DOSSIER UPI FVG_GORIZIA Venerdì, 30 maggio 2014
DOSSIER UPI FVG_GORIZIA Venerdì, 30 maggio 2014
Dossier Upi FVG_Gorizia 30/05/2014 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 18
Breve 30/05/2014 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 19
Ennova, verso la cassa straordinaria 30/05/2014 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 20
Convegno, Battisti: «Non lasceremo l' Afghanistan solo» 30/05/2014 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 58
Messaggio ad Alfano: no al Cie 30/05/2014 Il Piccolo (ed. Gorizia) Pagina 62
Le foto raccontano i soldati ebrei nell' esercito asburgico 30/05/2014 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 23
Kyenge ha accolto l' invito di Gherghetta 30/05/2014 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 24
Economia transfrontaliera, nuove proposte 30/05/2014 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 25
Scuola di musica, stasera il saggio nel... 30/05/2014 Messaggero Veneto (ed. Gorizia) Pagina 26
Tomasinsig: «Ribadiremo ad Alfano il no a Cie e Cara» 30/05/2014 Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia Pagina 11
Taglio delle Province, «specialità a rischio» 30/05/2014 Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia Pagina 12
Senza stipendio il personale Cara 30/05/2014 Primorski Dnevnik
GRADIE »Centra CIE noemo!«
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Breve Alle 11 in Provincia l' assessore allo sport, Vesna Tomsic, presenterà "L' albero dello sport. Radici e frutti educativi nella pratica sportiva".
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Ennova, verso la cassa straordinaria Pagate due delle tre mensilità arretrate. A giorni l' incontro decisivo con l' azienda. Si avvicina la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Ennova. È la priorità per i sindacati e la Provincia che fin dall' inizio della vicenda si è attivata per mediare tra i lavoratori e la proprietà della centrale elettrica a biomasse di Sant' Andrea, ferma da mesi , dopo che i dipendenti rimasti senza stipendio hanno ricevuto gli arretrati, garantiti in prima persona dall' amministratore delegato Massimiliano Babila Cagelli, che ha comprato i loro crediti per poi rivalersi su Ennova. Come era stato stabilito durante l' incontro tra le parti in Provincia, Cagelli ha erogato due mensilità, febbraio e marzo, a tutti i dipendenti, e avrà tempo ora fino al 10 giugno per pagare lo stipendio di aprile. Stipendio che è già stato accreditato ad alcuni dipendenti che si trovavano in particolari situazioni di difficoltà economica, ai quali l' ad di Ely Spa è venuto incontro con maggiore rapidità. «Dobbiamo dire che Cagelli è stato di parola spiega l' assessore provinciale al Lavoro Ilaria Cecot, in contatto con i lavoratori di Ennova , e ora so che i dipendenti sono un po' più sereni, anche perché finalmente si è instaurato un rapporto più trasparente e diretto con i titolari dell' azienda. Ma non dobbiamo abbassare la guardia e continuare a lavorare per risolvere i problemi che rimangono». Già, anche perché sono due, adesso, i nodi che restano da sciogliere. Il primo riguarda le tre settimane di cassa integrazione ordinaria di maggio, che Cagelli non ha potuto anticipare di tasca propria, e che al momento non sono state liquidate. L' Inps ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna richiesta in tal senso dalla proprietà dell' azienda, ma si attende per capire se la documentazione debba ancora arrivare. Poi c' è da pensare al futuro immediato, ovvero alla cassa integrazione straordinaria. Quella ordinaria è scaduta il 23 maggio. «Sono in contatto con il consulente del lavoro di Varese, che mi ha fatto avere una bozza di accordo per la cassa straordinaria, che partirà retroattivamente dal 26 maggio e durerà 12 mesi dice Fabio Baldassi, della Fiom Cgil . Il 4 giugno ci incontreremo allo stabilimento di Sant' Andrea, e speriamo in brevissimo tempo di poter chiudere l' accordo. Nel frattempo io ho già preso contatti con la Regione, che mi ha assicurato che non dovrebbero esserci problemi». Almeno per un anno, dunque, le venti famiglie dei lavoratori Ennova dovrebbero poter tirare il fiato, in attesa che da Varese arrivino novità sul risanamento del gruppo che fa capo a Ely Spa, e quindi al rilancio della centrale Ennova su cui nelle scorse settimane Babila Cagelli ha detto di voler puntare ancora». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
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Marco Bisiach.
