Tribunale Ordinario di Milano Ufficio del Giudice per le indagini preliminari dr. Guido Salvini 7°piano - stanza 24 (tel.02/54334319 - fax 02/5453428)
N.50287/04 R.G.N.R.
N.145/05 R.G.GIP.
ORDINANZA DI APPLICAZIONE DELLA MISURA DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE - artt.272 e ss. c.p.p. Il Giudice per le indagini preliminari, dr. Guido Salvini, Esaminata la richiesta del Pubblico Ministero, pervenuta in data 8.11.2007, con la quale si richiede l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1.
PAULANGELO Salvatore Marco, nato a Zurigo (Svizzera) 15.9.1963;
2.
DESOLE Paolo, nato a Zurigo (Svizzera) il 28.10.1963;
3.
MELZI Giuseppe, nato Sesto S.Giovanni il 21.6.1942;
4.
CONTU Sergio, nato ad Olbia il 3.5.1965;
5.
FERA ANDALI Mario, nato Mesoraca (KR) il 2.3.1971;
6.
GRANO Giuseppe, nato Milano il 31.5.1965;
7.
LAEZZA Roberto, nato a Napoli l’11.12.1963;
8.
SPADAFORA Carmine, nato Sersale (CZ) il 15.7.1955;
9.
ZOCCOLA Alfonso, nato a Winterthur (Svizzera) il 25.7.1968.
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INDAGATI PAULANGELO Salvatore, DESOLE Paolo, ZOCCOLA Alfonso 1) per il reato di cui agli artt.110 c.p. e 216 e 223 I comma R.D. 16.3.1942 n.267 (Legge Fallimentare) e 7 D.L. 152/1991 perché, Paulangelo e Desole quali soci-amministratori delle società World Financial Service A.G. e PP Finanz A.G., entrambe con sede a Zurigo, dichiarate fallite dalla competente Autorità Giudiziaria Svizzera rispettivamente il 16.10.2003 e il 20.10.2003, in concorso tra loro e con ZOCCOLA Alfonso, socio e amministratore di fatto, agendo altresì per conto e nell’interesse di ANDALI Fortunato, nei cui confronti ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera, di IAZZOLINO Sergio, deceduto, di FERA ANDALI Mario e di GRANO Giuseppe e della associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”, distraevano e/o occultavano e/o dissipavano in tutto o in parte, attraverso una serie di transazioni bancarie, assolutamente prive di ragione economica, i valori patrimoniali che di seguito si indicano. TRASFERIMENTO A FAVORE DI FINMED E GEORGIA FINANCE DI 4,94 MILIONI DI CHF In più riprese venivano trasferite somme di denaro per il complessivo importo di 4,94 milioni di CHF, tramite conti bancari aperti sulle banche BNP Paribas e Bank Leu, entrambe con sede a Zurigo, intestati a società aventi sede nelle British Virgin Islands e confluiti su conti bancari aperti presso la medesima banca Bank Leu, intestati alla società FINMED s.r.l con sede a Milano e alla società GEORGIA FINANCE con sede nelle British Virgin Islands; entrambe società di cui era socio e amministratore Melzi Giuseppe. In particolare: a) dal conto postale di PPFinanz (69-145000-5), sul quale PAULANGELO Salvatore disponeva di poteri di firma, veniva bonificato l’importo di 2,6 milioni di CHF con le seguenti modalità, : 1. con valuta in data 14 giugno 2002 la somma di 1.083.952 CHF a favore del conto bancario presso la Bank Leu di Zurigo, intestato alla società Gaist, con sede nelle British Virgin Islands, di cui era amministratore DESOLE Paolo 2. con valuta in data 17 giugno 2002, la somma di 1.040.015,00 EURO a favore del conto bancario presso la Bank Leu di Zurigo, intestato alla società Arcalux, con sede nelle British Virgin Islands, di cui era amministratore PAULANGELO Salvatore Successivamente l’importo suddetto era oggetto delle seguenti operazioni: veniva prelevato da PAULANGELO Salvatore e DESOLE Paolo in nr.7 tranches in data 16 e 25 giugno 2002 - 9, 15 e 23 luglio 2002 veniva quindi versato, in data 17, 18, 25, 26 giugno 2002 e 9, 10, 15, 16, 17, 23, 25 luglio 2002, sui conti cifrati denominati “Kaory”, “Albino” e “Papo” presso la banca Bank Leu (di cui erano rispettivamente titolari DESOLE Paolo, PAULANGELO Salvatore e ZOCCOLA Alfonso), in contanti e in parti uguali; ciascuna parte a sua volta suddivisa in n.12 tranches veniva ulteriormente prelevato in data 10 e 16.12.2002 da PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo e versato in data 10, 16, 17 e 18 dicembre 2002 sul conto presso la banca Bank Leu intestato alla società FINMED, di cui era socio e amministratore Melzi Giuseppe - dal conto FINMED presso la banca Bank Leu MELZI Giuseppe effettuava diversi prelievi in data 26 maggio, 30 giugno e 1 luglio 2003 per l’importo totale di 950,000 CHF (170.000+400.000+380.000), in parte (200.000 CHF e 190.000 CHF) versati in contanti nelle medesime date sul conto intestato a GEORGIA FINANCE presso la medesima Bank Leu. - in data 9 maggio 2003 dal conto intestato a GEORGIA FINANCE presso la banca Bank Leu veniva bonificato l’importo di 600.000 CHF a favore del conto della banca Credit Suisse intestato a LAEZZA Roberto e PFENNINGER Martin. 2
b) Dal conto postale di WFS (91-456488-6), sul quale PAULANGELO Salvatore e DESOLE Paolo disponevano di poteri di firma venivano bonificate le seguenti somme: 3. con valuta in data 27 giugno 2002, la somma di 212.231,00 EURO a favore del conto bancario presso la banca BNP Paribas di Zurigo, intestato alla società Seir, con sede nelle British Virgin Islands, di cui era amministratore DESOLE Paolo 4. con valuta in data 27 giugno 2002, la somma di 834'251,00 EURO a favore del conto bancario presso la banca BNP Paribas di Zurigo, intestato alla società Tulle Distribution, con sede nelle British Virgin Islands , di cui era amministratore ZOCCOLA Alfonso 5. con valuta in data valuta 30 agosto 2002, la somma di 550'000,00 EURO a favore del conto bancario presso la banca BNP Paribas di Zurigo, intestato alla società Agence Netter, con sede nelle British Virgin Islands, di cui era amministratore PAULANGELO Salvatore Successivamente gli importi suddetti erano oggetto delle seguenti operazioni: - in data 17 luglio, 24 settembre e 7 novembre 2002 PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo eseguivano o facevano eseguire sui predetti conti bancari nr.4 prelievi in contanti, per l’importo complessivo di 1,03 milioni CHF - in data 10.12.2002, il residuo importo depositato presso la banca BNP Paribas veniva trasferito da PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo sul conto bancario di cui era titolare la società ARCALUX presso la banca Bank Leu - in data 18.12.2002 e 20.01.2003, ZOCCOLA Alfonso svuotava il conto della società ARCALUX presso la banca Bank Leu. Effettuava in particolare due prelievi rispettivamente di 550.000,00 EURO e 345.780,00 EURO, per un controvalore di 1,32 milioni CHF. Nella stessa data del 20.01.2003 sul conto della società GEORGIA venivano effettuati versamenti per la somma complessiva di 1,12 milioni CHF. TRASFERIMENTO A FAVORE DI OXALIS DI 4,552 MILIONI DI CHF Dal luglio al dicembre 2002, venivano trasferiti alla società OXALIS,avente sede nelle British Virgin Islands, valori patrimoniali, per l’importo complessivo di 4,552 milioni di CHF, apparentemente investiti presso WFS/PP Finanz dalla società EVAX VENTURES, avente sede nelle British Virgin Islands, di cui MELZI Giuseppe era socio e amministratore. Trasferimenti eseguiti mediante operazioni sui conti aperti da OXALIS presso i brokers londinesi “REFCO” (conto nr.F5111) e “ADM” (conto nr.ZL732), per conto della citata EVAX VENTURES, in vista del reimpiego di detti capitali per gli investimenti immobiliari in Sardegna di PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo. Società EVAX VENTURES, di cui, utilizzando documenti predatati, veniva attestata falsamente l’esistenza già nel 2002 come cliente presso WFS e PP Finanz (dalle quali avrebbe teoricamente trasferito i propri investimenti) e che altrettanto falsamente risultava aver sottoscritto un contratto di gestione con la OXALIS nello stesso anno. Successivamente gli importi suddetti erano in parte oggetto delle seguenti operazioni: - in data 31.10.2003 veniva bonificato l’importo di 400.000,00 EURO dal conto“ADM” nr.ZL732 a favore del conto bancario intestato a OXALIS presso la Bank Frick & Co Aktiengesellschaft, Balzer, in Liechtenstein,Salvatore - in data 02.12.2003 l’importo suddetto veniva prelevato in contanti da FURRER Roger e consegnato a MELZI Giuseppe, che a sua volta lo consegnava e ripartiva in parti uguali (133.000,00 EURO ciascuno) tra PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo. TRASFERIMENTO A FAVORE DI NOTARIL DI 967.073 CHF Dal settembre 2001 al giugno 2002, venivano trasferiti attraverso transazioni in contanti a favore del 3
conto bancario presso la banca UBS (filiale di Kloten), intestato alla Notanil Properties Inc., società con sede nelle British Virgin Islands, in vista di investimenti immobiliari da realizzare in Spagna, valori patrimoniali per l’importo complessivo di 967.073 CHF, provento delle “trattenute” effettuate da PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo sulle somme di denaro ricevute dai clienti di WFS/PP Finanz. Successivamente gli importi suddetti erano in parte (607.208 CHF) prelevati in contanti da ZOCCOLA Alfonso. PRELIEVO DA PARTE DI PAULANGELO SALVATORE DI 500.000 CHF In data 17 e 18 luglio 2003, PAULANGELO Salvatore effettuava due prelievi in contanti di 200.000 CFH e 300.000 CFH dal conto postale intestato alla società PP Finanz. Successivamente tali importi venivano consegnati in successione a ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato, e quindi a SPADAFORA Carmine che utilizzavano il denaro per inscenare in data 18 luglio 2003 la vendita fittizia della società PP Finanz e che nella circostanza utilizzava documenti sottratti MAGNONI Marco, agendo come prestanome per conto di IAZZOLINO Sergio, ANDALI Fortunato, e GRANO Giuseppe, al fine di permettere a PAULANGELO Salvatore di eludere le proprie responsabilità per il crak finanziario della WFS/PP Finanz. PRELIEVO DA PARTE DI PAULANGELO SALVATORE E DESOLE PAOLO DI 2,65 MILIONI CHF Nel maggio-luglio 2002, PAULAGELO Salvatore e DESOLE Paolo effettuavano nr. 4 prelievi in contanti per l’importo di 2,65 milioni di CHF da conti bancari e postali intestati alla PP Finanz. TRASFERIMENTO A FAVORE DI CUBANITO PRODUCTIONS DI 1,2 MILIONI CHF Nel giugno 2002, veniva bonificata da conti postali intestati alla PP Finanz la somma di 1,2 milioni di CHF a favore della società Cubanito Productions, che non risultava cliente di WFS/PP Finanz e che apparentemente riceveva tale importo come prestito in denaro. Denaro di cui si perdevano le tracce. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano e Zurigo in date antecedenti e successive al 16.10.2003 e 20.10.2003 (date delle dichiarazioni di fallimento della WFS/PP Finanz) Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.04.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007
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MELZI Giuseppe, GRANO Giuseppe 2) per il reato di cui agli artt.110, 648ter, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro e con Melca Antonello, Cenzato Adriana, Pitta Giovanni, Diletto Alfonso, Muto Francesco e Tomarelli Aurelio, MELZI Giuseppe, avvocato iscritto all’Ordine Forense di Milano e quale consulente giuridicofinanziario di ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato (nei confronti di ANDALI Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), CENZATO Adriana, socia della FINMED, avente potere di firma sul conto GMP presso la banca ANTONVENETA di Milano, MELCA ANTONELLO, persona di fiducia di PAULANGELO Salvatore, GRANO Giuseppe, PITTA Giovanni, TOMARELLI Aurelio, DILETTO Alfonso e MUTO Francesco, dei quali si dirà in prosieguo, fuori dei casi di concorso nel reato, impiegavano in attività economiche o finanziarie valori patrimoniali provento dei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita suddetti. In particolare MELZI Giuseppe, che aveva ricevuto la disponibilità di valori patrimoniali nelle circostanze e secondo le modalità sopra indicate, acquistava, anche per conto e nell’interesse dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” e/o di IAZZOLINO Sergio, deceduto e di GRANO Giuseppe, diversi terreni in Sardegna siti nel comune di Olbia, mediante l’acquisto del pacchetto di maggioranza delle società proprietarie di detti immobili: 51% della società GMP pari a 4.534.000 EURO (valore complessivo del terreno 6.386.000 EURO) e 51% della società Agreñas pari a 4.047.000 EURO (valore complessivo del terreno 5.700.000 EURO), come da perizie di stima redatte in data 16 gennaio 2003, depositate quanto a GMP nel dossier di Finmed presso la banca Bank Leu e quanto a Agreñas nel dossier di Geòrgia presso la medesima banca. Inoltre allo scopo di acquisire la GMP, veniva costituita da DILETTO Alfonso e MUTO Francesco, che agivano per conto di ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato, la società DIMU e venivano trasferiti a TOMARELLI Aurelio gli importi di 99.990 e 199,995 EURO, che gli venivano bonificati sulla Banca Popolare di Bergamo, succursale di Monaco, rispettivamente dalla NOTANIL PROPERTIES e dalla WFS il 04.04.2002 e il 03.06.2002, oltre all’importo di 500.000,00 EURO depositato in data 02.05.2002 presso la WFS; veniva altresì trasferito a PITTA Giovanni l’importo di 1,6 miliardi di vecchie lire in data 28.06.2002. Gli importi reimpiegati negli investimenti immobiliari in Sardegna comprendevano, tra l’altro, la somma di 4,94 milioni di CHF, prelevata dai conti della PP Finanz, successivamente fatta transitare su conti bancari intestati a società aventi sede nelle British Virgin Islands e confluita su conti bancari aperti presso la banca Bank Leu di Zurigo, intestati alla società FINMED s.r.l con sede a Milano e alla società GEORGIA FINANCE con sede nelle British Virgin Islands; entrambe società di cui era socio e amministratore Melzi Giuseppe. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano, Zurigo e altrove dal maggio 2002 al 20.1.2003 (data del trasferimento di 1,12 milioni di CHF dal conto Arcalux al conto Georgia presso la banca Bank Leu). Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.04.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007
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MELZI Giuseppe, GRANO Giuseppe 3) per il reato di cui agli artt. 648ter, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro, MELZI Giuseppe avvocato iscritto all’Ordine Forense di Milano e quale consulente giuridico-finanziario di ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato, ANDALI Fortunato (nei confronti di Andali Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), impiegava in attività economiche o finanziarie, per conto e nell’interesse della associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” e/o di IAZZOLINO Sergio, deceduto, e di GRANO Giuseppe, gli importi di 170.000 CHF, 400.000 CHF e 380.000 CHF, prelevandoli dal conto bancario esistente presso la Bank Leu di Zurigo, intestato alla società FINMED s.r.l. con sede in Milano, di cui era socio e amministratore, conto alimentato nelle circostanze e secondo le modalità suddette con denaro provento dei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita, nonché trasferendo dette somme di denaro sul conto bancario esistente presso la medesima Bank Leu, intestato alla società GEORGIA FINANCE con sede nelle British Virgin Islands, di cui MELZI Giuseppe era socio e amministratore. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano e Zurigo in data 26.5.2003, 30.6.2003 e 1°.7.2003 Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.04.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007
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MELZI Giuseppe, LAEZZA Roberto, GRANO Giuseppe 4) per il reato di cui agli artt.110, 648ter, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro e con Rosenthal Emanuela Giuliana, MELZI Giuseppe, avvocato iscritto all’Ordine Forense di Milano e quale consulente giuridico-finanziario di ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato, ANDALI Fortunato (nei confronti di ANDALI Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), impiegava in attività economiche o finanziarie, per conto e nell’interesse della associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” e/o di IAZZOLINO Sergio, deceduto, e di GRANO Giuseppe, l’importo di 600.000 CHF che bonificava in data 9.5.2003 dal conto bancario esistente presso la Bank Leu di Zurigo, intestato alla società GEORGIA FINANCE con sede nelle British Virgin Islands, di cui lo stesso MELZI Giuseppe era socio e amministratore, conto alimentato nelle circostanze e secondo le modalità suddette con denaro provento dei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita, a favore del conto bancario presso la banca Credit Suisse intestato a LAEZZA Roberto e PFENNINGER Martin, quest’ultimo cittadino svizzero, nei cui confronti ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera. Successivamente, in data 8.10.2004, LAEZZA Roberto, trasferiva in contanti l’importo di 30.000 CHF a mani di ROSENTHAL Emanuela Giuliana, incaricata da MELZI Giuseppe di ricevere la consegna del denaro. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano e Zurigo in data 9.5.2003 e 8.10.2004 Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.04.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 07.02.2007
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MELZI Giuseppe, GRANO Giuseppe 5) per il reato di cui agli artt.110, 648ter, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro, MELZI Giuseppe, avvocato iscritto all’Ordine Forense di Milano e quale consulente giuridicofinanziario di ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato, ANDALI Fortunato (nei confronti di ANDALI Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), impiegava in attività economiche o finanziarie, per conto e nell’interesse della associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” e/o di IAZZOLINO Sergio, deceduto e di GRANO Giuseppe, l’importo complessivo di 4,552 milioni di CHF provento dei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita suddetti. Valori patrimoniali trasferiti, secondo le modalità e le circostanze suddette, nella disponibilita’ della società EVAX VENTURE avente sede nelle British Virgin Islands, di cui era socio e amministratore Melzi Giuseppe. In particolare, dal luglio al dicembre 2002, venivano trasferiti alla società OXALIS valori patrimoniali per l’importo complessivo di 4,552 milioni di CHF, apparentemente investiti presso WFS/PP Finanz dalla società EVAX VENTURES. Trasferimenti eseguiti mediante operazioni sui conti aperti presso i brokers londinesi “REFCO” (conto nr.F5111) e “ADM” (conto nr.ZL732) da OXALIS, quale mandataria della citata EVAX VENTURES, in vista dell’ulteriore reimpiego di detti capitali per gli investimenti immobiliari in Sardegna di PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo. Società EVAX VENTURES, di cui, utilizzando documenti predatati, veniva attestata falsamente l’esistenza già nel 2002 come cliente presso WFS e PP Finanz (dalle quali avrebbe teoricamente trasferito i propri investimenti) e che altrettanto falsamente risultava aver sottoscritto un contratto di gestione di capitali con la OXALIS nello stesso anno. Successivamente gli importi suddetti erano in parte oggetto delle seguenti operazioni: - in data 31.10.2003 veniva bonificato l’importo di 400.000,00 EURO dal conto“ADM” nr.ZL732 a favore del conto bancario intestato a OXALIS presso la Bank Frick & Co Aktiengesellschaft, Balzer, in Liechtenstein; - in data 02.12.2003 l’importo suddetto veniva prelevato in contanti da FURRER Roger e consegnato a MELZI Giuseppe, che a sua volta lo consegnava e ripartiva in parti uguali (133.000,00 EURO ciascuno) tra PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA Alfonso e DESOLE Paolo. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano, Zurigo e altrove dal luglio al dicembre 2002 Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.4.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007
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MELZI Giuseppe, GRANO Giuseppe 6) per il reato di cui agli artt. 110, 648bis, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro, MELZI Giuseppe, avvocato iscritto all’Ordine Forense di Milano e quale consulente giuridicofinanziario di ZOCCOLA Alfonso e di ANDALI Fortunato, ANDALI Fortunato (nei confronti di ANDALI Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), agendo per conto e nell’interesse della associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” e/o di IAZZOLINO Sergio, deceduto, e di GRANO Giuseppe, nonché in concorso con MASSETTI DE RICO Antinea, socio e amministratrice della società Intermarket Diamond Business SpA con sede in Milano, sostituivano o trasferivano l’importo di 103.000,00 EURO o eseguivano in relazione ad esso altre operazioni in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza di tale somma di denaro dai reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita suddetti. Fatto commesso mediante l’acquisto simulato a nome di ZOCCOLA Michele (padre di Alfonso) di una partita di diamanti di pari importo presso la società suddetta, effettuato da ZOCCOLA Alfonso e MELZI Giuseppe, che in realtà camuffava il mero occultamento di tali valori patrimoniali presso la MASSETTI DE RICO Antinea. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano nell’agosto 2003
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FERA ANDALI Mario, GRANO Giuseppe, SPADAFORA Carmine 8) per il reato di cui agli artt.110, 648ter, I e II comma, c.p. e 7 D.L. 152/1991 perché, in concorso tra loro e fuori dei casi di concorso nel reato, impiegavano in attività economiche o finanziarie la somma di denaro di 500.000 CHF, provento dei reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita suddetti, che veniva prelevata in data 17 e 18 luglio 2003 da PAULANGELO Salvatore dal conto postale intestato alla società PP Finanz e consegnata in successione a ZOCCOLA Alfonso e a ANDALI Fortunato ANDALI Fortunato (nei confronti di ANDALI Fortunato ha separatamente proceduto l’Autorità Giudiziaria Svizzera), quindi da quest’ultimo a SPADAFORA Carmine, che utilizzava il denaro per inscenare in data 18 luglio 2003 la vendita fittizia della società PP Finanz e che utilizzava nella circostanza documenti contraffatti provento di furto ai danni di MAGNONI Marco, agendo come prestanome di IAZZOLINO Sergio, deceduto, di ANDALI Fortunato, di FERA ANDALI Mario e di GRANO Giuseppe, al fine di permettere a PAULANGELO Salvatore di eludere le proprie responsabilità per il crak finanziario della WFS/PP Finanz. Con l’aggravante di cui all’art.7 D.L. 13.5.1991 n.152 per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”. A Milano e Zurigo in data 17 e 18 luglio 2003 Fatti procedibili ai sensi dell’art.9 co.1° e 3° C.P. a seguito di separate denunce da parte delle competenti Autorità Svizzere in data 25 e 27.10.2006, ex art.21 della Convenzione Europea del 20.4.1959 e di richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007
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CONTU Sergio 9) per il reato di cui all’art. 648bis, I comma, c.p. perché, fuori dei casi di concorso nel reato, sostituiva o trasferiva l’importo di 330.000 euro, o eseguiva in relazione a tale importo altre operazioni in modo da ostacolarne l’identificazione della provenienza del denaro dai reati di bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita suddetti. In particolare, ricevendo da PAULANGELO Salvatore l’importo suddetto in contanti e omettendo di trascrivere negli appositi registri la vendita (di cui detto importo costituiva il prezzo) a PAULANGELO Salvatore della imbarcazione denominata “IMOMAI” marca “RIVA” modello “Diablo”, iscritta presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci al n.6OL300D, occultava valori patrimoniali di illecita provenienza. In luogo imprecisato nell’estate del 2003
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1. PREMESSA 1.1 L’OSMOSI INVESTIGATIVA TRA LE DIVERSE INDAGINI Il presente procedimento è stato reso possibile ed è giunto ad esiti significativi grazie all’osmosi investigativa tra diverse indagini condotte a partire dal 2003 in Svizzera e in Italia che hanno affrontato reati sicuramente definibili come “transnazionali” essendo l’espressione di un gruppo organizzato di stampo ‘ndranghetistico nato e sviluppatosi originariamente nel nostro Paese ed in particolare nella zona di Mesoraca in provincia di Crotone ma che si è ramificato in territorio elvetico non solo per commettere reati in materia di stupefacenti e di armi, spostate tra i due Paesi, ma soprattutto per realizzare un’imponente attività di riciclaggio. A tale fine è stata allestita in Svizzera, quantomeno dalla fine degli anni ’90, tramite società finanziarie costituite ad hoc, una sofisticata macchina di ripulitura di somme di denaro provenienti dalle attività criminali “ragione sociale” dell’organizzazione. Il procedimeno trae quindi origine in particolare dalla richiesta di “assunzione di procedimento penale” formulata in data 25.10.2006 ed integrata in data 31.5.2007 dalla Procura Pubblica III per il Cantone di Zurigo e confermata il 27.10.2006 dall’Ufficio dei Giudici Istruttori Federali con sede a Berna. Tali richieste, formulate ai sensi dell’art. 21 della Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria siglata il 20.4.1959, riguardano Salvatore Paulangelo, Alfonso Zoccola, Paolo De Sole ed altri cittadini italiani indicati, secondo gli elementi raccolti, come autori di gravi reati commessi in Svizzera. Trattandosi di cittadini italiani in maggior parte allontanatisi dal territorio elvetico proprio per sfuggire alle indagini ed incrociandosi gli elementi anche ma non solo di carattere economico-finanziario acquisiti in Svizzera con i risultati delle intercettazioni telefoniche disposte su molti degli stessi soggetti dall’A.G. italiana e delegate al R.O.S. Sezione Anticrimine di Milano, appariva infatti utile al fine di non disperdere ed anzi moltiplicare l’efficacia degli elementi di conoscenza raccolti, dar luogo ad un unico procedimento da radicarsi presso la Procura della Repubblica di Milano. Il Ministero della Giustizia italiano ha raccolto e condiviso le richieste delle Autorità giudiziarie svizzere ed infatti con nota in data 7.2.2007 diretta alla Procura della Repubblica di Milano ha rimosso ogni impedimento all’esercizio della giurisdizione italiana per fatti avvenuti al di fuori del Paese, richiedendo ai sensi dell’art.9 c.p., che riguarda appunto i reati comuni commessi all’estero da cittadini italiani, l’instaurazione di procedimento penale nei confronti di Salvatore Paulangelo e delle altre persone indagate per le gravissime ipotesi di bancarotta fraudolenta, riciclaggio (art.648 bis c.p.) e reimpiego in attività economiche di denaro proveniente da delitti (art.648 ter c.p.) per le quali si procede. Le dettagliate richieste di “assunzione di procedimento” trasmesse dalle Autorità giudiziarie elvetiche, presso le quali è tuttora in corso il procedimento riguardante Andali Fortunato Domenico, originario di Mesoraca e i complici svizzeri degli indagati italiani, inquadrano in modo assai preciso il punto di partenza delle indagini e il contesto soggettivo ed oggettivo in cui esse si sono mosse. Le “lavatrici” allestite dagli indagati sarebbero 2 società finanziarie la World Financial Services AG e la PP Finanz Service GmbH, tra loro collegate ed i cui patrimoni erano anzi caratterizzati da un’assoluta confusione contabile. Tali società si occupavano ufficialmente di raccogliere capitali, direttamente o attraverso intermediari, da una clientela di investitori svizzeri e internazionali per operare soprattutto nel campo delle divise sul mercato Forex. A tale attività ufficiale, gestita comunque in forma disinvoltamente fiduciaria senza veri e propri contratti e convogliando le somme su conti unici di gestione, si affiancava la raccolta di masse di contanti di origine a dir poco incerta se si pensa che Messerli Ursula, segretaria presso la WFS ha testimoniato che Paulangelo e altri uomini della WFS si recavano in aereo in Calabria e rientravano con valige di 12
soldi in contanti che venivano messi nella cassaforte e non venivano contabilizzati nel sistema informativo e che alcuni “clienti”, a tarda ora, si presentavano in ufficio con pistole sotto la giacca 1. Risultavano comunque, come si legge sempre nella richiesta delle Autorità giudiziarie elvetiche, raccolti tra il 2000 e il 2003 ufficialmente oltre 87 milioni di franchi svizzeri. Tuttavia le somme affidate, invece di essere oggetto di precisi rendiconti, avevano cominciato a sparire dalle casse delle 2 società: dopo la denunzia pubblica di un investitore, di professione giornalista, apparsa con grande rileivo il 5.9.2003 sul quotidiano di Zurigo Tages-Anzeiger, erano state avviate due procedure fallimentari in occasione delle quali era emersa anche la mancanza pressochè totale della documentazione contabile e che si erano concluse in data 16.10.2003 con la dichiarazione di fallimento della WFS AG emessa dal Tribunale Distrettuale di Zurigo e in data 20.10.2003 con la dichiarazione di fallimento della PP Finance Service emessa dal Tribunale Distrettuale di Bremgarten. Le successive indagini ad opera dell’Autorità giudiziaria penale di Zurigo, di cui più volte in prosieguo si dirà, avevano poi evidenziato che le spoliazioni documentalmente accertate in danno delle società ad opera dei suoi amministratori Paulangelo e Desole e amministratori di fatto come Zoccola ammontavano quantomeno a 14,81 milioni di Franchi svizzeri dirottati verso conti privati dei tre o conti o società su cui comunque potevano operare. E’ utile ricordare in questa sede che la “delega” del procedimento in favore delle autorità italiane è stata preceduta da una serie di incontri tra rappresentanti della Procura di Milano e rappresentanti della Procura Federale Elvetica e della Procura Pubblica Pubblica III del Cantone Ticino e che già nel 2004 era stato preso l’accordo di formare per il caso una Squadra Investigativa comune che ha operato con grande efficacia. Tale stretta collaborazione tra autorità inquirenti e di polizia si è resa necessaria per la complessità e lo spessore del caso che ha pochi precedenti nel campo del riciclaggio. Infatti non ci si è trovati di fronte al caso di tipico riciclaggio reso possibile dall’intervento di un funzionario di banca o di un’agenzia compiacente o al riciclaggio consueto in esercizi di ristorazione o simili ma ad un fenomeno ben diverso e, per così dire, “strutturale” costituito dalla scelta del gruppo criminale di allestire in proprio e poi sfruttare una grossa macchina societaria, funzionale ai suoi scopi e utilizzata non solo per inghiottire i depositi degli investitori ma per ripulire ingenti masse di denaro provenienti dalle attività illecite stabilmente condotte in Italia. Tale massa di denaro “ripulita” era destinata, come si vedrà, secondo il progetto iniziale interrotto dalle indagini ad essere reintrodotta e reimpiegata in Italia (e in minor misura in Spagna e nelle Isole Canarie) nel settore dell’attività immobiliare. Di particolare interesse per la ricostruzione della spoliazione e del dirottamento dei capitali dalle società finazianrie manovrate dagli indagati è poi la vicenda di EVAX VENTURES SA, una “scatola vuota”, poi acquisita dall’avv. Giuseppe Melzi per la quale con documenti appositamente compilati è stato inventato il ruolo di finto cliente e depositario presso la World Financial Services e PP Finanz di una somma di oltre 4 milioni e mezzo di Franchi svizzeri in modo da giustificare con tale artifizio il trasferimento “indolore” di tale ingente somma dalle due finanziarie ad OXALIS SA, società che ha utilizzato per completare l’operazione un contratto fittizio, in quanto opportunamente retrodatatato, di gestione dei beni di EVAX. Così la somma, in realtà semplicemente parte del patrimonio di WFS e di PP Finanz e mai depositata dalla EVAX, era passata ad OXALIS, società facente capo a Roger Furrer, in vista , come si è accennato, del suo utilizzo per investimenti immobiliari in Sardegna e cioè il reimpiego economico di quanto frutto del reato. 1
Cfr. rapporto preliminare della Polizia Giudiziaria Federale – Divisione inchieste, in data 2.12.2005, pp. 77-78, in atti Faldone 47. 13
Ugualmente di grande interesse e meritevole di essere subito messa a fuoco è la complessa operazione che si è conclusa il 18.7.2003 con la vendita fittizia della PP Finanz, dinanzi al notaio Butler, a Spadafora Carmine celatosi al professionista sotto le mentite spoglie di Magnoni Marco, residente a Lugano, cui era stato rubato il passaporto2. Spadafora Carmine era un uomo del tutto digiuno di affari finanziari, sottoposto a Iazzolino Sergio, uno dei capi della cosca di Sersale e con altre due”comparse”, Lia Giuseppe e Catanzaro Bruno anch’esse manovrate da Iazzolino, Andali Fortunato e Zoccola Alfonso, era stato “invitato” a portarsi a Zurigo per diventare proprietario della società inscenando un acquisto fittizio che, nell’imminenza del dissesto della società, serviva ad allontanare da Paulangelo e dagli amministratori occulti3 della società stessa dalle proprie responsabilità e a completare la messa al sicuro dei fondi che appartenevano all’organizzazione ‘ndranghetistica ed erano stati introdotti nella WFS – PPF per essere riciclati. Tale operazione e cioè la finta vendita, è stata costantemente monitorata dalla Polizia Federale elvetica che teneva sotto controllo i telefoni di Andali Fortunato Domenico e di Zoccola, momento per momento nelle sue varie fasi: dal viaggio preparatorio in Calabria nel dicembre 2002 di Andali e Zoccola per incontrarvi il capo della cosca di Mesoraca Ferrazzo Mario Donato, il capo della cosca di Sersale, Iazzolino Sergio e Grano Giuseppe sino ai viaggi di Iazzolino e Grano in Svizzera nel maggio 2003 e all’arrivo a Zurigo nello stesso mese di maggio e ancora nei mesi successivi, con il supporto di Fera Andali Mario, dei tre “figuranti”. Sino ancora alla definitiva firma il 18.7.2003 dinanzi al notaio Butler dell’atto di vendita tra Paulangelo Salvatore e Spadafora Carmine4. A titolo quasi di aneddoto è interessante ricordare che il ruolo di semplici e sprovveduti subalterni di Iazzolino e di Grano ricoperto dalle tre “comparse” tra cui l’acquirente Spadafora portato a Zurigo per la messinscena della vendita è confermato da un particolare curioso. I tre dovevano visitare i locali della WFS per farsi vedere dai dipendenti e dare una parvenza di credibilità alla sceneggiata e quantomeno Spadafora doveva recarsi poi nello studio del notaio per firmare l’atto di vendita. Erano giunti tuttavia dalla Calabria in abiti talmente dimessi che si era reso necessario a Zurigo accompagnarli a comprare dei vestiti nuovi e più adatti a sostenere la parte che era stata loro assegnata5. Ancor prima dell’operazione EVAX il trasferimento di quasi 5 milioni di Franchi svizzeri, che aveva dato il via all’operazione di spoliazione (capo 1 relativo al reato di bancarotta, primo alinea, e, per quanto concerne Melzi, capo 2) rappresenta per come è stato ricostruito quasi un esercizio di stile di un trasferimento virtuale di denaro che non si muove dalla Bank Leu ma finisce nelle casse della Finmed Srl e della Georgia Finance di Giuseppe Melzi. Infatti a partire dal maggio 2002 2,6 milioni di Franchi e in seguito altri che seguono una strada solo 2
E’ da sottolineare come di assoluto rilievo il fatto che Magnoni Margareth, figlia di Magnoni Marco, abbia ammesso di aver sottratto il passaporto al padre e di averlo consegnato, in cambio di 2 grammi di cocaina, nel marzo 2003 a Ponte Tresa a Fera Andali Mario, alla presenza del capocosca di Mesoraca Ferrazzo Mario Donato, e abbia ammesso di essere stata a conoscenza che comunque il passaporto era destinato ad essere utilizzato da Andali Fortunato per l’apertura di una società forse all’estero (cfr. Rapporto preliminare della Polizia Federale elvetica, cit., 281-282). Tale circostanza conferma infatti il coinvolgimento dell’intera cosca calabrese nella preparazione della vendita fittizia della PP Finanz GmbH. 3 Si ricordi, a titolo esplicativo di tale ruolo, che Andali Fortunato beneficiava di un’autovettura della WFS e, così come Grano Giuseppe, viaggiava spesso all’estero a spese della società. Si ricordi anche che Andali Fortunato è stato, con Zoccola, uno degli organizzatori, nel luglio 2001, del falso furto di 2 milioni di franchi svizzeri dalla cassaforte della WFS, episodio che, oltre alla sua caratteristica di tentata truffa in danno dell’assicurazione, rappresenta uno dei momenti iniziali della spoliazione della società (si veda, in merito alla responsabilità di Andali e di Zoccola, la conversazione tra Giuseppe Melzi e Antonello Melca in data 4.9.2004 alle ore 20.36. 4 Cfr. Rapporto preliminare della Polizia Giudiziaria Federale, cit., pagg. 134-289. 5 Cfr. Rapporto preliminare cit., p.162. 14
parzialmente diversa, escono dai conti di WFS e PP FINANZ, e vengono fatti confluire su società off shore appositamente costituite da Paulangelo, Desole e Zoccola e anch’esse con conti presso la Bank Leu. Poco tempo dopo le stesse somme vengono prelevate in contanti e subito versate su conti cifrati (Kaory, Albino e Papo) sempre nella disponibilità dei tre e anch’essi aperti presso la Bank Leu. Vengono poi nuovamente prelevate e versate su conti presso la Bank Leu delle società Finmed Srl e Georgia Finance amministrate da Giuseppe Melzi 6. Grazie a tali manovre, del tutto prive di qualsiasi giustificazione economica o societaria, 4,94 milioni di franchi pur non muovendosi materialmente mai da Bank Leu o, in minor misura da BNP Paribas, cambiano, per così dire, di vestito e viene posta una distanza tra la loro origine e la destinazione finale che non è stato facile ricostruire. E’ importante sottolineare che per comprendere l’intera vicenda dell’utilizzo della WFS / PP Finanz come contenitore di ingenti somme di provenienza illecita sino al crack finale dell’estate 2002 che ha consentito comunque di mettere al sicuro il denaro in altre società o negli investimenti immobiliari privati in Sardegna, deve porsi particolare attenzione al ruolo svolto soprattutto da Alfonso Zoccola. Questi infatti, già esperto in truffe finanziarie consumate proprio in Svizzera ed entrato nella WFS nel 2001 come socio occulto e di fatto padrone della società è stato il principale elemento di collegamento con i calabresi e soprattutto con Andali Fortunato dei cui progetti ha costituito sul piano economico/finanziario la mente operativa. E’ proprio Alfonso Zoccola certamente il principale vettore nella società del denaro da ripulire proveniente da attività illecite come emerge del resto dalla lunga telefonata in data 28.8.2003 alle ore 12.25 tra Giuseppe Melzi e l’avv. Salvatore Biosa, che tutelava in Sardegna la posizione di Paulangelo, nel corso della quale Melzi più volte ripete che Zoccola aveva molta liquidità, aveva portato nella società un sacco di soldi, in pratica era divenuto il padrone di un terzo della WFS. Passando ora all’esposizione dello sviluppo delle indagini e al loro versante italiano il procedimento si fonda quindi, oltre che sulle indagini svizzere, sull’indagine avviata dal R.O.S. Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano - il 23.7.2003 (data della richiesta di autorizzazione d’intercettazione relativamente all’utenza nr.333.7197384 in uso a FERRAZZO Mario Donato) e denominata indagine “DIRTY MONEY”. Lo spunto investigativo nasceva dagli sviluppi di un’altra indagine denominata “TRE TORRI”, svolta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Luino (VA), che aveva conseguito importanti risultati investigativi anche grazie alle dichiarazioni di POLLIZZI Pietro nato a Mesoraca il 10.2.1965, tratto in arresto il 28.5.2001 quale esecutore materiale dell’ omicidio di PERBONI Giorgio, nonché per detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni da sparo7. In particolare, nel corso degli interrogatori resi davanti al P.M. di Varese8, POLLIZZI aveva ricostruito, oltre ad una serie di estorsioni perpetrate in provincia di Varese, anche i traffici di armi e di sostanze stupefacenti tra l’Italia e la Svizzera facenti capo al clan “FERRAZZO” di Mesoraca (KR)9. 6 Si ricordi che un ruolo chiave nella vicenda dei conti aperti presso la Bank Leu e degli spostamenti di denaro tra di essi è stato ricoperto anche dal consulente interno della banca Nageli Walter, indagato in Svizzera, senza il cui consenso non sarebbero state possibili le numerose transazioni in contanti tra i vari conti del gruppo che servivano a far perdere le tracce della provenienza del denaro. Nageli ( cui gli indagati nelle conversazioni telefoniche si riferiscono usando il soprannome “Sandokan”) ha tentato di sopperire a posteriori alle mancanze segnalate dagli uffici di controllo e dai dirigenti dell’Istituto bancario redigendo alcune “note interne” contraddittorie e strumentali con le quali ha di fatto solo tentato di confondere il reale svolgimento dei fatti. 7 procedimento nr. 2888/01 RGNR della Procura della Repubblica di Varese – Atti Faldone n.1 da pag. 1 a pag. 5; 8 verbali di interrogatorio in data 5, 8 e 11 giugno 2001 - Atti Faldone nr. 16 9 Comunicazione di notizia di reato del Nucleo Operativo Comando Provinciale Carabinieri di Varese nr.809/29 in 15
Ma soprattutto l’indagine “TRE TORRI” permetteva di delineare una serie di operazioni economiche sospette tra Italia, Spagna e Svizzera da parte di soggetti riconducibili al clan FERRAZZO, con epicentri in Zurigo e Milano. Il personaggio che in tale contesto appariva di maggiore interesse era ANDALI Fortunato Domenico, al quale, attraverso lo scambio info-investigativo con la Polizia svizzera, venivano ricondotte le attività economiche di ZOCCOLA Alfonso e di due società, entrambe con sede in Zurigo: - la “World Financial Service” - la “PP Finanz” Per ANDALI Fortunato, cittadino italo-svizzero, attualmente detenuto in Svizzera, si rimanda alle dichiarazioni rese da POLIZZI Pietro e da FERRAZZO Felice, di cui si dirà in prosieguo. Quanto a ZOCCOLA Alfonso, benché privo di incarichi formali in seno alle citate società, risultava come si è accennato aver rivestito un preponderante ruolo decisionale circa le vicende societarie e l’attività di riciclaggio di denaro. Stando alle note informative degli organi investigativi svizzeri, ZOCCOLA Alfonso, nato e cresciuto a Winterthur e figlio di emigranti salernitani colà trasferitisi per lavoro, è soggetto di considerevole spessore criminale, ritenuto affiliato alla “COSCA FERRAZZO”, quale responsabile dell’aspetto finanziario, nonché uomo di fiducia di ANDALI Fortunato Domenico. Depongono in tal senso i precedenti penali di ZOCCOLA in Svizzera, dai quali si evince una sua non comune abilità nelle truffe nel settore finanziario. In particolare ZOCCOLA risultava essere stato condannato per uso fraudolento di carte di credito e per una maxi truffa da 153 milioni di CHF in danno delle banche ABN-Amro e SBS. Il 15.2.1997 veniva arrestato e nel dicembre dello stesso anno condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione per frode e falsità in documenti: insieme a numerosi complici aveva tentato di truffare, a più riprese, in parte riuscendoci, 153 milioni di franchi alle due banche ABN-Amro e SBS. Suoi complici erano stati un collaboratore della SBS, JUCKER Armin, nonché un gruppo di personaggi di Napoli, di ambiente mafioso, che ruotava attorno a Achille Eugenio LAURO, un nipote del noto armatore napoletano Achille Lauro. Nel carcere di Saxenriet ZOCCOLA conoscerà poi ANDALI Fortunato Domenico, che stava espiando la condanna inflittagli per traffico di stupefacenti al termine dell’operazione GRAVE condotta dalla Polizia Cantonale ticinese. Secondo la Polizia svizzera, il tenore delle circostanze appena riportate rafforzava ulteriormente l’idea che ZOCCOLA avesse maturato, negli anni, una particolare abilità nello sfruttamento dei meccanismi di tipo commerciale e finanziario necessari per organizzare operazioni illegali. D’altronde, anche l’avv. MELZI appariva appartenere al novero degli “estimatori” di ZOCCOLA, come emergeva chiaramente in numerose circostanze dalle conversazioni intercettate tra MELZI ed altri personaggi dell’indagine, di cui si dirà in prosieguo. Proprio sulla coppia ANDALI – ZOCCOLA si incentravano, a decorrere dal dicembre 2002, le indagini della Polizia Cantonale del Ticino. L’indagine DIRTY MONEY del R.O.S, Carabinieri di Milano si incrociava inoltre con quella svolta dalla Polizia Cantonale di Zurigo in relazione alla sottrazione di 2 milioni CHF (“indagine SECONDO”), a seguito di denuncia sporta da una dipendente della società World Financial Service di Zurigo nell’aprile del 2001. Veniva segnalato in proposito che i rilievi di polizia eseguiti avevano escluso che la cassaforte dalla quale era stato sottratto il denaro fosse stata manomessa e quindi erano sorti seri dubbi data 09.02.2005 - Atti Faldone nr.9 da pagina 000001 a pag. 000111. 16
circa la veridicità di quanto denunciato. Ma soprattutto l’indagine DIRTY MONEY si affiancava alla cosiddetta “operazione QUATUR”, svolta dalla Polizia Giudiziaria Federale a seguito di una segnalazione del BKA tedesco inerente presunte attività di riciclaggio compiute sempre dalla World Financial Service . Infine a seguito del crack finanziario della WFS, verificatosi nell’agosto del 2003, la Procura Cantonale di Zurigo avviava una specifica attività d’indagine per una serie di illeciti tra i quali anche ipotesi di reato assimilabili alla bancarotta fraudolenta, falso documentale, truffa e appropriazione indebita aggravate. Si riporta a tal riguardo una sintesi significativa delle risultanze dell’indagine TRITUR/QUATUR” 10, riportate più dettagliatamente nelle note informative11 della Polizia Cantonale del Ticino in data 25.3.2003 - 16.1.2004 e della Polizia Federale in data 16.5.2003 - 20.7.2003 – 30.10.2003 - 19.1.2004, sintesi, utile per iniziare a individuare il contesto complessivo dei fatti di cui più articolatamente si dirà in prosieguo e i ruoli rivestiti dai vari personaggi oggetto dell’inchiesta. …Il punto di partenza dell’INDAGINE QUATUR condotta dalla Polizia Giudiziaria Federale elvetica è una comunicazione del Bundeskriminalamt (BKA) di Wiesbaden in data 9.10.2002, seguita da altre più puntuali provenienti dal Landeskriminalamt Baden-Württemberg in data 14.1.2003 e dal LKA di Monaco di Baviera in data 23.4.2003. Il BKA aveva riferito che TOMARELLI Aurelio aveva fornito indicazioni concrete relative ad un’attività di riciclaggio di denaro posta in essere dalla società WORLD FINANCIAL SERVICE AG. Tali indicazioni pare fossero state fornite ad un investigatore privato tedesco, tale BAUMS Jürgen.... che, a sua volta, le aveva comunicate alla Polizia tedesca. In particolare, l’investigatore aveva riferito che: – TOMARELLI e DESOLE Paolo avevano effettuato operazioni immobiliari, tra le altre, a Marbella, Francoforte ed in Sicilia; – TOMARELLI aveva assunto la gestione di una società immobiliare, mentre DESOLE amministrava la WORLD FINANCIAL SERVICES (WFS) a Zurigo; – TOMARELLI, nel frattempo, aveva scoperto che, nel corso delle citate operazioni, erano stati riciclati alcuni milioni di Franchi svizzeri provenienti da attività illecite e che, per questo motivo, egli aveva manifestato a DESOLE ed agli altri soci d’affari di volersi ritirare dalle comuni attività; – in occasione di un incontro svoltosi presso “un avvocato milanese”, TOMARELLI era stato minacciato di essere liquidato nel caso in cui avesse attuato il proposito paventato; – nonostante le minacce, egli si era ritirato effettivamente dagli affari per rifugiarsi in una località sconosciuta della Spagna; – la minaccia di essere liquidato era stata espressa dal già menzionato DESOLE, nonché da ZOCCOLA e PAULANGELO ; – TOMARELLI aveva sottoposto all’investigatore documenti comprovanti che l’organizzazione diretta a Zurigo da DESOLE, ZOCCOLA e PAULANGELO riciclava circa 1,2 milioni USD a settimana provenienti dal traffico di stupefacenti; – a inizio novembre 2002, attraverso la società ed i conti riconducibili a DESOLE, era transitata una somma di 47 milioni di USD; – TOMARELLI gli aveva comunicato che DESOLE, in carcerazione preventiva a Zurigo per traffico di cocaina, non avrebbe avuto nulla da temere perché il Procuratore del Tribunale distrettuale JOSS era stato “comprato”; – lo stesso investigatore aveva incontrato, in non meglio precisate circostanze, ZOCCOLA e 10 11
informativa nr.96/37-2003 del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano datata 13.05.2004 da pag.0158 e segg. - Faldone nr. 2. Faldone nr. 11 da pag. 7145 a pag. 7734; Faldone nr. 13 da pag.8661 a pag. 8697. 17
PAULANGELO a metà ottobre 2002, giungendo alla conclusione che lo stesso TOMARELLI fosse massicciamente coinvolto nell’operazione di riciclaggio di denaro, ragione per cui aveva deciso di interrompere il “mandato TOMARELLI”; – TOMARELLI non era più reperibile telefonicamente. In relazione alle dichiarazioni attribuite da BAUMS a TOMARELLI, le Autorità di Polizia elvetiche ritengono estremamente fondato il sospetto di riciclaggio di valori patrimoniali provenienti dalle attività criminali del clan FERRAZZO, in particolare dal traffico di stupefacenti. A sostegno di tale tesi assumono il passato criminale degli esponenti più importanti della WFS, in relazione alla tipologia di reati loro ascritti. A partire dalle medesime considerazioni, anche le dichiarazioni asseritamente provenienti da TOMARELLI relativamente al ruolo criminale della WFS e delle società ad essa collegate vengono ritenute assolutamente realistiche. Secondo le prime informazioni di polizia ricevute all’inizio delle indagini, già nel 2001 la Commissione Federale delle Banche aveva incaricato una società fiduciaria esterna di esaminare se la WFS si stesse attenendo alle norme legislative bancarie vigenti. Alla Commissione era apparso problematico soprattutto il cosiddetto “pooling” (raccolta) di denaro proveniente da clienti diversi su di un unico conto. Tuttavia, in un primo momento, il rapporto dell’analisi esterna non aveva indotto la Commissione a vietare questo tipo di pratica alla WFS. In seguito, dopo aver riconsultato gli atti ed in base alla prassi adottata dalla CFB a partire dal 2002, la Commissione medesima giunge alla conclusione che, al contrario di quanto affermato nel precedente provvedimento, la WFS aveva ricevuto e continuava a ricevere “illegalmente e per mestiere” fondi di clienti. Le intercettazioni telefoniche eseguite dagli organi di Polizia svizzeri hanno permesso di seguire i ripetuti viaggi di ANDALI e ZOCCOLA: – a Marbella (Spagna); – a Las Palmas/Isola Gran Canaria (Spagna); – in Sardegna. Il motivo dei viaggi a Marbella viene ricondotto ad operazioni immobiliari. Il contatto viene indicato in tale RAMIREZ Patrik, che: – utilizza come ufficio uno yacht ancorato al porto di Marbella; – risulta essersi recato più volte in Svizzera per incontrarsi con ZOCCOLA e ANDALI. I colleghi riferiscono che, dal primo semestre 2003, ANDALI e ZOCCOLA conducono trattative concrete per l’acquisto di alcuni ristoranti e bungalow nella zona del centro turistico di Maspalomas (Gran Canaria). Nel corso dei mesi di gennaio, marzo, aprile ed a fine giugno 2003, ZOCCOLA, talvolta accompagnato da ANDALI, si è recato in aereo a Las Palmas . I soci d’affari con i quali ANDALI e ZOCCOLA si incontrano e che in parte sono stati individuati anche nel contesto delle intercettazioni telefoniche, sono sia spagnoli sia italiani, circostanza desunta dalla lingua parlata. ANDALI ha manifestato l’intenzione di affidare la gestione dei locali, una volta acquistati, a FERA ANDALI Mario. Nel periodo in cui aveva inizio l’indagine DIRTY MONEY, la Polizia Giudiziaria Federale non aveva ancora chiarito i motivi dei numerosi viaggi in Sardegna. Dalle indagini risulta che era soprattutto ZOCCOLA a recarsi spesso ad Olbia. Comunque, gli inquirenti elvetici ipotizzavano ancora una volta l’esistenza di affari immobiliari. Nel contesto di tali viaggi, un ruolo chiave era attribuito all’avvocato milanese MELZI Giuseppe Carlo. Inoltre, nel mese di febbraio 2003, MELZI si reca a Zurigo per incontrarsi con ZOCCOLA e ANDALI. Egli appare svolgere la funzione di consulente legale e di intermediario tra questi ultimi ed alcuni Istituti bancari e finanziari in Italia. Particolarmente significativa, in questo contesto, è ritenuta la disponibilità di MELZI nei confronti di ZOCCOLA e soci. 18
Infatti, risulta accertato come le richieste di ZOCCOLA venissero esaudite, dal legale e dai propri collaboratori, con assoluta priorità, fino ad arrivare all’organizzazione dei suoi viaggi, fatto, a dire il vero, inusuale per uno studio legale. Dalle indagini svolte oltre confine emerge, inoltre, che MELZI e ZOCCOLA sono fortemente interessati ad un progetto concernente l’intera periferia di Olbia. In tale contesto, viene evidenziato il coinvolgimento, in qualità di esperto, di AZARA Pasquale, ingegnere esercente ad Olbia, col quale MELZI e ZOCCOLA si incontrano nei giorni 11 e 12 del giugno 2003, alla presenza di altri non meglio identificati personaggi. MELZI e ZOCCOLA pare abbiano anche altri progetti professionali riguardanti la creazione di partnerships tra una serie di Istituti bancari italiani e le società controllate, direttamente o indirettamente, da ZOCCOLA e soci, cioè la CFS OXALIS e la WFS. Agli inquirenti elvetici è stato possibile capire che si tratterebbe di iniziare operazioni finanziarie tramite fondi gestiti dalle due società. Risulta che l’avvocato MELZI abbia in corso trattative, da solo o con la partecipazione di ZOCCOLA, con i seguenti istituti bancari (tra parentesi, gli interlocutori emersi): – MEGLIORBANCA di Milano (DI GIOVANNI, GALLO, CESARO); – UNICREDITO di Milano (SALVADORI, PROFUMO, MODIANO); – MONTE PASCHI DI SIENA; – CREDITO VALTELLINESE; – BANCA APERTA. Sempre secondo le informazioni ricevute, inoltre: – ANDALI e ZOCCOLA sono interessati anche ad altri investimenti commerciali, consistenti nell’acquisto di ristoranti a Zurigo e dintorni; – un progetto già in atto e relativo ad un ristorante in Stauffacherplatz, a Zurigo, era stato rinviato; – ZOCCOLA si occupa dell’organizzazione e della realizzazione di tali progetti d’investimento sotto il profilo tecnico; è il regista di tutte le operazioni finanziarie che vedono coinvolto ANDALI; – ad ANDALI telefonano spesso proprietari di ristoranti, pizzerie o locali notturni che intendano investire denaro per ristrutturare o per l’ulteriore acquisto di immobili; in buona sostanza, prima di concludere tali “affari”, viene sempre richiesto il “consiglio” di ANDALI, che non viene escluso possa intervenire quale socio occulto o quale erogatore di prestiti…. …Alain KUHN, revisore della società Willcon Management AG, nel corso di una riunione del 4 luglio 2003, richiede alla Direzione della società un supplemento di documentazione per chiarire la relativa situazione patrimoniale, avvisando che, in caso contrario, in qualità di revisore, avrebbe dovuto avviare le pratiche per l’ apertura della procedura fallimentare. Nel corso dell’assemblea generale del 18 luglio 2003, si apprende che PAULANGELO aveva venduto la WFS e la PPF a tale MAGNONI Marco, direttore di una banca di Lugano. In realtà, le indagini condotte dalla Polizia Cantonale ticinese e dalla Polizia Giudiziaria Federale svizzera permettono di ricostruire la vicenda di tale vendita come un artifizio organizzato, durante l’arco del primo semestre 2003, da ANDALI Fortunato e ZOCCOLA Alfonso, coadiuvati “a distanza” da GRANO Giuseppe e IAZZOLINO Sergio. Infatti, nella zona del Ticino, erano stati rubati 3 passaporti svizzeri, poi consegnati ad ANDALI Fortunato. Tra i passaporti sottratti vi era anche quello di MAGNONI Marco, in seguito utilizzato da SPADAFORA Carmine per “acquistare” le due società di PAULANGELO sotto mentite spoglie. Tale passaggio risulta molto ben documentato dalle indagini tecniche e non svolte dalla Polizia Cantonale Ticinese, del cui esito si darà conto nel Capitolo II della presente Sezione. Va sin d’ora evidenziato che tra le tre "comparse” reperite da IAZZOLINO, ovvero: − −
−
LIA Giuseppe, CATANZARO Bruno, SPADAFORA Carmine, 19
LIA Giuseppe risulta in particolare legato a IAZZOLINO quale compartecipe qualificato della cosca di Sersale così come descritta nelle dichiarazioni del collaboratore SCARPINO Carmine, come meglio evidenziato nella Sezione I della presente nota. A prescindere da quanto accertato sui rapporti tra ZOCCOLA ed ANDALI, nonché da quanto autonomamente acquisito da questa Sezione Anticrimine, tali circostanze ed, in particolare, l’episodio della vendita della WFS/PPF contribuiscono a fondare saldamente una delle ipotesi centrali dell’indagine: − nella massa finanziaria gestita dalla WFS c’erano senza alcun dubbio anche i capitali riconducibili alla cosca dei FERRAZZO ed a quella di IAZZOLINO, almeno in prima battuta; − le società WFS/PPF ed il circuito di società minori ad esse collegato rappresentano una struttura finanziaria utilizzata per riciclare il danaro proveniente dai Calabresi. Peraltro, l’intervento diretto dei Calabresi e la messa in scena da loro organizzata altro non è che il fuoco di copertura dell’azione di ritirata tattica verso l’OXALIS, iniziata col trasferimento di DESOLE e di una parte rilevante dei capitali gestiti nella WFS già dall’inizio del 2003. Inoltre, tale diversivo pare abbia consentito un ulteriore recupero di fondi provenienti dal broker londinese attraverso il quale la WFS e la PPF operavano sul FOREX. Infatti, successivamente alla vendita, come verrà confermato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori della WFS/PP Finanz AG, vengono chiusi tre conti della PPF presso la ADM Investors di Londra, conti sui quali confluiva una parte dei fondi raccolti dalle società medesime ed utilizzati da DESOLE, PAULANGELO e ZOCCOLA. In seguito alla chiusura di tali conti, in base alle dichiarazioni di FORTUNATO Claudio, già partner di WFS/PP Finanz quale detentore dello stock clientela più ampio, la ADM Investors provvedeva a restituire i soldi direttamente alla PPF, situazione questa ancora al vaglio degli inquirenti elvetici e londinesi, in quanto dal momento in cui i soldi vengono restituiti dalla ADM alla PPF se ne perde materialmente ogni traccia, ormai di proprietà di MAGNONI/SPADAFORA. A seguito del crack della WFS, il 25.8.2003 alcuni clienti e partner presentano una denuncia alla Procura di Zurigo nei confronti dei responsabili della società. Inoltre, uno dei clienti danneggiati, giornalista, fa pubblicare l’accaduto su un giornale locale, dando al caso grande risonanza mediatica. Parallelamente all’attività d’indagine svolta dalla Polizia Giudiziaria Federale elvetica, il 2.9.2003, a conclusione dell’autonoma indagine scaturita dalla già richiamata denuncia di un furto inesistente di 2 mln CHF, la Polizia Cantonale di Zurigo perquisiva gli uffici della WFS e della PPF. Le indagini condotte avevano infatti permesso di verificare come non di un furto si fosse trattato, ma di una truffa assicurativa ai danni della Zurich Versicherung, verosimilmente un primo maldestro tentativo di porre rimedio alla voragine che si stava creando. Nel corso della perquisizione, viene altresì fermato DESOLE Paolo, poi rilasciato nello stesso giorno. PAULANGELO Salvatore, nel frattempo, si era già allontanato da diverse settimane da Zurigo, per rifugiarsi in Sardegna, nel comune di Olbia, dove la sua presenza viene gestita secondo un piano coordinato da MELZI, con la collaborazione dell’avv. BIOSA e di MELCA Antonello, entrambi sardi, per sottrarlo ad eventuali provvedimenti restrittivi svizzeri. Si tratta di una vera e propria latitanza preventiva. Intanto, da alcune conversazioni intercettate, dalle dichiarazioni a verbale di alcuni ex dipendenti della WFS, nonché dalla perquisizione alla WFS giungeva la conferma del deflusso di fondi dalla WFS alla OXALIS, con la prospettiva comune al gruppo formato ZOCCOLA (per conto dei Calabresi), MELZI, PAULANGELO e DESOLE di essere successivamente autorizzati ad operare anche in Italia, una volta concessa la relativa autorizzazione da parte della Banca d’Italia. Infine, subito dopo il crack ed anche a causa della risonanza giornalistica riscossa dal caso, uno dei partner bancari della WFS, la Banca LEU di Zurigo, nel quadro di una (tardiva) segnalazione antiriciclaggio, forniva agli inquirenti un grafico dettagliato dei flussi finanziari e dei collegamenti tra le suddette società (WFS – PPF) e quelle denominate ARCALUX (PAULANGELO Salvatore), GAIST (DESOLE Paolo), WFCS (ZOCCOLA Alfonso), collegamenti in forma piramidale, caratterizzati da 20
apertura e chiusura di alcuni conti cifrati. Dal grafico si rileva, inoltre, che le destinazioni finali di flussi finanziari erano state: − la società FINMED SRL di Milano, il cui amministratore unico figura essere l’avvocato MELZI; come si vedrà nella Sezione successiva, la coincidenza tra la data di costituzione della FINMED e quella in cui avviene un certo passaggio di quote tra due società pur riconducibili a ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE ed operanti in Sardegna nel settore immobiliare, mostra chiaramente uno dei percorsi seguiti dagli smobilizzi ripuliti provenienti dalla Svizzera e reimpiegati in Sardegna; − la GEORGIA FINANCE CORP. (società off shore), con sede nelle British Virgin Islands, in relazione alla quale avente diritto economico figura lo stesso MELZI; tale società risulta la fonte dei 600.000 CHF concessi in mutuo da MELZI ai soci della PLANOVA HUMAN CAPITAL AG di LAEZZA Roberto – personaggio legato a doppio filo con ZOCCOLA – e di tale PFENNINGER Martin; il mutuo, in realtà, è un artifizio che rientra nella manovra tattica di smobilizzo fondi dall’ormai irrimediabilmente compromesso sistema WFS/PPF. Come già accennato, il 2.9.2003 venivano perquisiti gli uffici della WFS/PPF. In esecuzione delle procedure rogatoriali tuttora in corso, vengono acquisiti alcuni documenti rinvenuti in tale occasione12: − abbondante documentazione descrittiva e planimetrica relativa alle proprietà site in località Pittulongu di Olbia; − abbondante documentazione relativa ad un probabile progettato acquisto, sempre in località Pittulongu di Olbia, di una struttura alberghiera quattro stelle denominata HOTEL STEFANIA; in particolare, si segnala: ⋅ due proposte di vendita, complete dei relativi prezzi formulati; ⋅ alcune relazioni tecnico-descrittive riguardanti la proprietà nel suo complesso e singoli aspetti della medesima; ⋅ progetto architettonico relativo all’ampliamento della citata struttura ricettiva; − altra documentazione allo stato non di diretto interesse. …nella strategia attuata per smobilizzare i fondi dei Calabresi dalla WFS/PPF rientra anche il trasferimento di una parte di questi alla società CFS OXALIS AG. Sia le autonome indagini svolte, sia gli atti acquisiti in via rogatoriale dalle Autorità elvetiche permettono di far chiarezza sui dettagli di tale operazione, costruita da ZOCCOLA e soci come un trasferimento di cliente tra WFS/PPF ed OXALIS. In particolare, il cliente trasferito si identifica nella EVAX VENTURES SA, società offshore costituita in data non meglio individuabile da MELZI. Nel progetto del gruppo, però, l’OXALIS non costituisce solamente un elemento del diversivo creato in vista del crack della WFS, ma un soggetto diverso – infiltrato per tempo tramite DESOLE – a cui trasferire una parte dell’operatività finanziaria del precedente circuito, per poter continuare a riciclare. Insomma, tale operazione non rappresenta solo una modalità di recupero fondi dalla lavatrice in corso di disintegrazione, ma anche una fase dell’assemblaggio di una nuova lavatrice. La perquisizione del 2.9.2003 alla WFS aveva però scoperto, anche se parzialmente, il gioco del gruppo di ZOCCOLA, rendendo necessarie una serie di correzioni di rotta: – si fanno più rarefatti i contatti con Gianni BATTISTA (alias GIANNI IL SARDO), funzionario delle Poste di Cagliari col quale MELZI e ZOCCOLA sono in contatto in relazione all’ottenimento da parte della Banca d’Italia della prevista autorizzazione ad operare in Italia con il fondo in valuta dell’OXALIS; – ZOCCOLA incarica MELZI di aprire un conto bancario in un non meglio individuabile – allo stato, almeno – istituto bancario del Principato di Monaco o almeno lì avente sede, nonché di «preparare 12
cfr. copia documenti acquisiti – All. “SOC/AI” Faldone nr. 3 da pag.1916 a pag.2037 21
gli scudi», ovvero di apprestare il sistema per far rientrare i capitali in Italia approfittando delle note agevolazioni fiscali (c.d. scudo fiscale); – viene impostato lo smobilizzo dei capitali dall’OXALIS. Nel frattempo, il 12.11.2003 la Procura di Zurigo fa perquisire anche gli uffici dell’OXALIS e, pochi giorni più tardi, il 19.11.2003, Roger FURRER, CEO della medesima società, viene sentito una prima volta quale persona infomata dei fatti13. …Viene…chiesto a FURRER di cosa fosse a conoscenza riguardo al passato e soprattutto all’attuale attività di ZOCCOLA e il CEO dell’OXALIS risponde che fino a circa due mesi prima (della verbalizzazione) aveva visto ZOCCOLA quale socio d’affari di PAULANGELO. Da parte di quest’ultimo, ZOCCOLA gli era sempre stato indicato quale consulente, con buoni rapporti con la clientela. Solo di recente FURRER aveva appreso che ZOCCOLA era stato in carcere per 4 anni. FURRER si dice all’oscuro di ulteriori dettagli e individua in DESOLE la fonte di quanto a sua conoscenza sul conto di ZOCCOLA. Comunque i contatti con ZOCCOLA si erano interrotti dall’inizio di ottobre 2003. A questo punto, a specifica richiesta, FURRER conferma che le rilevanti transazioni di denaro emerse in occasione della perquisizione all’OXALIS del 12.11.2003 tra la WFS/PPF fossero riconducibili al transito del cliente EVAX dalla WFS/PPF all’OXALIS. Gli viene allora chiesto quali persone stessero dietro la EVAX e FURRER risponde che MELZI era l’avente diritto economico, nonché l’amministratore della EVAX e che lo stesso amministrava fiduciariamente anche denaro di non meglio specificati clienti. Gli viene allora chiesto .... in quali concrete circostanze era venuto in contatto con i responsabili della EVAX. FURRER si limita a rispondere di esservi venuto in contatto per il tramite di ZOCCOLA. A specifica domanda, FURRER quantifica nuovamente in 5,5 mln CHF il capitale transitato da WFS/PPF a OXALIS correlativamente al transito del cliente EVAX. Viene allora chiesto a FURRER se, durante il rapporto d’affari con la EVAX erano stati effettuati da quest’ultima versamenti o prelievi di entità piuttosto rilevante. FURRER risponde che: – i versamenti erano avvenuti, appunto, per tappe; – alla data dell’audizione, era stata bonificata la somma di 400.000 CHF alla EVAX su un conto acceso dalla EVAX medesima presso un non meglio indicato istituto bancario nel Principato di Monaco; – non era in grado di specificare i dettagli relativi al richiamato bonifico, effettuato intorno alla fine di ottobre 2003 per volontà di MELZI e da porre in relazione alla risoluzione dei rapporti con la EVAX. A specifica domanda, FURRER precisa che la CFS OXALIS aveva accesso diretto ai fondi della EVAX e, in particolare, di aver avuto la possibilità in prima persona di far trasferire tali fondi della EVAX su un conto svizzero dell’OXALIS. Premesso che MELZI compare in una segnalazione per riciclaggio in cui figura anche il diretto coinvolgimento della WFS/PPF e che, così, sussiste per lo meno la possibilità che i fondi trasferiti dalla WFS/PPF all’OXALIS fossero di provenienza delittuosa, viene chiesto a FURRER come giudicasse sotto tale profilo la “nuova situazione”. FURRER risponde di essere sorpreso. Infatti, all’atto dell’acquisizione del cliente EVAX, MELZI era stato specificamente richiesto della provenienza dei fondi amministrati. Vi furono alcuni incontri a Zurigo ed a Milano e MELZI era stato in grado di documentare la provenienza dei fondi in questione e le spiegazioni fornite da MELZI non avevano mai fatto sorgere dubbio alcuno. …A specifica domanda, FURRER conferma di aver compilato personalmente ed a mano il formulario relativo alla lotta al riciclaggio del denaro (c.d. “formulario A” cui l’ordinamento elvetico annette grande importanza dal punto di vista sia giuridico, sia sostanziale e che, in concreto, permette di 13
(vds. verbale s.i. allegato – All. “APG/C” Faldone nr. 3 vers. tedesco e Faldone nr. 15 versione italiano da pag. 10539 a 10564). 22
individuare l’esatto avente diritto economico nelle operazioni bancarie, specie se riferibili a persone giuridiche) relativo alla EVAX, sequestrato in occasione della perquisizione dell’OXALIS ed allegato in copia al verbale di s.i.. Premesso che al punto due del richiamato formulario risulta che MELZI, rappresentante della EVAX agiva quale fiduciario di una “grossa” famiglia italiana, il cui patrimonio ammonta a 500 mln EURO, viene chiesto a FURRER quali informazioni su tale famiglia avesse fornito MELZI medesimo. Il CEO dell’OXALIS risponde che MELZI non ne fece il nome. MELZI, però, gli aveva mostrato estratti conto bancari recanti saldi dell’ordine dei milioni, aggiungendo che: – in virtù del rapporto fiduciario che lo legava al proprio cliente, non poteva farne il nome; – il suo cliente era comunque un player sia economico sia politico. A FURRER viene ulteriormente chiesto se avesse domandato i retroscena relativi alle affermazioni di MELZI o se avesse comunque ed in qualsiasi forma verificato le sue informazioni. Questi risponde che MELZI è titolare di uno studio legale in Milano con circa 12 collaboratori, studio presso il quale gli aveva personalmente fatto visita. Ne aveva avuto l’impressione di una persona soprattutto seria e comunque non aveva avuto mai a dubitare delle sue dichiarazioni. FURRER viene poi risentito in tempi più recenti, il 16.4.2004 14. …Di seguito, il verbalizzante premette che erano rimaste aperte alcune domande circa le modalità del trasferimento dei fondi di pertinenza di MELZI/EVAX dalla WFS alla OXALIS e chiede a FURRER se sia a sua conoscenza sotto quale nome o sotto quale altro rapporto fosse gestito presso la WFS/PPF MELZI così come la EVAX. FURRER risponde di non essere a conoscenza di tali dettagli, precisando che: – sia oralmente, sia per iscritto, PAULANGELO si era limitato a comunicare che la EVAX era cliente della WFS/PPF; – presso l’OXALIS tale cliente era gestito chiaramente sotto il nome di EVAX. Il verbalizzante... chiede a FURRER se per lui avesse senso che sia nella documentazione sequestrata presso la WFS, sia dai report del Trademaster non risultassero quali clienti né MELZI, né tanto meno la EVAX. FURRER risponde che la circostanza non aveva senso. Infatti, secondo le sue informazioni, EVAX amministrava fondi di proprietà di tre famiglie italiane. I nomi di tali famiglie “sono ed erano il segreto del Dr. MELZI”. FURRER – già caduto in contraddizione rispetto a quanto precedentemente dichiarato, in quanto in tale frangente egli cita tre famiglie, quando nell’audizione precedente, coerentemente col formulario A rinvenuto in esito alla perquisizione dell’OXALIS, aveva parlato di una sola famiglia italiana – ipotizza che anche presso la WFS potesse essere successo altrettanto oppure che il rapporto ivi intrattenuto dalla EVAX fosse stato registrato sotto il nome di una delle tre famiglie italiane citate. Rispetto al trasferimento “a tappe” dei fondi EVAX dalla WFS/PPF all’OXALIS per un totale di 5,5 milioni CHF, il verbalizzante chiede ora a FURRER i dettagli e le modalità concrete di tale operazione, nonché la documentazione cartacea relativa ad ogni singolo movimento. FURRER ripete che il trasferimento fondi avvenne per tappe dai conti bancari o postali della WFS/PPF ai conti bancari della OXALIS, che intrattiene due rapporti di conto, uno con la UBS di Zurigo ed uno presso la Bank Frick in Lichtenstein. …Viene chiesto allora a FURRER se esistesse un contratto di mutuo per i citati 600.000 CHF e questi risponde che, a tal proposito, esistono solo accordi orali tra lui e MELZI. La durata era stata pianificata tra i 3 ed i 5 anni. Non erano stati presi accordi concreti riguardo agli interessi. FURRER conferma che i 600.000 CHF in questione appartengono ai fondi inizialmente trasferiti dalla WFS. Quando viene fatto notare a FURRER che lui stesso così come l’OXALIS avevano nei confronti di tale mutuo lo stesso problema inerente l’incerta provenienza del denaro, FURRER conferma ed aggiunge: «anche la restituzione di tale mutuo dipende certamente da una decisione dell’autorità”. Il verbalizzante contesta a FURRER come fosse strano che MELZI avesse concesso tale mutuo senza 14
(vds. allegato verbale di s.i. – All. “APG/C” Faldone nr. 3 e Faldone nr. 15) 23
alcun contratto scritto. FURRER risponde che in quel momento sembrava strano anche a lui. E ciò perché il piano complessivo era andato diversamente: «a quel tempo noi avevamo ragionato in una dimensione completamente diversa». MELZI era praticamente proprietario per metà dell’OXALIS. Il mutuo avrebbe dovuto essere certamente successivamente e velocemente restituito, nel contesto del lancio in Italia del fondo in valuta, lancio in relazione al quale era in discussione la partecipazione di due banche italiane per un ammontare di circa 50 mln EUR. I noti accadimenti successivi avevano impedito la realizzazione del piano. …Nel rimandare integralmente al successivo Capitolo III della presente Sezione, va anticipato che, a riscontro di quanto dichiarato da FURRER risulta l’episodio relativo allo smobilizzo di 400.000 CHF. Infatti, dopo una serie di attriti tra FURRER, STREBEL e DESOLE da una parte e ZOCCOLA, PAULANGELO dall’altra, con MELZI in funzione di mediatore, all’inizio di dicembre 2003 DESOLE e FURRER raggiungono l’avvocato a Milano e gli consegnano la somma citata, facente parte dello stock di fondi precedentemente girati dalla WFS/PPF all’OXALIS. Lo smobilizzo, quindi, non avviene attraverso il conto già aperto nel Principato di Monaco, come riferito da FURRER a verbale e come negli iniziali progetti del gruppo. Inoltre, DESOLE, PAULANGELO e ZOCCOLA, destinatari di 1/3 ciascuno della somma (circa 133.000 CHF), lasciano a MELZI 50.000 CHF a testa per le spese da sostenere in Sardegna. Riscontrato il possesso del denaro da parte di MELZI attraverso un controllo all’aeroporto di Linate, mentre era in partenza per Olbia, le successive intercettazioni dimostrano come il giorno seguente parte del denaro fosse servito per il pagamento dei professionisti coinvolti negli investimenti immobiliari in loco. …Come già visto…, alcune delle società inserite nel circuito WFS/PPF avevano aperto conti presso la BANK LEU 15. In particolare, si tratta di: – WORLD FINANCIAL SERVICES LTD, con sede nelle British Virgin Islands; – ARCALUX LTD, con sede nelle British Virgin Islands; – GAIST SARL, con sede nelle British Virgin Islands; – WFCS SA, con sede nelle British Virgin Islands; – FINMED SRL con sede a Milano; – GEORGIA FINANCE CORP., con sede nelle British Virgin Islands. A prescindere dai possibili ulteriori approfondimenti, è già possibile fornire un quadro sufficientemente dettagliato di uno dei segmenti più significativi del circuito citato. Oltre alla documentazione già in precedenza citata, in tale analisi viene in esame anche la segnalazione inoltrata dalla BANK LEU medesima all’autorità antiriciclaggio, completa di uno schema sintetico di grande utilità 16.
informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano nr.96/37-2003 di 13.05.2004 fg.203 e segg. Faldone nr. 2; 16 (cfr. segnalazione allegata – All. “SOC/A” Faldone nr. 3 – da pag.1134 a pag.1137) 24 15
prot.
in data
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La segnalazione riguarda la FINMED e la GEORGIA FINANCE e, in qualità di persona fisica di riferimento, l’avv. MELZI. In particolare, nel riquadro dedicato ai motivi della segnalazione, si legge: «Il “Tages-Anzeiger” (quotidiano svizzero, n.d.r.) riportava, venerdì 5 settembre 2003, nella facciata circa uno “scandalo milionario”. Nell’articolo si trattava di due società finanziarie, la World Financial Services Ltd (di seguito WFS) e la PP Finanz Service GmbH, di Berikon. Entrambe le società erano controllate da PAULANGELO. Esse erano attive negli investimenti in valuta per piccoli investitori a cui esse facevano sperare rendite speculative. Secondo il resoconto dei media citato e quello successivo comparso sabato scorso PAULANGELO è scomparso nell’agosto 2003. Dovrebbero essere spariti fondi nell’ordine di grandezza di 80-100 mln CHF. 1700 investitori sono in apprensione per il proprio denaro. Come si è scoperto ora, constano nell’ambiente della WFS così come in quello di Salvatore PAULANGELO diversi ed in prevalenza estinti rapporti bancari presso la BANK LEU. I collegamenti tra i diversi rapporti bancari sono relativamente complessi, per questo motivo si rinvia in merito a ciò ad un separato prospett . Riassumendo può essere fissato quanto segue: “Salvatore PAULANGELO ed i suoi soci d’affari Paolo DESOLE ed Alfonso ZOCCOLA aprirono nel giugno 2002 ciascuno un rapporto bancario, intestato a diverse società d’appoggio (Arcalux Ltd, Gaist Sarl SA, WFCS SA). Su due di questi rapporti confluirono fondi provenienti dalla PP Finanz Service GmbH. Contemporaneamente così come poco dopo, i tre soci aprirono ciascuno un conto cifrato presso la Bank Leu (Albino, Kaory, Papo). In seguito attraverso transazioni in contanti vennero trasferiti i fondi delle società d’appoggio dalle società medesime (cioè dai conti intestati alle società, n.d.r.) ai conti cifrati. In una terza mossa vennero trasferiti i fondi dei conti cifrati di nuovo a mezzo transazioni in contanti su nuove relazioni bancarie aperte da due società (Georgia Finance BVI e Finmed, Milano). Le società citate per ultime furono costituite da un avvocato milanese, Giuseppe Carlo MELZI. Questi venne presentato presso la Bank Leu da Paolo (si tratta di un verosimile refuso, in realtà Alfonso) ZOCCOLA. I signori DESOLE, PAULANGELO e ZOCCOLA non figurano presso queste società né come come aventi diritto economico, né quali plenipotenziari od organi. Dei 9 rapporti bancari totali nell’ambiente della WFS sono tutti estinti con esclusione dei rapporti della Georgia e della Finmed. I depositi di queste due società ammontano attorno ai 2,5 mln CHF.”».
1.2 LE DICHIARAZIONI DI POLLIZZI PIETRO SULLA COSCA FERRAZZO Per iniziare a dipanare la complessa trama delle risultanze delle indagini, occorre partire, come si è già detto, dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia POLLIZZI Pietro 17. In estrema sintesi – e con particolare riferimento ai fatti reato per cui si procede – dalle dichiarazioni del POLLIZZI si desumono: - innanzitutto i traffici di droga con la Svizzera risalenti al 1994, insieme, tra gli altri, a ANDALI Fortunato Domenico, FERA ANDALI Mario e IAZZOLINO Sergio; - quindi, il ruolo preminente assegnato ad ANDALI Fortunato Domenico, indicato come il referente della cosca FERRAZZO in Svizzera e come il cassiere della “ndrina”; - e ancora, il rapporto con FERRAZZO Felice (che pure ha reso dichiarazioni auto ed eteroaccusatorie, di cui si dirà più avanti), all’epoca capo della cosca, per conto del quale POLLIZZI iniziò a trafficare anche in armi, acquistate in Svizzera e inviate in Calabria.; - infine i contrasti con FERRAZZO Mario Donato, nuovo capo della cosca e la faida all’interno del sodalizio con diversi omicidi in Calabria e Lombardia: nel gennaio 2000, di SAPORITO Bruno (persona legata ad ANDALI Fortunato Domenico); nel giugno dello stesso anno, di ZINA Francesco, SOMMA LOMBARDO Aurelio e RUBERTO Domenico, perché ritenuti autori 17
verbali di interrogatorio in data 5, 8 e 11 giugno 2001 - Atti Faldone nr. 16 26
dell’omicidio di SAPORITO Bruno; nel settembre successivo, di MANFREDA Giuseppe quale reazione al triplice omicidio suddetto. A ciò si aggiungano i tentati omicidi di FERRAZZO Armando, di FERRAZZO Felice e del figlio di quest’ultimo FERRAZZO Eugenio. Si riporta in proposito la sintesi delle dichiarazioni di Pollizzi contenuta nell’informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.5.2004. Nel 1994, in Svizzera, località Cavempino, POLLIZZI conosce PERBONI Giorgio. L’incontro avvenne nel garage di SCHIPPANNI Arturo, detto Zazà, nascondiglio dove quest’ultimo rifugiava il PERBONI, da poco uscito dal carcere in Francia e clandestino in Svizzera. All’incontro era presente anche AMANTE Vincenzo. Non era un incontro programmato: «[si incontrarono] lì, visto che(POLLIZZI era già conosciuto nell'ambiente dello spaccio di droga, dato che loro erano un'associazione … SCHIPPANI Arturo detto Zazà, l'ANDALI Fortunato, il FERA ANDALI, il GIGLIOTTI Domenico ed altri … ». Nell’incontro i partecipanti, tranne SCHIPPANI, avevano programmato di fare alcune rapine in Svizzera. Il ricavato sarebbe stato così suddiviso: 30% a testa e 10% a SCHIPPANI, a titolo di riconoscenza per l’ospitalità nei confronti di PERBONI. POLLIZZI ammette che nel 1994 aveva già commesso rapine e spaccio di droga. Nell’attività di spaccio, POLLIZZI agiva insieme con SCHIPPANI Arturo, ANDALI Fortunato, FERA ANDALI Mario, FERRAZZO Antonio detto Franchina, GIGLIOTTI Antonio detto Apone e IAZZOLINO. Inoltre, c’era un tale ROCCO, operante nella Svizzera interna, ma originario di Trebisacce, in provincia di Cosenza. Tale organizzazione stabilmente dedita allo spaccio di droga operava negli anni 1995 – 1996. Con gli arresti del settembre 1996 si interruppe l’attività (IAZZOLINO era stato arrestato prima, nel 1995). «Il capo era ANDALI Fortunato … incaricato dalla famiglia FERRAZZO di gestire il traffico in Nord Italia». La famiglia FERRAZZO «è la famiglia che gestisce tutti i traffici in Mesoraca, tutti traffici illeciti di qualsiasi genere». «Senza il … permesso di ANDALI non si poteva fare niente». «Dopo ANDALI Fortunato c'eravamo io e FERA ANDALI Mario». Erano «pari grado» «perché erano affiliati [alla famiglia FERRAZZO], mentre Zazà non era affiliato». SCHIPPANI, pur subordinato, «veniva visto bene perché era un grosso spacciatore». Nel 1995, IAZZOLINO Sergio, mentre era latitante, era stato arrestato presso la frontiera tedesca insieme con FERA ANDALI Mario. In quegli anni (1995 – 1996), il vertice della famiglia FERRAZZO era FERRAZZO Mario Donato, detto Topolino. Nel territorio di Laveno - Ponte Tresa il «giro della droga» era in mano ai «paesani» di POLLIZZI, FERA ANDALI Mario, i fratelli BIANCO, DRAGONE Mario. Questi ultimi tre fanno capo direttamente a FERA ANDALI: «questi qua corrispondono alla famiglia FERRAZZO … », nel senso che FERA ANDALI «corrisponde» a FERRAZZO Mario Donato. FERA ANDALI è «il capo posto … e poi ce n'era un altro, uno ricciolino che è stato dentro sette anni … non [era] calabrese, pens[a] che [fosse] di Avellino, o qualcosa del genere». «Quindi – conclude il PM – è corretto dire che il traffico di droga, nella zona di Laveno - Ponte Tresa e paesi limitrofi è controllato dalla famiglia FERRAZZO» POLLIZZI riferisce che, nel corso del 1995, esisteva un traffico di armi tra il Canton Ticino e Mesoraca … in particolare, LONDINO Vincenzo contatta POLLIZZI Pietro, affinché si rechi da ANDALI Fortunato per ritirare le armi. POLLIZZI Pietro, insieme a FERA ANDALI Mario, si reca in Canton Argau, presso il ristorante di ANDALI Fortunato, dove ritira le armi; …Da CICCHITANO si rifornisce il clan FERRAZZO. POLLIZZI aveva conosciuto CICCHITANO prima dei FERRAZZO, in quanto glielo aveva presentato il suo paesano (di Mesoraca) FAZIO Saverio, che non era affiliato ai FERRAZZO, ma che però «aveva fatto dei piaceri al FERRAZZO Felice, al perdente» POLLIZZI dice: «Io le armi le andavo a prendere in Svizzera interna, perché il carico grosso che ho fatto 27
l'ho fatto in Svizzera interna dall'ANDALI Fortunato … comunque, quando io presi le armi c'era questo CENZO MARVIZZO, che ho detto io. … lui di persona mi ha dato la borsa con tutte le armi … ai tempi, con ANDALI aveva un ristorante ... [nel borsone] c'erano tre kalashnikov … due o tre 9» due 7,65, una 357 «una 44 ... poi mi diede anche dei binocoli notturni … ». Ciò avvenne nel luglio del 1995. Fu ANDALI Fortunato ad ordinargli, tramite FERA ANDALI Mario, di andare a prendere le armi da lui. Sia ANDALI Fortunato, sia FERA ANDALI Mario abitavano in Svizzera. FERA ANDALI chiamò POLLIZZI e «[gli] disse di andare a prendere le armi a Zurigo, a Lengnau, [presso la] trattoria “Il Carpaccio”». POLLIZZI dice: «questo lo ricordo bene, perché ci sono andato cento volte, che era prima in gestione dell'ANDALI Fortunato ... gli portavo la droga, dava lui la droga a me … ». POLLIZZI andò a prendere le armi «con la [sua] Renault 5 GT, [mettendole] nel cofano». Le armi vennero portate in Italia, in Calabria, due o tre giorni dopo, lasso di tempo durante il quale «le [avevano] affiancate», ovvero «messe in una casa da DRAGONE Saverio … sotto l'ospedale civico di Lugano». POLLIZZI spiega: «a Lugano io le ho appoggiate in un borsone, dopo le abbiamo messe sulla Croma di Mario FERA ANDALI. Abbiamo fatto le portiere, poi i kalashnikov hanno i manici che si tirano, si fanno e li abbiamo messi dentro le portiere con le pistole e tutto quanto e gli ho passato la dogana di Ponte Tresa … ». POLLIZZI si dichiara in grado di riferire circa gli omicidi di SAPORITO Bruno, ZINNA Francesco, SOMMA LOMBARDO Aurelio, RUBERTO Domenico e di MANFREDA Giuseppe. Nel giugno 2000, ZINNA, SOMMA LOMBARDO e RUBERTO sono stati uccisi («lupara bianca») perché «avevano ucciso … SAPORITO Bruno e poi insidiavano la leadership», nel senso che «uno che uccide SAPORITO Bruno può uccidere anche FERRAZZO Mario, detto Topolino» e quindi erano diventati pericolosi. «SAPORITO Bruno era un affiliato ma [aveva] parenti di rilievo nella famiglia, tra quali MANTIA Vincenzo, [al tempo] detenuto per traffico di droga ed altri due fratelli che [erano] fuori, anche loro affiliati». Di tale omicidio POLLIZZI era venuto a conoscenza da FERRAZZO Eugenio, figlio di FERRAZZO Felice, che «[gli] disse di andare giù con lui per la vendetta … ». POLLIZZI spiega: «Loro venivano spesso qua … ZINNA, SOMMA LOMBARDO Aurelio e FERRAZZO Eugenio. Io gli lasciavo in locazione l'appartamento, loro si facevano i loro traffici, traffico di droga ... L'ordine partì da FERRAZZO Mario, che è il capo. FERRAZZO Eugenio mi disse che a essere gli autori materiali, furono il capo di Petilia Policastro … detto Tombolone e Mario Biondo, … un suo luogotenente un altro affiliato di questa famiglia (si riferisce al clan di Petilia, n.d.r.) … secondo lui, [però] partecipò anche FERRAZZO Armando … nipote di FERRAZZO Mario … ». POLLIZZI conferma che era modalità in uso anche alla famiglia di Mesoraca quella di sotterrare i morti e spostarli da un sito all’altro, «perché una volta è stato trovato un altro cadavere, non si sa di chi, in località Foresta si pensava che era in un altro punto, poi, invece fu ritrovati in un altro punto. Se magari vedono che cercano sempre in un certo punto, può essere che, magari, vadano e li sotterrano». POLLIZZI riferisce, altresì, che FERRAZZO Felice era a conoscenza delle circostanze appena descritte. L’omicidio di SAPORITO Bruno avviene nel gennaio 2000. «Sono stati: ZINNA Francesco, RUBERTO Domenico, SOMMA LOMBARDO Aurelio». L’ordine non partì da nessuno, successe «per una lite». POLLIZZI spiega: «Dopo iniziò la faida, ma tutto cominciò per questo dissapore … [SAPORITO] li [aveva] offesi, dicendogli che erano ... "cu la cuda". In Calabria si dice, quando non sei affiliato che hai la coda, di offesa si dice "ma che iati parlare cu' sta coda, non siete neanche degni di parlare" facendo riferimento che non avevano nessuno … la lite iniziò perché loro [avevano] offeso un figlio di un affiliato … litigarono con il figlio di Giovanni PERRI che è affiliato («affiliato alla famiglia di Mario FERRAZZO, detto Topolino») … per delle stupidate, gli avevano fatto una bolla alla macchina, volevano pagata il … però dietro c'erano forti rancori, non è che si amavano, capisce! Ormai c'era questa divisione … FERRAZZO Felice non era più con loro, era stato allontanato dalla famiglia, era stato declassato … prima il capo era Felice, prima dei fatti del '93. Dopo la sparatoria lo declassarono … [dopo] … il capo diventa Mario … dopo si unirono a FERRAZZO Felice ZINNA e SOMMA Aurelio LOMBARDO più il figlio e questo RUBERTO Domenico, avevano creato un altro e gruppo e intralciavano negli affari … FERRAZZO Topolino era detenuto per un'estorsione. Uscì prima Topolino di FERRAZZO Felice». Riferendosi al neocostituito gruppo di FERRAZZO Felice, POLLIZZI dice: «secondo loro ci giravo anch'io. Attivamente, ci giravo anch'io i primi tempi … non ero affiliato loro ma agli altri, ma giravo con 28
loro. Mi ero un po' distaccato … [Topolino] non lo sapeva, perché Topolino era di sotto in Calabria, io ero qua vivevo diciamo nella clandestinità, non è che mi facevo vedere tanto. Nessuno sapeva dove abitavo i primi tempi, tranne quando è venuto a saperlo». Con FERRAZZO Mario aveva pochi rapporti: «perché in carcere era successa una storia. Ci siamo scontrati io e ANDALI Fortunato … il referente della famiglia (gruppo di Topolino, n.d.r.) in Svizzera». Questo scontro, secondo POLLIZZI, venne visto male dalla famiglia: «mi volevano fare la pelle». Ma non ci riescono: «appena esco (dal carcere, n.d.r.) non dico a nessuno dove vado ad abitare vivo nella clandestinità». Su richiesta della P.G., POLLIZZI conferma che FERA ANDALI Mario era il referente della famiglia di FERRAZZO Mario Donato per la droga a Ponte Tresa: «FERA ANDALI … non abitava a Ponte Tresa ma a Busto Arsizio con un certo Diego Pisano che poi è stato arrestato per droga», fatto per il quale lui non era stato individuato dalla famiglia mentre viveva nella medesima località. …POLLIZZI riferisce di aver partecipato a molte riunioni dei vertici della famiglia FERRAZZO. Prima del 1996, POLLIZZI scendeva periodicamente in Calabria: «E vennero anche loro in Svizzera. Ricordo di una riunione fatta a casa di uno che è vicino alla famiglia, però non è affiliato, si chiama Peppe O` Box, si chiama Giuseppe Camporato. In questa casa erano presenti: io, ancora non affiliato, FERA ANDALI Mario, Mano di Gomma, il boss di Cutro e il boss di Pedronà. In quell'occasione portarono della cocaina, mi sembra, mezzo chilo. Bubba si chiamava il boss di Pedronà … . ». Circa le modalità di svolgimento delle riunioni, spiega: «Loro parlavano e tu dovevi stare zitto». Venivano emanati degli ordini: «Certo, tu hai un tuo ruolo e devi fare quello» Gli interessi della famiglia di Mesoraca in Svizzera e nel Nord Italia riguardavano il «traffico di droga». Quanto ai «punti di appoggio e riferimento» (espressione del PM, n.d.r.), POLLIZZI racconta. «Milano a Quarto Oggiaro c'era la famiglia dei Petilini, di Petilia Policastro. Tutti nello stesso anno siamo stati arrestati, nel maggio '96, ci fu il blitz a Quarto Oggiaro. Il capo di tutti è stato sempre Tombolone. Poi a Reggio Emilia c'è stato pure il blitz, è stato arrestato il capo, Mano di Gomma. A Castelletto Ticino c'è stato un altro blitz, c'è ancora gente … . un pentito mi accusa di Castelletto Ticino che io sono andato là a prendere alla volta un chilo di cocaina insieme con FERA ANDALI Mario». Insomma, sostanzialmente in zona Laveno, Ponte Tresa e Ticino sono rimasti solo affiliati al clan FERRAZZO. Il loro interesse principale, almeno al Nord, è il traffico di droga: «traffico di droga è l'attività principale al nord, invece al sud tutto estorsioni». POLLIZZI, che si era occupato anche della latitanza di IAZZOLINO Sergio mentre era in Svizzera, racconta: «Una volta ci fu un blitz, Odissea si chiamava una roba del genere e vennero tutti da noi, lì sono stati da noi e li arrestarono anche … c'era una marocchina che era un'amante di IAZZOLINO Sergio si chiamava Suad, abitava in zona Marino Nuovo è stata anche lei coinvolta … [rimasero coinvolti in] sei o sette, tutti capi grossi» e ciò accadde «nel ‘96» prima «che andassi in carcere». «Dopo c'è stato un periodo di calma, però estorsioni sono andate sempre avanti. Giù le estorsioni sono una cosa naturale, normale … ». POLLIZZI lavorava per i FERRAZZO nel traffico di stupefacenti. I proventi di tale traffico andavano tutti alla famiglia: «Tutto quello che prendevo, fino all'ultimo centesimo lo davo ad ANDALI Fortunato». Il debito che aveva con ANDALI era venuto in essere a causa dell’arresto del POLLIZZI. Una volta scarcerato, torna ad occuparsi di droga… Ciò posto, occorre subito rilevare che quanto dichiarato da POLLIZZI Pietro è perfettamente sovrapponibile alle dichiarazioni rese in ordine ai punti sopra segnalati da FERRAZZO Felice.
1.3 LE DICHIARAZIONI DI FERRAZZO FELICE, CICCIU’ ANTONIO E FOSCHINI VITTORIO 29
FERRAZZO Felice iniziava a collaborare con la giustizia dopo il suo arresto in flagranza per reati inerenti le armi. Infatti, l’8.10.2000, nel corso delle operazioni di notifica dell’ordinanza di custodia in carcere n.1152/00 R.G.GIP del GIP di Crotone del 6.10.2000, nei confronti, tra gli altri, di FERRAZZO Eugenio, figlio di Felice ed in esito alla conseguente perquisizione domiciliare, venivano rinvenute alcune armi illegalmente detenute. In quel periodo, come già accennato, esistevano in realtà due cosche FERRAZZO, una delle quali, quella per così dire perdente, capeggiata da FELICE. Tale situazione era sfociata in una localizzata ma non per questo meno violenta faida, costellata da episodi tipici del caso. In tale contesto erano maturati l’omicidio di Bruno SAPORITO, il caso di lupara bianca che vedeva vittime i tre giovani LOMBARDO SOMMA Aurelio, ZINNA Francesco e RUBERTO Domenico, il tentato omicidio FERRAZZO Armando ed il contemporaneo omicidio di MANFREDA Giuseppe, nonché il duplice tentato omicidio di FERRAZZO Felice e FERRAZZO Eugenio. Non è da escludersi che il pentimento di FERRAZZO FELICE sia riconducibile a tale situazione. Lo stesso veniva più volte interrogato in data 8.10.2000, 9.10.2000, 13.10.2000, 6.11.2000, 8.11.2000, 23.5.2001, 24.5.2001 nel procedimento n.1231/97 R.G.N.R. (cosiddetta INDAGINE ECLISSE”) 18. FERRAZZO Felice veniva lungamente esaminato all’udienza del 30 aprile 2003, nel dibattimento relativo alla cosiddetta INDAGINE ECLISSE. Si riporta una sintesi dell’interrogatorio: Circa il ruolo di vertice mantenuto all’interno dell’organizzazione di Mesoraca, FERRAZZO afferma essere stato in libertà sino al 1993 per poi essere in regime di detenzione dal 1993 al 1996 e comunque aver continuato l’attività di leader dell’organizzazione di Mesoraca all’interno del carcere, sino ad impartire precisi ordini in merito all’assegnazione di appalti riferiti ad attività prettamente rivolte al mantenimento di aree boschive. Infatti FERRAZZO afferma che in carcere era a conoscenza delle ditte che si aggiudicavano gli appalti e le famiglie di riferimento affermando “Se li sono presi i Se li sono presi i Marrazz” e comunque pilotava le stesse gare comunicando con l’esterno attraverso FORESTA Giovanni affiliato alla cosca FERRAZZO e nel corso dei processi. A tal proposito FERRAZZO afferma anche che le comunicazioni con l’esterno avvenivano tramite GRANO Giuseppe sempre ai processi e che gli affiliati alla cosca erano; FERRAZZO Mario Donato, GRANO Giuseppe, LOPRETE Giuseppe, FORESTA Giovanni, PERRI Giovanni, MANFREDA Pasquale, MANTIA Vincenzo e il fu CAVARRETTA Tommaso detto SISINO, contabile della cosca, ovvero ne era a capo. Dopo aver elencato i principali affiliati, FERRAZZO riferisce che la cosca principalmente si occupava di perpetrare rapine e commettere omicidi, nonché controllare i già citati appalti sulla manutenzione di aree boschive. In merito alle rapine poste in essere afferma “ne è stata fatta una tra Mesoraca e Petronà e un’altra a Mesoraca, a Mesoraca e Foresta di Petilia Policastro.. l’ha eseguita IAZZOLINO Sergio, Mantia Vincenzo, Manfreda Pasquale, Barberio Maurizio, quella di Mesoraca-Petronà… Inizio ’92…l’abbiamo organizzata tutti… l’hanno eseguita anche FERRAZZO Mario Donato e GRANO Giuseppe, hanno eseguito quello che avevano loro… la prima, tra il ’91 e il ’92, almeno di quello che mi ricordo”. Dopo aver elencato i nomi dei principali affiliati alla cosca, FERRAZZO Felice riferisce che le attività delittuose in particolare le rapine venivano organizzate parlando “con qualcuno che c’era vicino come io, «Topolino», Cavarretta Tommaso, chi c’era… Chi è «Topolino»?... FERRAZZO Mario Donato o GRANO Giuseppe.” Circa le molteplici attività delittuose della cosca, FERRAZZO Felice afferma che l’organizzazione criminale possedeva armi “Avevamo fucili, avevamo pistole, avemmo mitra, avevamo tutto” con le quali si assicurava una notevole forza di fuoco e militare, lo stesso FERRAZZO riferisce che le armi erano, a seguito del suo arresto, custodite da GRANO Giuseppe o FORESTA Giovanni e provenivano dalla 18
Vedi per una sintesi la nota che segue. 30
Svizzera tramite ANDALI Fortunato e trasportate in Calabria tramite i camion che giungevano a Ponte Tresa o ad Arese ed alcuni paesani erano incaricati di recapitare i pacchi fingendo la presenza di caffè, zucchero, cioccolata, mentre al contrario contenevano armi lunghe oppure anche mitragliatori, sempre fornite da ANDALI Fortunato, che veniva contattato per telefono e si recava a Mesoraca FERRAZZO, sollecitato dal P.M. in merito alla detenzione di armi, afferma che le due pistole e il fucile calibro 12 rinvenute al momento dell’arresto, provenivano dalla Svizzera ove lo stesso incontrava anche ANDALI, durante la sua latitanza in Svizzera a seguito delle ordinanze emesse nell’ambito dell’operazione Eclisse. Il periodo in cui si inquadrano le vicende risale al 1996, dove FERRAZZO rimane latitante in Svizzera per due mesi. All’uscita dal carcere FERRAZZO Felice afferma di non aver più ripreso il comando dell’organizzazione criminale perché sostituito da FERRAZZO Mario Donato e di non aver neanche tentato di riappropriarsi. FERRAZZO Felice viene nuovamente stimolato in merito alla spedizione di armi a Mesoraca dalla Svizzera da parte di ANDALI Fortunato che sin dal 1995 ed in particolare dal 1996 in poi ha continuato ad inviarle senza interruzioni, per la precisione inviando due kalashnikov e due pistole. Emerge, inoltre, che altre armi sono state inviate alla cosca di Mesoraca anche da tale PIETRO (POLLIZZI Pietro), oltre che da ANDALI. Riprendendo il discorso inerente lo smercio di sostanze stupefacente FERRAZZO riferisce che la droga proveniente da Limbadi o Milano, veniva smerciata in Svizzera tramite ANDALI Domenico ed ANDALI Fortunato, a loro recapitata tramite un autoveicolo. Per una maggiore comprensione dei fatti ora riferiti si riporta una sintesi tratta dalla sentenza della Corte d’Assise Di Catanzaro - Prima Sezione - n.5/03 Reg.Sent. - n.4/01 R.G .- n.1231/97 R.G.N.R. depositata il 24.3.2004 19. FERRAZZO Felice è collaboratore di giustizia dall’anno 2000. E’ stato detenuto dal 1993 al 1996. Dal 1990 è stato a capo del “locale” di Mesoraca ed ha svolto questo ruolo anche mentre era detenuto, dando disposizioni sulle estorsioni in danno delle ditte boschive che c’erano a Mesoraca. Nello specifico il “locale” indicava di volta in volta la ditta che doveva vincere la singola gara d’appalto, sicchè le imprese del luogo non entravano in contrasto tra loro ed evitavano che altre, provenienti da fuori zona, si aggiudicassero gli appalti. In ogni caso, la ditta vincitrice di gara versava una percentuale sull’importo dei lavori. Gli affiliati alla sua cosca erano Ferrazzo Mario Donato, Grano Giuseppe, Loprete Giuseppe, Foresta Giovanni, Perri Giovanni, Manfreda Pasquale, Manfreda Vincenzo, Pristia Pasquale, Mantia Vincenzo e Cavarretta Tommaso, detto “Sisino” poi deceduto. Quest’ultimo aveva anche poteri di comando. Tale organizzazione era armata e poneva in essere anche rapine ed omicidi. Le armi venivano acquistate in Svizzera da un certo Andali Fortunato e venivano portate in Calabria utilizzando ignari autotrasportatori di Mesoraca, che facevano periodici viaggi in Svizzera E’ stato latitante in Svizzera per sottrarsi alla misura cautelare disposta nel procedimento “Galassia”. Dopo che uscì dal carcere nel 1996, non riprese il comando dell’associazione perché, nel frattempo, l’aveva assunto Ferrazzo Mario Donato e lui non fece nulla per riaffermarsi come capo. E’ stato affiliato alla “ndrangheta” con il rito del “battesimo” tenutosi in Mesoraca, a casa di Ferrazzo Mario Donato, ed effettuato da Comberiati Vincenzo, Curcio Rosario e Grande Aracri Nicola. Comberiati Vincenzo, detto “Tumbulune” era il “capo società” di Petilia Policastro; Curcio comandava a Camellino, una frazione di Petilia; Grande Aracri era il capo di Cutro. 19
- Atti Faldone nr. 5 31
Avevano buoni rapporti con gli affiliati alla cosca di Petilia ed in un’occasione chiesero aiuto a Cavarretta Tommaso di Mesoraca e Bagnato Antonio di Rocca Barnarda, per l’esecuzione dell’omicidio di un certo Massimino che aveva un negozio di scarpe a Petilia. Non sa indicare la ragione di questo omicidio, ma sa che interessava a Comberiati Vincenzo in quanto egli era presente quando quest’ultimo chiese ai due su menzIonati di fargli questo favore. Con la cosca di Petilia trafficavano in droga e sapeva che delle persone di Petilia andavano a spacciare in Lombardia e stavano a Quarto Oggiaro. Il loro referente a Milano era Scandale Vincenzo, detto “Pagghiune” che faceva parte della cosca di Franco Coco Trovato. Ha conosciuto anche Vittorio Foschini in una riunione tenutasi a Petilia a casa di Comberiati Salvatore detto Sabellino. Ricorda che alla riunione c’erano molte persone, ma non ne ricorda il motivo. Aveva buoni rapporti con i cirotani e divenne capo di Mesoraca anche con l’assenso di Megna Domenico di Papanice, Silvio e Giuseppe Farao e Cataldo Marincola di Cirò, anzi questi ultimi gli prestarono aiuto per uccidere Russo Ernesto, che in precedenza comandava a Mesoraca. In particolare la decisone di commettere l’omicidio fu presa da lui stesso, Ferrazzo Mario Donato, Grano Giuseppe, Lo Prete Giuseppe, Cavarretta Tonmmaso e Foresta Giovanni, perché il Russo avrebbe potuto uccidere Ferrazzo Mario Donato, che aveva cercato a sua volta di uccidere il fratello di questi, Russo Rosario, per rispondere ad un agguato posto in essere nei propri confronti. Gli esecutori dell’omicidio furono Antonio Cosimo, Franco Pulerà, Scandale Vincenzo, Mannarino Giuseppe e Curcio Rosario. Questi ultimi si mossero a seguito della segnalazione di Foresta Giovanni che indicò dove aveva visto il Russo e quando lo incrociarono, su una strada che porta in montagna, lo uccisero, poi si recarono in una casa di montagna di Comberiati Vincenzo, dove rimasero nascosti. L’auto usata per il delitto era stata rapinata da Cicciù, in quanto Ferrazzo Mario Donato aveva chiesto a Marincola se poteva procurargli un’auto.Successivamente Ferrazzo Mario Donato e Cavarretta si erano recati a Strongoli per prendere l’auto che era stata portata a Giglio Salvatore. Cosimo Antonio era di Rocca di Neto e, in precedenza, aveva subito un attentato e aveva chiesto aiuto a quelli di Mesoraca, che gli avevano trovato un medico per curarlo. Il Cosimo diceva che gli autori dell’attentato erano Iona Guirino e Dima Bruno e che il primo voleva vendicarsi dell’uccisone del figlio e del nipote ad opera dello stesso Cosimo. Cosimo era in guerra con Iona Guirino perché voleva prendere il posto di capo a Rocca di Neto ed era appoggiato dai cirotani, da quelli di Papanice e dal loro gruppo. In una occasione, al fine di organizzare un agguato a Iona Guirino, si recarono a Mesoraca, Antonio Cosimo, Pulerà, Mimmo Alessio, Morrone e Cicciù. Essi stettero a casa di Ferrazzo Mario Donato. Ferrazzo Felice è stato anche sentito nell’ambito del presente procedimento, dal Pubblico Ministero di Milano in data 24.1.2005, nella veste di persona sottoposta ad indagini in procedimento connesso e in tale sede ha confermato che la cosca di Mesoraca di cui egli era stato a capo nella prima metà degli anni ’90 aveva stretti rapporti con il territorio elvetico. In particolare Andali Fortunato Domenico trattava sostanze stupefacenti sia con Felice sia con Mario Donato Ferrazzo sia con Giuseppe Grano ricevendo da Mesoraca la cocaina che commercializzava in Svizzera attraverso una sua rete di venditori. Spesso, quale pagamento di tali partite di droga, Andali inviava in Calabria, occultate in camion guidati da autisti calabresi che facevano la tratta Ponte Tresa – Calabria, armi nuove acquistate in Svizzera e cioè pistole e in un’occasione anche due kalashnikov. Anche Iazzolino Sergio, capo della famiglia di Sersale ma molto vicino a quella di Mesoraca, partecipava ai traffici di droga con Andali Fortunato Domenico e quest’ultimo tra il 1992 e il 1994 si era anche prestato ad organizzare la latitanza di Iazzolino in Svizzera e in Germania Andali in seguito aveva prestato lo stesso aiuto anche a Felice Ferrazzo e a Mario Donato Ferrazzo quando avevano dovuto anch’essi rendersi latitanti e si erano appunto rifugiati in Svizzera. 32
In ragione di tali traffici di droga e di armi Andali quindi, pur mantenendo la sua autonomia, era in organico alla famiglia Ferrazzo e in Svizzera ne costituita il punto di riferimento. Tali continuativi rapporti in traffici illeciti di notevole rilevanza sono di notevole rilievo per gli avvenimenti di cui al presente procedimento poichè spiegano, attraverso il ruolo di Andali, il collegamento tra le società finanziarie allestite in SvIzzera e la cosca di Mesoraca e costituiscono un ulteriore elemento indiziario del fatto che tali società servissero a riciclare e a ripulire i notevoli guadagni ottenuti negli anni dalla cosca attraverso le sue attività illecite. Dalla sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro sopra citata si ricava anche una sintesi delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia CICCIU’ Antonio relativamente alla “COSCA FERRAZZO” di Mesoraca (KR): Cicciù Antonio è stato esaminato nelle udienze del 28 marzo, 11 e 30 aprile 2003 e riconvocato dalla Corte all’udienza del 20 agosto 2003 nel corso della quale ha effettuato dei riconoscimenti fotografici. L’imputato riferiva in sintesi che: Prendeva attivamente parte alla guerra condotta dal locale di Cirò e dalle cosche alleate contro Iona Guirino, recandosi tre-quattro volte, insieme a Guerra Nicodemo, nei pressi della macelleria dello Iona al fine di ucciderlo, senza, però, riuscire ad incontrarlo, ed, in un’altra occasione, dopo la strage di Crotone, a Mesoraca in casa di Ferrazzo Mario, dove rimase quattro-cinque giorni nel corso dei quali cercarono di scovare Iona, con esito negativo, anche in questo caso. In particolare, dopo la strage di Crotone, il collaboratore fu convocato a Cirò, a casa di Pirillo Vincenzo, dove vi erano anche Fortino, un certo Cataldo (riconosciuto fotograficamente in Cilidonio Cataldo, all’udienza del 20.8.2003), Mimmo Alessio di Casabona, Spagnolo, Morrone, Ferrazzo Mario Donato ed un certo Sisino, facenti parte questi ultimi due del locale di Mesoraca, e si formarono due gruppi: uno composto dallo stesso Cicciù, Spagnolo, Morrone ed altri, che si recò a Mesoraca, come già detto, mentre l’altro composto da Fortino, Mimmo Alessio ed il tale Cataldo si diresse verso Papanice ed incontrato un soggetto ritenuto un sostenitore di Iona Guirino (Aprigliano Leonardo), lo uccise Quanto alle altre cosche operanti nella provincia di Crotone il Cicciù indicava che nella città di Crotone vi erano gli Arena e, come referente dei Cirotani, vi era Pino Sorrentino; a Papanice c’era Mico Megna il quale finchè era in vita Sorrentino stava sempre con lui e, poi, successivamente, formò una propria “famiglia”; a Mesoraca c’erano i Ferrazzo; a Petilia Policastro, una volta si diceva che comandava Comberiati detto “Tumbuluna”, un’altra volta, un altro affiliato di cui non ricorda il nome. Circa i rapporti esistenti tra questi gruppi, il collaboratore ha precisato che quello di Cariati cui lui apparteneva, era sottoposto al locale di Cirò e nelle stesse condizioni di soggezione gli sembrava fosse anche Pino Sorretino che “dava conto” a Cirò; mentre sebbene Mico Megna (Papanice) fosse amico di Sorrentino, non è a conoscenza del ruolo e delle attività svolte nel suo territorio; i Ferrazzo (Mesoraca) davano conto a Petilia Policastro, mentre su quelli di Rossano e Corigliano i Cirotani avevano una certa supremazia. A Mesoraca c’erano i Ferrazzo: Mario Donato, detto Topolino, e Felice. Di altri tre/quattro ragazzi il Cicciù non ricorda il nome, tranne che di uno, poi sparito, che si chiamava Sisino. Egli si recò a casa di Ferrazzo Mario, dopo la strage di Crotone, per tentare un agguato a Iona Guirino, come già esposto e in quell’occasione apprese da Pulerà e da Cosimo Antonio che essi avevano commesso l’omicidio di Russo Ernesto, su richiesta dei Ferrazzo, con l’autovettura Alfa 75, rossa, rapinata dallo stesso Cicciù nell’agosto del 1990. A Petilia Policastro comandava Comberiati Vincenzo, detto “Tummuluni”, che Cicciù incontrò in casa di Ferrazzo Mario Donato a Mesoraca, nel periodo in cui si trovarono lì dopo la strage di Piazza Pitagora; con Comberiati partecipò a due tentativi di agguato contro i Castiglione. Durante i giorni in cui rimase a Mesoraca a casa di Ferrazzo Mario Donato, il Cicciù apprese che l’omicidio di Russo Ernesto fu commesso da Antonio Cosimo e Franco Pulerà, su richiesta dei due 33
Ferrazzo (Mario Donato e Felice) e che fu utilizzata un’Alfa 75 rossa, rapinata dallo stesso Cicciù. Sempre nella sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro viene dato ampio rilievo alle dichiarazioni, rese anche in udienza, da FOSCHINI Vittorio, soggetto che aveva iniziato a collaborare già nel 1995 con l’Autorità giudiziaria milanese, la cui attendibilità è stata positivamente riscontrata in numerosi processi e che è stato condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso nonchè delitti relativi al traffico di droga, omicidi ed estorsioni. Foschini è stato un soggetto di notevole spessore in quanto apparteneva all’associazione radicatasi nella zona di Milano con a capo Franco Coco Trovato e Schettini Antonio, collegati in Calabria con i De Stefano della zona di Reggio Calabria ma anche con altri gruppi calabresi della zona del crotonese in cui erano presenti tra le altre le ‘ndrine di Petilia, Cirò e Mesoraca. In tale veste Foschini si era recato più volte in Calabria, su incarico di Coco Trovato per discutere affari di interesse per le varie organizzazioni, aveva partecipato a varie riunioni e in relazione alla cosca di Mesoraca ha dichiarato: “” A Mesoraca vi era un “locale” diretto da due persone, uno grosso a nome Felice e l’altro soprannominato “il Topo” (cioè FERRAZZO Mario Donato, ndr). Questi presero parte ad una cena a Petilia Policastro in cui vi erano Franco Coco Trovato e un De Stefano. Il locale di Mesoraca aveva ottimi rapporti con quelli di Petilia, comandati da Pasquale Leotta, e, se c’era qualcosa di una certa rilevanza da commettere ne parlavano insieme. Un altro affiliato di Mesoraca era un certo Sisino che non ho mai conosciuto, ma solo sentito nominare, so che è stato ucciso “”.
