Franco Maria Messina
Synopsis In 2008 the Communist Party seized state power in Nepal putting an end to a centuries-long monarchy. The article provides an account of the history of the country and some data about the Gurkhas. A glossary is added.
Premessa Nel 2008 una delle nazioni di cui ci occupiamo, il Nepal, ha subito un cambiamento epocale: esso è passato infatti da “Monarchia” a “Repubblica Democratica”. Dispiace che una nazione che vantava una plurisecolare istituzione vi abbia dovuto rinunziare: a volte tali cambiamenti possono essere traumatici, e non a caso sono esplose delle bombe a Kathmandu, forse attribuibili agli Hindu, che consideravano il Re un’incarnazione del dio Vishnu. Ma dispiace ancor di piú che il passaggio sia avvenuto nelle mani di un’ennesima “giunta” militarizzata, che di “democratico” non ha proprio nulla. Nella nuova denominazione preoccupa il termine “democratico”: nessuna nazione veramente “democratica” ha bisogno di “dichiarare” di esserlo; lo fanno soltanto i regimi totalitaristi (si pensi all’ex-Repubblica Democratica Tedesca). Lo stesso concetto fu dell’organo di stampa del partito Sovietico, правда (Pravda), che vuol dire “verità“: è necessario dichiarare ufficialmente che quello che si pubblica è la verità? In Nepal al potere è salito un Partito Comunista “Maoista”, che in Occidente viene considerato una formazione “terrorista”: non a caso sta dando una mano alla Cina contro le rivendicazioni di indipendenza del Tibet. Come succede sempre, la gran parte della popolazione ha festeggiato il cambiamento, convinta che il nuovo regime sarà piú vantaggioso per il popolo. Non ci si meravigli se in poco tempo il Nepal diventerà una seconda Birmania. Al Nepal dei Gurkha e degli Sherpa vogliamo dedicare questo nostro articolo.
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Il Nepal è circondato da Tibet, Cina ed India. Il Sikkim lo separa dal Bhutan ed una striscia del Bengala Occidentale (“Collo di gallina”) dal Bangladesh. Come nazione fu fondato nel XVII secolo da Prithvi Narayan Shah, ma nella forma attuale nacque il 21 Dicembre 1768 con l’Unificazione. Fino al 18 Maggio 2006 era uno stato “religioso” di fede Hinduista, l’unico di tale tipo in tutta l’Asia. A partire da quella data, però, esso è stato trasformato in “stato secolare”. Il 28 Dicembre 2007 il Parlamento ad interim ha dichiarato il Nepal “Repubblica Democratica” ed il 10 Aprile 2008 i guerriglieri del “Partito Comunista (Maoista) del Nepal” hanno vinto le elezioni: pertanto il Re Gyanendra Bir Bikram Shah Dev ha perduto tutte le sue prerogative. Il nome “Nepal” deriva, secondo la tradizione, da Ne Muni, un saggio Hindu che viveva nella valle di Kathmandu: significherebbe, quindi, “il posto protetto ("pala" in Sanscrito) da Ne". Ne Muni avrebbe scelto un pastore (gopal), di nome Bhuktaman, come primo re della “Dinastia Gopala”, che regnò per 621 anni. Ma vi sono altre possibili spiegazioni etimologiche di “Nepal”: ad esempio dai vocaboli tibetani ne (“lana”) e pal (“deposito”). Ancora, il nome potrebbe derivare da “Nepa:”, denominazione della vallata di Kathmandu, abitata dai Newar. Le prime menzioni sulle genti del Nepal si hanno intorno al 1000 a.C. in testi Hindu: nella regione erano stanziati piccoli regni governati da clan. Da uno di questi, lo Shakya, trasse origine il Príncipe Siddharta Gautama (563–483 a.C.), che rinunciò alle sue prerogative reali per darsi alla vita ascetica ed essere conosciuto con il nome di Buddha ("L’Illuminato"). Varie dinastie si susseguirono, ivi compresa la Dinastia Gupta (IV secolo d.C.), e quindi i Licchavi ed i Newari. Sotto i Chalukaya il Nepal passò dal Buddhismo allo Hinduismo (XI sec.). A partire dal XII secolo si succedettero vari sovrani il cui nome recava il suffisso sanscrito -malla ("lottatore"). Essi riuscirono progressivamente ad unificare il paese e governarono per 200 anni. Ma alla fine del loro dominio, nel 1482, la regione si suddivise in tre regni: Kathmandu, Patan e Bhadgaon. Dopo secoli di lotte Prithvi Narayan Shah, un Re Gorkha, decise di unificare i tre regni: con l’aiuto militare di Príncipi indiani, egli intraprese nel 1765 una serie di battaglie, ed in tre anni, nel 1768, riuscí a conquistare la Valle di Kathmandu. Peraltro, la città fu presa senza spargimento di sangue, approfittando delle festività di Indra Jatra. Nasceva cosí il Nepal moderno. Il nuovo stato entrò presto in conflitto con il Tibet per il controllo dei passi montani. In seguito si scontrò con la East India Company (HEIC) per l’annessione di alcuni piccoli stati confinanti. Ne seguí la Guerra Anglo-Nepalese (1815–16), conclusasi con il Sugauli Sandhi (“Trattato di Sugauli”), con cui il Nepal cedeva alla HEIC il Sikkim ed altri territori. Ma il valore dimostrato in guerra dai Nepalesi colpí assai favorevolmente i Britannici: nasceva il mito dei fieri Gurkha. Seguí una certa instabilità a causa di lotte intestine all’interno della famiglia reale, fino ad arrivare ad un complotto (1846), ordito dalla Regina, per eliminare Jung Bahadur Rana, comandante militare emergente. Vi furono massacri, lotte ed esecuzioni di Príncipi, finché Jung Bahadur Rana non la spuntò, dando origine alla “Dinastia Rana”.
