Fattori di Rischio e Fattori Protettivi Genitorialità,famiglia e psicopatologia in un’ottica sistemica Anno Accademico 2013-2014 Docente Prof. Pasquale Chianura
La prospettiva evolutiva del sintomo Cosa vuol dire considerare il sintomo in una prospettiva evolutiva? Vuol dire valutare lo sviluppo del bambino come una serie di organizzazioni e riorganizzazioni strutturali che coinvolgono i sistemi biologici,psicologici e sociali. Il percorso della crescita è caratterizzato cioè da una serie di adattamenti che dipendono dal contesto di vita del soggetto. Quando si parla di contesto si fa riferimento alla qualità degli affetti,dell’attaccamento,della relazione con le figure significative di riferimento.
Questo vuol dire considerare sempre l’interconnessione tra genitorialità,personalità del bambino e risposte sociali(Knauer,Espasa 2012) In termini clinici si parla di fattori (ambientali,psicologici,relazionali)che possono promuovere nel tempo(effetto cumulativo) l’eziopatogenesi dei disturbi o proteggere dall’insorgenza della malattia Fattori di rischio Fattori protettivi ↓ ↓ determinanti predittive flessibilità ai cambiamenti LIMITI E RISORSE
I fattori di rischio sono quelli che interferiscono con l’adattamento e che aumentano le probabilità di comparsa della psicopatologia;possono essere sia interni all’individuo che relativi al contesto. In alcuni casi costituiscono una predisposizione permanente allo sviluppo della psicopatologia(il concetto di vulnerabilità)
I fattori di protezione invece inquadrano tutte le caratteristiche del bambino,dei genitori e del contesto generale che contrastano l’azione dei fattori di rischio consolidando capacità di coping e resilience da parte del bambino
I Fattori di rischio Qual è il rapporto tra sintomi del bambino e conflitti della genitorialità? Secondo Cramer e Palacio Espasa(1993) si può parlare di conflitti della genitorialità di tipo nevrotico, depressivo e dissociato. Queste classificazioni hanno a che fare con i vissuti e le esperienze infantili dei genitori e permettono di evidenziare la qualità dell’attaccamento genitoriale in rapporto all’esigenze affettive del bambino. Dalla precarietà o dalla distorsione dei modelli di interazione prendono forma le relazioni disfunzionali,dalle entità più lievi a quelle più gravi(le disarmonie evolutive)
Il genitore deposita nel bambino immagini idealizzate,aspettative,frustrazioni,paure,privazioni che hanno caratterizzato la sua infanzia e che non è stato in grado di elaborare in età adulta. Genitorialità vuol dire mettere a confronto le sicurezze,le incertezze,le conquiste del passato(l’essere stato figlio)con i compiti e i ruoli del presente(essere genitore e prendersi cura dell’altro).Quando il genitore ha dei conti in sospeso con il proprio passato,tenderà a mettere in atto dei meccanismi difensivi nella relazione e il bambino diventerà più vulnerabile ai processi di adattamento →La vulnerabilità e la resistenza allo stress deriva dalle esperienze precoci di relazione ‘con’ l’altro←
Conflittualità genitoriale di tipo nevrotico (la più frequente e la più vicina alla norma) Quando i genitori presentano tale tipologia di conflittualità tendono a delegare al proprio bambino un’immagine idealizzata: tale idealizzazione interferisce con le capacità normative della genitorialità o funzione normativa(la capacità di dare dei limiti )e il bambino tenderà ad adottare sintomi funzionali e disturbi del comportamento. Da un punto di vista terapeutico,tale situazione può essere affrontata e risolta al’interno di percorsi psicoterapeutici brevi genitore-bambino all’interno dei quali il genitore prende consapevolezza della reale immagine del bambino
Conflittualità genitoriale di tipo depressivo In questo tipo di conflittualità (più rilevante rispetto al conflitto nevrotico) il vissuto genitoriale è caratterizzato da importanti sensi di colpa. Questi genitori vedono il proprio bambino come ‘il bambino difficile’ che essi stessi pensano di essere stati per i propri genitori. Nelle modalità più gravi il genitore porta dentro di sé una forte carica di aggressività e rivendicazione che deposita nell’immagine del bambino stesso. Iperattivi o ipomaniacali all’inizio del percorso evolutivo,questi bambini diventeranno sempre più tristi e inibiti→la trasmissione transgenerazionale delle tendenze depressive
