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Anno 64 - N. 291 / 292 SABATO 15 DICEMBRE DOMENICA 16 DICEMBRE 2012
Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore
www.conquistedellavoro.it
VIA PO CULTURA
Migranti,lavorodomestico: martedì convegno Cisl, Cgil Uil e Ilo
Dieci anni che hanno cambiato il mondo. Una cronologia dal 2001 raccontata da Loretta Napoleoni
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n tutto il mondo vi sono oggi 100 milioni di lavoratori impiegati nella casa di qualcun altro: un lavoro spesso svalutato, sottopagato, invisibile, non riconosciuto e non rispettato; realizzato da donne e migranti, in alcuni Paesi esclusi dalla legislazione del lavoro e dai sistemi di protezione so-
nelle pagine centrali
ciale. E’ per tutelare i loro diritti che Cgil, Cisl, Uil, Ituc Csi Igb, 12 x 12, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, terranno a Roma martedì mattina presso l’Ufficio Ilo di Villa Aldobrandini, il Convegno: “Lavoro dignitoso per il settore domestico”. Interverrà tra gli altri il ministro del Lavoro Fornero.
Bankitalia: sfondato il tetto dei 2mila miliardi, è il livello più alto di sempre. Nel 2012 aumento del 3,66%
Debito pubblico senza freni Bonanni: un Paese con un simile fardello non ha futuro. Sono preoccupato del ritorno a un clima in cui i politici con i soldi degli altri facevano le loro fortune
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l debito pubblico italiano sfonda quota 2mila miliardi e a ottobre si attesta a 2.014 miliardi: in valore assoluto è il livello più alto di sempre. Lo rivela Bankitalia, aggiungendo che il debito pubblico italiano è aumentato da inizio anno del 3,7%. In sostanza, con il livello raggiunto a ottobre, il debito pubblico pesa su ogni cittadino per oltre 33 mila euro, neonati compresi. “Un Paese con un simile debito pubblico - ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - non ha futuro. Ecco perché io sono preoccupato che si ritorni al clima in cui i politici con i soldi degli
altri facevano le loro fortune”. Una prassi, questa, ampiamente diffusa dalla seconda metà degli anni ‘70 e letteralmente esplosa negli ‘80. In quel decennio, infatti, il rapporto debito/Pil è passato dal 58 al 95%, nonostante la crescita economica. Bonanni è tornato anche sull’approvazione del decreto sviluppo giovedì alla Camera. “I partiti - ha osservato il segretario generale della Cisl - hanno voluto piegare il decreto sviluppo alle loro esigenze elettorali, più che stare attenti a pensionati e lavoratori. Hanno voluto dare attenzione anche ad altri, nonostante lavoratori e pensionati siano quelli che pagano di più le tasse”.
Cisl: ammortizzatori, bene incremento risorse nel ddl Stabilità
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on gli emendamenti alla legge di Stabilità votati in Commissione al Senato, aumentano di 730 milioni le risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013, come aveva chiesto il sindacato in previsione di un anno che si prospetta ”assai critico” per l’occupazione. Il confronto tra Governo e parti sociali ed il ruolo attivo del
Parlamento - afferma il segretario generale aggiunto Cisl Giorgio Santini - hanno permesso di giungere a questa soluzione che la Cisl ha voluto e valuta positivamente, in quanto il fondo per gli ammortizzatori in deroga viene incrementato senza intaccare le risorse per la formazione.
Servizio a pagina 2
Premio di 500 euro, ma ritorno in fabbrica il 7 gennaio
Pomigliano,Nataleaduefacce
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er i 2146 lavoratori di Fabbrica Italia Pomigliano, il Natale sarà particolare: 500 euro in più in busta paga, ma anche la consapevolezza di dover tornare in fabbrica soltanto il prossimo 7 gennaio. Il premio in denaro riguarda il ri-
conoscimento della medaglia Silver per il World Class Manufacturing e la vittoria nella competizione internazionale “Lean Production”. E ieri le rsa di Fim, Uilm, Fismic e Ugl sono state invitate a firmare il verbale di non accordo sulle 19 proce-
dure di mobilità. Il segretario Fim Napoli Terracciano auspica per la vicenda una soluzione entro 30 giorni. Intanto l’Unrae fa sapere che il mercato europeo dell’auto è ai livelli del 1993. E non ci sono segnali di una ripresa a breve termine.
Portovesme Aligrup, prosegue a Palermo Aeroporto Bergamo, inaugura protesta a 20 metri da terra flash mob dei lavoratori impianto Continua a Termini Imerese la le Mimma Calabrò hanno inconattaglia a colpi di carte bollate, mentre a riprotesta dei lavoratori Ali- trato i lavoratori per esprimere Bschio ci sono 150 posti di lavoro in uno degli del piombo grup dell’Eurocash, da cinque la solidarietà e la vicinanza della aeroporti più trafficati d’Italia. Il tutto per una giorni saliti sul totem del punto categoria Cisl. Un gesto molto questione di gara d’appalto al massimo ribasso.
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hiesa solidale con il mondo del lavoro sardo. Questa mattina il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone inaugurerà l’impianto del piombo della Portovesme Srl, una delle poche fabbriche che nella provincia più povera d’Italia - il Sulcis Iglesiente - registra dati non drammatici. Per il segretario generale della Cisl Sardegna Medde “con questo messaggio la Chiesa rafforza le lotte sindacali”.
Girau a pagina 13
vendita, alto più di 20 metri, per manifestare contro la chiusura del locale punto vendita. Ieri il segretario organizzativo Fisascat Rosetta Raso e il segretario generale della Fisascat regiona-
Per segnalare la rocambolesca situazione che si è creata a Orio al Serio, oggi la Rsu di Fidelitas, Fisascat, Filcams e Uiltucs, attueranno un flash mob per far sapere che sono in mobilitazione.
Contu a pagina 13
Pendolari, Fit: serve piano per potenziare servizio su ferro
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on accennano a fermarsi le polemiche sui disagi vissuti ogni giorno daipendolari. Una situazione,dice Giovani Luciano, segretario generale Fit, che “denunciamo da anni”e che danneggia cittadini e lavoratori.“Il proble-
L’Europarlamento presenterà un piano di azione contro la corruzione e le frodi ai fondi comunitari Arzilla a pagina 3
apprezzato da tutti i lavoratori che stanno protestando sul totem, come ha spiegato uno di loro, Giuseppe Politi. Raso e Calabrò chiedono all’imprenditoria sana di farsi avanti.
ma vero - aggiunge il sindacalista - è la competenza legislativa e di potestà di investimento di questo servizio. E’ stato sbagliato affidarlo alle Regioni. Non ce n’è una in grado di rispondere al problema. L’Italia deve puntare a un gi-
gantesco piano di rinnovo della flotta e di potenziamento del servizio su ferro. Abbiamo città intasate, autostrade bloccate, ma continuiamo a cincischiare, in un disgustoso balletto di scaricabarile”.
Autostrade, sciopero Cisl: Abruzzo e Molise contro i licenziamenti tornano soggetto unico
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artedì i lavoratori di Pavimental e Spea, due aziende di proprietà di Autostrade per l'Italia, sciopereranno contro la procedura di mobilità per 160 dipendenti e il mancato rinnovo di 130 contratti a termine.
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e Cisl Abruzzo e Molise hanno formalizzato a Vasto, in occasione dei Consigli generali presente Bonanni, la decisione di tornare a essere un unico soggetto. I segretari i Spina e Iocca hanno convocato i Congressi per il 29 e 30 aprile.
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negativo di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa al termipresso la seMinistero Giudizio Protocollo AL’Aquila, ne del confronto con il sottosegretario alla Difesa, de di Confindustria, è Magri, in merito ai provvedimenti di riordino stato sottoscritto il ProDifesa, Gianluigi d’intesa del ministero. I sindacati hanno richiesto un rinvio del tocollo d'intesa “Abruzriordino alla prossima legislatura e al prossimo esecutizo, regione semplice e leI provvedimenti riguardano, infatti, da un lato la parti sociali: gale” tra il Comitato Pici sindacati vo. chiusura di importanti strutture che si occupano sul cola Industria Confinduterritorio di sanità militare, dall’altro, la riarticolazioAbruzzo e le organizchiedono ne degli uffici centrali del ministero. “Abruzzo, stria zazioni sindacali (Direr, Cisl, Uil,Ugl). Ne dà i sindacati i “provvedimenti che non razionadi rinviare Secondo regione Cgil, notizia il Segretario genelizzano ma tagliano” e “si rivelano del tutto inefficaci della Cisl abruzzese, sul piano dei risparmi che si potrebbero conseguire le misure siaeliminando semplice rale Maurizio Spina. “Il protosprechi e inefficienze, sia su quello della è teso a favorire un' dei servizi”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa del governo riorganizzazione e legale” collo hanno quindi chiesto di rinviare l’adozione dei decreti. azione di semplificazio-
ne amministrativa della P.A. garantendo standard elevati di correttezza, integrità e trasparenza degli atti amministrativi per la prevenzione di ogni tipo di corruzione e/o attività illegale. Un’azione importante dice ancora Spina - tesa a migliorare l'attività della P.A. nel rispetto dei lavoratori e nell'interesse di tutti i cittadini e delle imprese”.
Passa definitivamente alla Camera il decreto sviluppo. Pioggia di emendamenti al Senato sulla Legge di Stabilità
ProvvedimenticonsorpresediNatale
Sparisce il prelievo sulla formazione per finanziare gli ammortizzatori, arriva la ricongiunzione non onerosa dei contributi previdenziali, raddoppia la tobin tax, metà gettito Imu va ai Comuni
B attualità
litz e sorprese, in Parlamento, sul decreto sviluppo e sulla legge di stabilità.
Decreto Sviluppo
Dopo un faticoso iter parlamentare il provvedimento sulla crescita ha ottenuto il via libera definitivo con il secondo voto di fiducia, alla Camera. Infrastrutture, digitalizzazione, liberalizzazioni dovrebbero ricevere una spinta dalla nuova legge, anche se i risultati - avverte il ministro Passera - non si vedranno immediatamente. L’agenda digitale prevede che carta d'identità e tessera sanitaria vengano accorpate in un unico tesserino elettronico; il ticket dei mezzi pubblici potrà essere pagato anche con i cellulari avvalendosi del credito telefonico; la storia dei pazienti sarà raccolta in un unico fascicolo elettronico e la cartella clinica diventerà digitale, così come ricette e prescrizioni mediche saranno solo elet-
troniche e valide a livello nazionale. Anche i libri saranno in formato digitale a partire dall’anno scolastico 2014-2015; per il 2013 sono stanziati 150 milioni di euro per il completamento del piano nazionale banda larga e per portare internet veloce su tutto il territorio nazionale. Le detrazioni Irpef per investimenti in start up, per il 2013, 2014 e 2015 sono pari al 19% della somma investita. La norma prevede anche un credito d’imposta Ires-Irap per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture giudicate strategiche, di importo superiore ai 500 milioni. Dal primo gennaio 2014 è previsto l'obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamenti elettronici. Il contratto di assicurazione Rc auto non può essere stipulato per oltre un anno e non può essere tacitamente rinnovato. Presso l'Ivass viene creta una centrale antifrode. Agevolazioni fiscali arrivano per le imprese che investono in città del Sud.
Le concessioni demaniali per le spiagge, in scadenza nel 2015, vengono prorogate fino al 2020 (nonostante il parere contrario della Ue). Entro il 31 dicembre il governo dovrà varare un piano strategico per il turismo di durata quinquennale. Per le banche popolari viene mantenuto il voto capitario come principio di democrazia economica e ampliato il limite del possesso azionario per le persone fisiche che passa da 0,5% a 1% del capitale sociale della banca. Il decreto sul Ponte sullo Stretto è confluito nello sviluppo. Previsto anche un Credito d'imposta (25% dei costi sostenuti) alle imprese che promuovono l'offerta online di opere dell'ingegno (libri, giornali, musica, film e giochi) attraverso piattaforme telematiche sviluppate nel territorio italiano.
mento anche degli arretrati. Il 12 dicembre 2012, si è svolto il primo incontro per il rinnovo del contratto del settore delle imprese di pulizia e Servizi integrati-Multiservizi, in scadenza il 30 aprile 2013. La Fisascat-Cisl, che sei mesi fa aveva presentato una piattaforma di rinnovo, ha posto l’attenzione sulla necessità di una modifica della normativa vigente che punti a rafforzare il welfare e la contrattazione di secondo livello. Raggiunto un accordo per i lavoratori dell’Alitalia. Sindacati e azienda hanno optato per una regolamentazione delle relazioni industriali che porti a soluzioni alternative agli esuberi, finalizzata anche alla stipula di un contratto nazionale del trasporto aereo. Vertenze. Nonostante l’intervento del governo, i lavoratori dell’Ilva restano ancora in sospeso: l’azienda ha comunicato ai sindacati di categoria di aver chiesto fino al 31 gennaio 2013 la cassa integrazione in deroga per 1428 lavoratori, dovuta alla
decisione del gip di non autorizzare il dissequestro dei prodotti finiti. Tuttavia la cassa integrazione potrebbe venir meno con l'emendamento al decreto legge presentato in Parlamento dal ministro dell'Ambiente Clini che dovrebbe sbloccare la vendita. Restano in bilico anche i lavoratori dello stabilimento Alcoa di Portovesme: le dimissioni annunciate del governo Monti metterebbero a rischio la soluzione della vertenza, dato che il governo aveva promesso una serie di provvedimenti quali la cassa integrazione per l'indotto, gli sconti sull'energia, le risorse per il Sulcis. E il buon esito della trattativa per la vendita degli impianti di Portovesme verrebbero meno con la fine anticipata della legislatura. Ampio successo per lo sciopero dei benzinai, a cui ha aderito il 92% dei gestori italiani lanciando un segnale forte contro le violazioni delle leggi di cui sono responsabili petrolieri e banche e la sottovalutazione della situazione da parte del Governo.
trodotte con emendamenti in Commissione Bilancio del Senato riguardano: la Tobin tax sui derivati che passa da 100 a 200 euro per operazioni con sottostante oltre 1 milione; le ricongiunzioni dei contributi previdenziali che diventano gratuite per tutti coloro che sono passati dal pubblico impiego (o da un fondo sostitutivo ed esonerativo) all'Inps prima del 30 luglio 2010; lo stop alle trattenute del 2,5% sul Tfr in busta paga per i dipendenti pubblici; l’Imu, che nel biennio 2013-14 finirà per metà ai Comuni (intorno ai 7,6 miliardi), mentre il gettito derivante dalle fabbriche resterà nelle casse dell'erario; la riorganizzazione delle Province, che slitta di un anno; la tassa sui rifiuti (la nuova Tares), che si pagherà da gennaio (la prima rata, poi altre 3 rate ad aprile, luglio, ottobre); e soprattutto la nuova copertura per gli ammortizzatori in deroga. Per effetto degli emendamenti votati in Commissione al Senato, spiega
Legge Stabilità Per quanto riguarda la legge di stabilità, le principali novità in-
il segretario generale Aggiunto Cisl Giorgio Santini, aumentano di 730 milioni le risorse per finanziare gli ammortizzatori in deroga per il 2013, come il sindacato aveva chiesto in previsione di un anno che si prospetta assai critico per la nostra economia e per l’occupazione”. “Le risorse aggiuntive provengono, per 530 milioni, dal fondo di coesione per le Regioni obiettivo convergenza, e per 200 milioni da residui della legge n.247/2007 e da risorse della legge 845 diverse da quelle destinate ai Fondi Interprofessionali. Il confronto tra Governo e parti sociali ed il ruolo attivo del Parlamento - sottolinea Santini - hanno permesso di giungere a questa soluzione che la Cisl ha voluto fortemente e valuta positivamente, in quanto il fondo per gli ammortizzatori in deroga viene incrementato in maniera significativa senza intaccare, in questa fase, le risorse per la formazione”.
Sette Giorni a cura di Rebecca Argento
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azionale. Al centro della settimana sindacale appena trascorsa c’è la richiesta della Cisl di maggiore equità rivolta al mondo istituzionale, vista la probabile conclusione anticipata della legislatura. Nella sua relazione al consiglio generale, Raffaele Bonanni ha manifestato l’esigenza di una “politica per la crescita che promuova la domanda interna con un fisco più equo, con la lotta alle grandi diseguaglianze di reddito a danno dei salari e dei posti di lavoro”. E il rilancio della concertazione: “nella nuova legislatura occorre un grande cambiamento politico da affidare all'apertura di una fase costituente per una ampia condivisione attraverso la concertazione politica, interistituzionale e delle forze sociali”. Contratti. Si è risolto con la firma di un accordo presso l’Aran il problema del personale della scuola, recuperando così gli scatti di anzianità maturati nel 2011 ai fini della progressione di carriera e garantendo il pagadue volumi 2.000 pagine
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leader dell'Ue hanno un gigante autoUe, i leader I27annunciato Renault Nasce di volersi conmobilistico in Russia, nel 2013 sui prosdove a Mosca l'alleanza Reeuropei centrare Nissan simi tasselli di un' unione nault-Nissan ha firmato un bancaria, dopo aver trovaaccordo per la creazione di questa settimana un difuna joint venture con la sorinviano toficilissimo conquista accordo sulla cietà russa Rostekhnologii centralizzazione della vigile consente di prendela road lanza creditizia alla Bce. Al- Avtovaz, che re il controllo del primo coche dovrebberusso, Avtovaz. map per triro elementi nasce struttore rafforzare l'integrazioLa nuova jv punta a controlzona euro sono entro il 2016 il 40% del rafforzare nestatidellarinviati gigante lare nel tempo, mercato russo, contro il sono controversi in attuale, ha detto l'ad la Uem tanto auto 30% alcuni Paesi della Uem. di Renault-Nissan.
ha annunciato Ericsson Ericsson l'intenzione di tagliare 1.550 posti di lavopronta circa ro in Svezia. I licenziasono previsti in tutti i settori, comprese vena tagliare menti dite, amministrazione, rie sviluppo, fornitu1.550 cerca ra e servizi. La maggior dei licenziamenti posti parte arriveranno dalla divisiodi Ericsson di lavoro neancheNetworks se sono interessaqualche misura, tutin Svezia te,te leindivisioni in Svezia.