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Tale Dinastia si schierò apertamente al fianco dei Britannici, dando un notevole contributo militare in occasione del “Grande Ammutinamento” dei sepoy (1857). Il Re fu compensato dai Britannici con la restituzione di alcune terre nella Regione Terai. Come è noto, l’aiuto nepalese ai Britannici è continuato fino ai giorni nostri con la fornitura di contingenti militari Gurkha (v. dopo). Le eccellenti relazioni fra Regno Unito e Nepal portarono nel 1923 ad un accordo amichevole che concedeva allo stato asiatico la piena indipendenza. L’assolutismo dei Rana conobbe i primi contrasti interni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo la Cina, impadronitasi del Tibet, allungava la sua mano anche sul Nepal. Interveniva l’India in appoggio del nuovo Re Tribhuvan, nonché di un governo prevalentemente formato dal Nepali Congress Party (1951), col che terminava la Dinastia Rana. Nel 1959 il Sovrano chiudeva il Parlamento e nominava a governare il paese un panchayat: il Panchayat Raj, o “governo dell’assemblea dei cinque” (yat = assemblea; panch = cinque) è un sistema adottato anche in India a livello di villaggi e che a suo tempo era stato favorito da Gandhi. Tale forma di governo durò fino al 1989, quando il Sovrano dovette accettare la riapertura del Parlamento, costrettovi dallo Jan Andolan (“movimento popolare”). È nel 1996 che inizia la guerriglia del Communist Party of Nepal, un movimento Maoista, per rovesciare il Parlamento e costituire una “Repubblica Popolare Socialista”: da qui una guerra civile con oltre 12.000 morti. Un incidente poco chiaro è poi successo il 1° Giugno 2001: ufficialmente il Príncipe Ereditario Dipendra fece un massacro, uccidendo il Re Birendra, la Regina e molti funzionari reali, per poi suicidarsi. L’eccidio sarebbe avvenuto perché i genitori gli avrebbero negato di sposare la ragazza che amava. Rimangono seri dubbi sul fatto che sia stato veramente Dipendra l’autore della strage. Il trono veniva ereditato da Gyanendra, fratello del Re ucciso. Il 1° Febbraio 2005 egli scioglieva il governo assumendo i pieni poteri, nel tentativo di sconfiggere i Maoisti. Dopo vari accordi nel 2006 il Re riapriva il Parlamento, il quale votava una riduzione dei poteri regali: seguivano gli avvenimenti che hanno portato alla proclamazione della repubblica. Che il nuovo Nepal rischi di diventare una seconda Birmania è dimostrato da alcuni avvenimenti accaduti nel 2008, anno dello “storico” cambiamento. A Marzo i numerosi esuli tibetani che hanno trovato rifugio in Nepal avevano tentato di impedire il passaggio della fiaccola olimpica diretta a Pechino. In quell’occasione la polizia nepalese, ormai al servizio di una “giunta” marxista, operò numerosi arresti dopo aver picchiato i dimostranti con bastoni di bambú. Domenica 24 Agosto 2.000 monaci, suore e bambini tibetani effettuarono una marcia di protesta silenziosa, lunga otto chilometri, intorno a Katmandu. I manifestanti recavano cartelli con richieste di indipendenza, il tutto a poche ore dalla fine delle Olimpiadi. Nella stessa Domenica il Primo Ministro del Nepal, Prachanda, noto come Pushpa Kamal Dahal, era a Pechino per la cerimonia di chiusura e per cementare l’amicizia con la Cina. In Nepal vivono oltre 20.000 esuli tibetani. Negli ultimi tempi la polizia della “giunta” filo-cinese ne ha arrestati circa 10.000, poi rilasciati. Che fine faranno?