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Convegno, Battisti: «Non lasceremo l' Afghanistan solo» Prima uscita ufficiale, ieri, con un ospite di prestigio per la neocostituita associazione di promozione sociale Security and Defence Research Center. La "vernice" è stata scelta nella Giornata mondiale dei peacekeepers, indetta dalle Nazioni Unite per commemorare gli oltre 3.200 operatori militari e civili Caduti nelle missioni di gestione delle crisi e di aiuto umanitario. Alla presenza del sindaco Ettore Romoli, dell' assessore provinciale alla Cultura Federico Portelli i n v e c e d e l p r e s i d e n t e Enrico Gherghetta e del prefetto Vittorio Zappalorto, il generale di Corpo d' armata Giorgio Battiti ha tenuto una lectio magistralis su "La Nato e la fine della Missione Isaf nella gestione della crisi in Afghanistan". Un tema di assoluta attualità vista non solo la scadenza, a fine anno, della missione internazionale che da 13 anni opera nella nazione che da lustri conosce quasi solo una situazione di belligeranza. Il presidente Usa Barack Obama, infatti, negli ultimi giorni ha delineato la nuova missione Resolute Support Mission, che durerà due anni, il 2015 e il 2016. «Sarà incentrata ha anticipato Battisti sull' advising, sulla consulenza in settorichiave, non tutti necessariamente legati alla difesa e alla sicurezza». L' ufficiale, una lunga esperienza in operazioni all' estero e per tre turni in Afghanistan, sottolinea: «La soluzione ai problemi dell' Afghanistan deve venire dagli afgani. E con un buon supporto internazionale in una cornice d' impegno regionale. Non è vero che l' Occidente a fine anno abbandonerà questa popolazione, e anzi il recente interesse a stabilizzare l' area da parte di Paesi vicini fa ben sperare». L' alto ufficiale, comandante del Corpo d' armata di reazione rapida della Nato in Italia con sede a Solbiate Olona (Va), nel 2013 è stato capo di Stato maggiore di Isaf, la forza a guida Nato nel Paese asiatico: «Si tratta di un Paese e di un popolo molto lontani, con una cultura molto diversa ma che o imparato a rispettare». L' Sdrc effettuerà attività di ricerca sulle politiche di difesa e di sicurezza internazionali con analisi e studi, favorendo seminari e conferenze. (p.p.g. )
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Messaggio ad Alfano: no al Cie Il nuovo sindaco Tomasinsig su istanza del ministro raccoglie le istanze del territorio GRADISCA «Il ministro Alfano dice che è pronto ad ascoltare le istanze del territorio in merito al Cie? Bene, siamo pronti a ribadirle in tutte le sedi». Il mandato di Linda Tomasinsig, primo sindaco donna nella storia di Gradisca, è iniziato a tutti gli effetti con il botto. Le dichiarazioni venute dal titolare del Viminale nel corso di una riunione del comitato Schengen vanno intese come l' assist a lungo sperato dall' amministrazione comunale della Fortezza. Un assist confermato anche dal prefetto Zappalorto, che ha rafforzato le parole del ministro. Tomasinsig, che a giorni nominerà il proprio esecutivo, è certa di farsi trovare pronta. «Su Cie e Cara le due amministrazioni, di cui ho fatto parte come consigliere e assessore, e quella che mi accingo a guidare hanno sempre avuto le idee molto chiare premette Tomasinsig . Le parole del ministro Alfano costituiscono un' occasione molto importante, direi decisiva, per ribadire la nostra posizione. Siamo sempre stati contrari al Cie, perché non rappresentava una soluzione e per l' impatto sulla cittadina. Oggi siamo non solo contrari ad una sua riapertura, ma anche a un ampliamento della capienza del Cara, il centro per richiedenti asilo». Qui però il discorso si fa più complesso. È chiaro che, se anche il Cie non riaprisse una volta terminati i lavori di ristrutturazione, non è che si dissolverà nel nulla. E quegli spazi, stando a rumors insistenti, potrebbero essere destinati ad un ampliamento del Cara. «Non abbiamo nulla da eccepire su una razionalizzazione degli spazi dell' altro centro scandisce Tomasinsig ma solo se basata sulle presenze attuali. Il Cara