SECONDA PARTE
Globuli rossi (eritrociti) La quantità di emoglobina ed eritrociti varia soprattutto secondo il sesso. Viene rilevata nelle analisi cliniche del sangue (EMOCROMO) per determinare deviazioni causate da malattie o carenze.
Globuli rossi maturi Sono privi di nucleo e hanno la forma di lente biconcava. Non contengono ribosomi, mitocondri e altri organuli tipici delle altre cellule del corpo. Contengono principalmente emoglobina. Sono i più numerosi tra gli elementi figurati del sangue.
Funzione dei globuli rossi Il ruolo principale del trasporto dell’ossigeno e dell’anidride carbonica è svolto dall’emoglobina. Anidrasi carbonica * enzima nei globuli rossi che catalizza la reazione dell’anidride carbonica con l’acqua per formare acido carbonico. Acido carbonico * si dissocia e forma ioni bicarbonato, che si diffondono dai globuli rossi e servono per trasportare l’anidride carbonica nel plasma.
I globuli rossi umani sono cellule acidofile discoidali biconcave, con la membrana cellulare trasparente ed il citoplasma composto da acqua, emoglobina (Hb) ed emoglobinato di K (KHb). Non esiste il nucleo e non esistono organuli citoplasmatici. Il disco ha un diametro di 6-8 µm ed ha uno spessore che da 2,5 µm ai bordi, degrada sino a 0,9 µm. Questa forma è favorevole perché aumenta la superficie della cellula rispetto al volume. La loro funzione è principalmente quella di trasportare ossigeno ed una piccola frazione dell’anidride carbonica prodotta dal metabolismo (20% circa), il resto raggiunge i polmoni sciolta nel plasma sottoforma di carbonati, ma l’emoglobina in essi contenuta, insieme al suo sale (emoglobinato di K), forma un sistema tampone (Hb è l’acido, KHb è il sale) che impedisce brusche variazione del pH del sangue. L’emoglobina è una proteina coniugata molto complessa, formata da 8 subunità: Quattro gruppi EME (con al centro un atomo di Fe2+, che può legare un atomo d’ossigeno), un complesso non proteico (anello tetrapirrolico) Quattro catene di globina, una proteina
Per la presenza del Fe2+, l’emoglobina assume un colore rossastro, che aumenta quando il ferro si combina con l’ossigeno e diminuisce quando la globina si lega con l’anidride carbonica. Ogni globulo rosso ne contiene 300.000 molecole, per cui ogni globulo rosso può portare 1.200.000 atomi d’ossigeno per volta! (e 2,1168 x 10^19 molecole d’ossigeno in totale!). L’emoglobina ed il suo sale rappresentano circa il 30% della cellula. Dalla membrana citoplasmatica, come sempre, di doppio strato fosfolipidico, sporgono delle catene di oligosaccaridi che hanno attività antigenica determinando il gruppo sanguigno AB0 Antigene A: gruppo A Antigene B: gruppo B Antigeni A e B: gruppo AB Nessun antigene: gruppo 0 Dalla membrana, inoltre può sporgere anche un altro antigene, il fattore Rh Presenza dell’antigene: Rh+ Assenza dell’antigene: RhQuesti componenti sono il 10% della cellula Il restante 60% è acqua.
Vengono formati nel midollo osseo e la loro produzione è controllata dalla quantità di ossigeno che raggiunge i tessuti attraverso il sangue. Se i tessuti non ricevono abbastanza ossigeno i reni secernono eritropoiteina (ormone) che stimola il midollo osseo a produrre più globuli rossi. Se invece i tessuti ricevono più ossigeno di quanto sia necessario i reni bloccano la produzione di questa. Vivono da tre ad un massimo di quattro mesi nel sangue e quelli non più utilizzati vengono demoliti nella milza dove vengono riciclati per produrre altre proteine. La maggior parte ritorna al midollo osseo per assemblare altri globuli rossi. Alcune malattie, come l‘ anemia falciforme, provocano alterazioni della forma dei globuli rossi, influenzandone la funzionalità.
