L’Altra Sesto s.a.s. periodico d’informazione - attualità - politica - cultura - sport. Registrazione n° 1951 del 30 aprile 2009 presso Tribunale di Monza N°21 anno 2011 tel. 02-224.76.547 fax 02224.76.547 sede legale e sede operativa via Andrea Costa 14 Sesto S. Giovanni 20099-MI - Fotolito e Stampa A.G. Bellavite s.r.l. Missaglia (LC) 039-92.00.686 sito internet: www.laltrasesto.com indirizzo di posta elettronica:
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novembre 2011
pRoNTI, vIA!
Scatta la corsa alle “primarie”
L’Altra Sesto
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parliamo di...
pAoLo vINo
Se lo dice il direttore...
sociale
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... lo possono dire anche i lettori. Ecco perché ho deciso di pubblicare la mail di uno di loro giunta in redazione pochi giorni or sono. Rispecchia il mio pensiero sull’attuale situazione politica ed invito anche altri a mandarmi il loro punto di vista.
giovani e politica
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politica
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cronaca
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cronaca
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sotto copertina
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commercio, storie di ieri e di oggi
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ualcuno mi ha più volte fatto notare
[email protected] che sembrano essersi un po’ spenti i riflettori sulla intricata vicenda delle aree Falck a Sesto San Giovanni, esplosa alcuni mesi orsono quasi all’improvviso coinvolgendo Filippo Penati, ex sindaco della Stalingrado d’Italia, e altri esponenti dell’attuale giunta comunale. Credo, tuttavia, che il lavoro dei PM Walter Mapelli e Franca Macchia stia proseguendo con il doveroso riserbo che merita la delicata vicenda, lo stesso che non è stato per nulla garantito con altri esponenti politici ben più in vista e in questo momento, forse, il solo fatto che tutti gli incartamenti siano ancora custoditi nella Procura di Monza potrebbe essere una forma di garanzia. Di Caterina & Co sono meno al centro dell’attenzione, è vero e, ad essere sincero fino in fondo, la considero una fortunata coincidenza visto che il Paese, intendo ora l’Italia e non Sesto, si trova al centro di una grave crisi economica dalla quale temo riuscirà a riprendersi con molta fatica. Crisi, peraltro, scoppiata qualche mese prima della fine per qualcuno studiata ad arte – dell’era Berlusconi in cui il “Governo del fare” si è fatto surclassare dal “Governo del dire”. Troppe parole, troppi lustrini, troppi equilibri da gestire hanno fatto perdere lucidità operativa all’ex premier rimasto imprigionato nella sua stessa tela. Certo, una valida mano l’ha data anche una Costituzione che non dà di fatto nessun vero potere a chi governa, neppure a quelli precedenti di sinistra, e contribuisce a mantenere un assoluto stato di instabilità, al di là del colore politico. Bene. Ma il rovescio della medaglia è costituito proprio da questa incertezza che impedisce anche di fare pro-
grammi a lungo termine, di cogliere obiettivi a lunga scadenza, soprattutto di natura finanziaria e sociale, che possano essere appetibili anche all’estero. Se si fosse dato corso alle riforme… E così, per non andare alle urne, soluzione che oggi non conviene a nessuno e costa, si ricorre alla forma forse meno “democratica” della democrazia, il governo tecnico, che ha il difetto di non essere stato scelto dal parlamento eletto dal popolo. La svolta del nostro Paese è così finita nelle mani dell’economista Mario Monti, uomo di specchiata esperienza e di provata garanzia sul fronte dell’indipendenza politica, ma che dovrà navigare a vista per riportare credibilità e fiducia nella terra del tricolore. Impresa molto ardua. Qualche forza politica ha subito mostrato il pollice verso, ma è stata prudenzialmente riportata a più miti posizioni, anche perché credo non sia proprio il momento di giocare a braccio di ferro! E mentre scrivo queste righe è stato da poco varato il nuovo governo, più snello, solo 16 ministri (di cui 3 donne in dicasteri chiave) che salgono a 17 se si considera anche quello ad interim dell’economia del premier, ma ancora non mi è chiaro il programma, quindi qualsiasi giudizio sarebbe prematuro. Anche se la nomina a senatore a vita di Monti a qualcuno sembra comunque voler salvare il professore da eventuali insuccessi. Boh, staremo a vedere. Mi resta comunque la speranza che questo Paese, sempre l’Italia e non Sesto, sia in grado di rialzare presto la testa per tornare ad avere un ruolo in Europa e magari a essere riconosciuta all’estero per la sua creatività, per la sua affidabilità industriale e non solo per la mafia e il bunga bunga. Remo Fedele
è già totosindaco Il Cavaliere Inesistente
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rmai lo sapete tutti, lo avrete letto, ascoltato, annusato un po’ ovunque in città: è iniziato il totosindaco! Ha iniziato la sinistra che in maniera trionfale si è subito presentata con l’assessore Monica Chittò. Da allora, sui giornali, siti Internet, nei bar e dal parrucchiere è stato un continuo rincorrersi di voci, aneddoti, curiosità, nomi. Già, ma qual è la regola? A destra e a sinistra chiunque può candidarsi per la tanto ambita poltrona di sindaco di Sesto San Giovanni? Così parrebbe: ogni libero cittadino ha il diritto e dovere di impegnarsi a favore della comunità. Che belle parole mielose… Ma la verità è proprio questa? Mah, qualche dubbio potrebbe sovvenire anche al più sprovveduto dei nostri lettori… Se così fosse davvero, ci volete spiegare perché all’interno dei partiti non si fa altro che litigare per proporre il nome giusto, quello della propria corrente politica? La
verità è che pare di essere al calcio mercato: anzi, lancio la mia proposta. Visto che il calcio mercato di solito si fa in un hotel milanese, dove si incontrano dirigenti, calciatori, allenatori, procuratori, uomini d’affari, millantatori ecc. ecc., alla stessa stregua, perché non ci inventiamo anche a Sesto San Giovanni una situazione del genere? Per venti giorni chiudiamo in un hotel (e ce ne sono tanti…) politici, aspiranti politici, amici dei politici, candidati, giornalisti, giornalai, curiosi… fanno trattative, si incontrano, danno gli annunci degli affari conclusi ai giornali e poi ci si presenta con i vari candidati sindaci belli e fatti. Stiamo esagerando? Ma perché, in questi giorni sui mass media lo spettacolo offerto dai nostri politici sestesi vi pare edificante?....
