La tua sanità in un click: prenotare le visite e consultare i referti come , quando e dove vuoi tu 5
La visita degli studenti finlandesi all’ASL
10
Where ARE U APP gratuita per la localizzazione delle chiamate al 112.
14
Anno I - Numero 3 - Novembre 2014 - Distribuzione Gratuita
www.aslmonzabrianza.it
Periodico di informazione e prevenzione sanitaria e sociale a cura dell’ASL di Monza e Brianza
L’ ASL che cambia
SERVIZI ISTITUZIONALE
Matteo Stocco
Direttore Generale
DIFENDERSI DAL PAPILLOMA VIRUS
8
PREVENZIONE
EBOLA: SI VINCE FACENDO GIOCO DI SQUADRA
12
PREVENZIONE
Con la realizzazione del Documento di Programmazione Socio Sanitario 2014, approvato all’inizio di quest’anno, abbiamo voluto progettare un ambizioso piano di revisione organizzativa della nostra Azienda allo scopo di potenziare i servizi, la presenza sul territorio e, contestualmente, razionalizzare la spesa modernizzando le modalità organizzative ed intervenendo su sprechi e inefficienze. La nostra idea di ASL è da sempre quella di una moderna azienda di servizi in grado di gestire in modo efficiente la quotidianità, ma anche le emergenze, mettendo a fattor comune la competenza e le professionalità dei nostri operatori, mutuando le migliori pratiche dalle aziende private che operano con successo in Brianza. Semplificare è la parola d’ordine: semplificare l’accesso ai servizi da parte di cittadini e imprese è un processo non sempre facile da realizzare ma, con l’impegno di tutte le istituzioni territoriali, può essere concretizzato. Abbiamo iniziato con “ASL Servizi”: integrare la rete degli sportelli comunali e delle farmacie con quelli della ASL per assicurare capillarità, orari più flessibili e adatti alle esigenze dei nostri cittadini. Cambiare il proprio medico di medicina generale o il pediatra dei propri figli, attivare l’assistenza domiciliare o richiedere i presidi per incontinenza
non è mai stato così facile. Grazie alla sottoscrizione di un innovativo accordo con Federfarma, sono state 21 le farmacie che hanno aderito nella città di Monza; la sperimentazione è stata attivata a febbraio e, fino a tutto il mese di ottobre 2014, sono stati 876 (25%) i cittadini monzesi che hanno usufruito del servizio di “Scelta e Revoca” in farmacia, comodo e vicino a casa. Inoltre, dal mese di dicembre anche 7 comuni (Burago Molgora, Usmate Velate, Ronco Briantino, Bernareggio, Concorezzo, Busnago e Varedo) aderiranno alla medesima iniziativa e nel corso del 2015 verranno ancora potenziate le presenze di ASL Servizi sul territorio. Ridurre la burocrazia è un successo quando viene percepito, in particolare, dalle persone più fragili e dai familiari che li sostengono. La ASL di Monza e della Brianza, grazie alla confermata disponibilità dei Medici di Medicina Gene-
Continua a pagina 2
Il nuovo Direttore Amministrativo Mario Alparone PREVENZIONE E DIAGNOSI DEI TUMORI DEL COLON-RETTO
14
FAMIGLIA E FRAGILITÀ
STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE
4
Quando il Dott. Stocco mi ha proposto l’incarico di Direttore Amministrativo di questa ASL mi sono interrogato sulla possibilitá di riuscire a mettere a disposizione la mia professionalitá amministrativa ed operativa, maturata in contesti privati ed in ambiti operativi differenti da quelli della sanitá, in maniera efficace ed in breve tempo. La voglia di dare discontinuitá e trasversalitá alla mia formazione professionale ha poi prevalso insieme all’entusiasmo per la nuova sfida e mi ha spinto ad accettare. L’impatto con il “pubblico”é stato molto positivo sotto diversi aspetti ed ho trovato molta piú azienda in questo contesto pubblico di quanto ne abbia trovata in tanti contesti privati. E ne ho conosciuti diversi. Sono presenti tutti gli strumenti di governo aziendale classici e la squadra delle persone con cui lavoro é di grande qualitá a testimonianza che anche nel pubblico si puó ten-
dere verso l’eccellenza ed il merito. É stato semplice quindi per me entrare in presa diretta ed in breve tempo in tutte le decisioni chiave tipiche del governo della Direzione Strategica di una ASL. Il merito non é mio ma é della squadra che ho trovato pronta ad accogliermi, a supportarmi ed a mettermi in condizione di svolgere al meglio il mio ruolo. A distanza di oltre due mesi dal mio insediamento posso dire che sono veramente contento di aver fatto questa scelta perché ritengo che “contaminarsi” sia uno dei modi migliori per crescere e migliorarsi reciprocamente. Grazie a tutti.
Mario Alparone
2 rale, è tra le prime in Italia ad aver realizzato una infrastruttura che consente al Medico di attivare l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) direttamente nel proprio ambulatorio, evitando ai familiari la trafila burocratica di doversi recare presso gli sportelli ASL. Ad oggi l’adesione dei Medici al progetto è del 68% e, sulle 2124 prescrizioni on-line effettuate da luglio a settembre, 1460 riguardavano l’attivazione dell’ADI (pari a 69% del totale). Attraverso l’accesso al portale della ASL, i Medici possono inoltre attivare le procedure per la protesica minore (fornitura di pannoloni, prelievi del sangue occasionali e/o continuativi, medicazioni, trattamenti riabilitativi, gestione del catetere, del sondino di drenaggio o della terapia iniettiva o infusionale) e a breve sarà possibile attivare anche la protesica maggiore (ad esempio, protesi acustiche, busti ortopedici, calzature ortopediche, plantari, carrozzine, sistemi di postura, ausili per la comunicazione, ausili per la vista e ausili per l’assistenza e gestione a domicilio quali letti ortopedici, materassi e cuscini antidecubito, sollevatori, carrozzine di serie, deambulatori, stampelle etc). Accentrare e potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata, investendo sui nostri infermieri e sui nostri collaboratori, con una nuova programmazione centralizzata e la responsabilità di un unico dirigente medico, ci ha consentito di migliorare la presa in carico dei circa 1200 pazienti in dimissione protetta dagli ospedali del territorio verso il domicilio, ai quali assicuriamo quotidianamente assistenza e continuità di cura a casa. Nasce all’interno del Servizio Unificato al Welfare sociosanitario (SUW), previsto nel nuovo modello di Distretto Socio Sanitario della Famiglia voluto da Regione Lombardia, il Fascicolo socio – sanitario informatizzato per gli utenti fragili: si tratta di un fascicolo nel quale sono contenuti tutti i bisogni, a 360 gradi, dei soggetti fragili e delle loro famiglie e in futuro questi dati saranno condivisi anche con i servizi sociali dei Comuni o, per esempio, con i servizi di protesica della ASL per la fornitura degli ausili necessari. Stiamo lavorando con i comuni della Brianza alla realizzazione di un sistema di “Accesso Unico al Welfare” inteso come integrazione e semplificazione della domanda di servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, in grado di fornire una risposta specifica e tempestiva, ma soprattutto completa, orientata alla logica della “presa in carico” della persona e della sua famiglia, portatrice di molteplici esigenze. Sappiamo che, per garantire una rete efficiente dei servizi, è necessario condividere le informazioni: per questo abbiamo investito in un fascicolo elettronico sociale che si integrerà, già nelle prossime settimane, con i servizi sociali comunali, garantendo ai nostri operatori risparmio di tempo nella definizione degli interventi e delle azioni più efficaci sui soggetti fragili che si rivolgono ai nostri servizi. Semplificare l’accesso ai servizi dell’ASL, anche migliorando il sistema di risposta telefonica: in ASL al momento sono in uso, come servizio al pubblico, più di 90 numeri telefonici disseminati nelle sedi territoriali, dove spesso gli operatori rispondono mentre svolgono attività di sportello. Il servizio, pertanto, non viene garantito in modo efficiente ed efficace, i tempi di risposta sono lunghi; a volte non vi è nessuna risposta. Inoltre, la fascia oraria giornaliera di apertura al pubblico è generalmente solo al mattino. Per questo abbiamo lavorato alla realizzazione di un Call Center aziendale, costituito interamente da nostri operatori specializzati e realizzato presso la sede distrettuale di via Boito a Monza. Sarà pienamente operativo dal prossimo mese di febbraio, da lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 18.00, un unico numero verde, dove i cittadini della Brianza potranno ricevere, per ogni Distretto, tutte le informazioni relative alle attività svolte dalla ASL e, inoltre, potranno prenotare ben 78 differenti servizi che verranno erogati in tutte le sedi territoriali: ad esempio, le prestazioni consultoriali, le certificazioni medico legali, le vaccinazioni e le visite di medicina sportiva. Intervenire sulle inefficienze organizzative per meglio distribuire risorse e servizi Il quadro economico complessivo e le politiche di austerity nazionali ci obbligano ad intervenire su molti fronti, con lo scopo di garantire servizi di qualità, ottimizzando, ove possibile, risorse economiche e di personale. Per questo motivo abbiamo lavorato per “ingegnerizzare i processi produttivi”, prendendo spunto dalle migliori esperienze nel settore sanitario e dei servizi. Abbiamo integrato alcuni uffici amministrativi nella Gestione Operativa dove, nostro personale specializzato, monitora e analizza costantemente tutte le attività della ASL, controllando costi, tempi, qualità delle prestazioni erogate e domanda di servizi di ogni sede territoriale. È grazie a questa nuova modalità di gestire le risorse, che l’amministrazione è in grado di ridistribuire sul territorio attività e personale al fine di ottenere servizi maggiormente efficienti, omogenei ed efficaci.
Istituzionale Grazie all’impegno della Direzione Strategica, dei dirigenti e dei nostri collaboratori abbiamo terminato alcune importanti modifiche organizzative. A luglio 2014 abbiamo approvato il nuovo regolamento e avviata la nuova modalità di gestione delle Commissioni invalidi civili introducendo due importanti novità: la prima, che la composizione delle commissioni prevede in via prioritaria la partecipazione di personale interno e, solo se in carenza di profili specialistici, è ammessa la presenza di consulenti esterni, selezionati da un elenco di idonei selezionati con apposito bando pubblico. Grazie a questa nuova modalità di gestione siamo in grado di garantire una diminuzione di costi di consulenze di circa 8.000 euro al mese; la seconda, che dal mese di ottobre scorso la programmazione delle sedute avviene in modo centralizzato, con la supervisione di un unico dirigente responsabile che programma le attività sulla base delle richieste, così da consentire uniformità di risposta su tutto il territorio. Da subito abbiamo ottenuto una sensibile riduzione dei tempi di attesa tra presa in carico della richiesta dall’INPS e la visita, in media del 50%, passando, ad esempio, dai 55 giorni del 2013 per una invalidità civile ai 21 giorni attuali. Per ottenere i risultati che ci siamo prefissati, anche in funzione di una costante riduzione del personale, stiamo lavorando ad una importante riorganizzazione interna, rivedendo competenze e funzioni. Regione Lombardia ha approvato da poche settimane il nuovo Piano di Organizzazione Aziendale della nostra Azienda che prevede, tra l’altro, la riduzione dei direttori di distretto dagli attuali 5 a 3 e l’integrazione sempre più spinta di funzioni e responsabilità, liberando risorse da utilizzare per potenziare servizi e presenza sul territorio. All’interno dei Distretti ed in ogni sede, garantiremo servizi e prestazioni (amministrativi e non solo) concentrati in giorni prefissati, per garantire il migliore utilizzo delle risorse, ed orari maggiormente fruibili dall’utenza, ad esempio il pomeriggio. Non solo razionalizzare, ma anche investire per migliorare in efficienza. Dal prossimo gennaio sarà operativo il Progetto Mobilità: attraverso l’uso di tablet con firma digitale, l’infermiere del Servizio Cure Domiciliari o il tecnico dell’Igiene o della Veterinaria registreranno dati, referti o verbali di ispezione contestualmente all’erogazione della visita domiciliare o del sopralluogo. In questo modo ridurremo, da una parte, i tempi e gli errori di inserimento dati - semplificando e snellendo i processi di erogazione - e, dall’altra, il lavoro di back office in sede per gli operatori.
