e la formazione professionale
AUTONOME PROVINZ BOZEN SÜDTIROL
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO ALTO ADIGE
Grafica,impaginazione,foto Studio Yes - foto d’archivio Fp - coordinamento redazionale Valentino Beccari - consulenza redazionale Pierluigi Rizzato Edito dalla Formazione Professionale in lingua italiana - Provincia autonoma di Bolzano - Finito di stampare Novembre 2008 Autorizzazione del Tribunale di Bolzano decreto n° 13/2005 del 22-08-2005 - Direttrice responsabile Barbara Repetto Stampato con: carta delle Cartiere del Garda Spa privi di elementi acidi certificazione UNI EN ISO 14001. La lacca protettiva della prima di copertina e gli inchiostri utilizzati Eco Plus sono conformi alle disposizioni.
FORMAZIONE PROFESSIONALE O F F E R T E F O R M AT I V E A T E M P O P I E N O Una delle caratteristiche della FP è la presenza sul territorio. Una struttura scolastica che non è
Corsi nel settore dell’industria e dell’artigianato:
Corsi nel settore commercio turismo e servizi:
“Bolzanocentrica” ma che propone un ‘offerta formativa in tutto l’Alto Adige per venire incontro alle
introduttivi e di orientamento Introduttivo alle attività di cura della persona “Armonia” Formazione socio-linguistica e orientamento alla formazione ed al lavoro (per stranieri)
di qualifica Addetto all’informatica d’ufficio Operatore Turistico Sportivo “Olympia” Operatore dell’Arte e dello spettacolo “On Stage” Post-qualifica: Tecnico Turistico-sportivo “Olympia” Preparazione esame di maturità “Olympia”
esigenze di coloro che abitano in periferia. Negli scorsi numeri ci siamo soffermati sulla nostra presenza a Merano ed in Pusteria mentre in questa edizione i riflettori sono puntati sul Centro di formazione professionale “Enrico Mattei” di Bressanone, un gioiellino scolastico radicato nel territorio e che è un punto di riferimento per i giovani della Val d’Isarco e non solo. Anche perchè si trova in un contesto produttivo molto vivace e quindi riesce ad intercettare le esigenze delle aziende e le oscillazioni del mercato del lavoro. Già, perchè il marchio di fabbrica dell’FP è proprio la capacità di sintonizzarsi sulle frequenze del mondo del lavoro, adattando con duttilità i suoi programmi ed il suo “credo” formativo. Francesco Comina Assessora provinciale alla Formazione professionale
di qualifica Operatore meccanico Operatore elettrico elettronico Automeccanico Estetista Operatore di processo nell’area grafica Disegnatore Edile Post qualifica Tecnico dell’impiantistica elettronica dell’autoveicolo
Corsi nel settore alberghiero: introduttivi e di orientamento Introduttivo e di orientamento al settore alberghiero
“Tu” per denominazione ma anche per vocazione usa toni confidenziali con i suoi lettori. Una scelta editoriale mirata perchè parla ai ragazzi con il loro linguaggio e cerca di captare esigenze, aspettative, ma anche emozioni e sensazioni. E’ duttile ed elastico nel carattere e nell’approccio con gli argomenti. Spazia con disinvoltura dalla produzione artigianale della birra al percorso formativo dell’Orientamento. Sorride con i ragazzi che vivono un pomeriggio da leoni nella fabbrica della Ducati ma si fa serio quando si addentra nella questione dipendenze. Del resto gli allievi della FP sono protagonisti del progetto editoriale che contribuiscono a realizzare con il loro apporto di idee. “Tu” non indossa mai l’abito grigio, preferisce la quadricromia nell’espressione e nei contenuti perchè guarda al domani con ottimismo e fiducia, due autentici comandamenti per le nuove generazioni. Franco Russo Direttore sostituto di Ripartizione
Corsi nel settore agrario: di qualifica Operatore agroambientale
Corsi nel settore sociale: di qualifica Operatore socioassistenziale Operatore sociosanitario Assistente domiciliare all’infanzia certificazione delle competenze Operatore di cura familiar
di qualifica Servizi alberghieri e della ristorazione: settore cucina, sala-bar e ricevimento post qualifica Tecnico dei servizi ristorativi Tecnico dei servizi turistici Per le OFFERTE DI CORSI POST DIPLOMA rivolgersi al Servizio orientamento professionale Tel.0471/413801 Tutte le OFFERTE DI FORMAZIONE CONTINUA sono riportate su un catalogo annuale che può essere richiesto presso tutte le scuole di Formazione Professionale a Bolzano, Merano, Bressanone e Vadena o consultato al sito internet: www.provincia.bz.it/formazione-professionale
BOLZANO Scuola professionale per Industria e Artigianato
tel. 0471 414460/4461 fax 0471 414469 - e-mail:
[email protected]
BOLZANO Scuola professionale per il Commercio, Turismo e Servizi tel. 0471 414470/4471 fax 0471 414474 - e-mail:
[email protected]
BOLZANO Scuola professionale per le professioni Sociali
tel. 0471 414450/4451 fax 0471 414455 - e-mail:
[email protected]
Gli
autori
dei
testi
sono
tutti
allievi
della
Formazione
professionale
che,
dopo
una
riunione
con un giornalista e seguendo uno schema base, hanno provveduto autonomamente a scrivere i testi che sono poi i racconti della loro esperienza formativa. Coloro che sono interessati a maturare un’esperienza di questo tipo possono inviare una Verrete ricontattati al più presto.
