+ Didattica delle lingue moderne 2
Elena Nuzzo
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Lingue e mediazione linguistico-culturale Operatori nella comunicazione interculturale
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La conversazione n Sequenzialità
In quale ordine si producono certi turni? Che significato ha un ordine piuttosto che un altro? n Avvicendamento
dei turni
Come si prende il turno in una conversazione? Come si tiene e come si cede?
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La trascrizione del parlato , . ? ! . .. ... testo= =testo [testo>] [
intonazione decimi di secondo di pausa (anche #) testo allacciato al turno successivo testo allacciato al turno precedente sovrapposizione con il [
] precedente sillaba allungata sillaba troncata TESTO testo pronunciato a voce alta o con enfasi (commento) commento sul comportamento non verbale o informazione sul contesto (...) testo omesso (anche xxx)
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Sequenzialità: coppie adiacenti n
Buona Pasqua
n
Grazie, anche a te
n
Grazie
n
Prego
n
Scusa
n
Niente
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Coppie adiacenti Un parlante produce la prima parte della coppia e si aspetta che l’interlocutore produca la seconda, complementare.
Sequenza preferita > la reazione di I è conforme alle attese di P > è la reazione più normale, meno marcata Sequenza dispreferita > la reazione di I non è conforme alle attese di P > è la reazione più inusuale, più marcata
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Preferenza e dispreferenza: esempi richiesta
asserzione
protesta
preferita
accettazione accordo
riparazione
dispreferita
rifiuto
negazione
disaccordo
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Preferenza e dispreferenza n
Reazioni preferite > brevi e semplici
n
Reazioni dispreferite > lunghe e complesse > la reazione dispreferita richiede riparazione: devo almeno giustificare una reazione che non è quella che normalmente ci si aspetterebbe
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Gestire la dispreferenza La reazione dispreferita va rimediata (lavoro rimediale) perché l’interazione possa concludersi con successo Spesso il parlante previene una reazione dispreferita preparando il terreno.
Uomo: signorina? senta… Infermiera: no no no senta lei signor Esposito guardi se lei ha intenzione di rimanere qui tutto quanto il giorno ad aspettare il professor Danieli per me va benissimo ma non qui non in questo posto, c’è una sala d’attesa adatta per questo la prego noi stiamo lavorando non possiamo star dietro a lei mi capisca la prego
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Dispreferenza: prospettiva interculturale Reazioni preferite e dispreferite esistono in ogni lingua, ma la gestione della dispreferenza varia tra lingue/culture diverse.
Esempio: incontri di servizio in libreria, italiani e inglesi
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Progetto PIXI: gestione della dispreferenza in italiano e in inglese Co: dica Cl: .. eh sto cercando “The Blithdale Romance” di Hawthorne= Co: =non c’è, è in arrivo Cl: non c’è Co: manca dal distributore italiano. provi tra una settimana circa, ma non glielo assicuro, può tardare anche di più Cl: .. Grazie Co: prego Cl: do you have a book called “The Order of Things” byCo: Foucalt Cl: that’s right Co: errr well we’ve sold out at the moment, but they [also>]== Cl: [
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Progetto PIXI: gestione della dispreferenza in italiano e in inglese Italiano > subito risposta dispreferita + routine poco utile con un’informazione vaga. L’incontro deve proseguire, perché non si può concludere fino a quando non si innesca una sequenza preferita. La mancanza di una proposta accettabile richiede ulteriore lavoro discorsivo, e il cliente la sollecita con un’eco (non c’è). Il commesso spiega perché il libro non c’è e offre finalmente una proposta concreta. A questo punto la dispreferenza iniziale è rimediato, la proposta è accettata, e l’incontro può chiudersi.
Inglese > esitazione (errr, well) + proposta concreta. Dopo la proposta la sequenza di chiusura può iniziare: il cliente accetta la proposta, ringrazia, e l’incontro si conclude.
