Anno II - Numero 113 - Giovedì 16 maggio 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
RINVIATA A GIUDIZIO SONIA RICCI, RESPONSABILE DELL’AGRICOLTURA, PER REATI AMBIENTALI
ZINGARETTI, ASSESSORI CON TROPPI GUAI
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Cominciano a diventare un problema gli esponenti della giunta laziale alle prese con problemi giudiziari. Ma il Presidente della Regione preferisce svicolare... di Francesco Storace un atteggiamento supponente quello del presidente del Lazio Nicola Zingaretti. L’assessore all’agricoltura della sua giunta, Sonia Ricci, e’ stata rinviata a giudizio dal tribunale di Latina, per reati ambientali. Con la delega che ha, non e’ proprio il massimo. A farlo sapere e’ stato ieri un nuovo quotidiano, La Notizia; ma per tutta la giornata non si e’ sentita una sola voce da sinistra; solo il capo dell’amministrazione, appunto Zingaretti, ha ritenuto di dire qualcosa di molto superficiale. Non va bene rubricare tutto a incidente avvenuto tre anni fa, come se la Procura avesse preso un abbaglio. Si parla di danno alla salute pubblica. Zingaretti dica piuttosto se era a conoscenza del procedimento giudiziario. Ad esempio, l’assessore ha informato il presidente della regione dell’avvenuto rinvio a giudizio o a via Colombo lo hanno appreso dal quotidiano che lo ha reso noto? La vicenda va conosciuta dai cittadini. Sonia Ricci e’ imputata per incendio di rifiuti nell' azienda agricola che dirigeva prima di assumere la delega alla Pisana. Ieri l'assessore è stata rinviata a giudizio dal giudice per l' udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli.
Violenze senza fine
I no-Tav accusati di tentato omicidio
Nella foto a sinistra l’assessore Sonia Ricci e Nicola Zingaretti Il 17 settembre 2010 si levò una colonna di fumo nero e maleodorante dall' azienda agricola 'Agroama' di Sezze Scalo, centro dei Lepini noto per la produzione dei carciofi romaneschi che si fregiano del marchio Igp. La polizia giudiziaria verificò che era stato dato fuoco a dei cumuli di rifiuti, compreso materiale plastico, all' esterno della ditta e la responsabile della società, la Ricci appunto, venne indagata. Il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Bontempo, ritenendo l' imprenditrice responsabile di un incendio con esalazioni nocive per la salute pubblica, ha chiesto il rinvio a giudizio dell' imputata. Ieri il caso è stato discusso in aula e
il giudice Mattioli ha disposto il processo. E’ evidente che il presidente della regione non puo’ far finta di nulla. La Ricci e’ il secondo assessore che incappa in problemi giudiziari. Prima di lei tocco’, il mese scorso, a Paola Varvazzo, responsabile dei servizi sociali, che aveva nascosto a Zingaretti i problemi di giustizia del marito, al centro di una vicenda di mazzette proprio con l’amministrazione regionale. L’assessore fu costretta alle dimissioni. Da presidente della provincia, Zingaretti si era trovato tra i piedi la grana di Amalia Colaceci, l’assessore sotto processo per lo scandalo del trasporto bus per disabili, negato fino all’ulti-
mo. Ora Sonia Ricci. In questo caso e’ proprio lei ad andare a processo e non e’ pensabile che non accada nulla. Siamo nel bel mezzo di una discussione sulla moralita’ della politica con l’esame del provvedimento sulla riduzione dei relativi costi e sarebbe inimmaginabile far finta di nulla. Zingaretti farebbe bene a venire in aula alla Pisana e a spiegare che cosa intende fare. Anche perche’ a Roma si vota per le comunali e il candidato preferito dal presidente della regione ulula ogni giorno sulla questione morale. Da ora Ignazio Marino ha qualche motivo in meno per parlare. Ugo Cataluddi a pag. 7
DOMANI CONSIGLIO DEI MINISTRI
Imu e pensioni: divisi alla mèta di Igor Traboni I ministri del governo LettaAlfano dovranno cercare di… stancarsi il meno possibile oggi, perché quella che li aspetta domani sarà una giornata che si annuncia non solo impegnativa, ma da vera e propria tregenda. Una sorta di prima prova del nove per il governo, con un Consiglio dei ministri chiamato a decidere – almeno secondo le intenzioni, visto che fin qui è stato tutto un balletto di rinvii – su Imu, esodati, debito pubblico e, ciliegina sulla torta, sull’ennesima riforma delle pensioni, pensata più che altro per bocciare sonoramente quella dell’ex ministro Elsa Fornero. Ma torniamo all’Imu, nodo scorsoio per la sopravvivenza del governo. Il Pdl, come noto, ha ripetuto ai quattro venti che l’odiosa e odiata tassa sulla casa va abrogata e quanto già pagato va restituito agli italiani. In caso contrario, il buon Enrico Letta può anche tornarsene a fare il vice del nuovo segretario socialista del Pd. Ma l’accordo politico, almeno fino a ieri sera, non è stato trovato: il Pd è disponibile solo ad una proroga del pagamento, in pratica uno slittamento a settembre, per poi vedere di rendere più “progressiva” la tassa. Ma all’interno dello stesso Pd c’è chi invece la tassa la vuole tenere per intero e senza neppure uno straccio di rinvio, dal ministro Dario Franceschini (ma la sua posizione è soprattutto antiberlusconiana e non tiene conto di ‘coperture’ economiche o
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A proposito della ministra congolese e della sua proposta dello “ius soli”
I finti italiani fischieranno l’Inno di Mameli
cose simili) all’ala che fa riferimento alla signora Camusso e alla sua Cgil. Sulla stessa posizione c’è anche Scelta Civica, anche se la formazione di Monti in queste ultime ore pare più che altro interessata a differire non tanto l’Imu, quanto piuttosto la fine dell’avventura partitica, visto il progressivo allontanamento di Montezemolo dall’ex presidente del Consiglio dei tecnici. Dal ministero dell'Economia filtra un'ipotesi che potrebbe svelenire il clima nella maggioranza e cioè l’esenzione anche per i capannoni industriali. Ma il Consiglio dei ministri di domani è chiamato anche a trovare i soldi per la proroga della cassa integrazione. Il ministro del Welfare Giovannini ha già fatto capire che questi soldi non ci sono e che, al massimo, arriverà un intervento tampone”, ovvero 800 milioni di euro, cifra nettamente inferiore al miliardo e 200 milioni che invece serve. Lo stesso ministro Enrico Giovannini domani proporrà la riforma delle pensioni, in realtà un copia e incolla di una proposta di legge firmata dai parlamentari Pd Damiano e Gnocchi. La bozza prevede una "penale" per chi va in pensione tra i 62 e i 65 anni (prima, dunque, dei 65 anni previsti attualmente per gli uomini): assegni previdenziali più leggeri, dal 2 all'8% in meno, ma anche un bonus, al contrario, per chi lascia tra i 65 e i 70. Ma anche su questo tema, c’è da scommetterci, le divisioni non saranno poche.
Sperimentazione
Staminali, via libera a Commissione Affari sociali ha dato l’ok all’emendamento del decreto Balduzzi che prevede la sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, usate a Brescia dai promotori del metodo Stamina. La decisone è stata presa nel pomeriggio di ieri ed è stata promossa dal ministero della Salute avvalendosi del parere di Aifa, Iss e Cnt. "Abbiamo voluto consentire la possibilità di fare una sperimentazione clinica con le staminali, e in questo caso a Stamina Foundation. Ma con un unico paletto: ciò che danno non deve essere nocivo ai pazienti in cura" ha dichiarato Pierpaolo Vargiu, presidente e relatore della Commissione Affari sociali della Camera. Carola Parisi a pag. 2
L di Luca Casciani on penso che la ministra congolese Cécile Kyenge abbia responsabilità riguardo al ghanese picconatore di Milano, o meglio: sono convinto che, al momento attuale non ne abbia ma se dovesse continuare sulla strada intrapresa, in futuro dovrà fare i conti con mille e mille emuli del suo fratello africano. Quello che ha preso a picconate una mezza dozzina di persone per strada, uccidendone tre. La triste realtà è che in una nazione come la nostra, senza un baricentro forte e stabile, chiunque può dire fesserie di ogni genere approfittando della propria alta carica istituzionale. Parlando di “ius soli” e cancellazione del reato di clandestinità, senza peraltro confrontarsi con il Parlamento e denotando così una ignoranza delle regole senza pari, la ministra congolese non ha fatto altro che alzare l’asticella di certe richieste che appaiono,
N a violenza non si ferma. Continua, incessante. E adesso anche il tentato omicidio è diventata una delle ipotesi di reato per cui si indaga. Gli antagonisti No Tav non mollano la presa sul cantiere di Chiomonte (Torino). Gli assalti, le intimidazioni e i blitz notturni, ormai, sono all’ordine del giorno. L’altra mattina una trentina di militanti-delinquenti, spuntati dal bosco a volto coperto, hanno lanciato molotov, razzi, bombe carta, bottiglie incendiarie e, soprattutto, colpi di mortaio. Sono loro, i protagonisti, gli attivisti che Beppe Grillo coccola e difende, ogni volta che ne ha la possibilità. Gli antipolitici, gli antidemocratici continuano la guerra intrapresa senza indugi. Organizzata nei minimi dettagli, accuratamente, in tutto e per tutto. La prossima fermata, per i “ribelli”, si chiama boicottaggio attivo. Federico Colosimo a pag. 3
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Giorgio Santacroce Primo Presidente Cassazione
a pag. 2
non solo insensate, ma del tutto sballate alla maggior parte degli italiani con il cervello ancora in movimento. Dire che un bambino deve diventare italiano solo perché nato su questo suolo è una bestialità che si scontra con il buon senso perché si appartiene ad una certa nazionalità solo quando se ne condividono usi e costumi, tradizioni e storia, non quando genitori distanti da tutto ciò ti mettono al mondo e ti
Marina in campo difende il Cavaliere Attualità
Micol Paglia
a pag. 2
fanno crescere da disadattato. Non abbiamo bisogno di finti nuovi italiani perché questi, un domani, non si sentiranno tali e si comporteranno come oggi sta succedendo in Francia con i figli e nipoti di magrebini che dopo essere cresciuti ascoltando la Marsigliese, oggi la fischiano perché in casa hanno loro insegnato a disprezzarla. E’ questo quello chi ci aspetta, ministra congolese, secondo i suoi piani? Per non parlare dell’abolizione del reato di clandestinità: se questa signora non verrà fermata e le sue proposte accettate anche solo in parte, prepariamoci ad una invasione senza precedenti: in un periodo storico durante il quale gli altri chiudono le porte, noi le spalanchiamo… Vorrà dire che dovremo dotarci di robusti lucchetti per chiudere ciò che altri aprono. Luca Casciani, ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì, dalle 10.00 alle 13.30 su RTR 99 Radio Ti Ricordi . www.rtr99.it
Ilva: arrestato
Taranto, esponente Pd
presidente Provincia Paolo Signorelli
a pag. 3
Violenze sui bambini maestre nei guai Roma
a pag. 7
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Giovedì 16 maggio 2013
Attualità
La primogenita di casa Berlusconi si schiera contro “l’attacco concentrico” di parte della magistratura
La figlia Marinascende in campo per difendere il Cav
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E annuncia querela nei confronti dell’ex pm Antonio Ingroia che aveva accusato la Finivest di riciclare denaro della mafia di Micol Paglia
Tutto quel che mio padre ha dovuto subire e sta subendo mi fa star male”. Parla con il cuore in mano Marina Berlusconi. La Presidente del Gruppo Mondadori e Fininvest, intervistata in esclusiva da Panorama, racconta dell’”attacco concentrico, dell’assedio” giudiziario che l’ex Presidente del Consiglio sta subendo da parte di certa “magistratura politicizzata”. “C’è una cosa, una in particolare –aggiunge la primogenita del Cavaliere- che mi fa soffrire. Ed è la distanza siderale fra quello che lui è e il modo in cui in tanti cercano di dipingerlo. Sui giornali, in tv, in certe aule di Tribunale. Quando vedo personaggi che di Silvio Berlusconi hanno fatto la loro spesso redditizia ossessione descrivere mio padre in un
modo che non c’entra nulla, ma proprio nulla con quello che lui è veramente, sento tutto il peso di un’ingiustizia inaccettabile, ma provo anche una gran rabbia, la rabbia dell’impotenza, perché da questa ingiustizia è molto difficile difendersi”. Attacca Marina. E lo fa con parole pesanti come pietre. “Hanno lavorato per anni, hanno accumulato lo sproposito di 150 mila intercettazioni, hanno raccolto quintali di verbali, hanno vivisezionato in modo morboso e vergognoso la vita di mio padre e tutto per realizzare non un processo, ma una fiction agghiacciante ad uso e consumo di media molto compiacenti. Certi interrogatori, nella loro sconcertante insistenza, facevano pensare ben più al voyeurismo che alla ricerca della verità. Finirà tutto in una bolla di sapone, come sempre, ma all’associazione della gogna non importa nulla di come
andrà a finire, interessa solo la condanna mediatica. E, quando il teorema dell’accusa crollerà, quale interdizione dovrebbe essere chiesta per coloro che hanno costruito questa montatura infernale?” Poi arriva la stoccata finale. Ed è per chi ha dismesso la toga, tanto per dedicarsi un
po’ alla politica, salvo poi tornare sui suoi passi. La Fininvest, infatti, si appresta a citare in giudizio Antonio Ingroia. E lo farà per le deliranti accuse del magistrato nei confronti della società di cui Marina è Presidente. “Questo signore si permette di descrivere la Fininvest come una società che ha riciclato
capitali mafiosi. E lo fa ignorando, o addirittura manipolando i risultati dei processi nati dalle sue stesse inchieste, i quali non hanno potuto che dimostrare l'assoluta inconsistenza di ipotesi simili”. E non basta. Perché per portare avanti queste farneticanti teorie sulla collusione fra i dirigenti Finivest e Cosa nostra, Ingroia ha addirittura pubblicato un libro-intervista (curato da due “penne eccellenti” del Fatto Quotidiano), dal pasoliniano titolo: “Io so”. Peccato solo che il regista e scrittore friulano aggiungesse sempre “…ma non ho le prove”. Questo dettaglio però, ad Ingroia non sembra interessare un granché. “Firmerò personalmente l'atto di citazione nei suoi confronti -ha ribadito Marina Berlusconi-che gli avvocati stanno ultimando. Il tentativo di riproporre la storia del nostro gruppo come quella di un gruppo
di malfattori è degno dei peggiori regimi. E' troppo chiedere un po' di rispetto, che poi non è altro che il semplice rispetto della verità?” Sì, è chiedere troppo quando si parla di Ingroia. Da un magistrato che ha costruito su tesi e non su prove, un’inchiesta (quella sulla presunta trattativa Stato-mafia) che doveva a tutti i costi coinvolgere il Presidente della Repubblica, non ci si può aspettare nulla di differente. Perché, quel Pm è anche lo stesso che ha partecipato ad una manifestazione contro la Corte Costituzionale, che gli aveva dato torto. Un delirio puro. E, forse, l’unico metodo per contenere il delirio di onnipotenza del magistrato-politico è quello di ripagarlo con la sua stessa moneta, sfidandolo sul “suo” campo di battaglia: il Tribunale. E Marina Berlusconi ha tutte le armi in regola per vincere la guerra.