mail al seguente indirizzo:
[email protected]
MERANO
Scuola professionale per l’Artigianato, l’Industria ed il Commercio “G. Marconi”
MERANO
Scuola professionale Alberghiera “Cesare Ritz”
tel. 0473 203111 fax 0473 203199 - e-mail:
[email protected]
tel. 0473 203011 fax 0473 222604 - e-mail:
[email protected]
BRESSANONE
Scuola professionale per l’Artigianato, l’Industria ed il Commercio “Enrico Mattei”
tel. 0472 830765 - fax 0472 206661 - e-mail:
[email protected]
VADENA
Scuola professionale per l’Agricoltura
tel. 0471 959774 fax 0471 959775 - e-mail:
[email protected]
ATO R E E L E T T R I C O E L E T T R O N I C O E M E C CA N I C O O P E R ATO R E E L E T T R I C O E L E T T R O N I C O E M E C CA N I C O O P E R ATO R E E L E T T R I C O E L E T T R O N Operatore elettrico elettronico: il corso ha durata triennale e richiede la frequenza a tempo pieno. E’ rivolto ai giovani che intendono inserirsi nelle aziende produttive dei settori elettrico ed elettronico. L’obiettivo è la formazione di personale tecnico dotato di conoscenze tecnico-pratiche nei seguenti ambiti: corrente continua, alternata; elementi di macchine elettriche; installazione e manutenzione di impianti elettrici; elementi di elettronica lineare e digitale; elementi di programmazione di controllori logici programmabili. Dopo la qualifica professionale c’è la possibilità di essere ammessi alla frequenza della IV classe dell’Istituto professionale Industria e Artigianato attraverso un percorso che prevede il riconoscimento di crediti. Per informazioni Scuola professionale provinciale per l’industria e l’artigianato “L. Einaudi”, tel. 0471/414460, e.mail:
[email protected] e sito internet www.industria-einaudi.fpbz.it Operatore meccanico : il corso ha durata triennale e richiede la frequenza a tempo pieno. E’ rivolto ai giovani che intendono inserirsi nelle aziende produttive del settore meccanico. L’obiettivo è la formazione di personale tecnico dotato di conoscenze tecnico-pratiche e in grado di: leggere disegni tecnici, schemi funzionali di impianti, schemi di montaggio; eseguire la programmazione CAD di macchine utensili e centri di lavoro; approntare le macchine per la produzione ed applicare le tecniche di lavorazione; utilizzare correttamente strumenti di misura e controllo; realizzare manufatti di carpenteria metallica utilizzando le moderne tecniche di saldatura e taglio dei metalli; conoscere il funzionamento delle principali macchine; intervenire nel montaggio e nella manutenzione di impianti oleodinamici e pneumatici di automazione industriale. Dopo la qualifica professionale c’è la possibilità di essere ammessi alla frequenza della IV classe dell’Istituto professionale Industria e Artigianato attraverso un percorso che prevede il riconoscimento di crediti. Per informazioni Scuola professionale provinciale per l’industria e l’artigianato “L. Einaudi”, tel. 0471/414460, e.mail:
[email protected] e sito internet www.industria-einaudi.fpbz.it
zione fisica e morale. Passo molte ore piacevoli a scuola anche quando non studio, infatti da tre anni sono un socio attivo dell’A.c.r.a.s. dove pratico attività sportive e organizzo eventi culturali.“ Francesco: “Per concludere vorrei aggiungere che il rapporto con i docenti è veramente buono, sono sempre disposti ad aiutarti e se vedono che ti comporti seriamente, a trattarti da persona adulta. I compiti scritti a casa per fortuna sono molto rari ma anche noi abbiamo i nostri bei libri e appunti da studiare”. Klaudio Gravadari e Francesco Lazzaro
U n a p r o f e s s i o n e ch e o f f r e g ra n d i p o s s i b i l i t à . C i v u o l e p a s s i o n e , c o n c e n t ra z i o n e e a t t e n z i o n e
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lettrici o meccanici? Questo è il dilemma. Questo corso può sembrare un’offerta speciale della Fp: compri due e paghi uno. Per capire meglio ci addentriamo in laboratorio dove, tra fili elettrici e saldature, illustriamo le virtù di uno dei corsi più gettonati della Fp. Il corso dura complessivamente tre anni. Nel primo anno, i primi quattro mesi, tutti coloro che si iscrivono a questo indirizzo lavorano insieme e hanno la possibilità di provare sia il modulo di elettrico che quello meccanico. In queste settimane gli studenti hanno la possibilità di testare le proprie attitudini e capacità e scegliere il corso più congeniale. Nel secondo quadrimestre la classe si divide nei due indirizzi per le ore di laboratorio o di modulo, mentre rimane insieme per le materie di cultura generale. Per gli elettrici le materie specifiche sono laboratorio elettrico dove si impara a fare gli impianti elettrici, elettrotecnica. Al secondo anno si aggiunge elettronica mentre in terza elettropneumatica e autocad completano il corso. Nel primo anno i meccanici iniziano ad usare il tornio,ed altre macchine utensili, a saldare a cannello e a elettrodo (rutilo) e disegno meccanico. In seconda pneumatica, saldatura elettrodo (basico) , tecnologia, autocad, e infine nel terzo anno spazio a oliodinamica, utilizzo di macchine a controllo numerico, saldatura tig e a filo. Klaudio (16 anni) ha scelto di diventare un elettrico/
elettronico: “ Mi sentivo più portato per queste materie. Il lavoro è sicuramente più vario, sono meno le ore passate in officina e più quelle per svolgere lavori all’esterno. In questi anni di scuola ho imparato studiando sui banchi che preferisco cambiare spesso il programma giornaliero e non rimanere nello stesso posto. Finito il terzo anno abbiamo la possibilità di continuare gli studi frequentando la quarta e quinta IPIA, che ci fornisce nuove possibilità e indirizzi lavorativi. Se uno fosse proprio un “secchione“ può accedere anche ai corsi universitari, come ha fatto un mio amico che studia a Milano. Ho scelto di diventare un elettrico/elettronico anche perché c’è più possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro e magari un giorno aprire una ditta mia”. Francesco ( 16 anni): “Beh non esageriamo nel descrivere i pregi degli elettrici. Ho scelto di fare il meccanico perché trovavo il corso più idoneo alle mie attitudini. Ho una vera e propria passione per tornio e saldatura. Mi piace prendere un pezzo grezzo e vederlo trasformarsi in quello che voglio, pezzi di macchinari, viti e dadi perfettamente lucidi e calibrati alle minime misure. E’ molto importante in questo lavoro la precisione: un errore in produzione può costare tempo e denaro alla ditta. Per questo oggi i macchinari che utilizziamo sono sempre più precisi. La macchina a controllo numerico CNC deve essere programmata in anticipo per poi creare pezzi con differenti lavorazioni. Si utilizza prevalentemente per le grosse produzioni, mentre per
le quantità limitate o uniche si preferisce ancora lavorare al tornio”. Klaudio: “Durante il primo anno non si frequenta nessuno stage mentre in seconda e in terza sono previsti dei periodi di inserimento lavorativo in ditte, anche all’estero. Credo che lo stage all’estero sia un’occasione imperdibile. Lo scorso settembre sono stato tre settimane a Norimberga ospitato da una simpatica signora e ho svolto il praticantato presso la ditta Felsner. Oltre a imparare il lavoro è stata un’ occasione per migliorare il mio tedesco un po’ zoppicante. In terza abbiamo un secondo stage qui a Bolzano sempre in ditte di impianti elettrici”. Francesco: “Possiamo trovare anche da soli la ditta dove svolgere lo stage, se abbiamo interessi specifici. Personalmente preferisco il periodo di stage alle lezioni a scuola. Quando lavori sai che stai facendo sul serio e non solo esercitazioni, ti senti più adulto, più responsabile perché partecipi ad un processo di produzione”.
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Klaudio: “La cosa più importante nel nostro lavoro è l’attenzione. E’ superfluo sottolineare quali sono i rischi che si corrono a lavorare con alti voltaggi o macchine in movimento. Naturalmente osserviamo tutte le misure di sicurezza, dotandoci dell’abbigliamento prescritto per legge. Attenzione sì, e concentrazione. Naturalmente come in tanti lavori è importante anche sapersi presentare bene al cliente, essere seri e puntuali” Francesco: “Finito il corso proverò a farmi assumere in una grande azienda industriale dove ho intenzione di fare uno stage a marzo. Posso rassicurare tutti i ragazzi che verranno dopo di me, che saranno fortunati poiché nel giro di qualche anno rimoderneranno tutti i laboratori e le officine della scuola e troveranno quindi attrezzature e macchine tecnologicamente ancora più avanzate”. Klaudio: “A me piacciono molto anche le materie teoriche: studiamo educazione sociale, matematica, tedesco, i vari moduli teorici, educa-
R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO I N D U S T R I A E A R T I G I A N A
N D I S T E PA R R U C C H I E R E A P P R E N D I S T E PA R R U C C H I E R E A P P R E N D I S T E PA R R U C C H I E R E A P P R E N D I S T E PA R R U C C H I E R E A P P R E N D I S T E PA R R U L’apprendistato per la qualifica di acconciatore / acconciatrice dura cinque anni. E’ prevista la frequenza della scuola per un giorno alla settimana per tre anni. Si tratta di una forma speciale di contratto di lavoro che prevede una stretta collaborazione tra l’azienda e la scuola professionale. All’apprendista spetta una remunerazione per le sue prestazioni lavorative e la frequenza obbligatoria della scuola vale a tutti gli effetti come orario di lavoro. L’apprendistato termina con un esame finale che permette di conseguire la qualifica professionale di acconciatore / acconciatrice. Indirizzo: Servizio orientamento professionale, via S. Geltrude 3, 39100 Bolzano. Tel. 0471/414408.
Ecco co m e le a ppre ndis te di t a g l i o , t i n t a e m e s s a i n p i e g a s i p r e p a ran o pe r il c a mpiona to p r ov i n c i a l e d e l l ’ a r t i g i a n a t o .