Abbiamo lavorato alla razionalizzazione del Parco Auto aziendale, verificando utilizzo e costi, catalogando i mezzi in dotazione nelle sedi, riducendo il numero di auto, partendo dalle più obsolete e inquinanti, del 5% in 6 mesi e lo ridurremo ancora; i costi di gestione per il loro utilizzo (1.200 euro all’anno per ciascun mezzo) erano oramai insostenibili e, grazie all’acquisizione di un software per la gestione del parco auto, così come avviene nelle aziende private, stiamo lavorando alla centralizzazione delle prenotazioni e alla massimizzazione del loro uso. Solo attraverso un attento monitoraggio delle risorse e delle esigenze di utilizzo, possiamo giustificare l’acquisto di nuovi mezzi e iniziare un processo di ammodernamento del parco auto, riducendo i rimborsi chilometrici e risparmiando risorse pubbliche. Infine, poiché l’utente che si rivolge alla ASL deve sentirsi accompagnato, abbiamo iniziato un percorso di integrazione delle attività nelle sedi e di formazione dei nostri operatori, che sempre di più saranno impegnati nel garantire molteplici funzioni. Così anche le future sedi ASL saranno progettate per ridurre la burocrazia e code: nelle future sedi di Vimercate (ex ospedale vecchio) e Desio (ex tribunale) sorgeranno i nuovi uffici al cui interno i cittadini troveranno oltre a tutti i servizi amministrativi, vaccinali, medico–legali, anche gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri e gli ambulatori della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica). Prevenzione e ancora prevenzione La mission della ASL è educare alla prevenzione fornendo a tutti gli attori del sistema, cittadini e Medici, gli strumenti per farlo al meglio. Nel corso di questo 2014 sono state molte le attività svolte in svariati ambiti, in particolare: abbiamo presentato, il Registro Tumori che nel mese di aprile è stato accreditato presso la Banca Dati Nazionale dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori – Onlus). Questo registro consente di porre le basi per la corretta descrizione del fenomeno e per evi-
3 denziare eventuali aree di concentrazione anomala di casi rispetto sia al resto della ASL, sia alla Regione e all’intero territorio nazionale, rendendo possibili corretti confronti con i dati internazionali. Grazie alla attività di screening, partita un anno fa, per il tumore alla mammella e al colon retto in collaborazione con i Medici di Medicina Generale e le Farmacie, siamo in grado di tenere monitorato l’andamento di patologie tumorali che sono al primo ed al secondo posto tra le cause di morte nella nostra popolazione. Sul fronte Ebola, nel mese di ottobre abbiamo attivato i nostri Servizi Viaggiatori Internazionali ed elaborato un protocollo operativo in collaborazione con i professionisti sanitari del territorio denominato “Sorveglianza Attiva”, organizzato un importante incontro formativo a Monza, che ha visto la partecipazione di più di 200 addetti alla sanità del territorio, in particolare Medici di Medicina Generale. Il protocollo operativo territoriale si concentra sulla sorveglianza dei soggetti a rischio, sulla base delle nuove indicazioni ministeriali e regionali, che tengono conto dell’evoluzione del quadro epidemiologico complessivo. La ASL ha anche realizzato specifiche istruzioni operative per i Medici di Medicina Generale, Medici di Continuità Assistenziale e Pediatri di Famiglia e operatori ASL (vedi pagina 12) Molto abbiamo fatto sul tema delle dipendenze, in particolare sulla applicazione della Legge Regionale 8/2013 relativa al contrasto del fenomeno delle ludopatie, con il coinvolgimento dei Comuni ed il coordinamento di Confcommercio. Abbiamo programmato, dal mese di dicembre, presso la nostra sede, 40 corsi obbligatori rivolti ai gestori degli esercizi che detengono apparecchi (es. slot) per insegnare loro come agire consapevolmente in situazioni critiche e per acquisire conoscenze relativamente alla normativa nazionale e regionale, all’approccio al cliente patologico, al rispetto della legalità e dell’ordine pubblico. Infine, ma non ultimi, i Piani Mirati di Prevenzione (legge 81/2008) che, attraverso una nuova metodologia di azione, riescono a coniugare l’attività di promozione di buone prassi con quella di vigilanza propria dei Servizi di Prevenzione. Negli ultimi anni i Piani han-
no interessato migliaia di lavoratori, anche quelli della nostra ASL: quest’anno più di 500 aziende di differenti comparti produttivi hanno partecipato a corsi su “i controlli sull’uso di sostanze stupefacenti”, o su “l’utilizzo in sicurezza dei prodotti chimici secondo i regolamenti REACH e CLP” o, ancora, su “la valutazione del rischio stress lavoro-correlato alla luce delle linee di indirizzo della Regione Lombardia”. Per garantire informazione e formazione a tutte le imprese del territorio, la documentazione tecnica di tutti Piani Mirati di Prevenzione attuati è disponibile e scaricabile gratuitamente dal nostro sito internet. Questo è solo una parte dei nostri progetti e delle iniziative che abbiamo messo in campo e realizzato quest’anno, una piccola parte di tutte le attività che i nostri professionisti, tutti i giorni, con dedizione e impegno producono per la Brianza, grazie ai quali possiamo garantire qualità ed efficienza. Le sfide che ci attendono sono impegnative: l’aumento dei bisogni, la cronicità, ma soprattutto la crisi economica ci obbligano a rivedere organizzazione e modalità di affrontare il lavoro quotidiano, con l’operatività e la passione che contraddistingue chi vive e lavora in Brianza. Continuate a seguirci e a darci i vostri preziosi contributi, attraverso questo giornale, distribuito nelle Farmacie, negli ambulatori di Medici e Pediatri, negli ospedali e nei nostri Distretti, o sul nostro sito internet www.aslmonzabrianza.it, recentemente aggiornato, e sulla nuova pagina social www.facebook/aslmonzabrianza.it; o, ancora, attraverso il sito per i giovani www.salute4teen.it e quello, in creazione, per la mamma e il suo bambino www.4baby.it. Se vuoi dare un contributo personale al nostro giornale all’interno della nuova rubrica “domanda&risposta” puoi farlo scrivendo a
[email protected] Seguici su Facebook
Buon 2015
Fai la cosa giusta: vaccinati per l’influenza! Manuela Franchetti
Dipartimento di Prevenzione Medico
Si inizia a parlare dell’influenza stagionale 2014 e dei potenziali vaccini consigliabili soprattutto per anziani, donne e i bambini. L’influenza è una malattia provocata da virus (del genere Orthomixovirus) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). I sintomi che all’inizio la caratterizzano possono essere molto variabili, dal semplice raffreddore al mal di testa, dall’infiammazione della gola alla bronchite, ai dolori osteo-articolari. Nei bambini si osservano più frequentemente vomito e diarrea, negli anziani debolezza e stato confusionale. I sintomi dell’influenza sono simili a quelli di molte altre malattie; pertanto termine “influenza” viene spesso impropriamente attribuito ad affezioni delle prime vie aeree, di natura sia batterica che virale; ciò porta a due risultati contrastanti: da una parte viene minimizzato il ruolo dell’influenza come causa di morbosità e mortalità e, dall’altra, il trattamento e l’ospedalizzazione di soggetti con malattie simili all’influenza portano ad aumento dei costi assistenziali e dei ricoveri impropri. In Italia, l’andamento stagionale delle Sindromi simili all’Influenza è rilevato attraverso la rete di medici sentinella Influnet. Di norma il picco influenzale è previsto nel mese di Dicembre.(Fonte Ministero della Salute)
Perché parliamo di influenza? L’influenza si trasmette attraverso le goccioline di saliva e secrezioni respiratorie in maniera diretta (tosse, starnuti, colloquio a distanza molto ravvicinata), ma anche indirettamente (dispersione delle goccioline e secrezioni su oggetti e superfici). Per questa ragione è fortemente raccomandato seguire le precauzioni generali, quali: evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna. Oltre a queste regole igieniche, l’influenza si previene anche mediante la somministrazione di VACCINI SPECIFICI ANTINFLUENZALI. I vaccini rappresentano uno dei più potenti strumenti a disposizione della sanità pubblica; per la stagione 2014-2015 sono disponibili vaccini inattivati, non contengono cioè virus vivi. Perché e importante vaccinarsi? L’ASL invita gli ultra65enni, e chi soffre di patologie croniche a vaccinarsi contro l’influenza stagionale, perché se è vero che la maggior parte delle persone che contrae l’influenza recupera in una o due settimane, è altrettanto vero che gli individui più fragili possono sviluppare complicazioni pericolose come la polmonite. Le persone
che hanno superato i 65 anni, i bambini molto piccoli e le persone di ogni età con patologie croniche sono più esposte alle complicazioni dell’influenza come polmoniti, bronchiti, sinusiti e infezioni alle orecchie. Le persone con enfisemi, bronchiti croniche o asma possono accusare insufficienza respiratoria nel corso della malattia, mentre chi è affetto da coronaropatie o insufficienza cardiaca può sviluppare uno scompenso cardiaco acuto. Per chi è necessaria la vaccinazione antinfluenzale? Il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni. La vaccinazione viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrano un maggior rischio di andare incontro a complicanze nel caso contraggano l’influenza. Sulla base della Indicazioni Ministeriali anno 2014-2015 la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per: 1) soggetti al di età pari o superiore a 65 anni 2) Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza: a) malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio,diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale cronica, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie,tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi,immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV,malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, epatopatie croniche b) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
c) patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) 3) Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale 4) Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza 5) Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti 6) Medici e personale sanitario di assistenza 7) Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio 8) Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori quali Forze di polizia,Vigili del fuoco e altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa. Dove vaccinarsi? La vaccinazione può essere effettuata presso gli ambulatori vaccinali della ASL e gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale.
4
Famiglia e fragilità
STOP alla violenza sulle donne
Per avere l’elenco completo della rete di servizi che offrono in tutta la Lombardia aiuto alle donne in difficoltà consulta il sito ASL www.aslmonzabrianza.it
Consiglio Comunale aperto di Muggiò Presentato il Progetto Diade in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle Donne si è tenuto a Muggiò un consiglio Comunale aperto al quale hanno partecipato il Direttore Sanitario, Patrizia Zarinelli, e il Direttore del Distretto di Desio, Fabio Muscionico della nostra ASL. In questa occasione è stato illustrato il ruolo dell’Asl all’interno della Rete Artemide: attualmente il nostro ruolo istituzionale é quello di promuovere il Progetto Diade ovvero, da una parte di favorire la partecipazione ad inziative di sensibilizzazione e di formazione degli operatori dei Pronto Soccorso e, dall’altra, di partecipare a gruppi di lavoro per la strutturazione dei codici rosa all’interno del Pronto Soccorso. La ASL si è poi impegnata nel coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, perchè essi rappresentano un nodo cruciale della rete antiviolenza essendo un riferimento primario per la donna. A loro viene proposto un percorso formativo finalizzato ad accogliere la donna che subisce violenza e a decodificare la domanda che molto spesso non viene espressa in prima istanza ma evidenziata attraverso simtomatologie sanitarie. Inoltre, i nostri consultori prendono in carico le donne che hanno subito violenza offrendo dei percorsi di psicoterapia. Il vantaggio del Consultorio è quello di offrire un tipo di assistenza multipla, che va dal versante sociale a quello psicologico e comprende quello sanitario e quindi sono a pieno titolo uno dei punti nodali della Rete Artemide perché riescono con la loro attività ad essere un buon osservatorio sul fenomeno della violenza sia essa fisica, psicologica, economica e sessuale. Casisitica e dati In rari casi la donna si rivolge al Consultorio in una situazione di emergenza, in quanto il primo intervento viene svolto dal Pronto Soccorso Ospedaliero o dalle Forze dell’Ordine. Ogni anno però circa una decina di donne si rivolgono al Consultorio in una situazione di emergenza/urgenza come primo servizio. In questi casi si attivano i soggetti della Rete più appropriati alla situazione e il Consultorio rimane punto di riferimento per il sostegno sociale e psicologico. Nella tabella sottostante sono evidenziati il numero degli utenti (per il 98% sono donne) che hanno utilizzato i Consultori per una presa in carico legata a problematiche psicosociali e relazionali e il numero di quelli per i quali si è evidenziato un maltrattamento psicologico, economico o sociale ANNO 2012 2013
N. utenti totali 2550 3030
N. utenti con problematiche di maltrattamento 275 298
25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne L’'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (nel 1999) ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La data fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (19301961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.. Negli ultimi anni istituzioni e vari enti festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali. Nel 2007 100.000 donne hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata. Ormai centinaia di iniziative in tutta Italia vengono organizzate in occasione del 25 novembre per dire no alla violenza di genere in tutte le sue forme. Nella giornata del 25 novembre la ASL, insieme ad altri enti pubblici del territorio, ha esposto un drappo rosso quale simbolo della lotta contro la violenza alle donne.
5
La tua sanità in un click: prenotare le visite e consultare i referti come, quando e dove vuoi tu Nel primo numero del Giornale abbiamo imparato a conoscere meglio la nostra Tessera Sanitaria. In questo numero approfondiamo l’aspetto dell’accesso al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico attraverso il sito di Regione www.crs.regione.lombardia.it/ssc Il cittadino può consultare i suoi dati sanitari e utilizzare i suoi servizi attraverso il Portale Servizi Socio-sanitari. Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è il “pilastro” su cui tutti i servizi si basano: una cartella sanitaria virtuale che raccoglie e rende disponibili tutte le informazioni e i documenti clinici che ci riguardano, prodotti su tutto il territorio regionale dai medici e dagli operatori socio-sanitari delle diverse strutture. La nostra storia sanitaria all’interno del Fascicolo è sempre completa, aggiornata e accessibile tramite computer, smartphone e tablet, in qualsiasi istante da noi e da chi è autorizzato (medici e operatori socio-sanitari, limitatamente a quella parte di operatori per cui l’autorizzazione è stata data). Ogni medico e operatore socio-sanitario autorizzato inserisce, infatti, nel fascicolo le informazioni di sua competenza e consulta quelle contenute durante lo svolgimento della propria attività, sempre dopo il rilascio del consenso al trattamento dei dati da parte del paziente. Inoltre, tutte le informazioni “sensibili” vengono trattate nel più ampio rispetto della vigente legislazione sulla privacy. La prima cosa da fare per attivare il servizio è richiedere la propria password presso gli Sportelli abilitati della ASL (tabella), e delle strutture sanitarie ospedaliere portando con sé la propria Tessera Sanitaria.
