Donna & Impresa Le imprese individuali femminili in Toscana dal 1998-2002
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INDICE Introduzione
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Capitolo 1 Le caratteristiche strutturali dell’economia toscana e la congiuntura economica 1.1 La congiuntura mondiale 1.2 L’andamento della congiuntura in Toscana 1.3 Aspetti strutturali dell’economia toscana
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Capitolo 2 I principali risultati: sintesi e commenti 2.1 Le imprese individuali femminili nella Regione 2.2 Le imprese individuali femminili nelle province 2.3 Le imprese individuali femminili nei settori produttivi
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Capitolo 3 Le principali tendenze a livello regionale 3.1 L’universo delle imprese individuali 3.2 Le imprese individuali femminili 3.3 Un esame comparato delle imprese individuali femminili
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Capitolo 4 Le tendenze provinciali 4.1 Le imprese femminili per provincia 4.2 Il confronto con l’insieme delle imprese individuali 4.3 Il confronto in termini di Unità Locali
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Capitolo 5 Le dinamiche settoriali delle imprese individuali femminili 5.1 Le imprese individuali femminili nei sei macrosettori 5.2 Le Unità Locali nei sei macrosettori 5.3 Approfondimenti: manifattura, commercio e terziario 5.4 I settori a livello provinciale 5.5 Le specializzazioni provinciali
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Appendici A1: Analisi dettagliata delle imprese femminili a livello provinciale A2: Analisi dettagliata delle unità locali delle imprese femminili individuali a livello
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provinciale A3: Analisi dettagliata delle unità locali individuali femminili per settori
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A4: Le unità locali individuali femminili nei sistemi economici locali A5: Aggiornamento delle risultanze principali della ricerca al 31/12/2002
A cura del Dipartimento di Economia Politica dell’Università di Siena Coordinamento scientifico: Prof. Marcello Basili e Maurizio Franzini Appendice n. 5, a cura di FabioFaranna – Ufficio Studi Unioncamere Toscana 4
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INTRODUZIONE Le imprese femminili costituiscono un universo per molti aspetti ancora misterioso. Malgrado i progressi compiuti negli ultimi anni, si conosce ancora piuttosto poco sugli elementi che distinguono queste imprese, sui loro punti di forza e di debolezza, sulle loro capacità di sopravvivenza nei mercati e di apprendimento competitivo, sulla loro distribuzione per settori produttivi e gli eventuali problemi settoriali specifici. Di questo universo ci sfuggono ancora molti aspetti quantitativi e numerosi profili qualitativi. Tutto ciò, come è evidente, ha notevoli implicazioni anche per disegnare le forme più efficaci ed efficienti di sostegno all’imprenditoria femminile. I limiti di conoscenza possono, infatti, facilmente dare luogo a interventi errati perché troppo o troppo poco estesi, perché basati su indicatori non appropriati, perché non mirati a risolvere problemi tanto specifici quanto rilevanti. L’indagine che viene qui presentata, realizzata dal Dipartimento di Economia Politica dell’Università di Siena, ha lo scopo di fornire elementi utili per conoscere meglio il fenomeno, complesso e esteso, dell’imprenditoria femminile nelle regione Toscana. Essa riguarda l’intero universo delle imprese individuali femminili nel quadriennio 1998-2001 ed è stata condotta sui dati resi disponibili da Unioncamere Toscana. Dall’analisi restano, quindi, escluse tutte le imprese in forma societaria e associativa ma numerosi elementi fanno ritenere che il segmento qui considerato abbia una consistenza certamente superiore alla metà dell’insieme delle imprese che possono essere considerate femminili. In un prossimo futuro si potrà estendere l’indagine alle altre tipologie di imprese femminili, rispetto alle quali si può, tuttavia, porre un problema di individuazione e di definizione che risulta ovviamente assente nel caso delle imprese individuali. I risultati che esporremo presentano molteplici motivi di interesse, soprattutto se letti in rapporto a quelli che si riferiscono al complesso delle imprese individuali, femminili e non. Da essi possono essere tratte informazioni accurate sulla consistenza, l’evoluzione dinamica, la localizzazione e la presenza settoriale delle imprese individuali condotte da donne. I risultati che presenteremo riguarderanno in primo luogo la consistenza e la dinamica a delle imprese individuali femminili a livello regionale, anche in rapporto al complesso delle imprese individuali. Si esamineranno, quindi, i dati a livello provinciale e per settori produttivi (sei macrosettori). Infine si incroceranno i dati a livello provinciale con quelli settoriali. Nelle appendici si forniranno numerosi approfondimenti statistici a livello di provincia, di settori produttivi e di Sistemi Economici Locali. Allo scopo di disporre del quadro interpretativo più generale l’analisi verrà condotta sulla base non soltanto dei dati relativi alle imprese individuali femminili ma anche alle corrispondenti Unità Locali i cui andamenti non sempre risultano omogenei. Si ricorda che le Unità Locali eccedono, nella periodo considerato, il 9% il numero delle imprese individuali femminili di una percentuale che oscilla tra l’8,3% e il 12%. Si farà occasionale riferimento anche alle rilevazioni riguardanti gli addetti, la cui attendibilità risulta peraltro piuttosto limitata e quindi non appare consigliabile basare su di esse analisi troppo approfondite. 5
Dall’insieme dei risultati possono essere tratte utili indicazioni anche nell’ottica di adottare decisioni di policy sempre più efficaci nel promuovere lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile. Allo scopo di permettere una migliore valutazione dei risultati, si è ritenuto opportuno far precedere la presentazione dei risultati dell’indagine da alcune brevi note sulle caratteristiche strutturali dell’economia toscana e sulla congiuntura economica nel periodo di riferimento. Come si vedrà, in larga parte il periodo sotto osservazione è stato caratterizzato da fenomeni che non hanno agevolato l’espansione economica. Di ciò ha risentito anche la dinamica complessiva delle imprese femminili.
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1. Le caratteristiche strutturali dell’economia toscana e la congiuntura economica
1.1 La congiuntura mondiale Il biennio 2001-2002 è caratterizzato dalle conseguenze dell’esplosione della bolla speculativa che aveva trascinato il valore nominale dei titoli azionari, in particolare della new-economy, a livelli non giustificabili sulla base dell’analisi dei fondamentali economicofinanziari. Nel 2001 si registra una diminuzione in termini assoluti del volume degli scambi commerciali internazionali. Questo evento, che non accadeva dal 1975, più d’ogni altro chiarisce i termini della sofferenza nella quale cadono le economie mondiali e che sfocia nei negativi indicatori economici che caratterizzano il 2002. Alla distruzione di ricchezza stimata in oltre 8 trilioni di dollari e al crescente il clima d’incertezza, conseguenti allo scoppio nei mercati finanziari della bolla speculativa (negli indici allargati di Wall Street e delle principali Borse europee si registrano cadute superiori al 25% dall’inizio del 2002: il Dow Jones ha perso circa 3000 punti rispetto ai massimi del 2000, il Nasdaq si è ridotto di circa 2/3, raggiungendo valori prossimi ai 1400 punti e il Nikkey viaggia ai minimi dei primi anni 80), si associano la sostanziale stagnazione della spesa per i consumi e la caduta degli investimenti, sia di sostituzione sia d’innovazione. In conseguenza di ciò nei paesi avanzati dell’area OCSE si manifesta un eccesso di capacità produttiva (ad esempio, negli USA l’utilizzo degli impianti nella manifattura raggiunge a stento il 74% della capacità produttiva a fronte di una media nei decenni precedenti dell’81%) che inducono le imprese a effettuare molti licenziamenti. Tutto ciò provoca in alcuni paesi la crescita del tasso di disoccupazione e in altri una brusca frenata della crescita dell’occupazione. In particolare, negli Usa, dopo il più lungo periodo di espansione ininterrotta dell’economia, il tasso di disoccupazione raggiunge il 5,6%. La crisi dell’economia USA si sovrappone alla difficoltà delle economie asiatiche (in particolare quella Giapponese in sofferenza ormai da diversi anni, nonostante una politica monetaria espansiva che ha ridotto a valori decimali il tasso di sconto) e si propaga nel corso dell’anno alle economie della zona dell’euro, dove i tassi di crescita mostrano una chiara tendenza alla flessione. In Italia la decelerazione si accompagna a un tasso d’inflazione tendenziale di oltre il 2,5% superiore alla media UE (1,9%) e a una modesta dinamica positiva nel mercato del lavoro che ha ridotto il tasso di disoccupazione all’8,7%. Gli indicatori reali attestano che la svolta ciclica nella economia mondiale è collocabile nella prima metà del 2000 ed è caratterizzata da una caduta degli investimenti e da una riduzione della domanda interna nell’economia USA. Questi comportamenti si accentuano nel corso del 2001 in conseguenza del peggioramento della situazione mediorientale, dell’aumento del prezzo del petrolio, della crisi della new-economy, della vertiginosa caduta dei corsi azionari in tutte le borse mondiali e dell’effetto dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle. Questi eventi hanno drasticamente ridotto la ricchezza delle famiglie e accresciuto il clima d’incertezza, determinando una sostanziale stagnazione della spesa per 7
consumi1. Riassumendo, si assiste ad una profonda trasformazione nelle economie leader, in particolare a: un ridimensionamento delle imprese new-economy con un conseguente ripensamento del modello di sviluppo basato sul settore ICT, una concentrazione nei settori tradizionali, la crisi nel settore del trasporto aereo, che coinvolge sia le compagnie aeree, sia i produttori di vettori, la ripresa di politiche di dumping su produzioni mature, come nel caso degli USA per le importazioni d’acciaio. Infine, per le economie della zona dell’euro non va dimenticata la continua rivalutazione della divisa comune nei confronti del dollaro, circa il 20% negli ultimi mesi, con un superamento della parità (1,05) che ha l’effetto di deprimere le esportazioni dall’Unione Europea e in particolare dall’Italia, e dalla crescita del pre zzo del petrolio. 1.2 L’andamento della congiuntura in Toscana In questo quadro generale si inseriscono i dati economici della Toscana. Nel 2001, la crescita del PIL regionale è stata dell’1,7%, sostanzialmente in linea con la media nazionale ed europea, e si è registrata una crescita degli occupati di 23.000 unità. Di conseguenza, il tasso regionale di disoccupazione è sceso al minimo storico del 5,1%, con una variazione del -1%, a fronte di un tasso nazionale di disoccupazione del 9,1%. E’ anche da osservare che, pur restando elevate le differenze tra i tassi provinciali di disoccupazione (si va dal 3% di Siena all’8,5% di Livorno) nel corso del triennio si è avuta una significativa convergenza che ha ridotto il campo di variazione. All’analisi disaggregata delle componenti del conto delle risorse e degli impieghi, la crescita regionale del PIL risulta in massima parte dipendere dalla domanda interna. I maggiori contributi alla crescita sono imputabili all’aumento della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (+2,5%), alla spesa per investimenti (+2,2%), mentre più modesto è risultato il contributo della spesa per consumi delle famiglie (+1%) e dell’aumento delle esportazioni (+0,8%). In termini settoriali-regionali, buone performance sono state realizzate dai comparti della produzione di servizi alle imprese (+3,8%), dell’edilizia (8%), dei trasporti e comunicazioni (+7%); mentre negativo è risultato l’andamento del settore agricolo (-4,2%) e stazionario quello del settore manifatturiero (l’andamento negativo per legno, elettronica, meccanica, siderurgia, gomma e plastica è stato compensato dalle buone performance del settore minerario, cartario, raffinazione e mezzi di trasporto) a causa della decelerazione degli ordinativi esteri. Anche due settori tradizionalmente dinamici del sistema produttivo toscano, come moda e orafo, hanno registrato performance deludenti in corrispondenza della caduta dell’export, in particolare nordamericano. La domanda di lavoro ha registrato una dinamica complessa segnando forti incrementi nei settori dei servizi alle imprese e delle costruzioni, mentre variazioni più contenute si sono registrate nei comparti industriale e dell’intermediazione finanziaria. L’incremento occupazionale è imputabile alla crescita dei lavoratori a tempo indeterminato, piuttosto che all’incremento delle nuove forme di lavoro2, che pure avevano caratterizzato la crescita 1 Influenti analisti ed economisti americani, alla luce dell’andamento sconfortante degli indicatori economici fondamentali, parlano con sempre maggiore insistenza di una recessione di tipo double-dip, cioè con una doppia svolta inferiore. 2 Nel 2001 in Toscana i lavoratori part time raggiungono le 130.000 unità (9,4% del totale degli occupati), mentre i lavori temporanei superano le 90.000 unità (8,7% dell’occupazione totale).
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dell’occupazione dipendente negli anni precedenti. Il tasso d’occupazione sul totale della popolazione tra i 15 e i 64 anni nella Toscana è cresciuto al 61,1% nel 2001. In termini disaggregati si osserva l’invarianza del tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che si colloca stabilmente al 16,9%, a fronte di una disoccupazione di lunga durata che continua a restare saldamente sopra il 4% del totale dei disoccupati, valore ben più alto di quello registrato in regioni come il Veneto e l’Emilia. In relazione al livello d’istruzione si osserva che il tasso di disoccupazione tra i soggetti con laurea o diploma universitario è sceso al 3,9%, mentre continua ad essere più elevato il tasso di disoccupazione tra i diplomati (6,1%)3. La tabella 1.1 riporta i dati relativi ai tassi di disoccupazione nelle province toscane nel triennio 1999-2001.
Tabella 1.1 Tasso di disoccupazione nelle province toscane 1999-2001 (valori percentuali) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1999 5,9 6,2 9,1 11,3 5,5 11,6 8,0 7,0 8,2 3,3 7,2
2000 6,5 5,6 8,8 8,4 4,8 11,9 4,8 5,6 5,2 3,4 6,1
2001 4,7 4,2 7,2 8,5 4,5 6,8 4,0 5,4 5,9 3,0 5,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Istat
Anche il tasso di occupazione, definito dal rapporto tra occupati e popolazione attiva, mostra una generalizzata tendenza positiva all’aumento. Si passa, infatti, dal 58,4% del 1999 al 61,1% del 2001 (si veda la tab. 1.2). Anche rispetto a questo dato la variabilità provinciale è rilevante ma tendente alla riduzione nell’arco del triennio. L’analisi della dinamica occupazionale regionale ha rivelato la continua discesa del tasso di disoccupazione femminile, che ha raggiunto l’8%, cui si associa un tasso d’occupazione del 50,1%. L’analisi disaggregata condotta sulla base del titolo di studio rivela che il tasso di disoccupazione femminile risulta più elevato tra le diplomate e i soggetti che hanno conseguito la sola licenza di scuola media inferiore4; mentre l’esame del tasso d’occupazione 3 Nel 2001 il tasso di disoccupazione in Toscana per titolo di studio è il seguente: laurea o diploma universitario 3,9%, diploma 6,1%; media inferiore 4,9%; elementari 4,5%. 4 Nel 2001 il tasso di disoccupazione femminile in Toscana per titolo di studio è il seguente: laurea o diploma universitario 6,3%, diploma 8,6%; media inferiore 8,2%; elementari 7,3%.
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femminile per età5 mostra un significativo incremento dell’occupazione nelle fasce d’età comprese tra i 25 e i 54 anni.
Tabella 1.2 Tasso di occupazione nelle province toscane 1999-2001 (valori percentuali) PROVINCIA Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara
1999 60,1 60,0 54,5 51,7 57,1 49,7
2000 60,1 60,9 55,5 55,3 57,1 52,4
2001 63,1 62,0 59,8 55,8 58,4 55,6
Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
58,5 60,8 62,3 64,7 58,4
62,5 60,2 65,1 65,5 59,8
61,9 60,9 65,9 66,5 61,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Istat
Nel triennio 1999-2001 la Regione Toscana ha realizzato una crescita del PIL del 6,5% (+1,2% nel 1999, +3,6% nel 2000 e +1,7% nel 2001) a fronte di una variazione nazionale del 5,9% (rispettivamente +1,4%, +2,7% e +1,8%). I risultati positivi conseguiti dall’economia regionale nel triennio sono tuttavia la risultante di performance differenziate dei diversi sistemi economici locali, che hanno solo debolmente inciso sulle disparità territoriali presenti nel territorio. Ad esempio, con riferimento al triennio 1998-2000, la produzione industriale è cresciuta del 4,7% a livello regionale, mentre i dati provinciali presentano una notevole variabilità: Livorno +7,4%, Pisa +6,8%, Massa Carrara +6,4%, Prato 4,8%, Siena +4,2%, Firenze +3,5%, Arezzo +3,1, Lucca +2,4%, Pistoia +1,1, Grosseto +0,3%, con fasi diacroniche nelle diverse province. Queste differenti dinamiche nella crescita, riscontrabili anche negli altri macro-settori produttivi, oltre a essere espressione della specifica vocazione produttiva locale, rivelano anche la diversa diffusione degli effetti dello sviluppo economico di cui le statistiche sul mercato del lavoro sono una chiara sintesi. I dati relativi al primo semestre del 2002 confermano il perdurare di una congiuntura negativa dell’economia Toscana: la flessione delle esportazioni (-6%)6 si associa ad un’evoluzione negativa della performance sia del settore manifatturiero sia del terziario, mentre in controtendenza, seppure con dinamiche modeste, si rivela il settore agricolo. A fronte della caduta delle esportazioni, la domanda interna continua ad avere un basso profilo 5 Nel 2001 i tassi d’occupazione femminile in Toscana per fascia di età sono: 15-19 anni 10,2%; 20-24 anni 43,2%; 25-34 anni 64,5%; 35-44 anni 69%; 45-54 anni 58%; 55-64 anni 19,7%; 65 anni e oltre 3,1%. 6 La riduzione delle esportazioni verso i tradizionali mercati di sbocco (America settentrionale -9,7%, Centro-Sud America -40%, UE -6,8%) ha coinvolto in particolare i comparti della moda (-14,3%), del cuoio (-15,9%) del legno (-14%) e dei prodotti in metallo (-12,8%).
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che, di fatto, si dimostra incapace di sostenere la crescita regionale. In questo contesto, le stime di crescita per il 2002 del PIL regionale si attestano tra lo 0,7% e lo 0,4%, con effetti particolarmente negativi sui comparti della moda, della meccanica, della chimica, dei servizi alle imprese. In termini occupazionali non si prevede un saldo positivo in grado di far proseguire il trend di riduzione del tasso di disoccupazione giunto al suo minimo storico. 1.3 Aspetti strutturali dell’economia toscana L’economia toscana conferma la sua strutturale dipendenza dal sistema di piccole imprese specializzate in produzioni di beni di consumo e di beni intermedi, orientate ai mercati extraeuropei e caratterizzate da una bassa propensione all’investimento. L’azione congiunta di questi elementi induce una pronunciata dipendenza dall’andamento della domanda estera e determina un insufficiente livello d’industrializzazione. A testimonianza di ciò il PIL regionale per unità di lavoro (49,8 mila euro) non solo si colloca al di sotto della media nazionale (51 mila euro) ma continua ad essere ben distante da quello di tutte le regioni del nord (Piemonte 53,7; Lombardia 56,4; Veneto 50,8; Emilia 52,4)7. Il basso PIL per unità di lavoro è la risultante di un sistema produttivo ad alta intensità di lavoro, in genere non molto qualificato, dove le imprese sono molto condizionate dal peso degli oneri finanziari. L’analisi del valore aggiunto settoriale mostra una struttura produttiva in cui il settore industriale ha un peso modesto (24,5%), con una marcata despecializzazione nella produzione di beni strumentali che coesiste con produzioni molto specializzate nel comparto della moda, mentre prevale il terziario orientato ai servizi alle imprese e alle persone (70% del valore aggiunto regionale), e il turismo raggiunge punte d’eccellenza produttiva. In conclusione, il sistema produttivo toscano appare concentrato sulla produzione di un paniere limitato di beni e servizi, in genere a bassa intensità di capitale, che accentua la dipendenza dell’economia regionale dalle oscillazioni della domanda mondiale, in particolare asiatica e americana. Il basso costo del lavoro e il basso livello dei profitti8, in relazione alle regioni del nord, esprimono un generale ricorso al lavoro poco qualificato e un’inadeguata struttura di capitale delle imprese, in cui gli oneri connessi al capitale di prestito incidono pesantemente sul margine operativo lordo. Inoltre nel sistema produttivo toscano sopravvive la disparità territoriale tra le aree centrali, ad elevata industrializzazione, e le aree costiere/interne, segnate dalla crisi della grande industria e del settore primario.
7 I dati utilizzati sono tratti da L’economia toscana tra congiuntura e tendenze di fondo, IRPET settembre 2002 e Il mercato del lavoro – Regione Toscana Rapporto 2001, Collana Lavoro, Giunti. 8 Nel 2001 in Toscana, la remunerazione dei fattori di produzione in rapporto alle unità di lavoro è di 29 mila euro per il costo del lavoro e di 12,3 mila euro per il profitto a fronte di una media nazionale rispettivamente di 29,6 e 12,2 mila euro.
