Anno 3 - n. 8 Ottobre 1984
Comitato Regionale Lombardo
Periodico mensile della Coop Lombardia Comitati° di Redazione Gian Pietro De M icheli Sergio Ferrano. Sergio Ghiringhelli, Lidia Lommi, Daniele Moltrasio. Enrico Rossi, Adolfo Scalpelli, Ambrogio Vaghi. Giorgio Vozza Diretiore responsabile Adolfo Scalpelli
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Stampa: Coop. "11 Guado" Corbetta (MI) - Tel. 02 -9794461/2
Franco Malaguti
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Spedizione in abbonamento postale gruppo 1II/ 70.
Marina Vecchi
Editrice Unicoop Lombardia Viale Famagosta. 75 20142 Milano - Tel, 8465.846
Autorizzazione del Trib. di Milano n. 144, del 14 aprile 1982
Autunno senza stangata Prezzi: "aggiustamenti" (come sempre allinsù Perde peso l'alimentazione ma crescono casa, servizi, salute, cultura: il calo dei consumi Di tono grigio, come questo inizio anticipato d'autunno, l'andamento delle vendite e dei consumi. Il ritorno a casa, per le famiglie che sono andate in vacanza (meno dell'anno passato), non ha portato, con la ricostituzione delle scorte a quella tradizionale impennata di consumi che normalmente si registra in settembre. Comportamenti attenti. spese misurate segnalano il perdurare, forse l'aggravarsi di una condizione economica familiare che non lascia spazi al superfluo. Non ci sono stati i minacciati e feroci aumenti dei prezzi dei prodotti di largo consumo, ma solo i "normali" aggiustamenti all'insù che tengono ferma l'inflazione italiana oltre I I per cento, mentre in Germania nell'84 si avvicina allo zero. D'altronde è una magra consolazione riconoscere che negli alimentari gli aumenti quest'anno saranno attorno o forse al di sotto del IO per cento, perché l'alimentazione continua a perdere peso nel bilancio familiare, mentre crescono altri capitoli di spesa: la casa, i servizi, i trasporti, la salute, l'igiene. la cultura.
Ed è proprio in questi settori che gli aumenti sono più forti. La bolletta del telefono di settembre è stata micidiale, accompagnata poi da quella rossa della luce, anch'essa pesantissima. Così i libri per la scuola con aumenti attorno al 20 per cento. Se a queste spese attuali si aggiunge il consuntivo delle ferie, generalmente assai sostenuto, diventano ovvie le ragioni di un calo di consumi che sembra toccare, questa volta, anche il menò alimentare. Ma i tagli più netti sono sui non alimentari. Due fra le principali aziende italiane di telerie non hanno neppure rinnovato le collezioni. limitandosi a ristampare i modelli dell'anno scorso. Evidentemente avevano poche speranze di recuperare anche solo i costi dei disegni e degli impianti. Fra i casalinghi stanno fermi gli oggetti di maggior costo, mentre c'è una certa vivacità "ai piani bassi" neI vetro e nella plastica: pezzi di larghissimo consumo che si rompono e che vanno per forza sostituiti. Anche nell'abbigliamento, calze. biancherie,
camicie. felpe si vendono bene, molto più lentamente i capi più impegnativi.
In generale continua la propensione verso la novità e il cambiamento. dunque elettronica e moda tirano aree circoscritte di prodotti e di consumi senza assolutamente dar luogo a movimenti di vendite che coinvolgano l'insieme dell'offerta. A proposito di moda, l'accantonamento del casual e le nuove proposte di ricordo classico, con giacche, pantaloni, mocassini, ecc, pongono le famiglie di fronte a offerte ben più costose della miscela giubbotto-jeans-scarpe da ginnastica che ha dominato per tutti gli anni settanta e fino a poco tempo fa. Le nuove proposte della moda, se com'è inevitabile verranno seguite, assegneranno al capitolo abbigliamento un peso superiore. Ma se mancheranno i soldi per comprarle, negozi e grandi magazzini abbonderanno di merci invendute. Le preoccupazioni non mancano. Per tutti.
Nella seconda pagina
BUONO SOCI
3rari: Regione bocciata senza riparazione
numero 6
La Giunta sull'apertura dei negozi voleva modificare la legge e sostituirsi ai sindaci Smacco della Regione Lombardia che si è vista bocciare la sua delibera del 3 luglio che limitava gli orari di apertura dei negozi. già bizzarro che un amministratore pubblico intenda stabilire gli stessi orari, o quasi, in zone diversissime della regione, fra montagne e pianura, fra metropoli e villaggi, ma anche fra tipi di negozi molto dissimili: ipermercati, botteghe specializzate, grandi magazzini e così via differenziando. Ancora più curioso il fatto che il pubblico amministratore si preoccupi di ridurre gli orari dei negozi, cioè di limitare un servizio privato-pubblico di interesse generale. Casomai l'amministratore, il legislatore non dovrebbe
Il Consiglio dei ministri del 21 settembre ha approvato un disegno di legge, presentato dal Ministro Altissimo, per una nuova disciplina del commercio. Non appena il testo governativo sarà noto, lo presenteremo ai nostri lettori con le osservazioni delle organizzazioni cooperative.
lesinare le sue premure perché i servizi, anche quelli commerciali, siano aperti il più a lungo possibile per soddisfare le esigenze dei cittadini-consumatori. La giunta regionale lombarda aveva fatto proprio il contrario: limitato il potere dei sindaci, ridotto l'orario definito da una legge nazionale dello Stato. Ma il commissario di governo, il prefetto di Milano, Vicari. ha fatto trascorrere non più di 22 giorni tutto compreso dalla delibera regionale e ha stabilito con una argomentazione di poche righe di "sospendere l'esecutività della deliberazione in esame con invito a fornire chiarimenti ed elementi integrativi di giudizio". Amen. Si conclude per il momento un lungo c aspro conflitto fra le maggiori organizzazioni del commercio moderno, i sindacati, le organizzazioni dei consumatori da una parte e le associazioni dei commercianti dall'altra. Difatti, mentre i supermercati hanno interesse e possono organizzarsi per aumentare le ore di servizio al pubblico, questa opportunità è più difficile per i piccoli negozianti che perciò temono di perdere clienti verso la grande distribuzione. D'altronde i lavoratori dei supermercati e dei grandi magazzini premono per orari più lunghi ed elastici, sia perché pensano in tal modo di aumentare la occupazione, ma anche perché con orari più lunghi e differenziati per tipo di prestazione risulta più facile organizzare turni e spezzoni di lavoro con inizio e termine spesso disuguali fra i diversi lavoratori per conciliare anche esigenze private e per li-
mitare le "ore morte", Scontata l'opinione delle organizzazioni dei consumatori favorevoli all'orario lungo, al servizio non stop. comunque a negozi aperti su un arco di tempo più ampio possibile. Fra l'altro nell'area milanese e lombarda alcuni supermercati "scoppiano": l'aumento della clientela allunga le file alle casse soprattutto al fine settimana. Per questo un ampliamento degli orari avrebbe favorito le qualità del servizio e avrebbe fatto anche risparmiare tempo ai cittadini e fatica ai lavoratori dei negozi. Ma le potenti organizzazioni dei commercianti avevano fatto sentire il loro peso nella Giunta regionale lombarda, cosi da far prevalere, all'interno di essa. una visione antiquata, proprio
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nella regione che ha sempre tirato la modernizzazione del paese. Ora, con la bocciatura della delibera regionale, i negozi possono stare aperti undici ore al giorno con almeno due ore di intervallo quotidiano. L'orario non può essere ritardato oltre le 9 del mattino, né protratto oltre
ornate dei gioucmi consumatori Dal 20 novembre al 2 dicembre presso l'ex Ospedale Santa Maria della Pietà a Cremona. A pag. 2 altre notizie
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le 20. Spetta poi ai Sindaci dei diversi comuni fi ssare gli orari locali.