Strasburgo. 4 i settori presi di mira: appalti pubblici, fondi strutturali, amministrazioni pubbliche, aziende private
L’Europarlamentopresenterà unpianodilottaallacorruzione Gli attuali meccanismi per contrastare gli abusi nella gestione dei fondi comunitari non riescono a combattere un fenomeno che ogni anno costa all’Ue oltre 120 milioni di euro
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ruxelles (nostro servizio) - L’urgenza di un’Europa federale è legittimata anche dalla necessità di un corpus unico in grado di combattere la corruzione. Lo dice il Parlamento europeo, che a febbraio presenterà un piano di lotta in quattro settori specifici: appalti pubblici, fondi strutturali, amministrazioni pubbliche, aziende private. Ventisette diverse soluzioni per contrastare gli abusi nella gestione dei fondi comunitari e più in generale le frodi nelle pubbliche amministrazio-
ni, non potranno, infatti, mai combattere seriamente un fenomeno che va dalla grande corruzione, e che ogni anno costa all’Europa 120 milioni di euro, ai fenomeni di frode medio-piccola, che l’assemblea di Strasburgo - citando il “barometro” della corruzione globale di Transparency International - ha quantificato in 20 milioni di casi ogni anno nell’Unione europea. Venti milioni di atti di piccola corruzione commessi - e ammessi da circa 600 mila famiglie e che interessano settore sanitario (8 milioni di casi), utenze (2,8), istruzione (1,9), servizi territoriali (1,4), licenze e permessi (1,8) tassazione (1,8) ordinamento giudiziario (400mila casi), servizi doganali (400 mila), e che aprono diverse questioni, legate soprattutto alla qualità e all’affidabilità dei controlli. L’Ue sconta la mancanza di un meccanismo di monitoraggio efficace delle politiche anti corruzione negli Stati membri, spiega Theodor Skylakakis, del gruppo dei Liberaldemocratici europei (Alde) e gli strumenti a disposizione dell’Unione non
sembrano in grado di rispondere con efficacia al dilagare della corruzione. L’Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, dovrebbe teoricamente indagare sulle minacce al bilancio comunitario elaborando le politiche antifrode per la Commissione europea. Titoli, a parte, i suoi poteri sono limitati, non fosse altro perché le sue inchieste si attivano solo su segnalazione. “Ne arrivano circa 1300 l’anno - spiega il direttore dell’Olaf, Giovanni Kessler - ma noi non abbiamo poteri, né il personale, né le basi giuridiche e i mezzi per fare indagini di nostra iniziativa, non possiamo, per esempio, consultare un conto bancario o fare accertamenti su persone indagate”. Dipende, dunque, da chi segnala cosa e dalla volontà dello Stato membro, che a sua volta, riceve l’informativa dell’Olaf di intervenire concretamente. Non a caso, l’ultimo, e un po’ patetico invito della Commissione europea, che qualcuno ha avuto il coraggio di chiamare “giro di vite”, è vergato in una recente comunicazione, in cui si invita a denunciare casi di corruzione “scavalcando completamente i propri superiori gerarchici” e offrendo “salda protezione a chi denuncia irregolarità in buona fede”. I nuovi orientamenti europei - obbligatorietà della segnalazione delle irre-
golarità, possibilità di scegliere una serie di canali di comunicazioni, tolleranza zero per “eventuali ritorsioni contro gli autori di denunce”, protezione per i denuncianti, garanzia di non penalizzazione per i denuncianti nelle procedure di valutazione e promozione del personale, sostegno ai denuncianti che chiedono di cambiare posto di lavoro perché temono reazioni ostili - per quanti vaghi, sembrano cogliere nel punto la debolezza delle strutture Ue anti frode, che non è solo l’Olaf senza poteri reali, ma anche una serie di convenzioni internazionali (Ocse, Onu) sostanzialmente rimaste inattese, non ratificate o inapplicate, magari da quegli stessi Paesi che nelle occasioni che contano vengono a farti la morale. Dal 2000 a oggi, per esempio, 281 dei 647 casi inviati dall’Olaf alle autorità giudiziarie nazionali sono stati archiviati; dei dossier rimanenti, il 41% si è concluso con una condanna. Circa 150 condanne, commenta Skylakakis, in dieci anni su 20 milioni di casi di “mazzette” ogni anno: “Più facile vincere alla lotteria che subire una condanna per corruzione”.
Secondo l’Olaf , sono più di 13 mila i casi di “attività illegali” nell’uso dei fondi europei, per una perdita di denaro pubblico pari a due miliardi di euro, con il “valore” medio di ogni frode che è salito da 88 mila euro del 2008 a 152 mila nel 2010, mentre le frodi sospette ammontano a un potenziale di denaro pubblico finito nelle mani del crimine pari a 617 milioni. Non tutti gli Stati membri hanno ratificato le tre importanti convenzioni internazionali contro la corruzione, quella dell’Ocse del 1997, del Consiglio d’Europa del ’99 e delle Nazioni Unite nel 2003, a cui va aggiunta, sempre nello stesso anno, la convenzione adottata dai ministri dell’Interno dell’Ue, secondo cui “la corruzione di un pubblico ufficiale è un reato penale in tutti gli Stati contraenti”, e “che a determinate condizioni i privati possono essere perseguiti penalmente, se la società di cui sono responsabili, è impegnata in atti di corru-
zione”. Secondo un rapporto di Transparency International solo quattro Stati membri hanno applicato “seriamente” la convenzione Ocse sulla corruzione, e tra questi oltre alla Germania, Regno Unito e Danimarca, c’è anche l’Italia. Tutti gli altri l’hanno implementata in maniera molto blanda, fino ad arrivare a Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca, Grecia ed Estonia, che non l’hanno mai applicata. Pierpaolo Arzilla
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è “un bene fondamentale per la persoallarme per il dopo Monti, anche il prosBenedetto XVI: Ilna,lavoro Napolitano: Nessun la famiglia, la società”, e “a un tale bene corsimo governo manterrà gli impegni assunti un dovere e un diritto che esigono in Europa. Lo assicura Giorgio Napolitail lavoro rispondono anche dall'Italia coraggiose e nuove politiche del lavoro per tutno parlando agli ambasciatori di tutto il mondo riLo afferma Benedetto XVI nel suo Messaggio al Quirinale per la tradizionale cerimonia è un diritto, ti”. prossimo cevuti per la Giornata mondiale della pace 2013. degli auguri di Natale. capo dello Stato, che parlerà compiutamente il Papa: “L’operatore di pace deve annecessarie Sottolinea Governo Ildella vicenda che ha portato alla decisione di andache tener presente che, presso porzioni crescenre al voto anticipato soltanto lunedì prossimo in ti dell’pinione pubblica, le ideologie del liberidei saluti con le alte cariche dello Stato, politiche smo menterrà occasione radicale e della tecnocrazia insinuano il conha voluto dare però un primo segnale dopo il vertivincimento che la crescita economica sia da condi giovedì del Partito popolare europeo. anche a prezzo dell'erosione della funnuove e seguire impegni ceD’accordo con Napolitano il premier uscente, che zione sociale dello Stato e delle reti di solidarieglissa ancora sul suo prossimo impegno in politità della società civile, nonchè dei diritti e dei docoraggiose veri sociali”. con la Ue co.
“La democrazia in Europa. Guardare lontano”, scritto con l’europarlamentare francese liberal-democratica Sylvie Goulard
IlMonti-pensiero Scoperteeconferme Al centro della riflessione i temi dell’euro e dell’economia sociale di mercato Per costruire il futuro “non basterà l’intelligenza di politici e tecnici: servira il cuore dei cittadini” di Franco Chittolina *
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a oltre un anno a questa parte molti italiani hanno cominciato a conoscere Mario Monti. Ne hanno scoperto il profilo di tecnocrate apprezzato in Europa e nel mondo, poi via via il governante severo del rigore, il pedagogo delle lunghe e anche un po’ noiose conferenze stampa. Negli ultimi tempi l’attenzione si è spostata sul futuro di Monti, che più d’uno vorrebbe ancora alla guida del prossimo governo, qualcun altro al Quirinale o in Europa e qualcun altro di ritorno alla Bocconi, di tutte l’ipotesi più improbabile. Vale la pena allora provare ad approfondirne un po’ la conoscenza, anche grazie al libro appena pubblicato con l’europarlamentare francese liberal-democratica, Sylvie Goulard, con un titolo ambizioso, forse trop-
po: La democrazia in Europa. Guardare lontano (Rizzoli, 2012, 18 euro). Diciamo subito che è senz’altro condivisibile la scelta di mettere al centro della riflessione il tema della democrazia, quello che ci interpellerà nei prossimi mesi e anni in Italia e in Europa. Giusto anche cominciare dall’Europa, per portare alla luce da una parte le virtù sottovalutate delle istituzioni comunitarie e i vizi nascosti delle democrazie nazionali e chiarire che “l’Europa comunitaria non è un abominio e che neanche lo Stato nazione è il migliore dei mondi possibili”: una premessa che consente di proseguire la riflessione e “affrontare la questione delle lacune della democrazia europea” (p. 39). Seguono due capitoli ispirati alla definizione di democrazia di Abraham Lincoln “Il governo
L’ultimo Rapporto ILO 2012 sulle tendenze globali dell’occupazione femminile (Global Employment trends for women) fotografa un andamento negativo del divario di genere, specchio della crisi economica in cui versano le economie mondiali. Le differenze di genere sono analizzate attraverso 5 chiavi di lettura: disoccupazione, occupazione, partecipazione alla forza lavoro, vulnerabilità, segregazione professionale e settoriale. I dati rilevano che dal 2002 al 2007, il tasso di disoccupazione femminile era del 5,8%, rispetto al 5,3% di quello maschile; la crisi ha aumentato tale differenza innalzando il divario dallo 0,5% allo 0,7%. Di fatto sono stati, quindi, distrutti 13 milioni di posti di lavoro ricoperti da donne, ed è una parabola negativa che, secondo le conclusioni tratte dal Rapporto, non è destinata a migliorare nei prossimi anni. Il gender gap, in relazione al rapporto impiego-popolazione, se pure leggermente diminuito prima della crisi - soprattutto in America Latina e Caraibi, nelle economie avanzate, in Africa e Medio Oriente rimane comunque particolarmente elevato, stazionandosi a 24,5 punti. Il tasso della partecipazione alla forza lavoro ha visto un calo, per entrambi i sessi, determina-
del popolo, da parte del popolo, per il popolo”. Per la verità nel libro manca il capitolo sul governo “da parte del popolo” e non è sicuro che sia solo una dimenticanza, vista anche la reticenza di Monti ad associare in Italia le parti sociali al processo decisionale, ma forse si tratta solo di un sospetto. Centrale nell’argomentazione degli autori il ruolo del Parlamento Europeo e la forza che potrebbe venirgli dalla sua legittimità popolare diretta a fronte di quella indiretta, ma tuttora con un potere di gran lunga prevalente, del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di governo. Si innestano qui riflessioni poco condivisibili sulla centralità del “popolo” europeo, ostinatamente declinato al singolare quando una delle forze, se non dell’identità, dell’Europa è pro-
prio la pluralità dei suoi popoli, fondamenti di una democrazia nuova e complessa “tra le nazioni” in grado di anticipare proposte per la futura “governance” mondiale. Più convincenti gli spunti suggeriti dalla crisi dell’euro e riassunti nel timore espresso da Amartya Sen che “l’euro possa spazzare via la democrazia in Europa” (p. 68). Non sorprende invece il rilievo accordato al mercato unico, visione talmente montiana che il nostro Presidente del Consiglio non esita a citarsi alla terza persona (p. 105), senza tuttavia che sia chiaro al lettore – e forse nemmeno agli Autori – che cosa sia un’autentica “economia sociale di mercato”, salvo citare l’esempio tedesco depurandolo di una dimensione essenziale come quella della concertazione con le parti sociali.
Filo diretto con il Centro Marco Biagi / 233
Gender gap: una chiave per la crescita to da cause riconducibili all’istruzione, all’invecchiamento nonché all’effetto “lavoratori scoraggiati”; ossia quei disoccupati che rinunciano a cercare lavoro perché la contrazione dal lato della domanda delude le loro aspettative, scoraggiandoli. L’indicatore sulla segregazione per settore economico rileva che le donne hanno una scelta occupazionale più limitata. Negli ultimi anni è aumentato il numero delle donne che abbandonano l’agricoltura, nei paesi in via di sviluppo, e il settore dell’industria, nei paesi più evoluti, per passare, in entrambi i casi, al settore dei servizi. Ciò è dimostrato dai dati: l’occupazione femminile nell’industria, nelle economie avanzate, si è dimezzata, mentre nei servizi ha raggiunto una presenza dell’85%, con punte elevate nell’insegnamento e nella sanità. L’indicatore sulla segregazione professionale consente di ri-
levare la tipologia occupazionale delle donne impiegate principalmente come commesse, in attività di ufficio e di servizi alla persona. Tale tendenza, che ha subìto un calo nel corso degli anni ’90, si è stabilizzata, negli ultimi dieci anni. Sul fronte degli impieghi più vulnerabili, la percentuale di donne è pari al 50% e superiore di 2 punti percentuali rispetto a quella maschile. Il rapporto raccomanda l’estensione di misure di protezione sociale per ridurre la vulnerabilità delle donne e allo stesso tempo incoraggia investimenti nello sviluppo di competenze, nell’istruzione e nelle politiche per promuovere l’accesso all’occupazione. Un ruolo cruciale è attribuito alle famiglie per superare i pregiudizi legati al lavoro delle donne. A tal fine è importante migliorare le infrastrutture per ridurre il carico domestico; fornire servizi per la cura, in parti-
Molte altre pagine meriterebbero di essere segnalate, come quelle su temi oggi di grande attualità come il bilancio dell’Unione e la sua inesistente politica fiscale o quelle sulle prospettive future dell’UE alla quale si propone di mantenere la rotta tornando a puntare sull’unità e di prevedere modalità precise per l’inevitabile revisione dei Trattati, prendendo in carico le attese delle generazioni future. Il libro si conclude con la lista sintetica di dodici idee che “stanno a cuore” agli Autori: il che, oltre˘ rassicurarci che anche il nostro Presidente del Consiglio ha un cuore, ricorda a tutti noi che non basterà l’intelligenza né dei politici né dei tecnici per costruire l’Europa di domani, ma sarà necessaria anche e soprattutto quella dei suoi cittadini e del loro cuore. * presidente Apice
colare quelli destinati ai bambini; equilibrare le differenze di genere nel lavoro retribuito e non retribuito, attraverso programmi che promuovano un’equa ripartizione delle responsabilità familiari. Non solo. E’ fondamentale anche riconsiderare i costi-benefici nella specializzazione di genere, garantendo che le imposte e le sovvenzioni non creino disincentivi per le famiglie con due fonti di reddito; compensare le diseguaglianze in termini di opportunità di impiego tra donne e uomini, per ridurre l’impatto negativo delle interruzioni di carriera attraverso congedi di maternità retribuiti e il diritto a ritornare al proprio posto di lavoro. Ridurre il gender gap non è, quindi, una questione di e per le donne, ma un punto importate per la crescita economica di quei paesi che avranno la sensibilità di comprenderlo per tempo. Roberta Caragnano Rosita Zucaro Approfondimenti Il Rapporto Global Employment trends for women 2012 curato dall’ILO in collaborazione con UN Women è consultabile nell’Osservatorio Pari Opportunità di Adapt su www.bollettinoadapt.it
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La filosofia ci salvera? Il trono vuoto, un libro di Roberto Andò tra finzione e verosimiglianza sulla crisi del potere politico e sullo smarrimento esistenziale
Parole per la mente Consigli di lettura per alimentare il naturale bisogno del nostro spirito (nelle pagine centrali) VIA PO CULTURA - DORSO SETTIMANALE DI CONQUISTE DEL LAVORO - 792
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L’era del narcisismo: il primato dell’immagine riflette il culto del corpo dominante rispetto allo spirito a pagina 10
diretto da Mauro Fabi
Dieci anni cruciali 2001-2011: una cronologia degli eventi che hanno cambiato il mondo
VIA PO CULTURA
di SALVATORE VENTO
conquiste del lavoro
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ll'inizio del nuovo anno è bene riflettere sul decennio che ci sta alle spalle. Gli eventi sono stati così rapidi e continui da rendere difficile vivere il presente come storia: è come se vivessimo in una rivoluzione permanente, quella rivoluzione che la generazione del '68 aveva sognato, ma che l'attuale generazione vede in maniera capovolta con una continua alternanza tra progresso e barbarie; tutti rimaniamo spaesati. La lettura del libro sulla cronologia del decennio duemila (Loretta Napoleoni, 10 anni che hanno cambiato il mondo. Una cronologia dal 2001, Bruno Mondadori, pp 170, 2012), particolarmente centrata sugli Stati Uniti e a livello internazionale, ci può aiutare a capire meglio cosa è successo; il suo scopo è dimostrare che esso ha profondamente cambiato il mondo mettendo in moto quello che Steve Jobs ha definito “stile di vita digitale”. Gli attacchi dell'11 settembre 2001 sono considerati l'evento principale,
ma i cambiamenti di quel decennio vanno ben oltre la minaccia del terrorismo. Secondo Loretta Napoleoni, la rivoluzione tecnologica, il diffuso utilizzo del web, l'avvento dei social media e la ricerca sulle cellule staminali sono alcune delle innovazioni che hanno dato vita a un nuovo illuminismo. Da questo punto di vista il libro si propone di mostrare le innovazioni che influenzeranno i decenni futuri. Nell'arco di dieci anni, i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) hanno assunto un ruolo di primo piano nell'economia mondiale. Una rivoluzione guidata dai giovani, forti del potere dei social media, ha utilizzato il web per rifiutare valori obsoleti, rivendicando per le nuove generazioni un ruolo attivo in una società dove i giovani erano solo consumatori. Nella prima pagina si dà uno sguardo all'anno considerato secondo i seguenti parametri: il Pil mondiale (e quello degli Stati Uniti, Giappone, Germania, Italia), la popolazione mondiale,
