REGOLAMENTO PER I SOCI LAVORATORI: PROROGA AL 31/12/2004 La legge n. 47 del 27/2/2004 ha prorogato al 31 dicembre 2004 il termine di approvazione del regolamento previsto dall’ar t. 6 della legge n. 142 del 3/4/2001 che definisce i rapporti fra cooperativa e soci lavoratori. In particolare il regolamento dovrà contenere:
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1) il richiamo ai contratti collettivi applicabili nell’ipotesi di rapporto di lavoro subordinato; 2) per tutti i tipi di rapporti di lavoro, le modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative da parte dei soci; 3) il richiamo normativo alla legge vigente per i casi di rapporti di lavoro non subordinato; 4) l’attribuzione all’assemblea di deliberare in caso di un piano di crisi aziendale o di un piano di avviamento per le coo perat iv e d i nuova costituzione provvedimenti particolari nei confronti dei soci (ristorni, distribuzione utili, apporti economici, ecc.) Salvo i casi di avvio di piani di crisi aziendale o di avviamento di nuove cooperative, il regolamento non può contenere clausole peggiorative rispetto
ai trattamenti retributivi e alle condizioni di lavoro previsti dai contratti collettivi nazionali del settore. Si ricorda che il regolamento dovrà essere depositato presso la Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio, entro 30giorni dalla sua approvazione. Va sottolineato , infine, che il termine del 31.12.2004 è da ritenersi perentorio. Il mancato rispetto del termine comporta l’applicazione dell’art. 2545 sexiesdecies del codice civile, a norma del quale l’Autorità Governativa può revocare amministratori e sindaci e nominare un commissario. Ribadiamo che è nostra convinzione, in tema di socio lavoratore, che l’essenza del lavoro svolta dal socio in cooperativa presenta specificità tali da rendere inadeguata qualunque disciplina che si basi su una forzata assimilazione ad altre figure contrattuali. L’A.G.C.I. da tempo si sta impegnando per por tare il problema all’attenzione delle for ze politiche e sindacali e per ottenere la presentazione di una proposta legislativa diretta a definire una posizione del socio-lavoratore autonoma e distinta che superi la disciplina della legge 142 poi modificata con la legge 30 del 2003. La necessità di questo correttivo è dettata anc he dal l a pr i ma val ut az i one sull’applicabilità (messa in dubbio) alla figura del socio lavoratore di vari istituti previsti dalla Riforma Biagi (Decreto Lgs. 276 dell’ottobre scorso).
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PIACENZA
sommario
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IL PATTO PER LA QUALITÀ DELLO SVILUPPO: LA CONCERTAZIONE IN PRIMO PIANO
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PARMA
INCONTRO AGCI A COMACCHIO SUI PROBLEMI DELLA PESCA
REGGIO EMILIA
SEMINARIO A PARMA PER SOCI E DIPENDENTI DI COOPERATIVE
MODENA
FERRARA
LA II CONFERENZA REGIONALE SULLA COOPERAZIONE SOCIALE LA GUIDA UNITARIA SULLA COOPERAZIONE SOCIALE
PAG . 3 PAG . 4 PAG . 5
O.S.S., QUALE FUTURO? BOLOGNA
PAG . 5
IL CONTRATTO DELLE COOPERATIVE SOCIALI RAVENNA
PAG . 6
IL CONGRESSO DI AGCI SOLIDARIETÀ ROMA,22 E 23 GENNAIO 2004
PAG . 7
LA CASA: PUNTO CENTRALE DI UNA MODERNA FORLÌ POLITICA DI STATO SOCIALE
PAG . 8
IN 500 PER RICORDARE ANSELMO MARTONI CONVOCATA LA CONFERENZA ORGANIZZATIVA REGIONALE PER I GIORNI 3-4 MAGGIO 2004
RIMINI
CONDONO BURLA IN EMILIA-ROMAGNA? NOTIZIE IN BREVE OPPORTUNITÀ DI LEASING PER LE IMPRESE COOPERATIVE REGOLAMENTO PER I SOCI LAVORATORI: PROROGA AL 31/12/2004
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LA II CONFERENZA REGIONALE SULLA COOPERAZIONE SOCIALE
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La cooperazione sociale ed il suo ruolo in relazione alle nuove prospettive fornite dalla legge 2/2003 sono stati oggetto della II° Conferenza Regionale sulla Cooperazione sociale svoltasi il giorno 28 gennaio u.s. alla presenza del Presidente della Regione Vasco Errani e dell’Assessore alle politiche sociali Gianluca Borghi, che ha coinvolto le tre C e n t r a l i C o o p e r a t i v e AG C I , Confcooperative e Legacoop, del mondo del volontariato e dei rappresentanti degli enti territoriali. La Conferenza Regionale è il compimento di un percorso svolto dai gruppi di lavoro, costituitisi in preparazione della stessa, che hanno visto protagonisti gli incaricati d al l e C en tra l i C o o p er a ti ve, l e