla lui
die
e
Valenti in suo l'rocnralore nella
il
Barloli i'rele Iliminese
A
si
rin-
preconizzato Vescovo di Ancona
fu
dove nel 17(i7 mandò in dono a questa sua Chiesa,
al ,
di
cni era allora Cap|icllano
di
D. Nicolò Tosi, due reliquiari di argento rinchiudenti reliquie de' Santi l'ielro e
Benedetto
onde valersene per esporle
,
loro solennità.
4782,
sto
aver retta
Cambiò
BulTalini
il
questa vita mortale
e le sue ossa furono sep(dte nel Tenijiio
coli'
eterna
Cattedrale
Commemla
la
memoria con suo chirografo
zione
al
Cardinal Pallotta
signor Angiolo Maria
Camera ApostoHca,
alla
santa
di
Billi
Marzo 1784
dei 51
il
Pesaro per
1'
stesso anno. Quindi avendo
Cardinale della Santa Uditore di Rota,
lo
il
Romana
lutti
accoltovi da il
che
di
la
ai
1!)
,
il
mille
beni tre-
genera-
lui
Aprile
Cardinale
22 Maggio 1785, e che
di lui intrinseco
cordoglio di perderlo
—
li
recava in Ferrara sua
si
mio Padre
0) DiACETTO D. pa?. 173.
scudi
di
lei
dello
14 Febbraio 1785 dichiarato
provvide di questa vacante Radia, di cui
visitò in occasione,
tempo ebbe
ai
di
i
Chiesa Giovanni Maria Riniinaldi Ferrarese dianzi
dere possesso per mezzo di mio Padre
casa
istrumento
medesimo Pontefice
di
diretto per la sua esecu-
annuo canone
stipulato pubblico
VI
Pio
Pontefice
concesse in enfiteusi
Pro-Tesoriere
zione maschile, del che ne fu
mia
Ago-
Ancona, dopo
di
cento, volendo che tale concessione avesse a durare per tutta
mente
di 5 di
il
nostra Chiesa per circa sedici anni.
la
Ricaduta cosi
al
venerazione dei fedeli nei giorni delle
alla
patria.
egli
fé
pren-
personal-
Egli alloggiò in
da molti anni
,
che in breve
avendolo una repentina morte sorpreso nella
Q) Idem
E. pag. 2.
—
f) Idem
E. pag. 15.
— Casa della Missione
modo
di
Perugia
—
48
ai
12 Oltobre 17U9, nella di cui Cattedrale fu per
1"
altuale Arcivescovo di Milano Giovanni Battista
deposito sotterralo.
di
Sottentrò presto al defunto
Caprara in allora Nunzio all'Imperiale Corle di Vienna, dicliiaraln
mendatario nel Gennaio del 1790, che due anni dopo poriiora.
della
stilo
Ninna novità relativa
regime, se se ne tolgano alcuni
Roma
nali di
tra
il
Comune
Invasa poco dopo
dall'
logna dopo essere stati
mi
Faenza
di
mese, giorno quel
momento
tutti
i
il
impadronirono
s'
Badia
fu
Camerale, che
Roma
subentrò nelle ragioni di di simil natura.
i
lei
beni
in
tutte
lei
!J
Savignano
favore
Dicembre 1795. occupata Bo-
Febbraio 1797 nel di
Trilni-
i
in
fatto d'ar-
ai 7 dello stesso
Confiscati
da
fin
finché segnatosi nello stesso
Pontefice
il
le
e insieme con esse tutti
Badia,
e
su
compra acquistò
la
nazione Francese altri
gli
tutti
Provincia
la
Profondi
i
possessi
dell'
Emilia
che in virtù del sovraespresso trattato avevan essi
territorio
salpina per r unione a al Billi
,
di
li
rinchiudevano,
si
sulla nostra
Mediante contratto
dai vincitori tutti
cumulato nel di
esse Provincie
in
dclìniti
suo
il
Corte di I\oma, soggiacquero
alla
Romagna,
,
annichilita.
Commenda,
della nostra
presso
e quindi
,
pace di Tolentino, in virtù di cui cesse
trattato di
diritto
totalmente
beni, che aiipartenevano
vincie di Bologna, di Ferrara, e di di
IJilli
Lombardia
la
Pontifici sbaragliati ai 2 di
i
alla stessa sorte le rendite
anno
T enliteuta
e
armala francese
cui la nostra
in
poco momento agitati
Monsignor Tesoriere emanata
truppe vincitrici
le
,
di
rive-
fu
nostra Chiesa avvenne sotto
alla
di
Savignano,
di
una sentenza
del publìlico da
litigi
IH di Giugno
ai
Com-
nostro
,
fatta
queste vicende
padrona
de' quali divenne poscia di questo il
Dipartimento
,
Repuliblica Ci-
conservandosi per
Fu dunque da
suo enfiteusi.
la
ac-
lui
altro
amministrata
anche negli anni susseguenti V antica possidenza di questa già estinta Commenda, sborsando
al
tesoro Nazionale l'annuo canone di
fu per sedicimila scudi rinunziato
ogni diritto da
una privata
lui
Scudi
dal Billi al signor Matteo Montesi
il
scrittura sotto
il
di 31
Maggio,
Governo esposti all'incanto
gli
minuire l'immenso debito, che gravava
quale
lo
di
alla
i
gli
idlri
diritti,
che appartenevano
ai
7
redatta
in
in
Pesaro
pubblico
Maggio 1801. Frattanto onde
di-
Stato, fu aperta l'asta anche per la di
lutti
poi
fu
di spettanza Nazionale,
efi'etti
vendita del canone esigibile dall' enfiteuta
dia,
mio Cognato
goduto su questo enfiteusi, stipulandosene da prima
instrumento per rogito del Notaio Mancini Pesarese
avendo
1500, finché nel 1800
S.
Benedetto,
e
per l'alienazione
Nazione sui possessi
quali furono deliberati al lodato signor Montesi per
la
di
vistosa
questa Ba-
sonuna
di
—
/i9
sopra ventotto mila scudi Uoinaiii. Cdsi
— palrimoiiin di
il
dia divenne di privato diritto, e quanltniquc de' suoi possedinji'iili
la sorte
Cardinale CoMinieudalario
frequenza del popolo
dimrc
essere governala da un
di
nell" iilìi/,ialnr;i
mancare, specialmente nei giorni
lascia
ora
comoda
festivi,
che in molto lunuero
ai fedeli,
vi
(dornusli
sacri
i
occhio pertinenti
sott'
mio scopo, prima
al
ad
cehdirali
concorrono.
Accozzate nel miglior modo, che mi è stato possihile,
sono passate
nella
diviun,non
cultn
al
e
,
mantenerla
olire al
,
assai decentemente fornita di tutto ciò, che può appartenere le
lìa-
ij^'iioliil
Benedetto, scj^uendo
di S.
nuovo acquirente
pietà del
la
1"
Chiesa
ha essa niigliorald
tutlavolla
,
giacché
,
perduto
aldiia
,
la
non
i|iiesta
le
poche
d'
imporre fme ad un
notizie,
che mi
debole lavoro, debbo aggiugnere alcune altre cose, che l'istorici fdo yn-
mi ha
di ordine e di chiarezza
non tacerò che
scrisse: )'
di
tidlo
(pii
rammemorare.
nostro 3Ionastero non fu ignoto
il
Abbaliarum,
opera Nolilia
sua
della
fin
— Abballa
Lubin, che
al
avvegnaché
con
molli
Camerae Apostolicae. Pax Jordanus
errori,
de Savignano unita Monasterio
sionaei asserii ordinis
»
Plusa fluvium decem passuum mill. Arimino distans versus Occasum.
notizia,
che dagli Autori da
S. Benedicti.
lui
Benedetto fosse stato in alcun tempo soggetto in Alga da molto di S. Antolino
tempo
annessa
sulle
,
del
al
Monastero Riminese di
menti da noi sopra
;
riferiti,
Quindi passando altare
,
al
si
perchè
S.
Giuliano:
secolo lora
,
i
quali
si
ci
convincono che
il
S.
Giorgio
di sopra.
nuovo
ma
questa testimodelle
fabbricato
si
oppone
il
Savignanese Cenobio,
materiale della Chiesa composto di
Commendatario Alessandro Magalotti verso
appoggiasse
di
nostro San
ai
certi
docu-
sempre obbedì all'Eremo Camaldolese.
r antica pianta fabbricando
anche
il
Savignano
nell' asserire
ciascuno riconoscerà alla struttura interna
come vedemmo
che
L' unica
Autore mostrasi poco istrutto
della facciata, che la presente è la stessa Chiesa, che fu
bricata dal
,
Congregazione
come anche perché direttamente
finché fu abitato dai regolari,
un unico
,
1'
che ce ne dà una riprova
sponde del Luso
alla
si è
—
estinta, e che nel nostro Territorio possedeva la Grancia
nianza poca fede da noi merita cose nostre
Bene-
Savignano oppidum Romandiolae ad
per noi ridonderebbe
citati
S.
Georgii in Alga. Codex taxarum D. Pas-
dicti
»
S.
ne
taxarum
legit
»
esse
556
cosi
codex
suo Abì)aliaruni Catalogo
in
pagine
a
Benedicti de Savignano Dioc. Arim. De ea
S.
primo luogo
in
I'^
si
tiro
Sono
la
,
non che
al
con
disegno
quasi nuovamente fab-
metà del decimo settimo
tutlavolta di avviso che si conservasse al-
sui fondamenti della Chiesa Monastica
edifizio
nave
un' unica
,
sopra una porzione dei muri della
e
che forse
medesima, 7
— so1'
dandone non breve sospetto riori esposti
ingiurie del
alle
La campana per
stanti case.
osservare che più moderni sembrano
tempo, altro
,
di
quello che gl'inferiori difesi dalle circo-
mi assicura
giusta ciò che
Luigi Nardi, sembra assai più antica della Chiesa. Essa
ed esteriormente senza alcuna lettera o nota
sembrano persuaderla una
treccie
delle
muri supe-
i
ma
;
nostro Canonico
il
interiormente,
liscia
è
colore del metallo e
il
la
forma
decimo quinto secolo per
fattura del
lo
meno. Sull'altare, che fu ristaurato dal Cardinal Valenti, pende un quadro rappresentante
la
Vergine e
i
e Benedetto.
due Santi Pietro
un inventario
steva lìn dal 1052, trovandosi menzionato in
bene
la
Questo (piadro già di quell'
anno
esi-
seb-
(<),
Un
cornice porti negli angoli le armi di Monsignor Alessandro Magalotti.
solo altare cred' io che sia stato in questa Chiesa
dal
suo principio
fino al co-
minciare del decimo settimo secolo, e certamente nel 4502 uno solo se ne contava
avendosi in una visita Episcopale di quell' anno, che in questa Chiesa
,
tantum adest
altare
Dopo
(2).
quest' epoca altro però ve ne sorse
,
leggendosi nel-
r inventario del 1052, che eravi ancora l'altare della Madonna con
muro,
con ornamento di legno dorato,
gine dipinta sul
»
gnor Capitano Giovanni Battista Fada per sua devozione verso
»
muro
molto iirima era dipinta sul
(Sj.
— Convicn
il
1'
4G74
{'*).
Le
un erudito
due cose, che potranno
sole
sono un bellissimo corno
,
rosso Veronese, ed un'elegante
Lorenzo
concittadino
Vallicelli
Restami per ultimo i
di
ammone
,
che
è
di
esaminare
,
zione in un allro,
il
(')
Monaci
DiACETTO 8 a terso.
in
uno
in
che
,
la
dotto
controversia tendente^ a determinare
oppure ove ora
è
la
stabilita
sua Chiesa in un sito
,
se
Savignano, cioè
fuori del Castello di
Locanda posta nel Borgo
tratto forse
D. png. 8.
—
di
marmo
nostro
il
nel
sguardo
degli scalini di
Greci,
versi
fatto
Locanda
la
assai
della
strano
e la propria abita-
nostro Cronista Faberi, che scrisse di questa Chiesa nel 1766,
ardi di asserire che la
p;ig.
non incontran-
ragione di questa Badia. Malgrado che sembrasse
che una Comunità Religiosa avesse
dei nostri
,
specialmente in quello
pose a suo fratello Nicolò, che è qui tumulato.
Monaci Camaldolesi abitassero dentro
Posta
e
in questa Chiesa meritare lo
iscrizione
vicino alla Chiesa di S. Benedetto
l).
di
,
immagine, che
però credere che, nella riedi-
ficazione della Chiesa fatta dal Magalotti, questo altare fosse tolto
dosene più menzione nei successivi inventari
— un' imma-
tutto fatto dal si-
»
e
unum
(*)
—
in ingainio
(-)
di S.
fu
da alcuni versi, eh'
Dnir Archivio Vescovile
Idem D. pag. 11.
Rocco
di
1'
aulica residenza
ei dice
Rimino.
—
concernenti
{')
Diacetto
— •il
MDiiachismo, o
por
elio
oppong-ono
tulle
le
cai1e e
Ma
archivio leggesì »
:
»
inenico Franceschino.
quadani
in
soppres-
di lui
la
laldiricalo, ed
— Ben
la
inlatli
in
ini
diversamente
niansi( ne
dei Benzi. Vi
dice adunque, che
si
— Nic(da
espressero
si
Mnm
Mastro Gasparo C;dz(daro
trailo dai
ai
—
'.)
di
Nolari
i
i-
in cpu'slo pnldilico
pedeplaiia
]i(issi(i||.
via, T Ahalia di S. lìcncilclld
Locanda, ed eccone un esempio
a
Anche dopo
registra che:
si
casa in castello di Savignauo, ladi
Fornasari vendè
nicnziunc del Mmiastcro,
la
Denedicti, in qua mansione est una Aiiollicca speciariac
S.
»
mo Taddeo
Savignani
in castro
anzi nel puhhlico catastro del 1520
lero indicare la
(pieslo
di
concordemente
opinione
rogato da Taddeo dei Benzi, ed esislente
— Actum
domus Ahhatiae
si
Saviguaiio.
di
sione eguali notizie seguitano ad aversi
IWO
mi
maiuscoli
caralU-ri
a
si-rilli
(picsta sua
a
slrumcnli. in
oli
che sempre dicesi posto lud Castello
struniento del
frano
tosliiiKMiijiiiza
sii;i
sulle porte dell" alrio di iiucH' idberjid. si
—
.-)1
,
M.
e
allorché
— una l)o-
vol-
prolocolli del medesi-
Gennaio del
ir.U'i,
Giacomo
niiam donuim positam in Curie
»
Savignani, piche S. Joannis iu Compito, in fuiulo Baule, a primo latere strata
»
puhlica, per quani
»
domo,
»
et
l'
altro nostro
» »
duohus
,
1'
secundo Bernardinus Foruasarius prò ejus llumini
assertiva del Faheri viene apertamenle o]ipugnata dal-
maggiore ingegno, e che
i
curarsi loro e sue
guano, quale ora
più sano giudizio. Scrisse egli,
Monaci dell'Eremo
—
chiama
S.
Benedetto.
,
—
un oratorio
Dunque
in
mezzo
Savi-
a
tempi del Guidoni,
ai
medesimo uso questa Locanda, non
sospetto che questo luogo avesse
credevasi per certo
come vedem-
stando nei hoschi e selve per assi-
fecero una casa con
entrate si
di
tempi, in cui certamente esisteva al
al contrario
contigua
S. Benedicli
Cronista Guidoni scrittore, che lo precedette di quasi due secoli, e
altra volta,
minimo
a
hona Ahhatiae
jura seu
aliis
— Finalmente
ponti.
fornito di
mo
a
et
Cesenam
itur
giammai alhergato
i
eravi
Camaldolesi
,
il
ma
che nel mezzo del Castello di Savignauo avessero
essi dimorato.
Rimane pertanto che
il
alloggiassero, e fissato che
luogo la
si
rintracci ove
Chiesa di
S.
i
Benedetto
nostri sia
Monaci
sempre rimasta
che occupa presentemente, come con ogni ragionevolezza possiamo
non abhiamo tico
a dilungarci
in
Savignauo nel luogo,
persuaderci.
da essa per riconoscerlo. Io porto opinione, che
Monastero non comprendesse se non se
la
1'
an-
casa annessa alla Chiesa dalla parte
di Occidente, che tuttora appartiene alla Badia, e la contigua casa ora di ragione
del più volte lodato Canonico Nardi. Le due strade, che tanto a Settentrione quanto
ad Ostro
ai
nostri giorni costeggiano questa Casa e la Chiesa,
il
puhhlico androne.
— che
anni sono, eravi fra
Case Nardi e Montesi, sembrano essere
le
Non
nostro Monastero.
dubbio che
vi è
nostra Altbazia non fossero in ,
le
un centinaio
che,
e l'altro Lovante questa divide dalla Casa Righetti,
a
bedue
—
52
la
Casa del Nardi e
tempi una
altri
stati
e d' altronde
ric(inosccre
gli aditi,
,
1'
antichità di (jueste case, che
si
mostrano una specie
quali ci
i
tutto
il
ravvisano
nell'
chiostro,
di
assai fondate congetture per credere che queste fabbriche
,
mentre
rassembra la
il
il
,
come ognun
sa
fondamento
somministrano
ci
prima
già
Chiesa,
alla
di essere ridotte
occupato
causar
da
me-
questo
non era anticamente
,
al-
il
pre-
costume di dormire in aperto Dormitorio, come
risparmiava gran
parenza, che questo fosse si
spazio, che io reputo
magnificenza
gio delle Case monastiche, e allor praticavasi,
lo
ed
,
ultimo palco della
ad abitazioni secolaresche servissero ad uso di Claustrali. Né debbe raviglia se angusto
am-
di
ognuno può facilmente
che ancora rimangono aperti dalla Casa Abbaziale
ed alcuni archi, che, quantunque ora serrati,
Casa del Nardi,
danno
ci
del
spettante alla
([nella
varie porte ora murate, che indicano un' antica comunicazione
di crederlo:
non
limili
La struttura interna
sola.
cuni passi chiusi anch' essi nel cortile del Nardi
Monastero
i
di
Conchiudo adunque, che
sito.
vi
ha ogni ap-
locale anticamente abitato dai Camaldolesi, e che se
convenisse in questa opinione,
manca
altro
luogo ove potere, senza offesa
delle vecchie carte, stabilire questo Monastero.
Ed eccomi cogliere
giunto al termine di queste
non per alcuna
fatica procacciare,
ma
Archivi monastici non
sete di laude
,
memorie
le
,
quali
m' indussi
che ben conosco non potermi con
a
rac-
sì lieve
S(dtanto pel timore che in questo universale naufragio degli si
perdesse anche
la
speranza di vedere illustrato
il
nostro
Cenobio. Questa connnendevole premura, spero, che non sarà per riuscir discara ai
miei Concittadini, e scuserà in parte presso di loro
e gli altri
diletti
tutti,
di
cui
abbonderà senza meno
il
la
rozzezza del mio stile,
presente libretto.
APPENDICE
1.
12*14. htd.
VII. ai li Anosto.
Commissione fatta dal RcUore di Romagna all' Abbate di Sarignano ed altri congiudici di una causa vertente tra Arcivescovo di Ravenna, e la Radessa di S. Chiara di Cesena.
Revoca
della
,
l'
Dall' Archivio Arcivescovile di Ravennn.
Cnsm H-
A'.
3405.
Vedi a png. 19.
In Chrisli
nomine Amen. Anno ejiisdem millesimo CCLXXXXIIII., indiclione
VII.,
die
XIIII. Augusti in prescncia loslium infrascriptorum Dominus Andreas Archidiaconus Foroli-
viensis presenlavit Litteras Civitalis
Bononie, Comilatus Brictonorii,
,
et
Domino
Arretini, honorabili viro
non.
Domini Ildebrandini Comitis,
quarum litlerarum lenor
talis
Romaniule,
et Rectoris provincia
pertinentiarum earumdem Dei gralia
Episcopi
Arcliipresbitero Plebis Sancti Ansiani Dioc. Boest.
Ildebrandinus miseratione divina Episcopus Arre-
tinus Provincie Romaniole, Civitatis Bononie, Comitatus Bretenorii, ac pertinentiarum
rumdem Comes,
et
Rector
siam generalis discretis Ariminensis, Domino
in
viris
spiritualibus et tcmporalibus, per
Abbati Monasterii Savignani
,
Ordinis Camaldulensis
et Archipresbitero Plebis Sancii Ansiani Bononiensis Diocesis salutem in
Dominum Fratrcm
Sanate Ravennatis Ecclesie Archiepiscopum ex parte
una,
et
Domino.
dieta
ad
Gonventum
et
non
proces-
eam decidere intendamus, omnem
commissio-
causa fecimus, vobis subtrahimus, et ad nos auctoritate
presenlium
supra eam nos
nem, quam de
Cum
Bonifatium Dei gratia
Abbatissam,
Monasterii Sancte Giare de Cesena ex altera, quara olim vobis commissimus sistis, ac
Dioecsis
Bononie,
Federico Canonico Pisano Abbati Monasterii Sancti Felicis
expeditionem cause que verlitur Inter Yen. Patrem
eo-
Sanctam Romanam Eccle-
ipsi
procedere,
revocamus, mandantes vobis ut deiuceps
et
in premissis
nullatenus
procedalis,
decernentes
irriliim
inane,
el
quid
si
—
54
vobis posi revocationem Imiusniodi fuoril alcmplatnm. Data
a
vadole die duodecima Augusti seplima indictione.
Domini Comilis
conum
ipsi
uno
et Rectoris
presencia
in
Domini Spinelli de Ravenna
,
slibus. Et ego Berardiniis de
sens
fui,
el
et
S.
Ansiani
Dominorum
in
Dominum
slatione Phylisini bidelli
Joharniis
Po-
Preseiilalc fucrunl diete littere ipsius
integro sigillo sigillatas per i|isum
et
Domino Archipresbitero
jarium de Bononia
—
Andree de
Arcliidia-
goneralis
Chezzitatis
de
Sco-
Ravenna,
Domini Franciscini de Forlivio Scolarimn de Bononia
Sanclo Donato Imperiali auctorilale Notarius
ab ipso Domino Arcliidiacono rogalus scripsi
,
premissis
te-
pre-
et publicavi.
IL 1578. Imi.
1.
ai
22 di Ottobre.
Licenza data dai Definitori del Capitolo Generale
delle
Vangadiccie
a Francesco Abbate di Savignano di concedere in enfiteusi alcune terre a Giovanni Mazini.
Dall' Archivio pubblico di Savignano.
In
nomine Domini Amen. Anno Domini
—
Vedi apag. 28,
trecentesimo
a Nalivilate millesimo
septuage-
simo octavo, indictione prima tempore Domini Urbani Pape VI. die vigesima secunda mensis Octobris. Paleal in presenlia ris
,
et
omnibus evidenter hoc instrumentum publicum inspccturis, quod cxistens
Reverendorum Palrum Dominorum
totius cjusdeni ordinis
Pauli S. Michaelis de
Generalis, D. Benedicli
Murano, D. Laurenlii
neralis in Monasterio S. Marie de la
nuperime celebrali, Venerabilis
Savignano
dicti
ordinis eisdem
suinn monaslerium tencl
Savignani in loco dello diclo loco a terlio
suelum
,
el a
,
il
cum
Appolinaris
Heremi prelibale deffinilorum
vir D.
D.