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i vostri posti: pronti, attenti, via. Parte la gara. Nelle otto corsie del campo scuola di Bolzano gli atleti sono impegnati nel tradizionale giro di pista. Non portano però scarpe chiodate e tute attillate per sfruttare l’aerodimanica ma forbici, rasoi, bigodini, pettini, spazzole e tinte. Già, perchè i nostri atleti sono gli apprendisti parrucchieri che si stanno allenando in vista dei campionati provinciali dell’artigianato e della gastronomia. Il campionato, denominato “Mestieri a confronto Campionati provinciali 2008”, è organizzato da LHV APA e consiste in due giorni di gara. Le prove che selezioneranno il vincitore sono quattro. Acconciatura per occasioni importanti. Taglio e colore come foto. Taglio modo commerciale portabile (street) maschile con colore. Taglio moda femminile con diverse sfumature (minimo 3 colori). Oltre alle gare la Formazione Professionale partecipa con uno stand dimostrativo, dove sono
impegnati circa dieci tra ragazze e ragazzi, che per due giorni dovranno realizzare una serie di “teste” da esporre”. Gli allievi si preparano anche in uno dei saloni più affascinanti della scuola “L. Einaudi” di Bolzano. Il corso dura tre anni e, come tutti gli apprendistati, una volta in settimana le future parrucchiere studiano tecnologia, anatomia, chimica, tedesco, educazione sociale e morale e si esercitano per imparare e migliorare nuove tecniche. Il laboratorio è in fermento: le ragazze si stanno preparando per i campionati. “In questo lavoro - spiega l’insegnante gli studenti sono liberi, ricevono solo input”. Abbiamo la fortuna di assistere ad un vero e proprio allenamento, supervisionato dagli insegnanti Manuela Mason (parrucchiera per donne) in veste di commissario tecnico e allenatrice, aiutata da Dario Cecchetto (parrucchiere per uomini) allenatore a bordo campo. Il ritiro è iniziato a ottobre e prosegue a ritmo serrato. Dario ci dice che l’importante non è vincere ma pro-
durre un buon lavoro (declinando professionalmente il motto decoubertiniano) . Gli insegnanti spiegano che è importante dare la possibilità di esprimere le proprie idee ed estro davanti al pubblico, “poiché – sottolineano - il mestiere di parrucchiere è l’esaltazione del genio e dell’inventiva”. Grande apprensione per le gare, visto che la scuola partecipa nuovamente dopo una pausa di quattro anni. Alle gare partecipano cinque allieve (quattro di seconda e una di terza) : Nicole, Valentina, Nesibe, Eda e Veronica. Spiamo da vicino l’allenamento di quest’ultima che manifesta i suoi intenti per la gara e per il suo futuro. Quando hai deciso di fare la parrucchiera? “La mia è una passione nata e coltivata fin da piccola quando giocavo con le bambole. Non passava mezz’ora da quando le ricevevo in regalo che già le avevo truccate e cambiato pettinatura. E’ una passione mai scemata, anzi che ho coltivato negli anni e che ora sembra realizzarsi. Un giorno spero di avere un mio salone conosciuto e frequentato. Per adesso l’importante è imparare, sono molto contenta di lavorare presso il Salone 2000”. Quali doti deve avere una buona parrucchiera? “Innanzitutto mai pensare di essere arrivata. Le mode cambiano continuamente e bisogna aggiornarsi in continuazione. Anche i prodotti e i materiali cambiano negli anni.” La relazione con il pubblico? “La relazione con il pubblico è molto importante, noi mettiamo le mani in testa al cliente. Bisogna riuscire a evitare la tensione senza essere troppo invasivi. La parrucchiera come il prete e lo psicologo sa i fatti di tutti, spesso il cliente ha bisogno di parlare, vuole essere consigliato e spesso vuole sentirsi dire che ha ragione. Da un punto di vista professionale cerco sempre di consigliare la cliente a farsi un taglio che potrà curare e mantenere anche a casa. Molto importante nella relazione è la presenza: bisogna curare molto il proprio look oltre ad essere sempre perfetta dal punto di vista igienico. Non è consigliabile avere un trucco troppo pesante o sbavato ma soprattutto i capelli devono essere perfetti”. Due parole sulla gara: sei pronta? “Farò del mio meglio, sicuramente, per il momento non punto alla vittoria ma a fare almeno una bella figura. Partecipano tutte brave apprendiste, noi siamo una bella squadra e tra noi non c’è rivalità o competizione. Speriamo che vinca almeno una di noi. Sono nervosa, è la prima volta che partecipo ad una gara”.
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T I G I A N ATO S E T TO R E I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO S E T TO R E I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO S E T TO R E I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO S E T TO R E I N D U S T R I A E A R T I G I A N ATO S E T TO R E I N D U S T R I A E A
ratorio dove possiamo imparare ad utilizzare strumenti diversi. L’orario è piuttosto impegnativo: dalle 8 del mattino alle 5 di sera ma le ore passano velocemente perchè alla teoria vengono alternate numerose lezioni pratiche”. Ergus ha le idee chiare anche sul suo possibile scenario lavorativo. “Mi piacerebbe lavorare all’Iveco – afferma – ed in modo particolare dove realizzano i carri armati. Non sono un tipo violento, anzi sono decisamente contro la guerra ma mi affascina la meccanica dei cingolati”. Anche Harwind non può essere distratto. E’ alle prese con un trapano di precisione e se pensate all’utensile nella valigetta che tutti conosciamo vi state sbagliando. “Mi piace il
Viaggio nella FP di Bressanone tra laboratorio ed informatica, pausa e mensa, stage e teoria. Una struttura all'avanguardia.
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l nostro viaggio inizia nel laboratorio macchine utensili. Anche in questo caso le macchine sono di ultima generazione. Il professor Franco Angeli, tuta da lavoro e occhiali da saldatore, ha un approccio professionale ma anche solidale con i suoi allievi. Sale nella cattedra ideale del laboratorio ma nello stesso tempo mantiene un contatto diretto con gli studenti. Il laboratorio è l’anima del corso per meccanici: è qui che respirano l’atmosfera del lavoro, “annusano” le macchine, vedono il progetto trasformarsi in realtà. Il professore spiega il corretto utilizzo delle macchi-
ne e come si realizza il prodotto. In questo momento gli allievi del secondo anno sono impegnati nella produzione di un posacenere. L’insegnante pretende la massima concentrazione perchè con le macchine non si scherza. “Insegniamo l’utilizzo delle varie macchine – esordisce il professor Angeli – dalle rettificatrici agli aspiratori, dalle saldatrici al tornio. Cerchiamo di trasmettere competenza, conoscenza della materia, serietà. Lo studente deve saper realizzare i prodotti con grande precisione perchè così dovrà essere anche nel mondo del lavoro”. Un mondo del lavoro che si accinge ad accogliere a braccia
aperte gli allievi della scuola “Enrico Mattei”. “In effetti è proprio così – conferma il professore – nonostante la crisi c’è molta richiesta di meccanici specializzati. I nostri allievi meccanici potranno trovare occupazione nel settore meccanico e nella carpenteria ed in Alto Adige non mancano le realtà produttive di questo tipo”. Ergus, 15 anni è impegnato alla fresatrice: massima concentrazione perchè si sta cimentando in un lavoro di alta precisione. Frequenta il secondo anno del corso per meccanici. “E sono davvero felice per questa mia scelta - esordisce – mi piace lavorare con le macchine. L’aspetto positivo di questo corso è proprio che ci sono numerose ore di labo-
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lavoro manuale – precisa – vedere un prodotto che da grezzo si trasforma in un elemento finito e raffinato. Per far questo però bisogna applicarsi perchè le macchine sono importanti ma dietro c’è sempre la mano dell’uomo”. Anche Harwind ha le idee chiare sul suo futuro: “Sarà ovviamente in un’azienda meccanica come operaio specializzato”. Gerryson è impegnato al tornio sotto gli occhi attenti del professore. Ha solo 14 anni ma dimostra una certa domestichezza con la strumentazione. “Mi piace questa scuola – dichiara – perchè si impara un mestiere qualificato e c’è molta pratica. Le ore che preferisco sono ovviamente quelle in laboratorio”.
