Anno 3 - n. 3 Mario 1984
Comitato Regionale Lombardo
Periodico mensile della Coop Lombardia Comitato di Redazione Gian Pietro De Michcli Sergio Fcrrario. Sergio Ghiringhelti. Lidia Lommi, Daniele Moltrasio, Enrico Rossi, Adolfo Scalpelli, Ambrogio Vaghi, Giorgio Vozza Direttore responsabile Adolfo Scalpelli
Impaginazione: Franco Malaguti
Stampa: Coop "Il Guado" Castano P. - Tel. 0331-88.14.75
Disegni: Manna Vecchi
Spedizione in abbonamento postale gruppo 111/70.
Editrice Unicoop Lombardia Viale Famagosta, 75 70142 Milano - Tel. 84.65.846
Autorizzazione del Trib. di Milano n. 144. 144: del T4 aprile 1982
quale Luigi Veronelli parla d& vini di Lombardia ministro Altissimo dice che la legge è -fallita
Regi5tratoe d Il cassa: l'evasione continua Che fine hanno fatto i registratori di cassa? A quasi nove mesi dall'entrata in vigore della legge che li rendeva obbligatori regna ancora molta confusione intorno a queste macchinette che, nell'intenzione dei legislatori, avrebbero dovuto dare un serio colpo all'evasione fiscale nel settore del commercio. E i motivi di questa confusione sono molteplici: dal pressa pochismo con il quale si è condotta la loro introduzione sul mercato (ritardi nelle consegne degli apparecchi e degli scontrini fiscali) ad una normativa che presta il fianco a molteplici interpretazioni e che ha causato per questa scarsa chiarezza più di un dispiacere dopo l'intervento della Guardia di Finanza. Confusione dunque; e una confusione che non giova a nessuno.
Qualcuno, come il ministro Altissimo, ha pensato bene di liquidare la legge definendola un fallimento. Qualche negoziante nel frattempo, approfittando del vuoto di potere, ha continuato ad evadere il fisco. Il fatto è che chi ci rimette, oltre a tutti i cittadini onesti, sono quelle imprese che, pur essendo in regola, sono impossibilitate ad adempiere ai loro obblighi di legge, non per causa loro, ma proprio da quei motivi che abbiamo sopra elencato. Dal lu marzo 1984 poi altre circa 130.000 imprese commerciali si sono dotate dei registratori: non è difficile immaginare il livello di confusione e di ingovernabilità che adesso si potrebbe creare. La sensazione e quella di un bailamme dove tutto sembra dover cambiare mentre poi non cambia niente.
Cm auguriamo non sia così perché sarebbe un errore imperdonabile. Il deficit dello stato ha ormai raggiunto dimensioni enormi ed una buona fetta di questo buco, lo sappiamo tutti, è da ascriversi a quella parte del commercio, antiquata ed obsotela, che in materia fiscale non ha mai voluto fare la sua parte e che ha sempre goduto di un favore e di una tolleranza inconcepibili. P quindi tempo di cambiare registro, sul seno, e auspichiamo da parte del governo un'azione decisa in questo senso. La cooperazione tra consumatori ha da parte sua appoggiato la legge sui registratori di cassa e, anche recentemente, si è fatta promotrice di un'inziativa presso il governo affinché quest'ultimo, seguendo un criterio di equità, emanasse una sanatoria per quelle aziende che pur aven-
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do ottemperato ai loro obblighi. fossero risultate inadempienti per cause attribuibili ai fornitori dì registratori e scontrini fiscali, P. ora comunque di guardare più avanti e uscire da questo impasse. Certo per uscirne, oltre a mettere a punto e far funzionare sul serio strumenti di controllo efficaci, sembra sempre più necessaria una riforma generale del commercio che superi l'attuale polverizzazione, con i costi che comporta per il consumatore, e sappia invece costruire una rete commerciale moderna, al passo coi tempi, vantaggiosa per i consumatori ed in regola con i propri obblighi fiscali, Questa è la strada maestra: i registratori di cassa da soli, altrimenti, non saranno mai in grado di cambiare e bonificare la situazione del nostro paese.
La Lombardia ha grandi vini carichi di tradizione e di storia. Ha esportato qualità di viti e tanti vigneti sono invece scomparsi. Carlo Porta li ricorda in qualche sua poesia. Vini, quelli scomparsi, con forse qualche difetto. Luigi Verone]li ce ne parla, ma soprattutto ci spiega le qualità, le caratteristiche i pregi dei vini di oggi. Renato Garavaglia ha raccolto queste opinioni alle pagine 4 e 5
Crema. Chi ha fatto grande `ila e operazione Quel Centro commerciale che a Crema si chiama "Rondò". Dietro le spalle ci sono forse ottant'anni di storia del movimento cooperativo, dai primi circoli nati nel Cremasco, un pezzo di provincia di Cremona a cavallo tra un'area agricola e una zona di sviluppo industriale, fino alle più avanzate forme di distribuzione cooperativa. Ora Crema è parte attiva di quel movimento cooperativo lombardo in fase di avanzata. Un tratteggio di questa storia è alle pagine 2 e 3
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La Coop Lombardia è stata presentata alla stampa. Il presidente Ambrogio Vaghi e il vice presidente Sergio Ferrarlo hanno parlato ai giornalisti riuniti al "Salotto" in Galleria a Milano il 1" marzo, per illustrare le nuove caratteristiche dell'azienda che è nata dalla fusione tra Unicoop Lombardia, Unione cooperativa di consumo di Cremona e magazzino di Pieve Emanuele. La nuova società, di cui in queste pagine abbiamo parlato illustrando tutti i passi del processo di costituzione, è operante
dal l" gennaio di quest'anno. Numerose notizie sono state fornite ai giornalisti intervenuti in risposta alle molte domande e richieste di chiarimenti: il numero dei negozi e supermercati, i bilanci, le previsioni per l'84, l'apertura di nuovi punti di vendita nel futuro, la forza dei soci (più di 48 mila). Gli argomenti della conversazione, nella quale è intervenuto il dr. Toletti, hanno toccato i problemi del contenimento dei prezzi, del "paniere" promosso dal ministro Altissimo e del rapporto tra mercato italiano ed Europa della Comunità.
