SELEZIONE DELLA RASSEGNA STAMPA GARDESANA
A cura dell’Ufficio Stampa della COMUNITÀ DEL GARDA Villa Mirabella Via dei Colli 15 25083 Gardone Riviera (BS) Tel. +39 0365 290411 - Fax +39 0365 290025
Dal 7 al 20 maggio aprile 2016 •
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da L’ARENA
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dal TRENTINO
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La Comunità del Garda è un’associazione di Enti pubblici che promuove la tutela, la valorizzazione e l’organico sviluppo del bacino del lago di Garda. Svolge un ruolo propositivo coordinandosi con le autonomie dei comuni e degli altri enti locali. Ha funzioni di analisi, dibattito, proposta e rappresentanza unitaria del lago di Garda. Si occupa soprattutto di territorio e di ambiente, di qualità delle acque e di sicurezza, di viabilità e di trasporti, di promozione e di cultura, di pesca, di agricoltura e di navigazione. La sua particolarità è di valutare le situazioni ed i problemi in un’ottica globale, riferita al bacino gardesano nella sua totalità. Il territorio della regione del Garda comprende 55 Comuni che sono parte delle province di Brescia, Mantova, Verona e della Provincia Autonoma di Trento, delle Regioni Lombardia e Veneto.
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da BRESCIA OGGI venerdì 20 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 29 LONATO. I comitati tornano a sensibilizzare la cittadina a pochi mesi all'avvio dei lavori fissato dal governo a fine 2016 - «Tav, un cantiere gigantesco» Mobilitazione ad alta velocità Flavio Marcolini Un elettrodotto di 8 chilometri, una galleria di 7 e un «campo logistico» su 170 mila metri quadrati «La frazione Campagna nell'occhio del ciclone» Un elettrodotto lungo 8 chilometri con i plinti su decine di aziende agricole; una galleria lunga 7 chilometri che scaverà fino a 40 metri di profondità; un campo logistico a Campagna che occuperà 170 mila metri quadrati. Sono solo alcuni dei «punti critici» del progetto Tav sul territorio di Lonato: con i cantieri al via entro la fine di quest'anno (questo l'annuncio del governo) ecco che i comitati provano a sensibilizzare i lonatesi, consapevoli che una mobilitazione dei cittadini può esserci ora o mai più.UN'OCCASIONE è stata l'assemblea di mercoledì sera proprio a Campagna, con il coordinamento No Tav Brescia-Verona e i tre portavoce del comitato No Tav locale, Eraldo Cavagnini, Giovanni Contiero e Danilo Zeni. Stando al progetto definitivo per la tratta Brescia-Verona, proprio da questa frazione partirà la galleria di 7 chilometri diretta verso Desenzano, larga 33 metri fino a una profondità media di 40 metri e con cunicoli a doppia canna: «Costerà 700 milioni di euro, praticamente 100 milioni al chilometro, con un'area di cantiere che occuperà circa 170 mila metri quadri - è stato ricordato. Con quali impatti idrogeologici e sulla viabilità locale chissà».È previsto poi «il potenziamento della linea elettrica ad alta tensione, fino a 130 mila volt, che dovrebbe partire in traliccio dalla località Fornaci, dalle parti della multisala King, e finire all'ingresso della galleria, tagliando le campagne con una zona di rispetto di circa 200 metri. Sono decine gli agricoltori proprietari di fondi interessati dalle servitù da elettrodotto per la presenza dei plinti sul tracciato; ricordiamo che la direttiva europea è che le linee non devono più essere aeree ma solo interrate, dal momento che l'elettromagnetismo causerà nel tempo danni alla salute dei cittadini».In sala erano presenti diversi consiglieri del Movimento 5 Stelle e delle liste civiche «Ritrovo Lonato» e «Bene Comune di Calcinato».Prossimo appuntamento il 22 maggio, con la «biciclettata No Tav» che partirà alle 15 dal piazzale delle piscine comunali di Desenzano fino alla torre di San Martino. lunedì 16 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 16 OPERE&TERRITORIO. Il progetto compie un deciso passo in avanti Galleria-bis di Gargnano Nuovo passo in avanti per la realizzazione del raddoppio delle gallerie di Gargnano sulla gardesana occidentale e della variante Berzo Demo- Edolo, sulla statale del Tonale e della Mendola. Potrebbe essere imminente l'inserimento di queste due opere cruciali per allentare due intricati nodi della viabilità a vocazione turistica nel piano strategico redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti finanziato con il Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. La questione è stata al centro di un recente incontro fra Mauro Parolini, assessore regionale allo Sviluppo economico e i vertici del dicastero guidato da Graziano Delrio.«Al tavolo con il ministero abbiamo elencato le nostre priorità e - conferma Parolini - per la provincia di Brescia abbiamo chiesto espressamente che queste opere rientrino nel piano che sarà approvato in tempi strettissimi. Si tratta di interventi strategici in grado di generare benefici viabilistici e ricadute positive sul tessuto economico e la filiera del turismo».Per l'intervento sulla gardesana occidentale, opera da circa 70 milioni di euro, il progetto esecutivo è già oggetto di una convenzione con Anas che porterà ad un'ulteriore e significativa riduzione di costi e tempi di realizzazione. «Mentre per quanto riguarda la variante di Edolo che richiede un investimento di 75 milioni di euro - spiega Parolini -, la Provincia di Brescia, che già dispone del progetto preliminare avanzato, procederà ad attuare le fasi successive in accordo con Anas».L'impegno
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economico complessivo di oltre 145 milioni di euro è sostenuto da fondi europei già assegnati all'Italia. «Non appena queste opere saranno inserite nel piano strategico - ha sottolineato Parolini - potranno essere immediatamente finanziate e realizzate».Durante l'incontro al Ministero dei Trasporti Parolini ha affrontato la questione del tratto bresciano dell'Alta Velocità e, anche in relazione allo studio trasportistico che Rfi sta conducendo per aggiornare la validità delle scelte operate nel progetto, ha ribadito la posizione della Regione riguardo al raddoppio dell'uscita est da Brescia, e la conseguente eliminazione del «salto di montone» di Rezzato e il mantenimento dello shunt e della fermata di Montichiari. domenica 15 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 23 LE INIZIATIVE. Happy hour in viale Marconi e piazzale del Porto e spettacolo pirotecnico per accogliere la Freccia Rossa Passa la Mille Miglia, Sirmione si esalta Sirmione alza il sipario sulla mitica Mille Miglia. In attesa del passaggio della corsa previsto per giovedì, l'evento è stato preceduto ieri dalla presentazione ufficiale della gara, delle prove speciali e di tutte le iniziative che la penisola dedica alla corsa più bella del mondo. Numerosi ospiti d'eccezione si sono riuniti a Palazzo Callas dove il sindaco della cittadina Alessandro Mattinzoli ha ricordato «come l'eccellenza della Mille Miglia sia un'occasione per fare sistema e valorizzare le tante eccellenze del territorio». Ospite d'onore Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale di Gardone Riviera e della rete Garda Musei, di cui Sirmione fa parte, il quale non poteva non parlare di D'Annunzio, del suo amore per le automobili e dell'intenzione di dar vita al Vittoriale ad un museo dell'auto dedicato proprio alle vetture del Vate. Le tappe principali dell'edizione 2016 sono state ricordate da Giuseppe Cherubini, responsabile organizzativo del percorso. Il giorno della gara a Sirmione è prevista come di consueto una prova speciale e il passaggio del «Tribute to Mille Miglia» che il pubblico potrà apprezzare pranzando lungo viale Marconi oppure sorseggiando un aperitivo in piazzale Porto grazie all'organizzazione curata dal Comune e dal Consorzio albergatori e ristoratori della penisola. In serata speciale spettacolo pirotecnico in piazzale Porto. domenica 15 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 23 TREMOSINE. L'amarezza di Giuliano Stenghel, scalatore e scrittore che aprì negli anni Ottanta la straordinaria «via» Addio al «Salto delle streghe» Campione ha perso l'alpinismo Luciano Scarpetta Alle pareti cui fu dedicato un film prodotto dalla Rai è ormai sovrapposto un dedalo di reti paramassi «Un sacrificio all'altare della speculazione edilizia» Si chiama «Il salto delle Streghe» ed è, anzi era fino a un paio d'anni fa, una delle più temerarie e affascinanti «vie» alpinistiche del Garda bresciano. Ora non esiste più dopo il distacco dalla falesia nel novembre 2014, dei 15 mila metri cubi del «Mammellone», alle spalle di Campione.Con tutto quello che è successo al paese (i sequestri, le frane, i fallimenti del costruttore Coopsette e dell'immobiliare Campione del Garda spa, i cantieri incompleti, le stagioni turistiche compromesse, la ventina di rinvii a giudizio) forse questo è il meno. Ma anche questa è una grave perdita.GLI ARDITI PASSAGGI in quota, tracciati per la prima volta negli anni '80 dall'alpinista e scrittore Giuliano Stenghel, sono ora inevitabilmente avvolti in migliaia di metri quadri di reti metalliche paramassi, piastre e fittoni, posizionati a presidio di quel che resta del villaggio operaio e del neonato centro velico federale di Univela che, unica buona notizia, inaugura oggi una nuova stagione con grandi progetti di rilancio.«Un vero peccato per il Salto delle streghe», commenta Stenghel, istruttore emerito del Cai, noto nel mondo alpinistico come il «maestro del friabile» per la sua capacità di muoversi su rocce difficili, al «Salto delle streghe» aveva dedicato anche un docufilm prodotto dalla Rai. E ora non nasconde la sua rabbia.«CI SI POTEVA sottrarre dal deturpare, sfigurare, devastare, con tutte le
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conseguenze sull'ambiente una delle più belle e grandi falesie del lago? Non lo so, ma di una cosa sono assolutamente sicuro: non si doveva arrivare a tutto ciò in nome del business. Mi viene spontaneo un ragionamento - continua -: ai piedi delle montagne, in particolare dove possono esserci rischi di frane, forse sarebbe meglio creare un'area di sicurezza e non costruirci. I miei sono soltanto leciti interrogativi di cittadino e di alpinista che sulle rocce del Salto delle Streghe ha lasciato una parte della sua vita. Mi dispiace constatare come quello che avrebbe dovuto essere un centro unico per la vela e magari anche per l'alpinismo a bassa quota, , si trovi oggi in una situazione ingarbugliata».Campione - continua - è diventata una comunità isolata e impaurita, segnata da una ristrutturazione fallimentare e incompleta. Il tutto sacrificato unb nome di una speculazione edilizia». sabato 14 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 35 DESENZANO. L'accesso gratuito il sabato e la domenica fino al mese di settembre Riapre l'Oasi di San Francesco un «paradiso» in riva al lago Alessandro Gatta Il parco tra Rivoltella e Sirmione ampliato da 7 a 27 mila metri quadri Un'aula-laboratorio permetterà di promuovere attività didattiche Amanti della natura, unitevi: il gran giorno è arrivato. Riapre infatti questa mattina, dalle 9, l'oasi naturalistica San Francesco di Desenzano, oltre due ettari e mezzo di area protetta e riconosciuta dal 2008 come Monumento naturale regionale. Da oasi a «super-oasi»: il polmone verde vista lago, tra Rivoltella e Sirmione, è stato ampliato di ben 20mila mq grazie all'acquisizione di un terreno dalla proprietà russa di Villa Bober. COME da programma: era già previsto nel Pgt che dall'edificazione della zona a sud di via Agello dovessero tornare in standard urbanistici il canneto e l'area verde adiacenti l'oasi. Un colpaccio: la San Francesco, gestita dai volontari dell'associazione Airone Rosso, guadagna così due ettari, passando da 7mila a 27mila mq di area protetta. Si amplia soprattutto la parte a lago: in via Agello uno spettacolo della natura, dove tra il litorale e i canneti flora e fauna crescono indisturbate. Negli anni, all'interno dell'oasi, sono state censite centinaia di specie vegetali e animali: 124 specie di piante, 122 specie di volatili. La flora abbondante e rigogliosa: salici, pioppi e platani, sambuchi e luppoli. Ma soprattutto il canneto, il Phragmentum australis. Gli uccelli: lo svasso maggiore, che ha fatto dell'oasi la stazione riproduttiva più importante del Garda, il fistone turco, gli aironi rossi e neri, e poi pigliamosche, forapaglie, la capinera e la folaga, perfino il martin pescatore. I pesci: tinca, scardola, carpa, persico e luccio. Tra i rettili, oltre alla rana e al biacco anche una specie esotica come la tartaruga dalle orecchie rosse, che raggiunge anche i 30 centimetri. Le coordinate: l'Oasi San Francesco sarà aperta al pubblico per tutta l'estate, dalle 9 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, sabato e domenica (ingresso sempre libero) fino al 18 settembre. L'oasi al suo interno ospita anche un'aula didattica, con cartellonistica informativa, e un capanno d'osservazione per il birdwatching. Grande soddisfazione: «L'oasi è un vero unicum del Garda - ricorda l'assessore all'ecologia Maurizio Maffi - Uno spazio conservato e conosciuto nel pieno rispetto della sua naturalità». Grande merito ai volontari dell'associazione Airone Rosso: «Chissà quali sorprese ci aspettano, dal punto di vista scientifico spiega il presidente Gabriele Lovisetto - Il canneto ha alle spalle un ambiente unico, con una biodiversità e una fascia ripariale boscata, l'unica area a ridotto del lago con tali caratteristiche». Non solo: «In questo piccolo spazio abbiamo anche un residuale della foresta che migliaia di anni fa popolava la nostra zona, la Selva Lucana» mercoledì 11 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 17 IL RAPPORTO. L'indagine dell'Ispra ha messo sotto esame acque superficiali e sotterranee. In cattivo stato di salute il bacino Oglio-Mincio nel territorio di Azzano Mella Pesticidi, bollino rosso per rogge e fiumi Mimmo Varone Garza e Mella denunciano valori di inquinamento sopra la norma Tra le sostanze individuate spicca il glifosato, un potente erbicida