i disastri naturali, il debito federale USA, la disoccupazione, il prezzo medio del petrolio, l'indice del prezzo annuale del cibo, la spesa militare, la persona dell'anno secondo la rivista “Time”, i vincitori del Premio Nobel per la pace. Le pagine successive sono dedicate alla descrizione degli eventi principali. Cominciamo con l'11 settembre 2001 quando a partire da quel giorno il movimento contro la globalizzazione basata sullo sfruttamento (a Seattle nel 1999, a Genova con i 200mila manifestanti contro il G8), che in passato aveva occupato il primo posto nell'agenda politica mondiale, si trova subordinato alla guerra al terrorismo. Il libro di Samuel Huntington (“Lo scontro di civiltà”) fornisce l'impalcatura ideologica alla crociata del presidente Bush. In Italia si inaugura la XIV legislatura con la vittoria di Silvio Berlusconi. Nel 2002 sul versante della “new economy” esplode la bolla dovuta a enormi somme di denaro investite in
imprese on line con scarse prospettive di profitto. Fallisce la multinazionale Enron operante nel campo dell'energia: su oltre 800 società da essa costituite, 600 avevano la sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman; il suo fallimento porta alla dissoluzione della Arthur Andersen, una delle maggiori società di revisione contabile al mondo. L'AOL Time Warner perde 54 miliardi di dollari. L'Argentina va in crisi e non è in grado di restituire un prestito di 805 milioni di dollari alla Banca Mondiale. Per i paesi europei l'evento positivo dell'anno è la nascita dell'euro. Nel 2003 la spesa militare degli USA supera i 400 miliardi di dollari pari al 47,5% della spesa militare mondiale. Gli Stati Uniti dopo una martellante campagna mediatica costruita su prove create ad arte (la presenza di armi di distruzione di massa), decide di invadere l'Iraq: Bush e Tony Blair, USA e GB ancora una volta insieme. L'11 marzo del 2004 i terroristi jihadisti colpiscono la Spagna nella
stazione Atocha di Madrid: muoiono 191 persone e 1800 rimangono ferite. In Russia agiscono i terroristi ceceni che prendono in ostaggio 1200 bambini in una scuola a Beslan, interviene la polizia e nella sparatoria muoiono 340 persone. In Europa i paesi dell'est entrano nell'UE (Polonia, Paesi baltici, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) oltre a Malta e Cipro. Google rende disponibili le sue azioni al pubblico: l'offerta iniziale di acquisto è di 21 miliardi di dollari! L'evento naturale più catastrofico è lo tsunami che colpisce il sudest asiatico uccidendo più di 200mila persone dalla Thailandia alla Somalia, le onde raggiungono un'altezza di 6-9 metri. L'anno seguente è la volta dell'uragano Katrina che colpisce New Orlens, la capitale del jazz, l'acqua sommerge l'80% della città: crolla il sistema di protezione civile americano. Il debito delle famiglie americane raggiunge
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SEGUE
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DA PAGINA 5 - DIECI ANNI CRUCIALI quasi il 140% del Pil: sono segnali preoccupanti che diventeranno drammatici nel prossimo futuro. Il 7 luglio a Londra il terrorismo colpisce la metropolitana e un bus provocando la morte di 56 persone e il ferimento di circa mille. Il 64% dei britannici attribuisce la colpa degli attentati alla decisione di Blair di dichiarare guerra all'Iraq. A livello di web abbiamo il primo video caricato su You Tube chiamato “Me at the zoo” che mostra il fondatore, Jawed Karim, allo zoo di San Diego. In Europa si svolgono i referendum francesi e danesi che rifiutano la proposta di Costituzione europea, mentre in Germania viene eletta a capo del governo Angela Merkel, la prima donna cancelliere. In Italia il 16 ottobre 2005 si svolgono per la prima volta nella storia dei partiti politici italiani le elezioni primarie per la scelta del candidato premier dell'Ulivo: vince Romano Prodi con oltre il 74% dei voti su un totale di 4 milioni di votanti. Nel 2006 il Medio Oriente è in fiamme. Hamas vince le elezioni in Palestina e la guerra tra Israele e Libano (Hezbollah) si prolunga per 34 giorni provocando la morte di 1200 cittadini. Nel mondo digitale si afferma la filosofia del web 2.0 basato sull'interazione e la
partecipazione degli utenti, Google acquista You Tube. L'inglese BBC aderisce entusiasta al nuovo sistema e adotta un piano per ricostruire radicalmente il proprio sito (bbc.co.uk) attorno a contenuti generati dagli utenti, inclusi blog e video amatoriali. Contemporaneamente si diffonde la tecnologia Wi-Fi. Ecco perché la rivista “Time” sceglie “Tu” persona dell'anno: nella copertina è stampata una superficie argentea che funge da specchio in cui ogni lettore può vedere riflesso se stesso in grado di afferrare le redini dei mezzi d'informazione. Negli Usa cresce la protesta contro Bush e nelle elezioni a medio termine vincono i democratici: Nancy Peloso diventa il primo presidente donna della Camera dei Rappresentanti. In Italia alle elezioni per la XV legislatura (aprile 2006) viene eletto Romano Prodi a capo del governo, mentre Giorgio Napolitano sale al Quirinale come Presidente della Repubblica. Nel 2007 vengono pubblicati
dati allarmanti sulle disuguaglianze: negli Stati Uniti l'1% della popolazione detiene il 45% della ricchezza della nazione. Un altro dato allarmante è il numero dei suicidi nelle forze armate: oltre 6mila veterani si sono tolti la vita (epidemia di suicidi), più del numero totale di militari uccisi mentre erano in missione in Iraq o in Afghanistan fin dall’inizio delle due guerre. Secondo la Banca dei regolamenti internazionali il valore nominale di tutti i contratti in essere dei prodotti finanziari non quotati in borsa raggiunge i 600 mila miliardi di dollari, 11 volte l'intero prodotto mondiale. Arriviamo così al 2008 economicamente caratterizzato dal crollo della Lehman Brothers e dalla conseguente crisi che si diffonde in tutto l'Occidente. A causa di enormi problemi di liquidità il governo americano nazionalizza Fannie Mae e Freddie Mac, le società che avevano cartolarizzato la maggior parte dei prestiti ipotecari americani. Il debito privato raggiunge il 290% del Pil. Il Presidente Bush annuncia che il governo presterà 17,4 miliardi di dollari alla Generel Motors e alla Chrysler. Gli economisti Joseph Stiglitz e Linda Bilmes pubblicano una ricerca con le stime dei costi della guerra in Iraq: 3000 miliardi di dollari. Bill Gates annuncia l'acquisto di
Yahoo! e comunica il suo ritiro dopo 33 anni a capo di Microsoft. Alle elezioni presidenziali vince Obama con lo slogan “Yes, we can” e ottiene il 70% dei voti tra gli americani sotto i 25 anni; è la generazione digitale che porta alla vittoria Obama, dopo otto anni di amministrazione Bush. In Italia, nel mese di ottobre, nasce il Partito democratico e il segretario viene eletto con le primarie vinte da Walter Veltroni che ottiene il 75% dei voti dei 3,5 milioni di votanti. Alle elezioni della XVI legislatura torna a vincere Silvio Berlusconi che forma il suo quarto governo. Nel 2009 l'UE accantona la Costituzione e decide di cambiare la cornice istituzionale con il Trattato di Lisbona che entra in vigore il primo dicembre 2009. Dopo le dimissioni di Veltroni, seguite alla sconfitta elettorale delle politiche dell'anno precedente, le primarie per l'elezione del nuovo segretario del PD sono vinte da Pier Luigi Bersani col 53% dei voti degli oltre 3 milioni di elettori. Nel 2010 il premio
Nobel per la pace viene assegnato allo scrittore cinese Liu Xiaobo per la sua lunga battaglia non violenta per i diritti umani fondamentali in Cina. La bufera del debito pubblico colpisce l'Europa provocando gravi difficoltà all'eurozona, la Grecia è la prima a soccombere (il FMI e l'UE offrono una linea di credito di 110 miliardi di dollari). Il premier cinese Wen Jiabao annuncia che la Cina intende comprare titoli di stato della Grecia per favorire, tramite i porti, il suo accesso al mercato europeo. Shanghai ospita l'Expo e per diversi mesi il mondo si raduna nella metropoli cinese e tocca con mano il nuovo status economico raggiunto dalla Cina. A Dubai viene inaugurato l'edificio più alto del mondo (828 metri di altezza). Dilma Rousseff vince le elezioni presidenziali brasiliane e assume l'impegno di continuare la politica del suo predecessore Lula. Il valore di Facebook è stimato in 41 miliardi di dollari e diventa la terza società internet dopo Google e Amazon. L'Apple lancia il tablet iPad. Le autorità
birmane liberano Aung San Suu Kyi detenuta per circa 15 anni. Negli Usa dopo una forte opposizione viene approvata la legge di riforma sanitaria. Nel 2011 la popolazione mondiale reggiunge i 7 miliardi. Il Pil dell'Italia è di 2.180 miliardi di dollari secondo stime del FMI. Iniziano le lotte di nuovi movimenti: nasce la “primavera araba” che abbatte i capi di stato di Tunisia (Ben Ali), Egitto (Mubarak dopo 30 anni di potere), Libia (Gheddafi). Le rivolte esplodono quando il fruttivendolo tunisino Mohamed Bouazizi si dà fuoco per protesta contro le vessazioni subite da parte della polizia. I giovani scavalcano i mezzi di comunicazione ufficiali sottoposti a censura e ricorrono ai social network. Gli investimenti cinesi in Africa superano i 110 miliardi di dollari. Gli Usa raggiungono il tetto del debito che è di 14.300 miliardi di dollari. La Cina è il maggior creditore e esprime forti preoccupazioni. A Londra e in altre città inglesi nel mese di agosto esplode la rivolta dei
giovani figli d'immigrati, vengono assaltati i negozi che vendono i prodotti simbolo del benessere: dai telefonini all'oggettistica elettronica, alle scarpe. A New York un gruppo di manifestanti si accampa a Zucotti Park sotto lo striscione “Occupy Wall Street”; afferma di rappresentare il 99% degli americani che non hanno visto aumentare i loro redditi come invece è successo per l'1% più ricco. Sotto la pressione dei mercati finanziari Berlusconi si dimette. Dopo una campagna contro i premier italiano l'”Economist” esce con il titolo “La fine di Berlusconi. Alleluja”. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiama un governo tecnico a guidare il paese fino alle elezioni del 2013. Nasce il governo presieduto da Mario Monti. In Pakistan viene ucciso Bin Laden. In Siria il governo di Assad reprime con la violenza e i bombardamenti il movimento di protesta. L'evento naturale più devastante colpisce la costa orientale dell'isola di Honshu, perdono la vita 15.000 persone e circa 10mila risultano dispersi. Muore Steve Jobs co-fondatore di Apple per un tumore al pancreas. In Norvegia Anders Breivic, fondamentalista cristiano impegnato nella lotta contro l'islam e i sostenitori di una società multiculturale, semina una strage sulla piccola isola di Utoya, vicino a Oslo dove si stava svolgendo un campus giovanile dei giovani laburisti: uccide 68 giovani. Infine nella post fazione Loretta Napoleoni ribadisce il suo inno alla rivoluzione digitale. I social media hanno costituito un'arena d'incontro per le persone e la tecnologia ha fornito i mezzi per diffondere in tempo reale e a livello globale le notizie create dalla gente. Oggi le immagini trasmesse su You Tube sono più forti di qualunque arma. Purtroppo, però, aggiungo io, continuano le guerre e l'uso delle armi in molte parti del mondo non conosce tregua. Salvatore Vento
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a redazione della voce dedicata a Francis Jammes nella Grande Enciclopedia Treccani venne affidata a Diego Valeri, il saggista e poeta veneto, scomparso nel 1976, a suo tempo assai noto e stimato e oggi pressoché dimenticato, il quale, riferendosi all’autore francese, scrisse: “La sua forza di poeta è sempre la stessa: la facoltà cioè di assumere direttamente dall’umile realtà che lo circonda le immagini che gli occorrono a esprimersi, e di versare in quelle immagini familiari una meraviglia e una gioia, manifeste, e una passione e una malinconia, segrete, in cui si rispecchiano la bellezza e il mistero della vita. Poeta di “cose”, felice scopritore di “particolari”, Jammes ha qualche somiglianza con il Pascoli”. Leggendo Il crocifisso del poeta, ho potuto verificare che il giudizio espresso da Valeri è molto acuto e aderente alla scrittura jammesiana e, in ciò, mi ha confortato anche l’autorevole nota finale di Giancarlo Pontiggia che sottolinea la presenza, nei versi di Jammes, di immagini arcaiche e della “nostalgia per una natura armoniosa, dolce e quieta”. Certo, le tematiche che percorrono questo libro sono ben diverse da quelle che potremmo definire pascoliane: qui si parla del mistero più sconvolgente della storia dell’umanità, si parla della Croce di Cristo, e se ne parla con accenti drammatici e ricchi di appassionata partecipazione; ma non per questo vengono meno quelle caratteristiche della scrittura jammesiana a cui fa cenno Valeri: non casualmente l’autore vede nel Legno piantato sul Golgota la speranza di poter redimere il mondo moderno sempre più sfigurato e disumano, mentre il Cristo sofferente, che a quel Legno è appeso, si rende mirabilmente vicino al dolore dell’uomo e dell’intero creato. Jammes nacque nel 1868, a Tournay, negli Alti Pirenei, e trascorse gran parte della sua vita in campagna, rimanendo profondamente legato alla
Ilmisterodella croce Il crocifisso del poeta, di Francis James pubblicato dall’editore Medusa di MAURIZIO SCHOEPFLIN mentalità e alle tradizioni di questi ambienti. Del 1905 è il suo ritorno al cattolicesimo, una conversione forte che, tuttavia, non cambia il suo stile poetico, ma lo raffina e lo fortifica “Cristo – scrive ancora Pontiggia – è colto nelle immagini arcaiche di un uomo che maneggia gli strumenti umili di un falegname o si abbandona ai gesti semplici, elementari di un mondo preindustriale”. La fedeltà al cristianesimo e la fedeltà ai gesti quotidiani dell’uomo di campagna finiscono per compenetrarsi e approdano a una severa denuncia della modernità arida e senza cuore, che abbrutisce gli animi e si dimentica completamente degli ultimi, dei poveri e degli umiliati. Ecco un esempio eloquente della poesia jammesiana: “E’ questo essere riuniti, / Uccelli di uno stesso nido, / Quando l’uno per l’altro si trema …/ E’ ben questo essere insieme? / Ma quando lo faremo, / Questo nido, sulla vostra fronte, / Tutta irta di spine, / Che ci proteggeranno: / Nella vostra lana fine, / Agnello, resteremo, / Senza timore di cadere O di volare alla tomba. / Sarà per sempre / L’amore”. Francis Jammes morì nel 1938. Apprezzato in vita da Mallarmé, Kafka, Proust e Rilke, ispirò anche il celebre cantautore Georges Brassens, che una ventina d’anni dopo la sua morte volle incidere uno dei suoi pezzi più ispirati, rifacendosi a cinque strofe del componimento intitolato Rosario. Francis Jammes, Il crocifisso del poeta, Medusa, 2012, pp. 96, euro 13,00
Isantideicarcerati di ARMANDO LOSTAGLIO
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ono di quei libri preziosi ma di non facile reperimento. Ve n’è uno particolarmente originale perché stampato e rilegato a mano, artigianalmente, come si faceva un tempo. E’ la pubblicazione “I Santi Patroni dei carcerati” curato da mons. Pasquale Di Giacomo, che da diversi anni svolge il delicatissimo compito di Cappellano presso la Casa Circondariale di Melfi, in Basilicata. Proprio in un periodo che annuncia la Festa, particolarmente sentito da chi vive il dramma della detenzione, la lettura del testo con le vite semplici dei Santi protettori assume un ruolo riconciliante, un esame a ritroso non già di espiazione. Sarà la Natività. Scrive infatti don Pasquale nella introduzione: “Non vi è dubbio alcuno che la salvezza dell’uomo è operata in esclusiva da Nostro Signore Gesù Cristo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti
altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”. Ma anche la testimonianza dei Santi diviene momento di riflessione, ed è in questa direzione che il lavoro di ricerca svolto con un folto gruppo di reclusi, assume una valenza propedeutica e di ricerca interiore, prima ancora che didattica. Don Pasqualino raccoglie le vite semplici dei Santi e le immagine sacre analizzandone le esperienze e gli esempi, con la motivazione per la quale sono diventati nel tempo Santi Patroni. Scopriamo così l’apostolato svolto a Torino da San Giuseppe Cafasso, il quale trascorreva molte ore con i detenuti. Aveva parole di conforto anche verso i carcerieri. E la vita di San Leonardo di Limoge, vissuto in Francia nel V secolo. Ma forse il primo santo di riferimento, che subì durissima reclusione fino alla decapitazione, è San Giovanni Battista.
Quindi San Disma, il buon ladrone della Croce di Gesù, e via via il “calendario” tocca Santi contemporanei, come San Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco sacrificato nel campo di sterminio di Auschwitz. Pure per mano nazista finì in devozione la vita di Santa Teresa Benedetta della Croce, che in vita era la filosofa Edith Stein, la prima ebrea a convertirsi al cristianesimo. Il testo di don Pasqualino e dei suoi collaboratori (allievi del corso di legatoria) è ricco di storie sacre ma anche laiche, come quella del beato Bartolo Longo, originario di Latiano (Brindisi) e fondatore della Basilica della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Un percorso di lettura gradevole, che arricchisce e riconcilia con le indigenze dell’uomo privato della libertà; e si conclude con la preghiera a San Basilide Martire, patrono della Polizia penitenziaria.
