Anno 3 - n. 10 Dicembre 19 :
Comitato Regionale Lombardo
Periodico mensile della
Coop Lombardia Comitato di Redazione Gian Pietro De Miche]i Sergio Ferrario, Sergio Ghiringhelli, Lidia Lommi, Daniele Moltrasio, Enrico Rossi. Adolfo Scalpelli. Ambrogio Vaghi, Giorgio Vozza Direttore responsabile Adolfo Scalpelli
Impaginazione: Franco Malagut i Mafia Rosa Torri
Stampa: Coop. Guado" Corbetta (MI) - Tel. 02 - 979446I/ 2 Spedizione h-1 abbonamento postale gruppo 111 70.
Disegni: Marina Vecchi Editrice Coop Lombardia Viale Famacosiii. 75 20 I 42 Milano - Tel. 84.65.846
Autorizzazione del Trib. di Milano n. i44. del f4 aprile 1982
quale I1 23 gennaio ta eremo il nastro del nJorvo supermercato L.
La Cleg e il vecchio Parliamo di un nuovo supermercato Coop. Sembra ormai un rito, ma non lo è. La fila dei supercoop si è allungata, in questi anni, e di parecchio. DaI 25 gennaio prossimo un altro "nastro azzurro" si aggiunge in famiglia: questa volta è di scena Peschiera Borromeo. Ogni volta è come la prima volta: ognuno dei cooperatori, dirigenti e non, sente una intima soddisfazione, una punta di orgoglio che non muta nel tempo, che non si appanna. Perché? Intanto è sempre ben presente tra noi l'impegno profuso e il lavoro umano che sta dietro queste realizzazioni, la collaborazione dei dipendenti, la generosa fiducia che i soci offrono alla cooperativa contribuendo coi loro prestiti alle possibilità di investimento. Poi, il ricuperare una tradizione cooperativa in una zona popo-
lare ove la situazione era da troppi anni statica. per dare un servizio all'altezza dei tempi, per offrire nuove possibilità di lavoro, è sempre un significativo fenomeno sociale. Ma, crediamo, l'elemento caratterizzante, che va ben oltre la legittima e giusta soddisfazione aziendale è forse, in fondo, un altro. E quello di trovarci tanta gente vicina, tanta simpatia e calore. Ci vorrebbe un amico... dice una canzone in voga, ma noi della Coop possiamo dire, anche questo con orgoglio, di amici ne abbiamo tanti, centinaia, migliaia, decine di migliaia. Andare per queste contrade un tempo così lontane dalla città, sparpagliate in numerose frazioni e cascine, in stradine tortuose strette tra un fossato e
una roggia in questa nebbiosa stagione, era una impresa. Eppure questi passi non sono andati perduti! Ritrovando oggi amici, cooperatori, vecchi compagni di lotta in un quadro territoriale pur così diverso, abbiamo compreso ancora u-
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na volta che certi valori sono immutabili, anche se si presentano con un volto nuovo e moderno accanto al vecchio profilo del castello dei Borromeo. Importante è restare fedeli.
Sergio Ghiringhelli
Natale è bello festa per tutti: bambini e adulti. Fronte più compatto che marcia verso la festa non è dato trovare nemmeno in occasione delle ferie estive. Anche se qualche riflessione sullo stato del Paese e su quello che ci aspetta non guasta. Alle pagine 4, 5 e ultima
Perché E raie e
Peschiera Borromeo:
Un nostro collaboratore (anche apicoltore) ci parla del miete, delle sue qualità e, perché no? della sua bontà. Dal millefiori a quello di acacia, di eucalipto e via dicendo, Vi parla di sapori e di colori. Poi ne avrete voglia. Ma comprate quello giusto. A pagina 8
il vecchio castello
"Giovani consumatori": giornate tutte per voi
Le 'Yingliette Ruz, Cenno si seno apellt2 Quando sabato 17 novembre 1984 si sono levati in volo dalla piazza deI Comune centinaia di palloncini colorati Cremona si è resa conto che da quel momento erano cominciate le "Giornate dei Giovani Consumatori". Ad ogni palloncino era appesa una cartolina con le "virgolette" rosse, simbolo della manifestazione, ed una scritta "La testa non è in vendita". Nella slogan, ma poi nello sviluppo, delle animazioni che hanno caratterizzato la manifestazione i giova,ni consumatori cremonesi insieme a tutti i cittadini, hanno potuto misurare l'impegno culturale e scientifico delle "Giornate" e la proposta pedagogica in esse contenuta. Non faremo qui l'elenco degli studenti (più di quattromila), degli insegnanti, delle personalità che hanno visi-
tato la nostra manifestazione nell'arco dei tredici giorni della sua durata; che sia stata un successo lo testimoniano l'attenzione della stampa e l'entusiasmo dei ragazzi. Quello che qui più ci interessa sottolineare è lo sviluppo di un colloquio che ci ha portato quest'anno con la collaborazione di pedagogisti e di un valido comitato scientifico, ad elaborare una proposta didattica che troverà la sua prossima realizzazione in una serie di materiali da distribuire nelle scuole. Il pedagogista Giovanni Bclgrano dell'associazione 1ARD ha realizzato un manuale di pedagogia dei consumi che si configura come un'esperienza praticamente unica in Italia e che vede la cooperazione di consumo e la Coop Lombardia in particolare come
promotori di un esperimento di grande rilevanza culturale. Questo, insieme ai due importanti convegni chc si sono tenuti a Cremona sullo sviluppo dei consumi alimentari e sulla salute del fiume Po, costituiscono il pacchetto, consistente e valida, che la Coop Lombardia ha proposto alla scuola e all'opinione pubblica. Non è certo un discorso che si esaurisce con le "Giornate" di Cremona. Questa manifestazine, per il suo carattere itinerante, si configura come una proposta che va replicata, con i necessari aggiustamenti, anche per il futuro. Quello che è certo è che essa sa suscitare stimoli tali da impegnare la cooperativa in un discorso di lungo periodo che dovrà continuare anche quando l'avvertimento centrale e spettacolare rappre-
sentato dalle animazioni sarà concluso. Da Cremona esce ancora una volta consolidato il nostro rapporto con la scuola, anche grazie a due concorsi che abbiamo proposto alle classi intervenute. Crediamo che i nostri soci, rappresentati tutti dai vincitori del concorso fotografico premiati appunto durante le "Giornate", e da coloro che sono intervenuti, possano aver tratto da questa esperienza una legittima e grande soddisfazione. Anche questo è un sintomo di una cooperazione che cresce, che propone che si qualifica ancora di più come un soggetto capace in questi tempi di dare risposte e proposte per cambiare e far crescere la società. Daniele Moltrasio
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Cosa c'è in più al supermercato Coop
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negozi Coop C0111
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Valido dal 17/ 12/ 1984 a 12 / 1/ 985
Burro giglio sigillo olo r. 50 Prezzo di vendita L900
Milano, via Ornato; Milano, via Pitagora; Peschiera Borromeo; Lodi; Opera; Gareggio; Vigevano; Corsico; Bollate; Cinisello, Garibaldi; Como; Crema; Brescia, via Venezia; Cremona, via Ca' del Vescovo; Cremona, via Ghinaglia.
Ote) 'fiera del °e, Fino a pochi anni fa al supermercato si compravano salo cose da mangiare. Pasta, salumi e formaggi erano gli ingredienti base degli acquisti della famiglia media italiana. Successivamente, i consumi si sono evoluti: lo sviluppo economico ha aumentato il reddito medio e per gli italiani sono diventati accessibili prodotti fino ad allora sconosciuti. La distribuzione moderna si è trovata di fronte al problema peraltro gradito, di far fronte a questo nuova fetta di mercato ed i supermercati, lentamente, hanno ampliato il settore dedicato a quello che, con il solito termine inglese, viene oggi indicato come non-food (letteralmente non alimentare). Anche la Coop ha dovuto fare le sue scelte. In Lombardia, la cooperazione di consumo, nell'ambito del suo costante processo di crescita, ha imboccato con decisione la strada dell'allargamento dei non alimentari e questo sostanzialmente per due motivi. In primo luogo perché, di fronte all'interesse dei consumatori, ha potuto incrementare cospicuamente le vendite; in secondo luogo perché l'ultimo congresso dell'Associazione ha delineato una nuova strategia per i punti vendita Coop. Alla Coop Lombardia, che rappresenta la più grande cooperativa della regione, è stato assegnato il compito di gestire grandi e moderne strutture di vendita, con supermercati integrati a piastra unica, e di progettare lo sviluppo anche nel settore delle grandissime strutture. Entro la fine degli anni '80 esse saranno almeno tre. pensabile che si costruiscano spazi di oltre 5.000 mq. per vendere solo alimentari? Certamente no. E ovvio invece che in questi punti vendita il ventaglio dei prodotti deve spaziare anche in settori non tradizionali. Da qui il progetto di misurarsi con il non-food: una scelta strategica, ma anche coraggiosa perché per vendere bene, a prezzi vantaggiosi e convenienti, non ci si può improvvisare una professionalità ed un'esperienza. Bisogna acquisirla lavorando seriamente e con continuità, cosa che è stata fatta secondo lo stile e la tradizione Coop.
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Caro "Quale Consumo", siamo i .soci di gareggio e Vigevano che hanno frequentato il corso per dirigenti di sezioni Soci a Faggeta Lario. Possiamo affermare che si è trattato di una esperienza utilissima ed è importante che venga ripetuta per altri soci. Attraverso le parole dello storico Giusto Perretta, ci siamo resi conto di quanto profonde siano le radici della cooperazione nella storia d'Italia e di quanto misere fossero le condizioni dei primi cooperatori. rulli dovrebbero conoscere come essi sapessero in tanta povertà coltivare nobilissimi sentimenti di solidarietà ed aiuto reciproco e come attraverso la cooperazione prendessero sempre più coscienza della propria dignità efbrza. E rassicurante anche per il lavoro di oggi saper di avere radici così antiche e robuste. Continuando il corso, altri dirigenti della Coop e del Movimento, ci hanno mostrato i meccanismi difunzionamento di una moderna cooperativa di consumatori ed ognuno di loro ha saputo farlo in modo semplice ed interessante, nonostante certi
argomenti fossero piuttosto pesanti. Ma l'aspetto che ci pare più importante e produttivo di questo corso, è stato la possibilità unica, di un confronto continuo con le varie realtà della Coop e dello scambio di esperienze, idee e metodi di lavoro tra le varie sezioni soci. Di tutte queste cose siamo grati ai responsabili del settore Soci e Consumatori che lo hanno ideato e realizzato e mentre .salutianto fraternamente tutti gli altri partecipanti (con i quali abbiamo passato momenti di vera amicizia), mandiamo un saluto particolare ed i migliori auguri, a Giulio Garbelli che purtroppo per un malessere non ha potuto tenere le sue "lezioni".
Giuseppe Ciceri, Grazia Localelli, Rosella Politi, Giacomo Ponzé Bareggio-Vigevano
Una cEasse diventa Coup Caro "Quale Consumo" sono un bambino di dieci anni e frequento la classe 5' B della scuola "Salvo D'Acquisto", in via Martiri delle Fosse Ardeatine, nella città di Bresso, in provincia di Milano.
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Alcuni aspetti del reparto non alimentari di Como, inaugurato nel 1982.
Nuove competenze Intanto si è provveduto ad inserire nei ranghi aziendali figure professionali che potessero garantire la necessaria competenza. Franco Manfredini, il nuovo capo settore dei non alimentari, ha una lunga esperienza di lavoro maturata alla Standa. Dal luglio 1984 è in forza alla Coop e, con i suoi collaboratori, sta lavorando perché il nonfood, su cui tanto punta la cooperativa, migliori e garantisca ai soci e ai consumatori la stessa
Tendere al megfio La convinzione della Cooperativa è comunque quella che in futuro, con le nuove aperture e con l'inizio del ciclo delle grandissime dimensioni, il servizio nel settore non-food tenderà al meglio, divenendo sempre più conveniente e più qualificato. Per ora la scelta fatta è quella di soddisfare la richiesta nel settore dei consumi casalinghi, di utilizzo e di necessità più immediata. Ogni anno la Coop Lombardia promuove quattro campagne
qualità e la stessa convenienza date dai prodotti alimentari. C'è da dire che i problemi non mancano. Il settore non-food richiede infatti tecnologie e competenze completamente differenti da quello alimentare. E inoltre bisogna programmare, formare il personale e usufruire al meglio anche di quei negozi che, a causa dei tempi in cui sono stati costruiti, non sono calibrati per padelle, pentole e fai da te. Nella fase attuale la scelta è stata quel-
che si incentrano su consumi ben rodati e di prima necessità: la scuola, il giocattolo, il pic-nic e la fiera del bianco. Sono prodotti di largo consumo, ormai divenuti abituali in tutte le famiglie e riuscire a costituire un calmiere sui prezzi, ad esempio della scuola, che ogni anno registra impennate furiose, è un compito che la cooperativa ritiene di assolvere già egregiamente. Anche per i soci il settore dei non alimentari rappresenta un vasto campo di interesse. Qualche offerta particolarmente stimolante e conveniente è stata
clireCuo.. Sul corso per &Agenti Sezilonfi Sod
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Con l'aiuto del nostro maestro, Antonio Masi, la nostra classe si sta trasformando in una cooperativa. Noi stampiamo e vendiamo azioni da L 1.000. La nostra cooperativa si chiama "Idea Futura"; è nata da una discussione con il nostro maestro, che ci ha proposto di diventare una comunità impegnata nello studio e capace di orientarsi sul nostro Comune, conoscendone gli uffici, le sue strutture, i suoi servizi. Infatti abbiamo deciso di dividere la classe in tanti gruppi e ad ogni gruppo è stato assegnato un incarico. Abbiamo eletto un presidente e un segretario che ogni settimana cambiano. C'è il gruppo della Sanità, a cui partecipo io, c'è quello del Lavoro, quello della Pubblica Istruzione, quello del Bilancio, quello della Viabilità dello Sport. ecc. La nostra storia è finita qui ed io siccome sono molto curioso vorrei sapere la vostra storia e anche ricevere delle cartine, che mi facciano vedere come funziona la vostra azienda (intendiamoci bene, le cartine i-ne le mandate se potete). E auguri per la vostra cooperativa, Ciao.