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Se non si fossero trovati, ci sarebbe stato di che stupirsi. Il rapporto Ispra 2016 sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee della provincia racconta che una buona parte presenta concentrazioni oltre i limiti di una gran quantità di sostanze, tra cui spiccano il pericoloso glifosato e il suo metabolita Ampa (acido amminometilfosfonico). L'ISTITUTO superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha utilizzato per il suo rapporto i dati forniti da Arpa Lombardia, che nella campagna 2012-14 ha monitorato 43 sostanze nelle acque superficiali e 26 in quelle sotterranee. Tra tutte, domina il glifosato, erbicida impiegato su colture arboree e erbacee, ma anche per usi non agricoli (aree industriali, civili, argini, lungo le strade e le ferrovie ecc.). Ed è una delle sostanze più vendute a livello nazionale. Nel Bresciano, che non è neanche l'area peggiore nel panorama lombardo, su 19 corpi idrici presi in esame dal Rapporto Ispra (Arpa ne ha monitorati di più) 11 risultano da bollino rosso, con concentrazioni superiori alla norma. Tra essi figurano il torrente Garza dal Naviglio Grande allo spaglio in Comune di Castenedolo, il Mella dal Gombiera al confine Her (limite dell'idroecoregione) a Villa Carcina, nonché dal confine Her 56 fino a Manerbio in territorio di Castel Mella, la roggia Baioncello a Castrezzato, la seriola Castrina a Cazzago San Martino, i vasi Bambinello a Gottolengo e Fiume a Flero. Non tutto, però, è inquinato da pesticidi, ed entro i limiti di legge restano il rio D'Avigo a Manerba dalla sorgente all'immissione nel lago di Garda, il Garza dal confine Her alla confluenza nel Naviglio Grande a Bovezzo, il torrente Faidana dalla sorgente all'immissione nel Mella a Sarezzo e un po' tutte le acque superficiali dell'alta Valle Camonica e dell'alta Valtrompia, tipo il torrente Molinorso dal fosso San Zeno all'immissione nel Mella, il torrente Gorgone dalla sorgente all'immissione del Chiese, il torrente Nozza a Vestone, e via dicendo.Quanto alle acque sotterranee resta fuori norma il bacino Oglio-Mincio di alta pianura nella rilevazione di Azzano Mella e in tre punti della città. Lo stesso bacino risulta a norma a Bedizzole e in un altro punto di Brescia. Il bacino Oglio-Mincio di bassa pianura, invece, presenta pesticidi nella norma a Calvisano, Leno, Montichiari e Pavone Mella.ALL'ARPA LOMBARDIA spiegano che oggi si trovano tanti pesticidi perchè se ne cercano tanti, mentre una decina d'anni fa non erano state ancora messe a punto le metodiche in grado di scovarli. E va aggiunto pure che la rete di monitoraggio della Lombardia ha una densità superiore alla media. Per restare al glifosato, i valori delle concentrazioni rilevati nella nostra provincia risultano compresi tra meno 0,1 e 4,04 microgrammi/litro (tra meno 0,1 e 42,00 µg/L per l'Ampa). Le concentrazioni maggiori si riscontrano soprattutto nella zona pianeggiante, rispetto alla fascia alpina e prealpina, e ciò induce a concludere che la presenza di questi composti possa essere attribuibile sia a un'origine agricola (parte bassa della pianura) sia a un'origine urbana (parte alta). Inoltre, si è verificato che la dispersione del suo metabolita Ampa nell'ambiente può derivare anche da additivi presenti in alcuni detergenti per uso domestico. Il che spiegherebbe la presenza negli scarichi di impianti di trattamento urbani.Nel complesso, quella bresciana è una situazione leggermente migliore, rispetto al resto della regione, anche grazie al territorio montano pressochè esente da pesticidi. Nelle acque superficiali della Lombardia ci sono residui nel 78,5 per cento dei punti e nel 38,6 dei campioni. Nelle acque sotterranee è stata riscontrata la presenza di pesticidi nel 41,3 per cento dei punti e nel 32 per cento dei campioni. Vale a dire che il 55,4 per cento dei punti delle acque superficiali supera gli standard di qualità ambientale (Sqa), mentre nelle falde la contaminazione è superiore agli Sqa nel 13,2 per cento dei punti. mercoledì 11 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 17 Lago di Garda in salute ma il Pcb rimane sorvegliato speciale Se il rapporto dell'Ispra conferma la situazione critica delle acque di superficie e sotterranee per la presenza dei pesticidi, il lago di Garda si mostra moderatamente ottimista. «Da noi non c'è nessun rischio per la salute tranquillizza il segretario della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa - tutti i parametri forniti dalla Fondazione Mach di San Michele all'Adige sono al di sotto della soglia di sicurezza per l'uomo».«DEL RESTO - è l'analisi - la fortuna del nostro lago è quella di aver creato negli anni '70 un sistema di depurazione, ma anche la qualità delle acque del fiume Sarca, il suo principale immissario, che dalle Dolomiti non incontra industrie nel suo cammino verso il Garda. Le uniche due cartiere, quelle di Riva e Toscolano hanno impianti di depurazione e sotto questo aspetto non ci sono problemi, come del resto gli agglomerati urbani non sono certo da paragonare a quelli di altri laghi, come ad esempio le città di
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Como, sull'omonimo lago o Ginevra nella vicina Svizzera. Tutte le 125 spiagge del lago sono balneabili, ma non bisogna in ogni caso dormire sugli allori, continuando l'opera di monitoraggio intrapresa negli ultimi tempi dai comuni rivieraschi». «L'inquinamento dovuto alle attività umane - continua Ceresa nella sua disamina - rende infatti più pressante la necessità di capire come si debba intervenire per far fronte ai rischi ambientali e sviluppare linee guida comuni come quelle scaturite dal progetto Eulakes (2010-2013) che hanno indotto partner europei provenienti dalla Polonia, Ungheria e Austria a cooperare con l'Italia per una gestione sostenibile delle risorse idriche, monitorando soprattutto la qualità chimico fisica dei laghi e lo sviluppo di nuovi metodi di controllo e analisi ambientale. Ad esempio - continua Ceresa - negli ultimi 40 anni c'è stato un massiccio aumento della concentrazione di fosforo e un aumento dei cianobatteri dovuto al mutamento della composizione delle alghe».Il problema del ricambio delle acque del lago, stimato in circa 26 anni e mezzo, sta però creando qualche problema alla fauna ittica, in particolar modo alle anguille. Lo stato di contaminazione ambientale di policlorobifenile (Pcb), è attestato dall'Arpa veneta che ha recentemente confermato un inquinamento simile ai livelli del 2011, anno in cui fu vietato il commercio e il consumo delle anguille dall'allora sottosegretario alla salute Francesca Martini e le tre Provincie del lago ne avevano vietata la pesca. «Le variazioni in termini di concentrazione - spiega Arpa veneta - possono essere apprezzate con monitoraggi dalla durata di decenni e confrontando i dati più recenti (2015) con quelli del 2011, si può notare che non ci sono differenze significative». martedì 10 maggio 2016 – CRONACA – Pagina 7 MOBILITÀ. Dopo la lettera a Bresciaoggi dell'amministratore delegato delle Ferrovie Mazzoncini, le prospettive in tema di alta velocità e di esigenze dei pendolari I «Frecciabianca» richiamati in servizio Mimmo Varone Ma sulla tratta Milano-Brescia si viaggerà con le tariffe dei Regionali Poi il ridisegno del nodo bresciano: treni no-stop ad alta frequenza A dicembre l'Alta velocità Treviglio-Brescia libererà la linea storica. Dopo la lettera a «Bresciaoggi» dell'ad di Ferrovie dello Stato Renato Mazzoncini al nostro giornale, la Loggia presenta il Piano di servizio per sfruttare al meglio quei binari. E punta sui treni veloci a tariffe regionali che dovranno assicurare il percorso no stop Brescia-Milano Lambrate in 45 minuti. Ma spinge pure per un salto di qualità che accompagni ai regionali veloci un ridisegno complessivo del servizio su tutto il nodo bresciano con le tratte per Bergamo, Edolo, Parma e Cremona. L'assessore alla Mobilità Federico Manzoni ha portato la proposta al Tavolo costituito nella metropoli meneghina con tutti gli attori del territorio (Comune, Provincia e Agenzia del Tpl per Brescia, Ferrovie Nord, Rfi, Trenord). L'ACCORDO siglato la settimana scorsa permetterà ai pendolari possessori di «carta plus» di utilizzare fino a dicembre anche i Frecciarossa, che hanno sostituito i Frecciabianca. Mazzoncini, però, ha definito quella carta un «mostro regolatorio che ha consentito di supplire alle carenze del servizio regionale con l'uso di treni a lunga percorrenza finalizzati a un servizio diverso», e ne ha decretato la fine entro l'anno. Senza l'alternativa dei regionali veloci, i pendolari bresciani sarebbero costretti a sborsare 190 euro al mese per abbonarsi all'Alta velocità. Perciò bisogna fare in fretta, e Manzoni sembra ottimista. Ricorda, tra l'altro, che sui binari Tav non potranno viaggiare i Frecciabianca elettrificati per le linee normali. Inoltre l'avvio dell'Alta velocità porterà tra Brescia e Milano altri competitor, ad esempio Italo, e Trenitalia non potrà più siglare accordi con Regione Lombardia, che «avevano senso solo in un regime monopolistico». Il salto di qualità, dunque, diventa pressoché obbligatorio, e gli obiettivi condivisi dal Tavolo milanese, prospettano tra Brescia e Milano treni no stop ogni ora e regionali con fermate in tutte le stazioni ogni mezz'ora dalle 6 alle 24 di ogni giorno. Ora si tratta di tradurre in pratica l'intesa, e non sarà facile. Il nuovo servizio veloce potrebbe essere svolto dai Frecciabianca dismessi, ma sarà Trenitalia, che l'assessore vorrebbe al Tavolo di lavoro, a decidere. Certo è che non avrà tariffe diverse dal resto dei treni regionali. Ci sarebbero pure le risorse. L'attuale servizio «carta plus» costa all'utente 30 euro al mese ma ne vale 100, e il resto è a carico della Regione. «È un tesoretto che dall'anno prossimo potrebbe servire a coprire il servizio no stop Brescia-Milano - dice Manzoni -. Potrebbe essere il focus del contratto di servizio tra Regione
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e Trenord per sviluppare un servizio di qualità e smentire l'idea che un treno regionale debba essere per forza vecchio, sporco e lento». Se i treni veloci si danno quasi per fatti, tuttavia, la riorganizzazione complessiva del servizio sul nodo bresciano si presenta ancora problematica. MANZONI avverte il rischio che l'Alta velocità porti benefici ai clienti business e lasci il resto inalterato. Tanto più che la «anomalia» di Trenord «ha già tagliato fuori la Lombardia dal Piano di ammodernamento del materiale rotabile avviato da Ferrovie dello Stato con 4,5 miliardi di investimento - sottolinea -, e qui da cinque anni aspettiamo 60 treni senza sapere quando arriveranno e su quali linee». Nè sarà un caso aggiunge l'assessore - che il Piano della mobilità regionale adottato nel dicembre 2015 nell'elenco delle nuove infrastrutture non includa la linea Tav Treviglio-Brescia. «È un'omissione - dice - che spiega perché la riorganizzazione del servizio regionale è rimasta nell'ombra». Sul tutto, poi, s'innestano le incertezze relative alla sopravvivenza di Trenord. Mazzoncini ha già proposto al presidente Maroni di lasciare alle Ferrovie la gestione del servizio regionale lombardo. Manzoni ammette che l'idea dell'azienda autonoma partecipata a metà da Trenitalia e Ferrovie Nord «non ha dato frutti brillantissimi e ora sarebbe un peccato che la Lombardia restasse fuori dai 4,5 miliardi di investimento». martedì 10 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 20 SALÒ. I conti dell'Autorità di bacino del Garda Posti barca e spiagge I sindaci festeggiano un incasso da record A Sirmione arriva oltre un milione Desenzano mette a profitto i porti Sono ben 4 milioni e 734 mila gli euro arrivati ai Cmuni del Garda dall'acqua nel 2015. A tanto, infatti, ammontano i proventi incassati sia dai posti barca all'interno dei porti del lago di Garda (e, in piccola misura, dall'Eridio) che dagli ormeggi esterni e dalle concessioni demaniali di spiagge e pontili.Lo ha certificato l'assemblea, svoltasi a Salò nella sede dell'Autorità di Bacino (l'ex Demanio): i numeri presentati dalla direttrice Fausta Tonni e dal presidente Bernardo Berardinelli fanno gongolare i sindaci della Riviera. Perché per gli introiti «demaniali» questa è stata un'annata record, meglio rispetto al 2014, con 4 milioni e 586 mila, del 2013 (4 milioni e 77 mila), del 2012 (4 milioni e 241 mila).LA PARTE DEL LEONE è di Sirmione, che ha portato a casa un milione e 191 mila euro, di cui appena 86 mila sono le entrate dovute ai porti. Nella penisola sono infatti le Terme a sborsare le cifre più cospicue: riguardano le autorizzazioni ottenute per la struttura balneare e le cure.Al secondo posto Desenzano, con 572 mila (di cui 271 mila dai posti barca pubblici, che sono ben 458). Terzo Toscolano Maderno con 548 mila (445 mila euro dalle boe e dagli spazi pubblici, con la cartiere a sborsare un importo consistente).Seguono Manerba (467 mila), San Felice (429 mila), Salò (322 mila), Gardone Riviera (312 mila), Gargnano (266 mila), Padenghe (194 mila), Limone (162 mila), Moniga (153 mila). In coda Tremosine-Campione (10 mila) e Anfo (9 mila).Una fetta di tali cifre rimane al Demanio, per il funzionamento degli uffici, e una parte va alla Regione, che poi restituisce il tutto sotto forma di finanziamento delle opere. Torna all’elenco dei quotidiani
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da L’ARENA venerdì 20 maggio 2016 – CRONACA – Pagina 15
