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XIX secolo 1802 Il censimento dei Beni di seconda stazione ovvero dei fabbricati urbani, redatto nel 1802, individua la proprietà del Monastero di Sta Giustina alle particelle 603,604, 605, 606 (ASTO, Sezioni Riunite, Catasto Antico, Cannobio, allegato F, vol. 614). L’edificato, localizzato nella perimetrazione del Borgo di Cannobio, si configura rispettivamente come Monastero presentemente goduto dalle MM, chiesa di Sta Giustina, caseggiato rustico di presente per uso delle Madri, caseggiato rustico ad uso come sopra. Ad eccezione della chiesa, già riconosciuta nella mappa antica settecentesca, l’interesse si focalizza sulle particelle 605 e 606 valutate con destinazione ‘rustica’ di cui solo la prima risulterà, nella mappa catastale ottocentesca, effettivamente aggregata alla fabbrica del monastero. Nel contempo si annota che l’edificato posto alla particella 537, intestato a Pianta Giuseppe qm Gioanni come Casa di propria abitazione al quale si è aggiunto altro caseggiato sotto il n.314 pure d’abitazione con uniti giardini alli n.312 e 313, sarà da ‘stimolo’ per attivare nel 1809 l’acquisto dell’ormai soppresso monastero. 1804, 28 luglio Da una comunicazione, in data 28 luglio 1804, trasmessa dalla priora delle Agostiniane in Santa Giustina al delegato del Ministro per il Culto si legge che il monastero aveva l’obbligo di tenere scuola interna di educazione, ma non in forma gratuita (ASNO, Agogna, b.737, fasc.1.3). Ed ancora, dalla documentazione redatta tra il giugno ed il luglio sempre del 1804, si riscontra che parte dei beni risultavano assoggettati a locazione. 1805, 6 maggio Il Ministero per il Culto ritiene che codeste Monache di S. Giustina continuino nell’educazione delle figlie e che queste corrispondano al monastero la pensione pel loro mantenimento ed alloggio (ASNO, Agogna, b.737, fasc.1.3). 1805, 8 giugno Con decreto in data 8 giugno 1805 Napoleone I ‘riordinava’ gli Stabilimenti Regolari ossia Corporazioni Religiose (ASNO, Agogna, b.742). Nello specifico dell’articolo IV si legge: Le Orsoline ed i Conservatorj o Collegi di Educazione propriamente detti si conservino nel numero attuale di case e colla relativa attuale dotazione. Di rimando, in data 8 luglio 1805, il Ministro per il Culto definiva che per l’area ricompresa nel Dipartimento dell’Agogna al Monastero di S.Antonio d’Intra si riu[nissero] i Monasteri di Canobio e di Pallanza. 1805, 3 ottobre Con riferimento agli inventari ed alle verifiche effettuate al fine di meglio determinare la consistenza dei beni, delle attività e passività al momento della soppressione e quindi la consistenza del patrimonio da incamerare all’interno dell’Agenzia dei Beni Nazionali, per il monastero di Santa Giustina, il Pianta, ovvero il conciliatore delegato, nel relazionare al Prefetto del Dipartimento dell’Agogna registrava in carico alle monache anche due tenimenti fuori di questo Dipartimento uno nel Dipartimento del Lario e l’altro in quello d’Olona. Rapporto al primo, come vicino e situato sull’opposta sponda di questo lago tenuto a Mallavezio … rapporto al secondo come molto lontano e sito in Garbagnate denominato la possessione di Garbagnate tenuta in affitto dalli Ferdinando e Carlo zio e nipote Dones (ASNO, Agogna, b.741, fasc.1.17).
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1805, 11 ottobre In data 11 ottobre 1805 la Direzione del Demanio del Dipartimento dell’Agogna nel definire lo Stato dei Monasteri soppressi o concentrati includeva quello di Cannobio intitolato a Santa Giustina che ospitava al momento n.9 Coriste e n.6 Converse (ASNO, Agogna, b.742). 1806 Le valutazioni espresse da Marianna Giuseppa Zoppi Superiora delle Agostiniane, presumibilmente all’inizio del 1806, circa lo Stato Attivo e Passivo del monastero evidenziano come i fitti de beni e delle case affittate non risultavano essere un’entrata significativa e come le spese di riparazione non si presentavano in forma rilevante rispetto ai costi di gestione generali. Nel contempo evidenziava il piccolo numero di monache … di avanzata età … per la più parte settuagenarie … incapaci alle profane operazioni ospitate all’interno del monastero nonostante l’effettiva capacità … di n.50 Coriste e n.10 Converse (ASNO, Agogna, b.742). 1809, 23 novembre Con atto rogato dal notaio Francesco Antonio De Marchi, in data 23 novembre 1809, il monastero, chiesa con chioso avitato e giardino situati nel Comune di Canobbio di provenienza di quel soppresso Monistero di Sta Giustina … sotto i numeri …603, 604 e 310 della quantità di pertiche 32 tavole 18 passava in proprietà dal Regio Demanio all’avvocato Carlo Pianta, nativo e domiciliato nel comune di Canobbio Distretto d’Arona Dipartimento d’Agogna; la descrizione della consistenza edificata e non veniva rimandata a quanto contenuto nella perizia redatta dall’ingegnere Andrea Falcone in data 1 settembre 1808 (ASNO, Notai, Francesco Antonio De Marchi, minutario 43, atto n.391). La relazione dell’ingegnere Falcone, tecnico in rappresentanza dell’allora Governo, prendeva avvio dalla chiesa con suo coro cui restano adiacenti il campanile e due sacrestie … alla parte di levante due stanze con un cortile nel quale esistono un portico coperto dal semplice tetto, il pozzo d’acqua perenne e le latrine. All’occidente di detta chiesa ritrovansi la porta civile e portico di primo ingresso al monastero con tre stanze che erano ad uso dei forestieri ed in appresso vi è un cortiletto con sedici stanze che servivano di cucine, dispense, forno, spezieria, scuola, refettorio e sale con due portici in volto due corridori e due anditi li quali siti circoscrivono un altro più ampio cortile. Sotto due delle descritte stanze e ad un andito a ponente d’esso cortile havvi la cantina in cui discendasi mediante scala di vivo. Viene quindi in seguito la porta rustica d’ingresso con un cortiletto intorno il quale esistono otto altre stanze ad uso di forno, cucine, dispensa e tinara con un andito e portichetto soffittati due cessi e pozzo d’acqua viva. Superiormente agli anditi, corridoj, due portici e ventitre nominate stanze o luoghi terreni corrispondono nove camere, cinquanta celle, cinque corridori, una gallaria, colle latrine ed un granajo soffittati ai quali si comunica col mezzo di sette scale di vivo ed alcune altre di legno. Nell’angolo di mezzogiorno e ponente del mentovato caseggiato si trova in poca distanza dal medesimo un casso terra in due campate ed una stalla con fienile che le corrisponde al di sopra. A ponente e settentrione del sovra descritto edificio giacciono il chioso vitato ed il giardino cinti a tre lati con muri nella mappa designsati col numero 310 del quantitativo risultante dal catastro di pertiche 28… cosicchè il giardino è della quantità di pertiche 2 tavole 12 