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2. I principali risultati: sintesi e commenti Riteniamo utile far precedere l’esame dettagliato dei risultati da una sintesi commentata di quelli che appaiono più interessanti 2.1 Le imprese individuali femminili nella regione In Toscana, nel periodo 1998-2001, le imprese individuali femminili sono aumentate di 163 unità. Questo incremento si iscrive nella più generale crescita delle imprese individuali – aumentate a loro volta di 4.263 unità – ma risulta più modesto in termini percentuali: 0,3% rispetto al 2,0%. Questi andamenti sono sostanzialmente identici per le imprese attive e per il totale di quelle registrate, poiché le inattive costituiscono una quota piccola e stabile. Per effetto delle dinamiche ricordate, le imprese femminili al termine del periodo costituivano una quota minore del complesso delle imprese individuali (26,5% contro 27%). Il confronto con il totale delle imprese individuali è importante in quanto consente di tenere distinti i problemi più generali connessi alla dimensione individuale, da quelli relativi al carattere femminile delle imprese. Osserviamo, allora, che nello spazio di mercato complessivamente occupato dalle imprese individuali, le femminili tendono a rappresentare un’area meno estesa. Sarà interessante, quando si potranno analizzare i corrispondenti dati, verificare se ciò trova compensazione nelle forme societarie d’impresa. Se osserviamo i dati relativi alle Unità Locali delle imprese individuali femminili notiamo che nell’intero periodo si è avuta una diminuzione di 1.785 unità. Questo calo si iscrive nel più generale calo delle complessive Unità Locali relative alle imprese individuali – diminuite a loro volta di 2.020 unità – ma risulta più grave in termini percentuali: 2,8% contro 0,8%. Va, però, sottolineato come gran parte di questi effetti negativi si siano prodotti in un unico anno, il 2000. Malgrado questo anno sia risultato, anche sotto altri profili, piuttosto negativo, l’entità del calo delle Unità Locali individuali femminili è tale da lasciare qualche dubbio sulla completa attendibilità dei dati. E’, comunque, incoraggiante osservare che nel 2001 si sono avuti diversi segnali di ripresa. Questi andamenti sono sostanzialmente identici per le imprese attive e per il totale di quelle registrate, poiché le inattive costituiscono una quota piccola e stabile. Un’altra conseguenza delle evoluzioni che hanno avuto luogo tra il 1998 e il 2001 è il perdurare della piccolissima dimensione di queste imprese. In base ai dati disponibili – che non sono di completa affidabilità per quello che riguarda il numero degli addetti - nelle imprese individuali femminili il numero medio di addetti per impresa è sceso da 1,05 nel 1998 a 0,90 nel 2000, per risalire a 1,06 nel 2001 a fronte di una dimensione media complessiva di 1,08 nel 1998 e nel 2001, con un minimo di 0,98 nel 2000. In tutte le imprese individuali sembra essersi indebolita la capacità di creare occupazione nel biennio 1999-2000, anche se nel 2001 si registra un sostanziale recupero ai livelli del 1998. Le informazioni disponibili non permettono di stabilire se questo fenomeno si sia prodotto attraverso un processo di ridimensionamento generalizzato con espulsione di 12
addetti o attraverso il turnover delle imprese, con uscita di quelle di maggiori dimensioni e ingresso di altre di dimensioni più piccole – anche se vi sono ragioni per ritenere che quest’ultimo fenomeno abbia avuto una certa rilevanza. 2.2 Le imprese individuali femminili nelle province La situazione e la dinamica delle imprese individuali femminili è notevolmente differenziata a livello provinciale. Il maggior numero di imprese individuali è localizzato nella provincia di Firenze (il minore in quella di Massa Carrara). Tuttavia i valori assoluti sono in questo caso poco significativi e quindi sono stati analizzati i rapporti percentuali e la composizione. Nel periodo in esame si evidenziano due andamenti distinti: un gruppo di province in cui il numero di imprese individuali cresce, seppur modestamente, e un gruppo di province in cui il numero delle imprese individuali femminili si riduce. Al primo gruppo appartengono: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno e Siena; al secondo Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato e Pisa. Le variazioni positive e negative nel numero di imprese nel periodo sono comunque modeste e si attestano, come detto su una media regionale del +0,3%, eccezioni: in positivo Siena (+5,0%) e Grosseto (+4,7%) e in negativo Pistoia (-1,9%) e Massa Carrara (-4,1%). Facendo riferimento alle Unità Locali anziché alle imprese si nota che soltanto in due province non si è avuta una riduzione: Siena e Grosseto. Resta sostanzialmente stabile Arezzo mentre Livorno cade meno della media regionale. In tutti gli altri casi si hanno riduzioni superiori a quelli medi regionali con punte particolarmente elevate a Prato (-5%) e, soprattutto, Massa Carrara (-8,2%). Dunque, gli andamenti sono leggermente differenziati tra imprese e Unità Locali. La dinamica del totale delle imprese individuali a livello provinciale è sostanzialmente diversa. Infatti, nel periodo 1998-2001, in tutte le province si registra un incremento del numero delle imprese con picchi a Massa Carrara (+3,3%), Siena (+3,2%) e Pisa (+3,1%). In conseguenza delle dinamiche differenziate la quota di imprese femminili sul totale delle imprese individuali: cresce nelle province di Grosseto (+0,9%) e Siena (+0,5%), si contrae sensibilmente nella provincia di Massa Carrara (-2,5%) e si riduce, seppur modestamente, nelle restanti province, con l’eccezione di Arezzo in cui si ha una sostanziale stabilità. Questi risultati valgono anche con riferimento alle Unità Locali con qualificazioni minori. In particolare, ad Arezzo si registra un aumento delle Unità Locali anziché la stabilità emerse con riferimento alle imprese. I risultati fin qui illustrati derivano, a loro volta, da andamenti difformi dell’aggregato in esame. Tra le province ove la quota delle imprese individuali femminili è in espansione, Grosseto e Siena si caratterizzano perché l’aumento della quota deriva da una crescita delle imprese femminili superiore all’aumento delle imprese individuali complessive. In tutte le altre province, la riduzione della quota è determinata dal fatto che le femminili diminuiscono, mentre le individuali totali crescono e ciò rende la caduta della quota delle femminili più importante. Vi sono però due eccezioni: Livorno e Firenze dove le imprese femminili crescono ma meno delle individuali totali, con una conseguente modesta riduzione dell’incidenza provinciale delle femminili. 13
Esaminando le dinamiche provinciali dell’incidenza delle imprese femminili sul totale delle imprese individuali, si osserva una tendenza alla convergenza verso il valore regionale medio. Questo andamento è espresso dalla riduzione dell’intervallo di variabilità dell’incidenza delle imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali. Infatti esso passa dal [34,5%; 23,6%] del 1998 al [32,6%; 23,2%] del 2001. 2.3 Le imprese individuali femminili nei settori produttivi Dall’analisi condotta a livello di settore produttivo risulta che pur essendo il maggior numero di imprese individuali femminili concentrato nel settore del commercio, l’incidenza maggiore delle imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali si riscontra nel terziario. Dunque, in questo settore, le imprese individuali femminili sembrano avere un vantaggio (o un minore svantaggio) rispetto alle imprese individuali maschili. Tuttavia guardando i dati in modo dinamico emerge con chiarezza che il settore più dinamico per le imprese individuali femminili è stata l’agricoltura. Sembra essere in atto un processo di specializzazione delle imprese individuali femminili in questo settore che, peraltro, avviene in un contesto di espansione. Allo stesso modo si assiste a una crescente specializzazione a livello regionale delle imprese individuali femminili nel settore delle costruzioni (+22,7%). Nel settore manifatturiero le imprese femminili perdono terreno. Tuttavia è interessante osservare che all’interno di questo settore vi sono due comparti in espansione: i mobili e il tabacco-bevande-alimentari. Il tessile che resta il sottosettore di maggiori dimensioni, e di gran lunga, mostra segni di crisi piuttosto chiari (-8,7% nel periodo 1998-2001). Ad un’analisi disaggregata dei macrosettori, il terziario rivela una tendenza molto interessante: la presenza delle imprese individuali femminili si è notevolmente qualificata, perdendo peso nei più tradizionali servizi sociali a vantaggio dei trasporti-telecomunicazioni (+15,8%) e dell’intermediazione finanziaria (28,2%). Tutti questi risultati appaiono evidenti anche si considerano le Unità Locali invece che le sole imprese femminili individuali. Si è anche esaminato l’universo delle imprese individuali femminili a livello provinciale per ciascuno dei settori. Tra i risultati più importanti emersi vi sono quelli relativi alle specializzazioni o de-specializzazioni produttive delle diverse province, intendendo con questo termine fare riferimento al fatto che le quote delle imprese individuali nella provincia in ciascun settore si discostano significativamente, in positivo o in negativo, dalla corrispondente media regionale. Applicando questa proxy si ottengono i seguenti risultati: le tre province meridionali vedono una specializzazione delle imprese femminili nell’agricoltura; il settore del commercio prevale a Pisa, a Massa Carrara e Livorno, mentre il manifatturiero predomina nelle province centro-settentrionali di Prato, Firenze e Pistoia. A Livorno e Massa Carrara vi è una specializzazione nelle costruzioni. Naturalmente, l’esame di questi risultati deve tenere conto del fatto che l’agricoltura è un settore in espansione per le imprese femminili ed è consistente, mentre la manifattura è relativamente consistente e in regresso e le costruzioni sono in espansione ma di piccole dimensioni. La diversa dinamica delle imprese individuali femminili, nel loro insieme, a livello provinciale certamente 14
dipende da questi elementi: Siena, Arezzo e Grosseto assicurano tassi di espansione maggiori alle imprese femminili perché sono specializzate in un settore che è al tempo stesso grande e dinamico. Argomenti diversi si applicano alle altre province. Anche con riferimento a questo gruppo di dati le Unità Locali sembrano avere seguito una dinamica perfettamente allineata a quella delle imprese.
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3. Le principali tendenze a livello regionale Iniziamo la nostra analisi dettagliata con una visione di assieme a livello regionale. Esamineremo dapprima l’insieme delle imprese individuali per metterne in risalto la consistenza e la dinamica nel periodo al quale si riferisce la nostra analisi. Successivamente ci soffermeremo sulle imprese individuali femminili. L’esame riguarderà, in ciascuno dei due casi, tutte le imprese, attive e inattive. Successivamente, a causa della scarsa rilevanza delle imprese inattive, ci concentreremo sulle sole imprese attive. 3.1 L’universo delle imprese individuali Nel 2001 risultavano registrate, nel territorio della Regione Toscana, 219.216 ditte individuali di cui 216.741 attive. Rispetto al 1998 si è avuta la crescita netta di 4.027 imprese, pari a +1,87%. Nello stesso periodo il numero delle ditte individuali attive si è cresciuto di 4.263 unità e il rapporto tra imprese non attive e imprese attive (tasso di non attività) si è ridotto dall’1,28% del 1998 all’1,14% del 2001. La tabella 3.1 presenta tutti questi dati e mostra anche che nel corso del quadriennio considerato il numero delle ditte individuali ha seguito un trend di crescita, con una riduzione percentuale delle imprese non attive, che ha comportato una continua, seppur lenta, riduzione del tasso di non attività.
Tabella 3.1 Imprese individuali (tutte), Toscana - 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali)
Stato impresa Attiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 212.478 2.711 215.189 1,28
1999 214.030 2.492 216.522 1,16
2000 215.648 2.475 218.123 1,15
2001 216.741 2.475 219.216 1,14
Var. ass. 01/98 4.263 -236 4.027
Var. % 01/98 2,0 -8,7 1,9
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Per quello che riguarda le Unità Locali relative alle complessive imprese individuali nel 2001 queste risultavano pari a 235.667 di cui 233.192 attive e 2.475 non attive (composte da 117 inattive, 470 sospese e 1.188 in fallimento). Rispetto al 1998 si è avuta la perdita netta di 2.020 imprese, pari allo 0,8%. Nello stesso periodo il numero delle attive si è ridotto di 1.784 unità e il rapporto tra attive e non attive (tasso di non attività) è passato dall’1,14% del 1998 all’1,05% del 2001. La tabella 3.2 presenta tutti questi dati e mostra anche che nel corso del quadriennio considerato il numero delle Unità Locali ha seguito un andamento oscillatorio: alla crescita del 1999 hanno fatto seguito, nel 2000, una drastica caduta e, nel 2001, una modesta ripresa.
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Tabella 3.2 Unità Locali individuali (tutte), Toscana - 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali) Stato impresa Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 234.976 2.179 511 21 2.711 237.687 1,14
1999 237.230 1.955 463 74 2.492 239.722 1,04
2000 231.909 1.929 420 126 2.475 234.384 1,06
2001 233.192 1.888 470 117 2.475 235.667 1,05
Var. ass. 01/98 -1.784 -291 -41 96 -236 -2.020
Var. % 01/98 -0,8 -13,4 -8,0 457,1 -8,7 -0,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
3.2 Le imprese individuali femminili Nel 2001 le ditte individuali femminili registrate in Toscana erano 58.213, di cui 57.517 attive. Il confronto tra il 1998 e il 2001 mostra un incremento di 65 imprese registrate e di 163 imprese attive, pari a +0,3% (si veda la tab. 3.3). Nel periodo, il tasso di non attività è passato dall’1,38% all’1,21%, dopo aver avuto un minimo di 1,11% nel 2000. Le Unità Locali individuali femminili, nel 2001 erano 62.350, di cui 61.654 attive e 696 non attive (consistenti a loro volta in 36 inattive, 181 sospese e 479 in fallimento). Il confronto tra il 1998 e il 2001 mostra una perdita netta di 1.785 unità registrate pari al 2,8% e di 1.687 unità attive, pari al 2.7%, con una dinamica differenziata negli anni intermedi (si veda la tab. 3.4).
Tabella 3.3 Imprese individuali femminili, Toscana - 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali)
Stato impresa Attiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 57.354 794 58.148 1,38
1999 57.444 698 58.142 1,22
2000 57.477 635 58.152 1,11
2001 57.517 696 58.213 1,21
Var. ass. 01/98 163 -98 65
Var. % 01/98 0,3 -12,3 0,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella 3.4 Unità Locali individuali femminili, Toscana - 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali) Stato Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 63.341 553 232 9 794 64.135 1,24
1999 63.629 496 184 18 698 64.327 1,09
2000 61.565 485 155 35 675 62.240 1,08
2001 61.654 479 181 36 696 62.350 1,12
Var. ass. 01/98 -1.687 -74 -51 27 -98 -1.785
Var. % 01/98 -2,7 -13,4 -22,0 300,0 -12,3 -2,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Come si è già notato il 2000 risulta un anno di grave contrazione (oltre 2000 Unità Locali in meno) e ciò appare singolare in considerazione della sostanziale tenuta delle imprese individuali nello stesso anno. Benché non manchi la possibilità di fornire una spiegazione economica di questo fenomeno – ad esempio come riflesso di una strategia di eliminazione delle sedi periferiche in risposta a non troppo favorevoli evoluzioni economiche - l’entità della caduta lascia più di qualche dubbio sulla completa attendibilità del dato. 3.3 Un esame comparato delle imprese individuali femminili Per valutare meglio l’evoluzione delle imprese individuali femminili è importante effettuare un esame comparato dei dati ad esse riferiti con quelli relativi all’insieme delle imprese individuali. Uno dei vantaggi di tale confronto è quello di consentire la sterilizzazione degli effetti della dimensione individuale, permettendo di concentrarsi sull’influenza esercitata dal carattere femminile delle imprese. Nel 2001 le imprese individuali femminili rappresentavano poco più di un quarto del totale delle imprese individuali (26,5%). Questa quota, come risulta dalla tabella 3.5 è in leggero calo rispetto al 1998, quando raggiungeva il 27%. Se si considerassero le sole imprese attive non si avrebbero risultati significativamente diversi. Dunque nel periodo considerato, si è verificata una modesta perdita di consistenza delle imprese individuali femminili. Tale perdita è più marcata per alcune province e su questo fenomeno bisognerà tornare con un esame che rintracci le cause di una simile performance negativa, onde escludere la presenza di strozzature strutturali. Se si considerassero le Unità Locali non si giungerebbe a risultati significativamente diversi. Infatti, tra il 1998 e il 2001 le Unità Locali femminili sul totale delle Unità Locali relative alle imprese individuali sono passate dal 27% al 26,5%, esattamente come le imprese. Vi è tuttavia una differenza che si riferisce al 2000, anno nel quale il calo della quota delle Unità Locali femminili è stato leggermente più marcato del corrispondente dato per le imprese (infatti il rapporto è sceso al 26,6% contro il 26,7%).
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4. Le tendenze provinciali L’analisi dei dati disaggregati a livello provinciale mette in evidenza situazioni e andamenti, come abbiamo detto, piuttosto differenziati, sia rispetto al numero delle imprese sia rispetto agli addetti. Ci soffermeremo sulle sole differenze in termini di consistenze di imprese cercando di interpretarle nel modo migliore, compatibilmente con le informazioni disponibili. In appendice viene presentata un’analisi più dettagliati dei principali dati, provincia per provincia. 4.1 Le imprese femminili per provincia Come risulta dalla tabella 4.1, nel 2001 il maggior numero di imprese individuali femminili era localizzato nella provincia di Firenze: 11.983 pari al 20,7% del totale. Il valore più basso era, invece, quello di Prato (3.416). Naturalmente i valori assoluti hanno un significato molto limitato e per questo motivo esamineremo tra breve alcuni indici relativi. Nel quadriennio considerato in ambito provinciale si evidenziano due tendenze nettamente distinte (tab. 4.2 e 4.3): l’una orientata alla crescita e l’altra alla riduzione del numero di imprese individuali femminili. Al primo gruppo appartengono Grosseto (+262) e Siena (+215); al secondo gruppo si iscrivono Massa Carrara (-149), Lucca (-112), Pistoia (-86), Prato (-27) e Pisa (-15). Arezzo e Firenze, pur evidenziando un saldo positivo nel periodo, presentano un andamento alterno. In conseguenza di queste tendenze Massa Carrara e Prato continuano a essere i fanalini di coda regionali per ciò che riguarda la percentuale di imprese individuali femminili (tab. 4.4). Cali consistenti in termini percentuali si sono avuti a Massa Carrara, Lucca e Pistoia. Più contenuta è la flessione di Prato mentre la situazione è rimasta sostanzialmente stabile a Firenze, Arezzo e Livorno. Le due province in cui il numero delle imprese individuali femminili è cresciuto sensibilmente tra il 1998 e il 2001 sono Siena e Grosseto. Si delinea, dunque, una polarizzazione piuttosto chiara a livello provinciale, sulla quale avremo occasione di tornare in seguito.
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Tabella 4.1 Imprese individuali femminili per provincia, Toscana 1998-2001 (valori assoluti) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 5.965 11.954 5.627 6.028 5.824 3.625 6.005 3.443 4.615 4.268 57.354
1999 6.133 11.890 5.703 6.020 5.798 3.581 6.005 3.383 4.588 4.343 57.444
2000 6.039 11.968 5.818 6.019 5.769 3.516 6.000 3.376 4.550 4.422 57.477
2001 5.996 11.983 5.889 6.043 5.712 3.476 5.990 3.416 4.529 4.483 57.517
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella 4.2 Imprese individuali femminili per provincia in Toscana 1998-2001 (variazioni assolute) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
var 99-98 var 00-99 var 01-00 var 01-98 168 -94 -43 31 -64 78 15 29 76 115 71 262 -8 -1 24 15 -26 -29 -57 -112 -44 -65 -40 -149 0 -5 -10 -15 -60 -7 40 -27 -27 -38 -21 -86 75 79 61 215 90 33 40 163
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Il 2001 è un anno di ripresa con 5 province che risultano in espansione (Grosseto, Siena, Firenze, Livorno e Prato). Con riferimento alle Unità Locali si nota quanto segue. Come risulta dalla tabella 4.5, nel 2001 il maggior numero di Unità Locali individuali femminili era localizzato nella provincia di Firenze: 12.877 pari al 20,7% del totale. Il valore più basso era, invece, quello di Massa Carrara (3.804). Nel quadriennio si ha una tendenza alla diminuzione. In termini assoluti il calo maggiore è quello di Firenze (perse 572 unità) ma in termini percentuali la contrazione più netta è quella di Massa Carrara (-8,2%). 21
Tabella 4.3 Variazioni imprese individuali femminili per provincia in Toscana 1998-2001 (variazioni percentuali 01/98) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
var 99-98 2,8 -0,5 1,4 -0,1 -0,4 -1,2 0,0 -1,7 -0,6 1,8 0,2
var 00-99 -1,5 0,7 2,0 0,0 -0,5 -1,8 -0,1 -0,2 -0,8 1,8 0,1
var 01-00 -0,7 0,1 1,2 0,4 -1,0 -1,1 -0,2 1,2 -0,5 1,4 0,1
var 01-98 0,5 0,2 4,7 0,2 -1,9 -4,1 -0,2 -0,8 -1,9 5,0 0,3
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella 4.4 Impr. indiv. femminili percentuale in Toscana 1998-2001 (valori percentuali sul totale regionale) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 10,0 21,0 10,0 11,0 10,0 6,0 10,0 6,0 8,0 7,0 100,0
1999 11,0 21,0 10,0 10,0 10,0 6,0 10,0 6,0 8,0 8,0 100,0
2000 11,0 21,0 10,0 10,0 10,0 6,0 10,0 6,0 8,0 8,0 100,0
2001 10,0 21,0 10,0 11,0 10,0 6,0 10,0 6,0 8,0 8,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Cali consistenti in termini percentuali si sono avuti a Prato, Lucca, Pistoia e, quindi, Firenze. Più contenuta è la flessione di Livorno mentre la situazione è rimasta stabile ad Arezzo. Le uniche due province in espansione – anche se in misura limitata - sono Siena e, soprattutto, Grosseto. Si delinea, dunque, una polarizzazione piuttosto chiara a livello provinciale, sulla quale avremo occasione di tornare in seguito.
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Tabella 4.5 Unità locali individuali femminili per provincia, Toscana 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali)
Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 6.379 13.449 6.244 6.965 6.331 4.144 6.652 3.858 5.150 4.963 64.135
1999 6.562 13.332 6.342 7.003 6.323 4.096 6.685 3.819 5.135 5.030 64.327
2000 6.366 12.825 6.358 6.757 6.114 3.860 6.427 3.618 4.952 4.963 62.240
2001 6.344 12.877 6.445 6.801 6.058 3.804 6.415 3.664 4.909 5.033 62.350
Var. ass. 01/98 -35 -572 201 -164 -273 -340 -237 -194 -241 70 -1.785
Var. % 01/98 -0,5 -4,3 3,2 -2,4 -4,3 -8,2 -3,6 -5,0 -4,7 1,4 -2,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Dei quattro anni che compongono il nostro periodo, il 2000 si presenta come quello più negativo e anomalo: soltanto Grosseto è riuscita a non regredire. Anche per le Unità Locali il 2001 è un anno di ripresa: ben 5 province risultano in espansione (Grosseto, Siena, Firenze, Livorno e Prato). Già nel 1999 furono 5 le province che riuscirono a espandersi (Arezzo, Grosseto, Livorno, Pisa, Siena) sebbene spesso in modo impercettibile. 4.2 Il confronto con l’insieme delle imprese individuali Anche in questo caso è utile raffrontare le imprese individuali femminili con l’insieme delle imprese individuali. Il maggior numero in assoluto di queste ultime si ha naturalmente nella provincia di Firenze ( 51.636 nel 2001) mentre è ancora Massa Carrara la provincia con le minori unità (10.857 sempre nel 2001) (si veda tab. 4.6). Nel nostro quadriennio si hanno valori in crescita in tutte le province. Aumenti superiori alla media regionale si sono avuti a Massa Carrara, Pisa e Siena, mentre le restanti province si collocano su valori prossimi a quelli medi regionali, unica eccezione Arezzo con un deludente +0,4% (tab. 4.8).
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Tabella 4.6 Imprese individuali per provincia, Toscana 1998-2001 (valori assoluti) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 22.242 50.758 19.135 18.151 22.619 10.514 21.287 13.669 18.407 15.696 212.478
1999 22.969 50.945 19.190 18.218 22.663 10.610 21.546 13.633 18.366 15.890 214.030
2000 22.643 51.487 19.315 18.375 22.845 10.799 21.865 13.791 18.418 16.110 215.648
2001 22.341 51.636 19.458 18.531 23.173 10.857 21.954 14.018 18.580 16.193 216.741
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella 4.7 Imprese individuali per provincia, Toscana 1998-2001 (variazioni assolute 01/98) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
var 99-98 727 187 55 67 44 96 259 -36 -41 194 1.552
var 00-99 -326 542 125 157 182 189 319 158 52 220 1.618
var 01-00 -302 149 143 156 328 58 89 227 162 83 1.093
var 01-98 99 878 323 380 554 343 667 349 173 497 4.263
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Rispetto alle imprese femminili gli andamenti appaiono più omogenei con un trend di crescita ben evidente pur nella sua modestia quantitativa. Unica eccezione è rappresentata da Arezzo che per ben due anni (1999 e 2000) mostra una leggera contrazione nel numero di imprese individuali (tab. 4.7).
