La Fede nell’Arte La FACCIATA della NATIVITÀ
Il primo impatto che si riceve dalla vista della Facciata della Natività, a colpo d’occhio, è come di sabbia colata, di concrezioni geologiche, di forte senso decorativo più che formale, nel senso delle strutture. Non si pensa all’ordine ed alle geometrie delle antiche facciate gotiche ma qui la decorazione è organicamente fusa con la struttura. Le decorazioni sembrano uscire da dentro. Gaudì non ha seguito alcuno stile né metodo specifico; ha operato con il solo interesse di rendere dinamica la facciata, di far vibrare tutti gli elementi che la compongono, ai quali voleva «far perdere materialità», spiritualizzandoli. La densità scultorea rende questa facciata la più barocca, quanto all’esecuzione, benché razionale nella struttura. Come afferma Cèsar Martinell nel suo studio El arquitecto Gaudí, per portare a termine il grande poema religioso e costruttivo qui rappresentato, Gaudí pianificò tutti i particolari: «quelli funzionali, perché si adattino alla liturgia; quelli iconografici, con immagini e simboli che aiutino la preghiera; quelli artistici, per esercitare la bellezza dell’esemplarità religiosa; quelli costruttivi, per coniugare tutto in modo semplice». La Sagrada Família un grande libro scolpito nella pietra. Come facevano gli antichi pellegrini del medioevo, attraverso le sculture sui capitelli, riconoscevano episodi della Bibbia che narravano gli episodi
Santa Famiglia di Nazareth, scuola attraente del santo Vangelo: insegnaci a imitare le tue virtù con una saggia disciplina spirituale, donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l’opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita. Santa Famiglia di Nazareth, custode fedele del mistero della salvezza: fa’ rinascere in noi la stima del silenzio, rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera e trasformale in piccole Chiese domestiche, rinnova il desiderio della santità, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono. Santa Famiglia di Nazareth, ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile. Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso. Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.
dell’Antico e del Nuovo Testamento potendo così meditare e comprendere i dogmi della fede e analogamente, la Sagrada Família ancora una volta ci insegna come attraverso l’immagine si possa giungere a Dio. Così parla Gaudì della FACCIATA della NATIVITÀ
«Questa facciata esprime la gioia e il gaudio della vita; i campanili rifiniti con la lode Hosanna in Excelsis sono dedicati agli apostoli, le cui immagini si trovano nella parte inferiore». «I Sanctus, Sanctus, Sanctus, disposti in senso elicoidale, sono dedicati al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». «La forma delle torri, verticale e parabolica, nasce dalla sintesi della gravità con la luce. Sulla sommità di tutto il Tempio ci sarà una grande fonte luminosa che, come la luce naturale, scende dal cielo. Nelle notti delle solennità religiose, tale fonte darà vita e sontuosità al Tempio, e costituirà insieme l’ornamento più bello della città». «Le guglie delle torri avranno delle lettere di misure differenti in modo che l’osservatore scopra man mano che si avvicina ... la croce che domina il Tempio sarà chiaramente visibile a due chilometri di distanza». «Guarda questo finale ...! Non sembra che unisca la terra al cielo? Il fulgore del mosaico è la prima cosa che vedranno i naviganti avvicinandosi a Barcellona: sarà un radioso benvenuto». «Poiché l’ideale supremo dell’uomo è la glorificazione di Dio, nella facciata si renderà onore alla Santissima Trinità, alla Sacra Famiglia, alla sue virtù. Saranno presentate tutte le verità di Fede, Speranza e Carità». «La Chiesa non smette di costruire e per questo il suo capo è il Pontefice - che significa costruttore di ponti -; le chiese sono dei ponti per giungere alla Gloria». «In Cielo saremo tutti cantori». «L’uomo si muove in un mondo a due dimensioni e gli angeli in un mondo tridimensionale. A volte, dopo molti sacrifici, dopo un dolore prolungato e lacerante, l’architetto arriva a vedere per alcuni istanti la tridimensionalità degli angeli. L’architettura che nasce da questa ispirazione produce frutti che saziano generazioni». «Il Tempio della Sagrada Família è fatto dal popolo, che vi trova riflesso il proprio modo di essere. È un’opera affidata alle mani di Dio e alla volontà del popolo». «Vivendo con il popolo e rivolgendosi a Dio, l’architetto realizza il proprio lavoro. È la Provvidenza che, secondo i suoi alti disegni porta a termine l’opera». «Questo Tempio sarà terminato da San Giuseppe». «La Bellezza è lo splendore della verità; siccome l’arte è bellezza, senza Verità non c’è arte». «La creazione continua e il Creatore si avvale delle sue creature; chi cerca le leggi della natura per conformare ad esse opere nuove collabora con il Creatore. Chi copia non collabora. L’originalità consiste nel tornare alle origini». Le torri campanarie