circa, rilevando il chioso vitato il quantitativo residuo di pertiche 2,5 tavole 12. I limiti del monastero e chiesa presi in complesso col chioso vitato e giardino suddivisati sono a levante un chioso del signor Antonio Zaccheo la casa e giardino del signor Giuseppe Pianta il piazzale antistante alla chiesa della Pietà ed una contrada dell’abitato denominata dalla Pietà a San Vittore; a mezzogiorno per una tratta la stessa preaccennata contrada e pel rimanente la cosidetta contrada Stallera; a ponente la strada appellata di Posmurone ed a tramontana in parte la strada così chiamata di Castello e per una porzione il suddetto piazzale della Pietà. Nel precisare che la chiesa e locali tutti risultavano in affittati, contrariamente al chioso ed al giardino annesso gravati da un contratto di locazione attivato nel marzo del 1806 e scadente nel ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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novembre del 1808, il Falcone riconosceva, per l’edificio … posto in un angolo del Comune di Cannobio, uno stato e … qualità generica … mediocre, bisognevole perciò di varie istantanee riparazioni da eseguirsi principalmente attorno alli coperti; il chioso ed il giardino si presentavano di natura e qualità piuttosto buona. 1836 Nel Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, curato da Goffredo Casalis, pubblicato nel 1836, alla voce Cannobio e Canobio (Canobium), centro in allora di 1800 abitanti, non si riscontra alcuna citazione in merito al monastero delle Orsoline (p.427-435). 1837, 5 agosto Con deliberazione del 5 agosto 1837 e successive valutazioni emergenti dalla perizia Clerici presentata il 20 settembre successivo, il consiglio di Cannobio concedeva alle Suore l’uso dell’acqua attraverso una presa nella rete comune (ASCCan, Serie I, ctl 247, fasc.10). Tale dato sembra confermare, in un certo senso, la presenza in essere delle suore nonostante la cessione del monastero avvenuta nel 1809 in capo alla famiglia Pianta. 1837, 5 dicembre Il cardinale Morozzo, il 5 dicembre 1837, acquistava dai fratelli Pianta il monastero sia di fabbricato che di terreno ed il successivo 6 dicembre, con atto ricevuto dal canonico dn Carlo Zaccheo cancelliere, decretava l’erezione del monastero (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl.173). L’atto, redatto dal notaio Giovanni Battista Galli nel Borgo di Cannobio ed in una sala posta al piano terreno della casa propria e di solita abitazione delli suddetti s.ri f.lli Pianta posta in vicinanza di questo Santuario della Pietà, sanciva la cessione da parte del teologo e canonico don Giuseppe e regio notaio Giovanni fratelli Pianta fu avvocato Carlo del già Soppresso Monastero delle Agostiniane al Sr Ecc.a R.ma l’Arcivescovo Vescovo di Novara Cardinale don Giuseppe Morozzo Cavaliere del Supremo Ordine della SS.ma Annonziata (ASVB, Notai, Galli Gio Battista, vol. 13048, atto n.111, foglio 323). Già dalle premesse risulta evidente lo spirito che soggiace all’acquisto promosso ed effettuato dal Morozzo ovvero, in prima istanza, il vivo suo desiderio di ristabilire in questo borgo di Cannobio una Comunità di Orsoline in clausura vescovile, le quali abbiano ad occuparsi in perpetuo alla gratuita istruzione e nella mattina e nel dopo pranzo di ogni giorno nelle ore di pratica del loro insituto delle figlie povere tanto di questo borgo di Cannobio quanto di quelle di Traffiume ammaestrandole principalmente nella Santa Religione, nella lettura, scrittura e nelle prime quattro operazioni di aritmetica nonché nei lavori femminili adattati e convenienti alla loro condizione…. I contatti preliminari si erano pertanto indirizzati quasi esclusivamente nei confronti dei fratelli Pianta al fine di ottenere la cessione di pressoché tutto il locale costituente già quello del soppresso monastero delle Agostiniane, stato detto locale dal fu loro comune padre … acquistato dal Demanio del cessato Regno d’Italia…. Le trattative avevano portato all’accettazione da parte dei Pianta della proposta avanzata dal Morozzo con la sola eccezione del caseggiato denominato la Spezieria testè dalli stessi signori fratelli Pianta elevato e fabbricato ed alla porzione di fondo che viene come abasso a circoscriversi mediante cioè la costruzione di muro di cinta …. Pertanto, oggetto della cessione, risultavano essere le particelle 310, 603, 604, 605, 606 post[e] fra le coerenze da levante in parte li … fratelli cedenti Pianta et in parte strada, da mezzodì e ponente strada e da notte li stessi Pianta …. L’atto risulta inoltre interessante per i patti e le convenzioni definite al suo interno e che sostanzialmente guideranno la successiva crescita della riacquisita proprietà. Nello specifico, al punto primo, si definiva che la nuova costruzione di muro di cinta circoscrivente la porzione di fondo riservata ai Pianta dovesse essere edificata a spese del porporato e che dovesse ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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avere inizio dall’angolo del fabbricato posto verso mezzanotte e formato dalla finitiva del corridojo superiore alla stanza così detta del latte in linea retta col muro della … stanza riguardante verso oriente e … continuarsi in tale modo sino alla siepe di rose del … giardinetto alla quale gionto … fare angolo con altro muro che pure si continuerà da oriente a sera sino alla cinta da tale parte ora esistente. Nel contempo si definiva che il secondo pezzo di muro per nove oncie sopra terra avrebbe potuto essere costruito dall’interno della siepe … al di fuori verso la porzione di fondo rimasta in carico ai fratelli Pianta prend[endo] la linea della … sparonata ossia piantagioni di viti attualmente esistente pure in linea retta; la proprietà del muro sarebbe rimasta in carico al Morozzo ed i Pianta non avrebbero potuto in alcun caso recargli servitù di sorta. Il secondo patto regolava i rapporti e le vedute tra le due ‘nuove’ proprietà: … non possano li … Pianta né loro eredi fare aperture introspicienti nel monastero o nella cinta definita in precedenza, …solo sarà alli medesimi facoltativo di costrurre un piccolo fabbricato nello spazio di terreno che rimarrà fra il caseggiato di recente ricostruito detto la Spezieria ed il muro della cosiddetta stanza del latte conche però sia anche nella sommità del tetto inferiore alla finestra del corridojo superiore in questo spazio prospiciente; il patto stabilito avrebbe comunque permesso di considerare il limite murario come elemento di scarico delle travature della copertura. Inoltre …sarà pure loro facoltativo di continuare e protrarre il nuovo fabbricato detto della Spezieria ed unirlo al vecchio fabbricato posto a mezzanotte … rilevata sempre la proibizione di farvi aperture qualunque prospiciente nel monastero … . Il terzo punto sanciva la cessione anche di tutti i mobili esistenti nel monastero di tutte le pianticelle novelle de gelsi esistenti nel fondo sopra la Motta … al di dentro del muro verso mezzodì, l’edifizio del torchio con tutti gli utensigli …. A seguire sarebbe stato concesso ai Pianta l’uso dell’acqua, senza alcun costo, nel momento in cui il monastero la avrebbe ottenuta dal Borgo di Cannobio ed in quel luogo che piacerà al … porporato di fissare … conchè dalli signori Pianta si conduca e mantenga in perpetuo il canale regolare dal luogo dell’estremità del terreno di detto monastero fino alla proprietà dei signori Pianta onde poi a loro spese saranno tenuti a condurla fuori dall’abitato in modo da impedire in ogni tempo rigurgito o danno qualunque …. Se i Pianta non avrebbero potuto in alcun modo attaccare spallere alla cinta del muro nuovo ed appoggiare scale pali e simili … che potessero recar soggezione al monastero, come peraltro innalzare nuove piante di alto fusto se non secondo quanto definito dalle regole canoniche relative alla clausura monacale, le monache risultavano essere obbligate a fare la scuola due volte al giorno alle povere figlie di Cannobio e Traffiume introducendole dalla parte esterna del monastero … senza violare la clausura … come si pratica in Miasino. E nello specifico di questa ultima condizione l’atto puntualizza che, essendo intervenuto nell’acquisto direttamente il vescovo, qualora fosse subentrata un’ulteriore soppressione, il locale suddetto coi suoi annessi connessi e dipendenti niente escluso ne riservato abbia a ritornare in piena e libera proprietà e disponibilità del vescovo … col carico però … di far suplire alla scuola delle figlie … in quel miglior modo che potrà …. 1842 Nel corso del 1842 diversi sono gli atti rogati dal notaio Giovanni Pianta in cui il luogo di stipula si identifica con il monastero stesso relativi a testamenti o la definizione di doti spirituali (ASVB, Notai, Pianta Giovanni, vol.12822). Tra i diversi atti, stipulati tutti nel parlatorio grande, ci si sofferma su quello redatto il 2 luglio e relativo alla quittanza passata dal Venerando Monastero delle Orsoline eretto sotto il titolo di S.ta Giustina in Cannobio a favore dell’ill.mo Sr. Avvocato Giovanni Battista Chiossi fu Giovenale professore delle civili istituzioni nativo di Varzo e domiciliato nella città di Domodossola per la dote spirituale della figlia Maria Rachele ovvero Suor Maria Gertrude di S.t Angiola, ovvero la superiora che si troverà a gestire la ‘seconda soppressione’ avvenuta dopo il 1866. ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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1842, 17 giugno L’atto consolare del 17 giugno 1842, definito anche sulla base della relazione del Capo Muratore Materno Clerici, riaffermava la concessione di acqua al monastero: con Consiglio del 5 agosto 1837 siasi risolto di concedere alla casa in allora erigenda delle Monache Orsoline … la facoltà di derivare una discreta quantità di acqua di quella decorrente nel condotto principale di mezzo dell’abitato da estrarsi dopo servita al pubblico lavatoio (ASCCan, Serie I, ctl 247, fasc.10). 1850, 15 giugno Del 15 giugno 1850 è la deliberazione del Consiglio Delegato di Cannobio con cui si approvava, sulla base del progetto/perizia redatta dal Misuratore Pietro Cattaneo in data 27 novembre 1849, il Riattamento delle due strette dette delle Monache e dei Zacchei; la realizzazione delle opere sarà deliberata a favore di Francesco Pugnetti (ASCCan, Serie I, ctl 238, fasc.5; ctl 243, fasc.7). La sistemazione del vicolo delle Monache partiva dal punto ove il vicolo delle Monache fra mezzo la casa del teologo Pianta e del sig.r Omarini si dirama dalla contrada di Cima tendente alla Chiesa della Pietà. Si ricorda che del 1851 sono anche le deliberazioni relative ai Restauri alla strada del Castello (ASCCan, Serie I, ctl 238, fasc.6). 1852, 26 novembre La deliberazione del Consiglio Comunale di Cannobio tenutosi il 26 novembre 1852 riconfermava la concessione dell’acqua al monastero da eseguirsi sempre dopo l’utilizzazione pubblica. La citata delibera segue quella già definita il precedente 10 dicembre 1851 (ASCCan, Serie I, ctl 247, fasc.10). 1856 Nel Dizionario Geografico Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, pubblicato nel 1856 a cura di Goffredo Casalis, alla voce Cannobio, centro che nel 1848 contava 2355 abitanti, 381 case, 474 famiglie riporta semplicemente che eravi un monastero di Agostiniane dette di s. Giustina, senza fare alcun richiamo al ‘nuovo’ insediamento delle Orsoline avvenuto nel 1837 (p.36-37). 1856, 11 gennaio Tra la fine del 1855 e l’inizio del 1856 i documentazioni riportano le approvazioni per la sistemazione della contrada detta delle Monache; tale opera verrà realizzata secondo il progetto redatto dal geometra Cattaneo in data 3 gennaio 1856 (ASNO, Intendenza generale b.599, fasc.3). anni sessanta XIX secolo, seconda metà La situazione evidenziata nella mappa del Catasto Rabbini, non datata, ma riconducibile alla seconda metà degli anni sessanta del XIX secolo, identifica la proprietà del Monastero di S. Orsola di Cannobio amministrato dalla Badessa Suora Gertrude, quale Ente Religioso, all’interno del Borgo, attraverso le particelle 2853, 2854, 2855, 2855, 2857, 2858 (ASTO, Sezioni Riunite, Catasto Rabbini, Cannobio, 1866?, mappa, T.16, foglio VI, sommarione e matrice vol 14) Nello specifico il costruito si identifica dapprima nella chiesa -mappale 2858, quindi nella casa d’ordinaria abitazione –mappale 2857- ovvero in ciò che noi oggi riconosciamo come monastero con sviluppo intorno alla chiesa stessa e con essa strettamente interconnessi, nella tettoia (mappale 2856) posta in affaccio a sud ed ad est sui tracciati viari e certamente di ‘servizio’ alle aree verdi intercluse nella proprietà, poste ad ovest del monastero e destinate a prato con alberi fruttiferi (mappale 2853) quale appezzamento di maggior rilevanza ed estensione, campo con viti (mappale 2854), orto (mappale 2855). Si puntualizza che la cartografia catastale non evidenzia la sussistenza di una vera e propria perimetrazione muraria nell’intorno della proprietà citata. ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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Nel contempo si segnala che la mappa restituisce, seppur in forma grafica non pienamente definita, la situazione di interdipendenza venutasi a creare, a partire dal 1809, tra il costruito del monastero e quello in proprietà alla famiglia Pianta con l’acquisizione da parte degli stessi dell’area conventuale e che peraltro la successiva cessione al vescovo Morozzo (1837) non ha significativamente ‘disgiunto’. Si fa riferimento alle particelle 2851 (prato con alberi fruttiferi) e 2852, poste a nord del monastero, intestate a Pianta Teologo Dn Giuseppe fu Avv.to Carlo di cui l’ultima identificata come casa d’ordinaria abitazione con dipendenza che ancora oggi trova affaccio, seppur in forma laterale, sulla piazza del santuario della Pietà. 