è spesso ai limiti della capienza. Per questo diciamo che gli spazi inutilizzati del Cie possono anche servire a migliorare le attuali condizioni di accoglienza del Cara. Ma non ad ospitare più richiedenti asilo di quanti già non siano accolti. Gradisca non avrebbe le forze per fare fronte a un impatto del genere. Resta poi da capire come il Cie, con le sue sbarre, possa essere adattato a centro di accoglienza». Il sindaco spiega come l' obiettivo a lungo termine («condiviso da Regione, Provincia e Comune») sia l' accoglienza diffusa dei profughi oggi trattenuti al Cara su tutto il territorio regionale, con piccole unità facilmente gestibili rispetto ai grandi numeri oggi presenti a Gradisca. Tomasinsig è consapevole di come potrebbe finalmente aprirsi un capitolo nuovo, 14 anni dopo l' inizio della tormentata vicenda del centro immigrati. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
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«Non è corretto affermare che la politica isontina non ha voluto opporsi al Cie dice . Ci si è battuti in molti modi e il mio predecessore Tommasini ha pagato anche personalmente la propria contrarietà. La verità è che queste strutture esistono in tutta Italia, e in tutta Italia sono state aperte contro la volontà delle amministrazioni locali e del territorio, che fossero di sinistra o di destra. Ora che il fallimento del sistema Cie sembra sotto gli occhi di tutti, noi ci faremo trovare pronti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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Le foto raccontano i soldati ebrei nell' esercito asburgico la mostra. "Soldati ebrei austroungarici sul Fronte dell' Isonzo": il titolo al meglio rappresenta il contenuto della mostra, che, dopo l' anteprima a èStoria è stata inaugurata ieri alla Sinagoga di Gorizia. È frutto di una collaborazione tra l' associazione Amici di Israele, presieduta da Maria Elisabetta Loricchio, con la Comunità ebraica di Trieste ma va anche segnalata la partecipazione del gruppo Isonzo, in prima linea per quanto riguarda più di una mostra ospitate da Gorizia in questo periodo. I curatori sono Renato Podbersic (di Nova Gorica) e Petra Svoljsak (di Lubiana anche se nativa di Nova Gorica). In particolare, è una mostra itinerante, che, per la prima volta approda in Italia; la sua prima tappa è stata nel novembre 2011 al Museo Sinagoga di Maribor; son seguite tappe a Lubiana, Lendava, Vienna, Bad Radkersburg. Nel futuro approderà a Trieste e, auspicano i curatori, a Belgrado, Zagabria, in Israele. Nell' AustriaUngheria vivevano, prima della Grande Guerra, circa 1,5 milioni di ebrei (il 4,6% della popolazione); di essi, circa 300mila vennero chiamati a combattere nelle file dell' esercito: provenivano dalla Galizia, dalla Bucovina, da città quali Vienna, Budapest, Praga, Cracovia; era, la loro, la seconda presenza numericamente più importante dopo quella, di 500mila, degli ebrei nell' esercito dello zar. Di quei 300mila perirono 40mila, di cui mille ufficiali. Per il tramite di pannelli espositivi, con immagini e testi (in quattro lingue: italiano, sloveno, inglese ed ebraico) la mostra documenta con sintesi ed efficacia la loro presenza; altresì, nelle bacheche, in un allestimento curato dal gruppo Isonzo, è presente la parte di buffetteria: oggetti dei soldati cui la mostra si riferisce (troviamo elmi, borracce, giberne e altro). All' inaugurazione hanno preso la parola, oltre a Podbersic, Lorenzo Drascek (degli Amici di Israele), l' assessore a l Bilancio della Provincia, Vesna Tomsic (il cui contributo è stato determinante per l' esposizione) e l' assessore a l Bilancio del Comune di Gorizia, Guido Germano Pettarin. Un brindisi non è mancato e ben si inserito nel clima di amicizia e ospitalità che ha contrassegnat o l' appuntamento. La mostra resterà aperta fino al 22 giugno; il martedì e il giovedì dalle 17 alle 19 e la seconda domenica del mese Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
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dalle 10 alle 13. Alex Pessotto.