Luca De Mori B Bresso (MI) Caro Luca, presto certamente riceverai qualcosa. Auguri per la tua Coop,
la di un giusto equilibrio per prepararsi al futuro. Pur nell'ambito di un grosso sforzo di ampliamento, infatti, la decisione di vendere non alimentari non vuol significare che questo settore sia destinato a divenire predominante nei negozi Coop. La funzione primaria del supermercato Coop rimane quella di vendere bene gli alimentari e laddove c'è bisogno di spazio per mantenere un servizio alto in questo settore il non-food è stato soppresso (vedi Muggiò e Via Appennini).
messa in cantiere: ad esempio quella degli home-computer, che ha costituito anche un momento di incontro con Ie scuole, visto l'uso didattico che è possibile fare dei calcolatori. E poi i libri, in offerta ogni mese ai soci a prezzo scontato e venduti a tutti i clienti, con apposite campagne, anche a prezzi molto interessanti. Il terreno da esplorare è sicuramente vasto e alla Coop si pensa che con la prudenza e la tenacia di sempre sia possibile progredire di molto. Daniele Moitrasio
D Sorresrma a Reggio EnTilla e Carnpemi Domenica 2 settembre 1984 il Comitato soci di Soresina ha organizzato una gita a Reggio Emilia, con visita alle Cantine Riunite, al Museo comunale e al Museo dei Fratelli Cervi a Campegine. Con tutti i partecipanti ci siamo intrattenuti al ristorante "Parco Fola" aderente alla Cooperativa di ristorazione di Reggio Emilia. Ringraziamo tutti i partecipanti per questa bella iniziativa e sperando che sia Ia prima di tante altre. Sezione Soci Supermercato Coop Soresina
A resti 19 via Venezfo i- atalie con yocattoltil Una importante novità per i nostri soci di Brescia: per Natale nel supermercato di via Venezia è prevista l'apertura di un reparto riservato ai giocattoli. Un ulteriore servizio che la nostra Cooperativa fornisce a soci e clienti, per migliorare ulteriormente l'immagine Coop.
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Intercoop Language School
Lidia Lommi
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Quando la Berlitz si ritirò da Milano insegnanti decisero di fare una cooperativa e di co r tinuare ad insegnare
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1.1[2b4a A Milano, da una decina di anni c'è una scuola di lingue gestita da una cooperativa. La Cooperativa è l'Intercoop Language School ed e nata dalla decisione degli insegnanti della Berlitz School di proseguire l'attività quando la Berlitz si ritirò da Milano. Oggi l'Intercoop Language School è una delle scuole di lingua più qualificate: organizza corsi di tutte le lingue e per le più diverse esigenze. Corsi intensissimi (fino a dieci ore consecutive al giorno) e corsi di ritmo moderato, corsi che preparano a un uso generico della lingua e corsi speciali per particolari professioni. Anche le sedi nelle quali si tengono i corsi sono diverse: oltre alle aule della scuola, in Corso di Porta Romana 2. a Milano, l'Intercoop Language School organizza corsi presso sedi scelte da gruppi di allievi, presso i luo-
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Intercoop Language School
I manifesti pubblicitari dell'Intercoop Language School (dal catalogo Realit5t Marketing e Pubblicità)
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ghi di lavoro, in caso di corsi aziendali. Gli insegnanti sono sempre madrelingua e vengono seguiti costantemente da un ufficio didattico che studia con l'insegnante l'impostazione del corso, verifica i risultati, prepara il materiale didattico necessario per i diversi corsi. Questo servizio, spiega Eva Fumo, responsabile didattica della cooperativa, garantisce la qualità dell'insegnamento e differenzia l'Intercoop dai metodi approssimativi delle scuole di lingue. Lo stesso utilizzo dei mezzi audiovisivi (filmati, nastri registrati) non sostituisce in nessun caso l'insegnante. Un altro punto fermo della scuola è quello di organizzare classi che in nessun caso superino le dieci, dodici persone in modo da rendere più diretto l'insegnamento.
L'lntercoop ha una esperienza importante di rapporto con aziende per l'insegnamento delle lingue a scopo professionale: corsi di preparazione di base, corsi a 'immersione totale' per lavoratori che si devono trasferire all'estero per periodi più o meno lunghi, seminari di specializzazione per arricchire il vocabolario commerciale dei funzionari incaricati di vendite all'estero, corsi di linguaggio informatica per facilitare l'utilizzo di computer e programmi la cui lingua è normalmente l'inglese. Perfino corsi di giapponese per esportatori di alta moda. La scelta del metodo dipende non solo dai caratteri della lingua e dalle esigenze di utilizzo ma anche dalla formazione di base degli allievi. Solo tenendo conto di tutti questi diversi fattori, spiegano all'Intercoop Language School, si
può evitare di impostare insegnamenti inadeguati e che deludono gli allievi. L'obiettivo dei soci insegnanti dell'Intercoop è quello di portare gli allievi fino all'obiettivo che si sono proposti evitando lo scoraggiamento che induce molti a interrompere a metà strada lo studio. La conoscenza di una lingua straniera è infatti un investimento prezioso non solo per la vita professionale, ma anche per la possibilità di leggere, viaggiare, muoversi senza difficoltà in altri paesi. Per favorire la diffusione di questo bene, l'Intercoop propone ai soci delle cooperative di consumo e ai loro familiari uno scon-
to del 20% sulle tariffe dei corsi che organizza in sede e la possibilità di organizzare corsi presso le sezioni soci o le sedi scelte da gruppi di soci.
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Ecc tu Il corsi:
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Corsi specialistici e per settore Classi di tre, cinque allievi che già hanno una buona conoscenza della lingua seguono programmi di insegnamento incentrati sullo sviluppo delle capacità di parlare, scrivere, leggere a livello specialistico su argomenti specifici di settore e professionali. La durata di questi corsi e la loro organizzazione, decisa di solito a livello aziendale, dipendono dal grado di approfondimento che ci si propone e dalle difficoltà dell'argomento.
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Corsi di mantenimento
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Corso intensivo o semintensivo Per chi ha necessità di imparare in fretta una lingua e dispone di qualche settimana libera. ln quattro settimane, con otto ore al giorno di lezioni dal lunedì al venerdì è possibile, partendo da zero, raggiungere una certa autonomia nella conversazione ordinaria, negli scambi umani e sociali, nei viaggi. Il corso può essere diluito anche su sei settimane con cinque ore di lezione aI giorno. I.e classi variano da uno a cinque allievi.
A qualsiasi incontro dl affari e armai di vitale importanza presentarsi con un be.gaguo soguistico agile e spigliato. Perché dunque non esplorare le opportunita offerte dal corsi dl lingua intensivi e seinintensivi della Intercoop Language School 9 Da 3 a 8 settimane, per apprendere o per rinfrescare il proprio tedesco, inglese, francese o spagnolo, In classi omogenee di 3-5 persone, da seguire volendo anche In azienda. Parlane cui tuo Capo, e mettilo sulle tracce di questa tua scoperta: corso di P.ta Romana 2 I Milano - Tel. 80.05.49 - 90.61.85 87.32.00 a
Si tratta di programmi diretti a chi, avendo già studiato una lingua, voglia riprenderne l'uso o riacquistare dimestichezza con la lingua. Sono corsi organizzati come seminari di tre/ cinque giorni per piccoli gruppi di persone. I seminari si ripetono di solito più volte nel corso dell'anno con diversi temi di dibattito.
Corsi aziendali Sono corsi tradizionali, con una frequenza di due lezioni, due volte la settimana che durano da ottobre a giugno. Servono a dare ai quadri aziendali una conoscenza generica di una lingua con un impegno di studio modesto. Vengono organizzati presso i luoghi di lavoro cori classi che non superano le dieci persone.
Corso a immersione totale
Corsi presso la sede della scuola
Un solo allievo con un insegnante a sua disposizione per nove ore consecutive, dal lunedì al venerdì. Per i principianti occorrono almeno tre settimane; per chi conosce già la lingua sommariamente anche meno. Serve a dare in breve tempo sicurezza e autonomia a chi deve affrontare un periodo di vita all'estero.
In corso di Porta Romana 2 a Milano, è sempre possibile iscriversi a corsi, diurni o serali, di durata e intensità diverse. l corsi possono essere di poche settimane o di molti mesi e si svolgono in diverse fasce orarie. Le informazioni necessarie si ricevono telefonando alla scuola.
Lan guag e School. n éercoop
5° Trofeo supermer_real Coop dii Soresina Grande successo agonistico e successo di pubblico alle gare ciclistiche serali organizzate dalla Sezione soci Coop di Soresina (nella foto, un mo-
mento prima della partenza). Un folto gruppo di atleti in rappresentanza di oltre 50 sodalizi si è dato appuntamento attirato dalla cospicua dotazione di premi su un circuito veloce. Il successo della prima gara non è sfuggito al bresciano Aldo Parecchini ex campione italiano
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dilettanti ed in seguito prezioso gregario di Eddy Merckx. La seconda gara relativa ai cadetti è stata uno spettacolo incandescente per i numerosi spunti tecnici ed agonistici che ha offerto. Il soresinese Piero M arutti è il più combattivo ma sul traguardo sfreccia primo Alfredo Filippini portacolori della Mobil Brix. Da elogiare oltre i vincitori Ratti. Guarnieri, Fasoli, nella prima kermesse mentre nella successiva gli elogi vanno a Moretti, Alborghetti e Maruti nell'ordine. Ottima abbiamo detto l'organizzazione del Pedale Soresinese.
Sezione Soci Supermercato Coop Soresina
A &res' io Spartak Uhersky-Lvod Brescia — Sono venuti, ospiti nella nostra città, di Brescia nel mese di Settembre, i giocatori e i dirigenti dello Spartak di Uhersky-Brod, cittadina industriale a settanta chilometri da Brno. Promotore di questo incontro sportivo a carattere internazionale è stato il Circolo ARCI "Centro Storico", vincitore del Campionato provinciale di calcio UISP-t 984, che ha ricambiato così l'ospitalità ricevuta l'anno precedente dalla stessa società Cecoslovacca. Sono stati dieci giorni intensi e positivi sia per le
manifestazioni sportive sostenute (Brescia-calcio, Rezzato, ARCI C.S.), che culturali (visite a monumenti e località turistiche di richiamo regionale) e istituzionali (incontri coi sindaci di Brescia, Montisola, Rezzato, Sirmione e col Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Brescia). Collaboratore ufficiale per tutto il periodo di permanenza della rappresentativa Cecoslovacca sono stati i Supermercati-Coop, che hanno, in questo modo, compreso lo spirito della iniziativa, sia per l'aspetto culturale e sportivo che l'hanno caratterizzata, sia come contributo al miglioramento dei legami di amicizia e solidarietà fra i due Paesi, quale presupposto al rafforzamento dell'idea di un'Europa protagonista di Pace. Maurizio Bresciani
Emanuela Gatti
Simonetta Salvini
Siamo davvero sicuri che la data sia giusta?
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Una festa che conta in tutto il mondo, anche nei paesi che non sono cristiani, non fosse altro per il fatto che dal primo Natalesi contano gli anni della nostra era: 25 dicembre dell'anno 1: pur essendo una datafondamentale per il computo del tempo, è anche una data moho discussa; sarebbe l'anno 753 dalla fondazione di Roma, ma ciò è stato /issato, con calcoli alquanto complessi, nel VI secolo, tuttavia questo conto si scontra con altri dati in possesso degli storici: Gesù, si dice, nacque al tempo di Erode, ma nel 753 Erode era già morto da i anni. Oltre l'anno, anche il mese ed il giorno si sono sempre trovati al centro dì polemiche: nei primi secoli i padri della chiesa proponevano per il Natale date diverse in marzo, aprile e maggio. La scelta del mese di dicembre è del IV secolo e viene fatta in base alla numerologia, studio assai coltivato in quei tempi: la magia della peifezione numerica esigeva che tra la nascita e la morte di un grande personaggio intercorresse un numero esatto di anni, contati a partire dal concepimento: Gesù era morto a 33 anni, nel periodo della Pasqua ebraica (festa mobile nel calendario) dunque il concepimento doveva essere avvenuto in quello stesso periodo. 33 crani prima, perciò la nascita si collocava tra la fine di dicembre ed i primi giorni di gennaio.
