DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO E BES Giovanni Maria Guazzo Università di Salerno Direttore Scientifico IRFID, Nola (NA)
MODELLO HIP MBT e ML
Input interno
Input esterno Risposta motoria
MLT
Ø Reiterazione Ø Decisioni Ø Strategie di Recupero
Ø Semantica Ø Episodica Ø Procedurale
Registro Sensoriale
Azione e Controllo motorio
Ø Visivo Ø Uditivo Ø Tattile
Percezione
Linguaggio
Output
Attenzione e concentrazione
Motivazione Ø Intrinseca Ø Estrinseca Ø Attiva Ø Passiva
Pensiero
Sistema Affettivo/emozionale Apprendimento Ø Costruttivo Ø Strategico Ø Interattivo
L’APPRENDIMENTO definizione
L’apprendimento è un processo naturale attivo, continuo, intenzionale e autoregolato. È un processo di costruzione di significati in base alle informazioni e alle esperienze, diretto a un obiettivo e filtrato attraverso le percezioni, i pensieri e i sentimenti di ciascun allievo.
COSA SIGNIFICA APPRENDERE l Significa
comprendere e mantenere nel tempo le conoscenze (memoria), ma anche saperle utilizzare in altri contesti (transfert) l L’apprendimento ha la caratteristica di essere costruttivo, poiché nasce dal confronto tra informazioni in arrivo e conoscenze depositate in memoria.
APPRENDIMENTO SCOLASTICO prerequisiti Analisi visiva Ø Ø
Riproduzione di forme rappresentate sul foglio Riconoscimento di lettere e numeri
Lavoro seriale da sn a dx Ø Ø Ø Ø
Denominazione di oggetti e di oggetti intrecciati Ricerca contemporanea di due lettere e/o numeri Ricerca di sequenze di lettere e/o numeri Scrittura di lettere, sillabe, parole e numeri
Globalità visiva Ø
Ø
Ricerca di parole e numeri complessi Lettura di parole e di numeri
Discriminaz. uditiva e ritmo
Ø Ripetizione di parole senza senso o numeri maggiori di 100 Ø Segmentazione
Memoria uditiva seriale e fusione uditiva Ø Ø
Span 4 di lettere e cifre Fusione di fonemi, sillabe e cifre (I el./2)
Integrazione visivo-uditiva Ø
Ø
Ricerca di lettera e numeri scritti in modi diversi Lettura di non-parole e di numeri in lettere
CONTESTO PER L’APPRENDIMENTO La comunicazione da parte dell’insegnate
Modalità di coinvolgimento
Scelta dei saperi
Creare e gestire un clima relazionale
Organizzazione del gruppo classe
Interazione tra compagni
Individuazione di Strategie facilitanti
Riflessioni degli allievi sul loro apprendimento
Strutturare il compito di apprendimento Attenzione ai processi cognitivi e metacognitivi
Progettare il contesto di apprendimento Scelta dei mediatori didattici
Individuazione di criteri di verifica e valutazione
Scelta di strumenti e loro uso
VARIABILI CHE INFLUENZANO L’APPRENDIMENTO l Teorie
implicite (attribuzione) l Dimensione del Sé (autoefficacia) l Autoregolazione l Strategie - Strategie di codifica - Preferenze di contenuto - Modalità di elaborazione l Stili cognitivi
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO domande cruciali
-
Che cosa sono i DA?
-
Quali ne sono le cause?
-
Come si possono distinguere i DA da altre difficoltà scolastiche?
-
Quale trattamento implementare?
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO definizione clinica
Gruppo eterogeneo di deficit manifestati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, scrittura, ragionamento e matematica. Questi deficit sono intrinseci all’individuo, presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso e possono essere presenti lungo l’intero arco di vita.
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO elementi della definizione l
L’individuo ha un disordine in uno o più dei processi psicologici di base;
l
queste difficoltà comportano difficoltà specifiche di apprendimento nella produzione e comprensione orale, in scrittura e/o lettura e nella matematica;
l
il problema non è dovuto ad altre cause, come disabilità visive o uditive, motorie, ritardo mentale, disturbi emotivi, svantaggio culturale o socioeconomico;
l
esiste una seria discrepanza tra il potenziale di apprendimento apparente dell’individuo e il suo basso livello di prestazione.
