~~ 'd.ii:;;tt;;~ud:lÌ;Al;;ri;: ii d~leug'",;'t:,.~i~ia:~ ha potuto dire che i francesi insegnano ai piccoli arabi che i loro antenati « erano dei Galli » ! In fondo era un omaggio che si rendeva loro poichè non si insegna ai pie-
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pire il vuoto pericoloso che si è dato finora. Essi credono il movimento arabo immunizzato dalla sua componente religiosa contro l'infiltrazione sovietica, e preferiscono, nelle zone pericolose, dei grandi complessi,
di ANDRÉ THIÉRY
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matita a sfera per tutti
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Aurora
47, Alexander Battalaan, MAASTRICHT Condirettore Responsabile: P. J. Houx Autorizz. Tribunale di Torino in data 22-2-1958 - al n. 1214 Stabilimento Grafico IMPRONTA Via Argentera, 59 - TORINO
Come per una macchina da ufficio
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magari neutralisti come l'India, a dei sistemi tipo Balcani, dove le tensioni locali e le ambizioni sono sempre capaci di degenerare in conflitti. Gli europei non devono stupirsi di vedere gli americani che avrebbero voluto far loro recitare questa parte di terza o quarta forza (e vi si sono adoperati per dieci anni), volgersi ora verso altri che nelle circostanze presenti si fanno pregare meno. Ciò spiega senza dubbi la pazienza evangelica degli americani di fronte · alle sfuriate del presidente N asser: egli ha tutti i diritti, compreso quello di umiliare il signor Murphy o di perdere la battaglia, ciò che per un colonnello dittatore è il colmo. L'intervento di Suez nel 1956 resterà negli annali della storia come la pietosa testimonianza dell'inesistenza dell'Europa. Caratteristica propria della sovranità di un paese è quella di non subire la legge dello sconfitto nelle guerre vinte, o che si possono vincere. La Francia o la Gran Bretagna riconciliate - probabilmente per un malinteso - e soprattutto Israele, hanno sperimentato che la celebre frase di Brenno << V ae V ictis » era a senso unico : gli ungheresi, negli stessi giorni, lo sperimentarono fino in fondo. Gli stati europei, per il momento, almeno non sono sovrani, se non a patto che non si occupino di nulla. E' proibito loro di fare altro che comprare e subire. Se questi stati d'Europa, malgrado le loro agitazioni diplomatiche, hanno giuocato a Ponzio Pilato negli affari dell'estate 1958, è semplicemente perchè essi non potevano fare altrimenti, benchè siano i primi consumatori del petrolio d'Oriente. Il quasi monopolio anglosassone sul petrolio d'Oriente è una delle caratteristiche della vita economica di oggi: lo spiega perfettamente il fatto che le economie « dominanti » hanno sempre la tendenza a spostare le economie fragili; si spiega pure per ciò che concerne l'America con ragioni di carattere tecnico. Gli Stati Uniti, che hanno la produzione di gran lunga più forte del mondo, non hanno tuttavia che pozzi a scarso rendimento in confronto al flusso prodigioso dei pozzi del Medio Oriente. Il contrario si presenta pel carbone, ad esempio, per il quale le condizioni geologiche si presentano più favorevoli negli Stati Uniti che altrove. Per il petrolio rischierebbero che i prodotti del Medio Oriente, a prezzo di cosio inferiore al loro, vengano a mettersi in concorrenza, stroncando i prezzi in proporzioni tali che gli americani non avrebbero difesa contro di essi. La manovra consiste neil'assicurarsi che i prezzi f.o.l. Mediterraneo orientale o Golfo Persico, siano dello stesso ordine dei prezzi f.o.l. Gplfo del Messico e il mezzo migliore per raggiun-
Edizione in lingua olandese
HET EUROPESE VOLK
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coli n egri della Luisiana che i loro antenati sono venuti sul Mayflower. La Francia faceva come Roma, che concedeva la cittadinanza ai non latini. Ma Roma era Roma e fin dal 1920 - specie dopo - la posizione della Francia nel mondo non era quella di Roma al primo secolo. Gli inglesi ritornando alla ortodossia arabo-lawrenciana, non hanno avuto che un desiderio: che i francesi se ne andassero; ci sono riusciti nel 1945 in condizioni penose. I francesi sono ·partiti dalla Siria senza vantaggio per gli inglesi e senza d'altronde che gli arabi ne fossero minimamente gra ti a questi ultimi, a causa della politica di mandato , in generale, e anche a causa della creazione del regno d'Israele: Israele, considerata come la spina nella carne araba, era di origine britannica. Gli inglesi pure erano screditati, gli hascemiti, che erano stati scacciati dalla Siria dai francesi e dall'Arabia dai sauditi, erano squalificati. I paesi dell'Europa continentale erano accusati di tutte le colpe di Israele (è il caso di dirlo) e in particolare di quella più grave, il colonialismo, come di tutte le turpitudini e le avidità di cui essi erano stati, in verità, più le vittime che non i profittatori. Ma i popoli d'Oriente non fanno distinzioni. Le Monde del 22 ottobre 1957 narra a questo riguardo un aneddoto a proposito di un piccolo incidente accaduto all'aeroporto di Bagdad: i passeggeri tedeschi di un aereo, avendo fatto rilevare « che l'apparecchio era francese, ma la maggior parte dei passeggeri tedesca », un arabo rispose: « francese o tedesco, per noi è lo stesso : è sempre Europa! >>. J due aspetti più pericolosi della nuova questione d'Oriente sono in verità facili da mettere in evidenza: · il primo è l'assenza di demarcazione tra la influenza sovietica e quella occidentale; il secondo è il problema del petrolio. In Europa, in Corea, nel Vietnam, c'è una linea materiale precisa la cui violazione da parte di uno dei blocchi significherebbe la guerra, ciò che, sebbene sembri paradossale, mantiene .la pace. In Oriente non c'è niente di simile, ed è perciò che le zone d'influenza sono vaghe e i rischi di infiltrazione enormi. Gli occidentali hanno trovato due soluzioni; il guaio è che da entrambe l'Europa continentale è sistematicamente esclusa: si tratta del Patto di Bagdad e della dottrina Eisenhower. Questi sistemi non possono agire per dèfinizione, per costruzione contro il nazionalismo arabo, esse incitano la penetrazione sovietica a utilizzarlo come interposta persona, ciò che d'altronde è perfettamente conforme al catechismo del marxismo leninista. Essendo impossibile stabilire una col-
mento del Congresso del Cairo del dicembre 1957 si sia seriamente considerato di fare un Mercato Comune dei paesi partecipanti. Se questa proposta è stata abbandonata, è, a quanto pare, perchè la formula europea , truffata da misure di salvaguardia e a scoppio ritardato non soddisfaceva la loro impazienza. E' tuttavia permesso pensare che di fronte ad una Costituzione federale europea come ad un orientamento economico fondato sull'efficacia, nel rispetto della persona umana, e sullo sviluppo dell'economia sottosviluppata, essi avrebbero rea•
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dei turchi. Gli alleati non l'hanno poi seguito in tutto, preferendo la ripartizione dei mandati: francese in Siria e Libano, inglese in Palestina e Mesopotamia. Gli inglesi sono certamente stati perplessi fra la tesi lawrenciana e quella dei loro alleati, ma quest'ultima permetteva loro di prendere piede più solidamente nella parte più interessante, fertile in superficie ma anche ricca nel sottosuolo ; così essi vi ha~no alla fine aderito. E' importante ricordare questi avvenimenti poichè la politica dei mandati ha fatto molto per sviluppare il complesso di frustrazione degli arabi di fronte a ciò che appariv·a loro come sordida ripartizione della torta ai loro danni. Mentre avrebbe potuto essere un mezzo per preparare una federazione del Medio Oriente consapevole dell'Occidente e disposta a lavorare ed a commerciare con esso; ... se però un Occidente ci fosse stato! l francesi ci sono andati colla loro solita
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Edizione m lingua italiana
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direzione, redazione, amministrazione: Torino, via Bligny, 5 - tel. 524.279 - c. ~· postale 2/ 17203
Non mollare Col referendum del 28 settembre un altro atto della tragica commedia delle restaurazioni nazionali in Europa è giunto al termine. Ancora una volta il nazionalismo france.se ha condotto e vinto una battaglia non solo per sè, ma anche per tutti gli altri nazionalismi. Dopo le disastrose esperienze delle due guerre mon diali, il nazionalismo è stato per q ualche anno, press'a poco dal 1945 al 19531954, sinonimo di stupidità e di follia politica . Ma poichè gli europei hanno continuato ad essere organizzati politicamente in stati nazionali sovrani, il nazionalismo, che è la ideologia propria dello stato nazionale, non poteva morire. Esisteva, per così dire, come un pensiero latente ed incosciente, che non si esprimeva, ma che riusciva sistematicamente a far progredire jn tutti i campi, dietro le facciate europee o atlantiche, le ricostruzioni puramente nazionali. Quando queste ricostruzioni sono giunte press'a poco a compimento, abbiamo avuto, fra il 1954 e il 1958, dei nazionalismi ormai coscienti, poichè ogni governo agiva solo più in funzione di punti di vista nazionali. Ma si trattava ancora di nazionalismi vergognosi, che non avevano anr:ora il corag-1 gio di mostrare i loro visi, e che si coprivano ancora di piume europee. Ormai però le maschere sono cadute, e la Nazione, questa pseudo-divinità tribale, che ogni popolo è tenuto ad adorare, la cui grandezza e potenza è lo scopo supremo dello stato, si è di nuovo assisa sfrontatamente sugli altari di Francia. E bisognerebbe esser ciechi per non accorgersi che un processo analogo si delinea in Germania, ove il mito
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In nu111erose città d'Cf!ropa
Nuove elezioni per il Congresso
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A Darmstadt, Bologna, Bielefeld, Ferrara, Bruxelles e in altri centri i cittadini alle urne - Eleggeranno i delegati alla seconda sessione del Congresso del Popolo Europeo, che si terrà in dicembre a Lione. L'azione dei federalisti europei continua. A Darmstadt, Bielefeld, Bruxelles, Mons, Sittard e a Bologna, Ferrara, Rovigo e Cuneo le elezioni per designare i delegati al Congresso del Popolo Europeo, sono in corso di svolgimento o in situazione di avanzata preparazione. l novantamila certificati elettorali distribuiti a Darmstadt, i venti seggi preparati in Emilia, per citare due esempi, stanno a dimostrare l'impegno che i federalisti hanno messo nell'organizzazione di queste
prime Elezioni Europee e sono insieme garanzia di nuovo successo. Verosimilmente cioè numerosissimi altri voti si aggiungeranno ai centoquarantamila ( chè tanti ne ha finora raccolti il Congresso del Popolo Europeo dopo Kerkrade, dove altri diecimila olandesi hanno portato la loro adesione) elettori che hanno designato i loro delegati a questa assise che sempre più ha diritto di autodefinirsi rappresentante del popolo europeo. Frattanto i giovani militanti di Lione
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hanno iniziato la preparazione della 2" Sessione del Congresso, che appunto in quella città francese, sarà convocata nel mese di dicembre prossimo. Di fronte al rincrudimento, ogni giorno più evidente, della politica nazionalista . degli Stati europei, questa risposta di federalisti assume nella sua validità un grande significato : il po· polo europeo dimostra insieme la sua esistenza e la sua volontà di organizzarsi per difenderla. Per notizie più precise sulle maggiori città impegnate nella campagna elettorale, rimandiamo alla terza pagina, dove pubblichiamo i servizi dei nostri corrispondenti.
18.50Q voti a Darmstadt «A Darmstadt 18.500 voti per l'Europa >>: q uesto il telegramma che abbiamo ricevuto al momento di andare in macchina. Mentre rimandiamo al prossimo numero per informazioni più dettagliate e dati più precisi, sottolineiamo il significato di questo nuovo successo, il più vistoto, conseguito in Germania dal Congresso del Popolo Europeo. . Secondo l'Agenzia l talmondo nn altro risultato notevolissimo hanno raggiunto queste prime elezioni europee a Saint Ghislain in Belgio : avrebbe votato il 45 % della popolazione elettorale.
L'opportun ~ smo
in politica
Il· Congresso ha fatto una scelta La politica deve oscillare tra l'idea e la realtà. Quella ispira e nobilita la politica, che, senza di essa, non sarebbe che un gioco nocivo di combinazioni e di manovre; questa Le dà vita e vigore: senza di essa la politica non sarebbe che una vana speculazione, una piacevole gz.nnastica intellettuale, una be~la opera di immaginazione. Ma quale parte spetta in questo dzalogo all'una e all'altra? E' tl problema .dell'opportunismo in politica. Il Congresso del Popolo Europeo ha ora vissuto questa crisi di coscienza. Si conoscano le circostanze che l'hanno provocata:
si unanime del popolo francese all'uom o e all'opera intrapresa. Nessuna difficoltà si sarebbe presentata se, come in tante altre
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Altiero Spinelli
Il Congresso ha fatto una scelta La politica deve oscillare tra l'idea e la realtà. Quella ispira e nobilita la politica, che, senza di essa, non sarebbe che un gioco nocivo di combinazioni e di manovre; questa le dà vita e vigore: senza di essa la politica non sarebbe che una vana speculazione, una piacevole gznnastica intellettuale, una bella opera di immaginazione. Ma quale parte spetta in questo dialogo all'una e all'altra? E' il problema dell'opportunismo in politica. Il Congresso del Popolo Europeo ha ora vissuto questa crisi di coscienza. Si conoscono le circostanze che l'hanno provocata: la democrazia francese ha dovuto soccombere sotto la minaccia della forza brutale e questa è stata l'occasione di un rinnovamento delle sue istituzioni politiche. Di fronte a questa crisi, e alla soluzione che si tentava di darle nel quadro nazionale, il Congresso doveva definire il suo atteggiamento. Quali criteri sono entrati in gioco? C'era da una parte il patrimonio ideale che il Congresso serve e dall'altra l'adesione qua-
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Si vota « sì » a De Gaulle nell'oasi di Sidi-bei-Abbes nel Sahara .
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Nazionalismi anacronistici
L'ITALIA RIPRENDE LA VECCHIA POLITICA
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Il generale De Gaulle ha messo a Marianna un abito nuovo, assicurandole che essa è giovane e bella e forte, tanto da convincerla di essere assai più giovane, come spesso si illudono di esserlo certe mature signore imbellettate. L'abito certo è démodé, nelle sue linee ottocentesche, ma pare imponente e sublime, ed incanta il popolino come ancora incantano i valzer e le crinoline. La Francia pare così ritrovare se stessa adagiandosi in un sogno irreale: il generale che salva la patria, la patria che chiama a La quarta Repubblica è caduta perchè raccolta i suoi figli per scrivere sull'albo della storia mondiale nuove pagine gloriola sua classe politica non capì che il rin~ se, per virtù del genio francese. La N azione novamento delle arteriosclerotiche strutture del paese passava per, e soltanto per l'Eurisorge ed il mondo assiste e plaude amropa, e perchè persistette in una politica mirato. Tutto ciò è commovente ma è falso e tra- ' gicamente anacronistico, perchè antistorico. Antistorica questa convinzione di De Gaulfino a quando? Fino a quando il prestigio le e della sua corte, che alla Francia comdel generale risulterà intatto, e finchè il peta oggi una missione mondiale, e che processo di decomposizione del vecchio imdalla propria ritrovata unità - in ossequio pero francese non entrerà in una nuova fase ad un principio di autorità - dipenda la critica. Crisi che è inevitf!bile perchè la soluzione dei problemi che angustiano il Francia non sarà in grado di venire inconpaese; antistorico, perchè tutti sanno come tro alle sempre crescenti richieste di minon vi sia più spazio nel mondo d'oggi per liardi da parte dei paesi africani a lei aspiccole potenze isolate quali la Francia, sociati, sicchè tali paesi, di fronte alle ofSuez insegni; antistorico, perchè l'especolonialistica reazionaria, ineluttabilmente rienza del nazionalismo in Europa è legata destinata ad insuccessi tali da provocare le al romanticismo ed alla sua esasperazione reazioni dell'esercito, che era ed è la cormalata, decadentistica, mentre oggi viviaporazione più salda del paese. mo nell'era atomica della terza rivoluzione Il rimedio doveva essere un rinnovamenindustriale, la quale nega possibilità di svito strutturale in senso europeo, ed invece luppo alle piccole nazioni e favorisce i si è preferita una riforma della costituzione grandi mercati; antistorico infine, perchè in senso angusto, nazionalistico, con gravi la potenza della Francia d'oggi non corriconseguenze per l'avvenire di tutta la desponde nè a quella di Roma antica nè a mocrazia europea. quella napoleonica, sicchè è vana e pretenSostegno primo del nuovo regime resta ziosa politica quella di colonizzare in sensempre l'esercito, che, dopo aver ricattato so latino, proponendosi di francesizzare la IV repubblica, ora cauziona la V: ma gli algerini.