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2. L’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO DENOMINATA “COSCA FERRAZZO” Nelle pagine precedenti si sono, dunque, citate le chiamate in reità e correità circa l’esistenza di un sodalizio criminale di tipo mafioso denominato “COSCA FERRAZZO” operante a Mesoraca (KR), Ponte Tresa e in Svizzera, dedito alla consumazione di una serie di reati: dal traffico di armi e stupefacenti “da e per” la Svizzera, fino a diverse rapine a mano armata nelle zone a ridosso del confine italo-svizzero.. Le dichiarazioni sopra riportate acquistano un sicuro valore di gravi indizi relativamente alll’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere di tipo mafioso composta da numerosi soggetti originari di Mesoraca (KR) e come tali, cioè pienamente attendibili, sono state ritenute dalla citata sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro La dimostrazione dell’esistenza di un’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO” citata dai dichiaranti, è essenziale ai fini del presente procedimento, perché il riciclaggio di denaro proveniente dalle attività illecite commesse in Svizzera era talmente funzionale agli interessi del sodalizio, che “ i mesorachesi “ in diverse occasioni non hanno esitato a intervenire direttamente, allorchè erano posti in pericolo i loro interessi economici. Occorre tuttavia tener ben presente che, trattandosi di organizzazione che opera dalla Calabria, ove è ben radicata, l’indagine per cui si procede non riguarda tanto la “COSCA FERRAZZO” in se stessa, quanto le attività illecite di alcuni soggetti, non necessariamente organici alla cosca in questione, che hanno operato nel contesto economico-finanziario in esame, anche per l’interesse di tale cosca. Da qui la contestazione dell’aggravante del favoreggiamento e dell’agevolazione delle attività di una associazione di tipo mafioso di cui all’art.7 del D.L. 152/91 correttamente quindi presente in tutti i capi di imputazione formulati dal Pubblico Ministero Come si è visto, i dichiaranti fanno univoco e coincidente riferimento ad un gruppo organizzato, radicato in Mesoraca (KR), che agiva agli ordini prima di FERRAZZO Felice e poi di FERRAZZO Mario Donato. E’ tale la gravità, la ripetitività, la professionalità, la strutturazione del sodalizio con ruoli precisi e la consapevolezza di agire per un fine comune, come traspare dai comportamenti dei personaggi citati dai dichiaranti, che non può seriamente dubitarsi dell’esistenza di un pactum sceleris sotteso alla commissione dei vari fatti-reato e quindi dell’esistenza tra i sodali di un vincolo associativo. Associazione per delinquere, facente capo da ultimo a Mesoraca a FERRAZZO Mario Donato, detto “Topolino”, in cui vanno ravvisati tutti i requisiti del sodalizio di tipo mafioso, di cui all’art.416 bis C.P., a partire proprio dallo stabile ricorso al cosiddetto “metodo mafioso”, desumibile dagli episodi di violenza riferiti, sicuro indice di una concreta capacità di intimidazione finalizzata a condizionare l’ambiente con l’assoggettamento e l’omertà. A riguardo, non è di poco conto il contesto socio-geografico operativo degli associati, che vede, come hanno evidenziato i dichiaranti, l’intero territorio delle provincie di Catanzaro e Crotone diviso tra le varie cosche in zone di influenza (o meglio si potrebbe dire “di appartenenza”, tanto è radicato il rapporto tra i diversi gruppi malavitosi e il territorio), con precisi confini e con sanguinose lotte per il predominio. Ma soprattutto, deve essere dato rilievo alle feroci lotte per il predominio sulle zone di influenza, a volte anche intestine, come si è ad un certo punto verificato all’interno della “COSCA FERRAZZO”. Lotte, che portavano alla estromissione del capo FERRAZZO Felice, alla sua sostituzione con il cugino FERRAZZO Mario Donato e alla feroce reazione del primo nel tentativo di riappropriarsi del territorio, sia di Mesoraca, che delle zone di influenza sul confine italo svizzero, mediante una vera e propria guerra senza esclusione di colpi con omicidi e tentati omicidi in Calabria e in Lombardia. 35
In tal senso la citata sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro depositata il 24.03.2004 - che in punto di esistenza della “COSCA FERRAZZO” deve ritenersi irrevocabile, perché questa parte della sentenza non è stata modificata in sede di impugnazione - afferma l’esistenza di un sodalizio della ‘ndrangheta calabrese, composto da numerosi affiliati, gravitante in Mesoraca, con ingerenze nei lavori pubblici eseguiti nelle zone limitrofe e proiezioni criminali (rapine, traffico di armi e droga) in Lombardia e in Laveno Ponte Tresa, nonché in altri comuni del confine italo-svizzero e nella stessa Svizzera, facente capo prima a FERRAZZO Felice e poi a FERRAZZO Mario Donato, strettamente collegato al “locale” di Cirò (KR), denominato “COSCA FERRAZZO di Mesoraca”. Si cita in proposito un passaggio significativo della citata sentenza riguardante in specifico la Cosca Ferrazzo: “Relativamente a questo gruppo, è intervenuta la collaborazione del capo, Ferrazzo Felice, che ha assunto il comando dal 1990, ed ha esplicitato i nomi degli affiliati (Ferrazzo Mario Donato, Grano Giuseppe, Loprete Giuseppe, Foresta Giovanni, Perri Giovanni, Manfreda Pasquale, Manfreda Vincenzo, Pristia Pasquale, Mantia Vincenzo e Cavarretta Tommaso, detto “Sisino” poi deceduto) e le attività criminali svolte. Riscontrano il Ferrazzo le dichiarazioni di Cicciù Antonio, che ha avuto rapporti criminali con questa cosca e si recò a casa di Ferrazzo Mario Donato, a Mesoraca, per organizzare un agguato a Iona Guirino, nonché quelle di Foschini Vittorio, che ha narrato di aver incontrato Ferrazzo Felice ad una riunione in Calabria (circostanza riferita anche da quest’ultimo). L’Aloisio, nel verbale di interrogatorio davanti al P.M. del 30.7.1996, ha menzIonato il gruppo di Mesoraca come uno di quelli su cui i cirotani estesero la loro egemonia.” Particolarmente interessante, ai fini delle presenti indagini, è la proiezione delle attività illecite dei FERRAZZO sul territorio elevetico, luogo di latitanza e di approvvigionamento di armi, oltre che di commissione di una serie di reati, dal traffico di droga alle rapine e, come si vedrà in prosieguo, per importanti investimenti e per una proficua attività di riciclaggio. Al centro di quest’ultima vicenda vi sono le società finanziarie svizzere World Financial Service” e “PP Finanz”, nonchè una serie di personaggi, tra i quali, oltre FERRAZZO Mario Donato, si indicano: −
ANDALI Fortunato Domenico, che si riferisce direttamente a GRANO Giuseppe e IAZZOLINO Sergio (deceduto); egli agisce come terminale delle cosche interessate alle operazioni di riciclaggio e reimpiego dei proventi dei traffici delittuosi;
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ZOCCOLA Alfonso, una sorta di “gallina dalle uova d’oro” nell’ottica dei Calabresi (l’espressione, riveduta e corretta, viene utilizzata da ANDALI nel riferire il buon esito della vendita posticcia di WFS/PPF, come meglio si vedrà tra breve); ZOCCOLA rappresenta, invece, il terminale dell’organizzazione dedita al riciclaggio ed al reimpiego dei capitali provenienti dai già indicati traffici delittuosi;
−
l’avvocato MELZI Giuseppe Carlo, professionista milanese coinvolto nelle operazioni sia di riciclaggio, sia di reimpiego (Sardegna e Spagna) e figura ponte tra i due ambiti; assume un ruolo di rilievo sia quale consulente del gruppo dei riciclatori, sia quale parte attiva, non da ultimo in qualità di avente diritto economico della EVAX VENTURES SA, fantomatico cliente trasferito dalla WFS/PPF alla OXALIS nel quadro dei diversivi programmati dal gruppo in vista dell’imminente crack finanziario della WFS/PPF medesima;
−
PAULANGELO Salvatore, quale personaggio che, pur di primo piano, riveste un ruolo a minor valenza strategica rispetto a ZOCCOLA;
−
DESOLE Paolo, quale pedina importante del gruppo dei riciclatori, solo pedina soprattutto a causa della mancanza di lucidità e fermezza che ne inficiano la capacità decisionale. 36
Da qui le conclusioni assolutamente condivisibili del Giudice Federale svizzero, come da nota in data 27.10.2006 20, con la quale l’A.G. Federale Svizzera ha delegato all’Italia la giurisdizione penale nei confronti di alcuni personaggi di cittadinanza italiana, residenti in Italia, che si riporta integralmente: Il procedimento in oggetto ha messo in evidenza l’esistenza in Svizzera di un gruppo organizzato, di stampo n’dranghetistico, facente capo ad Andali Fortunato la cui attività criminosa ha carattere nazionale ed internazionale ed abbraccia tutta una serie di fattispecie penali fra le quali il traffico internazionale di stupefacenti e di armi, il riciclaggio, la falsità in documenti, l’usura ed altri reati minori. Le organizzazioni criminali sotto indagine, si configurano quale gruppo transnazionale. Ciò significa che non solo la loro attività travalica i confini nazionali, ma è l’organizzazione stessa, che nasce e si sviluppa originariamente all’interno del territorio nazionale italiano, a prendere piede all’estero, in casu anche in Svizzera, dove si radica ed acquisisce indipendenza per rapporto all’organizzazione originaria. L’organizzazione “svizzera” ha una struttura propria, con caratteri verticistici, fa capo a diverse persone le quali contano su di una vera e propria specializzazione criminale ma all’occasione si prestano ad eseguire attività criminosa imposta quali meri esecutori senza per contro metterne in discussione, in una sorta di condiscendenza naturale, né obiettivi né vigore. La cellula svizzera, attraverso l’azione congiunta dei propri membri e sostenitori, è di fatto operativa in Svizzera, in particolare nella regione di Zurigo e in Ticino, a far tempo dal 1990 e anche dopo il 1. agosto 1994 (giorno dell’entrata in vigore della norma penale) e fino a tutt’oggi, in Italia, in particolare in Lombardia, in Calabria e in Sardegna, sempre a far tempo dal 1990 e fino a tutt’oggi, inoltre ha esteso la propria attività criminosa, per lo più finalizzata ad attività di riciclaggio di denaro, anche in Spagna a far tempo dal 2002, in Inghilterra a far tempo dal 2001, nel Liechtenstein a far tempo dal 2002. L’organizzazione criminale “svizzera” tiene segreta la struttura e i propri componenti ed ha lo scopo di commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali. Segnatamente, l’organizzazione criminale operativa in Svizzera ed organicamente legata alle organizzazioni criminali calabresi riferibili in particolare al clan Ferrazzo di Mesoraca, realizza traffici internazionali di stupefacenti, di armi, attività di riciclaggio di denaro e di usura e attività connesse finalizzate all’esecuzione di reati contro la vita, contro l’integrità della persona e contro la libertà personale (in particolare aggressione, coazione) estendendo il proprio raggio di azione laddove più è conveniente nell’ottica criminale, in particolare in Svizzera, in Italia, in Spagna, in Inghilterra e nel Liechtenstein. Nei confronti dei singoli soggetti sono state mosse le seguenti contestazioni:
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PAULANGELO Salvatore: egli ha sostenuto le organizzazioni criminali indagate a far tempo dal 2001 esercitando attività di riciclaggio attraverso investimenti ed altre attività di natura finanziaria atte a vanificare l’accertamento dell’origine criminosa di valori patrimoniali, nell’interesse proprio e delle organizzazioni criminali indagate.
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MELZI Giuseppe: egli ha sostenuto le organizzazioni criminali indagate a far tempo dal 2001 esercitando attività di riciclaggio generalmente attraverso investimenti immobiliari in Italia ed in Spagna, nell’interesse proprio e delle organizzazioni criminali indagate.
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CERAUDO Pietro: egli ha sostenuto le organizzazioni criminali indagate comunque a far tempo dal 2003 e quindi ininterrottamente a tutt’oggi. Nel contesto criminale egli ha operato in Svizzera, in particolare nella regione di Zurigo, in Ticino, e in Italia. Segnatamente egli ha: • sostenuto la propagazione svizzera dell’organizzazione criminale riferibile in particolare al Clan Ferrazzo di Mesoraca con propria autonomia territoriale e operativa; • realizzato, unitamente ad altri membri o sostenitori delle organizzazioni criminali secondo un codice di segretezza e di esecuzione gerarchica e subliminale, una aggressione in danno di Friedrich Kündig.
In Atti Faldone nr 10 inerente Atti Rogatorie da pag. 202 a pag. 229; 37
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SPADAFORA Carmine: egli ha sostenuto le organizzazioni criminali indagate comunque a far tempo dal 2000 e quindi ininterrottamente a tutt’oggi. Nel contesto criminale egli ha operato in Svizzera, in particolare nella regione di Zurigo. Segnatamente egli ha • Fittiziamente partecipato alla vendita della società PP Finanz GmbH, agendo per conto e per interesse delle organizzazioni criminali indagate, presentandosi sotto falsa identità al momento della cessione.
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FERA ANDALI Mario: egli partecipa alle organizzazioni criminali a far tempo almeno dal 1994 e quindi ininterrottamente fino al giorno del suo arresto in Italia. In tale contesto criminale egli ha operato in Svizzera, in particolare nel Cantone Ticino, ed in Italia (regione di Ponte Tresa,VA). Segnatamente egli ha • sostenuto una propagazione svizzera dell’organizzazione criminale riferibile in particolare al Clan Ferrazzo di Mesoraca con propria autonomia territoriale e operativa; provveduto sistematicamente ad importare esportare, trasportare, custodire e smerciare in Svizzera importanti quantitativi di sostanza stupefacente (cocaina); • acquistato, senza diritto ed in violazione delle prescrizioni legali, ed esportato dalla Svizzera in direzione dell’Italia diverse armi; • provveduto al sostentamento proprio e delle organizzazioni criminali trasferendo ad esse o lasciando trasferire a sé stesso attraverso i loro membri, valori patrimoniali di origine criminosa.
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POLLIZZI Pietro: egli partecipa alle organizzazioni criminali a far tempo almeno dal 1994 e quindi ininterrottamente fino al 1996. Nel contesto criminale egli ha operato in Svizzera, in particolare nella regione di Zurigo e in Ticino, e in Italia. Segnatamente egli ha: • sostenuto una propagazione svizzera dell’organizzazione criminale riferibile in particolare al Clan Ferrazzo di Mesoraca con propria autonomia territoriale e operativa; • provveduto sistematicamente ad importare esportare, trasportare, custodire e smerciare in Svizzera importanti quantitativi di sostanza stupefacente (cocaina); • acquistato, senza diritto ed in violazione delle prescrizioni legali, ed esportato dalla Svizzera in direzione dell’Italia diverse armi; • provveduto al sostentamento proprio e delle organizzazioni criminali trasferendo ad esse o lasciando trasferire a sé stesso attraverso i loro membri, valori patrimoniali di origine criminosa.
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GRANO Giuseppe: egli partecipa alle organizzazioni criminali a far tempo dal 1995 e quindi inninterrottamente fino al giorno del suo arresto in Italia. Nel contesto criminale egli ha operato in Svizzera, in particolare Canton Zurigo e Canton Ticino, ed in Italia. Segnatamente egli ha: • sostenuto una propagazione svizzera dell’organizzazione criminale riferibile in particolare al Clan Ferrazzo di Mesoraca con propria autonomia territoriale e operativa; • provveduto a trasportare ed esportare in Svizzera e in Italia importanti quantitativi di sostanza stupefacente (cocaina); • provveduto, ad esportare dalla Svizzera in direzione dell’Italia armi; • provveduto al sostentamento proprio e delle organizzazioni criminali trasferendo ad esse o lasciando trasferire a sé stesso attraverso i loro membri, valori patrimoniali di origine criminosa.
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3. LE INDAGINI IN SVIZZERA 3.1
IL TRASFERIMENTO DI FONDI DELLA WFS/PP FINANZ : LA BANCAROTTA FRAUDOLENTA E GLI ALTRI REATI
Già si è detto, a proposito della cosca FERRAZZO, che in data 27.10.2006 l’A.G. Federale svizzera ha delegato all’Italia la giurisdizione penale nei confronti, tra gli altri, di: PAULANGELO Salvatore Marco, FERA Andali Mario, MELZI Giuseppe, ROSENTHAL Emanuela Giuliana, SPADAFORA Carmine e GRANO Giuseppe Evidenziavano in particolare i colleghi svizzeri quanto segue: “…l’ attività di riciclaggio effettuata nell’ambito del crack finanziario delle più vole citate società di Zurigo, ossia la World Financial Services AG (WFS) e la PP Finanz GmbH (PP). Queste due società si occupavano ufficialmente di raccogliere capitali di clientela svizzera ed internazionale (direttamente o attraverso intermediari) e di operare sul mercato Forex, ovvero effettuare transazioni di trading su divise per conto della suddetta clientela. L’esecuzione di tale operatività veniva affidata principalmente a due case di brokeraggio: ADM Investor Services Int Ltd (in seguito ADM) e Refco. L’attività di WFS e PP era principalmente gestita da Paulangelo il quale figurava essere inserito nel consiglio di amministrazione delle predette società. Altra figura di spicco in queste attività di trading figura essere Zoccola Alfonso. Quest’ultimo personaggio, benché non abbia in alcun modo assunto ufficialmente un incarico formale in seno alle stesse società, ha in realtà deciso in modo preponderante le sorti delle stesse, risultando essere figura centrale per quanto concerne l’attività di riciclaggio di denaro. Per compiere questa ulteriore attività criminosa gli imputati, in particolare Zoccola Alfonso, si è appoggiato ad Andali Fortunato e a tutta la sua rete di collegamenti mafiosi. Nell’ottobre del 2003 sono state aperte procedure fallimentari contro WFS e PP, centinaia di investitori che avevano affidato i loro patrimoni alle due società si sono così ritrovati a subire un danno totale (perdita di tutto il denaro investito), la cui entità complessiva è difficile da determinare con esattezza, ma che si può stimare in alcune decine di milioni di CHF. L’attività criminosa è stata messa in esecuzione attraverso una serie di attività finanziarie, finalizzate all’occultamento dell’origine dei fondi e quindi anche la ricostruzione dei fatti e la confisca da parte dell’Autorità giudiziaria, facendo capo a valori patrimoniali provenienti dalle società fallite e di pertinenza delle stesse società, dei clienti delle società fra i quali si presume vi siano anche organizzazioni criminali di stampo n’dranghetistico. In particolare l’attività di riciclaggio di denaro è stata eseguita in maniera sistematica e in correità, agendo nel contesto delle organizzazioni criminali descritte, agendo per mestiere, realizzando una grossa cifra d’affari e un guadagno considerevole: -
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sfruttando la confusione contabile volutamente generata all’interno delle società WFS e PP, sfruttando l’effetto leva nel Forex con conseguente utilizzazione di solo parte del capitale investito, operando manipolazioni del programma informatico di contabilità utilizzato per riassumere le posizioni dei singoli clienti, utilizzando a tal fine anche persone giuridiche di diritto estero, applicando transazioni sul mercato internazionale che hanno una giustificazione propria ma che hanno anche permesso di coprire lo spostamento all’estero di capitale di origine criminosa, cercando di spostare all’estero l’attività finanziaria utilizzando capitale di origine criminosa e dirigendo l’attività su più settori economici quali ad esempio il ramo immobiliare, 39
l’esercizio pubblico, e ancora le transazioni sui cambi. Nelle analisi finanziarie di cui ai rapporti della Polizia Federale in data 16.5.2003 e 30.10.2003 precisava l’assetto societario della WFS-PP Finanz e delle società collegate:
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si
PP FINANZ AG (con sede a Zurigo) La società “PPF” è la prima ad essere stata fondata, il 24.11.1995, da PAULANGELO e da tale Gianfranco PELOSI. Dopo diverse variazioni sia a livello di soci (prima PELOSI esce dalla società, poi vi entra ma limitatamente ad un periodo antecedente ai fatti d’interesse, tale Thomas MILOSEVIC), sia a livello di sedi (da Baar/ZG a Zurigo, Badenerstrasse 621), il domicilio veniva fissato prima (come risulta nel maggio 2001, in sede di revisone) a Gattikon/ZG, presso l’indirizzo privato di S. KOPP e poi presso Salvatore PAULANGELO, Choerenmattstrasse 74, Berikon (AG), pur mantenendo la sua sede operativa presso il già citato indirizzo di Badenerstrasse 621 a Zurigo (CH). Almeno alla data del citato rapporto, PAULANGELO risultava azionista unico ed avente diritto economico. La PP, coerentemente con l’oggetto sociale, fungeva da trader (sul FOREX) sia in relazione alla clientela direttamente attestata presso il broker ADM di Londra, sia in relazione alla “clientela pool” appartenente a WFS. WORLD FINANCIAL SERVICE AG (con sede a Zurigo) La WFS AG veniva fondata successivamente ed iscritta nel registro di commercio di Zurigo il 15.02.2000. Il capitale azionario (200.000 CHF) veniva suddiviso in 200 azioni, sottoscritte rispettivamente da: − PAULANGELO, M. KOPP, S. KOPP e P. T. HURLIN (una azione ciascuno); − MTVM BUSINESS SOLUTIONS HOLDING AG, di cui PAULANGELO risultava socio al 40% (196 azioni). Si evidenziava in particolare la sostanziale approssimazione con cui veniva gestita l’amministrazione delle pur delicate attività finanziarie condotte dalle due società. In buona sostanza, PPF aveva per prima allacciato rapporti con la ADM di Londra, che, ad un certo punto, aveva chiesto che la funzione di Introducing Boroker (ovvero di reclutamento di clienti e capitali) e quella di trader (ovvero la funzione più propriamente operativa) venissero scisse, motivo per il quale era stata fondata anche la WFS. Ciò nondimeno, in un secondo tempo anche la PPF – che avrebbe dovuto svolgere preminentemente funzioni di trading – otteneva lo status di Introducing Broker, andando a sommare alla confusione amministrativa anche quella tra i rispettivi ruoli delle due società. Ecco perché emergeva da più fonti che WFS e PPF, seppur formalmente persone giuridiche distinte, agivano di fatto come un’unica entità. Oltre al dato della già richiamata “confusione” di ruoli ed amministrativa, di primaria importanza nell’economia dell’odierna indagine appare anche quello relativo alla suddivisione della clientela in due gruppi: - clientela ADM, ovvero investitori privati privi di esperienza nel settore finanziario (Private Investor) ed investitori con più di due anni di conoscenza del settore (Customer Agreements Non-Private Investors), dotati di capitale minimo di 500.000 USD, indirizzati ad ADM e poi gestiti su procura da parte di quest’ultima dalla PPF; per questo tipo di clientela, vengono aperti conti individuali presso la ADM di Londra; - clientela pool, reclutata sia da WFS, sia da PPF (ulteriore elemento di confusione), quasi mai fornita di un vero e proprio contratto, è composta da soggetti che conferiscono il capitale da investire alle due società, che a loro volta lo trasferiscono su un conto pool presso l’ADM, all’interno del quale le singole posizioni non sono più distinguibili (da qui il termine pool). Da qui il sospetto e quindi l’ipotesi investigativa dell’indagine “DIRTY MONEY”, che il contesto operativo fin qui sommariamente descritto costituisse in realtà un formidabile meccanismo di 21
Atti Faldone nr. 11– Rapporti di Polizia 40
trasformazione di proventi illeciti in profitti leciti. Meccanismo assimilabile quindi ad una gigantesca “lavatrice”, nel quale il sistema WFS/PPF costituiva un comodo portello di carico ed un capiente cestello, mentre la confusione gestionale costituiva un ottimo detersivo, reso ulteriormente efficace da altri elementi additivi quali, come si vedrà una complessa architettura di società (anche off shore) e di conti (anche cifrati). Se a ciò si aggiunge che a PAULANGELO, all’avv. MELZI e DESOLE, quest’ultino dipendente della WFS, si affiancavano ben presto, quali soci e registi occulti - fin dalla seconda metà del 2000 – ZOCCOLA e quindi anche ANDALI Fortunato, “cassiere” del clan FERRAZZO”, la considerazione che si trae dal quadro investigativo era che attraverso le due finanziarie svizzere si riciclasse denaro delle cosche calabresi. Accanto alle già citate WFS e PPF emergevano numerose altre società strettamente collegate tra loro, attraverso le quali venivano scambiate ingenti quantità di denaro che venivano fatte circolare con modalità tali da occultarne la provenienza. Segnalavano gli operanti che l’ individuazione di tali società interessate ha seguito due approcci: − quello meramente personale, che, a partire dai nominativi delle persone coinvolte, ha permesso di individuare una prima aliquota di società, quasi esclusivamente di diritto svizzero; così, ad esempio, già una semplice visura camerale sul conto di PAULANGELO consentiva di individuare almeno altre tre società a lui direttamente riconducibili 22, ovvero la CYBERCONNEXX AG, la PAULANGELO 4-EX CONSULTING e la MTVM BUSINESS SOLUTIONS HOLDING AG; − quello bancario-contabile, che, a partire dall’analisi delle relazioni bancarie della WFS/PPF, ha permesso di individuare un’altra aliquota di società, spesso offshore, attraverso l’identificazione dei singoli movimenti di denaro e dei conti di provenienza/destinazione, nonché attraverso l’esame della documentazione presentata per accendere i conti medesimi. Si evidenziava in proposito che, tra le società individuate, alcune avevano assunto un ruolo più specializzato rispetto al fine per cui il sistema era stato evidentemente creato. Era il caso, ad esempio e come sarà più chiaro in seguito, della FINMED, della GEORGIA e della EVAX. GEORGIA FINANCE CORPORATION (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 19.11.2002 da MELZI, che, il 17.01.2003 apriva un conto intestato alla società presso la BANK LEU 23. Con riferimento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico lo stesso MELZI; – il capitale sociale risulta di USD 50.000;
FINMED SRL (con sede a Milano) Società a responsabilità limitata di diritto italiano costituita il 16.7.2002 da MELZI e dalla sua segretaria CENZATO Adriana (quest’ultima socia all’1%). Dall’analisi dell’ampio oggetto sociale, si desume che trattasi di società immobiliare, verosimilmente funzionale alla realizzazione delle relative attività in Sardegna. Il 12.11.2002, MELZI apre un conto intestato alla società presso la BANK LEU 24. Con riferinento alla 22
Atti Faldone nr. 3- (All. “SOC/D”) e Atti Faldone nr.19 fg.11167 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/I”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10902 e segg. 24 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/L”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10879 e segg. 41 23
particolare attinenza all’indagine dei dati acquisiti, va rilevato che: – pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico lo stesso MELZI; infatti, formalmente quale beneficiario viene indicata la società, ma MELZI ne è socio al 99%; EVAX VENTURES S.A. (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 31 agosto 2001 e acquistata da MELZI il 18 marzo 2003. La documentazione relativa è stata rinvenuta presso la OXALIS, in occasione della perquisizione del 12.11.2003. Comunque, l’atto più risalente è datato 31.08.200125. Con riferimento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – alla documentazione rinvenuta e sequestrata dai colleghi di Zurigo, era allegato un accordo di cessione cliente stipulato tra la WFS in data 03.09.2002 (nella persona di PAULANGELO) e la OXALIS (nella persona di FURRER), del seguente tenore: «Il cliente EVAX VENTURE SA, BRITISH VIRGIN ISLAND con il proprietario avv. Giuseppe MELZI, Milano, Italia è attualmente cliente della WFS … omissis …e della PPF dove intrattiene un FX-KONTO nel Pool della WFS/PPF di attualmente circa 5 mln CHF. Tale cliente verrà trasferito per tranches (compatibilmente con la possibilità di chiudere le posizioni di trading aperte) alla CFS OXALIS AG … omissis … al più tardi entro il 31 marzo 2003, dove pure il cliente verrà gestito in un separato conto pool della CFS OXALIS AG. In cambio, il cliente EVAX diverrà azionista della OXALIS nell’ambito di un aumento di capitale all’inizio del 2003. Tutte le commissioni di trading prodotte andranno secondo le volontà della OXALIS. L’eventuale vincita (proveniente) da tale deposito di capitale verrà suddivisa 50:50. Il relativo accredito avverrà annualmente…»; va subito notata la sostanziale ambiguità di alcuni passaggi, soprattutto di quello inerente la suddivisione (tra chi e chi?) delle vincite; – tutta la documentazione relativa all’apertura della posizione presso l’OXALIS è datata semplicemente luglio 2002, tranne alcuni atti specifici di seguito evidenziati; – risultano aperti due conti tecnici a favore della EVAX, uno presso l’ADM ed uno presso la REFCO (entrambi broker); il relativo formulario A indica nei rappresentanti della EVAX gli aventi diritto economico e, quindi, in ultima analisi, in MELZI (atto datato 01.12.2002); – nel contratto tra EVAX ed OXALIS, mentre alla voce indirizzo viene indicata la città di Tortola (BRITISH VIRGIN ISLANDS) i numeri di telefono e di fax riportati risultano essere quelli dello studio di MELZI; peraltro viene indicato, emarginato rispetto ai campi del modulo, il nominativo MELZI, completo di data di nascita, professione ed indirizzo dello studio (atto datato 1.12.2002); – nel modulo relativo ai dati personali, si ripete quanto all’alinea precedente; peraltro, alla voce situazione patrimoniale, viene indicato: «amministrazione + deposito fiduciario per conto di una grossa famiglia italiana»; inoltre, alla voce consulente esterno viene indicato il nominativo di Alfonso ZOCCOLA; – nell’equivalente del formulario A relativo alla posizione presso l’OXALIS, compaiono, oltre ai dati della EVAX, quelli di MELZI in qualità di partner contrattuale ed inoltre: ⋅ alla voce preciso motivo e scopo della sopra citata transazione (ovvero del deposito presso l’OXALIS di circa 6 mln CHF) viene indicato: «prendere parte allo scambio interbancario di valute attraverso la CFS OXALIS”; ⋅ alla voce rapporti finanziari del partner contrattuale (ovvero di MELZI): «è fiduciario di una grossa famiglia italiana, proprietaria di oltre 500 mln EUR»; ⋅ alla voce occupazione del partner contrattuale: «avvocato e fiduciario»; ⋅ alla voce occupazione dell’avente diritto economico: «EVAX VENTURES SA – in rapporto fiduciario»; ⋅ alla voce provenienza dei valori patrimoniali conferiti: «dalle attività della (“grossa famiglia in Italia”)». 25
Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/M”) e Atti Faldone nr.19 fg. 11207 e segg. 42
GAIST SARL SA, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.5.2002 da DESOLE Paolo, che il successivo 7.6.2002 apre un conto presso la BANK LEU 26 . Con riferimento alla particolare attinenza all’indagine dei dati acquisiti, va rilevato che: pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico lo stesso DESOLE; ARCALUX LTD (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.05.2002 da PAULANGELO Salvatore, che il 07.06.2002 apre un conto presso BANK LEU27. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico lo stesso PAULANGELO; – il conto aperto presso la LEU è cifrato, nelle tre valute CHF, USD ed EUR; – il 22.11.2002 viene concesso il potere di firma sul conto anche a ZOCCOLA Alfonso; WFCS SA, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.05.2002 da ZOCCOLA Alfonso, che il 6.6.2002 apre un conto presso BANK LEU28. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico lo stesso ZOCCOLA; WFS WORLD FINANCIAL SERVICES LTD, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 22.05.2001 da Mark KOPP, che il 08.01.2002 apre un conto presso la BANK LEU 29. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati acquisiti, va rilevato che: – pressoché tutta la documentazione relativa all’apertura del conto viene vidimata dal funzionario Walter NÄGELI; – nel formulario A risulta avente diritto economico la società stessa; – il conto aperto presso la LEU è cifrato, nelle tre valute CHF, USD ed EUR; – autorizzati alla firma singola risultano, oltre naturalmente a Mark KOPP, anche: ⋅ PAULANGELO Salvatore; ⋅ ZOCCOLA Alfonso; ⋅ DESOLE Paolo; – nel relativo incarto, risulta fotocopiato, tra gli altri, il biglietto da visita di ZOCCOLA intestato alla WFS AG, mentre quelli di PAULANGELO e di M. KOPP sono intestati WFS LTD; 26
Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/N”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10963 e segg. Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/O”) e Atti Faldone nr.19 fg. 11006 e segg. 28 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/P”) e Atti Faldone nr.19 fg. 11216 e segg. 29 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/Q”) e Atti Faldone nr.19 fg. 11045 e segg. 43 27
AGENCE NETTER SA, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.05.2002 da PAULANGELO Salvatore, che il 7.6.2002 apre un conto presso la BNP PARIBAS PRIVATE BANK (SWITZERLAND) SA30. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – non è presente il formulario A; – esistono due moduli per il deposito delle firme, entrambi in data 7.6.2002; il primo reca il nominativo di PAULANGELO, modulo vidimato lo stesso 7.06.2002; il secondo reca i nominativi di ZOCCOLA e DESOLE, vidimato il 03.10.2002; – pochi giorni dopo l’apertura del conto, PAULANGELO invia una missiva al citato istituto bancario31, nella quale, dopo aver premesso che la PPF è registrata presso la ADM di Londra (definita «brokerhaus internazionalmente riconosciuta»), che la PPF medesima non è competente per l’acquisizione e la cura della clientela apportatrice di capitali, che una delle imprese che aveva incaricato la PPF del trading era la WFS sostanzialmente chiede che le commissioni generate dal trading venissero trasferite, frazionate, sui conti intestati a: • TULLE (DISTRIBUCTION SA) • S.E.I.R. (non è specificato se alla Sarl o alla LTD) • AGENCE NETTER SA – con missiva del 2.11.2002, viene disposta l’estinzione del conto ed il trasferimento della liquidità presso la BANK LEU, sul conto intestato ad ARCALUX SA; la lettera è firmata da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE; TULLE DISTRIBUTION SA, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.05.2002 da ZOCCOLA Alfonso, che il 07.06.2002 apre un conto presso la BNP PARIBAS PRIVATE BANK (SWITZERLAND) SA32. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: il formulario A indica quale avente diritto economico lo stesso ZOCCOLA; esistono due moduli per il deposito delle firme, entrambi in data 7.6.2002; il primo reca il nominativo di ZOCCOLA, modulo vidimato lo stesso 7.06.2002; il secondo reca i nominativi di PAULANGELO e DESOLE, vidimato il 3.10.2002; – con missiva del 2.11.2002, viene disposta l’estinzione del conto ed il trasferimento della liquidità presso la BANK LEU, sul conto intestato ad ARCALUX SA; la lettera è firmata da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE; – –
S.E.I.R. LTD, (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 28.05.2002 da DESOLE Paolo, che il 11.06.2002 apre un conto presso la BNP PARIBAS PRIVATE BANK (SWITZERLAND) SA33. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: – 30
il formulario A indica quale avente diritto economico lo stesso DESOLE;
Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/R”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10864 e segg. Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/S”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10812 32 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/T”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10848 e segg. 33 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/U”) 44 31
esistono due moduli per il deposito delle firme, entrambi in data 11.06.2002; il primo reca il nominativo di DESOLE, modulo vidimato lo stesso 17.06.2002; il secondo reca i nominativi di PAULANGELO e ZOCCOLA, vidimato il 3.10.2002; è da notare che su tale secondo modulo, la data riportata inizialmente era quella del 7.6.2002, vistosamente corretta in 11.06.2002; – con missiva del 2.11.2002, viene disposta l’estinzione del conto ed il trasferimento della liquidità presso la BANK LEU, sul conto intestato ad ARCALUX SA; la lettera è firmata da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE; –
NOTANIL PROPERTIES INC., (con sede nelle British Virgin Islands) Società offshore costituita il 14.8.2001 da PAULANGELO Salvatore, che il 7.9.2001 apre un conto presso la UBS (filiale Flughafen KLOTEN)34. Con riferinento alla particolare attinenza all’indagine dei dati desumibili dalla documentazione acquisita, va rilevato che: –
il formulario A indica quale avente diritto economico sia PAULANGELO, sia DESOLE; sul modulo, evidentemente in epoca successiva (come si desume dalla differente stampigliatura dell’indicazione), viene poi aggiunto il nominativo di ZOCCOLA; inoltre, in data 24.04.2003, il primitivo formulario A viene sostituito con un altro, ove figura quale avente diritto economico il solo ZOCCOLA (il nuovo modulo viene comunque firmato da PAULANGELO);
–
quanto alle firme depositate, oltre a PAULANGELO, sia ZOCCOLA sia DESOLE sono autorizzati alla firma quali plenipotenziari; MTVM BUSINESS SOLUTIONS HOLDING AG
Società in liquidazione riconducibile a PAULANGELO e ad altri personaggi minori, pure d’interesse. La relativa documentazione è ancora in fase di acquisizione/esame35. Appare sintomatica la scelta dell’acronimo contenuto nella denominazione di tale società: MTVM sta infatti per “MORS TUA VITA MEA”.
CYBERCONNEXX AG Società in liquidazione riconducibile a PAULANGELO e ad altri personaggi minori36. DOWN IMPACT INTERNATIONAL TRADING AG Società riconducibile a KOPP Stefan e ad altri personaggi minori 37. F & D CONSULTING GmbH Società riconducibile a DE SIMONE Fabio e FORTUNATO Claudio Antonio, in passato anche a LEUTHOLD Gerold, tutti operanti con compiti diversi anche nell’ambito della WFS/PPF. Tra l’altro, 34
Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/V”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10858 e segg. Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/X”) e Atti Faldone nr.19 fg. 11006 e segg. 36 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/O”) e Atti Faldone nr.19 fg. 10839. 37 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/AC”) e Atti Faldone nr.15 fg. 10833 e segg. 45 35
dalla visura camerale38 emerge che l’attuale domicilio della società è a Zurigo, Badenerstrasse 621, ovvero presso la sede operativa già della WFS/PPF. Segnalavano inoltre gli operanti l’attività sospetta delle società di seguito indicate, che, in assenza di altri dati utili ed alla luce del loro coinvolgimento nel circuito delle relazioni bancarie riconducibili al fenomeno criminoso in questione, si possono ritenere la versione off-shore delle società sopra citate: -
-
-
-
-
S.E.I.R. SARL DOWN IMPACT INTERNATIONAL TRADING CO. LTD 39. EXPERT CAPITAL MANAGEMENT S.A 40. EXPERT CAPITAL MANAGEMENT INC COBALT GmbH 41. GAST ANLAGEN AG 42. DESMATEC OBERFÄCHENTECHNIK HEALTHCARE o HELALTHCARE WTS WORLD TRAVEL SERVICES AG XAMOR ESTABLISHMENT FL 9496 BALZERS BUSER PRINT SYSTEMS LTD ILLUSION AG TOU INVEST AG UVB AG VERSICHERUNG SSCHÜRO FINANZ GmbH
Ma l’indagine svizzera è pregevole soprattutto perché attraverso un’attenta analisi contabile è stata in grado di quantificare esattamente gli importi di denaro distratti e quindi reinvestiti, nonché i meccanismi attraverso i quali tutto ciò è stato possibile, giungendo a documentare in modo oggettivo i prelievi e i percorsi di un fiume di denaro dalle casse della WFS/PP verso le più diverse destinazioni, ma principalmente verso l’avv. MELZI, vera mente finanziaria dell’operazione. Le risultanze di tale indagine, come dalla citata nota in data 27.10.2006 del Giudice Federale svizzero, possono così riassumersi:
38
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso, Desole Paolo e Melzi Giuseppe, nel periodo giugno - agosto 2002, distraevano attraverso una serie di transazioni bancarie presso la banca BNP Paribas e la Banca Leu, la complessiva somma dii 4,94 milioni di CHF, transazioni assolutamente prive di ragione economica; i valori patrimoniali sono in parte confluiti su conti bancari aperti presso la BANCA LEU di Zurigo e intestati a FINMED S.r.l e GEORGIA FINANCE, entrambe società facenti capo a Melzi Giuseppe;
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso, Desole Paolo, Melzi Giuseppe e Laezza Roberto, nel maggio 2003, distraevano la somma di 600'000.- CHF attraverso un bonifico bancario, con causale fittizia (un prestito), a favore di Roberto Laezza e Martin Pfenninger dal conto bancario intestato a GEORGIA FINANCE, società facente capo a Melzi Giuseppe;
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso, Desole Paolo, Melzi Giuseppe e Furrer Roger, nel periodo luglio - dicembre 2002, distraevano almeno 4,552 milioni di CHF; valori
Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/AF”) Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/AD”) e Atti Faldone nr.15 fg. 10838 40 Atti Faldone nr.15 fg. 11149 e segg. 41 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/AE”) 42 Atti Faldone nr.3- (All. “SOC/AG”) 46 39
patrimoniali trasferitii da WFS e PP a favore di Oxalis, società (operativa anche nel forex e diretta inizialmente da Roger Furrer e Bruno Strebel) che disponeva di conti bancari aperti in Liechtenstein presso la Bank Frick & Co Aktiengesellschaft, Balzer; importi trasferiti successivamente in parte su conti di Oxalis presso i brokers, e in parte sui succitati conti bancari presso Bank Frick; utilizzando a tal fine la Evax Ventures, società acquistata da Melzi Giuseppe con il supporto di Zoccola Alfonso (la quale acquisiva, per un breve lasso di tempo, metà del capitale azionario della Oxalis, nonché utilizzando documenti predatati che attestavano in maniera falsa l’esistenza di tale cliente presso WFS già dall’autunno 2002, nonché la sua scheda cliente presso Oxali)s; o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso e Desole Paolo nel periodo settembre 2001 - giugno 2002, distraevano complessivamente 967'073.- CHF attraverso transazioni in contanti a favore del conto bancario intestato alla Notanil presso l’UBS AG, valori patrimoniali provenienti dalle società WFS e PP;
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso, Desole Paolo e Andali Fortunato, distraevano, nel periodo maggio - luglio 2002, la somma di 2,65 Milioni di CHF attraverso prelevamenti in contanti e attraverso assegni postali da contii bancari e postali intestati alla PP, nonché, nel luglio 2003, l’ulteriore somma di 500.000.- CHF, valori patrimoniali destinati a membri dell’organizzazione criminale;
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso e Desole Paolo, ditraevano, nel giugno 2002, a favore della società Cubanito, la somma di 1,2 milioni di CHF, valori patrimoniali provenienti da contii bancari intestati alla PP.
o
Paulangelo Salvatore, Zoccola Alfonso, Desole Paolo, Melzi Giuseppe e Andali Fortunato, eseguivano, a far tempo almeno dal 2001, attività d’investimenti immobiliari in Sardegna e in Spagna, per almeno 1,6 milioni di Euro; valori patrimoniali ancora una volta provenienti dalle società zurighesi WFS e PP.
o
Rosenthal Emanuela Giuliana, Melzi Giuseppe e Laezza Roberto, distraevano valori patrimoniali di origine criminosa, provvedendo al trasferimento in contanti di una somma complessiva di CHF 30.000.--.
A tali conclusioni l’A.G. svizzera perveniva dopo un attento esame contabile43 sulla documentazione bancaria e societaria sequestrata, di cui si riportano le risultanze più significative: II rapporto ha come base di partenza una descrizione dell'attività di WFS e PP Finanz, una loro breve storia ed un accenno alle figure più significative legate a questa struttura. L'acquisizione di questi elementi di fondo ci permette di affrontare il discorso sulle principali problematiche connesse alla gestione ad alla situazione finanziaria delle società zurighesi. Apprendiamo così di trovarci a confronto con una struttura che raccoglieva denaro consegnato fiduciariamente da clientela intenzionata ad investire in operazioni sul Forex (ovvero in transazioni di compravendita di divise), ma anche che se quest'operatività veniva effettivamente eseguita, la correttezza della relativa gestione non era assolutamente garantita. La confusione regnante in merito alla gestione dei conti bancari ed alla raccolta ed utilizzo del denaro, nonché l'assenza di una corretta contabilità, hanno così reso in parte anche per gli stessi responsabili impossibile avere una visione dettagliata sia della situazione finanziaria delle società, sia della situazione patrimoniale dei singoli clienti (salvo che per quelli a beneficio di conti individuali presso i brokers). La natura stessa dell'attività (in particolar modo la modalità operativa legata all'effetto leva e la raccolta del denaro attraverso cosiddetti conti "pool"), così come la presentazione di dati patrimoniali 43
Rapporto Finale in data 4 novembre 2005 a firma dell’ analista economico-finanziario TROBIA Massimo, addetto al centro di competenze economiche –finanziarie della Procura Federale di Lugano - in Atti Faldone nr. 47 da pag. 42329 a pag. 42391; 47
manipolati ad arte, hanno però permesso a queste persone di celare ai diretti interessati il reale stato delle cose, e quindi tenere in vita le società nonostante gravi problemi finanziari, dei quali esse erano però pienamente coscienti. A metà del 2002 la situazione si è fatta però piuttosto critica, in quanto le Aautorità di controllo hanno dato avvio a delle verifiche a livello della Due Diligence eseguita presso WFS/PP Finanz, che si sarebbe rivelata piuttosto carente. Cronologicamente è questo il periodo più importante per la nostra analisi, in quanto è proprio a partire da questa epoca che si assiste allo smobilizzo graduale di diversi milioni di CHF da WFS/PP, denaro che verrà poi reimpiegato in vari modi e di parte del quale si perderanno anche le tracce…. …In data 28 maggio 2002 ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE costituiscono sei società domiciliate alle British Virgin Islands (BVI) attraverso la Trident Corporate Services SA (di seguito Trident) con le seguenti ragioni sociali e aventi come "director" uno degli stessi (cfr ALL 45): Società
Director
Gaist SARL Arcalux Ltd WFCS SA S.E.I.R. Ltd Agence Netter SA Tulle Distribution SA
DESOLE Paolo PAULANGELO Salvatore ZOCCOLA Alfonso DESOLE Paolo PAULANGELO Salvatore ZOCCOLA Alfonso
…Pochi giorni dopo, in data 6 e 7 giugno 2002, gli stessi personaggi provvedono all'apertura di 9 conti bancari presso Bank Leu e BNP, con i seguenti dettagli (cfr ALL 47): Titolare
Banca
Conto
ADE
Firmatario
GaistSARL
Leu
230381
DESOLE Paolo
DP
Arcalux Ltd
Leu
810602
PAULANGELO
PS e ZA
WFCS SA
Leu
817375
ZOCCOLA Alfonso
ZA
SEIRLtd
BNP
1229844
DESOLE Paolo
DP, PS, ZA
Agence NetterSA
BNP
1229835
PAULANGELO
DP, PS, ZA
Tulle DistributionSA
BNP
1229834
ZOCCOLA Alfonso
DP, PS, ZA
DESOLE Paolo
Leu
6389 Kaory
DESOLE Paolo
DP, PS, ZA
PAULANGELO
Leu
6384 Albino
PAULANGELO
DP, PS, ZA
ZOCCOLA Alfonso
Leu
6377 Papo
ZOCCOLA Alfonso
DP, PS, ZA
Inoltre, tra fine 2002 ed inizio 2003, MELZI Giuseppe apre due conti ulteriori (cfr ALL 48): Titolare
Banca
Conto
ADE
Firmatario
Finmed SRL
Leu
612228
Finmed SRL
MELZI Giuseppe
Geòrgia Finance Corp
Leu
527377
MELZI Giuseppe
MELZI Giuseppe
48
FINMED SRL (società italiana) è stata creata il 16/7/2002 da MELZI Giuseppe, che ne è amministratore unico (cfr ALL 49), mentre GEÒRGIA è una British Virgin Island creata il 19/11/2002 di cui MELZI Giuseppe è "director" (cfr ALL 50).
TRASFERIMENTO A FAVORE DI FINMED E GEORGIA FINANCE DI 4,94 MILIONI CHF L'episodio più eclatante… è quello… relativo a quanto avvenuto soprattutto in relazione a conti bancari aperti presso due istituti di credito zurighesi sui quali sono confluiti ca 4,94 Mio CHF in uscita da WFS/PP. ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE hanno costituito con urgenza diverse società off-shore domiciliate nelle British Virgin Islands le cui ragioni sociali corrispondono a nomi di reale clientela WFS/PPFinanz (sottacendo tale elemento ai consulenti bancari), in seguito hanno intestato a queste società delle relazioni bancarie delle quali si sono dichiarati aventi diritto economico. A sostegno di tali dichiarazioni i tre (ed in particolar modo ZOCCOLA, interlocutore di riferimento) hanno comunicato ai consulenti che il denaro in provenienza dai conti postali di WFS e PP Finanz era di loro spettanza, in quanto rappresentava il gettito commissionale generato dall'attività di trading delle due società. I tre hanno anche immediatamente aperto tre relazioni cifrate e vi hanno trasferito a mezzo di numerose operazioni in contanti praticamente tutto il denaro appena bonificato da PP Finanz. Dopo aver prelevato in contanti parte del denaro depositato presso l'altra banca (ovvero quello bonificato da WFS), la rimanenza è stata in un secondo tempo trasferita via bonifico presso l'istituto ove restavano aperte ancora due relazioni intestate a società British Virgin Islands e i tre conti cifrati. Qui sono stati aperti altri due conti intestati ad un'ulteriore società British Virgin Islands e ad una società italiana, entrambi formalmente gestiti da MELZI . Su questi due conti, attraverso altri prelievi e versamenti a contanti, è confluita buona parte degli averi precedenti. A settembre del 2003 i due conti sono stati bloccati a seguito del crack finanziario di WFS/PPFinanz, le quali non erano più in grado di far fronte alle richieste di rimborso da parte dei clienti e dunque sono entrate in procedura fallimentare. Tale avvenimento ha infatti dato alla banca motivo di inoltrare una segnalazione all'ufficio MROS, dato che la provenienza originaria del denaro sui due conti era da far risalire a WFS/PPFinanz. …In data valuta 14 giugno 2002 CHF 1'083'952 vengono bonificati dal conto postale di PPFinanz (69145000-5) a favore del conto intestato a Gaist presso Bank Leu. In data 17 giugno 2002 EUR 1'040'015 vengono bonificati dallo stesso conto postale a favore del conto intestato ad Arcalux presso Bank Leu (cfr ALL 54). Dal conto postale di WFS (91-456488-6) in data valuta 27 giugno 2002 vengono bonificati EUR 212*231 a favore del conto intestato a SEIR presso BNP ed EUR 834'251 a favore del conto intestato a Tulle Distribution presso BNP. In data valuta 30 agosto 2002 ulteriori EUR 550'000 vengono bonificati dallo stesso conto postale a favore del conto intestato ad Agence Netter (cfr ALL 55). Il controvalore in CHF complessivo di questi 5 bonifici si eleva a ca 4,94 milioni. Tale denaro proviene dunque da conti correnti postali in uso alle società WFS e PPFinanz,. PAULANGELO disponeva di poteri di firma su entrambi i conti di partenza, mentre DESOLE solo sul conto intestato a WFS. Ricordiamo che gli aventi diritto economico dichiarati delle relazioni bancarie sulle quali convergono questi denari sono alternativamente PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE . Data valuta 14.06.2002 17.06.2002
Divisa CHF EUR
Importo 1'083'952 1'040'015
Ordinante PP PP 49
Beneficiario Gaist Arcalux
27.06.2002 27.06.2002 30.08.2002
EUR EUR EUR
212'231 834'251 550'000
WFS WFS WFS
SEIR Tulle Agence Netter
…Poco dopo i bonifici in entrata da P.P.Finanz del 14 e 17 giugno 2002, il controvalore del denaro confluito sui conti intestati a Gaist ed Arcalux (ca CHF 2,6 Mio) viene prelevato da PAULANGELO re e DESOLE in 7 tranches (le date indicate sui relativi giustificativi sono quelle del 16 e 25 giugno 2002 e del 9, 15 e 23 luglio 2002 (cfr ALL 56). Questi CHF 2,6 Mio vengono poi versati a contanti sui 3 conti cifrati Kaory, Albino e Papo (ricordiamo che come aventi diritto economico di questi 3 conti figurano rispettivamentele tre persone citate), avendo cura di ripartire l'importo totale in 3 parti di uguale valore. Tale suddivisione avviene per ognuno dei 3 conti in 12 tranches, i cui importi sono diversi (in CHF ed in EUR), ma le cui date dell'operazione (17, 18, 25, 26 giugno 2002 e 9, 10, 15, 16, 17, 23, 25 luglio 2002) combaciano quasi perfettamente (cfr ALL 57). Gli aventi diritto economico dichiarati dei 3 conti cifrati sono PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE . Data oper.
Divìsa
Importo
Prelevati da
16.06.2002 17.06.2002 18.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 25.06.2002 26.06.2002 26.06.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 09.07.2002 10.07.2002 10.07.2002 15.07.2002 15.07.2002 15.07.2002 15.07.2002 16.07.2002 16.07.2002 16.07.2002 16.07.2002 16.07.2002 16.07.2002 17.07.2002
CHF EUR EUR CHF EUR EUR CHF EUR CHF EUR CHF CHF EUR CHF EUR EUR CHF EUR CHF EUR CHF EUR CHF EUR EUR EUR EUR EUR CHF EUR CHF EUR CHF CHF
350.000 5.000 5.000 250.000 250.000 66.500 76.100 68.200 84.300 85.300 74.600 15.000 30.000 200.000 200.000 87.300 63.500 42.200 61.500 50.500 55.000 20.000 20.000 588.015 143.200 184.600 159.200 48.667 29.000 20.666 37.000 30.667 34.000 78.500
GAIST
Versati su
Firma DP
ALBINO KAORY GAIST ARCALUX
DP PS ALBINO ALBINO KAORY KAORY PAPO PAPO ALBINO KAORY
GAIST ARCALUX
DP PS ALBINO ALBINO KAORY KAORY PAPO PAPO PAPO PAPO
ARCALUX
PS ALBINO KAORY PAPO ALBINO ALBINO KAORY KAORY PAPO PAPO ALBINO
50
17.07.2002 17.07.2002 23.07.2002 23.07.2002 23.07.2002 23.07.2002 25.07.2002 25.07.2002 25.07.2002
CHF CHF CHF CHF CHF CHF CHF CHF CHF
89.000 82.500 283.952 89.217 84.518 85.217 10.000 5.000 10.000
KAORY PAPO GAIST
DP ALBINO KAORY PAPO ALBINO KAORY PAPO
…Dei ca. CHF 2,34 Milioni bonificati da WFS sui conti intestati a SEIR, Agence Netter e Tulle Distribution presso BNP, ca. CHF 1,03 Mio vengono prelevati a contanti in 4 tranches (operazioni effettuate alle date 17 luglio, 24 settembre e 7 novembre 2002, cfr ALL 58). Al momento non si può dire chi abbia effettuato tali prelievi, in quanto non disponiamo dei giustificativi di dettaglio e sia PAULANGELO sia ZOCCOLA sia DESOLE erano firmatari delle 3 relazioni, lannotta Roberto, consulente a quel tempo presso BNP ed interrogato in data 6 ottobre 2004 dal MPC, ha comunque dichiarato di ricordare che ZOCCOLA ha effettuato almeno uno dei prelievi a contanti e che né PAULANGELO né DESOLE hanno mai prelevato denaro dai conti in sua presenza (cfr ALL. 59 p 6). Data oper.
Divisa
17.7.2002 17.7.2002 24.9.2002
EUR EUR EUR
Importo aggio) 150.375 150.375 201.000
7.11.2002
EUR
200.500
(con Prelievo da SEIR TULLE AGENCE NETTER AGENCE NETTER
Firma ? ? ? ?
…In data 2 novembre 2002 PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE danno congiuntamente (cfr ALL 60) ordine a BNP di chiudere le succitate relazioni e di trasferire i relativi saldi (per un controvalore complessivo di ca CHF 1,31 Mio) a beneficio del conto intestato ad Arcalux presso Bank Leu. L'ordine viene eseguito dalla banca in data 10 dicembre 2002 (valuta 12 dicembre) (cfr ALL 61). Data Valuta 12.12.2002 12.12.2002 12.12.2002
Divisa EUR EUR EUR
Importo 61.806 686.853 149.741
Ordinante SEIR TULLE AGENCE NETTER
Beneficiario ARCALUX ARCALUX ARCALUX
…In data 22 novembre 2002 PAULANGELO dà ordine a Bank Leu (cfr ALL 62) di riaprire la relazione intestata ad Arcalux (della cui momentanea chiusura non si conoscono le cause, probabilmente comunque dovuta all'inattività del conto). Nello stesso giorno ZOCCOLA acquisisce potere di firma sulla succitata relazione (cfr ALL 63), potere che lo stesso esercita pochi giorni dopo i bonifici del 10 dicembre 2002 in provenienza da BNP di cui al punto 2.1.5. Infatti ZOCCOLA in data 18 dicembre 2002 e 20 gennaio 2003 preleva in 2 tranches (EUR 550'OQO ed EUR 345780) praticamente il controvalore complessivo di tali bonifici, ovvero ca CHF 1,32 Mio (cfr ALL 64), svuotando così la relazione di tutti gli attivi nel giro di pochi giorni Lo stesso giorno del secondo prelievo da Arcalux, ovvero il 20 gennaio 2003 sul conto intestato a Geòrgia viene versato l'importo di 345.780 EUR. Poco tempo dopo (alle date 31 gennaio e 18 febbraio 51
2003) vengono effettuati altri 4 versamenti a contanti (in EUR e CHF), che sommati a quello del 20 gennaio 2003 danno un controvalore di ça CHF 1,12 Mio (cfr ALL 65). Data Oper 18.12.2002 20.1.2003 20.1.2003 31.1.2003 31.1.2003 18.2.2003 18.2.2003
Divisa EUR EUR EUR EUR CHF EUR CHF
Importo 550.000 345.870 345.780 132.000 32.000 100.000 230.000
Prelevati da ARCALUX ARCALUX
Versati su
firma ZA ZA
GEORGIA GEORGIA GEORGIA GEORGIA GEORGIA
…In data 12 novembre 2002 ZOCCOLA preleva tre tranches da EUR 10'000 dai cifrati Kaory, Albino e Papo. In seguito il resto del denaro depositato sui 3 cifrati (ovvero i ca CHF 2,6 Mio di cui al punto 2.1.4) viene prelevato sempre a contanti da PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE in 12 tranches in CHF ed EUR, alle date del 10 e 16 dicembre 2002 (cfr ALL 66). I giorni 10, 16, 17 e 18 dicembre 2002 sul conto intestato a Finmed presso Bank Leu (acceso il giorno 11 novembre 2002) viene versato cash il controvalore di ca CHF 2,6 Mio, suddivisi in 8 tranches in EUR e 8 tranches in CHF di varia entità (cfr ALL 67). Data Oper Divisa Importo Prelevati Versati su Firma 12.11.2002 EUR 10.000 KAORY ZA 12.11.2002 EUR 10.000 ALBINO ZA 12.11.2002 EUR 10.000 PAPO ZA 10.12.2002 EUR 200.000 KAORY DP 10.12.2002 CHF 200.000 KAORY DP 10.12.2002 EUR 200.000 ALBINO PS 10.12.2002 CHF 200.000 ALBINO PS 10.12.2002 EUR 200.000 PAPO ZA 10.12.2002 CHF 200.000 PAPO ZA 10.12.2002 EUR 190.000 FINMED 10.12.2002 EUR 190.000 FINMED 10.12.2002 EUR 190.000 FINMED 10.12.2002 CHF 18.000 FINMED 10.12.2002 CHF 180.000 FINMED 10.12.2002 CHF 180.000 FINMED 16.12.2002 EUR 140.116 KAORY DP 16.12.2002 CHF 161.429 KAORY DP 16.12.2002 EUR 140.117 ALBINO PS 16.12.2002 CHF 161.428 ALBINO PS 16.12.2002 EUR 135.117 PAPO ZA 16.12.2002 CHF 161.427 PAPO ZA 16.12.2002 EUR 129.850 FINMED 16.12.2002 EUR 134.840 FINMED 16.12.2002 EUR 134.840 FINMED 16.12.2002 CHF 151.427 FINMED 16.12.2002 CHF 151.428 FINMED 16.12.2002 CHF 151.429 FINMED 17.12.2002 EUR 26.000 FINMED 17.12.2002 CHF 51.000 FINMED 18.12.2002 EUR 19.000 FINMED 18.12.2002 CHF 39.000 FINMED
52
…Oltre che con i versamenti di cui al punto 2.1.6, il conto intestato a Geòrgia presso Bank Leu è stato alimentato a metà 2003 con denaro prelevato dal conto intestato a Finmed, dal quale in data 30 giugno e 1 luglio 2003 MELZI Giuseppe ha ritirato rispettivamente CHF 400'000 e EUR 380.000. La metà dei due importi (quindi CHF 200'000 e EUR 190'000) è stata versata infatti alle stesse date sul conto della società British Virgin IslandsI (cfr ALL 68). Da rilevare inoltre che MELZI anche in data 26 maggio 2003 ha prelevato a contanti ulteriori EUR 170'000 dal conto intestato a Finmed (cfr ALL 69). Data Oper. 26.5.2003 30.6.2003 30.6.2003 1°.7.2003 1°.7.2003
Divisa EUR CHF CHF CHF CHF
Importo 170.000 400.000 200.000 380.000 190.000
Prelevati da Finmed Finmed
Versati su
Firma MG MG
Georgia Finmed
MG Georgia
Relativamente alla destinazione della massa di denaro confluita sui conti FINMED e GEORGIA FINANCE, gli organi investigativi svizzeri evidenziavano le risultanze della segnalazione antiriciclaggio e la documentazione posta a disposizione dalla banca Bank Leu di Zurigo. Il rapporto…del 30 luglio 2002 (cfr ALL 71) redatto dal consulente NÄGELI Walter in relazione ai conti cifrati Papo, Albino e Kaory, con il quale lo stesso mira a dare conto della provenienza del denaro, presenta diversi punti poco chiari e spiegazioni piuttosto azzardate. Se da una parte KOPP Mark e KOOP Stephan sarebbero scappati con denaro delle società WFS/PPFinanz e PAULANGELO, DESOLE e ZOCCOLA (per paura di ulteriori prelievi da parte dei Kopp sui conti delle due società) avrebbero voluto mettere al sicuro ricavi derivanti da commissioni, non si capisce comunque il motivo della creazione dei 3 conti cifrati ( Kaory, Albino e Papo) e dei numerosi passaggi di denaro a contanti dai conti intestati alle British Virgin Islands Gaist ed Arcalux. Infatti su queste ultime 2 relazioni bancarie (così come su quelle intestate a SEIR, Agence Netter e Tulle presso BNP) i Kopp non avevano alcun modo di operare, quindi non avrebbero potuto assolutamente sottrarre ulteriore denaro. Tra la documentazione bancaria presso Bank Leu non vi è inoltre alcuna traccia di giustificativi attestanti pagamenti da parte delle società WFS e PPFinanz nei confronti di PAULANGELO, DESOLE e ZOCCOLA a titolo di retribuzione, pertanto mal si comprende perché i tre (e non al limite le società zurighesi) debbano figurare quali aventi diritto economico di questi patrimoni. Lo stesso signor Schoch Peter (collaboratore del servizio giuridico di Bank Leu) ha del resto preso posizione in modo chiaramente negativo per quanto concerne la gestione delle relazioni in questione da parte di NÄGELI Walter, in particolar modo per l'incompletezza dei dati forniti, l'assenza di documentazione di base abituale (Kundenprofil) e l'ambiguità di spiegazioni date in merito alle circostanze che avrebbero condotto all'apertura delle varie relazioni ed alle inusuali transazioni avvenute su di esse (cfr ALL 72). In data 10 settembre 2003 (dunque lo stesso giorno della segnalazione MROS) NÄGELI Walter ha scritto un ulteriore Aktennotiz (cfr ALL 73), in relazione ai dossiers di Finmed e Geòrgia. Il fine dichiarato di questo documento è la redazione di un rapporto sui retroscena dei flussi finanziari e degli aventi diritto economico delle due relazioni bancarie. NÄGELI dà delle spiegazioni (fornitegli da ZOCCOLA e confermategli da MELZI ) sui progetti immobiliari di PAULANGELO, DESOLE e ZOCCOLA relativi a terreni in Sardegna. L'apertura di queste relazioni bancarie sarebbe dunque riconducibile all'implementazione di questi progetti, ed il denaro ivi depositato dovrebbe servire alla loro finalizzazione finanziaria. La descrizione appare piuttosto intricata, in quanto per Finmed si dice che il denaro ricevuto dalla società è un prestito da parte dei tre (attraverso i 3 conti cifrati) destinato agli acquisti dei terreni in Sardegna (non vi è o però alcun contratto relativo a tale prestito). Per Geòrgia si tratterebbe invece di tutt'altro denaro, non proveniente da PPFinanz, bensì di spettanza dei venditori di tali terreni (Coclite Bruna e Pitta Giovanni) per i quali MELZI avrebbe aperto il conto intestato a Geòrgia e conserverebbe fiduciariamente i proventi della vendita. E' evidente qui la contraddizione di un fondo, dato che il denaro con cui Finmed comprerebbe i terreni proviene in sostanza da PPFinanz, visto che proprio questa è la fonte provata degli apporti dai 3 conti cifrati. 53
Inoltre, dato che l'avente diritto economico dichiarato del conto intestato a Geòrgia è MELZI , c'è un chiaro problema con questa "nuova" versione dei fatti, dalla quale si evince che gli aventi diritto economico del conto sarebbero invece Coclite e Pitta. A complicare il tutto si aggiunge il fatto che nel dossier Finmed troviamo un "Kundenprofil" allestito in data 2 maggio 2003 (quindi insolitamente parecchi mesi dopo l'apertura della relazione, datata 12 novembre 2002) nel quale NÄGELI scrive che la provenienza del denaro (confluito in contanti) è da imputare ad una vendita di terreni in Sardegna (mentre come abbiamo visto in precedenza arriva esclusivamente dai prelievi effettuati sui 3 conti cifrati, sui quali sono confluiti solo averi di pertinenza di PPFinanz), i quali sarebbero stati da lungo tempo di proprietà di famiglie indigene. Dunque secondo questo documento Finmed sarebbe venditrice e non compratrice di tali terreni. Nel dossier della relazione intestata ad Arcalux non si trova alcun documento che faccia riferimento alle entrate di denaro in provenienza dai conti intestati alle 3 società British Virgin Islands presso BNP (v. punto 2.1.6). Appare dunque singolare il fatto che NÄGELI abbia fornito al MPC una nota interna privata in merito recante data del 18 dicembre 2002 (cfr ALL 74) solo in occasione del suo primo interrogatorio, avvenuto in data 8 settembre 2004. In tale nota si specifica che l'origine del denaro proveniente da BNP è di duplice natura, ovvero in parte (400'000 EUR) deriverebbe da vendita di terreni a Marbella in Spagna, ed in parte da retrocessioni (pagate da una società londinese) legate al trading nel Forex di conti individuali. Nella stessa nota si aggiunge che con tale denaro sarebbero state effettuate speculazioni private presso BNP. Ufficialmente ad ogni modo non vi è alcuna traccia documentale presso Bank Leu a questo oggetto, né ci sono riscontri oggettivi presso BNP in merito a questa versione dei fatti relativa all'origine del denaro (v. pio 2.5). Ancor più interessante … si è però rivelata la presenza nei dossiers bancari (dei conti intestati a Finmed e Geòrgia presso Bank Leu) di documentazione relativa ad investimenti immobiliari in Sardegna. Infatti questo elemento mette in diretta relazione il denaro depositato su questi conti (Papo, Albino e Kaory) con i progetti d'investimento di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE in questa regione italiana, e dunque in sostanza il reimpiego di fondi di provenienza WFS/PPFinanz in attività immobiliari al di fuori della Svizzera per gli interessi personali dei tre. Per questo motivo al capitolo 4 approfondiamo questa tematica, e grazie soprattutto alle indagini svolte dalle autorità italiane sul loro territorio possiamo arrivare a vedere che l'attuazione di questi progetti prevede l'utilizzo di un castello di società italiane, alle quali vengono intestati i terreni e i cui numerosi trasferimenti di quote sono in parte volti a mantenere nell'anonimato i reali finanziatori dell'operazione. Dato il contesto dell'inchiesta, il fatto che dei personaggi calabresi introdotti da ANDALI Fortunato figurino tra i titolari di alcune di queste quote societarie riveste un'importanza significativa. Pur non potendo riscontrare qui chiari flussi finanziari (quali bonifici bancari) diretti dalla Svizzera verso l'Italia, vediamo (soprattutto in relazione al capitolo 5) che vi sono coincidenze temporali significative tra movimentazioni di conti bancari legati a WFS/PP e attività di pagamento o di trasferimenti di quote societarie relative a questi investimenti immobiliari. Altrettanto interessante è che gli organi investigativi svizzeri hanno posto in correlazione tale documentazione con le indagini del R.O.S. Carabinieri di Milano, poiché da tali documenti....emergono tutta una serie di transazioni realizzate attraverso varie società, tra le quali vi sono anche quelle presenti nella documentazione bancaria svizzera. Avremo modo di vedere come tra i vari cambiamenti di assetti societari emerga il coinvolgimento di altri personaggi calabresi legati ad ANDALI Fortunato Domenico e ZOCCOLA Alfonso, e come lo stesso ANDALI si esprima al telefono a proposito dì suoi interessi diretti negli affari immobiliari.
TRASFERIMENTI A FAVORE DI: LAEZZA ROBERTO (600.000 CHF) MASSETTI DE RICO ANTINEA (103.000 EURO) 54
ROSENTHAL EMANUELA (30.000 EURO) Il sequestro del materiale bancario ha permesso, oltre alla verifica dei succitati flussi di denaro, di scoprire altri interessanti elementi connessi all'esistenza di questi conti. Dapprima siamo venuti a conoscenza di un bonifico effettuato a favore di LAEZZA Roberto , amico di ZOCCOLA Alfonso, e del suo socio in affari PFENNINGER Marti, i quali hanno a loro volta bonificato il denaro ricevuto a favore di un conto della loro società Planova Human Capital AG, attiva nel settore del lavoro temporaneo. Formalmente l'operazione figura quale prestito concesso da MELZI Giouseppe ai due soci in affari, ma in realtà è stato ZOCCOLA Alfonso a decidere di trasferire il denaro, ritenendolo di sua proprietà ma non volendo formalmente comparire nella transazione. …Rosenthal Emanuela Giuliana, Melzi Giuseppe e Laezza Roberto, distraevano valori patrimoniali provenienti dalle società zurighesi WFS e PP, provvedendo al trasferimento in contanti di una somma complessiva di CHF 30.000.--. …nell'agosto 2003 ZOCCOLA Alfonso avrebbe acquistato diamanti presso la Intermarket per un valore di ca 103.000 EURO. …In data 9 maggio 2003 dal conto intestato a Geòrgia presso Bank Leu parte un bonifico di CHF 600.000 a beneficio di LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin, su di una relazione bancaria a loro intestata presso il Credit Suisse di Zurigo (cfr ALL 75). Data Valuta 9.5.2003
Divisa CHF
Importo 600.000
Ordinante Georgia
Beneficiario Pfenninger & Laezza
…LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin hanno ricevuto su di un loro conto bancario presso Crédit Suisse l'importo di 600.000 CHF in provenienza dal conto intestato a Geòrgia presso Bank Leu. Successivamente i due hanno provveduto a girare lo stesso importo a beneficio della loro società Planova AG (cfr ALL 76), operazione che figura effettivamente nella contabilità di Planova AG come prestito da parte degli azionisti stessi (cfr ALL 77). …In occasione dell'interrogatorio di Pfenninger Martin del 6 novembre 2003 presso la polizia del Canton Zurigo, lo stesso ha fornito copia di un contratto di prestito per 600'000 CHF stipulato tra LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin in qualità di debitori e da MELZI Giuseppe in qualità di creditore (cfr ALL 78). Il contratto reca la data del 11 aprile 2003, il luogo di sottoscrizione è Milano, la durata è di 60 mesi e viene definito un tasso d'interesse annuo del 5%. Copia di tale contratto è stata rinvenuta anche in una cassetta di sicurezza legata ad una relazione bancaria intestata a LAEZZA Roberto presso Banca Antonveneta, sede di Piazza Fontana a Milano. Dall'esame dei documenti bancari italiani (cfr ALL 79), risulta che LAEZZA Roberto ha aperto questa relazione in data 3 settembre 2003 (ovvero il giorno seguente alla perquisizione degli uffici di WFS da parte della polizia del Canton Zurigo), e che lo stesso ha avuto accesso alla cassetta unicamente in due occasioni, ovvero il 3 settembre 2003 ed il 22 settembre 2004. LAEZZA, interrogato dal MPC in data 17 marzo 2005, alla domanda relativa al luogo della custodia del contratto non ha assolutamente accennato al documento conservato in Italia nella sua cassetta di sicurezza (cfr ALL 80 pp 6-7). Soltanto una volta interrogato puntualmente in merito (cfr ALL 81 pp 4-6) LR ha rivelato la presenza del contratto nella cassetta in Italia, senza comunque fornire indicazioni più chiare sulla motivazione di tale necessità. Presso Bank Leu non è invece stato trovato alcun esemplare del succitato contratto nel dossier relativo al conto intestato a Geòrgia, dal quale è partito il bonifico a favore di LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin…. …II 12 ottobre 2004 è stato intercettato un fax in partenza dallo studio di MELZI Giuseppe (cfr ALL 83) indirizzato a tale Doti. Covolan Lorenzo, al quale è stata allegata copia di una lettera inviata il 5 ottobre 2004 a LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin recante istruzioni per la rifusione anticipata del prestito. Le istruzioni di MELZI prevedevano di far versare da parte di LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin 55
600.000 CHF su di un conto intestato a C.I.M. Banque presso UBS di Lugano, conto al quale Covolan (dipendente di C.I.M. Banque ) aveva accesso. Stando a quanto disposto da MELZI il denaro avrebbe dovuto servire a compensare una sua posizione debitoria nei confronti di Covolan Benito, padre di Lorenzo. In effetti LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin, non potendo restituire il denaro direttamente sul conto dal quale lo avevano ricevuto (intestato a Geòrgia e bloccato dal MPC), su consiglio del loro avvocato avevano chiesto a MELZI di ricevere istruzioni scritte in merito (cfr ALL 84 p 11). MELZI aveva dunque escogitato questo espediente (cercando di utilizzare un conto bancario di terzi ) per rientrare in possesso della somma, ma il bonifico non è avvenuto ed il denaro è stato invece sequestrato a seguito dell'arresto di LAEZZA (che non aveva ancora ricevuto la lettera con le istruzioni). Anche la modalità di pagamento degli interessi per il primo anno (ovvero 30.000 CHF) è piuttosto insolita, in quanto LAEZZA Roberto dichiara (cfr ALL 85 p 6) di aver ottenuto la ricevuta di tale pagamento da MELZI già 4 o 5 mesi prima dell'effettivo versamento, che è poi avvenuto a Zurigo in data 8 ottobre 2004 in occasione dell'incontro tra LAEZZA e la signora Rosenthal (compagna di MELZI ), arrivata in treno da Milano su ordine di MELZI per ritirare la somma a contanti. Interessante in merito è la telefonata del 24 settembre 2004 (cfr ALL 15 pp .437- 440), dalla quale si capisce che LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin si accordano sulla redazione e l'invio della ricevuta retrodata al maggio 2004, ricevuta che è oggetto anche della precedente telefonata occorsa in data 21 maggio 2004 (cfr ALL 86), durante la quale LAEZZA si trova quasi in imbarazzo a dover rispiegare i termini della transazione a MELZI che in teoria dovrebbe averne piena e dettagliata conoscenza, essendone controparte ufficiale. …Interrogati a più riprese sul tema di questo prestito, ZOCCOLA Alfonso, LAEZZA Roberto, Pfenninger Martin e MELZI Giuseppe hanno rilasciato dichiarazioni concordanti in merito al fatto che lo stesso sia stato formalmente concesso da MELZI a LAEZZA e Pfenninger Martin, a causa di bisogni temporanei di liquidità della Planova. Ad ogni modo le versioni fornite divergono fin dal primo momento riguardo alla titolarità dei 600.000 CHF versati da Geòrgia a LAEZZA Roberto e Pfenninger Martin. MELZI (che pur aveva dichiarato presso Bank Leu di essere l'avente diritto economico del denaro depositato sul conto di Geòrgia), appena interrogato dagli inquirenti italiani ha subito attribuito la reale proprietà di tale denaro a ZOCCOLA, ammettendo di aver agito esclusivamente su suo mandato (cfr ALL 87 p 75 e ALL 88 p 141). LAEZZA dal canto suo ha dapprima dichiarato di non aver mai saputo che il denaro ricevuto non fosse di MELZI bensì di ZOCCOLA, nonostante durante la telefonata del 25 agosto 2004 (cfr ALL 15 p 362) egli stesso dica a MELZI che ZOCCOLA gli ha confidato trattarsi di soldi suoi, derivanti da commissioni in provenienza da WFS/PPFinanz. In seguito, una volta messo di fronte all’evidenza delle intercettazioni telefoniche (cfr ALL 81 p 7), LAEZZA ha detto di essere stato messo a conoscenza da ZOCCOLA a fine 2003 in merito alla provenienza del denaro (provvigioni da WFS). Dell'atteggiamento di ZOCCOLA in merito a questa vicenda abbiamo già accennato in precedenza. Sostanzialmente egli ha a più riprese sostenuto di non avere conoscenza diretta della provenienza del denaro depositato sul conto di Geòrgia presso Bank Leu, dicendo alternativamente che il denaro fosse di MELZI o di suoi clienti, e suggerendo anche al MPC di interrogare MELZI per saperne di più. A ZOCCOLA è stato esplicitamente chiesto se sapesse a chi appartenesse il denaro di Geòrgia (cfr ALL 89 p 10), ed ancora in data 3 marzo 2005 egli ha testualmente detto "Non lo so. Chiedetelo a Melzi." Un mese più tardi, ovvero il 6 aprile 2005, a circa 8 mesi dall'arresto, ZOCCOLA decide di dichiarare che tutto il denaro sulla relazione bancaria intestata a Geòrgia è di sua proprietà e di provenienza WFS/PPFinanz. Facciamo ancora notare come il 9 settembre 2004 (cfr ALL 90 p 14) ZOCCOLA avesse addirittura raccontato al MPC di aver ricevuto 9'000 CHF a contanti da MELZI come compenso per aver organizzato l'operazione di prestito mettendolo in contatto con LAEZZA, operazione che lui avrebbe consigliato a MELZI quale investimento meno speculativo in alternativa al Forex. …Le Autorità italiane hanno registrato diverse telefonate 44 tra LAEZZA e MELZI, alcune delle quali lasciano capire chiaramente che la questione del prestito non sia assolutamente così chiara e limpida 44
informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004 (Faldone nr. 2) informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 14.10.2004 (Faldone nr. 6) 56
come gli interessati vorrebbero far credere. Infatti a questo proposito è emblematica la telefonata del 25 agosto 2004 (cfr ALL 91 p 8 ) 45, dalla quale risulta più che fondato il dubbio che la dazione di denaro da parte di MELZI a LAEZZA e Pfenninger Martin non rappresenti in realtà un vero prestito, in quanto LAEZZA e MELZI discutendo della questione si preoccupano esclusivamente del fatto che il tutto debba sembrare credibile. …Per chiarire ulteriormente il rapporto tra LAEZZA e ZOCCOLA aldilà del succitato contesto, è utile ancora segnalare un paio di dati emersi sulla base di intercettazioni telefoniche 46 tra LAEZZA e MELZI, nonché di dichiarazioni rilasciate da MELZI 47, dalle quali emergerebbero un ulteriore coinvolgimento di LAEZZA in transazioni pecuniarie a sostegno di ZOCCOLA e l'esistenza di importanti somme di denaro a contanti in Italia a disposizione di ZOCCOLA. …II 9 settembre 2004 MELZI comunica a LAEZZA Roberto (cfr ALL 158) 48 di essere in possesso di un titolo di pagamento di ZOCCOLA Alfonso (non nominato esplicitamente) che questi gli aveva dato in garanzia e che risulta essere scoperto per un importo di "cento", importo che lui personalmente non può coprire. Il 22 settembre 2004 MELZI e LAEZZA vengono visti recarsi presso Banca Antonveneta (cfr ALL 159) 49 ed in seguito entrare nello studio di MELZI, dal quale LAEZZA Roberto esce alle ore 13.20. Alle ore 13.19 (dunque proprio appena LAEZZA esce dallo studio di MELZI ) viene intercettata una telefonata tra MELZI Giuseppe e PITTA Giovanni Antonio (cfr ALL 160) 50, durante la quale MELZI comunica di "avere quella roba lì". Il 24 settembre, dopo essersi recato il giorno precedente in Sardegna da PITTA (cfr ALL 15 pp 424-425), MELZI viene chiamato da LAEZZA, al quale comunica di aver risolto il problema, di avere il titolo originale e del fatto che per il cambio valuta c'era una differenza, parlando di "96 e 200 e rotti" 51. MELZI ha dichiarato durante l'interrogatorio del 7 aprile 2005 (cfr ALL 137 pp 209 e seguenti) 52 di aver ricevuto del denaro da LAEZZA per rifondere un debito di ZOCCOLA nei confronti di PITTA (dovuto ad un assegno scoperto emesso da ZOCCOLA su di una banca spagnola) pari a 100'000 EURO. Interrogato in merito a questa fattispecie (cfr ALL 81 pp 4-5), LAEZZA ha comunque negato di aver mai consegnato del denaro a MELZI per coprire posizioni debitorie di ZOCCOLA nei confronti di terze persone. …In relazione a quanto visto sopra resta aperta ancora anche la questione legata ad una cassetta di sicurezza menzionata da MELZI nel corso di due telefonate del 24 e 25 settembre 2004 tra lui e la MASSETTI (cfr ALL 161 e ALL 162 ) 53. MELZI parla di persone (tra le quali uno spagnolo con delega di ZOCCOLA al quale MELZI fa riferimento come "nostro amico") che lui avrebbe accompagnato in banca ad aprire una grande cassetta di sicurezza, dalla quale avrebbero prelevato un grosso quantitativo di banconote svizzere. Data la tempistica e il fatto che) LAEZZA disponesse di una cassetta di sicurezza presso Banca Antonveneta, alla quale ha avuto accesso accompagnato da MELZI proprio in data 22 settembre 2004, nonché il fatto che MELZI parli di banconote svizzere e la rifusione del succitato debito in Euro di ZOCCOLA abbia dato adito a differenze dovute a cambio valuta, il collegamento tra le due cose appare quasi automatico. Però va detto che MELZI Giuseppe durante l’ interrogatorio del 7 aprile 2005 è stato piuttosto confusionario nella descrizione dell'episodio dell'apertura della cassetta, e il fatto che durante la telefonata abbia fatto menzione della presenza di uno spagnolo solleva dubbi in merito alla coincidenza dei due eventi. Infatti non bisogna dimenticare che ZOCCOLA, oltre ad avere una compagna spagnola, ha interessi di vario genere in Spagna e che lo spagnolo Iñaki Presa è entrato in gioco a metà 2004 nella 45 46 47 48 49 50 51 52 53
Vedi nota nr. 40 Vedi nota nr. 44 Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese (Faldone nr. 16) Vedi nota nr. 418 Vedi a pag. 322 Vedi nota nr. 428 Vedi nota nr.434 Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese (Faldone nr. 16) Vedi note nr. 431-433 57
vicenda degli investimenti immobiliari in Sardegna. Lo stesso MELZI durante l'interrogatorio ha in un primo tempo accennato alla possibilità che lo spagnolo menzionato nella telefonata fosse un tale Iñaki. Evidentemente anche in questo caso le indagini vanno approfondite, alfine di acquisire ulteriori elementi a sostegno di una delle due ipotesi ed eventualmente rintracciare il denaro contante rimanente. …la MASSETTI ha spontaneamente affermato che ZOCCOLA poco tempo prima del suo arresto (quindi ad agosto 2005) le avrebbe proposto di comprare una partecipazione del 5% nella sua società attiva nel commercio di diamanti, la Intemarket Diamond Business SpA di Milano. ZOCCOLA si sarebbe detto pronto a pagare 350'000 EUR per tale partecipazione, pagamento che avrebbe voluto regolare a contanti. La MASSETTI ha rifiutato la proposta, ma questo episodio mostra ancora una volta che ZOCCOLA può disporre di importanti somme di denaro e che anche in caso di transazioni di questo genere preferisce operare in contanti. …la MASSETTI ha anche confermato che nell' agosto 2003 ZOCCOLA avrebbe acquistato diamanti presso la Intermarket per un valore di ca 103'000 EUR, pagando in contanti. Il certificato d'acquisto sarebbe stato intestato al padre dì ZOCCOLA Alfonso, il quale in questo modo non sarebbe apparso quale reale proprietario del bene. In effetti dalla telefonata del 13 settembre 2004 tra la MASSETTI e MELZI (cfr ALL 163) 54 abbiamo chiaro riscontro di tale investimento, in quanto MELZI chiede a MASSETTI di liquidare l'affare perché ZOCCOLA Alfonso (il quale, facciamo notare, si trova già in carcere) avrebbe bisogno di liquidità, ma MASSETTI dice di non poter far nulla senza la firma del padre di ZOCCOLA Alfonso, proprio perché l'intestazione è fatta a suo nome (ed a quanto dice MELZI Giuseppe ad insaputa dello stesso). Questa conversazione è interessante anche in collegamento a quanto esposto al punto 5.4.1, in quanto si capisce che il motivo per cui MELZI sta cercando di realizzare la vendita dei diamanti è da ricercare nella necessità di coprire un assegno firmato da ZOCCOLA e tratto sul Banco Popular di Tenerife, da un conto intestato alla compagna di ZOCCOLA Alfonso. In effetti MELZI parla proprio di 100'000 EUR, quindi tempi e importo coincidono esattamente con la problematica discussa da MELZI anche con LAEZZA, poi risolta con la consegna del contante a PITTA. TRASFERIMENTO A FAVORE DI OXALIS DI 4,55 MILIONI CHF Da luglio del 2002 fino a dicembre dello stesso anno sono individuabili movimenti in uscita da WFS/PPFinanz a favore della società CFS Oxalis AG per almeno ca 4,55 Mio CHF, più precisamente a beneficio di conti intrattenuti da questa (a detta del suo dirigente FURRER Roger) presso due brokers per il cliente EVAX Ventures SA (una società off-shore British Virgin Islands). Tale società (formalmente gestita da MELZI) si rivela però non essere mai esistita presso WFS/PPFinanz (dalla quale avrebbe teoricamente trasferito i propri investimenti), ma soprattutto è stata acquistata da MELZI soltanto a marzo del 2003, quando abbiamo invece visto che il denaro è stato spostato verso CFS Oxalis AG già a partire da metà 2002. Questa incoerenza cronologica ha aiutato a mettere in risalto il fatto che il cliente rappresentato da MELZI non fosse altro che una sorta di paravento costruito ad hoc, utilizzato da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE per reimpiegare denaro di provenienza WFS/PPFinanz in una nuova struttura operativa nello stesso genere di attività, all'interno della quale lo stesso DESOLE si era intanto inserito in qualità di trader. In seguito l'ambiguità dei rapporti tra ZOCCOLA , PAULANGELO e DESOLE, nonché tra gli stessi e FURRER ha portato a disaccordi di vario genere. I tre con il supporto di MELZI hanno così tentato di smobilizzare il denaro depositato presso CFS Oxalis AG, riuscendo parzialmente a farlo, ma proprio i complessi rapporti instauratisi tra i vari personaggi noni permettono di sapere esattamente quale sia stato lo svolgimento dei fatti, aldilà degli smobilizzi documentati. 54
Vedi nota nr. 416 58
3.1 Contesto Oggetto principale di questo capitolo è la descrizione di quanto avvenuto presso Oxalis in relazione a WFS/PP, in particolar modo l’uscita di denaro (come si vedrà in seguito quantificabile in almeno 4,55 Mio CHF) da WFS/PP verso Oxalis, formalmente (secondo la documentazione allestita da questa società) a beneficio del cliente Evax. Vedremo come tale flusso finanziario sia in realtà ancora una volta indirizzato a favore di ZOCCOLA , PAULANGELO e DESOLE, nonché come MELZI si sia ancora prestato a fare da paravento agli interessi economici dei tre nei confronti di terze persone. Ancora una volta abbiamo a che fare con una situazione di partenza piuttosto nebulosa che richiede dunque, oltre alla ricostruzione numerica di flussi finanziari, anche l’esposizione di incongruenze derivanti da diverse versioni dei fatti fornite dagli interessati e da testimoni, nonchè da riscontri documentali. 3.1.1 Dati di base Oxalis Come si evince dai dati del registro di commercio del Canton Zurigo (cfr ALL 97), Oxalis era una società anonima fondata il 20 febbraio 1998, avente quale scopo principale la realizzazione di affari commerciali e finanziari di ogni genere. Furrer Roger è stato membro del CdA della società dalla fondazione, divenendone presidente il 25 marzo 2003, data in cui vi è stato anche un aumento di capitale (da 100'000 a 300.000 CHF, suddiviso in 3.000 azioni nominative). In data 8 giugno 2004 è stata aperta la procedura di fallimento nei confronti di Oxalis, la quale come WFS/PP non ha più potuto far fronte agli impegni presi nei confronti della propria clientela. Per questo motivo la Staatsanwaltschaft di Zurigo ha poi aperto un procedimento nei confronti di Oxalis. 3.1.2. Base dei rapporti Oxalis - WFS/PP In data 12 ottobre 1999 Furrer Roger ha sottoscritto per conto di Oxalis un mandato per il trading su divise con PP, controparte poi tramutata a mano in WFS con indicazione temporale del 1 gennaio 2000 (cfr ALL 98), nel quale vengono regolati i compiti assegnati da Oxalis a PP e le condizioni di retribuzione da parte di Oxalis nei confronti di PP. Sostanzialmente il contratto prevede che Oxalis affidi a PP/WFS il compito di operare investimenti in Forex per conto di sua clientela; PP/WFS riceve in cambio una partecipazione alla performance generata e delle retrocessioni sul relativo volume transazionale. 3.1.3 Impiego di Desole presso Oxalis DESOLE è entrato a far parte del personale di Oxalis in qualità di trader tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003, spostandosi físicamente presso gli uffici di Oxalis a partire da marzo 2003 (cfr ALL 99 p 3-4). Egli ha dunque avuto accesso alla gestione di vari conti legati alla società ed ai relativi clienti. Ufficialmente il motivo del passaggio di DESOLE da WFS/PP ad Oxalis è dovuto al fatto che a seguito della passata collaborazione tra le due società lo stesso era apprezzato dalla dirigenza di Oxalis per le sue doti legate all'attività di trading sul Forex. DESOLE ha anche affermato che a causa dei suoi problemi con gli stupefacenti ( a seguito dei quali ha trascorso un breve periodo in detenzione nell'autunno del 2002) egli sarebbe stato praticamente "scaricato" da PAULANGELO e ZOCCOLA ed estromesso da WFS/PP e avrebbe dovuto dunque cercare un impiego alternativo (cfr ALL 35 p 5). Vedremo più avanti che vi erano in realtà altri motivi per cui ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE hanno fatto in modo che uno di loro entrasse direttamente in Oxalis, e che i loro interessi economici restavano strettamente legati.
3.2.1 Conto F5111 e F5112 presso Refco …In data 3 dicembre 2002 Refco conferma ad Oxalis di aver proceduto all'apertura dei conti F5111 e 59
F5112 (cfr ALL 100). Tra il materiale del dossier relativo al conto F5111 si trova una nota redatta il 6 gennaio 2003 da Hunter Dominik (Chief Compliance Officer di Refco), oggetto della quale è la determinazione degli aventi diritto economico di flussi di denaro in entrata sul conto (cfr ALL 101). La fonte citata delle informazioni è FURRER Roger secondo il quale il denaro sul conto F5111 è di proprietà della società. Da notare che nello stesso documento si dice che il conto destinato al denaro della clientela di Oxalis è il F5112, per il quale verrà allestita una lista riportante gli aventi diritto economico. In uno scritto inviato in data 30 marzo 2005 al MPC Refco ha dichiarato comunque che il conto F5112 non è mai stato attivato (cfr ALL 102). 3.2.2 Conto ZL732 presso ADM …In data 16 dicembre 2004 la Staatsanwaltschaft di Zurigo ci ha trasmesso della documentazione inerente il conto ZL732 intrattenuto da Oxalis presso ADM, materiale che proviene dal sequestro effettuato da questa autorità presso Oxalis (cfr classeur Vol. 5 Evax). Di questa documentazione fanno parte estratti mensili di ADM (anche se incompleti), il primo dei quali porta la data del 30 agosto 2002 e presenta un saldo di 130'143,91 USD (cfr ALL 103). Non è comunque dato a sapere (stando a questa documentazione) quale sia la data di apertura del conto. In riferimento a questo conto troviamo anche degli estratti mensili su carta intestata in un primo tempo a WFS, e poi ad Oxalis. Gli estratti sono sempre indirizzati a FURRER , ma i riferimenti sono incostanti (CFS Oxalis, Oxi). In questi rendiconti, soltanto a partire dal mese di agosto 2003 compare per la prima volta l'indirizzamento a Evax presso Oxalis. 3.3.1 Intestazione conti F5111 e ZL732 e provenienza denaro dichiarata da Furrer FURRER Roger è stato interrogato più volte, sia dalle autorità di Zurigo che dal Ministero Pubblico Cantonale. Egli ha sempre dichiarato che i conti F5111 e ZL732 sono stati utilizzati per raccogliere e gestire il denaro del cliente Evax. Presso i broker i due conti sarebbero stati intestati fiduciariamente ad Oxalis (e non ad Evax), a suo dire per questioni di discrezione. Come abbiamo visto al punto 3.2.1, a Refco FURRER ha dichiarato che il denaro depositato sul conto F5111 era di spettanza della società Oxalis. FURRER sostiene che il denaro versato sui due conti è tutto di provenienza WFS/PP. 3.3.2 Flusso denaro Evax secondo dati di Furrer FURRER Roger ha fornito alle autorità di Zurigo della documentazione e dei conteggi mirati ad illustrare i flussi dì denaro da WFS/PP verso Oxalis, e da Oxalis verso i conti F5111 e ZL732 (cfr ALL 104). Facciamo innanzitutto notare che qualsiasi riferimento su giustificativi bancari di broker relativo ad Evax è stato aggiunto a mano (e non figura dunque mai ufficialmente sugli stessi). Inoltre, per quanto riguarda parte dei giustificativi dei flussi da/verso ADM, non sempre è riportato il riferimento esplicito al conto ZL732. Secondo i calcoli di FURRER , i pagamenti totali da parte di WFS/PP a beneficio del cliente Evax ammontano ca 5'998'515 CHF. Questo importo comprende comunque anche movimenti in contanti che non hanno interessato (o si può ipotizzare solo in modo parziale) i conti presso i broker, in particolar modo il versamento di 650'000 EURO del 8.05.2003 a favore del conto di Oxalis presso Bank Frick (cfr ALL 105), nonché il prelievo di 450'000 CHF dallo stesso conto (cfr ALL 106). In entrambi i casi vi è un'annotazione manoscritta di FURRER che fa riferimento a MELZI e Evax.
3.4.1 Versamenti accertati a favore conto F5111 Secondo gli estratti bancari forniti da Refco (cfr ALL 107) cinque versamenti sono avvenuti a favore del conto F5111 su ordine di Oxalis: Valuta Divisa Importo Controvalore CHF 60
28.11.2002 11.12.2002 17.12.2002 20.12.2002 30.5.2002
CHF CHF CHF EUR EUR
300.000 500.000 200.000 581.000 350.000
849.887 535.150
In totale è stato quindi bonificato il controvalore di 2'385'037 CHF. 3.4.2 Versamenti accertati a favore conto ZL 732 Secondo gli estratti mensili di ADM disponibili (integrati da alcune pagine mancanti nel classeur sequestrato, fornite da FURRER alle autorità di Zurigo), sul conto ZL 732 sono stati effettuati i seguenti versamenti (cfr ALL 108): Data (da ADM) 17.09.2002 27.09.2002 27.09.2002 30.09.2002 24.10.2002 21.11.2002 12.09.2003 16.10.2003
Divisa CHF CHF EUR USD USD USD CHF CHF
Importo 200.000 1.212.278 37.661 227.860 399.979 199.979 859.314 50.000
Controvalore CHF 55.268 340.377 601.568 293.369
In totale è stato quindi versato il controvalore di 3.612.174 CHF. Da notare comunque che il saldo del conto da estratto ADM al 30.08.2002 è di 194'435 CHF, pertanto anche prima del 17.09.2002 devono esserci stati dei versamenti (che però non possiamo verificare causa mancanza relativa documentazione ADM). 3.4.3 Totale netto entrate su conti F5111 e ZL732 + saldo preesistente Tenendo conto del fatto che il saldo finale del conto F5111 pari a 859'314 CHF è stato versato da Refco ad Oxalis con valuta 23.08.2003 (cfr ALL 109), e che lo stesso importo è stato in seguito girato da Oxalis sul conto ZL732 presso ADM (v. tabella punto 3.4.2), possiamo dire che le entrate verificabili complessive nette sui conti teoricamente di pertinenza Evax ammontano a 5'137'897 CHF (= 3'612'174 859'314 + 2'385'037). Sommando a questo dato il saldo preesistente sul conto ZL 732, si arriva all'importo di 5'332'332 CHF. 3.4.4 Confronto con dati di FURRER Roger, conto F5111 Per quanto concerne 4 delle 5 entrate di cui al punto 3.4.1 sul conto F5111, esse possono essere ricollegabili a denaro effettivamente di provenienza WFS/PP. Vediamo infatti (dai giustificativi bancari forniti da FURRER ) che da conti di WFS/PP vi sono i seguenti bonifici a favore di Oxalis, i cui importi e date sono compatibili con le successive entrate sul F5111 : Valuta 21.11.2002 29.11.2002 6.12.2002 27.11.2002 9.12.2002
Divisa CHF CHF CHF EUR EUR
Importo 300.000 500.000 200.000 500.000 100.000
Commento Da conto postale PP Da conto postale PP Da conto postale PP Da conto postale WFS da conto postale PP (Collegabili a Bonifico di 581.000 EUR)
Per il quinto bonifico di 350'000 EUR del 30.05.2003 il discorso è differente. Infatti in questo caso non vi è collegamento con flussi da WFS/PP. Considerando che proviene dal conto bancario di Oxalis presso Bank Frick, dai dati documentali si può 61
solo ipotizzare che questo importo sia parte dei 650'000 EURO versati su questo conto a contanti con valuta 08.05.2003 (v. punto 3.3.2), che sarebbe stato effettuato da MELZI per Evax (da indicazioni annotate a mano). 3.4.5 Confronto con dati di FURRER Roger e dati bancari WFS/PP, conto ZL732 Abbiamo visto al punto 3.4.2 come il conto ZL732 presentasse al 30.08.2002 un saldo pari a 194'435 CHF. Questo saldo, stando alla tabella riassuntiva di FURRER, risulterebbe praticamente da due versamenti da 100'000 CHF awenuti con valuta 16.07.2002 e 23.08.2002. Dai giustificativi bancari nell'ALL 104 comunque risultano due bonifici da Oxalis per il conto ZL732: Valuta 16.07.2002 23.08.2002
Divisa CHF CHF
Importo 254.426 100.000
Commento v.nota mano su giustificativo conteggio
La somma di questi versamenti (354'426 CHF) è largamente superiore al succitato saldo. La differenza secondo quanto annotato da FURRER sui giustificativi è da imputare ad errori di calcolo legati a calcoli di commissioni dovute ad Oxalis. E' dunque possibile (ma attualmente non verificabile) che vi siano stati ristorni dal conto ZL732 verso Oxalis, al fine di correggere l'eccesso del bonifico di 354'426 CHF. Ad ogni modo i giustificativi antecedenti al 30.08.2002 (sempre nell'ALL104) collegabili a pagamenti da parte di WFS/PP a beneficio di Oxalis indicano i seguenti flussi: Valuta 2.7.2002 7.8.2002
Divisa CHF CHF
Importo 122.118 113.700
Commento Da WFS Da WFS
La nota a mano sul giustificativo del 2.07.2002 riporta che "l'importo effettivo per ZL732- Evax è di 100'000" (traduzione dal tedesco), inoltre il campo bancario relativo alla motivazione ufficiale del trasferimento è stato cancellato. Lo stesso campo nel caso del giustificativo del 07.08.2002 riporta la dicitura "KOMM. JULI 2002". Per quanto concerne 4 dei versamenti di cui al punto 3.4.2, si sono potuti verificare (tramite la documentazione dei conti postali WFS/PP) i seguenti flussi in uscita da WFS/PP (cfr ALL 110), avvenuti poco prima degli accrediti a favore del conto ZL732 risultanti dagli estratti ADM: Valuta 25.09.2002 25.09.2002 27.09.2002 21.10.2002
Divisa EUR USD CHF USD
Importo 37.699 227881 1.212.278 400.000
Commento Da WFS, rif. ADM Da PP, rif ADM Da PP, rif. Mancante Da PP, rif ADM
Inoltre già secondo i giustificativi bancari di FURRER è visibile il bonifico da parte di PP con valuta 14.11.2002 a favore di Oxalis a monte del versamento dell'identico importo di 199'979 USD avvenuto poco tempo dopo sul ZL732. Non troviamo invece nessun collegamento diretto con WFS/PP riguardo al primo ed all'ultimo versamento riportati al punto 3.4.2, ovvero 200'000 CHF e 50'000 CHF. 3.4.6 Ricapitolazione apporti capitale plausibilmente riconducibili a WFS/PP …Alla luce dei dati visti sopra possiamo allestire una tabella riassuntiva che mostra l'insieme dei trasferimenti di denaro a beneficio di F5111 e ZL732 indicati da FURRER la cui riconducibilità diretta a WFS/PP è documentalmente plausibile (tralasciando ovviamente il giro del saldo a chiusura di F5111 su ZL732): 62
Valuta 16.07.2002 23.08.2002 27.09.2002 27.09.2002 30.09.2002 24.10.2002 21.11.2002 28.11.2002 11.12.2002 17.12.2002 20.12.2002
Divisa CHF CHF CHF EUR USD USD USD CHF CHF CHF EUR
Importo 100.000 100.000 1.212.278 37.661 227.860 399.979 199.979 300.000 500.000 200.000 581.000
Ctv CHF
55.268 340.377 601.568 293.369
849.887
Conto ZL732 ZL732 ZL732 ZL732 ZL732 ZL732 ZL732 F5111 F5111 F5111 F5111
Commento Manca estratto ADM Manca estratto ADM
II totale degli apporti così calcolati è dunque di 4'552747 CHF. Interessante notare che il tutto è avvenuto nell'arco temporale di soli 6 mesi, ovvero nella seconda metà del 2002. 3.4.7 Ricapitolazione apporti capitale non chiaramente riconducibili a WFS/PP Nella seguente tabella riassumiamo invece i versamenti su F5111 e ZL732 per i quali non sono evidenti collegamenti con flussi da WFS/PP. Valuta 17.09.2002 30.05.2003
Divisa CHF EUR
Importo 200.000 350.000
16.10.2003
CHF
50.000
Ctv CHF Conto Commento ZL732 535.150 F5111 Ev. collegabili a 650.000 EUR versati cash su Bank Frick in data 08.05.2003 ZL732
II totale in questo caso è di 785'150 CHF. 3.4.8 Uscite da conti ZL732 e F5111 Stando sempre ai dati di ADM, dal conto ZL 732 sono stati effettuati i seguenti bonifici in uscita (cfr ALL 111): Data (da Divisa ADM) 04.12.2002 CHF
Importo
09.12.2002
CHF
140.000
01.04.2003
CHF
400.000
03.07.2003
CHF
300.000
31.10.2003
EUR
400.000
Controvalore CHF
60.000
Destinazione Nota a mano in conteggio di FR: “AK Oxalis – Bet Buro Nota a mano in conteggio di FR: “AK Oxalis – Bet Buro Nessun giustificativo bancario disponibile Nota a mano in conteggio di FR: “Auszahlung” Trasferiti a conto ZL731 (Nota a mano in conteggio di FR: Margendeckung) Bonificati ad Oxalis su Bank Frick – prelievo cash di FR e firma ricevuta di MG in data 02.12.2003
620.560
A parte il giroconto di 859'314 CHF (v.pti 3.4.2 e 3.4.3) del saldo di F5111 girato su ZL732, non si riscontrano ulteriori uscite dal conto presso Refco. Pertanto il totale delle uscite effettive è dunque pari a 63
1'220'560. Sulle destinazioni dichiarate torneremo più avanti. 3.4.9 Saldo finale conto ZL732 Al 30 aprile 2004 il conto ZL732 presenta secondo l'estratto ADM un saldo negativo di 208'618 USD (ovvero 269'180 CHF). Secondo una nota di FURRER e saldo negativo viene compensato con il trasferimento di 300.000 CHF al conto ZL731 avvenuto in precedenza (v. pto 3.4.8).
3.5 EVAX: esame documentazione Trident e Oxalis - retrodatazione 3.5.1 Dati di base Evax e acquisto di MELZI Giuseppe su richiesta di ZOCCOLA Afonso Evax è stata fondata in data 31 agosto 2001 tramite gli uffici di Trident a Zollikon, la stessa società che si è occupata di fornire il supporto per la vendita di altre British Virgin Islands a Zoccola. Paulangelo e Desole di cui si è discusso al capitolo 2. MELZI Giuseppe figura quale Director di Evax, ed in data 18 marzo 2003 ha acquistato la società ricevendo 1000 azioni al portatore. L'interrogatorio di Kellerhals (cfr ALL 46) ha chiarito alcuni punti importanti a livello cronologico in merito ad Evax, tra i quali il fatto che fino al 18 marzo del 2003 MELZI non ha avuto nulla a che vedere con questa società. Infatti fino a quella data Evax è stata inattiva e tenuta a disposizione per la Clariden Trust Management, la quale aveva originariamente dato mandato per la creazione della stessa. Kellerhals ha confermato che anche il documento che attesta MELZI quale Director di Evax con data del 31 agosto 2001 è stato allestito Sempre stando a quanto dichiarato della testimone Kellerhals, MELZI si è recato presso Trident accompagnato da ZOCCOLA e su sua necessità, in quanto questi (a causa di cambiamenti legislativi in materia di società off-shore) non poteva più essere accettato da Trident direttamente quale cliente individuale, per cui doveva appoggiarsi ad un avocato o ad una fiduciaria. Proprio per questo motivo, oltre ad affidare l'acquisto di Evax a MELZI Giuseppe, ZOCCOLA ha dovuto provvedere a regolarizzare la posizione di altre 14 società (tra le quali Georgia, SEIR, Arcalux, Agence Netter, Tulle e Gaist, il cui utilizzo è stato descritto al capitolo 2) sostituendo MELZI a sé stesso quale punto di riferimento presso Trident. 3.5.2 Documentazione di base cliente Evax presso Oxalis Abbiamo visto che presso Oxalis è stata sequestrata documentazione catalogata come cliente "Evax ZL732" (cfr ALL 103). Oltre a copie dei dati di base della società appena visti (ovvero allestiti da Trident), si trovano in questo dossier altri documenti (cfr ALL 166) il cui contenuto deve essere commentato alfine di avere un quadro chiaro di questa vicenda, prestando particolare attenzione ai riferimenti cronologici. Indichiamo nella seguente tabella i documenti più rilevanti e le relative date di sottoscrizione, dando dei riferimenti alfabetici per poterne in seguito discutere più agevolmente il contenuto: Rif A B
Data Luglio 2002 Luglio 2002
Denominazione documento "Personaldaten" "VSB"
Firme FR FR
C
Luglio 2002
FR
D
03.09.2002
"Transaktionsspezifische Abklärugenzur..." "Aktiennotiz/Vereinbarung..
FR,PS
E F
01.12.2002 01.12.2002
"Vertrag..." "Feststellung des ..."
FR,MG MG 64
Contenuto Dati di base cliente Evax Identificazione cliente Evax e avente diritto economico Ulteriori dati cliente Evax Accordo su Evax tra WFS e OXALIS Contratto Evax Oxalis Determinazione avente diritto
G H
19.03.2003 21.10.2003
"Kopie erstellt..." In der Periode..."
FR STREBEL
economico cliente Evax Copia passaporto MG Dichiarazione
Innanzitutto appare evidente l'incoerenza cronologica tra i doc. A, B, C (tutti con data luglio 2002) ed il doc. E (sottoscritto 5 mesi dopo). In effetti non si capisce come possano esserci documenti che attestano l'esistenza del cliente Evax (con dettagli importanti) già a partire da luglio, mentre il contratto con Oxalis da parte dello stesso cliente viene firmato solo 5 mesi dopo. Altra incongruenza è il fatto che la copia del documento d'identificazione del cliente (doc. G) venga fatta soltanto a marzo del 2003, mentre di norma tale accertamento è da eseguire nel momento in cui il cliente diventa tale, e dunque teoricamente in questo caso già da luglio 2002. Per quanto riguarda l'indicazione dell'avente diritto economico, vi sono diverse versioni i cui contenuti sono ambigui e formalmente non corretti. Dal doc. B si sarebbe portati a credere che ADE della relazione sia MELZI Giuseppe (indicato tra parentesi dopo Evax). Al doc. C viene dapprima indicato MELZI Giuseppe quale ADE, ma nel resto del formulario si specifica che lo stesso rappresenta fiduciariamente una grossa famiglia italiana attraverso Evax, dunque in sostanza il reale ADE della relazione resta sconosciuto. Infine al doc. F si dichiare Evax è il partner contrattuale (con indicazione di MELZI tra parentesi) e che lo stesso Wier è anche ADE (e dunque ancora una volta si può dire che il reale ADE resta sconosciuto, in quanto Evax è una società di sede e non può essere indicata quale ADE su di un formulario A). Ulteriori incoerenze si riscontrano per quanto concerne l'ammontare del patrimonio riferibile ad Evax. Al doc. A si parla di estratti bancari indicanti un patrimonio di ca. 40 Mio EUR. Al doc. C si fa riferimento ad investimenti di ca 6 Mio CHF ed al cliente quale grossa famiglia italiana con disponibilità superiori a 500 Mio EUR0. Al doc. D l'importo indicato è di 5 Mio CHF (da spostare da WFS/PP su Oxalis). Infine al doc. E l'investimento risulta essere di 3 Mio CHF. Dal doc. D si evince che Evax sarebbe già cliente di WFS/PP, presso la quale disporrebbe di un conto pari a ca 5 Mio CHF. In base al materiale finora esaminato relativo a WFS/PP, non risulta però alcun cliente Evax, né sono mai state riscontrate entrate su conti bancari di WFS/PP riconducibili ad Evax o MELZI. Ad ogni modo dallo stesso documento si apprende che è previsto che Evax divenga azionista di Oxalis nel quadro di un aumento di capitale azionario ad inizio 2003. Quanto al doc. H si tratta di un’attestazione sul cliente ZL732 Evax, firmata da Strebel Bruno (indicato quale responsabile presso Oxalis in materia di legge contro il riciclaggio di denaro) secondo cui tra il 1°.12.2002 ed il 31.12.2002 non ci sono stati cambiamenti. Il motivo alla base dell'allestimento di questo documento (redatto 10 mesi più tardi rispetto al periodo di cui si fa menzione) non è conosciuto.