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Parole per la mente Consigli di lettura per alimentare il naturale bisogno dello spirito a cura di MARIA ISA D’URSI
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Il piacere della lettura Si è conclusa a Roma Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola editoria di ROBERTA LOMBARDI
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ra le fiere di artigianato e i mercatini natalizi, si può inserire, perché no, anche la fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, appena terminata. Promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, apre ogni anno da undici edizioni nel weekend a ridosso dell’Immacolata. Il libro, vessato da un lato dai colpi di frusta dalla crisi economica, dall’altro da una popolazione poco dedita alla lettura come quella italiana, dall’altro ancora dall’incombere dell’e-book, appare sempre più un oggetto sacro e vulnerabile. A volte da attaccare al respiratore artificiale, a volte da incensare contro tutto e tutti. Non parliamo delle piccole e medie case editrici di cui questa fiera si occupa. Andare a “Più libri più liberi”, così come andare in una libreria che non sia una grande catena, assume sempre più la connotazione di un gesto eroico. Eppure, al tempo stesso, la lettura si fa più “performativa”, o per usare un termine corrente, “social”. Gli incontri tra scrittori e pubblico sono sempre più graditi e richiesti, con file chilometriche di persone che aspettano per un’ora, per esempio, l’incontro di Massimo Fagioli. In assenza delle “grandi narrazioni”, come definì Lyotard le grandi ideologie del passato, abbiamo bisogno di piccoli cantori del presente. Un po’ “one-man-show”, un po’ tuttologo, allo scrittore sono richieste doti sempre più sofisticate di comunicazione. Accedere a ciò che sta dietro al libro a volte diventa più interessante del libro stesso. Umanizzare, dare calore alla lettura, ci avvicina a quello che è stato devastato da anni di noiosa formazione scolastica. Allora gli scrittori vivono, esistono, e le loro opere non sono calate dall’alto per un volere superiore il cui motivo ultimo non ci resta che accettare per fede? Il libro si è finalmente incarnato. Alleluja! Poi ci sono i “social network”, come twitter e facebook , che ci rimandano costantemente le frasi più belle o i momenti più toccanti della fiera, facendoci un po’ rosicare che, accidenti, ero lì e non qui. Partecipare vuol dire anche scegliere, noi invece vorremmo volare come fringuelli tra il meglio di tutto, toccando attimi di ubiquità. E c’è il vivace caos tra gli stand di case editrici la cui esistenza magari scopriamo solo in quel momento.
Così, mentre l’eroico lettore continua la sua battaglia contro i mulini a vento che vogliono macerare tutto, anche la piccola editoria, come recita il comunicato stampa di chiusura della fiera, “resiste”. Snoccioliamo un po’ di numeri che ormai nell’epoca dello “spread” (termine che in italiano ha una curiosa consonanza con sprezzante e con una pernacchia, e sarà per questo che è così efficace) anche i più irremovibili letterati e analgebrici si sono abituati a recitare. In fiera ci sono stati infatti 400 espositori, con 60 mila titoli, e sono state 50 mila le “presenze” registrate, non specificato se aliene o umane. E per chi crede che per risollevare l’editoria italiana ci voglia un miracolo, sabato, giorno dell’Immacolata, le vendite sono raddoppiate rispetto al comune sabato non festivo all’anno precedente. Hanno aperto e chiuso l’evento due grandi protagonisti della realtà libraria, e non solo, italiana: si è partiti con la lectio magistralis di Massimo Cacciari e si è arrivati all’incontro finale e gremitissimo con Andrea Camilleri. Non sono mancate tavole rotonde sui temi più pressanti per l’editoria, così come la diretta di Fahrnheit, la trasmissione di Radio3 diretta da Marino Sinibaldi, che ha votato come libro dell’anno “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas (Marcos y Marcos). E con 280 appuntamenti in fiera e140 iniziative in 50 luoghi della città, ci sono state momenti unici come le letture di alcuni brani dei “Sillabari” di Goffredo Parise da parte di Nanni Moretti, tanto fumetto e graphic novel grazie anche alla presenza di Zerocalcare, e protagonisti musicali come Pierpaolo Capovilla, leader del Teatro degli Orrori, e Vasco Brondi, così come l’esibizione musicale di un’ “emergente” della canzone pop, la poetessa Patrizia Cavalli, di cui Diana Tejera ha musicato le poesie per Voland. Venerdì 7 il Sottosegretario per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo aveva annunciato un tavolo interministeriale per il libro e l’editoria, ma il giorno dopo gli scenari politici italiani erano già cambiati radicalmente. Vedremo cosa succederà, intanto si può iniziare con una buona azione natalizia: non solo regalare libri, ma godersi l’insostenibile piacere di una buona lettura.
e l'arte di Picasso sconvolge ancora oggi, figurarsi quali reazioni poteva provocare nei primi decenni del Novecento. Possiamo averne una prova leggendo le critiche che scrissero i due filosofi russi Bulgakov e Berdjaev nel libro “Il cadavere della bellezza. La crisi dell'arte”, dopo aver visitato la mostra dello spagnolo alla galleria Šcukin di Mosca nel 1914. Era la prima volta che venivano presentati al pubblico russo i suoi quadri, e subito fu chiaro che ci si trovava di fronte ad un cambiamento epocale. Sergej Bulgakov, filosofo, teologo e scrittore russo, dopo quella visione scrisse a tal proposito “Il cadavere della bellezza”, un trattato in cui esprime le sue inquietudini per il futuro e la sopravvivenza dell'arte. Per lui, passato dall'ateismo marxista al cristianesimo ortodosso, le opere di Picasso sono quasi un oltraggio alla creazione divina, un gioco perverso in cui tutto ciò che c'è di bello e di perfetto viene trasfigurato in qualcosa di orribile e mostruoso, stravolgendo e frantumando la presenza umana. Il secondo saggio, “La crisi dell'arte”, è del filosofo russo Nikolaj Berdjaev, zelante cristiano ortodosso, la cui speculazione filosofica verteva intorno ai concetti di creazione e libertà. Nel suo testo sottolinea che "Il vecchio ideale di bellezza classica è tramontato per sempre e siamo coscienti che l'arte non potrà più tornare alle sue forme; l'arte oggi cerca convulsamente di uscire dai propri confini… L'uomo dell'ultima ora vuole realizzare con la sua creatività ciò che non è mai esistito prima d'ora e nella sua frenesia oltrepassa ogni limite e ogni confine." S. Bulgalov, N. Berdjaev, Il cadavere della bellezza. La crisi dell'arte, Edizioni Medusa, Milano 2012, euro 15,00 “L’occhio del regista" di Laurent Tirard è un libro a metà strada fra un testo per addetti ai lavori e un volume ricco di curiosità lecite per chiunque ami il cinema e desideri conoscere cosa ci sia dietro e dentro la realizzazione di un film, su cosa "muova" la macchina da presa in direzione di un volto, piuttosto che di un paesaggio, su cosa spinga un autore a raccontare una storia piuttosto che un'altra, e sul perché si scelga di fare questo mestiere, in cui non esistono regole scritte uniche e valide per tutti, ma per comprendere il quale non si può prescindere dall'esperienza dei grandi maestri. E' una sorta di manuale, ricco di aneddoti, tecniche e trucchi provenienti dai migliori cineasti degli ultimi anni. L'autore, Laurent Tirard, un critico cinematografico di una nota rivista francese, nonché regista anch'egli, ha raccolto, in questo suo volume, 25 interviste ad altrettanti maestri della regia, e ne ha fatto un saggio in cui ciascuno racconta il suo personale modo di fare cinema. I nomi sono tutti altisonanti, il meglio della
tradizione cinematografica europea, americana e asiatica da Scorsese a Woody Allen, da Almodóvar a Bernardo Bertolucci, dai fratelli Coen a Cronenberg, da Jean-Luc Godard a David Lynch, da Roman Polanski a Oliver Stone, fino a Wim Wenders. Laurent Tirard, L'occhio del regista, Minimum Fax 2012, pp. 293, euro 16 Letture Tutti i romanzi del lucano Andrea Di Consoli si snodano lungo i percorsi di una formazione che si risolve sempre nel suo contrario. Che si tratti di autobiografia pura, come in “Il padre degli animali”, del 2007, o mimetica, come in “La curva della notte”, dell’anno successivo. Questo perché è impossibile per un uomo del sud evitare il confronto perenne con il proprio retaggio . Protagonista del suo nuovo romanzo “La Collera” è Pasquale Benassìa. In lui l’autore riversa la propria ambivalenza rispetto al territorio che conosce di prima mano: la Calabria di confine con la Lucania. “La collera” inizia con la morte di Pasquale Benassìa, militante di destra, stroncato dal fumo, dal peso e dai mali conseguenti. Il capitolo successivo, lascia presagire un “flashback” lungo quanto l’intero libro, alla ricerca di ciò
che ha fatto di Benassìa un “maudit” della fonda provincia. Andrea Di Consoli, La collera, Rizzoli, Milano 2012, pp. 236, euro 18,50 In un paese dove il calcio è ragione di vita per molti, troverà forse qualche lettore in più il libro di Eshkol Nevo, “La simmetria dei desideri”, visto che le finali dei Mondiali vengono usate come spunto narrativo e spartiacque delle vite di quattro ragazzi israeliani, che si lanciano una sfida proprio mentre assistono alla finale del 1998. E’ uno di loro a chiedere di scrivere, ciascuno su un foglietto, i propri desideri per il futuro, quelli che tutti noi da ragazzi abbiamo espresso, magari di fronte ad una stella cadente, con l’intenzione di riaprirli dopo quattro anni, in occasione della prossima finale di Coppa del Mondo, per verificare se i loro sogni si sono realizzati o no. Hanno poco meno di 30 anni, e “La simmetria dei desideri” è quella dell’intrecciarsi dei loro sogni, perché quello espresso dal primo sarà realizzato dal secondo, mentre la sua aspirazione sarà concretizzata dal terzo e così via. In mezzo, tra una finale e l’altra, scorre il racconto di un’amicizia al maschile, tra amori, sofferenze, perdite e litigi, sullo sfondo le vicende politiche d’Israele.
Eshkol Nevo, La simmetria dei desideri, Neri Pozza 2012, pp. 376, euro 18 Ha quasi cento anni Boris Pahor, l’autore sloveno di questo romanzo, e anche se vive a Trieste, dove è nato, scrive in lingua slovena. Sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti (anche a Dachau), ha raccontato la sua vicenda tragica nel suo romanzo più famoso, “Necropoli”. Ne “La villa sul lago” “ambientato sul lago di Garda pochi anni dopo la guerra, rivivono … le atmosfere dell’immediato dopoguerra, tanto nell’ambiente paesano che nei comportamenti quotidiani, che nelle tensioni politiche ancora così vive nei personaggi. E sono questi i fattori che attivano l’azione: nel piccolo paese il cinema è chiuso, così il protagonista Mirko, alter ego dell’autore, e la sua nuova conoscenza Luciana per passare un pomeriggio domenicale girovagano per le strade e le colline che salgono dal lago. L’atmosfera de “La villa sul lago” nella sua ingenuità, nell’ambientazione, in una delicatezza dei rapporti umani che veramente oggi sembra secoli, e non decenni, lontana, ci ricorda, più che i duri capolavori del neorealismo, i
primi film di Ermanno Olmi, come “Il posto” e “I fidanzati”, di pochi anni posteriori. Non è un merito da poco. Boris Pahor, La villa sul lago, Zandonai, Rovereto 2012, pp. 187, euro 13,50 E’ uno Stefano Benni più poetico che surreale quello dell’ultimo romanzo, “Di tutte le ricchezze” , nel quale, con delicatezza, racconta di quanto possa essere ancora vivo e vitale l’amore anche in un’età in cui si ritiene che il suo tempo sia finito da un pezzo. E’ forse il libro più malinconico dello scrittore bolognese, sicuramente quello in cui ci parla di sé in maniera più intima, senza veli, lui che è solito celarsi dietro metafore e allegorie, per raccontarsi. La storia è quella di Martin, un anziano professore, che, dopo una vita senza risparmio, ha scelto di ritirarsi in campagna, in solitudine; la sua sembra essere un’orgogliosa rivendicazione di indipendenza dietro la quale, in realtà, si intravede piuttosto, una disperata richiesta di amore. A fargli compagnia è il suo cane Ombra, alcuni stravaganti personaggi, che frequentano la sua casa, e molti animali, con i quali Martin instaura dialoghi immaginari, molto filosofeggianti. Stefano Benni, Di tutte le
ricchezze, Feltrinelli 2012, pp. 207, euro 16 Gli spazi angusti, gli scenari tetri ma aperti sull'arcano, le enclavi del proletariato urbano, i retrobottega gelidi e male illuminati, le strade di una Brooklyn che ormai non esiste più, gli umori e i ritmi dello jiddish: sono il palcoscenico dove si dipana nelle sue mutevoli inflessioni il linguaggio di uno dei maggiori scrittori ebreo-newyorkesi, Bernard Malamud. Malamud è un dei pochissimi narratori che è riuscito a muoversi con eguale e impareggiabile talento sia nella forma letteraria del romanzo che in quella della short story (molti critici lo hanno spesso definito il maggior scrittore di racconti di tutti i tempi). Tutta l'opera di Malamud sembra oscillare tra i poli opposti del tragico e del miracoloso, i suoi personaggi sono o piccolo borghesi che insegnano in università sperdute alla ricerca di “una nuova vita”, lavorativa e sentimentale, o miserabili commercianti ebrei risucchiati nel vortice della inarrestabile ascesa dei grandi supermarket, delle vetrine fosforescenti e traboccanti d'ogni ben di dio che cancellano inesorabilmente le loro oscure e scarne botteghe, esistenze destinate all'oblio sin dal principio, eroi di
un mondo che scompare senza lasciare tracce. Se mettiamo le mani sulla raccolta di racconti “Prima gli idioti” ritroviamo tutto il mondo, in bilico tra realismo amaro e sprazzi di puro surrealismo, dello scrittore americano. Bernard Malamud, Prima gli idioti, Minimum Fax, Roma 2012, pp. 243, euro 13 Storia Filosofia Religione Alla vigilia delle elezioni politiche in Birmania a cui ha partecipato anche la Lega nazionale Democratica di Aung San Suu Kyi e in occasione degli 85 anni di Tina Anselmi è andato in stampa il volume a cura di Giuseppe Amari e Anna Vinci, “Le notti della democrazia”, che racconta in parallelo l’esperienza di due grandi donne, Aung San Suu Kyi e Tina Anselmi, di diversa generazione, nazionalità e fede religiosa, che in tempi e circostanze diverse hanno combattuto per l’avanzamento civile e democratico dei propri Paesi. Una staffetta. «Il coraggio della libertà nella solitudine, la capacità di convivere con le contraddizioni, la facoltà di coniugare osservazione e impegno, la passione della ragione». Giuseppe Amari e Anna Vinci (a cura di), Le notti della democrazia. Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà, gli Erasmiani, Roma, 2012, pp 296, euro 18 Nel 1975, all'indomani della morte della ex moglie Hannah Arendt, Gunther Anders comincia a rielaborare alcuni appunti presi negli anni trascorsi insieme a Berlino. Nasce così questo diario che testimonia non solo la loro storia d'amore del tutto particolare (Hannah, benché venerata da Gunters, che l'aiuterà nel suo esilio americano, non lo ama mai
veramente e finirà per sposare il filosofo autodidatta Heinrich Blucher) ma anche le battaglie dialettiche che i due giovani sposi, davanti a un cesto di ciliege, intavolano spesso su questioni storiche e filosofiche. Sullo sfondo l'ombra di Heidegger, la vecchia passione di Hannah. Come dice Christian Dries in un'introduzione davvero completa e stimolante, i punti di contatto specificamente filosofici tra Anders e Arendt sono molti, e sono forse stati eccessivamente messi in ombra dalla rottura sentimentale e dai lunghi anni di separazione. G.Anders, La battaglia delle ciliege. La mia storia d'amore con Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2012, pp. 80, euro 16.00 Nato nel 1433 a Figline Valdarno, non lontano da Firenze, e scomparso nel capoluogo toscano nel 1499, Marsilio Ficino è stato una delle figure più emblematiche e significative del Rinascimento. La sua filosofia rappresenta un grande tentativo di sintetizzare la verità cristiana con alcuni aspetti fondamentali del pensiero di Platone e dei Neoplatonici. In tale contesto, decisiva risulta la riflessione ficiniana sull’anima, considerata nella sua posizione intermedia tra la dimensione naturale e quella soprannaturale, tra la corporeità e la spiritualità, e nello stesso tempo riconosciuta in possesso di una positiva tensione che ha in Dio la sua origine e la sua più autentica e appagante destinazione. Al pari di Platone, Ficino è convinto che sia la bellezza ad attrarre l’anima che vuole elevarsi verso le vette dello spirito e ritiene che questa tensione, che è tensione verso l’infinito, trovi nell’amore la molla e la forza per realizzarsi, fino a spingere costantemente l’uomo a unirsi con Dio. Marsilio Ficino, Teologia platonica, Bompiani, Milano 2012, pp. 2050, euro 40 Ci son volute anzitutto dedizione e competenza per riscrivere la vicenda umana e professionale di Giancarlo Siani. A farlo è stato lo scrittore e giornalista Bruno De Stefano, per anni cronista di nera e giudiziaria a Napoli, con un libro preciso, che parte dalla drammatica sera del 23 settembre 1985, data dell’omicidio. Il testo, vincitore quest’anno della nona edizione del premio intitolato a Giancarlo, avanza altre ipotesi sul possibile movente dell’assassinio e descrive minuziosamente la fase successiva anche attraverso documenti e interrogatori, piste sbagliate con un rincorrersi di episodi, indagini, depistaggi, pentimenti fino a quando non viene a galla la verità su chi ha armato i killer. “Siani non è stato un eroe – afferma Bruno De Stefano – e, senza mortificarne la figura, sostengo che è un errore metterlo sullo stesso piano, ad esempio, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che tutti immaginavano che fine potessero fare. Giancarlo era una persona che credeva in ciò che faceva, che non aveva sottaciuto nulla e questo è sicuramente il grande esempio che ci ha lasciato. Nel volume c’è la realtà dei fatti, un racconto senza censure e senza alcuna tentazione di attribuire a un giovane di 26 anni il ruolo di combattente della camorra”. Bruno De Stefano, Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo, Giulio Perrone editore 2012, pp. 288, euro 16
8 SABATO 15 DICEMBRE DOMENICA 16 DICEMBRE 2012
Parole per la mente Consigli di lettura per alimentare il naturale bisogno dello spirito a cura di MARIA ISA D’URSI
conquiste del lavoro
VIA PO letture
S
Il piacere della lettura Si è conclusa a Roma Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola editoria di ROBERTA LOMBARDI
T
ra le fiere di artigianato e i mercatini natalizi, si può inserire, perché no, anche la fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, appena terminata. Promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, apre ogni anno da undici edizioni nel weekend a ridosso dell’Immacolata. Il libro, vessato da un lato dai colpi di frusta dalla crisi economica, dall’altro da una popolazione poco dedita alla lettura come quella italiana, dall’altro ancora dall’incombere dell’e-book, appare sempre più un oggetto sacro e vulnerabile. A volte da attaccare al respiratore artificiale, a volte da incensare contro tutto e tutti. Non parliamo delle piccole e medie case editrici di cui questa fiera si occupa. Andare a “Più libri più liberi”, così come andare in una libreria che non sia una grande catena, assume sempre più la connotazione di un gesto eroico. Eppure, al tempo stesso, la lettura si fa più “performativa”, o per usare un termine corrente, “social”. Gli incontri tra scrittori e pubblico sono sempre più graditi e richiesti, con file chilometriche di persone che aspettano per un’ora, per esempio, l’incontro di Massimo Fagioli. In assenza delle “grandi narrazioni”, come definì Lyotard le grandi ideologie del passato, abbiamo bisogno di piccoli cantori del presente. Un po’ “one-man-show”, un po’ tuttologo, allo scrittore sono richieste doti sempre più sofisticate di comunicazione. Accedere a ciò che sta dietro al libro a volte diventa più interessante del libro stesso. Umanizzare, dare calore alla lettura, ci avvicina a quello che è stato devastato da anni di noiosa formazione scolastica. Allora gli scrittori vivono, esistono, e le loro opere non sono calate dall’alto per un volere superiore il cui motivo ultimo non ci resta che accettare per fede? Il libro si è finalmente incarnato. Alleluja! Poi ci sono i “social network”, come twitter e facebook , che ci rimandano costantemente le frasi più belle o i momenti più toccanti della fiera, facendoci un po’ rosicare che, accidenti, ero lì e non qui. Partecipare vuol dire anche scegliere, noi invece vorremmo volare come fringuelli tra il meglio di tutto, toccando attimi di ubiquità. E c’è il vivace caos tra gli stand di case editrici la cui esistenza magari scopriamo solo in quel momento.