storie di ieri e di oggi
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svago
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racconti musicali
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attualità
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anniversari
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sport
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sociale
23 ottobre 2011 Una data e un corteo per ricordare che “il tempo è scaduto”
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I Giovani Sestesi voglio essere di Simone Migliorini per Sesto e i Sestesi i promotori del cambiamento, del rinnovan corteo pacifico “una mento, “i cittadini in movimenPasseggiata” così l’han- to” che non fanno promesse ma no definita i Giovani parlano di scelte, riforme, deciSestesi di Paolo Vino che han- sionismo democratico e aperto no colorato con le loro bandie- ad ogni necessità, dall’anzia re di bianco e azzurro i colori di no con problemi di mobilità al Sesto San Giovanni le vie della giovane che cerca lavoro, per città partendo da piazza Tren- il bene dell’intera cittadinanza to e Trieste per arrivare in una senza vincoli, barriere ideologipiazza Petazzi colma di cittadini. che, un nuovo modo di vedere e “Basta!” “E’ il momento di cam- concepire la Politica, una Politibiare!” il tempo è scaduto, que- ca progressista nella forza delle sti alcuni degli slogan che i Gio- idee e delle persone. I partiti che vani Sestesi inneggiavano strada oggi siedono nel Governo cittafacendo. Molti volti, alcuni noti dini maggioranza e opposizione altri un po’ meno però molto hanno un compito importante: emozionati, sono stanca di que- portare a compimento la legislasta politica dice Barbara era la tura e poi pensare se anche per prima volta che partecipavo ad loro “IL TEMPO E’ SCADUTO”. un corteo ed è stata un’emozio- I Giovani Sestesi si presenteranne unica, impossibile da celare, no alle prossime Comunali con vedere tanta gente radunarsi, una squadra pronta, preparata e indossare cartelli, portare ban- volenterosa. E’ una nuova cultu diere con il desiderio e la conra della fatica, una nuova cultu vinzione di� � poter un � contribuire � � � ra dell’impegno, � � � nuovo � mo� � � � � � � � � � � � operandi,� la scelta � � di dare � � � � � � a cambiare Sesto, migliorarla, dus � una � �scossa � � decisiva...far � � � una � scossa � � � � � � � � � � dargli all’architrave vecchia � � � � � � � � � � � � � � � � � � suonare perché il tem- e ammuffita� che,� con tutta la� sua � la sveglia � � � � � � � � � I sestesi � � sono � stan� � ingombranza, � po è �scaduto! domina la scena � affranti � � e tristi � nel vedere � � � la politica � � senza costruttività � � � �� �� � chi, vec � � � � � � � � � � � loro nel I � Giovani � città � � � degrado, � lasciata � � � chia� dentro � � e �fuori. � � � � �� � � � � � � � � � � � � � � � � � a se � stessa, tristemente abbanSestesi non condannano, non � � � � � � � � � � � � donata dalla vecchia politica. distruggono, al contrario sono � � � � � � � � � � aperti, � nella loro� indi- � � � � � � �� � � � � �� � pendenza politica ed � � � elettorale, al dialogo ci� � � � � � � � vile con tutti, al rispetto della dignità di tutti. Dignità, una parola dimenticata, fondamento dell’etica di ogni buon � � � � � � � � � � � � � cittadino per� decenni � � � nel nostro Il 23� � � Paese. � � � � � � � � � � ottobre 2011 è entrato a � � � storia � pieno titolo nella � � � � di Sesto, questo � � grande � � � � � � � � Corteo verrà di-� � �� � � non �� � � � � � � � menticato, si è � aperto � � � � � � un � imponente sipario � � � � � � � � � � � � � � �� � � � � � per guardare con � � � � � rinno� � � � � � � � � � � � � � � � � � � � 20099 Sesto San Giovanni vato ottimismo � � � � al� futu� � � � � � � � � � � � � � � � � � � Via Roma, 23 � � � i Giova� � � � � � � � ro di �Sesto con � � � � � � � � � Tel./Fax 02.26.222.128 � � ni Sestesi.
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giovani e poliTica
CHI VUOL ESSERE (DAVVERO) BAMBOCCIONE? H
o più di 60 anni e ho lavorato per 40, adesso sono fatti vostri. Me lo disse una volta una persona che di professione faceva – e fa – il politico. Basta forse questo per rispondere alla domanda: perché i giovani dovrebbero far politica? In effetti, per quale motivo un onorevole ultrasettantenne (e nel Parlamento Italiano sono tanti) dovrebbe prendere a cuore il tema del precariato o delle pensioni di chi smetterà di lavorare fra trent’anni? Nobiltà d’animo e utopistici ragionamenti a parte, concretamente, nessuno. I giovani di buona volontà che vogliono essere (o almeno provare ad essere) protagonisti ed artefici del proprio futuro, hanno il dovere e non la facoltà di conoscere, comprendere e giudicare le scelte di oggi perché sono quelle che disegnano lo scenario di domani.
tri, cresciuta del 59,6% in 5 anni. Il 76% non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%. Il 20% delle persone che si rivolgono ai Centri di ascolto in Italia ha meno di 35 anni. Come se non bastasse, secondo uno studio di “Welfare Italia”, quasi la metà dei lavoratori che andrà in pensione nel 2050 riceverà introiti anche più bassi di quelli ricevuti a inizio carriera. Tradotto: andrà in pensione con mille euro o poco più. Non domani ma tra più di 30 anni. Quegli stessi lavoratori che oggi sono “intrappolati” da interminabili stage con stipendi da fame e, a volte, nessuna prospettiva di crescita. L’Italia non è un Paese per giovani, questo ormai è un dato di fatto. Allora quali possibilità di futuro ci sono per gli under 30? Sostanzialmente due: volare all’estero
Di stimoli, purtroppo, ce ne sono anche troppi; eccone alcuni. Un mese fa, la Caritas ha diffuso l’abituale rapporto annuale sulla povertà. Un dossier completo, dal quale spicca un dato: la categoria dei nuovi poveri è aumentata del 13,8%, tra il 2007 e il 2010, con un forte aumento della quota di giovani che si rivolgono ai Cen-
(in Inghilterra, Germania, Stati Uniti), trovarsi un lavoro, un appartamento in affitto e incrociare le dita oppure provare a cambiare le cose, pretendendo di partecipare ai processi decisionali. Per farlo non c’è alternativa alla politica. Emigrare in cerca di fortuna, nel tentativo di dar valore alle proprie competenze e di mettere a frutto
tutta la buona volontà che ci si porta con sé nella valigia è una scelta coraggiosa, ammirevole. Ma restare qui, con i propri affetti, in cerca
turo di molte persone, di un quartiere, di una città. Cari giovani, preferite delegare queste scelte a sconosciuti assessori e consiglieri
di un buon impiego non è e non i cui faccioni avete ammirato solo può essere considerata una scelta nei manifesti elettorali in giro per di comodo. Già, perché ci vuole la città o vorreste prenderne parte? fegato anche ad aprire il computer Il vero errore è indignarsi e basta, e inviare il proprio curriculum a attendendo che caschi dal cielo decine d’aziende che non rispon- una soluzione. La colpa è pensare deranno. Ci vuole coraggio a pren- che i politici siano tutti uguali, butdere motorino, auto o metrò per tando un argomento serio in una portarlo di persona a receptionist stucchevole ‘caciara’ demagogica infastidite auto-convincendosi che e stop. La soluzione non arriverà, il face to face aumenti le probabi- né dai politici di professione né da lità di successo. Certo, dopo una quelli da talk show. Né dai giornagiornata di lavoro (o di deprimen- listi da salotto o dai tuttologi del te lancio del curriculum via mail) piccolo schermo. Costruire le basi sarebbe meglio uscire con gli ami- affinché il futuro dei giovani sia al ci o guardarsi un film seduti sul di- centro dell’agenda politica è comvano piuttosto che rinchiudersi in pito dei giovani. E di nessun altro. un’aula di consiglio comunale o Chi se ne frega è un “bamboccionella sala di un partito a discutere ne”, gli altri no. Giorgio Valleris di tombini rotti, sensi unici e quant’altro. Ma dopo i tombini e l’asfalto delle Soc. Editoriale L’Altra Sesto s.a.s. Sede legale via A. Costa 14 20099 strade ci sono i Sesto San Giovanni (MI) servizi alle fa- Anno di Fondazione 2009 Ideatori: Paolo Vino e Massimiliano Mamprin miglie, i con- Grafica pubblicitaria: Linea Grafica Sesto San Giovanni corsi, i progetti Impaginazione: Mirko Nossa collaborato: Elisa Colombo, Riccardo De Gaetano, Francedi realizzazione Hanno sco Della Torre, Remo Fedele, Valentina Gironi, Simone Migliorini, di poli produtti- Alessandra Sacchelli, Giorgio Valleris, “l’asterisco”, “Il Cavaliere vi o di terziario Inesistente”. chiuso in redazione il 18 novembre 2011 a pochi passi da casa, le aliquo- La collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e fotografie, anche se non te delle imposte pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati. Gli articoli pubriflettono il pensiero dei singoli autori e non vincolano in alcun modo comunali che blicati la linea di condotta della società editrice e del direttore responsabile di questo cambiano… In- periodico. La direzione si riserva la facoltà di condensare e modificare, secondo le esigenze e senza alterarne la sostanza, gli scritti a sua disposizione. Senza somma, cose il consenso dell’editore è vietato riprodurre, con qualsiasi mezzo, il giorale o parti. Alcune immagini sono tratte da internet, per informazioni contattare serie in grado di sue l’indirizzo mail:
[email protected]. influenzare il fu-
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poliTica
Cittadini e commercianti del quartiere 3 a confronto
GIOVANI SESTESI E ASSOCOMMERCIO hANNO RISERVATO NON pOChE SORpRESE
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ittadini e commercianti del Q3 finalmente insieme per una sera. Teatro del dibattito la sala del Camino presso Villa Puricelli Guerra, grazie ad un’ini-
mente ripercorso gli sforzi messi in pratica negli anni passati, ma che a poco hanno condotto. Da ciò, sempre con parole di Puccio: “avendo ottenuto poco, rispetto
ziativa voluta ed organizzata nella serata del 10 novembre scorso dai “Giovani Sestesi”, guidati dal fondatore e anima del movimento stesso, Paolo Vino e supportati da Assocommercio. A sciogliere il ghiaccio ci ha pensato Francesco Puccio, presidente di Assocommercio, che ha breve-
a quanto lavorato, abbiamo trovato tramite il movimento politico una via per portare avanti la nostra missione”. E sempre più come non mai, gli interessi dei commercianti sono anche quelli dei cittadini, quello ad esempio di avere un quartiere sicuro e a norma, un’area della città dove
fare una passeggiata per le vetrine in tutta serenità e lasciar girare i propri figli in libertà, interessi paralleli, quelli dei cittadini e dei cittadini-commercianti. “Le promesse elettorali le lasciamo agli altri”, continua il presidente di Assocommercio, “ noi possiamo solo promettere impegno, lavoro ed onestà”. Parole forti e chiare, supportate anche dai Vice-presidenti di Assocommercio Vincenzo Lombardi e da Alessandra Aiosa. Dalla scarsa disponibilità di parcheggi alle opere urbane incompiute fino alla quasi assente illuminazione stradale di certe aree del quartiere, questi i temi toccati nel dibattito, questioni forse banali, ma di fondamentale importanza per garantire un quartire sicuro con la S maiuscola, a prova di cittadini e commercianti. Diversi gli interventi del “pubblico” in sala, a cominciare dall’esordio bonaugurante del consigliere comunale della Lega Nord, Alessandra Tabacco, che ha inizialmente appoggiato lo slogan dell’evento: “cittadini in movimento” defininedo l’impegno dei Giovani sestesi e dell’associazione commerciale
Assocommercio Puccio, “parole che volano via, scripta manente, verba volant: l’associazionismo si muove tramite le vie della politica, per potere essere applicabile alla realtà”. Proseguendo, Paolo Vino affermando “non sono un tecnico della politica, ma un cittadino” ha risposto ai vari quesiti posti dalla cittadinanza, annunciando che presto, “ma non in questa sede”, verrà presentato un programma più che politico, “fotografico”, ma sicuramente apartitico: “né con la destra, né con la sinistra” , continua il fondatore del movimento. E come in qualunque pièce che si rispetti, sul finale entra il colpo di scena, Parole che forse hanno scaldato l’animo del Consigliere comunale presente all’evento, Alessandra Tabacco, che, come in qualunque pièce che si rispetti, sul finale entra con un colpo di scena, facendo retrofront sul precedente discorso “positivo” nei riguardi del movimento sestese e affermando questa volta che: “si fa presto a fare demagogia, vedo, putroppo, troppi discorsi, ma nessun programma definitivo, si amministra e si in-
come un segno di svolta mirato a difendere in primis i sestesi, cittadini e commercianti, creando così un legame tra tessuto sociale ed economico non poco irrilevante. Di tutt’altro pensiero Dario Rinco, cofondatore di Democrazia Diretta, che sostiene la possibilità di incidere sull’amministrazione comunale stando fuori dalla politica, pensiero del tutto utopistico per il presidente
cide, ma per farlo dovrete essere supportati da altri partiti, da soli non andrete in maggioranza...”. Secco e deciso l’epilogo sentenziato da Paolo Vino: “posto che questa non è la sede per definire il progamma politico, e detto che NOI ci muoviamo da SOLI, definito ciò, noi NON vogliamo andare in maggioranza, ma vogliamo ESSERE la maggioranza”.
Alessandra Sacchelli
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cronaca
A chi servirà la pista ciclabile? P
edala che ti passa! come non mai oggi a Sesto San Giovanni sarà possibile. Crescono infatti i km d’asfalto rosso della rete urbana sestese, grazie all’ultima arrivata ma non ancora venuta alla luce pista ciclabile della città; quella che partirà da Piazza Hiroshima e Nagasaki e percorrerà via Marzabotto fino al verde del girdino exFola, che a
sua volta apre l’accesso al Parco Marx-Cantore. I fatti in numeri: sono 1.050 i metri di estensione del percorso ciclabile, due i sensi di marcia per ciascuno dei lati stradali della pista, in totale quindi 4 corsie ciclabili, i metri di larghezza delle corsie vanno da un minimo di 1.50 ad un massimo di 2.50 metri. Materiale di realizzazione della pista, il conglomerato bituminoso, che la distingue cromaticamente dai percorsi pedonali e stradali, mentre uno spartitraffico la protegge dal traffico automobilistico. Il costo dell’impresa, partita il 13 giugno scorso e quasi al traguardo (fine dei lavori previsti per il 4 dicembre), ammonta a 240.000,00 euro, per un totale di 174 giorni di lavori preventivati. Un’altra delle opere urbanistiche che si aggiunge alle altre in corso, in progetto, in costruzione, mal costruite, abbandonate, forse non necessarie. Sì certamanete, ringraziamo per l’attenzione mostrata dal Comune nel
creare strutture “eco-friendly”, che vanno a garantire un servizio ai cittadini e allo stesso tempo incentivano gli abitanti ad utilizzare dei “diversivi” rispetto alle inquinanti automobili. Tutto sta nel capire se quest’ultima realizzazione, non ancora ultimata per altro, sia veramente realistica e utilizzabile. Quante biciclette percorreranno in media giornalmente la pista? Nel momento di maggior “tensione” della Via Marzabotto, cioè il mattino all’entrata e il pomeriggio all’uscita dalle scuole, come potrà il traffico ciclistico fluire sulla pista, che sarà invase da pedoni, quali bambini e genitori? Possiamo ritenere, in virtù di questo, sufficientemente sicura la messa in atto di una pista ciclabile davanti ad una scuola? Per non parlare dei posteggi di cui gli abitanti di Via Marzabotto si sono visti privare… ma assicura la Giunta che dopo la riqualificazione dell’area del mercato di via Forlì, verrà restituito lo stesso numero di posteggi eliminati dalla via. Tutto sotto controllo per i rappresentanti comunali. Vedremo. Anche se, a dir la verità, sentendo qua e là la voce dei cittadini, prima di realizzare un’ennesima pista ciclabile, e viste le precedenti realizzate qualche dubbio sul senso delle stesse sorge, forse qualcos’altro di più utile e strettamente necessario certamente c’era. Segnaletica orizzontale danneggiata, quella verticale mal segnalata, marciapiedi inesistenti, buche da gruviera, illuminazione stradale debole se non mancante. Queste piccole, banali, semplici richieste, forse dovevano esser ascoltate, anzi non solo ascol-
tate, ma messe in pratica in termini di fatti, anziché spender tempo e denaro in un’altra pista ciclabile. Fu lo stesso Sindaco Giorgio Oldrini in un intervento sul Corriere della Sera del 30 dicembre 2010, quasi un anno fa, a dire che: “ i continui tagli alle nostre risorse operati dal governo rendono sempre più difficile far fronte anche ai compiti più elementari. I cittadini sappiano che se quest’anno (cfr 2010) abbiamo aggiustato meno buche del necessario, l’ anno prossimo (cfr 2011) possiamo solo sperare che non nevichi e non piova. Altrimenti le buche non le aggiusterà nessuno”. Ancora la neve non fa capolino, la pioggia si è fatta sentire solo nelle scorse settimane, ci è andata abbastanza bene per ora, tiriamo un sospiro. Ma appunto perché di fondi già non ce ne erano, e non ci saranno per questo inverno, era proprio strettamente necessario realizzare tale pista ciclabile? Meglio sostenere lavori di piccola manutenzione, aggiustare strade e marciapiedi, piuttosto che creare opere che poi rimangono lì a scaldare il posto.