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Progetto PIXI: gestione della dispreferenza in italiano e in inglese In entrambi i casi abbiamo la ricerca della preferenza, necessaria per chiudere la conversazione, ma n
in italiano prima c’è la risposta dispreferita, poi, sollecitato dal cliente, segue il lavoro di riparazione;
n
in inglese, invece, le esitazioni iniziali fungono da lavoro rimediale e preparano la dispreferenza, quindi la riparazione avviene prima della produzione del no, e spontaneamente da parte del commesso.
È quindi diverso il modo con cui i due interlocutori arrivano alla soluzione: tendenzialmente post-riparatorio in italiano e preparatorio o pre-riparatorio in inglese.
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Progetto PIXI: ringraziamenti e chiusure Cl: buongiorno. volevo sapere se avete questo testo Co: deve vedere in fondo a sinistra= Cl: =grazie La reazione preferita arriva subito: al grazie non segue prego perché non c’è stato bisogno di lavoro rimediale.
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Progetto PIXI: ringraziamenti e chiusure Cl: e quegli altri, “I Malavoglia” edizioni scolastiche Co: quello lo deve chiedere sotto= Cl: =tutto sotto Co: ma credo che non ci sia neanche quello Cl: neanche quello. ho capito Non si è trovata una soluzione accettabile, non si è risolta la dispreferenza, il cliente prende atto e chiude l’incontro.
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Progetto PIXI: ringraziamenti e chiusure Co: dica Cl: .. eh sto cercando “The Blithdale Romance” di Hawthorne= Co: =non c’è, è in arrivo Cl: non c’è Co: manca dal distributore italiano. provi tra una settimana circa, ma non glielo assicuro, può tardare anche di più Cl: .. Grazie Co: prego
Siccome la proposta del commesso è pessimisticamente qualificata (ma non glielo assicuro, può tardare anche di più), il commesso deve rassicurare il cliente di non avere altro di meglio da proporre, e la rassicurazione arriva con l’aggiunta del prego al grazie del cliente. Questo chiarisce che lo scambio è chiuso.
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Progetto PIXI: PN e PNN Cl: qualche gramma- grammatica inglese, eh comparata. italiano inglese comparata c’è? Co: come comparata? cioè le differenze tra la grammatica italiana e quella inglese?= Cl: =sì Co: no. non ne conosco neanche una Cl: oh....... sì ma potrei prenderla dall’altra parte= Co: =sì Dopo il no, il cliente inglese si aspetta una proposta, che non arriva. Attende quindi invano una proposta meno negativa (pausa dopo oh), e poi propone lui stesso un’alternativa, che il commesso italiano accetta con una risposta minimale. Si conferma così la negatività dell’incontro, sia sul piano transazionale sia su quello conversazionale, che rimane di fatto senza chiusura.
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese Parlanti d’inglese L1 e parlanti d’inglese L2 (Hong Kong) Gestione del disaccordo come opzione dispreferita (come reazione ad asserzioni) Ipotesi di Cheng (2003): n
i cinesi esprimono il disaccordo nei confronti degli anglocelti meno spesso di quanto non lo facciano gli anglocelti nei loro confronti;
n
i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il disaccordo usano un numero minore di strategie esplicite senza rimedio;
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i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il disaccordo usano maggiore lavoro rimediale.
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese L’ufficiale cinese (C) descrive al collega (A) il tragitto della marcia, che dopo un chilometro e duecento metri procede in una galleria lunga quattro chilometri A: that will be very boring C: right exactly [and>] A: [] A: [] A: [] A: [] A: [
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese L’ufficiale britannico tende a esprimere il disaccordo direttamente senza mitigatori e senza segnalare alcun desiderio di convergenza. L’ufficiale cinese, pur senza cedere, si adopera non solo con mosse soprattutto preparatorie ma anche con rimedi successivi a curare la faccia del suo interlocutore minimizzando la minaccia costituita dall’espressione del disaccordo.