Abbalum,
capitoli
ge-
mense pre-
Franciscbns Abbas Monasterii S. Benedicli de
quod
dicluni
arativa posila in
Curia
inslantia suplicavil, el verbolinus enarravil,
et possidel
Classe,
in
Vanglindiccia ejusdem ordinis de anno, et
quamdam vineam cum
terra
fondo del Cerro, juxla viam, magislrum Foschinum quarto dictum Monaslerium modici fructus
locari antecessoribus Johannis Mazini
slante, (juod ad
Sancii
Heremi Prio-
S. Fcrdiani de Pisis Monasteriorum
D. Nicolucii de Favenlia, et Stefani de Francia
dictis
Joliannis Sancle Caninldulensis
,
el
Fabrum de
aclenus
sit
con-
do Savignano jure cmphileolbico, el non ob-
presens dictum monaslerium leneal, el
possideat
diclas
res,
renovandi
— fiictum
Johnnnem jure
prcdiclo
ciini
eisdcin Imiiiiliter posliiliivit
li.irn
Qui siquidum
siiis
—
;j.j
lieredibus de dieta vinca, et t«rrn arativa
piedicli aclfiidentes, et considerantes expo-
iiis
predici!.
sita
juxla pelila per Domiiuiin Abbatem predicluiii
lloiiiini
licen-
aclenus consueverat reiiovari antecessoribus Johan-
jiioiit
Del'linilores
denles, conlulerinil eideni lieeiiliam postulalam
,
Domino
conli-
c[ijalenus ipse sua aiictoritate possit
dicium
,
de
legalitate
ijìsius
in
Jolianiiem renovare de dieta vinca, et terra, et iiislrunientum rmovationis ci, et suis he-
redibus ex co legiptime descendentibus
solemnitatibus opporlunis vallatam, el ipie
more
dine vel de
cessores diclo
einpliileotico,
jtu-e in
l;ilil)iis
confici Tacere permictentes dicli
Domino Abbati
diehun est
ni
clausulis
lidiniiii
Dillinitorcs per se et suos
recipienti, et stipulanti prò se el suis successoribus
sub hypoteclia, et obiigatione bonorum
,
et
cdMlrMliiius re(|uirunlur de consuetu-
tuo, firmum, et ralum babiturum (piidijuid de prediclis actum
Actum
cum
factum
seu
suc-
perpe-
gestum
l'uerit
omnium Monasteriorum suorum. camera
in Monasterio Vangadicciensi in
liabilalionis
didi Duniini
Prioris
pre-
senlibus D. Joiianne Hospitalario ib)spitnlis propc Sainliuii Fridianiim de Pisis, D. Francischo
Priore Sancii Clemenlis de Arilin nrdinis dicli
Domini Prioris
aiilerali
,
el
Nereo
Jacoiii
de Poiiibonzis
l'amiliari
testibus ad prcdicla vocalis, babilis, et rogatis.
Et ego Leonardus olim Francisci de Castilione Aretino publicus impeiiaii Notarius, alque iudex ordiiiariiis prediclis omnibus presens fui, rogalus scripsi,
auctoiilale
pubiicum
signumqui! nieum apposui consuelum.
III.
1508. Imi. VI. ai
Enfiteusi concessa
(i
di Giugno.
da Giacomo Abbate di
a nome
dell'
S.
Benedetto di Sarignano
Arcivescovo di Ravenna.
Dall' Archivio Arcivescnviìe Rnvenniite. Cassa
tempore Domini nostri Domini
A'.
7046.
Vedi a pag. ÌO.
.
In Christi nomine Amen.
N.
Anno
a Tsativilate
Bonil'alii
Pape
ejusdem millesimo CCGLXXXXVIII. Ind.
VI.
Noni die sexlo mensis Junii in burgo castri Savi-
gnani sub porlicu doraus Cicarini Bistontini, presenlibus Paulo Zanino Bidoni, Francisco Nicolai
Tribaldi, Nicolao Savignani de Savignano testibus ad hec vocatis, et rogatis. Gorara ipiibus
-56 nos Fr. Jacobiis Abbas Moiiaslerii Snudi Beneilicti de Savignano procuralor cialiter substitutiis
a
Domini Cosmali miseratione divina
lituli
Sancte Crucis
in
hec
spe-
nrdinis Sancii Johannis
ac Vicario Generali Reverendissimi in Chrislo palris
Vicecomite,
rosolimilani
Domino Antonio do Balregia
Nobili Viro
ad
Jerusalem
Presbiteri
et
Je-
Domini
Cardinalis
Bmioniensis Sancte Ravennatis Ecclesie legiptimi adminislratoris, ut de substitutione nostra
manu Thomay
constai
Ravennatis Ecclesie
Notarii, vice eliam et
libi
et recipienti prò te,
Paulo
tuisiiue
filio
fdiis
petiam terre circa sex labularum
nomine
dicti
Domini Adminislratoris
ci nepolibus eie. clc.,jure empbileolico
cum uno medato super
vignani
,
in
de Savignano
:
item
Notarius eie.
,
el lai.
Zuccus
eie.
eie.
,
a
concedimus unam
in
lai. via,
curia
Savignani
secundo Mucius Campanus,
unam domum posilam
capella Sancte Marie, in fundo pelrefisse,
Johannes Spighili
posilam
eo,
Comitatus Arimini in burgo Castri veteris a primo latore via a lerlio heredes Cicoli Muzolini
Sancte
Vexii Znnotli de Savignano comitalus Arimini presenti,
lai.
in
Castro
heredes Pelrizelle,
Thomajus quondam Ser Francisci de Cesena
Salai.
eie.
INOTIZIE
ANEDDOTE DELLA PUDIA ETÀ m BARTOLOmiVIEO BORGHESI
.A.C3-C3-IXJJSrTE2
© jmote;
AL DISCORSO LETTO
DAL PKOFESSOR FRANCESCO KOCCHI nella
prima
dum
Adunanza
DELLE DEPUTAZIONI STORICHE DELL' EMILL\
La
Solennità, nella quale fu recitato
discorso degli Sludi
il
diplomatici del Borghesi, m' imponeva
la
di fui costretto a toccare le cose per
sommi
molti particolari
,
maggior capi
brevità; quin-
tralasciando
,
che mi sembrano dover riuscire pure
poca importanza nella biografia
un uomo
di
,
non
di
giovanezza
la cui
fu cosi straordinaria di operosità, di dottrina, di criterio e di
buon
gusto. Egli
mi sono
che
perciò
è
risoluto di sporli in
queste Aggiunte e Note, confidando di far cosa grata miratori di questo
(1) Archivi
sì
grande
deUe provincic dell'Emilia
precoce ingegno
e si
p.
(2)
.31.
Ivi
30.
p.
(4) Degli studi del Borghesi, nell'ArcIi. Stur. T. Xll. P.
II.
am-
agli
italiano.
(3)
Ivi
p.
34.
p. 98 e 99 noia (1).
(5) Veggasi al N. 82.
(6) Nacqui in Saviijiuinn (agli
11
di
Luglio del
1781) da Caterina Conti
Borghesi non nìtimn fra numismatici del suo tempo, che scenza delle antiche medaglie, scrive dell'
il
Borghesi
al
fin
conte
e
da Pietro
da I/ambino mi educò alla conoGio.
Boverella
in
una
lettera
8 ottobre 1832 pubblicata dal Miiller nello Biografie autografe d'illustri Italiani: ed
un'altra
al
Savignano
,
canonico Bandini nel 14 febbraio 1794, che dice di essere già alla testa del gabinetto
ne faceva, diecianni innanzi
,
infantile trattenimento
,
si
,
conserva nell'arch.
e farne
quando
ivi
dell'
accad.
erudita applicazione fu
,
in di
come
veduto dal Lanzi giito-
cnndo sul pavimento. Neil' Archivio medesimo sono altre due lettere del Borghesi allo stesso
— eh. Bibliotecario (iella
nel 21
parla di mia iscrizione fatta ristampare
gli
Amadiizzi che avrebbe mandata colla dissertazione sulla moneta
fossero cose di niun pregio della quale iscrizione da
biblioteca
Riniini
ili
non valendo la spesa della posta
,
ed
,
composta nel 1792 un esemplare
lui
insieme colla lettera
oiid' egli
,
cederebbe che in permuta di una consolare
non ceder mai medaglie a contanti
;
Eraclio
d'
slampa
si
se
,
non
mi occasione:
aspettando
a
l'altra
,
pei fune-
Ini
conserva nella
medaglia
non
suo medagliere,
del
uniformandosi ai sentimenti del genitore, di
,
preferendo
e
da
aprile ne faceva presente al car-
1
il
dinal Garampi. Nella seconda dice, che chiestagli una la
U giugno
Laurenziana, scrilto l'anno precedente, l'nna nel
settembre. Nella prima
rali dell'
—
tìO
serie
la
consolare
imperiale e a qua-
all'
lunque altra. (7) Nel patrio
in
1702
a'
Ferrai'a
26
novembre scriveva
di
Se vorrà Ella continuare meco
:
specialmente antica,
verbo invidia
alisit
de'
Altra amicizia numismatica
Serravalle, cui pregola di recare il
prima che
e
mancanza
di poter supplire alla spiri
mandare
arino di poterle
l'
,
del ce-
miei studi colla stampa di una mia disserlazioncella su di una medaglia impe-
riale ravignana.
genitore,
aperto carteggio in materia numismatica
l'
mi lusingo
,
Guido Zanetti,
lebre abb. Bellini e del buon
un saggio
dottor Cesare Cittadella custode del Museo
al
quale
mi hn ceduto
i
ho
miei saluti
lutto
;
riverendola distintamente per parte del mio
e
carteggio
il
incontrata costì col sig. dottor Lodovico
io
numismatico
passo
,
con tutta
la
stima a
dichiararmi. Veggasi nella nota seguente le lettere al cav. Spreti. (8) Di questo puerile lavoro del
tempo. Veggansi p.
127
e segg.
E. Borghesi
)
Memorie per servire
le
).
Borghesi con assai lode parlarono
ne scrive
alla
Cavedoni (Cenui autentici intorno
eh.
Il
Storia letteraria e civile
:
Fornito come era
d'
ingegno singolare
fanzia dal padre suo Pietro negli studi delle buone lettere, tica,
macie nova virtute puer,sicitur ad astra. Ed nell'Arch. Slor. T. XII. P. scritti
,
che per
II.
p.
95
)
il
(
e agli
sludi del conte
ed ammaestralo sin dall' in-
,
segnatamente
e
poi che
Cesena /793 )
nella
aggiunge che
in
ipiel
primo
corso di ben settanta anni mise alle stampe
il
non poco interessanti riusciranno
le
il
vasto
sl.uili
l'
applauso:
Borghesi
lunga
nella
sono presso
Santolo
il
Amat.mn
della numismatica.
Egli è stato veramente un disordine,
acre riprensione di negligenza ricevere da
tutti
spiritual parentela
però
,
,
doveva
mentre desiderando
prevenirla.
io io
di
— Sig.
potrebbe essere
Lei gli auguri di felicità nelle
accompagnati da un cestino di dolci, quando per
scuse
e
Spero
i
Stimo
medesimo tempo
seguenti lettere, che a quesio
gentilissimo nepote dell' illustre patrizio ravignano.
—
serie degli
è manifesto lui avere nella
campo
piccolo Bartolino indirizzava al suo padrino di cresima cav. Camillo Spreti,
nali
numisma-
del
che gli meritò
,
De- Rossi, (Degli
cav.
sua viril fanciullezza già tutto alacremente percorso
e
vita
potè dare alla luce luttor fanciulletto di undici anni una dotta e giudiziosa dissertazione
su una medaglia ravignana dell' imperatore Eraclio
il
alla
giornali di quel
i
(Venezia 1793. N. XVI
i
cui origi-
Cav. Pro.ne
per
me
un
presenti S. Feste
capi, e segnatamente per quello di le
mie
una mia
dis-
che sarà Ella per ammettere
accompagnare i annunzio con un esemplare
d'
—
—
61
sertazioncella numismatica su di nna antica medaglia di codesta zecca
precedenti
le feste
rendissimo
sig.
è
uscita dai torchi di Cesena
Card. Legato, per quante premure siano slate da
copia non ne ho potuto ritrarre ardisco
non parendomi bene, né che
Lui non piaccia.— La
poche copie che
le
prima
altri
scatoletta, che trovai
di lui
trasmettermi
le
dell' esposto
non saprà prima
se
gì' indirizzai
e Revelegatore
al
due giorni avanti
le
riceva, né che si pubblichi cosa che a
la
annessa al restino, del quale moltissimo la ringrazio
ed (dia cui venuta assieme colle sorelline abbiamo fatto festa se favorirà Ella di
Eminentimmo
me avanzate
pregandola a non pubblicarla
,
essere stale gradite dal sig. Cardinale feste,
che nei giorni ultimi
,
che degna sia di presentarle. In testimonianza
,
avanzarlene nna mal legata
di
dedicala a codesto
,
è già partita
,
per
suo destino
il
:
.
e
medaglie, delle quali fa motto nella pr-egiatimma sua, m'impe-
gno di presto servirla, avendo già acquisito cognizione che basta a conoscere qualunque medaglia, ed avendo anche migliore vista del
Padre; per di cui parte umiliandole i più rispettosi ossequi,
sig.
—
passo con affettuosa devozione a confermarmi.
Pro.ne Col.mo,
mia
mi
lodi,
che
accompagnandola
lettera
,
gento.
La
mi
sospettava che fosse perita
la pregiatissima
suo gradimento
il
una rara
col gradito regalo di
stimatissima sua
sua
ratamente descriverle, ed Ella da sé potrà fare non potrei far
io
Ella alle stampe nna sua opera che
una
leggerla.
E
Antonino Pio,
glia egizia di
me
fattatene,
dir
per
la
vivi ringraziamenti.
Sono amai
mente a
trasmessemi
il
quale
tale effetto
mi
disse che
—
Mi
Une aulre opinion
le
i
Non mancherò
se
le
Ar-
di
darmi
di sepa-
no in serie,
o
,
eh' abbia
contento di
il
miei genitori con desiderio di ob-
=
Savignano 4 marzo 1793.
da
contesto
che mi darò
5/^. cav.
lei il
mi
é stata accordata alla semplice
mio gradimento, assieme
co'
miei più
altre sue medaglie ultima-
pensiero di spingerle costà pel noto messo
il
a
de' suoi riveritissimi
—
manchino
Sento poi con piacere
al termine della descrizione delle ,
Anche
grazie.
onorificentissimu
corre obbligo di accusarle la ricevuta della meda-
riprendere
comandi
,
strada.
codesta
E
pregandola
previi gli ossequi del sig.
Padre
Savignano 23 aprite 1793.
a (He emise par M. de Saulcy dans son Essai de Classification
des suites mmétaires byzantines p. 68. Suivanl le
—
generosamente quale
passo con tutta la stima a confermarmi
pour former
ambidue
non avrebbe tardato molto
della contitmazione dell'onore
(9)
di
dichiararmi
stima a
Pro.ne Col.mo e Santolo amatissimo.
istanza da
nome
distintamente riverendola a
bedirla passo con affettuosa
ultima con cui
scatoletta, nella quale ho
tempo ardisco pregarla
suo
a
confronto
il
sott' occhio.
ho
le
l'
corrente
una
con
rinvenuto una decina di medaglie in argento, e 27 altre in bronzo.
la quttl cosa
2
ricca medaglia Malagitana in
e
è giunta quesl' oggi assieme con
che non
Sia. Cav.
col noto opuscolo, su del quale per sua bontà
poi contestato
ìin
io
1792.^
m' impongono di rendertene distintissime
obbligo
Eminmtissimo Mecenate mi
Sarignano 27 decembre
Quando
V antecedente mia
assicura di aver ricevuta
sue
—
mi gitmge
direttale mesi sono, all' improvviso
diffondete l'
e Santolo Affezionalissimo.
nionogramme doni
il
s'agit,
ce savant, les
deux
seraient les iniliales
reurs 'H^azie.»; et kmvitkvtTvo-:, représentés sur
le
droit
de
la
des
lettres
H, K,
réunies
noms des deux empe-
monnaie. Cette explication
— mais
est incéiiieiisc;
commc
n,
elle
mots grecs dans une legende sulla
Voi.
ediz.
Ihinliiiii,
I'.
l'
irinlroduire des
iiicniivéiiieiit
Nola
alla
dissertazione
parigina delle opere
del
sommo
Cavedo.m,
C.
latine.
medaglia ravignana nella
du
celle
—
G-2
Borghesi
del
italiano archeologoi
p. 20.
I.
(10) Vedi Nardi, Compili p. i51.
somma annua che
(il) La e
il
dini
numero
delle medaglie, a
dell' 11
feldiraio
(12) Nel 1829
padre suo imiuegava
il
cui
1'
2
maggio
di
avea allora ridotto, risulta
il
Borghesi scriveva
spese e cure di quasi un secolo per raccogliere »
serie più complete sono quelle delle
»
imperatori e segnatamente
»
Vienna,
Borghesi
la
Stor.
monete
il
lironzo
XII.
T.
P.
li
II.
scrizione che d'esso medagliere fu data dal
ch'erano
Betti
al
medaglie pontificie,
scritta
Borghesi
il
Lahus
al
il
stesso
101
p.
Lahus
il
Veggnsi
nella lettera dedicatoria
Lahus dopo avergli
dovizia molto si valse nella sua stimatissima
E
lìnvenna
sue osservazioni
fra
,
le
42
dell' ediz.
di
1838
nostro segretario dottor Frati,
ma
a Bologna,
studi del
accurata
premessa
de-
alla disser-
diM. Arrio Secondo. in
una sua
lui usavasi
seco
erano sconosciute
,
ancora con dolore Di
perocché alla
,
e
che gli furono
/'
Ancontano
questa
di
perdita vedi ciò
moneta ravignana dell'imperatore Eraclio
gli
al
dice:
Giuseppe Maffeo Schiassi, ora appo
sig.
E
se
mai
conserva
intero
1"
egregio
le fosse ignota le giovi la notizia che
è stato altrimenti squagliato a codesta
si
nummaria sua
di quella
Cesena, 25 della parigina.
(15) In una del 9 luglio
Museo Zanetti non
come
diplomatici.
i
ch'egli tocca anche nella sua dissertazione su la a p.
che
gli
ricordo
quali
moneta della cui esistenza dubitavano
,
e di
identiche parole
detto,
ben fu fatale al mio museo la liberalità
le
di Parigi
Guido Zanetti intimo amico di suo padre
opera
sua morte andò perduta una ventina di monete che
mandate per
mie
4 luglio 1817.
(14) Nella precitata lettera al
soggiunge.'
che colle
le
degli
più
la
«
romana
la
paragone de' Musei
nota 1).
presso
testifica
state impiegate
vince di gran lunga. (De-Rossi degli
tazione borghesiana: Della genie Arria romana e di un nuovo denaro
(13) Ciò
Can. Ban-
lettera al
suo medagliere, e soggiungeva
e delle
consolare, che non teme
che nella parte del
e
nell' .\rch.
del proprio medagliere
dalla
nella nota 6.
179-i, citata
il
aumento
nel!'
Zecca
come ho sempre
,
ii
inteso dire
nella Biblioteca Amlirosiana di Milano, siccome ho ora
imparato da un ultima lettera del San Quietino. (IG)
lodalo
//
nnmmografo
(
Bartolommeo Borghesi) ebbe qualche lume
viva voce e dagli scritti del padre suo Pietro Borghesi
sando di questa anch' egli
(
Germania e scrisse
il
padre
e di
un
vita )
nel
Marzo
del
continuamente
Francia
trattato dei
,
1794 d'anni richiesto
del
che
73,
suo
ebbe molta parte nelV opera
nummi
,
lo
in
parere
lasciava
e
sussidio dalla
in tenera età
,
pas-
Savignano sua patria. Veniva dai
del Zanetti
,
dotti
sopra
di
tutta Italia di
Monete
le
d' Italia
.
antichi unciali, facendone dono all' amico e protettor suo card.
Fr. Saverio Zelada, modesto com' era ed alieno dal prodursi colle slampe.
«
Vedendo poi
es-
—
—
(;ó
xere in nllora ìe mediifjUc consnìari nnn
tiri
tiitin
non
ilìuxlriirle
(i
baKtnnlc riarhinratc
ove combattute ottimamente
ed
spiegazioni,
accrebbe
ad
diede
si
,
contrarie
le
d'assai
opinioni
bene interpretate
sicure
il
merito di avere additato pel primo
ima lunga lettera,
blica in siti
di
ipial fosse
egli scrisse addì
eli'
fi
indagini
portò di molte nuove.
erano avute dal Tesoro Morelliano „
si
(Montanari. Elogio di Pietro Borghesi nel Giorn. Aread. T. deve
XIJV
grnnaro del 1787
XYII.
consolari
con
egli si rese
d'argento consolari trovate
si
studi di Gaetano .Marini
,
nel
un
di
1756
merito
il
il
dello
ripostimi sui
in
giovò più volte
si
eziandio
elibe
vie più benemerito
descrizione
Romagna
in
freddo verso Sogliano, delle quali che Pietro Borghesi
Ma
Oss. I).
accurata
l'
figlio
a dieci que-
la sua edizione
studio delle medaglie
di circa seimila medaglie
confini del territorio di
AV
nelle Decadi.
auge di sapere
primi
i
di celebrità
e
Ronco-
vuoisi lacere
singolare d' incoraggiare e favorire
che poscia venuto in tanto
lui si
Repub-
della
in risposta
,
A
324-337)
p.
,
ViUorialo
priinilivo
il
numismatici propostigli dal dottor Targa di Verona, ben conosciuto per Celso (Borghesi Bec.
nttrf
,
ne gerisse un grosso volume in foglio,
e
con
cognizioni che
le
alcune sconosciute
,
grato e
,
riconoscente altrettanto adoperò a riguardo del ineritissimo jigliuolo del suo fautore, Bartolo-
meo Borghesi, (v. Coppi, Notizie di
Ripostigli p. 2 e 3 e quivi
Avendo perduto
(17)
il
(
ma
,
soppresso quel convitto dovetti andare a compierli
Lelt. del Borghesi
Mùller). Entrò al collegio di Ravenna
18
il
quello di Bologna. Di queste
a
Ragguaglio
,
anni fui mandato agli studi nel collegio di Ra-
di dodici
Biagioli
neir altro di S. Luigi di Bologna
1798 passò
Gavedoni
iidt.
padre
il
venna, ove ebbi a maestro
Gaetano Marini p. 12.)
di mons.
nelle
di ottobre del
Biografie autografe pubb. dal 1T9-Ì, e verso
pai'linilarilà
riiiniile
e
,
il
4
acceiuiare nelle note seguenti sono debitore a mio cognato Guglielmo Berlozzi
un
trasse da
L'amore
dell' antichità,
contemporanea, come prova l'associazione
mente notata
inlìu
mano
politici, a le
a
mano che
si
,
il
quale
le
,
logli
non di
lo
e
rendeva
Bologna e
anno Ì7W).
seguenti
—
men di
l'acquisto di
curante della storia
Venezia,
ivi
medesima-
Guriosissinia riuscirebbe
nelle quali soleva venir l'aceuilo
me-
la
rac-
degli avvenimenti
la rivista
succedevano, collegaudoli colle loro cagioni, e prenunciandone
sequele. Cosi pure sarebbe desiderabile che dalla gratitudine de' Sammarinesi fosse messo
in luce
quanto
egli valesse in
opera
di
diplomazia, di
blica, essendo egli stntu per lunghi anni gli
ai
dal pi-iucipio dello slesso
colta delle sue lettere famigliari
avrò ad
Casa Borghesi.
libro di spese di
(18) Nel citato libro di spese è notato all'anno 1796 daglie antiche e moderne.
novembre
di
altre che
di
affari
si
civil
gran parte,
e
reggimento,
di
per così dire
la
mente
di
lulti
interni ed esterni di quella repubblica.
