UNIVERSITÀ DI SIENA Dottorato di ricerca in "Storia e archeologia del medioevo, Istituzioni e archivi" Sezione "Istituzioni e archivi"
Progetto di ricerca
IL COMUNE DI PADOVA TRA SETTE E OTTOCENTO: VICENDE ISTITUZIONALI E INVENTARIO ARCHIVISTICO (1805-1884)
ANDREA DESOLEI
Padova 2004
Abstract del progetto Il progetto si sviluppa secondo due linee di ricerca: la prima, di carattere archivistico, mira all’inventariazione analitica delle serie «Atti amministrativi» e «Atti riservati» (quasi 4000 pezzi) del fondo «Padova», compreso nella partizione «Comuni» dell’Archivio di Stato di Padova (parte II della Guida generale). Tale fondo include, oltre al carteggio amministrativo del periodo 1805-1884, anche le deliberazioni di “Consiglio” e “Giunta”, raccolte in maniera non sistematica. Il primo obiettivo del progetto consiste quindi nel fornire agli studiosi uno strumento analitico di ricerca, completo degli elenchi delle deliberazioni. La seconda linea di ricerca, di carattere istituzionale, mira all’analisi degli eventi che interessarono Padova e il Veneto tra Sette e Ottocento, con il passaggio dalla dominazione veneziana a quelle successivamente francese, austriaca e infine italiana, ricostruendo gli assetti organizzativi e istituzionali del Comune e delle istituzioni ad esso collegate.
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Sommario
Abstract del progetto ................................................................................................................2 Sommario .................................................................................................................................3 Introduzione..............................................................................................................................4 I rapporti istituzionali centro-periferia e gli archivi ...............................................................4 Il Comune di Padova tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento (cenni di storia istituzionale) ...........................................................................................................................4 L’archivio del Comune di Padova ..........................................................................................7
Tema della ricerca ..................................................................................................................10 Obiettivi e problematiche di ricerca .......................................................................................11 Metodologia............................................................................................................................13 Tempi di realizzazione ...........................................................................................................15 1° anno..................................................................................................................................15 2° anno..................................................................................................................................15 3° anno..................................................................................................................................15
Bibliografia.............................................................................................................................16 Padova tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento.....................................................16 I comuni veneti e il Comune di Padova – profilo istituzionale ............................................18 La burocrazia veneta e il Comune di Padova .......................................................................19 Gli archivi comunali .............................................................................................................20 L’Archivio del Comune di Padova .......................................................................................22 L’inventario archivistico.......................................................................................................23
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Introduzione
I rapporti istituzionali centro-periferia e gli archivi
I rapporti tra centro e periferia, tra “Stato” e “autonomie locali” hanno sempre rappresentato un tema storiografico di notevole interesse per la storia delle istituzioni1. Questo lavoro conta di fornire un contributo per la ricostruzione delle vicende di questo rapporto dopo la caduta degli antichi regimi, per verificare quanto c’è stato di continuità e di cambiamento tra i vecchi ed i nuovi assetti, partendo dalla costruzione di uno strumento euristico quale l’inventario archivistico. In questa prospettiva i documenti dell’archivio del Comune di Padova diventano una base di partenza privilegiata per lo sviluppo di un tema di ricerca concentrato sulle vicende di questa città e, di riflesso, del Veneto dopo la caduta della Serenissima. Questo rapporto tra poteri e istituzioni locali e centrali veneziane prima e poi successivamente francesi, austriache e italiane a Padova può essere inoltre analizzato mediante lo studio di istituzioni parallele, con le quali Stato e Comune hanno gestito vari aspetti dell’amministrazione del territorio, della popolazione, dell’economia, della società. Indispensabile per far questo è naturalmente l’accesso agli archivi, in modo particolare quelli dei comuni, spesso abbandonati alla propria sorte, mediante il recupero e l’inventariazione dei fondi documentari prodotti dalle istituzioni, oppure con l’integrazione degli strumenti di ricerca, nel caso di archivi conservati da più istituti come quello di Padova, suddiviso tra Archivio di Stato e Archivio generale del Comune. In questa prospettiva l’archivistica e la storia delle istituzioni sono due discipline che operano in simbiosi e, pur mantenendo la loro autonomia scientifica, procedono necessariamente parallele nel loro percorso, divenendo vicendevolmente fonte di cognizione e strumento di ricerca.
Il Comune di Padova tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento (cenni di storia istituzionale)
Come noto, Padova fu sottomessa alla dominazione veneziana dal 1405 al 1797. Venezia fondò il suo sistema di organizzazione e controllo territoriale sull’elezione di funzionari tratti dal patriziato: i rettori2. «Nelle principali città dello stato (Padova, Vicenza, 1
Si veda da ultimo P. AIMO, Stato e poteri locali in Italia 1848-1995, Roma 1998. «Venezia affrontò il problema dell’organizzazione territoriale del suo dominio da terra in modo originale e assolutamente diverso rispetto alle soluzioni adottate da altri stati coevi. Lasciò in genere sussistere le strutture comunali preesistenti, già del resto svuotate del loro significato politico dalle esperienze signorili succedutesi da Ezzelino da Romano in poi e ridotte al semplice rango di semplici apparati amministrativi. Rimasero perciò in vigore, a regolare la vita delle singole comunità, gli statuti esistenti, debitamente approvati, aggiornati e completati, a seconda delle necessità, da provvedimenti delle magistrature veneziane. Accanto agli statuti, vissuti sul piano ideologico come baluardi eretti a difesa delle autonomie locali, i patti tra Venezia e le singole comunità soggette e le commissioni della Serenissima ai suoi rappresentanti regolavano i rapporti tra centro e periferia. La Dominante incentrò il suo sistema di controllo e di organizzazione del territorio su una serie di sedi amministrative, già selezionate come preminenti, rispetto agli insediamenti della medesima area, dalle vicende comunali e signorili. In quelle “quasi città”, oltre che a Padova, Venezia insediò come suoi rappresentanti funzionari elettivi, tratti dalle fila del patriziato lagunare, che rimanevano in carica per un periodo originariamente di 12 e poi di 16 mesi, o più, a seconda delle circostanze: i rettori» G. BONFIGLIODOSIO, L’amministrazione del territorio durente la Repubblica veneta (1405-1797): gli archivi dei rettori, Padova 1996, p. 2-3. 2
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Verona, Brescia e Bergamo) i rettori erano due, il podestà e il capitano, con funzione prevalentemente giudiziaria e civile il primo, finanziaria e militare il secondo»3, ma «potevano assumere i titoli specifici di podestà, capitano, camerlengo o castellano, con riferimento alle competenze loro attribuite. … Talvolta i due titoli di podestà e capitano o di podestà e castellano erano attribuiti al medesimo funzionario. A Padova erano stanziati 1 podestà, 1 capitano, 2 camerlenghi, 1 castellano in Castel Vecchio e 1 castellano alla Saracinesca»4. La città poi «… era retta dal consiglio dei nobili composto da quei cittadini che, superato il venticinquesimo anno d’età, avevano il proprio nome riportato in appositi elenchi contenenti appunto le famiglie ammesse al governo cittadino. In esso si eleggevano i deputati in numero di sedici che rappresentavano il consiglio e ogni anno i deputati vecchi con i nuovi costituivano il consiglio dei XVI»5. «A capo del Comune c’era un funzionario (quello che oggi chiameremo Sindaco), la cui denominazione più corrente era degan o marigo, che aveva la rappresentanza generale del Comune, affiancato da un organo collegiale, con poteri decisionali per gli affari correnti e di ordinaria amministrazione»6. 3