COME FUNZIONA? Facendosi identificare e fornendo il proprio numero di telefono cellulare all’operatore dello sportello della ASL, ci verrà consegnato un modulo contenente la prima metà della password, e le istruzioni per il primo accesso on line; la seconda metà della password arriverà tramite SMS sul nostro cellulare. Successivamente, anche comodamente da casa, con smartphone, tablet e pc, collegandosi al sito di Regione Lombardia www.crs.regione.lombardia. it/ssc non dovremo far altro che digitare le ultime dieci cifre del numero di identificazione della tessera presente sul retro della propria CRS/TS-CNS (login), inserire la password costituita dalla prima metà contenuta nel modulo ricevuto allo sportello e dalla seconda metà ricevuta via SMS e, in tempo reale, riceveremo un codice usa e getta sul cellulare per poter completare l’autenticazione, accedere al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico e consultare on line i referti delle visite e degli esami. Al primo accesso, il sistema chiederà automaticamente di cambiare e personalizzare la password. COSA POSSIAMO FARE ALL’INTERNO DEL NOSTRO FASCICOLO ? PRENOTARE LE VISITE Il servizio permette di effettuare on line la prenotazione di visite ed esami specialistici, consultare o annullare gli appuntamenti già
prenotati e conoscere in anticipo in quali strutture sanitarie regionali venga erogata la prestazione di cui si ha bisogno. Per usufruire del servizio è necessario avere a disposizione una prescrizione SISS del medico curante. La prescrizione SISS è quella che riporta in alto a sinistra, vicino ai nostri dati, il codice IUP (Identificativo Univoco della Prescrizione) che è rappresentato da un numero con sottostante codice a barre. SCEGLIERE IL MEDICO Il servizio permette di effettuare la scelta del Medico di Medicina Generale on line: è possibile utilizzare il servizio una sola volta ogni 30 giorni e la decorrenza è immediata. I medici visualizzati in elenco sono i medici ancora disponibili, ossia coloro che non hanno già raggiunto il numero massimo di assistiti possibili. Pertanto, se nell’elenco non risulta reperibile il medico che si intende scegliere, occorre rivolgersi all’ASL di competenza. La scelta del medico curante o del pediatra di famiglia per i minorenni deve essere eseguita da uno dei genitori o dal tutore legale. RITIRO DI DOCUMENTI CLINICI Con questo servizio è possibile stampare il referto in modo da renderlo disponibile a medici che, ad esempio, non hanno accesso al FSE. I referti risultano disponibili se: è stato prestato il consenso al trattamento dei nostri dati; l’Ente Erogatore della prestazione
sanitaria ha aderito al Sistema Informativo Socio-Sanitario (SISS). VEDERE O INSERIRE LE ESENZIONI Il servizio permette di consultare tutte le proprie esenzioni per patologia attive e di inserire, tramite autocertificazione, quelle per reddito. ATTIVARE IL SERVIZIO SMS Il servizio notifiche via SMS prevede la ricezione di un SMS che ci informa, per esempio, della disponibilità di un nuovo documento sanitario per la consultazione sul nostro Fascicolo. GESTIONE DELLA PRIVACY Il servizio prevede la possibilità di prestare o revocare il consenso al Trattamento dei dati personali effettuato tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico; se è stato prestato il consenso al “Trattamento FSE”, è possibile anche: consultare gli accessi in emergenza effettuati al tuo Fascicolo Sanitario consultare l’elenco dei medici autorizzati ad accedere al proprio fascicolo ed eventualmente autorizzare all’accesso nuovi medici
Nel caso di necessità nell’utilizzo dei servizi previsti nel Portale Servizi Socio Sanitari è attivo, dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00, il numero verde:
Monica Pilleddu e Cristiana Taioli
Lombardia Informatica S.p.A.
6
Servizi
La mamma e il suo bambino, ecco il Percorso Nascita Patrizia Zanotti
Responsabile U.O. Assistenza Socio Sanitaria e Famiglia-Monza
V
ivere una gravidanza, avere un figlio e iniziare il rapporto con il neonato continuano ad essere eventi centrali e allo stesso tempo delicati della vita della donna e delle coppie che sempre di più vivono la nuova “genitorialità” dichiarando di sentirsi sole. Spesso questa sensazione è dovuta ad una effettiva mancanza di una rete protettiva che accompagna, che guida, che sostiene e che può pertanto prevenire disagi e difficoltà importanti. Il percorso nascita nei nostri consultori familiari accompagna e sostiene, in queste delicate fasi di cambiamento, la coppia e la relazione madre bambino offrendo loro una serie di servizi ad hoc: visite ostetriche in gravidanza e nel dopo parto: la donna sin dal primo periodo della gravidanza può essere seguita dall’ostetrica del consultorio trovando quindi un punto di riferimento continuativo per tutto il periodo della gravidanza e del post parto corsi di accompagnamento alla nascita rivolto a gestanti a partire dal settimo-ottavo mese di gravidanza e ai loro compagni: è un percorso di gruppo che permette di condividere i cambiamenti fisici ed emotivi che accompagnano la gravidanza, la nascita e il puerperio al fine di promuovere il benessere e affrontare l’esperienza della nascita da protagonisti. Sempre più spesso le future mamme lavorano fino all’ottavo mese di gestazione e il corso di accompagnamento alla nascita diventa una preziosa occasione per fermarsi ed entrare in contatto con il bambino che sta crescendo dentro di loro la visita domiciliare: su richiesta della neo mamma, l’ostetrica del consultorio si reca al domicilio dopo la dimissione dall’ospedale, sempre più precoce, per sostenere la mamma nell’affrontare i cambiamenti nel post partum, l’allattamento e l’accudimento del neonato lo spazio allattamento è un luogo dove ci può rivolgere personalmente per un sostegno sull’allattamento e sull’accudimento del neonato. Le consulenze possono essere effettuate individualmente o in gruppo il massaggio infantile: le mani della mamma e del papà, attraverso semplici gesti, aiutano il bambino a sviluppare sensazioni positive favorendone il rilassamento e il benessere.. Attraverso il massaggio infantile i genitori scoprono un modo naturale di prendersi cura del proprio bambino i gruppi mamma-bambino sono uno spazio di incontro e confronto dove si può approfondire la conoscenza dei diversi aspetti dello sviluppo infantile nel primo anno di vita.
NASKO: tutela della maternitá e aiuto alle neo-mamme
E’ soprattutto uno spazio di pensiero in cui ci si può confrontare anche sugli aspetti meno ideali della maternità: la fatica, la frustrazione e l’ambivalenza. Spesso, infatti, l’immaginario collettivo impone un’idea idilliaca di una felicità assoluta legata alla nascita di un figlio e diventa importante riconoscere anche sentimenti meno ideali che, se non integrati, possono generare negativi sensi di colpa. Le esperienze di gruppo legittimano rispetto al provare insicurezze e ansie e restituisce il diritto alla diversità. Succede sempre più spesso che le stesse mamme che partecipano ai gruppi pre o post partum continuino autonomamente gli incontri fuori dal sevizio. Infine i consultori si avvalgono della mediazione linguistico culturale nel supporto e accompagnamento delle mamme straniere che si rivolgono ai nostri servizi.
I pensieri delle mamme “una manciata di minuti con una persona che ti ascolta finalmente e che, pur non conoscendoti, sa parlarti e consigliarti senza giudicare” “luogo di non giudizio dove mi sentivo accompagnata con leggerezza in questa avventura a volte pesante” “potersi sfogare con lacrime liberatorie e sentire intorno a te che sei compresa...che é possibile stare serenamente dentro quel pianto. Mentre tutto il mondo fuori ti dice che un momento e passerá”
PERCORSO NASCITA www.aslmonzabrianza.it
Alessia Ferrario
Assistente Sociale – Consultorio di Nova Milanese
L
ivi TO ot em scita EN ti. ed na e onis M i A ic la re g DI AGN ITA enti fisanza, nesse prota I RS P SC biam avid il be a da CO COM NA i camo la groverenascit AC LLA idere gnan romudella A div pa r p a
’iniziativa sperimentale Nasko, avviata da Regione Lombardia nell’ottobre 2010, è finalizzata alla tutela della maternità e a favore della natalità attraverso interventi di sostegno economico e sociale. Beneficiari del Fondo Nasko sono le future mamme che rinunciano alla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza, in presenza di un aiuto economico e a fronte di un progetto personalizzato di sostegno sociale. La proposta di accesso al Fondo Nasko avviene all’interno dei colloqui con gli operatori psicosociali dei consultori familiari. Per l’anno 2015 per poter beneficiare del contributo le donne devono:
z e on om . P ien r c c rio er Pe e ac rpe l'esp ch pue are il t e ron f af
a ARE opo la stetric CILI icilio, d on l’O el post OMI ostro domincontroiacmentil nneonato. D e lv un TA mb
VISI
d a , a ento dere edale re i c chie ll’Osp ffronta ccudim te ri a 'a a Pote sione d à nell to e l' rr n is dim vi soste ttame a che m, l'all u part
SPAZIO ALLATTAME
NTO
E’ un luogo dove pote te rivolgervi personalm un sostegno sull’allatta ente per mento e l’accudim ento del vostro bambino.
(Gli operatori sono disponibili anche per informazioni telefoniche).
MA SSA GGI O
Le m ges ani d e t pos i aiuta lla ma it Attra ive fa no il b mma a v e mo verso orend mbin del p o do nat il Mas one il a svilu apà a sag rilas ura ppa ttrav g le d s i pre io Infa amen re sen erso s GR em sa nde ntile to e plic i ge d il b zioni rsi c i G MA UP n e ura del itori sc nesse sp li o M PI opro re. pro la azi per M prio n ba co o d ato A bam o un l’e m no ’in ri d -B bin o. sp bin sce co el er o n nt co AM ie ne za ro n B nz l s e d u a pr e d lto IN de im i d i c ri lla o a ive on o f O ge nn rsi fro am ni o asp nto ilia to d ria i v ett , do re v lita ita i d ve i o ’. , pe ello a ffro r c sv pp no on ilup rof , u di p on no vid o di er de re e l Veduggio
- essere in possesso di certificazione che attesti la richiesta di interruzione di gravidanza e di successiva rinuncia - avere la residenza in regione Lombardia da due anni - essere in possesso di attestazione ISEE con reddito uguale e non superiore a 9000 euro/
annuo per nucleo familiare con più di una persona, reddito uguale a 15.000/annuo per donna sola gravida
con Colzano
Renate
Briosco
Giussano
L’accesso al contributo Nasko prevede la predisposizione di un progetto personalizzato di aiuto condiviso tra la beneficiaria, il consultorio familiare pubblico o privato accreditato e il Centro di Aiuto alla Vita.Il progetto personalizzato prevede quindi la collaborazione di più enti in un’ottica sinergica di sostegno ad una maternità avviatasi in condizioni di maggiore fragilità. Il beneficio economico, di importo massimo complessivo di 3000 euro distribuito in un arco temporale massimo di 18 mesi (6 mesi prima della nascita e sino al compimento del primo anno del bambino), può essere destinato all’acquisto di beni e servizi diretti ad alleviare le difficoltà economiche quotidiane nella gravidanza e nel puerperio. Le risosrse stanziate da Regione Lombardia e attribuite all’ASL MB hanno permesso di sostenere, dall’avvio dell’iniziativa, all’incirca 350 progetti di cui 130 sono attualmente in carico ai consultori familiari del territorio.
INF ANT ILE
Lazzate
Misinto
Besana Brianza
Verano Brianza
Lentate sul Seveso
Carate Brianza
Meda
Seregno
Cogliate
Camparada
Sovico
Seve Seveso
Desio
Lissone
Bovisio Masciago Limbiate
Vedano al Lambro
Aicurzio
Bellusco
Villasanta Concorezzo
Muggio'
Sulbiate Mezzago Vimercate
Varedo Nova Milanese
Carnate Bernareggio
Arcore
Biassono
Cesano Maderno
Usmate Velate
Lesmo
Macherio Ceriano Laghetto
Ronco Briantino
Correzzana Triuggio
Albiate
Barlassina
Monza
Burago Molgora
Agrate Brianza
Ornago Cavenago Brianza
Visita domiciliare
Gruppo mamma/bambino
Spazio allattamento
Corso accompagnamento alla nascita
Massaggio infantile Brugherio
7
L’Amministratore di Sostegno: uno strumento per aiutare i più deboli Paola Di Furia
Responsabile Servizio Disabili
L’istituzione dell’Amministratore di Sostegno (AdS) La legge.6 del gennaio 2004 ha introdotto il nuovo istituto dell’Amministrazione di Sostegno (AdS) a favore delle persone che “per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale e temporanea, di provvedere ai propri interessi, possono essere assistite da un Amministratore di sostegno”. Non sono stati eliminati gli istituti di interdizione e inabilitazione, ma il loro utilizzo è superato dalle potenzialità, flessibilità e minori oneri della nuova misura di protezione, più adeguata ai tempi attuali e alle nuove fragilità.
Lo scopo dell’Amministratore di Sostegno è “tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”, sostenendole, assistendole e rappresentandole giuridicamente rispetto ai loro interessi personali e nelle scelte di cura e di vita. Si tratta di persone maggiorenni in condizione di fragilità a causa di disabilità intellettiva, disagio psichico, patologie degenerative e invalidanti (come per esempio Alzheimer, morbo di Parkinson), problemi di dipendenza (alcolismo, tossicodipendenze, gioco d’azzardo), che incidano sulla capacità di agire. L’istituzione dell’Ufficio di Protezione Giuridica (UPG) Nel 2008 la Legge Regionale n. 3 ha stabilito che all’interno delle ASL fossero istituiti gli Uffici di Protezione Giuridica (UPG) dedicati alle persone fragili che promuovessero e favorissero i procedimenti per il riconoscimento degli strumenti di tutela delle persone incapaci, nonché dell’Amministrazione di Sostegno. Il Progetto “Fianco a Fianco” è il punto di riferimento fondamentale nel Progetto Amministratore di Sostegno della ASL di Monza e Brianza e grazie ad esso è stato possibile: individuare e formare le persone che affiancano il beneficiario formare e informare le famiglie e gli operatori sociali trovare e formare volontari per il ruolo di AdS
Garantire un servizio stabile di supporto e consulenza per gli AdS Promuovere sussidiarietà con i soggetti pubblici (UPG delle ASL,PdZ,GT ecc.) Costituire una rete di Associazioni Svolgere Azioni locali di sensibilizzazione, informazione e formazione Aprire Sportelli, punti di incontro e di prossimità Definire Protocolli con le istituzioni Sostenere stabili interlocuzioni con i Tribunali COME FUNZIONA L’Amministratore può essere richiesto direttamente dall’interessato oppure dalle famiglie o dai servizi, mediante una domanda (ricorso) presentato al Giudice Tutelare (GT).