Gaudí dedicò una particolare attenzione al progetto delle torri campanarie, specialmente per quel che riguarda la diffusione del suono e per questo motivo, le fessure delle torri sono rivolte verso il basso tanto che raccontano i suoi collaboratori, che l’architetto fece prove su prove con strumenti musicali durante varie ore del giorno e nelle giornate piovose per vedere il rendimento acustico della torre che doveva ospitare una campana tubolare però suo malgrado, vide terminata solo quella di sinistra dedicata a San Barnaba, figlio dell’esortazione che pur essendo vissuto all’epoca di Gesù non fece parte degli Apostoli tradizionali ma si adoperò per la conversione dei non credenti in particolare in Antiochia (Siria). Una delle sue prime conversioni fu quella di Paolo o Saulo di Tarso. Forse con la scelta di Barna-
L’Arte della Preghiera PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO ALLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH PER LE FAMIGLIE T.:
Gesù, Maria e Giuseppe a voi, Santa Famiglia di Nazareth, oggi, volgiamo lo sguardo con ammirazione e confidenza; in voi contempliamo la bellezza della comunione nell’amore vero; a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie, perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.
ba Gaudì volle dare un primo messaggio ai fedeli ... oppure più semplicemente potrebbe averlo scelto per costume in quanto popolarmente si usa dire: Vamos a Barna (Barcellona). Negli anni successivi alla morte di Gaudí (1926) furono costruite le rimanenti tre torri dall’architetto Sugrañes e furono dedicate a Simone, Giuda Taddeo e Mattia. Lo scultore degli Apostoli fu Llorenz Matamala, amico intimo di Gaudí.
Portale della Fede Dedicata alla Vergine Maria, vediamo le seguenti scene: l’Immacolata Concezione, in cui la Vergine appare su una lampada a tre bracci, con riferimento alla Santa Trinità, la Visita della Madonna alla cugina Elisabetta, la Presentazione di Gesù al Tempio, dove il bambino Gesù appare tra le braccia del sacerdote Simeone e al suo lato, appare la profetessa Anna, che riconosce Gesù come il Messia. Si possono vedere inoltre le scene in cui Gesù lavora come falegname e Gesù che predica nel Tempio, tra le figure di San Giovanni Battista e San Zaccaria. Sono presenti anche la raffigurazione del Cuore di Gesù, coperto di spine e api, la Divina Provvidenza, che ha le sembianze di una mano con un occhio che tutto vede, l’uva e le Spighe che simboleggiano l’Eucaristia, e flora della Palestina, soprattutto foglie di palma, simbolo del martirio.
L’altezza delle torri è di 107 metri per quelle interne e 98 per le esterne (allusione alle quattro bande della bandiera catalana). Le dodici nervature in pietra procurano stabilità e resistenza al vento; le aperture orizzontali scandiscono il ritmo della loro elevazione; al tempo stesso permettono la diffusione ai quattro venti del suono delle campane tubolari, 80 in totale, diverse per diametro e altezza, che l’architetto aveva previsto di collocare al loro interno. Dal punto di vista plastico, la creatività gaudiniana spinge la geometria alle estreme conseguenze nei pinnacoli, che simbolicamente rappresentano gli attributi dei vescovi (mitra, anello, croce e pastorale), definiti mediante l’intersezione di piramidi, cubi, sfere e ottaedri, i quali, oltre a costituire gli elementi scultorei più innovativi, audaci e moderni della Sagrada Família, hanno la funzione di proiettare fasci di luce sia verso l’esterno sia verso il tamburo della cupola. Al loro interno delle scale a chiocciola per raggiungere l’apice della torre. Sulle otto torri costruite ci sono scolpiti alcuni apostoli e delle scritte verticali. Se provate a leggere ad alta voce direte: Santus Santus Santus ... in questo modo avrete pregato il Signore. Le torri mancanti saranno costruite da qui al 2025. Le ultime saranno le 4 torri sulla facciata della Gloria. Inoltre, una torre centrale che le sovrasterà tutte con 170 metri di altezza (le attuali sono alte 107 - 112 mt.) con la tipica croce a 4 direzioni (rappresenta la Croce di Cristo), più 4 torri dedicate agli evangelisti (l’angelo, l’aquila, il toro ed il leone) e l’ultima che sarà dedicata alla Vergine, per un totale di 18 torri.