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SI APRE LA STAGIONE TURISTICA. I controlli della Guardia di finanza e polizia locale a Venezia potrebbero avere un seguito anche a Verona. Troppe strutture anomale Bed&breakfast, i «furbetti» sono nel mirino Manuela Trevisani Confcommercio: «Problemi di sicurezza se gli ospiti non vengono registrati». I B&B sono 434. «Alta l'evasione nell'extralberghiero» Un centinaio di bed and breakfast e appartamenti in affitto per turisti completamente sconosciuti al fisco e senza alcuna autorizzazione sono stati scoperti a Venezia dalla Guardia di finanza e dalla Polizia municipale. E la situazione, con le dovute proporzioni, non sarebbe dissimile da quella di Verona, almeno secondo le associazioni di categoria, che lanciano l'ennesimo allarme.«La nostra associazione di categoria chiede con forza, da tempo, maggiori controlli per combattere l'abusivismo, e questo è solo il punto di partenza», commenta Paolo Arena, presidente di Confcommercio. «Si deve arrivare a una regolamentazione del fenomeno, che consenta attraverso la registrazione anche una verifica sulle persone che vengono ospitate, in modo da garantire più sicurezza». Come? «I grandi portali che fanno da vetrina per le strutture ricettive potrebbero inviare la documentazione sulle avvenute transazioni, i pagamenti dei clienti, anche al ministero delle Finanze», conclude Arena. «Tramite controlli incrociati, dunque, si potrebbe così accertare e contrastare l'evasione».Difficile però avere riscontri numerici sul fenomeno dell'abusivismo e dell'evasione. «Il mercato dei b&b e degli affitti turistici è in così rapida e costante evoluzione, che si fa fatica a rincorrere», spiega Giulio Cavara, presidente degli Albergatori di Confcommercio, analizzando i due principali problemi legati al mondo dell'extralberghiero. «Queste attività non versano le tasse, in quanto sconosciute al fisco: si stima che l'evasione nel pagamento della tassa di soggiorno sia attorno al 70-80 per cento e rappresenta solo una minima parte dell'imposizione fiscale che queste attività sarebbero tenute a versare».Ma all'aspetto economico, se ne aggiunge anche un altro. «Spesso queste strutture sono gestite in modo improprio: ad esempio, non sono presenti i dimoranti, a differenza di quanto prevede la normativa», prosegue il presidente degli Albergatori. «Oppure non vengono comunicati gli ospiti in Questura, con il rischio che soggiornino nei nostri palazzi anche persone che hanno problemi con la giustizia: è una questione di sicurezza, soprattutto in quest'epoca in cui incombe la minaccia del terrorismo».LE CIFRE. Qualche dato, però, è possibile ricavarlo dall'Ufficio Tributi del Comune, che detiene il numero preciso delle strutture ricettive registrate in città ad aprile 2016, complessivamente 1.277. Tra queste figurano 68 alberghi, 434 bed&breakfast, 452 appartamenti a locazione turistica e 7 alloggi turistici, 167 unità abitative ammobiliate a uso turistico, 64 affittacamere, 9 residence, 49 agriturismi, un campeggio, 4 ostelli della gioventù, più varie altre tipologie come case per vacanze (3), case per ferie (8), foresterie per turisti (4) e case religiose per ospitalità (6).Cosa emerge dal confronto tra questi dati e i principali siti con offerte di b&b, hotel e appartamenti, utilizzati normalmente dai viaggiatori per scegliere dove pernottare? Su Booking.com, ad esempio, gli alberghi risultano 60, i b&b sono 226 (dunque la metà di quelli registrati), gli affittacamere sono una sessantina (in linea con il dato del Comune), mentre le case e gli appartamenti risultano 302.Il dato che viene segnalato da Stefano Tarasco, dirigente dell'Ufficio Tributi del Comune, è la cancellazione di numerosissimi b&b, circa 119 nell'ultimo anno, molti dei quali trasformati in locazioni turistiche, in quanto la normativa e l'aspetto burocratico risultano molto più semplici. Peraltro nel 2015 gli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno sono cresciuti del 10 per cento rispetto al 2014, e un ulteriore incremento del 7 per cento si era registrato l'anno precedente sul 2013 giovedì 19 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 26 AMBIENTE. La buona salute confermata anche dagli ultimi prelievi Garda promosso «Le acque sono eccellenti» Katia Ferraro L'Arpav illustra i dati relativi al monitoraggio per la balneazione: esito positivo in tutti i 65 punti di analisi sulla sponda veronese del lago
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Le acque del lago di Garda si confermano «eccellenti» dal punto di vista della balneabilità: è il risultato del rapporto Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto) sulla qualità delle acque di balneazione venete, redatto a fine 2015 considerando gli ultimi quattro anni per procedere alla classificazione per il 2016. Non solo: anche la prima campagna di monitoraggio dell'anno, effettuata tra il 9 e l'11 maggio a ridosso dell' apertura della stagione balneare (il 15 maggio), ha portato risultati in linea con gli anni precedenti. Un avvio sotto i migliori auspici, dunque.I dati sono stati illustrati ieri a Venezia nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato l'assessore regionale all' ambiente Gianpaolo Bottacin, il commissario dell'Arpav Alessandro Benassi e la Direzione marittima di VeneziaGuardia costiera, che collabora con l'Arpav al prelievo dei campioni.Nell'ultimo quadriennio sono state considerate 169 acque di balneazione: di queste 164 sono risultate eccellenti e le rimanenti cinque, distribuite tra Chioggia e Farra d'Alpago (Belluno) sono state giudicate «buone».Tra l'anno scorso e quest' anno la rete di analisi è stata estesa a 174 punti distribuiti in otto corpi idrici, di cui 95 nell'Adriatico e 65 lungo la sponda veronese del lago di Garda (gli stessi dal 1996). Per tutta la durata della stagione balneare (fino al 15 settembre) i controlli nei punti di prelievo verranno effettuati a cadenza almeno mensile e i risultati delle analisi saranno disponibili in tempo reale sul sito dell'Arpav (www.arpa.veneto.it).PARAMETRI ANALIZZATI. Oltre a considerare i parametri ambientali (temperatura di aria e acqua, vento, corrente, onde) in ogni punto di controllo vengono effettuate ispezioni visive per verificare la presenza di rifiuti o sostanze oleose e prelevati campioni di acqua per l'analisi batteriologica in laboratorio. Viene cercata la presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli: per le acque interne, come quelle del Garda, durante la stagione balneare la presenza dei primi non deve superare le 500 Ufc (unità formanti colonie) ogni 100 millilitri d'acqua, mentre per l'escherichia coli il rapporto deve essere inferiore a 1000 Ufc ogni 100 millilitri.Per ottenere la classificazione di acque eccellenti i parametri sono più restrittivi: 200 Ufc per gli enterococchi e 500 per l'escherichia coli.«Per valutare la balneabilità», spiega il biologo Giorgio Franzini, responsabile dell' ufficio lago di Garda di Arpav, «accanto ai campionamenti è in atto anche un programma di sorveglianza algale effettuato regolarmente per verificare che non si sviluppino cianobatteri», ovvero un tipo di alghe fitoplanctoniche (i puntini galleggianti) dal colore azzurro-blu che in alcune condizioni possono sprigionare sostanze tossiche.«In questo momento la produzione fitoplanctonica generale è bassa e il sottogruppo dei cianobatteri tossici non è sviluppato», rassicura Franzini.PESTICIDI E PFAS. Se per giudicare la balneabilità delle acque il criterio più immediato è la ricerca di batteri, nel programma generale di monitoraggio viene analizzata anche la presenza di residui di pesticidi (che possono arrivare nel lago dal dilavamento dei terreni agricoli e non solo) e, visto l'allarme generato nel territorio vicentino e Basso veronese, inizierà ad essere cercata anche la presenza di Pfas (sostanze perfluoroalchimiche).Sui pesticidi, riferisce Franzini, «per l'ultimo ciclo di classificazione i rapporti non sono ancora terminati, ma possiamo dire che il Garda si potrà classificare tra il sufficiente e il buono nella parte nord-occidentale e buono nella parte sud».La presenza di Pfas nel Garda sarebbe invece remota: non solo per la difficile interconnessione con i luoghi contaminati, ma anche perché il lago è un corpo idrico superficiale, mentre i problemi si rilevano nelle acque sotterranee. «Stiamo iniziando le analisi, prima non previste», fa sapere il responsabile Arpav. Il problema è infatti stare al passo con le innumerevoli e potenziali sostanze pericolose da ricercare: «Lo stesso glifosate (il diserbante che alcuni studi scientifici hanno dimostrato essere cancerogeno, ndr) è stato introdotto solo recentemente», conclude Franzini. giovedì 19 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 26 Dirlindana: «Ma il lago ha sempre meno pesci» Una lunga lettera per lanciare un grido di allarme sull'impoverimento ittico del lago di Garda. L'autore è Adelino Lombardi, presidente del Dirlindana Club di Malcesine (associazione di pesca sportiva) e consigliere di opposizione nel comune dell'alto Garda. Nei giorni scorsi l'ha inviata a tutti i sindaci del bacino gardesano, ai presidenti delle province di Verona Brescia e Trento, alla Comunità del Garda e ai giornali locali mettendo in evidenza un problema noto ai pescatori ma che sembra trascurato dalle istituzioni. «Negli ultimi anni tutti i pescatori hanno constatato la notevole riduzione di una specie che era tra le più abbondanti, l'alborella», scrive Lombardi: ovvero il «pesce foraggio» per altri pesci lacustri predatori, che a loro volta sono diminuiti (in particolar modo trote e lucci). I «maggiori imputati di questo
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collasso» sarebbero «il cambiamento dell'habitat costiero originario, il deterioramento della qualità delle acque spesso contaminate dall'antropizzazione, i derivati dell'industria, un collettore fognario tutt'altro che ermetico e l'eccessivo sfruttamento delle spiagge (zone di riproduzione di molti pesci, tra cui l'alborella e il cavedano, ndr) a scopo turistico, la crescente presenza di predatori come gli uccelli acquatici che razziano uova e avannotti» e infine «la variazione repentina dei livelli delle acque a causa dei prelievi estivi a scopo irriguo».Per frenare questa tendenza il presidente del Dirlindana Club ha prospettato delle soluzioni da condividere a livello interregionale tra tutti gli attori che si affacciano sul lago: la rinaturazione di alcuni tratti di costa con l'interdizione ai bagnanti nei mesi di «frega»; il ripopolamento delle specie a rischio con la posa di uova fecondate provenienti da altri laghi; la riduzione degli uccelli e degli anatidi predatori inasprendo i divieti sulla somministrazione di cibo da parte dell'uomo. Tra i punti evidenziati nella missiva anche la necessaria difesa del carpione, la cui pesca è proibita sulle sponde veronesi e bresciane ma non su quella trentina, uno dei motivi per cui Lombardi auspica un maggiore coordinamento. K.F. mercoledì 11 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 33 IL TURISMO SUL GARDA. Convegno a Riva Un lago «Unesco» ma resta il nodo delle infrastrutture Artelio: «Non siamo conosciuti e per ovviare serve essere uniti» La candidatura del lago di Garda a patrimonio dell'Umanità Unesco, ma anche mobilità e infrastrutture, identità gardesana, formazione culturale e professionale per l'accoglienza turistica: sono alcuni dei temi affrontati lunedì sera a Riva del Garda durante l'annuale «Forum» promosso dai tre Rotary Club gardesani (di Peschiera e del Garda Veronese, di Salò-Desenzano e di Riva) che a rotazione organizzano un convegno incentrato su un tema particolare, quest'anno dedicato al «futuro turistico del lago di Garda». Tanti gli ospiti e i relatori presenti, tra cui l'assessore al turismo del Veneto Federico Caner e gli omologhi della Lombardia Mauro Parolini e della Provincia autonoma di Trento Michele Dallapiccola. Leitmotiv della serata è stata la possibile candidatura del più grande lago italiano (il cui bacino racchiude il 40% della risorsa idrica nazionale) all'Unesco. Per ottenere il riconoscimento la strada è in salita. Veneto, Lombardia e Provincia autonoma di Trento hanno approvato a tal proposito una mozione, ma non basta: serve un soggetto promotore unitario vista la «tripartizione» amministrativa del lago e tale soggetto potrebbe essere individuato nella Comunità del Garda. «Focus» poi sulla mobilità, con la proposta di Ceresa di creare una «metropolitana sull'acqua» incrementando e ottimizzando il servizio di navigazione di linea anche con mezzi a energia sostenibile. Franco Todesco, già presidente della Comunità del Garda, ha fatto il punto sulle infrastrutture individuando carenze (tra cui l'incompiuto anello ciclabile) e bocciando il tracciato Tav previsto nel basso lago, auspicandone la modifica. Sull'identità gardesana bisogna lavorare per superare i campanilismi, ma va meglio a livello di percezione turistica. «Se chiediamo a un turista in vacanza sul lago in che regione si trova, risponderà "nel Garda"», ha osservato Paolo Artelio, presidente dei consorzi di promozione Garda Veneto e Garda Unico, sottolineando al contempo che «da una ricerca emerge come 20 milioni di tedeschi non ci conoscano ancora pur essendo vicini». Per arrivare su mercati vecchi e nuovi, ha concluso Artelio, «bisogna essere uniti». martedì 17 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 30 VERSO L'ESTATE SUL LAGO. Visite della stampa specializzata d'Oltralpe, video e sito web rinnovato per il Consorzio Turismo, la strategia è digitale Ma l'incognita è nella politica Barbara Bertasi Artelio: «Il blocco anti-profughi al Brennero penalizzerebbe ma restiamo ottimisti» Promozione a 360° attraverso giornalisti tedeschi, un video sulla Riviera degli Olivi, una rivisitazione a fondo al portale www.lagodigardaveneto.com, dove già si può prenotare in tutti gli alberghi della nostra sponda, presenza alla Mille
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Miglia nella tappa a Peschiera. Sperando che il tempo rinnovi l'exploit dell'estate scorsa e che il «muro» del Brennero non arrivi mai. È in sintesi la strategia del presidente del Consorzio Lago di Garda Veneto, Paolo Artelio, in questa primavera «turistica» iniziata col vento in poppa con indicatori che già annunciano un aumento di presenze rispetto all' scorso anno. Annata a sua volta memorabile. «Per l'Ascensione abbiamo avuto molti ospiti e crediamo che questo si ripeterà per la Pentecoste, festività che in Germania sono iniziate ieri e termineranno il 30 maggio, da sempre periodo di arrivi», esordisce Artelio. «Sappiano di avere affezionati clienti, tuttavia la promozione è anima del turismo e perciò stiamo già lavorando in questo senso per il 2017. Dal 26 al 29 maggio avremo infatti qui 8 giornalisti tedeschi di varie zone della Germania, soprattutto del Nord, che arriveranno grazie al nostro ufficio stampa di Francoforte. L'obiettivo è coinvolgerli affinché promuovano, tramite stampa, televisione e web, il lago potenziando gli arrivi dal Nord della Germania, considerando che i bavaresi ben conoscono il lago e quanto offre. Atterreranno a Villafranca, faranno base a Peschiera vedendone le mura ed il centro per cenare qui la prima sera mentre, gli altri giorni, saranno ospiti in altri comuni, conoscendo così tante nostre specialità gastronomiche. Allo scopo, il 27 maggio, passando anche per Castelnuovo del Garda, li condurremo in un pastificio di Valeggio sul Mincio dove si preparano i tortellini che gusteranno. Quindi tappa al museo dell'Olio e in una cantina vinicola di Bardolino e cena a Lazise. Il 28 si andrà a Malcesine, dove, grazie alla funivia Malcesine Monte Baldo, saliranno in quota per poi scendere e visitare il castello. In serata cena a Bardolino ed accoglienza al 12° Palio del Chiaretto. Prima della partenza giro in motoscafo per ammirare dal lago il magnifico golfo di Garda e le sponde di Brenzone e Torri facendo tappa in uno di questi comuni per pranzo. Avranno momenti liberi per apprezzare in tranquillità quanto li circonda. Abbiamo chiesto venissero ora per dar voce alle bellezze del lago all'inizio di questa nuova stagione turistica incentivando così le prenotazioni». C'è dell'altro: «In quest'ottica, per metà giugno, sarà completamente rinnovato il portale www.lagodigardaveneto.com strutturato per garantire maggior navigabilità all'utente», annuncia il presidente. «Già ora è attivo il GardaPass Booking Lago di Garda Veneto, piattaforma di prenotazione turistica on line nelle strutture del lago. Ogni Comune avrà un'area dedicata da riempire liberamente». Ancora: «Entro fine mese sarà pronto un video promozionale di 3 minuti, con immagini girate dal lago verso terra con drone ed altre dedicate alle attività che offriamo come surf, kitesurf, canoa e sci secondo l'obiettivo di destagionalizzare l'offerta turistica. Durante la Mille Miglia, che il 19 maggio passerà da Peschiera, avremo uno spazio in Piazzale Betelloni, davanti al municipio, per ospitare operatori esteri che chiedessero di assistere all'affascinante appuntamento». Chiude: «Stiamo puntando molto sulla promozione sfruttando tutti i canali resi disponibili dalle istituzioni e dai nostri uffici stampa esteri, collegati ai più grossi tour operatori, per proporci già nel 2017. Il 2016 è iniziato bene, dobbiamo sperare in un meteo favorevole». Poi il presidente Artelio passa al «nodo» del Brennero: «Ovviamente speriamo che non venga mai messo in essere il blocco che potrebbe rallentare notevolmente l'afflusso dei nostri tantissimi potenziali ospiti desiderosi di trascorrere weekend sul lago di Garda. L'attesa dovuta ai controlli potrebbe scoraggiarli. Ma restiamo ottimisti», sorride. «Del resto, pur non avendo ancora dati certi, dai primi indicatori chiesti agli operatori sappiano che c'è stato un aumento delle prenotazioni rispetto allo scorso anno» domenica 15 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 45 BRENZONE. L'area degli scavi, tra le più importanti in Veneto, sarà aperta tre giorni la settimana La villa romana aspetta «cure» ma intanto riapre alle visite Gerardo Musuraca Pinamonte: «Vanno trovati i fondi per completare la valorizzazione» Il «più importante sito archeologico del Veneto di epoca romana» ha riaperto i battenti alle visite guidate per i turisti e residenti. Ad annunciarlo è stata la neopresidente della Pro loco, Lorena Pinamone, da alcune settimane è ai vertici della associazione che cura, per conto del Comune, le manifestazioni turistiche e recepisce le indicazioni del territorio.Tra le prime cose su cui punta ora la Pro loco c'è proprio la Villa Romana che il sovrintendente del Veneto, Vincenzo Tinè, durante un sopralluogo nel 2010 aveva così definito: «è un ambiente con un mosaico geometrico a tessere bianche e nere incredibile... molto raffinato e con una buona tecnica costruttiva. La villa di Castelletto è l'unica romana lungo le sponde orientali del Garda confrontabile, per estensione e articolazione delle strutture, con i