La Commissione Affari sociali ha dato l’ok all’emendamento del decreto Balduzzi, già approvato dal Senato lo scorso 10 aprile
Camera: sì alla sperimentazione con le cellule staminali di Carola Parisi l voto è stato unanime. La Commissione Affari sociali ha dato l’ok all’emendamento del decreto Balduzzi che prevede la sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, quelle usate, a Brescia, dai promotori del metodo Stamina. La decisone è stata presa nel pomeriggio di ieri ed è stata promossa dal ministero della Salute avvalendosi del parere di Aifa, Iss e Cnt. La sperimentazione si farà ma con un’ unica importante limitazione: la sicurezza dei pazienti. "Abbiamo voluto consentire la possibilità di fare una sperimentazione clinica con le staminali, e in questo caso a Stamina Foundation. Ma con un unico paletto: ciò che danno non deve essere nocivo ai pazienti in cura", come ha dichiarato Pierpaolo Vargiu, presidente e relatore della Commissione Affari sociali
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della Camera, dopo il voto in vista della conversione in legge del decreto sulle cure a base di cellule staminali, già approvato, lo scorso 10 aprile, dal Senato. Una decisione non semplice visto il tema delicato e complesso, che tocca la sensibilità di tutti. La Commissione Affari sociali ha dovuto considerare sia il mondo scientifico, che recentemente aveva manifestato grandi perplessità sul metodo Stamina, sia la necessaria esigenza di fare sperimentazione per verificare se la somministrazione di cellule staminali, in pazienti affetti da gravi patologie, potesse dare qualche miglioramento. Ieri mattina, proprio mentre era in corso la discussione della Commissione, le famiglie dei pazienti in cura con il Metodo Stamina hanno manifestato davanti a Montecitorio per vedere approvata la sperimentazione. In molti hanno gridato: “Assassina Lorenzin”, “Vergognatevi” difendendo le cure a base di cellule
staminali. "Non ci aspettiamo miracoli ma una vita dignitosa, se c'è una possibilità di stare meglio vogliamo utilizzarla"sono state le parole di una mamma in piazza Montecitorio con il figlio di 1 anno affetto da una grave forma di epilessia e con un altro bambino disabile. La donna che, insieme ad un centinaio di altre persone, ha partecipato alla manifesta pro Stamina ha chiesto ad alta voce una possibilità. "Ho due bambini malati, Leonardo di tre anni che ha avuto un danno da parto. E Alessandro che è qui con me che ha una grave forma di epilessia. Ho fatto ricorso per Leonardo a Mantova e spero di poter accedere alle cure con Stamina", afferma la mamma che sottolinea come la sua richiesta "vale per i miei figli ma la faccio anche a nome di tutta le famiglia coinvolte in questo dramma. I farmaci, che oggi prendono i bambini, hanno gravi effetti collaterali".
CRISI: PRIMO PROVVEDIMENTO (40 MLD) DEL GOVERNO PER LE IMPRESE
IL MINISTRO DELLA DIFESA IMPEGNA IL GOVERNO
Debiti Pa, 450 sì dalla Camera
Mauro: “Priorità al caso Marò”
rriva il primo atto del Governo Letta-Alfano. Via libera della Camera dei Deputati al decreto legge per lo sblocco dei debiti (40 miliardi di euro) della Pubblica amministrazione. Il provvedimento è passato all’unanimità, 450 i voti favorevoli; anche con l’assenso di due grillini. Gli altri 107, invece, si sono astenuti. Così, i soldatini di Beppe Grillo dimostrano – per l’ennesima volta - le loro ambiguità. “Voteremo quei provvedimenti utili per il bene comune”, promettevano tempo fa i capogruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi. Il testo, entro il 7 giugno, passerà all’esame del Senato. Come è noto il dl copre poco meno di 40 miliardi, lasciando in sospeso il saldo per almeno altri 50 miliardi. Nel testo è previsto che i pagamenti degli enti locali non possano essere
l ministro della Difesa, Mario Mauro, si è presentato ieri davanti alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato. Diversi i temi affrontati: dai marò, fino alla crisi economica italiana. “Il caso dei due militari italiani in India è una priorità per il Governo- ha dichiarato Mauro- che intende muoversi con un’azione sinergica e corale, guidata dal presidente del Consiglio e con il diretto coinvolgimento di tutti i ministri interessati. “Spero in una soluzione equa e rapida”. Anche Emma Bonino, ministro degli Esteri si è espressa sulla questione dei due fucilieri di Marina: “La strada per risolvere la crisi tra l'Italia e l'India è quella di un processo veloce e giusto a
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erogati alle azienda più tardi del trentesimo giorno. Inoltre, l’altro ieri in Commissione, è stato approvato un emendamento in cui si prevede che per la prossima tranche di pagamenti vengano incluse anche “adeguate operazioni finanziarie”. In tal senso potrebbe rientrare anche il possibile aiuto della Cassa depositi e prestiti. Destano perplessità le coperture individuate alla Finanze per il dl: editoria (17,35 milioni dal 2015); fondi al ministero del Lavoro (700mila euro nel 2014 e 4,8milioni dal 2015) e al ministero degli Esteri (4,3milioni nel 2014 e 15,5milioni annui dal 2015); interventi per le fonti rinnovabili e per i Paesi in via di sviluppo (12milioni dal 2015); fondo interventi per l’economia (10milioni nel 2014 e 5milioni dal 2015); quota statale dell’8 per 1000 (2,1milioni per il 2014 e 20milioni dal 2015).
''Dopo tante ferite, dopo tanti strappi tra politica e cittadini, occorrono atti concreti di ricucitura che diano credibilmente il senso di una pagina nuova''. Così il presidente della Commissione Finanze alla Camera, Daniele Capezzone. "Con il coinvolgimento del mondo produttivo e dell'imprenditoria – ha spiegato in una nota l’Anci - è stato così raggiunto un risultato che porta una boccata di ossigeno alle imprese, ma anche ai Comuni e ai territori, attraverso quello che è un primo allentamento, seppur ancora insufficiente, del patto di stabilità interno". Non mancano, però, le polemiche. "Nel provvedimento del governo – denuncia in una nota l’Ance è previsto solo il pagamento di 7,5miliardi di euro su 19 totali per i lavori pubblici". Giuseppe Sarra
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New Delhi”. “Un processo fast and fair- ha continuato il Ministroè la strada da seguire e bisogna trovare un modo per portare a casa i nostri italiani. Questa strada di dialogo e fermezza ci potrà consentire di risolvere la questione". “Escludo sicuramente una condanna a morte”, ha assicurato la Bonino. Il senatore del Pd e presidente della commissione Difesa, Nicola Latorre ha commentato così le parole del ministro Mauro, riguardo i militari italiani: “il coordinamento dei ministri che si impegneranno con forza per una soluzione equa e rapida è un assoluto elemento di novità che ci fa ben sperare nel ritorno dei nostri militari in Italia. “Non P.S. posso che essere fiducioso”.
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Attualità
Assalto dei No Tav. I pm:“Tentato omicidio”
Molotov, razzi, bombe carta, bottiglie incendiarie e, soprattutto, colpi di mortaio sul cantiere di Chiomonte
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Gli assalti e le violenze sono ormai all’ordine del giorno. Altro che processo di pacificazione, è in atto una vera e propria guerra – Ministri e politici, come la Kyenge e Grillo, non danno il buon esempio di Federico Colosimo
a violenza non si ferma. Continua, incessante. E adesso anche il tentato omicidio è diventata una delle ipotesi di reato per cui si indaga. Gli antagonisti No Tav non mollano la presa sul cantiere di Chiomonte (Torino). Gli assalti, le intimidazioni e i blitz notturni, ormai, sono all’ordine del giorno. Sono le 3:15 del mattino quando una trentina di militanti-delinquenti, spuntano dal bosco a volto coperto e lanciano molotov, razzi, bombe carta, bottiglie incendiarie e, soprattutto, colpi di
mortaio. Sono loro, i protagonisti, gli attivisti che Beppe Grillo coccola e difende, ogni volta che ne ha la possibilità. Gli antipolitici, gli antidemocratici continuano la guerra intrapresa senza indugi. Sì, esattamente, guerra. Organizzata nei minimi dettagli, accuratamente, in tutto e per tutto. La prossima fermata, per i “ribelli”, si chiama boicottaggio attivo. Non sono assolutamente esenti da colpe, i rappresentanti di M5s e, in particolar modo, i loro leader. La lotta contro la Tav, naturalmente via Rete, il comico genovese la intraprende nel lontano 2005. “E’ un’opera inutile, anche un imbecille, se informato, lo capirebbe. E’ una montagna
di ‘merda’, sento aria di nuova Tangentopoli. Loro non si arrenderanno mai, noi anche”. Queste le espressioni che non hanno bisogno di altre spiegazioni
del rappresentante del movimento pentastellato. Un chiaro segno di disapprovazione che non ha fatto altro che aizzare gli attivisti.
E torna così l’allarme sicurezza, in un contesto, quello della Val di Susa, già delicatissimo. A farne le spese, i lavoratori. A Torino, ieri sera, si è tenuto un vertice per l’ordine e la sicurezza, convocato d’urgenza, alla presenza del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, quello delle Infrastrutture, Lupi, dei procuratori Caselli e Maddalena e dei sindaci piemontesi. Si tenta di correre ai ripari, prima che la tensione cresca ancora. Dopo la sparatoria a Palazzo Chigi, dopo gli episodi di violenza accaduti sabato scorso durante la manifestazione a Brescia del Pdl e dopo quello che è successo a Chiomonte,
nulla è da escludere. Il tentativo di “pacificazione” del nuovo Governo sta fallendo. Ogni giorno nel nostro Paese si apre un fronte di contestazione. Tutte di carattere non pacifico. La rabbia, il teppismo, crescono anche sul fronte dell’immigrazione dopo il raptus di follia cha ha colpito Mada Kabobo, responsabile di tre morti e del terrore diffuso per le vie di Milano. Il nuovo ministro per l’Integrazione, Cècile Kyenge, sin da quando è stata nominata, ha fatto di tutto per inasprire i toni. Ma Grillo e i suoi “adepti”, molto di più. Altro che democrazia. Domani è un altro giorno, il pericolo è dietro l’angolo.