Emoglobina All’interno dei globuli rossi ci sono approssimativamente da 200 a 300 milioni di molecole di emoglobina. L’emoglobina è costituita da quattro catene globiniche a ciascuna delle quali è unita una molecola di eme. L’emoglobina è capace di unirsi con quattro molecole di ossigeno per formare l’ossiemoglobina permettendo ai globuli rossi di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo. L’uomo ha una quantità maggiore di emoglobina rispetto alla donna. Anemia * diminuzione del numero, o della funzione dei globuli rossi in una data quantità unitaria di sangue totale.
L'emoglobina è una proteina globulare solubile di colore rosso presente nei globuli rossi nel sangue dei vertebrati, responsabile del trasporto dell'ossigeno molecolare da un compartimento ad alta concentrazione di O2 ai tessuti che ne abbisognano. L'emoglobina (che si indica con il simbolo HbO2 quando legata all' ossigeno, altrimenti Hb) viene sintetizzata inizialmente a livello dei proeritroblastii policromatofili (precursori dei globuli rossi), rimanendo poi in alte concentrazioni all'interno dell'eritrocita maturo. Le alterazioni di origine genetica della struttura primaria della molecola vanno sotto il nome di emoglobinopatie
Formazione dei globuli rossi Eritropoiesi: l’intero processo di formazione dei globuli rossi. La formazione dei globuli rossi comincia nel midollo rosso dall’emocitoblasto che è la cellula staminale e dopo diverse fasi di trasformazione diventa un eritrocito; l’intero processo di trasformazione richiede approssimativamente 4 giorni. I globuli rossi formati e distrutti sono circa 100 milioni per minuto nell’uomo adulto; un meccanismo omeostatico mantiene costantemente l’equilibrio fra il numero degli eritrociti formati e quelli distrutti.
Distruzione dei globuli rossi Il periodo di vita di un globulo rosso varia da 105 a 120 giorni. I macrofagi fagocitano i globuli rossi invecchiati, anomali, o frammenti di globuli rossi. L’emoglobina viene demolita in aminoacidi, ferro e bilirubina.
I leucociti (o globuli bianchi) sono cellule del sangue. La funzione principale dei leucociti è quella di preservare l'integrità biologica dell'organismo tramite l'attuazione di meccanismi di difesa diretti contro microrganismi patogeni di varia natura (virus, batteri, miceti, parassiti) e contro corpi estranei penetrati nell'organismo previo superamento delle barriere costituite dalla cute e dalle mucose. I leucociti sono accomunati da alcune importantissime caratteristiche funzionali, tra le quali quella della motilità. Tali cellule, infatti, oltre che essere trasportate passivamente nel torrente circolatorio, sono in grado di sviluppare una locomozione attiva, utilizzando alcune proteine del citoscheletro. I leucociti, inoltre, sono estremamente deformabili: questa proprietà ne permette la fuoriuscita dai vasi sanguigni tramite un processo chiamato diapedesi. La fuoriuscita dei leucociti dai vasi si verifica nelle sedi dell'organismo dove è richiesta la loro azione ed è mediata da un insieme di stimoli di natura chimica (costituiti principalmente da citochine e chemochine). Il termine generico leucociti comprende popolazioni cellulari assai differenti tra loro: granulociti polimorfonucleati (PMN), suddivisi in neutrofili, basofili ed eosinofili; agranulociti che a loro volta si dividono in: monociti, dai quali derivano i macrofagi tissutali; linfociti, ulteriormente classicabili un due principali sottopopolazioni, i linfociti B e i linfociti T. Nel sangue i leucociti sono tra 5.000 e 10.000 per cc; la durata della loro vita varia da poche ore per i granulociti a mesi per i monociti ad anni per alcuni tipi di linfociti.
Linfociti T e B I più piccoli tra i globuli bianchi e secondi tra i più numerosi. Costituiscono circa il 25% dei globuli bianchi circolanti. I linfociti T e B hanno un ruolo importante nel processo dell’immunità. I linfociti T attaccano direttamente una cellula infetta o cancerogena. I linfociti B producono anticorpi solubili contro specifici antigeni.
