Anno I - Numero 24 - Martedì 6 novembre 2012
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
A casa i marò o a casa Terzi Si entra nella settimana decisiva per decidere la sorte giudiziaria dei due soldati italiani. Intanto nell’ultimo fine settimana il presidente Monti e il ministro Di Paola hanno avuto parole, ma di circostanza, per Girone e Latorre. (Gianni Fraschetti a pag. 4)
S I A P R O N O L E U R N E I XXXXX N U N CXXXXXXXX LIMA DI GRANDE INCERTEZZA
Elezioni USA, caccia all’ultimo voto Barack Obama e Mitt Romney sono entrambi al 47% ma il presidente sembra in vantaggio sui grandi elettori sempre testa a testa tra Obama e Romney. Entrambi al 47%, si stanno giocando tutto in queste ultime ore. Il resoconto sul tasso di disoccupazione sembra aver favorito Obama, anche se di poco. Se la media dei sondaggi rivela una sostanziale parità, i voti dei grandi elettori sembrano, invece, incoraggiare la corsa del presidente USA. Ora che anche il Financial Times, sulle orme dell’Economist, ha preso le sue parti, la strada si fa sempre più in salita per gli elefantini. Una sfida che si sta consumando a colpi di comizi in giro per l’America. Da domenica sono presi d’assalto tutti gli “swing States”. Obama ha visitato New Hampshire e Colorado e sta tentando di riconquistare la Florida che, con i suoi 29 grandi elettori, si schiera per Romney. Il suo avversario si è concentrato su Iowa,
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Virginia e Pennsylvania. Il giorno prima dell’elezione il mormone si è recato, in una corsa frenetica, nuovamente in Florida e in Virginia. Immancabili le visite di entrambi i candidati in Ohio, dove Romney sembra essere riuscito ad agganciare Obama. Entrambi sarebbero al 49% nello Statochiave d’America. Se il governatore del Massachussets dovesse riuscire a conquistare, oltre ai voti della Florida, anche i voti di questo Stato, avrebbe la strada aperta verso la vittoria. Obama concluderà il tour in Iowa per poi andare a Chicago dove aspetterà l’esito delle elezioni. Romney terrà l’ultima orazione nel New Hampshire e attenderà i risultati a Boston. Tutti gli sforzi compiuti fin ora da entrambi i candidati non sono serviti a dare una direzione chiara all’esito dell’elezione di martedì 6 Novembre. Federico Campoli a pagina 5
Ai funerali di Pino Rauti
Fini contestato Il segretario de La Destra: Ecco perché ho preferito andarmene
l presidente della Camera Gianfranco Fini è stato duramente contestato ieri a Roma, ai funerali di Pino Rauti. Il segretario de La Destra, Francesco Storace, ha così commentato l’episodio: "Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale. Ma il presidente della Camera, pur volendo rendere omaggio a Rauti, ha agito a freddo. Ho appreso da funzionari del cerimoniale capitolino che la presenza di Fini non era prevista. Se ha deciso solo all'ultimo momento di partecipare ai funerali di Rauti, ha sbagliato e di grosso. Su di lui si è scatenato il rancore di persone e comunità diverse che si ritrovavano nel lutto per un capo che se ne va in un mondo sempre piu' disperso e principalmente a causa sua. Fini avrebbe fatto bene ad astenersi, la sua e' apparsa ai piu' una presenza provocatoria, anche se forse l'avrebbe presa peggio se fosse stato ignorato. Il presidente della Camera doveva saperlo. Per questo ho preferito andarmene. Carola Parisi a pagina 3
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Economia
Roma
Lazio
Lavoro e consumi Italia ancora al palo
Topi in classe: Le Pmi sperano le mamme protestano in un nuovo progetto
Francesca Ceccarelli a pag. 6
Robert Vignola
a pag. 7
a pag. 8
XXXXX Legge elettorale e “Porcellum” XXXXXXXXal Colle Nuovo sollecito
Tutto da risolvere anche il pasticcio delle firme
l Presidente Napolitano insiste sulla legge elettorale “ma è un gioco stucchevole – scrive il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace - non ci piace e noi lo denunciamo: con la scusa del Porcellum vogliono ammazzare il pluralismo, sprecando pure cento milioni di euro. Al massimo mettete una preferenza per l'elettore e poi basta, si voti e finiamola qui”. Storace ricorda altresì al Colle che “va risolto il pasticcio delle firme per le liste elettorali, prima che esploda in malo modo e in maniera clamorosa”. Giuseppe Sarra a pag. 2
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Milano
Sport
Caso San Raffaele, dipendenti esasperati
Campioni dimenticati, parla Carlo Molfetta
a pag. 9
Federico Colosimo a pag. 12
Barbara Fruch
IlcentroVespa nel Lazio di Francesco Storace imonetta Matone, vicecapo dell'amministrazione penitenziaria, è un magistrato di ottimo livello, una donna davvero in gamba, conosce come pochi il disagio sociale. Ma questo non è sufficiente per scherzare con la presidenza della regione Lazio. Lo dico proprio perché prima di spendere un nome così autorevole, occorrerebbe che dalle parti del Pdl ci fosse un po' di raziocinio, invece di sparare candidature a casaccio, come se fossero impegnati in una inutile guerra di nervi. Il nome della Matone è trapelato sulle agenzie di stampa e poi rimbalzato sui giornali, quasi a voler preparare una specie di fatto compiuto. Si dice che sia stato suggerito non si sa bene a chi da Bruno Vespa, che spesso la ospita a Porta a Porta per l'indubbia competenza che sfoggia nel suo campo. CentroVespa, potremmo dire, più che centrodestra.... La famosa terza Camera del nostro Parlamento. Ma così non si va da nessuna parte. È indubbio che Simonetta Matone sarebbe un classico nome di società civile. Il che farebbe a pugni con l'asserita volontà del Pdl di dar vita ad elezioni primarie, che da che mondo è mondo hanno sempre visto l'affermazione di esponenti di partito e il rifiuto a parteciparvi da parte di chi non viene dalla politica attiva. Certamente avrebbe un tratto di coerenza la candidatura con la rinuncia - annunciata da molti - a presentare il simbolo del Pdl, giacché non avrebbe avuto senso un candidato espressione di quel partito senza il marchio della casa... In realtà, ci resta il dubbio che si sia compreso che le primarie siano inutili, soprattutto perché quelle nazionali sono casalinghe, senza candidati esterni al partito, e non ci sarebbe logica a partecipare alla serie B, quella locale. E siccome si temono candidature vere alle regionali, si inventano nomi alla rinfusa, così, sui media. Ma così non si va da nessuna parte e si separano le strade. Basta saperlo. Noi l'abbiamo capito. E cominciamo a ragionare seriamente sul da farsi. Più degli apparati contano le persone. E con le persone si costruiranno le nuove alleanze.
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Martedì 6 novembre 2012
Attualità
Storace scrive a Napolitano
Legge elettorale, fate presto L’Istat non ha diffuso i dati ufficiali del censimento 2011 e il Ministero dell’Interno non può procedere alla ripartizione dei seggi
di Giuseppe Sarra Mi piacerebbe capire se a Palazzo conoscono la vergogna. Mentre Grillo tracima, loro stanno chiusi là, a costruire alchimie sulla nuova legge elettorale. Fanno ammuina contro il Porcellum, in realtà si prepara un vero e proprio colpo di Stato formalmente democratico ma sostanzialmente totalitario”. Questo il pensiero di Francesco Storace, leader de La Destra, sulla legge elettorale. Molti i disegni di legge proposti da diversi esponenti politici. Tre i nodi da sciogliere: preferenze o listino bloccato; sistema maggioritario o proporzionale; premio di maggioranza assegnato al partito o alla coalizione. Il Pdl, Pd e Udc sono concordi sul sistema proporzionale. Bersani preferisce i collegi rispetto alle preferenze, volute dal Pdl, l’Udc, La Destra e La Lega. Storace e Maroni auspicano che si voti con un sistema maggioritario e il premio di
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maggioranza assegnato alla coalizione, rispetto ad Alfano, Bersani e Casini, che preferiscono attribuirlo al partito che prende più voti. In questo contesto, Francesco Storace ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica. “A Napolitano si deve rispetto, ma è incomprensibile la polemica insistita sulla legge elettorale. 1) Sul piatto ci sono cento milioni di euro - lo dicono al Viminale - da risparmiare se si vota tra gennaio e febbraio con l'election day: sono soldi da buttare? Perché non li destinate invece ai malati di Sla? 2) E' vero che il Porcellum non piace per le liste bloccate, ma il Presidente è sicuro che la nuova legge sarà migliore? 3) Sabato abbiamo pubblicato sul Giornale d'Italia il Codice di Venezia, il documento europeo in tema di elezioni che invita gli Stati membri a non cambiare le regole - e comunque a farlo bene, se devono e vogliono alla vigilia del voto. E' un gioco stucchevole - per dirla con Follini di ieri su Repub-
blica - non ci piace quello sulla legge elettorale e noi lo denunciamo: con la scusa del Porcellum vogliono ammazzare il pluralismo, sprecando pure cento milioni di euro. Al massimo – prosegue Storace - mettete una preferenza per l'elettore e poi basta, si voti e finiamola qui”. Circostanze ribadite in un’altra lettera che il leader de La Destra aveva inviato, lo scorso 21 settembre, sempre a Napolitano. “Signor Presidente, le circostanze mi hanno impedito di esternarle personalmente, nell'incontro che ebbi a chiederle ormai alcuni mesi addietro, una questione urgente che attiene alla fase preparatoria delle elezioni politiche che, per la sua importanza, al fine di un regolare e trasparente svolgimento della competizione, ritengo centrale: lo spirare ormai prossimo del termine di sei mesi che la legge elettorale assegna ai promotori delle liste che intendano partecipare alle elezioni, per procedere alla raccolta delle firme dei
cittadini elettori, necessarie per la presentazione nelle singole circoscrizioni. Proprio su tale aspetto – ha scritto Storace - si sono verificati negli scorsi anni gli scandali peggiori, in quanto i cittadini si sono trovati a sottoscrivere, moduli in bianco che poi venivano riempiti con la lista dei candidati solo successivamente ed all'ultimo istante; ciò è potuto avvenire naturalmente per la compiacenza dei funzionari autenticatori che non hanno operato con il dovuto rispetto assoluto della Legge. I promotori delle liste, quindi, per raccogliere validamente le firme, debbono conoscere l'attribuzione alle singole circoscrizioni della Camera dei Deputati dei 618 seggi da assegnare e, alle singole regioni, dei 309 seggi da assegnare per il Senato della Repubblica”. Su questo punto, il segretario de La Destra aveva sottolineato: “i Padri Costituenti hanno tassativamente indicato nell'articolo 56 della Carta le modalità di attribuzione, strettamente pro-
porzionale alle singole circoscrizioni della Camera dei Deputati dei seggi da assegnare, ed analogamente hanno proceduto nell'articolo 57 per il Senato della Repubblica, riferendosi per l'accertamento del numero della popolazione residente, all'ultimo censimento generale della popolazione. Purtroppo, ad oggi, l'Istituto Centrale di Statistica, pur avendo diffuso da tempo i dati ufficiosi della popolazione residente in base all'ultimo censimento generale del 2011, non ha ancora provveduto alla pubblicazione ufficiale e, di conseguenza, il Ministero dell'Interno non ha proceduto alla ripartizione dei seggi con l'emanazione dell'apposito decreto. – ha proseguito - La questione è determinante, in quanto, come già emerso da una pubblicazione del servizio studi del Senato, secondo i dati ufficiosi, la ripartizione tra le circoscrizioni subirebbe profonde modifiche rispetto a quella precedente, basata sul censimento del 2001. Quindi l'ema-
nazione del decreto è elemento essenziale per procedere ad una raccolta delle firme valida ed in ossequio al dettato normativo”. Storace aveva evidenziato che il 24 settembre scorso, era partita la scadenza della legislatura che avrebbe consentito: “ai promotori di iniziare una valida raccolta delle firme, ho quindi ritenuto di esternarle la profonda preoccupazione che tale inadempienza possa minare alla radice la regolarità della competizione elettorale e la par condicio tra le liste ed i candidati”. Infatti, il 30 settembre a Catania, il leader de La Destra aveva riunito il Comitato Centrale del proprio partito per l’approvazione delle liste, in rispetto delle leggi vigenti, attivando così il procedimento elettorale. “Auspico – ha concluso Storace che, come in altre occasioni, lei faccia sentire la sua autorevolissima voce per persuadere le Istituzioni ad adempiere a quanto la Legge richiama nel superiore interesse della Nazione”.