LA SCHEDA DEL CENTRO DI FORMAZIONE
Il laboratorio elettrico dà la scossa Se il laboratorio di meccanica è l’anima del “Mattei”, quello elettrico è il cuore. Il battito cardiaco della scuola è buono, segno che il progetto didattico gode di ottima salute. Il ritmo è sostenuto ma non frenetico e del resto anche nel laboratorio elettrico gli allievi vengono preparati per l’accesso diretto al mondo del lavoro. Niente viene lasciato al caso anche perchè quando la materia prima è la corrente bisogna prendere tutte le precauzioni. Lo ribadisce anche il professor Simone Baldo. “Ovviamente quando si lavora con la corrente elettrica l’aspetto della sicurezza è prioritario ed ovviamente anche nel nostro programma questa componente riveste un’importanza adeguata”. I futuri elettricisti si cimentano con i classici circuiti ma anche con tecniche d’avanguardia. “Anche perchè la classica figura dell’elettricista è cambiata – sottolinea l’insegnante – oggi alla tecnica viene abbinata molta tecnologia ed in questo senso anche la didattica si è adeguata.
Il computer è un vangelo Non esiste una scuola di formazione professionale senza laboratorio di informatica. Il computer è un elemento essenziale delle professioni moderne, dai meccanici agli elettricisti, dai disegnatori ai contabili. Insomma, senza software non vai da nessuna parte. Il laboratorio di informatica del “Mattei” è all’avanguardia e tutti i corsi passano di qua. “Ci sono ovviamente lezioni di informatica gestionale destinata ai corsi più specifici – precisa il professor Cavone – mentre altri come il disegno cad sono destinati ad altri corsi, dai meccanici agli elettricisti”.
Quella del “Mattei” è storia antica. I primi corsi di formazione a Bressanone vengono attivati agli inizi degli anni ’50 presso la sede dell’ex scuola di avviamento industriale. Dal 1963 la Scuola inizia ad operare in una propria sede autonoma sviluppando percorsi di formazione sul lavoro e successivamente di formazione biennale al lavoro. Nel 1987 il trasferimento nell’attuale sede di Via Prà delle Suore, recentemente ampliata con nuove aule e laboratori dotati di attrezzature ad alta tecnologia, che consentirà di dare adeguato spazio ad un’offerta formativa sempre più qualificata e differenziata per rispondere alle esigenze del mondo produttivo ma anche alle esigenze di crescita personale dei singoli individui. Un Centro di Formazione professionale moderno, in stretta relazione con il mercato del lavoro locale. Il nostro approccio è quello del lavoro per progetti che vengono realizzati specificatamente per favorire lo sbocco occupazionale, e non per programmi standard precostituiti. Questo ci caratterizza come didatticamente e pedagogicamente flessibili e pronti ad inserire, anche “in corsa”, miglioramenti ed innovazione. I corsi sono fortemente centrati sulla persona, sull’allievo, tenendo conto dei suoi obiettivi e desideri, sia formativi, sia lavorativi.
Organizziamo corsi: • • • •
introduttivi e di orientamento qualifica di base post qualifica post diploma e post laurea
Corsi di ulteriore qualificazione, riqualificazione ed aggiornamento per adulti - Formazione continua sul lavoro nei settori:
L’azienda simulata Si sa che il marchio di fabbrica della Fp è lo stage nelle aziende. Una soluzione che rientra nella filosofia del percorso Fp e che prevede stage in aziende locali ma anche all’estero. In questo modo gli allievi hanno la possibilità di confrontarsi con il mondo del lavoro. Al “Mattei” però c’è qualcosa in più. Ovvero l’azienda simulata. Ecco allora che all’ombra della Plose si mette in bella evidenza un’aula che simula un’azienda verra e propria con tanto di ufficio vendite, segreteria, ufficio marketing, contabilità, personale e così via. Gli allievi respirano l’aria dell’impresa e simulano un’attività lavorativa vera e propria. La sacra pausa Quindici minuti da “contratto”. Gli allievi dell’Fp si godono la pausa nel cortile della struttura. Alla mensa il piatto è servito Quella dell’Fp è una mensa molto familiare, concepita architettonicamente in modo casalingo e gli allievi hanno la sensazione di essere a casa. Una bella sala da pranzo, il bar ed una cucina di qualità.
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Informatica e programmazione Progettazione e disegno Tecniche e tecnologie grafiche e multimediali Tecniche e tecnologie meccaniche Tecniche e tecnologie elettriche ed elettroniche Amministrazione e controllo Area ufficio
La scuola dispone di locali didattici attrezzati con tecnologia d’avanguardia:
• quattro laboratori informatici dotati di PC dell’ultima generazione collegati in rete, software sempre aggiornati e collegamento ad internet; • un laboratorio di simulimpresa con 15 postazioni lavorative, ciascuna dotata di PC, telefono e collegamento ad internet; • un laboratorio elettrico; • un laboratorio di misure elettriche; • un laboratorio di fluido/oliodinamica, pneumatica e plc; • un laboratorio di elettronica; • un laboratorio di fisica; • un laboratorio meccanico + laboratorio CAD-CAM • un’officina per la saldatura; • un laboratorio automeccanico; • una sala convegni/seminari/riunioni/teleconferenze da 50 posti; • cinque aule didattiche
Altri servizi: • • • •
Palestra Bar Servizio mensa Vicinanza fermata dell’autobus e stazione del treno
Segreteria e riferimenti
La segreteria della scuola “Enrico Mattei” è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 7.45 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.00 Puoi ricevere informazioni relative a tutti i corsi proposti dalla scuola: introduttivi, qualifica di base, post qualifica e di aggiornamento professionale (Formazione continua) Email:
[email protected] Direttore
Dott. Alberto Conci 0472 / 830765
Segreteria
Paolo Tiozzo 0472 / 830765 Cristina Chizzali 0472 / 830765 Giovanna Orlandi 0472 / 830765
Formazione continua Dott. Fabio Cavone 0472 / 837760
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Un corso serio per imparare l'arte dello spettacolo: danza, musica, coreografia, scenografia, tecniche di ripresa, recitazione.