Alessandra Sacchelli
VIA fALCk: REStyLINg SVOLtO SOLO A MEtà è proprio una storia infinita. Ebbene sì, avevamo pizzicato qualche mese fa la pubblica amministrazione a riguardo della piccola Via Falck, malmessa, con buche, dossi sconnessi dall’asfalto. Finalmente la strada è stata rimessa a nuovo, asfalto ricolato, strisce evidenziate, dosso messo a punto. Peccato, che la riqualificazine riguarda solo metà della via, giusto la parte che interessava, quella davanti alle scuole, avranno finito il cemento e l’asfalto? Opere incompiute a Sesto San Giovanni, benvenuti!
L’Altra Sesto
cronaca
i giovani sono il presente parla Don agostino, neoparroco della rondinella
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alla Cappellina, ricavata da un magazzino di materiale edile, alla Chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice. Primo parroco Don Mario Sirio. Attorno alla Chiesa si espanse il Quartiere e tutta l’Opera Salesiana a Sesto: l’Oratorio, l’Istituto polivalente delle Medie e delle Superiori, la Scuola per l’Infanzia, il Cinema Teatro, la Palestra, il Circolo familiare (temporaneamente chiuso), la Chiesa Don Bosco di Via Saint Denis, il Volontariato Caritas, il Consultorio Familiare e varie Associazioni cattoliche. Il 6 novembre di quest’anno, in sostituzione di Don Nunzio Casati repentinamente defunto, è stato ufficialmente nominato Parroco Don Agostino Sosio, salesiano. Nato a Valdidentro (SO), ordinato sacerdote il 2 ottobre 1982; nell’ambito della Congregazione Salesiana ha svolto nel tempo il compito di formatore e catechista nella Formazione Professionale, di incaricato di oratorio e di parroco. E’ stato superiore dei Salesiani di Lombardia ed Emilia Romagna negli ultimi sei anni. Don Agostino, Tu sei stato Parroco ad Arese, quindi hai già vissuto una diretta esperienza pastorale significativa. Oggi le comunità sono in continuo divenire. Dal punto di vista religioso, come si può affrontare questo rapido cambiamento? Sono stato parroco della Comunità pastorale di Arese che unisce le tre parrocchie cittadine: un unico parroco, più preti, un solo progetto pastorale, più spazi vitali, un solo oratorio, più servizi religiosi per una popolazione di circa ventimila abitanti. E’ un accenno ad una esperienza che mi ha fatto imparare tanto. Venendo all’oggi nel quale il Signore ci colloca, è innegabile il rapido cambiamento di mentalità e di stili di vita che trascinano con sé situazioni di disagio sociale e nell’ambito della persona; anche se apparentemente la scia del benessere è appagante e distrae dalla meta della vita. La domanda di senso e la ricerca di motivazione al vi-
vere appartiene all’uomo di sempre, è insopprimibile, tutti siamo alla ricerca della nostra origine e del nostro destino. Il compito della Pastorale è aiutare l’uomo a mettersi in cammino dietro la luce divina che illumina i nostri passi. E’ un servizio all’uomo, perchè sia se stesso.
L’Oratorio rispecchia la centralità della pedagogia educativa di Don Bosco. E’ ancora valida nella Società moderna dell’elettronica e dell’informatica? L’oratorio, secondo il metodo preventivo di don Bosco, è casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria. In una società che assiste al riflusso nel privato e all’isolamento delle famiglie e dei singoli, l’oratorio salesiano si propone come ambiente di ampia accoglienza, come occasione di attività e creatività dei ragazzi, come cerniera tra il sociale e il religioso. L’amore e il rispetto della persona è la regola fondamentale che apre i cancelli a tutti, ma è un cammino di dedizione possibile solo se il lievito evangelico ha plasmato coloro che lo animano: laici animatori, consacrati e preti. Oggi gli anziani sono in crescita rispetto alla popolazione in generale. Il quartiere Rondinella è l’unico in città a non disporre di una struttura di aggregazione. Il Centro Familiare gestito dalla Parrocchia è stato chiuso per ragioni di sicurezza. Si può sperare per la sua riapertura?
Mi aspettavo questa domanda. Dietro ad essa ci sta la sofferenza di tanti anziani e anche quella del caro don Nunzio per la situazione insostenibile che si è venuta creando circa la gestione e la sicurezza del Centro Familiare che ha portato alla sua chiusura. Entro in causa a questo punto della vicenda cogliendo il dato di fatto. La prospettiva è certamente quella di riaprire ottemperando alle condizioni di legge. Ciò comporta una onerosa ristrutturazione che tenga presente nel progetto che si tratta di un “Centro Familiare”, dove la famiglia sia protagonista, dai più piccoli agli anziani. La stessa Caritas e l’Oratorio sono coinvolti nel progetto. La riqualificazione dell’ambiente chiede di investire in prospettiva di futuro su opportunità sostenibili, progetti e spazi da riqualificare per un uso a lungo termine. Si fa sempre più difficile reperire il denaro che serve; e questo allunga i tempi progettuali. Conto anche sulla generosità dei fedeli e degli amici. Il problema giovani. Tutti ne parlano, ma il problema rimane. Eppure sono il nostro domani. Come rilanciare il loro modo di vivere e di sentire verso i concetti civili del diritto e del dovere insiti anche nella consapevolezza cristiana? E la condizione della famiglia? I giovani non sono il nostro domani, sono il nostro presente. Con loro impariamo a costruire la Società e la Chiesa attuali, riflettendo insieme sulle cose che contano, maturando con loro prospettive e soluzioni per la costruzione della città terrena. Il loro coinvolgimento è graduale, ma reale assunzione di responsabilità nei confronti degli altri, a partire dai contesti della frequentazione quotidiana con la mentalità della gratuità del volontariato e con l’impegno di trovare un’alternativa all’osservanza del profitto. La domanda spazia sulla condizione della famiglia: la lettura di questa realtà è difficile, sono complesse le dinamiche relazionali interne ad essa, sono al ribasso le attenzioni politiche e istituzionali verso il nucleo fondamentale dell’umana società. Ritengo possibile un cam-
mino di rigenerazione e di speranza per il nucleo familiare, a partire da una “cultura del legame” che paga il prezzo della rinascita e della fiducia nelle nostre case. La comunità cristiana è chiamata in causa dando il suo qualificante contributo di motivazione al cammino di coppia e genitoriale. Noto con molto piacere che sorgono iniziative culturali di notevole livello contenutistico da parte di teologi, di filosofi, di sociologi, di scienziati che trattano problemi di relazione fra queste discipline e la ricerca di Dio. Cosa si potrebbe fare a Sesto S. Giovanni? Parto dalla convinzione che nel cuore di ogni uomo e di donna c’è un angolo di infinita solitudine che solo Dio è in grado di colmare. La consapevolezza che siamo fatti così, e non è un dato scontato, apre alla riflessione personale e al confronto tra discipline diverse nella ricerca austera della verità sull’uomo e su Dio. Le scuole di pensiero sono tante, gli approci scientifici sono molteplici, come le conclusioni a cui portano. Sono convinto che la sfida si pone sulla fatica di riflettere e sull’onestà del pensiero. Sarebbe interessante che la città, con le sue componenti socio-politiche, religiose e del mondo della cultura e dello spettacolo realizzasse un “laboratorio permanente” di confronto sui temi di oggi e di sempre. Diventeremmo ancor di più “Persona”, perchè “non di solo pane vive l’uomo”. Don Agostino, grazie per la Tua cortese disponibilità; e tanti auguri per la Tua missione.