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di Alberto Cabella
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gi; di mostrare i loro visi, e che si coprivano ancora di piume europee. Ormai però le maschere sono cadute, e la Nazione, questa pseudo-divinità tribale, che ogni popolo è tenuto ad adorare, la cui grandezza e potenza è lo scopo supremo d ello stato, si è di nuovo assisa sfrontatamente' sugli altari di Francia. E bisognerebbe esser ciechi per non accorgersi che un processo analogo si delinea in Germania, ove il mito dell'unità nazionale ridiventa lo scopo fondamentale di ogni politica, e nell'Italia che si è rimessa alla ricerca, sorniona e metodica, di un posto al sole, nel bacino mediterraneo. Non nascondiamoci dietro a frasi · e ad illusioni. L'idea dell'Europa è stata battuta ed ha inizio un lungo periodo, in cui la politica europea sarà di nuovo dominata da questa superstizione che è il nazionalismo, e la ragione, la libertà, gli interessi, i sentimenti gli saranno ciecamente sacrificati. E' questa la prospettiva da cui i partigiani del Popolo europeo e della Federazione europea devono ·mettersi per decidere se vogliono proseguire la loro battaglia. O essi si propongono di essere il centro di una resistenza e di un'opposizione senza compromessi, non solo contro l'idea astratta dello stato nazione, ma soprattutto contro il regime nazionalista che si è instaurato in Francia e che è in procinto di instaurarsi altrove.; oppure non hanno che da sparire. L'unità dell'Europa non è una necessità. Chi la considera tale, lo fa per darsi un alibi di comodo che gli permetterà di rendere un omaggio verbale a un'idea, e di servirne un'altra. . L'unità dell'Europa è un avvenire possibile per gli europei. E' il più ragionevole, il più conforme al loro interesse e a quello del resto dell'umanità, ma non potrà realizzarsi che se ci sono realmente uomini decisi ad affrontare l'incomprensione e risolamento, a dire ed a ripetere senza stancarsi che la via del nazionalismo è la via della follia, anche se l'So% dei cittadini di un paese non se ne accorge. In un certo senso è giusto che un'idea come la nostra subisca tali disfatte. Essa implica un tal cambiamento nei costumi, nelle leggi, nelle strutture politiche, economiche e sociali che per esser presa sul serio e per smontare le resistenze, deve dimostrare di essere ormai così radicata in alcuni spiriti che nulla può più piegarla o spezzarla.
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ferte di ai~ti che le maggiori potenze mondiali saranno in grado di offrire, sceglie· ranno come la Guinea l'indipendenza, assicurandosela con le buone o · con le cattive maniere. Non vi sarà così più possibilità di creare quella larga comunità euro-africana che era nei voti dei più illuminati competenti dell'economia e della sociologia, e che molti uomini politici hanno ingenuamente auspicato in questi ultimi anni senza poi saper proporl;"e una politica atta a perseguire il fine. Mai come in questi ultimi mesi gli europei hanno avuto modo di toccare con mano due verità elementari, da noi federalisti sempre illustrate: l'interdipendenza dei destini nazionali in Europa, e l'insufficienza assoluta di qualsiasi istituzione europea priva di autorità politica. Il neonazionalismo francese favorisce il ritorno a vie nazionali, innanzi tutto in Italia ed in Germania, mentre le diverse istituzioni europee si interrogano sul loro destino, se non addirittura sulla loro esistenza reale (è questo il caso del MEC di cui si continuerà a parlare, così come in Italia si continua a parlare del Piano Vanoni). Se anzichè dieci istituti europei senza testa, senz'anima, privi di solidarietà effettiva, ve ne fosse uno solo ma reale e quindi politico, la crisi della Francia e dei suoi rapporti con il mondo africano, · avrebbe provocato all'interno di tale istituto europeo un dibattito, ed una ricerca di solu(continua a pag. 4)
si unanime del popolo francese all'uomo e all'opera intrapresa. Nessuna difficoltà si sarebbe. presentata se, come in tante altre organizzazioni europee, il Congresso, ponendosi esclusivamente nel quadro istituzionale, si fosse limitato a rivendicare gli Stati Uniti d'Europa, quale che ne fosse la p,rocedura di. attuazione. Esso avrebbe potuto allora, senza esitazione, fare astrazione dalla crisi francese e attendere un momento più favorevole per continuare la sua azione. Tale non è però il suo caso. Visto che il nuovo regime francese ignorava totalmente il popolo europeo, doveva opporgli un "no" categorico. Follia, hanno detto certi, che non può condurre che al suicidio e al discredito della causa che difende. Sono gli opportunisti che intervengono sul dibattito, fondandosi sull'argomento quasi irresistibile della forza maggiore. E' la storia, dicono, del vaso di coccio tra i vasi di ferro . Gli avvenimenti sembrano dar loro ragione: infatti ecco che in seno al Congresso sorgono conflitti, si producono defezioni. Essi hanno buon gioco di .accusare i dottrinari di sacrificare la realtà alla purezza dell'idea. Difensori dell'opportunismo politico, credono, cedendo momentaneamente a quella, di conservare per domani le possibilità di successo di questa. Ma questo opportunismo è di buona lega? Rappresenta veramente il punto d'incontro che assicura il successo dell'azione politica? Non è effettivamente una rottura di equilibrio in favore della realtà? Non tradisce l'essenza stessa dell'idea? In effetti questo oppol"tunismo si approssima all' atteggiamento di quegli "europeisti" che mancano di ispirazione dottrinale e che sono passati armi e bagagli al campo dei vincitori. E' la reazione dello spirito nazionale di cui rimangono ancora imbevuti, senza dubbio incoscientemente. C'è un limite che l' opportunzsmo non deve mai oltrepassare: il sano opportunismo, il vero opportunismo non deve infatti attentare mai all'idea che deve rimanere viva in tutte le posizioni dettate dalle esigenze dell' opportunità. Se l'idea è valida, se è giusta, poco le importa l'insuccesso momentaneo. Guai a chi gira le spalle all'idea : nei solchi della realtà non potrà che impantanarsi. Michel Mouskhely
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La sovranità nazionale contro la libertàAfferma François Fontaine, nella sua analisi del nuovo regime francese (Preuves, numero 'li' ottobre 1958): « la Francia affermerà la sua indipendenza totale, assurda, e circanderà di
mistero l'elaborazione delle sue decisioni sovrane. Tuttavia tra questi atteggiamenti _e la realtà vi è l'abisso di una profonda rivoluzione che i nostri nuovi dirigenti .non avranno nè la voglia nè la fo rza di imporre ai francesi. Poichè il prezzo dell'indipenden za così concepito sarà la perdita della nostra libertà>>.
La grande illusione Siamo lieti di citare Ernest Friedlander, presidente d el movimento « Europa Union », con il quale abbiamo avuto qual-
lascia la sua carica, un grande dibattito pubblico nasce in parlamento e nella stampa. Ma il silenzio e l'indifferenza hanno accompagnato la partenza del signor Armand della presidenza dell'Euratom, perchè questo non è .un dicastero, ma un organo di collaborazione internazionale, e perchè non esiste alcuna democrazia europea.
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L'EUROPA A PEZZI
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L'EUROPA APE
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DE GAULLE: « La Francia è la più grande potenza del Mediterraneo ».
Glorie e miserie degli intellettuali europei
FANFANI: « Italia, Italia, sacra alla nuova aurora, con l'aratro e la prora ... ».
«Un idiota: avrebbe potuto vivere del tutto confortevolmente se avesse tenuto la bocca chiusa ». E' così che molti dei sedi-
centi intellettuali iugoslavi si esprimono a proposito di Milovan Gilas, come ci rife,risce Peter Schmid ( « W eltvoche », 26 settembre). Il celebre scrittore portoghese Ferreira De Castro, che evidentemente è un idiota anch'egli, dice (Preuves , numero di ottobre 1958) che gli intellettuali del suo paese sono vissuti « sotto la coartazione, reprimendo ogni moto di spontaneità, attenuando e an-
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che mascherando i loro pensieri; correggendo le loro frasi venti volte di seguito se era necessario, affinchè esse potessero passare, o sopprimendole del tutto; rinunciando ad abbordare i temi dove precisamente i loro talenti avrebbero • potuto affermarsi meglio. Essi hanno cessato di offrire il loro contributo alla chiarificazione di tanti problemi nazionali che reclamano il concorso delle loro intelligenze e si sono abbandonati, allo scoraggiamento ».
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La proliferazione cancerosa delle sovranità nazionali, insufficienti e pericolose, prosegue nel mondo al ritmo di due o tre nuovi piccoli e miserabili stati sovrani e di cinque o sei « risvegli nazionali » ogni anno. Oggi abbiamo un nuovo stato: la Repubblica della Guinea. Povera Africa! E ssa non ha neppure l'attenuante storica degli stati europei. E' l'occasionale debolezza di questo o quell'impero coloniale che fa nascere qua e là i nuovi stati, piccoli, poveri, febbrilmente na.z ionalisti. La Repubblica della Guinea si trova ormai a una svolta del suo cammino. Divenuta uno stato . essa si accorge che' la sua sovranità attuale non è uno stato di salute, ma una malattia. Essa cerca l'appoggio ... Di chi? Della Francia? Ma la Francia non può accordarlo senza invitare anche tutti gli altri territori africani a seguire l'esempio della Guinea. Dell'America? o dell'URSS? Essa non lo può fare senza divenire una pedina del grande gioco dei due colossi. Dell'Europa? L'Europa non esiste. E allora accadrà ciò che accade sempre in questi casi. La Guinea avrà il suo « risveglio nazionale » e diverrà un altro focolaio di fanatismo per il suo popolo e di disordine per il mondo intero.
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l 'rutti del nazionalismo
ch e contrasto, ma che, messo davanti alla realtà, giunge infine a conclusioni che noi non possiamo che sottoscrivere. Il 27 settembre 1958, egli scriveva nell'Hamburg Abendblatt, sotto il titolo cc Die grosse illusion »: << Su tutta la lineà, l'esperienza di De Gaulle scoprirà tosto o tardi la verità che neppure il più forte e il più stabile governo può trasformare i sogni in realtà. cc ... Il Cancelliere ha detto, dopo l'incontro di Colombey, "De Gaulle non è un nazionalista". Ma il nazionalismo ha parecchi stadi nella storia e oggi sul continente europeo si tratta già di nazionalismo quando uno dei suoi stati vuol fare per proprio conto una politica di grande potenza, sia in Africa, • sia come potenza atomica. << Oggi è già nazionalismo fare resistenza all'assorbimento d ei vecchi stati nazionali sovrani in una Europa federata. « Il cammino della Francia, il cammino di De Gaulle conduce lontano da questa Europa . · Nella quinta repubblica, la Comunità economica europea non avrà più sviluppi politici. L'accento sarà posto sulla e,ollaborazione, l'amicizia, l'alleanza, ma degli Stati Uniti d'Europa di Robert Schuman non se ne parlerà più. E già il l 0 gennaio prossimo, secondo ogni verosimiglianza, la Francia farà uso delle clausole di salvaguardia del trattato per non partecipare alla prima, modesta diminuzione delle tariffe doganali. Non si può effettivamente fare in uno stesso tempo una politica di grande potenza nazionale e una politica europea. « Il governo tedesco di Bonn era ben disposto a manifestare la sua soddisfazione per l'incontro di Colombey, perchè esso d eve cercare la più grande amicizia possibile con la quinta repubblica. Ma al di là dei comunicati ufficiali, nelle libere discussioni che si incrociano al di sopra delle frontiere, deve essere permesso di dire che è una sventura quando le necessità europee sono sacrificate alle illusioni nazionali ... ».
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Scrivendo queste righe, François Fontaine non credeva probabilmente che questo prezzo sarebbe stato pagato così presto, e che così presto questa veglia sarebbe venuta ai nuovi governanti. In effetti, il desiderio di dare alla Francia una indipendenza totale e assurda, per esempio· nella sua politica algerina, li ha di già condotti a sospendere « l'habeas corpus » attribuendo alla polizia i poteri arbitrari di privare senza giudizio ogni cittadino della libertà e internarlo se essa lo sospetta di partecipazione alle attività del F.L.N.
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L'EUROPA A PEZZf
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UROPA A PEZZf
Debolezza dei poteri Mao-Tse-Tung non potrebbe perseguire la · sua politica di nazional-comunismo aggressivo senza l'a~uto economico e militare 1·usso, nè Cicmg-Kai-Scel( potrebbe manterere a Formosa una armata pronta per una riconquista del continente senza l'aiuto economico e militare americano. Nè zi"URSS nè gli Stati Uniti hanno un verç, interesse a spingere i loro protetti alla guerra . Perchè dun que nè Washington nè Mosca sono capaci di fare intendere ragione ·ai Cinesi delle due sponde? Il fatto è che, per l'assenza dell'Europa nell'equilibrio mondiale, questo sistema di-
Due giorni prima di consegnare il suo voto, François Mauriac ( Express, 2 ottobre) scrisse nel suo taccuino : « Se egli (De Gaul-
le) non giungerà a dominare questa parte dell'esercito che pretende imporsi al nostro popolo, grazie agli aerei e alle mitragliatrici che essa ha ricevuto da lui per difenderlo, nemmeno allora mi rimprovererei di avere, votando "sì", tentato di risparmiare ai frances i dopo tante guerre esterne e coloniali, questo ultimo male ed il peggiore di tutti: quello che la Spagna ha subìto e dal quale venti anni dopo non si è ancora riavuta».
Simpatie sospette Si dice che gli avvenimenti francesi non hanno suscitato simpatie in Italia. Ma non è vero. I neofascisti e la parte reazionaria dell'Azione Cattolica vi hanno ritrovato con profonda soddisfazione l'inizio della realizzazione dei loro sogni. E~si si dolgono soltanto che fatti analoghi non si siano verificati nei loro pa~si.
Sovranità sulle aringhe L'Islanda ha 170.000 abitanti su una superficie che è il doppio della Svizzera ; essa è "uno stato sovrano da una ventina di anni. Ma ciò non conta. Anche per essa vale la regola « right or wrong, my country » ( ra11:ione o torto, è il m'
Prosegue la sottoscrizione per l'azione in Francia In Francia, come in Italia, sono affluite numerose le quote -di s9ttoscrizione per sosten~re l'azione dei federalisti francesi . Mr . F. Sérusclat (Saint Fons) Frs . 7.000- Mr . M. Payant ( Pierre-Benite) 500 - Un militante ( Lyon) 300 - Mr. Couplet (Pierre-Beni te) l 000 - Uri gruppo di giovani ( Lycee Ampère , Lyon) 3.000 - J . B. ( Lyon) 5.000 - Mr. Jerez (Pierre Beni te) 200 - M r. Alarçon (Pierre Beni te) l 00 - Mr. Ney (Pierre Beni te) 200 - Mr. M. Bellon ( Lyon) 700.- A. Poggi (Genova) L. 3.000.
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nè Ciang-Kai-Scek potrebbe manterere a Formosa una armata pronta per una riconquista del continente senza l'aiuto economico e militare americano. Nè l'URSS nè gli Stati Uniti hanno un verp interesse a spingere i loro protetti alla guerra. Perchè dunque nè W ashington nè Mosca sono capaci di fare intendere ragione ai Cinesi delle due sponde? Il fatto è che, per l'assenza dell'Europa nell'equilibrio mondiale, questo sistema diplomatico, che è oggi il solo che possa garantire il precario mantenimento della pace, è rigido . Per conservare l'equilibrio gli Stati Uniti e l'URSS sono obbligati a mantenere nel mondo zone di influenza im11iense m a estremamente fragili. Se una di queste potenze perde il prestigio rischia di assistere a una rapida disgrega zione della sua zona. Le questioni di prestigio passano dunque . davanti alle vere · questiom dz mteressi, di .strategia e di diplomazia. In tal modo Mao-Tse-Tung e Ciang-KaiSce k possono esercitare un terribile ricatto verso i loro protettori e imporre ad essi la loro politica irresponsabile. La crisi dell'Estremo Oriente come quella del Medio Oriente sono altt·ettante dimostrazioni per assurdo della necessità di una terza potenza reale nella politica mondiale. Ma dov'è essa?