Così, mentre l’eroico lettore continua la sua battaglia contro i mulini a vento che vogliono macerare tutto, anche la piccola editoria, come recita il comunicato stampa di chiusura della fiera, “resiste”. Snoccioliamo un po’ di numeri che ormai nell’epoca dello “spread” (termine che in italiano ha una curiosa consonanza con sprezzante e con una pernacchia, e sarà per questo che è così efficace) anche i più irremovibili letterati e analgebrici si sono abituati a recitare. In fiera ci sono stati infatti 400 espositori, con 60 mila titoli, e sono state 50 mila le “presenze” registrate, non specificato se aliene o umane. E per chi crede che per risollevare l’editoria italiana ci voglia un miracolo, sabato, giorno dell’Immacolata, le vendite sono raddoppiate rispetto al comune sabato non festivo all’anno precedente. Hanno aperto e chiuso l’evento due grandi protagonisti della realtà libraria, e non solo, italiana: si è partiti con la lectio magistralis di Massimo Cacciari e si è arrivati all’incontro finale e gremitissimo con Andrea Camilleri. Non sono mancate tavole rotonde sui temi più pressanti per l’editoria, così come la diretta di Fahrnheit, la trasmissione di Radio3 diretta da Marino Sinibaldi, che ha votato come libro dell’anno “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas (Marcos y Marcos). E con 280 appuntamenti in fiera e140 iniziative in 50 luoghi della città, ci sono state momenti unici come le letture di alcuni brani dei “Sillabari” di Goffredo Parise da parte di Nanni Moretti, tanto fumetto e graphic novel grazie anche alla presenza di Zerocalcare, e protagonisti musicali come Pierpaolo Capovilla, leader del Teatro degli Orrori, e Vasco Brondi, così come l’esibizione musicale di un’ “emergente” della canzone pop, la poetessa Patrizia Cavalli, di cui Diana Tejera ha musicato le poesie per Voland. Venerdì 7 il Sottosegretario per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo aveva annunciato un tavolo interministeriale per il libro e l’editoria, ma il giorno dopo gli scenari politici italiani erano già cambiati radicalmente. Vedremo cosa succederà, intanto si può iniziare con una buona azione natalizia: non solo regalare libri, ma godersi l’insostenibile piacere di una buona lettura.
e l'arte di Picasso sconvolge ancora oggi, figurarsi quali reazioni poteva provocare nei primi decenni del Novecento. Possiamo averne una prova leggendo le critiche che scrissero i due filosofi russi Bulgakov e Berdjaev nel libro “Il cadavere della bellezza. La crisi dell'arte”, dopo aver visitato la mostra dello spagnolo alla galleria Šcukin di Mosca nel 1914. Era la prima volta che venivano presentati al pubblico russo i suoi quadri, e subito fu chiaro che ci si trovava di fronte ad un cambiamento epocale. Sergej Bulgakov, filosofo, teologo e scrittore russo, dopo quella visione scrisse a tal proposito “Il cadavere della bellezza”, un trattato in cui esprime le sue inquietudini per il futuro e la sopravvivenza dell'arte. Per lui, passato dall'ateismo marxista al cristianesimo ortodosso, le opere di Picasso sono quasi un oltraggio alla creazione divina, un gioco perverso in cui tutto ciò che c'è di bello e di perfetto viene trasfigurato in qualcosa di orribile e mostruoso, stravolgendo e frantumando la presenza umana. Il secondo saggio, “La crisi dell'arte”, è del filosofo russo Nikolaj Berdjaev, zelante cristiano ortodosso, la cui speculazione filosofica verteva intorno ai concetti di creazione e libertà. Nel suo testo sottolinea che "Il vecchio ideale di bellezza classica è tramontato per sempre e siamo coscienti che l'arte non potrà più tornare alle sue forme; l'arte oggi cerca convulsamente di uscire dai propri confini… L'uomo dell'ultima ora vuole realizzare con la sua creatività ciò che non è mai esistito prima d'ora e nella sua frenesia oltrepassa ogni limite e ogni confine." S. Bulgalov, N. Berdjaev, Il cadavere della bellezza. La crisi dell'arte, Edizioni Medusa, Milano 2012, euro 15,00 “L’occhio del regista" di Laurent Tirard è un libro a metà strada fra un testo per addetti ai lavori e un volume ricco di curiosità lecite per chiunque ami il cinema e desideri conoscere cosa ci sia dietro e dentro la realizzazione di un film, su cosa "muova" la macchina da presa in direzione di un volto, piuttosto che di un paesaggio, su cosa spinga un autore a raccontare una storia piuttosto che un'altra, e sul perché si scelga di fare questo mestiere, in cui non esistono regole scritte uniche e valide per tutti, ma per comprendere il quale non si può prescindere dall'esperienza dei grandi maestri. E' una sorta di manuale, ricco di aneddoti, tecniche e trucchi provenienti dai migliori cineasti degli ultimi anni. L'autore, Laurent Tirard, un critico cinematografico di una nota rivista francese, nonché regista anch'egli, ha raccolto, in questo suo volume, 25 interviste ad altrettanti maestri della regia, e ne ha fatto un saggio in cui ciascuno racconta il suo personale modo di fare cinema. I nomi sono tutti altisonanti, il meglio della
tradizione cinematografica europea, americana e asiatica da Scorsese a Woody Allen, da Almodóvar a Bernardo Bertolucci, dai fratelli Coen a Cronenberg, da Jean-Luc Godard a David Lynch, da Roman Polanski a Oliver Stone, fino a Wim Wenders. Laurent Tirard, L'occhio del regista, Minimum Fax 2012, pp. 293, euro 16 Letture Tutti i romanzi del lucano Andrea Di Consoli si snodano lungo i percorsi di una formazione che si risolve sempre nel suo contrario. Che si tratti di autobiografia pura, come in “Il padre degli animali”, del 2007, o mimetica, come in “La curva della notte”, dell’anno successivo. Questo perché è impossibile per un uomo del sud evitare il confronto perenne con il proprio retaggio . Protagonista del suo nuovo romanzo “La Collera” è Pasquale Benassìa. In lui l’autore riversa la propria ambivalenza rispetto al territorio che conosce di prima mano: la Calabria di confine con la Lucania. “La collera” inizia con la morte di Pasquale Benassìa, militante di destra, stroncato dal fumo, dal peso e dai mali conseguenti. Il capitolo successivo, lascia presagire un “flashback” lungo quanto l’intero libro, alla ricerca di ciò
che ha fatto di Benassìa un “maudit” della fonda provincia. Andrea Di Consoli, La collera, Rizzoli, Milano 2012, pp. 236, euro 18,50 In un paese dove il calcio è ragione di vita per molti, troverà forse qualche lettore in più il libro di Eshkol Nevo, “La simmetria dei desideri”, visto che le finali dei Mondiali vengono usate come spunto narrativo e spartiacque delle vite di quattro ragazzi israeliani, che si lanciano una sfida proprio mentre assistono alla finale del 1998. E’ uno di loro a chiedere di scrivere, ciascuno su un foglietto, i propri desideri per il futuro, quelli che tutti noi da ragazzi abbiamo espresso, magari di fronte ad una stella cadente, con l’intenzione di riaprirli dopo quattro anni, in occasione della prossima finale di Coppa del Mondo, per verificare se i loro sogni si sono realizzati o no. Hanno poco meno di 30 anni, e “La simmetria dei desideri” è quella dell’intrecciarsi dei loro sogni, perché quello espresso dal primo sarà realizzato dal secondo, mentre la sua aspirazione sarà concretizzata dal terzo e così via. In mezzo, tra una finale e l’altra, scorre il racconto di un’amicizia al maschile, tra amori, sofferenze, perdite e litigi, sullo sfondo le vicende politiche d’Israele.
Eshkol Nevo, La simmetria dei desideri, Neri Pozza 2012, pp. 376, euro 18 Ha quasi cento anni Boris Pahor, l’autore sloveno di questo romanzo, e anche se vive a Trieste, dove è nato, scrive in lingua slovena. Sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti (anche a Dachau), ha raccontato la sua vicenda tragica nel suo romanzo più famoso, “Necropoli”. Ne “La villa sul lago” “ambientato sul lago di Garda pochi anni dopo la guerra, rivivono … le atmosfere dell’immediato dopoguerra, tanto nell’ambiente paesano che nei comportamenti quotidiani, che nelle tensioni politiche ancora così vive nei personaggi. E sono questi i fattori che attivano l’azione: nel piccolo paese il cinema è chiuso, così il protagonista Mirko, alter ego dell’autore, e la sua nuova conoscenza Luciana per passare un pomeriggio domenicale girovagano per le strade e le colline che salgono dal lago. L’atmosfera de “La villa sul lago” nella sua ingenuità, nell’ambientazione, in una delicatezza dei rapporti umani che veramente oggi sembra secoli, e non decenni, lontana, ci ricorda, più che i duri capolavori del neorealismo, i
primi film di Ermanno Olmi, come “Il posto” e “I fidanzati”, di pochi anni posteriori. Non è un merito da poco. Boris Pahor, La villa sul lago, Zandonai, Rovereto 2012, pp. 187, euro 13,50 E’ uno Stefano Benni più poetico che surreale quello dell’ultimo romanzo, “Di tutte le ricchezze” , nel quale, con delicatezza, racconta di quanto possa essere ancora vivo e vitale l’amore anche in un’età in cui si ritiene che il suo tempo sia finito da un pezzo. E’ forse il libro più malinconico dello scrittore bolognese, sicuramente quello in cui ci parla di sé in maniera più intima, senza veli, lui che è solito celarsi dietro metafore e allegorie, per raccontarsi. La storia è quella di Martin, un anziano professore, che, dopo una vita senza risparmio, ha scelto di ritirarsi in campagna, in solitudine; la sua sembra essere un’orgogliosa rivendicazione di indipendenza dietro la quale, in realtà, si intravede piuttosto, una disperata richiesta di amore. A fargli compagnia è il suo cane Ombra, alcuni stravaganti personaggi, che frequentano la sua casa, e molti animali, con i quali Martin instaura dialoghi immaginari, molto filosofeggianti. Stefano Benni, Di tutte le
ricchezze, Feltrinelli 2012, pp. 207, euro 16 Gli spazi angusti, gli scenari tetri ma aperti sull'arcano, le enclavi del proletariato urbano, i retrobottega gelidi e male illuminati, le strade di una Brooklyn che ormai non esiste più, gli umori e i ritmi dello jiddish: sono il palcoscenico dove si dipana nelle sue mutevoli inflessioni il linguaggio di uno dei maggiori scrittori ebreo-newyorkesi, Bernard Malamud. Malamud è un dei pochissimi narratori che è riuscito a muoversi con eguale e impareggiabile talento sia nella forma letteraria del romanzo che in quella della short story (molti critici lo hanno spesso definito il maggior scrittore di racconti di tutti i tempi). Tutta l'opera di Malamud sembra oscillare tra i poli opposti del tragico e del miracoloso, i suoi personaggi sono o piccolo borghesi che insegnano in università sperdute alla ricerca di “una nuova vita”, lavorativa e sentimentale, o miserabili commercianti ebrei risucchiati nel vortice della inarrestabile ascesa dei grandi supermarket, delle vetrine fosforescenti e traboccanti d'ogni ben di dio che cancellano inesorabilmente le loro oscure e scarne botteghe, esistenze destinate all'oblio sin dal principio, eroi di
un mondo che scompare senza lasciare tracce. Se mettiamo le mani sulla raccolta di racconti “Prima gli idioti” ritroviamo tutto il mondo, in bilico tra realismo amaro e sprazzi di puro surrealismo, dello scrittore americano. Bernard Malamud, Prima gli idioti, Minimum Fax, Roma 2012, pp. 243, euro 13 Storia Filosofia Religione Alla vigilia delle elezioni politiche in Birmania a cui ha partecipato anche la Lega nazionale Democratica di Aung San Suu Kyi e in occasione degli 85 anni di Tina Anselmi è andato in stampa il volume a cura di Giuseppe Amari e Anna Vinci, “Le notti della democrazia”, che racconta in parallelo l’esperienza di due grandi donne, Aung San Suu Kyi e Tina Anselmi, di diversa generazione, nazionalità e fede religiosa, che in tempi e circostanze diverse hanno combattuto per l’avanzamento civile e democratico dei propri Paesi. Una staffetta. «Il coraggio della libertà nella solitudine, la capacità di convivere con le contraddizioni, la facoltà di coniugare osservazione e impegno, la passione della ragione». Giuseppe Amari e Anna Vinci (a cura di), Le notti della democrazia. Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà, gli Erasmiani, Roma, 2012, pp 296, euro 18 Nel 1975, all'indomani della morte della ex moglie Hannah Arendt, Gunther Anders comincia a rielaborare alcuni appunti presi negli anni trascorsi insieme a Berlino. Nasce così questo diario che testimonia non solo la loro storia d'amore del tutto particolare (Hannah, benché venerata da Gunters, che l'aiuterà nel suo esilio americano, non lo ama mai
veramente e finirà per sposare il filosofo autodidatta Heinrich Blucher) ma anche le battaglie dialettiche che i due giovani sposi, davanti a un cesto di ciliege, intavolano spesso su questioni storiche e filosofiche. Sullo sfondo l'ombra di Heidegger, la vecchia passione di Hannah. Come dice Christian Dries in un'introduzione davvero completa e stimolante, i punti di contatto specificamente filosofici tra Anders e Arendt sono molti, e sono forse stati eccessivamente messi in ombra dalla rottura sentimentale e dai lunghi anni di separazione. G.Anders, La battaglia delle ciliege. La mia storia d'amore con Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2012, pp. 80, euro 16.00 Nato nel 1433 a Figline Valdarno, non lontano da Firenze, e scomparso nel capoluogo toscano nel 1499, Marsilio Ficino è stato una delle figure più emblematiche e significative del Rinascimento. La sua filosofia rappresenta un grande tentativo di sintetizzare la verità cristiana con alcuni aspetti fondamentali del pensiero di Platone e dei Neoplatonici. In tale contesto, decisiva risulta la riflessione ficiniana sull’anima, considerata nella sua posizione intermedia tra la dimensione naturale e quella soprannaturale, tra la corporeità e la spiritualità, e nello stesso tempo riconosciuta in possesso di una positiva tensione che ha in Dio la sua origine e la sua più autentica e appagante destinazione. Al pari di Platone, Ficino è convinto che sia la bellezza ad attrarre l’anima che vuole elevarsi verso le vette dello spirito e ritiene che questa tensione, che è tensione verso l’infinito, trovi nell’amore la molla e la forza per realizzarsi, fino a spingere costantemente l’uomo a unirsi con Dio. Marsilio Ficino, Teologia platonica, Bompiani, Milano 2012, pp. 2050, euro 40 Ci son volute anzitutto dedizione e competenza per riscrivere la vicenda umana e professionale di Giancarlo Siani. A farlo è stato lo scrittore e giornalista Bruno De Stefano, per anni cronista di nera e giudiziaria a Napoli, con un libro preciso, che parte dalla drammatica sera del 23 settembre 1985, data dell’omicidio. Il testo, vincitore quest’anno della nona edizione del premio intitolato a Giancarlo, avanza altre ipotesi sul possibile movente dell’assassinio e descrive minuziosamente la fase successiva anche attraverso documenti e interrogatori, piste sbagliate con un rincorrersi di episodi, indagini, depistaggi, pentimenti fino a quando non viene a galla la verità su chi ha armato i killer. “Siani non è stato un eroe – afferma Bruno De Stefano – e, senza mortificarne la figura, sostengo che è un errore metterlo sullo stesso piano, ad esempio, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che tutti immaginavano che fine potessero fare. Giancarlo era una persona che credeva in ciò che faceva, che non aveva sottaciuto nulla e questo è sicuramente il grande esempio che ci ha lasciato. Nel volume c’è la realtà dei fatti, un racconto senza censure e senza alcuna tentazione di attribuire a un giovane di 26 anni il ruolo di combattente della camorra”. Bruno De Stefano, Giancarlo Siani. Passione e morte di un giornalista scomodo, Giulio Perrone editore 2012, pp. 288, euro 16