Francesco Della Torre
L’Altra Sesto
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soTTo coperTina
Quando si lavora sul “look” della notizia
N
el film “La morte ti fa bella” (cfr.1992 regia Robert Zemeckis), le due protagoniste, Maryl Streep e Goldie Hawn si lasciavano rapire da un’aitante e sensuale Isabella Rossellini, che prometteva loro l’eterna giovinezza grazie ad una magica pozione di bellezza. Ma quello era solo un film… Anche se aguzzando bene la vista, ogni mattina, giorno e sera si affacciano sulla scatola più seguita da tutte le famiglie, la televisione, volti di bellissimi giornalisti, uomini e donne che siano, che farebbero invidia a chiunque. Anche l’occhio vuole la sua parte, anche la notizia vuole il suo giornalista. Sempre più bello, curato e a volte rifatto: passatina dal chirurgo, trucco, parrucco e ciack si gira! È l’era dell’estetismo, che puntualmente invade tutti i fronti dello spettacolo, anche quello telegiornalistico. Infatti già a partire dagli anni ‘80, i formati e i linguaggi dell’informazione televisiva furono tuttavia profondamente modificati e condotti verso il sistema cosìddetto misto (la neotelevisione), dove è il flusso continuo di fram-
menti narrativi che viene mostrato agli spettatori. L’obiettivo è persuadere lo spettatore a rimanere sintonizzato sul tg del caso, e certo, occorre ammettere che la bellezza “esposta” aiuta nell’intento. Non a caso si chiama anchorman/ ancorwoman, ovvero l’uomo/la donna ancora, il conduttore del telegiornale incaricato di informare e richiamare l’attenzione dei telespettatori, tenendo “agganciata” una vasta audience di pubblico dall’altra parte dello schermo. Ed è qui che il linguaggio non verbale, ma gestuale, quello dato dalla postura, dal look, dallo sguardo, che fa la differenza. Così guardare il telegiornale non è più un’esperienza esclusivamente culturale o informativa,ma diventa anche una forma di intrattenimento.“Tutti i precedenti generi della televisione italiana si intrecciano in nuovi “metageneri” che lambiscono i notiziari televisivi e coinvolgono gli altri formati informativi”, come spiega, il professore universitario Gianfranco Marrone, nel libro “Estetica del telegiornale: identità di testata e stili comunicativi”. E rientra così anche il telegiornale
GIANFRANCo MARRoNe
degli ultimi anni nel nuovo meta genere “infotainment”, un ibrido tra information e entertainment; “un’informazione spettacolarizzata, su cui si riverbera il compito di proiettare immagini pubbliche”, continua Marrone. Spettacolarizzazione e personalizzazione dello stesso giornalista, trasformato in anchor, che garantisce l’attendibilità dell’intero flusso informativo con la sua simpatia, con il suo
rapporto col pubblico e non in ultimo con la sua bellezza, forse tralasciando quello che è il vero telegiornale, quello fatto dagli uomini sul campo, quello delle notizie dell’ultimo minuto, quello alla ricerca del caso scandalo, semplicemente quello che espone la verità al pubblico, indipendentemente dal vestito che si indossa o dal taglio di capelli all’ultima moda dietro al banco di lavoro.
L’Altra Sesto
commercio, sTorie di ieri e di oggi
Bijoux & Co. è la sfida di tamara Bertoni è
il pezzo mancante della gioielleria Foti ci dice Tamara Bertoni, da fine maggio proprietaria del negozio Bijoux & Co. in via Giardini 6. Il bijoux pare infatti essere l’ultimo pezzo del grande puzzle dei gioielli: argento, acciaio, gioielleria, oreficeria e infine bigiotteria: a Foti non manca più nulla.
Da quattordici anni nel settore dell’oreficeria e gioielleria, Tamara si è comunque buttata in una nuova sfida divenendo l’esempio lampante di quante strade possa percorrere un imprenditore, è proprio vero che non si smette mai di imparare. “E’ un’esperienza nuova per me, è un settore completamente diverso
nel quale sto imparando piano piano a muovermi. Certo, arrivando dalla gioielleria parto avvantaggiata ma è un mondo più oculato, qui posso sbizzarrirmi. Se chi entra in gioielleria cerca la griffe, da Bijoux & Co. i clienti si recano per soddisfare uno sfizio, un vezzo imprevisto che non incide sullo stipendio ma ha molto
peso sulla personalità. Il cliente che entra in bigiotteria infatti non è necessariamente quello che vuole e deve spendere poco, semplicemente ha la voglia di comprare più pezzi, di “far girare l’accessorio”: il concetto è diverso quindi, si può spendere la stessa cifra ma andare a casa con più merce e cambiare look in base
all’occasione. La cura del dettaglio è molto importante”. Il negozio di via Giardini è infatti disposto su due livelli e i prodotti di punta sono ovviamente orecchini e collane, borse e pashimine: “un assortimento molto vario potrebbe distrarre il cliente, o comunque renderlo un po’ spaesato con la conclusione che non si sentirebbe a proprio agio in negozio; e ciò e ovviamente il contrario di quello a cui Bijoux e Co. aspira” ci dice soddisfatta ed entusiasta Tamara. Al piano inferiore solo un assaggio della merce che Bijoux e Co. mette a disposizione dei sestesi, spostandosi al piano superiore la collezione continua: vi accoglierà una parte di circa quattrocento coppie di orecchini, una diversa dall’altra, adagiate non su anonimi “appendini” in metallo ma su particolari ganci. E ancora borse, collane, sciarpe, guanti e cappelli completano “l’arredamento”; si perché la stanza è curata nei minimi particolari e riesce appieno
l’intento di ricreare un clima piacevole e un ambiente accogliente. “E’ un mercato veloce” continua
Tamara“ molto diverso da quello a cui sono abituata e faccio fatica a capire cosa comprare e in che quantità, però strada facendo inizio a orientarmi, è molto divertente!”. Ovviamente non è il momento migliore né per rilevare un’attività né per aprirla però è comunque utile e costruttivo provarci e Tamara dà il buon esempio!
Elisa Colombo
L’Altra Sesto
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sTorie di ieri e di oggi Il Giuanin faceva notizia
L
’informazione è l’unica cosa che mai si è fermata e mai si fermerà. Può cambiare, evolversi ma di certo non può arrestarsi: dal momento in cui inizia a correre bisogna inseguirla, afferrarla e renderla accessibile a tutti. Le notizie galoppavano, camminavano, passeggiavano e scorazzavano anche
per le vie di Sesto. A tenerle a bada era il “Giuanin”, un ometto in gamba, solare e divertente che girava per Sesto coi giornali sotto al braccio e il cappello in testa, urlando a squarciagola i titoli più importanti. Ecco il ricordo che rimane di Giovanni Boni, il primo giornalaio del nostro Paese. Neppure le edizioni straordinarie della Prima Guerra Mondiale lo fermarono, con professionalità e dedizione, il giornalaio “scendeva in campo” e combatteva la sua battaglia per l’informazione. Il giornalaio Giovannino era un punto di riferimento per i sestesi coi quali, giornale dopo giornale istaurava un legame di fiducia e collaborazione sempre più profondo e stretto. Come in tutte le professioni, anche in quella del giornalaio ci vuole tanta passione, molta buona volontà e soprattutto un buon bagaglio di conoscenza per potersi destreggiare nel mare aperto della carta stampata. L’informazione passava da Sesto e il Giuanin, dopo averla accolta la tramandava ai suoi concittadini.
H
bet, una scommessa di nome e di fatto
a diciassette anni, abita in Barriera di Milano, un quartiere di Torino, e ce l’ha un po’ con tutti. Bet, con suo padre che l’ha abbandonata da piccola, con sua madre che non la comprende e con il suo compagno Leonardo passivo in ogni cosa che lo circonda, con i suoi coetanei superficiali e indifferenti ai problemi di questa società e con se stessa perché anni prima non è riuscita a salvare la sorella più piccola, Martina, durante un incidente. Quando Bet conosce Viola, una ragazza incinta poco più grande di lei, si rende conto che non può stare con le mani in mano lasciandosi scivolare addosso tutti gli eventi ingiusti della vita. Si fa arrestare per evitare che un’anziana signora sia sfrattata, organizza uno sciopero nella fabbrica di sua madre che quasi perde il posto, cerca di riunire Viola e il padre del bam-
bino ignaro della gravidanza, si lega al termosifone della presidenza della sua scuola per protesta; tutti eventi al limite del tragicomico che donano al libro una piacevole scorrevolezza. Il nuovo romanzo di Christian Frascella è caratterizzato dall’esuberante Bet, che con gli occhi di una diciassettenne, vede il disastro della nuova epoca. “La Sfuriata di Bet” nelle librerie italiane da agosto 2011 è oggetto del desiderio dello sceneggiatore e regista Paolo Virzì che vorrebbe trasformarlo velocemente in una commedia. Brillante, divertente e drammatico allo stesso tempo, questo romanzo ha la capacità di smuovere nel lettore le stesse emozioni provate dalla protagonista suscitando la voglia di fare qualcosa di concreto per risolvere gli innumerevoli problemi dell’Italia del XXI secolo.