Conflittualità genitoriale di tipo dissociato I genitori proiettano sul bambino immagini molto negative del proprio passato: si tratta di immagini infantili o genitoriali pericolose e distruttive,cariche di forte aggressività e profonda angoscia. Ne derivano interazioni genitori-bambino gravemente disturbate (stile di attaccamento disorganizzatodisorientato),assenza di scambi emotivi positivi e incapacità di creare una sana regolazione degli impulsi. Si parla in termini di ‘disarmonie evolutive’ che vanno da un certo tipo di compromissione,i disturbi multisistemici dello sviluppo,fino alle gravi compromissioni psicotiche come lo spettro autistico
Queste dimensioni di conflittualità riguardano il mondo interno delle rappresentazioni e la costruzione della relazione. Quando si parla di conflittualità genitoriale non si fa riferimento solo alla dimensione intrapsichica della relazione ma si considera anche la dimensione interpersonale ovvero tutti quei contesti e quelle situazioni in cui il conflitto nasce da fattori sistemici. Ad.esempio la separazione e il divorzio sono la conseguenza di un tipo di conflittualità che si sviluppa a diversi livelli: a livello coniugale,a livello genitoriale,a livello familiare(cioè del sistema più ampio delle relazioni)
Il clima affettivo della coppia L’insoddisfazione coniugale e il disaccordo sembrano essere fattori negativi per la qualità dell’adattamento infantile. I bambini provenienti da contesti disgregati e ostili mostrano una maggiore angoscia e una maggiore reattività in risposta all’espressione della rabbia degli adulti,se comparati con bambini appartenenti a contesti meno conflittuali. Un bambino piccolo può reagire ad un conflitto parentale acuto producendo disturbi psicosomatici, disturbi della condotta,episodi anoressici e stati depressivi. In molti casi il bambino può essere coinvolto nella discordia come ostaggio,testimone o confidente di uno dei genitori. Può essere ‘sostituito’ ad uno dei genitori oppure può avere il ruolo di confortare il genitore depresso(Marcelli,1999) →attribuire al bambino un ruolo adultizzante
Gli Aspetti Sistemici della Famiglia: stili e configurazioni Per comprendere meglio i fattori di rischio della psicopatologia in età evolutiva è necessario conoscere l’organizzazione e la struttura familiare ovvero quelle modalità di organizzazione dei ruoli,delle gerarchie e dei confini che predispongono ad un certo tipo di relazione tra i membri interni e configurano le modalità di rapporto con l’esterno(con la società e gli altri sistemi di appartenenza) L’orientamento sistemico descrive la famiglia in termini di processi,transazioni,livelli di coesione,pattern funzionali/disfunzionali,benessere/malessere della relazione
Il cambiamento(le trasformazioni che ogni famiglia deve affrontare a contatto con gli eventi) richiede nuovi equilibri familiari:si parlerà di patologia quando la famiglia opporrà resistenza alle normali fasi evolutive dei propri membri e limiterà le opportunità di risoluzione dei conflitti( Salvador Minuchin 1974)
I confini familiari I confini della famiglia-le regole che definiscono chi ne fa parte e in quale modo- hanno la funzione di differenziare il sistema. Una famiglia che presenta confini chiari è una famiglia che consente un interscambio continuo e flessibile tra autonomia e interdipendenza. A proposito di confini,parliamo di pattern familiari invischianti e disimpegnati(invischiamento e disimpegno o alta e bassa coesione) L’invischiamento è caratterizzato da confini confusi,scarsa differenziazione tra i membri e pressioni per un intenso sentimento di appartenenza alla famiglia che ostacola l’autonomia personale
All’estremo opposto c’è il disimpegno nel quale i confini rigidi e la distanza bloccano la comunicazione,le relazioni interpersonali e le funzioni di protezione reciproca Gli estremi dell’invischiamento e del disimpegno rappresentano i confini delle famiglie gravemente disfunzionali( che generano dunque importanti alterazioni nell’identità e nei comportamenti dei soggetti più vulnerabili) Invischiamento→ pattern di estrema appartenenza Disimpegno→pattern di eccessiva distanza
Lo stile familiare Lo stile si riferisce al grado della qualità centripeta o centrifuga della famiglia. Le famiglie centripete ricercano soddisfazione al loro interno,e nutrono scarsa fiducia nel mondo esterno. I membri della famiglia centripeta guardano alla famiglia come a una fonte di piacere,gioia, e soddisfazione all’interno della famiglia stessa. Tendono a reprimere o negare i sentimenti ostili o negativi e ad esaltare i sentimenti positivi di cura e attenzione reciproca. In tali tipologie familiari si riscontrano frequentemente disturbi interiorizzati,quali ansia e depressione.