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO differenze terminologiche
Con il termine difficoltà di apprendimento si fa riferimento a qualsiasi tipo di difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica e che è causa di scarso rendimento.
Col termine disturbo dell’apprendimento si indica una sindrome clinica legata in modo specifico all’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo.
I DISTURBI DELL’APPRENDIMNTO quando formulare una diagnosi di DA
l
l l
l
Quando l’allievo presenta una difficoltà grave in importanti aree di apprendimento e non sono presenti fattori di esclusione; Quando l’allievo presenta un’intelligenza nella norma o attorno alla norma; Quando non beneficia delle occasioni di apprendimento nella stessa misura dei suoi compagni (con competenze di vario livello); Quando esiste un’inspiegabile discrepanza tra il suo rendimento scolastico e le sue capacità intellettive, non imputabile a cause evidenti.
DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO differenziazione
Specifici
Generalizzati
Disturbi riconducibili a deficit funzionali nell’organizzazione cognitiva del soggetto (discalculia, disgrafia, dislessia, ecc.)
Disturbi riconducibili a carenze di stimoli che portano all’assenza di adeguati prerequisiti per gli apprendimenti scolastici
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO categoria dei DA
Essi comprendono genericamente: l l l l l l
disabilità specifiche della lettura (DISLESSIA) disabilità specifiche della scrittura (DISGRAFIA) disabilità specifiche del calcolo (DISCALCULIA) disturbo specifico dell’attenzione: ADHD disabilità del linguaggio (DSL) “casi limite” per insufficienza mentale (QI < 80)
PER LEGGERE ILBAMBINO USA l l
l l
l
Il contesto costituito da una immagine. Alcuni indizi fonetici: utilizzano alcune lettere (quelle iniziali, finali o entrambe) per indovinare il suono della stringa ortografica. Lettura fonologica iniziale: i b. fondono i fonemi per poi riconoscere il suono della parola che stanno leggendo. Lettura fonologica intermedia: gruppi di due tre lettere vengono convertite in unità fonologiche più ampie del singolo fonema. Lettura automatizzata: l’alunno apprende quelle regolarità ortografiche che dipendono da una considerazione di due o tre lettere: ca, ce, che, sca, sce, gi, gli.
LA DISLESSIA definizione
La Dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di natura neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà possono essere dovute a diverse cause. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
Percorso della lettura (lettore abile)
Percorso della lettura (soggetto dislessico)
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DISLESSIA
EVOLUTIVA
ACQUISITA
Esordio nel periodo della scolarizzazione e in assenza di eventi patologici (traumi, malattie…)
Perdita delle capacità di lettura in seguito ad eventi patologici che comportano danni cerebrali
COME RICONOSCERE UN ALUNNO DISLESSICO IN CLASSE QUANDO LEGGE….. l l l l l l l l
È lento e si blocca spesso Appare teso, muove la testa, tossisce o si schiarisce la voce di continuo Confonde consonanti scritte in maniera simile (p, b, q, d) Ha difficoltà a leggere i gruppi consonantici (gn, sc.) Compie errori di anticipazione (casetta = casa) Compie errori di sostituzione e inversione di lettere (vaso = faso; la = al) Non rispetta la punteggiatura, legge senza intonazione Perde spesso il segno
INDICATORI DI DISLESSIA EVOLUTIVA IN BAMBINI DI SCUOLA MATERNA l l l l l l
l l l l l l
Indicatori verbali: Uso di parole sostitutive; Incapacità di ricordare le definizioni di oggetti noti; Confusione di parole direzionali; Difficoltà nell’imparare filastrocche e parole in rima; Difficoltà nelle sequenze (di palline colorate, in seguito con i giorni della settimana o i numeri); Sviluppo del linguaggio in ritardo; Indicatori non verbali: Può aver camminato presto, ma non ha girato carponi (si trascinava sul sedere o si dimenava sulla pancia); Persistenti difficoltà nel vestirsi efficientemente e nel mettere le scarpe ai piedi giusti; Gli piace che gli si legga, ma non mostra interesse per letture o parole. E’ spesso accusato di non ascoltare o di non fare attenzione; Eccessivo inciampare, urtare cose e cadere; Difficoltà nell’afferrare, calciare o lanciare una palla con balzi e/o salti; Difficoltà nel battere le mani a tempo su un semplice ritmo.