-Il Giudice Tutelare effettua un’udienza, incontra il beneficiario, i ricorrenti e i familiari, ed emette un decreto con cui nomina l’Amministratore di Sostegno; nel decreto indica anche i compiti che egli dovrà assolvere in favore del beneficiario, specificando quali saranno in affiancamento e quali saranno in rappresentanza esclusiva
-Il Giudice Tutelare sceglie l’Amministratore di Sostegno tra i familiari; in caso di impossibilità o di inopportunità per vari motivi, la scelta può ricadere sul Comune, su un amico, su un volontario, adeguatamente preparato, oppure sul rappresentante legale di un ente, associazione o fondazione -L’Amministratore di Sostegno
deve agire per assicurare il benessere del beneficiario, rispettando le sue aspirazioni e facendosi garante dei suoi diritti e della sua qualità di vita
-L’Amministratore di Sostegno non si so-
stituisce alla persona ma la affianca: gli interventi di sostegno devono, infatti, apportare la minore limitazione possibile della capacità di agire dei beneficiari
-Non possono ricoprire le funzioni di Am-
ministratore di Sostegno gli operatori dei servizi pubblici o privati che hanno in cura o in carico il beneficiario. L’elenco degli Amministratori di Sostegno della ASL MB Non sempre è possibile nominare l’Amministratore di Sostegno tra i familiari, pertanto la predisposizione di
un elenco ha lo scopo sia di favorire il lavoro dei Giudici Tutelari nella scelta, sia di garantire un miglior servizio alle persone abbreviando anche i tempi di individuazione e nomina. L’elenco è conservato presso l’UPG della ASL che provvede a trasmetterlo periodicamente ai Giudici Tutelari ed è accessibile agli operatori sociosanitari coinvolti L’elenco è composto da due sezioni: Prima sezione: persona fisiche suddiviso tra persone fisiche già nominate Amministratori di Sostegno e persone fisiche volontarie e preparate, non ancora nominate e disponibili a ricoprire il ruolo Seconda sezione: enti, fondazioni e associazioni, regolarmente costituiti, disponibili a svolgere il ruolo di Amministratori di Sostegno (si può nominare sia il Legale Rappresentante sia l’ente direttamente) Requisiti prima sezione:
essere maggiorenni essere cittadini italiani o cittadino straniero regolarmente residente sul territorio italiano non avere precedenti o pendenze penali dare la propria disponibilità a frequentare un corso di formazione in materia di Amministratori di Sostegno
Requisiti seconda sezione: essere enti regolarmente registrati (associazioni, fondazioni) aventi finalità connesse al tema della fragilità avere una struttura di soci regolari e disponibili ad essere delegati alle funzioni di Amministratori di Sostegno Sportelli di Prossimità Il progetto “Fianco a Fianco”, promosso da una rete di Associazioni di Volontariato, ha realizzato l’apertura di Sportelli Territoriali di Prossimità che offrono al cittadino informazione, consulenza e orientamento in materia di Protezione Giuridica. I volontari degli sportelli, inoltre, offrono all’interessato supporto alla predisposizione del ricorso per la nomina degli Amministratori di Sostegno, e collaborazione nella predisposizione dei rendiconti periodici per il Tribunale agli Amministratori di Sostegno. Infine, negli Sportelli di prossimità, il cittadino può ottenere consulenza esperta di volontari avvocati per casi complessi inerenti gli istituti di protezione giuridica.
L’ELENCO DEGLI SPORTELLI A PAGINA 16
Vuoi diventare Amministratore di Sostegno?
Se vuoi diventare AdS puoi contattare la ASL al numero di telefono: 0392384974 oppure puoi mandare una mail a: ufficiodiprotezionegiuridica@ aslmb.it -Sarai contattato dall’UPG della ASL, per entrare nell’elenco ed essere eventualmente contattato per una nomina concreta, nel rispetto della tua disponibilità -Per entrambe le sezioni dell’elenco, l’UPG della ASL può richiedere all’interessato un colloquio conoscitivo e di approfondimento delle esperienze professionali e/o di volontariato, l’incontro è svolto a cura degli operatori della ASL MB che si occupano della tematica -L’UPG valuta globalmente i requisiti ed esprime un parere complessivo sull’idoneità all’iscrizione -I GT in qualsiasi momento, possono fare richiesta di partecipare alla valutazione delle domande di iscrizione pervenute -In qualsiasi momento l’interessato può revocare la propria disponibilità utilizzando apposita richiesta da inviare all’UPG della ASL -Per la prima sezione l’iscrizione all’elenco avviene automaticamente all’atto della nomina da parte del Tribunale di Monza oppure è approvata dall’UPG della ASL MB su domanda dell’interessato -Per la seconda sezione l’iscrizione all’elenco è approvata dall’UPG ASL MB su domanda dell’interessato -La domanda deve essere redatta, pena l’inammissibilità, su carta semplice e sui moduli previsti che si trovano sul sito ASL -L’UPG informa con nota scritta gli interessati dell’esito della richiesta -Gli iscritti sono tenuti a partecipare ai corsi di formazione dedicata organizzati dalla ASL MB o da altri enti pubblici o privati autorizzati e riconosciuti -L’ASL MB svolge un monitoraggio/controllo periodico delle iscrizioni all’elenco
8
Servizi
Difendersi dal papilloma virus Silvia Crippa
Dipartimento di Prevenzione Medica Responsabile U.O. Igiene Pubblica Desio
I
l papilloma virus (HPV) è molto diffuso, riguarda sia le donne sia gli uomini e si trasmette prevalentemente attraverso i rapporti sessuali ma anche attraverso il semplice contatto nell’area genitale. Mentre nell’uomo provoca raramente manifestazioni cliniche, nella donna invece può provocare patologie a carattere tumorale e non: tra queste sicuramente quella più importante è il cancro del collo dell’ utero . Esistono oltre 200 tipi di papilloma virus di cui più di 80 infettano l’uomo, tutti sono identificati da un numero, due in particolare, l’HPV 16 e l’HPV 18 sono responsabili di circa il 70% dei casi di cancro della cervice uterina, della vagina e della vulva, mentre l’HPV 6 e 11 sono responsabili dei condilomi, papillomi e verruche genitali. La storia naturale dell’infezione da HPV è fortemente condizionata dall’equilibrio che si instaura fra ospite e agente infettante: pertanto, l’infezione può regredire o evolvere in lesione cancerosa, in un tempo solitamente lungo che può andare dai 10 ai 20 anni. Esistono attualmente degli strumenti molto efficaci di prevenzione primaria e secondaria per prevenire le patologie da HPV.
La prevenzione primaria è rappresentata dalla vaccinazione che è stata introdotta nel
calendario delle vaccinazioni raccomandate 0-18 anni (a seguito dell’intesa Stato-Regioni del 20 dicembre 2007 e delle delibere Regionali n.VIII/005873 del 21/11/2007 e n. VIII/6683 del 27/2/2008): le ASL hanno avviato le campagne vaccinali che prevedono l’offerta attiva e gratuita alle ragazze nel 12 anno di età. Esistono due tipi di vaccino: uno quadrivalente contenente i ceppi di HPV 6,11,16 e 18 e uno bivalente contenente i ceppi 16 e 18. Entrambi i vaccini prevedono la somministrazione di due dosi, hanno ottima tollerabilità, sono altamente immunogeni e la loro somministrazione è seguita a volte da scarsi effetti collaterali quali febbre, reazione locale nella sede di iniezione, mal di testa o dolori muscolari. Il vaccino può essere efficace anche per le ragazze sino a 25-26 anni di età che non abbiano avuto rapporti sessuali; in questo caso la somministrazione viene effettuata presso gli ambulatori ginecologici degli ospedali e della ASL versando un ticket sanitario.
La prevenzione secondaria invece consiste nell’effettuazione del pap test, esame che prevede il prelevamento di cellule della cervice uterina, attraverso una spatola, e l’individuazione quindi di cellule con lesioni precancerose. Il pap test va effettuato regolarmente ogni 3 anni fin dal primo rapporto o comunque dopo i 25 anni. Anche la ASL di MB ha avviato le campagne di vaccinazione a partire dalla coorte delle nate nel 1997 e, attualmente, si sta completando la coorte delle dodicenni nate nel 2002. La convocazione attiva avviene mediante lettera di invito con relativo appuntamento e foglio informativo. Le coperture per tale vaccinazione, hanno avuto nel corso di questi anni un costante incremento: si è partiti da una copertura iniziale attorno al 60%, sino ad arrivare a circa l’80% per la campagna vaccinale in corso anche se si auspica di arrivare nei prossimi anni a coperture superiori e sovrapponibili a quelle di altri vaccini in uso e che si aggirano attualmente attorno al 95%. La conoscenza e la consapevolezza delle donne in merito ai benefici della prevenzione primaria e, quindi, della vaccinazione anti HPV rappresenta una condizione fondamentale per lo sviluppo di una cultura della salute che ci auspichiamo possa aumentare.
Aderenza alle terapie Mediche: l’altra faccia dell’appropriatezza
L
'aderenza alle terapie mediche, indicata anche con il nome di compliance, viene generalmente definita come la tendenza di un paziente ad assumere i farmaci, secondo la prescrizione del medico curante. Il termine “aderenza” è preferibile a quello usato dagli anglosassoni di “compliance”, perché quest'ultimo suggerisce che il paziente segue passivamente gli ordini del medico mentre il piano terapeutico è basato su una specie di contratto, ovvero una “alleanza terapeutica”, fra paziente e medico. Pertanto, la migliore definizione di aderenza, condivisa a livello generale, è: “il coinvolgimento attivo, volontario e collaborativo del paziente, finalizzato a produrre un risultato terapeutico”. Infatti, il beneficio completo della maggioranza dei farmaci efficaci, a disposizione della medicina, non dipende solo da un’appropriata prescrizione medica ma anche dal comportamento del paziente nel seguire, in modo ragionevolmente corretto, il regime terapeutico prescritto. La ridotta aderenza non è quasi mai un fenomeno “tutto o nulla”, ma include diverse situazioni: errori nel dosaggio, errori nella frequenza di assunzione, omissioni parziali o totali della terapia per diversi periodi di tempo e la completa interruzione del trattamento. La ridotta aderenza è il problema principale delle terapie mediche croniche. Studi americani riportano dati allarmanti, stimando l’aderenza alle terapie in ambito cardiovascolare tra il 30 e l’80% e i dati italiani disponibili non sono meno negativi. I dati del rapporto
OsMed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei farmaci) dell’AIFA riportano che sul totale dei pazienti ipertesi trattati nel 2009 il dato di aderenza è solo del 57%. La percentuale di pazienti aderenti migliora in presenza di diabete mellito (68.9%) e di malattia renale cronica (70%). Tutto questo ha un costo clinico e sociale non indifferente. Studi statunitensi mostrano che nelle malattie cardiovascolari riportando l’adesione dal 50 al 90 % consentirebbe di evitare circa 128.000 ogni anno. Se si considerano poi i costi della non-prevenzione (ospedalizzazioni, farmaci aggiuntivi ecc.) il costo economico è assolutamente rilevante. Apparentemente sembra che la responsabilità sia tutta del paziente. In realtà non è sempre così. La ridotta aderenza può essere classificata in due grandi categorie: intenzionale e non intenzionale. La forma intenzionale dipende da una scelta consapevole del paziente che decide di non assumere la terapia e questo può dipendere da varie cause, razionali o irrazionali. Nel primo caso il paziente ha la convinzione soggettiva che i medicamenti non siano efficaci o possano essere potenzialmente tossici e quindi non ha fiducia nella terapia che gli viene prescritta. Nel secondo caso, il paziente può non essere aderente per ragioni irrazionali, come conseguenza di una risposta emotiva alla patologia ed alla terapia (ad esempio ritiene che quella patologia possa essere curata con metodi “naturali”). In ogni caso, le forme intenzionali, razionali o no, portano in genere ad un’interruzione del trattamento. La mancata aderenza non intenzionale, invece, si ha quando il paziente ha un’esplicita volontà di seguire la terapia ma ha difficoltà nel farlo. Questo problema è riconducibile a motivi esterni, estremamente variabili ed in gran parte legati al contesto socio-economico. Tipiche di questa categoria sono le “dimenticanze” ed i “salti” di dose: in questi casi le autorità e gli operatori sanitari devono fare attuare strategie per migliorare l’aderenza alle terapie mediche.
Prof. Francesco Scaglione
Direttore della scuola di specializzazione in farmacologia medica- Università degli studi di Milano Responsabile del servizio di farmacologia clinica dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano
9
Sindaci per SLAncio Quali sono i sintomi della SLA?Si comincia ad inciampare e ad incorrere in cadute banali per l’insorgere di progressiva debolezza oppure possono comparire difficoltà nel deglutire. La SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è una malattia neurologica degenerativa di cui non si conosce ancora la causa ed è diagnosticata dopo una serie di approfonditi esami. L’incidenza statistica afferma che le persone più colpite sono in genere gli anziani, ma anche le persone fra i 30 e 40 anni, soprattutto gli sportivi. Le cause? Sulla SLA la ricerca è ancora lontana dall’aver individuato le cause di questa patologia. Sono state fatte alcune ipotesi, genetiche e tossiche, ma a tutt’oggi l’eziologia non è ancora conosciuta.
