Dipartimento Salute della Donna, del Bambino e dell’Adolescente - Direttore: Prof. Mario Lima U.O. Neonatologia - Prof. Giacomo Faldella
Accudire il Neonato Padiglione
“ Orientarsi ” Supplemento d’Informazione a “Diario di Bordo” Reg. Tribunale di Bologna n. 6759 del 31/12/1997
N. 74
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Cari genitori, in queste pagine troverete una serie di indicazioni sull’accudimento del neonato e su cosa avverrà subito dopo il parto e durante il periodo di degenza del vostro bambino presso la nostra struttura.
A cura di: Prof. Guido Cocchi, Dott.ssa Maria Grazia Capretti, Dott. Santo Arcuri U.O. Neonatologia - Faldella
Durante il periodo di permanenza in Ospedale Il momento della nascita rappresenta l’avvio di funzioni fisiologiche finora mai sperimentate dal bambino, come la respirazione, il nuovo tipo di circolazione del sangue e la digestione del latte. Nello stesso momento il bambino acquisisce una identità distinta dalla madre e si prepara ad affrontare la piu’ bella delle avventure……. In questo passaggio la vicinanza della madre rappresenta un insostituibile elemento di sicurezza per il bambino. Per questo motivo, nella nostra struttura, mamma e neonato rimangono insieme di giorno e di notte, prima in Sala Parto e poi nella stanza di degenza del Reparto. Il papà, il cui ruolo è ugualmente importante, puo’ partecipare attivamente all’accudimento del bambino sin da subito in Sala Parto e poi secondo le fasce orarie di accesso al Reparto di Degenza, salvo il caso in cui la mamma necessiti di assistenza continuativa (ad esempio per l’avvenuto parto cesareo). Nelle prime ore di vita del bambino vengono eseguite le profilassi di routine (il collirio antibiotico per la prevenzione della congiuntivite e la vitamina K per la prevenzione della malattia emorragica del neonato). Sempre nelle prime ore il Pediatra-Neonatologo effettua la prima visita ed un colloquio per raccogliere le notizie rilevanti sulla gravidanza e sugli esami prenatali. Inoltre, nei giorni successivi, verranno eseguiti i tests di screening per le
malattie metaboliche e per la valutazione dell’udito del vostro bambino. Durante la degenza verrete aiutati nelle pratiche di accudimento del neonato, come il cambio del pannolino, la cura del cordone ombelicale, l’igiene del neonato e l’allattamento al seno. Inoltre potrete partecipare agli incontri delle mamme e papà con il Pediatra-Neonatologo e il personale ostetrico su argomenti di comune interesse; in questi colloqui siamo a disposizione per rispondere direttamente ad ogni vostra domanda.
Gli screening neonatali e la dimissione La dimissione della mamma coincide con quella del neonato, che, in genere, avviene dopo le 48 ore di vita del bambino. In questa occasione, e comunque tra le 48 e le 72 ore di vita, viene eseguito sul bambino un prelievo di alcune gocce di sangue dal tallone, necessarie per lo screening per le malattie congenite metaboliche (ipotiroidismo congenito, fenilchetonuria, fibrosi cistica, galattosemia, iperplasia surrenalica, difetti del metabolismo degli aminoacidi, difetti del metabolismo degli acidi organici, difetti della beta ossidazione degli acidi grassi). Si tratta di malattie molto rare, che, quando sono diagnosticate precocemente, possono essere curate con ottimi risultati. In caso di risultato nella norma, la famiglia non verrà contattata in alcun modo; mentre in caso di esito positivo o dubbio, la famiglia verrà richiamata per eseguire un secondo prelievo di conferma.