1866 Con riferimento alla normativa ‘governativa statale’ emessa nel luglio del 1866 e relativa all’incameramento dei beni ecclesiastici nel Fondo per il Culto, si riscontra, per il Monastero delle Orsoline, l’attivazione di una attenta verifica sull’intera consistenza patrimoniale siano essi riconosciuti beni immobili e/o arredi (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl. 173). Sulla base delle notizie fornite nell’agosto del 1866 dalla stessa madre superiora Maria Gertrude Chiossi, si annota la sussistenza di un fabbricato dislocato su diverse particelle catastali, individuate dai numeri 603, 604, 605, 606, in affaccio su tre cortili e su un orto (particella 310), organizzato su più livelli e in diversi locali; in specifico: un vano sotterraneo, venti locali al piano terreno tra cui due corridoj, una tettoia ed un portico, quarantotto al primo piano tra cui due corridoi tre terrazze ed un ballatojo, quattordici al secondo tra cui due vani di passaggio, a cui si aggiungeva un livello di solai e sottotetti. Nel ricordare l’intervento acquisitore effettuato dal cardinale Morozzo nel 1837, la Madre ribadiva che tale proprietà risultava riversibile ai vescovi per tempo di Novara in proprietà e piena libera disponibilità … col carico al med.mo di fare supplire alla scuola … come vennero le religiose obbligate. Nelle specifiche allegate si riscontra che la chiesa esterna, non di carattere parrocchiale, risultava caratterizzata da soffittatura voltata in una sola navata … [con] un solo altare di legno con balaustrata di marmo e sagrestia annessa; nel contempo si annotava la presenza di una cappella interna. Per quanto riguarda gli arredi propri della sagrestia si annotava in particolare la presenza di un piccolo altare di legno di un solo gradino e di diversi armadi; nella chiesa si descrivevano delle panche poste in parte anche nel coro, così come per dieci quadri ad olio con cornice dorata, mentre nella cappella interna si riscontravano tre altarini di legno, quattro panche di peccia e tre quadri a olio per l’altare. Con riferimento ai beni annessi al monastero ‘il rilevatore’ segnalava la presenza di aratori vignati e di un bosco castagneto; nello specifico delle vicinanze del monastero si annotava la presenza di un coltivo vignato ossia chioso con molta prativa nel cinto del monastero con stalla fienile due bovine tre pecore e poco fieno con legna da ardere e paleria per sostegno viti, catastalmente individuato dalle particelle 310, 315, 316, 322 alla regione Monastero. Tra i mobili della casa religiosa si riscontrava l’arredo strettamente necessario, evidenziando la sussistenza di un telaio per tela usato, di mobili destinati all’istruzione di fanciulle ed all’educande, tra cui sedici telai da ricamo grandi e piccoli e due pianoforti; nel 1866 si registrava la presenza di 23 ragazze. 1867, 12 marzo Ritenuto che le Monache Orsoline di Cannobio come vincolate dalla vita comune e da voti solenni perpetui sono indubbiamente colpite dall’art.1 della legge 7 luglio 1866 n.3036 il Ministero con dispaccio 11 marzo 1867 ordinò che si proceda senz’altra alla presa di possesso dei beni di quel Monastero (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl. 173); l’effettiva presa di possesso risulta datata 23 marzo 1867. ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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Rispetto alle note descrittive registrate nel 1866, la presa di possesso tende a meglio suddividere le competenze immobiliari con riferimento all’utilizzo del monastero stesso. Fabbricato ad uso Monastero delle Orsoline composto da n.77 vani di cui 1 sotterraneo ad uso cantina, n.20 al piano terreno, n.42 al primo piano, n.14 al secondo, 4 corridoi, tre terrazze ed un ballatoio giardino interno. … una parte del fabbricato è destinato all’istruzione questa è composta da tre ambienti i quali servono ad uso delle scuole di prima, seconda, terza classe elementare, collocandosi alla regione al monastero, ai numeri di mappa 603 e 605, in centro dell’abitato in posizione discreta con ampi locali e regolarmente distribuiti. Ed ancora oltre alla fabbrica conventuale vera e propria si registrava un fabbricato annesso al monastero e destinato alla abitazione del direttore spirituale composto da sei membri di cui tre al piano terreno e tre al primo piano acquistato unitamente al chiostro, posto sempre in regione al Monastero, al numero di mappa 603, ovvero parte del costruito già individuato come monastero. Il coltivo vignato denominato il chioso del monastero con stalla e fienile chiuso da muro ed annesso al chiostro di cui però non fa parte integrante tenuto ad economia diretta risultava individuato dai mappali 310, 315, 316, 322 di cui solo il 310 veniva riconosciuto come ‘originario’, mentre gli altri acquisiti in seguito. Con riferimento allo spazio liturgico vero e proprio con carattere non di parrocchiale, anche se potesse essercene la necessità, la chiesa … aperta al pubblico [di cui] alle Monache è riservato l’uso, si presentava ad una sola navata con un solo altare in legno e balaustrata di marmo un pergamo in legno sagrestia attigua composta di una sola stanza, con individuazione alla particella 104; nel contempo si ribadiva la presenza di un piccolo oratorio posto all’interno del monastero destinato specialmente per le religiose ammalate. 1867, 23 marzo Del 23 marzo 1867 è il Verbale di presa di possesso e di formazione d’inventario dei Beni già spettanti al Monastero delle Orsoline sotto il Titolo di S.ta Giustina in Cannobio redatto in contraddittorio alla presenza del ricevitore del Registro di Cannobio, del Sindaco e della Superiora del Monastero Chiossi Maria Gertrude (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl. 173, ctl.608, fasc. Monastero delle Orsoline in Cannobio). Il verbale risulta supportato da diversi quadri descrittivi e di analisi. Al Quadro I ovvero Fabbricato del Convento Locali del convento ad uso dei religiosi Locali del convento concessi in affitto od altrimenti produttivi di rendita si annota una succinta citazione della consistenza del complesso sito in centro dell’abitato in posizione discreta [con] ampi locali … regolarmente distribuiti, individuato ai numeri di mappa 603 e 605, regione al Monastero: Fabbricato ad uso Monastero delle Orsoline composto da n.77 vani di cui n.1 sotterraneo ad uso cantina n.20 al piano terreno n.42 al primo piano n.14 al secondo n.4 corridoi n.3 terrazze ed un ballatoio, giardino interno. Non si rimanda alla presenza di alcun atto di locazione e/o di