(19) Ciò consta dal testamento stesso del Borghesi, fatto e scritto da zo del
economia pub-
1859,
e
consegnato negli
alti
del
notare Sanmiarinese Giuliano Belluzzi
successivo ottobre. Del quale mi piace qui riferire noscritti e
i
libri
di
lui,
pensando
che
lui
gradirà
la
parie
che riguarda
a
molli
di
conoscere
il
il
19 mar-
29
il
unisco
,
com'egli
i
del
maabbia
— disposto di
Premuroso che
preziosi tesori. Aiiir. IH.
si
—
d'i
ha costato alla famiglia un secolo di cure e di- spese di persona
che non ne conosca
,
moderne
tanto antiche quanto
,
pregio
il
qui che nella mia casa di Savignano e
pure
cosi
miei
de'
libri
dopo
,
,
pei' essere
,
non che de miei
,
restituiti
coni
,
è
il
qualf
raccolto, non capiti in
mano
un legato di
istituisco
scritti
di dovere
schede
,
,
carteggio
statimi da altri, che lascio al mio pronipote Bartoloni.meo, figlio del conte
che
condizione
coli' espressa
si
applichi
della numismatica,
sludi
agli
Quindi per essere ammesso al conseguimento del predetto legato
un
giore dovrà premettere
esperimento
faccia ad
in
scienza, o ad un istituto archeologico,
saggio della sua sufficienza in questa disciplina
Intanto
medaglie.
conoscenza delle antiche
mia
testamentari prenderanno a carico della
per conservare,
dopo
,
l
clterario,
Giacomo Manzoni, specialmente latina.
mag-
all' età
universitario
un puìMico gabinetto,
mia morte
la
gì' infrascritti
di
questa
in cui dar
la conservazione
miei esecutori
che crederanno opportune
eredità tutte le misure
nell'intervallo
e assicurare
monete
riportarne un documento di idoneità nella
e
,
e
vi saranno pre-
giunto che sia
un professore
direttore di
al
o
medaglie
non pochi che
i
,
tutte le
,
che mi trovi possedere tanto
ijualunque altra antichità
di
e
mio musco niimismalico
il
contemplati
oggetti
degli
nel
presente legato facendo trasportare nella stanza del .Museo, o in altra stanza della mia casa,
che credessero più opportuna, tanto
museo
il
rarie ecc. che si trovassero qua e là disperse
medesima
e dello scrigno
in
,
fu meco praticato mentre
quanto
stesso
e ritirando presso
,
collegio,
di sé le chiavi della stanza
testamentari potranno som-
detti miei esecutori
i
ministrare al citato mio pronipote Bartolommeo,
miei libri, carte lette-
Sull' esempio per altro di ciò che
cui sono riposte le medaglie.
stetti in
altri
gli
prima pure
della sua età magg'iore o mentre
troverassi agli sludi, l'uso delle medaglie duplicate che
sono negli scrignetti della stessa ca-
mera
,
del museo, e
uso egualmente dei libri elementari
l'
—
scienza nummaria.
cordato Bartolomeo
,
non
,
se
o
sua sufficienza negli
Luigi Manzoni
Art. IV. In caso poi
•
colle condizioni
non adempisse, in
patria.
Riguardo
non sortissero
poi alle
effetto
,
comando
capitalizzato ed amministrato per cura e della
Comunità di Savignano.
Il
e e
monete
giustificasse
adesso per
che
i
o
,
i
predetti mici libri
Comunale Simpemenica di Savignano
tuia
voglio eh' egli sia venduto
i
,
e
che
prodotto sia
il
dei Magistrali della Repubblica di S. Marino,
comune
frutto, secondo
il
reddito, che se ne trarrà, sarà impiegalo
quali giovani saranno scelti dai consigli
,
se anch' egli
anche gli anzidetti legati del mio Museo
se
o
di Savignano
di lui fratello
car-
voglio,
musica
più
il
la
,
e
pel mantenimento di uno di belle arti
allora
come sopra,
,
primo Legatario. Le quali
imposte al
nella
di rinunziii jjer parte del ri-
o
iò anni non
alla Biblioteca
medaglie,
allora
,
di
gli sostituisco
caso dispongo
tal
teggi, schede e manoscrilti ricadano
premorienza
di
all' età
numismatici
studi
sempre
accettasse, o
anche giunto
onde possa venirsi iniziando
giovani allo studio di lettere
,
di
o
scienze
,
non
però
di
comunali di S. .Marino e
alternalivamente se uno solo, o separatamente se più, preferendo però sempre
discendenti delle mie sorelle Silvia e Giulia
(20) Nel quadriennio in cui
l'u
alunno
,
quando ve ne siano nel rispettivo del
Collegio
di
Ravenna usò
di
territorio.
passare a
— casii
liMiipd
il
Lugo, nell'ottobre
a
Ne
(21)
mandolino
com'
ma
verso
liii
18
il
ottobre. Nel
di
8 agosto, ritornandovi
1'
slesso Ravenna,
dolcezze dell'armonie; talché non
lui
a
vincere
suonando
natura non
la
specialmente
lìoleva tollerare
cordialissimo, che In legava
affetlo
sua insti-
la
pure cavallei-izza, ballo, musica,
studio mal bastasse in
lo
il
settembre
nel
disposta
stridore,
lo
degno suo ami-
al
Giulio Perticari, Io attirò subito in sul principio di giugno a Pesaro (dal lihro
conte
co
incirca
libro di spese).
appresovi
chiamava, del violino. L'
lo
ei
(Dal
a Civitella.
quantunque
,
gustare le
a
all'
usci all'entrante di Maggio del 1800, avendovi non solo compila
tuzione lelleraria e filosofica, il
luglio
noveudire. In iiueslo mezzo tempo rivide nell'agosto
di
fu
mezzo
da
vnc:)ii7,e
sua dimora in nuoslo di Bologna se ne assentò
aniKi di
]irinio
7
(ifilli!
—
()5
L'anno volgeva grave
vicende
guerresche,
conseguenti
permutazioni
negli ordini politici. A' 17 di luglio le vittoriose armi francesi rioccuparono
Savignano, e
di spese).
vi
ristabilirono
la
repubblica.
di
22
11
chiamalo
fu
Municipalità: nel qual carico risedette fino
gezione degli austriaci rientrarono egli
i
,
quali
i
Spreti.
si
non trascurando
—
ritirò
nella
que' viaggi
in
Veiicr.mo sig. cav. Pro.ne
mi sono dato
Bartolommeo
8 di agosto, in
all'
clic
una settimana
che
tennero
lo
giovinetto
il
di
capo
in
,
a far parte della
paese ricadde in sog-
il
tutte le
premure
là
e Santolo
di ricercare fra
Amat.mo:
—
recò
si
a
si
allontanò {libro di
Io ho scelto
l'altro parimenti
il
miei duplirati quelli che mancando alla di
i
non comune denaro della G. Aquilia colla
non obvio delle G. Elia
snidalo che tiene per le briglie la biga
il
e quello in ultimo della G. Acilia
,
chino alla sua collezione
mio compenso
—
,
onde
,
a
io
resta
che
il
sentire
Kreutzer
,
Fano, quali
il
privarsene, io
le
una moneta
Ella
s'
mi sembrano non trovarsi nella
di Lei serie
m,onete di quel regno.
—
i
medaglie m/m-
appaga
si
sotto
di questo
—
Danimarca. Se ad Ella
al re di
,
per la seconda
e
abbiano
a
di mistura,
una
signore di Pesaro io
le
di
.
k
darò una mone-
mancare nella di Lei serie,
Se mai Le capiUisse alla mano un mezzo crocione dell'impera-
tore presente io la prego a ritenerlo per
procurerò di soddhfarla.
ha
modo che mi sarà pos-
di Giovanni Sforza
tuccia d'argento parimenti di Danimarca, onde non le
tutte queste
prima due monete
potrei offrire per la
altra di Montalto, insieme con
l'
che
e
che io portai meco ad oggetto di scoprirne la zecca, appartiene a
Friburgo di Brisgovia, come l'altra moneta di rame spetta
non dispiace
Giove
di
perché altrimenti procurerò di servirla nel miglior
// sei
della G. Licinia col
quello
mi ricordo, sembrami che
me non
da Augusto
G. Acilia colla testa d' elefante sotto
quadriga
colla
,
mio soggiorno
Sicilia sollevala
de' cervi,
biga
destriero, quello della
piedi dei cavalli uno scudo. Se bene
sibile.
colla
scriveva allo
restituitomi in patria
Appena
Lei serie sieno bastanti a compensarla della medaglia pontifìria favoritami al costi.
vi
Lugo
20 settembre
prediletti suoi sludi. A'
i
:
Gualdo:
di
villa
di
quale
alla
francesi (Alt. Coni, di Sot^'^/mm). Per que' movimenti di truppe
da casa: e da prima
xpe-ie),
non
e
me
,
che io o i danaro
Dalle notizie che noi
cambiato padrone. Noi tuttavia
d
regqiamn
a
qui
nome
abbiamo
,
o col si
mezzo di un cambio,
rileva, che
della repubblica
,
Ravenna ha
sebbene sembri
che
,
9
— preparate
—
pagnotte per non so quanti tedeschi: ed è certo che
le
vicinando alle porte di Cesena. Ella farà grazia di presentare
varono
gli
si'condo riale
auslriaci
Reggenza residente
cembre
comune,
Ravenna
in
che
con
1800,
del
dicembre. Poco stante
di
dagli atti del
risulta
clic
7
il
vista
in
cui per
la
come
la
che qui avea fatta alto era per continuare
un aiutante del prefato Generale
noi
a
fatto
il
,
—
il
comparire nuovamente fra noi
allo stesso
le vittoriose
Replicassimo
di altri consimili generi di bisottcria.
l'obbligo
più grande alla Gran Nazione,
il
che
dono
alle dell'
di
dell'animo nostro, ed
esempio di tutte
l'
regalo di cui trattava cento scudi
,
e
me dono non
il
un presente
insinuazioni di professar
lui
indipendenza di cui
sentimento di rispetto,
comuni per
altre
che
ci
,
cui era passato
comprendendo
non essere
vedessimo nella necessità
Spagna
di cento pezzi duri di
di
e/fetlivi,
ci
aveva ri-
c'inspirava
ma
Borgliesi
,
dottor Francesco Neri
confermano
insieme
cvn
noi
,
fatto
,
ed adducen,
egli disposto a partire senza
fargli
il
dono
d'
un
e il
carneo valutato
ch'egli ricusò per qualche tempo co,
ma
che finalmente accettò.
cittadini Matteo Montesi,
i
dottor Stefano Barberini,
il
particolare
in
aggiunse tanti eccitamenti
,
corrispondente al soggetto, cui doveva presentarsi
consegna e rispettiva accettazione erano presenti
tale
zioni
le
che ben noi
con tanta efficacia,
meo
ci cor-
antichi, di scattolc d'oro
merito di cui sapevamo esser egli fornito. Insistè l'aiutante ne' suoi consigli
doci
A
pel
esortò a fare
ci
,
carnei
o
presentò
giubilo che risentivamo
e del
,
si
dovere che
il
nostre forze non corrispondendo alla volontà eravamo necessitati a pregarlo a gradire
le
la sincerità il
La mattina
:
volontieri n avressimo dato qualunque contrassegno al Generale;
che
messi in possesso:
gemme
a
dagli ordini del Gen. Baullel
mettendoci in vista
armi francesi di
,
attenne, di assentarsi
sua marcia alla volta di Rimino,
quale
Generate di qualclie pittura rara,
si
si
sua singolarità ne piace di
la
truppa dipendente la
23 de-
adorno gli
delle quali va
1801. i6 Febbraio
reva di dare al medesimo un attestato della nostra riconoscenza al
regia impe-
prudenza fosse poi quello
di
che per
è registrato negli atti comunitativi.
3 del mese cadente, nel mentre che
dei
prerogative
Borghesi quasi sempre
il
,
dal paese in certe congiunture, n' è prova
riportare così
vanno av-
patrio consiglio,
al
e segnatamente da lettera della
ottime
dell'
stale
miei complimenti ecc. Arri-
i
Borghesi fu eletto
Che buon consiglio
museo
sicurezza del pro[irio
il
siano
gì' insorgenti si
regio magistrato di Savignano, in data del
al
concede la sanatoria dell' età minorile.
Rimini
fjiaeehè si è sparsa voee che a
breve dohhiamn mihire In steam sorte,
in
ce
i
Casalini Presidente. Gori
Firmai.
surriferito.
Bartolom-
quali colle loro sottoscri-
Agente Municipale. M. Montesi. D. Borghesi. F. Neri. S. Barberini. (22) La fortuna del Bonaparte avea ridesto in Italia della
pace, quando
proprio
nome
si
il
Borghesi die opera ad ordinare
appella Uuliiconia
febbraio 1801, convocò le
persone colte
Lorenzo
e
Vallicelli,
i
egli
in
Simpemenia
il
nome
della libertà e la speranza
l'accademia
de' Filopalridi.
A
Savignanese, che con tal
fine
giovani studiosi del paese, de' quali è bello nominare
Eduardo
la
sera del 10
sua casa, nella presenza del presidente della municipalità,
Bignardi
,
Girolamo
Amati,
Luigi
Giacomo Turchi,
Nardi, Giulio Perlicari
— Tommaso
Poggi. Espose
Ai 27, statuite le leggi,
loro
venne all'elezione
si
chiamato presidente del primo semestre
La sera
segretario.
venerdì santo
del
sacra alla passione del Uedentorc
(
,
—
programma
proprio
il
07
al
Borgliesi
3 maggio)
gionerà ex-proposito l'esimio mio amico e collega a
dare l'indice de' poetici suoi cumpoiuinenli
sig.
peratore
de' Francesi
aggiunte
'
con
,
l'
per
])ubblicazione
la
,
Perticari
fu
iiflizio
[lerpetiio
di
e
prima pubblica adunanza,
la
letteratin-a
in
e
Carducci,
prò!'.
de' (piali
delle
poscia accennerò
;
adesidiif.
il
poesia
in
compilala
volgare ra-
mi limiterò
onrl' io
registrerò da prima
gli editi
di
cliia-
l'Im-
S. M.
opere borghesiane, e notando con gì' inediti recitati
da
alla
lui
(pii
com-
,
dall' altro
Dejardins segretario della Commissione in servizio
emendazioni
le
tenne
si
comiinc
la
conimesso
fu
in questa parte la Liste bibliograjihique,
piendo e rettificando rissimo mio collega
otteiiiio
accademici,
nella quale questi recitò una molto applaudita canzone.
;
giovanetto Bartolommeo anche
Dell' eccellenza del
clic
,
Je' magistrati
sua
»
le
acca-
demia.
POESIE EDITE
»
W
1787.
padre Ermenegildo Pandolfi del-
Congregazione del
la
del collegio di
B. Pietro da Pisa,
predicatore in Savignano
lui
— Tetraslico
in
Borghesi, nella Raccolta di
di Bartolino
Componimenti
ad
esso
sacro
zia
Oratore
dei
da alcuni primari cittadini Savi-
offerti
te
1789. Al canonico Ottavio de' march. Albidi
no.
—
Porli
predicatore in
,
consacrale al merito di
,
si
cordiale amicinell'
accademia il
seguen-
descrive
la figura
offre
di
Sa-
di
di
Pe-
saro
molta aspettazione, e
buon' indole scuola
di
Angelo
S.
fornito
già
,
savignanese,
partenza ridotta
al nulla,
Liliertà,
sulle
medaglie romane
(piale
effigiata
vede
si
dell' allo
,
secolo
Otto-
Rimino, per l'AI-
altri.
le
nozze Della Torre-Rasponi.
Rimino, pel Marsoner. accademica
Reci-
del
17
maggio.
canonico dell'insigne collegiala
soggetto
della
tato nella tornala
predicatore in Savignano. So-
vignano, abbate
della
6 deccrabre 1790,
Sonetto.
Sestino cap-
1790. Al Nobile giovanetto Giulio Perticari
,
tema proposto
Sonetto, in cui
1803. Per
netto. Cesena, Biasini.
di
di
berlini. )>
1790. Al padre Gaetano da
puccino
non più condiscepolo
stima e
ne, Nerva, ed
lui.
Cesena, pel Biasini. »
e
,
Bart. Borghesi di
degl' imperatori Claudio, Galba
Savigna-
Tetraslico di Bartolino Borghesi,
Rime
nelle
sul
di
,
'
gnanesi.
cini
coetaneo
segno
Fano
per
»
1804. Per
»
1804.
di.
Sala-Caleffi,
Ode.
Per
le
nozze
Montanari -Poletti,
Recitato
nella
tornata
accademica
del 2 ottobre.
lui
ora ornamento
nozze
Sonetto. Rimino, pel Marsoner e Gran-
principe di
le
Cesena, pel Biasini.
»
—
A
Filonda Dorico {co: Francesco Cassi)
(;8
Sonetto
Sonetto. Senza nota di luotro e d' anno.
_
nota
Senza
Sonetto.
Allo stesso.
di
luogo e d'anno. (Pesaro, pel Gueelli).
Uno
questi sonetti
di
—
Senza
netto.
nota
»
1810. Per
l'u
marzo \80A.
»
1810. A Giunone Lucina, per
luocro
di
e
danza
d'anno
cia.
(Pesaro, pel Gavelli). Altra raccolta in
n.
lode della compagnia Fabbrichesi, edi-
pure
ta la
in
data del 1804.
Sonetto
jS'oliili
degli
varianti
nel
editori
per
cui
dedicava.
si
primo
»
pel
180C. Per
le
Lucrezia Ercolani
D.
come
Gavelli). Recitato
luglio
5)
j)
1806.
per
le
Nozze
di
di
»
a
Costanza
dipartimento
,
come sopra
ai
1812.
A
Sonetto,
Ros-
sotto
accademico
di
Giulio Perlicari da
sua
30 sellem-
Rubicone
del
nome
Marsoner e Grandi.
di P.
Papinio Stazio, vol-
12 7
Marsoner seti.,
11
e Grandi. Recitato ott.
1806,
ai
30
nov. 1807.
1808. L'adozione
n.
33.
dell'
Il
del
»
1830
1814. Per netto.
Principe
Viceré.
Isvoglialo
Rimino
,
pel
medesimo Sonell'
ultimo
verso del primo terzetto fu ristampato
ni predicatore a
ai
novella
Ode. Giornale
Monti.
colombario.
nel
e
14
D. Angelo Ancarani, predicatore
mino,
ntl.
n. 24.
12 novembre.
Pesaro colla
garizzalo in altrcllanli versi sciolti. Ri-
e. s.
pel
ai
netto con piccola variante
pel
,
nella matrice di S. Martino in Rimino.
quia ex ipso vita
bre.
1807. Epitalamio
Giulio Per-
con Gost;inza Monti. Parma
1812. Per l'andata
del
e.
Margherita e
prncedit. Cani. IV. tS. Loreto, pel
Recitata
agli Dei
16 Luglio.
Inum
stodia serva cor
si.
del
1812. L' amicizia. Ode. Nel Giornale del
sposa
Barbara sorelle Montesi. Ode. Omni cu-
»
Venere, negl'Inni
a
Savignano
nozze Baldassini-Mosca. So-
Per monacazione
180(3.
del
51. 27 giugno. Recitata ai
n.
1812. Inno
ticari
13 agosto.
ai
ot-
giugno.
maggio. Recitata
12
28
Ode. Nel Redattore
Sonetto. Senza nota di luogo e d'anno.
s.
»
Roma.
Consenti,
ter-
canlrice
netto. Pesaro, pel Gavelli. Recitalo
!)
7
di
dipartimento del Rubicone
ai
Rubicone
Recit. ai
Antaldi, esimia filodrammatica pesarese.
sopra
Fran-
1811. A Giunone Sospila, pel natale
Rubicone
alla
di
tobre. »
di Lodi
alcune
gravi-
Redattore del
decembre.
6
,
la
Bodoni.
marchesa
Alla
nel
'J8
1840. Pe-
con
Gavardini-Vcnturelli.
r Imperatrice
S. M.
di
Ode. Nel
Re
Tributo
nel
accomodarlo
zetto
(Pesaro,
»
,
nozze
le
medesimo
Questo
*
valente Emilia Tosi,
alla
—
Gavelli, porta
dal
ristampalo
fu
saro, pel
»
Pesaro
He
Sonelto. Cesena, pel Riasini.
Anna Pelandi. So-
Alla celebre attrice
e
22 giugno.
ai
recitato nella
tornata accademica dell" 8 „
Imperatore
dell'
Napoleone. Pesaro, pel Gavelli. Recitato
Pesaro, pel Gavelli).
(
„
onore
in
e dedicato a D. Luigi Pellegri-
le
Savignano.
nozze Sentinelli-Chiusi. So-
Riniini, per
1'
Alberlini.
desimo sonetto con varianti
dell'
Il
me-
autore
69 rislampiilo nel
Tu
1X18 per
ie
nozze
1818.
Semprini-Moroiii. BiiiniKi, pel Marsoner
Mazznlti coii-
secralo vescovo di lividi. Sonello. Ri-
Gru lidi.
e
A Monsignor Giuseppe
mino, pel Marsoner e Grandi.
POESIE INEDITE Neil' archivio e daqli atti
)801. Per
Passione
la
recitata
3
il
N.
di
S.
aprile. di ottave.
10
luglio.
Ero e Leandro. Canzone
.
di Maria.
Ottave
1802. Pel Natale
di Cristo.
Ode.
1. aprile.
Cieli.
Ottave per
Pass, di N. S. 16 apr.
la
28 giugno.
Ossian. Sonetto.
Per
la
morte
di
Giacomo Turchi. Canzone 20
petrarchesca.
luglio.
25 agosto.
Epistola.
Egloga. 20 ottobre.
Per
la
Concezione
di
le
nozze della sorella Antonia. Ode. 23
dicembre.
14
In lode di
di N. S.
Ode. 16 gennaio.
Bartolommeo Masi. Egloga. 8
la
le.
accademica
di
iNemesiano.
La Cruscherella. Egloga. 27 decembre.
1804. Della Teogonia d'Esiodo, Versione versi sciolti. e
Passione 8 aprile.
in
6 febbraio, 30 aprile, 5
23 giugno. la
Passione
Contro
i
di JS. S.
detrattori
Egloga. 30 marzo. della poesia.
So-
Vengasi al n. 42.
luglio.
Air avvocato Giuseppe Zalamella scusan-
lutto agli studi
della
animo
diplomatica. So-
Veggasi al n. 43
Al dottor Antonio Caiani decano dei Dode-
L'Epidemia
di
30 ottobre.
Livorno. Sestine. 23 novem-
bre.
marzo.
Per
celebre improv-
Terzine sdrucciole, 27 decembre.
candri. Sonetto.
l'ebbraio.
Tema
8 decembre.
netto. 11 .agosto.
1803. Pel natale Sonetto.
romani.
dosi dal far versi per nozze, coli'
ce mbre.
Per
alla
un' Egloga
di
netto 21
Maria. Sonetto. 8 di-
ai
Immacolata Concezione. Ottave sdruccio-
Per
24 settembre.
Ditirambo.
Cesena
in
novembre. All'
le.