INDICATORI DI DISLESSIA EVOLUTIVA IN BAMBINI DI SCUOLA ELEMENTARE l l l l l l l
l l l l l
Indicatori verbali: Ha particolari difficoltà in lettura (rapidità e correttezza) e compitazione (spelling); Mette lettere e numeri nell’ordine sbagliato; Ha difficoltà nel ricordare tavole, alfabeto, formule… Omette lettere nelle parole, le confonde o le mette in un ordine sbagliato; Usa anche in classi avanzate le dita o segni sulla carta per fare semplici calcoli; Scarsa concentrazione; Ha problemi nell’elaborare il linguaggio velocemente; Indicatori non verbali: Ha difficoltà nell’allacciare le scarpe e vestirsi; Ha difficoltà nel distinguere destra-sinistra, ordine dei giorni della settimana, mesi dell’anno...; Vi sorprende perché in altri casi è sveglio ed attento; Ha uno scarso senso di orientamento; Manca di fiducia e ha scarsa stima di sé stesso.
MOVIMENTI OCULARI LETTORE ABILE
DISLESSICO
Zoccolotti, Judica, De Luca, Spinelli (2002) 23
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO esempio di lettura semantico-lessicale
Sceodno dei recaricorti dlel'Utievnsirà di Cmabrigde non iomrtpa in qlaue oidnre vnongeo sritcte le ltrteee in una proala, l'uicna csoa ipotamrnte è che la pirma e utilma lteetra saino al psoto gusito. Il rseto può esesre una cnuosifone ttaole ma è cmunoque psoibisle lgeerlgo sneza porlembi. Qusteo prcehè la mnete uamna non lgege ongi sngiola lteerta, ma la praloa nel suo isienme.
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO categoria dei DA
Essi comprendono genericamente: l l l l l l
disabilità specifiche della lettura (DISLESSIA) disabilità specifiche della scrittura (DISGRAFIA) disabilità specifiche del calcolo (DISCALCULIA) disturbo specifico dell’attenzione: ADHD disabilità del linguaggio (DSL) “casi limite” per insufficienza mentale (QI≤ 80)
LA DISGRAFIA definizione
La disgrafia è un disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda le abilità esecutive della scrittura. Esso si concretizza in una prestazione scadente dal punto di vista della grafia di bambini con intelligenza normale, privi di danni neurologici o di handicap percettivo o motorio.
TIPI DI PRENSIONE
MOTIVAZIONE
AFFETTI
MEMORIA A LUNGO TERMINE
PROCESSI DI SCRITTURA
Conoscenza argomento, Pubblico,progetto testo
Contiene la conoscenza recuperata dalla MLT durante la pianificazione, la traduzione e la revisione
PIANIFICAZIONE
GENERAZIONE
MEMORIA DI LAVORO
CONTESTO SOCIALE
TRADUZIONE Pianificazione in linea
DEFINIZIONE OBIETTIVI ORGANIZZAZIONE
Revisione in linea
1. generazione del testo a. livello parola b. livello frase c. livello discorso 2. trascrizione
REVISIONE
VALUTAZIONE
CORREZIONE a. livello parola b. livello frase c. livello discorso
Meta cognizione (dichiarativa e procedurale)
(Hayes & Flowers, 1980, modificato da Berninger et al., 1995)
PERIODI DELLA SCRITTURA
l Periodo
preconvenzionale l Periodo presillabico l Periodo convenzionale: - Fase sillabica - Fase sillabico-alfabetica - Fase alfabetica
USO DEL CARATTERE DI SCRITTURA
Finché il bambino non ha stabilizzato la fase alfabetica è necessario non presentare altri caratteri oltre lo stampato maiuscolo.