3.5.3. Retrodatazione documentazione Evax - precisazioni e versione dei fatti di FR Alla luce delle numerose incoerenze ed imprecisioni emerse dall'esame della documentazione di Evax presso Oxalis, in particolar modo del fatto che la stessa società sia stata acquistata da MELZI soltanto a marzo del 2003 mentre in alcuni documenti compaia già con data luglio 2002, FURRER è stato interrogato alfine di chiarire il reale svolgimento dei fatti. Dalla lettura dei relativi verbali risultano evidenti ulteriori incongruenze e contraddizioni, soprattutto in merito alla determinazione dei reali aventi diritto economico celati dietro Evax. FURRER Roger si è dunque visto costretto a riconoscere di aver retrodatato parte della documentazione da lui allestita, ed ha consegnato in data 23 marzo 2005 al MPC uno scritto con delle precisazioni (cfr ALL 112), che comunque risultano ancora in parte ambigue ed azzardate. FURRER ammette di non aver mai verificato personalmente la reale provenienza del denaro attribuito ad Evax e di essersi fidato di quanto dettogli da ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE, ovvero che il denaro (anche quello consegnatogli a contanti) veniva trasferito su Oxalis da clienti preesistenti presso WFS/PP. Originariamente questo denaro avrebbe dovuto essere messo a disposizione direttamente da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE , i quali in cambio avrebbero anche dovuto diventare azionisti al 50% di Oxalis (attraverso un'altra società Olympus). Alla base di questo accordo vi sarebbe stata 65
l'intenzione di trasferire questo denaro su di un nuovo fondo d'investimento nel Forex (4-EX Fund) gestito da Oxalis. In seguito (maggio/giugno 2002) ZOCCOLA Alfonso, PAULANGELO Salvatore, DESOLE Paolo avrebbero comunicato a FURRER di non disporre a titolo personale di questi importi (inizialmente si parlava di 7 Mio CHF, poi calati a 6), ed avrebbero così provveduto a trasferire denaro di clienti WFS/PP. ZOCCOLA e MELZI avrebbero comunicato a FURRER le indicazioni relative al fatto che il patrimonio di Evax era di pertinenza di grandi famiglie italiane rappresentate a titolo fiduciario da MELZI Giuseppe (che dunque FURRER seguitava a non conoscere). Per questo motivo Evax sarebbe dunque subentrata a ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE (ed alla Olympus) nella prevista partecipazione al capitale azionario di Oxalis. Il patrimonio di Evax presso Oxalis sarebbe in seguito stato eroso dalle perdite generate dal trading effettuato da DESOLE (salvo ovviamente le uscite di cui al punto 3.4.8), fino ad arrivare alla perdita totale. 3.6 Ricostruzione dei fatti in base ad interrogatori ed intercettazioni telefoniche Per cercare di capire cosa sia veramente successo in questo contesto bisogna integrare quanto visto a livello documentale con le dichiarazioni degli imputati e soprattutto con il contenuto delle intercettazioni telefoniche eseguite dalle Autorità italiane, le quali "permettono di comprendere che i vari personaggi implicati hanno giocato ruoli differenti a dipendenza dell'interlocutore, e che dietro al cliente Evax e MELZI sono in realtà ancora una volta ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE. Anche se non è possibile ricostruire esattamente i dettagli della vicenda ed il grado d'implicazione di FURRER nella stessa, i punti più importanti possono essere comunque chiariti. Vediamo quindi di fare alcune riflessioni e puntualizzazioni, in relazione anche ad alcuni episodi particolari, il cui esame ci porta ad una migliore comprensione di quanto accaduto. 3.6.1 Evax cliente creato ad hoc La sola questione dell'evidente retrodatazione della documentazione di Evax presso Oxalis sarebbe sufficiente a far capire che questa società è stata utilizzata a posteriori per giustificare lo spostamento di denaro da WFS/PP su Oxalis. Le stesse precisazioni di FURRER Roger indirizzate al MPC, anche se in toni di autogiustificazione, evidenziano il fatto che la vera origine e titolarità del denaro era conosciuta solo a chi lo aveva fatto confluire su Oxalis (su conti bancari o di brokers intestati alla stessa). A ciò si aggiunge che né presso ADM (per il conto ZL732), né presso Refco (per il conto F5111) figura alcun riferimento a questo cliente. Al contrario, nel caso di Refco ci sono tracce di dichiarazioni in totale contrasto con la versione dei fatti fornitaci da FURRER (v. punto 3.2.1). Il patrimonio confluito su questi conti è stato quindi attribuito a posteriori ad un cliente di comodo, creato ad hoc molto più tardi (marzo 2003) rispetto ai flussi finanziari in entrata (v. punto 3.4.6) ed agli accordi di prevista entrata in società in Oxalis da parte di ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE. 3.6.2 Reali aventi diritto economico - Rimborso di 400'000 EUR MELZI non è l'avente diritto economico dei valori attribuiti ad Evax, come non lo sono nemmeno le fantomatiche plurimilionarie famiglie italiane citate nella documentazione presso Oxalis. MELZI stesso ha dichiarato in sede d'interrogatorio (cfr ALL 88 pp 199-204) 55 di aver agito nell'interesse dei tre anche in questo caso, ovvero di essere stato invitato a far credere (nei confronti di Oxalis) che il denaro fosse di altri suoi clienti. I tre (in particolare ZOCCOLA ) gli avrebbero dunque chiesto di non dire che il denaro era loro. MELZI si sarebbe in seguito dovuto occupare di farsi rimborsare il denaro di Evax da parte di Oxalis, denaro che FURRER affermava essere stato perso in investimenti andati male (cfr ALL 87 pp 122-154). Ad ogni modo il rimborso avvenuto a dicembre 2003 a seguito dell'uscita dal conto ZL 732 del 31 ottobre 2003 (v. punto 3.4.8) è l'elemento che meglio fa capire che in realtà ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE consideravano il denaro di Evax come loro patrimonio personale. Dal giustificativo di 55
Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese (Faldone nr. 16) 66
prelevamento eseguito da FURRER Roger presso Bank Frick datato 2 dicembre 2003 (v. punto 3.4.8) si constata che l'importo è stato poi ricevuto in contanti da MELZI.. Questi 400.000 EURO sono stati consegnati a MELZI Giuseppe da DESOLE Paolo e FURRER Roger a Milano, circostanza confermata da tutti gli interessati. Le dichiarazioni degli imputati si differenziano poi su quello che sarebbe stato il successivo utilizzo di questo denaro, ma grazie all'intercettazione di un e-mail inviato il 13 gennaio 2004 da PAULANGELO a MELZI (cfr ALL Mail/2) 56 appare evidente anche in modo documentale che i 400.000 EURO erano destinati in parti uguali a ZOCCOLA Alfonso, PAULANGELO Salvatore e DESOLE Paolo, indicati su di una tabella Excel con i nominativi Salvi, Paolo e Alfonso, accanto a ognuno dei quali figura l'importo di 133.333 EUR. MELZI Giuseppe ha confermato di aver ricevuto l'importo e di averlo in seguito suddiviso e consegnato ai tre in tempi e luoghi diversi (cfr ALL 87 pp 129-132) 57. A questo punto risulta chiaro che il cliente Evax è servito unicamente a fare da paravento ai reali interessi economici di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE relativamente al denaro confluito su Oxalis. E' interessante ancora notare che MELZI (cfr ALL 87 p 122) 58 ha accennato al fatto che ZOCCOLA gli abbia riferito che i soldi di Evax avrebbero dovuto essere disinvestiti da Oxalis in vista di possibili impieghi per gli investimenti in Sardegna, dato che altro denaro era bloccato (presumibilmente riferendosi ai conti bancari presso Bank Leu). I retroscena e la preparazione del rimborso a contanti dei 400.000 EURO sono indicativi del reale svolgimento dei fatti e dei ruoli dei vari personaggi. Alfine di comprendere quanto successo vanno lette le pagine 99-104 della seconda informativa "Dirty Money" (cfr ALL 15) 59, dalle quali si evince che PAULANGELO, MELZI, DESOLE e FURRER si sono accordati per far risultare tra la documentazione un antecedente tentato bonifico della somma (teoricamente non riuscito per motivi tecnici), creando così una sorta di alibi che tutelasse FURRER da problemi con la giustizia zurighese (dalla quale era stato interrogato poco tempo prima) per il fatto di smobilizzare il denaro da Oxalis. L'ordine di pagamento compilato da FURRER datato 3 novembre 2003 relativo a questa supposta transazione fa parte della documentazione prodotta da FURRER di cui al punto 3.3.2. FURRER non ha però potuto fornire nessun giustificativo bancario ufficiale in materia. Molto interessante per la nostra inchiesta è anche il fatto che secondo quanto riportato dalle autorità italiane, anche ANDALI Fortunato si sia interessato alla questione dei 400.000 EURO. Infatti a pag. 102 della succitata informativa 60 si apprende che nello stesso giorno in cui vengono escogitati i piani per lo smobilizzo, ANDALI Fortunato ha chiamato MELZI Giuseppe, dal quale è stato informato in merito ad uno sviluppo positivo "su quei quattro là", riferendosi verosimilmente ai 400.000 EURO. 3.6.3 Conoscenza da parte di FURRER Roger della reale situazione e sua posizione Abbiamo dunque visto come FURRER si sia prestato in vari modi a reggere il gioco a ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE e MELZI retrodatando documenti ed accettando di far figurare il cliente Evax presso Oxalis quale titolare del denaro in provenienza da WFS/PPFinanz. Se non è possibile determinare esattamente a partire da quando, si può però affermare che FURRER deve aver saputo che dietro Evax e MELZI in realtà si celavano ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE, e che le richieste di rimborso con relative minacce di denuncia inoltrate da MELZI erano una messinscena. A tal proposito è significativa la lunga telefonata del 10 maggio 2004 tra PAULANGELO e MELZI , durante la quale MELZI Giuseppe (preoccupato che il suo "doppio gioco" venga scoperto) fa un riferimento esplicito al fatto che FURRER gli avesse fatto notare che era chiaro che "si sa benissimo che i clienti non sono clienti", ossia che Evax era un paravento (cfr ALL 114) 61. Inoltre FURRER a gennaio del 2004 era pienamente cosciente del fatto che l’Autorità inquirente che stava indagando sul crack WFS / PPFinanz sarebbe arrivata ad Oxalis ed ai flussi di denaro relativi ad Evax, in quanto PAULANGELO ne parla con lui al telefono (cfr ALL 115) citando un loro nemico 56
Vedi nota nr. 295 Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese (Faldone nr. 16) 58 Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese (Faldone nr. 16) 59 informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 14.10.2004 (Faldone nr. 6) 60 (indagine DIRTY MONEY – nota informativa nr. 96/49-2003 del 14.10.2004) (Faldone nr. 6) 61 Vedi nota nr.385 67 57
comune che sarebbe già sulla via giusta e non aspetterebbe altro che loro si mettano uno contro l'altro. FURRER non mostra alcuno stupore in relazione alle parole ed al tono di PAULANGELO , al contrario proseguendo la conversazione dando ragione a PAULANGELO mostrando di aver capito benissimo quale sia l'oggetto della discussione. FURRER ad ogni modo è l'unico ad avere potere per trasferire denaro fuori da Oxalis, dunque ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE hanno bisogno del suo consenso per poter rientrare in possesso delle somme relative ad Evax (in quanto le stesse sono depositate presso conti intestati ad Oxalis, sia presso le banche che presso i brokers). E' chiaro che conoscendo il reale stato delle cose FURRER Roger non deve temere denunce da parte di MELZI a seguito di rifiuti di rifondere lo stesso cliente fittizio, nonostante questi (su ordini di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE ) formalmente lo inciti per via scritta a restituire il denaro restante. Vi è anche il sospetto quindi che lo stesso FURRER si sia appropriato di somme affidategli dai tre approfittando della situazione, in particolar modo per quanto concerne parte dei 650.000 EURO citati da FURRER tra i versamenti a favore di Evax (v. punto 3.3.2). FURRER ha infatti attestato di aver ricevuto tale importo da MELZI, ma in seguito oltre ad un versamento di 350.000 EURO a favore del conto F5111 avvenuto una ventina di giorni dopo (v. punto 3.4.7) non vi è più traccia dei 300.000 EURO di differenza. Gli stessi PAULANGELO e DESOLE durante una conversazione telefonica del 14 ottobre 2003 (cfr ALL 15 pp 63-64) si esprimono piuttosto chiaramente su questo argomento, seppur utilizzando nomi di comodo e riferimenti numerici abbreviati, aggiungendo che però in un secondo tempo FURRER avrebbe consegnato una parte di questa rimanenza a ZOCCOLA (attraverso MELZI) dopo averla cambiata da EURO in CHF. 3.6.4 Ambiguità ruoli Quanto visto fin qui è sufficiente per capire che i vari attori della vicenda legata ad Evax si sono contemporaneamente mossi su vari fronti, quindi a seconda degli interlocutori e delle situazioni hanno dovuto assumere ruoli differenti. Il risultato è che gli stessi ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE sono giunti tra di loro a raccontarsi menzogne ed a non potersi più fidare l'uno dell'altro, perdendo il controllo della situazione. Il tutto si riflette anche a livello degli interrogatori dei tre, le cui versioni dei fatti coincidono solo in maniera parziale. ZOCCOLA afferma di essere solo a conoscenza del fatto che Evax è un cliente riferibile a MELZI e sostiene di non sapere nulla in merito alle modalità di apporto di denaro relative a tale cliente, né in WFS/PP né in Oxalis (cfr ALL 116 p 12). DESOLE sostiene di essere stato escluso dall'accordo relativo ad Evax e di aver ricevuto informazioni secondo cui il capitale era costituito da clienti di MELZI alfine di non far comparire i loro tre nomi (cfr ALL 117 p 7). PAULANGELO dichiara che il denaro confluito su Oxalis per Evax era di proprietà di altri clienti di WFS e che l'utilizzo di MELZI e di Evax quale paravento era studiato per poter esercitare maggiore pressione sui dirigenti di Oxalis; DESOLE Paolo, sempre secondo PAULANGELO, era perfettamente a conoscenza della questione relativa ad Evax (cfr ALL 9 pp 182-198). Non è il caso qui di enumerare tutte le altre incongruenze a livello di dichiarazioni degli imputati, ma da una più ampia lettura dei verbali d'interrogatorio ci si può rendere conto che le versioni dei fatti sui vari episodi sono molteplici, così come dalle numerose intercettazioni telefoniche si evince che tutti gli interessati hanno agito cercando di nascondere di volta in volta i loro reali interessi ed intenzioni agli interlocutori o a terze persone. La rilevanza di tali comportamenti è sempre da mettere in relazione al fatto che il denaro di cui stiamo parlando proviene da WFS/PP, e che l'obiettivo primario alla base dei comportamenti di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE (con la complicità di MELZI e la compiacenza di FURRER ) era evidentemente di dare una "nuova identità" a questo capitale, potendolo così reimpiegare in un'altra struttura al di fuori di WFS/PP nella quale avere comunque anche margini di manovra. 3.6.5 Consegne di denaro a contanti DESOLE Paolo ha evocato un episodio durante il quale a settembre 2003 MELZI avrebbe ricevuto da FURRER presso lo studio dell'avv. FERRO in presenza di ZOCCOLA l'importo di 400.000 CHF, e che ZOCCOLA si sarebbe arrabbiato in quanto la somma pattuita doveva invece essere di 300.000 68
EURO (cfr ALL 117 pp 7-8). Tale episodio (probabilmente ricollegabile a quanto visto in coda al punto 3.6.3) è parzialmente confermato da MELZI, il quale dice di aver ricevuto in quell'occasione da FURRER del denaro (a sua memoria 300.000 CHF) presso Oxalis ed in seguito averlo consegnato a ZOCCOLA che lo attendeva nell'ufficio dell'avv. FERRO (cfr ALL 87 pp 145-147). FURRER ammette di aver consegnato il denaro a MELZI, ma dice di averlo fatto presso gli uffici di Oxalis a Zollikon e non alla presenza di ZOCCOLA e dell'avvocato FERRO presso lo studio dello stesso (cfr ALL 118). ZOCCOLA Alfonso nega assolutamente di aver mai preso parte all'incontro ed aver ricevuto il denaro (cfr ALL 119 pp 12-13). Documentalmente appare difficile collegare questa consegna di denaro all'uscita di 400.000 CHF dal conto ZL 732, avvenuta ben più di 5 mesi prima (v. punto 3.4.8), il cui impiego resta quindi tuttora sconosciuto. FURRER ha fornito un giustificativo bancario di prelievo dal conto di Oxalis presso Bank Frick per 450.000 CHF avvenuto in data 5 settembre 2003, recante nota da lui manoscritta che ne indica la consegna a MELZI Giuseppe/Evax. Tale importo si avvicina al controvalore dei 300.000 EURO residui dal versamento cash di 650.000 EURO di cui al punto 3.6.3. Quindi se effettivamente i 400.000 CHF consegnati a MELZI a Zurigo provengono da questo prelievo, a maggior ragione resta sconosciuta la reale destinazione dei 400.000 CHF usciti in precedenza dal ZL732. Restando sul tema delle transazioni a contanti, segnaliamo ancora il fatto che secondo FURRER i 650.000 EURO versati su Bank Frick in data 8 maggio 2003 gli sarebbero stati consegnati da PAULANGELO (cfr ALL 120 pp 22). DESOLE conferma questa circostanza (pur dicendo di non aver visto il denaro che doveva trovarsi in una valigetta) e precisa che il fatto sarebbe avvenuto nella prima metà di aprile presso Oxalis in presenza anche sua e di ZOCCOLA (cfr ALL 117). Ad ogni modo, se il versamento è documentato, non lo è la provenienza. E' più che verosimile (dati il contesto e le circostanze) che il denaro effettivamente sia stato originariamente prelevato da conti di WFS / PP Finanz (anche se dai movimenti dei conti bancari delle due società non risultano prelievi a contanti di questa entità in questo periodo), ma vi è comunque la possibilità che provenga da altre fonti. 3.6.6 Transazioni su conti ADM - perdite Evax Abbiamo visto in precedenza che DESOLE Paolo era dipendente di Oxalis per la quale lavorava come trader. Questo suo inserimento in Oxalis ha permesso allo stesso di avere controllo diretto sulle transazioni effettuate sui conti della clientela, tra i quali anche quelli collegati ad Evax. Molto interessante in merito all'attività di DESOLE in questo senso è una telefonata tra lui e PAULANGELO del 13 gennaio 2004 (cfr ALL 121) 62, durante la quale DESOLE parlando di conti sui quali opera accenna ad una sorta di "gioco", il quale gli permetterebbe di aprire posizioni su più fronti e ritrovarsi in seguito ad avere un utile su di un conto ed una perdita su di un altro. Se dalla conversazione non sono chiari i dettagli di questo meccanismo, è però evidente che devono essere state fatte transazioni su conti di Oxalis presso ADM (si parla di 731, 732 ed in seguito anche di 735, 736, 737, tutti riferimenti riconducibili a conti aperti da Oxalis presso ADM) mirate a favorire un conto piuttosto di un altro, e dunque in un certo senso a trasferire denaro da un cliente all'altro senza lasciare traccia. La documentazione del cliente Evax fornita da FURRER Roger mostra, come già visto al punto 3.4.9, che il saldo del conto a fine aprile è addirittura negativo. Tutto il denaro depositato sui conti F5111 e ZL732 sarebbe dunque stato perso nel trading (salvo quello precedentemente uscito da tali conti). Alla luce di quanto appena visto e degli intricati rapporti tra i vari personaggi, è però lecito chiedersi se la dissoluzione del capitale di Evax sia effettivamente da imputare esclusivamente a perdite realizzate nel trading, o se invece parte del denaro non sia stato fatto confluire su altri conti in maniera non tracciabile, ovvero non tramite bonifici, ma appunto attraverso operazioni come quelle a cui accennava DESOLE. Il reale stato del patrimonio del cliente Evax non era inoltre di certo rivelato nei rendiconti mensili della documentazione ad esso riferibile, in quanto confrontando velocemente questi dati con i saldi mensili del conto ZL732 in particolare a partire dal mese di ottobre 2003 (e dunque dopo la chiusura del conto F5111, il cui saldo era già confluito sul ZL732) si vede che le due cifre presentano differenze notevoli. Ciò è ricollegabile anche alla problematica vista al punto 1.5, ovvero al fatto che sui rendiconti si 62
Vedi nota nr.293 69
riportava la stessa dicitura di scarico in merito alle posizioni ancora aperte, le quali appunto non venivano mostrate al cliente. Nel caso di Evax il tutto è complicato dai rapporti "particolari" con il cliente e dalla sorta di tira e molla formale tra FURRER e MELZI per il rimborso del capitale. Negli ultimi due rendiconti (ovvero marzo e aprile 2004) vengono fatte improvvisamente comparire le perdite relativamente ad operazioni che risultano essere state aperte mesi prima, fino a presentare appunto un saldo negativo (che comunque anche nel rendiconto di fine aprile 2004 non corrisponde all'effettivo saldo del conto ZL732, ancor più negativo). E’ interessante notare che tutto ciò avviene poco dopo l'invio di un fax da parte di FURRER a MELZI (ricevuto da MELZI una prima volta in tedesco il 26 febbraio 2004 ed in un secondo tempo in italiano il 15 marzo 2004), il contenuto del quale può essere riassunto nel rifiuto da parte di Oxalis di rimborsare il cliente Evax a causa di problemi legali relativi al fatto che il denaro provenisse da WFS (cfr ALL 15 pp 194-195) 63. Non è comunque ora il nostro obiettivo ricostruire tutto il prosieguo della vicenda, ma è evidente (soprattutto in base al resto delle intercettazioni telefoniche di questo periodo fino a maggio 2004 64) che i rapporti tra ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE, MELZI e FURRER si sono andati sempre più complicando e che la destinazione finale del denaro effettivamente restante riferibile ad Evax è praticamente impossibile da stabilire, se non grazie a spiegazioni dettagliate da parte di chi ha operato sui conti di Oxalis. Ciò che è più importante nella nostra ottica è comunque sempre il fatto che dalle succitate intercettazioni emerga la conferma inequivocabile che dietro la figura di MELZI Giuseppe i veri interessati al patrimonio di Evax erano ZOCCOLA Alfonso, PAULANGELO Salvatore. e DESOLE Paolo. 3.6.7 Aumento capitale Oxalis e trasferimento 300.000 CHF a favore conto ZL731 L'aumento di capitale di Oxalis da 100'000 a 300.000 CHF è avvenuto in data 25 marzo 2003. Nella stessa data è stato sottoscritto un documento da parte del CdA di Oxalis relativo alla nuova ripartizione delle quote azionarie (cfr ALL 122), dal quale si evince che Evax diventa azionista di Oxalis con una partecipazione vicina al 50% (1.499 azioni su un totale di 3.000). Pochi giorni prima MELZI aveva acquistato la società Evax presso Trident. Risulta strana dunque a livello cronologico l'indicazione di FURRER nei suoi conteggi in merito alle due uscite (140.000 e 60.000 CHF) dal conto ZL 732, avvenute in effetti già il 4 e 9 dicembre 2002, destinate in parte secondo FURRER proprio al capitale azionario di Oxalis. Ancor più strano appare il fatto che nel rendiconto mensile di dicembre 2002 nel classeur della documentazione di Evax appaiano due apporti di capitale con le stesse date e per gli stessi importi, e non delle uscite. A detta di FURRER nel dicembre 2003 lui e Strebel avrebbero di nuovo rilevato le azioni di Oxalis detenute da Evax, e tenendo conto del fatto che ad aprile 2004 il saldo di Evax era negativo non sarebbe avvenuto nessun pagamento, bensì una sorta dì compensazione (cfr ALL 123 p 5). Ricordiamo a questo punto che dal conto ZL732 al conto ZL731 era stato fatto un trasferimento di 300.000 CHF il 3 luglio 2003 (v. punto 3.4.8), destinato a copertura di margini operativi richiesti per il conto pool (appunto lo ZL731) di Oxalis. FURRER ha affermato che tale trasferimento sarebbe stato un prestito da parte di Evax nei confronti di Oxalis, senza però alcun contratto scritto, ma unicamente accordi verbali tra lui e MELZI (cfr ALL 120 p 21). Nella documentazione fornita da FURRER relativamente ai flussi di denaro del conto ZL732, lo stesso ha anche annotato nella sua tabella ricapitolativa che il saldo negativo di fine aprile viene coperto (o piuttosto compensato) proprio dal precedente trasferimento a favore di Oxalis. Risulta allora evidente che FURRER attribuisce due giustificazioni e versioni dei fatti differenti in merito alla compensazione di questo saldo negativo, che non possono essere plausibili per il solo motivo che gli importi in gioco (200.000 + 300.000 CHF) sono chiaramente superiori al saldo debitore di Evax (269.180 CHF), e che dunque ancora una volta appaiono come un tentativo a posteriori di ricostruzione dei fatti ad arte. Tutto ciò ci fa comunque comprendere che se è vero che gli interessi di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE Paolo da una parte e di FURRER dall'altra si sono incrociati ed accomunati per un certo periodo di tempo, non è però chiaro in che misura FURRER abbia agito senza il consenso dei tre o con 63 64
Vedi note nr.330 - 331 informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004 (Faldone nr. 2) informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 14.10.2004 (Faldone nr. 6) 70
l'accordo di una sola parte di essi. 3.6.8 Ricerca intestatario fittizio e "scudo fiscale" Un ulteriore elemento a conferma del fatto che il denaro confluito su Oxalis ed attribuito ad Evax fosse invece ritenuto da ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE di loro spettanza deriva da altre intercettazioni telefoniche avvenute tra settembre 2003 ed aprile 2004 (cfr ALL 15 pp 51-52, ALL 124, ALL 125, ALL 126, ALL 127) 65 che riguardano il tentativo di far confluire il denaro presso Oxalis verso l'Italia, approfittando del cosiddetto "scudo fiscale" (decreto del Governo italiano che permetteva il rientro in patria di capitali di italiani depositati all'estero dietro pagamento di una penale). Il fax inviato da MELZI in data 2 aprile 2004 ad Oxalis fa chiaro riferimento alla volontà di ottenere il rimborso dei capitali di Evax entro il 16 aprile 2004, data citata quale termine ultimo previsto dalla legge fiscale italiana per aderire all'iniziativa. Naturalmente per operare tale trasferimento bisognava poter dimostrare che il denaro si trovasse investito all’estero (in questo caso in Svizzera) già da tempo, perciò agli occhi delle competenti autorità italiane era necessario far figurare tali investimenti come preesistenti e riferibili ad aventi diritto economico di cittadinanza italiana. A questo proposito MELZI (parlando al telefono con PAULANGELO) ha anche paventato la possibilità di far capo ad un loro amico di Olbia (verosimilmente PITTA, coinvolto negli affari immobiliari in Sardegna) che si sarebbe dichiarato disponibile a comparire quale intestatario dei beni da far rientrare in Italia. Dalle intercettazioni telefoniche si comprende inoltre chiaramente l'interesse di ZOCCOLA e PAULANGELO in merito alla questione. Infatti entrambi discutono con MELZI di questo argomento, al quale danno direttive, seppur (soprattutto nel caso di ZOCCOLA ) utilizzando in parte un linguaggio críptico. La telefonata tra MELZI e una traduttrice alla quale anticipa l'argomento in vista di una prossima discussione con FURRER Roger e Strebel rappresenta un'interessante sorta di riassunto del contesto di cui stiamo parlando Melzi descrive abbastanza dettagliatamente la situazione, seppur non rivelando ovviamente i nomi dei personaggi coinvolti ed i reali retroscena dell'operazione. Risulta quindi ora chiaro anche il motivo per cui, come visto in precedenza, nella documentazione del cliente Evax presso Oxalis si fosse dichiarato che il denaro apparteneva a grandi famiglie italiane. Inoltre, il fatto che il denaro dovesse essere trasferito in Italia avvalora l'ipotesi secondo cui lo stesso sarebbe stato destinato ad investimenti in questo Paese, e più precisamente in immobili in Sardegna, come dichiarato da MELZI (v. punto 3.6.2). La regolarizzazione del patrimonio di Evax per mezzo dello "scudo fiscale" avrebbe garantito agli interessati di poter reimpiegare il denaro in modo pulito e senza nessun collegamento con WFS/PP. Segnaliamo che ZOCCOLA, interrogato in materia (cfr ALL 128 p 3), ha negato qualsiasi suo interesse o attività legati allo "scudo fiscale", affermando di non sapere nemmeno di che cosa si tratti. TRASFERIMENTO A FAVORE DI PAULANGELO SALVATORE E DESOLE PAOLO DI 2,65 MILIONI CHF Nel giro di poco più di un mese, e sempre a metà 2002, PAULANGELO ha inoltre prelevato a contanti 2,65 Mio CHF in quattro tranches da un conto postale intestato a PPFinanz (denaro del quale si perdono dunque le tracce), 4.3.1 Ricevute di pagamento a PITTA – prelievi PAULANGELO Salvatore …Nella documentazione di cui al punto 4.1.1, figurano due ricevute di pagamento datate 28 giugno 2002, le quali attestano che PITTA ha ricevuto in 2 tranches pagamenti in EURO (309.874,14 e 516.456,88) per un controvalore esatto di 1,6 Mio LIT (cfr ALL 139). Entrambi i pagamenti sono stati effettuati da TOMARELLI, ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE, ma in un caso si fa esplicitamente riferimento 65
informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano nr.96/37-2003 in data 13.05.2004 (Faldone nr. 2) informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano nr. 96/49-2003 di prot. in data 14.10.2004 (Faldone nr. 6) Vedi note nr. 339-367-369-355 71
ad una vendita di terreno ed alla società GMP, nell'altro si rinvia ad una scrittura privata intercorsa tra gli interessati in data 12 marzo 2002, verosimilmente comunque legata alla stessa operazione (date e soggetti coincidenti). Ricordiamo che in data 13 marzo 2002 (quindi il giorno seguente alla scrittura privata) è stata costituita la Pasim (v. punto 4.2.1), veicolo societario di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE e TOMARELLI per la partecipazione in GMP. Facciamo notare come a partire da fine maggio 2002 nel giro di un mese PAULANGELO abbia proceduto ad alcuni importanti ed inabituali prelievi in contanti a mezzo di incasso assegni dal conto postale 69-145000-5 di PP Finanz per un totale di 2,65 Mio CHF, riportati nella tabella seguente (cfr ALL 140). Data Prelievo Divisa Importo Provenienza Firma 31.5.2002 CHF 400.000 PP Finanz PS 14.6.2002 CHF 620.000 PP Finanz PS 21.6.2002 CHF 680.000 PP Finanz PS 1°.7.2002 CHF 650.000 PP Finanz PS 5.7.2002 CHF 300.000 PP Finanz PS L'importo complessivo dei tre prelievi awenuti tra il 31 maggio ed il 21 giugno 2002 è di 1,5 Mio CHF, in teoria più che sufficienti dunque a coprire gli 1,6 Mia LIRE ITALIANE pagati a Pitta il 28 giugno 2002. 4.3.2 Prelievo di 550.000 euro da conto Arcalux …Al punto 2.1.6 abbiamo visto che in data 18 dicembre 2002 ZOCCOLA ha prelevato dal conto intestato ad Arcalux presso Bank Leu 550.000 EURO. Abbiamo anche preso atto al punto 2.6.3 che in merito a questo prelievo, NAGELI Walter ha redatto una nota secondo la quale ZOCCOLA gli avrebbe comunicato che 500.000 EURO erano destinati ad operazioni immobiliari in Sardegna nella zona di Tempio Pausania, zona in effetti relativa agli affari legati a GMP. Stando alle dichiarazioni del consulente bancario tale denaro (la cui provenienza da WFS/PP è stata accertata) sarebbe dunque stato utilizzato da ZOCCOLA Alfonso per pagamenti connessi a questa vicenda. 4.3.3 Documentazione relativa a Tomarelli …Come detto in precedenza, TOMARELLI era in affari con ZOCCOLA , PAULANGELO e DESOLE in campo immobiliare su due fronti, ovvero in Spagna e Sardegna. Gli esatti rapporti economici tra i quattro non ci sono noti, se non per quanto dichiarato dagli stessi, ma vogliamo comunque segnalare la presenza di documentazione relativa a TOMARELLI nel materiale consegnatoci dalle autorità italiane collegati alla fattispecie degli investimenti in Sardegna. Di questa documentazione fanno parte due giustificativi bancari della relazione di TOMARELLI presso il Banco Popolare di Bergamo, succursale di Monaco (cfr ALL 141). Tali giustificativi attestano i seguenti due bonifici avvenuti a favore di Tomarelli: Data Valuta 4.4.2002 3.6.2002
Divisa EURO EURO
Importo 99.990 199.995
Provenienza Notanil Properties Inc WFS
II bonifico di 199.995 EURO proviene dalla relazione 91-456488-6 di WFS presso Postfinance (cfr ALL 142). Sulla funzionalità di Notanil Properties Ine (di seguito Notanil) torneremo più dettagliatamente nel prossimo capitolo, al momento segnaliamo solo che si tratta di una società BVI alla quale era intestata la relazione bancaria 278-825858 presso UBS a disposizione di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE. Ad ogni modo su uno dei due giustificativi sono riportati a mano diversi conteggi ed annotazioni riferibili agli investimenti in Sardegna (Òlbia, GMP, Pasim, PITTA) e probabilmente ad altri in Spagna (Guaro, Avenidas). I due importi succitati sono chiaramente inseriti in tali conteggi, ed il loro totale (ca 300.000 EURO) viene collegato ad una "2° tranche" con data 1°.4.2002. Nello stesso conteggio si riporta una "1° 72
tranche" di 250.000 EURO con data 1°.2.2002, verosimilmente corrispondente ad un bonifico effettivamente avvenuto dalla stessa relazione bancaria di Notanil a favore di Tomarelli (cfr ALL 143). Sempre nello stesso conteggio è riportata una "3° tranche" di 500.000 EURO con la dicitura "deposito destin. Olbia" con data 1.5.02. A tal proposito si segnala che del succitato materiale fornito dalle autorità italiane fanno parte alcuni estratti mensili di WFS intestati a TOMARELLI (cfr ALL 144), tra cui quello relativo a maggio 2002 che riporta proprio un deposito di 500.000 EURO con data 2.5.2002, con ogni probabilità dunque collegabile a questo conteggio, tanto più che dall'esame dei conti bancari di WFS/PP non è mai stato riscontrato alcun versamento da parte di TOMARELLI a favore di WFS/PP. Possiamo quindi desumere che gli averi di TOMARELLI presso WFS fossero il frutto di una sorta di compensazione tra lui e gli altri tre soci in affari, i quali gli riconoscono un investimento in WFS e non esitano in questo modo ad utilizzare denaro di pertinenza della società (o dei suoi clienti) per loro scopi privati quali gli investimenti immobiliari in Italia e/o Spagna. 4.3.4 Conto intestato a GMP presso Banca Antonveneta …A seguito della perquisizione operata dalle autorità italiane il 26 aprile 2005 presso Banca Antonveneta a Milano, è emerso che GMP dispone di una relazione bancaria presso tale istituto dal 15 dicembre 2004, sulla quale hanno potere di firma MELZI e la sua segretaria Cenzato Adriana. Dagli estratti conto di tale relazione (cfr ALL 146) riassumiamo i più importanti movimenti (superiori a 20.000 EURO) in entrata ed in uscita dal conto nella seguente tabella. Data Valuta 22.12.2004 23.12.2004 23.12.2004 24.12.2004 28.12.2004 20.1.2005 8.4.2005 12.4.2005 12.4.2005
Divisa EURO EURO EURO EURO EURO EURO EURO EURO EURO
Addebito 100.000
Accredito 583.332
671.394 666.666 250.000 580.000 150.000 370.000 165.000
Genere Assegno Assegno Assegno Assegno Assegno Assegno Assegno Assegno Bonifico (benef. Banco di Sardegna)
Per quanto concerne gli assegni non disponiamo di indicazioni relative alla provenienza ed alla destinazione del denaro, per risalire a questi dati occorrono dunque ulteriori ricerche. Per il bonifico in uscita di 165.000 EURO sull'estratto conto figura la nota "sistemazione a saldo e stralcio posizione GMP", ma anche in questo caso non compare il beneficiario finale (ma solo la banca destinataria). Il saldo del conto al giorno della perquisizione ammontava a 37.073 EURO. I quattro accrediti ammontano in complesso a 1.869.998 Mio EURO, mentre i cinque addebiti a 1.666.394 EURO, la differenza tra i due importi ed il saldo finale è dovuta ad altre emissioni di assegni e prelievi per importi sotto i 20.000 EURO. Dagli importi e dalle date delle operazioni riportate nella tabella si può desumere che si tratti di pagamenti avvenuti in relazione ai terreni di proprietà di GMP e che il denaro sia transitato su questo conto per permettere a MELZI dì portare a termine la transazione tra le parti interessate. Ad ogni modo questi dati attestano che vi sono stati ancora flussi finanziari in relazione a GMP tra fine 2004 ed aprile 2005, data in cui (secondo la succitata nota) la posizione GMP sarebbe stata saldata. 4.3.6 Prelievi da conto Finmed presso Bank Leu …Come visto al punto 2.1.8, MELZI ha operato dei prelievi dal conto intestato a Finmed presso Bank Leu. Parte di quei prelievi è stata versata sul conto intestato a Geòrgia, ma il resto è stato trattenuto da MELZI (si tratta di 170'000 EUR e 390'000 CHF, prelevati a metà 2003). In relazione a tali prelievi si rammenta ancora che , come visto al punto 4.1.2, del dossier Finmed fanno parte perizie di stima commissionate da GMP relative a terreni in Sardegna; inoltre al punto 2.6.4 abbiamo visto come MELZI stesso abbia dichiarato che il denaro di Finmed era destinato a tali 73
investimenti per conto di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE. Pertanto è più che plausibile ipotizzare che il denaro sia stato utilizzato da MELZI per pagamenti relativi agli affari immobiliari. …Ricordiamo che al punto 3.6.2 abbiamo segnalato come (stando alle dichiarazioni di MELZI ) il denaro depositato presso Oxalis a nome di Evax avrebbe dovuto essere disinvestito in vista di pagamenti da effettuare per gli investimenti in Sardegna, anche a causa del blocco in vigore sui conti presso Bank Leu. Pertanto non è da escludere che la parte di denaro che è stata smobilitata in quel contesto sia stata in seguito effettivamente utilizzata per tali pagamenti.
TRASFERIMENTO A FAVORE DI NOTARIL DI 967.073 CHF Tra settembre 2001 e maggio 2002 ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE hanno anche accumulato 967.073 CHF su un loro conto bancario presso DBS (ancora una volta intestato ad una società off-shore delle British Virgin Islands, la Notanil Properties Inc.), denaro versato a contanti in diverse tranches e valute (attingendo secondo DESOLE a consegne di denaro a contanti da parte della clientela di WFS/PP), di cui circa la metà è poi stata prelevata sempre a contanti da ZOCCOLA, ma del cui utilizzo (salvo qualche riferimento nominativo di bonifici in uscita) abbiamo indicazioni soltanto in base alle note redatte dal consulente bancario, che fa riferimento ad investimenti immobiliari in Spagna. …Come accennato al punto 4.3.3, Notanil Properties Ine è una società British Virgin Islands, costituita in data 14 agosto 2001 (cfr ALL 147). In data 7 settembre 2001 è stata aperta presso UBS (filiale di Kloten) la relazione bancaria 278/825.858 intestata a Notanil. All'apertura la documentazione è stata sottoscritta da PAULANGELO, il quale ha anche conferito procura generale sui conti a ZOCCOLA e DESOLE . Gli aventi diritto economico della relazione all'apertura erano PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE, mentre in data 24 aprile 2003 è stato allestito un nuovo formulario A attestante ZOCCOLA quale unico ADE (cfr ALL 165). Zeloni Marco, consulente che ha gestito la relazione di Notanil presso DBS, è stato ascoltato in qualità di testimone in data 7 ottobre 2004 (cfr ALL 148). Secondo Zeloni il conto fu aperto in vista di progetti immobiliari da realizzare in Spagna con TOMARELLI, progetti in seguito (come riportatogli da ZA) non più realizzati, il denaro versato sul conto da PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE proveniva a loro dire da pagamenti di bonus (dei quali non vi è però alcuna traccia documentale) da parte di WFS e PP per le loro prestazioni quali amministratori delle società. All'inizio i tre avevano concordato di ripartirsi equamente il patrimonio di Notanil, poi ZOCCOLA è rimasto l'unico beneficiario del conto (a seguito della mancata concretizzazione dei progetti originali e di compensazioni di posizioni debitorie tra i tre). In occasione dei prelievi più importanti a Zeloni è sempre stato detto che il denaro era destinato all'impiego nei progetti immobiliari. Dopo l'apertura, tutte le informazioni relative alle transazioni ed ai cambiamenti del conto sono state fornite a Zeloni da ZOCCOLA. Del dossier della relazione bancaria presso DBS fanno parte diversi documenti relativi a planimetrie e progetti immobiliari in Spagna vicino a Marbella. Per quanto concerne il documento denominato "Compliance Kundengeschichte" (cfr ALL 149), è interessante notare che ZOCCOLA viene indicato quale comproprietario di un ristorante a Winterthur. Sulla relazione di Notanil sono stati effettuati diversi versamenti a contanti, riassunti nella seguente tabella (cfr ALL 150). Data Valuta 11.9.2001 24.9.2001 26.9.2001
Divisa EURO EURO CHF
Importo 127.823 59.386 14.000
Controvalore CHF 193.933 85.777 74
Nota DEM 250.000 DEM 116.150
1°.10.2001 16.10.2001 12.11.2001 14.11.2001 22.11.2001 18.12.2001 24.1.2002 21.2.2002 21.2.2002 25.2.2002 31.5.2002 4.6.2002
CHF EURO CHF EURO EURO EURO EURO EURO CHF EURO CHF EURO
50.000 19.350 22.200 12.654 44.993 7.618 26.842 15.000 10.000 84.750 200.000 54.725
28.591
ATS267.600
18.626 65.388 11.235 39.404 22.197
DEM 25.000 DEM 88.000 DEM 14.900 DEM 52.500
125.370 80.352
II controvalore totale di tali versamenti è di 967.073 CHF, dì cui circa la metà sono avvenuti in monete pre-Euro, ovvero marchi tedeschi e scellini austriaci. Questo aspetto valutario va a sostegno di quanto affermato da DESOLE (cfr ALL 28 pp 3-4), secondo il quale i versamenti a contanti sul conto di Notanil (creato per raccogliere tutto il denaro che spettava a PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE come bonus) sarebbero avvenuti utilizzando denaro consegnato dai clienti che doveva essere investito nel Forex tramite WFS/PP. A detta di DESOLE, invece di versare questo denaro su conti di WFS/PP i tre avrebbero operato una sorta di compensazione, trattenendo le somme ricevute dai clienti in base ai loro calcoli relativamente a commissioni generate dal trading, che si sarebbero accumulate su un conto di WFS/PP presso ADM. A conferma ulteriore di questa prassi di compensazione (anche se in termini differenti) vi è parte della documentazione presso UBS relativa al versamento di 50.000 CHF effettuato da ZOCCOLA in data 1 ottobre 2001 (cfr ALL 151). Infatti dalle note scritte da Zeloni risulta che i 50.000 CHF versati da ZOCCOLA su Notanil sarebbero parte di un importo più alto (160.000 CHF) ricevuto da una cliente di Oxalis (i cui dati sono riportati su di un formulario redatto da FURRER il 27 settembre 2001). ZOCCOLA in qualità di comproprietario di Notanil avrebbe trattenuto i 50.000 CHF, versandoli sul relativo conto quale rifusione di un suo credito verso WFS, provvedendo quindi a versare solo la rimanenza a nome di Oxalis sul conto di WFS presso Credit Suisse. Interrogato relativamente a questa operazione, ZOCCOLA ha detto di non aver idea di cosa si tratti (ALL 138 p 4). E' importante comunque sottolineare che il denaro relativo a tutti questi versamenti a contanti sarebbe stato dunque in origine di spettanza della clientela di WFS/PP o delle società medesime (e se così non fosse resterebbe da spiegare la provenienza di quasi un milione di CHF), e non direttamente di PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE, i quali avrebbero dovuto al limite percepire pagamenti di eventuali bonus con altre modalità. …Tutti i prelievi a contanti dalla relazione di Notanil sono stati effettuati da ZOCCOLA Alfonso (cfr ALL 152), operazioni riportate nella seguente tabella. Data valuta 22.1.2002
Divisa EURO
Importo (senza agio) 1.300
Controv. CHF 1.908
12.3.2003
CHF
75.000
ZA
24.4.2003 26.5.2003
CHF EURO
150.000 30.000
ZA ZA
20.6.2003
CHF
60.000
20.6.2003
EURO
20.000
30.820
ZA
17.7.2003
EURO
50.000
77.170
ZA
28.7.2003
CHF
6.410
45.759
Firma ZA
ZA
ZA
In totale ZOCCOLA ha dunque prelevato il controvalore di 447.067 CHF dal conto Notanil. Quanto all'utilizzo di questi importi, ZOCCOLA ha fornito diverse motivazioni durante l'interrogatorio 75
del 19 aprile 2005 (cfr ALL 138 pp 3-4). La maggior parte del denaro l'avrebbe consegnata a PAULANGELO, mentre il resto sarebbe servito per un ristorante alla Canarie. E' comunque curioso il fatto che due dei prelievi che ZOCCOLA afferma di aver girato a PAULANGELO (150.000 e 60'000 CHF) siano avvenuti quando ZOCCOLA era già unico avente diritto economico del conto. Inoltre in merito all'importo di 150.000 CHF Zeloni ha redatto una nota secondo la quale il denaro sarebbe stato utilizzato da ZOCCOLA per il pagamento di una casa a Gran Canaria (cfr ALL 149); interrogato in materia, ZOCCOLA ha negato l'esistenza di tale casa, sostenendo di aver mentito al funzionario di banca per poter consegnare il denaro a PAULANGELO (cfr ALL 138 p 4). Quanto al bonifico di EURO 103.504 a favore di Rio Carlo con data valuta 24 luglio 2003 (cfr ALL 153), ZOCCOLA ha rifiutato di dare spiegazioni (cfr ALL 154 p9). Ad ogni modo aggiungendo il controvalore ¡n CHF di quest'ultimo importo ai prelievi effettuati a contanti, risulta che ZOCCOLA ha fatto utilizzo di almeno 607.208 CHF del denaro depositato sul conto di Notanil.
TRASFERIMENTO A FAVORE DI PAULANGELO SALVATORE DI 500.000 CHF Un anno più tardi, a metà luglio 2003 ed in concomitanza con la vendita di PPFinanz, PAULANGELO ha prelevato ancora 500.000 CHF da un conto postale di PPFinanz, parte dei quali lo stesso PAULANGELO afferma aver consegnato a ZOCCOLA ed ANDALI in quanto i due si sarebbero preoccupati di organizzare tutto il necessario per inscenare una vendita fasulla della società (trovando dei compratori nella veste di personaggi calabresi disposti ad agire sotto mentite spoglie), che avrebbe dovuto permettere a Paulangelo di scaricare le proprie responsabilità su terze persone. …Nel capitolo 1 abbiamo accennato più volte all'episodio della vendita di PPF da parte di PAULANGELO ad un compratore di comodo, avvenuta a Berikon/AG in data 18 luglio 2003 con l'intento di scaricare sullo stesso eventuali responsabilità derivanti dalla critica situazione finanziaria di WFS/PP. La fattispecie è oggetto di un rapporto da parte della Polizia Giudiziaria Federale (nel quale si descrivono meglio le relative circostanze ed i ruoli degli imputati e di altri personaggi calabresi), quindi qui vogliamo unicamente segnalare gli elementi acquisiti in stretta relazione agli importi di denaro legati all'operazione. …A metà luglio 2003 PAULANGELO ha effettuato i seguenti prelievi dal conto 69-145000-5 intestato a PP presso Postfinance (cfr ALL 155): Data prelievo 17.7.2003 18.7.2003
Divisa CHF CHF
Importo 200.000 300.000
Orario 17:00 – 17:02 12:56 – 12:59
Entrambi i prelievi sono stati eseguiti a Zurigo, come visibile dal relativo estratto conto. PAULANGELO ha dichiarato in sede d'interrogatorio di aver consegnato parte degli importi prelevati a ZOCCOLA e ad ANDALI, perché i due si sarebbero occupati di organizzare quanto necessario alla realizzazione della compravendita della società (cfr ALL 9 pp 132-143). Nella tabella abbiamo riportato anche gli orari, in quanto soprattutto nel caso del primo prelievo il dato è significativo se messo in relazione a messaggi SMS scambiati tra PAULANGELO e ZOCCOLA lo stesso giorno, sul cui contenuto ZOCCOLA è stato interrogato dalla PGF (cfr ALL 156 pp 3-5). …II 28 settembre 2005 PAULANGELO è stato di nuovo interrogato in relazione alla vendita di PPFinanz. Oltre a quanto già detto in precedenza, PAULANGELO ha aggiunto che per questa vicenda in totale dai conti di WFS/PPFinanz egli avrebbe prelevato 1,2 Mio EURO e che un terzo di tale somma lo avrebbe consegnato a ZOCCOLA e ad ANDALI, i quali avrebbero dunque ricevuto (in diverse tranches) 400.000 EURO a testa quale compenso per l'operazione. Data l'assenza di riferimenti precisi 76
ed il gran numero di prelievi a contanti operati sui conti di WFS/PP risulta però per noi difficile trovare riscontri documentali chiaramente riferibili a queste dichiarazioni di PAULANGELO .
TRASFERIMENTO A FAVORE DI CUBANITO PRODUCTIONS DI 1,2 MILIONI CHF Ed ancora a giugno 2002 PPFinanz ha bonificato da conti postali altri 1,2 Mio CHF a favore di un'altra società (Cubanito Productions GmbH) che non compare quale cliente di WFS / PPFinanz, bensì avrebbe ricevuto tale somma quale prestito (la cui motivazione è sconosciuta e il cui rimborso a PPFinanz non è mai avvenuto). …Questo episodio necessita di ulteriori approfondimenti a livello d'indagine, ma vogliamo comunque evidenziarne la dimensione ed i movimenti di denaro sempre legati alla sfera WFS / PPFinanz. Dagli estratti conto di Postfinance (cfr ALL 157) delle relazioni 69-145000-5 e 91-12116-2 intestate a PPFinanz risultano i seguenti bonifici a favore di Cubanito Productions GmbH (di seguito Cubanito): Data valuta 3.6.2002 3.6.2002 10.6.2002
Divisa CHF USD CHF
Importo 300.000 129.349 700.000
Controvalore CHF 200.000
L'importo totale versato dai conti di PP a Cubanito ammonta dunque a 1,2 Mio CHF. PAULANGELO aveva potere di firma sui due conti addebitati, quindi gli ordini sono stati impartiti dallo stesso. A nome di Cubanito non risultano essere mai stati eseguiti versamenti su conti WFS/PP, pertanto la società non risulta quale cliente di WFS/PP e non ha mai ritornato il denaro ricevuto da PP. Stando alle dichiarazioni degli imputati, i succitati importi sarebbero stati girati a Cubanito a titolo di prestito da parte di WFS/PP. DESOLE sostiene che il titolare di Cubanito, tale Martinez, avrebbe ricevuto l'importo da PAULANGELO (che avrebbe utilizzato denaro della clientela WFS/PP) in accordo con ZOCCOLA, il quale avrebbe preparato con l'avvocato Valloni i contratti per il prestito, i cui termini prevedevano che WFS sarebbe diventata proprietaria del 51% di Cubanito in caso di mancato rimborso, cosa che si sarebbe dunque verificata (cfr ALL 35 pp 9-11). ZOCCOLA dice invece che Martinez avrebbe ricevuto il denaro in quanto amico di DESOLE , lui si sarebbe adoperato soltanto per cercare di far rimborsare il prestito e non per la concessione, ed avrebbe fatto stipulare il relativo contratto dall'avv. Valloni un anno dopo l'erogazione su richiesta di PAULANGELO e DESOLE (cfr ALL 119 pp 5-8). Gutbrod Sven (contabile della Treuhand Expert) ha affermato che, nonostante lui non abbia mai visto il relativo contratto, i dettagli di tale prestito figurano nel bilancio PP del 2003, ma che inizialmente l'uscita di denaro dai conti di PP sarebbe avvenuta sottoforma di rimborso al cliente (cfr ALL 39 pp 7-8). Ciò che è certo è che non si sa che fine abbiano fatto i 1,2 Mio CHF fuoriusciti dalle casse di PP dopo la consegna a Cubanito, denaro che non era sicuramente stato affidato dai clienti per tale tipo di operazioni. E' interessante inoltre notare che anche questi bonifici sono avvenuti ad inizio giugno 2002, praticamente in concomitanza con quanto defluito dal conto postale di PP a favore delle società BVI di cui ai punti 2.1.2 e 2.1.3 e dei controlli da parte di VQF avviati il 5 giugno 2002 (v. punto 1.4.3). Un fiume di denaro, quindi, sulla cui illecita provenienza concordava anche l’ A.G. Cantonale di Zurigo che ugualmente delegava all’Italia la giurisdizione penale per una serie di fatti-reato di seguito descritti. Si riporta la richiesta all’ Italia in data 25.10.2006 di assunzione del procedimento penale nota nei confronti di PAULANGELO Salvatore: Le Procure Pubbliche I e III per il Cantone Zurigo portano avanti dal 25 agosto 2003 quattro 77
procedimenti penali separati, sulla base di una denuncia/querela penale collettiva presentate da clienti e un esposto per almeno 781 clienti; un’ampia inchiesta penale contro: 1) organi ed esponenti della World Financial Services AG (di seguito: WFS), Badenerstr 621, 8048 Zurigo, con dichiarazione di fallimento del 16 ottobre 2003 del Tribunale distrettuale di Zurigo 2) organi ed esponenti della PP Finanz Services GmbH, in passato alla Chòrenmattstr. 74, 8965 Berikon (Salvatore Paulangelo), con dichiarazione di fallimento avvenuta il 20 ottobre 2003, Tribunale distrettuale di Bremgarten, per sospetta appropriazione indebita qualificata, ev. gestione infedele degli affari, ev. truffa professionale, bancarotta fraudolenta e frode nel pignoramento, atti del fallito pregiudizievoli ai creditori mediante riduzione patrimoniale, cattiva amministrazione, reiterata falsificazione di documenti e omissione delle scritture contabili (Inc. n. STA IIIIB-412003/83 e OK2/2002/203). Le istruttorie condotte dalle Procure Cantonali sono strettamente collegate all’istruttoria MPC/EAII/6/02/155/Quatur, condotta dalla Procura Federale svizzera — sede di Lugano — che fa capo al Procuratore Pubblico Federale Sergio Mastroianni, nell’ambito della quale, tra l’altro, Salvatore Paulangelo è parimenti imputato per fatti parzialmente analoghi. Secondo comunicazioni della Procura Federale svizzera, l’istruttoria a carico di Paulangelo viene trasferita alla Procura di Milano; le autorità federali, in virtù della collaborazione internazionale con l’italia, hanno già discusso con la Procura di Milano la devoluzione del procedimento. Tanto premesso, la Procura Pubblica III del Cantone Zurigo e la Procura federale svizzera, congiuntamente, intendono inoltrare all’Italia le relative richieste di assunzione del procedimento penale. Di conseguenza anche i documenti verrebbero trasmessi tutti insieme, soprattutto perché raggruppamenti tematici vengono rielaborati in modo congiunto, sotto la direzione della Procura federale. Pertanto, la richiesta della Procura federale svizzera al Giudice inquirente federale del 4 novembre 2005 - che ha come oggetto Paulangelo — costituisce parte integrante della presente domanda di assunzione del procedimento penale (cifra 2.3, pp. 30 — 32, cifra 2.3.2 …La seguente esposizione dei fatti si basa prevalentemente sui risultati delle indagini delle Procure Pubbliche Cantonali, in particolare sulla valutazione dei documenti bancari e dei broker. Dal 15 febbraio 2000 al 21 ottobre 2002 Salvatore Paulangelo è stato membro del consiglio d’amministrazione della WFS con firma collettiva a due; dal 21 ottobre 2002 ha esercitato poi la funzione di presidente del consiglio d’amministrazione e di amministratore delegato con firma singola. Nella PP Finanz Service GmbH Paulangelo era socio e direttore amministrativo. Grazie ad un’intensa pubblicità e all’inserimento di numerosi mediatori e submediatori, la WFS prendeva in consegna denaro proveniente da numerosi privati o imprese, sia in Svizzera che all’estero. Questi mezzi servivano da copertura per transazioni di divise che la PP Finanz Service GmbH effettuava mediante cambisti (ADM Investor Services mt. Ltd. e Refco). La WFS e la PP Finanz Service GmbH disponevano pure di un pool di clienti che, in applicazione delle disposizioni del loro contratto di consulenza in investimenti, versavano l’importo da investire su “conti fiduciari”. Quanto alla WFS, si trattava di diversi conti bancari presso UBS AG di Zurigo, mentre i clienti della PP Finanz Service GmbH versavano il denaro su conti presso UBS AG di Zurigo e su conti postali. … Nell’ambito dell’istruttoria condotta dalla Procura pubblica III del Cantone Zurigo, Salvatore Paulangelo viene accusato — in associazione con altri, soprattutto con Alfonso Zoccola e Paolo Desole, indagati separatamente dalle procure pubbliche Il e III di Zurigo — in qualità di organo formale della WFS e della PP Finanz Service GmbH e materialmente per la sua effettiva funzione dirigenziale che ha configurato potere decisionale effettivamente esercitato, e quindi per aver complessivamente incassato dal 1° gennaio 2000 al 18 agosto 2003/30 settembre 2003 dai numerosi clienti ca. CHF 87 milioni per mezzo di accrediti sui conti intestati alla loro ditta e/o in forma di denaro in contanti e di assegni, per effettuare - in esecuzione di contratto - operazioni di cambio di valute, ossia un’amministrazione patrimoniale esercitata professionalmente. In altri termini, i clienti affidavano alla WFS e alla PP Finanz 78
Service GmbH valori patrimoniali di terzi per custodirli e amministrarli. Rispetto a questi mezzi patrimoniali sussisteva tuttavia il dovere di conservazione del valore fino alla loro autonoma trasmissione ai competenti broker. In caso di mancato trasferimento dei valori patrimoniali, vigeva parimenti l’analogo obbligo di conservazione del valore e di restituzione. Tuttavia, invece di trasferire — in tutto o in parte — i valori patrimoniali ai broker, in esecuzione dell’accordo con i clienti e nell’interesse di questi (e rimborsarli dopo aver intrattenuto affari con cambisti) sono stati finanziati bisogni privati personali per almeno CHF 12,14 milioni (i rimborsi effettuati ammontano a ca. CHE 52,5 milioni), a danno dei clienti, in violazione degli obblighi di cura patrimoniale, in modo arbitrario, scorretto e illecito, per scopi diversi dal previsto, ingiustificati dal profilo commerciale. In concreto, Salvatore Paulangelo viene accusato di aver compiuto egli stesso durante il periodo 7 gennaio 2000 - 25 giugno 2003 prelievi privati illeciti da diversi conti sui quali aveva diritto di disporre (firma singola) mediante prelevamenti di denaro in contanti, con la riscossione di assegni postali, ovvero attraverso relazioni bancarie e postali, per l’importo complessivo di almeno CHF 6,82 milioni e di aver coscientemente ratificato i prelievi privati non giustificati effettuati da Marc Kopp, Stephan Kopp, Paolo Desole, Gerold Leuthold e Alfonso Zoccola eccetera, per il residuo valore e con le medesime modalità di cui sopra. Soltanto nel luglio 2003 sono stati eseguiti prelievi in contanti per CHF 836.000. Mediante l’utilizzo illecito del denaro di clienti è avvenuto inoltre il pagamento di almeno CHF 8,43 milioni per spese aziendali (copertura di tutte le spese generali, costi, provvigioni, conteggi di carte di credito, spese auto, canone di leasing ecc.). Altri fondi di clienti per un importo di CHF 2,64 milioni sono stati trasferiti alla ditta Arcalux. Inoltre, nel giugno 2002, mediante prelievi in contanti, ulteriori fondi di clienti sono stati trasferiti: –
alla ditta “Gaist SARL”, con sede British Virgin Isalands: CHF 1,47 milioni
–
e “World Financial Services S.A.”, con sede British Virgin Islands (potere di firma Salvatore Paulangelo, Alfonso Zoccola, Paolo Desole): CHF 1,15 milioni
–
e, dopo che i mezzi erano stati trasferiti sui conti cifrati intrattenuti presso la BANCA LEU “Albino” (avente diritto economico: Salvatore Paulangelo), “Kaory” (avente diritto economico: Paolo Desole) e “Papo” (avente diritto economico: Alfonso Zoccola) sono stati almeno in parte trasferiti alle società “FINMED SRL”, Milan, (per un importo di Ca. CHF 1,6 milioni
–
e “Giorgia Finance Corp.”, con sede British Virgin Islands: Eur. 900.00).
Sebbene presso i broker ADM, Refco e Oxalis in considerazione dei bonifici/ritrasferimenti dovrebbero trovarsi a saldo CHF 5,28 milioni (ADM), CHF 4,2 milioni (Oxalis) e CHE 3,10 milioni (Refco), sussiste per di più il fondato sospetto che i fondi presso le suddette ditte siano stati trasferiti e/o che i suddetti mezzi dei clienti siano andati persi nell’ambito delle negoziazioni di valute. In base alle indagini della Procura Federale svizzera Paulangelo viene inoltre accusato di aver fatto trasferire, insieme a Zoccola e a Melzi, nel maggio 2003, CHF 600.000.- a favore di Roberto Laezza e Martin Pfenninger, dalla relazione bancaria intestata a Giorgia Finance: transazione che fittiziamente è stata definita come credito. Per di più viene contestato all’indagato, nel periodo luglio 2002 - dicembre 2002, in cooperazione 79
concertata con Alfonso Zoccola, Paolo Desole, Giuseppe Melzi e Roger Furrer, di aver rimesso a favore della ditta Oxalis, Seestrasse 18, 8702 Zollikon/ZH, complessivamente CHE 4,552 milioni sul conto bancario della stessa presso la banca Erick & Co., FL-Balzers. Le transazioni con i mezzi derivanti dalla WFS e dalla PP Einanz GmbH, per dissimulazione venivano però formalmente eseguite dalla ditta Evax Ventures BVI. Inoltre viene contestato a carico di Paulangelo, in collaborazione con Desole e Zoccola, di aver versato nel periodo settembre 2001 - giugno 2002 alla UBS, dai mezzi provenienti dalla WFS e dalla PP Finanz GmbH, nell’ambito di transazioni di denaro in contanti, CHE 967.073 a favore della ditta Notanil. Inoltre, Salvatore Paulangelo in cooperazione con Zoccola, Desola, Melzi e Andali avrebbe impiegato dal 2001 per lo meno EURO 1,6 milioni per investimenti immobiliari in Sardegna e in Spagna: anche questi valori patrimoniali sarebbero di provenienza WFS e PP Finanz GmbH. Infine Salvatore Paulangelo, in collaborazione con Zoccola e Desole, nel giugno 2002 deve aver effettuato un investimento non garantito in denaro contante di CHF 1,2 milioni a favore della società Cubanito. Mediante l’impiego di fondi messi a disposizione dai clienti - in violazione del contratto e dei relativi obblighi - Salvatore Paulangelo ne ha beneficiato in proprio o a vantaggio di terzi, manifestando altresì la volontà di vanificare il diritto dei clienti al trasferimento del denaro e/o alla restituzione dei valori patrimoniali. Ma né lui, né le società da lui rappresentate avevano la capacità e neppure l’intenzione di tenere a disposizione dei clienti della WFS e della PP Finanz Service denaro in contanti o altri valori patrimoniali nella misura delle illecite transazioni di volta in volta poste in essere. …A tutto ciò si aggiunge il sospetto che Salvatore Paulangelo, in collaborazione con altri compartecipi (soprattutto Alfonso Zoccola e Paolo Desole), in qualità di organo formale della WFS e della PP Finanz Service GmbH e materialmente per la sua effettiva funzione dirigenziale che ha configurato potere decisionale effettivamente esercitato dal l gennaio 2000 al 18 agosto 2003/30 settembre 2003, almeno in un lasso di tempo parziale, abbia unicamente simulato che i valori patrimoniali dei clienti — in virtù di contratto — fossero impiegati interamente nelle operazioni di cambio di valuta, esercitate professionalmente. Viceversa è stato sottaciuto che i mezzi dei clienti — in tutto o in parte — non venivano trasferiti ai broker per eseguire le transazioni pattuite; venivano invece impiegati almeno parzialmente per scopi diversi da quelli previsti, ossia per fronteggiare spese e bisogni personali. Mediante l’utilizzo di Internet veniva offerta la possibilità di servirsi del sistema amministrativo “Trademaster” — per consultare la performance degli investimenti “online”; performance che veniva prospettata di gran lunga più positiva — tramite manipolazioni — e documentata mediante trasmissione dei dati via Internet e per di più mediante estratti mensili scritti, ma anche in seguito alla presentazione apparentemente seria dei documenti scritti (moduli, contratti, conteggi, corrispondenza), all’aspetto allettante degli uffici, agli inoltri dei mezzi dei clienti ai broker, in parte realmente effettuati, e al rimborso ai clienti, era preclusa per i clienti la possibilità di effettuare ragionevoli controlli. Infatti, i diversi elementi erano combinati fra loro con estrema raffinatezza, e in qualsiasi caso la mancanza di volontà di investire non può essere controllata. Mediante tali operazioni dolose Paulangelo, in collaborazione con i suddetti compartecipi, dal 10 gennaio 2000 al 18 agosto 2003/30 settembre 2003, ha indotto i clienti WFS e PP Finanz Service GmbH a cedere complessivamente ca. CHF 87 milioni — mediante rimesse su conti intestati alla ditta e/o sotto forma di contanti e di assegni — presumendo erroneamente che le società investissero in transazioni su valute e confidando che sarebbero stati rimborsati alla conclusione delle operazioni, ignorando però la vera situazione di fatto. I valori patrimoniali presi in consegna, anziché essere impiegati nell’interesse dei clienti, sono stati in parte sottratti per scopi alieni e per l’arricchimento personale di Salvatore 80
Paulangelo, degli altri cointeressati e delle diverse società di cui alla lett. a). …Sussiste inoltre il sospetto che Paulangelo, cooperando insieme a diversi cointeressati (soprattutto Alfonso Zoccola e Paolo Desole), in qualità di organo formale della WFS e della PP Finanz Service GmbH e materialmente per la sua effettiva funzione dirigenziale che ha configurato potere decisionale effettivamente esercitato dal 1° gennaio 2000 al 18 agosto 2003/30 settembre 2003, abbia diminuito i valori patrimoniali delle due società ancor prima dell’attivazione della procedura fallimentare, sulla cui dichiarazione già contava, riconducendo lo stato d’insolvenza fra l’altro alle seguenti spese non proporzionali:
–
Anno commerciale 2003: prelievi privati non giustificati commercialmente per almeno CHF 1,77 milioni, dei quali a Salvatore Paulangelo almeno CHF 376.821
–
spese 2003: CHF 873.339
–
trasferimenti di mezzi a società di terzi: Arcalux Ltd. con sede British Virgin Islands: CHF 2,64 milioni Agence Netter con sede British Virgin Islands: CHF 1,27 milioni Tulle Distribution SA con sede British Virgin Islands: CHF 2,52 milioni S.E.I.R. Ltd./Sarl con sede British Virgin Islands: CHF 439.180
in tal modo la massa fallimentare delle due società è stata ridotta a danno dei creditori, che disponevano di crediti netti complessivi di ca. CHF 35 milioni. La dichiarazione di fallimento della WES è avvenuta il 16 ottobre 2003, quella della PP Finanz Service GmbH il 20 ottobre 2003. …Salvatore Paulangelo è sospettato inoltre di essersi reso colpevole della reiterata falsificazione di documenti, al fine di sottrarre i mezzi dalla PP Finanz Service GmbH, di cui non aveva la disponibilità economica; il 7 giugno 2002 sostenne — contrariamente al vero — nei confronti della Banca Leu sul “modulo A” da lui firmato, di essere commercialmente autorizzato a disporre dei valori patrimoniali sul conto n. 0065-810602-3 intrattenuto dalla ditta Arcalux Ltd, Tortola (sede sociale). Inoltre, lo stesso giorno Paulangelo dichiarò per iscritto sul “modulo A” da lui firmato, nei confronti della Banca Leu — di nuovo contrariamente al vero - di essere commercialmente autorizzato a disporre dei valori patrimoniali sul conto “Albino” n. 0065-390139-9. Di conseguenza, dalla PP Finanz Service GmbH, sotto forma di prelievi in contanti, sono defluiti capitali per un importo complessivo di EUR 1,04 milioni all’Arcalux Ltd. E da questa, di nuovo sotto forma di prelievi in contanti, sul conto “Albino”, dal quale sono stati effettuati di nuovo prelievi in contanti, che sotto forma di susseguenti versamenti in contanti venivano trasferiti su relazioni bancarie appena aperte dalle ditte “Georgia Finance”, BVI e “Finmed”, Milano. Le società elencate per ultimo sono state impiantate dall’avvocato milanese Giuseppe MELZI (con potere di firma ed economicamente autorizzato alla “Georgia Finance”, con sede British Virgin Islands e “Finmed”), mentre Salvatore Paulangelo non è né economicamente autorizzato, né procuratore o organo su questi conti. Si accusa Salvatore PAULANGELO di essersi servito dello stesso procedimento nei confronti del conto n. 1229835 presso la Banca BNP Paribas, intestato alla Agence Netter SA, dove di nuovo mediante “modulo A” si è spacciato come economicamente autorizzato. Inoltre PAULANGELO, sempre sul 81
“modulo A” presso la UBS a Kloten/ZH, conto n. 278/825.858, insieme a ZOCCOLA e DESOLE, si è spacciato per economicamente autorizzato (Notanil). …Sussiste inoltre il sospetto che Salvatore Paulangelo, cooperando insieme a diversi cointeressati (soprattutto ad Alfonso Zoccola e Paolo Desole), in qualità di organo formale della WFS e della PP Finanz Service GmbH, obbligate per legge alla tenuta delle scritture contabili e inoltre materialmente per la sua effettiva funzione dirigenziale che ha configurato potere decisionale effettivamente esercitato dal 1° gennaio 2000 al 18 agosto 2003/30 settembre 2003, per dissimulare le situazioni patrimoniali in relazione alle due società, non abbia provveduto a organizzare la contabilità e quindi alla relativa tenuta dei libri contabili, di modo che non è mai stato possibile dimostrare la corretta situazione patrimoniale..
3.2
L’INTERVENTO DELLA COSCA FERRAZZO NEGLI AFFARI DI ZOCCOLA
L’attività della WFS / PP Finanz si prestava magnificamente all’investimento, in forma anonima e quindi funzionale ad una organizzazione criminale, dei capitali delle cosche calabresi. Solo in tal senso si può spiegare l’interessamento di soggetti dello spessore criminale di FERRAZZO Mario Donato, o di IAZZOLINO Sergio, o di GRANO Giuseppe, o dello stesso ANDALI agli affari e alle vicende della WFS/PP Finanz, come è documentato dagli stretti rapporti intrattenuti, dal 2002 al 2004, con PAULANGELO Salvatore, DESOLE Paolo e MELZI Giuseppe, tramite ZOCCOLA Alfonso. Gli elementi forniti dalle intercettazioni effettuate in Svizzera forniscono in tal senso risultanze significative degli strettissimi rapporti intercorsi tra PAULANGELO, DESOLE e ZOCCOLA con il clan dei calabresi. Rapporti contestuali ma anche sicuramente precedenti all’episodio della vendita della WFS/PP Finanz al prestanome, legato a Iazzolino, SPADAFORA Carmine, monitorato momento per momento da una serie di intercettazioni eseguite a partire dal 12.05.2003, culminate con l’atto di cessione delle azioni redatto dal notaio Thomas Butler in data 18.07.2003. Si riportano in proposito, senza che vi sia necessitrà di alcun particolare commento, stante l’eloquente contenuto delle conversazioni, le intercettazioni telefoniche eseguite fin dalla fine del 2002 dagli organi di Polizia svizzeri sulle utenze in uso a ANDALI Fortunato e ZOCCOLA Alfonso 66: …Già le prime telefonate intercettate nel mese di dicembre 2002 67 permettono di appurare che, durante le festività natalizie di quell’anno, ANDALI Fortunato Domenico e ZOCCOLA si trovano in Calabria, dove si incontrano, in particolare, con FERRAZZO Mario Donato, IAZZOLINO Sergio e GRANO Giuseppe. Infatti: – il 23.12.2002, ZOCCOLA si reca a Mesoraca; sarebbe rimasto in zona qualche giorno; viene prelevato all’aeroporto da ANDALI Fortunato Domenico, che era giunto in Calabria qualche giorno prima; nella stessa giornata, incontra FERRAZZO Mario Donato, GRANO Giuseppe, FORESTA Giovanni, IAZZOLINO e altri personaggi non meglio precisati; – in particolare, durante una conversazione telefonica del 23.12.2002 68 tra ANDALI e IAZZOLINO, il primo passa il cellulare a ZOCCOLA – col quale stava cenando a Riace – che si accorda con IAZZOLINO per vedersi il successivo 26.12.2003 «per discutere»; i colleghi evidenziano che, dal tenore della conversazione tra i due, si può facilmente desumere l’esistenza di un rapporto di conoscenza già consolidato; – una telefonata tra ZOCCOLA ed ANDALI Fortunato Domenico del 26.12.200369 documenta l’avvenuto incontro con IAZZOLINO Sergio; 66 67 68 69
Vedi Nota Informativa della Polizia Cantonale del Cantone Ticino in data 16.01.2004 informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004 fg. 228 e segg. – “Sezione II – Capitolo 3.2” Telefonata del 23.12.2002 alle ore 19,44 – ZOCCOLA Alfonso riceve da IAZZOLINO Sergio Telefonata del 26.12.2002 alle ore 12,49 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato 82
– ZOCCOLA rientra a Zurigo il 27.12.2003. – ANDALI Fortunato Domenico e ZOCCOLA ritornano assieme in Calabria per le festività pasquali. Infatti: – il 17.4.200370 viene intercettata una telefonata tra ANDALI Fortunato e GRANO , dalla quale si apprende che il primo sarebbe giunto in Calabria in compagnia di ZOCCOLA di lì a qualche giorno; durante la conversazione, GRANO Giuseppe chiede ripetutamente notizie dei «guaglioni», riferimento criptico ai denari gestiti da ANDALI Fortunato Domenico per il tramite di ZOCCOLA, anche se, a dire il vero, ANDALI Fortunato Domenico fraintende il doppio senso, pensando che GRANO Giuseppe gli stesse chiedendo notizie dei figli, che vivono in Svizzera con la sua ex moglie; – sempre il 17.4.200371, viene intercettata una conversazione tra ANDALI Fortunato Domenico e IAZZOLINO Sergio, durante la quale il primo conferma il proprio arrivo in Calabria insieme a ZOCCOLA per il sabato successivo (19.4.2003); IAZZOLINO Sergio stava transitando nelle vicinanze di Zurigo – insieme al fratello, ad un cugino e ad un quarto individuo non meglio specificato – ed aveva ritenuto corretto avvisare ANDALI Fortunato Domenico del suo passaggio, ancorchè non avesse proprio il tempo per fermarsi a salutarlo di persona, in quanto accenna che stava cercando un qualcosa; i colleghi ticinesi concludono che anche IAZZOLINO Sergio avesse interessi in Svizzera o in Germania; – nella mattinata del 19.4.200372, in partenza per la Calabria, ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe e gli dice che, successivamente al loro arrivo, ZOCCOLA avrebbe dovuto essere accompagnato a Riace, dove vivono la sorella, Giulia ZOCCOLA ed il marito di questa, Salvatore TASSONE; nella serata dello stesso giorno, ZOCCOLA chiama ANDALI Fortunato Domenico dicendo che il cognato Salvatore aveva preparato la cena anche per loro, mandando contestualmente i saluti a IAZZOLINO Sergio ed a FERRAZZO Mario Donato; – il 21.4.200373, ZOCCOLA si reca a Mesoraca per fare una visita di cortesia a FERRAZZO Mario Donato. – Il 6.5.200374, dopo essere stato in compagnia di ZOCCOLA e subito prima di partire per la Spagna, ANDALI Fortunato Domenico chiama GRANO Giuseppe e gli dice che lui sarebbe tornato il lunedì sera successivo e che GRANO avrebbe dovuto essere in Svizzera, verosimilmente a Zurigo, inderogabilmente per il lunedì sera stesso, in quanto avrebbero dovuto incontrarsi assolutamente con ZOCCOLA. Il giorno seguente, vengono intercettate due conversazioni tra GRANO Giuseppe ed ANDALI Fortunato Domenico75. Insieme a GRANO sarebbero dovute giungere in Svizzera altre quattro non meglio precisate persone. In particolare: – nella prima, i due discutono su come far passare la dogana ai quattro; – nella seconda, GRANO Giuseppe fornisce ad ANDALI Fortunato Domenico l’utenza italiana +39335464633, in uso a FALZETTA Vincenzo, alias ENZO, utenza che il secondo avrebbe dovuto comunicare a ZOCCOLA. – L’11.5.200376, viene intercettata una chiamata tra ZOCCOLA e ANDALI Fortunato Domenico, che si trova ancora in Spagna. ANDALI sarebbe tornato a Zurigo l’indomani alle 21.00 e dice che, dopo il suo arrivo, avrebbe dovuto contattare GRANO Giuseppe, pure in arrivo a Zurigo. Il 12.5.200377, GRANO Giuseppe informa ANDALI Fortunato Domenico che quella sera lui sarebbe stato pronto e che altre persone sarebbero arrivate l’indomani mattina. Giunto a Zurigo, ANDALI sarebbe partito subito per il Ticino. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno78, ANDALI riceve una chiamata da ZOCCOLA che lo avrebbe atteso all’aeroporto di Zurigo. ANDALI si limita a riferirgli che sarebbe partito immediatamente dopo 70 71 72 73 74 75 76 77 78
Telefonata del 17.4.2003 alle ore 17,00 – ZOCCOLA Alfonso riceve da GRANO Giuseppe Telefonata del 17.4.2003 alle ore 19,18 – ANDALI Fortunato chiama IAZZOLINO Sergio Telefonata del 19.4.2003 alle ore 09,38 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe Telefonata del 21.4.2003 ……………. – ANDALI Fortunato chiama TASSONE Salvatore Telefonata del 6.5.2003 alle ore 15,35 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe Telefonata del 7.5.2003 alle ore 10,58 – GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato e telefonata del 7.5.2003 alle ore 15,34 – GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato Telefonata dell’11.5.2003 alle ore 14,10 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso Telefonata del 12.5.2003 alle ore 12,11 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe Telefonata del 12.5.2003 alle ore 18,45 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 83
l’arrivo, rimandando al loro incontro le spiegazioni. I colleghi fanno rilevare come ANDALI eviti di parlare della questione in atto con GRANO. Ormai in viaggio per il Ticino79, ANDALI Fortunato Domenico riceve una chiamata da GRANO , durante la quale interviene anche IAZZOLINO. I due sono partiti dalla Calabria e comunicano che, contrariamente ai programmi, sarebbero arrivati l’indomani nella mattinata. Le altre persone attese avrebbero preso l’aereo per raggiungere Milano e, spiega ANDALI, avrebbero dovuto avere il tempo di acquistare i vestiti e di farli accomodare. IAZZOLINO è disposto a gettare i biglietti aerei già acquistati e ad acquistarne altri qualora avessero trovato posto su un aereo precedente. ANDALI non vuole passare la dogana con le citate persone e quindi dice che le avrebbe attese in Svizzera. Fissano l’appuntamento per tutti da FERA ANDALI Mario a Ponte Tresa. I colleghi svizzeri evidenziano, giustamente, il ruolo primario di IAZZOLINO, che mette a disposizione uomini «suoi» e che discute i dettagli dell’operazione direttamente con ANDALI. In tale frangente, tra questi e IAZZOLINO, GRANO appare come un mero intermediario. Inoltre, viene sottolineato anche il ruolo di FERA ANDALI Mario, che funge da punto di riferimento sia per ANDALI Fortunato Domenico, sia per IAZZOLINO . Pochi minuti dopo 80, ANDALI contatta FERA ANDALI Mario, che si dimostra perfettamente al corrente degli imminenti arrivi dalla Calabria. ANDALI trascorre la notte tra il 12 ed il 13 maggio presso l’albergo BESSO di Lugano e nella prima mattinata del 13.05.2003 si incontra con FERA ANDALI Mario 81, circostanza in concomitanza della quale i colleghi ticinesi attivano un servizio di o.c.p. . Successivamente 82, i due si incontrano con GRANO e IAZZOLINO al bar Taormina di Ponte Tresa. Intanto 83, ZOCCOLA chiama ANDALI chiedendogli di comprare tre schede telefoniche prepagate per cellulare. Successivamente 84, ANDALI informa telefonicamente ZOCCOLA di essere insieme a GRANO e IAZZOLINO. Nel pomeriggio85, ZOCCOLA ed ANDALI si sentono di nuovo; il primo sarebbe arrivato alle 19.10 a Malpensa, mentre il secondo lo informa di essere a Linate in attesa delle più volte citate persone. I due si accordano per cenare assieme. Nel pomeriggio86, ANDALI informa ZOCCOLA che loro si stavano accingendo a partire per Zurigo perché era cambiato il programma. ZOCCOLA conferma ad ANDALI che, una volta a Zurigo, avrebbe dovuto incontrarsi con una terza persona. I due si sentono pochi minuti dopo 87 e discutono dei dettagli dell’incontro a Zurigo. Come accertato dai tabulati di ZOCCOLA, tra le due chiamate questi si era messo in contatto con PAULANGELO Salvatore, la persona, quindi, con cui ANDALI avrebbe dovuto relazionarsi a Zurigo. Passa ancora qualche minuto88 ed avviene l’ennesimo cambiamento di programma: ZOCCOLA avrebbe atteso l’arrivo di ANDALI Fortunato Domenico e “compari” a Zurigo, avendo rinunciato a partire per Milano, dovre avrebbe dovuto incontrare molto verosimilmente l’avv. MELZI. Il servizio di o.c.p. eseguito dai colleghi ticinesi consentiva di appurare che ANDALI era partito in auto alla volta di Zurigo con una persona sola. Lo stesso dà, però, incarico a FERA ANDALI Mario di recarsi a Linate per prelevare ancora qualcuno. La sera dello stesso giorno, a casa di ANDALI si riuniscono, oltre a quest’ultimo, anche ZOCCOLA, PAULANGELO, CARNOVALE Francesco ed il non meglio precisato soggetto proveniente dalla Calabria. I colleghi evidenziano che: – sempre durante la serata, ANDALI aveva ricevuto un SMS da ZOCCOLA con l’indicazione di ragione sociale ed indirizzo della WFS; 79 80 81 82 83 84
85 86 87 88
Telefonata del 12.5.2003 alle ore 23,00 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe Telefonata del 12.5.2003 alle ore 23,08 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario Telefonata del 13.5.2003 alle ore 08,57 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario Telefonata del 13.5.2003 alle ore 09,37 – ANDALI Fortunato riceve da IAZZOLINO Sergio Telefonata del 13.5.2003 alle ore 10,00 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato Telefonata del 13.5.2003 alle ore 10,17 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato; telefonata del 13.5.2003 alle ore 10,27 – GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato; telefonata del 13.5.2003 alle ore 12,06 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso Telefonata del 13.5.2003 alle ore 14,58 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso Telefonata del 13.5.2003 alle ore 15,25 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato Telefonata del 13.5.2003 alle ore 15,43 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato Telefonata del 13.5.2003 alle ore 15,57 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato 84
– nella tarda serata viene intercettata una conversazione tra ANDALI Fortunato Domenico e FERA ANDALI Mario: le persone attese dalla Calabria erano in arrivo a Zurigo. A portare i due Calabresi da Ponte Tresa a Zurigo, a casa di CARNOVALE Francesco aveva provveduto FERA ANDALI Rosario, fratello di Mario 89 . Il mattino seguente (14.5.2003), ANDALI Fortunato Domenico e CARNOVALE Francesco accompagnano i tre personaggi calabresi a comprare abiti eleganti, per prepararli all’incontro che si terrà nel pomeriggio presso gli uffici della WFS. A fine mattinata90, GRANO chiama ANDALI per informarsi su come stesse procedendo l’operazione. Poco dopo, da poco giunto a Milano, anche ZOCCOLA chiama ANDALI 91. Nel pomeriggio 92, da un’utenza intestata alla WFS AG, chiama ANDALI per informarlo che avrebbe tardato rispetto all’appuntamento già fissato con ANDALI e gli altri Calabresi presso l’ufficio di PAULANGELO alla WFS. PAULANGELO precisa che si sarebbe recato in ufficio senza cambiarsi (proveniente da una lezione di volo) e ANDALI gli assicura che, invece, i tre erano vestiti di tutto punto ed in ordine e che, al termine dell’incontro, PAULANGELO avrebbe solo dovuto limitarsi a chiamare un taxi che li accompagnasse alla stazione ferroviaria. ANDALI non avrebbe partecipato all’incontro. La conferma che l’appuntamento era alla WFS viene dal servizio di o.c.p. che accerta la presenza di ANDALI intorno alle 16.10 nei pressi della WFS, in Badenerstrasse 621, intento a passeggiare; nell’attesa, ANDALI continua a guardare nervosamente l’orologio. Ancora nei pressi della WFS, appiedato, ANDALI chiama CARNOVALE Francesco 93, che gli dice di essere già in auto con i tre Calabresi e che lo stavano aspettando. Dopo la partenza dalla WFS, il servizio di osservazione perde di vista l’auto. Durante il tragitto 94, GRANO chiama ANDALI per aggiornarsi sulla situazione. ANDALI gli riferisce che non avevano ancora finito, in quanto dovevano ancora recarsi in un posto. Nel tranquillizzare GRANO, ANDALI gli dice chiaramente che i tre avevano firmato e che era tutto a posto. Ancora sulla strada per la stazione ed in compagnia di CARNOVALE e dei tre Calabresi, non avendo ben compreso dove avrebbero dovuto recarsi, ANDALI contatta PAULANGELO 95 che gli conferma che il posto era proprio dentro la stazione ferroviaria. Anche PAULANGELO doveva recarsi nello stesso posto ed i due si informano sulla posizione reciproca. I colleghi ticinesi chiariscono che: – dall’esame delle celle GSM, ANDALI si era recato direttamente alla stazione ferroviaria (in auto con CARNOVALE Francesco ed i tre Calabresi); – il servizio di o.c.p. aveva riagganciato l’auto di CARNOVALE (BMW targata ZH372201) parcheggiata davanti all’entrata della SIHLPOST; – dal fatto che, durante la telefonata precedente tra ANDALI e PAULANGELO, il primo avesse chiesto se avrebbe dovuto recarsi alla SIHL o alla stazione, si può desumere che ANDALI e PAULANGELO dovessero raggiungere l’ufficio postale della stazione; – alle 1725 l’osservazione nota ANDALI davanti alla posta della stazione centrale ed è visibilmente nervoso; – pochi minuti dopo, ANDALI chiama CARNOVALE 96 e lo informa che PAULANGELO non era ancora 89
Telefonata del 13.5.2003 alle ore 16,44 – ANDALI Fortunato riceve da FERA ANDALI Mario; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 18,00 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 18,04 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 18,14 – FERA Rosario chiama LOMBARDO Giuseppe; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 18,15 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe; SMS del 13.5.2003 alle ore 22,29 ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 23,09 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario; Telefonata del 13.5.2003 alle ore 23,10 – FERA Rosario chiama ANDALI Fortunato Telefonata del 13.5.2003 alle ore 23,35 – ANDALI Fortunato chiama SERRAVALLE Silvia 90 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 12,03 – GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato 91 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 12,07 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato 92 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 15,18 – ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore 93 Telefonata del 14.5.2003 alle ore…… - ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco 94 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 16,50 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 95 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 17,02 – ANDALI Fortunato chiama PAULANGELO Salvatore 96 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 17,29 – ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco 85
arrivato; inoltre, prima gli dice di non aspettarlo e che sarebbe tornato in treno, poi di aspettare ancora qualche minuto, circostanza da cui si desume che l’incontro era solo tra ANDALI e PAULANGELO e che la presenza dei tre Calabresi non era più necessaria; – tra le 17.45 e le 17.49 viene osservato l’incontro tra ANDALI e PAULANGELO, che alla fine raggiungono le rispettive autovetture (PAULANGELO era giunto con una Audi RS6 targata AG229914). In tale circostanza, tutto lascia pensare ad una consegna di denaro contante e che PAULANGELO e/o ANDALI avessero nella propria disponibilità un rapporto di conto corrente o comunque un deposito accesi presso le poste elvetiche. Nel frattempo, CARNOVALE ed i tre personaggi si erano allontanati dall’auto del primo per farsi delle foto, fatto che – come emerge da una chiamata intercettata tra ANDALI e CARNOVALE97 – fa andare su tutte le furie ANDALI stesso, evidentemente preoccupato che i tre potessero essere notati in giro. Dopo pochi istanti giungo alla vettura CARNOVALE e i Calabresi e tutti insieme si dirigono direttamente presso il domicilio di ANDALI, in Rännenfeldstrasse. Qui giunti, ANDALI e due dei tre Calabresi scendono, mentre CARNOVALE ed il terzo ritornano nelle vicinanze della stazione, presso il negozio “Foto Müller”. Alla fine, i due rientrano a casa di ANDALI. I colleghi svizzeri fanno notare che tale circostanza è molto importante. Infatti, il terzo Calabrese in questione è risultato poi identificarsi in SPADAFORA Carmine, che il 18.07.2003 successivo avrebbe utilizzato fraudolentemente il passaporto intestato a Marco MAGNONI, davanti al notaio Thomas BÜTLER. Nella prima serata, ANDALI e le tre “comparse” ripartono in auto (Dodge Durango targata ZH650178) alla volta del Ticino. Poco dopo la partenza, da Milano98, ZOCCOLA chiama ANDALI e si aggiorna sull’esito dell’operazione appena svoltasi. ANDALI lo tranquillizza, riferendogli che «il grosso» era a posto e che era rimasto «qualcosina da aggiustare». L’esame dei tabulati di ZOCCOLA permette di registrare, immediatamente dopo tale conversazione con ANDALI, un reciproco scambio di SMS con PAULANGELO. Sempre nello stesso lasso di tempo 99, ANDALI chiama GRANO e gli chiede se lui o IAZZOLINO potevano raggiungerlo in Svizzera. Anche a GRANO riferisce il buon esito dell’operazione, che gli avrebbe dovuto spiegare di persona, però. Subito dopo 100, ANDALI chiama FERA ANDALI Mario che, ad un certo punto della conversazione, gli passa IAZZOLINO, che, alla fine, concorda con ANDALI sull’opportunità di raggiungerlo in Svizzera. Durante il tragitto tra Uster e il Ticino, ANDALI riceve ed effettua alcune conversazioni 101 con CARNOVALE e GRANO, dal tenore delle quali i colleghi svizzeri – che le hanno ascoltate – percepiscono tutta la soddisfazione di ANDALI per la riuscita dell’operazione condotta quel giorno. A metà serata 102, ANDALI chiama FERA Rosario sul numero 0787568161 e si danno appuntamento all’uscita autostradale di Manno (CH). L’incontro tra i due avviene al distributore AGIP di Bioggio (CH), nei pressi della ditta SABO. Il servizio di o.c.p. nota che i tre passeggeri di ANDALI caricano i loro bagagli (tre borse-valigie) sulla ZAFIRA targata TI65417 di FERA Rosario e ripartono con questi. Entrambi i veicoli si dirigono poi verso Ponte Tresa (VA): FERA attraversa l’omonimo valico con la vettura, mentre ANDALI parcheggia prima della dogana e varca il confine a piedi. E’ chiaro che ANDALI non vuole assolutamente essere controllato con i tre calabresi. Nel tardo pomeriggio del 31.5.2003 103, mentre sta andando a prendere ZOCCOLA ed il cognato di quest’ultimo (TASSONE Salvatore di Riace) salito dalla Calabria, ANDALI riceve una chiamata da 97
Telefonata del 14.5.2003 alle ore 17,50 – ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco Telefonata del 14.5.2003 alle ore 19,17 – ZOCCOLA Alfonso chiama ANDALI Fortunato 99 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 19,24 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 100 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 19,26 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario 101 Telefonata del 14.5.2003 alle ore…….. – ANDALI Fortunato riceve da CARNOVALE Francesco e Telefonata del 14.5.2003 alle ore …... – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 102 Telefonata del 14.5.2003 alle ore 21,33 – ANDALI Fortunato chiama FERA Rosario 103 Telefonata del 31.5.2003 alle ore18,58 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 86 98
GRANO. A specifica domanda di ANDALI, GRANO riferisce che loro sono «a buon punto». ANDALI dice che gli avrebbe fatto sapere quando loro sarebbero stati pronti. Successivamente GRANO passa il telefono a Sergio IAZZOLINO. ANDALI riferisce a quest’ultimo quanto già detto a GRANO. La chiamata riguarda la questione WFS: da entrambe le parti sono in corso i preparativi per una ulteriore trasferta in Svizzera delle “comparse”. Appare comunque chiaro che IAZZOLINO Sergio è direttamente interessato all’affare. Nel pomeriggio del 04.06.2003 104, ANDALI riceve una chiamata da GRANO, che lo informa che loro, in Calabria, erano pronti (per la seconda trasferta). ANDALI invece spiega che lui avrebbe dovuto recarsi per una settimana in Spagna e, quindi, della questione se ne sarebbe riparlato dopo il suo ritorno. Comunque, quella sera, ANDALI avrebbe incontrato ZOCCOLA e poi gli avrebbe fatto sapere. e poi si risentono. Nel pomeriggio del 06.06.2003 105, ANDALI riceve un’altra chiamata da GRANO e lo informa che entro la fine del mese corrente avrebbero concluso l’operazione. Nella serata del 20.06.2003 106, dopo essere stato assieme a ZOCCOLA, ANDALI chiama GRANO e lo avverte di tenersi pronti per raggiungere Zurigo prima del giovedì seguente. Dal canto suo, GRANO dice ad ANDALI che stava cercando MARUZZO (FERA ANDALI Mario) che avrebbe dovuto recarsi a prendere qualcosa da una terza persona. ANDALI gli assicura che avrebbe provveduto a contattare FERA ANDALI Mario. Infatti, immediatamente dopo aver chiuso con GRANO, ANDALI chiama FERA ANDALI Mario 107 gli dice di recarsi da tale BATTISTA a ritirare un contratto che avrebbe mandato GRANO. FERA ANDALI assicura che lo avrebbe fatto al più presto. Nel pomeriggio del 23.06.2003 108, ANDALI riceve una chiamata da GRANO, che sollecita a comunicargli quando avrebbero dovuto partire le “comparse” dalla Calabria. ANDALI prende tempo. Successivamente109, ANDALI riceve una chiamata da ZOCCOLA e gli chiede quando avrebbero dovuto venire i tre a quel momento ancora ignoti Calabresi. A sua volta, anche ZOCCOLA prende tempo. Poco dopo 110, infatti, ZOCCOLA si sente con PAULANGELO ed i due discutono se fissare l’appuntamento per il mercoledì o il giovedì successivi, oppure se rimandarlo alla settimana seguente. Nel primo pomeriggio del 24.06.2003 111, GRANO sollecita nuovamente ANDALI. Nella tarda serata dello stesso giorno, GRANO sollecita di nuovo ANDALI e questi prende ancora tempo. Poco dopo 112, ZOCCOLA informa ANDALI che in 20 minuti sarebbe arrivato a casa di quest’ultimo. Secondo le informazioni a disposizione dei colleghi svizzeri, in quel periodo talvolta ZOCCOLA dormiva a casa di ANDALI, in quanto aveva lasciato l’appartamento in cui conviveva con Claudia CANONICA. Dopo l’arrivo di ZOCCOLA, ANDALI chiama GRANO 113 e gli comunica che per il giovedì successivo i tre sarebbero dovuti arrivare. Durante la conversazione, ANDALI si consulta con ZOCCOLA circa la tempistica, al fine di consentire a GRANO di prenotare i voli dalla Calabria a Zurigo (o Milano) e ritorno. Nel primo pomeriggio del 25.06.2003 114, viene intercettata una chiamata tra ANDALI e SERRAVALLE Silvia (con la quale ha una relazione sentimentale); durante la conversazione, nel tentativo di consolare la ragazza che, a causa dell’impegno in Svizzera, probabilmente non avrebbe potuto raggiungere a Firenze, ANDALI dice chiaramente alla donna che se l’operazione in corso fosse andata in porto, «ne [sarebbero entrati] un po’» (di soldi). La donna dimostra di conoscere sia cosa stesse accadendo in Svizzera sia la consistenza dell’affare in 104
Telefonata del 4.6.2003 alle ore 21,33 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe Telefonata del 6.6.2003 alle ore 15,24 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 106 Telefonata del 20.6.2003 alle ore 21,57 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 107 Telefonata del 20.6.2003 alle ore 21,59 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario 108 Telefonata del 23.6.2003 alle ore 15,32 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 109 Telefonata del 23.6.2003 alle ore 17,32 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 110 Telefonata del 23.6.2003 alle ore 18,34 – ZOCCOLA Alfonso riceve da PAULANGELO Salvatore 111 Telefonata del 24.6.2003 alle ore 13,34 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 112 Telefonata del 24.6.2003 alle ore 22,34 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 113 Telefonata del 24.6.2003 alle ore 23,19 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 114 Telefonata del 25.6.2003 alle ore 13,36 – ANDALI Fortunato chiama SERRAVALLE Silvia 87 105
corso. Inoltre, dal fatto che il medesimo dica «... no dico, che almeno ne entrano ancora un po’ e siamo più rilassati, hai capito?... », pare potersi arguire che, parlando al plurale, ANDALI si riferisca al gruppo di correi cointeressati all’operazione medesima. Nel pomeriggio dello stesso giorno 115, ANDALI chiama FERA ANDALI Mario e gli chiede conferma circa il possesso del contratto che doveva ritirare da BATTISTA, ottenendola. Allora, ANDALI gli dice di chiamare GRANO per informarlo della cosa, così da consentirgli di ritirarlo al suo passaggio durante il viaggio dalla Calabria verso Zurigo. Non avendo compreso subito a quale PINO si stesse riferendo, ANDALI è costretto a dire più esplicitamente a FERA trattarsi di GIANNARERA, alias di GRANO già accertato anche nelle precedenti attività investigative di Catanzaro. I colleghi elvetici non escludono che il contratto sia stato spedito a Ponte Tresa tramite i camion che fanno la tratta Mesoraca – Ponte Tresa e che trasportano derrate alimentari per evitare che le “comparse” viaggiassero assieme ai documenti. Poco dopo 116, GRANO chiama ANDALI e gli riferisce di aver sentito FERA ANDALI Mario, il quale gli aveva riferito che avrebbero dovuto passare da lui per ritirare i documenti. GRANO e IAZZOLINO non avrebbero accompagnato i tre, che sarebbero arrivati da soli. Uno di loro si trovava anzi già in zona. ANDALI e GRANO si sentono ancora nel pomeriggio 117, per la questione dei biglietti aerei per Milano o Zurigo. GRANO è palesemente irritato per il ristretto margine di tempo a disposizione per organizzare il viaggio, ma ANDALI asserisce di non aver potuto fare altrimenti. Come si desume da questa e da una successiva conversazione, il compito di gestire la seconda parte della trasferta dei tre era stata affidata a FERA ANDALI Mario, che, a sua volta, avrebbe incaricato un «ragazzo» non meglio individuato per l’accompagnamento da Malpensa a Zurigo e viceversa. Nella tarda serata dello stesso giorno 118, ANDALI chiama FERA ANDALI Mario che gli conferma di aver sentito GRANO e di trovarsi già a Milano. ANDALI dà poi disposizione a FERA di comprare quattro ricariche telefoniche della TIM da 50 euro (per il suo cellulare italiano). Inoltre, ANDALI gli chiede conferma del fatto che avrebbe pensato lui a far arrivare a Zurigo le persone provenienti dalla Calabria. FERA ANDALI Mario risponde affermativamente, aggiungendo che al massimo avrebbe dato loro un’auto. ANDALI si arrabbia ed ingiunge a FERA di non mandarli da soli. Sulla scorta dei dati desumibili dalle operazioni tecniche in corso in Italia su FERA ANDALI Mario risulta che lo stesso, nella serata, si sia recato alla Stazione di Milano con SCANDALE Bruno e Tommaso RIZZUTI a prendere uno dei tre Calabresi in arrivo, poi identificato per Carmine LIA (v. ultra) in arrivo da Riccione. Nella prima mattinata del 26.06.2003 119, FERA ANDALI Mario chiama ANDALI dicendo d’averli appena ricevuti e gli assicura che avrebbe dato loro un’auto per raggiungere Zurigo. ANDALI non realizza il fatto che FERA ANDALI Mario intendesse avviarli da soli verso Zurigo e ciò, come si vedrà in seguito, costituisce un particolare di non trascurabile portata. I colleghi ticinesi, supportati da personale della Compagnia CC di Luino, attivano un servizio di o.c.p. dall’aeroporto di Malpensa. Il servizio permette di osservare, alle 08.10, l’arrivo di due individui dall’atteggiamento sospetto, giunti col volo Lamezia Terme – Milano. Alle 09.10 successive, arriva all’aeroporto della Malpensa FERA ANDALI Mario a bordo di una RENAULT Clio . I due citati individui in arrivo da Lametia salgono sulla vettura di FERA ANDALI Mario e raggiungono Ponte Tresa dove arrivano verso le 10.35. Alle 09.10 120 ANDALI aveva intanto chiamato FERA dicendogli di fare con calma, poiché sarebbero dovuti arrivare per le 16.00. Alle 11.20 uno dei due soggetti arrivati a Malpensa dalla Calabria passa il valico di Ponte Tresa a piedi, entrando in Svizzera, seguito da un’altra persona più anziana. I due raggiungono la stazione ferroviaria di Ponte Tresa e prendono contatti con il conducente della vettura VW Golf targata TI 118661, già sul posto. 115
Telefonata del 25.6.2003 alle ore 14,31 – Telefonata del 25.6.2003 alle ore 14,46 – 117 Telefonata del 25.6.2003 alle ore 16,33 – Telefonata del 25.6.2003 alle ore 16,41 118 Telefonata del 25.6.2003 alle ore 23,43 – 119 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 00,52 – 120 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 09,10 – 116
ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario ANDALI Fortunato riceve da FERA ANDALI Mario ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario 88
Alle successive 11.35, la Golf parte con tre persone a bordo in direzione Nord, entrando in autostrada. Poco dopo 121, FERA chiama ANDALI informandolo che i tre erano partiti da circa un’ora. Un posto di controllo organizzato prima dell’ingresso nel tunnel di San Gottardo permetteva di fermare la Golf alle 13.20 e di identificarne gli occupanti per: – LIA Giuseppe, – CATANZARO Bruno, – SPADAFORA Carmine. Alle 13.42122 ANDALI compone il numero +393385257267 e tale PINO gli risponde di richiamare più tardi. La telefonata avviene durante il controllo di polizia ed a rispondere era stato LIA Giuseppe. In una conversazione di poco successiva 123, LIA riferisce ad ANDALI che si trovavano ad Ersfeld (CH). ANDALI realizza che i tre sono da soli e si arrabbia. Appreso, poi, del controllo di polizia, perde ancor più la calma. I colleghi ticinesi che hanno ascoltato la chiamata precisano che ANDALI, appena sentito parlare di polizia, interrompe la chiamata con LIA e tiene spento il telefono per un certo periodo di tempo, durante il quale giungono 30 chiamate, tutte provenienti dall’Italia. Intanto 124, viene intercettata una conversazione tra ZOCCOLA e PAULANGELO durante la quale il primo dice di aver organizzato per il pomeriggio una «tavolata d’amici». PAULANGELO, però, risponde di non aver tempo e ZOCCOLA, senza particolari obiezioni, rimanda l’impegno alla settimana successiva. Pochi minuti dopo 125, ZOCCOLA comunica ad ANDALI il rinvio, motivandolo con un malinteso sul giorno dell’appuntamento. ANDALI risponde a ZOCCOLA di fare finta di niente e d’inventare qualche cosa da far fare «a quei coglioni», per evitare di fare una figuraccia. ANDALI suggerisce a ZOCCOLA di preparare un qualche formulario da far firmare loro. ZOCCOLA lo tranquillizza e assicura che ci avrebbe pensato lui. A proposito delle ultime due chiamate prese in esame, si ritiene di condividere le impressioni espresse dai colleghi ticinesi: – ZOCCOLA e PAULANGELO non appaiono aver dato grande importanza alla trasferta dei tre, avendo spostato senza colpo ferire l’appuntamento alla settimana successiva; – ANDALI non vuole dire nulla ai tre di tale disguido, per evitare ripercussioni da parte di GRANO e IAZZOLINO; – i termini sprezzanti con cui ANDALI aveva fatto riferimento ai tre Calabresi contribuisce a delinearne la loro funzione come di mere comparse. Raggiunto telefonicamente da LIA 126 – che lo chiama col telefono di uno degli altri due – ANDALI coglie l’occasione per mettere in relazione il rinvio dell’appuntamento alla settimana successiva con il loro ritardo, dovuto al controllo da parte della polizia, scaricando la colpa su FERA ANDALI Mario che non aveva provveduto a farli accompagnare da qualcuno. Stessa linea tiene ANDALI in una successiva conversazione con GRANO 127. Divenuto capro espiatorio della situazione, FERA sarebbe stato oggetto di una qualche iniziativa per evitare che simili situazioni avessero a ripetersi. Nel corso di ulteriore conversazione 128, GRANO dice ad ANDALI di non raccontare a SALVATORE e ad ALFONSO (rispettivamente PAULANGELO e ZOCCOLA) del controllo di polizia subito dai tre, con ciò dimostrando: – di conoscere entrambi; – di non voler probabilmente dare un’impressione di minor efficienza della loro “macchina organizzativa”. Nel tardo pomeriggio129, ANDALI informa ZOCCOLA che stava facendo rientrare i tre e di aver dato 121
Telefonata del 26.6.2003 alle ore 11,47 – Telefonata del 26.6.2003 alle ore 13,42 – risponde LIA Giuseppe 123 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 14,19 – risponde LIA Giuseppe 124 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 14,41 – 125 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 14,51 – 126 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 15,33 – 127 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 15,36 – 128 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 15,47 – 129 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 17,39 – 122
ANDALI Fortunato riceve da FERA ANDALI Mario ANDALI Fortunato chiama il numero +393385257267 e ANDALI Fortunato chiama il numero +393385257267 e ZOCCOLA Alfonso chiama PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da LIA Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso 89
loro del denaro, in quanto completamente sprovvisti. Se ancora ve ne fosse bisogno, tale circostanza conferma ulteriormente il reale ruolo dei tre corregionali di ANDALI. Nella prima serata 130, ANDALI informa GRANO dell’avvenuta ripartenza dei tre e del fatto di aver dato loro quasi 1000 € per il viaggio. GRANO si informa circa le reazioni di ZOCCOLA e PAULANGELO al disguido e se il rinvio costituisse un problema per il buon esito dell’operazione, dimostrando non solo di aver creduto sino in fondo alla versione raccontatagli da ANDALI ma anche grande interesse per l’esito dell’operazione medesima. Poco dopo131, GRANO richiama ANDALI e gli passa IAZZOLINO, a cui ribadisce puntualmente le spiegazioni già più volte fornite a GRANO, responsabilità di FERA compresa. Tale conversazione permette di individuare un altro significativo centro d’imputazione d’interesse in IAZZOLINO, che, peraltro, aveva “fornito” i tre prestanome per l’operazione. Nella serata 132, ANDALI contatta LIA, ancora in viaggio con gli altri due figuranti. Dal tenore della chiamata emerge che – non si esclude su consiglio di ANDALI stesso – i tre avevano seguito un percorso differente rispetto a quello dell’andata, molto verosimilmente per limitare il rischio di un nuovo controllo da parte della Polizia elvetica. Nella mattinata del01.7.2003 133, ANDALI comunica a GRANO che i «signori» avrebbero dovuto essere a Zurigo per il giovedì successivo, in quanto era tutto pronto per venerdì seguente. ANDALI dice di farli arrivare in treno direttamente da lui, a Zurigo, allo scopo di sviare eventuali controlli di polizia. GRANO gli chiede se avrebbero dovuto comprar loro un vestito. ANDALI risponde di no: dovendo ritornare ancora una volta, glielo avrebbero preso alla fine. Con linguaggio alquanto criptico, ANDALI precisa che il venerdì successivo avrebbero ricevuto sicuramente il denaro atteso. Nella prima serata del 2.7.2003 134, mentre si trova a Milano assieme a PAULANGELO Salvatore, ZOCCOLA chiama ANDALI e gli chiede se fosse tutto a posto. ANDALI lo rassicura, confermando che l’indomani sarebbero arrivati «quelli», riferendosi chiaramente a LIA, CATANZARO E SPADAFORA. Nella tarda serata, poi 135, GRANO chiama ANDALI e gli dice di tenere il telefono accesso, in quanto «loro» erano in viaggio. Nella mattinata del 03.07.2003 136, LIA Giuseppe, dall’utenza +393385257267, avvisa ANDALI del loro arrivo per le 14.50. ANDALI sarebbe andato a prenderli alla stazione. Di tale novità ANDALI informa immediatamente GRANO 137. Nel tardo pomeriggio 138, CARNOVALE chiama ANDALI e gli riferisce che si stava accingendo ad andare in aeroporto a portare le valigie assieme «alla compagnia», in verità a due dei tre. Non entusiasta dell’iniziativa, ANDALI lascia intendere a CARNOVALE l’inopportunità della cosa. CARNOVALE desiste. Poco più tardi 139, ANDALI conferma a ZOCCOLA la presenza dei tre. Nella tarda serata 140, ZOCCOLA preannuncia ad ANDALI il proprio arrivo ad Uster (CH) e concordano di vedersi in un ristorante non meglio precisato anziché nella sala giochi di CARNOVALE. Da alcune chiamate 141 tra ANDALI e CARNOVALE intercettate dopo l’incontro citato e la mattina successiva, si desume che LIA, CATANZARO e SPADAFORA avevano dormito da CARNOVALE medesimo. La mattina del 4.07.2003 – purtroppo in assenza di idoneo servizio di o.c.p. – l’operazione viene conclusa. Infatti, nella tarda mattinata 142 ANDALI informa GRANO in tal senso: «ascolta, tutto apposto, 130