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Tabella 4.8 Imprese individuali per provincia in Toscana 1998-2001 (variazioni percentuali 01/98) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
var 99-98 3,3 0,4 0,3 0,4 0,2 0,9 1,2 -0,3 -0,2 1,2 0,7
var 00-99 -1,4 1,1 0,7 0,9 0,8 1,8 1,5 1,2 0,3 1,4 0,8
var 01-00 -1,3 0,3 0,7 0,8 1,4 0,5 0,4 1,6 0,9 0,5 0,5
var 01-98 0,4 1,7 1,7 2,1 2,4 3,3 3,1 2,6 0,9 3,2 2,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella 4.9 Incidenza imprese individuali femminili in Toscana 1998-2001 (incidenze femminili provinciali) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 26,8 23,6 29,4 33,2 25,7 34,5 28,2 25,2 25,1 27,2 27,0
1999 26,7 23,3 29,7 33,0 25,6 33,8 27,9 24,8 25,0 27,3 26,8
2000 26,7 23,2 30,1 32,8 25,3 32,6 27,4 24,5 24,7 27,4 26,7
2001 26,8 23,2 30,3 32,6 24,6 32,0 27,3 24,4 24,4 27,7 26,5
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Le dinamiche precedenti si riflettono sull’importanza delle imprese femminili a livello provinciale in rapporto al totale delle individuali. Come mostra la tabella 4.9, la situazione è nettamente differenziata a livello provinciale. Effettuando i confronti in termini dell’importanza delle imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali si nota che nel 2001 la prima posizione è occupata da Livorno (32.6%) e l’ultima da Firenze (23.2%). Province ad alta intensità di imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali sono anche Massa Carrara (32.0%), Grosseto (30,3%) e Siena (27,7%). In posizione intermedia si collocano Pisa e Arezzo mentre una bassa incidenza si registra anche a Prato (24,4%), Pistoia (24,4%). e Lucca (24,6%). Questi dati si riferiscono all’ultimo anno del nostro periodo di osservazione, cioè al 2001. Se si 25
tiene conto anche della dinamica del quadriennio si nota che a fronte di significative diminuzioni, solo le province di Siena e Grosseto fanno registrare un avanzamento significativo. In conclusione, con riferimento alla evoluzione della quota di imprese individuali femminili, abbiamo 2 province con dinamica positiva (Grosseto e Siena) una provincia sostanzialmente stabile (Arezzo), due province in pronunciata decelerazione (Massa Carrara e Lucca), quattro province in flessione (Pistoia, Prato e Pisa e Lucca) e due province in limitata contrazione (Firenze e Livorno). E’ interessante notare come questi andamenti abbiano un riscontro territoriale piuttosto chiaro all’interno della regione: la parte meridionale è la più dinamica, quella settentrionale segna i maggiori regressi, mentre la zona geografica centrale si trova in posizione intermedia. Questi risultati derivano, a loro volta, da dinamiche piuttosto diverse. Tra le province ove la quota delle imprese individuali femminili è in espansione, Grosseto e Siena si caratterizzano perché l’aumento della quota deriva da una espansione delle imprese femminili superiore all’espansione delle imprese individuali complessive. Pertanto, Siena e Grosseto ottengono il proprio risultato in un contesto di generale espansione delle imprese individuali che è più netto per le imprese femminili. In tutte le altre province, la riduzione della quota è determinata dal fatto che le femminili diminuiscono mentre le totali crescono, seppure di poco, e ciò fa sì che la caduta della quota sia più netta Pertanto possiamo dire che vi sono due province in cui le femminili si espandono in una situazione di generale espansione delle ditte individuali (Siena e Grosseto), due province ove esse sono costanti (Arezzo e Firenze) e un buon numero di province ove le imprese individuali femminili si contraggono a fronte di una crescita delle ditte individuali totali (con diversa intensità, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Pisa e Prato). E’ interessante verificare se vi sono tendenze alla convergenza nelle quote di imprese individuali femminili. Vi è convergenza se le province con le quote inferiori alla media all’inizio del periodo sono cresciute a tassi superiori a quelli medi nel corso del periodo (e viceversa). La tabella 4.10 mostra il risultato di questa analisi.
Tebella 4.10 Convergenza prov. nelle quote delle impr. indiv. femminili, Toscana 1998-2001
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena
Posizione iniziale rispetto alla media sotto sotto sopra sopra sotto sopra sopra sotto sotto sopra
Tasso di crescita rispetto alla media superiore inferiore superiore Inferiore Inferiore inferiore inferiore inferiore inferiore superiore
Tendenza converge diverge (negativamente) diverge (positivamente) converge diverge (negativamente) converge converge diverge (negativamente) diverge (negativamente) diverge (positivamente)
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Nella prima colonna viene indicato se nel 1998, la quota della provincia considerata era al di sopra o al disotto della media regionale. Nella seconda colonna è invece indicato se tale quota è cresciuta più o meno della media regionale nel corso del quadriennio. I risultati sono i seguenti: quattro province mostrano una tendenza alla convergenza. Si tratta di Arezzo, che converge dal basso, di Massa Carrara, Livorno e Pisa che, invece, convergono dall’alto. Le altre sei province mostrano, invece, dinamiche divergenti. Quattro di esse (Firenze, Pistoia, Lucca e Prato) esibiscono una divergenza negativa, nel senso che crescono meno della media pur essendo inizialmente al di sotto del valore medio, mentre le altre due (Siena e Grosseto) hanno caratteristiche esattamente opposte, che possiamo denominare di divergenza positiva. Si può quindi concludere con l’osservazione che tra questi due gruppi di province è in atto un processo di divaricazione dinamica, al quale è opportuno prestare attenzione. 4.3 Il confronto in termini di Unità Locali E’ utile estendere l’analisi svolta in precedenza anche al complesso delle Unità Locali allo scopo di disporre di un quadro più completo di valutazione. Come risulta dalla tabella 4.11 anche in questo il maggior numero in assoluto di Unità Locali complessive si ha nella provincia di Firenze ( 56.222 nel 2001) mentre nella posizione di coda si trova sempre Massa Carrara (11.949, sempre nel 2001). Tuttavia se si tenesse conto della diversa dimensione della popolazione attiva si giungerebbe a risultati notevolmente diversi. Firenze precipiterebbe all’ultimo posto, mentre in testa si collocherebbe Grosseto, seguita da Arezzo, Pistoia e Siena. Diversamente da quanto si era osservato per le imprese – e a causa degli andamenti, oramai ben noti, relativi all’anno 2000 – le Unità Locali individuali presentano valori in calo in tutte le province eccetto Grosseto e Siena (dove sono cresciute anche le femminili) e Pisa. Contrazioni superiori alla media regionale si sono avute a Firenze, Arezzo e Pistoia mentre le restanti province si collocano su valori pari a quelli medi regionali o inferiori. Tabella 4.11 Unità Locali individuali totali per provincia, Toscana – 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali)
Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 23.967 57.381 21.315 20.863 24.767 12.043 23.671 15.327 20.354 17.999 237.687
1999 24.777 57.518 21.420 21.052 24.882 12.128 23.998 15.335 20.386 18.226 239.722
2000 23.984 55.975 21.162 20.497 24.356 11.919 23.604 14.986 19.944 17.957 234.384
2001 23.705 56.222 21.374 20.695 24.686 11.949 23.709 15.197 20.084 18.046 235.667
Var. ass. 01/98 -262 -1159 59 -168 -81 -94 38 -130 -270 47 -2.020
Var. % 01/98 -1,1 -2 0,3 -0,8 -0,3 -0,8 0,2 -0,8 -1,3 0,3 -0,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Anche per le sole Unità Locali femminili il 2000 è un anno di calo per tutte le province, quasi sempre di gravi dimensioni. Il 2001 è, invece, un anno di crescita generalizzata, anche se non impetuosa, con l’unica eccezione di Arezzo dove si ha una leggera contrazione. Per effetto di queste dinamiche l’importanza delle Unità Locali femminili in rapporto al totale delle individuali è nettamente differenziata a livello provinciale (si veda la tab. 4.12) in modo molto simile a quanto si è visto per le imprese. Nel 2001 la prima posizione è occupata da Livorno (32.9%) e l’ultima da Firenze (22.9%). Valori elevati si hanno anche a Massa Carrara (31,8%), Grosseto (30,2%) e Siena (27,9%). Pisa e Arezzo sono in posizione intermedia, mentre una bassa incidenza si registra, oltre che a Firenze, a Prato (24,1%), Pistoia (24,4%) e Lucca (24,5%). In contrasto con quanto si è visto per le imprese, nel corso dei quattro anni la gran parte delle province presenta valori in diminuzione in calo. In espansione sono solo Grosseto, Siena e Arezzo. In forte calo relativo – tenendo cioè conto anche dei valori di partenza – sono Massa Carrara, Prato, Lucca, Pistoia, Pisa e Firenze. Livorno fa registrare una flessione assai limitata.
Tabella 4.12 Incidenza delle unità locali individuali femminili in Toscana – 1998-2001 (valori percentuali sul totale provinciale) Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 26,6 23,4 29,3 33,4 25,6 34,4 28,1 25,2 25,3 27,6 27,0
1999 26,5 23,2 29,6 33,3 25,4 33,8 27,9 24,9 25,2 27,6 26,8
2000 26,5 22,9 30,0 33,0 25,1 32,4 27,2 24,1 24,8 27,6 26,6
2001 Var. 01/98 26,8 0,2 22,9 -0,5 30,2 0,9 32,9 -0,5 24,5 -1,1 31,8 -2,6 27,1 -1,0 24,1 -1,1 24,4 -0,9 27,9 0,3 26,5 -0,5
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Pertanto, sulla base di questo indicatore, possiamo individuare 3 province dinamiche (Grosseto, Siena e Arezzo), due delle quali (Grosseto e Arezzo) risultavano tali anche in termini di imprese. Inoltre, una provincia è in forte decelerazione (Massa Carrara, che peraltro aveva il più elevato valore all’inizio del periodo), 4 province sono in decelerazione (Pistoia, Prato, Pisa e Lucca) e 2 province in limitata contrazione (Firenze e Livorno). Le considerazioni svolte in precedenza a proposito della polarizzazione geografica all’interno della regione trovano, pertanto, riscontro in questi dati. L’ultima osservazione riguarda la questione della convergenza, valutata questa volta in termini di Unità Locali. La tabella 4.13 documenta che non vi sono significativi cambiamenti rispetto a quanto è emerso dall’esame in base alle imprese. Le uniche differenze, poco 28
rilevanti, riguardano i tassi di crescita di Firenze e Livorno che risultano inferiori alla media anziché uguali. Tabella Tabella4.13 4.13 Convergenza delle Unità Locali femminili in Toscana 1998-2001 Convergenzanelle nellequote quote delle Unità Locali indiv. Femm. in Toscana 1998-2001
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena
Posizione iniziale rispetto alla media sotto sotto sopra sopra sotto sopra sopra sotto sotto sopra
Tasso di crescia rispetto alla media superiore uguale superiore uguale inferiore inferiore inferiore inferiore inferiore superiore
Tendenza converge stabile diverge (positivamente) stabile diverge (negativamente) converge converge diverge (negativamente) diverge (negativamente) Diverge (negativamente)
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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5. Le dinamiche settoriali delle imprese individuali femminili L’analisi dei dati disaggregati per settori di attività economica presenta molteplici motivi di interesse. In particolare, essa permette di comprendere meglio le ragioni degli andamenti delle imprese femminili emersi a livello provinciale e di far risaltare la diversa rilevanza del fenomeno della riduzione degli addetti. La nostra analisi si concentrerà essenzialmente su sei macrosettori: agricoltura/foreste/pesca, estrattivo, manifatturiero, costruzioni, commercio/ pubblici esercizi e terziario. Effettueremo, tuttavia, alcuni approfondimenti all’interno dei più importanti tra questi macrosettori. Ci riferiremo alle sole imprese attive, anche per la ben limitata consistenza di quelle inattive. In appendice i dati vengono presentati in modo dettagliato, settore per settore. 5.1 Le imprese individuali femminili nei 6 macrosettori La tabella 5.1 mostra che nel 2001 il maggior numero di imprese individuali femminili operava nel settore del commercio: 22.441 imprese, pari al 39% del totale. Al secondo posto si colloca l’agricoltura (14.328 imprese, pari al 24.9%) seguita dal terziario (11.933 equivalente al 20,7%) e dalla manifattura (8.275 pari al 14,4%). Le imprese individuali femminili sono pochissimo presenti nelle costruzioni, solo 540 imprese (anche se, come vedremo, questa presenza è territorialmente piuttosto concentrata) mentre sono inesistenti nel settore estrattivo, come era facilmente prevedibile. Dall’esame delle variazioni intervenute nel corso del quadriennio risulta che l’accrescimento maggiore in termini percentuali si è avuto nel “piccolo” settore delle costruzioni, mentre quello più consistente in termini assoluti si è verificato nel terziario, ove le imprese individuali femminili (si veda tab. 5.1 e 5.2) sono cresciute di 444 unità (+3,9%) e in agricoltura dove sono aumentate di 264 unità (+1,8%); per conseguenza la loro quota sul totale è passata dal 22,4% del 1998 al 23,5% del 2001 (si veda tab. 2.19).
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Negli altri settori si verificano, senza eccezioni, riduzioni nel numero di imprese femminili di entità tali da far arretrare anche tutte le corrispondenti quote sul totale. Trascurando per le ragioni già indicate l’estrattivo, si osserva una contrazione del 2,64% nel manifatturiero e dell’1,94% nel commercio. Dunque, quest’ultimo settore, pur restando quello in cui opera il maggior numero di imprese individuali femminili si trova in una fase di decelerazione. Un più completo apprezzamento di questi dati richiede di tenere conto anche delle evoluzioni riguardanti l’insieme delle imprese individuali. Con riferimento a queste ultime, esaminando la dinamica interna al periodo si nota, in primo luogo che per i due settori in difficoltà: manifatturiero e commercio il dato negativo coinvolge tutti gli anni del periodo, tanto da poter ritenere di essere in presenza di un vero trend negativo. In un chiaro trend positivo appaiono invece le costruzioni, il terziario e l’agricoltura. Esaminiamo ora brevemente la dinamica per settori del complesso delle ditte individuali allo scopo di effettuare i confronti che ci interessano. Il commercio è, anche in questo caso, il settore dominante, seguito dall’agricoltura e dal terziario. Non varia, quindi, la graduatoria vista con riferimento alle sole imprese femminili (si veda tab. 5.1). Costituisce, invece, motivo di differenza la maggiore presenza di imprese individuali nelle costruzioni rispetto alla manifattura: le piccole imprese individuali maschili proliferano in questo settore. In effetti, il settore delle costruzioni si è rivelato particolarmente dinamico nel quadriennio (con 4.783 imprese in più, pari ad una crescita del 16,3%). Il già rilevato dato positivo per le imprese femminili delle costruzioni si inserisce in questa tendenza, che si è manifestata in tutto il periodo e ha un balzo in avanti nel 2001.
Anche il terziario segna un deciso progresso con una crescita di 1.593 unità pari a un +4,6%. Tutti gli altri settori risultano in contrazione, normalmente di entità piuttosto contenuta. Anche l’agricoltura perde 1.390 imprese individuali (-2,97%), tenendo conto dell’evoluzione delle imprese femminili si giunge alla conclusione – sulla quale si tornerà in seguito – che il peso delle imprese femminili sul totale delle imprese individuali è significativamente cresciuto in questo settore. 31
Passiamo adesso al confronto tra le imprese individuali femminili e quelle complessive, dal quale potremo desumere informazioni sul grado di specializzazione o despecializzazione settoriale. Basandoci sulla tabella 5.4 osserviamo, in primo luogo, che nel 2001 il rapporto raggiungeva il valore più elevato nel terziario con il 33,8%. Seguono a breve distanza il commercio e l’agricoltura, rispettivamente con il 31,7% e il 31,6%. Più basso è il valore della manifattura (26,6%) e molto basso è il dato del settore delle costruzioni. Dunque, pur essendo il maggior numero di imprese femminili concentrato nel settore del commercio, l’incidenza maggiore delle imprese individuali femminili sul totale delle imprese individuali si riscontra nel terziario. Cioè, dato lo spazio che ciascun settore concede alle imprese individuali, nel terziario le donne occupano una quota relativamente maggiore di tale spazio, pur essendo il loro numero assoluto maggiore nel commercio.
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Utilizzando questa chiave di lettura si può anche affermare che, nel corso del periodo, lo spazio occupato dalle imprese femminili tra le imprese individuali è cresciuto significativamente nell’agricoltura (passando dal 30,1% del 1998 al 31,6% del 2001) e si è ridotto in tutti gli altri settori. Pertanto, al di là di quello che segnalano i dati statici del 2001, sembra avere avuto luogo di recente un processo di specializzazione delle imprese individuali femminili nell’agricoltura. Si può, pertanto, affermare che la specializzazione in agricoltura avviene in un contesto di espansione. De-specializzazioni sono presenti in tutti gli altri settori; tuttavia, se si eccettuano le costruzioni (ove l’espansione delle femminili è stata nettamente inferiore a quella generale) si tratta di fenomeni quantitativamente piuttosto limitati. E va menzionato il caso del settore del commercio che mostra una maggiore resistenza al tendenziale ridimensionamento della presenza di imprese individuali femminili. Una valutazione accurata di queste tendenze dovrebbe, comunque, essere effettuata non dimenticando che vi è una tendenza generale verso la riduzione del numero di imprese individuali. 5.2 Le Unità Locali nei sei macrosettori Se l’analisi viene condotta a livello di Unità Locali piuttosto che di imprese i risultati appena indicati non subiscono mutamenti significativi. Come mostra la tabella 5.5 nel 2001 il maggior numero di Unità Locali individuali femminili operava nel settore del commercio: 24.676 unità locali, pari al 40% del totale (si veda tab. 5.6), seguita dall’agricoltura l’agricoltura (14.458 unità locali, pari al 23,5%), dal terziario (21,4%) e dalla manifattura (14,2%). Poco rilevante anche in questo caso la presenza nel settore delle costruzioni che, però, è quello che si è maggiormente espanso nel quadriennio in termini relativi. La maggiore espansione in termini assoluti si è registrata nell’agricoltura (+258 unità).
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Negli altri settori si verificano, senza eccezioni, riduzioni di entità tali da far arretrare anche tutte le corrispondenti quote sul totale. Se si confrontano le variazioni nelle Unità Locali femminili con quelle delle imprese femminili presentate in precedenza si nota che nel corso del quadriennio la dinamica delle costruzioni, per quanto sempre positiva, è assai più contenuta in termini di Unità Locali, mentre risulta lievemente più marcato il calo nel manifatturiero, nel commercio e nel terziario. Naturalmente domina su queste tendenze settoriali la tendenza alla contrazione delle Unità Locali complessive, ma non delle Imprese, che sembra emergere dai dati disponibili. Con riferimento al complesso delle Unità Locali, si nota, in primo luogo, che alla contrazione del 2000 si è sottratta soltanto l’agricoltura, che risulta in controtendenza anche nel 2001.
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Se guardiamo all’evoluzione nel corso del quadriennio, ritroviamo quasi identiche, le dinamiche già emerse con riferimento alle imprese (si veda tab. 5.7). Il terziario, però, segna un arretramento consistente: 5,6% ed è da sottolineare che tale contrazione delle Unità Locali si contrappone alla espansione in termini di imprese (+4.6% come risulta dalla tab. 5.3). Anche l’agricoltura perde il 3% (in linea con il calo nelle imprese). In contrazione, marginalmente maggiore di quella già osservata con riferimento alle imprese, anche i settori del manifatturiero del commercio e l’estrattivo. Per effetto di questi dati l’incidenza delle Unità Locali femminili sul totale delle Unità Locali individuali risulta quella indicata nella tabella 5.8. Nel 2001 il rapporto raggiungeva il valore più elevato nel terziario con il 32,6%. Seguono distanziate di poco il commercio e l’agricoltura, rispettivamente con il 31,7% e il 31,5%. Più contenuta la quota della manifattura (26,4%) e irrilevanti quelle delle costruzioni e dell’estrattivo. Risulta così confermato a livello di Unità Locali quanto è emerso con riferimento alle imprese individuali femminili, anche se con una piccola differenza per quello che riguarda il terziario: in termini di Unità Locali il suo peso, nel quadriennio, è cresciuto anche se di poco (dal 32,3% al 32,6%) mentre in termini di imprese si è avuta una flessione, come in tutti gli altri settori (si veda tab. 5.4).
5.3 Approfondimenti: manifattura, commercio e terziario Per una migliore conoscenza delle tendenze in atto è opportuno esaminare in modo più disaggregato i settori della manifattura, del terziario e del commercio. Iniziamo con la manifattura. La tabella 5.9 presenta una disaggregazione in sette sottosettori. Emerge con chiarezza che le imprese femminili sono in larghissima misura concentrate nel tessile: nel 2001, delle 8.275 imprese individuali femminili presenti nel manifatturiero, ben 5.246 (cioè quasi 2/3) operavano nel sottosettore del “tessile, confezioni e cuoio”. In termini di Unità Locali i dati sono i seguenti: 5.471 sul totale di 8.764 (cioè anche in questo caso quasi i 2/3) operavano nel medesimo sottosettore del “tessile, confezioni e cuoio” (si veda tab. 5.10). 35
Si deve, però, notare che tra il 1998 e il 2001 le imprese femminili si sono contratte in questo sottosettore ad un tasso superiore a quello relativo all’intero comparto manifatturiero (8,67% contro 2,64%). Ciò vale, seppure con percentuali diverse, anche per le Unità Locali (9,6% contro 5.7%). Dunque, il tessile perde progressivamente terreno a vantaggio di altri sottosettori, in particolare del “tabacco, alimentari e bevande” (con una crescita del 29,75%; 25.3% in termini di Unità Locali) e dei “mobili” (+ 15,17%, +12,8% in Unità Locali). Sono questi i due sottosettori più dinamici per le imprese individuali femminili: cresce la loro quota nel manifatturiero e, soprattutto, si espande il loro numero assoluto. Si tratta di un fenomeno interessante, benché le dimensioni di questi due sottosettori siano ancora sensibilmente inferiori rispetto a quelle del tessile.
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Esaminando il dettaglio per il settore commercio non si colgono evoluzioni di particolare interesse. Domina il commercio al dettaglio, seguito da alberghi e ristoranti e dal commercio all’ingrosso. Gli alberghi e ristoranti mostrano la più netta tendenza alla riduzione (-122 unità pari a -3,4%). Si tratta di una tendenza costante nel periodo che sembra caratterizzarsi come un trend negativo. Dinamiche del tutto simili si hanno nel numero delle Unità Locali, come risulta dalla tabella 5.12.
Commercio all’ingrosso
Nel terziario le imprese femminili sono concentrate soprattutto nel sottosettore della “sanità e altri servizi”,che, però, mostra una chiara tendenza all’arretramento sia in senso assoluto che relativo. Tra i quattro sottosettori che confluiscono nel terziario infatti solo questo settore mostra un andamento negativo, mentre si registra un’imperiosa crescita nell’intermediazione finanziaria (+28,23%) e nei trasporti e telecomunicazioni (+15,8%).
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Queste tendenze, come mostra la tabella 5.14, trovano solo parziale corrispondenza nei dati riferiti alle Unità Locali: la Sanità si contrae tra il 1998 e il 2001 di quasi il 10%, e l’intermediazione finanziaria si espande del 13,8%. Ma nei Trasporti si ha, in contrasto con quanto si è visto a livello di Imprese, una significativa contrazione (-12,5%) e ugualmente in calo appare il dato relativo all’Informatica, sebbene in misura appena percettibile. Su queste tendenze domina il dato del 2000, che pone i già ricordati problemi interpretativi, anche se la contrazione verificatasi appare diversamente distribuita per settori, per sottosettori e aree territoriali. Anche tenendo conto di questi ultimi dati, si può affermare che l’importanza relativa delle imprese femminili nei sottosettori avanzati del terziario sembra in espansione. E’, questo, uno sviluppo interessante che sembra rivelare cambiamenti significativi e importanti qualificazioni nell’imprenditorialità femminile. Questa conclusione trae conforto anche da analisi ulteriormente disaggregate dei dati settoriali, che mostrano il progresso dell’informatica, della ricerca e sviluppo, di varie attività professionali e imprenditoriali. Da queste analisi più dettagliate emergono anche altri motivi di interesse. Ad 38
esempio, il calo nei “trasporti e telecomunicazioni” è largamente dovuto alle agenzie di viaggio; l’intermediazione finanziaria si espande grazie soprattutto alle attività ausiliare dell’intermediazione e alle attività immobiliari, che vengono incluse in questo sottosettore.