LO STAMPATO MAIUSCOLO
- Codifica semplificata: aste orizzontali, verticali, diagonali, cerchi e semicerchi - Stabilità di posizione: le lettere non cambiano al cambiare della posizione all’interno della parola - Separazione: la separazione tra le lettere facilita l’individuazione dei singoli suoni e la corrispondenza suono – segno - Occupazione spazio: Le lettere occupano tutte lo stesso spazio, hanno sagome uguali per cui non è necessario ricorrere a valutazioni percettive di altezza, lunghezza, destra/sinistra, sopra/sotto…
IL CORSIVO
l l l l l
È il carattere più difficile perché presenta: Segni molto irregolari. Segni difficili da smontare in segmenti. Il gesto grafico è unico e complesso (richiede capacità percettivo motorie evolute). La singola lettera si modifica quando cambia la posizione all’interno delle parole. Le lettere non sono separate (meno percettibili come suono).
QUINDI STAMPATO MAIUSCOLO - Criterio per passare all’uso di un altro carattere: competenza sicura dell’abbinamento suono lettera - Insegnare contemporaneamente i quattro caratteri è come insegnare ad un bambino una parola nuova e contemporaneamente tutti i suoi sinonimi
EVOLUZIONE DEL DISTURBO DI SCRITTURA l
In genere è positiva: riduzione sensibile del numero di errori nel corso dell’iter scolastico, con capacità di autocorrezione
l
Comparsa di errori ortografici in situazioni di stanchezza o di attività di scrittura di tipo compositivo (temi, verifiche…)
l
La disgrafia non si evolve positivamente, ma tende a rimanere stabile o a peggiorare
LA DISGRAFIA alcuni esempi
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO categoria dei DA
Essi comprendono genericamente: l l l l l l
disabilità specifiche della lettura (DISLESSIA) disabilità specifiche della scrittura (DISGRAFIA) disabilità specifiche del calcolo (DISCALCULIA) disturbo specifico dell’attenzione: ADHD disabilità del linguaggio (DSL) “casi limite” per insufficienza mentale (QI > 80)
INTELLIGENZA NUMERICA
è innata e consente di conoscere attraverso la quantità Ø i meccanismi basali sono analogici e sintattici a base visuo-spaziale Ø richiedono potenziamento in fase di sensibilità del dominio-specifico Ø
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PRINCIPALI MECCANISMI INNATI l l
Span numerico 1 - 3 (anche nel ritardo lieve) tendenza 1 – 4 N + 1 ed N – 1 a partire da N
L’accesso semantico preverbale precede l’accesso verbale in armonia con l’evoluzione ontogenetica della cognizione della specie . All’età di 2 anni inizia a contare anche fino a 4-5 rispettando: l Ordine stabile l Corrispondenza biunivoca l il concetto appare stabile dai 3,6 anni anche per numeri superiori a 5) 38
SVILUPPO INTELLIGENZA NUMERICA l
18-24 mesi
Sanno contare fino a 2, distinguendo 1 e 2 da molti. Completano puzzles di 8 pezzi e identificano, tra due insiemi di oggetti, quello più grande. l
2-3 anni
Contano fino a 5 (0 a 10) e distinguono i simboli da 0 a 9 e imparano a riconoscere il primo e l’ultimo di una serie. l
3-4 anni
Contano fino a 10, fanno semplici calcoli mentali e riconoscono il numero che segue o precede una data cifra. l
4-5 anni
Contano fino a 20 e ne identificano la quantità fino a 5. Contano a ritroso a partire da 5 (o 10).
PROCESSI IMPLICATI NEL CALCOLO SISTEMA CALCOLO - SEGNI OPERAZIONI
SISTEMA COMPRENSIONE NUMERI
- SIGNIFICATO DEI SIMBOLI NUMERICI - VALORE QUANTITATIVO DELLE CIFRE - VALORE POSIZIONALE DELLE CIFRE
- FATTI ARITMETICI (TABELLINE) - PROCEDURE CALCOLO
SISTEMA PRODUZIONE NUMERI - SAPER NUMERARE IN
AVANTI E ALL'INDIETRO - SAPER SCRIVERE NUMERI SOTTO DETTATURA - SAPER INCOLONNARE
LA DISCALCULIA definizione
La discalculia evolutiva è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici. Essa può presentarsi associata a dislessia, ma è possibile che ne sia dissociata.