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ficati nei loro pae_si.
Sovranità sulle aringhe L'I slanda ha 170.000 abitanti su una superficie che è il doppio della Svizzera ; essa è uno stato sovrano da una ventina di anni. Ma ciò non conta. An ch e per essa val e la regola « right or wrong, my country >> (ragione o torto , è il mio paese) e poii:!hè le aringhe hanno il torto di trovarsi al di là delle sue acque territoriali essa ha sovranamente deciso di annettere 12 miglia di mare intorno all'isola. E poichè i bu oni esempi dell'egoismo nazionale sono sempre contagiosi, la Cina annette le acque intorno a Quemoy, il Canada e la Norvegia cominciano a levare le stesse pretese e le isole Fiiroer giungono a minacciare di fare secessione dalla Danimarca p er usufruire esse pure di questo diritto.
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Mr. F. Sérusclat (Saint Fons) Frs. 7.000- Mr . M . Payant ( Pierre-Benite) 500 - Un militante ( Lyon) 300 - Mr . Couplet (Pierre-Beni te) l 000 - Un gruppo di giovani ( Lycee Ampère , Ly on) 3.000 - J . B. ( Lyon) 5 .000 - Mr . Jerez (Pierre Beni te) 200 - Mr . Alarçon (Pierre Beni te) l 00 - Mr. Ney (Pierre Benite) 200 - Mr . M . Bellon ( Lyo n) 700 . - A . Poggi (Genova) L. 3.000.
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è il primo giornale europeo
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Il Signor Armand se ne va Ci sono state raccontate cose mirabolanti sull'importanza dell'Euratom per l'avvenire dell'Europa. Si trattava, sembrava, di una specie di . dicastero per la più importante delle future fonti di energie dell'avvenire. Ora se, in qualunque paese demoàatico , il responsabile di un dicastero importante
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POPOLO EUROPEO
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Mentre l' ondata di nazionalismo sale in Europa, il presid ente d ella Commissione del Mercato Comune, prof. Hallstein, il segretario generale dell' OECE, René Sergent, e numerose altre personalità del mondo economico, politico e della stampa, hanno discusso recentemente ad Anversa sui van- 1 ta ggi reciproci di una Comunità economica fo ndata su politiche monetarie nazionali indipendenti e di una zona di libero scambio fondat o su politiche doganali indipendenti . Egualmente, i teolo gi di Bisanzio discutevano senza fin e sul sesso degli angeli e sul numero degli angeli che potevano danzar e sulla punto di uno spillo, mentre i Turchi entravano a bandiere spiegate nella capitale dell'imp ero.
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l'azione dei federalisti francesi.
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Il sesso degli angeli
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Siamo lieti di citare Ernest Friedliinder, presidente del movimento « Europa Union >>, con il quale abbiamo avuto qual-
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La grande illusione
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TRIPLURES ET TISSUS SYNTHETIQUES INTERLININGS ANO SYNTHETIC FABRICS EINLAGEN UNO SYNTHETISCHE GEWEBE T.M . V. 31, RUE D ES CAPUCINS- LYON T él . 28-51-34
Le solite frasi ... Caro Direttore, secondo la Gazzetta del Popolo del 3 ottobre l'an . Fan fan i ha dichiarato ai corrispondenti romani dei giornali esteri che, a suo avviso, le vicen de interne dei singoli stati e tanto più quan do si tratta di uno stato amico ed alleato, "non possono avere influenza diretta sulla nostra politica estera". La dichiarazione dell' an. Fanfani riguarda la Francia do po il plebiscito favorevole al generale De Gaulle. Noi possiamo essere in linea di massima d'accordo , se l'Italia avesse possibilità e linearità di condotta richieste per esplicare una politica estera. Invece così non è - a meno di gonfiarci di parole illusorie - e riportiamo l'amm onimento (Mondo Economico del 27 settembre) a considerare "i limiti di un'azione autonoma consentiti ad un medio paese èome l'Italia ... riconducendo così alla cruda constatazione di una sostanziale im ~ potenza". Questo nei periodi cosiddetti di tranquilla "guerra fredda", ma non appena i conflitti si acutizzano, l'Italia non ha più voce utile. Se si stabiliscono prove e confr onti di forza l'Italia rientra nel coro". A lmeno un fatto alla settimana ce ne dà conferma. Le rampe di lancio dei missili della N A TO nel nostro paese stanno proprio a significare: 1) che l'Europa occidentale è sempre in prima linea; 2) che quelle armi sono il frutto
della altrui forza e do no di un altro continente-potenza; 3) che la nostra politica estera è illusoria perchè azi'one malferma di un " medio paese" in un coro discorde e stonato di altre voci dell'Europa occidentale. Noi ci domandiamo perchè i ministri non fanno mai questi discorsi ponderati e con linguaggio sulla misura della realtà che, oggi, è tale da richiedere il solo, serio sforzo di passare da precarie situazioni nazionali ad una più sicura e vantaggiosa realtà europea . TuLLIO FoRNo - Torino
Coraggio,continuiamo Caro Direttore, vi scrivo per portare la mia adesione entusiasta al vostro giornale. Tutti .uniti noi faremo l'Europa al disopra dei governi. I vostri primi numeri mi sembrano buoni e comunque rappresentano un cambiameizto rispetto la stampa locale e regionale: è com e un soffio di aria pura . · Coraggio e continuiamo: personalmente Vi mando l'unito assegno da mille franchi. Cordialità. RoBERT MouuN - Bayonne
Saremmo degli estranei Prego l'Egr. Direttore o la persona che ne fa le veci, di voler cortesemente leggere quan to segue, trattandosi dell'opinione di un ab-
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POPOLO EUROPEO
10.000 LETTORI
Di fronte al ritorno nazionalista
La risposta dei federalisti
nuovo regime, ha affisso migliaia di manifesti, ha diffuso decine di migliaia di volantini che invitavano «a
votare NO il 28 settembre 1958, perchè la costituzione nazionalista sottoposta alla vostra approvazione - pretende di obbligare tutti i cittadini a inchinarsi dinanzi al mito della sovranità nazionale, · causa dei nostri mali i - isola la Francia dal · Popolo Europeo spingendo le altre nazioni a ripiegare anch'esse su un nazionalismo impotente e arrogante i ignora che le nazioni europee possono essere salvate dalla rovina non facendo appello a una pretesa grandezza nazionale ma assicurando la grandezza del Popolo Europeo solo scopo degno di una nazione che ha il passato della Francia ». De Gaulle ha vinto ma i federalisti non disarmeranno. « ... non è necessario riuscire per perseverare ». Sebbene amareggiati dalla constatazione che lo stupido, vano e criminoso nazionalismo ha ancora radici tanto profonde in Europa, essi continuano a prodigar-
cando, per il 10 novembre, in Francia, a Parigi, la prossima riunione del Bureau Exécutif e, sempre in Francia, a Lione per i giorni 6, 7 e 8 dicembre, la seconda sessione del Congresso tJel Popolo Europeo. Numerose e disseminate in tutta Europa sono, secondo il comunicato
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L'azione federalista continua dunque, e progressivamente si espande. In quest'ora buia, nella quale una cappa di piombo grava sull'Europa democratica paralizzandone ogni sforzo di rinnovamento, il federalismo si afferma validamente come la sola formula in grado di liberarne l'energia interna, la formula capace di sprigionare da una materia ormai inerte la immensa forza morale necessària per raggiungere la salvezza.
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opposizione europea e democratica a l
quali non si va a votare sospinti dalla paura dei colonnelli e degli ultras di Algeri i all'arbitraria e premonitrice esclusione del CPE dalla campagna per il referendum, rispondono convo-
5) rivolge un estremo appello al C. C. deii'U .E.F. invitandolo a fare proprie le posizioni politiche qui sopra indicate, a de· cidere di sostenere con energia ed impegno l'azione del C.P.E. e a promuovere la più rapida trasformazione possibile deii'U.E.F. in movimento federalista europeo unitario, capace di tenere organizzata la parte più consapevole degli europ~i.
Giuliano Martignetti
l'Ode alla Gioia di Schiller « Tutti gli uomini saranno fratelli >>; 9.600 cittadini d'Europa hanno messo la loro scheda nell'urna, e non solo gli abitanti della città hanno preso parte alle elezioni, ma anche molti dei numerosi invitati e visitatori. Così avvenne per un musicista italiano di Milano il quale in principio declinò il nostro inzito a prendere parte alla vo,tazione con queste parole: « N o, io non sono per l'Europa ufficiale dei governi e dei diplomatici; abbiamo a Milano qualcosa di meglio e di più efficace, noi prendiamo parte alla Campagna per il Congres· so del Popolo Europeo: è questa la sola cosa utile ». Bisognò arretrare di qualche passo perchè egli non ci saltasse al collo con un entusiasmo tutto italiano, allorchè gli spiegammo che era proprio quella l'azione intrapresa da noi. Fa per i militanti una straordinaria impressione constatare che tanta gente era spontaneamente preparata a sostenere. la nostra azione. · Una rapida discussione era sufficiente, il più delle volte, per spiegare ai cittadini di Kerkrade il valore della loro partecipazione. Un caso interessante fu quello di una studentessa americana che rifiutava decisamente di votare - le voci dei non europei sono in ogni modo senza valore - affermando che questo sistema di elezioni è una cosa corrente negli Stati Uniti e nello stesso tempo ·u na cosa molto importante. Fu così che, con circa 10.000 voti, st stabilì un buon punto di partenza per le elezioni che in novembre avranno luogo in tutto il M aasland. Piet Houx
della segreteria generale del CPE, le nuove città che invieranno delegati al Congresso: Bielefeld e Darmstadt in Germania i Bruxelles, Mons, St. Ghislain in Belgio i Biussum, Kerkrade, Sittard, Zelfkant, Maastricht (seconda elezione) in Olanda i Bologna, Fer. rara e Rovigo in Italia. Quale sarà l'importanza e il significato di questa seconda sessione del Congresso? La IV Lettera federalista del delegato generale del CPE afferma: « La seconda sessione del ,Congresso
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l federalisti non hanno tuttavia disarmato: « Non è necessario sperare per agire ... ». Il« Comité d'Action pour la France>> creato dal CPE con un ap· pello lanciato a tutti i francesi, ha gettato le basi di un vasto movimento di
smo gollista, essi reagiscono all' effimero successo nazionalista moltiplicando le iniziative e i propositi di lotta a oltranza. Al referendum nazionale di De Gaulle i federalisti del CPE rispondono con le elezioni europee alle
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Le elezioni primarie che hanno avuto luogo a Kerkrade nelle ultime tre settimaQ.e si possono certamente annoverare fra le più eccezionali fino ad oggi avvenute. E' infatti nel singolare quadro di una festa musicale mondiale che i cittadini di Kerkrade ed i visitatori del Concorso mondiale di musica hanno potuto esprimere il loro desiderio di una Assemblea Costituente Europea e scegliere , i loro delegati al Congresso del Popolo Europeo. Sono complessivamente 9.000 elettori che hanno conferito il loro mandato al Borgomastro Gijser ed al più giovane membro del Consiglio .Municipale M r. Hans Mobers. Ogni quattro anni si tiene a Kerkrade sotto l'egida della "Confederazione Internazionale delle Società popolari di musica" il concorso mondiale di musica, organizzato nel 1958 per la terza volta. Kerkrade è una tranquilla cittadina mineraria di circa 50.000 anime al confine tedescoolandese. L'amore della musica è così radicato fra i minatori che non è una combinazione se il concorso ha luogo colà. La musica ha p·e rmesso di realizzare una festa popolare come ne esistono poche. Ottomila musicanti di molti diversi paesi sono stati gratuitamente ospitati (causa la mancanza di alberghi) dai loro amici _olandesi. In conseguenza degli insuccessi e delle delusioni passate, molti fra gli europeisti non si curavano più delle grandi frasi vuote. Ma molti invece furono commossi allorchè verso la metà del mese, quando appunto cominciavano le elezioni , udirono la Nona Sinfonia di Beethoven con le parole del-
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saranno tollerati unicamente i movimenti politici che non pongano affatto in questione la sovranità nazionale ».
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durante il Concorso internazionale di musica
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parità di diritti con le altre forze politiche alla campagna per il referendum. « Evidentemente commenta Luciao dall'uso della forza le proprie costino Bolis, segretario generale del CPE - noi siamo già considerati come ele- tuzioni politiche». Stringendosi attorno agli amici fran-· menti che si trovano al di fuori del regime che De Gaulle ha previsto, nel cesi che hanno combattuto, senza spesuo progetto di costituzione, nel quale ranza e senza esitazione, lo sciovini-
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nazionale. Al Congresso del Popolo Europeo non è stato concesso di partecipare a
3) riconosce che il C.P .E. è l'unico organismo europeo che abbia condannato da un punto di vista · federalista questa involuzione dello stato nazionale francese e che ab· bia chiesto ai cittadini francesi di ·a gire an· zitutto come cittadini europei;
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De Gaulle vince per oggi in Francia . Una percentuale fortissima di votanti ha manifestato attraverso il referendum del 28 settembre la sua sfiducia nella democrazia nazionale della IV Repubblica, ma solo per sperare, contro l'evidenza e dal mito d'un uomo, un'impossibile restaurazione della democrazia
A KERKAADE
del Popolo Europeo sarà una prova di forza dell'idea euròpea. Perchè il periodo che si apre sarà caratterizzato dal fatto che i nostri stati, avendo ormai compiuto le loro restaurazioni nazionali, riprenderanno la china naz-iosi in Francia e in tutti i paesi dell'Eu- ' nalista, un settore dopo l'altro, seropa occidentale, per far trionfare malguendo l'esempio francese. Le eleziogrado tutto il buon diritto della ragioni primarie del Congresso daranno a ne, per risolvere positivamente il queun numero crescente di cittadini eurosito « se le società umane siano capaci pei la possibilità di cominciare a pardi darsi per propria scelta un buon tecipare ad una nascente vita politica governo o se esse invece non siano europea. l membri del Congresso eletcondannate a far dipendere dal caso ti da essi mostreranno loro di saper esprimere e difendere i diritti della democrazia europea contro le pretese
Bologna, 5 ottobre. - In, Piazza M_aggiore, _manife~~azione di , apertura della Campagna Elettorale per il Congresso del Popolo Sta parlando l avv. Mano da M~!ano gw eletto l anno scorso delegato al Congresso del Popolo Europeo nel Collegio dt Mtlano . In preceden~a av~vano parla~o tl segreta~io del_ C.I.C.P.E. per il Collegio Elettorale di Bologna. Ferrara- Imola. Rovigo , geom. Gastone Bonzagm, ed tl prof. Mano Montanan del' dtrettivo nazionale del Movimento Federalista Europeo.