5.4 I settori a livello provinciale I dati relativi al numero di imprese individuali femminili attive per province e per settori (si veda tab. 5.15) mostrano che, come era facile prevedere, Firenze primeggia in tutti i settori. Vi è un’unica e rilevante eccezione: Grosseto occupa la prima posizione in agricoltura (dove anche Arezzo precede Firenze). Si è già avuto modo di ricordare come i valori assoluti in casi come questo siano ben poco significativi, tuttavia il fatto che i primi posti siano occupati da province piccole è certamente indicativo. In ogni caso l’esame dei dati relativi permetterà di meglio valutare questi fenomeni. Tra molte altre cose, la tab. 5.15 mostra una posizione di preminenza di Prato nel manifatturiero (mentre in tutti gli altri settori questa provincia occupa le posizioni di coda), di Livorno nel commercio e di Pisa nel terziario. Massa Carrara si colloca quasi sempre in fondo alla graduatoria, mentre Siena occupa l’ultima posizione nelle costruzioni e Prato è ultima nel commercio.
Se, invece che alle imprese facciamo riferimento alle Unità Locali, i risultati non subiscono modifiche di rilievo, come risulta dalla tabella 5.16.
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Ma occorre basare l’analisi su dati più significativi dei soli valori assoluti. Con l’aiuto delle tabella 5.17 e 5.18, riferite rispettivamente alle imprese e alle Unità Locali, analizziamo i tassi di variazione dei diversi settori a livello provinciale nel periodo 19982001. Ci concentriamo inizialmente sulle province in cui è cresciuto più significativamente sia il numero di imprese individuali femminili che quello delle Unità Locali femminili, cioè Grosseto, Siena e Arezzo. Il confronto rivela significative differenze. A Grosseto l’espansione più forte in termini relativi si è avuta nel manifatturiero (+15,1% in termini di imprese, +21,1% in Unità Locali) e nelle costruzioni (+43,8% e +38,2% rispettivamente). Entrambi questi settori sono, però, di dimensioni modeste. L’agricoltura, che ha ben altra consistenza, cresce al notevole tasso dell’8,2% come imprese e dell’8.5% come Unità Locali, mentre il commercio si riduce come imprese e ristagna come Unità Locali. Dal canto suo il terziario mostra un leggero incremento nel numero delle imprese e un calo di oltre l’11% in termini di Unità Locali.
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Anche ad Arezzo il piccolo settore delle costruzioni si espande in modo percentualmente consistente (+50% come imprese e +16,2% come Unità Locali) mentre il manifatturiero flette (rispettivamente -3,9% e –5,8%) e negli altri settori non si hanno cambiamenti significativi ad eccezione delle imprese, ma non delle Unità Locali, nel terziario (+6,5%). A Siena, infine, l’agricoltura è il settore decisamente più dinamico (10,8% e 10.7% sono i due dati ) mentre cala il commercio (rispettivamente -1,2% e -4,1%) e, in controtendenza rispetto alle altre due province meridionali, perdono terreno anche le costruzioni (-9,4% e -5.3%). Variazioni marginali si sono avute nella manifattura e nel terziario.
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A parte le tre già considerate, nelle restanti province, per quello che riguarda le imprese, l’agricoltura tende a espandersi (eccezioni significative sono Lucca e Massa Carrara e Livorno); la manifattura perde terreno, soprattutto a Pistoia e Prato e ciò determina il saldo negativo a livello regionale; quasi tutte le province si espandono nel piccolo settore delle costruzioni (l’eccezione è Massa Carrara) e tutte si contraggono nel commercio e si espandono nel terziario. In termini di Unità Locali le dinamiche sono molto simili con una rilevante e apparentemente significativa eccezione: nel terziario le Unità Locali si contraggono ovunque con l’unica e modesta eccezione di Pistoia. Nell’interpretazione di questo dato occorre, come già più volte si è affermato, cautela a causa dell’apparente anomalia, di non facile spiegazione, dell’evoluzione delle Unità Locali nel corso del 2000. In conclusione, il pattern di sviluppo più frequente nelle diverse province è il seguente: espansione nell’agricoltura, nel terziario e nelle costruzioni, contrazioni nelle manifattura e nel commercio. Vi sono, tuttavia, significative differenze tra le varie province, che l’esame di ulteriori dati metterà maggiormente in evidenza. 5.5 Le specializzazioni provinciali Nella tabella 5.19 vengono riportate per ciascuna provincia le quote di imprese individuali femminili presenti nei diversi settori. L’ultima riga presenta i valori medi regionali di queste quote; confrontando i valori di ciascuna provincia con questo dato medio si ottengono indicazioni sulle caratteristiche della specializzazione delle imprese femminili individuali in ciascuna provincia. Notiamo che Arezzo presenta una quota superiore alla media in agricoltura e nel manifatturiero, mentre è al di sotto della media in modo piuttosto consistente nel commercio. Firenze presenta scostamenti significativi in agricoltura (negativi) e nel manifatturiero (positivi). Grosseto, dal canto suo, ha valori nettamente più elevati in agricoltura e molto più bassi in manifattura. Livorno eccede abbondantemente la media nel commercio, ma è piuttosto carente in manifattura. Lucca e Pisa presentano dati abbastanza vicini alla media nelle costruzioni e nel terziario. Massa Carrara si segnala per l’alto valore nel commercio e quello molto basso in manifattura; Prato per l’alto valore in manifattura e quello bassissimo nell’agricoltura; Pistoia per la quota relativamente elevata nel manifatturiero e in quella relativamente ridotta nell’agricoltura; infine, a Siena predomina l’agricoltura e si registra un sottodimensionamento della manifattura.
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Allo scopo di rendere più leggibile questa ampia massa di dati abbiamo calcolato per ciascuna provincia e per ciascun settore un indice di specializzazione o despecializzazione. Tale indice è molto semplice: diremo che in una provincia le imprese individuali femminili sono specializzate in un determinato settore se la quota di imprese individuali femminili che si trova in quel settore eccede di almeno un terzo la corrispondente quota regionale. Ad esempio Grosseto sarà certamente specializzata in agricoltura perché la quota delle imprese femminili in questo settore (52%) eccede abbondantemente la media regionale (24,9%) accresciuta di 1/3 del valore della quota (che determina un valore soglia del 33,2%). In modo analogo parleremo di despecializzazione quanto la quota provinciale è inferiore alla quota media regionale ridotta di 1/3. La scelta della soglia di 1/3 in più o in meno rispetto alla media regionale è puramente convenzionale; essa, tuttavia, permette di raggiungere risultati che appaiono abbastanza interessanti e non in contrasto con il complesso di informazioni che abbiamo raccolto. La tabella 5.20 riporta i risultati ottenuti applicando ai dati del 2001 questo indice di specializzazione.
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La lettura di questa tabella, assieme ad alcune informazioni supplementari, permette di acquisire una conoscenza piuttosto approfondita della struttura produttiva delle imprese individuali femminili su base provinciale. Osserviamo, in primo luogo, che i settori che più di frequente compaiono nella tabella sono l’agricoltura e la manifattura. Le costruzioni ricorrono in soli due casi mentre il terziario e il commercio in uno soltanto. Tutto ciò ha un’interpretazione piuttosto chiara: in alcuni settori le presenze femminili sono distribuite omogeneamente nel territorio provinciale, mentre in altri i fattori locali determinano rilevanti effetti di specializzazione o despecializzazione. Dunque, nel commercio e nel terziario i fattori locali sono scarsamente rilevanti mentre questi ultimi incidono in modo sensibile nel caso dell’agricoltura e della manifattura. Essi assumono qualche rilievo anche nel caso delle costruzioni. La partita della specializzazione territoriale si gioca, dunque, soprattutto rispetto all’agricoltura e al manifatturiero. Non è un caso, che i distretti produttivi riguardino principalmente questi settori. Da questa lettura emerge, dunque, che nelle tre province meridionali le imprese individuali femminili sono specializzate nell’agricoltura, mentre il manifatturiero prevale nelle province centro-settentrionali di Prato, Firenze e Pistoia. A Livorno e Massa Carrara vi è una specializzazione nelle costruzioni. Naturalmente, l’esame di questi risultati deve tenere conto del fatto che l’agricoltura è un settore relativamente grande e in espansione per le imprese femminili, mentre la manifattura è relativamente consistente ma in regresso e le costruzioni sono in espansione ma di piccole dimensioni. La diversa dinamica delle imprese individuali femminili, nel loro insieme, a livello provinciale certamente dipende da questi elementi: Siena, Arezzo e Grosseto assicurano tassi di espansione maggiori alle imprese femminili perché sono specializzate in un settore che è al tempo stesso grande e dinamico. Argomenti diversi si applicano alle altre province. Prima di concludere occorre richiamare l’attenzione sul fatto che alcune province non sono specializzate o despecializzate in alcun settore di attività. Pisa è, al riguardo, il caso44
limite: in nessun settore essa si discosta di oltre 1/3 dai valori medi regionali, dunque ci troviamo di fronte alla riproduzione della realtà regionale su scala provinciale. Lucca mostra una de-specializzazione in manifattura ma nessuna specializzazione. Ciò vuol dire che il differenziale negativo che questa provincia presenta nella quota di manifattura viene compensato da differenziali positivi in una pluralità di altri settori, ciascuno di entità insufficiente a permettere di parlare di specializzazione. All’opposto di Lucca si trova, sotto questo aspetto, Pistoia che è specializzata in manifattura e che diluisce questo vantaggio in molti settori senza che emerga una chiara de-specializzazione. Se questa analisi venisse condotta con riferimento alle Unità Locali anziché alle imprese i risultati cambierebbero molto poco, come mostrano le seguenti due tabelle (tab. 5.21 e tab. 5.22), corrispondenti alla 5.19 e 5.20.
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Con riferimento alla tabella delle specializzazioni le uniche due differenze, peraltro minori, riguardano Massa Carrara, che risulta specializzata oltre che nelle costruzioni anche nel commercio, e Arezzo che risulta despecializzata nelle costruzioni.
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APPENDICI LE IMPRESE INDIVIDUALI FEMMINILI IN TOSCANA
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Appendice 1: analisi dettagliata delle imprese femminili a livello provinciale In questa appendice presentiamo i dati relativi alle imprese femminili attive e complessive per provincia. Arezzo Le ditte individuali passano da 22.242 nel 1998 a 22.341 nel 2001, con una crescita di 99 unità, pari ad una variazione dello 0,4%. Le ditte individuali femminili passano da 5.965 nel 1998 a 5.996 nel 2001, con un aumento di 31 unità e una variazione percentuale dello 0,5% (tab. A1.1; A1.2). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale rimane invariato al 26,8% come pure invariata al 10,4% è l’incidenza delle imprese femminili aretine sul totale regionale.
49
Firenze Le ditte individuali aumentano da 50.758 nel 1998 a 51.636 nel 2001, con una riduzione di 878 unità pari ad una variazione dell’1,7% .Le ditte individuali femminili passano da 11.956 nel 1998 a 11.983 nel 2001, con una crescita di 29 unità pari a +0,2% (tab. A1.3; a1.4). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 23,6% (1998) al 23,2% (2001) mentre è stabile la percentuale del 20,8% delle imprese individuali femminili sul totale regionale.
50
Grosseto Le ditte individuali crescono da 19.135 nel 1998 a 19.458 nel 2001, con un aumento di 323 unità, pari a una variazione dell’1,7%. Le ditte individuali femminili passano da 5.627 nel 1998 a 5.889 nel 2001, con una crescita di 262 unità e una variazione del 4,7% (tab. A1.5; A1.6). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale cresce dal 29,4% (1998) al 30,3% (2001) e aumenta il la quota sul totale regionale dal 9,8% del 1998 al 10,2% del 2001.
51
Livorno Le ditte individuali passano da 18.151 nel 1998 a 18.531 nel 2001, con un aumento di 360 unità, pari a una variazione del 2,1%. Le ditte individuali femminili passano da 6.028 nel 1998 a 6.043 nel 2001, con una variazione percentuale dello 0,2% (tab. A1.7; A1.8). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 33,2% del 1998 al 32,6% nel 2001, mentre è stabile al 10,5% la quota provinciale delle femminili sul totale regionale.
52
Lucca
Le ditte individuali crescono da 22.619 nel 1998 a 23.173 nel 2001, con un aumento di 554 unità, pari ad una variazione del 2,4%. Le ditte individuali femminili si riducono da 5.824 nel 1998 a 5.712 nel 2001, con una perdita di 112 unità pari a -1,9% (tab. A1.9; A1.10). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 25,7% nel 1998 al 24,6% nel 2001 e si riduce anche la quota provinciale dal 10,2% (1998) al 9,9% (2001) sul totale regionale delle ditte individuali femminili.
53
Massa Carrara Le ditte individuali crescono da 10.514 nel 1998 a 10.857 nel 2001, con un aumento di 443 unità, pari a una variazione del 3,3%. Le ditte individuali femminili si riducono da 3.625 nel 1998 a 3.476 nel 2001, con una riduzione di 149 unità, pari ad una variazione del -4,1% (tab. A1.11; A1.12). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 28,2% nel 1998 al 27,3% nel 2001 e diminuisce la quota di imprese femminili localizzate nella provincia dal 6,3% del 1998 al 6% del 2001.
54
Pisa
Le ditte individuali aumentano da 21.287 nel 1998 a 21.954 nel 2001, con una crescita di 667 unità, pari a una variazione del +3,1. Le ditte individuali femminili si riducono da 6.005 nel 1998 a 5990 nel 2001, con una riduzione di 15 unità , pari a una variazione di -0,2% (tab. A1.13; A1.14). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 28,2% (1998) al 27,3% (2001), mentre il contributo provinciale al totale delle imprese femminili regionali passa dal 10,5% del 1998 al 10,4% del 2001.
55
Prato Le ditte individuali crescono da 13.669 nel 1998 a 14.018 nel 2001, con un aumento di 349 unità, pari ad una variazione di +2,6%. Le ditte individuali femminili si riducono da 3.443 nel 1998 a 3.416 nel 2001, con una riduzione di 27 unità, pari a una variazione di -0,8% (tab. A1.15; A1.16). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 25,2% (1998) al 24,2% (2001) e la quota sul totale regionale delle imprese femminili provinciali si riduce dal 6,0% del 1998 al 5,9% del 2001.
56
Pistoia Le ditte individuali crescono da 18.407 nel 1998 a 18.580 nel 2001, con un aumento di 173 unità, pari a una variazione di +0,9%. Le ditte individuali femminili passano da 4.615 nel 1998 a 4.529 nel 2001, (-86 unità) con una variazione percentuale di -1,9% (tab. A1.17; A1.18). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 25,1% (1998) al 24,4% (2001) e si riduce anche il contributo provinciale al totale regionale delle ditte individuali femminili dall’8% al 7,9%.
57
Siena Le ditte individuali aumentano da 15.696 nel 1998 a 16.193 nel 2001, con una crescita di 497 unità, pari a una variazione del +3,2%. Le ditte individuali femminili crescono da 4.268 nel 1998 a 4.483 nel 2001, con un aumento di 215 unità, pari a una variazione positiva del 5% (tab. A1.19; A1.20). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale cresce dal 27,2% (1998) al 27,7% (2001) e cresce anche il contributo provinciale al totale regionale delle ditte individuali femminili dal 7,4% del 1998 al 7,8% del 2001.
58
Appendice 2: analisi dettagliata delle unità locali delle imprese individuali e livello provinciale In questa appendice presentiamo i dati relativi alle unità locali individuali femminili e complessivi provincia per provincia. I dati si riferiscono anche al numero degli addetti che, però, risultano non del tutto attendibili come si è rilevato anche in precedenza Arezzo
Tabella A2.1 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Arezzo (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL UL Var. % Add. Add. Var % Add/U Add/U 1998 2001 UL 1998 2001 Add. L 1998 L 2001 23.819 23.525 -1,2 29.377 25.843 -12,0 1,23 1,10 23.967 23.705 -1,1 29.859 26.337 -11,8 1,25 1,11
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Le Unità Locali individuali complessive passano da 23.967 (23.819 attive) nel 1998 a 23.705 (23.525 attive) nel 2001, con una riduzione di 262 unità (-294 attive), pari ad una variazione del -1,1% (-1,2% nelle Unità Locali attive); il numero di addetti si riduce da 29.859 (29.377) nel 1998 a 26.337 (25.843) nel 2001, con una variazione percentuale di -11,8% (-12% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,25 (1,23 nelle Unità Locali attive) del 1998 a 1,11 (1,10 nelle Unità Locali attive) nel 2001 (si veda tab. A2.1). Le ditte individuali femminili passano da 6.379 (6.335 attive) nel 1998 a 6.344 (6.297 attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -0,5% (-0,6 attive) e il numero di addetti si riduce da 8.242 (8.116 nelle attive) a 7.404 (7.281 nelle attive) con una perdita percentuale del 10,2% (-10,3% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per azienda passa da 1,29 (1,28 nelle attive) nel 1998 a 1,17 (1,16 nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.2). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale rimane pressoché invariato (dal 26,6% del 1998 al 26,8% del 2001), mentre cresce il contributo occupazionale dal 27,6% (1998) al 28,1% (28,2% nelle Unità Locali attive) nel 2001 (si veda tab. A2.3).
59
Tabella A2.2 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Arezzo (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 6.335 6.379
UL Var. % 2001 UL 6.297 -0,6 6.344 -0,5
Add. 1998 8.116 8.242
Add. Var % Add/U Add/U 2001 Add. L 1998 L 2001 7.281 1,28 1,16 -10,3 7.404 -10,2 1,29 1,17
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.3 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Arezzo (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 27,6 27,6
28,2 28,1
UL 98
UL 01
26,6 26,6
26,8 26,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Firenze Le Unità Locali individuali complessive si riducono da 57.381 (56.952 attive) nel 1998 a 56.222 (55.938 attive) nel 2001, con una riduzione di 1.159 unità (-1.014 attive), pari ad una variazione del -2% (-1,8% nelle Unità Locali attive); il numero di addetti si riduce da 79.257 (78.766 nelle attive) nel 1998 a 62.724 (62.324 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale del -20,9% (-20,9% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,38 nel 1998 a 1,12 (1,11 nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.4). Le ditte individuali femminili passano da 13.449 (13.317 nelle attive) nel 1998 a 12.877 (12.799 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -4,3% (-3,9% nelle Unità Locali attive) e il numero di addetti si riduce da 20.864 (20.753 nelle attive) a 14.207 (14.131 nelle attive) con una perdita percentuale del 31,9% (31,9% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per azienda passa da 1,55 (1,56 nelle attive) nel 1998 a 1,10 nel 2001 (si veda tab. A2.5). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale si riduce dal 23,4% (1998) al 22,9% (2001) e si riduce maggiormente il contributo occupazionale dal 26,3% del 1998 al 22,7% del 2001 (si veda tab. A2.6).
60
Tabella A2.4 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Firenze (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 UL 2001 56.952 57.381
55.938 56.222
Var. % UL -1,8 -2,0
Add. 1998 78.766 79.257
Add. 2001 62.324 62.724
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -20,9 1,38 1,11 -20,9 1,38 1,12
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.5 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Firenze (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 13.317 13.449
UL Var. % 2001 UL 12.799 -3,9 12.877 -4,3
Add. 1998 20.753 20.864
Add. 2001 14.131 14.207
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -31,9 1,56 1,10 -31,9 1,55 1,10
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.6 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Firenze (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 26,3 26,3
22,7 22,7
UL 98
UL 01
23,4 23,4
22,9 22,9
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Grosseto Le Unità Locali individuali complessive crescono da 21.315 (21.035 attive) nel 1998 a 21.374 (21.088 attive) nel 2001, con un aumento di 59 unità (+53 attive), pari ad una variazione del +0,3% (+0,3% attive); il numero di addetti aumenta da 19.752 (19.188 nelle Unità Locali attive) nel 1998 a 20.333 (19.765 nelle Unità Locali attive) nel 2001 (si veda tab. A2.7), con una variazione percentuale di +2,9% (+3% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 0,93 (0,91 nelle attive) a 0,95 (0,94 nelle attive) nel 2001. Le ditte individuali femminili passano da 6.244 (6.170 attive) nel 1998 a 6.445 (6.363 attive) nel 2001, con una variazione percentuale di +3,1% (+3,2% nelle attive) e il numero di addetti cresce da 5.443 (5.310 nelle attive) a 5.724 (5.588 nelle attive) con una 61
crescita percentuale del 5,2% (5,2% nelle attive). Il rapporto addetti per azienda passa da 0,87 (0,86 nelle Unità Locali attive) nel 1998 a 0,89 (0,88) nel 2001 (si veda tab. A2.8). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale cresce dal 29,3% (1998) al 30,2% (2001) e aumenta il contributo occupazionale dal 27,6% (1998) al 28,2% (2001) (si veda tab. A2.9)
Tabella A2.7 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Grosseto (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL UL Var. % Add. Add. 1998 2001 UL 1998 2001 21.035 21.088 0,3 19,188 19.765 21.315 21.374 0,3 19.752 20.333
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 3,0 0,92 0,94 2,9 0,93 0,95
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.8 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Grosseto (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 6.170 6.244
UL Var. % 2001 UL 6.363 3,2 6.445 3,1
Add. 1998 5.310 5.434
Add. Var % Add/U Add/U 2001 Add. L 1998 L 2001 5.588 5,2 0,86 0,88 5.724 5,2 0,87 0,89
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.9 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Grosseto (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 27,6 27,6
28,2 28,2
UL 98
UL 01
29,3 29,3
30,2 30,2
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Livorno Le Unità Locali individuali complessive passano da 20.863 (20.463 attive) nel 1998 a 20.695 (20.320 attive) nel 2001, con una riduzione di 168 unità (-143 attive), pari ad una variazione del -0,8% (-0,7% nelle Unità Locali attive); il numero di addetti si riduce da 30.575 (29.929 nelle attive) del 1998 a 21.235 (20.691 nelle attive) nel 2001, con una 62
variazione percentuale di -30,5% (-30,9% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,47 (1,46 nelle attive) del 1998 a 1,03 (1,02) nel 2001 (si veda tab. A2.10) Le ditte individuali femminili passano da 6.965 (6.800 attive) nel 1998 a 6.801 (6.660 attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -2,4% (-2,1% attive) e il numero di addetti si riduce da 9.151 (8.978 nelle attive) a 6.513 (6.394 nelle attive) con una perdita percentuale del -28,8%. Il rapporto addetti per azienda passa da 1,31 (1,32 nelle attive) nel 1998 a 0,96 nel 2001 (si veda tab. A2.11). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale si riduce dal 33,4% (33,2 nelle attive) del 1998 al 32,9% (32,8 nelle attive) nel 2001, mentre cresce il contributo occupazionale dal 29,9% (30% nelle attive) nel 1998 al 30,7% (30,9% nelle Unità Locali attive) del 2001 (si veda tab. A2.12).