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ono Lea Hartmann, ho 17 anni, vivo a Bolzano e frequento il primo anno del corso On Stage della Formazione Professionale. Prima di iscrivermi a questo corso ne facevo uno per grafici alla Lewit, una scuola per grafici a Bressanone. Devo essere sincera, sono stati i miei genitori a consigliarmi di provare questa scuola, incuriositi dalla campagna promozionale. E hanno avuto ragione. All’inizio ero molto incerta ma ho deciso di tentare. Al provino mi hanno detto che avevo talento e dunque eccomi qua. Faccio parte di una classe composta da 15 ragazzi e ragazze che come me hanno scelto questo indirizzo perché ci piace danzare, cantare e respirare quello che fa parte del mondo dello spettacolo. Per iscriversi al corso ho dovuto affrontare un test preliminare, dove ho dovuto cantare, recitare e danzare. Non nascondo che alla prova ero terrorizzata. Non sapevamo cosa ci chiedessero e ci siamo ritrovati sul palco a dover improvvisare e sfoggiare il nostro talento naturale davanti ad una giuria. Finite le prove ho fatto salti di gioia quando mi hanno comunicato le modalità di iscrizione. Ho cantato Halleluja di Jeff Buckley, mi hanno fatto seguire una coreografia dell’insegnante di danza e un’improvvisazione teatrale. La scuola dura da lunedì a giovedì dalle 8.30 alle 13.00 con quattro rientri pomeridiani il cui orario cambia di giorno in giorno. Il venerdì le lezioni terminano alle 13.00. In classe studiamo informatica, inglese, tedesco, italiano, matematica, educazione morale. Alle lezioni consuete si aggiungono però le materie che a me piacciono di più e che caratterizzano il corso. Lunedì pomeriggio e venerdì studiamo recitazione teatrale. In particolare il lavoro di quest’anno è basato sul movimento corporeo: presto saremo pronti per un saggio. Facciamo musica il martedì dalle 8.00 alle 14.50 con un ora di pausa. Questa lezione non si svolge alla Fp ma alla Soul Music, una sala registrazioni. Qui ci cimentiamo anche in teoria, acustica e storia della musica, ci
sbizzarriamo nel solfeggio, educhiamo la voce. Studiamo danza, scenografia, fotografia, più avanti faremo tecnica del suono e della luce e altre discipline artistiche o tecniche. Aspetto con ansia i corsi che ci insegneranno a realizzare maschere e costumi. Durante il corso dell’anno sono previsti degli stage per i più meritevoli il primo anno, mentre nel secondo e terzo anno sono previsti stage per tutti gli studenti di musica, teatro e danza, presso scuole specializzate nel settore, comprese quelle all’estero. Tre volte al mese siamo obbligati (ma lo facciamo con grande piacere) ad assistere a spettacoli di professionisti, che seguiamo con occhio tecnico per imparare. Come avrete capito, molte ore di studio sono sul palcoscenico e non sui banchi d’aula. Mi trovo bene, sono soddisfatta della scelta, anche perché gli insegnanti non sono così severi come nella scuola precedente, ma, essendo
artisti, sono capaci sempre di incuriosirci e trascinarci in situazioni che non avrei mai pensato prima di dover affrontare. Sono persone disponibili, divertenti ma non fatevi ingannare dalle apparenze: quando si lavora si lavora duro e pretendono impegno da parte nostra. La materia che preferisco è musica. Da quando sono bambina mi è sempre piaciuto cantare e, grazie a Dio, dicono che ho un talento naturale per le note. Ma anche la altre materie sono affascinanti, in particolare la fotografia. Dopo il terzo anno conseguiamo un diploma di tecnico dello spettacolo. Chi è intenzionato a continuare su questa strada può iscriversi a altre scuole per specializzarsi in determinati settori dove siamo più portati, scegliendo tra le varie carriere di cineoperatore, tecnico del suono e così via. Finito il corso di studi di tre anni le possibilità sono l’inserimento nel mondo del lavoro come tecnici (suono, luce, macchinista, sceno-
grafo). Per coloro che intendono proseguire il percorso formativo è in previsione un quarto anno di specializzazione per ottenere i requisiti necessari al proseguimento degli studi. Il mio sogno è quello di diventare una cantante. Non mi interessa diventare famosa e guadagnare tanti soldi, mi basta aver da mangiare e riuscire a suscitare un sorriso o una lacrima, mentre mi guardano recitare o cantare. Chi vuole iscriversi a questa scuola deve essere motivato perchè richiede impegno ed entusiasmo. Bisogna essere pronti ad entrare in sintonia con gli altri apprendisti artisti: è il magico mondo del palcoscenico dove bisogna abbandonare le proprie paure, affrontare sé stessi ed entrare in empatia con il pubblico. Lea Hartmann
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Il processo in breve:
Il professor Maurizio Rensi della Scuola professionale per l’Agricoltura di Vadena spiega l’arte della produzione artigianale della birra che è anche un corso della Formazione continua.
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chi non piace la birra?! Per la verità, qualcuno a cui non piace l’ho conosciuto ma, alla fine, solo pochi “irriducibili” hanno saputo resistere al profumo fragrante in un boccale spinato a dovere. Come un buon pane casereccio appena sfornato così anche in una birra artigianale si scoprono sapori, consistenze e soprattutto profumi inaspettati. Far birra è molto semplice. Anche in Italia, in passato, la produzione casalinga della birra era consuetudine diffusa. Tutt’oggi, nei paesi di area anglofona non è raro trovare nel retrobottega di una officina piuttosto che di un negozio ciò che serve per la produzione di birra da gustare, magari in compagnia durante le pause di lavoro. Per accontentare la produzione casalinga in molti centri commerciali, anche a Bolzano, si vendono a scaffale degli sciroppi che contengono già tutti gli ingredienti necessari per ottenere circa una ventina di litri di ottima bevanda; basta aggiungere l’acqua e la bustina di lievito contenuta sotto il tappo ed il gioco è quasi fatto. Solitamente, chi ci prende gusto non si ferma alla birra fatta con lo sciroppo concentrato ma vorrà passare alla macinazione dell’orzo in grani. Per produrre cinque litri di birra serve circa un chilogrammo di malto (così si chiamano i grani di orzo distico lavorati dalle malterie). Se tenuto all’asciutto e ben chiuso nel suo sacco, il malto si conserva per lungo tempo ed è poco costoso (cica 1€ /kg). Durante il mio fulminante corso (dura solo una giornata presso la Scuola Professionale per l’Agricoltura in lingua italiana di Vadena) fornisco del materiale didattico tra cui una lista che classifica i vari tipi di malto in commercio a seconda delle loro specifiche tecniche. Alcuni di questi sono a disposizione per la produzione. A sera (verso le 17.00) avremo messo a fermentare un mosto che diventerà birra solo dopo almeno 10 giorni. Le birre si catalogano in stili e ad ogni stile di birra corrisponde un caratteristico intervallo di colore, grado alcolico, amarezza. Progettare una birra significa scegliere proprio queste caratteristiche. E’ sicuramente affascinante saper assaporare e distinguere tra birre più o meno famose. A tal proposito ci tengo molto a precisare che il mio corso non tratta questo aspetto. Una cosa è riconoscere una marca o una tipologia da un particolare sapore, profumo o colore; altra cosa è mettersi in grembiule e darsi da fare per ottenere per la propria birra proprio quel colore, o quel sapore… Solo a titolo di esempio consideriamo per un momento l’amarezza della birra: l’amarezza di una birra è indicata da un numero che si chiama I.B.U. International Bitterness Unit. Il grado IBU si calcola tenendo conto del peso e dei tipi di luppolo usati, della durata della ebollizione, del quantitativo di birra prodotto ecc…Nella progettazione di una birra ci sono molti calcoli da fare, si devono usare diverse formulette che, fortunatamente, ho automatizzato in Excel mettendo a disposizione degli allievi una postazione PC con video proiettore. Quindi pentoloni e Pc: ambedue altrettanto utili! Abbiamo detto che il grado IBU è un numero; “tecnicamente” anche le altre caratteristiche sono rappresentate da valori numerici:il contenuto in alcol e in zuccheri non fermentati, il colore. Sulla “armonia”di tutti questi numeri ascolteremo con trasporto i sommelier che avranno la bontà di assaggiare il nostro prodotto.
