MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2014/2015 Docente Patrizia Gioia
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Giovedì 5 marzo 2015 LEZIONE 1: • PREMESSE
• DEFINIZIONI • UNO SGUARDO AL PROGRAMMA
• LE COLLEZIONI
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA (LART/04)
Anno Accademico 2014/2015 Docente Patrizia Gioia (e-mail:
[email protected] Eventuali appuntamenti dovranno essere concordati.) Le lezioni frontali si terranno tutti i giovedì, dalle ore 15 alle ore 17, presso l‟aula di Archeologia. Inizio delle lezioni: giovedì 5 marzo 2014. Le date di alcune visite a musei e aree archeologiche saranno comunicate nel corso delle lezioni.
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA
Museologia e Archeologia, due mondi diversi, ma spesso sovrapposti nell‟immaginario. L‟idea stessa di museo ci riporta al passato. L‟immagine “ideale” di museo, la sua icona, è rappresentata nell‟immaginario collettivo da un edificio “classico” che richiama la facciata di un antico tempio.
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Cos’è la
Museologia?
• La Museologia è una disciplina che, assieme alla Museografia, si occupa di musei. • Può sembrare, ad una prima impressione, che possa
essere una materia di studio noiosa e legata a luoghi polverosi e fuori dal mondo reale.
La museologia è invece una disciplina si occupa di un istituto culturale che deve assolvere compiti e doveri nei confronti della società e del suo sviluppo culturale. Il suo approccio è spesso più “politico” che tecnico, in quanto valuta le scelte più opportune che un museo, o un qualunque luogo espositivo, deve compiere per assolvere alla sua “mission”. La “mission” di un museo è la sua specifica ragion d’essere nel più ampio campo delle istituzioni culturali e politiche create dalla società.
“Il museo non può essere unico e uguale ovunque, secondo generali principi standardizzati, ma, nel rispetto di regole tecniche riconosciute le migliori dallo studio scientifico di problemi di conservazione degli oggetti, deve assumere di volta in volta il carattere che il suo patrimonio e la sua storia esigono.” (F. Russoli) “Occorre dimostrare ai burocrati e alla società che museo significa tutt’altro di ciò che si crede museo. E credo che la via più diretta per farlo sia potenziare al massimo l’immagine del museo come crogiolo di cultura”. A questo faceva seguito l‟elenco delle potenzialità e dei servizi che un museo deve offrire in quanto non più forma di cultura elitaria, bensì “strumento di maturazione e formazione civica e individuale”. Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera, è nato a Firenze nel 1923 e si è laureato in lettere all'Università di Pisa. Morto nel 1977.
« L'uomo è per natura un animale politico » (Aristotele, Politica) La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Altre definizioni, che si basano su aspetti peculiari della politica, sono state date da numerosi teorici: per Max Weber la politica non è che aspirazione al potere e monopolio legittimo dell'uso della forza; per David Easton essa è la allocazione di valori imperativi (cioè di decisioni) nell'ambito di una comunità; per Giovanni Sartori la politica è la sfera delle decisioni collettive sovrane. Al di là delle definizioni, la politica in senso generale, riguarda "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente chi fa politica attiva, ovvero opera nelle strutture deputate a determinarla, la politica è l'occuparsi in qualche modo di come viene gestito lo stato o sue substrutture territoriali. In tal senso "fa politica" anche chi, subendone effetti negativi ad opera di coloro che ne sono istituzionalmente investiti, scende in piazza per protestare. Secondo altri pareri invece, la politica in senso generale è l'occuparsi del bene pubblico e dello Stato nel senso più ampio, come ad esempio prendere una carta da terra e metterla nel cestino. http://it.wikipedia.org/wiki/Politica
La Costituzione repubblicana
La Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 9 • La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. • Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Perché parlare di museologia non significa solo occuparsi di astratti luoghi del “sapere” ma di una disciplina “politica”?
Perché il termine museologia, diffuso a partire dalla metà del Novecento nell’ambito di una riflessione di portata internazionale intorno alle problematiche museali, si riferisce, oltre che alla storia del museo e della sua vocazione, ai suoi compiti istituzionali e alla sua funzione all’interno della società.