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Kyenge ha accolto l' invito di Gherghetta L' ex ministro, insultata sulla pagina Facebook della Provincia, parteciperà alla Festa della Repubblica. Cécile Kyenge, deputata uscente e neo europarlamentare del Pd nonché ex ministro dell' integrazione nel governo Letta sarà nell' Isontino, lunedì, in occasione della Festa della Repubblica. Kyenge ha risposto positivamente al presidente della Provincia Enrico Gherghetta. L' invito per il 2 giugno era stato inoltrato all' ex ministro dell' integrazione in una lettera nella quale Gherghetta aveva tenuto a stigmatizzare in modo netto la comparsa, su una delle pagine Facebook istituzionali dell' ente, di commenti di tono razzista nei confronti della parlamentare di origine congolese. Il contenuto razzista era comparso sulla pagina "Sportello 4 zampe", sportello virtuale g e s t i t o d a l l a Provincia i n c u i v e n g o n o pubblicati annunci per adozioni di cani e gatti. Sulla pagina era stato condiviso temporaneamente un post dal contenuto decisamente sgradevole: una foto della ex ministra con a fianco la scritta "Io sono italiana" e il commento "Italiani si nasce" e a corredo la foto di un cane sotto quella di Kyenge con scritto "Io sono un gatto". Il post era stato pubblicato il 7 maggio e rimosso la mattina di lunedì 12 maggio. Nel frattempo era partita una segnalazione da parte degli addetti dell' analogo "Sportello 4 zampe" della Provincia di Perugia. La pagina era amministrata da una dipendente e da una ex dipendente in pensione che continuava a collaborare con la Provincia come volontaria ed era stata proprio quest' ultima a condividere il post contestato. Le era stato subito revocato l' incarico di amministrare la pagina e l' ex dipendente aveva scritto una nota di scuse dicendo di "aver sbagliato inavvertitamente a cliccare sul post in questione". «Ritengo la data del 2 giugno estremamente importante non solo per ribadire i valori fondamentali della Costituzione, basati sulla pari dignità di tutte le donne e gli uomini aveva affermato Gherghetta nella lettera di invito rivolta alla parlamentare , ma per avere l' opportunità di presentarle un territorio che da sempre è luogo di integrazione multiculturale e ospitalità. Spero che quanto accaduto, cosa di cui mi dolgo, non vanifichi l' impegno antirazzista di questa amministrazione e di quelle che l' hanno preceduta». Il momento clou della giornata isontina dell' ex ministro sarà alla manifestazione in programma a Staranzano, dove è attivo uno dei comitati "2 Giugno" e dove si terrà un corteo con il presidente del consiglio regionale Franco Iacop. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
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(pi.ta.)
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finestra sull' europa.