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Martedì 6 novembre 2012
Primo Piano
Ieri nella basilica romana di San Marco i funerali dello storico segretario del Movimento Sociale
Grida, ombrellate, spintoni a Fini Triste addio per Pino Rauti di Carola Parisi ioveva a dirotto ieri. Una folla, in abiti scuri, riempiva l’interno e l’esterno della Basilica di San Marco a Roma. L’altare della Patria come sfondo, per dare l’ultimo saluto a Pino Rauti, intellettuale e storico segretario del MSI. Politici, parenti, amici e militanti hanno partecipato al funerale. Vecchie bandiere del Movimento Sociale Italiano esposte con fierezza. Ma anche tanti giovani. Tutti si salutano, tutti si conoscono. La destra riunita che cerca di “andare oltre”. Il carro funebre si fa spazio tra le persone. La bara è coperta da un grande tricolore. Gli applausi sono forti ed i volti commossi. Scattano decine di braccia tese nel saluto romano. Qualcuno grida: “Camerata Rauti!”, e immediata parte la tradizionale risposta dei militanti: “Presente!” Applausi e saluti romani accompagnano il feretro fin davanti all’altare. Dietro la bara, commosse e un po’ disorientate da tante manifestazioni d’affetto, Alessandra e Isabella, le figlie. Gianni Alemanno, sindaci di Roma, marito di Isabella, la aspetta in piedi accanto al primo banco di destra. Arriva Donna Assunta Almirante, entrano i celebranti. Don Giovanni d’Ercole, vescovo ausiliario dell’Aquila, ha appena iniziato a parlare, che da fuori la chiesa, arrivano grida e cori: “Fuori, fuori”, “Vergogna, vergogna”, “Vattene”, “Badoglio”. Annunciano l’arrivo del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Si avvicina alla chetichella, accompagnato dalla scorta. Non appena i presenti lo notano, sale la tensione. La contestazione è fortissima. Viene insultato, spinto, qualcuno gli sputa addosso. I “suoi”, tra cui il suo portavoce Fabrizio Alfano, cercano di proteggerlo, ma schiaffi ed ombrellate lo colpiscono. Gli urlano addosso, lo fischiano, ma lui resta apparentemente calmo. Entra in chiesa, scapigliato e con il volto livido. Per l’evidente paura e la volontà di non darlo a vedere, ha stampato in faccia un sorriso falso e innaturale. È fortemente turbato. Durate tutta la navata della chiesa, continuano gli spintoni, gli insulti. Tutti si accalcano verso di lui, per gridargli il loro disprezzo. Ha vicini Claudio Barbaro e Fabio Granada, che cercano di difenderlo, parandolo dai colpi. Il “traditore” è nella tana dei lupi. Si siede nella prima fila di sinistra, Gianfranco Fini, è la gerarchia istituzionale che lo impone. Vicina, quasi per uno strano scherzo del destino,
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c’è Donna Assunta. Le reazioni alla sua presenza lì sono immediate. Francesco Storace, leader de La Destra, lascia la chiesa dichiarando: “Sono credente e solo per questo non ho partecipato alla contestazione a Fini. Era un funerale. Avrebbe fatto bene ad astenersi. La sua è apparsa una presenza provocatoria, anche se, forse, l'avrebbe presa peggio se fosse stato ignorato.” Fini ha poi deciso di lasciare la cerimonia dopo l’omelia funebre. Si è prudentemente dileguato, scortato dalle guardie del corpo, passando per la sacrestia, ed uscendo- colmo dell’ironia- da una porta secondaria di Palazzo Venezia. Dopo la cerimonia religiosa, Gennaro Malgieri ha preso la parola ricordando, con parole di stima, Pino Rauti: “è stato il simbolo vivente della complessità della destra italiana e con la sua ostinata capacità”ha continuato l'ex direttore del Secolo- “di attirarsi i fulmini demolitori dell'establishment politico e mediatico, ha testimoniato il primato della cultura in politica”. Il figlio del sindaco e di Isabella, Manfredi, ha letto dei passi dai 'Canti pisani’ di Ezra Pound. L’ultimo intervento è stato quello della figlia stessa, Isabella, che ha voluto spiegare la decisione di allestire, venerdì scorso, la camera ardente in via della Scrofa: “era prima di tutto la sede del Movimento
sociale italiano”- ha spiegato. Per l’ultimo saluto a Pino Rauti si sono ritrovati tutti gli esponenti del MSI, ex Alleanza Nazionale e del Pdl: gli ex ministri Altero Matteoli, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Mario Landolfi, Andrea Ronchi, Giorgia Meloni; i senatori Giuseppe Ciarrapico e Andrea Augello; gli ex sottosegretari Alfredo Mantovano, Alfredo Mantica e Pasquale Viespoli. Gli ex deputati Guido Lo Porto, Antonio Mazzone, Stefano Menicacci ; i deputati Vincenzo Piso, Barbara Saltamartini, Flavia Perina. Il direttore di Adnkronos Giu-
seppa Marra; il principe Sforza Ruspoli. La delegazione de La Destra con il presidente Teodoro Buontempo ed il consigliere regionale Roberto Buonasorte. Nel pomeriggio sono arrivate anche le reazioni dell’ex ministro Ignazio La Russa che ha commentato l’accaduto: “ Fini ha sbagliato in maniera clamorosa modi e tempi della sua partecipazione. Non si può arrivare a funerale iniziato e farsi spazio tra la folla davanti all'ingresso principale della chiesa, senza mettere in conto le reazioni''.
Spara a zero su Fini, in un post su Twitter, Massimo Corsaro, vice capogruppo del Pdl alla Camera: “è l'uomo (con la minuscola) più squallido del mondo. Ma sarebbe stato meglio trattarlo come il nulla che è''. È Teodoro Buontempo, presidente de La Destra, che ha voluto riportare l’attenzione sull’uomo dell’”andare oltre”, Pino Rauti: ''La contestazione a Fini rischia di monopolizzare l'attenzione e di far passare in secondo piano il fatto che migliaia di persone hanno reso omaggio a Pino Rauti,
riconoscendo in lui un uomo politico all'avanguardia, che, contrariamente ai politici di oggi, riusciva a intuire prima di altri i bisogni sociali e gli eventi politici''. ''Per anni –ha continuato- la stampa ha identificato in Rauti l'uomo nostalgico, emarginato dagli eventi di una societa' moderna. Invece e' vero esattamente il contrario. Rauti, infatti, aveva capito prima di altri quali sarebbero stati i nuovi bisogni e il rischio di un'esplosione sociale che avrebbe colpito i ceti piu' poveri, in particolare i giovani.”
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Martedì 6 novembre 2012
I due marò Riportiamoli a casa
Focus
L’otto novembre l’Alta Corte indiana dovrebbe pronunciarsi sulla competenza, stabilendo se a giudicare i due soldati dovrà essere un tribunale di quel Paese o giudici italiani
Ecco la settimana decisiva Sulle norme internazionali si starebbe consumando un duello tutto italiano tra ministero degli Esteri e della Difesa di Gianni Fraschetti ono ormai passati quasi nove mesi ma la situazione dei due marò è ben lontana dall'essere risolta. Questa settimana, l'8 novembre, l'Alta Corte indiana dovrebbe, il condizionale e’ d’obbligo, pronunciarsi sulla competenza, stabilendo se a giudicare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dovrà essere un tribunale indiano o, come invece prevedono le leggi internazionali, dei giudici italiani. La faccenda è molto più complicata di quanto non appaia a prima vista ed in ballo non sono solo le norme internazionali che regolano le missioni all'estero ma e’ anche il diritto marittimo ad essere investito dalla vicenda. E proprio su questo fronte si starebbe consumando un duello sotterraneo tutto italiano. Tutto a casa nostra, tra i Dicasteri degli Esteri e della Difesa. In ballo c'è la responsabilità di aver lasciato che l’ordine dell’armatore (F.lli D’Amato) di acconsentire alla richiesta della Guardia Costiera del Kerala fosse eseguito e che la nave entrasse in acque territoriali indiane, permettendo quindi che la giurisdizione sul caso diventasse, di fatto, del Paese asiatico. Un'azione che ha spalancato le porte all'arresto di Latorre e Girone. Terzi si deve alla fine essere reso conto che questo aspetto, per nulla insignificante, e’ il fulcro sul quale ruota tutta la vicenda ed inevitabilmente finira’ col divenire il nodo scorsoio della corda che ormai ha intorno al collo. Ben indirizzato dai suoi consulenti esterni, che sono poi quelli che hanno fin qui gestito le cose, si sta dunque guardando intorno per associare questa idiozia ad un altro nome. Nonostante la lettera di Di Paola al Giornale con la quale l’ Ammiraglio ha difeso la linea del Governo, assumendosene quota parte la paternita’, sotto, sotto le cose non stanno esattamente cosi’ e fonti militari continuano insistentemente a sussurrare che non solo tra il ministero della Difesa e quello degli Esteri c’e’ parecchia “maretta” da quando questa storia e’ cominciata ma che alla Farnesina, ultimamente, si starebbe addirittura cercando un "capro
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espiatorio" proprio tra i militari, tra coloro che al momento dei fatti sono stati coinvolti nella gestione del caso, dando il via libera all'attracco della nave nel porto indiano. La qual cosa, oltre a non essere vera ( la Marina ha richiesto piu’ volte che la Lexie tirasse dritto), ha fatto letteralmente infuriare i vertici delle nostre Forze Armate, ormai consapevoli di avere praticamente il vuoto pneumatico alla guida del Dicastero degli Affari Esteri. A riprova di cio’, infatti, l'unico risultato ottenuto dalla nostra diplomazia in nove mesi è stato quello di siglare, lo scorso agosto, un accordo bilaterale con l'India, che prevede uno scambio di prigionieri: il nostro Paese restituirebbe all'india i suoi circa cento connazionali nelle nostre carceri e in cambio otterrebbe il rimpatrio dei circa quindici italiani detenuti in India, tra i quali appunto i due maro’. Questa intesa, che era peraltro in trattativa da circa dieci anni, ha creato ulteriori malumori nell’ ambiente militare, in quanto assolutamente "poco onorevole". I due Fucilieri tornerebbero infatti da detenuti, per scontare in Patria la pena inflitta dal tribunale indiano ed inoltre i detenuti indiani in Italia sono tutte persone condannate per reati comuni, dunque non paragonabili a militari che avrebbero dovuto godere dell’immunita’ funzionale e la cui colpevolezza, peraltro, è tutta da accertare. E non dovrebbe essere un Tribunale indiano a farlo, anche perche’ sull'eventuale giudizio pesano ormai fin troppe ombre. Molte delle prove sono state infatti "inquinate": dal peschereccio, lasciato colpevolmente affondare, alla perizia balistica, platealmente e grossolanamente modificata con il bianchetto dopo che la prima versione scagionava i due militari, considerata l'incompatibilità tra il calibro dei proiettili che hanno ucciso i due pescatori e quello delle armi in dotazione ai Fucilieri del San Marco imbarcati sulla Enrica Lexie. Il malessere nel mondo militare dunque continua a crescere. Qualcuno, a proposito della Festa del 4 novembre, ha fatto notare che nelle trasmissioni Rai non sono stati neppure menzionati Latorre e Girone.