rapporto con ‘produzione’ di rendita, ma si segnala che una parte del fabbricato [era] destinata all’istruzione e che risultava composta da tre ambienti i quali servono ad uso delle scuole di 1° 2° 3° classe elementare. Nel contempo si puntualizzava che nessun locale ad eccezione di quello destinato alle scuole, serv[iva] altrimenti ad uso pubblico …. Al Quadro II, nell’analizzare gli Immobili … fabbricati urbani … orti e giardini annessi al convento e non formanti parte integrante del medesimo, si ricordava la presenza di un fabbricato annesso al Monastero e destinato alla abitazione del Direttore Spirituale composto di 6 membri di cui tre al piano terreno e 3 al primo piano acquistato unitamente al chiostro con atto 5 dicembre 1837, in mappa individuato sempre alla particella 603. A questo si annetteva un Coltivo vignato denominato il chioso del Monastero con stalla e fienile chiuso da muro ed annesso al chiostro di cui però non fa parte integrante tenuto ad economia diretta. Se per il monastero e per l’abitazione del direttore spirituale sussisteva il patto di reversibilità al vescovo pro tempore di Novara nel caso di soppressione del Monastero, per il chioso tale clausola ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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risultava valida per la sola porzione individuata al mappale 310 e non alle particelle 315, 316 e 322 –sempre in regione al Monastero- in quanto acquisite solo successivamente al 1837 e direttamente dal Monastero. A queste proprietà si annettevano altri appezzamenti di terreno –un aratorio denominato prato delle Monache, un aratorio vignato denominato la Gerra ed un bosco castanile- posti esternamente all’area oggetto di studio. Il Quadro III prende in esame l’arredo allora esistente all’interno dei diversi locali ad eccezione di quelli destinati alla liturgia. A titolo esemplificativo si ricordano, nella porzione di fabbricato destinato a monastero, 17 tavoli ad uso di refettorio … in mediocre stato, tre quadri ad olio con cornice dorata, diciotto altri di cui sei a olio e dodici di carta con cornice il legno, 24 botti da vino e 6 tini per le uve nell’annessa quota rustica, mentre negli spazi destinati all’istruzione venivano elencati tra l’altro due pianoforti uno verticale l’altro a tavolo e 16 telaj da ricamo di varia grandezza. Nel descrivere le scorte ed il bestiame –Quadro V- si ricordava la presenza di una giovenca e di tre pecore, nessuna granaglia, di vivo, fieno e di assi di scarto. Il personale annesso al monastero si componeva di un medico chirurgo –il Cav. Zaccheo dr Benigno, di un direttore – il sacerdote Fornari Francesco, e di quattro serventi. Il Quadro X prendeva in esame la Chiesa annessa al Convento e relativa sacrestia. Formata da una sola navata con un solo altare in legno e balaustrata di marmo un pergamo in legno, la chiesa era aperta al pubblico, ma con uso riservato alle monache e non aveva l’utilizzo di parrocchiale; a questa si annetteva la sagrestia composta di una sola stanza. Nel complesso del monastero si collocava anche un piccolo oratorio … destinato specialmente per le religiose ammalate. 1869, 19 febbraio Con lettera del 19 febbraio 1869 il direttore generale del Ministero delle Finanze comunicava alla direzione demaniale di Torino di soprassedere da ogni operazione di presa di possesso dell’orto annesso al chiostro delle Orsoline … fino a quando il detto locale non sarà stato reso libero dall’abitazione da parte delle monache alle quali a senso dell’art.6 della legge 7 luglio 1866 è stato conservato (ASNO, Intendenza di Finanza, b.173, fasc. Parti redditizie 1868). Tale decisione si lega alle richieste presentate nel gennaio dello stesso anno in cui si esplicitava la possibilità di considerare tale area –terreno chiuso da cinta di muro annesso al Monastero delle Orsoline- un tutto uno con la porzione edificata. 1869, 2 aprile Con atto rogato dal notaio Lorenzo Della Vedova di Milano in data 2 aprile 1869 veniva svincolata, previo riscatto nei confronti del Demanio, la Cappellania Laicale derivante dall’atto testamentario del 15 settembre 1700 del Nobile Capitano Dn Giovanni Carati ed istituita dagli esecutori testamentari, con atto del 12 agosto 1704, presso la chiesa delle Reverende Monache di S.ta Giustina … sotto il titolo di San Giovanni Battista (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl.57, fasc. Cappellania…). 1875,29 settembre Con lettera del 29 settembre 1875, indirizzata all’Intendenza di Finanza di Novara, il Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti comunicava di aver provveduto all’emissione di due … mandati … per le rispettive competenze di prezzo dei lavori e di redazione dell’atto di collaudo … per le riparazioni eseguite ai tetti del fabbricato del … monastero (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl.173). Le opere erano state eseguite dal Capomastro Albertini Aquilino di Cannobio sulla base della perizia redatta dal tecnico Cattaneo Pietro.
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1876, 6 marzo … il Monastero … ha annessa una piccola chiesa sua propria la quale anche dopo la soppressione dell’Ente fu sempre tenuta aperta al Culto inserviente tanto per le religiose che per il pubblico e trovasi ancora oggi ufficiata dal Padre Spirituale del Monastero … (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl.608, fasc. Monastero delle Orsoline in Cannobio). 1876, 11 novembre Del 11 novembre 1876 è l’autorizzazione rilasciata dal Regio Provveditore agli Studi nella Provincia di Pallanza a favore delle Monache Orsoline di Cannobio per aprire … un pensionato femminile per le alunne delle quattro classi elementari (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). Tale atto deriva dalla richiesta specifica presentata dalla madre superiora. 1882, 19 maggio Il 19 maggio 1882 il consiglio comunale approvava le riparazioni fatte dalle suore al condotto dell’acqua presso il monastero (ASCCan, Serie I, ctl 247, fasc.10). 1887, 27 marzo Nella Giunta Comunale tenutasi il 27 marzo 1887 tra le diverse questioni veniva affrontato il problema delle dismissioni delle insegnanti nelle Scuole Femminili (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). La problematica era stata scatenata da una lettera trasmessa dalla Superiora con cui comunicava che le insegnanti patentate attuali addette all’istruzione delle figlie povere del Borgo di Cannobio e del villaggio di Traffiume non intendevano continuare nell’impegno già con l’avvio dell’anno scolastico 1887-1888. La deliberazione della giunta tesa a non definire in forma ultima la questione, terminava con una richiesta di chiarimenti da trasmettere all’Intendenza di Finanza quale ‘titolare’ della proprietà dell’immobile; si ricorda che il complesso risultava essere in carico al Demanio e che lo stesso risultava essere responsabile della gestione. Il 16 maggio l’Intendenza di Finanza rispondeva che stando agli atti del 1837 e quindi agli impegni ‘presi’ nella ricostituzione del monastero definita dal vescovo Morozzo, le suore non potevano declinare l’impegno. Nella comunicazione trasmessa al comune dalla Superiora delle Orsoline il 18 giugno successivo si ribadiva il fatto che le monache [avevano] per legge finchè … ridotte a sei [il] diritto d’abitare il monastero e che il peso [della] scuola sarebbe alle monache impossibile ad adempiersi …[perché] tutte vecchie e ben presto … decrepite…. 