«Il rettore era coadiuvato nella sua attività quotidiana da un gruppo (la cosidetta “corte”) di collaboratori, che costituivano una vera a propria sorta di burocrazia: vi erano i cancellieri, che avevano cura della redazione degli atti di governo, e gli assessori, personaggi per lo più originari del Dominio, esperti in diritto e con una robusta formazione tecnica che si appoggiava sul diritto romano e locale, che si affiancavano al podestà nell’amministrazione della giustizia» L. PEZZOLO, Podestà e capitani in terraferma, in G. ORTALLI et al., Venezia e le istituzioni di terraferma, Bergamo 1988. «Il rettore doveva “regere”, ossia governare, la città e il territorio di sua giurisdizione, nel rispetto degli statuti e delle consuetudini, ma soprattutto dell’onore della Serenissima, perseguendo l’ordine, la concordia e il bene della comunità nell’osservanza leale e onesta delle leggi, interpretate e integrate, ove necessario, secondo coscienza (arbitrium). In concreto, al di là delle formule con le quali viene costantemente descritta dalle fonti l’attività dei rettori, regolamentata da un rigido rituale, garanzia di onorabilità, si esplicava principalmente nel rendere giustizia (rendere ius) nel civile e nel criminale. Ma la presenza del rettore, elemento tangibile del dominiio veneziano, era costante e diffusa nella vita amministrativa delle comunità. Presiedeva infatti tutti i consigli, doveva imporre il rispetto degli statuti, mantenere l’ordine pubblico, sorvegliare le finanze, vigilare sull’esecuzione delle opere pubbliche, sul rifornimento e la distribuzione delle vettovaglie, sull’efficienza delle difese. Nel complesso, a parte l’amministrazione della giustizia, il podestà [sic] svolgeva una serie di attività estremamente compenetrate con il funzionamento degli organi della comunità» BONFIGLIO-DOSIO, L’amministrazione del territorio durante la Repubblica veneta (14051797)…, cit., p. 4. 4 BONFIGLIO-DOSIO, L’amministrazione del territorio durante la Repubblica veneta (1405-1797)…, cit., p. 4. «… Il Podestà … (chiamato Castellano quando la località rivestiva particolare importanza militare) … presiedeva al buon andamento della “terra”, curava i lavori pubblici di interesse statale (spesso la regolazione di fiumi e le grandi opere pubbliche), amministrava la giustizia (quella civile solitamente in grado di appello), assistito dagli “assessori” esperti di diritto. Il Capitano (presente solo nei reggimenti maggiori o nelle piazze di maggiore importanza strategica) era il comandante militare della “terra”, curava le fortificazioni fisse e le dotazioni di armi delle milizie territoriali (le cernide), nonché l’esazione dei tributi …; il Camerlengo esercitava le funzioni della nostra attuale Intendenza di Finanza, per conto della Dominante» I. CACCIAVILLANI, La legge comunale veneziana (1781), Limena 1986, p. 22-23. 5 G. SILVANO, Padova democratica (1797): finanza pubblica e rivoluzione, Venezia 1996, p. 18. Per una maggiore precisione nel delineare le istituzioni e le magistrature padovane nel periodo veneziano si veda M. BORGHERINI, Il governo di Venezia in Padova nell’ultimo secolo della Repubblica (1700-1797), Padova 1909. 6 «L’organo collegiale di governo era a sua volta variamente denominato, mai però chiamto “giunta”, pur avendo poteri sostanzialmente analoghi a quelli dell’attuale Giunta e pur essendo un termine certamente derivato dal dirittto veneziano. Con questonome veniva individuato uno speciale organo provvisorio e con funzioni solitamente limitate nel tempo, imposto da esigenze contingenti: quando l’argomento in discussione avanti a un determinato organo collegiale era di particolare importanza o delicatezza, ai componenti normali o stabili ne venivano aggiunti altri – o per elezione o per cooptazione – perché, partecipando all’elaborazione della decisione, ne assicurassero una maggiore e più sicura rispondenza all’interesse generale; tale aggregazione straordinaria veniva chiamata “zonta” o “giunta”. Accanto agli organi “politici” (incaricati cioè delle scelte di governo dell’ente locale) erano elettivi anche tutti gli organi esecutivi: colui che doveva controllare l’esazione dei tributi (sempre affidata ad esattori appaltatori), detto solitamente sindico o massaro; i controllori dei confini, detti campari …; ancora elettive erano le cariche dei custodi della legalità, gli attuali “vigili urbani”, dotati peraltro anche ed in via esclusiva delle funzioni di polizia giudiziaria (di indagare sui delitti e di assicurare alla giustizia i colpevoli» CACCIAVILLANI, La legge comunale veneziana…, cit. , p. 25-26. 5
Dopo la caduta della Serenissima le vicende Sette-Ottocentesche della città possono essere così brevemente riassunte: 1. Governo democratico della Municipalità (28 aprile 1797 – 20 gennaio 1798) 2. prima dominazione austriaca (20 gennaio 1798 – 16 gennaio 1801) 3. occupazione militare francese (16 gennaio – 6 aprile 1801) 4. seconda dominazione austriaca (6 aprile 1801 – 5 novembre 1805) 5. occupazione francese e governo provvisorio presieduto da Antonio Nalin, prima, e dal conte Girolamo Polcastro, dopo (5 novembre 1805 – 30 aprile 1806) 6. annessione al Regno Italico (1° maggio 1806 – 7 novembre 1813), interrotta tra il 26 aprile e il 4 maggio da un’occupazione militare austriaca 7. terza dominazione austriaca (7 novembre 1813 – 22 marzo 1848) 8. Repubblica Veneta (dal 22 marzo al 4 giugno 1848) e la fugace adesione al Regno di Sardegna (dal 5 al 12 giugno 1848) 9. quarta ed ultima dominazione austriaca e annessione all’Italia (dal 13 giugno 1848 all’11 luglio 1866) Come ricorda Carlo Ghisalberti «quando gli eserciti francesi irruppero nella penisola italiana … municipalità e dipartimenti, more geometrico ordinati, presero per tre anni il posto dei particolari ordinamenti locali … dando inizio ad una profonda rivoluzione nell’organizzazione delle strutture amministrative locali e … seppellendo ben presto il ricordo di un autonomismo municipale. … [In questo periodo] … la municipalità … era retta da un’apposita amministrazione municipale, costituita da un numero variabile di persone … riunite a loro volta in comitati incaricati di presiedere collegialmente alle varie branche dell’amministrazione stessa»7. A Padova l’amministrazione municipale in questo periodo era composta da 30 persone scelte «fra i cittadini più noti per probità, per civismo, per amore della libertà, per virtù», con un Presidente e un vice-Presidente e suddivisi in 7 comitati: «1. Comitato di Corrispondenza generale … 2. Comitato di Sicurezza generale … 3. Comitato di Pubblica istruzione … 4. Comitato di Sanità … 5. Comitato di Economia pubblica e finanze … 6. Comitato di Militare … 7. Comitato di Sussistenza, Pesi e misure …»8. Nel periodo dalla caduta delle municipalità (1798) all’annessione al Regno Lombardo Veneto il controllo centrale si accentua e diminuisce l’autonomia locale. Sia durante la «prima dominazione austriaca (1798-1805) e poi quella francese, anche se nelle forme del Regno d’Italia (1805-1813), … il volere regio [è portato nelle singole circoscrizioni] tramite l’Imperial-Regio Capitano provinciale, poi mediante il Prefetto del Dipartimento. … Ci sono, è vero i Consigli generali e distrettuali, ma la nomina dei loro componenti viene dall’alto, come era calata quella dei consigli comunali e dei podestà»9. Da notare che la nomina dei sindaci sarà di competenza dei consigli comunali solo dal 1888 e che nel 1807 erano stati creati i Comuni modernamente intesi «con un Consiglio ed un podestà»10, sulla base delle norme emanate con il decreto 8 giugno 1805, n. 46, sull’Amministrazione pubblica e sul Compartimento territoriale del Regno. 7
C. GHISALBERTI, Le amministrazioni locali nel periodo napoleonico, in N. RAPONI, Dagli stati preunitari d’antico regime all’unificazione, Bologna 1981, p. 431. 8 Organizzazione sistematica provvisoria di tutto il Dipartimento padovano, disposizioni del generale di brigata BRUNE – comandante la divisione Massena e il padovano, [Padova 1797], p. 5. 9 G. NETTO, Province e comuni nel Veneto dal 1813 al 1866, in I problemi dell’amministrazione austriaca nel Lombardo_veneto: Atti del Convegno di Conegliano organizzato in collaborazione con l’Assiciazione Italia-Austria: 20-23 settembre 1979, Conegliano 1981, p. 40. 10 NETTO, Province e comuni nel Veneto, cit., p. 52. 6
L’organizzazione data dalle truppe napoleoniche al territorio italiano viene confermata dall’Austria per il Veneto dapprima con uno speciale editto emanato a Trento l’8 novembre 1813, con il quale «… dichiarasi permanenti gli attuali dipartimenti nonché le successive divisioni dei medesimi in distretti, in cantoni e in comuni … Restano provvisoriamente confermati tutti gl’impiegati regj e comunali, i quali non abbandonarono i loro posti … Parimenti confirmati si dichiarano i Consiglj generali, distrettuali e comunali, e perciò abilitati a fungere i loro incarichi …»11, e poi con la patente imperiale del 7 aprile 1815: « … si conservano (per ora) i Consigli comunali e , nel Veneto, quelli levati devono essere ripristinati»12. Con la successiva patente imperiale del 12 febbraio 1816 si stabilisce che «… ogni comune sarà amministrato dal Convocato generale degli estimati che delibererà sugli affari riguardanti il proprio interesse, affidando l’amministrazione del partimonio a una Deputazione. Avranno invece Consiglio comunale i capoluoghi di provincia e le città regie, oltre i comuni nei quali il gran numero di estimati, a giudizio del governo, divenisse ostacolo alle regolari deliberazioni. Nei primi due casi la deputazione prende il nome di Congregazione municipale e il sio capo assumerà la qualifica di podestà. Gli assessori (cioè i componenti della C.M.) saranno designati dal Consiglio cui spetta di proporre al Re la nomina del podestà»13. Questo assetto istituzionale, con alcune modifiche, si manterrà praticamente immutato fino all’annessione al Regno d’Italia nel 1866 e, come afferma Giovanni Netto, anche oltre: «viviamo tuttora in strutture sorte nel periodo franco-austriaco: … i comuni sorti tra il 1807 ed il 1816 sono tuttora vivi e vitali … le province nate nel 1815 hanno superato il secolo e mezzo di attività…»14. La legge comunale e provinciale del 1859 del Regno d’Italia, cioè l’allegato A della legge 20 marzo 1865 n. 2248, sulla Unificazione amministrativa del Regno, sarà poi l’ultimo passo verso l’uniformazione anche dei termini per definire le istituzioni come il convocato degli estimati, la congregazione municipale e il podestà che diverranno, come in tutta Italia, quelli il consiglio, la giunta e il sindaco, mutando la forma, ma non la sostanza delle istituzioni locali venete15.