La famiglia centrifuga invece cerca conferme all’esterno,oltre i confini familiari. I sentimenti presenti sono negativi e di rabbia,incapacità di esprimere affetto Le famiglie centrifughe tendono ad espellere i figli prima che il processo di individuazione sia completo Famiglie centripete→disturbi internalizzanti (ansia,depressione) Famiglie centrifughe→disturbi esternalizzanti (disturbi del comportamento,personalità antisociali) (Beavers,Hampson 1990)
Nei primi anni di matrimonio ed allevamento dei figli uno stile centripeto è adattativo, poiché favorisce la cura dei figli piccoli. Successivamente con l’adolescenza dei figli è adattativo uno stile che diviene misto oppure centrifugo,tale da permettere ai figli di andare verso il mondo esterno. Successivamente con la famiglia matura lo stile è quello a tendenza centrifuga, nella quale i genitori e i figli devono guardare all’esterno
La Competenza familiare è la capacità della famiglia di adempiere ai compiti indispensabili per la propria organizzazione e la gestione di se stessa. Alleanze deboli tre genitori o coalizioni tra genitori e figli e tentativi disordinati e caotici di esercitare il potere sono indicatori di un basso livello di competenza sistemica. Le famiglie meno competenti presentano una ristretta gamma di sentimenti(una gamma di sentimenti limitata) e una concezione della vita più pessimistica →fattori di instabilità e incoerenza che facilitano le disfunzionalità relazionali←
Le categorie familiari secondo il Modello di Beavers (1990) ∙ Famiglie ottimali e Famiglie adeguate chiarezza confini, chiarezza contestuale,reciprocità,intimità,autonomia,empatia ∙Famiglie intermedie sforzo continuo dei membri di controllarsi reciprocamente ∙Famiglie borderline(centripete,centrifughe) seria compromissione dei processi di individuazioneseparazione;rabbia,manovre manipolatorie,forte ambivalenza e forte conflittualità ∙ Famiglie gravemente disfunzionali confusioni molto gravi dei confini interpersonali,funzionamento schizofrenico
Le famiglie intermedie costituiscono il gruppo familiare più frequente,manifestano notevoli sofferenze e difficoltà di funzionamento,i problemi relativi ai confini sono evidenti nello sforzo continuo dei membri della famiglia di controllarsi reciprocamente pensieri e sentimenti. Si riscontrano frequentemente indizi nascosti oppure marcati di conflitti edipici non risolti. In queste famiglie si riperpetuano più marcatamente gli stereotipi culturali. I membri riconoscono i sentimenti ambivalenti in se stessi e negli altri, ma tali sentimenti vengono condannati e la repressione è la modalità prevalente di gestire tali sentimenti. I figli crescono con molti compiti evolutivi non del tutto risolti e possono sviluppare nevrosi e disturbi comportamentali.
Le Famiglie borderline centripete, presentano un’organizzazione sufficientemente buona, che consente loro di tentare il controllo sul mondo esterno,oltre che all’interno della famiglia. L’ambivalenza è ammessa con grande riluttanza, i figli presentano tratti di compulsività , i sintomi comprendono gravi stati ossessivocompulsivi,depressione,anoressia. Le Famiglie borderline centrifughe sono inclini alla rabbia, la condizione genitoriale è debole e frequentemente si verificano litigi. Ogni membro si trova da solo a cercare di ottenere un beneficio che si possa ottenere con manovre manipolative o con ricerca di attenzioni. L’ambivalenza è estremamente evidente, ma non viene riconosciuta. Il desiderio di cure e attenzioni non è mai soddisfatto e la spinta verso la depressione che risulta viene mascherato dalla rabbia e dalla ribellione.