B-linfocita (x12'500)
Piastrine (trombociti) Struttura Nel sangue circolante, le piastrine sono piccole, corpuscoli pallidi che appaiono di forma affusolata od ovale. Tre sono le proprietà principali: l’agglutinazione, l’adesività e l’aggregazione. Il numero delle piastrine è di circa 250.000 per mm3 di sangue; la variazione normale va da 150.000 a 350.000 per mm3. Funzione delle piastrine Importante ruolo sia nell’emostasi sia nella coagulazione. Emostasi * fa riferimento all’arresto del flusso sanguigno; tuttavia se il danno è esteso, il meccanismo della coagulazione del sangue viene attivato per impedirne l’uscita. Formazione Vita media e formazione delle piastrine (da 7 a 10 giorni) * prodotte nel midollo rosso, polmoni e milza per frammentazione dei megacariociti
Al microscopio ottico le PIASTRINE presentano due zone distinte: una centrale granulare (granomero) e una periferica quasi ialina (ialomero). All’interno del citoplasma presentano in particolare actina sia in forma polimerica (microfilamenti) che in forma globulare. Le piastrine concorrono nel processo di coagulazione del sangue. Tale processo avviene perché il fibrinogeno (proteina presente nelle piastrine) viene attivato e trasformato in fibrina (filamentosa e insolubile) grazie all’azione della trombina. Quest ’ultimo è un enzima che viene attivato a sua volta dalla protrombina, richiamata a sua volta da fattori plasmatici. L’intreccio di filamenti di fibrina trattiene le piastrine, globuli rossi e leucociti e con la contrazione delle piastrine, si ha la retrazione del coagulo.
Il plasma sanguigno è una componente del sangue. È il liquido in cui sono sospese le cellule sanguigne. Il plasma contiene proteine, nutrienti, prodotti del metabolismo, ormoni e elettroliti inorganici. Il plasma ha un colore paglierino. È composto principalmente da acqua, proteine e sali minerali. Serve come mezzo di trasporto per il glucosio, i lipidi, ormoni, i prodotti del metabolismo, anidride carbonica ed ossigeno. La capacità di trasporto dell'ossigeno è relativamente bassa comparata a quella dell'emoglobina contenuta nei globuli rossi; può essere aumentata in condizioni iperbariche. È il mezzo di immagazzinamento e trasporto dei fattori di coagulazione, quali la fibrina, e il suo contenuto di proteine è necessario per mantenere la pressione osmotica del sangue.
Plasma sanguigno Composizione plasma sanguino Parte liquida del sangue; chiaro color paglierino; costituito da 90% di acqua e 10% di soluti. Soluti Molte sostanze solute nel plasma: o servono per il metabolismo cellulare. o sono residui di quest ’ultimo. o sono impegnate a mantenere le più svariate omeostasi. oppure sono sostanze messaggere (ormoni). Dal 6% all’8% sono proteine, costituite da tre importanti famiglie. Proteine sanguigne Albumine: Fondamentali nella coagulazione del sangue. Globuline: Componenti essenziali nel meccanismo dell’immunità (anticorpi). Fibrinogeni: Fondamentali nella coagulazione del sangue. Funzioni delle proteine plasmatiche Le proteine plasmatiche hanno un’importanza fondamentale nel mantenere il sangue fluido (viscosità ottimale).
La coagulazione del sangue consiste nella sua trasformazione in una massa solida dovuta ad una lesione di un vaso sanguigno che ne ha comportato la fuoriuscita. È caratterizzata da due fasi: formazione del coagulo: coagulo questo è costituito da un reticolo di fibrina, una proteina filamentosa che ha come precursore il fibrinogeno, che intrappola gli elementi figurati e trasforma il sangue in una massa gelatinosa. Questo processo avviene in pochi minuti dalla lesione; retrazione del coagulo: coagulo i filamenti di fibrina si contraggono, trascinano con sé gli elementi figurati del sangue e spremono dal coagulo un liquido detto siero, che ha la stessa composizione del sangue, ma non contiene il fibrinogeno. Tale processo richiede varie ore. La fibrina, proteina essenziale per la formazione del coagulo, deriva dalla scissione del fibrinogeno attraverso una catena di reazioni e l'intervento di sostanze presenti nel plasma e nelle piastrine. Secondo lo schema classico di Morawitz, il processo di formazione della fibrina può essere schematizzato così: Il fibrinogeno viene trasformato in fibrina da un enzima, la trombina, che però è presente in condizioni fisiologiche solo in forma inattiva, come protrombina. Questa si trasforma in trombina solo per azione di un altro fattore, la tromboplastina o trombochinasi, che si forma a sua volta, in presenza di ioni calcio, dalla reazione di fosfolipidi liberati dalle cellule dei tessuti danneggiati e dalle piastrine aggregate.