articoli di Giorgio Vozza
A repa elle Quanto siamo mangioni, quanto sciuponi e come salvaguardare salute e alimentazione. Un grido d'allarme: troppi ragazzi obesi. Alle pagine 4 e 5 ne parlano A. Bartolini e S. Salini
Buono soci n° 6
Più qualificati i detersivi Coop
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1.a linea di drogheria chimica a marchio Coop è presente in assortimento da diversi anni. Su queste pagine (n, I. Maggio 1982), al momento del precedente rinnovo della linea stessa furono presentati i prodotti chene facevano e ne fanno tuttora pane. u ultimi due anni Nel corso di vendita (1982-83), i risultati ottenuti sono stati assai positivi. in molti mercati( nonostante la qualificatissima e publieizzatissinta concorrenza), le quantità distribuite di prodotti a marchio Coop sono state elevatissime (a volte le maggiori), Nei mesi di marzo-aprile 1984si è effettuato - un adeguamento dello standard produttivo per alcuni prodotti. che sono stati introdotti in sostituzione di altri analoghi presenti in assortimento. Perché queste modifiche avvengono dopo solo (rue anni dall'introduzione dei prodotti?
Così Il prodotti migliorano anche dal punto d vista ecologic F da considerare un altro elemento per noi rilevantissimo. Con Formulazioni più evolute si possono infatti migliorare ulteriormente i prodotti dal punto di vista ecologico: viene ridotta la percentuale di fosforo presente. Infatti, l'introduzione di alcune nuove sostanze nei detersivi (attivatore di perborato, zeotiti) riduce l'importanza del fosforo per la riuscita del lavaggio, permettendone la parziale eliminazione. Ciò significa contribuire ai ridurre il tasso di inquinamento delle nostre acque. Considerando tutti gli clementi di novità relativi alle nuove formulazioni, l'adeguamento di alcuni detersivi per bucato Ceop appariva quindi auspicabile e percorribile: e noi l'abbiamo perseguito. In linea con l'offerta più qualificata della concorrenza. abbiamo quindi in assonirnento oggi: n iI Coop Lavatrice formula 60" (il precedente era formula
Le "Giornate dei Giovani Consumatori"
Vedi" ci Cremona (dal 20/11 al 2/12/ 4) Sono ormai ufficiali le date durante le quali si svolgeranno le "Giornate dei Giovani Consumatori". La manifestazione avrà luogo a Cremona dal 20 novembre al 2 dicembre presso l'ex Ospedale Santa Maria della Pietà e potrà ospitare nell'ambito delle sue nove animazioni circa seimila alunni. Per meglio sensibilizzare e far discutere gli insegnanti sui temi della didattica dei consumi è previsto un seminario che si terrà il 26 ottobre presso la sala Rodi
La risposta va ricercata . nell'evoluzione registrata proprio in questi due anni nei mercati in oggetto; essa ha. infatti, determinato mutamenti considerevoli nell'offerta generale, Prendiamo ad esempio il detersivo per lavatrici. Negli ultimi anni '70 i consumi di questo prodotto erano stazionari; poi, dalla fine del 1981 il mercato ha ricominciato a tirare. Dal 1981 al 1983 esso è cresciuto, con forti incrementi soprattutto durante il 1982. Questa ripresa è da attribuirsi principalmentealla comparsa dei detersivi con formula per "lavaggio a 60''. che permettono di ottenere ottimi risultati di lavaggio con programmi a medie temperature, anche per il bucato "grosso" (biancheria), Questo è stato possibile grazie alla scoperta degli "attivatori di perborato". II perborato è una sostanza che svolge nel lavaggio una funzione smacchiante e
dell'ex Ospedale Santa Maria della Pietà. Sul prossimo numero di Quale Consumo, che uscirà in contemporanea con le "Giornate", pubblicheremo per esteso il programma della manifestazione con gli orari di apertura al pubblico e le manifestazioni culturali collaterali. A tutti dunque un arrivederci per il 20 novembre a Cremona. Nella foto: un ricordo della manifestazione del 1983 a Villa Olmo di Como.
sbiancante. Normalmente agisce a temperature superiori a 60':. con gli attivatori. invece, esso é attivo già prima di arrivare a 60". permettendo quindi i risultati citati. Esso garantisce buoni lavaggi anche sui capi colorati. Un esempio di attivatorc è il TAED che una nota marca ha brevettato e lanciato alcuni anni arsone. Ma che Cosa significa, in concreto. lavare a 600 anziché a 90"? Innanzitutto, a 60" si evita il deterioramento dei tessuti possibile con il lavaggio a 90", permettendo quindi una migliore conservazione del nostro corredo. È poi possibile effettuare lavaggi più frequenti sugli stessi capi: ciò è molto utile. visto che ci siamo abituati a cambiare abito più spesso che nel passato. Si possono poi lavare in lavatrice, efficacemente, molti capi colorati. senza timori di sorta: ciò ci permette di evitare lavaggi
particolari. che richiederebbero a noi maggior tempo. Inoltre. adottando temperature di lavaggio più basse che in precedenza. possiamo ottenere risparmi energetici considerevoli. Novità anche per il bucato a mano Coop: infatti in questo mercato i principali prodotti sono oggi utilizzabili per vari scopi. che vanno dall'eliminazione dello sporco e dell'unto al lavaggio dei capi colorati (salvaguardando i colori stessi). Non basta essere quindi solo "biologici" per lo sporco e l'unto: un detersivo bucato a mano deve poter essere impiegabile in varie occasioni. sulla maggior parte dei nostri indumenti. I mutamenti del mercato qui accennati sono diventati evidenti nel corso del biennio 1982-83: l'attenzione rivolta verso questi mercati ci ha spinto a perseguire gli adeguamenti nel tempo più stretto possibile.