1887, 9 luglio In data 9 luglio 1887 la giunta di Cannobio richiedeva al Direttore Generale dell’Amministrazione del Fondo per il Culto di dismettere sin d’ora a favore del Comune lo stabile costituente il fabbricato Monastero delle Orsoline da servire ad uso scuole femminili … per essere usato anche per asilo infantile, scuole maschili, biblioteca popolare circolante, osservatorio meteorologico e per installarvi gli uffici ed archivi delle opere pie locali … (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). 1887, 23 dicembre Del 23 dicembre 1887 è la Deliberazione del Consiglio Comunale di Cannobio con cui si autorizzava la Giunta a trattare per rilevare … il fabbricato costituente il Monastero delle Orsoline … alle condizioni di prevedere in esso all’alloggio delle Monache riconosciute, così come peraltro era stato richiesto dalla superiora in una sua lettera datata 30 novembre (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). Nel contempo l’atto ribadiva o meglio confermava l’obbligo per le Orsoline di provvedere alle povere figlie. ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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1888, 12 marzo Con lettera indirizzata al sindaco ed alla giunta, il canonico Rossari, il 12 marzo 1888, essendo venuto a conoscenza che il monastero stava per essere dismesso dal Fondo per il Culto, presentava proposta d’acquisto (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). 1888, 3 dicembre Nella seduta del Consiglio Municipale del 3 dicembre 1888 veniva discussa l’offerta del sig.r Rossari Canonico Teologo Don Felice di Novara per l’acquisto del fabbricato e giardino costituente il soppresso Monastero delle Orsoline presentata in data primo dicembre (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). L’offerta prevedeva, alla stipula dell’atto, il pagamento al Municipio di lire 50.000 e l’assunzione dell’obbligo di dare l’abitazione in esso alle monache riconosciute per legge. Di rimando il Municipio avrebbe avuto il diritto di usufruire di quella parte di fabbricato che ora contiene le Scuole Comunali ad uso delle scuole stesse fino a che non avesse deciso di collocarle in altra sede; tale cambiamento avrebbe dovuto essere supportato da un preavviso di due anni ed il volume in ‘disuso’ inglobato nella proprietà precedentemente acquisita previo regolare pagamento. Il dibattito consigliare garantiva alla Giunta l’autorizzazione nella prosecuzione delle trattative. 1889, 7 febbraio Del 7 febbraio 1889 è la Relazione di Perizia del Tenimento composto di fabbricati ed annesso fondo in proprietà del Comune di Cannobio ed adibito attualmente per uso di Convento per le Reverende Suore Orsoline a firma dell’architetto Febo Bottini residente in Pallanza e redatta sulla base di sopralluogo effettuato alla fine del dicembre 1888 (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). La proprietà consta … di un grande appezzamento di terreno aratorio vitato in parte ed in altra parte lavorato per uso di ortaglia con entrostanti fabbricati civili e rustici risultanti in Catasto dell’area complessiva di ettari uno, are ventisei e centiare novantotto e contraddistinto in mappa coi numeri 310, 314, 315 e 322 … situata nella parte alta di Cannobio ed in prossimità dell’abitato di quella zona di esso meno popolosa, meno importante e nella località comunemente nota da antichissima data col nome di Chioso delle Monache. La proprietà ha per confini a levante la Casa Pianta per una tratta e per maggior parte la Piazza pubblica avantistante alla Chiesa della Pietà e la strada comunale, a mezzodì e ponente strada comunale, a mezzanotte la campagna e gli orti in proprietà Pianta. … I caseggiati … Monastero coll’Educandato delle Scuole Femminili elementari colla appendici ed attinenze relative ai servizi del monastero medesimo. Dessi caseggiati sono riuniti tutti quanti in un sol grande e sol corpo edificato … di figura grossolanamente quadrilatera a cui si aggiungono le appendici … la superficie complessiva di metri quadrati 2600 compresa quella di uno spazioso cortile pressoché centrale e misurante metri superficiali 445 più altro cortile minore e di un terzo cortiletto dell’area complessiva approssimativa di metri 205 per il che l’area realmente fabbricata è di totali metri 1950 circa. Questo corpo di fabbrica è verso levante e mezzodì delimitato da piazza e vie comunali a ponente e mezzanotte è isolato dal fondo … dell’intera proprietà; le varie parti o sezioni d’esso constano di un sol piano terreno, quali di un piano terra e d’uno superiore e quali di due piani; e per il modo con cui sono riuscito si possono benissimo distinguere in quattro sezioni e cioè quella di levante, quella di mezzodì, di ponente e di mezzanotte tutti comunicanti. Piano terreno. È un piano dovunque elevato da terra non sempre egualmente; si accede dalla Piazzetta verso mezzodì in un vestibolo dal quale si passa a sinistra a due piccoli locali ad uso di parlatorj esterni e direttamente ad un grande porticato che serve di accesso alle altre sezioni di Fabbrica; da ivi si ingressa a tre altri piccolissimi locali ad uso di parlatorij interni, ad un corridojo mettente ad un cortiletto e poscia a tre locali rustici destinati per il servizio di lavanderia, forno, asciugatoio; il porticato dà accesso ad ampia scala mettente al sotterraneo ed ai piani