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Lafilosofiaci salvera? Il trono vuoto, un libro di Roberto Andò sulla crisi del potere politico di LUIGINA DINNELLA sondaggi fanno un gran balzo in avanti grazie per il nuovo modo di fare politica, a volte bastano le parole, (le parole sono importanti, diceva assai bene Moretti in un suo noto film). Ernani porta aria fresca e perfino la poesia nella politica, spiazzando tutti gli avversari, tutti politicanti di mestiere. Ma le metamorfosi sono due; anche Enrico cambia vita, o meglio si riappropria finalmente di quella vera, recupera il piacere delle piccole cose; si perde in
Camargue, ma è un perdersi che assomiglia ad un ritrovarsi. Quello di Andò è un romanzo che, fra finzione e verosimiglianza, echeggia alla crisi della leadership politica della sinistra italiana. Nel suo Enrico possiamo riconoscere un po’ tutti i segretari, avvicendatisi negli anni, dai DS al PD, da Occhetto a Bersani, e perfino Veltroni. Andò denuncia, a nome di tutti noi, la necessità di un rinnovamento della classe politica, auspica nuovi contenuti,
nuovi protagonisti e soprattutto nuove metodiche. L’ipotesi del mandare in scena il “non addetto ai lavori” è molto più di una provocazione; sembra suggerirci che per uscire dal ristagno, forse, ci vuole un folle, un estraneo ai giochi di potere, ai calcoli e alle strategie partitiche, e infatti mette in bocca al suo Ernani: “l’unica alleanza possibile è quella con la coscienza della gente”. L’analisi psicologica sui due ci spinge a pensare che il messaggio di Andò sia: è dal nostro doppio “io” che dobbiamo attingere le forze per cambiare e risorgere. Ci invita, tutti, a riflettere non solo sulla condi-
zione, patologica ormai, in cui versa la politica italiana, ma anche sui limiti del sistema democratico, quello stesso sistema in cui si deve ottenere il consenso a tutti i costi, facendo prevalere, il più delle volte, l’immagine sulle idee; i politici ormai, dice Andò, sono quasi esonerati dall’agire, esprimono velleità che non si trasformano in fatti concreti. La soluzione trovata da Andò, però, alla luce di quello che vediamo tutti i giorni, appare quanto mai irreale, nessun politico oggi è disposto ad abdicare e a prendere atto della propria inadeguatezza rispetto al ruolo ricoperto. La critica, non velata, mossa alla sinistra italiana, è quella di aver commesso l’errore di aver sì confermato la diagnosi, conclamata, della patologia di cui soffre la classe politica, senza peraltro rivelarsi adeguata a curarne i mali; forse perché troppo impegnata nel mettere a punto una terapia che risollevasse le sorti del Paese, dalla sola catastrofe estetica e morale. Ignorando che “morale” è anche avere un’idea, un progetto politico, degno di questo nome. Roberto Andò, Il trono vuoto, Bompiani 2012, pp. 236, euro 17
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SABATO 15 DICEMBRE DOM. 16 DICEMBRE 2012
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iciliano di scuola sciasciana, non senza influenze pirandelliane, Roberto Andò, regista cinematografico e teatrale, ha scritto il suo primo romanzo, che presto diventerà un film, ed ha vinto, come miglior esordiente, il premio Campiello 2012. “Il trono vuoto” è un libro sulla crisi del potere politico e sullo smarrimento esistenziale; più storie in una principale. Enrico Olivieri, nome non casuale immagino, sembra essere un omaggio a Berlinguer, il leader del principale partito di opposizione italiano, (di sinistra, e di cosa se no!), entra in crisi, non solo politica, e fugge in Francia dall’amore dei suoi vent’anni, lì dove tutto si è incrinato e dove la sua vita ha preso una diversa piega. Lo staff del partito è nel panico. I sondaggi li danno in forte calo, il suo più stretto collaboratore, Bottini, insieme a sua moglie, cercano una soluzione per mascherare la misteriosa fuga del capo. Riescono a scongiurare le scandalo trovando un sostituto, e in men che non si dica, forniscono al partito un nuovo leader. Si tratta del fratello gemello del segretario, Ernani Olivieri, di cui nessuno conosceva l’esistenza, professore di filosofia con problemi psichici. La trovata di Andò non è nuova né alla letteratura né al cinema, ma si rivela sempre efficace ed affascinante. Lo scambio di identità fra il potente e il pazzo produrrà effetti insperati. Il nuovo segretario piace; i
Viaggionelvuotodelleapparenze L’era del narcisismo, un saggio di Vincenzo Cesareo e Italo Vaccarini di ISABELLA VILLI
conquiste del lavoro
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a crisi che il concetto di identità vive oggi si manifesta secondo i due sociologi autori del presente saggio nell’affermazione della dottrina narcisistica, risultato della deriva della soggettività contemporanea. Partiamo da un primo livello di analisi riflettendo sulla fonte originaria: il mito greco. Narciso, condannato per volontà degli dei ad innamorarsi di se stesso, rimane vittima della trasposizione del reale: la confusione ontologica tra l’essere e ciò che egli vede riflesso nell’acqua conduce all’esito tragico a tutti noto. Da qui si passa alle interpretazioni psicanalitiche e all’individuazione di stati
patologici da esso derivati. Il livello di analisi sociologica rappresenta un passo ulteriore nella riflessione sul tema ed è ciò su cui gli autori intendono concentrarsi: il soggetto contemporaneo è chiuso in se stesso, non riconosce l’altro in un confronto costruttivo, è incapace di provare sentimenti che non siano autoreferenziali, è completamente ed esclusivamente concentrato su se stesso. Questo egoismo portato all’estreme conseguenze produce paradossi: il soggetto infatti non è più capace di distinguere tra i confini del mondo e i confini dell’io giacché, eliminata alla base ogni livello di alterità, tutto coincide nell’unicità della sua prospettiva, che si
traduce nella concezione semplificata della banalizzazione. Il sé è dunque vittima del relativismo, del qualunquismo, della desublimazione delle esperienze affettive; vive appiattito nella sola dimensione temporale del presente perché non ci sono obiettivi, mete prefissate: manca un orientamento finalistico improntato al futuro. Nell’assenza di profondità trionfa il culto della superficialità, dell’opacità spirituale: è quell’anonimato di cui ci parla l’antropologo Marc Augé a proposito dei "nonluoghi", in cui il soggetto odierno risulta decentrato rispetto a se stesso; è quella "liquidità" che il sociologo Zygmunt Bauman applica alla
modernità, all’amore e in generale alla vita: l’impossibilità di ancorarsi a qualcosa di stabile, l’assenza di certezze e di ideologie forti, niente è costruito solidamente, ogni cosa può essere modellata e nuovamente modificata, senza troppe spiegazioni o giustificazioni. Questo è l’orizzonte in cui opera il narcisista: privo di valori, addirittura a volte privo di senso o di logica, mera mistificazione della realtà declassata ad apparenza. Ecco cosa resta, una volta smarrito il senso unitario e l’autenticità di un rapporto consapevole dell’Io con se stesso: l’apparenza, la mercificazione, la deriva dell’industria culturale teorizzata in "Dialettica dell’Illuminismo" da Horkheimer e Adorno,
l’impossibilità di riconoscere una gerarchia di significati nelle cose nell’impotenza di saper dare loro un valore. Tutto fluttua nell’indifferenza. Questa è la società del consumismo: l’individuo, fagocitato dal consumo immediato di prodotti che subito diventano desueti perché soppiantati da altri sempre nuovi, consuma la vita e consuma se stesso senza rendersene conto. I risultati di questo diffuso mal-essere sono evidenti: non importa più chi sei davvero, ma quale immagine di te il mondo percepisce, cosa sei agli occhi degli altri, indipendentemente dal riscontro reale. Il primato dell’immagine riflette il culto del corpo, dominante rispetto a quello dello spirito; forme di
autoespressione e di autopromozione come Facebook e per alcuni versi Youtube si sono diffusi sulla scia dei reality show come modo di comunicare mortificato, depauperato da un feedback reale. Che fare dunque? Utile una rilettura critica del saggio di Christopher Lasch sul medesimo argomento: lungimirante opera scritta nel 1979, ci mette in guardia dalla perdita delle identità individuali causata dalla spinta omologante del facile appagamento consumistico e della deresponsabilizzazione offerti dalla società di massa. Colto il messaggio del sociologo americano bisogna capire come ridimensionare il narcisismo vigente riportandolo alla sua positività fisiologica: eliminare il fattore patologico di chiusura verso l’altro e il mondo e riesumarne il carattere fondativo per l’autostima e la formazione della personalità. Vincenzo Cesareo, Italo Vaccarini, L’era del narcisismo, Franco Angeli, Roma 2012, pp. 176, euro 23,00
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Unacommediageniale
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In libreria un testo di Patrick Dennis, maestro della narrazione visuale di PATRIZIO PAOLINELLI
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alle estreme conseguenze il carattere dell’homo hollywoodiano: tenace, bugiardo, imbonitore, millantatore, imbroglione e genio. La sua genialità non è solo nella settima arte (pur essendo capace di far recitare i sassi), ma anche nell’arte di sopravvivere. Nel suo girare il mondo Leander Starr si lascia dietro una scia di fatture insolute, conti d’albergo, debiti con gli amici. Uno di questi amici è proprio lo stesso Patrick Dennis. Che quando era un oscuro creativo di un’agenzia pubblicitaria newyorkese aveva già preso una solenne fregatura dal vulcanico regista: allestire una rivista musicale che mai avrebbe visto la luce causa fuga improvvisa di Starr con il fisco alle calcagna. Anni dopo ecco Dennis ritrovarsi il regista vicino di casa nientemeno che a Città del Messico. Nel frattempo l’ex creativo è diventato uno scrittore di successo, anche se la vena letteraria ormai scarseggia e
sembra che più che la penna sia la bottiglia a sorreggerlo. Starr invece è ormai dimenticato da tutti e come al solito braccato dai creditori. Nonostante sia chiaro che al tramonto di Starr non seguirà una nuova aurora nessuno resiste alla forza travolgente della sua personalità. Meno di tutti Dennis. Che s’imbarca per la seconda volta in un’avventura con lo strambo regista: stendere una sceneggiatura per un film a basso costo: La Valle degli avvoltoi. Tra i finanziatori dell’impresa la padrona di casa di entrambi, Catalina Ximienez. Che guarda un po’ molti anni addietro è stata la protagonista della Fanciulla dello Yucatán. La donna ormai è invecchiata, notevolmente appesantita, ma si crede ancora una star. E come tale si agghinda risultando la caricatura di se stessa. Il clima che si respira nel libro di Dennis è quello della commedia brillante. Tant’è che definire questo lavoro un
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er chi vuole passare qualche ora di piacevole lettura, Genio, di Patrick Dennis è il libro giusto. Dopo il fortunatissimo Zia Mame (15 edizioni), e i meno venduti (ma non per questo meno riusciti) Povera piccina e Intorno al mondo con zia Mame, Adelphi pubblica un quarto spassosissimo lavoro dello scrittore statunitense scomparso a New York nel 1976. Oggetto dell’ironico sguardo di Dennis è il mondo del cinema in una delle sue varianti più intriganti: i registi che vivono di espedienti e per il successo. Leander Starr è uno di questi. Ha vinto quattro Oscar con Scappatella (commedia brillante) e girato varie pellicole dai titoli improbabili: Rut nel grano altrui (kolossal religioso), La fanciulla dello Yucatán (documentario muto di quasi cinque ore), Negretti (altro documentario, ma stavolta sui pigmei). In un continuo andirivieni tra le stelle e le stalle Leander Starr porta
romanzo è una forzatura. Il testo è pronto per una sceneggiatura. Cosa che per un momento sarebbe potuta accadere realmente, ma il film non è stato girato e Dennis ci ha lasciato la testimonianza di uno stile che oggi più che mai domina la scrittura: la narrazione visuale. Dialoghi, personaggi, situazioni sono descritti con il ritmo e la rapidità dello scatto fotografico. Un lettore esperto che legga alla svelta le pagine di Genio otterrà lo stesso effetto dell’avanti veloce col telecomando. Tendendo tra le mani un medium statico come il libro è una sensazione strana e piacevole, da sperimentare. Genio non è un testo che lancia messaggi, né tantomeno ha pretese di proporre una riflessione critica sull’esistenza e sul mondo. Nella vita reale Dennis era un conservatore e neppure per un momento mise in discussione l’american way of life nonostante la vita dei suoi personaggi sia irta di difficoltà e gli ambienti che descrive vere e proprie giungle dove sopravvivere è una fatica terribile. E’ vero, tutti i suoi lavori sono scritti all’insegna dell’intrattenimento e leggendolo si sorride spesso. Ma proprio in questo disimpegno sta il suo valore: si sorride in virtù di un’intelligenza amabile, leggera, mai incline a facili scorciatoie.