Le Famiglie gravemente disfunzionali si rivelano più limitate nella negoziazione dei conflitti,nell’adattamento alle richieste evolutive e nelle situazioni di crisi. I membri di queste famiglie presentano le maggiori difficoltà nella soluzione delle ambivalenze e nella definizione degli obiettivi. La mancanza principale riscontrata è la coerenza nell’interazione. La struttura di potere della famiglia è difficile da definire, la comunicazione interna è costantemente inefficace,confusioni molto gravi dei confini interpersonali, tonalità emotiva diffusamente depressa oppure cinica
La Psicopatologia genitoriale Negli ultimi decenni l’impatto della psicopatologia genitoriale sullo sviluppo del bambino è stato al centro dell’attenzione di numerose ricerche scientifiche. Le problematiche sviluppate dal bambino non dipendono solo dalla specificità della diagnosi riguardante il genitore ma anche,e soprattutto, dalla severità e dalla cronicità del disturbo. E’ il fattore cronicità ad avere un impatto maggiore sul bambino(Seifer,Dickstein,2000) ( Ricordando sempre che l’incidenza disfunzionale sul bambino è data dall’insieme di fattori multipli di vulnerabilità)
Figli di genitori che soffrono di disturbi psicotici
I figli di genitori psicotici o schizofrenici vengono considerati un gruppo a rischio psichiatrico certo. Tanto più il bambino è piccolo tanto più gli effetti sullo sviluppo risultano essere incisivi →I bambini sono esposti alla discontinuità dell’immagine genitoriale e ai mancati processi di identificazione
I disturbi psicotici possono manifestarsi in forme cliniche diverse: dalla cronicità della schizofrenia al carattere acuto delle psicosi più ‘reattive’ quali le forme schizoaffettive e schizofreniformi Secondo alcuni studi il rapporto tra psicosi del genitore e rischio di morbidità nel bambino si aggira intorno al 10% nel caso di un genitore schizofrenico,al 30% se lo sono entrambi(Tienari,1985) →condizioni importanti che determinano l’influsso psicotico sul bambino:diagnosi genitoriale antecedente alla gravidanza, cronicità ,inclusione del bambino nei deliri n.b. quando il bambino è incluso nei deliri rischi importanti legati all’aggressività materna
Interazioni madre-bambino caotiche Il bambino mette in atto atteggiamenti di natura difensiva (evitamento,ritiro),alterazione degli stati di vigilanza(ipervigilanza,ipovigilanza),ipertonia motoria
→inversione delle funzioni adattative :il bambino dinanzi ai comportamenti regressivi della madre si crea delle modalità autonome della regolazione,l’interazione si adatta in funzione dei bisogni materni non su quelli del bambino(David,1987) Nei bambini più grandi si manifestano difficoltà nel mantenere l’attenzione e disturbi comportamentali
Figli di genitori che soffrono di disturbi dell’umore Fattori familiari e fattori genetici L’interazione con il bambino è fortemente influenzata dalla sintomatologia depressiva:sentimenti di autosvalutazione,impotenza,scarsa energia,basso coinvolgimento o nei disturbi bipolari accessi di collera,tendenze impulsive,angoscia Forme insite prima della nascita del bambino o depressione post-partum ↓ disforia,irritabilità,ansia
Prevalenza di stili di attaccamento insicuro Il paradigma dell’interazione faccia a faccia e la regolazione delle emozioni(Tronick,1978) la madre assume dinanzi al bambino un volto completamente inespressivo e senza sorrisi. Il bambino cerca di ripristinare la normale interazione,sorridendo e facendo dei cenni alla madre. Poiché la madre continua a non rispondere,il bambino ripete una sequenza in cui guarda la madre in modo espressivo e poi distoglie lo sguardo. Dopo numerose ripetizioni di questa sequenza,volta a suscitare la risposta materna che non arriva,il bambino si ritira,distogliendo lo sguardo dalla madre e allontanandosi,spesso lasciandosi cadere e perdendo il tono posturale
Queste mancate regolazioni hanno un valore predittivo sulla qualità dell’attaccamento →i figli di madri depresse già a sei mesi hanno aspettative relazionali rigidamente strutturate,estendendo i modelli di regolazione disturbata anche ai nuovi partner dell’interazione Importanza del ruolo della ∙figura paterna (ruolo compensatore nelle dinamiche del sostegno) Esiti evoluti avversi→sintomi e disturbi depressivi,attaccamenti insicuri,disturbi del comportamento(Dickstein 1998)