Sonetto pastorale. 25 maggio.
lu-
savignancse. Sonetto. 5 ottobre.
Ode. 8 gennaio.
12 febbraio.
Hoileau. 27
visatrice Teresa Bandettini
Versione
Per nozze. Sonetto.
di
25 agosto.
proposto
sdrucciole.
10 dicembre.
luglio.
Annibale che giura odio
5 settembre.
Perle. Endecasillabi. 6 ottobre.
Concezione
4
7 giugno.
Traduzione del Lulrin glio e
Alla Luna. Sonetto.
I
Favola morale.
maggio.
f 1
Simpemenia.
Idilio.
Lodi della Simpemenia. Coronale
Le
Canzone,
Mia
di
ÌN.
S. Ottave sdruccio-
L' Immacolata Concezione. Versi. 8
bre
decem-
—
70 Sonello Polifemico. 20 febbraio.
1805. L'incarnazione del Verbo. 6 gennaio.
Al Sepolcro
19 febbraio.
onore
In
di
Napoleone coronalo re
La corona rima.
!2I
d'
alloro. Coronale
A Venere.
sesia
La nube
mosca importuna. Sonetto. 23
Per
lu-
1806. Pel S. Natale. Odo
N. S. Sonetto
di
di
memoria
N
4
S.
Invito
25
aprile.
del defunto arciprete Morri.
In
31
Perticari di
7
marino.
Concezione
Immacolata
8 decembre.
degli Angeli
sopra
Gerusa-
6 geimaio.
giuocalori di Pallone. Sonello. 16
A due
febbraio.
4 settembre.
Sonello amoroso.
patria.
novembre.
lemme. Ottave.
3 giugno.
in
luglio.
1810. Discesa
Sonello amoroso.
giugno.
tornare
Piosa mystica. Sonetto.
feb-
braio.
Sonetto.
al
2 maggio.
lode del defunto dottor Caiani. Egloga. 7
807. Avvenimento galante. Sonetto.
Dio. Sonetto.
a
Al Redentore. Sonetto.
12 gennaio.
Sonetto. 10 dccembre.
All'
Sonetto. 10 gennaio.
Passione
la
Preghiera
14 febbraio.
Glori. Sonullo,
La Passione
1
8 decembre.
marzo.
A Venere. Endecasillabi. 18 novembre.
Alla
ottobre.
Per nozze. Sonello. 25 febbraio.
accademici.
glio.
A
-28
Sonetto per l'Immacolata
A Betlemme.
1809.
e le altre recitale nella sopraddetta torallri
d' Elia.
Concezione.
La batlaglia delle Piramidi. Terzine; l'uno
nata da due
luglio.
9 settembre.
Endecasillabi.
0. V. Sonello.
Alla
ginnuo.
La presa d'Alessandria. Sonetto, e
Di una
22
Per nozze. Sonetto. 9 agosto.
d'Italia. in
aprile.
16 maggio.
Ode.
Endecasillabi amorosi.
8 aprile.
15
Sonetto.
di Cristo.
All' elotpienza.
Alla B. V. addolorala. Sonetto sdrucciolo.
25 marzo.
Sonello.
Alla SS. Vergine.
L'origine de' cappelletti. Sestine burlesche
Sonello.
1815. Pel ritorno
8
di
Pio
VII.
Ode. 8 ot-
tobre.
decembre. 1808. Pel Santo Natale. Sonetto. 3 gennaio.
(23) Serbasi nell' archivio falsa
amicizia, dieti'o
palazzo il
Nardi
di
comune
(C.iiiiijìiti
la
simpenienico
quale l'autore nolo
ullima domenica
1'
150)
p.
del
una di
Diceria
Fiorenzo
di
averla recitata in
degl' Incolli
in
da un quaranraiini almeno innanzi alla fiindazion(> dell'Arcadia romana.
compariscono uno
di
ivi
le
que' cilladini
società tilodraminaliche. {Nardi, ,
alle cui
spese
il
paese
parie di (piella, nella quale primeggiarono
Violante, e piò volle pclla
si
produsse
in
i
Compili
(nel 1800)
si
p.
sopra
la
accademia duncpie, che
esisteva
,
,
adunanza accademica nel
del 1651. Un'
carnevale
dice essersi nominala
Riglielti
119).
ornò
di
Il
Savignano
infin
Né meno antiche lìorghesi che fu
slabile teatro,
fece
conti Giulio e Gordiano Perticari colla sorella
iscena, attore
secondario, che
natura snppliva però sempre colla intelligenza e
coli'
al
accuratezza.
manco
dell'arte e
—
—
71
(24) Ebbe a principp. l'arciprete Ciovanbaltisti Mancini, a segretario Pietro Borirhesi,
non nominare
3 soci de'iiaesani, per
Amaduzzi, Giovanni Turchi, monaci
dotti
lor villa le
di
del cenobio classense,
soliti
finché
rumore
il
la
Ferri, Giuseppe Antonio Aldini, e
passare buona parte dell'anno
di
sera di S. Nicolò
Perticar!
al
delle armi
17',)0
non iscacciò
accademiche esercitazioni ripeter
de' soci
vogliono
si
n.
al
muse
le
le
(
-22),
Venezia, Occhi 1849; e Raccolta
Conferma e Nuova raccolta
Opuscoli scientifici e
olla
I.
di
e.
e
rettorica l'intilola-
non però mai venne
sbigottite da
opere seguenti
afTatto
Da
ipieste province. :
Rubicone degli anti-
il
Opuscoli scientifici e fdologici T. XI, IV. 1750.
di
difesa del Parere sopra
di
i
discadde, riducendo
Vcgg. Nardi
Guastuzzi padre don Gabriele Maria monaco classense. Sopra chi.
Gian Cristolbro
specialmente del pubblico maestro
cin'a
tenne ogni anno
si
zione del Sonetto del Borghesi
ijuelle
Girolamo
Ribano. Che se poi per dipartenze e lontananze
colla sua scuola,
,
più chiari, Pasquale Amali,
i
ch'erano
sue tornate ad una sola, che per
meno
ciie
de' foraslieri
Rubicone degli
il
filologici
T.
I.
antichi. Venezia,
Occhi 1754; e
1755.
Risposta alla lettera del padre Gianangelo Serra scritta sotto
nome
di
Cesare Masini.
Pesaro, Gavelli 1755. Lettera
al
padre Calogerà. Nuova raccolta sndd. T.
Gedicone Bariodino Castaldo tera
di
I.
1755.
Ribano. (Plelrn Borghesi). Risposta alla seconda
.Amati
Pasquale.
Dissertazioni
tre
sopra
alcune lettere del Bianchi e sopra
cone. Dissertazione prima Faenza, Archi 1761. Dissertazione seconda
Né gnano
let-
Cesare Masini. Pesaro, Gavelli 1755.
di
diversa origine ebbero
dell'
Amaduzzi
,
e
le
le
lettere
note alla canzone
S. Placido,
di
Emiliane (inedile) del Ferri
in
e
Rubi-
17(53.
ivi
le
il
memorie
di
Savi-
aggiunta a quelle del
Morgagni. (25) Nel
programma per l'ordinamento
Simpemenia
della
Rubicone essere stala grave materia agli scrittori;
e
quantunque
vendicata da chiari cittadini non sia per ora contrastata
rinnovi la dotta chimera di lano Fianco,
come promette a Bellona,
lade prenderà loco,
10 anni, gloria
sii studi gentili di pace.
savignanese
e le
;
,
,
/'
dell'
non dover mancare chi altra volta
e alle arti crude di guerra succederanno, dopo
atti
accademici.)
(26) Le Leggi simpemeniche
LECES
UOBICGMAI
.
il
della pace coli' istitmione di
epoca
umanità. (Dagli
del
gloria di questo nomi"
Essere necessario provvedere chi mantenga
doversi solennizzare
quanto più degna
la
La contesa
industri opinioni del Serra, specialmente se Pal-
che intenda alle scienze, alle lettere, alle arti; onori questi paesi licita
dicevasi:
SVMPOLMENIAS
P1L0P.\TIIID.\U0M
d'
una
campo
della
una società
gloria tanto
.
più
72 scritte
in
epigrafia egli
più
latina
posto
n.}'
arcaici
,
n(d
nelle opere de' poeti
tal
prosatori
,
sermon prisco. Fin la
fine già dottato
e
dedica
la
titolo
il
PIO
e
.
Xll
.
SYMPOEMENIA
1»
SABEINIANI
AIDED
.
.
EVMENETES
DECOMA
AT
.
riportare.
(ini
MAXIMO
.
TERRARVM
.
.
LEGES AD
.
SVAS
.
.
RVRICONEM
D
.
RORICONEM .
PILOPATRIDAROM
EVMENETE LEIBANIO .
.
.
PROTOPOIMENIAI
LEIRANIOS
.
EMPVROTEROS APOROS
.
POIMENOM
PROTOPOIMEINE .
lettere nelf aTchiv.
e
l'RAEFECTO
ORRIS
.
(
alla
.
QVARTAI
PROTOPOIMEN
ENAVLiOS
.
EPOREI .
TREIPONTIOS
PAIDEVTES
.
COFLOVENTIOS
NEONVMPIOS
DOCIMASTA! VETEPvESIS
.
PERIODEVTES PALAIOTIMOS
.
.
OREITANOS STELEIOS
stampa,
Carnot e Moreau
CONSVLI
.
PUILOPATRIDARUM
.
GAMELIONOS
.
TARIILARVM
.
(
Atti
AEGYPTUCO
.
SVMMO
PACIFICATORI
.
mandarle
di
tempi
forme giuri-
IMPERATORI
.
GALLORVM
.
ITALORVM
se ARF
,
pensava
le
BONAPARTIO
.
INVICTO
.
ITALICO
-
PRIMO
.
si
iscrizioni de'
razzolandovi
decreto che mi piace di
il
FELICI
.
GERMANICO
EN
1803
Bonaparte.
dal
NEAPOLEONl
HA$
ed
senatoconsulti
grammatici
dal
di
mostrano (pianto studio avesse
e
,
mediazione de' simpemeni Clearco e Filandro
sarebbe stata accettata a
liorglicsi
il
frammenti decemvirali, ne' plebisciti,
con isperanza, che per
Era
ebbe sran parte
(piale
diche, e le reliipiie del
ne
romane, sono uno stupendo lavoro
dodici tavole, nd imitazione delle antiche
TA.MIAS
POIMENOCRAPOS
)
accnd.)
EPTANDREl
ANACLVPTES PARTENIOS TVRTAIOS
RECINIOS
.
DECOMANOS
.
LEIPAVLOS
ELMITANOS
.
EMONASTEIOS
.
COPETANOS
ALCAIOS
CORONATOS
.
DODECANDREI
QVOT
ERMIPOS
.
D(3REC0S
ECS
.
PROACON
SEQVANIOS
.
ECS
.
ECS
.
POIMENOM
.
.
.
POIMENOM
CATOICORVM
.
ELEVTEROPOIMENOM
NVMI'JIOI)
.
MiVANOS EMONASTEIOS
ELANICOS
.
LEIPAVLOS
.
PILONDAS
.
.
.
DODECANDREOM PALAIOTIMOS STELEIOS POIMENOCRAPOS ECS EPTANDREOM VERRÀ FECERONT UE LECIROVS DVODECKM TAROLAROM Ai^E MACE POLEITAS PERFECTAS EN VllRItA ECS
.
.
.
QVAl
.
PRORATAS
ACEPTAS
.
EAD
.
RONAPARTIO
.
RED
.
FIEREI
.
SONI
.
.
DE
.
.
ENDOPER.VTORl
.
Pl-^RQVE
.
PRODIER
.
PLAGEREI
.
.
OPFERIER
.
TVPOIS
.
.
.
SCREIPTA
.
.
.
.
EISFRAD
NEAPOLEONI
.
.
.
.
DE
.
OPOS .
ESE
.
EAD
ONCE
.
RED
.
QVIT
.
.
EITA
CESOVERONT POLEITM TAROLAROM MACE DVODECEM RONAPARTIO ENDOPERATORI NFAPOLEOM PERFECTAl ACEPTAI PRORATAI PERQVE ONCE FOVERINT OPLATAI ADOVE SVMPOIMENOM LECIROVS lEIS QVOMQVE EITAD NOMEN AIVITASQVE CONSTARILIATOR COLECI NOSTRI DECOS PLACERED lASDEM LECEIS TVPOIS PER AICONEM MONOTVPOM
QVOM
LECES
.
.
.
.
,
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
NEAPOLEONI ENDOPERATORI STITVEI NOMENED ONIVOUSAl SVMPOIMENIAS RONAPARTIO SINCOLKIS ADOVE POSTIDEAD EN POPLICOM PRODIER AC DESCREIPTAS
.
PREIMOM
EIDEM
.
.
.
(a)
del
Il
(]ionio
iO
.
(li
DIRIRITAS
Einnenete Lihanio
.
.
Gmnelione
della
Protnpemene
—
1803.
.
.
.
.
.
.
.
POIMENIROVS
.
.
DARIER
.
.
CESOVERONT
Prolnprmeiiia quarta corrisponde
i«)
all'
8
di gennaio
Michele Grenori.ni Presidente.
IO
— Ma por
mare,
al
vicini
specialmente
tenendo gl'inglesi
rotta guerra,
la
differita
fu
senza soverchia presunzione ambire nel
1808
si
eseguì pei
.
OMNIA
tipi
—
^'l
continui sospetti
in
la
pericoli
e
stampa tanto che non
si
farne omaggio alla maestà dell' imperatore
di
luoghi
i
sarebbe più potuto
celeberrimi del Bodoni. In esse leggi alla tav.
I.
§
,
2.
(piando si
prc-
scri've:
QVAE
COMQVE
.
PERTINCONT OiMVORSAE cioè: qiiac
SOVMOM
.
suinmum privum, propriumque
d'
si
non solo
trasse
il
pcmenie, per essere
di
non sei
gì'
numerarono
si
mesi
s'era
matematica e dell'astronomia,
in
dato
il
carico
il
de"
all'accademia
mesi
attici
nella
{nell' arclt.
anni,
a'
ma
con
quando poscia egli
del
21
quindi dal
degli
,
ordini e
di
si
1'
dissero proto-
ciascun protopcmene
amore applicato
l'accademia
agli
instituì
eme-
i[iresi-
studi della
un
liceo
per
l'insegnamento delle dette due scienze,
J804 tornò sopra
tornata
e
singoli soci. Dai greci
semestri, che
i
ispecial
che prestamente compiè, e n'ebbe
ciclo de'ueomeniali,
grazie e lodi da' suoi colleghi. Nel
tando
quello altresì de' magistrati
s'assunse
paesana
compilare
di
talché
iiKinirere ac citnirr si/i»-
grecanica tribù pastorale;
di
gli
ESTOD
.
esto.
durata del reggimento
la
SVMPOMElMAl
.
PROPRIOMQVE
.
imposti per propri
dente). Al Borghesi, che in collegio
l'istruzione della gioventù
modo
nome d'essa, ma
ogni sorta d'atti accademici, e
rologio, con questo che
a
DECOREMVE
.
COERARE
.
PREIVOM
.
(27) La Simpemenia fu ordinata
greco
ANTIQVETATEIS
.
AC
.
omnia cumque palrias mdiquUatcs decoremve pcrtinyunl universac
piicìiieiiine
PATRIAS
.
ANQVIRERE
.
il
suo lavoro e
lo
corresse, presen-
marzo una sua dissertazione
sopra
T ordine
accad.)
Empirolero Enmilio Efuro
—
Dottor
Antonio
Caiani
Inspellore
,
ossia
Aygiuntu
alla
presidenza.
Aporo Triponùo Eforo
—
Giulio Rocchi
(
mio genitore) Inspellore
— Eduardo Bignardi Docimasia — Gregorio Grcgorini Tamia — Luigi Abbati — Bartolommeo Borghesi
Neoninfio
o
Aggiunto.
Censore.
Pedeide Confluenzio Docimasia
Censore.
Vcterense
PeriodeiUe Uritano
Questore.
Paleotimo Stcleo Peiiienografo
— canonico Partenio Reginio — Gordiano Decimano — Giuseppe
Anaglitte Elmitano
Segretario.
Vincenzo Olivieri.
Perlicari.
Tirteo
Perlicari.
Alceo Compitano coronato
—
Ermippo Sequanio
—
Giulio Perlicari.
Lazzaro Nicola Garnol
,
ministro
della
francese.
—
Filanda Dorico
Francesco Cassi.
Ellanico Novano
—
Girolamo Amati.
Egone Monotipo
=
Giovanbatlista Bodoni Tipografo in Parma.
Eptandri
=/ —/
Dodecandri
sette di magistrato.
dodici del consiglio accademico.
guerra
della
repubblica
— (28) Molle sono
no menziono negli tria
con documenti
disserlazioni, o che
si
colle
pemeni presero
le
alti,
i|nali
ila'patrii
tratti
singoli
i
archivi,
dire quale paleoirato fosse l'Amati;
a
cui di
esempio s'inspirarono
il
Borghesi
a' 7
quesiti, fu egli chiamato
i
romana
avuto
abbia
duodecimo
Perticari al
stabilire
;
degli studi di lui in quest'anno
delle
Roma
Gamhaluiifia
Non sembra
proposti
secondo:
al
(juinario
,
acca-
repMlka
se la
sesterzio
e
,
numi-
agli
e col
contezza ne danno
seguenti lettere ad
le
— Mire due
jinrole della nostra
iscrizion pisciatellese. Io la portai all' incomparabile Marini, che guaio infinilamenle un
primo fruito della nostra Pemenia Fiiopatricu
sebbene
,
al
colonie e la loro divisione. Della qualità
maggio i80l
/6
Nardi,
dei
studi che quelli della
denaro
il
ipii
collega.
concorsi, e
i
islarò
liihiioteca
nostro
Amali
coli'
oltre
particolare
=
esso medesimo scritte dall'Amati
della
altri
luglio, aperti
di
diplomatiche
prefettura
ancor volto ad
origina
più
opere
Non
vicine.
città
d(^lle
le
alme-
fa
si
chiarire punii di sloria pa-
a
Tonini, esimio
d' argento l'
iiuelli
nella
rispondere
a
monete
altre
iln
Luisji
fosse
si
smatica e dell'epigrafia. E inlatto
demici
o
suoi successori
i
serbano liiltavia,o delle quali
né ricorderò
Rimino, Antonio Bianchi, u dottor
però che del 1801
—
75
da principio
tale
mostrasse di vedervi
dentro delle cose che non gli parevano sincere. Di fatti quella sera noi la cercammo invano
grandi
delle
stigli indici
i-accolte
,
maggiori di
e sui
lui repertori sotto il
nome
GAIVS.
di
Io successivamente ho svoltali olio codici di questa chigiana, ne' quali abbiamo antiche raccolte d' iscrizioni il
nome
di
e
,
parimenti invano. Finalmente
GAVIVS, vedendoci riprovalo V
E
mss.to.
a
dispétto
in cui
e nel
appunto
ciò dell'
di riuscire
a
me
o
d'
assai
alle varianti
per
che favorirebbe assai
GAVIVS
eie.
Che
se
mai
le
,
se
non alzerà rumore
d'
GAIVS mi
che deriva
da un antico gaio. Certo converrebbe credere nota questa, le
si
veda
anche
;
cesellati
ass(dulnmente
DATVS A M.
e
cresce in concetto il
o simile iscrizione fin
al
nostro
di quel il
buon
gaggio
da que tempi,
marmo, parlicolarmenle
favore del Rubicone savignanese
a
cavata ex
mani, assicurandosi
costantemente
sarà negato dai cesellati un acresao
una diatriba
trascrittori
VI.
MISENENSIS dopo PBAE-
di Lei dotte riflessioni, e di ijucl
padre guidoni autore della nota cronaca patria
DoM
qui abbiamo
che dei
proprie
colle
e
e di quel
,
nella lapide vi fosse veramciile
lo voglio sperare che non
parie
me. Tuttavia Ella
di
propri occhi
coi
rinvenni nel
Doni aggiunge di averla
poca fede
più
non avere quasi alcun
dal
cosi la
ignoranza
particolarmente di quelV ultima linea ignorata finora
TORIAE
GAIVS
di
//
prestare
marmo
dal
copiarla
fa
entralo
era
nome
altro
3
n.
imposlura
d'
Marini
287
p.
a
opinione
sig. ab.
il
Donati
Marini pensò di cercarla sotto
istesso sig. ab.
anche ne' più ampi tesori; e
esempio in qualità di gentilizio
12 p. 2S4,
l'
,
e se
mostrerà
di
essere persuaso ed edificato dai ragionamenti del sig. preposto Masini degnissimo. In caso di
Ella
qualche difficoltà per arrivare a vedere questa reliquia,
comune
/'
vennate lamente
ornalissimo che
manca
sig.
cav.
Spreti
,
facendogli conoscere questo nuovo
nella di lui amplissima raccolta
coli' aiuto d' altri
polreiibe fare entrare in causa
monumenti ravennati.
—
,
che
e
Fu
si
MONfMENTO ra-
spiega nelV ultima linea so-
poi gratissima
al
nostro sig. ab.
— Marini
la
pilense s rb' egli
raccnlln di Figuline del di F^
non
"E
che
,
Padre
stiane
,
che potrebbero veder
me
Egli la prega con
della sua
la quale
ET
immensa raccolta
si
in tutto
monumenti
in terra cotta. In caso che
che a
,
me non
altre nuove che
dell' artefice.
del bosco parrasio, ed
buon
il
Ho goduto sommamente
di rivedere
La ringrazio
cevo da altri.
Mi
i
per
delle notizie
s'
un' incrociatura
pemeniche
,
le
e spero
,
marmo
bel v'
La ringrazio anche
in cui sta con lellere
ha alcun dubbio che
vi
è già celebre in
che
la
durata di un
me
lì
invece di un
nibvs.
//
B. M.
o
(/('// ìiltiina
G
.
G
come ha osservalo anche
mo
nel Grutero.
La
ma
linea va letto
Tutta quanta .
M il
.
S
.
B
.
la
M,
(^
voglio
Rami.
,
sentire
e il
sarà
famoso recinto
il
che
li
desideravo
,
e
avuto in questi
Ito
tal
fenomeno, veramente
anche in quelli dell'in-
o per
,
di
qui l'
fatto
vedere
avevo copiata dal
quel palazzo
altre
vescovile.
Non
due sono nuove. Quella di
linee che D. M. (Dis
Manibvs) essendo
una screpolatura del marmo apparisca un
Bene Merenti
formolti poi
che ho
già nota, ed io stesso
PArtEMES. Le
,
d' iscri-
più vive congratulazioni ai pemeni che mi
non prestandoci V antichità molto favore per
e
a chi pone la memoria. sola giunta di quel
leggere
per isbaglio del quadralario
D
le
,
delle iscrizioni sarsinnti
non può avere nelle prime
G. VAIìEIilO, se è ben letto,
troppo facile che
destinata
= Roma 27 giugno 1801. —
incombenze che
d'
con-
iscrizioni sar-
le
(fuori di metafora)
veramente belle nel cortile
debba
si
dei
quali sono sempre migliori di quelle che ri-
AVIDIO PRIMITIVO m'era
Marini. Quella di G.
nomi
i
,
Ella ha poi fatta la
di lei caratteri dopo tanto tempo
vidia paesana e limitrofa. Ella avanzi per
al eh.
sarebbe anche
Simpemenia non
singolare ai giorni nostri, farà epoca non solo ne' fasti patrii
—
fossi apposto a
tegola
Attendo con ansietà
sentire
mi esaudirà. Dessa
rallegro con Sav ì guano
dice distinguersi.
