FOTOAEREE
Fotogrammi scattati in sequenza da una macchina fotografica speciale chiamata “camera aerofotogrammetrica”, fino a coprire con un mosaico di strisce di fotogrammi (strisciata), l’area oggetto di studio. Le singole strisciate sono tra loro parallele e si sovrappongono per il 20%. I fotogrammi sequenziali di una singola strisciata si sovrappongono del 60% lungo al direzione di volo e del 20% nella strisciata parallela. La macchina fotografica è collocata nella "pancia" dell’aereo montata su speciali supporti che permettono di compensare le eventuali inclinazioni di pochi gradi non volute dal pilota. I formati sono di solito 23 x 23 cm.
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Stereoscopio a lenti e prismi utilizzato per la fotointerpretazione
L’area coperta da un fotogramma è ovviamente funzione della scala
scala molto grande
1:5000 1:10000 1:20000 1:25000 media 1:30000 1:40000 piccola 1:50000 immagini Landsat 1:1000000 grande
area coperta da un equivalente sul terreno fotogramma (km2) in m di 1mm in foto 1 5 5 10 21 20 33 25 47 30 84 40 131 50 34000 1000
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La Fotointerpretazione…
FOTOAEREE
è la tecnica che permette di esaminare ed interpretare oggetti e porzioni di territorio attraverso l’osservazione delle foto aeree. a partire dalla fine della II guerra mondiale è diventata una tecnica molto utilizzata anche in campo civile e come tale anche gli studi naturalistici hanno integrato questo strumento per l’acquisizione di dati territoriali e per la loro distribuzione spaziale …un po’ di storia (1850): A. Laussedat (Francia) utilizza per la prima volta fotografie per i rilievi topografici (1855): I. Porro effettua, in Italia, i primi approcci al nuovo metodo (1875): M. Manzi compie i primi rilievi importanti in Abruzzo e l’anno dopo sulle Alpi, mentre nel 1878 P. Paganini li effettua nelle Alpi Apuane. (1901): Pulfrich Germania si valse di coppie di fotografie prese in direzioni orizzontali parallele per mezzo del suo stereocomparatore (1911): Von Orel unì allo stereocomparatore un meccanismo che consentiva di tracciare con continuità la planimetria e le curve di livello. (1919): G. Poivilliers (Francia) risolse completamente il problema della restituzione con il tracciato continuo di coppie di fotografie (strisciata) prese in condizioni di orientamento e di posizione qualsiasi e sconosciute. Questa soluzione consentì l’effettuazione di rilevamenti topografici partendo da fotografie aeree del terreno: la precisione dei rilevamenti cosi ottenuti e la loro rapidità di esecuzione furono tali che, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, la fotogrammetria aerea, per rilevamenti molto estesi, ha nel tempo completamente sostituito i metodi classici di rilevamento diretto e la fotogrammetria terrestre
In letteratura vengono individuati 6 parametri principali utilizzabili per una corretta fotointerpretazione: 1. 2. 3. 4. 5. 6.
il tono la tessitura il drenaggio la densità del drenaggio la vegetazione gli allineamenti
Naturalmente i fotointerpreti delle varie discipline sfruttano la propria esperienza dando importanza a quei parametri che meglio di altri permettono di individuare le caratteristiche di un determinato tema da acquisire
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IL TONO
Il livello di saturazione di un colore o della scala di grigi viene comunemente definito, in fotografia o in pittura, TONO. Sfruttando questo parametro si possono individuare nell’ambito di un territorio le diverse caratteristiche delle rocce, dei suoli, della vegetazione, ecc… Rocce ignee composte da minerali come i feldspati e quarzo (rioliti, ialoclastiti acide, porfidi, ecc.) rimandano toni di grigio chiaro, mentre rocce ignee con minerali quali pirosseni e anfiboli (basalti, tefriti, ecc.) rimandano toni più scuri. I calcari compatti appaiono con toni di grigio chiaro. Suoli asciutti o con poca acqua appaiono più chiari di quelli umidi. Nel caso della vegetazione, essa rimanda tonalità di grigio sempre più scure mano a mano che si passa da fisionomie vegetali a prevalenza erbosa a fisionomie dove prevale la componente arborea. Nell’ambito di quest’ultima, le conifere appaiono con toni di grigio molto più scuri e cupi delle latifoglie decidue e anche delle leccete anche se queste, tra le latifoglie, appaiono con toni decisamente scuri.
pineta
robinieto
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LA TESSITURA La tessitura è un parametro che dipende essenzialmente dalla modifica della distribuzione dei toni; quindi per una data area essa indica uno specifico pattern di distribuzione di toni.
Essa dipende principalmente dalla morfologia dell’area di studio ma anche dal tipo di copertura vegetale e dalla sua composizione specifica (bosco, arbusteto, prato, coltivi, ecc…; nell’ambito della copertura bosco: un bosco di faggio rimanda una tessitura diversa del bosco di castagno) che caratterizzano il luogo oggetto di osservazione e dalla quantità di acqua presente nel suolo o nelle rocce
TONO SIMILE TESSITURA DIFFERENTE
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TESSITURA PUNTIFORME
TESSITURA A BANDE
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TESSITURA A SCACCHIERA
TESSITURA PUNTIFORME E A SCACCHIERA
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