“Sono Roberto Scanagatti, Sindaco di Monza, sostengo Progetto SLAncio e nomino tutti i sindaci della Lombardia”. Con queste parole il primo cittadino di Monza ha invitato i sindaci della Lombardia a sostenere SLAncio. Lo ha fatto in una calda giornata di settembre dopo aver accettato di sottoporsi all’Ice Bucket Challange, ma anziché acqua gelata, gli organizzatori hanno preferito una variante soft, quella dei coriandoli azzurri. “L’aspetto più importante ha precisato Roberto Scanagatti - è sapere che a Monza esiste un nuovo Centro, Progetto SLAncio, un luogo speciale che merita di esser visitato, per conoscere i malati, incontrare le loro famiglie; se venite qui, - ha aggiunto il Sindaco - al Centro, potrete vedere quello che succede,osservare oltre le apparenze e superare gli stereotipi su sofferenza e malattia. Difficilmente si riuscirà a “staccarsi” da una simile realtà.” Oltre a Roberto Scanagatti, altri trenta sindaci della Brianza hanno rinnovato il loro sostegno a SLAncio. “Quello che mi ha colpito - ha affermato Concettina Monguzzi, Sindaco di Lissone - è la lucidità di Luigi Picheca, malato di SLA, immobile, imprigionato nel suo corpo. Una grande tragedia. Inoltre, mi ha colpito di Luigi il suo desiderio di comunicare e di voler mantenere ed estendere le
relazioni”. Dopo i sindaci, anche i giornalisti, gli imprenditori, i familiari, gli operatori del Centro e tanti, tanti cittadini si sono sottoposti all’Ice Bucket Challenge Comunitario: chi con l’acqua gelata, chi con i coriandoli. Fra gli imprenditori che hanno visitato i malati, Massimo Manelli e Andrea Dell’Orto, rispettivamente direttore e presidente di Confindustria MB. L’Ice Buckett Challenge Comunitario a SLAncio è stata un’iniziativa partita a seguito delle nomination di Luigi Picheca 60 anni, da 8 malato di SLA, diffusa via web e dai social network, appello ripreso anche dai giornali e dalle testate locali.
La parola al neurologo
Intervista ad Andrea Magnoni direttore sanitario Progetto SLAncio.
Una cura possibile? Il riluzolo è l’unico farmaco ad oggi consentito e ha il solo potere di rallentare l’evoluzione dei sintomi senza curarli. Sono in corso delle sperimentazioni anche con cellule staminali. Siamo solo all’inizio.
gazzo ho immaginato la professione medica come un ruolo che va oltre la tecnica di diagnosi e prognosi. Il medico è colui che entra in relazione con il malato, con i familiari, con le persone che sono vicini a chi in quel momento chiede aiuto. Il medico mette a disposizione le sue competenze per la cura e il sollievo del dolore, ma deve andare oltre, accompagnare e proteggere chi si trova malato e spesso dipendente dagli altri. Qui a SLAncio diamo il massimo per umanizzare i luoghi di cura. Partiamo dall’ascolto, senza ascolto non ci può essere relazione. Un ascolto con i suoi tempi necessari, attento e rispettoso che non tralascia la sfera emotiva. Il team medico ed infermieristico a SLAncio ha un compito difficile e impegnativo: esser vicino e curare malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, SLA, pazienti in Stato Vegetativo e coloro che sono giunti a fine vita. Siamo chiamati ogni giorno a comprendere i bisogni delle persone, a capire i caratteri e le modalità di reazione alla sofferenza, interveniamo con la medicina e le tecniche, ma soprattutto siamo consapevoli che la cura abbraccia anche la sfera emotiva, il vissuto, la ricerca del senso del presente cercando i modi per vincere la paura del futuro.
Prevenire le malattie neurologiche degenerative è possibile? Per ora non è possibile, confidiamo nei riscontri delle indagini genetiche. Gli Stati Vegetativi invece da cosa sono generati? Sono causati da stati traumatici, post anossici, da arresto circolatorio, o conseguenti da danni vascolari del cervello; lo Stato Vegetativo è una condizione di vigilanza senza responsività agli stimoli esterni. Perché hai scelto di lavorare a SLAncio? Lavorare a SLAncio ha significato per me una scelta di vita. Fin da ra-
Andrea Magnoni-direttore sanitario Progetto SLAncio.
3 DICEMBRE 2014
Giornata Internazionale delle Persone con Disabilitá
10
Prevenzione Famiglia
Oggi anch’io al lavoro con te Cronaca di una giornata in Asl con i propri figli Antonella Laudati Dipartimento ASSI
concretamente la sede dell’ASL e di identificare il posto di lavoro dei genitori; potranno quindi essere più comprensivi quando la mamma o il papà sono sempre di corsa per arrivare a timbrare col “famoso badge” . Ma l’incontro di quest’anno si è arricchito ancor più di significato perché i bambini attraverso il gioco, ma nello stesso tempo in un ambiente autorevole, hanno ricevuto informazioni sull’importanza di alimentarsi correttamente. E questo vale anche per tutti gli adulti che hanno partecipato.
La visita degli studenti finlandesi all’Asl Vilma Castelli Servizio famiglia
I
l 10 ottobre si è svolta in azienda la terza edizione della giornata dedicata ai figli dei dipendenti dell’ASL MB dal titolo “Oggi anch’io al lavoro con te – cibo, relazioni e ….. un pizzico di creatività”.
L’iniziativa, che rientra tra le azioni promosse dall’ASL MB in materia di Conciliazione Famiglia – Lavoro, in collaborazione con RSU e CUG, quest’anno era incentrata sul tema della corretta alimentazione, in linea con il tema dell’Expo 2015 e ha visto la partecipazione entusiasta di 22 bambini, che accompagnati da mamma o papà e in un caso anche da una nonna, hanno avuto l’opportunità di visitare il luogo di lavoro dei genitori, cosa che suscita sempre un fascino particolare nei piccoli. Grande entusiasmo dei bambini al momento dell’accoglienza quando hanno ricevuto un badge personale sul quale hanno scritto il loro nome; poi hanno fatto il giro dei diversi uffici e delle Direzioni, dove hanno potuto parlare con i Direttori e rivolgere domande sul loro lavoro. Il pomeriggio è continuato in Auditorium dove si sono svolte iniziative sul tema del giorno, l’importanza di una sana alimentazione, ed è stato bello vedere i bambini molto interessati all’argomento, tanto che mio figlio Alessandro, tornando a casa, mi ha solennemente dichiarato “da oggi dovrò assolutamente mangiare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno per mantenermi sano e in forma e vincere a calcetto!”. I piccoli si sono cimentati quindi in attività di laboratorio preparando il loro piatto preferito, con l’utilizzo di ingredienti sani (rappresentati da materiale simbolico, es. spaghetti fatti con cordoncini colorati), dal momento che il messaggio era “per alimentare i propri desideri occorre mangiare in modo equilibrato” preparando vassoi con Cibo da sogno. Si sono poi impegnati nell’indovinello “SECONDO ME QUESTO E’……… INDOVINO SENZA GUARDARE”: infilando la mano in una scatola chiusa, quindi senza vedere e solo col tatto, dovevano indovinare di che cibo si trattasse. Dieci erano le scatole e molti cibi sono stati individuati: zucca, fagioli, aglio,…. più difficile azzeccare i pinoli che sono stati scambiati per sassolini. Anche per le mamme si è tenuto un laboratorio consistente nella simulazione di una spesa da acquistare attraverso il circuito di un GAS (Gruppo acquisto Solidale), finalizzato alla comprensione dei meccanismi di un gruppo che acquista, valorizzando l’attività delle piccole imprese del territorio che producono alimenti sani e a prezzi contenuti. L’ipotesi del GAS prevedeva anche la possibilità di accantonare una piccola quota da destinare ad un progetto condiviso da parte del gruppo che acquista.
L
a mattina dell’8 ottobre scorso abbiamo accolto nella sede della Asl di Viale Elvezia un gruppo di studenti finlandesi, della Abo Akademi University, dove frequentano un corso di politiche sociali.L’incontro ha rappresentato per loro l’occasione per conoscere e confrontarsi con un sistema ed un’organizzazione dei servizi totalmente diversa da quella del loro paese.
Agli studenti, accompagnati da due docenti della università finlandese e da una docente dell’Università Bicocca di Milano – di cui erano ospiti – è stato proposto in modo articolato un ventaglio di servizi e interventi ricco di informazioni e dati concernenti le diverse attività svolte dalla ASL. Dopo una prima parte dedicata al quadro generale del contesto e delle funzioni dell’Azienda Sanitaria Locale sono stati introdotti gli ambiti di intervento del Dipartimento ASSI (Attività Socio-Sanitaria integrata): come viene dato ascolto ai bisogni delle persone e delle famiglie all’interno del ciclo di vita e come vengono integrate la dimensione sociale e quella sanitaria nelle risposte offerte, soffermandosi in particolare sulle peculiarità dell’organizzazione presente nella nostra Regione. Si è così spaziato dai bisogni dei neo genitori, che trovano nel Consultorio Familiare una serie di interventi rivolti loro come sostegno alla genitorialità, ai bisogni delle persone con disabilità, quali i progetti di promozione psico-educazionali a favore di soggetti con autismo. Spazio è stato anche dato alle attività sperimentali attivate a seguito di progetti regionali specifici che hanno previsto l’erogazione di contributi economici a favore di persone in particolari condizioni di difficoltà anche economica (Nasko, Cresco, Sostengo) e condizioni di bisogno grave (es. voucher dedicati a persone in stato vegetativo, affetti da SLA). Il breve filmato proiettato sul tema conciliazione famiglia –lavoro non ha avuto bisogno di traduzione, presentando la situazione tipo di tante mamme impegnate a tenere in equilibrio le esigenze delle vita familiare con quella lavorativa. All’incontro hanno partecipato anche due tirocinanti del corso di Laurea in Servizio sociale dell’Università Cattolica di Milano che hanno curato in particolare gli strumenti di comunicazione. Infine la visita realizzata presso la struttura del Distretto di Monza, Via Boito, ha permesso agli studenti finlandesi di vedere concretamente i luoghi in cui persone e famiglie presentano i loro bisogni e trovano un sistema integrato di risposte. Anche questo momento, che è stato molto apprezzato, ha permesso il confronto con il sistema di welfare finlandese, molto diverso nella sua impostazione, e che si trova in una fase di riorganizzazione. Per gli operatori ASL questo incontro, come altri analoghi, è stata l’occasione per rivisitare la propria attività quotidiana all’interno di uno “scambio” culturale e professionale che si è ancora una volta rivelato molto interessante. E’ questa infine l’occasione per ringraziare tutti gli operatori che hanno collaborato, dedicando tempo alla preparazione e alla gestione dell’incontro, e in particolare a chi – forte di una buona competenza linguistica inglese - si è prestato a fare da traduttore.
Anche per gli adulti è stato proposto un momento ludico, con la gara dell’ INDOVINA: QUANTO PESA? dove le partecipanti dovevano indovinare il peso di un pezzo di parmigiano: la gara si è conclusa con la vittoria di una collega che si è aggiudicata il parmigiano, essendosi avvicinata al peso con uno scarto di soli 6 grammi! un vero occhio esperto ! La giornata si è poi conclusa con una sana merenda per i bambini e un sacchetto di prova per acquisti tramite GAS. E’ stato un bel pomeriggio innanzitutto perché ha consentito ai bambini di vedere
Le studentesse finlandesi insieme alle colleghe della nostra ASL
11
Latte e dintorni Il mondo della produzione del latte in stalla Attilio Besana con la collaborazione di Isabella E. Trezzi
Servizio Igiene degli Allevamenti e delle Produzione Zootecniche
C
on questo numero di ASL notizie prende il via la rubrica “Latte e dintorni”, che intende esplorare con voi il mondo del latte, dalla sua produzione in stalla fino al prodotto finito, o suo derivato, pronto al consumo. In questo articolo esploreremo il mondo della produzione in stalla; nei prossimi numeri indagheremo i processi di trasformazione del latte e dei suoi derivati per arrivare al prodotto finito pronto al consumo sulle nostre tavole, in cui saranno anche analizzati alcuni tra gli errori più comuni commessi nelle fasi di acquisto e conservazione domestica. La rubrica darà spazio anche a voi lettori! Potrete inviare domande o richieste di chiarimento all’indirizzo mail:
[email protected]. I Vostri quesiti e le nostre risposte saranno pubblicati nei numeri successivi di Asl Notizie. “La qualità del latte dalla stalla alle nostre tavole” Si parla ormai da diversi anni di latte di qualità, ma come dobbiamo intendere tale definizione? Per l’allevatore il latte di buona qualità è il latte intero, fresco e grasso, munto da animali ben alimentati e sani. Per il trasformatore, il latte di qualità oltre ad essere buono ed igienico deve avere una buona resa in formaggi. Per il commerciante la qualità del latte è sovrapposta a quella del servizio: un latte di qualità è quello che gli viene consegnato fresco puntualmente tutte le mattine confezionato in un’attraente confezione. in tutta la filiera, dall’allevamento alla distribuzione, attraverso la verifica che i processi e i prodotti corrispondano a specifici criteri stabiliti. La qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto che gli conferiscono la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite dei consumatori. Nel ciclo di produzione, trasformazione e consumo, i diversi protagonisti sono generalmente interessati ad un solo aspetto della qualità, in genere quello su cui è esercitata la loro azione, ma in un concetto globale è un errore non considerare ogni esigenza di qualità di ogni attore della filiera. Il termine qualità non può permettersi di escludere inoltre il concetto di: “alimento sicuro per la salute del consumatore”. La normativa comunitaria in vigore comprende una serie di Regolamenti (Reg. 178/02/CE; Reg. 852/04/CE; Reg. 853/04/CE; Reg. 2073/05/CE) per garantire la faccia della qualità che interessa appunto gli aspetti igienico sanitari degli alimenti in tutte le fasi della filiera produttiva. Tali normative si basano sul principio che le aziende coinvolte in tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti di origine animale o di mangimi, sono responsabili di assicurarne la qualità e la sicurezza per il consumatore finale, andando ad individuare: le forme di controlli ufficiali attuati dal personale di vigilanza dei Dipartimenti di Prevenzione Veterinari quali: ispezione (l’esame di qualsiasi aspetto relativo ai mangimi, agli alimenti, alla salute e al benessere degli animali per verificare che tali aspetti siano conformi alle prescrizioni di legge); audit (l’ esame che indaga se l’azienda ha un sistema valido al fine di garantire la sicurezza alimentare delle sue produzioni; campionamento per analisi di laboratorio (attività atta ad indagare, in un alimento o in un mangime, oppure in una qualsiasi altra sostanza necessaria alla loro produzione/trasformazione, le possibili sostanze indesiderate che possano interessare la salute dell’uomo o degli animali); i criteri di conformità degli impianti (stalle, stabilimenti, trasporti, luoghi di vendite ecc…); i modi igienicamente corretti di fabbricazione per tutte le filiera; le norme per il benessere degli animali allevati per le produzioni; in una frase: qualità e sicurezza “dalla stalla alla tavola” (from farm to table). La “qualità totale” nella produzione del latte crudo bovino Raggiungere tale traguardo da parte dell’allevatore è ormai una necessità per la sopravvivenza dell’intera filiera, perché la genuinità e la qualità igienico-sanitaria è ciò che vuole il consumatore. Ma cos’è per l’allevatore la “qualità totale”? Una scatola vuota? No, è una scatola che contiene quelle norme citate che susseguendosi, hanno stabilito criteri di igiene, modalità di lavoro e di controllo che gli allevatori hanno recepito ed applicano, per arrivare ad un livello di professionalità e competenza adeguate a dare risposte e soddisfare i desideri dei consumatori. Il latte igienico e di qualità (buono e sicuro!) è quindi un prodotto che deve avere determinate caratteristiche: rispettare standard microbiologici e chimici, standard qualitativi per contenuti in grasso, proteine, lattosio, acqua e organolettici per odore e sapore. Gli allevamenti che producono il latte, sono aziende alimentari con responsabilità precise nei confronti dei consumatori e della filiera. Tutte le aziende devono essere registrate presso i Servizi Veterinari competenti come produttori di alimenti, devono sottostare a controlli periodici igienico-sanitari e devono rispettare i criteri di conformità del latte prodotto in ottemperanza ai parametri stabiliti dalle normative del settore. Ma non solo… anche la struttura della stalla dove sono allevati gli animali, le attrezzature, i locali di mungitura, l’alimentazione ed il rispetto del benessere devono corrispondere a precise norme di tutele igienico-sanitarie e di salute degli animali.