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n altro giallo svedese ? Ma quanti ce ne sono ? E tutti pubblicati in Italia da Marsilio (beh, quasi tutti) ? Sembrano davvero tanti i polizieschi di autori svedesi, in cui poi abbondano le autrici: e questo "Sacrificio a Moloch" è appunto il quinto tomo della serie scritta dalla signora Asa Larsson, e pubblicato da Marsilio, che sulla copertina della sua collana "farfalle" aggiunge in questi casi il simbolo "giallosvezia", evidentemente di grande richiamo per il pubblico. La particolarità di questa serie è l'ambientazione nel profondo nord svedese: Kiruna (dove l'autrice è cresciuta) è la città principale della Lapponia svedese: siamo entro il circolo polare artico, tanto distanti dal sud della Scania di Mankell quanto Vipiteno da Siracusa (è vero che per noi il clima non sembra molto diverso da quello del commissario Wallander). La protagonista è una donna, come è tipico del giallo femminile, svedese
Ungiallodalvoltoumano Sacrificio a Moloch, della svedese Asa Larsson di ALBERTO GIOANNINI e non solo (ci sono notevoli eccezioni non svedesi, vedi ad esempio le serie di P.D.James o di Elizabeth George): Rebecka Martinsson, un avvocato (la Larsson è - o era ? - avvocato fiscalista) che ha abbandonato un prestigioso studio legale di Stoccolma, incluso il compagno, per diventare procuratore nella sperduta Lapponia guadagnando un terzo, perché stanca della troppa competitività dello studio … Ma nella realtà esisteranno davvero persone simili, che attirano il lettore perché rappresentano quello che tanti sognerebbero di fare, ma ovviamente nel mondo reale non è ragionevole/possibile/ sensato ? Particolare la
struttura del libro, che alterna capitoli della storia attuale con una vicenda di cento anni prima che naturalmente si rivelerà la chiave per decifrare l'omicidio, ma che è interessante di per sé; anzi, è forse la parte letterariamente migliore del libro, con una descrizione credibile dello sviluppo industriale selvaggio e delle condizioni brutali di lavoro e di vita degli uomini. Anche qui c'è il maschio cattivo, che non manca mai nei gialli femminili: ma nonostante la carica di violenza di cui è portatore, è una figura più credibile del "cattivo" contemporaneo che come al solito - vuole dominare la situazione lavorativa (qui,
investigativa) senza meriti, con la sola prepotenza e arroganza, specie rivolta alle donne, e inevitabilmente diventa falso e grottesco nonostante l'analisi psicologica "instant" che gli fa a prima vista ovviamente - una donna. Perché falso ? non ci sono forse di questi campioni nella realtà ? Certo, e anch'io, come tutti, ne ho conosciuto uno; ma farne una macchietta non lo rende credibile né rappresentativo delle difficoltà che le donne incontrano in un mondo lavorativo creato a immagine e somiglianza dei maschi. Quanto all'aspetto propriamente poliziesco, l'assassino è debitamente sorprenden-
te-ma-non-troppo, visto che, come è caratteristica dei gialli "realistici" rispetto a quelli "classici", non c'è una schiera di indiziati tra cui scegliere il colpevole, ma piuttosto alcuni sospetti che vengono man mano scagionati dalle indagini, lasciando apparentemente la storia senza candidati killer; e la figura del detective è tipicamente sdoppiata tra la Martinsson, che indaga per conto suo, e la polizia ufficiale. Ma i veri protagonisti del romanzo sono due: i cani domestici, che, agevolati dall'ambiente più naturale che cittadino, pervadono le pagine della Larsson con un'intensità rara; e il piccolo Magnus, bambino di sette anni,
che nella civilissima Svezia è abbandonato da tutti e "adottato" da un poliziotto che in lui rivive la sua stessa storia, e che troverà l'ambiente ideale per superare lo shock dell'omicidio cui ha assistito nella compagnia dei cani, in una intimità giocosa e senza regole: un mondo a misura di bambino. E dato che è una costante della storia il sacrificio dei diritti dei bambini agli interessi degli adulti (sia uomini che donne, per la verità), è al mitico sacrificio umano dei bambini al dio mediorientale Moloch, citato anche nella Bibbia (Levitico), che si riferisce il titolo di questo libro, storico senza annoiare, sanguinoso senza esagerare, umano senza sconfinare nel psicologico: un buon giallo. Vale la pena di cercare anche i libri precedenti della Larsson, direi; l'editore lo sapete. Asa Larsson, Sacrificio a Moloch, Marsilio, Venezia, 2012, pp. 382, euro 18,50
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Losguardo dell’assassino In libreria il nuovo romanzo di Maurizio Cucchi di ALBERTO TONI
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’indifferenza dell’assassino” di Maurizio Cucchi non è soltanto un romanzo sui crimini del “famigerato Antonio Boggia, molto noto nell’Italia appena unita per i suoi efferati delitti”, ma è anche un ripercorrere luoghi e umori, storie della Milano di metà Ottocento. “Mi piace, dell’Ottocento, pur nella modernità, la sobrietà austera e impacciata degli abiti; e la sua sporcizia umana, le unghie cerchiate di nero, gli odori che ti sembra di cogliere anche solo alla vista di un ritratto o di una vecchia foto”, dice Cucchi. Ma c’è dell’altro: oltre a questo, per il nostro autore l’Ottocento è la pittura di Giovanni Battista Quadrone, i personaggi di Carlo Porta o De Marchi, gli echi manzoniani, un modo di rapportarsi tra le persone più diretto, molto diverso dal nostro. Basterebbero queste indicazioni per spiegare le ragioni del libro, suggerito dagli stessi luoghi delle sue passeggiate milanesi: “Un giorno, passeggiando in via Nerino, avevo visto davanti alle mie scarpe una specie di sbocco alla mia destra”: ecco che Cucchi si ritrova in una “via del centro di Milano, talmente stretta, come un budello, da essere chiamata, fino all’Ottocento o all’inizio del secolo scorso, stretta, appunto, Bagnera”. E proprio lì, nella stretta Bagnera, aveva il suo “laboratorio” Antonio Boggia. Nasce così l’idea del libro, o meglio si tratta di un intreccio del caso, di un richiamo forte e misterioso, dettato dalle strane leggi dell’ispirazione. Ma a ben vedere l’occasione del libro, oltre che dal Boggia, nasce anche dalla voglia di raccontare di una certa Milano storica (Il Carrobbio, la Senavra), del dialetto, di poeti scomparsi, come Raboni o Gatto, di tante cose, insomma, che hanno molto a che fare direttamente con l’autore e la sua poesia. Mentre ci parla del Boggia, infatti, Cucchi ci racconta di sé, delle sue idee sul mondo, delle origini e dei luoghi amati, che da sempre ritroviamo nelle sue poesie. Ma chi era il Boggia? Cucchi ce lo presenta proprio come il personaggio cupo di un romanzo dell’Ottocento, ce lo descrive
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acilità di scrittura può significare due cose. Talento narrativo allo stato eccelso nel costruire il fraseggio in modo che componga una storia immediatamente comprensibile al lettore. O il contrario. Buttare giù una successione di parole che comunque tengono, insieme, senza preoccuparsi dell’originalità, dell’invenzione. Anzi, oscillando dal polo della banalità a quello della sorpresa stilistica senza un disegno precostituito. Ma queste, probabilmente, sono considerazioni critiche a posteriori, che non intaccano l’efficacia di un libro che “funziona”. Vengono, tuttavia, sfogliando “Romanzo irresistibile della mia vita vera”, di Gaetano Cappelli (Marsilio, pp. 240, Euro 16,00). L’autore che Antonio D’Orrico definisce il Philip Roth italiano non smette di proporsi nella veste di dandy scanzonato, così scanzonato da volgere in parodia anche la formazione, la memoria, l’autobiografia. Elementi simili già si trovavano nella sua prova ineguagliata ed ineguagliabile di “Parenti lontani”. Lì il personale, il letterario e perfino il politico si fondevano al calore rosa in una miscela che talvolta inebriava. Poi, però, in Cappelli dev’essere scattato qualcosa.
durante i processi, ce lo mostra nell’atto di colpire le sue vittime e nei successivi momenti, in cui se ne va tranquillamente a passeggio. “Come dicono i suoi conoscenti, quando è sobrio parla a monosillabi, si comporta con educazione, va a messa, non tutti i giorni, ma sempre alle feste comandate, e quando ha alzato troppo il gomito diventa un po’ irascibile e appena un po’ più ciarliero”. Oggi lo definiremmo un serial killer e forse sarebbe invitato in qualche programma televisivo per spiegare le ragioni dei suoi crimini. Ma anche allora al processo “il pubblico era sempre molto numeroso, attento e anche reattivo. La gente si accalcava per poter vedere, sentire, per capire e poter meglio disprezzare il soggetto, che del resto non faceva proprio niente per risultare simpatico”. Da sempre, se vogliamo, “il morto tira: il nostro delicato animo è sempre disposto a indignarsi con passione di fronte alle manifestazioni della più cruda efferatezza, dalle quali siamo invincibilmente attratti”. Il Boggia attirava le sue vittime innocenti a casa sua e poi le uccideva con freddezza, sempre per denaro, che
poi regolarmente sperperava principalmente in bella vita e bevute. Ce n’è davvero di efferatezza. Il 28 novembre 1861 il Boggia viene condannato alla pena di morte. “Verso le 6, era l’8 aprile del 1862, il condannato a morte salì sul carro che avrebbe dovuto condurlo al luogo del supplizio”. Fu una condanna che fece storia a Milano, “perché sarebbe stata l’ultima”. Maurizio Cucchi, L’indifferenza dell’assassino, Guanda, Parma 2012, pp. 159, euro 14,00.
Selaperlanonbrilla Romanzo irresistibile della mia vita, di Gaetano Cappelli di ENZO VERRENGIA Una preferenza dei toni lievi, della facilità di scrittura, appunto, che l’ha portato a riversare quasi tutto in farsa. Irresistibile anche questa, per alcuni. Perché condita di riferimenti colti, eclettici, dalla musica alle arti figurative, ma pur sempre farsa. Ed è forse la chiave di accesso più consona a questa escursione esistenziale nella persona di Giulio Guasso, meridionale di origini borghesi che balza dalla fonda provincia del sud alla Roma perfino più mediterranea degli anni ’60. È un percorso speculare rispetto a quello di “Parenti lontani”. Il boom economico, la televisione, gli elettrodomestici, la civiltà contadina che converge nell’inciviltà di massa. Il tutto sullo sfondo dell’idillio ad una direzione di Guasso per Elena
Bulbo d’Ambra, la solita sirena di provincia che incanta il protagonista da adolescente su una spiaggia tirrenica e lo induce a fare lo scrittore per colpirla, per conquistarla e per possederla nel cuore più che nel fisico. Cappelli sguazza nelle acque che ormai gli sono più
proprie. Il giudizio scanzonato ed in fondo reazionario sulla realtà, il disincanto, la rincorsa dei soldi come unico rimedio al male di vivere, l’ascesa e la caduta pri-
va di redenzione se non attraverso una risalita più bella che pria. Si ritrovano le scene di sesso che rimandano alla commedia erotica degli anni ’80, corrette allo straniamento, le infatuazioni proibite per parenti dirette, alla “Grazie zia”, ed il solito panorama su quegli anni ’70 che, dopo “La meglio gioventù”, risultano ormai abbastanza inflazionati. Certo, “Romanzo irresistibile della mia vita vera” è molti passi avanti alla letteratura anemica o, all’opposto, ipersangunaria delle ultime decadi italiote. Cappelli non è né un cannibale né un sublime, bensì, lo si diceva all’inizio, un dandy. Sotto questo aspetto, il libro resta agli annali delle narrazioni pirotecniche e culturalmente ipertrofiche, nel senso più positivo del termine. Peccato, però, che in nessuna pagina qui si ritrovi il lirismo davvero giovane e non giovanilista della scena del ballo del liceo di “Parenti lontani”. Quel rito di passaggio così bene espresso è una perla da custodire per sempre nella memoria della generazione che non saprà, non vorrà e non dovrà mai invecchiare.
SABATO 15 DICEMBRE DOM. 16 DICEMBRE 2012
ontinua a Termini Imerese, in provinTermini Imerese C cia di Palermo, la protesta dei lavoratori Aligrup dell’Eurocash, che da sei giorcontinua nialtosonopiùsaliti sul totem del punto vendita, di 20 metri, per manifestare conprotesta troIerilail segretario chiusura del locale. organizzativo della Fisadipendenti scat Cisl nazionale, Rosetta Raso, e il segenerale della Fisascat Cisl regioAligrup. gretario nale, Mimma Calabrò, hanno incontrato lavoratori per esprimere loro la solidaSostegno Fisascat irietà del sindacato. ”Ho avuto modo - ha detto Raso - di conalla vertenza statare personalmente la disperazione di questi lavoratori che, attraverso questo
gesto di estrema protesta, stanno rivendicando a gran voce il diritto al lavoro. Noi non li lasceremo soli. La Fisascat tutta è con loro”. Una situazione difficile quella di questi lavoratori che si va ad aggiungere alle altre vertenze, prima tra tutte la chiusura dello stabilimento Fiat, che continuano ad indebolire un’area già messa a dura prova. ”Quello che chiediamo - ha detto Calabrò - è che l’imprenditoria sana si faccia avanti e rilanci questo punto vendita con l’auspicio che tutta la zona industriale di Termini Imerese sia investita da processi di ristrutturazione e di riqualificazio-
ne produttiva volti a rilanciare l’occupazionale nell’intero comprensorio per controvertire la desertificazione dell’area”. Tra i lavoratori resta, dunque, alta la preoccupazione per il loro futuro, ma c’è anche la consapevolezza di avere al proprio fianco il sostegno sindacale. Giuseppe Polito, uno dei lavoratori che sta protestando sul totem, ha detto: ”Abbiamo tutti molto apprezzato che il segretario organizzativo della Fisascat nazionale e il nostro segretario generale siano al nostro fianco. Sapere di poter contare su solidarietà fatta non di parole ma di fatti concreti ci fa sentire meno soli”.
Sulcis Iglesiente. Oggi taglio del nastro nello stabilimento sardo per una nuova linea alla presenza del cardinale Bertone. Messaggio ed attestato di solidarietà dei vescovi locali sul lavoro. Medde (Usr): così più forza alle nostre lotte sindacali
conquiste del lavoro
TERRITORIO & IMPRESE
Portovesmeinaugura impiantodelpiombo C
agliari (nostro servizio) - Nuovo attestato di solidarietà della Chiesa nei confronti del mondo del lavoro. Questa mattina il cardinale Tarcisio Bertone inaugurerà l’impianto del piombo della Portovesme Srl, una delle poche fabbriche che nella provincia più povera d’Italia - il Sulcis Iglesiente - registra dati non drammatici: 650 lavoratori diretti, solamente una settantina in cassa integrazione e un futuro non segnato dall’incertezza. Celebrerà la messa davanti a delegazioni di lavoratori provenienti da tutte le fabbriche del malessere - Alcoa, Eurallumina, ex Ila, Rockwool, Carbosulcis - dove gli ammortizzatori sociali sono arrivati o potrebbero arrivare se non si interverrà adeguatamente. Intanto ieri è stata firmata la la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori dell’Eurallumina. L’accordo viene considerato dai sindacati ”importante per la vertenza”. ”Con questa firma - ha spiegato Nino D’Orso, segretario provinciale Femca Cisl - i lavoratori invece della terza deroga potranno ora avere la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale. Che tradotto significa nessuna ulteriore decurtazione dello stipendio e anticipazioni a carico dell’azienda”. Per i lavoratori si tratta di un primo risultato dell’accordo. ”Questo atto è stato possibile solo perchè si è passati per l’accordo del 22 novembre scorso - ha detto Antonello Pirotto, delegato Rsu Cisl - certo è che adesso si deve andare avanti con gli altri atti che dovranno portare alla risoluzione della vertenza”. Tornando alla giornata di oggi la visita del Segretario di Stato Vaticano coincide con il messaggio dei vescovi sardi sulla drammatica situazione sociale dell’isola diffuso l’altro ieri, ma programmato lo scorso settembre, quando più forti e senza speranza apparivano le lotte dei lavoratori in diversi territori dell’isola, a partire dal Sulcis passando per la Media Valle del Tirso fino a Portotorres. “La società sarda attraversa un periodo di grave di-
soccupazione, con risvolti talvolta drammatici. Questo interpella fortemente, per i suoi effetti umani devastanti, anche la Chiesa”. Così diceva undici anni fa l’episcopato sardo al termine del Concilio plenario regionale, riferendosi soprattutto alla disoccupazione dei giovani, oggi come allora, “in questa situazione senza sbocco, espo-
sti alla tentazione dello scoraggiamento e del disimpegno”. Di fronte a questo dramma che in un decennio si è trasformato in “tragedia”, la comunità cristiana, che chiama tutti alla solidarietà per dare un pò di pane agli affamati, non può rimanere nel silenzio. In particolare i Pastori della Chiesa sarda, che, scrivono nel docu-
mento diffuso ieri, “desiderano gridare ancora ad alta voce, auspicando che venga accesa qualche luce di speranza”. La voce dei lavoratori è rimasta quasi sempre inascoltata nonostante i grandi richiami normativi ed etici. L’episcopato nel suo ultimo documento fa quasi un elenco puntuale degli appelli, tutti di alto profilo, a crea-
re più giustizia e più lavoro, purtroppo rimasti inattuati. L’Europa nel 2010 proclamò l’Anno Europeo della lotta alla povertà. E la povertà è andata crescendo. La Caritas Italiana ha lanciato il suo allarme nell’annuale Rapporto sulla povertà, mostrando che la voce delle famiglie risuona ogni giorno con i toni della disperazione. La Costituzione Italiana dice che la Repubblica è ”fondata sul lavoro” e ”tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni” (articoli 1 e 35). Ma il lavoro non c’è e si sta perdendo ogni giorno anche quello che c’è. Il Concilio Vaticano II ha affermato che il lavoro umano ”è di valore superiore a tutti gli altri elementi della vita economica” ed è compito della comunità politica ”garantire i mezzi sufficienti per permettere alla persona e alla famiglia una vita dignitosa sul piano materiale, sociale, culturale e spirituale”. Anche la Cei ha evidenziato le gravissime conseguenze della mancanza del lavoro: ”Fragilità sociale, futuro spezzato, sperpero antropolo-
gico”. I vescovi ricordano tra le iniziative di sensibilizzazione all’emergenza povertà anche la Carta di Zuri. I presuli con questo loro messaggio che, come dice il segretario generale della Cisl sarda, Mario Medde, “rafforza le lotte sindacali”, chiedono ai cattolici e agli uomini delle istituzioni impegni concreti. “I cristiani - scrivono i dieci vescovi isolani - devono combattere insieme a tutti gli uomini di buona volontà perché si affermi l’equità nella solidarietà. La comunità politica deve essere più attenta al mondo dei poveri e costruire per tutti il bene comune”. Il Papa Benedetto XVI, nella sua visita in Sardegna del 2008, affidò alla Chiesa il compito di far nascere “una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. La lezione del messaggio episcopale è chiara: la strada è indicata, bisogna dunque saperla percorrere fino in fondo. Mario Girau
Bergamo. A rischio 150 posti di lavoro nella vigilanza. Lorenzi (Fisascat): ”Situazione paradossale”
Flashmoball’aeroportodiOrioalSerio Denunciasindacati:appaltialmassimoribasso
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ergamo (nostro servizio). Da due anni si combatte a colpi di carte bollate, e potrebbe non essere ancora finita. Mentre a rischio ci sono 150 posti di lavoro in uno degli aeroporti più trafficati d’Italia, e il tutto per una questione di gara d’appalto ancora regolata dal massimo ribasso. Per questo oggi la Rsu di Fidelitas e Fisascat, Filcams e Uiltucs, proprio per segnalare la rocambolesca situazione che si è creata a Orio al Serio, pur garantendo il servizio, attueranno un flash mob per far sapere che sono in mobilitazione. “È paradossale che a Orio al Serio, che conta ogni anno milioni di passeggeri, che ha un bilancio assolutamente positivo, l’affidamento di un servizio così irrinunciabile come la sicurezza sia regolato dal massimo ribasso di una gara d’appalto, per di più molto confusa”. Diego Lorenzi della Fisascat Cisl di Bergamo sta guidando in questi giorni l’agguerrita pattuglia di “vigilantes” aeroportuali alla difesa di diritti e posti di lavoro. La vicenda parte da lontano. Negli ultimi
due anni, da quando cioè la gara è stata bandita, una serie di ricorsi e controricorsi ha fatto sempre slittare l’affidamento definitivo. Ad inizio novembre Sacbo (ente gestore dello scalo bergamasco) ha assegnato l’appalto, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto (parzialmente) il ricorso della Fidelitas di Bergamo, che fino a due anni fa gestiva la sicurezza e che adesso lo fa solo “ad interim”, in attesa di una scelta finale. Il servizio sarebbe quindi appannaggio dell’Ati (associazione temporanea d’imprese) capeggiata dall’Italpol di Milano, società che fa capo all’omonimo gruppo di Roma. Ma il condizionale è assolutamente d’obbligo, considerato che entro 60 giorni dalla firma (quindi ai primi di gennaio) la cordata vincente deve presentare tutta la certificazione relativa ai requisiti del personale. “È assurdo - dice Lorenzi - che tra i requisiti richiesti nella fase di qualificazione non ci fosse la certificazione per svolgere servizi di sicurezza aeroportuale. Tutto legale, ma potenzialmente un rischio per la qualità: i
titoli andavano verificati dopo l’aggiudicazione, entro appunto 60 giorni. Si poteva cioè partecipare anche senza avere requisiti, cercando di ottenerli dopo in caso di vittoria: in pratica trovare personale formato e certificato. Quello che attualmente ha Fidelitas, che svolge questo servizio ad Orio da anni”. Oggi, dunque, c’è il rischio che la società ora vincente non ce la faccia a reperire, formare e far ottenere la certificazione (con tanto di esame Enac) al personale necessario, 150 persone. Ma soprattutto, insistono i sindacati, che su questa vicenda marciano compatti, rimane inconcepibile che sulla sicurezza si chiedano sconti a ogni gara d’appalto. “Di questo passo la sicurezza negli aeroporti sarà fornita da semplici portieri, non certo da personale formato e specializzato al controllo e alla prevenzione. Le gare d’appalto con questi criteri privilegiano il profitto per l’azienda, ignorando l’importanza delle professionalità acquisite dai lavoratori che hanno salvaguardato, e garantiscono all’utenza qualità e tranquillità”. Stefano Contu
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Friuli Venezia Giulia Chiudono 13 uffici postali. Sindacati contro la Regione
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al 29 dicembre chiuderanno 12 uffici postali in Friuli Venezia Giulia. Un accordo è stato siglato tra Poste Italiane e la delegazione sindacale dopo che una intesa del 19 novembre aveva sospeso la chiusura per consentire che “i Comu-
cronache
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alvi i lavoratori delle società partecipate dalla Regione Lazio grazie ad un accordo che Cgil Roma e Lazio, Cisl Lazio e Ugl Lazio hanno sottoscritto con la Regione. “L’accordo prevede la messa in sicurezza delle società partecipate, la tutela dei servizi erogati e le garanzie degli attuali livelli occupazionali”, spiega a conquiste del lavoro Tommaso Ausili, Segretario Generale della Cisl del Lazio. Ad essere interessati dall’accordo sono Lazio Service, Astral, Lait, Sviluppo Lazio, Unionfidi, Bic Lazio, Filas, Banca Impresa Lazio, Cotral, Lazio Ambiente, per un totale di circa 8 mila dipendenti. L’accordo sottoscritto interviene in una materia particolarmente farraginosa, dove i dubbi normativi sono maggiori delle certezze. E di dubbi la legge sulla spending review deve averne sollevati parecchi se la Regione Lazio, prima di arrivare all’accordo con i sindacati, ha effettuato “in ossequio, come si legge nella delibera, ai principi fondamentali individuati dal legislatore nazionale, un’analisi ricognitiva delle principali Società controllate dalla Regione e dei rispettivi assetti organizzativi e societari”. In altre parole da una parte si è evitato lo scontro con il governo, che con la legge sulla
ni o la Regione attivassero degli accordi o convenzioni che potessero garantire la sostenibilità economica di questi uffici“, come scrivono in una nota i sindacati di categoria Slc Cgil, Slp Cisl, Uil Post, Failp Cisal, Ugl Com. “Fino a ieri l'esito delle trattative con le istituzioni è stato negativo”, sottolineano i sindacati precisando che ci sarà “un rafforzamento del personale agli sportelli: 3 unità in più per la provincia di Pordenone e 2 per quella di Udine”. I sindacati “contestano il disinteressamento da parte della Regione rispetto alle chiusure degli uffici postali”.