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svago
le ragazze calano il poker Una Scuola Speciale per imparare le lingue straniere
L
e notizie che ci propinano i mezzi di comunicazione, soprattutto quelli televisivi, parlano in genere di giovani dal comportamento scorretto, illegale, addirittura delittuoso: le stragi del sabato sera, gli “sballi” etilici e tossici, danno un’immagine negativa dell’attuale gioventù. Vero è che fa più notizia un uomo che morde un cane che viceversa, e che l’epiteto bonario di “Bamboccioni”, coniato per definire quei giovanotti che se ne stanno coccolati e protetti fra le mura domestiche anziché buttarsi nella mischia della società attiva, non rappresentano correttamente tutto il pianeta giovani. Non è il caso di cui scriviamo a seguito di una nostra informale intervista con le promotrici di questa scuola plurilinguistica (Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco, ecc…). Le quattro ragazze, anzi giovani signore, hanno costituito la ragione sociale della loro attività denominata L4U S.r.l., con sede a Cinisello Balsamo, in Piazza Soncino 7, in un moderno edificio ben curato e allestito sia all’esterno sia all’interno (ambiente climatizzato), sito a fianco della Villa Casati. La Società, nata dal sogno di quattro coraggiose “Ragazze”, ha lo scopo di divulgare
cultura linguistica in collaborazione con British Institutes, e si propone a privati, scuole per l’infanzia, scuole statali e private di primo e secondo grado, istituti universitari, aziende, comuni, oratori e centri culturali, offrendo una gamma completa di percorsi linguistici e di servizi per l’estero, tra cui traduzioni, interpretariato, viaggi e week-end culturali. Il ventaglio di proposte è ampio sia in termine di lingue straniere trattate con metodi mirati alle singole iniziative, sia all’approccio diretto della conversazione in lingua straniera per curarne la scioltezza espressiva, sia all’analisi grammaticale e sintattica della lingua interessata. Le lezioni si svolgono nelle aule della sede (una decina) ottimamente attrezzate o
all’esterno per specifiche esigenze didattiche. Chi vuole saperne di più può mettersi in
contatto col numero tel. 3669352658, o tramite la posta elettronica staffl4u@gmail. com, o passando dalla sede per un approccio personale con i docenti. Le simpatiche imprenditrici (vedi foto) sono da sinistra: Maria Lujan Tedeschi, Lorena Marino, Leema Sara e Lara Ciceri. Buon lavoro!
L’Altra Sesto
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racconTi musicali
Steven tyler S
Il Demone Urlante
e ne stava seduto sul ramo di un albero con le gambe allungate una sull’altra e la schiena appoggiata al vecchio tronco. Anche quella mattina non era dell’umore giusto per starsene rannicchiato dietro qualche banco scolastico della Quintano’s Children’s Professional School, dove si sarebbe dovuto diplomare a breve, e aveva preferito lasciare la sua mente libera di passeggiare in Central Park. Steven aveva diciotto anni, un temperamento da sempre problematico e un amore smisurato verso la natura e la musica. Erano passate un paio d’ore dalla sua colazione a base di vodka e il sonno arretrato accumulato nei locali notturni di New York lo invitava ad abbandonare le palpebre alla gravità. Il viaggio onirico di Steven lo portò in pochi secondi verso un futuro ancora sconosciuto: si trovava vicino al lago Sunapee, il luogo dove trascorreva gran parte delle sue estati e dove spesso aveva cantato con svariate band locali. Il suo campo base era l’Anchorage, il locale in cui entrava per pranzare e dal quale usciva dopo cena quasi tutti i giorni. Steven lasciò cadere la gamba destra dal suo grosso ramo come per ribellarsi, era improponibile per un iperattivo come lui passare tutto il tempo al tavolo di un ri-
dONARE IL SANGUE E’ IMPORTANTE. LO DIMOSTRA CARLO “RASO” PIAZZA IN UN VIDEO VINCENTE
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n vento giovane, dove di giovani c’è bisogno, un talento della musica...il giovanissimo Carlo Piazza. RASO, questo il suo nome d’arte, ha solo 17 anni ma di passione e bravura ne ha da vendere; è suo il video musicale che ha accompagnato l’evento avisino. Carlo è un giovane sveglio, impegnato e consapevole del contributo che la sua musica può dare, soprattutto ai suoi coetanei per coinvolgerli nel nobile gesto di donare sangue. Per il secondo anno consecutivo vincitore del primo premio nel concorso per il migliore video AVIS Cinisello, Carlo, o meglio RASO, è un modello per tanti giovani e giovanissimi. Studente al Liceo Scientifico Giuseppe Peano, grande tifoso del Milan, una passione infinita per la musica, tra i suoi artisti e gruppi preferiti troviamo grandi nome del firmamento delle stelle di genere e nuove leve di questa nobile arte: B.B. King, Guns N’ Roses e tanti altri. Un legame particolare con il rap hip-hop, il forte filo conduttore tra RASO e la musica delle parole, il messaggio, la provocazione...in stile Fabri Fibra (uno dei suoi beniamini). “Guarda un pò più in là” la canzone che ha fatto bissare il successo per il nostro Carlo Piazza, un ragazzo che farà tanta strada e, sono certo, diverrà un grande nome nella scena musicale italiana. Forza Carlo! Siamo con te! S. M.
storante, soprattutto in estate. Il suo sogno però non si lasciò sviare e procedette deciso verso il nuovo cameriere dell’Anchorage, un ragazzo appena arrivato dal Vermont, scappato da un lavoro in fonderia e dai professori della Vermont Academy che ce l’avevano condannato espellendolo dalla scuola. Joe e Steven condividevano l’età anagrafica, l’amore per la musica e un certo interesse per le droghe, non fu difficile per i due diventare presto amici e trovarsi insieme su un palco scenico a suonare. Un tenue sorriso si disegnò sulle grosse labbra di Steven ancora appisolato sulla comoda quercia. Era in viaggio verso nord, felice di trovarsi insieme a Joe Perry e a Tom Hamilton. Questa volta era sicuro che le cose sarebbero andate diversamente. Diede uno sguardo all’amico sul sedile di fianco, era nascosto dietro al quotidiano che stava leggendo, capì che era il 1970 dalla data riportata sulla prima pagina. Si incamminò lungo il corridoio dell’autobus diretto a gran velocità verso Boston quando il batterista Joey Kramer lo afferrò per un braccio e gli disse: “Hey Steve, ho trovato il nome, che ne pensi di Aerosmith?”.