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DI COSA PARLEREMO? DEFINIZIONI •Cos‟è la Museologia? •Museologia e museografia •Che cosa è un Museo? •Etimologia •Che cosa è il collezionismo?
DI COSA PARLEREMO? STORIA • Gli archetipi: oggetti rari ed oggetti defunzionalizzati sottratti al circuito economico durante la Preistoria e Protostoria. • Il Mondo greco: patrimonio pubblico e patrimonio privato • Il Mondo Romano: patrimonio pubblico e patrimonio privato • Il medioevo: il patrimonio ecclesiastico ed gli archetipi delle collezioni umanistiche • L‟Umanesimo: il recupero dell‟antichità, le collezioni umanistiche tra riuso e conservazione • Tra Umanesimo e rinascimento: lo studiolo • Tra tardo 400 e 600: le Wunderkamer e le Schatzkammer • I grandi viaggi del 500 e l‟amore per l‟esotico • Naturalia e Artificialia: storia di una separazione • Gli archetipi rinascimentali delle collezioni pubbliche: Brescia e le sue epigrafi, I Musei Capitolini, Il Laocoonte e i Musei Vaticani
DI COSA PARLEREMO? STORIA • Il 600 -700: le gallerie e le grandi collezioni aristocratiche • Il museo illuminista: ordine nel molteplice, la razionalità dell‟Enciclopedia • Il British Museum • Il Louvre: museo rivoluzionario • L‟800 e la nascita dei musei nazionali e l‟autocelebrazione degli Stati • L‟Italia ed i musei civici • Il 900: il contemporaneo si separa • Il „900: Il peso dei totalitarismi • I grandi architetti ed i nuovi musei • Il dopoguerra: restiling o abbandono • I Musei degli anni ‟60: tra crisi e boom economico • Il ‟68: l‟inizio di una riflessione • Gli anni 70: Dibattiti e innovazione • Musei e territorio: l‟ecomuseo
DI COSA PARLEREMO? I MUSEI ARCHEOLOGICI •Preistoria e archeologia •L‟800 la prospettiva evoluzionista •Luigi Pigorini •I siti preistorici •Archeologia classica: la prospettiva storico-artistica di Winkelmann •Serie cronologiche e tipologiche •Lo storicismo di Ranuccio Bianchi Bandinelli •La visione antropologica ed i musei •L‟archeologia processuale ed i musei •L‟ Archeologia del contesto ed i musei •Le collezioni storiche ed il contesto
DI COSA PARLEREMO? I SITI ARCHEOLOGICI •Definizione di sito •Il rispetto dei luoghi antichi •Distruzione e riuso (antichità e medioevo) •Nascita del concetto di conservazione •Umanesimo e rinascimento: tra conservazione e riuso •Il fascino della rovina e il Gran Tour •Gli scavi di Ercolano e Pompei •Quatremère de Quincy: Lettres à Miranda sur le déplacement des monuments de l'art de l'Italie •L‟archeologia e la topografia dell‟800 •L‟ Italia del 900 e la prospettiva idealista •La scuola romana degli anni „60 •La New archeology ed il contesto territoriale •L‟archeologia preventiva: distruggere o conservare? •Tutela e valorizzazione •Conservazione e/o ricostruzione •Gli strumenti comunicativi della valorizzazione dei siti •Le aree archeologiche e le coperture: musei sulle rovine
DI COSA PARLEREMO? I PARCHI ARCHEOLOGICI •Definizione •Storia •Parchi conservativi e parchi ricostruttivi •Esperienze europee •Esperienze italiane: tra conservazione e innovazione
DI COSA PARLEREMO? LE FUNZIONI DEL MUSEO •L‟ICOM e la sua definizione di Museo •La missione •La sede •I servizi •Le professionalità •Le funzioni: acquisizione, conservazione, restauro, catalogo, studio, ricerca, comunicazione
DI COSA PARLEREMO? LA COMUNICAZIONE DEI MUSEI, DEI SITI E DEI PARCHI ARCHEOLOGICI