Dgeogher`iz elvid,c21 C,00p Xsxsesstroio:46,0:1.ar (bli:avilitittioce Deters s ttio„ t 90'1: particolarmente adatto per i lavaggi a medie temperature (grazie alla presenza degli attivatori di perborato), èun prodotto valida per tutti i cicli di lavaggio. garantendo comunque ottime prestazioni: n il Coop Bucato a mano "nuova formula": migliorato rispetto al precedente, è un prodotto ad uso polivalente, valido sia per l'eliminazione di sporco e unto che per il lavaggio di capi colorati. Modifiche sono state effettuate anche per il Sapone da bucato ed il Detersivo Piatti polvere (come si vede nel riquadro sull'assortimento di linea). Nell'ambito di questi interventi (come è prassi consueta per Coop), i testi informativi hanno goduto di un particolare riguardo: sono stati ulteriormente precisati e migliorati per tutti i prodotti modificati. Maurizio Marini Dir. comm. Coop Italia
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Nasce una Coop che collabora al lavoro domestico
Lidia Lommi
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aiet) f folto gruppo di donne della zona I4 di Milano legate alle cooperative di abitazione, alP A rc i, ai circoli •oope•ativi della zona Com'erto e Borona sta •ostituendo la prima cooperativa di utenza che si propone di Migliorare la "qualità della vita" delle socie roti zitta serie di servizi che facilitino l'organizzazione dei compiti domestici. • L'idea è un po' questa: in una città come Milano moltissime donne che lavorano non hanno più la vecchia rete di aiuti familiari (nonni, zii, cugini disPonibih a "dare una mano" in caso di necessità) e questo complica ellOrMeMente la loro esistenza quotidiana. Anche quelle che sano riuscite a organizzare in modo soddisfa•ente la routine clonieslica, si trovano in chtficolt à quando devono qiji•ontare delle emergenze: pratiche burocratiche, Ma'rade, riparazioni straordinarie, grandi pulizie, lavori coniplessi di manutenzione del gua•daroba, momenti par'tic'ola ri di stanchezza. Senza contare che la responsabilità del limzionamento della rasa riduce la disponibilità
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J tari. delle donne ocuttpate a_ fermarsi al lavoro oh•e i norniali orari, a partecipare a corsi di fOrniazione che richiedono l'assenza da casa per periodi più o meno lunghi, ad essere presenti a monpon i di vita sociale che si svolgono in orari solitamente dedicati alla gestione domestica. E questo, com'è evidente, ostacola spesso seriamente la possibilità di carriera delle donne, le aspirazioni a cambiare lavoro, ad assumere maggiori responsabilità. D'altra parte, c'è una difinsa disponibilità, anche a Milano, di lavoro saltuario, di proffissionaN à "casalinga" che può essere in qualche misura razionalizzalo: pensionati ancora energici, casalinghe che hanno voglia e possibilità di lavorare qualche ora al giorno mettendo a frutto le capacità acquisite, artigiani di va•ia specializzazione... Come far incontrare queste diverse esigenze.' Secondo le donne della Lega che hanno lavorato intorno a questo problema una risposta può essere CDS, 'Vita attraverso una nuova forno di cooperazione di wenza .
I pasti, la pulizia, le riparazioni da fare in casa Cos'è la cooperazione di utenza'? Si tratta di mettere insieme donne che vogliono risolvere senza spreco di tempo problemi piccoli e grandi di aiuto domestico e donne (o uomini) disponibili a fornire lavoro saltuario di tipo domestico (dal disbrigo di pratiche alle riparazioni di abbigliamento, dalle pulizie allo stirare, dal baby sitting all'assistenza agli ammalati, dalla preparazione di pasti a domicilio
Nuovo supermercato Coop
03i)p sta nascer o E a eschi ra Bomme Proseguono speditamente i lavori del nuovo supermercato (nella foto) che la Coop Lombardia sta realizzando nell'hinterland milanese, a Peschiera Borromeo. Nella scia delle ultime realizzazioni di Vigevano e Bareggio anche questo negozio continua sulla via dell'innovazione dell'immagine per fare del supermercato Coop un punto di vendita bello e razionale. L'apertura è prevista per il mese di gennaio. Per ora ecco qualche dato che serve a comprendere le dimensioni del negozio" che sta crescendo.
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Superfici coperta di magazzino locali tecnici e servizi di vendita
mq. 2.559; mq. 356; mq. 386; mq. 1.300.
Banchi frigoriferi ortofrutt a ortrofrutta promozionale carni salumi latticini salumi latticini tradizionale armadio surgelati gelati
m. lineari 15,00; m. lineari 10,00; m. lineari 17,50; m. lineari 18,75; m. lineari 10,00; m. lineari 11,33; m. lineari 6,00.
Scaffalatura Food + non food Tot. elementi n. 297; - Tot. m. lineari 355,41
all'accompagnamento di bambini in percorsi casa-scuola. casa-piscina, ecc.). I.a cooperativa funziona come punto di incontro e razionalizrazione della domanda e dell'offerta di servizi secondo tariffe e regolamenti stabiliti dagli stessi soci, e come punto di scambio di servizi gratuiti tra i soci. Il progetto per questa cooperativa è ancora in fase di elaborazione ma l'idea è sicuramente interessante: si potrebbe per questa via rinnovare la vecchia tradizione milanese della cooperazione di utenza sperimentando una organizzazione autonoma per questi servizi, cosi vicini alla sfera della vita privata e familiare da non poter essere costruiti se non con un forte radicamento nei quartieri, nei caseggiati e con una diretta partecipazione degli utenti interessati.
E l'idea della Cooperativa è piaciuta anche alfla CEE Tanto interessante il ritorno all'iniziativa che CEE per i problemi del lavoro e dell'eguaglianza delle donne ha deciso di finanziare l'avvio di questa cooperativa. ll finanziamento, del valore di una decina di milioni, verrà utilizzato per pubblicizzare l'iniziativa e raccogliere una larga base sociale, per dotare la cooperativa delle prime strutture necessarie per mettere in moto l'attività — una
persona part time che Faccia da punto di riferimento per la raccolta di domanda e offerta di servizi, una linea telefonica, ecc, Il finanziamento CEE è. soprattutto, per le donne della Lega che lavorano da qualche anno intorno al tema dei servizi cooperativi di quartiere, della qualità dell'abitare nelle case cooperative, un aiuto decisivo a passare dalle idee ai fatti, Merito anche dell'on. Vera Squarcialupi, recentemente eletta per la seconda volta al Parlamento Europeo come indipendente nelle liste del PCI, che ha sollecitato le promotrici della nuova cooperativa a presentare il loro progetto alla CEE eclie ha sostenuto la loro domanda di finanziamento.