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese C: ==would have well, one thing good about Oliver’s is that er you know the the the the ingredients are very fresh A: I see C: isn’t A: yea they must put, fly stuff in. get stuff from all over the world er where do they get this stuff this stuff C: I don’t know from USA I suppose the lettuce. I don’t think it’s local I thing it’s either from Australia or from USA it’s not I mean it’s not possible from Hong Kong of from China China you know don’t have erm lettuce A: you get local lettuce, I buy local lettuce C: yea local possible but I think the quality is not that good
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese n
i cinesi esprimono il disaccordo nei confronti degli anglocelti meno spesso di quanto non lo facciano gli anglocelti nei loro confronti; NO
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i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il disaccordo usano un numero minore di strategie esplicite senza rimedio; SI’
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i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il disaccordo usano maggiore lavoro rimediale. SI’
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La gestione del disaccordo tra PN e PNN d’inglese Si dice che le culture asiatiche sostengano la “concezione interdipendente di sé” (cfr. Marcus e Kitayama 1991) più delle culture occidentali. L’ “io interdipendente” è più probabile che presti attenzione al gruppo quando forma opinioni e atteggiamenti, che dia importanza a mantenere la propria faccia e quella dell’altro, e che che cerchi l’armonia e la cooperazione nel gruppo. La cultura occidentale sostiene la “concezione indipendente di sé” più delle culture asiatiche. L’ “io indipendente” è più probabile che sia disposto a confrontarsi e competere, a criticare esplicitamente e a esprimere opinioni individuali e imprevedibili.
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Norme per l’avvicendamento dei turni n
Se il Parlante (P) seleziona il parlante Successivo (S) nel corso del suo turno, deve smettere di parlare al successivo Punto di Rilevanza Transizionale (PRT) e far proseguire S.
n
Se al successivo PRT in cui P tace, nessun S è stato selezionato da P, qualsiasi altro partecipante può autoselezionarsi; il primo che parla si assicura il diritto al turno.
n
Se al successivo PRT in cui S tace nessun S è selezionato da P e nessun altro partecipante si autoseleziona, P può continuare a parlare.
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L’avvicendamento dei turni: interruzioni e sovrapposizioni n
Il Punto di Rilevanza Transizionale (PRT): un parlante smette di parlare e comincia un altro
n
Il PRT è segnalato da elementi sintattici, semantici, prosodici ecc., MA non esistono criteri assoluti per individuarlo a priori: è essenziale anche che i partecipanti all’interazione lo riconoscano come tale
n
Spesso non viene rispettato, quindi si hanno interruzioni e sovrapposizioni
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Interruzioni o sovrapposizioni? n
Interruzioni > lontane dal PRT
n
Sovrapposizioni > nelle vicinanze del PRT
MA anche: n
Interruzioni > termine più interpretativo (riferimento a diritti e obblighi degli interlocutori)
n
Sovrapposizioni > termine più descrittivo Difficile distinguerle nettamente > discorso simultaneo (sovrapposto)
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Discorso simultaneo Interruzioni e sovrapposizioni variano da diversi punti di vista:
n
Lunghezza del discorso simultaneo n un pezzo di parola (backchannels) <> un intero enunciato
n
Posizione n più o meno vicino al PRT
n
Effetto n
produce o non produce cambio di turno
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Lunghezza del discorso simultaneo A: that will be very boring C: right exactly [and>] A: [] A: [
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Posizione Più o meno vicina al PRT: più è vicina al PRT meno l’interruzione è pesante C: so it’s er it’s actually quite a nice walk half and half [the first bit is nice>] A: []== Farmacista: [