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Alcuni dati Il territorio nepalese è pianeggiante al Sud nella Regione Terai, collinoso (Pahad) al Centro (Mahabharat Lekh e Siwalik) e di alta montagna al Nord (Himalaya): il Sagarmatha (Everest, m. 8.850) forma confine con il Tibet, ma vi sono altre sette montagne +8.000, ed esattamente Lhotse, Makalu, Cho Oyu, Kanchenjunga, Dhaulagiri, Annapurna e Manaslu. La religione prevalente è lo Hinduismo (80,6%): Lord Shiva è il custode del paese ed a lui è dedicato il piú grande tempio hinduista del mondo, il Pashupatinath, sito nella capitale Kathmandu. Il 10,7% della popolazione è Buddhista: al confine meridionale con l’India vi è Lumbini, luogo di nascita del Príncipe Siddhartha Gautama. Altre religioni sono: Islam (4,2%), Mundhum (Animismo, Buddhismo e Hinduismo insieme, 3,6%) e Cristianesimo (0,5%). Lingua ufficiale è il Nepali, ma vi sono varie lingue regionali (Nepal Bhasa, Maithili, Bhojpuri, Tharu, Gurung, Tamang, Magar, Awadhi, Sherpa, Kiranti) ed altri 100 idiomi locali. Molto diffuso è anche l’Inglese, seconda lingua del paese. La pluralità di etnie fa sí che vi sia una notevole varietà di culture nel Nepal. Piatto tipico è il dal-bhat-tarkari: lenticchie, riso bollito e verdure al curry, insieme con sottaceti e condimenti fatti con spezie (v. Glossario). I Gurkha I Gurkha (noti anche come Gorkha) sono popoli che abitano il Nord-Est dell’India e soprattutto il Nepal. Essi traggono il nome dal “santo-guerriero” Hindu dell’Ottavo Secolo Guru Gorakhnath, il quale profetizzò al discepolo Bappa Rawal (Príncipe Shailadhish) che i suoi discendenti sarebbero stati molto coraggiosi e noti nel mondo, e disse anche di chiamarli Gorkha dal suo nome. Bappa Rawal fondò la casa di Mewar nel Rajasthan (Rajputana), ed i suoi discendenti poi si spostarono verso Est fondando la casa di Gorkha, da cui nacque il Regno del Nepal. Nel 1814–1816 fra la HEIC ed i Gurkha vi fu una guerra, in conseguenza della quale il Nepal divenne un protettorato britannico. Gli ufficiali inglesi erano rimasti talmente colpiti dal coraggio e dalla bravura dei Gurkha, che fu deciso di arruolarli come mercenari nell’Esercito Indiano Britannico della HEIC in quella che divenne “La Brigata Gurkha”. I Gurkha “originali” del Rajasthan (Thakuri e Chetri) non accettarono ruoli da soldato semplice e furono quindi assoldati come ufficiali, mentre quelli delle montagne dell’interno del Nepal (Magar, Gurung, Rai e Limbu) costituirono la truppa. Sotto la HEIC i Gurkha combatterono in una serie di guerre indiane, ma si distinsero particolarmente nel corso del “Grande Ammutinamento” del 1857-1858, avendo un ruolo decisivo nella liberazione di Lucknow, dove furono comandati dal Sovrano del Nepal Shri Teen Maharaja Jung Bahadur. Quando la HEIC fu dissolta e nacque il British Raj i Gurkha continuarono a far parte dell’Esercito Indiano Britannico venendo utilizzati in tutte le piú importanti guerre e battaglie, ivi comprese la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Ricordiamo qui tra le altre circostanze:
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servizio attivo in Birmania, in Afghanistan, nelle frontiere di Nord-Est e Nord-Ovest dell’India; Guerra Russo-Turca (1877-1878); Ribellione dei Boxer in Cina (1900); Tibet (1905); battaglie di Loos, Givenchy, Neuve Chapelle e Ypres in Francia e Belgio (Prima Guerra Mondiale, 1914-1918); Mesopotamia, Persia, Canale di Suez, Palestina e Gallipoli contro i Turchi (un distaccamento fu sotto il comando di Lawrence d’Arabia). Durante la battaglia di Loos l’8° Gurkha combattè fino all’ultimo uomo. Con Lawrence d’Arabia il secondo battaglione del 3° Fucilieri Gurkha conquistò Baghdad. Durante la Seconda Guerra Mondiale i Gurkha iniziarono con 12 battaglioni, ma poi il Sovrano del Nepal consentí ulteriori reclutamenti fino a 55 battaglioni, per un totale di 250.000 Gurkha nepalesi. Il loro grido di guerra Jai Mahakali, Ayo Gorkhali (“Gloria alla Dea della Guerra, arrivano i Gurkha!”) riecheggiò in Siria, Nord-Africa, Italia, Grecia, Singapore e nella giungla della Birmania contro i Giapponesi. Tredici Gurkha sono stati decorati con la Victoria Cross, la piú alta decorazione militare del Regno Unito. Anche tredici ufficiali britannici, comandanti di formazioni Gurkha, hanno ricevuto la decorazione. Tutti i Gurkha (a prescindere dalla regione di provenienza) parlano Nepali, lingua Indo-Ariana. Il loro simbolo è il coltello a lama larga detto khukuri. Essi sono sempre stati considerati una “razza marziale” ed ancora oggi fanno parte dell’Esercito Britannico, non piú come mercenari, ma come effettivi.