Economia transfrontaliera, nuove proposte Proseguono oggi con un denso programma di incontri le "Giornate dell' economia sociale transfrontaliera" comnciate ieri al Conference center di via Alviano. Si tratta di un momento di confronto al termine del progetto europeo Sea (Social economy agency) culminato con l' inaugurazione dell' Agenzia transfrontaliera per la cooperazione sociale in via Rafut. Ad aprire la mattinata è stato Fabrizio Valencic, project manager di Sea, iniziativa che coinvolge 14 partner italosloveni, tra cui Comune e Provincia d i Gorizia e LegaCoop. «Non si tratta di una conferenza finale, ma di una giornata di scambio e incontro fisico sui temi che abbiamo trattato durante questo progetto: politiche europee, impresa sociale e strategie per accedere ai fondi della programmazione europea 20142020». Valencic ha anche annunciato che sta per essere firmata la bozza per la costituzione di una cooperativa europea che darà stabilità al partenariato e che apre nel contempo a nuove adesioni, in primis alla Croazia appena entrata nell' Ue. C' è poi l' idea di creare un fondo finanziario transfrontaliero, nonostante le difficoltà burocratiche che possono oggettivamente ostacolare questo progetto. È stato portato l' esempio, poi, degli Orti urbani goriziani, presentati ieri pomeriggio, che ben rappresentano i piani operativi di queste "Giornate" in cui «l' economia sociale si associa all' innovazione, comprendendo gli elementi della rivoluzione digitale e riconnettendo in maniera sostenibile persone e imprese. La giornata si è conclusa con un concerto dei goriziani Radio Zastava. Oggi si ricomincerà alle alle 10 e fino alle 13 si parlerà di "Una comunità intelligente per un villaggio felice", di "impresa sociale e salute mentale" e di "leadership responsabile". Dalle 14 alle 17 si torna sul tema d' apertura di ieri, la "comunità intelligente", e si prosegue con la programmazione Ue 20142020. Dalle 17 alle 20 sarà dato spazio, invece, l' assemblea generale per tracciare le nuove prospettive di Sea. In serata è prevista una cena di gala mentre il giorno successivo il convegno si chiuderà alle 13 dopo una riunione del comitato esecutivo. Emanuela Masseria.
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mariano.
Scuola di musica, stasera il saggio nel ricreatorio MARIANO È in programma stasera, alle 21, a Mariano, nel ricreatorio parrocchiale, in piazza Municipio, il tradizionale saggio degli allievi della scuola di musica organizzato dalla locale Associazione Amici della Musica. Si esibiranno gli allievi dei seguenti corsi: Marco Colombo, Andrea Dizorz, Stefano Orzan, Thomas Sirch (corso di chitarra tenuto dall' insegnante Eleonora Clemente) ; Ludovica Feresin, Denis Giovitto, Giorgia Sartori, Alice Vanone(corso di pianoforte tenuto dal professor Patrick Magnarin). Alla fine del saggio il programma prevede l' esibizione del Coro di Voci Bianche "Amici della Musica" diretto dall' insegnante Caterina Piccolo. Il coro si è costituito nell' ottobre del 2008 ed è svincolato dalle attività scolastiche della Scuola di musica: è composto, infatti, da circa una quindicina di ragazzi di cui solo alcuni frequentano i corsi regolari di musica abbinati ad uno strumento. «L' iniziativa promossa dalla nostra Associazione sottolinea il presidente Paolo Clemente è stata avviata al fine di avvicinare i ragazzi all' attività corale e devo dire che sta avando un certo successo. La partecipazione all' attività corale, peraltro, è completamente gratuita e nessun onere ricade così a carico delle famiglie». «Tutto ciò conclude Clemente è possibile grazie ai contributi elargiti dalla Provincia ma soprattutto dal Comune di Mariano del Friuli che si è sempre dimostrato sensibile alle iniziative culturali che coinvolgono i giovani. Recentemente il coro ha partecipato al concerto di San Gottardo organizzato dalla Corale Renato Portelli di Mariano del Friuli». (m.s. )
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gradisca.