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BRuscHI - Milano
90.000 certificati elettorali distribuiti a Darmstad t Sabato I I ottobre . Darmstadt si è svegliata sotto il segno dell'Europa. Tutti i tabelloni pilati e timbrati nelle ultim e setti~ane. municipali erano ricoperti di manifesti verdi e gialli che invitavano la popolazione a parteDunque nessuna energia è stata risparcipare alle elezioni europee. Perchè il 18 e 19 ottobre i cittadini di Darmstadt saranno chiamiata per assicurare alle elezioni del 18 e mati a designare solennemente i propri rappresentanti al Congresso del . Popolo Europeo 19 novembre il massimo della ,pubblicità. I e ad invocare in tal modo, coi propri voti, la convocazione d'una Assemblea Costituente giorni successivi ci diranno se i militanti di Darmstadt siano o no stati in grado di invoEuropea. Dopo una settimana, il lavoro di preparagliare i loro concittadini a deporre la scheda zione delle elezioni aveva abbandonato sede Ma l'Europa non è soltanto presente nella in uno dei 23 seggi dove le operazioni di e sale di riunione, per dilagare nelle strade strada: grazie ai giornali, alla radio, alla voto saranno curate da 140 volontari, in dove la " E" federalista ha fatto la sua ap- televisione, essa è penetrata nelle case. l due maggioranza giovam appartenenti a diverse parizione ad ogni angolo i strada. I mede- giornali locali hanno consacrato i loro edi- organizzazioni. simi manifesti che coprono i tabelloni muniQualunque sia questo risultato un fatto toriali e una pagina intera all'esposizione cipali si trovano sui tram e dovunque si dettagliata del significato e dello sviluppo del- r·imarrà in ogni caso certo: le esperienze vispossa fare della pubblicità. Tutto questo ma- le elezioni. La televisione ha accordato al sute in comune hanno creato legami umani teriale ha dovuto essere disposto nel giro di dott. Ludwig Engel, sindaco di Darmstadt nuovi che costituiscono per noi la sicurezza ima notte da un vero e proprio " commando" e membro del Comitato di Iniziativa, una che l'azione nitrapresa sarà proseguita per di studenti che, seguendo a piedi un gruppo intervista che è stata un eloquente "repor- ampliarsi ed espandersi oltre i confini di di camion mosso a passo d'uom o, lo scari- tage" sulla nostra diffusione di volantini e Darmstadt e della regione renana. cavano via via per disporre manifesti e ta- sull'invio di 9o.ooo certificati elettorali comAndré Burthy belloni di propaganda sulla pubblica via. Ouesta mostra di ·2.ooo manifesti è già esposta i~ pubblico da una settimana e si completa giornalmente con l'impiego di numerosi altri mezzi di propaganda: guidon. cini, bandiere e soprattutto volantini euroBologna, F errara, R ovigo: tre città in bri, Marco Bondesan hanno rivolto , nel copei che, ogni giorno, dalle I I alle 18 venmizio in piazzetta Savonarola, un appello ciascuna delle quali un pugno di militanti gono distribuiti a ritmo ininterrotto, grazie sta rinnovando il miracolo delle elezioni ai lavoratori. I militanti federalisti si proancora una volta all'abnegazione degli stu- europee per il CPE. La cittadinanza dei digano frattanto instancabilmente per ra·gdenti, che non hanno esitato a sfidare il mal- tre centri ha assistito con crescente interesgiungere con l a loro azione organizzata e tempo per battere le strade e consegnare nel- se al susseguirsi delle manifestaz\oni e dei personale il maggior numero di persone. Anche qui com e in tutte le altre elezioni le mani dei cittadini di Darmstadt circa pubblici dibattiti, ha sostato curiosa dinan· precedenti balza evidente la sproporzione 2o.ooo volantini. Tali volantini annunciava- zi alle migliaia di manifesti, h a letto con tra l'illimitata capacità espansiva dell'idea no conferenze pubbliche, di quartiere, ch.,e interesse i volantini di propaganda e le forza del Congresso e le ancora troppo mohanno avuto luogo ogni sera e sono state migliaia di copie del numero speciale di deste forze reali di cui essa dispone. Ma il Popolo Europeo dedicato a queste elezioni. tenute dai candidati alle elezioni, in nume- Il 5 ottobre a Bolo gna, il comizio t enùto tempo la salderà presto. Intanto, pochi o ro di 24 e rappresentanti i settori e le ten- da Mario D a Milano, dal geom. Gastone no, i militanti hanno già fatto circolare neldenze più diverse, o da Claus Schondube, le diverse città del collegio migliaia di carte Bonzagni, segretario del CICPE per il colil cui prezioso concorso ci ha permesso an- l egio di Bologna-Ferrara-Imola-Rovigo, e di elettore; la gente le accetta volentieri, si informa , chiede: il clima c'è, l'attesa, j l che di collocare nelle librerie al posto d'o- dal prof. Mario Montanari del Comitato sen so di un evento nuovo, importante, ci Centrale del MFE, è stato seguito dal nunore il Manifesto di Altiero Spinelli. sono. I vo ti certamente verranno. La distribuzione di volantini è stata rego- m eroso pubblico convenuto con interesse Nessuna forza politica democratica può vanlarmente sincronizzata con il passaggio di ben maggiore di quanto non abbiano saput o tare in Europa una unità d 'intenti e d' aziofare nella scorsa primavera i comizi dei vetture con altoparlante, messe a nostra dine paragonabile a quella dei federalisti del partiti per le elezioni nazionali. Un intesposizione dalle fabbrich e della regione. Per resse costante, vivo, che si riscontra pun- · CPE. I militanti di Bologna, Ferrara, Rodue giorni consecutivi tutti i cinema della tualmente in ogni città : così anche il 12 vigo lo sanno b ene ed è per questo che essi città hanno introdotto nei loro programmi ottobre a F errara dove i can didati alle elesentono il diritto di rivolgersi ai loro conpubblicitari proiezioni e slogans europei. citta dini in nome dell'Europa. zioni del CPE Mario Colombo, Mario Fab-
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2) sottolinea che questa volontà non si formerebbe se i federalisti di tutta Europa, oltre che svolgere la loro opera nel proprio paese, non prendessero ferma e chiara posizione contro il nuovo regime francese che è oggi il più grave elemento di degenerazione antidemocratica e antieuropeista esistente nell'Europa libera e per una democrazia federale, unica .alternativa al gollismo così come alle malferme democrazie nazionali degli altri paesi;
'ELEZIONI A CUNEO
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Il 21 corr ente si è tenuta a Cuneo la riuniòne congiunta del C.I.C.P .É. e del Diretti· vo M.F.E.: dopo un'ampia discu ssione è stato deciso ch e 1 malgrado le numerose difficoltà esistenti in sede locale, la cittadinan· za cun eese sarà chiamata ad eleggere i suoi delegati al Congresso del Popolo Europeo nei giorni 29 e 30 novembre. Bisogna rallegrarsi con gli amici di Cuneo che, pur avendo al loro attivo numerose iniziative felicemente riuscite come la « Giornata Europea >> del 27 luglio e il · recente « stage >> per i militanti d el C.P.E., sono di nuovo in prima linea, in un'importante azione europea.
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bo nato che sente l'estrema necessità dell' unione europea. Senza dilungarmi in noiosi eufemistici preamboli, la coscienza m 'impone di far rilevare che l'espressione politico-filosofica di codesto giornale è fuori della realtà e perciò dell' opportunità. La prima pagina del numero di settembre porta l'ampio titolo : Gli Europei dicono no · alla Costituzione nazionale francese. Secondo me questo titolo fa l'effetto di una inspiegabile presunzione. Innanzi alla grave crisi politica della Francia, nella quale il popolo cerca disperatamen te una soluzione, ci si dom an da: che cosa avrebbe do vuto fare questo popolo? Sarebbero capaci i Direttori del Popolo Europeo e di altri giornali, di dare un « miracoloso >> consiglio di pratica applicazione? Con superlativa maggioranza, i francesi hanno accettato la Costituzione proposta da De Gaulle. E la votazione si è svolta con pieno rispetto della forma democratica. Dunque, sono fuor di luogo critiche e commenti pubblici da parte degli estranei. Solo l'assoluto silenzio, in attesa e con l' augurio che l'Uomo che si è assunto la tremenda responsabilità, possa trovare una buona via d'uscita, senza ricorrere a quel bestiale assolutismo di cui, purtroppo, se ne è fatta la dolorosa esperienza, che ancora tanti popoli la stanno facendo .
1 ) constata che l'instaurazione in Francia - e cioè in quello dei sei paesi dalle più antiche e solide tradizioni di libertà di un regime apertamente nazionalista e perciò stesso necessariamente orientato ver· so un progressivo svuotamento delle istituzioni e delle garanzie democratiche, mette fine ad ogni speranza di nascita degli Stati Uniti d'Europa finchè non si sarà formata fra gli europei una forte ed organizzata volontà di rivendicare contro gli stati nazionali i diritti politici del popolo europeo;
IN PIENO SVOLGIMENTO LA CAMPAGNA · ElETTORALE
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In Italia l'azione federal i sta del CPE è appoggiata senza riserve dal Movimento Federalista Europeo e dalla Gioventù Federalista Europea. Il Comitato Centrale del MFE, riunito a Roma nei giorni 27 e 28 ottobre ha approvato una mozione in cui fra l'altro
Bologna, 5 ottobre. - In Piazza Maggiore , manifestazione di apertura della Campagna Elettorale p er il Congresso del Popolo Europeo. S ta parlando l'avv. Mario da Milano già eletto l'anno scorso delegato al Congresso del Popolo Europeo nel Collegio di Milano. In precedenza avevano parlato il segretario del C.I.C.P.E. per il Collegio Elettorale di Bologna· Ferrara -Imola- R ovigo, geo m. Gastone Bonzagni, ed il prof. Mario Montanari del direttivo nazionale del Movimento Federalista Europeo.
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grado tutto il buon diritto della ragione, per risolvere positivamente il quesito « se le società umane siano capaci di darsi per propria scelta un buon governo o se esse invece non siano condannate a far dipendere dal caso
•onau, r1prenc:teranno la china nazlo· nalista, un settore dopo l'altro, seguendo l'esempio francese. Le elezioni primarie del Congresso daranno a un numero crescente di cittadini europei la possibilità di cominciare a par· tecipare ad una nascente vita politica europea. l membri del Congresso eletti da essi mostreranno loro di saper esprimere e difendere i diritti della democrazia europea contro le pretese degli stati nazionali che nel loro sforzo di mantenere delle sovranità caduche, inefficaci e pericolose, cominciano già a corrodere le stesse istituzioni democratiche nazionali ».
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s1 m f'rancla e in tutti i paesi dell'Europa occidentale, per far trionfare mal-
20 seggi elettorali in Emilia
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PIO .Xli E' STATO NEMICO DEL NAZIONALISMO .Nei suoi diciannove anni di pontificato un susseguirsi di inequivocabili prese di posizione sul problema europeo.
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grazione pacifica doveva t;.isolvere il problema della distribuzione degli uomini sulla superficie terrestre, proclamò che il suolo altrui va considerato non come campo di dimora o di lavoro ma come patria dell'emigrante e sollecitò il riconoscimento, pieno ed assoluto, del diritto alla vita di tutte le nazioni , delle povere e delle bisognose come delle ricche e delle sazie. Nel Messaggio natalizio del 1941, in un momento in cui la Germania di Hitler appariva imbattibile, Pio XII si fece assertore di una pacifica convivenza fra i popoli, fondata su princìpi del tutto opposti a quelli per cui il dittatore tedesco stava di· struggendo l'Europa.
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si fonda sul primato della nazione per scopi egemonici e di conquista, è stato condannato dalla Chiesa sin dal suo sorgere. Ciò non può stupire ove si consideri la ~toria della Chiesa alla luce di una idea fondamentale: quella del Corpo Mistico. E' l'idea dell'unità organica, soprannaturale e divina, che gli uomini formano c~n Cristo: ciascuno di noi è incorporato m Cristo ed è nello stesso tempo unito agli altri uomini, a qualunque razza, popolo o stato essi appartengano. L'unione con Cristo è unione con tutta l'umanità redenta e qualunque motivo di separazione degli uomini, qualunqu~ frattura fra le nazioni, qualunque movimento disgregatore di quella unione non può che essere combattuto dalla Chiesa. Così il nazionalismo che non solo .bandisce la solidarietà tra, i popoli ma stimola il prepotere del proprio paese per opprimere gli altri popoli, ha trovato nel d?gma centrale del cattolicesimo la sua negaziOne; che la politica della Santa Sede no? abbi~ sempre seguito una conseguente lme~ di condotta è un altro discorso e non siamo qui per farlo. . Dobbiamo riconoscere che Pw XII non ha lasciato sfuggire occasione (e quante, purtroppo!, Gli si ~ono ~resent~te! ~ per denunciare gli errori e gh · orrori d1 una dottrina che ha finito addirittura coll'esaltare la nazione (prodotto fortuito di alcuni secoli e di fronte all'umanità, limitato ed eteroge~eo) come ideale supremo di ogni aspirazione, origine e mèta di ogni diritto, di ogni morale. Nella sua prima Enciclica ( Summi Pon· tificatus) dell'ottobre 1939, Pio XII, dopo aver indicato tra i più gravi errori dei tempi presenti la dimenticanza della legge d~ umana solidarietà e carità imposta dagh uomini sia dalla comunanza di origine e dalla uguaglianza della natura razionale sia dalla R edenzione, ammonì che << il le· gittimo e giusto amore verso la Patria non dev.e far chiudere gli occhi sulla uni~ersali tà della carità cristiana che fa constderare anche gli altri e la loro prospèrità nella luce pacificante dell'amore>>. Nell'imminenza della guerra Pio XII più volte richiamò gli uomini ad una giusta valutazione degli interessi nazionali, più volte sollecitò la comprensione e la fiducia tra gli stati .. Per affermare l'ineluttabile avvento di un'era di conquista e di glorie nazionali, il nazionalismo hitleriano e fascista aveva osato invocare persino le leggi biologiche. Esso infatti aveva esaltato l'incremento demografico come garante dell'eternità d ella razza e affermato contemporaneamente la necessità dello spazio vitale sostenendo che un popolo in continua ascesa de~ografìca non avrebbe più potuto essere costretto nei suoi angusti confini e avrebbe pertanto do· vuto cercare nuove terre per dar sfogo alla esuberanza· della sua gente. Ma una nazione come quella vagheggiata dal nazionalismo non poteva consentire che la conquista dello spazio vitale assumesse la forma dell'emigrazione perchè l'emi· grante si dissolve come entità nazionale per disperdersi nell'elemento indigeno: necessitava dunque una effettiva conquista di nuovi territori, cioè si imponeva la guerra.