rappresentanze regionali, sindacali, e gli enti locali, oltre agli altri soggetti attori dei futuri scenari di Welfare. Con la legge 2/2003 si prevede nella nostra regione una vera e propria riforma del sistema di governo locale alla luce delle nuove esigenze sociali e della riorganizzazione delle competenze regionali. Ci si incammina nello scenario di sistemi integrati di interventi e di servizi alla p erso na , nel l a re al i z za z i one e predisposizione di nuovi strumenti per la programmazione e concertazione sullo sfondo di un ben definito ruolo attribuito agli enti territoriali. In questa direzione, l’utile strumento dei gruppi di lavoro ha por tato all’ elaborazione di documenti inerenti tematiche specifiche della politica sociale evidenziando tutti gli aspetti che concorrono alla costruzione di un sistema di servizi di qualità rispondenti alle esigenze di tutti gli attori del processo di rinnovamento. I tavoli tematici creati in preparazione della Conferenza hanno avuto ad oggetto i seguenti temi: Nuovi strumenti di programmazione e il ruolo da at tribuire alla programmazione e alla concertazione ai fini di una pratica efficace dei Piani di Zona; Criteri per l’af fidamento e l’aggiudicazione degli appalti con particolare attenzione al concetto di sussidiarietà sottolineandone il valore ed auspicando l’elaborazione di forme di accordo pubblico- privato in grado di promuovere progettualità e autonome iniziative dei soggetti non profit, oltre ad incentivare forme di collaborazione fra le Istituzioni ed i privati; Criteri di accreditamento e qualità dei servizi sottolineandone l’importanza e la complessità;
Lavoro sociale e professionalità ha focalizzato la propria attenzione sulle tematiche inerenti: Lavoro Sociale e Qualità Professionale, si ribadisce che questi temi coinvolgono tutto il sistema di governo dei servizi sociali e che richiedono l’istituzione di nuovi tavoli di lavoro; Cooperative di tipo B e politiche per l’inserimento lavorativo, si è evidenziata la notevole opportunità occupazionale fornita dalla cooperazione sociale nei confronti di soggetti svantaggiati e si è messo in evidenza il ruolo determinante del settore per l’attuazione di politiche attive del lavoro e la necessità di recepire lo spirito delle leggi regionali e della legge 381 . In sintesi la II Conferenza Regionale della Cooperazione Sociale è stata l’occasione per mettere a fuoco l’essenza dell’operato delle cooperative sociali e contestualmente per ric hiamare l’attenzione dei rappresentanti della Regione sulla necessità di attivare strumenti operativi in grado di sciogliere i nodi politici ed organizzativi per r a g g i u n g e r e l ’o b i e t t i v o d e l l a programmazione e dell’ attuazione di un percorso di concertazione volto a governare il territorio insieme a tutte le forze sociali che in esso operano.
IN 500 PER RICORDARE ANSELMO MARTONI Si è svolto a Molinella il giorno 22 febbraio presso la Sala Teatro “La Torretta” un convegno per ricordare la figura di Anselmo Martoni. Tra i 500 presenti, i suoi vecchi amici e co m pa gni d i s empr e, s oc ia li sti democratici, sindacalisti della Uil, liberi cooperatori, ex partigiani, ex consiglieri comunali e provinciali giunti da Bologna, Budrio, Baricella, Altedo, Medicina, dal ferrarese, dal rodigino e dalla Romagna. Tra i presenti immancabili scambi di notizie e vecchi ricordi che nessuno potrà mai cancellare in chi ha creduto e tuttora crede in un modello di sviluppo socioeconomico che ha visto in Molinella e in Martoni i punti di riferimento di una esperienza e di un laboratorio del riformismo. Alle 10 in punto la sala era gremita, impeccabile la scenografia allestita. I lavori, coordinati da Gianni Scola, sono proseguiti con gli interventi di Andrea Gabusi, Presid ent e dell a Coo p. G.Massarenti, che ha fatto un excursus storico sulla figura di Anselmo Martoni. Ha quindi preso la parola Maurizio Zaffi, Presidente Nazi onale di AGCI associazione che ebbe come socia fondatrice anche la Coop. Agricola G. Massarenti di Molinella; a Zaffi è stato demandato il compito di ricordare il ruolo di Mar toni e della cooperazione molinellese nell’affermazione di un’idea solidale dell’impresa del modello riformista di democrazia economica in anni dif ficili in cui imper versava il massimalismo. Luigi Angeletti, Segretario Nazionale della U.I.L. ha poi rimarcato il ruolo sindacale svolto da Martoni.