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complessi abitativi nella fascia bresciana, quali le ville trovate a Sirmione, Toscolano e Desenzano. E' un'opportunità culturale che chiede solo di essere valorizzata turisticamente».«Fino all'11 settembre 2016», ha spiegato la presidente della Pro Loco, «torna a essere possibile fare visite guidate in questo sito». Ma non è tutto. La Pinamonte ha infatti preso contatti con Brunella Bruno, della Sovrintendenza di Verona. La dirigente, negli anni scorsi, aveva effettuato sopralluoghi nel sito archeologico e aveva contribuito al recupero e alla messa in sicurezza della Villa Romana e dell'adiacente chiesa di San Zen de l'Oselet.La Villa Romana attualmente è chiusa e lo stato di tristezza e semiabbandono in cui si trova è decisamente improprio per un sito storico-archeologico di quel valore. «Come primo passo», ha proseguito Pinamonte, «per quest'anno la Pro loco ha già predisposto l'apertura della Villa Romana tre giorni alla settimana, cioè ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 14 con entrata libera fino all'11 settembre. Ci sarà un custode che, oltre ad occuparsi della pulizia del sito, potrà fornire anche brochure informative in tre lingue. Sono in stampa cartelli segnaletici da porre all'esterno del cimitero di Castelletto e, ogni mercoledì, ci sarà una guida munita di patente, il signor Wolfgang Schmidt, che illustrerà ai turisti quanto di storico e importante si vede».Lo scorso anno, grazie ad un timido tentativo del consigliere delegato al turismo, Paolo Formaggioni, la Villa Romana era stata aperta saltuariamente. «Abbiamo avviato un progetto», ha concluso la Pinamonte, «per fare nuovi depliant sulla Villa Romana grazie all'aiuto degli alunni delle scuole dell'Istituto Turistico Sacra Famiglia di Castelletto». «L'obiettivo della Pro loco e dell'amministrazione comunale, sindaco in testa», hanno fatto sapere da Brenzone, «è di cercare i fondi per riprendere i lavori interrotti anni fa per la valorizzazione di questa importante realtà archeologica e storica» martedì 10 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 31 AMBIENTE DEL LAGO. La presenza di policlorobifenile è confermata dalle analisi dell'Arpav Anguille contaminate dal Pc b La «soluzione» è impossibile Gerardo Musuraca Mancano riferimenti nazionali, livelli inferiori alla normativa Usa Il lago di Garda è contaminato in più punti da policlorobifenile diossina-simili. I livelli di queste sostanze sono allo stesso livello del 2011; una situazione immutata e che tale resterà per le «leggi» naturali che regolano il ricambio idrico del lago. Lo attesta l'Arpav, l'Agenzia regionale di protezione ambientale del Veneto. L'ente ha infatti scritto alla Regione per poter dare risposta alla interrogazione del consigliere regionale Andrea Bassi alla giunta.Il vice capogruppo della Lista Tosi aveva chiesto: «Perché non sono state svolte le attività di campionamento sulle anguille contaminate da diossina e Pcb nel lago di Garda?». Dal 2011, è stato riconosciuto questo inquinamento di tale gravità per cui l'allora sottosegretario alla salute, Francesca Martini, aveva imposto il divieto di consumo e commercializzazione dei lunghi pesci lacustri e le tre Province affacciate sul Garda ne avevano vietato la pesca. «Perché non sono stati effettuati i campionamenti previsti dalla Regione nel 2015. E per il 2016, finora non mi risulta che alcun prelievo di pesci sia stato fatto».La risposta da Venezia. «Il Piano di campionamento si sarebbe dovuto esaurire entro fine febbraio 2016», hanno ammesso dalla giunta regionale. «Il ritardo di effettuazione del campionamento», hanno proseguito, «deriva dall'andamento scarsamente piovoso, se non siccitoso, del periodo invernale che ha comportato la mancata discesa a valle delle anguille del lago e conseguente mancata pesca...solo da fine marzo si sono avute le prime catture... Il ministero della Salute viene aggiornato sullo stato di avanzamento, ritardatario rispetto al previsto, del campionamento». Poi il dettaglio: «Quanto allo stato di contaminazione ambientale» scrive la giunta, «risulta confermato un inquinamento diffuso (ovvero in più punti) e la possibile decontaminazione dei sedimenti da PCB non è ritenuta realizzabile». Il perché lo spiega la relazione dell'Arpav. «Il lago di Garda», vi si legge, «ha un tempo di ricambio teorico delle acque di 26,8 anni». Ovvero «in assenza di ulteriori immissioni di inquinanti, le variazioni in termini di concentrazione possono essere apprezzate con monitoraggi dalla durata di decenni». La conclusione dell'Arpav: «Confrontando i dati più recenti (del 2015) con quelli del 2011, si può dire che non vi sono differenze significative e si può pensare che la contaminazione è di tipo diffuso». Nel 2011 le analisi di Arpav avevano interessato la sponda veneta del lago e in particolare i Comuni di Bardolino, Brenzone, Torri
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del Benaco e Garda per l'acqua, e anche Peschiera e Lazise per i sedimenti. I prelievi di acqua erano stati effettuati in tre stazioni. I prelievi di sedimenti avevano interessato uno strato di 20 centimetri, con quattro-cinque ripetizioni per sito, in dieci stazioni lungo tutta la costa veneta del lago. L'Arpav escludeva allora la presenza di diossine e furani al di sopra del limite di quantificazione. Per i PCB, in assenza di una normativa sanitaria nazionale di riferimento, le concentrazioni risultano molto al di sotto dei limiti previsti, per esempio, dalla normativa statunitense. Per quanto attiene ai sedimenti le concentrazioni di diossine e furani risultavano paragonabili a quelle riscontrate in ambienti lacustri non soggetti a pressioni antropiche connesse con scarichi di attività industriali. In assenza di riferimenti nazionali i valori risultavano inferiori al limite più cautelativo della normativa canadese. sabato 07 maggio 2016 – PROVINCIA – Pagina 39 MALCESINE. Si pianificano scavi archeologici più approfonditi sul confine fra Veneto e Trentino, in collaborazione con la società della Funivia Si va alla ricerca dell'Uomo del Baldo Emanuele Zanini E c'è il progetto per realizzare il parco di «nordic walking» più esteso d'Europa: 450 chilometri di percorsi Sulle pendici del Baldo al confine tra Veneto e Trentino verranno effettuati scavi archeologici alla ricerca dell'«uomo del Baldo», risalente all'età del Ferro. La zona di interesse si trova a una cinquantina di metri dal limite geografico tra Malcesine e Trento, sul monte Altissimo, nell'area limitrofa alla cosiddetta Busa-Brodeghera. Si tratta di una voragine di 70 metri all'interno della quale, nel 1976, un gruppo di speleologi fecero una sensazionale scoperta trovando uno scheletro di un uomo di circa vent'anni, forse cacciatore, e oggetti personali databili tra il V e il IV secolo a.C (i resti sono custoditi nel Mag, Museo dell'Alto Garda di Riva.L'annuncio è stato diffuso ieri mattina in occasione dell'incontro a Riva del Garda tra la società Garda Trentino e la funivia di Malcesine per definire una collaborazione strategica e condivisa tra le due realtà del territorio dell'alto Garda-Baldo. All'evento hanno partecipato tra gli altri Paolo Formaggioni, membro del consiglio di amministrazione di Atf, Azienda trasporti funicolari di Malcesine, Marco Benedetti e Roberta Maraschin, rispettivamente presidente e direttore della società di promozione turistica trentina.Secondo l'archeologo di Caprino Domenico Nisi nel territorio limitrofo all'eccezionale ritrovamento di quarant'anni fa si potrebbero trovare altri resti di grande importanza per l'archeologia. Per questo il cda di Atf ha dato incarico al professionista di creare un gruppo di ricerca per elaborare un progetto «ad hoc» che permetta di effettuare degli scavi alla scoperta di tracce nuovi ritrovamenti di antichi insediamenti umani. Entro la prossima estate verrà ultimata una prima fase dell'operazione che, in collaborazione con le università di Verona e Trento, consisterà nello studiare in maniera approfondita e con esami specifici il ritrovamento dello scheletro del 1976 e degli altri reperti. Un censimento preliminare che consentirà, oltre ai necessari sopralluoghi, di individuare la possibile area d'intervento.In un secondo momento, dopo le indispensabili autorizzazioni degli enti preposti a partire dalle Soprintendenze veronese e scaligera, verrà realizzato lo scavo vero e proprio. Se l'intervento dell'archeologo veronese porterà i frutti sperati Atf ha intenzione di creare un itinerario in quota che porti i turisti che salgono sul Baldo con gli impianti di risalita sul potenziale nuovo sito archeologico in una zona che dista un'ora e mezza a piedi dalla stazione d'arrivo di Tratto Spino.L'altro progetto allo studio dai vertici della funivia, annunciato da Formaggioni ieri a Riva, è creare un unico grande percorso di nordic walking del Garda-Baldo, percorribile anche dalle biciclette.Ai tracciati inaugurati a Brenzone, dove lo stesso Formaggioni è consigliere comunale, si dovranno aggiungere quelli presenti nei territori degli altri Comuni coinvolti. Atf ha già iniziato a sviluppare accordi con le amministrazioni di Malcesine, Brenzone, Torri, San Zeno di Montagna, Caprino, Rivoli, Ferrara di Monte Baldo, Costermano, Affi, Garda e Cavaion, mentre si sta portando avanti il lavoro nella stessa direzione anche con Brentino Belluno, Bardolino e, per la parte trentina, Brentonico, Ala Avio e in futuro anche Riva e Torbole. Attualmente i sentieri già esistenti e collegati tra loro comprendono un tracciato di circa 350 chilometri, su cui servirebbe un lavoro di manutenzione senza particolari opere aggiuntive. Il progetto prevede però un ulteriore ampliamento dei percorsi di 100 chilometri per arrivare a 450 chilometri e creare così il circuito di nordic walking più esteso d'Europa, superando quello della Foresta Nera in Germania. La società della
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funivia di Malcesine sta studiando l'iter per sviluppare il progetto e così arricchire ulteriormente l'offerta turistica sull'area del Garda-Baldo.Tema quest'ultimo al centro dell'incontro di Riva in cui Atf e Garda Trentino spa hanno stretto un accordo che prevede la vendita dei biglietti della funivia anche negli uffici Iat di Riva, Torbole e Arco, oltre che «online». Finora i turisti dell'Alto Garda avevano solo la possibilità di uno sconto attraverso una speciale carta (la Guest Card), mentre ora si aggiunge il servizio di biglietteria sul posto, che consente di saltare le code alla stazione di partenza di Malcesine.«L'accordo di collaborazione presentato a Riva», sottolinea il presidente di Atf Daniele Polato, «è importante sia dal punto di vista turistico che strategico perché abbatte il confine fra Veneto e Trentino ci permette e di realizzare altri progetti» Torna all’elenco dei quotidiani
da L’ADIGE Fierecongressi Pellegrini resta al «comando» Roberto Pellegrini è stato confermato per il quarto mandato alla guida di «Riva Fierecongressi spa». Ieri, presso le stanze della struttura congressuale rivana, si è svolta l'assemblea dei soci che ha provveduto anche al rinnovo del cda con l'ingresso di alcuni nuovi nomi. Come anticipato da «l'Adige» , in quota Garda Trentino Sviluppo vengono nominati nel cda dell'ente fieristico Roberto Pellegrini, Graziano Rigotti - neo eletto presidente per Gts ? ed Enzo Bassetti. In quota Lido srl, sono stati nominati Ilaria Torboli, già presente nello scorso cda, e Claudio Facchinelli al posto di Piero Brozzi. Marco Benedetti, presidente di Ingarda, cede il posto alla sua direttrice d'azienda Roberta Maraschin, per rispettare il minimo di quote rosa richieste all'interno del cda. Fulvio Rigotti viene nominato per la quota Trentino Trasporti, attualmente già vice presidente di Trentino Sviluppo. Il nuovo consiglio d'amministrazione, composto per un totale di sette membri, viene così rinnovato per più di un terzo e vede l'entrata di una donna in più, infatti nel triennio appena scaduto Ilaria Torboli era l'unica rappresentante femminile all'interno del consiglio. «Sono soddisfatto - afferma Pellegrini - questo cda è all'altezza dei precedenti, condizione indispensabile per raggiungere risultati importanti. Il rispetto dei ruoli tra società, consiglio d'amministrazione e struttura manageriale ed una forte unità sia della componente pubblica che privata, sono i punti fi forza di questa azienda». L'azienda rivana sembra godere di ottima salute come conferma lo stesso presidente: «Siamo in controtendenza rispetto al resto d'Italia, dove fiere come Genova, Cagliari, Reggio Emilia, solo per citarne alcune sono in grave sofferenza, ma abbiamo saputo rinnovarci mantenendo le nostre posizioni di eccellenza sui concorrenti, abbiamo un ottimo fatturato e anche quest'anno sono stati distribuiti dividendi per un totale di 125 mila euro». Tutto sembra girare per il verso giusto, per una realtà economica molto importante per tutto il territorio dell'Alto Garda e Ledro, ma le note dolenti non mancano già note da tempo, ma che Pellegrini ci tiene a rimarcare: «Dobbiamo assolutamente adeguare le strutture congressuali e fieristiche, sono passati troppi anni dai progetti di ampliamento, ma all'orizzonte non è stata bandita alcuna gara. La mancanza di spazi non è un capriccio ma una perdita economica rilevante per tutti, infatti con 10 mila metri quadri in più a disposizione, in una sola edizione di Expo Riva Schuh, avremmo ulteriori ricavi per circa 3 milioni euro». Nonostante le difficoltà sembrano chiari gli obbietti per il futuro triennio: «Specialmente per il settore fieristico ? continua Pellegrini ? è indispensabile ampliare ulteriormente il nostro raggio d'azione internazionale, cercare nuovi mercati, mentre per il congressuale, che sta accusando una crisi generale, bisogna valutare un nuovo approccio». Il nuovo consiglio d'amministrazione è chiamato ad affrontare nel prossimo triennio parecchie questioni, dall'ampliamento e ristrutturazione del quartiere fieristico e del polo congressuale, oltre che a trovare nuove idee imprenditoriali che mantengano competitivo un polo economico dalle così forti ricadute per il territorio, in un settore che sembra, almeno nel resto dello stivale, in forte crisi. 17/05/016