"Di cosa avevano paura? Di un rigurgito di italianità ? Non vogliono far crescere l'amor patrio, perlomeno non troppo. Non devi diventare nazionalista, devi diventare europeista. Io mi sento italiano invece e l'onore dell'Italia lo stanno portando in alto i nostri Leoni, non questi politici burocrati e corrotti" e’ il messaggio di un militare su uno dei tanti gruppi su Fb. Molto più duri, poi, coloro che criticano l'intesa con l'India: "E' un accordo ignobile: almeno nella Seconda Guerra mondiale si scambiavano soldati per soldati, oggi vogliamo scambiare i nostri due militari con ladri, spacciatori e papponi ". Ad aggravare comunque la situazione vi e’ anche un certo distacco dalla vicenda da parte dell’opinione pubblica. Questa storia non ha mai calamitato una grande attenzione, ne’ ci sono mobilitazioni, salvo sporadiche manifestazioni, regolarmente passate sotto silenzio per non aggravare una situazione gia' difficile e delicata per il Governo. Di fronte alle prime manifestazioni, lo scorso aprile, per sensibilizzare le istituzioni e chiedere da parte nostra un atteggiamento diverso e piu' deciso sul caso, lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano, che ricordiamo e’ anche il Capo delle Forze Armate, se ne era uscito con una stupefacente dichiarazione, "Se qualcun'altro, oltre a mettere striscioni, ha delle idee, aspettiamo di conoscerle". Veramente da rimanere allibiti. A quel punto Andrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa.it, aveva ipotizzato, provocatoriamente, un blitz con sommergibili, agenti dell’ AISE ed incursori per liberare i maro'. Un argomento assolutamente taboo e che non deve essere nominato in nessun modo perche’ terrorizza il nostro Governo solo a farne un vago cenno. E cosi’ viene fatta girare insistentemente la voce che un colpo di mano non e’ possibile, e’ ben oltre le nostre capacita’ militari e gli indiani diventano nell’immaginario dei super soldati muniti delle piu’ recenti diavolerie tecnologiche. Nulla di piu’ falso ma zia Titina, ovvero la media della nostra opinione pubblica, ci crede. Lo potremmo tranquillamente fare invece ma qualcuno nei Palazzi del potere se la fa ad-
dosso solo a pensarci ed allora ben vengano i super invincibili rambo indiani. Ora, pero', almeno nel mondo militare, la misura sembra essere colma. "Sono sempre stato orgoglioso - scrive un soldato su Facebook - e senza vergogna di essere italiano. Ma ora il mio orgoglio vacilla e la vergogna incalza". Frasi dure, accompagnate da giudizi ben poco lusinghieri sui ministri Terzi e Di Paola e sui Presidenti Monti e Napolitano. Insomma molti sono disattenti ma coloro che stan-
no seguendo con apprensione la vicenda di Latorre e Girone stanno schiumando di rabbia per l’atteggiamento italiano e vorrebbero una energica reazione ufficiale del nostro Paese. Fin dall'inizio, pero', il sottosegretario agli Esteri, De Mistura, lo aveva detto: "Prepariamoci a tempi lunghi", lasciando intendere che l’elemento decisivo in questa contesa sarebbe stata la pazienza. Di mesi pero' ne sono passati quasi nove, qualcosa come duecentosettanta giorni. Tanti,
troppi anche per le famiglie dei due fucilieri, che vivono ogni giorno con l'ansia di ricevere notizie. Persone che in tutte queste interminabili settimane, scandite da continui rinvii, hanno mantenuto un "basso profilo", hanno aspettato in silenzio, con una compostezza, un orgoglio, un riserbo che fa loro onore. Un modo di comportarsi ormai desueto in questa Italia sempre piu’ in bilico tra l’eterno carnevale di sempre ed una quaresima che si preannuncia senza fine.
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Martedì 6 novembre 2012
Esteri Entrambi i candidati sono al 47,6%, non resta che aspettare il responso odierno
Elezioni Usa
Obama-Romney: è andata così Ecco la cronistoria da quando la campagna elettorale è entrata nel vivo fino ad oggi di Federico Campoli a campagna elettorale americana si è accesa negli ultimi due mesi. Per quasi tutti i mesi precedenti, è stato Obama a condurre i giochi, tenendosi a debita distanza dal suo rivale. Mitt Romney invece si ritrovava alle prese con le reazioni suscitate dalle sue innumerevoli gaffes, oltre che alle sue posizioni spesso poco popolari sui temi sociali. il presidente USA teneva in pugno il suo rivale. Almeno fino al primo dibattito televisivo del 3 Ottobre. In quell’occasione Romney si rivela brillante, mentre il presidente è eccessivamente pacato, poco chiaro e prolisso nell’esposizione. A testimonianza del successo del repubblicano, varie vignette satiriche lo hanno ritratto mentre teneva il suo confronto contro una sedia vuota. I sondaggi hanno rivelato che il 67% degli americani hanno preferito la performance di Mitt Romney. Mai nessun candidato alla presidenza aveva riscosso tanti consensi in un confronto tv. Quello è stato il momento i cui la campagna elettorale si è accesa. Obama ha cominciato a perdere consensi e la forbice tra l’uno e l’altro candidato si è ristretta bruscamente. Specialmente negli swing States, dove Romney ha ricominciato a prendere piede. I nove punti percentuale che dividevano i due avversari sono scomparsi rapidamente e in pochi giorni il mormone affianca Obama. Già dopo una settimana Mitt Romney era in vantaggio. Ma gli entusiasmi dei repubblicani non sono durati a lungo. Due settimane dopo il 3 Ottobre, si è tenuto un nuovo dibattito televisivo tra Paul Ryan, vice candidato alla presidenza per Romney, e Joe Biden, attuale vice presidente per Obama. Il mormone aveva molto puntato sul suo candidato durante tutta la campagna e non sono stati pochi i problemi che Ryan è riuscito a risolvere per suo conto. Eletto a sex symbol delle elezioni 2012, il candidato alla vicepresidenza è stato uno dei principali motivi del successo di Romney. I repubblicani avevano la prima vera occasione per portarsi in netto distacco dai democratici. Ma l’impresa non riesce. Biden fa di tutto per oscurare la prestazione del repubblicano. Obiettivo andato a buon fine o quasi. Ryan resiste all’irruenza del suo rivale. L’esito del confronto ha poi rivelato un sostanziale pareggio, anche se l’opinione pubblica tendeva a favorire
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il repubblicano. Ma da quel momento si registra un lieve recupero da parte dei democratici e Biden riesce a garantire un attimo di respiro ad Obama. La partita era aperta. Continuano i comizi per i vari Stati americani. Romney recupera lentamente nei più importanti. Virginia, Iowa, Colorado, Nevada, North Carolina e soprattutto Florida, dove tutt’ora è in vantaggio.
ROSSO e NERO USA MA NON GETTA a semplicità del sistema politico americano ha qualcosa di piacevolmente riposante. O da una parte, o dall'altra, con illuminante chiarezza. Soprattutto per noi italiani, abituati a defatiganti bizantinismi le cui astrusità sfuggono, ormai, anche ai nostri politici di professione. Prendiamo queste elezioni. Da una parte c'è un miliardario caucasico che da mesi proclama che la Ricetta per uscire dalla crisi è più libero mercato, per la politica interna, e che all'estero gli Stati Uniti devono tornare a mostrare le unghie; dall'altra parte un presidente in carica che certamente ha deluso chi sperava in un messia, ma mantiene fermo il principio che il governo produce, eccome, posti di lavoro, molti irrinunciabili (poliziotti, infermiere, etc.), e che in politica estera allargare e condividere è meglio che attaccare e farsi sotto. Billy Kid sta dalla parte di quello “abbronzato”. Billy Kid
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egli USA si assiste a una sorta di derby N dove tu che sei democratico stai lì, io che sono repubblicano resto qua. Poi tutto finisce, e per quattro anni nessuno si ricorda più del duello fra l’elefante e l’asinello (rima!). Quest’anno gli esperti trovano analogie fra le imminenti elezioni e quelle del 2000. I meno esperti, tipo i passeggeri degli italici bus, o i frequentatori dei corridoi delle italiche aziende, sperano nella vittoria di Obama, come del resto fanno nei confronti di ogni candidato democratico. Quello repubblicano è sempre brutto, sporco e guerrafondaio. Per i maggiori conflitti del Novecento in cui gli USA sono rimasti coinvolti, a decidere di entrarci è sempre stato un presidente democratico e, nel caso di Corea e Vietnam, furono poi quelli repubblicani, bene o male, a terminarli. Per quello in Afghanistan sarà un democratico a restituire la cortesia? Pat Garrett
L’ex governatore del Massachussets picchia duro su economia e politica estera. Il 16 Ottobre è la data del nuovo confronto televisivo tra i due candidati alla presidenza. Questa volta Obama non si fa cogliere impreparato riuscendo a schivare gli attacchi del suo avversario. Quando Romney lo attacca sulla politica estera, in particolare sulla gestione dell’assalto all’ambasciata di Bengasi, Obama prontamente dimostra come il proprio comportamento fosse stato consono alle circostanze. Anche Hillary Clinton, Segretario di Stato, è intervenuta a difesa del presidente assumendosi la responsabilità per l’accaduto. Un bel carico in meno per Obama. Alla fine Romney commette un passo falso. Parla di “raccoglitori pieni di donne”, riferendosi alle liste di donne in attesa di essere selezionate per la formazione di un eventuale nuovo governo. Ma la gaffe è stata lanciata ed il web è spietato. Obama esce vincitore dal secondo dibattito. Ma questo non sembra fermare l’avanzata del repubblicano che, con molta fatica, va avanti. Nel frattempo cominciano le prese di posizione anche da parte di volti noti, specialmente divi del cinema e rockstar. A livello internazionale Obama piace a Chavez ed Erdogan, mentre Netanyahu ammicca a Romney. Ma non solo le stelle di Hollywood o i politici si sono limitati a prendere posizione. La banca d’affari Goldman Sachs decise, pochi giorni prima del secondo confronto presidenziale, di donare 1,8 milioni di dollari a Mitt Romney, mentre ad Obama ne ha lasciati 136.000. Questo perché l’inquilino della Casa Bianca non aveva seguito alcune direttive caldamente consigliate dai membri della banca.
Le ultime settimane hanno visto un presidente in lento recupero nei sondaggi. Ma il suo avversario non vuole mollare. Infine arriva la data del terzo ed ultimo dibattito televisivo tra i due candidati alla presidenza. Mitt Romney ha la sua occasione per dimostrarsi brillante e presidenziale come nel primo confronto. Occasione che fallisce miseramente. Proprio quando era necessaria aggressività e spregiudicatezza, il repubblicano preferisce rimanere pacato per tutta la durata della disputa, mentre è Obama a rivelarsi presidenziale e sicuro di sé. Non sono poche le testate giornalistiche che il giorno dopo mostrano il conto di quante volte il mormone abbia detto “ sono d’accordo”. Inoltre il governatore del Massachussets non si smentisce. Anche questa volta gestisce male l’argomento degli armamenti e si fa cogliere impreparato dall’ironia del presidente. “Abbiamo meno navi che nel 1916” argomentava Romney. “ Se è per questo abbiamo anche meno cavalli e baionette” secca la risposta ironica del democratico. Scontata la satira su internet. L’unico che riesce a riportare la situazione alla normalità è stato Paul Ryan, che ha insistito sulla necessità di una forte marina militare. Gli ultimi dati danno i candidati in esatta parità. 47,6% la quota secondo la media dei sondaggi. Bisognerà vedere se il lieve aumento del tasso di disoccupazione, dal 7,8% al 7,9%, porti buone o cattive notizie per il presidente, che comunque vanta la creazione di 171.000 posti di lavoro. Romney è già partito all’attacco. Non resta altro da fare che aspettare la sera del 6 novembre per sapere cosa ha deciso l’America.