Vengono così proposte due date: il 25 dicembre e il 6 gennaio. Alcune chiese orientali scelgono 116 gennaio come data della natività la chiesa d'occidente sceglie il 25 dicembre ma accetta entrambe le date sdoppiando la festa: il 25 dicembre la natività, il 6 gennaio la rivelazione (in greco epifania) della divinità al mondo. Il calcolo numerologico corrispondeva a opportunità politiche: nel IV secolo il cri; stianesimo si andava affermando non solo sulle divinità del panteon romano, ma anche su numerose religioni popolari di mistero e di salvezza il cui ricordo è stato in seguito accuratamente cancellato. La principale di queste religioni era il culto del sole, identificato con Mitra: nel calendario d'allora il solstizio d'inverno, festa della rinascila del sole cadeva appunto il 25 dicembre. Porre nello stesso giorno la festa della religione trionfatrice aiutava ad inglobare quella sconfitta, così come nell'epifania viene affidalo il compito di riconoscere la divinità ai Magi, figure che poi la tradizione ha trasforntato in RE, ma che erano originariamente i sacerdoti cli mitra, e simboleggiavano il riconoscimento della vittoria cristiana da parte delle religioni sconfitte.
giorno che comparvero 71 ' !SI baro paggi bue e r asinello vinse Da. &U.S. atta Tutti conoscono la storia delle origini di questa consuetudine: S. Francesco per volgere gli animi al bene, pensa di ricostruire con attori vivi la scena della natività; non osa, però, per rispetto, scegliere un neonato ad impersonare il Bambino, e lascia vuota la mangiatoia; a mezzanotte. però, a completare il suo presepio appare il Bambin Gesù. Nasce così, nel XIII secolo, l'uso del presepe, sia vivente, sia con statuette artigianali, sostituite oggi dai prodotti dell'industria. in materia di presepio si spazia dalle vaste e sontuose composizioni di antiquariato napoletano alle semplici stilizzazioni che nelle case moderne trovano posto magari sopra il televisore con una scena ridotta all'osso: la sacra famiglia, il bue e rasino.
Bisogna dire però, che il bue e l'asino sono degli intrusi, introdotti nella scena da un errore, ed ecco come: un passo della Bibbia, parlando del Futuro Messia, dice che si farà conoscere "nel mezzo di due epoche", nel Il sec. A.C. viene fatta una traduzione della Bibbia dall'ebraico in greco e in greco "di due epoche" si dice "ton zon", che però può voler dire anche "di due animali". In seguito, traducendo in latino il testo greco viene usato questo secondo senso e "nel mezzo di due epoche" diventa "in medio duorum animalium", cioè in mezzo a due animali che, svolgendosi la scena in una stalla, furono immaginati essere un bue ed un asino, ormai per sempre protagonisti del natale grazie ad un errore di traduzione.
La tradizione dell'albero di Natale è più antica di quella del presepio, veramente è più antica anche del cristianesimo; il culto dell'albero era seguito in tutta l'europa del nord, era un culto di fecondità e celebrava le sue feste nell'epoca del solstizio d'inverno, quando cioè si compie il "giro" dell'anno e la natura si appresta a rivivere. Nei grandi alberi delle foreste, giganti longevi che guardavano impassibili scorrere le generazioni di uomini intorno al loro tronco in lenta ed insensibile crescita, sembrava si sommasse, secolo dopo secolo, l'anima dei popoli che li veneravano. l missionari del cristianesimo dapprima combatterono contro il culto degli alberi, S. Bonifacio, per convertire i sassoni, abbattè il loro albero sacro, convincen-
doli così che non aveva potere; ma gli tisi antichi non si tagliano facilmente come i tronchi, ed il culto degli alberi si insinuò nella nuova religione. L'albero del nuove anno diventò l'albero di Natale, ma ancora oggi le ghirlande che gli si appendono ricordano il vischio sacro che i druidi tagliavano ceri il loro falcetto d'oro, e l'uso di deporre sotto i rami i doni che tutti si scambiano riprende l'immagine del tempo in cui i doni dei fedeli erano destinati all'albero stesso, cioè alle forze della natura dalle quali si impetrava una favorevole nuova stagione.
metta peruun dok e freni© ma 11 dessrt... Udì Sul "Giornale dei Pasticceri e dei Confettieri", nel 1928, così si scrive sul Natale: "...la solennità del Natale viene considerata come la migliore occasione per far del ventre capanna, e mettere a prova l'elasticità della tonaca fibrosa, quasi che... fosse destinato a triplicarsi, come quello dei ruminanti, oppure acquistare una dilatazione espansiva come certi prodotti della Pirelli...". In effetti queste righe rendono bene l'idea di come i pranzi natalizi siano spesso della ahbuffate incredibili. La tradizione culinaria natalizia varia da regione a regione: spesso si iniziano i festeggiamenti al-
la sera della vigilia, ma il culmine si raggiunge sempre con il pranzo di Natale, che inizia, ma non si sa se e quando finisca. E spesso. in buona parte delle regioni italiane, si finisce con il dolce tipicamente milanese, il panettone, famoso ormai in tutto il mondo. Perché non guardarsi un po' attorno e provare un dolce natalizio di un'altra regione? Vi suggeriamo un dolce trentino, lo Zelten, un tempo dolce dei poveri, perché a base soprattutto di frutta secca, che tutti avevano la possibilità di reperire facilmente. Alcuni ingredienti sono forse stati aggiunti con il tempo. come ad esempio i pinoli ed i fichi secchi, che non sono prodotti tipici trentini. inoltre, come per tutte le ricette, si trovano indicazioni differenti, perché ognuno aggiunge o toglie ingredienti a seconda del proprio gusto.
Lo "Zelten"e Occorrente: 30 gr. lievito di birra, 50 gr. acqua tiepida, 30 gr. burro, 30 gr. zucchero, I cucchiaio di olio di oliva, I pizzico di sale, 1 uovo intero, un po' di latte (circa I cucchiaio), 800 gr. di frutta secca (noci, nocciole, mandorle. pinoli, uvetta, fichi secchi, ed eventualmente canditi). Alcuni aggiungono cannella in polvere. Preparazione: sciogliere il lievito nell'acqua ed aggiungere una parte della farina: si otterrà un composto abbastanza morbido che dovrà lievitare per almeno 5-6 ore (attenti alle correnti d'aria!). Impastare quindi nuovamente, aggiungendo il burro a pezzetti, l'olio, il sale, lo zucchero, il latte, l'uovo e la farina avanzata. Impastare bene e lasciar lievitare ancora per 1-2 ore. Tritare finemente la frutta secca, aggiungerla all'impasto ed amalgamare molto bene. La pasta dovrà risultare molto elastica (quando aggiungete il latte, se
l'impasto sembra troppo duro, aggiungetene ancora un po'). Ungere 2 teglie rotonde ed infarinarle. Dividere la pasta in 2 parti, e stenderle, con il mattarello q semplicemente con le mani, fino ad ottenere uno sp essore di I-2 cm. Guarnire con mandorle e noci. Lasciar lievitare ancora per mezz'ora prima di infornare. Cuocere per 50 minuti in forno {preriscaldato) a 180° circa. I dolci dovranno avere un bel colore dorato-scuro. La preparazione è piuttosto lunga, quindi può a prima vista spaventare, ma una volta assaggiato il risultato vedrete che ne vale la pena. Purtroppo per chi vive in città e deve acquistare gLi ingredienti è un dolce piuttosto caro: inoltre attenti a non farne delle scorpacciate: 100 gr. di questo dolce forniscono circa 500 calorie, perché la frutta secca, essendo molto ricca di grassi, è una vera bomba energetica!
Piccola guida per avvicinarci alla musica
Pagina a cura di R.G.
si chi Ulinita, CCLA
P lI ca nierfiúe La musica è necessaria. Perché? La musica esprime la società e contribuisce a costruirla e a modificarla. La musica è il lavoro dell'uomo e della società intorno ai suoni. Di qualunque uomo e non solo del musicista, del professionista del suono; della società globale e non solo della nostra tradizionale, occidentale, o peggio di certe élites intellettuali. Ma c'è gente che sfugge la musica, cui la musica sfugge. C"è gente (che afferma perentoriamente di essere stonata e incompetente) che ascolta con orecchio distratto, che accetta passivamente e indifferenteniente tutto il materiale sonoro che le viene propinato. Ad alcuni la musica non dice niente (sembra impossibile ma è purtroppo così!} ad altri dice poco, si annoiano. Poi c'è la schiera dei cosiddetti profani: la musica mi piace, ma non la capisco. Lo ha ben detto Erich Fromm quando parlava di "homo cansuniens", l'uomo a cui il mercato, la società, le strutture buttano addosso in continuazione delle merci musicali, oggetti di cui fruire passivamente, senza consapevolezza. Come fare, allora? Si può cominciare da un processo di alfabetizzazione. Si può, cioè, studiare la grammatica, la sintassi della musica come si fa solitamente, prima di andare in un Paese straniero. Per capire una lingua straniera bisogno prima impararne le strutture lessicali o ci si può buttare a capofitto, nella foresta vergine, cercando di districarsi alla meglio? Preferiamo il secondo metodo. Incominciamo ad ascoltare la musica, tanta musica, tutta la musica. Senza &seri-
minazioni, senza pregiudizi. Poi, poco a poco, svilupperemo una capacità critica. Scarteremo le erbacce e conserveremo il grano. Buttare via l'inessenziale per tesaurizzare l'essenziale. Ognuno deciderà, secondo i gusti, i tempi, i modi che più gli aggraderanno. Ma un consiglio vorremmo dare subito: non considerate mai la musica come un sottofondo, come un di più da usare insieme ad altre mille cose. Forse che riusciamo a leggere un libro e, nello stesso tempo. a parlare con un amico? Napoleone riusciva a fare 4 cose contemporaneamente. È vero. Ma lui era Napoleone! Consideriamo la musica come un'amica. Una carissima amica che ci vuole confidare le sue gioie e le sue pene. Ascoltiamola con la massima attenzione. Dialagniamo con lei. A volte .sembrerà parlarci troppo difficile o sembrerà illustrarci dei problemi troppo astrusi. Non disperiamo. Chiediamole di ripeterci, con pazienza, tutto da capo. Riascoltiamola due, tre, quattro volte: con maggior attenzione. Alla . fine la capiremo o coML171qUe incominceremo ad intuire quello che vuole dirci. E allora ci verrà voglia di studiare più a fondo il suo linguaggio, i suoi problemi perché avremo il desiderio di entrare in comunicazione profonda con lei. La nostra amicizia si trasformerà in un grande amore, di cui non potremo più . fare a meno. Perché lei, la musica, ci dirà e ci darà delle cose che nessun'altra arte, forse, riuscirà ad esprimere casi intensamente.
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Abbiamo parlato di un approccio quasi sentimentale alla musica. t il primo modo per entrare in comunicazione con lei. Forse il più facile, ma anche il più labile. Finiti gli incanti della luna di miele, la relazione può entrare in crisi. L'unificazione affidata alle emozioni e ai sensi è illusoria. Bisogna razionalizzare. Entrare in contatto intellettuale e culturalmente. Bisogna costruire un castello che contenga, giustifichi, solidifichi quelle pur indispensabili emozioni. Una musica senza emozioni è spesso fredda e noiosa; altresì, una musica senza intelletto è spesso epidermica, sfuggevole, ingannevole. Eccoci allora ad indicare alcuni strumenti di conoscenza, di consapevolezza critica. Niente meglio dei libri e dei dischi per aiutarci in questo difficile compito. Di libri di musica e sulla musica ne escono, anche in Italia finalmente, oltre un centinaio all'anno, Molti utili, altri inutili,
vecchi e superati. Pochi originali, molti tradotti dall'inglese, dal francese, dal tedesco. Vediamo qui di dare alcune brevi indicazioni affrontando prima i libri di carattere generale e poi quelli monografici dedicati al singolo musicista. Di Storie della musica ce ne sono anche troppe. Fra tante uscite resta, per noi, ancor valida la Breve Storia di Massimo Mila (Einaudi). Più completa e difficile quella edita dalla EDT dì Torino (dieci volumetti di grande utilità). Per restare nell'ambito divulgativo citiamo la Storia universale della musica di Roland de Cande (Editori Riuniti) e la recentissima di Donald Jay Crout (Feltrinelli) però limitata alla musica occidentale. Per chi volesse un approccio critico all'opera lirica consigliamo I costumi della Traviata di Massimo Mila, fresco di stampa, edito dalla benemerita Studio Tesi di Pordenone.
Massimiliano con i suoi musici. Questa nota incisione in legno mostra !'imperatore tra i suoi musici. In alto: Una serata musicale con Schuberi in casa di .lnseph von Spaun. Schubert, al pianoforte, accompagna il cantante J. Michael Vogl.
E Eadii e Beeitoveril e Wz Un p© df attenzfione anche LEIlz vita. defi' "Girandr Più difficile è orientarsi nella vasta letteratura monografica. Partiamo da Bach. La scelta è obbligata. Due volumi fondamentali sono stati scritti da Alberto Basso e stampati dalla EDT. Si tratta dello studio più aggiornato e completo, a livello mondiale, dedicato al grande musicista. Per Mozart non possiamo che consigliare il volume di W. Hildescheimer (Sansoni) e per Beethoven, in attesa di un nuovo saggio che verrà presto pubblicato da Feltrinelli, rimandiamo come semplice introduzione, al bellissimo Beethoven, nei suoi quaderni di conversazione di Luigi Magnani (Einaudi). Di Verdi siamo tentati di consigliare, tra tante vite e controvite, quella simpatica Storia illustrata di Luca Fontana e Christian
Variazioni Goldberg Glenn Gould pf. -
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Olivares, per i tipi del Saggiatore, un libro di tutto rispetto ed efficace per capire il nostro (non così facile) cigno di Busseto. Poi. in futuro, ci butteremo a capofitto nei volumoni del Budden, che saranno pubblicati dalla EDT. Wagner è più difficile. Robert Gutman ha scritto una biografia critica smitizzante e onesta (Rusconti). Da non perdere. Chi vuole Wagner in pillole troverà divertente La guida a Wagner di Rubens Tedeschi per la Mursia. Impegnativi ma indispensabili i due saggi di Carl Dahlhaus sulla drammaturgia dell'opera wagneriana pubblicati da il Discanto di Fiesole e da Marsilio di Venezia. Per chi volesse passare ore liete, in compagnia di un grande scrittore, consigliamo gli scritti di
7) WAGNER:
Stendhal sulle vite di Mozart, Hadvn, Rossini (Passigli editore, Firenze). Veniamo al nostro secolo. Le edizioni Studio Tesi hanno. di recente pubblicato, un Richard Strauss di Vito Levi. Rusconi ha tradotto, con tempestività, lo Stravinsky di André Roucourechliev. Non mancate d i leggere C ompagno Stravinsky di Massimo Mila (Einaudi). Ai nostri giorni Pierre Boulez è un crocevia obbligato. Einaudi ha tradotto gli ultimi suoi scritti in Punti di riferimento: un affascinante (anche se non di facile lettura) squarcio sulla situazione della musica e sulle sue interpretazioni.