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superiori, ad un piccolo locale che ora serve di refettorio per le educande esterne e finalmente ad un portico esterno a ponente. Dalla stessa piazzetta e dalla attigua strada comunale si ha passaggio al corpo di scala mettente esclusivamente ai locali delle Scuole pubbliche elementari femminili che si trovano superiormente ai locali rustici di lavanderia ed asciugatoio ecc.ra per una parte e per l’altra parte all’abitazione del Direttore dello Stabilimento composta di cucina, di saletta e di piccolissimo ripostiglio, di scaletta montante al piano superiore; gli ambienti tutti accennati costituiscono la Sezione di fabbricato di mezzodì a cui va aggiunta la Chiesa esterna coll’unito locale per sagristia, torre campanaria ed altro piccolo locale semirustico pure annesso ai servizi della Chiesa con soprastante piano ammezzato rustico e sottotetto per asciugatoio di lingerie e servizi diversi. Dal Porticato innanzi detto si ha passaggio ad un lungo e stretto androne che mette subito alla Chiesa Interna riservata alle Rev.de Suore, indi ad un cortile rustico ove esiste una piccola tettoia in parte chiusa per uso di pollajo ed in parte aperta come per ripostiglio di legna, nonché ad un locale rustico che dovea servire … per landeria con superiore piano ammezzato per asciugatoio. Dalla Chiesa Interna si passa ad un spazioso corridojo alla cui sinistra si ha un localetto per dispensa ed altro per lavandino, ed alla destra una spaziosa scala mettente al piano superiore con sottoscala e con annesso laterale rustico appoggiato alla Casa Pianta; da questa Sezione di levante si passa a quella di mezzanotte e cioè alla cucina del Convento avanti sfogo all’esterno in una tettoia divisa in tre riparti … per lavatojo, ripostiglio di legna, pollajo; dalla cucina si va col mezzo di un corridojo prospettante a mezzodì nel grande cortile ad un grande locale che serve per refettorio delle Rev.de Suore e delle Educande interne e da ivi a due altri grandi locali ad uso di sala di riunione l’uno e di grande anticamera l’altro. Si accede finalmente alla Sezione di ponente composta di quattro ambienti di mediocre ampiezza … ed alla sala di ricevimento che ha poi sfogo al grande porticato di cui tiene parola nella sezione di mezzodì; in tal modo si sono passati in rassegna tutti gli ambienti costituenti il pianterreno dell’intero edificio, quali locali si contano in n.35 da me presi grandi, medi e di diversi piccoli ambienti e ripostigli civili, semicivili o rustici, aggiunta a farsi poi della scala, corridoj, disimpegni, sottoscala, pozzi d’acqua potabile, pozzi neri. Il sotterraneo che è adibito per uso di cantina corrisponde ad una parte della sezione di ponente e ad una parte della sezione di mezzodì ha luce e ventilazione dal lato di ponente è un locale unico finito in volta. Primo Piano Superiore. Nella Sezione di mezzodì si hanno per l’abitazione del Direttore un salotto, una camera da letto ed un ripostiglio, locali corrispondenti esattamente a quelli del pianterreno. Attigua all’abitazione suddetta si ha la sede delle Scuole elementari pubbliche femminili in tre ambienti aventi come già si disse accesso indipendentemente dalla scala esclusiva a detto servizio, colle annesse latrine; da ivi si passa all’interno del Convento, ove si trovano, sempre nella Sezione di mezzodì un corridojo longitudinale mettente a destra e sinistra a n.10 locali per la massima parte cellette per le Rev.de Suore ivi si passa indi alla Sezione di levante occupata in parte dai sottotetti della Chiesa ed in altra parte da un corridojo mettente a n.4 celle, ad una latrina e ad un locale spazioso che serve di camera di lavoro per le Rev.de Suore. Si passa indi alla Sezione di nord che consiste di un androne dal quale si accede a destra e a sinistra a n.15 celle o camerette da letto e ad una lattrina. Da qui si mette nella Sezione di ponente composta da un localetto ad uso studjo, di un locale ad uso di scuole, di un camerone per dormitorio indi altri due piccoli ambienti prospettanti l’ovest disimpegnati per mezzo di un porticato esterno corrispondente a quello del pianterreno, quello comunicante col grande corridojo longitudinale della Sezione di mezzodì. Secondo Piano Superiore. Le Sezioni di levante, di ponente e di mezzanotte non constano che di un solo piano superiore; solo la Sezione di mezzodì si innalza a due piani superiori d’abitazione eccezione fatta per la parte corrispondente all’abitazione del Direttore dello Stabilimento e della chiesa Esterna. Il secondo piano della porzione corrispondente alla Sezione principale del quadrilatero, superiormente agli alloggi descritti per il primo piano superiore consta pure di un androne che dà ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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accesso a destra e a sinistra a celle e dormitorij; complessivamente a n.9 ambienti abitabili più una lattrina. Si passa indi ai locali che sovrastano alle aule scolastiche femminili e cioè ad una anticamera ed a due grandi cameroni ad uso di dormitorio. Riassumendo si trova che gli ambienti tutti costituenti il primo piano ed il secondo piano superiore ascendono al numero totale di 49 oltre ai corridoj e disimpegni, lattrine, scale e passaggi diversi; di tali n.46 ambienti sono n.37 al 1° piano e n.12 al secondo. Il complesso generale dell’edificio è costrutto con muratura commune di pietrame e il soffittamento sono in generale fatti in legname ad eccezione della Chiesa, sagrestia, il grande porticato e l’attrio a piano terreno e qualche altro locale sui quali ambienti il cielo è fatto in volta di mattoni; i tetti sono tutti coperti di tegole laterizie ad eccezione di pochissime porzioni che sono coperte di lastre di pietra. Le scale sono tutte di pietra, le pavimentazioni sono tutte quante di calcestruzzo comune. In generale l’edificio descritto si presenta in istato di manifesto deperimento per trascurata manutenzione e tale deperimento si verifica soprattutto alla soffitta menta di legname, nella armatura tutta e nella copertura dei tetti; codeste parti essenziali dell’edificio esigono nell’interesse della stabilità del sistema e della sicurezza ed incolumità di chi abita l’edificio stesso, procedimenti efficaci comportanti nella parziale demolizione e rifacimenti delle parti suddette eccezione fatta per il corpo di mezzodì compreso quello delle scuole pubbliche elementari femminili con tanto l’ossatura in genere quanto le altre parti secondarie della fabbrica trovansi in buono stato di conservazione. … Fondo. Il fondo consta di un appezzamento di terreno aratorio vitato in parte ed in parte coltivato ad ortaglia; è dovunque chiuso da muro di cinta in esso trovasi un edificio rustico composto da tettoja, di stalla per tre capi bovini e superiore fienile; il fondo è attraversato dal canale di scarico proveniente dal serbatojo e lavatojo del Parasio. Ritenuta l’estensione totale del fondo di metri quadrati 10098 (computata l’area del fabbricato del Convento) …. 1889, 27 marzo Le suore, ormai rimaste in otto, scrivendo al sindaco in data 27 marzo 1889, esprimevano la propria disponibilità ad accettare il Comune quale subentrante al fondo per il culto ed a riconoscere il teologo Rossari quale nuovo ‘possessore’ del bene (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7; Serie II, ctl 751, fasc.3). 1889, 13 luglio Nel Consiglio Municipale tenutosi il 13 luglio 1889 la Giunta e per essa il Sindaco presentava la Bozza dell’atto di dismissione dall’Amministrazione del Fondo per il Culto al Comune del fabbricato ed annesso giardino … nonchè la perizia giurata 8 febbraio 1889 dell’architetto Febo Bottini … e l’offerta per l’acquisto da parte del Rossari (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). Al termine della discussione la Giunta risultava essere autorizzata ad accettare la dismissione del bene alle condizioni della Bozza e quindi a predisporre gli atti per ottenere l’autorizzazione a cedere in seconda battuta al canonico Rossari. 1889, 26 luglio In data 26 luglio 1889 il Comune di Cannobio, nel rispondere al sottoprefetto di Pallanza circa la dismissione del fabbricato e giardino costituenti il soppresso Monastero … dal Fondo al Comune e vendita degli stabili medesimi al canonico Felice Rossari, ribadiva che il monastero risultava allora abitato dalle Religiose superstiti riconosciute dalla Legge (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7).