Ha concluso il Sen. Carlo Vizzini, che fu segretario del PSDI, partito di militanza di Martoni, a cui egli aderì fin dal giorno della fondazione. Al termine dell’incontro, a tutti i partecipanti è stata consegnata una medaglia con l’effige di Massarenti e Martoni a ricordo di una manifestazione che resterà nell a m emo r ia dei partecipanti.
CONVOCATA LA CONFERENZA ORGANIZZATIVA REGIONALE PER I GIORNI 3-4 MAGGIO 2004 Il Consiglio Generale della Federazione Regionale AGCI, nella riunione del 25 marzo u.s., ha convocato per i giorni 3 maggio (ore 15.00-18.00) e 4 maggio (ore 9.30- 13.00) p.v. la Conferenza Organizzativa Regionale presso l’Area Museale Cà La Ghironda di Ponte Ronca a Zola Predosa – Bologna, per fare il punto della situazione dell’attività svolta dall’inizio del 2003 ad oggi, per definire i nuovi obiettivi da perseguire nei prossimi due anni a livello regionale e per dare un contributo di idee e di proposte sui principali temi strategici (riorganizzazione strutture centrali e periferiche, istituzione centri servizi sul territorio, progetto finanza, formazione quadri dirigenti, rapporti con le altre Centrali Cooperative e le associazioni di categoria, rappor ti col mondo politico e sindacale) che saranno discussi nel corso della Conferenza Organizzativa Nazionale che si svolgerà presumibilmente nel prossimo mese di settembre.
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SERVIZI AMMINISTRATIVI CONTABILI E FISCALI
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LA CASA:PUNTO CENTRALE DI UNA MODERNA POLITICA DI STATO SOCIALE
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Il Convegno promosso dalla Provincia di Modena in collaborazione col CENSIS, ha dimostrato due cose: la prima è l’alta sensibilità politica delle istituzioni modenesi; la seconda è la totale incapacità di uscire da ciò che è stato compiuto per af frontare le nuove esigenze con moderni strumenti e con alleanze adeguate. Questo perché la riforma del titolo V della Costituzione assegna alle Regioni, alle Province e ai Comuni, un ruolo centrale non più discutibile. Allora proviamo ad individuare i nuovi element i per la nuova po liti ca. 1) Occorre pensare ad un sistema positivo di rappor ti fra i soggetti co nc orrenti ( is ti tuzio ni, b anche, cooperative, imprenditori pubblici e privati, cittadini col bisogno di casa a qualsiasi livello, tranne quello della fascia di reddito dell’indigenza cui è delegato il sistema pubblico). Infatti, se i Comuni non ripensano alla politica delle aree, in termini di programmazione e di contrattazione con la proprietà terriera, tale da mettere a disposizione del sistema produttivo, privato e cooperativo, l’elemento fondamentale per la costruzione del nuovo o per ristrutturare i quartieri da risanare e rivalutare in termini urbanistici e d’insediamento sociale (ex artigianali e industriali, ecc.), non si potrà né abbattere i costi, né ottenere risultati. Oggi i Comuni caricano sul sistema d’impresa un costo del terreno a livello di mercato, non distinguono più tra le diverse finalità che deve avere la realizzazione dell’obiettivo casa (affitto, proprietà privata destinata al libero mercato, proprietà indivisa, proprietà convenzionata e/o agevolata, ecc.); caricano sul sistema delle costruzioni i costi delle urbanizzazioni primarie e secondarie in modo indistinto, limitandosi a contrattare, quale unico fine, la percentuale di appartamenti in affitto, magari con patto di futura vendita: tali azioni non permettono all’impresa pr ivata, so pr at tutto al si stem a cooperativo, di sviluppare quell’azione sociale fin qui sostenuta. Il problema non è, quindi, ridurre l’ICI (cosa buona se finalizzata ad una differenziazione di principio), ma una più completa politica tendente a ricreare quel patto che la legge 865 aveva creato. Infatti, il dato politico che emerge è quello di aver mutilato la capacità sociale dell’impresa cooperativa che, con questa legge, ha dato in tutta la regione un
grande risultato sociale ed ha contribuito a risolvere il problema della casa: ieri, arrivando al 75% delle case in proprietà; oggi, proseguendo in questa direzione attraverso l’uso del risparmio da lavoro e co n l ’ ap p o gg i o d ei s i st em a imprenditoriale, anche per quelle categorie di nuovo lavoro (immigrati). 2) La provincia di Modena , secondo le statistiche istituzionali, entro il 2014 avrà un notevole aumento di popolazione; saranno circa 57.000 i nuovi immigrati con circa 51.000 nuclei familiari di nuova formazione. La politica della casa è per forza un elemento centrale da valutare ma non in modo sociologico o moralistico. La politica economica da sviluppare è quella di mettere in circuito il risparmio del lavoratore, con il coinvolgimento del sistema imprenditoriale e bancario locale, a completamento dell’azione di quello istituzionale. In sostanza va ridefinita una grande alleanza fra istituzione, impresa e cooperazione, a partire dalla gestione del territorio che non sia più quella penalizzante prevista nei primi Peep, ma nemmeno di acquiescenza alla rendita fondiaria, come in certe convenzioni urbanistiche ultimamente concesse. 