Alla dimissione viene eseguito anche lo screening uditivo (otoemissioni acustiche) che ha lo scopo di identificare i neonati affetti da ipoacusia, su cui attuare un trattamento precoce per correggere il deficit e prevenire così i possibili danni a livello dello sviluppo del linguaggio, dei processi di apprendimento e dell’inserimento sociale. Infatti circa 1-2 su 1000 neonati sani può presentare un difetto uditivo, anche in famiglie che non hanno altri precedenti di sordità. La registrazione delle otoemissioni acustiche permette di effettuare una valutazione della funzionalità uditiva già a 1-2 giorni di vita con un’alta attendibilità; la prova è eseguibile generalmente in pochi minuti e non crea particolare fastidio al neonato. L’esame viene effettuato prima della dimissione dal reparto da Tecnici Audiometristi, preferibilmente quando il piccolo sta dormendo. Viene inserito un tappino morbido nel condotto uditivo del neonato e si registrano le risposte del suo orecchio a suoni di bassa intensità inviati con uno strumento. Queste risposte sono dette “otoemissioni acustiche - TEOAE” e sono prodotte dal movimento delle cellule ciliate esterne che si trovano nella coclea in risposta allo stimolo acustico inviato. Se la risposta è presente il neonato con elevatissima probabilità non ha una perdita uditiva significativa. Sarà pertanto sufficiente osservarlo nel tempo, valutando il suo sviluppo uditivo e l’evoluzione del linguaggio. Se la risposta non è presente, questo non indica necessariamente la presenza di un deficit uditivo: ci sono infatti diversi motivi, anche non legati a problemi dell’udito, per cui può essere difficile rilevare una risposta. Verrà quindi proposto di portare il bambino ad un successivo controllo e saranno fornite tutte le informazioni necessarie nel caso siano opportuni altri esami di approfondimento. Nell’eventualità non sia stato possibile effettuare lo screening uditivo
prima della dimissione verrà fissato un appuntamento per i giorni successivi; se si vuole cambiare la data dell’appuntamento invitiamo a prendere contatto prima possibile con l’Accettazione dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria (Padiglione. 5 - Nuove Patologie - piano terra, tel. 051 6363326). In alcuni casi, in assenza di precisi fattori di rischio e solo se la mamma lo desidera, è possibile la dimissione precoce (tra le 36 e le 48 ore di vita); in questo caso è comunque necessario riportare il bambino l’indomani presso il nostro Reparto per un ulteriore controllo clinico e per eseguire il prelievo venoso per lo screening delle malattie metaboliche. Al momento della dimissione vi verrà consegnata una breve relazione clinica del bambino che riporta tutti i dati salienti del parto e della nascita (peso alla nascita e peso al momento della dimissione, età gestazionale, Indice di Apgar), gli eventuali accertamenti eseguiti durante la permanenza in ospedale, il risultato delle otoemissioni acustiche e l’esito della visita di dimissione. Nel caso vi sia una precisa indicazione clinica o nel caso in cui si tratti di un primogenito e non sia stato ancora scelto il Pediatra di Famiglia, programmiamo un controllo dopo alcuni giorni presso il nostro Ambulatorio di Neonatologia, situato al Padiglione 13, 3° piano. Invece, se si tratta di un secondogenito che ha avuto un decorso fisiologico, vi invitiamo a programmare il controllo evolutivo presso il vostro Pediatra di Famiglia che ha già in carico il fratellino o la sorellina.
Dichiarazione di Nascita Per fare la Dichiarazione di Nascita del vostro bambino vi potete rivolgere presso: la Direzione Sanitaria dell’Ospedale – Ufficio Nascite al piano terra del Padiglione di Ginecologia ed Ostetricia (entro i 3 giorni successivi alla nascita, non contando la festività se cade sul terzo giorno utile alla registrazione); telefonare al numero interno 3331 o al numero esterno 051 6363331 di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle ore 10.30 per fissare l’appuntamento che verrà evaso in mattinata; l’ufficio di Stato Civile del Comune di Bologna, entro 10 giorni successivi alla nascita, alla sede di Via Santa Maria Maggiore n. 1, previo appuntamento telefonico (051.203278/9) dal lunedì al venerdì non festivi; l’ufficio di Stato Civile del Comune di residenza se diverso da Bologna, entro i 10 giorni successivi alla nascita, secondo i seguenti criteri: Comune di residenza dei genitori 1. Comune di residenza della madre, se il padre risiede in altro Comune; 2. Comune di residenza del padre, previo accordo con la madre, se residente in altro Comune. Se i genitori sono uniti in matrimonio, la Dichiarazione di Nascita va fatta da: -- uno dei due genitori o entrambi oppure -- un loro procuratore speciale oppure -- Medico/Ostetrico-a che ha assistito al parto
Se i genitori non sono uniti in matrimonio, la Dichiarazione di Nascita con riconoscimento va fatta : -- dalla sola madre (se il padre non intende riconoscere il figlio) -- dalla madre e dal padre congiuntamente Il figlio naturale puo’ essere riconosciuto da genitori che abbiano compiuto il 16° anno di età, anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento. Al momento della Dichiarazione di Nascita il dichiarante deve: 1. consegnare il documento sanitario “ATTESTAZIONE DI NASCITA” comprovante la nascita del bambino, rilasciato dall’Ostetrico-a o dal Medico che ha assistito al parto; 2. esibire un documento valido di identità personale, anche dell’altro genitore (preferibilmente la carta di identità). Per i genitori stranieri, non titolari di carta di identità, occorre esibire il passaporto e/o il permesso di soggiorno e se non conoscono la lingua italiana è obbligatoria la presenza di un interprete a loro carico.
