SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
Dal 4 al 10 aprile 2015 •
da BRESCIA OGGI
•
dal GIORNALE DI BRESCIA
•
da L’ARENA
•
dal TRENTINO
•
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
•
dal CORRIERE DELLA SERA
•
ALTRE FONTI
da BRESCIA OGGI martedì 07 aprile 2015 – CRONACA – Pagina 7 LE GITE FUORI PORTA. Traffico sostenuto sino dal mattino. Alle 17 circolazione semiparalizzata da Limone, Iseo e Idro in direzione della città Fuga verso laghi e monti, ma ritorno in coda Franco Mondini Numerosi gli incidenti A Rezzato tamponamento in tangenziale sud: 17 le persone rimaste ferite «Avessimo saputo che sarebbe finita così saremmo rimasti a casa». Oppure: «Sono fermo da un´ora a Gardone... Che succede? Coda, noooo...». Tanti bresciani hanno commentato così le code in cui si sono ritrvoati ieri, al rientro dopo la
Rassegna stampa gardesana
gita fuori porta. Per molti è stato un lunedì di Pasquetta in coda, come spesso - peraltro - era avvenuto anche negli anni scorsi. Stavolta l´intasamento è stato maggiore, perché il sole ha spinto pure i più scettici a lasciare casa per puntare sulle località di villeggiatura. Alla fuga dalla città e dai paesi, si è unita la voglia di raggiungere i laghi o le colline per il tradizionale pic -nic. Ma dopo alcune ore in tranquillità, ha fatto seguito un rientro che definirlo ad ...andamento lento è un eufemismo. Tra le mete preferite da bresciani e turisti delle province vicine, Limone, Gardone Riviera, Salò, la Valtenesi e il basso Lago. Affollatissima Montisola, ma tanta gente ha affollato anche le Valli dove sono state aperte le seconde case chiuse da settembre. Una prova generale in vista dell´estate. ALLE 17 la polizia così elencava la situazione sulle strade del Bresciano: auto ferme da Limone a Nuvolera; una coda unica da Idro ai Tormini, da Darfo a Iseo e da Iseo a Brescia; una provincia semiparalizzata. In aggiunta una miriade di microtamponamenti che hanno accresciuto i disagi. Ieri sera attorno alle 20.30 a Colombare di Sirmione si registrava una coda di sei chilometri per raggiungere il casello dell´autostrada. E non è che al mattino la situazione fosse di gran lunga migliore. Alle 11 c´erano un´unica coda da Brescia est a Peschiera e traffico paralizzato ai caselli di Sirmione e di Desenzano. Traffico a passo d´uomo anche a Salò e a Toscolano, sulla viabilità ordinaria. L´autostrada A4 è stata interessata anche da tamponamenti. Tre diversi incidenti hanno coinvolto auto e moto hanno provocato code. Alle 10.30 si è verificato un maxi tamponamento anche in tangenziale sud tra San Polo e Rezzato: il «118» ha soccorso 17 persone. Compresi due bambini di 4 e 5 anni. Nessuno è grave, ma ci sono danni a quattro auto e la gita fuori porta è svanita sul nascere. Il traffico è rimasto bloccato un´ora. E chi ha rinunciato alla gita fuori città? Tanta gente in Maddalena, ma anche nei parchi, come il Parco Castelli, il Parco Gallo e il Parco Ducos per merende all´aria aperta o la passeggiata prima che in cielo diventasse scuro. E non sono mancati i controlli: tra Pasqua e Pasquetta i carabinieri di Breno e di Salò hanno presidiato il territorio e sono centinaia i punti della patente persi per gravi infrazioni. In Val Camonica multati i soliti furbetti del criminale sorpasso in galleria. martedì 07 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 26 AMBIENTE E INFRASTRUTTURE. Ultimo appello per il Lugana «Fermate i binari della Tav» Enrico Grazioli Il Consorzio di tutela chiarisc Contrarietà sia al nuovo corridoio sia al raddoppio «Per i treni veloci si deve utilizzare la ferrovia storica Il territorio tra Desenzano e Peschiera va rispettato» Cambia poco se gli ettari di vigneti a rischio sono 230, oppure 75, oppure 34 come azzarda qualche ottimista. L´altalena di cifre degli ultimi mesi sull´impatto della Tav nella zona del Lugana non ha tenuto conto del dato più importante: sette anni di cantieri e un profondo snaturamento del paesaggio sarebbero un colpo durissimo per le aziende vinicole e per l´enoturismo. Lo chiarisce il Consorzio di tutela del vino Lugana doc, reduce dal successo di Vinitaly, dove molte aziende consorziate si sono presentate con lo striscione «Salviamo il Lugana dalla Tav». E se il progetto ufficiale (quello che prevede una nuova ferrovia in mezzo ai vigneti) è visto come una sciagura, anche l´alternativa del raddoppio della linea storica non piace al Consorzio. «È IMPORTANTE chiarire la nostra posizione - dice Luca Formentini, presidente del Consorzio -: la nostra proposta è quella di sfruttare la linea storica tra Desenzano e Peschiera, non raddoppiarla: dotare la ferrovia esistente delle tecnologie necessarie per far passare i treni ad alta velocità, ma senza aumentare i binari. Il raddoppio dei binari
Rassegna stampa gardesana
esistenti sarebbe certo una soluzione meno radicale, ma comunque con poco senso: oggi l´opera va ripensata da zero nel suo rapporto tra costi e benefici». La posizione del Consorzio è condivisa da numerose associazioni del territorio: «Una visione così compatta è una cosa fantastica - ha commentato Luca Formentini -: scavalca colori politici e mette d´accordo tutto il mondo turistico che comprende quello agricolo». «Un vino - commenta Formentini - ha un´attrattiva enologica e territoriale, ha un fascino che va oltre il bicchiere e ricade sul territorio. Snaturare il territorio significa togliere a un vino la sua anima, e questa non si conta in ettari». NON È UN CASO che questa (utilizzare i binari esistenti almeno nei 9 chilometri tra Desenzano e Peschiera) sia anche la posizione delle principali associazioni ecologiste, sotto la bandiera del Consorzio per il parco delle colline moreniche, che avanza la stessa richiesta: nessun nuovo «corridoio» infrastrutturale. I motivi sono così sintetizzati dal Consorzio: «Costi sproporzionati rispetto ad analoghe strutture europee e mondiali; mancata tutela delle economie locali». Si teme soprattutto «un impatto negativo sullo sviluppo socioeconomico dell´area, alla luce dell´indirizzo consolidato verso un turismo internazionale che ricerca le peculiarità naturali, storiche, paesaggistiche, agrituristiche, enogastronomiche di pregio». Tutto questo oggi c´è, ma non può finire sotto un treno. martedì 07 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 26 I vigneti della discordia Gli ettari a rischio sono 75 Ci sono cifre ufficiali nel computo dei vigneti destinati a scomparire per la Tav, per sempre o temporaneamente, nella zona di produzione del Lugana. Il progetto preliminare coinvolgeva 230 ettari. Poi, nel progetto definitivo, arrivò in novembre alla conferenza di