La coagulazione avviene secondo due vie: la via estrinseca e la via intrinseca, che differiscono tra loro per: l'agente iniziale che le attiva; il numero di fattori coinvolti nella cascata. Le due vie si congiungono a livello dell'attivazione del fattore V, che può considerarsi il fattore comune delle due vie. La via estrinseca è più rapida per il minor numero di fattori che vi prendono parte. Essa viene attivata quando una lesione di un vaso sanguigno produce la liberazione, dalle cellule danneggiate, di fosfolipidi e di un complesso proteico detto fattore tissutale o tromboplastina tissutale. I fattori attivati, oltre il fattore tissutale, sono i fattori plasmatici VII, X e V. La via intrinseca è più lenta, perché comprende, oltre i tre fattori dell'altra via, anche i fattori XII, XI, IX e VIII, tutti fattori plasmatici. Questa via è innescata dall'attivazione del fattore XII, o fattore di Hageman, la quale si verifica quando il sangue bagna una superficie diversa dall'endotelio vasale (vetrometallo). Ovviamente una lesione tissutale attiva entrambe le vie della coagulazione; infatti, la lesione non solo determina la liberazione della tromboplastina tissutale, ma anche, danneggiando i vasi sanguigni, consente al sangue di venire a contatto con superfici diverse da quelle endoteliali.
La coagulazione per sola via intrinseca può verificarsi in condizioni patologiche, all'interno di vasi la cui superficie endoteliale sia danneggiata. Anche la via estrinseca, pur avendo il vantaggio di essere veloce, da sola non porta alla formazione di un coagulo stabile, se non viene rafforzata dall'attivazione della via intrinseca. Il contributo fondamentale di questa via è dimostrato dal fatto che, se essa non può avvenire per l'assenza di uno dei suoi fattori plasmatici, si manifestano gravi malattie emolitiche, note come emofilie, dovute alla carenza congenita di due fattori: l'VIII fattore nell'emofilia A; il IX fattore nell'emofilia B. Il coagulo formatosi sia per via estrinseca che intrinseca deve essere ulteriormente stabilizzato nell'ultima fase della coagulazione. Ruolo centrale nel sistema della coagulazione viene occupato dal cosiddetto Fattore di Hageman. Esso viene sintetizzato a livello epatico e circola nel sangue in forma inattiva. Nel corso di una reazione infiammatoria, questo fattore viene a contatto con l'endotelio danneggiato e passa in forma attiva, da fattore XII a fattore XIIa, il quale può va a scindere altre proteine substrato, provocandone l'attivazione, in un processo a cascata che porta all'attivazione della protrombina, da una parte, e del fattore Xa, dall'altra. La prima si trasforma in trombina, che taglia enzimaticamente il fibrinogeno solubile circolante, trasformandolo in fibrina insolubile, che costituisce il [coagulo]. Si formano, inoltre, dei Fibrinopeptidi, i quali hanno un'azione proinfiammatoria, cioè aumentano la permeabilità vascolare e richiamano i leucociti nella sede del danno. Il secondo costituisce la forma attiva del fattore X ed agisce anch'esso come mediatore flogistico. Vi sono,però, delle sostanze che si oppongono alla coagulazione del sangue,impedendola o semplicemente ritardandola.Tali sostanze vengono dette anticoagulanti, tra cui il più importante è l'eparina,che si trova soprattutto in fegato e polmoni. Essa agisce quando si ha una eccessiva coagulazione, per evitare che possano instaurarsi situazioni patologiche come la trombosi.