I locali adibiti a stalla devono essere ampi, ben areati e illuminati, dotati di lettiere idonee e non irritanti per gli animali, tenute rinnovate e pulite. Gli animali devono avere a disposizione acqua di abbeverata in quantità sufficiente, di facile accesso e pulita. Devono essere alimentati in modo corretto con foraggi e mangimi genuini e devono poter accedere alle mangiatoie senza competere tra di loro. I bovini devono essere tenuti puliti e sottoposti a cure veterinarie qualora ne abbiano bisogno. L’allevatore conosce i propri animali ed è in grado di individuare quando qualcosa non va; è importante che li controlli attentamente anche più volte al giorno. Ogni bovino deve avere spazi sufficienti, inoltre mosche e roditori devono essere tenuti sotto controllo; nel caso in cui il numero di detti infestanti diventi pericoloso per l’igiene ed il benessere degli animali, gli allevatori intervengono con sistemi di lotta adeguati.
nell’impianto.
La sala di mungitura e l’attività di mungitura sono importanti ai fini della “qualità totale”, l’igiene deve essere regina in questa fase della produzione del latte. Ogni bovino è identificato con un numero univoco e giunge alla mungitura pulito, mammelle e capezzoli vengono lavati ed asciugati prima di ogni mungitura. I primi getti di latte (fatti fuoriuscire a mano) e le mammelle, vengono valutati dal mungitore al fine di eliminare dalla munta eventuali animali con patologie della mammella (mastiti). I gruppi di mungitura, porzioni dell’attrezzatura per mungere a diretto contatto con le mammelle degli animali (vedi foto), devono essere puliti e disinfettati tra una mungitura e l’altra. Alla fine della mungitura i capezzoli della bovina vengono disinfettati con prodotti autorizzati ed innocui. A fine mungitura, tutti gli impianti e le attrezzature utilizzate devono essere lavate, disinfettate e risciacquate in modo che nessun residuo di latte o di detergenti e disinfettanti permanga
I bovini che sono produttori di latte destinato all’alimentazione diretta o alla trasformazione, non devono avere malattie trasmissibili all’uomo o agli altri animali. Tutta la mandria deve essere esente da brucellosi e da tubercolosi (malattie infettive trasmissibili all’uomo): per questo con cadenza annuale o biennale ogni bovino è controllato dal servizio Veterinario della ASL attraverso esami di laboratorio. Anche il personale addetto alle operazioni di allevamento e mungitura deve essere idoneo, non deve essere affetto da malattie trasmissibili, non deve avere ferite recenti alle mani o infezioni delle vie aeree, deve indossare abiti puliti dedicati alle sole operazioni di mungitura e deve lavare e disinfettare le mani prima e durante la mungitura. Il latte munto deve essere refrigerato al più presto, conservato in un frigorifero (cosiddetto tank) ad una temperatura minore di +4°C nel caso il latte sia venduto per il tramite dei distributori automatici o minore di +6°C se il latte viene conferito ad un impianto di trasformazione. È importante che questo frigorifero funzioni correttamente, sia pulito e disinfettato ad ogni svuotamento e tenuto sotto controllo dall’allevatore per il rispetto delle temperature citate. Questo controllo è importante in quanto impedisce che il latte si deteriori inevitabilmente per alterazione microbiologica, perdendo freschezza, quindi qualità igienica e sanitaria. Quanto sopra descritto è sicuramente molto impegnativo per gli allevatori di bovini da latte, ma gli allevatori, compresi quelli presenti nel nostro territorio, sanno che le procedure ed i criteri di qualità ed igiene fin qui descritti, rappresentano la sola strada sulla quale devono camminare per partecipare e creare il primo anello di quella catena che chiamiamo “qualità totale”.
Per ogni chiarimento, dubbio o curiosità vi ricordiamo che siamo a Vostra disposizione all’indirizzo di posta elettronica:
[email protected].
12
Prevenzione
Ebola: si vince facendo gioco di squadra con il contributo del Professor Andrea Gori
Professore straordinario Università degli Studi di Milano Bicocca, Direttore Clinica Malattie Infettive A.O. S. Gerardo, Monza
Il numero verde 800276775 della ASL dedicato alle Malattie Infettive, è stato potenziato e risponde ai cittadini da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 11.30.
EBOLA
CHE COS’É E IN QUALI PAESI E’ DIFFUSO
I
n questi mesi la nostra ASL ha tenuto costantemente aggiornati i professionisti sanitari sugli sviluppi del quadro epidemiologico della diffusione del virus Ebola e sugli strumenti utili al contenimento della diffusione della malattia. Sono stati attivati tavoli tecnici con le Aziende Ospedaliere del territorio per il rafforzamento della rete e la definizione di protocolli di intervento congiunto e a tutti i professionisti sanitari del territorio saranno inviate le specifiche istruzioni operative, concordate e messe in atto con tutti gli attori della rete interessati, atte a garantire la sorveglianza attiva dei viaggiatori in aree a rischio e la gestione dei casi sospetti. Contestualmente l’ASL ha proseguito l’attività di sorveglianza sindromica dei migranti, con particolare attenzione ai soggetti provenienti dalle aree a rischio. L’Ospedale San Gerardo, reparto di Malattie Infettive, è il primo “filtro” sul territorio che, effettua attività di consulenza infettivologica, dei casi segnalati dai Medici di Medicina Generale, Medici di Continuità Assistenziale e Pediatri di Famiglia e dalle altre Aziende Ospedaliere e Sanitarie accreditate, al fine di effettuare una diagnosi differenziale che consente di inviare all’Ospedale Sacco solo i casi definiti a “rischio alto” (Verifica esistenza criterio clinico + collegamento epidemiologico + il contatto con il caso).
L’Ebola (Ebola Virus Desease) è un’infezione virale ad altissima letalità ed elevata contagiosità. Il serbatoio naturale del virus Ebola sembra essere il pipistrello della foresta africana. Non esiste alcuna terapia specifica per curare questa malattia. La mortalità varia dal 50-90% dei casi. Le comunicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – aggiornate al 14 ottobre 2014 - informano che i Paesi dell’Africa occidentale affetti dall’epidemia di Malattia da virus Ebola (EVD):
non trasmettono l’infezione. La fase di contagiosità inizia con la comparsa dei sintomi. La malattia è caratterizzata dallo sviluppo di febbre, astenia, dolore muscolare, cefalea e mal di gola. Questi sintomi, del tutto aspecifici, possono essere seguiti da vomito, diarrea, comparsa di esantema, e, in alcuni casi, fenomeni emorragici. I sintomi possono manifestarsi da 2 a 21 giorni dopo il contatto, con un picco tra il 7° e il 14° giorno dal contatto. QUALI SOGGETTI SONO A RISCHIO DI CONTRARRE IL VIRUS EBOLA? Il personale sanitario, di fronte a un paziente che presenta febbre o storia di febbre nelle ultime 24 ore, deve attentamente verificare in anamnesi l’eventuale soggiorno in una delle aree colpite da malattia da virus Ebola [Liberia, Guinea e Sierra Leone a cui aggiungere aree centrali del Congo (www.ministerosalute. it)], nei 21 giorni precedenti l’esordio della febbre o di altre condizioni previste nel criterio epidemiologico, in modo da individuare tempestivamente i casi sospetti da sottoporre ad approfondimento diagnostico ed inviarli al reparto di Malattie Infettive di riferimento. COME CI SI DEVE PROTEGGERE DAL CONTAGIO?
Trasmissione diffusa e intensa Guinea (Conakry) Liberia Sierra Leone Caso/casi iniziali e trasmissione localizzata Nigeria (Ebola free dal 20 ottobre) Senegal (Ebola free dal 17 ottobre) Spagna Stati Uniti d’America. MODALITA’ DI TRASMISSIONE E SINTOMI Il virus Ebola si trasmette attraverso il contatto con i fluidi biologici (sangue o altri liquidi/materiali biologici, quali saliva, feci, vomito, sperma) di un paziente infetto. L’infezione si trasmette per contatto diretto (per via cutanea o mucosale) mentre non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea. I pazienti infetti asintomatici non sono contagiosi e
tali da aghi e altri strumenti taglienti • Smaltimento sicuro dei rifiuti • Pulizia e disinfezione dell’ambiente • Manipolazione sicura di biancheria contaminata • Pulizia e disinfezione delle attrezzature di cura del paziente I pazienti ad alto rischio di malattia da Ebola devono essere ricoverati in stanze di isolamento munite di filtri Hepa e dotate di pressione negativa.
L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è in grado di ridurre il rischio di contagio. E’ quindi importante la corretta adozione delle precauzioni standard nella cura per tutti i pazienti: • L’igiene delle mani • Adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) • Prevenzione delle lesioni acciden-
IN CONCLUSIONE: EBOLA E’ UN RISCHIO PER NOI ? La probabilità di introduzione del virus in Italia è bassa perché: Non esistono collegamenti aerei diretti con le aree più colpite dall’epidemia Le misure di controllo in aereoporti, sia in partenza dai paesi colpiti che di arrivo in Europa sono state rinforzate L’arrivo via mare con i flussi migratori di una persona contagiata è, considerato il breve periodo d’incubazione, molto improbabile Le strutture sanitarie sono state allertate per gestire eventuali casi sospetti Le persone più a rischio sono gli operatori sanitari o di assistenza che intervengono nei Paesi in cui l’epidemia è in atto.
13
Ebola: sorveglianza attiva Alla presenza dell'Assessore alla Salute della Regione Mario Mantovani, del Prefetto di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi, del Presidente della Provincia Gigi Ponti e di Roberto Scanagatti, Sindaco di Monza e Presidente ANCI Lombardia si è svolto l'incontro "Ebola: sorveglianza attiva" con la finalità di illustrare le azioni messe in atto sul territorio per garantire la prevenzione, la sorveglianza e il controllo della malattia sulla base delle nuove indicazioni ministeriali e regionali, che tengono conto dell’evoluzione del quadro epidemiologico. “Regione Lombardia è a disposizione con tutti i mezzi necessari in caso di una evenienza straordinaria per quanto riguarda il virus Ebola. È tutto sotto controllo. Non ci sono particolari urgenze, se non un'attenzione maggiore. In ogni caso, per quanto riguarda Regione Lombardia, è pronta la rete ospedaliera, l'ospedale Sacco, i mezzi di trasporto straordinari, i medici per l'eventuale paziente. Siamo pronti su tutti i fronti e abbiamo la sicurezza e la tranquillità di sapere che la sanità in Lombardia è comunque sempre all'altezza del compito" ha rassicurato l'assessore regionale Mantovani in apertura ai lavori. I professionisti intervenuti tra cui Matteo Stocco, Direttore Generale ASL Provincia di Monza e della Brianza, e Andrea Gori, Professore straordinario Università degli Studi di Milano Bicocca, Direttore Clinica Malattie Infettive AO S. Gerardo, hanno approfondito diversi aspetti della malattia dal punto di vista dell’epidemiologia e dei protocolli per la gestione dei casi sospetti alle misure di sorveglianza sui contatti. Tra i temi affrontati durante il meeting informativo è stato dato spazio anche alle misure per la sorveglianza sanitaria dei viaggiatori e dei profughi ospitati nel territorio dell’ASL. A questo riguardo l’assessore Mantovani è voluto intervenire per rassicurare l’opinione pubblica sul pericolo di contagio legato all’arrivo dei profughi: “Riguardo ai timori espressi da alcuni cittadini per la presenza di profughi in Lombardia, sottolineo che si tratta di preoccupazioni comprensibili, ma assicuro che tramite le Asl, sono attive misure di prevenzione nei confronti delle persone temporaneamente alloggiate sul territorio lombardo, secondo le indicazioni ministeriali”.