servizi l´annuncio che gli ettari a rischio fossero 70 circa. Ora le integrazioni che il consorzio CepavDue ha inviato al Ministero dell´Ambiente danno indicazioni precise che riguardano il territorio del Lugana, compreso nei Comuni di Desenzano, Pozzolengo, Castelnuovo, Peschiera e Sommacampagna. Scrive CepavDue: «Sulla base della cartografia catastale, è stata valutata la superficie di colture pregiate interferite (essenzialmente vigneti) in 75 ettari». Di questi un totale di 25 è nel bresciano tra Desenzano (6,1 in esproprio e 1,8 in occupazione temporanea) e Pozzolengo (9,2 per sempre e 12,2 a tempo). Altri 49,9 sono oltre il confine veronese. Di tutti questi 75 ettari, ce ne sono 34,7 attualmente coltivati a Lugana Doc, di cui la parte bresciana è 11,1 a Desenzano (9,3 più 1,8 a tempo) e 6,7 Pozzolengo (4,8 più 1,9). RESTA IL NODO delle aree intercluse e dei reliquati (i «ritagli» non più coltivabili) non computati, e la questione dell´impatto visivo dei cantieri e delle opere, in un contesto che è anche agrituristico. La perdita di fascino del territorio non è quantificabile nelle tabelle. domenica 05 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 19 ALTO GARDA. Semafori «intelligenti» in crisi di identità e anguste strettoie fra Limone e Gargnano La bellezza della Gardesana si scontra con code e miasmi Luciano Scarpetta «Rainelli» e «Forbisicle-Campione» sono illuminate a intermittenza Nella «Tremosine» si soffoca, nella «D´Acli» i pullman si incastrano
Rassegna stampa gardesana
Percorrere la Gardesana tra Gargnano e Limone è un dolente esercizio di malinconia per chi la ricorda com´era fino agli anni Sessanta, ovvero un suggestivo itinerario scandito da turisti fermi nelle piazzuole ad ammirare il panorama o ad acquistare le «picarèle» di aranci cedri e limoni esposte per la vendita da dinamici e intraprendenti residenti. Del resto, non a caso «Il Meandro» fu definita una delle strade più belle del mondo. All´epoca (negli anni ´30) il sinuoso tracciato venne abbellito dai progettisti con l´impianto di migliaia di cipressi, oleandri, agavi, pini, alberi di Giuda, ginestre e di altre specie che si inserirono alla perfezione nell´ambiente gardesano, con il risultato di rendere la strada uno sterminato giardino. Dagli anni ´70, per limitare i rischi legati all´instabilità geologica, alcuni suggestivi tratti sono stati soppressi e sostituiti da gallerie interne; altri coperti da tunnel artificiali, realizzati però, al contrario del passato, con scarso senso estetico. E con l´aumento rapido del traffico degli ultimi decenni, queste poche decine di chilometri non hanno beneficiato di sostanziali interventi di potenziamento. Si è intervenuto in genere per aggiustare qua e là con interventi sull´illuminazione e gli impianti antincendio e alcuni dei 23 tunnel complessivi attualmente esistenti sino al confine con la provincia di Trento, rimangono sempre a rischio «imbottigliamento» per l´incrocio di pullman turistici, furgoni o mezzi pesanti. Soprattutto le prime tre gallerie nel territorio di Gargnano: la D´Acli (929 metri di lunghezza), l´Eutenia (66 metri) e la Ciclopi (655). Qui da qualche anno sono in funzione con alterne fortune i semafori «intelligenti», ma il rischio di rimanere incolonnati per decine di minuti in galleria aspettando che si sblocchi il traffico è sempre in agguato. Procedendo poi verso il delta del Pra de la Fam, in territorio di Tignale, alla «Rainelli» e alla «Forbisicle-Campione» l´aumento della larghezza della galleria è controbilanciato dal cartello che indica all´interno del tunnel «illuminazione parzialmente spenta». QUALCHE CHILOMETRO dopo invece, transitando all´interno dei 1883 metri della galleria Tremosine, capita soprattutto nei mesi estivi - di avvertire i miasmi provenienti dalla galleria dismessa posta a fianco verso il lago, dove da qualche anno è in funzione il depuratore degli scarichi fognari dei comuni di Tremosine e Limone. Con l´avvento della Pasqua è iniziata la stagione di Passione con code interminabili di mezzi incolonnati dietro le «safety car» dei turisti stranieri e imbottigliamenti in galleria provocati dai semafori intelligenti. In attesa di nuovi avveniristici tunnel, oggi la Gardesana è da accettare così, tra stupore, rabbia, rassegnazione e malinconia. domenica 05 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 25 SANITÀ. Non manca di sollevare polemiche la svolta all´insegna della razionalizzazione nei servizi d´urgenza L´Alto Garda perde il medico In ambulanza solo infermieri Luciano Scarpetta Da maggio la novità alla postazione di Gargnano Il 118 promette: «Più integrazione con l´elicottero Sulla Gardesana gli automezzi sono poco efficaci» Con la nuova stagione turistica alle porte, sta facendo discutere in questi giorni a Gargnano la ridistribuzione dei mezzi di soccorso sanitario. In pratica l´alto Garda perderà l´unico medico in servizio d´urgenza, quello della «medicalizzata» di Gargnano: non ci sarà più. Lo aveva già annunciato nello scorso settembre da Areu (Agenzia regionale emergenza-urgenza) con serate informative a Gargnano e Salò. Ora la nuova impostazione sarà funzionale dal 1° maggio. «L´OBIETTIVO - avevano spiegato nell´occasione il direttore generale Areu Alberto Zoli e il direttore 118 di Brescia Claudio Mare - è di migliorare la gestione nei territori di confine interprovinciale, con una maggiore integrazione dell´elisoccorso in un territorio servito da una sola strada principale, la 45 bis, con un entroterra vastissimo a volte difficoltoso da raggiungere nell´emergenza; soprattutto d´estate, dove c´è il rischio durante le operazioni di soccorso
Rassegna stampa gardesana
di lasciare sguarnite altre zone del territorio». Tutto vero, dicono in paese (non solo a Gargnano ma un po´ in tutto l´alto Garda), ma senza il medico non è esattamente un passo avanti. In estate la Gardesana è effettivamente intasata dalle auto, tanto che anche le ambulanze faticano a muoversi. Ma può essere questo il motivo per rinunciare al medico? E se l´elicottero è impgnato altrove? «Con le nuove ridistribuzioni dei mezzi – spiega il direttore 118 di Brescia Claudio Mare - il medico sarà comunque presente a Roè Volciano con un´auto medica a disposizione della zona della Valle Sabbia e del medio e alto Garda». Dal 1° maggio, dunque, al presidio 118 di Gargnano le cose cambieranno: il mezzo di soccorso avanzato operativo h24 tutto l´anno, che da 15 anni ha in dotazione un´ambulanza dei Volontari del Garda con a bordo medico e infermiere di Areu, affiancati da un autista-soccorritore dei Volontari, sarà sostituito da un mezzo di soccorso intermedio. In questo modo l´equipaggio sarà composto da infermiere Areu, autista-soccorritore e soccorritore in carico ai Volontari del Garda. Niente medico, però. I VOLONTARI del Garda, che dal 1° aprile si sono aggiudicati la gara di selezione per gestire la postazione di Gargnano nei prossimi anni, non sono così pessimisti: «In merito a una cosi rilevante modifica qualitativa del servizio - fanno sapere con una nota - evidenziamo le significative modifiche convenzionali e operative che questa comporta per la nostra associazione: si tratta infatti di un raddoppio secco di personale da adibire a questo servizio ma in realtà oltre a quello meramente numerico si tratta di un significativo incremento soprattutto qualitativo trattandosi di provvedere un cospicuo numero di persone certificate, esperte e costantemente aggiornate». Torna all’elenco dei quotidiani