di Riccardo De Gaetano
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aTTualiTà
La giornata dell’infanzia
è
il 20 novembre 1989 quando viene approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite la Convezione dei Diritti dell’Infanzia a New York. In Italia dovremo aspettare il 1991. Tramite la Convenzione vengono denunciati per la prima volta i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine del Mondo. Il documento è un vero e proprio vincolo giuridico che impegna tutti gli Stati che l’hanno sottoscritto. I rappresentanti devono uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione per far in modo che diritti e libertà siano resi effettivi. Dal 20 novembre 1989 tutti gli Stati membri si impegnano a garantire protezione a bambini e adolescenti e si prendono cura del loro sviluppo e delle condizioni di vita. I DIRITTI DI BAMBINI e ADoLeSCeNTI 1. Il diritto all’eguaglianza senza distinzione o discriminazione di razza, religione, origine o sesso 2. Il diritto ai mezzi che consentono lo sviluppo in modo sano e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale 3. Il diritto ad un nome e ad una nazionalità 4. Il diritto ad una alimentazione sana, alloggio e cure mediche 5. Il diritto a cure speciali in caso di invalidità 6. Il diritto ad amore, comprensione e protezione 7. Il diritto all’istruzione gratuita, attività ricreative e divertimento 8. Il diritto a soccorso immediato in caso di catastrofi 9. Il diritto alla protezione contro qualsiasi forma di negligenza,
L
crudeltà e sfruttamento 10. Il diritto alla protezione contro qualsiasi tipo di discriminazione ed il diritto ad un’istruzione in uno spirito d’amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza LA MILANo DeI DIRITTI Per la prima volta a Milano UNICEF Italia celebrerà la Giornata dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza. L’appuntamento è per le ore 20.00 di sabato 20 novembre presso il teatro Elfo Puccini in Corso Buenos Aires 33. Rappresentati di associazioni, di istituzioni, personaggi famosi e cittadini milanesi hanno cavalcato il palco per una “maratona di lettura” del celebre libro dello scrittore torinese Fabio Geda, dal titolo: “Nel mare ci sono i coccodrilli” che racconta la storia vera di Enaiatollah Akbari, un giovane ragazzo afghano costretto ad abbandonare il suo Paese. Durante la serata è stata presentata inoltre la campagna dell’UNICEF Italia “Io come Tu” per promuovere l’uguaglianza dei diritti di bambini e adolescenti di origine straniera che studiano,crescono e vivono in Italia. L’iniziativa è rivolta soprattutto alla società civile italiana affinché essa stessa si faccia promotrice della richiesta di una loro piena inclusione giuridica e sociale. Ai lettori-maratoneti si sono uniti gli ambasciatori di buona volontà e testimonial UNICEF come Roberto Bolle, Lino Banfi, Kledi Kadiu, Rudy Zerbi, Maria Rosaria Omaggio e diverse personalità del mondo del giornalismo e della cultura del calibro di Ferruccio De Bortoli, Michele Serra, Gad Lerner, Don Antonio Sciortino, Monica Mosca, dello sport e dello spettacolo tra cui Malika Ayane, Claudia Mori, Filippa Lagerback, e moltissimi altri.
di Elisa Colombo
IL LIBRO
E
naiatollah Akbari è nato nella provincia di Ghazni, nel Sud-est dell’Afghanistan, appartiene all’etnia hazara, quella dai tratti mongolici, perseguitata da pashtun e taleban. Enaiatollah è venuto al mondo nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. E’ alto come una capra, il migliore a giocare a Buzulbazi un gioco di biglie, ma non basta per sopravvivere. Il padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e il piccolo Enaiatollah è il risarcimento. Il nascondiglio scavato vicino alle patate con energia da una mamma disperata sta diventando troppo stretto. Così, un giorno, a soli dieci anni, la madre propone al figlio un viaggio. Lo accompagna a Quetta in Pakistan, gli accarezza i capelli, gli fa promettere che diventerai un uomo per bene e lo lascia lì, solo, inerme. In Pakistan Enaiatollah rimane un anno e mezzo, fino a quando si rende conto che è l’Iran il suo futuro: più lavoro e più tolleranza e così il quasi dodicenne si mette in viaggio. Ma tre anni dopo è l’Italia la sua meta: rimane due mesi a Istanbul in la Turchia e poi raggiunge la Grecia in gommone… e poi l’Italia: Venezia, Roma e Torino dove incontrerà non solo la famiglia affidataria ma chi darà voce alla sua storia. Enaiatollah è stato soprannominato l’Ulisse-bambino, affronta a testa alta e con coraggio l’odissea della vita . Un’esperienza che troppo presto lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini e che fortunatamente non gli ha rubato l’ironia, la speranza e soprattutto il sorriso.
la rosa fiore del mese
a poetessa greca Staffo definì la rosa come la regina dei fiori; coltivata principalmente in Europa, ma anche in Asia e in Oriente, conta più di 150 specie diverse. La rosa appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed è una pianta di circa venti centimetri ma che può crescere, in adeguate condizioni, per diversi metri. Questo fiore dai petali vellutati e di svariati colori rappresenta da sempre l’amore, l’eleganza e la bellezza. I miti greci narrano che la sua inconfondibile bellezza derivi
direttamente da Venere e il suo profumo da Dionisio. Come ogni fiore ha un suo significato a seconda della varietà. Le più conosciute sono senza dubbio la rosa rossa che rappresenta l’amore fedele, forte anche di fronte alla morte, infatti il rosso ricorda un simbolo religioso, ovvero il sangue di Cristo; la rosa gialla che simboleggia la gelosia, l’invidia;
la rosa rosa rappresenta la serenità mentre la rosa bianca indica un amore puro, eterno, distante dalla passione terrena. Molte rose portano il nome di personaggi celebri;la più recente è la “Rita Levi Montalcini” dai petali delicatissimi color rosa albicocca, la “Grace di Monaco” è un fiore rosa chiaro con una punta di rosso vivo, la
“Picasso” presenta la corolla di tonalità rossa con striature bianche ed infine la “Qeen Elisabeth” dagli ampi petali rosa chiaro. Oltre a poter essere utilizzato a scopo ornamentale o come pensiero, la rosa può essere adoperata in cucina; si possono utilizzare i frutti della rosa canina per preparare conserve e marmellate e i petali della rosa gallica per fare il miele rosato. Ha un’eleganza inconfondibile questo fiore e come dice un famoso proverbio “la rosa resta rosa anche fra le ortiche”. Valentina Gironi
L’Altra Sesto
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anniversari C
L’AVIS DI SESTO SAN GIOVANNI SPEGNE 72 CANDELINE...
on un po’ d’emozione mi appresto a scrivere queste poche righe, coinvolto, affascinato da una due giorni, sabato 8 e domenica 9 ottobre, che sicuramente tanti sestesi, giovani o meno giovani ricorderanno, magari commuovendosi, i più emotivi con gli occhi lucidi accompa-
Vice Presidente AVIS e presentatore dei relatori, Dottoressa Fortunato Segretaria AVIS Sesto e moderatrice del convegno, Sindaco Oldrini in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, MdL Tenedini Presidente Fondazione ATM, Dottor Visconti Direttore Generale ICP
gnati da una lacrima, altri con un semplice sorriso, il 72° anniversario di fondazione dell’AVIS di Sesto. La tradizione si unisce al nuovo, la ricorrenza diventa scenario variopinto, colorato, giocoso e festante. Sabato mattina si aprono i battenti con la deposizione, alle 10, delle corone a ricordo dei Donatori Defunti, sempre vivi nel cuore pulsante dell’AVIS tra memoria e gratitudine, subito dopo, in una gremita sala consiliare, il grande ed atteso convegno: “Donare sangue per aiutare i trapianti”. Alle 14, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, si compone il prestigioso tavolo dei lavori: Giovanna Villa Presidente AVIS Sesto, MdL Belotti
Milano , Dottor Lembo Direttore Presidio Ospedaliero di Sesto, Dottor Monguzzi Direttore Immunoematologia e Medicina Trasfusionale ICP Milano, Dottor D’Armini Professore di Cardiologia all’Università di Pavia e riferimento della medicina a livello internazionale, Dottoressa Dassi Biologa RQ SIMT ICP Milano, Dottoressa Bonfanti Presidente BCC Sesto, Senatrice Fiorenza Bassoli Membro della 12° Commissione permanente Igiene e Sanità del Parlamento, Sara Valmaggi Vice Presidente del Consiglio Regionale Lombardo impegnata nella Commissione Sanità e Assistenza, Dottoressa Moise Direttore UOC Anestesia e Rianimazione ICP Mila-