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1889, 7 settembre La comunicazione del 7 settembre 1889 che il sindaco inviava al Prefetto pel Circondario di Pallanza oltre a ricordare che le disposizioni inserite dal vescovo Morozzo nel 1837 avevano di fatto esonerato il comune dalla spesa per l’istruzione femminile lasciandogli indirizzare le risorse verso altre opere pubbliche, caldeggiava la cessione in capo al Rossari puntualizzando che le Monache Orsoline [avevano] formalmente denunziato il loro obbligo a fare la scuola gratuitamente in quanto possessori del bene, qualità [questa a] loro tolta dalla legge di soppressione e che l’adattamento dello stabile … per le condizioni del paese, per la sua posizione e per la distribuzione interna dei locali [sarebbe stato] difficilmente alienabile (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7). 1889, 21 dicembre Nella seduta tenutasi il 21 dicembre 1889 la Giunta Provinciale Amministrativa autorizzava la Giunta Comunale di Cannobio ad accettare la dismissione dall’Amministrazione del fondo per il Culto del fabbricato e giardino costituente il soppresso Monastero delle Orsoline … alle condizioni contenute nella Bozza accettata dalle Parti cioè dal Sindaco pel Comune, dall’Amministrazione del Fondo per il Culto e dalle Suore Orsoline riconosciute, con che ottenga dall’Autorità Superiore l’autorizzazione a vendere al … Can. D.n felice Rossari secondo l’offerta presentata in data 1 dicembre 1888 e la perizia redatta dall’architetto Bottoni in data 7 febbraio 1889 (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7; ASNO, Prefettura Affari Speciali dei Comuni, 1 versamento, ctl.160, fasc.9). La valutazione fatta in sede di Consiglio Comunale portava al Rossari l’obbligo di alloggiare le monache e nel contempo permetteva al comune stesso di riservarsi il diritto di mantenere nel locale del monastero attualmente adibito a tale uso le scuole comunali…. 1890, 27 febbraio La direzione generale del Fondo per il Culto cedeva al Comune di Cannobio il Monastero delle Orsoline dello stesso luogo compresa la chiesa (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl. 173). L’atto redatto dal notaio Giovanni Branca, in Cannobio in una sala a pian terreno del Soppresso Monastero delle Suore Orsoline, assentito anche dalle suore, sanciva la cessione del fabbricato ad uso monastero/convento con chiesa interna ed esterna, abitazione del Direttore Spirituale, Scuole femminili esterne ed ampio giardino in catasto aratorio vitato con stalla e fienile detto il Chioso delle Monache ai n.i di mappa 310, 314, 315, e 322 … confinante da levante la casa degli eredi Pianta, Piazza e strada comunale, mezzodì e ponente strada comunale, mezzanotte eredi Pianta (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7; Serie II, ctl 751, fasc.3). Tale cessione, da cui risultavano esclusi i mobili, veniva effettuata con tutte le ragioni attive e passive compresa quella dell’istruzione femminile portata dall’atto di vendita fatto dai fratelli Pianta in favore del vescovo Morozzo nel 1837; al febbraio 1890 risultavano risiedere sei monache superstiti e pertanto il comune avrebbe dovuto provvedere alla loro abitazione lì o in altro luogo adatto. 1890, 25 giugno Con comunicazione in data 25 giugno 1890 l’Intendenza di Finanza di Novara trasmetteva alla Direzione generale del Demanio e Tasse con sede in Roma copia dell’atto della definitiva cessione in capo al Comune sia del monastero che della chiesa. Dall’operazione al momento risultavano esclusi i mobili lasciati in uso alle Religiose, gli arredi sacri, peraltro in cattivo stato, e di cui era pervenuta apposita richiesta da parte del sacerdote Guappa don Pietro (ASNO, Intendenza di Finanza, ctl. 173). 1890, 29 luglio Con atto rogato dal notaio Giovanni Battista Galli in data 29 luglio 1890, nel parlatorio del già Monastero delle Orsoline posto al piano terreno, il comune di Cannobio cedeva con vincolo d’uso ex monastero delle orsoline. reg sec.XIX
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al teologo Canonico don Felice Rossari, a seguito dell’atto di dismissione redatto dal notaio Branca il 27 febbraio 1890, il fabbricato ad uso convento con chiesa interna ed esterna, abitazione del direttore spirituale scuole femminili esterne ed ampio giardino in catasto aratorio vitato con stalla e fienile detto il Chioso delle Monache colle acque allo stabile inservienti ai n.i di mappa 310, 314, 315, 322 … confinante … da levante casa degli eredi Pianta, piazza e strada comunale, da mezzodì e ponente strada comunale da mezzanotte eredi Pianta (ASCCan, Serie II, ctl 751, fasc.3). Le condizioni contenute nell’atto, a cui partecipavano anche le Religiose Orsoline superstiti aventi diritto all’abitazione nel fabbricato, prevedevano l’obbligo per il canonico di dare abitazione alle monache, mentre per il municipio … il diritto di usufruire di quella parte di fabbricato che ora contiene le scuole comunali ad uso delle scuole ovvero quella parte costituita dalle tre grandi aule al primo piano del caseggiato sezione di mezzogiorno dante sulla strada della Madonnina unitamente alle latrine scala ed andito formante accesso alla strada suaccennata. Ed ancora, qualora il comune non reputasse più necessario riservarsi tale uso, la porzione di immobile interessata avrebbe potuto essere acquisita dietro il pagamento di lire 10.000 e quindi rientrare tra le proprietà del monastero. 1890, 15 ottobre A partire dal 15 ottobre 1890 l’istruzione elementare femminile cominciò a fare diretto esclusivo carico al Comune e dalla stessa data le suore orsoline Tomasina Giuseppina, Negri Serafina e Vergani Amata … entrarono allo stipendio del Comune; si ricorda che tale impegno scolastico era stato assunto direttamente dalle suore a partire dal 1838 e non senza problemi e/o ‘interruzioni’ fino all’ottobre del 1890 (ASCCan, Serie I, ctl 207, fasc.7).
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