Il simbolo del TAU e del PELLICANO Una croce a T sulla quale è scolpita una colomba (Spirito Santo) e una croce trasversale che rappresenta la Santissima Trinità. Ma non è tutto. La Tau essendo l’ultima lettere dell’alfabeto ebraico vuole significare: il compimento della Creazione. Anticamente la Tau era composta da una X e una T, come riporta l’alfabeto - proto caneo proprio come quella della Sagrada Família. Il Tau rappresenta la Santissima Trinità. L’albero della vita con le colombe che rappresentano le anime dei giusti ed il pellicano simbolo dell’Eucarestia. Davanti al pellicano l’uovo con l’anagramma di Cristo, JHS, simboleggia la resurrezione o il simbolo della vita in se stesso ed infine il Cipresso, anch’esso nella simbologia cristiana rappresenta la resurrezione e la vita eterna però potrebbe indicare contemporaneamente il culto dei morti e quindi la resurrezione. La leggenda della vera Croce: l’Albero della Vita Diverse volte l’albero della vita viene menzionato nella Genesi come il Melograno che stava nell’Eden insieme albero della conoscenza del bene e del male, la palma e la mela. Però abbiamo un altro racconto che relaziona l’albero della vita con il quale si fece la Croce di Cristo.
Si racconta che Adamo giunto vicino alla morte invia Seth, suo figlio, dall’Angelo del Signore per chiedere l’olio della misericordia e della salvezza però l’Arcangelo Michele gli disse che quell’olio lo avrebbe dato solo il figlio di Dio (estrema unzione?) e così gli donò tre semi da porre nella bocca di Adamo quando sarebbe giunto il momento. Dopo la morte, dalla bocca di Adamo sbocciarono tre alberi, (una delle versioni) un cedro, un cipresso e un pino (Padre, Figlio e Spirito Santo). Anche qui i racconti sono diversi, uno racconta di Mosè che dopo averlo trovato, anticiperà il mistero della Santissima Trinità ed in seguito, questo ceppo verrà trovato dal re Salomone che lo utilizzerà per costruire una parte del Tempio. L’altra versione (leggenda Aura da Giacomo da Varagine - Varazzo) racconta che il legno nato dalla bocca di Adamo venne ritrovato da Salomone che invano tentò di utilizzarlo per la costruzione del Tempio così che venne gettato in un fiume dove il legno formò un ponte sul quale passò la regina di Saba quando andò a rendere omaggio al re Salomone portando in dono un catino (il catino di Genova relazionato con il Graal) e pietre preziose ma quando attraversò il ponte ebbe una visione dove si vedeva la morte del re dei Giudei così Salomone saputa della profezia fece nascondere il legno che fu ritrovato nell’epoca di Gesù con il quale venne fatta la croce. In altre versioni il legni erano quattro il cedro incorruttibile, il cipresso la morte, la palma la rinascita e l’ulivo il simbolo dell’alleanza con Dio. La descrizione dei Misteri del Rosario
Antoni Gaudí era devoto della Madonna del Rosario che come tutti sanno, induce ad una profonda meditazione sulla vita di Cristo. La pratica della preghiera del Rosario venne istituita da San Domenico di Guzman (1170 - 1221) dopo che gli apparse la Madonna. Il Rosario con i suoi misteri, Gaudiosi (Annunciazione, Visitazione, Nascita, Gesù presentato e ritrovato nel Tempio); Dolorosi (Orto degli Ulivi, flagellazione, incoronazione, salita al Calvario e Crocifissione); Gloriosi (Resurrezione, Ascensione, discesa dello Spirito Santo, Assunzione ed Incoronazione) ed i Misteri Luminosi (Battesimo, Nozze di Cana, la Trasfigurazione, l’Eucarestia e l’annunciazione del Regno di Dio) sono in effetti gli eventi della vita di Cristo descritti nella Sagrada Família. I Tre Portali della Facciata della Natività