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Il nazionalismo, inteso come dottrina che
Pio XII infatti reclamò il rispetto della libertà , dell'integrità e della sicurezza di tutte le Nazioni, qualunque fosse la loro estensione e la- loro capacità di difesa; il rispetto delle peculiarità culturali e linguistiche delle minoranze nazionali; l'abbandono di ristretti calcoli egoistici tendenti ad accaparrarsi le fonti economiche e le mate· rie prime di uso comune. Le t enebre calarono sempre più fitte sull'Europa, i cui popoli scontavano col sangue di tante vittime, individualmente innocenti, il lungo periodo della loro collettiva follia nazionalista, o del loro incosciente e colpevole assenteismo internazionale, dietro le frontiere che solo la più completa cecità
(continua da pag. r)
Ca~ella NAZIONALISMI ANACRONISTICI· zione europea, pur nell'interesse specifico della Francia. Nulla di questo; invece un vuoto politico pauroso che è indice della inconsistenza degli a Uuali istituti europei e della fragilità dell'impegno morale europ eo dei nostri statisti. Nèl silenzio e nel conformismo nazionalista dell'europeismo ufficiale, solo la voce, oggi ancor debole, ma domani speriamo forte, del Congresso del Popolo Eùropeo, ha risuonato per giudicare le vecchie nazioni d'Europa, a nome del popolo europeo, nel suo interesse pres~~t~ e. ~~t~~o·_,_I_l ,<\~~~>
rovine, e rinfrancherà i nostri emigrati, come ai bei tempi del fascio. ·L'Europa certamente è imp'o rtante e si cercherà di incrementare la collaborazione economica, ma essa non può esaurire le possibilità di azione politica e diplomatica di un paese che abilmente manovrando è riuscito a farsi eleggere nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. E così l'Europa appare già agli occhi di molti_nostri commentatori politici come una soluzione non solo difficile, causa la Francia, ma anche modesta, per un paese che si dichiara disposto a con_ _ ___ v .... ,....._.,.l .... •
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poteva far considerare come i limiti di quanto meritava intere's se. In quei tristi anni mai cessò di levarsi la voce di Pio XII assertrice di giustizia e di fraternità fra i popoli. Finalmenie sorse l'alba di un nuovo giorno ed il Santo Padre ancora una volta rivolse la sua paterna ed illuminata parola alle genti : « E ci sembra che essi, i caduti, ammoniscano i superstiti dell'immane flagello e dicano loro: sorgano dalle nostre ossa e dai nostri sepolcri e dalla terra, ove siamo stati gettati come grani di frumento , i plasmatori e gli artefici di una nuova e migliore Europa, di un nuovo e migliore universo fondato sul timore filiale di Dio, sulla fedeltà ai Suoi Santi Comandamenti, sul rispetto della dignità umana, sul principio sacro della uguaglianza dei diritti per tutti i popoli e tutti gli Stati, grandi e piccoli,. deboli e forti ». (Radio messaggio per la fine della guerra in Europa). Si era così venuta delineando, attraverso esperienze dolorose é difficili, la posizione di Pio XII in merito ai problemi della comunità internazionale. Questa posizione importava, per ragioni di intima coerenza, l'affermazione della necessità di una nuova e diversa forma di coesistenza tr~ le nazioni, non più basata sulla piena sovranità di ogni singolo Stato o sul regolamento contrattuale dei rapporti internazionali, ma su una nuova forma federativa , unica adatta ad allontanare per sempre i pericoli di conflagrazioni internazionali e su una regolamentazione giurisdizionale delle vertenze, sotto la potestà di un Ente sovranazionale. Però la politica ufficiale dei governi europei faceva sorgere ben presto nel Papa Pacelli l'ansia che non si volesse imboccare la via d ell'Europa. Ricordiamo il messaggio in occasione del Natale 1954: <
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~ulterebbe ben fragile in paragone a quella del gruppo che ha di fronte. La sua debo· lezza si rivelerebbe certamente il giorno di una futura pace destinata a regolare con avvedimento e giustizia le questioni ancora ,:n sospeso . Nè si dica che, nelle nuove circostante, il dinamismo dello Stato nazionalistico non rappresenta più un pericolo per gli ·a ltri popoli, essendo privo , nella maggioranza dei casi, della effettiva forza economica e militare; poichè anche il dinamismo di una' immaginaria potenza nazionalistica, espresso con sentimenti più ch e esercitato con gli atti, disgusta egualmente gli animi, alimenta la sfiducia e il sospetto delle alleanze , impedisce la comprensione reciproca, e quindi la leale collaborazione ed il mutuo aiuto, nè più nè meno che se fosse fornito di effettiva potenZfJ>>. Il 3 dicembre 1957, in un discorso ai dirigenti del Consiglio dei Comuni d'Europa , Pio XII rivolgeva veramente quello che si può chiamare un ultimo monito: . << La voce delle autonomie locali, le loro aspirazioni e preoccupazioni costituiscono un elemento insieme stimolante e ponderatore nell'elaborazione dell'unità federale europea cui miriamo... Poichè il carattere fortemente centralizzatore dei moderni Stati comporta una grave riduzione della libertà delle comunità locb.li e degli individui, voi ricordate la priorità dei valori personali su quelli economici e sociali: il bene comune in vista del quale si stabilisce il potere civile, culmina nella vita autonoma degli uomini. Solo una comunità di interessi spirituali può raccoglierli durevolmente. Bisogna dunque costituire in questq_ Europa che nasce una vasta e solida maggioranza di federalisti che sostengano i princìpi di un personalismo sano, cioè una concezione della società civile in cui le persone trovino uno sviluppo normale e servano liberamente la comunità >>. Francesco Acciarini
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HET EUROPESE VOLK 47, Alexander Battalaan, MAASTRICHT Condirettore Responsabile: P. J. Houx Autorizz. Tribunale in data 22-2-1958Stabilimento Grafico Via Argentero, 59
di Torino al n. 1214 IMPRONTA • TORINO
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rovine, e rinfrancherà i nostri emigrati, come ai bei tempi del fascio . L'Europa certamente è imp·ortante e si cercherà di incrementare la collaborazione economica, ma essa non può esaurire le possibilità di azione politica e diplomatica di un paese che abilmente manovrando è riuscito a farsi eleggere nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. E così l'Europa appare già agli occhi di molti:_nostri commentatori politici come una soluzione non solo difficile, causa la Francia , ma anche modesta, per un paese che si dichiara disposto a contribuire lautamente per un Fondo mondiale pro aree depresse (per l'Italia utile ... a condizione che essa figuri tra i beneficiati e non tra i benefattori!). All'involuzione nazionalista italiana in atto, auspici Granchi e Fanfani, farà presto eco e sempre più esplicitamente l'involuzione tedesca, che cova da tempo sotto le ceneri dell'Europa che non si è fatta. E' legittimo infatti domandarsi quale sa. rà l'atteggiamento della Germania, che con tenacia teutonica introduce i propri prodotti in tutte le piazze libere del mercato mondiale, quando, per ipotesi, tra quattro o cinque anni, la Francià si dichiarasse disposta a creare un vero mercato comune europeo. Per comprendere l'evoluzione tedesca è in ogni modo sufficiente riferirsi a quello che è per la Germania il problema più grave, quello vieppiù acuto della riunificazione nazionale. Essa ha ben compreso che da un lato gli U.S.A. preferiscono lo statu quo, che assicura posizioni avanzate di controllo sul mondo sovietico, posizioni a cui si può rinunciare solo a condizioni speciali non necessariamente vantaggiose per la Repubblica Federale; d'11ltro canto nè la Francia, nè qualsiasi altro alleato serpbra interessarsi al suo problema, e tanto meno es, sere disposto a sacrifici in tale materia. In queste condizioni l'idea di trattare direttamente con i russi fa strada, ed è solo l'intransigenza del Cremlino che ha fino ad oggi impedito uno sviluppo concreto di una politica ben vista da tutti i partiti nazionali . In altre parole la Germania si trova oggi come sospinta dai propri alleati a risolvere da sola (o con gli amerièani) i propri problemi, ed a giocare da sola il proprio destino, come se poi le sue scelte non incidessero sull'avvenire politico ed economico di tutti gli altri stati europei. Dinnanzi a tale corsa verso la balcanizzazione dell'occidente europeo, ed a tanta folle incoscienza della classe politica europea, i deputati del Congresso del Popolo Europeo, che si riuniranno nelle prossime settimane in Francia, devono non solo sollevarsi unanimi contro l'involuzione nazionalistica in atto, ma anche studiare vie nuove di iniziativa popolare per evitare che la storia d'Europa marci all'indietro e consumi , nel breve volger di mesi, quel patrimonio di speranze custodito per lunghi anni · dagli europei nel loro animo, ancora memore delle rovine del nazionalismo europeo nel trascorso decennio.
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zione europea, pur nell'interesse specifico della Francia. Nulla di questo; invece un vuoto politico pauroso che è indice della inconsistenza degli auuali istituti europei e della fragilità dell'impegno morale europeo dei nostri statisti. Nel silenzio e nel conformismo nazionalista dell'europeismo ufficiale, solo la voce, oggi ancor debole, ma domani speriamo forte, del Congresso del Popolo Europeo, ha risuonato per giudicare le vecchie nazioni d'Europa, a nome del popolo europeo, nel suo interesse presente e futuro. Il « no >> detto al regime gollista è il no che i federalisti in qualsiasi stato devono oggi pronunciare contro il ritorno all'esaltazione delle vocazioni << nazionali >> dei nostri stati, ed a quel sacro rispetto della sovranità nazionale, che la nuova costituzione francese addirittura sancisce. Il ritorno al nazionalismo già è in atto, e la fiducia in una possibile autosufficienza da p~rte dei singoli stati comincia · ad affiorare, quasi a controbilanciare la delusione per il fallimento di una politica perseguita in mezzo a incertezze d'ogni genere, timori ed errori. Il paese in cui più è· visibile il ritorno ad una diplomazia nazionale che definirei << a ruota libera >>, è l'Italia, e ciò non stupisce se si consideri che dalla caduta della CED il nostro paese si è trovato sempre a rimorchio nella costruzione europea, come se il fallimento della CED avesse dimostrato di per sè la vacuità di una politica europea, e non invece le contraddizioni del sistema attuale europeo, e le carenze delle iniziative diplomatiche. Se la Francia può vantare il prestigio mondiale di una ricca esperienza coloni.ale e quella fecondissima della Rivoluzione libertaria, ebbene l'Italia - si pensa - culla della latinità e del cattolicesimo, p1,1ò pretendere a giusto titolo di svolgere un ruolo non semplicemente europeo, bensì mondiale, universale. Essa può ~tabilire legami d'ordine spirituale, politico ed economico c"on i paesi dell'America latina (ecco Granchi correre in Brasile), senza scontentare gli Stati Uniti d'America di cui resterà fedele vassalla, purchè venga elevata al rango di << confidente » ; ed ancor\!, in virtù del fatto che, come ha scritto un illustre cattolico, suore e missionari pare siano in Africa più benvoluti dei militari e dei funzionari europei, l'Italia può legittimamente aspirare ad una mediazione tra arabi e cristiani, oriente ed occidente, mediazione alla quale per la sua natura quasi miracolosa collabora il La Pira, con quale successo lo si è visto nel recente Colloquio Mediterraneo, in cui si volevano fare incontrare ebrei ed arabi, francesi ed algerini, nel nome di Maria! E' tutta una messe nuova, un campo immenso di azione diplomatica, di viaggi interessanti, di discorsi e brindisi mediterranei-cristianoitala-euro-mondiali; una politica nuova, imprecisabile certo ma suggestiva, che, facendo risuonare il nome d'Italia in tutti i continenti, ridarà alfine il prestigio che si merita ad un paese che si è risollevato dalle
Condire t~ore
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necessità dello spazio vital~ sostenendo che un popolo in continua ascesa deiJ?.Ografica non avrebbe più potuto essere costretto nei suoi angusti confini e avrebbe pertanto dovuto cercare nuove terre per dar sfogo alla esuberanza· della sua gente. Ma una nazione come quella vagheggiata dal nazionalismo non poteva consentire ch e la conquista dello spazio vitale assumesse la forma dell'emigrazione perch è l'emigrante si dissolve come entità nazionale per disperdersi nell'elemento indigeno: necessitava dunque una effettiva conquista di nuovi territori, cioè si imponeva la guerra . Nel radio-messaggio del 1° giugno 1941 Pio XII vigorosamente affermò che l'emi-
Come per una macchina da ufficio,
tastiera normale Come per una m4-cchina da ufficio,
incolonnatore Come per una macchina da ufficio,
regolatore del tocco a cinque posizioni Come per una macchina da ufficio,
carrello su cuscinetti a sfere Come per una macchina da ufficio,
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IL MERCATO COMUNE ALLE PRESE CON LA· REAL T A'
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Alla vigilia dell'entrata in vigore delle prime mimre economiche previste dal Trattato del Mercato Comune e in vista delle difficili contrattazioni per la zona di libero scambio, non è superfluo per i federalisti europei rifare il punto della questione, per verificare se la loro diagnosi e la conseguente linea d'azion , siano state corrette. L'anno I958 è stato consacrato all'istallaerano tutti - salvo 25 - rientrati nei loro zione delle istituzioni della Comunità ecoparlamenti nazionali. nomica. Questo primo periodo di rodaggio La Commissione della Comunità avrebbe ha già perm-esso di constatare senza equivodovuto rivendicare con energia l'applicaci dove si trovino i reali poteri della Cozione dell'art. III del trattato, chiedendo munità. l'autorizzazione del Consiglio dei ministri L'Assemblea parlamentare, se avesse avuto degli esteri nazionali a rappresentarè essa un'orgogliosa coscienza della sua missione, sola la Comunità nei negoziati coi paesi avrebbe dovuto già, in conformità dell'arterzi per la creazione della zona di libero ticolo I 38 del trattato, sottoporre ai governi scambio. Essa ha . dovuto invece tollerare nazionali il progetto per la sua elezione a che questi si svolgessero in conferenze e suffragio universale diretto. Essa non lo ha incontri multilaterali e bilaterali, dove ogni fatto. stato membro parla e agisce appoggiandosi E' essa almeno capace di lavorare seriaalla propria sovranità in campo diplomatico. ment.e così come è presentemente? I suoi Gli stati hanno appena respinto il bilanmembri sono così persuasi della sua insicio per l'anno 1959 che era stato loro sotgnificanza politica, che al momento in cui si sarebbe dovuto approvare una raccoman- toposto dalla Commissione e si sono rassedazione concernente la crisi del governo _; gnati all'elaborazione di un altro bilancio molto più modesto. La Commissione ha cioè il problema economico attualmente più dovuto bene prendere atto che i cordoni grave per la Comunità - la votazione non della borsa si trovano nelle mani degli stati, ha pot'l.lto avere luogo perchè i suoi membri e che essa disporrà di mezzi ben modesti per ia sua :.'tuvit· nell'anno vénturo. · Noi abbiamo infine già parlato su queste Stati Uniti colonne del rifiuto da parte d'un tribunale olandese di applicare talune disposizioni del trattato concernente i monopoli, in forza del principio che la legge nazionale rompe la legge della comunità. L'Alta Corte di
Federazione tra Ghanà e Guinea
Ghana e Guinea, due ex-colonie rispettivamente inglese e francese, hanno deciso di formare una federazione quale « nucleo de~li Stati Uniti dell'Occidente a;~i~-~~-~· ~
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Altiero Spinelli
Ancora 19.500 votanti a Darmstadt, 43.000 In Emilia, 13.000 a Cuneo e 4.000 in Belgio hanno eletto l loro del~atl ~Ila seconda sessione del Congresso, convocata a Lione per Il 23 gennaio
La Segreteria Generale del Congresso del Popolo Europeo ha convocato, per i giorni 23", 24 e 25 gennaio a Lione, la Seconda Sessione. Le convocazioni sono già state recapitate ai 324 delegati, eletti nei successivi turni elettorali, sia precedenti che seguenti la prima sessione : il mandato elettorale infatti non è li mitato ai lavori di una sessione, in quanto il Congresso è permanente e viene periodicamente convocato, accogliendo di volta in volta gli eletti dalle nuove regioni elettorali. Dai 71.872 cittadi i europei rappresentati nella prima sessoine, che si svo~'e a T ìrinom ': ·":.c ni ~. 7 e .9 di~ cembre raccogliendo i delegati di Anversa, Diisseldorf, Ginevra, Li~me, Maas.tricht, Milano, Strasburgo e Torino, gli elettori del çongresso sono saliti con le già note elezioni di Genova ( 25.142), Kerkrade ( 9.600), La
BERLINO ·cOME L'EUROPA
Spezia (9.400), Udine (23.139), Varese ( 3.660) e queste ultime di Bolegna, Bruxelles, Cuneo, Darmstadt, Ferrara, Imola, Mons e Rovigo ad un totale di 221.427. Dalla prima sessione a quella di Lione, la forza del Congresso si è dunque triplicata, espandendosi attraverso lo strumento democratico delle libere elezioni, in un numero sempre maggiore di città e di regioni europee. Ma mentre, in questi, tredici mesi, il federalismo segnava tali progressi, i mali elle minano profondamente l'Europa hanno fatto passi giganteschi.
Ora la situazione è questa : se il federal_ismo, unica forza sana dell'Europa malata, reagirà in tempo, fermando il processo maligno che la travaglia, l'Europa sarà salva ; se il male sarà più rapido, esso soccomberà. Dagli Europei, e soltanto da loro, dipende l'alternativa. Questo messaggio, dall'epicentro della crisi - la Francia - il Congresso lancerà a tutti gli uomini di buona volontà. (In terza pagina i nostri servizi dalle regioni elettorali).