Le sonate per pianoforte-Glenn Gould pf
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3) MOZART:
Sonate per pianoforte, KV 570 e 576 - Adagio KV 540 - Claudio Arrau pianoforte
PHIL digital 411136-1
Lohengrin, opera completa. Cantanti: René Koilo, EM1 (5 LP) Anna Tomowa Sintow, Siegrnund Nimsgern, 165 43200 04 Dunja Vejzovic Karl Ridderbusch, Robert KemsCoro dell'Opera di Berlino Berliner Philharmoniker dir. Herbert von Karajan Il Trovatore, opera completa - Cantanti: DG digital (3 LP) 413 355-I Placido Domingo, Rosalind Plowright, Brigitte Fassbaender, Giorgio Zancanaro, Evgeny Nesterenko, Coro e orchestra della Accademia di Santa Cecilia dir. Carlo Maria Giulini Carmen, opera completa - Cantanti: Agnes Baltsa, DG digital José Carreras, José van Dam, Katia Ricciarelli - (3 LP) 2741 025 Coro dell'Opera di Parigi - Berliner Philharmoniker dir. Herbert von Karajan Il Cavaliere della Rosa, opera completa - Cantanti: DG digital (4 LP) Anna Tomowa-Sintow, Agnes Baltsa, Janet Perry, 413 163-1 Kurt Moll-Wiener Philharmoniker dir. Herbert von Karajan
4) MOZART:
Il flauto magico, opera completa - Cantanti: Kurt Moli, Peter Schreier, Theo Adam, Luciana Serra ecc. - Orch. Staatskapelle Dresden Runclfunkehor Leipzig - dir. Colin Davis
PH1L (3 LP) 411 459-1
5) BEETHOVEN: Concerto per pianoforte e orchestra n. I in do maggiore op. 15 Maurizio Pollini, pf. Wiener Philharmoniker dir. Eugen Jochum
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Serenata n. I in re maggiore op. 11 - Berliner Philharmoniker dir. Claudio Abbado
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8) VERDI:
9) BIZET: DG digital 2532 103 DG digital 410 654-1
10) STRAUSS:
Vogliamo spendere ancora due parole per la didattica musicale Due volumetti sono stati pubblicati da Ricordi: Progetti sulla musica di Gino Stefani e Il gioco-libro musicale di Katalin Loboda e Aida Muratori. Il primo è rivolto agli insegnanti e animatori (con impianto semiologico): il secondo è un libro-quaderno (per bambini dai 6 agli 8 anni) da leggere, colorare, cantare e suonare per imparare la musica giocando.
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2) MOZART.
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In Italia un milione di arnie e un prodotto di qualità
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ilisecupe-Am? m L'uso del miele risale a tempi
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alveare trovano posto oltre cinquantamila individui, la stragrande maggioranza (come è noto),femmine.
stri risalenti all'era paleozoica (15,000 anni a.C.)che illustrano momenti di apicoltura, sono state scoperte in Spagna e Francia meridionale. L'apicoltura raggiunse successivamente il massimo sviluppo durante il periodo romano e greco (per esempio il vino a quei t enrpi era dolcificato con il miele), Durante l'impero napoleonico si ebbe un notevole lo stesso Napoleone Buonaparte volle le api nel proprio stemma araldico. Negli zd timi tre secoli l'uso del miele si è notevolmente ridotto in rapporto all'aumento degli altri zuccheri alimentari, economicamente più vantaggiosi. In questi ultimi anni vi è stata però una riscoperta di questo prodotto naturale am fortissimo incremento di produz ione e di richiesta di mercato. A ttualmente gli apicoltori i-
taliani sono circa 80.000 di cui moltissimi proprietari pochi alveari. Secondo un calcolo approssittiatilv le arnie sfiorerebbero milione. Un vero e proprio esercito di
Esiste una Federazione apicoltori italiani (FA I), costituita da delegati dei vari consorzi e associazioni regionali. che rappresenta il fiore all'occhiello della moderna apicohora nazionale. Molto attivi anche i vari Consorzi regionali, tra ad quello emiliano decisamente all'avanguardia. Non esistono dati ufficiali di quanto miele venga prodotto annuahneme nel nostro Paese: riteniamo attorno ai centomila quintali. Una quanlila decisamente inferiore alla domanda, nonostante l'Italia sia tra i Paesi europei in cui il consumo procapite di miele è molto basso.
Se lo sportivo lio consuma durante le gare
La profonda ra.sibrinazione dell'ambiente agricolo, l'in-
Il miele è un prodotto naturale decisamente energetico. Gli sportivi dovrebbero consumare miele prima e durante le competizioni perché gli zuccheri in esso contenuti vengono bruciati in tempi molto brevi e con un notevole risparmio energetico. Il
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l'uso sempre più ntassiecio dei fertilizzanti, diserbo in-
diseriminato, l'abbandono di varietà botaniche nei rarifere, l'adozione di monocolizaT e l'eliminazione dei prati naturali hanno limitato moltissimo l'apicoltura nomade.
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suo uso aumenta la resistenza e favorisce il recupero fisico. Cento grammi di miele garantiscono circa 300 calorie. Essendo privo di saccarosio il miele è facilmente digeribile. Un chilogrammo di miele equivale caloricamente a 5 chilogrammi di latte, a 36 uova, a 5 kg. di pane, a quasi due chilogrammi di carne di bue. È particolarmente utilizzato nelle diete per l'infanzia possedendo anche lievi proprietà lassative. Attenua le irritazioni della gola: per questo è un prodotto emolliente delle prime vie respiratorie. Inoltre ciascuna varietà presenta proprie indicazioni terapeutiche. Eccone alcune:
Miele di acacia: liquido di colore chiaro giallognolo: presentando una elevata percentuale di fruttosio è il più indicato per i diabetici. Erica: e il migliore antisettico per le vie urinarie. Colore rosso e profumo particolare. Castagno: ha una funzione omopoietica (produzione globuli rossi) ed ha un colore bruno ed un sapore amarognolo_ Eu ca ly pt u s: colore marrone chiaro venato. Sapore forte caratteristico. Ottimo per le affezioni delle vie respiratorie. Tiglio: colore giallo pallido. È un antispasmodico e calmante. Ottimo per tisane. Timo: colore scuro dal fortissimo aroma È - un potente antisettico. Ottimo per l'intestino. Ha un potere vermifugo. Zagara: profumatissimo dal colore candido. Sovente ha un contenuto in umidità elevato. Millefiori: rappresenta il classico miele multiflora. Aromi e consistenza variabilissimi secondo il nettare di provenienza.
C'è gstto e 11 Sto.
Sil pu vedere &A collere Ed ecco le proprietà organolettiche del miele. Colore: dipende dai nettari di partenza. Considerato l'elevato numero di piante nettarifere si possono avere miele bianchi (zagara), gialli (girasole), bruni (cucaliptus) e neri (abete). Tra le oltre cento varietà ve ne é una prodotta nella Carolina del Sud (USA) che presenta una colorazione bluastra. Odore: è caratterizzato dalle essenze presenti nei nettari. Molto caratteristico per esempio l'aroma dei mieli di curali ptus e di timo. Sapore: decisamente zuccherino. Vi sono peraltro mieli che presentano un sapore amaro
(corbezzolo) oppure moderatamente amarognolo (castagno), Densità: si aggira attorno a 1,4 (a 30° C) con un p.h. decisamente acido (4,5 circa). Consistenza: il miele in commercio può presentarsi allo stato solido oppure liquido con tutti gli stadi intermedi possibili. La consistenza varia nel tempo e si può trasformare in una vera e propria cristallizzazione con un cambiamento notevole del colore iniziale. Generalmente un miele cristallizzato è sinonimo di genuinità. Esistono in commercio anche varietà di mieli che non cristalìzzano: tipico a riguardo il miele di acacia (robinia psuedoacacia) poiché esso contiene una percentuale di fruttosio decisamente superiore agli altri. 11 miele per essere conservato a lungo, può andare incontro a processi di pastorizzazione. Scaldare il miele a temperature superiori ai 50°C significa privarlo della totalità dei suoi costituenti biologicamente attivi.
Composizione del miele Una composizione media dei mieli italiani può essere la seguente: Acqua 17,6% Glucidi 79,0% (glucosio-fruttosio-disaccaridi-polisaccaridi) Protidi 0,3% (prolina-lisina-ac. glutammico-ac. aspartico) Lipidi 0,2% Ceneri 0,2% Sostanze varie 2,7%(vitamine-sali minerali-enzimi-ac. organici ecc.)
Consorzi e associazioni: chi lo protegge e lo difende II miele, come tutti i prodotti alimentari, necessita di una tutela contro frodi e alterazioni. Per questo gli apicoltori produttori italiani hanno pensato bene di riunirsi in associazioni e consorzi, onde difendere il proprio prodotto. Riunirsi significa anche mettere in comune esperienze apistiche utili, scambiarsi idee e tecnologie avanzate che contribuiscono a migliorare l'apicoltura. Recentemente anche una legislazione più accurata ha contribuito a migliorare e tutelare il miele italiano, senza dubbio uno tra i migliori in senso assoluto per componenti e nologie usate nella commercializzazione. Tra le numerose associazioni a livello nazionale ricordiamo la FAI (Federazione Apicolotori Italiani) che per numero di iscritti è senza dubbio la più lui-
portante nel nostro Paese. Presidente è il dott. Silvestro Cannamela. Oltre agli scopi precedentemente esposti la FAI si occupa anche degli scambi tecnici-economici con altri Paesi produttori di miele: indice numerosissimi convegni e simposi che trattano problemi economici, fisio-patologici, tecnologici. Appartengono alla FAI oltre centocinquanta tra consorzi ed associazioni a livello provinciale e regionale. Anche la UNAPI (Unione nazionale Apicoltori produttori italiana) esplica la sua funzione nel settore apistico. Presidente è il dott. Ruini. Esiste anche l'API (Apicoltori Professionisti Italiani), una associazione che comprende i grossi apicoltori produttori. Presidente è il doti. Danari. A livello regionale moltissime
sono le associazioni. In Lombardia ricordiamo I'APAM (Associazione Produttori apisticì milanesi) presieduta dal sig.
Giuseppe Moro e FAAM (Associazione Apicoltori milanesi) il cui presidente è il dott. Del-
l'Orto.
Le immagini sono batte da Campana-Folini, Piccoli laghi prealpini e alpini della Lombardia, ed. Banca del Monte di Milano
Un prodotto della Coop che a Natale ritorna
Una briciola di storia. Come si presenta, come viene lavorato e come conservarlo. L'inventore del classico dolce lombardo, pare sia stato un fornaio di nome Antonio: da "pan de Toni" sarebbe poi derivato il nome Panettone. Un'altra voce parla invece di un nobile, Ughetto della Tela, che nel 400, per amore della figlia di un fornaio si sarebbe improvvisato garzone del padre di lei, ottenendo cosi la mano della figlia come riconoscimento dell'abilità dimostrata nel confezionare quel nuovo e straordinario dolce chiamato panettone. Come si riconosce un buon panettone'? Eccone qualche aspetto. Un panettone di qualità si riconosce perché: fa$ ha una buona farcitura di uvetta e canditi; • presenta una cottura adeguata e uniforme senza essere troppo bruciato; • è ben sviluppato, altrimenti significa che non è ben lievitato; o ha una alveolatura regolare e presenta una pasta soffice ed omogenea. Questo naturalmente lo si valuta una volta tagliato il panettone. Naturalmente la lavorazione è molto importante. Se è accurata e rispetta tutte le fasi è un ottimo prodotto. Il procedimento consiste nell'ottenere tre impasti ai quali fa seguito ogni volta una lievitazione naturale. La lievitazione, affinché risulti adeguata, deve avvenire ad una temperatura e umidità sempre controllate. Dopo il terzo impasto, prima dell'ultima lievitazione, si procede alla "spezzatura" dalla quale si ottengono delle pagnotte, successivamente si passa alla "pirlatura" che serve ad evitare la formazione di eventuali sacche di gas. Infine dopo aver lasciato riposare l'impasto si mette negli stampi e si fa lievitare, è così pronto per essere infornato ed alla fine confezionato.
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Tra gli additivi aggiunti troviamo quelli più comuni utilizzati spesso dalle industrie dolciarie, per dare maggiore sofficità ed omogeneicità all'impasto, come gli emulsionanti mono e digliceridi degli acidi grassi alimentari. Mentre per garantire una conser-
vazione migliore e più lunga nel tempo si usa addizionare tra gli additivi l'acido sorbico e l'acido lattico. Tra gli aromi, generalmente si trovano quelli a base di agrumi e vanillina. Se si vuole mantenere fragrante l'aroma e la sofficità del prodotto, è molto importante conservare il panettone nella sua confezione ben chiuso in luogo asciutto. Prima di consumarlo è preferibile lasciarlo vicino ad una fonte di calore (ad esempio il calorifero) per sciogliere il burro che con il freddo può essersi solidificato e gustare così il panettone più morbido e soffice.