Essendo dedicata all’evento gioioso della nascita di Gesù, questa facciata presenta decorazioni di giubilo in cui tutti gli elementi evocano la vita. Si concentra sul lato umano e Famíliare di Gesù, con una profusione di elementi popolari come strumenti da lavoro e animali domestici. Orientata a levante (nord-est), è divisa in tre portali, dedicati alle virtù teologali: Speranza a sinistra, la Fede a destra, e Carità al centro, con la Porta di Gesù sovrastata dall’Albero della Vita. La facciata culmina con le torri campanarie dedicate a San Mattia, San Giuda, San Simone e San Barnaba. La facciata fu costruita tra il 1893 e il 1930: l’opera diventa un impegno etico e religioso per Gaudì, quasi un omaggio a Dio; assume il valore di un «tempio espiatorio» che «si deve nutrire di sacrifici». Due sono le culture principali della Spagna: la catalana e la castigliana. Gaudì è per la catalana, per la restaurazione della lingua e della tradizione, appartiene al “movimento di indipendenza catalana” dalla particolare connotazione nazionalistica. Un poeta catalano di nome Maragal I Gorina Joan, fervente sostenitore della rinascita della Catalogna si esprime così, ammirando il suo capolavoro, la Sagrada Família, all’inizio del ‘900: «Un’ala che è cresciuta dalla terra (scarnificata, mostruosa) e un’altra ala che ancora è immersa nella terra fuori dal tempo», egli la vede come l’anima della cultura catalana. Invenzione incessante e continua, la Sagrada Família è «l’incompleta» (oggi quasi completata) più importante del ‘900. Le sculture originali sono di Carles Mani, Llorenç Matamala e Joan Matamala con successivi contributi di Jaume Busquets, Joaquim Ros i Bofarull ed Etsuro Sotoo, l’ultimo che ha lavorato sulla facciata, la cui opera è terminata nel 2000. I portali sono separati da due colonne quella di Giuseppe fra il portale della Speranza e della Carità, e quella di Maria tra il portale della Carità e quello della Fede. Le basi delle due colonne sono delle tartarughe (una di mare e una di terra) come simbolo dell’immutabilità della Chiesa e della forza della tradizione. In contrasto con le tartarughe, ad ambo i lati sono presenti due camaleonti simboli di cambiamento.
pialla, un cacciavite, un martello, un’ascia), animali domestici come oche, anatre e oche selvatiche che richiamano la fauna del Nilo facendo memoria del periodo trascorso in Egitto dopo la fuga, così come la flora (papiro, loto, ninfee, viti, ecc.) Il portico è sormontato da un grande pinnacolo simile alle rocce di Montserrat (precisamente il Cavall Bernat), con l’iscrizione latina Salva nos.
Il fusto delle colonne s’innalza a spirale, mentre i capitelli sono in forma di foglie di palma, da cui emergono grappoli di datteri coperti da neve (perché la nascita di Gesù avviene in inverno), cui si appoggiano quattro angeli con trombe (due per colonna) che annunciano la nascita di Cristo. Diceva Gaudì che «la decorazione si fonda sui santi che salgono in cielo e sugli angeli che scendono sulla terra», c’è un movimento ascensionale elicoidale di salita di un poligono stellare. Nel progetto originale questa facciata doveva essere policroma: oltre all’archivolto dei tre portali, tutte le statue dovevano essere dipinte, sia le figure umane, sia quelle vegetali sia quelle animali. Tuttavia tale decorazione non fu realizzata. La curiosità di questa facciata è che Gaudì utilizzò come modelli per i ritratti dei suoi personaggi dei calchi in gesso di cittadini barcellonesi o di cadaveri che giacevano nell’obitorio locale; questo per garantire l’unicità ad ogni singola scultura. In una narrazione continua molte figure si affollano, ci sono simboli ed iscrizioni: «ciascuno incontra ciò che gli è familiare» (i contadini vedono i polli, gli scienziati i segni dello zodiaco, i teologi la genealogia di Gesù). I tre
portali hanno quattro porte (quella centrale è doppia) disegnate da Etsuro Sotoo. I materiali utilizzati sono alluminio policromo e cristalli, decorati con vegetazione, insetti e piccoli animali, che evocano il luogo di nascita di Gesù. La porta del-