,
dai dati
BASSO sarebbe un nuovo la
mi assicura
egli
(Godard pieno di freddo ecc.
ah.
non ho potuto rispondere prima giorni.
di
vedo disiectum
in avvenire, giacche
viemmaggiormenle
come
e e
mi
io
sala, dove dovrebbe esservi un frammento
e verso
spero eh' Ella
e
,
,
mai concesso di vedere. Della
è stalo
buone
GENZIANO
volta sulle Figuline
non trovandosi mai
,
AD NOVAS
gita verso la nostra
zione
prima
la
che mi ha promesse. Desidero egualmente
sinali
GEMIA
di leggere,
di
nota della figlina o
soli seni' alcun' altra
me
in
suo genere
il
incastrala sopra la porta, che
nesso) oppure NAEVI BASSI, com'egli pretenderebbe
paio di consoli che comparisce pef ,
e
slesso avea donata al
egli
legga come parve a
leggere in quella guisa senza alcuna prevenzione, questo di
unica
,
della raccolta universale delle iscrizioni cri-
a voler assicurarci bene se nella tegola
ed
di partire
luce se corressero altri tempi per le lettere e pel principato.
la
conduce alla camera posta a levante del musco, vi
ET BASSG (ENT
prima
sagro,
Riconosce anch' egli per ininlelligibile la
quelle lettere greche,
come ho veduto nei gran tomi
,
me sempre
per
luogo,
consiglia a spiegare con idee patrie.
ci
lucerna cristiana colla croce e con di lèi sin.
museo. Gli riusci particolarmente minva quella com-
lei
dedicai in quel
io
—
76
,
in caso
la
nuova frase BONIS Ma-
relativo al defunto, e
che consiste nei
semplici nomi
non colla
tutta propria solenne e nazionale de severi sarsinali,
nostro Marini, sugli esempi di altre lapidi sarsinali,
terza, sebbene anch' essa consistente in
che abbia-
secca nomenclatura, è per altro
V
curiosa in quel
A
.
.M
.
XXVIIll
.
gare allrimcnti, che con dire: VIXIT
parve piegarsi quando sentì
rini
GEXTIA ET BASSO noscono consoli
COSS
e
,
ANNOS MECVM ecc.
da
parte
sua
che per conseguenza la nostra
una
in
incarati
mentre
,
col portare Ella stessa la tegola in ,
che vi è a leggere
tali
Sentiremo anche con piacere
l'i
nostra
Roma
monumenti, le
,
o
è a il
in
Ma
gentilizio.
cognomi,
caratteri
il
(
1067.
come pare
un
3),
ALLIENVS
TI.
si
di convin-
che dice che per altro non potrà farsi
quando verrà
Egli
noi.
fra
co-
mar-
dicesse
Ella veda
sulla
insiste
le
disdette della lezione
,
che
diffi-
della lapide pisciatellese
—
eh' Ella voglia,
in.
Nel Tesoro Mura-
nemmeno
vi trovo
ai.likm, beti-
altra gente, ossia preceduti da altro
Q. LIB.
CHRESIMVS (670. G
ALLIENVS FLORVS (1517.
),
mh'ALLIEWA
ALLIENVS
un Q.
),
SATRIENA
una
de puri
parte
a
quale sarebbe utilissimo anche in altre circostanze. Trovandosi però ivi 6), un Q.
Ma-
NAEVI BASSI
mi pare
di rilievo.
a quest' uopo converrebbe che avessimo nel tesoro un indice
MVRRA, (JoJ7.
noslro
senza la parola
e
,
vece di
che per altro
,
norbano. Non
toriano io non trovo per Lei alcun giunio inseriti,
//
quali bisogna esaminarli bene a lume di sbiescio ecc.
i
conferme
figulinaria
una mala lezione
è
si
nota
quand' Ella V avrà veduta e palpata bene come deve onninamente fare.
LIENI e SATRIENI
pw> spie-
s/
—
npó-spy,.
conferma naturale di quella mia lesione
la
tegola conservatissima
cerlo del contrario, com' egli stesso desidera,
coltà
vcrspo-i
tegole legittime di queir epoca senza
in
caratteri
a
X, .s/^M che ci par nuova, e che non
.
ha rimpuntnto sulle sue esattissime osservazioni, che non
iWrt(/o/)o
gin letto da lui stesso cata
M
.
Q. F.
SECVNDA, 1/740.
0. L.
18), apparisce chiaramente che questi cognomi derivativi o patronimici in origine da altre famiglie o genti, passarono
—
Giunio poi dev' essere
NORBANVS QVADRATVS Ma
uso e colla discendenza a diventare veri e proprii
Supplemento del Donati
lizi. Il tro.
coli'
,
ci
mi
che
,
Savignanesi
cinquemila
che qui
le
in ecc.
,
ne parlerò anche
Che desidero
la
non essere stata
di s'ipere se la
apografo coevo
possessione
,
quel
707.
)
nx/r
Finora questa chigiana
Rubicone
,
ed a Saviguano
Lipaulu dica la
II. p.
nostro
al dotto
.
che
somma pagala
di cui
il
si
noslro
o offerta
cinquecento
e
non
tratta nella lettera
fosse un possesso degli stessi Rangoni, per cui
litterarum Ii.mi D.ni Praesidis Mag.co D.iio Auditori.
V. AI Mag.co Miss.
Mag.ce D.ne
.A
—
genti-
e niente al-
,
espresso
Tomo
degli Avvali
feudalità Rangoniana che di
dolila
S30. 6)
ovvero un nuovo ingresso della reverenda camera apostolica, e dopo cacciati
— Copia
riauo data
(
e
(
primo gentilizio
rilievo intorno al nostro
dall' archivio pontificio,
redemptio.nem
trascrivo da un
si difficoltasse
Rangoni.
,
tale
Monum.
trasmetterò tutte le notizie minute unite insieme.
io
Marini m' ha assicurato
di
Marini
BERENICE
porti a tenergli un poco di conversazione.
non mi ha presentato memorie di molto
Un giorno
T. F.
sebbene non porti un
riferito dal nostro
su di questi punti farò qualche altra ricerca
un altra sera
dai
ALLIENA
dà un'
iio
P
visto
da Spoleto auditor la
v"ra et ero certo
possessione prima
Uitioue N'ra. lo
ho
visti
li
eli'
Capituli
li
,
eh'
li
N.ro lioiuini
Cariss.o
sono
lutti
.\
lerj^o
Inlus vero.
di Savig.iio no' iiaue-
loro fossero ritornato cu'
Et
—
—
i
Justi Et
li
lullinia
Riso-
pi\uiiitiale
eh"
— eh' io
fan» dbs'uar
li
ma'cassero
aduisaliine
p'
lasaro ogni
altra
Cosa
da
manu
—
propria.
Apperm
ha' da Et
388
V Ombrie
=
0.
n. et
Amati
appo
vedersi
Des Versers Lettre
du Picenum
p.
nella tornata del 7 agosto,
cil
sponda del Pisclatello (Tonini, dal dottor Pasquale Amali
lustro
,
donala
al
Compilo
al
musco
—
marmi,
i
lo
La ricerca
i
nomi
in
S
Ges. d.
relativa
enus
1854) più
se
,
W.
sarebbe
così
,
X
a'
Giuni
sigillo
insù
la
molte già addotte
alle
per
sem]ire
più
di-
mezzo
Anml
se-
Fermo
si
rinvennero, corre orali lerzo
quando
oss. 10.
veri
iS.'iO
e dietro loro
l'
p.
feci
la
,
p. 1 1.
dell' Inst.
la
memoria. E
raccolta di quelle dal
Lctroiine p. 32J.
Non
in
però
e
,
tre titoli sarsinati, dei quali,
Francia
progettato
M.
di
perita
affatto
per
Norbani aveva assegnò
gentilizi,
alla
poscia
spose
le
invero erano
lapidi
minisli-o le
servi-
in
pub-
della
riferisco qui, per-
comparire con
riserbo a
69), e
l'
llubner
fine
tutte
l'aggiudicazione della medaglia,
gente Vibia. Si vede che
(
il
sovente
adozione
di
fin
d' allora
ne' posteriori suoi scritti
più volte
ma cognomi
Mommsen
Quaestiones
usati
in
gli
era
non es-
,
luogo
dei
(Unterital. Diali, p. 362. Ber.
onomalologicae
Bonnae
Intinae.
Ilenzen (Collect. Orell. Snppl. n. 6247.), asserendo che quella uscita,
che altrove freipiento nel Piceno e
non per uso
il
dì
conoscenza
gentilizi. Alla quale sua opinione conlraddissero d.
ne fece seguire sopra
Rubicone
del
lesse
generale dei monumenti lapidari della Piomagna.
pensiero ciò che
venulit in
altra
de
ìnlincs
posta nella biblioteca pemenica, l'altra
fu
la
inedite di quella città
sole
che poi nella Decade
sere
dee
si
mie ricerche
altre sorelle nella raccolta
già
medesimo
altre tegole col
CORPUS ixscniPTioNi'M latixarum
chè non sono le
),
istruzione. (Veggasi Dos Vergers. Lettre à
blica
inscriptions
dissertazione, che
nuove ragioni aggiungendo
De Minicis (Piscina Epuratoria
sfuggiti alle diligenti
del
Tonini, Rimino
questa bolognese università.
come sono ora perduti
gio
=
19
p.
(piale
,
Del sigillo figulinario colla nota did consolalo di Gen-
Alle studiose cure del Borghesi
essi
5 settembre un'
Savignano, delle quali una
di
di
(
quelques
sui'
prima Dissertazione
nella
al
Due
Voi. XVIII. iS-iO).
P'sidens
ravicinana
flotta
accademica
di
Arpiii'
1$.
El
Et hene Vale.
dell'era volgare, gli cadde di parlare dopo quasi un
ziane e Basso, anno 311 colo in una sua lettera
381
p.
ivi
{nrch. nccod.).
la falsità
il
della
congresso ecc.
materia
quale
alla
V'r.
persona
i'
trarre dalla lapida Cesenato esalta
a
veterano
M. Lrtroniie
à le
la
vero
li
confine d'Italia esposto nell'altra parte della lapida stessa
plebiscito a difesa del
mostrarne
13orghesi
il
hola del
L'
Basilio,
M),
sernitio
niaior
uter. p'dentia Ina
h'.
T. Gaio Eniincnto,
copia dell' nvcrsn iscrizione di
può
m'
i'
io
eli'
prima noctis 1539.
liora riuscito
In
anco U laro
eli'
medesimo nieso
ci
Porli ahi 25., d'. Se'e'hr
De
me
i'
possessione quando uederano q'sla mia riua'dc
diihito daraiio siihito la
Et no'
p.
coTnh'iio
eh'
l'^l.
—
7«
di altra forina di
nell'Umbria, non
aggettivo gentilizio.
Che
periale delle opere borgbesiane appose nota correttiva
sertazione Della gente Arria, p. 78, e
nella
Decade
differisce
dalla
comune
in
lus
anzi quest'ultimo nella edizione imlà
IV.
dove oss.
di
0.
ciò p.
si
parla
246. Ma mi
nella
dis-
permetta
— amico
l'illustre
e collega,
clic
IVancameiite
io
52)
p.
il
,
fu adottato da un
liorghesi fosse vivo
il
mantenne
Salvidieno;
si
ma
Aujidieno
,
la
Passio
Rufo
ignotissima, e
10
sua terminazione sembra un
e Salvidieno
Quintilio
fu adottato da Quintilio
di adozione
Cosi
il
//
Agrippa,
Rufo,i
Varo Alfeno 1'
celebre giureconsulto Alphius divenne
disposto a ritrattare
egli
delle grandi case, per meglio indicare
desumere
il
loro
nome
RVFRENVS
l'alto
personaggio
gentilizio
il
si
(a)
la
quando
milit. si
p.
"28).
Vegga
altri
Copia di questa lettera
la
se nella persona di M.
Modena
possiede in
li-
talora dal
Prefetti
di
DRVSVS
chiar. monsig. cav.
il
i
apparte-
Egitto
DRVSI PIllLODAMI,
un DRVSIVS meglio che un
voglia riconoscere
che
a cui
pregiarono altresì d'in-
dicare esso loro padrone col cognome anziché col prenome. (Labus De"
43)
per
RVFRENVS
ALPHENVS
dalla gente del padrone, lo dedussero
suo cognome; siccome quelli che ne parteciparono
(Card. Diplomi n.
de' prelo-
sua sentenza,
l'altra
nevano, invece
75; Cardinal. Dipi,
Snlvio Rufo
op[iosizione
rarissimo gejililizio
berti specialmente
p.
Cluvi-
quali luttavolta
e L.
in seguilo della quale si allungasse in
,
che
Il
Varo, (a)
Né credo pure che sarebbe
di
il
C. Ferrucci, in proposito di una
eh. cav. L.
al
Bagnacavallo:
a
nome
RVFRIVS.
mai'zo
di
recentemente trovata
suo primitivo di
mo-
invece di assumere
,
Rufo. Yibuleno
1850, quando non poteva certamente ignorare
dati archeologi, scriveva nel
iscrizione
Varo
dissero con intera nomenclatura P.
nel
di
che per ciò ci rimane sconosciuto, preferì nell'uso comune di rite-
dieno Quieto, ed altri moltissimi, tra cui Alfeno
sappiamo che
non
Fasli
nei
egli
proprio, allungandolo però in cognome, giusta l'antico costume degli adottati.
pur fecero Betilieno Basso, Voluseno Catulo
il
IS.iO
sua casa natia fu
la
strano pure che qualunque fosse che d' essi
nere
solo nel
sua opinione, quando parlando del console L. Passieno
la
Rufo, disse: Questi nomi dimostrano che
gentilizio dell' adottante
osservi che se
gli
accetterebbe quella emendazione; poiché non
Lucerà (Annui. Voi. XV.
—
79
don
(b); o se
Celestino
Cavedoni, da cui n' è stata gentilmente comunicala. (hi
zio
,
La varietà
della desinenza in US
della quale si chiarirà più avanti
,
l'
in ius
o
,
maniera di cognome o di
alla
uso promiscuo
,
importa poco quand' una
gentili-
sia la ra-
dice, siccome
sembra da non dubitarsi, non essendo un vocabolo comune come Salinalor
Varrò
anche Maecenas, che possa
e forse
essersi
approprialo a più, senza veruna relazione
tra loro, e senza che l'uno l'abbia ricevuto dall' altro. Il
lingua
latina
se
non come singolarmente proprio
vocabolo Drusus non entrò nella
a designare un
ramo
della
gente Livia
3), hostium duce Drauso cominus pretendevano trucidato , sibi posterisque suis cognoraen invenil. Vero i che anche i Terenzii della rouna simile origine del loro cognome; e Marco, onore non pure di quella casa, ma se lo ebbe, mana erudizione, sosteneva (apud. Serv. ad XI. Aen. 743) che il primo, che lo dacché un d'essa, per testimonianza di Svetonio
(in
Tib.
suos portaverat. Nel meritò perche in Illyrico hostem Varronem nomine suslulerat, et ad cognome che signijicando che per altro trasparisce lo studio di rimuovere l' ignominia e un
duro, aspro, crudo, zotico, villano, ben beccaio
s'
era elevata alla curule.
Ma
il
si
conveniva ad una famiglia che dal toppo
fatto si è che lo
del
stesso cognome portarono L. Rubrio
— iMAECENAS
in
fu
Roma cognome
berrimo colla
lettere e de' letterati,
226, G03),
MAECENAS.
C.
NAS OLIMPYCVS (Mommscn (p. 94. 10, 240.
LIRERTVS, (Momms.
6709
N.
con più
):
878. 6),
(Maff.
( p.
225
p.
I.
250
nome
563
s'inscrive nella sua moneta.
SALINATOR.
che dall'una o dall'altra siano usciti C. C. L.
VARRÒ.
onninamente
di
L.
FELIX
altra
oi'igine
A.
maginare
casa Terenzia
ebbe
1'
,
dal
de' Terenzi
convenga,
si
(Grut. 128. 3), di
cognome
milizia,
M.
Eqiiil.
,
si
mostrano la
Varrnnc
ni ,
quella che
da
non
il
solo
temp'i di
Prov.
Mario
Cons. 17,
Mecenius
al
AGATIIO,
mio
proposito,
SALINATOR.
C.
,
MECENI. GEMINI
quelle
ili
libertà,
gli
assegna
illustri
che
si
E
è
il
a'
Borghesi
I.
nome
Vili. 84)
,
Augusto
1850. n
al
p.
si
ponno
gentilizio
di
?8
,
18),
si
il
nome
precisare
cognome
il
,
le
pa-
nell' ascri-
dell'imperatore regnante
chiamò non
,
e
C.
ViselUo
già
VLPIVS ma
M.
Varrone cugino
HI. 23); come
Att.
Salinatori
patrio, da un luogo chiamato e
de' Cilni,
2772).
di
Maecena
Cicerone
dissero
si ,
come
si
e
i
ri-
come ha soslemito V Orioli [.Album rom. XIX. 303),
ma
ogni altro eh' indi medesimamente venisse potè
la stessa derivazione
dal prof. Fabretti
legge nel ceppo terminale fra
(Mur. 505. 19).
A.
ne' liberti
prenomi propri
case, e
con essa invece
e
Brut. 43)
in
Verr.
prima,
neppure d'im-
barbaro Jugummattio, dell'ala degli Africani,
(Orell.
Cic.
celebre ministro di
engnominarsi Maecenas. tilitio
(
Maecenas
Varrone (de L. L. il
usciti
Sìngid. Ann. Voi. XXII
Livii e gli Oppii. Se
leva da
che L. SA-
contraddittore non tentò
prendendo, secondo l'usanza soldatesca,
TRAIANVS IVGVMMATTIVS
(Bruì. 7(ì
,
manomessori. Aggiungasi che questi Mecenati, Brusi,
de' lor
dronale, a quella maniera che
(Henzen
quello che
liberti di
gius di patronato sopra loro. Quanto ad
il
lo stesso
nome
siffatto
persone dalle quali ricevettero
versi alla
6 ^= Orell.
SALINATOR, comune
Poco importa
C. 0. L.
come-
l'iscrizione,
per proprio
sì
Salinatori, Varroni compariscono lutti di condizione libertina, ed de' Livi
Muratori
(Mur. 1557. 10), e però non ispendo parole per mantenere alla
AGATIIO,
cui mi pare che
Grutoro
il
il
= Murat. 1668.
02
n.
Claudi. Della slessa casa Livia fu pur cognome
per altro anche airO[)pia. Anzi l'Oppio pretore nel senz'nitro
MAECE-
gloriarsi di tanto padrone.
4426), porga qualche indizio che fosse preso per nome da taluno dei
LINATOR
che
CELER
MAECENAS, ma MAECENATIS IPSIVS
solo C.
Etr. T.
(
appo
seg.) e
e
casa Livia, e sembra che anch'essa
di
chè scorrettissimamente riferita dal Cori
dai Livi lo trasferì ai
sia
MAE-
fa
si
C. L.
V. 302. 5,) C.
memorati
altri
Fabrelti
il
probabile
MAECENAS
M
3701) mostrerebbe doppiamente
R. N.
I.
è notissimo cognome
onde molto più
EVCARPVS
C. L.
LYSIA chiamandosi non
(1578. io;; de' quali
DRVSVS
R.
I.
1, 638. 6,
col.
nome SALINATOR
il
lo ricevessero per gcntilizo C.
delkv sua casa uscissero e da lui
(Fabrett.
se
fondatore della famiglia. Certo però che
colui che nato della tosca schiatta de' Cilni lo rese cele-
di
protezione delle
etruschi; o
gli
ripetersi da professione del
probabilmente da
CENAS
appo
veramente gentilizio
fosse
—
00
i
Mediti e
si i
riconosce pure nel genCorinicsi
posto
IVSSV.
— nomi
Clio de'
paliii,
propria loro forma e desinenza,
ncllii
ninno ne dnbila; e
lizi
liorphcsi
il
Trni.uio Decio p. 67 e seg.
lii
stesso fu primo
Ma
).
erano questi graziati della libertà
nomen
hnhent ah oppidis
municipio manumisù
tini a
NICIPVM LIB. IVGV-NDVS
CVM
ARC.
VL
COLONORVM
pigliar
Cornelii
donde provenne Fufli Caleni,
ivi
cognome, che
lo
piegarono
di
Roma,
nome sub
s'
la
ivi
Varrone
(Borghesi,
Doni,
(
ti.
il
,
da Anzio Vel
AnU
Atiua si
citandone
gli Anzii,
p.
14),
p.
I.
n.
p.
100):
le
loro
0.
gli Atinii,
7.
la
(
nome
far nel
di
291
riscontri
,
79), che preferì
stesso mostra
E
e
Che
dello i
gli
III.
10). Dai Volsci
13); da Cornino
derivassero
lo
da' primordi
medesimo
del
tribù
oriunda
essere
primo autor d'essa
Cominii
M. Volscio Pit-
da
,
Atcrno
Gabinii
(
Diss. VI. p. 53.5);
da Egnazia
,
:
ed
a'
gli
da
Egnazii ecc.
Capit. P.
11
Trevi qual
i
I.
;
come
73);
p.
Mon.
(
da
Trebonii,
modo non
parecchi esempi, che se ne sono
molti aggiunger se ne potrebbero
gli
o piuttoslo dal fiume siccome pensò
,
Ortensii, giusta ravviso di monsig. Della Torre
Spanheim
i
la-
dalla regione
fin
ebbe nome i
Regillo.
di
loro originario,
in
fatto,
il
Sulpicii
i
se poi di i|ue' nuovi
loco
qua
i
ond' erano
una vecchia
assumere
del
fecero
tempi posteriori
in
di
di
città
a' quali
de' Numicii e degli .\uridii (Fast.
liberti delle città
altri
sabina
così pure
ordtnjs
stabilirsi in
luogo
può credersi così appellala per
),
Liv. III.
(
omonimo paese
da Orla
12.)
ARK.
LIB.
dal
gente Romnlia o Romilia che, come della
de L. L. IV. 9
da Gabio
tenne anche dai
minati poc'anzi,
e
i
REATINVS SAL-
),
Finii Mi^ilnllini,
i
monete
Tarquinia, così certamente nominala ab urbe in
o sia che dall'
Borghesi
ivi
I.
CAM-
C.
),
VENAFRANIO COL.
Q.
cognominandosi
suoi genlili avean tolto dalla città natia.
tribuno della plebe nel
Aternii
304
N. 3083),?. PI-
1.
loro, e così in fin da' primi secoli
Ccrrelani,
natus et educatila fiierat (Dionig. Alicarn. tore,
N. 381
I.
PRIMOGENl,
L.
caso alla forma ordinaria de' gentilizi.
tal
AQVILEIENSI
L.
VEIENTIO lANVARIO
Claudii Inregillensi Sabini dalla
i
compiacquero
incontra
afferma
Roma:
20), e
p.
altri
gli
si
in
18.),
Nonii Sufenati, noti anche per
i
cittadini alcuni
19),
POLLEISTIAE PROCESSAE COL. POL. LIB.
dell' origine
Aulii
gli
un Nonio Sabino
pide aggiugne
AIUCI.NOHVM SER.
P.
435.
p.
DIGMS (Momms.
VENAFRANI COL.
primo Appio
il
e
Fabr.