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La sede che conta, è svolta per il kite RIVA - È nata nel 2010, ma ieri è rinata con nuovi progetti e prospettive di crescita: l'A.s.d. «Alto Garda Kite», che promuove la disciplina delle tavole trainate dall'aquilone, ha inaugurato la sede di Porto San Nicolò. Una struttura in legno ottenuta grazie alla collaborazione con il Comune di Riva, che attraverso la Lido ha messo a disposizione gli spazi, da dividere con la AWRiva, associazione del windsurf rivano. «Non abbiamo mai avuto una sede prima di oggi - dice soddisfatto il presidente Giovanni Poli - e dobbiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato, in particolare il Comune e la Lido». Le istituzioni cominciano ad aprire le porte a questa nuova pratica, molto amata e tuttavia contestata per la convivenza problematica con gli altri sport d'acqua. Le critiche puntano sulla pericolosità dei kitesurfisti, in acqua si corre ad alte velocità con le corde degli aquiloni che diventano potenziali lame, in caso di incrocio con altre tavole. Infatti ora i kitesurf posso surfare nel Garda trentino in orari limitati: la mattina fino alle 9.30 nella fascia di lago a sud della «Casa della Trota», poi entro gli stessi confini dopo le 17.30. Tuttavia non sono pochi i kitesurfisti locali e non: i soci di «Alto Garda Kite» sono oltre 80, per lo più autoctoni, ma gruppi numerosi arrivano anche dalla provincia di Modena e dall'Alto Adige. Il kitesurf piace molto ai giovani per la spettacolarità delle evoluzioni, emozioni che sono alla portata di quasi tutti. Non è difficile come il windsurf, non è nemmeno altrettanto faticoso. Inoltre l'attrezzatura è tendenzialmente meno costosa e di sicuro ha un minore ingombro. È uno sport amato anche dalle donne e il Comitato olimpico internazionale lo ha già inserito negli sport da portare alle Olimpiadi. «Eravamo oltre 80 senza una sede, ma con questa struttura e punto di riferimento speriamo di aumentare i nostri soci, per i quali organizziamo corsi e uscite» spiegano dall'associazione. L'obiettivo non è solo ampliare la base sociale. Sede e soci vuol dire peso politico: si punta ad ottenere maggiori concessioni su spazi e orari per le uscite in acqua. Spiega il presidente Poli: «Prima senza un luogo fisico dove ritrovarci eravamo un po' figli di nessuno, quasi dilettanti allo sbaraglio. Invece ora le cose possono cambiare». Ieri per tutto il giorno è stata una festa: musica, patatine e vele colorate, con gli istruttori che hanno offerto delle dimostrazioni a secco di come si usa la vela del kite, un vero e proprio aquilone che raccoglie il vento. Una giornata di festa e vento perfetta come biglietto da visita per questo sport. 10/05/2016 Dettaglio articolo La resa del luccio gigante In padella a cinque stelle Record trentino e del Garda per Alberto Rania: 21,6 chili davide pivetti RIVA - Questa volta Alberto Rania l'ha combinata proprio grossa, lunga e pesante: ben 21 chili e 600 grammi. A tanto si è fermata la bilancia quando, due giorni fa, ha pesato il gigantesco luccio di 145 centimentri pescato nottetempo nelle acque del golfo rivano. Un pesce smisurato, che farebbe la gioia ai qualsiasi pescatore, professionista o appassionato, e che stando ai dati dei nostri archivio rappresenterebbe il record assoluto per un luccio pescato in acque trentine. «È un vero coccodrillo - commenta Alberto Rania - l'ho pescato davanti a Riva, con la mia barca, quando era ancora buio. E col buio vi garantisco che non sono riuscito a capire cosa stavo tirando a bordo finché non l'ho visto fuori acqua. Avevo messo le retine per le tinche, e invece ho tirato su il luccio della vita. Un pesce così grande non l'ho mai visto». E se lo dice lui, che di pesca se ne intende, c'è veramente da segnarsi la cattura negli annali trentini. Rania, rivano di 55 anni, è segretario dell'associazione «Amici della Tirlindana», che da anni rilancia la tradizionale pesca nel Garda. È un esperto nel settore e soprattutto è un appassionato coraggioso: «Proprio un anno fa - ricorda - dopo 26 anni di lavoro ho lasciato il posto fisso in Cartiera per vivere di pesca. Quasi ogni giorno esco nel cuore della notte con la mia barca e poi vendo in piazza al Broglio di Riva le mie catture. Non è facile, ma è il grande amore per il lago e per il pesce di lago che mi ha spinto a questa scelta». Che tanti rivani hanno già imparato ad apprezzare visto che non sono pochi quelli
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che ogni martedì, venerdì e sabato mattina vanno da Rania a scegliere i pesci tra i cubetti di ghiaccio della sua «Apecar» sotto i grandi platani accanto alla Rocca. Tutto molto semplice, immediato e artigianale, ma senza dimenticare la contemporaneità: ha creato un sito interent (www.albertorania.it) che è una vera enciclopedia del pesce di lago. Tecniche di pesca, specie di pesci, ricette, storia della pesca gardesana e caratteristiche geografiche e ittiologiche del Garda. Ma il luccio da record ha preso un'altra strada: «L'ho venduto allo chef stellato del Lido Palace - racconta Alberto - che ci ha fatto un menu dedicato». Una bella fine per il pescione, sui tavoli dell'unico cinque stelle lusso del Trentino. L'anno scorso aveva fatto scalpore la cattura di un altro luccio da 17 chili nelle acque del golfo di Torbole. Anche quel pesce era stato "celebrato" nel migliore dei modi con tanto di cena al «Gallo» organizzata dagli «Amici Rivani» in suo onore. Altri record precedenti, in Trentino, sono il luccio da 19,2 chili catturato nel 2004 da Renato Barbagli a Baselga di Pinè. E prima di lui l'esemplare da 16 chili preso da Diego Gianmoena sempre nel lago di Serraia a Baselga di Pinè. Insieme alla carpa, il luccio è il più grande dei pesci che popolano le acque del Trentino. Il record assoluto italiano, per quanto riguarda le catture documentate, risale agli anni Settanta: un esemplare di 27,5 chili e 170 centimetri di lunghezza pescato nel Po. Altre catture da primato nel 2011 in Valdarno (24 chili) e al lago del Salto, in Lazio (23 chili) nel 2012. Il primato europeo spetterebbe ad un luccio da 30,5 chili pescato negli anni ?80 in Germania. 11/05/2016 Prima di sognare l'Unesco al Garda serve il «marchio» davide pivetti Solo se la gente del Garda lo vorrà veramente il sogno di portare il lago nel «Patrimonio dell'Umanità» dell'Unesco si potrà realizzare. E al momento non tutte le condizioni sono maturate. Ad iniziare proprio dall'interesse e dalla passione delle genti che abitano il Grande lago. Il «Forum del Garda 2016», organizzato dal Rotary rivano e ospitato ieri sera al «Du lac» di Riva, ha offerto un'occasione rara e propositiva per capire cos'è il Garda oggi e cosa potrà essere nei prossimi decenni, anche grazie alla non frequente presenza di tutti gli assessori regionali (e per noi provinciale) al turismo e a molti interventi, tra relatori e ospiti, di chi il Garda lo conosce bene. Al saluto iniziale di Germano Berteotti , presidente rotariano e padrone di casa, ha fatto eco il benvenuto del sindaco di Riva Adalberto Mosaner : «Se vogliamo l'Unesco dobbiamo fare attenzione a tre elementi. Cura dell'ambiente (soprattutto penso alla qualità delle acque), offerta turistica (non solo ai numeri ma qualità) e collegamenti. Le rassicurazioni del ministro Delrio ci fanno ben sperare per la "Ciclabile del Garda". Il progetto preliminare per la sponda settentrionale, da Limone a Malcesine c'è già. Quanto a Navigarda le concessioni governative andrebbero direttamente attribuite alle regioni». Alla soddisfazione di Michele Dallapiccola , assessore provinciale al turismo e all'agricoltura in Trentino, per la capacità del Garda di unire «paesaggio, turismo e agricoltura di qualità», fa eco l'auspicio di Federico Caner , assessore regionale veneto: «Il tema dell'agricoltura è fondamentale perché dobbiamo capire che esiste un retroterra fondamentale per i nostri prodotti enogastronomici. Un elemento che rende il soggiorno del turista di alta qualità». La priorità lombarda è la viabilità. «Le gallerie di Gargnano - dice Mauro Parolini , assessore regionale - rappresentano un problema fondamentale per la viabilità sul lago. C'è l'impegno del ministro a realizzare i lavori entro tre anni, obiettivo difficile ma raggiungibile. Quanto alla ciclabile il governo l'ha inserita tra i cinque progetti di interesse nazionale, ma per realizzarla serviranno 120 milioni di euro, e per ora ne abbiamo 40. Su tutto la condizione essenziale è che l'acqua del lago resti di grande qualità, il collettore fognario è questione fondamentale e il rischio di emergenze è alto. Oggi il Garda è la terza destinazione turistica in Italia, vogliamo diventi la prima». Il forum ha poi offerto le relazioni proposte dai tre club rotariani del Garda. Dell'identità gardesana ha parlato Maurizio Rossini , amministratore unico di Trentino Marketing: «Fin da piccoli impariamo a riconoscere il lago per la sua forma curiosa, e così avviene in tutta Europa. Il Garda diventa luogo che incuriosisce e si decide di visitarlo. Ora dobbiamo immaginare il lago come "marca territoriale". Dietro ad un marchio c'è un immaginario straordinario, e le
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persone sono disposte a spendere molto di più del valore oggettivo di quel bene». Rossini riferisce gli esiti non incoraggianti di una recente indagine tra i turisti: «I giudizi negativi sono meno del 7%, ma c'è un 70,5% che esprime un giudizio neutro. Elemento sul quale lavorare. Dobbiamo creare stupore, entusiasmo, qualcosa che il turista non si aspetta. Attenti alla mobilità; strade più veloci e dritte portano più ospiti da cono gelato. Da noi, invece, bisogna mettere via l'auto. Da Riva a Torbole si va in bicicletta. Il Garda da bel luogo di vacanza deve diventare luogo tra i più interessanti dove passare il resto della vita». Franco Todesco , già presidente della Comunità del Garda, fa il punto sulle infrastrutture: «Sul Garda abbiamo 22 milioni di presenze e i collegamenti servono, ma alcune infrastrutture possono essere degenerative del sistema. Si pensi alla Tav tra i vigneti del Lugana. L'anello stradale delle Gardesane si è chiuso negli anni Trenta, da allora poco è cambiato. Ampliata la Garda-Lazise, ma da lì a Peschiera non è cambiato nulla e c'è grande promiscuità di mezzi, pedoni, ciclisti. Nulla di nuovo per la Gardesana Orientale. Nel Garda trentino il tunnel di Mori è un'incompiuta. Trento, spesso più avanti di veneti e lombardi, questa volta non ha saputo prendere decisioni. Il collegamento con la Vallagarina è rimandato al 2020». A Francesca Subrizi e Franco Ottonelli , dell'istituto turistico di Desenzano, il compito di fare il punto sulla formazione professionale: «L'alternanza scuola-lavoro non è più ospzionale - ha ricorato Subrizi - ormai avviene per un minimo di 400 ore, grazie agli imprenditori più illuminati del territorio. Così si formano i futuri tecnici del turismo». «Il fattore umano è prioritario - aggiunge Ottonelli - se trascurata l'accoglienza diventa punto di debolezza. Una volta gli operatori consideravano un fastidio la formazione in azienda. Adesso non è più così». Vivace la tavola rotonda moderata dal direttore de «l'Adige» Pierangelo Giovanetti con alcuni interventi importanti: «Per arrivare all'Unesco serve un interesse vero della gente - dice Marco Benedetti , presidente di "Garda trentino spa" - dovremmo iniziare a convincere anche i bambini. Nelle Dolomiti non vedo grande partecipazione per il riconoscimento ottenuto. Le code? Nessun turista se ne lamenta, sono molto più attenti a quello che ricevono, e il passaparola fa ancora il 50% delle presenze». «Se chiediamo ad un turista in vacanza sul lago in quale regione si trova ci risponderà "nel Garda" - aggiunge Paolo Artelio , presidente di Garda Unico e Garda Veneto - da un'altra ricerca emerge che ci sono 20 milioni di tedeschi che ancora non ci conoscono e sono abbastanza vicini. Possiamo andare a "prenderli", se siamo uniti». La consueta passione gardesana nelle parole di Pierlucio Ceresa , segretario generale della Comunità del Garda: «Il servizio di navigazione va regionalizzato, ma Trentino e Veneto sono per l'ente dedicato, la Lombardia invece vuole gestire più laghi. La situazione attuale penalizza il Garda. Serve un cambio di visione. Della navigazione facciamo la metropolitana del Garda. Bastano piccole infrastrutture, come i parcheggi, ma soprattutto dobbiamo investire in sensibilità». Per Cesera altra priorità e la depurazione delle acque: «Servono 220 milioni di euro per qualificare la depurazione del Garda. Ora tutto va a Peschiera, bisogna rendere autonomi i reflui lombardi e potenziare l'esistente». A portare la voce dell'aeroporto «Catullo» il rivano Enio Meneghelli , a lungo presidente dell'Apt altogardesana: «Il Garda ha eccellenze ma oggi non è un'eccellenza. Non è luogo dove si va per provare sensazioni garantite, non è ancora una "marca". Prima di puntare al riconoscimento Unesco cerchiamo di averne i requisiti. Meglio stupire che deludere». Infine Manfred Schweigkofler , della Dornier Consulting: «Anche 200 milioni di americani non conoscono il Garda così come 2 miliardi di cinesi e indiani. Ci serve un brand , un marchio distinguibile che dia emozione, trasmetta valori e aspettative. Il turista vuol venire qui, dopo deve voler tornare». 10/05/2016 Più facile salire con la bici sul Baldo Garda Trentino, via libera all'accordo con Funivie Due corse mattutine dedicate esclusivamente agli amanti delle due ruote dentate con la possibilità di usufruire dei carrelli per le biciclette messi a disposizione dall'Atv, l'azienda dei trasporti di Verona. E inoltre niente fila alla biglietteria delle funivie e la possibilità di prenotare le relative corse direttamente presso gli uffici di «Garda Trentino