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Come ha camminato per ottant'anni un moviment(
Adolfo Scalpelli
Viaggio tra le carte che Alfredo Galmo77i, prima dirigente della cooperazione e ora suo meticoloso archivista, ha raccolto in anni di paziente lavoro per documentare la storia di uomini che hanno creato un patrimonio morale e materiale La fanfara del circolo di San Bartolomeo di Crema del 1911. Rivolta d'Adda: figli di contadini in sciope
Venu. úl.rnto ilentano Una grande passione che domina urna vita: il movimento cooperativo. Ora Alfredo Galmozzi è diventato il Grande A•chivista. Nelle stanze della sua abitazione, nella cantina, ci sono armadi e armadi di carte. Anni di paziente raccolta di do•umenti. E foto, rame foto da poter. forse persino da sole, essere una storia per hillìragirli del movimento crematiese. Ma questo è solo il secondo tempo perché Ga/ mozzi del movimento è stato prima 017 dirigente. Pochissimo tempo /a Galmozzi Ira finto un altro ritrovamento pri'zioso tra le macerie di uno stabilimmo: foto, corrispondenze, libri Matricola di una . ve(rhia azienda di ceramiche. Un esempio di storia industriale italiana che stava per essere distatua dalle ingiurie dell'abbwrdono e del tempo_ Le/biografie della fine dell'ottocento, le lettere e le relazioni C011 aziende straniere e con il governo italiano distribuite ora in grandi raccoglitori, riparati i danni più grossi, sono pronte per essere maneggiare dalle mani degli studiosi. Ii movimento cooperativo cremonese, del resto. merita tanto amore e (anta passione cosi carico di storia alle spalle, così permanentemente soggetto di battaglie e nello stesso tempo oggetto di contese. Una parte di questa storia, la primissima fase, si perde in una
nebbia di lontananza e i
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nr- sorry vaghi e indistinti Si sa, a memoria duplico, chi' firiMU del
191 fil (Vitnn10 gruppi ili pionieri che cominciarono quel faticoso lai-oro, lutto volontario, di aPettere insieme qualcosa che pores.se servire non tanto per il tet,ipo libero, come si dite oggi, quanto piuttosto 11170 strumento che farse anche un mezzo di battaglia. Nacquero i circoli, luoghi dove si potesse bere tal bicchiere di vino, dove si potesse stare tra amici e contpagni, che fosse ambiente per parlare di "sole dell'avvenire"senz.a dover s gita,dare in giro sospettosi. Ma anche dove fosse possibile organizzare riunioni e preparare gli scioperi e se a nato questo si aggiungeva la possibilità di bere il vino a '12 inor prezzo che altrove, tanto di guadagnato. Fusolo il primo ano, il pelino passo di W? lungo cammino. Tra quei primi circoli e il Centro CW77merriale Rondò" che oggi troneggia e si presenta quasi prepotente alte pone di Crema a chi viene da Milano, da Lodi, ad un crocicchio di strade importanti, ci sono forse ottatm'anni di storia. Una storia all'inizio tutta cremasca che poi si confonde e si avvince in una vicenda cremonese e bresciana e infine, conte'è oggi, lombarda. Per ripercorrere questa strada bisogna passare attraverso le carte che con passione Alfredo Galmazzi ha raccolto.
Tfrn fine gfrettimana f ina galla e Ila banda. In p5azza. 1911, foto di gruppo. Ognuno tiene in mano, orgoglioso il suo strumento: trombe, tromboni, cornette. Qualcuno, in alto, impugna invece una bandiera. E la fanfara popolare di San Bartolomeo di Crema, una frazione attaccata alla città. Il simbolo tramandato dell'attività di un circolo, uno di quelli nati intorno al 1910. anno più anno meno, insieme all'altro circolo di Santa Maria, altra Frazione di Crema o a quello di San Bernardino che prima della guerra 15-18 aveva anche lo spaccio alimentare. 1 circoli, si sa, erano luoghi di ritrovo, ma il fine settimana potevano anche diventare negozi per vendita di alimentari. Alimentari poveri, naturalmente, generi di prima necessità che allora erano la farina bianca e gialla, la legna e ii carbone. Era
tutto pionieristico, tutto volontaristico, erano i soci per i soci, fratelli che si prodigavano per i fratelli. come si leggeva nella letteratura del tempo. Quanti ne siano nati è difficile oggi dire, quanti ne siano crollati è altrettanto difficile. C'era una dominante di volontà ma anche di improvvisazione e di difficoltà. E c'era l'avversione dei proprietari, dei commercianti padroni del paese, dei fucili puntati dei carabinieri e poi delle "guardie regie". Troppi nemici. tanta miseria, e la stanchezza che veniva dopo giornate di dieci-dodici ore di lavoro.
Distruggere bast are ueddere CC© fadsm© "Nel dicembre (1921) viene ucciso a bastonate Attilio Boldori, socialista, direttore del movimento cooperativo della provincia__ Miglioli ne rievocherà alla Camera la figura". Maria e Giuseppe Strada (Il fascismo in provincia) ricordano doverosamente la figura di questa vittima del fascismo, forse il più illustre caduto del movimento cooperativo italiano ucciso a Cremona. È un assassinio simbolico anche, se si vuole. Perché mentre in altre parti il fascismo tenta di impossessarsi delle cooperative, di piegarle alla sua volontà, qui in questa provincia distrugge tutto quello che è possibile, lasciando dietro di sé solo macerie. È il fascismo agrario con la sua violenza primitiva, la sua arretratezza culturale, la sua grettezza di vedute la dominante, con la sua rabbia
antica e il suo odio contro tutto quello che sa di rivolta: contro i "rossi", siano essi i partiti, le Camere del lavoro o le cooperative o i circoli; ma anche contro le "leghe bianche" di Guido Mi&li e di Romano Cocchi. Durante i venti anni della dittatura Fascista il movimento cooperativo sembra cancellato nel Cremonese e nel Cremasco. Ad Agnadello sendevano i più violenti fascisti del Lodigiano a picchiare, terrorizzare e distruggere. Uno di essi sembrava aver preso di mira il presidente della cooperativa con provocazioni continue, Il giorno in cui non si poté rinviare io scontro fu il fascista a restare sui terreno.
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La raccolta differenziata del vetro chiede ai cittadini un piccolissimo impegno a raccogliere tutti i contenitori di vetro usati in casa o sui posti di lavoro e da scartare, fare qualche passo in più ed introdurli nei nostri barattoloni verdi. È un impegno che non ha un immediato riscontro di utilità individuale ma che sollecita soprattutto una disponibilità del cittadino per soluzioni che tornano a vantaggio della collettività: un impegno di solidarietà e di cooperazione appunto. lo credo che questo sia il significato principale di questa iniziativa che il CLIR - il consorzio dei comuni della Lomellina che ha compito di raccogliere e smaltire i rifiuti -ha voluto diffondere tra la popolazione lornellina. Gli altri scopi. pur importanti, vengono dopo. In primo luogo la difesa e la tutela dell'ambiente. Spesso, troppe volte il vetro non raccolto viene disperso sul territorio, deturpandolo, danneggiando il lavoro agricolo, creando anche situazioni di pericolo. Poi il risparmio, l'eliminazione di un inutile spreco. Risparmio per ogni cittadino, poi-
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ché lo smaltimento con tale sistema costa meno; risparmio per la collettività, perché il riciclaggio del vetro comporta un consistente contenimento dei consumi di energia e di materie prime. Infine tutto il vetro che va nei nostri barattoloni non concorre a riempire altri cassonetti dei rifiuti, ed anche questo è un miglioramento dell'ambiente urbano. Presto un nostro raccoglitore del vetro farà la comparsa nel piazzale antistante il vostro supermercato di Vigevano. Sono sicuro che i cittadini, i cooperatori, risponderanno alle nostre sollecitazioni, porteranno nel raccoglitore le bottiglie di vetro e lo riempiranno presto, tanto presto da rendere necessario il posizionamento di altri barattoloni verdi targati CLIR. Gilberto Bressani Presidente del CLIR Vigevano La Sezione soci di Vigevano sollecita l'installazione di un contenitore sul piazzale del supercoop, come da tempo richiesto alle autorità locali.