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Il panettone, come tutti i dolci, fornisce una buona quantità di calorie, contenendo molti zuccheri e grassi. Perciò anche se viene consumato poche volte in un anno, bisogna fare attenzione a non esagerare, soprattutto per chi ha problemi di linea, Il discreto apporto delle proteine è fornito soprattutto dalle uova presenti. Le calorie fornite sono circa 360 ogni 100 gr.
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urrodotto Il prodotto è in confezioni da 950 g. e contiene questi ingredienti: farina tipo "O", uva sultanina, sciroppo di zucchero, burro. tuorlo d'uovo, scorze di arancia candite, lievito naturale, sciroppo di glucosio, latte magro in polvere, scorze di cedro candite, malto, emulsione mono e digliceridi degli acidi grassi, sale, conservanti acido sorbico e acido lattico. Aromi naturali. L'analisi media su 100 g di prodotto al momento del confezionamento ha dato questi risultati: carboidrati 49,4%; grassi 15,5%; proteine 6,5%; sali minerali 0,6%; umidità 28%. Valore calorico: 100 g di prodotto forniscono circa 360 Cal. Il burro tende a solidificarsi
nella stagione invernale; si consiglia pertanto di lasciare il panettone, prima di consumarlo, vicino ad una fonte di calore o in ambiente riscaldato, per poterlo gustare in tutta la sua fragranza. Il prodotto è soggetto ad essiccazione naturale; pertanto il peso predeterminato meccanicamente alla produzione, è riferito ad un residuo secco del 72%. Il panettone Coop è prodotto e confezionato dalla Ditta Cofar Soc. Coop. ar.l. sede e stabilimento in Ravenna, per conto delle Associate nel Coop Italia, Milano. Se qualcuno volesse dare suggerimenti o avere informazioni sul prodotto, si rivolga a Coop Italia, casella postale AD n. 1748, 40100 Bologna.
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C2n Nel grafico si raffronta il valore calorico del panettone con quello di alcuni alimenti base. (Le calorie si riferiscono sempre a 100 gr. di prodotto).
Due libri da leggere
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Presentazione di Umberto Dragone. Introduzione di Roberto Malucelli. Editrice Cooperativa, Roma, 1984, pp. 104. Lire 10.000 Su iniziativa della Lega delle cooperative sono stati recentemente pubblicati i risultati di un'indagine sociologica che consente di dare una prima valutazione dell'atteggiamento degli italiani nei confronti dell'impresa negli anni '80 e, in particolare, di quella cooperativa. Per la prima volta, quindi, il movimento cooperativo ha tentato di verificare qual è il rapporto fra l'immagine che cooperazione e impresa cooperativa proiettano di sé e l'opinione, il modo di sentire e di valutare del cittadino qualunque. Tale rilevazione, compiuta dall'istituto di ricerca Monitor Demoskopea, ha fatto emergere da un lato un generale apprezzamento per la cooperazione da parte di chi la conosce o ha avuto modo di misurarsi con essa, ma dall'altro ha messo in luce, e con particolare eviden-
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za, che il movimento cooperativo è un grande sconosciuta e la immagine che la cooperazione trasmette di sé è un'immagine che viene percepita ancora come un qualcosa di vecchio e tradizionale, legato per lo più "all'Italia di altri tempi". La ricerca affronta altri argomenti interessanti che ora per ragioni di spazio non siamo in grado di presentare, ma ci è sembrato comunque utile sottolineare il risultato più importante emerso dall'indagine che ha individuato nella popolazione italiana, composta secondo la Monitor Demoskopea da Puritani, Arcaici, Emergenti, Cipputi, Consumatori moderni, Conservatori e Progressisti, una notevole carenza conoscitiva dei tratti costitutivi la cooperazione e un relativo ritardo del movimento cooperativo, anche in termini di immagine, ad adeguarsi ai nuovi bisogni socio-culturali emergenti. A questo punto non resta che riflettere attentamente sugli stimoli ricavati dall'indagine per poter operare nel breve periodo coraggiose scelte innovative, e anche la nostra cooperativa non potrà sfuggire questo bisogno di innovazione in tutti i suoi settori. Auguriamoci, quindi, che già dalla prossima indagine possano emergere significativi elementi di cambiamento per favorire una più ampia diffusione della cooperazione. Alberto Terzi
coopezative e cambiamento sociaRe
consumatori nella Coup. La democrazia. organhzazIone". 9
Associazione nazionale cooperative di consumatori/ Lega, pp. 110. senza prezzo.
Nell'ottobre del 1982 si tenne a Livorno la 3' assemblea nazionale delle sezioni soci. I lavori dell'assemblea furono preceduti da una indagine svolta presso un migliaio di membri dei comitati di Sezione soci per delineare un profilo il più reale possibile della figura del socio attivo Coop. Oggi gli interventi tenuti nell'assemblea e nelle commissioni di lavoro sono stati riuniti in un volumetto che riporta anche i risultati dell'indagine svolta nelle Sezioni soci dalla società "Explorer". Se da una parte, in vista della 4° assemblea nazionale delle Sezioni soci, è utile poter rileggere e riflettere sugli interventi di Livorno ancora più interessante è il quadro che da questo volume esce della realtà attuale delle Sezioni soci, quadro derivato da un'indagine che ha coinvolto 1061 membri di Sezione soci distribuiti su tutto il territorio nazionale.
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indagine monitor demoslcopea 1983
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III ASSEMBLEA NAZIONALE CELLE .5E210tO COCI
Atti «I consumatori nella Coop La democrazia
L'organizzazione , .
Livorno 15116 atta bre 19E2 Associazione Na-ornale Ceoperalme di ConsurnalcoAega
Festa per i (dieci anni del supermercato Coop di Pizzighettorile Cremona — Il 10° anniversario dell'apertura del supermercato Coop di Pizzighettone è stato festeggiato giovedì 18 ottobre con una serata danzante presso il dancing "Diedron" di S. Maria dei Sabbioni. La "Festa del Cooperatore" (così i Soci hanno voluto chiamare l'iniziativa) è stata organizzata dai Comitati di Pizzighettone, Soresina e Soncino, ed è stata un soddisfacente successo: circa un migliaio di persone, quasi tutti Soci ed invitati, hanno potuto incontrarsi per dialogare e ballare nell'accogliente e caratteristico "dancing inclinato", accompagnati dalle note di una simpatica orchestra. In un clima cosi lieto e sereno non poteva mancare l'intervento di saluto di un nostro dirigente, e, Sergio Ghiringhelli, direttore del Settore Soci e Consumatori della Coop Lombardia, ha voluto ringraziare tutti i presenti, cogliendo l'occasione per sottolineare che "essere Soci della Coop" significa anche e soprattutto stare bene insieme, lavorare insieme con entusiasmo per finalità ed obbiettivì tutti rivolti ad accrescere la qualità della produzione alimentare, dei giusti consumi, della realizzazione di iniziative sociali e culturali tese a migliorare il sistema di vita. 'L'unificazione della Coop in Lombardia comin-
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Cooperadve e carratiame7n=, 'to socialre, indagine Mo ni.tor Demoskopea 19330
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cia a dare molti frutti" ha detto Ghiringhelli, ed è vero. Il cammino intrapreso è sicuro; continuiamo cosi, ed avremo ancora tante feste da fare. Elio Susani
vta sul ilago d Como i soci di Novate MiLase Anche quest'anno abbiamo realizzato la gita sociale. Fra le tante località proposteci dagli organizzatori della Coop Lombardia la nostra scelta è caduta sull'Alto Lago di Como e Gravedona "La perla del Lago di Como". In merito a questa gita vorremmo, come Comitato Soci, farci prima di tutto una autocritica circa le mancate adesioni dovute, crediamo, ad una scarsa pubblicizzazione; ci servirà di esperienza per il futuro. Va una lode da parte di tutti i partecipanti cd un ringraziamento alle accompagnatrici di Gravedona e al Sig. Martegani che con la loro profonda preparazione hanno saputo non solo illustrare l'ambiente da un punto di vista artistico ed ecologico, ma sono riusciti a creare un clima di cordialità e simpatia mettendo tutti a proprio agio. Un ultimo grazie all'amico dr. Terzi che con la sua disponibilità ha permesso a tutti i partecipanti di visitare l'Abbazia di Piona, offrendo un improvviso quanto inaspettato servizio trasporto laddove il pullman non poteva arrivare. La Sezione Soci di Novate Milanese
Qual è il dato che esce da questa ricerca per la prima volta svolta con questa capillarità? E una fotografia, per tanti versi confusa, che dà la misura dello stato di passaggio, di trasformazione che la base sociale sta attraversando. Molteplici appaiono infatti le motivazioni che spingono il socio a diventare attivo: chi lo fa per scelta ideologica, chi sulla scia della certezza di soddisfare i propri bisogni, chi invece convinto di una miglior tutela del consumatore. Ma nei confronti dell'azienda quali sono le sue idee? Variegate, talora contraddittorie, esse esprimono il bisogno di saldare gli scollamenti oggigiorno esistenti per migliorare un rapporto fortemente voluto. I soci per un verso sono convinti che gli organi dirigenti quali la presidenza e il consiglio di amministrazione siano quelli che contano realmente in cooperativa, pur tuttavia, alla richiesta di un giudizio su questi dirigenti, il 40 per cento non ha risposto, sintomo dell'impossibilità di giudicare. E una spia che fa riflettere. Nella sfera di loro maggior competenza, le Sezioni, i soci richiedono più peso, più aiuto e maggior valutazione da parte dell'azienda e si lamentano delle decisioni, anche importanti, che vengono prese senza essere consultati. Nasce spontanea una richiesta di formazione, vista come unico mezzo per poter sapere e capire di più tutti gli aspetti aziendali. Accompagnata a questa c'è la richiesta dei soci di essere consultati obbligatoriamente sulle questioni più importanti quali i prezzi, le chiusure e aperture di negozi eccetera. Appare nitido da questo complesso di dati il momento di passaggio che i soci attivi stanno vivendo, accompagnato dalla nascita di una nuova figura nel corpo sociale. Risultano infatti dall'indagine due tipologie di soci: da una parte quella tradizionale del socio-cooperatore, legato alla vecchia immagine della cooperativa, che delega sulla fiducia che ha nei dirigenti, e dall'altra il socio-consumatore, più attratto dalla cooperativa come moderno sistema di distribuzione, maggiormente interessato alla gestione dell'azienda per migliorare la qualità del servizio. É su questa duplicità di aspetti che l'indagine fornisce gli elementi più interessanti. Su di essi si potrà sviluppare in futuro una politica capace di fornire ai soci gli strumenti e il potere necessario per costruire una democrazia aziendale più forte, rispecchiando anche nuove e più moderne esigenze. Per finire una curiosità. Il volume rileva che i soci lombardi sono i più portati in assoluto a vedere i dirigenti come tecnici e non come politici e sono convinti che debbano essere í dirigenti della Cooperativa ad eleggere il consiglio di amministrazione. Daniele Moltrasio
La Consulka
Informazioni dalla CEE
Per la prima volta quest'anno il Consiglio di amministrazione della Coop Lombardia ha convocato la Consulta dei comitati delle Sezioni Soci. Fatto significativo però, è stato quello di aver suddiviso in tre zone questo importante appuntamento con la base sociale: il 20 ottobre si sono ritrovati a Cremona i Comitati Soci della zona di Brescia, di Crema, di Lodi e di tutta la provincia cremonese con la presenza del presidente Bertolíni e del consigliere delegato Magnani. Il 27 di ottobre, invece, a Novate Milanese si sono ritrovati i Comitati Soci della zona a Nord di Milano che comprende anche Como, Cassano Magnago e Laveno sempre con la presenza del Presidente Bertolini. Contemporaneamente a Bareggio, il Vicepresidente Ferrario si è incontrato con i soci della zona ad Est di Milano.
Ancora una volta è stato constatato l'enorme ritardo con cui l'Italia applica le direttive della Comunità europea. Non ha certo il sapore di novità questa ennesima riconferma dell'esistenza di interessati ritardi nell'applicazione di norme di senso comune che si sposa all'elefantiasi burocratica centralizzata. Nel corso della conferenza stampa, in realtà un incontro consueto con stampa e operatori del settore, dell'On. Vera Squarcialupi, più di tanto su questo argomento non ci si è intrattenuti. L'informazione ha riguardato invece il panorama dei progetti e delle discussioni in corso a Bruxelles e a Strasburgo sulla difesa dell'ambiente e del consumatore. Si è potuto per esempio verificare che la decisione presa di vietare nel territorio della CEE l'importazione di pelli di cuccioli di foca ha bloccato almeno per il 50 per cento la consueta strage che si verifica ogni anno in Canada. Ma si è anche potuto constatare che i rifiuti possono viaggiare attraverso l'Europa senza particolari e adeguati sistemi di sicurezza. Cosi per i bidoni della diossina di Seveso, ma anche per il cargo carico di altri scarici letali affondato davanti alle coste del Belgio. Questi alcuni degli elementi oggetto dell'informazione sui quali il nostro giornale interverrà nei prossimi numeri.
dei Comitati dei Soci
Questa prima consulta suddivisa in tre gruppi è risultata molto proficua visto il dibattito che si è potuto sviluppare riguardo all'andamento complessivo dell'azienda e in particolare ai contenuti del giornale "Quale Consumo". Ci riserviamo dì riprendere nel prossimo numero gli aspetti più interessanti emersi sulle caratteristiche del nostro giornale che nei prossimi mesi verrà ampliato ed arricchito per poter offrire ai soci un servizio ancora migliore.