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spa». Per un Garda sempre più godibile, ecco un altro esempio di sinergia virtuosa e di collaborazione tra territori limitrofi. Garda Trentino spa e Funivia Malcesine-Monte Baldo hanno presentato ieri mattina a Riva del Garda la convenzione sottoscritta dalle parti per migliorare un servizio di cui anche il Garda Trentino beneficia, benchè Malcesine si trovi già in territorio veronese. Il Monte Baldo è d'altronde una meraviglia naturale a cui si rivolge un pubblico sempre più ampio e variegato, non solo turisti stranieri ma anche tantissimi residenti dell'Alto Garda e del Trentino in generale. «La nostra funivia trasporta circa mezzo milione di persone all'anno ? ha spiegato Paolo Formaggioni, consigliere della società che gestisce la funivia ? e oggettivamente è difficile andare molto oltre. Vogliamo invece migliorare ulteriormente la qualità del servizio rendendo più comoda l'attesa in un'area totalmente climatizzata e facilitando il trasporto delle bici». L'elevata densità di turisti-ciclisti che frequentano le strade del Garda Trentino crea infatti una domanda molto alta, considerando i percorsi bellissimi che il Monte Baldo regala sia a chi va a piedi e a chi, appunto, preferisce pedalare. «La collaborazione con le Funivie del Baldo è già in essere da sei anni ? ha ricordato Marco Benedetti, presidente di Garda Trentino spa ? ma è logico e normale potenziare questo rapporto per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di un'utenza sempre più mirata». Roberta Maraschin, direttrice di Garda Trentino, ha sottolineato l'importanza di questo accordo «che garantisce una forte spinta promozionale alle funivie e una maggiore facilità nell'acquisto dei biglietti, ora anche presso i nostri ufficia Iat a Riva, Torbole e Arco come pure su Now, il nostro marketplace fruibile con qualsiasi dispositivo mobile». L'ulteriore potenziamento delle vie ciclabili, auspicato dal presidente Benedetti, favorirà un maggiore interscambio tra il versante trentino del Garda e quello veronese, senza dimenticare le numerose opportunità che il Baldo offre ai praticanti di altre discipline (in primis il Nordic walking) e i molti spunti di interesse culturale legati alle tracce rinvenute del passaggio sul Monte Baldo dell'uomo della Busa-Brodeghera, le cui vestigia sono conservate proprio nel Museo Alto Garda di Riva del Garda. Dalla prossima settimana inoltre, come ha precisato il diretto interessato a margine della presentazione di ieri, il presidente Benedetti tornerà alla carica per comprendere meglio la reale volontà di governo centrale e amministrazioni locali rispetto alla realizzazione della «Ciclabile del Garda». 09/05/2016 Torna all’elenco dei quotidiani
dal TRENTINO Lo ha annunciato nei giorni scorsi il ministro dei trasporti Delrio: «Ai quattro tracciati già finanziati intendo aggiungere la ciclovia gardesana» Ciclabili, l’anello del Garda nel masterplan nazionale ALTO GARDA L’anello del Garda nel masterplan delle ciclabili italiane. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il ministro dei trasporti Graziano Delrio, che già in precedenza aveva garantito a Lombardia, Veneto e Provincia di Trento - i tre territori interessati al progetto - le risorse per portare a termine quella che potrebbe rappresentare un’enorme risorsa in termini turistici. Ora Delrio intende aggiungere l’anello al masterplan che già prevede il finanziamento di quattro tracciati. Delrio con il masterplan delle piste ciclabili intende riproporre a livello nazionale cio che aveva fatto quando era sindaco di Reggio Emilia. «Per noi le ciclabili sono un'infrastruttura al pari delle strade, anzi meglio», ha sottolineato Delrio durante la presentazione sull'impatto economico che può avere il Grab (Grande Raccordo Anulare delle bici di Roma), che è una delle quattro ciclovie nazionali finanziate dalla legge di stabilità. «La ciclabilità deve uscire dalla sua marginalità e queste quattro ciclovie» (oltre al Grab, la Venezia Torino Vento, la ciclabile del Sole e la ciclovia dell'acquedotto pugliese) sono il punto di partenza, ha spiegato il ministro che vuole aggiungere una quinta ciclovia, l'anello del Garda. «Facciamo in modo che l'infrastruttura cicloturistica diventi uno dei pezzi dell'industria turistica del Paese. Sulle ciclovie bisogna che il nostro Paese rifletta: nell'Ue il fatturato è di 44 miliardi l'anno e in Italia
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potrebbe essere di tre», ha spiegato il ministro sottolineando che si tratta di un investimento «ad impatto basso sulle casse dello Stato e con un gran ritorno». Il ministro ha ricordato che una ciclovia si ripaga in 1-2 anni, mentre un'autostrada in 30. «Bisogna correre per realizzare queste grandi infrastrutture», ha aggiunto: «Contiamo in dodici mesi di avere tutti i progetti pronti». Per quanto riguarda i tempi, il ministro ha spiegato che i tempi di costruzione delle ciclovie non sono enormi. Per queste prime quattro ciclovie sono stanziati 96 milioni in tre anni: «poi l'idea è che questi finanziamenti diventino annuali, che il finanziamento sia stabile per ogni anno», ha aggiunto Paolo Gandolfi della commissione Trasporti della Camera. 19/05/2016 Affidata per gli elaborati della progettazione preliminare Consulenza per l’ex Loppio-Busa ALTO GARDA La macchina burocratica inerente il collegamento San Giovanni Cretaccio (ex Loppio Busa) non accenna a fermarsi e passo dopo passo si muove nella direzione di inizio lavori. L’Agenzia provinciale alle opere pubbliche Servizio opere stradali e ferroviarie ha affidato al geometra Maurizio Milanese l’incarico di consulenza per la redazione degli elaborati grafici in supporto alla progettazione preliminare e successivamente per la progettazione definitiva di tutto l’intervento. In questo modo si potrà precedere speditamente e senza intoppi all’avvio dei lavori. L’importo complessivo per l’operato del geometra si attesta in poco più di 57 mila euro. Con questa determina l’amministrazione provinciale mette un altro mattoncino sulla realizzazione dell’ingente opera pubblica che promette di risolvere i problemi di traffico per quanti vogliano accedere al Garda Trentino provenendo dalla Brennero. Traffico che in questi giorni di Pentecoste ha mostrato l’urgenza di una tempestiva quanto efficace realizzazione. L’incarico di consulenza affidato a Milanese arriva a neanche due settimane dalla consultazione pubblica che si è svolta nella serata del 3 maggio presso la sala della Comunità di Valle e che alla presenza dell’assessore provinciale Mauro Gilmozzi ha illustrato alla comunità i progetti preliminari ora al vaglio della cittadinanza. Gilmozzi e il suo team di tecnici avevano così mostrato una serie di dati e disegni grafici preliminari utili per esemplificare le due ipotesi progettuali. Ora ad affiancare l’equipe di tecnici degli uffici provinciali ci sarà il geometra Maurizio Milanese che si adopererà per tradurre quei dati e le varie osservazioni pubbliche fatte pervenire in questi giorni all’ufficio provinciale competente, in progetti minuziosi e pronti per la messa in opera del collegamento stradale. (l.o) 17/05/2016 Accordo con la Comunità dell’Alto Garda e Ledro per il monitoraggio della diffusione dell’insetto La Fondazione Mach nuovo partner contro la zanzara tigre di Matteo Cassol ALTO GARDA Prosegue - con uno stanziamento di risorse leggermente inferiore rispetto al passato (23.635 euro contro i 28.000 del 2015) e con un nuovo partner, ossia la Fondazione E. Mach di San Michele all'Adige al posto Fondazione Museo Civico di Rovereto - l'attività di "mappatura" e contrasto della zanzara tigre da parte della Comunità Alto Garda e Ledro. Secondo il Comitato esecutivo presieduto da Mauro Malfer, l’esperienza maturata negli anni precedenti consente di porre le basi per un miglioramento del progetto che permetta un'ulteriore razionalizzazione che mantenga la qualità di conoscenza del comportamento dell’insetto e l’operatività sul territorio e intervenendo maggiormente sulla comunicazione verso la cittadinanza, ritenuta la più importante risorsa una volta compresa l’importanza di seguire le azioni preventive per evitare il formarsi di zone di pullulazione della zanzara (per le sue ovodeposizioni bastano effimeri ristagni d’acqua) e, qualora fosse tardi, utilizzare come larvicidi sostanze messe a disposizione dall'ex C9. Allo scopo di proseguire il censimento della zanzara mantenendo il sistema di compartecipazione delle spese da parte di tutte le sette amministrazioni comunali partecipanti, prevedendo già da quest'anno una graduale riduzione dell’importo, è stata predisposta una nuova convenzione fra l’ente capofila (la Comunità) e la Fondazione E. Mach come nuovo referente tecnico-scientifico: la Fem è già attiva sul territorio con attività di monitoraggio e pertanto la nuova partnership consente di operare risparmi per l’attività di monitoraggio
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rispetto agli anni precedenti, accanto a una razionalizzazione operativa sulla base dei riscontri relativi agli anni passati. Inoltre la Fondazione - operando a livello provinciale - secondo l'ex C9 è in grado di operare con una più ampia visione delle problematiche e con rapporti scientifici internazionali. Oltre alla fase di un monitoraggio semplificato nel numero di stazioni controllate, verrà sempre mantenuto l’impiego di due operatori per gli interventi larvicidi nelle aree di competenza pubblica. S’intende proseguire con una verifica a cadenza settimanale come in passato su tutti gli ambiti dei comuni aderenti al progetto, ma con una riduzione delle stazioni di controllo: dall’inizio della stagione passeranno da circa 40 siti a circa 30, dal mese di giugno fino al termine della stagione. I Comuni metteranno 18.635 euro (Riva 6.954, Arco 6,100, Nago-Torbole, Ledro e Dro 1.525 a testa, Tenno 750 e Drena 256), con 5.000 euro a carico della Comunità. 15/05/016 Intesa tra la società e Ingarda per promuovere il collegamento Mtb, Baldo e funivia: c’è l’accordo ALTO GARDA Fuori dai confini. È sulla linea del Garda unico che due importanti partner del turismo, Ingarda per la sponda trentina e Funivia Malcesine per quella veneta, si stringono la mano e raggiungono una serie di importanti accordi per lo sviluppo di un turismo unito e capace di muoversi su tutte le sponde del lago di Garda. La stretta di mano è stata suggellata nei giorni scorsi presso la sede di Ingarda in via Medaglia d’oro al valor militare alla presenza del presidente di Ingarda, Marco Benedetti, della direttrice Roberta Maraschin e del vice presidente della Funivia Malcesine, Paolo Formaggioni. Un incontro dove si sono espletati gli accordi di interazione tra le due realtà societarie che mirano a darsi man forte per migliorare l’offerta turistica del lago di Garda. Se Riva sta diventando sempre di più la mecca di tutti i bikers, il Monte Baldo si difende con l’appropriata definizione di «paradiso delle mountain bike». I suoi sentieri sono percorsi dai bikers più esperti, ma anche da madri e padri con i loro bambini. Da qui l’idea di agevolare il collegamento con la vetta del Baldo facilitando l’accesso e il trasporto delle biciclette anche sulla spettacolare funivia che dal centro di Malcesine s’invola fino a oltre i 1800 metri di quota. Benedetti ha poi aggiunto che l’iniziativa veneta sarà accompagnata da una serie di corse, mediante collegamento pubblico, attrezzate per il trasporto di bici e si cercherà di implementare anche quello nautico. Ingarda si impegna a pubblicizzare la funivia del Baldo sul territorio dell’Alto Garda incentivando il flusso di turisti verso l’attrazione veneta. «Sono soluzioni strategiche - spiega Benedetti - che rispondono alle richieste della nostra clientela. Con sempre maggiore urgenza continua il presidente Ingarda - ci viene richiesto un Garda unico.» Concorde Formaggioni che sottolinea la difficoltà dell’impresa, ma che negli ultimi anni anche gli interessi politici mirano al raggiungimento dell’unità turistica gardesana. «Quest’anno - dichiara Formaggioni - abbiamo creato delle corse dedicate solo al trasporto bikers per facilitare la salita in vetta e dal prossimo anno apriremo nuovi ragionamenti.» In questo modo i tracciati trentini e quelli veneti saranno più uniti. «È necessario dialogare con le altre regioni - ha sottolineato Roberta Maraschin - per creare un parco turistico unico nel suo genere.» L’iniziativa di Ingarda e Funivia Malcesine appare come un primo importante passo nel raggiungimento di un Garda unico oltre che nell’apertura al confronto e al dialogo di altre iniziative pluriregionali. Su tutte, la ciclabile del Garda 15/05/016 Il presidente di Ingarda Benedetti dopo il mancato riconoscimento della Fee «Noi siamo stati i primi a fare i depuratori e a ragionare sulla salute del Garda» «Lago senza “bandiera” ma acque sotto controllo» di Leonardo Omezzolli ALTO GARDA Ancora una volta le spiagge del Garda Trentino non ottengono l’ambita assegnazione della “bandiera blu” destinata ai litorali e agli approdi turistici con un’alta qualità ambientale. Un destino condiviso da gran parte del lago di Garda che vedrà sventolare il prestigioso vessillo della Fee, la fondazione internazionale per l’educazione ambientale, solo a Gardone Riviera, la cittadina lacustre conosciuta per il Vittoriale degli italiani di D’Annunzio. A