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Un libro di Anna Bartolini su alimentazione e salute
L'autore ci spiega perché è nato il libro dal quale abbiamo preso alcuni brani che documentano quanto siamo mangioni (e spreconi)
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DIMWRISCI DO Tutti i consigli per star bene e mantenersi in forma senza sacrifici
RZZO. Anna Bartolini, Dimagrisci mangiando. Rizzoli, Milano, pagine 260, lire 25.000.
Perché ho scritto questo litro Ho avuto per trote niesi il piacere di partecipare alla trasmissione rekvisha della RA I- rete due "Che mangi'", in oncia nati i giorni dalle 12 alle 13. I temi che affrontavamo erano OlTiarnell. re &Mietimi-i, ma sono ogni profilo: ecollegni•O, medico, dieteFica nutrizionale, tossieologi•o, storie() e •osi via. QUand0 ho iniziato questo progranmut che cigni giorno si collegava, grazie al telelimo. a persone di tutta Italia, avevo pensato die &latine certamente avrei /atto un libro. Non sapevo però di cosa avrei parlato in modo particolare. Aspettavo elle la gente, attraverso le domande. mi facesse capire quali sono gli argomenti che interessano di più al grosso pubblico. Migliaia ili lettere, migliaia di chiamate per 180 ore di diretta, mi hanno aperto gli occhi su una rosa: il pubblico ha fame di notizie chiare e attendibili sulla nutrizione. La gente avverte che qualcosa non va: i
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Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Piemonte sono le regioni d'Italia dove risiedono i "mangioni". Sono dati che ci trasciniamo da anni, ma che ne] corso del decennio non sembrano essere mutati. i medici quindi quando dicono che gli italiani sono "ben in carne" lo dicono con i dati statistici alla mano, inconfutabili. Le statistiche però livellano tutto e quindi anche consumi alimentari: nel nostro paese quindi più che in altri paesi industrializzati le medie hanno grosse eccezioni: ci sono ancora in Italia molti casi di carenze alimentari come d'altronde vi
sono molti casi di eccessi. Ciascuno di noi quindi deve interpretare i dati della tabella che alleghiamo e che testimonia la nostra "abbuffata" quotidiana, con il dovuto senso critico. In Puglia ed in Campania, pranzo e cena di molti anziani e bambini è ancora a base di cereali e pomodoro: a Milano e Bologna ia maggior parte dei ragazzi consuma carne due volte al giorno ed anche in abbondanza. Non si senta quindi coinvolto e colpevolizzato più di tanto consumatore che ha difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena per sé e la sua famiglia.
Ane -fie lia pattumiera.
messaggi pubblicitari sono rivolti a persone belle, alte e magre che non esistono nella realt à. I modelli di rrferimento sono "castrami" per le donne, ma anche per gli troniitti e per i ragazzi. Questi ultimi poi sono sempre più indifesi. Ho ricevuto lettere di hwnbini di 12 anni che mi supplicavano di mandar loro utra dieta per dimagrire, La stessa domanda ori è arrivata anche da moltissime persone che hanno superato i 75 anni. Dimagrire, dimagrire e dimagri•e. Per nove tinsi ho quasi sempre sentito questa parola. Mi sono rosi resa conto che gli aspetti della salute erano quelli a cui oggi il pubblico tiene di più. I temi legati al peso' ideale. alla a••etta:101w del proprio cempo, ai principi di base del mangiare bene e sano. si sono così intensificati. Con questo libro ho voluto rispondere a tutte le telefbnate, a tutte le lettere ed a nate le domande che mi sono sfateraire. Ho .sentito molta ansia in chi me le litreva Se con questo Scritto Passo contribuire a chiarire alcune idee ritengo di aver conseguito un buon risultato,
Anna Bartolini
ingda (troppe)
calor& Una buona parte di quanto viene acquistato ogni giorno in famiglia o dal gestore della mensa, finisce in pattumiera. Non si è ancora spenta la eco del rilevamento ]stat sull'aumento dei consumi degli italiani, che già un'altra indagine è alle porte e consente di misurare non in lire, ma in chilogrammi cosa avviene quando l'italiano (bambino, adulto o anziano) si siede a tavola. L'istituto nazionale della Nutrizione di Roma, l'organo cui è affidato dallo Stato il controllo sul nostro piatto, ha presentato i primi risultati di un'inchiesta condotta presso 12.000 famiglie scelte in tutte le regioni italiane. Emerge per sommi capi che è vero che gli italiani sono dei mangioni. ma il 15 per cento di quello che si acquista come spesa familiare, viene sprecato. metodo di rilevamento seguito dai ricercatori e collaboratori dell'istituto è stato quanto meno
originale: non solo ogni nucleo che ha partecipato all'indagine doveva tenere un diario di quanto veniva acquistato ogni giorno, ma si sono fatti severi controlli anche sulla spazzatura. Dal punto di vista della scienza alimentare il fatto è importante_ Per esempio secondo i dati ISTAT ogni italiano ha mangiato mediamente nel 1983 ben 202 chili di ortaggi. Il dato economico e inconfutabile poiché si ricava sommando alla produzione italiana le importazioni e detraendo le esportazioni. Un bilancio insomma di entrate e di uscite che alla fine ci indica i consumi pro-capite medi. Per chi è preposto al controllo della nostra salute ed ha anche il compito di predisporre un programma che indichi cosa occorre mangiare per stare bene, tutto questo non basta. E parso così indispensabile agli stessi nutri-
Ovviamente questo discorso non lo riguarda. Per lui il problema non solo è quello di superare il suo sottosviluppo economico, ma anche quello alimentare. Nel dato generale che riguarda la situazione del paese purtroppo la sua casistica non emerge se non come un "codicillo". La situazione alimentare degli italiani è però talmente fuori dai limiti tollera bili che un discorso di base, anche se fatto di "medie" deve essere affrontato. I dati sono forniti dall'Istituto nazionale della Nutrizione e si riferiscono al triennio 81-83 con confronti agli anni precedenti. L'Istituto ha il dovere di denunciare alle autorità quanto risulta dai numeri. Per fortuna i dati vengono completati anche con i quadri delle "carenze", dove si riscontrano e quali gruppi sociali ne sono particolarmente colpiti.