la Carità è stata decorata con l’edera (simbolo di obbedienza) e fiori di zucca (simbolo del matrimonio), quella della Fede con rose selvatiche senza spine seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, che ha rimosso le spine alle rose, e quella della Speranza presenta delle canne, come quelle del fiume attraversata dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Gaudí, essendo consapevole di non poter completare l’opera, decise di costruire completamente questa facciata per dare un’idea globale della struttura e delle decorazioni piuttosto che continuare la costruzione nella sua interezza e in maniera lineare. Gaudí scelse di costruire questa facciata verticalmente per dare un esempio di come sarebbero dovuti continuare i lavori e scelse questa facciata perché, secondo il suo parere, poteva essere la più attraente per il pubblico, incoraggiando così la continuazione dell’opera dopo la sua morte. Portale della Carità
l’alto si alzano due scale che richiamano l’ascensione a Dio. Qui si trovano l’immagine dell’incoronazione della Vergine e un cipresso che simboleggia la vita eterna con un gruppo di colombe che rappresentano la purezza dei fedeli che vengono a Dio. Si trova una rappresentazione della Santissima Trinità, con la lettera tau, iniziale del nome di Dio in greco (Theos), la X di Gesù (con la lettera Chi, iniziale di Cristo in greco) e la colomba dello Spirito Santo. Portale della Speranza Il portale è dedicato a San Giuseppe, sono presenti le scene dello Sposalizio tra Maria e Giuseppe, la famiglia di Gesù (con San Gioacchino e Santa Anna), il saggio e il Gesù bambino (con Gesù che porta in mano una colomba, simbolo di morte e umiltà), la strage degli innocenti, la fuga in Egitto e la barca di San Giuseppe, in cui il santo è il timoniere che guida la Chiesa Cattolica (in questa statua il volto di Giuseppe corrisponde a quello di Gaudí, omaggio voluto dai lavoratori della Sagrada Família dopo la sua morte). Si possono osservare i numerosi strumenti che ricordano il lavoro di Giuseppe (una sega, un martello, uno scalpello, una
È il maggiore dei tre, ed è dedicato a Gesù. Vuole simboleggiare la porta d’ingresso di Betlemme (a forma di grotta) dove si trovano tutti i personaggi presenti alla nascita del Figlio di Dio: un grande presepe scultoreo. Sviluppa una serie di scene sulla Natività di Gesù: l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi, l’Adorazione dei pastori e l’Incoronazione di Maria, le due adorazioni sono opera di Joaquim Ros i Bofarull (1981 1982). Al centro del portale si trova la stella cometa disposta in verticale e nella volta, si trovano i segni zodiacali, nella posizione in cui sono la notte di Natale. All’interno del portale sono presenti gli angeli musicisti (con strumenti classici quali arpa, fagotto, violino, e popolari quali chitarra, tamburello e armonica), l’agnello come simbolo d’innocenza, il cane di fedeltà e cinquantanove grani del rosario che circondano la vetrata. Sull’architrave della porta c’è l’iscrizione Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis. Al centro del portale di
Gesù è presente il grande pilastro con l’Albero di Jesse, la genealogia di Cristo, alla base del quale c’è il serpente che ha in bocca una mela, simbolo del peccato originale e sopra il capitello si trova il gruppo della Natività, opera di Jaume Busquets (1958). Ai lati è presente il coro degli angeli bambini, distrutto durante la guerra civile, in seguito rifatto da Etsuro Sotoo. Gli Angeli sostengono una scritta che dice: Jesus est natus. Venite, adoremus. Al cui messaggio gli uccelli vanno ai piedi della culla, come nel Villancico (canto popolare natalizio) catalano el cant dels o-
cells. Il portico culmina con l’Albero della Vita, che rappresenta il trionfo della vita e l’eredità di Gesù. Qui c’è il simbolo di Gesù con le lettere JHS (di Jesu Christus, Jesus Hominum Salvator), una croce greca, con le lettere greche alfa e omega, come simbolo del principio e la fine. Questa è circondata da angeli incensieri e angeli portatori di pane e vino, simbolo dell’Eucaristia. Sopra l’anagramma si trova un pellicano, simbolo cristiano primitivo, che rappresenta anch’esso l’Eucaristia, con un uovo simbolo dell’origine e della pienezza della vita e della natura, verso