GLOSSARIO NEPALI Achar Beni Bhat Bodhisattva Chapati Chautara Chowk Chutni Dal Dal bhat Danda Dhoka Doko Dudh Durbar Ek Gandaki
Sottaceti Confluenza del fiume Riso bollito Quasi-Buddha (Dalai Lama) che aiuta l’umanità Pane non lievitato Parete di roccia per il riposo dei portatori Cortile o mercato Condimenti fatti con spezie Lenticchie Alimento nazionale, composto di lenticchie (dal) e riso bollito (bhat), servito con verdure miste a curry (tarkari) Collina Porta Canestro di bambú Latte Palazzo Numero “uno”: simbolo di unità Fiume 5
Gurkha Kang Kata Kharka Khola La Lho Mandala Namaste Nanglo Nup Patra Phedi Puja Rakshi Sagarmatha Shar Sherpa
Sindhur Sirdar Stupa Tal Tarkari Tsampa Yak Yeti
Popolazione del Nepal; soldato dell’esercito britannico Montagna Sciarpa bianca simbolo d’onore Pascolo collinare Torrente Passo montano Sud Diagramma mistico che rappresenta l’universo “Saluto il dio che è in te”: usuale saluto nepalese Vassoio di bambú Ovest Lettera Luogo ai piedi della collina Preghiera o offerta rituale Bevanda alcoolica distillata dal grano Il Monte Everest Est “Gente dell’Est”: popolazione buddhista che abita nella regione collinosa di Solu Khumbu, impiegata come guide e portatori nelle spedizioni montane Polvere rossa per offerte religiose Il capo-carovana Sherpa Monumento semisferico buddhista Lago Verdure miste a curry Cibo degli altipiani: farina d’orzo arrostita “Bue tibetano” usato per trasporti in altitudine L’abominevole uomo delle nevi della Himalaya
N.B.: Il Nepali è lingua-madre di 11 milioni di persone, ma è parlato da non meno di 20 milioni di individui tra Nepal, Bhutan ed India di Nord-Est (Darjeeling e Bengala Occidentale, Sikkim). È scritto in Devanagari come Hindi, Marathi e Sanscrito, e fa parte della sottofamiglia delle Lingue Indo-Ariane.
BIBLIOGRAFIA Anon. “Maoists trying to seize state power: Oli”, in Gorkhapatra; Kathmandu, 2008. Dixit, Kunda A people war: Images of the the Nepal conflict 1996-2006; Kathmandu, 2006. Gordon jr, Raymond G (ed.) Ethnologue: Languages of the World (15th Edition); Dallas, 2005. Hutt, Michael (ed.) Himalayan ‘people’s war’: Nepal’s Maoist rebellion; London, 2004. 6
Klein, Ernest A Comprehensive Etymological Dictionary of the English Language; Amsterdam, 1971. Messina, Franco Maria “Nepal” in Prasiddha 5, 28 Maggio 2008. Shaha, Rishikesh Ancient and Medieval Nepal; New Delhi, 1992.
Franco Maria Messina è linguista e storico. Ha studiato a Roma, Utrecht ed Oxford, ed ha insegnato all’università per oltre 35 anni. Ha costituito e dirige il gruppo e la rivista “India Mirabilis”. A retired academic, Frank Messina is linguist and historian. He studied and researched in Rome, Utrecht, Oxford and London, is Director of the India Mirabilis Team and Editor of the journal.
Copyright © 2009 Franco (Frank) Messina
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