* scelta delle granaglie, dosaggio, macinazione e infusione in acqua * riscaldamenti con velocità di incremento temperatura e tempi di sosta definiti in gradi C° e minuti * Ricircolo del mosto per diminuire la torbidità (filtrazione) * Dosaggio ed aggiunta del luppolo ed eventuali aromi termostabili * Ebollizione vigorosa (almeno 90 minuti) * Eventuale altra luppolatura e aggiunta aromi termolabili * Whirpool (centrifugazione per mescolamento a gorgo) * Abbattimento rapido della temperatura durante il travaso nel fermentatore * Aggiunta nel fermentatore dei lieviti precedentemente attivati e di eventuali zuccheri aggiunti * Aerezione A fine fermentazione si imbottiglia o si infusta per la “presa di schiuma”. Nel contenitore (bottiglia o fusto che sia). Aumenta la pressione e la frizzantezza. Prosit!!! Maurizio Rensi professore Scuola Agraria di Vadena
PROGETTAZIONE
MALTO
PESATURA
MACINAZIONE
AMMOSTARE IN ACQUA
ESTRAZIONE ZUCCHERO PER INFUSIONE
CI SI AIUTA CON PICCOLI IMPIANTI
LUPPOLO ALL’EBOLLIZIONE
LA BOLLITURA
WHIRLPOOL
RESIDUI DEL WHIRLPOOL
NEL FERMENTATORE DOPO IL RAFFREDDAMENTO
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GRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTORE AGRARIO SETTOR
Cronaca di una giornata particolare trascorsa da due aspiranti automeccanici alla Ducati. Il profumo della moto campione del mondo 2007
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er chi ama le moto la Ducati è un mito e Casey Stoner il profeta. Certo, Valentino Rossi è un fuoriclasse ma corre su una moto giapponese mentre la scuderia di Borgo Panigale rappresenta il “made in Italy” nel Motogp. Ecco quindi che per due aspiranti automeccanici poter entrare nella fabbrica emiliana e respirare l’atmosfera della squadra corse è stato come fare una gita in paradiso. Siamo due alunni del secondo anno del corso automeccanici della Formazione Professionale di Bolzano. Abbiamo partecipato al Festival Tipi, per la categoria Discepoli e Maestri. In pratica alcuni studenti delle diverse discipline hanno la possibilità di vedere un grande maestro all’opera. Noi siamo stati scelti per passare un pomeriggio all’interno dei vari reparti della Ducati Moto. Siamo partiti da scuola alle 8 in furgone con il nostro insegnante di officina Robert Gilli e a Bologna abbiamo pranzato con i referenti che coordinano tutto il progetto. Poi a Borgo Panigale, sede della fabbrica, dove abbiamo incontrato un ingegnere della Ducati che ci ha fatto da cicerone. Abbiamo visto come nasce e come si sviluppa fino al prodotto finale una delle moto più quotate del mercato internazionale esportata in tutto il mondo. Per prima cosa abbiamo osservato la lavorazione dei pezzi di motore che parte proprio dai macchinari utensili, per tornire e bilanciare l’ albero motore e la preparazione di teste e pistoni. Per chi non è addetto ai lavori, e non mastica viti e olio motore come noi, questa è l’anticamera della produzione di una motocicletta. I pezzi sono appena terminati e viaggiano su carrelli tra i vari macchinari. Oltrepassiamo la porta ed entriamo dove il motore dà i suoi primi segni di vita. I vari pezzi vengono
assemblati da circa una ventina di operai specializzati, che provano e collaudano a fine assemblaggio il motore. Ogni operaio non fa mai per otto ore la stessa lavorazione. Non siamo in una catena di montaggio, ma ognuno ha il compito di assemblerà il motore dall’inizio alla fine, in tre quarti d’ora circa. Beh, ve lo diciamo noi che siamo del settore e lo facciamo tutti i giorni, che questo è veramente un record. L’ordine che regna in officina è stupefacente e l’organizzazione del lavoro ne è agevolata. Mentre li osservavamo abbiamo avuto modo di notare che le loro tute non sono sporche, tutto dà l’idea di ordine e pulizia, sembra quasi di vedere all’opera dei chirurghi. Finito il reparto assemblaggio entriamo in quello dedicato ai telai. Qui si vede nascere quella carrozzeria che tanto ci affascina sulle strade. Chiaro che a noi interessa più il motore, che è il cuore vero e proprio della moto, ma non possiamo fare a meno di guardare con ammirazione le forme aggressive e i colori sgargianti che rendono la Ducati quel mostro dell’asfalto conosciuto in tutto il mondo grazie a Stoner. Ah, chiaro, al reparto Ducati Corse non ti fanno nemmeno avvicinare per dare una sbirciatina, anche l’ingegnere che ci ha accompagnati ha detto di esserci entrato una volta sola in quattro anni. Insomma, è difeso meglio di Fort Knox o del Pentagono. Ci dobbiamo quindi accontentare dell’assemblaggio del motore sul telaio. Ogni motore viene montato su un telaio numerato, questi dati vengono segnati sul libretto di circolazione della moto. A questo punto il mezzo è pronto per il test che viene svolto dai tecnici specializzati: si prova il cambio, tutti i componenti elettronici, freni, luci etc. Dal 2006, per volere del caposviluppo i reparti di collaudo sono diventati due, per garantire la qualità
che distingue la Ducati in tutto il mondo. Ci spiegano quindi gli accorgimenti che vengono presi durante il trasporto del prodotto nelle varie città. Quando escono dalla fabbrica le moto non sono ancora carenate, per evitare danni durante il trasporto. Arrivate nella città di destinazione vengono completate e quindi spedite nei negozi. Finite le spiegazioni ecco le foto di rito insieme ai vari caporeparti, tra cui il responsabile della moto Desmo16, dal valore di 60.000 euro. Giriamo ancora un po’ per la fabbrica, ma è inutile: nonostante i nostri tentativi le speranze di sbirciare in sala corse rimangono vane. Alla Ducati abbiamo anche visitato il museo interno dove sono esposte le prime moto stradali e da competizione fino agli ultimi modelli usati nel campionato 2007, vinto appunto da Stoner. E’ con un po’ di amarezza che risaliamo sul pulmino, che ci riporta a Bolzano mentre fantastichiamo su come sarebbe bello poter un giorno essere assunti e far parte di un team come questo. E’ stata un bella esperienza che rifaremmo anche domani, anche per suscitare l’invidia dei nostri compagni di classe.