Ilva: arrestato il presidente della provincia Gianni Florido (Pd) In manette anche l’ex assessore Michele Conserva e l’ex segretario generale Vincenzo Specchia
di Paolo Signorelli erremoto giudiziario a Taranto che travolge la politica locale, nell’indagine “Ambiente Svenduto”. Sono 4, infatti, i provvedimenti di custodia cautelare, emessi dal Gip, per pressioni e minacce di licenziamento
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ai dirigenti che non erano propensi a favorire l’Ilva. In manette sono finiti il presidente della provincia Gianni Florido, del Pd, l’ex assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva, e l’ex consulente dell’Ilva Girolamo Archinà, già detenuto dal 26 novembre scorso. Arresti do-
miciliari, invece, per l’ex segretario generale della provincia di Taranto Vincenzo Specchia. I reati contestati vanno dalla concussione per induzione, alla tentata concussione per costrizione. I quattro, secondo le accuse, avrebbero esercitato direttamente o indirettamente, pressioni sui dirigenti dell’amministrazione provinciale perché assumessero un atteggiamento favorevole nei confronti dell’Ilva. Gli investigatori hanno, in particolare, documentano le pressioni nei confronti dell’ex dirigente del settore ecologia Luigi Romandini, “colpevole” di aver negato le autorizzazioni in materia ambientale allo discarica pubblica. Un atteggiamento che lo avrebbe portato a subire pressioni reiterate nel tempo, accompagnate anche da minacce di licenziamento o
Ingroia approda ad Aosta ma puntualizza: “Tanto per cominciare mi metto in ferie”
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di Grazia Bontà
desso è proprio ufficiale. Ingroia ci prende per i fondelli. L’ex aggiunto di Palermo, ex inviato guatemalteco de Il Fatto Quotidiano (anche se in realtà era li in “missione” per un progetto dell’Onu, durato in tutto e per tutto un mese) ed ex leader di Rivoluzione Civile –sì, di impieghi ne ha cambiati un bel po’ negli ultimi sei mesi- ne ha sparata un’altra delle sue. Il Csm, infatti, sta cercando in tutti i modi di convincerlo ad esercitare la professione per la quale è retribuito con danaro pubblico, quella di magistrato, spedendolo ad Aosta (unico collegio nel quale il pm-politico non si era candidato). Ingroia, dopo una mesata passata a fare resistenza passiva, aveva deciso di fare ricorso al Tar. “Non so le ragioni di questo (trasferimento, ndr) ma è stata una scelta anomala
e penalizzante”. Anche il Tribunale Aministrativo, però, sembra essersi rivoltato contro di lui e così, il “povero” Antonio, si è rassegnato a fare fagotto per trasferirsi fra le montagne. Di lavorare, però, non ha la benché minima intenzione. Ingroia, infatti, un paio di giorni fa si è presentato nella sede dove ha luogo il suo nuovo ufficio ed ha dato comunicazione che si metterà in ferie, a partire da subito. Sì, sì, avete capito bene. Il pm Palermitano ha già deciso che si prenderà una lunga vacanza. 70 giorni, per l’esattezza. Tanti sono i giorni di ferie arretrate che Ingroia ha intenzione di recuperare, invece di dedicarsi al suo mestiere. A questo punto non resta che utilizzare il metodo di Vittorio Alfieri e legare alla sedia Ingroia. Chissà, forse così, magari per sbaglio, una sentenza riesce a scriverla…
trasferimento, ed inviti a presentare le dimissioni. “L’obiettivo- secondo gli inquirenti- era di costringere Romandini a firmare tutte le richieste formulate dall’azienda, anche facendo a meno di un esame approfondito delle pratiche”. In particolare il presidente Florido e l’ex assessore Conserva avrebbero caldeggiato la concessione dell’autorizzazione richiesta dall’Ilva per l’uso della discarica di rifiuti speciali nella “Cava Mater Gratiae”. Un via libera che avrebbe permesso al-
l’azienda di smaltire i rifiuti prodotti nel ciclo di lavorazione, ottenendo così un significativo vantaggio economico. Tutte pressioni vane però, perché Romandini, non solo decise di non firmare quelle autorizzazioni, ma dopo il suo trasferimento in un altro ufficio dell’amministrazione denunciò il tutto alle fiamme gialle. “Abbiamo tolto una peste… e ne abbiamo tre adesso”, le parole di Archina perché anche il successore di Romandini, il dirigente Ignazio Morrone, si mostrò altrettanto un osso
duro. Anche dagli interrogatori, effettuati nei mesi scorsi, sarebbero arrivati riscontri puntuali sulla “capacità di penetrazione dei vertici aziendali negli apparati della pubblica amministrazione”. Una penetrazione talmente radicata da permettere di intervenire direttamente e condizionare i processi decisionali, come la nomina dei dirigenti responsabili dei settori strategici. Tutto questo per consolidare gli interessi illeciti dei quattro indagati.
Era stato rinviato a giudizio per peculato
Due anni e mezzo per l’ex tesoriere della Lega al Senato ex tesoriere della Lega Nord al Senato Piergiorgio Stiffoni è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, con il ricorso al rito del patteggiamento, dal gup di Roma Cinzia Parasporo in relazione alla gestione dei fondi del Carroccio. All'ex parlamentare sono state riconosciute le attenuanti per aver riconsegnato le somme a lui affidate. Stiffoni era accusato di peculato in relazione alla gestione tra il 2008 e il 2009, nella veste di segretario amministrativo della Lega a Palazzo Madama, dei contributi erogati al gruppo per poco meno di 1 milione di eori. La pena di due anni e sei mesi di reclusione era stata concordata dai difensori dell'ex tesoriere, Agostino D'Antuoni e Francesca Pello', con il pubblico ministero Roberto Felici. ''L'ammissione di responsabilita' del senatore Stiffoni hanno dichiarato durante l'udienza di ieri i due avvocati attiene unicamente alle modalita'
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Nella foto Pergiorgio Stiffoni
Roberto Buonasorte Direttore Generale
di gestione delle somme della tesoreria del Gruppo parlamentare. Il Senatore non si e' appropriato di alcuna somma, ma ha replicato un metodo di amministrazione sulla base delle precedenti gestioni amministrative delle altre legislature. Nel corso dell' interrogatorio reso al pm, Stiffoni ha fornito importanti elementi sull'uso del denaro pubblico che integrano precise fattispecie di reato a carico di altri parlamentari. Confidiamo nell'azione di indagine della magistratura perche' possano emergere tutte le responsabilita'''. I.T.
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Società
Sono quattro milioni i veicoli che circolano senza assicurazione Giovedì 16 maggio 2013
Secondo le stime il numero di chi rinuncia, per la crisi, alla polizza per il proprio mezzo è triplicato dal 2005 ad oggi
Il 2012 è stato un anno di grandi novità normative alcune delle quali non sono ancora entrare in vigore
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di Carola Parisi assicurazione dell’ auto pesa molto sulle tasche degli italiani. Una spesa che si aggiunge a tutte le altre che ognuno devono sostenere quotidianamente. Dall'incrocio dei dati Ania (l’Associazione degli Assicuratori) con quelli dell’Aci sui veicoli immatricolati emerge che circa 4 milioni di mezzi di trasporto percorrerebbero le nostre strade senza assicurazione: camion e automobili, scooter e motorini dunque in certi casi sono vere e proprie mine vaganti. Colpa soprattutto della crisi economica. I rischi sono altissimi: tanto per i senza polizza, che rischiano di finire economicamente dissanguati in caso di incidente, che per chi subisce il danno, costretto alle tortuose vie del risarcimento da parte del Fondo vittime della strada. Nel 2005, prima della crisi, si potevano stimare meno di un milione e mezzo di veicoli privi di una qualche polizza: quel numero è quasi triplicato. Colpa dei costi sempre più alti delle nostre assicurazioni, tra le più care d’Europa e delle maggiori difficoltà economiche delle famiglie. È vero: chi non usa l’auto, lasciandola in garage, può non rinnovare la Rc auto. Questo dato (sconosciuto) potrebbe incidere sul totale dei veicoli senza polizza, ma i numeri delle auto non in regola restano altissimi. Le rilevazioni. I dati sono confermati dalle rilevazioni fatte qualche mese fa dal Comune di Roma, che ha fatto un controllo sulle auto che transitavano sotto i varchi ZTL: il 9% delle auto e il 15% dei motocicli erano senza assicurazione; il 2% di autobus e pullman risultavano senza copertura.
Un'indagine simile è stata fatta dai vigili di Milano: ogni cinque auto fermate una non era assicurata. Il doppio rispetto a due anni fa, a dimostrazione che il fenomeno non è più solo circoscritto al Sud. Certo, solo a Napoli in base ai controlli di vigili e polizia circolerebbero 800mila veicoli “fuorilegge”. Quasi un quarto dei mezzi pirata di tutta Italia. Certo, a Napoli i prezzi della Rc auto sono da capogiro, i più alti d'Italia. Ed il capoluogo partenopeo non è certamente una città tanto ricca da permettersi stangate del genere. Però tutto questo non basta per concludere che a Napoli c'è un tasso di evasione del 30%, che è un'enormità. Rc auto fantasma. Va poi ricordata la truffa delle Compagnie fantasma: ci sono Rca contraffatte intestate a società che esistono, ma che non sono abilitate a operare nel ramo Rca in Italia. Talvolta, chi architetta la trappola usa nomi che somigliano a società esistenti. Senza contare i casi di Rca fantasma temporanee, fatte su misura per chi usa la macchina solo per un determinato periodo. Se si ha il sentore di qualche irregolarità, meglio informarsi presso il sito dell'Ivass (Istituto che vigila sulle Assicurazioni). Nuove norme. Da quest’anno dovrebbero entrare in vigore nuove regole. Il 2012 sé stato un anno di grandi novità normative (previste dal Decreto Legge 1/12 sulle liberalizzazioni e dal Decreto Legge 179/12 sulla crescita): dalla
scatola nera al contratto-base che facilita la comparazione, passando da una serie di misure antifrode. Il problema di queste novità è che alcune non sono state ancora attuate, altre sono poco utili o addirittura inutili. Tra le novità più importati: il malus(Il meccanismo bonus malus è quello che regola la maggior parte delle polizze assicurative di responsabilità civile delle automobili in Italia e fa sì che il costo del premio assicurativo di una polizza sia sempre diverso di anno in anno) non viene più attribuito a entrambi i conducenti quando c’è concorso di colpa (o meglio, quando i liquidatori si davano da fare oltre ogni decenza per addossare un po’ di colpa a entram-
bi, in modo da far scattare un doppio malus). Ora il malus scatta solo quando uno dei conducenti ha il 100% della colpa. Per il 2012 sembra che il torto marcio sia stato accollato a 1,5 milioni di automobilisti, che quindi subiranno un aumento; tutti gli altri - a detta delle Compagnie – dovrebbero ottenere uno sconto. Ma non è proprio così, l’aumento è stato generale. La sparizione del concorso di colpa appare una gran vittoria alle associazioni dei consumatori. Ma attenzione, quello che perdono le Compagnie quest’anno (che determina un calo), verrà spalmato su tutti l’anno prossimo, anche su quelli che non sono stati coinvolti in alcun sinistro. Prezzi più bassi? Dopo anni di caro-polizze, i prezzi della Rc auto sembrano essere scesi. E non di poco: del 4,5% tra settembre 2012 e marzo 2013. Ma è solo una stima delle compagnie assicurative (elaborata dall'Ania, la loro associazione), che altre fonti
potrebbero ridimensionare o addirittura capovolgere parlando di ulteriori rincari. E, soprattutto, è il frutto della crisi: si circola meno e quindi si fanno meno incidenti. Le cifre ufficiali sulla Rc auto sono quelle dell'Istat, che da settembre 2012 a marzo 2013 danno un -1%. Sanzioni. Cosa succede se si viene ‘pizzicati’ senza assicurazione? L’articolo 193 del nuovo codice della strada specifica che tutti i veicoli a motore senza guida di rotaie devono avere la copertura dell’assicurazione, pena la sanzione amministrativa che va da 779 a 3.119 euro. Tale sanzione può essere ridotta ad un quarto nel caso in cui venga effettuata entro i 15 giorni successivi alla scadenza dell’assicurazione oppure nel caso in cui l’interessato esprima la volontà, entro 30 giorni dalla sanzione, di voler demolire il veicolo. La guida senza assicurazione comporta anche il sequestro del veicolo, che verrà restituito dopo il pagamento della san-
zione prevista, del trasporto, del deposito e dell’assicurazione per un periodo di almeno 6 mesi. Patente sospesa. In caso di guida con assicurazione contraffatta o falsificata è prevista, per colui che ha contraffatto il certificato della polizza, la sospensione della patente per un anno, oltre alle sanzioni previste dall’articolo 193 del codice della strada e alle sanzioni relative all’articolo 485 del codice penale. E’ invece previsto il ritiro della patente nel caso in cui l’interessato venga trovato alla guida di un mezzo nel periodo in cui gli è stata sospesa la patente. Tuttavia Vittorio Verdone, direttore di Ania, tenta di ridimensionare l'allarme: “Il problema esiste – dichiara – ma in Italia l’obbligo assicurativo c’è solo per chi circola e quindi non possiamo conoscere l’esatta dimensione del fenomeno”. Quello che è certo, comunque, è che sulle nostre strade circolano milioni di veicoli fuorilegge.