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Effetto della sovrapposizione Permette al parlante di continuare o lo obbliga a cedere il turno? Cliente: vorrei sapere se avete i prodotti omeopatici Farmacista: eh... qualcuno c’è..... ma probabilmente quelli che servono a lei.. mi dica che cosaaa le se- serve Cliente: eee allora mi servirebbe qualcosa per le allergie Farmacista: ........ ah ma noiii no. gli omeopatici li diamo solo con ricetta del medico omeopata Cliente: mh mh. va bene. la rin[grazio>]== Farmacista: [
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Interruzioni supportive e interruzioni competitive n
Interruzioni supportive: fanno sentire al parlante che l’interlocutore sta seguendo, è interessato, partecipa ecc. > il parlante di solito continua a parlare. Tipici sono i backchannel e i suggerimenti lessicali
n
Interruzioni competitive: servono a “rubare” il turno all’interlocutore > il parlante di solito (ma non sempre) cede il turno
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Interruzioni supportive e competitive: parametri oggettivi per distinguerle n
altezza del tono e/o volume della voce,
n
durata della sovrapposizione,
n
insistenza o arrendevolezza,
n
distanza dal PRT,
n
presenza o assenza di modificatori,
n
accordo o disaccordo proposizionale,
n
mantenimento o cambio di argomento
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Supportive o competitive? Stud: mi ha diciamo incuriosito questo personag[gio>]== Prof: []== Prof: []== Prof: [] Prof: []== Stud: [] Prof: []== Stud: [
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Interruzioni supportive e competitive: parametri contestuali per distinguerle n
il rapporto di status tra interlocutori,
n
lo scopo dell’interazione,
n
l’urgenza psicologica,
n
la causa di forza maggiore,
n
lo stile individuale,
n
l’abitudine culturale.
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Discorso simultaneo: differenze culturali n Giapponesi
e finlandesi > tendenza a sovrapporsi poco e solo nelle vicinanze del PRT
n Italiani
e inglesi > molte sovrapposizioni, anche distanti dal PRT
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Discorso simultaneo: differenze culturali n
lo stile A caratteristico dell’Europa continentale, rappresentato nel corpus da croati, polacchi, spagnoli e ispanofoni dell’America Latina,
n
lo stile B caratteristico del sud asiatico, rappresentato da indiani dello Sri Lanka e delle Fiji e da iraniani, e
n
uno stile C caratteristico del sud-est asiatico, rappresentato da cinesi, cambogiani, malesi, vietnamiti e indonesiani.
Chi usa lo stile C tende a non interrompere e a faticare nel competere per prendere e mantenere il turno con i compagni di lavoro che praticano gli stili A e B, quindi tende a cederlo. (Clyne 1994)
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Discorso simultaneo: differenze culturali Cheng 2003 n i
cinesi presentano meno casi di discorso simultaneo;
n lo
fanno più spesso al PRT o nelle immediate vicinanze;
n cedono
il turno più prontamente, indipendentemente dalla posizione in cui il discorso sovrapposto è iniziato, e indipendentemente se stanno parlando loro e vengono interrotti o se stanno interrompendo loro.
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Discorso simultaneo: differenze culturali Gli inglesi tendono a interrompere il parlante di turno iniziando con well e un segnale affermativo (yea, well yea, yea well) e usano pochissimo but: H: J: H: >] T: F: T:
(…) he’s been having regular baths lately= =they haven’t [smelled too badly>] []]== [
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Discorso simultaneo: differenze culturali Gli italiani fanno grande uso del ma iniziale e scarso uso di be’ e sì be’ F: e che altre collezioni fa in questo momento? solo quella..... chissà come je [piglia::>] R: [] F: [
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Discorso simultaneo: differenze culturali Bargiela-Chiappini e Harris (1997) > uso molto più abbondante da parte degli italiani rispetto ai britannici sia delle sovrapposizioni sia delle interruzioni nella seduta informale.
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Discorso simultaneo: segnali discorsivi di presa del turno n
Allora, ecco, ma, e, no…
A: ma che cosa si fa per fare in modo che anche altri agricoltori nel campo dell'appunto dei bovini degli animali eccetera ma anche degli ortofrutticoli ehm blocchino la strada della dell'abolizione delle cose [chimiche>] B: [] B: [] B: [