3) La Regione Emilia- Romagna, attraverso l’Assessore, ha capito che questa è la strada da perseguire e dovrà trovare il consenso delle Province per poterla portare avanti. E’ questione di strumenti da utilizzare e di nuove leggi di spesa da far funzionare, ma è anche questione di volontà politica. Le leggi sugli ACER, la questione delle agenzie per la casa, sono strumenti impor tanti ma visti ed utilizzati separatamente e con l’idea che possano da soli risolvere il problema. La stessa politica delle alleanze, tutta impegnata sull’Asse Confindustria – Istituzioni, con la marginalizzazione delle Cooperative di Abitazione e della Piccola e Media Impresa, è totalmente da ripensare. Fare le case per chi ne ha bisogno è cosa diversa, ma non necessariamente contrapposta alla politica edilizia per il mercato immobiliare. La distinzione non è ideologica ma rispetto le finalità. Infatti, occorre ripristinare l’idea di una gestione politica del territorio per progetti e finalità concordate fra i soggetti che queste finalità possono permettere e concretizzare. Su tale piano si possono capire ed individuare gli elementi di cambiamento delle politiche necessarie, che devono percorrere strade diverse da quelle degli ultimi dieci anni.
O.S.S., QUALE FUTURO?
LA GUIDA UNITARIA SULLA COOPERAZIONE SOCIALE Sarà presentata il 19 aprile p.v. a Bologna presso il Centro di documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale alla presenza del Presidente della Camera di Commercio Sangalli, del Prof. Zamagni e del Prof. Canevaro, la nuova guida unitaria sulla cooperazione sociale nata da un progetto che ha visto la collaborazione delle tre Centrali Cooperative AGCI, Confcooperative, Legacoop e della Camera di Commercio di Bologna e si propone di illustrare le attività svolte dalle 108 cooperative operanti nella provincia di Bologna aderenti alle tre centrali cooperative.La guida ha l’intento di dare la giusta rilevanza ad imprese, quali le cooperative sociali, in grado di essere partner attivi dei futuri inter venti e delle scelte operative che verranno messe in atto nella programmazione degli interventi e delle scelte strategiche delle politiche di Welfare. Il ruolo svolto dalla cooperazione sociale in relazione alla gestione dei servizi e all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, apre infatti nuovi scenari al fine di contribuire a dare risposte sempre più qualificate alle esigenze del territorio in cui esse si trovano ad operare. La guida unitaria si rivolge, come utile strumento, ai beneficiari finali, agli Enti pubblici, ai lavoratori che intendono operare nell’ambito della cooperazione sociale e vuole essere occasione di promozione e sviluppo per la costruzione di reti tra le Centrali Cooperative.
Sono partiti anche in questa Regione, i Corsi di formazione sul lavoro (riqualifica) O.S.S. facenti par te di un piano sessennale che porterà all’acquisizione di detta qualifica per la totalità di tutti i lavoratori attualmente qualificati Addetto all’ Assistenza di Base (A. di B.) o O p er a t o r e Te c ni c o a d d e t t o all’Assistenza (O.T.A.) che lavorano nel s et to r e, l a m a g gi o r a nz a ne l l e Cooperative Sociali. L’obiettivo principale di queste azioni è quello di offrire a tutti gli addetti un livello professionale superiore, in adempimento all’accordo siglato nella Conferenza Stato Regioni, nello specifico integrando la formazione degli A. di B. con competenze sanitarie e quella dell’O.T.A. con competenze afferenti l’area socio-assistenziale. Benché l’obiettivo sopraindicato sia virtuoso, le Centrali Cooperative hanno più volte rimarcato come la generalità dell’inter vento (“ tutti si devono riqualificare”) con la contestuale scomparsa delle qualifiche di A.di B. e O.T.A., l’enorme onere economico affrontato dalla Regione e la conseguente ricad uta di oner i eco nom ici ed organizzativi sulle Cooperative, pari a quattro volte quello previsto dal vigente CCNL, rischino di mettere in crisi queste ultime, oltre a non avere certezze esaustive sul futuro professionale di detta nuova qualifica, con la possibilità, a causa di quest’ultima incertezza, di ripetere le ricadute negative sui lavoratori, già avutesi sul profilo dell’Educatore Professionale. Su questi temi e altri conseguenti è stato avviato un intenso confronto con gli Assessorati competenti della Regione Emilia-Romagna che successivamente ha coinvolto le Organizzazioni Sindacali; in tale confronto al di là di aver constatato come la Regione a suo tempo abbia avviato la trattativa per la stipula degli accordi su cui si fondano i percorsi formativi senza coinvolgere le Centrali Cooperative ma solo le OO.SS. , è stato evidenziato come le preoccupazioni delle Centrali Cooperative abbiano trovato riscontro e conferma già in questa prima fase di realizzazione dei processi formativi. Si confida che la trattativa in corso possa por tare in tempi congrui a sostanziali modifiche delle azioni formative tali da rendere le stesse sopportabili dalle Cooperative, oltre a non sobbarcare l’intero compar to socio-sanitarioassistenziale di oneri, eccessivi in questa fase non rosea sul piano economico finanziario per detto settore; ricordiamo che il primo obiettivo sentito da tutte le nostre Cooperative è quello di elevare i compensi dei propri soci, attualmente “prossimi alla soglia di pover tà.”