La scelta del Pediatra di Famiglia L’iscrizione al SSN non è automatica al momento della nascita del bambino, ma deve essere perfezionata presso l’A.U.S.L. di residenza o di domicilio, se diversa. Durante il periodo di permanenza in ospedale, è possibile fare l’iscrizione del bambino al SSN e la scelta del Pediatra di Famiglia presso il pad. 25 dell’Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi, sportello CUP piano terra, nei seguenti orari: • Lunedì al Venerdì dalle 7.30 alle 17.30 • Sabato dalle 7.30 alle 11.45 L’ iscrizione all’anagrafe sanitaria di Bologna e provincia può essere fatta presentando: • Autocertificazione di uno dei genitori dell’avvenuta nascita ed eventuale certificato di nascita rilasciato dall’Ostetrica o dal Ginecologo e documento d’identità del genitore; • Delega fatta dal genitore ad altro parente dell’avvenuta nascita (nei casi di impossibilità del genitore) ed eventuale certificato di nascita rilasciato dall’Ostetrica o dal Ginecologo e copia del documento d’identità del genitore delegante.
L’allattamento Il latte materno è l’alimento che la natura ha perfezionato per meglio rispondere alle esigenze nutrizionali, biologiche e psicologiche del bambino; pertanto rappresenta l’alimentazione di scelta per il bambino nei primi mesi di vita. L’allattamento al seno favorisce lo sviluppo di una speciale relazione tra madre e bambino che inizia sin dai primi minuti di vita, mediante il contatto pelle a pelle di madre-neonato. A che cio’ possa verificarsi precocemente, durante la permanenza in Sala Parto cerchiamo di favorire un clima di intimità tra madre, padre e bambino e consigliamo l’attaccamento del neonato al seno materno già entro la prima ora di vita. Il latte materno è un alimento insostituibile per i suoi effetti benefici antiinfettivi e favorenti la crescita, è facilmente digeribile e protegge la salute del bambino e della madre. Infatti è stato dimostrato che il latte materno protegge il bambino dall’obesità, dalle malattie atopiche, dall’asma bronchiale e dalle infezioni e protegge la mamma dall’insorgenza di cancro al seno. La produzione di latte è un fenomeno fisiologico, quindi non esistono condizioni per le quali le mamme non ne producono. Analogamente i casi in cui l’allattamento materno è controindicato sono estremamente rari.