Pa, a L’Aquila firmato protocollo su semplificazione
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irmato a L’Aquila il Protocollo d’intesa “Abruzzo, regione semplice e legale” tra il Comitato piccola industria di Confindustria Abruzzo e i sindacati (Direr, Cgil, Cisl, Uil,Ugl). Il protocollo è teso a favorire un’azione di semplificazione amministra-
tiva della Pa. garantendo standard elevati di correttezza, integrità e trasparenza degli atti amministrativi per la prevenzione di ogni tipo di corruzione e/o attività illegale. Un’azione importante tesa a migliorare l’attività della P.A. nel rispetto dei lavoratori e nell’interesse di tutti i cittadini e delle imprese. “L’obiettivo della semplificazione amministrativa è stato più volte da noi sollecitato - dichiara il segretario della Cisl Abruzzo, Maurizio Spina - per agevolare il sistema imprenditoriale e rendere l’Abruzzo più competitivo in termini di tempi, costi e trasparenza”.
Lazio. Intesa per 8mila lavoratori. Ausili (Cisl): tutte necessarie le società, no a chiusure o privatizzazioni
AccordoconlaRegione, salvelepartecipate
spending review puntava alla riduzioni delle spese, alla messa in liquidazione e alla privatizzazione delle società pubbliche, dall’altro si sono salvati 8 mila posti di lavoro. “Non è stato semplice, racconta Ausili, ma alla fine tutte le società, dopo attente verifiche, sono rientrate nel profilo dell’interesse generale perché svolgono
attività connesse al funzionamento della macchina amministrativa”. Come la Società Lait che gestisce il sistema informativo regionale e permette alla Regione di interconnettersi con altri sistemi locali e nazionali, pubblici e privati, o Sviluppo Lazio che, nel corso degli anni, è diventata la longa manus della Regione per la
realizzazione tecnica e finanziaria di investimenti pubblici e privati che si pongono l’obbiettivo di rafforzare e migliorare le infrastrutture, le attività produttive, i servizi di sviluppo del territorio regionale, l’incentivazione e la salvaguardia dell’occupazione. Da parte della Regione, insomma, c’è sempre stata una “totale con-
formità del sistema societario regionale con il nuovo quadro legislativo”. Non c’erano motivi, ribadiscono dalla Regione, per chiudere o privatizzare le società prese in esame. Adesso che l’accordo è firmato, conclude Ausili, e come sindacato ci siamo assunti delle responsabilità, chiediamo come contraltare l’applicazio-
ne, da parte della regione, di quanto contenuto nell’accordo. Con il nuovo governo regionale, invece, sarà utile confrontarsi sulle prospettive delle società in house e sulla necessità di interventi di razionalizzazione vera, fondata sulla valorizzazione delle professionalità e sull’implementazione dei servizi. Giuseppe Bascietto
BREVI Fnp a cura di Ileana Rossi
conquiste del lavoro
Terni. Denunce e progetti Pensionati Cisl Fnp insieme a Spi e Uilp di Terni hanno deciso un ‘percorso di ascolto’ con i propri iscritti, ma anche di proposta e progettualità per gli anziani, partendo dalla lettura della situazione economica e sociale. Per la Fnp, le vicende delle acciaierie ternane rappresentano la punta dell’iceberg della crisi, aggravata dai tagli al welfare “faticosamente ottenuto con le lotte di chi oggi è pensionato”. “Si sta tenacemente smantellando - denuncia la Fnp - l’insieme dei diritti di cittadinanza, un servizio sanitario nazionale considerato tra i migliori del mondo, un insieme di tutele sociali di eccellenza”. E l’Umbria, sulla sanità, subisce un taglio di circa 200 milioni di euro. Sulle pensioni, per la Fnp “è necessaria una riflessione sull’attuale legislazione che fa ‘dell’invecchiamento attivo’ un ‘invecchiamento al lavoro’, dato che la riforma delle pensioni non consente più agli anziani di godere di questo beneficio”. In Umbria il 63,4% delle pensioni di vecchiaia sono sotto i mille euro. Sempre sotto i mille euro sono l’88,9% delle pensioni di invalidità e il 92,9% di quelle per superstiti. Insieme (vecchiaia, invalidità e superstiti)
le pensioni declinano una situazione in cui: tre persone su quattro (74,4%) vivono con assegni sotto i mille euro. Le donne sono le più colpite, tra gli over 60 sono il 57%.
Emilia Romagna. Anteas va in onda in radio
‘Old & New Generation’ è il progetto radiofonico di Anteas Emilia Romagna. In onda su Fly web, la radio della Cisl emiliano-romagnola, l’Associazione di volontariato dei pensionati Cisl è ascoltabile: lunedì ore 13.00; martedì ore 14.00; giovedì ore 11.00; sabato ore 09.00; domenica ore 15.00. Anche attraverso podcast. L’iniziativa è conseguente il concorso di idee per la solidarietà tra le generazioni "Anziano a chi?" promosso da Anteas E-R, cui hanno partecipato numerosi giovani con progetti sul tema.
Anteas nazionale. Formazione in primo piano ”Gestire un’associazione di volontariato è collegare sogni e risorse”. Le competenze devono essere conseguenti. E’ questo il focus del piano di formazione declinato dall’Anteas nazionale. L’iniziativa coinvolge oltre 130 partecipanti provenienti da 20 regioni. Bruno Calcagni, responsabile nazionale della formazione Anteas, spiega il percorso didattico: “Dalla conoscenza identitaria e mission di Anteas (legata nei valori a Cisl e Fnp), agli aspetti istituzionali, fiscali e amministrativi caratteristici delle organizzazioni di volontariato e di promozione sociale, sino ai bilanci contabile e sociale, strumenti essenziali per la gestione delle associazioni e la declinazione quanti/ qualitativa delle attività svolte a favore delle persone in difficoltà”. Lo scambio relazionale tra docenti e partecipanti, secondo Calcagni, “favorisce riflessioni e scoperte utili per la gestione delle Anteas, ma soprattutto per l’implementazione di strategie e nuovi progetti territoriali”. Per Arnaldo Chianese, presidente nazionale Anteas “il modulo svolto e quello da svolgere sono parte integrante di un vero e proprio corso professionalizzante di addestramento alle competenze sociali, ormai necessarie per operare nelle Anteas”.
Villanterio (Pv). Pacchi viveri a famiglie da Anteas Grazie agli accordi con il Banco Alimentare i volontari Anteas consegnano a domicilio beni non deperibili a 28 famiglie in difficoltà. “Operiamo da oltre sette anni - spiegano Virginio Pezzoni e Silvio Corbellini, rispettivamente presidente e vicepresidente Anteas -. Attualmente siamo 22 volontari e contiamo su 18 autisti che utilizzano tre automezzi”. La nuova attività con il Banco alimentare è gestita da due volontarie Anteas, mentre altri volontari sono impegnati nella distribuzione di generi alimentari forniti gratuitamente dal Banco Alimentare. Ad oggi sono 28 le famiglie che hanno segnalato a parroco o sindaco la loro situazione di disagio. Infatti, solo in questo modo si attiva l'aiuto di Anteas. Chi vuole aiutare l’Anteas ad aiutare può rivolgersi direttamente all'Associazione o al Comune.
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Whitejobs,ilfuturo Osservatorio ènellaqualificazionedelsettore Cronache e approfondimenti delle violenze sulle donne / 172
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a ricorrenza della Giornata Internazionale dei Migranti, che si celebra ogni anno il 18 dicembre, offre l’occasione per dedicare un momento di riflessione alla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici del settore domestico, in adesione alla Campagna della CSI-ITUC “12x12” per la ratifica della Convenzione Ilo 189 che stabilisce per questa categoria di lavoratori una base di diritti essenziali. Cgil Cisl Uil, insieme alle proprie categorie Filcams Fisascat Uiltucs, intendono riportare al centro del dibattito una realtà per molti aspetti sottostimata e che interessa in Italia oltre un milione e mezzo di addetti, in maggioranza donne e immigrate, e oltre un milione di famiglie con anziani in molti casi non autosufficienti. Per lungo tempo, in assenza di un sistema di welfare adeguato, è stato dato per scontato che attività e servizi di cura alla persona e alla famiglia potessero essere automaticamente delegati alle famiglie stesse, che si sono rimboccate le maniche per dare una risposta privata ad un problema collettivo. Il sopraggiungere ed il permanere di una forte situazione di crisi hanno, però, rotto questo delicato equilibrio facendo emergere un quadro familiare sempre più critico e sempre più alle prese con problemi economici e, di conseguenza, con l’impossibilità di supplire ai propri bisogni in maniera appropriata. Ciò ha generato una situazione paradossale che ha messo in risalto contemporaneamente due debolezze, una retribuzione mensile mediamente bassa ed insoddisfacente per chi la riceve ed un impegno molto oneroso per chi la deve erogare. Questo, a sua volta, ha determinato una forte tendenza all’irregolarità che solo attraverso una politica attiva di controllo e sostegno all’emersione e di defiscalizzazione in favore della famiglia può
essere invertita, con vantaggi sociali non indifferenti. Una tendenza invece al giro di boa, e per molti versi significativa, è quella che registra l’affacciarsi delle donne italiane a questo tipo di lavoro. Nel 2011 sono state oltre 143 mila e il trend è in continua crescita. Il comportamento “forzatamente” imprenditoriale delle famiglie ha dato vita a relazioni particolari, sia sul versante del datore di lavoro che non è un imprenditore e che vive in un contesto di difficoltà logistica e spesso anche economica, sia sul versante del lavoratore perché la badante vive spesso in un regime di convivenza che di fatto la “monopolizza”. Proprio questo
punto rappresenta una sfida per il sindacato che deve immaginare le tutele delle lavoratrici domestiche in stretta connessione con la tutela delle famiglie, all’interno di un’ottica di convergenza di interessi capace di alleviare le difficoltà delle famiglie e di questa nuova categoria di lavoratrici e lavoratori. In questo la bilateralità si caratterizza come opportunità concreta perché consente di individuare un luogo in cui sperimentare e realizzare servizi di interesse comune tra le parti. Si tratta di un nuovo orizzonte che ha bisogno di un approccio condiviso perché attraverso la bilateralità abbiamo la possibilità concreta, si veda ad
esempio l’istituzione della Cassa Colf, di rispondere ai bisogni degli assistiti, delle famiglie e delle badanti in termini di formazione, matching tra domanda ed offerta di lavoro, qualificazione di lavoratori e lavoratrici, certificazione dei curricula e delle esperienze, erogazione di prestazioni integrative e compensative ecc. Un altro aspetto su cui è importante riflettere, inoltre, è la possibilità di lavoro e di coesione che può venire dai cosiddetti white jobs, intesi anche come bacino occupazionale per le donne e i giovani, sia italiani che immigrati. A tale riguardo, come donne della Cisl, riteniamo si debba restituire dignità alle forme di
conquiste del lavoro
Egregio Presidente Asif Ali Zardari, la Cisl è un sindacato che rappresenta in Italia 4 milioni e mezzo di lavoratori e pensionati e vuole manifestare tutto il proprio dolore e sdegno per la sentenza che in Pakistan ha
VIA LIBERA DEL GOVERNO A DDL SU CONVENZIONE ISTANBUL Il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al ddl di ratifica della Convenzione di Istanbul che stabilisce principi per prevenire, punire e contrastare la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Il testo passa ora al vaglio del Parlamento. L’auspicio è che si proceda velocemente all’approvazione definitiva così da rendere l’Italia uno tra i primi Paesi ad accogliere la Convenzione e dare un contributo fondamentale per far entrare al più presto in vigore, a livello mondiale, principi e norme per la cultura del rispetto delle donne, contro ogni violenza e sopraffazione. La Convenzione è stata aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d’Europa, degli Stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione e dell’Unione Europea, l’11 maggio 2011 a Istanbul. L’Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. Nel testo la violenza contro le donne è definita come ”una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata”.
INFANZIA. PREVENZIONE E REPRESSIONE ABUSI, INTESA VIMINALE-GARANTE
conquiste delle donne LETTERA DELLA CISL PER SALVARE ASIA BIBI, UNA CRISTIANA CONDANNATA A MORTE IN PAKISTAN PER BLASFEMIA
lavoro legate all’assistenza e alla cura familiare. Per una lunga fase l’assistenza familiare è stata confinata in una sorta di “riserva indiana”, come un segmento delimitato di lavoro destinato, per default, a una specifica figura: la donna immigrata. Questa segmentazione ha prodotto un’idea profondamente sbagliata: il lavoro familiare come attività interstiziale, compensativa e marginale rispetto alle grandi dinamiche della produzione. Questa azione di restituzione della dignità ai cosiddetti white jobs è una condizione fondamentale per rendere attrattivo un settore in espansione e che, quindi, può produrre “buona occupazione”. Liliana Ocmin
condannato a morte Asia Noreeen Bibi per blasfemia. Tutti gli uomini e le donne hanno il diritto di manifestare la propria fede religiosa, senza per questo essere arrestati e condannati a una orribile pena capitale. Un grande Paese come il Pakistan, che ha un posto di rilievo nella comunità internazionale, non può macchiarsi di questo orribile atto. Non può farlo per giustizia e per civiltà. Il pontefice Benedetto XVI
insieme a tantissime organizzazioni umanitarie, laiche e cattoliche, ha chiesto un gesto di clemenza e di pietà nei confronti di Asia Noreen Bibi. Sarebbe un segnale bellissimo celebrare il prossimo Natale con la notizia della liberazione di questa donna pachistana, richiusa in carcere, ingiustamente, da oltre tre anni. Ecco perché, Signor Presidente, anche noi vogliamo rinnovare l’appello perché sia ridata la libertà a questa donna, restituendola così all’affetto della sua famiglia. Raffaele Bonanni Segretario generale della Cisl
Intesa tra il dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza per rafforzare l’attività di prevenzione e repressione dei fenomeni di abuso, sfruttamento o violenza contro i minorenni, anche attraverso il web. Il protocollo è stato firmato al Viminale dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, dal capo della polizia Antonio Manganelli e dal garante Vincenzo Spadafora. Questo accordo si propone, tra l’altro, di approfondire le problematiche relative ai minorenni autori, vittime e testimoni di reato e al loro diritto di ascolto; individuare le migliori prassi per rendere omogenei sul territorio nazionale i metodi di intervento delle forze di polizia nei confronti dei minori e, in particolare, le procedure in materia di identificazione e di gestione dei minorenni, anche non accompagnati, presenti in Italia. E ancora. Definire le linee guida per rendere uniformi le modalità di intervento delle forze di polizia anche in relazione all’attività di altri operatori professionali del settore dell’infanzia e dell’adolescenza; condividere le informazioni e i criteri di analisi dei fenomeni sulle persone di minore età; individuare e valutare problematiche e criticità nella normativa di settore o nella sua applicazione, anche per la promozione di specifici interventi legislativi a livello nazionale e internazionale. (A cura di Silvia Boschetti)
A cura del Coordinamento Nazionale Donne Cisl - ww.cisl.it -
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