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Se tic scuole a lezione sui COIlararbel Dal 5 al IO marzo ben sette scuole del comune di Sesto San Giovanni hanno sperimentato l'animazione del laboratorio chimico con prove sui coloranti. Oltre 40(1 ragazzi delle medie hanno così potuto usare l'attrezzatura del laboratorio chimico che la Coop Lombardia aveva loro donato come premio per aver partecipato al concorso "Metti il mondo in pace", tenutosi nello scorso anno nelle scuole sestesi. È stata un'altra divertente ed istruttiva esperienza che ha consolidato il rapporto tra Coop e mondo della scuola in vista anche di nuove, importanti iniziative.
Ascolta fla tua radilo c'è "Quale Consumo" Il giovedì ed il venerdì mattina sono diventati due appuntamenti importanti per i nostri soci e per consumatori. Promosse dalla Coop hanno preso infatti il via due trasmissioni di informazione consumeristica
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che vanno in onda su due tra le più ascoltate radio democratiche di Milano: Radio Popolaree Radio Regione. Per entrambe le trasmissioni un unico titolo "Quale Consumo". Tanti gli argomenti che affronteremo nel corso delle trasmissioni; utile dunque segnarsi il giorno e l'ora delle emissioni. Il giovedì alle ore 1 I su Radio Popolare; il venerdì sempre alle l l su Radio Regione. Buon ascolto e scriveteci il vostro parere sugli argomenti trattati!
Per consumo dell'olio ull oliva La Comunità Europea ha stanziato oltre 5 miliardi di lire per una campagna promozionale destinata alla propaganda del consumo dell'olio di oliva, La maggior parte di questo stanziamento è riservata all'Italia, paese tradizionalmente grande consumatore del prodotto, la cui diffusione è però oggi insidiata dall'olio di semi. 180 milioni saranno impegnati nella ricerca scientifica, 3 miliardi per azioni pubblicitarie c 870 milioni per la diffusione dei dati acquisiti tra medici, farmacisti e dietologi.
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tra industria e agricoltura
cooperativo in una zona a cavallo
el 1950 posano per Fa foto di gruppo dopo uno dei pranzi offerti dalla cooperativa.
dai circolo e al centro com tate, si poteva comprare solo quello che assegnavano le tessere annonarie. Fu un esperimehto breve. nel '49-50 si può dire che tutto sia già scomparso. E i circoli? Ci sono piccoli comuni in cui se ne contano addirittura quattro. 11 respiro è fatalmente molto breve. C'è però un germe che non muore, anzi attecchisce e comincia a dare qualche frutto. San Bernardino di Crema, Romanengo, Offanengo, Rivolta d'Adda, Agnadello. Spino d'Adda sono nomi che costituiscono altrettanti momenti di richiamo perché li le cooperative attecchiscono e, bene o male, resistono, arrivano a quella metà degli anni cinquanta quando bisogna superare i momenti dell'indugio, se si vuole sopravvivere.
"Mettere ordine", questo ricorda Galmozzi del periodo iniziale della sua funzione centrale, per il Cremasco, nel movimento cooperativo. Ci sono ancora spazi che possono essere occupati e allora ecco i nuovi negozi di Santa Maria in città, di piazza Marconi, di viale della Repubblica, di Castelleone. Ma c'è un avvenire che spinge, che impone scelte nel senso di rinforzare le basi, di potenziare le strutture, di percorrere la strada della politica calmieratrice e insieme concorrenziale quindi operare in vista della strategia del salvare, tagliare, concentrare e alla fine unificare. Allora ecco che una serie di cooperative unificano i consigli di amministrazione. quindi la gestione e la finanza: Santa Maria con San Bernardino, Offanengo con Romanengo, ~addio con Ri-
r ACCADE 1111 latte digeribille della Centrale di Milano
A Todi hanno rifatto piatti degli Etruschi
La Centrale del latte di Milano ha messo in vendita un nuovo tipo di latte che, dalle iniziali del nuovo procedimento usato per la preparazione (High Digeribility), ha preso il nome di "ACCADI". E un tipo di latte che conserva tutte le buone caratteristiche del latte pastorizzato ma che, a differenza di questo, è perfettamente digeribile anche per chi prova allergia per questo importante alimento, considerato il più completo che esista in natura. Si calcola, infatti, che nel nostro paese circa un individuo su dicci non consumi latte perché lo digerisce con molta fatica: ciò accade quando l'apparato intestinale è privo di un particolare complesso del latte, il lattosio, nei due zuccheri semplici che la compongono, il glucosio e il galattosio. Il lattosio ristagna, così, nell'intestino provocando disturbi ben avvertibili come nausea, pesantezza di stomaco e anche diarrea. Nel latte "ACCADI" il problema è stato risolto immettendo l'enzima necessario alla scissione del lattosio e una specie di "guaina" cellulosica ove rimane intrappolato senza alterare le caratteristiche del latte.
Dall'esame della loro personalità, piena di contraddizioni, così come si ricava dalle testimonianze che ci sono rimaste, si può dire che l'etrusco era straordinariamente moderno nell'alimentazione di base, infatti dopo aver bonificato le antiche zone malariche maremmane era riuscita a ricavare i migliori frutti da quella terra: vino, olio, cercali (tra cui il farro, simile al grano), il miele, la frutta. La loro modernità quindi, è nella dieta mediterranea che oggi ritorna di grande attualità nei paesi occidentali. Da sottolineare anche che gli etruschi sono stati i primi a consumare due pasti al giorno. Durante il primo festival di gastronomia di Todi, sono stati preparati piatti tipici ispirati alle abitudini alimentari degli Etruschi, inaugurando così con qualche mese di anticipo le manifestazioni che si terranno durante il 1984, anno dedicato al ricordo di questo popolo.