dal GIORNALE DI BRESCIA
Rassegna stampa gardesana
Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ARENA giovedì 09 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 IL GARDA IN RETE. Sono nove i Comuni interessati, sulla costa e nell'entroterra, dal progetto finanziato dalla Regione Navigazione gratis sul web: nuovi «punti caldi» per il lago Barbara Bertasi Passarini, sindaco a Costermano: «Come unione di Comuni abbiamo ottenuto un contributo maggiore, insieme siamo forti» Quarantaquattro punti Wi-Fi per navigare liberamente in rete sul Baldo, al lago e nell'entroterra. Si sta concretizzando il potenziamento delle reti wi-fi pubbliche «Veneto Free Wi-fi» promosso dalla Regione Veneto che, nel 2014 aveva appunto approvato il bando «Creazione e potenziamento di punti di accesso pubblici P3@Veneti» e realizzazione,
Rassegna stampa gardesana
evoluzione, potenziamento e gestione di reti Wi-Fi pubbliche», cui avevano partecipato vari comuni, come Costermano, e l'Unione Montana del Baldo-Garda, composta da nove enti locali (Brentino Belluno, Brenzone, Caprino, Costermano, Ferrara di Monte Baldo, Malcesine, Rivoli, San Zeno di Montagna e Torri) IL PROGETTO. Premette Stefano Passarini, sindaco di Costermano e vicepresidente dell'Unione, presieduta da Maurizio Castellani, primo cittadino di San Zeno di Montagna: «È un progetto importante perché, tramite il contributo di circa 162mila euro della Regione, è stato possibile installare nei comuni dell'Unione postazioni Wi-Fi che danno modo a cittadini, turisti di navigare in rete gratuitamente». Precisa Passarini: «Nel 2014 la giunta regionale aveva stanziato 3,5 milioni di euro sia per realizzare punti di accesso pubblici a Internet e ai servizi digitali (P3@Veneti) della pubblica amministrazione sia alla concessione di contributi a Comuni, Consorzi, Unioni di Comuni per realizzare e gestire reti Wi-Fi (Progetto Veneto Free Wi-Fi)». «La diffusione del Wi-Fi pubblico», prosegue, «è infatti tra gli obiettivi previsti dall'agenda digitale locale per ridurre il divario digitale nel territorio. Su tale base, a livello sia di amministrazione comunale sia come ente parte dell'Unione, abbiamo presentato domanda alla Regione, che, in autunno, ha comunicato all'Unione di aver stanziato un contributo di 18mila euro per ciascun Comune per realizzare tali punti Wi-Fi gratuiti da posizionare nelle zone più frequentate». Gli uffici dell'Unione hanno affidato l'incarico di procedere alla realizzazione all'Ati (associazione temporanea di imprese) vincitrice della gara d' appalto. «L'incarico», precisa Castellani, «consiste nel realizzare e/o potenziare 44 punti "hotspot" e nella loro gestione e manutenzione, connettività inclusa, per tutto il 2015». «A Costermano», ragguaglia il sindaco Passarini, «si sono istallate 5 antenne per la copertura della zona del municipio, in particolare Piazza Ferrario, il piazzale antistante la biblioteca e l'area commerciale; le due zone delle piazze di Marciaga e Castion. Ora che sono montate le antenne si apporrà la segnaletica indicante la copertura gratuita». «NAVIGAZIONE» GRATIS. Come riporta la lettera spedita ai sindaci da Castellani, gli «hotspot» previsti sono diversi: quattro a Torri (adeguamento dell'impianto attuale, centro di Albisano, porto di Pai di Sotto e centro di Pai di Sopra); cinque a Caprino (Piazza Roma, Piazze Stringa e Vittoria, aree degli impianti sportivi e della Baita degli Alpini (parco giochi), piazzetta di Spiazzi). E ancora: sei a Malcesine (adeguamento dell'impianto attuale, raddoppio nell'area dell'autostazione, ingresso e zona Rivelino dell'area del Castello, Piazza Cavour e porto di località Retelino); sette a San Zeno di Montagna (adiacenze della biblioteca comunale, piazzale della chiesa di San Zeno Vescovo, aree parco giochi comunale ed impianti sportivi, piazza di Lumini, località Prada Bassa e Alta); quattro a Ferrara: (piazza del monumento, località Ottagono ad Albarè, zone di Novezza e del Rifugio Cacciatore); quattro a Brentino Belluno (centri di Belluno Veronese, Rivalta, Brentino e Preabocco) e altrettanti a Rivoli (zona del municipio, Piazze Napoleone e Busolli, palestra). Cinque a Brenzone: (centro di Mugugnano, ufficio e porto turistico, porto turistico di Castelletto, centro di Assenza). Chiude Castellani: «Lavorando in rete abbiamo avuto un contributo maggiore, poiché l'unione fa la forza. Il progetto è già in attuazione, entro fine mese sarà completo». giovedì 09 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 MALCESINE. Poco meno di cinque milioni sono disponibili e in attesa di approvazione Manca solo l'ok della Regione per ristrutturare l'ospedale Appello di sindaci e disabili motori: «Adesso date presto il via libera» «Quattro milioni e novecentomila euro della Ulss 22 sono pronti e disponibili per la ristrutturazione completa dell'ospedale di Malcesine. Manca solo l'okay della Regione: se arriverà a breve, si potranno concludere le opere indifferibili e urgenti forse pure entro fine anno. Insieme con i sindaci, abbiamo scritto per questo al presidente, Luca Zaia, e all'assessore alla sanità Luca Coletto». A dare la notizia e Roberto Bassi, presidente dell'Associazione
Rassegna stampa gardesana