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IL PATTO PER LA QUALITÀ DELLO SVILUPPO: LA CONCERTAZIONE IN PRIMO PIANO
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Il 18 febbraio è stato firmato il Patto per la qualità dello sviluppo; il documento, promosso dal Governo Regionale, detta linee per l’attività futura delle regioni sulla base di un programma concordato. Alla firma hanno partecipato, oltre alla Regione, gli Enti locali, le Associazioni, le forze sindacali, le Camere di Commercio. E’ un testo la cui definizione ha visto la partecipazione attiva della nostra come delle altre Associazioni Cooperative e i risultati si vedono. Senza farla lunga (il testo è di undici pagine fitte) basta citare alcuni passaggi cari al movimento cooperativo. L’impegno della Regione è quello di “rafforzare le forme di concertazione e cooperazione nei rapporti tra istituzioni e rappresentanze sociali ed economiche” per raggiungere fini condivisi da tutti e che vengono definiti “punto di riferimento essenziale per l’azione della Giunta”. Svil up po eco no mic o e so stegno dell’innovazione, riconoscimento della f o r m a c o o p er a ti v a c o m e d ato caratteristico della realtà produttiva emiliano-romagnola, proiezione europea e mediterranea, economia di filiera, rafforzamento dei consorzi fidi sono alcuni degli aspetti su cui si impegna il Governo Regionale. Grande attenzione è dedicata al tema del Welfare, che vede la cooperazione in primo piano. Forme di assistenza più flessibili e meno tradizionali rivolte alla popolazione più debole sono poste come obiettivi fondamentali e da sostenere. In questo quadro sono ribaditi impegni precisi verso il terzo settore per interventi di integrazione sociale e di politica abitativa. In definitiva, quello che emerge è l’affresco interessante di una realtà socioeconomica regionale in evoluzione, che guarda anche oltre i propri confini e che sa coniugare crescita e sviluppo. Come AGCI crediamo che per una volta non si sia voluto fare il libro dei sogni, ma si siano assunti impegni che si possono mantenere. In più si è data prova della tenuta di un modello di confronto tra Istituzioni e società che continuiamo a ritenere indispensabile per il successo di ogni strategia politica. L’intesa unanime su un testo tanto articolato ha dimostrato po i che anche le As soc iaz io ni, economiche possono trovare punti di incontro impor tanti e contribuire all’azione di Governo pur nel rispetto dei ruoli.
Sembra una banalità scontata, ma non lo è poi tanto se si pensa che ancora oggi c’è che chi lavora per indebolire i rapporti tra le Centrali Cooperative. Il Patto prevede verifiche periodiche e sarà quella la sede per confrontarci ancora e soprattutto per valutare quanto si sta realizzando rispetto a quanto previsto. E se son rose… Massimo Mota Vice-Presidente AGCI Emilia-Romagna
NOTIZIE IN BREVE Fin.coop.RA S.r.l., la finanziaria nazionale dell’A.G.C.I. con sede a Ravenna ha acquisito il 2,35% delle azioni di Assimpresa s.p.a., la società della Confartigianato regionale che partecipa al capitale sociale di Bologna Fiere, Aeropor to di Bologna ed Aeroporto di Rimini.
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CONDONO BURLA IN EMILIA-ROMAGNA?