CAPACITA’ COMPROMESSE l l l l l
l
Enumerazione in avanti e indietro (lentezza e scorrettezza) Difficoltà di immagazzinamento dei fatti aritmetici (ad es. le tabelline) Lentezza e scorrettezza nel calcolo a mente (utilizzo delle dita per contare) Procedure di calcolo (algoritmi delle operazioni, riporti, posizionamento in colonna) Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri: errori lessicali: 436=437 o 446 errori sintattici: 1050=100050 Difficoltà di problem-solving (solo quando è presente un grave disturbo di decodifica) N.B. nella discalculia è interessata la capacità del processamento numerico, ma non l’efficienza matematica
DIFFERENTI DISCALCULIE (Temple,1991;1997) l
l l
l
Dislessia per le cifre: difficoltà nell’acquisizione dei processi lessicali sia nel sistema di comprensione del numero che di produzione del calcolo Discalculia procedurale: difficoltà nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo Discalculia per i fatti aritmetici: difficoltà nell’acquisizione dei fatti aritmetici all’interno del sistema del calcolo Discalculia semantica: difficoltà nella comprensione della componente semantica ovvero del significato del numero, la sua grandezza nella rappresentazione approssimata e esatta di numerosità, per grandi o piccole quantità (subitizing).
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LA DISCALCULIA alcuni errori ERRORI NELL’APPLICAZIONE DELLE PROCEDURE l
difficoltà nella scelta delle prime cose da fare per affrontare una delle quattro operazioni (incolonnamento o meno, posizione dei numeri, …)
l
difficoltà nella condotta da seguire per la specifica operazione e nel suo mantenimento fino alla risoluzione Es. 75 – 6 = 71 : dimenticata regola direzione
•
difficoltà nell’applicazione delle regole di prestito e riporto Es.
• l
75 – 58 = 20
unità 5 – 8 = 0 decine 7 – 5 = 2
difficoltà nel passaggio ad una nuova operazione: perseverazione nel ragionamento precedente difficoltà nella progettazione e nella verifica: spesso il bambino svolge immediatamente l’operazione senza soffermarsi ad individuare difficoltà e strategie da usare
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO categoria dei DA
Essi comprendono genericamente: l l l l l l
disabilità specifiche della lettura (DISLESSIA) disabilità specifiche della scrittura (DISGRAFIA) disabilità specifiche del calcolo (DISCALCULIA) disturbo specifico dell’attenzione: ADHD disabilità del linguaggio (DSL) “casi limite” per insufficienza mentale (QI≤ 80)
LA SINDROME ADHD case works l
“Vincenzo è un bambino di 7 anni e cinque mesi che frequenta la seconda classe della scuola primaria; in classe, mentre i compagni lavorano, gioca con la penna; guarda fuori dalla finestra o è immerso nei suoi pensieri. Le maestre lo hanno segnalato alla Direzione come un bambino problematico e “troppo distratto”
l
“Mattia è un bambino di nove anni che frequenta la terza classe elementare; disturba continuamente i compagni, non si impegna al compito assegnatogli e gira in continuazione per l’aula. Gli insegnanti hanno grosse difficoltà a controllare il suo comportamento che è stato etichettato come iperattivo”
LA SINDROME ADHD definizione
Difficoltà a mantenere l’attenzione (inattenzione) e di controllare il grado della propria attività (iperattività/ impulsività)
LA SINDROME ADHD inattenzione
Difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti scolastici o le attività di gioco l Facile distraibilità per stimoli banali l Difficoltà ad organizzarsi nelle diverse attività quotidiane l Rapidi passaggi da un’attività all’altra l Difficoltà nel seguire un discorso l Evitamento di attività che richiedono sforzo mentale protratto l
LA SINDROME ADHD iperattività