Telefonata del 26.6.2003 alle ore 19,06 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe Telefonata del 26.6.2003 alle ore 19,56 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 132 Telefonata del 26.6.2003 alle ore 20,37 – ANDALI Fortunato chiama LIA Giuseppe 133 Telefonata del 1°.7.2003 alle ore 10,48 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 134 Telefonata del 2.7.2003 alle ore 19,38 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 135 Telefonata del 2.7.2003 alle ore 22,59 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 136 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 11,41 – ANDALI Fortunato riceve da LIA Giuseppe 137 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 13,35 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 138 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 18,26 – ANDALI Fortunato riceve da CARNOVALE Francesco 139 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 19,32 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 140 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 22,40 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso Telefonata del 3.7.2003 alle ore 22,47 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso 141 Telefonata del 3.7.2003 alle ore 23,28 – ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco Telefonata del 4.7.2003 alle ore 07,48 – ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco 142 Telefonata del 4.7.2003 alle ore 12,56 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe 90 131
i giovanotti stanno già girando». Stavano solo aspettando PAULANGELO: «solo che … vedi che gli avevamo prestato quei 400 franchi … ne mancano … un centinaio…. poi ti spiego, dai, senza … comunque … per te è apposto». GRANO è ansioso di ricevere altre notizie, ma ANDALI rimanda le spiegazioni ad un momento successivo, ribadendo che ne mancavano solo un centinaio e aggiungendo: «200 ha detto che li impresta a me adesso, tra mezz’ora e 100 … quando… la settimana prossima». Terminata l’operazione, ANDALI, ZOCCOLA, PAULANGELO e i tre figuranti vanno a pranzo insieme, circostanza riportata come verosimile dai colleghi ticinesi, in quanto desunta da dati non completamente dirimenti (operazioni tecniche). Nel pomeriggio 143 ANDALI comunica a GRANO l’accordo definitivo sulla consegna del denaro da parte di PAULANGELO: «metà adesso e metà settimana prossima». ANDALI dice a GRANO di riferirlo a IAZZOLINO. Nella serata dello stesso giorno 144, viene intercettata una conversazione tra ANDALI e ZOCCOLA. ANDALI dice che stava aspettando da 20 minuti ma ancora una terza persona non era arrivata. ZOCCOLA risponde che l’appuntamento era per le 20.30 e non per le 20. Passato l’orario dell’appuntamento 145, ANDALI lascia un messaggio sulla segreteria di ZOCCOLA, riferendo che era tutto a posto, nel senso che sicuramente aveva incontrato la persona con cui aveva appuntamento. Dalla successione dei fatti accaduti quel giorno, tutto lascia supporre potersi trattare proprio di PAULANGELO. Nella serata del 06.07.2003 146, dopo aver parlato di una disputa tra CARNOVALE e IAZZOLINO in corso di risoluzione, ANDALI riferisce a GRANO che «pure per quell’altra cosa è apposto, è già … sistemato tutto, è tutto apposto …». In particolare, a GRANO che gli chiede notizie del suo arrivo in Calabria, ANDALI risponde: «se me ne vengo, se non cambio via», lasciando intendere, con una battuta ironica, di essere entrato in possesso del denaro e che lo avrebbe portato in occasione dell’imminente viaggio in Calabria. Nel pomeriggio del 07.07.2003 147, ANDALI chiama FERRAZZO Mario Donato e, tra l’altro, gli chiede se GRANO gli avesse riferito, sottintendendo il riferimento all’esito favorevole dell’operazione dei giorni precedenti, nonché se gli avesse spiegato i dettagli. FERRAZZO risponde di si. ANDALI rincara la dose: «tutto apposto MARU’» e questi gli risponde: «va bene, l’importante è questo». I colleghi riferiscono che questa è l’unica telefonata intercettata in cui FERRAZZO si occupa direttamente ed in modo inequivocabile della questione finanziaria e traggono spunto da tale circostanza per inferirne la conferma della posizione di vertice occupata da FERRAZZO nella cosca. Si tratta di una considerazione assolutamente condivisibile, anche perché la sporadicità dell’interesse di FERRAZZO per gli affari prettamente finanziari/immobiliari e la contemporanea dimostrazione da parte sua di esserne, ciò nondimeno, perfettamente a conoscenza sono dati emergenti anche dalle operazioni tecniche eseguite da questa Sezione. Insomma, con il seguire un po’ da lontano, in modo solo apparentemente distratto gli affari finanziari del gruppo criminale attenzionato, FERRAZZO dà epidermicamente l’impressione di comportarsi come un capo. Discorso parzialmente analogo può farsi per IAZZOLINO, a dire il vero un po’ più presente a questi argomenti. Comunque, sia FERRAZZO, sia IAZZOLINO appaiono chiaramente farsi rappresentare da GRANO che si interfaccia direttamente con ANDALI nella gestione degli affari non solo in Svizzera ma anche, come si vedrà in seguito, in Spagna ed in Sardegna. Nella tarda mattinata del 10.7.2003 148, ZOCCOLA chiama ANDALI comunicandogli che quel pomeriggio ANDALI stesso avrebbe dovuto incontrare SALVI (PAULANGELO Salvatore) per «quella cosa». ANDALI assicura che lo avrebbe chiamato lui. In effetti, nel pomeriggio 149, ANDALI lascia a PAULANGELO un messaggio sulla segreteria telefonica, chiedendo di essere richiamato appena possibile. 143
Telefonata del 4.7.2003 alle ore 14,13 – ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe Telefonata del 4.7.2003 alle ore 20,32 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso 145 Telefonata del 4.7.2003 alle ore 20,45 – ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso 146 Telefonata del 6.7.2003 alle ore 20,19 – ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe 147 Telefonata del 7.7.2003 alle ore 17,26 – ANDALI Fortunato chiama FERA ANDALI Mario 148 Telefonata del 10.7.2003 alle ore 13,24 – ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 149 Telefonata del 10.7.2003 alle ore 15,03 – ANDALI Fortunato chiama PAULANGELO Salvatore 91 144
Nel tardo pomeriggio 150, PAULANGELO lascia ad ANDALI un messaggio sulla segreteria in cui dice d’aver sentito il messaggio solo in quel momento e che avrebbe richiamato più tardi. Nella serata 151, ANDALI riesce finalmente a parlare con PAULANGELO e gli riferisce che ZOCCOLA aveva detto che dovevano incontrarsi. I due si danno appuntamento nel corso della serata. Dal tenore della chiamata, si comprende che ANDALI era in procinto di partire per la Calabria e che PAULANGELO avrebbe dovuto procurargli un qualcosa (presumibilmente denaro) per prima della sua parteza. L’incontro serve a poter parlare di persona della questione. Dopo l’incontro con PAULANGELO, ANDALI chiama ZOCCOLA e gli spiega 152 di aver avuto una discussione con PAULANGELO, che non si stava attenendo ai patti. In particolare, ANDALI dice: «praticamente niente... gli ho detto, no, ”gli accordi sono in un altro modo”, ho detto “fa come cazzo vuoi, questo vuol dire che non si rispetta la parola”… non è che possiamo giocare ai suoi cosi … noi glielo portiamo a termine lo stesso ... m'ha detto che si doveva parlare prima meglio... ma che discorso è questo? niente ... gli ho detto che noi la vediamo in un altro modo e basta» e ancora: «si poteva discutere dall'inizio... gli ho detto ”qui ogni settimana sta scalando la cosa e non mi sembra... siamo arrivati a zero, questa è proprio una cosa che non si fa... io posso capire che ci sono 1000 problemi ma si discute prima non dopo”» e, infine, dopo aver detto a ZOCCOLA di far finta di niente con PAULANGELO: «gli ho parlato perché (PAULANGELO, n.d.r.) dice “ma allora non vuol dire niente quello che ho fatto” ... ho detto “no! vuol dire, vuol dire, però che non hai completato il lavoro come abbiamo fatto noi, noi lo abbiamo portato a termine. Quando si parla in un modo si fa ...” gli ho detto come in un mese in un modo, poi che così... va bene posso capire che ci sono dei problemi, mo siamo ancora a dei problemi che è andato via... ma che discorso è questo? ». L’acquisizione definitiva di questa chiamata porrà il suggello definitivo su ogni tentativo di smentire la paternità calabrese dei traffici operati dai clan interessati nella e con la WFS. Non può sfuggire il particolare che ANDALI parla al plurale! Immediatamente dopo aver terminato la conversazione con ZOCCOLA, ANDALI chiama GRANO, a cui spiega 153 che PAULANGELO voleva fare «il furbetto» (espressione tipica di ANDALI, come si vedrà anche in seguito). GRANO è preoccupato: «e adesso?», ma ANDALI chiarisce subito la portata del problema: «no, quelli, gli altri li ho io». Insomma, l’inconveniente non involge tutto l’affare, ma solo una parte. Dopo aver riportato quanto già riferito a ZOCCOLA sul fatto che gli accordi avrebbero dovuto essere rispettati così per come presi all’inizio e rimandato più volte la spiegazione dei dettagli all’imminente incontro tra i due (ANDALI si apprestava a recarsi in Calabria), ANDALI aggiunge: «comunque non ti preoccupare, io poi parlo con Alfonso e se la vede lui. Noi, quello che è nostro è nostro Pì». Emerge poi che si era resa necessaria un’altra trasferta dei tre figuranti, anche se questa volta forse sarebb bastata la presenza solo di uno. Si aggiunge che, nel corso della conversazione, ANDALI ribadisce a GRANO: «non ti preoccupare che poi io parlo con Alfonso e..... lui se la deve sbrigare... mi hai capito?» Nella mattinata dell’11.7.2003154, PAULANGELO comunica ad ANDALI di non aver rintracciato il notaio ma che il lunedì seguente ci sarebbe stata la sua segretaria e che, quindi, avrebbe cercato di fissare un appuntamento per la settimana successiva. ANDALI dice che sarebbe stato sufficiente avere una risposta per il lunedì, così da avere il tempo necessario per organizzare il viaggio che, come meglio descritto in seguito, riguarda la cessione di azioni della PP Finanz a Carmine SPADAFORA che sarebbe avvenuta il 17.7.2003 davanti al notaio dr. Thomas BÜTLER. Nel primo pomeriggio dello stesso giorno155, ANDALI riferisce a ZOCCOLA di aver chiamato in Calabria: «ascolta fammi il favore, vedi digli chiaro e tondo a coso se noi...... ci parlo io … no no, fa niente, mi hai capito quello...... per me è uguale almeno la metà di come l'altra volta ........ per loro Alfò, se no facciamo......... per me........ a me non me ne frega niente». Il passaggio si commenta da solo! 150
Telefonata del 10.7.2003 alle ore 18,31 – Telefonata del 10.7.2003 alle ore 19,24 – 152 Telefonata del 10.7.2003 alle ore 22,07 – 153 Telefonata del 10.7.2003 alle ore 22,10 – 154 Telefonata dell’11.7.2003 alle ore 10,54 – 155 Telefonata dell’11.7.2003 alle ore 13,46 – 151
ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato chiama PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso 92
Nella tarda mattinata del 13.07.2003 156, GRANO chiama ANDALI, che si trova a Napoli e sta scendendo in Calabria in auto, con i figli. Con una serie di riferimenti criptici, GRANO riporta ad ANDALI la preoccupazione/raccomandazione di IAZZOLINO «per la cifra». ANDALI lo tranquillizza circa la situazione e, comunque, ne avrebbero presto parlato di persona. Tale conversazione rappresenta un’altra circostanza significativa nella direzione della cointeressenza di IAZZOLINO nell’affare WFS. Nella prima serata del 14.7.2003 157, mentre si trova in compagnia di GRANO e IAZZOLINO, ANDALI chiama ZOCCOLA per sapere se «quell’amica» avrebbe dovuto recarsi in Svizzera o meno. ZOCCOLA risponde di non conoscere lo stato degli accordi con PAULANGELO ed ANDALI lo incarica di informarsi e di fargli sapere. Nel pomeriggio del 15.07.2003 158, PAULANGELO comunica ad ANDALI due alternative per l’appuntamento dal notaio, di cui una per il giovedì successivo alle ore 14. ANDALI lo interrompe, dicendo che gli avrebbe fatto sapere. Pur non avendola intercettata, risulta dai tabulati che i due si sono risentiti almeno un’altra volta nel pomeriggio, probabilmente per la conferma dell’appuntamento. Nella prima serata 159, ZOCCOLA riferisce ad ANDALI di aver parlato con PAULANGELO e che avrebbe pensato lui, cioè ZOCCOLA stesso, a rimettere a posto le cose. Ad ANDALI Fortunato Domenico che chiede di essere rassicurato, ZOCCOLA risponde: «Si, no, cioè... Mi (diminutivo di MICU – DOMENICO) qualche sudata la dobbiamo fare, poi ti spiego bene perchè ho visto un'attimo due o tre conti oggi... Ehh, però dobbiamo parlare assieme un momento». Poco dopo, liberatosi della presenza di GRANO, ANDALI richiama ZOCCOLA 160. Il fatto che per parlare con ZOCCOLA delle operazioni finanziarie in Svizzera, ANDALI debba rimanere da solo appare significare che ANDALI non vuole allarmare gli altri compomenti della cosca o, peggio, apparire come un inetto (nella loro ottica). Durante la conversazione, retoricamente fingendo che la defaillance non lo stesse agitando, ANDALI in realtà appare molto contrariato e preoccupato per il fatto che «la parola» fosse stata cambiata «10 volte», circostanza che avrebbe fatto fare loro una magra figura. Comunque, ANDALI conferma il suo arrivo a Zurigo, accompagnato da SPADAFORA (come si vedrà) per il giovedì successivo. In altre parole, il problema è questo: ANDALI e ZOCCOLA si erano esposti nei confronti delle cosche interessate probabilmente prospettando, all’inizio, che in termini di certezza il buon esito degli affari alla WFS/PP Finanz. Adesso le cose non stavano andando come previsto, la gallina dalle uova d’oro si stava trasformando in una trappola e ANDALI, che aveva sponsorizzato ZOCCOLA, si trova in difficoltà più che con GRANO, con FERRAZZO e IAZZOLINO . Questa ricostruzione avvalorerebbe due circostanze fondamentali per l’indagine: – l’esistenza di un duo ANDALI – ZOCCOLA, interfacce rispettivamente lato Calabresi e lato gruppo personaggi dediti al riciclaggio; – il fatto che fosse stato verosimilmente proprio ANDALI a sponsorizzare ZOCCOLA presso i Calabresi come uomo degli affari facili. Nella prima mattinata del 17.07.2003 161, parlando al plurale, ANDALI preannuncia a PAULANGELO l’arrivo a Zurigo per le 10.50. PAULANGELO dice che li va a prendere. L’utenza di PAULANGELO non era in quel momento intercettata, ma dai tabulati retroattivi risultano, dopo la conversazione con ANDALI, due chiamate consecutive verso lo studio dell’avvocato notaio Dr. Thomas BÜTLER di Berikon (CH). Inoltre, i colleghi ticinesi riferiscono di una sequenza di tre SMS tra ZOCCOLA e PAULANGELO (il primo dei tre da ZOCCOLA a PAULANGELO). PAULANGELO comunica a ZOCCOLA di aver perso tempo dal notaio e ZOCCOLA chiede di essere informato alla fine. Nella tarda mattinata 162, PAULANGELO avvisa ZOCCOLA di essere ancora impegnato alla Posta,, chiedendogli contestualmente se potesse andare lui a prendere ANDALI e Carmine SPADAFORA. ZOCCOLA risponde di avere un’auto a due posti e che avrebbe visto come fare. 156
Telefonata del 13.7.2003 alle ore 12,34 Telefonata del 14.7.2003 alle ore 20,32 158 Telefonata del 15.7.2003 alle ore 16,50 159 Telefonata del 15.7.2003 alle ore 19,10 160 Telefonata del 15.7.2003 alle ore 19,27 161 Telefonata del 17.7.2003 alle ore 08,32 162 Telefonata del 17.7.2003 alle ore 11,25 157
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ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore ZOCCOLA Alfonso riceve da PAULANGELO Salvatore 93
Poco dopo, PAULANGELO avvisa ANDALI del ritardo e che sarebbe arrivato a breve. ANDALI precisa che lo avrebbe atteso al Terminal 2. Nel primo pomeriggio, ZOCCOLA invia un SMS a PAULANGELO: «vieni ora». Poco dopo, ANDALI si incontra nuovamente con PAULANGELO. Passano ancora pochi minuti e ANDALI riceve una chiamata da IAZZOLINO, a cui però non risponde. Poco dopo 163, ANDALI richiama IAZZOLINO , che evidentemente voleva essere aggiornato. ANDALI dice che lo avrebbe richiamato appena avranno finito. Tra le 15.16 e le 15.31 viene intercettata una sequenza di SMS tra ZOCCOLA e PAULANGELO. ZOCCOLA chiede a PAULANGELO dove si trovasse. PAULANGELO era in ufficio. Allora ZOCCOLA: «vieni da Beni che dobb. (dobbiamo) prendere una M.». PAULANGELO risponde: «non possiamo»; ZOCCOLA chiede il motivo e PAULANGELO: «posta». ZOCCOLA chiude: «bravi». A metà pomeriggio 164, ANDALI chiama CARNOVALE a seguito di un precedente messaggio che questi gli aveva lasciato. CARNOVALE chiedeva ad ANDALI di passare presso la sua sala giochi a prendere del denaro da portargli in Calabria. ANDALI dice chiaramente a CARNOVALE che non sarebbe passato in quanto non vuole che suoi conoscenti lo vedano in giro. Poco dopo 165, ANDALI comunica a GRANO il buon esito dell’operazione, nel senso che aveva recuperato tutto il denaro atteso, «anche gli spiccioli». Entrambi sono soddisfatti – i colleghi ticinesi sottolineano come ciò traspaia anche dal tono della voce – e GRANO fa un riferimento anche alle “competenze” di ANDALI: «...si, noooo, per te, per te... » e ancora «...dico, eravamo rimasti quelli.... fai il doppio ... ». Della cosa avrebbero riparlato di persona. ANDALI riaccredita – come già evidenziato in precedenza, nel suo interesse – ZOCCOLA a gli occhi di GRANO: «no te lo avevo detto … come sono arrivato c’era ALFONSO, proprio già … ma dopo un secondo, PINU’ … te l’ho detto, ALFONSO è di oro... ». Infine, ANDALI fa cenno di essere insieme a CARMINUZZO ovvero a SPADAFORA Carmine, colui che, come si vedrà meglio in seguito, con documenti falsi in nome di Marco MAGNONI, il 18.07.2003 si reca con PAULANGELO dal notaio, Dr. Thomas Bütler, per firmare un atto di compravendita relativo alle azioni della PP Finanz. A metà serata 166, mentre si trova con IAZZOLINO Sergio, GRANO chiama nuovamente ANDALI, a cena assieme a ZOCCOLA e Carmine SPADAFORA. IAZZOLINO non interviene nella conversazione, ma la sua presenza “muta” è comunque densa di significato. Anche in questo caso, i colleghi ticinesi che hanno ascoltato il sonoro sottolineano il tono di voce espressivo di particolare soddisfazione per come stessero andando le cose. GRANO parla poi brevemente con ZOCCOLA, che preannuncia un’imminente visita alla sorella in Calabria. Inoltre, GRANO gli esprime i saluti da parte di IAZZOLINO, che ZOCCOLA contraccambia. Nella prima mattinata del 18.07.2003 167, PAULANGELO comunica ad ANDALI che stava arrivando. ANDALI dice di essere già sul posto. Subito dopo, ANDALI comunica a ZOCCOLA che PAULANGELO era in ritardo mentre lui era già sul posto. Passa ancora qualche minuto e PAULANGELO comunica ad ANDALI di essere arrivato. Successivamente, ZOCCOLA comunica ad ANDALI che stava arrivando pure lui. ANDALI dice di essere nello stesso posto – o meglio nelle vicinanze – di PAULANGELO e Carmine SPADAFORA. A metà mattina, ANDALI tenta due volte di chiamare GRANO, verosimilmente per aggiornarlo, ma GRANO non risponde. Nel primo pomeriggio 168, ANDALI riferisce a GRANO che era tutto a posto, che avevano finito e che lui e SPADAFORA sarebbero arrivati l’indomani alle 11.40. I colleghi sottolineano la notevole soddisfazione dei due percepita dall’ascolto della conversazione. A metà pomeriggio del 19.07.2003 169, ZOCCOLA chiama ANDALI, che gli riferisce di essere arrivato all’una e di essersi fermato con tutti gli altri, da parte dei quali manda i saluti a ZOCCOLA. ZOCCOLA contraccambia. 163
Telefonata del 17.7.2003 alle ore13,51 – Telefonata del 17.7.2003 alle ore16,46 – 165 Telefonata del 17.7.2003 alle ore 17,20 – 166 Telefonata del 17.7.2003 alle ore 21,49 – 167 Telefonata del 19.7.2003 alle ore 08,39 – 168 Telefonata del 18.7.2003 alle ore 13,49 – 169 Telefonata del 19.7.2003 alle ore 16,40 – 164
ANDALI Fortunato chiama IAZZOLINO Sergio ANDALI Fortunato chiama CARNOVALE Francesco ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da PAULANGELO Salvatore ANDALI Fortunato chiama GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso 94
Nella mattinata del 20.07.2003 170, ZOCCOLA chiama nuovamente ANDALI. ZOCCOLA gli riferisce che stava bevendo un caffè con ROBERTO (verosimilmente LAEZZA Roberto) e ANDALI gli dice di portargli i suoi saluti. Dal canto suo ANDALI racconta: «ieri siamo stati assieme con loro, poi» e ZOCCOLA: «sono contenti o no?». La risposta di ANDALI si commenta da sola: «ahia la miseria, ci mancherebbe! ». Nella serata de 21.07.2003 171, ZOCCOLA riferisce ad ANDALI di essere stato a Milano e che era tutto a posto. I colleghi ticinesi segnalano che, da altre chiamate da loro intercettate, si capisce che ZOCCOLA era stato da MELZI. Nella serata del 23.07.2003 172, ANDALI chiama ZOCCOLA. La prima parte della conversazione riguarda il ristorante di Las Palmas. Ad un certo punto, preso il telefono, GRANO parla con ZOCCOLA del suo arrivo in Calabria il lunedì successivo (29.07.2003). Avrebbe dormito da loro. Su questo particolare, apparentemente insignificante, è bene soffermare l’attenzione. A domanda di GRANO, ZOCCOLA specifica che durante i due giorni in cui sarebbe rimasto in Calabria da loro, non si sarebbe recato dalla sorella, a Riace. Lo avrebbe fatto in un’altra occasione. ZOCCOLA avrebbe raggiunto GRANO e gli altri prima della ripartenza di ANDALI (mercoledì 31.07.2003) e si sarebbe fermato limitatamente alla presenza in loco di quest’ultimo. Il che significa che l’imminente viaggio di ZOCCOLA in Calabria sarebbe stato dedicato esclusivamente ai rapporti da lui intrattenuti con i due clan in questione. A mezzogiorno del 29.07.2003 173, ZOCCOLA informa ANDALI del suo arrivo in Calabria. ANDALI gli spiega la strada per arrivare a Steccato di Cutro. ZOCCOLA pare essere in compagnia di SASA’, personaggio campano di cui si parlerà diffusamente in seguito, nella Sezione dedicata agli investimenti in Spagna. Nel pomeriggio dello stesso giorno 174, GRANO discute con ANDALI della cena con ZOCCOLA e SASA’. ANDALI chiede alla cena avrebbe partecipato anche FERRAZZO Mario Donato, GRANO dice che FERRAZZO non gli aveva dato alcuna risposta. ANDALI sottolinea che SASA’ avrebbe voluto salutarlo e che ZOCCOLA e SASA’ non si sarebbero fermati a lungo (2 giorni, infatti). ANDALI riassume i partecipanti: lui stesso, ZOCCOLA, SASA’, GRANO e IAZZOLINO. GRANO si incarica di fare «un giro» per Mesoraca alla ricerca di FERRAZZO per riproporgli la cosa. Nella prima mattinata del 30.07.2003, ANDALI riceve una chiamata da GRANO. I due si incontrano per andare da qualche parte con ZOCCOLA. Poco più tardi, ANDALI cominica a ZOCCOLA che stava arrivando. ZOCCOLA è in compagnia di SASA’. Più di un’ora dopo, GRANO dice ad ANDALI che hanno finito e di raggiungerlo al bar. Dall’insieme delle telefonate riportate, parrebbe che GRANO, ZOCCOLA e SASA’ fossero andati ad occuparsi di qualcosa senza ANDALI. Nel pomeriggio dello stesso giorno 175, GRANO preannuncia ad ANDALI il proprio arrivo, aggiungendo che sarebbero andati tutti insieme a fare una gita in barca in compagnia di IAZZOLINO Sergio e di tale ENZO (che si suppone trattarsi di FALZETTA Vincenzo). Nella serata, il gruppo di personaggi organizza una festa. Vengono intercettate diverse comunicazioni: – da cui si capisce che stavano cercando ANDALI che non si trovava; – in cui si sente in sottofondo la voce di GRANO, ZOCCOLA ed altri personaggi non meglio identificati. I colleghi ticinesi riferiscono anche la presenza di IAZZOLINO . Dai loro accertamenti, risulta che la festa era stata organizzata in località Gizzeria, presso il Park Hotel Il Faro. Il mattino del 31.7.2003, ZOCCOLA si trova già a Milano, molto probabilmente giunto con il volo delle 6.50 da Lemezia diretto a Malpensa. Infatti si sente 176 con l’avv. MELZI e lo raggiunge. 170
Telefonata del 20.7.2003 alle ore 11,05 Telefonata del 21.7.2003 alle ore 21,44 172 Telefonata del 23.7.2003 alle ore 21,36 173 Telefonata del 29.7.2003 alle ore 12,08 174 Telefonata del 29.7.2003 alle ore 17,09 175 Telefonata del 30.7.2003 alle ore 14,34 176 Telefonata del 31.7.2003 alle ore 10,15 171
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ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato chiama ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da ZOCCOLA Alfonso ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe ANDALI Fortunato riceve da GRANO Giuseppe zoccola Alfonso chiama MELZI Giuseppe 95
3.3
INVESTIMENTI IMMOBILIARTI IN SARDEGNA: RICICLAGGIO E REIMPIEGO DI FONDI SOTTRATTI ALLA WFS/PP FINANZ
Per affrontare il tema degli investimenti immobiliari in Sardegna riconducibili al terzetto PAULANGELO-ZOCCOLA-DESOLE, occorre partire dal rapporto in data 4.11.2005 dell’analista economico-finanziario della Polizia Federale Svizzera 177, ove si evidenziava come parte dei fondi sottratti alla WFS/PP Finanz fossero stati destinati ad investimenti immobiliari in Sardegna. Come si è già detto, il rapporto in questione faceva anche riferimento alle indagini parallele avviate in Italia: II fatto che nei dossiers dei conti intestati a Finmed e Geòrgia presso Bank Leu siano stati ritrovati documenti di varia natura relativi agli investimenti immobiliari in Sardegna riveste un'importanza notevole nel contesto di questa inchiesta. Infatti, come vedremo nel capitolo 4, le autorità inquirenti italiane hanno effettuato delle ricerche dalle quali emergono tutta una serie di transazioni realizzate attraverso varie società, tra le quali vi sono anche quelle citate e presenti nella documentazione bancaria svizzera. Avremo modo di vedere come tra i vari cambiamenti di assetti societari emerga il coinvolgimento di altri personaggi calabresi legati ad ANDALI e ZOCCOLA, e come lo stesso ANDALI si esprima al telefono a proposito dì suoi interessi diretti negli affari immobiliari. Seguiva a tali premesse un’attenta analisi delle risultanze investigative, anche con riferimento al coinvolgimento nella vicenda dei personaggi calabresi già più volte citati: Capitolo 4: Investimenti immobiliari in Sardegna Abbiamo visto nei capitoli precedenti come ci siano tracce importanti anche a livello documentale che indicano la presenza di interessi immobiliari di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE ( supportati da MELZI ) in Sardegna e del relativo finanziamento per mezzo di denaro di provenienza WFS/PP, interessi confermati da PAULANGELO e MELZI in sede d'interrogatorio. Vogliamo qui brevemente fornire alcuni elementi ad integrazione di quanto già accennato, soprattutto riguardo anche al coinvolgimento di personaggi calabresi in tali affari e o all'interesse di ANDALI Fortunato (sempre tramite ZOCCOLA Alfonso) in materia. La difficoltà principale con la quale siamo confrontati consiste nel fatto che gli imputati alfine di progettare e mettere in atto o questi investimenti hanno fatto ricorso a diverse società di diritto italiano, i cui assetti sono stati cambiati a più riprese ed hanno interessato più persone. Da intercettazioni telefoniche appare anche chiaro che è stato fatto utilizzo di scritture private tra i diretti interessati (alcune delle quali comunque reperite dalle autorità italiane), perciò non possiamo conoscere integralmente gli accordi stretti tra i vari soggetti (come ad esempio intestazioni di quote societarie a titolo fiduciario) e tutti i pagamenti avvenuti tra gli stessi. Sostanzialmente, non disponendo di tutti gli elementi per trattare esaustivamente il tema, ci preme però qui evidenziare qualche passaggio in merito ad alcune di queste società che ci permetta anche cronologicamente di comprendere cosa sia effettivamente avvenuto ed in che modo gli imputati abbiano preso parte a queste attività. 4.1 Società – Terreni 4.1.1 Società coinvolte Nella documentazione trasmessaci dalle autorità italiane in relazione alle attività immobiliari in Sardegna (cfr Classeur Informativa 1 ROS Milano - Rubrica 4) troviamo anche i nomi di quattro società 177
Rapporto Finale 4.11.2005 Faldone nr. 47 da pagg.042329 a pagg. 42391 96
collegabili alle relazioni bancarie presso Bank Leu, di cui discusso al capitolo 2. Le società in questione sono la già conosciuta Finmed (titolare stessa di una relazione presso Bank Leu), Agreñas S.R.L., G.M.P. S.R.L. e Pasim S.R.L. (di seguito Agreñas, GMP e Pasim). Oltre a queste figura anche la Papo S.R.L. (di seguito Papo), mentre non vi è documentazione di un'ulteriore società denominata DI.MU. S.R.L. (di seguito DIMU), che come vedremo è però anche stata in seguito utilizzata nello stesso contesto. Della documentazione fa parte uno schema riassuntivo dove si rappresentano cronologicamente i trasferimenti di quote avvenuti per ognuna di queste società (fino al dicembre 2003), schema al quale facciamo riferimento nel resto di questo capitolo (cfr ALL 129). 4.1.2 Perizie di stima presso Bank Leu Nei dossiers di Finmed e Geòrgia presso Bank Leu, oltre a dettagli su ripartizioni di quote societarie di GMP, Pasim ed Agreñas, troviamo due perizie di stima allestite il 16 gennaio 2003, relative a terreni siti nel comune di Olbia in Sardegna (cfr ALL 130). In base a tali perizie ed alle proprietà delle società dei relativi terreni, è stato stabilito che il valore del pacchetto di maggioranza del 51% di GMP è pari a 4'534'000 EUR (valore complessivo del terreno 6'386'000 EUR), mentre il valore del pacchetto di maggioranza del 51% di Agreñas è di 4'047'000EUR (valore complessivo del terreno 5.700'000 EUR). La perizia relativa a GMP si trova nel dossier di Finmed, mentre quella di Agreñas nel dossier di Geòrgia. Di seguito ci concentreremo su quanto concerne GMP (e quindi i relativi terreni), dato che su quest'ultima disponiamo di maggiori informazioni anche in base alle dichiarazioni degli imputati ed alle intercettazioni telefoniche. Rammentiamo che proprio sulla relazione bancaria di Finmed è confluito denaro originariamente in provenienza da WFS/PP, secondo le modalità descritte al punto 2.1.6 e precedenti, e che anche stando a quanto indicato da MELZI tale denaro era destinato al finanziamento delle operazioni immobiliari per conto di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE. 4.1.3 Contatto con Pitta Giovanni Antonio Prima di procedere alla ricostruzione dei fatti bisogna fare una premessa in merito all'entrata in contatto di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE con PITTA Giovanni Antonio. Pitta viene infatti indicato quale proprietario originario (sempre attraverso GMP) dei terreni in esame. Stando a quanto dichiarato da DESOLE Paolo (cfr ALL 131 p 2), ZOCCOLA sarebbe entrato in contatto nel 2001 con PITTA e MELZI (avvocato del primo) tramite tale DEGORTES Flavio, con il quale ZOCCOLA Alfonso avrebbe già avuto in sospeso altre trattative in ambito immobiliare in Sardegna. Da questo incontro sarebbe poi nato l'affare legato a GMP, società nella quale PITTA (e/o suoi famigliari) hanno comunque poi sempre mantenuto quote di partecipazione più o meno importanti. Dai frequenti colloqui telefonici intercorsi tra PITTA e p 2), ZOCCOLA sarebbe entrato in contatto nel 2001 con PITTA e MELZI appare chiaro che l'avvocato milanese era da anni in stretti rapporti con il sardo, e che ha fatto da tramite per tutti gli affari tra questo e le controparti in Svizzera. A tal proposito rimandiamo anche alla lettura di parte del verbale d'interrogatorio di MELZI del 22 gennaio 2005 (cfr ALL 87 pp 13-24) 178, passaggio nel quale MELZI riassume anche i punti principali del contesto delle trattative relative a GMP. 4.2 GMP – Cronologia GMP è stato il veicolo primario d'investimento immobiliare in Sardegna, quindi ci occupiamo qui di riassumere e commentare le fasi più significative dei numerosi cambiamenti avvenuti in merito alla ripartizione delle relative quote azionarie. L'obiettivo non è dunque di ripercorrere nel dettaglio tali cambiamenti, bensì di concentrarsi su quelli che hanno riguardato da vicino i soggetti interessati dall'inchiesta. Nel limite del possibile ci si basa su documentazione ufficiale, ma la ricostruzione deve giocoforza essere integrata facendo capo alle intercettazioni telefoniche ed alle testimonianze raccolte nel corso dell'inchiesta. 4.2.1 Cessione quote a PASIM e TOMARELLI (marzo-luglio 2002) 178
Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese 97
In data 14 marzo 2002 la PASIM e TOMARELLI acquistano rispettivamente il 49% ed il 7% delle quote di GMP (cedute da membri della famiglia PITTA). La PASIM è stata costituita il giorno precedente (13 marzo 2002) e fino al 9 luglio 2002 è stata di proprietà di TOMARELLI e DESOLE Gavino (padre di DESOLE Paolo), ognuno con il 50% delle quote. Allo stesso 9 luglio 2002 ZOCCOLA Alfonso ha costituito la PAPO in qualità di socio unico. Il 16 luglio 2002 le quote azionarie di PASIM sono state equamente suddivise in quattro parti tra la PAPO (e quindi ZOCCOLA), DESOLE, PAULANGELO e TOMARELLI (sceso dunque dal 50 al 25% in PASIM). Dunque a metà luglio il 49% di GMP appartiene in questo modo a ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE e TOMARELLI (quest'ultimo ne detiene ancora direttamente un ulteriore 7%). 4.2.2 Uscita di TOMARELLI ed entrata di MELZI (ottobre-dicembre 2002) Al 5 dicembre 2002 TOMARELLI cede il 7% di partecipazione diretta in GMP, parte della quale (2%) passa a MELZI Giuseppe. Da notare che se formalmente TOMARELLI figura ancora come proprietario del 25% di PASIM (e dunque indirettamente di un quarto del 49% di GMP), nella documentazione di FINMED presso Bank Leu è stato trovato un verbale di assemblea straordinaria di PASIM del 21 ottobre 2002 nel quale si attesta la revoca di TOMARELLI (dimissionario) quale amministratore unico di PASIM a beneficio di MELZI (cfr ALL 132). Tale decisione è stata presa alla presenza del 75% dei soci, ovvero (non contando TOMARELLI) di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE . Qui apriamo una parentesi sulla persona di TOMARELLI, in quanto lo stesso ha rilasciato dichiarazioni interessanti alle autorità italiane (cfr ALL 133 e ALL 134), alla luce delle quali anche questo documento assume maggior importanza. Senza entrare nei dettagli dei rapporti tra TOMARELLI e gli altri soci di PASIM, possiamo riassumere il contesto dicendo che questi personaggi erano entrati in affari su diversi fronti, tra i quali investimenti immobiliari in Spagna e Sardegna. Ad un certo punto si è creato un disaccordo tra le due parti, a seguito del quale secondo TOMARELLI egli sarebbe anche stato minacciato durante l'assemblea del 21 ottobre 2002 presso lo studio di MELZI Giuseppe da parte di ANDALI Fortunato al fine di ottenere da parte sua la cessione delle sue quote societarie relative agli affari immobiliari in Sardegna (cfr ALL 133 p 4 e ALL 134 pp 4-6). Non avendo riscontri nella documentazione societaria sulla cessione da parte di TOMARELLI del suo 25% in PASIM, la succitata revoca appare come una mossa da parte di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE (sempre coadiuvati da MELZI Giuseppe) per mettere comunque da parte TOMARELLI. Segnaliamo che nel succitato verbale di assemblea di PASIM si dice che TOMARELLI ha presentato le dimissioni da amministratore unico in data 15 ottobre 2002, ma di tali dimissioni non vi è traccia scritta. 4.2.3 Uscita di PASIM (settembre 2003) II 24 settembre 2003 PASIM cede tutto il suo pacchetto azionario a vari membri della famiglia PITTA, quindi formalmente a questo punto ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE non figurano più tra gli azionisti di GMP (e di riflesso tra i proprietari dei terreni). E' molto importante però ricordare che il momento di questa cessione è esattamente successivo allo scoppio dello "scandalo" WFS/PPFinanz (i cui uffici vengono perquisiti dalla polizia il 2 settembre 2003), a seguito del quale ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE vengono messi sotto inchiesta dalle autorità di Zurigo e Bank Leu segnala le relazioni bancarie a loro legate per sospetto di riciclaggio di denaro (in data 10 settembre 2003). Ricordiamo ancora che nei dossiers di tali relazioni bancarie erano depositate copie di documentazione societaria relativa a GMP ed agli affari immobiliari in Sardegna, come visto al punto 4.1.2, quindi le autorità avrebbero potuto risalire velocemente a questi investimenti. Dal 5 dicembre 2002 non vi erano più stati altri trasferimenti di quote societarie di GMP. 4.2.4 Stato al 1 dicembre 2003 - telefonata del 27 novembre 2003 L'ultimo dato sulla ripartizione di quote di GMP nello schema riassuntivo risale al 1 dicembre 2003 e mostra che oltre al 49% complessivamente detenuto dalla famiglia PITTA ed al 2% di MELZI Giuseppe, il restante 49% è nelle mani di MOSSA Stefano (25%) e MOSSA Mario (24%). Per avere un'idea più chiara dì quanto possa essere accaduto tra fine 2003 ed inizio 2004 va assolutamente letta la trascrizione di una lunga telefonata avvenuta tra MELZI e PAULANGELO in data 27 novembre 2003 (cfr ALL 14 98
pp 533-550) 179. Durante la conversazione i due fanno riferimento a molti dei personaggi implicati nella vicenda (tra i quali PITTA, ZOCCOLA Alfonso, PAULANGELO Salvatore, DESOLE Paolo, MOSSA) e malgrado diversi passaggi risultino ermetici, risulta chiaro che vi sono conflitti tra le varie parti coinvolte che vanno risolti in qualche modo (soprattutto a livello di quote societarie in relazione a GMP ma anche ad Agreñas). Gli elementi più interessanti per noi consistono nel fatto che si parli in modo evidente degli interessi di ANDALI in tali quote, citando a più riprese anche scritture private avvenute e/o previste tra i vari personaggi, tra cui appunto lo stesso ANDALI Fortunato. Ciò che non si riesce purtroppo a capire sono gli esatti termini di tali scritture, e dunque nemmeno la ripartizione di quote detenute da terzi a titolo fiduciario per conto degli indagati. Da settembre 2003 (secondo la documentazione disponibile) non vi è più traccia di partecipazioni formalmente riconducibili a ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE , ma i tre devono aver comunque conservato in altro modo i loro interessi economici nella società, almeno fino a metà 2004. Infatti gli stessi PAULANGELO e MELZI hanno dichiarato che PAULANGELO e DESOLE (e secondo e MELZI anche ZOCCOLA ) sarebbero usciti dagli affari legati a GMP solo a giugno del 2004 (cfr ALL 9 p 198 e ALL 87 p 59). 4.2.5 DIMU (da febbraio 2004) Alla luce di quanto visto in precedenza possiamo affrontare la parte che riguarda l'entrata in gioco della DIMU, società costituita in data 27 febbraio 2004 e di proprietà di DILETTO Alfonso e MUTO Francesco, personaggi calabresi residenti in provincia di Reggio Emilia. Anche in questo caso, prima di proseguire nell'esposizione dei fatti si rimanda alla lettura di alcune trascrizioni di conversazioni telefoniche avvenute tra dicembre 2003 e aprile 2004 e dei relativi commenti da parte degli inquirenti italiani (cfr ALL 14 pp 891-903), che consentono di inserire nel giusto contesto le considerazioni seguenti 180 . Sostanzialmente, ciò che emerge è che DIMU sia stata creata alfine di essere usata da ZOCCOLA Alfonso per controllare la quota del 49% in GMP, grazie alla disponibilità di soggetti calabresi (DILETTO e MUTO) in contatto con ANDALI Fortunato. In seguito si sarebbe però verificata la necessità di far scomparire anche il nome di DILETTO dalla DIMU, a causa di problemi dello stesso con la giustizia. Alla ricerca di altri prestanome, MELZI e ZOCCOLA ) avrebbero quindi contattato MASSETTI DERICO Antinea, imprenditrice conoscente di MELZI da molti anni. La MASSETTI, interrogata a Varese come testimone in data 11 ottobre 2005 (cfr ALL 135) 181, ha in effetti confermato quanto emerso già in maniera palese dagli atti d'indagine, dichiarando che MELZI e ZOCCOLA le hanno chiesto di intestarsi fiduciariamente per conto di ZOCCOLA le quote societarie legate ad un investimento in terreni in Sardegna per un valore attorno ai 10 Mio EUR, aggiungendo di aver all'ultimo momento rifiutato di prestarsi a tale esercizio. Ulteriori riferimenti in relazione al ruolo di calabresi nell'intestazione di società, nonché dei rapporti tra gli imputati ed altri personaggi (tra i quali PITTA) emergono dalla lettura della trascrizione di una lunga telefonata tra PAULANGELO e MELZI avvenuta il 10 maggio 2004 (cfr ALL 114) 182, durante la quale i due affrontano diversi temi, tra cui il passaggio di prestanome tra i calabresi e la MASSETTI (p. 16-17). Molto interessante in questo contesto è anche un passaggio della telefonata del 19 aprile 2004 (cfr ALL 126 p 8 ) 183 tra gli stessi due personaggi; infatti MELZI fa rimarcare a PAULANGELO di essersi dato da fare ed essere riuscito a trovare questa sua cliente amica da trent'anni, grazie all'intervento della quale si sente sollevato per non dover mettere "insieme la Svizzera con la Calabria". Tornando sul ruolo di DILETTO e MUTO, lo stesso PAULANGELO ha anche confermato la loro funzione di prestanome (cfr ALL 9 pp 195-198), in quanto ZOCCOLA avrebbe trovato delle persone in Emilia Romagna con una società a cui intestare il 49% di GMP di pertinenza di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE al fine di non far figurare i loro nomi. Secondo PAULANGELO, però, dietro questa mossa si sarebbe celato il tentativo di ZOCCOLA e ANDALI di escludere DESOLE dall'affare, in quanto egli avrebbe dovuto essere punito per le 179
Vedi note nr.268 e 879 Vedi note nr. 700-701-702-705-706-707-708-709-710-711-712 181 Vedi verbale di interrogatorio avanti al P.M. di Varese 182 Vedi nota nr.385 183 Vedi nota nr.369 99 180
dichiarazioni che aveva rilasciato alla Staatsanwaltschaft di Zurigo. A giugno del 2004, sempre secondo Paulangelo, per timore di essere dunque traditi da ZOCCOLA Alfonso e ANDALI Fortunato e restare entrambi a mani vuote, lui e DESOLE avrebbero ridato le loro quote a PITTA ottenendo in cambio altri terreni. A prescindere dal fatto che ci siano stati o meno tradimenti tra gli imputati, per noi tali dichiarazioni sono interessanti se ricollegate al rifiuto della MASSETTI di fungere da prestanome. Infatti a quel punto si deve essere posto il problema di trovare qualcun altro disposto ad assumere tale ruolo. A tal proposito, durante la telefonata del 23 marzo 2004 tra MELZI Giuseppe e MELCA Antonello, il primo ha chiesto esplicitamente al secondo di tenersi a disposizione per questo compito, proprio a seguito del rifiuto da parte della MASSETTI. Le cose sono però evolute in modo differente, in quanto è entrato in gioco un personaggio spagnolo, tale Iñaki Presa. Tra il materiale sequestrato presso l'abitazione di ZOCCOLA in occasione del suo arresto è stata rinvenuta copia di un Fax inviato da Inaki Presa a ZOCCOLA in data 28 luglio 2004 (cfr ALL 136), a mezzo del quale questi conferisce poteri di rappresentanza a ZOCCOLA in vista della riunione del 29 luglio seguente relativa alla DIMU, della quale lo spagnolo dichiara essere amministratore unico. MELZI ha detto in sede d'interrogatorio che a luglio 2004 uno spagnolo di nome Iñaki avrebbe preso il posto di DILETTO in seno alla DIMU quale amministratore unico, e che la proprietà della società sarebbe stata ripartita equamente tra questo spagnolo e PITTA (cfr ALL 137 p 50). ZOCCOLA interrogato in relazione agli investimenti immobiliari in Sardegna, ha assento di aver sempre agito solo in qualità di intermediario e di non aver mai avuto interessi diretti in tali investimenti (cfr ALL 138 pp 5-7 e 11), mentre su DILETTO ha detto di essere entrato in contatto con lo stesso attraverso GRANO, IAZZOLINO e ANDALI (tutti a suo dire mediatori) e di aver così trovato un acquirente per il terreno che gli permettesse di concludere la sua mediazione. Sui suoi rapporti con la MASSETTI, ZOCCOLA non ha voluto esprimersi in alcun modo (cfr ALL 128 pp 3-4). Come si è sopra evidenziato, il resoconto delle indagini svizzere richiama diverse volte le risultanze di atti investigativi svolti dalle autorità italiane (intercettazioni, verbali di S.I.T., verbali di interrogatorio), che in effetti ne costituiscono il completamento, poiché hanno consentito di assistere in diretta ad alcune fasi degli affari immobiliari realizzati in Sardegna e hanno fornito così il riscontro della documentazione acquisita dagli organi investigativi svizzeri presso la sede della Banck Leu. La sintesi delle risultanze di tali indagini è riportata nella introduzione della informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004 : Lasciando un attimo in sospeso la crisi appena descritta, ossorre fare un passo indietro e tornare in Sardegna, altro centro d’interessi del gruppo criminale indagato. E’ stato già fatto cenno al ruolo di socio d’opera – conoscitore d’area svolto da PITTA. Alla partenza delle operazioni tecniche, viene da subito rilevata l’esistenza di un contrasto in atto tra ZOCCOLA e PITTA. Quest’ultimo, infatti, vorrebbe liquidare una certa percentuale delle quote da lui detenute nella GMP s.r.l., insieme ad AGRENAS s.r.l. l’unica società della compagnine societaria che verrà poi meglio descritta ad essere proprietaria di terreni. ZOCCOLA è contrario, in quanto si capisce essere entrato in società con PITTA proprio grazie alla particolare fiducia nutrita nei suoi confronti (e, si ritiene, catalizzata dall’onnipresente MELZI). Peraltro, dal contraddittorio tra i due, spesso realizzato tramite l’interposizione di MELZI, si desume altresì che ZOCCOLA aveva per così dire autorizzato già una precedente e parziale cessione di quote da parte di PITTA a Stefano MOSSA, nei cui confronti, al contrario, ZOCCOLA non nutre alcuna fiducia. Per capire meglio la posizione di ZOCCOLA occorre considerare che lo stesso, in quel periodo, controlla la società attraverso la PASIM s.r.l. (49% delle quote) e l’avv. MELZI (2% delle quote). Il resto delle quote sono divise tra i figli di PITTA (complessivamente il 29%) e Stefano MOSSA (20% delle quote). ZOCCOLA non vuole accettare l’ingresso di un altro socio o l’espansione dello stesso MOSSA per paura di perdere il controllo della situazione. Se così è con la descritta situazione delle quote, a maggior ragione la ritrosia di ZOCCOLA ad assecondare le aspirazioni di PITTA si trasforma sino a culminare in una sorta di resistenza armata dopo che, alla fine di settembre 2003, per erigere un ulteriore schermo di sicurezza, le quote di GMP detenute da PASIM (ZOCCOLA, per il tramite di PAPO s.r.l. di cui è socio unico, PAULANGELO, 100
DESOLE e, ma solo formalmente, TOMARELLI, che aveva forzatamente concesso a MELZI ampio mandato nel disporre delle sue quote) vengono intestate alla famiglia PITTA al completo, moglie compresa. Nel medesimo contesto sardo, viene intanto faticosamente e gradualmente condotta in porto un’altra grossa operazione immobiliare dal controvalore di 5 mln di euro. Secondo una definizione di MELZI, si tratta, almeno in parte, di un’operazione di revolving immobiliare. Di proprietà di Giulio PETREI e della nipote di questi, Anna Maria PETREI, di origini sarde ma trapiantati il primo a Pescara, la seconda a Roma, i terreni vengono acquistati in macro – lotti da PITTA, secondo una scaletta dei pagamenti, recepita da preliminari di vendita, che vede l’ultima scadenza a fine 2006. L’immissione nel possesso dei singoli lotti segue, gradualmente, la scaletta. Una parte di tali terreni – quelli di più diretto interesse di PITTA – vengono immediatamente lottizzati, talvolta ancor prima del passaggio di proprietà, e promessi in vendita con sub preliminari. Gli incassi servono a finanziare le tranches successive dei pagamenti ai PETREI. Le cointeressenze in tale grossa operazione (trattasi di 500 ettari di terreni potenzialmente di grande valore) non sono nettamente individuabili. Il preliminari di vendita sono stati intercettati. Dall’esame dei documenti, l’acquirente risulta essere la PASIM s.r.l.. Ciò nondimeno, almeno per una parte di tali terreni, l’interessato appare essere PITTA in prima persona, tanto che la necessità di finanziarsi lo spinge a cedere anche il rimanente 29% delle quote nella sua reale e diretta disponibilità, all’insaputa di ZOCCOLA – assolutamente contrario, come già narrato – e con la complicità di MELZI. E le cede proprio al meno indicato degli imprenditori, almeno nell’ottica di ZOCCOLA, ovvero a Stefano MOSSA ed al fratello di questi, Mario. Tale decisione di PITTA va a sovrapporsi alla crisi già in atto sul versante finanziario tra ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE (peraltro pure interessati alle operazioni immobiliari in Sardegna). ZOCCOLA ha la netta sensazione che la situazione gli stia sfuggendo di mano ed invoca l’intervento dei Calabresi. Investito della questione, dopo un incontro preliminare avvenuto a Milano tra lo studio di MELZI ed il ristorante di FALZETTA, ANDALI Fortunato chiama i “rinforzi” e si presenta ad un secondo summit a Milano accompagnato da GRANO Giuseppe e IAZZOLINO Sergio. Accampando scuse dall’improbabile consistenza, PAULANGELO declina il pressante e reiterato invito a raggiungere Milano e così il gruppo dei soci occulti, ovvero ZOCCOLA, ANDALI, GRANO e IAZZOLINO, con MELZI al seguito, parte in aereo da Milano alla volta di Olbia. Qui ZOCCOLA riceve la conferma di quanto aveva già percepito da alcuni autonomi sensori piazzati sul territorio (MELCA Antonello in primis): PITTA aveva ceduto il 29% di diretta pertinenza – si ricorda che il rimanente 49% di quote è in quel momento detenuto dalla famiglia PITTA nell’interesse di ZOCCOLA – e MELZI, al corrente della cosa, non gli aveva riferito nulla. ZOCCOLA vuole riacquistare a tutti i costi da Stefano MOSSA almeno il 14%, non fidandosi più non solo di PITTA, ma anche di MELZI, che, col suo 2%, avrebbe dovuto in teoria garantirgli la maggioranza assoluta. Senonchè, si verifica un impasse poi superato: al di là della particolare concezione degli affari attribuita a Stefano MOSSA, se da una parte ZOCCOLA può vantare di buon diritto il mancato esercizio del diritto di prelazione, dall’altra MOSSA avrebbe potuto opporgli analoga eccezione relativamente alla strumentale cessione di quote da PASIM alla famiglia PITTA avvenuta nel settembre precedente. L’accordo viene raggiunto, ma non si riesce a ricavarne ne le modalità con cui viene raggiunto, né gli esatti contenuti. Emerge solo che ZOCCOLA riceve il via libera al riacquisto. Permane, però, l’esigenza di individuare un soggetto affidabile a cui intestare il citato 14% delle quote, non potendo più comparire, alla luce del crack della WFS, alcuno dei soggetti coinvolti. In prima battuta, ANDALI, GRANO e IAZZOLINO si rivolgono a FALZETTA, che, però, declina l’invito. Allora, per il tramite di IAZZOLINO, viene contattato DILETTO Alfonso che, accompagnato da BARBERIO Maurizio, partecipa ad una riunione presso il Terminal di Milano Malpensa. A questo punto, occorre fare un altro passo indietro, per ritornare agli inizi di agosto 2003, anzi, ma solo brevemente, alla primavera del 2003. Si era già fatto cenno al fatto che, già ai tempi di TOMARELLI, ZOCCOLA fosse interessato a “sbarcare” in Spagna. In tale contesto, le operazioni tecniche compiute dai colleghi del Canton Ticino documentano che, tra marzo e maggio 2003 ZOCCOLA ed ANDALI acquistano un ristorante a Las Palmas di Gran Canaria. All’esordio delle indagini di questa Sezione, sono ancora in corso i preparativi per l’apertura, che avverrà poi alla fine di ottobre 2003. In questo caso, gli interessi dei Calabresi sono direttamente rappresentati da ANDALI, che si occupa in prima persona – pur sempre con ZOCCOLA – dell’organizzazione della nuova attività commerciale. 101
Dal monitoraggio dei preparativi e di ciò che ruota attorno al ristorante emerge anche uno spaccato interessante del relativo retroterra associativo. Come per gli altri affari, oltre ad ANDALI, che si interfaccia più direttamente con ZOCCOLA, onnipresenti nel seguire più o meno da vicino tutti gli affari d’interesse sono anche GRANO e IAZZOLINO. Questi appaiono svolgere una funzione per così dire sussidiaria rispetto a quella di ANDALI, in quanto intervengono solo allorquando si verifichino incidenti di percorso. E’ stato così nell’episodio della posticcia vendita della WFS ed in occasione del blitz in Sardegna. Ed è così anche in Spagna: infatti, IAZZOLINO Sergio procura il pizzaiolo, curandone financo l’accompagnamento sul posto, visto che il ragazzo non aveva mai volato. Sempre a proposito del ristorante, ZOCCOLA coinvolge anche MELZI, ma questa volta per una questione di poco conto, ovvero l’acquisto dei piatti di porcellana, di cui lo studio cura il pagamento. Infine, meritano un cenno sia Gianfranco DONATI – professionista dei finanziamenti pubblici ed, in ispecie, di quelli comunitari, raggiunto poco prima della primavera 2003 da ordinanza applicativa degli arresti domiciliari in esito ad una vasta operazione della G.diF. di Lecce a base di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose truffe comunitarie – che mette a disposizione del gruppo la propria professionalità per contribuire a realizzarne gli interessi; sia Mauro PUTZU, imprenditore ed uomo pubblico olbiese, molto vicino all’attuale sindaco, Settimo NIZZI, strumento nelle mani di ZOCCOLA – a cui non manca di chiedere un finanziamento, poi non erogato per temporanea indisponibilità da crack finanziario – per penetrare il contesto politico-economico di interesse. Prima di passare all’esame delle risultanze delle indagini tecniche, è utile tener conto dell’assetto societario utilizzato per le operazioni immobiliari in Sardegna, riportato in modo schematico nell’informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004. Dagli accertamenti svolti presso la CCIAA, nonché dall’esame di quanto via via emergeva dalle indagini tecniche, sono state individuate le società coinvolte nelle operazioni immobiliari in Sardegna, nella zona di Olbia: – AGRENAS S.R.L., – FINMED S.R.L., – G.M.P. S.R.L., – MONTEBELLO S.R.L. – PAPO S.R.L., – PASIM S.R.L., – SASI S.R.L., – RE.PI S.R.L. (già TRE SB S.R.L.). Dall’analisi dei movimenti delle quote, coordinata con il monitoraggio delle condotte degli indagati, possono trarsi rilevanti, anzi insuperabili riscontri alla tesi accusatoria alla base dell’odierna attività d’indagine. Allo scopo di permettere una più agevole lettura dei dati, per ciascuna società d’interesse è stato approntato uno schema riepilogativo, che evidenzia, oltre ai soci, anche i passaggi di quote
102
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
AGRENAS S.R.L. 8.3.2000 € 10.710 interamente versato Attività immobiliare MELZI Giuseppe Carlo dall'8.3.2000 ELENCO SOCI
£ 7.000.000 (€ 3.570)GIUA Giambattista (pari a 33,33%) 8.3.2002 £ 14.000.000 (€ 7.140)MELZI Giuseppe Carlo (pari a 66,67%)
Trasferimento quote al 10.5.2002 € 3.570,00 GIUA Giambattista € 1.780,00 MELZI Giuseppe Carlo € 5.355,00 MELZI Giuseppe Carlo
10.5.2002
PITTA Giovanni Antonio PITTA Giovanni Antonio COCLITE Guerina Bruna
€ 5.350,00
PITTA Giovanni Antonio (pari a 49,95%)
€
MELZI Giuseppe Carlo
5,00
€ 5.355,00
(pari a 0,05%)
COCLITE Guerina Bruna (pari a 50,00%)
Trasferimento quote al 15.7.2002 € 1.750,00 COCLITE Guerina Bruna € 1.750,00 COCLITE Guerina Bruna € 1.750,00 COCLITE Guerina Bruna € 105,00 COCLITE Guerina Bruna Carlo € 105,00 PITTA Giovanni Antonio Carlo € 5.250,00 PITTA Giovanni Antonio Salvatore
PITTAOnofrioFabrizio PITTA Sebastiano PITTA Antonello MELZIGiuseppe MELZIGiuseppe PAULANGELO
215,00 MELZI Giuseppe Carlo
15.7.2002
(pari a 2,10%)
1.750,00
PITTA Antonello
(pari a 16,30%)
1.750,00
PITTA Sebastiano
(pari a 16,30%)
1.750,00
PITTA Onofrio
5.250,00
PAULANGELO Salvatore(pari a 49,00%)
103
(pari a 16,30%)
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
FINMED S.R.L. 16.07.2002 € 10.000 di cui € 3.000 versati Attività immobiliare MELZI Giuseppe Carlo dal 16.07.2002
ELENCO SOCI €
100,00
CENZATO Adriana
(pari a 1,00%)
16.07.2002 € 9.900,00
104
MELZI Giuseppe Carlo (pari a 99,00%)
G.M.P. S.R.L. Data costituzione: 25.09.1997 Cap. sociale: € 10.710 interamente versato Oggetto sociale: Attività immobiliare Presidente: MELZI Giuseppe Carlo dal 16.07.2002 Vice Presidente:MOSSA Stefano dal 05.12.2002 Consigliere: PITTA Giovanni Antonio dal 25.03.2002 ELENCO SOCI £ 7.000.000 25.09.1997
GIANQUINTO Girolamo (pari a 33,33%)
£ 7.000.000
MELZI Giuseppe
(pari a 33,33%)
£ 7.000.000
PITTA Giovanni Antonio(pari a 33,33%)
Trasferimento quote al 14.10.1999 £ 7.000.000 PITTA Giovanni Antoni
GIANQUINTO Girolamo
£ 14.000.000
GIANQUINTO Girolamo (pari a 66,37%)
£ 7.000.000
MELZI Giuseppe Carlo
14.10.1999 (pari a 33,33%)
Trasferimento quote al 30.11.2000 £ 2.100.000 Antonio £ 7.000.000 £ 7.000.000 £ 7.000.000 Fabrizio £ 7.000.000
GIANQUINTO Giravamo
PITTA Giovanni
GIANQUINTO Girolamo MELZI Giuseppe Carlo MELZI Giuseppe Carlo
PITTA Sebastiano PITTA Sebastiano PITTA Onofrio
MELZI Giuseppe Carlo
PITTA Antonello
£ 2.100.000
PITTA Giovanni Antonio (pari a 10,00%)
£ 4.620.000
PITTA Sebastiano
£ 2.310.000
PITTA Onofrio
£ 1.470.000
PITTA Antonello
(pari a 22,00%) (pari a 11,00%)
30.11.2000 £ 8.400.000 GIANQUINTO Girolamo £ 2.100.000
MELZI Giuseppe
(pari a 7,00%) (pari a 40,00%) (pari a 10,00%)
Trasferimento quote al 27.07.2001 £ 2.100.000 MELZI Giuseppe Carlo
COCLITE Guerina Bruna 105
£ 2.100.000
PITTA Giovanni Antonio (pari a 10,00%)
£ 4.620.000
PITTA Sebastiano
(pari a 22,00%)
£ 2.310.000
PITTA Onofrio Fabrizio
(pari a 11,00%)
£ 1.470.000
PITTA Antonello
(pari a 7,00%)
£ 8.400.000
GIANQUINTO Girolamo (pari a 40,00%)
27.07.2001
£ 2.100.000
COCLITE Guerina Bruna (pari a 10,00%)
Trasferimento quote al 14.03.2002 € € € € €
1.071,00 1.071,00 1.178,10 1.927,80 749,70
PITTA Giovanni Antonio COCLITE Guerina Bruna PITTA Onofrio Fabrizio PITTA Sebastiano PITTA Antonello
PASIM S.r.l. PASIM S.r.l. PASIM S.r.l. PASIM S.r.l. TOMARELLI Aurelio
€ 4.284,00
GIANQUINTO Girolamo(pari a 40,00%)
€
PITTA Sebastiano
(pari a 4,00%)
€ 5.247,90
PASIM S.r.l.
(pari a 49,00%)
€
TOMARELLI Aurelio(pari a 7,00%)
428,40
14.03.2002 749,70
trasferimento quote al 05.12.2002 € 2.142,00 GIANQUINTO Girolamo € 1.034,00 GIANQUINTO Girolamo € 1.034,00 GIANQUINTO Girolamo € 536,00 TOMARELLI Aurelio € 214,00 TOMARELLI Aurelio € 72,00 GIANQUINTO Girolamo
MOSSA Stefano PITTAOnofrioFabrizio PITTA Antonello PITTA Sebastiano MELZIGiuseppe Carlo PITTA Sebastiano
€ 5.248,00
PASIM S.r.l.
(pari a 49,00%)
€ 1.036,00
PITTA Sebastiano
(pari a 9,68%)
€ 1.035,00
PITTA Onofrio (pari a 9,66%)
€ 1.035,00
PITTA Antonello
€ 214,00
MELZI Giuseppe Carlo(pari a 2,00%)
€ 2.142,00
MOSSA Stefano
05.12.2002
106
(pari a 9,66%)
(pari a 20,00%)
Trasferimento quote al 24.09.2003 € € € €
1.071,00 1.071,00 1.178.10 1.927,80
PASIM S.r.l. PASIM S.r.l. PASIM S.r.l. PASIM S.r.l.
PITTA Giovanni Antonio COCLITE Guerina Bruna PITTA Onofrio Fabrizio PITTA Sebastiano
€ 2.963,10
PITTA Sebastiano
€ 2.213,40
24.09.2003
€
(pari a 27,67%)
PITTA Onofrio
(pari a 20,67%)
€ 1.035,30
PITTA Antonello
€ 1.071,00
PITTA Giovanni Antonio(pari a 10,00%)
€ 1.071,00
COCLITE Guerina Bruna(pari a 10,00%)
€ 2.142,00
MOSSA Stefano
214,20MELZI Giuseppe Carlo
(pari a 9,66%)
(pari a 20,00%) (pari a 2,00%)
Trasferimento quote al 05.11.2003 € 963,90 PITTA Sebastiano € 71,40 PITTA Sebastiano € 1.035,30 PITTA Onofrio Fabrizio € 1.935,30 PITTA Antonello
05.11.2003
MOSSA Stefano MOSSA Mario MOSSA Mario MOSSA Mario
€ 1.927,80
PITTA Sebastiano
(pari a 18,00%)
€ 1.178,10
PITTA Onofrio
€ 1.071,00
PITTA Giovanni Antonio(pari a 10,00%)
€ 1.071,00
COCLITE Guerina
(pari a 10,00%)
€ 3.105,90
MOSSA Stefano
(pari a 29,00%)
€ 2.142,00
MOSSA Mario
€ 214,20
MELZI Giuseppe
(pari a 11,00%)
(pari a 20,00%) (pari a 2,00%)
Trasferimento quote al 01.12.2003 €
428,40
MOSSA Stefano
MOSSA Mario
1.927,80
PITTA Sebastiano 107
(pari a 18,00%)
01.12.2003
1.178,10
PITTA Onofrio
1.071,00
PITTA Giovanni Antonio (pari a 10,00%)
1.071,00
COCLITE Guerina
(pari a 10,00%)
2.677,50
MOSSA Stefano
(pari a 25,00%)
2.570,40
MOSSA Mario
214,20MELZI Giuseppe
108
(pari a 11,00%)
(pari a 24,00%) (pari a 2,00%)
MONTEBELLO S.R.L. Data costituzione: 02.02.1995 Cap. sociale: € 10.200 interamente versato Oggetto sociale: Attività immobiliare Amm. unico: MELZI Giuseppe Carlo dal 10.04.1996 ELENCO SOCI £ 10.000.000
PITTA Giovanni Antonio (pari a 50,00%)
£ 10.000.000
URAS Domenico
02.02.1995 (pari a 50,00%)
Trasferimento quote al 10.04.1996 £ 10.000.000 PITTA Giovanni Antonio
MELZI Giuseppe Carlo
£ 10.000.000
MELZI Giuseppe Carlo(pari a 50,00%)
£ 10.000.000
URAS Domenico
10.04.1996 (pari a 50,00%)
Trasferimento quote al 25.09.1997 £ 4.000.000 £ 4.000.000 £ 2.000.000 £ 2.000.000 £ 4.000.000
25.09.1997
URAS Domenico URAS Domenico URAS Domenico MELZI Giuseppe Carlo MELZI Giuseppe Carlo
PITTA Giovanni Antonio COCLITE Guerina Bruna PITTA Sebastiano PITTA Sebastiano PITTA Onofrio Fabrizio
£ 4.000.000
MELZI Giuseppe Carlo (pari a 20,00%)
£ 4.000.000
PITTA Giovanni Antonio(pari a 20,00%)
£ 4.000.000
COCLITE Guerina Bruna(pari a 20,00%)
£ 4.000.000
PITTA Sebastiano
£ 4.000.000
PITTA Onofrio
(pari a 20,00%) (pari a 20,00%)
CONVERSIONE CAPITALE SOCIALE IN EURO
€ 2.040,00
MELZI Giuseppe Carlo(pari a 20,00%)
€ 2.040,00
PITTA Giovanni Antonio(pari a 20,00%) 109
12.11.2001
€ 2.040,00
COCLITE Guerina Bruna(pari a 20,00%)
€ 2.040,00
PITTA Sebastiano
€ 2.040,00
PITTA Onofrio (pari a 20,00%)
110
(pari a 20,00%)
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
PAPO S.R.L. 09.07.2002 € 10.000 interamente versato Attività immobiliare ZOCCOLA Alfonso dal 09.07.2002 ELENCO SOCI
ZOCCOLA Alfonso
socio unico € 10.000
111
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
PASIM S.R.L. 13.03.2002 € 10.000 di cui € 3.000 versati Attività immobiliare MELZI Giuseppe Carlo 24.10.2002 ELENCO SOCI
5.000,00 DESOLE Gavino
(pari a 50,00%)
13.03.2002 5.000,00 TOMARELLI Aurelio (pari a 50,00%)
Trasferimento quote al 09.07.2002 € 2.500,00 DESOLE Gavino € 2.500,00 DESOLE Gavino
09.07.2002
PAULANGELO Salvatore DESOLE Paolo
5.000,00
TOMARELLI Aurelio(pari a 50,00%)
2.500,00
PAULANGELO Salvatore(pari a 25,00%)
2.500,00
DESOLE Paolo (pari a 25,00%)
Trasferimento quote al 16.07.2002 € 2.500,00 TOMARELLI Aurelio
PAPO S.r.l.
2.500,00
TOMARELLI Aurelio
(pari a 25,00%)
2.500,00
DESOLE Paolo
(pari a 25,00%)
2.500,00
PAULANGELO Salvatore(pari a 25,00%)
2.500,00
PAPO S.r.l.
2.500,00
TOMARELLI Aurelio
2.500,00
DESOLE Paolo
2.500,00
PAULANGELO Salvatore(pari a 25,00%)
2.500,00
PAPO S.r.l.
16.07.2002 (pari a 25,00%) (pari a 25,00%)
(pari a 25,00%)
28.05.2003
112
(pari a 25,00%)
113
SASI S.R.L. 09.07.2002 € 10.000 interamente versato Attività immobiliare SCONDINU Antonio Michele dal 17.12.03
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
ELENCO SOCI 09.07.2002
ZOCCOLA Alfonso
Socio unico
Trasferimento quote al 25.09.1997 € 7.000,00 ZOCCOLA Alfonso € 2.000,00 ZOCCOLA Alfonso € 1.000,00 ZOCCOLA Alfonso
CARTA Antonio SCONDINU Antonio Michele CALANCEA Natalia
€ 7.000,00 17.12.2003
TOMARELLI Aurelio
€ 2.000,00
(pari a 70,00%)
PAULANGELO Salvatore(pari a 20,00%)
€ 1.000,00
DESOLE Paolo
114
(pari a 10,00%)
Data costituzione: Cap. sociale: Oggetto sociale: Amm. unico:
TRE SB S.R.L. 10.05.2002 € 10.000 di cui € 3.000 versato Attività immobiliare BELLU Stefania dal 25.03.2003 ELENCO SOCI
5.000,00 DESOLE Gavino
(pari a 50,00%)
10.05.2002 5.000,00 TOMARELLI Aurelio (pari a 50,00%)
Trasferimento quote al 30.09.2003 € 5.000,00 DESOLE Gavino € 4.000,00 TOMARELLI Aurelio € 1.000,00 TOMARELLI Aurelio
BELLU Stefania BELLU Sara BELLU Stefania
6.000,00 BELLU Stefania
(pari a 60,00%)
30.09.2003 4.000,00 BELLU Sara
(pari a 40,00%)
VARIAZIONE DENOMINAZIONE SOCIALE 07.10.2003 TRE SB S.r.l.
RE.PI. S.r.l.
115
3.4 L’ATTIVITA’ IN ROGATORIA INTERNAZIONALE Le risultanze delle indagini svizzere venivano acquisite mediante una complessa attività rogatoriale, di cui, per la sua complessità, può essere utile riportare una sintesi schematica. 184 Rogatoria del 28.10.2003
-
-
Rogatoria del 5.4.2004 -
-
Rogatoria dell’ 8.5.2004
-
-
Rogatoria del 2.12.2004
-
Rogatoria del 184
Acquisizione degli atti di indagine svolti dalla Polizia Federale e dalla S.V. ai danni delle persone sopra citate; Acquisizione degli esiti delle perquisizioni effettuate presso le società in Zurigo “World Financial Service AG” e “PP Finanz AG” ed i risultati delle analisi, anche economiche, dei documenti sequestrati; Acquisizione dei risultati delle intercettazioni disposte dalla S.V. ai danni di ANDALI Fortunato e LOMBARDO Giuseppe; Perquisizione dei locali della società OXALIS con sede in Zurigo, amministrata da DESOLE Paolo per acquisire tutta la documentazione che dimostri i flussi finanziari ed i collegamenti con le altre società e persone sopra. Acquisizione dei verbali delle intercettazioni disposte dalla s.v. sulle utenze in uso alle seguenti persone: CARNEVALE Francesco, FERA Andali Mario, FERA ANDALI Rosario, LOMBARDO Giuseppe, LONDINO Vincenzo, MAGNONI Margaret, ZOCCOLA Alfonso, SCHIPANI Giovanni; Indagine presso le maggiori armerie del Canton Ticino per ricostruire gli acquisti di armi e munizioni effettuati da cittadini italiani non residenti in Svizzera o originari della zona di Mesoraca, almeno negli ultimi due anni. acquisizione di tutta la documentazione relativa agli aspetti finanziari legati alle vicende oggetto delle indagini comuni, compresi i documenti bancari e postali, relativi, riferiti o collegati ai soggetti interessati, sia persone fisiche sia giuridiche; acquisizione delle analisi e dei rapporti della Polizia Giudiziaria Federale e dei Cantoni interessati alle indagini collegate; acquisizione delle relazioni dei consulenti e/o periti; acquisizione dei verbali di perquisizione, sequestri, interrogatori ed esami di testi eseguiti da codesta A.G., dalle A.G. dei Cantoni in indagini collegate e dalle rispettive Polizie Giudiziarie; Rapporti di conoscenza, di parentela, di frequentazione e/o di affari intercorrenti tra gli indagati ed i testimoni, nei periodi oggetto dell’indagine congiunta; uso, trasporto e/o cessione di cocaina; utilizzazione dei proventi del traffico di stupefacenti; gestione e/o intermediazione di capitali provenienti dal traffico di stupefacenti; gestione e/o intermediazione di capitali provenienti dall’Italia investiti in società finanziarie estere; acquisto e detenzione e trasporto in Italia di armi e munizioni. Interrogatorio di LAEZZA Roberto sui seguenti punti ⇒ conoscenza e frequentazione con ZOCCOLA Alfonso, ANDALI Fortunato, MELZI Giuseppe e delle altre persone coinvolte
Atti Faldone nr.10 – Rogatorie attive 116
18.5.2005 Rogatoria del 2.8.2005
nell’indagine comune ⇒ uso fattone della cassetta di sicurezza presso la Banca ANTONVENETA di Milano P.zza Fontana proprietà e destinazione finale del denaro prelevato nel settembre 2004 da detta cassetta di sicurezza. Contestazioni a FERA ANDALI Mario su dichiarazioni di POLLIZZI Pietro: ⇒ conoscenza di POLLIZZI Pietro; ⇒ conoscenza di POLLIZZI Vincenzo; ⇒ conoscenza delle ulteriori persone citate da POLLIZZI Pietro nei suoi interrogatori; ⇒ eventuali loro frequentazioni a partire dal 1995 al 2001; ⇒ partecipazione di ANDALI Fortunato ai reati confessati da POLLIZZI Pietro in tema di armi e stupefacenti in particolare
Occorre a questo punto evidenziare che le richieste rogatoriali venivano evase all’A.G. svizzera attraverso scambi info-investigativi nell’ambito dell’attività della Squadra Investigativa Comune, costituita in data 20.2.2004185 tra la Procura Federale di Berna-sede di Lugano in persona del Procuratore Federale dott.Sergio MASTROIANNI e la Procura di Varese rappresentata dal sostituto procuratore dott.Agostino ABATE, assegnatario del procedimento prima della sua trasmissione per competenza alla Procura di Milano186. L’autorità svizzera si è peraltro determinata in data 25 e 27.10.2006 a delegare all’Italia la giurisdizione penale nei confronti dei cittadini italiani residenti sul territorio nazionale, trasmettendo i relativi atti di indagine. Delega alla quale ha fatto seguito, ai sensi dell’art.9 co. 1° e 3° c.p., la richiesta di procedimento da parte del Ministro della Giustizia in data 7.2.2007 per i delitti comuni del cittadino all’estero, commessi in danno di uno Stato estero o di un cittadino straniero. Poiché contestualmente è stata trasmessa copia della documentazione di tutte le indagini svolte dalla Procura del Cantone di Zurigo e dalla Procura Federale di Berna-sede di Lugano, si pone il problema della utilizzabilità di tali atti nel presente procedimento. Si tratta a ben vedere in molti casi di atti già trasmessi con regolare rogatoria. Comunque, sia per i doppioni che per i nuovi apporti investigativi, è materiale sicuramente utilizzabile processualmente, quanto meno a supporto dell’applicazione di misure cautelari, fermo restando tutt’al più i limiti stabiliti per l’utilizzabilità dibattimentale degli atti assunti all’estero, di cui agli artt.238 c.p.p. e 78 disp.att. . Non sarebbe infatti possibile sostenere in contrario, che gli atti di indagine autonomamente trasmessi dall’A.G. svizzera siano stati assunti in violazione della disciplina delle rogatorie, ovvero che siano stati trasmessi in assenza di certificazione di conformità agli originali, quale condizione di utilizzabilità prevista dal disposto degli artt.3, comma 3 L.215/1961 di recepimento della Convenzione Giudiziaria di Strasburgo del 20 aprile 1959, 696 e 729 c.p.p., come novellati dalla l.5.10.2001 n.367. Si osservi in proposito che gli atti in questione esulano dalla disciplina sulle rogatorie internazionali per la semplice ragione che sono stati trasmessi, non in virtù di una richiesta rogatoriale, ai sensi dell’art.727 c.p.p., bensì in allegato ad una nota che ha il contenuto e il valore della denuncia di cui all’art.21 della Convenzione europea 20 aprile 1959, perché volta ad ottenere che si instauri un procedimento penale nei confronti dei soggetti segnalati avanti all’Autorità giudiziaria del Paese richiesto. 185
Articolo XXI dell’accordo tra Italia e Svizzera che completa la Convenzione Europea di Assistenza Giudiziaria in materia penale del 20.4.1959 e ne agevola l’applicazione, entrato in vigore mediante scambio di note in data 1°.6.2003 186 atti faldone n.10 117
Denuncia, che risponde a quella esigenza di cooperazione ritenuta necessaria per una efficace lotta contro il crimine transnazionale, ampiamente accolta nella più recente evoluzione del panorama normativo internazionale comunitario e che ha trovato ampia accoglienza nell’accordo di Schengen, in cui è prevista in forma assai vasta la collaborazione delle polizie dei vari Paesi aderenti, essendo state previste disposizioni (art.48 e segg) che mirano a completare la Convenzione Europea di mutua Assistenza Giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, ribadendo far l’altro la previsione che le “domande di assistenza giudiziaria possono essere fatte direttamente tra le varie autorità giudiziarie e nello stesso modo possono essere inviate le risposte” (art.53). Strumenti di collaborazione internazionale di recente ulteriormente ribaditi e rafforzati con la legge 16 marzo 2006 n.146 di ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall’Assemblea Generale il 15 novembre 2000 e il 31 maggio 2001 (c.d. Convenzione di Palermo). La legge di ratifica richiama all’art.7 il “trasferimento dei procedimenti penali” raccomandato dall’art.21 della Convenzione di Palermo ogniqualvolta il perseguimento in tal modo di reati “transnazionali” (quali sono certamente quelli per cui si procede, attribuiti ad un contesto associativo operante in più Stati) sia ritenuto più efficace nell’interesse della corretta aministrazione della Giustizia, in particolare nei casi in cui siano coinvolte più giurisdizioni, e ciò al fine di concentrare l’esercizio dell’azione penale. Nel caso in questione è comunque intervenuta sulla base della Convenzione Europea di Assistenza Giuidiziaria la richiesta dell’A.G. di uno Stato estero di punire i reati commessi dagli indagati appunto all’estero, evidenziandosi fra l’altro nella richiesta che a causa della nazionalità italiana degli stessi, tutti residenti in Italia, la loro estradizione non era da prendere in considerazione ed inviandosi le informazioni ritenute necessarie per procedere ad un autonomo procediemnto penale. Ciò posto si deve evidenziare che la l. 367/2001 non detta alcuna specifica disciplina formale in ordine alle informazioni emerse all’interno di un procedimento penale all’estero, che spontaneamente ed autonomamente l’Autorità giudiziaria di uno Stato offre e pone a disposizione, anche a fini probatori, a quella di un altro Stato. In proposito la Suprema Corte (Cass., Sez.II, 8.3.2002, Pozzi) ha avuto modo di stabilire che nel quadro della collaborazione internazionale e dei diretti rapporti tra autorità giudiziarie di vari paesi “può ben ritenersi che la trasmissione di atti, al di fuori di una richiesta rogatoriale e delle rigide prescrizioni dettate in materia, possa avvenire con le stesse modalità con le quali è effettuata tra Autorità giudiziarie in ambito nazionale cioè indifferentemente in originale o in copia, come si desume dagli artt. 64 e 100 disp.att. c.p.p. Rimarcava altresì la Corte come non fosse applicabile nel caso di specie la previsione sanzionatoria di inutilizzabilità di cui all’art.729 comma 1 c.p.p., come modificato dall’art.13 della Legge 367 del 2001, dal momento che detta sanzione, da ritenersi di stretta applicazione e non suscettibile di applicazione analogica, è collegata unicamente alla violazione di norme convenzionali internazionali riguardanti l’acquisizione o trasmissione di documenti o di altri mezzi di prova “a seguito di rogatorie all’estero” : ”….La inutilizzabilità prevista dall’art.729 c.p.p. è sicuramente speciale e come tale non applicabile al di fuori dello specifico ambito in cui è prevista”.
118
4. LE INDAGINI IN ITALIA 4.1 SPUNTI INVESTIGATIVI Come si è già evidenziato, le indagini degli organi investigativi svizzeri incrociavano, a partire dalll’inizio dell’agosto 2003, l’indagine DIRTY MONEY del R.O.S. Carabinieri di Milano, che, muovendo dalla scambio info-investigativo con i colleghi svizzeri, monitorava le conversazioni e gli incontri finalizzati agli investimenti immobiliari in Sardegna, finanziati con fondi della clientela WFS/PP Finanz, da parte del terzetto ANDALI, ZOCCOLA, PAULANGELO con il supporto dell’avv.MELZI e con l’intervento di soggetti calabresi interessati all’affare. I termini esatti del “buco” determinatosi nei conti della WFS / PPFinanz sono quelli evidenziati nel rapporto contabile dell’analista della Polizia Federale svizzera dr. Massimo Trobia, come sopra riportati in sintesi. L’indagine del R.O.S. Carabinieri si è invece rivelata preziosa perché dà voce ai protagonisti, dei quali è stato possibile ascoltare, pressoché in diretta, i commenti, i piani per le contromisure, i timori, di pari passo con i progressi dell’indagine svizzera. Si riporta in proposito l’informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.5.2004. Attraverso le operazioni tecniche svolte dal personale dipendente, vengono documentate in particolare le seguenti circostanze, già in gran parte tratteggiate nel Capitolo I della presente Sezione: – organizzazione della latitanza preventiva di PAULANGELO, rifugiatosi in Sardegna, da parte dell’avv. MELZI, per il tramite del collega sardo BIOSA Salvatore; – effetti dello scoppio del crack finanziario delle società WFS/PPF sui gruppi di personaggi a monte ed a valle di ZOCCOLA; – organizzazione degli articolati apprestamenti difensivi necessari ad interrompere la diretta riconducibilità degli investimenti in Sardegna alle vicende svizzere; – dinamica dello smobilizzo dei fondi ancora impiegati presso l’OXALIS AG con particolare riferimento, in tale contesto, a: ⋅ attriti sviluppatisi tra DESOLE, PAULANGELO e ZOCCOLA nella spartizione delle somme provenienti da detti smobilizzi; ⋅ azione di mediazione svolta da MELZI a tutto campo per evitare che tali attriti potessero far precipitare rovinosamente la situazione; ⋅ rapporti conflittuali con la dirigenza dell’OXALIS ed ambiguità del comportamento di ZOCCOLA nei confronti dei correi, in quanto evidentemente deve rispondere ai Calabresi della sorte dei fondi ivi trattenuti dalla dirigenza medesima (rectius FURRER Roger e STREBEL Bruno), che appare voler approfittare della situazione per non restituirli; ⋅ recupero e spartizione dei primi 400.000 CHF, il cui tracciamento dimostra la stretta interrelazione tra operazioni finanziarie in Svizzera ed operazioni immobiliari in Sardegna; - intervento diretto dei Calabresi in seguito alla perquisizione dell’OXALIS, allo scopo di ricondurre all’ordine PAULANGELO, nel quadro degli attriti già citati. Ma soprattutto attraverso l’indagine DIRTY MONEY è stato possibile accertare la concretezza dei progetti immobiliari in Sardegna, di cui all’ampia documentazione rinvenuta agli atti della Bank Leu. Si riportano innanzitutto gli spunti investigativi che hanno determinato l’inizio dell’indagine DIRTY MONEY, di cui all’informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.5.2004. Andali Fortunato, indicato dai collaboratori e da altre acquisizioni investigative quale referente e cassiere della cosca FERRAZZO di Mesoraca per la zona di Laveno – Ponte Tresa (VA) e per le attività illecite in Svizzera, nella seconda metà degli anni ’90, viene condannato per traffico di stupefacenti nel Canton Ticino e vi sconta la relativa pena detentiva. 119
In carcere conosce ZOCCOLA, personaggio italo–svizzero specializzato nella commissione di crimini ad alto contenuto finanziario, che stava infatti scontando la condanna per una ingente truffa ai danni di un famoso Istituto di credito elvetico. I due vengono scarcerati praticamente nello stesso periodo ed iniziano una proficua collaborazione di natura criminale. Il primo come finanziatore, il secondo come regista di affari di vario contenuto, ma tutti astrattamente molto remunerativi. ZOCCOLA trova lavoro come broker assicurativo e grazie a tale attività conosce altri due protagonisti della vicenda, PAULANGELO e DESOLE. Entrambi italo-svizzeri e legati da un certo vincolo affettivo, i due operano quali intermediatori finanziari sul FOREX di Londra, il mercato dei cambi e lo fanno attraverso una serie di società, gestite – come si vedrà – in modo piuttosto approssimativo. Capace di coinvolgere e “coinvolgersi” con grande naturalezza ed abilità, in breve ZOCCOLA si inserisce in tale contesto e vi fa confluire un’imprecisata quantità di capitali, in tutto o in parte di provenienza calabrese. Infatti, non si esclude che, coinvolto nello scorso decennio anche in altri fatti di ricilaggio, ZOCCOLA avesse conferito anche capitali di altra illecita provenienza. Ma non si limita a questo. Nella seconda metà del 2000, conosce TOMARELLI Aurelio, imprenditore commerciale ed immobiliare di origine umbra e trapiantato in Germania e ne sfrutta le competenze maturate sul mercato spagnolo per sbarcare, sempre a modo suo, in terra ispanica, dove costituisce una serie di società cointestate con DESOLE e TOMARELLI. Lo sbarco in Sardegna è di origine meno certa. Pare riconducibile alle origini e, quindi, alle conoscenze di DESOLE, ma, come si vedrà, non si esclude possa esservi arrivato anche per il tramite dell’avv. MELZI Giuseppe. Infatti, l’inizio dell’ormai consolidato rapporto tra i due è altrettanto controverso. L’unico dato certo è che MELZI opera da trent’anni in tandem con PITTA Giovanni Antonio, imprenditore locale nel settore agricolo ed immobiliare, nonché presidente del Tavolara calcio. E ZOCCOLA va ad interfacciarsi, per il tramite di MELZI, a tale tandem, coinvolgendo pure TOMARELLI. Anche in questo caso viene attivata una compagine societaria ad hoc, composta parte da persone giuridiche preesistenti (G.M.P. – AGRENAS) e riconducibili al duo MELZI/PITTA, parte da società costituite ex novo. Grazie alle competenze tecniche di TOMARELLI ed a capacità e conoscenze di PITTA, vengono acquisiti a vario titolo terreni, in parte già edificabili, in parte no. Il tutto collegato ad un Piano di Fabbricazione, con relative aggiunte e varianti, approvati a partire dagli anni ’80, ad una sentenza del T.A.R. che annulla, con due decenni di ritardo primo e seconde, ad un’invocata sospensiva al Consiglio di Stato. Ed il tutto calato in una rete di personaggi più o meno vicini all’Amministrazione locale di Olbia. Ma già nel 2002 qualcosa non va per il verso giusto: nascono alcuni attriti tra TOMARELLI e gli altri soci, attriti che culminano in un episodio che la dice lunga sulla sostanza degli affari condotti dagli odierni indagati. Infatti, convocata un’assemblea straordinaria dei soci di una delle società coinvolte, la “PASIM”, presso lo studio dell’avv. MELZI si consuma un piccolo dramma: TOMARELLI, a cui veniva chiesta una «resa senza condizioni» e che, invece, non voleva cedere, viene lasciato solo con ANDALI Fortunato Domenico, presente alla riunione ancorchè non ufficialmente titolatone. Con poche ma ben dosate parole, ANDALI fa desistere TOMARELLI, almeno per ciò che riguarda la Sardegna, perché nelle comuni attività in Spagna TOMARELLI possiede la maggioranza delle quote, circostanza che gli permette di limitare i danni, non senza ulteriori momenti di tensione con ZOCCOLA e MELZI. Intanto, non si sa quanto per calcolo predeterminato e/o quanto per una gestione aziendale a dir poco approssimativa, le operazioni finanziarie in Svizzera procedono verso un’inevitabile debacle. A fine 2002, gli interessati – ovvero ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE, sorretti dalla consulenza di MELZI, nonché ANDALI ed, alle sue spalle, la cosca e IAZZOLINO Sergio – avevano stimato che l’ordigno ormai innescato sarebbe esploso intorno a Natale 2003. Preordinano, allora, una serie di correttivi per abbandonare la nave in sicurezza, tra cui, i principali: - DESOLE lascia in tempi non sospetti la WFS per andare a lavorare quale intermediatore – e da dipendente – presso la CFS OXALIS A.G., società di intermediazione finanziaria organizzata in modo del tutto analogo alla WFS e verso cui vengono dirottati, in nero ed in misura solo parzialmente quantificata dalle indagini ancora in corso – i capitali “fuoriusciti” dalla WFS medesima, il tutto sotto forma di una cessione di cliente tra WFS ed OXALIS, ovvero della EVAX VENTURES SA, società offshore costituita da MELZI; - con la diretta partecipazione dei Calabresi, che mettono in campo tre “figuranti”, organizzano la cessione della WFS e della PPF ad uno dei tre predetti, munito di passaporto rubato e 120
contraffatto; la comparse vengono fornite direttamente da IAZZOLINO, che, attraverso GRANO, segue attentamente l’operazione, in esito alla quale, inoltre, una quantità non meglio determinata di fondi ritorna a IAZZOLINO medesimo ed ai FERRAZZO. L’operazione viene conclusa con successo nel luglio 2003. A partire dal dicembre 2002 erano intanto iniziate le indagini tecniche da parte della Polizia Cantonale del Ticino, che riesce così a documentare molto bene tale delicato e decisivo passaggio.
4.2 LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE EFFETTUATE IN ITALIA Si riporta l’informativa del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.5.2004. Le indagini tecniche avevano inizio con la “….richiesta nr. 96/1 di prot. del 23.7.2003 vengono richieste e, successivamente, autorizzate – con provvedimento indicato accanto a ciascuna utenza – le seguenti intercettazioni telefoniche:
– 3337197384, in uso a FERRAZZO Mario Donato, nato a Mesoraca (KR) il 23.9.1962, ivi residente, autorizzata con decreto nr. 211/03 R.R.I.T. emesso il 25.7.2003 ed iniziata alle ore 14,26 del 4.8.2003. L’intercettazione in atto è ancora attiva;
– 335464633, in uso a GRANO Giuseppe, nato a Milano il 31.1.1965, residente a Mesoraca, autorizzata con decreto nr. 212/03 R.R.I.T. emesso il 25.7.2003 ed iniziata alle ore 14,27 del 4.8.2003. L’intercettazione in atto è ancora attiva;
– 3391970266, in uso a GRANO Giuseppe, nato a Milano il 31.1.1965, residente a Mesoraca, autorizzata con decreto nr. 213/03 R.R.I.T. emesso il 25.7.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 14,27 del 4.8.2003 ed è terminata alle ore 18,29 del 18.11.2003;
– 3488614963, in uso a GRANO Giuseppe, nato a Milano il 31.1.1965, residente a Mesoraca, autorizzata con decreto nr. 214/03 R.R.I.T. emesso il 25.7.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 11,56 del 4.8.2003 ed è terminata alle ore 11,56 del 19.8.2003;
– 0041792190462 in uso ad ANDALI Fortunato, nato a Mesoraca il 19.9.1957, residente a Winterthur (Svizzera), autorizzata con decreto nr. 217/03 R.R.I.T., emesso il 25.7.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,42 del 4.2.2003 ed in atto è ancora attiva;
– 0041794832778 in uso a ZOCCOLA Alfonso, nato a Winterthur (Svizzera) il 25.7.1968, ivi residente, autorizzata con decreto nr. 218/03 R.R.I.T. emesso il emesso il 25.7.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,49 del 4.8.2003 ed è terminata alle ore 17,49 del 29.09.2003.
– 3394338672 in uso a MELZI Giuseppe Carlo Carlo, nato il 21.6.1942 a Sesto San Giovanni (MI), ivi residente, autorizzata con decreto nr. 215/03 R.R.I.T. emesso emesso il 25.7.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 14,28 del 4.8.2003 ed è terminata alle ore 14,28 del 18.10.2003;
– 3358337003 in uso a MELZI Giuseppe Carlo Carlo, nato il 21.6.1942 a Sesto San Giovanni (MI), ivi residente, autorizzata con decreto nr. 216/03 R.R.I.T. emesso il 25.7.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 14,28 del 4.8.2003 è ancora in atto. L’intercettazione delle suddette utenze era stata richiesta al fine di risalire all’origine del flusso di denaro diretto in Svizzera, provento della commissione del delitto di cui all'art.74 DPR 309/1990 operato dall’associazione criminale facente capo a FERRAZZO Mario Donato. 121
Dopo i primi giorni di ascolto, viene accertato che l’utenza nr. 335464633 era in uso a FALZETTA Vincenzo, mentre l’utenza 3394338672 a PITTA Giovanni Antonio. In data 14.8.2003, con richiesta nr. 96/1-6, vengono richieste e, successivamente, autorizzate le seguenti intercettazioni telefoniche: – 3920502021 (gestore telefonico H3G) in uso a PAULANGELO Salvatore, autorizzata con decreto nr. 246/03 R.R.I.T. emesso il 20.8.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,58 del 20.8.2003 ed è terminata alle ore 11.53 del 5.9.2003;
– 3392785944 in uso a MELCA Antonello, nato ad Olbia (SS) il 6.6.1969, autorizzata con decreto nr. 247/03 R.R.I.T. emesso il 20.8.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,58 del 20.8.2003. Alle ore 17,21 del 17.11.2003 si è proceduto a disattivare l’intercettazione dell’utenza nr. 3392785944 con il gestore “Telecom Italia Mobile”, poichè l’utente in data 13.11.2003 ha effettuato il “NUMBER PORTABILITY” con la società WIND. L’intercettazione, pertanto, è ancora in atto con il gestore “Wind”;
– 0041792112132 in uso a ZOCCOLA Alfonso, nato a Winterthur (Svizzera) il 25.7.1968, autorizzata con decreto nr. 248/03 R.R.I.T. emesso il 20.8.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 17,00 del 20.8.2003, in atto è ancora attiva;
– 0041796207686, in uso a LOMBARDO Giuseppe autorizzata con decreto nr. 249/03 R.R.I.T. emesso il 20.8.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,40 del 20.8.2003 ed in atto è ancora attiva; L’intercettazione di tali utenze si era resa necessaria poiché dalle conversazioni intercettate sull’utenza nr. 3358337003 in uso a MELZI Giuseppe Carlo era emerso che lo stesso manteneva stretti contatti con PAULANGELO Salvatore e ZOCCOLA Alfonso, per questioni riguardanti le società “PP FINANZ AG” e “WORLD FINANCIAL SERVICES AG”. Contestualmente viene chiesta anche l’intercettazione dell’utenza in uso a MELCA Antonello, persona di fiducia di ZOCCOLA in Sardegna, nonchè dell’utenza in uso a LOMBARDO Giuseppe, quest’ultimo invece in stretti rapporti con FERRAZZO Mario Donato. Con richiesta nr. 96/1-7 di prot. del 26.8.2003 vengono richieste e, successivamente, autorizzate le seguenti intercettazioni telefoniche:
– 3387826645 in uso a PAULANGELO Salvatore nato in Svizzera il 15.9.1963, autorizzata con decreto nr. 259/03 R.I.T. datato 3.9.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 16,52 del 3.9.2003 ed è terminata alle ore 17,50 del 29.9.2003;
– 0041765871540 in uso a PAULANGELO Salvatore nato in Svizzera il 15.9.1963, autorizzata con decreto 258/03 R.I.T. del 3.9.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 16,53 del 3.9.2003 ed è terminata alle ore 17,49 del 29.9.2003; Le appena richiamate intercettazioni erano state richieste poiché dall’ascolto delle conversazioni intercettate sull’utenza nr. 3392785944 in uso a MELCA Antonello erano emersi i due nuovi numeri utilizzati da PAULANGELO Salvatore, con i quali contattava telefonicamente i rimanenti indagati. Con richiesta nr. 96/1-7 di prot. del giorno 1°.9.2003 vengono richieste e, successivamente autorizzate, le seguenti intercettazioni telefoniche:
– 3386429559 in uso a PAULANGELO Salvatore nato in Svizzera il 15.9.1963, autorizzata con decreto nr. 265/03 R.I.T. datato 9.9.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 16,18 del 15.9.2003 ed è terminata alle ore 17,50 del 29.9.2003; 122
– 0034677247486 in uso ad ANDALI Fortunato nato a Mesoraca (KR) il 19.9.1957, autorizzata con decreto nr. 364/03 del 9.9.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 17,15 del 15.9.2003 in atto è ancora in corso. La richiesta era stata motivata dalla circostanza che, dalle conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze cellulari in uso a MELCA Antonello e MELZI Giuseppe Carlo era emerso il nuovo numero utilizzato da PAULANGELO Salvatore. Inoltre, con riferimento ad ANDALI Fortunato Domenico, lo stesso si era trasferito a Las Palmas, nell’Isola di Gran Canaria, ove con ZOCCOLA Alfonso stava per aprire un ristorante; egli aveva attivato una nuova utenza spagnola 0034677247486, con la quale contattava GRANO Giuseppe. Il 14.9.2003, con richiesta nr. 96/14 è stata richiesta e, successivamente, ottenuta l’intercettazione delle seguenti utenze telefoniche:
– 0245470429, intestata allo Studio Legale dell’Avv. MELZI Giuseppe Carlo, sito a Milano in Largo Richini n.8, installata dal gestore FastWeb, autorizzata con decreto nr. 277/03 R.R.I.T. emesso il 23.9.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 17,43 del 23.9.2003 in atto è ancora attiva;
– 3397165838, in uso a PITTA Giovanni Antonio, nato a Buddusò (SS) il giorno 8.7.1944, autorizzata con decreto nr. 276/03 R.R.I.T. emesso il 22.9.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,13 del 22.9.2003 ed è terminata alle ore 17,13 del 20.1.2004. La richiesta si era resa necessaria a seguito dell’intensificarsi dei rapporti tra MELZI, ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE Paolo e PITTA Giovanni Antonio. In diverse occasioni, MELZI si era fatto richiamare all’utenza del proprio studio per parlare di argomenti pertinenti all’indagine. PITTA Giovanni Antonio, invece, aveva provveduto a sostituire la propria utenza con il 3397165838. Il 23.9.2003, con richiesta nr. 96/15 del 23.9.2003 erano state richieste e, successivamente, autorizzate le seguenti intercettazioni telefoniche:
– 3386013499 in uso a PAULANGELO Salvatore nato in Svizzera il 15.9.1963, autorizzata con decreto nr. 283/03 R.R.I.T. emesso il 27.9.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 12,22 del 30.9.2003 in atto è ancora attiva;
– 0789205034 intestato a MELI Maria Anna, via delle Felci s.n.c., Olbia (SS) ed in uso a PAULANGELO Salvatore nato in Svizzera il 15.9.1963, autorizzata con decreto nr. 284/03 R.R.I.T. emesso il 27.9.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 17,49 del 30.9.2003 ed è terminata alle ore 17,58 del 30.10.2003; La richiesta era stata motivata dal fatto che, nel corso di una conversazione registrata alle ore 14,20 del 22.08.2003, MELCA Antonello, in compagnia di PAULANGELO, aveva chiamato il servizio “187” della Telecom Italia per richiedere all’operatore l’installazione di una linea ADSL attestata sull’utenza telefonica 0789205034 intestata a MELI Anna Maria, via delle Felci s.n.c., Olbia (SS). Dalle successive conversazioni intercettate, era emerso chiaramente che la citata utenza telefonica era in uso a PAULANGELO Salvatore, il quale, tra l’altro, aveva cessato tutte le utenze telefoniche precedentemente in uso, attivando la nuova utenza cellulare 3386013499. Il 23.09.2003, a seguito delle continue sostituzioni di utenze da parte di PAULANGELO , con nota nr. 96/16 di prot. era stata richiesta l’intercettazione dell’utenza 3493603546 intestata a BIOSA Salvatore via Angioy nr. 10, Tempo Pausania (SS) ed in uso a PAULANGELO Salvatore nato a Zurigo (Svizzera) il 15.09.1963, intercettazione autorizzata con decreto nr. 302/03 R.R.I.T. emesso il 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 18,04 del 14.10.2003 in atto è ancora attiva. Il 06.10.2003 con richiesta nr. 96/17 di prot. erano state richieste e, successivamente, autorizzate le 123
seguenti intercettazioni telefoniche:
– 0245470430 intestata allo Studio Legale dell’Avv. MELZI Giuseppe Carlo, sito a Milano in Largo Richini n.8, installata dal gestore FastWeb, autorizzata con decreto nr. nr. 301/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– 0245470431 intestata allo Studio Legale dell’Avv. MELZI Giuseppe Carlo, sito a Milano in Largo Richini n.8, installata dal gestore FastWeb, autorizzata con decreto nr. nr. 300/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– 0245470432 intestata allo Studio Legale dell’Avv. MELZI Giuseppe Carlo, sito a Milano in Largo Richini n.8, installata dal gestore FastWeb, autorizzata con decreto nr. 299/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– 0245470433 intestata allo Studio Legale dell’Avv. MELZI Giuseppe Carlo, sito a Milano in Largo Richini n.8, installata dal gestore FastWeb, autorizzata con decreto nr. 298/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– 0258302087 intestata allo Studio Legale MELZI, Largo Richini nr. 8, Milano, installata dal gestore TELECOM, autorizzata con decreto nr. 297/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– 0258431690 intestata allo Studio Legale MELZI, Largo Richini nr. 8, Milano, installata dal gestore TELECOM, autorizzata con decreto nr. 296/03 R.I.T. datato 14.10.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 10,00 del 15.10.2003 in atto è ancora attiva;
– intercettazione del flusso telematico generato dalle predette utenze “FASTWEB” installate presso lo studio legale MELZI, sito in Milano, Largo Richini nr. 8, in considerazione del fatto che lo stesso comunica con gli indagati anche tramite e-mail e fax. Le operazioni autorizzate con decreti nr. 292/03 R.R.I.T., 293/03 R.R.I.T., 294/03 R.R.I.T., 295/03 R.R.I.T. e 346/03 R.R.I.T. sono inziate alle ore 18,30 del 24.10.2003 e sono terminate alle ore 18,30 del 22.1.2004. La richiesta si era resa necessaria poiché emergeva sempre più chiaramente l’importante ruolo svolto da MELZI Giuseppe Carlo quale coordinatore di tutte le attività degli “Svizzeri” sia in ordine alle questioni aperte con la OXALIS AG, sia a quelle legate agli investimenti in Sardegna. Il 15.10.2003, l’appena richiamata richiesta era stata integrata con la richiesta di intercettazione delle utenze 02/58326957 (decreto nr. 326/03 R.R.I.T. emesso il 17.10.2003) e. 02/58326958 (decreto nr. 327/03 R.R.I.T. emesso il 17.10.2003), intestate allo Studio Legale MELZI, sito in largo Richini nr. 8 di Milano, installate dal gestore Telecom. Le intercettazioni iniziate alle ore 16,38 del 17.10.2003 in atto sono ancora attive. Il 10.11.2003, a seguito di richiesta nr. 96/19 di prot. viene autorizzata l’intercettazione delle seguenti utenze telefoniche:
– 0742660416 intestata a TOMARELLI Mario nato ad Assisi (PG) il 23.01.1927, residente a Foligno (PG) via Flaminia sud nr. 52/B, autorizzata con decreto nr. 350/03 R.R.I.T. emesso il 13.11.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 18,34 del 14.11.2003 ed è terminata alle ore 18,34 del 28.03.2004;
– 3476085062 intestata a TOMARELLI Mauro nato a Foligno (PG) il 30.10.1965, residente a Foligno (PG) via Flaminia sud nr. 52/B, autorizzata con decreto nr. 351/03 R.R.I.T. emesso il 13.11.2003. L’intercettazione è iniziata alle ore 18,00 del 14.11.2003 ed è terminata alle ore 18,00 del 29.11.2003. 124
L’intercettazione si era resa indispensabile poiché, nel contesto delle indagini svolte dalle autorità di polizia elvetiche, era emerso che TOMARELLI Aurelio, pure operativo in quel contesto societario, aveva fornito circostanziate informazioni in ordine ad un’attività di riciclaggio di denaro posta in essere dalla “World Financial Service AG (WFS)”. In tale contesto, era stato ritenuto indispensabile individuare il TOMARELLI, poiché lo stesso, specie se realmente fuoriuscito dall’organizzazione oggetto d’indagine, avrebbe potuto fornire informazioni assolutamente indispensabili per il prosieguo delle indagini medesime. Il 14.11.2003, con richiesta nr. 96/21 di prot., viene richiesta e, successivamente, autorizzata l’intercettazione delle sottonotate utenze telefoniche: – 078924648 intestata all’Albergo Gallura, corso Umberto nr. 145, autorizzata con decreto nr. 355/03 R.R.I.T. emesso il 14.11.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 16,23 del 14.11.2003 in atto è ancora in corso; – 078924629 intestata all’Albergo Gallura, corso Umberto nr. 145, autorizzata con decreto nr. 356/03 R.R.I.T. emesso il 14.11.2003. L’intercettazione iniziata alle ore 16,21 del 14.11.2003 in atto è ancora in corso, in quanto tali utenze venivano utilizzate da MELZI per ricevere ed effettuare le chiamate dagli altri indagati. Con richiesta nr. 96/23 del 25.11.2003 viene richiesta l’intercettazione in via di urgenza delle conversazioni tra presenti che si sarebbero svolte tra MELZI Giuseppe Carlo, GRANO Giuseppe, IAZZOLINO Sergio, ANDALI Fortunato e ZOCCOLA Alfonso all’interno dell’aereo della Meridiana – volo IG1208 Milano Linate – Olbia del 25.11.2003 e volo IG1207 Olbia – Milano Linate del 26.11.2003. L’intercettazione viene autorizzata con decreto nr. 363/03 R.R.I.T. emesso il 25.11.2003. Il 26.11.2003, con richiesta numero 96/24, viene richiesta l’intercettazione dell’utenza 00491727068022 in uso a TOMARELLI Aurelio nato a Foligno (PG) il 15.08.1960, ivi residente in via Flaminia sud nr. 52/B, autorizzata con decreto n.369/03 R.R.I.T. del 6.12.2003. L’intercettazione veniva iniziata alle ore 12,10 del giorno 11.12.2003 ed è terminata alle ore 12,10 del 25.3.2004. Per le stesse motivazioni di cui sopra e per la circostanza che il TOMARELLI si era recato in Italia, presso l’abitazione dei propri genitori sita a Foligno (PG) in via Flaminia sud nr. 52/B., con richiesta n. 96/24-3. del 12.1.2004, veniva richiesta ed autorizzata l’intercettazione telefonica dell’utenza n.00491727068022 (conversazioni e comunicazioni in partenza e in arrivo effettuate in roaming sui gestori di telefonia mobile italiana). L’intercettazione autorizzata con decreto nr. 11/04 R.R.I.T. del 12.1.2004 è iniziata il 13.1.2004 ed è terminata il 28.3.2004. Il giorno 8.1.2004, con nota nr. 96/17-14 di prot. è stata richiesta l’intercettazione dell’utenza nr. 3337521213, intestata a PITTA Antonello, ed in uso al padre PITTA Giovanni Antonio, nato a Buddusò (SS) l’08.07.1944, residente Olbia (SS) in via Calabria, poiché quest’ultimo ha dismesso il vecchio numero 3397165838. L’intercettazione autorizzata con decreto nr. 10/04 R.R.I.T. emesso il 12.01.2004 è iniziata alle ore 16,06 del 12.01.2004 ed in atto è ancora attiva. Con richiesta nr. 96/31-2003 di prot. del giorno 08.03.2004 è stata richiesta l’intercettazione delle sottonotate utenze telefoniche, poiché ANDALI Fortunato Domenico come prima precauzione riferita all’omicidio di IAZZOLINO Sergio avvenuto il giorno 05.03.2004, ha sostituito le utenze telefoniche. Contestualmente è stata richiesta anche l’intercettazione dell’utenza di DILETTO Alfonso, in relazione alla conferma avuta del suo ruolo centrale nelle operazioni immobiliari tuttora in atto in Sardegna:
– nr. 0041764801971 (relativamente a tutte le chiamate in partenza dal territorio italiano, nonché le comunicazioni in partenza e in arrivo effettuate in roaming con i gestori di telefonia mobile italiana) in uso a ANDALI Fortunato Domenico nato a Mesoraca (KR) il 19.09.1957, autorizzata con decreto nr. 55/04 R.R.I.T. emesso il 09.03.2004. L’intercettazione è iniziata alle 125
ore 12,14 del 10.03.2004 ed in atto è ancora attiva.
– nr. 3394436335 in uso a ANDALI Fortunato Domenico nato a Mesoraca (KR) il 19.09.1957, autorizzata con decreto nr. 53/04 R.R.I.T. del 09.03.2004. L’intercettazione è iniziata alle ore 12,44 del 10.03.2004 ed in atto è ancora attiva.
– nr. 3383483182 in uso a DILETTO Alfonso nato a Cutro (KR) il 12.05.1967, autorizzata con decreto nr. 54/04 R.R.I.T. del 09.03.2004. L’intercettazione è iniziata alle ore 12,46 del 10.03.2004 ed in atto è ancora attiva.
4.3 L’INDAGINE DIRTY MONEY L’informativa DIRTY MONEY del ROS Carabinieri di Milano si apre sull’ipotesi investigativa del riciclaggio di capitali della ndrangheta in territorio elvetico. Tuttavia, se tale dato da un lato ha rivelato concretezza proprio alla luce dell’attività d’intercettazione sopra descritta, d’altro lato non è stato possibile documentare ulteriormente la fuoriuscita di quei capitali dall’ Italia e la loro origine. Gli ottimi spunti investigativi desumibili dalle intercettazioni telefoniche svizzere non hanno avuto a tal proposito particolari seguiti nelle indagini svolte in Italia. Certo è che di denaro ne è circolato tanto sia in Svizzera che tra la Svizzera e l’Italia. Stando al rapporto dell’analista economico-finanziario della Polizia svizzera più volte citato187, l’attività di raccolta di denaro – lecito e, certamente anche illecito - da parte delle finanziarie WFS e P.P.Finanz, si è rivelata, peraltro, un proficuo affare economico. Occorre a tal proposito richiamare ancora una volta le indagini dell’analista della Polizia Federale svizzera che, dopo aver premesso come non sia4 "… possibile definire con esattezza a che cifra sia arrivato l'ammontare dei patrimoni depositati dalla clientela presso WFS/PP, dati i problemi di manipolazione del Trademaster e il disordine a livello di gestione dei conti bancari utilizzati allo scopo di raccogliere il denaro dei clienti” , aggiunge che “… Il dato più attendibile che abbiamo a disposizione è quello fornito da ADM relativo al conto ZL711 intestato a PP, utilizzato per effettuare il trading. Su questo conto, il saldo mensile massimo è stato raggiunto a fine maggio 2002, con un totale di ca 16,75 Mio USD (cfr ALL 24), pari ad un controvalore indicativo (al cambio giornaliero da estratti ADM) di ca 26,3 Mio CHF. Va comunque rimarcato che tale dato rappresenta unicamente una "fotografia" di quanto depositato presso il broker ad una determinata data, e non un valore ufficiale del patrimonio gestito e tanto meno raccolto da WFS/PP, in quanto questo non doveva obbligatoriamente essere totalmente versato al broker. A complemento di questo dato va detto che i saldi dei conti bancarì di pertinenza WFS/PP a fine maggio 2002 corrispondevano a ca. 1,63 Mio CHF (cfr ALL 25). Sommando questo dato al precedente arriviamo ad un totale di ca 27,93 Mio CHF. Ma v’è di più, perché ZOCCOLA e suoi sodali si sono avvantaggiati degli ulteriori ed enormi profitti illeciti, derivati dallo svuotamento della cassa delle società e dalla appropriazione dei fondi della clientela per reimpiegarli in investimenti immobiliari in Sardegna e in Spagna. Proprio dalle indagini in Svizzera è, infatti, emerso come in concomitanza con il dissesto economico (doloso o meno) della WFS / PP Finanz, siano emersi una serie di trasferimenti di denaro eseguiti con triangolazioni tra i conti bancari di dette società, i conti bancari intestati ad ulteriori e diverse società aventi sede nelle British Virgin Islands e il destinatario finale delle transazioni, che in tutti i casi risulta essere la FINMED di MELZI, o altre società allo stesso riconducibili. 187
Rapporto finale in data 4.11.2005 126
Si è anche visto come negli atti di archivio della Bank Leu di Zurigo, che è l’ istituto di fiducia del terzetto ZOCCOLA, PAULANGELO, DESOLE, presso il quale sono state appoggiate la quasi totalità delle suddette transazioni e dal quale, dopo l’esplosione dello scandalo finanziario, è partita la tardiva “segnalazione per operazioni sospette” all’autorità ispettiva svizzera, siano stati rinvenuti, quasi ad attestare la redditività delle operazioni finanziarie, il piano degli investimenti immobiliari eseguiti in Sardegna per il tramite dei MELZI Giuseppe. Che i trasferimenti di denaro in questione fossero destinati al reimpiego in Sardegna e che tali investimenti immobiliari non erano rimasti nella fase progettuale, ma erano invece in corso di effettiva realizzazione è dimostrato dalle intercettazioni del R.O.S. Carabinieri di Milano, che avviano le indagini in data 4.8.2003 con l’intercettazione di una conversazione188 che attesta tra l'altro l’estrema confidenza dei rapporti tra ZOCCOLA Alfonso e l’avv.Melzi Giuseppe. ZOCCOLA chiama MELZI. Appare da subito evidente l’estrema confidenza esistente tra i due. Infatti il primo esordisce con un: «Giuseppissimo buon giorno sono Alfonso» e l’avvocato risponde: «uhe Alfonsissimo, come stai?». MELZI dice che quella mattina aveva già parlato con ANTONELLO e con quell'altro (verosimilmente PITTA), che sembrava più calmo. Il legale dice poi all’interlocutore che la settimana seguente avrebbero dovuto concentrarsi «su quei testi lì, che … così ... eh», che, dal tenore del discorso, si comprende come entrambi conoscano. Si accordano per risentirsi più tardi. Seguono quindi le risultanze più significative delle indagini e in particolare le intercettazioni delle conversazioni di MELZI Giuseppe con gli altri legali incaricati di seguire l’operazione, in particolare con l’avvocato BIOSA Salvatore e con il gruppo dei calabresi che seguivano da vicino l’evolversi della situazione, non mancando di intervenire direttamente, con modalità di tipo mafioso, nei momenti più critici quando si è trattato di fare “opere di convinzione”. Seguono alcuni stralci tratti delle informative del R.O.S Carabinieri – Sezione Anticrimine di Milano in data 13.05.2004 e in data 14.10.2004 . 19/8/2003 … PAULANGELO chiama ZOCCOLA 189 e gli riferisce degli effetti che stava sortendo sul personale della WFS/PPF la sparizione del fantomatico nuovo proprietario; si riporta integralmente un brano della conversazione: P:
Sì, sì, sì, tutto a posto… C’ho un po’ di problemi con la società che… che ho venduto perché il titolare non si fa mai sentire e mo mi bombardano, ieri ho parlato con tutti gli impiegati…
Z:
Eh…
P:
“Eh, vieni qua che non sappiamo cosa fare, almeno dacci un po’ di sostegno… poi dopo dobbiamo andare a cercare questo titolare che… non si fa più sentire… e dobbiamo andarlo a vedere… dove rintracciarlo… “ “Io lo sto già cercando… eh, in poche parole c’ho un brutto presentimento”, gli ho detto a Fabio… Comunque ha detto “Ah no, vedi se puoi venire su…” ho detto “Guarda io sono andato, sono andato a Zurigo… sono passato da Lugano….inc… da Milano… inc … tempo di ferie e non sono riuscito ancora a rintracciarlo… eh… niente, adesso sto… vedendo un po’ se lo riesco a trovare…e sennò vedo se torna in ufficio e cerchiamo di… di risolvere la cosa, almeno… inc…
Z:
E vabbè…
P:
Mi chiamano un po’ tutti… non so che cacchio devo dire, senza farli preoccupare…
Z:
E vabbè, non ti preoccupare, dai… Oh, no, niente, allora, guagliò! Allora ci sentimm?