Il gruppo sanguigno è una delle numerose caratteristiche di un individuo, proprio come il colore degli occhi e dei capelli, ed è geneticamente determinato alla nascita. I gruppi sanguigni vengono determinati dalla presenza o assenza, sulla membrana cellulare dei globuli rossi, di alcuni antigeni, e di alcune agglutinine nel plasma sanguigno. Fino al 1901 si pensava che non esistessero vari gruppi sanguigni ma che gli esseri umani condividessero il medesimo tipo di sangue. Gli studi di Karl Landsteiner hanno portato dapprima alla suddivisione del sangue nei vari gruppi sanguigni del sistema ABO e, successivamente, alla scoperta di altri fattori che distinguono i diversi tipi di sangue, quale ad esempio il fattore Rhesus.
Tipi di gruppo sanguigno Nel sistema ABO esistono 4 diversi gruppi sanguigni. Il gruppo O non possiede alcun antigene sulla membrana dei globuli rossi; mentre il plasma sanguigno possiede ambedue le agglutinine. Il gruppo A ha sui globuli rossi la presenza dell'antigene A, mentre nel plasma si riscontra la presenza dell'agglutinina beta (o anti-B) Il gruppo B invece è caratterizzato dalla presenza dell'antigene B sui globuli rossi e dalla presenza dell'agglutinina alfa (o anti-A) nel plasma Il gruppo AB presenta entrambi gli antigeni sui globuli rossi ma nessuna agglutinina nel plasma. Ognuno di questi gruppi sanguigni viene suddiviso ulteriormente in due categorie dal fattore Rhesus, che indica la presenza di particolari agglutinine nel sangue. Il fattore Rhesus può essere positivo (Rh +) o negativo (Rh -). Esistono anche ulteriori fattori (come il fattore di Kell) per la distinzione dei vari gruppi sanguigni
Compatibilità dei gruppi sanguigni Le agglutinine e gli antigeni del sangue pongono delle barriere alle trasfusioni di sangue tra persone di gruppi diversi. In particolare: Gruppo O-: Data l'assenza di antigeni sui globuli rossi e l'assenza del fattore Rhesus, questo tipo di sangue può essere donato a persone di qualunque gruppo sanguigno. La presenza di ambedue le agglutinine nel plasma fa sì che gli individui con questo gruppo sanguigno possano ricevere sangue solamente da persone di gruppo OGruppo O+: Il fattore Rhesus positivo limita la donazione di questo tipo di sangue solamente a persone con fattore Rhesus +, indipendentemente dal gruppo sanguigno. Le persone con questo gruppo sanguigno possono ricevere sangue solo di gruppo O (Rh+ o Rh-) Gruppo A-: La presenza dell'antigene A rende possibile la donazione di questo sangue a persone di gruppo A o AB. Chi avesse questo gruppo sanguigno, data la presenza dell'agglutinina beta nel plasma, potrà ricevere sangue solo da persone di gruppo A- o OGruppo A+: Può donare sangue a persone A+ od AB+ e riceverne da O+, O-, A+ ed AGruppo B-: La presenza dell'antigene B porta questo sangue ad essere donabile solo a persone di gruppo B ed AB. La presenza dell'agglutinina alfa nel plasma fa sì che individui con questo tipo di sangue possano riceverne solo da persone di gruppo O- o BGruppo B+: Può donare sangue a B+ ed AB+, e riceverne da O e B indipendentemente dal fattore Rhesus. Gruppo AB-: Può donare sangue solamente a persone di gruppo AB data la presenza di ambo gli antigeni sui globuli rossi. L'assenza di agglutinine permette a chi possiede sangue di questo gruppo di riceverne da tutti i gruppi con fattore Rhesus negativo Gruppo AB+: Può donare sangue solamente ad individui con sangue AB+ ma può riceverne da tutti i gruppi, indipendentemente dal fattore Rhesus.
Malattie del sangue Danni di proliferazione Il meccanismo principale di molte malattie del sangue è una diminuita capacità dei tessuti mieloidi e linfatici di formare le cellule del sangue. La diminuita capacità deriva da danni provocati da sostanze chimiche, radiazioni, difetti ereditari o cancro. È possibile servirsi di trapianti di midollo osseo per trattare casi in cui la deficienza del midollo è la causa della malattia.