Tabella A2.10 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Livorno (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL UL Var. % Add. Add. Var % Add/U Add/U 1998 2001 UL 1998 2001 Add. L 1998 L 2001 20.463 20.320 -0,7 29.929 20.691 -30,5 1,46 1,02 20.863 20.695 -0,8 30.575 21.235 -30,9 1,47 1,03
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.11 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Livorno (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 6.800 6.965
UL Var. % 2001 UL 6.660 -2,1 6.801 -2,4
Add. 1998 8.978 9.151
Add. 2001 6.394 6.513
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -28,8 1,32 0,96 -28,8 1,31 0,96
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.12 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Livorno (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 30,0 29,9
30,9 30,7
UL 98
UL 01
33,2 33,4
32,8 32,9
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Lucca Le Unità Locali individuali complessive si riducono da 24.767 (24.522 attive) nel 1998 a 24.686 (24.427 attive) nel 2001, con una riduzione di 81 unità (-95 attive), pari ad una 63
variazione del -0,3% (-0,4% nelle Unità Locali attive); il numero di addetti si riduce da 32.043 (31.585 nelle attive) nel 1998 a 26.788 (26.348 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -16,4% (-16,6% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,29 (1998) a 1,09 nel 2001 (si veda tab. A2.13). Le ditte individuali femminili passano da 6.331 (6.263 attive) nel 1998 a 6.058 (5.989 attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -4,3% (-4,4% nelle attive) e il numero di addetti si riduce da 6.945 (6.886 nelle attive) a 6.106 (6.063 in Unità Locali attive) con una riduzione percentuale del -12,1% (-13,0% nelle attive). Il rapporto addetti per azienda passa da 1,10 (1998) a 1,01 del 2001 (si veda tab.A2.14). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale si riduce dal 25,6% (25,5 nelle attive) nel 1998 al 24,5% (2001), mentre aumenta il contributo occupazionale dal 21,7% (21,8 nelle Unità Locali attive) nel 1998 al 22,8% (23,0% nelle attive) del 2001 (si veda tab. A2.15).
Tabella A2.13 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Lucca (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 24.522 24.767
UL Var. % 2001 UL 24.427 -0,4 24.686 -0,3
Add. 1998 29.929 32.043
Add. 2001 20.691 26.788
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -16,6 1,46 1,02 -16,4 1,29 1,09
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.14 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Lucca (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 6.263 6.331
UL Var. % 2001 UL 5.989 -4,4 6.058 -4,3
Add. 1998 6.886 6.945
Add. 2001 5.989 6.106
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -13,0 1,10 1,01 -12,1 1,10 1,01
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.15 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Lucca (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 21,8 21,7
23,0 22,8
UL 98
UL 01
25,5 25,6
24,5 24,5
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
64
Massa Carrara Le Unità Locali individuali complessive si riducono da 12.043 (11.821 attive) nel 1998 a 11.949 (11.738 attive) nel 2001, con una riduzione di 94 unità (-83 attive), pari ad una variazione del -0,8% (-0,7% delle attive); il numero di addetti si riduce da 12.918 (12.547 nelle attive) nel 1998 a 12.860 (12.466 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -0,4% (-0,6% nelle imprese attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,07 (1,06 nelle imprese attive) nel 1998 a 1,08 (1,06 nelle imprese attive) nel 2001 (si veda tab. A2.16). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 4.144 (4.084 attive) nel 1998 a 3.804 (3.751 attive) nel 2001, con una riduzione di 340 unità (-333 attive), pari ad una variazione del -8,2% (-8,2% delle attive); il numero di addetti si riduce da 4.441 (4.375 nelle attive) nel 1998 a 3.657 (3.589 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -17,7% (-18,0% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,07 (1998) a 0,96 del 2001 (si veda tab. A2.17). Il peso relativo delle imprese femminili sul totale provinciale si riduce dal 34,4% (34,5% nelle attive) nel 1998 al 31,8% (32,0% nelle attive) nel 2001 e ancora più significativa è la riduzione del contributo occupazionale che passa dal 34,4% (34,9 nelle attive) nel 1998 al 28,4% (28,8% nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.18).
Tabella A2.16 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Massa Carrara (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 11.821 12.043
UL Var. % 2001 UL 11.738 -0,7 11.949 -0,8
Add. 1998 12.547 12.918
Add. 2001 12.466 12.860
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -0,6 1,06 1,06 -0,4 1,07 1,08
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.17 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Massa Carrara (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL
UL 1998
UL Var. % 2001 UL
Add. 1998
Add. Var % Add/U Add/ 2001 Add. L 1998 UL
Attiva Registrata
4.084 4.144
3.751 3.804
4.375 4.441
3.589 3.657
-8,2 -8,2
-18,0 -17,7
1,07 1,07
0,96 0,96
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.18 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Massa Carrara (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 34,9 34,4
28,8 28,4
UL 98
UL 01
34,5 34,4
32,0 31,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
65
Pisa Le Unità Locali individuali complessive aumentano da 23.671 (23.455 attive) nel 1998 a 23.709 (23.472 attive) nel 2001, con una crescita di 38 unità (+17 attive), pari ad una variazione del +0,2% (+0,1% delle attive); il numero di addetti si riduce da 32.508 (31.787 nelle attive) nel 1998 a 27.345 (26.638 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -15,9% (-16,2% nelle imprese attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,37 (1,36 nelle attive) nel 1998 a 1,15 (1,13 nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.19). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 6.652 (6.591 attive) nel 1998 a 6.415 (6.351 attive) nel 2001, con una riduzione di 237 unità (-240 attive), pari ad una variazione del -3,6% (-3,6% delle attive); il numero di addetti si riduce da 8.335 (8.242 nelle attive) nel 1998 a 7.266 (7.169 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -12,8% (-13% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,25 (1998) a 1,13 nel 2001 (si veda tab. A2.20). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale si riduce dal 28,1% (1998) al 27,1% (2001), mentre cresce il contributo occupazionale dal 25,6% (25,9 nelle attive) nel 1998 al 26,6% (26,9 nelle attive) nel 2001(si veda tab. A2.21).
Tabella A2.19 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Pisa (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL UL Var. % Add. Add. Var % Add/U Add/U 1998 2001 UL 1998 2001 Add. L 1998 L 2001 23.455 23.472 0,1 31.787 26.638 -16,2 1,36 1,13 23.671 23.709 0,2 32.508 27.345 -15,9 1,37 1,15
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.20 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Pisa (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 6.591 6.652
UL Var. % 2001 UL 6.351 -3,6 6.415 -3,6
Add. 1998 8.242 8.335
Add. 2001 7.169 7.266
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -13,0 1,25 1,13 -12,8 1,25 1,13
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
66
Tabella A2.21 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Pisa (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 25,9 25,6
26,9 26,6
UL 98
UL 01
28,1 28,1
27,1 27,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Prato Le Unità Locali individuali complessive si riducono da 15.327 (15.020 attive) nel 1998 a 15.197 (14.966 attive) nel 2001, con una riduzione di 130 unità (-54 attive), pari ad una variazione del -0,8% (-0,4% delle attive); il numero di addetti si riduce da 19.206 (18.816 nelle attive) nel 1998 a 17.123 (16.757 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -10,8% (-10,9% nelle attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,25 (1998) a 1,13 (1,12 nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.22). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 3.858 (3.788 attive) nel 1998 a 3.664 (3.609 attive) nel 2001, con una riduzione di 194 unità (-124 attive), pari ad una variazione del -5% (4,7% nelle attive); il numero di addetti si riduce da 4.979 (4.884 nelle attive) nel 1998 a 4.065 (3.976 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -18,4% (-18,6% nelle attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,29 (1998) a 1,11 (1,10 nelle attive) nel 2001 (si veda tab. A2.23). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale si riduce dal 25,2% (1998) al 24,1% (2001) e ancora più significativa è la riduzione del contributo occupazionale che passa dal 25,9% (26,0% nelle attive) nel 1998 al 23,7% nel 2001 (si veda tab. A2.24).
Tabella A2.22 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Prato (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 15.020 15.327
UL Var. % 2001 UL 14.966 -0,4 15.197 -0,8
Add. 1998 18.816 19.206
Add. 2001 16.757 17.123
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -10,9 1,25 1,12 -10,8 1,25 1,13
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
67
Tabella A2.23 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Prato (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 3.788 3.858
UL Var. % 2001 UL 3.609 -4,7 3.664 -5,0
Add. 1998 4.884 4.979
Add. 2001 3.976 4.065
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -18,6 1,29 1,1 -18,4 1,29 1,11
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.24 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Prato (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 26,0 25,9
23,7 23,7
UL 98
UL 01
25,2 25,2
24,1 24,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Pistoia Le Unità Locali individuali complessive si riducono da 20.354 (20.009 attive) nel 1998 a 20.084 (19.786 attive) nel 2001, con una riduzione di 270 unità (-23 attive), pari ad una variazione del -1,3% (-1,1% attive); il numero di addetti si riduce da 26.792 (26.278 nelle attive) nel 1998 a 23.343 (22.893 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -12,9%. Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,32 (1,31 nelle attive) nel 1998 a 1,16 nel 2001 (si veda tab. A2.25). Le Unità Locali individuali femminili passano da 5.150 (5054 attive) nel 1998 a 4.909 (4.826 attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -4,7% (-4,5% nelle attive) e il numero di addetti si riduce da 6.613 (6.510 in Unità Locali attive) nel 1998 a 5.606 (5.525 in Unità Locali attive) nel 2001, con una riduzione percentuale del 15,2% (-15,1% nelle attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,28 (1,29 nelle attive) nel 1998 a 1,14 nel 2001 (si veda tab. A2.26). Il peso relativo delle Unità Locali individuali complessive sul totale provinciale si riduce dal 25,3% (1998) al 24,4% (2001) e si riduce anche il contributo occupazionale dal 24,7% (24,8% nelle attive) nel 1998 al 24% nel 2001 (si veda tab. A2.27).
68
Tabella A2.25 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Pistoia (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 20.009 20.354
UL Var. % 2001 UL 19.786 -1,1 20.084 -1,3
Add. 1998 26.278 26.792
Add. 2001 22.893 23.343
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -12,9 1,31 1,16 -12,9 1,32 1,16
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.26 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Pistoia (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL Attiva Registrata
UL 1998 5.054 5.150
UL Var. % 2001 UL 4.826 -4,5 4.909 -4,7
Add. 1998 6.510 6.613
Add. 2001 5.525 5.606
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -15,1 1,29 1,14 -15,2 1,28 1,14
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.27 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Pistoia (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 24,8 24,7
24,0 24,0
UL 98
UL 01
25,3 25,3
24,4 24,4
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Siena Le Unità Locali individuali complessive aumentano da 17.999 (17.880 attive) nel 1998 a 18.046 (17.932 attive) nel 2001, con una crescita di 47 unità (+52 attive), pari ad una variazione del +0,3%; il numero di addetti si riduce da 20.413 (20.148 nelle attive) nel 1998 a 19.139 (18.933 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -6,2% (-6% nelle attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,13 (1998) a 1,06 nel 2001(si veda tab. A2.28). Le Unità Locali individuali femminili crescono da 4.963 (4.939 attive) nel 1998 a 5.033 (5.009 attive) nel 2001, con un aumento di 70 unità (+70 attive), pari ad una variazione di +1,4% (+1,4% delle attive); il numero di addetti si riduce da 5.443 (5.376 nelle attive) nel 1998 a 5.394 (5.368 nelle attive) nel 2001, con una variazione percentuale di -0,9% (-0,1% nelle Unità Locali attive). Il rapporto addetti per Unità Locale passa da 1,10 (1,09 nelle attive) nel 1998 a 1,07 nel 2001 (si veda tab. A2.29). Il peso relativo delle Unità Locali femminili sul totale provinciale cresce dal 27,6% (1998) al 27,9% (2001) e 69
cresce ancora di più il contributo occupazionale dal 26,7% (1998) al 28,2% (28,4% nelle Unità Locali attive) nel 2001(si veda tab. A2.30).
Tabell A2.28 Unità locali individuali complessive e addetti, provincia Siena (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL
Attiva Registrata
UL 1998 UL 2001
17.880 17.999
17.932 18.046
Var. % UL
Add. 1998
Add. 2001
0,3 0,3
20.148 20.413
18.933 19.139
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -6 -6,2
1,13 1,13
1,06 1,06
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.29 Unità locali individuali femminili e addetti, provincia Siena (valori assoluti e variazioni percentuali) StatoUL
Attiva Registrata
UL 1998 UL 2001
4.939 4.963
5.009 5.033
Var. % UL
Add. 1998
Add. 2001
1,4 1,4
5.376 5.443
5.368 5.394
Var % Add/U Add/U Add. L 1998 L 2001 -0,1 -0,9
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A2.30 UL individuali femminili e addetti sul totale, provincia Siena (valori percentuali) Stato Unità Locale Attiva Registrata
Add 98 Add 01 26,7 26,7
27,9 27,9
UL 98
UL 01
27,6 27,6
28,4 28,2
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
70
1,09 1,10
1,07 1,07
Appendice 3: analisi dettagliata delle Unità Locali individuali femminili per settori Questa appendice presenta i dati relativi alle Unità Locali individuali femminili nei sei macrosettori di attività con approfondimenti relativi alla manifattura, al commercio e al terziario. Agricoltura, foreste e pesca Il numero delle Unità Locali individuali si riduce da 47.308 nel 1998 a 45.887 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa del 3% (si veda tab. A3.3) che riduce il peso relativo di questo settore dal 20,1% (1998) al 19,7% (2001) del totale delle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Il numero di addetti cresce da 23.801 nel 1998 a 32.244 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con un aumento percentuale di +35,5% (si veda tab. A3.4) che fa crescere il peso relativo del settore dall’8% (1998) al 12,8% (2001) del totale degli addetti nelle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Le Unità Locali individuali femminili crescono da 14.200 nel 1998 a 14.458 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione positiva di +1,8% (si veda tab. A3.7), che fa crescere il loro peso relativo dal 22,4% (1998) al 23,5% (2001) del totale delle Unità Locali individuali femminili (si veda tab. A3.6). Il numero di addetti nelle Unità Locali individuali femminili cresce da 6.388 nel 1998 a 9.317 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione di +45,9% (si veda tab. A3.8) che fa crescere il peso relativo del settore dall’8% del 1998 al 14,3% del 2001 (si veda tab. A3.6). Estrattivo Le Unità Locali individuali si riducono da 144 nel 1998 a 89 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa percentuale del -38,2% (si veda tab. A3.3) che riduce l’incidenza di questo settore sul complesso delle Unità Locali considerate di circa un decimale di punto percentuale (si veda tab. A3.3). Gli addetti si riducono da 340 nel 1998 a 189 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una riduzione del 44,4% (si veda tab. A3.4). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 15 (1998) a 2 (2001) e gli addetti passano da 45 del 1998 a 6 del 2001 (si veda tab. A3.5). Manifatturiero Il numero delle Unità Locali individuali si riduce da 34.605 nel 1998 a 33.259 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa del -3,9% (si veda tab. A3.3) che riduce il peso relativo di questo settore dal 14,7% del 1998 al 14,3% del 2001 del totale delle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Il numero di addetti si riduce da 81.363 nel 1998 a 55.164 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa percentuale di -32,2% (si veda tab. A3.4) che riduce il peso relativo del settore dal 27,3% (1998) al 21,8% (2001) del totale degli addetti nelle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 9.294 del 1998 a 8.764 del 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione negativa di -5,7% (si veda tab. A3.7) che riduce il loro peso relativo dal 14,7% del 1998 al 14,2% del 2001 (si veda tab. A3.6). Il numero di addetti nelle Unità 71
Locali individuali femminili si riduce da 25.505 del 1998 a 15.012 del 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione di -36,1% (si veda tab. A3.8) che riduce il peso relativo del settore sul totale degli addetti nelle Unità Locali individuali femminili dal 29,6% del 1998 al 23,1% del 2001 (si veda tab. A3.6). Costruzioni Il numero delle Unità Locali individuali cresce da 30.539 nel 1998 a 35.525 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione positiva del 16,3% (si veda tab. A3.3), che accresce il peso relativo di questo settore dal 13% (1998) al 15,2% (2001) del totale delle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Il numero di addetti aumenta da 35.173 nel 1998 a 36.701 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione percentuale positiva di +4,3% (si veda tab. A3.4), che fa crescere il peso relativo del settore dall’11,8% (1998) al 14,5% (2001) del totale degli addetti nelle Unità Locali individuali (si veda tab.A3.2). Le Unità Locali individuali femminili crescono da 530 nel 1998 a 566 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione positiva di +6,8% (si veda tab. A3.7) che fa crescere il loro peso relativo del settore sul totale delle Unità Locali individuali femminili dallo 0,8% del 1998 allo 0,9% del 2001 (si veda tab. A3.6). Il numero di addetti nelle Unità Locali individuali femminili nel settore si riduce da 855 del 1998 a 581 del 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione negativa di -32% (si veda tab. A3.8), che riduce il peso relativo degli addetti del settore sul totale degli addetti nelle Unità Locali individuali femminili dall’1,1% del 1998 allo 0,9% del 2001 (si veda tab. A3.6). Commercio e pubblici esercizi Il numero delle Unità Locali individuali si riduce da 79.519 nel 1998 a 77.960 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa del -2% (si veda tab. A3.3), che riduce il peso relativo di questo settore dal 33,8% (1998) al 33,4% (2001) del totale delle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Il numero di addetti si riduce da 98.302 nel 1998 a 85.614 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa percentuale di -12,9% (si veda tab. A3.4) che, tuttavia, aumenta il peso relativo del settore dal 32,9% (1998) al 33,9% (2001) del totale degli addetti nelle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 25.461 del 1998 a 24.676 del 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione negativa di -3,1% (si veda tab. A3.7), che riduce il loro peso relativo del settore sul totale delle unità locali femminili dal 40,2% del 1998 al 40% del 2001 (si veda tab. A3.6). Il numero di addetti nelle Unità Locali individuali femminili si riduce da 29.364 del 1998 a 25.719 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione di -12,4% (si veda tab. A3.8) che, tuttavia, accresce il peso relativo degli addetti nel settore dal 37% del 1998 al 39,5% del 2001 (si veda tab. A3.6). Terziario Il numero delle Unità Locali individuali si riduce da 42.861 nel 1998 a 40.472 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa del -5,6% (si veda tab. A3.3), che riduce il peso relativo di questo settore dal 18,2% (1998) al 17,4% (2001) del totale delle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Il numero di addetti si riduce da 59.442 nel 1998 a 72
42.746 nel 2001 (si veda tab. A3.1), con una variazione negativa percentuale di -28,1% (si veda tab. A3.4) che riduce il peso relativo del settore dal 19,9% (1998) al 16,9% (2001) del totale degli addetti nelle Unità Locali individuali (si veda tab. A3.2). Le Unità Locali individuali femminili si riducono da 13.841 nel 1998 a 13.188 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione negativa di -4,7% (si veda tab. A3.7) che riduce il loro peso relativo sull’insieme delle unità locali femminili dal 21,9% del 1998 al 21,4% del 2001 (si veda tab. A3.6). Il numero di addetti nelle Unità Locali individuali femminili del settore si riduce da 19.273 nel 1998 a 14.449 nel 2001 (si veda tab. A3.5), con una variazione percentuale negativa di -25% (si veda tab. A3.8), che riduce il peso relativo degli addetti nel settore sul totale degli addetti nelle Unità Locali individuali femminili dal 24,3% del 1998 al 22,2% del 2001 (si veda tab. A3.6).