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Soci e dirigenti del circolo cooperativo di San Bernardino di Crema in una foto di circa 25 anni fa (macchiata a testimonianza di un fortunoso ritrovamento)
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Quelli° che cambia neCoop tra il '5© e 960
vere è andne fondlaire un circoìo e una cooperativa Il 1945 con quella gran voglia di rivivere liberamente, di sentirsi attivi e padroni della vita, fa rinascere grandi speranze e spinge a riprendere strade che si erano interrotte. E fu un rifiorire di spacci, di cooperative. di imprese piccole e grandi. Fino quasi a moltiplicarsi pericolosamente, a frazionare le forze, a indebolire, da ultimo, ogni iniziativa. L'Unione cooperativa di Crema compare un giorno del 1945 a prelevare alcuni negozi, in piazza Roma, in via Benzonì, a Ombriano, una frazione della città, a Fiesco, che erano stati dell'Unrra, cioè di un ente che distribuiva tessuti americani forniti in virtù di una delle leggi di assistenza ai paesi europei. Ne fece degli spacci cooperativi. Si vendeva quello che si poteva: le merci erano ancora contingen-
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volta. E per San Bernardino significa un negozio orgogliosamente grande: 200 metri quadrati di superficie. Una politica, una linea di tendenza che attraversa il movimento cooperativo, l'Associazione del consumo fino al 1966, un decennio che prepara il grande sforzo del decollo decisivo degli anni settanta. Nascono le nuove leve della cooperazione, quelle diciamo "scientifiche", che porteranno con sé tutte le astuzie amministrative. Ma non si travisano le funzioni della cooperativa; la sua dichiarata decisione di essere, tra l'altro, un correttivo nel meccanismo dei prezzi è salvaguardata,
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Poi il grande balze e u.un 'ut uro tatto aperto Il paniere prima del paniere. Il ministro Altissimo (e gli altri che lo hanno preceduto) non hanno scoperto nulla. La cooperazione cremasca il "pacchetto famiglia" lo ha inventato tanti anni fa. Pane, latte, margarina, olio d'oliva e di semi e altri cinque prodotti fondamentali avevano i prezzi inferiori a qualsiasi altro negozio. Potevano sfidare qualunque campagna della concorrenza. Anche questa ha - contribuito a far crescere le aziende. Quando nel 1972 si affaccia la condizione di una unificazione con le imprese cremonese e bresciana, l'occasione è colta a volo. Non più la microamministrazione. la piccola gestione, ma una forza nuova compatta si affaccia sul mercato da una parte. ma dall'altra è una concentrazione di volontà e potenzialità sociali
che rappresentano la nuova immagine della cooperazione lombarda. Dal 1983 con l'unificazione nella Coop Lombardia. la carta geografica della regione è puntata da tante nuove bandierine di negozi e supermercati. Crema ha portato in dote la sua presenza autorevole nel Centro commerciale, un impianto moderno cui si guarda per altri passi futuri. Questa è una storia del presente. E il risultato del lavoro di centinaia di uomini, di migliaia di cooperatori che hanno sacrificato le ore della sera, della domenica, delle loro feste, le loro ferie per amministrare cooperative e gestire circoli. Milioni di ore di lavoro che nessuno ha pagato. Il cui frutto è ora in questa nuova forza.
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Conoscere l'Europa visitando le sue capitali Pasqua a Vienna I.. 490.01)0 dal 21 al 25/4/ 1984 viaggio in pullman G.T/ pensione completa/ sistemazione in camere doppie in hotel di 2a cat. superiore/ visite guidate ed ingressi Londra da L. 788.000 dal 23 al 29/4/84 itinerario: Milano/ Basilea/ Reims/ Calais! Londra/ Calais! Strasburgo/ Colmar/ Milano viaggio in pullman G.T./ passaggi marittimi/ pensione completa/ hotel 3 stelle in Francia e 2a cat. superiore a Londra/ visite guidate
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Partendo da una poesia di Carlo Porta ecco una mappa
Renato Gara vaglia
"Orsù calions, trinke wein, trinke wein! Portate qua mezzi (litri) e quartini - e bottiglioni, trinke wein, trinke wein, presto allonsr.
I brinetsf Meneg Questo c il brindisi di Meneghino all'osteria per l'entrata in Milano dell'Imperi& Regia Maestà Francesco h•tno in rvmpagnia di sua moglie l'Imperatrice Maria Luisa. Fa parte della raccolta in versi e naturalmente in milanese. Noi, che il milanese l'abbiamo ormai dimenticato, ne trascriviamo la parafrasi. Molti sono i vini nominati da Meneghino nel suo brindisi, Tra una bevuta e l'altra egli nomina uniliare° di Buscale, i dintorni di Busto (Arsizio o Garolfo:9, Canegrate vicino a Legnano, la tenuta dei Visconti di Moclrone, le colline del Gerpieno, in Brianza, i l'inetti dei dintorni di Monza, dove era cresciuta Maria Luisa, e ancora Vedano al Umbro, Mescite virino a Gorgonzola. - Vorrei metterli lì tutti m spalliera i nostri vini, - dice sento -é. Meneghino - generosi e con i baffi, quello bello limpida e sodo di Angera, quello di Castano brillante e SUCCOSO. quelli graziosi della Santa e cli Osnago, quello magnifirv di Ornate. di Burago, quello di Vaprio posato e sostanzioso, quello sincero e piccante di Casale, quelli cordiali di Colonica e areno, quelli mostosi-netti e schiet ti e saporiti - di Sovi•o, di Biassono, di Casale. di Busto piccolo, Buscate, Parabiago, di ~bello, di Cessano. Nova e Desio, eli Magenta. di Ariate. di Vamse, e altri mille milioni - di vini buoni, che, se arriva ari assaggiarli il PA DRON E, non ne beve mai più un goccio .forestiero; forse loda. chi sa, il Cantiniere, e forse anche lo chiama e gli ordina di
inviargliene qualche carro-botte a Vienna". Siamo nella Milano risorgimentale del Porta. Le statistiche napoleoniche citavano Bergamo come lu provincia di gran lunga più produttiva. più viticola E siamo solo nel I 8 10. 1 moti insurrezionali sono ancora lontani. Quei Vini elencati dal poeta milanese oggi non esistono più. Ahimè, dobbianto fOrse rcaìlnutdreni? Luigi Veronelli, noto esperto, cfi•e proprio di no. Forse in quelle zone sono rimaste delle vigne irta fanno solo uì.a selvatica. "Non erano grandi vini - sostiene Verottelli - erano vini di ovino consumo. Adatti alle esigenze di allora più alimentari che edonistiche. La maggior parte della gente non beveva vino per migliorare la qualità della vita ma solo come aggiunta alimentare ai magri pasti. Erano tutte viti di pianura e dunque di non eccelsa qualità". Comunque anche la Loni barche ha una ricca produzione di vini bianchi e rossi. Purtroppo, a differenza di altre zone come il Piemonte, sono poco conosciuti e indicati con il nome generico (Bonaccia, Barbera)e pron con il nome della località (come Barolo, Sizz.ann, Ghenune, Gattinara etc.). I contadini lombardi avrebbero una remunerazione più alta se la gente trovasse vini con 170171i precisi del vigneto come Barbarcarlo o Lugana. Ma vediamo, con l'aiuto di Veronelli, di tracciare una specie di mappa dei vini lombardi: provincia per provincia, in ordine alfabetico.
EB RGAMO/ BRESCIA/ COMO/ CREMONA VARESE/ MANTOVA/ MILA Tira Tossfi, Nane i e rossitf delle e illne diet Bergamo - Ai primi dell'800 era la provincia che produceva più vino. Ancor oggi, infatti, le colline bergamasche sono tutte terrazzate. Adesso però non si produce quasi più nulla. Malattie, come la fillossera, hanno distrutto te vigne. Solo nel dopoguerra hanno riacquistato valore i vini di una valle (Valcalepio) che dà bianchi e rossi molto validi, derivati da uve cabernet, meriot, schiava gentile e schiava grossa. La zona migliore si trova nel comune di Grumello c dà un vino che si chiama, appunto, Valcalepio bianco e Valcalepio rosso. Ricordiamo anche il Moscato di Scanzo, dal colore rosso rubino con riflessi granati.
Brescia - Nella zona da Rovato al lago disco, che si chiama Franciacorta, nome di origine sconosciuta, si producono spumanti di alta qualità. Vi sono altri vigneti con buona produzione di Pinot bianco, da cui deriva il Pinot di Franciacorta, vino DOC. Da uve nere come cabernet e merlat si ricava il Franciacorta rosso. Anche il Botticino è un rosso molto apprezzato. Nello stesso comune di Brescia, tutta la zona che sta sotto lo stadio, la frazione Ronco di Mompiano, dà un vino eccezionale. Anche qui vi sono possibilità non sfruttate perché poco conosciute. Nella zona del lago di Garda, infine, a Desenzano e a Sirmione si hanno i rossi e i rosati del Lago di Garda, il Lugana e il Bianco di Custoza.