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La musica per bambini interpretata da grandi interpreti e le filastrocche di Gianni Rodari sono gli ingredienti della prima proposta di questo mese. Un'occasione da vivere con i più piccoli. La seconda proposta, più tradizionale, si incentra invece su due famosissimi cantanti italiani, sempre attuali e sempre favoriti nei gusti del pubblico di ogni età. Buon ascolto.
Tee dischi pell. gcco og
Invemo nella vecchia. Europa,
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Ai soci sconto 5% rivolgendosi direttamente al CTL _Aerei de Mar (Costa "ava)
ugosilavia Portoroz L. 242.500
Da L. 226.000
Partenze: 22 e 29/12/1984 Quote settimanali:
Lipica L. 188.500 Partenza: 29/ 12/ 1984 Durata:
Salishurgo
Benidorm (Costa Manca) Da L. 374.000
L. 470.000 Partenza: 29/ 12/1984 Durata: 5 gg
Due &sal peli. "piccoli' lei
La quota comprende il trasporto in autopullman Gran Turismo; visita della città e della casa natale di Mozart ed escursioni nella zona dei laghi ed a Berchtesgadcn; cenone e veglione di fine anno; sistemazione in hotel di cat. in camere doppie con servizi privati; trattamento di pensione completa, inclusa una cena in ristorante caratteristico; partecipazione opzionale al concerto di capodanno.
Offerta Morandi-lattisti Prezzo dei due dischi L. 10,000 — Incisione R.C.A.
Partenze: 21 e 28/ 12/1984 Durata: 10 gg Trasporto: autopullman G.1'.
Trattamento: pensione completa.
4 gg
La quota comprende il trasporto in pullman G.T.; sistemazione in hotel di 2' cat. in camere doppie con servizi; trattamento di pensione completa; visite ed escursioni; cenone e veglione di fine anno.
iszona L. 730.000 Partenza: 28/ 12/ 1984
Durata: 6 gg La quota comprende il trasporto aereo con voli di linea; sistemazione hotel di cat. 3 stelle in camere doppie con servizi privati; trattamento di mezza pensione; visita della città. Escursioni e cenone di fine anno facoltativi.
Madeira L. 1.080.000 Partenze: 29 e 30/12/ 1984 Durata: 8 gg La quota comprende il trasporto aereo con voli di linea; sistemazione in hotel di I" cat. superiore in camere doppie con servizi privati; trattamento di mezza pensione, incluso Gala dinner in hotel nella notte di 5. Silvestro. Escursioni facoltative.
Prenotazioni dal 17 a131 dicembre
Computer a 'ph.ezzo seilvag
. 05.9
I nostri soci avranno notato — e giustamente se ne chiederanno la ragione — lo strano tira e molla sui prezzi dell'offerta "Personal Computer". È il caso di dare alcuni chiarimenti. intanto è opportuno far sapere che già il primo listino pubblicizzato era calcolato, come di consueto, senza applicare i normali ricarichi commerciali: le offerte soci escono generalmente a prezzo dì costo. La "grande corsa" da parte delle case produttrici alla conquista del nuovo mercato della miao informatica porta ad una politica di vendita spregiudicata, tramite importatori e distributori "ufficiali" e canali "paralleli", concorrenti gli uni rispetto agli altri. Il marchio stesso da noi prescelto, minicomputer per antonomasia, è ormai usato come specchietto per le allodole nell'ambito di una politica commerciale complessa da parte di chi vende sotto costo la consolle (per attrarre iI cliente) ben sapendo però che questa è solo una parte del sistema che comprende numerosi accessori. Nel nostro caso, l'intervento del compratore nazionale, il contributo del distributore ufficiale e la scelta di voler comunque offrire un buon servizio ai soci, ci hanno permesso i successivi ritocchi: ora stiamo offrendo il computer al di sotto del suo prezzo di costo. Inoltre, vale comunque la premessa che l'offerta delrattrezzatura è un elemento di un'iniziativa più vasta e qualificante condotta in collaborazione con il settore soci, per
un utilizzo consapevole di moderne tecnologie senza esserne soverchiati. In sostanza: il persona] non come "business" dello multinazionali del chip, ma come approccio con "l'informatica dal volto umano", a misura delle vere esigenze ed opportunità di uso dell'uomo.
Cooperazione di consumo: tesi fant pose e bizzarre in una ricerca Ireir-Cescom L'Azione cooperativa, il mensile dell'Amciazione regionale lombarda della cooperazione di consumo diretto da Lidia Lomrni, pubblica nel n.12, 1984, una nota molto polemica sui risulati cui è giunta una ricerca affidata da un ente di ricerca ad un altro ente di studi. Riprendiamo partitolo integralmente poiché il tema interessa direttamente i nostri soci e la Coop Lombardia. L'Istituto regionale di ricerca della Lombardia ha affidato al CESCOM, il centro studi sul commercio dell'Università Bocconi, un'indagine sulla cooperazione di consumo. Il bollettino dell'I RER del giugno '84, distribuito in questi giorni, ne dà conto succintamente. La ricerca sostiene la tesi fantasiosa, oltreché contraddittoria, della superiorità della cooperazione di consumo chiusa a una utenza di soli soci, rispetto alle forme moderne di cooperazione aperta a tutti i consumatori.
Lenin ade) e Mosca
Gli autori dell'indagine sostengono che solo le cooperative chiuse darebbero dei vantaggi concreti nei prezzi, mentre i punti di vendita aperti non possono 'fare altro che accettare la logica e gli strumenti della economia di mercato: questo porta alla perdita della Ioro specificità". Per questo le "agevolazioni fiscali e finanziarie che lo Stato riconosce a tali cooperative sembrano configurare più una forma di concorrenza sleale che non un aiuto all'obiettivo di difesa del consumatore". Ma allora si può chiedere agli autori: come mai le cooperative chiuse non crescono c sono cosi poco diffuse'? Perché invece le Coop continuano a svilupparsi a ritmi elevatissimi? Evidentemente la cooperazione moderna non soIo accetta la "logica del mercato", ma questa stessa logica fa sì che i consumatori apprezzino le cooperative più di altri tipi di imprenditoria commerciale. E non sono certo le modeste facilitazioni legislative che determinano l'attuale successo delle cooperative di consumo non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Alle bizzarre scoperte dei ricercatori incaricati dall'lRER, si aggiunge una vistosa contraddizione: nell'indagine si "afferma la necessità della creazione di livelli di secondo grado che si incarichino dell'approvvigionamento diretto alla produzione a favore di una catena di cooperative chiuse" a! fine di stimolare la "apertura delle commissionane d'acquisto". Sicché l'auspicato destino delle forme chiuse di cooperazione dovrebbe essere l'apertura all'ester-
L. 690.000 Partenze tutte le domeniche sino al 24/ 3/85 (escluso Natale e Capodanno) Durata 8 gg.
Sistemazione in hotel di I' categoria.
no. Ma in questo caso queste cooperative non diventerebbero simili alle migliaia già esistenti. molte delle quali aperte da quasi un secolo? Ma la fantasia degli intellettuali dell'IR ER-CESCOM non si placa. L'idea aggiuntiva c quella che le iniziative di secondo grado, destinate a sostenere le cooperative chiuse, commissionarie, ecc, siano sviluppate "nell'area del volontariato" e impieghino lavoratori in cassa integrazione. Spiriti ingenerosi potrebbero allora domandare ai succitati ricercatori se non ritengono che le cooperative chiuse.— che non hanno bisogno di licenze e che quindi sfuggono alla pianificazione commerciale del territorio, e che per di più utilizzano lavoro a costo zero, reclutato "nell'area del volontariato" —, non diano luogo, queste si ,a espressioni di concorrenza sleale verso tutti gli altri imprenditori della distribuzione, che sono vincolati alle autorizzazioni e ai piani commerciali e che pagano regolari salari e stipendi ai loro dipendenti. Gli stessi cooperatori "aperti", se volessero (e potessero) operare nei loro consorzi "nell'area del volontariato", potrebbero tranquillamente diminuire prezzi di vendita o accumulare enormi risorse per investimenti. E non sarebbe questa 'concorrenza sleale"? La nota del bollettino dell'IRER, forse preoccupata dell'audacia dei suoi ricercatori, avanza una conclusione perplessa e ammette che le proposte formulate nell'indagine appaiono diverse da quanto normalmente si ritiene di offrire alla realtà cooperativa". Per fortuna, aggiungiamo noi. (L'Azione cooperativa n. 12, 1984)
La città con le luminarie. Il vortice degli acquisti travolge anche i più refrattari. Il caos del traffico nei giorni della vigilia. Poi, finalmente, il silenzio e il raccoglimento del giorno di festa. Però la tredicesima, forse, è partita tutta. O cassa intey azione, crisi, recessione, incertezze sul futuro ci hanno fatto spendere saggiamente? Oppure il rutilante, il luccicante, il brulichio di folla è rimasto solo nella tradizione del movimento inziato sotto le feste di fine anno con il periodo del boom, ma la sal?..ezza ci ha imposto quest'avio mai úore parsimonia e austerità? o sapremo in gennaio, quando parleranno statistiche e finanze. Al di là di tutto questo, Natale è ormai spettacolo, recita, teatro. Come mostrano queste scene prese tra tante del fotografo curioso.
Il corso, la via, la strada... una marea in lenta marcia. Forse sono le ultime ore per il dono.
Facile scegliere? E se prendessimo anche quello?
Pipa da intenditore, accendino e buon tabacco. La distensione del dopopranzo. Oppure una penna da sei cifre. Anche l'uomo ha le sue vanità.
Anello con pietre, orecchini o collana? Dovrei metterlo con un vestito color...
Poi... noti ci sono più differenze in famiglia. Antipasti e tortellini in brodo, cappone o tacchino, panettone, frutta, spumante: tutto per tutti.
12
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La Cooperazione torna nel Sud milanese per riprendere un cammino interrotto
Un Etc tassa° Indubbiamente la zona sud di Milano, pur cosi ricca di tradizione cooperativa e dove permane tuttora una presenza vivace ed interessante del movimento, è quella dove meno eravamo riusciti sino ad oggi come Coop Lombardia a realizzare nuovo e qualificato sviluppo. Ebbene il 23 gennaio con l'apertura del nuovo negozio di Peschiera Borromco supereremo questa lacuna e aggiungeremo un altro importante tassello alla costruzione di quella rinnovata e forte cooperazione tra consumatori che tutti assieme abbiamo da tempo deciso di perseguire anche in Lombardia. Certo quando si parla di sviluppo si vorrebbe sempre bruciare le tappe, ma con molto realismo possiamo affermare che arriviamo a questo appuntamento con un sostanziale rispetto dei nostri programmi. Ciò è stato possibile grazie ad un forte impegno di tutti, ma soprattutto perché abbiamo agito sempre non avendo presente l'interesse immediato e di parte, ma nel pieno rispetto della programmazione comunale, cosa che ci ha consentito di instaurare un rapporto di vera e fattiva collaborazione con l'ente locale al quale sentiamo il dovere di esprimere pubblicamente il nostro più vivo ringraziamento. Il nostro impegno sarà come sempre quello di mantenere e valorizzare le nostre origini e tradizioni offrendo però un'immagine della cooperazione moderna e al passo con i tempi, senza perdere nulla delle nostre caratteristiche puculiari di "società di uomini e non di capitali"
dove la partecipazione, la solidarietà, la difesa dell'uomo non sono frasi fatte ma l'essenza e lo scopo vero dell'esistenza della Coop pur realizzando strutture moderne, competitive cd economicamente valide. Chi già ci conosce perché è nostro socio, e pertanto partecipa in modo attivo alla vita della società, o anche chi più semplicemente è nostro consumatore, ha avuto modo di verificare la coerenza tra le affermazioni ed i comportamenti. Ai nuovi soci e consumatori della zona di Peschiera invece noi non facciamo promesse se non quella di assicurare l'impegno massimo della cooperativa per poter offrire loro il meglio in termini di qualità, servizio, convenienza, ma soprattutto ci impegneremo a mettere a loro disposizione uno strumento per la vera difesa dei consumatori che resta il nostro obbiettivo primario. Spetterà poi a loro giudicare se quando diciamo "la coop sei tu" ci limitiamo ad annunciare uno slogan o invece non sia un modo sintetico ma efficace per esprimere ciò che distingue la cooperazione dagli altri. Per riuscire però avremo bisogno di poter contare su tanti, tantissimi soci-consumatori perché la nostra forza non viene da più o meno cospicui capitali ma dalla consapevolezza di poter contare su tutti voi. Sergio Ferrario (Vicepresidente della Coop Lombardia)
Cosa vuoi dire una cooperativa
Interviste a cura di Alberto Terzi
rispos n
Ormai non fa quasi più no-
m tizia: il nuova supermercato Coop è quasi pronto ad offrire il suo servizio alla popolazione della zona. Vediamo però quali sono le prime impressioni di alcuni rappresentanti della società di questo territorio. Innanzitutto abbiamo intervistato il Sindaco. Sig. Malerba, il quale ha detta: -Quando la Coop ci ha richiesto di aprire una sua struttura nel nostro Comune, abbiamo subito pensato al servizio che una struttura come il supermercato avrebbe potuto offrire alla popolazione residente e abbiamo deciso di acconsentire a quella richiesta convinti che un'azienda cooperativa di grandi dimensioni come la Coal) possa rispondere puntualmente alle esigenze dei nostri cittadini. Esprimiamo, quindi, il nostro augurio affinché questa Cooperativa si inserisca nel migliore dei modi neI nostro tessuto sociale già ricco di simili esperienze anche in altri settori".