Incapacità di star fermi (movimenti delle mani e dei piedi, impossibilità a star seduti) l Attività motoria spesso incongrua e afina listica l Gioco rumoroso e disorganizzato l Eccessive verbalizzazioni l Sentimenti soggettivi di irrequietezza (adolescenti ed adulti) l Limitate possibilità di inibizione motoria l
LA SINDROME ADHD impulsività
Difficile controllo sui propri comportamenti l Incapacità a differire la risposta automatica ad uno stimolo (es. una domanda) l Difficoltà ad attendere il proprio turno l Tendenza ad interrompere gli altri e ad essere invadenti l Scarsa capacità di riflessione l Difficoltà nel valutare le conseguenze delle proprie azioni l
LA SINDROME ADHD epidemiologia
La prevalenza del disturbo viene calcolata nel 3-4% dei bambini in età scolare - In pratica è verosimile che in una classe di 25 bambini almeno uno di essi presenti il disturbo - Il disturbo appare da 6 a 8 volte più frequente nei maschi che nelle femmine - Nel 20-30% dei casi vi è una familiarità positiva -
LA SINDROME ADHD fasi dello sviluppo
Ø Carattere difficile (0-14 mesi) Ø Eccesso di attività esplorativa (14 m- 3 a) Ø Iperattività (Scuola Materna) Ø Inattenzione e impulsività (Scuola Element.) Ø Pre-adolescenza Ø Adolescenza Ø Età adulta
LA SINDROME ADHD fase 1: prescolare
- Massimo grado di iperattività - Comportamenti aggressivi - Crisi di rabbia - Litigiosità, provocatorietà - Assenza di paura, condotte pericolose, incidenti - Disturbo del sonno
LA SINDROME ADHD fase 2: scolare
- Comparsa di sintomi cognitivi (disattenzione, impulsività) - Difficoltà scolastiche - Possibile riduzione della iperattività - Evitamento di compiti prolungati - Comportamento oppositivo-provocatorio
LA SINDROME ADHD fase 3: pre- e adolescenza
Possibile evoluzione l
l
l
35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche talvolta inferiori ai controlli. 45%: permanenza della sindrome, frequente attenuazione della componente iperattiva, crescente compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale 20%: permanenza della sindrome, disturbi comportamentali di adattamento sociale
Quadri clinici • Disturbo dell’attenzione:
difficoltà scolastiche e di organizzazione della vita quotidiana (programmazione) l Riduzione del comportamento iperattivo ma sensazione soggettiva di irrequietezza l Instabilità scolastica, lavorativa, relazionale l Condotte pericolose l Disturbi depressivo-ansiosi
LA SINDROME ADHD difficoltà scolastiche
Ø Difficoltà a mantenere l’attenzione per tempi prolungati Ø Disturbo della memoria sequenziale Ø Stile cognitivo impulsivo Ø Deficit nei processi di controllo Ø Indirizzamento delle risorse cognitive La conseguenza è un rendimento inferiore alle potenzialità cognitive con effetti sul piano emotivo-comportamentale
Conners Teacher Rating Scale (CTRS) (Conners, 1990)
Nome dell'allievo: _____________________________________ Età: ____ Sesso: M F Istruzioni: troverà qui di seguito elencate alcuni item che possono caratterizzare il comportamento di alcuni bambini. Legga attentamente ogni item e decida quanto esso descriva il comportamento del bambino in questione e cioè se, lo descrive "per niente", "un po' ", "abbastanza" o "molto". Apponga una X nelle colonne rispettivamente contrassesgnate da “0”, "1", "2" e "3". Risponda a tutti gli item elencati. Osservazioni 0l . Si agita in continuazione. 02. Le sue richieste devono essere esaudite immediatamente. 03. Irrequieto o sempre in movimento. 04. Eccitabile, impulsivo. 05. Disattento, facilmente distratto. 06. Non completa ciò che ha iniziato. 07. Piange spesso e facilmente. 08. Disturba gli altri bambini. 09. Cambiamenti improvvisi e drastici nel tono dell'umore. 10. Scatti di collera, comportamento esplosivo e imprevedibile. 11. Picchia, tira calci o spinge i compagni. 12. Si oppone alle istruzioni con un atteggiamento oppositivo. 13. Discute spesso in tono arrabbiato. 14. Ha difficoltà di apprendimento.