Nei primi giorni dopo il parto viene prodotto un particolare tipo di latte detto colostro, giallastro e denso, ricco di preziosi elementi biologici (anticorpi, globuli bianchi, fattori di crescita, vitamina A). La montata lattea inizia, in genere, tra la terza e la quinta giornata post-partum ed è favorita dalla suzione frequente del neonato; in altri termini: piu’ spesso il neonato viene attaccato al seno, piu’ rapidamente il latte arriva. La produzione di latte viene regolata da due ormoni: -- la prolattina che entra in circolo dopo la poppata per favorire la produzione di latte della poppata successiva; essa è maggiormente prodotta durante la notte e inibisce l’ovulazione; -- l’ossitocina che agisce prima o durante la poppata per permettere la fuoriuscita del latte e induce le contrazioni uterine nella madre. Il riflesso dell’ossitocina è favorito dalla vicinanza e dal pianto del bambino che a volte possono provocare la fuoriuscita spontanea di latte anche quando il bambino non è attaccato al seno materno. Nel latte materno è contenuta una sostanza che puo’ inibirne o ridurne l’ulteriore produzione: se nel seno rimane molto latte, questa sostanza impedisce la produzione di altre quantità, mentre se il latte viene rimosso, il seno continua a produrne. Questo spiega il motivo per cui per promuovere/ mantenere la produzione di latte occorre svuotare entrambi i seni (sia naturalmente attaccando il bambino, sia attraverso la spremitura). Esistono seni di forme e dimensioni differenti e così anche i capezzoli. I bambini riescono a succhiare da tutti. In caso di capezzolo piatto o invertito occorrerà un po’ più di pazienza. Per quello piatto sarà sufficiente controllare che il piccolo prenda in bocca bene buona parte dell’areola
mammaria. Per quello invertito è bene iniziare, se possibile già nell’ultimo periodo di gravidanza, la stimolazione tattile del capezzolo utilizzando un tiralatte o una siringa specifica per estrofletterlo. In seguito sarà il bambino stesso che, prendendo in bocca un’ampia parte della mammella, modellerà il seno facendo protrudere il capezzolo. Quando allattate il vostro bimbo, controllate che stia assumendo una posizione corretta, cioè che abbia testa e corpo in asse, con il viso rivolto verso il seno e con il naso di fronte al capezzolo. Cercate di mantenere uno stretto contatto tra voi e il bambino e di sostenere tutto il suo corpo; a tal fine puo’ essere utile un cuscino appoggiato sulle ginocchia. Sostenete con la mano il seno e cercate di toccare con il capezzolo le labbra del bambino, in modo da fargli aprire la bocca e da fargli prendere una buona porzione dell’areola. Il bambino si è attaccato correttamente se ha entrambe le labbra e soprattutto l’inferiore, rivolte verso l’esterno; inoltre, dopo i primi atti rapidi di suzione, il ritmo diventa piu’ lento e profondo per l’arrivo di un flusso maggiore di latte e le guance sono piene, senza fossette. Il neonato quando succhia fa delle pause che possono durare alcuni secondi e poi riprende da solo; se la pausa si fa troppo lunga allora la madre può incoraggiarlo a riprendere stimolandolo (per esempio toccandogli i piedini o con altre stimolazioni cutanee). Ciò che rassicura è sentirlo deglutire, dopo alcune suzioni efficaci. Questo però non potrà essere presente nelle prime poppate perché il colostro è presente solo in poche gocce. Nelle prime settimane le poppate possono durare molto tempo (anche piu’ di mezz’ora) e il bambino puo’ essere pigro e dormire a lungo.
In tal caso occorre stimolarlo attivamente ad attaccarsi al seno, per esempio massaggiandogli la pianta dei piedi se sono passate piu’ di 3 ore dalla poppata precedente. Successivamente il tempo si riduce, ma resta importante offrire entrambi i seni ad ogni poppata, tranne i rari casi di bambini che si attaccano di preferenza sempre allo stesso seno. Per cercare di stimolare l’arrivo della montata lattea attaccate al seno il bambino il piu’ spesso possibile, non solo quando piange, ma ogni qualvolta mostri dei segnali di fame (si sveglia, gira la testa, porta le mani verso la bocca, piange) e comunque circa ogni 3 ore; successivamente cercate di seguire i ritmi del vostro bambino e la sua “richiesta” di succhiare. Il bambino mentre si alimenta al seno è capace di autoregolarsi e quindi di assumere la quantità di latte necessaria alle sue esigenze: pertanto non è di nessuna utilità eseguire la doppia pesata prima e dopo l’alimentazione. Durante il periodo di allattamento il neonato non deve assumere altri liquidi (acqua, camomilla o tisane). E’ molto difficile, soprattutto nei primi 3–5 giorni, valutare se la quantità di latte prodotta è sufficiente per il bambino, mentre, una volta avviato l’allattamento, è raro che la madre possa non produrre latte a sufficienza. Ciò che rassicura è la reattività del bambino, ovvero le poppate sono frequenti, la suzione efficace, i pannolini sono sporchi e/o bagnati. I parametri che misurano se il bambino assume una quantità adeguata di latte sono: il peso (il peso a 15 giorni di vita superiore al peso alla nascita, aumento ponderale superiore a 500 g al compimento del primo mese di vita) e la quantità di urina prodotta (il bambino deve urinare piu’ di 6 volte al giorno, le urine non devono essere concentrate, di colore giallo scuro o arancione).