Tabella A3.1 Unità addettilocali per macrosettore in Toscana, 1998macrosettore - 2001 UnitàLocali Localiindividuali individuali:e unità (UL) e addetti (ADD) per (valori (valori assoluti) assoluti) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
UL 98 UL 99 UL 00 UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 47.308 47.644 47.079 45.887 23.801 23.533 34.519 32.244 144 130 90 89 340 398 168 189 34.605 34.349 33.059 33.259 81.363 75.278 50.164 55.164 30.539 31.888 33.586 35.525 35.173 32.851 30.274 36.701 79.519 79.487 77.591 77.960 98.302 90.605 74.569 85.614 42.861 43.732 40.504 40.472 59.442 54.905 36.148 42.746 234.976 237.230 231.909 233.192 298.421 277.570 225.842 252.658
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.2 Unità addetti per macrosettore in Toscana, 1998 - 2001perc. UnitàLocali Localiindividuali individualie(UL) e addetti (ADD) nei macrosett.: comp. (valori (valori percentuali percentuali sul sul totale totale annuo) annuo) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
UL 98 20,1 0,1 14,7 13,0 33,8 18,2 100,0
UL 99 20,1 0,1 14,5 13,4 33,5 18,4 100,0
UL 00 20,3 0,0 14,3 14,5 33,5 17,5 100,0
UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 19,7 8,0 8,5 15,3 12,8 0,0 0,1 0,1 0,1 0,1 14,3 27,3 27,1 22,2 21,8 15,2 11,8 11,8 13,4 14,5 33,4 32,9 32,6 33,0 33,9 17,4 19,9 19,8 16,0 16,9 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.3 Unità Locali pervar. macrosettori in Toscana, 1998 - 2001 UL individuali: percentuali delle unità locali (UL) nei macrosettori (variazioni percentuali annue) (valori percentuali) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
Var. % UL Var. % UL Var. % UL Var. % UL 99/98 00/99 01/00 01/98 0,7 -1,2 -2,5 -3,0 -9,7 -30,8 -1,1 -38,2 -0,7 -3,8 0,6 -3,9 4,4 5,3 5,8 16,3 0,0 -2,4 0,5 -2,0 2,0 -7,4 -0,1 -5,6 1,0 -2,2 0,6 -0,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.4 Addetti delle Unità Locali individuali macrosettori in Toscana UL individuali: variazioni percentualinei negli addetti (ADD) nei macrosettori (variazioni percentuali annue) (valori percentuali) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
Var. % Var. % Var. % Var. % Add 99/98 Add 00/99 Add 01/00 Add 01/98 -1,1 46,7 -6,6 35,5 17,1 -57,8 12,5 -44,4 -7,5 -33,4 10,0 -32,2 -6,6 -7,8 21,2 4,3 -7,8 -17,7 14,8 -12,9 -7,6 -34,2 18,3 -28,1 -7,0 -18,6 11,9 -15,3
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.5 UL macrosettore 1998 - 2001 ULindividuali individuali femminili femminili:per unità locali (UL)ineToscana, addetti (ADD) per macrosettore (valori (valori assoluti) assoluti) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
UL 98 14.200 15 9.294 530 25.461 13.841 63.341
UL 99 14.452 12 9.192 581 25.297 14.095 63.629
UL 00 14.605 2 8.760 512 24.534 13.152 61.565
UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 14.458 6.388 6.377 6.508 9.317 2 45 25 7 6 8.764 23.505 22.128 13.377 15.012 566 855 889 484 581 24.676 29.364 26.674 22.557 25.719 13.188 19.273 17.176 12.328 14.449 61.654 79.430 73.269 55.261 65.084
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.6 UL per macrosettore in Toscana, 1998 - 2001 ULindividuali individualifemminili femm. (UL) e addetti (ADD) nei macrosett.: comp. perc. (valori (valori percentuali percentuali sul sul totale totale annuo) annuo) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
UL 98 22,4 0,0 14,7 0,8 40,2 21,9 100,0
UL 99 22,7 0,0 14,4 0,9 39,8 22,2 100,0
UL 00 23,7 0,0 14,2 0,8 39,9 21,4 100,0
UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 23,5 8,0 8,7 11,8 14,3 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 14,2 29,6 30,2 24,2 23,1 0,9 1,1 1,2 0,9 0,9 40,0 37,0 36,4 40,8 39,5 21,4 24,3 23,4 22,3 22,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.7 UL macrosettore in Toscana, ULindividuali individualifemminili femminili:per variazioni percentuali delle1998 Unità- 2001 Locali (UL) (variazioni percentuali annue) (variazioni percentuali) Macrosettore Agricoltura Estrattivo Manifatturiero Costruzioni Commercio e pp.ee. Servizi Totale
Var. % UL Var. % UL Var. % UL Var. % UL 99/98 00/99 01/00 01/98 1,8 1,1 -1,0 1,8 -20,0 -83,3 0,0 -86,7 -1,1 -4,7 0,0 -5,7 9,6 -11,9 10,5 6,8 -0,6 -3,0 0,6 -3,1 1,8 -6,7 0,3 -4,7 0,5 -3,2 0,1 -2,7
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.8 UL macrosettore in Toscana, - 2001 ULindividuali individualifemminili femminili:per variazioni percentuali degli1998 addetti (ADD) (variazioni (variazioni percentuali percentuali)annue) Var. % Var. % Var. % Var. % Macrosettore Add 99/98 Add 00/99 Add 01/00 Add 01/98 Agricoltura -0,2 2,1 43,2 45,9 Estrattivo -44,4 -72,0 -14,3 -86,7 Manifatturiero -5,9 -39,5 12,2 -36,1 Costruzioni 4,0 -45,6 20,0 -32,0 Commercio e pp.ee. -9,2 -15,4 14,0 -12,4 Servizi -10,9 -28,2 17,2 -25,0 Totale -7,8 -24,6 17,8 -18,1 Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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La manifattura in dettaglio • Tabacco, alimentari e bevande: le Unità Locali individuali aumentano da 2.254 (1998) a 2.493 (2001), con una crescita di 239 unità (si veda tab. A3.9) pari a una variazione percentuale di +10,6% (si veda tab. A3.11). Il numero di addetti si riduce da 5.342 (1998) a 4.423 (2001), con una perdita netta di 919 unità (si veda tab. 2.77) pari a -17,2% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili aumentano da 586 (1998) a 734 (2001), con una crescita netta di 148 unità (si veda tab. A3.13) pari a una variazione percentuale di +25,3% (si veda tab. 2.83); gli addetti si riducono da 1.104 (1998) a 1.000 (2001), con una riduzione di 104 unità (si veda tab. A3.13) pari a -9,4% (si veda tab. A3.16). L’andamento del complesso delle Unità Locali individuali è positivo per quello che riguarda il loro numero mentre è negativo rispetto agli addetti. Le Unità Locali femminili seguono questo schema. • Tessili, confezioni e cuoio: il numero di Unità Locali si riduce da 14.061 (1998) a 13.084 (2001), -977 unità (si veda tab. A3.9) corrispondenti ad una variazione percentuale di -6,9% (si veda tab. A3.11). Gli addetti in questo settore passano da 31.347 (1998) a 24.284 (2001), -7063 unità (si veda tab. A3.9) pari a -22,5% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili scendono da 6.049 (1998) a 5.471 (2001), con una perdita di 578 unità (si veda tab. A3.13) pari a -9,6% (si veda tab. A3.15), e gli addetti scendono da 12.615 (1998) a 10.450 (2001), con una riduzione di 2.165 unità (si veda tab. A3.13) pari a -17,2% (si veda tab. A3.16). In questo sottosettore si assiste a un arretramento sia del complesso delle Unità Locali individuali che di quelle femminili. • Legno, carta ed editoria: il numero di Unità Locali si riduce da 4.112 (1998) a 3.906 (2001), -206 unità (si veda tab. A3.9) corrispondenti ad una variazione percentuale di -5% (si veda tab. A3.11). Gli addetti in questo settore passano da 7.008 (1998) a 5.687 (2001), -1321 unità (si veda tab. A3.9) pari a -18,8% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili scendono da 533 (1998) a 513 (2001), -20 unità (si veda tab. A3.13) corrispondenti ad una variazione percentuale di -3,8% (si veda tab.A3.15). Gli addetti in questo settore passano da 800 (1998) a 668 (2001), -132 unità (si veda tab. 2.81) pari a -16,5% (si veda tab. A3.16). Anche in questo sottosettore si ha una contrazione sia per il complesso delle Unità Locali individuali che per quelle femminili • Metalli: le Unità Locali individuali aumentano da 3.266 (1998) a 3.299 (2001), con una crescita di 33 unità (si veda tab. A3.9) pari a una variazione percentuale di +1,0% (si veda tab. A3.11). Il numero di addetti si riduce da 10.719 (1998) a 5.794 (2001), con una perdita netta di 4.925 unità (si veda tab. A3.9) pari a 45,9% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili passano da 307 (1998) a 275 (2001), con una riduzione di 32 unità (si veda tab. A3.13) pari a una variazione percentuale di -10,4% (si veda tab. A3.15); gli addetti precipitano da 891 (1998) a 433 (2001), con una riduzione di 458 unità (si veda tab. A3.16) pari a -51,4%. In questo sottosettore è positivo l’andamento delle Unità Locali individuali mentre non altrettanto può dirsi per gli addetti. Le Unità Locali femminili, invece, segnano 76
•
•
•
arretramenti sia nel numero che negli addetti. Macchinari: il numero di Unità Locali si riduce da 4.084 (1998) a 3.944 (2001), 140 unità (si veda tab. A3.9) corrispondenti ad una variazione negativa percentuale di 3,4% (si veda tab. A3.11). Gli addetti in questo settore passano da 9.286 (1998) a 5.370 (2001), -3916 unità (si veda tab. A3.9) pari a -42,2% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili scendono da 414 (1998) a 329 (2001), con una perdita di 85 unità (si veda tab. A3.13) pari a -20,5% (si veda tab. A3.15), e gli addetti scendono da 2.967 (1998) a 473 (2001), con una riduzione di 2.494 unità (si veda tab. A3.13) pari a -84,1% (si veda tab. A3.16). Questo settore è caratterizzato da indici invariabilmente negativi che risultano molto marcati proprio nel caso delle Unità Locali femminili. Mobili: le Unità Locali individuali aumentano da 4.449 (1998) a 4.528 (2001), con una crescita di 79 unità (si veda tab. A3.9) pari a una variazione percentuale di +1,8% (si veda tab. A3.11). Il numero di addetti si riduce da 6.779 (1998) a 6.218 (2001), con una perdita netta di 561 unità (si veda tab. A3.9) pari a -8,3% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili passano da 885 (1998) a 998 (2001), con una crescita netta di 113 unità (si veda tab. A3.13) pari a una variazione percentuale di +12,8% (si veda tab. A3.15); gli addetti crescono da 1.312 (1998) a 1.366 (2001), con una crescita di 54 unità (si veda tab. A3.13) pari a +4,1% (si veda tab. A3.16). In questo sotto settore le Unità Locali individuali femminili sembrano conseguire buoni risultati sia nel numero di unità locali che di addetti. L’andamento complessivo delle Unità Locali individuali è, invece, negativo. Altre manifatturiero: il numero di Unità Locali si riduce da 2.379 (1998) a 2.005 (2001), -374 unità (si veda tab. A3.9) corrispondenti a una variazione percentuale di -15,7% (si veda tab. A3.11). Gli addetti in questo settore passano da 10.882 (1998) a 3.388 (2001), -7.504 unità (si veda tab. A3.99) pari a -68,9% (si veda tab. A3.12). Le Unità Locali femminili scendono da 520 (1998) a 444 (2001), con una perdita di 76 unità (si veda tab. A3.13) pari a 14,6% (si veda tab. A3.15), e gli addetti scendono da 3.816 (1998) a 622 (2001), con una riduzione di 3.194 unità (si veda tab. A3.13) pari a -83,7% (si veda tab. A3.16). Qui le Unità Locali femminili vanno peggio del complesso delle Unità Locali individuali che pure ottengono risultati molto negativi.
Il commercio in dettaglio L’esame del settore si basa sulla distinzione tra commercio in senso proprio e alberghiristoranti: • Commercio: il numero di Unità Locali si riduce da 70.382 (1998) a 69.400 (2001), -982 unità (si veda tab. A3.9) corrispondenti ad una variazione percentuale di 1,4% (si veda tab. A3.11). Gli addetti in questo settore passano da 83.951 (1998) a 72.651 (2001), con una riduzione di 11.300 unità (si veda tab. A3.9) pari a 13,5% (si veda tab. A3.11). Le Unità Locali femminili scendono da 21.495 (1998) a 20.895 (2001), con una perdita di 600 unità (si veda tab. A3.13) pari a -2,8% (si 77
•
veda tab. A3.15), e gli addetti scendono da 23.790 (1998) a 20.782 (2001), con una riduzione di 3.008 unità (si veda tab. A3.13) pari a -12,6% (si veda tab. A3.16). La performance delle Unità Locali femminili è negativa, in linea con l’andamento generale delle Unità Locali individuali. Troviamo qui una prima spiegazione della perdita di importanza delle Unità Locali femminili all’interno del macrosettore, già sottolineata in precedenza. Alberghi e ristoranti: il numero di Unità Locali si riduce da 9.137 (1998) a 8.560 (2001), -577 unità corrispondenti ad una variazione percentuale di -6,3%. Gli addetti in questo settore passano da 14.351 (1998) a 12.936 (2001), con una riduzione di 1.415 unità pari a -9,7%. Le Unità Locali femminili scendono da 3.966 (1998) a 3.781 (2001), con una perdita di 185 unità pari a -4,7%, e gli addetti scendono da 5.574 (1998) a 4.937 (2001), con una riduzione di 637 unità pari a -11,4%. Per questo sottosettore vale quanto si è affermato per il sottosettore del commercio in senso stretto.
Il terziario in dettaglio • Intermediazione finanziaria: le Unità Locali individuali aumentano da 7.097 (1998) a 8.167 (2001), con una crescita di 1070 unità pari a una variazione percentuale di +15,1%. Il numero di addetti si riduce da 9.760 (1998) a 6.656 (2001), con una riduzione di 3.104 unità pari a -31,8%. Le Unità Locali femminili aumentano da 1939 (1998) a 2.206 (2001), con una crescita netta di 267 unità pari a una variazione percentuale di +13,8%; gli addetti si riducono da 2.805 (1998) a 1.512 (2001), con una riduzione di 1.293 unità pari a -46,1%. Questo sotto settore si caratterizza per il fatto che le unità locali, sia complessive che femminili, aumentano mentre l’occupazione tende a cadere. Siamo, cioè, in presenza di una notevole riduzione del numero di addetti per unità locale. • Trasporti e telecomunicazioni: il numero di Unità Locali si riduce da 10.478 (1998) a 9.544 (2001), -934 unità corrispondenti ad una variazione percentuale di -8,9%. Gli addetti in questo settore passano da 15.030 (1998) a 9.536 (2001), con una riduzione di 5.494 unità pari a -36,6%. Le Unità Locali femminili scendono da 774 (1998) a 651 (2001), con una perdita di 223 unità pari a -12,5%, e gli addetti scendono da 1.577 (1998) a 653 (2001), con una riduzione di 924 unità pari a -58,6%. In questo sottosettore la presenza delle Unità Locali individuali tende a contrarsi, con effetti particolarmente evidenti nel caso delle Unità Locali femminili. • Informatica e altre attività professionali: le Unità Locali individuali aumentano da 8.792 (1998) a 8.826 (2001), con una crescita di 34 unità pari a una variazione percentuale di +0,4%. Il numero di addetti si riduce da 9.979 (1998) a 9.148 (2001), con una riduzione di 831 unità pari a -8,3%. Le Unità Locali femminili diminuiscono da 3.073 (1998) a 3.040 (2001), con una perdita netta di 33 unità, pari a una variazione percentuale di -1,1%; gli occupati si riducono da 3.484 (1998) a 3.086 (2001), con una riduzione di 398 unità pari a -11,4%. Soltanto il numero 78
•
complessivo di Unità Locali individuali mostra la tendenza a crescere. Tutti gli altri indici, e soprattutto quelli relativi alle Unità Locali femminili, mostrano la tendenza a calare. Sanità e altri servizi sociali e alla persona: il numero di Unità Locali si riduce da 16.494 (1998) a 13.935 (2001), -2559 unità corrispondenti ad una variazione percentuale di -15,5%. Gli addetti in questo settore passano da 24.673 (1998) a 17.406 (2001), con una riduzione di 7.267 unità pari a -29,5%. Le Unità Locali femminili scendono da 8.085 (1998) a 7.291 (2001), con una perdita di 794 unità pari a -9,8%, e gli addetti scendono da 11.407 (1998) a 9.198 (2001), con una riduzione di 2.209 unità pari a -19,4%. Anche in questo sottosettore le Unità Locali individuali femminili seguono dinamiche negative più accentuate di quelle riguardanti l’insieme delle Unità Locali individuali.
Tabella A3.9 UnitàLocali Localiindividuali individualie addetti (UL) eper addetti (ADD) per in settore di attività Unità settore di attività Toscana, 1998 - 2001 (valori assoluti) assoluti) (valori Settore UL 98 UL 99 UL 00 UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 Agricolutura 47.308 47.644 47.079 45.887 23.801 23.533 34.519 32.244 Aliment., bev. e tabac. 2.254 2.327 2.370 2.493 5.342 4.812 3.796 4.423 Moda 14.061 13.659 13.059 13.084 31.347 28.380 22.425 24.284 Legno, carta e editoria 4.112 4.115 3.933 3.906 7.008 6.523 4.861 5.687 Metalli 3.266 3.317 3.259 3.299 10.719 9.464 5.927 5.794 Macchinari 4.084 4.097 3.909 3.944 9.286 9.571 4.700 5.370 Mobili 4.449 4.493 4.494 4.528 6.779 6.265 5.488 6.218 Estrattivo 144 130 90 89 340 398 168 189 Altre manifatt. 2.379 2.341 2.035 2.005 10.882 10.263 2.967 3.388 Costruzioni 30.539 31.888 33.586 35.525 35.173 32.851 30.274 36.701 Commercioe pp.ee. 70.382 70.386 69.020 69.400 83.951 77.321 63.422 72.651 Alberghi e ristorianti ristoranti 9.137 9.101 8.571 8.560 14.351 13.284 11.147 12.963 Intrerm. finanz. 7.097 7.620 7.525 8.167 9.760 9.144 5.026 6.656 Trasporti 10.478 10.450 9.658 9.544 15.030 14.053 8.318 9.536 Inform. e altre att. prof.li 8.792 9.236 8.705 8.826 9.979 9.413 7.119 9.148 Sanità e altri serv. 16.494 16.426 14.616 13.935 24.673 22.295 15.685 17.406 Totale 234.976 237.230 231.909 233.192 298.421 277.570 225.842 252.658 Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.10 Unità Localiindividuali individuali e addetti per(ADD) settoreneiinsett. Toscana, - 2001 Unità Locali (UL) e addetti di att.:1998 composiz. perc. (valori percentuali sul totale annuo) (valori percentuali sul totale annuo) Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi Alberghieeristoranti ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
UL 98 UL 99 UL 00 UL 01 20,1 1,0 6,0 1,7 1,4 1,7 1,9 0,1 1,0 13,0 30,0 3,9 3,0 4,5 3,7 7,0 100,0
20,1 1,0 5,8 1,7 1,4 1,7 1,9 0,1 1,0 13,4 29,7 3,8 3,2 4,4 3,9 6,9 100,0
20,3 1,0 5,6 1,7 1,4 1,7 1,9 0,0 0,9 14,5 29,8 3,7 3,2 4,2 3,8 6,3 100,0
19,7 1,1 5,6 1,7 1,4 1,7 1,9 0,0 0,9 15,2 29,8 3,7 3,5 4,1 3,8 6,0 100,0
Add 98 8,0 1,8 10,5 2,3 3,6 3,1 2,3 0,1 3,6 11,8 28,1 4,8 3,3 5,0 3,3 8,3 100,0
Add 99 8,5 1,7 10,2 2,4 3,4 3,4 2,3 0,1 3,7 11,8 27,9 4,8 3,3 5,1 3,4 8,0 100,0
Add 00 15,3 1,7 9,9 2,2 2,6 2,1 2,4 0,1 1,3 13,4 28,1 4,9 2,2 3,7 3,2 6,9 100,0
Add 01 12,8 1,8 9,6 2,3 2,3 2,1 2,5 0,1 1,3 14,5 28,8 5,1 2,6 3,8 3,6 6,9 100,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.11 Unità settore attività in Toscana, 1998 UnitàLocali Localiindividuali individuali:per var. perc.didelle unità locali (UL) nei- 2001 sett. di attività (variazioni (variazioni percentuali percentuali)annue) Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi e ristoranti Alberghi e ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
Var. % UL Var. % UL Var. % UL Var. % UL 99/98 00/99 01/00 01/98 0,7 -1,2 -2,5 -3,0 3,2 1,8 5,2 10,6 -2,9 -4,4 0,2 -6,9 0,1 -4,4 -0,7 -5,0 1,6 -1,7 1,2 1,0 0,3 -4,6 0,9 -3,4 1,0 0,0 0,8 1,8 -9,7 -30,8 -1,1 -38,2 -1,6 -13,1 -1,5 -15,7 4,4 5,3 5,8 16,3 0,0 -1,9 0,6 -1,4 -0,4 -5,8 -0,1 -6,3 7,4 -1,2 8,5 15,1 -0,3 -7,6 -1,2 -8,9 5,1 -5,7 1,4 0,4 -0,4 -11,0 -4,7 -15,5 1,0 -2,2 0,6 -0,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.12 Unità settore diperc. attività in Toscana, 1998 - 2001 UnitàLocali Localiindividuali individuali:per variazioni degli addetti (ADD) nei sett. di attività (variazioni percentuali annue) (variazioni percentuali annue) Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi Alberghie eristoranti ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
Var. % Var. % Var. % Var. % Add 99/98 Add 00/99 Add 01/00 Add 01/98 -1,1 46,7 -6,6 35,5 -9,9 -21,1 16,5 -17,2 -9,5 -21,0 8,3 -22,5 -6,9 -25,5 17,0 -18,8 -11,7 -37,4 -2,2 -45,9 3,1 -50,9 14,3 -42,2 -7,6 -12,4 13,3 -8,3 17,1 -57,8 12,5 -44,4 -5,7 -71,1 14,2 -68,9 -6,6 -7,8 21,2 4,3 -7,9 -18,0 14,6 -13,5 -7,4 -16,1 16,3 -9,7 -6,3 -45,0 32,4 -31,8 -6,5 -40,8 14,6 -36,6 -5,7 -24,4 28,5 -8,3 -9,6 -29,6 11,0 -29,5 -7,0 -18,6 11,9 -15,3
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.13
Unità Locali individuali femminili per settori di attività in Toscana, 1998 - 2001 Imprese femminli: unità locali (UL) e addetti (ADD) per sett. di attività (valori assoluti) (valori assoluti)
Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi Alberghie ristoranti e ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
UL 98 14.200 586 6.049 533 307 414 885 15 520 530 21.495 3.966 1.939 744 3.073 8.085 63.341
UL 99 14.452 628 5.822 551 308 405 948 12 530 581 21.353 3.944 2.062 774 3.210 8.049 63.629
UL 00 14.605 695 5.557 488 282 328 960 2 450 512 20.770 3.764 2.015 642 2.970 7.525 61.565
UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 14.458 6.388 6.377 6.508 9.317 734 1.104 938 791 1.000 5.471 12.615 11.730 9.484 10.450 513 800 838 603 668 275 891 807 400 433 329 2.967 2.888 386 473 998 1.312 1.212 1.147 1.366 2 45 25 7 6 444 3.816 3.715 566 622 566 855 889 484 581 20.895 23.790 21.560 18.456 20.782 3.781 5.574 5.114 4.101 4.937 2.206 2.805 2.350 1.057 1.512 651 1.577 1.387 573 653 3.040 3.484 3.308 2.608 3.086 7.291 11.407 10.131 8.090 9.198 61.654 79.430 73.269 55.261 65.084
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.14 Unità addetti per settori in Toscana, 1998 - 2001 Unità Locali Localiindividuali individualifemminili femminili e(UL) e addetti (ADD) nei sett. di att. (valori totale annuo) anno) (valori percentuali percentuali sul sul totale Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi Alberghie ristoranti e ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
UL 98 UL 99 UL 00 UL 01 Add 98 Add 99 Add 00 Add 01 22,4 22,7 23,7 23,5 8,0 8,7 11,8 14,3 0,9 1,0 1,1 1,2 1,4 1,3 1,4 1,5 9,5 9,1 9,0 8,9 15,9 16,0 17,2 16,1 0,8 0,9 0,8 0,8 1,0 1,1 1,1 1,0 0,5 0,5 0,5 0,4 1,1 1,1 0,7 0,7 0,7 0,6 0,5 0,5 3,7 3,9 0,7 0,7 1,4 1,5 1,6 1,6 1,7 1,7 2,1 2,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 0,8 0,8 0,7 0,7 4,8 5,1 1,0 1,0 0,8 0,9 0,8 0,9 1,1 1,2 0,9 0,9 33,9 33,6 33,7 33,9 30,0 29,4 33,4 31,9 6,3 6,2 6,1 6,1 7,0 7,0 7,4 7,6 3,1 3,2 3,3 3,6 3,5 3,2 1,9 2,3 1,2 1,2 1,0 1,1 2,0 1,9 1,0 1,0 4,9 5,0 4,8 4,9 4,4 4,5 4,7 4,7 12,8 12,6 12,2 11,8 14,4 13,8 14,6 14,1 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
Tabella A3.15 Unità perperc. settoredelle in Toscana, 1998 -(UL) 2001nei sett. di att. Unità Locali Localiindividuali individualifemminili femm.: var. Unità Locali (variazioni (variazioni percentuali percentuali annue) annue) Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghie eristoranti ristorianti Alberghi Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
Var. % UL Var. % UL Var. % UL Var. % UL 99/98 00/99 01/00 01/98 1,8 1,1 -1,0 1,8 7,2 10,7 5,6 25,3 -3,8 -4,6 -1,5 -9,6 3,4 -11,4 5,1 -3,8 0,3 -8,4 -2,5 -10,4 -2,2 -19,0 0,3 -20,5 7,1 1,3 4,0 12,8 -20,0 -83,3 0,0 -86,7 1,9 -15,1 -1,3 -14,6 9,6 -11,9 10,5 6,8 -0,7 -2,7 0,6 -2,8 -0,6 -4,6 0,5 -4,7 6,3 -2,3 9,5 13,8 4,0 -17,1 1,4 -12,5 4,5 -7,5 2,4 -1,1 -0,4 -6,5 -3,1 -9,8 0,5 -3,2 0,1 -2,7
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Tabella A3.16 Addetti in Unità Locali individuali femminili per settore Toscananei sett. di att. Unità Locali individuali femm.: var. perc. degli addettiin(ADD) (variazioni (variazioni percentuali percentuali)annue) Settore Agricolutura Alimentari e bevande Moda Legno, carta e editoria Metalli Macchinari Mobili Estrattivo Altre manifatt. Costruzioni Commercioe pp.ee. Alberghi Alberghie eristoranti ristorianti Intrerm. finanz. Trasporti Inform. e altre att. prof.li Sanità e altri serv. Totale
Var. % Var. % Var. % Var. % Add 99/98 Add 00/99 Add 01/00 Add 01/98 -0,2 2,1 43,2 45,9 -15,0 -15,7 26,4 -9,4 -7,0 -19,1 10,2 -17,2 4,8 -28,0 10,8 -16,5 -9,4 -50,4 8,3 -51,4 -2,7 -86,6 22,5 -84,1 -7,6 -5,4 19,1 4,1 -44,4 -72,0 -14,3 -86,7 -2,6 -84,8 9,9 -83,7 4,0 -45,6 20,0 -32,0 -9,4 -14,4 12,6 -12,6 -8,3 -19,8 20,4 -11,4 -16,2 -55,0 43,0 -46,1 -12,0 -58,7 14,0 -58,6 -5,1 -21,2 18,3 -11,4 -11,2 -20,1 13,7 -19,4 -7,8 -24,6 17,8 -18,1
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
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Appendice 4: le Unità Locali individuali femminili nei Sistemi Economici Locali Per completare l’analisi delle tendenze a livello territoriale esaminiamo le unità locali individuali femminili collocate nei 43 sistemi economici locali della Toscana. In appendice viene presentata una tabella con i dati relativi alle imprese e agli addetti nel 1998 e nel 2001, con le relative variazioni. Qui ci soffermiamo su alcuni aspetti salienti relativi alla situazione nel 2001 e alla sua evoluzione nel quadriennio.