L’archivio del Comune di Padova
Come buona parte dei comuni italiani, anche nel caso di Padova la parte più antica del suo archivio è conservata presso il locale Archivio di Stato. La documentazione più antica risale al 1420, in quanto tutta la documentazione relativa alla signoria carrarese, ed ai primi quindici anni di dominazione veneziana, è andata perduta in un terribile incendio avvenuto in quell’anno, a seguito del quale furono emanate apposite norme per la tenuta dell’archivio e affidata la cura dello stesso ad un insigne umanista: Sicco Polenton16. 11
Editto concernente l’interinale organizzazione delle provincie dall’Imperial Regia Armata dell’Austria di già occupate nel Regno d’Italia fuori del Tirolo italiano. Padova 8 novembre 1813, disposizioni date dal generale d’artiglieria barone DE HILLER – comandante in capo l’imperial regia Armata dell’Austria interio alla volta d’Italia, dato a Trento il 8.11.1813 pubblicato a Padova il 13.11.1813. Si veda anche sul tema della continuità M. MERIGGI, Gli stati italiani prima dell’Unità: una storia istituzionale, Bologna 2002, in particolare p. 107. 12 NETTO, Province e comuni nel Veneto, cit., p. 52. 13 NETTO, Province e comuni nel Veneto, cit., p. 53-4. 14 NETTO, Province e comuni nel Veneto, cit., p. 41. 15 La continuità delle istituzioni locali venete è evidenziata soprattutto nel citato NETTO, Province e comuni del veneto. 16 «… la parte più antica dell'archivio comunale è andata perduta; in particolare a causa dell’incendio del 1420, che ha distrutto quasi completamente la cancelleria civica. Risulta infatti mancante la documentazione relativa al periodo 7
L’archivio civico, integrato con le carte notarili fin dal XV secolo17, è poi passato per alterne vicende: si ricordi qui solamente l’incendio del 1615 (fortunatamente non rovinoso come quello del 1420)18, il crollo della volta tra il palazzo della Ragione e il palazzo comunale nel 1172 a causa del peso dei documenti stessi19 e in particolare la sua suddivisione, effettuata da Andrea Gloria nel 187120, tra la parte di antico regime, affidata alle cure dei paleografi del costituendo Museo civico, e la parte moderna, rimasta presso gli uffici comunali. Nel corso del XIX secolo l’archivio si era arricchito anche dei fondi relativi alle Corporazioni laiche e religiose soppresse (1848), agli archivi governativi veneziani, francesi e austriaci (1850), agli archivi giudiziari (1851) e agli estimi antichi (1851) 21. La parte antica dell’archivio, definita “Archivio civico antico” e conservata nella sede del Museo civico sito nell’ex-Convento dei Minori di piazza del Santo, divenne quindi la base per la creazione dell’Archivio di Stato di Padova, previsto dalla legge archivistica del 193922, e formalmente istituito solo nel 194823 trasferendo la sua Direttrice, Erice Rigoni, dai ruoli del Comune di Padova e quelli dello Stato e mantenendo la stessa sede di piazza del Santo, già dall’anno precedente ceduta in affitto alla Provincia di Padova, ente sul quale ricadeva l’onere per le spese di mantenimento dell’Archivio di Stato. In questo modo fu trasferito però allo Stato non solo la parte antica, integrata come abbiamo visto, ma anche la documentazione “moderna” fino al 1884, versata dagli uffici comunali al Museo civico presumibilmente nei primi anni del Novecento24. L’Archivio di comunale e alla signoria dei Carraresi. Pertanto la documentazione … conservata [nell'Archivio di Stato di Padova] comincia in linea di massima con la soggezione del Comune alla Repubblica di Venezia» R. BAGGIO COLLAVO, Archivio di Stato di Padova, in Guida generale degli Archivi di Stato italiani, III, Roma 1986, pp. 228-9. 17 «Nel 1476, il 6 agosto, il Consiglio maggiore della comunitàribadisce con vigore l’obbligo di versamento alla cancelleria comunale delle scritture dei notai defuntida parte degli eredi» G. BONFIGLIO-DOSIO, La politica archivistica del Comune di Padova dal XIII al XIX secolo: con l’inventario analitico del fondo “Costituzione e ordinamento dell’archivio”, Roma 2003, p. 18. 18 «… le magistrature responsabili di allora si preoccuparono non poco di questo problema … e molte precauzioni si andavano così adottando per evitare ulteriori perdite di materiale documentario. Tuttavia nulla impedì il verificarsi di un secondo incendio nel febbraio del 1615, durante il quale andarono bruciate le scritture della Cancelleria Pretoria» L. BRIGUGLIO, L'Archivio Civico Antico di Padova e l'opera dei suoi ordinatori (1420-1948, «Bollettino del Museo Civico di Padova» XLV (1956), pp. 185-6. 19 «L’8 maggio 1772 crollò il colto sottostante l’archivio adiacente al palazo pretorio: nel fondo qui inventariato le perizie, i progetti, i preventivi, le fatture, i rilievi documentano in modo analitico le varie fasi del restauro e del ripristino del volto» BONFIGLIO-DOSIO, La politica archivistica del Comune di Padova …, cit., p. 22. 20 La definitiva suddivisione fisica fu attuata nel 1871 da Andrea Gloria, allora direttore del Museo, della Biblioteca e dell’Archivio civico. In occasione della costruzione del nuovo Museo cittadino in piazza del Santo, fondato con il meritorio intento di creare un istituto unitario per la conservazione e la tutela della cultura padovana, e nel quale fu concentrata gran parte delle fonti archivistiche, bibliografiche, museali ed artistiche padovane, il Gloria trasferì presso la nuova sede l’Archivio civico antico (documentazione dal 1420 al 1805), separandolo anche fisicamente dall’archivio moderno (documentazione successiva al 1805). Per approfondimenti A. DESOLEI, L’archivio del Comune di Padova tra cultura e amministrazione, in BONFIGLIO-DOSIO, La politica archivistica del Comune di Padova …, cit., p. 40-41. 21 «Ne facevano inoltre parte l’ingente documentazione relativa agli archivi giudiziari ed agli estimi antichi, ceduti nel 1851 al comune rispettivamente dal tribunale e dalla delegazione, nonché i preziosi archivi di tutte le corporazioni religiose e laiche soppresse dal governo napoleonico e consegnati nel 1848 dalla locale intendenza di finanza» BAGGIO COLLAVO, Archivio di Stato di Padova, cit., p. 227. 22 Legge 22 dicembre 1939, n. 2006, Nuovo ordinamento degli Archivi di Stato. 23 «Con decreto del Ministero dell'interno in data 19 luglio [1948] è stata istituita a partire dal 1° agosto … la Sezione di Archivio di Stato di Padova. La nuova sezione ha sede nei locali del Civico Museo in Piazza del Santo, già occupati dall'Archivio Civico antico, che ne costituisce il nucleo principale … . L'archivio consta complessivamente di oltre 47.000 volumi e buste … raccolti in varie stanze dell'ex-Convento di S.Antonio … » E. RIGONI, Sezione di Archivio di Stato di Padova: nuova istituzione, «Notizie degli Archivi di Stato», n° 2-3, VIII (1948), p. 193. 24 Non vi sono fonti attestanti con precisione l’epoca precisa e le modalità di tale trasferimento. Appare però sufficientemente probante al riguardo la relazione dell’ing. Eugenio Maestri del 25 maggio 1871, letta al Consiglio comunale nella seduta del 30 maggio 1871, riguardante «… i lavori di adattamento dei locali nello stabile ex Caserma 8
Stato si trasferì infine nel 1980 presso la nuova sede di via dei Colli 29, portando con sé anche la documentazione civica25. Alla fine degli anni Ottanta del’900 si iniziò a progettare la costruzione di una nuova sede per l’Archivio del Comune di Padova (parte “moderna”), la cui consistenza, appurata con un censimento nel 1998, si attesta ormai su quasi 14 chilometri lineari di carte, a quel tempo dispersi su ben 87 sedi26. La nuova sede è stata inaugurata il 19 dicembre 2001.
del Santo ad uso del civico Museo». Essa infatti attesta che «… al giorno d’oggi … sono … approntati i locali pel Museo Bottacin e Medagliere, è quasi terminato il trasloco di tutte le carte degli archivi nel pianterreno ed ammezzato del lato sud del grande chiostro, pronti i locali della Biblioteca a ricevere il materiale che vi si destina, e finalmente scoperto il grande corridoio della Pinacoteca». Successivamente, e a più riprese, fu poi trasferita a questo istituto tutta la documentazione prodotta dal Comune fino all’anno 1884. Non è facile ricostruire con certezza i tempi e le modalità del trasferimento della documentazione relativa agli anni dal 1806 al 1884, dato che nella maggior parte dei casi non sono stati redatti, come per la parte più antica, appositi documenti. Sicuramente nel 1876, o negli anni immediatamente successivi, deve essere avvenuto un primo trasferimento. In quell’anno infatti Andrea Gloria, su richiesta del sindaco Francesco Piccoli, dà il suo assenso perché «… siano trasportati in questo Museo gli atti municipali del Governo Italico e degli anni seguenti fino al 1848». Nel periodo dal 1876 al 1903 deve essere poi avvenuto un altro trasferimento. Esso non risulta dagli atti dell’Archivio del Museo civico ma, nella prima edizione dell’opera Il Museo Civico di Padova di Andrea Moschetti24, si trova che, nel 1902, era conservata presso di esso «… la serie completa di tutti gli atti d’ufficio del Comune dal 1806 al 1860 con tutti i protocolli e gli indici relativi». Il trasferimento della restante documentazione, riguardante gli anni dal 1861 al 1884, è avvenuto quindi sicuramente negli anni dal 1903 al 1927, dato che nella seconda edizione del Museo Civico di Padova del Moschetti, edita nel 1938 ma riportante dati relativi al 1927, risulta che ivi era conservata «… la serie completa di tutti gli atti d’ufficio del Comune dal 1806 al 1884 con tutti i protocolli e gli indici relativi». Altri trasferimenti di materiale devono essere stati compiuti negli anni successivi, prima del 1948, poiché dalla Guida generale degli Archivi di Stato italiani risulta che in quello di Padova, sono conservate: «… bb. e regg. 7036 (1805-1884) … “Atti amministrativi” 1085-1884, bb. e regg. 3842. “Atti riservati” 1806-1884, bb 51. “Atti contabili” 1806-1870, bb. 3143». In questo momento non si è in grado di conoscere con precisione l’anno in cui è stato effettuato tale trasferimento, ma l’ipotesi più plausibile è che i documenti siano stati trasferiti al Museo nel 1903-1904, in occasione della costruzione dei nuovi locali dell’Archivio civico antico presso il Museo, poi divenuti sede dell’Archivio di Stato nel 1948 ed ora ospitanti il Museo di sant’Antonio. Questa ipotesi è anche suffragata da due documenti che sono stati trovati nell’Archivio del Museo Civico. Il