Rc auto più cara d’Europa, gli italiani pagano l’80% in più rispetto ai tedeschi ulla Rc Auto gli italiani sono i più tartassati d'Europa, lo rivela ufficialmente un'indagine condotta dall'Antitrust sul settore delle assicurazioni automobilistiche per oltre due anni con un campione rappresentativo dell'82% del mercato e delle polizze effettivamente pagate. Come ha documentato l'agenzia per la concorrenza, infatti, il premio medio pagato da un automobilista italiano è più del doppio di quello pagato da un cittadino francese o portoghese ed è superiore quasi del 70% di quello pagato in Olanda e dell'80% di quello pagato in Germania. Nel periodo 2006-2010 addirittura la crescita dei prezzi per l’assicurazione in Italia è stata quasi il doppio di quella della zona Euro. Maggiormente penalizzati sono i giovani, ma anche gli anziani e i quarantenni soprattutto nel sud. Numeri purtroppo suffragati da numero di incidenti che nel nostro Paese hanno frequenze e costi medi più elevati tra i principali paesi europei. In particolare la frequenza dei sinistri è quasi il doppio di quella in Francia e in Olanda e supera di circa il 30% di quella in Germania, mentre il
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costo medio supera quello della Francia di circa il 13%, quello della Germania di oltre il 20% ed è più del doppio di quello del Portogallo. Di contro è scarso il numero di frodi accertate ai danni delle assicurazioni, il numero di truffe accertate in Italia infatti è quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito e la metà di quello accertato in Francia. L'antitrust nel suo rapporto propone anche alcune ricette per un'inversione di tendenza. Per ridurre il costo delle polizze bisogna innanzitutto riformare il sistema del risarcimento diretto e introdurre nuovi modelli contrattuali, ma anche aumentare la concorrenza facilitando la mobilità tra una compagnia e l'altra, introducendo sistemi di confronto semplici e rivedendo il meccanismo delle classi di merito interne. C.P.
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Giovedì 16 maggio 2013
Esteri
Il presidente Goodluck Jonathan ha deciso di inviare l’esercito per far fronte ai terroristi islamici
Nigeria, il governo lancia un’offensiva contro Boko Haram
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La scelta di ricorrere a metodi estremi è stata presa in disaccordo con i governatori. Intanto, è stato proclamato lo stato d’emergenza. La mossa del governo di Lagos potrebbe rivelarsi una lama a doppio taglio di Federico Campoli a Nigeria ora rischia una vera e propria guerra civile. Dopo anni di attentati e attacchi condotti dagli estremisti islamici di Boko Haram, contro fedeli cristiani e strutture governative, il governo nigeriano ha deciso di rispondere, e a tono. Lagos ha deciso di avviare una pesante offensiva contro la setta islamica. Verrà condotta nello Stato del Borno, dello Yobe e dell’Adamawa. In queste zone, il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, ha dichiarato lo stato d’emergenza. Ed è il Capo di Stato stesso a parlare di una “guerra in atto nel Paese”, contro la quale non può esserci altra risposta che quella armata. Sembra che Jonathan abbia preso questa decisione in solitario. Anzi, pare che il presidente nigeriano abbia deciso sull’intervento dell’esercito contro la volontà del Forum dei Governatori della Nigeria. Lo stato di emergenza non è mai
del tutto cessato nel Paese. E’ stato istituito nel 2011, a seguito di un attentato contro una chiesa cristiana nella quale morirono 37 persone. Poi fu revocato a luglio del 2012, ma solo per alcuni Stati. Ora, un comunicato ufficiale recita che “verrà impegnato un numero massiccio di uomini e risorse”. I militari hanno l’ordine di prendere tutte le misure necessarie, per porre fine alle impunità di insorti e terroristi. Sembra che l’esercito avrà facoltà di svolgere compiti di polizia, con la possibilità di arrestare i sospetti, prendere il possesso e perquisire qualsiasi edificio, dove ci sia il sospetto di un covo di terroristi. La setta islamica Boko Haram ha compiuto nefandezze di ogni genere in Nigeria. L’ultimo attentato dei fondamentalisti risale allo scorso 7 maggio, a Bama, quando sono state massacrate ben 55 persone. Ultimamente, la setta aveva pubblicato un video in cui il leader de gruppo, Abubakar Sheaku, spiegava come la prossima strategia, che sareb-
be stata adottata, sarebbe consistita nel rapimento di donne e bambini. Nelle immagini si vedono infatti, 12 tra bimbi e le loro madri, nelle mani dei fondamentalisti. Il sequestro era finalizzato a ricattare lo Stato, affinchè liberasse alcuni prigionieri appartenenti al gruppo armato. Se il governo non dovesse esaudire le loro richieste, gli ostaggi verranno uccisi. Il capo dell’organizzazione, citando il Corano, continua dicendo che i sequestrati avranno la possibilità di iniziare una “nuova vita come servi”. La mossa del governo di Lagos potrebbe però rivelarsi una lama a doppio taglio. Da un lato potrebbe indebolire gli islamisti anche sul fronte maliano. Boko Haram è, come tutti i gruppi islamici della regione, impegnato nel conflitto contro le truppe francesi in Mali. L’offensiva di Lagos potrebbe impegnare eccessivamente i fondamentalisti. Dall’altro lato, è ancora un’incognita la reazione che potrebbe provocare questa decisione che, in casi estremi, potrebbe scaturire in
TEPPISTI IN GRAN PARTE DI ORIGINE AFRICANA
Parigi, ultras e polemiche l Paris Saint Germain ha vinto il campionato. Ma ben presto, l’euforia della vittoria è degenerata. Sono esplosi violenti scontri con la polizia. Come se non bastasse, la folla esagitata ha dato vita a vere e proprie devastazioni e saccheggi. Il bilancio finale parla di centinaia di migliaia di euro di danni, 32 feriti e 39 persone fermate. “Era una guerra, una cosa inimmaginabile. La polizia era al di là (delle transenne) e si riparava con gli scudi, mentre i teppisti hanno avuto il tempo di fare tutto quello che volevano. Nessuno è venuto a vedere cosa stesse succedendo per cercare di fermarli. Nessuno” racconta una signora. Anche Jean-François Copé, segretario del partito di centrodestra Ump, biasima la pessima gestione della vicenda. “Quanto è accaduto ieri mostra l’incapacità del ministro degli Interni e del capo della polizia nell’assicurare la sicurezza della gente e dei beni in quel quartiere della capitale”. Ma la polemica non finisce qui. La sinistra ha dichiarato che gli ultras, artefici delle devastazioni, fossero vicini all’estrema destra. Ma immediatamente è arrivata la risposta. In molti hanno pubblicato foto dei facinorosi, molti dei quali di origine nordafricana, mentre si dedicavano a devastazioni di ogni genere. Alcuni di questi avevano portato in piazza addirittura la bandiera algerina o marocchina. Sono state trovate delle scritte offensive nel metrò. "bastardi francesi, agli Champs Elysée vi abbiamo fregati”. Il tutto veniva firmato con “Viva F.Ca. l’Islam”.
I un conflitto sociale ben più ampio. Anche perché tra i civili serpeggia il malcontento per i metodi poco ortodossi utilizzati dalla polizia, che spesso arrestano i familiari dei criminali per farli uscire allo scoperto. Inutile dire che, spesso e volentieri, le forze dell’ordine calcano un po’ la mano. Inoltre, sempre Sheaku ha accusato l’esercito di essere il vero responsabile della strage di Baga, nella quale morirono 187 persone e furono distrutte oltre 2000 abitazioni.
STATI UNITI
Evitare la fila a suon di dollari: il pass per Disney è un disabile di Francesca Ceccarelli uanti hanno sognato almeno una volta nella propria vita di superare le estuanti file fuori dalle poste o in attesa dell’ingresso al museo? Tutti. Ma in America si sono superati , macchinando un escamotage davvero riprovevole. Precisamente in Florida esiste ormai da tempo la malata consuetudine di fittare un disabile per evitare di fare la fila niente di meno che a Disneyworld, parco tematico per eccellenza. Si tratta di una nuova strategia mesa in atto da alcune “signore” di Manhattan, decise a evitare le lunghe attese loro imposte nell’accompagnare i propri bambini sulle giostre. Secondo la politica del parco infatti le persone su sedia a rotelle posso portare un massimo di sei ospiti con loro a bordo, l’equivalente di una famiglia numerosa, passando da un ingresso riservato senza mettersi in coda. Non è possibile affidare questa mansione alle tate? Allora ecco che entrano in ballo delle guide turistiche con invalidità fisica che per quella giornata fingono di essere membri della famiglia ed accompagnano il gruppo in giro per il parco senza dover attendere per godersi i giochi. Una vera e propria figura professionale per un mercato che risulta alquanto redditizio visto che alle famiglie benestanti costa circa 130 dollari all’ora, oltre mille euro per una giornata di otto ore. E’ vero che Disneyworld sia invaso dai turisti tutto l’anno e che spesso bisogna attendere oltre due ore per salire a bordo di una delle at-
Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito.
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trazioni di punta, ma sfruttare i disabili non sembra proprio essere una soluzione accettabile, anzi ai limiti del grottesco. L’organizzazione ha pensato già da tempo a un modo per ovviare al problema con una guida VIP per i visitatori più irrequieti che per 310 dollari l’ora offre di questo neonato sistema di ingressi “a nero”. Di sicuro l’ operazione truffaldina sarebbe più difficile a Disneyland Paris, dove i controlli in materia di agevolazioni a disabili sono rigorosi: richiesta già all’ingresso “la Carte Handicapé”, la tessera disabili europea che al momento è rilasciata solo in Francia, Germania, Austria, Olanda e Belgio, poiché la Comunità Europea ha solo consigliato gli stati membri dell'Unione di rilasciarla. La pigrizia umana non ha limiti: pur di raggiungere il proprio scopo chiunque sarebbe in grado di fare qualunque cosa, anche sfruttare un disabile. Ancora più triste è la realtà dei fatti se la persona portatrice dell’handicap decide di scendere a compromessi pur di guadarci denaro, a discapito della propria coscienza e dignità.
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Giovedì 16 maggio 2013
La “città aperta” di Gianni Borgna PAGINE DI ROMA DAL 1993 AL 2006
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È stato assessore alla Cultura per 13 anni: racconta in un libro la sua esperienza
escrivere dall’interno l’universo culturale della città di Roma. Gianni Borgna, l'uomo che per tredici anni - dal 1993 al 2006 - è stato assessore alla Cultura del Campidoglio, prima con Francesco Rutelli sindaco, poi con Walter Veltroni, racconta in un libro la sua lunga esperienza in piazza Campitelli. La nuova giunta di centro-sinistra dà vita a strutture culturali necessarie e soprattutto permanenti. Dal progetto dell’Auditorium di Renzo Piano al sistema bibliotecario e museale alla creazione di spazi espositivi come le Scuderie del Quirinale, il MACRO, il nuovo Palazzo delle Esposizioni, il MAXXI. E la prefazione è di un personaggio che conta, Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi, che racconta di un caffè preso con Borgna su una terrazza romana nel 2001, quando era soltanto un aspirante primo cittadino della capitale francese e dell’invidia provata per le iniziativa culturali già in corso all’ombra del Colosseo. Da quell’incontro nasceranno anche le Notti bianche, che vedranno Roma e Parigi gemellate. Un libro di piacevole lettura per trattando temi impegnativi. Qualche consiglio anche per i giovani che “avessero in mente di diventare assessore alla Cultura”. Borgna sottolinea l’importanza di lavorare su progetti destinati a durare, su luoghi che possano diventare i punti di riferimento di una città come Roma: “Anche se la politica dell’immagine (e dell’evento) è generalmente pagante, un assessore che abbia davvero a cuore le sorti della cultura deve puntare, all’opposto, a progetti importanti e duraturi, scontando anche tempi lunghi e minori immediati consensi”. E conclude: “L’Auditorium non l’avremmo mai realizzato se avessimo ragionato sui tempi brevi, come quasi tutte le giunte precedenti”. C.P.