Tabella A4.1 I Sistemi Economici Locali con almeno 1000 UL indiv. Femm. nel 2001 (valori assoluti e variazioni percentuali) Provincia GR GR AR LI MS AR SI LI PI FI LU AR PT MS PT GR LI PI LU PO FI
Sistema Economico Locale Costa d'argento Colline metallifere Val di Chiana aretina Val di Cornia Lunigiana Valdarno Sud Val di Chiana senese Val di cecina costa Val d'Era Area urbana empolese Area lucchese Area aretina Val di Nievole Massa Carrara Area urbana pistoiese Area grossetana Area livornese Area pisana Versilia Area pratese Area urbana fiorentina
1998
2001
1.015 997 1.304 1.357 1.688 1.560 1.596 1.723 1.792 1.908 2.040 2.037 2.096 2.393 2.559 2.408 2.842 3.025 3.138 3.783 7.705
1.063 1.075 1.277 1.380 1.501 1.512 1.555 1.710 1.743 1.885 1.943 2.067 2.117 2.250 2.331 2.428 2.732 2.803 3.012 3.609 7.248
Var. % 01/1998 4,7 7,8 -2,1 1,7 -11,1 -3,1 -2,6 -0,8 -2,7 -1,2 -4,8 1,5 1,0 -6,0 -8,9 0,8 -3,9 -7,3 -4,0 -4,6 -5,9
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
La tabella A4.1 elenca, in ordine crescente, i Sel ove nel 2001 operavano almeno 1000 imprese individuali femminili. Si tratta quindi dei SEL più importanti da questo punto di vista. Come si vede il Sel maggiore, con oltre 7.000 imprese femminili, è l’Area Urbana Fiorentina seguono l’Area Pratese, la Versilia, l’Area Pisana, l’Area Livornese, l’Area Grossetana e via via le altre. 84
I Sel con le minori presenze di imprese individuali femminili sono, invece, partendo dal basso, l’Alta Val d’Elsa, la Val Di Merse, il Chianti Senese, la Montagna Pistoiese, le Crete Senesi, la Val Di Serchio, la Val Di Sieve, la Garfagnana, la Valdarno Nord e il Casentino. E’ interessante esaminare la dinamica delle imprese individuali femminili nei diversi SEL nel corso del periodo 1998-2001
Tabella A4.2 UL nei SEL, le 10Econ. peggiori performances, 1998-2001 UL femminili indiv. femm. nei Sist. Loc., le 10 peggiori performances, 1998-2001 (valori assoluti e variazioni percentuali) (valori assoluti e variazioni percentuali) PROV. FI PT PI MS PO MS LU LI LU PI
Sistema Economico Locale Area urbana fiorentina Area urbana pistoiese Area pisana Lunigiana Area pratese Massa Carrara Versilia Area livornese Area lucchese Val d'Era
Imprese 1998 7.705 2559 3.025 1.688 3.783 2.393 3.138 2.842 2.040 1.792
Imprese 2001 7.248 2.331 2.803 1.501 3.609 2.250 3.012 2.732 1.943 1.743
Var. ass. 01/98 -457 -228 -222 -187 -174 -143 -126 -110 -97 -49
Var. % 01/98 -5,9 -8,9 -7,3 -11,1 -4,6 -6,0 -4,0 -3,9 -4,8 -2,7
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
La tabella A4.2 elenca, in ordine decrescente i 10 casi di peggiori performances, cioè di maggiore contrazione, in termini percentuali, delle imprese femminili individuali. Come si vede, il risultato peggiore in valore assoluto si ha nell’Area Urbana Fiorentina, seguita da quella Pistoiese e dall’Area Pisana. In queste tre aree le imprese individuali femminili sono diminuite di circa 900 unità nel corso del periodo considerato. In termini percentuali l’arretramento più vistoso si ha nella Lunigiana (-11,1%) che, però, si caratterizza per una limitata presenza di imprese individuali femminili.
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Tabella A4.3 UL femminili individ. Femm. neli Sis. Econ. Loc. I casi di espansione, 1998-2001 UL nei SEL, casi di espansione, 1998-2001 (valori assoluti e variazioni variazioni percentuali) percentuali) Prov. FI FI SI GR PT LI SI AR AR SI GR SI GR PI GR
Sistema Economico Locale Val di Sieve Chianti fiorentino Val di Merse Area grossetana Val di Nievole Val di Cornia Alta Val d'Elsa Area aretina Val Tiberina Chianti senese Costa d'argento Amiata - Val d'Orcia Colline dell'Albegna Val di cecina interna Colline metallifere
1998
2001
562 850 206 2.408 2.096 1.357 895 2.037 715 254 1.015 708 924 815 997
564 862 220 2.428 2.117 1.380 921 2.067 745 292 1.063 759 984 880 1.075
Var. ass. 01/98 2 12 14 20 21 23 26 30 30 38 48 51 60 65 78
Var. % 01/98 0,4 1,4 6,8 0,8 1,0 1,7 2,9 1,5 4,2 15,0 4,7 7,2 6,5 8,0 7,8
Fonte: Elaborazioni Università di Siena su dati Unioncamere Toscana
La tabella A4.3 presenta invece, in ordine crescente, i SEL ove le imprese individuali femminili sono aumentate di numero. Gli aumenti, in valore assoluto, più consistenti si sono avuti nelle Colline Metallifere (+78), nella Val di Cecina interna (65) e nelle Colline dell’Albegna (60). La presenza di due Sel collocati nel grossetano conferma il dinamismo di questa provincia. In quasi tutti i casi le variazioni sono molto contenute in termini assoluti anche se talvolta gli incrementi percentuali raggiungono livelli elevati. E’, questo, ad esempio, il caso del Chianti Senese ove si registra un +15% corrispondente a 38 imprese in più. Esaminiamo ora i dati relativi ai Sistemi economici locali elencati per provincia. In particolare vengono riportate le unità locali femminili e i corrispondenti addetti nel 1998 e nel 2001, con l’indicazione delle rispettive variazioni percentuali.
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Appendice 5: le imprese individuali femminili in Toscana Aggiornamento al 20021 Premessa Il presente lavoro quale aggiornamento al 31/12/2002 della ricerca sulle imprese individuali femminili in Toscana svolta dall’Università di Siena, nasce dalla necessità di dare una certa continuità temporale alla ricerca sulle imprese individuali femminili realizzata nell’ambito del Programma Regionale per la promozione dell’imprenditoria femminile in Toscana. Questo aggiornamento può essere quindi identificato come la prosecuzione ideale del lavoro svolto dal Dipartimento di Economia Politica dell’Università di Siena, per cui i criteri analitici alla base del presente studio fanno esplicito riferimento alla scelte effettuate dagli autori della ricerca in aggiornamento, proprio al fine di preservare il principio di continuità analitico/temporale. Il presente studio concentra quindi la sua attenzione sui fattori dinamici piuttosto che sui fattori strutturali dell’oggetto della ricerca, in quanto quest’ultimi sono già stati ampiamente discussi nella ricerca condotta dall’Università di Siena, pertanto lo stock di imprese individuali femminili fotografate alla fine del 2002 e le relative variazioni annue vengono confrontate con le medesime osservazioni verificatesi negli anni 1998 e 2001 e la rispettiva variazione media annua osservata nell’intero intervallo temporale 1998 – 2001. Infine si è scelto di porre l’attenzione del presente lavoro sulle sole sedi di impresa femminili, rimandando in appendice gli ulteriori approfondimenti sulle unità locali, scelta motivata dal fatto che, sia sotto il profilo dinamico che strutturale, uno studio condotto secondo le due diverse modalità (imprese e unità locali) fornisce indicazioni che per certi aspetti si sovrappongono. 5.1 Le principali tendenze a livello regionale Ripercorriamo quindi lo studio condotto dal Dipartimento di Economica Politica dell’Università di Siena iniziando l’aggiornamento con una visione complessiva a livello dapprima regionale, poi provinciale, delle imprese individuali sia complessive sia femminili della Toscana. L’insieme delle imprese individuali nella nostra regione vede registrate 219.670 imprese, di cui 217.185 attive e 2.485 non attive. Rispetto al 2001 risultano nel complesso 454 imprese in più (in percentuale +0,2%), variazione quasi esclusivamente attribuita alla progressione delle imprese attive (+444 imprese, cioè lo 0,2% in più rispetto al 2001), dinamiche tra l’altro di entità inferiore rispetto a quelle medie annue verificatesi nel periodo 1998 – 2001 (+1.342 per le registrate in media per anno, cioè il +0,6%, e +1.421 per le sole attive, in percentuale +0,7%, sempre per anno) (tab. A5.1).
1 La presente sezione del rapporto è stata realizzata da Fabio Faranna - Unioncamere Toscana, Ufficio Studi
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Tabella A5.1 (conf.Tab. 3.1) Imprese individuali complessive per stato in Toscana, 1998-2002 (conf.Tab. 3.1) Imprese indiv. compl. per stato di impr. in Toscana periodo 1998-2002 (valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01) Valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01 Variazioni
Stato impresa Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 212.478 2.179 511 21 2.711 215.189 1,28
2001 216.741 1.888 470 117 2.475 219.216 1,14
2002 217.185 1.869 481 135 2.485 219.670 1,13
media annua assoluta 01/98 1.421 -97 -14 32 -79 1.342
media assoluta annua % 02/01 01/98 444 0,7 -19 -4,5 11 -2,7 18 152,4 10 -2,9 454 0,6
% 02/01 0,2 -1,0 2,3 15,4 0,4 0,2
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Le imprese individuali femminili alla fine del 2002 sono invece in totale 57.717, di cui 57.034 attive e 683 non attive (tab. A5.2). A differenza di quanto appena osservato in riguardo al complesso delle imprese individuali, la compagine femminile ha fatto registrare nel solo 2002 un rallentamento, che in termini percentuali rispetto al 2001 si spiega con un -0,9% (in assoluto -496 posizioni) per le registrate e -0,8% per le attive (-483 imprese), rallentamento in controtendenza con quanto è avvenuto nel triennio 1998 – 2001, dove anche se lievemente, le attive sono cresciute con un ritmo medio annuo di 54 unità (in percentuale +0,1%), mentre per le registrate questa crescita media è stata di 22 unità (variazione impercettibile in termini percentuali).
Tabella A5.2 (conf.Tab.3.3) 3.3)Imprese Impreseindiv. indiv.femminili femminili per per stato stato in diToscana, impr. in Toscana periodo 1998-2002 (conf.Tab. 1998-2002 Valori assoluti e percentuali, variazioni mediemedie periodo 01/98 e01/98 annuae 02/01 (valori assoluti e percentuali, variazioni periodo annua 02/01) Variazioni
Stato impresa Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 57.354 539 229 26 794 58.148 1,38
2001 57.517 475 180 41 696 58.213 1,21
2002 57.034 458 177 48 683 57.717 1,20
media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 01/98 % 02/01 54 -483 0,1 -0,8 -21 -17 -4,0 -3,6 -16 -3 -7,1 -1,7 5 7 19,2 17,1 -33 -13 -4,1 -1,9 22 -496 0,0 -0,9
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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La progressione in controtendenza osservata per la compagine femminile rispetto al complesso delle imprese ha prodotto sicuramente i suoi effetti sul peso espresso dalle stesse imprese femminili in relazione al totale delle imprese nella nostra regione, per cui nel corso del 2002 tale indice è diminuito dello 0,2%, passando dal 26,5% del 2001 al 26,3% nel 2002 (tab. A5.3). Tuttavia, sempre al livello regionale, nel triennio 1998 – 2001 la diminuzione è stata più marcata (-0,5%), a dimostrazione del fatto che la progressione al femminile avuta nel 2002 non è fenomeno riconducibile ad un solo anno, ma piuttosto ad un lasso di tempo più prolungato. In ambito provinciale la provincia più femminilizzata al 2002 risulta essere quella di Livorno (il 32,1% delle imprese individuali livornesi è a conduzione femminile), seguita da Massa Carrara (31,2%, area provinciale che nel 1998 vantava il primato con il 34,5%), Grosseto (30,3%, unica unità territoriale che nel corso del 2002 ha presentato per tale indice una variazione di segno positivo) e Lucca (24,3%, con un tasso in costante flessione, in particolare -1,1% per il triennio 1998 – 2001, e -0,3 nel solo 2002).
Tabella A5.3 (conf.Tab. 3.5) Incidenze femminili in Toscana periodo 1998-2002 (valori percentuali) Valori percentuali Variazioni Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 26,8 23,6 29,4 33,2 25,7 34,5 28,2 25,2 25,1 27,2 27,0
2001 26,8 23,2 30,3 32,6 24,6 32,0 27,3 24,4 24,4 27,7 26,5
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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2002 26,6 23,0 30,3 32,1 24,3 31,2 26,8 24,2 24,2 27,5 26,3
01/98 0,0 -0,4 0,9 -0,6 -1,1 -2,5 -0,9 -0,8 -0,7 0,5 -0,5
01/02 -0,2 -0,2 0,0 -0,5 -0,3 -0,8 -0,5 -0,2 -0,2 -0,2 -0,2
La provincia capoluogo risulta invece in ogni singolo anno di osservazione la meno femminilizzata, con un indice che alla fine del 2002 è pari al 23,0%. Tuttavia la provincia di Firenze è quella che annovera il maggior numero di imprese individuali in rosa attive (11.953 alla fine del 2002, cioè il 21% delle toscane) (tab. A5.4), seguono in questa classifica le province di Livorno e Grosseto (entrambe con una quota del 10,4%, cioè 5.943 per la prima e 5.929 per la seconda), di Arezzo (con 5.888 imprese) e Pisa (5.860 posizioni), dove in ambedue i casi la quota di imprese sul totale regionale è pari al 10,3%. Quest’ultima provincia è inoltre tra quelle che ha visto diminuire in maniera considerevole le proprie imprese femminili con 130 posizioni in meno (in percentuale -2,2%) rispetto all’inizio del 2002. Questa variazione ha tra l’altro trascinato verso il basso il saldo del complesso delle imprese individuali, diminuite infatti di 121 imprese nel corso del 2002, fenomeno che ha riguardato anche la provincia di Prato dove il contributo al femminile (-31 imprese) ha fatto sì che alla fine del periodo le imprese pratesi fossero diminuite complessivamente di 14 unità (tab. A5.5).
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Tabella A5.5 (conf.Tab.4.6) 4.6)Imprese Impreseindividuali individualicomplessive compless. att. in Toscana periodo 1998-2002 (conf.Tab. attive in Toscana, 1998-2002 (valori assoluti e percentuali, variazioni periodo annua 02/01) Valori assoluti e percentuali, variazioni mediemedie periodo 01/98 e01/98 annuae 02/01 1998
Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
2001
2002
Attive % Attive % Attive % 22.242 10,5 22.341 10,3 22.168 10,2 50.758 23,9 51.636 23,8 51.904 23,9 19.135 9,0 19.458 9,0 19.488 9,0 18.151 8,5 18.531 8,5 18.582 8,6 22.619 10,6 23.173 10,7 23.343 10,7 10.514 4,9 10.857 5,0 10.952 5,0 21.287 10,0 21.954 10,1 21.833 10,1 13.669 6,4 14.018 6,5 14.004 6,4 18.407 8,7 18.580 8,6 18.621 8,6 15.696 7,4 16.193 7,5 16.290 7,5 212.478 100,0 216.741 100,0 217.185 100,0
Variazioni media media annua annua assoluta assoluta % 01/98 02/01 01/98 33 -173 0,1 293 268 0,6 108 30 0,6 127 51 0,7 185 170 0,8 114 95 1,1 222 -121 1,0 116 -14 0,9 58 41 0,3 166 97 1,1 1.421 444 0,7
% 02/01 -0,8 0,5 0,2 0,3 0,7 0,9 -0,6 -0,1 0,2 0,6 0,2
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Assume un aspetto ancora più critico la progressione delle imprese in rosa di Firenze, Livorno, Lucca, Massa Carrara e di Pistoia, in quanto non solo hanno presentato nel corso del 2002 una flessione, ma questa performance, rispetto al complesso delle imprese individuali, è addirittura risultata di segno opposto, da cui si deduce che la crescita relativa alle imprese “non femminili” non solo è stata di tipo inverso ma è stata tale da annullare nel complesso l’effetto negativo del trend al femminile, cosa che nelle province di Prato e Pisa non è avvenuta. In tal senso particolarmente negativi sono i casi dell’area fiorentina, dove a fronte di una diminuzione di 30 unità delle imprese in rosa (-0,3%), il complesso delle imprese individuali cresce di 268 posizioni (+0,5%), lucchese, dove 43 (-0,8%) sono state le imprese in rosa in meno rispetto al 2001, mentre +170 (+0,7%) è stata la crescita relativa al complesso delle ditte individuali, e livornese, -100 imprese femminili (cioè l’ 1,7% in meno rispetto alla fine del 2001) contro un saldo più generale di +51 imprese (cioè +0,3%). Ci sono tuttavia casi in cui le imprese femminili hanno mostrato un trend positivo. Nelle province di Siena e Grosseto sono infatti cresciute rispettivamente di 10 e 40 unità (rispettivamente in percentuale 0,2% e 0,7%), e in particolare nella seconda unità territoriale il trend osservato è addirittura di segno opposto rispetto a quello delle rimanenti imprese, diminuite di 10 posizioni, con un saldo quindi complessivo di +30 imprese individuali attive nel corso del solo 2002 (cioè +0,2%).
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5.2 I settori delle imprese individuali femminili nel contesto regionale Proseguendo nella nostra attività di aggiornamento della ricerca esaminiamo adesso quella che è stata l’evoluzione delle imprese individuali femminili avvenuta nel corso del 2002 ripartendole secondo sei macrosettori di attività. Sulla base di quanto osservato nel triennio 1998 – 2001, alla fine del 2002 le imprese continuano a concentrarsi nel settore del Commercio e Pubblici Esercizi, tuttavia le imprese attive in tale ambito economico sono i costante calo, infatti la variazione osservata nel corso del 2002 (-147 imprese femminili) rispecchia l’andamento medio osservato nel triennio precedente (-140 posizioni in media per anno), variazione oltretutto in coerenza con quella osservata per il complesso delle imprese in entrambe i periodi (-238 unità imprenditoriali per il 2002, e -105 per il triennio 1998 – 2001) (tab. A5.6 e tab. A5.7). Crescono soltanto nel settore delle costruzioni le imprese femminili (+31 imprese nel 2002), settore che, come hanno mostrato i numerosi studi condotti in tale ambito, ha goduto nel periodo preso in esame di una forte espansione. Sempre per quanto riguarda tale ambito economico, l’imprenditoria femminile sembra sia riuscita a mantenere il passo con le restanti imprese. Infatti pur continuando a occupare un peso in parte marginale rispetto al complesso delle imprese attive (appena il 14,2% delle imprese edili sono nel 2002 a conduzione femminile), sotto il profilo percentuale le variazioni osservate (+7,6% in media nel periodo 1998 – 2001, e +5,7% nel 2002) sono state nel triennio 1998 – 2001 migliori rispetto all’andamento più generale (+5,4% per anno dal 1998 al 2001, e +6,5% nel 2002), mentre nel 2002 sembrano segnare il passo.
Tabella A5.6 (conf.Tab.5.1) 5.1) Impr.femminili indiv. femm. per macrosett. in Toscana periodo 1998-2002 (conf.Tab. Imprese per macrosettore in Toscana, 1998-2002 Valori assoluti (valori assolutieepercentuali, percentuali,variazioni variazionimedie medieperiodo periodo01/98 01/98e eannua annua02/01 02/01)
Macrosettore* Agricoltura Estrattivo Produttivo-Manifatturiero Costruzioni Commercio/pubbl.esercizi Terziario/servizi TOTALE
1998 14.064 1 8.499 440 22.861 11.489 57.354
2001 14.328 0 8.275 540 22.441 11.933 57.517
2002 14.145 0 8.118 571 22.294 11.906 57.034
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 01/98 88 -183 0,6 0 0 -33,3 -75 -157 -0,9 33 31 7,6 -140 -147 -0,6 148 -27 1,3 54 -483 0,1
% 02/01 -1,3 0,0 -1,9 5,7 -0,7 -0,2 -0,8
*Nota: Il macrosettore Agricoltura comprende i settori: ateco A e B; L'Estrattivo: il settore ateco C; il Produttivo Manifatturiero: D e E; le Costruzioni: il settore F; il Commercio e Pubbl.Esercizi: G e H; il Terziario e Servizi: ateco I, J, K, L, M, N, Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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Il macrosettore che comprende l’insieme delle attività agricole è quello che nel 2002 in termini assoluti ha visto diminuire le imprese femminili in maniera più consistente (-183 posizioni, cioè il -1,3% rispetto al 2001), mutamento che manifesta una brusca inversione di tendenza rispetto a quanto avvenuto nel triennio antecedente (in media di +88 unità per anno, in percentuale +0,6%), trend che in ambedue i casi risulta essere migliore di quello relativo al complesso delle imprese (-483 unità annue per il periodo 1998 – 2001, in percentuale -1% per anno, e -1.092 per il solo 2002, cioè -2,4%). Il Terziario, terzo settore al femminile della nostra regione per numero di imprese attive, presenta alla fine del 2002 11.906 imprese, 27 in meno dall’inizio dello stesso anno. Anche tale comparto rispetto al triennio 1998 – 2001 ha mostrato un’inversione di tendenza, simile a quella già osservata nell’agricoltura. Pertanto, dopo aver segnato una serie di performance positive tra il 1998 e il 2001 (in media +1,3%), lo sviluppo al femminile del settore nel corso 2002 ha mostrato un rallentamento (-0,2% di imprese rispetto all’inizio dell’anno).
(valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01)
Infine il manifatturiero, settore che proprio con il 2002 ha visto mutare drasticamente il proprio ciclo economico (il valore aggiunto del comparto è passato dal +06% del 2001 al -3,7% nel 20029), e che già nel triennio antecedente vedeva il numero delle proprie imprese individuali in calo (le imprese femminili diminuivano in media dello 0,9% per anno, a fronte di una flessione più generale pari allo 0,4%), ha visto accelerare il ritmo di questa involuzione imprenditoriale. Le imprese in rosa sono quindi diminuite di 157 unità (-1,9%), mentre le restanti imprese perdono in assoluto una quantità di imprese attive certamente superiore (-400 imprese), mentre in termini percentuali questa perdita risulta di entità inferiore rispetto alla variazione al femminile (in percentuale -1,3%). In termini di incidenza femminile nel 2002 è il terziario ad essere il più femminilizzato, 9 Dati fonte ISTAT 94
con il 33,8% (misura che rispetto al 2001 risulta invariata) delle imprese in rosa, seguito dall’agricoltura (32,0%), settore che data la costante crescita di tale indice risulta sempre più “tinto di rosa” (+1,5% dal 1998 al 2001 e +0,4% nel 2002), e il commercio (31,6%) (tab. A5.8).