primo è una lettera del 27 novembre 1903 in cui il Direttore del Museo, Andrea Moschetti, scrive al Sindaco di Padova che «… in questi giorni si sta eseguendo il trasporto degli archivi moderni dai vecchi ai nuovi locali, per poter quindi procedere al trasporto degli archivi antichi. Ma a causa della grande quantità di buste recentemente portate dal Municipio al Museo, le cui sale che nel prospetto dell’edificio erano state destinate agli archivi moderni, ora si dimostrano insufficienti, tanto che molte centinaia di buste della Ragioneria rimangono nei vecchi locali inadatti all’uso d’archivio …». Non è purtroppo specificato nella lettera a quali annate appartengano i documenti contenuti nelle buste portate dal Municipio al Museo. Il secondo documento è una lettera del 9 marzo 1905 in cui il Sindaco invia al Direttore del Museo «… dei documenti rinvenuti fra gli atti d’archivio del 1869 perché siano collocati nella rispettiva posizione», nella fattispecie dei mandati di pagamento. Questa lettera potrebbe quindi far ritenere che il trasferimento sia stato effettuato sicuramente prima di tale data. Rimane però il problema che si tratta di documenti contabili, i quali potrebbero avere avuto, come spesso accade, sorti diverse dal resto dell’Archivio. Purtroppo, dato che non è ancora stato concluso l’inventario provvisorio dell’Archivio del Museo Civico (il quale arriva al momento solo all’anno 1914), è necessario anche ipotizzare che il trasferimento dei documenti relativi agli anni dal 1861 al 1884 possa essere avvenuto in un periodo successivo, vale a dire nel periodo dal 1915 al 1927. Per approfondimenti si veda DESOLEI, L’archivio del Comune di Padova …, cit. , p. 40-44. 25 Questo trasferimento non è stato a torto ancora studiato, ma lo meriterebbe in quanto è in questo momento che si crea probabilmente la vera suddivisione istituzionale tra l’ente conservatore dello Stato ed il Comune, senza che i contorni di tale suddivisione siano mai perfettamente nitidi. Si veda ad esempio a tale proposito, la suddivisione tra gli statuti delle “Fraglie” padovane, conservati come codici in Biblioteca civica, e gli archivi delle stesse, conservati presso l’Archivio di Stato: «Si può dedurre … che nel 1902 fosse già stata eseguita una prima divisione del materiale corporativo: gli statuti erano materiale destinato alla biblioteca e gli archivi delle medesime rimanevano nell’archivio» P. DESOLEI, Gli statuti delle fraglie padovane: catalogo dei manoscritti conservati presso la Biblioteca civica di Padova, tesi di laurea in codicologia, relatore prof. Paolo Eleuteri, Università ca’ Foscari di Venezia, a. acc. 2002-2203, p.XLV. 26 Relazione sul censimento del patrimonio archivistico del Comune di Padova – Proposte operative per la concentrazione del materiale nella nuova sede e per la realizzazione di un servizio archivistico comunale redatta dalla prof. Giorgetta Bonfiglio-Dosio e presentata alla Giunta Comunale in data 12.10.1998. 9
Tema della ricerca Questo progetto di ricerca è l’ideale continuazione, anche se a ritroso, del lavoro iniziato nel 1999 con la tesi di laurea27. In quella sede infatti è stata affrontata per la prima volta in maniera sistematica l’analisi delle vicende e dell’organizzazione postunitaria ottocentesca dell’archivio del Comune di Padova, compiendo anche il primo tentativo di inventariazione analitica del materiale documentale conservato dal Comune di Padova (serie “Atti amministrativi per categorie” anni 1885-1889, “solo” 46 bb.)28, vale a dire il carteggio più antico conservato dal comune, compiendo anche un campionamento sull’intera serie, dal 1885 al 1982. E’ stato anche approntato uno studio istituzionale del Comune in età postunitaria ottocentesca, evidenziando in modo particolare le strutture burocratiche, i regolamenti del personale, gli stipendi e le piante organiche. Considerata la suddivisione in cui versa l’archivio tra Archivio di Stato (1420-1884) e Archivio generale del Comune di Padova (1885-…), con questo progetto si intende cercare di “ricucire”, almeno logicamente, le due parti dell’archivio, ponendo le basi per la redazione di uno strumento unitario di ricerca e la ricostruzione delle vicende istituzionali. Il progetto si sviluppa infatti secondo due linee di ricerca: la prima, di carattere archivistico, mira all’inventariazione analitica delle serie «Atti amministrativi» e «Atti riservati» (quasi 4000 pezzi) del fondo «Padova», compreso nella partizione «Comuni» dell’Archivio di Stato di Padova (parte II della Guida generale). Tale fondo include, oltre al carteggio amministrativo del periodo 1805-1884, anche le deliberazioni di “Consiglio” e “Giunta”, raccolte in maniera non sistematica. Tenendo conto che per fare un inventario si deve procedere anche alla ricostruzione delle vicende istituzionali dell’istituto che ha prodotto l’archivio, il primo obiettivo del progetto consiste quindi non solo nel fornire agli studiosi uno strumento analitico di ricerca, completo degli elenchi delle deliberazioni, ma porre la prima base per ricostruire le vicende istituzionali patavine tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento. La seconda linea di ricerca, infatti, di carattere prettamente istituzionale, partendo da tale base elaborata durante l’inventariazione del fondo, integrando tali informazioni con fonti bibliografiche e notizie provenienti da altri archivi, mira all’analisi degli eventi che interessarono Padova e il Veneto tra Sette e Ottocento, con il passaggio dalla dominazione veneziana a quelle successivamente francese, austriaca e infine italiana, ricostruendo gli assetti organizzativi e istituzionali del Comune e delle istituzioni ad esso collegate.
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A. DESOLEI, Archivio Storico del Comune di Padova: inventario analitico della serie “Atti amministrativi per Categorie” (anni 1885-1889) e riflessioni sulla storia e sull’organizzazione archivistica comunale postunitaria ottocentesca, tesi di laurea in archivistica, relatore prof. Giorgetta Boniglio-Dosio, Università di Padova, a. acc. 19992000. 28 Con la creazione dell’Archivio generale del Comune di Padova quel lavoro, anche se molto lentamente e con l’aiuto di stagisti e studenti di archivistica, sta continuando, utilizzando la metodologia elaborata durante la tesi di laurea. 10
Obiettivi e problematiche di ricerca Oltre a delineare una prima base di storia istituzionale del Comune di Padova tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento, sotto il profilo archivistico si intende da una parte fornire agli studiosi un nuovo strumento analitico per la ricerca storica, anche comparativa, corredato degli apparati di indice sistematico e alfabetico, delle tabelle della composizione degli organi, degli elenchi delle cariche istituzionali, delle piante organiche del personale e, soprattutto, dell’elenco sistematico delle deliberazioni di Giunta e Consiglio; dall’altra parte si intende ricostruire la storia dell’archivio e soprattutto analizzare l’introduzione del sistema protocollo/titolario, confrontando l’organizzazione archivistica comunale prima e dopo la sua adozione, valutando le conseguenze del suo utilizzo e gli effetti della sue successive evoluzioni. Le serie oggetto dell’inventario sono, come detto, quelle degli “Atti amministrativi” e degli “Atti riservati”, così identificate nella Guida generale degli archivi di Stato (pag. 253): Archivio di Stato di Padova Parte III, Comuni Fondo «Padova», 1805-1884, bb. e regg. 7.036 serie «Atti amministrativi», 1805-1884, bb. e regg. 3.842 serie «Atti riservati», 1806-1884, bb. 51 serie «Atti contabili», 1806-1870, bb. 3.143 (?) Per ragioni di economicità nei tempi di realizzazione, si è deciso di escludere quest’ultima serie dall’inventario. Potrebbe comunque essere necessario procedere all’inventariazione anche di quest’ultima serie, al fine della ricostruzione della storia istituzionale anche mediante i documenti contabili. In questo caso ne potrebbe derivare sia un eccessivo allungamento dei tempi, costringendo alla chiusura dell’inventario al 1866, oppure ad uno sbilanciamento della ricerca a favore degli obiettivi archivistici. Il perseguimento degli obiettivi di ricerca in ambito istituzionale è infatti possibile solo se il lavoro archivistico viene effettuato in maniera completa e scrupolosa. Dal punto di vista istituzionale si intende delineare gli elementi di continuità e di frattura che si sono creati nei passaggi di regime, secondo due percorsi di ricerca: 1. ricostruzione degli assetti organizzativi interni al Comune, analisi della formazione di istituti autonomi o semi-autonomi in seno allo stesso (ad es. il Museo Civico, l’Ufficio civico dei Lavori pubblici, il Dazio, etc.) e la ricostruzione dei procesi di nascita o trasformazione di istituzioni collegate al Comune o che da esso si distaccano (ad es. i Vigili del fuoco, la Fiera, la Casa d’industria, etc.) 2. continuità e modificazioni delle istituzioni comunali tra antico regime e governi francese, austriaco e italiano, analizzando le diverse ripartizioni di competenze tra “Stato” e Comune nei vari periodi ed evidenziando, quando possibile, le differenze tra le funzioni attribuite alle istituzioni comunali e quelle effettivamente svolte nel caso specifico di Padova Le problematiche maggiori in questo caso risiedono soprattutto nella difficoltà di delineare le effettiva competenze comunali, al di là delle funzioni affidate dalla legge (distinzione tra competenze di diritto e competenze di fatto), e quindi di ricostruire la struttura della macchina burocratica comunale, destinata progressivamente a crescere e 11
divenire strutturalmente sempre più complessa con il passare del tempo. Altri problemi possono inoltre venire dalla difficoltà di individuare e classificare in modo adeguato le istituzioni collegate al comune o che da esso si distaccano oppure che, pur rimanendo nell’ambito del comune, agiscono in maniera quasi autonoma. Altre problematiche potrebbero provenire infine da elementi imprevisti, che potrebbero far dilatare i tempi di schedatura del fondo, in questo caso la criticità potrebbe essere superata mediante la riduzione temporale dell’inventario dal periodo 1805-1884 al periodo 1805-1866, consentendo di ottenere un risultato ugualmente valido e coerente ai fini archivistici e istituzionali, rinviando il completamento dell'inventario ad una fase successiva.