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L’A.G.C.I. è stata contraria al condono nazionale, poiché ha ritenuto e ritiene ancora oggi che tale metodo di “fare cassa” sia gravemente lesivo del normale rapporto fra cittadini e Stato ma, dal momento che il D.L. 269/03 è stato trasformato in legge, piaccia o no è una realtà con cui occorre fare i conti. Da un lato riteniamo giusto che la Regi one Em il ia -Ro ma gna v o gl ia cautelarsi dagli effetti negativi che potrebbero causare al paesaggio ed all’ambiente talune eccessive facoltà di condono che la legge nazionale prevede, ma dall’altro, giudichiamo inopportuna una posizione locale sul condono che non sani irregolarità minori, soprattutto in considerazione della farraginosità legislativa in atto non priva di imprecisioni costruttive. Il progetto di legge della Regione EmiliaRomagna, in materia di vigilanza e controllo sull’attività edilizia, prospetta forme di condono del tutto inadeguate e limitate ai lavori eseguiti soltanto in parziale difformità del titolo abitativo. Esso non coglie, se non in parte le reali necessità di sanatoria di tanti casi modesti di errori edilizi e di piccoli abusi di necessità, spesso indotti anche dalla insufficienza della regolamentazione edilizia o dalla inefficienza degli stessi apparati tecnici comunali. Le condizioni ed i limiti al rilascio del titolo in sanatoria, riguardano quindi i soli casi modesti di scostamenti e di aumenti di cubature edilizie di nuove costruzioni, le opere di ristrutturazione edilizia realizzate in difformità dalle relative concessioni, anch’esse conformi alla legislazione urbanistica. Scarse sono le possibilità di sanatoria per le opere di restauro e risanamento conservativo. Eccessive risultano le limitazioni per il condono dei mutamenti di destinazione d’uso anche senza opere e senza aumenti di superficie utile.
I tempi dell’iter legislativo di questa complessa normativa dovrebbero essere rapidi, per poter consentire agli interessati di fruire del condono, previsto dal D.L. 269/03. La possibilità del condono stesso è ormai legata alla proroga della suddetta legge. Nel suo complesso, l’ipotesi regionale è permeata da luci ed ombre ed è caratterizzata da una spaventosa farraginosità burocratica e da non pochi vizi di illiberalità. Il costo burocratico stimato è tale che rischia di sottr arre risorse preziose all’azio ne concreta di co ntrasto dell’abusivismo. Ma , o l tr e a ques ta l a bi r i nti ca impostazione, si intravedono veri e propri eccessi autoritari nella disciplina in oggetto. Più puntuale è la normativa sulle responsabilità solidali dei vari “attori”, laddove per il conseguimento del titolo abitativo si siano dichiarate cose non veritiere o si sia costruito in difformità della normativa urbanistico-edilizia. Il capitolo delle sanzioni e delle prescrizioni può ritenersi ben articolato per gli abusi sulle aree inedificabili, su quelle soggette a tutela e sugli edifici vincolati di interesse storico, mentre ci appare eccessivo per quanto riguarda il tema delle lottizzazioni. Si paventano forme di abusivismo anche quando queste non si verificano, vedi il caso dei frazionamenti di terreni senza opere. Alcuni articoli, per come formulati, potrebbero dare adito a veri e propri processi alle intenzioni. Chi aveva auspicato una sanatoria rispettosa del paesaggio e dell’ambiente m a so cia lm ente uti le p uò d ir si francamente deluso poiché ci troviamo di fronte ad un accrescimento dei costi e ad una proposta di “abor to” di condono. E’ auspicabile quindi che nel corso l eg i sl a ti v o si p er veng a ad un miglioramento del testo ed a una più rapida e consona conclusione di questo tormentato condono, seguendo le indicazioni emerse da parte delle varie Associazioni regionali di categoria.
INCONTRO AGCI A COMACCHIO SUI PROBLEMI DELLA PESCA Il giorno 23 marzo scorso si è svolto a Comacchio alla presenza del Presidente Nazionale AGCI PESCA Giampaolo Buonfiglio, del Presidente Regionale AGCI Giorgio Brunelli e del responsabile Regionale di Settore Roberto Minguzzi, un incontro con i presidenti delle 15 cooperative AGCI operanti in Emilia Romagna e con i relativi consulenti. Nel corso della riunione si è fatto il punto sulla situazione attuale della pesca a livello nazionale, sullo stato di attuazione delle nuove direttive regionali, sulle problematiche locali delle cooperative e sui loro problemi interni di gestione alla luce delle novità legislative intervenute negli ultimi anni. Nel dibattito intercorso, sono state poi par ticolarmente approfondite le prospettive di ulteriore sviluppo del compar to in un’area strategica come quella di Comacchio – Portogaribaldi e di altre aree limitrofe del ferrarese e del ravennate. Ha concluso i lavori il Sindaco di Comacchio Giglio Zarattini che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale apprezzando il ruolo svolto dalla nostra Associazione per la Comunità locale.