Interregionale dei Disabili Motori. La missiva è datata 1 aprile 2015 «ma non è uno scherzo», assicura Bassi, il quale, con il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, alla vice sindaco di Torri, Donatella Bertelli e al primo cittadino di Garda, Antonio Pasotti, ha chiesto al presidente e all'assessore un «intervento urgente» per sbloccare la situazione. «Ringraziamo innanzitutto», hanno scritto i quattro, «per il prezioso ed indispensabile finanziamento di un milione di euro concesso dalla Regione per avviare i necessari lavori». L'assessore Coletto aveva infatti dirottato su Malcesine una parte di soldi non più utilizzati per il nuovo ospedale di Padova. «Però», aggiungono i sindaci e Bassi, ora «serve procedere a fornire i pareri e le autorizzazioni alla Direzione Generale dell'Ulss 22 per consentire alla stessa, con fondi propri, di attuare gli interventi proposti...a maggio 2014, e per cui sono stati presentati i progetti di intervento» in Regione. «Il direttore generale della Ulss 22», prosegue la lettera, «ha chiesto ai competenti organismi regionali la convocazione di una seduta straordinaria per ottenere i pareri definitivi e le autorizzazioni riguardanti anche la struttura sanitaria di Malcesine». Gli investimenti prospettati dalla Ulss, per 4,9 milioni di euro a fronte dei 6,9 complessivi individuati nel maggio scorso, «sono assolutamente indispensabili e urgenti per sistemare l'impianto elettrico degli edifici, l'adeguamento anti-incendio, gli impianti gas medicali, il rifacimento della copertura delle terrazze, della portineria e degli ex alloggi delle suore, nonchè la sostituzione degli infissi del padiglione A», concludono sindaci e disabili. Di qui la necessità di intervento urgente formulata a Zaia e Coletto. «È una opportunità straordinaria», hanno concluso dall'alto lago, «perchè la Ulss 22 ha accantonato i soldi per l'ospedale di Malcesine, come per Villafranca, Isola e Bussolengo, che hanno evidentemente problemi diversi dai nostri. Interventi che servono a riportare l'unica struttura pubblica della riviera scaligera del Garda a livelli strutturali adeguati, visto che ogni anno dà risposte a tanti turisti e a poliomielitici di tutta Italia». «L'attrattività di Malcesine per i pazienti provenienti da fuori regione è un dato di fatto», chiude Bassi, «e sia per i residenti che per chi viene da fuori, è giusto mettere mano a un ospedale che, da almeno venti anni, non ha subito significative migliorie e adeguamenti». La parola passa ora alla Regione da cui gli amministratori lacustri attendono rapida risposta.G.M. martedì 07 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 31 IL PROGETTO. Incontro tra rappresentanti di Comunità montana, funivia di Malcesine e le vicine controparti trentine Un'intesa tra Verona e Trento per dare valore al Baldo-Garda Emanuele Zanini Tutela ambientale, culturale e miglioramento delle ciclabili e dei tracciati storici. Obiettivo: entrare nel «Crocevia d'Europa» Il progetto di recupero e rilancio dell'«Hortus Europae», il Baldo, piace anche al Trentino, al punto che prossimamente si creerà un programma condiviso tra Verona e Trento per dare nuova linfa a tutto il territorio del Garda-Baldo e della Valdadige. È quanto è emerso in un incontro organizzato dal presidente della funivia Prada-Costabella Giuseppe Adami, assieme con Maurizio Castellani, presidente dell'Unione Montana del Baldo-Garda, Giorgio Dossi, sindaco di Brentonico e presidente del Parco locale del Monte Baldo (a cui aderiscono oltre a Brentonico, Ala, Avio, Mori e NagoTorbole), altri rappresentanti della Comunità della Vallagarina, Gianpietro Caliari, grande esperto di relazioni internazionali, e Alessandro Aicner, tecnico e professionista nell'ambito forestale, quest'ultimi due chiamati nei mesi scorsi da Adami per redigere un progetto che inserisca il «Giardino d'Europa» nell'elenco dei patrimoni dell'Umanità. Il progetto, messo a punto da Caliari con la collaborazione di Aicner e che alcuni mesi fa era stato presentato a Caprino
Rassegna stampa gardesana
nella sede dell'Unione montana, punta a un piano globale di sviluppo del vasto territorio compreso fra il Trentino meridionale e la zona sud del lago di Garda. Il lavoro si focalizza innanzitutto sulla salvaguardia ambientale, culturale, storico-monumentale dell'area e delle relative attività produttive e artigianali, migliorando e implementando tra l'altro i sentieri le piste ciclabili esistenti. Il riconoscimento di patrimonio dell'umanità e dei numerosi beni culturali presenti permetterà di valorizzare i tratti compresi sul lunghissimo percorso della via Franchigena o Romea - strade di origine medievale che dall'Europa centrale raggiungevano Roma attraversando anche il territorio del Garda-Baldo. Secondo lo studio un altro punto da sviluppare sarà l'inserimento dei percorsi naturali-culturali di quest'area tra quelli sostenuti e valorizzati dall'Unione Europea e la candidatura della zona ad essere inserita nel programma comunitario «Crocevia d'Europa» che promuove i percorsi culturali europei più interessanti. Il tutto mirato anche ad un rilancio turistico dell'area. Ora l'Unione montana presieduta da Castellani si impegnerà a recepire il piano attraverso una delibera di Giunta e altrettanto si farà negli enti trentini coinvolti. «È stato un incontro molto costruttivo», sottolinea Adami, che da sempre spinge sul tema della valorizzazione del Baldo e del territorio circostante, «in cui si è stabilito che verrà formulato un documento di condivisione in merito alle finalità e ai progetti di sviluppo dell'area di riferimento. L'intenzione è quello di creare un accordo preliminare tra i Comuni coinvolti, con la possibilità di coinvolgere in futuro anche altre realtà del territorio», come per esempio la funivia di Malcesine. «L'intento non è di creare una nuova struttura o un nuovo parco con altre regole che rallenterebbero solo l'iter», chiarisce il presidente della PradaCostabella. «L'idea è quella però di coinvolgere più attori per creare un progetto di recupero e rilancio dell'Hortus Europae che sia condiviso». Anche per Castellani «la riunione è stata molto utile per definire le strategie di questo progetto ambizioso ma comunque realizzabile. Ora serve concretizzare quando studiato. I tempi sono maturi», aggiunge il sindaco di San Zeno di Montagna. «Sono fiducioso. Si sono gettate le basi per una sinergia costruttiva che può portare ad una progettualità di ampio respiro». domenica 05 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 35 IL PROGETTO. L'obiettivo è creare un unico ambito interregionale Un «Ato del Garda» per abbassare i costi Ags, Garda Uno e Sisam pronte a sottoscrivere un accordo che ridurrebbe i costi delle bollette Inizia a prendere forma l'idea di creare un unico ambito interregionale del Garda per la gestione del servizio idrico integrato, che comprende prelievo e distribuzione dell'acqua, condotte fognarie e depurazione. Al progetto stanno lavorando Azienda gardesana servizi (Ags) per la sponda veronese, Garda Uno per quella bresciana e Sisam per l'alto mantovano, cui fanno capo 73 Comuni tra Lombardia e Veneto. Nei mesi scorsi le tre aziende hanno sottoposto il progetto ai Comuni, ottenendo parere favorevole e avviando così l'iter nelle rispettive regioni di appartenenza per modificare gli attuali confini degli Ato (Ambiti territoriali ottimali, che coincidono grosso modo con i confini delle Province) di cui fanno parte le aziende, col fine di creare un Ato del Garda che meglio sappia tutelare le specificità della più grande risorsa idrica italiana. In attesa della risposta politica le tre società si stanno impegnando a sottoscrivere un accordo per unificare alcune funzioni in grado di produrre economie di scala che si traducano in abbassamento dei costi in bolletta. Dell'accordo, la cui firma è attesa a breve, si è parlato a un incontro cui hanno partecipato i tre presidenti Alberto Tomei (Ags), Mario Bocchio (Garda Uno) e Giampaolo Ogliosi (Sisam). «L'avvio di questa partnership rappresenta il primo passo verso una collaborazione più stretta tra le aziende», sottolinea Tomei. «Stiamo discutendo di condividere alcune funzioni interne