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Italia DA ROMA
La Notte dei Musei 2013 apre le porte della cultura 200 EVENTI, 30 MOSTRE ED ANCORA CONCERTI, SPETTACOLI E PROIEZIONI PER LA 5°EDIZIONE
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di Carola Parisi ei ore di aperture no stop. Duecento eventi, 30 mostre, 100 spazi aperti straordinariamente al pubblico, 250 mila persone nell’edizione dello scorso anno. Una vera e propria maratona culturale che si ‘correrà’ tutta la notte tra le vie della Capitale. Sabato 18 maggio 2013 torna ‘la Notte dei Musei 2013’, giunta alla quinta edizione, in contemporanea con il resto d’Europa. Il fascino della cultura sarà accessibile a tutti. La manifestazione, infatti, prevede l’apertura straordinaria, gratuita e in notturna (dalle 20 alle 2), dei luoghi della capitale che custodiscono un vero patrimonio artistico e archeologico: dai Musei Capitolini alla Casa del Cinema, dai Mercati di Traiano al Macro di Testaccio, dalla mostra di Tiziano a Castel Sant’Angelo, dal Planetario di Roma a Villa Torlonia. L’evento è promosso dal Ministero dei Beni culturali in sinergia con il Comune di Roma, mentre l’organizzazione è affidata, come di consueto, alla società del Campidoglio, Zetema. Una notte nella Roma
by night aperta fuori orario, ad ingresso libero e gratuito con musica, live, performance, proiezioni e reading, che impreziosiscono siti e mostre. Ad aprire in via eccezionale sono il Museo Ebraico di Roma, il Complesso Lateranense (La Basilica di San Giovanni in Laterano, il Chiostro, il Sancta Sanctorum, la Scala Santa) fino alle 21.30, il Carcere Mamertino presso il Foro Romano (fino alla mezzanotte), e il Senato della Repubblica (ultimo ingresso da piazza Madama all’1). Una bella occasione per visitare dalle 20 alla mezzanotte (ultimo ingresso ore 23) le mostre Cubisti Cubismo e Niccolò Machiavelli. Il Principe e il suo tempo al Complesso del Vittoriano, e dalle 20 alle 02 (ultimo ingresso all’1) anche la mostra di Tiziano alle Scuderie del Quirinale. Insieme a tutto quello che custodiscono ed espongono i Musei Capitolini, la Centrale Montemartini, il Chiostro del Bramante, la Galleria Borghese, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Macro MAXXI, i Mercati di Traiano, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo di Castel Sant’Angelo, il Museo
di Roma in Trastevere e molti altri. Non solo arte, ma anche musica e spettacoli. Al Centro Culturale Aldo Fabrizi si esibiranno, alle 21, in set acustico i Tiromancino. Federico Zampaglione, voce e chitarra classica, si presenta con una formazione speciale, ideata ad hoc per l'evento, con cui rivisiterà in chiave acustica il suo repertorio, proponendo a sorpresa anche alcune cover di successo. Alle Terme di Diocleziano sarà di scena il gospel con il concerto del Charlie’s Gospel An-
gels diretto dal Maestro Charlie Cannon e accompagnato al pianoforte dal Maestro Marco Persichetti. In piazza del Campidoglio sarà proiettato il film ‘Il Marchese del grillo’ (ore 21.00) in omaggio ai 10 anni dalla morte del grande attore romano. La Casa del Cinema parteciperà all’evento con la proiezione del film ‘The Dreamers’ di Bernardo Bertolucci (ore 21.30) e di ‘Dopo Mezzanotte’ di Davide Ferrario (ore 24.00).Per il programma completo degli eventi si può consultare il sito www.museiincomuneroma.it.
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Giovedì 16 maggio 2013
Sora
Giallo sul Liri
Parla dopo un anno e mezzo:
“L’ho gettata nel fiume” L’uomo ammette l’occultamento ma non l’omicidio: a stroncare Samanta Fava sarebbe stato un malore
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quarcio di luce improvviso nel giallo intorno alla scomparsa di Samanta Fava. Ma non è una luce di speranza. Il suo corpo si cerca da ieri nelle acque del fiume Liri, nei dintorni di Sora : si teme infatti che la donna di 35 anni, sparita un anno e mezzo fa, sia stata uccisa. La presunta svolta nelle indagini, condotte dalla polizia è arrivata ieri sera quando un uomo, coma riporta Il Tempo, avrebbe confessato davanti al procuratore di Cassino che Samanta quel giorno era con lui e che all’improvviso si sarebbe sentita male. A quel punto l’uomo, preso dalla paura, l’avrebbe gettata nel fiume Liri. Una versione in cerca dei necessari riscontri e che potrebbe nascondere un omicidio con occultamento del corpo. L’uomo, che non è chiaro se
si sia presentato di sua spontanea volontà agli inquirenti e di cui non sono state rese note le generalità, avrebbe raccontato che conosceva da poco Samanta, che erano amici e che comunque si frequentavano sporadicamente. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore di Cassino Alfredo Mattei. La persona su cui allo stato penderebbe la sola accusa di occultamento di cadavere è residente a Sora. Quel che è certo è che Samanta Fava, separata e madre, da allora non aveva più telefonato nemmeno alla figlioletta (affidata all’ex marito) come era solita fare. I sommozzatori dei vigili del fuoco ieri mattina hanno pertanto preso a scandagliare le acque nella zona della Diga di Val Francesca, alla periferia sud di Sora.
L’assessore all’agricoltura Ricci a processo per reati ambientali
Regione Lazio: la giunta di Zingaretti di nuovo nella bufera
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ncora non c’è pace per la giunta Zingaretti. Dopo le dimissioni dell’assessore Varvazzo, per oscure vicende riguardanti il suo consorte a finire sotto l’occhio del ciclone, o meglio ancora, sotto processo, è l’assessore all’Agricoltura, Sonia Ricci. La Ricci è stata infatti rinviata a giudizio su richiesta avanzata dal Pm Simona Gentile e accolta dal Gup di Latina Mara Mattioli. L’assessore del Pd è imputata per un rogo di rifiuti quando era al vertice della società «Agroama» di Sezze. I fatti risalgono al 7 settembre del 2010, quando dall'azienda 'Agroama' di Sezze Scalo (di cui Sonia Ricci era direttore generale) si levò un incendio che a tutti gli effetti sembrò doloso. A prender fuoco fu cumulo di rifiuti tra cui materiale altamente tossico. Il reato di incendio è stato ipotizzato proprio alla luce delle esala-
zioni nocive, e per gli annessi pericoli per la salute pubblica, sprigionate dalle fiamme. La 49enne assessore ha prontamente dato la sua versione tramite comunicato:“L’incendio di cui si parla si verificò per cause che ancora oggi non conosco - afferma la Ricci - All’epoca del fatti, io ero dipendente e non rappresentante legale dell’azienda agricola proprietaria del fondo e dei connessi fabbricati agricoli. Posso solo dire che, all’improvviso, nel piazzale antistante si sviluppò un focolaio, che aggredì rapidamente il materiale legnoso e plastico, depositato per l’utilizzo a scopi esclusivamente agricoli. Prontamente chiamammo i vigili del fuoco, che intervennero sul posto, provvedendo a spegnere il fuoco. Subito dopo, intervenne anche l’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso”. Ugo Cataluddi
Riprese shock
Italia DA ROMA E DAL LAZIO
L’infanzia tradita
Insulti e botte ai bambini della scuola: maestre incastrate dalla telecamere
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In manette la coordinatrice dell’asilo ed una maestra L’accusa è di percosse e maltrattamenti a minori rrore in una scuola materna a Roma. La coordinatrice dell’istituto F.M. , una donna di 63 ann, ed una maestra M.R.C., di 53, maltrattavano e picchiavano i bambini. È successo nella scuola “San Romano”, nel quartiere Portonaccio. Le due donne sono finite in manette. Entrambe si trovano adesso agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti e percosse ai minori. Le vittime hanno tutte tra i tre e i quattro anni. Alcuni bambini, solitamente i più grandi, venivano incitati alla violenza verso gli altri: “vai da quel bambino e prendilo a schiaffi”, uno degli ordini “preferiti” impartiti dalla docente. Le prime segnalazioni sono arrivate da alcuni colleghi e genitori dei bimbi, che hanno denunciato gli episodi di violenza alla polizia. Ma, ad incastrarle definitivamente, sono state le telecamere nascoste in aula, installate dagli inquirenti dopo aver ascoltato diversi testimoni. Una disposizione voluta dal sostituto procuratore, Eugenio Albamonte. Le immagini riprese hanno fornito esito positivo, riscontri oggettivi e portato alla triste verità. Non solo, dalle indagini è emerso come
la maestra, nonostante fosse stata ripresa ripetutamente dalle colleghe, per i suoi metodi “forti”, abbia continuato nei suoi comportamenti, coperta dalla direttrice. Quest’ultima, infatti, avrebbe tentato più volte di mettere tutto a tacere, addirittura minacciando provvedimenti contro il personale che accusava la maestra. Insulti ed umiliazioni continue, la terribile scoperta della polizia. “Zozzo, bastardo, scemo”, gli epiteti usati dalla donna contro i bambini, alcuni dei quali, anche
Torrimpietra
alla scuola dell'Infanzia San Romano dove stamani sono state arrestate la coordinatrice e una maestra dopo accuse di maltrattamenti ai bambini. Il Ministro Maria Chiara Carrozza, segue con attenzione gli sviluppi della vicenda. Mentre il sindaco Gianni Alemanno, che ha fatto un sopralluogo nella scuola materna San Romano dove si sarebbe verificati maltrattamenti, ha annunciato che il Comune di Roma si costituirà parte civile. Paolo Signorelli
Idi, sequestrati beni per 6 milioni di euro V
Sigilli a 34 immobili intestati all’ex amministratore Temperini
Operaio disoccupato minaccia il suicidio ennesimo dramma della disperazione ha rischiato di verificarsi ieri a Torrimpietra, frazione del Comune di Fiumicino. Un operaio si è arrampicato su una gru in un cantiere edile minacciando di buttarsi. Quando sono arrivati i carabinieri, l'uomo ha gettato loro dei volantini in cui spiegava le ragioni della sua protesta. Ha raccontato che da 15 mesi non lavora e che ha paura di perdere la casa e sua moglie. Nel biglietto, l'operaio aveva anche scritto che se non fosse riuscito a parlare con un rappresentante istituzionale in grado di aiutarlo a risolvere la situazione, si sarebbe lasciato cadere nel vuoto. Sul posto, in via Torre del Pagliaccetto, sono giunti anche i vigili del fuoco. Inizialmente si era sparsa voce che a salire sulla gru, alta circa venti metri, era stato un operaio del cantiere (che è ancora in fase di allestimento), ma a quanto pare l’uomo non ha mai lavorato in loco. La situazione si è sbloccata soltanto dopo alcune ore, grazie alla mediazione dei carabinieri della compagnia di Civitavecchia. L’uomo, 51enne con famiglia a carico, ha accettato di scendere.
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Trigesimo Buontempo
portatori di handicap e con difficoltà psico-infantili. E ancora, un bimbo “colpevole” di essersi fatto la pipì nei pantaloni è stato costretto ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzoletto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri, di fargliela pulire con la faccia. Un clima di terrore, insomma, quello instaurato dalle due arpie in aula, che adesso, fortunatamente, non si respirerà più. Intanto il ministero dell'Istruzione ha disposto un'ispezione
Ostia: in ricordo di Teo Sabato 25 maggio, sarà celebrata da monsignor Fisichella a Ostia la messa per il trigesimo della scomparsa del presidente de La Destra Teodoro Buontempo. La funzione si svolgerà alle 17 nella Chiesa S.Maria Regina Pacis di Ostia, situata nell’omonima piazza.