(Borghesi, Fast. Capit. Pari. Volsci,
Publii
i
(
MV-
AMITFJINIVS
M.
R.
plcriiiiie liber-
N. 3083). Gli altri da ingenui personaggi, venendo a
soleano per memoria
si
discesi (Borghesi,
il
I.
Maluginensi
Camerini,
),
REIP. REAT. LIB. (Fabr. p.435.
FELICI (Momms.
Roma,
5
Oliv. M. P.
(
Yeientium (Fabr. 434. 14.) Q. L.
testimonianza:
PRIMIGENIVS
ìibcrlis (Rcrlnld. Anlic. d' Aquil.p. 2.-)8, n.
POTENTIINVS DEC. LIB.
137),
p.
manifesta
VRSVLO LVPVLVS COL. CAPVAE ARCAR. (Mommsen
LIB.
LVSTIAMS
fanno
41 )o/»
lib. VII.
habent
:
i
quando
pubblici loro servi,
a'
non ul debenl
haheiil aiti
Marini, Arv. p. ^214),
(
SAVR. COL. LIB. ACHILLAS ( Istria
imponevano
ARRECINO GELLIANO FIMO
M.
AGATIIIO ET IIELIO
PANIO COL.
ne
e
,
;
genti-
i
che più spesso se ne fecero
,
siccome ne insegna Varrone (do L. L.
autem non
alti
;
s'
facessero talvolta
si
metterlo in evidenza. (Dipi, milit.
a
indnbitabile è altresì
cognomi. Gli nni da' municipi e dalle colonie n'
—
81
degli Aeclanii,
rado
di
visti fra
i
no-
(Momms. 11
1.
—m— ( Miir.
1166.), degli /iteslii
N.
204.
p.
1273.
7,
p.
20), de'Bononii (FurlancU. Lnp. Talav.
n.
7),
dc'Camerii
(Mur. 1600. 13),
de' Novarii (Manuzio, Ortiiograpli.
milit.
322
p.
26. n. 32), de' Veronii
costoro,
e,
non ostante
(
come Amiternio
,
li
accusano
404),
Campanio
cui portano
di
palrii
onde
:
origine;
ma
il
nome,
sia in
forma
dà manifestamente
si
ripeter
averne ricevuta dente
condizione, (pianto
d' infuna
si
ed
ovvero di essere
,
come Regia Febe
loro affrancato;
dinal. Dipi, milit. p. 322.
n.
di
8, 26
(Cardinal. Dipi,
Ma
85. 1).
a distinguere
presentano, riconoscerli per
altri
nominati non
sopra
non tanto
i
cogno-
loro servili
comune maniera
si
città
degli adiettivi
per ricordo
di
attinenza, che è quella appunto
di
alcuno
dal suo
1502.
4,
Dipi, milit. p.
vedere, che non potè essere assunto
a
deve da una diversa ragione
si
libertà
la
1400.
dei
33),
comparsa loro generalmente nelle
la
gentilizio, sia alla
di
(Cori
Mur. 1355. 4),
26. n.
p.
de' Venezii
V. p. 83. 1, 84. 1,
qualifichino espressamente da loro stessi, gioverà osservare
mi, che
inii.
10,
4,
più onesta sembianza in cui ne
la
che sono, quando
ipielii
Ma (Tei M.
122
p.
1204. 5), de'Lanuvii,
,
600), de'Tusculanii (Cardinal.
ii.
34), de' Vcliternii (Cardinal. Iscr. Velit. p. 169. n.
milit. p.
(
IV.
t.
345), de' Parmensii (Mur. 1107.10),
640. 11, 834. 3. 4, Mur. 1151. 1, 1343.
2021. 5, Cardinal. Dipi,
Ferrara
8), de' Capeiiii
50), de' Falerii
Fabr. p. 818 n. 280), de'Privcrnii, (Cardinal. Dipi.
(
Tihurzii (Grut.
n.
277.
Maff.
Mur. 725. 4
p.
di
280, Cavedoni Marmi moden.
n.
Ispcllazii (
Mem.
Frizzi,
3,
686. 5, 1388. 6, 1350. 11. 12,
{^h-.v.
de'Gabii (Mur. 1680. 10, 2092. 4), degl'
de'Perusii
267
de' Casporii (Vermigliol. Iscr. Perug. p.
166),
T. HI. p.
p.
1520.
6,
di
padrone Lepido Regio
608), della cui condizione non
si
di
manomessi discen-
qne' pubblici
Niceforo
può punto rimanere
in
(Carforse,
da che costui ne porta manifesti indizi non solamente nel suo gentilizio; ma, ciò eh' è afsingolare, eziandio nel prenome Lepido, che ninno ricuserà di riconoscere per tale;
fatto
non tanto perchè non
non ne ha
egli
quanto perchè, non usando
altro,
partecipa alla sua liberta,
lo
la
quale
sarebbe chiamata
si
se ipiella prima voce avesse fatto parte integrante del gentilizio.
stessa
città
,
e specialmente alla capitale
patrio, s'ella è
ne
,
fa
si
affare ed illustre per onori,
d' alto
mia pubblica famiglia, anziché ammettere una
femmine
le
essa
prenomi,
i
pure Lepida Regia
Quando però
,
fuori della
innanzi persona nominata con adiettivo
che presuppor non
si
possa uscita da
umiliante anomalia, io preferirei di con-
sì
tinuare a riconoscervi col Borghesi un cognome, che per qualsivoglia cagione nell' uso co-
mune
prevalse
fosse di bassa città
di
cui ha
mente riceverlo in
al
gentilizio,
mano il
e
,
nome
dal
suo
vece del gentilizio
il
maggiori di P.
di ,
e
condizione
ne verrà
SVFENATI
i
PAP. NIGER AB. lANO MEDIO, altresì
libertina
,
,
le
dimenticare. Che se poi
né
apparisse
che, avendo
la
persona
alcuna sua attinenza alla essa
dovuto
necessaria-
sarà dal padrone stato concesso colla
franchigia
proprio cognome: alla qual classe mi parrebbe potersi liferire dai
C. F.
diede
affatto
conseguenza
di
manumissore
Nonii
che
anche
fece
lo
per gentilizio
il
P. F.
PAL. MYRONI
co' suoi
liberti
(
C.
proprio cognome alla
Mur. 1034. 3), e
SVFENATI sua
francata
C.
di C.
L.
SVFENAS
ARGYNNO
ARGINNAE
C.
L.
— VERANAE
lì),
15G1. risco, p.
SYFENATl
e C.
,
quali
;i'
(Mur.
Berillo
69), se
1577.
da
9
nel p.
luogo
1G12
de' quali
nomi, osservava
di
1838, citando
altri
dagli
ostiensi p. 2G. n. 81
M.\NVS
VEREGVNDVS
pure
mann,
(Grut.
e L.
CORANIVS
NVS
P. F.
)
4),
L. L.
L. F.
,
VRBINIO QVARTINO
(a)
p.
(Mur.
1723.4, 20GG. 10),
PASSIENIVS
altri
,
te-
Gius. Schiassi,
L. Passieno
di
i58->. 15,
53, Momms.I. N.
(
170.
come
e
;
avrebbe,
si
3240): uè ora poco
fuori da
1),
:
cosi
CLARVS,
P. F.
(Olivier.
Marm.
) (h)
:
VRVINVS
(
Pis. p. 04.
(
Mur. 139G.
4); 778)
IIILARIO, T. VRVI-
SENECA
=
adduce
(Mur.
Mur. 1513. 1),
da Maecenas (Glossar, ne
Keller-
Kellerm. Vig. 262),
P. F.
156
n.
(
OSTIENSIS ASGLEPIADES
così A.
RO-
2) s'in-
6.
JMarin. Arval. p.
P. L.
VRVINVS
P.
L' onorando collega prof. Fahretli afferma clic anele
Ma
ROM.
C. F.
(Mur.
ITAL. EMON.
IVL.
F.
oltre a Q.
ROMANIAE NOVELLIAE
e
DOMO GRAVISGIS
|Mur. 315. 5)
7
lapidi
con un PVBLIGIVS BASILIDES
STEL. VALENS
Mur. 673.
antiche
ROMANVS ENGOLPVS
Grut.
ROMAMVS G. ROM., C. ROMAMVS
VRVINVS
(
del
dagli
e dell'altra,
indubitahile testimonianza
C.
e
EVARISTVS C.
lurina
la
preferita
sig.
al
de'liherti
patrii, nelle
ai
MEDIOL.
1768. 9), C. VRVINI SABINIANI e L.
Quanto
(a).
ROMAMA VALENTINA,
MATAVRVS
spesso
SALINATORIi DEMETRIO, venuto
M.
di
Co-
potè anche
lìcn
mantenere ,
lettera
1.188. 2,
III.
,
Creslo
agnonii di adozione, quando
PASSEMVS
altri
Grnl. 551. 10.) e a M.
70i-.
CORANVS
e cosi pure L.
fededegni. di
gentilizi
sepolcreto
DRVSIVS una
Vig. 103), P. RO.M.VJvIVS C. F.
ed in Ravenna una
più
una sua
9,
Mur.
Ostia (P. E. Visconti, Quinquennio Lapidario delle esca-
di
ROMAMVS CHARITO
in Milano
de'
Felice,
(
50G. 1, Malvas. Marni. Fels.
p.
invece
negli
in
2, 1373.
7-28.
riscontro
il
scavi
(
del
iscrizioni
le
vazioni
contra Q.
siccome
;
DRVSIVS VALENS (Cori
SALINATOR
a
anni
tre
di
nuovo
nome
il
Borghesi
il
cangiato in
se certa è la lezione, in
manca punto
di
comune
la
PASSIENVS,
nomina
si
DRVSVS
verbigrazia di
più
pigliasse
,
1G13: veggasi anche
e
che
nuilnsse l'uiia nell' altra
si
luglio
varietà-
PRIMIGENIO
C. L.
Caleni Fasilono,
i
Ed anzi sembra che promiscuo fosse l'uso dell'una
stessi liherli delle città.
nevano
con
e
costoro,
di
procedeva
cui
e facilmente
7
SVFENATI
C.
,
anche da'Fulìi
prima loro notizia ne venisse da leslimoni
la
avvenire talvolta in alcun
cognome
ANTEROTI
C. L.
aggiungerei
—
83
(
Doni
lini,
a
riferiscono a
questa voce)
si
due donne,
cadono quindi sntlo una eccetione della quale aerò a toccare poco stante. Invece
e
Maecenatius.
fece
com'egli stesso avverte, C. dal
ci viene
diligentissimo
lestimonian:-e
le
MAECENATO HELIO Snie:.io
(Grut. 614. Il
sformazione di questo cognome, senza che per
propendo a credere elevato
,
(h)
,
si
).
un' iscrizione di cui la copia
in
Se non che
riduca
MAECENATIO,
che ivi sia veramente
Dal Cardinali (Dipi. mil. p. 25)
alla
culi' I
in
sarebbe una
Maecenalus
norma
de' gentilizi
nesso nel
T
;
né
io
illustre in
Roma
nome
ff
si
cita costui fra
quelli che
ebbero
ho voluto pretermetterlo, senza però rendermi mallevadore che
realmente da uno dei due Urbini
il
ciò
legge
si
ma
,
,
onde
sì
poco
da passar facilmente inavvertito.
loro città
parte
si
eh' eiiH
(
Borghesi, Dee.
ambe
.
Ortense
XV.
oss.
quelle città non si
o
Metaurense.
La gente
7), prima scrisse per B ma per
nome
dalle
prendesse
lo
Urbinia era già nota e
delle relazioni coli'
V.
il
Umbria
:
e d' altra
— p.
Lapidar,
322
72); 00.
],.
fra
G07
gli
Aquileiensi,
NAS SEGVNDVS (Mur.
ONAGER
Mur. 1420.
(
p.
VILIG.
posterità
alla
Fabr. 435. 22
mentre
, )
avveniva anche negli
medesimo sepolcro in
ceneri
le
un solo
ei>italTio
L.
FAVSTA
NATIA
G.
ci
titolo
C. L.
URBANA
HOPORAE
or ora da Ostia
era nota per
1461
CN. F.
)',
)
come
,
1'
RVSTIO RVFINO
All'
opinione che
prof. cav.
Teodoro Mommsen
Borghesi, edizione gente Vibia
(ivi
il
imperiale
cognome
di
vengono
sopra r autorità
numismatica. Però mi
si
):
genere
di
accoppiano
si
in
un
(Mur. 1501. 12),
CHRISIVS,
GARRI-
e
legge pure
si
in
(Fabr. 225.
un
;
alla
era
Salinatorio venuto
già
una P.
libertà
al
suo
SALINA-
AVGVSTINA
FIL.
RYSTIAE SABIN.4E
sua
figliuola
(ivi
(Visconti, Quinquenn.
SALINATORIA
ed una
il
C.
MAECE-
602),
MAEGENATIA ERVSA
Ind. Noni.); ed
ivi
MAEGENATIAE
conserva
di
aggiungo
marito CN.
V.
mostrò anche recentemente contrario
una sua nota 1.
alla
pag.
512
n.
alla
(piale
il
Decade 2),
perdoni
se,
ove
sommo
una singolarissima medaglia
tuito
di
in
si
Norbanc,
della
21
CIIRYSOGONVS,
(
Momms.
MARCIO
1460).
difendo
io
C. L.
posto ad essa medesima e
fu
435.
Fabr.
somigliante desinenza
di
SALINATORIA ANTIOCHIS
pose
epitaffio eh' ella
e per quello che
G.
CARINAS
non
cui
1557. 10.)
|
luo-
fa
3.), S.V^ISJ^AS
per differenza
VRRAJN'AE
L.
SALINATOR AGATIIO
col C.
MAGARLA (Mur.
ma
,
MAECEXATIA TROPIIIME
una
sé
si
SASSINATIAE ASIAE
precitali Sulenati
a'
suppositizia (Veggasi
con
trae
si
Lapidar, p. 26 n. 80 G. L.
come
reietta
304),
287
un terzo GARRINATIA PRIMA, e GARRINATIA
in
7048),
N.
1.
AQVILE-
229.
=
CARRINATIA FAVSTA
(Mur. 2090. 11). Go' Mecenati
(Marin. Arv. 485),
3238), perché
N.
geografici
offrono congiunti C. e
d' Aquil.
(ivi
figlio
il
24
Sarsinìm^ SASSI-
i
Grut. 889.
(
SVFENATIAE
una
di si
Anticli.
Ira
p.
marmo comparisce una ^nss/NATIA mo-
di
che non
tutto
,
(Mur. 2084. 10);
NATIA ICMAS (Momms.
TORIA
pezzame
(GruL 035. 10), ed anche
altro
fra
e
:
ivi
08), L
258.
moglie e madre
loro
della
cognomi padronali, onde non solamente
presi da
ma
nomi
altri
)
12). La medesima trasformazione
p.
(
p. 04.
una medesima pietra
esso in
nome
il
in altro
un Optato (Fantini
glie di
230. 288
onde
,
Viscont.
Bertold.
(
(ivi
libertis (ivi
SEX. SASSINATIS GRATI
3),
dei
Dipi,
desinenza
la
gentilizi
AQVILEIESl SVAYI
C.
ivi
(
(Cardinal.
SASSINAS UEVTER (Mur. 1484.
1378. 14), L.
SASSINAS FAGVLTALIS, ccon
L.
raccomandano
I.
220. 280),
PETRONIAE AQVILElEiSSIAE
una
ad
go
ci
AQVILEIENS. FELIX
(ivi
quella
AQVILEIENSIS DI.4DVMENVS
G.
91. 62), C.
p.
femmine
OSTIENSIAE VIGTORINE
nna
di
Quinquenn.
Visconti,
(
nomi ritengono no' maschi
siffatti
pigliano poi nello
ricordo
HERMETEm
2850), GN. OST.
AQVILEIENSI AGATIIIO ET HELIO GOLONORVM
L.
L.
HOSTIENSIO HILARO SAMANNARIONI
adiettivi patrii,
lENSIS STRATONICVS
(
Orel.
L.
Anzi ogni volta die
).
trova
50,
=
e
si
Ostiensi
gli
47),
n.
n.
degli
propria
Mur. 177. 7
15
p.
p.
niilit.
n.
=
144. 34.
—
84
,
e
X si
10 (opere del
osservazione
argomentò
preclarissimo
il
togliere
di
alla
archeologo italiano l'aveva resti-
secondo
i
canoni
più
tra per questa considerazione e per
le
accertati
cose so-
— aspra discorso
professo tanta
cui
a
sorbo alquanto di renitenza ad entrare nella sentenza del collega ed amico,
,
stima od
ove
Fasti Capitolini,
Norbani, cbe ben
osservanza. Nò
^cnliii/.i
i
sei volti; vi
fanno
ini
forza le sue obbiezioni, che
mai non
de' sinsioli consoli
omineltono,
si
erano nominati per cinque consolati e un trionfo, altro non se ne
ascrive da questo infuori; e che anzi da questo, esiualmente che da
formarono parrai
ohe replicar
,
come per cagion d'esempio
derivali,
i
si
possa che ne'
Caesar Auguslus appellalus
con
nome che d'IMP. CAESAR DIVI
dieci volte
bunizia
partecipatagli
nummi, nò (
in
prenome Agrippa
col
e
Vipsani nomea batur
neque credi
,
luogo
d'
in
per
la
ghesi Dee.
X
lui
Seneca; dal quale
quasi
argumenlum paternae
maniera oss.
del
,
10.); conio da in
che non
lui
in
LII. 41) ne fa
Plin.
di
quello che è
,
VII.
proprio
Pat.
pompa
l.
rinfacciatagli
Tacit,
imnginihus sostituì
avuto
aveva
6, seguito da Solino
in
principio
ca]).
Bor-
1,
intima sua amicizia infin dalla prima gioventù
in
II.
59),
riguardo
e per la proclarità delle sue gesta.
ai
fosse necessario al
quali
mio
ini
sono allungato
proposito
,
mi
sia
nelle lecito
lo qualifica {in
708 fu
lui.
conferito
e), dal quale in virtù dell'adozione ricadeva nel gio-
che decretato gli fosse per senato consulto nel
in parecchi suoi
06,
Il
gentilizio
prenome, come Svetonio espressamente
XLIII. 44, Suet.
che
Caligola Agrippae se nepotem
ereditato da' maggiori
Aug. 94, Veli. Pat.
che anche prima
,
1'
il
col
Vipsanim
che
spesso
(Veli.
in
M. Agrippa dice-
20, in Claud. 12), che dal senato per cagion d' onore nel
Tili.
vane Ultaviano
(
por
rifiutato
né
Panteon
del
qui vel oralione vel earmine
si
23),
Cai.
Pe' meno pratici di questa materia
al dillatorc (Dion.
725 (Dion.
monumenti lapidarie numismatici, pertinenti appella Imp. Caesar Divi
— Caesar
ai tempi
poi, co-
nei quali medesimamente lo accomdi suo padre adotlalorc, è costantemente da lui usalo per gentilizio, sia che
del triumvirato
gnome
succensebnlque in
ivi,
tri-
apprendiamo, et
;
de' natali,
scrittori
imperatore
1'
talché
suo iiasoimonto
qui di annotare che Imperator cfr.
,
dagli
nù
sia
altresì
sustulerat
,
abbiezion
1'
dissimulata
32),
III.
(Suoi,
mie osservazioni forse più
76,
non
cognome Agrippa
con Ottaviano (Suol,
(a)
Benef.
insereret il
dunque
1:2). .\ ricoprir
ivi),
ifinnììilitatis
quale
il
podestà
nomina che
si
quantunque notissimo
;
di lui, la
è l'iscrizione
con altro nome
\
F.
neque dici volebat
osso
mai
altri
e. n.
POSTEA
che
genero
il
rinnovata, non gii
L.
,
prima
alla
negli anni susseguenti
per
di
(Senoc.
eum Caesarum
34
Oroll.
nota
si
tre consolati, e
per dirlo colle parole
Senec. de
3,
I.
volte
solenne sopra
=
423
cui
ma anche
(a);
cognome: M. AGRIPPA.
,
coevi
n.
e.
sotte
e
fra' quali
D. N. Vili.
Controvors. H.
(
da' suoi
ann.
lapidari,
Ecidi.
filerai
/.
in
non ricomparisce
più
ebbe luogo in quelle tavole po' suoi
titoli
1.1.=
Grut.
EST,
dall'imperatore,
gentilizi, si
Quanto
medesimi, non solamente C. IVLIVS C. F.
fasti
IWemtor
almeno
lutti gli altri
nella leg(]e Norhaim.
Octavianm dopo l'indicazione del primo considalo nel 711,
altro
nei
consoli
soli
ai
si
,
pagni al prenome
Imp., ovvero all'altro
ritenne, di Caius, che gli era proprio
piii
modesto, che qualche volta per fuggire
Né
e dalla nascita e dall' adozione.
due suoi figliuoli adottivi G. Caesar Augusti
f.
f.
e
L. Caesar Augusti
f.
'invidia
altro ne usarono
i
— ebbe principio
nobilezza
la
sua
ilelln
—
86
che egli
Nel
casa.
numismatica e l'epigrafia ne mostrano introdotto
onde C. VAR.
un denaro
in
SCIPIONE FILIOS BARBATI
romani
ncll' epitaffio
ne' tempi posteriori, in prova di che basterà, pe' moltissimi che recar
r esempio proposto dal Borghesi stesso nel cognome Lrntuhs, uso
a
nome
tener le veci di
attaccarono
si
tuUcus, di Lupus, di Maluginensis
remmo
gente
incerti a qual
minu
in
nomen
fatto
Q.
CAEPIO BRVTVS
versa sunt
onore
in
non comminciano
cui nascita
non
altro
non
uffizi
di
non solamente
,
di
si
sostenne
lui
ha
si
Off.
II.
fatta
a
Brutum
Roma
comparire è
che
lo
intorno
BANVS
(a)
si
,
che
come pure
quaedam cogno-
Suo
figlio
titolo
tal
mezzo
lin
della notizia,
poi
si
suoi avviamenti
a'
molta
facesse credere piuttosto improntata da
pubblici
assunse e con vittoriosa eloquenza al
ma non
i
suo ti'ibunalo fu richiesto
neppure im-
ne ricevette
(Cic.de
tempi favorevoli per uomini il
governo della
in Italia
gli
Sicilia,
di
sif-
pervenne
aveva mandati con proposte di
Capua, proscritto, rifuggito
console del
dal na-
dignità gii costò la vita; perchè avendo egli vio-
probabilità
può
a cui da Monsig.
monsignore nel suo Ragguaglio di
riferir si potrebbe allo stesso
ti-
Norbani
i
del settimo secolo
de' primi
pretura, e con essa
ti7'2,
in
Philipp.
(
Veramente
Flaceus.
e
ne uscì salvo,
approdando
con
e
;
innanzi era stato nella Cilicia questore
anni
sette
egli
la
).
turbolento tribuno del 659, della cui casa e della
il
somma
Siila
battaglia presso a
uccise.
rh.