LE -ELEZIIJfll ~RAIIOESI Alcuni militanti, presentati si· a Lione nella lista «Stati Uniti d'Europa», hanno ottenuto quasi 6.000 voti L'assemblea nazionale francese, quale è uscita dalle elezioni, non fa che confermare la rzatura profonda della crisi che si è aperta il I3 maggio. Essa sarà caratterizzata da un forte predominio della destra nazionalista. Paradossalmente questa tendenza sarà rafforzata dalla presenza dei deputati d'AlJ!eria, benchè da quattro anni questo paese
di Libero Scambio. La solidarietà già traballante dei paesi europei associati alla Francia nelle tre comunità si è trasformata in diffidenza. La situazione finanziaria e monetaria continua t{ rimanere inquietante. La sola novità politica, apparsa all'orizz onte il 13 maggio e consolidata con l'investtiura a De Gaulle nel clim «
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Altiero Spinelli
BERLINO COME L'EUROPA
LE CLCZ/0111 FRAIIGESI Alcuni militanti, presentatisi a Lione nella lista «Stati Uniti d'Europa», hanno ottenuto quasi 6.000 voti L'assemblea nazionale francese, quale è uscita dalle elezioni, non fa che confermare la rzatura profonda della crisi che si è aperta il 13 maggio. Essa sarà caratterizzata da un forte predominio della destra nazionalista. Paradossalmente questa tendenza sarà rafforzata dalla presenza dei deputati d'Algeria, benchè da quattro anni questo paese manifesti con una guerra senza fine la sua opposizione profonda al nazionalismo francese. Nelle settimane successive alle elezioni, le altre istituzioni previste dalla nuova costituzione saranno messe in opera. Il generale De Gaulle diventerà verosimilmente Presidente della Repubblica e M. Soustelle, o qualcun altro della sua tendenza, assumerà il ruolo di Pri.m o Ministro . La V Repubblica sarà pronta per l'avventura della « grandezza nazionale >~Nessuno dei gravi problemi che la Francia deve affrontare è stato impostato seriamente durante il periodo dittatoriale che si è aperto con l'investitura del Generale, che è stato prolungato con il «referendum » e che giunge oggi alla conclusione. Era il grande argomento dei più ingenui sostenitori del Generale, che egli avrebbe impiegato questo periodo di poteri assoluti per risolver/i, o quanto meno per avviarne la soluzione. E' con questa speranza che la maggioranza dei Francesi ha accettato ad occhi chiusi una costituzione improvvisata e più adatta di per sè a suscitare perplessità anzichè fiducia. In realtà De Gaulle non era che l'erede della IV Repubblica. Egli disponeva delle stesse possibilità reali di cui disponevano i suoi predecessori, non voleva che perseguire, con maggiore energia personale, gli stessi fini di prima del 13 maggio. Egli si è dunque trovato nello stesso «impasse». L'ascesso algerino ha contz'nuato a putrefarsi. Il movimento di secesst'one dell'Africa nera ha subito un formidabile colpo di acceleratore. I rapporti con l'America in materia di bombe atomiche e di riorganizzazione della N.A .T.O. si sono raffreddati. Le relazioni con la Gran Bretagna sono divenute senz'altro cattive a causa della Zona
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Ghana e Guinea, due ex-colonie rispetti· vamente inglese e francese, hanno deciso di formare una federazione quale « nucleo degli Stati Uniti dell'Occidente africano ». l due capi di governo, Kwane Nkrumah e Sekou Touré, al termine della conferenza, svoltasi ad Accra il 23 novembre, hanno r eso pubblica una dichiarazione estremamente significativa. « Ispirandoci all'esempio delle tredici colonie americane afferma il documento - che, accedendo all'indipendenza, hanno costituito una confederazione, che diede poi vita agli Stati Uniti d'America; ispirandoci anche alle tendenze dei popoli d'Europa, d'Asia e del Medio Oriente ad organizzarsi in modo razionale; ispirandoci infine alla dichiarazione della conferenza di Accra in merito alla personalità africana; noi, primo ministro di Ghana e presidente del governo della Repubblica di Guinea, sotto riserva di ratifica da parte delle nostre rispettive Assemblee nazionali, decidiamo di costituire fra i nostri due Stati il nucleo degli Stati Uniti dell'Occidente Africano. << Consapevoli del fatto che l'aspirazione ad un'unione più stretta è condivisa da tutti i popoli del nostro continente, lanciamo un appello ai governi degli Stati indipendenti d'Africa , nonchè ai leaders e alle popolazioni dei paesi ancora sotto il dominio straniero, perchè si associno alla nostra azione. In questo stesso spirito accogliamo l'adesione a detta unione di altri Stati africani. Decidiamo innanzitutto di adottare una bandiera dell'Unione e d'incoraggiare tra i nostri due governi i contatti. più stretti allo scopo di armonizzare la politica dei nostri due paesi, soprattutto nei campi della difesa, della politica estera e di quella economica. Dovremo, in secondo luogo, elaborare una Costituzione che dia consistenza alla creazione dell'Unione ... ». Di fronte al germogliare in Africa di tanti Stati di tipo «balcanico », che rappresenta la fase involutiva del processo di affrancamento dal giogo ·coloniale, questa « posa della prima pietra » di un edificio federale assume il significato di una validissima risposta ·: una risposta che l'Europa, per suo conto, non ha ancora saputo dare.
cembre raccogliendo i delegati di Anversa, Dusseldorf, Ginevra, Lione, Maastricht, Milano, Strasburgo e To-
Noi abbiamo infine già parlato su queste colonne del rifiuto da parte d'un tribunale olandese di applicare talune disposizioni del trattato concernente i monopoli, in forza del principio che la legge nazionale rompe la legge della comunità. L'Alta Corte di
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« Lustgarten », giardino della gw,a, si chiamava questa piazza prima che la guerra e la necessità di legna la spazzassero: ora si chiama « Marx- Engels Platz » ed è il cuore di
Berlino-Est. Il dramma di questa città, per metà sovietizzata e per metà protetta dagli Americani, riassume nella sua la sorte dell'Europa intera. Al problema tedesco, tornato attuale per le recenti iniziative di Kruscev, dedichiamo un articolo in quarta pagina.
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23, 24 e25 gennaio: seconda sessione del Congresso del
di Libero Scambio. La solidarietà già traballante dei paesi europei associati alla Francia nelle tre comunità si è trasformata in dz'ffidenza. La situazione finanziaria e monetaria continua 4 rimanere inquietante. La sola novità politica, apparsa all'orizzonte il 13 maggio e consolidata con l'investtiura a De Gaulle, nel clima di « union sacrée » del referendum e delle elezioni legislative, è che il potere politico oggi si trova in Francia, e resterà per qualche tempo, nelle mani dei nazionalisti, e che i loro sogni deliranti e pericolosi di «grandeur nationale », d'integrazione algerina, d'autarchia atomica, di primato in Europa, resteranno la bussola del governo della repubblica e domineranno lo spirùo dei Francesi. Raddrizzare questo stato psicologico, far comprendere ai cittadini della Francia che la grandezza del passato non può essere conservata e che quella dell'avvenire non può essere q_ssicurata; che nella misura in cui sentiranno la loro dignità di Europà, ecco il compito dei federalisti europei. Sarà un compito difficile perchè per molta. gente l'Europa non è una bandiera per la quale ci si deve battere, ma un insignificante « lipservice » che si recita prima di intraprendere le vie tradizionali della politica nazionale. Sarà un compito lungo perchè bisognerà formare un'élite politica forte e dura, volta alla rivendicazione dei diritti del Popolo Europeo, e raggruppare attorno- a questa un consenso sempre più vasto. E' in questa prospettiva che i militanti del Congresso del Popolo Europeo hanno presentato a Lione cinque candidature di protesta alle eleziom·. E' stato contro l'ultranazionalismo, che aveva a Lione il suo nome più rappresentativo, che uomini ancora sconosciuti al grande pubblico hanno levato la bandiera della rivendicazione dei diritti del Popolo Europeo. Nei cinque collegi dove i candidati favorevoli al Congresso del Popolo Europeo erano presentati, 5750 cittadini hanno loro accordato il ,proprio suffragio. E' così che la battaglia ideale per la riconquista della Francia all'Europa ~ cominciata.
Popolo Europeo
LIONE, Palais du quai de Bondy (Salle Molière) - 18120 quai de Boridy
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UROPA A PEZZI
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L'EUROPA A PEZZI
MOLTA POMPA E NESSUNA CONCLUSIONE ALr ASSEMBLEA PARLAMENTARE " EUROPEA "
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L'EUROPA A PEZZI Questione di prestigio A Parigi si è in procinto di fondare la
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L'EUROPA A PEZZI
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L'EUROPA APE
Vestiti di carta per l'Europa
« Società per la costruzione di un'officina di riparazione isotopica » ( USSI), soltanto
con capitali francesi. Ogni tenta~ivo di partecipazione straniera a questa iniziativa ha urtato contro rifiuti cortesi ma irremovibili. Dal punto di vista economico e militare l'iniziativa non ha alcun 1interesse. Essa non è che una questione di prestigio personale. Strana metamorfosi del concetto di prestigio. Una volta avere 'p.resti~i.o sig~ificava essere forti ed avere molt1 am1c1. Oggt avere del prestigio sembra equivalga a ~ostrar~ la propria debolezza e a perdere 1 propn amici.
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Fin dal momento in cui le Comunità Economica e Atomica venivano discusse e nascevano, fra la soddisfazione di tutti gli « europeisti » governativi, i federalisti prevedevano che esse non avrebbero avuto maggior importanza o risultati più grandi di quelli raggiunti a suo tempo dall'OECE o dall'UEP; che l'Euratom, privo di ogni ingerenza nel problema degl'investimenti, non avrebbe avuto alcuna capacità di porre in termini europei il problema di una grande e moderna industria atomica; che il Mercato Comune non sarebbe con tutta probabilità andato oltre la prima tappa. I fondamentali argomenti economici e politici alla base delle nostre 'tesi (l'unità economica è irrealizzabile senza l'unità politica) - già guenze negative (il cosiddetto trade_diverting enunciate in modo esaurientissimo nel Fede- etfect) che per essi avrà la creazione della Masse ed élites ralist, e poi tante volte ripetuti, per il proble- C.E.E. Ma neppur questo giustifica il siE' stato relativamente facile ottenere che ma dell'unità europea, dai massimi studiosi lenzio. il 90% degli Algerini votasse per la costidi tutti i paesi, e in particolare da Lione! Analogamente, secondo noi, il problema tuzione francese. Si t rattava di applicare la Rbbbins e da Luigi Einaudi - non poterono del carbone - oggi particolarmente grave: tecnica della manipolazione delle masse ovviamente esser• confutati. Ma i sullodati 40 milioni di tonellate in stock ed un sen( « l'ingegneria del consenso »), ben cono· europelstl in pantofole affermarono che i sibile aumento delle giornate di lavoro persciuta da tanto temptJ e messa a punto dalle federalisti, animati da un pericoloso e irredute - come ogni problema economico di dittature del XX secolo . sponsabile estremismo, parlarono solo per -dimensioni europee, potrà trovare soluzione· Era tu~tavia ingenuo credere che tale partito preso. adeguata solo in un mercato unico (e non tecnica si conciliasse con delle vere elezioni libere. In ef!efti non è stato possibile Oggi non abbiamo più bisogno di ricorvagamente comune) e ad opera di un gotrovare nemmeno unn sessantina di membri rere a quegli argomenti pur così perentori. verno federale (e non di un'Alta autorità ... dell'élite politica a~rina disposti a farsi Oggi, e ancor prima che il Mercato Comune con poteri così bassi). Ma come spiegare che eleggere dal proprio popolo per andarlo a sia stato aperto, a darci ragione bastano i tanti parlamentari, convinti assertori della rappresentare nella Assemblea Nazionale fatti. C.E.C.A. e del M.E.C. non abbiano quasi Francese. ~ Tre sono i punti su cui vogliamo richiapartecipato al dibattito su questo impormare l'attenzione: l'esautoramento corp.pleto tante argomento? E che, nonostante tale Incredibile ma vero della Commissione, che percorre così, nel considerevole indifferenza, la rarefatta AsEbbene, ci siamo arrivati! Burghiba, il giro di qualche mese, il cammino a ritroso semblea (secondo <rgani.smç> ,per dav'i'ero-; cog t } un tratti.> si è mesea i cvmptti . e le compefenze »), ha "di fatto qualcuno vorrebbe fare l'onore di elezioni a sostenere le tendenze particolaristiche in trasmesso a tale Comitato (che siede in perdirette! a. b. c . Siria, in Iraq e altrove. manenza a Bruxelles ed ha così un controllo diretto e costante della Commissione) tutti i suoi poteri. Formalmente il trattato è perfettamente rispettato. Di fatto si è addirittura creato un nuovo organo della Comunità, sì che, come ha dichiarato esplicitamente H allstein all'Assemblea Parlamentare di Michel Mouskhély Europea, << in tal modo l'equilibrio istituPasternak contro Kruscev, significa l'individuo contro lo Stato nel cdso specifico, contro zionale della Comunità ris.chia di essere altelo Stato in cui il potere, realizzando tutte le sue virtualità, ha r ggiunto delle proporzioni rato» (e un'Assemblea che lascia passare inumane. Perchè lo Stato sovietico non è un o Stato socialista p ' che non sia uno Stato quasi inosservate dichiarazioni di tale graliberale: è uno St;::ltO n:::~zinn~lP t~ntn n1,', t~r.-.nn;rA ; ..., .,,....__....... ...... ~ ...........J;,.,_.... -~ ......_. )._ - ·-- . vità non è un'Assemblea seria).
PASTERNAK CONTRO KRUSCEV
Mercato Comune ... Zona di libero scambio ... non è di questo che ho bisogno!
Per chi suona la campana Senza un potente sostegno economico, politico e morale da parte del mondo libero, non è verosimile che i nuovi stati usciti dal processo di decolonizzazione, possano mantenere i regimi democratici che essi pur vorrebbero mantenere in se stessi. Ogq.i mese che passa ci porta una con· ferma della nostra tesi. E' per le fragili e malaticce democrazie del Pakistan e del Sudan che è suonato in quest'ultima settimana il funebre rintocco. Comprenderemo noi, prima che sia troppo tardi, le dimensioni del disastro mondiale che noi provochiamo con l'impotenza del nostro antico regime di divisione e di impotenza europea?
Vasi di 'er~o e di coccio Quando gli Americani hanno chiesto di costruire rampe per i missili sul territorio dei loro alleati europei, molti europei non hanno voluto saperne di avere presso di sè q'-'esti . ordigni che con!tiderevano .troppo pericolosi. Recentemente il segretario americano della difesa, Mc Elroy, ha dichiarato che ormai questo 'tipo di missili era ormai per gli Stati Uniti molto meno importante dei razzi intercontinentali, dal momento che questi erano usciti dalla fase sperimentale e potevano essere prodotti in serie. Di colpo gli statÌ europei hanno manifestato una tale inquietudine che il Dipartimento di Stato ha dovuto intervenire per rassicurarli. Morale: il vaso di coccio, comunque vada, rischia sempre di essere fatto a briciole dai vasi di ferro.
zioni differenti, dotate di monete differenti, inquadrate in politiche straniere differenti per ciascun paese. E non è nemmeno sicuro che i suoi modesti obiettivi saranno realizzati: lo si spera. Ma in compenso noi avremo salvato la nostra sovranità nazionale e.:. l'America penserà bene al resto !
S'ida senza risposta La guerra che l'Italia fascista ha fatto a fianco della Germania nazista è una pagina di vergogna nella sua storia. Fortunatamente i soldati italiani nel 1 loro insieme l'avevano così ben capito, che tutto sommato si sono battuti male, molto male. Era la sola maniera per loro di mostrare la propria profonda avversione per Mussolini e per il suo stupido nazionalismo. M a gli anni sono passati da allora, e poichè l'educazione civica continua ad essere in Italia come in passato un'educazione nazionale, il presidente Fanfani ha sentito il dovere di protestare presso il Foreign Office contro il giudizio negativo che Montgomery dà del comportamento dei soldati italiani durante la seconda guerra mondiale. E videntemeq,te Fap,fani pensa a.he i suoi concittadini siano davvero così stupidi come li. immagin? la retorica nazionalista.
Faraone terzo Dopo la morte di Lenin, Stalin ha avuto bisogno di tre o quattro anni per divenire il nuovo faraone e per intraprendere i suoi progetti smisurati. ll terzo faraone, Kruscev, ha avuto bisogno di sei anni dopo la morte di Stalin per ristabilire · ancora una volta quel potere personale e assoluto senza il quale la società comunista va necessariamente in vezzi.
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pericolosi. Recentemente il segretario americano della difesa, Mc Elroy, ha dichiarato che ormai questo lipo di missili era ormai p'er gli Stati Uniti molto meno importante dei razzi intercontinentali, dal momento che questi erano usciti dalla fase sperimentale e potevano essere prodotti in serie. Di colpo gli stati europei hanno manifestato una tale inquietudine che il Dipartimento di Stato ha dovuto intervenire per rassicurarli. Morale: il vaso di coccio, comunque vada , rischia sempre di essere fatto a briciole dai vasi di ferro.
Fan,ani dl,ende il prestigio italiano Kruscev ha annunciato che in sette anni l'URSS avrà compiuto un formidabile passo in avanti nel suo sviluppo economico. Anche supponendo che solo una parte degli obiettivi fissa ti sarà raggiunta, è certo che il peso, economico e politico, dell'URSS sarà fra sette anni formidabile. In questo stesso periodo l' Europa spera di avere ridotto le sue dogane interne press'a poco della metà, d'avere diminuito le limitazioni quantitative ai suoi scambi ... e basta. Essa continuerà ad essere divisa in economie nazionali sottomesse a legisla-
concittadini si~no da~~ero ~osì stupidi come li immagin? la retorica nazionalista.