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Metodologia Come noto l’inventario archivistico si compone di tre parti29: 1. introduzione, comprendente la storia istituzionale, la storia dell’archivio e la descrizione della metodologia utilizzata 2. schede analitiche 3. indice dei nomi, toponimi, istituti, autori, cose notevoli Il tutto è poi naturalmente accompagnato dalla bibliografia e da varie appendici testuali (ad es. elenchi delle deliberazioni, delle persone che ricoprono cariche politiche, piante organiche, etc.) o iconografiche (riproduzioni di documenti, etc.) Nel caso concreto la ricostruzione della storia istituzionale del Comune di Padova e del suo archivio nel periodo Sette-Ottocentesco e della storia dell’archivio civico sarà effettuata preliminarmente mediante una ricerca bibliografica, in parte già effettuate e, successivamente alla schedatura, utilizzando le informazioni desunte dai documenti d’archivio. La schedatura sarà effettuata sia a livello di unità di condizionamento, sia a livello di unità archivistico (fascicolo di affare), riportando in linea di massima30: Unità di condizionamento (busta/registro): -
numero di corda estremi cronologici classificazione titolo sul dorso, eventualmente integrato criticamente note
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Il riferimento ufficiale è ancora quello del MINISTERO DELL’INTERNO, DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, UFFICIO STUDI E PUBBLICAZIONI, Circolare n° 39, 25 giugno 1966, “Uniformità redazionale dei lavori archivistici destinati alla pubblicazione”, pubblicate in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1998, pp. 231-239. Oltre ai capitoli dedicati agli inventari in ogni manuale di archivistica generale, per quanto riguarda gli aspetti metodologici dell’inventariazione si può far riferimento ai saggi contenuti in A.N.A.I. – SEZIONE VENETO (a cura di), L’inventariazione archivistica: aspetti, metodologie, problemi: atti del seminario interregionale sull’inventariazione: Venezia, 15 febbraio 1992, s.l. [1992], tra i quali si evidenzia, relativamente alla struttura dell’introduzione, G. BONFIGLIO-DOSIO, Introduzione generale all’inventario, pp. 79-82. Vi sono poi i saggi contenuti in ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHIVISTICA ITALIANA, Gli strumenti archivistici: metodologia e dottrina: atti del convegno: Rocca di Papa, 21-23 maggio 1992, «Archivi per la storia», ottobre 1994, tra i quali si segnalano: M. SAVOIA, Struttura dell’archivio e inventariazione, pp. 85-100, M. CARASSI, I. MASSABÒ RICCI, La struttura dell’inventario, pp. 100-125 e P. CAROLI, D. ROBOTTI, I presupposti e gli obiettivi dell’inventariazione, pp. 127-142. Interessanti poi anche i saggi in D. TOCCAFONDI (a cura di), Gli strumenti per la ricerca, Firenze 1997, e la cosiddetta “bibbia degli olandesi” S. MULLER, J. A. FEITH, R. RUIN, Ordinamento e inventario degli Archivi, MilanoRoma-Napoli 1908, ristampa Milano 1974. Da vedere inoltre P. CARUCCI, Gli inventari, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XLIX(1989), n° 3 (mag-ago), p. 547; A. ROMITI, Aspetti e problemi dell’inventariazione archivistica e ID., I mezzi di corredo archivistici, entrambi in ID., Temi di archivistica, Lucca 1996, e A. M. NAPOLIONI, Il primo seminario sull’inventariazione archivistica: (Ancona, 6-7 settembre 1986), “Rassegna degli Archivi di Stato”, XLVI(1986), n° 3(set-dic), p. 603. Per i problemi relativi all’inventariazione degli archivi storici comunali si vedano G. BONFIGLIODOSIO, Problemi connessi all’inventariazione degli archivi comunali, in MINISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO, Archivi storici in Polesine: esperienze a confronto: atti della giornata di studi: Ficarolo – Rovigo 14 dicembre 1996, Rovigo 1997 e G. PANSINI, Per una corretta inventariazione degli archivi storici comunali, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XXIV(1964), n° 1 (gen-apr), p. 361. 30 Sulle questioni relative agli standard per la descrizione degli archivi si vedano: A. CAMPANINI, I. GERMANI, Gli standard internazionali per la descrizione archivistica: incontro seminariale sulle proposte di revisione elaborate dal gruppo di lavoro ANAI (Bologna , 11 febbraio 1998): le regole ISAD(G), Bologna 1998; S. VITALI, La traduzione italiana delle ISAD(G), “Rassegna degli Archivi di Stato”, LV(1995), n° 2-3(mag-dic), pp. 391-413; A. ANTONIELLA, Difficoltà nell’uniformazione delle descrizioni archivistiche, “Rassegna degli Archivi di Stato”, LIV(1994), n° 1(genapr), p. 51; MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI – UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Gli standard per la descrizione degli archivi europei: Esperienze e proposte: atti del seminario internazionale: San Miniato, 31 agosto – 2 settembre 1994, Roma 1996. 13
Unità archivistica (fascicolo/registro): - estremi cronologici e di protocollo (se presente) - classificazione - titolo originario attribuito all’affare, quando presente, eventualmente integrato criticamente, oppure, in mancanza, titolo critico - presenza di allegati particolari - stato di conservazione - note
L’indice dei nomi sarà unico e riporterà, con forma grafica diversa31, ripettivamente quelli: − di persona e di famiglia in carattere “tondo” − dei toponimi (città, paesi, località, vie, strade, piazze, edifici, etc.) in carattere “corsivo” − di istituzioni, organi, enti, società, imprese, associazioni, legati ed eredità in carattere “grassetto” − degli autori citati in carattere “MAIUSCOLETTO”, con l’iniziale del nome di battesimo puntata − di altre “parole e formule notevoli” in carattere grassetto e corsivo.
Relativamente alle appendici, oltre alla bibliografia sistematica, suddivisa per argomenti, saranno redatti: 1. gli elenchi delle deliberazioni di Giunta e Consiglio comunale, che riporteranno in linea di massima: -
data ed eventuale numero, anche assegnato criticamente oggetto della deliberazione, testuale o critico esito della deliberazione note posizione fisica nell’archivio, in quanto buona parte delle deliberazioni del periodo 18051866 non sono raccolte in una serie unica
2. gli elenchi delle cariche istituzionali 3. le piante organiche, gli stipendi, i regolamenti e l’organizzazione burocratica 4. le schede delle istituzioni collegate al Comune contenenti in linea di massima: -
-
denominazione, con eventuali modificazioni, e sede/i storia istituzionale evidenziando: fondamenti giuridici, atti d’istituzione e altri documenti notevoli, elenchi delle cariche istituzionali, piante organiche, stipendi, regolamenti e organizzazione burocratica, funzioni attribuite e competenze/attività svolta eventuali fondi archivistici autonomi note
5. le riproduzioni di alcuni documenti, delineando un minimo di diplomatica del documento comunale ottocentesco, estrapolandone degli esempi che andranno a far parte dell’appendice iconografica.
Come detto, dal punto di vista della storia istituzionale sarà quindi ricostruito l’assetto organizzativo del Comune, delineando la composizione degli organi e degli uffici, le piante organiche, gli stipendi, le competenze demandate per legge o per ragioni organizzative e, per le istituzioni collegate al Comune, con la creazione di schede ad hoc. Da questo punto di vista le difficoltà maggiori saranno proprio quelle di delinerare i momenti di nascita o trasformazione delle istituzioni, il loro grado di indipendenza, non solo formale, dal Comune e dallo Stato e le funzioni effettivamente svolte, al di là delle competenze assegnate dalle legge, riconoscendo “vischiosità” archivistiche e istituzionali. 31
Questa modalità di redazione è stata elaborata da G. Bonfiglio-Dosio e poi integrata e applicata nella redazione dell’indice della tesi. 14
Tempi di realizzazione
1° anno
- Schedatura «Atti amministrativi» e «Atti riservati» a livello di unità archivistica (inizio) - Redazione dell’elenco delle deliberazioni di Giunta e Consiglio comunale (inizio) - Ricostruzione della pianta organica e della ripartizione in uffici (inizio) - Redazione delle schede delle istituzioni comunali collegate al Comune (inizio) - Ricerca bibliografica - Frequenza di corsi e seminari 2° anno
Schedatura «Atti amministrativi» e «Atti riservati» a livello di unità archivistica (fine) Redazione dell’elenco delle deliberazioni di Giunta e Consiglio comunale (fine) Ricostruzione della pianta organica e della ripartizione in uffici (fine) Redazione delle schede delle istituzioni comunali collegate al Comune (fine) Analisi di alcuni fondi dell’antico regime conservati in Archivio di Stato di Padova, con particolare attenzione al XVIII secolo, per evidenziare continuità e fratture istituzionali - Ricerca bibliografica - Frequenza di corsi e seminari
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3° anno
- Analisi di fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia per identificare istituzioni e vicende istituzionali del governo Veneto legate alle vicende comunali patavine - Redazione della storia istituzionale del Comune di Padova tra Sette e Ottocento - Redazione della storia istituzionale delle singole istituzioni e istituti che hanno operato all’interno o nell’ambito del Comune di Padova - Redazione della storia dell’archivio civico e degli archivi delle singole istituzioni - Produzione dell’inventario - Ricerca bibliografica - Frequenza di corsi e seminari
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Bibliografia
Padova tra la fine del Settecento e la fine dell’Ottocento