Dee. X. oss. 10
fosse la cagione in
si
ma
dell'uso,
al
all'ultima meta. Correvano
triumviro monetale forse nel
lì
che
(jual
quando nell'anno successivo
Né solamente
sa-
chiama. Ninna maraviglia imper-
del suo avversario, che lo chiedeva, ivi, in piazza,
ratamente
(
appella da Cicerone
si
insinuatosi per
,
non che un
consolalo; e questa
in
onde
avesse fatto sa-
ci
carriera degli onori, nella quale quel fazioso ed inutile cittadino
lato gli andiasciadori
pace, vinto
ed altri;
di
moneta, ma eziandio nella proposta del
famigliarmenle
contezza;
condizione, ond'cgli oLlenuta al
nella
codazzo degli agnorai Balbus
veruna
14.) avvanzù fino
finalmente
mani
il
sa, se
in giudicio di maestà.
nella
,
Bruto nominis locum ohtinuU
in
lioc
con solenne nomenclatura
patrocinio di lui,
il
pedimento
namque
,
l'Oratore, dal quale per
M. Antonio
,
Gae-
Criiscelìus
famose diramazioni della Cornelia
ut Caepio
,
a figurare in
Primo
si
l'
di
,
Sum
di
,
fece
si
ne potrebbero,
se
sua rinomanza non
antica
cacciasse affatto fuori, non che
lo
randosi dietro eziandio
tale della città.
se
,
al
Cossus
di li
cognome Norbmius,
il
nome
iscambio del
agnonii
Scipio, di Spini cv
di
delle più
X. il), che per l'ordinario M. tanlo, che anche
gli
LVCIOM
e
comune
quale portalo dal lungo
del tratlatello de nominilms aveva avvertito: quia etiam
Ed anche l'autore
senatoconsulto
,
riferirlo
una
pere, che apparteneva ad
538,
Cornelio console del 494. Più
di
la
da tempi molto antichi,
infin
Terenzio Varrone che in console del
C.
di
fra'
attenne ad un uso, che
si
67 1
,
Rodi, per non venire
alle
nel cospetto del popolo, disperitenersi che fosse
Cavedoni
ripostigli
se la
in
(p.
mancanza
(a) si
W-1 ì
G.
NOR-
attribuirebbe anche
dice che questa moneti/
della nota
nn triumviro monetale forse
il
figlio
EX. del
S.
C.
non la
pretore della
— r altro denaro cnl nomo voce
Vibia,
specialmente
grazia
zione, e che dopo
rei,'!rendo
clic
padre
suo
di
NORBAN'VS
VIIÌIVS
382). E bene starà
(i.
console
prevalenza sillann
la
suoi progressi ne' gradi della repubblica.
NORlìANVS PR.
(Ragguai^lio in
Roma
la
conseguisse
de' Ripostigli
,
Indice
III
fazione mariana,
questi
in
Non può cader
alla
guerra contro
712 era legato
720, siccome
nel
Antonio,
di M.
a
(
procedette
iiuli
me sembra
Pompeo
di
ligli
i
potersi
quando
Dion. XLIII. 28), ed
Console
vcrisimilmente
716,
nel
arguire
solari
:
A. Irzio nel
in
Roma
F.
PANSA,
G. F. C. N. e. p.
anno seguente. Nò
nell'
Il
primo che
200),
e nel
PANSA, com'
673
come
appena
tolto da
si
nomina
d'uno
figlio
de' proscritti
dell' Institut.
Dell'Era
(Borghesi.
125). Di
18'(9. p.
per successore a M. Bruto
710
del
nel
un
Forum,
Non compiè
(
Plin. III.
reggimento
Bitin.
(
,
eh' egli fnecia
per non entrare
persona in quelle due magistrature l'
appo
ma dopo
le
p.
87-99;
Bull,
mosse
XVII, nota), ove
p.
dando
proprio
il
l'uccisione
lui;
all' ,
e
la
nome
a
in
una
l'
Cesare
710
identità,
e del
ma
fu a visitar Ci-
pretore. Opino
solo di
autorevole opinione di lui riconoscendo
che
a
me sembrano
non
affer-
mia medesima di grave
mo-
Trattandosi di una nuova famiglia non
persone che da prima pervennero si
con-
si
questione non necessaria al suo proposito. Il
siccome con ragioni
specialmente quando non osti difficoltà che e le prescriùoni della legge annale.
di
cura ch'egli ebbe di per-
due diverse persone del console
Orelli nel suo Onomastico Tulliano-
che sia da moltiplicare
non
che resse
Bitinia,
XI
T.
è che intorno alla fine dell'aprile del
perchè mi confido di non oppormi
mento sostenne
Fior.
,
pretura (Borghes.
Cisalpina a 30 di maggio
intenzione sua sia stata non già di negarne
marla assolutamente
magistrati curali
della
Furlanett. Lap. Patav.
cerone nel suo Pompeiano, trattenendovisi con esso
l'
Antol.
Vili. 8),
esso Castelfiore, o Revello, o altro luogo del Piemonte.
sia
Roma. Certo
Con che sembra
a'
salì alla
governo
al
Gallia
della
quivi l'anno della sua magistratura,
sigliò di ricondursi a
per nitro che
via
la
della sua amministrazione,
testimonio
21),
VIBIVS
Gavedoni
tornato nella primavera del 709, e destinato da Cesare
là
volta di questa provincia (Borghes.
probabilmente lasciò
parmi
monete
Cesare nel 705 quell'interdetto (Dion. XLI. 18)
per tre anni consecutivi
Sicilia.
078 (Cavedon. Ragguagl.
al
nelle sue
da Siila, preclusa
dei
con-
mostra
si
involto nella proscrizione sillana. Di lui naccjue C.
esso medesimo
Dee. VII. oss. 5); e fu indi preposto da Cesare stesso
Viti
altri
fasci
i
227). Questi che dopo essere stato tribuno della plebe nel 703 (Cic. ad Fani.
aveva,
alla
come
tempo
gente de' Vibii
la
Spagna
trionfò della
di
in
nel
s'incontra è G. VIBIVS. C.
vi
triumviro monetale in uno de' due anni precedenti
de' Ripostigli p.
1.
711.L Munazio Plance
più antica della famiglia de'Norbani.
708 mosse
nel
dal vedere
suoi colleghi nella prefettura suddetta ebbero a non molta distanza
C.
mae-
medesimo che
il
e
dei
il
PRefetti con Lepido
dei
stro della cavalleria lasciati da Cesare alla custodia della città,
Ispagna
non che
pensieri) che questi sia
nel
uno
se questi fu
promo-
prima giovanile
rinella
più non s'incontri menzione di lui
nummi,
inscritto in altri
—
87
alle
assegnino ad una sola, salvi
pubbliche i
cariche,
gradi degli onori,
— suadergli se bene senlire
diasse di accattarsi favore per
la
ma poco
lo
battaglia di
Modena
o per gravezza
tenne, perchè
medico
dal
ne coi'se voce,
Bologna. Intorno all'età medesima
maestro
Rema, ove avea si
stirpis
padre, nel
Sicilia
in
).
ma
la
e),
1.
XXIII. 6. anno
p.
nome personale anche
6. veggasi
(
i
campani
a p. 13), o
conoscendo
I.
dir
82
p.
peligni,
i
proposito
citare
ospite L. Pletorio,
prò
Cluent. 00)
ai benefici gli
si
voglia
e segg.).
che
la
Capace
Vibio
e quel Vibio
si
gratitudine
,
Padano
in
altrove
non
prenome non
di
di
di
romane
intelligenza
parentado
(Liv.
rado personale,
di
gente, è
stessi roninni
agli
(Bor-
della possibile
in
Roma appo
che
causa
di
esule nella in
vicino al
altro
mai che
a
il
senatore suo
suo nipote A. Cluenzio (Cic.
dimentico di quanto doveva
accoglierlo
ne avrà una
Meglio avrebbe fatto
Larino, defunto la
e ri-
sua comunanza
patria.
agitava
prenome;
Vibie, se
di
campagna (Pini,
non
(Liv.
popoli dell' Italia antica
i
famiglie
all'
amicizia e
sua casa a Vibona, a pena
Cic); siccome un cinque
ma
mare,
Ispagua
nome splende massimamente ivi
Altri
).
XXV. 14 ann. 542)
o
di
un'erma spelonca
il
539
campano
Vibio Virio
insolito
e squisitezza di cortesia, lo aveva prestato in
(Plut. in Grasso). De' Vibii
Borghesi aver qualche
il
Però non se ne potrà altro dedurre se non che
facile
Siciliano,
proferse un ricovero in una sua
innanzi un Viliio di
,
C.
quando nel 688
Cicerone, ricusando
di
scriveva
parecchi Vibii, vario di condi-
XXVII 15 ann. 345^. Ma Vibio, anziché
molle indipendentemente da ogni relazione al
Roma ,
Mo-
12). Basterà a
bruzi non era infreipicnte l'uso di quell'osco
i
non
,
quale atlinenza giornata di
la
Div. XI. in
sua somi-
la
(npp. Fnrlanelt. Lap. Palai', p.
^
esso l'origine del gentilizio nelle
in
prova della loro novità
per
e se e
Decimo Bruto (Cic. ad
di
in
gente
procedessero
rpiesti
non molto dopo
Ariod. Fabrell. De' nomi personali appresso
ghesi, Fast. Capitol. P.
appo
se
,
538, XXVI. 13 ann. 543), Vibio Accuèo peligno
Vibio col fratello Pazzie bruzi (Liv. loro
ricerca
derivazione in generale de' Vibii citarono
la
là
73) s'incontra
II.
nelle turbolenze di Clodio
magno Pompeio;
al
cui corrieri
i
ragione per sospellarla orinnda dal regno di Napnìi di
(Cic. Verr.
in
romano,
cavaliere
Vihio
L.
a
nuove non trovandosene indizio per innanzi
e tutte
siccome
,
origine abbia a credersi quel Vibio itìge-
zione, e fors' anche di provenienza. Di quella dei Pausi
per provare
,
metà del secolo settimo erano
noi di conoscere che nella seconda ,
683
fianco alla
nel
essa infuso
in
e plebe (Plin. VII. 10), celebre
(piel T. Vibio
dena portarono a Cicerone una lettera
distinti in più case
stu-
si
dopo pochi giorni mori qui
olire
Vana tornerebbe ora
glianza, indhcrcla prnpe specie (Plin.
avesse col console del 711
già
altro Vibio che passalo per adozione in altra
(Val. Mass. IX. 14. 1),
,
per veleno
o
,
Ottaviano
di
d'un dardo
colpito
606 rimase sgraziatamente morto
14
Cic. Mil.
ferita
ceppo dei Pausi; se della medesima
dallo stesso
nme
(
e nel
d'aprili;
Pausa
di
un
seggio in senato
chiamò C. Vibieno,
contro Cicerone
della
de' pubblicani
società
della
Li
a'
insinuazione
a
20) mostra come
Ep. XIV.
Ali.
petizione del consolato, che di fallo poi elibe per l'anno
successivo;
,
(ad
ciipcre pncem.
et
,
—
88
gentilizio
ne' (
con al
lustri
prontezza
altra
fuggiasco M. Crasso
monumenti
etruschi;
Ariod. Fabrelt.
1.
se
e. p. 11).
— A
poi oviimiue
rintracciare
che inutile
come
sto è
nell'Istria
più
ila si
lunp
presente proposilo,
al
memorali
lutti,
Viliii
i
talmenle
opinò che
p.
conoscenza, che
12), ne renda
ratori C. Vibio p.
med.
10 e
più verosimile
la
neW Appendice
Volusiano
tamento (Quintilian.
X.
Iiistil.
147
p.
e segg.),
119, Giovenal. Sat.
1.
tenza e per ingegno tenuto tra
Archiv. Storie. Uni.
porla
Bruzza)
LXV.
,
nell"
dell'
e nell'inlimilà
2), Vespasiano (Dial. de or. 8), Domiziano
in
Roma
814,
più Vibii,
gli
ipielli,
uni estranei agli altri,
che
aprendosi
primi
loro, preferissero di valersene in vece del (|uindi credersi
propria, disusare
ma il
che
Norbani
a' Vibii
non
loro gentilizio
Colali boriosità
la
agli
che ora ne sarebbe
,
presedeva
loro
di
non erano
egens, sumptuosus
,
riputazione fervido
insolite in
set,
821
nell'
,
Vitellio (Dion.
sa con certezza
si
tempo
trovarono a un
si
a ciascuno di-
mestieri
fu
cognome, illustrarono
onori
dagli
sequestrarsi
mi
così
sé e
altri.
i
Può
nascondere, come Agrippa,
sol di
affatto
zecca,
alla
persone
la
sconosciuto
,
se
una moneta, coniata
non ce ne avesse serbata
di siffatta
quodam
Pelo anche
sibi
condizione; e ben più oltre
,
et
petulanti, et furioso dicendi genere, ,
et
de Slalcnn
,
il
pro-
quale 71/»»! esset
quam
generis uti
ad honores (veggasi
della
25) nisi in facinore manifesto (veggasi legibus et judicio solvisset (Brut.
08:
cognomine
qmd
tnultis
non solo Aelimn
cognomen ex imaginibus Aelinrum dekgcrat
nationis magis suae,
ciò ascendisset
memoria.
callidus, perfidiosus (Cic. prò Cluent. 20), acquistatasi alquanta
audax,
probabatur (Brut. 08), se ipse adoptaveral di
po-
10), promosso
segnatamente
particolare
via
e
,
Vibin Crispo Leti, al p. L.
cedette la burbanza di quel C. Slaleno, o Staieno che abbiasi a dire,
ma
povertà
in
più ancora di non partecipare dell'ignobiltà altrui, fosse cagion sufficiente a
mentre uno qualsifossc
et
74, VI. 47,
testimonianza
la
II
Doni. 3),
come
nome per meglio
boria
la
di
adunque
stinguere la propria famiglia, mediante l'aggiunzione d'un
sembra naturale, che
II.
XVI.
voi.
cura delle actpie
alla
( Suel. in
e.
I.
gioconda e acconcia a dilet-
de' principi,
(Dial. de or. 8). Poiché
essere stato natio di Vercelli
med.
IV. 81), per accumulati rfc««n, per
824 (Borghes. Sul Consolato
mollo innanzi nella grazia
medesimo
cognome
nel
chiari più che tra' buoni (Tacit. Islor.
i
maggior curule forse nell'ultimo semestre
proconsolalo dell'Affrica
71, Ca-
di Ripostigli p. 25i);
Vibio Crispo sordidamente e alihieltamente nato
e di
;
Par*nzo
da II p.
rilenirono originari gl'impe-
si
(liorghesi
in istrettezza d'ogni cosa {Dial. de or. 8), d'indole composta e
al
infin
al saggio d' osservaz. sopra le
71C(Cavedon. fìagguagl.
derivazione di là, onde
Gallo, e
Eckh. IV.
d' litica,
della propria origino
alla
fatto
(Carì. Aniicli. Hai. T.
ha dc'Vihii Vari nella vicina Toscana (Ariod. Fabrett.
si
Treboniano
e di
;
tosto a capo. Manil'c-
si
civ e segg.). Vibio Marso, suffetlo nel 770 (Orell. 6442, Tacil. Ann.
p.
I.
XI.
non venirne
VARVS
venisse C. VIBIVS
vi
di fam. rom. p. 3), quattuorviro monetale nel la
lapidi latine, sarebbe opera, oltre
in
ila
potessero concorrere alla capitale
jiarti
vedon. Gorrezioin di alcuni errori occorsi
sebbene
—
un
videretur
,
ne
si
se
gratum
ernl
fecerat (ibid),
Ligurem
fecis-
(prò Cluent. 20): e con
sua concorrenza all'edilità nel 680, prò Cluent. l'intera
vesgasi
sopraccitata orazione) deprehensus l'oraz.
sudd. 30).
Non
rilìutarono
poenns
,
i
12
Vibii
— l'ansi
della propria genie,
nome
il
loro onori; onde
però non sempre
PANSA.
C.
C. F.
cognome sopra
tanto la prevalenza del
men che
C. VIlìIVS.
anche
vole di restituire lo
stemma
consoli del 716, del
729,
nome
il
ne'Vibii Norbani
non ostante
prenome Lucio bano amico VII.
74),
di
che quest'esso cambia
che se non
la
loro agnazione nei
come
del
Nerbano Liciniano homo
cordato da Plinio giuniore (Ep. pio del secolo ottavo sole del
appresso nella persona
moneta
miziano in T.
II.
non
più
s'incontra col
romana (Grut. 568.
5).
Eppure
imperocché
;
cognome
Farnes.
T.
IX.
prio e peculiare. Se ciò è conforme agli usi di quell'età, nella quale
come
in antico, le agnazioni,
mezzo
di
riconoscerne
cagion d'esempio, che
ma
attinenze; perchè
le
C. Vibio
a
Vibio Avito console nel 761
di Vibio
identità
le
come
singole persone, la
Postumo console
non
varietà
nel
758
(
le
(
ci
i
Tale è anch' esso
il
È
cognomi siano
nondimeno notevole che
vocabolo Pansa
,
o
si
il
in
Vibii il-
tutto suo pro-
toglie però ora ,
più,
ogni
sapendosi per
6164)
fratello A.
fu
legato nell' Aquitania e
Borghes. Lapid. di Giiinio Silano Annal. 1849
accerta, specialmente quando quei (a).
i
cognomi non
esclude
Orell.
Eckh.
9,
tav.
Grispo era fratello Vibio Secondo (Tacit. Ann. XIV. 28); cosi
possono avverarsi in molti
(a)
le
(Fasti Capii.), padre di Vibio Avito
poscia nella Germania nell' 812
che
distinguevano
Do-
TR. MIL. BIS,
cognome
prende un
con-
un secolo
olire
dell'imperatore
PANSA
CLV.
F.
non
se
,
ri-
dal [irinci-
quel secolo, e ne' seguenti, molli sono
in
storie, de' (piali però quasi che ciascuno
lustri nelle
Caro (Ep.
di
morte del
la
tempo
al
(Mus.
VIBIVS T.
Ner-
del
si
quali
dopo
,
Pansa
di
llANCà
Domizia
dell'augusta
p. 519), incerta essendo l'età di G.
lapide
de'Vibii Pansi, dei
è così
M. YIB
del proconsole
efesina
negli altri: e del
quello
Domiliani lemporibus usus,
seditiosus, et
Non
9.).
smari'isce la discendenza
si
711, Vibio
III.
age-
è
cognome, Balbo,
85) egualmente che una Norbana moglie
Marziale (Ep. IX.
In-
sì
comune Caio, ignorandosi
il
no-
si
PANSA.
C.
la
differenza del
la
dei
almeno
nell'ultimo, ripetendo quello del primo loro conosciuto autore; Fiacco in
PANSA,
C. F. C. N.
semplicemente
della loro famiglia, n'è palese
del 768, del 772,
monumenti
inscrissero ne'
lo
C. N. od
console del 71i, non
il
monda
mina nella sua
ma
—
nn
significativi
la
qualità, che
di
cognome Varo
23), e
p.
né anche
dello zecchiere
derivi con Plinio (XI. 105) a
pansis
pe-
dibus, ovvero ab expansis et porrugineis capillis con Cussiodoro e Celio Rodigino (Lih. A'AVF. cap. 5), coi (juagl.
quali consente
di Ripostici, p.
il
il
a motti di famiglie diverse
,
Cardinali (Dipi, milit. p. IS4 e o!26).
,
Tìag-
riscontro dell'agnome Capru-
gineus dato al console del Ili nell' Indice cronologico al principio del Uh.
Fu cognome
W7
anche monsirj. Cavedani (Annal. Archeol. T. XXI. p.
143, noi. i27), citandone a conferma
XLVI
di Dione.
come più copiosamente
forse d'ogni altro dimostrò
Né meno comune
cognome \arus
fu
il
,
dalle
gambe
storte al di fuori; e pia poi Grispus e RuhìS, da' capelli o ricci o biondi, qualità che spesso
vanno insieme;
e
Fronto, dalla grande fronte. Tutti
qualità loro fisiche, siccome a'
Norbani
gli
i
suddetti cognomi vennero ai Vibii dalle
agnomi Balbus, scilinguato,
chie flosce e cascanti; laddove da circostanze del nascimento vennero
e
F\accus, dalle orec-
loro quelli di
Secun-
— "16
del
rinnovn
si
in
Vibio Varo parimenti
Vilno Varo console suffctlo
sulTetto
quello cioè che soUo
—
!H
913
del
Non
(Orell. 58, 2322).
3462)
(Orell.
T. Clodin
e in
che
dirò
da Vibio
Tiberio, quod Caesaris sellam eam haherel
resino di
il
neH'SS?
qua
in
,
Rufo is nern-
per sederai, alque etiam occisus fuerat, ac Ciceronis vxorem in matrimonio hnbebat, utroque gloritéundìis
ut oralor propler coniugcm,aut Caesar propler seìlam fultirvs
,
inculpaliim tulit ut consulatum eliam
Tìondmum
mleo
adeplna (Dion. LVII. 15), sembra derivato C. Vibio
sit
Rufino sulTetto del 775 (Grut. 187. 5,602.4), sendo invece una sola e medesima persona, anzi che due distinte,
cognome, quanto
(piali
Postumus;
quali non si
può
imperturbabile
a"
Non
(a) di
Vibio Rufo.
lui
menata
potrebbe
troppo lungo
il
Cicerone e di Cesare e
diis, e di
le
credere non tanto
intervallo
di
(SU
anni
si
terminazione del
frappone si
tra
morte
la
mostrano
gli
di
altri
da qualità morali quelli di Liberalis,e di Serenus; dell'ultimo dei rebus nomina sacpe suis se per sereno non s' intende
e
dire convcniunt
,
rimorsi della coscienza.
dice lo storico quale delle due, eh' erano state di Cicerone, divenisse poi moglie
Generalmente
ritiene che fosse Terenzia.
si
non vedova di Messala Corvino nel 763.
se
che
diversa
la
consolato di Rufino (n). Solitari altresì ne
il
718
siM marito Sallustio, lo storico, nel
.Al
Non
dunque
potè
quale appresso la
questa
esser
mone
dti
del secondi)
congiuntasi essa quinquagenaria (Borghesi Dee. Vili
10] sopravvissegli certamente parecchi anni, avendo per testimonianza di Plinio (VII. 49),
oss.
e
far
Massimo (Vili. 13.
di Valerio
polca
stata ancora in vita, e
6) protratta la sua età infino ai 103, onde nel essere in quarte
ben
non arrivasse a compiacersi degli onori consolari di
769
sarebbe
nozze consorte di Vibio, quantunque poi lui, se
pure
la vita
d'essa non
pro-
si
lungò, siccome ad altri parve potersi ritrarre, da varie lezioni ne' codici de suddetti autori, non
ma
che agli anni 106,
pili,
95 anni: non
essendo poi egli tanto attempalo, se non vuoisi che
decrepilo pervenisse alla suprema dignità de fasci.
oltremodo tanto
L'unica difficoltà, che s'incontra, è che Vibio avrebbe dovuto
1 17.
ai
sposarla vecchia almeno di
giovane di
ancora noi fosse
il
lei
da poterle essere figliuolo (Borghesi
Che l.
se già il terzo
e.)
niente
quarto da poter esserle nipote, tanto più che questi fu indotto
trimonio dalla bizzarria di credere di condursi con essa in casa l'eloquenza. datta a Terenzia, la quale ne'precedenli suoi maritaggi tiae devoluta
marito era
impedisce die
est,
menzione del quarto
come
dice
E
motivo alcuno di dubbio.
ciò ben s'ad-
al cui
proposilo non cadendo la
solo la pretermise, senza che dal .^uo silenzio
poiché presupponendo ancora che Publilia
,
la
Irar si possa
seconda moglie di
Cicerone, fosse la consorte, della quale potè Rufo in sui primordii dell'impero di Tiberio
punemente vantarsi, s'incontrerebbero
le
medesime
difficoltà,
Terenzia, volonlieri io
altro necessario
mi
di mostrare
attengo alla
come
»
fonti
Tulliane-» (S. Girol.
sostenuto
il
Un si
cittì
sommo
suffetto
Le);
medesime
tempi non dissenta che Vibio Rufo, o Rufino, del
in matrimonio
medesimo vantarsi di possedere
e le attrallive
comune opinione, a conferma della quale era per
la ragion de
da non identificarsi con Vibio Libone
im-
oltre al dover senza appoggio di
veruna teslimonianza concedere a costei pure una notevole longevità, di
piti
ma-
per quosdam gradus eloquen-
quasi
Girolamo Scontra lovin.j;
S.
per ciò
mai-ilo,
E
a tal
696
colei
(Orell.