Faraone terzo Dopo la morte di Lenin, Stalin ha avuto bisogno di tre o quattro anni per divenire il nuovo faraone e per intraprendere i suoi progetti smisurati. Il terzo faraone, Kruscev, ha avuto bisogno di sei anni dopo la morte di Stalin per ristabilire · ancora una volta quel potere personale e assoluto senza il quale la società · comunista va necessariamente in pezzi. Ormai egli sembra sentirsi assai sicuro sul suo trono ·e annuncia un piano settennale, che potrà ben essere realizzato, ma non potrà esserlo che a prezzo d'un nuovo periodo di irrigidimento spirituale e di privazione materiale: egli esige l'umiliazione di Pasternak, è ossessionato dal sogno di poter forse ritrovare una Germania ebbra di nazionalismo con la quale potersi alleare come hanno fatto i suoi predecessori; egli concepisce tutta la politica estera del suo paese come avente lo scopo di man· tenere ovunque e sempre l'incertezza e il disordine. Non .resta che sperare che la resistenza del _popolo russo abbia questa volta più successo di quanto non ne ebbe sotto Stalin.
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Pasternak contro Kruscev, significa l'individuo contro lo Stato· nel caso specifico, contro lo Stato in cui il potere, realizzando tutte le sue virtualità, ha r1ggiunto delle proporzioni inumane. Perchè lo Stato sovietico non è uno Stato socialista plù che non sia uno Stato liberale: è uno Stato nazionale, tanto più tirannico in quanto a totalitario: è questa sua doppia qualifica che ne fa il nemico di ogni affermazione del singolo nei confronti del tutto. 1 J.uri Zivago, cioè Boris Pasternak, rappre1 senta la sovranità dello spirito che sfida la tere; non ho pottlto a meno di provare il sovranità dello Stato. Problema eterno, cer- senso d'una imm'r-sa speranza nel vedere tamente, ma che prende ai nostr~ giorni un finalmente un Uomo ergersi solo, senza disignificato drammatico. fesa, senz'altra for :a che il suo spirito, conIn effetti, i nostri Stati in cui l'individuo tro lo Stato più oppressivo e il potere più si spersonalizza ogni giorno di più nelle spietato. masse informi della moderna società, in cui Pasternak come ,4ntigone, come Gandhi le strutture giuridiche e politiche non fanno rende testimonianza, ancora una volta, a che estendersi, hanno allegramente imboc- quella parte irriducibile dell'uomo che non cato, sotto la spinta del nazionalismo, la via cede mai di fronte alla forza della materia, di un collettivismo diversamente sfumato. perchè appartiene al mondo dello spirito. L'uomo nella sua concretezza individuale scompare di fronte all'uomo nella sua conPer la Russia totalitaria, la presenza di un Pasternak è una dimostrazione della sua cezione gregaria. Senza dubbio la sioria marcia in questo senso: i diversi Stati si impotenza e una gar.:mzia della sua caduta, trovano a delle tappe differenti di questa perchè così vuole -la dialettica della storia: trasformazione, tanto che solo una diversità proprio al momento in cui il potere sembra di grado ci separa dall'URSS, ove tale evo- asservire completamente l'uomo, sorge come luziòne ha raggiunto uno sviluppo mostruoper un miracolo Wla figura che proclama so. Ecco perchè il caso Pasternak ci ha tocl'autonomia imprescrittibile dell'individuo cato così vivamente nella nostra sensibilità e annunzia l'alba di un nuovo tempo. Il e ha sollevato un'emozione così profonda potere ha un bell'opprimerlo, umiliarlo, perin tutto il mondo. seguitar/o in tutti i sensi; non riesce mai a piegar/o. « Canna pensante » l'uomo si riCerto, in apparenza, Pasternak ha fatto 'solleva sempre, e sempre sul suo viso doloonorevole ammenda: in una lettera a Kruroso splende la luce dello spirito. scev ha riconosciuto le sue colpe e lo ha Ecco per un europeo e per un federalista supplicato di risparmiargli i tormenti dell' esilio, per lui pa.ragonabili alla morte. Bi- un degno soggetto. di meditazione. In effetti è stata l'Europa che per prima ha proclasogna valutare esattamente il significato del mato l'autonomia dell'individuo anteriore e suo gesto. Esiliato, egli sarebbe diventato un fuoruscito come tanti altri, poeta e narratore superiore allo Stato; è l'Europa che ha glorificato il carattere sacro della persona umana: di genio, ma null'altro. Restando in Russia egli conserva una qualità unica, che non di- è essa infine che costituisce la terra d' elezione delle libertà. In Russia, l'individuo, vide con nessuno, quella dell'opposizione solitaria, ma vivente, alla tirannia. Rifugian- in ogni epoca, non poteva realizzarsi che dosi all'estero, poteva Pasternak rappresen- nella società e attraverso la società. La sua tare con la stessa evidenza quell'indipen- felicità doveva essere assicurata per l' avvenire, non per il presente. E' per questo che denza dello spirito che egli personifica in Russia? Kruscev avrebbe senza dubbio re- la Russia è stata sempre terra d'esilio per le libertà. gistrato una netta vittoria, se avesse potuto sbarazzare l'URSS di quest'uomo «in riE tuttavia la pianta della libertà, sotto la volta ». Il creatore del Dottor Zivago non scure feroce del nazionalismo e dello Stato, poteva cedere e, in realtà, non ha ceduto. .« diventa cenere » in Europa; mentre PaIn mezzo alle prevaricazioni, ogni giorno sternak la fa rinverdire in Russia. Risecchita crescenti, che l'uomo subisce da parte dello dagli anni in Occidente, essa schiude là un Stato ; davanti alle capitolazioni, coscienti o vigoroso germoglio; ma non sarà che nelincoscienti, ma così numerose; davanti al l'Europa finalmente unita e· riconciliata che trionfo, confermato ogni momento, del po- essa potrà godere di una nuova fioritura.
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trasmesso a tale Comitato (che siede in permanenza a Bruxelles ed ha così un controllo diretto e costante della Commissione) tutti i suoi poteri. Formalmente il trattato è perfettamente rispettato. Di fatto si è addirittura creato un nuovo organo della Comunità, sì che, come ha dichiarato esplicitamente Hallstein all'Assemblea Parlamentare Europea, «in tal modo l'equilibrio istituzionale della Comunità ris,chia di essere alterato» (e un'Assemblea che lascia passare quasi inosservate dichiarazioni di tale gravità non è un'Assemblea seria). I risultati di questo stato di cose non hanno tardato a manifestarsi. Pur tenuta sotto un così rigido freno, la commissione potrebbe ancora tentare di svolgere un'azione propulsiva nel Mercato Comune, ove disponesse di fondi sufficienti. Ma i Ministri, ben imbeccati dal Comitato dei Rappresentanti, non le hanno concesso n eppur questo, e prima hanno minacciato di ridurre il progetto di bilancio della Comunità per il 1959, proposto dalla Commissione, addirittura di un terzo, poi hanno deciso di affidare un riesame di esso a una Commissione composta di alti funzionari nazionali, oltre che di rappresentanti della istituzione comunitaria; sì che al giudizio dei primi sarà sottoposta non solo la -dete'rminazione della spesa globale, ma anche le direttive e l'azione della Commissione. Ciò è quanto dire che non solo la consistenza del suo bilancio ma anche la sua stessa autonomia politica (nella tenue · misura in cui il trattato gliene lasciava una) sono completamente pregiudicate. Anche di questo, però, l'Assemblea, nella sua sessione di ottobre, non ha ritenuto opportuno di parlare o quasi. . Tre altri problemi fondamentali, ad ogni modo, erano sottoposti al suo esame: la zona di libero scambio; l'attuale situazione della produzione carbonifera; la questione della prossima apertura del Mercato Comune. Da quell'Assemblea non democratica, non responsabile e perciò non parlamentare c~e è, non ne ha preso in seria consideraZIOne nessuno. Per la zona di libero scambio, il pretesto è stato che i negoziati sono ancora in corso: come se questa non fosse una . ragione dì più, per una Assemblea che vuoi essere politica e che si è autodefinita parlamentare, per intervenire con la sua azione prima che il gioco sia fatto. Senza dubbio il problema della zona di libero scambio è, di per se stesso, mal posto, e si trasformerà - se e nella misura in cui il mercato comune sarà realizzato - in quello molto più realistico dei rapporti contrattuali da stabilire tra i sei paesi, da un lato, e ciascuno dei paesi non aderenti, dall'altro, per correggere o attenuare le conse-
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i cbmpiti ; le compelenz~ » ), ha ·dì fatto
È urgente l'Europa
Fino a quando Eurafrica?
Caro direttore,
Caro direttore, sull'ultimo numero di Popolo Europeo ho letto che la Guinea, salita al rango di stato indipendente, non avendo z:appoggio, di nessuno, avrebbe avuto un << risveglio nazionale >> . Come vede, i negri sono stati invece più federalisti delle sue previsioni. Osservo solo questo: se, come spero, l'iniziativa di Ghana e Guinea avrà seguito e in Africa si svilupperà una Federazione, mentre l'Europa rimarrà un mosaico di staterelli nazionali, potremo ancora parlare di Eurafrica? E dove saranno allora le grandi << aree depresse »? PIETRO SILA - Torino
con grapde interesse ho letto il primo numero dell' edizione tedesca del vostro giornale. Convinto che l'unità d'Europa è necessaria e urgente, e pure necessaria è la vostra azione, ho .distribuito e fatto leggere ad amici e colleghi di lavoro 15 copie del vostro giornale. L'Europa è il nostro unico mezzo per sopravvivere. Troverete qui acclusa la mia quota di abbonamento. Auguri di buon successo! HuGo HENSELER - Berlino
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POPOLO EUROPEO
221.000 elettori rappresentati · alla 2a Sessione del Congresso Belgio 4.000
Con i documenti di Rivendicazione
11 .reclutamento ~ei simpatizzanti
Non ci sono purtroppo pervenuti dati organici e completi sulle elezioni a Bruxelles e nelle altre località belghe dove erano previste elezioni del C.P.E. A St-Ghislain ha votato circa il 45 % dell'intera popolazione elettorale; a Mons, alla chiusura dei seggi, erano state deposte nelle urne I .400 scede, tra cui quelle del Borgomastro di Mons, Collard, ex-ministro dell'Istruzione pubblica, di Roger de Looze, deputato al Parlamento belga, e di altre note personalità. A St-Josse gli elettori sono stati 1.806 (IS % della popolazione elettorale). I nuovi delegati al Congresso eletti in .Belgio sono i seguenti: W erhyen, Beraet, Goriely, Nicodeme, Rix, Brognez. La stampa si è attivamente occupata dell'iniziativa federalista: numerosi articoli sono comparsi su La Province (di Moos), Le fournal de Mons, La•cité (di Bruxelles).
L'importanza dei documenti di rivendicazione è l'oggetto della presente analisi di Publius: i documenti sono il concreto prolungamento della dottrina
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federalista, il suo stesso calarsi nella realtà della problematica contemporanea. Essi sono perciò strumento indispensabile dell'azione del militante che è opera di ragione non meno che di volontà, di cultura non meno che di attivismo
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Numerossime le manifestazioni sulle quali si è articolata la campagna elettorale in . Emilia : questo è un comizio di Mario Montanari e di Luciano Bolis a Imola.
A Darmstadt: una campagna elettorale vasta è coraggiosa
150 militanti hanno raccolto 19.318 voti
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Risultati assai lusinghieri anche a Cuneo: alla elezione della delegazione cuneese al C.P.E., svoltasi nei giorni I e 2 dicembre, hanno partecipato I3.027 cittadini. Una cifra più che notevole in assoluto e relativamente alla popolazione cuneese: qualche cosa come il 30% dell'intera popolazione elettorale. Al termine degli scrutini sono risultati eletti i seguenti candidati: Dotta, Baralis, Donadei, Giordanengo e Maccagno. I militanti di Cuneo hanno fatto le cose con scrupolo. Per dare un'idea della loro efficienza organizzativa, basta dire che nella città sono state distribuite, con l'appoggio .dell'Ufficio Elettorale del Comune, 3I .ooo schede elettorali a domicilio! Nessuna altra città italiana aveva sinora saputo fare altrettanto. L'effetto propagandistico di ciò è stato indubbio. E non solo in città: nell'intera provincia, una «provincia granda », l'eco della iniziativa federalista si è diffusa raccogliendo consensi e adesioni. Il sindaco di Boves, ad es., il prof. Martinf, medaglia d'oro della Resistenza, ha invitato il C.I.C.P.E. di Cuneo a organizzare le elezioni anche nel suo comune. Così un sesto s, ggio, qudlo di Boves, si è aggiunto agli altri 5 del capoluogo. Non sono stati risparmiati i manifesti, i volantini, i comizi: il 23 novembre hanno parlato dinanzi ad un attento pubblico il segretario del Comitato d'Iniziativa di Cuneo, l'avv. Dino Giacosa, uno dei maggiori esponent: della lotta di liberazione a fianco di Duccio Galimberti e fra i primi animatori dell'attività federalista nella provincia di Cuneo, e il cav. Tancredi Dotta Rosso, assessore provinciale, candidato eletto; il comizio trasformatosi in pubblico dibattito ha permesso di spiegare le modalità del voto, di discutere i più importanti problemi attuali da un punto di vista europeo e di illustrare le prospettive future degli Stati Uniti d 'Europa. La campagna elettorale è culminata il 30 novembre con un altro comizio pubblico a cui ha partecipato anche il Sindaco della città, prof. Mario Dal Pozzo, sostenitore prezioso dell'iniziativa federalista. Non sono mancate naturalmente le riserve e anche le opposizio-
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Cuneo 13.000
L'azione che può permetterei di raggrup· pare dei simpatizzanti ha il suo fonda· mento nella elaborazione, nella diffusione e nella pubblica discussione dei documenti di protesta e di rivendicazione. l « docum enti » affrontano problemi circoscritti, e per questa ragione dicono qualcosa a coloro che quei problemi esperimentano nella loro stessa vita. I « documenti » mostrano che la chiave della soluzione non è. nazionale ma europea, e per questa ragione possono legare alla lotta per l'Europà gli individui a cui si rivolgono. Di quali individui ~i tratta? Di quella vasta cerchia di persone che, prima di tutto, vivono seriamente il loro lavoro e, secondariamente, sanno legare i problemi che sorgono nel loro orizzonte a qualche pr.ospettiva politica. Le persone di questo tipo sono attratte dai movimenti politici che professano gli ideali della nostra ci1'iltà politica, e li giudicano sulla base della loro capacità di formulare e risolvere certi pro· blemi, quelli che essi stessi conoscono. E' questo il grado di coscienza nel quale si formano le idee, le simpatie, e le adesioni del cerchio sociale che fornisce i simpatizzanti ai movimenti _politici. Se valutiamo
Il risultato più · soddisfacente di questo nuovo turno di elezioni è stato quantitativamente quello di Darmstadt: I9-3I8 votanti. E si spiega: il gruppo federalista di Darmstadt ha potuto contare nel duro lavoro di preparazione su un piccolo esercito di militanti, circa ISOSe sì pensa che altri centri hanno affrontato le elezioni anche con 2030 militanti soltanto e che quelli erano per di più militanti tedeschi, cioè con un grado di capacità realizzatrice e di tenacia in più dell'ordinario, il brillante successo di Darmstadt si poteva dare già alla vigilia per scontato. Ma chi ha avuto alla vigilia il tempo di la prima pagina .. Infine il meritato successo: fare previsioni? Per dare un'idea del lavoro svolto basta pensare che la campagna elet- le code della cittadinanza, dinanzi ai seggi, gli attestati di simpal:Ì.".\ di entusiasmo, ·sotorale è- stata puntc;'ggiata da ben 24 comi:l-i, prattutto dei giovani, la partecipazione al che i seggi allestiti per il voto sono stati 23 voto di ogni ceto e categoria sociale, testi(record assoluto). Non c'è stato mezzo di propaganda che l'azione federalista non ab- monianza della capacità penetrativa deP'idea feder;llista, hanno dtao agli attivisti l'energia bia sfruttato: i muri cittadini sono stati per l'ultimo sforzo, l'ultiffio volantino, l'ultitappezzati da oltre 2o.ooo manifesti (altro mo appello. Nei seggi intanto altri 7o-8o milirecord assoluto); macchine con altoparlanti tanti, per tre giorni consecutivi, imbussolahanno percorso instancabilmente per giorni vano schede su schede. Alla chiusura delle e giorni le vie cittadine incitando a votare; urne le proporzioni del risultato erano intuìdalle vetrine nelle librerie occhieggiavano bili. Ma per sapere esattamente restava da copie e copie del «Manifesto dei Federalisti Europei )) ; i giornali, la radio, la televisione fare il lavoro massacrante dello spoglio e dei conteggi. Anche questo fu fatto infine per i hanno raccolto largamente l'eco della procandidati (di cui sono stati eletti fra ~agan~a orches~~~~a .c~ai; f~;~~~n~s.~; p ~::~; diversi ali ~ltri 'Rnrtv F. De B'ernardis). Risultava
dopo le prime due giornate di voto. E se non è stato raggiunto un risultato ancora più cospicuo, ciò è dipeso più dalla pochezza dei mezzi e dallo scarso numero dei seggi, che da una negativa presa di posizione da parte della larga base comunista preponderante nella vita politica locale. Al contrario la costante presenza federalista e nei dibattiti organizzati durante l'anno dai partiti e attravers,o la propaganda per le elezioni per il CPE ha fatto sì che molti, che alle elezioni politiche nazionali indirizzdno la loro scelta verso partiti di opposizione estremista, ai contatto di una teoria costruttiva quale è il Federalismo abbiano riconfermato la loro ·fede nella vitalità della formula democratica, votando per il Congresso del Popolo Europeo. La campagna elettorale apertasi ufficialmente il 6 ottobre con una conferenza di A lberto Cabella e Sante Granelli, è proseguita c.on una serie di comizi nella .piazza centrale e di riunioni imperniate per lo più sulle prospettive dei lavoratori e dei consumatori nella Federazione E!!r?pe~; oratori
la situazione da questo punto di vista possiamo constatare: l) Se il CPE «produce)) soltanto il richiamo ideale all'unità europea non può reclutare seriamente simpatizzanti. In qualche misura molti movimenti politici hanno aggiunto l' « Europa >), come quarta parola, alle tre parole-chiave degli ideali politici del nostro tempo: democrazia, libertà, giustizia sociale. Ma i grandi ideali non divi· dono più la classe politica ed i simpatiz· zanti lungo lo spartiacque dei partiti perchè sono divenuti un patrimonio comune a tutti i partiti, e quindi gli individui giudicano, nella misura in cui possono, la traduzione dei principi nei fatti. Il CPE deve « pro· durre )) la giusta formulazione di singoli problemi politici, economici e sociali; ne· gare a ragion veduta la chiave nazionale; e mostrare la chiave europea. In tal modo può seriamente attrarre tutte le persone sensibili ai problemi che solo con tale chiave possono essere risolti. 2) Il quadro nazionale: partiti, esperti, giornalisti difficilmente formula secondo l'ottica europea i singoli problemi. Si tratta di persone che devono la loro influenza, o il loro potere, allo stato nazio· nale, entro il quale hanno fatto esperienza ed hanno avuto fortuna. Per queste persone vale questa legge : (( Le idee e le convinzioni dei gruppi dominanti sembrano congiungersi èosì strettamente agli interessi di una data situazione da escludere qualunque comprensione dei fatti che potreb· bero minacciare il loro potere >) ( Mannheim). Questa legge spiega perchè tanti politici e tanti scrittori scrivono spesso che gli stati europei morranno se non si uniscono, e poi assegnano a questi moribondi compiti grandiosi come la liquidazione del colonialismo, la fine della guerra fredda, del conseguimento della ricchezza e della giustizia sociale nell'era dell'atomo e del· l'automazione, e via dicendo. In ogni modo, per questo fatto, se il CPE non (( produce » iritpostazioni europee dei singoli problemi, il cerchio sociale dei simpatizzanti virtuali resta di fronte soltanto a soluzioni nazionali. Perciò, in taì caso, anche ladàove esi· stono propensioni generiche per l'Europa, gli individui restano legati solo. alle prospettive ed ai partiti nazionali, e i movimenti europeistici tradizionali vivono come fantasmi. 3) Il rapporto ((documenti))·simpatizzanti mette in evidenza· l'azione fondamentale che può procurare ai militanti ogni sorta di contatti con gli ambienti della città nella quale essi agiscono. Questa azione costituisce dunque la premessa necessaria per giungere lentamente ma sicuramente alla conquista di possibilità finanziarie, di influenze culturali, di prestigio politico; e oer romoere il vuoto che sta ancor~J attorno
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Movimento Federalista Europeo di Varese : 5.000 lire. Congresso del Popolo Europeo _di Ferrara: 10.000 lire. Maffino 5.000 lire.