no, Maria Schirinzi Presidente AIDO Sesto, Ada Garatti Presidente SOS Sesto, e altre grandi personalità sestesi e nazionali. Prima degli interventi degli illustri ospiti il “Canto degli Italiani”, L’Inno di Mameli cantato dai giovani studenti degli istituti cittadini: Dante Alighieri, Rovani, Don Milani, Salesiani Sesto. L’importanza del dono del sangue supera i confini e non ha cittadinanza, tutti gli interventi sottolineano quanto la scienza e l’umanità devono all’opera volontaria di chi offre una parte di se stesso per gli altri, passione nel dare, la solidarietà come motore della società; basti pensare all’intervento del Professor D’Armini, luminare della medicina nel mondo, nostro orgoglio nazionale, nel spiegare la fondamentale importanza del sangue donato nel complesso processo dei trapianti d’organi, le fasi, l’attesa, il grande lavoro chirurgico, la gioia di vedere una vita migliorata o, molto spesso, salvata. L’Italia vive una grave carenza sia nella donazione del sangue che in quella degli organi rispetto alla media europea, la crisi etica e valoriale del Paese investe tutti i settori della vita sociale, occorre un nuovo corso d’idee, d’iniziative, di collaborazione, per riportare in alto le cifre dei donatori di sangue e organi, ridare speranza a chi non ha più speranza attraverso una rinnovata coscienza collettiva, una base comune di principi condivisi ed attuati con decisione e maturità civile. Terminato il convegno, alle 18.30, la Santa Messa nella Chiesa della Resurrezione di Gesù in via Pisa seguita dalla cena sociale avisina al
ristorante “Gastone” di via Alberto Falck, un incontro di comunione e spensieratezza tra amici, donatori, fieri avisini. Domenica, poco dopo le 10, il culmine dei festeggiamenti con la premiazione dei Donatori benemeriti. Alcuni dati: l’AVIS di Sesto, al 30 settembre 2011, conta 1250 soci donatori, 1512 sacche di sangue intero donate, 156 sacche di plasma, 107 nuovi iscritti all’associazione. I complimenti del nostro giornale agli organizzatori di questa due giorni, una particolare e doverosa sottolineatura all’incessante lavoro di Giovanna Villa e Pier Dante Belotti, all’intero Consiglio Direttivo dell’Avis Sesto, veri artefici di questo evento unico nel panorama sestese e milanese, un grande risultato ed un successo frutto di tante fatiche, di una lunga preparazione iniziata a marzo per culminare ora con questo capolavoro di solidarietà, un’alchimia perfetta modello per tutto il mondo volontaristico. E’ doveroso citare l’AVIS di Torremaggiore e la Delegazione slovena presenti come al 70°, amici non solo dell’AVIS ma dell’intera città; tutte le persone non citate in questo articolo ma presenti, impegnate, portatrici di un piccolo o grande contributo nell’epilogo di questo evento. Conclusa la premiazione un piacevole rinfresco offerto dalla BCC Sesto e da Autovilla Ford, senza dimenticare la presenza di altri due nobili sponsor: Fiorista Vino, Zurich-Sabatinelli Assicurazioni. Per approfondire e per diventare donatori visitate il sito: www.avisnordmilano.it.
Simone Migliorini
... MenTre il grUppo alpini Ha gia raggiUnTo QUoTa 80!
N
ell’ambito delle grandi celebrazioni per l’80° anniversario del Gruppo Alpini di Sesto, nella sera di venerdì 28 ottobre in una gremita sala consiliare del Comune, si è tenuto un interessante incontro sul tema “Un Reduce racconta”. Una commossa amarcord, uno sguardo malinconico agli orrori della guerra figlia delle barbarie ideologiche nazifasciste, un momento di profonda
Gaetano Agnini, autore alpino e commentatore del documentario originale, di produzione italiana e russa, su quella pagina storica del Paese e sul progetto di costruzione di una scuola realizzata a Rossoch nel 1994. La scuola sorge nella stessa area dove nel 1942 sorgeva il Comando del Corpo d’Armata Alpino Italiano, ora ospita da 100 a 150 bambini russi grazie a diecimila giornate di lavo-
riflessione, rispetto, dignità, memoria e onore ai tanti caduti della più sventurata e drammatica campagna militare italiana. Apre i battenti il Presidente Pozzi, a capo del nostro Gruppo Alpini sezione “Monte Ortigara” da tempo immemore, figura di riferimento per tutta la cittadinanza per la sua grande personalità, senso del dovere, moralità e serietà nell’operare, senza risparmio di fatica, nel solo interesse della comunità sestese. Ospite d’onore della serata l’alpino Dario Maciga, reduce della ritirata da quell’inferno di neve e ghiaccio,
ro non retribuite dei nostri alpini, tanto impegno con nobile scopo umanitario. Gli Alpini hanno voluto lasciare un simbolo come nuova volontà di pace dove è passata la furia cieca della guerra. La serata si è conclusa con un affettuoso saluto del Presidente Ponti e con l’invito a ritrovarci tutti insieme, il giorno successivo, alla presentazione del libro “Don Carlo Gnocchi alpino cappellano” di Gaetano Agnini; ogni centesimo guadagnato nella vendita del testo è stato devoluto alla fondazione “Don Carlo Gnocchi”. Simone Migliorini
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sporT
ecco le nosTre sTelle della ginnasTica arTisTica
prova di Forzinetti I
ncetta di medaglie e successi per primo posto nei 333 e 444 metri, il Milan Skating Club, la società aggiudicandosi così la prima poi concluderà il 27 novembre a Fermo di short track (pattinaggio di ve- sizione nella classifica generale. con la finale Nazionale di serie D la locità su ghiaccio in Forzinetti, già cam- serie di campionati 2011 della FGI ai quali pista corta) del Palapione regionale nella abbiamo preso parte. Fino ad oggi nessun sesto, che è tornata scorsa stagione, “ha podio e nessuna medaglia, ma la grande vincente da Bormio, dimostrato grinta e soddisfazione per essere stati presenti a dove si sono svolti il preparazione, gua- dimostrazione che le nostre ragazze ed 1° Trofeo Interregiodagnandosi lo scali- allenatrici hanno la giusta preparazione e nale e il 20° Valtellino più alto del podio competenza, certo da migliorare ed affinare. Un anno fa, dopo i cambiamenti avvena Trophy. – ha dichiarato Launuti all’interno della nostra società e dopo Importanti risulra Rocchetti, Presi- il nuovo regolamento messo in atto dalla tati per i giovani dente del MSC - e si FGI che unificava i campionati di Serie pattinatori sestesi conferma la nostra C2 e C1 in un solo campionato rendendolo che, durante il Tropromessa nella sua ancora più difficile e competitivo, nessuno di noi avrebbe sperato di potervi prendefeo Interregionale, categoria”. hanno sbaragliato i Anche nella catego- re parte. Ed invece ecco che ad ottobre 44 atleti lombardi e ria Esordienti, i sele nostre istruttrici piemontesi in gara. stesi Dario Bianchi Camilla e Dalma Medaglia d’oro e e Daniele Folladore dopo un lungo lavod’argento, infatti, hanno saputo difen- ro erano pronte con per Alberto Forzidersi bene in tutte una squadra tutta netti (classe 2002, le distanze e nella nuova formata dal nella foto) che nella classifica finale sono quartetto Camilla, Carola, Daniela e Gaia categoria Junior F si riusciti a classificar- alla loro prima esperienza in competizioni di questo livello. Nelle diverse prove la è classificato seconsi rispettivamente al squadra è riuscita sempre a migliorarsi e do nei 222 metri e al 3° e al 4° posto. a centrare l’obiettivo di quest’anno: arri-
S
vare alla finale interregionale. Anche per Elena e Laura (classe ’98) , guidate dalla loro istruttrice Silvia, il 2011 è stato per loro la prima avventura nel Campionato di Specialità dove si sono trovate a fronteggiare ginnaste più grandi e che vantano di aver preso parte a campionati di alto livello come la serie B ed addirittura la serie A. Per tutte le ragazze ora serve molta pazienza e costanza per continuare a perfezionare e a pulire i vari elementi, avranno modo di migliorarsi nei prossimi campionati dove una maggior esperienza e sicurezza sarà loro di grande aiuto. Non ci resta che augurare un in bocca al lupo Eleonora, Elisa, Giulia, Luxi e Martina
per la finalissima di Fermo. Ricordiamo che le gare non finiscono qui. Prossimo appuntamento per il 2011 è il 4 dicembre con i Torneo CSEN Acrobat ospitato dalla nostra società presso il Parco Nord.
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