Cosa vuol dire comunicare? •l‟apprendimento •l‟attenzione del visitatore •i comunicatori: archeologi o specialisti? •le forme di comunicazione nel museo: comunicazione testuale, comunicazione simbolica, comunicazione tecnologica, comunicazione verbale
DI COSA PARLEREMO? LA COMUNICAZIONE DEI MUSEI, DEI SITI E DEI PARCHI ARCHEOLOGICI
Gli strumenti della comunicazione •la segnaletica •gli allestimenti •le didascalie •i pannelli •le mostre •le pubblicazioni (specialistiche, divulgative) •i convegni- seminari •le visite guidate •le attività didattica •i siti internet •le visite virtuali
DI COSA PARLEREMO? LA COMUNICAZIONE DEI MUSEI, DEI SITI E DEI PARCHI ARCHEOLOGICI
L‟archeologia sperimentale come strumento di comunicazione e valorizzazione dei beni archeologici • Cos‟è l‟archeologia sperimentale? • La Storia • Il potenziale divulgativo dell‟archeologia sperimentale: manualità, interazione e partecipazione
DI COSA PARLEREMO? LA COMUNICAZIONE DEI MUSEI, DEI SITI E DEI PARCHI ARCHEOLOGICI
L‟archeologia virtuale come strumento di comunicazione e valorizzazione dei beni archeologici •la decontestualizzazione •La ricomposizione del contesto •Cosa vuol dire virtuale? •Storia •Come e perché le Nuove Tecnologie nei Musei? •Funzioni vecchie e nuove •Musei e Web
DI COSA PARLEREMO? LA GESTIONE DI MUSEI, SITI E PARCHI ARCHEOLOGICI IL TURISMO ARCHEOLOGICO
MOTIVAZIONI STORICHE E LEGISLATIVE
Museologia e Museografia Il gesto del raccogliere e collezionare oggetti è uno degli archetipi del comportamento umano. Il Museo istituzionalizza questo comportamento ed il suo ruolo è proprio quello di raccogliere, conservare, ordinare e valorizzare diverse tipologie di oggetti. Esistono attualmente due discipline specifiche che studiano i problemi legati al museo: la museografia e la più recente museologia.
Il termine museografia è stato utilizzato per la prima volta nel 1727 da Casper Friedrich Neickel nel suo libro Museographia, dedicato alla classificazione e alla descrizione dei diversi tipi di museo sulla base degli oggetti raccolti e dei luoghi occupati. Quindi in origine aveva un significato complessivo e non specifico come invece lo si intende oggi.
I TERMINI OGGI Abbiamo già detto che la museologia è una disciplina si occupa di un istituto culturale che deve assolvere compiti e doveri nei confronti della società e del suo sviluppo culturale, e che il suo approccio è spesso più “politico” che tecnico
La museografia si occupa invece degli aspetti strutturali e tecnici connessi al funzionamento del museo, quindi ad esempio dei problemi di conservazione degli oggetti, del sistema di esposizione (illuminazione, arredo), della struttura architettonica, dei modi per trasmettere al pubblico contenuti chiari ed efficaci. È evidente il carattere complementare delle due discipline, che è spesso anche all’origine dell’uso indistinto dei due termini, perché l’adeguata risoluzione di problemi pratici è possibile solo se in accordo con le finalità che il museo vuole raggiungere.
E’ evidente il carattere interdisciplinare dell’azione museologica/museografica: • un’archeologo non ha tutte le competenze per capire come esporre i propri contenuti • un architetto non ha le conoscenze scientifiche per riempire spazi in maniera sensata e comprensibile
Che cosa è un museo?