Como - Noto il rosso di Bellagio. Vi sono tantissimi vitigni le cui uve vengono mescolate. A Montevecchia, una volta considerata la montagna di Milano si producono ottimi bianchi (prodotti con uve pinot bianco, riesling italico, greco, trebbiano, malvasia e altre locali) e rossi prodotti con uve barbera. merlot, nebbiolo e locali. Sempre in provincia di coma ricordiamo il rosso Gnantino e il rosso Tremezzino.
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di terra Cremona e Varese Queste due province le mettiamo insieme perché ormai producono pochissimo, quasi solo ad uso familiare. Vini di estrema semplicità nel Cremonese con uva americana, fragola, clima. Sulle colline di Varese fino ad un secolo fa si producevano vini seri come nella zona di Angera. seminaristi del Seminaro arcivescovile di Milano pasteggiavano con quel vino. Oggi, dopo le grandi distruzioni prodotte da malattie come lo oidio e soprattutto la fillossera, moltissime vigne sono scomparse. Non si e, poi, ritenuto più conveniente piantare nuove viti.
Mantova - Vini delle colline moreniche. Vini beverini, leggeri. Si sente già la presenza dell'Emilia con l'influenza del Lambrusco, Tra i bianchi da citare il Tocai dell'Alto Mincio, dai comuni di Ponte sul Mincio, Volta Mantovana, Cavriana, Solferino e Castiglione delle Stiviere. Un bianco giallo verdolino chiaro, dal profumo personale e dal sapore secco, morbido e leggero. Da gustare a 10-12° C con pesci d'acqua dolce.
Milano - Testimonianze storiche sulla zona di S. Colombano al La.mbro. Vini bianchi con l'uva verdea. Vini molto vinosi, sapidi che sanno proprio di uva. Vino detta "tergo", contadino ed elegante nello stesso tempo. A Dosso del I.upo, nel Comune di San Colombano si spilla un vino daI nome celestiale: il Verdea della Tonsa Nettare dei Santi. Colore giallo paglierino, profumo vinoso, sapore anche vinoso sul lieve fondo amabile. Con 10-11° di alcol e nessuna capacità di invecchiare. Va servito a 10-12 °C sulla frutta e sulla pasticceria,
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Le foto sono tratte da "Enciclopedia Mondiale dei vini e delle acquaviti" "Il Veronelli", Rizzoli Editore Milano
STO/SONDRIO/ PAVIA Sondrfie ire delk vdgna neY,2 montagna, _ornbazda Sondrio - E veniamo alla montagna lombarda. Ha i vini più deputati. Questa provincia ha avuto la fortuna di avere come vitigno principale il Nebbiolo che è lo stesso che dà i grandi vini piemontesi come il Carcma e il Barbaresco. Piccola parentesi storica: il Barbaresco fu nominato cosi perché si racconta, in una leggenda, che quando nel 900 i fuggiaschi di Alba furono raggiunti dai Barbareschi fecero loro abbondantissime offerte di vino della località.
E i pirati tanto ne bevvero che si ubriacarono e caddero addormentati, rendendo possibile agli Albesi di sterminarli. Anche Tito Livio, nella sua monumentale Storia Romana, cita il "succo delle vigne di Barbaritium". Nella zona di Sondrio l'uva Nebbiolo si chiama Chiavennasca e dà tutta la serie dei grandi vini valtellinesi: Sassella, Gru-
mello, Inferno, per citare i più noti. In Provincia di Sondrio la vendemmia viene eseguita a mano con carrucole che portano l'uva dall'alto verso la valle o con delle gerle a spalla. La produzione di questa zona montanara è minima ma di alta qualità. In Valtellina, infine, c'è uno dei pochi vini lavorati, maggiorati in Lombardia. Si chiama Sforzato (o Sfurzàt o Sfursàt) che viene ottenuto da uva chiavennasca lasciata appassire e vinificato in gennaio. Il colore è rosso aranciato; bouquet etereo; sapore austero, robusto e generoso. Ha 14-15° di alcol e ottima capacità d'invecchiare. Va servito a 18-20 °C sui piatti a base di carni rosse e cacciagione. Naturalmente è vino DOC.
Pavia - È la provincia più importante. L'Oltrepo pavese è una località d'elezione per il Pinot nero e lo Chardonnay che sono vini base per la produzione di spumante. Dall'Oltrepo partono quasi tutte le uve per la preparazione degli spumanti piemontesi. Quelli più reputati (Lancia, Cinzano, Riccadonna) sono, per la maggior parte, fatti con uve del Pavese. Ultimamente sono sorte varie cantine che spumantizzano in luogo come la Cantina Sociale di S. Maria La Versa. L'Oltrepo produce uve bianche e uve nere. Lo spumante bianco e lo champagne vengono prodotti con uve nere. Infatti premendo le uve nere e sottraendo il mosto immediatamente dal contatto con le bucce si ricava lo spumante bianco. Tutto il colore di un vino è contenuto nella buccia. Ci sono comunque anche spumanti bianchi che derivano da uve bianche. Il Pinot è di origine francese come il Cabernet, il Merlot, dai primi '800. Il primo deriva dalla Borgogna e gli altri due dal Bordolese. Sono vitigni di grande resistenza come il riesling italico, il riesling renano, la malvasia. Poi c'è la grande famiglia dei rossi DOC che sono prodotti con uva barbera, croatina e uva rara. Con varie proporzioni di uvaggio si ottengono i rossi dell'Oltrepo. mentre in vece l'uva rara dà il Bonarda. In questa zona c'è un esempio unico in Italia: il "cru" (da eroitre, crescere). È una zona di particolare vocazione vinicola. La nomenclatura enologica deriva dal francese, come quella musicale dall'italiano e quella delle acqueviti dagli Stati Uniti. Nel comune di Broni, c'è una zona "cru". il Barhacarlo che produce un vino omonimo fatto con uve croatinc, uva rara, ughetta e barbera. Dall'intenso color rosso rubino; spiccato profumo tutto particolare: sapore asciutto, arnmandorlato e robusto. Vino DOC. Vino eccellente dovuto al microclima particolare di quella zona, alle caratteristiche del terreno e alla capacità degli uomini che lavorano quella terra e il vino. C'è stato un epidosio, chiarito alcuni mesi fa dal TAR. il Tribunale regionale. I legislatori italiani avevano allargato la zona del Barbacarlo aldilà della piccola vigna d'origine, concedendo la denominazione anche alle vigne circostanti. Il proprietario dei terreni del Barbacarlo è ricorso al Tribunale contro l'allargamento del nome e ha vinto la causa. Questa sentenza ha stabilito così che un vino nasce da una terra precisa e da questa assume doti particolari e dunque non sono ammissibili sconfinamenti e confusioni. Se i francesi ancora ci sopravvanzano riguardo alla remunerazione (se non in base alla qualità) è anche perché sono dotati di una legislatura più rigorosa e difensiva dei diritti dei contadini delle singole zone. P risaputo che le vigne più difficili eppure con alta qualità di vini sono quelle di collina e di montagna, in posizione scoscesa, quelle esposte a mezzogiorno. Queste però danno anche meno vino di' quelle di pianura. La vigna scoscesa riceve meno acqua perché scorre via lungo i pendii. Bisognerebbe allora proteggere il contadino che lavora in condizioni più difficili (e produce miglior vino) e guadagna meno. In mancanza di leggi adeguate assistiamo al progressivo abbandono delle colline e ad un eccesso produttivo in pianura con conseguente calo qualitativo e crisi del mercato. I produttori di pianura (quasi tutti industriali) hanno fatto sì che le leggi fossero uguali per loro e per le zone di collina, a tutto svantaggio dei lavoratori più disagiati.