Non ci illudiamo che le autorità facciano qualcosa. Di piani alimentari ne abbiamo pieni i cassetti. Nessuno di questi è mai stato approvato. Entriamo più dentro ai dati per fornire al lettore alcune precise indicazioni. Consumiamo 117 grammi di proteine (carne, pesce, uova, latte e derivati) mentre non dovremmo superare i 70 grammi. Siamo già arrivati ad una quota pari a 120 grammi di grassi e non dovremmo superare gli 80 ed infine consumiamo carboidrati (474 grammi) mentre non dovremmo superarne una quota pari a 360. Facendo i conti esattamente risulta che ogni italiano assume 3.300 calorie al giorno come media nazionale mentre, per star bene ed allontanare le malattie, non dovremmo superare le 2.500.
zionisti dell'Istituto di Roma, accertare se ad esempio gli 84 litri di latte all'anno vengono davvero bevuti da bambini ed adulti q se molti avanzi (anche dei mezzi litri) vengano buttati. Cosi il controllo si è fatto per la pasta, per il pane (più di un terzo non viene mangiato e finisce alla nettezza urbana). Una prima risposta sui nostri consumi alimentari, conferma che mediamente alla fine di ogni giorno abbiamo 1.000 calorie in eccesso ma circa una metà di queste di fatto non le assumiamo perché una quota è sprecata. Dal punto di vista della salute, non certo del portafogli, la risposta è confortante. Mangioni si, ma un po' meno di quello che si è sempre detto. Purtroppo l'indagine è andata un po' più a fondo. Si èscoperto che una buona fetta della nostra popolazione ha stati di carenza vitaminica soprattutto della A. [I fatto è grave perché questa mancanza porta disturbi nella crescita, lesioni oculari e turhe visive. Il fatto è ancor più grave se osserviamo dove si trova la vitamina A: pesce azzurro (sarde, alici, tonno, aguglie, sgombri), uova, formaggi ed in tutti i vegetali colorati di giallo ed arancione.
Insomma in gran parte di alimenti disponibili nel nostro paese a buon prezzo. Questo porta allora ad un'altra conferma: la gente non sa mangiare. L'Istituto della Nutrizione si è occupato anche di questo. E emersa la tendenza all'abbandono anche nelle zone del sud rurale italiano, di schemi alimentari tradizionali cioè la dieta mediterranea. Alla domanda "la sua famiglia ha modificato negli ultimi 5 anni le sue abitudini?", il 44 per cento circa dei nuclei in condizioni socio-economiche medio basse ha risposto di "sì" mentre ha risposto nello stesso modo il 64 per cento delle famiglie in condizioni economiche medio atte. Queste ultime hanno aggiunto che tale mutamento è da attribuirsi alle maggiori conoscenze nutrizionali (un 33 per cento). La famiglia italiana tuttavia è più attenta ai prezzi: ed anche questi hanno comportato dei mutamenti. Il 65 per cento delle famiglie media-basse ha ammesso di aver vissuto in "trincea" ha cioè modificato i suoi acquisti. Ai cartellini dei prezzi sono anche sensibili le persone più abbienti. 52 per cento ha ammesso di aver cambiato alimentazione a causa degli aumenti dei prezzi.
Locate Triti 7,1 e Opera: Buoni Sconto 1934: Formazione2 Conico obiettivo fondamentalle feste dell socio la situazione "I pericoli in casa" per futuro Grazie all'impegno delle nostre sezioni si sono A metà percorso delle iniziative buoni sconto ai Con una riuscita animazione sui pericoli in casa la tenute ad Opera e Locate Triulzi due apprezzate Soci 1984, i risultati sono lusinghieri. Questo connostra sezione soci di Corsici) ha preso parte alla che hanno richiamato numerosa folla. Oltre Q-1db Coop Lombardia. feste Fiera di Corsie). ferma la validità del giornale come mezzo di proalle consuete danze, particolare successo ha riI-la avuto inizio il 20 agosto presso la sede di via Famagosta un corso per quadri destinati alla rete di vendita. Questo corso, per il quale il CEREF (Centro regionale di formazione del Movimento cooperativo) ha ottenuto l'approvazione del Fondo Sociale Europeo e della Regione Lombardia, si inquadra nei vasto sforzo che la nostra cooperativa sta compiendo per adeguare iI proprio personale alle dimensioni e al livello raggiunti dall'azienda. Il corso che terminerà a fine anno prevede lezioni in aula, visite guidate a grossi centri della distribuzione moderna, discussioni e ricerche presso punti di vendita. Parallelamente a questo, prenderanno il via un corso per allievi capo-negozio, in collaborazione con la Coop Liguria, per personale già dipendente e due corsi per allievi salumieri e macellai realizzati in collaborazione con il Comune di Milano. Come si può vedere un secondo semestre ricco di impegni che testimonia una volontà precisa per la creazione di nuovi posti di lavoro e una sempre maggior professionalità del dipendente Coop.
scosso tra i più piccoli l'esibizione del "teatro delle ombre" con uno spettacolo molto suggestivo. Un ringraziamento ed un plauso per i nostri soci che hanno saputo anche quest'anno essere protagonisti delle due simpatiche iniziative.
mozione anche in questo campo. Infatti il numero dei buoni usufruiti è superiore a quello complessivo delle due ex cooperative (Unicoop Lombardia e UCC-Cremona). In valore lo sconto globale trasferito ai Soci ammonta a L. 212.030.000
Lodi Stand Coop alla festa deâll'Unità
Per difficoltà di fornitura il buono n" 6 (fustino Cuoi)) è stato sostituito da I Pizza Coop e 2 boot. di vino Lambrusco delle Cantine sociali Io trovate a pagina 2 di questo numero di "quale consumo".
Nell'ambito del festiva! lodigiano dell'Unità la Sezione Soci ha realizzato, per la prima volta, un proprio stand. L'iniziativa si è basata su una mostra della cooperazione di 20 pannelli, una gigantografia del supermercato di Bareggio con la nuova immagine della rete Coop e la presenza, in una domenica, di un laboratorio sui coloranti contenuti nelle bibite e negli alimenti, che ha riscosso molto successo. Nell'ambito del festiva! si è tenuta un dibattito su prezzi e consumi a cui ha partecipato un dirigente della Cooperativa.
In uno spazio arredato come una cucina di casa ed un bagno sono stati disseminati tanti potenziali pericoli (fili scoperti, bombolette su caloriferi, pentole con manico sui fornelli, 'etc.). I nostri animatori accompagnavano alcuni bimbi per questo percorso minato invitandoli a scoprire l'errore. A chi riusciva a scoprirne almeno cinque, un simpatico dono offerto dalla Coop Lombardia. II successo dell'animazione è stato clamoroso e ci ha costretti a Corsici) a chiudere i battenti in anticipo, a causa dell'esaurimento dei doni a disposizione.