Segni indiretti di scarsa alimentazione possono essere il frequente riscontro di insoddisfazione dopo la poppata, il pianto frequente, la necessità di attaccarsi molto spesso e di fare poppate molto lunghe, la mancanza o poca quantità di feci (feci dure, verdastre). Le posizioni per allattare sono tante, ma sicuramente la migliore è quella in cui la madre si sente piu’ a suo agio e rilassata. Non è necessario lavare il seno con detergenti prima di ogni poppata: è sufficiente seguire una corretta abitudine di igiene personale. Inoltre, tra una poppata e l’altra, è meglio non coprire i capezzoli con sistemi che impediscono la normale traspirazione cutanea ed usare comuni fazzoletti di cotone. Soprattutto all’inizio dell’allattamento alcune condizioni (come l’eccesso di latte, il ritardo nell’avvio dell’allattamento, un attacco scorretto, lo svuotamento incompleto del seno) possono favorire l’insorgenza dell’ingorgo mammario. La ghiandola mammaria è una ghiandola fatta da molti acini che sono le unità produttrici di latte: se questi si dilatano troppo, vanno a comprimere i dotti e quindi è molto difficile, anche se il neonato si impegna al massimo, svuotare il seno. L’ingorgo mammario si presenta con dolore locale, tensione della pelle, rossore ed edema del seno ed anche febbre. In questo caso il latte non fluisce facilmente: è allora necessario, prima di attaccare il bambino, eseguire impacchi caldi
localmente (la doccetta del bagno è un magnifico aiuto perché oltre che con la temperatura agisce fornendo un leggero massaggio), massaggiare con dolcezza le parti che sentiamo più turgide, e poi provvedere a svuotare il seno attaccando il bambino o, se non riesce, svuotando il seno con un tiralatte. Dopo lo svuotamento puo’ essere utile fare un impacco freddo per favorire la riduzione dell’edema. Il seno ingorgato o il blocco di un dotto galattoforo possono far sviluppare la mastite. In entrambi i casi si tratta di condizioni in cui il latte rimane stagnante in certe zone della mammella, in quanto non efficacemente rimosso e cio’ provoca prima l’infiammazione del tessuto mammario e successivamente la sua infezione. In questi casi, oltre che provvedere al frequente svuotamento del seno, è indicata la terapia antibiotica ed eventualmente analgesica (paracetamolo). Il bambino in questi casi può continuare ad attaccarsi al seno materno . Durante l’allattamento la mamma deve eseguire un dieta libera e varia, senza seguire regole dietetiche particolari, seguirà i suoi gusti alimentari, nutrendosi dei cibi che ama e digerisce meglio e in particolare assumendo 2-3 litri di acqua al giorno (possibilmente oligominerale) o altri liquidi. Deve evitare di fumare e limitare l’assunzione di alcool.
I comportamenti fisiologici del neonato Le feci dei primi giorni di vita (il meconio) sono di consistenza dura e collosa e colore nerastro; poi, con l’aumentare della quota di latte assunta, diventano prima verdastre e piu’ morbide e poi liquide e di color giallooro, tipico delle feci da latte materno o verdastre-marroni con piccoli grumi bianchi se il bambino è alimentato con latte artificiale. La normale frequenza delle evacuazioni varia da una volta al giorno a tutte le volte in cui il pannolino viene cambiato: l’importante è che il neonato evacui almeno una volta al giorno. I movimenti del neonato spesso avvengono in modo non fluido, a scatti: questo è dovuto ad un incompleto controllo dei muscoli che verrà acquisito in modo completo nei mesi successivi. E’ normale che il vostro bambino starnutisca frequentemente: infatti mediante il riflesso dello starnuto elimina tutti i materiali corpuscolati che penetrano nelle narici. E’ normale che il vostro bambino presenti spesso il singhiozzo: anche questo è un riflesso dovuto al riempirsi dello stomaco che spinge così verso il diaframma; il bambino non è disturbato dal singhiozzo (che se ben ricordate presentava anche in utero) e pertanto non sono necessari e non esisitono, accorgimenti per farlo cessare. E’ normale che il vostro bambino presenti frequenti rigurgiti in relazione al pasto: se il bambino cresce regolarmente questo sintomo non merita attenzioni particolari.