Sentito il primo cittadino Le ultime due interviste le m sulle n caratteristiche generam abbiamo rivolte a due cooperatori che da diversi anni si
li della scelta, abbiamo poi chiesto un parere all'assessore all'urbanistica (vice Sindaco), il Sig. Chiodo, sulla localizzazione del supermercato. Ha così risposto: "Ci troviamo di fronte ad una scelta operata dalla nostra Amministrazione in modo oculato all'interno di un piano di zona nel quale il supermercato Coop risulta ben inserito. Se pensiamo che su tutta la Paullese non esitono strutture di queste dimensioni mi sembra giustificata la scelta che il Comune di Peschiera Borromco ha fatto per soddisfare un cosi ampio bacino d'utenza e quindi anch'io auguro una buona partenza alla Coop Lombardia".
danno da fare per diffondere la cooperazione nella zona di Peschiera Borromeo. Vincenzo Tossi, presidente della Cooperativa Edificatrice ACLI "Zelo Foramagno IV' è il primo. Appena contattato ci ha trasmesso la sua soddisfazione per l'apertura del supermercato Cocip: "Anche noi, dice Tossi, come associazione del movimento cattolico, accogliamo con interesse questa opportunità offerta dalla Coop Lombardia soprattutto perché un'iniziativa così importante verrà gestita da una Cooperativa, un ente che non ha scopo di lucro, bensi ha lo scopo di offrire servizi a prezzi inferiori in difesa del consumatore".
ram !l secondo intervistato, invece, è Sergio BombeIli, presidente dell'Edificatrice "Lavoratori", il quale con estrema sincerità ha dichiarato: "Sono contento che con "insediamento di un punto di vendita della Coop Lombardia anche a Peschiera Borromeo si rafforzi la presenza del movimento cooperativo, ma soprattutto sono convinto che nella nostra zona era necessario avere un'azienda della grande distribuzione per poterci adeguare ai cambiamenti della società e alle nuove esigenze dei cittadini. Meglio ancora se questa azienda è una cooperativa, e qui troverà sicuramente un terreno fertile visto come è radicata la tradizione cooperativa". Finisce qui il nostro breve giro alla ricerca delle prime impressioni sulla presenza della Coop a Peschiera Borromeo. Siamo sicuri di aver limitato il nostro campo d'indagine, però questi primi pareri già ci confortano, in ogni caso aspettiamo la risposta concreta della popolazione e certamente sarà quella la risposta più eloquente. Arrivederci a presto.
O
aZZ
BaTomeo 13
Sergio Ghiringhelli
Lidia Lamini
Anagrafe dati e forza di un'azienda che ormai fa storia , Assemblea Sezione Soci
iidem
idem
Assemblea Sezione Soci
idem
Assemblea Generale Delegati
Consiglio di Amministrazione
Cose
Collegio Sindacale
Consulta dei Comitati Sezioni Soci
Presidenza Settore Soci e Consumatori
Dal gennaio 1984 abbiamo cambiato nome: da Unic000p
Lombardia a Coop Lombardia. Sembra poco eppure dietro c'è già una storia, non lunga ma densa di fatti. La cooPerativa, nata nel 1970 da un processo di fizioni che ha visto coinvolte numerose cooperative di consumo della regione, si è trovata di fronte ad una scelta importante per garantire uno sviluppo e una presenza cooperativa più consistente nel territorio regionale. Fu cosi. anche ne11980 quando dalla "Cooperativa di consumo con forno" di Muggiò parli la decisione di avviare un processo di unificazione che realizzasse una grande cooperativa moderna in grado di .investire proprie -risorse: ." -•• Seguirono l Au'ora e La Previdente di Cinisello, Bresso, Nova Milanese. Limbiate. 11 preventivo vendite del 1971 era di 2,5
miliardi. Oggi fa un po' sorridere ma allora
cari: q Sesto S. Giovanni e a Milano in via Livigno. Nel 1974 i soci erano 14.585 dei quali però solo 5.051 effettivamente censiti. Tutto però non è stato facile. anzi vennero momenti difficili e anche pericolosi. Accanto alle nuove realizzazioni che si aggiungevano alla rete commerciale, numerosi togli di negozi obsoleti e di difficile gestione si imposero. La difficile situazione finanziaria rallentava oggettivamente lo sviluppo. La crisi latente dei consumi e la nostra insufficiente adeguatezza di servizio misero a repentaglio la speranza di una crescita più rapida. Ma la forza di volontà prevalse, sia nella base sociale che nei dipendenti. Superate le difficoltà del 1977 e 1978, la ripresa divenne un farlo concreto; lo sviluppo delle vendite passò dai 37 miliardi del 1978 ai 104 del 1982, i soci da 13.000 agli oltre 30.000. il prestito sociale dai 2 miliardi con 1.300 Soci depositanti del 1978 ai 25 miliardi con oltre 4.000 soci depositanti del 1983. Un crescendo entusiasmante che ha segnato uno svolta decisiva per una cooperazione più forte a incisiva . nella realtà e•oromita soc=iale della Lombardia.
Direzione Servizi Sede
Punii di lisidita
La cooper 5one consumo aderente alla Lega in Lombardia nel 1982 Provincia
Cooperative
Soci
Punti vendita
58 11 21 9 12 7 26 31 14 189
73.000 2.327 7.752 4.534 26.3[0 1.707 5.545 10.403 17.300
107 I 28 9 36 8 26 43 25
803 , 16 68 30 317 31 104 [80 [24
148.908
293
1.673
MILANO BERGAMO BRESCIA PAVIA CREMONA COMO/LECCO COMO VARESE MANTOVA TOTALI
Dipendenti
Vendite in L.
157.940.000 5.223.500 10.506.000 9.104.000 51.856.000 4. 146.000 17.340.000 31.737.000 17.906.000 305.763.500
Caratteristiche compilessive dea rete vendita delle cooperative in lonibar a TIPI DI NEGOZI
Supermercati M inime reati Tradizionali
N.
24 40 237
Quando prese fl vita il primo "Indie metri'
Area vendita
Dimensione media MQ.
19.193 10.662 24.885
900 267 105
La struttura di vendita della cooperazione lombarda subi ritardi anche di orientamento politico e tecnico. Nel primo dopoguerra la sua presenza era ridotta al lumicino e la ripresa avvenne soprattutto nelle fasce periferiche della città o nei medi centri agro-industriali. Fu così anche nel Milanese. Respinta dal centro cittadino dalla speculazione edilizia e da uno sviluppo decentrato per censo che emarginò nell'hinterland gran parte dei ceti popolari, la cooperazione di consumo iniziò la propria ricostruzione. Gli ostacoli furono innumerevoli, anche all'interno.
Essere prord e enpacii sul gallo pTofessSon le peT anticipue lo sviluppo É tempo di guardare al futuro. Siamo di fronte al graduale superamento della disattesa legge 426, che obbligava i Comuni alla predisposizione dei piani commerciali (che in pratica si è dimostrata una difesa dello statusquo) e al nuovo piano della Regione Lombardia che prevede l'insediamento di circa 40 nuovi Bandi supermercati e 260 superettes (medie strutture fino a 400 mq.) solo nel biennio in corso_ Ciò fa facilmente prevedere la ripresa di insediamenti moderni, tra l'altro favoriti dai recenti positivi risultati raggiunti da tutta la grande distribuzione. Gli ipermercati in Italia sono IO, dei quali 8 in Lombardia, ma in Germania sono 777, in Francia 413, 120 in Inghilterra. Sarà questo il futuro anche nel nostro paese? Forse non cosi date le caratteristiche territoriali e sociali che ci sono proprie, ma certamente vi saranno grandi modificazioni all'attuale assetto polverizzato
Speetzle Pemell-derz 31311-Tormes
Il v2ro La Coop ha, ira le altre, una caratteristica che la contraddistingue dalle catene della distribuzione commerciale i suoi soci. Sono oggi più di cinquantamila le persone associate alla Coop Lombardia e che danno vita ad una forza estesa su tutta la regione. Ma chi legge per la prima volta questo giornale potrebbe chiedersi come mai dovrebbe essere così invitante diventare soci della nostra cooperativa. Domanda più che giusta e visto che i motivi sono tanti e tutti più che buoni per non annoiarvi troppo proveremo a metterne a fuoco solo alcuni tra i principali. Essere socio della Coop Lombardia ha innanzi tutto un significato di convenienza. Sono molte ed interessanti infatti le offerte che in un anno vengono destinate ai soci tramite questo giornale: prodotti Coop a prezzi esclusivi, libri, dischi e articoli per la casa ed il tempo libero offerti solo ai soci a condizioni uniche. Con la modesta cifra di 6.000 lire, che si versa all'atto della iscrizione e che vale per sempre ci si può associare e si entra a far parte della grande famiglia dei consumatori Coop, usufruendo dei vantaggi economici che dicevamo prima. Ma c'è di più. La Coop Lombardia è un'azienda democratica,
ego úelia stu, fana2 §ocIl in sviluppo nella regione. Che significa tutto ciò? Che i suoi programmi i suoi bilanci sono sempre discussi ed approvati dalla base sociale in apposite assemblee locali ed in una assemblea generale di tutti i soci che si tiene ogni anno. Il carattere democratico, diverso, di questa azienda è testimoniato anche dal fatto che essa non persegue fini di lucro; sorta per tutelare gli interessi e la salute dei consumatori la Coop Lombardia rein veste i suoi utili per aprire nuove strutture di vendita e fornire così ai consumatori servizi migliori a prezzi più bassi. In questo quadro il socio della Coop è un consumatore più attento e più informato. Oltre a partecipare alla vita sociale della sua sezione soci (gite, feste del socio, attività culturali) egli riceve gratuitamente il giornale "Quale Consumo" che è l'organo della cooperativa e tratta temi che più interessano il socio — consumatore: salute alimentare, ecologia, abitudini alimentari lombarde ed italiane. Un consumatore diverso dunque, non vittima inerme della pubblicità bensì più consapevole e organizzato anche attraverso la Federazione nazionale dei Consumatori di cui la cooperazione, insieme ai sindacali, è stata promotrice. Oggi è moltolimporfante sapere, conoscere, So-
prattutio in un campo così difficile come quello dei consumi. Essere socio vuol dire entrare nel vivo dei problemi legati al consumo, all'alimentazione e promuovere, nella propria realtà locale, momenti di dibattito. C'è poi un altro importante campo nel quale la Coup Lombardia è impegnata e che tocca da vicino i soci: 44 punti vendita, un magazzino di oltre 70.000 mq., una sede che occupa due piani di un grande palazzo a Milano sono le proprietà immobiliari più cospicue della Coop Lombardia. Ma come cooperativa vogliamo andare più avanti e il supermercato di Peschiera ne è la dimostrazione. Per poterlo fare non bastano certo gli utili realizzati con le vendite; servono altre liquidità, sempre più difficili da recuperare, soprattutto presso gli istituti di credito che praticano tassi d'interesse troppo onerosi. Da sempre la cooperazione, per ovviare a questo problema, si rivolge ai suoi soci. I soci possono depositare i propri risparmi in cooperativa, presso il negozio dove fanno la spesa, rivolgendosi al caponegozio. In cambio del loro deposito, su qualunque cifra fino a 10.000.000, la cooperativa riconosce ai soci prestatori un interesse, netto delf11,70% pari al 13% lordo e difficilmente, lo
possiamo ben dire, le banche praticheranno, su depositi non vincolati (il denaro in cooperativa può essere prelevato sempre, anche il sabato) condizioni cosi vantaggiose. E poi, proprio perché questi depositi servono alla cooperativa per investimenti sociali, regolarmente si tengono incontri con i Soci depositanti per aggiornarli sui piani di investimento della Coop Lombardia. Infine ad ogni socio depositante viene riconosciuta gratuitamente una polizza assicurativa Uni p ol che vale in casi di morte o di invalidità permanente. (Se sí dovesse verificare uno di questi due casi il socio depositante avrà a titolo di assicurazione una cifra pari a quella in deposito oltre, ovviamente a quella depositata). Pensiamo di aver fatto un elenco, succinto ma completo, di che cosa significa essere socio della Coop Lombardia. Presto sarà possibile per chi legge entrare a far parte della nostra base sociale compilando una scheda uguale a quella stampata qui a lato. Richiedetela e consegnatela al caponegozio del nuovo supermercato Coop di Peschiera, sarà il primo passo per una conoscenza ed un'amicizia che ci auguriamo prosegua per molti anni ancora. Daniele Moltrasio 14
h nostra regione Sul piano ideologico bisognava vincere le resistenze di coloro che tendevano a rinchiudersi nelle "isole cooperative" (abitazione, circolo, negozio coop) assegnando un ruolo spesso di sussistenza, di autodifesa e di supporto alla -conflittualità" della classe operaia. Queste incertezze sul ruolo attivo della cooperazione nella trasformazione della società ebbero i loro riverberi anche sul piano delle scelte strategiche e tecniche. Attorno gli anni '60 dal vecchio antibottegaismo classico del mondo operaio, si passò alla lotta 'ideologica" ai supermarkets, visione demoniaca del capitalismo consumerista. Per la cooperazione si intravedevano strutture medie, inserite nei tessuti urbani, nei quartieri popolari. Il primo tentativo di grande negozio, a Raggio, fu un buco, anzi una voragine. Fortunatamente in altre regioni italiane di tradizione cooperativa più "costruttivista" si affermavano esperienze e indicazio-
ni nuove. Nel 1970 anche da noi prende il via primo "I.000 metri" a Cinisello Balsamo. Fu il segnale della ripresa. La mancanza di chiarezza su che cosa avremmo dovuto essere, decisioni spesso prive dei necessari supporti di analisi e di preparazione tecnica, fecero però perdere altro tempo. Basti pensare che dopo la prima fase delle unificazioni, nel 1973, la nuova cooperativa leader era composta da 45 punti di vendita con una superficie media di 250 metri quadri. In più 13 circoli cooperativi, che non potevano certo essere autogestiti da un centro amministrativo. Una 'zeppa" costosa che aveva creato solo incomprensioni e malumori anche tra i soci. Ci volle una nuova dose di coraggio e man mano che si realizzavano nuovi moderni supercoop si procedette a scorpori, o ritornando alle gestioni originali certe strutture o cedendole ad altre forme cooperative. Mai comunque a privati.