Cosa c'è nell'84 della Coop Lombardia
Daniele Moltrasio
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d:ohbligata, un ezetz vare1Umomento di riflessione inwegirati-m per la ritrova cooperativa nata agli iniZ( del 1984. I numeri adesso diventano più grandi, i problemi si fanno più complessi e la necessità di essere il più precisi possibile, di centrare gli obiettivi raggiungibili, è fondamentale. Per questo, nell'oroscopo della cooperativa, si rifuggono per principio le illusioni, figlie in avanti, era si tengono in buon CUPa0 gli obiettivi possibili, calibrati con i gravi problemi che attualmente affliggono a paese e che condizionati° strettati iente lo sviluppo di a u le le azietuk., Coop Lombardia compresa. Come guardare allora a questo 1984? Con ponderazione e con quel tatuo di cautela necessaria, ma senza per questo riman.iare spirito di crescita e di raffbrzamento che é stato alla base dellUtlificazione. E il passalo, in questo senso ci è di con/Orto. Nel 1983 infatti le vendite della Coop Lombardia hanno complessivamente fatto registrare utn inCreMenI0 di circa il 22 per cento sull'82, a fronte di un tasso inflauivo de' 14.8 per cento. Che cosa significa? Che la differenza in più tra gli annienti dei prezzi e lo sviluppo delle vendite, la Coop Lombardia l'ha conquistata sul campo, acquisendo nuovi clienti (+6 per cento).
Cremona. Nozze d'argento tra &List-fica e Coop
Il livello dei Consumi, rilevato dallo scontrino medio, é rilnaS(C) stabile. Questo è un dato assai importante perché la rete di vendita coop è risultata rompe M ivu per qualità e prezzi e i nuovi consumatori l'hanno premiata con la loro fiducia. Per il 1984 gli astrologhi della Coup prevedono un incremento delle vendite di buco superiore al 15 per c'evito,- puri arala• sembrare un cifra prudente rispetto al 22 per c'evito n'a bisogna tener presente che l'inflazione nel 1984 diminuirà di qualche punto e la tendenza alla contrazione dei consumi farvorita miche dalle recenti n pàe re governative, é orinai in atto e non lascia prevedere schiarite. In tutto questo quadra emerge poi il dato fondamentale dello sviluppo. Anche nel 1984 la cooperativa vuole crescere, svilupparsi per meglio svolgere la sua I piani di investimento sono onerosi e finportanti C1171 l'avvio dei lavori di r .o.sultzione di due nuovi sitpertiietral i a Peschiera B017'0137E0 e Nomee Milanese. Ha tutta l'aria di essere lui 1984 ancora all'insegna della crescita con ta miglioramento più marcato della rete di vendita, più ricca di negozi funzionali e nroderni. Su queste basi, nonostante i tempi duri, il 1984 della Coop Lombardia sembra essere un anno positivo, ricco di potenzialità innovative.
abbiamo crescere allora investiamo 12 miliardi 11 1984. nella storia della Coop. va sicuramente ricordato come l'anno dell'unificazione. Con questo processo di fusione la nostra cooperativa si è dotata degli strumenti e si è data la struttura necessaria per competere sul mercato con la distribuzione privata per divenire una importante forza economica della nostra regione. Ma, come dicevamo, un'azienda dinamica non può concedersi il lusso di fermarsi: deve crescere. Già lo scorso anno è stato caratterizzato da due notevoli ed importanti aperture: a Vigevano e Bareggi q che hanno dato fiato e impulso alla nostra azione. Per quest'anno il piano degli investimenti diventa un momento di impegno centrale, sul quale la cooperativa punta le sue carte per andare avanti. Si prevedono investimenti per
Una lotta a coltello tra vendite e tasso di inflazione
Era il 1957 quando un gruppo di amici (Arcari Agosti - Bonvini - Farina - Ghisolfi - Garoli) amanti dello sport popolare e della vita sociale decisero di formare (oltre che condurre l'allora autonoma e gloriosa cooperativa A. Boldori) un gruppo sportivo ciclistica.
E con il magazzino di Pieve negozi sempre ben riforniti circa dodici miliardi e la cifra non consente dubbi sulla volontà di affrontare questo difficile momento di petto, con il coraggio ed il senso di responsabilità necessari. Ingrandirsi significa creare nuovi posti di lavoro, bonificare con il proprio peso commerciale il mercato, avviare una attività sociale, dar vita a quel tessuto che fa della cooperazione un'azienda diversa dalle altre. Questo, alla fine dei conti, è significato più vero del nostro sviluppo: non una ricerca fine a se stessa del profitto ma un reinvestimento degli utili allo scopo di tutelare nel miglior modo possibile il consumatore.
E possibile fare una sintesi di quello che gli esperti. i maghi dci conti della cooperativa hanno indicato stilando il bilancio preventivo? Forse è difficile ma crediamo che l'84 per la cooperativa sarà positivo, ed il bilancio preventivo centrato, se si verificheranno perlomeno tre importanti elementi: I) un incremento delle vendite superiore al tasso di inflazione 2) il mantenimento del margine
t in ultertore aspetto di interesse nell'ambito del bilancio è rap-
cooperati \ i. piccoli e inedi, della regione. garantendo anche a
presentato dall'incidenza della gestione del magazzino di Pieve Emanuele. Le dimensioni raggiunte dai magazzini di Pieve consentono oggi di conseguire dei concreti benefici, grazie ad un abbassamento notevole dei costi generali e anche questo e un vantaggio derivato dall'unificazione. La razionalizzazione del lavoro, la velocità con la quale le merci arrivano ed escono dai cancelli del magazzino per giungere ai punti vendita ha consentito di abbassare l ricarico operato dalla cooperativa con un conseguente risparmio per i soci ed i clienti. Il magazzino inoltre svolge una funzione importante perché non si limita a rifornire la rete dei negozi della Coop Lombardia, ma rifornisce ben 104 negozi
queste piccole strutture di godere dei benefici derivati dai minori costi generali, un vantaggio questo frutto del lavoro in cooperativa. Una voce ulteriore del bilancio è rappresentata dalle differenze inventariali. Se sono cresciuti i numeri delle entrate della cooperativa èassolutamente necessario che in questo campo non ci sia una progressione aritmetica. Differenze inventariali è un modo elegante per chiamare quelle merci che non vengano pagate alle casse, cioè rubate. Proprio perché i numeri ora sono più grandi è assolutamente necessario per questo 1984 mantenere dei livelli percentuali modesti, pena il vedere compromesso seriamente un anno di sforzi e di lavoro.
di guadagno della cooperativa attraverso la riduzione delle voci negative come le differenze d'inventario. 3) una riduzione dell'incidenza percentuale dei costi. In questi punti è racchiuso il segreto, se così lo possiamo chiamare, di un buon andamento della cooperativa. E questo significherà convenienza dei prezzi, qualificazione del nostro assortimento, maggiore
impegno nell'offrire negozi sempre più funzionali, qualificazione sempre maggiore del prodotto Coop e tante altre cose che tendono a fare del negozio Coop un qualcosa di diverso. Dentro la sfera di cristallo il futuro sembra ancora positivo, ma non c'è che un modo perché lo diventi effettivamente: quello dell'impegno e del lavoro in comune.