La pelle del neonato La pelle alla nascita è ricoperta da una sostanza bianco-grigiastra untuosa detta vernice caseosa, che durante la vita intrauterina ha la funzione di proteggere il feto dalla macerazione che indurrebbe il liquido amniotico. Nei primi giorni di vita la pelle è molto secca e spesso presenta una leggera desquamazione: puo’ essere utile idratarla con prodotti naturali, come l’olio di mandorle. In molti neonati sono presenti zone cutanee arrossate con un puntino bianco al centro che scompaiono da una zona e compaiono in un’altra: si tratta dell’ ”esantema allergo-tossico del neonato”, ovvero di una manifestazione cutanea fisiologica a questa età e che in genere scompare entro la prima settimana di vita. Altre volte possono essere presenti aree vascolari rossastre sulle palpebre, alla radice del naso o sulla nuca che scompaiono spontaneamente nei mesi successivi. In alcuni casi possono essere presenti le chiazze mongoliche (rare nella razza caucasica) di colore grigio-bluastro a limiti indeterminato e di dimensioni variabili localizzate per lo piu’ in regione sacrale; queste macchie, dovute alla presenza di cellule ricche di melanina, scompaiono entro uno o due anni. Intorno alla terza – quinta giornata di vita la cute assume una sfumatura giallastra (meglio osservabile nelle sclere oculari) chiamata ittero fisiologico del neonato che tende a risolversi entro la prima settimana di vita e che solo in casi particolari (come una differenza di gruppo sanguigno
tra madre e neonato) necessita di essere trattata con la fototerapia (luce ultravioletta) quando la sostanza che la produce (la Bilirubina nel sangue) supera un determinato valore soglia.
Il tumore da parto Il tumore da parto è una tumefazione edematosa del diametro di circa 5-6 cm presente sul capo al momento della nascita e dovuta ad imbibizione sierosa della cute e del sottocute formatasi in seguito alla differenza di pressione tra l’ambiente endouterino e quello esterno al momento del parto. In genere scompare entro pochi giorni.
La crisi genitale Compare in genere tra il 3°-4° giorno di vita e regredisce entro il primo mese. E’ una reazione dei genitali in risposta a stimoli ormonali materni e fetali che nella femmina si manifesta con tumefazione delle grandi labbra e del clitoride, secrezione vaginale biancastra o, a volte, ematica; nel maschio si manifesta con tumefazione dei genitali esterni ed idrocele. In entrambi i sessi, poi, si puo’ manifestare anche la tumefazione mammaria.
La cura del moncone ombelicale Dopo la recisione del cordone ombelicale al momento della nascita, il moncone che residua va incontro ad un progressivo processo di essiccamento per mummificazione. E’ necessario tenerlo asciutto e pulito, protetto da una garza da cambiare frequentemente. In genere il moncone cade entro una – due settimane e residua una ferita ombelicale che va incontro a cicatrizzazione spontanea: solo a questo punto è consigliabile eseguire il primo bagnetto.
L’andamento del peso Il peso del neonato nei primi giorni di vita subisce fisiologicamente una diminuzione (calo fisiologico). La perdita ponderale piu’ considerevole avviene nelle prime 24 ore di vita ed il minimo peso viene raggiunto nel 3°-4° giorno. Il neonato normalmente cala di circa il 10% del peso neonatale e generalmente ritorna al suo peso neonatale ai 10-15 giorni di vita. Le cause del calo fisiologico sono molteplici: innanzitutto la scarsa introduzione di latte nei primi giorni di vita, la concomitante perdita di liquidi (urine, perspiratio insensibilis) e l’emissione di meconio. Nei primi 6 mesi il bambino dovrebbe crescere almeno 500 gr al mese (quindi oltre 125 grammi alla settimana, in media 150-200 gr alla settimana).