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Alex Quirini Georgief Stanislav
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e dipendenze sono il male del secolo. Una patologia meschina, che colpisce alle spalle, che tende la trappola, che colpisce in modo subdolo e vigliacco. Oggi le dipendenze riguardano tutta una serie di fenomeni che generano confusione e incomprensione tra tutti coloro che ne sono coinvolti e, purtroppo, nella gran parte dei casi un’accentuata sofferenza. Il tema è amplificato quasi quotidianamente, in maniera diversificata dalle decine di articoli che riportano di minori e non vittime di incidenti, malori o, nel peggiore dei casi di decessi. Righe e righe che descrivono in cronaca fatti allarmanti o servizi televisivi dopo i quali, talvolta, rimaniamo più disorientati di prima. Tra i giovani questa parola evoca termini come alcool e droga, dipendenza affettiva, dipendenza da gioco, dal cibo. Tra i genitori la parola dipendenza provoca terrore, senso di smarrimento, senso di colpa, rabbia e paura. Infine nella scuola tra docenti ed educatori spesso alimenta un senso di inadeguatezza, l’urgenza di un intervento tecnico senza sapere quale, la ricerca tra mille diversi servizi, i quali tutti potrebbero andare bene ma nessuno sembra offrire la risposta più funzionale e soprattutto nei tempi richiesti. A chi tocca allora affrontare le dipendenze? Scuola, genitori, servizi specializzati? Gli ana-
Come affrontare l’emergenza
dipendenze
listi, i sociologi e i pedagogisti vari vi risponderebbero che la soluzione si trova in una risposta in sinergia tra i referenti. Ecco allora scatenarsi una serie di riunioni e di scambio di informazioni, l’analisi dei casi e delle differenti competenze, nei peggiori dei casi uno scaricabarile, le famiglie che pretendono risposte pronte e efficaci da chi chiede tempo per una progettualità efficace. Ma cos’è una dipendenza? Quando essa costituisce realmente un pericolo? La dipendenza dal cibo e dagli stupefacenti, la morbosità in un rapporto affettivo. Dipendenze differenti ma parallele che nascono spesso dallo stesso luogo: la necessità di controllare attraverso una sostanza la propria vita che non si riesce a dirigere. Una distinzione importante, che occorre sottolineare è innanzitutto la differenza tra rischio e pericolo. Possiamo azzardare che il rischio, connesso e contestualizzato nei compiti di sviluppo può essere necessario e utile per la strutturazione della personalità. Il giovane deve sapere quali sono i suoi limiti e imparare a superarli. Il rischio lo mette in contatto con le sue sensazioni più profonde. Il pericolo invece è lo stadio successivo, deteriorato. I comportamenti dei dipendenti sono ritenuti già un pericolo, che richiede una risposta sia tempestiva che a lungo termine. Gli psicologi invitano a non stupirsi troppo della propensione giovanile alle droghe. I comportamenti esagerati e sperimentali
di chi “non sa”, di chi deve ancora imparare tutto, come gli eccessi col cibo, con i primi rapporti sessuali, con la velocità al volante, sono caratteristici degli adolescenti e dei giovani in una continuazione di trasgressione che cambia a seconda delle epoche. Può arrestarsi con l’età o progredire in atteggiamenti pericolosi per l’individuo e per la società. Per individuare stati di dipendenza è meglio rivolgersi ad uno specialista, qualora l’adolescente non riconosca o non ammetta le proprie difficoltà e da dove esse nascano. Possiamo accennare velocemente dei tratti comuni nei giovani che hanno forti dipendenze da sostanze o da comportamenti. Per essere chiari ci riferiamo a coloro che hanno assuefatto il proprio stile di vita e le proprie relazioni a legami che si ripetono puntualmente e regolarmente nel tempo: insoddisfazione generale, tendenza a adattarsi alle persone e alle situazioni, apatia emotiva, incapacità di avere o di portare a termine un progetto di vita proprio. Spesso notiamo che l’oggetto della dipendenza diventa il tramite sociale per comunicare con gli altri e si tende ad escludere coloro che sono “puliti”, poiché non funzionali alla dipendenza stessa. Che fare dunque? Un problema così grande non può trovare soluzioni in poche righe. Ma due cose devono essere chiare: la prima è il NO. Possiamo forse comprendere le motivazioni o la curiosità dei giovani verso esperienze estreme, ma mai possiamo avallarle o dare la sensazione di essere in collusione con loro. Il giovane ha bisogno di trovare ostacoli davanti a sé per crescere, solo così sviluppa le strategie e le modalità per diventare adulto. Quindi vale per tutti la regola di vietare e ammonire certi comportamenti senza dare segnali di comprensione per i comportamenti pericolosi, motivare le nostre ragioni senza però mai condannare la persona. Se la nostra condanna è rivolta alla persona e non, come la pedagogia vorrebbe, al comportamento susciteremo un processo di stigmatizzazione, che non lascia al giovane alternative che fossilizzare e cementare atteggiamenti di dipendenza, per attirare attenzione su sé stesso. E’ molto importante, e questa è la funzione anche della scuola, promuovere tutta una serie di interventi inseribili in un contesto di agio sociale, provocare il giovane affinché rifletta sulla propria maturità e soprattutto creare percorsi di esperienza alternativi al solito status quo. Secondo questo paradigma è declinato il progetto di animazione dell’ A.c.r.a.s. (centro giovanile che opera all’interno dell’FP) e i diversi progetti di prevenzione organizzati nell’ambito scolastico della FP. Abbiamo realizzato in questi anni attività e iniziative che oltre a supportare la famiglia nel tempo libero, offrono la possibilità al giovane di essere protagonista attivo, di godere dei diritti di cittadinanza e monitorarlo negli ambiti più diversi. Infine rimane molto importante riuscire a instaurare una comunicazione “vera” tra giovane e adulto, senza che quest’ultimo abbia timore di abbandonare la sua posizione di educatore per accattivarsi la simpatia o complicità dei giovani. La dipendenza è un male ma si può starne alla larga e curarlo. Pierluigi Rizzato
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TA M E N TO P R O F E S S I O N A L E O R I E N TA M E N TO P R O F E S S I O N A L E O R I E N TA M E N TO P R O F E S S I O N A L E O R I E N TA M E N TO P R O F E S S I O N A L E O R I E N TA
percorso da definire e da mettere a punto con consapevolezza. Deve, per prima cosa, individuare le attitudini e gli interessi: “che cosa so e che cosa voglio fare?” Nell’elaborazione di tale progetto è fondamentale fare un bilancio delle competenze e delle attitudini definire o ri-definire il tuo progetto formativo, conoscere meglio il mercato ed individuare le azioni più appropriate. Nell ‘orientarsi e ri-orientarsi è fondamentale cercare la professione per aree di interesse conoscendo la mappa delle aree occupazionali. Ma alla base di tutto c’è comunque un “must” che è “imparare sempre” per accrescere le proprie chances di successo e per essere sempre in sintonia con le esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
I l S e r v i z i o o r i e n t a m e n to e l a b o ra i l “ t u o” p ro g e t to p ro fe s s i o n a l e
I
l Servizio di Orientamento alla formazione e al lavoro è una guida sicura ed affidabile per addentrarsi con cognizione nella giungla del mondo formativo e lavorativo. Il cicerone in grado di chiarire le idee e soprattutto dare i consigli giusti in base alle caratteristiche della persona che spesso si trova disorientata difronte al proprio futuro professionale. C’è la paura di sbagliare e l’incapacità di destreggiarsi. Ecco quindi che il servizio mette a disposizione personale qualificato ed esperto che sa navigare nelle acque, a volte anche agitate del mondo del lavoro. Una struttura che è in
grado di intercettare le esigenze della persona che si rivolge a questo servizio e che non necessariamente è giovanissima. Innanzitutto la consulenza permette di capire le esigenze e le aspettative di lavoro, fa riflettere sulle proprie capacità e sulle attitudini e dà un quadro delle possibilità formative e di lavoro. Il servizio offre consulenza informativa, orientativa e stage aziendali di ri-orientamento. In un certo senso il servizio è una sorta di “architetto” del progetto professionale che viene ideato, elaborato e realizzato secondo una serie di principi e dati indicativi. Il progetto professionale è una tappa fondamentale, un
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C o n o s c i t u t t e l e o p p o r t u n i t à f o r m a t ive p r e s e n t i s u l t u o t e r r i t o r i o ? Conosci il mondo delle professioni? C e rc a r e l avo r o : s a i c o m e f a r e ? S a i q u a l i s o n o l e c o m p e t e n z e r i ch i e s t e d a l m o n d o d e l l avo r o ? Conosci le tue attitudini? Sai prendere le decisioni? C u r r i c u l u m v i t a e , c o l l o q u i o d i l avo r o : s a i va l o r i z z a r t i a l m e g l i o ? Lo stage: sai sfruttarlo al meglio? L avo r o : c o n o s c i i t u o i d i r i t t i , c o n o s c i l e r e g o l e ?