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livello promozionale qualche naso storto comincia a farsi sentire soprattutto perché la possibilità di issare la “bandiera blu” è strettamente legata al rispetto di rigidi criteri di salute e formazione ambientale oltre che di sicurezza. Sono 152 i comuni italiani premiati in questo 2016, 5 quelli trentini. «Sarebbe molto importante esserci in questa lista - confessa il presidente di Ingarda Marco Benedetti - perché l’immagine promozionale non può che guadagnarne». L’obiettivo di questo riconoscimento internazionale assegnato con il supporto di Onu e Unwto (organizzazione mondiale del turismo) è quello di promuovere nelle località balneari una politica di sostenibilità ambientale. Benedetti non si esprime sull’assegnazione delle “bandiere blu” alle altre cinque realtà trentine sparse sui laghi di Levico e Caldonazzo: «Non parlerei di giusto o sbagliato, non è su questo che voglio ragionare». Benedetti rivendica invece l’impegno di Ingarda, ma anche delle amministrazioni locali nell’attenzione che sempre è stata rivolta all’ambiente e alla salute delle acque del Garda. «Noi - precisa - siamo stati i primi a fare i depuratori, i primi a ragionare sulla salute delle nostre acque. Sappiamo quello che abbiamo fatto». Per Benedetti non aver raggiunto l’ambìto riconoscimento della Fee non è sinonimo di spiagge sporche o inquinate o addirittura non confacenti all’accoglienza turistica. «Più che altro farei parlare i dati ufficiali - dichiara - Siamo consapevoli dell’attenzione che diamo alle nostre coste». Per il Trentino la prima “bandiera blu” è stata ottenuta nel 2013 da Levico Terme e gli ingenti sforzi del territorio nella promozione di un turismo sempre più sostenibile hanno aperto la strada ad altre località. Per questo 2016 Caldonazzo, Calceranica al Lago, Levico Terme, Pergine Valsugana e Tenna potranno certificarsi nuovamente (è del 2014 la prima assegnazione) del più alto riconoscimento della qualità ambientale delle proprie località rivierasche. Per il Garda e in particolar modo per le spiagge trentine si dovrà attendere il prossimo anno nella speranza che le cose possano cambiare e che la selettiva giuria riconosca i pregi e le qualità ambientali delle spiagge del Garda Trentino. 13/05/2016 Al Forum del Rotary Mosaner e Benedetti tiepidi sul riconoscimento: «Altre le priorità, come la qualità dell’offerta» Garda e Unesco, il Trentino frena di Sara Bassetti ALTO GARDA «Se vuoi andare lontano, corri assieme a qualcun altro». Germano Berteotti, presidente del Rotary Club Riva del Garda, ha aperto così, lo scorso lunedì sera, il “Forum del Garda 2016”, che si è tenuto all’Hotel Du Lac et Du Parc di Riva. L’iniziativa, organizzata, quest’anno, dal Rotary locale, ha affrontato la tematica del futuro turistico del lago di Garda. Un futuro che Trentino, Lombardia e Veneto devono programmare quanto più possibile in sinergia, e in collaborazione con le istituzioni territoriali, nella consapevolezza che i paesi del lago sono tutti legati da storia, valori ed interessi comuni. «La mancanza d’intesa tra le tre regioni ha limitato, talvolta, il riconoscimento dell’importanza del Garda a livello internazionale – ha osservato l’assessore allo sviluppo economico della Lombardia, Mauro Parolini - Il mercato turistico richiede una rinnovata capacità di fare massa critica: occorre investire sulla collaborazione e sulla formazione culturale e professionale, per sviluppare l’educazione all’accoglienza e alla qualità dei servizi». Folto il pubblico presente in sala, e molti i rappresentati delle istituzioni, gli amministratori pubblici e privati, oltre che i soci dei Club coinvolti. Il settore turistico rappresenta un assetto strategico fondamentale per lo sviluppo dell’economia sul lago. «La mancanza di una forte identità gardesana sconta la frammentazione della promozione portata avanti, in modo separato, dalle tre sponde - ha sottolineato Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino Marketing – Occorre lavorare su questo tema, e fissare obiettivi ambiziosi, che portino ad un aumento della domanda anche nei periodi dell’anno in cui il turismo è più debole». Il lago costituisce un unicum, sia per essere il maggior bacino d’acqua dolce d’Italia, che per la sua variegata biodiversità ambientale. «Ènecessario creare una marca, che renda ben riconoscibile ogni elemento connesso al lago – ha proseguito Rossini – Da meta in cui trascorrere le vacanze, il Garda deve divenire luogo ideale in cui vivere». La qualità ambientale, in tutto ciò, è ai vertici, e va di pari passo con la mobilità: l’interconnessione diventa sempre più una stringente necessità, e occorrono progetti che rendano più facile l’accesso alle vie di comunicazione. «È giunto il momento di progettare un nuovo modo di muoversi attorno al lago – ha affermato Franco Todesco, già presidente della Comunità del Garda – per mezzo di un sistema in grado di integrare la mobilità su gomma, anche potenziando quella su acqua». La Regione Veneto, così come la Lombardia, sta lavorando nell’ottica dell’inserimento del lago di Garda nella prestigiosa lista dei siti Patrimonio dell'Umanità Unesco. Uno
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scenario potenzialmente interessate, ma a cui il Trentino non crede ancora molto: «Il passaggio fondamentale è esserne convinti, e noi non lo siamo – ha affermato Marco Benedetti, presidente di Garda Trentino – Il primo riconoscimento va, invece, al lavoro fatto fino ad oggi da chi ha fortemente voluto il Progetto Garda Unico». Benedetti ha sottolineato, inoltre, l’importanza di continuare a lavorare per migliorare la qualità di ogni azione e dell’operatore turistico in generale, in modo che le varie tipicità possano ricondurre ad un brand. Un aspetto sottolineato anche dal sindaco di Riva, Adalberto Mosaner: «Prima di ipotizzare il lago come patrimonio dell’Unesco, dobbiamo prenderci cura di alcuni aspetti fondamentali: l’ambiente, la qualità dell’acqua e la proposta turistica, che guardi ad un prodotto di qualità e non ai numeri. E un collegamento stradale». 11/05/2016 Via libera dall’assemblea dei soci. E ieri è stata anche approvato il bilancio al Palacongressi: vola l’utile, a 5,6 milioni Alto Garda e Mori, sì alla fusione di Gianluca Marcolini ALTO GARDA E che nozze siano. La Cassa Rurale Alto Garda si unirà in matrimonio con la Cassa Rurale di Mori, Brentonico e Val di Gresta. I soci dei due istituti bancari, riuniti ieri in assemblea, hanno dato la loro benedizione allo sposalizio che verrà celebrato il prossimo 1 luglio. Mori, che assumerà il nome altogardesano, porterà in dote il proprio patrimonio sociale consentendo, così, alla banca di Arco di mantenersi al secondo posto, come numeri e per importanza, nel panorama provinciale subito dietro Trento e davanti all'arrembante Valsugana. L'unione fra le due Casse diventerà operativa fra meno di due mesi ma quello di ieri è stato un passaggio (duplice e quasi in contemporanea al palazzetto dello sport di Rovereto e al Palacongressi Riva) cruciale e storico, perché ha dato il via libera al processo di fusione di cui si parlava ormai da tempo e che è stato preparato nei minimi dettagli dal direttore generale Nicola Polichetti, regista dell'operazione. Il presidente Enzo Zampiccoli, come da tradizione, ha riunito i propri soci all'interno della sala Mille al Palacongressi di Riva portando all'ordine del giorno soprattutto l'approvazione della fusione con Mori-Brentonico-val di Gresta (quest’ultima realtà a sua volta frutto di una recente fusione). L'esito della discussione è stato positivo: il punto è passato con 892 voti a favore su 904 soci votanti. 6 gli astenuti, altrettanti i contrari. In realtà, più che di fusione trattasi di vera e propria incorporazione. La Cassa Rurale di Mori, Brentonico Val di Gresta, infatti, va a confluire nella Cassa altogardesana che manterrà immutati i propri organismi, dal presidente al consiglio di amministrazione fino alla direzione. È un'annessione che porterà indubbi benefici a tutti, come ha avuto modo di spiegare all’assemblea il presidente Zampiccoli: «La nostra Cassa Rurale, forte delle accresciute dimensioni, potrà svolgere un ruolo ancor più incisivo come banca di riferimento del territorio». Per la Cassa arcense, questa, è la seconda fusione dopo quella con Oltresarca poco più di dieci anni fa mentre Mori è reduce dall'unione di un paio di anni fa con Brentonico. «Occorre ricercare dimensioni di impresa – ha proseguito Zampiccoli – che permettano di raggiungere e mantenere solide fondamenta organizzative, capacità di gestire e diversificare i rischi e proporzionate economie di scala». L'assemblea si è riunita anche per dare corso all'approvazione del bilancio. È stato il direttore Polichetti ad illustrare i dati economici, tutti di segnale positivo, ad incominciare da quelli sulla raccolta. Incoraggianti, poi, i primi segnali di stabilizzazione mostrati dalla dinamica dei prestiti. L’utile ha raggiunto quota 5,6 milioni di euro, ovvero il 4,1% in più rispetto al bilancio precedente e nonostante i 2 milioni di euro dirottati sui fondi di salvataggio delle banche in crisi. L'anno scorso, la Cassa Rurale ha distribuito sul territorio 1,2 milioni sostenendo oltre 400 iniziative e progetti. Confermato, infine, il milione di euro quale quota di utile da destinare alla beneficenza e alla mutualità. 11/05/2016 Torna all’elenco dei quotidiani
dalla GAZZETTA DI MANTOVA
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Risanamento e rilancio Ecco il piano per il Mincio Il futuro del Mincio si scriverà domani, alle 16.30, nella sede del Parco, dove verrà firmato il contratto di fiume. L’incontro vedrà la partecipazione dell’assessore all’ambiente della regione Lombardia, Claudia Maria Terzi e di un rappresentante della Regione Veneto. Accanto a loro ci saranno gli amministratori del Parco e della Provincia di Mantova. Saranno, inoltre, presenti i sindaci dei 29 Comuni che hanno aderito all’accordo e i funzionari di Arpa, Aipo, consorzi di bonifica, Gal e Corpo forestale dello Stato. Il contratto di fiume verrà sottoscritto anche dai volontari dell'associazione “Italia nostra” e dei comitati ambientalisti di Rivalta, Piubega e Goito, che hanno seguito con molto interesse tutti gli incontri della segreteria tecnica. Tra i tanti firmatari, inoltre, figurano la società Canottieri Mincio, i barcaioli del Mincio e i gestori di “Motonavi Andes” ed “Escursioni fluviali Valli del Mincio”. (r.l.)Un anno di preparazione, nove macro-aree di intervento, 59 progetti prioritari e 56 soggetti pubblici e privati pronti ad unire le forze per risanare le acque del Mincio, valorizzare l’ambiente, educare i giovani al rispetto della natura e diffondere una nuova cultura, basata sulla sostenibilità ambientale. Questi sono solo alcuni dei tanti numeri del contratto di fiume, l’accordo di programmazione negoziata che verrà sottoscritto domani pomeriggio alle 16.30 nella sede del Parco del Mincio. Preceduto da una serie di incontri tecnici molto partecipati, che hanno permesso ai soggetti operanti sul territorio di avanzare proposte e suggerire modifiche, e alimentato dalle grandi aspettative delle comunità rivierasche, l’accordo di riqualificazione del Mincio sarà il primo esempio, nel nord Italia, di contratto di fiume a carattere interregionale. Per la prima volta, infatti, Lombardia e Veneto lavoreranno gomito a gomito per risanare un corso d’acqua che corre per 75 chilometri, attraversando tre province (Mantova, Verona e Brescia). Il Mincio non conosce confini, perciò anche le istituzioni cercheranno di dimenticarsene, per riuscire ad abbracciare il bacino idrico in una visione d’insieme che renda possibile riqualificare globalmente il fiume e i suoi affluenti. Per realizzare questo ambizioso progetto, accanto ai funzionari regionali, lavoreranno i tecnici di Arpa, Aato, Aipo, Provincia, Corpo Forestale dello Stato e di 29 amministrazioni comunali. L’accordo, però, verrà sottoscritto anche da alcuni imprenditori e da numerosi volontari di associazioni e comitati del territorio. A coordinare i progetti sarà il Parco del Mincio, in qualità di ente responsabile del percorso. Il contratto di fiume prevede l’istituzione di due comitati (uno di coordinamento e uno tecnico) e si compone di un atlante territoriale e di un piano d’azione contenente 59 interventi ritenuti prioritari per l’ambiente e per la comunità. «Nel rispetto degli atti di programmazione negoziata – spiegano i funzionari del Parco – il piano d’azione non ha una data di scadenza ed è destinato ad incrementarsi durante l’attuazione». Per finanziare le 59 azioni individuate saranno necessari oltre 62 milioni di euro. «Il 10% di questa cifra è già disponibile e verrà erogato dai soggetti aderenti ai progetti in corso e a quelli pronti al varo – chiariscono i responsabili del Parco – il resto della somma, invece, dovrà essere reperito nel tempo». Quali scenari, in concreto, si apriranno da domani? Vediamoli nel dettaglio, esaminando i progetti e le tematiche principali. RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE. Tra le azioni prioritarie figurano il contenimento dei fior di loto e delle castagne d’acqua, il monitoraggio degli uccelli acquatici, la ricostruzione dell’habitat perifluviale attorno ai laghi di Mantova e il rifacimento del pontile delle Grazie. Fondamentali per il benessere delle acque saranno le fasce tampone, che dovranno essere realizzate sulle sponde degli affluenti di destra del Mincio. Per concretizzare questi interventi, i Comuni dovranno introdurre specifiche normative e verificare, in sinergia con i consorzi di bonifica e con l’Aipo, il rispetto della distanza minima tra zone coltivate e rive. QUALITÀ E DELLA CIRCOLAZIONE DELLE ACQUE. Tra le priorità spiccano il risanamento dell’Osone e del Goldone, la riduzione del rischio idraulico nell’Alto Mantovano, il monitoraggio delle contaminazioni da fitofarmaci e l’ottimizzazione della gestione delle acque che dagli affluenti di sinistra confluiscono nel Mincio. Molti progetti sono finalizzati a potenziare i depuratori di Mantova, Monzambano, Volta e Castiglione, a dismettere quelli di Ponti e a migliorare quello di Rivalta, per il quale è prevista la creazione di una vasca di disinfezione. In programma, inoltre, il trattamento spinto e la diversione del depuratore di Peschiera. In agenda anche la riattivazione idraulica delle Valli del Mincio e alcuni interventi di manutenzione straordinaria sui laghi di Mantova. INCREMENTO DELLE PORTATE. Previsti progetti di miglioramento gestionale della circolazione idrodinamica dal Garda verso i laghi di Mantova, l’incremento delle portate nelle Valli e una sperimentazione mirata a
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stabilire il deflusso minimo vitale. In programma anche il restauro del Vasarone, danneggiato dal sisma del 2012. Rita Lafelli 17/05/2016 Torna all’elenco dei quotidiani