ille, immobili commerciali e anche un appartamento di lusso a Castel Sant’Angelo. C’era anche questo nel patrimonio di Domenico Temperini - ex direttore Idi - finito sotto sequestro, ieri mattina, nell’ambito dell’inchiesta dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata. Beni confiscati - In tutto 35 unità immobiliari a Roma, Anzio, Zagarolo e L’Aquila per un valore stimato in circa 6 milioni di euro. Di queste, una soltanto appartiene a Padre Franco Decaminada, responsabile della gestione dell’Istituto, arrestato lo scorso 4 aprile insieme all’ex amministratore e responsabile generale pro-tempore del comparto Idi-Sanità. Ben 34, per l’appunto, le proprietà intestate a Temperini, tra cui, come già detto, un appartamento di assoluto pregio di otto vani. Il sequestro - Disposto dal Gip del Tribunale di Roma Antonella Capri, su richiesta della Procura della Repub-
blica (procuratore aggiunto Nello Rossi e sostituti procuratori Giuseppe Cascini e Michele Nardi), scaturisce dalle indagini in relazione ai reati di appropriazione indebita aggravata e bancarotta fraudolenta patrimoniale. Per un ammontare di oltre 14 milioni di euro, commessi sino al 2012, che hanno contribuito al dissesto finanziario della “Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione”, ente ecclesiastico giuridicamente riconosciuto, da fine marzo in amministrazione straordinaria. A quest’ultima fanno capo, tra gli altri, oltre all’Idi, il San Carlo di Nancy e Villa Paola. Evasione - Oltre alle altre condotte criminose, gli inquirenti hanno appurato anche l’evasione fiscale, da parte della Provincia Italiana, dell’Ires e dell’Idi per importi quantificati – dal 2007 in poi - in oltre 3,3 milioni di euro. Federico Colosimo
Giovedì 16 maggio 2013
Lea Garofalo: il pg chiede tre ergastoli Alla requisitoria del processo d’appello a Milano
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8 Vicenza
Sfrattato si lancia dalla finestra: vittima un 66enne
Padova
Italia
La crisi
Italiani alla fame e il Comune accoglie gli immigrati entre la crisi mette in ginocchio l’Italia – aumenta la disoccupazione, chiudono quotidianamente migliaia di piccole e medie imprese e diminuiscono i consumi – il mantenimento agli immigrati rischia di far divampare il rogo di un conflitto sociale già latente. A Padova, per esempio, 110 sono i profughi – tra nigeriani e ghanesi in primis – che vengono ospitati in strutture comunali, hotel e appartamenti. Per via dei tagli, lo Stato ha comunicato all’ente comunale che non saranno più erogati i fondi destinati all’accoglienza degli immigrati. Il Comune, però, si farà garante per altri due mesi di tutte le spese. Una cifra che – da quanto si apprende – ammonterebbe ad oltre 130mila euro. “Stiamo lavorando per un coordinamento di tutte le strutture – ha detto l’assessore ai Servizi sociali Fabio Verlato - in modo che nessuno rimanga per strada con il freddo”. Un vero schiaffo morale alle migliaia di famiglie italiane in difficoltà. Lo scorso gennaio – nella “Casa a colori”, struttura gestita da un’associazione di volontariato – una trentina di immigrati africani avevano messo in scena una violenta protesta. Motivo? Un posto di lavoro. Desta perplessità, anche lo stato in cui versano le case popolari; abitate nella fattispecie da stranieri. "Più del 50% delle nuove assegnazioni delle case Ater - denuncia il presidente del gruppo Lega Nord e Autonomie in Senato, Massimo Bitonci - riguarda famiglie di stranieri. Bisogna privilegiare i residenti, i padovani, così come si fa nel resto del Veneto. Il Comune – ha aggiunto - si mobiliti e cambi i criteri di assegnazione delle case popolari, secondo quanto consentito dalla legge regionale". Luca Libanese
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re ergastoli, una condanna a 27 anni e due assoluzioni per il sequestro e l’omicidio di Lea Garofalo. Sono queste le richieste del pg di Milano Marcello Tatangelo nella requisitoria del processo d’appello sulla testimone di giustizia sequestrata e uccisa nel novembre del 2009 a Milano. In particolare, il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo per l’ex compagno della donna, Carlo Cosco per Vito Cosco e per Rosario Curcio mentre la condanna a 27 anni di carcere per Carmine Venturino. Secondo Tatangelo, come riporta ‘Il Giorno’ il movente non è legato all’appartenenza alla ‘ndrangheta dell’ex marito Carlo Cosco (condannato in primo grado all’ergastolo assieme ai fratelli Vito e Giuseppe, a Rosario Curcio, Massimo Sabatino e Carmine Venturino) ma “dall’odio profondo che nutriva verso di lei che l’aveva abbandonato e soffriva del disonore tipico degli ambienti criminali mafiosi”. Sarebbe questo il motivo per cui la Procura non ha
mai contestato anche l’aggravante della finalità mafiosa. “Non abbiamo mai contestato l’aggravante mafiosa, malgrado le sollecitazioni della stampa e della parte civile - ha chiarito il pg - perché siamo convinti che in questo omicidio c’è una compresenza di fattori come il dolore di Cosco di essere stato abbandonato, il disonore, l’odio profondo che nutriva per questa donna sin dalla fine degli anni ‘90”. Il pentito Venturino, invece, sentito in aula, ha raccontato che l’omicidio venne deciso dalle cosche della ‘ndrangheta che diedero l’au-
Modena
Padova
Pordenone
Strage Milano: rabbia e indignazione invadono il web. Paura in città
Figurine Panini clonate: arrestato l’ex dipendente
Rapinatori messi in fuga a colpi di martello
Investito da Bmw, muore 16enne
“Non vogliamo Pisapia ai funerali”
opo aver lavorato per l’azienda leader del settore, la Panini Spa, circa dieci anni fa aveva deciso di mettersi in proprio, ufficialmente vendendo giocattoli e gadget alle edicole, in realtà falsificando le figurine dell’ex datore di lavoro. Così è finito nei guai un imprenditore del Modenese, scoperto a conclusione di un’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto Lucia Musti e condotta dalla guardia di finanza, sulla falsificazione dei prodotti della collezione Calciatori 2012/2013. Le fiamme gialle hanno ricostruito l’intera filiera produttiva del produttore, da chi ha fornito la materia prima alla società specializzata che si è occupata della scannerizzazione delle figurine, dall’impresa che ha stampato a quella che si è occupata del confezionamento, dall’azienda che ha curato il trasporto e lo stoccaggio all’uomo incaricato di individuare i potenziali clienti, ossia i distributori. La maggior parte delle operazioni è avvenuta tra Modena, Bologna e Reggio Emilia. Sono state sequestrate oltre 5,7 milioni di figurine, computer, scanner e stampanti, in sette sono stati denunciati. I prodotti contraffatti erano caratterizzati dal logo “Panini”. Il valore delle figurine contraffatte sequestrato è stato quantificato in oltre 2,7 milioni di euro. La Panini di Modena ha ringraziato la magistratura e Guardia di Finanza per l’operazione.
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re malviventi hanno tentato di rapinare la gioielleria Orogiò nel centro di Montegrotto (Padova) ma sono stati messi in fuga a colpi di martello e mazza da baseball. È successo martedì verso le 19, quando mancavano pochi minuti all’orario di chiusura. Fra i banditi e i titolari del negozio è scoppiata una violenta colluttazione nel corso della quale uno dei tre è stato ferito al capo dalla proprietaria con una martellata. Il terzetto è comunque riuscito a darsi alla fuga con un bottino in monili d'oro per un valore di oltre diecimila euro.
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torizzazione a Cosco, che anche per la Procura è “un appartenente alla ‘ndrangheta”. In primo grado, nel marzo del 2012, per l’omicidio della Garofalo erano arrivati sei ergastoli: per Carlo Cosco, per i suoi due fratelli Vito e Giuseppe e per Carmine Venturino, Massimo Sabatino e Rosario Curcio. Poi lo scorso luglio, Venturino ha iniziato a collaborare spiegando che Lea (che aveva raccontato in passato fatti di sangue di una faida di 'ndrangheta) venne strangolata da Carlo e Vito Cosco e poi lui e Rosario Curcio fecero sparire il corpo, non sciogliendolo nell’acido come si era detto nel processo di primo grado, ma bruciandolo e gettando i resti in un tombino di un capannone a Monza (il pentito li fece anche ritrovare). Nelle scorse udienze è arrivata poi la confessione di Carlo Cosco che però ha escluso un omicidio premeditato e ha parlato di un “raptus” perché temeva che la donna non le facesse più vedere la figlia Denise. Carlotta Bravo
a perso la vita a nemmeno 17 anni, mentre si recava allo stage. La tragedia è avvenuta lunedì mattina a Caneva di Pordenone. La vittima, Elia Franco, adolescente originario di Vittorio Veneto, si stava recando in un’azienda, a bordo del suo scooter. Il giovane, per cause in corso di accertamento da parte della Polizia stradale, si è scontrato con una Bmw a bordo della quale c'era una militare della base Usaf di Aviano ed è morto subito dopo l’impatto. A soccorrerlo per prima è stata un’infermiera.
Udine
Mestre
Imprenditore ruba per la terza volta
Malato di tumore la ditta lo licenzia
proprio il caso di dire non è due senza tre. È già stato condannato per altre due rapine a mano armata, ma ieri mattina un imprenditore in crisi ha messo assegno un nuovo colpo a Codroipo (Udine), nel negozio di detersivi e cosmetici “Il tulipano”. Il 59 anni di Bertiolo, è entrato nel negozio a volto scoperto armato di coltello e ha minacciato la titolare, sottraendogli la borsa con 2.500 euro (l’incasso che l’uomo stava portando in banca) ed è scappato. I carabinieri e i militari del Norm hanno impiegato poco per capire chi fosse il colpevole. L’uomo si era giustificato spiegando che quei 750 euro del bottino gli servivano per pagare le bollette. Ora è stato tratto in arresto nuovamente.
roppi giorni di malattia per le terapie e la ditta di Mestre per la quale lavorava fino al 29 aprile gli ha consegnato la lettera di licenziamento. È successo a, Oliviero Biancato, malato di tumore da sette anni. Motivo? “Ha esaurito i giorni di malattia concessi in tre anni per potersi curare - spiega la moglie a Il Gazzettino - è stato operato a giugno scorso, poi ha cominciato una prima fase di tre cicli di chemioterapia che non sono andati bene”. La trafila è lunga. Dentro e fuori dall'ospedale, a metà febbraio c'è stato un nuovo ricovero. Poi la decisione inaspettata dell'azienda: il licenziamento.Una pensione d'invalidità, naturalmente, c’è.
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tava per essere sfrattato, per questo si è lanciato dal secondo piano della sua abitazione. L’ennesimo dramma della crisi arriva dal Vicentino, dove un uomo Galdino Dalla Barba di 66 anni è morto nel pomeriggio all’ospedale di Vicenza dopo che ieri a mezzogiorno, durante l’esecuzione di un’ordinanza di sfratto, si è gettato proprio da quella che era stata la sua casa. Come spiega “Il Gazzettino” il provvedimento riguardava il rilascio di un appartamento di proprietà del Comune di Lonigo, disposto dal tribunale di Vicenza ed effettuato da un ufficiale giudiziario insieme ad alcuni agenti della polizia locale. L’uomo si è chiuso in bagno e si è lanciato dalla finestra, precipitando nel cortile sottostante da un'altezza di quasi nove metri. È stato soccorso dallo stesso ufficiale giudiziario e dal personale della polizia locale, prima dell'arrivo dell'ambulanza. Sull’episodio indagano i carabinieri. Galdino Dalla Barba, vedovo, viveva da solo nell'appartamento concessogli da molti anni dal Comune.