0 1 2 3
LA SINDROME ADHD buona prassi educativa
v dare immediate informazioni di ritorno (feedback) sull’accettabilità dei comportamenti
v dispensare rinforzi sociali o materiali in risposta ai comportamenti positivi
v ignorare i comportamenti lievemente negativi v usare comandi diretti, precisi e semplici v prendere provvedimenti coerenti e costanti per i comportamenti inappropriati
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO domande cruciali
-
Che cosa sono i DA?
-
Quali ne sono le cause?
-
Come si possono distinguere i DA da altre difficoltà scolastiche?
-
Quale trattamento implementare?
RILEVANZE EPIDEMIOLOGICHE
Uno studente su tre incontra, durante il suo percorso scolastico, delle difficoltà che in alcuni casi lo inducono all’insuccesso.
CIRCOLARITÀ DEL DISAGIO Maggiori probabilità di insuccesso Aumento delle lacune
Esperienze di insuccesso
Comportamenti disfunzionali
Giudizi negativi calo autostima Calo della motivazione
DIFFERENZE TIPOLOGICHE DI STUDENTI Studenti “lenti”
Studenti “svogliati”
studenti che anche in assenza di deficit cognitivi specifici non dispongono di grandi potenzialità intellettive
studenti che nonostante le buone qualità intellettive non riescono a raggiungere gli obiettivi scolastici
INCIDENZA DEI DSA E DEI BES
DSA BES
4,5% 8,5%
CHI SONO GLI ALLIEVI CON BES? direttiva del 12/2012 l l
l l l
Alunni disabili ai sensi della L. 104/92; Alunni con Disturbi Evolutivi Specifici: DSA (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia), disturbi dell’attenzione e iperattività (A.D.H.D.), Alunni con deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria; Alunni con funzionamento cognitivo limite (borderline 70-85); Alunni con svantaggio socio-culturale che comprende anche la non conoscenza della lingua e cultura italiana.
DIFFERENZE PRESTAZIONALI ALLIEVO COMPETENTE
ALLIEVO CON DSA E BES
l Impegna poche risorse cogni-
l Impegna molte risorse cogni-
tive nelle componenti di basso livello (decifrazione)
tive nelle componenti di basso livello (decifrazione)
l Attiva le conoscenze pregres-
l Applica sempre le medesime
se ed in grado di colmare le lacune che il testo contiene
modalità di lettura (legge tutte le righe)
l Compie previsioni sul conte-
l Non è in grado di utilizzare
nuto del testo l Differenzia le strategie di let-
tura in funzione della tipologia del testo e dello scopo
tecniche di scrittura funzionali alla comprensione del testo Applica procedure algoritmiche alla “cieca” l
AREE STRATEGICHE 1. Strategie di apprendimento Ø Ø Ø Ø Ø
Cognizione Motivazione Organizzazione del lavoro Uso dei sussidi Flessibilità
3. Metacognizione Ø
Ø Ø
4. Atteggiamenti verso la scuola
2. Stili cognitivi Ø Ø Ø Ø
Sistematico/intuitivo Globale/analitico Impulsivo/riflessivo Verbale/visuale
Modo di affrontare lo studio Concentrazione Autovalutazione
Ø
Ø
Ø Ø
Rapporto con gli insegnanti Rapporto con i compagni Attribuzione Ansia da prestazione
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO domande cruciali
-
Che cosa sono i DA?
-
Quali ne sono le cause?
-
Come si possono distinguere i DA da altre difficoltà scolastiche?
-
Quale trattamento implementare?