Silvia Crippa, U.O. Igiene e Sanità Pubblica Desio ASL Monza e Brianza Matteo Stocco, Direttore Generale ASL Monza e Brianza Gigi Ponti, Presidente della Provincia di Monza e Brianza Carlo Maria Teruzzi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Monza e Brianza Giovanni Fioni, U.O. Malattie Sessualmente Trasmissibili ASL di Monza e Brianza Andrea Gori, Direttore Clinica Malattie Infettive A.O. San Gerardo di Monza Patrizia Zarinelli, Direttore Sanitario ASL di Monza e Brianza
L’ASL infatti in questi mesi ha tenuto costantemente aggiornati i professionisti sanitari sugli sviluppi del quadro epidemiologico della diffusione del virus Ebola e sugli strumenti utili al contenimento della diffusione della malattia. Sono stati attivati tavoli tecnici con le Aziende Ospedaliere del territorio per il rafforzamento della rete e la definizione di protocolli di intervento congiunto. A tutti i professionisti sanitari del territorio verranno diffuse le specifiche istruzioni operative, concordate e messe in atto con tutti gli attori della rete interessati, atte a garantire la sorveglianza attiva dei viaggiatori in aree a rischio e la gestione dei casi sospetti. LASL inoltre ha proseguito l’attività di sorveglianza sindromica dei migranti, con particolare attenzione ai soggetti provenienti dalle aree a rischio.
Un aiuto concreto per i malati di AIDS Sabrina De Mauro
Dipartimento Cure Primarie-Servizio Assistenza Sanitaria Primaria Unità Operativa Malattie a Trasmissione Sessuale
T
ra le attività dell’Unità Operativa Malattie a Trasmissione Sessuale (UOMTS) vi è anche l’attivazione di assistenza extra-ospedaliera per malati di AIDS (A.E.M.A.) residenti nella provincia di Monza e Brianza che può avvenire su richiesta dell’interessato o su segnalazione di altre persone (familiari, conoscenti) o altri servizi (Comuni, Centri Psico Sociali, Ser. T.) purché vi sia il consenso dell’interessato. Le unità d’offerta dell’A.E.M.A. esistenti sul nostro territorio sono:
Assistenza Domiciliare Centro Diurno 1 Casa Alloggio a bassa intensità assistenziale, dedicata a situazioni stabilizzate dal punto di vista sanitario ma che necessitano di prestazioni socio-assistenziali a Concorezzo 2 Case Alloggio ad elevata integrazione sanitaria, che rispondono sia a bisogni socio-assistenziali sia a necessità infermieristiche collocate a Seveso e a Concorezzo Residenze Socio-Assistenziali (R.S.A.) Hospice L’attivazione dell’una o dell’altra unità d’offerta viene decisa tenendo conto di una duplice valutazione, medica e sociale, effettuata rispettivamente dal Medico di Medicina Generale e dall’Assistente Sociale dell’UOMTS, che tiene conto dei bisogni sanitari e socio-assistenziali dell’utente. Tale valutazione esita in un punteggio di gravità clinica e sociale (scheda AIDASS) e in caso di valutazione positiva vi è l’attivazione dell’A.E.M.A. e la contestuale stesura di un Piano Individualizzato di Assistenza, concordato con l’interessato, nel quale vengono dettagliati sia i dati clinici e psico-sociali sia gli obiettivi che si intendono perseguire per il raggiungimento di un maggior benessere del paziente e per il supporto ai familiari. L’andamento della progettualità viene periodicamente monitorato e verificato dal Medico e dall’Assistente Sociale attraverso visite domiciliari, colloqui con il paziente e i familiari, riunioni di rete con altri eventuali servizi coinvolti nella co-gestione del caso. L’interdisciplinarità con la quale viene valutata, monitorata e verificata la situazione di ogni singolo utente garantisce dinamicità progettuale, permette un’articolata individuazione dei bisogni e delle potenzialità dell’interessato e, se le condizioni cliniche e/o assistenziali si modificano, permette il veloce passaggio da un’unità d’offerta all’altra.
La tabella riporta il numero dei residenti della ASL Monza e Brianza che sono stati inseriti nelle varie unità d’offerta nel corso del 2014: ASSISTENZA DOMICILIARE CENTRO DIURNO CASE ALLOGGIO A BASSA INTENSITA’ASSISTENZIALE CASE ALLOGGIO AD ELEVATA INTENSITA’ASSISTENZIALE RSA HOSPICE TOTALE
21 11 3 14 1 2 52
Se si ritenesse di essere in una condizione di bisogno, si è a conoscenza di una condizione meritevole di assistenza nel circuito dell’HIV/AIDS, o anche per avere informazioni è possibile prendere contatti con l’U.O.M.T.S. ai numeri 039/2717481-98-89 (Assistente Sociale De Mauro, Dr.ssa Corsico, Dr.ssa Marconi).
IL 1 DICEMBRE é stata la GIORNATA MONDIALE DELL’AIDS Dopo il successo delle aperture serali del mese di settembre e della giornata mondiale dell’AIDS, l’ambulatorio MTS sará aperto nuovamente in orario serale nel mese di Marzo, in occasione della Festa delle Donne Tutte le informazioni su www.aslmonzabrianza.it/testhiv
14
Prevenzione
Epidemiologia, prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del colon-retto nell’Asl di Monza e Brianza successivo intervento per l’asportazione. È bene comunque infine ricordare che, indipendentemente dall’esecuzione del test, in caso di disturbi intestinali significativi o di perdite di sangue con le feci, è opportuno rivolgersi subito al proprio medico di medicina generale. Nell’ASL di Monza è in atto da tempo la collaborazione con i medici di famiglia perché venga potenziato il messaggio: quanta più gente parteciperà al programma di screening rispetto alla quota attuale (pari a circa 45% degli invitati) tanto più elevata sarà l’efficacia del programma stesso: in parole povere si salveranno più persone e verrà migliorata la qualità della vita di chi avrà avuto una diagnosi precoce. Se siete in fascia di età 50-69 anni, quando riceverete l’invito a partecipare non trascuratelo; qualora lo abbiate perso e comunque per richiedere informazioni telefonate al numero verde screening per riceverne un altro dopo colloquio con le operatrici che con competenza professionale risponderanno alle vostre domande.
Luca Cavalieri d’Oro Servizio di Epidemiologia ASL di Monza e Brianza
Faustina Lobuono
Unità Operativa Screening Oncologici
L
o scopo dei programmi di screening dei tumori è favorire la diagnosi precoce per aumentare le possibilità della cura e della guarigione, rivolgendosi direttamente a persone che sono in una fascia di età in cui il rischio di ammalarsi per questi tumori è particolarmente elevato. I tumori dell’intestino, che rappresentano in Italia e in Lombardia la seconda causa di morte per tumore sia negli uomini (dopo il tumore al polmone) sia nelle donne (dopo il tumore della mammella), possono essere prevenuti con grande anticipo con il programma di screening organizzato dall’ASL nella cornice della prevenzione regionale. Per ottimizzare le strategie finalizzate alla conoscenza e alla prevenzione del fenomeno tumorale sul territorio, nell’ASL di Monza il Servizio di Epidemiologia si occupa sia delle azioni di corretta raccolta dati che di messa in atto di strategie preventive di screening di riconosciuta efficacia: il Registro Tumori ed il Registro Nominativo delle Cause di Morte ci consentono di affermare con certezza che ogni anno nel nostro territorio si ammalano di tumore del colon e del retto in media 700 persone e che circa 250 residenti muoiono per un tumore diagnosticato in fase avanzata, che avrebbe potuto essere diagnosticato in fase benigna o precoce in molti casi. Il programma di screening, gestito presso l’Unità Operativa Screening Oncologici, è gratuito in tutte le sue fasi, propone a tutte le donne e a tutti gli uomini dai 50 ai 69 anni (circa 200.000 in totale) l’esecuzione, ogni due anni, di un semplice test: la ricerca di sangue occulto nelle feci. Qualora il test risulti positivo, viene proposta l’effettuazione di un altro esame, chiamato “colonscopia”: il programma permette in questo modo di evidenziare l’eventuale presenza di polipi o lesioni tumorali nell’intestino, rendendo possibile la prevenzione o la diagnosi precoce e tempestivi interventi di cura poco invasivi. Lo sviluppo di un tumore del colon-retto è quasi sempre preceduto dalla comparsa di lesioni benigne dell’intestino chiamate polipi o adenomi. Molto spesso i polipi, ma anche i tumori maligni del colon-retto, non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni precoci della presenza di un polipo o di un tumore del colon-retto, anche nelle sue prime fasi di sviluppo, è il sanguinamento non visibile ad occhio nudo. Il test proposto dal programma di screening permette proprio di identificare la presenza di sangue nelle feci. Se il risultato dell’esame è negativo (quindi in assenza di sangue occulto), il test è da ripetere dopo due anni. La lettera personalizzata di invito ad eseguire il test è inviata dal Centro Operativo Screening alle persone residenti nei 55 comuni dell’ASL: circa 100.000 persone ogni anno in età di screening sono potenziali candidate. Per favorire la partecipazione al programma,
in un quadro che coinvolge i farmacisti del territorio, quando si riceve la lettera è possibile recarsi presso qualsiasi farmacia sul territorio dell’ASL per ritirare il materiale necessario per l’esecuzione del test, assieme alle istruzioni per il suo utilizzo, che sono forniti gratuitamente dall’ASL e il test si esegue entro un mese a casa propria. Non è richiesta una dieta particolare. Occorre prelevare un piccolo campione di feci e inserirlo nell’apposita provetta ritirata in farmacia, da conservare in frigorifero fino alla riconsegna, possibilmente entro un paio di giorni dal prelievo, nella stessa farmacia che ha consegnato il kit. Gli operatori del laboratorio analisi centrale provvederanno ad analizzare i campioni e gli esiti del test saranno trasmessi al Centro Operativo Screening, che provvederà a comunicarli agli interessati in circa venti giorni dalla riconsegna della provetta in farmacia. Su 100 persone che eseguono il test, 95 hanno un esito negativo, vale a dire una rassicurazione sul proprio stato di salute; 5 persone hanno invece un risultato positivo, cioè il test registra la presenza di sangue nascosto nelle feci: nella gran parte dei casi (nel 60-70%) ciò non significa presenza di polipo o di lesione tumorale. Il sanguinamento può infatti essere dovuto anche ad altre cause, come la presenza di ragadi, emorroidi o diverticoli. Individuare piccole, invisibili perdite di sangue consente però di diagnosticare eventuali polipi o lesioni tumorali in fase molto precoce. Questo significa poter intervenire tempestivamente anche con le cure aumentando la possibilità di completa guarigione. Anche questo test, come ogni altro esame, ha dei limiti: non tutti i polipi o i tumori in fase iniziale si manifestano con sanguinamento e dunque l’assenza di sangue al momento del test non fornisce una sicurezza assoluta sull’assenza di polipi o lesioni tumorali; il sanguinamento può essere intermittente e quindi non rilevabile con certezza al momento del test. Per questi motivi è molto importante ripetere il test di screening ogni due anni, così come prevede il programma. Il programma di screening prevede comunque che, dopo un test che registra la presenza di sangue occulto, sia eseguito un accertamento con colonscopia (o con altri esami radiologici in caso di impossibilità). La colonscopia esamina tutta la superficie interna del grosso intestino e, contestualmente, in caso di necessità, permette di asportare polipi o piccoli lembi di mucosa per approfondimento. Solo in caso di presenza di tumore o di polipo con caratteristiche particolari (grandi dimensioni, assenza di peduncolo) può rendersi necessario un
dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12.30.
Un consiglio per il tuo smartphone
Where ARE U - APP gratuita per la localizzazione delle chiamate al 112.
Scarica la nuova APP 112 di AREU sul tuo cellulare! In caso di emergenza, ti basta premere sull’icona per essere localizzato in tempo reale e inviare contemporaneamente la tua posizione esatta (anche nei casi in cui non si conosce o non si è in grado di fornire dati precisi) alla Centrale del Numero Unico dell’Emergenza (NUE) 112 della Lombardia. Come funziona l’app? L’app rileva la posizione tramite GPS e/o rete dati e la mostra sul telefono; al momento della chiamata la posizione viene trasmessa tramite rete dati o tramite SMS se la rete dati non è disponibile. E’ utile sempre? Sì. L’informazione sulla posizione del chiamante è disponibile al NUE 112 della Lombardia ma Where ARE U è utile sempre perché indica la località e la via in cui si è o la sola posizione GPS, se non si è in ambito urbano. Come faccio ad averla? WHERE ARE U è disponibile per IOS, ANDROID e WINDOWS PHONE. La trovi su www.areu.lombardia.it oppure su Apple App Store, Google Play Store o Windows Phone App Store, cercando “112 Where ARE U”.
15
Prevenire l’obesità infantile e promuovere l’attività fisica Una sinergia tra l’Ambulatorio di Medicina dello Sport e il Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione L’obesità è una patologia complessa che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, tanto da essere definita una pandemia. Tale sindrome rappresenta un grosso problema di rilevanza sociale, in particolare per le implicazioni che comporta sullo stato di salute degli individui affetti e per i costi sociali ad essa addebitabili. Ciò che preoccupa maggiormente è il costante aumento della prevalenza di sovrappeso ed obesità nella popolazione pediatrica: infatti alle condizioni di obesità sono associate complicanze metaboliche, cardiovascolari, respiratorie, ortopediche e psicosociali che si manifestano sempre più precocemente nei bambini obesi. Tale problema coinvolge anche i ragazzi che accedono all’Ambulatorio di Medicina dello Sport per sottoporsi agli accertamenti finalizzati all’idoneità alla pratica sportiva agonistica o non agonistica: l’attività sportiva è in genere praticata per 3-4 ore alla settimana, insufficienti sia rispetto alle reali necessità motorie del ragazzo sia per compensare abitudini alimentari scorrette sia in senso qualitativo che quantitativo.