L’opera generale più significativa sulla storia di Padova può essere tuttora ritenuta A. VENTURA, Padova, Roma-Bari 1989, sebbene concentrata sul periodo postunitario, che si va ad aggiungere alle più datate opere di A. GLORIA, Il territorio padovano illustrato, Bologna 1862 (rist. 1983) e G. CAPPELLETTI, Storia di Padova: dalla sua origine sino al presente, Padova 1874-1875 e alle più recenti S. CELLA, Padova. Profilo storico dalle origini ai nostri giorni, Padova 1967, A. SIMIONI, Storia di Padova: dalle origini alla fine del secolo 18., Padova 1968 (limitato però alla fine dell’antico regime) e A. MENEGHINI, Storia di Padova e la sua provincia, Brescia 1975. Molto interessante poi, anche se costruita come storia urbanistica della città ma provvista anche di un inquadramento storico complessivo, è L. PUPPI, M. UNIVERSO, Padova, Roma-Bari 1982, come anche A. MOSCHETTI, Padova, Bergamo 1927 e C. FOLIGNO, The story of Padua, Liechtenstein 1970 legate alla descrizione artistico-architettonica della città. Per l’ultimo periodo di dominazione veneziana a Padova non sono stati trovati testi specifici, si deve quindi far riferimento ai più generali P. DEL NEGRO - P. PRETO, L’ultima fase della Serenissima, Roma 1998 (che fa parte della Storia di Venezia), F. VENTURI, Venezia nel secondo Settecento, Torino 1980, M. BERENGO, La società veneta alla fine del Settecento: ricerche storiche, Firenze 1956 e naturalmente F. C. LANE, Storia di Venezia, Torino 1993. Per il periodo di passaggio tra i secoli XVIII e XIX, oltre al citato Cappelletti (pp. 291352) troviamo un inquadramento molto interessante nel lavoro di G. MONTELEONE, Padova tra rivoluzione e restaurazione: 1789-1815, Padova 1997, che raccoglie e rielabora i suoi precedenti ID., L’occupazione francese di Padova nel 1801 (16 gennaio-6 aprile), «Bollettino del Museo Civico di Padova», LI(1963), ID., Padova dal Trattato di Campoformido alla caduta del regime napoleonico (1797-1814), «Bollettino del Museo Civico di Padova», LXXV(1986), ID., Riflessi della rivoluzione francese nella terraferma veneta: il caso padovano (1789-1797), «Archivio veneto», 1989, serie 5, vol. 23, pp. 202254 e ID., Annali di Padova, 1797-1801: MS 80 della Biblioteca universitaria di Padova, Venezia 1989. Riguardo l’occupazione francese, il Governo democratico della municipalità e il Regno italico, oltre agli ormai datati G. DE CASTRO, Principio di secolo: storia della caduta del Regno Italico, Milano 1897, A. ONGARO, La municipalità a Padova nel 1797: con appendice di documenti inediti, Padova 1904, G. FLECHIA, I Francesi in Italia: conferenza, Schio 1908 e B. BRUNELLI, Francesi a Padova, Padova 1956, abbiamo i più recenti G. SILVANO, Padova democratica: finanza pubblica e rivoluzione, Padova 1996, D. ZUCCHERINI, La municipalità democratica a Padova nel 1797: tesi di laurea, Padova 1997, gli atti del convegno curati da A. BALDUINO, La municipalità democratica di Padova (1797): storia e cultura. Convegno di studi nel secondo centenario della caduta della Repubblica Veneta, Venezia 1998. Per il periodo di dominazione austriaca, i moti del “quarantotto” e la soggezione al Regno Lombardo-Veneto oltre ai datati I. TOFFANIN, Il dominio austriaco in Padova dal 20 gennaio 1798 al 16 gennaio 1801, Padova 1901, G. OTTOLEGNGHI, Padova e il Dipartimento del Brenta 1813-1815, Padova 1909, Cronaca di Padova: dal 10 dicembre 16
1849 al 2 giugno 1867, Trieste 1977 (ripr. anast.), A. GLORIA, Il Comitato provvisorio dipartimentale di Padova dal 25 marzo al 13 giugno 1848, Padova 1927 (ripr. anast.) e E. N. LEGNAZZI, L’8 febbraio 1848 in Padova, Padova 1892, si vedano i più recenti e specifici P. DEL NEGRO-N. AGOSTINETTI, Padova 1814-1866, Padova 1991 e G. MONTELEONE, Aspetti economici e sociali di Padova durante la dominazione austriaca, Padova 1988. Per un inquadramento più generale del periodo austriaco si veda in particolare il volume di della Storia d’Italia UTET di M. MERIGGI, Il Regno Lombardo-Veneto, Torino 1989 e poi L’Austria nella Venezia dopo la pace di Villafranca: relazioni e documenti, Torino 1860, A. SANDONA, Il Regno Lombardo-Veneto 1814-1859: la costituzione e l’amministrazione: studi di storia e di diritto, con la scorta degli atti ufficiali dei dicasteri centrali di Vienna, Milano 1912, A. CISCATO, Gli ultimi tempi del Regno Lombardo-Veneto 1859-1866, Vicenza, R. BLAAS, L’Austria di fornte al problema veneto, Venezia 1968, F. VALSECCHI, A. WANDRUSZKA, Austria e province italiane: 1815-1918: potere centrale e amministrazioni locali, Bologna 1981, Il tramonto di un regno: il Lombardo-Veneto dalla restaurazione al risorgimento (1814-1859), Milano 1988, Il Regno Lombardo-Veneto, 1815-1859: villa Contarini, aprile-ottobre 1989, Piazzola sul Brenta 1989, M. GOTTARDI, L’Austria a Venezia: società e istituzioni nella prima dominazione austriaca 1798-1806, Milano 1993, N. DACREMA, Il Lombardo-Veneto: 1814-1859: storia e cultura, Pasian di Prato 1996, A. BERNARDELLO, Veneti sotto l’Austria: ceti popolari e tensioni sociali: 18401866, Verona 1997. Spunti interessanti, anche se fa parte della Storia di Milano, sono inoltre offerti da Sotto l’Austria (1815-1859), Milano 1960 e da P. CECCHETTI, Raccolta di leggi, notificazioni, avvisi, etc. pubblicati in Venezia dal giorno 24 agosto 1849 in avanti, giunti quelli emanati nel Regno Lombardo-Veneto dal 22 marzo 1848, Venezia 1851. L’unica opera che tratta monograficamente il periodo postunitario ottocentesco è G. MONTELEONE, Economia e politica nel Padovano dopo l’Unità (1866-1900), Venezia 1971. Interessanti, anche se non circoscritte all’ambito padovano, sono Storia della cultura veneta: 6: Dall’età napoleonica alla prima guerra mondiale, Vicenza 1986, E. FRANZINA, Tra Otto e Novecento e M. ISNENGHI, I luoghi della cultura entrambi in S. LANARO (a cura di), Il Veneto, Torino 1984. Per ulteriori approfondimenti sul periodo inoltre M. UNIVERSO, Padova moderata e popolare, “Storia urbana”, 1979, n° 9, pp. 157-180; R. VERGANI, Elezioni e partiti a Padova dopo l’Unità (1866-1870), “Rassegna storica del Risorgimento”, LIV(1967), n° 2-3. Anche se non direttamente attinente agli scopi di questo lavoro si segnala ugualmente per il periodo del primo Novecento A. VENTURA, C. MUNARI, (a cura di), Padova 19001950: nascita della città moderna: Padova, Palazzo del Monte. 10 maggio-7 giugno 1992, Padova 1992, M. CARNIELLO, Padova democratica: politica ed amministrazione negli anni del blocco popolare (1900-1905), Padova 1974 e poi due testi molto interessanti anche se affrontano solo aspetti particolari della storia di Padova: C. MUNARI (a cura di), Padova 1890-1915: la città, il costume, le arti: Padova, Palazzo del Monte, 14 novembre – 13 dicembre 1987, Padova 1987 e M. ISNENGHI, G. LENCI (a cura di), Padova al muro: la storia contemporanea nei manifesti del Comune di Padova 1900-1945, Padova 1997. Si ritiene utile infine segnalare anche delle opere che non hanno un carattere propriamente storiografico ma ugualmente stimolanti: S. ZANOTTO, Storia di Padova, Padova 1958, D. VALERI, Padova: i secoli, le ore, Bologna 1967; M. BOLZONELLA, Padova racconta: storia della città e del suo territorio corredata da documenti fotografici ed otto tavole fuori testo, Padova 1989; ID., Memorie patavine, [Padova] 1981; G. SAGGIORI, Padova nella storia delle sue strade: con 10 piante della città e 16 tavole di raffronto del 17
centro storico, Padova 1972, P. F. GASLINI, Cronache padovane di vita economica, Padova 1954; G. TOFFANIN, Padova nel Settecento, Padova 1992, ID., Padova fra Ottocento e Novecento, Milano 1982, M. B. RIGOBELLO AUTIZI, Storia di Padova: città d’Europa, dalle origini alle soglie del Duemila, Bologna 1991, G. TOFFANIN, Frammenti di storia padovana, Padova 1994, ID., il 1886 a Padova, Padova 1985 e G. FABRIS, Cronache e cronisti padovani, Fossalta di Piave 1977. Interessanti infine ancheP. GALLETTO, Galantuomini padovani dell’Ottocento, Padova 1992 e G. TOFFANIN JR, Cent’anni in una città (schedario padovano), Padova 1973, che raccolgono delle brevi biografie di alcuni padovani illustri. I comuni veneti e il Comune di Padova – profilo istituzionale
Per il periodo veneziano, oltre allo specifico volume su Padova di M. BORGHERINI, Il Governo di Venezia in Padova nell’ultimo secolo della Repubblica (1700-1797), Padova 1909, si vedano le più generali opere di I. CACCIAVILLANI, Le autonomie locali nella Serenissima, Limena 1992, ID., La legge comunale veneziana: 1781, Limena 1986, ID., La Repubblica Serenissima: profilo della costituzione veneziana, Limena 1985 e la raccolta di saggi curata da G. ORTALLI et al., Venezia e le istituzioni di terraferma, Bergamo 1988, incentrata però più sulla realtà bergamasca come anche I. PEDERZANI, Venezia e lo Stato de Terraferma: il governo delle comunità nel territorio bergamasco, sec. 15.-18., Milano 1992. Relativamente alla figura dei rettori veneziani nelle città venete e a Padova in particolare si vedano G. BONFIGLIO-DOSIO, L’amministrazione del territorio durante la Repubblica veneta (1405-1797): gli archivi dei rettori, Padova 1996, Podestaria e capitanato di Padova, Milano 1975 della collana Relazioni dei Rettori veneti in terraferma, A. GLORIA, Dei podestà e capitani di Padova dal 1405 al 1509: serie cronologica provata coi documenti, Padova 1860. Interessante infine per questo periodo anche G. GENNARI, Annali della città di Padova, Bologna 1804 (rist. 1971). Per il periodo preunitario ottocentesco si segnalano per Padova le disposizioni francesi e austriache: Organizzazione sistematica provvisoria di tutto il Dipartimento padovano, disposizioni del generale di brigata BRUNE – comandante la divisione Massena e il padovano, [Padova 1797], Editto concernente l’interinale organizzazione delle provincie dall’Imperial Regia Armata dell’Austria di già occupate nel Regno d’Italia fuori del Tirolo italiano. Padova 8 novembre 1813, disposizioni date dal generale d’artiglieria barone DE HILLER – comandante in capo l’imperial regia Armata dell’Austria interio alla volta d’Italia, dato a Trento il 8.11.1813 pubblicato a Padova il 13.11.1813, poi l’opera di E. Tonetti, Governo austriaco e notabili sudditi: congregazioni e municipi nel Veneto della Restaurazione (1816-1848), Venezia 1997 e i più generali M. MERIGGI, Gli stati italiani prima dell’unità: una storia istituzionale, Bologna 2002, P. AIMO, Stato e poteri locali in Italia 1848-1995, Roma 1998, C. GHISALBERTI, Contributi alla storia delle amministrazioni preunitarie, Milano 1963 e ID., Le amministrazioni locali nel periodo napoleonico, in N. RAPONI, Dagli stati preunitari d’antico regime all’unificazione, Bologna 1981, p. 431, si veda il più e . Si segnalano inoltre le schede riportate in G. NETTO, Province e Comuni nel Veneto dal 1831 al 1866: allegati, in I problemi dell’amministrazione austriaca nel Lombardo-Veneto. Atti del Convegno di Conegliano, Vittorio Veneto 1981. Un utile confronto può essere trovato anche in A. PETRACCHI, Le origini dell’ordinamento comunale e provinciale italiano: storia della legislazione piemontese sugli enti locali dalla fine dell’Antico regime al chiudersi dell’età cavouriana (1770-1861), Venezia 1962, 3 voll. 18