Le funzioni visiva e uditiva Alla nascita la funzione visiva non è ancora matura: l’acuita’ visiva (cioè la capacità di vedere i dettagli) non è ancora sviluppata e progredisce nelle settimane e mesi successivi. Intorno a 6 mesi di vita il bambino vede abbastanza nitidamente le immagini e distingue i colori. La funzione uditiva, invece, è già completamente sviluppata sin dalla nascita.
Il pianto del bambino Il pianto è la principale forma di espressione del neonato che così esprime stati e bisogni diversi. Esso puo’ essere l’espressione di un disagio (è sporco, ha caldo o freddo), di stanchezza, di fame (come avviene in quei momenti quando il bambino cresce rapidamente e la poppata puo’ diventare insufficiente), di coliche addominali (eccesso di gas e feci che il bambino non riesce ad espellere spontaneamente), di farmaci o sostanze eccitanti assunte dalla madre (caffeina, sigarette), di particolari alimenti assunti dalla madre (il pianto si verifica sempre in concomitanza con l’assunzione di uno stesso alimento) o di malattia (in questo caso il pianto presenta caratteristiche diverse dal solito). Con il passare dei giorni la mamma impara a conoscere il proprio bambino e a distinguere le diverse tipologie di pianto. In caso di pianto insistente, dopo aver provato a consolare il bambino (accarezzandolo, passeggiando lentamente, offrendogli il ciuccio etc.) senza risultato, cercate di non entrare in ansia o agitazione.
Appoggiatelo sulla culla a pancia in su’ e prendetevi una pausa per recuperare la vostra serenità, avendo attenzione a non cullarlo troppo vigorosamente e a non scuoterlo, in quanto questo tipo di accudimento puo’ essere dannoso per la sua salute.
Il sonno del bambino Con il passare delle settimane il bambino aumenta la durata dello stato di veglia ed inizia a mostrare maggiore attenzione all’ambiente e agli stimoli da questo provenienti. Alla fine del secondo mese di vita inizia a riconoscere mamma e papa’ e a tentare i primi vocalizzi. La posizione corretta per far dormire il vostro bambino è quella supina; è meglio evitare la posizione a pancia in giu’ ed evitare che dorma insieme a voi genitori. Il materassino del suo lettino deve essere rigido ed è meglio non abituarlo al cuscino.
Il ciuccio Alcuni studi hanno dimostrato che l’uso del ciuccio puo’ ridurre il tempo in cui il bambino resta attaccato al seno e puo’ alterare una corretta dinamica orale. Il ciuccio puo’ facilitare il riflesso della “suzione non nutritiva“ che è già sviluppato nel feto a 15 settimane e, a volte, interferire con la “suzione – deglutizione” tipica dell’alimentazione al seno. Pertanto, presso il nostro Nido
non ne viene incentivato l’uso diffuso, ma questo non esclude che se ne possa far uso in casi selezionati o sulla base della scelta dei genitori.
Le coliche Le coliche gassose del neonato sono crisi dolorose che si manifestano ad ondate, soprattutto verso sera, con irritabilità, agitazione e grida che durano almeno 3 ore al giorno per almeno 3 giorni la settimana; iniziano verso l’età di 2-3 settimane e si risolvono entro i 3 mesi, senza compromettere la crescita. Non ne sono conosciute le cause. L’addome del bambino appare globoso, a volte teso per l’eccesso di aria e feci che fa fatica ad essere espulsa spontaneamente. Non esistono farmaci in grado di curare questa condizione, che non è una malattia. Il massaggio praticato con regolarità, più volte al giorno, può aiutare la fuoriuscita passiva di aria e feci.
Le uscite Sin dal vostro ritorno a casa potete uscire con il vostro bambino nelle ore della giornata a temperatura piu’ mite (evitate le ore troppo calde in estate o troppo fredde in inverno). Evitate inoltre le zone a maggior inquinamento ed i luoghi chiusi molto affollati (centri commerciali, supermercati etc.
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Comunicazione e ufficio stampa
rev. 0 maggio 2014