SEMINARIO A PARMA PER SOCI E DIPENDENTI DI COOPERATIVE Si è svolto a Parma, presso l’Hotel Villa Ducale, nei giorni 12 e 13 marzo u.s. un seminario residenziale organizzato dalla Federazione Regionale AGCI sul tema “Aspetti innovativi per la gestione dell’impresa cooperativa”. Sotto la presidenza del Dr. Brenno Begani, pr es iden te del Com itato di Coordinamento AGCI PR-RE, relatori al tam ente qual if ic ati sul pi ano professionale hanno affrontato i temi della riforma del mercato del lavoro (Legge Biagi), del riordino della vigilanza degli enti cooperativi (Dlgs. 220/02), della riforma del diritto societario (Dlgs. 6/03), delle prospettive di accesso al credito alla luce degli accordi di Basilea 2 e della recente riforma dei consorzi di garanzia f idi (ar t.13 L. 326/03).
Via Giardini, 45 - 41100 Modena Tel. 059. 216146
- ROBERTO MARCHINI VICE SINDACO COMUNE DI PARMA - BRENNO BEGANI COORDINATORE COMITATO PROVINCIALE AGCI PARMA-REGGIO EMILIA
MARZO 2004 N°2 2003 N°1 NOVEMBRE
ASSOCIAZIONE FRUTTICOLTORI ES TENS E Soc. Coop. ar.l.
Consorzio Intercomunale fra le Cooperative di abitazione
Soc. Coop. a r.l. Servizi Organizzativi e Amministrativi alle consorziate
NELLA FOTO A PARTIRE DA SINISTRA : - GIORGIO BRUNELLI PRESIDENTE REGIONALE AGCI
Sede legale ed amministrativa : Via Bologna, 714 - 440 40 Ferrara Co d.Fisc. e P.Iva 000 5452 0382 Tel. (05 32) 78 5522 - Fax (05 32) 78 5523 E-Mail:
[email protected] Riconos ciuta ai s ensi Reg. C e 2200/ 96 con decreto del Presidente della Giunta Reg ional e Emilia Romagna nr. 378 del 07 novem bre 1997 ed iscritta nel l’elenco regionale delle O.P. r iconosciute al nr. 7.
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IL CONTRATTO DELLE COOPERATIVE SOCIALI
MARZO 2004 N°2
L’iter del rinnovo del contratto delle coop.ve sociali iniziato nel marzo 2003 ed ancora in fase di trattativa, è apparso fin dall’inizio un percorso costellato di nodi critici derivanti da un non confronto preventivo, tra le parti sociali, per fare una lettura appropriata e globale della realtà su cui costruire l’impianto del rinnovo contrattuale. Le Centrali cooperative hanno evidenziato che la prospettiva della cooperazione sociale non offre una lettura lineare di sviluppo e co nso li dam ento p roi ettat o a l miglioramento proprio in considerazione dell’applicazione di leggi, vedi 328, che ancora sono disattese in molte regioni, per la non ben chiara idea del governo sul concetto e sulla definizione di federalismo ed infine la legge 30/2003 L’attenzione delle centrali cooperative, accolta successivamente, nel corso degli incontri, dalle organizzazioni sindacali, è rivolta al principio ben preciso di non mettere in crisi le imprese cooperative e contestualmente approdare ad una trattati va che si fonda su priorità da condividere. Alla situazione attuale i nodi critici fanno riferimento a: - Classificazione, elemento per cui le centrali propongono l'istituzione di una commissione e l’eliminazione di disparità di trattamento rispetto ai livelli e quindi la necessità di dare più omogeneità per non dividere l a base soci ale - Quantificazione degli arretrati e rispettiva erogazione Le Centrali Cooperative ritengono che il Sindacato non colga la profonda crisi che sta attraversando il settore sociale e non tenga in dovuto conto le compatibilità aziendali nella formulazione delle proposte che incidono sulla struttura contrattuale stabilendo parametri non comprensibili rispetto alle posizioni illustrate negli incontri pregressi. Per le cooperative i costi di questo rinnovo saranno del 10%, di tipo retributivo, fino al 12% su altre voci.
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Lo scenario sarà certamente difficile: - nelle convenzioni e nelle gare non vi è a ut o m a ti sm o di a d e g ua m e nt o - il bilancio dell’E.P. è soggetto alla politica di tagli del governo sui servizi sociali. Riteniamo si debba trovare una risposta a questi problemi attraverso un serio impegno di tutte le par ti sociali. Penso sia importante sottolineare e dire chiaramente c he le co operative riconoscono pienamente il valore dei propri operatori e la necessità di un giusto riconoscimento del lavoro che viene svolto dai propri soci, ma chiedono anche un serio impegno alle organizzazioni sindacali affinchè vi sia il controllo dell’applicazione del CCNL delle Cooperative sociali e l’assunzione di impegno a sostenere, nei confronti degli Enti committenti, i dovuti riconoscimenti.