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Chiaro il messaggio del cugino di Daniele Carella. Attacchi anche per Gigli (Scelta Civica) che ha avuto parole “dolci” per Kabobo ilano. Migliaia i post – di rabbia e indignazione - che hanno invaso la rete per la strage messa in atto dal ghanese irregolare Kabobo. Alessandro Carolè, Daniele Carella e Ermanno Masini presi a picconate dalla furia omicida del clandestino. Molte le critiche mosse al sindaco Giuliano Pisapia. Dal web, piovono attacchi sulla “scarsa” sicurezza della città. Tra gli indignati anche il cugino della vittima Daniele Carella, Roberto Testa, che su Facebook punta il dito contro il primo cittadino: “Caro sindaco, dopo che ho perso un cugino come posso non avere rabbia? Le do un consiglio: non venga al funerale, perché le assicuro che i parenti tutti delle vittime non hanno bisogno di essere presi in giro con frasi fatte”. Poi, Testa mette in risalto tutte le criticità dell’amministrazione: “Da quando Pisapia è al potere sono stati fatti troppi errori, mio cugino era una persona stupenda e non meritava di morire. Penso che il sindaco e l’amministrazione Pd indirettamente abbiano delle grandi responsabilità su questa tragedia”. Non è finita. “Fare anche qualcosa di concreto per la sicurezza, pare brutto?”, chiede un cittadino su Twitter. “Oltre al lutto cittadino, inizi ad avere il pugno di ferro con gli extracomunitari irregolari”, scrive un altro. “Come è possibile che su 2825 agenti – spiega un ancora milanese - siano meno del 20% quelli per strada?”. C’è spazio anche per i sostenitori delusi del Sindaco “rosso”: “Ricordo bene le tue parole, sei venuto qui prima delle elezioni a prometterci un ambiente migliore, mag-
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gior attenzione ai poveri ed agli anziani, agli ammalati. E' tutto come prima, anzi...”. E così via: “Il peggior sindaco che la storia di Milano abbia mai avuto”… “votato non per meriti, ma per dispetto”. “Ha svenduto la un tempo bella Milano, alla criminalità”. Il web impazzisce anche contro il deputato di Scelta Civica, Gian Luigi Gigli, che ha definito il ghanese irregolare “un giovane immigrato di anni 21, probabilmente sballottato dalle durezze della vita sulle nostre coste”. Ma il deputato montiano la combina grossa: “Trovarsi per le necessità della vita a 21 anni in un Paese del quale forse si conosce a malapena la lingua, in una condizione di disoccupazione, probabilmente anche di disperazione, credo che – ha aggiunto - possa far uscire di testa chiunque”. Poi, però, Gigli cerca di giustificarsi: “Sono intervenuto come medico, prima che come deputato”. Giuseppe Sarra
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Giovedì 16 maggio 2013
Criticò Woodcock in tv: Sgarbi rischia il processo Richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Catanzaro
Il magistrato, oggi in servizio a Napoli, ha denunciato il polemista per diffamazione
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e la Boldrini picchia duro sul web e manda la polizia postale a casa dei suoi detrattori, l’eclettico Woodcock li manda direttamente a giudizio. O almeno ci prova. È il caso di Vittorio Sgarbi. Le dichiarazioni pronunciate nel corso di un programma in onda sulla Rai contro il sostituto procuratore Henry John Woodcock avrebbero un contenuto diffamatorio: per questo il noto polemista e critico d’arte rischia di finire sotto processo. La richiesta di rinvio a giudizio arriva dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, competente per i procedimenti che riguardano i magistrati in servizio a Potenza, dove Woodcock lavorava all'epoca dei fatti. Pesanti le critiche che Sgarbi mosse a Woodcock, oggi in servizio a Napoli, pren-
dendo parte alla trasmissione "L'Arena", su Rai 1, andata in onda nel contesto della trasmissione "Domenica in" il 5 aprile 2009, e che secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Carlo Villani, offesero l'onore e la reputazione di magistrato in servizio a Potenza, tanto da costare all'indagato le accuse di diffamazione pluriaggravata dall'avere "attribuito un fatto determinato e di aver commesso il fatto attraverso una trasmissione televisiva", oltre che "con la recidiva specifica e reiterata". Sgarbi, davanti al giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, sarà difeso dagli avvocati Giampaolo Cicconi (del Foro di Macerata), e Giuseppe Staiano (del Foro di Roma). Carlotta Bravo
Italia DAL CENTRO E DAL SUD
Storie di crisi da Teramo: la dignità di una disabile, lo squallore di una coppia rom
Ruba per fame, la arrestano e fanno una colletta per aiutarla Genitori costringono la figlia 13enne a prostituirsi per una manciata di euro ue storie di crisi con risvolti drammatici arrivano da Teramo: una donna in preda alla disperazione ha sfondato un distributore automatico per rubare 80 euro; una famiglia di etnia rom invece faceva prostituire la figlia di 13 anni. Ruba per fame - Ha preso un piccone per sfondare un distributore automatico e recuperare i soldi che vi erano all’interno. È questo il gesto estremo di una 52enne, incensurata, invalida e disoccupata, vittima della crisi economica e di una condizione di vita ormai al limite. Per questo, ha imbracciato l’attrezzo e si è diretta verso il servizio di Igiene mentale della Asl a Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo). La donna ha poi sfondato la “macchinetta” del caffè arraffando circa 80 euro. Il suo gesto non è passato inosservato ed il medico di turno della struttura sanitaria ha dato l’allarme ai carabinieri che sono giunti
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sul posto. I militari l’hanno sorpresa mentre usciva dall’ingresso dei locali della struttura sanitaria, che aveva forzato poco prima. La donna ha immediatamente ammesso di averlo fatto per fame raccontando ai carabinieri la sua storia di disperazione e povertà. La disabile percepisce una piccola pensione insufficiente però a soddisfare i bisogni personali e dei figli: una situazione difficile, tanto che la stessa viene anche aiutata dal Comune e dalla Caritas. I militari non hanno potuto evitare le manette per furto aggravato, ma hanno comunque fatto un colletta in caserma per procurarle del denaro e farla mangiare. Quello che resta, ora, oltre alla disposizione del pm agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida è l’amarezza per l’ennesimo dramma vissuto da una nostra concittadina disperata. Ma di tutto questo allo stato sociale, ormai inesistente, non interessa nulla…
Facevano prostituire la figlia – Sempre Teramo al centro di una vicenda squallida che investe una famiglia di etnia rom della provincia teramana. I genitori facevano prostituire la figlia di 13 anni per poche decine di euro. Ieri mattina è stato arrestato il papà della ragazza, C.P. di 59 anni, mentre la moglie, M.M. di 37 è stata gravata del provvedimento di obbligo di firma, entrambi accusati di sfruttamento aggravato della prostituzione minorile. Le misure cautelari nei confronti dei genitori dell'adolescente, sono state notificate dai carabinieri del reparto operativo e radiomobile della compagnia di Teramo, in esecuzione di un provvedimento firmato dal gip del tribunale de L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella. Nella storia sono coinvolte, oltre ai genitori, a vario titolo, anche altre persone la cui posizione è al vaglio della magistratura. Barbara Fruch
Sulmona
Candidato sindaco stroncato da un infarto durante un confronto rave lutto sulla campagna elettorale a Sulmona. Fulvio Di Benedetto, 67 anni, candidato sindaco per la coalizione 'Sulmona Unita' (Udc-Psi e movimenti civici), è morto per un malore, mentre partecipava ad un confronto con gli altri candidati sindaci nell'Officina dei Sapori Cescot Abruzzo del centro marsicano. Di Benedetto, fratello del presidente del Tribunale di Sulmona, è caduto al suolo privo di sensi: a soccorrerlo sono stati gli altri candidati che erano seduti vicino, cercando di rianimarlo con un massaggio cardiaco e con la respirazione bocca a bocca fino all'arrivo dell'ambulanza. I sanitari hanno intubato Di Benedetto e hanno messo in azione il defibrillatore: dopo 45 minuti di tentativi il medico del 118 ha dichiarato il decesso e uno dei candidati, Palmiero Susi, ex Presidente della Provincia dell'Aquila e medico, lo ha comunicato a tutti i presenti. Il fatto è accaduto martedì sera e ha immediatamente fatto il giro della città, destando un comprensibile sconforto. Altrettanto giustamente, sono stati sospesi tutti gli incontri e comizi elettorali fino a data da destinarsi. Lo hanno annunciato i sei candidati sindaco al Comune di SulV.B. mona.
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FIRENZE
La sinistra padrona dell’informazione elettorale Scontri al Polo Universitario di Novoli
Sette militanti di Casaggì aggrediti da una cinquanta di antifascisti
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tavano distribuendo volantini in vista delle prossime elezioni universitarie del 21 e 22 maggio. Per questo un gruppo di sette ragazzi di Casaggì, movimento vicino a Fratelli d’Italia, è stato aggredito da una cinquantina di esponenti dell’estrema sinistra. Momenti di tensione ieri mattina al Polo Universitario di Novoli (Firenze), quando i militanti di destra avevano allestito un banchetto, nel quale era presente il materiale elettorale e le indicazioni di voto. Verso mezzogiorno ad interrompere in mala maniera l’attività informativa di Casaggì ci hanno pensato una cinquantina di militanti dei centri sociali antagonisti, chiamati dagli attivisti del Collettivo Politico di Scienze Politiche, non solo distribuendo a loro volta volantini e gridando slogan ma anche minacciando i sette di passare alle vie di fatto se non avessimo immediatamente lasciato l’Università che, a loro dire, “non dovrebbe permettere ad un movimento di destra di esprimere liberamente le proprie idee e candidarsi agli organi di rappresentanza studentesca”. Ma non è finita: alle 12.30 (mentre i militanti di destra iniziavano a smontare il banchetto) gli antifascisti hanno deciso di passare alle vie di fatto tirando fuori caschi, catene, tirapugni e brandendo le cinture per colpire. Ne è nato uno scontro fisico durato qualche minuto e avvenuto sotto gli occhi di centinaia di studenti, dove un ragazzo di Casaggì è rimasto ferito al volto. “Ciò che è accaduto è inaccettabile da ogni punto di vista - hanno commentato i militanti di destra - abbiamo il diritto di fare propaganda e di vivere l’Università, da studenti e da candidati alle elezioni, come tutti gli altri. Non è accettabile che all’Università entrino persone esterne, magari armate, per creare il caos e cercare di cacciare chi fa politica in altri schieramenti. Non è accettabile perché chi aggredisce in cinquanta contro sette e con armi di ogni tipo in mano non è un militante, ma un vigliacco coperto dal numero e dall’impunità. Comunque Casaggì non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia e continuerà, adesso e nei prossimi mesi, a svolgere nelle facoltà la propria attività politica. Il nostro non è un passatempo, ma una scelta di vita che contempla qualsiasi genere di rischio, al quale sappiamo di andare incontro e cerchiamo di farlo con la dignità e il coraggio di sempre. Dignità e coraggio: qualcosa che manca Barbara Fruch ai paladini dell’antifascismo”.
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Giovedì 16 maggio 2013
Cinema
"So esattamente chi è lei, Signor Gatsby!" Esce oggi nelle sale il nuovo film di Baz Luhrmann ispirato al celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald
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Un bravissimo Leonardo di Caprio nel ruolo del protagonista, che nella versione del ’74 fu però del grande Robert Redford di Carola Parisi a aperto, ieri, la 66esima edizione del prestigioso Festival di Cannes. Il grande Gatsby (The Great Gatsby il titolo originale), adattamento cinematografico del celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) il capolavoro let-
terario identificato come il simbolo della decadenza dei Ruggenti anni venti americani. Il film è uscito il 10 maggio negli Stati Uniti, mentre, in Italia, sarà nelle sale da oggi. La pellicola, diretta del regista australiano Baz Luhrmann, (già creatore degli eclettici Romeo+Giulietta (1996), Moulin Rouge! (2001) e del romantico kolossal Australia) vede come
protagonisti uno strepitoso Leonardo Di Caprio, che aveva già lavorato con Luhrmann interpretando Romeo nella sua rivisitazione del dramma shakespeariano, nel ruolo dell’enigmatico e tormentato Jay Gatsby, interpretato prima di lui da Robert Redford nella versione di Jack Clayton del 1974, l’attrice inglese Carey Mulligan nella parte che era di Mia Farrow, ovvero quella della ricca e viziata Daisy Buchanan, e Tobey Maguire, che si calerà nei panni di Nick Carraway, cugino di Daisy e narratore del romanzo di Scott Fitzgerald. Il Grande Gatsby narra la storia di un aspirante scrittore, Nick Carraway che lasciato il Midwest Americano, arriva a New York nella primavera del 1922, un'epoca in cui regna la dubbia moralità, la musica jazz e la delinquenza. In cerca del suo personale ‘sogno americano’, Nick si ritrova vicino di casa di un misterioso milionario a cui piace organizzare feste, Jay Gatsby, e a sua cugina Daisy che vive sulla sponda opposta della baia con il suo
Molti biglietti staccati, ma gli incassi restano in netto calo
Delusione per la Festa del Cinema
Nella foto in alto Leonardo Di Caprio in una scena del film, a sinistra Robert Redford amorevole nonché nobile marito, Tom Buchanan. E' allora che Nick viene catapultato nell'accattivante mondo dei super-ricchi, le loro illusioni, amori ed inganni. Nick è quindi testimone, dentro e fuori del suo mondo, di racconti di passioni impossibili, sogni incorruttibili e tragedie ad alto tasso di drammaticità. Uno specchio fedele dei nostri tempi moderni e delle nostre quotidiane battaglie. Luhrmann si dice onorato per la scelta degli organizzatori ed emozionato di ritornare
in un paese e ad un festival che sono sempre stati vicini al suo cuore, non solo perché il suo primo film Strictly Ballroom (il primo della cosiddetta Red Curtain Trilogy, che comprende Romeo+Giulietta e Moulin Rouge!, ndr) era stato proiettato a Cannes 21 anni fa, ma anche perché Francis Scott Fitzgerald aveva scritto alcuni dei passaggi più belli del suo straordinario romanzo proprio a breve distanza da Cannes, in una villa fuori SaintRaphaël. Un film teatrale, che combina perfettamente i due
amori del regista: la grande Opera italiana e lo stile cinematografico bollywoodiano. Ogni sua pellicola è infatti frutto di un variopinto mix di grandioso melodramma, montaggio frenetico, colonna sonora eterogenea, scene curate sino al minimo dettaglio, costumi sfarzosi e coloratissimi e luci abbaglianti come quelle della ribalta. Alcuni critici trovano il suo stile barocco e in generale "eccessivo", ma la magia del suo cinema è unica ed inimitabile.