Per il periodo postunitario si veda in particolare M. S. GIANNINI, I Comuni, in Atti del Congresso celebrativo del centenario delle leggi amministrative di unificazione, Vicenza 1967 e poi M. NIGRO, Storia e problemi, in ID., Il governo locale: anno accademico 19791980: lezioni di diritto amministrativo, Roma 1980, V. CAIANIELLO, Premesse storicoculturali dell’ordinamento delle autonomie locali, in Scritti in onore di Pietro Virga, Milano 1994, pp. 305 e segg., A. KOLEGA, Lineamenti istituzionali e documentazione del comune postunitario (1865-1946), in SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, Gli Archivi Storici Comunali: Lezioni, Roma 1998, pp. 85-110, G. DE ROSA, La storia dei Comuni dopo l’Unità, “Rassegna di politica e di storia”, luglio 1962, p.3 e segg., F. VOLPI, Le finanze dei Comuni e delle Provincie nel regno d’Italia. 1860-1890, Torino 1962, M.BIANCHINI-D.FRIGO-C.MOZZARELLI, Governo della casa, governo della città, Parma 1985. Poi ci sono il corposo e politico R. GHERARDI, Le autonomie locali nel liberismo italiano 1861-1900, Milano 1984 e l’interessante approccio “microstorico” di A. GAMBASIN, L. TORRESAN (a cura di), Comuni e Parrocchie nella storia veneta fra l’Ottocento e il Novecento, Vicenza 1983. Per lo specifico di Padova le fonti principali derivano dalle deliberazioni di Consiglio comunale, pubblicate a stampa dal 1866 al 1927, dagli annuari e da altre pubblicazioni del Comune di Padova come COMUNE DI PADOVA, Il Comune di Padova 1866-1897, Padova 1898. Può essere infine utile, per avere un inquadramento giuridico generale dell’argomento in chiave contemporanea, consultare: L. VANDELLI, F. MASTRAGOSTINO, I Comuni e le Province, Bologna 1996, L. GIOVENCO, A. ROMANO, L’ordinamento comunale, Milano 1994 e P. VIRGA, L’amministrazione locale, Milano 1991 e ID. Amministrazione locale, in ID., Diritto Amministrativo, Milano 1998. Si segnalano inoltre B. F. STADERINI, Diritto degli enti locali, Padova 1999; G. BERTI, Amministrazione comunale e provinciale, Padova 1994; P. VOCI, Il decentramento amministrativo e le autonomie locali nel citato S. CASSESE, C. FRANCHINI, L’amministrazione pubblica in Italia. Infine, anche se un po’ datati, si possono ugualmente vedere: V. CAIANIELLO, I Comuni, Torino 1977; A. VILLANI, Il potere locale: Regioni, Province e Comuni in Italia, Milano 1969. Si può anche segnalare per la ricerca sulle funzioni dei Comuni e sulla loro distribuzione: F. MERLONI, V. SANTANTONIO, L. TORCHIA, Le funzioni del governo locale in Italia, Milano 1988-1990, 2 voll. La burocrazia veneta e il Comune di Padova
Relativamente al periodo veneziano, oltre alle citate opere del Cacciavillani e agli accenni contenuti sulla figura del cancelliere/massaro in G. BONFIGLIO-DOSIO, La politica archivistica del Comune di Padova, Roma 2002, un cenno merita l’opera di A. ZANNINI, Burocrazia e burocrati a Venezia in età moderna: i cittadini originari (sec. XVI-XVIII), Venezia 1993. Sul personale comunale nel periodo di dominazione austriaco si può vedere, oltre al già citato TONETTI, Governo austriaco e notabili sudditi…., C. MOZZARELLI, Il modello del pubblico impiegato nel Lombardo-Veneto della Restaurazione in F. VALSECCHI, A. WANDRUSZKA (a cura di ), Austria e Province italiane. 1915-1918. Potere centrale e amministrazioni locali, Bologna 1981, C. GHISALBERTI, Aspetti di vita pubblica e amministrativa nel Veneto intorno al 1866, «Clio», II (1966), pp. 293-313, U. TUCCI, Stipendi e pensioni dei pubblici impiegati nel Regno Lombardo-Veneto dal 1824 al 1866, «Archivio economico dell’unificazione italiana», Roma 1960, E. TONETTI, Minima burocratica : l'organizzazione del lavoro negli uffici del governo austriaco nel Veneto, 19
Venezia 2000 e il citato I problemi dell'amministrazione austriaca nel Lombardo-Veneto: atti del Convegno di Conegliano organizzato in collaborazione con l'Associazione ItaliaAustria, 20-23 settembre 1979, Conegliano 1981. Utili spunti vengono infine da C. MOZZARELLI, Per la storia del pubblico impiego nello stato moderno: il caso della Lombardia austriaca, Milano 1972 che si occupa della burocrazia della Lombardia austriaca settecentesca. Per il periodo postunitario per lo specifico di Padova abbiamo invece i regolamenti e le piante organiche del personale: COMUNE DI PADOVA, Regolamento pegli impiegati del Comune di Padova: approvato nella seduta consigliare del 12 febbraio 1872, Padova 1872, che viene poi ripubblicato con le variazioni apportate alla pianta organica in ID., Regolamento per gl’impiegati del Comune di Padova e ruoli organici, Padova 1881, ed anche in ID., Regolamento per gl’impiegati del Comune di Padova e ruoli organici, Padova 1888. Il regolamento del 1872 è modificato nel 1889, lo vediamo in ID., Regolamento per gli impiegati del Comune di Padova e ruoli organici: deliberati dal Consiglio comunale nelle adunanze 9, 11, 12 febbraio 1889: approvati dalla Deputazione provinciale nel 15 marzo 1889, Padova 1889, e poi nel 1901, vedi ID., Regolamento per gli impiegati del Comune di Padova e ruolo organico: deliberati dal Consiglio comunale nelle adunanze 28, 29 dicembre 1900, 7, 29 marzo 1901: approvati dalla Giunta provinciale amministrativa nella adunanza 19 aprile 1901, giusta nota prefettizia 24 detto n. 26-4850 divis. II, Padova 1901, e ID., Regolamento per gli impiegati del Comune di Padova e ruolo organico 1901, Padova 1901. Gli archivi comunali
Per il secolo XIX si veda lo specifico Amministrazione e archivi comunali nel secolo XIX: atti del seminario svoltosi a Milano il 19 gennaio 1993, Milano 1994. Molto interessante, anche se orientato soprattutto verso la parte postunitaria, è poi il recente SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, Gli Archivi Storici Comunali: Lezioni, Roma 1998 e il classico A. ANTONIELLA, L’archivio comunale postunitario: contributo all’ordinamento degli archivi dei comuni, Firenze 1979. Fondamentale su questo tema rimane comunque l’inquadramento operato da F. VALENTI, Appunti delle lezioni di archivistica tenute presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna durante l’anno accademico 1975-76 (a cura di Gabriele Fabbrici), Roma 1995, in forma di dispensa ad uso delle Scuole di Archivistica, Palografia e Diplomatica. Interessanti poi, in quanto trattano soprattutto di casi specifici, S. BARIZZA, Il Comune di Venezia 1806-1946: l’istituzione, il territorio, guida-inventario dell’Archivio municipale, Venezia 1987, M. P. GUERRA (a cura di), Gli archivi del Comune, Bologna 1996, che parla degli archivi dei Comuni di Modena, Firenze e Mirandola; E. INSABATO, S. PIERI, Archivi comunali toscani: atti delle giornate di studio di Carmignano (13 dicembre 1986) e di Lastra a Signa (9 maggio 1987): esperienze e prospettive, Firenze 1989; D. FERRARI (a cura di), La gestione dell’archivio comunale: problemi e prospettive: Atti del seminario: Suzzara novembre dicembre 1992, Mantova 1994, che illustra le problematiche degli archivi lombardi; i già citati SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER IL LAZIO, Gli Archivi Storici Comunali: Lezioni e G. PENZO DORIA (a cura di), Archivi e cittadino: genesi e sviluppo degli attuali sistemi di gestione degli archivi: Atti della giornata di studio – Chioggia, 8 febbraio 1997, quest’ultimo contiene dei saggi specifici sugli archivi comunali di Venezia e Vicenza, MINISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO, 20
Archivi storici in Polesine: esperienze a confronto: atti della giornata di studi: Ficarolo – Rovigo 14 dicembre 1996, Rovigo 1997; G. CECCHINI, L’archivio comunale di Montepulciano e la questione degli archivi comunali, “Notizie degli Archivi di Stato”, XI(1951), COMUNE DI MODENA, La città e la memoria: l’archivio storico: conservazione riordinamento e fruizione dei materiali d’archivio, Modena 1988; G. PRUNAI, Gli archivi storici dei Comuni della Toscana, “Rassegna degli Archivi di Stato”, Quaderno n° 22, Roma 1963, A. BORSARI, La città e la memoria: L’archivio storico: conservazione, riordinamento e fruizione dei materiali d’archivio, Modena 1988, specifico su Modena; R. NAVARRINI, L’archivio storico del Comune di Brescia, “Rassegna degli archivi di Stato”, LIV(1994), n° 1(gen-apr), p. 293; R. LEFEVRE, L’archivio storico del Comune di Ariccia, “Rassegna degli archivi di Stato”, XVIII(1958), n° 3(set-dic), p. 371; C. TRASSELLI, L’archivio del Comune di Riva sul Garda, “Notizie degli Archivi di Stato”, II(1942), n° 1, p. 38; Gli archivi di Camerino, “Notizie degli Archivi di Stato”, III(1943), n° 2(apr-giu), p. 108; L’archivio comunale di Recanati, “Notizie degli Archivi di Stato”, II(1942), n° 2(aprgiu), p. 98. Per una fotografia sulla situazione degli archivi comunali veneti dopo l’Unità si veda B. CECCHETTI, Gli archivi comunali del Veneto, Venezia 1868. Interessanti anche le altre opere del Cecchetti in merito: ID., Conclusioni intorno agli archivi della Regione veneta, Venezia 1874 e ID., Statistica degli archivi della Regione veneta, Venezia 1880-1881, 3 voll. Dal punto di vista della ricerca storica negli archivi comunali si vedano i saggi di C. MOZZARELLI, Gli archivi comunali e la ricerca storica contenuto nel già citato D. FERRARI (a cura di), La gestione dell’archivio comunale: problemi e prospettive: Atti del seminario: Suzzara novembre dicembre 1992; L. SCALCO, G. BONFIGLIO-DOSIO (a cura di), Archivi e storia locale: atti della giornata di studio: Este, Gabinetto di lettura 20 gennaio 1995, Vicenza 1996; M, BROGI (a cura di), Archivisti davanti al presente: tra problemi di tutela e di valorizzazione: atti della II e III giornata di studio dell’Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI) Sezione regionale toscana: Firenze, 15 dicembre 1989: Pisa, 14 dicembre 1990, Milano 1992. Per le problematiche relative alla fornitura del servizio archivistico nei comuni si veda R. CERRI, L’archivio storico dell’ente locale come servizio pubblico, San Miniato 1999. Altri saggi in materia di archivi comunali sono: C. SANTORO, A proposito di Archivi Comunali, “Notizie degli Archivi di Stato”, X(1950), G. MANGANELLI, Archivi comunali, “Notizie degli Archivi di Stato”, XI(1951), M. DEL PIAZZO, Gli Archivi comunali, “Notizie degli Archivi di Stato”, XI(1951), D. CORSI, R. RISTORI, Alcune osservazioni in materia di archivi comunali, “Notizie degli Archivi di Stato”, XI(1951), A. CARUSO, Della necessità e del modo di facilitare gli scarti negli archivi dei Comuni, “Notizie degli Archivi di Stato”, XI(1951), G. RAMACCIOTTI, Per la tutela degli archivi storici comunali e privati, “Notizie degli Archivi di Stato”, XIV(1954), A. ANTONIELLA, A proposito di archivi comunali e di istruzioni sulla loro tenuta, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XL(1980), n. 1-2-3; A. LODOLINI, L’archivio Comunale, “Enciclopedia per i Comuni”, Quaderno n° 42, Firenze 1955; Archivi Comunali: giurisprudenza, , “Rassegna degli Archivi di Stato”, XXI(1961), n° 2(mag-ago), p. 261, U. EVANGELISTI, L’archiviazione nei Comuni, “Il segretario del Comune e della provincia e i dipendenti degli Enti locali”, XII(1958), n°4.