18 febbraio 1982) e non agonistica ( 23 aprile 2013) risultano nella norma, il certificato emesso ha durata SEMESTRALE e non annuale (come stabilito dalla stessa normativa), allo scopo di stimolare il ragazzo ad un maggiore autocontrollo sulla base delle indicazioni alimentari fornite. Nel corso della visita il Medico dello Sport fornisce le indicazioni per uno stile di vita attivo che prevede, oltre alla pratica regolare di uno sport, l’uso delle scale al posto dell’ascensore, la scelta di effettuare piccoli spostamenti a piedi o in bicicletta, l’utilizzo di computer e/o televisione per non più di 2 ore al giorno. Tali semplici strategie, associate naturalmente ad un regime alimentare bilanciato, consentono non solo l’auspicato calo ponderale , ma anche il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
La visita di idoneità sportiva del resto, obbligatoria per legge per i soggetti tesserati per le società sportive, rappresenta oggi in Italia l’unica occasione per migliaia di bambini e ragazzi per sottoporsi ad uno screening che deve avere come scopo non solo naturalmente l’accertamento dell’ idoneità allo sport prescelto, ma una valutazione completa dello stato di salute. E’ per questo motivo che presso la nostra ASL si è sviluppata una collaborazione tra gli ambulatori di Medicina dello Sport e di Counselling nutrizionale del SIAN nella gestione del sovrappeso/obesità in età adolescenziale. Il target selezionato è rappresentato dai ragazzi/ragazze che, nel corso della visita di idoneità, risultano in sovrappeso o obesi sulla base del BMI riportato sulle curve di Cole. Questa la modalità operativa concordata: al genitore sempre presente durante la visita viene illustrata la procedura definita dalle 2 U.O., coinvolgendo comunque anche il ragazzo con lo scopo di responsabilizzarlo nella scelta. Tale procedura prevede 2 strategie parallele: 1) l’invio, previo appuntamento, all’ambulatorio di counseling nutrizionale dell’ U.O. Igiene Alimenti e Nutrizione di Monza: la consulenza dietologica consiste in una rivalutazione auxologica del soggetto, in una rilevazione delle abitudini alimentari mediante recall 24 ore e in una visita medica. Durante la visita dietologica, per ogni soggetto viene calcolato il BMI che viene poi espresso in percentili, utilizzando le curve fornite da uno studio di popolazione condotto a Verona (9). I valori espressi in percentili sono così suddivisi: Percentili
Classe
Categoria
50° – 75°
Classe 1
Normopeso
75° – 90°
Classe 2
Sovrappeso lieve
90° – 97°
Classe 3
Sovrappeso
> 97°
Classe 4
Obeso
Al termine del colloquio al ragazzo vengono consegnati dei consigli per impostare un regime alimentare normocalorico con correttivi relativi alla frequenza di consumo di determinati cibi e ad una corretta distribuzione dei pasti. Si tende all’incremento di alimenti protettivi, quali frutta, verdura, legumi e pesce, alla riduzione del consumo di carne, di condimenti e al controllo dei fuori pasto e degli snacks. Nei casi di abitudini alimentari ipercaloriche vengono riviste le quantità degli alimenti. La personalizzazione dell’intervento consiste nell’intervenire specificatamente su quelle che sono le esigenze del singolo atleta in relazione a errori ed eccessi particolari, tipologia ed orari di allenamenti. Si cerca inoltre il coinvolgimento massiccio della famiglia, non soltanto dei genitori, ma anche delle persone che si occupano dell’alimentazione dei ragazzi, in particolare i nonni. Vengono poi concordate delle visite di controllo periodiche, in genere ogni 2 – 3 mesi, nel corso delle quali il ragazzo viene rivalutato e vengono discusse le eventuali difficoltà riscontrate nella modifica delle proprie abitudini alimentari. Al raggiungimento del normopeso (classe 1) o di quello che viene considerato un peso accettabile, il ragazzo viene dimesso e rivalutato a distanza di sei mesi e di un anno per verificare il mantenimento del normopeso raggiunto. 2) la concessione dell’idoneità SEMESTRALE se gli accertamenti previsti dalla normativa per l’idoneità agonistica (D.M.
RISULTATI Dal 2007, anno di inizio della collaborazione tra i due Servizi, sono stati inviati all’ambulatorio di counseling nutrizionale 311 giovani sportivi, 213 maschi e 98 femmine, di età compresa tra i 9 e i 17 anni (età media 12,3). In base alla rilevazione anamnestica emerge l’abitudine a un’alimentazione con pranzi irregolari e tendenzialmente iperlipidici, colazioni insufficienti e merende abbondanti. Molto scarso è il consumo di frutta e verdura, di pesce e, in generale, di fibre; al contrario alimenti quali carne, salumi e formaggi sono presenti in maniera cospicua sia dal punto di vista quantitativo che di frequenza. Nonostante siano soggetti che nella maggior parte dei casi svolgono un’attività sportiva agonistica, l’attività fisica di questi ragazzi è molto scarsa e limitata alle 4 – 5h/ settimanali , mentre moltissime sono le ore trascorse davanti a TV e computer. L’adesione alle indicazioni alimentari fornite, verificata ad ogni visita di controllo, è stata discreta e tutti i ragazzi, ancora in carico all’ambulatorio, hanno apportato modifiche più o meno consistenti alla propria alimentazione; paradossalmente più difficile è stato convincerli ad aumentare le ore di attività fisica, incrementando il movimento non programmato. Il 18% dei ragazzi è stato dimesso con un peso rientrato nella norma per sesso, età e costituzione fisica. CONCLUSIONI L’attività sportiva agonistica, nella popolazione adolescenziale, non è attività dimagrante, pertanto, anche tra i ragazzi che accedono alla visita presso il Centro di Medicina dello Sport, è elevato il numero dei soggetti in sovrappeso che hanno però, a differenza dei ragazzi sedentari, una maggiore motivazione alla perdita di peso incrementata dal rilascio di un certificato di idoneità sportiva la cui durata è condizionata dal calo ponderale. Nonostante sia elevato, come sempre succede negli ambulatori dietologici, il numero di soggetti che abbandonano il programma, riteniamo che, grazie a questo duplice controllo, il fenomeno si riesca a limitare. Importante è che il messaggio non venga rivolto soltanto al ragazzo, ma che coinvolga anche tutta la famiglia e chi, in genere, si occupa della sua alimentazione: i risultati migliori sono stati infatti ottenuti nei casi di completa collaborazione familiare. L’efficacia di questo sistema, alla luce dei buoni risultati ottenuti,ci sprona a proseguire in questa direzione. La visita di idoneità allo sport rappresenta, per la sua caratteristica di obbligatorietà e la numerosità di soggetti in età evolutiva che ne fanno richiesta, un ottimo sistema per il monitoraggio, la prevenzione ed il trattamento dell’obesità e sovrappeso.
Silvia Celada e Elisabetta Passoni U.O. Medicina dello Sport
Claudia Chiarino
Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione
16
Elenco sedi e orari sportelli di prossimita’ SPORTELLO DI MONZA
Serve i cittadini provenienti da: Monza, Villasanta, Brugherio. Via E. Da Monza n. 4 presso il Servizio Territoriale Comunale disabili adulti Giorni e orari di apertura: lunedì dalle 14.00 alle 17.00 giovedì dalle 14.30 alle 17.00 Riceve su appuntamento telefonando al n. 039 - 3946138 -
[email protected] Per le casistiche più complesse e strutturate è inoltre disponibile un servizio di consulenza esperta a cura di avvocati volontari. Rivolgersi allo Sportello per fruire di questo servizio.
Servizi
SPORTELLO DI BESANA B.za
presso Palazzo comunale via Roma 1 Giorni e orari di apertura: giovedì dalle 10.00 alle 12.00 Telefono: 0362 922027 -
[email protected]
SPORTELLO DI SEVESO presso Natur& onlus Centro ricreativo La Petitosa via dei Castagni 1 Seveso Giorni e orari di apertura: giovedì dalle 09.00 alle 11.00 Telefono: 0362541800
SPORTELLO DI SEREGNO
Serve i cittadini provenienti da: Seregno, Barlassina, Cogliate, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Meda, Misinto, Seveso. Via Oliveti n° 17 - Seregno presso i Servizi Sociali del Comune Giorni e orari di apertura: martedì dalle ore 09.00 alle ore 12.30 giovedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00 Telefono: 0362 263401 -
[email protected] Per le casistiche più complesse e strutturate è inoltre disponibile un servizio di consulenza esperta a cura di avvocati volontari. Rivolgersi allo Sportello per fruire di questo servizio.
Scheda per il paziente di segnalazione di sospetta reazione avversa a farmaci o vaccini 1. Informazioni sul paziente che ha avuto la reazione avversa Chi ha avuto la reazione?
Io
Iniziali (Nome e cognome)
Data di nascita o età
Peso (kg)
Mio figlio/a
Altezza (cm)
Altra persona Sesso
M
F
Data ultima mestruazione
Gravidanza: 1° trimestre 2° trimestre 3° trimestre Sconosciuta Allattamento
SI
NO
2. Informazioni sulla sospetta reazione avversa Quale reazione avversa è stata osservata?
La reazione avversa deriva da un errore (es. sbaglio di farmaco, di dose, via di somministrazione) La reazione avversa deriva da un uso eccessivo del farmaco Quando sono iniziati i sintomi? (indicare la data)
SPORTELLO DI DESIO
Serve i cittadini provenienti da: Desio, Muggiò, Nova Milanese, Varedo, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Ceriano Laghetto,Solaro. Via Gramsci, 1 - Desio presso il Palazzo Comunale - piano terra Giorni e orari di apertura: martedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 Telefono: 0362 392508 -
[email protected] Per le casistiche più complesse e strutturate è inoltre disponibile un servizio di consulenza esperta a cura di avvocati volontari. Rivolgersi allo Sportello per fruire di questo servizio.
SPORTELLO DI LISSONE
Serve i cittadini provenienti da: Carate Brianza, Lissone, Vedano al Lambro, Biassono, Macherio, Sovico, Albiate, Triuggio, Besana Brianza, Verano Brianza, Briosco, Renate, Veduggio con Colzano. Via Gramsci, 21 - Lissone presso il Palazzo Comunale - piano terra Giorni e orari di apertura: martedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 giovedì dalle ore 9.30 alle ore 12.30 Telefono: 039 73971 -
[email protected] Il servizio di consulenza esperta verrà istituito al più presto anche per questo Sportello.
Quanto grave è stata la reazione?
Non grave
Ricovero in ospedale
Pericolo di vita
Difetto alla nascita
Morte
Invalidità permanente
Quanto ha influito la reazione sulla qualità di vita? Indicare un valore da 1 (per niente) a 10 (moltissimo):
Quanto è durata? Ha utilizzato dei farmaci o altro per curare la reazione? Adesso la reazione avversa è? Risolta Risolta con conseguenze Migliorata Non ancora risolta
Non so
3. Informazioni sui farmaci assunti Informazioni sul/i farmaco/i che possono aver causato la reazione Se i farmaci sospettati sono più di due usare un foglio aggiuntivo
1. Nome del farmaco N. Lotto (se conosciuto) Prescritto dal medico? Sì No Data inizio assunzione Data fine assunzione Quante volte al giorno? Come (per bocca, iniezione, uso cutaneo, ecc)? Per quale motivo? Il farmaco è stato sospeso a causa della reazione avversa? Sì No Il farmaco era stato preso in passato? Sì No Era avvenuta la stessa reazione? Sì
No
2. Nome del farmaco N. Lotto (se conosciuto) Prescritto dal medico? Sì No Data inizio assunzione Data fine assunzione Quante volte al giorno? Come (per bocca, iniezione, uso cutaneo, ecc)? Per quale motivo? Il farmaco è stato sospeso a causa della reazione avversa? Sì No Il farmaco era stato preso in passato? Sì No Era avvenuta la stessa reazione? Sì No
Oltre al farmaco/i indicati in precedenza riportare eventuali altri farmaci o prodotti (es: integratori, erbe medicinali) assunti contemporaneamente:
4. Informazioni sul medico curante Il medico curante è stato informato di questa reazione?
Sì
No
Nel caso in cui fosse necessario approfondire il suo caso, possiamo contattare il suo medico curante?
Sì
No
Se SÌ, potrebbe indicare le seguenti informazioni relative al suo medico curante: Nome Cognome
SPORTELLO DI VIMERCATE
Serve i cittadini provenienti da: Vimercate, Correzzana, Lesmo, Arcore, Camparada, Usmate Velate, Carnate, Ronco Briantino, Bernareggio, Aicurzio, Sulbiate, Mezzago, Cornate d’Adda, Bellusco, Busnago, Roncello, Ornago, Burago Molgora, Cavenago, Concorezzo, Agrate Brianza, Caponago. Papa Giovanni XXIII 7 Vimercate Giorni e orari di apertura: martedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 Telefono: 340 8576273 -
[email protected] Il servizio di consulenza esperta verrà istituito al più presto anche per questo Sportello.
Indirizzo Numero di telefono
5. Altre informazioni mediche rilevanti Indicare eventuali altre malattie del paziente (per esempio allergie, malattie croniche)
6. Informazioni sul compilatore della scheda Nome Cognome Indirizzo e telefono Indirizzo e-mail ASL di appartenenza Regione Data compilazione
Firma
COME INVIARE LA SCHEDA • Per FAX o E-MAIL o POSTA al Responsabile di Farmacovigilanza della ASL Dott.ssa Angiolina Carissimi e-mail:
[email protected] - fax: 039/2384870
• direttamente sul sito dell’ AIFA al seguente link: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/modalit %C3%A0-di-segnalazione-delle-sospette-reazioni-avverse-ai-medicinali