Quanti Buoni sono stati spesi Buono rio 1 (Olio oliva Coop lt. 1)
N° 28.022
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Molti bambini hanno problemi di peso. TV e alimentazione sotto accusa
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Non solo gli adulti hanno problemi di peso, ma anche i bambini sono interessati da questo fenomeno, che da molti viene considerato come la malattia del benessere per eccellenza. L'obesità è sempre il punto di partenza di una serie di problemi e disfinizioni che possono trasformarsi negli anni in malattie vere e proprie, come diabete, malattie circolatorie e problemi scheletrici di vario tipo. Le mamme, le nonne e fin-se anche i papà e i nonni non si rendono affatto conto di Miti gli effetti dannosi del sovrappeso: tutti si sentono orgogliosi del loro "piccolo" che c'esce 'sano", paffuto, cic•ionello, ben messo: lo considerano il ritratto della .salme, ma non sanno che dietro alla facciata di salute si nascondono molti problemi futuri. Da un'indagine recentemente svolta a Milano risulta che nelle scuole medie inferiori di alcuni conillni dell'hinterland milanese, un bambino su 10 è obeso. Risultati analoghi sono stati rilevati dall'Istituto nazionale della Nutrizione in alcune scuole di Roma e provincia. hz passato questo problenia 17017 esisteva, anzi esisteva ibrse il problema opposto. Come siamo arrivati a questa situazione? Come mai oggi, più di un tempo, il fenomeno è tanto diffuso? La vita dei ragazzini di oggi è molto diversa rispetto a quella di pochi decenni fa: dopo la scuola, che da molli doveva essere raggiunta a piedi percor-
rendo diversi chilometri di strada. e dopo aver fatto i compii, il pomeriggio si trascorreva in compagnia degli amici, spesso all'aperto, sia in città che in campagna, e i giochi in casa erano riservati alle giornate piovose. Corse, nascondino„guardie e ladri sono giochi che impegnano il fisico, e bruciano le calorie introdotte con gli alimenti. Vediamo ora come si svolge la giornata di un bambino milanese degli anni '80: al mattino a scuola (accompagnato in macchina dal papà), poi a casa, un po' di TV dopo pranzo, un po' di studio e poi? A Milano grandi spazi verdi non esistono, vi sono sì alcuni parchi, ma questi sono spesso utilizzati solo da chi vi abita vicino. E i bambini della periferia? Alcuni giocano fuori casa, sui marciapiedi o nei parcheggi: i più fortunati nei giardinetti del quartiere, ma questi spazi non sono certo l'ideale: i genitori non possono sentirsi tranquilli con i figli che giocano nel traffico cittadino. l ragazzini finiscono quindi per passare il pomeriggio in casa, guardando la televisione o facendo qualche gioco -sedentario". Gli appartamenti non concedono spazio al gioco e spesso le mamme ,I0i1 gradiscono che i loro pavimenti vengano utilizzati per corse, salti o altro. Così le calorie ingerite con gli alimenti non trovano sfogo e si accumulano sotto forma di grasso (si veda la tabella qui sotto), dando al bambino quell'aspetto paffuto.
Quanto sii consuma in due ore 2 ore di televisione 2 ore di studio 2 ore di bicicletta 2 ore di passeggiata (veloce) 2 ore di corsa
della pubblicità. Nell'ambito del suo lavoro di controllo su messaggi pubblicitari particolarmente ingannevoli, i] Gran Giuri della Pubblicità, ha emesso numerose sentenze che ordinano la cessazione della trasmissione o pubblicazione dei soggetti esaminati. Le ultime sentenze di cessazione hanno riguardato: I) pubblicità della Casa automobilistica Volvo (Una Volvo di I anno ha cominciato appena a camminare): 2) pubblicità Baby Shampoo Johnson (Shampo con scritta generica: sconto L. 150); 3) pubblicità della società produttrice di macchine da gelato Carpigiani ("Il gelato artigianale è l'unico fresco di giornata"); 4) pubblicità della M attei (Giocattolo "Big Jim" che spegne un incendio); 5) pubblicità della ditta SAME produttrice degli "indumenti dimagranti" Linear ("Liberati dalla cellulite"). Tutte le pubblicità succitate sono state giudicate non veritiere e in qualche modo ingannevoli e le case produttrici interessate invitate a sospenderle.
Acque nrIngral n po' di ordine diventata operativa la direttiva CEE sulle acque minerali. Un po' d'ordine dunque anche in questo settore dove la pubblicità ha pesantemente condizionato i consumatori.
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144 calorie 200 calorie 490 calorie 600 calorie 1.200 calorie
Fin dal mattino dare energia al corpo Se diamo uno sguardo all'alimentazione ci accorgiamo che anche questa è variata notevolmente. A parte i cambiamenti generali avvenuti in Italia per quanto riguarda il consumo alimentare (vedi "Quale Consumo" n!' 4, 1984), spesso i genitori compiono notevoli errori nell'alimentare i propri figli, spesso fuorviati dai messaggi pubblicitari, che suggeriscono prodotti "naturali" come una volta (ma intanto troppo ricchi di zucche-
ro raffinato e grassi), o biscotti senza i quali pare che il bambino non crescerà mai più di una spanna! L'errore principale si compie al mattino. Una buona colazione dovrebbe fornire il 25 per cento delle calorie giornaliere. Quindi, prendendo come esempio un bambino di 8 anni, che dovrebbe consumare circa 2.000 calorie al giorno, la colazione, di 500 calorie, potrebbe essere completa, seguendo i suggerimenti della tabella qui sotto. indispensabile fornire all'organismo energia che possa essere utilizzata subito (quella data dagli zuccheri contenuti nel pane, nei fiocchi di cereali e nel miele), ma anche energia che venga utiliiizata più lentamente, come quella fornita dai grassi e dalle proteine, quindi dal formaggio, prosciutto o uova. In questo modo l'organismo avrà energia sufficiente per tutto l'arco della mattinata.
Poche merendine e staccate la spina del televisore Sono anche indispensabili vitamine e sali minerali, forniti in quantità sufficienti dalla frutta. E le merende? Per comodità, pigrizia, o "mancanza di fantasia", si danno spesso i saldi al bambino per comperare la merenda preferita: il più delle volte la scelta cade su tortine al cioccolato o alla marmellata, patatine fritte e, con gli spiccioli che avanzano, valanghe di caramelle e gomme da masticare. Ma perché i bambini
scelgono proprio queste cose? Forse la colpa è in parte dei primi anni di vita, in cui i dolci sono spesso dati per calmare il pianto del bimbo: diventano quindi un cibo consolatorio. che verrà poi scelto automaticamente, anche da adulto. Se si cercasse invece di capire il vero motivo del pianto, i bambini non sarebbe poi sempre tentati dai dolci e dai "pasticci" in generale. Cerchiamo quindi di abituarli a mangiare della frutta a merenda, sia a casa che a scuola. Alla merenda del pomeriggio sarà bene aggiungere anche un bicchiere di latte, mentre i ragazzini che svolgono intense attività sportive avranno bisogno anche di un panino imbottita. Se vogliamo che i bambini crescano sani, cerchiamo quindi di incoraggiarli a muoversi di più, scegliamo con più intelligenza le loro merende e... stacchiamo la spina del televisore, almeno per qualche ora al giorno!