Erano i tempi d'oro dello sport più popolare di Coppi e Bartali e dei cremonesi Spetti e Ferlenghi. Il gruppo si proponeva allora attraverso la sua attività di rendere possibile la pratica dello sport dilettantistico ai giovani ed ai soci del rione che lo desideravano. Piano piana il gruppo prese forza e
cominciò a farsi conoscere nella zona. Si giunse agli anni settanta: la cooperativa A. Boldori entrò nella grande famiglia, nell'Unione cooperativa di consumo di Cremona cosi divenne Gruppo Sportivo. Tanti ragazzi hanno c stanno tuttora vestendo i colori sociali portandoli ovunque, tenendo sempre alto il prestigo della società cooperativa a favore dii tutti. 11 gruppo sportivo, inoltre, é patrocinatore ed organizzatore di diverse manifestazioni in tutta la provincia sia a carattere regionale che nazionale, organizzando di volta in volta anche gite turistiche per i propri soci. 11 gruppo sportivo Coop ha già festeggiato con entusiasmo le nozze d'argento si sente giovane e con la voglia di andare avanti per il bene dei giovani e dei cittadini perché il motto è "partecipare per far partecipare". Ermes Zangrandi
Nella prima foto, da sinistra Garoli, Arcani, Farina, Fornari, Sfida, Ghisolfi ad una cerimonia per la nascita del gruppo sportivo. Qui accanto: 1983, partenza della gara nazionale femminile 1983
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Cosa c'è di nuovo Le prime ce azioni non SO© tutte guaii C'è chi la preferisce leggera, chi più abbondante, chi più abbondante ancora. Chi beve e non mangia, chi mangia e non beve, chi beve e mangia. Ma qual è quella giusta? E c'è una prima colazione più giusta delle altre? Non è facile dirlo. Ma cosa ne pensano gli esperti? Prendiamo, per esempio, le tre colazioni che vedete qui.
Una è la tipica colazione da bar, quella consumata in frena e in piedi, cappuccio zuccherato e brioche. È "scarsa in tutti i principi nutritivi e con ridotto apporto vitaminico" e copre a malapena il 10% del fabbisogno giornaliero.
L'altra, con una tana di latte intero zuccherato, comflakes, un panino con 30 gr. di formaggio e una mela. arriva al 30% ed è "particolarmente ricca di proteine, ad elevato contenuto di calcio e bilanciata quanto a vitamine".
La terza, fatta di the zuccherato, yogurt intero, 4 fette biscottate con burro e marmellata e una spremuta d'arancia arriva al 20% ed è "abbastanza bilanciata in tutti i principi nutritivi, compresi calcio e vitamine". Prime colazioni diverse, dunque, per persone con abitudini e gusti diversi. Una cosa però è certa e comune a tutti. Ognuno può trovare tutto ciò che serve per la prima colazione preferita alla Coop. Li troverà, a prezzi convenienti, in un'ampia gamma, tutti i prodotti che cerca. Dal 16 al 26 marzo a prezzi ancora più convenienti del solito. Perché anche per la prima colazione la Coop ha pensato a tutto ma proprio a tutto. Dal primo all'ultimo dettaglio.
Ma alla Coop rovi file° pCT tWittitip dfl prima co azione Crema spalrubile C Op
clepurztere per 9 2C0p12.
p Una trovata che ha avuto grande fortuna: la crema da spalmare sul pane. Per i bambini a merenda, ma pare che anche i grandi ne vadano ghiotti. La Coop che immette un nuovo prodotto coI suo marchio avverte in una scheda di "farne un uso moderato per non ingrassare troppo e non squilibrare l'alimentazione". La "crema spalinabile Coop" è prodotta in due tipi:
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Depuratore d'acqua laraun Acqua più pura e buona. Egirnina anche il sapore del cloro.
La Braun ha studiato e presentato sul mercato un nuovo tipo di depuratore studiato per rendere più pura l'acqua. Applicato direttamente
al rubinetto, come nella foto, elimina anche il sapore del cloro e trattiene le particelle in sospensione senza tuttavia eliminare i sali minerali e
MUSRM J argE per
iarz;742. 8811un
fluoro necessari all'organismo, La confezione (che è disponibile nei più importanti punti di vendita Coop) si
compone di: I depuratore d'acqua, 1 adattatore con anello di bloccaggio. 2 filtri depuratore è in vendita a L. 22.000.
a) crema spalmabile con nocciole e cacao magro. Disponibile in vasetti da 57, 170, 220, 370 e 800grammi. Ingredienti: zucchero 50%, oli e grassi vegetali 24%, nocciole 10%, latte scremato in polvere 8%, cacao magro in polvere 8%, emulsionante lecitina di soia, aroma naturale (vanillina).
b) crema spalmabile "doppio gusto". Disponibile in vasetto da 370 grammi, Ingredienti: zucchero 54%, oli e grassi vegetali 27%, latte scremato in polvere 13%, nocciole 6%, emulsionante lecitina di soia, aroma naturale (vanillina).
I contenuti nutrizionali non variano per i due tipi. 100 grammi di prodotto danno 540 calorie, fornite per il 46% da carboidrati, per
il 50% da grassi e per il 4% da proteine. La composizione in nutrienti di 100 grammi di crema spaimabile è: carboidrati 62,5 gr., grassi 30 gr., proteine 6 gr., sali minerali 1,5 gr.
Un'orchestra ed un grande direttore, una cantante tra le più i sod famose e un pianista raffinato, in tre dischi che celebrano 3 libro del mese l'immortale storia del jazz. ameuxteeticome
ELLA FUGERALD
Leone Tolstoj Anna Karenina
~MA CCNI~ 1K Iti~.
Anna Kariènin a
Di quest'opera di Tolstoj (1828-1910) ha così scritto Dostojewsky: "...è una cosa perfetta come opera d'arte, Una colossale indagine psicologica dell'anima umana".