dal CORRIERE DELLA SERA Venerdì 20 Maggio, 2016 BRESCIA Dal Garda alla Romagna ecco l’ Italia dei borghi DAL NOSTRO INVIATO in corsa rimini Per gli appassionati è una sorta di mantra scaccia iella, per il resto del popolo al volante l’ennesima scocciatura: alla Mille Miglia da tradizione piove e questo porta bene. Ecco, l’edizione 2016 ha obbedito per circa 150 chilometri, fino a Ferrara. E senza mezze misure. La prima tappa della Freccia Rossa è asfalto viscido dal quale gli equipaggi fradici cercano di non farsi ingannare, con i navigatori a pulire a mano il parabrezza e socchiudere gli occhi per mettere a fuoco le indicazioni stradali. A Desenzano scende che Dio la manda, tanto che a Sirmione le vetture arrivano già incassando un lieve ritardo sulla tabella di marcia. Gli irriducibili non mollano, soprattutto i bambini: sventolano felici le loro bandierine zuppe di pioggia mentre i turisti (tanti) si rassegnano per cause di forza maggiore ai tavolini imbanditi sulle retrovie e, semplicemente, il tifo alle Vecchie Signore lo fanno sentire urlando di più. Sono quasi le quattro del pomeriggio quando le prime fanno capolino ai piedi del Castello: ecco Alan e Hans Hulsbergen, svizzeri, a bordo di una Bentley del 1923: si sono aggiudicati all’asta il numero uno («Per noi è la prima volta, magnifico vedere tutta questa gente nonostante il maltempo», dicono in inglese al controllo orario). Per tutte le concorrenti, rose Callas bianche e rosa. E allora via, verso Parco Sigurtà che quest’anno ruba la scena all’Arena di Verona. Passaggio nei viottoli dei giardini transennati al centimetro, e qualche pozzanghera di troppo. Arrivandoci, cediamo il passo a Bruno Ferrari ed Ezio Sala, con la loro Bugatti numero 33: sulla carrozzeria blu d’annata da quattro anni c’è appiccicato l’adesivo «Guido corre con noi» in ricordo di Guido Foresti, scomparso con la moglie nell’incidente aereo di Los Roques. Lui, che la pioggia non è che la adorasse, e che alla partenza guai se non era il concorrente subito dietro all’amico Bruno: «Gli indicavo la strada, altrimenti si perdeva lungo il percorso!». E se nel piccolo paese di Susano ritroviamo un gruppo di tedeschi in costume accanto al loro vecchio furgoncino Volkswagen – ci sono ogni anno, lo sanno tutti – brutta sorpresa qualche chilometro più in là, a Nogara: la Austin Healey 9M (militare) di Saverio Mazzalupi ed Ermanno De Angelis fuma ribaltata a bordo strada. Per fortuna loro se la caveranno solo con qualche cerotto nonostante lo spavento e il trasferimento in ospedale in ambulanza. Una quarantina di chilometri ed e cco Ferrara, la splendida. Storica. Gremita. Ebbene sì, ha smesso di piovere. «E non vedevamo l’ora, adesso sì, che va proprio tutto benissimo!» dice Giuseppe Ambrosi, sulla sua Bmw 328, numero 136. Lei ha il precedente, il 135, ma arriva cinque minuti dopo al controllo orario: per accorgersene basta sbirciare le occhiate dei signori sul marciapiede, mentre alzano i calici di bianco fermo (del resto è l’ora dell’aperitivo). «Eccola». È Kasia Smutniak, proprio lei. Sorride, come sempre, quasi a non sentirla affatto, la fatica. Con il suo iPhone sta filmano pubblico e auto, concentratissima. Le ricordiamo che l’anno scorso, al fianco di Alessandro Gamberini i patti erano chiari: niente pipì durante la gara. «E vero, sai che ora che ci penso hai ragione?». «Già fatta, a posto», scherza Giovanni Moceri, che quest’anno guida al suo fianco. Guai per meteo infimo? «No no affatto, noi con la pioggia siamo andiamo benone, per ora nessun problema, siamo super carichi». Gli steward iniziano a spazientirsi, che le Vecchie Signore stiano in fila e ordinate, al diavolo le interviste: Kasia si scusa, gli chiede di avere pazienza. Ma la Mille Miglia è
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anche questo: addetti ai lavori un tantino troppo intransigenti, supporter che sorseggiano vino e gesticolano come pazzi nei borghi per incoraggiare i piloti, bambini in visibilio e strade altrettanto congestionate che per magia diventano a tre corsie. C’è ancora una prova speciale tosta, a Ravenna. Ma al calare del buio, per la seconda edizione, ci si incanala tutti a Rimini, verso il ponte con gli sbandieratori. Piadine per tutti, «solo quelle originali», il motto dei tifosi. Che si fanno sentire bissando (e superando) il calore della scorsa edizione. Ed è bellissimo. Mara Rodella Mercoledì 18 Maggio, 2016 BRESCIA Polizia provinciale, ritorno alla strada: trenta agenti per controlli e incidenti Il nucleo ambientale ispezionerà cave e discariche e abbatterà nutrie e cinghiali Tempo tre mesi, necessari a comprare tre nuove Subaru Forester dalla piattaforma ministeriale Consip e poi 30 agenti della polizia provinciale andranno a (ri)formare il nucleo di polizia stradale, sciolto anni fa. L’obiettivo dichiarato ieri dal consigliere delegato Diego Peli e dal comandante Carlo Caromani è quello di presidiare il vasto territorio (2mila chilometri di strade) «sia per attività di prevenzione delle violazioni al codice della strada, sia per supportare Polizia e Carabinieri nei rilevamento dei sinistri stradali». Torneranno i posti di blocco e verranno rispolverati gli etilometri e i telelaser dati in concessione ai comuni. Ma non ci saranno più controlli antiprostituzione o antidroga: «l’ordinamento legislativo è mutato — prosegue Peli — non ci occupiamo più di ordine pubblico. Tant’è che le due celle che abbiamo qui nel comando di via Romiglia non sono utilizzate e ospitano le 250 armi sequestrate dalla magistratura». In attesa dell’arrivo delle nuove auto gli agenti non avranno tempo di annoiarsi: dal 18 giugno al 3 luglio venti di loro saranno in presidio 24 ore al giorno sul lago d’Iseo a bordo della motovedetta della polizia provinciale di Bergamo (oggi soppressa). Gli uomini della Provinciale però sono settanta. Quattro lavorano con la Procura in materia ambientale (aiutano l’applicazione del nuovo codice che depenalizza i reati applicando sanzioni amministrative). Altri quattro sono impiegati negli uffici per leggere le targhe immortalate dai 12 autovelox e imbustare la bellezza di 317mila contravvenzioni l’anno. Restano 32 persone. Sono quelli che formano lo storico nucleo ittico-venatorio, una competenza della Regione (insieme al controllo di agricoltura e foreste). Regione che infatti paga i loro stipendi ma che ha lasciato alla Provincia di Brescia il loro coordinamento. Anche qui il lavoro è parecchio: oltre al controllo delle intemperanze di certi cacciatori, seguono il ripopolamento della fauna, recuperano animali feriti, devono sterminare parte delle 140mila nutrie che pullulano nella Bassa (da gennaio ad oggi, insieme a cento operatori faunistici, ne hanno abbattute 5 mila). E dovranno mettere un freno anche all’invasione di cinghiali (nei giorni scorsi sono finiti in giardini privati a Concesio e Salò). «Vogliamo utilizzare questi agenti anche per i controlli di cave, discariche, corsi d’acqua, in una provincia dalle molte criticità ambientali» aggiunge Peli. Avranno al loro fianco settanta guardie ecologiche volontarie (le attuali venti e le 50 che stanno ultimando l’apposito corso). Potranno intervenire su segnalazioni di inquinamento dei cittadini, effettuando campioni ed allertando l’Arpa. Andando così a compensare (solo in parte) la scarsità di forze dell’ ordine deputate ai reati ambientali: la Forestale sta sparendo, i Noe hanno quattro militari per quattro province da controllare. Pietro Gorlani Martedì 10 Maggio, 2016 CORRIERE DEL TRENTINO - TRENTO «Lago di Garda, una metropolitana sull’acqua» Ceresa e Benedetti: più battelli. Marchio Unesco, l’obiettivo condiviso da Trentino, Veneto, Lombardia
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Il lago di Garda, con il 40% della riserva nazionale di acqua dolce, candidato a patrimonio dell’umanità Unesco. Se ne è parlato al Forum del Garda 2016. Trentino, Veneto, Lombardia hanno manifestato la volontà comune di proporsi ai ministeri dell’ambiente e della cultura come un unico soggetto, per poi essere valutati dalla commissione Unesco. I tempi stimati sono di otto anni. Ma durante l’evento organizzato dai Rotary club di Riva, Salò-Desenzano e Peschiera sono emerse anche le difficoltà del progetto. Mettere insieme 3 regioni, 4 province, almeno 25 municipalità non è scontato. Alla Comunità del Garda, che potrebbe essere il soggetto unico con cui presentare la proposta a Roma, non aderiscono tutti i comuni del lago. Due dei maggiori, Riva e Desenzano, sono fuori da tempo. E con la crisi anche altre piccole municipalità che non riuscivano a pagare la propria quota hanno scelto di uscire. «Ma la Comunità potrebbe essere comunque un punto di partenza — precisa il segretario Pierlucio Ceresa —. Potremmo anche siglare accordi ad hoc con i non aderenti». Un percorso in salita: «Siamo usciti perché la Comunità del Garda non rappresentava nostri interessi — taglia corto il sindaco di Riva Adalberto Mosaner —. Non vedo perché non possano essere Provincia e regioni gli enti capofila. Tanto più che a lanciare la candidatura Unesco eravamo stati noi comuni, a Desenzano, lo scorso ottobre». Sulle mosse concrete c’è invece maggiore concordia. «La qualità dell’ambiente ci riguarderà tutti — dice dalla Comunità Ceresa —. Occorrerà smettere di costruire, recuperare l’esistente. Servirà una metropolitana sull’acqua. I battelli devono essere pubblici e non solo turistici, per unire letteralmente il Garda con imbarcazioni a energia sostenibile». D’accordo da Ingarda Marco Benedetti: «Due battelli in più sono 10 pullman in meno. Dobbiamo pensare a un attracco per le barche anche nelle zone visitate ma sprovviste, come Gardaland. Abbiamo 24 milioni di pernottamenti l’anno, 4 milioni di arrivi: cifre elevate. Aumentare i turisti significherebbe portare caos al lago; occorre invece puntare su un turismo di qualità, all’insegna di ciclabili, e ztl. Così il marchio Unesco sarà più di una semplice etichetta». Per i turisti il Garda è già uno. Ne è convinto Benedetti: «Il nostro marchio di promozione, Garda Unico, ha le tre branche North Lake-Trentino, Lombardia e Veneto. Il turista identifica già la “regione Garda” come un unico territorio. Dobbiamo solo fare un passo in più». Parole riprese anche dall’assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola: « La politica è presente, andiamo avanti: la candidatura darà forza al territorio». D’accordo l’omologo veneto Federico Caner: «Dopo aver affrontato insieme l’iter per il riconoscimento delle Dolomiti siamo pronti a un nuovo percorso». Qualcuno al convegno diceva che però ci saranno anche altri scogli. Che i comuni non saranno tutti d’accordo nello stop a nuove costruzioni. Che il Veneto e la Lombardia faticheranno a imporre limiti alla circolazione a motore. «Lo scalo di Verona sarà strategico — afferma l’amministratore di Trentino marketing Maurizio Rossini —. Rinforzeremo i voli sul nord della Germania e sui Paesi dell’Est». E Meneghelli, coordinatore marketing del Catullo, aggiunge: «I bilanci sono sani, a breve raddoppieremo i passeggeri portandoli a 6 milioni. Elisa Dossi Todesco: «Puntare all’ecologia della vacanza. Rovereto-Riva, meglio il treno» TRENTO A parlare di infrastrutture e viabilità è stato al Forum del Garda Franco Todesco, presidente della Comunità del Garda dal 1977 al 1996. Che ha dichiarato come un futuro esisterà «solo se non si inseguirà il turismo di massa scimmiottandone le strategie, ma valorizzando l’ecologia della vacanza». E ha chiesto al pubblico in sala: «Pensiamo ancora che il nostro sia un territorio che non vedrà esaurimento, saturazione?». Da qui parte tutto il suo ragionamento. Che tira in ballo anche il collegamento stradale Loppio-Busa: «Dico solo una cosa: più immettiamo auto dall’esterno verso il Garda, più aumentiamo il traffico e l’inquinamento, oltre ai problemi di parcheggio. Certo una soluzione va trovata, perché il collegamento tra Rovereto sud e Loppio ha risolto il problema per Mori, ma ha spostato l’imbuto a Sud. E però secondo me l’espediente più consigliabile per il traffico da Rovereto a Riva resta per me la ferrovia». Todesco ha poi fatto il punto sulla ciclabile intorno al Garda, 140 chilometri di anello già costituito per il 60% e su cui un mese fa il ministro Del Rio ha dato il proprio sì ai finanziamenti: «Mancano 70 milioni. Arco, Riva e Torbole devono congiungersi con Limone e con la Provincia sono impegnate per avere i fondi, in parte da contributo Odi e in parte dallo Stato. Limone ha già ricevuto 8 milioni di fondo Odi e affidato i lavori. A Malcesine ci sono alcune complicazioni
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tecniche perché la strada è a picco sul lago, ma si troverà una soluzione. E molto da fare c’è ancora anche a Brenzone». L’ex presidente della Comunità ha infine spiegato di essere contrario all’attuale progetto di Tav: «Il tracciato dovrebbe passare nel bel mezzo dei vigneti del pregiato Lugana. Spero che il percorso venga modificato». E. D. Domenica 8 Maggio, 2016 BRESCIA Proposte d’autore nei gioielli del Benaco Presentata la stagione di «Suoni e Sapori», apre la Brixia Symphony Orchestra Musica, arte, storia, architettura, enogastronomia: proposte d’autore rivolte a residenti e turisti dell’estate gardesana, con la quarta edizione di «Suoni e Sapori del Garda». Il prologo è in calendario a Villa Alba di Gardone Riviera (sabato 14 maggio alle 21.15) con la Brixia Symphony Orchestra diretta da Giovanna Sorbi. Stesso luogo e stessa orchestra per la chiusura del 26 dicembre. Nel mezzo altri 14 concerti. Ingresso gratuito, con invito a non fare tardi se si vuol trovare posto. Lo sa bene quel centinaio di persone che lo scorso anno restò all’esterno del chiostro di San Francesco a Gargnano, stracolmo di appassionati. Dovettero accontentarsi delle tracce di note musicali che echeggiavano in strada. Per non dire di Morgnaga, attraente frazione di Gardone Riviera, riempita all’inverosimile nel giro di pochi minuti. Ovunque così. «Suoni e Sapori del Garda» decolla, organizzata da Massimo Cortesi e Giovanna Sorbi, con la spinta della Comunità del Garda e il finanziamento di nove comuni bresciani del lago che hanno messo sul tavolo il meglio dei luoghi, proponendo siti di interesse e prestigio. Gardone Riviera ha scelto le chiese di Tresnico, Fasano Sotto, Morgnaga e la chiesa Evangelica Luterana. Toscolano va sul sicuro con il Museo della Carta e la Villa Romana dei Nonii Arii. A Calvagese l’appuntamento è nella chiesa di Carzago e a Tremosine in quella della Pieve. Tignale replica con richiami certi: Santuario di Montecastello e Limonaia del Prà dela Fam mentre San Felice ha optato per il Santuario della Madonna del Carmine. Salò ha scelto il classico, con la Sala dei Provveditori e Puegnago la Villa Galnica. Gargnano ricandida senza incertezze il chiostro di San Francesco. I «luoghi dello spirito», come qualcuno li ha battezzati, vanno per la maggiore, accostati ad aree un tempo dedicate al lavoro (cartiere, giardini di limoni) o consacrate dalla Storia, come la villa romana e il chiostro. Se l’offerta musicale appare notevole, l’enogastronomica vuole tenere il passo al punto che Giovanna Prandini (Strada dei Vini e dei Sapori del Garda) parla di «momento educativo e non solo edonistico». Il binario della promozione culturale è certamente congegnale alla Cooperativa La Melagrana, già presente nella passata edizione con delucidazioni artistiche e storiche molto apprezzate. Nei quattro appuntamenti di quest’anno, dice Silvia Merigo,«offriremo conoscenze sui luoghi simbolo del periodo tra Roma antica e l’epoca veneziana, inserendo anche l’interessante realtà della chiesa del Carmine a San Felice». L’illustrazione dei luoghi precederà i concerti, permettendo la contemporanea valorizzazione di musica sublime e dei siti che la ospitano. Bruno Festa Torna all’elenco dei quotidiani