I Musei: non solo edifici ed oggetti I musei non vanno identificati con i semplici edifici, ma con le strutture logiche in base alle quali le raccolte di oggetti vengono organizzate e conservate. “Il museo non è solo una raccolta di opere d‟arte o di documenti storici o di oggetti …né, tanto meno, il museo è un luogo riservato all‟esposizione di simili raccolte. Il museo consiste, piuttosto, nell‟atto stesso di esibire l‟oggetto, creandogli intorno tutte quelle condizioni che rendano quella esposizione particolarmente significativi da tutti i punti di vista. Per conoscere la natura di un museo, perciò, è necessario soffermarsi sul momento della sua formazione, sull‟atto preciso in cui esso si origina, nella prospettiva di una precisa ricostruzione storica. In pratica il processo di musealizzazione inizia là dove ogni oggetto perde la funzione specifica per la quale era stato creato e assume valori diversi. Illustrare il “processo di musealizzazione” significa, allora, non vedere più, come un tempo, nel museo un luogo di cose morte, ma, al contrario, un luogo in cui l‟oggetto continua la sua vita come fonte di ricerca scientifica, di promozione della cultura per tutti i cittadini. In base a queste considerazioni possiamo dare il nome di “museo” ad un luogo dove oggetti appartenenti al mondo della natura, o manufatti (tra cui le opere d‟arte) siano conservati in modo da assicurare la loro testimonianza alla posterità e siano ordinati in modo da mettere in evidenza i loro legami e i rapporti con l‟ambiente storico e culturale cui appartengono.
E‟ inutile, infatti, aggirarsi tra opere, vetrine di oggetti, senza possedere adeguate chiavi di lettura che rendano “significative” le raccolte esposte.
Che cosa è un museo? Definizione dell’International Council of Museums (I.C.O.M = Consiglio internazionale dei musei) del 2004 (Seul) • ART. 2: il Museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperto al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto
United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization
I.C.O.M. • International Council of Museum • Organizzazione internazionale non governativa che ha sede presso l‟UNESCO. (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) Fondata nel 1946, coordina le attività museali in tutto il mondo.
ICOM - Il Consiglio internazionale dei musei L‟ICOM (International Council of Museums) è l‟organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali impegnata a preservare, ad assicurare la continuità e a comunicare il valore del patrimonio culturale e naturale mondiale, attuale e futuro, materiale e immateriale. Riunendo più di 30.000 aderenti presenti nei 5 continenti, l‟ICOM costituisce una rete internazionale di comunicazione e di confronto per i professionisti museali di tutte le discipline e tutte le specialità. Essi partecipano alle attività dell‟Associazione, che si svolgono a livello locale e internazionale, attraverso convegni, pubblicazioni, momenti di formazione, gemellaggi e la promozione dei musei. Creato nel 1946, all‟indomani della Seconda guerra mondiale, per iniziativa di Chauncey J.Hamlin, Presidente dell‟American Association of Museums, con l‟obiettivo di diffondere la reciproca conoscenza fra le culture come base comune per la pace, l‟ICOM è un‟organizzazione senza fini di lucro, in gran parte finanziata dalle quote dei suoi aderenti e grazie al sostegno di diversi organismi pubblici e privati. Organizzazione non governativa (ONG), l‟ICOM è associato all‟UNESCO e gode dello status di organismo consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. La Segreteria e il Centro d‟informazione dell‟ICOM hanno sede a Parigi presso la Maison de l‟UNESCO e assicurano il coordinamento delle attività e dei programmi a livello internazionale.
Oltre ai 'musei', definiti come tali, sono compresi entro questa definizione: i siti e i monumenti naturali, archeologici ed etnografici e i siti e i monumenti storici che hanno la natura di musei per la loro attività di acquisizione, di conservazione e di comunicazione delle testimonianze materiali dei popoli e del loro ambiente. le istituzioni che conservano delle collezioni e presentano esemplari viventi vegetali e animali come i giardini botanici e zoologici, gli acquari, i vivai. i centri scientifici e i planetari. gli istituti di conservazione e le gallerie di esposizione permanente che dipendono dalle biblioteche e dai centri archivistici. i parchi naturali. ogni altra istituzione che il Consiglio esecutivo, previo parere del Comitato consultivo, consideri in possesso di alcune o di tutte le caratteristiche di un museo, o tale che dia ai musei e ai professionisti museali i mezzi di fare delle ricerche nel campo della museologia, dell'educazione e della formazione professionale".