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Martedì 6 novembre 2012
Economia
Allerta rossa per l’Italia con occupazione e consumi ai minimi storici
L’Istat: arriva un altro biennio nero E l’Ocse conferma le previsioni negative del nostro istituto di statistica
rrivano dati tutt’altro che rassicuranti come quelli dell’Istat su occupazione e consumi. “La caduta del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire,”- sottolinea allarmato l’istituto nazionale di statistica - “ con intensità sempre più contenute, fino al secondo trimestre del 2013: la durata della crisi attuale supererebbe così sia quella del biennio 2008-2009 sia quella del periodo 1992-1993.” Si prevede perciò per gli italiani un altro
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biennio nero, fatto di sacrifici e restrizioni. Tra significative riduzioni del reddito, con conseguenze negative sul tasso di risparmio e probabilità di investimento da parte delle imprese sempre più basse, l’unico futuro che adesso si prospetta per il mercato italiano si fonda sul deterioramento del potenziale d’acquisto, la caduta dei margini di profitto e bassi livelli di capacità utilizzata e delle difficoltà dal lato della domanda. “L’attività economica nella seconda metà del 2012”- pro-
Susanna Camusso dopo il caso Pomigliano chiede al Governo una legge sulla rappresentanza
Soccorso Rosso La CGIL accetti di applicare l’articolo 39 della Costituzione
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l Segretario Generale della CGIL dalle colonne del Corriere delle Sera chiede al Governo di “avere coraggio” e di fare una “legge sulla rappresentatività” perché “quello dei diritti è un problema fondamentale della nostra democrazia”. Sull’ultima affermazione relativa ai diritti e alla democrazia non possiamo che essere d’accordo con la Camusso ma….di ma ce ne sono moltissimi e vediamo di analizzarne alcuni evidenziando anche i “distinguo” che ci separano dal ragionamento della Camusso. Cominciamo dal fatto che la Camusso parla di democrazia deflorata solo quando si toccano i lavoratori tesserati alla FIOM. Pochi giorni fa abbiamo parlato del caso Fiat di Pomigliano sia relativamente alla sentenza che obbliga l’azienda ad assumere lavoratori che hanno una specifica tessera sindacale sia in ordine all’assurda posizione assunta da Re Marchionne con la sostituzione dei 19 lavoratori da licenziare per bilanciare l’assunzione dei 19 iscritti FIOM. Ribadiamo fino alla noia che non possiamo accettare l’assurda presa di posizione di Re Marchionne confermando la nostra posizione di solidarietà a tutti coloro che al momento sono fuori dello stabilimento di Pomigliano e che ricordiamo sono molti di più di quelli che sono dentro. Detto questo pensiamo che la questione della rappresentatività non può essere affidata sempre alla Magistratura ma deve essere al centro delle relazioni industriali. Concordiamo con Susanna Camusso che la Legge debba regolare, dal punto di vista giuridico, i Diritti sindacali sia delle singole Organizzazioni ma soprattutto i Diritti e le libertà dei singoli lavoratori. Non possiamo però esimerci di ricordare al Segretario Ca-
segue l’Istat- “sarà contrassegnata da un andamento ancora in flessione, sia pur secondo ritmi significativamente meno intensi rispetto al primo semestre. Il Pil diminuirebbe del 2,3% in media all’anno, a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna(-3,6 punti percentuali, circa il doppio rispetto al 2011)”. La situazione non migliora per quanto riguarda l’export che dipende in larga misura dalla domanda internazionale: ”Nel 2013 la domanda estera proveniente
dai mercati dell’Unione Europea, dovrebbe mostrare soltanto un moderato miglioramento a seguito di una ripresa dei livelli di fiducia “- afferma sempre l’Istat- “ mentre le economie esterne all’area UE guiderebbero ancora l’evoluzione del commercio internazionale. Nel 2012, le importazioni complessive si ridurrebbero in misura significativa(-7,9%), riflettendo la drastica riduzione dei consumi privati e degli investimenti e la frenata dell’export”. In forte calo secondo l’istituto nazionale di statistica anche la spesa per consumi:” La caduta del reddito disponibile, il clima di incertezza percepito dai consumatori e l’attuazione di misure di politica economica volte al consolidamento dei conti pubblici penalizzerebbero la spesa per i consumi. La spesa privata per i consumi registrerebbe nell’anno in corso una contrazione del 3,2% e anche nel 2013 la spesa dei consumatori risulterebbe in calo(0,7%), a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza del reddito disponibile”. Sulla stessa linea d’onda anche l’Ocse( Organizzazione
musso che l’articolo 39 della Costituzione Italiana recita: “L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce. Ora questo è uno degli articoli della nostra Carta Costituzionale più disattesi e mai applicato e, si cerchi di capire, l’unico che lo sta attuando è Marchionne . Infatti se tale norma Costituzionale venisse attuata costringerebbe le Organizzazioni Sindacali a dichiarare realmente i propri iscritti non con autocertificazioni ma con deleghe reali depositate presso gli Uffici del Lavoro e magari risulterebbe che solo meno del 30% dei lavoratori italiani sono iscritti ad un sindacato. Vogliamo altresì far presente che una Legge dello Stato che regola la rappresentanza esiste da oltre 40 anni ed è la Legge 300 del 20 maggio 1970 nota come Statuto dei Lavoratori. Una Legge voluta dall’allora Ministro Brodolini e scritta di pugno dal Professor Gino Giugni che certo di destra non erano. Eppure, nonostante quella Legge che detta le “regole” per attuare la libertà sindacale nelle aziende, ricordo alcuni casi, ma ce ne sarebbero tanti altri da citare, in cui proprio la CGIL in consociazione con UIL e CISL, cercavano di impedire alla Cisnal di operare nelle fabbriche. Alcuni esempi: la FATME di Roma o l’Unicem di Guidonia dove alla CISNAL, pur raccogliendo centinaia di deleghe reali, veniva impedito l’esercizio sindacale perché i lavoratori che vi aderivano erano considerati “fascisti”. E rimanendo in FIAT si ricordi la Segretaria Camusso che il primo rapito delle brigate Rosse a Torino fu Bruno Labate segretario della Cisnal metalmeccanici proprio in FIAT. Di fronte a quelle discriminazioni eravamo costretti a ricorrere alla Magistratura ma si trattava di Diritti primari. Quando però non ci piaceva qualche accordo a perdere firmato dalla triplice non firmavamo e andavamo per la nostra strada senza chiedere al Governo, che comunque non ci avrebbe ascoltato, nessuna Legge speciale. Riteniamo che il Governo si debba impegnare per risolvere una vertenza che vede come vittima non la CGIL ma un intera comunità: quella di Pomigliano ma non riteniamo che ci sia bi-
per la cooperazione e lo sviluppo): il segretario generale Angel Gurria ha di recente lanciato moniti all’Unione Europea e in particolare all’Italia sui possibili e persistenti rischi per l’economia nel mercato attuale: “Il calo di oltre 200 punti dello spread dell'Italia è abbastanza importante"- afferma Gurria – “ è necessario mantenere sui mercati un'allerta credibile con la possibilità di attivare l'aiuto Ue e Bce: il bazooka va caricato e puntato, e, se serve, attivato. Sul fronte delle riforma fiscali in Italia, l'economista auspica la riduzione del cuneo fiscale che "ridurrebbe il disincentivo a creare posti di lavoro" e la promozione della lotta alla corruzione "che va combattuta al massimo. Ognuno, non solo l'Italia, faccia la sua parte contro l'evasione fiscale, una maledizione che dobbiamo tutti combattere “. Nonostante le notizie negative provenienti da più fronti il premier Monti continua a essere fiducioso nell’operato dei propri ministri: ''E' necessario guardare all'Europa come a una regione in trasformazione.”- afferma il premier- “Questa trasformazione nel breve termine può significare una crescita
più moderata. Ma, nel medio lungo termine, sono sicuro, l'Europa emergerà da questo processo come un partner più forte. Anche negli ultimi 12 mesi avremmo potuto crescere di più, ma ciò avrebbe significato indebolire l'inderogabile processo di risanamento delle finanze pubbliche; per questa ragione, abbiamo dovuto adottare una serie di misure drastiche''. A sostenere il governo italiano nella sua ardua impresa anche Papa Benedetto XVI che viene definito da Monti un “ cittadino del mondo ma in questo momento di crisi, la sua storia di europeo, tra Germania, Italia e gli altri paesi, è un sostegno importante, direi concreto ed operoso, all’Italia e al recupero d valori che il governo italiano, in armonia con il Presidente Napolitano, cerca di installare nel dialogo europeo, anche quando si disegna il futuro economico”. Conclude Monti: ” E’ un sostegno quello che Benedetto XVI ci da in questo momento difficile impegno, che nel tempo sarà sempre più riconosciuto”. Che i tecnici debbano affidarsi a un miracolo? Francesca Ceccarelli
sogno di una Legge se non nell’ambito del rispetto dell’articolo 39 della Costituzione. Non il Governo, ma la Camusso “abbia il coraggio” di accettare questa forma di supporto Governativo magari collegato sempre con l’altro articolo della Costituzione, il 46, che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. O si percorre questa strada o si torna agli anni in cui la sinistra proteggeva tutti coloro che venivano arrestati per atti di vandalismo con i famosi avvocati di “Soccorso Rosso”. Massimo Visconti
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Martedì 6 novembre 2012
Banchi vuoti Problemi in aula
Roma
Infiltrazioni dal tetto ad una media della Giustiniana: pericolo per l’impianto elettrico, alunni e personale evacuati dai vigili del fuoco
Topi e acqua, abbasso la scuola Derattizzazioni in serie al Trullo, ma i roditori non se ne vanno: mamme sul piede di guerra l pericolo viene dall’alto, sotto forma di infiltrazioni. Oppure dal basso, con le sembianze poco rassicuranti di grossi ratti. Fatto sta che il risultato è sempre lo stesso: i cancelli delle scuole restano chiusi, l’attività didattica si ferma, gli equilibri delle famiglie stravolti nella loro quotidianità. Per le scuole romane, in effetti, è un periodaccio. L’ennesima prova se n’è avuta ieri alla Giustiniana. La scuola media statale di via Maurizio Giglio, è stata fatta evacuare nella mattinata di ieri dai vigili del fuoco. Il rischio in effetti non era trascurabile: le infiltrazioni di acqua dal tetto, scoperte e immediatamente segnalate dal personale, avrebbero potuto raggiungere l'impianto elettrico. Esclusi invece, almeno per adesso danni strutturali, anche se pare chiaro che le infiltrazioni sono state causate dalle piogge insistenti dei giorni scorsi. E la palla adesso passa al Comune, che dovrà intervenire per riaprire il plesso nei tempi più brevi. Intanto un altro caso è scop-
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piato al Trullo. Già la scorsa settimana presso l’asilo nido comunale “La bussola d’oro” erano stati rinvenuti i segni inequivocabili della presenza di topi. Vi è stato un primo intervento di disinfestazione, seguito da due giorni di stop dell’attività didattica. Venerdì però, quando i bambini sono tornati a scuola, le educatrici sono state costrette a rimandarli a casa perché nelle aule erano ancora presenti numerosi escrementi. E l’incidente si è ripetuto ieri mattina. Anche qui, scene di rabbia dei genitori e in particolare la mobilitazione delle mamme del comitato di gestione. Sconsolato il Presidente del XV Municipio Gianni Paris. “Se serve la derattizzazione sarà ripetuta fino a quando il problema non sarà risolto, purtroppo l’asilo è circondato da un terreno che si presta all’insediamento di topi”. Lo stesso Paris ha confermato che la presenza di topi è denunciata anche in altre scuole del territorio”.