SERVIZIO DI ORIENTAMENTO ALLA FORMAZIONE ED AL LAVORO Centro di Formazione professionale “L. Einaudi” Via S. Geltrude,3 Bolzano Stanza 304-305 Tel. 0471/413801 Telefonare per appuntamento
ONE PROFESSIONALE FORMAZIONE PROFESSIONALE FORMAZIONE PROFESSIONALE FORMAZIONE PROFESSIONALE FORMAZIONE PROFESSIONALE FORMAZIONE PROFESSIONALE FORMAZIO
Dall' Fp alla stanza dei bottoni
Flavio Pallua, gardenese, ha frequentato la scuola di Bressanone ed oggi ha un ruolo di responsabilità in un’importante azienda di sistemi di riscaldamento
L
'appuntamento è per la tarda mattinata. La Val Gardena si appresta ad accogliere i turisti per la lunga stagione invernale ma ad un paio di settimane dallo start ufficiale i prati sono ancora verdi. Per Flavio Pallua però sono giornate intense. E' in ufficio: cellulare nella mano sinistra, telefono fisso in quella destra e sguardo proiettato sul computer. Del resto per chi si occupa di riscaldamento l'autunno inoltrato è un momento topico: impianti da avviare, riscaldamenti da regolare, richieste da soddisfare. Già, perchè Flavio Pallua è il responsabile della regolazione impianti di riscaldamento della Farko, un'azienda gardenese all'avanguardia nel settore del riscaldamento e del sistema solare. “Siamo nati nel 1998 – esordisce Flavio – operiamo soprattutto in Val Gardena e in tutto il territorio regionale anche se stiamo cercando di espanderci anche fuori regione. Ci occupiamo di bruciatori, caldaie, impianti solari, Insomma, tutto quanto è legato ad energia e riscaldamento”. Flavio lavora in un bell'ufficio in un'azienda av-
veniristica anche nella struttura situata a Pontives, un anfratto artigianale nel cuore della Gardena. Gode della fiducia dei titolari e tratta in prima persona con i clienti che sono spesso grandi alberghi e strutture importanti. Ma Flavio Pallua è soprattutto un ex allievo della Formazione Professionale. Uno di quelli che è partito da zero e con sacrificio e dedizione ha raggiunto una posizione lavorativa importante. “Già, mi ricordo benissimo. Era il 1989-90: FP di Bressanone, indirizzo elettrico. Un'esperienza importante, con un contatto diretto con la pratica lavorativa”. Poi subito il mondo del lavoro? “No, dopo l'Fp ho frequentato l'Ipia a Bolzano e ho sostenuto l'esame di maturità. Dopo la maturità ho fatto l'elettricista, il militare e l'addetto alle piste da sci visto che vivo ad Ortisei. Nel 1999 l'ingresso alla Farko dove ho sostenuto la classica trafila per arrivare al ruolo che ho oggi”. Un ruolo dove ci vuole capacità di relazionarsi ma anche senso pratico... “Ovviamente perchè bisogna capire le esigenze dei clienti, risolvere i problemi più svariati anche perchè mi occupo dell'aspetto progettuale degli
impianti ma anche del montaggio sul posto”. L'esperienza alla Fp ha risvolti diretti sul lavoro? “Certamente. Si tratta di una scuola che prepara in modo specifico all'ingresso al mondo del lavoro. Nozioni teoriche ma soprattutto pratiche che trovano riscontro diretto sul terreno operativo”. Che ricordi ha dei tempi della Fp? “Ottimi. Soprattutto il rapporto con i professori era davvero speciale: grande disponibilità, molto dialogo e la possibilità di crescere serenamente imparando senza assilli. C'erano gli stage nelle aziende che ti permettevano di capire il funzionamento del mondo del lavoro”. Quindi la Fp è una scuola da consigliare? “Assolutamente sì. Prepara molto bene ed oggi non preclude la possibilità di accedere ad altre scuole per diplomarsi e poi magari anche laurearsi”.
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L’appuntamento è di quelli da non perdere. Ogni giovedì sera gli studenti della scuola alberghiera si vestono di bianco, ma non è la divisa di cucina, bensì il kimono. I futuri cuochi, camerieri e receptionist sono in fila a piedi nudi, pronti a imparare tecniche di difesa, saltare, imparare a cadere e sferrare colpi. Ma soprattutto a praticare una sana attività sportiva. Da due anni infatti il convitto “Cesare Ritz” in collaborazione con l’associazione sportiva Libertas organizza dei corsi di karate e autodifesa rivolti agli studenti. L’istruttore Omar Pierotti, cintura nera II dan, dalle 20.00 alle 21.30 insegna ai giovani convittori i colpi basilari del karate e le tecniche di autodifesa. Omar spiega che il karate è un’ antica arte marziale atta alla difesa delle persone originaria dell’isola giapponese di Okinawa e trae origine dall’unione di due scuole-correnti marziali: il Te autoctono e il Kenpõ cinese e prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa che prevede l’ausilio delle armi tradizionali, è strettamente collegata alla pratica del karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale.
Nel passato, era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina. Il karate aiuta gli allievi a modellare il carattere, a rispettare se stessi e gli altri, ad avere determinazione e, la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità. In due anni sono stati numerosi i ragazzi che hanno partecipato ai corsi organizzati, sempre con entusiasmo e costanza. Per tanti di loro l’attività, il cui unico costo è l’iscrizione in
KARATE PER ILCORPO E PER LA MENTE
Ogni giovedì a Merano aspiranti cuochi, camerieri e receptionist si cimentano con kimono e cinture per imparare l'arte marziale
federazione, è una novità, una possibilità di sperimentare nuove discipline sportive. Ogni sera la prima parte della lezione è dedicata al karate, mentre la seconda, quando la stanchezza si fa sentire, si procede alle tecniche di autodifesa. Diego Verber (secondo anno): “Amo lo sport, pratico abitualmente il calcio e l’atletica leggera. Ho colto al volo l’occasione di iscrivermi a karate, perché è uno sport che insegna la disciplina e la correttezza nei confronti dell’avversario, cosa che, credo, al giorno d’oggi rimane fondamentale soprattutto nello sport.” Nicola Dobnik: “Io preferisco la parte dedicata all’autodifesa, è più utile e pratica perché richiede meno tempo per imparare le mosse fondamentali. Non avrei mai creduto di avere la capacità di immobilizzare un avversario molto più grande di me, come di finire steso al tappeto bloccato da una ragazzina che è grande la metà di me”. L’attività insieme ad altre iniziative culturali, sportive e ricreative è organizzata nell’ambito del progetto di animazione promosso dall’associazione A.c.r.a.s. e patrocinato dalla Ripartizione 21 della Provincia Autonoma di Bolzano.
Per nje djal te huaj nuk eshte e lehte te shkoj ne nje shtet tjeter.. Nga gjuha, nga menyra e te menduarit,menyra e foljes, gjithcka duket ndryshe. Por ndonjeri ne fillim ndihet keq. Shkolla eshte e rendesishme per ty e te ndihmon per te punuar. Kjo shkolla ka shume djeme te huaj. Nuk mund te thuash asgje, eshte nje gje shume e mir per te shkolluar njerezit. ka djeme nga Africa , Shqiperia, Kroacia , Pakistani , India , dhe Romania. Shkolla ka dy role :Meson studentet qe kur te mbarojn shkollen, te gjejne pune,dhe te bej nxenesit professioniste. Kemi lajmeruare mesuesit qe te bejne te njejtin mesim,si per italianet edhe per ne. Shkolla profesionale ofron shum mundesi qe te gjesh nje rrug te drejt pune.Ka shum rruge qe mund te zgjedhesh: nga kamarier deri ne shef guzhine,nga mekanik deri elekricist,si edhe estetist, parukier, infermier. .per tre vjet shkolla te ben njeri me nje pun qe ti ke zgjedhur .Brenda programit te vitit ka nje muaj pun ,nje muaj tjeter pun ne nje firme italiane edhe nje muaj tjeter ne Gjermani. Oret qe rrime ne shkolle nuk jan pake por ekziston akras(qender argetimi) .Ju nuk e besoni por FP eshte e mir per te bere zgjedhjen e duhur. Loris Duraku e Armand Gjepali
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