Due esempi chi "buone" prime collazioni due forniscono S©© calorie. Colazione A: una tazza di latte (=200 gr.) un cucchiaino di miele (=10 gr.) un panino (integrale) (=60 gr.) 50 gr. di formaggio o 40 gr. di prosciutto un frutto o una spremuta
Per essere classificata come "naturalmente gassosa" l'acqua in bottiglia dovrà possedere identico tasso di gas carbonico di quello rilevabile alla fonte, pena il dover essere definita "acqua addizionata di gas carbonico". Un utile e ulteriore caratteristica della normativa concerne il divieto di riportare sulla confezione pubblicità ingannevoli: quante acque oggi in commercio prevengono le malattie o addirittura guariscono! D'ora in poi solo precise e documentate analisi chimiche consentiranno al produttore di stampigliare sulle etichette le reali proprietà curative dell'acqua. Non ci resta che augurarci che la direttiva CEE diventi al più presto operante anche nel nostro paese e che tutte le case di produzione si adeguino a questa norma che tutela il consumatore.
Nascono due nuove "Banche Dati." La Tecnoalimenti, una società di ricerca costituita nel 1981, ha lo scopo di promuovere, proporre, gestire e svolgere programmi di ricerca nel settore alimentare. Fanno parte della societàl'IM I (Istituto Mobiliare Italiano) e numerose industrie alimentari. Durante la conferenza stampa del 3 luglio 1984 sono stati presentati due nuovi servizi informativi della Tecnoalimenti: una Banca dati tecnologica ed una tossicologica.
Colazione 8: una tazza di latte (=200 gr.) un cucchiaino di miele (= 10 gr.) fiocchi di cereali (=30 gr.) un uovo un frutto o una spremuta
La Banca dati tecnologica è unica in Italia: raccoglie dati riguardanti i nuovi prodotti alimentari, indicando la struttura, la funzione e l'immagine del prodotto. Con "prodotto" viene indicato il nuovo alimento, ma anche il singolo ingrediente o un nuovo processo tecnologico di produzione. Il servizio è attivato e aggiornato con la collaborazione dell'Istituto di tecnologie alimentari dell'Università di Milano. La Banca dati tossicologica. di cui si occupa l'Istituto di farmacologia e farmacognosia dell'Università di Milano, è invece destinata a fornire valutazioni qualitative e quantitative sulle sostanze interessanti dal punto di vista tossicologico, e cioè additivi, conservanti, contaminanti. residui, ecc. La novità sta nel fatto che questa banca dati non solo fornisce una ricerca bibliografica sulle sostanze in questione, e informa stilla DGA (dose giornaliera ammissibile), sulla tossicità acuta e sulla cancerogenesi, ma per ogni sostanza dà anche un commento critico, molto utile a chi deve occuparsene.
La bir-ra piace (sopraItatto alle donne) Il 1984 sarà in Italia l'anno della birra. la bevanda alcoolica più antica dopo il vino e probabilmente la più diffusa nel mondo. Le previsioni sui consumi per quest'anno sono unanimi: si stabilirà il
record assoluto, con un incremento del 3,5 per cento rispetto al 1983. Parallelamente ai consumi è anche cresciuta la produzione di birra nazionale ed è naturalmente calata la corsa al prodotto straniero. Un dato curioso: nella radiografia del consumatore italiano si è scoperto che alle donne piace la birra più che agli uomini e la cosa può essere spiegata con il basso tenore alcoolico. In ogni caso, sono i giovani tra i 25 c i 35 anni i maggiori consumatori di questa bevanda.
A colloquio con Aldbla oncafflionii (Presidente della sezione soci) - Mario Garlaschelli e Angelo Nava (fondatori ed amministratori della coop.) per ricostruire i momenti più importanti di questi 40 anni dell'impresa
Laveno: gli anni di sviluppo di una Coop popolare
era TRIffiege vfveire
La prima sede e prim tentativo di bloccare l'impresa
A iiche questa è tura cooperativa frequentata da stranieri, anche se il numero si è ridono: è destino connme di queste imprese cooperative in prossimità dei confini C077 la Svizzera. Laveno è un punto di attrazione. certamente. Con il tratto di lago do/ce O tranquillo. con il suo porto al quale . fanno capo le "corse" del Lago Maggiore, la sua cittadina in parte conservata CW7 gli angoli da scoprire eibtografare. Poco lontano dal porlo, 7n 11170 piazza con alberi e posti per parcheggiare, c'è l'edificio basso della cooperativa. non grande come un superntoram, ma W117111N70 una miniatura di self-service come certe piccole drogherie moderne, Diciamo un medio supermercato (Wi i suoi duecento mori quadrati di superficie. È il risultato, anche questo, di quasi quarant'anni di lavoro, di passione, di iniziativa, eli "naso" cioè di fiuto delle novità, che il inercaio impone anche al 1770s'intento cooperativo. È un po' 1-aggiornarsi O perire" (Mito per usate la parafrasi di una parola d'ordine della Residenze!. Nata nel, verrebbe voglia di dire, lontano 1945 tanto sembrano remoti gli anni del pionierisino passionale e attivissimo. del IVkilialiS7710 persino convulso, la cooperativa di Laveno è oggi una rispettabile impresa che può dettare le sue leggi e imporre rispetto nell'intera area geografica che gravita su Lavoro Monibello. Eppure il suo marchio d'origine
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era beli diverso e curioso potrebbe persino apparire oggi se 11071 si tenesse (orno dello stato di MiSeria e di fame dell'Italia del 1945. Mancina tutto, appena finita la guerra. fi mercato nero imperava. Più di tutto a Lavello Mancava il lavo non c'e n'era in assoluto, ti é per i vecchi, né per i bambini. Il Comitato di liberazione nazionale a capo dell'amministrazione coniunale aveva nominalo un sindaco socialista. Livio A doli che lanciò l'idea di creare quella che si chiamò Azienda autonoma consumi Priora di tutto, con urgenza. con preoccupala sollecitudine si doveva trovare il latte da vendere a Lavoto. E la neonata cooperativa - ogni azione IO lire trovò il lane alla latteria sociale di &eliI o e vendeva quello e solo quello. Dopo il latte vennero le patate che erano, in caroiza del pane. principe di quella stagione di fame. Ci lir alo/ un altro passo. in relazione al periodo in cui nati i generi alimentari erano contingentali e controllali con le tessere milionarie. cotintile responsabile degli appwrvigionamenti per la popolazione, faceva arrivare i generi aliitteinari in blocco e li consegnava alla cooperativa che aveva ricevuto il compito di distribuirli poi al piccolo commercio, ai sahanieri, ai droghieri, ai macellai. Conanciò così l'esistenza di un'impresa fiorente.