Furti e contraffazioni, arresti e sequestri Ben sedicimila capi d’abbigliamento griffati con marchi d’alta moda italiana sono stati individuati e sequestrati dalla Guardia di Finanza in un magazzino di Tor Cervara. Le Fiamme Gialle sono giunte alla centrale dello smercio del materiale taroccato partendo dalle tracce lasciate dall’attività illecita di alcuni negozi del centro, setacciati nei giorni scorsi. Secondo gli inquirenti l’ingente quantitativo di capi di moda, ovviamente di qualità scadente tanto da garantire sia un prezzo bassissimo rispetto agli originali, sia ampi margini di guadagno per i contraffattori, era destinato a rivendite dell’hinterland. Due cinesi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Roma, per il reato di frode in commercio ed importazione di merce con marchi di fabbrica contraffatti. Topi d’appartamento beccati mentre stavano per entrare in azione al Trionfale dai carabinieri. Un rumeno di 41 anni è stato beccato mentre già si era introdotto in un villino di via Carini, un albanese di 25 anni anch’egli nel giardino di un’abitazione di via Caldonazzo. Per entrambi ci sarà rito direttissimo.
Robert Vignola
T A V O L I N I S E LV A G G I , I E R I L A S E R R A T A
Commercianti contro Sovrintendenza Il Comune tenta la mediazione Non è solo il presidente Corsetti (I Municipio) il nemico numero uno dei manifestanti ommercianti sul piede di guerra per quella che sembra essere una situazione senza via d’uscita. La battaglia che stanno portando avanti ormai da un anno i residenti e il presidente del I Municipio Orlando Corsetti contro i tavolini selvaggi nel centro storico di Roma, oltre ad alimentare il conflitto con i ristoratori, non sta portando a risposte concrete. Nei mesi si sono susseguiti tavoli tecnici e di confronto tra comitati, amministratori comunali ed esercenti, ma ogni soluzione proposta sembrava scontentare quella o quell’altra categoria. Tanto che al giorno d’oggi i tavolini con dehors rimossi, nelle zone di piazza Navona, Piazza delle Coppelle, Campo de’Fiori e altre vie storiche della capitale (in tutto 39), sono meno del 20% di quelli totali. Molti dei quali perché non rispettavano il codice della strada e i vincoli di tutela dei Beni Culturali. Una misura che ha messo in agitazione sia i residenti, determinati a portare ancora avanti la loro crociata, sia i commercianti esasperati da questo continuo “intralcio alla loro attività”. Motivo per cui nella giornata di ieri hanno indetto una protesta che li ha portati ad abbassare le saracinesche dei locali in Piazza Navona, Campo de’ Fiori e piazza della Rotonda. La manifestazione si è poi conclusa in piazza del Pantheon con titolari di aziende e dipendenti in pettorina rossa e slogan: «Chiudere oggi, per non chiudere domani per sempre». La paura dei lavoratori, infatti è proprio questa, come spiega Il portavoce del Cadar e presidente dell’Associazione operatori economici del centro storico e dell’associazione Navona 2003, Guido Campopiano: “Siamo stanchi di essere tormentati, da oltre sette anni, per l’esercizio di un diritto: l’occupazione di suolo pubblico. I nostri sono tavolini onesti che servono a pagare gli stipendi – e conclude – questa situazione va avanti
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da troppo tempo”. Una mediazione tra le parti sta provando a portare avanti l’assessore capitolino alle Attività Produttive, sempre sensibile alle problematiche e alle esigenze dei commercianti, (un po’ meno a quelle del decoro) Davide Bordoni, affermando che l’amministrazione sarebbe “disposta a ridiscutere i vincoli” stabiliti dalla commissione congiunta Mibac-Campidoglio, concertando una “nuova revisione dei piani”. Proposta bocciata senza appello dal sovrintendente ai Beni Culturali, Umberto Broccoli, il quale liquida definitivamente la questione: "Tutto ciò che non è autorizzato dal ministero per i Beni culturali e dal Comune viene rimosso". Intanto a dare un’idea di quale sia la posizione dell’amministrazione capitolina ci ha pensato anche il presidente della commissione alle Attività Commerciali Ugo Cassone, il quale ha preso parte alla protesta a piazza del Pantheon: “Non posso che condividere le perplessità dei commercianti – afferma - è dall’anno scorso che il minisindaco Corsetti, infatti, ha invocato una vera e propria crociata contro gli esercizi commerciali del I Municipio, favorendo un clima di tensione senza precedenti tra operatori e cittadini”. Secondo Cassone quindi “è doveroso ricercare la massima chiarezza nelle norme che regolano la materia del contendere, dagli arredi urbani fino alle occupazioni suolo pubblico, in maniera tale da non mettere in contraddizione la tutela del decoro e della bellezza della città con le sacrosante esigenze di tutela del posto di lavoro per tanti padri di famiglia, che si vedono minacciati dalle restrizioni degli spazi a disposizione delle attività commerciali”. Ugo Cataluddi
HERPES di Luca Casciani
Italianità a Torpignattara: dietro il “tranvetto” niente Per capire quanto sono cambiate le nostre città, posso fare un esempio che riguarda Roma ma che può essere riportato ovunque. Basta fermarsi all’incrocio tra via Casilina e Via di Torpignattara guardando la gente che attraversa: africani in abito tradizionale, donne indiane con il sari, cinesi piccoli e loschi, bengalesi con tunica d’ordinanza… Basta un minimo di disattenzione per immaginare di trovarsi nel bel mezzo di un carnevale!!! Se va bene, la percentuale di autoctoni arriva al 10, forse 15%... E chiaramente questa variegata umanità compra merci alimentari e non in una miriade di piccoli negozi etnici che, nel corso degli anni, sono andati via via soppiantando le attività italiane. La triste realtà è che la Torpignattara popolana e popolare cresciuta negli anni ‘50 con l’arrivo a Roma di marchigiani, abruzzesi ed umbri oggi ha lasciato il posto ad un pezzo di oriente attraversato dal “tranvetto delle Ferrovie Laziali”, ultimo baluardo di un quartiere che non esiste più. Ma come fanno i bengalesi ad essere così tanti? Il trucco è semplice ma serve la complicità anche di parecchi furbetti italiani. Un bengalese in
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regola con i documenti affitta un appartamento, con regolare contratto, ad un prezzo doppio rispetto a quello di mercato, diciamo 1800 euro invece di 900 così da evitare eventuali lamentele da parte del proprietario. In 80 metri quadrati, grazie a brandine e letti a castello, si possono ricavare 30 posti letto. Ora se moltiplichiamo questi 30 per 200 euro, costo individuale, i conti sono presto fatti: 6000 euro meno 1800 fanno 4200 euro di guadagno netto per il conduttore dell’immobile. Così sembra un affare per tutti: il proprietario, l’affittuario ed i bengalesi che pagano poco per dormire in situazioni vergognose ma sempre migliori di quelle che hanno lasciato a casa loro. Qualcuno ci perde? Certo: perde valore immobiliare la zona, perdono tranquillità i vicini, perde identità il quartiere. Ed alla fine, un altro pezzo della nostra città, finisce in mano a chi prende solo senza dare nulla Luca Casciani, ogni mattina, dal Lunedì al Venerdì, dalle 10.00 alle 13.30 su RTR 99 Radio Ti Ricordi www.rtr99.it
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Martedì 6 novembre 2012
Lazio
Tor di Quinto
La Regione
Ippodromo militare
Prove tecniche di ripresa
Domani dalle 10 alle 12
Una giornata insieme alle associazioni d’arma A compendio del 4 Novembre un’iniziativa per consolidare la continuità tra le generazioni na coda virtuosa alle celebrazioni del 4 Novembre avverràdmani, dalle 10 alle 12, presso l’Ippodromo Militare“ Generale Pietro Giannattasio” a Tor di Quinto, quando avrà luogo la Giornata delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Roma, si prefigge gli scopi di tenere vivo nella cittadinanza il culto della Patria e l'attaccamento alle Forze Armate, di affermare la solidarietà fra società civile e le Forze Armate quale compendio delle celebrazioni ufficiali del 4 novembre, di consolidare la continuità tra i militari in servizio e in congedo valorizzando il senso della collettività e la coe-
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sione sociale ed infine di coinvolgere le scolaresche interessate all'evento. La manifestazione, cui parteciperanno numerosi soci delle Associazioni e studenti di Istituti scolastici Romani, prevede oltre che allo schieramento e sfilamento delle rappresentanze in armi delle Forze Armate e delle Forze di Polizia e dei sodalizi anche dimostrazioni di varie attività (concerti di fanfare e bande, episodio protezione civile, impiego di cani addestrati) integrate dal Carosello Storico dei Granatieri di Sardegna e da una esibizione equestre del Reggimento “Lancieri di Montebello”. A darne notizia sono gli stessi organizzatori.
Collepardo
Rischio idrogeologico, la Ciociaria fa paura l grido d’allarme del presidente dell’ordine dei geologi del Lazio, cui proprio sabato sorso Il Giornale d’Italia ha dato voce, non è rimasto del tutto inascoltato. A confermare i rischi di un dissesto idrogeologico crescente nella provincia di Frosinone, ci ha infatti pensato un masso di quaranta tonnellate, che dopo un viaggio di un centinaio di metri in ripida discesa si è schiantato nel bel mezzo di una strada provinciale e poi contro un ristorante, abbattendone un muro. Da più parti si
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Federlazio spera in Open Data: “Ma dipende pure dai Comuni” Il vice direttore Mocci: il bando regionale è un’opportunità per le piccole e medie imprese onquistare le opportunità offerte dal bando regionale Open Data. Federlazio ieri ha realizzato un incontro presso la propria sede per illustrare agli imprenditori intervenuti le caratteristiche dell’iniziativa. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il Direttore Generale di Filas, Laura Tassinari e il Vicedirettore Generale di Federlazio, Luciano Il Bando, realizzato dalla Regione Lazio per promuovere l’e-government da parte degli Enti Locali ed allo stesso tempo incentivare le imprese a creare applicazioni innovative, prevede la concessione di finanziamenti alle PMI di produzione e servizi in forma singola o aggregata ed a Consorzi di imprese.Il finanziamento è rivolto ad attività finalizzate a sviluppare, sulla base dei dati in possesso delle amministrazioni pubbliche (patrimonio informativo pubblico), software e servizi capaci di valorizzare l’open data, o a produrre cartografia, dati anagrafici, notizie farmacie e musei aperti, fino ai punti di raccolta differenziata nei comuni. Il finanziamento totale prevede
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è parlato di tragedia sfiorata, visto che il muro è collassato all’interno del locale, interessando l’area dove di lì pochi minuti si sarebbero accomodate otto persone. Ma la tragedia sfiorata deve essere considerata doppia, se si considera che il masso è piombato in strada, di domenica pomeriggio, quando magari in giro potrebbero esserci anche bus turistici diretti ad una delle tante mete da visitare di quell’angolo di Ciociaria. La strada provinciale Trisulti-Ponte dei Santi-Civita è tuttora chiusa in entrambe le direzioni di marcia a causa di una frana: rimarrà chiusa fino a quando non verrà tolto il masso, che è rimasto sulla strada, e non sarà stata completamente bonificata la zona sovrastante.