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO tipologia degli interventi educativi
PREVENTIVI
identificazione precoce > rafforzamento componenti deficitarie (soprattutto di Base, Vis.-spaz. e Meta-fon.) (S. INFANZIA-INIZIO PRIMARIA)
ABILITATIVI
recupero delle funzioni o componenti deficitarie attraverso cicli di esercizi mirati. (PRIMARIA)
COMPENSATIVI
nelle situazioni più severe pensare a modi più efficaci per “vicariare” o colmare la funzione deficitaria. (SCUOLA MEDIA E OLTRE)
DISPENSATIVI
Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline, lecc.
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO interventi abilitativi
Matching di lettere
A
V
A
L
Riconoscimento di lettere
Tocca
A
Leggi
A V
Denominazione di lettere
L
A
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO interventi abilitativi: prompting + fading
STRATEGIE DI FACILITAZIONE
l Uso
di stimoli semplici in modo da poter ottenere risposte corrette l Utilizzo di prompt visivi l Attenuazione dei prompt visivi l Strategie di rinforzo
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO interventi abilitativi
Matching di sillabe
SA LA CA
CA
Riconoscimento di sillabe
Tocca
CA
CA SA LA
Denominazione di sillabe
Leggi
CA
C
A C
A CA
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO interventi abilitativi ASSOCIAZIONE PAROLA-IMMAGINE
ASSOCIAZIONE PAROLA-PAROLA
MANO
SOLE
CASA
SOLE
SOLE
ATTENUAZIONE DELLO STIMOLO (Fading) Definizione: Progressiva e graduale riduzione o attenuazione degli stimoli, fino a quando rimane un solo stimolo a controllare l’emissione
I DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO interventi abilitativi
Programma di lettura globale senza errori: fasi I FASE Discriminazione fra elementi diversi: CASA/SOLE II FASE Discriminazione fra più elementi: CANE/NASO/SOLE/… III FASE Giochi vari: appaiamento, elemento diverso o corrispon. IV FASE Lettura globale senza errori: NEVE, … Lettura funzionale (FASE 5) o lettura fonosillabica (FASI VI e VII)? V FASE Lettura funzionale senza errori VI FASE Discriminazione tra parole simili: CANE/PANE, … VII FASE Avviamento alla lettura fonosillabica
MODELLAGGIO (Shaping) Definizione: Procedura di rinforzamento passo per passo, in cui sono rinforzati i comportamenti che sempre più si approssimano a quello desiderato: 1. Scelta Comport.-meta 2. Scelta Comp. pseudo-meta 3. Scelta rinforzatori efficaci 4. R. comportamento iniziale 5. R. comportamenti successivi 6. R. comportamento meta++++ 7. R. comportamento meta+-+-+
CONSIGLI EDUCATIVI l
l
l
Prima di tutto, occorre ricordarsi che i dislessici non sono tutti uguali Questo significa che non esistono metodi e strategie didattiche che vadano bene per tutti È quindi indispensabile conoscere sia le caratteristiche specifiche del bambino sia gli strumenti e le tecniche applicabili
l
l l l l
Evitare pressioni eccessive sulla corretta esecuzione di compiti direttamente legati alle funzioni deficitarie Lasciare tempi più lunghi per l’esecuzione di tali compiti Ridurre la quantità delle richieste specifiche Favorire l’utilizzazione di strategie e percorsi alternativi Enfatizzare l’importanza delle altre abilità e focalizzare la valutazione su queste
DALL’EDUCAZIONE ALLA RIABILITAZIONE Criteri d’esito l
l
l
Riportare una funzione al suo livello normale di efficienza (recupero totale) (Ri)attivare una funzione portandola al suo massimo livello possibile Consentire ad una persona di essere “sufficientemente abile” nonostante le difficoltà presenti
Applicazione nei DSA l
l
l
recupero totale: molto raro, non è un obiettivo perseguibile attivazione massima: obiettivo principale della riabilitazione compensazione: obiettivo secondario anche se importantissimo
“ridare dignità”
PENTAGONO PROGNOSTICO DI CRITCHLEY Buona condizione cognitiva
Identificazione e Intervento Precoce
Adeguato Intervento didattico-educativo
Adeguato ambiente educativo familiare
Equilibrio psicologico