Caseificio Sociale La Traversetolese Via Pedemontana, 13 - MAMIANO 43029 Traversetolo (PR) Tel. 0521 848347 - Fax 0521 848404 P.Iva: 00854140340
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IL CONGRESSO di AGCI Solidarietà ROMA, 22 e 23 Gennaio 2004 E’ d’uopo fare una breve premessa da parte di chi per la prima volta partecipa attivamente al Congresso del nostro settore. Questo congresso ha registrato una grande partecipazione, è stato un segno di forte volontà di contare e di continuare un percorso appena iniziato ma che ha registrato un buon livello di fidelizzazione ed un orgoglio di appar tenenza che è r a ro t r o va r e i n que s t i t em p i . Vi erano giovani cooperatrici/ori che hanno espresso con molta chiarezza di valori il loro spirito imprenditoriale e cooperativo, vi erano esperti cooperatori che hanno ribadito con forza il concetto di cooperazione sociale, e tutti pronti ad accogliere e gestire il cambiamento per rafforzare il vero patrimonio della cooperazione e salvaguardare i diritti dei soci lavoratori, sempre ribadendo il valore della serietà e e dell’etica cooperativa. Quanto sopra detto non è espressione di sentimenti ma è la registrazione di un clima in cui si coglieva voglia di solidarietà, di trasparenza, di fare impresa e di collaborare per crescere, unendo le nostre forze. Ciò detto, si riporta in sintesi il messaggio della relazione invitando tutte le cooperative a richiedere il documento del Congresso approvato all’unanimità e lo statuto con le modifiche apportate in sede congressuale. AGCI Solidarietà ha una breve storia ma ha dimostrato di avere molte risorse per partecipare pienamente e con la forza del le 5 R a ll a c os tr uzi one d el cambiamento che investe tutta la società n el s uo a s se t t o i s t i t u z i o na l e. Questo congresso è stato un evento che ha registrato un’ampia partecipazione, che è stato espressione di una forte identità culturale e politica, che ha dato voce ad un agire cooperativo che vuole continuare il cammino intrapreso affrontando le nuove sfide senza mai venire meno alla propria identità ed al senso d i a ppar tenenza ad una Associazione che è aperta ad ogni confronto, che opera per affermare la vera identità cooperativa, che intende operare unitariamente con le altre Centrali e mai venire meno al proprio ruolo di sostegno alle cooperative associate. E’ stato posto l’accento sulla particolare forma dell’impresa Sociale; sulla nuova disciplina legislativa; sulle riforme avviate (328/2000) con l’auspicio della loro applicazione; sui nuovi bisogni sociali;
sul processo della modernizzazione della coo perazi one, sul Co dice Etico , sull’impegno di tutti per rafforzare il s et to r e d i AGC I So l i da r i et à . La relazione del presidente, Dott.ssa Laura Pagliaro, ha ben sviluppato i temi dell’agire della Cooperazione sociale, espressi nei simboli del frontespizio del documento, puntualizzandoli ad uno ad uno: Ruolo, Rete, Regole, Responsabilità, Risorse. Con ciò ha tracciato il percorso delle Cooperative AGCI e la linea politica dell’Associazione Gli interventi hanno poi sottolineato la valenza delle argomentazioni ed il bisogno di raffor zare queste 5 R che pongono la Cooperazione sociale come naturale par tner del nuovo welfare e come realtà imprenditoriale che ha le carte in regola per essere parte attiva nel cambiamento. La presenza del Presidente Nazionale Dott. Zaffi , è stata significativa poichè oltre a prendere atto del lavoro svolto e della qual ificata presenza dell e cooperative associate, ha sottolineato l’impor tanza di questo settore nel governo dello stato sociale, ha assunto l’impegno di operare al fine di avere una legge che dia valore alla figura del socio lavoratore, ha infine sottolineato l’importanza di costruire impresa anche coinvolgendo gli altri settori cooperativi poichè si profila uno stato sociale in cui tutti gli attori dovranno sempre più fare regia e la cooperazione è l’attore principale in ogni territorio. Considerando che al Congresso erano rappresentate 279 cooperative, si può ragionevolmente affermare che AGCI rappresenta un valido e potenziale interlocutore sociale ed istituzionale in grado di affermare il proprio agire politico in ogni sede in cui la cooperazione sociale è chiamata. In ultimo e per informazione si comunicano i componenti degli organismi statutari: Membri Presidenza
Membri Comitato Direttivo
Pagliaro Laura Cappadona Michele De Crescenzo Eugenio Pericoli Federico Sandonà Daniele Strano Silvana Vallorini Fabio
Bartolucci Carla Colombo Silvana Di Giovanni Mario Donadoni Dario Giannoni Massimo Giarretto Massimo Melideo Elvira Minghetti Mafalda Moreni Valeria Panai Gianfranco Paoletti Massimiliano Paolicelli Eustacchio Perrone Francesco Piazza Patrizia Possagnolo Giuseppe Prillo Francesco Romanò Enrica Solazzo Rosetta Suffritti Don Giancarlo Totta Giovanni Zappone Matteo Zitti Orietta
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