6 milioni di euro destinati alle imprese (Avviso Open Data Pmi) e 6 milioni di euro per gli Enti Locali (Avviso Open Data Pal). I contributi per le PMI saranno pari al 70% dell’investimento (con un tetto massimo di 150 mila euro) e al 75% per le aggregazioni di imprese (tetto massimo 200 mila euro). Per gli Enti locali, invece, il finanziamento sarà pari al 100% delle spese ritenute congrue ed ammissibili, con un tetto massimo di € 180.000,00.
“Siamo molto soddisfatti per questo bando che consentirà alle imprese della nostra regione nuove possibilità di investimento – ha dichiarato il Vicedirettore Generale di Federlazio, Luciano Mocci -. Auspichiamo che gli Enti Locali recepiscano al più presto questa opportunità ed invitiamo anche le aziende stesse a sollecitare i Comuni del proprio territorio in questo senso”. “Più forza al rapporto tra istituzioni e cittadini; realizzare strumenti di trasparenza e par-
tecipazione; offrire opportunità di business alle imprese. Questi sono, in sintesi, gli obiettivi principali dei due bandi Open data (PMI e PAL), - ha dichiarato il Direttore Generale di Filas, Laura Tassinari -. Grazie a queste due importanti iniziative ed all’approvazione della Legge sull’Open Data, il Lazio si pone all’avanguardia in Europa ed il linea con le recenti disposizioni nazionali (Agenda Digitale) in materia di dati aperti e di open government”. Robert Vignola
Roma
Fiumicino
Civitavecchia
Polverini torna al Sant’Andrea per cicli di cura
Pediatra in pensione, in 500 senza assistenza
enata Polverini è da ieri tornata all’ospedale Sant’Andrea di Roma per i problemi di natura clinica che l’hanno costretta al ricovero in agosto. Proprio, probabilmente, per evitare le polemiche che seguirono quel caso, con accuse piuttosto pesanti ed assolutamente fuori luogo da parte di esponenti della sinistra regionale, ieri la Regione Lazio è stata costretta a diffondere un comunicato stampa, nonostante si tratti evidentemente di una questione molto privata. Nella nota si rammenta che la Presidente Renata Polverini “è stata ricoverata questa mattina ieri per chi legge, ndr) presso l'ospedale Sant'Andrea per sottoporsi ad un ciclo di terapia radiometabolica, previsto dai protocolli medici ordinari, a seguito dell'intervento di asportazione dei due tumori alla tiroide subito lo scorso 25 agosto. È programmato, salvo diverse indicazioni dei medici, un ricovero di due giorni”.
Malore in conferenza stampa, primario muore in diretta
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otizia da terzo mondo e invece non lo è: cinquecento bambini lasciati senza pediatra. Dove accade tutto ciò? Nell’evoluta città di Fiumicino dove la Asl non ha ancora nominato un nuovo pediatra dopo l’entrata in pensione dell’attuale. A denunciare tale stato di cose il consigliere comunale William De Vecchis (Pdl) che ha presentato un’interrogazione urgente con allegato una richiesta per convocare il prima possibile in commissione politiche sociali i responsabili della Asl Roma D. “Una situazione che lascia perplessi.”- dichiara De Vecchis- “ Deve essere al più presto nominato un nuovo pediatra, ridistribuendo i piccoli utenti ad altre strutture. Auspico un immediato intervento degli enti preposti affinché questo disagio possa essere temporaneo. Quando si tratta di minori non possono essere tollerate distrazioni né tantomeno inefficienze”.
na tragedia in diretta, proprio nella sede della Asl. È quella avvenuta ieri mattina a Civitavecchia: il primario del reparto di oculistica del locale ospedale stava tenendo una conferenza stampa per presentare un progetto di prevenzione, quando ha accusato un malore. La conferenza è stata interrotta, l’uomo (il dottor Ettore Tito) è stato soccorso da alcuni colleghi presenti e trasferito d’urgenza in ospedale, dove però è spirato poco dopo. A stroncarlo, a quanto pare, è stato un aneurisma aortico. Il dottor Tito era peraltro da poco rientrato in servizio: durante un periodo di vacanze in Puglia, era stato aggredito da un branco di cani ed aveva riportato numerose fratture in seguito ad una caduta. Numerosi i messaggi di cordoglio. Dall’Asl Roma F il direttore aziendale Giuseppe Quintavalle ha espresso il suo cordoglio.
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Martedì 6 novembre 2012
Abruzzo
Protezione Civile: la Regione arruola i “Cavalieri di Malta” Siglato il protocollo d’Intesa per rendere l’organo più efficiente e capillare na Regione che ha fatto i conti con l’emergenza, sulla propria pelle, arruola nel sistema di protezione civile anche i “Cavalieri di Malta”. Il protocollo d'intesa che perfeziona il rapporto di collaborazione tra la Protezione civile della Regione Abruzzo e la Fondazione “Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta (Cisom)” in materia di protezione civile, è stato sottoscritto ieri a L'Aquila, dal Presidente della Regione Gianni Chiodi e dal Presidente della Fondazione Cisom, Narciso Salvo di Pietraganzili.
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L'accordo, secondo quanto si legge in una nota diffusa dalla Regione Abruzzo, prevede che le due istituzioni si impegnino nella realizzare di una struttura di protezione civile più efficiente e diffusa sul territorio regionale. La collaborazione tra la Regione ed il Cisom potrà anche riguardare ogni altro ambito di interesse, come le attività di anti incendio boschivo, nonché la prestazione di specifici servizi per i quali il Corpo Italiano di Soccorso presenta le necessarie capacità tecniche e professionali.
Digiti Arpal e compare un pinguino Brutto scherzo degli hacker in Liguria igiti Arpal sul motore di ricerca e appare il titolo di un indirizzo web in arabo e un pinguino. Brutto scherzo per tutti i liguri desiderosi di osservare l'evolversi dello stato di allerta 2 diramato dalla protezione civile sul levante fino alle ore 12 di ieri: proprio nelle giornate di massima allerta infatti è stato compiuto un attacco hacker ai danni dei siti dell’Arpal e di Meteo Liguria. Impossibile quindi verificare il meteo e consultare i bollettini: sia lo spazio web ufficiale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Liguria (Arpal) che quello meteoliguria.it risultavano inaccessibili tra l’altro ieri e ieri (domenica e lunedì). La pagina principale del portale è stata infatti “modificata” dai pirati informatici: su tale schermata, al posto della consueta “home”, è comparsa l’immagine di un pinguino inserito fra una scritta in arabo e l'indirizzo e-mail Crazy4acker. Accortosi del danno, già nella tarda mattinata di ieri, i portali risultavano “momentaneamente non raggiungibili”. Uno “scherzetto” se così si può definire, di pessimo gusto. Al di là della pura violazione ai portali, l’attacco è stato studiato proprio nei giorni in cui era stata sancita un'allerta di massimo livello su un'area della Liguria. Rendere non visibile, o comunque modificare, una pagina ufficiale dedicata alle previsioni meteo e alla prevenzione da rischi idrogeologici è un atto ignobile. E intanto che gli hacker fan danno è terminata l'allerta: pioggia e vento nella notte tra domenica e lunedì non hanno creato emergenze. Molte scuole sono rimaste comunque chiuse in via precauzionale in seguito allo stato di allerta con possibilità di temporali forti, anche persistenti e organizzati.
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Italia DAL CENTRO E DAL NORD
Continua la protesta dei lavoratori a Milano
Licenziamenti: il San Raffaele blocca la Tangenziale Est Il ministro Renato Balduzzi “Auspico che ci siano i margini per riaprire la trattativa” raffico bloccato dalla protesta dei lavoratori dell'ospedale milanese San Raffaele. Un folto gruppo di dipendenti, oltre mille secondo la Rsu, dopo essersi riuniti in un'assemblea all'esterno del complesso ospedaliero, si sono diretti verso la sulla tangenziale Est e hanno bloccato il traffico, per circa un'ora, su entrambe le corsie di marcia. Il blocco è cominciato alle 9.30, poi alle 10.10 è stata liberata la carreggiata sud, e una ventina di minuti dopo quella nord. Il gruppo di lavoratori del San Raffaele, dopo la protesta è tornato in via Olgettina, dove proseguir il presidio permanente di protesta. Il personale del comparto dell'Irccs fondato da don Luigi Verze' è infatti in presidio permanente giorno e notte da giovedì scorso, dopo l'annuncio della procedura di licenziamento per 244 lavoratori. Dall’Rsu hanno annunciato “una forma di lotta che durerà il tempo di tutta la trattativa”: giorno e notte. E l’obiettivo della protesta è far “ritirare la procedura di licenziamento per salvaguardare l'eccellenza dell'ospedale”. Il piano del San Raffaele punta
ad un risparmio di circa 10 milioni. Le precedenti proposte erano state respinte, tra cui quella di una riduzione degli stipendi del 10%. Chiamato in causa il ministro della Salute, Renato Balduzzi, auspica che ci siano dei margini per riaprire le trattative. “L'auspicio è sempre in questa direzione - risponde coì alla domanda sulla riapertura della
trattativa - fermo restando la legittimità delle scelte imprenditoriali e riorganizzative forse ci possono essere dei margini perché questo patrimonio non vada perduto. Per quanto concerne i licenziamenti è un discorso che va fatto istituto per istituto. Avevo auspicato che la trasformazione del San Raffaele fosse fatta mantenendone intatto il valore sia assi-
Bergamo
Pesaro Urbino
Imola
Abuso d’ufficio: indagato il cognato di Di Pietro
Imprenditore minaccia suicidio da una gru
Esplode un tubo, due operai feriti: uno è grave
abriele Cimadoro, parlamentare dell'Italia dei valori e cognato di Antonio Di Pietro, è indagato per concorso in abuso d'ufficio nell'ambito di un'indagine condotta in provincia di Bergamo, per la quale sarebbero state iscritte nel registro degli indagati in tutto 54 persone. Le ipotesi di reato vanno dall'abuso d'ufficio al falso ideologico e materiale, sino alla tentata concussione. Lo scrive oggi ''L'Eco di Bergamo''. La Procura di Bergamo sta indagando sui presunti favori di cui avrebbero goduto alcune licenze edilizie e su alcuni terreni che hanno cambiato destinazione d'uso. Per il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi, che coordina l'inchiesta, ci sarebbero state pressioni in municipio per indirizzare alcune pratiche. Cimadoro, titolare di una società immobiliare, in passato è stato assessore e consigliere comunale a Palazzago, cittadina al centro dell'inchiesta.
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on gli pagano la fattura, piccolo imprenditore edile minaccia il suicidio. Il 44enne marchigiano che ha ottenuto un subappalto in un cantiere di Fano (Pesaro Urbino), ma sostiene di non essere pagato da mesi, è salito ieri mattina su una gru con l’intento di gettarsi di sotto. Erano circa le 7.30, un'ora dopo l'uomo è stato convinto a scendere dai vigili del fuoco e da agenti del Commissariato di polizia. Per recuperarlo, è dovuta intervenire anche una squadra di pompieri munita di autoscala. L’uomo, in buone condizioni di salute ha spiegato le ragioni del suo gesto. Il titolare di un’impresa individuale che ha eseguito alcuni lavori nel cantiere fanese per conto di un’altra ditta ha spiegato alla polizia di aver maturato crediti per circa 100 mila euro con la società committente. La vicenda è al centro di un contenzioso legale, ma esasperato, l’uomo ha deciso di salire sulla gru, alta 20 metri, perché finora nessuno lo ha mai ascoltato.