Figli di madri o genitori che soffrono di disturbi della personalità Fattori genetici e fattori ambientali ↓ gli studi confermano la massima frequenza di disturbi psicopatologici in famiglie affette da questa sindrome sopr. nella sfera della depressione,nell’abuso di sostanze e nei disturbi antisociali Nel 39% dei casi di patologia borderline nel bambino,un genitore presenta i criteri di patologia psichiatrica;nel 70% dei casi vi è almeno una persona malata nella famiglia prossima,tra i parenti di primo o secondo grado(Goldman,1993)
Gli studi attuali indicano per il disturbo di personalità borderline un’origine molto complessa:biogenetica,avvenimenti traumatici,disturbi della genitorialità e contesto sociale Investimento materno fortemente negativo:uno studio ginevrino ha messo in evidenza che l’immagine e l’investimento della maternità sono più positivi nelle madri nevrotiche e in alcune madri psicotiche,piuttosto che nelle madri borderline le quali vivono la maternità nella maniera in assoluto più negativa(Righetti,Veltema 1986)
Caratteristiche del genitore borderline:imprevedibilità,tendenze impulsive,depressive,atteggiamento autocentrato ed egocentrico non responsabile dei bisogni dell’altro,vulnerabilità narcisistica con tendenze paranoidi per cui si sente o invaso o abbandonato;senso di vuoto cronico e persistente,uso di meccanismi difensivi proiettivi per cui il bambino diventerà l’oggetto cattivo responsabile delle sue difficoltà,profonda angoscia e assenza di empatia→sono le dinamiche proiettive negative a determinare nel bambino la disregolazione degli impulsi e la mancata modulazione degli affetti
La presenza di entrambi i genitori con disturbo borderline di personalità aggrava i rischi per lo sviluppo del bambino deprivandolo dell’azione compensatoria del genitore sano. La coppia ‘borderline’ collude sempre in modo violento e rigido Frequente compresenza di abuso nel bambino(fisico o sessuale) sviluppo di ADHD e DC
I Fattori protettivi La Resilienza La resilienza è quella capacità o processo che permette all’individuo di superare le difficoltà della vita (la resistenza) Ma anche la capacità di trasformare gli eventi di crisi in opportunità di cambiamento (la flessibilità) RESILIENZA= RESISTENZA + FLESSIBILITA’
La capacità di resistere Perchè alcune persone crollano sotto il peso degli stress mentre altre sembrano attraversare indenni avverse condizioni di vita ed eventi traumatici quali malattie,abusi,incidenti d’auto,lutti o guerre?
La risposta di un soggetto a simili eventi è il risultato di un’interazione dinamica tra fattori di rischio e fattori protettivi appartenenti a diversi livelli: biologico,psicologico,sociale,ambientale
La resilienza è quel fattore che permette di prevenire un disturbo, di riparare gli aspetti disfunzionali quando una patologia è in corso, di creare nuove risorse alternative ai significati della malattia Non è un fattore unidimensionale ma multidimensionale in quanto attiva contemporaneamente strategie di coping, autoefficacia e senso del Sé,apprendimento e relazione dunque un fattore che coinvolge la totalità dell’individuo e lo mette in comunicazione con gli altri ↓ è un fattore che fortifica la mente e il carattere del bambino ed espone l’individuo alla comunicazione attiva,efficace e positiva con gli altri
Evoluzione del concetto di Resilienza Triplice natura del concetto di Resilienza -come adattamento positivo nonostante l’esposizione ad ambienti ad elevato rischio psico-sociale -come funzionamento competente in presenza di forti eventi stressanti(acuti o cronici) -come processo di recupero da un trauma
Fattori protettivi in situazioni avverse -Temperamento,coesione e supporto familiare(Weist et all.1998) -Supporto sociale (Garmezy,1993) -Elevato QI (Garmezy,Masten e Tellegen 1984,Tiet et al.1998) -Capacità di Problem Solving (Rutter 1987,Masten e Reed 2002) - Buone capacità genitoriali a livello affettivo ed educativo (Masten et all.1998)→genitori competenti e protettivi - Presenza di relazioni profonde con le figure di riferimento,stabilità della famiglia(Garmezy,Masten e Telegen 1984,Masten et all.1998) - “Locus of control” interno,abilità sociali(Luthar,1991) -Positiva percezione del Sé (Masten e Reed 2002)