Esploriamo adesso meglio alcune realtà economiche iniziando dal manifatturiero (tab. A5.9). A diminuire sensibilmente nel corso dell’ultimo anno preso in esame sono state le imprese del comparto della moda (-187), a cui viene attribuita una dinamica ormai da quattro anni negativa (-2,9% in medio nel periodo 1998 – 2001 e -3,6% nel 2002). Sono invece le imprese del settore alimentare a crescere in maniera uniforme nell’intero arco temporale studiato, infatti sia nel 2002 sia nel triennio precedente queste imprese sono cresciute di +51 unità per anno (in percentuale +9,9% nel corso del intervallo 1998 – 2001 e +7,7% nel 2002), come le imprese nel settore della fabbricazione di mobili cresciute con un ritmo medio annuo di 41 unità dal 1998 al 2001 (in percentuale +5,1%) e di 8 unità nel 2002 (+0,9%). Invertono invece tendenza le imprese nel settore della produzione di macchinari, che dopo essere diminuite in media di 6 unità annue (-1,7%) nel corso del triennio che parte da 1998, sono aumentate di 2 unità nel 2002 (in percentuale +0,6%). Nel dettaglio del Commercio e Pubblici Esercizi (tab. A5.10) si nota come, sia per il solo 2002 che per il triennio 1998 – 2001, è il commercio all’ingrosso a vantare le uniche variazioni di segno positivo (+53 in media nel periodo 1998 – 2001, e +56 nel 2002, in entrambe i casi il +2,2% annuo), dato che rispecchia una fase congiunturale positiva che ha riguardato appunto tutto il periodo in esame (nel 2001 il fatturato del commercio all’ingrosso è cresciuto del 3,9%, nel 2002 dello 0,8%10).
10
Dati fonte ISTAT 95
Tabella A5.10 (conf.Tab. 5.11) Impr. femm. ind. att. dett. comm. in Toscana periodo 1998-2002 (valori variazioni medie periodo 01/9801/98 e annua 02/01)02/01 Valoriassoluti assolutie epercentuali, percentuali, variazioni medie periodo e annua
Settore* 1998 2001 2002 Comm., Manutenzione e Riparazione 358 323 306 Commercio all'Ingrosso 2.368 2.527 2.583 Commercio al Dettaglio 16.552 16.130 15.927 TOTALE Commercio 19.278 18.980 18.816 Alberghi e ristoranti 3.583 3.461 3.478 TOTALE 22.861 22.441 22.294
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 % 01/98 02/01 -12 -17 -3,3 -5,3 53 56 2,2 2,2 -141 -203 -0,8 -1,3 -99 -164 -0,5 -0,9 -41 17 -1,1 0,5 -140 -147 -0,6 -0,7
Nota: Commercio, Manutenzione e Riparazione: G50 Ateco; Commercio all'Ingrosso: G51 Ateco; Commercio al Dettaglio: G52 Ateco; Alberghi e ristoranti: H Ateco Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Tutto questo mentre gli operatori del commercio al dettaglio continuano a diminuire sensibilmente (-141, cioè -0,8%, in media nel triennio che parte dal 1998, e -203 nel solo 2002, cioè il -1,3%), andamento che in questo caso risulta influenzato sicuramente dalla riforma della normativa che regola tale sottoclassificazione avvenuta con l’introduzione della Legge Bersani (D. Lgs. 114/98). 96
Infine, dopo una serie negativa durata tre anni, si rafforza nel 2002 l’offerta ricettiva turistica e ristorativa, con un amento di 17 unità imprenditoriali femminili (+0,5%), variazione appunto in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nel triennio 1998 – 2001 dove in media le imprese in rosa diminuivano di 41 posizioni per anno (in percentuale 1,1%).
Tabella A5.11 (conf.Tab. 5.13) Impr.femminili femm. ind. att. dettaglio serv. in Toscana periodo 1998-2002 (conf.Tab. 5.13) Imprese dettaglio servizi in Toscana, 1998-2002 Valori assoluti (valori assoluti ee percentuali, percentuali, variazioni variazionimedie medieperiodo periodo01/98 01/98eeannua annua02/01 02/01)
Settore* 1998 2001 2002 Intermediazione finanziaria 1.654 2.121 2.138 Trasporti e telecomunicazioni 481 557 571 Informat. e att. impr.li e prof.li 2.788 2.904 2.928 Sanità e altri servizi 6.566 6.351 6.269 TOTALE 11.489 11.933 11.906
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua 01/98 02/01 % 01/98 % 02/01 156 17 9,4 0,8 25 14 5,3 2,5 39 24 1,4 0,8 -72 -82 -1,1 -1,3 148 -27 1,3 -0,2
* Intermediazione finanziaria: J e K70 Ateco, Trasporti e telecomunicazioni: I Ateco, Informatica e altre att. impr.li e prof.li K71 K72 K73 e K74 Ateco, Santà e altri servizi: L, M, N,O e P Ateco Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Per quanto riguarda il Terziario (tab. A5.11), il settore, lo vogliamo ricordare, più femminilizzato, la dinamica al femminile, sicuramente positiva per i tre anni che hanno come inizio il 1998, ha presentato nel 2002 una battuta d’arresto. Andando nel dettaglio si scopre che l’elemento propulsivo della dinamica 1998 – 2001, individuabile in maniera quasi esclusiva nel sottosettore della intermediazione finanziaria (+156 imprese per anno dal 1998), nel 2002, a fronte di uno sviluppo non più impetuoso (appena +17 posizioni), è venuto a mancare producendo quindi nel saldo dell’intero comparto la citata battuta d’arresto. La sottoripartizione economica che annovera il più elevato numero di imprese femminili, l’insieme dei servizi sanitari e gli altri servizi all’interno del quale troviamo quelli alla persona, nel 2002 continua la sua caduta in termini di posizioni attive (-82 imprese, cioè l’ 1,3% in meno rispetto all’inizio dell’anno), caduta iniziata da almeno tre anni (-72 unità per anno dal 1998, in percentuale -1,1%), e che a fine periodo ha determinato nel complesso un saldo negativo di -27 imprese. 5.3 I settori economici al femminile nel contesto provinciale Nella maggior parte dei casi provinciali, come quanto osservato in ambito regionale, è il 97
Commercio è Pubblici Esercizi a raccogliere il favore delle imprenditrici, concentrando il più elevato numero di unità statistiche (in media nella nostra regione il 39,1% delle imprese femminili) (tab. A5.12).
Tabella A5.12 (conf.Tab. 5.19) Impr. femminili in Toscana Toscana alal2002 (conf.Tab. 5.19) Impr. femm. per permacrosettore macrosett. in 2002 (valori percentuali sul totale provinciale) Valori percentuali sul totale provinciale Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. 36,8 16,3 52,1 19,4 22,5 19,8 22,0 3,8 18,4 35,3 24,8
estrat. manifat. 0,0 15,0 0,0 20,8 0,0 4,1 0,0 6,9 0,0 9,2 0,0 6,6 0,0 10,6 0,0 41,5 0,0 20,4 0,0 8,9 0,0 14,2
costr. 0,7 0,9 0,8 1,5 0,9 1,6 1,0 1,2 1,0 0,8 1,0
comm. terziario 30,5 17,0 37,4 24,5 30,0 13,1 51,7 20,6 43,9 23,6 52,3 19,6 42,4 23,9 30,6 22,9 37,4 22,8 37,7 17,2 39,1 20,9
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Fanno eccezione a tal proposito le realtà grossetana, dove la macroripartizione economica più diffusa e quella agricola (con 3.088 imprese su di un totale di 5.929) in cui più della metà (52,1%) delle imprese femminili oprano nel settore primario, pratese, dove è il manifatturiero, con 1.406 imprese femminili su di un totale di 3.385 pratesi (cioè una quota di 41 imprese su cento), ad essere il primo settore per numero di presenze imprenditoriali, e aretina, dove con 2.164 imprese (il 36,8% del complesso provinciale) l’agricoltura torna a giocare il ruolo più importante (tab. A5.13).
Tabella A5.13 (conf.Tab. 5.15) Imprese per macrosettore in Toscana al 2002 al 2002 (conf.Tab. 5.15) Impr.femminili femm. attive per macrosettore in Toscana (valori assoluti) Valori assoluti Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. estrattivo 2.164 0 1.952 0 3.088 0 1.152 0 1.273 0 680 0 1.291 0 129 0 828 0 1.588 0 14.145 0
manifatt. 884 2.491 245 408 520 226 623 1.406 915 400 8.118
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
98
costruz. 43 106 46 87 49 55 60 41 46 38 571
comm. 1.794 4.473 1.776 3.072 2.491 1.793 2.487 1.035 1.677 1.696 22.294
terziario 1.003 2.931 774 1.224 1.336 672 1.399 774 1.022 771 11.906
Totale 5.888 11.953 5.929 5.943 5.669 3.426 5.860 3.385 4.488 4.493 57.034
Abbiamo avuto già modo di verificare come sia l’area fiorentina a raccogliere il maggior numero di imprese femminili, tuttavia secondo le ripartizioni economiche qui analizzate non assume sempre questo ruolo di capolista. Spetta infatti alla provincia di Grosseto il primato di imprese individuali femminili attive nel settore primario, mentre Arezzo occupa la seconda posizione, e la provincia capoluogo viene in questa classifica relegata ad occupare la terza posizione con 1.952 unità imprenditoriali. Abbiamo inoltre già avuto modo di constatare che a diminuire sensibilmente nel corso del 2002 sono, sempre per la compagine femminile, le imprese del manifatturiero. Tuttavia nella provincia di Massa Carrara le stesse imprese hanno mostrato un andamento in controtendenza (+4,6%) (tab. A5.14), come nelle province di Grosseto e Siena, dove è doveroso constatare che la crescita percentuale annua non raggiunge l’unità, tutto questo a fronte di una perdita più generalizzata dell’ 1,9% imprese. Sicuramente positiva è stata la dinamica del settore delle costruzioni, dove in particolare si sono distinte le province di Firenze (con un +16,5%), Arezzo (+10,3%) Pisa (+9,1%) Siena (+8,6%) e Grosseto (+7,0%), e dove d’altro canto non sono mancate le note negative, cioè Lucca con un -2,0% e Massa Carrara con un -1,8%. Quest’ultima provincia ha inoltre fatto registrare la peggiore performance nel settore dell’agricoltura con una diminuzione delle imprese femminili avvenuta nel corso del 2002 pari a -3,7%, seguono in questa classifica le province di Arezzo (-3,4%), e Lucca (-3,3%). Rimanendo sempre in tale ambito economico le uniche due province a vantare variazioni di segno positivo sono ancora una volta Siena e Grosseto, dove in questo caso è stata la prima a mostrare maggiore dinamicità (+1,3%, contro il +0,7% di Grosseto). Per quanto riguarda il commercio diminuiscono in maniera più sensibile le imprese femminili pisane (-3,8%), di Massa Carrara (-2,2%), e pistoiesi (-1,6%), mentre d’altro canto, sempre sotto lo stesso profilo, crescono più significativamente le province di Lucca (+1,1%) e Prato (+1,0%). Segnano il passo infine le imprese femminili senesi nel settore dei servizi, diminuite nel corso del 2002 dell’ -1,9%, a cui fanno seguito quelle aretine (-1,7%), livornesi (-0,6%), pisane (-0,5%), fiorentine (-0,3%) e lucchesi (-0,2%). Sempre nel terziario, cresce invece il numero di imprese in rosa nelle province di Grosseto (+1,4%) e Prato (+1,2%), mentre nelle restanti province non si registrano grosse variazioni.
99
Tabella A5.14 (conf.Tab. 5.17) Impr. femminili (conf.Tab. 5.17) Impr. femm.per permacrosettore macrosett. in in Toscana, Toscana 2001-2002 periodo 2001-2002 (variazioni percentuali 02/01) Variazioni percentuali 02/01 Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. -3,4 -1,9 0,7 -3,1 -3,3 -3,7 -0,2 -1,5 -0,2 1,3 -1,3
estrat. manifat. 0,0 -1,4 0,0 -1,2 0,0 0,8 0,0 -2,9 0,0 -3,7 0,0 4,6 0,0 -4,4 0,0 -3,4 0,0 -1,7 0,0 0,3 0,0 -1,9
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
100
costr. 10,3 16,5 7,0 2,4 -2,0 -1,8 9,1 2,5 0,0 8,6 5,7
comm. terziario -0,3 -1,7 0,7 -0,3 0,4 1,4 -1,4 -0,6 1,1 -0,2 -2,2 0,7 -3,8 -0,5 1,0 1,2 -1,6 0,6 -0,1 -1,9 -0,6 -0,2
Totale -1,8 -0,3 0,7 -1,7 -0,7 -1,5 -2,2 -0,9 -0,9 0,2 -0,8
Appendice 5: le imprese individuali femminili in Toscana Aggiornamento al 2002 Allegato Statistico Allegato 1 UnitàLocali Localiindividuali individualicomplessive complessiveperper stato di impr.periodo in Toscana periodo 1998-2002 Unità stato in Toscana 1998-2002 Valori assoluti (valori assoluti ee percentuali, percentuali, variazioni variazionimedie medieperiodo periodo01/98 01/98eeannua annua02/01 02/01)
Stato impresa Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 2001 2002 234.976 233.192 233.884 2.179 1.888 1.868 511 470 481 21 117 135 2.711 2.475 2.484 237.687 235.667 236.369 1,14 1,05 1,06
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 01/98 -595 692 -0,3 -97 -20 -4,5 -14 11 -2,7 32 18 152,4 -79 9 -2,9 -673 702 -0,3
% 02/01 0,3 -1,1 2,3 15,4 0,4 0,3
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Allegato 2 Unità in di Toscana periodo 1998-2002 UnitàLocali Localiindiv. indiv.femminili femminiliper perstato stato impr. in Toscana periodo 1998-2002 (valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 annua02/01 02/01) Valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 eeannua
Stato impresa Attiva In fallimento Sospesa Inattiva Totale non attive Registrate Tasso non attività
1998 63.341 553 232 9 794 64.135 1,24
2001 61.654 479 181 36 696 62.350 1,12
2002 61.250 458 177 48 683 61.933 1,10
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 01/98 -562 -404 -0,9 -25 -21 -4,5 -17 -4 -7,3 9 12 100,0 -33 -13 -4,1 -595 -417 -0,9
% 02/01 -0,7 -4,4 -2,2 33,3 -1,9 -0,7
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
101
Allegato 3 Unità Locali, incidenze femminili in Toscana periodo 1998-2002 (valoripercentuali percentuali) Valori Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
1998 26,6 23,4 29,3 33,4 25,6 34,4 28,1 25,2 25,3 27,6 27,0
2001 26,8 22,9 30,2 32,9 24,5 31,8 27,1 24,1 24,4 27,9 26,5
2002 26,5 22,8 30,3 32,3 24,2 31,2 26,6 23,9 24,2 27,7 26,2
Variazione 01/98 01/02 0,2 -0,3 -0,5 -0,1 0,9 0,1 -0,5 -0,6 -1,1 -0,3 -2,6 -0,6 -1,0 -0,5 -1,1 -0,2 -0,9 -0,2 0,3 -0,2 -0,5 -0,3
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Allegato 4 Unità Locali femminili in Toscana periodo 1998-2002 Localiindividuali indiv. femminili attiveattive in Toscana periodo 1998-2002 (valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01) Valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01 1998
Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
Attive % 6.333 10,0 13.316 21,0 6.154 9,7 6.808 10,8 6.259 9,9 4.074 6,4 6.591 10,4 3.788 6,0 5.057 8,0 4.938 7,8 63.318 100,0
2001
Attive % 6.298 10,2 12.798 20,8 6.360 10,3 6.660 10,8 5.988 9,7 3.753 6,1 6.353 10,3 3.611 5,9 4.824 7,8 5.009 8,1 61.654 100,0
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
102
2002
Attive % 6.187 10,1 12.819 20,9 6.405 10,5 6.575 10,7 5.942 9,7 3.710 6,1 6.234 10,2 3.591 5,9 4.784 7,8 5.003 8,2 61.250 100,0
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua 01/98 02/01 % 01/98 % 02/01 -12 -111 -0,2 -1,8 -173 21 -1,3 0,2 69 45 1,1 0,7 -49 -85 -0,7 -1,3 -90 -46 -1,4 -0,8 -107 -43 -2,6 -1,1 -79 -119 -1,2 -1,9 -59 -20 -1,6 -0,6 -78 -40 -1,5 -0,8 24 -6 0,5 -0,1 -555 -404 -0,9 -0,7
Allegato 5 Unità Locali individuali complessive attive in Toscana periodo 1998-2002 (valori assoluti assoluti ee percentuali, percentuali, variazioni variazioni medie medie periodo periodo 01/98 01/98 e annua 02/01 02/01) Valori 1998
Provincia Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
2001
2002
Attive % Attive % Attive % 23.819 10,1 23.525 10,1 23.349 10,0 56.951 24,2 55.937 24,0 56.329 24,1 21.035 9,0 21.088 9,0 21.116 9,0 20.463 8,7 20.322 8,7 20.430 8,7 24.527 10,4 24.427 10,5 24.592 10,5 11.820 5,0 11.739 5,0 11.844 5,1 23.453 10,0 23.471 10,1 23.395 10,0 15.021 6,4 14.966 6,4 14.995 6,4 20.008 8,5 19.785 8,5 19.824 8,5 17.879 7,6 17.932 7,7 18.010 7,7 234.976 100,0 233.192 100,0 233.884 100,0
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua 01/98 02/01 % 01/98 % 02/01 -98 -176 -0,4 -0,7 -338 392 -0,6 0,7 18 28 0,1 0,1 -47 108 -0,2 0,5 -33 165 -0,1 0,7 -27 105 -0,2 0,9 6 -76 0,0 -0,3 -18 29 -0,1 0,2 -74 39 -0,4 0,2 18 78 0,1 0,4 -595 692 -0,3 0,3
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
(valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01)
103
(valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01)
(valori percentuali)
104
(valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01)
.
Allegato 10 UnitàLocali Localifemminili femm. ind. attive dettaglio commercio 1998-2002 Unità individuali attive nel commercioininToscana Toscana,periodo 1998-2002 (valori assoluti ee percentuali, percentuali, variazioni variazionimedie medieperiodo periodo01/98 01/98eeannua annua02/01 02/01) Valori assoluti
Settore* Comm., Manutenzione e Riparazione Commercio all'Ingrosso Commercio al Dettaglio TOTALE Commercio Alberghi e ristoranti TOTALE
1998 2001 2002 409 355 341 2.725 2.666 2.727 18.361 17.874 17.751 21.495 20.895 20.819 3.966 3.781 3.830 25.461 24.676 24.649
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua % 01/98 02/01 01/98 -18 -14 -4,4 -20 61 -0,7 -162 -123 -0,9 -200 -76 -0,9 -62 49 -1,6 -262 -27 -1,0
% 02/01 -3,9 2,3 -0,7 -0,4 1,3 -0,1
Nota: Commercio, Manutenzione e Riparazione: G50 Ateco; Commercio all'Ingrosso: G51 Ateco; Commercio al Dettaglio: G52 Ateco; Alberghi e ristoranti: H Ateco Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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Allegato 11 Unità individuali attive nei servizi Toscana,periodo 1998-2002 UnitàLocali Locali.femminili femm. indiv. att. dettaglio servizi inin Toscana 1998-2002 (valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01) Valori assoluti e percentuali, variazioni medie periodo 01/98 e annua 02/01
Settore* Intermediazione finanziaria Trasporti e telecomunicazioni Informat. e att. impr.li e prof.li Sanità e altri servizi TOTALE
1998 2001 2002 1.939 2.206 2.228 744 651 655 3.073 3.040 3.070 8.085 7.291 7.134 13.841 13.188 13.087
Variazioni media annua media assoluta assoluta annua 01/98 02/01 % 01/98 89 22 4,6 -31 4 -4,2 -11 30 -0,4 -265 -157 -3,3 -218 -101 -1,6
% 02/01 1,0 0,6 1,0 -2,2 -0,8
* Intermediazione finanziaria: J e K70 Ateco, Trasporti e telecomunicazioni: I Ateco, Informatica e altre att. impr.li e prof.li K71 K72 K73 e K74 Ateco, Santà e altri servizi: L, M, N,O e P Ateco Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Allegato 12 Unità Locali femminili per macrosettore in Toscana al 2002 (valori totale provinciale provinciale) Valori percentuali sul totale Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. 35,1 15,5 48,7 17,6 21,6 18,4 20,9 3,7 17,4 32,4 23,3
estrat. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
manifat. 14,9 20,4 4,4 7,0 9,2 6,9 10,5 40,9 20,3 8,8 14,1
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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costr. 0,8 0,9 0,8 1,4 0,9 1,5 1,1 1,2 1,0 0,8 1,0
comm. 31,6 38,6 30,9 52,9 44,4 52,5 42,8 31,2 39,2 40,9 40,2
terziario 17,6 24,8 15,2 21,1 23,9 20,6 24,7 23,0 22,1 17,1 21,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Allegato 13 Unità Locali femminili attive per macrosettore in Toscana al 2002 (valori Valoripercentuali) assoluti
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. 2.174 1.981 3.120 1.159 1.282 683 1.304 132 832 1.621 14.288
estrat. manifat. 0 921 0 2.610 0 283 1 459 1 546 0 257 0 656 0 1.470 0 973 0 442 2 8.617
costr. 48 110 51 90 52 57 66 44 50 39 607
comm. terziario 1.952 1.092 4.944 3.174 1.980 971 3.479 1.387 2.638 1.423 1.948 765 2.671 1.537 1.119 826 1.873 1.056 2.045 856 24.649 13.087
Totale 6.187 12.819 6.405 6.575 5.942 3.710 6.234 3.591 4.784 5.003 61.250
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
Allegato 14 Unità Locali femminili per macrosettore in Toscana periodo 2001-2002 (valori percentuali 02/01)02/01 Variazioni percentuali
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Toscana
agric. -3,4 -1,7 0,8 -3,3 -3,2 -3,8 0,0 -1,5 -0,2 1,4 -1,2
estrat. manifat. 0,0 -2,0 0,0 -0,6 0,0 1,4 0,0 -1,3 0,0 -4,4 0,0 3,6 0,0 -4,1 0,0 -3,0 0,0 -1,8 0,0 -0,7 0,0 -1,7
costr. 11,6 18,3 8,5 3,4 -1,9 0,0 11,9 7,3 0,0 8,3 7,2
comm. terziario 0,2 -2,1 1,7 -0,8 1,2 -1,1 -0,9 -0,9 1,1 -0,4 -1,0 -0,8 -3,4 -0,3 0,6 2,2 -1,6 1,1 0,4 -4,3 -0,1 -0,7
Totale -1,8 0,2 0,7 -1,3 -0,8 -1,1 -1,9 -0,6 -0,8 -0,1 -0,7
Fonte: Elaborazioni Unioncamere Toscana
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Finito di stampare: dalla Litografia I.P. - Firenze nel mese di febbraio 2006
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