Adolfo Scalpelli
La prima sede, la stessa di oggi. fu in piazza Vittorio Veneto. Era un capannone, non si può chiamare in altro modo, aperto ai quattro venti, che aveva i muri perimetrali e un tetto ondulato di lamiera. Tutto lì. 11 sen. Scotti, di nomina fascista, aveva fatto donazione di questo capannone al comune e il comune lo aveva affittato, contro una pigione simbolica, alla cooperativa. C'era tuttavia, allora una tacita intesa che se il comune si era attribuito il capannone esso era praticamente proprietà della cooperativa. Ma nulla risulta per iscritto e nel 1954 quando l'amministrazione passò alla Dc
Negozi satelliti: quandi si pensava alla spesa minuta Ancora il 1954. È di scena Laveno Alto. In via della Repubblica si apre uno spaccio dipendente dalla "centrale". E tutto nuovo, uno stabile pensato e costruito apposta, l'operazione faceva parte della politica del movimento del tempo: avere negozi sparsi, coprire spazi disponibili, decentrare e favorire la possibilità della spesa minuta, quotidiana. Oggi quello è uno spaccio privato perché venne successivamente ceduto. Poi è Cerro alla ribalta. Sono i primi anni sessanta. La coope-
la cooperativa si vide imporre un affitto annuo di un milione di lire. Tanto per dare un metro di riferimento, si potrebbe calcolare quasi nove milioni di oggi. C'era sotto sotto la speranza di far fallire la coop? Nessuna ipotesi può sconcertare se si ricorda la faziosità politica della classe dirigente del dopo 1948. Dal 1950 tuttavia la coop di La-
rativa è piena di debiti. Si incamera tutto e tutto si trasforma. Dal piccolo buco ch'essa era diventa un accogliente self-service. il primo della zona. Ebbe una grande capacità di richiamo e presto portò il suo contributo concreto all'azienda madre. E di nuovo torniamo a Mombello. 'E la metà degli anni sessanta, si sentono nell'aria i sintomi della corsa all'espansione. alla modernizzazione dei sistemi distributivi, alla concentrazione anche. Bisogna ingrandire il negozio di Mombello, comperare il terreno e costruire tutto nuovo. Venticinque metri quadrati di superficie non bastano più. Sul terreno che viene comprato c'è edificato un vecchio lavatoio pubblico, con le vasche, l'acqua corrente e la tettoia. I A discussione, una vera e propria diatriha si accende: lasciarlo o abbatterlo? Sono anni, spesso di iconoclastia e anche qui il lavatoio viene abbattuto. Fa posto ai 125 mq. di nuovo self-service di quelli che si chiamano superette. E stato inaugurato due giorni prima di Natale.
veno si era trasformata con rogito di Giuseppe Carlo Gialli, notaio in Varese, in Cooperativa lavoratori di Laveno Momhello, 130 soci, azioni da 500 lire. Si era aperto un nuovo capitolo. Quando nel 1954 ci si trova davanti alla richiesta di un milione di affitto (che una perizia del genio civile di Varese dimezza di colpo) l'impresa sta decollando.
tempo della fusione. E tutti divennero pi' forti E intanto Laveno-piana Vittorio Veneto? Torniamo al 1957. C'è anche qui una fase nuova. Ci si sente forti, la vecchia organizzazione di vendita non basta più, modernizzare è la parola d'ordine. Si costruisce il nuovo edificio, nello stesso posto, razionalizzando e riorganizzando. Un complesso di 220 mq. di cui 190 per la vendita. II personale anche qui salea dieci persone. In tre mesi il complesso è pronto. intanto il negozio continua a vivere in un edificio di fronte. "In gennaio —dice Angelo Nava — era già piccolo". E - un successo. Le vendite prosperano, i soci aumentano a sottolineare la fiducia popolare nell'impresa.
C'erano già 180 metri quadrati di superficie di vendita, con un reparto macelleria dato tuttavia in appalto e gli uffici allogati nella vecchia "casa del fascio". A tre chilometri di distanza, a Mombello c'era una coop di consumo quasi allo sbaraglio. Laveno la rileva — debiti e cre- la prima diti insieme. La salva. È unificazione nella sua storia.
Ma vengono tempi ancora più nuovi, vengono gli anni settanta con la ventata di necessarie unificazioni per procedere ancora sul terreno dello sviluppo. Si affaccia l'ipotesi di entrare nel grande gioco, ambizioso eppur realistico, dell'Unicoop Lombardia. I contrasti si accendono, la discussione è appassionata e in qualche caso passionale. Nel 1970 si tiene l'assemblea della fusione. I propugnatori della grande azienda che sono nel giusto, vengono guardati in cagnesco. E ci si fermasse a questo. Angelo Nava resta a fare il capo negozio e ad amministrare gli altri spacci decentrati. Oggi ci sono 750 soci riuniti in sezione e tanti prestatori. A far spesa passano dalle casse del negozio di piazza Vittorio Emanuele 15-16 mila tra soci o semplici clienti. Dice il caponegozio Valentino Manfrin che è diminuito il totale di ogni scontrino, ma che la clientela è intanto aumentata del 17 per cento. Tanti clienti in più, una diminuzione della spesa, forse un più consapevole atto di acquisto.
II supermercato di Laveno (1) e i negozi di via della Repubblica a Laveno Alto (2), Cerro (3) e Mombello (4), oggi non più in funzione. Presto a Laveno dovrebbe sorgere un nuovo grande e moderno supermercato Coop.
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pianoforte - Salisburgo, 28 luglio 1954 Amburgo, 16 dicembre 1948
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T i9incremento deI prestito sociale
al 30 giugno '84 si presenta abbastanza soddisfacente rispetto agli obiettivi che ci siamo posti. La cifra complessiva raggiunta da gennaio a giugno ammonta a 5.564 milioni, con una media di incremento mensile di 927,4 milioni. Possiamo considerare buoni i risultati anche se non tutte le zone sembrano muoversi con la stessa dinamicità. Le zone e le provincie a sud di Milano incontrano difficoltà, e in qualche caso non mantengono il livello di inflazione perdendo, pertanto, valore reale nei depositi. Ciò può essere in parte dovuto alle difficoltà economiche generali che certo non favoriscono il risparmio, specie in zone meno industrializzate.
C rediamo però che anche da parte Q uest'anno i Soci entrati nella nostra si sia indebolita la presenza e nuova Cooperativa sono aumentati si imponga dunque un piano di lavoro per un rilancio di attività sociale che garantisca la ripresa. Il problema comunque è affiorato anche nelle zone situate a Milanonord, economicamente più forti. Essendo qui ormai molti i Soci che hanno raggiunto il "top" dei IO milioni (massimo consentito dalla legge per le cooperative) ci troveremo presto ad una griglia invalicabile. Come uscirne? La risposta non può che essere quella di un impegno rinnovato delle nostre Sezioni per conquistare nuovi Soci.
Settore Soci e Consumatori Coop Lombardia
di 5.600 unità al 3! Agosto, raggiungendo un totale complessivo di 53.441 unità. Bisogna andare oltre, conquistare altre migliaia di Soci e, spiegandone i concreti vantaggi, convincerne molti a diventare Soci prestatori. Il prestito sociale, come ben sappiamo, rimane un cardine fondamentale per lo sviluppo della nostra Cooperativa, per creare nuovi posti di lavoro, favorire una politica verso tutti i consumatori.
Un'assemblea di soci prestatori
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