Quindi il museo è: • Una raccolta ( e non solo!), pubblica o privata, di oggetti relativi ad uno o più settori della cultura, della scienza e della tecnica.
• E’ un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo.
• È’ aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e
diletto.
il museo è un'istituzione permanente... per poter svolgere i suoi compiti, le caratteristiche stesse che lo rendono museo, ha la necessità di mantenersi nel tempo: è un organismo che ha bisogno di spazio fisico per vivere, per crescere, per legarsi e integrarsi sempre più con il territorio in cui nasce e si sviluppa, e ciò gli permetterà di funzionare al meglio.
senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo... lo scopo del museo non è quello di arricchire economicamente sé stesso, ma quello di far crescere la cultura della popolazione. È al servizio della società e vuole essere punto di riferimento e di raccordo per gruppi di ricerca e strutture associative culturali. Una struttura sociale che è espressione di sintesi rispetto alla cultura di un popolo, alla sua realtà storica e alle prospettive di cambiamento.
aperta al pubblico... un museo è tale quando al suo interno c'è il visitatore. Un “museo” che vanta enormi collezioni ma che non è visitabile, che non è fruibile, non ha il diritto di chiamarsi museo. Questo perchè un museo non deve esistere solo e soltanto per ingrandire la sua collezione, non è questo il suo scopo. Un museo deve arricchire la cultura della popolazione, e per fare ciò dev'essere pensato e costruito intorno all'uomo, pensato e costruito per il visitatore.
che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell'uomo... queste testimonianze possono essere reperti archeologici, etnografici, sculture, quadri e chi più ne ha più ne metta. Il museo è aperto a ogni tipo di testimonianza, sia essa una storia o un oggetto, e chiunque deve sentirsi libero di portare i propri dubbi e le proprie domande al museo, perchè il museo nasce e vive per l'uomo. Innegabile quindi il ruolo sociale dei musei, che contenendo gli oggetti materiali che nel corso della storia sono stati creati, usati e accumulati da una data comunità, ne rappresentano la testimonianza storica, sono la memoria che permette a questa comunità di perpetuarsi nel tempo.
e del suo ambiente... anche questo è un campo di studio del museo: l'uomo vive in un determinato ambiente, e così anche il museo sorge in questo ambiente e, tra le altre cose, fornisce all'uomo gli strumenti per conoscerlo, capirlo e inserirvisi al meglio.
le acquisisce, le conserva, le comunica...
questi tre aspetti rispecchiano i tre compiti fondamentali di un museo: conservazione, ricerca, comunicazione, che tratteremo più avanti. Le testimonianze dell'uomo e del suo ambiente vanno chiaramente acquisite, sotto forma di oggetti, libri o quant'altro, ma per permetterne la divulgazione vanno correttamente conservate. La ricerca scientifica non potrebbe aver luogo senza gli oggetti, e cioè senza le collezioni. Le esposizioni non potrebbero essere realizzate senza le collezioni e senza la ricerca scientifica. Le collezioni non avrebbero alcun significato senza la loro elaborazione e il loro uso scientifico, nè potrebbero accrescersi senza la ricerca scientifica. Tutte queste attività hanno pieno senso soltanto se diventano patrimonio di tutti attraverso la comunicazione.
e specificamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto... un museo non espone per proprio vanto o proprio orgoglio. Espone per scopi di studio, uno studio finalizzato a conoscere il passato, capire il presente, programmare il futuro. In sostanza uno studio educativo. Educazione rivolta tanto alle classi in visita scolastica, quanto all'avventore capitato per caso nella sala del museo o all'esperto attirato da un particolare oggetto. Ma lo studio e l'educazione non prescindono dal diletto. Ben venga la curiosità, ben vengano le emozioni, fondamentali per attivare alcuni nostri processi di conoscenza e suscitare il nostro interesse.
L'articolo 101 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.L.vo 42/2004), lo definisce come "struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio".