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ncora un incidente sul lavoro. Due operai sono rimasti feriti, uno in modo grave, in un incidente alla Sacmi di Imola, multinazionale che da oltre 90 anni produce macchine per ceramica e packaging. L'incidente è avvenuto intorno alle 10.30 di ieri, quando l’operaio 25enne imolese, dipendente di una ditta di Mordano, era impegnato nella manutenzione di una macchina soffiatrice. In seguito all'esplosione di un tubo su cui stava lavorando, il giovane starebbe stato centrato in volto da un getto di pressione a 40 bar, riportando gravi lesioni. Soccorso sul posto, è stato poi trasportato d'urgenza all'ospedale Maggiore con l'elisoccorso. L’operaio 22enne che ha riportato ferite di media entità è stato portato in ambulanza all'ospedale Santa Maria della Scaletta. Sul posto dopo l’incidente sono giunti i Carabinieri per i rilievi del caso.
stenziale sia scientifico. Credo che se si riuscisse a mantenere l'eccellenza e il significato del San Raffaele sarebbe ottimo. Sto seguendo da vicino la situazione, pur trattandosi di un istituto privato la circostanza che sia un Irccs permette su di esso la vigilanza del ministero". Barbara Fruch
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Martedì 6 novembre 2012
I malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica contro i tecnici
Usala Scrive a Monti e il Ministro Grilli risponde Mentre i malati sono pronti allo sciopero della fame e al presidio permanente arrivano le prime risposte on si spegne la protesta dei Malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Dopo l'incontro con i ministri Fornero e Balduzzi, Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 Novembre Onlus e malato di Sla dal 2004, ritorna alla carica inviando una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti. Il governo Monti ha infatti drasticamente ridotto i fondi per l’assistenza ai disabili gravi e non autosufficienti perché questi sono i famosi “sprechi” che la “spending review” mira a combattere. “La visita dei Ministri Balduzzi e Fornero a casa mia è stato un avvenimento storico che dimostra la sensibilità dei due governanti. I Ministri hanno preso un impegno solenne perché venga finanziato il fondo per la non autosufficienza per disabili gravissimi: tutte le patologie
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che richiedano un'assistenza vigile 24 ore su 24 – scrive Usala – Non sapevamo perché l'impegno ad un finanziamento importante richiedesse 20 giorni per essere formalizzato e l'abbiamo scoperto i giorni successivi: pare che il Presidente Monti e il Ministro Grilli abbiano ritenuto il finanziamento non prioritario rispetto alle problematiche contingenti. Vi chiedo: cosa c'è di prioritario rispetto alla vita? Vi ricordo che l'art. 23, comma 8, della Spending review prevede che i 658 milioni vengano utilizzati in via prevalente per la non autosufficienza prioritariamente per le gravi disabilità. Nel disegno di legge sulla stabilità avete soppresso i 658 milioni trasferendo i fondi alla Presidenza del Consiglio incrementando la dotazione a 900 milioni. L'Italia è ancora uno stato di diritto?”. I malati di Sla hanno infatti bisogno di assistenza domiciliare continua a qualificata, per questo se non gli verrà garantita sono pronti a riiniziare lo sciopero della fame. “Tutti i partiti hanno ribadito che i fondi ai gravissimi non si toccano, bisogna trovare una soluzione, presto, subito, entro pochi giorni – conclude il malato di Sla – Aspetteremo una cortese risposta da parte del Governo entro il 12 novembre, dopo tale data ci organizzeremo per lanciare una protesta senza precedenti: sciopero della fame di almeno 80 gravissimi, presidio permanente, giorno e notte, davanti ad un ministero chiave, e altre cose mai viste”. Immediata la risposta del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, rassicura sui fondi, spiegando che le risorse potranno arrivare dal fondo di 900 milioni già previsti nel ddl di Stabilità. "Non c'è né una dimenticanza né un'assenza di risorse. Nel ddl è previsto un fondo da destinare a diverse priorità, in primis per le politiche sociali, e al loro interno c'è la questione della non autosufficienza e quindi della Sla". Robert Vignola
Italia DAL SUD E DALLE ISOLE
Palermo Caso (quasi) chiuso
La Procura molla l’osso: chiesta l’archiviazione dell’inchiesta per rapporti con la mafia sul presidente del Senato Renato Schifani. Ingroia e il suo pool non hanno trovato elementi idonei a sostenere l’accusa Una bolla di sapone. Così è finita l’inchiesta per mafia che ha coinvolto il presidente del Senato, Renato Schifani. Il pool della procura di Palermo ha infatti chiesto di archiviazione e il provvedimento sarà inviato al Gip nei prossimi giorni per la valutazione e la decisione. La vicenda, già affrontata ed archiviata in passato, era stata riaperta nel 2010 ed è una delle tappe chiave dello scontro tra il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i suoi sostituti e le più alte cariche dello stato. Schifani rispondeva di concorso in associazione mafiosa, ma secondo i pm, alla fine del biennio concesso per indagare, non sono emersi elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio. L'inchiesta, come si ricorderà, partiva dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza.
Napoli Cagliari
Separato da fuoco alla casa coniugale dove vive la moglie gesti estremi di una società malata. Rabbia e malessere che le persone si portano in corpo, quando ormai parte la lotta tra ex. Proprio perché nella sentenza di separazione il tribunale di Cagliari ha assegnato la casa alla ex moglie, D.R., 54enne falegname di Sinnai, ha pensato di incendiarla. È stato l'uomo nella mattinata di domenica a presentarsi ai carabinieri, riferendo che, alle otto di sera del giorno precedente si era recato presso l’abitazione coniugale e, dopo aver versato sul pavimento alcuni litri di benzina, aveva appiccato le fiamme per poi allontanarsi a bordo della propria autovettura. Il motivo? La decisione della ex-moglie di procedere a separazione giudiziale e non consensuale, come precedentemente concordato, a seguito della quale il tribunale avrebbe affidato la casa coniugale alla moglie.
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Calabria
La terra continua a tremare nel Pollino a terra continua a tremate nel Pollino. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è stata avvertita dalla popolazione tra i comuni di Laino Borgo, Laino Castello e Rotonda, tra le province di Cosenza e Potenza. L'evento sismico, si apprende dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stato registrato ieri alle 13.06 con ipocentro ad una profondità di 8,7 chilometri. Altre scosse sono state registrate sulla stessa zona alle ore 1.46 con magnitudo 2.2, alle 2.52 (2.8) e alle 10.15 (2.2). Dopo il violento sisma che nella notte tra il 25 e 26 ottobre ha colpito il massiccio del Pollino, tra Calabria e Basilicata continuano dunque le scosse di assestamento e non si placa la paura tra i residenti. E intanto gli amministratori dei comuni colpiti dal sisma lo ribadiscono “E’ necessario che il Governo dichiari lo stato di emergenza”.
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Uneba verso la chiusura Ha crediti con il Comune uovo lutto nel sociale. Giovedì 15 novembre sarà l’ultimo giorno di attività per i circa 35 istituti per minori (semiconvitti) associati a Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) che operano a Napoli. La decisione è stata annunciata il presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo dopo che a 4 anni di mancati pagamenti del comune di Napoli si è sommato la mancata approvazione della delibera per sbloccare fondi annunciata dall’assessore al sociale del Comune Sergio D’Angelo dopo la protesta di piazza delle “suore incatenate” del 15 ottobre. “Gli istituti hanno crediti per circa 40 milioni e in questi anni hanno continuato l’attività indebitandosi e ricorrendo anche ai beni personali, pur di garantire il servizio a migliaia di minori napoletani, spesso dei quartieri più poveri, che ora rischiano di trovarsi per strada”.
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Reggio Calabria
Inseguito e fermato un barcone con 171 migranti n barcone largo 25 metri con a bordo 171 migranti è stato fermato dalla Guardia di Finanza al largo di Capo D'Armi, in provincia di Reggio Calabria. A bordo c'erano 27 donne e 34 bambini.. Il peschereccio era stato individuato venerdì a circa 140 miglia sud est di Capo Passero, in provincia di Siracusa. Domenica, invece, era a 70 miglia da Capo Murro di Porco (Siracusa). Vista la rotta che lasciava intendere un avvicinamento alle coste italiane, è cominciato il monitoraggio da parte delle unità aeronavali delle Fiamme Gialle. Il natante battente bandiera greca è stato seguito per due giorni. In azione anche un Atr 42 del Comando operativo aeronavale di Pratica di Mare, tre pattugliatori veloci e un elicottero del Gruppo aeronavale di Messina, comando al quale è stata affidata la direzione delle operazioni. Nella tarda serata di domenica l'imbar-
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cazione è stata infine fermata al largo delle coste calabre. I pattugliatori veloci hanno raggiunto il barcone inseguendolo per 8 ore finché non sono riusciti a farlo fermare, non senza difficoltà; i migranti sono stati accolti nel porto di Reggio Calabria dove è stata allestita una struttura di accoglienza. Una delle donne è stata ricoverata in ospedale perché in precarie condizioni di salute. Gli immigrati hanno riferito di essere afghani e di essere partiti tre giorni fa dal porto di Istanbul. I clandestini sono stati portati in un centro d'accoglienza allestito dal Comune di Reggio Calabria in una palestra, mentre le persone sospettate di essere gli scafisti sono state condotte nella sede del Comando provinciale della Guardia di finanza. La nazionalità degli extracomunitari, tutti in buono stato di salute, è comunque ancora in fase di accertamento.
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Martedì 6 novembre 2012
Spettacoli e Cultura
La Cinquetti ora ha l’età. Ma ancora non molla Prodi
Seconda giovinezza artistica per Gigliola, che però inciampa sul precariato er avere 64 anni è ancora una gran bella donna. La voce, poi, c’è sempre stata. Insomma, non passerà agli annali della musica internazionale, ma Gigliola Cinquetti la sua impronta nella storia delle sette note italiane di certo la lascerà. Per quella pietra miliare di “Non ho l’età”, vittoriosa a Sanremo appena sedicenne. E per una onesta carriera, senza altri acuti ma neanche finendo nell’oblìo. Artisticamente, la Cinquetti si sta ora rivalutando in “Tale e quale show”, il programma tv condotto da Carlo Conti che è poco altro di una carnevalata, fatto di imitazioni – con il trucco che vince sovrano – e brani da 45 giri, con artisti vari chiamati ad interpretare cantanti italiani e stranieri. Il giochetto piace, il pubblico abbocca, gli ascolti volano. Detto questo, e dato atto della parabola artistica mai discendente, non è che la Cinquetti l’avessimo persa proprio di vista anche per tutto il ‘resto’, considerato che ogni tanto qualche uscita ‘politica’ l’ha pur sempre fatta, nel tentativo di accreditarsi come eroina-canterina antiberlusconiana, di sinistra e di festival. Una Fiorella Mannoia (che pure Sanremo lo vincerà, come vedremo meglio nei prossimi giorni) in sedicesimo. E sul Corriere della Sera di ieri, sabato 3 novembre, in un pezzo di Renato Franco, la Gigliola da Verona ha ulteriormente scoperto le sue carte. L’articolista, infatti, ricorda il passato prodiano della Cinquetti, con una dichiarazione che in effetti a suo tempo non sfuggì neppure a noi: “Il vero ulivista è prodiano, perché Prodi è fedele all’Ulivo”. Lo stesso giornalista chiede poi alla cantante se oggi confermerebbe quanto detto un po’ di tempo fa, ovvero che tornava a cantare per aiutare i figli, precari. Ecco il virgolettato della risposta:
. Magari avrebbe potuto aggiungere che nel tunnel del precariato i figli, suoi e nostri, ci sono entrati dal tempo dell’Ulivo, tempo fedelmente – e infelicemente – prodiano. Igor Traboni
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La prima storia bella è quella raccontata dai libri Iniziativa della casa editrice Marcos Y Marcos con dieci giorni dedicati al tema dell’esordio
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uali sono i romanzi d’esordio più belli degli ultimi due anni? Qual è il “primo libro” del nostro scrittore preferito? Dopo il successo di Letti di notte, è la volta di Bookup! La prima storia bella. Dieci giorni dedicati al tema dell'esordio, per riaffermare il valore del libro e il ruolo indispensabile del libraio. Dal 17 al 25 novembre tante librerie indipendenti in tutt’Italia allestiranno vetrine e spazi dedicati agli esordienti. Si alterneranno giochi, eventi creativi con autori alle prime armi e autori già noti. Ventidue gli editori partecipanti e quasi cento le librerie indipendenti. E i lettori segnaleranno il loro esordio più amato partecipando al concorso Bookup! La prima storia bella. Nelle librerie che aderiscono a Bookup! o sul sito www.lettidinotte.com sarà possibile trovare le cartoline dove consigliare l'esordio letterario – del presente o del passato – che vi ha fatto “volare più in alto”; potete vincere l'intera collezione degli esordienti di Bookup! Si potrà seguire Bookup! dal vivo in una delle tante le librerie aderenti l'iniziativa (è possibile scoprirle attraverso il sito www.lettidinotte.com) o in streaming sulla piatta-
forma Streamago. Bookup! è un’idea di Piazza Repubblica Libri e Marcos y Marcos organizzata in collaborazione con Add Editore, Adelphi, Aisara, Arkadia, Dalai, :duepunti, e/o, Einaudi, Emons, Fandango, Fazi, Giulio Perrone, Hacca, InstarLibri, Iperborea, La nuova Frontiera, minimum fax, Neo, Nottetempo, Sellerio, Voland, con la collaborazione di Tiscali.