Tomasinsig: «Ribadiremo ad Alfano il no a Cie e Cara» GRADISCA «Il ministro Alfano dice che è pronto ad ascoltare le istanze del territorio in merito al Cie? Bene, siamo pronti a ribadirle in tutte le sedi»: il mandato di Linda Tomasinsig, primo sindaco donna nella storia di Gradisca, è cominciato, a tutti gli effetti, con il botto. Le dichiarazioni venute dal titolare del Viminale nel corso di una riunione del comitato Schengen («Il Cie di Gradisca d' Isonzo non riaprirà se dal territorio verrà confermata la contrarietà a tale struttura» aveva detto Alfano rispondendo ad un' interrogazione del parlamentare isontino Giorgio Brandolin) vanno intese come l' assist a l u n g o s p e r a t o d a l l ' amministrazione comunale della Fortezza. Un assist confermato anche dal prefetto di Gorizia, Zappalorto, che ha ulteriormente rafforzato le parole del ministro dell' Interno. E Tomasinsig, che a giorni nominerà il proprio esecutivo, è certa di farsi trovare pronta. «Su Cie e Cara le due amministrazioni, di cui ho fatto parte come consigliere e d assessore, e quella che mi accingo a guidare hanno sempre avuto le idee molto chiare premette Tomasinsig . Le parole del ministro Alfano costituiscono un' occasione molto importante, direi decisiva, per ribadire la nostra posizione. Siamo sempre stati contrari al Cie, perchè a nostro avviso non rappresentava una soluzione e per l' impatto sulla cittadina. Oggi siamo non solo contrari ad una sua riapertura, ma anche ad un ampliamento della capienza del Cara, il centro per richiedenti asilo». Qui, però, il discorso si fa più complesso. È chiaro che, se anche il Cie non riaprisse una volta terminati i lavori di ristrutturazione, non è che si dissolverà nel nulla. E quegli spazi, stando a rumors insistenti, potrebbero essere destinati ad un ampliamento del Cara. «Non abbiamo nulla da eccepire su una razionalizzazione degli spazi dell' altro centro scandisce Tomasinsig, dimostrando di avere le idee molto chiare anche su questa sfumatura ma solo se basata sulle presenze attuali. Il Cara, specie dopo il recente ampliamento a centro di prima accoglienza, è spesso ai limiti della capienza. Per questo diciamo che gli spazi attualmente inutilizzati del Cie possono anche servire a migliorare le attuali condizioni di accoglienza del Cara. Ma non ad ospitare più richiedenti asilo di quanti gia' non siano accolti. Gradisca non avrebbe le forze per fare fronte a un impatto del genere. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
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Resta poi da capire come il Cie, con le sue sbarre, possa essere adattato a centro di accoglienza. Anche su questo chiederemo risposte». Linda Tomasinsig spiega come l' obbiettivo a lungo termine («condiviso da Regione, Provincia e Comune») sia un giorno l' accoglienza diffusa dei profughi oggi trattenuti al Cara su tutto il territorio regionale, con piccole unità facilmente gestibili rispetto ai grandi numeri oggi presenti a Gradisca. Tomasinsig è consapevole di come potrebbe finalmente aprirsi un capitolo nuovo, 14 anni dopo l' inizio della tormentata vicenda del centro immigrati. «Ci batteremo in ogni modo dice così come hanno fatto le amministrazioni precedenti. Non è corretto affermare che la politica isontina non ha voluto opporsi al Cie. Ci si è battuti in molti modi, e il mio predecessore Franco Tommasini ha pagato anche personalmente la propria contrarietà». (l.m.)
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RIFORMA. Intanto prosegue il confronto con lo Stato per le competenze sugli enti locali.