…MELZI si sente con il collega BIOSA 188
190
. BIOSA è l’avvocato che, in Sardegna, dovrà seguire da
(tel. n. 3 delle 15.24. cell. MELZI – vds. All. “RIA/1” Faldone nr. 5 da pag. 003271 a pag. 003715 (tel. n. 0060 delle 9.26 intercettata sull’utenza 0041794832778) 190 (tel. n. 725 delle 21.03 cell. MELZI – vds. All. “RIA/21” Faldone nr. 5) 127 189
vicino la situazione di PAULANGELO, nel quadro dell’organizzazione della latitanza preventiva a cui già poc’anzi si era accennato. MELZI, che, come è emerso sin dalle prime battute dell’indagine, ha un legame professionale e non almeno trentennale con la Sardegna e con la Gallura in particolare, appare avere un rapporto altrettanto consolidato col collega sardo, che entusiasticamente risponde al telefono con un «maestro!». Dopo i convenevoli e dopo aver ironizzato sul tempismo con cui il collega lo aveva chiamato (riferendosi implicitamente alla visita di ZOCCOLA ricevuta nel pomeriggio e di cui BIOSA non sapeva ancora – infatti dice «oggi hai avuto … la telepatia»), MELZI esclama: «stai in pista eh! ... » e poi spiega: « e io sono ... sono tornato a Milano e ho incontrato Alfonso … l'hai ... l'hai conosciuto no? »; dopo la conferma («sì ZOCCOLA ... sì ... sì ... »), prosegue: «va bene ... senti caro là è successo quello che ... che ti avevo previsto ... e allora si sono incontrati qui con Salvi ... Salvatore PAULANGELO ... va bene ... per sistemare alcune cose si sono visti qui ... ecco tieniti in pista perchè devi entrare tu in azione ... ». Mentre il legale milanese fa tale annuncio al collega, questi dimostra a monosillabi di avere presente, anche se solo per sommi capi, la problematica e comunque si dimostra disponibile. Le conversazioni che, in merito, avevano preceduto la presente sono sono state intercettate, ma da questo punto in avanti inizia una manovra di avvicinamento psicologico da parte di MELZI nei confronti di BIOSA per coinvolgerlo per gradi nella questione, svelandogli solo per gradi i particolari più delicati, compromettenti ed, al tempo stesso, forse da lui a priori inaccettabili. Infatti, MELZI prosegue dicendo: « no poi faccio io il coordinamento però dobbiamo farlo in maniera molto riservata perchè avendo io già conosciuto ... eccetera ... eccetera ... ecco bisogna diversificare capito? » e l’altro: « ah ... ho capito va bene ... faremo a scompartimenti ... inc ... ». Il primo punto su cui MELZI pare essere molto generico col collega riguarda l’inopportunità di un suo intervento diretto nell’(eventuale) difesa di PAULANGELO. In pratica, il motivo per cui si stava appoggiando proprio a lui. E’ chiaro che MELZI non vuole/non può svelare direttamente di essere socio di tutti gli interessati, né i disegni che retrostanno a tutta la situazione venutasi a creare in Svizzera e quindi, già dalle prime battute, pare far riferimento al solo fatto dei rapporti di conoscenza con ZOCCOLA. Va preliminarmente fatto notare il tenore particolarmente criptico, quasi farfugliato delle espressioni usate da MELZI per disegnare il ruolo che dovrà ricoprire l’avvocato sardo. MELZI prosegue dicendo: « siamo in contatto ... sì ... no ... va bene poi non è così ma anche per ragioni di merito no ... inc ... ma non solo deve essere una cosa iper-riservata ... pronto? ... tu sai che lui (inteso PAULANGELO Salvatore, ndr.) è lì questo qui adesso ... la villa sua non è ancora pronta ... quindi adesso è ospite ... ma questi sono discorsi che ti dimentichi ... è ospite di MELCA ... Antonello (MELCA, ndr.) ha una casa ... una casa che ha ... ecco però nessuno dovrà sapere innanzitutto che lui è lì ma che ... che tu sei il suo avvocato ... cioè capito? ... neanche PITTA ... neanche nessuno hai capito? ». A questo punto, BIOSA interrompe MELZI per capire meglio, in quanto dal giro di frasi utilizzato non capisce se almeno PAULANGELO potesse o meno sapere del suo ruolo di difensore. MELZI intuisce l’equivoco e, ridendo, riprende a spiegare: « eh ... (ride) ... no ... sta a sentire ... scusa ... ha detto ehh ... ormai là questa cosa è scoppiata infatti lui è arrivato qui oggi a Milano ... eh ... per parlare con Alfonso (inteso ZOCCOLA Alfonso, ndr.) per alcune cose eccetera no ... e poi comunque ha bisogno adesso ci sarà uno su là che mi diranno chi è che coordina la cosa là ... inc ... riferimento a me e io faccio riferimento a te a cascata capito? … ecco il problema grosso è questo poi non credo che ci sarà un provvedimento per il momento che potrà riguardare l'Italia ... inc ... tutto può essere però perchè dipende sai ... lì poi bisogna capire bene ... inc ... inc ... ecco comunque ... soprattutto nell’ambiente ... perchè lui è lì e lì sostanzialmente ... in incognito ... capisci? ... adesso la casa … si trasferirà nella sua casa ... tra quindici ... venti giorni perchè ha una villa lì a Pittulongo ... no ... che adesso ha intestato a una società eccetera ... dopo di che le nostre precauzioni sono relative Salvatore perchè ... booh ... questo qui ... è un ... inc ... una persona di testa tecnicamente molto preparato ... poi però ha le sue ingenuità così come quella di venir lì perchè adesso va bene ... per certi versi va bene ... per altri versi lì ... figurati se dovesse esserci qualche provvedimento se ... ma ... ». BIOSA dubita del fatto che, ospitandolo MELCA, «non lo vengano a sapere anche altri ... ». Sul punto, MELZI glissa un po’ e parlando di MELCA dice: «conoscendolo un pochino ... mi sembra anche abbastanza fidabile però sai le mogli ... i cazzi ... le cose ... poi lì con la moglie e due figli ... tra l'altro ... tra parentesi ... ha già comprato una mega barca ... è vero che l'avrà intestata credo ad Antonello MELCA ... ma insomma ... ». Infine, il legale milanese assesta il colpo finale, allettando il collega con la prospettazione di lauti compensi: « va bene comunque noi facciamo quello che dobbiamo fare dai ... però vedrai che sarà una 128
bella cosa di grossa soddisfazione ... … soprattutto dal punto di vista economico ... no ... no ... ci tengo finalmente ... mi sento un pochino più libero ... siccome oggi me l'hanno ... mi hanno di nuovo detto ... ah ma ... l'amico lì è pronto ... è preparato ... dico sì è preparato ... prontissimo insomma quindi ... ». Si sarebbero comunque tenuti in contatto. 28/8/2003 e, dopo i convenevoli, dice al collega della telefonata …A fine mattinata, MELZI chiama BIOSA ricevuta da ZOCCOLA (che non viene nominato) e che si stava recando in Svizzera a vedere la situazione da vicino; al suo rientro, lo avrebbe raggiunto in Sardegna e, in quell’occasione, si sarebbero entrambi incontrati con l’interessato. MELZI prosegue dicendo: «senti … succede che io … adesso però queste cose rimangono proprio … . » e BIOSA completa il pensiero: «E vabbeh … tra di noi … »; MELZI poi prosegue: « Io tengo i rapporti con sù e tu tieni i rapporti lì e ci incrociamo così ... ... Comunque, d'accordo, ti ripeto iper iper riservata perchè sennò è un casino eh ... » e, ricevute ampie rassicurazioni da parte di BIOSA, aggiunge: « ma il rapporto anche tra di noi perchè ... eh ... beh l'hai già capito ma ... Il problema è che ... i tre soci ... questa sa ... adesso vedrò ... spero che non ci sia incon ... cioè non ci son incompatibilità ... Cioè quello con cui io sono più vicino ... che sarebbe Alfonso ... , cioè con cui ... però son vicino a tutti e tre ... lui, però ha tenuti più rapporti ... Perché lui non c'entra un cazzo con la storia vecchia ... cioè lui è diventato azionista di questa società ... adesso poi ... adesso me la spiegherà bene ... farà vedere documenti ... ». Rendendosi conto di non avere le idee ben chiare, BIOSA lo interrompe: « E poi quella spieghi pure a me perché io ho delle ... ... così, delle cognizioni molto marginali ... ». Allora MELZI riprende il racconto, nel tentativo di fornire un quadro d’insieme nella misura, però, del quanto basta e, come l’insieme dei dati a disposizione dimostra, sorvolando su alcuni ma fondamentali dettagli, verosimilmente allo scopo di immergere il collega in un contesto tanto scomodo quanto inaccettabile: «Tanto no ... il concetto ti dico già è questo ... .cioè hanno sta società che opera in questi cambi, no? ... . Si chiama Forex ... sigla internazionale ... Hai capito ... A sto punto i fondatori erano ... il ... ex ... .lì sardo ... ». BIOSA prova ad anticipare: «TOMARELLI», non cogliendo. MELZI prosegue: « ... e DESOLE ... no, no TOMARELLI un cazzo, TOMARELLI aveva ... inc ... per il culo, non c'entra niente ... TOMARELLI era un cliente che si era spacciato con noi per quello ... anche come socio non era socio ... era solo cliente ... vabbò ... no, i fondatori sono questo DESOLE ... che pr ... meglio ... fondatore vero è quello che sarà il tuo cliente ... si chiama Salvatore PAULANGELO ... Nasce a un calabrese che per ... cioè, meglio, nasce a ... inc ... genitori calabresi ... e ... ... inc ... anche lui ... molto pelato ... ». BIOSA riprova ad anticipare, sempre senza cogliere nel segno: « quello un pò robusto ... .era un pò robusto ... Si è sposato con quella tedesca, c'ha due figli, mi pare ... o no? »; ma MELZI lo corregge: « No ... è sposato ... no, è quell'altro, lo confondi ... quello lì è DESOLE ... è l'oriundo sardo ... che ... è questo il testa di cazzo proprio ... per è quello che è stato den ... . » e, dopo che BIOSA ricorda di averne conosciuto i genitori, MELZI prosegue: « Ecco, sono lì, sono lì ... .si chiamano DESOLE ... sono lì ... questo qui, il DESOLE fa Gavino ... . E' stato ... lì a Zurigo a fare il muratore ... ha fatto un ... inc ... di cose, adesso è tornato ... e lì è nato sto figlio, etc, no, così ... .Che è quello che fa il culturista, testa di cazzo lui e la moglie ... .inc ... che esca culturista, l'avrai visto ... .questi son due inattendibili perché lui è uno tira coca dalla sera alla mattina ... ». BIOSA è ancora un po’ confuso (e non potrebbe essere diversamente, peraltro): « Quindi questi so i nemici ... .(ride ndr) », ma MELZI: « No, non son nemici, no, questo è aggregato ... in verità questo qui conta poco perché ... il tuo cliente lo protegge perché ... per questa ragione ... il PAULANGELO ... è nato lì, no? Poi però la madre di DESOLE, che è sarda ... le ha fatto un pò da madre lui ... perché ha perso la madre e quindi ... sono, sono più o meno coetanei e son cresciuti lì ... Quindi lui ha questo grosso debito di riconoscenza nei confronti dei genitori di questo ... eh ... Paolo, Paolo DESOLE, ma lui ... eh ... quindi gli ha fatto imparare il lavoro eccetera così e ... .insomma la protegge nonostante che uno che francamente non se lo meriti perché ... .è già stato dentro due tre volte per droga etc ... ». Riferendosi sempre al PAULANGELO, MELZI prosegue: « ... quindi, niente, lui effettivamente è il protagonista di questa attività professionale ... .succede che ... eh ... avevano tirato dentro due ... .altri due soci ... .perché i soci era lui, era questo DESOLE ... e altri due che si chiamano KOP, KOOP, con cui io c'ho una causa in corso ... sto cercando di recuperare del denaro perché questi qui, in sostanza, 191
191
(tel. n. 970 delle 12.25 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/9”, “RIA/39” Faldone nr. 5) 129
erano due che poi curavano l'amministrazione ... due fratelli ... e han fatto un botto della madon ... han fatto sparire ... .non si sa se 35 o 40 miliardi, o forse 50 ... Perché come loro ... aveva la delega totale sull'amministrazione, questi si sono spariti ... sono sembra in America latina ecc ... e ... .anche loro sembra poi con qualche giro di droga, di casini ecc ... .vabbè ... .A sto punto si sono accorti sei mesi fa di sta roba ... è lì che quando mi hanno un pò ufficiato, ecco ... eh ... l'ultimo, che è questo ... Alfonso, quello che mi ha parlato di ste cose ... lui è invece diventato socio di questa società un anno fa, ma non aveva deleghe operative ... lui ci ha messo, aveva ... mmh ... era un cliente, aveva ... una buona liquidità, per cui ad un certo punto ha comprato una quota di un terzo ... poi lui non ha mai operato, non ha mai gestito, quindi non c'entra un cazzo in questo casino ... adesso, cazzo, siccome non stava a puttane, capito? Anzi, gli altri gli han detto "Sì, poi ti mettiamo a posto ... ", sono amici ... Lui dice "Vabbè io ... posso aspettare, non ho problemi ... ho capito che la ... la fregatura l'hanno fatta quei due là ... " ... però, francamente debbo dire in termini oggettivi ... sarà difficile sostenere all'esterno tutto il discorso perchè ... quanto meno c'è una "culpa in eligendo" ... poi questi gli han dato una procura senza mai controllare un cazzo ... Il buon ... il tuo cliente ... che è presidente (si riferisce a PAULANGELO, n.d.r.) ... inc ... ... avrà ... avrà delle rogne sicuramente, ma non solo ... grosse sul piano della clientela ... e a sto punto sai, uno, sì, vabbè, vagli a dire che il ... inc ... s'è fottuto la lire ... ma chi se ne frega ... c'è gente che perde un sacco di soldi, capito? Quindi, gli svizzeri su questo non sono sicuramente teneri ... no? Oggettivamente l'autorità svizzera ... ma poi ci va di ... tutta sta ... pressione da parte di questi investitori perché sono investitori assolutamente ... regolari, ufficiali, eccetera quindi capisci ... Quindi sarà un bel ca ... .cioè mmh ... inc ... la criminalità economico finanziaria ... gli svizzeri non scartano un cazzo, no? ... eh ... (ride ndr) quindi non so come in Italia ... quindi si prevede un provvedimento ... a carico del nostro amico il quale, essendo però un cittadino italiano rimasto cittadino italiano ... no? Essendo lì, ma è bene che nessuno sappia che è lì in questo momento perché ... potrebbe anche potersi difendere, dovrebbe essere poi una procedura ... regolare di estradizione etc, etc ... no? Quindi questo è il quadro su cui preme che si ... inc ... eh ... concorso in truffa, appropriazione indebita ... .e in più francamente questo qui ecco ... poi cosa è successo nel frattempo ... quando han scoperto sta cosa qui sei mesi fa ... hanno cercato ... ed ecco lì mi hanno coinvolto ... ... io sono andato su eccetera ... effettivamente abbiamo cercato prima di renderci conto l'entità del buco ... che non sappiamo ancora oggi ... si ipotizzava 15-20, e allora 15-20, facendo miracoli ... gli avrebbero tirati fuori ... sarebbero riusciti a tirarli fuori ... c'era anche una banca che gli dava una mano eccetera ... vabbè, sembra che sia intorno ai 50, coi 50 non ce la fanno neanche morti ... a quel punto ... fatta sta, sta, sta ... traffico avanti e indietro ... di trovare una soluzione non si trova beh ... a sto punto ... abbiam lasciato andare ... l'ha lasciato andare ora che ci son stati gli accertamenti eccetera per tre o quattro ... inc ... loro cosa han fatto ... si sono riorganizzati adesso con una nuova società che non c'entra niente con la vecchia in cui ovviamente ... il buon Alfonso ... gli hanno riconosciuto la sua quota ...192 potenziale, perchè soldi non ce n'è più di tanti, però ... hanno cominciato a operare e a trasferire lì la clientela, la parte della clientela, quella sana, quella che non era toccata dal casino ...193 E potenzialmente si farà un'offerta anche per trasferire gli altri ... è questo poi l'aspetto delicato che dovrò forse gestire io ... che questi qui si dice ... sentite ... la verità vera è questi qui l'han presa in culo ... quelli là non ci sono più ... a sto punto però questa è gente per bene ... si impegna se, ovviamente ... riprende a lavorare con loro, a ripianare ... se non tutto, la grossa parte delle perdite eccetera ... in questo sta il discorso,ecco ... sul versante civilistico eccetera ... Sul versante invece penale ... bisogna tutelare questo qui ... per no fare richieste di estradizione eccetera ... poi se ce la facciamo a far venir fuori la verità vera che lui non c'entra in cazzo ... ben venga ... sarà difficile, perchè comunque una responsabilità, mi pare che cè ... poi si potrebbe incrociare la cosa ... perché ... di fronte forse un'offerta risarcitoria, però parziale perchè ... appunto 50 miliardi non c'erano e non ci saranno neanche ... ... » cade la linea e MELZI riprende 194 sottolineando ancora una volta in cosa dovrà consistere l’intervento di BIOSA: « ... tutelare questo qui ... di fronte a richieste di estradizione ... per reati di ... .reati societari ... falsi in bilancio e ... appropriazione indebita aggravata e ... forse anche truffa ... .poi se 192
Parlano sicuramente della OXALIS, in cui DESOLE non riveste –come da visura camerale- alcuna carica sociale, però figura sul sito ufficiale della società. 193 Nel verbale di interrogatorio della MESSERLI –segretaria della WFS- emerge che ad un certo punto DESOLE ha portato con sé in OXALIS anche i fondi neri della WFS (Faldone nr. 12 da pag 008415 a pag 008434) 194 Vedi All. “RIA/40” (tel. n. 974 delle 12.46 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/10” Faldone nr. 4) 130
salterà fuori un discorso anche, al limite, di cauzione, di cazzi oppure ... e poi, ipoteticamente ... che io lavorerò come società, no? E ti ho detto l'aspetto di Alfonso che Alfonso è ... (ride ndr) ... all'occorrenza parte lesa anche lui ... anche non direttamente, capisci, adesso ... Infatti io vado su ... e vedo Alfonso ... però sono amici, Alfonso è una persona iperleale ... è lui stesso che mi ha detto "guarda che tu ... cioè ... trova tu uno da affiancare a ... "quindi vabbè ... problemi ... non credo proprio ... .Ecco Alfonso, per finirtela, l'unica cosa che gli sta sui coglioni, invece, è sto DESOLE ... perchè effettivamente lui è contro questa ... sta droga ... "sti cazzi" dice ... "al di là della droga son cazzi suoi" ... lui, quando l'han messo in carcere 195, da ultimo ... ha fatto il grillo canterino ... e lui questo non ... non lo tollera, dice ... "Vabbè, cazzo, io ... deve almeno essere uomo ... " ed è andato a ... riferire cose ... di tipo finanziario ... . questo è un altro discorso, capisci ... quindi ... inc ... Comunque, adesso ... vediamo ... d’altra parte tu in sostanza sostanza ... perchè ... DESOLE invece nella sf ... ... là nonostante tutto non aveva incarichi, eppure essendo socio ... Lui era un operativo eccetera ... proprio perchè aveva sti problemi in cui non l'avevano messo ... nel, nel ... nel management e quindi ... .però sembra che sul piano quando ... è lucido, sul piano dell'operatività ... sia bravo … Capisci? E così anche l'altro ... anche loro adesso lavoran da lì eh? ... Che hanno tutti i computer, ormai fan tutto lì,eh ... con questi cazzi ... inc ... ». MELZI fornisce al collega qualche indicazione di tipo operativo, nel senso che avrebbe dovuto approfondire l’aspetto dei trattati di estradizione esistenti con la Svizzera, anche alla luce del fatto che sia PAULANGELO, sia DESOLE conservano la cittadinanza italiana; poi aggiunge ancora qualche nota su PAULANGELO: «Dopodichè, il primo problema sarà questi se ... lo individueranno, che adesso ha cambiato ... è logico che ... non lo trovi mai e ... aveva tutti sti riferimenti, insomma poi non so se a lui riusciranno a intercettarlo con la nuova società ... questo è un altro problema ... comunque vabbè, è chiaro che ... ecco lui è lì ... vabbè, nel frattempo si è comprato una mega barca ... spero che sia intestata ... .qui non l'ho seguita io ... l'ha comprata presso MELCA, forse l'ha intestata a MELCA ... vabbè, questa è gente che può, eh, capito? Non è che ... non è che non gli sia rimasto attaccato niente ... tanto è vero che loro lavoravano ... » e prosegue rassicurando BIOSA circa le parcelle: «no, no, no, no ... è gente che non c'è problema da quel punto di vista lì, eh .... Sicuro, anzi, sono ... la lealtà totale, anzi, si anticipano ... fanno ... ». Infine, MELZI commenta la genialità del sistema informatico utilizzato per operare sul FOREX messo a punto dalla coppia ZOCCOLA – PAULANGELO: « ... ecco è gente che ... .cultura, cultura ... quinta elementare ... .però, venuti dalla base ... hanno avuto st'intuizione di lavorare in questo settore e ci sanno fare benissimo ... parlano sei sette lingue e ... seguono ... c'han ... delle procedure ... addirittura c'è una procedura messa a punta da loro che io ... ascolta, te lo dico questo perchè al di là un pò ... le conosco ste cose che con Sindona ... le prime cose che feci ... .c'era prima sui cambi ... .adesso son molto sofisticate ma ... io ho portato, per dirti, questi due ... sia ZOCCOLA che ... Salvatore PAULANGELO ... gli ho portati a due incontri importanti con due grosse banche italiane ... anche d'affari ... son rimasti scioccati ... hanno un programma, dico, banche d'affari, eh ... hanno un programma che loro non ce l'hanno ... difatti sono in trattativa con la nuova società per ... perchè loro ... dovrebbero acquisirli come clientela ... ecco ... e dovrei fare, adesso ... questo fra l'altro ... è una cosa importante, ancora che ... dobbiamo tenerceli buoni ... dovrei fare ... perchè vorrebbero operare questo fondo, adesso operano con un fondo lussemburghese, che non c'entra un cazzo, quindi è una vecchia storia ... ecco, farlo autorizzare anche in Italia, ma siccome è stato fatto sto fondo ... e ... secondo la normativa CEE, europea ... approvato regolarmente fin da gennaio ... credo che l'Italia non abbia problemi ... la banca d'Italia a approvar ... a quel punto lì lo approveranno direttamente anche in Italia, capisci? ... con clientela italiana ... è una bella cosa, uè, l'anno scorso ... han guadagnato al netto il 17%, eh! ... , no ... guarda queste qui ... queste banche qui ... uno miglior banca ... l'altra è ... il gruppo Credito Valtellinese ... ... io conosco il direttore generale ... Bluatti ha ... ha bacinati, ha detto ... "ah, fatevi approvare subito che ... che operiamo con voi ... ... non c'è nessun problema ... capito? perchè loro operano ... lì il discorso l'ho visto anch'io ... ha un effetto leva sui cambi ma operano ... fanno microoperazioni quotidiane però ... nelle ventiquattr'ore ... Cioè sostanzialmente entrano ... inc ... mercato e se tu usi ... cioè loro hanno un deposito, metti di 10 miliardi ... loro operano con un miliardo, uno massimo due ... per cui non possono perdere, capisci? nel senso che quelli continuano così ... che questa è un po’ la loro tecnicalità ... E se usi ... rischi molto, son due effetti leva ... se tu muovi cinque rispetto a dieci che hai ... ma se tu muovi uno o due, difficilmente perdi, ecco ... prop ... così di sbagliare completamente ... ma a lungo tempo, la tendenza ... perchè poi se tu entri e esci ... eh, velocissimamente ... non puoi sbagliare ... .cioè la corregge subito l'operazione, capito ... questo è anche una cosa che ... .e quindi deve 195
La conversazione si riferisce alla carcerazione di ZOCCOLA Alfonso in Svizzera 131
essere però ipertecnico ... devi stare ... difatti loro lavorano a turni ... di quattro ore ciascuno, no? Coprono l'area di 24 ore al giorno, capito, no? Che se tu li rischi se tieni in posizione una cosa e si inverte la tendenza, te la pigli in culo, capito? Il rischio è sempre calcolato, difatti ... una delle ragioni ... infatti anch'io facevo sta cosa ... inc ... ho detto "Va bè ragazzi, però ... " E' andata bene quest'anno, l'anno prossimo magari ne perdete altrettanto ... E loro mi spiegavano ... "Facciamo un trend di ultimi 5 anni ... " e ai quei livelli lì e quando han lavorato poco, non hanno ... .inc ... io ho visto proprio la spiegazione che han fatto alla dimostrazione ufficiale, con dei programmi eccetera ... questi qui ... sono rimasti ... ed è un prodotto tratt ... tieni presente che in Italia non c'è ... nel senso che ... Anche le banche ... anche le banche, non operano per i clienti ... fanno un pò loro sui cambi ... ma senza avere grosse attrezzature, capisci ... cosa fanno ... lo fanno per loro stessi, per le loro ... inc ... di manovra ... questi invece poi i clienti, con il rapporto diretto con la clientela non c'è una commissione bancaria ... di cui oltretutto ecco, la seconda cosa, che a parte interessantissimo alle banche ... loro operano col sistema in cui il cliente, danno la sua chiave ... entri direttamente nel ... tu vedi la tua operatività, cioè, non c'è ... la manipolazione sul cliente ... ... in codice in cui ogni gio ... ogni momento, ma prorpio così reale 24 ore al giorno ... tu, osservi la tua posizione quindi ... c'è la trasparenza assoluta ... e c' è anche la possibilità del cliente se volesse, se ha qualche capacità ... . di intervenire ... dire chiudo la posizione ... ... quindi questa è la ... il più grosso che loro hanno con i propri clienti, ecco ... naturalmente c'è anche l'altra ... cosa di fondo ... ma questa la usano altri, che ... loro hanno la gestione ... cioè tu hai i tuoi soldi, li puoi tenere al banco di Sassari ... senza spostarli ... loro non li possono prendere ... tu gli dici però al Banco di Sassari ... il fondo tal dei tali ... far operare per "io 10 per uno" (fonetico) Può operare nel senso può dare disposizioni ... non è che possa prenderli materialmente ... quindi, salvo la vincita, la perdita, no, che ti viene addebitata o accreditata ... ecco loro non hanno la possibilità di fotterti il fondo, capisci? ... Di fotterti ... inc ... questo è il vecchio ... .è il sistema ... va per altro consolidato ma nel senso che ... tutti quelli che operano adesso da finanziario ... a sto punto ... inc ... ti danno l'autorizzazione a gestire, non a prendere i fondi perchè si è verificato il caso ... di società che saltano ... .Però ... il salto invece ... lo specifico loro ultimo ... e qui il programma che han messo a punto loro ... ecco, che il cliente può entrare nel sistema ... può vedere ... gio ... momento per momento la operatività sul suo conto ... o al limite anche dar lui disposizioni ... ... inc ... però, sì ... inc ... domani ... che abbiamo anche l'autorizzazione ... inc ... dei clienti 196 perchè c' è la trasparenza assoluta, eh ... ... capito, c'è anche questo aspetto ultimo, a parte il fatto che magari ... inc ... ». Il discorso, alla fine, ritorna sulla strategia da seguire nella gestione di PAULANGELO. BIOSA chiede: « Ma, comunque senti ... lunedì se ... quando ci vedremo, questi ci saranno oppure ci vediamo io e te? » e MELZI: « No, no ... lunedì ci vediamo io e te e poi andiamo a trovare questo qui ... No, no c'è ... ci sarà solo questo ... anche lì, anche come frequentazione, bisogna tenerli separati loro perchè ... E' meglio per non mettere insieme le cose ... infatti ... sto Alfonso adesso ... verrà giù per un pò di tempo, insomma ... .Comunque Alfonso non c'entra un cazzo con questa roba qui ... »… …Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, ormai giunto a Malpensa ed in procinto di partire per Olbia, MELZI chiama BIOSA 197. Dopo i convenevoli, MELZI fa scattare la seconda fase del coinvolgimento del collega. Tale conversazione, quasi un monologo a dire il vero, è molto importante per capire: – la psicologia di MELZI, che, quando rimane a corto di argomenti seri, cerca di confondere le carte in tavola, come dimostra il suo procedere per frasi che spesso non raggiungono il senso compiuto, a mascherare salti logici, incongruenze e, particolare non ultimo, il proprio pesante coinvolgimento in tutta la vicenda; tale modus operandi è assolutamente essenziale per comprendere il ruolo giocato dal legale nel contesto delineato dall’indagine, ma sul punto si tornerà – in particolare, non possono sfuggire alcune rilevanti contraddizioni proprio circa il suo ruolo, rilevabili dal confronto tra le telefonate n. 970/974 e quella in questione; quelle più significative verranno evidenziate di seguito. MELZI dice: «doma ... lo vedo domani perché lì, ecco, la cosa è più spessa, cioè, non ... va beh, e ... senti questi ti, ti, ti confermo quello che già ti avevo detto così nel ma ... però che sono, cioè una volta che io ho parlato con quello più intelligente, più che non c'entra un cazzo (si riferisce a ZOCCOLA, n.d.r.), che però temo che verrà tirato dentro perché, va beh ... quello che, insomma, ci ha messo anche dei quattrini, senza sapere che c'era già 'st'ammanco, che peraltro non si capisce ancora quant'è, qui si 196 197
A questo punto MELZI si lascia sfuggire che è partecipe delle attività della coppia PAULANGELO-DESOLE (tel. n. 1054 delle 18.57 cell. MELZI – vds. All. “RIA/46” Faldone nr. 5) 132
parla di una cifra ... »; BIOSA, a questo punto, chiede: «ma tu pensi che abbiano magari i telefoni sotto controllo, questi qui?» e MELZI: «eh, sicuramente ... (ride) sicuramente ... adesso però sembra l'han cambiato tre volte, no, no, va beh, non c'è problema, questo qui l'han appena cambiato … ha preso un italiano, non penso gli avr ... quella scheda, quindi c'è poco da controllare, insomma, ma tieni presente che poi la cosa dovrebbe, cioè se è scoppiata poi boh, questi capiscono, non capiscono, giovedì scorso … . già dovevano fare una roba, appunto, 'sta denuncia non ha fatto un cazzo perchè era d'accordo a con quell'avvocato lì con cui io ho parlato al telefono perchè era fuori, va beh, insomma comunque poi adesso comunque questi boh, parlere ... ci sarà un bel casino di quelli grossi, perchè, a parte l'importo, qualcuno parla addirittura di cento ... milioni di dollari, non so che cazzo comunque se non son cento son cinquanta, il problema grosso è un altro, che poi c'è milleduecento clienti, capisci? questi ... ... pensano, boh, non so che cazzo ... quindi, boh, si, ... inc ... » e riferendosi al trasferimento delle attività finanziarie in altra società, presumibilmente la OXALIS, prosegue: «si, no, ma adesso questi, si ... sta storia si … è ripartita per conto suo, eccetera e non dovrebbe avere collegamenti ma sai, io comincio a dubitare che sti qui, appunto, cioè son bravi tecnicamente ma nelle altre cose in realtà non capiscono un cazzo. sono pratici. Quello che capisce di più è l'amico lì che sta lì adesso ... non si muove ... perchè dice "io siccome non c'entro un cazzo, è inutile che, che faccia la bella" (si sta riferendo a ZOCCOLA, n.d.r.) però tieni presente che le nostre preoccupazioni, quelle qui (e qui si riferisce, invece, a PAULANGELO, n.d.r.), scatterà sicuramente un provvedimento, perché lì gli, di di primo acchito, gli danno l'associazione a mio parere, perché lui dice, il nostro lì con cui tu hai parlato, lui è vittima di questi due qui, che "questi han fatto il prelievo", però 'sta roba lui se n'è accorto circa un anno fa (nelle precedenti telefonate con BIOSA si parlava di sei mesi, non di un anno, n.d.r.), ha cercato di capire le dimensioni dice che non è riuscito a capirle, dopodiché io da dicembre gli dico "guarda che però tu devi fare, sei parte attiva, devi denunciare 'sta roba, sei presidente, non è che non puoi fare un cazzo, sennò diventi complice". si, si, si, non ha fatto mai un cazzo. la verità vera è che certamente la partenza iniziale è che lui ha subito una truffa da parte di questi qui, un'appropiazione indeb, infatti questi son spariti già dall'anno scorso, però probabilmente, nel casino amministrativo eccetera, questi, c'è stato un tentativo che ho fatto io assieme a Alfonso, di capire la dimensione del problema e di affrontarla, perchè bene o male coi guadagni che fanno, sinceram ... va beh, insomma, "affrontiamo la cosa a viso aperto ... facciamo una denuncia nei confronti di 'sti stronzi, e ... e poi va beh, teniamo botta coi clienti eccetera, dicendo che si ripianerà tutto nel giro di due anni, tre anni, massimo cinque anni ... " dopodiché la cosa è effettivamente era ... un ... risultata, ma i contorni precisi non si sanno ancora, di, di, più ampia e quindi ... impossibile da sostenere ... tieni poi presente che c'era anche la controindicazione che se anche il presidente dichiarava questa roba, commissione centrale delle banche che ... qui è dentro la Banca d'Italia è molto più severa eccetera, gli chiudeva baracca e burattini e bene o male, lui comunque culpa in eligendo perché questo gli aveva dato procure eccetera che non aveva controllato quindi si staccava su un piano penale ma su, su altri piani anche amministrativi non se la cavava mica insomma e quindi non avrebbero potuto, potuto fare probabilmente il presidente ... inc ... va beh, ma questo è la, il male minore, si poteva affrontare la cosa, perchè, a 'sto punto, ecco, la dimensione è ancora sotto accertamento eccetera, sono ... ». A questo punto BIOSA focalizza l’attenzione sui reati che possibilmente verranno contestati a PAULANGELO: « tu pensi che si limita a contestare solamente l'associazione a delinquere ... ... o ... ... a contestare, che si limitino a contestare solamente l'associazione oppure ci sono anche reati di tipo societario? » e MELZI: «no, sta a sentire, ma a mio parere si ci saranno, si una sfilza, perchè anche tipo all'inizio, noi non abbiamo firmato il bilancio 198, sai, non ha firmato il bil ... va beh, non ha firmato il bilancio però avrebbe inventato una vendita di azioni da ultimo, a gente ovviamente che non gliene fotte un cazzo andare in galera. han trovato dei prestanome più o meno anziani, non lo so 199, adesso faccio spiegare bene, questo qui (PAULANGELO n.d.r.) poi non era al corrente di tutto (ma pur sempre era al corrente, n.d.r.) e ... e va beh, però, ecco, sembra che da ultimo sai, dice si salvi chi può, per cui questi qui, insomma, nel, nella difficoltà di ricostruire la situazione quindi di avere un dato contabile attendibile, probabilmente han fatto carne di porco, perchè a quanto mi dice questo qui, questi qui han messo, sai, insomma, 'ste, 'ste coperte per il futuro abbondantemente, però capisci, a 'sto punto, non è che denaro può uscire alla cazzo di cane. Fin'ora non so ... inc ... comunque, già quello che ho intuito io, 198
(questo lapsus lo tradisce, tradisce la sensazione che MELZI sia pienamente parte del problema e non che sia stato «ufficiato» - come da lui detto nella tel. n. 970/974 – quasi incidentalmente) 199 Vedi a questo punto il coinvolgimento dei calabresi 133
che mi è stato comunque riferito, a mio parere, porta sicuramente a un provvedimento ... a carattere internazionale … il problema, quindi il primo problema proprio è questo, che la cautela e il diaframma che da una parte sei tu che l'assisti, dall'altra parte lui non deve più comunicare con nessuno se non attraverso te e quindi che io poi farei il ponte con l'altro, con gli altri là e quindi mettere, perchè finchè non sanno dov'è, s'attaccano al tram ... . tieni presente che poi la delicatezza, la cosa che, che non ci sono i clienti, cioè ci sono i clienti, ma ci sono i promotori, cioè questo staff funzionava con un gruppo di promotori che erano un centinaio, i quali hanno i rapporti diretti con i clienti e questi sono quelli che debbono subire il colpo iniziale, il cliente si rivolge al promotore e dice come cazzo, tu mi hai fatto ... ... il promotore che perde tra l'altro anche le sue percentuali, no, capisci? ed, ed è stra ... stra ... è straincazzato, capito? no, eh, perchè dice, cazzo, non solo, alcuni erano promo abbastanza intimi eccetera e l'ultima cosa che potevano immaginare era che succedesse 'sto casino, capisci? che loro bravissimi sul piano tecnico, sul piano amministrativo un casino ... ... poi che l'abbian fatto forse a posta il casino aministrativo, per poi farla bella, francamente non credo sarebbero dementi perchè hanno in mano un meccanismo che, che funziona, adesso si, l'hanno riaperto ... in maniera, spero, che non sia ricollegabile perchè han fatto addirittura 'sto fondo, quindi un fondo ... 200». Infine, per stimolare ancor di più il collega e controbilanciare l’assoluta mancanza di chiarezza nel quadro appena dipinto, spiega: «ti volevo dire comunque, Salvatore, questa è una, al di là di tutti i casini, è ... gli daremo una mano è meglio, però è una bellissima pratica, questi il grano ce l'hanno, lo tirano fuori subito, io già ... però una roba che bisogna dedicarsi in un certo modo ecco. c'è questo pirla c'ha due figli piccoli ... … tu sei più stanziale, devi tener botta lì, io poi devo fare perché qui, ecco, la cosa più grossa è questa, che non, nel limite del possibile, poi domani lo catechizzeremo in maniera pesante ... comunque saremo durissimi dopodiché per quanto ci riguarda ci sarà questo doppio passaggio, anche perchè ... ... quello che è là per esempio, adesso tiene botta e sta, lui che non c'entra un cazzo, anzi lui direi che (ride) è il buon Alfonso (ZOCCOLA, n.d.r.) ... che è stato preso per il culo, perchè lui è entrato in questo gruppo due anni fa e due anni fa sembra che già quelli ... ... .là avessero fatto carne di porco c'ha mes ... c'ha messo un sacco di soldi, quindi lui dice ... però è uno leale, uno dice va beh, senti adesso veniamone fuori, l'importante è che non mi coinvolga perchè poi lui è diventato socio, non ha fatto un cazzo però ... ecco questo te lo tieni per te riservato … lui ha un precedente di ... una decina di anni fa, ma non di questo genere, era stato coinvolto in una situazione di una società ... eh, immobiliare eccetera e purtroppo si è beccato una condanna e ha fatto anche, là ti schiaffan dentro subito, ha fatto ... credo un anno e mezzo dentro ... per cui lui c'ha 'sto precedente e il resto ... inc ... dice cazzo, vengono a prender me non c'entro un cazzo, l'ho pigliata nel culo anch'io, d'altra parte lui dice io e anch'io gli ho detto, è inutile che tu fai la bella, perchè se non c'entri un cazzo eccetera, al limite an ... puoi anche dimostrare che c'hai perso dei soldi, rotondi, e quindi vai ... ... la cosa che però, su cui bisogna focalizzare, che loro non hanno capito un cazzo, loro han detto "mah, appropriazione indebita", "si appropriazione indebita figurati, lì son già in tre, quantomeno, cioè i due che han fatto il grosso colpo iniziale, poi non so se lui, poi, se, se ha fatto altrettanto e lui che, va beh, dico lui, no dai, era quiescente quindi è complice perché non ha ancora fatto un cazzo e anche se lo fa, dopo tanto tempo cioè non puoi dire c'è una società non ha fatto bilanci da due anni e dici "io non so un cazzo" ... ... "e va beh, stavo accertando il danno". poi 'sto pirla, non so chi gli ha dato il consiglio, è andato a cedere adesso a gente patibolare, no 201? son fessi, adesso quello lì è calabrese, quell'altro è napoletano, quell'altro ... (qui MELZI dice forse più di quanto voleva, perché in fondo non può far finta anche con se stesso di non rendersi conto della situazione, n.d.r.) ... DESOLE è sardo e quell'altro che sembra che non c'è niente perchè era dipendente, cioè sembra figurativamente, perchè poi lui è dipendente, dice non ha fatto operazioni di gestione diretta se non tecnica e questo DESOLE che invece è là. Però questo qui è stato già dentro diverse volte per droga, capito? quindi va beh, è un testa di cazzo, poi tu lo vedi: è un culturista, lui e la moglie, se li vedi ti spaventi insomma, al tratto, no? perchè non vorrei … ». Dopo alcuni commenti su DESOLE e consorte, descritti da MELZI come culturisti anabolizzanti, i due scambiano qualche battuta scherzosa sulle «ricche parcelle» e si salutano… 2/9/2003 …La Polizia Cantonale di Zurigo procede alla perquisizione degli uffici della WFS e trattiene DESOLE 200 201
(qui si riferisce sempre all’OXALIS, n.d.r.) ancora sul coinvolgimento dei calabresi 134
presso i propri uffici per tutta la giornata. Tale avvenimento genera una comprensibile agitazione nel gruppo, agitazione che viene puntualmente monitorata attraverso le indagini tecniche. Nella mattinata, PAULANGELO chiama MELZI202 e gli dice: «senti io ... ho avuto la notizia che ... l'altro ... con la testa pelata (DESOLE Paolo, n.d.r.) sono andati a prenderlo stamattina ... quello che venerdì è andato lì ... ». MELZI capisce e dice che, però, l’avvocato svizzero ancora non gli aveva comunicato nulla; comunque PAULANGELO avrebbe dovuto rimanere a disposizione, così da permettere a MELZI di informarlo tempestivamente di ogni evenienza. Due minuti dopo, PAULANGELO richiama MELZI 203 preoccupato che le autorità potessero risalire alla Sardegna attraverso le intestazioni dei terreni e delle case a Pittulongu e dice: «In caso mai dovessero risalire qui, a venire dai genitori per la questione della … (inc.) … … di Pittolungo, capito? ». MELZI lo tranquillizza ripetutamente, dicendo che avrebbe pensato lui «ad avvisare tutti quanti» ed, in particolare, a chiamare DESOLE Gavino, padre di Paolo. Poi, onde prevenire passi falsi da parte di PAULANGELO, evidentemente in preda al panico, gli intima: « lascia stare. Tu te … scusa non tenere contatti. Chiamo io subito … ». …Nelle due chiamate successive 204 MELZI informa ZOCCOLA dell’arresto di DESOLE: « uhm! Vabbè! Niente, io ieri ho chiamato inutilmente l’avvocato, il nostro amico FERRO, ma niente di … non sapeva niente … andava stamattina a incontrare l’avvocato, però … adesso ho saputo … da altre fonti che … PAOLO (DESOLE Paolo n.d.r.) eh! E’ lì! … senti sono andati a prenderlo, non si sa bene perché e per come, ma perché non c‘entra un cazzo questo qui e ... quindi non sa niente e ... e vediamo». Evidentemente in confusione per l’effetto “doccia fredda”, ZOCCOLA non capisce e chiede: «cioè ... e ... spiegami: PAOLO (DESOLE Paolo n.d.r.) o SALVI (PAULANGELO Salvatore n.d.r.)» e MELZI, pure agitato: « PAOLO, PAOLO! … PAOLO! ». ZOCCOLA si preoccupa per sé: « PAOLO! Ok! Presumo che anche io allora? » e MELZI conferma: « eh! Sto dicendotelo per quello, scusami … mettiti un pochino uhm!! … in sicurezza uhm!! Adesso poi … io insisto adesso con … con ... con l’avvocato lì, che mi sappia dire qualcosa di più … ». ZOCCOLA lo interrompe, dicendo che avrebbe pensato lui a chiamare l’avvocato svizzero, ma MELZI precisa: « io ieri gli ho mandato un fax, pronto? … dicendogli ok! Fammi sapere, però era ancora fermo a quell’incontro di venerdì! Adesso … in verità non so neanche se è avvenuto l’incontro di venerdì, capisci? Il fatto che l’abbiano … stamattina mi ... mi fa pensare che non l’abbiano … (inc.) ... » e quindi avrebbe parlato pure lui con l’avvocato. …Sempre nella mattinata dello stesso giorno LAEZZA Roberto chiama MELZI 205 e gli preannuncia l’intenzione di raggiungerlo a Milano il giovedì successivo. MELZI gli risponde che quella mattina si era verificata «un’emergenza grossa» e che forse giovedì sarebbe dovuto andare a Olbia; comunque, nel caso, MELZI dice di avere lì in studio « tutto a disposizione ... c’ha la segretaria … ». In merito all’emergenza, MELZI dice di essere in attesa di notizie dall’avvocato svizzero ed, in base a tali notizie, avrebbe deciso come muoversi. Pur in apparenza composto, MELZI in realtà è molto agitato se non altro perché ha tutte le cognizioni necessarie per comprendere sino in fondo e diversamente dai suoi soci le implicazioni di quello che stava accadendo e così si sofferma sulla situazione anche con LAEZZA: « stamattina hanno fermato l’amico lì, no? e quindi … non si pensava che fosse così veloce la cosa, no? ». LAEZZA lo interrompe: « no allora facciamo una cosa … io mi metto in contatto con … qui a Zurigo», ma MELZI lo invita alla prudenza: « ecco ... senti … molto prudente eh … capito ... perchè ... io son tornato ... scusami … stanotte e … da là … perché ho parlato con l’altro amico eccetera … e questo sta un po’ … come dire … a mezz’aria … non capisce … per cui … però anch’io ... in verità … da quello che mi hanno detto … con te non ci sono problemi ... dato il rapporto che c’è … col nostro amico … eccetera … eh … loro non hanno esperienza di queste cose … il nostro no … ma là gli altri non capiscono un cazzo ... detto in milanese … per cui questo ieri mi raccontava che Gesù è morto di freddo … non a caso sono arrivato ieri sera alla una di notte … stamattina alle otto mi chiamano che già è scoppiato il bubbone grosso … infatti quello 202
(tel. n. 1222 delle 9.37 cell. MELZI – vds. All. “RIA/67” – vds. All. “RIA/68” Faldone nr. 5) (tel. n. 1223 delle 9.40 cell. MELZI vds. All. “RIA/69” Faldone nr. 5) 204 (tel. n. 1225 delle 9.47 e, dopo un’interruzione di linea, tel. n. 1226 delle 9.50 cell. MELZI vds. All. “RIA/71 – vds. All. “INT/1/13” - All. “INT/1/14” Faldone nr. 4) 205 (tel. n. 1231 delle 10.58 cell. MELZI vds. All. “RIA/73” – vds. All. “INT/1/17” Faldone nr. 4) 135 203
che era più tranquillo … per cui anche il nostro amico adesso è un po’ in apprensione … allora ... ci siam parlati fino a cinque minuti fa con l’avvocato lì … che ho incontrato … il quale ... gli ho detto … vai subito a vedere perché … è chiaro … poi sappimi dire ... perchè quell’altro che è là felice e contento pensando di … rischia a 360° … allora per quello che ho detto … il tempo di assumere informazioni e sarei corso giù domani sera … ecco … per … però ... senti questo … per la tua però posizione ... qui non c’è nessun problema … c’è qui tutto ... la segretaria poi sa tutto ... conosce bene il nostro amico … conosce te ... adesso glielo dico … non c’è problema … » e poi aggiunge: « Roberto un’ultima cosa … tienilo tranquillo perché l’ho sentito perché l’ho sentito giustamente un po’ agitato … non si pensava … cioè da quello che mi han detto ... anch’io ho detto beh ... si … si andrà a rischio ma tra un po’ di giorni ancora … ecco ... invece la cosa è più … anche perché probabilmente loro non si sono resi conto che qualche segnalazione – chiamiamola così – era partita già da tempo … non settimana scorsa come mi han detto … non è possibile che in una settimana un giudice prenda un provvedimento di quel genere … quindi ecco ... c’è una sottovalutazione del problema … anche perché giustamente non fanno sto mestiere insomma ecco … e poi vabbè l’unico lucido francamente è il nostro amico … gli altri due sono un po’ in palla per tante ragioni ... insomma … quindi ecco purtroppo i rischi aumentano perché la gente non si rende conto». Tale conversazione appare eloquente nel confermare il livello di piena consapevolezza della situazione da parte di entrabi gli interlocutori… La notizia del rilascio di DESOLE lo stesso giorno riporta una certa tranquillità nel gruppo, anche perché vengono poi a sapere che si trattava dell’indagine relativa alla sparizione di denaro dalla cassaforte della WFS e della conseguente indagine per truffa ai danni dell’assicurazione. Il giorno seguente, LAEZZA raggiunge MELZI a Milano ed insieme si recano presso la Banca Antonveneta di Piazza Fontana. Lo stesso giorno, in una telefonata tra il legale milanese e ZOCCOLA, emerge un ulteriore particolare relativo agli smobilizzi OXALIS: oltre a «preparare gli scudi», MELZI avrebbe dovuto aprire un conto presso il Principato di Monaco sul quale far confluire i fondi provenienti dall’OXALIS. Inoltre, nel riferire dell’incontro con LAEZZA, MELZI commenta testualmente: «è una persona da tenere stretto … è bravo bravo … bella persona davvero». Sempre il 3.9.2003 si verifica un ulteriore inconveniente che crea allarme nel gruppo: un giornalista svizzero riesce a raggiungere PAULANGELO sul cellulare considerato sicuro. In tale frangente, tra gli allarmati troviamo ancora una volta lo stesso LAEZZA. …ZOCCOLA, allora, richiama dopo un’ora circa 206 e MELZI lo informa che FERRO non aveva ancora raccolto notizie utili; inoltre gli dice che era in arrivo LAEZZA. L’oggetto della pratica che riguarda LAEZZA non è chiaro, ma un paio di conversazioni di MELZI con la segretaria ADRIANA (tel. n. 1279 delle 12.59e tel. n. 1280 delle 13.01 cell. MELZI – vds. All “RIA/86”) rivelano che la questione riguardava la Camera di Commercio e che si era reso necessario far rilasciare il codice fiscale a LAEZZA. A tale proposito, viene eseguito servizio di o.c.p. ad hoc tra le 12.00 e le 14.00 dello stesso giorno 207, in esito al quale si accerta che intorno alle 12.45 MELZI ed il ROBERTO della telefonata escono dallo studio e si recano prima presso la BANCA ANTONIANA VENETA di piazza Fontana e, successivamente, al ristorante LA PERGOLA di Via Santa Caterina, nelle vicinanze dello studio di MELZI. Nel primo pomeriggio 208 ZOCCOLA chiama MELZI e gli dice: «per favore vedi di andare al più presto possibile per quella questione di … del Principato», soggiungendo che la questione è importantissima. MELZI lo rassicura, dicendo che avrebbe provveduto al più presto. ZOCCOLA prosegue: «eh … mi raccomando per favore … mettiamo a posto le cose perché … lo scudo l’hai fatto? » e MELZI risponde: «lo scudo sto finendolo … », rassicurandolo ulteriormente e ZOCCOLA «io non mi preoccupo per me, eh … io io lo dico anche per … in particolar modo non anche … in particolar modo per te … ».
206 207 208
(tel. n. 1270 delle 10.52 cell. MELZI – vds. All “RIA/85” Faldone nr. 5) (cfr. relazione di servizio allegata – All. “OCP/G” Faldone nr. 3 ) (tel. n. 1286 delle 15.06 cell. MELZI – vds. All “RIA/87” Faldone nr. 5) 136
…Sempre nel pomeriggio 209, PAULANGELO chiama MELZI e lo informa che un giornalista svizzero aveva contattato suo fratello cercando di lui in quanto, asseritamente, non credeva alle voci che circolavano sul suo conto circa il crack della WFS. Il fratello, a sua volta, avrebbe commesso «l’errore» di contattare PAULANGELO sul cellulare dei suoi figli – su cui lui stesso è reperibile – per avvisarlo. Ritenendo che possano aver messo sotto controllo il telefono del fratello, PAULANGELO è adesso preoccupato che qualcuno possa aver intercettato la telefonata, con tutte le conseguenze del caso. PAULANGELO si affretta subito a chiarire che, peraltro, lui al telefono nulla aveva detto, se non che, pur essendoci stata una truffa, lui adesso non poteva parlare con un giornale, scavalcando le autorità. MELZI lo rassicura, dicendo che, per quanto a sua conoscenza, è prematuro porsi il problema delle intercettazioni. Inoltre, tra le varie letture dell’episodio, MELZI non esclude che possa essere stato proprio l’avvocato svizzero ad aver preso contatti con la stampa a fini difensivi. MELZI si riserva di stabilire con PAULANGELO i passi successivi da compiere in occasione dell’incontro che avrebbero avuto il giorno seguente, anche alla luce delle notizie su DESOLE di cui il legale milanese è ancora in attesa. Infine, MELZI suggerisce a PAULANGELO di far raccogliere da qualcuno in loco gli articoli di stampa apparsi sul caso, in quanto quello che appare sui giornali è di fonte in gran parte giudiziaria. Se PAULANGELO non ha a disposizione un referente ad hoc, avrebbe potuto provvedere MELZI stesso. L’approccio scelto dal giornalista – il non credere alla colpevolezza di PAULANGELO e la volontà di sentire la sua versione dei fatti – è per il legale «il piattino» da presentare per vincere le immaginabili resistenze degli interessati. Nella serata 210, MELZI chiama LAEZZA, che si trova ancora a Milano e che aveva spostato al giorno successivo l’appuntamento. MELZI gli riferisce del «disastro» accaduto con PAULANGELO (la questione del giornalista), la cui causa è attribuibile in ultima analisi al fatto che quest’ultimo non avesse ancora informato i familiari di quanto gli stesse accadendo. MELZI prega LAEZZA di informare «il [loro] amico». Anche LAEZZA si dimostra particolarmente allarmato dall’episodio, a dimostrazione del fatto che anche lui è perfettamente a conoscenza della situazione e di tutte le implicazioni della medesima e, quindi, del fatto che lui stesso è complice di ZOCCOLA e MELZI nell’affaire WFS. …Alle 20.39 211MELCA e MELZI si sentono. La prima parte della conversazione è dedicata ai progetti in Sardegna, per cui si rimanda al capitolo corrispondente. Nella seconda, i due commentano la situazione di PAULANGELO. MELCA chiede a MELZI se fosse riuscito a far capire compiutamente la situazione a PAULANGELO. MELZI risponde che, sotto quel profilo, va meglio, anche perché SALVI ne ha parlato un po’ con la moglie: «insomma, d'altra parte, insomma, il rischio c'è e grosso ... ». Poi MELZI prosegue raccontando a MELCA i retroscena del recente fermo di DESOLE: «sembra che tra l’altro il … quel Cristo lì di … non so se è un assaggio, perché i giudici fanno ste robe … che sai, Zurigo è piccola … l’hanno fermato per un’altra roba … avevan tentata, ecco l'unica cosa, bisogna star molto attenti a questi qui, sai, sono naif davver, … uhm, si, adesso si, ti raccontano quello che vogliono, lì (ride) è un altro episodio, l'anno scorso quando, cioè due anni fa, eh, si è profilato che là c'era un ammanco, stavan cercando (ride) di inventare un furto per far pagare all'assicurazione un furto di denaro e dopodiché han cambiato idea eccetera, però qualche cazzo l'hanno fatto, per cui c'è l'indagine penale in corso … eh, (ride) sai, cazzo ... insomma sai son sempre, io dico bravi ragazzi, cattivi non ce n'è, però bisogna stare attenti, questi ... . insomma la sensazione di denaro facile ce l'hanno, capito? più che sensazione ... ». Sul retroscena del fermo di DESOLE, va fatto notare che in effetti risulta che la Polizia cantonale di Zurigo avesse già da un paio d’anni in corso indagini (operazione SECONDO) circa una denuncia di furto di una ingente somma di denaro dalla cassaforte della WFS, così come meglio descritto nella Sezione I della presente informativa. Il tenore delle battute di MELZI, però, vanno a svelare il retroscena di quel finto furto. Si trattava di un primissimo tentativo di ripianare il «buco» che si andava creando nelle casse della WFS…. 209
(tel. n. 1291 delle 16.29 cell. MELZI – vds. All “RIA/88” Faldone nr. 5) (tel. n. 1293 delle 20.03 cell. MELZI – vds. All “RIA/89” Faldone nr. 5) 211 (tel. n. 1353 cell. MELZI – vds. All “RIA/98” Faldone nr. 5) 137 210
…Poco dopo 212 MELZI chiama BIOSA. Nel contesto della conversazione, nel complesso inerente argomenti non rilevanti, MELZI dice al collega sardo che PAULANGELO sta mettendo ancora in ordine le fatture (verosimilmente quelle relative all’immobile in loc. Pittulongu) e che lo stesso avrebbe espresso il desiderio che, in occasione di un non ancora meglio precisato incontro del mercoledì successivo (probabilmente una riunione del collegio difensivo), a Milano vi fosse anche BIOSA. MELZI spiega al collega di aver già sollecitato a PAULANGELO la stesura di un memoriale e che oggetto della prossima riunione sarà soprattutto la gestione dei contatti di PAULANGELO, già reperito, nonostante tutto, da un giornalista. Caduta la linea e ripresa la conversazione, MELZI commenta ulteriormente quanto successo con la WFS: «senti ha fatto la stronzata ultima … di fare questa vendita, perché sto testa di cazzo … cioè io gli avevo già a dicembre: guarda questa non è una soluzione … anzi peggiora il discorso! ... perché una volta che tu hai accertato il buco … che lui dice a me a ... a ... luglio la … e ... la società di revisione che avevo incaricato di ricostruire la cosa, mi dice che il buco è questo ... bene … a quel punto porti i libri in Tribunale tu! Sei tu che vai dal Giudice e gli dici questo e lo mettiamo in difficoltà al Giudice … non è che vai a vendere a uno che, scusami, false identità eccetera … compro io e poi sparisce immediatamente! E’ una stronzata immane, insomma … no! » e, dopo aver commentato negativamente l’operato ed i consigli dell’avvocato svizzero VALLONI, MELZI prosegue: « … è una stronzata immane perché … il Giudice parte da qui … questo qui, quando scoprirà, e sarà un gioco da ragazzi, che era uno sotto false spoglie … per giunta un calabrese ma figurati … ma c‘ha pensato lui, non quell’altro no!? … (inc.) … » e ancora: « … e poi ci sono gli altri due. Uno l’Alfonso che hai conosciuto, questo francamente è una vittima anche lui … nel senso che lui c‘ha messo solo dei soldi lì, no! Questi l’hanno tirato dentro da amico un anno e mezzo fa quando già l’ammanco c‘era senza dirgli un cazzo, infatti questo sarà incazzato pure no! … Che perde dei soldi, lui ha messo del capitale dentro, hai capito? Vabbè! Insomma adesso vedremo … intanto questo pensa di compensarsi con gli investimenti che hanno fatto qui, capisci? ... che gli investimenti che hanno fatto qui gli han fatti … dovrebbero essere un terzo, un terzo, un terzo … e quello là dice: vabbè! dice … anche questo si! e … non so … »; BIOSA commenta: «è una garanzia … (inc.) … » e MELZI: «si! Ecco! Ma è sempre tutto sulla parola, no!? … ». Tale conversazione è importantissima, in quanto MELZI dimostra non solo di essere a conoscenza dell’espediente della falsa vendita della WFS ai calabresi, ma anche di aver partecipato alla fase decisionale della medesima. Certo, al collega dice di aver addirittura sconsigliato la cosa, ma non bisogna dimenticare che MELZI ha la necessità di fargli conoscere anche i particolari più scabrosi della vicenda e contemporaneamente di mantenere un volto pulito e credibile nei suoi confronti, anche perché, diversamente, si ha la sensazione che BIOSA non avrebbe certo aderito all’assistenza di PAULANGELO. Anche il riferimento temporale utilizzato da MELZI per datare il coinvolgimento di ZOCCOLA è smentito dalla presente indagine 213. 8/9/2003 …viene registrata una chiamata di interesse sul versante calabrese. Come risulta da alcune telefonate dei giorni precedenti intercettate sul cellulare di FERRAZZO Mario, questi aveva effettuato un viaggio nel Nord Italia e si era recato, infine, nella zona tra Ponte Tresa e la Svizzera. Nel primo pomeriggio 214, FERRAZZO Mario, che si trova in compagnia di FERA ANDALI Mario e di LOMBARDO Giuseppe, viene chiamato da ANDALI Fortunato, che, invece, è in compagnia di ZOCCOLA. Dopo i convenevoli, durante i quali FERRAZZO dice a ANDALI di trovarsi a Ponte Tresa . ANDALI passa il telefono a ZOCCOLA; FERRAZZO Mario, ridendo, chiede: « ... sto passaporto ancora non me lo può fare a me ... » e ZOCCOLA, sempre ridendo, risponde: «e non puoi ... non puoi viaggiare ... ». Inoltre, FERRAZZO Mario chiede a ZOCCOLA se SASA’ stesse bene, riferendosi probabilmente al 212
(tel. n. 1423 delle 18.19 cell. MELZI – vds. All “RIA/106” Faldone nr. 5) (cfr. sul punto le s.i.t. raccolte da TOMARELLI, che spiega come ZOCCOLA operasse nella WFS già dal 2000 Faldone nr.8 da pag 005506 a pagg 005529) 214 (tel. n. 1491 delle 13.57 cell. FERRAZZO – vds. All “RIA/114” Faldone nr. 5) 138 213
credito vantato dal gruppo dei Calabresi nei confronti di SASA’. ZOCCOLA risponde: «eh ... poi ti facci sapere, dai ... ». A questo punto, ZOCCOLA ripassa il telefono ad ANDALI e FERRAZZO passa il telefono a FERA ANDALI Mario, che dice a ANDALI Fortunato di non poterlo raggiungere prima del 27 di quel mese, in quanto doveva vedere sua figlia; I consiglia ad I di lasciare perdere e non raggiungere I, in quanto poi i soldi li dovrebbe spendere tutti in viaggi; I dice che lì (a Las Palmas ndr.) troveranno qualcun'altro; I chiede: "piuttosto quei ragazzi che hanno concluso?"; U risponde che "gliel'hanno dati" e chiede ad I per quando gli servono; si accordano che U li darà ad I a fine mese; I dice ad U che lo saluta ALFONSO; FERA ANDALI Mario passa il telefono a FERRAZZO Mario ed ANDALI Fortunato D. gli dice che: «lì c'[era] un po' di movimento» e che c'era «il mondo sottosopra» e che era uscito tutto sui giornali. Lo stesso giorno 215, MELZI chiama BIOSA e lo informa delle ultime novità (altro articolo stampa e arrivo di DESOLE in Sardegna) e ribadisce la necessità della sua presenza a Milano in occasione della riunione con i legali svizzeri del mercoledì successivo; nel leggere la conversazione, si segnala sempre l’esigenza di ricordare che MELZI deve giocoforza dare una versione edulcorata al collega BIOSA, raccontando sì l’accaduto, ma con omissis e sfumature ad hoc soprattutto circa il proprio coinvolgimento, coinvolgimento proprio dal quale, non va dimenticato, era derivata la necessità di coinvolgere BIOSA. In particolare, riferendosi ad uno di questi legali, MELZI dice: « … che poi gli svizzeri sono, c'hanno la testa per conto loro, eccetera, questo qui è un avvocato, noi che cazzo c'entriamo con questo, si fa lo scrupolo forse in qualche modo di non essere coinvolto ma ... eh, boh, non riesco a capire, vedrai, no, abbiam ... avremo anche lì una, una … una situazione … » e prosegue: «il problema grosso è un altro che loro nonostante tutto hanno 'sta cultura, i nostri lì, di non dire mai un cazzo agli, cioè dire agli avvocati il meno possibile. e questo è giustificato dal fatto svizzero perchè in effetti lì non sono, se ne fottono, non giocano sempre anche sulla pelle del cliente, però c'è gente come noi, io continuo a dirglielo, ragazzi, que ... "due o vi fidate o non vi fidate" questi "ma cosa cazzo facciamo?" dico per esempio, quest'ipotesi qui, che mi sembra demenziale, di vendere al ... all'ultimo, trovare 'sta storia, io gliel'avevo sco ... esclusa assolutamente a dicembre. dopodichè l'altro giorno poi quando siamo andati lì, gli ho detto "scusa Salvatore ma fammi capire, cos'è intervenuto di nuovo e di diverso che ... ." "eh, no, sai, me l'ha consigliato ... " ma non un professionista, un altro del suo gioi che, scusa, ma questo è metterci la firma ... sul casino che è successo, no? cioè, (ride) voglio dire, è anche chiaro che, tanto perchè tu sappia eh, cioè, è vero che sti KOPP han fatto carne di porco, è altrettanto vero che loro ne han fatto altrettanto, in percentuale meno, per cui non potevano dire che io la cosa più semplice era, benissimo, c'è voluto un anno e rotti per accertare la situazione, quando l'hai accertata tu porti i libri in tribunale e dici al giudice "succede tanto ... ". la società si chiude comunque, il casino succede coi clienti, succede lo stesso però eviti di fare la furbata, che è una furbata cui nessuno crede, ma non solo, appena scoprono che quello lì è un, è un fasullo, è uno che aveva il passaporto falso, scatta il provvedimento associativo, perchè non crederanno mai in prima battuta ma forse neanche (ride) in seconda (ride) in terza e in quarta (ride) … ». Qui il ritmo della conversazione cambia, cambia l’approccio psicologico di MELZI nei confronti del collega. Infatti, un po’ ingenuamente, BIOSA chiede: «ma lui del passaporto fasullo poi lo sapeva prima oppure no?» e MELZI: «mah, Salvatore, sveglia! ... l'ha inventato lui! che lo sapeva? questo qui è uno ... cazzo, eh, amico, cerca anche tu, non fingere e non dirlo, questi qui han trovato il calabrese, tale è, mah, gli han fatto tutto quanto, gli han dato un pacco di quattrini, questo se ne sta in Calabria, il giorno in cui lo prendono, lo prenderanno, dirà che Gesù è morto di freddo, ma questo è pagato a posta! è uno non so se poi ... ». BIOSA continua con le ingenuità: «ah non, io pensavo fosse un calabrese ma che stava in Svizzera, comunque … » e MELZI gli risponde, schernendolo un po’: «tesoro fai il bravo, dai … »; allora il primo si giustifica: «va beh, ma eh, scusa, io le so per mezze frasi 'ste ... ». MELZI, che sta scoprendo un po’ il gioco, prosegue: «non è che le so, le devi capire, non è che, anch'io anche a me non l’avevan detto chiaramente, ma l'avevamo ipotizzato di trovare uno ... prestanome ... gli ho detto, "siete scemi"» e ancora: «si, in aula te ... senti, questo qui e ... cioè, scusa, i, i punti cardini sono tre, il primo la truffa che loro subiscono e va bene, però subiscono anche una culpa in eligendo perchè poi lì ci sarà tutto il discorso giuridico che è del presidente di una società, il factotum eccetera danno il mandato a due 215
(tel. n. 1519 delle 10.16 cell. MELZI – vds. All “RIA/115” Faldone nr. 5) 139
stronzi, no?, che per quanto magari ... inc ... eccetera, non mandan mai rendiconti, non mandan mai niente. Ma quindi figurati, ... inc ... quantomeno una, una quiescenza o quantomeno civilisticamente ne risponde anche lui, perchè non può dire io non so un cazzo. va beh, questi poi spariscono, questo è vero eccetera e credo che sia vero che se ci inzuppavano il pane tutti perchè ogni tanto gli scappa "sai, questi eran generosi ... c'avevan le mestruazioni e ci davano ogni tanto dei dividendi assolutamente così ... non so, per dirti compravano cose fantasmagoriche, le ultime televisioni in pelle umana, non lo so, in plasma eccetera, e facevano regali alle società, capito? Una situazione assolutamente leggera … che era una millantata sub, subspecie dei guadagni, mentre invece erano c'è chi ha detto che erano soldi dei clienti, capito? questo è il punto, va beh ... dopodichè questi spariscono effettivamente non c'è ragione che spariscano e così ... . ecco, a quel punto, lui tiene calma le cose, fin lì, credo che lui sia stato effettivamente un po' superato dagli eventi e dalle conseguenze di questi, però per un anno e mezzo ci marcia, per un anno e mezzo cosa fa, perchè non credo neanche che ci volesse tutto 'sto tempo, evidentemente non davano i documenti, evidentemente non lo so che cosa. cosa fa nel frattempo, e lui in proporzione fa altrettanto, perchè si deve assicurare il futuro, capisci? da lì le case, da lì i casini eccetera. questo (ride) aspetta ... e questo ti spiega anche perchè non ha potuto dire alla fine del rendiconto eccetera amministrativo, cioè che ... cioè va beh, è successo questo, tanto la società si chiude eccetera, porto tutto a quel punto evitava e rimaneva in qualche modo a disposizione … ». La conversazione riprende nella telefonata successiva 216. MELZI continua a commentare l’episodio della finta vendita della WFS: «ecco, scusami eh, allora, abbi pazienza che ero ... senti, no, il discorso è questo, capisci che la stronzata finale è quella peggiore, allora beccano il calabrese, gli danno quello che chiede, non so, una cifra rotonda, gli danno il passaporto falso, l'han fatto anche bene quindi lì han speso un sacco di soldi, va beh, cazzi loro, no? e questo si presenta acquista la società, nota che non c'abbiamo ancora un pezzo di carta, gli ho detto di darmelo, lui dice "mah si, è nel cassone gli ho lasciato in società eccetera ... " … acquista la società eh, impegnandosi a coprire il buco e li dichiarano l'entità del buco, dopodichè, figurati, lui se ne va, parte, questo lo fa il giorno prima di partire per le vacanze, parte … »; BIOSA, timidamente, chiede: «lui ... inc ... chiedo scusa, per capire ancora, in maniera più compiuta, quei cento milioni che questo qui avrebbe teoricamente, eh, versato ... alla società, questi li hanno sottratti dalle, ancora dalle casse ... » e MELZI: « ... no … Salvatore, cazzo, stai dormendo ancora stamattina ... i cento milioni non sono un cazzo, mancano cento, dai cinquanta ai cento miliardi … .cento milioni è il prezzo simbolico, la differenza e danno questo e l'altra, il prezzo, l'addendo grosso del prezzo, la componente grossa del prezzo è la copertura del buco … no? naturalmente questo non copre un ca ...»; BIOSA cerca ancora di capire: «se hanno pura un cazzo, ma io voglio sapere, 'sti cento milioni comunque ... inc ... li hanno presi loro? » e MELZI: «si, ma questi ... li hanno presi e sono anche a dispo, io gli ho detto, perchè lui era, non era anche d'accordo su questo, questi tieni la dispo, se vuoi dimostrare ma fa ridere, insomma, un foglio di carta velina, tienili a disposizione domani qualsiasi cosa, o il tuo avvocato o tu, dici questi sono ma, ma fa ridere, questa è un francobollo rispetto al disastro, non è mica un problema ... cioè adesso sto atto ce lo daranno, a parte che è in tedesco, bisogna tradurlo eccetera, adesso io cercherò di reperirlo o comunque, comunque niente, un cazzo, è la truffa finale ... ». MELZI prosegue ribadendo i concetti già espressi, con particolare riferimento alla perfettamente configurabile ipotesi associativa: «aggiungi poi ci sono i due amici che stanno lì, che in qualche modo han lavorato, uno DESOLE, uno ZOCCOLA, no? che effettivamente cioè DESOLE no, ma ZOCCOLA non c'entra e comunque speriamo che poi ce la racconti giusta anche quello lì, eh figurati, qui sono cinque, sei, sette persone no? … c'è un'altra persona che io non conosco che è il direttore generale, che era lì che sapeva un po' e anche lui non ha denunciato, non ha fatto un cazzo, eccetera, questo non so, è un tedesco, il quale ha fatto finta di, di fronte al nuovo proprietario cosiddetto, il calabrese appunto, dice "ah, io non accetto" ha dato le dimissioni, ma sempre nello stesso giorno e se n'è andato anche lui, quindi capisci in que ... (ride) si è creato un vuoto a perdere proprio ... ». La conversazione prosegue ribadendo ancora una volta i concetti già espressi fino a quel momento e MELZI fa capire a BIOSA che PAULANGELO e DESOLE (parla al plurale e ZOCCOLA non viene citato espressamente, ma il concetto riguarda anche lui), peraltro in modo anche maldestro, hanno sottratto ulteriori risorse per garantire “un futuro” a sé ed alle rispettive famiglie. Inoltre, proprio per l’attitudine intrinseca dei soggetti de quibus a non raccontare mai le cose per intero ai legali, MELZI ipotizza che la versione che PAULANGELO fornirà a BIOSA possa essere anche diversa, che questi 216
(tel. n. 1520 delle 10.25 cell. MELZI – vds. All “RIA/116” Faldone nr. 5) 140
possa sostenere che di vendita reale e non fittizia si fosse trattato. E, sulla scia di quanto già considerato in precedenza, MELZI appare andare proprio nella direzione del “ti dico, ma non ti dico”, mettendo le mani avanti anche per giustificare le differenti versioni che BIOSA avrebbe potuto apprendere direttamente da tutte le parti in causa. Ed è sulla stessa scia che MELZI aveva insistito con ZOCCOLA per partecipare alla riunione del collegio difensivo a Milano, in quanto si rende conto della necessità di continuare ad amministrare direttamente la congerie di mezze verità raccontate per tenere in piedi il gioco sui numerosi tavoli ormai aperti. In effetti BIOSA conferma: «ma a me ha detto che la vendita era reale» e MELZI prosegue: «eh, va beh, capisci? perchè io sono l'amico avvocato, in parte l'ho intuito, gliel'ho tirato fuori io no? e con e loro, quindi in questo senso ecco, anche nell'intrattenerli, che io adesso mercoledì ci sei tu ma poi lo prenderò in disparte gli dico, "senti qui dobbiamo charirci le cose, poi se tu ce le dici sempre fino a un certo punto, poi in galera ci vai tu, non c'andiamo noi", ma c'andrai comunque, ma almeno, cioè lui c'ha 'sta cultura qui soprattutto nel confronto degli svizzeri, ora io gli potrò dire "guarda che gli svizzeri una cosa, noi siamo un'altra" perchè qui dobbiamo anche esporci di un, in un certo modo, no? voglio dire: se dobbiamo proteggerlo tra virgolette, in senso che renderlo irreperibile, eh va beh, la dimensione del problema dobbiamo anche conoscerla … ». la situazione di PAULANGELO è ulteriormente complicata dalla completa sudditanza psicologica della moglie nei confronti del marito, circostanza che impedisce a quest’ultimo di sparire completamente. Poi MELZI fa alcune considerazioni su come, al limite, sarebbe stata da gestire la messa in scena della finta vendita, lasciando tra l’altro ad intendere di essere già esperto di tali situazioni: «in genere 'ste cose, con gente scafata professionale, io le ho viste fare, cioè questo qui entra, dice, "un buco più grande" … comincia un contenzioso, fa … spara una citazione subito dopo cinque giorni, quell'altro risponde un casino, dopo un mese uno porta i libri in tribunale, però ci dev'essere una struttura, una società, ci son delle società che fanno 'sto lavoro, insomma, no?». MELZI ritiene che la veridicità della vendita è assolutamente improponibile e che, al limite, andrà ammessa come rimedio più grave del male adottato da PAULANGELO, «perchè non sapeva più che cazzo fare»; ma poi aggiunge: «è chiaro che lui abbia fatto qualche prelievo suo e anche per gli altri, a meno che sia di consistenza tale per cui, cazzo va beh allora a 'sto punto, hanno fatto un'appropriazione più grossa loro di quella che hanno fatto i KOPP e allora cioè, dico non giustifica un cazzo comunque, ma, ma voglio dire allora capisco perchè sono andati a evocare il calabrese, ma comunque eh, l'intervento del calabrese è un errore grosso che aggrava la situazione». PAULANGELO ha avuto un incontro con i promotori facenti capo alla rete della WSF, i quali, pur avendogli addirittura offerto un aiuto finanziario (10.000 euro), si sono visti costretti a denunciarlo a loro volta, al fine di tutelarsi nei confronti dell’utenza finale, sgombrando il campo dal sospetto di essere complici a loro volta. A questo punto, BIOSA chiede: «ma pensare di risarcire almeno parzialmente il danno?» e MELZI prosegue con la spiegazione: «tesoro questo l'ho detto anch'io, dico vediamo alla fine quant'è l'entità del buco, ma credo che l'entità sia tale e tanta che, che non ho, io questo giochino cioè questo tentativo l'avevo fatto a novembre dicembre, quando m'han chiamato … m'ha chiamato Alfonso, sono andato su, gli ho detto, mah, senti, qui si parlava di una quindicina di miliardi, dico "va beh, qui date in garanzia" avevo anche fatto fare una perizia, delle società ... gli investimenti che hanno fatto lì han fatto un investimento per sette o otto miliardi, nove, credo, insomma non mi ricordo, per cui una perizia che va beh, infatti il terreno lì della GMP li vale, no? e dico "date in garanzia quello a una finanziaria, vi fate finanziare e poi, a detta loro guadagnavan cinque miliardi all'anno, dico va beh, in tre anni quattro ripianate tutto, no? Dopodichè invece non hanno seguito questa strada, perchè il buco sembra almeno di cinquanta, che a 'sto punto non ho nessuna parte che finanzia, non hanno da dar beni, non hanno da dare un cazzo, quindi ... inc ... il giochino è saltato per quello e però, quando allora a dicembre si era ipotizzata 'sta cosa, detto mah, qui troviamo la vendita, gli ho detto, "ragazzi, si, se trovate una vendita reale," perchè in effetti anche lì il discorso, se trattavano con una … e un mezzo tentativo l'ho fatto anch'io, con una struttura finanziaria grossa … eh, con duemila clienti, con duemila, si, clienti, con una rete di vendita così, con una capacità tecnica quale quella che sembra che abbiano, poi io francamente eh, un, non non gli ho visti alla prova, so co … come si opera in queste cose» e da qui prende ulteriormente le distanze, cadendo apertamente in contraddizione rispetto a quanto raccontato in prima battuta allo stesso BIOSA al tempo del conferimento dell’incarico : «poi, eh, mi viene anche il dubbio che secondo loro han fatto ... inc ... al diciassette, diciotto per cento, cioè non vorrei che loro hanno acquisito clientela, modificando i bilanci fin dall'inizio, dicendo guadagnavano sempre, poi non guadagnavano un cazzo, perchè, insomma il FOREX, eh, è un'attività ad alto rischio, se lo fai bene 141
benissimo, puoi anche guadagnare, ma ecco, comunque poi guadagni e perdi ora che questi due m'han detto che il trend degli ultimi tre anni … » e, all’osservazione di BIOSA « ... comunque qualcosa hanno distribuito, anzi ... », MELZI ribatte: «si ma sai, si ma sai sulla raccolta, capito, se duemila clienti adesso non so quant'è la raccolta, se anche uno esce, glieli dai, ecco lì bis, è tutto un discorso da … da … da … vedere, perchè boh, secondo loro anche Alfonso dice "no, questi sono bravissimi che operano con una leva”, poi ti spiegherò cosa vuol dire, “ eh … bassa per cui se operi con una leva bassa non riesci, non perdi”, il che io, ti ripeto, la prima cosa professionale che ho fatto grossa è stata quella lì, Sindona è saltato proprio per le perdite sui cambi, eh! inizialmente, ma anche lui utilizzava i soldi dei clienti per far questo, quindi il giochino è vecchio quanto il mondo, capisci? ». A questo punto, MELZI va al vero nocciolo della questione, ovvero le eventuali responsabilità imputabili a carico suo e del collega sardo, dimostrando, peraltro, al di là dei giri di parole, di aver ben chiaro cosa sta succedendo e di aver accettato tutti i rischi da ciò derivanti: «ora però siccome qui c'è tutto 'sto casino, di cui, va beh, non abbiamo responsabilità perché se uno anche è un latitante si affida a te, non è che tu hai … chiaro che tu mica gli puoi, lo puoi, puoi chiamar la polizia e farlo portar via, ecco, però tutto sommato, non è neanche un'operazione non esente da grosso impegno da una parte e anche grosso rischio dall'altra, insomma no, perchè sai l'idea domani di avere la la Guardia di Finanza in casa che che che ti chiede perchè per come per quanto è neanche la più simpatica del mondo, no? capisci? ». In conseguenza di tali considerazioni si rende quindi necessaria la riunione del mercoledì successivo, anche per vedere che intenzioni ha PAULANGELO nei confronti del nuovo legale svizzero, peraltro «nominato, designato da quell'altro … » (ZOCCOLA, n.d.r.). Inoltre dovranno – e qui, ancora una volta c’è una chiara manifestazione di accettazione del rischio intrinseco nella situazione e, quel che di più conta, la chiara manifestazione che l’accettazione di tale rischio è legata essenzialmente all’entità dei benefici economici conseguenti in termini quantomeno parcellari – dire al giovanissimo collega: «"scusa, siccome qui non è che rischi noccioline, ecco devi anche fare anche un bel budget di tipo ... .parcellare” perché a 'sto punto, scusami lui adesso lì recita, dopodichè c'ha la macchina che ha, c'ha la casa che ha, che c'ha solo centomila … euro, no? e su quelli deve campare lui e la famiglia, che io so benissimo che se aggiungi qualche zero ed è così … che però che lo faccia pure nei confronti di non so chi cazzo ma non può mica fare nei confronti nostri, no? perché ... .capito? quindi, certo io ho avuto rapporti e conosco molto meglio Alfonso, Alfonso è uno leale, non dico generoso ma è uno che non si tira indietro ... ». I due si accordano per chiedere la costituzione di un fondo per le loro competenze. MELZI, poi, evidenzia ulteriormente come PAULANGELO non si fosse per niente preparato a questa fase del crack, intestandosi direttamente tutto l’intestabile: « ... non so ma poi c'ha anche, c'ha anche lì l'investimento grosso con PITTA che è intestato a lui, eh! » e, quando BIOSA chiede «ah, non è intestato alla società quello lì, scusa?», MELZI chiarisce: «ce n'è uno intestato società e uno intestato a lui personalmente … ». Su suggerimento di BIOSA, ipotizzano di far fare a PITTA una retrocessione fittizia, sulla base di una simulata inadempienza nel pagamento da parte di PAULANGELO. Nel concepire una linea d’azione difensiva, ulteriore difficoltà è rappresentata, poi, dal fatto che PAULANGELO non abbia ancora fornito alcuna documentazione inerente la gestione della WFS. PAULANGELO, in compenso, starebbe scrivendo una sorta di promemoria. Chiuso, poi, il discorso relativo al pagamento degli onorari, ritornano alla manovra della finta separazione. MELZI dice: «la storia lì della separazione è … hai capito perchè è urgente, non è tanto per la scuola … » e ancora: «se c'è una sola possibilità di salvargli 'sta roba è che 'sta separazione e la trascrizione venga fatta al più presto ... ». A tal proposito, funzionale al progetto di «salvare» una porzione rilevante di patrimonio direttamente riconducibile a PAULANGELO è la trascrizione dei vincoli di destinazione derivanti dalla separazione con riguardo non solo al terreno acquistato con PITTA, ma anche all’immobile ancora in costruzione in località Pittulongu. Sennonché, tale immobile, che peraltro deve figurare come domicilio della moglie di PAULANGELO, non è ancora ultimato e ciò costituisce un impedimento alle trascrizioni conseguenti. Per cui i due legali discutono su come accelerare la concessione della residenza a MIMMA PAULANGELO, da una parte e, dall’altra, su come far passare per dimora della donna un’abitazione ancora priva degli infissi. MELZI dice: «[la casa] non è ancora finita e non dico che c'è il rustico perchè è già abbastanza a buon punto, però gli ho detto "chiudete, fate mettere gli infissi e poi l'arredamento, i cazzi le cose veniteci a abitare" io sono andato lì a posta a vedere l'altro giorno, no?» e ancora: « ... l'abitabilità verrà ... ». BIOSA solleva un altro problema: « … comunque, siccome la casa dovrà essere accatastata prima, per 142
aver la residenza poi … » ma MELZI: «no tesoro ... .se, scusami, eh, Salvatore ... noi dobbiamo capirci noi due o no? io son d'accordo su di te, però se fai 'ste robe, tra un anno ne parli ancora, vedi di sforzare un po' nell'ambito della correttezza … 'sta storia della scuola ... .va bene lì il presidente, dopodichè 'sta casa è in costruz ... gli fai porti le fotografie … gli ho detto anche di portare le fotografie … no non è in costruzione perchè vanno ad abitarci lì perchè loro … oggi non sono … sono lì, hanno ... ». BIOSA, assicurando di aver capito perfettamente il discorso di MELZI, prova a dire: «ma se, va beh, si, io sarà che sono magari abituato forse a essere un po' troppo … » e MELZI rincara la dose: «no, questo lo sei, scusa, Salvatore, con fraternità o paternità» e gli dice sostanzialmente che, seguendo forma e procedura alla lettera, tanto vale «devolv[ere] tutto il patrimonio compresi i figli e la moglie ai creditori e vaffanculo, abbiam risolto il problema, eh ... ». Insomma, MELZI dice al collega che non deve andare troppo per il sottile. BIOSA, allora, aggiusta il tiro: a lui «interessa la posizione diciamo amministrativa, di tutta la ... » ma MELZI gli rigira subito la questione: «la posizione amministrativa ... tu trascr, perdonami ... tesoro, ma molto … scusami Salvatore, per certi versi vedila anche dall'altra parte, molto meglio così, perchè finchè c'è il terreno trascriviamo il terreno, poi quando ... inc ... trascriviamo la casa … chi va a vedere, a meno che venga un investigatore o chi cazzo fisicamente lì, perfetto, ci va bene, perchè lo difendiamo il discorso del terreno cioè molto meglio che appaia meno che non appaia di più, tesoro … quella formula che tu hai fatto è perfetta, no? perchè hai detto il terreno immobile su ... poi l'immobile può essere un canile può essere una villa megagalattica quel cazzo che è, lì sarà un work in progress, cominciamo a trascrivere il terreno che è la cosa che è accatastata e c'hai su i dati, cioè capito, almeno difendiamo quello, no?». BIOSA evidenzia un altro aspetto del problema: « ... tu sai meglio di me che una separazione fatta senza avere la residenza effettiva molto spesso, o almeno da noi, no te la prendono dentro, perchè dice "noi non possiamo fare una separazione per una persona che non è residente ... "», ma MELZI ha la risposta pronta anche su questo argomento: «Salvatore ti voglio bene, a 'sto punto vediamo se riusciamo a va, a combinare le cose, il buon ANTONELLO ... .mi ha promesso e ha promesso anche a lui, ma sennò non, ANTONELLO per certi versi è anche attendibile, che lì c'ha un amico vigile che gli va … e gliela danno domani mattina … anche senza far l'accesso perchè o se fa l'accesso lei dice "guarda dopodomani mettono su gli infissi" questi vengono qui … gli fa vedere, dice "gli ho ospitati a casa mia in campagna e sono lì senza bagno, senza cazzo, fanno la pipì nel prato, no? e a 'sto punto se uno, io, e anch'io a Milano le ho fatte 'ste cose no? sulla base di, fiduciaria non è che tu puoi, un cazzo, poi i figli e la moglie non c'entrano un cazzo con tutto quello che ci sta intorno, no? o dice "se non mi dai la cosa non riesco a iscriverli a scuola" e uno se la beve e te la da, insomma e, e così tu radichi la competenza, sennò è chiaro che già con quel foglietto lì, io ti dico una volta ci sono riuscito qui a Milano, adesso non so poi può essere che non ci riesce, però tentiamolo fino in fondo». MELZI, che percepisce ancora qualche resistenza da parte del suo collega, aggiunge: «perdonami, Sal, Salvatore perdonami: perchè ti dico questo, io capisco che tu vuoi andare sempre per le vie più tr ... (ride) ecco però scusami la franchezza, qui non, mettiamolo in preventivo, dalla sera alla mattina possiamo anche esser revocati, questo non capendo un cazzo pen, se no dovesse aver dei risultati al di là degli sforzi tuoi e miei … io te lo dico già: il giorno in cui lo prendono la colpa sarà la mia o la tua, no? capito? dopodiché, capito?, se andiamo fuori gioco prima bene o male è un buon cliente, io credo che assolutamente paghi perché i mezzi ci sono e glieli chiederemo prima … ». Per quanto riguarda il terreno, poi, MELZI dice: «l'unica è reintestarlo a PITTA … poi c'è da tentare una controscrittura … farò due lettere, eh così, più o meno con data ... giusta ... in cui dirò "cazzo, dovevi pagarmi, non mi hai pagato" no? ecco per quel che vale, poi quello al limite, può tenere ma l'altra, quell'altra che è intestata a lui personalmente che PITTA non non c'entra un cazzo, eh come faccio a, eh, chi ci crede? posto che facciano indagini, ma secondo me è scontat ... se poi non la fanno e va di culo, va bene, ringraziamo il Padre Eterno … » A termine mattinata 217 ZOCCOLA chiama MELZI, dicendogli di essere in compagnia di MICU (ANDALI Fortunato) e che voleva parlargli di «quei contratti fiduciari che [gli] aveva[ha] detto di fare per … la … la questione … » e, assicuratosi che il legale avesse capito, continua: «allora … quel contratto che avevo detto di farlo per SASA’ … non lo fare più, va bene? ». Qui va subito evidenziato che MELZI, sentendo “..MICU..”, capisce di chi si tratti. Quindi si desume 217
(tel. n. 1529 delle 12.43 cell. MELZI – vds. All “RIA/118” Faldone nr. 5) 143
che anche ANDALI Fortunato fosse già da tempo persona nota a MELZI. 9/9/2003 Nella prima serata… 218 BIOSA informa MELZI dell’incontro avuto con PAULANGELO, DESOLE ed il padre di quest’ultimo, GAVINO. MELZI chiede se avessero fermato DESOLE per una «situazione precedente» e BIOSA, nel confermare, spiega: «però … praticamente lui dice … m’hanno poi cercato anche per questa questione, perché … praticamente pare che ci fosse, questo poi non l’ho ben capito sto meccanismo, pare che ci fosse un mandato di … di cattura per questo qui … però lui aveva già preso appuntamento tramite il suo avvocato, che pare sia molto ammanicato lì nell’ambiente … della Procura, perché è un ex giudice … » e MELZI interviene: «si ... ma è un millantatore dei primi, eh … è un TAORMINA della situazione, tanto per capirci»; BIOSA riprende: «beh … va beh ... comunque ... insomma ... praticamente … non si è presentato, l’hanno preso, che è diverso, però l’hanno tenuto lì solamente un giorno, perché lui ha detto dice “ma come, abbiamo già concordato per vederci domani con … dopodomani con il … con il giudice”, con questo che è il non mi ricordo come si chiama e lo … loro dice “eh beh … ma sai … ” dice “noi do … eseguiamo gli ordini” allora praticamente lui dice che è riuscito a parlarne con questo che è il … insomma con questo che fa le indagini, il quale gli ha spiegato … dice … ”ma sai, per non perdere la faccia, visto che il mandato era già stato emesso, non potevo più ritirarlo, comunque … ”». MELZI non crede a tale ricostruzione, obiettando: «ma che cagata … questa è una palla … scusami e non gli ritira neanche il passaporto, lo lascia … ? (ride)»; anche BIOSA si dice perplesso. Ad ogni buon conto, DESOLE pensa che lo abbiano lasciato andare perché «non hanno niente in mano», mentre i due legali concordemente ritengono che sia stato lasciato libero per studiarne i movimenti. BIOSA, a proposito della presenza – ritenuta quantomai inopportuna da MELZI – di DESOLE in Sardegna, riferisce che ad un giornalista che lo aveva contattato aveva riferito che il venerdì successivo sarebbe ritornato in Svizzera. In ogni caso, l’avvocato di DESOLE avrebbe fatto sapere che il giorno seguente avrebbe avuto un quadro completo della situazione per decidere se far tornare DESOLE in Svizzera o farlo rimanere in Sardegna. con DESOLE, BIOSA è rimasto d’accordo di sentirsi per conoscere le decisioni del legale svizzero, anche al fine di delineare una linea di condotta coerente: «tu chiami me domani mattina verso mezzogiorno da un telefono pubblico e mi dici parola per parola quello che ti ha detto l’avvocato”. MELZI, poi, racconta a BIOSA delle disposizioni ricevute da ZOCCOLA: «stasera ho avuto un po’ un battibecco con quell’altro che è il più intelligente e più scafato, perché lui m’ha detto “ah ... no ... ma tu non li devi incontrare” … ma dico “scusa, adesso abbi pazienza, qui, ma anche nel tuo interesse oltre che nell’interesse di tutti, o si fa una strategia … ” “no, ma sai … l’avvocato svizzero non deve sapere che ci sei anche tu … ». a ZOCCOLA, che ritiene che gli avvocati svizzeri non siano affidabili, MELZI ha obiettato che, a maggior ragione, si rendeva necessario il suo diretto interessamento, per non lasciare a PAULANGELO il compito di valutare l’affidabilità dell’avvocato; MELZI dice: «che cazzo … cioè non arriverà al punto di dire che ha parlato con me, ma se anche lo dicesse, chi se ne frega, sono un avvocato come lui». Insomma, ZOCCOLA vorrebbe che MELZI non comparisse assolutamente e che tenesse solamente i contatti con BIOSA. MELZI ritorna incidentalmente sulla questione della finta vendita, che «è il coperchio fasullo di una pignatta fasulla … anzi il coperchio è più fasullo della pignatta” e ancora: «a parte il fatto che a me il buon SALVI m’ha detto che lui poi … si salvi chi può … non ha fatto altrettanto, ma quasi … eh ... e questo spiega perché poi la vendita fasulla, no, hai capito? ». MELZI aveva appuntamento telefonico per quella sera stessa con l’avvocato di ZOCCOLA, ma il legale non lo aveva chiamato; lo aveva chiamato allora ZOCCOLA in persona, sostenendo di essere stato lui a dire al legale svizzero di non chiamarlo per prudenza e MELZI dice di avergli commentato: «a parte il fatto che sei più a rischio tu se mi telefoni di quanto non lo sia lui»; peraltro, ZOCCOLA aveva già fatto incontrare i due a Zurigo in precedenza. BIOSA prosegue nel racconto dell’incontro con i suoi assistiti: «poi stavano parlando di cercare di fa ... di recuperare 3.800.000 CHF … da questa società dove tu dovresti essere uno dei … (ride) … » e, non ricordandosi il nome della società in questione, MELZI suggerisce «quale … GMP?» e BIOSA: «no ... no ... la società dove ci son loro tre, però ci sei tu come … .non mi ricordo il nome»; MELZI riprova a suggerire: «eh … l’investimento che han fatto in Sardegna?» e BIOSA: «credo sia un investimento 218
(tel. n. 1569 delle 20.37 cell. MELZI– vds. All. “RIA/124” Faldone nr. 5) 144
fatto da qualche altra parte … su una società svizzera, è possibile?» ... PAULANGELO e DESOLE avevano, però, già scoperto involontariamente il gioco di MELZI, che fa finta di cadere dalle nuvole: «no … questo è scemo, cioè io … scusami … va beh … non c’è … no … no … ma non c’è nessun problema»; BIOSA continua: «infatti dice dovrebbe fare una lettera per richiedere sti soldi … io non so niente … perché è la prima volta … ». MELZI allora, facendo finta di niente, deve introdurre giocoforza un’altra variabile nel sistema, sempre usando la tecnica già più volte evidenziata: «ah … la lettera … si si … la lettera … questo l’ho capito, ma cioè … in sostanza … vorrebbero un’operazione non ancora partita, che non so se fare e anche per quello io vorrei … essere essere … come dire ... avere il panorama, perché si, non c’è rischio, per l’amor di Dio, però voglio dire … cioè in sostanza loro vorrebbero aprire un conto a Montecarlo … no? con questa società in cui mi han detto che mi avrebbero l’incar … una società fiduciaria e far trasferire dei fondi che loro hanno investito ufficialmente … cioè questa società di cui avrebbero nomi … fiduciaria di cui mi avrebbero dato il potere, ma io non so ancora un cazzo … no? eh ... quind … c’è un investimento in questo fondo, il fondo ufficiale che sta operando adesso … che è … .il … l’attività prosegue dicono senza collegamenti, ma già questo è tutto da vedere se non è un collegamento … no, va beh ... ha fatto, ha messo il capitale … a sto punto vogliono chiedere la rstituzione del capitale, senza che gli altri soci, perché non son solo ovviamente, gli han detto che glieli rendono, allora vorrebbero fare … che io vada, apra un conto lì, a nome di questa società di cui mi avrebbero dato i poteri, non lo so e faccia una richiesta di trasferimento, di disinvestimento … questo discorso io voglio capire se questa OXALIS intanto si chiama … inc … questo fondo è un fondo lussemburghese, autorizzato, viene chiesto, dovrebbe essere una cosa ipertrasparente, no? ecco … non c’ha effettivamente collegamenti riconducibili a loro, perché se ce li ha col cazzo, no? perché a sto punto figurati se la cosa lì non viene fuori … se dovesse essere effettivamente blindata eccetera eccetera, va beh … perché loro l’han fatto attraverso questa società». BIOSA allora dice: «forse potrebbe avere collegamento con DESOLE più che con … forse con DESOLE ci potrebbe essere un collegamento … »; MELZI risponde: «ma io … tra l’altro sto discorso qui oltretutto lui non me l’ha mai fatto, me l’ha fatto solo ALFONSO, dicendo che lui non c’entra un cazzo, che lui ha fatto sta roba ecco … che poi ci sia dentro DESOLE e quell’altro posso immaginarlo ma nessuno me lo ha neanche detto, no? per cui anche lì … io … voglio le cose chiare, no? perché mica posso mettermi a litigare tra di loro per uno scazzo tra di loro tiran fuori che … peraltro mi danno un incarico scritto, mi danno una roba scritta, io lo tengo nel mio dossier … all’occorrenza, a domanda risponde, eh ... cazzo! capisci? ». BIOSA ipotizza che tali questioni potrebbero coinvolgere anche la G. di F. italiana, ma MELZI: «boh … no, la società è di là, è una società, c’ho lì il nome … poi io però non ho ancora ricevuto un cazzo di poteri eccetera e non ho neanche detto che li accetti … ora una volta in cui accetto i poteri e una volta che capisco che … fatta una lettera ufficiale che chiede per favore a nome di questa società rstituite l’investimento eccetera fatto e se questi restituiscono, arriva dove deve arrivare e domani è lì a disposizione e se qualcuno lo chiede è altrettanto a disposizione, mica io faccio da … da cappello di una pignatta che non conosco, capito, no? e in più, naturalmente, anche qui nessuno poi parla a che titolo lo fai, eccetera, no? capisci? va beh … è chiaro che lì poi si emetterà una fattura regolare, tutto quanto, eccetera … poi … non so … questo ma ... è tra l’altro è un discorso che è stato fatto, figurati, al telefono l’altro giorno da quell’altro … ho detto “senti dico fammi prima orientare, capire … ” … ». BIOSA si dimostra contrariato dal fatto di non aver ancora ricevuto documenti da PAULANGELO e DESOLE e che il primo stesse stendendo un promemoria sul block notes, a dimostrazione di un atteggiamento totalmente inadeguato rispetto alla gravità della situazione. MELZI riprende il discorso precedente: «comunque anche lì che poi … per esempio … quello che tu mi dici adesso … io che questa cosi … questi fondi ci siano me l’ha detti ALFONSO, ma li ha attribuiti a se stesso, se poi invece è lui e gli altri due, qualcuno dovrà pur dirmelo, per esempio, no? … e se ALFONSO da quello che so io, se io capisco che lui è fuori dalla storia per la quale ci stiamo interessando … ha un senso, cioè … ti dirò che se dietro c’è il buon … SALVI che lì è coinvolto fino al collo … ci penserei cento volte, eh … voglio dire, perché … ci arrivano, insomma, no? perché sono cifre che non è puoi spostare così senza lasciar traccia, capisci? no, non da parte mia, ma da parte loro cioè sulla genesi … oppure gli dico “ragazzi, guardate, io faccio tutto ufficialmente tenete presente che la prima richiesta che (ride) qualcuno mi fa io vado a dire come stanno le cose coi documenti in mano, mica, mica … me li attribuisco io, no? ». BIOSA poi chiede a MELZI se è possibile che «l’amico del giaguaro» potesse essere stato interrogato in Svizzera senza l’assistenza di un legale. MELZI tende ad escluderlo, supponendo che, al limite, 145
l’avvocato, come sarebbe uso anche in Italia, potesse aver autorizzato l’audizione, riservandosi di firmare successivamente. BIOSA rincalza, dicendo che DESOLE gli aveva riferito che sarebbe poi dovuto tornare in un secondo momento con l’avvocato. E MELZI è più propenso a pensare si fosse trattato dell’assunzione di qualche informazione di polizia. Parlano della costituzione di un fondo spese. MELZI ha preannunciato a PAULANGELO, che per cominciare e limitatamente alla pratica della separazione, doveva versare a BIOSA 10.000 (presumibilmente euro). 10/9/2003 …viene organizzato un servizio di o.c.p. in esito al quale viene riscontrata la presenza a Milano di BIOSA, PAULANGELO e dell’avv. MARTY Marco 219. 13/9/2003 Poco più tardi 220, MELZI chiama BIOSA per aggiornarsi sulla situazione di PAULANGELO, che si era incontrato col legale sardo il giorno precedente; oltre ad avergli lasciato «un bel conto … tanto per … », PAULANGELO aveva chiesto a BIOSA la cortesia di reperirgli una nuova scheda telefonica. BIOSA aveva già provveduto: «però gli ho detto: guarda usala solamente per chiamare me, MELZI e Martì! Basta! Non chiamare … nessun altro! ». Appena BIOSA dice: «comunque lui sapeva anche di questi conti sequestrati, però pensa che siano conti … che hanno a che fare proprio con le società … cioè, poi sarà il conto mio sui svizzeri dice, no!? », MELZI inizia un lungo commento chiarificatore su tutta la situazione svizzera pregressa: «Ma sta a sentire, adesso scusa una cosa … … Salvatore, perfetto! Scusami, andando per ordine … sulla scheda va bene ecco, però, raccomandagli solo che, scusa eh! Se non ... (inc.) le cose … … cioè questi qui sono … alla fine siam tutti bravi ragazzi, ma non capiscono un cazzo! Ho appena messo giù il telefono con PITTA, questo qui gli va a dire che vuol comprare un terreno lì e un’altra roba eccetera … voglio dire … per me PITTA, figurati … (inc.) … ma questo cioè! Io glielo dirò: ragazzi qui dove o … diventare adulti o sennò! Che anche sta roba va bene … noi non corriamo rischi, siamo professionisti … … chi se ne frega, non è questo ... io mica per me lo dico … ma per lui che è una testa di cazzo! Da una parte dice che non c‘ha soldi, si sa ormai che la barca … ha preso la barca … addirittura con PITTA, che è uno che purtroppo è … io lo subisco da troppo tempo, non tiene la lingua … neanche … … no!! Perché poi si fanno … lì c‘hanno … cioè … sono tutti, scusami la franchezza, però siamo tutti immaturi perché fin che non va ... insomma ... bisogna crescere, questi solo che si sono fermati, compreso PITTA, che poi andrà a dire … adesso io gli devo girare io so già benissimo, figurati PITTA naturalmente lo stronzo, cioè, gli è andato a parlare … io avevo parlato con lui , gli ho detto guarda facciamo l’operazione lui ha detto di si la rigiriamo a PITTA … ... naturalmente l’ho appena anticipato a PITTA come ipotesi di lavoro dicendogli: guarda che stiamo pensando a questo, perché poteva anche dire: non me ne fotte un cazzo, no!? e naturalmente questi qui ne hanno già parlato, no!? Ora capito!? Parlato con lui, parlato con DESOLE (DESOLE Gavino n.d.r.) lo sanno tutti, quindi ... qui noi mettiamo … io continuo a mettere degli schermi o cercare di mettere no!? ... ... naturalmente sempre tardivi, perché te le dicessero ... ... la stessa cosa quella roba lì che ti dice delle società, ma questo è un cre ... si! E’ un cretino! Sono società, però la società c‘è la sua traccia che l’ha costituita lui (PAULANGELO Salvatore n.d.r.) fammi capire dove ... hanno bloccato, scusami, sta roba … »; a questo punto interviene BIOSA e dice: «ma lui dice di no! Dice no! Ma guarda … » e MELZI: «ma questo è cretino, scusami, ma figurati! A sto punto … ». BIOSA non è convinto: «non saprà … cretino va bene, ma non ... tale da dire una cosa per un’altra … cioè io costituisco una società, non me lo ricordo!? Che senso ha? », ma MELZI riprende: «ee ... scusami, perdonami … e ... Salvatore … … vorrei che fosse così come dici tu o come ipotizza lui … (inc.) ... che questi qui … evidentemente nella loro mancanza di cultura totale non hanno neanche un ricordo delle cose che fanno, abbi pazienza! Io ho una società a ... così pulita, tranquilla S.r.l., ok! No!? Bene! Che l’avevo costituita per un cliente, ad un certo punto mi dicono:"va bene”. Io sono amministratore, prendo le carte, vado, apro una situazione su che nessuno sa niente, dice niente, né qui, né là che non figura ovviamente neanche nei bilanci … pulita! Trasparente! Quindi questo si può fare tranquillamente, bene! … Lì loro versano quello che versano, non so neanche che cazzo sia … no! Però gli dico … versano naturalmente in un 219 220
(cfr. relazione di servizio – All. “OCP/H” Faldone nr. 3) (tel. n. 1689 delle 11.15 cell. MELZI– vds. All. “INT.3/51 Faldone nr. 4) 146
certo modo, no!? Ecco, dei biglietti, no!? (leggasi: “in contanti”, alias “in nero”, n.d.r.) Questo è l’input che gli ho dato io, i biglietti fino a prova contraria non si sa … no!? (da dove provengano, n.d.r.) Bene! No!? ok! A sto punto non vanno mica a prendere, fanno il prelievo, tra l’altro figurati coglioni, nello stesso istituto … da una situazione, questi biglietti nascono da una società loro … … ovviamente contestualmente c‘è addirittura la disposizione, sti coglioni, di trasferimento su lì ... … (ride) tu dimmi! là è tutto computerizzato, no!? Schiacci un bottone … … e prima ancora che parte l’indagine naturalmente è bloccata sta roba, no!? Ecco, ora capisci cazzo ... loro lavorano in banca, cioè fanno i finanzieri, non so che cazzo fanno … … non si devono porre il problema, scusami, … fosse passato un altro istituto fosse, cioè … ma è semplicemente allucinante cioè voglio dire … ee ... glielo devi spiegare, sono cose che un bambino dell’asilo … uno che ha un conto corrente in banca lo sa … là difatti ... lui dice: Ah! Ma una società, dice, intuisco quello che ti dice … la società non c‘entra niente ... si, come non c‘entra niente certamente non c‘entra niente, no!? Si! Innanzitutto è bloccata, ma non solo … io a quel punto certo posso andare a dire che avevo un credito, che questa estate avevo anche … cioè si può … ». BIOSA interrompe il legale milanese: «lui sostiene che sono normali rapporti di clientela, cioè di commissioni … di versamenti di ... cioè rapporti lavorativi, non è niente di più e niente di meno», ma MELZI ribatte subito all’obiezione. «ma anche i rapporti lavorativi, ammesso che anche fossero le sue commissioni, suoi risparmi, una eredità, la vincita al totocalcio ... lui non realizza, anche questo non realizza, che quando uno è … che poi è innocente come l’acqua e andremo a dimostrarlo … ma che è imputato di un reato finanziario per cui si pone il problema di restituzione eventuale, no!? A sto punto ti bloccano tutto, anche se l’hai ereditato da tuo nonno, no!? Se la cosa riconduce a te poi vai a dimostrare si!! Ecco io difatti sta società ha un credito nei suoi confronti eh! Però apri una procedura quando, quando finisce? No!? Quando comincia e quando finisce ... e come finisce ... e chi ci crede? No!? Poi ci crederanno pure, ma tutto bisogna investire un sacco di soldi … perché là poi gli avvocati hai visto come sono … (inc.) … ... sono più furbi di noi e ... e ... cioè non so … è pazzesco sta roba, no!? Scusami la stessa cosa, purtroppo, e questo è trenta volte più nefasto, coinvolge ... perché quella roba lì, vabbè! L’avevano lì, era un … risparmi, erano … vabbè! Quel che l’era … ma la possibilità operativa, che poi non è attuale, ma comunque così … un grosso investimento che è stato fatto in questo fondo, che figurati lì era ineccepibile un fondo di diritto lussemburghese che opera, che ha tutto una cosa ... di cui però … quando … immettono del denaro a titolo aumento capitale, anche lì c‘è una traccia. Io l’altro giorno ero, ti ricordi no!? ... andare, aprire, chiedere il trasferimento e questo è bloccato anche questo, che c‘è la traccia … che han fatto loro, ma non una società … potevano pigliare una società pinco palla che faceva, dopo di ché va a vedere chi è pinco palla, no! C’è il signor tal dei tali e il signor talì dei talaltri … e anche questo, scusami, poi … »; BIOSA commenta: « potevano anche … togliersi la fatica di farle tutte ste società visto che … (inc.) … » e MELZI: « ma si! Ma certo! Ma questi son pazzi! Hanno … io c‘ho qui un elenco di società, tu pensa che mi è arrivato, no!? Un elenco di società, ma saranno diciasette ne ho contate … società fiduciarie in cui però c‘è il nome loro, la fiduciaria questo è un gran … (inc.) … ... cazzo! Una roba! La fiduciaria è una fiduciaria, ovviamente funzione fiscalmente eccetera, ma se c‘è una problematica di ... o di … di quel genere lì, no!? ti bloccano, poi certo che potrai se sei bravo, se c‘è titolo ... io non discuto che loro siano innocenti come l’acqua e che questa roba poi, comunque, al limite non c‘entra niente con l’operatività in discussione, ma ... ma vallo a dimostrare … no!? » A questo punto l’avvocato MELZI si sofferma ancora sulla superficialità dimostrata nella gestione della WFS e poi: « dopodichè sai, noi non c‘entriamo un cazzo, ma io glielo dirò anche … a me non mi è mica simpatico un domani dover andare da un Giudice o a Lugano, o a Zurigo, o a Montecarlo, o a Milano a dire a spiegare tutte ste menate qui, no!? Vabbè, siamo professionisti non c‘è problema, ma qui si moltiplica il tempo, si moltiplica le ... le ... le ... l’impegno, si moltiplica quant’altro ... io glielo voglio dire: ragazzi! E anche la storia lì con il nostro amico (PAULANGELO Salvatore n.d.r.) figurati! Si aprirà un discorso, no!? Non solo, aggiungi che poi adesso essendo bloccato tutto, perché poi c‘è anche questo … cioè una parte di quei fondi lì servivano adesso per … perché adesso daranno la lottizzazione … per pagare gli oneri di … di urbanizzazione … eh! gli oneri di urbanizzazione sono molto, molto rotondi! si parla di un miliardo e tre, un miliardo e quattro di cui loro sei, settecento milioni sono a carico loro, no!? E chi cazzo li paga? Non solo c’è dentro anche oltre il nostro amico lì (PAULANGELO Salvatore n.d.r.) c‘è dentro anche un altro socio, no!? Adesso vagli a spiegare questi cazzi qui! Ma quando poi, scusa, … (inc.) … pur non sapendo la montagna del casino, perchè non me l’hanno mai detta, no!? A dicembre era una cosa che tutto sommato si poteva affrontare … ». Poi i due parlano del debito accumulato dalla società svizzera. Accennano alla lungaggine per 147
recuperare il debito. Fanno riferimento anche al possesso della barca di PAULANGELO che è stata acquistata da MELCA Antonello. L’avvocato BIOSA commenta le cautele che PAULANGELO deve adottare nell’ipotesi di un mandato di cattura internazionale. Commentano inoltre gli articoli di stampa elvetici sulla vicenda anche in relazione alla posizione dei fratelli KOPP, nel senso che avendo anche PAULANGELO e soci sostanzialmente sottratto risorse, quando dovessero catturare i due fratelli, questi certo non si esimerebbero dal raccontare le malefatte dei primi. MELZI dice: «un’altra cosa ... io sono un ingenuo coglione no!? Ma ho visto come operavano, sono andato su due o tre volte, in tempi non sospetti, mi sembrava che operassero bene, la tecnica era corretta ma evidentemente la tecnica…, ma evidentemente i risultati non c‘erano, perché poi la verità vera era … qui era un buco a perdere, lo facevano … apparire dei risultati che c‘erano, no!? Perché poi la motivazione non è solo quella egoistica di fare, perché sarebbero allora sì matti totalmente, quella di fare il botto, perché c‘è anche gente che fa così, no! Si sono messi … hanno pigliato delle storte, ovviamente me l’hanno detto, e a quel punto lì ... s’è cominciata ad aprire la voragine e poi, vabbé, ci hanno inzuppato pure il pane, perché poi la ragione vera è questa qui, eh!! a me e te qua … non siamo di fronte a gente che programma la truffa, no!? O l’appropriazione indebita … è gente che sarà messa anche di … (inc.) … buono, naturalmente ma sai ... se il background è questo qui ... eh! Te puoi immaginare … Cioè il sistema è corretto, è un sistema interessante, no!? Ecco! … Però, capisci!? E’ un sistema anche per dirti … ». MELZI prosegue con alcune considerazioni circa il proposito d’investimento perseguito con il metodo adottato da PAULANGELO e soci, iniziando il cammino di avvicinamento verso la parte più difficile da digerire della storia raccontata a puntate all’inizialmente ignaro collega sardo, ovvero la provenienza dei soldi investiti nella/dalla WFS: «boh … d’altra parte … sti investitori del cazzo ... valli a capire … no perché io te l’avevo già detto che pensavo che il sistema che adesso usano tutti … un minimo di correttezza, che tu non tocchi i denari ma che i denari li hai depositati e puoi solo operare tecnicamente … loro no! (e qui già cade in contraddizione rispetto a quanto raccontato inizialmente al collega, al quale aveva detto che il sistema adottato da PAULANGELO e soci operava proprio senza prelevare materialmente il denaro dai conti dei clienti/investitori, n.d.r.) e quindi questo ti apre tutta una serie di ... di di di congetture su da dove arrivan sti ... la gran parte … una minima parte è gente che così … se tutto va bene è solo fiscalmente irregolare … inc … comunque ... quindi avevano l’apprensione materiale del denaro, primo … e va beh … quindi, questo forse ridimensiona anche magari qualche reazione di quelli che hanno problemi solo fiscali, no? va beh … però … la cosa (ride) veramente allucinante è questa, che lui m’ha detto … che non è vero ... che lì facevano firmare una carta in cui dicevano che potevano rischiare per … » e BIOSA: «il 100% … ». MELZI ribatte che non è assolutamente vero: «cioè c’è la carta che ho visto io l’altro giorno, no? eh … che potevano e ... rischiare fino al trenta per cento ... dopo ormai erano sotto ee ... per i nuovi hanno cercato d’inventare questa roba, addirittura camuffata fino al cento per cento … .fosse così, devi dimostrare di aver fatto operazioni in perdita al 100%, cosa che non possono dimostrarlo … non sol … loro vendevano come invece … scusami, a me avevano fatto vedere una situazione in cui … forse te l’avevo già detto in periodi non sospetti … che han guadagnato l’anno scorso che tutti perdevano il +17% ... +17% cazzo era anzi era una cosa da togliersi il cappello … dicevi Cristo! questi come sono bravi tecnicamente! … evidentemente sono molto accorti, molto prudenti, molto qui … molto là … hai capito!? … E’ una cosa che fa acqua da tutte le parti … le hanno talmente incasinate le cose … ». Si soffermano quindi sulla totale confusione nella gestione contabile, tant’è che l’avvocato MELZI dubita che anche una perizia del P.M. possa far luce contabilmente sulla gestione della società: «vabbè! C‘è comunque la contabilità che non è precisa, è approssimativa … ecco, peraltro lasciano lì … lui va via e lascia lì dei documenti che riconducono a loro … e quei tre pezzi di carta lì, compreso anche quello banale ... della Ferrari d’epoca l’hanno lasciato lì!! Ma tu fa capire questa roba qui! no!? Cioè proprio non c‘hanno la testa … d’altra parte sto pirla qui … mi diceva da ultimo quell’altro … che sono tre mesi, quei tre mesi prima di luglio, questo qui … un giorno si e uno anche andava a scuola di vela per prendersi ... di vele lì ... lì ... lì ... di volo per prendersi … ». Continuano parlando della sconsideratezza di tutti gli interessati. L’avvocato MELZI precisa inoltre che ZOCCOLA Alfonso ha una pena residua sospesa di un anno e otto mesi per reati specifici che in presenza di una successiva condanna dovrà scontare interamente. Per questo motivo lo stesso è molto teso. Fanno accenno alla sprovvedutezza degli stessi. Su quest’ultimo concetto, MELZI commenta: «si! Sprovvedutezza, però capisci … insomma si sono messi in tasca … lì 148
mancano 50 miliardi eh! Non è mica … Che cazzo!! Eh!! … (ride) … Si!! Sprovveduto!! ». 14/9/2003 …Lo stesso giorno 221, MELZI chiama BIOSA e gli riferisce dell’incontro avuto con FERRO, giovane avvocato civilista «alle prime armi» di ZOCCOLA. MELZI dice di avergli dato una scaletta di cose da accertare anche mettendosi in contatto con il legale svizzero che segue PAULANGELO. E aggiunge: «soprattutto gli ho fatto un po’ di questionari sulla cronologia dei … alcuni passaggi ai fini di poter mettere … degli scudi, no?». A BIOSA che credeva che FERRO avesse portato documentazione relativa ai conti o comunque utile a ricostruire la situazione, MELZI ricorda che ZOCCOLA era entrato successivamente «nel giochino» e che, comunque, per lui, al pari degli altri due, ancorché «più lucido, più prudente», «le carte non servono» (nel senso che non sono inclini ad annettervi significato). FERRO ha ricostruito qualcosa «parlando col banchiere, col direttore della banca che gestiva sta roba», potendosi fare solo un’idea. Per quanto riguarda la pratica della separazione, BIOSA dice che PAULANGELO ha trovato l’abitazione. Parlando della necessità che PAULANGELO «[stia] coperto», MELZI dice: «quello che m’ha detto questo qui (FERRO, n.d.r.) per quel poco che è riuscito a sapere è che là sono molto avanti», riferendosi al fatto che la segnalazione alle Autorità competenti doveva essere partita già a luglio e non a fine agosto come ipotizzato da PAULANGELO e soci; e aggiunge: «cioè figurati … sono arrivati a bloccare lì sti cazzi di conti subito e Cristo lì … .c’è un’evidenza precisa eccetera per cui anche quella traccia che abbiamo di quei due documenti o tre che son stati richiesti … a mio parere è molto riduttiva … ma anche su quel problema, quel foglio informe eccetera, le iniziali, le sigle, eccetera forse son sigle più in chiaro di quanto non … e in più se è solo una sigla va beh, una sigla … ». BIOSA obietta che comunque un documento col computer può farlo chiunque, per cui i due concordano che, almeno su tale particolare, PAULANGELO sia difendibile, anche se MELZI ritiene che anche indizi del genere, per quanto facilmente smontabili, siano assolutamente idonei a fondare l’adozione di provvedimenti cautelari. Dopo alcuni commenti sulle diverse strategie possibili presso i magistrati svizzeri, nel ripensare alla finta retrocessione a PITTA dei terreni acquistati da PAULANGELO, ritenuta la migliore strada percorribile, a proposito delle tracce di eventuali pagamenti di PAULANGELO, la cui esistenza impedirebbe l’attuazione della finzione, BIOSA dice: «come fai a smontare una tesi del genere? le prove di eventuale eh … non ci sono, quindi … eventuali pagamenti non ne son stati fatti, o per lo meno … .(ride) » e MELZI conferma: «si si, non ci sono, assolutamente», BIOSA conferma ulteriormente: «non si vedono … quindi …». 12/11/2003 Il 12.11.2003 la polizia di Zurigo perquisisce gli uffici dell’OXALIS. Tale episodio genera alcune conseguenze importanti: – una nuova discesa in campo diretta da parte dei Calabresi, con particolare riferimento ad ANDALI, IAZZOLINO e GRANO, circostanza già ampiamente riferita nella precedente nota; – la necessità di recuperare il denaro già inviato dall’OXALIS sul conto acceso a Monaco; – l’aborto del progetto di trasferire l’operatività del fondo in valuta dell’OXALIS in Italia. 16/11/2003 …Più tardi, PAULANGELO chiama MELZI 222 e lo informa della perquisizione degli uffici della OXALIS. 17/11/2003 …Sempre nel pomeriggio, ANDALI Fortunato Domenico chiama FALZETTA Vincenzo 223 e gli dice di essere a Zurigo, dove era arrivato ieri sera e di avere aperto il ristorante «là», ovvero a Las Palmas. 221
(tel. n. 1784 delle 20.22 cell. MELZI– vds. All. “RIA/130” Faldone nr 5) (tel. n. 5427 delle 19.08 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/54” Faldone nr. 4) 223 (tel. n. 2622 delle 15.13.28 intercettata sull’utenza 335464633 – vds. All “RIA/311” Faldone nr.5) 149 222
FALZETTA, a tal proposito, gli chiede se fosse «tutto a posto?» e ANDALI Fortunato Domenico risponde: «si, funziona tutto bene». ANDALI prosegue dicendo che l’indomani sarebbe stato a Milano e che doveva vedere FALZETTA. FALZETTA risponde di essere disponibile e che lo avrebbe aspettato al ristorante, al BIO SOLAIRE, in Via Valtellina 29, di fianco all'ALCATRAZ. ANDALI sarebbe arrivato prima di mezzogiorno. 18/11/2003 …Nella mattinata…ZOCCOLA si reca a Milano in compagnia di ANDALI Fortunato. I movimenti dei due sono stati monitorati dalle 10.00 alle 15.30 di quello stesso giorno da personale dipendente da questa Sezione 224. Intorno alle 10.20, ZOCCOLA e ANDALI raggiungono Largo Richini a bordo di un’Audi A4 RS Station Wagon di colore nero, targata ZG54681. La conferma di ciò sta in una telefonata intercettata sulla linea dello studio MELZI 225; ADRIANA, parlando al telefono, ad un certo punto esclama: «oh mado ... è arrivato ZOCCOLA ». Poco prima di uscire dallo studio di MELZI, ANDALI Fortunato Domenico chiama FALZETTA Vincenzo 226 e gli preannuncia che il gruppo stava arrivando: «siamo eh siamo io e c’è l’avvocato e il figlio e un altro mio amico, va bene?». ZOCCOLA e ANDALI si trattengono all’interno dello studio fino alle 12.25, quando escono, seguiti un minuto più tardi da MELZI. A bordo dell’auto prima citata, i tre si dirigono in Via Valtellina e si fermano davanti alla discoteca ALCATRAZ, sita subito accanto al locale BIO SOLAIRE. Durante il tragitto, MELZI riceve una chiamata dal figlio ANDREA 227 che dice di stare per arrivare in Via Valtellina. Alle 12.52, ZOCCOLA, ANDALI, MELZI ed il figlio ANDREA entrano all’interno del ristorante BIO SOLAIRE. Escono dal locale alle 14.10 successive. MELZI Andrea se ne va per conto suo, mentre ZOCCOLA, ANDALI e l’avv. MELZI salgono sull’Audi e si dirigono alla Stazione Centrale di Milano, dove lasciano scendere ANDALI. Questi si congeda dagli altri due, che proseguono per Largo Richini. In quel mentre, ANDALI chiama MELZI 228 e gli chiede di passargli ALFONSO, perchè non riesce a chiamarlo sul suo telefono. ANDALI dice ad ALFONSO di aver ricevuto una chiamata da LAS PALMAS «per i piatti» e detta il numero 0034696846003 ad ALFONSO per richiamare. Nel frattempo, ANDALI viene notato salire sull’Eurostar per Roma delle 15.00 e, constatata la sua partenza, il servizio veniva interrotto. 19/11/2003 … in serata, ZOCCOLA chiama MELZI e, dopo aver parlato diffusamente di argomenti non rilevanti, MELZI prima dice di non aver avuto più notizie da nessuno, poi si corregge e fa in tempo a dire: «no no anzi anzi anzi correggo, correggo … invece no, ieri sera m’ha chiamato … . », prima che ZOCCOLA lo interrompesse dicendo di avere da porgli «una piccola domanda», che infine dice che gli avrebbe posto più tardi. Pochi minuti dopo ZOCCOLA lo richiama230 e riprendono la conversazione precedente. MELZI spiega che in Sardegna «sono in due», riferendosi all’arrivo di DESOLE Paolo. ZOCCOLA si dice già al corrente. MELZI aggiunge che gli era arrivata della posta che già ZOCCOLA gli aveva anticipato. MELZI manda anche i saluti a DOMENICO (ANDALI). MELZI prosegue raccontando di aver ricevuto la sera prima la visita di un suo amico di Ginevra che si occupa di ristorazione da anni, il fondatore de "Il panino giusto". Parlando con lui, MELZI si era accorto che conosceva ENZO (FALZETTA Vincenzo) e che gli aveva riferito che stava andando «alla grande davvero». Ripresa la conversazione dopo un’altra interruzione di linea 231 e dopo una parentesi sulle attività inerenti la 229
224
(vds. relazione di servizio allegata – All. “OCP/T” Faldone nr.3) (tel. n.3130 delle 10.22 intercettata sull’utenza 0245470429 – vds. All “RIA/313” Faldone nr.5) 226 (tel. n. 2628 delle 12.14.36 intercettata sull’utenza 335464633 – vds. All “RIA/314” Faldone nr.5) 227 (tel. n. 5485 delle 12.41 cell. MELZI – vds. All “RIA/315” Faldone nr.5) 228 (tel. n. 5491 delle 14.39 cell. MELZI – vds. All “RIA/316” Faldone nr.5) 229 (tel. n.3364 delle 19.34 intercettata sull’utenza 0245470429 studio MELZI vds. All RIA/320 Faldone nr.5) 230 (tel. n.3365 delle 19.38 intercettata sull’utenza 0245470429 studio MELZI vds. All RIA/321 Faldone nr.5) 231 (tel. n.3367 delle 14.55 intercettata sull’utenza 0245470429 studio MELZI vds. All RIA/322 Faldone nr. 5) 150 225
Spagna, ZOCCOLA dice: «Giusé un’altra volta, ti ringrazio … lo stesso per la … inc … grazie eh … » e MELZI: «ma figurati, dai … ieri … ieri ti chiesdo scusa che forse ero un po’ freddo ma avevo qui gente, ma mi hai commosso quindi … a un certo punto ho frenato … scusa, ma non c’è problema ... ti ti … credimi … io son convinto faremo tante cose insieme, dai … dai, va tutto bene … adesso usciamo da questa strettoia qui un pochino … va beh, dai … pensiamo in positivo». Dopo la prima riunione con i Calabresi, ZOCCOLA aveva caldeggiato un incontro con PAULANGELO a Milano per definire la questione OXALIS. Infatti, ZOCCOLA continuava ad essere convinto che DESOLE lo avesse tradito in occasione del suo interrogatorio da parte delle autorità cantonali zurighesi e tentava di accordarsi con PAULANGELO ai suoi danni. Prima di affondare il compagno d’infanzia, per contro, PAULANGELO voleva avere la prova che DESOLE avesse realmente reso dichiarazioni compromettenti per ZOCCOLA. Era così sorta la necessità di acquisire copia del verbale di polizia redatto in quell’occasione. ZOCCOLA premeva per fare la riunione e PAULANGELO prendeva tempo, appellandosi alla mancanza di tale verbale. Inoltre, PAULANGELO aveva anche dei dubbi sui conteggi che MELZI gli aveva presentato. 24/11/2003 …alla riunione che ZOCCOLA aveva fretta di fissare per il giorno seguente sono, chiaramente, interessati anche i Calabresi. Infatti, nel pomeriggio dello stesso giorno, FALZETTA Vincenzo e FERRAZZO Mario si sentono al telefono ed il primo riferisce a FERRAZZO che era venuto MICO (alias ANDALI Fortunato) con «quello napoletano» ed il suo avvocato di Milano. Poco dopo, FALZETTA chiama GRANO Giuseppe, che dice che forse il giorno seguente sarebbe andato a pranzo da lui insieme al «compare», ovvero a IAZZOLINO Sergio. FALZETTA dice che gli avrebbe fatto piacere e racconta anche a GRANO della visita di MICO (ANDALI Fortunato), ma GRANO dice di esserne già stato al corrente. … giunge allo studio MELZI 232 una chiamata da parte di SCONDRINI, funzionaria della Banca AntonVeneta, filiale di Piazza Fontana. Scondrini fa presente ad ADRIANA di dover regolarizzare un «cartellino firme» entro la settimana ed ADRIANA risponde che la persona interessata aveva dei problemi e che farà presente la cosa all'avvocato (presumibilmente si riferisce ad un documento relativo ad una CASSETTA DI SICUREZZA ed all’accesso a questa da parte di LAEZZA Robero alla presenza di MELZI). Nel primo pomeriggio, DESOLE chiama MELZI 233. …dal tenore della conversazione, emerge che: – la BANK LEU aveva inviato alle autorità di Berna una segnalazione antiriciclaggio sul conto di MELZI; – il titolare della BANK FRIK, banca privata del Liechtenstein, aveva dato le dimissioni dal C.d.A. dell’OXALIS; – il denaro che risultava già inviato sul conto di Monaco in realtà era ancora nella disponibilità dell’OXALIS; – allo scopo di recuperare detto denaro, essendo ormai troppo rischioso fare un prelievo in contanti, DESOLE propone di ridepositarlo sul conto di Londra (presso il broker ADM), così che lui avrebbe potuto movimentarlo con operazioni di trading in perdita e trasformarlo gradualmente in commissioni, ovvero in denaro pulito. …Poco dopo, ZOCCOLA richiama MELZI 234, che, peraltro, non aveva ancora risposte. La tensione sta crescendo e ZOCCOLA lancia dei messaggi inequivocabili a MELZI, che, alla fine, sembra dire un «obbedisco!»… …Va segnalata una telefonata registrata quello stesso giorno tra FALZETTA Vincenzo e FERRAZZO 232
(tel. n.3594 delle 09.57 intercettata sull’utenza 0245470429 – vds. All “RIA/330” Faldone nr. 5) (tel. n. 5780 delle 14.30 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/62” Faldone nr.4) 234 (tel. n. 5784 delle 16.12 cell. MELZI) 151 233
Mario 235. Nel corso della conversazione, FALZETTA riferisce a FERRAZZO che era venuto MICO (alias ANDALI Fortunato) con «quello napoletano» ed il suo avvocato di Milano. Poco dopo, FALZETTA chiama GRANO Giuseppe 236, che dice che forse il giorno seguente sarebbe andato a pranzo da lui insieme al «compare», ovvero a IAZZOLINO Sergio. FALZETTA dice che gli avrebbe fatto piacere e racconta anche a GRANO della visita di MICO (ANDALI Fortunato), ma GRANO dice di esserne già stato al corrente. …ANDALI chiama PAULANGELO 237. A
ascolta! tu domani potresti venire … lì a Milano?
P
eh … non c’ho il biglietto e c’ho un po’ un casino, perché …
A
vabbeh … niente, allora ascolta! eh … arriviamo … ci sono, sono e ci sono … quegli amici di giù, \perché dobbiamo parlare un attimino e veniamo noi in Sardegna
P
ah, va bene 25/11/2003
E così, nella giornata…, si assiste ad un momento di cruciale importanza per le indagini: – – – –
–
ZOCCOLA e ANDALI provenienti dalla Svizzera, vanno a prendere all’aeroporto di Malpensa IAZZOLINO e GRANO in arrivo dalla Calabria; i quattro si recano al locale MADISON di FALZETTA, dove vengono accolti da questi; a termine mattinata, ZOCCOLA, ANDALI, IAZZOLINO, GRANO e FALZETTA si trovano al ristorante BIO SOLAIRE di quest’ultimo, raggiunti poi da MELZI; nel primo pomeriggio, GRANO informa FERRAZZO che si trovavano «[là] sopra» (ovvero a Milano), in quanto si erano verificati problemi con «quell’avvocato di qua». Intanto, ANDALI, GRANO, IAZZOLINO e ZOCCOLA si recano nello studio di MELZI; in serata, ANDALI, GRANO, IAZZOLINO e ZOCCOLA e MELZI si recano ad Olbia con volo Meridiana.
Il giorno seguente, a Olbia: MELZI, IAZZOLINO, ANDALI, GRANO e ZOCCOLA vengono raggiunti da PAULANGELO presso l’Hotel ROYAL, all’interno del quale si intrattengono tutti insieme per circa mezzora; – successivamente, i predetti escono e vengono osservati fuori dall’esercizio impegnati in una discussione particolarmente animata; in particolare, PAULANGELO ed ANDALI appaiono in atteggiamento alquanto aggressivo. –
La giornata del 25.11.2003 segna una tappa fondamentale dell’indagine. Lo “stimolo” dato al gruppo criminale con la perquisizione all’OXALIS da parte delle Autorità elvetiche aveva innescato una spiralizzazione degli eventi, culminata, appunto, con l’intervento diretto della componente calabrese che, così, dimostra con ormai indiscutibile chiarezza di avere diretto e vitale interesse nelle operazioni finanziarie ed immobiliari poste in essere dalla frazione posta a valle di ZOCCOLA Alfonso. L’intera “giornata milanese” di alcuni dei componenti del gruppo (ZOCCOLA, MELZI, ANDALI, GRANO e IAZZOLINO) è stata monitorata con un opportuno servizio di o.c.p. durato dalle 07.00 alle 21.00 238. ZOCCOLA ed ANDALI avevano raggiunto l’aeroporto di Milano Malpensa a bordo di una Lancia K di colore nero targata ZH 311757 – circostanza accertata in via desuntiva nel prosieguo del servizio – quando, alle 08.50, vengono agganciati dal dispositivo mentre stazionavano in attesa nell’area arrivi del Terminal 1 del citato aeroporto. I due erano in attesa di GRANO e di IAZZOLINO, entrambi in arrivo col volo AZ1187 – quel giorno in ritardi di 30’ – proveniente da Crotone. Intanto, PAULANGELO chiama MELZI 239 e gli chiede se 235
(tel. n. 5948 delle 18.29 intercettata sull’utenza 3337197384 – vds. All “RIA/333” Faldone nr. 5) (tel. n. 2753 delle 18.41 intercettata sull’utenza 335464633 – vds. All “RIA/334” Faldone nr. 5) 237 (tel. n. 123 delle 21.47.13 intercettata sull’utenza 3493603546) 238 (cfr. relazione di servizio – All. “OCP/Z” Faldone nr.3) 239 (tel. n. 5834 delle 9.01 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/65” Faldone nr.4) 152 236
avesse riferito a ZOCCOLA della propria impossibilità a raggiungere Milano. MELZI risponde che ZOCCOLA «era un po’ agitato» e che comunque gli aveva lasciato il numero del cellulare di PAULANGELO. P:
si … si, non mi ha chiamato lui e … invece di chiamare lui ha fatto chiamare DOMENICO (ANDALI Fortunato Domenico n.d.r.)!
M:
ah!
P:
e mò viene … oggi viene DOMENICO (ANDALI Fortunato Domenico n.d.r.) con degli amici suoi
M:
boh! E cosa c’entra DOMENICO con i suoi amici?
P:
beh! Che ne so io?
M:
vabbè! Insomma ho capito! … Ho capito! …
…il tono un po’ trascinato è quello di chi si accorge di aver appena fatto una domanda inutile, conoscendone già la risposta; d’altronde, se è vero l’episodio narrato da TOMARELLI…, MELZI doveva aver già ben compreso il significato della presenza di ANDALI Fortunato Domenico in occasioni del genere. P:
vabbè! …
M:
... (inc.) … mentre, no! Mi spiace, adesso questo me lo dici, l’avessi saputo … non è che facile, purtroppo gli aerei adesso ce ne ho uno qui al mattino, ma viene oggi?
P:
si,si! … Si, si! … forse entro mezzogiorno non … . mi ha detto che non in mattinata
M:
si!? Cosa c’hanno … cosa c’hanno l’elicottero c’hanno??
P:
ha detto che vengono al pomeriggio
M:
vabbè! Senti Salvi …
P:
no, no! Niente e ... l’importante che tu lo sai
M:
no! Ma anch’io … sto tranquillo, ecco questo è importante che tu me l’hai detto, adesso, poi, lo chiamo e gli dico vabbè! Che poteva anche avvisarmi, perché … (inc.) …
P:
no, no ... no … non li telefonare sennò pensa che io abbia la coscienza sporca, che abbia paura che venga DOMENICO con i suoi amici … a me mi ha solo dato fastidio che come mi ha telefonato DOMENICO da una cabina telefonica …
M:
uhm!
P:
… poteva anche chiamare lui (si riferisce a ZOCCOLA, n.d.r.) da una cabina telefonica! … Sai perché DOMENICO è stato un po’ risoluto! Ha detto: beh! Salvatò come stai qua e là, poi ha detto: senti tu domani e … puoi andare a Milano? … Ho detto: guarda … .