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L’Archivio del Comune di Padova
Gli studi più recenti sull’archivio del Comune di Padova sono riassunti in G. BONFIGLIO-DOSIO, La politica archivistica del Comune di Padova dal XIII al XIX secolo, Roma 2003, contente il mio saggio L’archivio del Comune di Padova tra cultura e amministrazione che riprende gli altri miei Le vicende archivistiche del Comune di Padova tra Otto e Novecento: un’identità perduta e (forse) ritrovata, «Archivio veneto», Serie V – vol. CLVII (2001), p. 155-170 e Archivio storico del Comune di Padova: inventario analitico della serie “Atti amministrativi per categorie” (anni 1885-1889) e riflessioni sulla storia sull’organizzazione archivistica comunale postunitaria ottocentesca, tesi di laurea in archivistica, relatore prof. G. Bonfiglio-Dosio, a. acc. 1999-2000. Per la parte relativa all’organizzazione archivistica del periodo 1806-1909, quasi interamente ripresa nella sua Politica archivistica… si veda G. BONFIGLIO-DOSIO, La struttura dell’archivio comunale di Padova prima dell’adozione del titolario Astengo: un caso nel panorama veneto, in Labirinti di carta: l'archivio comunale, organizzazione e gestione della documentazione a 100 anni dalla Circolare Astengo: atti del Convegno nazionale, Modena, 28-30 gennaio 1998, Roma 2001. Si segnala infine la Guida dell’Archivio generale del Comune di Padova, testi a cura di G. Bonfiglio-Dosio, A. Desolei, V. Pavone, Padova 2001. Le notizie essenziali sulla storia e sulla consistenza dell’Archivio civico antico sono date da R. BAGGIO COLLAVO, Archivio di Stato di Padova, in MINISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, III, Roma 1986, pp. 237-285 e da E. RIGONI, Sezione di Archivio di Stato di Padova: nuova istituzione, «Notizie degli Archivi di Stato», n° 2-3, VIII (1948), p. 193. Informazioni più dettagliate sono date dal Gloria in A. GLORIA, Dello Archivio Civico antico in Padova: memoria storica, Padova 1855, ed anche in ID., Pensieri intorno a un migliore regolamento degli archivi nelle venete province, Padova 1863, e dal Briguglio in L. BRIGUGLIO, L'Archivio Civico Antico di Padova e l'opera dei suoi ordinatori (1420-1948, «Bollettino del Museo Civico di Padova» XLV (1956), pp. 183-218 ed in ID., Metodo positivo e metodo storico nel pensiero archivistico padovano del secolo scorso, «Bollettino dell’Archivio Paleografico Italiano» Nuova serie II.III (1956-1957), p. 134, nonché dal Moschetti in A. MOSCHETTI, Il museo civico di Padova: cenni storici e illustrativi, Padova 1903 e 1938². Altre notizie molto interessanti sono in E. DENES, Relazione sul lavoro di schedatura dell'Archivio del Museo civico di Padova, in corso di pubblicazione, e, per quanto riguarda il progetto di recupero dell’archivio storico, nalla Relazione sul censimento del patrimonio archivistico del Comune di Padova – Proposte operative per la concentrazione del materiale nella nuova sede e per la realizzazione di un servizio archivistico comunale redatta dalla prof. Giorgetta Bonfiglio-Dosio e presentata alla Giunta Comunale in data 12.10.1998. Tra le pubblicazioni ufficiali del Comune di Padova vi sono poi gli Atti del Consiglio Comunale di Padova ed i Regolamenti e ruoli organici del personale del Comune di Padova, conservati quasi esclusivamente presso la costituenda biblioteca dell’Archivio generale del Comune di Padova. Interessanti inoltre le relazioni che Andrea Moschetti, direttore del Museo civico e dell’archivio, faceva al Comune di Padova sull’andamento del Museo Civico dal 1895 al 1904: COMUNE DI PADOVA, Relazione del prof. Andrea Moschetti Direttore del Civico Museo: anno 1895, Padova 1896; ID., Relazione … anno 1896, Padova 1897; ID., Relazione del direttore Dottor Andrea Moschetti: anno 1897, Padova 1898; ID., Relazione … anno 1898, Padova 1899; ID., Relazione … anno 1899-1900, Padova 1900; ID., Relazione … anni 1901-1903, Padova 1904. Altri atti ufficiali importanti sono 22
naturalmente i titolari del 1909 e del 1935: COMUNE DI PADOVA, Ordinamento negli atti nell’archivio comunale dal 1° gennaio 1909, Padova 1915, e ID., Nuovo metodo d’archiviazione permanente: in vigore dal 1° gennaio 1935: anno XIII E.F., Padova 1938. Considerato che l’archivio antico segue le sorti del Museo, per ulteriori notizie sulla storia di questo istituto A. GLORIA, La pinacoteca, il Museo e la Biblioteca municipale di Padova, Padova 1857, ID., Museo Civico di Padova: cenni storici con l’elenco dei donatori e con quello degli oggetti più scelti, Padova 1880, F. CORDENONS, Il Civico Museo, “Il Bacchiglione”, 23 aprile 1875; C. MAZZI, Il Museo Civico di Padova, “Rivista delle biblioteche e degli archivi”, settembre 1903, n° 9, p. 131, A. MOSCHETTI, La funzione odierna dei Musei Civici nella vita municipale italiana, Padova 1903, E. MICHEL, Il Museo Civico di Padova, “Rassegna storica del risorgimento”, Anno II, n° 6, p. 8. L’inventario archivistico
Le regole per la pubblicazione degli inventari sono contenute in MINISTERO DELL’INTERNO, DIREZIONE GENERALE DEGLI ARCHIVI DI STATO, UFFICIO STUDI E PUBBLICAZIONI, Circolare n° 39, 25 giugno 1966, “Uniformità redazionale dei lavori archivistici destinati alla pubblicazione”, pubblicate in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma 1998, pp. 231-239. Esse vanno naturalmente integrate con i più recenti standard internazionali ISAD(G) e ISAAR(CPF) tradotti in italiano da Stefano Vitali, pubblicati sulla «Rassegna degli Archivi di Stato» e inoltre reperibili sul sito web del Consiglio nazionale degli archivi www.ica.org e su quello dell’Associazione nazionale archivistica italiana www.anai.org. Oltre ai capitoli dedicati agli inventari in ogni manuale di archivistica generale, per quanto riguarda gli aspetti metodologici dell’inventariazione si può far riferimento ai saggi contenuti in A.N.A.I. – SEZIONE VENETO (a cura di), L’inventariazione archivistica: aspetti, metodologie, problemi: atti del seminario interregionale sull’inventariazione: Venezia, 15 febbraio 1992, s.l. [1992], tra i quali si evidenzia, relativamente alla struttura dell’introduzione, G. BONFIGLIO-DOSIO, Introduzione generale all’inventario, pp. 79-82. Vi sono poi i saggi contenuti in ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHIVISTICA ITALIANA, Gli strumenti archivistici: metodologia e dottrina: atti del convegno: Rocca di Papa, 21-23 maggio 1992, «Archivi per la storia», ottobre 1994, tra i quali si segnalano: M. SAVOIA, Struttura dell’archivio e inventariazione, pp. 85-100, M. CARASSI, I. MASSABÒ RICCI, La struttura dell’inventario, pp. 100-125 e P. CAROLI, D. ROBOTTI, I presupposti e gli obiettivi dell’inventariazione, pp. 127-142. Interessanti poi anche i saggi in D. TOCCAFONDI (a cura di), Gli strumenti per la ricerca, Firenze 1997, e la cosiddetta “bibbia degli olandesi” S. MULLER, J. A. FEITH, R. RUIN, Ordinamento e inventario degli Archivi, Milano-RomaNapoli 1908, ristampa Milano 1974. Da vedere inoltre P. CARUCCI, Gli inventari, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XLIX(1989), n° 3 (mag-ago), p. 547, A. ROMITI, Aspetti e problemi dell’inventariazione archivistica e ID., I mezzi di corredo archivistici, entrambi in ID., Temi di archivistica, Lucca 1996, e A. M. NAPOLIONI, Il primo seminario sull’inventariazione archivistica: (Ancona, 6-7 settembre 1986), “Rassegna degli Archivi di Stato”, XLVI(1986), n° 3(set-dic), p. 603. Per i problemi relativi all’inventariazione degli archivi storici comunali si vedano G. BONFIGLIO-DOSIO, Problemi connessi all’inventariazione degli archivi comunali, in MINISTERO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI, ARCHIVIO DI STATO DI ROVIGO, Archivi storici in Polesine: esperienze a confronto: atti della giornata di studi: Ficarolo – Rovigo 23
14 dicembre 1996, Rovigo 1997 e G. PANSINI, Per una corretta inventariazione degli archivi storici comunali, “Rassegna degli Archivi di Stato”, XXIV(1964), n° 1 (gen-apr), p. 361.
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