1) Duke Ellington 2) Ella Fitzgerald Latin American Suite The best is yet to come Ociupata - Chica guadradino - Eque - Tina -
The slceping lady and the giant who watches over her - Latin American sunshine Brasilliance - Recorded by Fantasy
i wonder where ourlove has gone - Don't be that way - God bless the child - You'rc driving me crazy -Good-byc - Any old time Autumn in New York - The best is yet to come - Deep purple - Somewhere in the night
3) Bill Evans Eloquente Gone with wind - Saudado do Brasil - In a sentimental mood - But beautifuI - All of you - Since we met - But not for me - Isn't it rornantic - The opener - When in Rame - h a Ma Ze5 me Recorded by Fantasy
Prezzo ai soci L. 22.000 - Incisioni Fonit-Cetra - Prenotazioni dai 26/3 ai 7/4 1984
2 volumi Editore Garzang Prezzo di copertina L. 112.500 Ai Soci L. 10.000
La Cialt2 -pzgatA s ella come carta Dai verbali della relazione svolta dagli uffici nwrrici provinciali risulta che la contravvenzioni elevale ai commercianti • l minuto di prodotti alimentari nel
1983 per violazione della legge sul peso netto sono Male solo 500 in tutta la penisola. Una cifra ridicola se si pensa che la maggior parte dei gestori di negozi alimentari 11071 dispone di bilance capaci di "calcolare la tara" e che laddove esistono i dispositivi di calcolo adatti (bilance elettroniche) non vengotto Si tratta di una aperta violazione delle leggi in atto e di una frode continua nei confronti del cittadino consumatore. Il danno economico non si risolve nelle "20-30 lire" come sottolinea 11 Sole 24 ore in prima pagina in un corsivo, ma eli ttrn aggravio di 200, 500, sino o oltre mille lire al chilogrammo sullo scontrino finale di ogni pesata. Un fiuto continuo, teso a rimpolpare ulteriormente le finanze dei •ommer•iami troppo Arbi, una situazione accettata con troppa indifferenza dagli organi di controllo preposti che si ostinano a minimizzare le dimensioni del fenomeno. Gli stessi fabbricanti di bilance asseriscono che numerosi sono gli acquisti di strumenti di pesatura aventi classi di precisione inadeguate rispetto a quelle stabilite dalla legge. Purtroppo basta fare un giro nei negozi per rendersi conto di come nessun "bottegaio" rispetti la legge sul peso netto e come pochissimi siano i consumatori a conoscenza della legge. Basta fare due calcoli veloci per scoprire che durante i giorni di maggior affluenza in questi ne-
goti qualche centinaio di biglietti da mille vengono intascati furbescamente dal proprietario grazie al mancato inserimento del dispositivo che consente i) calcolo della tara. Il conto è molto semplice: mediamente a Milano un chilo di pasticcini costa 15.000 lire e un vassoio adatto per contenerli pesa circa 80 grammi, ogni volta che il negoziante non toglie la tara il consumatore paga 1.000 lire in più per il vassoio (al chilogrammo). Grave è pure la situazione nelle rosticcerie dove vengono usate eleganti vas•heue di alluminio destinate a cOnienere le invitanti specialità gastrottotni•he. Tutto ciò avviene quotidianamente nonostante molti pubblici esercizi siano dotati di costose e precise bilance elettroniche che permettono facilmente e senza fadca di scalare la tura dal peso della merce. Ma vediamo cosa dice la legislazione in merito. Nel mese di marzo del 1981 è stata approvala una legge che in teoria dovrebbe proteggere il •ottsumatore dagli eccessi di peso della carta e dei contenitori. La legge prevede che entro l'agosto 1986 tutte le bilance utilizzate per la vendita al minuto dei prodotti alimentari dovranno permettere la visualizzazione diretta e immediata del peso netto. In questo intervallo di tempo i negoziami devono: n collocare la bilancia in modo tale da consentire all'acquirente la visione immediata del peso • fare in modo che la carta o il contenitore usato per avvolgere i prodotti alimentari tinti superi il 2,5 per cento della merce.
Ma esiste davvero in Italia
I
una legge sul peso netto. Se controllori sono atitantfi consumatore...
Quando sb' ordkrn no cento milnnul dfi proselito
Circa un terzo degli esercizi visitati durante l'indagine condotta dal ministero dell'Industria utilizzava bilance non in regola per l'indicazione della tara.
In pratica ordinando l00 grammi di prosciutto la carta che concorre a formare il peso non deve superare i 2,5 grammi, se invece ne vogliamo due etti la carta non potrà arrivare ai 5 grammi, Questa norma è valida sino ad un massimo di 500 grammi di merce, per pesate superiori la tara pagata non deve mai superare i 13 grammi (vedi tabella). Gli involucri protettivi a diretto contatto con il prodotto come il budello per gli insaccati, lo spago dei salumi, la carta delle caramelle a dei cioccolatini non devono considerarsi tara mentre, per i prodotti confezionati recanti in etichetta il peso netto, il consumatore prima di effettuare l'acquisto può chiedere l'apertura dell'imballaggio per verificarne il peso e, nel caso ri-
La famosa "carta prepesata per uso alimentare" con una grammatura sufficientemente bassa tale da consentire il rispetto della legge (60 grammi per metroquadrato) viene usata solo nel nord-Italia a Roma e a Napoli mentre in tutti gli altri paesi si impiega carta da 200 grammi al metroquadrato palesemente oltre i limiti di legge. La storia della carta venduta al prezzo del prosciutto è datata nel tempo, oggi però grazie alle nuove bilance elettroniche e alle norme sulla vendita a peso netto il consumatore oltre che uffi-
cialrnente tutelato ha la possibilità di non farsi più prendere in giro dai negozianti. Vista la latitanza degli organi ufficiali di controllo il sistema migliore per fare rispettare la legge consiste nel contestare direttamente al commerciante la regolarità della pesata e sporgere denuncia anche telefonica alla Polizia Annonaria che a volte interviene. Interessante sarebbe conoscere il parere della Confcommercio al riguardo,
sulti inferiore a quellostampato, pagare in proporzione meno. Ma l'aspetto peggiore riguarda la malafede di alcuni negozianti che, pur essendo dotati di bilance elettroniche, disinseriscono regolarmente il dispositivo per il calcolo della tara. La verifica di queste furbizie è semplice: osservando il quadrante luminoso della bilancia si noterà che le zone illuminate e quindi in funzione sono solo tre (prezzo al chilo, peso della merce, prezzo della merce) mentre la zona relativa alla tara è sovente spenta e i numerini non compaiono. L'altra furberia consiste nell'accendere il dispositivo della tara, e d i bloccarlo, in questo modo il consumatore noterà che la zona tara indica sempre "zero",
—
Assernbllee con fi soci prestatori In molte località si tengono riunioni con i soci prestatori. Sono incontri che stabiliscono un contatto vivo e diretto con quei soci che hanno scelto di dare una fiducia concreta alla cooperativa perir
suo sviluppo, Dall'inizio di questa tornata invernale si sono tenute ben 23 riunioni, con oltre 1.000 partecipanti; è questo un sintomo di una fiducia che cresce e di un lavoro organizzativo preciso e veramente efficace realizzato col contributo di Giulio Garbelli, Nella foto, un momento dell'Assemblea tenuta a Sesto San Giovanni con i soci prestatori.
Premio Coop ailla "Sei giorni"
Anche quest'anno si è corsa la "Sei giorni ciclistica" al Palasport di Milano e anche quest'anno la Coop Lombardia è stata sponsorizzatrice della tappa finale della competizione riservata ai dilettanti. Nella foto il presidente della Coop Lombardia, Ambrogio Vaghi, Belotti e Mariani, alla consegna dei premi ai vincitori,