Froma Walsh, nota ricercatrice nel campo della Terapia Familiare e autrice di numerosi studi sulla resilienza familiare,utilizza una metafora calzante per descrivere gli effetti della resilienza sulla vita degli individui: ↓ La resilienza permette di fare ‘un salto in avanti’ ovvero accettare, reagire e riorganizzarsi in modo adattivo ed evolutivo(Walsh,2008)
Le componenti evolutive della resilienza ∙ La resilienza non si forma una volta per tutte nel corso delle primissime interazioni, ma è un processo dinamico dunque un insieme di abilità e competenze che possono essere conquistate nel corso del tempo e attraverso tutti i generi di esperienza sia funzionale che disfunzionale (la resilienza può emergere in qualsiasi momento della vita Werner,Smith,1982) resilienza e normalità resilienza e psicopatologia ∙ è in grado di modificare la prognosi della malattia (bloccando o rallentando gli esiti continuativi della malattia)
Perché è cosi importante il fattore resilienza nella psicopatologia? perché crea connessioni con i sistemi di appartenenza ↓ vs logica delle rotture e dei conflitti attribuibili ai fattori di rischio La resilienza familiare insieme di strategie di coping e di processi di adattamento che scaturiscono in seno alla famiglia intesa come unità sistemica(Walsh,2008)
Un approccio basato sulla resilienza familiare offre una cornice positiva e pragmatica che orienta gli interventi verso un’azione di rinforzo della famiglia attraverso la possibilità di risolvere le problematiche contingenti ↓ La resilienza prepara le famiglie ad affrontare possibili avversità future non solo a convivere in maniera più funzionale con le problematiche del presente
Quali sono gli elementi fondamentali della resilienza familiare? il sostegno, la reciprocità, la solidarietà,il rispetto,l’accettazione,la condivisione,la fiducia, l’empatia,la speranza,la tenacia,il coraggio,la responsabilità Come è possibile aiutare una famiglia a sviluppare dinamiche di resilienza? La psicoterapia aiuta a trovare un senso di coerenza dell’ esperienza cioè aiuta a ri-formulare le emergenze in termini di comprensibilità e gestibilità, partendo dalle caratteristiche degli individui e orientando il sistema (la famiglia) verso relazioni più sane e costruttive
La psicoterapia promuove il benessere del sistema familiare: lavorando su quelli che sono i fattori protettivi di una famiglia è possibile conciliare gli aspetti della malattia con quelle aree di funzionalità (le abilità,le potenzialità) in grado di favorire processi di integrazione sia all’interno del nucleo d’origine sia all’esterno nel contesto sociale→quello che in terapia viene solitamente definito come intervento di depatologizzazione (per contrastare lo stigma e le etichettature sociali)
L’incontro tra Famiglia,Psicopatologia , Psicoterapia è data dalle opportunità che la relazione può dare ↓ fattori di rischio, vulnerabilità,stabilità e cambiamento nell’ottica delle Risorse
Un esempio di intervento terapeutico che lavora sui fattori protettivi e sui contesti del sintomo è l’approccio familiare psicoeducazionale: gli approcci psicoeducazionali sono stati sviluppati per fornire informazioni,direttive e supporto sociale per famiglie in trattamento per casi di schizofrenia. Le difficoltà della quotidianeità familiare vengono circoscritte e affrontate con tecniche di problem-solving mirate, si rendono le persone più preparate e consapevoli dinanzi alla cronicità della malattia (=mobilitare le risorse familiari)
Gli interventi psicoeducativi familiari(soprattutto in trattamento combinato con la terapia farmacologica) si sono rivelati strategie efficaci nel prevenire le recidive e nel migliorare il processo di recupero nella schizofrenia ma anche nel trattamento dei disturbi bipolari, depressione maggiore e altri disturbi psichici gravi(Anderson,Reiss,Hogarty,1986;Mc Farlane,2002; Goldstein,1997)
Gli interventi terapeutici che lavorano sui fattori protettivi si basano sul concetto fondamentale dell’alleanza terapeutica ↓ la famiglia diventa un alleato indispensabile della cura e il terapeuta diviene un alleato indispensabile della famiglia