Etimologia • Etimologia: dal latino museum, dal greco μουσειον, tempio sacro alle Muse • Le Muse, erano divinità minori che appartenevano al dio Apollo. Erano nove sorelle, giovani e bellissime, figlie di Zeus e di Mnemosine, che in greco significa memoria, nate ai piedi dell'Olimpo. Abitanti dell'Olimpo, a questo preferivano il Parnaso, dove amavano suonare, cantare e danzare per il dio Apollo. Ognuna di esse aveva le sue particolari attribuzioni.
Raffaello Sanzio, Il Parnaso, Città del Vaticano, Stanza della Segnatura, 1511, affresco, base m. 6,70.
Il Parnaso è un alto monte della Grecia centrale, tra la Focide, la Beozia e la Ftiotide, a nordest di Delfi. Secondo la mitologia greca, in origine vi era onorata la dea Madre Terra; più tardi vi confluirono i devoti di Pan, venerato nell'antro Coricio. Dalle sue rocce scaturiva la fonte Castalia, sovrastante Delfi. In epoca tarda le due cime Cirra e Nisa furono consacrate ad Apollo e alle Muse.
In età classica il numero delle Muse venne fissato a nove e ciascuna venne messa in relazione a una particolare attività artistico-intellettuale, o “arte” in senso greco:
Calliope (poesia epica)
Melpomene (tragedia)
Clio (storia)
Polimnia (pantomima)
Erato (lirica corale)
Talia (commedia)
Euterpe (musica: flauto)
Tersicore (danza)
Urania (astronomia)
La Biblioteca di Alessandria In virtù di questa loro multiforme influenza, il termine museo assunse presto significati più vasti e, fin dal IV secolo a.C., cominciò a indicare un luogo in cui si svolgevano studi, riflessioni e ricerche sotto l’influsso positivo delle Muse, oppure un luogo dove si raccoglieva ciò che veniva prodotto dalle diverse arti. Il più famoso museion dell’antichità era quello annesso alla biblioteca di Alessandria d’Egitto, fondata all’inizio del III secolo a.C. dal faraone Tolomeo I Sotere. Nella biblioteca si conservavano i testi provenienti da tutto il mondo conosciuto, mentre nel museion si riunivano a discutere e a produrre sapere scienziati, filosofi e studiosi in genere.
Moneta d’argento di età ellenistica con il ritratto del faraone Tolomeo I Sotere
BUTTARE E CONSERVARE In uno dei suoi romanzi più belli (Quasi un santo, 1993) la scrittrice statunitense Ann Tyler racconta di una giovane donna (Rita di Carlo, presumibilmente un‟italoamericana) che per professione butta via le cose degli altri. Non solo gli oggetti che si accumulano nelle cantine e nelle soffitte, ma anche i ricordi del passato dei proprietari o dei loro parenti defunti (lettere, vecchi quaderni, fotografie). La sua bravura consiste nell‟essere insieme spietata e pietosa, nel saper distinguere (con uno sguardo da lontano, non coinvolto nelle vite dei suoi clienti) tra gli oggetti che rappresentano supporti veramente importanti per la memoria o la nostalgia (e dunque possono ancora servire) e quelli ormai inutili e superflui. Una volta riempito il suo camioncino di scatole e buste piene di vecchie cose, la ragazza sparisce con il suo carico: e non sappiamo se quanto ha portato via venga in qualche modo riciclato oppure sia destinato a finire in una discarica.
la morale della storia della Tyler è che, per potersi proiettare nel futuro, è necessario sgombrare (almeno un po‟) il proprio passato, liberandosi di quanto ci portiamo dietro come un impaccio che ostacola la crescita e impedisce di continuare a vivere. Ma visto che Rita sceglie anche di conservare qualche cosa, questa storia comunica pure un altro significato: l‟idea che negli oggetti si materializzino i ricordi e si condensi il passato di ognuno. Alcuni sono pesi inutili, zavorra; ma altri sono invece le indispensabili radici, gli appigli che danno la forza per ripartire verso nuovi percorsi.