Taglio delle Province, «specialità a rischio» GHERGHETTA: RISPARMIO RIDICOLO, IL VERO COSTO NON SONO I POLITICI. «Mentre voi pensate a chiudere le Province rischiate che vi portino via la specialità». Parole di Enrico Gherghettapresidente dell' ente intermedio di Gorizia che oggi insieme alla collega Maria Teresa Bassa Poropat ha preso parte a un incontro promosso dall' assessore r e g i o n a l e a g l i enti locali Paolo Panontin. Non erano presenti Pietro Fontanini, presidente di Palazzo Belgrado, e Alessandro Ciriani, presidente dell' Upi e o r m a i e x presidente della Provincia d i P o r d e n o n e , entrambi occupati in impegni improvvisi. Durante l' incontro, ha confermato Gherghetta, si è affrontato soprattutto il problema dei contratti a tempo determinato e del loro futuro dopo la sentenza della Corte Costituzionale che di fatto ha affossato il comparto unico. Su questo fronte Panontin ha annunciato che la prossima settimana al Consiglio delle Autonomie Locali verrà presentata una norma ad hoc per risolvere la problematica. Resta il nodo dell' abolizione delle Province: «Lo stesso Matteo Renzi spiega Gherghetta si è accorto che con il taglio degli enti intermedi si sono risparmiati appena 200 mila euro, una goccia nel mare, e quindi secondo me verranno mantenuti come enti di secondo grado, con politici a titolo gratuito e magari accorpandone alcuni. Il vero costo ha spiegato il presidente goriziano è quello legato al personale che serve per la troppa burocrazia che c' è in questo paese». Maria Teresa Bassa Poropat ha invece posto l' accento sulla necessità di creare un tavolo politico istituzionale per arrivare a una riforma che sia condivisa visto che: «La Regione non ha la visione complessiva di quelli che sono i ruoli dei nostri dirigenti e toglierci le competenze senza un cammino condiviso creerebbe solamente dei disservizi ai cittadini». Intanto continua a tenere banco la questione "romana" dov' è in corso un vero e proprio braccio di ferro con lo Stato che vuole la competenza assoluta sugli enti e la Regione che ha invece avviato un percorso di modifica costituzionale e statutario per arrivare, tra un paio di anni, all' abolizione delle Province. Il rischio oggi è che dopo tutto questo percorso la decisione finale spetti allo Stato vanificando una delle prime riforme della Giunta Serracchiani. Andrea Pierini.
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Senza stipendio il personale Cara > Da mesi i dipendenti del Cara di Gradisca D' Isonzo lavorano senza percepire lo stipendio. L a d e n u n c i a è d e l consigliere regionale Rodolfo Ziberna (Fi) che con un' interrogazione chiede «con la massima urgenza» l' apertura di «un tavolo per cercare di risolvere la gravissima situazione degli operatori del Centro di accoglienza richiedenti asilo che ormai da mesi lavorano senza percepire lo stipendio, nonostante rispettino i turni di lavoro e le loro mansioni. La responsabilità viene continuamente rimpallata dal loro datore di lavoro, il Consorzio Connecting People (appaltatore). E la situazione è destinata a peggiorare con la chiusure temporanea del Cie, che ha diminuito ulteriormente le ore di lavoro degli operatori» avverte Ziberna. «Quando si parla di Cara tutto rimane sempre focalizzato sui diritti degli immigrati, mentre non si menzionano i diritti di quegli operatori che garantiscono il buon funzionamento della struttura, che attualmente ospita 204 rifugiati su 138 posti per cui è predisposta».
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GRADIE »Centra CIE noemo!« »Notranjemu ministru Alfanu lahko osebno posredujem stalie krajevnih uprav in prebivalstva, ki noejo ponovnega odprtja centra CIE pri Gradiu,« pravi poslanka Serena Pellegrino (SEL), ki dodaja: »Dejstvo, da so programirali obnovitvena dela, me zelo skrbi: s katerim namenom bodo obnavljali CIE? Gradie in vsa gorika pokrajina noeta novega centra CIE, hkrati je nesprejemljivo, da se njegovi prostori namenijo sosednjemu centru CARA, saj imajo znailnosti najhujega zapora.« Deelni svetnik Rodolfo Ziberna pa je veraj deelno vlado FJK opozoril, da je osebje, ki je zaposleno v centru CARA, e veliko mesecev brez pla. Ziberna zahteva zato im prejnji sklic institucionalnega omizja, kjer naj se poie reitev problema.
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