M:
uhm!! Uhm!!
P:
… allora, allora … ascoltami! Ha detto: tu domani puoi andare a Milano? Ho detto: ascoltami … ho detto: il biglietto dell’aereo non l’ho fatto …
M:
ma gliel’ho già detto anch’io ieri …
P:
… però ho detto: io c‘ho un altro problema … (parla degli impegni scolastici dei figli che gli impediscono una organizzazione veloce degli spostamenti per il continente) … allora dice: ah! No, no, no, no! Allora vengo io con … con degli amici di Milano! Con tre o quattro amici di Milano! (in realtà ANDALI aveva parlato di amici di giù, n.d.r.)
M:
io l’ho sentito … 153
P:
… ho detto: va bene veni mi fa piacere … però a me mi ha dato un po’ fastidio, perché innanzitutto … cosa c‘entra? … Innanzitutto cosa c‘entra …
M:
… (inc.) …
P:
… perché se io gli spiego a lui, lui poi glieli spiega
M:
… (inc.) … anche lui verrà giù?
P:
è?
M:
anche l’altro (ZOCCOLA, n.d.r.) … l’altro non viene?
P:
no! Magari!
M:
boh!
P:
manda DOMENICO con degli amici …
… MELZI e PAULANGELO si dilungano a parlare della segnalazione fatta dal funzionario della Bank Leu denominato SANDOKAN e sulla reale portata – che i due stanno ridimensionando – della segnalazione medesima … M:
… è chiaro! Io sono tranquillo, senti facciamo una cosa … tu semmai chiamami, perché questi se vengono giù oggi pomeriggio non è facile che ritornino, se c‘è bisogno io … un salto giù lo faccio, perché vorrei anche chiarire sta cosa … qui, cioè tiriamo il filo da una parte e si … slabbra dall’altra … tiriamo dall’altra c‘è qualcosa … (inc.) …
P:
sai cos’è il proble … eh! sai cos’è il problema? Ma sai cos’è il problema? Che se io adesso gli dico a DOMENICO la fa ... la faccenda … io non so se posso parlare con DOMENICO di tutti i cazzi nostri …
M:
DOMENICO è al corrente di tutto? ... Per questo …
P:
non lo so! Eh … e non lo so! Io non ho l’imporizione (fonetico n.d.r.) che DOMENICO è all’altezza di essere al corrente, di capire i ... i … sai come ti devo dire i … i …
M:
si, si! No, no! …
P:
… i dettagli di queste faccende …
M:
no! Ma no … (inc.) …
P:
… non è in grado …
M:
… certo, boh! …
P:
… capito? Adesso vie ... viene lui con quattro amici suoi, se gli spiego a lui … innanzitutto non capisce di cosa sto parlando, potrebbe anche pensare che lo prendo per culo (il che, evidentemente, potrebbe costituire un problema, n.d.r.), seconda cosa … se lui dopo riferisce a … ad ALFONSO … quando lo … lo riferisce un’altra persona, già non viene uguale la storia … poi se lo dice uno che del mestiere non è … viene ancora peggio …
M:
eh! Son d‘accordo anch’io! (tono mesto, preoccupato, n.d.r.)
P:
capito? Adesso …
M:
però, scusami … no, ma …
P:
… io ho avuto un po’ l’impressione, sinceramente, datosi che lui non ha telefonato, che lui lo faccia …
M:
… (inc.) …
P:
aah?
M:
che è una forzatura un po’! 154
P:
è un po’ una forzatura ed è un po’ … non dico una minaccia, però per fare ... per farmi capire che qui c‘ha delle persone a disposizione che … da Milano partono subito per lui!
M:
si! Vabbè! Ma nessuno … nessuno fa niente di niente … questo qua, insomma …
P:
cioè io ho avuto un po’ questa impressione, però non è che … non è che c’ho paura, eh! … Figuriamoci
M:
vabbè! Ma sta tranquillo, ci mancherebbe altro, certo!
P:
figuriamoci
M:
e … senti, però …
P:
l’importante ho detto … ho pensato che ti chiamo anche per chiederti … tu per caso non è che ti sei fatto sfuggire qualche cosa di quello che ti avevo detto l’ultima volta che sei venuto qua, riguardo …
M:
assolutamente!
P:
… ANTONELLO (MELCA Antonello n.d.r.) …
M:
assolutamente!
P:
… DOMENICO, perché a me sto fatto che sta DOMENICO …
M:
uhm!
P:
… mi sembrava un po’ strano, capito!? Comunque tu l’importante che mi dici tu: assolutamente … così io so ...
M:
no, no …
P:
… affrontare …
M:
... ma senti una cosa scusami … non è facile appunto hai visto con i viaggi, perché qui … però torno a dire se questi si trattengono tu chiamami, comunque vengo giù io perché voglio capire anch’io adesso questi … adesso qui entrano in scena altri che non sanno un cazzo e … ci manca anche che andiamo a complicare ancora le cose. Hai ragione: uno riferisce, l’altro capisce bene, non capisce …
P:
aah!
M:
… riferisce peggio e diventa un altro casino
P:
eh!
M:
che poi a sto punto le cose sono solo pratiche (si era già visto il significato annesso da MELZI al termine “pratico”, che sta cioè ad indicare il denaro, n.d.r.), cioè loro vogliono forse a mio parere … l’amico lì ... vuole la sicurezza che si faccia fronte a ... perché … il primo là s’era incazzato per quella operazione là dei … dei … dei … e ... dei … (qui pare riferirsi ad ANDALI, perché appena più sotto, nel riferirsi a «quest’altro», cita un concetto espresso di recente da ZOCCOLA, n.d.r.)
P:
quattrocento
M:
… di una parte eccetera ... e ...
P:
ah! Degli ottanta
M:
… chiamali come vuoi …
P:
ah!
M:
… e quest’altro adesso s’incazza perché dice che: ah! Ste cose non vanno avanti eccetera, eccetera … gli ho detto: guarda che ci sono …
P:
si! Però ... però intanto … intanto … gliel’hai detto ad ALFONSO, che lui che non voleva uscire dalla OXALIS almeno … con l’idea che ha avuto PAOLO (DESOLE Paolo n.d.r.) … 155
qualche cosa sarei riuscito già … a smobilizzare, ma se ALFONSO invece non voleva proprio uscire dalla so ... dalla … dalla … dall’unione … M:
certo!
P:
… dalla società, noi smob ... smobilizzavamo neanche quello! Cioè …
M:
certo!
P:
… alla fine dei conti e ... ALFONSO ne sta sbagliando una dopo l’altra … e questo … ci deve essere qualcuno che glielo dica, perché se ne sta andando un po’ troppo fuori fase, però evidentemente ALFONSO c‘ha un carattere talmente forte … che riesce a telefonarti venti volte e a farti cambiare anche a te …
M:
si, si! Ma lui è iper … io ci tenevo all’incontro perché lui è iper agitato, quando vedi invece io ... ho detto: guarda che poi comunque ... gli ho detto …
P:
lo so che non ti fa neanche parlare
M:
… gli ho detto: tu non parli con quell’atro e va bene, questo è meglio e altrettanto ho detto quell’altro … però dico: Salvi tira le fila del discorso … per quanto riguarda PAOLO (DESOLE Paolo n.d.r.) a me risponde lui, se lui PAOLO, perché lui dice al di là per quello che ha detto, quello vabbè! Tieni presente che il primo discorso che lo preoccupa il fatto … solito, no!? Che tu giustamente gli dici: … (ovvero le dichiarazioni di DESOLE circa il ruolo di ZOCCOLA nella WFS; ed, anche a questo proposito, chiaramente oltre a ZOCCOLA si agitano anche “i Calabresi”, perché se viene coinvolto ZOCCOLA si può risalire agevolmente anche a loro – come peraltro sta succedendo – n.d.r.)
P:
si!
M:
… andiamo a vedere i documenti, no!? E allora capiamo la situazione … comunque io gli ho anche detto: guarda che se anche è così, come dici tu, e questo mi dispiace ovviamente …
P:
uhm! Uhm!
M:
… dovremmo riuscire a ridurre questa responsabilità eccetera, questa cosa … però da lì eh! Ormai non si torna indietro, dobbiamo costruire da lì qualcosa e … è sempre meglio, solito discorso, mettere delle barriere ...
P:
si!
M:
… che non lasciare che il fiume in piena …
P:
certo!
M:
questa è la prima cosa. La seconda cosa (cioè il secondo problema che preoccupa ZOCCOLA e, di riflesso, i Calabresi), sul piano pratico, e tu sai cosa vuol dire pratico … (cioè quello del denaro, n.d.r.)
P:
si!
M:
… ecco sul piano de ... de ... del recupero eccetera, eccetera ... ecco si sta facendo quello che si può fare, tutto quello …
P:
eh!
M:
… . ma nessuno si … che lui dice: mah! Magari questi, cioè! … In poche parole lui pensa che quell’altro abbia trovato un sistema per non far tirare più un cazzo! D‘accordo con ROGER eccetera, questo è il dubbio che lui ha!
P:
ehh! Ehh!
M:
qui non arriva più un cazzo, per cui vabbè! Io ho detto: senti e … questa è la mia posizione che tu sappia, mi sembra di averla detta anche a te e ... e chiaramente …
P:
ma lui lo sa che è così?
M:
… se fosse così … 156
P:
e ... e ... della manovra di PAOLO? Lui lo sa?
M:
… ma io gli ho detto … ecco io ho detto: scusami, se fosse anche così, ipotizziamo tutto e questo vale per quello, vale per chiunque compreso il sottoscritto, dico: se fosse così lì c‘è la materia per fare compensazione … che non sarà oggi, ovviamente, ma il du … aldun ... dico: qui nessuno può fare il furbo più dell’altro … (si riferisce all’insieme degli affari in piedi, sia sul versante finanziario, sia su quello degli investimenti immobiliari in Sardegna ed in Spagna, n.d.r.)
P:
è chiaro!
M:
… metto … (inc.) … perché poi e ... siccome siamo (è da notare come MELZI usi costantemente la prima persona plurale, ricomprendendosi sistematicamente nel gruppo e negli interessi del medesimo, n.d.r.) partiti in un certo modo, in un certo modo dobbiamo arrivare … se uno dovesse per caso avere un’esigenza per cui ha attinto prima e ... e ... dal pozzo eh! A sto punto poi il ... il livello si ... si pareggia, no!? Per cui ho detto: sta tranquillo, non scappa un cazzo a mio parere, almeno questa è la mia posizione, per quello che posso fare io … poi sai, boh! Cazzo io … (inc.) …
P:
sai cos’è? Che lui parte …
M:
… (inc.) … no! Mi sembra che questo, ammesso tutto, la stessa cosa che dissi a PAOLO su là! PAOLO ma tu ti stai agitando le … (inc.) … cose, dico: guarda che … ma a parte la modestia della cosa in sé, ma voglio dire ammesso tutto non succede niente no!? E credo …
P:
ma sai … sai cos’è?
M:
… (inc.) … tranquillo, voglio dire no, no ... no ...
P:
sai cos’è, Giuseppe?
M:
uhm!
P:
sai cos’è Giuseppe? E io lo so, perché sta venendo anche DOMENICO (ANDALI Fortunato Domenico n.d.r.) … un poco per farmi una certa impressione, ma il caro ALFONSO oramai si è già ben impresso nella mente come fare che la parte di PAOLO, di tutta la storia che abbiamo qui … (inteso di tutti gli affari che il gruppo ha in Sardegna, visto che PAULANGELO si trova ad Olbia, appunto, n.d.r.)
M:
uhm!
P:
… non gli vuole dare niente!
M:
na!! Questo no!
P:
capito!?
M:
dico, se è così non … si sbaglia, scusami e ...
P:
no, lui va ormai … già …
M:
a me questa MOSSA …
P:
… da quel presupposto …
M:
… a me non l’ha mai detto, no! …
P:
… e DOMENICO a me, me l’ha fatto capire un’altra volta una chiamata, ha detto: eh! Che qua con questo do ... e ... con questo PAOLO e ... tu sarei ... sei … sei d‘accordo? Che … che ha sbagliato e deve pagarla? Cioè nel senso di quote! … Io ho detto: ascolta state calmi ... ho detto! Perché fino a quando non hai una prova ... ho detto ... e sono tutte frasi futili … chi deve pagare chi non deve pagare … se hai le prove si discute, ma se non hai le prove non … non ... non si può discutere ...
M:
comunque … d‘accordissimo in primo. Seconda cosa si … sti discorsi si fanno poi alla fine, perché può anche essere, scusami, vabbè! Dirà: ammettiamo tutto per un momento questo s’è confuso, s’è lasciato andare … 157
P:
si!
M:
… non so che cazzo! Dopo dirà che di conseguenze, finora conseguenze non ce né … andremo a farle … andremo ... certo che … chiaro che questo … un giorno me l’ha detto anche a me la battuta, ma sai cosa vuol dire se io ritorno e ... in un certo posto! (parla della paura di ZOCCOLA di tornare in carcere, n.d.r.) Si! Questo che cazzo se …
P:
si!
M:
… non so, mi rendo conto …
P:
ma ti posso dire una cosa Giuseppe?
M:
uhm!
P:
fino adesso di prova concreta ho solo gli errori di ALFONSO! Di PAOLO ancora non ce l’ho la prova!
M:
si, si …
P:
lo sai questo?
M:
si, si ... certo, certo!
P:
cioè io dovrei, invece, al caro ALFONSO rinfacciargli, che a me non piace mai rinfacciare gli errori di qua ... qualcuno, perché tutti possiamo fare degli errori … però lui che si sta accanendo contro PAOLO e sta facendo accanire anche l’altra gente: me, DOMENICO, te, tutti quanti contro di PAOLO perché gli vuole toglierli la sua parte ... eh! Ma se ci … bene ci rendiamo conto, di prove contro di PAOLO non ne ha! Però degli errori di ALFONSO, PAOLO cosa dovrebbe dire? Di SANDOKAN che è stato … fatto tutta quella cagata ... cosa dovrebbe dire il caro PAOLO?
M:
certo, certo … certo!
P:
dovrebbe dire: adesso mi lasci le tue quote! Non si è permesso di dirlo neanche una volta!
M:
chiaro, chiaro ... no, d‘accordissimo!
P:
cioè, dobbiamo anche avere …
M:
… tieni sta linea …
P:
… il coraggio, io penso bisogna avere anche il coraggio di dirgli un poco in faccia le cose quando uno ha torto, quando uno ha ragione … nessuno gli ha rinfacciato niente al caro ALFONSO! Però oggi se DOMENICO mi fa un certo tipo di discorso per PAOLO o contro di PAOLO, io questo glielo dovrò dire avanti a tutti gli amici suoi! Gli dirò: caro … caro DOMENICO che stiamo pa ... mettendo in croce una persona senza avere le prove, però che ALFONSO ha fatto due o tre errori madornali … purtroppo le prove ci sono …
M:
certo, certo!
P:
è inutile che mettiamo in croce la gente e cerchiamo …
M:
comunque tieni … tieni …
P:
… per forza uno ...
M:
... certo! Tieni questa barra qui fermissima eh! Semmai, ti ripeto, chiamami perché poi … scusami l’ultima cosa è questa … e questo io gliel’ho anche detto, per cui mi sembra … cui andava benissimo secondo me anche la settimana prossima … dico: guarda che nel frattempo PAOLO s’è impegnato a … (inc.) … io voglio vedere i documenti, gli ho detto, no!?
P:
certo!
M:
ecco lì bisogna che PAOLO lo faccia questo ... pro presso l’avvocato, capisci? Perché se no rimane questo qui o ... (inc.) …
P:
io ... io … ed io sai conosco PAOLO quando dice balle o quando dice la verità! Perché quando tu 158
gli hai detto: no! Spiegami allora il motivo per cui non abbia voluto dare … la cosa là, come si chiama? La dichiarazione … o perché non abbia voluto collaborare! Tu l’hai visto come ha detto, ma no lui ha detto ... per il momento … M:
si! Certo!
P:
non era buono perché non era ancora stata fatta l’interrogazione all’altro. Dopo di chè ha detto. possiamo andare pure apertamente a bere qualche cosa … dopo di chè! Però l’ha detto in un modo … per niente, proprio venuto spontaneo, capito?
M:
si, si
P:
allora non si deve costruire solo perché si ha tanta fantasia … aspetta un attimo che ti passo MIMMA (BAILON Domenica, moglie di PAULANGELO n.d.r.) ... un attimino
…Dopo il breve intermezzo con la moglie di PAULANGELO – con la quale MELZI conversa come tra buoni ed intimi conoscenti («ciao cara, come stai? … la prossima volta che vengo voglio vederti … su con la vita, dai! … la casa, la casa nuova com’è? » ecc…) come, da ultimo, dimostrato dall’invio di un «bacione» ad EMANUELA, convivente di MELZI, da parte della BAILON – cade la linea e, poco dopo, PAULANGELO richiama l’avvocato 240…I due ritornano sui concetti già espressi in relazione alla posizione di DESOLE Paolo ed al comportamento di ZOCCOLA. PAULANGELO sostiene che ZOCCOLA voglia a tutti i costi mettere in cattiva luce DESOLE. Articolando varie considerazioni, MELZI ribadisce che, anche ipotizzando una cattiva condotta da parte di DESOLE concretizzatasi in una sottrazione di capitali comuni, i rendiconti sarebbero stati da fare alla fine. PAULANGELO non condivide poiché, conoscendo ZOCCOLA, l’impostazione suggerita da MELZI potrebbe essere brandita ad hoc per colpire ugualmente DESOLE. Insomma, il dire «i conti si fanno alla fine» ad una persona «così radicale» potrebbe essere volutamente frainteso per poi “fare i conti” per davvero, consentendo a ZOCCOLA di considerare anche MELZI e PAULANGELO come “traditori” qualora poi si sottraessero, anche a ragion veduta, al regolamento dei conti finale. …L’avvocato MELZI rassicura PAULANGELO e insiste per avere qualsiasi tipo di aggiornamento. Intanto, alle 09.25 il dispositivo di o.c.p. 241 assiste all’arrivo di IAZZOLINO e GRANO. I due vengono ricevuti da ZOCCOLA e da ANDALI. Come meglio descritto nella relazione di servizio allegata, il servizio di o.c.p. “a vista” veniva temporaneamente interrotto. Durante il tragitto, ANDALI chiama PAULANGELO 242, gli comunica che era stato cancellato il volo che dovevano prendere e gli chiede se sarebbe potuto venire lui quella sera o l’indomani a Milano, anche perché loro erano «un pò in troppi». PAULANGELO ha problemi con i figli, per cui ANDALI dice che avrebbero preso il volo di quella stasera. Sempre durante il tragitto, GRANO chiama FALZETTA Vincenzo 243 e gli chiede conferma della sua presenza presso il locale MADISON di Milano (uno dei locali riconducibili al FALZETTA), lasciando ad intendere che si sarebbe recato da lui. Grazie a tale chiamata, alle 10.50 il dispositivo di o.c.p 244. viene ridislocato nei pressi del citato locale, all’esterno del quale viene notata la presenza di una Mercedes ML targata BZ099VG di colore nero, in uso al FALZETTA. Alle 11.00, proveniente da Viale Certosa (e quindi dall’aeroporto di Malpensa), si ferma davanti all’ingresso del MADISON la già citata Lancia K di colore nero, dalla quale scendono ZOCCOLA – conducente – ANDALI, GRANO e IAZZOLINO. I quattro vengono accolti da FALZETTA, che li riceve all’esterno del locale per poi farli accomodare. Pochi minuti dopo, alle 11.07, ZOCCOLA ed ANDALI escono dal MADISON e, saliti a bordo della Lancia K, si dirigono verso il centro città. GRANO, IAZZOLINO e FALZETTA escono dal locale alle 11.15 e, a bordo del Mercedes di FALZETTA, raggiungeranno il ristorante BIO SOLAIRE alle successive 11.45. Intanto, ZOCCOLA e ANDALI, alle 11.32, giungono in P.za Massai ed, atteso da ANDALI in auto, ZOCCOLA entra nell’agenzia di viaggio DOMINA TRAVEL. Risalito ZOCCOLA in auto, i due 240
(tel. n. 5835 delle 9.18 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/66” Faldone nr 4) alle 09.25 il dispositivo di o.c.p. 242 (tel. n. 125 delle 10.10.44 intercettata sull’utenza 3493603546 – vds. All “RIA/338” Faldone nr. 5) 243 (tel. n. 2763 delle 10.33 intercettata sull’utenza 335464633 – vds. All “RIA/339” Faldone nr. 5) 244 10.50 il dispositivo di o.c.p 159 241
raggiungono alle 12.04 L.go Richini e ZOCCOLA, da solo, entra nello studio di MELZI, per riuscirne alle 12.06 e raggiungere, con ANDALI, il BIO SOLAIRE alle 12.45. In relazione alla breve visita di ZOCCOLA allo studio di MELZI, appena dopo al sua partenza, MELZI chiama studio 245 ed ADRIANA lo avvisa che era stato a studio ZOCCOLA, che aveva riferito che MELZI non gli rispondeva al cellulare e che lui sarebbe andato a sbrigare le proprie faccende, in quanto aveva alcuni appuntamenti. ADRIANA conferma al legale che ZOCCOLA si trovava a Milano. Mezzora dopo, MELZI riceve un sms da DESOLE 246: «chiamo alle 14.00». Poco dopo, ZOCCOLA richiama MELZI 247 e gli dice di raggiungerli al ristorante BIO SOLAIRE di FALZETTA Vincenzo (infatti, ZOCCOLA fa riferimento al ristorante dove erano stati la settimana precedente). In sottofondo si sente anche la voce di ANDALI Fortunato che si trova in compagnia di ZOCCOLA. Quest’ultimo, peraltro, aveva preso un appuntamento con Antinea DE RICO, che, però, aveva avuto un contrattempo e, tramite la segretaria, ne informa MELZI 248, per disdire l’appuntamento medesimo. Alle 14.11, il dispositivo di o.c.p. 249 visualizza e filma l’arrivo e l’ingresso di MELZI al BIO SOLAIRE. Come anticipato dal precedente sms, nel primo pomeriggio DESOLE chiama MELZI 250, convinto che quel giorno fossero venuti due altri legali dalla Svizzera. MELZI lo informa che quella riunione era slittata alla settimana successiva, glissando su quanto stesse succedendo in realtà a Milano (come da accordi con PAULANGELO). La conversazione incappa, inevitabilmente, sui due oggetti della discordia di quei giorni: la sorte dei «400» dell’OXALIS e l’acquisizione da parte di MELZI (e da parte del resto del gruppo) dei verbali di interrogatorio di DESOLE. Pochi minuti dopo, PAULANGELO chiama MELZI 251 e gli riferisce della chiamata ricevuta la mattina precedente da parte di ANDALI. Poi:… P
ecco ... la cosa ... che però mi ha confermato ...
M
uh ...
P
del sospetto ... è che Alfonso questa mattina ... ha telefonato ad Antonello ... per sapere se io ero andato a Milano ... se sapeva dove stavo ... perchè se io ho parlato prima con Domenico ...
M
uh ... uh ...
P
e ho detto che sono qua ... e lo vado a prendere anche questa sera alle undici all'aeroporto ...
M
uh ... uh ...
P
non c'era bisogno che verificava se io me ne scappassi a Milano ... o me ne scappassi altrove ... capito?
M
eh ... non lo so ... certo ... certo ...
P
ecco ... lui ... comunque ha telefonato a Domenico ... prima di tutto per sapere se ... e non a Domenico ad Antonello ... prima di tutto per sapere se ... io abbia raccontato di ... questo avvenimento ... ad Antonello ...
M
uh ... uh ... cioè ...
P
eh ... seconda cosa per sapere se mi ha visto ... (inc ... )
M
ho capito ... uh ... va beh ...
P
giusto che tu lo sappia ... hai capito ...
245
(tel. n. 5878 delle 12.11 cell. MELZI – vds. All “RIA/340” Faldone nr.5) (tel. n. 5884 delle 12.45 cell. MELZI – vds. All “RIA/341” Faldone nr.5) 247 (tel. n. 5890 delle 13.02 cell. MELZI – vds. All “RIA/342” Faldone nr.5) 248 (tel. n. 5903 delle 13.36 cell. MELZI – vds. All “RIA/343”Faldone nr.5) 249 Alle 14.11, il dispositivo di o.c.p. 250 (tel. n. 5910 delle 14.17 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/67” Faldone nr.4) 251 (tel. n. 5911 delle 14.21 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/68” Faldone nr.4 160 246
Va notato come sino a questo punto della conversazione, MELZI si fosse limitato a rispondere a monosillabi. Tale atteggiamento – un po’ forzato, conoscendo il personaggio – è spiegabile proprio per la situazione in cui MELZI si trova a sostenere la conversazione, cioè in presenza del resto del gruppo e di ZOCCOLA ed ANDALI in particolare. M
no ... no ... scusami tra l'altro ... ti devo dire anch'io una cosa ... che ha chiamato proprio tre minuti fa ... Paolo ...
P
Paolo ...
M
dicendo che mi aveva lasciato un messaggio ma io non l'ho letto ... perchè questa mattina sono andato a Vercelli per un processo ... eh ... niente mi ha detto che mi richiama poi in ufficio ... voleva avere istruzioni ... su cosa fare per quello smobilizzo ...
P
si ...
M
io gli ho detto che ... di chiamarmi più tardi ... perchè pensavo appunto di ... chiamarti e di ... riferiglielo poi ...
P
si ...
M
in verità mi ha detto che non è possibile farlo ... quindi ... mi ha già dato lui la risposta ...
P
evidentemente l'hanno ... hanno bloccato ...
M
eh ... non lo so ... francamente ...
P
qualche cosa in più ...
M
che poi sono in macchina ... senti una cosa ... ve beh ... facciamo così ... ci sentiamo poi più tardi ... adesso tu ci fai un pensiero ... perchè poi mi ha detto che mi richiama ... tra un'oretta circa ...
P
eh ... va beh ... praticamente ... sono bloccati anche quelli là ... in Austria ...
M
eh ... cazzo ... che vuoi che ti dice ...
P
come ho capito io sono bloccati anche quelli ...
M
eh ... non è molto chiaro ... ma sembra di si ...
P
uh ... praticamente l'unica cosa che lui ... riesce a sbloccare ... almeno quelli delle transazioni?
M
eh ... non sono ... (inc ... )
P
in modo che ... li fa passare in un'altra parte ...
M
non lo so ... non sono entrato nel merito ... perchè poi era ... era ... si sentiva male ... eccetera ... mi chiama poi in ufficio ... tra un'ora ...
P
(inc ... )
M
se mai chiamalo tu ... un momento ... se ti riesce ... non lo so ...
P
no ... non ciò nessun numero ... suo ... io ...
M
lui può chiamarti ...
P
eh ... io ... ciò un cellulare di suo padre ... che non è intestato a suo padre ...
M
va beh ...
P
allora lui lì ...
M
quello su cui avete parlato ieri ...
P
eh ... esatt ... esattamente ...
M
uh ...
P
digli di telefonare ... sul telefonino ... di suo padre ... 161
M
va bene ... ok ... tra un'oretta ... però ... eh ...
P
si ... va bene ... va benissimo ...
Poco più tardi, FERRAZZO Mario chiama GRANO Giuseppe 252 e gli chiede se si trovasse a Mesoraca. GRANO risponde che gli aveva già detto che si trovava «[là] sopra» (a Milano) con MICO (ANDALI Fortunato). FERRAZZO chiede quando sarebbe tornato e GRANO dice che aveva il volo per quella stasera, ma che adesso si erano verificati dei problemi con «quell'avvocato di qua» (MELZI). Poco più tardi, MELZI chiama ADRIANA a studio (tel. n. 5917 delle 15.06 cell. MELZI) e le chiede di prenotare: – due voli, prima tratta Milano – Olbia e seconda tratta Olbia – Roma – Crotone (o eventualmente Lametta Terme); – due voli Milano Olbia e ritorno. Per tutti con partenza quella sera. MELZI dice alla segretaria di iniziare a prenotare, che poi i nomi glieli avrebbe forniti poco dopo al suo rientro in ufficio (non vuole fare i nomi dei Calabresi a l telefono). Alle 15.10, MELZI esce dal BIO SOLAIRE e si allontana a bordo della propria Audi. In seguito, ADRIANA lo richiama 253 e riferisce della disponibilità di posto e voli. MELZI dice che a breve sarebbe arrivato ALFONSO a studio e le avrebbe detto cosa fare. MELZI poi chiede ad ADRIANA quali fossero i propri impegni per il giorno seguente, dicendo alla donna: «devo andare, devo andare giù in Sardegna … però scusami … a me al mattino, io non viaggio con questi qui … capito?». Immediatamente dopo, MELZI chiama ZOCCOLA 254 e gli dice di andare nel suo ufficio e di vedere la situazione dei posti sul volo per Olbia voli insieme ad ADRIANA, perchè c’erano solo tre posti. E ancora, MELZI richiama ADRIANA 255 e, dopo averla informata che sarebbe arrivato mezz'ora più tardi, le dice: «se questi arrivano, falli andare sotto ... ehm ... ma lì nella saletta o nella saletta grande ... tanto gente non ce n'è oggi, no? ... ». Alle 15.35, dopo essere tutti usciti dal BIO SOLAIRE e rimasti qualche minuto all’interno di un accesso carraio adiacente al ristorante, FALZETTA riparte a bordo della Mercedes, mentre ZOCCOLA, ANDALI, IAZZOLINO e GRANO, sistemato qualcosa nel bagagliaio, si allontanano con la Lancia K, giungendo alle successive ore 16.00 presso lo studio MELZI. Quest’ultimo, ancora fuori studio, chiama PAULANGELO 256 e gli ricorda della chiamata di DESOLE e della sua richiesta di istruzioni circa «quello smobilizzo»: P
Eh … come faccio a saperlo io come deve fare …
M
Eh, e lo chiedeva a me, gli ho detto
P
Eh … eh …
M
Senti, l’altra cosa però, fermati un momento, l’altra cosa più … allora mi hanno chiamato … poco fa ALFONSO e quell’altro (ANDALI, n.d.r.)
P
Sì …
M
Dicendomi che vengono giù … stasera …
P
Tutti quanti?
M
Boh … non lo so … io …
P
Anche ALFONSO?
M
Credo di sì … anzi io gli ho detto … di venire giù anche lui, poi non so se … se viene o non viene
P
Eh …
252
(tel. n. 5987 delle 14.49 intercettata sull’utenza 3337197384 vds. All “RIA/344” Faldone nr.5) (tel. n. 5919 delle 15.16 cell. MELZI – vds. All “RIA/345” Faldone nr.5) 254 (tel. n. 5920 delle 15.19 cell. MELZI – vds. All “RIA/346” Faldone nr.5) 255 (tel. n. 5921 delle 15.22 cell. MELZI – vds. All.“RIA/347” Faldone nr.5) 256 (tel. n. 5932 delle 16.39 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/69” Faldone nr.4) 162 253
M
E mi han detto se potevo venire giù anch’io, e gli ho detto: “Ma, cazzo ragazzi, sì, volentieri, perché è anche importante che si chiarisca … che io capisca … ” e poi insomma … e poi vorrei che non se ne parlasse più di ‘sta menata, perché se no cazzo passiamo le giornate a dire stronzate tutti quanti
P
Eh …
M
Per cui gli ho detto in linea di massima di sì, però ho detto che ti avrei sentito ovviamente
P
Si, cioè ti dico la verità, adesso io non lo so se ti è … se loro è sicuro che vengono stasera o no …
M
… inc … lo so caro …
P
… perché a me non mi hanno chiamato e aspetto ancora la chiamata per avere la conferma; io ti dico la verità, se vieni per concludere il discorso una volta per tutte … eh … mi sembra … (si sovrappongono le voci) … una cosa buona ...
M
Per me … per me è assolutamente sì perché poi io, scusami, adesso … con tutta la simpatia del mondo … siccome siamo … inc … cioè la cosa è seria … siamo tutti in ballo e sono in ballo anch’io, io … ho …
P
Ecco, ecco …
M
ho ripensato a quella storia là … timori di PAOLO va be’ (si riferisce alla segnalazione sul suo conto partita dalla Bank Leu ed al rischio che lui venisse colpito da provvedimenti restrittivi in Svizzera, n.d.r.) … io occorre … c’ho le mie responsabilità, le corro, non è così drammatico … inc … hai ragione tu, ecco però non vorrei neanche che adesso ‘sto casino … uno tira a destra l’altro a sinistra l’altro al centro … dopodiché io c’ho anche la posizione professionale, insomma, che vorrei … essere certo di come giocano le persone in campo, ecco, tanto per capirci …
P
Bravo bravo, perché penso che alla fine dei conti, tu non è che devi fare da arbitro, tu sei la persona più adatta per fare il dirigente di questa cosa
M
E va bè insomma, ti ringrazio, ma voglio dire, ecco, però … io d’altra parte gli ho detto … scusa, perché tu sappia, e quindi regolati di conseguenza … gli ho detto: “Ma guardate … ” dico “ … io lo chiamo?”, ha detto: “No”, m’han detto di aspettare che ti chiamavano loro …
P
Eh …
M
… Quindi io adesso l’ho fatta comunque nell’ambito della mia responsabilità, e mi assumo le mie responsabilità … che è bene che tu sappia se vengono, se non vengono … inc …
… Qui MELZI usa una delle sue tattiche migliori – il gioco su più tavoli contemporaneamente – per “tenersi buono” PAULANGELO, facendogli credere di aver avuto a che fare solo con ZOCCOLA e di non essere a conoscenza delle mosse della componente calabrese … P
Okay
M
Io ho detto scusa ( ndr le due voci si sovrappongono non si capisce bene) loro erano loro due, scusami erano insieme i due
P
Si
M
Credo che stiano per venire a Milano, se ho ben capito sono in macchina e quindi partiranno da Milano
P
Ho capito
M
Io ho detto a lui. dico “ guarda ma scusa vacci tu, dico, tutte ste menate che non vai eccetera non esiste al mondo” “ … ah ma lui doveva venire qui ”( ndr si riferisce al dialogo avuto con ZOCCOLA Alfonso) sai ma lui fa forse come al solito un problema formale ...
P
Si di principio 163
M
va be cazzo dico … chi se ne frega dico, se lui non può che c’ha i figli muoviti tu, insomma no!? “ a va be Giuse allora vieni giù anche tu” va be dico, senti io l’ho detto che l’incontro è tra tutti quanti peccato che non c’è null’altro ancora, ma comunque credo che SALVI, vada benissimo. Ecco quindi poi se vengono altre persone perché tu mi hai detto che venivano altre persone io questo non lo so francamente (e qui mente spudoratamente, perché la prenotazione dei posti anche per i Calabresi l’ha curata lui, attraverso ADRIANA, n.d.r.)
P
E va be! Ma tu gli hai fatto capire che sapevi già?
M
Comunque ti richiamano loro, no non gli ho detto niente io no non ho detto niente
P
No è giusto per saper come comportarmi
M
No no no, tu adesso … loro dovrebbero chiamare, ché mi han detto che mi facevano sapere tra un pò, tu non sai niente, perché io ti ho voluto avvertire
P
Va bene, va benissimo
M
Senti quello che ti dicono, poi ci chiamiamo, comunque loro mi han detto che … mi avrebbero dato l’okay, ma io ritenevo, se vengo anch’io, se vengono loro fanno quel cazzo che vogliono, se vengo anch’io mi sembra giusto avvertirti, non ha senso
P
Si no no, va bene
M
Comunque tu non sai niente … ti chiamano senti un po’cosa dicono
P
Va benissimo
M
Buttiamo acqua sul fuoco e poi …
P
Se mi chiama io gli chiedo solo quante persone siete, in modo che posso andare a riservare una stanza a qualche parte anche
M
A be ecco, c’è anche questo, sì tra l’altro …
P
Infatti io per quello ho chiesto: “Ma quanti siete? Così riservo ... ” dice “siamo in quattro probabilmente” allora ho detto: “va bene, fammi sapere, dammi la conferma se è sicuro perché se no non posso andare a bloccare la stanza”, ha detto: “Va bene ti do la conferma” e poi invece non ha ancora chiamato nessuno. Se per te è possibile fare questo spostamento per essere una cosa definitiva mi fa piacere
M
… inc … in senso assoluto, anche perché … va be’ non … cioè adesso è un problema di mezzi, perchè non so poi (farfuglia) comunque va be!
P
No no ma tanto vi vengo a prendere e tutto
M
No non è il problema di venire … no, il problema è dell’aereo, non per venire … senti l’unica cosa, scusami a mio parere, pronto?
P
Si dimmi!
M
Ecco se posso permettermi fa … si trova uno spazio ma lo troviamo non lì al “ Gallura” però sta volta (così come per il volo in aereo, così come per la collocazione dei personaggi all’interno del suo studio, così adesso MELZI si preoccupa di tenere separati questi “ospiti un po’ ingombranti” dal suo solito habitat gallurese, premurandosi – anche se in modo non risolutivo – di evitare che qualcuno possa associarlo a loro, n.d.r.)
P
No lo facciamo al “ Luna Lughente”
M
Cioè, se fosse gente come te come lui … se vengono su altri francamente, scusa la franchezza ma è meglio non far … cioè insomma hai capito, lì poi … lì è …
P
Si si quelli sono … sì sì già … già guardano con un occhio un po’ …
M
Solo che poi lì viene anche altra gente, lasciamo perdere
P
Si si, no, faccio a “Luna Lughente”(ndr. Albergo Ubicato nel comune di Olbia) se possibile, però devo avere la conferma! 164
M
Comunque senti, adesso loro ti chiameranno, mi hanno detto che ti chiamano e mi hanno detto anche, datemi conferma (ndr conversazione disturbata)
P
Va bene, io … sì … se vengono, o venite sta sera , sto fatto di Paolo (ndr DESOLE Paolo) ne possiamo discutere che soluzione c’è!
M
Ecco, senti, allora io … PAOLO adesso chiamo … gli dico: “senti sta buono, ti diciamo domani come vanno le cose” … cioè scusami tra le righe, il discorso è questo, perdonami sempre la franchezza ma io non ho niente da nascondere con nessuno, cioè … sì lì insomma c’è fiducia totale, no, almeno nei confronti di PAOLO e PAOLO nei confronti dell’ altro ... lui … pensa che sia una manovra per non tirar fuori un cazzo questa roba qui no … capito?
P
Si si
M
L’impressione che ho è questa …
P
Si si ...
M
“Eh, ma come … doveva mandarli, doveva prenderli, doveva farli, doveva qui ... ” e gli ho detto: “va be’ non è cosa facile … tu lo sai per altri versi che non sono facili … ”
P
Però scusami un attimo, non ti voglio interrompere, però non eravamo proprio noi due, compreso PAOLO e ROGER FURRER, che volevamo sbloccare la cosa ed era proprio il nostro amico caro che, non voleva sbloccare perchè aveva paura che ci sbattessero fuori dalla società. Ti ricordi con quell’accordo che voleva firmare? (MELZI farfuglia qualcosa di incomprensibile) se quell’accordo si firmava subito, si faceva a tempo. Hai capito?
M
Certo certo
P
Ecco, allora adesso che lui ha paura che non vogliano cacciare i soldi, però, se si rende conto, è stato proprio lui per paura di essere tagliato fuori a non voler firmare l’accordo, ed è un’altra volta che devo dire la colpa non riesco a dargliela a Paolo con … con tutta la buona volontà, non riesco a dargliela a Paolo la colpa
M
Si si,ma ecco però
P
l’avessimo fatto subito quell’accordo
M
Mettiamo il discorso … io lo dirò poi … in positivo, cioè vediamo di salvare quello che si può salvare, poi ci sono delle responsabilità, va bene le vediamo per cui sai …
P
Si o Dio sai qua non c’è ...
M
Nessuno c’ha la verità in tasca, primo … il problema è capire se uno lo fa per fottere, scusami l’espressione, o perché … va be’ insomma, no …
P
Esatto! Perché se è per fottere allora no, però se uno fa gli errori , perché fare errori è umano e siamo in ballo tutti, io non sono quello che va a rinfacciare gli errori, però quando uno poi comincia a dire: “ma quello mi voleva sfottere” quando invece era proprio lui che è … c’ha impedito di firmare per non essere tagliato fuori, ed adesso abbiamo un’altra cagata, allora lo devo dire !
M
No no no chiaro! questo sicuramente …
P
Ma non per rinfacciare, lo devo dire per mettere in chiaro
M
Certo, come anche la storia di Sandokan, vedere un po’ com’è definitivamente perché anche lì non si capisce un cazzo …
P
Esatto! Esatto!
Terminata la chiamata con PAULANGELO, MELZI riceve una chiamata da ZOCCOLA, che si trovava nel suo studio 257. MELZI dice che stava parcheggiando e ZOCCOLA dice a MELZI di scendere giù (nel piano interrato). 257
(tel. n. 5934 delle 16.50 cell. MELZI – vds. All.“RIA/348” Faldone nr.5) 165
In effetti, il dispositivo di o.c.p. visualizza alle 17.00 258 l’ingresso dell’avvocato all’interno del proprio studio. Alle 18.00 circa, ANDALI, IAZZOLINO e GRANO, seguiti da ZOCCOLA, trattenutosi qualche minuto da solo con MELZI all’interno dello studio, si dirigono alla Lancia K. Prima di salire con gli altri, ANDALI chiama PAULANGELO da una cabina pubblica 259 e dice: "guarda che arriviamo, eh ... alle undici siamo lì, si comunque ci arrangiamo noi da là, da dove dobbiamo venire? » e ancora « ... c'è anche … c’è anche l'avvocato ... quello di qua, quello di Milano ... il nostro amico». PAULANGELO dice che avrebbe cercato l'albergo. Il gruppo riparte e si dirige al BIO SOLAIRE, dove giunge alle 18.53 e dove, alle 19.18, viene raggiunto da FALZETTA. I quattro ripartono alle 19.50 alla volta dell’aeroporto di Linate. Intanto, PAULANGELO chiama MELZI che pure sta andando all'aeroporto. PAULANGELO chiede di essere avvisato al momento della partenza dell'aereo. Poco dopo, lo chiama anche ZOCCOLA 260 al quale assicura che stava arrivando (all’aeroporto di Linate). ZOCCOLA dice che lo stavano aspettando. In effetti, la presenza dei quattro all’interno dell’aerea partenze di Linate viene documentata alle ore 21.00 261:U: MELZI Giuseppe I: PAULANGELO Salvatore. MELZI dice che non ha ancora cominciato l'imbarco.MELZI chiede dell'albergo. PAULANGELO dice che li ha trovati tutti occupati, che ha trovato libero solo al ROYAL, alla fine di Viale Aldo Moro. PAULANGELO chiede per quante persone deve prenotare. MELZI dice due stanze doppie. PAULANGELO chiede quando si vedranno. MELZI dice domani mattina molto presto perchè devono partire domani per mezzogiorno. PAULANGELO dice che deve portare i bambini a scuola. MELZI dice che alle otto, otto e un quarto va bene, alla hall dell'hotel. PAULANGELO dice che ora chiamerà e chiede se MELZI dormirà al ROYAL. MELZI dice di no, che dormirà al Gallura. PAULANGELO dice che prenoterà a nome suo. Il volo di MELZI, ZOCCOLA, GRANO, ANDALI e IAZZOLINO viene monitorato attraverso una intercettazione ambientale, che, però, purtroppo, risulterà pressoché indecifrabile 262. All’arrivo dei cinque, i loro movimenti vengono monitorati da servizio di o.c.p.263, interrotto alle 01.00 del 26.11.2003. In particolare, viene documentato che il gruppo rimane chiaramente unito fino all’aerea di attesa dei taxi, dove MELZI si congeda dagli altri, recandosi poi in taxi all’Hotel GALLURA; il resto del gruppo, sempre in taxi, si reca invece all’Hotel ROYAL. Va sottolineato 264 che l’atteggiamento di MELZI verso i Calabresi appare sostanzialmente confidenziale, nonostante la chiara esigenza di non dare troppo nell’occhio. 26/11/2003 …alle ore 08.00, viene ripreso il servizio di o.c.p. interrotto alle ore 01.00 dello stesso giorno265. In particolare, viene documentato che: MELZI arriva all’Hotel ROYAL – dove avevano pernottato ZOCCOLA ed i Calabresi – intorno alle ore 08.50; prima di entrare scambia alcune parole con un uomo ed una donna a bordo di una AR 147, che risulta intestata a MELI Maria Anna, moglie di MELCA Antonello; le persone indicate nella relazione si identificano proprio in MELCA Antonello ed in MELI Maria Anna 266; – intorno alle 09.10, arriva presso ìl medesimo Hotel PAULANGELO e vi fa ingresso; – dopo circa mezzora, MELZI, PAULANGELO, ZOCCOLA, GRANO, IAZZOLINO ed ANDALI escono dall’Hotel e si intrattengono tutti insieme davanti al medesimo; come mostrano chiaramente le –
258
il dispositivo di o.c.p. visualizza alle 17.00 (tel. n. 133 delle 18.08.46 intercettata sull’utenza 3493603546 – vds. All.“RIA/349” Faldone nr.5) 260 (tel. n. 5953 delle 20.50 cell. MELZI – vds. All.“RIA/351” Faldone nr. 5) 261 (tel. n. 5961 delle 22.17 – vds. All.“RIA/352” Faldone nr.5) 262 (cfr. verbale operazioni – All. “APG/D”, nonché trascrizione integrale – All. “AMB/A” Faldone nr.5) 263 (cfr. relazione di servizio – All. “OCP/AA” Faldone nr.3) 264 (cfr. annotazione di PG – All. “APG/E” Faldone nr.3) 265 (cfr. relazione di servizio – All. “OCP/AA Faldone nr.3) 266 (cfr. annotazione di PG – All. “APG/F” Faldone nr. 3) 166 259
riprese effettuate, tra gli stessi è in corso una discussione particolarmente animata; in particolare, PAULANGELO ed ANDALI Fortunato Domenico tengono un atteggiamento particolarmente aggressivo 267; – PAULANGELO e MELZI con un taxi, i rimanenti componenti del gruppo con un altro si recano all’aeroporto di Olbia, dove, una volta giunti, si intrattengono tutti insieme seduti ad un tavolo del bar interno all’aeroporto medesimo; – GRANO e IAZZOLINO partono con l’aereo della MERIDIANA delle 12.10 alla volta Roma – Lametia Terme 268. Sul versante delle intercettazioni risulta che, di prima mattina, PAULANGELO chiama MELZI 269. Il primo si trova già in compagnia dei Calabresi e di ZOCCOLA e si accorda con MELZI sul posto dove tenere l’incontro. …Contemporaneamente, GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato Domenico270 e parlano della situazione venutasi a creare in Sardegna e dei necessari correttivi da adottare: A:
si!
G:
e buonasera!
A:
PINU' ia siamo all'aeroporto... ia che minestrone!
G:
si?
A:
no, noi siamo a posto... però dall'altra parte... zi, zi, zi... che il cervello mi sta... fumando, adesso domani passo da quell'amico là... a MILANO... (inteso FALZETTA Vincenzo, n.d.r.)
G:
eh!
A:
...che l'ho già chiamato... che poi vediamo se già un amico lui per... per fargli... non mi hai capito a qualcuno più... però è a posto... tu dici che è possibile?... che dici?
G:
per... per interessare a qualcuno?
A:
ecco bravo...
G:
quello...
A:
...però tutto regolare eh!
G:
quello di là?
A:
eh... o un ami... qualche amico che conosce lui, però no... tu... quasi tutto, non mi hai capito?, che poi te lo spiego io quello che facciamo!
G:
ah... e va bè... e allora io lo chiamo e gli dico che deve trovare...
A:
avvisalo... digli che ... digli che se... ascolta... PINU' fa... è un... è un affare ve... veramente ne vale la... senti a me PI'...
G:
e si...
A:
...che ormai è tutto... pure le virgole abbiamo sistemato pure con... con il... non mi hai ca... dove siamo stati all'ufficio! (parla di MELZI, n.d.r.)
G:
si, si... quello dello studio dai!
A:
eh... lui no... con noi è a posto e poi faceva il gioco dall'altra parte
267
(cfr. precisazioni contenute in allegata Annotazione di P.G. – All. “APG/H” Faldone nr.3) (cfr. precisazioni contenute in allegata Annotazione di P.G. – All. “APG/H” Faldone nr. 3) 269 (tel. n. 5965 delle 8.35 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/70” Faldone nr. 5) 270 (tel. n. 302 delle 19.16 intercettata sull’utenza 0041792190462 – vds. All. “INT/2/47”) 167 268
G:
ahh... ma te l'ho detto che non era nemmeno reale lui, faceva che...
A:
si ma...
G:
...ma lui faceva da carro e da buoi...
A:
oh...
G:
...dice io voglio stare...
A:
no ...inc...
G:
...sul carro e voglio tirare
A:
dall'a... dall'altra parte con quell'altro... con quell'altro vecchietto di quà... (inteso PITTA, n.d.r.)
G:
ah... si!
A:
...abbiamo messo... non sono rimaste neanche le virgole da chiarire PINU'...
G:
ah!
A:
...si è preso la porzione sua pure lui...
G:
e pure quel vecchietto... non era sincero!
A:
si è preso la porzione sua pure lui PINU'!
G:
ahhh!
A:
non hai capito?...
G:
ah!
A:
...ah... quello che abbiamo detto a quello l'abbiamo detto a lui alla fine poi gli ho detto...
G:
ah... va bene!
A:
...e... e comunque...
G:
comunque l'avete fatta qualche carta?
A:
è già... è già firmata...
G:
ah!
A:
...già nelle mani... solo che però se la... non mi hai capito?... la dobbiamo sistemare con quello PINU'... più presto, domani stesso tu... chiamalo già adesso che io l'ho chiamato e gli ho detto che passo domani e mangio là... (inteso che adesso sarebbe dovuto intervenire FALZETTA, n.d.r.)
G:
ahh... come quando che... la carta vuole (deve essere ndr) sistemata con qualcuno?
A:
cioè... cioè, non mi hai capito?, a nome di qualcuno, vede lui, mi hai capito?
G:
ahh... no io dicevo sai cosa?...
A:
si
G:
...io pensavo le... cose che... erano... che dicevano che erano bloccati dalla parte di là...
A:
no, quelli ascolta... adesso... dopo noi adesso sbrigiamo questi che ...inc... perchè adesso praticamente quella... quella terra... poi ti spiego... e... ce la possiamo prendere tutta noi PINU'...
G:
eh!
A:
...eh!... e questo ti dico... tu vedi di là... deve venire poi in ufficio, ci andiamo insieme al limite! 168
G:
va bene dai
A:
tu accennaglielo però tanto è una cosa...
G:
si
A:
...proprio limpida eh!
G:
si poi... o adesso o domani mattina lo chiamo... a quest'ora è a casa
A:
vedi tu dai!... ti raccomando PINU'!, ciao ciao
G:
si okay, ciao, ciao
A:
okay, ciao, ciao.
Poco dopo, GRANO Giuseppe chiama FALZETTA Vincenzo 271 F:
siete arrivati?
G:
...inc...
F:
(ride)
G:
si, adesso siamo arrivati
F:
dove siete? a LAMEZIA?
G:
noo... va bè a LAMEZIA no, ho accompagnato già... e poi... e adesso sono arrivato a CROTONE...
F:
a prenderti la macchina?
G:
eh!... dove sei a casa?
F:
no, al ristorante sono
G:
eh!...
F:
tutto bene?
G:
...senti?... ve...
F:
dimmi!
G:
vedi che passa MICO!
F:
doma... m'ha chiamato!
G:
eh...
F:
eh!
G:
ti...ti deve parlare...
F:
si
G:
cerca di fare il possibile...
F:
si
G:
perchè... per la... il nostro... futuro...
F:
(ride)... io sono quà amore
G:
no... perchè... ...inc... perchè è una cosa tutta particolare, è un affare ed è regolare, hai capito ...inc...?
271
(tel. n. 2793 delle 19.40 intercettata sull’utenza 335464633 – vds. All. “INT/2/48”) 169
F:
va bene... va bene, va bene
G:
...quello... quello... quello dove siamo andati noi ieri lo... intestiamo...
F:
no
G:
regolati tu, una cosa pulita regolare e... è un affare
F:
e va bene dai domani quando viene MIMMO poi... MICO parlo dai
G:
okay dai cerca di fare il possibile... ma chiamalo tu... non c'è bisogno... io faccio sempre quello che... mi dicono quelli più alti, ciao
F:
(ride)...
G:
ciao
F:
salutami a tutti ...inc...
G:
abbracciami a tutti sai... pure tu, ciao
F:
ciao, ciao.
Il viaggio di ritorno di MELZI, ANDALI e ZOCCOLA, partiti da Olbia col volo delle 20.00 per Milano Linate, viene monitorato da intercettazione ambientale 272. L’ascolto della relativa registrazione, opportunamente ripulita, ha permesso di documentare brevi spezzoni delle conversazioni intrattenute dai tre durante il volo 273. In sintesi, al di là del senso compiuto attribuibile ai citati spezzoni, va sottolineato quanto segue: – l’argomento della conversazione è stato, a più riprese, l’assetto societario sottostante agli investimenti dei Calabresi in Sardegna, con particolare riferimento alle quote detenute nella società GMP; – alla discussione partecipa attivamente anche ANDALI. 27/11/2003 …MELZI chiama PAULANGELO 274 ed i due parlano dell’incontro del giorno precedente. P
come stai? tutto a posto?
M
eh ... si … fino a un certo punto
P
che è successo?
M
no no ... niente, rispetto a ieri niente – ride – è che io sono molto a disagio in queste situazioni qui perché non mi piacciono tanto … scusa la franchezza … ieri non ho mancato di dirglielo poi al ritorno perché … io son venuto giù, non so se l’hai capito, perché … ho detto … non pensavo che succedesse niente di particolare, ma era abbastanza sgradevole per cui ho detto preferisco esserci io … che non esserci perché in effetti loro non volevano neanche io venissi tra l’altro
P
ah ah
M
… si m’han detto «mah … magari … » «no» glio ho detto «vabbeh a sto punto vengo» capito?
P
uhm uhm
M
son sistemi che non mi piacciono insomma adesso al di là di tutto guardiamo comunque a fin di bene … (tale battuta sembra riassumere la filosofia di MELZI in questa vicenda: ci sono i Calabresi, che si muovono come si muovono, lo so, la cosa mi è sgradevole e, ciò nondimeno, non mi defilo, ma tiro avanti “a fin di bene”, nell’interesse per le “cose concrete”, n.d.r.) senti oggi
272
(vds. verbale delle operazioni – All. “APG/G” Faldone nr.3) (vds. trascrizione integrale – All. “AMB/B” Faldone nr.5) 274 (tel. n. 6061 delle 9.35 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/72” Faldone nr. 4) 170 273
tra l’altro ritornano qui almeno ritorna Mimmo (inteso ANDALI Fortunato Domenico, n.d.r.) in ufficio P
si
M
che vuol sapere, fare eccetera … vabbò … adesso scusami … c’hai un secondo di tempo?
P
si c’ho tempo quanto vuoi …
M
ecco allora coordiniamoci un momento ... perchè poi dopo ieri l’ambaradan … poi lì han litigato anche con PITTA ieri … vabbeh questo non dir niente … ... mi son trovato PITTA lì io … io ero al Gallura e si son messi a litigare e vaffanculo … vabbeh … chi se ne frega … cioè voglio dire non … si Alfonso non è un cattivo ragazzo ma cazzo ragazzi che testa che c’ha … poi piega tutto a suo favore, insomma anche la storia della responsabilità … quando gli si dice «si fai dialogare lui che lui non litiga» dopodiché diventa che tu ti assumi … vabbeh comunque … a sto punto la situazione è quella e anche lì non possiamo farne a meno
P
mah ... mah ... Alfonso con PITTA?
M
si si boh ... hanno avuto da dire lì fuori sul marciapiede … a un certo punto … senti … perché c’eran delle storie poi è arrivato quell’altro … ma non è bello poi che vadano in giro così … sai … li … .è un paese piccolo, la gente dice «che cazzo … » – ride – non ultima la Rita dice «ma questi cosa son venuti a fare … » ... perché anche al mattino lì son passati di lì … inc … di stare alla larga no? perché sai
P
ah
M
vabbeh ... insomma pazienza, dai! guardiamo la sostanza della cosa. Adesso cerchiamo di gestirci scusa la franchezza … il buon … quell’altro là su di là perché poi …
… MELZI fa presente a PAULANGELO la necessità di inviare la memoria scritta in italiano al legale di DESOLE, per la successiva traduzione … P
no no mandaglielo perché lu … voglio che lui di mano sua scriva il fatto delle perdite eccetera
M
si si … certo
P
eccetera …
M
certo … ovvio
P
perché poi alla fine dei conti si contraddirebbe lui stesso se … mi … se ha accusato qualche d’uno, capito? adesso datosi che sta scrivendo che i soldi son stati tutti persi , allora non può accusare dopo dicendo che che l’ha rubati qualcuno
M
si si certo certo … no poi è anche giusto fargli vedere che tu … .noi ... se mi permetti il plurale … non abbiam niente da nascondere cioè ... siamo collaborativi … .
P
e lui fa il furbo … esatto … non gli dobbiamo dare nessun accenno che stiamo … che sappiamo tutto il suo doppio gioco, si … (questo è uno degli elementi di novità più significativi che emergono in seguito all’intervento dei Calabresi, ovvero che anche PAULANGELO adesso pare abbia raggiunto la certezza del “tradimento” da parte di DESOLE. parlando di «doppio gioco». D’altro canto, DESOLE stesso, nella chiamata precedente, aveva accennato alla possibilità caldeggiata dal proprio legale di far percorrere anche a PAULANGELO la strada da lui già battuta della collaborazione col giudice e, si sa, questo genere di cose vanno sempre a scapito di terzi … n.d.r.)
M
poi ... seconda cosa, io ho detto a … ieri ad Alfonso, ieri sera poi … siamo tornati insieme, in aereo eccetera … gli ho detto «però tu a sto punto te ne stai in disparte, non rompi più le balle perché c’è anche un aspetto emotivo che è inutile, insomma, no? » cioè le cose son quelle che sono, le affrontiamo, però se uno ci mette sempre … che vuol sempre essere più bravo degli altri non sta neanche bene, a parte che neanche io posso passare le mie giornate a sentire queste … 171
inc … P
no no, giustamente però è compito mio alla prossima assemblea con PAOLO e con ROGER di mettere in chiaro con Paolo che è responsabilità sua …
M
e beh … certo
P
della rimanenza della OXALIS, perché se no chiaramente poi Alfonso avrebbe ragione di dire «io non rompo più le balle però quella responsabilità gliela devi dare»
M
certo certo …
P
a Paolo, perché se no non abbiamo risolto
M
però gli ho detto … perfetto … non stargli in testa più, lascia perdere, perché tu e lui comunque fate scintille ... ecco ... su questo punto ... che ti ho chiamato per questo … adesso, scusami, coordiniamoci bene tu ed io, perché se no ecco ... cosa faccio, chiamo io, chiami tu?
P
uhm ehm … allora, io devo aspettare la chiamata di Paolo, da tre giorni per un’eventuale informazione da parte di Paolo … non mi ha però ancora chiamato e siamo a giovedì … mi ha lasciato un cellulare di quelli particolari che ha il numero ... ce l’ha solo Paolo, che io non ho il suo, però lui ce l’ha di questo e lui non mi ha però ancora chiamato … se mi chiama lui faccio l’appuntamento io
M
benissimo
P
però
M
ok
P
siccome non mi chiama, fallo tu, per favore
M
no Salvi ecco ... e appunto … io più che appuntamento adesso siccome lui oggi ... va oggi a pomeriggio va dall’avvocato a ritirare sta cosa, no? perché m’ha detto io sono lì a pomeriggio mandamelo … dico va bene parlerò con coso e io glielo mando, quindi lo chiamo anche perché io il numero ce l’ho
P
si si
M
lui mi chiamerà e gli dico guarda ti mando sta roba, dopodiché chiama assolutamente subito Salvatore, che ti deve parlare … ecco scusami ... poi altra cosa … noi ci siamo visti ieri con questi qui, non ci siam visti … cosa cazzo diciamo?
P
no, per me possiamo dire che non ci siamo visti con nessuno
M
no ... non diciamo niente … lui non sa niente
P
l’importante è che PITTA però non mandi in giro la voce, eh …
M
no ... no ... questo non credo … no …
P
perché ... non vorrei che lo viene a sapere …
M
no ... ma lui con Gavino, lui con Gavino non si … si salutano appena ... no no … d’accordo
P
ah … perché se no passiamo da bugiardi e poi c’ha un motivo per appellarsi
M
si si … comunque è meglio giocare di rimessa … son d’accordo … per vedere … senza polemizzare, qui bisogna vedere le cose anche … anche se uno dovesse purtroppo aver fatto il doppio gioco … cioè è inutile star lì a polemizzare, non si risolve un cazzo, no?
P
ah
M
stiamo a sentire quello che è … buonanotte, ok?
P
si … allora digli solo di chiamarmi
M
va bene
P
ecco … ti … faccio io l’appuntamento e poi ti avviserò 172
M
ba bene
P
perché cercherò di farlo a Milano
M
si va beh certo ... se loro vengono posso venire in macchina eccetera … poi mi dici … inc … se vuoi in albergo … dove cavolo volete … non c’è nessun problema … ok! senti … ultima cosa … ehm oggi ehm viene lì ... come si chiama … DOMENICO da me, no?
P
si
M
perché eh ... boh ... hanno avuto da dire … non ho capito bene … lì tra di loro con PITTA, ma … niente ... poi alla fine si son dati la mano eccetera, no? no per dirti che però c’è anche un modo, insomma, capisci delle cose, va beh … comunque … l’argomento
P
mah
M
uno degli argomenti che ti può riguardare è questo, per cui ho detto che ti avrei avvisato
P
ah ...
M
e loro han detto «si si» … allora … prima cosa: loro vogliono fare … due società
P
si
M
per intestare le … quelle quote fiduciarie, no? perché
P
si
M
giustamente ma io gli avevo detto «ma guarda questo era il programma però io … mi son permesso di consigliare» perché gli ho detto … alla fine dico «senti, con tutto il rispetto Alfonso, tu sei lucido eccetera però hai … la tua esperienza è di un certo tipo» cioè qui devi anche fidarti perché se io devo sempre fare quello che dite voi che magari è sbagliato, dopodiché i cazzi sono vostri, non miei, eh? però se faccio l’avvocato e se avete un minimo di fiducia in me io vi devo dire anche come stanno le cose sul piano tecnico
P
eh
M
io gli ho detto … dice «ah ma come tu non l’hai fatto» dico «guarda che tu … non si può ... come cazzo è credibile che si retrocede quella roba lì intestata a questi qui e il giorno dopo si fa una società sempre vuota eccetera così … fa ridere i polli » no? dico
P
eh
M
a parte i costi, no? perché poi cazzo questo qui continua a dire si e no dico ma Alfonso io sono anche uno che c’ha la testa sulle spalle non è che … ripassare, rivendere quella roba lì dico innanzitutto è un costo
P
ah ah
M
che non è neanche trascurabile
P
ma lui mica ha detto che si devono rivendere a questa società …
M
no rifare ...
P
solo una scrittura privata
M
va beh … la scrittura privata c’è ... c’è già … gliel’ho fatta anche vedere eccetera non c’è problema
P
no ... la parte di DOMENICO
M
no ... lascia stare DOMENICO … no lui vuole il tutto ... poi la parte di Domenico va bene con la scrittura privata … però vuole … lui dice «ah io sai PITTA qui non si sa cosa succede eccetera» va beh dico cazzo
P
ah … allora non ha fiducia in PITTA …
M
si va beh … insomma io non so … che cazzo vuoi che ti dica 173
P
e perciò hanno litigato?
M
ma io … senti ... ero su ero su a lì … sono andato lì su a prendere la mia roba … c’era giù lui, sua moglie … è arrivato … poi non so che cazzo hanno detto … vabbeh ... alla fine è venuto no qui e là … vabeh dico ... ecco lui … la ragione credo che sia questa perché poi io … inc …
P
ah
M
ma sai … qui il discorso … darsi la mano apparentemente … insomma … io credevo che i rapporti fossero un pochino più stabili, francamente, tra tutti eh … perché qui …
P
cosa sono un po’?
M
no ritenevo che i rapporti tra tutti fossero un po’ più stabili, insomma
P
ah ... pensavi ... eh beh
M
mi sembra proprio che vabbeh … qui ognuno diffida dell’altro a 360° … vabbeh ... io non sto recriminando sto solo dicendo che ecco ... che ogni cosa che si fa
P
si
M
può esser … viene sempre inizialmente interpretata male, poi dopo bisogna recuperare per far capire che invece non era così … e va beh … allora … lui dice (inteso ZOCCOLA, n.d.r.) «facciamo subito la società» io gli ho detto «guarda che la società dico io te la faccio non c’è problema, si va dal notaio» ma chi cazzo ci mettiamo … non mi posso mettere sempre io
P
eh
M
… lui dice si ma va beh è giusto, perché poi dopo boh … insomma non so se adesso ha sfiducia anche di me … allora in sostanza avrebbe detto a DOMENICO e oggi DOMENICO viene da me apposta
P
si
M
di trovare lui … e DOMENICO c’ha i suoi amici calabresi eccetera … non so che cazzo
P
si ma questo non va mica bene, dai …
M
ed io gli ho detto “guarda che la società … ” … comunque lui era d’accorissimo che te ne parlassi, ecco … figurati … su questo lealmente devo dirti che non ha avuto problema … inc … in più francamente per rendere credibile la cosa, se vuoi, no? perché girarla una società vuota fa ridere … io ho detto “bisogna trovare una società” dicono posso trovarla, ce le ho, ma comunque, vabeh … inc … e si rivolge ad alcuni suoi amici qui che hanno un grosso ristorante m’han detto qui a Milano … ora io … sai io cazzo posso farci …
P
si ma non va bene perché se questi qua, che sono amici suoi, un domani dovessero avere dei problemi, tolgono tutto (qui il problema di PAULANGELO non è avere a che fare con una società di «amici» di ANDALI, ma che, proprio in quanto società di amici di ANDALI, la stessa potrebbe avere «dei problemi», con la spiacevole conseguenza che poi «tolgono tutto», n.d.r.)
M
tesoro cosa vuoi che ti dica, io … però mi hanno detto “no, però dillo a Salvi … “ e poi dopodiché è chiaro ci dev’essere una scrittura che Salvi c’ha la sua parte … naturalmente lui … punta già a dire facciamo già due parti, che secondo lui il discorso dell’altro è un discorso ormai marcio, e vabbeh … io senti, a sto punto ragazzi, io sono in mezzo, non è che possa, possa ….
P
però però però
M
inc … alzo anche le braccia più di tanto non è che possa adesso … io gliel’ho detto se chiunque può essere chiamarsi Giuseppe chiamarsi pinco pallino, sbaglia e provoca dei danni è giusto che paghi però non si può mettere le mani avanti e dire che ci son già dei danni,m quando io danni finora non li vedo … .
P
Si
M
… ci saranno, non lo so, cazzo! andremo a vedere, non è che “no ma qui è sicuro “ … vabbeh 174
sicuro un cazzo, non lo so insomma … sai d’altra parte io … P
ma comunque anche … anche se è sicuro, noi così provochiamo … ehm … capito? … il vulcano
M
eh … e lo so, cosa vuoi che ti dica … d’altra parte …
P
Lo pro … provochiamo
M
D’altra parte …
P
… inc … abbiamo detto che facciamo buon viso a cattivo gioco? Se quello viene a sapere che non sta più intestato a PITTA, abbiamo già adesso il problema; noi dobbiamo risolvere prima il problema del nemico maggiore
M
eh lo so, cosa vuoi che ti dica …
P
Capito? Io gli do tutte le ragioni …
M
… inc …
P
… perché quello che ho sentito io ieri mi è chiaro tutto anche a me, però, porca miseria, è prematuro … è prematuro … (evidentemente ZOCCOLA aveva raccolto dei dati convincenti circa la defezione di DESOLE, tanto da essere riuscito a convincere anche PAULANGELO, legato a DESOLE medesimo da un vincolo affettivo già più volte descritto e richiamato, n.d.r.)
M
E lo so, lo so … bisogna sempre … comunque ragionare, ho detto: “Guardate che però con l’emotività non si fa un cazzo … ” ho detto “ … anzi si peggiora … ” va be’ … poi, ecco, l’altra cosa è questa, che … (si schiarisce la voce) eh … sono venuti a sapere … forse per quello … ma io, ti ripeto, sono sceso dopo, ero su in camera che facevo la borsa …
P
Eh …
M
Eh … lì … ehm … PITTA … dico dovrebbe … perché io non lo so, loro m’han detto: “No, ma tu non è possibile che lo sai” … aver venduto tutto o parte della sua quota ... scusami … nella GMP … in quella società
P
dimmi …
M
… al buon MOSSA, perché MOSSA gli aveva prestato i soldi, gli ha messo la cravatta al collo, e lui credo che … allora … inc … “Ah, ma tu possibile che non lo sai?” (disturbo di linea)
P
Ah, allora PITTA no … la … la quota sua gliel’ha data tutta a MOSSA?
M
Eh, non lo so, adesso chiamerò il notaio oggi pomeriggio (qui MELZI mente spudoratamente, perché sapeva benissimo cosa avesse fatto PITTA, ancorché lo avesse sconsigliato di farlo, n.d.r.) perché PITTA si era impegnato a mantenere le cose, perché lì … forse per quello si sono scontrati, perché poi … si doveva partire perché se no si perdeva l’aereo … c’era lì anche la moglie, è stata una cosa abbastanza sgradevole … e io gli ho detto … … “Ah, tu lo sai!” … … ”Ragazzi … ” gli ho detto “ … io non lo so … non c’entro io nella vendita; l’amministratore … ” … sai perché poi loro non è che capiscan molto ‘ste cose, com’è ovvio no … dico: “ … l’amministratore … cioè … chi vende sono i soci, no l’amministratore; io se vendo una cosa della società a terzi, ma tra i soci l’amministratore non sa un cazzo, non partecipa ... ”; “Ah, ma possibile che tu … che … lui ti dice … ”, “Sì … ” dico “ … PITTA mi dice ma più spesso non mi dice … inc … e poi normalmente, regolarmente, fa quel cazzo che vuole lui; io non gli posso … eh … nonostante … più spesso quando gli ho detto a PITTA di non fare certe operazioni, lui le fa e io che cazzo posso fare? Io faccio l’avvocato, mica sono suo padre putativo, nemmeno lui mi ascolta … ”
P
Uhm …
M
Comunque va be’, alla fine … io ieri in aereo gli ho detto: “Ragazzi abbiate pazienza, io … c’ho grande simpatia per voi però più di tanto ecco … ” cioè ho detto “ … abbiate pazienza, chiedetelo … avete … PITTA ha detto che io lo sapevo? No”; “Eh, ma tu non è possibile che non lo sai, non c’hai avvisato”; “Ma … “ gli ho detto “ … ALFO’, a parte il fatto che non lo so, non potevo saperlo, ma … scusami … se PITTA vuol vende … ”; “Ah, ma si è impegnato 175
con me a livello di parola ecc … ”, sì … P
Sì, questo è vero, che ha detto che se vendeva …
M
Sì , questo (disturbo di linea) …
P
… doveva comunque avvisare
M
… lo sapevo anch’io, ecco, però, scusami … PITTA è due … un mese e mezzo che ti cerca, io gli ho detto che … se sapevo il numero, tu m’hai detto di non darglielo e quindi non gliel’ho dato, lui perché sembra che gli abbia detto che appunto … che aveva bisogno di soldi, doveva rientrare non so che cazzo, quell’altro gli ha messo la cravatta al collo e buonanotte; “Eh … ” dico “ … d’altra parte … STEFANO sai com’è fatto … è così … comunque … ” gli ho detto “ … la v … la vostra quota è tutelata perché voi avete il quarantanove più il due che ho io, qui noi siamo … dico noi … perché io a ‘sto punto non ho nessun tipo di simpatia e di rapporto con coso (inteso MOSSA, n.d.r.) … al cinquantun per cento … ”
P
Sì …
M
“ … e lui è in minoranza, faccia quel cazzo che vuole, cioè non può far niente senza di noi”; “Ah, ma vai GIUSE’, se tu mi dici così … inc … ”; “Ma certo che è così … ” dico “ … no”; “Oggi viene e sale lì coso (DOMENICO, n.d.r.) a controllare ‘sta situazione”; va be’ gli dico: “Guarda che io sono contento che viene a controllare … io comunque non ho ancora una prova che PITTA abbia venduto”; “No, ma sai, gli è scappato mentre parlava … ”; gli ho detto: “Va be’, e io che cazzo ne so … ” dico “ … c’ero io?” dico “No” e allora dico “Abbiate pazienza … ” dico “ … no, io rispondo di quello che faccio e credo di aver sempre fatto nella mia vita sbagli anch’io ma, voglio dire, in maniera leale; poi, l’impegno di PITTA lo ricordo anch’io, però, sai, impegno d’onore, se questo l’onore se lo mette sotto il culo ma … non credo apposta, perché ha dei problemi di tipo finanziario ecc ... e … ” dico “ … è vero che tu me l’hai detto di non dargli il numero di telefono -perché mi ha ossessionato per una settimana: ‘Ma è possibile che tu non lo sai?’ dico: ‘guarda, non lo so neanch’io’-, a s’to punto evidentemente questo qui ha dovuto fare … è stato costretto a fare dei passi; comunque, al di là di questo, ché anche questo se me lo consenti sono stronzate … sì è vero, la parola … alla calabrese … alla siciliana … alla napoletana … però, voglio dire … l’importante è che lui non ha intaccato la vostra quota né può intaccarla; io sono amministratore … ” dico “ … ho il cinquantuno, poi … avere un socio simpatico tra virgolette come PITTA può essere una cosa, avere un socio antipatico come quell’altro è un’altra ma non cambia un cazzo, perché se no STEFANO MOSSA si metterà in riga anche lui, non è mica … mica decide lui la società, la società la decide il cinquanta … la maggioranza … il cinquantun per cento è maggioranza … ”; mi ha chiesto se c’erano vincoli per l’aumento di capitale, io gli ho detto: “L’aumento di capitale bisogna … lo si può fare”; lui dice: “Ah, ma questo aumenta il capitale, ci fotte … ”; “No, non può aumentare il capitale ché ci vuole la maggioranza qualificata, settantacinque per cento”; quindi questo è il discorso di ieri, abbastanza antipatico, ma io ho detto: “Ragazzi … ” eh … dico “ … se voi mi provate che io sapevo qualcosa e devo dire che non lo sapevo, potete anche dirmelo … qualcosa … a parte il fatto che io non posso lavorare su quattro tavoli ecc … PITTA fa quel cazzo che vuole lui, e l’avete anche provato … ” dico “ … no, quante volte gli ho detto di non fare delle cose e le ha fatte comunque; poi, d’altra parte PITTA è PITTA, io sono io, cioè non è che posso … (sorride) non ho potere di interdizione … ” dico “ … anche a voi vi ho dato certi consigli e avete fatto quello che avete voluto, e mica mi son lamentato … ” no, dico …
P
Uhm uhm …
M
(si sovrappongono le voci) … sbaglia … fa quello che può … … inc … va be’ … sono un po’ così loro sai … io capisco anche eh, per l’amor di Dio, in senso buono, no … … inc … una mezza parola, tirano delle conseguenze che in parte son giuste ma in parte sono anche sbagliate cioè … chiaro che PITTA … poi io sentivo che PITTA gli ha chiesto scusa … “Eh, sì, ma sai, avevo dei problemi, avevo bisogno di un miliardo, avevo una scadenza ecc … … inc … della banca m’ha detto che me li dava … ” per cui è andato, credo, a … veramente a farsi fare la cravatta, perché deve averglielo ceduto a prezzo mol … troppo basso, no … 176
P
Porca miseria …
M
“(si sovrappongono le voci) … colpo io insomma, no … ragazzi … ” dico “ … Cristo … ”, comunque, va be’, adesso … anche lì “ … stiamo calmi, oggi questo viene, gli farò vedere gli atti ecc … ”, ecco da lì è scattato il meccanismo “Allora mettiamolo in sicuro se no questo vende anche la nostra quota”, dico: “Guardate, fin lì non lo può fare ché io c’ho le lettere già vien più difficile, non muove un cazzo, questa non è roba sua … ” dico, no, quindi, ecco … inc …
P
Uhm uhm …
M
“ … cioè, sulla roba sua, lui, se dà una parola e magari viene meno, ecco, questo è deprecabile però eh … per assurdo, lo può anche fare, se questo aveva … doveva dare un miliardo non so a chi e, dico, non c’aveva i soldi, che cazzo si può fare?”
P
Uhm uhm …
M
“ … Però la roba vostra è roba vostra … ” dico “ … questo non … ”
P
Va bene …
M
Comunque, sai, no …
P
Comunque, adesso lui praticamente vorrebbe eh … intestare tutto a altre società …
M
Adesso lui vuole intestare le quote … (si sovrappongono le voci) … le quote, ecco, a fiduciari del coso (inteso di ANDALI Fortunato, n.d.r.), no … e mi ha detto, cioè io ho detto: “Va’ che questo bisogna dirlo a SA … ”, “Sì sì, chiamo a SALVI, ma facciamo due società … ”, “Va be’ dico, ragazzi … ”
P
Perché due?
M
Eh?
P
Perché due società?
M
Due società perché ci sono l’AGRENAS e le due cose, no, la GMP e l’AGRENAS
P
Ah … la … due società …
M
(si sovrappongono le voci)
P
… una per l’AGRENAS …
M
Sì sì …
P
… che compra l’AGRENAS e una che compra la GMP
M
Sì, va be’, io gli ho detto: “Scusate … a ‘sto punto mi dite quali sono le società, io lo dico a coso, a … a SALVI” … inc … “Sì., no, bisogna dirlo a SALVI, ecc … ”, “Va be’, quindi … ” dico “ … già la cosa è corretta, non è che sia … ”
P
No, no, no, son d’accordo che verso … nei miei confronti è corretta, però … vendendo la GMP e l’AGRENAS con la scrittura privata che c’ha PAOLO della quota sua, come fa … fa … se lo immagina di non avvisarlo a PAOLO?
M
Ma, secondo me, scusami, ecco, questo oggi glielo dirò, per me il discorso di PAOLO deve restare, poi alla fine siamo de … abbiamo detto che i conti si fanno; se PAOLO dovesse appunto rendere indisponibile la roba di … (disturbo di linea) per cazzi suoi perché dice una roba e ne fa un’altra, a questo punto (disturbo di linea)
P
Adesso ti sto sentendo un poco poco a singhiozzi, provalo un po’
M
(disturbo di linea)
P
Adesso ti sento bene, eh, niente però, ma … non può fare ‘sto coso senza che lo viene a sapere PAOLO, perché PAOLO c’ha la scrittura privata sua
M
Eh, certo, certo …
P
(Si sovrappongono le voci) eh eh, hai capito? Come … come fanno a fare già tutto escludendo 177
PAOLO già da adesso? Senza che lo viene a sapere non è possibile penso M
Eh, lo so, lo so, difatti oggi glielo dirò anch’io
P
Eh, glielo devi dire che se lo facciamo perché non ci fidiamo di PITTA è un conto, ma se lo facciamo per no … perché non abbiamo fiducia di PITTA e vogliamo, contemporaneamente, escludere PAOLO già da adesso, io non so se è possibile senza che PAOLO lo venga a sapere …
M
No, no, no …
P
Io non credo che sia possibile, però tu questo … lo devi dire tu se è possibile o meno
M
No, ma no, scusa SALVI, te lo dico subito con molta franchezza … c’è una scrittura, poi lui si rivolge a me, però se io … finché gestisco io le quote ne rispondo, ma quando le gestisco io non posso rispondere più, questo è il problema, e lealtà vorrebbe che io glielo dicessi se, da domani, per dire, io non sono più il fiduciario, capisci? Eh, anche questo è il discorso, perché sai … dopodiché …
P
Allora, in pratica, tu dovresti dire a PAOLO: “Guarda, io non sono più fiduciario … la scrittura privata te l’attacchi al culo”
M
E gli dico: “È passato … per … per volere ovviamente del … del … degli altri soci, è passato ad altri” quindi potrebbe limitarsi a dire questo, senza dire che sono due, sono in tre, sono in trentadue … ma comunque, senti, questo non è ancora deciso, perché io oggi vedendo … (si sovrappongono le voci)
P
Eh, perché sai … no … non voglio per due motivi: non voglio perché, innanzitutto, diciamo che una scrittura privata dovrebbe avere un suo valore …
M
E ce l’ha il suo valore
P
Eh, appunto, non è che uno gli si viene tolto qualche cosa perché se no un domani me lo possono togliere anche a me (questa è la preoccupazione di PAULANGELO, alla fine: non che DESOLE venga pregiudicato, ma che un domani lui possa seguirne la sorte, n.d.r.)
M
No no no …
P
Hai capito? Voglio dire che la scrittura privata che c’ha PAOLO non credo che si possi an … si possa annullare senza che lui lo venga a sapere
M
no, con lui c’è l’accordo, certo … inc … che lui sappia che fiduciariamente c’è qualcun altro; ecco poi … scusami, io … per dirtela proprio sempre così chiara fino in fondo … io non ho problemi, io faccio il professionista, va bene, se c’è un altro professionista che mi succede va bene, mettersi in mano a degli amici calabresi (amici calabresi della componente già calabrese, n.d.r.) che, va be’ con tutto il rispetto eh … non lo so se va altrettanto bene eh, tanto …
P
Eh …
M
… io gliel’ho anche detto questo “Ragazzi, io non so un cazzo dico, non so chi sono, vedete voi, insomma non … mettetevi d’accordo, siete in tre (disturbo di linea) tutto insomma ecco … ” va be’ … senti, ultima cosa perché poi anche questo … eh … adesso lui dice sempre … “Il rapporto con PAOLO … ” dice “ … inc … deve cacciare questi cinquantotto e trecento, pensaci tu, dillo a SALVI che ci pensi lui perché io a ‘sto punto, siccome lì c’è da fare ‘sti conguagli economici e c’è bisogno di soldi, a me mi sta bene che li metta a disposizione lui, poi io, la mia parte, sono novemila diecimila euro ci rinuncio e buonanotte”; ecco anche ‘sto discorso che va bene per certi versi, però …
P
Va be’, comunque ieri abbiamo fatto i co … i conti; tu devi soltanto ehm … aggiornare quel tipo di …
M
No, ecco, io sì, dico io …
P
… conteggio del conguaglio e …
M
Ecco l’aggiorno … no no esatto, io l’aggiorno … 178
P
… e invece di essere ALFONSO che deve dare a PAOLO, dopo è PAOLO che deve dare ad ALFONSO, però non …
M
Ecco, io l’aggio … sì, ecco …
P
… non cinquantotto, qualcosa in meno perché si devono defalcare … inc …
M
No, no, no … i dati glie … glielo mando oggi …
P
Eh …
… Il passaggio seguente è uno dei più importanti per dimensionare correttamente il ruolo di MELZI, in quanto dimostra, tra l’altro, il suo diretto interesse economico in tutta la vicenda e non solo in termini di parcella e di rimborso spese …. M
… ché lui è lì dall’avvocato e m’ha detto che mi chiama, glielo mando pure, tanto è dall’avvocato, non ci sono nomi ecc … se lo prende; ecco, dopodiché però PAO … SE … SA … . SALVI, sempre per essere assolutamente corretto e trasparente … “Sì, però … ” io gliel’ho detto “Ragazzi però il cerino adesso ve lo passate tra di voi ma mica me lo date a me … ” no, dico “ … alla fine, perché … “ dico “ … qui ci sono delle cose anche che mi spettano eh, … inc … se poi PAOLO non fa fronte io che cazzo faccio? Perché per me siete tutti e tre, poi se PAOLO fa fronte o fa fronte chiunque, sono felice lo ringrazio pure, ecco però … “ dico “ … sai … ” dico ” … inc … (ride)”, dice “Eh, sì, PAOLO … poi sono cazzi tuoi”, “No, non sono cazzi miei … ” dico “ … eh (sorride) scusa eh … ” gli ho detto “ … con molta franchezza … sai che se no (sorride) qui anch’io continuo ad andare avanti indietro come un cretino e … e va bene … inc … ”, sì, poi era una battuta … “No ho detto così per dire”; sì, però adesso tu giustamente non parli con PAOLO, ci parliamo noi, va bene, però PAOLO potrebbe essere e ieri gliel’ho detto quando ha chiamato lui alla una ecc … dico “PAOLO, quella roba lì che hai continuato a dirmi alla noia, ‘sti ‘sti … eh … ‘ste commissioni che ci sono ecc … ”, “Sì, no … adesso … una parte ce li ho in tasca … ”, lui non ha detto naturalmente che tu avevi avuto già quel piccolo acconto, e tu, lealmente … inc … l’hai detto, difatti … eh … ALFONSO l’ha apprezzato, … inc … “Però … ” voglio dire “ … adesso bisogna che presto o tardi … inc … presto … ” dico “ … tiri fuori anche gli altri perché se no ecco … lì a quel punto ci rimango in mezzo io”, dice “Ah sì sì, sono cazzi tuoi … ” e dice “li puoi … evitarli”, va be’ dico: “ALFONSO, il fatto che t’abbiamo detto di stare alla finestra, non abbiamo mica detto però che adesso, a ‘sto punto, la responsabilità ce la (disturbo di linea) noi, anch’io … ” dico “ … no scusami, io sto lavorando avanti indietro … inc … non è che … o gli interlocutori siete tutti e tre, i clienti amici siete tutti e tre, o se è solo uno, che poi è quello … non è raggiungibile ecc … e … non mi sta bene, se poi lui fa fronte, io sono più felice di tutti, ecco però … cerchiamo di capirci perché questi sai … le mezze parole diventano poi dei discorsi interi, no … ”
P
Eh … eh
M
Eh … … inc … scusa, adesso anche questo diventa antipatico; io, come tu avrai visto, non antepongo mai i pagamenti alle prestazioni, però dico … mi è stato detto poi anche da lui: “Tira le somme di quest’anno ecc … in modo tale che evitiamo”, dico … dico: “ALFO’, eh … ” dico; “Sì ma io devo ricevere … ” e dico “ … sì però, se per caso questo qui, per una qualsiasi ragione, non può … non ce la fa ecc … che cazzo … ci rimango … in mezzo io?”; “Eh, ma io ne ho tirato fuori già ta … ”; “No, quelli che hai tirate fuori, per quanto mi riguarda, son quelli lì ed erano solo … ” si era anche dimenticato, dico no, di una quota, m’hai dato atto e dico: “ma che cazzo ne so io?”; “ah, ma io poi c’ho altre cose”, va be’, capisci, altre cose con PAOLO … “che cazzo ne so io?” dico; va be’ “anche qui … ” gli ho detto “ … cerchiamo di mettere … ”
P
Ascom! Ascom! (fonetico) Ma … la parte che poi ti aspetta a te non lo puoi anche inserire aggiornare quel … quel conguaglio che …
M
No, gliel’ho aggiornato, gliel’ho dato a tutti proprio in termini assolutamente precisi al millesimo, non alla lira 179
P
Eh
M
Va be’ adesso, insomma …
P
Eh insomma …
M
Lì … diciamo che ieri c’era un po’ di tensione, spero che adesso ‘sta tensione venga meno ecc … perché … anche per quello t’ho chiamato, a me fa piacere, oggi lui se n’è andato, no …
P
Uhm …
M
… che venga lì … (si sovrappongono le voci)
P
DOMENICO
M
… che gli farò vedere anche lui, perché dice (ZOCCOLA, n.d.r.): “Ah, DOMENICO mi rappresenta”, e va bene … che io ad un certo punto ieri … ti dirò anche di più, in aereo, l’altra sera alla fine ci siamo seduti vicino, lui ed io e gli altri non c’erano, gli ho detto: “Senti … sai che gli amici sono simpatici ecc … però non è la cosa più bella del mondo … inc … non sembra che siamo a questi punti … ”; “Sì, no … ma sai … noi … ”, allora l’ha girata così “ … siamo soci, uno per tutti tutti per uno, quello qui che … che va per me va anche per gli altri … ” m’ha detto “ … sai perché anche con gli altri io c’ho degli impegni ecc … ”; “Va be’, qui adesso … ” gli ho detto “ … la torta si allarga, c’hai degli impegni ma sei tu che … il rapporto ce l’abbiamo con te, io di questi qui che cazzo ne so” dico no …
P
Eh …
M
… inc … e gli ho anche detto, dal mio punto di vista, gli ho detto: “Guarda io sono un po’ giù, ecco … anche perché … ” dico “ … ragazzi, finché si parla di soldi e va bene, non è un problema, i soldi si trovano, si perdono, si fanno, si incasinano e va bene, quando si parla di altre cose non mi sta bene, eh … ” gli ho detto “ … dico ALFO’, diglielo, perché se succede qualcosa, con tutte le ragioni che uno può avere … ” dico “ … io … mi trovate dall’altra parte, eh … ” dico “ … io non voglio sapere un cazzo, anche questo per quanto rigua … ”; “Ah, PAOLO, poi … i conti … ecc … ”; “No, PAOLO un cazzo i conti, PAOLO … siccome … se sbaglia in termini economici ne risponderà in termini economici, altre cose io non le voglio sapere neanche per sbaglio eh … e se le so … ” dico “ … guardate che … io non … c’ho la mia coscienza … c’ho c’ho c’ho … tengo famiglia, voi tenete famiglia … se date i numeri … e io ve li … vi rimetto in riga, diglielo … ” gli ho detto “ … perché certe cose non … cioè … non le voglio sentire io … inc … ”
P
Uhm uhm …
M
“Ecco, no, tanto, adesso, scusami … stiamo sempre nei limiti di … inc … ”; “Eh, ma sai … tu non sai … se a me succede un inciampo … ”; “Va be’, succede un inciampo amico … un inciampo si vedrà come rimediare all’inciampo, ma non è che con questo se uno per caso ti fa uno sgambetto, si sbaglia, ti fa cadere, tu lo … lo … lo … … inc … fai lo stesso, se no … eh eh … ” e siccome ieri c’era sul giornale una certa cosa, che avrai visto giù in Sardegna no, e gli ho detto: “ … ragazzi … ” gli ho detto ancora ieri sera, gliel’ho fatto vedere il giornale, gli dico “ … guardate che cosa cazzo succede qui … ” eh, dico “ … spero che sia solo qui … ” dico “ … tra … tra indigeni, non … non tra gente che si muove a livello internazionale … inc … ” (vds. riscontro citato al termine della telefonata n.d.r.)
P
E va be’ …
M
… inc … faccio la mia deontologia, non è che gli posso di … … inc …
P
Comunque … comunque oggi tu quando lo vedi a DOMENICO glielo dici che con la scrittura privata la idea che aveva lui non è fattibile; se poi ALFONSO e lui ti propongono una soluzione per scavalcare questa scrittura privata … (va osservato come, a fronte di considerazioni decisamente pesanti da parte di MELZI, PAULANGELO non solo non faccia commenti che vadano al di là del monosillabo, ma addirittura passi con disinvoltura a tutt’altro discorso, di natura – manco a dirlo – molto “pratica”, n.d.r.)
M
No … ma io … ma io scusa, ci sono di mezzo io adesso scusa … 180
P
Non lo so che … se se se …
M
SALVI, me lo dicesse anche il Padreterno, SALVI, io dico: “Ragazzi, ma vo … cioè, al solito, poi dopo girano il cerino a me?” dico “ … ma non … non per me, ma per deontologia, dico io se va bene, quell’altro … siccome ho sempre detto: la cassa di compensazione c’è, nessuno ci dovrà perdere e le cose verranno fatte giuste … ”
P
Sì sì …
M
“ … ecco, verranno fatte giuste, non si può in prevenzione dice fare una cosa … ”
P
Appunto …
M
“ … non esiste al mondo perché se no questo già sospetta quando non deve sospettare, a ‘sto punto sospetta giustamente” (insomma, DESOLE va tutelato soprattutto per i danni che potrebbe causare al gruppo, facendo venire meno apertamente la sua lealtà, n.d.r.)
P
Eh, dopo sospetto giustamente, e se tu l’avvisi che quella scrittura privata la dovrà rievocare, eh puoi star sicuro che abbiamo il c … il casino …
M
No, ma io gli ho detto io … ”Guardate che (si sovrappongono le voci)
P
Quello va direttamente dal … quello va direttamente da FRANK, eh … (il concetto di MELZI, perfettamente condiviso, viene ancormeglio esplicato da PAULANGELO: il rischio concreto è che DESOLE si rivolga al magistrato di Zurigo e spari a zero, n.d.r.)
M
Poi gli ho detto: “Se vengo esautorato, io debbo dirlo, non è che posso far finta di niente … ” dico “ … scusate … ” gliel’ho anche detto “ … voi mi state facendo il culo perché PITTA … che io non c’entro un cazzo e lo … potete verificarlo … su quella roba lì in cui gli ho dato, c’è addirittura un impegno io scritto, non solo morale e professionale … ”
P
Eh … eh …
M
Dico “ … non dico un cazzo, ma siete scemi?” gli ho detto
P
Eh
M
Gli dico “Poi che questo abbia i suoi torti, lui, voi un altro … gli si vedranno, c’è il modo come vederli; ma io in prevenzione poi se … se voi potete farlo” gli ho detto, lui d’accordo con PITTA, perché PITTA a ‘sto punto credo che è incazzato anche lui e non ne voglia più sapere no, gli ho anche detto: “Guardate che … andateci piano, perché scusate PITTA avrà sbagliato, non dubito, però voglio dire, che abbiam bisogno domani che venga a sostenere certe tesi, dopo, domani, ci manda a fare in culo, vi manda a fare in culo”, no … (insomma, lo stesso problema si pone anche per PITTA, n.d.r.)
P
Eh
M
dico anche qui, dico “no, cazzo se … inc … se non è … non è successo nessun danno per quanto rigu … (disturbo di linea) … la cessione a MOSSA … ”
P
Sì
M
“ … (disturbo di linea) che siano antipatici o simpatici (disturbo di linea) … conta, se danno non ce n’è, e non ce n’è sicuramente … ”
P
Uhm uhm …
M
E dico “ … ragazzi non potete mica neanche trattarlo … va be’, era giusto … “ dico “ … ditegli quel cazzo che volete dirgli, però voglio dire, non è che domani (disturbo di linea) … assumer delle rogne per nie … cioè anche lì … inc … cioè il discorso è questo, sono un po’ … inc … troppo unilaterali (disturbo di linea)
P
Sì sì sì …
M
Eh, non puoi … inc … vedi già una persona … dico anche a me io poi … inc … simpaticamente gli ho detto: “ALFO’, abbi pazienza (sorride) … ” dico “ … io sto lavorando, e va bene, lavoro per tre (sorride) non puoi dire che … inc … (si sovrappongono le voci) … se poi quello … 181
P
No ma … è antipatico …
M
(si sovrappongono le voci) … compensazioni (si sovrappongono le voci)
P
No, è antipatico prendere posizioni in questo tipo di mentalità
M
E ma certo ecco, è una mentalità la loro, capisci? E lui … eh dice “infatti quel discorso della responsabilità … ”, gli ho detto: “ma ragazzi, vi abbiamo detto tutti … ”, poi ieri mattina io tra l’altro non avevo dormito un cazzo, no, ero un po’ frastornato all’inizio, dico: “Ma … … inc … la responsabilità … tu l’hai detto … ” ma dico “ … cazzo, ma questo qui cos’ha? Lui risponde di s … di per sé, dice che interverrà lui perché lo conosce, lui dialoga meglio ecc … per appianar le cose ma mica dice che può assumere la responsabilità di un altro, cos’è, neanche … neanche fosse suo figlio potrebbe farlo o dirlo, insomma no, ma è la stessa cosa, lo stesso cultura, che con me dice: ‘ah, ma a me mi d … quello mi deve dei soldi, fatteli dare tu’; dico va be’ amico, certamente, se li dà io sono felice, non c’è problema, son compensazione … ma se non li dà che cazzo faccio? Abbi pazienza … ” dico, no, eh … dico “non so … ” In sottofondo si sente una DONNA dire: “No … . … inc … ”
M
Non solo, detto questo … (si sovrappongono le voci)
P
(rivolto a una persona che si trova accanto a lui) … non senti che sto al telefono! Te l’ho detto già prima …
M
Eh, gli ho detto: “Detto questo è meglio che parli io che non voi … ”
P
Eh …
M
“ … ché sull’accordo è meglio che parli SALVI che non voi, però non vuol dire scaricare la responsabilità su SALVI e su me, no … ” voglio … cioè capito? No … la stessa cosa qui adesso “No, questo ha sbagliato allora giriamo la frittata”; “No, giriamo un cazzo la frittata, eh … ” dico “ … che poi ha sbagliato è tutto anche (disturbo di linea) scusami … anche lì; può avere sbagliato, può essere fragile come io continuo a sostenere ecc … purtroppo è così, però voglio dire , bisogna anche vedere se ne vengono fuori dei danni”; io gliel’ho anche detto, dico: “Tu ti preoccupi, e io capisco anche per l’amor di Dio, però finora non ti è successo un cazzo, no … voglio dire, no … eh … stiamo anche a questo, no, per cui se questo non è credibile, … inc … non sarà credibile per nessuno, no?”
P
Eh …
M
Comunque andiamo per gradi, non possiamo neanche crocifiggere la gente prima del tempo, no, capisci?
P
Uhm …
M
Va be’, comunque, no, ti ho voluto parlare a lungo perché cazzo con … poi oggi probabilmente quando c’è lì questo qui … magari ti chiamiamo, anzi ti chiamiamo sicuramente perché vorrei che su ‘sta roba prima gliene parlo io, e poi dopo … magari chiamiamo anche te; ecco, tu sappi quindi che io … se ti chiamo è perché c’è lui e vorrò che ti darà questa roba qui e tu gli dici: “No, guarda, dico, va bene, se sostituiamo la … il rapporto fiduciario lo dobbiamo sostituire ma non possiamo non dirglielo, no … eh … ”
P
Eh no! Questo no …
M
In più vediamo … vediamo con chi lo sostituiamo perché capito eh … io sono un professionista, interessi non ne ho, c’ho uno studio, ne rispondo, anche … sono iscritto all’ordine ecc … mettermi in mezzo a dei calabresi, che magari saranno anche miliardari, non ho idea, però domani non sai neanche chi cazzo sono, non lo so … ecco, a ‘sto punto bisognerebbe dirgli: “Ne rispondete voi a pieno titolo”, se però non ne rispondono cosa cazzo ne fai?
P
Eh …
M
… inc … anche questo no … eh …
P
Il cazzo! Cioè ci sono due cose da risolvere: innanzitutto non si può fare e … un passaggio senza 182
parlarne con PAOLO perché c’è una scrittura privata e questo non si può fare assolutatissimamen … almeno … giusto? M
Certo
P
Ecco, poi, seconda cosa: loro hanno il diritto, perché è stato promesso che anche col consenso di PAOLO, di avere la parte di quello là che sta a Cuba … (qui si riferisce a KOPP, n.d.r.)
M
Sì, certo certo
P
Giusto? Ecco … però … quella è la quarta parte; la parte di PAOLO …
M
Sì, ma quello … quello (si sovrappongono le voci)
P
… la parte di PAOLO a chi andrebbe secondo lui?
M
No la parte di PAOLO … cioè sostanzialmente rimane congelata, ché lui dice questo … il concetto è questo: eh … loro e tu siete affidabili, lui non lo è; noi lo togliamo di mezzo già fin d’ora, poi, se dopo non sarà lui che si toglie di mezzo …
P
Sì, ma se lo togliamo di mezzo e chi gliela diamo?
M
Sì, però formalmente … ma no, va be’ … se lui fosse d’accordo si può anche fare, perché poi … (si sovrappongono le voci)
P
Ma lui non sarà d’accordo
M
Ma no, ma certo, lui sospettoso com’è, per certi versi ha anche ragione eh …
P
Però tu dici che se fosse d’accordo si potrebbe congelare e non intestarlo a nessuno
M
Scusami, ma lui ha fatto il casino … scusami ... il casino (disturbo di linea) fatto no … perché a me l’aveva detto, che lui era già convinto che l’avessero fatto fuori di qui o l’aveste fatto fuori voi di lì, io gli ho detto: “Guarda, assolutamente no”, si è messo buono quando io spontaneamente, perché è la verità, gli ho detto: “Ma guarda, ma chi cazzo (disturbo di linea) detto ‘sta roba? Ne rispondo io … ” e lui a quel punto lì s’è acquietato, l’ho detto anche al padre
P
Eh …
M
Non posso prestarmi a fare … a parte che … eh … la cosa mi passa sotto il naso, ma non posso mica prestarmi a fare una roba del genere no … (si sovrappongono le voci)
P
No, ma appunto, una scrittura privata …
M
Ma non solo, questo … no,bisogna dirgli … no … (si sovrappongono le voci) al limite dirgli …
P
… una scrittura privata deve essere una cosa che vale
M
… bisogna dirgli: “Guarda PAOLO, per ragioni di opportunità, per mettere un altro … a difesa, un’altra barriera ecc … si passa a una società; ecco, anche questo subentrerà nel rapporto fiduciario anche con te, no
P
Eh …
M
Questo è il (disturbo di linea) … orso corretto, secondo me
P
Ma appunto, però se si … se si passa in maniera di difesa perché PITTA sta facendo degli sbagli o quello che sia, ma comunque lui e … sarà sempre con una scrittura privata tutelato
M
E certo, certo …
P
Ecco, è questo che gli devi dire a DOMENICO …
M
PITTA in verità … eh …
P
… che non sarà possibile fare quel tipo di prevenzione che dice lui, non è possibile
M
No, no … mi fa … mi fa piacere che tu sei d’accordo perché (disturbo di linea) poi … poi scusa PITTA anche lì, non bisogna … adesso io non voglio difender nessuno perché … 183
P
No, ma non è che io sia d’accordo, perché cosa significa …
M
(si sovrappongono le voci) PITTA … PITTA se ha sbagliato, cioè l … PITTA ha disposto anche … inc … ammesso tutto … scusa, se questo aveva anche un impegno di un miliardo che se no andava per aria, come cazzo fai a dirgli … cioè voglio dire … sì, lui avrà detto: “Certo, sto in società volentieri con voi … ma se non ti pregiudica … eh … voi ho capito che non avete simpatia per quell’altro … inc … ”
P
Eh …
M
Cioè la stessa cosa lui quando c’era MOSSA aveva detto: “Ragazzi io devo vendere, c’ho i miei problemi, volete comprare voi?”, lui ha detto di no, dice “Che cazzo posso fare?” poi poteva essere MOSSA, poteva essere un altro più simpatico …
P
Uhm …
M
ma adesso scusami, gli interessi di ciascuno non è che … inc …
P
Scusa, GIUSEPPE posso farti una … una domanda?
M
Anche due
P
Ma ade … adesso tu hai detto: “Sì, mi fa piacere che sei del mio parere, però, ammettiamo che io fossi stato del parere loro, no … tu …
M
No, io … io … (si sovrappongono le voci) no, io …
P
oppure loro vengono da me e con la mentalità che hanno, sai come sono no, mi dicono: “Eh, ma se tu ti metti d’accordo con noi, la scrittura privata la possiamo fare annullare e facciamo quello che vogliamo fare”
M
(si sovrappongono le voci)
P
Secondo te … secondo te se …
M
Io non posso farlo PAOLO, io te lo dico … (si sovrappongono le voci)
P
Ecco, tu devi dire soltanto che non lo … non …
M
Ma PAOLO, per primo c’ho la mia coscienza, primo, secondo …
P
No … no, lasciamo perdere la coscienza …
M
No, ma (si sovrappongono le voci)
P
… perché se no questi mi danno il cerino a me, dicono: “Vedi, tu avevi detto che saresti stato al limite, al limite eh, d’accordo”, che poi non è vero perché se no non ci sarebbe bisogno che io m’incontro con ROGER FURER (fonetico) con PAOLO …
M
E certo
P
… se così fosse, allora che cosa vado a discutere a fatr … eh … per quei soldi là; quando mi prendo questo, quello se li può anche tenere al … al limite, no … allora non sarebbe neanche necessario che vado a discutere
M
No … il problema è questo, che loro come sempre danno per scontato quello che scontato non è; loro danno per scontato che PAOLO è già d’accordo con quei (si sovrappongono le voci) …
P
No … ma tu no …
M
… e non tira fuori più un cazzo
P
Va bene, ma sono d’accordo che … (si sovrappongono le voci)
M
Andiamo a verificarlo, certo …
P
No no, ma ammettiamo pure che sia così, che … e che PAOLO è d’accordo con quelli e … non cacciano una lira, allora, in quel momento, noi possiamo sempre dirgli però a PAOLO a priori che se non caccia la lira la responsabilità sarà … sarà la … la tua; però il problema che voglio dirti è un altro, che se tu mi dici: sono … “meno male che su … tu sei d’accordo con me”, 184
ammettiamo che io fossi d’accordo con loro perché quelli là dicono “Eh, ma noi pensavamo che tu eri dalla parte nostra”, sarebbe possibile annullare una scrittura privata? No M
No, non è possibile cazzo, ci sono delle (si sovrappongono le voci)
P
Appunto, basta! Perché se tu gli dici …
M
Ma non solo, io ti dico di più
P
Se tu gli dici a loro “Guarda che è possibile ma dovrebbe essere d’accordo anche SALVI”, quelli il cerino me lo danno a me, mi capisci?
M
No no no, lo so questo, no (si sovrappongono le voci)
P
Allora tu mi devi solo dire “Guarda che non è possibile” …
M
No, ma io …
P
… se no mi dai il cerino a me
M
PAOLO, ma io ti dico più di più un’altra cosa; anche il discorso quando il concetto fin … giusto é questo: che siccome abbiamo la possibilità poi di mettere a posto tutto alla fine …
P
Eh …
M
… dico alla fine, perché adesso scusa, io voglio andare anche av … più avanti
P
Eh, vogliamo vedere la fine
M
(si sovrappongono le voci) … che lì … che lì non viene a casa un cazzo, no da … da …
P
Eh …
M
Dal discorso …
P
Ammettiamo
M
Va bene e sappiamo però ieri vi siete messi d’accordo, l’ho sentito con le mie orecchie, quanto ci dovrebbe essere e quanto sarebbe giusto che venisse fuori no, ecco
P
Sì …
M
… inc … va bene, è inutile ripeterlo, ecco … nel discorso della Sardegna, scusa la franchezza, già vale molto di più; domani, se si va avanti, e lì siete … siete tutti e tre, varrà ancora di più; a ‘sto punto, scusa, non è mica detto … non puoi mica a uno dirgli: “Cazzo, tu devi dieci e ti portiamo via cinquanta, no” eh, cazzo … (da questa argomentazione si può desumere l’ulteriore e sottointesa notizia che in Sardegna già erano stati investiti soldi del gruppo e, in particolare, dei Calabresi n.d.r.)
P
Eh
M
… anche questo non mi sembra corretto …
P
No no
M
… nei confronti di nessuno, non su di PAOLO, o di te, di quell’altro
P
No no no, quello che deve …
M
(si sovrappongono le voci) … che se uno dice scusami …
P
O no?
M
… oggi dieci, vale dieci, va bene, per arrivare a cinquanta ci vogliono dei soldi, e a ‘sto punto uno deve dire: “vediamo se ce li tira fuori”, no?
P
È chiaro
M
Questo discorso no, è chiaro, ma bisogna esser corretti, no … veramente, in termini sostanziali, non perché adesso lo penalizzi, peggio … se poi io gli ho anche detto: “Guardate che questo qui poi … già è difficile da disciplinare, se poi si fa così, chi cazzo lo tiene ‘sto Sacramento qui, no? 185
P
Eh, no, poi ce l’ha … poi fanno la guerra eh, poi fanno la guerra
M
e … una guerra e … (si sovrappongono le voci)
P
Che vanno … vanno di mezzo tutti
M
Eh, chi ci guadagna a ‘sta guerra?
P
Nessuno
M
Io non l’ho mica capito, no, ecco …
P
Ah, non lo so, non lo so …
M
In più, oggettivamente, scusa, bene, tu … tu … de … il tuo … il tuo quota è dieci e sbagli per dieci, va bene, non puoi pagare per venti no, non esiste no …
P
Certo
M
È questo, non è … va be’, comu … comunque cazzo ragazzi, uhm …
P
Eh … (sbuffa) ecco, capisci … inc … perché …
M
Sì, no … (si sovrappongono le voci)
P
… Ieri a me mi ha fatto (si sovrappongono le voci)
M
(si sovrappongono le voci)
P
No! No no, capisco perfettamente e m … e ti ... credimi … eh …
M
No (si sovrappongono le voci)
P
… ma con tutto il cuore GIUSEPPE, che me ne dispiace molto che tu sia coinvolto in … in questa situazione …
M
Sì, no, no, va be’ …
P
e … e che adesso hai avuto pure questo dispiacere di avere a che fare con quella gente che adesso la pensano con una mentalità …
M
Sì, no …
P
… che io non … non condivido affatto
M
Affatto, poi ti dico l’ultima cosa … così, adesso poi … sui soldi, ti ripeto, si rimediano, buonanotte, io … il campo del mio lavoro non c’ho rendite ecc … infatti gli ho anche detto: “Guardate che a me la percentuale me l’avete offerta … ” dico “ … non mi tiro indietro perché per l’amor di Dio … ”
P
E certo
M
“ … però non ve l’ho mica chiesta io no … ”
P
Certo
M
Dico “ … per cui … per me quello che conta di più è il mio lavoro ecc … ” ecco, però, gliel’ho detto proprio su quello “ … scusate adesso (ride) … non potete mica … sai perché qui la correttezza sostanziale è una cosa, quella for … ”; “Ah, ma no, ma tu … inc … fatteli dare”; dico “Scusa (ride) sì, certo, glielo dirò pure, perché è sempre un giroconto, ma metti che questo qui ha … ” perché … capisci … è tutto a senso unico, no … danno già per scontato che quello lì non dia un cazzo, “ … e se non dà un cazzo allora mi girate il cerino a me adesso per quel poco che non è niente rispetto al resto”
P
Certo
M
Capisci che è tutto un discorso (ride) un po’ (ride) …
P
Certo
M
unilaterale, hai capito no, “Ragazzi … ” dico “ … cerchiamo di essere c … anche se uno non è 186
corre … ”; P
Ah …
M
“Va bene, lo vediamo … ”; “però a ‘sto punto non è che ci scarichiamo la responsabilità … ” perché questi qui, mi sembra proprio … eh, gliel’ho anche detto, dico “Ragazzi, questo è il gioco all’incularello che non sta mica bene no … ” eh dico, non … dico “ … per quel poco che mi riguarda, perché poi posso anche dire: ci rinuncio, non lo so, ne faccio a meno, mi tiro fuori … ” perché gliel’ho anche detto ieri: “Ragazzi, qui adesso stiamo abbottonati, io non posso passare … ventiquattr’ore al giorno su queste cazzate, poi uno dice di qui, l’altro dice di là, a interpretare a fare … ” io gli ho detto “ … e non fraintendete dico: il discorso dei vostri amici, volete intestare la società, a me sta non bene, benissimo … ” dico “ … ma devono essere d’accordo gli altri, no … ”
P
Uhm uhm …
M
“ … e poi fate quello che volete; anzi … ” gli ho detto “ … se interviene un gruppo che ha la sua capienza ecc ecc … è un altro schermo, anche se a mio parere non ce n’è bisogno perché lì in Sardegna non arriva un cazzo di (si sovrappongono le voci)
P
uhm … no, comunque oggi quando (si sovrappongono le voci)
M
(si sovrappongono le voci) … voglio dire, loro sono … loro sono più tutelati, PITTA ha scritto una … inc … PITTA, ecco adesso ti ho detto …
P
Uhm …
M
Se ha sbagliato, può essere … inc … questo è un conto, ma ha sbagliato gestendo la sua roba, non la roba altrui, perché …
P
Eh! EH, eh, eh, eh ...
M
… ha fatto un discorso da dire, scusami … .(si sovrappongono le voci) c’ha … c’ha un debito
P
Sì, sarà un errore che poteva avvisare, però …
M
Sì, poteva avvi … ecco, l’unico errore che ha fatto, però lui infatti ha detto: “Eh, ma io non sapevo dove trovarti l’ho chiesto a GIUSEPPE” questo è anche vero … poteva dirlo, non so, magari poteva dirlo a te, non lo so se ha confidenza, però voglio dire … ecco, questo è un errore così, però non bisogna anche lì drammatizzare, perché loro ti pigliano un’unghia e ti costruiscono un castello no …
P
Eh …
M
… il chè non va bene, no, a mio parere, perché … adesso, io, poi, sull’aereo, tranquillamente gli ho detto: “Ragazzi, avete ragione”, “Eh … la parola … ”, “Sì, però ragazzi, se uno ti dice che ha dei problemi e ve l’aveva anche detto a sua volta, guardate che STEFANO MOSSA è dentro perché … ” dico “ … purtroppo lui … ” dico “ … e se tu gli dici che non ce li hai o non glieli vuoi dare ecc … giustamente … ”
P
Uhm uhm …
M
“ … e non puoi neanche pensare che questo qui s’impicchi per conto suo, no adesso cazzo … ”
P
Eh …
M
Dico “ … non vi siete mica sposati (sorride) in fondo no … ” dico “ … va be’ qui (ride) si tratta di affari … ”; “Eh, ma poi lui l’ha venduta a ba … ”; “Benissimo; a ‘sto punto gli potrai dire: ‘GIOVANNANTO’, eh noi ti abbiamo dato un prezzo giusto, tu di di … ’ ecco, dopodiché il prezzo è già moltiplicato cinque volte, GIOVANNI ANTONIO non dice un cazzo … voglio dire, gli errori che sono errori, ecco, se se li paga lui, se li paga lui; io, quello che vi posso dire, dico che pregiudizio … io sono l’amministratore, non so un cazzo … ma pregiudizio non ce n’è perché voi avete, con le mie due quote, il cinquantadue … il cinquantun per cento, quindi state assolutamente tranquilli”; ha detto “Ah, sì, ti spiace se viene domani MIMMO a verificare?”; “Figurati! Viene MIMMO a verificare, ci sono i libri, anzi, ci tengo anch’io, però … ” dico “ … 187
poi basta, non rompete più i coglioni perché anch’io non è che possa diventar matto più di tanto”, no, capito … P
Uhm …
M
Eh, va be’, comunque niente, ci siam detti tutto e …
P
Uhm …
M
… siamo tranquilli, dai …
P
Va bene
M
Eh … se ti chiamo oggi sai qual è …
P
Sì
M
… il discorso, io adesso …
P
Va be’, tu magari inizia il discorso un poco daccapo se no si accorge magari che tu (si sovrappongono le voci)
M
No, io glielo dico: “Ragazzi, qui ci son delle scritture precise, io … scusate
P
Eh, no … eh … normalmente, se tu mi telefoni, è per domandarmi la mia opinione, che, normalmente, non è neanche necessaria; gli devi dire che non è possibile “È inutile che chiediamo a SALVI”
M
Sì sì certo certo
P
capisci?
M
sì sì, no, ma sai perché ... anche perché in questo scusa, una battuta che un giorno m'ha detto PAOLO, per essere sempre chiari e corretti ... inc ... dice "Ah, ma questa qui non è una democrazia"; cioè ... ha ragione, cioè voglio dire ... se il mandato è individuale e io c'ho rapporti con te e con lui, non è univoco e allora si dice due decidono per ... anche per l'altro ... no! Ho detto: "Guardate che ... "
P
no
M
" ... io, puta caso, le scritture sono una a te una a lui e una a quell'altro ... "
P
eh ...
M
" ... poi se 'sto ... 'sto cavolo qui l'ha lasciato in giro e ... questo (si sovrappongono le voci)"
P
sì, sono cavoli sua sì, però non ...
M
"però voglio dire io ... " ma questo gliel'ho spiegato (si sovrappongono le voci)
P
... non vuol dire che si annulla (sorride)
M
scusa io mica posso ... scusa io c'ho un rapporto con te, domani mi ... mi permetto di decidere io con gli altri se salti fuori ...
P
no ...
M
... dopodiché tu vieni a dirmi: "Ohé bello mio, che cazzo hai fatto" no ... dico no ...
P
no ... no ...
M
... scusa, questo è un dato ... non è solo di correttezza personale, amichevole ecc ... . è un dato contrattuale, deontologico, preciso ...
P
esattamente
M
... che domani ne rispondo io dei danni, eh ...
P
eh ...
M
… personalmente, anche in questo, sai, cazzo, dopodiché mi dicono: “Sì … vatti a far pagare … (si sovrappongono le voci)” 188
P
No, perciò tu quando viene oggi ti fa questo tipo di proposta …
M
Eh …
P
… gli dici: “Guarda, l’idea della società per tutelarsi da PITTA va bene, però sappiate che deve essere avvisato PAOLO che riceverà una nuova scrittura privata, e non si può fare a meno che lui non la riceva … ”
M
Certo
P
“ … perché … perché se no … ”
M
(si sovrappongono le voci) se poi … se poi … (si sovrappongono le voci)
P
“ … perché se no non possiamo neanche farlo … ”
M
No … (si sovrappongono le voci)
P
“ … perché … perché PAOLO, avendo una scrittura privata, non si può intestare a un’altra società”
M
No, esatto, se poi questi, perdonami, se questi sono loro amici, e certamente sono loro amici, cui però … a ‘sto punto è meglio, son più tutelati ancora, però a PAOLO glielo devono dire no?
P
Sì, perché riceverà una nuova scrittura privata
M
Eh, certo … certo …
P
Eh, e glielo devi dire, se poi dice “Eh, ma sicuramen … qua e là” allora lui … vedrai che … lascerà perdere, lascerà perdere perché … inc … o si fa una società nuova, che poi costa un sacco di soldi e tutto questo andazzo, quando invece PITTA ha preso soltanto e ha venduto la parte sua, mica la nostra …
M
Sì, certo, poi aggiungi …
P
… perciò alla fin dei conti, tutto questo non è proprio per niente necessario … .