6.
(I negozio ogni 80 ah.) che rende molto pesanti i costi della distribuzione mercantile. Ecco perché anche la Coop deve essere pronta e in grado di svolgere un ruolo propulsivo, altrimenti verrebbe ben presto emarginata in posizioni secondarie. Compiti nuovi ci attendono dunque, sia a livello di investimenti nelle strutture, sia nei settori di vendita non alimentari, dove siamo in Lombardia praticamente assenti, sia in professionalità e rinnovate capacità gestionali. Un salto qualitativo e quantitativo che deve impegnare tutta la cooperazione lombarda, assegnando compiti non secondari anche a cooperative medie in grado di inserirsi nello sviluppo di una rete moderna nei medi centri e nei quartieri. Ma la risposta per darsi una capacità dì sviluppo tecnologico e imprenditoriale non può che es-
sere la nuova Coop Lombardia. nata dalla fusione tra le due più grandi cooperative lombarde e i] maga zz ino di Pieve Emanuele. Una cooperativa importante, un'azienda che ha ambiziosi programmi di sviluppo per i prossimi anni si stanno creando altre opportunità di supermercati o di centri commerciali: a Milano, a Cremona e in centri minori. Si tratta di una corsa contro il tempo, per recuperare spazi e funzioni sulla strada di uno sviluppo a suo tempo troppo rallentato. Per garantire tutto ciò però la cooperativa dovrà sviluppare anche la sua presenza sociale, nel rapporto col territorio, con le forze democratiche dei lavoratori.
Tre milioni e mezzo di soci delle cooperative Tre milioni e mezzo sono, in tutta Italia, i soci delle cooperarive aderenti alla Lega. Se si considerano poi le cooperative "bianche" della Conf•ooperative e quelle, di più recente organizzazione, della Associazione Generale Cooperative Italiane, arrivano a sei milioni i soci delle cooperative. Le sole cooperative della Lega danno lavoro a circa 300.000 persone in tutti i settori di attività (agricoltura, pesca edilizia, industria, servizi, credito. assicurazioni, turismo, cultura, grande distribuzione e dettaglio organizzato, servizi alle imprese) e hanno un giro d'affari annuo di 17.000 miliardi. La Lombardia, con le sue 1.700 cooperative, mezzo milione di soci, 30.000 occupati, è una delle regioni di maggiore sviluppo cooperativo, dopo l'Emilia e la Toscana. La tradizione cooperativa lombarda che risale alla fine del secolo scorso, è caratterizzata da una forte prevalenza di cooperative di utenza. Cooperativa costituite cioè da consumatori per gestire una rete di vendita (Coop), da inquilini per procurarsi una casa (cooperative di abitazione), da cittadini per organizzarsi luoghi di ritrovo e di tempo libero (circoli cooperativi). In questi tre settori della cooperazione lombarda sono organizzati circa 300.000 soci: un grande fenomeno di democrazia e di partecipazione che ha prodotto risultati di rilievo anche sotto il profilo delle capacità imprenditoriali. Le cooperative di consumo lombarde, delle quali la Coop
Base sociale della coop Lombardia — soci prestatori 1.510 — soci prestatori 1.846 — soci prestatoti 2.659 — soci prestatori 3.551
— soci 22,625 — soci 24,558 — soci 26.855 — soci 30.738
1979 1980 1981 1982
1983 — soci 48.188
1983
Lombardia è la più grande, costituiscono una delle forze più moderne della distribuzione. Le cooperative di abitazione lombarde sotto oggi l'operatore
che realizza più case della.regione: 7.000 alloggi in costruzione, dei quali un migliaio di recupero e milleduecento in proprietà indivisa (alloggi ceduti in diritto
1979 1980 1981 1982
—
soci prestatori 4.710
d'uso, una sorta di affitto senza rischi di aumenti imprevedibili e sfratti). Un'attività costruttiva che viene finanziata in massima parte con i risparmi dei soci. Dei 432 miliardi investiti in questa attività iI46 per cento èfornito direttamente dai soci, il 23 per cento è coperto da mutui ordinari e soltanto il 7 per cento è coperto dai mutui agevolati del piano decennale per la casa. Accanto a questi settori tradizionali di cooperazione di utenza si è rapidamente sviluppata in questi ultimi anni la cooperazione di lavoro. Lavoratori che si organizzano per difendere il proprio posto di lavoro e rilevano, in cooperativa, aziende in difficoltà q abbandonate dalla vecchia proprietà. Lavoratori di tutti i tipi (artigiani, dettaglianti. lavoratori ad alta qualificazione professionale o giovani senza precedenti esperienze di lavoro) che si organizzano e diventano, tra mille difficoltà, imprenditori di set stessi. La Lega, con le associazioni di settore è la struttura di rappresentanza, di direzione, e di coordinamento di tutte queste diverse realtà. Attraverso la Lega entrano in rapporti di programmazione, di reciproco sostegno, di solidarietà imprese vecchie e nuove grandi e piccole, di settori diversi così che la cooperazione della Lega si presenta come un sistema di imprese, aperto allo scambio . e alla collaborazione con imprese pubbliche.o priva-. „te, e dotato di una rilevanza e, conomica e sociale riconosciuta a livello nazionale.
Lega nazionale cooperative e utue — FINCOOPER (Finanziaria nazionale) ,
EDITRICE COOPERATIVA
— SOCOP (concessionaria pubblicità) — CENTRO NAZIONALE STUDI COOPERATIVI — COOPSIND (formazione) — INTERCOOP (import-asport)
Ass. Nar.
Ass. Na.'.
Agricole
Coop. Consumo
AICA COLTIVA CIOS CON A ZO SUCOR
COOP ITALIA
Ass. Naz. Corp. Produzione e Lavoro CON ACO ACAM
Ass. Na'. Coop. Serrixi CONS. NAZ. SERVICI CONS. NAL COOP. TRASPORTO
Ass. Naz. Coop. Abitazione COOPED1L FlNEDIL
Ass. Naz. Coop . Culturali
Ass. Nec. Coop. Turistiche
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Coop. l'esca
Ass. Coop. D Maglia Ail i
Feder. Nec. Muivalile
CON A D CONCART ('ONARR COVAI' COTAN ECO 1TAILA
CONFIDI F1NMEDIA
COMITATI REGIONALI Lombardia, Piemonte, Liguri... ecc. Associazioni regionali Consorzi regionali e interregionali Consorzi nazionali
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E02 con Ceop
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Intanto, un supermercato Coop offre ai propri clienti, e quindi a tutti gli abitanti di Peschiera e dintorni, un'ottima occasione di ottenere un migliore servizio a prezzi più bassi. Un migliore servizio perché i consumatori potranno scegliere tra oltre 3.000 prodotti alimentari conservati, più di 1.000 Prodotti freschi orto-.
frutta, carne, salumi e latticini —, più d' 1.000 articoli non alimentari tra cui casalinghi vetro ceramica, fai da te. Se si desidera usufruire di un'assistenza cort es e e specialistica per gli acquisti di salumi e di formaggi, all'interno del supermercato vi sarà l'equivalente di un negozio specializzato capace di soddisfare ogni esigenza. La disponibilità di quasi 150 posti macchina garantirà un sicuro posteggio per le autovetture con la possibilità di trasportare comodamente fino alla macchina gli acquisti, usufruendo dello stesso carrello usato per fare la spesa. E i prezzi? E un fatto ormai assodato che la Coop è tra • le più convenienti tra le aziende di grande distribuzione e che i suoi prezzi sono mediamente più bassi di un 10-20% rispetto ai prezzi praticati dai negozi tradizionali. Ma la qualità è garantita. Basti pensare che oltre al vasto assortimento si possono trovare oltre 300 articoli col marchio "Coop": prodotti e confezionati dalle cooperative o da aziende convenzionate, ognuno del quali con la propria "carta d'identità" scritta sulla etichetta. Ecco buoni motivi per diventare anche soci della Coop ed è facile — usufruendo così di altri consistenti vantaggi.
Giorgio Vozza
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Nei supermercati della Coop c'è qualcosa che non si trova in nessun altro negozio: I PRODOTTI COOP.
Eliminati conservanti e coloranti, controllo della merce inviata dai fornitori, eliminato l'olio di "semi vari", carne in scatola senza nitriti e nitrati: è solo un piccolo elenco delle innovazioni
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Sono circa trecento prodotti alimentari, presenti in quasi tutti i settori: dalla pasta al riso, al caffè, agli oli, alle verdure e alle carni conservate, ai biscotti, alle confetture, Fino ai detersivi e ai prodotti per la pulizia della casa. I vantaggi per i consumatori sono cospicui: il principale è un risparmio secco del 15-20 per cento rispetto alle principali marche reclamizzate. Il secondo vantaggio è il controllo della qualità effettuato dal laboratorio centrale della cooperazione che fissa le caratteristiche dei singoli prodotti e ne verifica la corrispondenza nelle forniture effettuate dai diversi fornitori. Il terzo vantaggio è l'informazione sulle etichette, la descrizione dei valori nutrizionali. le istruzioni d'uso, oltre all'indicazioine dei processi produttivi e l'elenco chiaro degli ingredienti.
L'aspetto più importante però è quello della qualità. Infatti, lo scopo della cooperazione è quello di offrire ai consumatori un'alternativa reale ai prodotti reclamizzati, senza abbassare i valori nutritivi e di gu sto. Il risparmio si unisce dunque ad alte prestazioni costantemente controllate. La Coop è convinta della sua proposta di qualità, tanto che, nel caso che un singolo consumatore non fosse soddisfatto del suo acquisto di un prodotto col marchio Coup, lo può tranquillamente sostituire con un articolo equivalente nel negozio dove ha effettuato la spesa. All'interno di questa serie di prodotti sono garantite alcune condizioni: l'eliminazione di ogni sostanza colorante, l'uso controllato di conservanti c di additivi nei limiti indispensabili alla conservazione.
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La Coop è stata la prima organizzazione a eliminare i coloranti nei suoi prodotti e ha anche compiuto alcune innovazioni interessanti nell'interesse dei consumatori. Alcune di queste innovazioni hanno "fatto testo" e si sono poi estese ad altre imprese; altre invece non hanno avuto seguito per diversi motivi di interesse produttivo. Non si trova il marchio Coop fra gli oli di semi vari: si ritiene infatti che questo tipo di condimento non assicuri una chiarezza di contenuti e in generale sia un prodotto di qualità mediocre. La carne in scatola Coop non contiene nitriti e nitrati, sostanze
in parte conservanti, in parte coloranti: si tratta di additivi la cui innocuità non è sicura; per questo la Coop non intende averli dentro i suoi prodotti. Nella margarina è stato eliminato quel colorante che tende a farla rassomigliare al burro: la margarina Coop è onestamente bianca e non giallina. Nelle verdure sottolio e nelle conserve di pesce si preferisce l'olio d'oliva o quello di mais per le verdure.
Sono solo esempi che indicano però una scelta a vantaggio dei consumatori.
I quali trovano un vantaggio concreto sui prezzi, decisamente vantaggiosi; e questo è possibile perché sui prodotti Coop non gravano costi di pubblicità e spese di vendita, invece assai onerose sui prodotti di marca. Le aziende che lavorano per la Coop conoscono poi con certezza le quantità e le condizioni di cessione dei loro prodotti dimodoché possono programmare la produzione sulla base di quantità prefissate in periodi di
tempo determinati. In queste condizioni si realizzano dei risparmi alla produzione che vengono trasferiti ai consumatori sottoforma di prezzi più convenienti. Producono alimentari Coop aziende di tipo diverso: società cooperative, aziende private, grandi gruppi produttivi. Per ogni settore si preferiscono le aziende che danno garanzie di qualità elevata e costante, oltre che di prezzi contenuti.
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Il servizio fotografico del supermercato in costruzione è di lidefonso De Stefani
La Coop ha caratterizzato, con una nuova immagine la linea dei suoi supermercati moderni. Il primo problema era quello di modificare le insegne sui negozi e i punti di vendita Coop in modo che fossero ben riconoscibili e caratterizzati. Il secondo e non meno importante problema era di offrire al consumatore un ambiente confortevole, grade-
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vole, con chiare indicazioni dei punti dedicati a precisi prodotti. La scelta dei colori, le luci all'interno del supermercato, gli stessi colori dei banchi per prodotti freschi (carni, salumi e latticini, ortofrutta) tendono a presentare, come sul palmo della mano, i prodotti. Il consumatore può quindi confrontare le merci, valutare i prezzi chiaramente leg-
gibili sullo scaffale, fare insomma una spesa ragionata. Due grandi `frecce" appese trasversalmente agli scaffali indicano con precisione i settori merceologici, evitando inutili perdite di tempo. Queste "frecce" porteranno inoltre ricchi materiali informativi che la Coop prepara per illustrare le proprie iniziative. Il colore
predominante fuori e dentro il supermercato è il verde, scelto per tutte le connotazioni positive che possiede: freschezza, igiene, ecologia. Basterà entrare una volta al nuovo supermercato Coup di Peschiera per capire che questa nuova "faccia" della Coop è un altro servizio al consumatore, oltre ai prezzi e alla qualità dei prodotti.