« che
6442), potesse in
altinta
aveva la
e aver poi tre anni appresso in età
qucli unno
eloquenza alle
non troppo disuguale
degli onori.
Vibio Rufo
oratore
si
mentova sovente da Seneca
da Plinio negl'indici degli autori seguiti
ne' libri
nelle Declamazioni, e Vibio
XIV. XV. XIX.;
Rufo
ciò che lo farebbe
— maggiore
nella
sedettero
pure
clic
—
92
curule
Q. Vibio collega
:
Ti.
di
Rem.
Anzio (Mem.
voi. 2. p. i5i), T. Vibio Liberale (Marin. Arv. 6), Manio Vibio Solenne Severo (Grut. 446.
4),
quali mi
ai
basterà aggiungere di
Frontone prefetto
C. Vibio
desimo' tempo
i
l'empietà del
di
contro
figlio
cavalleria nel
Vibii Sereni d'
due
il
ma
772
(Tacit.
infame nome per
levarono
si
Ann.
II.
08)
al
sommo
onori
degli
e intorno a quel me-
;
loro turpitudini, e più ancora per
le
proprio genitore (Tacit. Ann. IV. 12, 18, 28, 30, 30)
(^federe scrUlore di nfjricollura, e Vibio
natura de' fiori;
che non
quelli
nell'indice del
Rufino
XXI.
in
,
cui
(a).
(ratta d-clla
si
oserebbe farne una sola persona col marito della centenaria Terenzia,
cìii
dire quale atlinenza con ipiesto avessero quelli, e quale fra sé?
Sta nel museo di questa Università una lapiduccia dissotterrala
(a)
torno alla fine del terzo lustro del secolo corrente, la quale scovali
,
sommo Canova
,
duccia
seguente
forse in-
Ve-
il
dal quale pervenne al prediletto suo discepolo cav. prof.
Cincinnato Baruzzi, per cui cortesia se ne ornò si legge il titolo
Roma,
in
Rorghesi là vide appo
che aggiunse al suo Tesoro muratoriano. Passò po-
e ne trasse copia dell' iscrizione,
scia nello studio del
il
la
nostra raccolta
lapidaria.
In essa
lapi-
di cui parla più
volle
:
PISTVS
N VIBI SEREN/ TONSOR .
.
.
plstvs et inpvbis sitvs hic crvdelivs vltua qvid qvaeuis' forma nec miìnor ipse sva
tenoi
In lachrvmas dedit ossa novas PIVOCATVS IN 1RAM SVRGE IlOLOR tacite ne cadat hora gravis
HEYOCAWS
Credo che
il
Vihio Sereno, di cui fu Risto barbiere, sia di quelli
Tacito (Ann. II. 30, IV.
13, 28, 30, 36). La purezza, f eleganza della dizione,
plicità dello stile, la metrica
ma
parco, degli apici
,
ben
si
forma
soavità, la
delle
tempi di
conviene ai
lettere,
si
presenta a sostenere l'accusa contro
fanciullo rato di
,
si
ministro delle lisciature leggiadro ed
sarà senza utilità dici degli
Annali
accusator
filius
/'
,
fosse
il
il
affettuoso epitaffio.
nomen
viri
si
favorito e
Se
si il
il
,
,
meno
consente
nella
prenome
d' esso
si
un avvenente
dclicium del padrone
sem-
l'uso stesso,
e
Sereno giuniore
descrive
padre (Ann. IV. 28)
avere risaputo con certezza
tacitiani
ortografia
Tiberio, siccome non
che nella casa di un adolescens multis mundiliis, quale
ché
l'
la
da
conviene ,
allor-
e
vispo
lui
ono-
proposta allribuzione
non
Vibio.
(IV. 28), ove con manifesta scorrezione
si
,
e
Imperocché ne' colegge: reus pater,
Q. Vibius, in seiialum iiiducti sunl, si opino dal Lipsia potersi
riordinare lo sconnesso discorso, con una piccola trasposizione di parole: reus pater, accusator
filius
in
senalum
luvie et squalore
indiicli
obsilus et
sunt.
cum
Nomen
catena cinctus pater eie.,' sebbene
messa, sia quella già proposta anche dal Mureto lius,
nomen
Q. Vibius Serenus ab exilio retractus
viri
,
la
lezione da
lui
,
ed unica vera: reus pater, accusator
utiique Vibius Serenus, in senalum inducti sunt.
Ab
exilio etc. //
il-
amfi-
Gronovio ac-
— Quanto
secomln obbiezione non dirò che qualche volta
alla
prenome
de' loro
(Ciò. de Off.
II.
ulrique
l'
ma
;
invece di Vibius Sercniis pincquegti
portuno zelo di eleganza, come fu avvertito
mi permetterò
lezioni al
persone che per due
le
padre solamente. Seguita poi
autore narrando
l'
rumore
scelere vecors, simul vulgì
,
contro
loro si
16
III.
,
con im-
,
l'uso costante dell'au-
riferisca
quaestio
:
urbe,
cessil
terriliis,
Sercnis
Vibiis
nomi: eccezione comune
soli de' loro
nelle (piali o si lascerebbe incerto a qual di
,
Risone lata lex
con più importuna aggiunzione,
e
,
prenome Quinto nd nmbidue
di dire, del
io
nominare
tore di non
L
Plozia Papiria de rivi-
l), la
Quinlis
:
dall' lleinùn
col
fin
Gabinia ne provincia-
la
cognomi loro, come «
coi
Silimni lex et Carlmis (Cic. prò Ardi,
;
denotavano
si
Calpurnia de pecuniis repetundis; Carbonis lex (Cic. de Leg.
21), la
Papiria tabeìlnria
ccttò
leggi
le
autori: verbigrazia !ex Aitli (Cic. ad Alt. VI. 2),
Romae versuram fncm- ; non che
libns Uceret
la
—
or>
adversa ac
alle altre
approprirrebhe
o si
,
accusatori
l'uil
Ravenna
rctraclns
qui
,
exsequi
accusationem adisitur, non occultante Tiberio vetus odium adversus cxulem Serenuni; nam
damnatum Libonem
post
sine fructii l'nisse
missis ad Caesarem literis, exprobrabat
,
addideratquo quaedam contumacius quam
,
E
pronioros {ivi 39).
et oltensioni
nondimeno per innanzi mai
non
si
aures
superbas
sarebbe
accennalo
Sereno fra quelli che presero parte nel processo contro Libonc. Sappiamo che
Firmio Calo
satori furono
Fonteio Agrippa gli
,
,
e Fulcinio
Trione (Ann.
SI
II.
giusta la lezione de' codici G. Livius
e
28)
,
,
per altro
i
critici
,
che
costui
il
Vibius, restando però incerti
nome sformalo per uno il
.^e
riscontro del passo sopra allegato. volta che lo storico siem.e
o con solo
,
nomina l'
uno o
o /'
prenome
,
ma
Numerio fu prenome
sembra non dirò già una ragione assoluta
eh. p.
Garrucci che
lapidi latine
BINVS
,
ad ammetterli. Non
neW
Avviso
per escluderne
,
so
al lettore,
come
accecò poscia la
I
con mastice
XIV) V
lapicida
vi sostituì il
e
quell' I è mollo esile,
,
quanto perchè
,
che invece di
Ma
punto.
che la misura delle ordinarie regolari distanze
comparir
la
mano moderna
memoria
in altra nostra
d'
,
un soldato
iscrizione
,
nel
che
s'
e
;
le
BINAE
due
sabino.
Un esempio
di cui
l'
SA-
L.
un
MIL.
inciso
apografo
che lapide
,
assai
laterali
lettere
certissimo di correzione ,
.M.
egli ciò affermalo, se
evidente
ond' è
me
segni delle
i
di scorgervi
L. avendo
M.
non posso per mancanza di mezzi tipografici, può vedersi sebbene
Marmi
si avvisò
argomentò di crescer prezzo alla
campanile di Piumazzo
mai. Ora
che a
inosservata al
CLODIVS.
non avrebbe
nondimeno ha
più accosto
falsarla
cognome in-
però sufficiente per non
iscrizione di M.
mente che
trusa da
ma
,
Inpiduccia passasse
avesse posto ,
perche ogni
,
e
de' Vibii Sereni: ciò
altri
la nostra
sebbene non tanto per cagion degli accenti
,
nome
premesso alla sua dissertazione sopra
riportò dal nostro museo (a p.
esempio di correzione di uno scorso del
col
o
accompagnamento del prenome non
coli'
poi ìnaggiormente ne dubito, sapendo che
esser troppo corrivi
chiama sempre
li
,
Ouintus, pel
ovvero di
gli convenisse di Caiiis,
lui o il figlio
altro
(ivi 30). S'accorsero
scorso di scrittura, voleva restituirsi
ho sempre dubitalo dell' uno e dell' altro
Io
aggiunsero
si
veramente que-
che sarebbe stalo
che singillatim se crimina obiecturum profcssus protulil libellos
primi accu-
i
a quali poscia
,
studium
sunni tintum
tutum apud
vi
fu
in-
facendovi
antica
si
ha
eh' io qui offrir
non abbastanza
esatto
nei
Felsinei del Malvasia (p. 454). Doveva lo scarpellino inscrivere nella quinta riga SAche posci/i vi sodimenticando il C Conjugi ma invece presso all' E incise l'
prappose
,
,
,
facendone passare
zio di ripetere.
la
curva pel centro
dell'
,
accecata vocale
,
che più non ebbe spa-
— tak
Ridli IcJjcm
;
b
cioè contro
cognome
il
de
r Anruli.i
Ili)
V.
Agi'.
Cic.
(
legge Rosela teatrale
forma
di
incerta essendo
la
(XXXV. 57), per
la
r aveva riputata suppositizia
onde
;
afiraria
;
lezione
passo
di
Metelln
si
del
leggo
la
concorde autorità
ninno
cita
,
ossia
la
la
Verrine
alle
(ad
legge
la
16), dal
Att. IV.
vecchi codici di
i
Arduino, che da prima
,
primus
Verr.
iulit (Cic.
legcm Glauciam non
,
16),
I.
9),
chiami Asco-
la
e). Se non che di simiglianto appellazione credo
(1.
che un esempio assai più antico additar
invocherò
tutti
4.
prenome
il
s'indusse da ultimo ad accet-
legge, cui Glmicia
Servilia (Cic. pr. Rab. Post. 4) de repetundis
in
(Epod.
questi casi
anche
lo stosso
quali
dei
di
Cicerone
in cambio di una legge Metiìia
tarla
Commento
in
Coni.
(Cic. Frii^m.
ornziano Olhone contemplo
1'
pcrchù veramente
come autentica. Niun dubbio poi che
nio Pediano nel
CoUae legem
;
aggiunto denominativo. Nò
ne avrebbe conno. Ma
quale solo se
Servili;»
la
"2),
privatis
jiidiriis
è usato in
Codia, 'troppo
Plinio
III.
—
9/<.
possa nella legge Terentilla (Liv.
si
III.
pro-
10),
posta da uno dei tribuni della jilebe dell'anno 292, che r. Teps^iTicc, da Dionigi (XX. 1), e Terentillus
C.
Arsa
nomina da Livio (IH.
si
prima, e che
gentilizio di costui è la
seconda non
piccolezza della sua persona. Quindi l'intera
la
rebbe stata C. Tcvcntius Arsa
Terentillus,
Janmrius qui vocilatur Asellus (Marin. Arv. T.
13,
Orell.
II.
quale maniera di nomenclatura
la
P. Decumins Philnmnsus
Mus
(Orell.
volle più proba-
si
nomenclatura sa-
e regolare sua
come
ovvero qui vocitntur Terentillus,
tius
6249);
forma vera del
la
che un impostogli soprannome, co-
è
dal gentilizio suo stesso, col cui diminutivo motteggiar
mecché derivato bilmente
la
Facile è a scorgere che
9).
Man-
G.
p.
505, veggasi anche Grut. 1152.
ha
presso che identico riscontro in
6251), se non che
all'
uno
il
soprannome
si
fece del
diminutivo del gentilizio, all'altro dell'accorciativo del cognome.
Non ho altri
si
vorrebbe
altro in
menzione
fallo
in
quali ragioni
al
si
gine, fCic. Ver.
13,
I.
non
.suo
III.
non
se
4j
Q.
Verve
della
III.
al
di
C.
racconto
le
di
tal
Non
so per
tavolo
di
del
,
che
lui
nella
si
e malvagità, segnatamente
non ostante
in
si
della
39j, ed
un l'eie.
fra
figliuolo
Verr. lo
altri
nomi da
loro
non
si
società de' pubblicani in Siracusa
il
II.
opere
nomina altrimenti che C. Verve e
C. Verrutio G. F. (Cic. Verr.
quem hunc
bassa ori-
condizion sua
la
disciplina del vecchio Verro
E che veramente
promaoslro
II.
di
perde nella paterna ruina
frode Cicerone soggiunge, volgendo
responde niihi mine tu, Verres
6247. Osservo nondimeno,
quella casa, affatto nuova e
che assai tosto
Tribù fìomilia l'ultimo.
Verro trasformatovi
al n.
suo nequizie
le
di
Verr. 8^, ciascun de'trc primi mai non
sero ne tanno fedo
nomo
ignorando che da
vero gentilizio.
69j ebbe seggio in senato (Cic. Veri'.
fCic. Verr. III. 69),
I.
per
padre
il
21, S9, 66), ed un loro parente cresciuto
campestri fCic.
ma un
Supplemento Orelliano
essendo noti
ci
furis et divisoris (Cic. Verr.
età puerile
49), non
111.
fondi questa novella opinione, che non mi consta se non per quel
Verro d'infame rinomanza
G.
nella pretura di Sicilia,
in
Verrea iCic. Verr.
Verro riconoscere non un cognome,
cenno, che ne dio l'Honzen nel
che oltre
lege
della
II.
77, 78|.
Né da
usas,
ciò
col
che
discorso a Verre, e chiedendogli
liaim paenc genlilcin Vcrrulium
esse pntes
:
(Cic
Verr.
Verrem
C.
suo speciale
Verre, noi
,
ci
varremo (I.
la
trufferia
nuova
est
nome
fosse
aver crealo d' un
Quando
l'Ili.
di
28j, ove
si
Ma
Artemidorum Cnrnelium mcdicum, Valerium praeconem
è
doversi alla gente Cornelia riferire
tunque contraddicano
altri,
nioni, bastandomi di notare che quasi tutti nelii
indica ammissione alla
,
l'ottenessero.
mostra
la
si
non può
Arlemidoro né
riferirsi a
Cornelio (Verr.
cone
di
ribattere le diverse opi-
(a),
e solo
disputa quando
si
poi, di cui
a Valerio;
Ben
si
ma
spelta solo a Tlepolemo, ed a
converrebbe
al
il
tempio
20, HI. 11, 21
I.
ci
di
e 28)
Diana (C\c. Verr.
I.
non potè divenirlo
è ignota la patria origine, porla nel
20, in
III.
medico
de' nominali se
non Tlepolemo,
il
qualifica-
la
stesso
tesse allora aspirare alla cittadinanza. detta di greco, d'
improbo e
di
Né meno propria
sacrilego.
Se ne eccettui l'Hnrtensio,
il
et
a costui sarà
tanti lui, ossia di pili
la
ciò
peregrino po-
di
che
di
lui
sappia-
fingere opinor e
quale inette innanzi una singolare opinione d'un suo
Artcmidoro schiuma di
il
loro gentilizio,
ma
per-
tutti li scellerati, diventassero questi altret-
malvagi che erano per innanzi, malvagissimi. Se non che
ingegnosa che vera.
pre-
della ro-
qualificazione sud-
Hiero: quorum nUerurn
amico, che Cornelii fossero detti costoro, non perchè questo fosse chè, associatisi a Cornelio
{b). Il
sigillo
sua
Non rimane adunque
condizione
Ecco a questo pniposilo
mo. Cihijrntae smt fratres quidam, Tlepolemus
(a)
in
il
in
era già
s'egli
quella congiuiilura
nome suo
quale trovandosi tuttavia
ma
21);
cittadinanza, e della sua gentilità allra da quella de' Cornelii.
stesso
da chi
e
greco improbo e sacrilego, essendo egli da Perga nella Pamfìlia, e già stato
patria capo a spogliare
mana
Fa-
il
parole per fare altrui capace, che quel repente
quegli altri che l'oratore accenna senza nominarli.
zione di
Grevio e
cosa essere avvenuta pure allora e per cosi dire issoffalto e a posta di quelle giudica-
Cornelii
ture
il
et
jnm pridem
sacrilegi,
accordano nel riconoscere che repente Cor-
romana cittadinanza
Non mi bisogna spendere molte
notala
già
.\rgiresi, in-
gli
famiglia de'Verri, quan-
la
non reputo qui necessario
de'(iuali
nome
qualiti'i al
ijnella
improbi, repente Cornelii. Di (luinci dedusse esso Manuzio, consentendo bretti flnscr. Doni. p. 430;,
I.
nel
Tlepolemum pictorem
,
scd graer.i
,
(
nomen
potissima, onde
testimonianza
la
legge che nel giudizio contro
eiusmodi recuperatores , quorum civis romaims nemo erat
Asconió
parente del pretore,
ma mero cognome,
gente,
appo
([uesta
Verre
il
il
gentilizio e fallo
non v'intenderemo
dell'autorità di Cicerone, che disse
nome
un
cosriiome
poi leggiamo
Iribtis;
Verr. 3;, non ex eadem gente.
quaiid" anzi
crcntilizio,
come per negare onninamente
di gentilizio;
Manuzio nelle Verrine
gerebat ipse
d'
gentilità.
proprimn; Romilia
manifesto che Verre non è
fa
che Verre
artcìiire,
una
nomen
si^'nilìcato
ex eadem familia
dal
possa
supposiliziamente
Verr. 8)
si
si
appunto a colpire
va
nascere
mi pure
Ti),
II
frizzo
—
1)S
L'accettò poscia e la mantenne
il
confessa egli
la
bilkmando
,
ma
fu vitto-
riosamente confutata dal Garatoni.
(b)
Confesso ch'io non so intendere come
siccome mostra di sospettare
il
Garatoni.
si potesse
invece riferire
al
solo
Artemidnro,
—
quum
allcriim ense piclorem. Ilosce opinor Cibi/rne,
rera solìium esse
,
sent suis civibus
fnnum
QuodVerreiiì
—
9G
poenam
expilasse Apollinis, verilos
syngraphis venerai
domo
ad eum
Cibyram ciim
iiirinibus
esset in' Asia,
contuìerunl. Hnhuit sccum eos ah ilio tempore, et
,
profiigicntes
Quo poslea qiiam venerunt, mirandum
inimicum inveniebant. Quidquid
illis
due
Che l'anno
16. 23).
14.
governo della
il
danari passati in loro mani
i
graecis pictoribus
et
per
certo è che
guisa
come uomini
di
servi per
ordine cf.
49)
romano
neficio di alcun magistrato
della di
Sicilia
per ottenerla da
con loro inique scMitenze si
(a)
licia,
ha
tulln
ma
Cade quindi
essere stali inscritti
dovettero
e grazie
avevano
essi
di giudici,
all'ufficio
e
il
per
appo
be-
pretore
il
mancò motivo
lui
affinchè gli fossero
ladronecci fCic. Verr.
II.
10i:
loro la comunicasse, e con essa insieme
di ritenere eh' egli
anticipano
Cornelii,
conseguirla
senza mestieri d'altri intercessor. {e), né a
il
che da Cornelio Dolahella, pretore di Ci-
la presupposizione di taluno,
che loro
di quelli
quei
non poterono esservi pervenuti
ma
soprusi
di
Q. Tadio, ne' quali
di
sappiamo
per mediazione di Verre di lui legato conseguissero costoro
non che
quale immediata-
alia
,
i
se poscia l'un d'essi, e probabil-
liberi,
(b),
meriti
strumenti de' suoi
fidi
ragione
la
aliud, aliud per
romana cittadinanza, repente
alla
spontaneamente loro compartirla, per deputarli
onde
lio
lui
ben
e
;
Che
{a).
sì,
Verre
di
dai registri
risulta
manumissione
della
via
Aliud
per un triennio, l'uno e l'altro
Verre stesso
di
II.
erano peregrini
eh'
In
urbana
di peregrinità
mente anzi ambidue ne appariscono ammessi
alla
diceres) ita
Tlepolemo displicerel (Verr. IV. 13, veggaiisi anche
prohmgato
Verr. IV. 13.
('Cic.
amicum
aliud per liberos, per
della pretura
Sicilia,
permanesse nello stalo
fratelli
,
iste
re probatos secum
et
modnm. (canes venalicos
in
quum
,
plaeuerat perdendum erat. Nihil aliud optahant, quorum
poscebalur argcntum, nisl ut Hieroni,
mente seguì
se exsules
pervestigabant, ut uhi quidque esset, aliqua ratione invenirent.
et
minitando alind poUieendo, alimi per servos
segg. cap.
profugisse.
tcstihus didicistis
in legalionis praedis atque
Eos jam bene cognitos
furlis mulltim illorum. opera consilioque usiis est....
odorahaniur omnia,
domo
cupidum eognoverant, lum, quum islc,id quod ex
arlijirii sui
in Siciliam duxit.
suspicianem veni*-
in
iudicii ac legis,
conseguimento
una
dell'
la e
cittadinanza e
nome
il
;
da L. Corne-
dell' altro
Siila.
(b)
C/li
fu posto in piena evidenza dal Garatoni ribattendo l'opinione
dell'
che cotesti Cornelii fossero di quelle migliaia di schiavi, ch'ebbero da Siila pian. Bell.
Gir.
100), onde ebbe a dir Cicerone
I.
legium conslilulum (e)
Ciò noto
sii
(Corn. trng.
affinchè
Artemidoro ottenuta
la
l'altro di
da
alcuno non
Aviano Fiacco
,
l'
uno
(Ap-
liberta
mullos ut jam eliam Col-
abbia a supporre che avessero costoro a
cittadinanza e quindi preso da lui
Cesare
ila
Hnltomanno,
/;.
che per beneficio di Catulo V impetrò da Siila
Aviano Filosenno
Gornelios
la
in
(Id. ihid. ep. 35).
{Cic. Verr.
grazia
Certo
il
IV. i7\, P. Cornelio Mega
di Dolahella il
{Cic. ad
Div.
XIU.
.
e
C.
ep. 36)
concetto riuscirebbe molto freddo, per non
dire insulso, se quel repente Cornelii non avesse una diretta allusione a
o
inslanza di
nome, come Q. Lutazio Diodoro
Verre.
DG 975 R7D4.7
Deputazione di storia patria per le province di Romamia Atti e memorie
v.l
PLEASE
CARDS OR
DO NOT REMOVE
SLIPS
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-**.-;.