ROSSO e NERO Bravo Di Caprio! No, meglio Redford “ I
primi giorni dell’iniziativa, voluta da Anec, Anem, Agis, Anica, Fice e Acec, per ridurre il costo del biglietto d’ingresso al cinema (nella settimana dal 9 al 16 maggio) non sono stati incoraggianti. Nonostante un aumento dei biglietti venduti, infatti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli incassi sono sensibilmente calati, proprio per effetto della riduzione sul prezzo dell’ingresso in sala. L’iniziativa, ancora in corso, durerà fino al prossimo giovedì 16 maggio e prevede la possibilità di assistere ad una proiezione al costo scontato di 3 euro per gli spettacoli in 2D e di 5 euro per quelli in 3D. Un parziale flop, dunque, almeno fino ad oggi, con molti biglietti staccati in più ma con meno incassi. C’è da registrare in ogni caso un dato positivo: più gente è tornata al cinema, e dal punto di vista culturale è comunque un grande successo . Da giovedì a sabato gli spettatori sono stati numerosi, mentre una flessione si è avvertita nella giornata di domenica. Dall’esperienza di questa Festa del Cinema, comunque, un dato appare chiaro: vista la crisi, uno sconto
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sui biglietti d’ingresso può contribuire a rilanciare il settore. E non è cosa da poco. C’è anche da dire che il mese di maggio non è certo tra i migliori, anzi, è il periodo in cui generalmente le affluenze nelle sale diminuiscono. Lionello Cerri, presidente esercenti Anec, aveva detto: “per me sarebbe già un grande risultato portare al cinema il doppio degli spettatori che abitualmente ci va in una settimana di maggio”. Obbiettivo parzialmente raggiunto. “Iron Man 3” continua ad essere in testa alle classifiche degli incassi con quasi 900.000 euro. Subito a seguire, con oltre 500.000 euro, “Hansel & Gretel”. Tra le novità della scorsa settimana, il remake de “La casa” è al terzo posto con poco meno di 500.000, seguito da “Mi rifaccio vivo”, al quarto posto con quasi 400.000 e “L'uomo con i pugni di ferro” che segue al quinto posto con poco meno di 300.000. In discesa “Effetti collaterali”, “Viaggio sola” e “Attacco al potere”. Chiudono la top ten “Fire With Fire” e “20 anni di meno”, entrambi usciti giovedì scorso. Emma Moriconi
Non si replica il passato”- “Certo che si replica”. È la battuta con cui si conclude il trailer del nuovo film del regista australiano Baz Luhrmann. L’impresa è certamente impegnativa e speranzosa: un remake del celebre film del ’74, ispirato al capolavoro letterario di Francis Scott Fitzgerald. Il risultato non è per niente male. Anche se l’accoglienza a Cannes è stata un po’ ‘freddina’, la nuova pellicola non ha una volontà imitativa del primo successo, si tratta, invece, di un preciso tentativo di attualizzazione di una storia, già di per sé, molto contemporanea. I remake, o ‘i secondi’, vanno sempre visti, anche se per molti si tratta di una ‘missione impossibile’, dimenticando ciò che è stato realizzato in precedenza. Un’ottima interpretazione quella di Leonardo Di Caprio, attore di grande talento, che da ‘Gangs of New York’ di Martin Scorsese è riuscito a scrollarsi di dosso il pesante ‘fardello’ della sua interpretazione in Titanic. A lui, è affidato il ruolo principale di Jay Gatsby, che fu dell’indimenticabile Robert Redford. Basta malinconie, il cinema va avanti e questo film è la perfetta rappresentazione della sontuosità e dell’eccesso, anche nelle riprese e nei costumi (firmati da Gucci), della nuova Hollywood. È così la società e lo è diventato anche il cinema, sempre più concentrato nel creare ‘eventi’ visivi pieni, dalle mostre ai festival, dal grande cast alle super-location. Cosima Wagner
remake dei grandi film, si sa, sono dei fallimenti, per principio. E questa è una verità assoluta. Figurarsi se, nel 2013, si può pensare di cimentarsi con uno dei “mostri sacri” del cinema qual è Robert Redford. Ora, capita che un presuntuosissimo produttore-regista-sceneggiatore statunitense, Baz Luhrmann, decida di riprendere in mano uno dei romanzi americani per eccellenza, “il Grande Gatsby” per girarne un “pomposissimo” remake. Non contento, sceglie di affidare la parte del protagonista –Jay Gatsby- a quella faccia d’angelo di Leonardo Di Caprio. Il quale, per quanto si possa sforzare di fare l’attore consumato, resterà vita natural durante il povero Jack Dawson, passeggero di III classe, nel film “Titanic”. Il peggio, però, non è ancora giunto. La parte di Daisy Fay che –nella versione del ’79- fu dell’impareggiabile Mia Farrow, nella moderna versione viene assegnata alla semisconosciuta Carey Mulligan. È bene chiarire un punto fondamentale, “il Grande Gatsby” è l’affresco di un’America nostalgica e decadente che, nessuno meglio di Robert Redford potrà mai incarnare. La scelta fatta da Luhrmann, invece, è quella di mostrare l’alta borghesia americana in tutta la sua opulenza. Nulla di più lontano dallo spirito di Francis Scott Fitzgerald. E poi, è bene non dimenticare mai che per quante volte il “Titanic” possa affondare –su pellicola s’intende-, Leonardo Di Caprio non sarà mai Robert Redford. Rossella Butler
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Giovedì 16 maggio 2013
Cultura
In scena opere teatrali a tema giustizia
Al Golden di Roma il primo Festival del Teatro Forense: sul palco giudici e avvocati, attori per un giorno
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Due gli spettacoli in programma che intratterranno il pubblico della Capitale di Emma Moriconi appuntamento è per il 17 e 18 maggio al Teatro Golden di Roma, con due spettacoli dedicati al tema della giustizia. Un’iniziativa originale per una rassegna alla sua prima edizione. Prevede, per la prima serata, alle ore 21, un’opera della giornalista e scrittrice Cinzia Tani: “Il delitto Bebawi”, messo in scena dalla compagnia Centrarte Mediterranea con la regia dell’Avv. Luigi di Majo. “Il delitto Bebawi” è tratto da “Le coppie assassine”. Siamo a Roma, è la mattina del 18 gennaio 1964. In Via Veneto c’è la sede di una società che commercia in lana, la Tricotex, Karin, la segretaria, scopre, nel suo studio, il cadavere del ricchissimo industriale Faruk Chourbagi, un egiziano di 27 anni. Su di lui è stato svuotato un intero caricatore di pistola cal. 7,65 ed ha il volto sfigurato dal vetriolo. La morte risale al sabato precedente. Le indagini portano a sospettare di una coppia, i coniugi Bebawi: Gabrielle Bebawi, detta Claire, 35 anni, con la quale l’uomo aveva avuto una relazione, gli aveva telefonato qualche giorno prima, e Faruk era rimasto tur-
bato dalla conversazione. Claire era partita proprio il sabato precedente dalla Svizzera diretta a Roma con il marito, ricco industriale anche lui. I due erano rimasti a Roma solo poche ore, poi erano ripartiti. Il soggiorno- lampo insospettisce gli investigatori, che vengono a sapere della relazione della donna con Faruk e del fatto che il marito, Youssef,41 anni, l’aveva ripudiata, pur continuando a vivere con lei. I due vengono fermati ad Atene ed iniziano ad accusarsi a vicenda creando su se stessi dei veri e propri personaggi: freddo e cortese lui, passionale ed aggressiva lei. Una strategia paradossale(ideata e sviluppata dal futuro Presidente della Repubblica, Giovanni Leone), che però si rivela azzeccata. Perché , dopo 142 udienze, l’audizione di 120 testimoni e 30 ore di camera di consiglio; dopo sceneggiate, svenimenti, feroci discussioni e lacrime che appassionarono non poco l’opinione pubblica, porta nel 1966 ad una sentenza eclatante di innocenza per insufficienza di prove per entrambi. In appello, nel 1968, gli imputati vennero condannati a ventidue anni di carcere. Sentenza confermata nel ’74 in Cassazione. Ma ormai i due erano scomparsi: lei è da allora al Cairo e fa la guida turistica;
lui in Svizzera, con i figli, a fare l’industriale di prodotti dietetici. Il 18 maggio, invece, sempre alle 21, è la volta di "Dreyfus" di Rosario Tarantola e Vittorio Pavoncello, messo in scena dalla compagnia Avvocati alla Ribalta e diretto dallo stesso Pavoncello. Si tratta di un caso politicogiudiziario ambientato nel 1894, quando il capitano ebreo Alfred Dreyfus fu arrestato con l’accusa di spionaggio a favore della Germania. Un caso ampiamente trattato dai giornali dell’epoca divisi equamente fra dreyfusardi (intellettuali, socialisti, radicali e repubblicani antimilitaristi) e antidreyfusardi (la destra nazionalista, antisemita e clericale). Dreyfus era un ufficiale di origine ebraica impiegato presso il ministero della Guerra. Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell'isola del Diavolo. Lo scrittore Emile Zola pubblicò sull'Aurore un articolo divenuto poi famoso, dal titolo "J'accuse". A difesa di Dreyfus. Fu querelato e condannato ad un anno di carcere e al pagamento di 3000 franchi di ammenda. Nel 1899, però, si tenne la revisione del processo. Il consiglio di guerra, tuttavia, confermò la colpevo-
RomArchè, la IV edizione al Museo Nazionale Etrusco
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Dal 20 a 26 maggio convegni, laboratori ed iniziative culturali giunto alla IV edizione l’evento “RomArchè”, che si svolgerà dal 20 al 26 maggio presso le sale del museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Il progetto è ideato e realizzato dalla Fondazione Dià Cultura, che ha scelto, come tema dell’edizione 2013, “Politica Economia Società” e che si propone di indagare nelle relazioni che intercorrono tra meccaniche di governo, processi economici e sviluppo socio-culturale. Ecco le iniziative in programma: Biblioarchè – Salone dell’editoria archeologica: spazio espositivo costituito dalla libreria, dalla Stoà, luogo di incontro e lettura, e dallo spazio “leggere in Biblioarchè”, ricchissimo ciclo di presentazioni di libri, riviste, produzioni video, progetti sperimentali 2.0. Convegno “Ploutos & Polis, aspetti del rapporto tra economia e politica nel mondo greco”: si svolgerà da lunedì 20 a mercoledì 22 maggio presso la sede dell’Academia Belgica in Via Omero 8, a pochi metri dalla sede di Villa Giulia. “Gli Etruschi senza mistero”: tre lezioni dal 23 al 25 maggio, evento gratuito fino ad esaurimento posti. Vite Parallele: iniziativa culturale interdisciplinare, ispirata all’opera omonima di Plutarco, che mira ad esplorare alcuni personaggi della storia greca e
romana fornendo spunti ed elementi di approfondimento. Laboratori didattici: consentiranno al pubblico di vivere in prima persona esperienze legate alla storia e all’archeologia sperimentale. Dalla simulazione di scavo alle tecniche di lavorazione della ceramica nell’antichità, dalla preparazione del pane al conio delle monete. Le due giornate conclusive sono dedicate all’archeologia sperimentale. I laboratori sono realizzati in collaborazione con il centro di archeologia sperimentale Antiquitates. E.M.
lezza di Dreyfus. Graziato dal presidente Loubet, alla fine riconosciuto innocente, l'ufficiale fu reintegrato nel suo grado solo nel 1906. Il progetto è ideato e prodotto dall'avvocato Vincenzo
Sinopoli e dal produttore Andrea Maia, con il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense presso il Ministero di Giustizia, dell'Ordine degli avvocati e dell'Associazione Nazionale Magistrati.
Gli interpreti sono gli stessi giudici e avvocati, che quotidianamente vivono ed interpretano la giustizia nelle aule dei tribunali, ed è questo il tratto originale dell’iniziativa.
La Svezia invade l’Italia: storie di ordinaria cultura
Milano-Stoccolma, il grande incontro Dal 21 al 29 maggio nel capoluogo sono state organizzate iniziative per mettere in contatto questi due paesi ilano incontra Stoccolma: dal 21 al 29 maggio la Svezia sbarca in Lombardia con la manifestazione “Caffè Stoccolma”, il primo Festival dedicato alla cultura svedese che per due settimane occuperà diversi luoghi della città. Dalle librerie indipendenti Utopia e Gogol&Company alla Biblioteca del Parco Sempione, dalla Cascina Cuccagna all’Apollo spazioCinema. Il festival è ideato e organizzato dalla casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura del nord Europa per continuare la sua opera di avvicinamento e scambio tra la cultura scandinava e l’Italia cominciata già nel 1987 con la ricerca, la traduzione e la pubblicazione delle maggiori opere letterarie classiche e contemporanee del Nord Europa in Italia. Ricco il calendario: sul fronte della letteratura Milano ospiterà una serie di incontri su e con autori svedesi contemporanei, da Mikael Niemi, in Italia con il nuovo romanzo “La piena”, a Björn Larsson autore di culto in Italia che presenterà in anteprima nazionale l’ultima avventura del Pirata Long John Silver, ma anche Ulf Peter Hallberg, Sara B. Elfgren e Mats Strandberg. C’è spazio poi anche per una rassegna sul cinema svedese contemporaneo in collaborazione con il Nordic Film Festival di Roma e lo Swedish Film Institute. All’Apollo spazio Cinema infatti verrà proiettata una serie di opere della nuova generazione di cineasti, non distribuite nelle sale italiane: "Palme", "Sebbe", "Happy End" e "Regretters". Per dare dinamicità all’evento anche molti eventi collaterali come il guest cooking con lo chef Robert Maglia per una cena tutta svedese alla Cascina Cuccagna, un seminario di traduzione svedese-italiano, una lezione di svedese per principianti al Parco Sempione. Tutto il paese pare
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davvero affascinato dalla cultura svedese visto che anche a Roma è stata organizzata, dal 17 al 19 maggio, una manifestazione che segue lo stesso filone. Si tratta del Festival del verde e del Paesaggio che si svolge annualmente sui giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica a Roma: organizzato per il terzo weekend di maggio promette di registrare oltre 40.000 visitatori appassionati di verde e turismo verde. Organizzano inoltre lo spazio “Swedish garden lifestyle” l’autrice di “Giardini di Svezia”, Sonia Santella, e l’Associazione di parchi pubblici e giardini Swedish Gardens. Lo spazio espositivo è situato in zona centrale e vanta un’ alta visibilità, il tutto supportato dall’Ambasciata di Svezia in Italia e dall’Ente del turismo svedese VisitSweden. Lo scopo dello Swedish Garden Lifestyle è quello di promuovere i grandi giardini storici della Svezia mettendo in mostra piante tipiche orti. Da segnalare gli appuntamenti con lo chef Patrik Sewerin del Castello di Gunnebo, vicino Göteborg, che dimostrerà l’influenza degli orti nella cucina svedese e quello con Sonia Santella che parlerà dell’uso dei fiori nella cucina nordica. Non c’è nient’altro da fare quindi che lasciarsi avvolgere dalle atmosfere scandinave. Francesca Ceccarelli
Sabato 11 maggio 2013
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