Malattie dei globuli rossi (anemia) Molte condizioni patologiche derivano dalla incapacità del sangue di portare sufficiente ossigeno alle cellule; le anemie derivano da: • scarsità dei globuli rossi o • da una scarsa quantità di emoglobina. Il numero dei globuli rossi può cambiare se si perde sangue per emorragia o se gli organi emopoietici non riescono a mantenere in equilibrio il numero dei globuli rossi. Tipi di anemia Anemia aplastica Basso numero di eritrociti a causa della distruzione di midollo rosso provocata da sostenze chimiche, farmaci e radiazioni. Anemia perniciosa Basso numero di eritrociti per mancanza di vitamina B12. Basso numero di eritrociti per mancanza di acido folico. Anemia acuta da perdita di sangue Diminuzione degli eritrociti dopo emorragia. Anemia da malattia cronica Anemia da perdita cronica di sangue (ulcera, emorroidi, ...). Episodi di perdite di sangue Frequenti o di lunga durata a causa di malattie croniche (dismenorrea, ...). Disordini di emoglobina I globuli rossi sono classificati ipercromici (alto contenuto di emoglobina) o ipocromici (basso contentuto di emoglobina). Anemia da deficit di ferro Deriva dalla mancanza di ferro per formare abbastanza emoglobina. Anemia emolitica Varie malattie ereditarie del sangue caratterizzate da tipi anomali di emoglobina. Anemia falciforme Forma grave di anemia ereditaria, nella quale i globuli rossi, dietro l?azione dell?anossia, assumono una forma allungata a semiluna. Talassemia (gr. thalassa, mare/haima, sangue) Tipo di anemia infantile ereditaria, che si riscontra soprattutto nei paesi rivieraschi del Mediterraneo orientale e centrale.
Malattie dei globuli bianchi Leucopenia Basso numero anomalo di globuli bianchi. Leucocitosi Alto numero anomalo di globuli bianchi. Leucemia Un gruppo di malattie maligne caratterizzate da trasformazione delle cellule staminali dalle quali derivano gli elementi figurati del sangue, portando alla leucocitosi e all’anemia. Disordini della coagulazione Coaguli si formano nei vasi di organi normali e possono essere causa di morte improvvisa per l’interruzione dell’apporto sanguigno. Trombo Quando un coagulo rimane aderente alla parete dei vasi in cui si forma. Embolo Parte di un coagulo che si distacca, e scorre nel sistema circolatorio e si arresta in vasi di diametro minore bloccando il circolo, questa situazione è detta embolia. Emofilia Malattia ereditaria in cui il sangue non coagula. Trombocitopenia Disordine che deriva da una diminuzione di piastrine; è caratterizzata da emorragie di molti piccoli vasi.
Il sistema linfatico Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell'organismo contro le infezioni. È un sistema complesso costituito da organi linfatici, quali il midollo osseo, le tonsille, il timo e la milza, e da una serie di linfonodi, che sono collegati tra loro da una rete di sottili vasi linfatici. I linfonodi sono piccole ghiandole localizzate al collo, sotto le ascelle e nell'inguine. Il loro numero varia a seconda della localizzazione e va da poche unità a qualche decina, come nel caso dei linfonodi ascellari, presenti in un numero compreso tra 20 e 50. I tessuti che compongono il nostro organismo producono un liquido chiaro detto linfa che viene fatto circolare in tutto il corpo tramite i vasi linfatici. La linfa contiene i globuli bianchi, detti linfociti, che hanno la funzione di difesa contro le infezioni e le malattie. Per esempio, quando abbiamo il mal di gola, se palpiamo i linfonodi del collo, ci accorgiamo che questi sono ingrossati. Ciò è il segno che l'organismo sta lottando contro l'infezione. Due sono i tipi principali di linfociti: i linfociti B e i linfociti T. Tutti i linfociti originano dal midollo osseo sotto forma di cellule immature che prendono il nome di cellule staminali. I linfociti che raggiungono la maturità nel timo, una piccola ghiandola che si trova dietro lo sterno, prendono il nome di linfociti T, quelli che diventano maturi nel midollo osseo o negli organi linfatici si chiamano linfociti B.
Il sistema linfatico è una complessa rete composta dai linfonodi e dai vasi linfatici (il più importante è il dotto toracico), che drena i tessuti dalla linfa, riversandola nella vena cava. Il sistema linfatico è un importante componente del sistema immunitario. Il sistema linfatico ha quattro funzioni in relazione tra loro: rimozione dei fluidi in eccesso dai tessuti assorbimento di acidi grassi e conseguente trasporto di grasso e chilo verso il sistema circolatorio produzione di cellule immunitarie come linfociti, monociti produzione di anticorpi.