M
… inc …
P
… io penso che tutto questo loro lo volevano prendere come spunto …
M
Ecco, io spero … inc … scusami … per certi versi spero anch’io, perché per finire, ma te l’ho già detto, adesso, a ‘sto punto PITTA, sai, è bello, buono, caro ma anche lui c’ha la sua testa calda, cioè se domani … andiamo a chiedergli di venir su in Svizzera a giurare …
P
Eh …
M
… e certo ci manda affanculo me …
P
Eh
M
… per primo, voi e (si sovrappongono le voci)
P
Eh, e questo gli devi dire … questo gli devi dire
M
Anche perché qui tra l’altro corriamo … stiamo … eh … tutto non è solo un rischio così … eh … sai benissimo … anche la (si sovrappongono le voci)
P
Appunto, a noi adesso ci fa comodo anche …
M
Ieri sera gli ho detto: “Amici miei (si sovrappongono le voci)”
P
… che lui …
M
… inc …
P
… no, tu ti … gli devi dire solo una cosa a … a loro, che adesso ci fa comodo che PITTA sta un po’ in debito con noi moralmente
M
è esatto, questo che sto andando a (si sovrappongono le voci)
P
Questo gli devi dire! Perché se no … inc … col problema che eh … che PITTA ci potrebbe 189
aiutare a risolvere in Svizzera, dopo no … no … ci manda a cacare e … allora, sinceramente … e … abbiamo un problema … M
Lo so (si sovrappongono le voci)
P
… più grosso quando adesso possiamo proprio evitarlo ‘sto problema, fagli questo ragionamento, prova un po’, fammi sapere, ok?
M
Ecco, SALVI, l’ultima cosa: se dovesse chiamarti PAOLO …
P
Sì …
M
… e ti chiamerà, no …
P
Sì …
M
… ecco anche perché adesso risolviamo anche ‘sto piccolo problema perché io … se lui dovesse effettivamente averli a disposizione ‘sti soldi, adesso ‘sti pagamenti che io … cerco sempre di risolvere il problema
P
I q … i quattrocento? Sì
M
Ecco, no, ma i quattrocento tanto meglio, ma anche se ha la … gli altri, non dovrebbero essere questi benedetti … commissioni ecc … così sistemiamo le cose ché io … debbo sistemarmi anch’io, fare alcuni pagamenti … (si sovrappongono le voci)
P
Certo
M
… che se è possibile andare in discesa, ecco, io non creo … sono uno che non crea problemi, no, voglio dire …
P
Va bene
M
Potrebbe anche dire: “Ma … oggi, domani, dopo … ” ma ecco … tanto perché io ieri ho voluto puntualizzare la cosa, dico: “Ragazzi, qui non potete scaricare per ogni co … (ride) … inc … ”; “Eh … ” dice “ … sì, son … (ride) pensaci tu”; “eh, ci penso io (ride) … ”
P
No no
M
“ … cazzo, ci penso io … e quindi lavoro due volte per cercar di sopravvivere … ” dico no, in più … (ride) hai capito? Va be’ insomma purtroppo …
P
No no
M
… la cultura loro è (si sovrappongono le voci) …
P
Fammi …
M
… infatti ieri, in verità erano soddisfatti e gli ho detto: “Sì, ma ragazzi … questo Cristo qui che è qui ... (ride) … non è che possa fare il cireneo per tutti quanti … ”
P
Chiaro
M
“ … adesso (disturbo di linea) … cercherà di accertare lui la cosa, però, se non dovesse venir fuori … ” dico “ … che cazzo fa lui, no?”
P
Va bene, fammi sapere, d’accordo?
M
Va bo’, ciao
P
Ok, ciao caro
A riscontro del riferimento fatto da MELZI ad un articolo apparso sulla stampa il giorno precedente, ad indicare l’uso del metodo mafioso o, comunque, della violenza per regolare i rapporti interpersonali all’interno di gruppi criminali, da una ricerca effettuata è emerso che il 26.11.2003 era apparsa la notizia inerente un «agguato mortale alla figlia di BOE» a Lula, in cui la figlia quattordicenne del noto bandito sardo era stata raggiunta da una scarica di pallettoni alla testa, poi dichiarata clinicamente morta (cfr. articolo stampa comparso su “La Nuova Sardegna del 26.11.2003 – All. 190
“ST/B”). Lo stesso giorno (27.11.2003), dopo aver parlato con DESOLE, PAULANGELO chiama MELZI e gli dice di fare un fax alla OXALIS con il quale chiede entro 48 ore la restituzione dei 400.000 EURO. …Poco dopo, MELZI riceve una chiamata anche da DESOLE, che gli ribadisce di inviare un fax alla OXALIS con il quale chiede la restituzione dei fondi. …Sempre con riferimento agli smobilizzi dall’OXALIS, quello stesso pomeriggio MELZI riceve la chiamata da ANDALI Fortunato. Nel corso della conversazione, MELZI gli riferisce che c’era uno sviluppo positivo «su quei quattro là». Successivamente, MELZI invia un fax alla società OXALIS, così come suggerito da DESOLE: «nonostante le ripetute conferme da Voi offertemi, nessun versamento è a tutt’oggi pervenuto sulla banca a Voi indicata. In mancanza di un adempimento immediato – a mio malgrado dovrò denunciare il Vostro comportamento alle competenti Autorità. Distinti saluti». Con il citato fax MELZI aveva inviato anche le precedenti richieste formulate alla OXALIS e di cui si è fatto cenno, che però non erano state intercettate. La prima lettera datata 22.09.2003 che MELZI indirizza all’attenzione di FURRER è del seguente tenore: «in qualità di Direttore Responsabile e procuratore della EVAX VENTURES S.A. dal 18.03.2003, preso atto dei risultati insoddisfacenti della Vostra operatività, confermo formalmente la richiesta di interrompere dalla data odierna (22/09/2003) ogni negoziazione. Di conseguenza, Vogliate mettere a disposizione i fondi residui intestati alla società. Rimango in attesa di Vostro immediato riscontro, riservandomi di indicare l’Istituto a cui far pervenire i fondi. Ringrazio e invio i migliori saluti». La seconda lettera è datata 20.10.2003 ed è indirizzata oltre che a FURRER anche a STREBEL: “Prego voler trasmettermi – con cortese urgenza tutta la documentazione delle operazioni effettuate sul c/c EVAX che mi è necessaria per fare un rendiconto dettagliato ai miei assistiti. Prego, altresì, voler confermarmi la disponibilità dei fondi residui:all’esito potremo incontrarci per definire i rapporti societari. Confidando in un vostro sollecito adempimento, invio i migliori saluti». Nella tarda mattinata dello stesso giorno, PAULANGELO lascia un messaggio nella segreteria telefonica di MELZI 275: «ciao sono di nuovo io ... ascolta sono riuscito a parlare con quello che sta … in Svizzera … m'ha chiamato e ... mi devi chiamare urgentemente per ... perchè c'è una soluzione di avere ... immediatamente i 400 ... però mi devi chiamare urgentemente per metterci d'accordo come perchè dovrai fare un fax, ciao ... fammi una chiamata subito». Nel pomeriggio, MELZI chiama studio e viene avvisato che aveva già chiamato due volte «DOMENICO amico di ALFONSO», dicendo che voleva parlare con MELZI e che avrebbe richiamato. 276 …Poco dopo, ZOCCOLA e ANDALI si sentono 277. ANDALI chiede istruzioni, se partire o meno, perché era da due ore che MELZI diceva di essere in arrivo. ZOCCOLA lo rassicura e allora ANDALI decide di andare verso lo studio del legale. MELZI non è ancora arrivato a studio, quando viene chiamato nuovamente da PITTA 278… Ancora in attesa di MELZI, ANDALI consulta nuovamente ZOCCOLA 279, in quanto alle 17.30 sarebbe partito l’ultimo treno disponibile per rientrare. ZOCCOLA suggerisce di prendere il treno e tornarsene a casa e ANDALI commenta che tanto non avrebbero concluso niente ugualmente.
275
(tel. n. 6072 delle 12.21 cell. MELZI – vds. All.“RIA/355” Faldone nr. 5) (tel. n. 6091 delle 14.59 cell. MELZI – vds. All.“RIA/744”) 277 (tel. n. 223 delle 15.29 intercettata sull’utenza nr. 0041792112132 – vds. All.“RIA/747”) 278 (tel. n. 6103 delle 15.41 cell. MELZI – vds. All. “INT/2/53”) 279 (tel. n. 224 delle 15.57 intercettata sull’utenza nr. 0041792112132 – vds. All.“RIA/748”) 191 276
…Nella serata dello stesso giorno, IAZZOLINO Sergio chiama ANDALI Fortunato Domenico280 A:
Siii!
I:
ohè salute MICU'!
A:
ohèla salute com'è?
I:
com'è?
A:
tutto a posto, sto... arrivando... ancora... sono arrivato adesso a... là sopra, adesso fra... fra poco devo arrivare dove abito io, un'altra mezz'oretta!
I:
e pe... quando stai lì?
A:
asco... eh?...
I:
quando stai lì?
A:
...e non lo so... devo vedere SE... adesso domani... più tardi vedo a coso... (inteso ZOCCOLA, n.d.r.)
I:
eh
A:
...che io sono andato lì dove abbiamo mangiato, ho parlato e... insomma in sostanza... non può fare più di tanto! (inteso FALZETTA, n.d.r.)
I:
non può fare niente no?
A:
e... cioè lui... sinceramente non lo so fino a... però penso che... sinceramente SE... non è... non è disposto eh!..
I:
si si...
A:
...non so cosa dirti... e... capito?... belle parole assai però...
I:
ahhh ah
A:
...al fatto... e poi non è che doveva chi sa che eh!...
I:
eh!
A:
...niente, comunque... io parlo con coso e poi ci... penso che ci sbrighiamo lo stesso se... non ti... non m'hai capito?
I:
ma se no già il lunedì potevamo vedere di incontrarci lì!
A:
no che se no si... come no!... eee... vediamo io domani... ascolta adesso parlo con lui... domani ti chiamo e ...inc... ci vediamo, come ci mancherebbe SE!
I:
allora dato che lunedì io dovrei essere... verso lì... ci... ci troviamo qu... là sotto dove abbiamo...
A:
dove eravamo l'altra volta?
I:
eh! dove abbiamo mangiato!
A:
e... se è il caso si... non ti preoccu... ascolta...
I:
eh!
A:
...io adesso parlo con lui domani e ti chiamo, va bene?... SE?...
I:
pronto?
A:
SE?
I:
pronto?
280
(tel. n. 307 delle 21.33 intercettata sull’utenza 0041792190462 – vds. All. “INT/2/56”) 192
A:
ohù?
I:
si ti sento
A:
si, mi senti?... ascolta io adesso... parlo con quell'amico mio quà no...
I:
pronto?
A:
...e domani ti chiamo, va bene?
I:
...inc... domani...
A:
SE?... non ti sento!... SE?
I:
ci sentiamo domani!
A:
ci sentiamo domani okay! ciao
…Nella tarda mattinata, PAULANGELO chiama MELZI 281 e, dopo aver parlato degli affari WFS/OXALIS discutono circa la mutata strategia degli investimenti in Sardegna …
M
..inc...ho parlato con l'altro amico là (con ZOCCOLA, n.d.r.)
P
Si
M
gli ho detto “anche lui è d'accordo così” perché gli ho detto che non si poteva fare diversamente
P
ho capito
M
che ecco...che se ne parli col terzo, ecco però m'ha detto...ma ne parleremo poi io e lui, cioè voi due
P
ah...ah
M
per cosa dire, a chi lo dire, se glielo dici tu eccetera...dico va bene per me non...non è un problema però dico guarda che qui ci sono gli aspetti, oltre che di rapporto che io consiglio sempre, ma anche di tipo giuridico...non è che possa, capito?
P
si...si..si
M
ma no...ma comunque direi che non ha fatto problemi, insomma no (riferito a ZOCCOLA, n.d.r.)
P
okay
M
anche perché...cioè io ci tengo ad essere corretto ma io non ho dubbi
P
okay
M
dico quindi...evitiamo fraintendimenti, cosa
P
ma se ieri ti sei visto poi con quello là (qui si riferisce a DOMENICO, n.d.r.)
M
ma poi non è venuto perché qui c'era un temporale terribile, mi ha telefonato
P
Ah
M
mi ha detto che stava pensando a...a una società, gliene aveva parlato (a FALZETTA Vincenzo, n.d.r.) però non m'ha detto niente, mi ha detto che si faceva vivo
P
uhm, va bene
M
comunque va bene, l'importante adesso è sapere le società solo che non siano nei casini
P
si, va benissimo
281
(tel. n. 6145 delle 12.12 cell. MELZI – vds. All. “INT/2/57”) 193
M
No
P
Okay
M
ecco, e poi
P
che poi sai magari dopo vedendo che incomincia ad arrivare delle cose promesse
M
per me si
P
forse si calmano anche un poco (nel senso che, se ZOCCOLA e la componente calabrese avessero visto un DESOLE collaborativo e, soprattutto, l’arrivo dei fondi apparentemente da lui bloccati, forse avrebbero cambiato atteggiamento nei confronti di DESOLE medesimo, n.d.r.)
M
per me si, si calmano tutti e poi anche
P
eh
M
eh, anche col discorso lì, ma è chiaro che va fatto a lio (fonetico ndr.)...scusami, da una parte può essere interessante per chi ha la società che abbia uno...inc...consistenza, però scusa la franchezza, se sono giri i calabresi non mi piace, non lo farei ...si sovrappongono le voci...
P
eh
M
hai capito?
P
eh...vaglielo a raccontare però
M
e no ci penso io magari dai
P
eh,va bè
M
ad un certo punto scusa non è mica facile eh
P
eh...eh...eh...eh, bravo
M
va be...
P
bravo mi piaci
M
okay
P
mi piaci...
M
e va bè dai cazzo...inc...anche...anche pugliesi o anche napoletani o anche milanesi insomma, non ho capito
P
no...no, no...dobbiamo essere persone come si deve e basta
M
asco...e dai...dai va bene
P
cioè per me possono essere anche africani però che siano come si deve
M
si, è chiaro ...conversazione disturbata...
P
va bene
M
… qualcosa di solido perché cioè...inc...si trovano delle soluzioni basta ragionare, siccome però qui putroppo io ho capito, ed è brutto questo, cioè c'è una apparente amicizia, pacche sulle spalle però cioè...il dubbio sistematico, la sfiducia di fondo c'è su tutto e su tutti...no, per cui va bè...insomma
P
eh
M
è un modo di vivere che a me non piace ma comunque (cioè … ci devo convivere, ma a me non piace, n.d.r.)
P
si...si 194
M
pazienza, vediamo di venirne fuori con calma...ecco, facendo prevalere il buon senso...no
P
va bene, va bene, va bene
Nel pomeriggio, GRANO chiama ANDALI
282
:
A
PI'...
G
ah ...inc...
A
ohu... e niente... che mi aveva chiamato il COMPARE l'altro giorno...
G
ieri sera ...inc...
A
eh, ieri... eh... che... niente... ascolta: ora io... io domani... cioè... la domenica...
G
eh...
A
...devo salire là ché il biglietto l'avevo già fatto...
G
eh...
A
...la moglie di ALFONSO... ascolta, ascolta... no, no... è possibile che magari... perché dobbiamo parlare... è uguale...
G
lui la do... lui la domenica sera è qua...
A
io... la mattina... io me ne vado la mattina...
G
lui... sicuro la domenica sera con la moglie è qua...
A
...inc...
G
..che devono fare un'imbasciata là da PINO
A
eh... e niente ascolta... e allora lo sai che fa? Dovrebbe parlare ...inc.. con quell'amico mio
G
va bene, lui...
A
hai capito?
G
...ci sta fino al lunedì sera...
A
ah... ma là? Sempre là, no? Dove avevamo mangiato, no?
G
...inc... no, non dove avevamo mangiato; lui deva andare un minuto da PINO LO PRETE...
A
eh...
G
e poi...
A
...e loro si vedono là poi...
G
...si incontra là, dai... si sovrappongono le voci;
A
ecco...
G
dagli i numero che loro si... quando... si sovrappongono le voci;
A
ok, va bene, poi gli spiega... gli spiega tutto lui perché... è a posto, eh PI'?
G
eh...
A
glielo spiega ALFONSO com'è la cosa che...
G
ma l'ha trovati a quelli... tutto?
282
(tel. n.173 delle 16.11 intercettata sull’utenza n.0034677247486 – vds. All. “INT/2/58”) 195
A
sì, no...ma per l'altro che... c'è un'altra... quota là, m'hai capito?
G
sì, sì...
A
ohu... eh...
G
...inc... di là?
A
no, là praticamente ci... ci... ci resta tutto a noi poi...
G
sì, però dico...
A
...tutto regolare!
G
ma hai trovato a chi... chi fa l'operazione... tutto?
A
sì, niente, comunque... c'è quell'amico di là... non è che.... PINU'...
G
e va be', ma lui s'è... s'è spaventato
A
e va be' ohi PI'... ho capito, però...
G
è una cosa regolare...
A
ohi PINO ho capito... si sovrappongono le voci;
A
...per quello stiamo cercando...
G
...per questo MICO ti vole... il COMPARE ti vo... ché noi l'avevamo già trovato... pure chi se lo compra già
A
no, comprare no...
G
...inc...
A
no, comprare... e va bene, allora tu parla con... forse che... ascolta: c'abbiamo un'altra possibilità... PINU', che noi andiamo praticamente al duecento per cento... pure più...
G
sì, ma ho capito... e c'è pure la possibilità che... si sovrappongono le voci;
A
bravo! Ecco! Ecco!
G
...inc... i soldi e se la prende
A
eh... bravo! Allora ascolta: sale... sale il COMPARE?
G
e sì... e sì... e sì... sì, lui sale...
A
...inc...
G
...sale domenica... già c'è... c'è il biglietto...
A
va bene, ascolta...
G
...e lunedì c'è il ritorno
A
lunedì... lunedì se... lunedì mattina va ALFONSO... si sentono prima... ascolta... che gli spiega per filo e per segno, che è tutto in ordine e forse è meglio così allora...
G
eh...
A
...se no ci ...inc.. diversamente, va bene?
G
eh, se no ci fa venire una persona... io ora ci ho parlato con... si sovrappongono le voci;
A
asco... ecco, bravo! Asco... 196
G
...inc... una persona e ci parla con voi...
A
se lo fai salire adesso è meglio, così ALFONSO gli spiega pure...
G
no! E' già là... è già là... è un imprenditore di là...
A
e allora... e allora mi senti a me?
G
eh...
A
allora è meglio che... perché è una... è un affare PINO, è una cosa fuori del normale
G
e allora senti, guarda a me... ora io... quel giorno, quando sale da LO PRETE, salgono insieme con questo, e ci parlate davanti...
A
senti a me... che manco te l'immagini a quanto arriviamo, dai...
G
va bene
A
va bene, ok si salutano.
Va sin d’ora anticipato che l’arrivo a Linate di IAZZOLINO e consorte viene monitorato da servizio di o.c.p. condotto da personale dipendente 283. In particolare, al loro arrivo, i due vengono prelevati da un uomo ed una donna a bordo di una Mercedes targata BT 000 RM, risultata intestata a MORINI Emanuela, moglie di DILETTO Alfonso, personaggio che verrà identificato insieme a ZOCCOLA, IAZZOLINO e tale BARBERIO Maurizio il 1.12.2003 all’aeroporto di Malpensa (cfr. infra). …Nel tardo pomeriggio, GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato Domenico 284: A
si
G
eh MI'
A
PINO!
G
cos'è?
A
eh e niente, tutto a posto... sono stato con ALFONSO prima...
G
eh, ma lui può scendere?
A
...inc... gli ho dato il numero... si lui scende...
G
scende?
A
...gli ho lasciato il numero io eh!
G
ah quello del compare, allora tu...
A
eh, c'ha anche il tuo... però per lunedì no l'appuntamento?
G
va bè io non ci vengo... io non ci vengo MI'
A
fa niente comunque ascolta PI'...
G
eh!
A
aspe... un minuto, un minuto... [oh che ti chiamo fra un minuto, no ha già chiuso]... oh?
G
oh!
A
PI'?
G
dimmi!
283 284
(cfr. relazione di servizio – All. “OCP/AB”) (tel. n.175 delle 17.53 intercettata sull’utenza n.0034677247486 – vds. All. “INT/2/62”) 197
A
... ascolta eh... vedi... che senta bene il... compare e ascolti perchè c'ha un idea buona lui hai capitio?
G
ah c'è un idea buona?
A
digli di vedere... ma questo è di... è un paesano nostro questo che sale per...?
G
si, nooo... è uno che... è già al nord che lavora là... fa questo lavoro ...inc...
A
a... ascolta pa... parlando più... perchè volevo sapere questo, te lo accenno un attimo no!
G
eh!
A
e... lui si... si può fare... ascolta, questo quà se la prenderebbe lui, come vuole fare... o vuole partecipare?
G
loro, loro... loro sono... cinque o sei costruttori e comprano e fanno...
A
ah ecco però ascolta noi la quota per quell'altra l'abbiamo, questa che prendiamo adesso no... siccome noi se la prendiamo noi... ci costa... un terzo praticamente...
G
si
A
...e penso che a loro gli dobbiamo dare il valore normale PINU'!
G
si... ma tu dici...
A
cioè...
G
...io ...inc... vendo mille lire...
A
ecco
G
...gli dici tu... tu gli dici tu mi conviene questo...
A
allora...ecco allora gli diciamo
G
...inc...
A
...bravo, bravo...
G
...poi ve... poi vediamo noi quanto ...inc...
A
ah... perchè noi a quest'altro... allora io gli dico prima di parlare con SERGIO solo...
G
e allora sai che... sai che ...inc...
A
...perchè è meglio perchè al prezzo che la prendiamo noi è proprio buttata PINU'...
G
...vedi che il co... il compare c'ha un appuntamento... fino a mezzogiorno...
A
eh!
G
...tu calcola che verso le tre, giusto, le quattro sei di nuovo là?
A
eh... chi io?
G
aspetta! [quando? verso le otto]... allora il ritorno lui c'ha il rientro verso le otto, verso le quattro comunque... si trova là... di nuovo là ...inc... dove ci siamo visti noi più o meno
A
lui vie... viene coso...
G
eh si, verso le cinque...
A
eh!
G
...sopra il pomeriggio fallo l'appuntamento
A
si... ascolta! verso che ora? che glielo dico già adesso, verso le cinque là...
G
e... verso le cinque per essere...
A
...verso le quattro? 198
G
...pre essere sicuro alle cinque ...inc...
A
va bè alle cinque là a...
G
si, si ...inc...
A
...dove siete... a quel ristorante...
G
...prima... prima del traffico si
A
va bè alle cinque, allora ti raccomando però prima fai parlare il compare con lui eh a ...inc...
G
va bene
Poco dopo, PITTA chiama MELZI 285 e parlano del rapporto con ZOCCOLA ed i calabresi: P
ascoltami
M
dimmi
P
mi sta telefonando sempre quell'antipatico (inteso ZOCCOLA, n.d.r.) ... che dice che ha risolto... che a qua... che a là... e io non... non
M
lascialo stare... ti... vuole che io parli con... con Stefano... mi manderà a cagare... digli che … la metà... 49... il 15 per cento lo comprano loro...
P
basta... ascolta... no... non si può così... no... no... sono gentaglia
M
va be'... io aspetto...
P
sai cosa ti dico ...o ... o Giuse'
M
...inc... questo... si spiegano al momento...
P
Giuse'... ti posso dire una cosa?
M
si
P
e poi ho finito... escitene anche tu... che gentaglia
M
...inc...
P
o ti metti alla testa loro... allora gli dici che cazzo vuoi... come stavo per... quasi per fare io ieri... e poi mi son frenato... come l'altra volta... oppure...
M
no... ma io sono d'accordo... io non c'entro un cazzo... io c'ho solo il 2 per cento lì... l'unica cosa che... loro hanno paura se... adesso scusa... parlando seriamente... loro temono che tu gliel'hai messa in culo ...inc... guarda che tu le quote... cioè... Giovanni Antonio va be'... è simpatico eccetera... quest'altri sono quelli che sono (i fratelli MOSSA, n.d.r.) ... ma voi (ZOCCOLA e soci calabresi, n.d.r.) avete 49 più 2... sono 51... è la maggioranza... quindi, non rompere il cazzo... non hai perso niente... lui è traumatizzato, ma non capisce...
P
non gli fanno nessun aumento al valore... quelli... non... non è cosa...
M
...inc...
P
che cazzo vuole lui... cosa vuole?
M
gli ho detto... ma c'hai in mano il 51 per cento... però deve fare i conti con te... punto e basta... poi chi se ne frega... no ma adesso dice... no perchè... tra l'altro è cretino... no?... perchè... scusami... dice... io esercito il diritto di prelazione... va bene... dopodichè... scusa... gli ho detto... guarda che se tu gli fai sta roba a MOSSA... lo puoi fare... no?... devi pagare lo stesso prezzo... poi lui ci mette in culo...
P
...inc...
M
no... scusami... la fa peggio... lui ti mette in culo... che tu hai ceduto a PITTA, per cazzi tuoi, per
285
(tel. n. 6224 delle 18.22 cell. MELZI – vds. All. “INT/2/63”) 199
coprire, perchè magari vengono a fotterti... no? e quell’altro lo esercita su... sul... sul 49 per cento... hai capito? E non capisce...no... pensa che MOSSA adesso... poi figurati, è un caino che non finisce mai... no? E dico... guarda che questo lui non... cioè... non... non so boh... no... ma sai l'unica cosa che ha? E' un bravo ragazzo nonostante tutto... no?... a parte va be'... c'hanno i loro giri... ma... è arrogante... no?... cioè... non ca... no...avremmo fatto un casino, ma tu lo sapevi... dovevi dirmelo... c'hai tradito... ma dico... ragazzi... dico... PITTA c'ha i suoi interessi da tutelare... scusate... voi dico non c'eravate, lui aveva bisogno appunto di fare le sue cose... dico... non possiamo mica condizionarlo ah... ma lui mi ha dato la sua parola... si dico, ha dato la sua parola, ma finche può mantenerla... ma … tu pregiudizio... vu... hai un danno? ... no! Stai buono c'hai il 51 per cento... dopodiche MOSSA i conti con te li deve sempre fare... punto e basta... mi ha anche detto... ma se aumenta il capitale... il capitale non può aumentarlo che tu c'hai il 51 per cento... quindi sei protetto... che cazzo vuole... insomma... eh... non lo so... va be.... lascialo stare... P
guarda, mi sta passando tutta l'atmosfera...
M
MO... MOSSA...
P
di tutto...
M
no...perchè io dopo... anche... anche a me... sai... mi chiama sette volte al giorno... ho detto... va be'... ma voi ragazzi...
P
oggi avrà chiamato otto volte... nove volte
M
eh... lo so... che cazzo... no perchè sai... Giovanni Antonio... va be'... mi dispiace... mi ha tradito, però è simpatico, però lo perdono... ma cazzo ...inc... per adesso... dai ragazzi dico... facciamo... dico tu se c'hai un interesse da tutelare, che cazzo... vai da Giovanni Antonio, insomma... non ho mica capito... eh adesso... va bene tutto... no? Eh... poi lui, c'ha sta dote di simpatia umana...
P
poi la sua quota gliela posso...
M
ma gli altri sono...
P
la sua quota posso, posso... ora ce l'ha... la sua quota, eventualmente usano le quote de ... de... de... degli altri che mi potevano dare... io se voglio gli restituisco solo la quota sua... e basta...
M
no ...inc...
P
eh... di quei due, ma per dire …
M
si ...inc...
P
no e quello pure eh... adesso io mi metto d'accordo con loro due ...con Salvatore (inteso PAULANGELO, n.d.r.) …
M
hai visto che faccia... no... ma hai visto che faccia?... tra l'altro, scusami loro...
P
guarda io temo... quando ho ragione... a Gesù Cristo e alla Madonna... basta!... che siano Calabresi, che siano Americani...
M
no, no, no... è un appunto... anche
P
che siano Giapponesi ... me ne, me ne coso...
M
però, no... ma per dirti ... lì sono in tre (ZOCCOLA, DESOLE e PAULANGELO, n.d.r.) ... no... c'è quello là, il Sardo... lì del cazzo, il figlio di Gavino (inteso DESOLE Paolo, n.d.r.), c'è quell'altro (inteso PAULANGELO, n.d.r.) ... ma si sparano addosso... cioè non... non c'hanno... capito!?
P
...inc... no... no, comunque no... sta' a sentire, ascolta...
M
comunque tu non c'entri un cazzo...
P
no... io devo restituire solo il... la sua quota... e basta, degli altri due non li devo restituire, se non me lo dicono loro... (cioè lui è intestatario delle quote sia di ZOCCOLA, sia di PAULANGELO sia di DESOLE e vorrebbe restituire solo quella di ZOCCOLA, n.d.r.) 200
M
no, no... dai
P
no, no... si, si ...inc...
M
...inc... non fare...
P
e allora va bene
M
questo no... non far cazzate
P
eh... eh... va be'... ne parliamo... ne parliamo, a quando vieni tu?
M
Giovanni Antonio, non ne parliamo un cazzo... quella roba lì è loro... tu non sai se...
P
ehi... di nuovo... ognuno ha una sua quota
M
le quote lasciagliele...
P
ognuno ha la sua quota però...
M
si Giovanni Antonio... ti togli dai coglioni, punto e basta...
P
no... ad ognuno la sua quota... a lui gli aspetta quello che ha
M
ah va be', va be' Giovanni Antonio... non metterti nei guai, non esiste dai... scusa, va be'...
P
no, no, no, no... io...
M
...inc... questa non è roba tua …
P
dai... va be', dai dimmi... comunque sappi che io gli restituisco solo la sua quota... eh... ognuno ha...
M
no...
P
ognuno ha la sua, ognuno ha la sua...
M
Giovanni Antonio
P
cazzo
M
...inc... lui dirà...
P
ognuno ha la sua... se Salvatore mi dice di no... io non gliela do'
M
no... ma Salvatore ti dice di si...
P
ah... be'... se dice di si... si, ma se mi dice di no... no
M
ah... be', per il momento sono d'acco... no va be'... chiaro, chiaro, giusto, giusto... questo si, certamente... ma anche l'altro... pronto?
P
eia sono dalle parti mia adesso...
M
no
P
lui figlio di puttana è... figlio di puttana divento io...
M
no, no... ma nessuno ti ha fatto del male adesso...
P
va be', no, no... d'accordo... okay?
M
...inc... dall'altra parte...
P
va be'... ascoltami... a che ora arrivi tu domani?
M
io adesso vedo con l'aereo dai... sta tranquillo... senti una cosa
P
eh
M
guarda che domani... cioè... lunedì dobbiamo sistemare quel condono lì... se no è un casino... eh!
P
si, ma a che ora arrivi tu? Ma lunedì lo fai quel cazzo di atto... o martedì, o no?
M
...inc... Antonio... arriverò domani sera, qui domani non circolano le macchine... è un casino, domani sera prendo l'aereo alle nove e arrivo... 201
P
va bene
M
adesso dipende anche... lì col notaio, che … domani lo... pronto?
P
ehi... ti sento
M
domani devo parlare con l'avvocato lì... per vedere se il due ha confermato... perchè il due o il tre facciamo l'atto... capito?
P
va bo'
M
tranquillo, tranquillo... dai... va buono...
P
va buono, ciao
M
ciao, ciao
…Nel pomeriggio, IAZZOLINO Sergio chiama ANDALI Fortunato Domenico 286: A:
Si?
I:
ciao MICU'!
A:
SE com'è?
I:
sono qua io MICU'!
A:
ah sei già salito?
I:
si
A:
e m'avevi detto lunedì, se no lo facevo scendere anche oggi a quello!
I:
e quando t'ha detto lui?
A:
lui... m... il compare m'ha detto che il lu... tu arrivavi il lunedì verso le cinque!
I:
ma che racconta... il ritorno!
A:
o Dio mio!
I:
il ritorno!
A:
io... ascolta!... e io sono quà a co... sono salito già... viene co...
I:
ah!
A:
...non te l'ha de... non c'hai parlato con il compare?(inteso GRANO Giuseppe, n.d.r.)
I:
si c'ho parlato però io do... domani alle cinque... per le cinque le sei sono di nuovo quà!... perchè c'ho il ritorno c'ho!
A:
si ma tu ascolta... tu, io io pe... ma ...inc... almeno come avevo capito io m'ha detto... il lu... il lunedì là era al ristorante, o no?... o te ne devi scendere il lunedì?
I:
no, si il lunedì sono di ritorno... sono di ritorno là là vicino al ristorante si!
A:
ho capito.. e vi vedete lunedì, o no SE?
I:
si lunedì pomeriggio... domani
A:
ecco bravo allora va bene ...inc... verso che ora?
I:
ah domani pomeriggio... così...
A:
verso le cinque va bene o prima?
I:
ehhh... io c'ho il volo...
286
(tel. n. 318 delle 15.18 intercettata sull’utenza 0041792190462 – vds. All. “INT/2/64”) 202
A:
vedi tu!
I:
eh?
A:
vedi tu...
I:
si ve... verso le sei dai, verso le sei si...
A:
si ma pure se aspetta lui fa niente, arriva un pò prima e aspetta là
I:
...inc... se ce l'ha il numero mio poi mi chiama...
A:
te l'ho dato... te l'ho... gliel'ho dato il numero SE'
I:
così io salgo con quello salgo
A:
ecco io gli ho dato il numero tuo...
I:
d'accordo
A:
...ascolta!...
I:
ah... dimmi
A:
...ti raccomando SE' perchè me l'ha spiegato... vedi che... ascoltalo bene perchè, perchè c'è quell'altra che si... che ci prendiamo tutto noi quasi, capito?
I:
ho... ho capito, si non ti preoccupare
A:
che c'è... vedi, vedi tu con lui...
I:
già me... già me l'ha spiegato, già me l'ha spiegato ...inc..
A:
ecco bravo non ti fare... vedi tu con lui e... che ci sbrighiamo almeno sistemiamo... (si sovrappongono le voci, n.d.r.)
A:
va bene SE'... e se poi se è il caso che si deve arrivare di nuovo dove siamo andati, magari ...inc...
I:
...inc...
A:
...eh ci... prendiamo un altro appuntamento che scendo pure io, capito?
I:
va bene, d'accordo...
A:
va bene
I:
...e poi ti faccio sapere allora!
A:
va bene okay, ciao, ciao
I:
ciao, ciao
A:
ciao
Nella serata, MELZI e PITTA si sentono ancora 287. MELZI non è partito per Olbia e comunica a PITTA che l’atto con PETREI era stato fissato il giorno 4 dicembre per indisponibilità del notaio. Inoltre, MELZI ricorda a PITTA la necessità di pagare il condono per le sue aziende entro il giorno seguente. Poi ritornano sui rapporti con ZOCCOLA e i calabresi: M
quel cazzo di coso, di... di Alfonso che domani lo metto in pista io perchè adesso mi rompe
P
eh a me mi sta massacrando le telefonate...
M
ma questo è cretino voglio dire, scusami, adesso io ho parlato, l'altro ragiona di più quel Domenico lì è più ragionevole perchè dice che sono insieme, va beh... A Domenico gli ho detto "Domenico guarda che adesso scusami, che vi sia più simpatico Giovanni Antonio capisco ma quell'altro, eh, va rispettato anche lui cioè voglio dire, se noi gli facciamo un torto a, eh, Stefano"
287
(tel. n. 6288 delle 20.46 cell. MELZI – vds. All. “INT/2/65”) 203
e va bene... lui non ha fatto la prelazione eccetera che loro dicono "c'abbiamo i soldi" dice lui "noi prendiamo la metà" dice "La metà la lasciamo a lui" sie poi l'altro ti incula per il passaggio che hai fatto ti incula tutto l'intero però, no? Dico "Guarda che, cazzo, ma non non puoi mica pensare che quello lì se ne stia coi coglioni in mano!" dopodichè io adesso cercherò, non lo so, quando vengo giù gli parlo ma molto molto così se vuol darne allo stesso prezzo ma sai, questo sa che ha fatto l'affare lo stronzo P
no no no, non ne da....
M
figurati se lo da, ma figurati... sa che t'ha tirato la cravatta, poi gli ho detto "Scusa in questo modo tirate la eh, la cravatta anche voi" "eh, dice, non è che tiriamo la cravatta, piuttosto che darla a quello stronzo là, lo da a noi" "va beh, dico, ragazzi se vi facevate vivi prima e che cazzo potevo farci io cioè voglio dire..." poi se la son presa con me che tu dovevi dirlo, dovevi impedirlo ho detto "Ragazzi, ora io cazzo adesso ce n'ho piene anche le palle eh, di queste robe qui, perchè dico tu non eri reperibile, dico primo che cazzo te lo dicevo, sono stato anch'io dietro venti giorni senza sapere se eri vivo o se eri morto, eh bisognava aspettare, si ma dico gli interessi, tu c'hai i tuoi interessi e PITTA c'ha i suoi, eh dico adesso non aveva senso che quella roba lì dico "voi non avete perso niente avete il vostro cinquantun percento, non rompete i coglioni, no? eh! capito? va beh comunque, pronto?,
P
ehia
M
no perchè dice che loro c'hanno i soldi in co, so soldi in bocca, han tirato dentro non so chi boh, va beh so un loro amico, però niente lascia stare,
P
si ma non si può fare queste cose
M
io a Stefano, no a Stefano se Stefano, ma non credo scusa
P
no no no, ma non manda neanche se, neanche dirglielo no niente
M
beh ...inc... solo che il figlio di puttana è stato lui a dirglielo eh! vaffanculo, che coglione
P
bah... e va bene dai siovrappongono le voci
M
...inc...
P
...inc...quando vieni?
M
no ma l'altro dice che ha il vizio di fottere, capisci? che Stefano sa che ha fatto un affare, adesso pensa che magari gli svizzeri in qualche modo mollino, gli svizzeri lì non mollano giustamente, no?, cazzo il GRANO ce l'hanno, cioè capito, l'han messo lì a posta per fare una speculazione, non è mica... va beh, insomma,
P
va beh dai...
M
mai star tranquilli un momento, cazzo!
1°/12/2003 ....viene attivato un servizio di o.c.p. eseguito da personale dipendente dalle ore 14.30 alle ore 21.30 288. In sostanza, viene documentato quanto segue: – intorno alle 15.20, ZOCCOLA e MELZI giungono presso lo studio del secondo, a bordo dell’autovettura in uso a ZOCCOLA; – dopo circa mezzora, ZOCCOLA esce dallo studio e si reca in auto al BIO SOLAIRE di FALZETTA, dove giunge intorno alle 16.20; – dopo pochi minuti, lo stesso esce dal citato esercizio e ritorna allo studio di MELZI; – intorno alle 17.45 lascia lo studio di MELZI e si reca all’aeroporto di Milano Malpensa, dove giunge alle 18.55 circa; – nelle adiacenze del check – in n. 3, si incontra con IAZZOLINO ed altri due soggetti che 288
(cfr. relazione di servizio – All. “OCP/AC”) 204
successivamente verranno identificati per DILETTO Alfonso e BARBERIO Maurizio; – il gruppo viene osservato mentre è intento a visionare una planimetria di grosse dimensioni (A2 o superiore), verosimilmente dei terreni posseduti in Olbia dalla GMP; – intorno alle 19.30, IAZZOLINO si distacca dal gruppo per effettuare il check-in per il volo AIR ONE diretto a Crotone; – ZOCCOLA, DILETTO e BARBERIO, invece, si intrattengono per circa 20 minuti seduti ad un tavolo dell’esercizio all’insegna AUTOGRILL interno all’aerostazione, sempre intento a discutere ed a consultare la medesima planimetria; – verso le 19.50, ZOCCOLA si congeda dagli atri due, che ripartono a bordo di un’autovettura Mercedes targata BM 141 ZA, intestata alla DS COSTRUZIONI SRL di Reggio Emilia, società riconducibile a DILETTO Alfonso 289. …Nel pomeriggio, GRANO Giuseppe chiama ANDALI Fortunato Domenico 290. ANDALI si trova in Spagna, impegnato col ristorante ed i due parlano di ZOCCOLA che doveva arrivare a Milano: … omissis … G
...sai se quel tuo amico scendeva?
A
sì, è già sceso...
G
e...
A
...è già là...
G
e ancora non l'ha chiamato
A
e sì... però... lo deve chiamare? Gli dico di chiamarlo, dai... ché adesso lo chiamo io e gli dico di chiamarlo... è già là, mi ha chiamato lui proprio adesso... perchè io l'avevo detto... ho parlato pure col COMPARE... più o meno verso quell'ora là, verso le cinque...
G
e poi... pure...
A
prima?
G
...più tardi, alle sei... non lo so adesso...
A
...inc... lui è già là comunque, eh...
G
perché lui sta salendo ora, non lo so...
A
e va bo'... io adesso lo chia... lo chiamo e gli dico di chiamarlo...
G
va be', casomai ...inc... chiamo pure io... ciao
A
va bo'? ok, dai, ciao ciao... si salutano.
…Nel primo pomeriggio GRANO chiama ANDALI G.M.P. S.R.L.: A
sì?
G
MI'...
A
ohu...
G
che c'è?
289
291
. I due parlano ancora dell’assetto societario della
(cfr. visura camerale – All. “SOC/AB”) (tel. n.177 delle 15.17 intercettata sull’utenza n.0034677247486) 291 (tel. n.179 delle 12.49 intercettata sull’utenza n.0034677247486 – vds. All. “INT/2/68”) 205 290
A
com'è? Tutto a posto?
G
eh, tutto a posto... che mi dici...
A
e che ti... PI'... non ti ho nemmeno riconosciuto... che cazzo di bordello di musica...
G
eh...
A
tutto a posto, sì...
G
eh...
A
che c'è... com'è?
G
e non lo so come... (sbuffa) ora ti faccio... aspe' che ti passo il COMPARE e ti spiega...
A
va bene
G
...perchè era il quattordici che... si dovevano prendere
A
eh... sì, per avere la maggioranza, non l'hai capito?
G
eh...
A
non gliel'hai spiegato...
G
sì... sì però... io pure ho... non ho capito veramente chè hanno parlato loro... si sovrappongono le voci;
A
...il quattordici... aspetta; quella che abbiamo il quattordici per cento in più PINU'
G
eh... eh, per questo... lui dice: "il quattordici..." ...non lo so come... come parlavano, hai capito? Tè... tè che ti passo a lui, che lui...
A
passamelo che...
G
...lui ci...
A
...non ti preoccupare che ci parlo... non ti preoccupare ...inc...
… GRANO passa il telefono al COMPARE (IAZZOLINO Sergio) … S
salute...
A
...inc... salute, com'è?
S
tutto bene, tu?
A
...inc... pure, pure...
S
com'è?
A
e m'aveva chiamato, m'ha detto che era a posto, non lo so... che... che c...
S
a posto... a posto che... quando ci hai parlato tu?
A
ieri
S
ieri quando? Dopo che (disturbo di linea) ...andato io?
A
dopo che se n'è andato, sì... ma non è che abbiamo parlato... si sovrappongono le voci;
S
allora... allora sono rimasti?
A
eh?
S
allora sono rimasti?
A
e penso... perchè m'ha... m'ha detto a me "è più o..."... che... c'avevano cose diverse, però alla 206
fine si sono capiti; m'ha detto proprio così perchè non si riuscivano a capire su certe cose... S
ok
A
...però alla fine m'ha detto (disturbo di linea)
S
allora... col... col programma che lui ha portato, no...
A
sì...
S
...tu eri già a conoscenza?
A
non lo so... quale? Quello... l'ultimo?
S
sì, parlavano... si sovrappongono le voci;
A
sì, è s... è saltato fuori dopo che ve ne siete andati voi SE'...
S
c'è stato un imprevisto, ho capito...
A
...un altro intralla... un altro minestrone... ...inc... che te l'avevo detto
S
sì sì...
A
...poi c'era l'avvocato che...
S
sì sì...
A
...organizzava (ride)
S
allora, per cui, dato che lui ha portato quest'argomento del quattordici per cento, no...
A
sì...
S
...una cosa così... tu eri a conoscenza?
A
ero io a conoscenza dopo che... qua... dopo che ve ne siete andati voi è ...inc... cosa qua...
S
sì, d'accordo... io ti parlo di ieri, di ieri... si sovrappongono le voci;
A
no, di ieri (disturbo di linea) ...sì, m'ha... m'ha detto... allora, ieri a me... cioè dopo che è andato via m'ha detto che avevano concluso
S
va bo', perchè io... io, giustamente, quando sono andato lì, gli ho portato un programma diverso per come insomma mi è stato...
A
hai ra...
S
mi è stato suggerito... no?
A
hai ragione perchè io... cioè questo ve lo potevamo...
S
allora... si sovrappongono le voci;
A
l'avevo detto solo al COMPA...
S
il nuovo programma che ha portato ieri... ieri la persona...
A
eh...
S
...tu eri a conoscenza?
A
io?
S
eh...
A
sì... dopo che ve ne siete and... sì, sì tutto quanto... tutti i dettagli SE'...
S
a posto... allora: io dopo me ne sono dovuto andare di là... te l'ha detto che me ne sono dovuto 207
andare? A
sì, sì, avevo capito... me l'ha spiegato un po'...
S
lo... e lo... e loro... e loro sono rimasti insomma con una buona... c'è... c'è l'intesa... c'è... si sovrappongono le voci;
A
a me m'ha detto di sì ...inc... non abbiamo parlato assai, m'ha detto che c'avevano... la vedevano in modi diversi... cioè strade diverse per... per... (disturbo di linea)
S
va be', e ci ...inc... arrivare allo...
Dopo un’interruzione della linea, riprende la conversazione tra ANDALI Fortunato Domenico e IAZZOLINO Sergio: … omissis … A:
da come ho capito io era in ordine, eh SE'...
S:
sì... allora io... io gli ho detto"guarda che io... già io mi sono pronunciato per come mi era stato detto prima, però...
A:
esatto, sì...
S:
se ci so... se ci sono delle varianti, noi, a questo amico qua, gli dobbiamo fare capire insomma quale operazione si può fare, com'è... e com'è tutta la situazione (si riferisce a DILETTO e BARBERIO, n.d.r.)
A:
uhm, uhm...
S:
hai capito?
A:
sì
S:
e sì, perchè non è che gli ho portato uno così, gli ho portato un amico un comune, no...
A:
ah...
S:
ecco, ecco...
A:
...ho capito...
S:
eh...
A:
...perchè io... penso io l'avevo spiegato un po' differente a lui, cioè...
S:
e no...
A:
...almeno prima abbiamo parlato...
S:
ma... MI', non è che il primo che incontro in mezzo alla strada lo porto...
A:
no, no, no... e va be', però io gliel'avevo detto a PINO, eh... PINO me... (disturbo di linea) ...detto a me di fare così, eh...
S:
sì...
A:
va be', ma niente di grave, tanto c'è... non è un problema; lui m'ha detto che... (disturbo di linea) ...che era tutto a posto; ora lo sai che faccio, io sento a lui e poi ti... facciamo quello... la cosa migliore; SE' ci mancherebbe, eh...
S:
d'accordo... no... non c'è problema, l'importante...
A:
non c'è... non c'è...
S:
l'importante... 208
A:
...da discu... no, ma quando m'hai detto così ...inc... lui tanto non fa nessuna storia SE'... come gli diciamo è a posto, ci mancherebbe, con la parola nostra sta, non ti...
S:
però, dato che è lui che deve essere la persona che fa il passaggio e... prende l'argomento...
A:
vado io adesso...
S:
sì, sì...
A:
...la prossima volta che si vedono ci vado io SE'...
S:
sì, esatto... allora, giustamente, era lui che gli doveva stabilire un contatto diretto e se la... (disturbo di linea) ...lui; perchè m'ha detto "sì, è un amico, però francamente dopo... è giusto che... gli dobbiamo fare capire com'è là la situazione
A:
e ci mancherebbe SE' ...inc... questo l'avevo pure spiegato io; ora, ascolta, lui la settimana prossima deve salire qua...
S:
eh...
A:
(disturbo di linea) non lo so come sono rimasti, io ora di nuovo adesso lo devo sentire, no...
si sovrappongono le voci; S:
e poi... a me... com'è... mi fanno capire com'è la situazione...
A:
come no! Ci mancherebbe SE', io ti... vediamo com'è e te lo... te lo spiego io...
S:
va bene
A:
...inc... vediamo come dobbiamo fare, ché io se ...inc... la settimana prossima mi ...inc... io al limite, capito?
S:
io comunque a loro li ho lasciati che rimangano in contatto, no... che rimangano in contatto se c'è l'interesse di... di portare a termine l'operazione; e giustamente...
A:
sì, sì... asc... ecco... loro... quello che so io, ieri... lui a me ...inc... che là era... il discorso era concluso... cioè concluso... sono arrivati ad una conclusione loro...
S:
si potrebbe concludere, va bene...
A:
(disturbo di linea) poi, sai, non abbiamo pa... ora io lo sento, e lui è qui comunque... la settimana prossima ALFONSO
S:
d'accordo ...inc...
A:
eh... eh... così poi se in caso... se è il caso ci vediamo, o scendo io un giorno, due... vediamo come fare... noi ti ...inc... ti aggiorniamo di tutto quello che passa, va bene?
S:
va bene, se io mi devo... mi devo spostare, me lo dici che...
A:
e ci mancherebbe, se... in caso ti chiamo...
S:
...inc...
A:
come no, penso che è meglio pure, al limite... se... se vediamo che è chiuso il discorso, penso che è meglio che ci vediamo tutti SE'
S:
...inc....
A:
guisto per correttezza
S:
cioè quello... come decidi, noi...
A:
va be', io come sento che c'è qualcosa di più co... cioè, che è... ti chiamo io, ba bene? 209
S:
va bo', d'accordo
FURRER e DESOLE anticipano a sorpresa la visita a MELZI al 2.12.2003, infatti gli stessi senza preavviso giungono presso lo studio MELZI e consegnano all’avvocato la somma di 400.000 EURO. Tale circostanza è stata già ampiamente riferita. 2/12/2003 …MELZI chiama DESOLE, che preferisce richiamare. Nel pomeriggio, ADRIANA chiama SCOPIGNO 292 , fac totum dello studio, dicendogli che MELZI aveva chiesto di accompagnare « ... quei signori lì in via Bagutta, che non sanno dov'è». PINO dice che sarebbe arrivato subito. Poco dopo, PAULANGELO chiama MELZI 293. DESOLE e FURRER avevano anticipato senza preavviso la visita a MELZI. M
allora senti... stavo per chiamarti io... c'è stata un'anticipazione, nel senso che non lo sapevo... si è precipitato qui, è andato via poco fa, un'ora fa...
P
ah
M
ha fatto tutto un giro della madonna, è arrivato qui con l'altro... con Roger
P
eh
M
e ha portato quei quattro...
…Subito dopo, MELZI chiama ZOCCOLA 294 e gli chiede se fosse sicuro di venire a Milano il giorno seguente. Alla risposta incerta da parte di ZOCCOLA, MELZI dice: «no cazzo, deve essere sicuro amico perché sennò anche quell'altro si blocca giù di là perché oggi sono appena andati via due signori … che hanno anticipato per ragioni bò...di sicurezza, non so che cazzo … ». ZOCCOLA risponde che avrebbe richiamato. Pochi minuti più tardi, ZOCCOLA richiama MELZI295, che gli racconta meglio dell’«incursione» da parte di DESOLE e FURRER, dei «400», della trattenuta di «80», nonché di «quella roba là in tedesco» (la memoria scritta “a quattro mani” da PAULANGELO e DESOLE). ZOCCOLA dice allora che sarebbe arrivato nel pomeriggio: «mi devo incontrare con Franco, devo vedere un sacco di cose». Accampando altre scuse, ZOCCOLA però non si dimostra entusiasta di incontrare PAULANGELO, per cui i due decidono che si sarebbero visti da soli. ZOCCOLA conclude la chiamata in modo un po’ sibillino: «poi allora dobbiamo fare due conti tu ed io...però … ok? » e MELZI: «va bene amico … ok». Di seguito, MELZI richiama PAULANGELO 296 per accordarsi con lui di conseguenza. Gli riferisce che ZOCCOLA non sarebbe potuto essere a Milano che nel tardo pomeriggio, perché poi alla sera aveva un altro impegno sempre nella capitale lombarda. Gli dice che in linea di massima sarebbe stato da lui ad Olbia il venerdì successivo e di tenersi comunque reperibile telefonicamente il pomeriggio successivo, per ogni eventualità. PAULANGELO accenna alla possibilità di ricevere la telefonata al GALLURA, ma MELZI non lo ritiene necessario. Poi il discorso cade sulla spartizione dei 400.000 EURO portati da DESOLE a MELZI. 5/12/2003 …La partenza dell’avvocato per Olbia è stata monitorata da personale di questa Sezione che, previ accordi col quella della Polizia di Stato in servizio ai “filtri” pre-imbarco dell’aeroporto di Linate, predisponeva l’acquisizione dell’importante riscontro al trasporto del denaro destinato a 292
(tel. n. 1404 delle 16.49 intercettata sull’utenza 0258302087 studio MELZI vds. All.RIA/360 Faldone nr.5) (tel. n. 6391 delle 17.01 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/76” Faldone nr.4) 294 (tel. n. 1407 delle 17.16 intercettata sull’utenza 0258302087 – vds. All.“RIA/361”) 295 (tel. n. 10 delle 17.22 intercettata sull’utenza 0245470429 studio MELZI – vds. All “RIA/362”) 296 (tel. n. 6395 delle 17.29 cell. MELZI – vds. All. “INT/1/77”) 210 293
PAULANGELO da parte di MELZI. Infatti, il legale giunge alla predetta aerostazione intorno alle 21.40 ed, espletate le formalità di rito presso lo sportello della compagnia aerea MERIDIANA, alle successive 21.45 si presenta alla zona “filtri”, dove viene sottoposto a normale controllo da parte del predetto personale della Polizia di Stato, controllo in esito al quale vengono rinvenuti 297: – nel suo bagaglio a mano, «una busta da lettere contenente un numero non precisato, ma esiguo, di banconote da 500 euro»; – in un portafogli di colore marrone, contenuto nel predetto bagaglio a mano, un esiguo numero – di banconote da altri tagli. A giustificazione della somma rinvenuta, MELZI dichiara prontamente di essere un avvocato e che avrebbe dovuto effettuare alcuni pagamenti. Il controllo non desta assolutamente sospetto alcuno da parte dell’avvocato che, prima di partire, riceve una chiamata da PAULANGELO (tel. n. 6606 delle 21.57 cell. MELZI – vds. All.“RIA/371”) al quale dice di essere in partenza e che l'aereo sarebbe arrivato. Si accordano per vedersi quella sera stessa. L’arrivo di MELZI all’aeroporto viene altresì documentato da autonomo servizio di o.c.p., finalizzato anche al coordinamento dell’intervento del personale della Polaria di Linate 298 Poco dopo, PAULANGELO riceve una chiamata da parte di ANDALI Fortunato essere «su su» intento a lavorare al ristorante. A ascolta, tutto a posto, si?
299
. ANDALI dice di
P
si si
A
mhe …m’aveva detto … c’erano problemi con … Giovanni Antonio, forse qualcosa, no?
P
no, assolutamente ….(si accavallano le voci, n.d.r.)
A
ah no niente, tu la sai la storia, no? che qua … poi quando siamo andati via c’è c’è abbiamo trovato un’altra sorpresa lì, te l’ha spiegato l’avvocato, no?
P
si si, me l’ha spiegato, però domani lo vedo
A
ah se tu vedi, comunque niente fattelo spiegare che ti spiegherà come facciamo, che è meglio …
P
ah, e va bene
A
hai capito, fattelo spiegare da lui, comunque …
P
va bene
A
senza dare tanta retta lì a … che lui voleva fare un altro modo, il Giovanni Antonio lì … voleva fare un po’ … il furbettino …
P
si
A
no, non furbettino nel senso, aveva … dato la sua quota, capito? senza dire niente, senza avvisare e non è giusto, no?
P
me l’ha detto Giuseppe MELZI, me l’ha detto
A
e vabbeh, però … non è … cioè almeno che chiedeva, parlava sai … c’è modo e modo di …no ma l’avvocato … anche lui lo sapeva, eh … abbiamo parlato anche lui, perché … l’avvocato se voleva penso che poteva informarci anche lui …
P
io io non lo so se lo sapeva
A
no, no, lo sapeva, gliel’ho detto io, lascialo perdere, ci ho parlato … ehm … lo sapeva, lo sapeva, te lo dico io … abbiamo parlato con lui…
P
io domani lo vedo e ne parlo bello …
297
(cfr. relazione di servizio allegata – All. “AFP/A” Faldone nr. 5) (cfr. relazione di servizio – All. “OCP/AD” Faldone nr.3) 299 (tel. n. 159 delle 22.02.05 intercettata sull’utenza 3493603546) 211 298
A
vabbeh … tu comunque, noi restiamo, lui sa … ehm …l … come dobbiamo resta restare, SALVI
Al suo arrivo ad Olbia, MELZI viene chiamato da PAULANGELO (tel. n. 6612 delle 23.41 cell. MELZI – vds. All “RIA/372”) che lo avrebbe aspettato al GALLURA. 6/12/2003 Nella mattinata…ZOCCOLA chiama MELZI 300 per aggiornarsi sulle novità. MELZI racconta di aver incontrato PAULANGELO la sera precedente e di essersi intrattenuto con lui fino alle 2 di notte. MELZI dice di dover riferire «tre cose, sostanzialmente». M
la prima … che quella su quella dichiarazione là anche lui ovviamente non è d’accordo, (qui si riferisce a PAULANGELO, n.d.r.) per fortuna … sembrava strano fosse il contrario, per cui oggi pomeriggio, intorno … alle tre e mezza, dalle tre e mezza alle cinque, si sentono (PAULANGELO e DESOLE, n.d.r.) e lui gli spiega, si … gli ho detto di chiedergli … lui propende per il fatto che non ce li abbiano, per cui dice boh, però è d’accordo nel, comunque, nel cercare di capire fino infondo, di metterli alle strette e di dire “ragazzi, qui non scherziamo …”
Z
si però … ehm … Giusé, fammi una … una … devi farmi una grande cortesia … non fare parlare allo stato attuale il …quella ragazza che sta lì (espressione in codice che individua PAULANGELO, n.d.r.)
M
uhm uhm
Z
con con lui (DESOLE, n.d.r.)… non … è meglio che, allo stato attuale, è meglio che te la sbrogli tu questa cosa … ehm … riesci a capire il perché?
M
si si, ho capito benissimo
Z
eh
M
ho capito, vabbeh, comunque
Z
non vorrei che dall’altra parte poi, da un momento all’atro, questo potrebbe diventare un motivo di ricatto … capito?
M
uhm uhm …già
Z
uhm
M
comunque su questa linea qui …
Z
proteggi quella posizione …
M
su questa li siamo assolutamente d’accordo e anche al problema di … comunque vadano le cose, non è il caso di tenere immobilizzato niente, no? giustamente mi sembra giusto
Z
si
M
bene! … il secondo è d’accordo anche su quello … partecipazione nel metterla al sicuro, eccetera, adesso si tratta di vedere come (le due società immobiliari – l’AGRENAS e la GMP – e la gestione dell’uscita di PITTA, n.d.r.) ecco … lui però non sa nulla di nulla, perché si, si sono incontrati col nostro amico qui, con il nonnino (PITTA, n.d.r.) e … niente, però han parlato del più e del meno …
Z
vabbeh, quello non è importante, quello …
M
no, gli ha detto solo sopra boh il discorso, ma sai … ehm … su, di STEFANO lui non sa niente, e va beh…
Z
va bene
300
(tel. n. 1110 delle 09.21 intercettata sull’utenza 078924648 Hotel GALLURA) 212
M
e va beh e quindi anzi poi vediamo … dopodiché ecco, sui conti, dice che non ci capisce un cazzo …ride
Z
eh … io non ci ho capito neanche io …
M
allora io gli ho dato tutto, gli ho detto “senti, guardateli, poi domani pomeriggio, cioè oggi pomeriggio ci vediamo” – ride – dico “semmai boh non lo so quella quella roba là, quell’appunto … anche lui è d’accordissimo che - ride –
Z
per le tasse …
M
i contributi, dice, e che cazzo, ci manca anche questa, dice, vabeh, comunque … ehm … poi lui ha detto “bah, questo qui è uno che s’attacca sempre alla … alla … al pidocchio e non guarda alla sintesi, cioè comunque non è questo il problema di …
Z
no, ma infatti, io non ho discusso neanche …
M
però lui dice, e che cazzo va cercando questo, però lui c’ha la pensione, c’ha tutto quanto, noi non c’abbiamo un cazzo, quindi voglio dire, cioè oneri e onori, no? voglio dire – ride – vizi e virtù, capito? quindi … ehm, vabbeh … comunque oggi ci guardava, soprattutto guardava poi quell’appunto là ….in lingua (nelle ultime tre battute di MELZI sono descritte alcune non meglio precisabili pretese di DESOLE contenute in un apunto lasciato a MELZI per PAULANGELO, n.d.r.)
Z
fammi una cortesia, però, allora … io oggi pomeriggio poi ti chiamo e poi possiamo parlare anche insieme senza problema, non è un problema, fammi una cortesia, però … ehm, Giusé … tu …ehm … la questione … de dei … ehm … di MOSSA, sbrigatela te e Giovanni Antonio, tieni fuori lei (cioè deve tenerne all’oscuro PAULANGELO, n.d.r.)
M
uhm uhm … ok ok ok
Z
per favore, è importantissimo, perchè non vorrei che do un indom … spiegagli anche il perché, non vorrei che u nun indomani … ehm …. io … non so … è meglio mettere le mani avanti e non indietro …
M
si si si, ho capito, ho capito … comunque lui è d’accordo sul discorso dei tre eccetera,
Z
si si si
M
mi ha chiesto se tu eri d’accordo e io ho detto “eccome no…”
Z
sui tre cosa?
M
sul dividere per tre eccetera eccetera, no? quella roba lì, cioè il discorso anche di, dell’amico là, di tenerlo dentro, no?
Z
anzi mi chiedeva se tu .. ho detto “sa … perché no, anzi …è la prima cosa che ha detto” “ah no no, mi fa piacere” che lui, capito? c’è sempre, vabbeh insomma, è un discorso di … prudenza …
Z
no, ma io non ho più problemi … ehm … che sia ben chiaro, noi io io mi sono chiarito, sennò dovrei portare ancora (la voce si fa ridente) cioè io mi ho chiarito e ho capito … quello che dovevo capire, ho capito … uhm … basta …
… la conversazione continua sull’orario a cui risentirsi, e poi …
Z
poi un’altra cosa …tu ora, presumo che tu ora ti stai vedendo con Giovannantonio
M
sto aspettando … si si si
Z
eh … mi fai una cortesia?
M
uhm uhm
Z
da … dammi so … io non voglio niente … non voglio niente, voglio solo sentire da te, og, anzi 213
da lui … da lui lo voglio sentire … se lui non vuole che io lo chiamo più, me lo deve dire lui, però … M
ok ok
Z
è arrivato o cosa?
M
senti eventualmente quella roba là che m’hai detto … è pronta subito?, perché qui ci potrebbe ess … va beh …
Z
si si … è pronta subito
M
va bene
Z
ma è arrivato …
M
no no no, non c’è nessuno
Z
no,fammi la cor, non è per niente, Giusé
M
saluta ELIO che è appena arrivato
Z
oh … non è per niente, Giusé, ma è pa … patti chiari e amicizia lunga …
Insomma, si erano verificati dei malintesi nella triangolazione tra ANDALI/ZOCCOLA – IAZZOLINO/GRANO e DILETTO/BARBERIO. Il piano d’intervento è ancora in fase di elaborazione. IAZZOLINO fa notare che i personaggi da lui interessati hanno una loro importanza e che, quindi, a prescindere dal fatto che siano degli «amici», occorre far capire loro per bene la situazione in cui sarebbero andati ad inserirsi. Va anche notato come IAZZOLINO Sergio appaia chiaramente in posizione sovraordinata rispetto ad ANDALI Fortunato , circostanza desumibile sia dal continuo giustificarsi di quest’ultimo, sia da alcune espressioni verbali da lui utilizzate (es. i frequenti «ci mancherebbe»). Nel pomeriggio, PAULANGELO chiama MELZI 301. DESOLE e FURRER avevano anticipato senza preavviso la visita a MELZI e DESOLE aveva lasciato presso lo studio del legale 320.000 (€ o CHF) dei 400.000 smobilizzati dalla OXALIS. Al termine della conversazione, PAULANGELO chiede notizie circa l’arrivo di MELZI in Sardegna (anche per poter entrare in possesso della sua parte del denaro consegnato da DESOLE)… Poco più tardi, MELZI richiama PAULANGELO 302 ed, esauriti altri argomenti di cui si era già riferito nel pertinente capitolo, il discorso cade sulla spartizione dei 400.000 CHF portati da DESOLE a MELZI, in particolare in relazione al denaro da lasciare in deposito al legale per affrontare le spese inerenti gli affari immobiliari in Sardegna: M
va bè dai, d'altra parte scusami...oh, tu sei d'accordo che sta roba qui, adesso te lo dico già...che a sto punto si fanno quattro conti e poi ti porto quello che ti devo portare...insomma, hai capito?
P
si...si...si...si...si certo
M
lui se n'è preso ottanta (si riferisce a DESOLE, n.d.r.)
P
si
M
e poi gli ho fatto la ricevuta eccetera...ovviamente di quattrocento
P
ma io non ho capito perchè se n'è preso ottanta se lui già aveva dei soldi miei?
M
caro non te lo so dire...eh, mi ha dato però qui una...una...la scheda
301
(tel. n. 6391 delle 17.01 cell. MELZI – vds. All.“RIA/766”– vds. All. “INT/2/69”) (tel. n. 6395 delle 17.29 cell. MELZI) 214
302
P
si
M
mi ha detto di chiederti, ha fatto delle osservazioni e...inc... m'ha detto perciò di chiedere a te come son ste cose e poi di chiamarlo e buona notte
P
va bè...sono delle cose mie private o sono delle cose nostre?
M
no, credo che siano delle cose di tutti...no, no...infatti m'ha detto
P
ah...allora si
M
m'ha detto di chiedere a te eventualmente perchè io poi non gli ho detto nulla, se l'altro...cioè lì non abbiam parlato neanche dell'altro...no, capisci?
P
si...si
M
quindi
P
va bene, va bene
M
va bè dai, domani intorno...appena arriva ti dò un colpo di telefono così almeno
P
si...si
M
vi chiarite tra di voi...poi io faccio quello che voi mi dite, insomma non è un problema
P
uhm...va bene dai
M
così vengo su anche con quella soluzione
P
si
M
dovrebbe esserci Giovanni Antonio
P
ma quelli che tu mi porti, sono...saranno solo quelli miei? O per lo meno la parte che tocca a me?
M
e penso proprio di si....no
P
eh...va bene
M
si...si
P
no...perchè...inc..
M
e poi l'idea...sull'idea che si...inc...scusami adesso non lo so, pa...perdonami io poi...(ride)...vado sempre un pò a braccio, nel senso che questa roba qui è giusto dividerla un terzo...un terzo...un terzo, salvo i conguagli che devono essere fatti
P
si...si...si...si..si
M
quindi ti porterò
P
io son d'accordo soltanto che dobbiamo mettere i soldi da parte per quando ci sarà da uscire dei soldi
M
e caro, questo boh, difatti lui ha detto, ha fatto lui (inteso DESOLE, n.d.r.) un calcolo dice...quattro diviso tre sono centotretatre periodico
P
...inc...
M
dice ne lascio cinquanta e ne piglio ottanta...dico va bè che cazzo, non potevo mica dirgli di no...non so io
P
uhm
M
...(ride)...che cazzo faccio
P
e bè
M
poi dopodichè a me...dovrebbero arrivare gli altri però...cioè a sentire l'altro
P
si 215
M
gli altri sono disponibili...e lui dice che se l'è cavata, mi ha spiegato e poi ti racconterò insomma
P
va bene, d'accordo...okay
M
okay?
P
okay, va benissimo
M
d'accordo
P
allora togli cinquanta anche dei miei giustamente no?
M
va bè adesso vediamo...inc...domani lo dico...si...si...e vediamo un pò
P
eh...co...ecco parla anche con lui...eh con l'altro, se mettiamo cinquanta a testa per me va benissimo, oltre alla parte che dovevo dare comunque io a Paolo
M
si...si va bè, quel conguaglio lì...va bene d'accordo
Poco dopo, ZOCCOLA chiama ANDALI 303, gli dice di trovarsi a Milano e chiede se poteva «passare da coso per parlare per quanto riguarda la società là che ... per questa mediazione», riferendosi a FALZETTA Vincenzo. ANDALI conferma, esortandolo ad andarci. La conversazione riprende dopo un’interruzione della linea 304 : A:
sì?
Z:
oh, MI'...
A:
ALFO'...
Z:
allora... no... e niente perchè... quelli che ho visto l'altro... eh... l'altro giorno, no...
A:
sì...
Z:
...non avevano capito che era per il quattordici per cento... luro... loro pensavano che dovevano acquistare il tutto; io gliel'ho detto, ho detto "no, non è...
A:
tutto no...
Z:
...non è così..."; allora o... io quando sono là ti chiamo allora, va bene?
A:
va bo', quando sei lì mi chiami, va bene
Z:
va bene 1°/1/2004
Nella prima serata ANDALI si sente nuovamente con GRANO e commentano il fatto che avrebbero dovuto recarsi in Sardegna con i soggetti interessati ad entrare in società 305. 14/1/2004 In relazione al sopralluogo la cui necessità era stata commentata da GRANO ed ANDALI, nel pomeriggio…, ZOCCOLA chiama MELZI e lo informa che in serata sarebbe giunto a Milano, accordandosi contestualmente per incontrarsi presso lo studio del legale 306. ZOCCOLA specifica che l’indomani mattina sarebbero partiti per Olbia con il primo aereo, invitando MELZI ad acquistare il (tel. n.181 delle 19.12 intercettata sull’utenza n.0034677247486 – vds. All.“RIA/775”) (tel. n.182 delle 19.14 intercettata sull’utenza 0034677247486 – vds. All. “INT/2/70”) 305 (tel. n. 232 delle 19.16 utenza 0034677247486 – vds. All. “INT/3/33”) 306 (tel. n. 4114 delle 17.48 utenza 0245470429 – vds. All. “INT/3/34”) 216 303 304
biglietto anche per altre due persone: «… quei due nominativi ce li hai ancora… no?… e più io». Nella serata del 14.1.2004, ZOCCOLA giunge effettivamente a Milano e si reca presso lo studio di MELZI. Infatti, dall’utenza 0245470429 attestata nel predetto studio, chiama ANDALI sull’utenza spagnola di quest’ultimo e lo informa che l’indomani alle 08.00 si sarebbe incontrato con ALFONSO, ovvero DILETTO Alfonso 307. Intanto, sempre nel pomeriggio dello stesso giorno, MELZI aveva informato AZARA Pasquale che l’indomani sarebbe giunto a Olbia e si era accordato con lo stesso per incontrarsi presso l’hotel GALLURA, incontro a cui avrebbe dovuto partecipare anche MOSSA Stefano 308. MELZI specifica che all’incontro avrebbe presenziato anche ZOCCOLA Alfonso, il quale sarebbe stato in compagnia di tre imprenditori con enormi possibilità finanziarie e capacità di investimento. 15/1/2004 La mattina MELZI chiama nuovamente AZARA Pasquale 309 e lo informa che, a causa di un impegno professionale, era impossibilitato a raggiungere Olbia e che, pertanto, si sarebbe dovuto incontrare da solo con ZOCCOLA, che sarebbe stato in compagnia di due imprenditori di origine calabrese, titolari di una grossa impresa edile, operativi a Milano da diversi anni. MELZI specifica che ZOCCOLA aveva intenzione di: – mostrare ai due imprenditori il terreno acquistato dalla GMP; –
mostrare i 500 ettari di terreno che PITTA ha opzionato da PETREI;
–
incontrarsi con MOSSA Stefano perché quest’ultimo gli restituisse la metà delle quote acquistate da PITTA, corrispondente al 14,5 %, diventando in tal modo l’azionista di maggioranza del gruppo. 15/1/2004
…Alle ore 16.46…, sull’utenza nr. 0258431690 310 viene intercettato un fax indirizzato all’Albergo Gallura per PAULANGELO inerente una ricevuta di cambio di 70.000 CHF in euro 44.860,29 datata 13.10.2003 ed eseguita presso la Banca Intesa, Agenzia di corso Monforte in Milano. A tergo viene riportata la dicitura scritta a penna “consegnati a Salvi il 13.10.2003”. Tenuta presente tale data e considerato che: la consegna della parte spettante a PAULANGELO dei 400.000 CHF portati a Milano da DESOLE e FURRER era avvenuta il 5.12.2003, così come documentato anche dal noto controllo pilotato da parte della Polaria; in effetti, la sera del 13.10.2003 MELZI aveva raggiunto Olbia proprio per incontrare, tra l’altro. PAULANGELO, si trae conferma che MELZI già nell'ottobre 2003 aveva consegnato una tranche del denaro proveniente dagli smobilizzi in atto. In merito alla ricezione di tale fax, alle ore 17.21 del 15.01.2004, PAULANGELO chiama MELZI sull’utenza nr. 3358337003 311 e gli conferma di averlo ricevuto riconoscendo che effettivamente si trattava della ricevuta che gli aveva fatto vedere al momento della consegna del denaro. Tuttavia, PAULANGELO fa notare a MELZI che la somma complessiva corrispondeva a 77.500 franchi, mentre dalla ricevuta si rileva che sono stati cambiati solo 70.000 franchi e, pertanto, richiede al legale la restituzione di 7.500 franchi. MELZI si giustifica dicendo che avrebbe verificato con la propria amministrazione…. Nella mattinata dello stesso giorno viene predisposto un servizio di osservazione presso l’aeroporto di 307
(tel. n. 4139 delle 19.16 utenza 0245470429 – vds. All. “RIA/922”) (tel. n. 2723 delle 16.03 utenza 0258302087 – vds. All. “INT/3/35”) 309 (tel. n. 2748 delle 08.59 utenza 0258302087 – vds. All. “RIA/923”) 310 prog. 2433 (All. “FAX/3”) 311 prog. 9138 (All. “INT/11”) 217 308
Milano-Linate, ove viene stato documentato l’incontro tra ZOCCOLA Alfonso, DILETTO Alfonso e BARBERIO Maurizio, ovvero gli stessi individui con cui ZOCCOLA, IAZZOLINO e GRANO erano stati già osservati a fine novembre 2003 presso l’aeroporto di Malpensa. Dopo le operazioni di check-in, i predetti si imbarcano sul volo IG1202 per Olbia. Circa la personalità di BARBERIO Maurizio e DILETTO Alfonso, si evidenzia alcune conversazione intercorse tra MELZI e PITTA. Nella prima serata dello stesso giorno, PITTA chiama MELZI 312 e lo informa di essersi recato all’hotel GALLURA ove aveva incontrato ZOCCOLA, il quale gli aveva presentato i due imprenditori (DILETTO e BARBERIO), i quali, però, non gli avevano ispirato fiducia. Poco più tardi, PITTA chiama nuovamente MELZI e quest’ultimo, facendo riferimento alla precedente conversazione, esordisce dicendo: «MAFIA È!». PITTA risponde: «per me si!»313. DILETTO e BARBERIO, tuttavia, almeno in questa fase, non sono interessati all’investimento, come emerge chiaramente da una conversazione registrata a cavallo delle due precedentemente citate tra ZOCCOLA e ANDALI, che qui si riporta integralmente 314: A:
eh... come è? Dove sei?
Z:
a Olbia... mo'... mo' stiamo partendo...
A:
ah... siete lì... ah... state ritornando... come è?
Z:
eh... stia... stiamo ritornando si... siamo venuti stamattina e torniamo stasera
A:
ma... come... avete concluso?
Z:
eh... lui non ha interesse MI'!
A:
non li prende?
Z:
no... non... non ha interesse perché dice che per loro il guadagno c'è... però a livello di investimento è un investimento... però... cioè mi ha fatto un discorso però corretto eh... non è che ha fatto...
A:
si... si
Z:
ah... dice guarda... tutto l'aiuto che tu vuoi... però non è una cosa che ci interessa a noi direttamente
A:
si... si... ma il motivo?
Z:
il motivo... perché dice che... è un investimento dove... dove... dove lui come costruttore... allora lui a forma di investimento allo stato attuale raddoppia il... il... il coso no!?
A:
si
Z:
e però... dice si... io raddoppio però non... non riesco a... eh... a costruire... è un discorso... mo' lo finisco bene e dopo ti chiamo io... non ti preoccupare…
…02.02.2004…Alle ore 13.52 successive, DESOLE chiama MELZI sull’utenza nr. 078924648 315… …In sostanza la conversazione evidenzia quanto segue: i contrasti tra DESOLE e PAULANGELO non sono affatto risolti ed investono sia la suddivisione 312
(tel. n. 0234 delle 19.05 utenza 3337521213 – vds. All. “INT/3/36”) (tel. n. 9153 delle 20.12 cell. MELZI – vds. All. “RIA/924”) 314 (tel. n. 0244 delle 19.42 utenza 0034677247486 – vds. All. “INT/3/37”) 315 prog. 3987 (All. “INT/34”) 218 313
dei precedenti smobilizzi dall’OXALIS, sia il risalente rapporto di fiducia ed affetto fraterno tra i due; -
intenzione di MELZI di continuare a smobilizzare i fondi depositati alla OXALIS AG e di fare una nuova lettera a FURRER per sollecitare detta operazione;
-
gli smobilizzi già avvenuti erano suddivisi in due tranches, entrambe di 400.000 CHF; dall’esame del materiale fin qui raccolto, si può ormai agevolmente affermare che la prima risaliva all’ottobre 2003 e la seconda al dicembre 2003;
-
MELZI asserisce di dover tutelare
oltre a DESOLE, PAULANGELO ZOCCOLA ?) in relazione al denaro ancora depositato presso l’OXALIS;
-
MELZI dice di aver preparato un rendiconto completo di tutti i movimenti sino al 31.12.2003 e poi aggiunge che dovevano anche arrivare mensilmente delle “cose”, chiaramente riferendosi alle commissioni;
-
MELZI ritiene che l’iniziativa di FURRER di incaricare un legale per la stesura di un parere in grado di giustificare la restituzione dei fondi della EVAX sia solo una manovra dilatoria;
-
gli accordi tra ZOCCOLA, DESOLE e PAULANGELO prevedevano che, probabilmente in relazione all’assuzione della qualità di principale responsabile, PAULANGELO avrebbe percepito un mensile dalla OXALIS e, sul punto, gli accordi non erano stati rispettati;
-
emerge la conferma dell’apertura di un conto a Montecarlo.
(e
Nella prima serata del 4.02.2004 316, viene intercettata una conversazione tra ANDALI e FERRAZZO Mario Donato nel corso della quale i due concordano di accelerare l’acquisizione delle quote della società G.M.P. Per una migliore comprensione si riporta integralmente la conversazione: A:
ohè, com'è?
F:
e che c'è? tutto a posto?
A:
è tutto a posto, siamo sali... sono già a...
F:
se... sei arrivato?
A:
oh mamma mia, oggi si
F:
ah... che mi dici?
A:
...inc.. è tutto tranquillo quì, ascolta MARU'!...
F:
ah dimmi!
A:
...vedi a... con... PINO c'hai parlato?... no a parte...
F:
si, si
A:
...no però vedi... per quello là... per intestarsi quelle cose là!
F:
si già gliel'ho detto che deve andare lo stesso lui
A:
eh!... solo se pe... per noi che io ho parlato e poi ve lo spiego così ci mettiamo a posto...
F:
si, si
316
(tel. n. 9787 delle 19.07 utenza 3337197384 – vds. All. “INT/3/38”) 219
A:
...che ho parlato con ALFONSO e lo sa già...
F:
si, si
A:
...ci mettiamo al sicuro noi MARU'!
F:
si, si, già gliel'ho detto, gli ho detto ...inc...
A:
e vedi che però deve salire più presto possibile MARU'!
F:
eh... vediamo se va in settimana che ...inc...
A:
no vedi quando va che scendo pure io!
F:
ti chiamo si!
A:
m'hai capito?
F:
si, non ti preoccupare
A:
però vedi ... più presto possibile, mi chiami, io chiamo a lui ad ALFONSO...
F:
si, si
A:
...così ci mettiamo d'accordo... e ce la sbrighia... poi siamo... MARU' poi siamo tranquilli
F:
va benissimo, io gli dico di andare subito che poi così intanto... ...inc...
A:
digli appena co... poi... che poi... lo giriamo noi il discorso, non m'hai capito MARU'?...
F:
va bene, va bene ...inc...
A:
...eh! che dobbiamo fare davvero i coglioni!
F:
si, si, si
A:
dai... ti raccomando MARU', vedi dai!
F:
okay, non ti preoccupare...
A:
ciao, ciao
F:
ciao MI'
A:
ciao, ciao.
18/2/2004 Riguardo alla partecipazione di DILETTO negli investimenti in Sardegna, nella tarda mattinata …317 viene registrata un’importante conversazione tra MELZI e PAULANGELO. In particolare, MELZI esterna il proprio disappunto per la decisione di ZOCCOLA di far partecipare la società di DILETTO Alfonso denominata DI.GE Costruzioni s.r.l. con sede a Brescello (RE), via L. Prandello nr. 8/B. Per una migliore comprensione si riporta parte della conversazione trascritta in forma integrale: P:
allora, ascolta, volevo sapere, come si procede per la questione di San Nicola, con Alfonso, con... la società... eccetera...
M:
perché Alfonso viene giù domani e poi dobbiamo venire lì... e intestarla a questi... io però... ecco gliel'ho detto al telefono...
P:
ah...
317
(tel. n. 0227 delle 12.41 utenza 3493603546 – vds. All. “INT/3/39”) 220
M:
gli ha mandato i dati di questa società...
P:
eh...
M:
scusami... io senza conoscere questi signori che non conosco e quindi non so...
P:
eh...
M:
mi sono permesso di dirgli, che, secondo me … scusami … non andava bene, perché ... eh ... ti spiego: questa società che sta operando, questa società nasce nel 2000...
P:
eh...
M:
dopo tre anni ha già cambiato i due soci, va bene...
P:
eh...
M:
però adesso sa che è operativa...
P:
eh...
M:
se domani questi costruiscono, fanno... eccetera... non c’ho il bilancio... se domani pigliano una storta, per sbaglio, tirano dentro... io mi sono permesso di dirgli... salvo, l'affidamento che voi mettete in queste persone, su cui non mi permetto di discutere ... però dico: fategli fare una società ad hoc, che abbia solo questo, per cui domani ... non solo, nello statuto di quella società c'è poteri di ordinaria e straordinaria ... guarda poteri di straordinaria ... che l'amministratore, se impazzisce, se ha la roba ...
P:
eh...
M:
(inc...) però, mi sembrava che lui, in verità mi ha detto: si hai ragione, adesso... domani viene e domani...
P:
ah...
M:
viene qui a Milano...
P:
si...
M:
mi ha detto che.... quindi magari... anzi senz'altro ti chiamiamo
P:
ah...
M:
e allora lui mi ha detto: ma adesso gli dirò di costituire una società nuova... pulita…
P:
ah... ah...
M:
dopodichè... ecco, io non entro nel merito, mica voglio fare... cioè non li conosco, non so se....
P:
ah... ah... ti posso chiedere una cosa, ma tu mi consigli, allora per la mia parte, di fare una società a parte, dove ti faccio te mio amministratore ... eh ... unico... e poi facciamo come abbiamo fatto fino adesso
M:
io ti dico da fratello, siccome lì... eh... io gliel'ho detto al telefono, guarda comunque, per quanto riguarda (inc...)
P:
sai perché… non li conosco…
…omissis… 26/2/2004 ...Alle ore 07.07…, sull’utenza nr. 0258431690 318, viene intercettato un fax in lingua tedesca proveniente dall’OXALIS, a firma di Roger FURRER ed indirizzato a MELZI. La traduzione della lettera veniva intercettata alle ore 17.56 del 15.03.2004 sempre sulla citata utenza 319, e riporta quanto segue: 318 319
prog. 3580 (All. “FAX/9”) prog. 4049 (All. “FAX/10”) 221
“Egregio sig. MELZI, a seguito di quanto discusso nel dicembre del 2003 e viste le informazioni a nostra disposizione abbiamo consegnato i documenti di EVAX VENTURES S.A. ad un avvocato specializzato del ramo, per sottoporli ad un esame”. Abbiamo ricevuto la relazione su tale esame: “in riferimento ai documenti disponibili riguardo a EVAX VENTURES S.A. e ai documenti sottoscritti non si pone in primo luogo il quesito se per i fondi di EVAX VENTURES ci sia il dovere di segnalare ovvero il dovere di bloccare i valori patrimoniali degli artt. 9 e 10, Legge sul lavaggio di denaro. In effetti non ci sono indizi fondati che la provenienza dei fondi di EVAX VENTURES S.A. fossero allora di origine delittuosa. Visto lo stato attuale delle conoscenze in causa la problematica si basa piuttosto sulla premessa che non è possibile parlare semplicemente di “fondi EVAX”. E’ stato accertato che i fondi trasferiti fra settembre 2002 e marzo 2003 da WFS World Financial Services a CFS Oxalis AG provenivano da WFS Pool , in cui EVAX VENTURES aveva una partecipazione. Siccome non è stato accertato in nessun modo che era stata riconosciuta effettivamente a EVAX VENTURES SA la propria parte ai fondi del Pool nel periodo di tali trasferimenti, si pone a questo punto il quesito se tali denari erano veramente e, in particolare, esclusivamente fondi EVAX. In questo contesto emerge in prima linea piuttosto la problematica di un’eventuale riscossione ovvero di richiesta di risarcimento ai sensi dell’art. 59, StGB, codice penale svizzeri”. Secondo il parere del nostro legale nella fattispecie sospra esposta un ritrasferimento non è possibile senza il benestare dell’Autorità Giudiziaria penale indagante, nonostante le pressioni da parte Vostra. Alla luce di questo fatto e del ritrasferimento dei fondi EVAX VENTURES S.A. il nostro legale ci ha consigliato di rivolgerci per iscritto al Procuratore distrettuale lic. Iur. Peter Pellegrini (BAK II), e di annunciarglielo. Se il Procuratore distrettuale Pellegrini avesse dei sospetti precisi, data la sua conoscenza della causa molto più vasta, dovrebbe ordinare il blocco dei valori patrimoniali (probabilmente possibile al 90%). Altrimenti anche noi potremmo eseguire l’ordine di pagamento (naturalmente sempre tendendo conto delle posizioni aperte e dopo esserci consigliati fra di noi). In questo modo non possono essere sollevate contestazioni contro di noi in merito. La preghiamo di prendere atto di quanto sopra e di informarci su come procedere”. Ovviamente il contenuto delle lettera mette MELZI in agitazione e, così, cerca immediatamente di informare PAULANGELO e ZOCCOLA. Nella stessa giornata, MELZI si reca a Olbia, unitamente a ZOCCOLA e ad ANDALI per questioni inerenti la società G.M.P. Tuttavia alle ore 11.06, dalla propria utenza cellulare nr. 3358337003 320 MELZI lascia registrato un messaggio sulla segreteria telefonica di PAULANGELO, dicendo che era in procinto di arrivare a Olbia unitamente a ZOCCOLA e voleva incontrarlo per parlare di una lettera in tedesco ricevuta nella mattinata dalla OXALIS AG. MELZI e PAULANGELO si incontrano presso l’albergo Gallura dopo le ore 14.52 come emerge dalle conversazioni intercettate sull’utenza nr. 3358337003, alle ore 11,35 321, alle ore 13,48 322 e alle ore 14,48323. 26 e 27.2/2004 …MELZI, DILETTO, MUTO, ZOCCOLA e ANDALI si recano ad Olbia, ove si incontrano con PITTA e PAULANGELO. L’oggetto dell’incontro, avvenuto come di consueto presso l’hotel GALLURA, è la definizione dei dettagli della costituzione di una nuova società, i cui soci si identificano verosimilmente in DILETTO Alfonso e MUTO Francesco, società attraverso la quale riacquisire le quote societarie della G.M.P. vendute da PITTA a MOSSA Stefano. Gli accertamenti effettuati in tal senso documentano che, effettivamente, il 27.2.2004 presso il notaio Gianfranco GIULIANI di Olbia, DILETTO Alfonso nato a Cutro il 12.05.1967, residente a Brescello 320
prog. 11958 (All. “INT/51”) prog. 11963 (All. “INT/52”) 322 prog. 11990 (All. “INT/53”) 323 prog. 12000 (All. “INT/54”) 321
222
(RE), Via Pirandello n. 8/A, e MUTO Francesco nato a Cutro il 29.12.1967, residente a Brescello (RE), Via C. Pisi n. 3, avevano costituito la società DI.MU. Immobiliare s.r.l., con sede in Olbia, via Maderno 11 ed avente come oggetto sociale: “l'acquisto, la costruzione e la vendita di beni immobili in genere di qualsiasi natura e specie,la loro valorizzazione e gestione”. Il capitale sociale è stabilito in 10.000 euro e risulta sottoscritto come segue:
– DILETTO Alfonso per Euro 9.900,00, pari al 99% del capitale sociale; – MUTO Francesco per Euro 100,00, pari all'1% del capitale sociale. Si evidenzia, altresì, che all’art. 10 dell’atto costitutivo si legge: “i comparenti autorizzano il nominato Amministratore Unico ad apportare al presente atto ed all'allegato Statuto quelle integrazioni, soppressioni e modifiche ai fini dell'iscrizione della società nel Registro Imprese, nonché a ritirare il deposito del capitale versato presso la Banca suddetta, rilasciando quietanza e discarico e con esonero per l'Ente stesso da ogni responsabilità. Lo stesso Amministratore Unico è autorizzato, nelle more della legale costituzione ad effettuare l'acquisto di quote della GMP s.r.l. con sede in Olbia”. 29/2/2004 …Alle ore 13.43…324, MELZI riceve una chiamata di DESOLE , a cui riferisce che PAULANGELO non lo vuole incontrare, ma che sarebbe comunque indispensabile un incontro per chiarire la vicenda. DESOLE dice che l’indomani sarebbe rientrato a Zurigo e che, non appena arrivato, si sarebbe dovuto incontrare con gli “svizzeri” (Roger FURRER e Bruno STREBEL) ai quali avrebbe detto che con le “commissioni” ci sono dei problemi. Nel prosieguo della conversazione, MELZI dice che PAULANGELO era in precarie condizioni economiche e che comunque più tempo si lasciava passare e più sarebbe aumentato il rischio di non riuscire a recuperare i fondi. Facendo riferimento anche all’ultima lettera inviata dalla OXALIS, MELZI lascia intendere che non era opportuno interpellare il dottor PELLEGRINI… …Poiché nel corso della conversazione cade la linea, alle ore 13.52 successive, DESOLE richiama nuovamente MELZI sull’utenza nr. 3358337003 325. Nella prima parte di conversazione i due parlano di questioni inerenti la società G.M.P. s.rl. ed in particolare della presenza di ANDALI Fortunato Domenico e di altri calabresi a Olbia, che come già accennato sarà trattata separatamente. Nel prosieguo della conversazione, i due si dilungano a parlare dei contrasti tra DESOLE e PAULANGELO. DESOLE ripete la propria volontà di chiarire quanto prima con FURRER gestione delle commissioni, nonché di farsi esibire il parere redatto dall’avvocato svizzero: <…io dico che tu batti sulle commissioni… quelle le vuoi, e le vuoi dal primo giorno che tu hai portato i clienti, e arretrati, io li batto io quello batterò… perché io so che quello è già una bella cifra, poi sul resto gli dico il resto adesso fammi vedere che tu ce l’hai per iscritto questo che …inc… mi faccio vede… che ce l’ha per iscritto, perché una cosa è… perché lui dice l’avvocato ha detto di fare questo e questo io lo voglio vedere per iscritto…>. MELZI si lamenta anche del fatto che FURRER, a distanza di sei mesi dalla richiesta di restituzione dei fondi, non avesse ancora fatto sapere nulla circa la consistenza del capitale: “va beh, ecco primo, secondo però, anche sul capitale va be è stato impiegato non è disponibile deve reggere, cazzo che dica qual cosa preciso nessuno gli mette la corda al collo domani, scusami da settembre ad oggi… son già passati sei mesi , non è che è passato un giorno”. Riportando delle considerazioni di PAULANGELO, MELZI aggiunge: “Paolo con assoluta franchezza, tieni anche presente che questo qui crede… dice ma che si sia messi d’accordo, lui dice… Paolo è stato messo sotto da FURRER…”. Ovviamente DESOLE respinge detta contestazione: “si… ma stai scherzando! Non mi faccio mettere sotto dai… dai calabresi, mi faccio mettere sotto da FURRER”. 324 325
prog. 12212 (All. “INT/65”) prog. 12213 (All. “INT/66”) 223
Detta affermazione, particolarmente interessante lascia intendere un coinvolgimento o comunque delle ingerenze dei “calabresi” nelle società svizzere. 1°/3/2004 Alle ore 13.32 …, sull’utenza nr. 0245470429 326, MELZI riceve la chiamata di ZOCCOLA, nel corso della quale MELZI lo informa dei colloqui avuti con PAULANGELO e DESOLE e del fatto che gli stessi non si fossero incontrati. MELZI dice aspetta disposizioni su come rispondere alla lettera pervenuta dalla OXALIS, ipotizzando anche di presentarsi spontaneamente dal dottor PELLEGRINI per chiarire la vicenda. ZOCCOLA interrompe la conversazione, dicendo che lo avrebbe richiamato più tardi. 2/3/2004 …Nella serata…, ZOCCOLA chiama MELZI sull’utenza nr. 0245470429 327. Nel corso della conversazione, MELZI ripete il contenuto della conversazione avuta con DESOLE Paolo e poi aggiunge di aver mandato alla OXALIS una lettera . Dopo aver ascoltato MELZI, ZOCCOLA esordisce dicendo testualmente: “…Giuseppe permetti una cosa?... permettimi... io ti dico una cosa, questi si sono giocati i tuoi soldi... solo questo ti dico… i tuoi soldi si sono giocati”…. …Nel prosieguo della conversazione i due si dilungano a parlare del nuovo assetto societario della G.M.P. e del subentro dei “calabresi”, fatto di cui verrà riferito più approfonditamente con apposita nota. 5/3/2004 … intorno alle 15.30, in Cutro (KR), viene freddato a colpi d’arma da fuoco IAZZOLINO Sergio, personaggio di indubbio spessore criminale, strettamente legato – come ampiamente documentato in precedenza – a: –
ANDALI Fortunato Domenico,
–
GRANO Giuseppe,
– FERRAZZO Mario –
LIA Giuseppe, SPADAFORA Carmine e CATANZARO Bruno, trio di personaggi da lui messi in pista nella fase della vendita di WFS/PPF;
–
DILETTO Alfonso e BARBERIO Maurizio, da lui individuati per risolvere la questione delle quote GMP cedute da PITTA a Stefano MOSSA;
–
ZOCCOLA Alfonso.
Alle ore 19,03…, poco dopo l’omicidio di IAZZOLINO, DILETTO chiama ZOCCOLA 328 e gli domanda se ANDALI fosse ancora «giù», riferendosi chiaramente alla Calabria, poiché aveva urgenza di parlargli. Nella circostanza, ZOCCOLA risponde che ANDALI era partito il giorno prima e che lo avrebbe richiamato dopo, chiudendo immediatamente la comunicazione. E’ evidente l’intenzione di DILETTO di informare ANDALI dell’uccisione di IAZZOLINO. Come prima precauzione riferita all’omicidio, ANDALI cambia immediatamente la propria utenza telefonica. Sempre a seguito dell’omicidio, ZOCCOLA e ANDALI si preoccupano di sciogliere la società neo costituita da DILETTO. 326
prog. 5885 (All. “INT/67”) prog. 6104 (All. “INT/72”) 328 (tel. n. 0611 delle 19.03 – vds. All. “INT/3/40”) 327
224
10/3/2004 Infatti la mattina…, ZOCCOLA chiama MELZI 329 e, facendo riferimento, anche se non in maniera esplicita, all’omicidio di IAZZOLINO, lo sollecita ad adoperarsi per sciogliere la società medesima. Per una migliore comprensione si riporta integralmente parte della conversazione: Z:
Giuse, Giuseppe,
M:
uh...
Z:
cambia subito per favore!
M:
e caro cazzo adesso, non è facile, cioè nel senso... no io (ride)... dipende da me, cioè, pronto...
Z:
si, ti sento
M:
e, caro... i soci, sono i soci, bisogna convocarli
Z:
si, ti... eee... ti fai fare una lettera di, di, delega, allora, dai...
M:
uh... e va boh, appunto...va beh... eh... senti, questo d'accordo, comunque scusami, di per sè non ti preoccupare perché lì... comunque non può succedere nulla, adesso va bene tutto, ma insomma io ho capito, poi ci vediamo, ne parliamo eccetera...
Z:
c'è un problema a livello penale di dietro e... già te lo dico...
M:
ehh, ho capito va boh,
Z:
è successo una cosettina... eh... lo stesso eee... due giorni dopo eee... mi ha avvertito subito, quindi...
M:
uh... e però, digli, scusami, a sto punto se lui, ecco, no lui quindi lui è disponibile, ho capito?
Z:
si, si, si...
M:
e allora lo raggiungo io, basta che lui (inc...) dia anche all'amico lì... io poi riprovo, ovviamente a sentirlo
Z:
io faccio una cosa, io lo chiamo pure io
M:
io posso andare, posso andare a raggiungerlo lì, si va da un notaio lì e non c'è problema...
Z:
esatto, no io lo faccio venire, caso mai domani, su a Milano
M:
uuuu... ok... ma come è comodo, mi muovo anch'io, perché la cosa ho capito, a sto punto è più seria di quanto pensassi
Z:
ehh, no
M:
però si può risolvere in due minuti
Z:
ma anche perché poi... ehm... pregiudicherebbe la questione che ho parlato con...
M:
ho capito...
Z:
con Giovanni Antonio...
M:
ho capito, ho capito, ho capito...
Z:
questa è una cosa negativa
M:
va boh, va boh, va bene, niente di male, dai... però, ecco non... teniamola tra di noi, perché se no facciamo
Z:
no, no, no, lo so, lo so, lo so, lo so, figurati...
329
(tel. n. 12576 delle 09.19 cell. MELZI – vds. All. “INT/3/41”) 225
11/3/2004 Nel pomeriggio…, ZOCCOLA chiama ANDALI 330 e gli dice che il lunedì successivo, ovvero il 15.03.2004, si sarebbe recato a Milano e, pertanto, lo invita a rintracciare DILETTO in vista di un incontro presso lo studio dell’avvocato MELZI. 15/3/2004 Nella mattinata…, ZOCCOLA e DILETTO si incontrano presso lo studio di MELZI, incontro documentato da un servizio di O.C.P. eseguito da militari dipendenti. Il motivo della riunione – come già accennato e come emerge dalle successive conversazioni intercettate – era quello di definire la procedura per lo scioglimento della società “DI.MU. Immobiliare s.r.l.”. 16/3/2004 Sempre in relazione a tale vicenda, la mattina…331, MELZI riceve la chiamata di DILETTO che gli chiede di inviargli i documenti, perché aveva già preso accordi con il notaio e l’indomani avrebbe definito la relativa pratica. 18/3/2004 Alla vicenda viene fatto riferimento anche nel corso di una conversazione registrata nella serata…332 tra ANDALI e GRANO. Nella circostanza, ANDALI informa GRANO dell’incontro svoltosi il 15.03.2004 tra DILETTO, MELZI e ZOCCOLA e, nonostante non avesse avuto più informazioni in merito, assicura che era andato tutto bene. 23/3/2004 La mattina…333 viene registrata un’importante conversazione telefonica, nel corso della quale MELZI spiega a MELCA i motivi dello scioglimento della società costituita da DILETTO. In particolare, MELZI propone a MELCA di intestarsi le quote societarie della G.M.P., in quanto DILETTO Alfonso aveva in corso dei procedimenti per mafia e, pertanto, sarebbero potuti sorgere problemi nel caso di una eventuale indagine patrimoniale. Si riporta integralmente parte della conversazione: M:
e va be, va be. Senti scusami niente
ME: sì M:
tutto bene?
ME: tutto bene per il resto sì M:
senti c'è ALFONSO qui, in arrivo
ME: sì M:
ehh, probabilmente ti chiama, ti anticipo una cosa
ME: sì 330
(tel. n. 087 delle 14.26 utenza 3394436335 – vds. All. “RIA/925) (tel. n. 12935 delle 09.34 cell. MELZI – vds. All. “INT/3/42”) 332 (tel. n. 0521 delle 20.22 utenza 0041792190462 – vds. All. “RIA/926) 333 (tel. n. 7726 delle 08.48 utenza 3392785944 – vds. All. “INT/3/43”) 226 331
M:
ehh, senti è una domanda un po', te la faccio io in anticipo per salvarcela (fonetico), per vedere un po', perché se mai lo depisto se tu non sei d'accordo
ME: sì dimmi M:
cioè, adesso cè il problema...adesso non l'hai vissuta la roba, quel pirla là che si è intestato sta roba deve togliersela, quell'ALFONSO DILETTO là. Quello
ME: quei due, sì quei due? M:
quei due là, sì ma uno era lo zio, l'altro il nipote e c'erano (voci sovrapposte)
ME: ehh, sì, sì, ma è meglio che se la levano da mezzo le palle vai! M:
allora senti qui si sta pensando, sono io che gli ho detto, ma perché non lo chiediamo ad ANTONELLO anche questo ""cioè sì può essere adesso ci penso un momento""
ME: mm M:
tu scusami la franchezza, detto inter nos, perché se no lo depisto, per non dirgli di no magari questo poi si offende pure, no
ME: sì M:
però anche dirgli di sì (ride n.d.r.) cioè tu di problemi non ne hai in giro fiscali eccetera?
ME: no, no, no M:
mm, appunto, no, immaginavo, ma solo che sai, c'è un discorso ANTONELLO con tutto, la stima che io ho per te, ma qui sta ad intestarsi una cinque miliardi e rotti è!
ME: sì M:
capito?
ME: capito M:
che poi potrebbero essere dieci. No lo so
ME: tu mi devi... M:
no tu problemi, probl...
ME: mi devi tutelare in questo senso qua M:
no!
ME: io do la mia disponibilità per te per GIOVANNI ANTONIO M:
(inc.) ecco no, questa quota è la quota loro, non c' è problema, sai che gli altri soci, sono, sono, di MOSSA, quindi problemi non ce n'è
ME: no io non ho problemi, figurati M:
ecco l'unico, l'unico problema, non per te che ti dovessero, perché così è saltata fuori, tanto per essere chiari che
ME: sì M:
(ride n.d.r.) è imputato di mafia...cazzi, cose per cui, che facciano indagine di tipo patrimoniale, vanno a vedere e e dopo di che, ehh, la cosa siccome l'abbiamo fatta neanche un mese fa lo sai no?
ME: sì, sì M:
non dovrebbe essere un passaggio così, ecco però, l'unico problema grosso è questo, che tu domani gli dici, cazzo io non dico c'ho cinque miliardi, ma insomma va be adesso inventeremo qualcosa, d'altra parte, chi si intesta sta roba di cinque miliardi, cioè lo potrei fare io, però io sono già un avvocato che (inc.) sempre hai capito? Però neanche io su cinque miliardi poi per dire capisci 227
ME: a be certo M:
però, a mio parere, cioè adesso questa è una protezione (fonetico) come dire così preventiva, perché può essere che non succeda assolutamente niente ecco tanto per essere chiaro.
ME: sì M:
se rimaneva intestata a lui sì, se non l'avesse intestata lui...va be non succede niente
ME: va be ascolta GIUSE' io ti dico solo questo guarda; da parte mia io do la disponibilità, tu cerca di, di capire sin dove posso arrivare M:
no io ti dico di più, no, no ma ti dico di più, scusa sempre perché (fonetico) è un discorso sempre molto diretto amichevole, fraterno, ma anche professionale
ME: certo! M:
ehh, ANTONE' se va bene ok, se va male tu non ci perdi un cazzo, cioè va male nel senso che se non credono, eccetera, che pensano, perché adesso qui il problema, cazzo, sto cazzo di ALFONSO, meno male che, tu era anche presente (fonetico), ho detto 'ma ALFONSO ti rendi conto siam venuti fuori', prima era PITTA eccetera, va be PITTA c'ha i suoi cazzi però è PITTA, no?
ME: sì M:
vieni a mettere uno che dopo tre giorni, ci...ehh...ci dice, ehh,""ma c'ho dei problemi antimafia, quindi non riesco a...è meglio che non mi intesti un cazzo"". Cioè io dico (inc.) quando io quella sera là, ho detto litigando, cioè litigando pure (inc.)
ME: sì, sì, no M:
mangiato il naso sembrava che, non so volessi fare chi sa che cosa, ho detto 'cazzo ma siamo tranquilli', perché cazzo quando l'ho visto in faccia, io non l'avevo mai visto prima
ME: tu pensi già, che sia stato già registrato tutto questo movimento? M:
come?
ME: pensi che sia già stato registrato tutto questo movimento da un mese a questa parte? M:
purtroppo è già stato registrato perché adesso se (inc.) i venti giorni figurati, il problema è questo adesso sai registrano ehh, in telematico, infatti io ho chiamato subito BRUNO e gli ho detto 'BRUNO ehh, cazzo l'hai già fatto, c'hai venti giorni no?' e dice ""GIUSEPPE ormai vanno tutti in automatico"" e vaffanculo.
ME: ho capito M:
comunque va be ohh
ME: va be GIUSE' M:
ANTONELLO perché tu sappia
ME: sì M:
se va bene, c'hai anche un riconoscimento eccetera
ME: certo, certo, certo (voci sovrapposte) M:
quindi fuori discussioni, a parte che tu ce l'avrai comunque perché la prestazione tua anche, chiamiamola professionale (voci sovrapposte)
ME: va be (voci sovrapposte) M:
se va male che dicono che questa è di, del signor DILETTO che è un mafioso, ehh, sono cazzi di DILETTO di ALFONSO e di quanti stan con lui. Ehh io dico, io ho cercato (ride n.d.r.) anche, quanto meno di dirgli così, questi sembrava che, che offendessi, non solo ti dico di più, sta roba per il momento, non l'ha ancora detta al, come si chiama a SALVI
ME: ho capito 228
M:
perché SALVI, aveva detto, ma qui siamo tranquilli eccetera, no?
ME: no, ma io guarda, l'altro giorno ho parlato con lui, no? M:
è
ME: del più e del meno, ho capito che lui era un po' così, non era, o ha, ha pure avuto un sensore da GIOVANNI ANTONIO, di questa possibilità M:
l'ha avuto se...non ho capito scusa
ME: ha avuto un sensore M:
mm
ME: discutendo con GIOVANNI ANTONIO che ci possa, che ci poteva essere questa...questa soluzione, nel senso che questi due andavano via...capito? M:
ehh, sì, va be GIOVANNI ANTONIO se si mettesse la lingua in mezzo ai denti sarebbe sempre meglio, ma comunque
ME: e va be, comunque M:
no, no, va be, oh comunque sai io adesso questi ragazzi io te l'ho sempre detto nel bene e nel male sai come sono
ME: certo M:
c'è di peggio, non son cattivi eccetera, sono in particolare ALFONSO che è lucido ALFONSO (fonetico voci sovrapposte)
ME: senti GIUSEPPE (voci sovrapposte) per tagliare la testa al toro, alla fine della fiera nella peggiore delle ipotesi come andrà a finire (fonetico voci sovrapposte) M:
ah perdi il bene ehh, son cazzi loro tanto il (inc.) non è mica tuo
ME: parlo di me, parlo di me, parlo di me M:
voglio dire...
ME: nella peggiore... M:
no! Niente non perdi un cazzo cioè sei un fiduciario e loro comunque il favore che gli fai te lo devono anche riconoscere
ME: va bene, bah a me non me ne frega, figurati M:
no! Ma scusami
ME: e se è per salvare la cabola (fonetico) lo faccio non c'è problema figurati M:
no, no, ma per dirti, figurati se io ti metto in difficoltà, no t'ho detto solo che (fonetico) così l'unica cosa, tu sei trasparente e dico magari se pot...se poteva esserci qualche problema fiscale allora no, perché se no ti inguaiavi per conto tuo, capito no?
ME: no, no, no, no M:
cioè se tu avessi per caso un problema fiscale a parte che c'è i condoni eccetera no, allora in questa (linea disturbata inc.) allora ti freghi con le tue mani, ma se tu non ce l'hai, al massimo ti possono dire ehh, sto DILETTO, che tu sei prestanome di DILETTO insomma
ME: ma io non ne ho di queste M:
e ma appunto, appunto, no, no. Va be senti comunque come al solito io ti ho anticipato la roba, adesso lui mi ha detto che ci pensava che lui ha cercato figurati per dirtela tutta; lui ha detto ""ahh facciamo qui una signora, qui a Milano"" che io gli ho presentato, è una effettivamente che c'ha una grossa azienda e se la fa commercio di diamanti (fonetico) di, di, d'investimento non so se te l'ha detto, no? Una certa DE RICO che io conosco da trent'anni, questa sì, è una che c'ha un patrimonio di cento miliardi, però questa m'ha detto ""sì ALFONSO è carino, simpatico (ride n.d.r.) così ma gli ha detto io mica son scema (ride n.d.r.) 229
ME: io ho capito M:
lei l'ha capito che c'è dietro un denaro che un po' va e viene no? Dice ""scusa vado a mettere a repentaglio la mia azienda, la mia credibilità"" questa qui è una che è nota a livello internazionale, dice ""io sì, mi chieda qualsiasi favore, piuttosto, gli presto io cinque miliardi o dieci (ride n.d.r.)"" che cazzo (ride n.d.r.) ""ma non mi vado ad intestare una roba che poi domani vengano lì"". Cioè con quella la roba è sicura, ma lei dice, con quella lei la difende benissimo, ma lei dice ""che cazzo d'interesse ho, con tutto il rispetto a, andare a subire magari un'indagine e dire che è roba mia, quando non è mia"", insomma no? Capisci? No?
ME: ho capito, va bene M:
e questo, questo lui, lui c'è rimasto male dice""ehh, ma come"" sai cazzo
ME: sì, sì, va be lui non riesce a capire molte volte, capisce tutto, però le, le piccolezze, le piccolezze no riesce a...(fonetivo voci sovrapposte) M:
no perché gliel'ho presentata due mesi fa questa qui. Lui ha simpatizzanti (linea disturbata inc.) è una bravissima seria che è quarant'anni che si fa il culo dieci, dodici ore al giorno (fonetico)
ME: ho capito (inc.) GIUSEPPE M:
hai capito?
ME: e certo! M:
dice ""ieri sera son rimasto molto deluso"" ma ehh amico cazzo
ME: (inc. voci sovraposte) tutti sanno (ride n.d.r.) M:
va be comunque. Senti, ok, io non ti ho detto niente, se te lo dice lui, tu sai cosa devi fare (fonetico) ok?
ME: va ben, va bene ok In relazione alle vicissitudini della neocostituita DI.MU s.r.l., si riporta integralmente la conversazione intercettata nella mattinata del 01.04.2004 tra MELZI e DILETTO 334: M:
si, pronto?
D:
buongiorno avvocato
M:
come andiamo?
D:
tutto bene
M:
uhm
D:
eh, no, adesso ho telefonato ad Alfonso, ci siamo capiti male!
M:
uh
D:
non c'è nessun appuntamento che, e ci siamo capiti male e sta, è tornato indietro
M:
uh, senti caro, si io no, non lo so ma lui sta venendo perché è stato malato, non lo so, doveva venir su doma l'altro giorno, poi non era venuto adesso non so niente, ma viene o non viene?
D:
ma lui so che è a, uh, era lì che stava venendo per, a Milano lui
M:
uh, boh
D:
però, siccome aveva chiamato anche me, noi siamo ...inc... male,
M:
senti, puoi parlare un secondo al telefono?
D:
si si, dimmi
334
(tel. n. 5744 delle 10.20 utenza 0258302087 – vds. All. “INT/3/44”) 230
M:
no, niente, eh scusa la franchezza, io non ho grande urgenze particolari che c'ha lui, perché non è facile trovare eh, così, e lui continua a insistere ma non è che, avevamo pensato una persona che può farlo tranquillamente, ma questo
D:
uh
M:
adesso, proprio ieri sera, m'ha detto che, che gli dispiace molto ma siccome ha degli interessi più grossi eccetera, non poteva farlo, eh tu, è proprio urgente 'sta roba ...inc...
si sovrappongono le voci D:
no, a me non è urgente, eh lui, lui le sa le cose, hai capito com'è? però non voglio che ci inca, incastra a voi, quello lì è
M:
eh, lo so
D:
tutto lì, perché... per me non è urgente,
M:
uh, va bene, adesso vediamo
D:
hai capito?
M:
e si, ho capito,
D:
è il, è il coso che cioè, io c'ho paura per voi, non per me, capito?
M:
ok ok ok, va bene
D:
eh
M:
d'accordo
D:
va bene
M:
ciao Alfonso, grazie
D:
ciao
M:
ciao
…Riguardo alla società DI.MU. s.r.l., attraverso l’interessamento di MELZI, MASSETTI DE RICO Antinea dà la propria disponibilità ad acquisire le quote della predetta società. Al momento, MELZI è in attesa di una procura speciale per la cessione di tutte le quote della DI.MU. S.rl. intestate a DILETTO Alfonso e MUTO Francesco. Inoltre, il medesimo DILETTO dovrà rilasciare una dichiarazione di dimissioni da Amministratore Unico. Tale procura dovrà essere rilasciata a nome di Antinea MASSETTI DE RICO. 2/4/2004 MELZI invia una lettera a mezzo fax alla OXALIS AG.,
335
Alle ore 12.45…, dall’utenza nr. 0258431690 il cui contenuto si trascrive integralmente: . 335
prog. 4682 (All. “FAX/15”) 231
15/4/2004 Alle ore 08.42 ed alle ore 08.44…, dall’utenza nr. 0258431690 336, MELZI invia una lettera a mezzo fax rispettivamente allo studio dell’avvocato LANDAMANN Valentin, legale di DESOLE Paolo ed alla OXALIS AG. MELZI scrive testualmente: “Caro Collega, prendo atto di quanto mi comunica sul ruolo (trader) del signor Paolo DESOLE nella OXALIS AG. Tuttavia, al signor DESOLE ed al signor PAULANGELO alcuni investitori avevano affidato cospicui investimenti che gli stessi hanno dichiarato di aver affidato a questa società per CHF 5.800.000. La responsabilità della restituzione coinvolge, quindi, anche il Suo assistito, a prescindere dai rapporti professionali dallo stesso intrattenuti con la OXALIS A.G. Mi permetto, quindi, di insistere perché il signor DESOLE non solo fornisca il rendiconto della gestione effettuata, ma restituisca o faccia restituire – ripeto – tali investimenti, di cui anch’egli è responsabile e per cui debbo proporre ogni riserva di azione giudiziale, nei confronti di tutti coloro che hanno partecipato a vario titolo alla gestione ”. In sostanza MELZI ritiene responsabile della mancata restituzione dei fondi anche DESOLE Paolo, riservandosi di proporre una azione giudiziale. 18/4/2004 Alle ore 09.25…, PAULANGELO torna nuovamente a chiamare MELZI sull’utenza nr. 3358337003 337, per conoscere eventuali novità, ma MELZI risponde di non essere riuscito a parlare con DESOLE , che tra l’altro, avrebbe dovuto essere già arrivato a Olbia. Nel prosieguo della conversazione, PAULANGELO domanda se avesse preparato la documentazione per lo “scudo fiscale”, ma MELZI di averla approntata facendo intendere che rimarrà sarebbe rimasta senza esito, anche perché si sarebbe reso necessario versare il 4% dei capitali (somma di cui chiaramente non dispone) ed anche dimostrarne la provenienza. In merito a quest’ultimo particolare MELZI dice che c’era sempre di Olbia disponibile a fare una dichiarazione d’appoggio, verosimilmente riferendosi a PITTA, ma che comunque sarebbe stata un’operazione complessa, in quanto bisognava ricostruire la documentazione, le date esatte e quant’altro necessario per legittimare i capitali. MELZI aggiugne poi che era indispensabile effettuare una riunione, anche per concordare eventualmente una linea da tenere, perché sarebbe stato sicuramente chiamato dall’A.G. elvetica per rispondere delle operazioni effettuate, facendo riferimento alla Bank Leu ed alla EVAX. Infine, MELZI racconta che anche DESOLE Paolo “piangeva miseria”. Per una migliore comprensione si riporta integralmente la conversazione: …. P:
ehh, ma tu hai fatto quella cosa dello scudo?
M:
sì l'ho fatta, l'ho fatta, sì ma non è questo il problema, il problema che poi bisogna dimostrarlo è, voglio dire, cioè sai sì, fai una dichiarazione, oltretutto ci sono degli oneri, no? Per cui cazzo
P:
non ho capito, di che oneri?
M:
è va be, questa roba quì, adesso devo versare (ride n.d.r.) il 4, non è mica che fai la dichiarazione e (inc.) io l'ho fatta ma adesso devo versare, se non verso adesso viene meno e chi mi da i soldi per versare, il 4% bisogna versare, l'ho fatta tanto per mettermi, aprire l'ombrello, appunto, ma adesso deve essere in grado di chiuderlo al di là di questo, poi va be il discorso è un pochino più complesso, perchè se...bisogna anche documentare difronte, per l'Italia va bene la dichiarazione tua, ma quello là quando mi chiama, sai l'ho detto anche all'altro amico che è passato là l'altro giorno di corsa perchè andavano non so dove, è venuto a salutarmi, gli ho detto "ma GIUSE', sì, sì tutto a posto", 'a posto un cazzo dico, come faccio, non c'ho in mano una carta per dimostrare che quel movimento lì, non sono mica spiccioli, non so me li tengo in tasca'. Sì poi il nostro amico lì di Olbia, ha detto è un amico che lui è sempre disponibile a dichiarare, ma tu pensi che un giudice, anche se mi viene a dichiarare precisamente, ci crede? Cioè così,
336 337
prog. 4957 (All. “FAX/20”); prog. 4958 (All. “FAX/21”) prog. 14826 (All. “INT/114”) 232
bisognerà dargli qualche carta, le carte dove le inventiamo? Sì possiamo inventare che lui c'ha un patrimonio certo, possiamo inventare che, ma sulla base di testimonianze, oltretutto bisogna poter sapere le date precise, cosa che noi non sappiamo, perchè questo riguarda, cioè qui bisogna dire questo qui cinque anni fa, sei anni fa, non so, è tutto un incastro che, bisognerebbe giocare dopo che, sono depositati gli atti in modo tale che conosciamo gli atti, si sà i movimenti che c'è il discorso BANK LEU, c'è il discorso EVAX, c'è, cioè … P:
questo glielo devi dire, se è colpa tua se sei in queste condizioni (voci sovr.fonetico)
M:
e cazzo no! Lo dico, lo dico anche a te (fonetico), perchè è in queste condizioni qui, l'altro giorno ho detto 'ALFONSO questi qui "ahh GIUSEPPE son (inc.)" ahh! Bravo dico 'cazzo mi hai inguaiato'. Io lì, io poi il rapporto l'ho avuto prevalentemente con lui, "ahh, GIUSE ' tranquillo tutto a posto BANK LEU dico 'cazzo vengo su il trenta d'agosto e già saltato tutto l'ambaradan (inc.) non mi dite un cazzo e lasciamo lì tutti quei soldi lì, gli ho detto 'sei fuori' è dico scusa adesso qui bisogna anche', dopodichè si sbaglia io sono il primo non ce l'ho con nessuno, però, poi si va avanti quest'ambaradan qui, i numeri cinesi per...è, anche lì è...se sono sulle tracce di sta roba bisogna anche a mio parere far presto, adesso l'abbiamo rigirata, perchè in maniera ottima perchè questa signora qui è una va be che, ha un fatturato, c'ha un'azienda che fattura 30 miliardi all'anno
P:
però sai questo anche a me mi scoccia, io non so niente, che qui i calabresi...