Però ci sono persone che fanno esattamente il contrario del personaggio della Tyler: passano la loro vita raccogliendo con passione e conservando amorosamente le testimonianze materiali del passato. Tutti quegli oggetti che, concluso ormai il loro ciclo d‟uso, sarebbero condannati ad essere eliminati per sempre e che essi salvano invece dalla fine e dall‟oblio.
I collezionisti, inoltre, non solo “sciolgono” l‟oggetto “da tutte le sue funzioni originarie” per metterlo “nel rapporto più stretto possibile con gli oggetti a lui simili” e, così facendo, lo rendono inutile
Sandra Puccini: LE “SENTINELLE” DELLA MEMORIA, Per una tipologia del collezionismo antropologico http://dspace.unitus.it/bitstream/2067/127/1/puccini_sentinelle_memoria.pdf
Le collezioni Per comprendere le origini dei Musei bisogna tornare indietro nel tempo ed analizzare le prime “raccolte di cose” ovvero le prime forme di collezionismo. La storia dei musei può, nella sua massima parte, esser fatta coincidere con quella del collezionismo, una tendenza insita nell’Uomo che ha sempre raccolto e conservato oggetti belli, strani, diversi da quelli della vita di tutti i giorni. Una tendenza dimostrata dal rinvenimento di ciottoli colorati nelle tombe preistoriche, ma che si ritrova (ad esempio) anche oggi nelle collezioni filateliche o numismatiche. Una tendenza che alla bellezza o stranezza di certi oggetti si allarga a beni preziosi come testimonianze di potere o di ricchezza da ostentare. Dai primi insediamenti preistorici fino alla storia greca o romana possiamo individuare una serie di archetipi del museo in quanto contenitori di materiale ordinato che possono prefigurare un qualcosa di paragonabile ad un museo.
Una collezione è un insieme di oggetti collegati da qualche denominatore comune per il quale acquistano agli occhi di chi li raccoglie un particolare interesse, anche puramente soggettivo. Semplicemente quindi una collezione può essere costituita da una raccolta di figurine. Nell‟ambito di una collezione il “valore” di ogni singolo pezzo è in funzione del tutto, allora il maggior desiderio del collezionista è quello di acquisire i pezzi mancanti.
Il gusto di collezionare e raccogliere oggetti particolari non è esclusiva proprietà dell’uomo.
Non è dunque un atteggiamento squisitamente antropologico. L’etologia ci insegna che, oltre ai primati, molte specie di uccelli, pesci e mammiferi manifestano interesse a raccogliere oggetti come sassolini, semi, fili colorati, che non sono strettamente legati alla sopravvivenza, manifestando talvolta un certo gusto estetico.
E’ stato più volte sottolineato dagli studiosi come la “qualità estetica” sia una delle proprietà che caratterizzano il collezionismo.
Gli oggetti collezionati sono solitamente privati di funzione utilitaria, e vengono quindi sottratti al circuito economico. Semplificando si può dire che il gusto del collezionare oggetti di particolare interesse estetico o mnemonico si può associare alla nascita dell’arte.
Il collezionista possiede una preziosa qualità, la capacità di meravigliarsi del mondo e dei suoi oggetti, di intuirne la potenza evocativa, di entusiasmarsi della loro scoperta, di creare nessi tra i grandi capolavori e le piccole cose che ne hanno costituito il contesto storico, dando un‟immagine più completa della cultura del passato (Benjamin, W. 1966). Legando le opere tra loro in quella che P. Valéry ha definito vertigine della mescolanza, il collezionista ordina le opere in una misteriosa relazione di senso e riordina, nel contempo, l‟infinita geografia del proprio mondo interiore.
I materiali didattici e le slides delle lezioni saranno inserite nella pagina – docente della Facoltà di Lettere e Filosofia:
http://www.lettere.uniroma1.it/users/patrizia-gioia Avendo a disposizione uno spazio web di capacità limitata saranno tenute sul sito non più di tre o quattro lezioni per volta!!!!!!!!
MUSEOLOGIA e ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2014/2015 Docente Patrizia Gioia
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LEZIONE 1: • PREMESSE • DEFINIZIONI • UNO SGUARDO AL PROGRAMMA • LE COLLEZIONI