I linfonodi sono degli organi del sistema linfatico che non vanno confusi con delle ghiandole, poichè non producono nessun tipo di secreto. Funzione I linfonodi funzionano come dei filtri: raccolgono e distruggono batteri e virus grazie ad un reticolo a nido d'ape, costituito da tessuto connettivo e ricco di linfociti. Quando l'organismo sta combattendo un'infezione, i linfociti si moltiplicano rapidamente e danno luogo ad un caratteristico rigonfiamento dei linfonodi. Struttura Il linfonodo è circondato da una capsula di fibra, dove si trovano i canali di ingresso per il sangue. L'organo si può perciò dividere tre parti:la più esterna è chiamata corteccia, la seconda, quella intermedia, viene invece detta paracorticale, mentre la parte interna è detta midollare.
Il dotto toracico è il punto di contatto tra sistema linfatico e sistema circolatorio, tramite esso infatti la linfa si riversa nel sangue venoso. È situato nella parte superiore dell'addome, dietro il peritoneo. Raccoglie tutta la linfa del corpo ad esclusione di quella proveniente dal braccio destro, dalla parte destra del torace, dal collo e dalla testa che invece è raccolta dal dotto linfatico destro. Ha origine dalla confluenza di vari vasi linfatici addominali che si uniscono in una dilatazione chiamata cisterna di Pecquet. Si estende verticalmente per 38-45 cm nel torace e passa posteriormente alla carotide comune sinistra ed alla vena giugulare sinistra per sfociare nella giunzione tra la succlavia sinistra e la giugulare sinistra, vicino alle spalle. Attraversa il diaframma nell'apertura aortica e risale il mediastino tra l'aorta toracica discendente (alla sua sinistra) e la vena azygos (alla sua sinistra). Nell'adulto, il dotto toracico trasporta dai 2 ai 4 litri di linfa al giorno. Quando questo risulta bloccato o danneggiato, può accumularsi rapidamente una grande quantità di linfa nella cavità pleurica, condizione chiamata chilotorace I primi segni di un problema al dotto toracico sono rappresentati da un allargamento del nodo di Virchow, un nodo linfatico posto nella regione sopraclavicolare destra vicino a dove questo si riversa nella vena succlavia.
I linfociti sono cellule presenti nel sangue (tra il 20% e il 40% dei globuli bianchi, secondo la formula leucocitaria) che appartengono al più ampio gruppo dei leucociti. Hanno la dimensione di 7-15 micrometri (piccoli linfociti fino a 8 micrometri e grandi linfociti da 9 in su), con un nucleo rotondeggiante, un citoplasma scarso e pochi granuli. La cromatina risulta molto addensata e al microscopio elettronico è possibile distinguere un nucleolo (contrariamente a quanto si pensasse precedentemente). Svolgono un ruolo molto importante nel sistema immunitario: hanno il compito di reagire in modo specifico nei confronti di qualsiasi agente estraneo, o antigene. Si parla in questo caso di attivazione del linfocita e linfociti attivati si possono ritrovare in molti tessuti. I Linfociti derivano dalla cellula staminale multipotente e a seconda del luogo, all'interno dell'organismo, nel quale avviene la maturazione cellulare, si ottengono due linee linfocitarie ben distinte: i linfociti B (da Bursa, con riferimento alla borsa scoperta da Fabrizio da Acquapendente negli uccelli e dove si sviluppano i linfociti B ) e i linfociti T (da Timo). I linfociti B sono responsabili della produzione degli anticorpi.
Linfocita
Fanno parte degli apparati linfatico e circolatorio la MILZA ed il TIMO
È in grado di agire da serbatoio e trattenere una grande quantità di cellule del sangue; permette di regolare il volume di cellule del sangue in circolo; produce linfociti e distrugge eritrociti giunti al termine del loro ciclo vitale
Posto dietro lo sterno e destinato ad una progressiva involuzione dopo la pubertà, fa parte del sistema linfatico in quanto fornisce linfociti e aiuta perciò l’organismo a combattere le infezioni