La recensione
Luigi Einaudi, il predestinato Il libro di Francesco Tomatis ne ricostruisce vita e operato
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uando decisero di farlo presidente della repubblica, racconta Montanelli, pensò prima di ogni cosa alla salute: «sono claudicante e in piedi ho bisogno di appoggiarmi al bastone con la mano destra. La sinistra sarà occupata a tenere il cappello. Come farò a salutare bandiere e a stringere la mano a generali e ammiragli?». L’Italia avrebbe fatto bella figura con un presidente così? (naturalmente sì). Oggi chiunque penserebbe ai privilegi e a “entrare nella storia” come una rock star armata di microfono. Già sessant’anni fa per Luigi Einaudi (18741961), molte cose furono diverse dal consueto. Per qualcuno era un “semplice” predestinato a una gran carriera. Lo spiega bene anche Francesco Tomatis che dedica il suo nuovo libro – Verso la città divina, ed. Città Nuova – al più illustre cittadino di Carrù, laureatosi a soli ventun anni e professore a meno di trenta. Prima di tutto: il lavoro. Ministro, governatore della banca d’Italia, giornalista (il libro pesca dal serbatoio dell’Einaudi pubblicista), rettore e imprenditore agricolo all’avanguardia. Antifascista e uomo di penna aduso al culto della praticità: quella che fece grandi i padri della prima repubblica che sognarono a occhi aperti solo fra un summit e l’altro. Liberale, ma per dirla con Giano Accame autore di provvedimenti non «ortodossamente liberali». Fra predicatori d’ogni tipo – comunisti e criptocomunisti – Einaudi tenne comunque la barra dritta verso la meta della libertà. Senza pericolose (ipocrite?) declinazioni. «La libertà per Einaudi è innanzitutto libertà
personale, del singolo uomo, morale, interiore, propria alla singola coscienza individuale della persona». Ma è anche libertà collettiva, di chi vive in comunità lontano dagli schematismi professorali. Infine è anche libertà dello spirito, confronto, pluralità delle opinioni con relativa tutela (e limite) all’interno della legge. Sembra facile vero? Nel dopoguerra si pronunciò anche a favore di un’idea federalista per le sorti dell’Europa. Europa che doveva somigliare a un affresco raffaellesco: «occorre andare al di là di meri rapporti di interesse fra le nazioni, ispirandosi piuttosto a principi spirituali e liberali. “L’avvento di una stabile federazione mondiale è dunque legato al trionfo di ben altri e più alti principii di quelli proprii della mera società economica: al trionfo dei principii della libertà di religione e di pensiero, della libertà di associazione e di stampa, del riconoscimento del diritto di ogni uomo a scegliere la propria vita, a mutare residenza, professione, opinioni politiche e religiose”». La stretta attualità (l’Europa non è un’opera rinascimentale, ma un quadro espressionista) impone un pensiero e oltre: o queste e altre idee sul destino dell’occidente erano avventate, carta straccia, o le difficoltà attuali restano figlie di numi insolitamente capricciosi. Occorreva ricostruire, ed Einaudi non ebbe tempo per lagnarsi. Fra le righe e non solo la risposta di Tomatis. Anche lui dalla parte del dialogo spirituale e della libertà naturalmente: qui come nei libri precedenti. Marco Iacona
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Martedì 6 novembre 2012
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Intervista a Carlo Molfetta
Sport
Storia di un atleta un po’ guascone ma dal carattere d’acciaio “Questo sport ha bisogno di essere pubblicizzato a dovere da televisione e giornali Nel 2007 stavo per ritirarmi dopo la rottura di un crociato”
Le medaglie d’oro già dimenticate Parla il campione olimpico brindisino di taekwondo + 80 kg: adesso voglio il mondiale in Messico di Federico Colosimo Una favola. Difficile da raccontare. Emozionante, inaspettata, sognata. Era l’11 agosto del 2012. Olimpiadi di Londra: finale di taekwondo. Categoria + 80 kg. Carlo Molfetta, l’idolo di Mesagne (Brindisi), contro il colosso del Gabon, Anthony Obame. Otto i centimetri di differenza. Ma la cattiveria agonistica, la voglia di vincere, sono doti non fisiche, ma naturali. Quelle che non ti aspetti di avere, di riuscire a tirar fuori. La prima ripresa di quella storica finale, inizia nel peggiore dei modi. Il capitano della Nazionale è contratto. Un calcio al volto di Obame lo travolge. E’ dura rialzarsi, è difficile riprendere l'incontro. Si va sul 6 - 0. Troppi per chiunque i punti da recuperare. Non per il guascone di Brindisi. Che proprio al termine della prima ripresa, in netto svantaggio, capisce di poter vincere l’incontro. “Ho visto nei suoi occhi - dice - la paura del successo”. Ha sfruttato l'occasione. Calciava e non sentiva paura. Obame ora è annichilito. I tre tempi regolamentari si chiudono sul punteggio di 9-9. Overtime. Ultimo appello. O la va o la spacca. Due minuti. Per scrivere la storia. Molfetta non indietreggia. Neanche di un centimetro. Avanza, prepotentemente. La concentrazione è altissima, gli occhi da tigre. Il campione africano è incredulo, reagisce bene, ma non è più lucido come all’inizio. Quei due lunghissimi minuti terminano. Ancora parità. Il verdetto è nelle mani dei giudici. Attimi interminabili. Il silenzio regna sovrano. Poi, l’esplosione di gioia. Carlo Molfetta è il nuovo campione olimpico di taekwondo. I giudici lo premiano “per aver cercato la vittoria fino all'ultimo istante dell'incontro”. Ce l'ha fatta il brindisino. Dopo essere stato eliminato al primo turno nelle Olimpiadi di Atene 2004 e dopo aver rinunciato a quelle di Bejiing 2008 (per infortunio), ecco la sua rivincita. E’ incredulo: troppe le persone da ringraziare. A partire da Roberto Baglivo, maestro della Nazionale. Guida impareggiabile. Per poi arrivare a Serena, la sua fidanzata. “E' lei che mi ha trasmesso amore e serenità”. Il suo futuro Molfetta lo conosce da quando aveva dodici anni: firmava autografi a scuola. Senza motivo. E diceva: “Conservateli, presto varranno molto”. Sapeva di essere un predestinato. Con il Giornale di Italia, l’attuale campione olimpico, racconta la sua storia.
Che ricordi hai dell'11 agosto? Indescrivibili. Penso a una mattinata tesa. Ero nervoso. Sapevo che quella giornata non me la sarei mai scordata. Nel bene o nel male. Ho indelebile, dentro ai miei occhi, l'emozione del verdetto.
Lo immaginavo sin da quando ho iniziato a praticare il taekwondo. E quando è arrivato, mi sono detto: "e ora che faccio?" E cosa ha fatto? Le gambe mi tremavano, volevo abbracciare tutti. Ma non sapevo da dove partire. Ho pianto, come un bambino. Ho esultato facendo il gesto dell’arciere. Come Usain Bolt: il mio idolo sportivo. Quando ha capito che poteva vincere? Ho capito di poter conquistare la medaglia già nel corso degli ottavi di finale. Quando ho sconfitto il gigante tagiko, Alisher Gulov. E poi in semifinale, contro il maliano Keita. Non potevo perdere. In finale, sul 6 0 per Obame, ho visto in lui la paura di vincere. Ha vinto la mia maggiore cattiveria. Che in quei momenti prevale sulla tecnica. Su tutto. Calciavo e non sentivo fatica. Era tutto incredibile. Come nasce la passione per il taekwondo? Grazie a mio padre. E’ lui che mi ha portato a muovere i primi passi. Nella tua disciplina, che importanza ha il maestro? Il maestro è la persona di cui ti devi fidare. In tutti i tuoi allenamenti.
Come nella vita. E’ l’unico che può risolverti un incontro. Lui vede tutto, meglio e più degli altri. Devo ringraziare Yoon Soon Cheul. E’ stata la mia guida in questi anni durissimi. I momenti più difficili della tua storia sportiva? Tanti. Sono arrivato a Roma che avevo solo 17 anni. Lontano da tutti i miei affetti. Dovevo finire la scuola. Dormire e vivere nel centro sportivo degli atleti olimpici dell’“Acqua Acetosa”, a Roma. Passare da un piccolo paesino, a una Metropoli. Era tutto più grande di me. Pensavo di non farcela. Mi hanno aiutato i miei amici, la mia famiglia. Hai mai pensato di abbandonare tutto? Si, nel 2007. Ho pensato di smettere. Mi sono rotto il crociato. Ho perso le Olimpiadi di Pechino. Le aspettavo da 4 anni. Da Atene, quando sono stato eliminato al primo turno. Ero uno "sbruffoncello". Ma non ho voluto mollare. La Federazione mi ha fatto sentire importante. Credeva in me. Ho ricominciato ad allenarmi. Il cuore mi batteva. Ce la dovevo fare. Grazie a uno psicologo - che mi ha aiutato molto - ho ritrovato l'amore e la voglia di vincere.
permesso di parlare di taekwondo. Cosa si può fare per far crescere l’interesse dei giovani per questa disciplina? La mia medaglia aiuta tutto il “movimento”. C’è bisogno di televisione. Di sponsor. Della carta stampata. Bisogna investire di più. In un Paese che crede solo nel mondo del pallone.
Solo la tua medaglia d'oro ha
Cosa è cambiato nella tua vita?
Io sono e sarò sempre lo stesso. Ma ho ancora fame di vittorie. Hai vinto Europei, Universiadi, Mondiale juniores, Olimpiadi: i prossimi obiettivi? Voglio vincere i mondiali di Messico 2013. Nessun italiano ci è mai riuscito a livello “senior”. E poi voglio confermarmi. Alle Olimpiadi di Rio 2016 vado per confermarmi. E non per partecipare.