Rassegna stampa gardesana
ai tre gestori per migliorare le performance aziendali, abbassare i costi e migliorare il servizio ai cittadini. L'obiettivo è arrivare a tutelare il Garda e il Mincio come un'area ambientale unica, superando le divisioni imposte da Regioni e Province differenti. Noi e i 73 Comuni che rappresentiamo», conclude, «siamo favorevoli alla realizzazione di un Ato unico interregionale: ora attendiamo una risposta da parte della politica». «Con questa iniziativa», rimarca Bocchio, «vogliamo stimolare le Regioni, cui spetta decidere i confini degli Ato, a comprendere la bontà delle nostre motivazioni. In attesa che il nuovo Ato gardesano interregionale sia autorizzato ci siamo attivati, nel rispetto della legge, per giungere a breve a un accordo industriale che avvii a livello tecnico e organizzativo un rapporto di collaborazione». K.F. sabato 04 aprile 2015 – PROVINCIA – Pagina 30 LA STRADA DELLA RIVIERA. Il divieto in scadenza il 30 aprile per i mezzi pesanti potrebbe essere prorogato a ottobre Tir sulla Gardesana, in crescita il «partito» dello stop definitivo Gerardo Musuraca La Prefettura interroga i Comuni sulla chiusura per l'estate ma diverse amministrazioni vorrebbero una soluzione netta La Prefettura di Verona in campo per la proroga della chiusura, dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, della Gardesana al traffico pesante. Intanto, i sindaci dell'alto lago chiedono di vietare ai «bisonti della strada» il transito per 365 giorni l'anno senza necessità di ricorrere a continue proroghe. La ordinanza attualmente in vigore scadrà il 30 aprile e, con la nota numero 1772 del 12 marzo inviata a 14 Comuni, tra rivieraschi e del primo entroterra, da Malcesine a Valeggio passando per Costermano, Affi, Cavaion, Sant'Ambrogio, Sona e Peschiera, il viceprefetto di Verona ha chiesto parere prima per disporre il blocco del transito ai tir. Ma non è tutto. Infatti, la prefettura di Verona ha coinvolto anche l'Anas, Veneto Strade, la Provincia di Verona e il Commissario Prefettizio di Trento per lo stesso motivo. Da circa 20 anni la Comunità del Garda sollecita la definitiva chiusura della Gardesana al traffico pesante e, di sei mesi in sei mesi, alla Prefettura inoltra la richiesta di apposito provvedimento. Finora però, la proroga del blocco avviene sempre e solo in forma temporanea, ad onta di quanto previsto nel 2010 dall'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Il «Patto per la Sicurezza del Garda», infatti, avrebbe dovuto chiudere per sempre la strada al traffico pesante. Traffico che, negli anni, ha comportato pericoli, incidenti e danni strutturali all'unica arteria che attraversa i paesi del lago. I pareri dei Comuni stanno arrivando in questi giorni in Prefettura. E, se non c'è dubbio che il risultato finale sarà quello di interdire la Gardesana al «transito dei veicoli per il trasporto di cose di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 tonnellate, comprensivo di quelli adibiti al trasporto delle merci pericolose (Adr)», come riporta la ordinanza ripetuta ogni sei mesi, le richieste dei Comuni dell'alto lago si stanno indirizzando verso la richiesta di soluzione definitiva. Il Comune di Torri, ad esempio, nel proprio parere ha scritto di puntare alla «chiusura per tutto l'anno» e ha invitato «sia il prefetto di Verona che il Commissario del Governo di Trento ad attivarsi per ottenere l'ordinanza di chiusura per l'intero anno, come previsto dalle linee guida del “Patto per la sicurezza del Lago di Garda”». Identica posizione per il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli. «Già in passato ci sono stati incidenti e, specie a Castelletto, a ridosso della strada ci sono case, bar e persone. Per non parlare di cosa accadrebbe se un tir finisse su una delle nostre spiagge a ridosso della Gardesana», aggiunge. I motivi per decretare la chiusura definitiva della strada, insomma, ci sarebbero tutti. Alcuni Comuni evidenziano anche la necessità di evitare «l'inquinamento acustico e atmosferico», e aggiungono che «la circolazione di tali veicoli
Rassegna stampa gardesana
(i tir, ndr) provoca un ulteriore aggravamento del congestionamento del traffico, nonché un forte declino della sede stradale a causa dei rilevanti pesi, formando avvallamenti e cedimenti del manto stradale, con conseguenti pericoli per la sicure zza, oltre alla necessità di una continua manutenzione straordinaria». Conclusione: «A ridosso della Gardesana sono ubicati numerosi campeggi ed alberghi... estremamente gravi sarebbero le conseguenze per i turisti ospitati, se uno di questi veicoli pesanti uscisse dalla sede stradale ed invadesse le limitrofe attività ricettive». «Perchè non si può chiudere definitivamente al traffico pesante e si deve proseguire, di sei mesi in sei mesi, questa farsa all'italiana?», chiedono provocatoriamente dall'alto lago al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In attesa di risposta. Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO La direttrice Maraschin è soddisfatta: «Siamo in linea con lo scorso anno» Molto apprezzata la nuova iniziativa «Chocomusic» con concerti e laboratori Il turismo di Pasqua? Tante famiglie e sportivi Regge turisticamente la Pasqua sul Garda, nonostante l’anticipo in calendario rispetto al 2014 e nonostante le previsioni meteorologiche non particolarmente invitanti e a quanto pare ancora una volta un po’ troppo pessimistiche (famigerati i simboli di neve sull’Alto Garda piazzati nel bollettino di Metotrentino l’anno scorso e nel 2010, causando l’ira del presidente di Ingarda in carica, rispettivamente Marco Benedetti ed Enio Meneghelli). «Dai nostri sondaggi fatti attraverso il nostro ufficio informazioni nei confronti delle strutture ricettive locali - spiega la direttrice dell’Apt Roberta Maraschin - è emerso che le cose stanno andando bene e che siamo almeno in linea con l’anno scorso. Anche percorrendo la viabilità si è potuta avere un’idea della portata degli arrivi: venerdì alle 18 c’era coda fino a Rovereto Sud in direzione Riva». Un disagio per gli utenti della strada ancora orfani della Loppio-Busa, ma un sintomo positivo nella speranza che trovarsi regolarmente in colonna non sia un deterrente per le vacanze successive - per gli operatori dell’accoglienza. «Anche le richieste al nostro booking center - aggiunge Maraschin - sono comparabili a quelle del 2014, quando la festività cadeva il 20 aprile, quindi più avanti. Chiaramente a Pasqua non si fa mai il tutto esaurito, ma movimento ne abbiamo già visto: famiglie, biker, free climber, quindi buona parte del target a cui puntiamo. Il sentore è buono e già giovedì c’erano strutture quasi al completo. Con la verosimile aggiunta di qualche gitante dell’ultimo minuto, visto che il tempo comunque ha retto». Oltre ai grandi classici che lanciano la stagione - il Meeting degli Optimist e il concorso bandistico Flicorno d’Oro - quest’anno sta avendo un buon impatto anche Chocomusic, che dopo una prima edizione di rodaggio ha preso le misure e ampliato l’offerta: «Quest’anno - argomenta la direttrice di Ingarda - si è partiti prima e si è riusciti a caratterizzare bene l’evento, tra concerti, spettacoli e laboratori, riuscendo a coinvolgere anche il centro storico con l’adesione di 41 operatori del centro storico e la relativa card convenzionata, oltre alla curiosità per la caccia al tesoro social in programma a Pasquetta. Un’iniziativa riuscita che ravviva il centro di Riva in un periodo in cui altrimenti non ci sarebbe nulla e che fornisce un'alternativa anche per il target della famiglia che stiamo cercando sempre più di curare, andando al di là della classica offerta sportiva. Positivo, nel suo piccolo, anche il mercatino all'ex Colonia Pavese di Torbole, mentre non si può che dire benissimo - conclude Maraschin dell'apporto garantito dal Flicorno d'Oro e dal Meeting degli Optimist, con le loro numerose presenze internazionali». 05/04/15
Rassegna stampa gardesana
Ledro, il vicesindaco Franco Ferrari in contatto con i tecnici dell’Appa: avviate verifiche per abbassare i livelli nell’acqua «Il fosforo fa fiorire le alghe nel lago» Tra le varie iniziative avviate dell'amministrazione comunale di Ledro per un maggiore coinvolgimento della popolazione nella res publica è da segnalare che dal gennaio 2014 nel sito informatico del Comune, sezione Ambiente , sono verificabili i controlli eseguiti ogni due mesi dai tecnici provinciali nel lago di Ledro. L'ultimo campionamento risale allo scorso 3 marzo che in termini, forse eccessivamente professionali, recita: “Temperatura e ossigeno”: in superficie la temperatura delle acque del lago misura 5.6 °C, a 20 metri di profondità la sonda ha registrato il valore di 5.0 °C, a 40 quello di 4.9 °C. L’ossigeno disciolto misura 9.0 mg/l a 0 metri, 9.8 mg/l a 20 metri e 8.7 mg/l a 40 metri. Il contenuto di ossigeno disciolto in acqua è pressoché uniforme su tutta la colonna e sta a significare che vi è stato un rimescolamento completo delle acque, con conseguente riossigenazione degli strati più profondi e ricircolo dei nutrienti. (a.cad.)LEDRO La colorazione mattone delle acque del lago ha un padre: l’elevata percentuale di fosforo che “sveglia” le alghe. Successe anche 5 anni, per le temperature anomale. Per limitare gli episodi la Provincia, assieme alla polizia locale, ha avviato verifiche sulle aziende zootecniche e sul depuratore. «Il problema della presenza nei fondali del lago dell'infestante alga planktothrix la cui fioritura provoca l'anomala colorazione rosso mattone delle acque in superficie, come sta accadendo in questi giorni, è sempre stato una priorità dell'amministrazione comunale ed in questi anni è intervenuta in continuazione, collaborando con la Provincia nel periodico monitoraggio e in svariate iniziative per superare l'intollerabile situazione. Si tratta di un operare che ha prodotto un progressivo miglioramento delle condizioni generali di una delle principali attrazioni turistiche della valle». Il vicesindaco Franco Ferrari, per le sue competenze nel settore dell'ambiente, ha svolto un ruolo determinante in questa vicenda ultratrentennale. Il “fenomeno” della colorazione delle acque risale ai primi anni ’80. In contemporanea iniziarono le ricerche degli esperti a livello universitario. «Nello studio commissionato dalla Provincia nel 2011 – prosegue il vicesindaco Ferrari – era emersa la priorità di diminuire la presenza di fosforo nel lago, che principalmente derivava dal depuratore di Pieve e dagli scarichi dei liquami. Questa sostanza chimica è un fattore determinante per la fioritura dell'alga sulla superficie del lago ed è qui che sono state concentrate le azioni di contrasto. Con la professionale collaborazione della Polizia Locale abbiamo introdotto delle verifichei su tutte le aziende zootecniche della zona per verificare le loro capacità di stoccaggio e di autosmaltimento dei liquami con l'obiettivo che entro due anni la situazione sia completamente e stabilmente nella norma. Nel contempo l'Agenzia per la Depurazione del Servizio Gestione Impianti della Provincia aveva intrapreso un programma operativo per la graduale diminuzione del fosforo nelle acque lacustri. L'ingegner Giovanni Gatti dell’Appa mi ha comunicato che a seguito delle iniziative di contrasto lo scorso anno il valore medio del fosforo totale risultava di 1,1 mg/l contro i 1,5 mg/l del 2013. Ciò ha comportato un significativo calo di circa 200 chili di fosforo nel lago proveniente dal depuratore di Pieve. Gli interventi anti fosforo proseguiranno con la previsione di una flessione annua di questa pericolosa sostanza chimica attorno ai 100 – 150 chili». Il vicesindaco è sorpreso per l'odierna fioritura della pestifera alga in quanto in passato si era generalmente registrata nel periodo più freddo dell'inverno. «Rammento – conclude - che un'analoga situazione vi fu cinque anni fa, sempre all'inizio di una primavera con la temperatura anomala come l'attuale. La speranza di tutti è che con i positivi interventi provinciali lo “spettacolo” di questi giorni non si ripeta più». (a.cad.) 04/04/15 Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
Rassegna stampa gardesana