M:
l'abbiamo fatto venerdì, sì lo so però ehh, adesso fa il bravo venerdì, era ieri no? (voci sovr.fonetico)
P:
voglio essere informato un po' prima io! (fonetico voci sovr.)
M:
oggi vengo su, io te l'ho detto ti ricordi, quando...ehh, quella sera là che poi, fatto il giochino, ma tu, qui e là, su e giù, c'erano sti cazzi di calabresi, dopo di che quattro giorni dopo, cinque giorni dopo, ALFONSO dal suo punto di vista molto lealmente dice "sai mi han chiamato, ci sono dei problemi?" è dico 'l'altro giorno mi hai detto'...
P:
ma quando è venuto qui l'ultima volta, ALFONSO
M:
mm
P:
lo sapeva già...che c'erano dei problemi?
M:
sìcerto che lo sapeva già, ma io ieri (voci sovr.inc.)
P:
però a me non mi ha detto niente
M:
e va be non lo so, anche lì cazzo...d'altra parte mi son dato da fare, ti assicuro che questa qui, che è una cliente da trent'anni, un'amica (MASSETTI DE RICO ANTINEA), gli ho detto di fare questo grosso favore eccetera e me lo sta facendo, ma voglio dire, me l'ha fatto ma anche questa dice, ma a me che cazzo me ne fotte a mettermi nei guai per andare a fare una roba del genere che...è...va be, va be comunque, comunque sta roba grazie a Dio è fatta, perchè se no a mio parere, figurati qui mettavamo insieme la Svizzera con la Calabria e siamo a posto e da un casino ne mettiamo su due, uno più grosso dell'altro 21/4/2004 338
…, nella tarda mattinata , ZOCCOLA avvisa MELZI che lo avrebbe raggiunto l’indomani, in quanto doveva incontrare due persone, dopodiché chiede notizie di ALFONSO (ovvero, DILETTO Alfonso). MELZI risponde che ancora non gli era arrivato niente. ZOCCOLA allora lo invita a chiamarlo ed a sollecitarlo (sempre in merito alla vicenda della società DI.MU. S.rl.). ZOCCOLA prosegue il discorso dicendo che la settimana successiva avrebbero dovuto organizzare un incontro ad Olbia con PITTA, Mauro PUTZU e l’amico di questi, «il primo cittadino» (Settimo NIZZI, 338
(tel. n. 15015 delle ore 12.55 cell. MELZI – vds. All. “INT/3/49”) 233
sindaco di Olbia), quindi conclude dicendo che lui sarebbe arrivato con chi ha interesse «ad acquisire» (ovvero, gli investitori disposti a realizzare il progetto del campus). 11/6/2004 Alle ore 08.43…, PAULANGELO viene chiamato da ANDALI, sull’utenza nr. 3386013499 339, il quale chiede chiarimenti in merito ad una provvigione quantificata nel “5%” che doveva ricevere, ma che ZOCCOLA gli aveva riferito che non spettargli. PAULANGELO dice testualmente: “… non è vero… quando l’amico nostro ti ha fatto quella… quella… quella promessa, eravamo tutti d’accordo… è così rimane… perché ci ha detto per il recupero dell’altro tedesco… eh… l’amico nostro ha detto… guarda lui si occuperà di recuperare quella cosa del tedesco, però noi gli diamo del guadagno… che abbiamo anche noi, il 5 % a lui, e noi abbiamo detto… siamo d’accordo”. Al termine della conversazione ANDALI dice che avrebbe chiarito la vicenda con ZOCCOLA. Alle ore 10,32 successive, PAULANGELO e ANDALI si sentono nuovamente 340 perché quest’ultimo pretende ulteriori chiarimenti in ordine al mancato riconoscimento della citata provvigione. Nel corso conversazione, PAULANGELO dice che lui e DESOLE avevano venduto le quote della G.M.P. …Alle ore 10.41 successive, ANDALI richiama PAULANGELO sempre sull’utenza nr. 3386013499 341, e continua la conversazione precedente. Nel corso della stessa ANDALI cerca di capire la vicenda inerente la provvigione del 5% che gli era stata promessa, tuttavia PAULANGELO gli rappresenta che avrebbe dovuto chiarirsi con ZOCCOLA. Al termine ANDALI dice che avrebbe parlato con ZOCCOLA, affermando che se qualcosa gli sarà dovuto, avrebbe dovuto essere ZOCCOLA a darglielo. Tale conversazione è di estrema importanza per capire l’intero contesto dell’indagine, in quanto dal tenore della stessa si può desumere quanto segue: -
ANDALI ha preso parte sia agli affari in Svizzera (WFS/PPF, ecc…) sia a quelli in Sardegna e sempre per il tramite di ZOCCOLA;
-
il riferimento al 5% di commissione sugli affari immobiliari in Sardegna (GMP) per il recupero della <> col <> riguarda molto probabilmente la questione di TOMARELLI; infatti va ricordato che TOMARELLI: .
pur italiano, operava prevalentemente in Germania (circostanza da cui trarre il riferimento quale “tedesco”);
.
aveva preso parte, almeno inizialmente, agli investimenti in Sardegna;
.
era entrato in contenzioso con ZOCCOLA e soci e, come da lui raccontato a verbale, era stato oggetto di pressioni da parte di ANDALI;
-
circa gli affari in Svizzera, ANDALI appare altrimenti coinvolto e, comunque, al corrente di tutto, come si desume dal seguente passaggio:
P:
la prima volta che lui mi ha detto di darti delle quote, è stato il motivo del tedesco, allora ho detto io ' sono d'accordo, l'altro che stava con noi il terzo, ha detto "sono d'accordo" e la cosa era sempre per la questione del tedesco
A:
sì!
339
prog. 149 (All. “INT/148”) (prog. 151 – intercettata sull’utenza nr. 3386013499 (All. “INT/149”) 341 prog. 152 (All. “INT/150”) 234 340
P:
allora se lui è venuto meno in qualche cos'altro non te lo posso assolutamente
A:
no! No! Io su queste quote, lascia stare dopo che si doveva sistemare, c'era ugualmente per...per...altri discorsi che avevamo parlato...era un discorso tra me e lui lascia... Salvi io su questo ho capito...questo è un discorso fra me e lui
P:
va beh...
A:
fra me e lui..
P:
no, perchè i...io a lui, gli ho detto anche un'altra cosa molto chiaro, io ho fatto anche degli affari, prima di conoscerlo, prima di conoscerlo
A:
sì
P:
e l'ho preso come socio e da dividere come tu sai anche la storia che abbiamo diviso come se lui fosse stato dal 1995 con me, d'accordo? Però con le cose...e beh, tu questo è bene che tu lo sappia però,
A:
sì non lo so perchè...
P:
tu le cose però..
A:
(voci sovr.inc.) sinceramente quello..
P:
le cose che sono state fatte
A:
quello che mi diceva lui, perchè io avrei dovuto essere almeno insieme a lui e su certe cose, questo non...io non ho mai deciso niente ..
P:
a beh questo...a beh questo
A:
comunque è un discorso tra me e lui, fra me e lui
P:
questo, questo non lo so, però voglio dirti, quello che noi ci siamo divisi il piatto l'anno scorso, sia tu che lui, hanno preso quello che ho preso io, anche se io...ehh...a lui nel 95' neanche lo conoscevo
23/8/2004 Nella serata…, presso l’aeroporto di Zurigo, la Polizia Federale Elvetica, ha proceduto all’arresto di ZOCCOLA Alfonso, che proveniva dalla Spagna, in quanto colpito da un mandato di cattura per i reati di riciclaggio, traffico di droga e sostegno ad un’organizzazione criminale. MELZI apprende la notizia dell’arresto del predetto il giorno 25.08.2004, nel corso di una conversazione con LAEZZA registrata alle ore 18.19 sull’utenza nr. 3358337003342. Alla luce dell’arresto di ZOCCOLA Alfonso, LAEZZA aveva chiamato MELZI per sapere come avrebbe dovuto comportarsi nei confronti del contratto di mutuo concluso formalmente con MELZI ma sostanzialmente con ZOCCOLA. Come emerge eloquentemente dalla lettura della conversazione, qui sotto integralmente riportata a cui si rimanda, MELZI ripercorre con LAEZZA quella che sarà, molto probabilmente, la sua linea difensiva. Comunque, in stretta sintesi, dal tenore della conversazione si desume quanto segue: -
quanto al mutuo concesso da LAEZZA, tra le varie soluzioni, MELZI gli consiglia di accantonare il denaro, in attesa che la vicenda WFS si evolva in un senso o nell’altro;
-
il denaro concesso a mutuo non era di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE ma di terzi, ovvero proveniente dalla WFS;
-
MELZI commenta sfavorevolmente il rapporto di ZOCCOLA con ANDALI (definito <
342
prog. 14167 (All. “INT/156”) 235
cuore>> di ZOCCOLA) con ciò dimostrando di aver ben presente di quale genere di personaggio si trattasse; -
MELZI disegna un quadro sintetico molto efficace del percorso dei denari provenienti dalla WFS, quando dice, seppur in chiave difensiva: <>;
-
Evidentemente in ansia, per la propria posizione, tende a mettere l’arresto di ZOCCOLA in relazione a quello già in precedenza avvenuto di ANDALI;
-
MELZI asserisce di essersi offerto con ZOCCOLA ad assumere la difesa di ANDALI, dopo il suo arresto o, comunque, di assisterne la famiglia.
…Alle ore 21.22 successive, dall’utenza cellulare nr. 3358337003 343, MELZI chiama PITTA e lo informa dell’arresto di ZOCCOLA, specificando che probabilmente l’atto era legato all’arresto di ANDALI Fortunato. Alle ore 21.27 successive, dall’utenza telefonica nr. 3358337003 344, MELZI chiama MASSETTI DERICO Antinea (titolare della società di diamanti denominata Intermarket Diamond) e la informa dell’arresto di ZOCCOLA. La lunga conversazione è di estremo interesse poiché MELZI spiega nei particolari la personalità di ZOCCOLA, i motivi per i quali lo ha conosciuto, nonché i legami ed i rapporti che il predetto aveva con un’organizzazione composta di calabresi. MASSETTI DE RICO Antinea si manifesta preoccupata della circostanza, probabilmente perché, in un primo momento, la stessa era stata coinvolta da MELZI nell’acquisto della società Immobiliare DI.MU Srl., fatta costituire da ZOCCOLA a nome dei calabresi DILETTO Alfonso e MUTO Francesco. Nel prosieguo della conversazione MELZI è critico nei confronti di ZOCCOLA, e fa anche riferimento a due conti aperti dallo stesso a nome di CENZATO Adriana, infatti dice testualmente:"ci sono due conti correnti qui, abbastanza rotondi, no, che io ho aperto a suo nome, con la delega a Adriana (CENZATO, ndr)... questo viene giù, quando c'ha... avvisa.. .con Adriana poi c'ha una confidenza... va lì, fa i suoi cavoli di cose che deve fare, preleva, versa ecc... figurati, no, ma per dirti... non è una curiosità, non mi interessa... mi ha detto posso aprire un conto... figurati, l'ho aperto... ch'ho qui, in cassaforte sua c'ho delle cose, no... e quindi mi diceva ogni volta, che si soffiava il naso, no... ". Inoltre, MELZI spiega ad Antinea l’operazione immobiliare che ZOCCOLA stava conducendo con la società G.M.P. s.r.l. e che, per portare a termine l’operazione aveva aperto un conto corrente, sul quale aveva la delega ad operare la segretaria Adriana (CENZATO). Riguardo al mestiere svolto da ZOCCOLA, MELZI dice che era socio al 33%, con altre due persone (PAULANGELO e DESOLE) in una società finanziaria che operava con i cambi ed in particolare sul “Forex”. MELZI racconta che il ruolo di ZOCCOLA era quello di organizzare la rete di vendita mentre gli altri due soci erano i tecnici e che lo stesso gli aveva raccontato che anni addietro aveva avuto un con il figlio dell’armatore napoletano Achille LAURO, con il quale “avevano messo sotto una banca”, e che per tale vicenda aveva scontato un anno in carcere. Una volta uscito dal carcere, aveva lavorato per alcune compagnie di assicurazione ed, avendo un buon pacchetto-clienti, lo aveva canalizzato in questa nuova attività legata al Forex. MELZI spiega che i due tecnici (PAULANGELO e DESOLE ), erano appoggiati dall'UBS, nel senso 343 344
prog. 22807 (All. “INT/157”) prog. 22810 (All. “INT/158”) 236
che i cambisti dell'UBS passavano loro le informazioni e poiché quest’ultima società aveva una forza finanziaria importante, con la quale contribuiva a determinare l'andamento del mercato, erano riusciti a fare degli affari con pochi rischi. MELZI specifica di aver conosciuto ZOCCOLA tramite un amico-cliente originario della Sardegna, con il quale aveva rapporti da oltre trent'anni (PITTA Giovanni Antonio) e che opera nel settore immobiliare, nonché di aver concretizzato un’operazione immobiliare con ZOCCOLA e gli altri due soci per un un importo di circa in 7-8 miliardi (delle vecchie lire). MELZI spiega che avevano stipulato il contratto con PITTA, disegnando un programma di pagamento di cui stavano rispettando le scadenze. Da ultimo, MELZI aggiunge che ZOCCOLA, in una circostanza, gli aveva presentato un ragazzo di colore che vive a Ginevra, al quale aveva prestato 200.000 euro. ZOCCOLA aveva chiesto a MELZI di scrivere una ricevuta e di conservarla nella cassaforte dello studio, sino a quando fosse stato estinto il debito. 26/8/2004 Alle ore 08.25 ed alle ore 08.49…, sull’utenza nr. 3358337003 345, MELZI viene chiamato rispettivamente da MELCA Antonello e da PAULANGELO Salvatore, ai quali conferma l’arresto di ZOCCOLA ed aggiunge di non conoscerne i motivi, anche se sospetta essere legato ai rapporti che lo stesso aveva con ANDALI Fortunato Domenico. Nel corso della conversazione, PAULANGELO dice che il 13.08.2004 DESOLE era stato interrogato dall’A.G. elvetica per la vicenda OXALIS AG e non per la WFS. PAULANGELO specifica che l’interrogatorio di ZOCCOLA era durato circa un’ora, mentre PAOLO era stato “martellato” di più rispetto all’interrogatorio subito per la vicenda PP FINANZ e WFS. PAULANGELO aggiunge che Roger FURRER, per salvaguardare se stesso, aveva messo in mezzo tutti tranne ALFONSO (ZOCCOLA), in quanto non poteva, e Paolo DESOLE, che faceva le transazioni proprio dall’ufficio di FURRER. Alle ore 09.49 …, MELZI Giuseppe viene chiamato da MASSETTI DERICO Antinea sull’utenza nr. 3358337003 346, e commenta nuovamente l’arresto di ZOCCOLA Alfonso. MELZI riferisce alla donna che la situazione era molto grave poiché ZOCCOLA era imputato di associazione per delinquere ed era legato ad un’organizzazione di calabresi (facenti capo ad ANDALI Fortunato Domenico). Inoltre, MELZI dice che un giorno ZOCCOLA lo aveva portato in una pizzeria a Milano ubicata nei pressi di via Farini ove gli aveva presentato delle persone le quali, a dire dello stesso ZOCCOLA, controllano tutte le pizzerie di Milano. L’episodio è riconducibile senz’altro all’incontro, documentato con un servizio di osservazione effettuato in data 18.11.2003 presso la pizzeria BIO SOLAIRE di via Valtellina 29, di proprietà di FALZETTA Vincenzo, incontro a cui avevano partecipato appunto lo stesso MELZI Giuseppe, FALZETTA Vincenzo, ZOCCOLA Alfonso, ANDALI Fortunato Domenico, GRANO Giuseppe e IAZZOLINO Sergio, (quest’ultimo ucciso nel mese di marzo in un agguato nel quadro di una faida tra GRANDE ARACRI Nicolino e DRAGONE Rosario)
27/8/2004 Alle ore 09.56…, LAEZZA Roberto chiama nuovamente MELZI sull’utenza nr. 0250302087347 e gli riferisce di non essere riuscito a sapere niente di concreto in riferimento all’arresto di ZOCCOLA Alfonso. MELZI commenta l’arresto come senz’altro legato al “calabrese” di nome DOMENICO (ANDALI Fortunato Domenico); sul conto di quest’ultimo ZOCCOLA gli aveva dato alcune informazioni:
prog. 22815 (All. “INT/160”); prog. 22817 (All. “INT/161”) prog. 22822 (All. “INT/162”) 347 prog. 3498 (All. “INT/165”) 237 346
…Alle ore 20.27…, dall’utenza nr. 3358337003 348 MELZI chiama nuovamente MASSETTI DE RICO Antinea e continua a commentare l’arresto di ZOCCOLA. MELZI dice che si tratta di un mandato di cattura internazionale sicuramente legato all’arresto di ANDALI ed, in merito a quest’ultimo, dice di aver appreso da ZOCCOLA che è . MELZI dice che ZOCCOLA ha conosciuto ANDALI in carcere e quest’ultimo lo aveva protetto. MELZI aggiunge, altresì, che ZOCCOLA aveva ceduto il 5% delle proprie quote della G.M.P. ad ANDALI Fortunato Domenico e che, per la circostanza, gli aveva redatto il relativo atto. 31/8/2004 In merito all’arresto di ZOCCOLA, va sicuramente evidenziata la conversazione intercettata alle ore 10.14… sull’utenza nr. 3358337003 349, nel corso della quale MELZI, parlando con PITTA, dice testualmente: «tengo io i soldi, ora me ne vado a spasso alla faccia tua». PITTA prontamente ribadisce la richiesta di 600 mila euro. MELZI ironicamente aggiunge che «uno [era] già al fresco» (riferendosi a ZOCCOLA Alfonso, naturalmente) e che adesso sarebbe toccato anche a PITTA. PITTA allora esclama: “no no, stai attento che ci mettono a te davvero dentro con i 270 miliardi che avete fregato”. Chiaramente PITTA fa verosimilmente riferimento al crack della WFS.
1°/9/2004 Alle ore 09.37…, MELZI viene chiamato da PUTZU Mauro sull’utenza nr. 3358337003 350. La conversazione ha per oggetto un debito che PITTA aveva nei confronti di PUTZU Mauro e di cui quest’ultimo sollecita il saldo. Nel prosieguo della conversazione, i due commentano l’arresto di ZOCCOLA Alfonso e MELZI dice il provvedimento era riferito all’arresto di , che si chiama DOMENICO. In merito a quest’ultimo MELZI dice che ZOCCOLA gli aveva riferito che faceva .
4/9/2004 …Alle 08.36…, MELZI viene chiamato da MELCA Antonello sull’utenza nr. 3358337003 351 e conversa a lungo con quest’ultimo, in maniera dettagliata ed approfondita, del rapporto di amicizia e di affari da lui intrattenuto con ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE. MELZI racconta dell’acquisto del terreno in Olbia suddiviso con i fratelli KOPP, nonché del motivo per il quale erano giunti all’arresto di ZOCCOLA, cioè del legame di questi con gli ambienti calabresi facenti capo a MICO (ANDALI Fortunato Domenico), pure detenuto per associazione per delinquere di stampo mafioso. MELZI prosegue il dialogo dicendo di aver raccolto nel tempo molte informazioni su ZOCCOLA e di essersi quindi fatto un’opinione circa il suo il legame con l’organizzazione calabrese, legame ormai risalente e nato quando ZOCCOLA era «stato dentro» con MICO (in Svizzera, fino al 2000, n.d.r.); il legale aggiunge di aver pensato in un primo momento che ANDALI Fortunato Domenico fosse ad un livello più basso, mentre ora aveva scoperto collocarsi ad un livello superiore. Proseguendo nel racconto, MELZI aggiunge che all’epoca in cui ZOCCOLA era entrato in società (WFS/PPF n.d.r.) con DESOLE e PAULANGELO, con la suddivisione di un terzo per ciascuno, ZOCCOLA aveva fatto fare «quel» finto furto in cassaforte (come MELCA ben sapeva). MELCA conferma. MELZI aggiunge che «quel finto furto lo [aveva] fatto MICO, nonostante [fosse] stato fatto male, gli [avevano] dato un sacco di soldi» e che pendeva un processo anche per questo motivo. Quando PAULANGELO Salvatore era andato via a luglio dell’anno precedente (2003), lui stesso e DESOLE 348
prog. 22889 (All. “INT/167”) prog. 23035 (All. “INT/168”) 350 prog. 23074 (All. “INT/169”) 351 prog. 23267 (All. INT./172) 349
238
avevano dato ampio mandato a ZOCCOLA che si era prestato a pensare a tutto il necessario ed anche in quell’occasione ANDALI aveva sottratto un sacco di soldi. MELCA sostiene di sapere tutta la storia anche «dell’altra parte» (Svizzera n.d.r.). MELZI racconta poi che nei due mesi precedenti, quando si era raffreddato il loro rapporto, proprio nel periodo in cui si dovevano intestare fiduciariamente le quote della G.M.P., sono entrati in gioco altri “Castresi” (Calabresi di Cutro n.d.r.) dimoranti a Reggio Emilia e che lui, su indicazione di ZOCCOLA, si era dovuto recare due volte dal notaio a Reggio Emilia per cambiare la procura relativa alle quote, poiché erano subentrati problemi. Peraltro, DILETTO Alfonso (già titolare della DI.MU) gli aveva riferito che ZOCCOLA si era impegnato a fargli avere l’appalto per le costruzioni della G.M.P.. Avendo MELZI risposto di non aver saputo nulla di tale accordo, DILETTO aveva ribattuto dicendo che se non si fosse costruito e fosse quindi venuto a mancare il guadagno, qualcuno avrebbe dovuto «tirarlo fuori». Anche da tale circostanza MELZI aveva dedotto lo spessore criminale di MICO. Inoltre non vedeva ZOCCOLA dalla fine del luglio precedente, quando questi gli aveva riferito di aver avuto l’impressione di essere seguito, forse in relazione alla questione dell’OXALIS e che l’arresto intervenuto da ultimo era stato eseguito dalla Polizia Federale – competente per i reati più gravi – con l’imputazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, droga ed altro; ANDALI aveva certamente a che fare con lo stupefacente. La conversazione prosegue ancora sul rapporto tra ZOCCOLA e MELCA e tra ZOCCOLA e la DERICO. 6/9/2004 …In relazione al mutuo ricevuto da LAEZZA da parte della GEORGIA, alle ore 16.03…, viene registrata un’interessante conversazione sull’utenza nr. 338337003 352 tra PAULANGELO e MELZI. PAULANGELO dice che LAEZZA si era rivolto a DESOLE per cercare di saldare il debito di 600.000 CHF e, per tale motivo, invita MELZI a prendere accordi diretti con LAEZZA per concordare le modalità di restituzione, dopodichè avrebbe provveduto DESOLE al trasferimento della valuta. MELZI fa presente che LAEZZA era stato sentito in Svizzera proprio in merito a quel denaro e quindi sconsiglia al momento di fare l’operazione, rischiando di farsi scoprire. PAULANGELO contesta all’avvocato il fatto che era stato proprio lui a parlare della restituzione del denaro da parte di LAEZZA, ma il legale si giustifica dicendo che le pressioni per saldare la posizione stavano venendo proprio da LAEZZA, che voleva uscire da quella situazione e che aveva chiesto a MELZI stesso come fare. PAULANGELO pensa alla possibilità di rilasciare a LAEZZA una ricevuta di pagamento retrodatata. MELZI prende tempo per valutare il da farsi. Nel prosieguo della conversazione, PAULANGELO si lamenta delle proprie precarie condizioni economiche ed insiste sulla restituzione di 80.000 (presumibilmente euro) di sua competenza, sulla scorta dei conteggi già eseguiti. Rimandano la discussione ad un prossimo incontro di persona. 13/9/2004 …Alle ore 10.38…, dall’utenza nr. 3358337003 353, MELZI chiama MASSETTI DE RICO Antinea, che proprio alla luce dei pregressi rapporti avuti con ZOCCOLA, è molto preoccupata. Nel corso della conversazione emerge che ZOCCOLA aveva acquistato da MASSETTI DE RICO dei diamanti, che allo stato risultano ancora custoditi da quest’ultima. MELZI spiega alla donna la circostanza relativa all’assegno del Banco Popular di Tenerife risultato scoperto e, pertanto, dice: “mm...no, ti volevo dire, il discorso di liquidare sempre sto benedetto affare, no?”, chiaramente riferendosi alla possibilità di rivendere i predetti diamanti. ANTINEA risponde in maniera categorica che i diamanti erano intestati a Michele ZOCCOLA, padre di ALFONSO e che non avrebbe potuto venderli senza una specifica delega da parte del legittimo proprietario. MELZI dice che il padre non ne sa nulla, così come i familiari.
352 353
– prog. 23371 (All. “INT/170”) prog. 23710 (All. “INT/175”) 239
14/9/2004, …la Polizia Federale svizzera trae in arresto DESOLE Paolo per il reato di riciclaggio. Il primo ad esserne informato ovviamente è PAULANGELO Salvatore, il quale alle ore 12.13 sull’utenza nr. 3386013499 354, viene chiamato da DESOLE Gavino, padre di PAOLO, che lo informa appunto dell’arresto in Svizzera del figlio. GAVINO dice di aver appreso la notizia da sua nuora Zaida, la quale gli aveva, altresì, riferito che Paolo era stato trasferito in Ticino ed era stato arrestato per “una storia di firme e di società”. GAVINO dice, altresì: “ci siete tutti dentro…anche Giuseppe!”, chiaramente riferendosi a Giuseppe MELZI. Subito dopo, PAULANGELO Salvatore chiama MELZI e chiede di essere immediatamente richiamato in quanto doveva parlargli urgentemente. La conversazione è stata intercettata sull’utenza nr. 3386013499 355. Nel corso della successiva conversazione intercettata alle ore 13.05 sull’utenza nr. 3386013499 356, PAULANGELO informa MELZI dell’avvenuto arresto di DESOLE Paolo. MELZI dice che non ne sapeva nulla, anche se lo immaginava, in quanto il giorno prima aveva avuto un’ispezione da parte di agenti della Guardia di Finanza, i quali erano sulle tracce dei movimenti fatti da ZOCCOLA. In particolare MELZI dice che ZOCCOLA aveva aperto un conto corrente presso una banca di Milano, che era stato sequestrato, lasciando come recapito il proprio studio. Quanto all’intervento della G.d.F., si evidenzia che la circostanza non appare assolutamente riscontrata. Nel prosieguo della conversazione, MELZI critica il comportamento tenuto da ZOCCOLA ed in particolare cita i rapporti che aveva con ANDALI Fortunato Domenico, la questione dell’assegno di 100.000 euro consegnato a PITTA poi risultato scoperto ed infine la pessima figura che aveva fatto nei confronti di MASSETTI DE RICO Antinea. …Alle successive 19.10 PAULANGELO dall’utenza nr. 3386013499 MELZI, ed i due proseguono a commentare l’arresto di DESOLE .
357
, richiama nuovamente l’avv.
Nella circostanza, PAULANGELO chiede a MELZI di informarsi circa le motivazioni da cui era scaturito il provvedimento ed in particolare di verificare la sua posizione. PAULANGELO dice a MELZI che avrebbero dovuto evitare in ogni modo la sua possibile estradizione e che, qualora fosse intervenuto un tale provvedimento, avrebbe provveduto a mettersi al sicuro, lontano da casa, lasciando chiaramente intendere che si sarebbe reso irreperibile.
15/9/2004 …Per cercare di tamponare l’esposizione di PITTA con la banca, MELZI si rivolge a LAEZZA Roberto. … , alle ore 15.58 sull’utenza nr. 0258302087 358, viene intercettata una conversazione tra i due, nel corso della quale si accordano per incontrarsi il sabato successivo (18.09.2004) a Milano. Nella circostanza MELZI chiede, altresì, a LAEZZA di spedirgli alcuni contratti originali prelevati da una terza persona, verosimilmente da ZOCCOLA Alfonso. E’ verosimile che i contratti a cui accenna MELZI si riferiscono a quelli inerenti il finanziamento dei 600.000 CHF a LAEZZA e che lo stesso MELZI si stesse accordando per la restituzione. 18/9/2004
354
prog. 2220 (All. “INT/176”) prog. 2222 (All. “INT/177”) 356 prog. 2223 (All. “INT/178”) 357 prog. 2224 (All. “INT/179”) 358 prog. 4995 (All. “INT/180”) 355
240
LAEZZA Roberto si reca a Milano, presso lo studio dell’avvocato,… 359 ed una seconda volta il 22.09.2004 360. In entrambe le circostanze, l’incontro tra MELZI e LAEZZA è stato documentato con un apposito servizio di O.C.P. (osservazione, controllo e pedinamento) 361. 22/9/2004 …, alle ore 12.45 circa, LAEZZA e MELZI vengono notati accedere all’interno della Banca Antonveneta sita in Piazza Fontana di Milano. Nella circostanza, LAEZZA è accompagnato dal socio PFENNINGER Martin, che rimane all’esterno. …La società spagnola cui fa riferimento PAULANGELO, si identifica sicuramente nella METROPOL FINANCE CORPORATION SL, numero di identificazione CIF B 92312024, con sede a Malaga, Esperanto 19, Ufficio 17; la società era stata costituita da DESOLE Paolo e ZOCCOLA Alfonso e ad essa TOMARELLI Aurelio aveva fatto cenno nel corso del varbale di sommarie informazioni reso in data 13.01.2004. 24/9/2004 MELZI continua anche ad aggiornare circa la situazione svizzera anche MASSETTI DE RICO Antinea. Infatti alle ore 11.01…, la donna chiama MELZI sull’utenza nr. 3358337003 362, che facendo riferimento a ZOCCOLA , racconta che qualche giorno prima erano arrivati due emissari, riferendosi presumibilmente a LAEZZA Roberto e PFENNINGER Martin, i quali avevano aperto una cassetta di sicurezza di quelle grandi ed <…[avevan] tirato fuori che è meglio non dirlo>. MELZI e PAULANGELO ritornano nuovamente a parlare dell’arresto di DESOLE Paolo e di ZOCCOLA nel corso della conversazione registrata alle ore 14,47 del 24.09.2004, sull’utenza nr. 0258302087 363. I due continuano a sostenere che la responsabilità di quanto accaduto era di ZOCCOLA Alfonso per via dei rapporti che lo stesso intratteneva con i “calabresi”. In merito alla questione della società spagnola, MELZI dice di aver sollecitato più volte ZOCCOLA a risolvere la situazione, ma quest’ultimo era sempre stato molto evasivo. …L’assemblea a cui MELZI dice di aver partecipato in Spagna è sicuramente quella cui fa riferimento TOMARELLI Aurelio nelle già citate sommarie informazioni. In quell’occasione, lo stesso, dopo le minaccie da parte di ANDALI Fortunato Domenico e temendo per la propria incolumità, si era fatto assistere da una scorta. Nel corso della conversazione, MELZI dice anche che si sarebbe dovuto recare a Monaco (D) per TOMARELLI e qualora non avesse ottenuto dei risultati, ZOCCOLA gli aveva riferito testualmente: <…no, se no entriamo in azione noi…>. E’ ovvio che ZOCCOLA facesse riferimento ad un ulteriore all’intervento dei “calabresi”, come era già avvenuto in Milano, nello studio legale di MELZI. 25/9/2004 Il giorno successivo, alle ore 13.51, sull’utenza nr. 3358337003 364, MELZI viene chiamato da MASSETTI DERICO Antinea e torna nuovamente a commentare con quest’ultima dell’arresto di ZOCCOLA Alfonso. L’oggetto della conversazione riguarda le cassette di sicurezza, a proposito dele quali MELZI dice testualmente: <…l’altro giorno ho accompagnato uno spagnolo che è venuto… con la delega del nostro amico… e ne ha aperto una grande… era piena di… di biglietti… franchi svizzeri… terribile, saran stati 359
(All. “REL/4”) (All. “REL/5”) 361 (All “REL/4” ) 362 prog. 24642 (All. “INT/184”) 363 prog. 5594 (All. “INT/185”) 364 prog. 24712 (All. “INT/186”) 360
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boh… non lo so quanti… è venuto con altri due, con delle borse, non ci stavan neanche nelle borse… e lì ho capito che… cioè ho capito, ho avuto conferma non c’era bisogno che… pazzi… si no per cui quella robetta lì che ha fatto con te è niente lì… ma evidentemente lui è solo depositario, hai capito?… quindi immaginati che giro!… ma proprio piena zeppa eh! Cioè non ci stava… traboccava dall’orlo…>. Verosimilmente MELZI si riferisce all’incontro con LAEZZA del 22.9.2004, allorquando insieme si erano recati alla Banca Antonveneta sita nella Piazza Fontana di Milano. Si evidenzia, tuttavia, che l’unico spagnolo amico di ZOCCOLA è PRESA Iñaki, mentre LAEZZA è un cittadino svizzero. Non si esclude quindi che MELZI possa riferirsi ad altro episodio non monitorato. Ritornando a LAEZZA, alle ore 11.16 del 24.9.2004, quest’ultimo chiama MELZI sull’utenza nr. 0245470429 365. Nella prima parte della conversazione, facendo riferimento alla somma ricevuta, MELZI sostiene di aver riscontrato una differenza per via del cambio e che la somma ricevuta era di 96.200 anziché di 100.000, verosimilmente euro. LAEZZA risponde dice che il proprio contabile gli aveva richiesto l’originale della ricevuta della consegna di 30.000 CHF e, poiché l’aveva smarrita, chiede a MELZI di redigerne una copia. Successivamente, LAEZZA asserisce di essere pronto alla restituzione di tutto il finanziamento ricevuto dalla GEORGIA e, poiché il contratto era stato concluso con MELZI, quest’ultimo avrebbe dovuto indicare dove effettuare il pagamento. In merito alla restituzione MELZI cerca di prendere tempo, anche per non incorrere in ulteriori illeciti. Infatti domanda cosa avesse dichiarato PFENNINGER Martin, allorquando era stato interrogato dall’A.G. elvetica in ordine al citato finanziamento. La preoccupazione di MELZI è quella non porre in essere azioni discordanti, rispetto a quanto già dichiaratoe, quindi, già a conoscenza dagli organi inquirenti. Così, MELZI si riserva di intraprendere qualsiasi azione se non dopo essersi consigliato con l’avvocato CALDERAN. …Nel già più volte richiamato e motivato tentativo di recuperare del denaro, PAULANGELO matura l’intenzione di vendere la propria imbarcazione, acquistata nell’estate del 2003. Al riguardo, alle ore 10.12 del 29.09.2004, dall’utenza nr. 3386013499 366, PAULANGELO chiama tale SALVATORE e gli dice che è intenzionato a vedere la propria imbarcazione al prezzo di 220.000 euro, di cui 20.000 da destinare a chi gli avrebbe trovato l’acquirente. Nel corso della conversazione, PAULANGELO specifica, altresì, che l’imbarcazione è quotata circa 330.000 euro. Dagli accertamenti svolti è emerso che che l’imbarcazione in argomento, marca “RIVA” e di nome “IMOMAI”, è iscritta presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci al numero 6OL300D. E’ emerso, altresì, che l’imbarcazione non risulta intestata a PAULANGELO, ma a tale CONTU Sergio nato a Olbia il 03.05.1965, ivi residente in via Genova n.39.367 5/10/2004 …, l’avvocato MELZI, mentre si trova a Olbia, dà incarico alla propria segreteria di redigere la nota cui aveva fatto riferimento nella precedente conversazione con LAEZZA. Infatti alle ore 11.23 dall’utenza fax nr. 0258431690 368, viene inviata una lettera all’albergo GALLURA di Olbia, da consegnare a MELZI per le opportune correzioni. La nota è indirizzata a Roberto LAEZZA e Martin PFENNINGER ed a margine riporta la seguente frase scritta a penna, verosimilmente dalla segretaria: “va bene? Mando x racc. r.r. o posta prior.?.”. La nota è particolarmente interessante, perché MELZI fornisce a LAEZZA l’indicazione del conto ove versare la somma di 600.000 CHF. MELZI scrive testualmente: “In relazione al finanziamento di Fr. Sv. 600.000 concesso l’11/04/2003 per 60 mesi con interessi del 5% annuo, prendo atto che è vostra intenzione restituire anticipatamente tale finanziamento. Vogliate pertanto bonificare l’importo di Fr. Sv. 600.000 netti, senza alcun altro 365
prog. 15739 (All. “INT/187”) prog. 2468 (All. “INT/188”) 367 (All. “REL/6”) 368 prog. 3058 (All. “FAX/24”) 366
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onere (essendo già stati pagati gli interessi del primo anno) presso il seguente istituto: Banca: UBS SA – Case Postale 2600 – ch-1211 Geneve 2 – Svift: UBSWCHZH12A – valuta: CHF – a favore di C.I.M. BANQUE – Geneve via A. Manzoni – Lugano – Svizzera – Swifit. CIMMCHGG – conto corrente nr. 0230-1283500L – riferimento: 551069 BENNY”; 7/10/2004 Infatti alle ore 20.52…, mentre si trova ad Olbia, MELZI riceve la chiamata della propria convivente ROSENTHAL Emanuela sull’utenza nr. 3358337003 369. Nel corso della conversazione si comprende che ad incontrare LAEZZA si sarebbe recata personalmente la ROSENTHAL e che avrebbe dovuto ritirare la somma di 30.000 CHF, probabilmente il corrispettivo degli interessi passivi sul mutuo di LAEZZA. La stessa sarebbe partita in treno da Milano alle ore 11.00 e ripartita da Zurigo alle ore 19.00. Alle ore 21.22, MELZI informa LAEZZA del cambio di programma. La conversazione è stata intercettata alle ore 21,22 sull’utenza nr. 3358337003 370. 8/10/2004 Il giorno seguente, …ROSENTHAL Emanuela effettivamente parte per Zurigo con il treno delle ore 11.00, come emerge dalla conversazione intercettata alle ore 12.44 sull’utenza nr. 3358337003 371. Alle ore 14.55 successive, dall’utenza nr. 0245470429 372, CENZATO Adriana chiama LAEZZA Roberto e gli preannuncia che ROSENTHAL Emanuela sarebbe arrivata alle ore 15.15 successive. Nella circostanza, LAEZZA conferma l’appuntamento presso l’albergo “San Gottardo”. Terminata la conversazione, CENZATO Adriana informa immediatamente ROSENTHAL Emanuela circa il luogo dell’appuntamento. La conversazione è stata registrata alle ore 14.57 sull’utenza nr. 0245470429 373. La Polizia Federale svizzera, opportunamente allertata da questa Sezione, effettua un servizio presso il citato albergo. Subito dopo l’incontro tra LAEZZA Roberto e ROSENTHAL Emanuela, la Polizia Federale elvetica provvede al controllo dei predetti. Nel corso della perquisizione effettuata a carico di ROSENTHAL Emanuela, viene rinvenuta la somma di 30.000 CHF, ovviamente poi sequestrata. LAEZZA Roberto, invece, veniva tratto in arresto per il reato di riciclaggio. Meritano infine di essere riportate due conversazioni intercorse nell’estate del 2003, al momento della “latitanza preventiva” di Paulangelo in Sardegna, tra Giuseppe Melzi e Antonello Melca, uomo di fiducia di Antonio Pitta, coinvolto negli investimenti immobiliari, e anch’egli indagato per il reato di cui all’art. 648 ter c.p. Da tali conversazioni allegate all’informativa del R.O.S. in data 13.5.2004, si desume chiaramente che Melzi segue strettamente da vicino le modalità con cui Paulangelo dovrà continuare a vivere nascosto e raccomanda a Melca, che si occupa delle esigenze personali di Paulangelo, di non far intestare a lui, ma semmai alla moglie, nè i contratti di affitto in Sardegna nè i telefoni cellulari. In particolare nella seconda telefonata Melzi raccomanda a Melca di tenere tranquillo Paulangelo e, dopo le notizie uscite sulla stampa elvetica, la perquisizione negli uffici della WFS e il fermo e l’interrogatorio di Desole, gli spiega che si occuperà lui di tenere i contatti con Zoccola e di acquisire le notizie necessarie. 369
prog. 25505 (All. “INT/194”) prog. 25511 (All. “INT/195”) 371 prog. 25558 (All. “INT/196”) 372 prog. 17193 (All. “INT/197”) 373 prog. 17194 (All. “INT/198”) 370
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Evidente nelle due conversazioni è la preoccupazione certo non professionale di Melzi ma piuttosto legata al timore di essere anch’egli, quale socio degli affari di Paulangelo e degli altri, personalmente coinvolto: Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, MELZI chiama MELCA 374. Dopo i convenevoli, MELZI parla con MELCA della gestione i n loco di PAULANGELO e consorte, che, forse non ben consci della situazione, si preoccupano della propria qualità di vita piuttosto che di altro. MELZI dice: « senti, ah! Ti voglio dire una cosa quei due lì … nostri amici (PAULANGELO Salvatore e consorte n.d.r.) … … ecco! E’ venuta qui anche lei, poi le ho dato alcune cose da fare eccetera, babbò! … e ... e ... questa vuol cercarsi ... ho detto ma guarda vai in agenzia, cazzo parla, trovati una casa, insomma, ... (inc.) ... lei diceva non ce la fa più che … e vabbò! Dico … guarda che qui, però, gliel’ho messa giù un po’ dura, dura … ho detto guarda qui non c’è da scherzare eh! Perché … è cazzo qui tu sei preoccupata ... la casa è di calcina … … qui bisogna essere preoccupati di ben altro … no!? ». Fin qui, MELCA lo segue ed esclama più volte «certo!» (soprattutto dopo l’ultima frase dell’avvocato). MELCA…., come confermato anche da TOMARELLI…. MELZI prosegue: « … ah! Vabbè! Si! Si! Comunque ecco … se si cercano la casa tu lascia che, sia anche per un mese che se la cerchino, son cazzi suoi insomma! No!? » e MELCA: « ah! No, no! Ah! Per quello io figurati no … c‘ho anche un amiche che ce l’ha! Per un mese gliela può dare, due mesi, tre mesi … ». MELZI scende nel dettaglio circa le necessarie contromisure da adottare: « e allora … si, si … si, naturalmente gli ho detto e te lo dico anche a te … che tutto deve essere intestato a lei eh! Lui (PAULANGELO Salvatore n.d.r.) deve sparire proprio! … senti anche i telefoni, quella roba lì che gli hai dato … … si! Ma questo vuol dire evidenziarli … gli ho detto di lasciarla cadere, adesso ne ... sostituisce completamente quelli lì e li oblitera tutti ... ... e ti chiederà il favore, questo glielo puoi fare tranquillamente perché … compri tu il telefonino con la scheda … no!? Cazzo anche il telefonino deve cambiare completamente, no!? ». MELCA alla questione del telefono aveva già provveduto («ma ce l’ho io, gliel’ho già fatto!»), ma non in misura sufficiente, perché MELZI continua: « ecco! Oppure dagliene uno che non c‘entra niente … l’altro non … non disdire, lascialo così vuoto, no!? … … lasciamolo perdere, no!? Ma quelli … però lui lo usa solo per chiamare in Italia … te, me eccetera e basta! Senza più cazzi, questo l’hanno capito tutti e due eccetera. Mi hai capito? » e, per tranquillizzare l’interlocutore circa eventuali rischi insiti nell’operazione, aggiunge: « quindi lì problemi non ce né! Se ci fosse qualche problema te lo direi, insomma! » .Nel primo pomeriggio MELCA e PAULANGELO si sentono (tel. n.605 delle 14.00 intercettata sull’utenza n. 3392785944 – vds. All. “RIA/62”) e si danno appuntamento a casa del primo, che, così, gli avrebbe dato «quella cosa». … MELCA…poco più di un’ora dopo chiama il legale milanese 375 e, dopo i convenevoli, verosimilmente già informato da PAULANGELO, domanda: « lì acque agitate? » e MELZI: « si un pochino si … sto aspettando delle risposte perché la cosa sembra essere precipitata improvvisamente … ma improvvisamente non si sa perché … l’improvviso dipende dalle informazioni che loro hanno ma loro hanno sottovalutato il problema ... adesso comunque niente … aspetto un’informazione attendibile da parte di un collega che io ho visto venerdì su là ... giovedì … e quindi vediamo come … tienili calmi e vabeh … ». MELCA continua: « si ... è un po’ così … stavo cercando di comunicare con l’antipatico (è il nomignolo che utilizza il gruppo sardo per indicare ZOCCOLA, n.d.r.) … sei riuscito? » e MELZI spiega: «io questo si … si si ... questo lo faccio io … ecco ... assolutamente, eh? l’ho già fatto e aspetto … adesso ho comunicato con l’avvocato dell’antipatico, il quale stava andando ... si è precipitato stamattina lì a vedere e mi sapeva dir … era quello che io ho incontrato l’altro giorno su ... per cui … importante è che io sia andato, no, capito? … e anche adesso così … comunque ... lì non ostante tutto è tranquilla … deve essere tranquillo che lì nessuno va a rompere le palle … ». MELCA spiega che aveva cercato di chiamare ZOCCOLA su premura di PAULANGELO e MELZI, che pare perdere la pazienza, ribatte: «no no scusami … questo cazzo! inc … gli ho parlato due volte … gli ho detto che adesso ho parlato con l’avvocato a lungo … c’era lì anche lui e io ho avvisato lui e lui è andato subito dall’avvocato, l’avvocato mi ha chiamato e ho detto «senti … vai di corsa a vedere» … era 374 375
(tel. n. 1180 delle 13.20 cell. MELZI – vds. All. “RIA/61” Faldone nr. 5) (tel. n. 1235 delle 12.22 cell. MELZI All. “RIA/76– vds. All. “INT/1/18” Faldone nr. 4) 244
quello che già … tieni presente che gli Svizzeri sono quello che sono … era quello che già doveva darmi notizie venerdì e non me le ha date perché non ha trovato … perché ... tu capisci … il discorso era questo: Paolo venerdì doveva andare nel primo pomeriggio dal giudice e poi il suo avvocato doveva riferire all’avvocato dell’antipatico … ecco … questo non è successo, non mi hanno chiamato … .io ieri ho chiamato questo qui e gli ho detto: «scusa» … lui mi dice «guarda che non l’ho trovato venerdì pomeriggio» … allora gli ho detto «per favore, per domani mattina» - cioè questa mattina – «cerca di trovarlo e informami» no? gli ho fatto addirittura un fax che ho dettato alla mia segretaria … in questo senso, perché – sai – bisogna stargli addosso … ecco … stamattina alle 9.30 – 9.45 mi chiama il nostro amico lì e mi dice «guarda che è successo … » … allora … io ho richiamato … prima ho avvisato l’antipatico, poi lui si è precipitato dall’avvocato e gli ho detto «scusa cazzo! vai a vedere, no? che cazzo è successo perché può essere che venerdì questo non è andato , no? e allora questo si spiega … se invece venerdì è andato ed il giudice stamattina ha preso sto provvedimento evidentemente qualcosa … è successo (la frase la completa MELCA, che dice: «di grosso») … insomma … bisogna riuscire a capire ... ehmm … scusa Antonello … ti dico questo, tanto perché tu capisca … i nostri sono bravi ragazzi, lo sai, no? ... capiscono però delle loro cose … delle altre cose non capiscono un cazzo … nel senso che sottovalutano anche i problemi ... cioè quando … questo temo che riguardi anche l’antipatico quando mi dicono che lui non ha fatto niente – ed è vero, no? che lui non c’entra un cazzo – però (MELCA completa: « però viene tirato in ballo anche lui ») … ... inc ... un anno e mezzo … ora i promotori finanziari che han fatto la denuncia avranno detto nome cognome e indirizzo… che poi uno non è socio, non è amministratore, non è qui, non è là … ma per il momento, di fronte … inc … capisce o bisogna farglielo capire anche … con calma – ride – c’è una roba … è grossa la roba, non è … (e MELCA: « eh ... non è una cosa da scherzare ») … per cui anche il Paolo lì che è andato non è andato … non lo so … che dice lui è dipendente eccetera … a parte che c’ha dei precedenti di un certo tipo … no? i promotori avevano contatti con lui … quindi loro hanno fatto i nomi certamente di Paolo … e abbiamo visto già – ride – e le conseguenze e anche dell’antipatico e anche … per cui io cosa ho detto «si questo» - ride - «in seconda battuta, in terza in quarta riusciremo anche a convincere che se uno non ci son prove eccetera … » però quando un promotore che deve far fronte a sto punto anche a un cliente che lui ha contattato che è suo amico, suo fiduciario, eccetera gli ha fatto mettere i fondi che non ci sono più eh … questo, cazzo, per venirne fuori, deve dire … ehmmm … … inc … con chi trattava, poi sai ci sono anche le cose apparenti, no? uno può anche non essere socio di niente però esser quello che decide tutto, no? capito? … questi son tutti concetti che a loro sfuggono … loro pensano di … si no, ma io ... lì non ho firmato niente … vabbè non hai firmato niente cazzo … - ride – poi ti ho anche detto questa cosa ... io ieri non son stato lì a polemizzare con lui perché non è il caso no? questa soluzione che lui ha adottato (MELCA: « si ... è del cazzo proprio … ») è del cazzo … quando dice «no ma io ho visto i soldi … » - ride – (MELCA: « si è dato una zappa nei piedi … mamma mia! ») … poi dopo gli ho consigliato … inc ... la cassaforte io sono andato ed i soldi non c’erano più … e crede che il giudice crede che gli asini volano … cioè non lo so, capisci? son quelle cose che non stai neanche lì a smentire … dice vabbeh … ma poi ti ripeto fossero tre lire, uno dice vabbeh ... tre lire … e lì … inc … cioè e una notizia che verrà pubblicata a nove colonne sui giornali finanziari eh, capisci? eh ... quindi … ». MELCA capisce bene: « vanno a puttane anche certi progetti che potevano svilupparsi in Italia … » e MELZI: « per il momento si … inc … è tutto congelato è così … così come anche scusami lì, siccome le stronzate le hanno fatte loro, non le ho fatte io, me l’avessero chiesto prima ... anche lì il discorso lì … della casa … cazzo questi qui un minimo di collaborazione dall’A.G. italiana ce l’hanno per vedere dove han messo … se no dice … se no cazzo … nella vita lo farebbero tutti … chi se ne frega ... uno piglia … va da un’altra parte arrivederci e grazie, no? cioè non hanno sto concetto … d’altra parte non puoi mica spiegare in questo momento qui … ». MELZI prosegue commentando la leggerezza di PAULANGELO nel non aver ancora fatto realizzare alla moglie MIMMA la reale situazione e la concreta possibilità che possa essere arrestato da un momento all’altro. Dal discorso di MELZI si capisce – come si vedrà meglio più avanti – che tra le manovre con servative del patrimonio di PAULANGELO (e poi di DESOLE) c’è anche una separazione ad hoc dalla consorte; a tale proposito, MELZI si lamenta anche del fatto che PAULANGELO non avesse detto ancora nulla alla moglie. Poi i due proseguono a commentare sfavorevolmente sia l’atteggiamento di PAULANGELO, sia quello dell’avvocato svizzero, assolutamente poco solerte…
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5. LE SINGOLE POSIZIONI PROCESSUALI MELZI GIUSEPPE In merito alla posizione certamente più delicata, quella dell’avvocato Giuseppe Melzi, il Pubblico Ministero nella motivazione della richiesta di custodia cautelare ha osservato: MELZI Giuseppe è stato interrogato ripetutamente il 22.1.2005 – 31.1.2005 –24.3.2005 - 7.4.2005, ma le sue dichiarazioni, lungi dal fornire chiarimenti sulla vicenda, si sono rivelate per lo più reticenti, confuse e contraddittorie rispetto alle risultanze delle intercettazioni e delle altre acquisizioni investigative. Ma soprattutto i citati interrogatori non tengono conto degli esiti decisivi delle indagini bancarie di cui al Rapporto Finale in data 4 novembre 2005 a firma dell’ analista economico-finanziario TROBIA Massimo, addetto al centro di competenze economiche – finanziarie della Procura Federale di Lugano, esiti, che non sono stati quindi ancora contestati. In ogni caso MELZI non ha fornito alcuna utile indicazione per recuperare gli ingenti fondi sottratti all WFS / PPFinanz, anche tramite la propria società EVAX VENTURES. Ingenti fondi, di cui dopo il trasferimento alla FINMED, altra società di MELZI, si perdono le tracce e di cui, pertanto, si deve ritenere che MELZI abbia ancora attualmente la disponibilità e che continua ad occultare. Sulla inverosimiglianza delle dichiarazioni di MELZI Giuseppe si osserva tra l’altro che: -
quanto al trasferimento della somma di 600.000 CHF da Geòrgia a LAEZZA Roberto e PFENNINGER Martin, MELZI Giuseppe ha dichiarato che il denaro apparteneva a ZOCCOLA Alfonso e che aveva agito esclusivamente su mandato di quest’ultimo (verbale 22.1.2005 pag. 75-77 e verbale 31.1.2005 pag. 141). Tale affermazione contrasta tuttavia con quanto dallo stesso dichiarato alla Bank Leu, ove MELZI aveva precisato di essere l'avente diritto economico del denaro depositato sul conto di GEORGIA. LAEZZA Roberto, dal canto suo, ha dapprima dichiarato di non aver mai saputo che il denaro ricevuto non fosse di MELZI Giuseppe, bensì di ZOCCOLA Alfonso, nonostante durante la telefonata del 25 agosto 2004 (cfr ALL 15 p 362) egli stesso dica a MELZI che ZOCCOLA gli aveva confidato trattarsi di soldi suoi, derivanti da commissioni in provenienza da WFS/PP;
-
quanto alla costituzione di FINMED e alla destinazione alla stessa di gran parte dei fondi sottratti all WFS / PPFinanz, dichiarava di aver sostanzialmente fatto da prestanome per ZOCCOLA Alfonso e che la titolarità della società doveva formalmente passare a PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE, in quanto proprietari del denaro dalla stessa amministrato. MELZI ha tuttavia precisato che Finmed doveva servire quale veicolo per gli investimenti immobiliari in Sardegna, mentre GEORGIA, di cui pure era titolare, sarebbe stato il veicolo che ZOCCOLA Alfonso avrebbe utilizzato per altri investimenti immobiliari, sempre in Sardegna, ma stavolta in forma individuale;
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quanto alla costituzione di EVAX VENTURES e al rapporto di tale società con OXALIS, MELZI dichiarava di aver agito (verbale 3.1.2005 cfr ALL 88 pp 199-204) nell'interesse di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE e di essere stato da costoro invitato a far credere che il denaro fosse di terze persone estranee alle vicende in esame;
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quanto all’importo di 400.000 euro che nel dicembre 2003 aveva ricevuto da FURRER e DESOLE in Milano, ha dichiarato di averlo a sua volta consegnato in contanti e in parti uguali (133.333 euro ciascuno) a ZOCCOLA Alfonso, PAULANGELO Salvatore e DESOLE Paolo. La destinazione della somma in questione a ZOCCOLA , PAULANGELO e DESOLE , dopo essere stata prelevata dal conto ZL 732 della società EVAX in data 31 ottobre 2003, è l'elemento che meglio fa capire come in realtà costoro considerassero il 246
denaro della società EVAX come loro patrimonio personale e che, relativamente al denaro confluito su OXALIS, il cliente EVAX era servito unicamente a fare da paravento ai reali interessi economici di ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE . Grazie all'intercettazione di una e-mail inviata il 13 gennaio 2004 da PAULANGELO a MELZI (cfr ALL Mail/2) appare evidente, anche in modo documentale, che i 400'000 Euro erano destinati in parti uguali a ZOCCOLA, PAULANGELO e DESOLE , indicati su di una tabella Excel con i nominativi Salvi, Paolo e Alfonso, accanto a ognuno dei quali figura l'importo di 133'333 Euro. Il retroscena del trasferimento in contanti della somma di 400'000 Euro in questione è indicativa della volontà truffaldina di tutti i personaggi della vicenda. Dalle intercettazionio del R.O.S. Carabinieri di Milano si evince in fatti che, PAULANGELO Salvatore, MELZI Giuseppe, FURRER Roger e DESOLE Paolo si erano accordati per far risultare un antecedente tentato bonifico della somma (teoricamente non riuscito per motivi tecnici), creando così una sorta di alibi che tutelasse FURRER Roger da problemi con la giustizia zurighese (dalla quale era stato interrogato poco tempo prima) per il fatto di smobilizzare il denaro da OXALIS. L'ordine di pagamento compilato da FURRER, relativamente a questa supposta transazione, è datato 3 novembre 2003. E’ molto interessante la circostanza che anche ANDALI Fortunato si sia interessato alla questione dei 400'000 Euro. Il R.O.S. Carabinieri di Milano ha infatti accertato che in concomitanza con tale vicenda ANDALI ha chiamato MELZI, dal quale è stato informato in merito ad uno sviluppo positivo "su quei quattro là", riferendosi verosimilmente ai 400'000 Euro; -
DESOLE ha dichiarato che a settembre 2003 MELZI avrebbe ricevuto da FURRER presso lo studio dell'avv. Ferro in presenza di ZOCCOLA l'importo di 400.000 CHF e che ZOCCOLA si sarebbe arrabbiato in quanto la somma pattuita doveva invece essere di 300.000 Euro. Melzi ha ammesso di aver ricevuto in quell'occasione da FURRER del denaro (a sua memoria 300.000 CHF) presso OXALIS ed in seguito averlo consegnato a ZOCCOLA che lo attendeva nell'ufficio dell'avv. Ferro. A tal proposito FURRER ammetteva di aver consegnato il denaro a MELZI, ma affermava di averlo fatto presso gli uffici di OXALIS a Zollikon e non alla presenza di ZOCCOLA e dell'avvocato Ferro presso lo studio di quest’ultimo. ZOCCOLA negava invece assolutamente di aver mai preso parte all'incontro ed aver ricevuto il denaro.
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quanto alla asserita rifusione di un debito di ZOCCOLA nei confronti di PITTA Giovanni, Melzi ha dichiarato, durante l'interrogatorio del 7 aprile 2005 (pp 209 e seguenti) di aver ricevuto del denaro da LAEZZA Roberto per rifondere un debito di ZOCCOLA nei confronti di PITTA (dovuto ad un assegno scoperto emesso da ZOCCOLA su di una banca spagnola) pari a 100'000 euro. Interrogato a sua volta in merito a questa fattispecie, LAEZZA Roberto ha comunque negato di aver mai consegnato del denaro a MELZI per coprire posizioni debitorie di ZOCCOLA nei confronti di terze persone.
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contradditorie e confuse erano anche le dichiarazioni di MELZI, durante il succitato interrogatorio del 7 aprile 2005, relativamente alla apertura e sul contenuto della cassetta di sicurezza nr.230 in uso a LAEZZA presso la Banca Antonveneta - Agenzia 25 sita a Milano in Piazza Fontana 2, alla quale, tra l’altro, risultava aver avuto accesso insieme con lo stesso LAEZZA in data 22 settembre 2004.
Alle circostanze esposte dal Pubblico Ministero deve aggiungersi e compiutamente evidenziarsi quale sintesi finale un’altra serie di elementi indicatori non tanto e non solo della presenza di Giuseppe Melzi in tutto lo snodarsi della vicenda, presenza assolutamente pacifica e anche documentalmente provata, ma anche della sua consapevolezza delle finalità integralmente illecite dei soggetti in favore dei quali, con una serie di operazioni pilotate, aveva messo a disposizione la sua esperienza. Di tali soggetti, di inequivocabile stampo criminale, Melzi era divenuto di fatto socio condividendone le medesime finalità di lucro. Del resto una persona esperta come l’avvocato Melzi non poteva non rendersi conto del carattere 247
pressochè esclusivamente illecito delle attività che stava favorendo, ben desumibili dalle operazioni nascoste e tortuose che sono state in primo luogo poste in essere presso la Bank Leu o tramite la EVAX. Si ricordino infatti, pur senza citare tutti gli episodi che emergono dall’esposizione che precede, le seguenti circostanze: –
Melzi ha costituito la società FINMED, di cui era amministratore, fungendo tramite tale società da prestanome per Zoccola, Desole e Paulangelo che stavano facendo uscire milioni di franchi dai conti della WFS / PP Finanz. E’ interessante notare che FINMED è stata costituita il 16.7.2002 e quindi proprio negli stessi giorni in cui 2,6 milioni di CHF venivano prelevati in contanti dai conti delle società off-shore GAIST e ARCALUX costituite dal gruppo Zoccola e versati sui conti cifrati Albino, Kaory e Papo prima di passare appunto al conto della FINMED;
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analogo ruolo di “contenitore” è stato svolto dalla GEORGIA FINANCE, la società off-shore delle British Virgin Islands di cui Giuseppe Melzi era Director, costituita il 19.11.2002 e cioè pochi giorni prima che al conto di tale società venisse bonificata da ARCALUX la somma di 1,12 milioni di CHF sempre provenienti dalla WFS / PP Finanz. In ogni caso quindo le coincidenze temporali delle operazioni sono stringenti.
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Melzi, al solo ed evidente fine di facilitare il travestimento di EVAX quale finto cliente della WFS e quindi il passaggio di 4,552 milioni di CHF da WFS ad OXALIS, ha accettato di sostenere, su invito di Zoccola, nella documentazione di OXALIS e dinanzi a Furrer, direttore della OXALIS, di avere in deposito fiduciario tale somma appartenente a suoi fantomatici clienti e cioè una importante famiglia italiana con grandi disponibilità economiche;
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per EVAX, progettata come una “scatola vuota” destinata ad essere riempita con i soldi della WFS e, una volta riempita, ad essere passata ad OXALIS, Melzi si è reso disponibile a tutte le falsificazioni e manipolazioni necessarie a rendere possibile il travestimento di EVAX come finta cliente di OXALIS. Infatti, dopo l’accesso di Zoccola e Melzi presso gli uffici in Svizzera della TRIDENT, la società che si era occupata di costituire e vendere al gruppo degli indagati varie società off-shore, la data di acquisto della EVAX da parte di Melzi è stata retrodatata dal 18.3.2003 (e cioè la data reale) al 31.8.2001 (data fittizia)376 in modo che essa potesse appunto figurare come “cliente” della moribonda WFS e contestualmente sono stati creati e depositati presso OXALIS, come ammesso dallo stesso Furrer377, i documenti falsi poi rinvenuti durante la perquisizione che attribuivano alla EVAX la posizione di cliente di WFS già dal settembre 2002;
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sintomatico come già sottolineato dal P.M., è il comportamento e il ruolo di Giuseppe Melzi allorchè nel dicembre 2003 Furrer e Desole, quest’ultimo strumentalmente passato da WFS ad OXALIS, gli hanno consegnato a Milano in contanti 400.000 Euro faticosamente smobilizzati con un artifizio dalla OXALIS e sempre provenienti dalla WFS. Melzi infatti divide la somma in tre parti uguali che consegna, come risulta anche dalle sue stesse parziali ammissioni378, a Desole, Zoccola e Paulangelo. Una parte consistente di tale somma peraltro gli è riaffidata affinchè egli la porti in Sardegna per utilizzarla negli investimenti immobiliari ed infatti Melzi mentre si reca in Sardegna da Paulangelo, grazie ad un controllo apparentemente casuale della Polizia di Linate, viene trovato in data 5.12.2003 mentre è in partenza per Olbia in possesso del denaro del gruppo che portava con sè. E’ quindi evidente che Melzi, dopo aver finto che quanto depositato presso la EVAX appartenesse a suoi ricchi clienti, si è mosso sempre come prestanome e socio nel riciclaggio dei principali indagati ai
376
Sul punto si veda l’importantissima deposizione di Ruth Kellerhals, una delle responsabili della TRIDENT in Svizzera in data 14.1.2005, allegato 40 alla relazione dell’analista Massimo Trobia del 4.11.2005 in faldone 47 pagg.176 e segg. 377 Cfr. interrogatorio di Furrer Roger, responsabile della Oxalis, in data 29.4.2005 dinanzi al Ministero Pubblico elvetico e allegato 112 al rapporto di cui alla nota che precede contenente uno scritto confessorio dello stesso Furrer, diretto sempre al Ministero Pubblico della Confederazione. 378 Cfr. int. Melzi al P.M. di Varese in data 22.1.2005 foglio 2 in faldone 16. 248
quali in realtà risaliva tutto il denaro. Ugualmente sintomatico è il fatto che Andali fosse direttamente interessato e si relazionasse con Melzi sulla questione dei 400.000 euro, come risulta da una telefonata in data 27.11.03 tra Andali e Melzi in cui quest’ultimo, subito dopo il buon avvio del programma di smobilizzo, lo informa che “su quei quattro là”, e cioè i 400.000 euro, c’era uno sviluppo positivo379; –
Melzi è in rapporti stretti e di piena confidenza con Andali Fortunato, uomo di punta della cosca calabrese arrestato in Svizzera nell’agosto 2004 per traffico di sostanze stupefacenti. Si riferisce infatti a lui, anche in telefonate con terzi, usando il suo soprannome Micu ed perfettamente al corrente del coinvolgimento di Andali, probabilmente quale autore materiale, nel finto furto nel luglio 2001 nella cassaforte della WFS (cfr. telefonata tra Melzi e Melca in data 4.9.2004 alle ore 8.36380). Melzi accompagna del resto sovente Andali nei suoi viaggi, sia a Olbia sia a Malaga, quando nel novembre 2002, presente anche Zoccola, emerge la necessità di mettere termine agli affari in Spagna con Aurelio Tomarelli. Quest’ultimo è talmente spaventato dai soggetti con cui dovrà incontrarsi da ritenere più prudente farsi accompagnare all’incontro presso il notaio da due guardie del corpo. Del resto Tomarelli era già stato minacciato di morte da Andali, nell’ottobre 2002, proprio nello studio di Melzi e questi aveva acconsentito alla presenza alla riunione, con Paulangelo e Zoccola, dello stesso Andali pur formalmente estraneo alla compagine societaria della WFS / PP Finanz381;
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Melzi si comporta in ogni occasione come il vero e proprio socio e complice dei principali protagonisti della vicenda. Dopo l’arresto in Svizzera per droga di Desole condivide con Zoccola la preoccupazione che Desole abbia fatto in parte il “grillo canterino” parlando degli affari finanziari del gruppo382, si preoccupa in seguito di organizzare la “latitanza preventiva” di Salvatore Paulangelo in Sardegna383 e soprattutto, per sua stessa ammissione, è perfettamente al corrente del fatto che la gran parte della liquidità misteriosa, certamente di origine illecita, della WFS è stata portata nella società per canali incontrollabili da Alfonso Zoccola384
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nella telefonata in data 8.9.2003 con l’avvocato Salvatore Biosa egli non solo, dopo che il caso era esploso e dopo che era divenuto necessario che qualcuno in Sardegna si occupasse della situazione di Paulangelo, tenta di manipolare il collega nascondendogli il suo ruolo di socio delle persone indagate e coinvolto negli stessi affari, ma è costretto ad ammettere, durante la conversazione, di essere stato comunque a conoscenza del piano di vendere la PP Finanz ad un prestanome e cioè un calabrese procurato dal gruppo che, secondo le stesse parole di Melzi, avrebbe taciuto anche se fosse stato arrestato. Riferendosi nella conversazione al prestanome del resto Melzi in modo molto espressivo spiega che si tratta di una persona che se fosse stata interrogata sarebbe stata disposta a dire che “Gesù è morto di freddo” pur di non tradire le persone cui è sottoposto;
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nonostante ciò anche dopo il crack della WFS / PP Finanz, il clamore della vicenda sulla stampa elvetica e l’intervento dell’Autorità giudiziaria di quel Paese, Melzi si è impegnato strenuamente, nell’interesse suo e dei suoi soci, per ottenere lo smobilizzo e il recupero delle somme provenienti
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Cfr. informativa del R.O.S. – Sez. Anticrimine di Milano in data 14.10.2004 pag.102. Cfr. rapporto preliminare della Polizia Giudiziaria elvetica in data 2.12.2005, pag.55, in faldone 47. 381 La ragione delle minacce è il fatto che Tomarelli si era rifiutato di pagare al gruppo la somma di 850.000 euro per uscire dagli affari in corso in Spagna e in Sardegna dopo che si era rifiutato di fungere ancora in sostanza da “prestanome” di Zoccola e degli altri. Del resto, tornando alla riunione dei soci della PASIM nello studio Melzi convocata per il 21.10.2002 era stato proprio Melzi ad inviare via telefax a Tomarelli la procura capestro che Tomarelli doveva firmare in favore di Zoccola ed era finalizzata a far uscire lo stesso Tomarelli dalla società (cfr. rapporto preliminare della polizia giudiziaria elvetica cit. pag.100). 382 Cfr. conversazione in data 28.8.2003 tra Melzi e l’avvocato Salvatore Biosa nel Rapporto preliminare della Polizia Giudiziaria elvetica citato, pag.115. 383 Cfr. conversazione in data 21.8.2003 tra Melzi e l’avvocato Biosa nel Rapporto preliminare della Polizia Giudiziaria elvetica citato, pag.120. 384 Cfr. telefonata tra Melzi e l’avvocato Biosa in data 28.8.2003. 249 380
dalla bancarotta bloccate presso OXALIS. Si è adoperato altresì, tentando di sfruttare lo strumento dello “scudo fiscale”, per far rientrare somme in Italia e renderle non sospette e utili per essere reimpiegate negli investimenti immobiliari in Sardegna (si vedano in proposito il fax inviato da Melzi ad OXALIS in data 2.4.2004 e le conversazioni citate a pag.48 della relazione dell’analista Massimo Trobia). A tal fine è sempre Melzi, su incarico di Zoccola, ad aprire per EVAX un conto presso un istituto bancario del Principato di Monaco sul quale dovrebbe affluire una parte delle somme affidate ad OXALIS grazie all’invenzione di EVAX come cliente di “fantasia” di WFS / PP Finanz385. Quanto all’episodio di riciclaggio contestato al capo 6 a Giuseppe Melzi e a Giuseppe Grano, in qualità di intermediario, e concretizzatosi nell’acquisto in contanti a nome di Michele Zoccola, padre di Alfonso, presso la Intermarket Diamond Business Spa di diamanti per 103.000 euro, diamanti rimasti in deposito presso la sede della società386, bisogna ricordare che tale operazione ha consentito la ripulitura di un’altra “piccola” somma proveniente dalla bancarotta rendendone impossibile il recupero. E’ stata una scelta completamente riferibile a Melzi quella di mettere in contatto Alfonso Zoccola, che intendeva effettuare l’acquisto simulato intestato al padre, con l’amministratrice della Intermarket Antinea Massetti De Rico sfruttando il trentennale rapporto di conoscenza che univa l’imprenditrice a Melzi. Di fatto dal momento della presentazione favorita e organizzata da Melzi, di Zoccola alla Massetti, Zoccola comincia a far pressione sulla donna al fine di poter sfruttare la sua struttura imprenditoriale per convogliarvi parte dei soldi provenienti dalla bancarotta e di convincerla addirittura a intestarsi, dopo l’abbandono della DI.MU. da parte di Diletto e Muto, una parte delle quote della GMP sempre tramite tale società. Deve leggersi in tal senso infatti la proposta di Zoccola alla Massetti di comprare una partecipazione del 5% nella Intermarket con la disponibilità a pagare la somma di 350.000 euro in contanti, proposta rifiutata comunque dalla Massetti, evidentemente poco convinta della figura di Zoccola, così come sarà rifiutata dalla Massetti la proposta, avanzta in prima persona anche da Melzi, di entrare a far parte degli investimenti immobiliari in Sardegna. Solo nell’estate del 2004, subito dopo l’arresto di Zoccola per traffico di stupefacenti e riciclaggio, Melzi ha un tardivo e forse prudenziale ripensamento avvisando la Massetti nelle telefonate in data 23.8.2004 ore 21.27 e 26.8.2004 ore 9.49 che Zoccola effettivamente faceva parte di un’organizzazione composta da calabresi e lo aveva portato anche ad una riunione in una pizzeria di Milano, da individuarsi nella Bio Solaire di Via Valtellina, dove c’erano delle “facce incredibili” e dalla quale i soggetti che la gestivano “controllavano” molti locali di ristorazione di Milano. In sostanza è la stessa messa sull’avviso della Massetti da parte di Melzi in relazione anche a quanto potrebbe esserle chiesto in merito ai suoi rapporti e alla sua conoscenza con Zoccola, a confermare che Giuseppe Melzi aveva un quadro completo delle reali attività e modalità di muoversi delle persone con le quali era nei fatti entrato in società.
PAULANGELO SALVATORE I rilievi esposti relativamente a MELZI Giuseppe valgono anche relativamente alle posizione di PAULANGELO Salvatore. Nel citato Rapporto Finale della Polizia Federale svizzera in data 4 novembre 2005 l’importanza del 385 386
Cfr. annotazione del R. O. S. – Sez. Anticrimine di Milano in data 14.10.2004 f. 10 La documentazione sequestrata presso la Intermarket Diamond relativa all’acquisto di 11 diamanti a nome di Michele Zoccola è allegata alla nota del R.O.S. Sez. Anticrimine di Milano in data 26.4.2005 in faldone 8, ff.5530 e segg. 250
ruolo di PAULANGELO nella sottrazione e nell’occultamento dei capitali della WFS/PP Finanz è così descritto: “…oltre ad aver provveduto ad impartire gli ordini di bonifico in uscita dai conti postali di WFS e PP, ha sottoscritto documenti che lo attestano quale avente diritto economico dei conti intestati ad Agence Netter, Arcalux e del conto cifrato Albino. Egli ha inoltre esercitato i suoi poteri di firma a più riprese, in special modo in occasione di prelievi a contanti, parte dei quali poi versati su altre relazioni bancarie, alfine di far perdere le tracce relative all'origine del denaro (di provenienza WFS/PP). Il proprio interesse finanziario è palesemente legato anche alla relazione intestata a Finmed (nella misura di un terzo del relativo patrimonio), sulla quale confluisce denaro proveniente dal conto Kaory, e quindi anche alle transazioni immobiliari in Sardegna. A fianco di Zoccola, Paulangelo è stato il principale interlocutore dei consulenti bancari presso BNP e (in misura minore) presso Bank Leu. Il suo nome compare sulla documentazione allegata ai conti di Geòrgia e Finmed, relativa alle società implicate nelle transazioni immobiliari in Sardegna.” In particolare PAULANGELO, benchè abbia provveduto direttamente a trasferire dalla WFS/PP FINANZ ingenti somme di denaro, sia tramite bonifici che mediante prelievi in contanti (come i prelievi effettuati in contanti a metà del 2002 per un controvalore di ca 2,65 milioni CHF nell'arco di un solo mese - periodo che coincide con altre importanti operazioni di smobilizzo di denaro della WFS/PP) non ha fornito negli interrogatori fin qui resi alcuna utile indicazione per recuperare il denaro sottratto, di cui, pertanto, si deve ritenere che abbia ancora attualmente la disponibilità e che continua ad occultare. Nei verbali di interrogatorio in data 16.2.2005 e 28.9.2005 387 ha riferito in sintesi che: -
quanto ai prelievi del 17 e 18 luglio 2003 per l’importo complessivo di 500.000 CHF, di aver consegnato parte del denaro a ZOCCOLA e ad ANDALI, perché i due si sarebbero occupati di organizzare quanto necessario alla realizzazione della compravendita della società (di interrogatorio del 16.2.2005 pp 132-143);
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quanto alla rapida influenza assunta da ZOCCOLA nel contesto WFS/PP e al contenuto di una telefonata con ANDALI Fortunato (ALL/INT 150), durante la quale PAULANGELO (riferendosi implicitamente a ZOCCOLA ) dice testualmente di aver "diviso con lui" come se fossero stati soci fin dal 1995 (anno di fondazione di PP Finanz), confermava l'effettivo e importante peso decisionale di ZOCCOLA in seno a questa struttura (interrogatorio del 28.9.2005), senza fornirne alcuna motivazione;
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quanto ai pagamenti per gli investimenti in Sardegna: di avere prelevato in un primo tempo circa 600 milioni di lire (in più tranches) dai conti WFS/PP e di averli fatti pervenire a PITTA tramite ZOCCOLA e MELZI per la compravendita dei terreni della società GMP. Di aver prelevato successivamente altri 600 milioni di lire dalle casse della WFS/PP per finanziare gli acquisti di altri terreni, in questo caso della società Agreñas;
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quanto alla sottrazione di capitali della WFS/PP e ai falsi dati di bilancio, che i rendiconti della clientela venivano falsificati già a partire da metà 2001, proprio a causa del fatto che presso WFS/PP si erano già creati ammanchi milionari che andavano via crescendo. Aggiungeva che già all'epoca dell'arrivo di ZOCCOLA Alfonso il buco era stimabile attorno ai 4 milioni CHF. L'opzione della vendita di WFS/PP ad un acquirente di comodo sarebbe inoltre già stata prevista prima di metà 2002, anche se poi attuata soltanto un anno più tardi (verbale di interrogatorio del 28.9.2005).
Si aggiunga a ciò che in data 24.1.2005 veniva perquisita l’abitazione in uso a PAULANGELO Salvatore in località Pittulongu del comune di Olbia388, a seguito della quale veniva rinvenuta e sequestrata documentazione varia pertinente ai reati per i quali si procede, oltre a un’arma comune da 387 388
In atti faldone n.8 fg.005809 – 005811 In atti faldone n. 8 fg.005797 - 005798 251
sparo detenuta illegalmente senza denuncia alla competente Autorità di P.S., fatto per il quale il PAULANGELO Salvatore veniva tratto in arresto389. Veniva in particolare eseguito il sequestro della documentazione relativa ad una imbarcazione da diporto denominata IMOMAI marca RIVA modello Diablo ormeggiata presso la marina di Portisco del comune di Olbia. Tale imbarcazione, come da nota del R.O.S. Carabinieri nr. 96/55-11-2003 in data 08/07/2005, risultava intestata a CONTU Sergio390, ma di fatto nella disponibilità di PAULANGELO391. In occasione della sesta perquisizione domiciliare effettuata su delega della Procura della Repubblica di Varese nell’abitazione di Paulangelo Salvatore a Olbia in località Pittulongu, significative risultanze investigative si desumevano altresì dall’apertura delle cassette di sicurezza contraddistinte come segue: - n.103 presso il Banco di Sardegna filiale di Olbia intestata a a PAULANGELO Salvatore e da questi ceduta a ZOCCOLA Alfonso; - n.146 presso il Banco di Sardegna filiale di Olbia intestata a PAULANGELO Salvatore. Infatti dalla nota in data 26.1.2005 del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Olbia e dal relativo verbale di sequestro392 risulta che nella cassetta di sicurezza n.103 veniva rinvenuta una mazzetta di franchi svizzeri per l’importo di 20.000 franchi ancora trattenuta con una fascetta elastica e cioè con ogni probabilità qualche “spicciolo” dell’ingente somma frutto della spoliazione da parte di Paulangelo, Zoccola e soci delle società finanziarie elvetiche con cui avevano operato.
ZOCCOLA ALFONSO ZOCCOLA Alfonso, benché formalmente estraneo alla gestione della WFS / PP Finanz, è indicato da MELZI come il beneficiario, insieme con PAULANGELO e DESOLE, dei trasferimenti di denaro eseguiti per il tramite dello stesso MELZI. Nel citato Rapporto Finale della Polizia Federale svizzera in data 4 novembre 2005 l’importanza del ruolo di ZOCCOLA nella sottrazione e nell’occultamento dei capitali della WFS / PP Finanz è così descritto anche sulla base degli interrogatori in data 3 ottobre 2003 in qualità di persona informata sui fatti in merito alle indagini sul crack WFS / PP e in data 23 agosto 2004 e 9 settembre 2004 quale imputato per i medesimi fatti: “… ha sottoscritto documenti che lo attestano quale avente diritto economico dei conti intestati a Tulle e del conto cifrato Papo. Egli ha inoltre esercitato i suoi poteri di firma a più riprese, in special modo in occasione di prelievi a contanti, parte dei quali poi versati su altre relazioni bancarie, al fine di far perdere le tracce relative all'origine del denaro (di provenienza WFS/PP). Il proprio interesse finanziario è palesemente legato anche alla relazione intestata a Finmed (nella misura di un terzo del relativo patrimonio), sulla quale confluisce denaro proveniente dal conto Kaory, e quindi anche alle transazioni immobiliari in Sardegna. ZOCCOLA Alfonso è sempre stato l'interlocutore principale di WFS/PP nei confronti di Bank Leu… Egli ha dimostrato piena e dettagliata conoscenza della struttura gravitante attorno a WFS/PP, fornendo anche spiegazioni a mezzo di diagrammi sull'organizzazione societaria, le attività principali nonché accessorie. Secondo i funzionari della Bank Leu è ancora ZOCCOLA Alfonso ad aver comunicato la provenienza e l'impiego della parte del denaro confluita da BNP sulla relazione intestata ad Arcalux. ZOCCOLA Alfonso ha in questa occasione preavvisato i funzionari della Bank Leu in merito al prelievo di 550.000 EURO (effettivamente avvenuto in data 18 dicembre 2002), di cui 500.000 sarebbero stati destinati ad operazioni immobiliari in Sardegna e 50'000 ad uso personale non meglio specificato. 389
In atti faldone n. 8 fg.005829 – 006026 In atti faldone n.8 fg.005814 – 005816 391 Vedi note nr.435 - 436 392 In atti faldone n.8 fg.005800 – 005808 390
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Quanto alla provenienza, a suo dire,, si sarebbe trattato di retrocessioni da una società di trading su divise di Londra e di proventi dalla vendita di un terreno a Marbella….ZOCCOLA Alfonso ha descritto sommariamente le transazioni effettuate presso Bank Leu, imputandone totalmente la responsabilità a PAULANGELO Salvatore e dicendo che il denaro in questione era di competenza di MELZI Giuseppe, parlando anche di un ipotetico capitale iniziale di ca 5 Mio CHF. ZOCCOLA Alfonso ha inoltre affermato di non aver eseguito alcuna operazione sui conti, bensì di aver firmato varie ricevute di prelievi in bianco e di averle consegnate a PAULANGELO. Per quanto riguarda BNP, ha detto di ricordare solo un prelievo cash di ca 350mila EUR a metà 2002, relativo ad un rimborso a beneficio di una cliente germanica di nome Loch Sabine. Tale prelievo deve invece chiaramente essere uno di quelli avvenuti presso Bank Leu… dal conto intestato ad Arcalux e prontamente versati (sempre a contanti) su quello intestato a Geòrgia, e non ad un cliente di WFS/PP….Ha citato MELZI Giuseppe quale proprietario del denaro transitato sui conti presso BNP, parlando di un importo di ca 6 Mio CHF. ZOCCOLA Alfonso ha dichiarato inoltre di non essere realmente avente diritto economico di nessuno dei conti in esame, di non aver mai investito denaro nelle attività WFS/PP e di non aver mai ricevuto nessuna retribuzione per il lavoro svolto presso WFS/PP. A distanza di circa otto mesi da questo primo interrogatorio… ZOCCOLA Alfonso ha improvvisamente cambiato versione dei fatti in merito al denaro depositato sul conto intestato a Geòrgia presso Bank Leu ed al suo personale interesse in materia, asserendo che esso è di sua proprietà e che deriva da un suo diritto ad un terzo delle commissioni generate dal trading di WFS/PP. Ovviamente tale dichiarazione modifica anche tutta la versione dei fatti fornita a suo tempo dall'imputato in merito a tutte le transazioni occorse sui conti bancari presso BNP e Bank Leu, in quanto…anche il denaro confluito sul conto di Geòrgia deriva sostanzialmente dai vari passaggi (via bonifici e a contanti) avvenuti attraverso tali conti. Alla luce di quanto fin qui visto, per rendersi conto della molteplicità delle versioni dei fatti fornite da Zoccola su vari temi, merita lettura integrale anche il verbale d'interrogatorio del 9 settembre 2004, durante il quale l'imputato afferma anche che il denaro depositato sul conto di Tulle avrebbe dovuto essere a disposizione per rifusione di clienti da parte sua o di DESOLE Paolo. ZOCCOLA Alfonso ha giocato un ruolo fondamentale anche in occasione della costituzione e dell'acquisto delle società nelle BRITISH VIRGIN ISLANDS; infatti è lui che ha sempre tenuto i contatti con la società Trident e che si è occupato in prima persona anche in seguito di ulteriori operazioni con questa società di Zollikon (rappresentanza in Svizzera di Trident Trust), specializzata nella creazione e vendita di società internazionali. Sul ruolo di ZOCCOLA nelle vicende per cui è procedimento si rimanda anche alle dichiarazioni rilasciate da PAULANGELO in occasione del suo ultimo interrogatorio del 28 settembre 2005 avanti al P.M. di Varese, dal quale si evince l’ ulteriore conferma dell'effettivo e importante peso decisionale di ZOCCOLA in seno alla WFS / PPFinanz. Ma soprattutto ZOCCOLA è l’elemento cardine dei rapporti con i clan calabresi e con i FERRAZZO in particolare, tramite ANDALI Fortunato ed è il principale artefice della sottrazione e del reimpiego dei fondi della WFS / PPFinanz di cui, pertanto, si deve ritenere che abbia ancora attualmente la disponibilità e che continua ad occultare. In relazione alla posizione di Zoccola e anche di Giuseppe Melzi è anche di interesse il coinvolgimento di Diletto Alfonso e Muto Francesco, imprenditori di origine calabrese molto legati ad Andali Fortunato, ai quali all’inizio del 2004 è stato chiesto di costituire una società, la “DI.MU. Srl ” specificamente preordinata a riacquistare una parte delle quote della GMP che Pitta Antonio, all’insaputa di Zoccola aveva ceduto ad altri e ciò al fine di facilitare l’operazione di reimpiego negli investimenti immobiliari in Sardegna di quanto sottratto dalle casse della WFS /PP Finanz. Il progetto di utilizzare a tal fine la nuova società DI.MU. era stato però interrotto dall’omicidio il 5.3.2004 a Cutro, proprio il paese natale di Diletto e Muto, di Iazzolino Sergio, evento questo che peraltro ulteriormente dimostra l’internità del gruppo di Andali e Zoccola e dei loro affari alle 253
dinamiche delle cosche calabresi. L’intervento di Diletto e Muto è stato così riassunto dal Pubblico Ministero: La partecipazione, quanto meno nella forma del tentativo, di DILETTO Alfonso, già titolare della DI.GE Costruzioni s.r.l. con sede a Brescello (RE), via L. Prandello nr. 8/B. e MUTO Francesco, in ciò sollecitati dalla coppia ANDALI Fortunato e ZOCCOLA Alfonso, al reimpiego ed occultamento dei fondi sottratti alla WFS/PP Finanz è dimostrata dalla vicenda della società “DI.MU.” illustrata nella narrativa che precede. In sostanza la società DIMU era stata creata al fine di essere usata da ZOCCOLA per controllare la quota del 49% in GMP, grazie alla disponibilità di soggetti calabresi (e cioè DILETTO e MUTO) in contatto con ANDALI.. Quanto alla GMP è stato già ampiamente illustrato come il reimpiego in Sardegna dei fondi sottratti alla WFS/PP Finanz dovesse avvenire proprio attraverso tale società. La costituzione della DI.M.U, come si è già detto, è documentata persino in un servizio di O.C.P. in data 26 e 27.2.2004 del R.O.S. Carabinieri di Milano, che constatava come MELZI, DILETTO, MUTO, ZOCCOLA e ANDALI si erano incontrati all’ Hotel Gallura di Olbia con PITTA e PAULANGELO. L’oggetto dell’incontro riguardava appunto la definizione dei dettagli della costituzione e della attività della nuova società, che avrebbe dovuto rilevare da Stefano MOSSA le quote societarie della G.M.P. in precedenza acquistate da PITTA Giovanni. La preordinazione, pressoché “in esclusiva”, all’acquisto della GMP è peraltro dimostrato documentalmente attraverso l’espressa autorizzazione rilasciata all’ Amministratore Unico affinché procedesse, nelle more della legale costituzione della società, ad acquistare le quote della GMP s.r.l. con sede in Olbia. Il progetto delle acquisizioni immobiliari in Sardegna tramite la neonata DI.MU. trovava un definitivo ed insuperabile ostacolo nell’evento drammatico del 5.3.2004, che vedeva la morte di IAZZOLINO Sergio, freddato da colpi d’arma da fuoco in Cutro (KR) ad opera di ignoti. La morte di IAZZOLINO, che era stato con ANDALI, GRANO e FERRAZZO Mario Donato, tra i promotori della vendita fittizia della WFS/PP Finanz a SPADAFORA Carmine e delle iniziative immobiliari in Sardegna, induceva ZOCCOLA , PAULANGELO e MELZI a sciogliere la DIMU e/o a rivolgersi ad altri personaggi, tra cui (oltre MELCA Antonello, FALZETTA Vincenzo ed altri) MASSETTI DE RICO Antinea, alla quale veniva in effetti richiesto, seppur inutilmente, da MELZI e ZOCCOLA di intestarsi fiduciariamente per conto dello stesso ZOCCOLA le quote societarie legate all’investimento immobiliare in Sardegna valutato in circa 10 milioni di Euro. A quel punto, infatti, ZOCCOLA, PAULANGELO e MELZI avevano infatti valutato che fosse più prudente evitare il coinvolgimento in modo palese della componente calabrese nelle acquisizioni immobiliari in Sardegna, come espressamente riferito da MELZI a PAULANGELO nella telefonata del 19 aprile 2004 (cfr. allegato 126 pag.8)393, allorchè MELZI, in maniera molto espressiva, fa rimarcare a PAULANGELO di essersi dato da fare ed essere riuscito a trovare questa sua cliente amica da trent'anni, grazie all'intervento della quale si sente sollevato per non dover mettere "insieme la Svizzera con la Calabria". E’ interessante rilevare che nei giorni successivi all’omicidio di Iazzolino sarà ancora una volta l’onnipresente Melzi ad occuparsi dello scioglimento dell DI.MU.: si vedano le conversazioni in data 15.3.2004, 16.3.2004 e 23.3.2004. Nel corso di quest’ultima Melzi parlando con Antonello Melca definisce apertamente Diletto un “mafioso”. Seguiranno, sempre ad opera di Melzi, i tentativi di convincere altre persone ad intestarsi le quote 393
Vedi nota nr.369 254
societarie della GMP, operazione proposta da Melzi allo stesso Melca e poi a Massetti De Rico Antinea la quale, messa in contatto con Zoccola da Melzi, comunque rifiuterà l’offerta.
DESOLE PAOLO Anche sul conto di DESOLE Paolo vale quanto evidenziato nel già richiamato “Rapporto Finale” della Polizia Federale svizzera in data 4 novembre 2005, ove si sottolinea il suo ruolo centrale nella sottrazione ed occultamento dei fondi della WFS/PPFinanz, risultando documentalmente l’ avente diritto economico dei conti intestati alle società Gaist, SEIR e del conto cifrato Kaory. Strumenti finanziari, questi, tutti preordinati al fine di far perdere le tracce relative all'origine del denaro sottratto alla WFS/PP Finanz, di cui, pertanto, si deve ritenere che abbia ancora attualmente la disponibilità e che continua ad occultare.. Nei verbali di interrogatorio in data 18 settembre 2003 e 14 settembre 2004 avanti agli inquirenti svizzeri, DESOLE Paolo, lungi dal fornire indicazioni utili a recuperare i fondi sottratti, si è limitato a rilasciare dichiarazioni per lo più inverosimili, perché smentite documentalmente: -
ha fornito una sua descrizione di quanto accaduto presso la Bank Leu, affermando che PAULANGELO voleva mettere al sicuro il denaro dei clienti per preservarlo da un eventuale blocco dei conti di WFS/PP da parte delle autorità inquirenti, fingendo di ignorare che l’intervento delle autorità di controllo era finalizzato proprio a garantire tali clienti. A tal proposito gli stessi funzionari di banca (secondo DESOLE Paolo) avrebbero consigliato di non operare bonifici tra i vari conti, ma piuttosto di effettuare prelevamenti/versamenti “cash” al fine di "non lasciare tracce". Stride con tale giustificazione il fatto che gli aventi diritto economico dei conti sui quali confluiva il denaro non erano affatto i clienti, bensì gli stessi PAULANGELO, ZOCCOLA e DESOLE (situazione di cui DESOLE Paolo era ben consapevole, avendo sottoscritto parte della relativa documentazione). Stride ulteriormente con questa giustificazione il fatto che comunque i fondi dei clienti erano destinati a soddisfare interessi immobiliari privati del terzetto in Sardegna;
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secondo DESOLE, ZOCCOLA Alfonso gli avrebbe fatto apporre alcune firme in bianco su carta intestata alla Bank Leu (probabilmente ricevute di prelievi) e avrebbe fatto altrettanto con PAULANGELO. In questo modo (secondo DESOLE), potevano essere effettuare tutte le transazioni “cash” necessarie per far confluire i fondi di WFS su società nelle British Virgin Islands in 2 o 3 passaggi "senza lasciare tracce";
-
ha inoltre dichiarato di non aver mai ritirato personalmente del denaro dai vari conti, nonostante le chiare risultanze documentali in contrario riportate nel più volte citato “Rapporto Finale” della Polizia Federale svizzera.
DE SOLE ritornava sulla manipolazione dei dati di bilancio della WFS/PP Finanz negli interrogatori resi in data 20.9.2004 e 25.11.2004, nei quali riferiva in sintesi che: -
i dati della clientela venivano sistematicamente alterati, inserendo nei rendiconti anche transazioni fittizie e permettendo così di presentare risultati finanziari non aderenti alla realtà dei fatti ;
-
della manipolazione dei dati della clientela e degli ammanchi milionari erano consapevoli sia lui che PAULANGELO, ZOCCOLA e i fratelli Mark e Stephan Kopp che erano stati tra i soci fondatori della WFS;
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a causa dei suoi problemi con gli stupefacenti e della detenzione in svizzera nell'autunno del 255
2002, veniva praticamente "scaricato" da PAULANGELO e ZOCCOLA ed estromesso da WFS/PP. Da qui la necessità di cercare un impiego alternativo presso la società OXALIS.
CONTU SERGIO Sulla vicenda dell’imbarcazione detenuta da CONTU Sergio per conto di PAULANGELO Salvatore si riporta la conversazione che segue: …Nel già più volte richiamato e motivato tentativo di recuperare del denaro, PAULANGELO matura l’intenzione di vendere la propria imbarcazione, acquistata nell’estate del 2003. Al riguardo, alle ore 10.12 del 29.09.2004, dall’utenza nr. 3386013499 394, PAULANGELO chiama tale SALVATORE e gli dice che è intenzionato a vedere la propria imbarcazione al prezzo di 220.000 euro, di cui 20.000 da destinare a chi gli avrebbe trovato l’acquirente. Nel corso della conversazione, PAULANGELO specifica, altresì, che l’imbarcazione è quotata circa 330.000 euro. Dagli accertamenti svolti è emerso che che l’imbarcazione in argomento, marca “RIVA” e di nome “IMOMAI”, è iscritta presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci al numero 6OL300D. E’ emerso, altresì, che l’imbarcazione non risulta intestata a PAULANGELO, ma a tale CONTU Sergio nato a Olbia il 3.5.1965, ivi residente in via Genova nr. 39395. Il riscontro di quanto riferito da PAULANGELO nella precedente intercettazione è fornito dall’attività investigativa eseguita il 13.1.2005, data in cui veniva perquisita l’abitazione in uso a PAULANGELO in località Pittulongu del comune di Olbia396. Nel corso di tale perquisizione veniva rinvenuta e sequestrata documentazione relativa ad una imbarcazione da diporto denominata IMOMAI marca RIVA modello Diablo ormeggiata presso la marina di Portisco del comune di Olbia. Tale imbarcazione, come da nota del R.O.S. Carabinieri in data 8/7/2005, risultava intestata a CONTU Sergio397, ma di fatto nella disponibilità di PAULANGELO Salvatore398. Tenuto conto del valore dell’imbarcazione e dell’importo investito nel suo acquisto, deve quindi ritenersi che CONTU Sergio abbia avuto d'intesa con PAULANGELO un ruolo non secondario nell’occultamento e nel reimpigo dei fondi sottratti alla WFS/PP Finanz.
FERA ANDALI MARIO - GRANO GIUSEPPE Si tratta di soggetti coinvolti nell’organizzazione e gestione del crack finanziario della WFS/PP Finanz come riportato nella esposizione riguardante le intercettazioni degli organi investigativi svizzeri, occupandosi in prima persona di perfezionare la logistica in territorio elvetico e l’attività finalizzata a permettere alla “testa di legno” SPADAFORA Carmine di inscenare in data 18 luglio 2003 la vendita fittizia della società PP Finanz. Infatti in tale circostanza SPADAFORA Carmine utilizzava documenti contraffatti provento di furto ai danni di MAGNONI Marco ed agendo come prestanome di IAZZOLINO Sergio e di ANDALI Fortunato, nei cui confronti procede l’Autorità Giudiziaria Svizzera, e di FERA ANDALI Mario e di GRANO Giuseppe, permetteva a PAULANGELO Salvatore di tentare di eludere le proprie responsabilità in merito al dissesto societario. 394
prog. 2468 (All. “INT/188”) (All. “REL/6”) 396 In atti faldone n. 8 fg.005797 - 005798 397 In atti faldone n.8 fg.005814 – 005816 398 Vedi note nr.435 - 436 395
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A tal proposito GRANO Giuseppe appare come un intermediario, mentre il ruolo di FERA ANDALI Mario è quello di fungere da punto di riferimento sia per ANDALI Fortunato Domenico, sia per IAZZOLINO facenti parte con ruolo di comando dell’associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “COSCA FERRAZZO”.
LAEZZA ROBERTO Roberto Laezza è accusato del reato di reimpiego in attività economiche di somme provenienti dal delitto di bancarotta (art.648ter c.p. di cui al capo 4) in relazione ai 600.000 CHF bonificati in suo favore in data 9.5.2003 dal conto presso la Bank Leu di Zurigo intestato alla società Georgia Finance di cui era amministratore Giuseppe Melzi. Gli elementi raccolti, ed in particolare la relazione dell’analista economico-finanziario dr. Massimo Trobia e quanto esposto nell’informativa del R.O.S. in data 14.10.2004 (cfr. pagg.29-32) inducono a ritenere che il bonifico della somma, maldestramente travestito da mutuo concesso senza ragione plausibile da Melzi a Laezza, fosse in realtà semplicemente una dazione di danaro concordata da quest’ultimo con Alfonso Zoccola con cui Laezza era da tempo in stretto contatto ed avvenuta sotto lo stesso controllo di Zoccola. Del resto gli stessi Zoccola e Melzi hanno finito per ammettere che il denaro che si trovava sul conto di Georgia in realtà apparteneva a Zoccola e Melzi ha riconosciuto di aver agito esclusivamente su suo mandato. Non sembra esservi poi dubbio che Roberto Laezza, il quale aveva inserito la somma nella contabilità della sua società, la Planova Human Capital come prestito da parte degli azionisti, fosse del tutto consapevole che la somma stessa provenisse dalla spoliazione della WFS / PPF. Depone in questo senso in modo inequivocabile a carico di Laezza e anche di Melzi, il contenuto della lunga e preoccupata conversazione telefonica avvenuta tra i due in data 6.11.2003, poche ore dopo l’audizione da parte della Polizia Cantonale di Zurigo di Martin Pfenninger, socio di Laezza. Infatti Roberto Laezza telefona da una cabina pubblica e dopo aver chiesto a Melzi assicurazione che il suo cellulare fosse “sicuro” e cioè che non vi fosse il rischio di una intercettazione, spiega all’interlocutore che Pfenninger è stato sentito sui rapporti tra la PLANOVA e Zoccola e Melzi e, pur essendo evidenti i suoi timori, spiega a Melzi che gli investigatori non sanno o fingono di non sapere ancora niente e cioè non sanno che all’origine dei soldi ci sono i “tre conti” di cui non si vede il nome, certamente i conti Papo, Kaory e Albino da cui i soldi sono passati, sono “stati ripresi” e “pagati all’altra compagnia”. Quello che Laezza descrive, pur in modo allusivo, è esattamente il complesso di operazioni che ha portato all’uscita delle somme dalla WFS / PPF alla Georgia e poi alla Planova. Ma Laezza fa anche riferimento a Paulangelo, titolare di uno dei tre conti e datosi in Sardegna ad una latitanza “preventiva” e soprattutto al fatto che i soldi trasferiti sono stati “lavati”, forse provenendo addirittura dalla vendita di droga e che quindi “non c’è da illudersi pià di tanto” sul fatto che le indagini non approdino a risultati concreti e pericolosi per chi ha movimenttao il denaro. In sostanza Laezza si mostra estremamente proccupato che le indagini possano ricostruire quello che lui stesso chiama “il flusso dei soldi”, accenna più volte al fatto che i soldi siano stati “messi” e “ripresi” e la lettura della lunga conversazione non lascia dubbi sul fatto che egli sia perfettamente al corrente di tutti i dettagli delle operazioni del gruppo facente capo a Zoccola, così come del resto il suo interlocutore Giuseppe Melzi il quale, pur limitandosi nella conversazione in genere ad assentire, non si mostra affatto sorpreso del racconto di Laezza di cui coglie agevolmente anche i passaggi più criptici. 257
Anche a carico di Roberto Laezza sussistono quindi i gravi indizi di colpevolezza in ordine alla specifica accusa di reimpiego di fondi di provenienza illecita lui contestata e la conversazione appena citata costituisce certamente un grave elemento anche nei confronti di Giuseppe Melzi.
SPADAFORA CARMINE Si richiamano in relazione alla posizione di SPADAFORA gli esiti più volte riportati delle indagini degli organi investigativi svizzeri circa la vendita della WFS/PP Finanz, che evidentemente era funzionale all’occultamento dei fondi sottratti alla medesima società. Per la posizione dello SPADAFORA è inoltre significativa la conversazione tra PAULANGELO Salvatore e ZOCCOLA Alfonso in data 19.8.2003 : … PAULANGELO chiama ZOCCOLA 399 e gli riferisce degli effetti che stava sortendo sul personale della WFS/PPF la sparizione del fantomatico nuovo proprietario; si riporta integralmente un brano della conversazione: P:
Sì, sì, sì, tutto a posto… C’ho un po’ di problemi con la società che… che ho venduto perché il titolare non si fa mai sentire e mo mi bombardano, ieri ho parlato con tutti gli impiegati…
Z:
Eh…
P:
“Eh, vieni qua che non sappiamo cosa fare, almeno dacci un po’ di sostegno… poi dopo dobbiamo andare a cercare questo titolare che… non si fa più sentire… e dobbiamo andarlo a vedere… dove rintracciarlo… “ “Io lo sto già cercando… eh, in poche parole c’ho un brutto presentimento”, gli ho detto a Fabio… Comunque ha detto “Ah no, vedi se puoi venire su…” ho detto “Guarda io sono andato, sono andato a Zurigo… sono passato da Lugano….inc… da Milano… inc … tempo di ferie e non sono riuscito ancora a rintracciarlo… eh… niente, adesso sto… vedendo un po’ se lo riesco a trovare…e sennò vedo se torna in ufficio e cerchiamo di… di risolvere la cosa, almeno… inc…
Z:
E vabbè…
P:
Mi chiamano un po’ tutti… non so che cacchio devo dire, senza farli preoccupare…
Z:
E vabbè, non ti preoccupare, dai… Oh, no, niente, allora, guagliò! Allora ci sentimm?
Si ricordi inoltre che per i viaggi in Svizzera e le “visite” presso gli uffici della WFS / PP Finanz finalizzati a preparare la vendita fittizia erano state utilizzate le tre “comparse” Lia Giuseppe, Catanzaro Bruno e Spadafora Carmine anche se poi solo quest’ultimo si era recato con Paulangelo dal notaio Butler per firmare l’atto di acquisto. Nell’informativa in data 14.10.2004 del R.O.S. Carabinieri - Sezione Anticrimine di Milano sono citate le dichiarazioni di Carmine Scarpino, originario di Sersale, per lungo tempo facente parte della cosca di Iazzolino e divenuto poi collaboratore di giustizia400. Carmine Scarpino ha parlato lungamente nei suoi interrogatori non solo della figura di Iazzolino, soggetto con posizione di rilievo nella ‘ndràngheta tanto da aver raggiunto il livello di “santista” ma anche dei suoi associati tra i quali ha indicato proprio Lia Giuseppe, complice di Iazzolino in omicidi, estorsioni e traffico di droga, e anche Carmine Spadafora. Da tali dichiarazioni si trae quindi conferma che in Svizzera per perfezionare l’operazione della falsa 399 400
(tel. n. 0060 delle 9.26 intercettata sull’utenza 0041794832778) Si vedano le dichiarazioni di Carmine Scarpino nell’annotazione del ROS - Sez. Anticrimine di Milano in data 14.10.2004, pagg.125 e segg. in faldone 6. 258
vendita erano intervenute, su ordine del defunto Iazzolino, persone organicamente inserite nelle cosche interessate ad avere anche in Svizzera canali sicuri di riciclaggio e tale circostanza legittima pienamente l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di chi ha fornito tale importante contributo come Carmine Spadafora.
259
Quanto alle esigenze cautelari di cui all'art.274 c.p.p., sussistono in particolare: - quelle di cui alla lett.a), relative all’attività di acquisizione delle prove ancora da compiersi: si dovranno, infatti, effettuare, ove possibile, ulteriori accertamenti per individuare altri soggetti che, quali “prestanome” del gruppo indagato, possono aver compiuto operazioni bancarie finalizzate all’occultamento dei capitali ovvero operazioni finalizzate al trasferimento all’estero dei proventi illeciti; si dovranno, inoltre, sviluppare altre indagini, finora eseguite solo in misura assai limitata al solo scopo di tutelare la riservatezza di questo aspetto delle investigazioni e di non pregiudicarne la possibile efficacia, per ricostruire i patrimoni di origine illecita dei principali indagati, al fine anche di adottare quelle misure coercitive di carattere reale finalizzate alla confisca che, com’è noto, costituiscono una delle più forme di contrasto alla criminalità anche organizzata dotate di maggior effetto deterrente. Sotto quest’ultimo profilo si è fino ad ora potuto documentare soltanto il reinvestimento di una parte dei proventi illeciti in attività immobiliari e commerciali apparentemente lecite, ma và detto che penetranti indagini in questo settore potranno meglio attivate solo quando gli indagati saranno stati sottoposti alla sola misura cautelare personale – la custodia in carcere – che può impedire iniziative degli stessi volte alla dispersione dei patrimoni illeciti ed allo sviamento degli accertamenti miranti alla loro compiuta ricostruzione. Del resto stante la complessità degli accertamenti bancari fin qui eseguiti, dai quali solo attraverso l’analisi economico-finanziaria della Polizia federale svizzera del novembre 2005 si è potuto trarre un prima e parziale ricostruzione delle vicende oggetto di indagine, solo recentemente è stato possibile giungere alla formulazione di precise incolpazioni. - quelle di cui alla lett.b). Molto rilevanti paiono le esigenze cautelari anche in punto di pericolo di fuga degli indagati: l’inserimento per alcuni in un ambito di criminalità organizzata, la condizione di pressoché doppia nazionalità di altri, lo stretto collegamento con personaggi ed ambienti delinquenziali esteri, la residenza fuori d’Italia di taluni, la disponibilità di notevolissime risorse economiche, la prospettiva, per la gran parte degli indagati, di venir condannati a pene non lievi e, comunque, largamente eccedenti i limiti della sospensione condizionale, rappresentano, tutte, elementi sintomatici di un pericolo di fuga di entità tale da poter essere vanificato solo con l’applicazione delle misure cautelari più rigorose. - quelle di cui alla lett.c). Sotto il profilo della pericolosità sociale và in primo luogo evidenziato che gli indagati sono chiamati a rispondere del riciclaggio e/o del reimpiego di importanti flussi valutari/finanziari nell’ordine di diverse decine di milioni di EURO o CHF, generati dai traffici illeciti posti in essere nell’interesse di una pericolosa e sanguinaria “cosca” della ndrangheta facente capo a FERRAZZO Mario Donato “alias Topolino” di Mesoraca (KR). L’emergere nei fatti per cui si procede di personaggi come IAZZOLINO Sergio, ucciso in Steccato di Cutro (KR) il 5.03.2004, di ANDALI Fortunato, di GRANO Giuseppe e di FERA ANDALI Mario, attualmente detenuto in Svizzera per gravi reati anche di natura associativa, collocano il gruppo criminale oggetto di indagine in un più ampio contesto di riferimento. Tale contesto, in estrema sintesi è individuabile in un reticolo di “cosche” radicate nel territorio compreso tra le province di Catanzaro e Crotone ed è caratterizzato, non solo da un saldo controllo del territorio di origine, ma anche da una graduale proiezione verso il Nord Italia e segnatamente, per quanto di più diretto interesse in questa sede, verso la Lombardia, nonché verso la Svizzera. Le indagini hanno evidenziato due fenomeni criminosi ben qualificati: – da una parte, una o più “cosche” calabresi che interagiscono tra loro nella gestione dei propri “affari” e che, quindi, sentono l’esigenza di “ripulire” e “reimpiegare” i frutti di tali affari medesimi; – dall’altra l’attività di un gruppo di soggetti più esterni dediti al riciclaggio ed al reimpiego di ingenti capitali che trae benefici economici dalla gestione degli affari solo apparentemente più “puliti”. Gli esponenti del primo fenomeno sono portatori di una tanto elevata quanto crudele capacità criminale, disposti a commettere efferati delitti al solo scopo di affermare il loro predominio, ovvero, più spesso, per ristabilire equilibri di potere, o ancora per ottenere un più saldo controllo del territorio o dei traffici delittuosi che vi sono condotti. 260
I secondi si muovono seguendo il motto di “pecunia non olet” e, consapevoli o quantomeno accettando il rischio della provenienza, mai come in questo caso illecita, dei capitali posti nella loro disponibilità, si mettono completamente al servizio dei primi, fino a rasentare il servilismo, certi di un facile e abbondante guadagno. Il giudizio di elevata pericolosità sociale dei soggetti nei cui confronti si procede è ulteriormente confortato dal fatto che sono provati i collegamenti con soggetti diversi dagli indagati, anch'essiben inseriti in ambienti anche di criminalità organizzata e che si è documentata la disponibilità da parte di costoro di ingenti risorse finanziarie. Si aggiunga, sempre in tema di pericolosità, che Zoccola Alfonso, oltre ad essere emerso negli anni ’90 in alcune indagini condotte dalla D.D.A. relative ad associazioni di stampo camorristico, è stato condannato nel 1997 in Svizzera alla pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione per una gravissima truffa, per l’importo di decine di milioni di Franchi svizzeri, perpetrata in danno della Società di Banche Svizzere, commessa grazie ad un piano sapientemente architettato che dimostra la sua professionalità nel campo degli illeciti economico-finanziari. De Sole Paolo invece, già emerso in indagini condotte dalla Procura di Zurigo relative a traffici di stupefacenti tra il Venezuela, ove aveva vissuto per 2 anni, e la Svizzera, è stato condannato nel 2003 sempre in Svizzera per detenzione di un chilo di cocaina. Inoltre Fera Andali Mario è stato condannato dal Tribunale di Crotone per detenzione illegale di armi e dal Tribunale di Como sempre per detenzione di armi, reati indicativi del suo inserimento in gruppi di criminalità organizzata. La gravità dei fatti per cui si procede rende inadeguata ogni altra misura diversa dalla custodia cautelare in carcere anche per gli indagati incensurati quali Laezza e Contu, che hanno contribuito comunque a reimpiegare ed occultare, con gli specifici episodi loro contestati, ingenti somme provenienti dalla bancarotta della WFS / PP Finanz, e quali altresì Giuseppe Melzi. Del resto l’art.275 III comma c.p.p. dispone che quando sussistano gravi indizi di colpevolezza non solo per il reato di cui all’art.416bis c.p. ma semplicemente anche per reati comunque commessi al fine di agevolare l’attività di tali associazioni (ed infatti in tutte le imputazioni preliminari è contestata l’aggravante di cui all’art.7 del D.L. 13.5.1991 n.152) deve essere applicata la custodia cautelare in carcere salvo, ma non è questo certo il caso, che siano stati acquisiti elementi sicuri dai quali già risulti che non sussistano esigenze cautelari. Per quanto concerne la specifica posizione dell’avv. Giuseppe Melzi, certamente la più delicata all’interno dei fatti per cui si procede, deve, per maggior chiarezza, ancora sottolinearsi che egli è stato presente in ogni momento della vicenda sia prima sia dopo il crack della WFS / PP Finanz. Deve sottolinearsi che egli, grazie alle sue competenze tecnico-giuridiche di “avvocato d’affari”, ha dato un contributo decisivo alla realizzazione del piano ideato dagli altri principali indagati e che quindi la sua posizione professionale costituisce nei fatti un’aggravante, ben prevalente sul peraltro ovvio stato di incensuratezza, avendo egli abusato del suo ruolo e messo a disposizione la sua figura e le sue competenze in favore di un gruppo di persone legate a doppio filo alla più pericolosa organizzazione della criminalità operante in Italia e all’estero e cioè la ‘ndràngheta. Inoltre una notevole parte del denaro sottratto alle società finanziarie svizzere, e quindi anche ai loro investitori, è subito transitata sui conti delle società FINMED e GEORGIA FINANCE, entrambe appartenenti a Melzi, prima di scomparire e quindi è particolarmente marcata anche l’esigenza, cui soprattutto Melzi può rispondere, di conoscere quale sia stata la destinazione finale di tali somme e recuperarle. Per concludere in tema di esigenze cautelari non bisogna dimenticare che l’art.292 II comma c.p.p. richiede che nella motivazione dei provvedimenti siano esposte le ragioni per cui le esigenze cautelari assumono rilevanza anche tenuto conto del tempo trascorso dalla commissione dei reati. Indubbiamente i fatti di bancarotta e di riciclaggio e reimpiego delle somme fuoriuscite dalle società fallite non sono recenti risalendo agli anni 2002/2003. Ma tale distanza temporale non altera la gravità delle esigenze cautelari sopra delineate considerando 261
innanzitutto che la complessità del caso (sono state esaminate oltre 14.000 operazioni bancarie) ha comportato verifiche di non breve durata, giunte ad un punto di maturazione solo con la relazione finale dell’analista economico-finanziario della Procura Federale elvetica depositata il 4.11.2005, lasso di tempo cui si devono aggiungere gli incombenti relativi al raccordo tra le Autorità svizzere e le Autorità italiane. Il tempo trascorso tra la commissione dei fatti e le richieste del Pubblico Ministero e il presente provvedimento non è quindi frutto di inattività ma conseguenza ineliminabile della complessa costruzione finanziaria a fini illeciti allestita dagli indagati nel corso di anni ed è ad essa speculare e sarebbe paradossale che proprio l’articolazione sofisticata di un’attività criminosa e il tempo quindi richiesto per affrontarla e verificarla divenisse, a differenza dei piccoli reati comuni, uno schermo e un ostacolo tale da rendere concretamente inoperante la possibilità di emettere misure cautelari. Del resto già si è osservato in premessa che quello per cui si procede non è un caso ordinario di riciclaggio ma un caso costituito dalla costruzione in proprio da parte degli indagati di una grande “lavatrice” di capitali che ha permesso di far perdere le tracce a tutt’oggi di decine di milioni di franchi svizzeri ancora quindi in circolazione nel mondo dell’economia illegale. Di conseguenza lo spessore e la complessità del caso sono tali da annullare, sotto il profilo delle esigenze cautelari, l’effetto “distanza” rappresentato dal trascorrere del tempo. Quanto ai criteri per la scelta della misura cautelare da applicarsi, si osserva che la misura della custodia cautelare in carcere appare proporzionata all'entità dei fatti ed alla sanzione che si ritiene possa essere irrogata e che ogni misura diversa dalla custodia in carcere appare inadeguata a garantire le esigenze sopra delineate. Infatti la gravità dei reati contestati, e non solo i fatti di bancarotta fraudolenta per distrazione, ma anche gli episodi di reimpiego e di riciclaggio di ingenti somme provenienti da tale reato, si colloca ad un livello assai alto all’interno di tali fattispecie di reato e, unitamente alla presenza dell’aggravante di cui all’art.7 D.L. 152/1991 che esclude l’applicabilità dell’indulto di cui alla legge 31.7.2006 n.41, lascia prevedere che in caso di condanna la pena irrogata possa essere assai elevata. P. Q. M. Visti gli artt.272 e ss. e 291 e ss. c.p.p. ORDINA che PAULANGELO Salvatore Marco, DESOLE Paolo, MELZI Giuseppe, CONTU Sergio, FERA ANDALI Mario, GRANO Giuseppe, LAEZZA Roberto, SPADAFORA Carmine e ZOCCOLA Alfonso siano catturati e rimangano in stato di custodia cautelare in carcere con riguardo ai fatti criminosi sopra specificati. DISPONE che gli stessi siano condotti immediatamente in un Istituto di custodia con le modalità previste dall'art.285, comma II, c.p.p. per rimanere a disposizione di questo Ufficio.
DISPONE che il presente provvedimento sia immediatamente trasmesso, in triplice copia autentica o in triplice originale, all'Ufficio del Pubblico Ministero richiedente che ne curerà l'esecuzione. 262
Manda alla Cancelleria per quant'altro di competenza. Milano, 17 gennaio 2008 Il Giudice Guido Salvini
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