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Tematiche I – Essere imprenditore II – Difficoltà e sfide III – Case history
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I - Essere imprenditore Perché fare l’imprenditore Coltivi le tue passioni Batti il fisco al suo stesso gioco
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A - Come fare l’imprenditore • Non esiste una procedura standard per diventare imprenditori. C’è chi lo fa per passione, c’è chi lo fa per necessità, e c’è chi lo fa per realizzare un sogno. Quello che lega queste tre categorie di imprenditori è la motivazione: questa deve stimolare e deve essere sempre alimentata sia da fattori riguardanti il business sia da fattori esterni perché l’imprenditore non è una professione ma è un modo di essere. • In generale, qualunque sia la via per la quale si giunge alla creazione d’impresa, un importante fattore di successo è rappresentato dalla stretta interrelazione tra competenze tecniche, capacità organizzative e gestione dei rapporti interpersonali, che solo l’imprenditore in quanto tale può assicurare.
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• Le competenze tecniche sono un elemento imprescindibile per gestire un’azienda, non è pensabile essere trasportati dagli eventi, bisogna prevedere, attraverso le conoscenze tecniche, le conseguenze che ogni singola decisione implica. • Le capacità organizzative permettono di prendere decisioni senza troppe difficoltà, il percorso dell’ imprenditore non è lineare ma è sempre più spesso segnato da imprevisti che richiedono reazioni tempestive. Valutare sempre molto bene la struttura aziendale in base al tipo di mercato a cui ci rivolgiamo e responsabilizzare le giuste figure per evitare inceppi nel processo decisionale.
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• La gestione dei rapporti interpersonali è un fattore che negli ultimi anni si è rivelato determinante. L’ambiente che gira intorno all’imprenditore è da intendersi come una comunità cioè un gruppo di figure che in qualche modo operano per l’impresa. Per questo motivo avere un’immagine eticamente corretta è sinonimo di ambiente rilassato dove ogni stakeholders compie volentieri il suo compito per l’imprenditore e nutre fiducia in lui. Farsi una brutta reputazione e gestire malamente i rapporti sociali rende mille volte più difficile il lavoro dell’imprenditore.
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• Un’ulteriore punto di riflessione è quello sul fallimento. Il percorso molte volte è pieno di fallimenti ma è necessario essere capaci di tradurre essi in insegnamenti per il futuro. Non abbattersi alla prime difficoltà, continuare a crederci e provarci perché sono solo favole le storie di imprenditori dove tutto è immediato e fila tutto liscio. Prendersi il giusto tempo senza accelerare inutilmente i tempi e rischiare di fare le cose con sufficienza. L’assunzione del rischio
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• L’imprenditore deve quotidianamente prendere decisioni che comportano rischi se vuole sviluppare il suo business e la sua impresa. L’assunzione di rischio è una condizione legata all’essere imprenditori. Perciò non si potrà mai escludere la componente del rischio nel ruolo imprenditoriale, ma lo si può ridurre al minimo attraverso qualche accorgimento: la diversificazione, coperture finanziarie e soprattutto continuo monitoraggio delle dinamiche esterne di mercato. Quest’ultimo strumento è il più importante perché se fatto con continuità consente di prevedere sia la nascita di nuovi business sia le mosse dei concorrenti. Inoltre, ancora più importante, consente di reagire ai cambiamenti in modo tempestivo e efficacie, specialmente in mercati high-tech.
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II - Difficoltà incontrate L'imprenditorialità si sta sempre più evolvendo nel nostro Paese da scelta elitaria o di ripiego a scelta consapevole e meditata : • Cambiano i valori dei giovani • La natimortalità imprenditoriale • Al crescere del livello culturale • Cambia anche il quadro economico
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A - Decidere di avviare una attività autonoma non significa che questa attività avrà successo per sempre. I gusti dei consumatori cambiano molto velocemente, come molto velocemente cambiano le condizioni che danno successo ad una impresa (si pensi per esempio alle modificazioni profonde che stanno avvenendo nel settore del commercio al dettaglio). • Clienti che non pagano, fornitori che non consegnano, prodotti che non si vendono, banche che chiedono improvvisamente la restituzione di prestiti: chi gestisce una attività autonoma si scontra ogni giorno con questi tipi di rischi e deve essere in grado di gestirli razionalmente, senza ansia, frustrazioni o stress. L’innovazione
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• Di fronte a questo tipo di avvenimenti, l’imprenditore deve essere in grado di modificare il tipo di prodotto/servizio offerto, di studiare nuove strategie e nuovi mercati da servire; in generale l’imprenditore deve essere in grado di innovare, cambiare, modificare la sua azienda. Si innova quando si utilizza a scopo industriale una nuova tecnologia, quando si introduce un nuovo prodotto sul mercato che abbia come effetto quello di cambiare in breve tempo le abitudini dei consumatori. Ma si innova anche quando si colgono le opportunità in relazione a piccole variazioni nella scala dei bisogni dei possibili consumatori o utilizzatori dei servizi.
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B - La presenza femminile, (ricerca Formaper realizzata all’interno dell’Osservatorio Istud sul lavoro giovanile) che così tanto ha contribuito all’incremento della forza di lavoro, è ancora bassa, in aumento ma ancora caratterizzata da una imprenditorialità “debole” di più basso profilo rispetto ai maschi che sconta difficoltà maggiori in avvio, tanto è vero che spesso si rifugia più nel self employment che nella creazione di impresa vera e propria. Il titolo di studio non è una variabile significativa per gran parte delle tipologie di lavoro autonomo, ma fanno eccezione le professioni ad alto contenuto professionale ed in genere i lavori brain intensive (come gran parte di quelli del terziario avanzato).
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C - Non si può tacere che oggi “fare impresa” è sicuramente più difficile rispetto a solo dieci anni fa. Processi come la globalizzazione, la riconcentrazione, le nuove tecnologie alzano enormemente la soglia delle conoscenze necessarie per avviare le nuove iniziative imprenditoriali, rendendo sempre più difficile le attività dei nuovi imprenditori. • Numerose ricerche confermano che i giovani che vogliono avviare una impresa hanno degli svantaggi differenziali rispetto ai più anziani: fra questi quello del credito rappresenta uno dei primi fattori penalizzanti. È già molto nota la generale difficoltà del sistema creditizio italiano a far fronte in generale alle necessità finanziarie delle piccole e medie imprese.
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• Ma all’interno di questa difficoltà il finanziamento dello start up rappresenta la vera maglia nera di tutto il sistema. Giovani imprenditori non in possesso di garanzie reali hanno scarsissime possibilità di ottenere finanziamenti. Se a questo aggiungiamo la quasi totale mancanza di un mercato del venture capital (se non per nuove iniziative di maggiore taglia finanziaria) il quadro appare desolante.
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D - Il ruolo dell’educazione non è da meno. I giovani imprenditori giungono sul mercato senza neanche avere dalla loro un bagaglio di esperienze che possa almeno in parte compensare la carenza di formazione tecnico-professionale alla creazione di impresa. E ciò si scontra con la cronica situazione di sottovalutazione in cui versa la formazione gestionale ed aziendale italiana: oltre il 50% delle piccole e microimprese del nostro Paese non ha mai fatto formazione. Non si può infine trascurare il ruolo della scuola dove ancor oggi prevalgono impostazioni culturali e messaggi più rivolti alla figura classica del lavoro subordinato che a quella crescente del lavoro autonomo.
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III - Case history «the problem is not the problem ; the problem is your attitude about the problem» Jack Sparrow
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