2015-04-15 MANTOVANO, TERRA DI TIPICITÀ di Luca Ghirardini Il tortello di pesca di Roverbella è solo l’ultimo esempio di una serie di prodotti o piatti che affondano le radici nella tradizione, anche se quest’ultima spesso è riferita alla materia prima, piuttosto che alla preparazione in sè. Il riconoscimento di tipicità di un prodotto può avvenire in diversi modi. Il massimo si ottiene con la Dop, denominazione di origine protetta, che nel Mantovano è assegnata solo a tre formaggi: il Parmigiano Reggiano nell’Oltrepò, il Grana Padano sopra al Grande fiume e il Provolone Valpadana in alcuni Comuni. Ci sarebbe anche l’olio Garda, ma nel Mantovano la produzione in linea con la Dop è limitatissima. Solo un gradino sotto, ecco l’Igp, Indicazione geografica protetta, appannaggio della Pera mantovana, del Melone mantovano e... del Salame Cremona. Perché Cremona, se il Salame mantovano è ben noto? Questione di tempismo e di unità d’intenti nell’ambito del mondo produttivo: i cremonesi hanno agito in modo incisivo, inserendo nel disciplinare come area produttiva non solo la provincia di Mantova, bensì l’intera Lombardia (ma anche Piemonte, Emilia Romagna e Veneto). Sembra escluso che un Salame mantovano possa ora a sua volta ottenere l’Igp. Bisogna quindi accontentarsi dell’elenco dei “Prodotti tradizionali” codificato dalla Regione Lombardia. Che, tuttavia, per Mantova prevede anche cibi che probabilmente nessun mantovano ha mai approcciato, ma che sono inseriti come prodotto dell’intera regione. La differenza con Dop e Igp, prodotti “tipici”, sta nel fatto che i prodotti “tradizionali”, pur essendo caratteristici di un determinato territorio, non presentano il vincolo del legame con l’ambiente, anche se devono comunque avere requisiti di storicità. Ora, il cronista può anche sbagliarsi, ma in tanti anni mai ha incrociato nel Mantovano una Mortadella di fegato al Vin brulè, che secondo l’elenco regionale è tradizionale anche in provincia di Mantova, come nel resto della Lombardia, al pari dei Verzini, piccole salamelle da accompagnare alla cassoeula, non proprio un piatto tipico mantovano. Detto questoil salame che non troviamo nell’elenco Igp, abbonda tra i prodotti tradizionali: ecco il Salam casalìn orgoglio degli agricoltori, a fianco del Salame Mantovano che al casalìn viene peraltro assimilato. E poi c’è il Salame con la lingua, da consumare cotto soprattutto nel periodo vicino all’Ascensione (non per nulla è chiamato anche Salam dl’Asensa), il Salame pancettato, il Salame Milano (anche questo prodotto in tutta la Lombardia, come il Salame di filzetta e la Salamina mista, da mangiare cotta ma non fatta solo con carne di maiale). Mantovani purosangue sono invece altri prodotti ricavati dal suino: Ciccioli mantovani,Greppole, Salamella, Pisto, Pancetta con filetto. Meno tipicità si intravvede invece in Luganega, Prosciutto cotto, Prosciutto mantovano. Qualcuno si chiederà: e il cotechino? In Lombardia, Mantova non è contemplata. Ma se passiamo in Emilia, allora entriamo addirittura in zona Igp, con il Cotechino Modena, lo Zampone Modena, ma anche la Coppa di Parma. Non ci sono, tuttavia, solo salumi nell’elenco dei prodotti tradizionali. E se tra i latticini siamo praticamente assenti (ma le grandi Dop assorbono quasi tutto il prodotto da trasformare), ecco che Mantova ricompare nel settore “Ortaggi e frutta”: Cipolla di Sermide, Mostarda di Mantova, Sugolo, Tartufo nero, Zucca di Mantova. Ma perché solo tartufo nero? Quello bianco delle golene del Po non è contemplato? Ancora no. Come antipasto, ecco il Luccio alla Rivaltese, in salsa o in bianco. Primi piatti e paste ci vedono in prima linea: i Capunsei dell’Alto Mantovano, gli Gnocchi di zucca, il Tortello amaro di Castel Goffredo i Turtei sguasarot dell’Oltrepò e, logicamente, i Tortelli di zucca. Presenza massiccia anche nei prodotti da forno: Anello di Monaco, Bussolano, Ricciolino, Sbrisolona, Schiacciatina, Tirot, Torta del Paradiso, Torta di San Biagio, Torta di tagliatelle, Torta Mantovana. A conti fatti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA
Rassegna stampa gardesana
Mercoledì 8 Aprile, 2015 - BRESCIA Roghi, boschi ad alto rischio Valtrompia, primato negativo Nei giorni scorsi a Irma multato l’uomo che ha colposamente dato il via alle fiamme: 4.000 euro per aver bruciato erba secca La Regione ha fatto scattare il 2 aprile lo «stato di alto rischio incendio boschivo». La comunicazione è stata data dall’assessore alla Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali al Corpo forestale, alle forze dell’ordine e agli enti istituzionali. Con l’attivazione del piano è vietato accendere fuochi nei boschi su tutto il territorio regionale. Ma il divieto pare che non sia rispettato su buona parte del territorio bresciano, visto che begli ultimi giorni le squadre di volontari organizzate dalle varie Comunità montane e il Corpo forestale dello Stato hanno fatto gli straordinari per garantire la sicurezza di tutti. Men che meno il divieto è rispettato in Val Trompia che vive in una situazione costante di emergenza. «Dall’inizio dell’anno, infatti - spiega Giampietro Temponi, responsabile per gli incendi boschivi della comunità montana della Valle Trompia — sui monti e sui pascoli triumplini sono già scoppiati una trentina di incendi». L’ultimo proprio lunedì sera a Lodrino dove hanno preso fuoco quattro ettari di bosco. E qualche giorno prima, l’1 aprile, per l’esattezza, bruciavano anche i boschi di Collio. «Il 99 per cento degli incendi è doloso — mette subito in chiaro Temponi — per evitarli servirebbe una norma più repressiva, perchè è proprio la mentalità che deve essere cambiata. Troppo spesso il fuoco viene appiccato nei pascoli e nei boschi per il bisogno degli allevatori di cambiare erba e farla crescere più fresca per gli animali e per i segugisti di fornire erbetta più appetibile alle lepri». Il risultato è che troppo spesso la situazione sfugge di mano, le fiamme si propagano velocemente anche alle zone limitrofe e a questo punto deve scattare l’intervento dei gruppi di volontari addestrati all’attività antincendio. «Con tutti i rischi che ne conseguono — conclude Temponi — anche perché gli incendi vengono appiccati sempre la sera per approfittare del buio, e l’intervento in notturna comporta qualche preoccupazione in più per chi deve spegnare il rogo». Non tutti la fanno franca: una ventina di giorni fa, sul territorio compreso fra Irma e Bovegno è scoppiato un incendio che ha interessato diversi ettari di bosco. Anche in questo caso è scattato l’intervento. A spegnere le fiamme e a dare una mano ai volontari c’era anche l’uomo che aveva appiccato il fuoco, voleva bruciare della sterpaglia e ha dato fiamma, ma senza più riuscire — visto il vento e il terreno secco — a contenere l’incendio. Il responsabile è stato sanzionato per incendio colposo: gli è stata consegnata una multa di 4.000 euro. Da quando è scattato il rischio elevato tutte le cinque comunità montane hanno iniziato i servizi di pattugliamento. I volontari (ne esiste un gruppo per quasi ogni paese della comunità) entrano in azione, percorrono a piedi il terreno e scattano al minimo segnale di fumo. A vegliare sui boschi della Valle Camonica ci sono anche occhi elettronici: sette telecamere sono state montate a Esine, Edolo, Sellero, Paspardo, Piancogno, Sonico e Angolo. E da sei anni la Comunità camuna sta portando avanti un progetto per realizzare piazzole per l’atterraggio degli elicotteri e punti per la raccolta di acqua. L’allarme scatta alla Forestale, poi viene allertato il responsabile della comunità montana interessata (il telefono il più delle volte squilla la notte) e se c’è bisogno si fa alzare l’elicottero messo a disposizione dalla Regione e parcheggiato a Curno, nella Bergamasca. L’intervento è coordinato e immediato, ma per raggiungere molti luoghi bisogna spesso camminare anche per un’ora, al buio tra la boscaglia. I volontari oltre a essere preparati devono avere anche una buona condizione fisica. Il meccanismo di intervento è oliato e funziona a dovere, ma non sarebbe necessario se tutti rispettassero il divieto di accendere fuochi quando la stagione è a rischio. Torna all’elenco dei quotidiani
ALTRE FONTI
Rassegna stampa gardesana
ProvveditoreeCapitano,traVeneziaelaMagnificaPatria 08/04/2015 in Attualità, Convegni “Provveditore e capitano tra Venezia e la Magnifica Patria” è il titolo del convegno promosso dall’Ateneo nell’ambito delle celebrazioni per il 450° anno di fondazione dell’accademia salodiana, che si terrà sabato 11 aprile nella sala dei provveditori del comune di Salò, con inizio alle ore 9,30. Il prof. Claudio Povolo e tre ricercatrici dell’università Cà Foscari di Venezia tratteranno della figura del Provveditore designato dal senato veneto alla reggenza della Magnifica Patria della Riviera, quale emerge dai più recenti e mirati studi sviluppati attingendo agli archivi locali e veneziani: quatto comunicazioni di approfondimento tematico svilupperanno i legami e le relazioni intercorse fra la Comunità della Riviera e la Dominante (dr.ssa Eliana Biasiolo) e i problemi della sicurezza e del disordine sociale (dr.ssa Laura Amato); il prof. Povolo illustrerà il profondo legame fra il governo locale e le nobili casate veneziane dal momento in cui si instaurava la parentela spirituale, mentre la dr.ssa Lia De Luca tratterà l’ultimo avvincente tema dedicato “agli uomini dietro la carica pubblica”. Il nobile veneziano chiamato a presiedere al governo della Magnifica Patria rivestiva responsabilità di carattere militare in quanto Capitano delle milizie gardesane, era il camerlengo della camera fiscale di Salò e ricopriva la carica di giudice preposto all’amministrazione della giustizia criminale; ma allo stesso tempo era il primo difensore dell’autonomia politico-amministrativa della Comunità della Riviera, dei suoi statuti e degli importanti privilegi riconosciuti da Venezia sin dall’atto della prima dedizione del 1426.Dunque una figura composita, che per la prima volta sarà analizzata in tutta la sua complessità politico istituzionale e sociologica.Al termine dei lavori, proprio in coincidenza di questo evento dedicato al “Protettore della Riviera” intorno alle ore 12:30, Roberto Marai aprirà, per la prima volta al pubblico, le porte dell’antica dimora del Provveditore (Vicolo Amadei 4), attualmente di sua proprietà, per l’effettuazione di una visita alla prestigiosa dimora e per un brindisi.
Navigazione sicura sul Garda di Redazione Con l’inizio della primavera riprende a pieno regime l’attività della Guardia Costiera di Salò che coordina i mezzi di tutte le forze di sicurezza che operano sul lago Con l’inizio della bella stagione, sul lago di Garda torna a scattare l´operazione «estate sicura». Fino all´ultimo fine
Rassegna stampa gardesana
settimana di settembre, ogni weekend sarà operativa la sede distaccata di Bogliaco della Guardia Costiera. Si tratta di un´integrazione strategica al servizio svolto dal comando di Salò, un centro operativo attivo 24 ore su 24. «Ogni sabato e domenica, dalle 9 alle 18, dislocheremo uno dei nostri mezzi, nella frazione di Gargnano, dove possiamo contare su un ufficio in uso gratuito», precisa il capitano di fregata Sergio Colombo che con il maresciallo Pasquale Angelillo, sono il punto di riferimento della Guarda Costiera che garantisce una presenza sempre più capillare sulle acque del Benaco. Sulla sponda veronese del lago, dall´anno scorso è stato aperto in luglio e agosto un distaccamento a Garda. «I comandi generali, di Roma e Venezia, stanno valutando la possibilità di allargare il periodo di operatività di Garda sottolinea Colombo -. Ma in un periodo di ristrettezze, bisogna trovare le risorse, sia umane che finanziarie». Nel 2014 la centrale di Salò, ha ricevuto 1.560 chiamate, contro le 1.250 del 2013. Gli operatori hanno effettuato 830 controlli, e comminato 273 sanzioni amministrative, quasi tutte ai conduttori di motoscafi per il mancato rispetto della norma che obbliga a rimanere a 300 metri dalle spiagge, per la carenza della dotazione di sicurezza a bordo e per navigazione in stato di ebbrezza. Complessivamente, le imbarcazioni della Guardia Costiera hanno percorso 7.098 miglia. Il personale si è dovuto occupare dei rilievi di sei decessi per annegamento, malore o incidente. Quaranta i natanti soccorsi. «Coordiniamo l´intera rete di mezzi di sicurezza che solcano il lago –osserva Colombo -. Ogni mattina aggiorniamo l´elenco dei mezzi disponibili sul lago, e in quale fascia oraria operano: dalla squadra navale della Guardia di Finanza ai Vigili del fuoco di Riva, Bardolino e Salò, passando per la pletora di gruppi di volontari, per i carabinieri che dispongono solo di una pilotina a Torri e per i presidi di Polizia di Riva, Peschiera, si tratta di un network molto incisivo. Dal punto di attracco sul lungolago, davanti alla nostra sede, possiamo partire entro 5-10 minuti. Come capitato nelle ultime ore per l´anziana scomparsa a Manerba, e ritrovata in mattinata a porto Dusano». Salò può contare su 24 marinai, che lavorano a turni, con un minimo di 6-8 sempre presenti d´inverno e 12 d´estate. A disposizione c’è anche un defibrillatore,e c´è chi ha il brevetto di soccorritore, per immergersi fino a una certa profondità. Torna all’elenco dei quotidiani
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025