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Gianni Merlini 20.000 fr. fr.
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prattutto dei giovani, la partecipazione al voto di ogni ceto e categoria sociale, testimonianza della capacità penetrativa dell'idea federalista, hanno dtao agli attivisti l'energia per l'ultimo sforzo, l'ultimo volantino, l'ultimo appello. Nei seggi intanto altri 7o-8o militanti, per tre giorni consecutivi, imbussolavano schede su schede. Alla chiusura delle urne le proporzioni del risultato erano intuìbili. Ma per sapere esattamente restava da fare il lavoro massacrante dello spoglio e dei conteggi. Anche questo fu fatto infine per i diversi candidati (di cui sono stati eletti fra gli altri Burty e De B'ernardis). Risultava che della popolazione elettorale di Darm!ltadt aveva votato circa il 30%. E questa fu la sola ricompensa dei centoquarantaquattro militanti di Darmstadt.
polùiche nazionali indirizzdno la loro scelta verso partiti di opposizione estremista, al contatto di una teoria costruttiva quale è il Federalismo abbiano rz·confermato la loro ·fede nella vitalità della formula democratica, votando per il Congresso del Popolo Europeo. La campagna elettorale apertasi ufficialmente il 6 ottobre con una conferenza di Alberto Cabella e Sante Granelli, è proseguita c:on una serie di comizi nella .piazza centrale e di riunioni imperniate per lo più sulle prospettive dei lavoratori e dei consumatori nella Federazione Europea; oratori di volta in volta: Mario Colombo, Paolo Fabbri, Marco Bondesan, Paolo Farne'ti, Maffino Maffi, Mario Montanari, Guido Comessatti, Altiero Spine/li, Alessandro Cavalli, Guido Bonfiglioli. Tra le altre iniziative degne di nota è stata curata la redazione di una pagina interna del « Popolo Europeo >> di Settembre e . di un numero speciale di « Pqpolo Europeo >> per i giorni delle elezioni, contenenti sintesi del documento di rivendicazione che sarà presentato al Congresso di Lione dalla delegazione ferrarese, composta da Marco Bondesan, Malfino Maffi, Sante Granelli e Paolo Fabbri, tutti militanti.
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che i seggi allestiti per il voto sono stati 23 (record assoluto). Non c'è stato mezzo di propaganda che l'azione federalista non abbia sfruttato: i muri cittadini sono stati tappezzati da oltre 20.000 manifesti (altro record assoluto); macchine con altoparlanti hanno percorso instancabilmente per giorni e giorni le vie cittadine incitando a votare; dalle vetrine nelle librerie occhieggiavano copie e copie del «Manifesto dei Federalisti Europei >>; i giornali, la radio, la televisione hanno raccolto largamente l'eco della propaganda orchestrata dai federalisti; il sindaco Engel, primo fra i militanti, è stato intervistato dalla televisione; massiccia, ed efficace, ·12 propaganda nei cinemtaografi; i risultati della votazione sono stati dai:i dalla stampa locale con titoli che occupavano tutta
25, 26, 27 e 28 ottobre : giornate europee anche a Bologna. I voti bolognesi raccolti .sono stati quasi 19.000 (18.728). Ma oltre al risultato - notevolissimo, se si pensa che sinora solo Strasburgo, Darmstadt e Genova hanno saputo fare di più - va notato l' entusiasmo con il quale si è votato. La partecipazione è stata quanto mai varia e significativa: tra i votanti è compreso un elevato numero di intellettuali oltre che una buona percentuale di studenti universitari. Il gruppo di intellettuali facenti capo al « Mulino >> ha votato. E così ancora hanno votato: il pittore Morandi, gli architetti partecipanti al Convegno Nazionale di Urbanistica, indetto a Bologna durante i giorni delle elezioni; un gruppo di garibaldini, con il se-· guente commento: « Ci siamo battuti per l'Unità d'Italia, ora diamo il nostro contributo all'unità d'Europa>>; l'intero gruppo degli studenti greci presso l'università di Bologna. Persino un gruppo di turisti americani (l'episodio è stato riferito dai giornalz) voleva dare il proprio voto. Gli elettori hanno addirittura fatto ressa alle urne: « Lunghe code di cittadini dimostravano l'interesse e la simpatia con cui a Bologna era stata accolta l'iniziativa federalista ... , moltissimi sono stati i bolognesi che non si sono limitati ad esprimere la loro simpatia -per l'iniziativa, ma si sono offerti di collaborare alla . sua felice riu.scita, trasformandosi zn occasionati attzvzstt dell'idea federalista >' (da « Il Resto del Carlino >>, 27-10-1958). La propaganda elettorale era stata fatta a mezzo di migliaia di manifesti e volantini; da notare fra questi il manifesto di appoggio lanciato dall' Organismo Rappresentativo
Universitf!rio Bolognese (O :R.U.B.). Due i comizi più importanti: uno di apertura il giorno 5 ottobre tenuto dall'avv. Mario Da Milano e uno di chiusura il giorno 26 ottobre tenuto da Altiero Spinelli e dal prof. Bonfiglioli di Bologna. La distribuzione i.ei certificati elettorali era cominciata dal gior-. no 20. Durante le elezioni hanno funzionato 6 seggi (tra i quali 2 per 4 giorni: uno di . questi ha raccolto da solo 7 .ooo voti). E' stato dunque un successo. Il merito va ancora una volta a un nucleo di militanti che si sono battuti con spiet-ata energia. La cittadinanza lo ha seguito con grande interesse. Nel clima teso e pur statico della vita politica emiliana è successo, dai tempi della Reristenza, qualcosa di nuovo.
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Bologna 19.600
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43000 voti ai federal-isti emiliani
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Anche in questo mese sono affluite alla nostra redazione, come a quelle francese tedesca e olandese, generose quote per la sottoscrizione, aperta da « Popolo Europeo » per appoggiare l'azione dei federalisti francesi. Diamo l'elenco delle ultime pervenuteci:
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Ferrara 9.600
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Per l'azione in Jrancia
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provinciale, candidato eletto; il comizio trasformatosi in pubblico dibattito ha permesso di spiegare le modalità del voto, di discutere i più importanti problemi attuali da un punto di vista europeo e di illustrare le prospettive future degli Stati Uniti d'Europa. La campagna elettorale è culminata il 30 novembre con un altro comizio pubblico a cui ha partecipato anche il Sindaco della città, prof. Mario Dal Pozzo, sostenitore prezioso dell'iniziativa federalista. Non sono mancate naturalmente le riserve e anche le opposizioni. L'episodio più interessante lo hanno offerto a questo proposito i comunisti cuneesi che hanno fatto circolare un volantino diffidatorio («Non partecipate alla farsa! Astenetevi dal voto! >> ). La loro ostilità, beh, era scontata. Anche le solite accuse (servi dell'America, reazionari; e l'Europa orientale?) non ci hanno sorpreso. Siamo anche disposti ad ammettere che ci si prenda per sostenitori « dei vari organismi europeistici tipo NATO, OECE (!), MEC (!!) >> . Ma che si dicesse che « le elezioni della truffa elettorale di De Gaulle sono la edizione riveduta e peggiorata del Congresso del Popolo Europeo >>, ci ha sbalordito. Ma lo sanno i comunisti di Cuneo che nelle recenti elezioni francesi, a cui la Sezione del CPE di Lione ha partecipato, per la prima volta i fllanifesti dei federalisti lionesi non sono stati strappati dai comunisti locali r E sanno che ciò è stato perchè quei manifesti recavano la più seria e coraggiosa condanna del nazionalismo di De Gaulle?
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neo,-eil~v-:-T an credi Dotta• Rosso, assessore
Il 25, 26, 27 ottobre anche Ferrara sz e schierata sul fronte del Congresso del Popolo Europeo. I 9.486 voti validi raccolti nei 10 seggi aperti parte nel centro urbano, parte negli stabilimenti di una grande industria chimica (Montecatini), riaffermano, se ancora occorresse, la maturità dei cittadini europei. La cittadinanza ferrarese è rimasta meravigliata davanti a queste Elezioni Europee, che hanno rappresentato un fatto nuovo per la scialba cronaca locale, è· stata favorevolmente impressionata dalla chiarezza del linguaggio federalista, così diverso dal tradizionale vaniloquz·o politico, ed ha quindi risposto in misura superiore all'aspettativa dei più ottimisti. Elettori di ogni ceto si sono recati alle urne manifestando ' un tale interesse che il materiale di propaganda è stato esaurito
Rovigo 8.600 Alle elezioni svoltesi a Rovigo e nei centri minori di Lendinara, Porto Tolle, Adria, Badia Polesine_e altri hanno partecipato cittadini di tutti i ceti e di tutte le età. Il totale dei voti è stato 8.480. Numerose sono state le dichiarazioni di ammirazione, di incoraggiamento che tanta gente qualsiasi - il Popolo Europeo gradualmente condotto dai federalisti alla propria autocoscienza - ha tributato agli amici rodigini. E i militanti imbussolavano infaticabili nelle urne dei cinque seggi di Rovigo (di cui uno volante) e in quelli dei centri minori, le schede elettorali. Quando, come a Badia Polesine, il 45 per cento della popolazione elettorale vota Europa, ciò significa che una vera, concreta forza politica si sta creando per la miglior sorte di tutti gli Europei.
Imola 6.400 La cittadinan za di Imola ha risposto con vivo interesse all'appello . federalista, che ha costituito una novità imprevista e dinamicizzante nell'ormai statico panorama politico cittadino. I voti raccolti sono stati 6.399· I militanti hanno mostrato che la loro azione non era un passatempo da sfaccendati, ma il momento di una grandiosa iniziativa in atto in tutta Europa.
nah. rercw, In tal caso, ancne 1aaaove esistono propensioni generiche per l'Europa, gli individui restano legati solo. alle prospettive ed ai partiti nazionali, e i movimenti europeistici tradizionali vivono come fantasmi. 3) Il rapporto «documenti>>-simpatizzanti mette in evidenza· l'azione fondamentale che può procurare ai militanti ogni sorta di contatti con gli ambienti della città nella quale essi agiscono. Questa azione costituisce dunque la premessa necessaria per giungere lentamente ma sicuramente alla conquista di possibilità finanziarie, di influenze culturali, di prestigio politico; e per rompere il vuoto che sta ancora attorno alla lotta per l'Europa. L'efficacia di questa azione riguarda anche le nostre questioni organizzative, e mostra: a) l'importanza del lavoro culturale dei militanti, dal quale devono uscire -le soluzioni europee dei problemi politici; b) l'importanza delle ·riunioni preliminari alle elezioni del CPE, nelle quali queste soluzioni devono essere proposte ad · ambienti omogenei e selezionati. Per questa ragione il rapporto «documenti>>-simpatizzanti può dinamizzare tutta la nostra azione; può pro.c.u rarci candidature serie per le liste del CPE ; può darci delegati al Congresso capaci di rappresentare davvero le diverse esigenze del popolo europeo; e può conferire al nostro dibattito politico la forza ed il prestigio necessari per condurre la nostra lotta. Naturalmente alla base di questo lavoro deve stare il coraggio morale ed intellettuale dei militanti, ai quali spetta di vincere il conformismo nel quale si sono adagiati i nostri stati per poter pr~sentare a tutti il vero volto dell'Europa, il 'significato che essa potrà avere per la vita di tutti. Il volto dell'Europa sarà molto diverso dalle facciate squallide dei nostri vecchi stati. I nostri documenti saranno veramente europei nella misura nella quale sapranno contrapporre, problema per problema, alla vita di oggi la vita di domani, e dire ogni volta una parola nuova rispetto alle parole fru- . ste della politica attuale. Publius
Popolo europeo è i l primo giornal~ ~uropeo
Fatelo leggere fra
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